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DELLE
Eiblî::t^ca YaHsso
(Torino) TOnnS ÎELLXC3
Quindicina! e
della Chiesa Valdese
* •
Qettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anne LXXXV - Nmn. 23
Una copia L,
ABBONAMENTI
}
Eco: L. 700 per rintemo | Eco e La Luce: L. IJOO per l’interno Spedir, abb. postale II Grappo
L. 1200 per l’estero ( L- 1.800 per l’estero | Cambio d’indirizzo Lire 40,—
TORRE PELLICE * 18 novembre 1955
Ammin. Claudiana Torre Pellice • C.C.P. 2-17557
RICORDANDO IL PASTORA MARIANO MORESCHINI
_________________
La vittoria dell'Amore
t fl chi'ascoUa
---------------
Nell’ora nottui^a è il miracolo
(Iella conoscenza, '.te cose minime
•irandegfiiiino ; le ;grandi, sminuiscono sorprese da vipienza menomatricc. L’uomo csperjtp di veglia scorge
ciò che gli occhi inon vedono o negano. E’ l’ora (fella grande tragedia fra le ombre é la realtà: le flutUianze degl’istinti e la signoria dello spirito, nel ]>etto deH’uomo. Le
ore senza sole noferano i delitti piti
culli e le preghiere trionfali.
L’ora notturna, scocca per l’animo nostro anche i di giorno, a mezzodì; e fra le compagnie elette. Il
( -Cile s’ assenta nella solitudine,
contempla il mistero d’essere un
cuore, rivive gl’ideali amati; e il
dramma si scalena, pel tormento di
un uomo che non può fuggire la
ma’ediz.ione del deserto.
Nell’ora notturna l’uomo conosce
.se stesso: grinlingiinenti vietati, la
sua umanità gli àppare netta, sta■gliata come roccia.^ L’incompiutez za della parola non rivela la com]>iutezza della conoscenza; ma chi
ha visto non può non aver visto.
Cari fratelli,
(luesta circolare vi giunge mentre
il lavoro nelle parrocchie ha ripreso
i! suo più fervido ritmo invernale.
Con piacere abbiamo visto giungile nel nostro distretto delle nuove
energie giovanili, e diamo un cordiale b'èuvenuto al Pastore Giorgio
Tourn, a Massello; al candidato in
teologia Bruno Tron, a Torre Pellice ; allo studente in teologia Giorgio
Bouchard, a Prali. Purtroppo il Pastore Lorenzo Rivoira ha avuto un
incidente che lo immobilizza per alcune settimane: gli rivolgiamo un
cordiale augurio di poter presto riprendere la sua attività.
:k ^
L’ultimo Sinodo si è soffermato a
lungo suU’iinpostazione dei lavori
della Chiesa nei prossimi mesi, ed è
stato unanime nel ritenere che la
campagna biblica iniziata lo scorso
anno, avrebbe dovuto essere ripresa
e intensificata. Il lezionario biblico
per il 1956 è in preparazione, e verrà invialo a tutte le chiese. La Chiesa Valdese è sorta come un movimento di ritorno alla Bibbia, e questa eredità essa ha gelosamente mantenuto attraverso i secoli, ma ogni
generazione è chiamata a ricon.siderare l’importanza fondamentale che
la Parola scritta e vivente conserva
nel volgere dei tempi. Intorno a questa Verità noi siamo chiamati a fare
convergere tutte le attività di questo
inverno.
La vostra Commissione vi ricorda
anche che il Sinodo ha raccomandato la formazione di speciali « gruppi del Vangelo ». La fisionomia territoriale delle nostre parrocchie e
l’impostazione tradizionale delle riunioni di quartiere, renderanno forse
diffìcile la creazione di nuove attività in tutte le parrocchie, ma la Commissione raccomanda di tenere presente l’invito sinodale ovumjue sarà
possibile attuarlo.
^ ^
Sempre nel quadro della campagna biblica, la Commissione ha predisposto un generale scambio di pulpiti, da attuarsi nelle domeniche più
convenienti a giudizio dei Concistori. Ne diamo qui l’elenco : Angrogna
Capoluogo: E. Micol; Angrogna
Serre: G. Peyrot; Bobbio Pellice:
T. Pons; Massello: A. Nicod; Perrero-Maniglia : G. Bouchard; Pinerolo: F. Sommani; Pomaretto: U.
Beri; Prali: A. Genre; Pramollo: E.
Geymet; Prarostino: R. .lahier; Rodoretto: G. Tourn; Rorà : Giorgio
Bonchard; S. Germano: P. Marauda; S. Giovanni: F. Davi te; Torre
Pellice: E. Rostan; Villar Pellice:
E. Aime; Villasecca: L. Rivoira.
* * *
Gli scorsi due anni era stata indetta una Conferenza distrettuale
autunnale. Quest’aimo, credendo di
andare incontro al desiderio di molli, abbiamo pensato di convocare una riunione generale dei membri dei
Concistori e dei rappresentanti delle
unioni, che avrà luogo a San Germano Chisone, Giovedì 8 dicembre
alle ore 9. Naturalmente tutti i Vaidesi che si interessano dei problemi
della Chiesa sono cordialmente invitati ad assistere al convegno. Gli
argomenti trattati saranno: ATTUALITÀ’ E VALORE RELLA BIBBIA
(Relatore : Pastore Paolo Bosio) e
PRESENZA DELLA CHIESA NEL
DONI PER L'ECO
Jalla Adolfo L. 600 — Ruffino Giacinto
50 — Rostan Pierre 500 — Berlin Stefano 400 — Vidossich Cesare 400 — Garrón
Henry 30 -- Cignoni Mario 400 — Corsini Albertina 350 — Vairos Samuele 1.170
— Germanotta Domenico 500 — Pons Bonfante Laura 240 — Migliare Maurilio 350
~ Dagna Lina 100 — Roseghini Mario
300 — Monnet Alix ved. Perro 300 —
Jaquel Edouard 100 — Pons Enrico 150.
MEMENTO. — Chi paga i suoi debiti si arricchisce, dice il proverbio;
chi evita di farne, si arricchisce ancora di più; perciò, caro lettore, paga il tuo abbonamento senza tardare ! Eco.
LA VITA SOCIALE ALLE VALLI
(Relatori: E. Geymet e F. Davite).
Il Convegno avrà inizio alle 9 assolutamente precise. Preghiamo I
Pastori di volere tempestivamente
annunziare al Pàstore U. Bert il numero dei partecipanti al pranzo, a
carico degli interessati.
* *
Le visite ordinarie di chiesa avranno luogo quest’anno ad Angrogna
Serre, Perrero, Pomaretto, PramoL
io e Rorà.
* * *
Non vi meravigliate se una volta
di più richiamiamo la vostra attenzione fraterna sull’argomento delle
finanze. Lo scorso anno le parrocchie
di Pinerolo, Massello, Angrogna Capoluogo, Prali, Pramollo e Rorà avevano raggiunto i minimi approvati dalla Conferenza distrettuale di
Perrero 1953. Quest’anno noi confidiamo che tutte le altre vorranno
raggiungere la mèta, anche tenendo
conto che quello che la Chiesa domanda da una parte, lo restituisce
d’altra, spiritualmente e materialmente, moltiplicato per cento e per
mille.
4: 4! *
Vi ricordiamo ancora la Settimana del libro, che gli anni scorsi ha
sempre dato dei risultati così incoia ggianti soprattutto dove in ogni
quartiere un gruppo di giovani ha
visitato sistematicamente le varie famiglie.
* * 4:
1 membri della Commissione distrettuale — nei limiti di tempo con■sentiti dai loro impegni normali —
rimarranno a vostra disposizione per
quanto vi può essere utile.
Vi auguriamo che l’anno che ci
sta dinnanzi sia fecondo di risultati.
Ma l’augurio, la preghiera più fervida è che « cresca sommamente la
vostra fede e abbondi viepiù l’amore di ciascun di voi tutti per gli altri » (2 Tess. 1: 3).
