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I Anno IV
numero 6
i ■ del 9 febbraio 1996
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I L.2000
Spedizione in abb. po$taie/50%
Torino
In taso di mancato recapito
V si prega restituire al mittente presso l'Ufticio PT Torino CMP Nord.
j <1 L'Editore si impegna a
if corrispondere il diritto di resa.
SK'rriM-\N..\LE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI.
' Oggi
icnuT)
Bibbia e attualità
LA SVOLTA
DELLA RESURREZIONE
NCORA una volta giornali e tele||d. visione ci hanno fatto sorbire la
periodica e ripetitiva dose di «informtnazione» sulla condanna a morte: si
(inizia con una condanna negli Stati
Ì^Uniti che ha caratteristiche diverse
K'dalle altre (questa volta una fucilazio\ne), si ricordano le tradizioni bibliche
Le puritane di quel grande paese (vederne il portato negativo del protestantesi(mo?), un giornalista organizza un bel
i.televoto (che naturalmente non alcun
(valore informativo e statistico), c’è un
seguito di polemiche (anche perché
(questa volta un adolescente «imita»
i,tragicamente quello che ha visto in te^ \Revisione), e poi tutto si calma. L’«in“ (formazione» è stata data e siamo tutti
ffassicurati che, infondo, da noi queste
(cose non potrebbero capitare (e c’è chi
(tingrazia la cultura della Chiesa cat^ ftalica, che perdonerebbe tutto e tutti,
^dimenticando che il recente Catechismo della Chiesa cattolica, parr. 22632267, continua a non escludere, in casi
I gravi, la pena di morte).
n IMANE la domanda, per dei cristiani che fanno riferimento più
alle Scritture che alle tradizioni delle
•chiese, se la Bibbia, in fondo, non le^gittimi la pena di morte. A questa donanda si potrebbe rispondere che, in
fetti, nella Bibbia la pena di rriorte è
ffùna possibilità data e per questo regolamentata (un esempio per tutti: in
' Esodo 21, 12 «Chi colpisce un uomo a
Imorte, deve essere messo a morte», a
foui segue una certa casistica).. Gli scrit(ti biblici, cioè, si collocano tutti in una
^cultura in cui non ci si scandalizza se
ila società, per difendersi, utilizza la
*^condanna più definitiva.
ì
rUTTAVIA bisogna anche riconoscere che nella Bibbia sono pre^senti molti elementi che tendono veriso il superamento della pena di mortfe: il segno che Dio mette su Caino, il
fratricida («Il Signore mise un segno
\su Caino perché nessuno, trovandolo,
ilo uccidesse». Genesi 4, 15), l’autolijmitazione della giustizia di Dio al ter^mine del diluvio universale («non colI pirò più ogni essere vivente come ho
ffotto». Genesi 8, 21 ), il comandamento del «non uccidere» (Esodo 20, 13 e
^Deuteronomio 5, 17), la preferenza di
|Dio per la conversione e non per la
j morte dell’empio («Io provo forse piaIfoere se l'empio muore? Dice Dio, il Si\gnore. Non ne provo piuttosto quando
■ egli si converte dalle sue vie e vive?»,
J^zechiele 18, 23), il rimprovero a Giof fia che è irritato perché Dio annulla la
^condanna a morte che pesa sui malrwgi niniviti («Fai bene à irritarti coI sì? [...] io non dovrei avere pietà di Niinive l...]?», Giona 4,4 e 11).
F U 01, naturalmente, c’è Gesù, con il
IsX suo insegnamento («amate i vostri
¡ nemici», Matteo 5, 44) e con la sua
iutnorte. Sì, perché Gesù è un condanna\to a morte. Non è un giudice ma un
i imputato, non è un giustiziere ma un
giustiziato. Al centro della fede cristiana c’è, da una parte, uri processo e una
^condanna a morte e, dall’altra, la
((svolta che Dio dà con la risurrezione
; di Gesù. I cristiani costituiscono la col'fnunità di un giustiziato dagli uomini
(e «graziato» da Dio, come dice Pietro:
mGesù Cristo, il Nazareno, che voi avet te crocifisso, e che Dio ha risuscitato
»dai morti» (Atti 4,10). In questa frase,
’(¡che non può fondare la tradizionale
yficcusa di deicidio rivolta agli ebrei, si
'Sprime proprio questa coscienza che
¡noi abbiamo perso. Ebbene, una co' tunità che mantiene viva questa co¡scienza, insieme all’insegnamento di
Gesù, può condannare a morte o giu\i Stiflcare questa pratica?
Eugenio Bernardini
Le elezioni per ri Consiglio sono un primo passo verso uno Stato?
Dai palestinesi un segno di maturità
Gli osservatori hanno sottolineato l'atmosfera pacifica della consultazione
I limiti dell'autonomia attuale e il controllo israeliano
ALBERTO CORSANI
Lf IMPRESSIONE più forte che
I la stampa internazionale ha
ricavato dalle elézioni per il Consiglio dell’autonomia palestinese
è quella di una grande prova di
maturità data da un popolo che
non aveva mai potuto esprimersi
con il voto per darsi un governo o
un Parlamento. Non esistendo
tuttora uno stato palestinese, in
effetti, neanche questa elezione si
può configurare come quella per
una struttura di governo, ma la
tappa è davvero storica, e il fatto
che la procedura si sia svolta senza violenza, nel dialogo e nel rispetto fra gli interlocutori (anche
da posizioni contrapposte), concetto che sta dileguando anche in
Italia, fa ben sperare per la costruzione di una reale autonomia
e autogestione politica palestinese. Di tutto questo parliamo con
Luisa Morgantini, che è stata osservatrice delle elezioni per conto
dell’Unione europea.
- Con questo, che è un voto storico, che cosa i palestinesi hanno
ritenuto di poter esprimere? E che
cosa era viceversa impossibile che
queste elezioni esprimessero?
«Queste elezioni non possono
essere paragonate a quelle del
Sud Africa, in cui la gente sapeva
che poteva veramente decidere
della propria vita. Queste sono
state invece un primo passo, che
i palestinesi pensano possa portare alla costituzione di uno stato
vero e proprio, e che gli israeliani
invece ritengono quasi come un
passo conclusivo; il governo continua a ripetere che la cO|Stituzione di questo stato non avverrà.
Non sono elezioni "della liberazione": per quanto i palestinesi
fossero come commossi per
quello che stavano facendo, in
realtà erano ben consapevoli di
questa limitazione del loro potere. Il loro Consiglio, nei cinque
anni in cui resterà in carica, condurrà una fase di transizione rispetto agli accordi di Oslo».
Campagna elettorale a Gaza
- Tutto questo non ha impedito
però che l’affluenza alle urne fosse
elevatissima:..
«Infatti questo è straordinario.
L’elezione era complessa in sé e
l’accordo stesso è fortemente criticato dagli stessi paiestinesi, e
tuttavia loro sono comunque convinti della necessità di esplorare
questa strada. La società palestinese si è rivelata in questa occasione come una società estremamente attiva, che vuole partecipare. Inoltre il risultato è anche una
conferma del sostegno a quelle
che sono state le scelte del gruppo
dirigente deU’Orgànizzazione per
la liberazione della Palestina (Olp)
e di Arafat ih primo luogo.