La Commissione distrettuale
Roberto Nisbet
Ettore Serafino
Gustavo Bouchard
L’autore di questo libro è nato
di notte. Una notte umana, paurosa d’ululo e clangore di guerra. Vegliando, chiese xm po’ di pane; la
fetta misurata e soppesata era troppo piccola per la sua fame di fanciullo. Salutò qualche stella, travide la luna, dimenticò il freddo per
qualche favola d’amore gentile. Le
stelle, poche e lontane; la luna, capricciosa con le nubi; le favole e le
fiabe, tutte fiabe, cominciavano tutte cosi: C’era una volta... In quella
notte grande il ragazzo restò solo,
orfano di madre e di fede. Da quell’ora, la sua gran signoria il deserto; e anche oggi, con la fede a compagna. La fede apparsa nell’ora più
gelida, significando l’approssimarsi
dell'alba.
... Nella notte ho visto il mio e
il nostro male; ho amato la verità
e ho deciso di combattere per il sno
avvento. Quando anche una volta
annotta, ragiono dell’aurora. -Nato
di notte, rinato all’alba. Nel cuore,
il cantico del mattino. Il cantico che
ferve nel petto d’una moltitudine
ignota, fedele. Quando proromperà,
ecco giovine la terra e gaudioso, come nel cominciamento, il sole.
Solitudine in Cristo
La nostra vita e imitazione di
Cristo perchè Cristo è umile e pura
imitazione della nostra vita. Il deserto fu suo regno perchè il deserto
è il nostro regno.
Nel deserto, le rose. Le sconfitte
non sono il nostro de.stino. Cadiamo perchè è dover nostro rialzarci,
più forti. La morte cotidiana è l’indizio della nostra designazione all’immortalità.
Il pianto è promessa di un canto
glorioso; l’agonia, l’anelito al paradiso. Beato chi sa rinascere nel deserto. Non è solo: Cristo è la sua
compagnia.
L’amore
La paura e la cupidigia, catene
non infrangibili. L’amore può rivendicare la sua libertà; quando
l’uomo è innamorato dell’amore.
Leggiamo nel Vangelo, la storia
dell’amore di Dio; nel miracoloso
libro della libertà.
Ama te stesso. Questo è il primo
e grande comandamento. Tu devi avere per te i desideri puri e la volontà santa; devi abolire per te ogni
menomazione della tua dignità. Co
sì potrai amare il tuo prossimo; che
è della tua stessa genitura, e con te
mangia il pane cotidiano. Tu devi
essere la tua misura d’amore per
gli altri. Ama il tuo prossimo come
te stesso: Ama con le opere che rivelano e consacrano il pensiero. c( Fa
per gli altri ciò che gli altri dovrebbero fare per te ».
Amando comprenderai, come solo
si comprende amando, che tu e il
tuo prossimo non possedete merito
d’amore. L’uomo, creatura di odio
e distruzione. Ma Gesù, una notte
grande e lontana, disse a - Nicodemo: Iddio ha tanto amato il mondo
da dare il suo Figlio unigenito: chi
erède in lui, non perisca; abbia la
vita eterna. '
Il niondo perverso è degno d’amore perchè Iddio lo ha amato. Noi
dobbiamo amare « perchè Iddio ci
ha amati per il primo ». Dio è ragione di amore. L’amore, in Dio, è
libero d’ogni timore e concupiscenza. L’amore è imitazione d’iddio.
La paura sitibonda è fuggita: « Nell’amore non c’è paura », anzi l’amore jjerfetto discaccia ogni paura.
\eiijie. ragioniamo d amore. Io
amo gli uomini. Non lo ridite; nessuno ci crederebbe. Amo gli uomini
perche amo nie^stesso: amo.me stesso percÌie Iddio mi ha amato. Ogni
mattino prego — Signore concedimi
d essere buono con me stesso. Non
m’indurre in tentazione; liberami
da me stes.so.
Accetto la vita senza oziose nostalgie del paradiso. Accetto la compagnia di amici e nemici: la carità
li trasfigura. Voglio vivere la vita
bella. « Dio ci ha amati per primo ».
Amore e morte
Ma Cristo è risorto. Cristo è veramente risorto. L’amore ha vinto,
l’amore ha vinto veramente la morte; ed ha rivelato la sua divina
compiutezza. L’amore non è più attesa della morte; la morte è preparazione al compiuto amore.
La morte è il sacramento della
eternità. I suoi sembianti son di
suora morte.
Il Dio del Vangelo è il vincitore
della morte. La religione di Cristo
è la religione della risurrezione. Io
sono la risurrezione e la vita; chi
crede in me ha vita eterna.
Mariano Moreschini
(Da (( Notturni »).
IL PASTORE
Mariano Moreschini era nato in
quel di Roma, a Castel Madama, il
22 gennaio 1905.
Rimasto orfano di madre in tenera età, fu affidato, per la sua educazione ed istruzione, all’Istituto Evangelico « Comandi » di Firenze.
In questa città fece i suoi studi
giungendo nel 1922 alla licenza tecnica. A questo punto della sua vita,
il giovane sentì chiara, nell’animo,
la vocazione al Ministero Pastorale.
Dopo due anni di preparazione, Mariano Moreschini potè realizzare il
suo sogno immatricolandosi presso
la Facoltà Valdese di Teologia alla
quale fu iscritto sino al 1929.
Terminati gli studi teologici a Roma, egli si recò in Scozia per completare la sua preparazione presso
il New College di Edimburgo, usufruendo della borsa di studio messa
ogni anno a disposizione di uno stu
dente Valdese da quella Università. Durante quell’anno accademico
fu nominato assistente del professore titolare della cattedra di italiano
dell’Università di Edimburgo.
Accanto agli studi Mariano Moresebini aveva avuto occasione, nei
periodi estivi, di addestrarsi nel lavoro pratico della Chiesa, compiendo sostituzioni di Pastori a Orsara
di Puglia (1923), a Schiavi d’Abruzzo (1923-24), a Palermo (1927) a
Roma (1928 e 1931).
Nel settembre del 1931, fu consacrato al Santo Ministero e subito dopo, inviato a Milano in qualità di
secondo Pastore.
L’anno seguente, fu destinato a
dirigere la Chiesa di Napoli nella
quale esercitò un ministero di ben
otto anni, durante i quali ebbe tempo di farsi apprezzare per le sue non
(contìnua in 4“ pagina/
2
LICX) E*LLE VAIiJ VALDESI
^11^
PI Q J M |g
Genitori a scuola
E’ stata recentemente pubblicata
su un quotidiano {La N. Stampa
del 19 Ottobre) una notizia di eronaca riguardante l’inaugurazione, a
Parigi, dinanzi ad un pubblico numeroso, di un nuovo anno scolastico: quello della ’’Scuola per Genitori”.
Parecchie centinaia di persone assistono regolarmente ai corsi che si
svolgono una volta la settimana a
che si propongono di illuminare appunto i genitori sulle loro responsabilità nei confronti dei figli.
Ho avuto, fra le mani, proprio
in questi giorni, alcuni esemplari
del fascicolo mensile ’’l’Ecole des
Parents” edito dalla scuola parigina nell’intento di divulgare parte
dei corsi . Sono articoli scritti da
personalità mediche eminenti che
SI chinano sulle nuove generazioni
con amore e spirito di comprensione, ne studiano le aspirazioni e le
reazioni onde fornire ai genitori
quel minimo di conoscenze psicologiche che permettano loro di assolvere meglio il loro compito.
Fede e psicologìa
La psicologia è stata definita
l’idolo del secolo ” e non v’è, oggi, persona che si rispetti che non
cerchi di completare la sua cultura
in quel campo.
Ma quale deve essere il rapporto
fra la psicologia e la fede? Può la
psicologia essere uno strumento di
salvezza per i nostri figliuoli? Nel
compito di educatori che ci è stato
affidato non corriamo forse il rischio
di porre l’accento sulla riñessioiie
più che ubbidienza? Che valore
ha, dal punto di vista strettamente
biblico, la conoscenza del bene e del
male? Se possiamo essere strumenti
nelle mani di Dio soltanto nella misura in cui siamo adulti, equilibrati, maturi, colti, non ci rimane che
da disperare poiché ben sappiamo
che neppure la psicoterapia più progredita riuscirà a liberarci completamente dalle innumerevoli tare ereditarie, dai complessi di vario genere, da tutto quanto, in una parola, costituisce la nostra natura di
uomini nati sotto il segno del peccato.
Dal punto di vista della fede, il
chinarsi sui problemi di natura psicologica, il ricercare le cause segrete. delle azioni e reazioni dei nostri
figli non si ridurrebbe forse ad una
eterna fatica di Sisifo?
Nel quadro dello sforzo
umano
In Lìica 17: 10 Gesù dice :
”...quando avrete fatto tutto ciò che
v’è comandato, dite: noi siamo servi inutili; abbiamo fatto quel che
eravamo in obbligo di fare”. Queste parole possono sembrare dure,
ma nessuno si sognerebbe di interpretarle come un invito a non fare.
La parabola dei talenti ci ricorda
quanto severo sia stato il giudizio
di Gesù nei confronti del servitore
che non aveva voluto far fruttare il
modesto capitale che gli era stato
affidato. E la S. Scrittura ci. invita
a non rimanere ’’fanciulli in quanto
a senno, ma uomini fatti”.
Qualunque sia la loro posizione
sociale, il loro grado di cultura o
di formazione intellettuale, i genitori, per il fatto stesso che hanno
assunto delle gravi responsabilità
nei riguardi dei figli, hanno il dovere di ricercare tutto quello che
può aiutare a comprenderli e ad amarli nel senso più completo del termine.
Non si fa d’altronde così per quel
che riguarda la loro vita fisica?
Quale è il genitore insensato che,
non potendo togliere dal mondo le
malattie, le imperfezioni e le tare
di ogni genere, si ritiene esonerato
dal dovere di mettere i suoi figli al
riparo dal freddo, dai pericoli, di
inculcare loro norme di igiene ecc.?
Lo spirito materno conosce bene
quelle angoscie che stringono il cuore come in una morsa, quelle notti
l>:issate a vegliare il bimbo malato,
atti di previdenza per la sa
lute infantile e nessuno pensa a riprovarli o a sminuirne l’importanza. Perchè non faremmo altrettanto
per quanto riguarda la personalità
morale dei nostri figli, quella personalità tanto più suscettibile di essere da noi guidata verso la luce o
indotta a smarrirsi nelle tenebre?
Vita recente indagine sulla delinquenza infantile ha potuto stabilire
che 'i fattori esteriori che ci circondano esercitano sulla condotta del
bimbo un’influenza molto meno de^
cisiva di quella che egli riceve dall'ambiente familiare in cui vive. Si
è potuto constatare che all’origine
della delinquenza giovanile stanno,
in moltissimi casi, tre tipi diversi
di genitori: quelli troppo indulgenti, quelli alcolizzati e quelli separati (o in disaccordo),
Questo non può non richiamarci
alla nostra responsabilità di genitori in quanto custodi e curatori di anime, e al dovere di aprire gli occhi è la mente non già con l’assurda pretesa di essere gli autori della
loro salvezza, ma per non essere la
causa diretta o indiretta del loro allontanamento da Dio.
La psicoterapia non avrà nulla da
dire là dove tutto si svolge normalmente, ma ci darà il suo aiuto prezioso là dove l’ordine normale delle
cose è stato sconvolto da fattori recenti o remoti. Ed avrà acquistato
tutto il suo significato se avrà permesso ad un malato di ritrovare
quel sano equilibrio che è fonte di
gioia.
Così, nella chiara consapevolezza
dei nostri limiti in quanto uomini
peccatori, risplenderà ancora una
volta in tutta la sua forza il messaggio della grazia di Dio,e della salvezza in Cristo. D. Bert
COLLOQUI
Padrino e madrina
tt Quando è nata la nostra quarta
bambina — mi diceva un giorno un
amico — mia moglie ed io avevamo
già im maschio e tre femmine e ci
siamo chiesto, con smarrimento, dove mai avremmo potuto scovare una
quinta coppia di padrini. E’ venuta
allora spontanea la domanda: ma
in fondo, a che serve il padrinato?
Per tenere il rampollo fra le braccia il giorno dei battesimo? Per segnare le date salienti con atti gentili particolarmente graditi? Per far
da testimoni nel giorno del matrimonio? »
Confesso che non ho la minima
idea dell’epoca in cui nacque l’usanza di cercare un padrino o una
madrina per il neonato. Evidente
/ RAGAZZI D’OGGI
« Come debbo fare con questo ragazzo? Non so più da che parte prenderlo e non mi riesce di farne qualcosa ».
(c Ha ragione. Signora. Oggi tutti
sono concordi nel riconoscere che
l’educazione dei bambini è diventata ima cosa assai complicata. Lo dicono genitori e maestri, educatori e
Pastori ».
« E’ proprio cosi. Credo che noi
non abbiamo dato tanto lavoro e tante preoccupazioni ai nostri genitori.
Ma dai nostri tempi i bambini sono
molto cambiati ».
« E’ possibile; ma non saprei che
cosa è più cambiato, i bambini o le
condizioni nelle quali essi crescono e di cui non possiamo dimenticare l’inlluenza e l’importanza. Nel
lo aiutavamo in casa e fuori: col bestiame, a raccògliere foglie e legna e
in tutto quello che potevamo fare.
E si stava molto più assieme, soprattutto nelle serate d’inverno, nella
stalla ».
« Esatto. Ora la famiglia che viveva rimiita e che si trovava assieme
almeno a tutti i pasti, durante le se
rate invernali, in cui la madre ed il
padre potevano occuparsi diretta
mente e continuamente dei figliuol
è divisa per via dei turni in miniera
ed in fabbrica di modo che non ci
si ritrova assieme neppure per mah
giare e nelle ore non di lavoro « fuo
ri », ci sono tutti i lavori « dentro »
che van fatti a scapito della possibi
lità di seguire da vicino i bambini
e le loro necessita ».
Insegnanti e genitori a semla : Agape 1955
l’educazione di una persona vi sono
sempre tre elementi: il ragazzo; chi
k educa : genitori, i maestri, Pastori
e Monitori; poi c’è l’ambiente in cui
il ragazzo vive: fratelli, parenti, vicini di casa, amici, compagni di scuola, condizioni di vita eccetera ».
« Credo che questo sia soprattutto vero nelle città in cui la vita è
molto cambiata in questi ultimi anni, ma Lei pensa che sia vero anche
per noi, nelle zone di montagna dove, i campi sono sempre gli stessi e
dove la vita è ancora molto più simile a quella che era nei tempi passati? Qui le cose sono ancora quasi
come una volta ».
(i Fino ad un certo punto. Se non
sbaglio Lei lavora in fabbrica. Signora... ».
« Per forza; come si fa ad andare
avanti oggi, con la sola terra e la
famiglia da tirare su. Se non ci si
sacrifica e non si va a lavorare fuori
non si vive. Non è mica un divertimento per me; ma lo faccio per i
bainbini, per il loro avvenire ».
« Lo comprendo bene, e credo sia
una cosa inevitabile in molti e molti
casi. Non Le consiglierò di licenziarsi; ma pensi a come vivevano in famiglia quando Lei aveva l’età di suo
figlio ».
« Oh, certo, era diverso. Il babbo
lavorava i campi, la mamma e noi
« E’ vero, e poi oggi i bambini sono molto più « svegli » di quanto
non lo fossimo noi e qualche volta
mi fanno delle domande che mi pongono in imbarazzo ».
« Certo, e non potrebbe essere diversamente. Che cosa leggeva e vedeva in giro, da bambina? ».
« In giro non vedevo gran che
perchè non si usciva dalla nostra
borgata; avevo 15 anni quando sono andata a Pinerolo la prima volta ed ero già sposata quando ho
visto Torino. Oggi invece... - vanno
a Torino perfino con la Scuola Domenicale! E leggere; cosa vuole che
leggessi? la Bibbia per le lezioni a
scuola e qualche libro francese di
mio padre che parlavano di storia
Valdese. Non c’era altro, a parte
le lezioni di scuola. Ma anche adesso non lascio mica che i miei
bambini leggano delle cose che non
vanno! »
« Lo credo. Signora, ma che cosa ne fa di Grand’Hotel e di Bolero Film che Le vedo nella borsa »?