In realtà osservando il trattato
di Oslo, e tenendo presente come è dislocato il territorio, si capisce perfettamente che per ora
l’autorità palestinese è estremamente limitata: l’autonomia totale è per ora limitata al 7% del
territorio della Cisgiordania e di
Gaza, un 20% è controllato in
maniera mista e il restante 70%
circa è sotto effettivo controllo
israeliano. Eppure si sono viste
scene di commozione. Nel seggio di ùn piccolo paesino vicino
a Gaza ho incontrato un signore
di 103 anni, felice per aver potuto esprimere una scelta. D’altra
parte i palestinesi sono abituati
all’esercizio del voto in ‘altri settori: per tutto il periodo dell’occupazione hanno espresso delle
strutture di rappresentanza professionale con farmacisti, medici, insegnanti, che si sono sempre organizzati in questo modo».
ALTRI SERVIZI A PAGINA 3
■ Dopo la guerra del golfo
Malformazioni per
i figli e per i veterani
Sono stati 51.000 i soldati britannici che hanno partecipato nel 1991
alle operazioni della
«guerra del Golfo». Tra
di essi almeno 700 manifestano disturbi cronici
come emicrania, atrofie
muscolari e infezioni
polmoni. 70 loro figli
manifestano le stesse
malattie.
Negli Stati Uniti sono
350 i bambini, figli di veterani della guerra del
Golfo, che vivono nella
stessa condizione dei
bambini britannici. Pér
questo il governo britannico ha deciso di far effettuare un accurato studio scientifico sulla co
siddetta «sindrome della
guerra del Golfo» e sui
suoi possibili effetti sui
bambini.
Parallelamente a questo verranno studiati gli
effetti del vàccini e delle
medicine nel tempo
somministrate ai militari
al fine di prevenire i danni di un eventuale attacco chimico. Si sospetta
infatti che la somministrazione della pillole
Naps («Nerve agent pretreatment set») sia la
causa delle malfórmazioni. Le pillole Naps
non erano mai state
somministrate prima a
persone in buona salute,
ma solo a malati mentali.
Alcolisti in Italia
Costa 20.000 miliardi
l'abuso di alcol
Ogni anno sono 50.000
i nuovi proseliti di Bacco: di questi ben 8.000
perdono il lavoro. Lo documenta uno studio del
Censis realizzato per
conto deirOssefvatorio
permanente sui giovani
e l’alcol.
Lo studio stima a circa
500.000 gli alcolisti in
Italia, ma solo 140.000 si
sottopongono a cure
mediche, 75.00Ó seguono una terapia di riabilitazione e soltanto 25
mila la seguonò con regolarità. La ricerca del
Censis fornisòe inoltre
alcune informazioni interessanti sui costi sociali dell’eccesso del bere:
circa 20.000 miliardi,
ri% dei consumi delle
famiglie. Di questi il 63%
riguarda i «costi primari»
, cioè i costi diretti sostenuti per la popolazione
degli alcolisti, il 37% sono i danni provocati alle
cose o alle persone dagli
alcolisti. Il Censis ha poi
calcolato che tra effetti
diretti e indiretti l’abuso
di alcol ha causato morti
premature per un totale
di 323.714 anni, dei quali
143.030 per incidenti
stradali. Ogni anno sono
15.866 le morti per alcoolismo (10.854 per
malattia, 3.878 per incidenti stradali, 1.134 per
altri.incidenti).
I
CRITICHE AGLI INVESTIMENTI DELLE
CHIESE. I metodisti inglesi e americani hanno deciso di usare il peso delle
loro azioni (6 milioni di sterline) della
Shell per obbligarè la compagnia petrolifera a rispettare i diritti umani
degli Ogoni, in Nigeria. (a pag.4)
APPELLO PER LA DEMOCRAZIA NELLA CHIESA. Parte anche in tutta Italia la raccolta di firme «anch'io sono
chiesa» che ha già raccolto milioni di
firme, in Belgio, Francia, Austria e
Germania. (a pag. 7)
POSITIVA ESPERIENZA DELLA SETTIMANA PER L'UNITÀ. Si è conclusa il
25 gennaio la «Settimana di preghiera
per l'unità dei cristiani» che quest’anno ha visto le chiese evangeliche italiane attivamente coinvolte in incontri
di preghiera e di approfondimento biblico. «Mi sembra - ha affermato il
pastore Domenico Tomasetto, presidente della l^ederazione delle chièse
evangeliche in Italia - che il movimento ecumenico non sia più ristretto ad
alcune persone con interèsse specifico.
Quest’anno ho partecipato a incontri
a San Benedetto del Tronto e a Livorno, incontri che hanno visto una partecipazione molto intensa dei cattolici
e degli evangelici. Credo che si iia definitivamente aperta una ,nuova stagione ecumenica, che non lascia nessun interlocutore nella situazione precedente. Solo il Signore della chiesa sa
dove porterà questo rinnovamento
ecumenico, che è frutto dell'azione
dello Spirito». (a pag. 8)
EDIZIONE DELLA BIBBIA. È Stata pubblicata dalla Società biblica la nuova
versione della Bibbia nella classica
traduzione protestante «Riveduta»
del 1924. Alla revisione dei testo
hanno partecipato, oltre ad esperti
della Società biblica, i pastori Bruno
Corsani, Bruno Costabel e Salvatore
Rapisarda.
SFRATTO PER TROPPA SONTUOSITÀ. Il
vescovo di Portsmouth è stato sfrattato perché la sua residenza è troppo
sontuosa. La commissione finanziaria
della chiesa non può pagare 37.500
sterline per l’abitazione del vescovo.
2
■••V
PAG., 2 RIFORMA
venerdì 9 FEBBRAIO 1
«Il popolo vide che
Mosè tardava a
scendere dal monte; allora si radunò
intorno ad Aaronne e gli disse: “Facci
un dio che vada
davanti a noi". (...)
E Aaronne rispose,
loro: “Staccategli
anelli d’oro che sono agli orecchi delle vostre mogli, dei
vostri figli e delle
vostre figlie, è portatemeli”. (...) Egli
li prese dalle loro
mani e, dopo aver
cesellato lo stampo,
ne fece un vitello di
metallo fuso. E
quelli dissero: “O
Israele, questo è il
tuo dio che ti ha
fatto uscire dal
paese d’Egitto!”»