« Ma non son mica per i bambini,
li leggo io! »
« Lo credo, ma poi, non li brucia mica subito? »
a Mancherebbe altro, la carta serve per fare i pacchi e li conservo;
ma non ci sono delle brutte cose.
poi non li ho mai visti con questi
giornali in mano ».
« Non si tratta di ’’brutte cose”,
come dice Lei, sebbene ci sarebbe
forse qualche cosa da dire, ma in
ogni caso di cose non adatte pei
1 suoi bambini e non creda che non
k leggano se non sotto la sua sorveglianza. Probabilmente temono
di essere sgridati e lo fanno quando Lei è fuori casa. Poi loro hanno
la radio in casa... ».
(La Signora mi guarda con un’aria mezzo divertita e mezzo spaventata, forse teme che Le proponga di ritirarsi a vivere nell’Arca di
Noè).
c( Ma certo, ce l’hanno tutti, e
poi non ci vedo alcun male. Un po’
di musica fa sempre piacere, e poi,
la radio, l’ha anche Lei ».
« Certo; e mi dispiace di non potere dedicare alla radio più tempo
che quello che mi occorre per pagarne 1’ abbonamento! Non c’è
nulla di male e nessuna ragione per
cui non la si debba avere.
« Solo che tra una cosa e l’altra:
giornali, radio, cine e tutto il resto, i nostri bambini vivono in im
ambiente che non solo è estremamente diverso da quello tradizionale, ma anche non adatto alla loro mentalità, allo stadio del loro
sviluppo, alle loro capacità. Essi
vivono prima di tempo in un mondo di grandi che, dai giornali, alle
canzoni ed ai cartelloni reclamistici, è carico di erotismo e di sessualità intesa male. I bambini assorbono, per forza di cose, tutto questo, ci si abituano fino ad un certo
punto, ma non ci dobbiamo stupire se diventano nervosi più del dovuto e se, vedendo sui cartelloni che
non è possibile lavarsi i denti senza anche mettere in mostra le gambe, siano più « svegli » di quanto
fossimo noi ai bei tempi! »
« Certo che di tutto questo, quando eravamo ragazzi non se ne parlava, e guai se lo avessimo fatto.
Ci saremmo ricevute una di quelle
morali che non Le dico... ».
tt Giusto a proposito di morale
La situazione non è diversa dagl
altri campi. Una volta, nella no
stra educazione, il bene corrispon
(leva a quello che era permesso e(
il male a tutto quello che era proi
bito. Oggi, dopo due guerre mon
diali ed a tutto quello che esse han
no causato le cose si sono terribil
mente confuse, non è facile deci
dere neppure pér un adulto e, per
dei bambini, la sitauzione può diventare letteralmente disastrosa se
non vi facciamo attenzione e non
corriamo ai ripari ».
« In questa situazione che cosa si
può fare? Se le cose sono così cambiate, bisognerà anche cambiare
sistemi di educazione, credo ».
« Certo. La prima cosa è di rendersi conto che rton i bambini ma
le condizioni di vita sono cambiate. Non dobbiamo quindi considerare loro responsabili se l’educazione è più diffìcile oggi e va meno
liscia dei tempi passati; non pensa(continua in 4* pagina)
mente la sua origine è da ricercarsi
nel bisogno istintivo dei genitori di
premunire la loro tenera creatura
da un tragico abbandono in caso di
morte: ed ecco perchè i padrini sono .generalmente scelti fra i membri più stretti della famiglia o fra
gli amici pili intimi. In un certo
senso, anche se « alla rovescia », se
così possiamo esprimerci, ritroviamo
questo concetto di sostituzione nella
S. Scrittura: Gesù stesso, sulla croce, non dice forse alla madre ed al
discepolo prediletto : « Donna, ecco
tuo figlio... ecco tua madre »?
Ma, grazie a Dio, avviene di rado
che i padrini siano chiamati a prendere completamente il posto dei genitori. Questo non significa che non
vi possa essere fra questi e quelli
una stretta collaborazione a fav'ore
dei figli. Il bisogno di ricevere talvolta un consiglio da una terza persona su un determinato problema
pedagogico o psicologico, quando
non ci si vede molto chiaro, dovitibspingere i genitori a stabilire rapporti più stretti con i padrini, anche se questo dovesse implicare l’abbandono di un nostro eccessivo amor
proprio o di un falso pudore. T genitori non sono infallibili e si trovano spesso a dover dipanare matasse assai imbrogliate. Perchè non ri
correre, in tal caso, al padrino o
alla madrina, sempre che siano itati scelti alla luce di questa pros|>ettiva? Generalmente il dovere dei
2)adrini non va al di là di una certa generosità nel fare i regali al battesimo, al compleanno, nel giorno
della confermazione e del matrimonio. Ma perchè non vedere nella loro funzione qualcosa di più e di meglio? 'Perchè'^nori-avrebliefo tinà' vera e propria missione di « affiancatori », di sostenitori morali nell ardua fatica dell’educare?
a. t.
Nos montagnes
Ernest Tron est reparti pour la
lointaine Amérique.
Ernest Tron est le pasteur qui, à
vingt-six ans, n’a pas pu dire ’’non”
à la voix du devoir. Il aurait volu
rester ” mais la voix à laquelle on
ne doit pas résister a dit: ” pars” et
il est parti pour le pays inconnu auquel il a donné toutes les énergies
de sa jeunesse et de son âge mûr. Et
il a aimé cette terre étrangère qui
l attendait parce qu’il avait una mission à y accomplir. Et il y a travaillé avec joie, mais cependant souvent
quelque chose, un je ne sais quoi
qu’on appelle la nostalgie ou le mal
du pays lui a serré le coeur.
— ”Tu sais, les Vaudois pensent
toujours à leurs montagnes ”.
— ” C’est pourtant beau ce pays,
il y a des paysages merveilleux ”.
— Oui, mais c’est plat.
Et pour revoir les montagnes qu’il
n’a jamais oubliées, Ernest Tron est
revenu de si loin et ses montagnes
bien-aimées lui ont souhaité la bienvenue par un beau jour de Mai.
Bien des êtres chéris n’étaient plus
là pour sourire à son arrivée mais
elles, les montagnes du pays, étaient toujours là, à la même place
pour donner du secours, de l’inspiration. Les montagnes qui ont vu
passer tant de générations de Vaudois — les montagnes qui ont vu passer nos pères immortels.
Les montagnes qui s’élèvent vers
le ciel et que la boue de nos plaines
ne peut ternir étaient là.
Et aujourd’hui, par une triste
journée de Novembre, au milieu du
brouillard du port de Gênes, au milieu du bruit, de l’agitation des départs, en face de la mer houleuse,
Ernest Tron voit encore par la pensée ses montagnes si blanches, si cal
mes, si majestueuses, les montagnes
d’où vient le secours...
G. T.
3
L’ECO DILLE VALLI VALDESI
— I
Il convegno autunnale degli insegnanti evangelici del gruppo Valli
ha avuto un notevole successo, sia
come numero di intervenuti che come serietà di discussione. Al mattino i partecipanti haimo assistito
al culto presieduto nel tempio di
Torre Pellice dal pastore Sommani. Nel pomeriggio, i lavori sono
cominciati alle ore 14,30 sotto la
presidenza del maestro Dosio, che
dà lettura di alcuni messaggi: del
Moderatore pastore A. Deodato che
esorta l’A.I.C.E. a perseverare nell’azione intrapresa, senza cedere allo scoraggiamento; del Vice Moderatore pastore R. Nisbet, trattenuto
da precedenti impegni; delle Signore E. Fons e L. Jervis che rappresentano l’A.I.C.E. ad un congresso
ad Amsterdam. Del comitato direttivo sono presenti il prof. Peyronel
ed il prof. Jouvenal.
1 / agricoltura alle Valli e prospettive
per Vavvenire.
E’ questo il tema della prima relazione che viene presentata dal
doti. E. Bosio: relazione nettamente pessimista per quanto si riferisce
alla situazione attuale, ma nettamente ottimista sulle prospettive per
l’avvenire. Il relatore, premesso che
la sua interpretazione è personale,
anclie se poggiata su accurate indagini, imposta preliminarmente il prò- '
blema nei termini seguenti: si tratta
di vedere se la nostra zona si presta
a «no sfruttamento agricolo redditizio, poiché, ovviamente, non avrebbe alcun senso di esortare la nostra
gente all’amore dei campi se non vi
fosse piu possibilità di un reddito
sufticiente. Il dott. E. Bosio, nella
su,; relazione, riferisce le conclusioni di un decennale lavoro di indagine tecnica sulla natura dei terreni,
su! dima ecc. delle nostre Valli, (infiali ni che ci auguriamo possano venir pubblicate quanto prima, per es.
sul Bollettino della Società di Studi
Valdesi, come suggerito dal prof. T.
Fons): conclusioni nettamente ottimiste.
Infatti, se si possono, in riferimento alla conformazione geologica del
terreno distinguere due zone, di cui
una, con maggiori caratteristiche di
itcidità, si può affermare, cmitrariamente ad un diffuso pregiudizio, che
le nostre terre, acconciamente lavorate sono redditizie. Anche il clini a è favorevole.
Accanto a questo problema, che
rindagine scientifica permette di risolvere adeguatamente, esiste quello di natura economica-finanziaria,
piir^complesso e di più difficile soluzione' (iniziativa privata, intervento
statale eec.).
Il relatore esamina quindi la sitiìazione ambientale così come essa
si presenta oggi al suo giudizio. E’
un quadro piuttosto nero; infatti,
secondo il dott. E. Bosio l’agricoltore Valdese, sia pure inconsciamente, avrebbe eretto un vero e proprio
sbarramento all’introduzione del
progresso, per cui egli ritiene di poter affermare che le condizioni ambientali nel campo agricolo sono oggi da noi come 100 anni fa! A creare, o, meglio, a mantenere questa
arretrata situazione di fatto avrebbero contribuito, sempre secondo il
relatore: a) considerazioni economiche (il timore di arrischiare il fallimento dell’azienda agricola, con iniziative itrivate progressiste; b) una innata diffidenza nei confronti
delle innovazioni (i nostri padri
hanno sempre fatto così); c) uno
scarso senso di comprensione della
necessità della cooperazione (la brava massaia che continua a scendere
dai monti per vendere il suo burro
al mercato, senza valutare il fattore
tempo).
Alla base di questa situazione, la
mancanza di una adeguata istruzione, e la mancanza della coscienza
della necessità di questa istruzione
negli insegnanti e nei genitori. Il
relatore dott. E. Bosio, dopo questa
analisi, acuta, anche se, a tratti, dà
l’impressione di assurgere troppo
facilmente a generalizzazioni forse
un po’ arbitrarie per mancanza di
confronto con la reale situazione di
100 anni la e di oggi, espone le sue
conclusioni che pongono in rilievo
come l’agricoltura abbia ancora qui
ed ora, possibilità di sviluppo fecondo; e come questo sviluppo vada inquadrato nella difesa dell’unità Valdese.
Varí proble$nS valligiani
allo studio deirAmlmCmEm
Necessità di un orientamento professionale.
Il dott. C. A. Theiler, premessa
un’analisi del concetto di area depressa che ritiene potersi applicare
alle zone montane in genere ed in
particolare alla nostra zona, esamina il fenomeno dell’urbanesimo (con
particolare riferimento allo spopolamento delle nostre comunità di
alta montagna) e ne ricerca le cause, che ritiene di poter individuare
nella scarsa produzione agricola e
nelle disagiate condizioni di vita familiare.
Si tratta quindi, secondo l’oratore, di trovare, in loco, nuove possibilità di attività nel campo artigianq e industriale ; possibilità che, sempre secondo il relatore esistono, anche se da contemplarsi su scala ridotta, purché la nostra popolazione
sappia scuotere il manto d’inerzia
per cui tutte le iniziative passano in
mani estranee. Su questo piano, il
relatore passa ad individuare queste
possibilità di iniziativa e ad indicare soluzioni al disagio attuale.
Due settori sono, secondo il dott.
C. A. Theiler, suscettibili di feconde iniziative; quello agricolo e quello del turismo. Per quanto concerne
il primo egli fa sue le conclusioni
del dott. E. Bosio; per il secondo,
osserva che se le nostre Valli, per
varie ragioni si prestano ad un redditizio sfruttamento ai fini della villeggiatura, é altrettanto vero che
questo sfruttamento va svolto in modo razionale (anche ai fini della villeggiatura evangelica che va potenziata). « L’industria del forestiero »
non può più esser lasciata all’improvvisazione, ma necessita una attrezzatura che oggi manca nella maggior parte dei nostri centri.
Per ovviare a questo disagio, il
relatore ritiene che la condizione
preliminare e fondamentale é quella di una seria preparazione professionale, ehe se è oggi necessaria in
tutti i campi, lo é anche, particolarmente, in riferimento ai due settocui si é precedentemente alluso. E
bisogna riconoscere, osserva il dott.
Theiler, che finora poco si é fatto a
questo scopo. Nel settore agricolo,
unica iniziativa, la Scuola d'Agricoltura non ancora adeguatamente
sfruttata. Nel settore turistico, nulla
è stato tentato.
L’oratore domanda poi che si voti
un o. d. g. che chieda la trasformazione degli Artigianelli di Torino in
una scuola artigiana. Provvisoriamente si dovrebbe studiare in che
misura si potrebbero sfruttare a Torre Pellice ed a Pomaretto le attrezzature esistenti in loco al fine di un
orientamento professionale. Segnala
l’importanza sempre crescente delle
scuole di preparazione alberghiera,
cui SI accede con la licenza della
Scuola Media o di Avviamento professionale.
Prospettive nelle industrie locali.
Per ovvie ragioni non ci é possibile di riferire in modo particolareggiato su questa relazione del prof. E.
Tron, che fa un ampio giro d’orizzonte sullo stato attuale dell’attività
industriale nella nostra zona, con
particolare riferimento al Val Germanasca. Accenna ad alcuni problemi
specifici: specializzazione, corsi di
qualificazione, nuovo indirizzo di
questi corsi che richiedono, oggi, più
che mai, una base di salda preparazione culturale che metta l’operaio
in condizione di adeguarsi agli sviluppi del progresso scientifico e delle sue ripercussioni sulla tecnica del
lavoro quotidiano.
Discussione.
I - La discussione si apre sulla 1^
relazione, con una domanda chiara
e semplice (anche se alquanto insidiosa) del prof. A. Armami Hugon:
Come si può far capire al contadino
che il suo mensile (per così dire) non
é inferiore a quello di un operaio?
La risposta del dott. E. Bosio é elusiva e l’interpellato riconosce la impossibilità di rispondere alla domanda, così come é formulata; si tratta,
secondo il relatore, di porre il problema su altre basi: di far comprendere al contadino .che se l’operaio
può guadagnare di più in fabbrica
ciò é dovuto al fatto che il lavoro
nella fabbrica avviene sul piano della razionalizzazione, risultante di im
processo evolutivo; per cui si tratta
di impostare l’attività agricola sul
piano della razionalizzazione.
Come poi suole avvenire in tutti
i convegni di questo mondo, quando gli intervenuti non conoscono che
in modo molto approssimativo i temi della discussione, questa procede in modo piuttosto confuso. L’argomento centrale può anche venir
dimenticato e la discussione si trasforma in un’animata conversazione, sempre interessante come scambio d’idee, anche se le conclusioni
pratiche non sono numerose.
Vari argomenti vengono così successivamente presentati. Un oratore
osserva che non si tratta soltanto di
aumentare il reddito della terra, ma
di far partecipi gli agricoltori dei
benefici tlella civiltà moderna: di
portare la luce, il cinema, la radio
nei più remoti villaggi delle Valli;
che non si può pretendere, oggi, che
certi « quartieri » isolati e abbandonati vengano ripopolati.
Ln altro oratore critica l’impostazione della nostra piccola azienda agricola che vuole produrre tutto e non guadagna nulla, per difetto
di specializzazione di culture.
Questo rilievo dà l’avvio a un animato scambio di idee sull’importanza del principio cooperativistico.
Numerosi interventi (prof. T.
Fons, A. Armand Hugon, E. Faschetto, C. A. Theiler) mettono in
rilievo le spiacevoli conseguenze dell’esasjierato individualismo dei nostri montanari (Cooperative sorte e
fallite, iniziative locali che dopo un
breve periodo di vita più o meno florida sono cadute): mancanza di spirito di collaborazione e fraternità.