(Esodo 32,1-4)
«Quando Mosè vide
che il popolo era
senza freno e che
Aaronne lo aveva
lasciato sfrenarsi
esponendolo all’obbrobrio dei suoi nemici, si fermò
all’ingresso dell’ac
campamento, e disse: “Chiunque è per
ilSignore,vengàa
me!”. E tutti i figli di
Levi si radunarono
presso di lui. Ed egli
disse loro: “Così dice U Signore, il Dio
d’Israele: Ognuno
di voi si metta la
spada al fianco;
percorrete l’accampamento da una
porta all’altra di
esso, e ciascuno uccida il fratello, ciascuno l’amico, ciascuno il vicino!”. I
figli di Levi eseguirono l’ordine di
Mosè, e in quel giorno caddero circa
tremila uomini. Poi
Mosè disse: “Consa^ oratevi oggi al Signore, ciascuno a
prezzo del proprio
figlio e del proprio
fratello, e il Signore
vi conceda og^ una
benedizione”»
(Esodo 32,25-29)
IL VITELLO D'ORO
OVVERO IL CONTROESODO
L'episodio del vitello d'oro affronta il tema della più radicale
tra le mormorazioni, quella in cui gli ebrei sostituiscono un idolo a Dio
GREGORIO PLESCAN
CONCLUDIAMO questa breve serie di studi biblici sul
libro dell’Esodo affrontando un
brano «spigoloso», quello del vi-'
tello d’oro. 11 brano ha tre momenti:
- gli ebrei notano che Mosè
tarda a scendere dal monte,
hanno paura e decidono di costruirsi un dio in forma di animale erbivoro;
- Mosè scende dal monte, vede
quello che è successo, ed ordina
la «purga» degli idolatri e un
gruppo di ebrei, i leviti, si fa esecutore della repressione;
- Mosè invita gli ebrei a consacrarsi di nuovo al Signore e invoca la benedizione sul popolo.
forse più profonda e incisiva di
questo fenomeno: lo spiega attraverso la paura delle-persone
(qui, del popolo d’Israele) di essere abbandonato.
L’esperienza dell’esodo richiede molta fiducia in un Dio*«sfuggente»^: non appena Dio e il suo
«emissario» Mosè sembrano essere scomparsi definitivamente,
gli ebrei si costmiscono un dio. È
da notare che il popolo attribuisce al vitello d’oro le stesse caratteristiche del Dio vero: «Questo è
il tuo dio che ti ha fatto uscire
dal paese d’Egitto». Ma sapere
non è abbastanza: c’è il bisogno
di vedere e toccare quel dio.
re, in nome di quale Dio «inumano» si possono, anzi qui devono, uccidere gli idolatri, fossero anche dei parenti?
Come porsi di fronte
a un testo «scostante»?
Idolatria e paura
Fede e repressione
Spesso cì sì domanda qual è
l’origine dell’idolatria, di
quel fenomeno che consiste nel
delegare a entità «fantastiche» il
proprio destino. Una risposta
classica, per la Bibbia e per molti, è l’ignoranza'. Il libro dell’Esodo, invece, dà unà spiegazione
Preghiamo
Signore, tu vedi come mi aggrappo
ai miei piccoli dii i
Ho cercato così tanto di compiacerìi!
Masonoàurieóffensìvi.
Mori riesco a compiacerti.
D’altra parte non sembra nemmeno
che ri^ca a liberarmene.
Sono piccoli dii vendicativi,
ma sono quelli che conosco.
Abituandomi a loro,
ho adattato le mie spemnzee:;
àcontrapporsi alia loro piccolézza. ' *
Mi sentó stanco da morire di questi dii
che provengono dalla vergogna. Signore.
Ardo daid^iderio di adorare te, Dio di grazia.
Ardo dal d^iderío di adorarti.
Tu sei l’Iddio della gloriaDammi occhi per vederti <?ggi più chiaramente.
Dammi un cuore che sperl ln te.
Amen.
(tratto Adi Dio dice: lo sono con te,di Dale*' e Juahita
Ryan, Ed. Gbu, Roma, 1995, p. 150) '
Davanti alia paura, la risposta di Mosè (ma, data la disponibilità dei leviti, evidentemente, non s,olo la sua) è la repressioneT gli idolatri vengono
uccisi senza remore e sènza che
valgano neppure i legami di parentela, quasi sacri aU’època, al
grido di «chiunque è per il Signore, venga a me!». La «purga»
sembra essere piuttosto sanguinosa^: in questa fase dell’esodo
non c’è spazio per un dialogo
«ecumenico» fra Mosè e i leviti
da un lato, Aaronne e gli idolatri
dall’altro. A dire il vero in tutta
la Bibbia, ma ih generale in tutta
l’antichità, la tolleranza non ha
gran diritto di cittadinanza. In
questo brano, però, la repressione è particolarmente crudele e
spietata; vogliamo sottolineare il'
fatto che la repressione non deve guardare .in faccia nessuno,'
nemmeno i parenti.
La nuova consacrazione
al Signore
DOPO l’idolatria e la rottura
del patto appena stabilito
fra Dio e gli ebrei, il Signore offre una seconda possibilità al
popolo, e Mosè propone una seconda consacrazione, a grave
prezzo, «del proprio figlio o fratello...».
Indubbiamente questa nuova
consacrazione, così come la repressione precedente, è gravosa
e spaventosa; perché Dio richiede il sacrificio delle persone ca
Q DESTO passo, soprattutto
nella seconda parte, è indubbiamente difficile, drammatico, scostante.
Potremmo smussare le difficoltà del racconto mettendo
l’accento sui paralleli storici che
questo racconto indubbiamente
ha: infatti questo episodio può
permettere delle letture diverse.
Gli avvenimenti raccontati, la richiesta del popolo, il lavoro di
Aaronne, la scelta dell’oggetto
da costruire, erano immagini
fortemente evocative per gli antichi ebrei. Se leggiamo 1 Re 12,
25ss incontriamo un episodio
molto lontano nel tempo e nello
spazio da questo racconto, ma di
contenuto analogo, troppo per
essere ignorato: il re Geroboamo, per ragioni politiche, fa costruire due vitelli d’oro e dice «O
Israele, ecco i tuoi dèi, che ti
hanno fatto uscire dal paese
d’Egitto...»; fatto questo, il re costituisce una religione parallela, e
alternativa a quella ortodossa di
Gerusalemme, con tanto di feste
e clero. È raro ,che vi siano dei
paralleli così stretti fra due brani, per cui possiamo immaginare
un legame fra i due racconti.
Però daré troppa importanza
al collegamento tra i vitelli d’oro
di Aaronne e di Geroboamo, è
una maniera per spostare il problema, che esiste, se non altro
perché la Bibbia ha sentito il bisogno di mettere a questo punto
il racconto, senza cercare di diminuirne la portata.
L’episodio del vitello d’oro e le
sue conseguenze affrontano il
tema della più radicale tra le
mormorazioni, quella in cui gli
ebrei sostituiscono un idolo a
Dio, attribuendogli l’azione fondamentale di Dio, la liberazione
dall’Egitto.
Se l’esodo dall’Egitto è, come
abbiamo visto negli studi biblici
precedenti, il passaggio da un
modo di pensare ad un altro ra
dicalmente nuovo, i prezzi da
pagare sono alti, altissimi. Ma,
sembra dire la Bibbia, vanno pagati tutti, senza sconti, senza
guardare in faccia nessuno, né
parentele, né rapporti d’amicizia. È questo aspetto del racconto che ci fa paura, anche perché
sappiamo di non poter invocare
l’attenuante dell’ingenuità, noi,
figli di quelli che hanno visto la
frase «Gott mit uns» sui cinturoni dei soldati, e che abbiamo visto vescovi e patriarchi benedire
i combattenti nell’ex Jugoslavia.
Tolleranza e intolleranza
Dobbiamo ammettere che
l’intolleranza dei leviti e di
Mosè ci mette a confronto con
la tolleranza un po’ troppo ambigua che tante volte ci prende.
Fino a che punto è lecito accettare le idee altrui? Esjste un limite invalicabile oltre il quale
possiamo, forse dobbiamo, dire
che non ci stiamo e che ci impegneremo a mantenere la nostra
posizione, costi quello che costi? La retorica ha esaltato, le
certezze del passatoS svuotandole daH’interno, ma non per
questo il problema è risolto una
volta per tutte.