Di questo parere non é però il prof.
E. Tron, il quale ha l’impressione
che si generalizzi; se vi sono casi di
egoismo, vi sono anche esempi di
solidarietà che sarebbe ingiusto dimenticare; nella sventura la solidarietà dei valligiani si manifesta sempre; nè mancano nelle parrocchie di
alta montagna esempi di iniziativa
cooperativistica tuttora fiorenti.
II e III - La discussione sulla 2" relazione viene abbinata a quella della 3“ perchè il tempo stringe.
Dopo un intervento del prof. Peyronel che illustra le possibilità di
sviluppo artigiano e turistico e l’esigenza di un miglioramento delle
condizioni ambientali in vista di un
potenziamento di quest’ultimo (egli
insiste, come precedentemente a
proposito della I relazione sulla necessità di accurate indagini statistiche), la discussione si polarizza sulla proposta del dott. C. A. Theiler
sulla trasformazione eventuale degli
Artigianelli di Torino, che viene lasciata cadere per ragioni di opportunità.
Si prospettano due alternative;
creazione di scuole di preparazione
ai vari mestieri a Pomaretto ed a
Torre, o centro scolastico a Torino.
In favore della prima alternativa si
pronunziano i proff. A. Armand Hugon e E. Tron che ritengono che
questi due centri offrano sufficienti
possibilità di preparazione per i nostri giovani in vista dell’apprendistato di un mestiere dà esercitarsi
nelle Valli. In favore della seconda,
il dott. C. A. Theiler che ritiene ne
cessaria una preparazione seria, e
che solo può essere offerta dalle scuole di vario tipo, a Torino.
Nessun o. d. g. essendo proposto,
il problema rimane aperto, con la
promessa della Pro Valli di appoggiare ogni soluzione che si presentasse.
Un messaggio.
Il pastore E. Geymet porta i saluti della Pro Valli di cui è presidente, e che intende affrontare gli stessi problemi studiati in questo convegno. Ringrazia a nome della Chiesa gli insegnanti per la loro collaborazione, specialmente nel campo dell’istruzione religiosa e li invita a non
dimenticare che la vocazione pastolale rimane sempre il grande c< orieiitamento ».
Conclusioni.
Il prof. Peyronel formula a conclusione dei lavori 3 proposte pratiche: a) pubblicazione delle 3 relazioni; b) borse di studio per approfondire queste indagini; c) esaminare le possibilità dell’A.I.C.E. per
integrare le biblioteehe dei Centri
di lettura con doni di pubblicazioni tecniche.
Commiato.
Dopo un thè, fraternamente offerto dagli insegnanti di Torre Pellice, il Convegno si chiude: un pomerigiiio di buon lavoro, che lascia
abbondante materia a meditazione.
Errata - Corrige
Per mio di quei bizzarri ed inspiegabili misteri che solo gli esperti
neU’arte giornalistica possono comprendere ed... apprezzare, nel recensire il volume del pastore Santini su Alessandro Gavazzi, è venuto
fuori un Enrico Gavazzi, nel titolo
della recensione. Ne chiediamo scusa alla memoria di Alessandro Gavazzi.
della Pro Valli
Venerdì 4 noveinbre, a Pinerolo,
si è riunito il comitato direttivo della Pro Valli; erano pure presenti alcuni suoi diretti collaboratori.
Il presidente, pastore E. Geymet
espone i criteri informatori del lavoro che la Pro Valli deve rivolgere:
divisione dei compiti (ogni membro
del Comitato si assuma la responsabilità di un determinato problema
e lo affronti con la collaborazione
di elementi idonei, scelti in ogni parrocchia), tenendo presente che la Pro
Valli non è una accolta di studiosi,
ma di uomini d’azione, chiamati ad
operare concretamente al servizio di
Cristo.
Difesa della terra.
Il relatore, dott. Meynet, riferisce su quanto si è potuto fare, nel
passato, e prospetta le difficoltà di
vario genere che rendono difficile un’impostazione razionale del problema. A prescindere dal fatto che le
situazioni variano da parrocchia a
parrocchia, rimane il fatto che l’offerta è nettamente superiore alla richiesta; sarebbe necessario di disporre di capitali, di cui la Pro Valli non dispone e sarebbe pure necessario di reperire tempestivamente
gli eventuali acquirenti. Un complesso di problemi che vanno comunque
studiati.
.1 ssistenza lavoratori.
Il relatore avv. Serafino prospetta que-sto problema su di un piano
che presenta molti punti di contatto con le relazioni presentate al Convegno delTA.I.C.E. Non ritiene che
ci si debba fermare sui problemi di
un’assistenza spicciola, ai singoli casi, ma che convenga affrontare il.più
complesso problema della trasfor-;
inazione del regime economico-sociale delle Valli (dall’economia agricola-rurale a quella mista o industriale). Questo allo scopo di far sentire la presenza della Chiesa nella
vita degli uomini del nostro tempo,
nelle singole parrocchie, dove essi
si trovano a dover affrontare gravi
problemi, per esempio in conseguenza dei massicci licenziamenti (campo tessile) e di conflitti sindacali (il
pane quotidiano e lo sciopero della
Talco Grafite) . >
Naturalmente anche l’assistenza
spicciola ha la sua importanza e non
va sottovalutata.
Indagine statistica.
Il signor A. Geymonat continuerà
nella sua attività, in questo campo,
in modo da gettare le basi su cui sarà possibile di condurre un proficuo
lavoro.
Insegnamento del francese.
Si prende atto che l’attività svolta da vari enti e personalità, estranee alla Pro Valli, è passata dalla
fase degli studi preliminari, a quella della nomina di una commissione
di Ire autorevoli persone, incaricate
di prendere contatto con le autorità
comunali delle Valli per accertamenti e rilievi statistici, al fine di stabilire la misura e le modalità dell’insegnamento.
Unioni capi-famiglia.
La Pro Valli esprime la sua soddisfazione per il buon andamento della Enrico Arnaud, l’unica Unione
di Lomini, attualmente esistente, a
Torre Pellice. La Pro Valli si propone di attirare l’attenzione delle singole parrocchie sulla utilità di queste Lnioni di uomini che potrebbe
utilmente fungere da sezioni della
Pro Valli e dibattere, in loco, i vari
problemi.
Tlirismo evangelico.
L’importanza '' di questo aspetto
particolare del problema è messa in
rilievo dal relatore; si riconosce d’altra parte l’importanza di inquadrarlo nel più vasto problema del Turismo, ai fini di una testimonianza
evangelica di fronte al turista cattolico.
Vocazioni pastorali.
Il presidente sottolinea la grande
importanza del reperimento delle
vocazioni pastorali e di assistenza
sociale, con particolare riferimento
alle cosidette vocazioni tardive; compito che non si esaurisce nel loro reperimento, ma nell’offrire mezzi di
sviluppo e possibilità di lavoro.
Valdesi all'estero.
Il presidente prospetta l’opportunità di studiare l’istituzione di un
organismo di collegamento con i
Valdesi all’estero, che stabilisca e
mantenga con essi contatti sul piano
spirituale.
* * ^
I lavori si sono iniziati con la lettura di un brano delle S. Scritture
e con una preghiera del pastore G.
Bouchard, segretario della Comm.
Distrettuale. rep.
PERSONALIA
Alla signorina Elena Ravazzini,
che si è brillantemente laureata in
lettere, presso la Facoltà di Lettere
della Università di Torino, giungano le nostre vivissime felicitazioni e
l’augurio che l’insegnamento che essa ha iniziato al Liceo di Torre Pellice, con spirito di « servizio » sia
benedetto.
Giovedì, 10 novembre, il cimitero
di Luserna S. Giovanni accoglieva le
spoglie mortali della nostra sorella
Ada Perazzi-Bounous. Ai familiari
giunga l’espressione della nostra cristiana simpatia.
Le nostre felicitazioni al dott. T.
Contino che, al teatro Carignano,
nella serie Serate culturali del gruiipo di Torino della Federazione esperantista italiana, giovedì 17 novembre, alle ore 21, terrà una conferenza, in esperanto, su « Le pasque piemontesi nell’anno 1655 ».