Possiamo dire che que,sto brano, compresa la sua parte finale,
è parola di Dio per noi, rimane
come monito, come contrappeso al rischio del,sincretismo,
della tentazione di dire che tutto
va bene e tutti siamo uguali, in
fondo in fondo. Vitello d’oro e
repressione degli idolatri ci ricordano che sbagliare è possibile, forse addirittura probabile e
cambiare è duro, alle volte crudele. Sta a noi valutare quanto
vogliamo cambiare.
(1) Vedi ad esempio Isaia 44, 9-20
e Geremia 10,1-9.
(2) Perché il Dio che guida è un
Dio inafferrabile; pensiamo all’episodio del roveto ardente e a Mosè
che domanda al Signore: «Come ti
chiami, chi sei?».
(3) Si paria di 3.000 vittime, ma
non si sa bene qual era la cifra di
partenza.
(4) Pensiamo ai testi che esaltano
pericolosamente la consapevolezM
di essere l’«lsraele delle Alpi» dei
valdesi delle persecuzioni.
Note
) t’elez
• I i* I Í «capo à
omiietiche l awenv
«questic
Innanzitutto non di 00. Pa
biamo preoccuparci^g «o» e.
«difendere Dio»: qu^.palestin
tentazione si corre qui ^gujue
do Si cerca di arramp,g v^tot
sugli specchi per dire < a,
in realtà la Bibbia non T
ce quello che dice: las( floutoni
mo che sia chi ascolta a ]iptnan
rare le conclusioni.
Il perché dell'ldolatrk
Quando si parla di ¡|
latria, è facile che spu
fuori l'arroganza: noi d
«sappiamo» giudichian i.; I
gli altri. Esodo 32 ci of| ^
lo'spunto per essere meZ'
superficiali e più autocrj
ci: gli ebrei si costruisce»
l'idolo perché hanno pai
ra. Chi non ha paura, i
non corre il rischio dep. pc
idolatria? Il rischio di et
struire il nostro vitel&'‘ '■ *
d'oro è insito nell'essekir----
umani.'Ma il contraii
dell'arroganza non è|
sincretismo: nell'amoi
non c'è paura, anzi, l'anel ili interi
re perfetto caccia viakCisl. È s
paura... (U Giov. 4, l&rnazic
Noi crediamo che quesfcnione
amore si incontri pie&giril Ci
mente, soltanto, in pai
L" UIS.
spor
evenute
‘All’inte
0slo era
Cristo.
L'importanza del l'ori
dossia
Questo racconto ci
di una crisi grave nei raiir- ® ,
porto Dio-ebrei, tale^®®^“*
non poter essere ignorafcWO reg
Vi sono dei momentiiTOSSe ur
cui è indispensabile sowàtori d*
lineare qual è la fede «iKÌ Gli os
ra» e quale non lo è. Foif
siamo in un periodo ina
questa esigenza è urge!
te: il «supermarket de|
religioni» ha sempre |
articoli sugli scaffali,
curamente si corre ih
schio di confondersi, ci
struendosi una religionejL.
propria immagine e
glianza. lntendiamo|''i>*'h® 6
quello che conta non èfijPbnale
forma, ma il contenui la|wce,
che scelte ti fa fare l'i(|; chela cs
lo? Che cosa .comportai i ^Qua
«fede» nel vitello d'o«r*.deit!ons
Esodo 32 dice pocodf
contenuti; 1 Re 12, 25s n
sottintende che Gerobo cqjkJu^ì
mo voleva una spedeifculto del re (che avrà del
conseguenze, come per.) ■'
vigna di Nabot in 1 Re2|
versee
líjá, divi
JOÏ
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Sazioni ]
pio perii
l e quelli i
[to solo e
''i è stai
Invece i cristiani hannoL
convinzione che la fedel pi^stim
Cristo sia liberante ni diuno s
contenuti, in quello chei glio dov
fa fare. conclusi
Il valore della tolleratU ‘Vista pei
Non possiamo, néd^BO. Nel
vremmo, essere i leviti:fintare
tolleranza è un puntoTperla v
non ritorno. Ma è tolllpotgj.g
rante solo chi è consef
della propria identità
consapevole e convintoJ
quello che crede. In caí
contrario dovremmo
lare di «diplomazia», I
che di tolleranza. Siani
tolleranti perché sappi
mò che Gesù è morto |
tutti, e non abbiamo pai
ra delle idee altrui.
Ê scuola (
Per
approfondir
Due titoli su Bibbiaj
violenza: J. Ebach, L'ert
tà della violenza, Claiidij
na, 1986; N. Lohfink.f
Dio della Bibbia e la vi|
lenza, Morcelliana, 19^1
Sul rapporto identità-^tualità, K. Barth, «La rifif
ma è una decisione»,^
Volontà di Dio e desid^
umani, Claudiana, 198|
Sulla tolleranza J. Lockf
Lettera sulla tolleranza.
Nuova Italia, 1986.'
LA SACRA
Bibbia
V'eRsione Nuopa Rivc^u*’'
3
ISfeÑERDÍ 9 I^EBBRAIO 1996
PAG. 3 RIFORMA
che
r ¡^’elezione del «Consiglio di Palestina» e del
«capo dell’autorità esecutiva del Consiglio»
'avvenuta il 20 gennaio scorso, collocano la
I «questione palestinése» in un nuova prospetnon do üva- Per Israele lo stato di Palestina continua
^pareil u non esistere, si tratta solo di una «autorità
”• Puel^iesrinese autonoma e provvisoria». Non c’è
""'"e riconoscimento di sovranità, ma solo
" ¿¡autonomia territoriale: così recitano gli acrdi di Washington (1993) sui principi per
^l’autonomia e quelli del Cairo (1994). La lunIta ‘ gn morda verso il riconoscimento reciproco,
rampi,
r direi
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nzi, l'ai
eia via
tra stati, è solo arrivata a una tappa importante. Il cammino è ancora lungo.
Per ora i palestinesi amministreranno i palestinesi: e non è poco. Una situazione questa
che pochi avevano previsto possibile all’epoca
della pierra del Golfo, quando Arafat aveva
dato il suo appoggio politico a Saddam Hussein. Un risultato reso possibile delle pressioni intemazionali e dall’opera di mediazioni
di molti governi, dal sincero spirito di pace di
Yasser Arafat e Itzhak Rabin, stanchi di 50
anni di lotte. Rabin ha pagato con la vita la
sua volontà di pace. E altre morti si annunciano perché nessuno degli oltranzisti ha ancora deposto le armi.
Per i palestinesi poi c’è il rischio della divisione tra palestinesi dell’interno e quelli
dell’estemó; questi ultimi infatti pensàno che
Arafat sia un traditore perché ha accettato di
negoziare con Israele e ha accettato un’autonomia limitata.
Il processo di pace passa dunque attraverso
due strade parallele: all’interno di ciascun
fronte occorre che le idee di pace e convivenza
si facciano strada, e poi che proseguano i negoziati per il riconoscimento degli stati. Occorre forse che l’Olp (l’Organizzazione per la
liberazione della Palestina) tolga dalla sua
Carta costitutiva lo scopo dell’annientamento di Israele. Un atto simbolico importante
che potrebbe avere un ruolo determinante nel
«togliere l’acqua» in cui nuota il fondamentalismo ebraico. Spetta poi ai governi occidentali spingere in avanti il processo di pace
con aiuti concreti che facciano sperimentare
a palestinesi e israeliani la pace.
Per la prima volta alle urne i palestinesi hanno confermato l'adesióne alla linea dei negoziati
Un popolo^ una terra^ un^elezione: nasce la Palestina?
Il Consiglio si occuperà della vita sociale e quotidiana mentre i problemi della difesa e della
politica estera rimangono in mano al governo israeliano. Penalizzata la partecipazione femminile
ALBERTO CORSANI
Luisa Morgantinl è reÍ ..................
tri pie,
), in Gl
sponsabile per le relazioI ni internazionali per la FimClsl. È stata osservatrice inintemazionale per conto dell’
le ques^Unione europea alle elezioni
ger ii Consiglio dell’autotioìa palestinese che si sono
Jsdenute sabato 20 gennaio.
“6" orfrjypjjjterno dell’accordo di
. ¿.Oslo era infatti previsto che si
g°^‘'gl^l&V'plgesse questa consultazioi tale ® garanzia del
, 'ignorai regolare svolgimento, ci
,menti tosse una presenza di osserbile sott ptori dell’Unione europea.
fede«v l:,Gli osservatori sono stati
lo è. Por lÈVerse centinaia, 18 per l’Itaodo in, lià, divisi in osservatori di
è urge ^mgo periodo» (in Palestina
"ket del (¿n ¿a novembre per le ope^P''® Wfazioni preliminari), di «me
''1^0 periodo» (un mese circa)
d'erosi' i^ielli che hanno presenziaeiiqiJpjltosolo alle elezioni. Nella seie e so,efe*55la fascia, Luisa Morgantidiamoi^'ph^ è anche portavoce naI non èi.^Onale dell’Associazione per
intenuf laj^ce, ha potuto seguire anfare l'i(|; chela campagna elettorale,
mportaf ■ -'Quali sono le prerogative
Ito d'ofiii del^nsiglio dell’autonomia?
poco d( «l^ma di tutto il Consiglio
! 12,25i prendere in mano la
conduzione delle trattative:
avrà^dJ ''^‘^PPrdo di Oslo ha definito
me peri zone di autonomia e
1 1 Re2t "trasferimento
hannot*^'autorità” dagli israeliani ai
la fedefepfilestinesi; il tutto in assenza
ante rifdiuno stato, per cui il Consiello cheiglio dovrà arrivare alla fase
fcpnclusiva del processo, preto/Zeranf’Vista per maggio di quest’an0, né del no. Nel frattempo dovrà oi levitiiteentare la politica da seguire
PU'^*°Ìper la vita quotidiana: avrà
t ® questioni come
^ scuola e sanità, ma nessun
potere per ciò che riguarda la
politica estera e la sicurezza,
che restano ancora in mano a
Israele».
- Che impressioni ha potuto ricavare nel corso della
campagna elettorale?
«La campagna elettorale è
stata un’esperienza straordinaria. Io ero stabilmente a
Gaza, dove le strade erano invase da manifesti e volantini
con i volti dei candidati. Si è
trattato di una campagna basata in parte rilevante sulle
personalità dei candidati: su
700 candidati circa, oltre 500
erano infatti indipendenti. Il
clima era quello di una partecipazione immensa alle discussioni, le strade costantemente imbandierate, e così i
pali della luce; alcuni negozianti erano addirittura arrabbiati perché i muri delle
botteghe erano ricoperti dai
manifesti.
Quel che è più interessante
è stato il clima di totale accettazione dell’altro, e questo in
un quadro dove si affrontavano visioni radicalmente diverse dei problemi: pensiamo
al futuro assetto dello stato
(se ci sarà), ai prigionieri politici, alla “conquista” delle terre israeliane, all’opportunità
o meno di accettare una politica di “piccoli passi" verso
uno stato di Palestina... cose
che toccano la vita della gente e su cui si confrontavano
non solo Arafat (e dunque Al
Fatah) e gli indipendenti, ma
Hamas, la Jihad islamica, il
Fronte popolare per la liberazione della Palestina, il Fronte democratico. Il clima, senza eccessivi entusiasmi, era di
determinazione, e lo stesso
Hamas, che aveva inizial
Bibbia
I, L'er(
, Claudi
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«La rif
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J. Lockl
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5.'
RISULTATI DELLE ELEZIONI
Presidente del Consiglio palestinese
Yasser Arafat (Al-Fatah).....88,1%
SamihaAl-Khalil (indip.)......9,3%
Bianche/nulle.................2,6%
'Consiglio palestinese (seggi)
al-Fatah Indip. Altri
Striscia di Gaza (affluenza 93%) :
Gaza City.................6......5,......1
Gaza Nord.................4 3.....0
I ?Rafah.....................4.......1......0
Khan Yunis................6.......2......0
Deir Al-Balah.............3.......2......0
J3sgiordania (afif. 75%, di cui Gerusalemme Est 30%);
Gerico 0.... 0
' Jenin 1.... 0
Ramallah 4 .... 1
! Betlemme 4 .... 0
; Qalqilya 1.... 0
^Salfìt 1 0.... 0
rihlkarem 2 .... 0
IxTubas 0 .... 0
iHebron 2 .... 0
t Gerusalemme Est 4, .......3.... 0
¡tNablus..... 4 4 .... 0
LTotale...........................
Haider Abdel Sbafi e Luisa Morgantini
mente sostenuto il boicottaggio delle elezioni, vedendo
che l’orientamento della popolazione era di votare, ha
chiamato a votare alcuni candidati ritenuti più opportuni.
Invece l’opposizione di altre
formazioni (il Fronte popolare e il Fronte democratico soprattutto) è stata suicida per
questi movimenti, che non
hanno avuto seguito».
- Si parla di inequivocabile
vittoria di Al Fatah: in che
termini?
«Fatah non è un vero e proprio partito ma è ancora un
movimento, con posizioni
anche abbastanza diversificate al suo interno. C’è chi
esprime la borghesia nazionale e chi si colloca più a sinistra. Il movimento ha ottenuto più del 50% dei voti, ma
grande importanza è stata
data ai singoli candidati: sono stati preferiti quelli rite
nuti più vicini alla gente. Nel
Consiglio così formato è ^
chiara dunque la vittoria della “linea di Oslo”, però non
sono mancate le critiche
(dall’interno stesso di Al Fatah) per i problemi che. rimangono aperti, specialmente per il fatto che Israele continua, malgrado tutto, la confisca delle terre all’interno
della Cisgiordania, che non è
stato ancora definito quel
che deve essere Gerusalemme Est; per il fatto che Gerusalemme stessa è ancora una
città chiusa per gli abitanti
palestinesi di Ramallah, di
Nablus, di Gerico, di Gaza
non può entrarvi se non con
un permesso israeliano, che
non danno, per esempio, agli
uomini sotto i 37 anni.