Al pastore Enrico Corsani che,
nella serenità raccolta della sua casetta a Torre Pellice, ha iniziato col
1 novembre, il suo centesimo anno
di età, giungano gli auguri deU’Fco
delle Valli Valdesi che è lieto di
contarlo fra i suoi fedeli lettori.
In occasione del IV novembre, a
Champocher, in Val dAosta, è stato
particolarmente festeggiato dagli alpini Davide Jalla, recentemente promosso generale della riserva. Le nostre felicitazioni giungano al festeggiato.
4
4 —
L’EOO E«LLE VALU fVALDESI
Anniversario
Le 15 octobre de l’année écoulée
M.me L. Jaliier recevait l’appel
pour monter dans la maison du Père
et nous désirons la rappeler au souvenir de ceux qui l’ont connue et
aimée.
Son père, le pasteur E. Revel fut
emporté par le choléra qui sévissait
à Gènes, tandis qu’il visitait les malades frappés par l’épidémie, la fillette n’avait que trois ans. Sa mère
alors se retira à Torre Pollice où
elle se consacra à l’éducation de son
enfant et aux visites aux malades en
donnant des leçons de piano pour
arrondir sa petite pension.
La jeune fille ouvrit de bonne
heure son coeur à l’amour de Dieu;
sa conversion ne fut pas soudaine
comme celle de l’apôtre Paul sur
le chemin de Damas, mais plutôt
comme l’aurore qui va croissant jusqu’à ce que le plein jour soit établi. Il serait difficile de dire tout
ce que fut l’influence chrétienne de
cette mère dévouée et l’heureux résultat obtenu.
En 1894 elle épousa Mr Auguste
J allier, alors pasteurs aux Copiers,
et, préparée comme elle l’était, spirituellement et intellectuellement,
elle fut une vaillante collaboratrice
au sein de sa paroisse et pour l’éducation de ses quatre enfants. Partent où le pasteur Auguste Jahier
fut appelé ensuite, au Villar, à Tu:
rin, à Aoste, à Prarustin, sa compagne participa à son activité, estimée et aimée de ses paroissiens.
iln 1953 Monsieur et Madame Auguste Jahier, très avancés en âge,
entrèrent dans Taçcueillante maison
des Diaconesses de Torre PeUice,
où ils rendirent jusqu’à la fin un
humble et bean témoignage chrétien.
Ils aimaient particulièrement les
visites avec qui ils pouvaient parler
des choses çélestes qui occupaient
leurs coeurs, et prier ensemble.
Le pasteur, plus âgé de trois ans,
s’affaiblit le premier, mais, dans se.s
rêves, il évangélisait encore en invitant ceux que son imagination
voyait a «mtrer par la porte étroite.
II s’endormit bientôt dans une pleine paix.
Sa compagne, qui lui survécut une
année était admirablement soutenue,- car dans sa foi vivante elle
voyait son bien-aimé mari dans la
maison du Père, à l’abri de toute
souffrance, dans la présence immédiate de son Sauveur. Elle jouissait
beaucoup quand on lui lisait dans
la Parole de Dieu la description du
bonheur des élus vers lequel son
coeur était tourné. La communion
avec son Sauveur était une source
de joie permanente pour elle, et
chaque fois qu’on sortait de sa
chambre on emportait avec soi un
reflet de bonheur céleste. Sa foi vivante, sa profonde humilité projetaient leurs rayons bienfaisants sur
ceux qui la visitaient, et, dans la
pleine paix, elle partit pour être
toujours avec son Sauveur, laissant
un profond regret dans le coeur de
ses enfants et chez tous ceux qui
l’ont connue, et le témoignage d’une
chrétienne humble et fidèle jusqu’au
bont de sa course. P. B.
Il Pastore Ili Moreschíní
mentali nei metodi di educazione.
Ma ne riparleremo una prossima
volta. Franco Davite
{segue dalla .1* pagina)
comuni qualità di filatore, di oratore, e di uomo di lettere. E’ infatti
durante questo perìodo napoletano
della sua vita che Moreschini ebbe
occasione di venire in contatto con
Benedetto Croce e di trarre notevole
ispirazione al suo pensiero dalla frequentazione di circoli letterari e filosofici che io ebbero apprezzato collaboratore.
JVel 1940, resasi vacante la sede
pastorale di Bergamo, Mariano Moreschini vi fu chiamato con unanime gradimento della Comunità. Vi
rimase sino al 1946, data nella quale
fu eletto Pastore della Chiesa di Roma, Via IV Novembre. E’ al periodo
del suo ministero bergamasco che
debbonsi alcime delle sue più belle
e significative pubblicazioni di cui
ricordiamo ” Notturni ” (1941), una raccolta di originali meditazioni
su argomenti biblici o religiosi e la
introduzione e le note al « Beneficio di Cristo» di Benedetto Luchino da lui ristampato nella Pasqua
del 1942, a celebrazione della prima
stampa del prezioso libretto nel 1542.
A Roma, accanto all’opera pastorale nella Chiesa di Vi^ IV Novembre, che Io apprezzò particolarmente per la sua predicazione sempre
profondamente ispirata ed artisticamente originale, Moreschini diede
la sua collaboraziohe alla Facoltà di
Teologia ai cui studenti diede lezioni di Teologia pastorale ed al
La voce delle Comunità
Proli
Al principio di Giugno il pastore
Lebet ha lasciato la nostra parrocchia: a lui vanno i nostri migliori
auguri per il suo -nuovo lavoro in
Isvizzera.
\ _
Dipartenze: il 15 Luglio ci ha lasciati Filippo Grill, di Ghigo, aU’età di 81 anni. Egli è scomparso dopo
una brevissima malattia di meno di
una giornata. Il 13 Agosto è scomparso Francesco Pasccd di Villa, all’tà di 62 anni: egli era da lungo
tempo infermo.
Matrimoni: l’autunno praline è
stato ricco di matrimoni; il 24 Settembre si sono uniti Rostan Guido,
di Orgere, e Grill Nida,^di Pomieri: i nostri migliori auguri per questo nuovo focolare. L’8 Ottobre, nella chiesa di Rodoretto si sono sposati Garrou Beniamino, di Villa, e
Tron Eliana, di Rodoretto: diamo il
migliore benvenuto alla sposa che
entra a far parte della nostra comunità. Il 15 Ottobre, Fona Alberto,
di Rodoretto, e Grill Alice, di Cugno: diamo a quest’ultima, che va
a stabilirsi nel territorio di Rodoretto e che è stata fedele monitrice e
maestra di religione, il nostro addìo.
Il 29 Ottobre Pascal Alberto, di Maniglia, e Rostan Alba, di Ghigo: anche in questo caso il nostro saluto
alla sposa che lascia Prali. Il 5 Novembre Ghigo Ivan, di Ghigo, e Pascoli Silvana, di Enemonzo (Udine):
un cordiale benvenuto a Prali alla
sposa che giunge da lontano, e che
speriamo possa trovarsi bene in mezzo a noi. A questi cinque nuovi focolari auguriamo ogni bene nel Signore.
pensione
HANNOVER
Propr. F. DE FARRO
Centrale,
posizione tranquilla
Via XX Sellembre, 4
ROMA
Telefono 461162
Nascite: il 15 Agosto, in casa di
Filippo ed Ester Raud (Pomieri) è
nata Marta; il 9 Novembre, nella
famiglia di Beniamino e Elda Peyrot, (Malzat) è nata Silvana. Accogliamo con gioia questi fanciulli nella nostra grande famiglia, e invochiamo su di loro la benedizione di
Dio.
Un intero pullman di pralini ha
partecipato all’apertura del sinodo,
quest’anno particolarmente solenne.
Durante l’estate hanno predicato
nella nostra chiesa i pastori Alberto
Taccia, Franco Davite, Ermanno
Rostan, Alexandre Nicod, e lo studente Sergio Rostagno. Li ringraziamo molto dei loro messaggi.
Si è riaperta fa biblioteca: contiamo su molti abbonamenti per poterla rinnovare e completare con libri moderni.