V
C’è un gròsso problema
economico: gli operai palestinesi sono stati licenziati dalle
fabbriche e sono stati blocca
ti dentro Gaza: una situazione che durante la campagna
elettorale è stata considerata
da tutti, anche da chi vede di
buon'grado il processo di pace come finora si è sviluppato. Due persone estremamente critiche con la gestione che Arafat ha fin qui fatto
dell’autonomia (Hanan Ashrawi, donna, cristiana, portavoce della delegazione palestinese al tavolo di Madrid, e
Haider Abdel Sbafi, medico,
da sempre comunista, capodelegazione a Madrid) hanno
in realtà avuto i voti di tutti,
anche di chi si schiera con Al
Fatah, perché nonostante i
loro dubbi e dissensi “hanno
scelto di restare all’interno di
questo processo».
- Un ultima domanda:
qual è stato il ruolo delle donne nelle elezioni e quale la loro rappresentanza nel Consiglio?
«Le donne hanno partecipato moltissimo alla campagna elettorale: erano poche
invece le candidate e poche
di queste sono state elette:
cinque in tutto. Ora questo è
significativo: anche in Palestina, come in tutto il mondo,
quando ci sono delle forti
battaglie politiche chi ci rimette sono prima di tutto le
donne. È un peccato, perché
invece durante l’Intifada sono state proprio le donne a
mantenere in piedi alcune
strutture per sopravvivere e
gettare dei semi dello stato; e
ora sono scarsamente rappresentatè. Viceversa in campagna elettorale sono state
fatte manifestazioni specifiche sui diritti delle donne:
anche su questo in Palestina
il confronto è aperto». '
I (Cristiani palestinesi sul futuro ó\ Gerusalemme
«La terra non è degli israeliani né dei
palestinesi: appartiene a Dio che ce la presta»
«I cristiani palestinesi riaffermano il loro profondo legame con la città santa di Gerusalemme e riconoscono il
significato che essa riveste
per tutti i musulmani, i cristiani e gli ebrei. La comunità
cristiana di tutto il mondo ribadisce il suo rapporto con la
chiesa di Gerusalemme, chiesa madre di tutti i cristiani
(...). In questa luce, noi ci impegniamo a fare tutto quello
che possiamo per mantenere
una presenza cristiana continuativa e vitale nella Terra
santa». Questa la frase centrale del documento conclusivo della Conferenza ecumenica intemazionale «11 significato di Gerusalemme per i
cristiani e dei cristiani per
Gerusalemme», svoltasi nella
«città santa» delle tre fedi
monoteiste dal 22 al 27 gennaio 1996.
All’incontrd hanno partecipato oltre 250 delegati di
chiese e organismi ecumenici
di oltre 30 nazioni: tra gli altri
hanno aderito all’iniziativa,
promossa dall’Istituto di teologia della liberazione «Saa
bel», rappresentanti del Consiglio ecumenico delle chiese, del Consiglio delle chiese
del Medio Oriente, del Consiglio nazionale delle chiese
degli Usa.
Il documento conclusivo
della conferenza esprime anche una «preoccupazione per
la condizione della comunità cristiana palestinese (le
“pietre viventi”, come si legge
nella prima lettera di Pietro 2,
4) e condanna le tendenze
fondamentaliste che sowértono la dignità dei popoli con
il pretesto del rispetto di un
mandato divino». In questo
quadro il documento respinge ogni tentativo di «celebrare un esclusivo controllo
israeliano sulla città, così come la campagna “Gerusalemme SODO” (in occasione
dei 3000 anni della fondazione della città ebraica) che
tende a santificare un controllo esclusivamente israeliano sulla città santa».
La conferenza si è conclusa
con una celebrazione ecumenica nella chiesa luterana
dell’Ascensione, sul Monte
degli ulivi, in cui ha predicato
padre Elias Chacour, sacerdote greco-cattolico a Ibillin,
un villaggio della Galilea.
«Basta con le violenze, basta
col terrorismo - ha affermato
Chacour nel suo messaggio siamo tutti membri della
stessa famiglia. Per noi e per
le nostre sorelle e i nostri fratelli è tempo di costruire
ponti. Noi cristiani palestinesi non abbiamo bisogno di
amici che odiano gli ebrei.
Ebrei, cristiani e musulmani,
israeliani e palestinesi non
hanno di fronte a sé altra
strada se non quella di accettarsi reciprocamente.
La terra non appartiene né
agli ebrei né ai palestinesi.
Appartiene solo a Dio che ce
la presta. Se vogliamo salvarla e farla vivere dobbiamo
condividerla». Infine, rivolto
ai delegati esteri, padre Chacour ha concluso: «State con
noi, ma non accettate di
schierarvi da una parte soltanto. Nessuno dei popoli di
questa terra ha bisogno di un
altro nemico: a tutti noi serve
un comune amico». (nev)
LE TAPPE
tlì UN CAMMINÒ
ÑON CONCLUSO
1948: li 14 maggio la Gran
.Bretagna cessa il propria
mandato sulla Palestina. Ber»;
Gurion proclama l'Indipen«
denza di Israele; scoppia la
prima guerra arabo-israeliana che dura fino all'ottobre
1949. Molti palestinesi trova#
no rifugio i Cisgiordania, a
Gaza, in Giordania, Siria e li#
bano. ‘ 5
1950: La Transgiordanià
annette la Cisgidrdania e Iwí
ma un soto «stato: il regno di
Giordania. >
1964: Nasce l'Organizzazione per la liberaziorre della
Palestina.
1967: Il 5 giugno Israele
scatena la guerra dei sei giorni contro Egitto, Siria,e Giordania; occupa il Sinai, ia striscia di Gaza, la Cisgiordania e
le alture del Golan. il 22 novembie il Consiglio di sicurezza deirOnu adotta airunanimità la risoluzione 242 che
prevede l'evacuazione da
parte di Israele dai (oppure
da, a seconda del testo francese o inglese) territori occu i
pati, in cambio del riconosci«
mento da parte di tutti gli
stati delia regione.
1969; Yasser Arafat diventa.presidente dell'Oip.
1970: L'esercito giordano
attacca i palestinesi dopo la
distruzione di tre aerei di li
nea occicentali su territorio
giordano. La resistenza pale
stinese si rifugia in parte in
Ubano. ■
1973: il 6 ottobre Egitto e
Siria scatenano la quarta
guerra arabo-israeliana. Il 28
novembre la Lega araba rico-,
nosce l'Olp come «unico rappresentante del popolo palestinese».
1974: L’Onu riconosce il diritto dei palestinesi «alla sovranità e all'indipendenza
nazionale». .... »
1979: Egitto e Israele firmano la pace a Washington.
1980; Il Consiglio d'Europa
adotta una risoluzione secondo cui «il popolo palestinese
deve esercitare il proprio diritto all'autodeterminazione»
e «l'Olp deve parteciparè a
ogni negoziato».
1982: L'esercito isradRano
invade il Ubano per l'operazione «Pace in Galilea», costringe a Nord i combattenti
dell'Oip per allontanare Arafat da Beirut. '
1983: Arafat è espuiso dalla Siria. ^l'I
1987» Seppia la rivoltai
delie pietre (intlfada) nei Territori occupati,
1988: Re Hussfin di Giordania rinuncia ajla sua sovrànità sulla Cisgiordania a vantaggio dètt'Qlp: H
naziona^ pales^^d
mento UtresOio)!''