Angrogna ( Capoluogo )
Domenica 6 novembre la nostra
Comunità ha vissuto una giornata di
gioia intensa; Essa ha infatti celebrato il suo culto nell’antico tempio
completamente restaurato. Era tra
noi il Viec Moderatore il quale nella predicazione ci esortò a considerare il nostro tempio come « la casa
del Padre » nella quale ritroviamo
sempre di nuovo la comunione con
Lui e con i fratelli. La Corale di
Torre Pel lice guidata dal suo direttore Maestro sig. Ferruccio Corsani
eseguì due canti molto apprezzati.
Numerosi i partecipanti alla Santa
Cena.
Il pomeriggio alle ore 15 nella nostra sala unionista il Prof. Augusto
Armand Hugon, con la sua ormai
ben nota competenza ci diede notizie quanto mai interessanti ed inedite circa l’origine e le vicende dei
nostri Templi di Angrogna. Ci siamo raccolti in seguito intorno ad una fumante tazza di tè ed abbiamo
assaggiato ed apprezzato molto le superbe caldarroste preparate con competenza dagli Angrogninì.
Ringraziamo il Vice Moderatore,
il Prof. Armand Hugon, la Corale
di Torre Pel lice ed il suo Direttore
per aver voluto essere con poi quella domenica e domandiamo a Dio
di benedire l’opera della predicazione dell’Evangelo nel nostro Tempio.
Ringraziamo pure il gruppo della
gioventù di Villar Pellice per la sua
gradita visita di sabato 12 novembre.
e. a.
Villar (Pellice
ADDIO. Il Signore ha richiamato
a sè numerosi fratelli e sorelle nostri e la loro partenza ha generalmente causato dei lutti dolorosi perchè erano molto’amati. Ma le consolazioni della fede non sono mai
mancate ed hanno spesso mostrato
d’esser più forti della morte stessa.
Isaia Cordin (Garin) di anni 84,
deceduto il 22 luglio. Era un uomo
di Dio e tale restò fino all’ultimo
palpito del suo cuore. La sua testimonianza ci ha edificati e glie ne
siamo riconoscenti. Voglia Iddio suscitare nuove vocazioni come la sua.
Enrichetta Janavel (Ciarmis) di
anni 74. Viveva sola. I suoi vicini la
curarono con amore e pazienza per
lunghi mesi, procurandole persino il
vitto.
Elisa Puy in Davit (Rouet) di anni 57, deceduta il 14 agosto. Vera
a mater dolorosa » dovette salire a
poco a poco il calvario di crudeli sofferenze. Ma era credente e conosceva veramente il suo Signore ed in lui
trovava la forza per dare a quanti la
circondavano ima testimonianza che
spesso li commoveva fino alle lacrime. Non possiamo non ricordare sulla sua tomba le parole del Signore:
« Bene sta buona e fedele servitore ».
Edoardo Müsset (Centro) di anni
75, deceduto il 7 settembre. La numerosa famiglia che Dio gli aveva
dato nutriva per lui un grande affetto. Il suo accompagnamento funebre
al quale parteciparono molti amici
e conoscenti offri la possibilità di
ricordare a molte anime il messaggio
della misericordia e dell’amore di
Dio.
Paolina Mondon-Marin in Gönnet
(Sabbione) di anni 78, deceduta il
3(1 novembre. Era stata per molti
anni una zelante unionista, ora do
po un soggiorno a Nizza presso i ca
ri figliuoli era tornata a Villar pei
riacquistare un po’ di salute nel eli
ma natio, ma il Signore volle trasfe
liria più su. Anch’essa mostrò effi
cacemente la sua fede nelle ore do
lorose della sofferenza.
Maria Odin in Gönnet (Sagne) di
anni 73, deceduta il 18 ottobre. Anche qui la chiesa ha salutato in lei
uno di quei Veterani che partono lasciando dietro a sè un ricordo benedetto di fede, di umiltà e di amore.
Molti fratelli in fede, amici e par
renti accorsero al suo fimerale e le
tributarono una bella dimostrazione
tli reverente affetto.
Centro Evangelico di Cultura al quale il suo apporto fu sempre prezioso.
Fu direttore de La Luce durante 3
anni (1947-1950) e portò inconfondibile l’impronta della sua bella mente
e dell’irenico sentimento del suo
cuore. Dal 1951 assunse la direzione
del foglio « Il Culto Evangelico »
che cura la stampa e diffusione dei
Culti radio. A questi ultimi, Mariano Moreschini diede l’inconfondibile contributo della sua predicazione
in quei messaggi che i radio ascoltatori, evangelici e non, ascoltavano così volentieri sino a poche settimane fa.
La morte lo ha colto improvvisamente la mattina del 4 Novembre
privando la sua Chiesa di un valente ed amato Pastore dal quale era
umanamente giustificata l’attesa di
un proficuo lavoro, frutto della esperienza e della maturità. Il Signore aveva però deciso diversamente e
l’ha chiamato a più alto servizio.
Del pastore, caduto al suo posto
di combattimento, riproponiamo alla meditazione dei nostri lettori alcuni passi dei suoi ” Notturni
Chinarsi a rimeditare le sue parole
è la più compiuta commemorazione
che di Lui possiamo fare.
Alla Chiesa di Vio IV Novembre,
ai familiari del pastore scomparso,
così duramente colpiti esprimiamo
la nostra simpatia cristiana ,uniti
nella stessa speranza che Mariano
Moreschini cantava come suprema
realtà: La morte il sacramento della eternità. I suoi sembianti sono di
suora morte.
I ragaxxi d^oggi
(segue dalla 2“ pagina)
re. che i nostri figli siano peggiori
o meno affettuosi di noi. La condizione delle nostre terre ha cambia
to e ci obbliga a cambiare sistemi
di coltivazione. Nessuno penserebbe di tenere la vigna come 50 anni
fa. Ma se le terre sono cambiate,
di tanto, le condizioni in cui devono vivere ed essere educati i nostri
figli sono cambiate mille volte
tanto.
Naturalmente questo comporta
delle modifiche abbastanza fonda
RiMGRAZIAMENTO
Il sottoscrìtto ringrazia sentitamente tutti coloro che gli mandarono le loro congratulazioni e i loro auguri per il Suo
centesimo anno, iniziatosi il 1® novembre
ultimo scorso. Enrico Corsani
I.a famiglia Bounous-Giaccone annunziando con profondo dolore la morte di
FEDERICO BOUNOUS
di anni 71
Maresciallo dei Carabinieri in pensione
avvenuta a S. Antonino di Susa il 24 ottobre 1955, trova conforto nella gloriosa speranza del ritorno di Cristo: Risurrezione
e Vita.
« Io ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho
serbato la fede» (2 Tim. 4: 7-8).
11 Funerale ebbe luogo il giorno 26, con
la partecipazione delle rappresentanze di
tutte le Chiese Cristiane Evangeliche della
Valle di Susa.
Il 29 ottobre è serenamente mancato all'affetto dei suoi cari
ENRICO PLAVAN
di anni 70
'Ve danno il doloroso annuncio: la moglie
Fanny Long, i figli Olga e Prosper con le
rispettive famiglie, i fratelli, i nipoti e
parenti tutti.
«E fattosi sera Gesù disse: Passiamo all’altra riva ».
(Marco 4; i;.'))
La famiglia del compianto Enrico Pia
vari profondamente commossa, esprime la
sua sincera gratitudine a quanti, con la
loro presenza o i loro scritti, o con ¡¡ori.
hanno voluto partecipare al suo grande
dolore. Un ringraziamento particolare ai
Pastori Sigg. Bertinotti e Jahier per P loro conforto spirituale, al dott. Scarngnina ed alle famiglie Travers, Pons, Plnvan
Guido. Giordan Giovanni ed Augusto, Ririesi, Bonnet, Rivoira.
Luserna San Giovanni, 31-10-1955.
La Famiglia Travers prende viva parte
al dolore dei congiunti di Enrico Ptavun
ricordandolo riconoscente, quale vivente
espressione di rettitudine e d’altruismo.
Direzione e Redazione
Prof. Gino Costabel
Via G. Malan —- Luserna S. Giovaiüii
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di Pinèrolo con decreto del 19gennaio 1955.
Tipografia Subalpina S. a. A.
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