Algeri lelísOldzii
dell'Onu:.i^fi
Stato di
Ise rìcorl^j^ll^«# a ftpevra, W dip^ÀÌ^^<#w,dI
Israele,
rnente» «ttfwwp,
1996»),i^iàc4fika'de il
Kuvvait. lafi^^
1991^ j^adrld.$t apre
»tia conlirefeawi^ce fra
pàtestir»^, iSPsepii, giordani e siridnl sdi||o|Kè9Ìda russa
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1993:'»ablh k’NtaUt firmano a Washington la Dicbiarazipne^ dei principi
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1996:
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4
PAG. 4 RIFORMA
venerdì 9 FEBBRAIO 1
Verso le Assise “della «Comunità evangelica di azione apostolica» (Cevaa)
La Chiesa evangelica della Polinesia francese
Nata dall'azione della Società delle missioni di Londra a partire dai 1797,
rappresenta oggi il 45% della popolazione polinesiana
La Polinesia francese è formata da 150 isole ripartite su
4 milioni di kmq. La popolazione globale è di 200.000 abitanti, di cui 110.000 a Tahiti.
Territorio d'oltremare (Tom)
della Francia, gode di uno
statuto di autonomia interna.
Sul piano religioso, la Chiesa
evangelica rappresenta il 45%
della popolazione e la Chiesa
cattolica romana il 35%. Ci
sono anche mormoni, «Sanitos», avventisti. Testimoni di
Geova, pentecostali.
La Chiesa evangelica della
Polinesia francese (Eepf) è
nata dall’azione della Società
delle missioni di Londra a
partire dal 1797. Nel 1842 viene affidata alla Società delle
missioni di Parigi. Il 1° settembre 1963 diventa autonoma. L’arrivo del Centro di
sperimentazioni del Pacifico
(Cep) ha portato cambiamenti molto rapidi e molto profondi per l’intera popolazione. La chiesa è intervenuta a
più riprese per opporsi alla
continuazione dei test nucleari; è molto, impegnata
nella difesa del patrimonio
fondiario e culturale del popolo polinesiano. L’animazione teologica, il cui motto è
«L’intero Evangelo all’intero
uomo», ha costituito un aiuto
importante in queste prese di
posizioni; la formazione dei
pastori e dei diaconi è un
obiettivo prioritario; diversi
studenti in teologia sono in
corso di formazione e la scuola pastorale di Hermon è stata
riconosciuta per il rilascio del
Diploma in teologia da parte
dello Spats (Associazione di
collegi teologici del Pacifico).
L’isola di Maupiti, una delle 150 isole della Polinesia francese
Fra i pastori, le donne giocano un ruolo sempre più
importante, non solo nell’
ambito dei comitati di donne
ma anche come diacono,
evangeliste e responsabili dei
moviménti giovanili. I maggiori problemi a cui si trova
confrontata oggi la Chiesa
evangelica sono quelli legati
al fenomeno di acculturazione: perdita dei valori tradi-‘
zionali, sconvolgimento del
tessuto sociale, migrazione
verso la «città», problemi che
si sono acutizzati con l’arrivo
del Centro di sperimentazioni nucleari: afflusso massiccio di metropolitani, falsa
prosperità dovuta alla presenza di una forte amministrazione statale militare e civile, che ha provocato una disaffezione nei confronti dei
settori produttivi tradizionali.
Un altro problema è quello
della rapida espansione demografica: ci sono circa 5.000
nascite l’anno. La maggioranza della popolazione è
qumdi giovane, ma manca il
lavoro: nel 1994 i disoccupati
erano 16.000.
La Chiesa evangelica ha avviato una riflessione sull’
identità culturale «maòhi» rispetto all’Èvangelo, una ricerca che non sempre avviene
senza scontri: la chiesa continua a porre l’accento sul lavoro fra i giovani, soprattutto
fra coloro che hanno problemi con l’alcolismo, la droga e
l’Aids; manifesta inoltre la
propria preoccupazione di
fronte a una situazione sociale che potrebbe diventare
esplosiva. Queste preoccupazioni, tante volte espresse,
fanno sì che la Chiesa evangelica sia diventata un interlocutore indispensabile per
mantenere il dialogo quando
si verificano tensioni tra i
partner sociali.
Attualmente, fra i progetti
prioritari della chiesa, vi è la
costruzione di un liceo e di
un centro polivalente di formazione; inoltre, essa si appresta a celebrare il bicentenario dell’arrivo dei primi
missionari della Società delle
missioni di Londra nel Pacifico, nel 1997. La «Chiesa
evangelica della Polinesia
francese» conta 90.000 membri, con 78 comunità e 17
gruppi locali; i pastori consacrati sono 72, i candidati 2, le
diacene 3. La formazione
teologica dei pastori avviene
nella Scuola pastorale di Hermon (9 studenti, 4 professori)
e nel «Pacific Theologicàl
College» (5 studenti). La chiesa è membro della Conferenza delle chiese del Pacifico
(Pcc), della Cevaa, del Consiglio ecumenico delle chiese
(Cec) e dell’Alleanza riformata mondiale (Arm).
La Chiesa evangelica polinesiana gestisce 3 scuole materne, 3 scuole elementari,
una scuola media, un collegio tecnico, un liceo. Data la
grande distanza esistente tra
le varie isole, la questione
della comunicazione è molto
importante. La chiesa vi risponde con un giornale di
informazione bilingue; «Veà
Porotetani», mensile con una
tiratura di 7.000 copie. Vi sono inoltre trasmissioni radio
bilingui (su Radio Tahiti e su
canali privati, con studi biblici, meditazioni e informazioni) e trasmissioni televisive
(Presenza protestante). Infine la Chiesa evangelica dispone di una libreria evangelica e di un centro di documentazione.
■1 Detiene azioni presso la Shell Company per un valore di 6 milioni di sterline
Discutibili gli investimenti della Chiesa metodista britannica
FLOREIÜCE VINTI
PER la seconda volta negli
ultimi mesi alcuni investimenti di capitali della
Chiesa metodista sono sotto i
riflettori negli Stati Uniti e nel
Regno Unito. È giunta infatti
una richiesta del Segretario
generale del Comitato Chiesa
e Società della Chiesa metodista unita degli Usa (General
Board of Church and Society
della United Methodist Church, Usa) ai, metodisti britannici di servirsi dei loro investimenti di 400.000 azioni
della Tate e Lyle Company
per fare pressione sulla compagnia al fine di risolvere una
vertenza di lavoro che si protrae dà diverso tempo: «La
controversia è una questione
vitale di giustizia sociale», dice il dr. Thom White Wolf
Fassen; più di 760 lavoratóri
dell’àzienda (consociata della
Staley Manufacturing Company deirillinois) sono stati
lasciati per strada da quando,
nel 1993, la compagnia impose condizioni di lavoro inaccettabili per gli operai.
In una lettera alla Conferenza metodista britannica
Fassen chiede che «come
azionisti della compagnia, la
Chiesa metodista contribuisca all’organizzazione di un
incontro con i dirigenti al fine di discutere dei molteplici
problemi, anche morali, sollevati da questa vertenza, che
ha avuto un impatto disastroso sulla vita di molte famiglie». Nella sua riposta il
dr. Brian E. Beck, Segretario
della Conferenza, promette
che la sua richiesta sarà discussa al prossimo incontro
del Comitato per l’etica degli
investimenti (Ethics of Inve
stment Committe). Altre azioni che fanno discutere sono quelle che le chiese metodiste e anglicane posseggono
della Shell Company (6 milioni la Chiesa metodista e 26 la
Chiesa anglicana, per un valore totale di 32 milioni di
sterline).
Suscita infatti perplessità e
polemiche il fatto che, dopo
un mcontro con il gigante del
petrolio al fine di discutere la
politica della compagnia in
Nigeria, le due chiese abbiano
deciso di conservare le azioni.
Il Comitato per l’etica degli
investimenti, quello del lavo
ro sociale e quello responsabile per l’estero si sono comunque impegnati a «tenere
la situazione nigeriana sotto
esame» in vista di prossime
decisioni. La compagnia petrolifera Shell è accusata di
aver provocato in Nigeria un
grave ed esteso inquinamento
ambientale e la distruzione di
terreni agricoli nell’Ogoniland, terra d’origine dell’attivista per i diritti umani Ken
Saro-Wiwa, brutalmente impiccato lo scorso anno insieme ad altri 8 connazionali.
1 titoli della Shell vengono
ignorati da molti gruppi verdi
o impegnati su temi «etici» e
di credito di investimento inglesi (investment trust funds)
poiché la compagnia non rispetta i criteri per la salvaguardia dell’ambiente e perché opera in Stati con regimi
oppressivi come la Nigeria.
Giustamente il Consiglio delle Chiese di Gran Bretagna e
Irlanda (Cebi) richiede la sospensione della Nigeria dal
Commonwealth e un embargo sulla fornitura di armi accompagnato da sanzioni economiche.
(tratto da «Methodist Recorder» del 30.11.95 e del 21.12.95)
■ È morta di cancro, a New York, all'età di 51 anni
Jean Sindab, una vita al servizio della giustizia
Dopo dodici mesi di lotta
contro il cancro, è morta l’8
gennaio scorso a New York,
all’età di 51 anni, Jean Sindab,
capofila della lotta per la giustizia razziale e per la difesa
dell’ambiente, consigliere del
pastore lesse Jackson durante
la campagna presidenziale
del Ì988. Jean Sindab era nota
inoltre per il suo impegno
nella lotta che ha posto fine
all’apartheid nel Sud Africa.
Fino alla sua morte Jean
Sindab ha diretto Tufflcio del
Consiglio nazionale delle
.chiese degli Usa (Ncc) incaricato dell’ambiente, delia giustizia economica e della fame.
Prima di raggiungere il Ncc
era stata segretaria esecutiva
del Programma di lotta contro il razzismo (Plr) presso il
Consiglio ecumenico delle
chiese (Cec), dal 1986 al 1991.
Da aprile a luglio 1988, mentre faceva ancora parte del
personale del Cec, aveva chiesto un congedo per partecipare alla campagna presidenziale di lesse Jackson in qualità
di consigliere per l’Africa.
Jean Stromberg, direttrice
esecutiva deU’Ufficio Usa del
Cec, ha espresso il proprio
dolore per la scomparsa di
Jean Sindab: «Al di là del sentimento di perdita che proviamo, sentiamo tuttavia il vivo
desiderio di celebrare la sua
vita - ha dichiarato Jean
Sindab ha vissuto una vita
straordinaria, piena di energia e di chiaroveggenza nella
sua visione della giustizia razziale. Aveva un calore e un
senso dello “humour” che le
hanno guadagnato amicizie
in tutto il mondo».
L’impegno di Jean Sindab a
favore della giustizia razziale
negli Stati Uniti «ha giocato
fin dall’inizio un ruolo motore nella sua decisione di organizzare la recente campagna
contro il razzismo, una forma
di violazione dei diritti della
persona umana negli Usa»,
ha aggiunto Jean Stromberg.
Aveva un «carisma che faceva
sì che si sentisse a suo agio
sia fra gli alti funzionari del
governo sia nelle comunità
autoctone delle varie parti
del mondo. Jean era una
donna dallo spirito molto
brillante e di alto livello universitario, che diceva chiaramente la verità, anche quando questa era sgradevole da
sentire. Era guidata da quell’idea biblica che l’impegno
per Gesù Cristo è un impegno ad operare per la giustizia di Dio per tutti». (eni)
Dal Moñdo Cristian
Francia: la Chiesa avventista chiede
di aderire alla Federazione protestanti
PARIGI — La Chiesa avventista del settimo giorno, presei
in Francia fin dal 1876, ha deciso di porre la propria candii
tura per diventare membro della Federazione protestante
Francia (Fpf). Questa decisione avviene dopo molti anni di
flessioni e di scambi interni. Sono favorevoli alla candidai
molti membri della Chiesa avventista, abituati a collabor;
con il «Centre protestant des colonies de vacances» (Cpcv)
la formazione quadri delle attività giovanili, nonché i gio’
pastori la cui formazione teologica presso la Facoltà avventi
di teologia è riconosciuta dalla Facoltà di teologia protes
dell’Università di Strasburgo. Alcuni però la ritengono inaci
tabile, temendo di compromettersi. La Chiesa avventista
Francia conta 9.511 membri adulti battezzati e 114 comuni
locali. È organizzata in due federazioni di chiese (Francia Noi
e Francia Sud), riunite insieme alla Federazione belgo-lussei
borghese in un’Unione franco-belga. È stata quest’ultima
porre la candidatura. La decisione è in parte motivata dal des
derio del governo francese di vederci chiaro nelle sue relazio
con le religioni esistenti nel territorio, e di avere un unico ii
terlocutore per rappresentare l’insieme delle chiese cristia
nate dalla Riforma. La candidatura verrà esaminata da ui
commissione designata dalla Fpf, il cui parere sarà sottopos
al voto dell’assemblea generale della Fpf. (bi
rDÌ
tjlWcai
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È deceduta Dame Nìta Barrow
ex presidente del Consiglio ecumenic
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BARBADOS — 11 19 dicembre scorso è morta, all’età di’
anni. Dame Nita Barrow, governatore generale delle Barbai |
S^de
ed ex presidente del Consiglio ecumenico delle chiese (Ce
dal 1983 al 1991. Membro della Chiesa metodista dei Caraibi s ‘
delle Americhe, nata alle Barbados, aveva fatto studi di infe
miera e aveva giocato un grandissimo ruolo nei campi de! È?*® . ®
salute e dell’educazione e all’interno del movimento ecumet
cò, prima di rappresentare il suo paese all’Onu e di diventa
governatore generale delle Barbados. 11 pastore Philip Pott^
ex segretario-generale del Cec, è stato un suo amico persona
per 50 anni. L’attuale segretario generale del Cec, past. Kor
Raiser, le ha reso omaggio in questi termini: «Nita Barrow e
una personalità forte e al tempo stesso calorosa. Era stata sa
tata come una delle principali rappresentanti di quella nua
generazione di donne cristiane sicure di se stesse e capaci ij
esprimersi fortemente e chiaramente. Nel ruolo che ha giocai
alla testa delle Unioni cristiane femminili mondiali e in quani
organizzatrice del Forum di Nairobi che, nel 1985, ha segnai
la fine del Decennio delle Nazioni Unite per le donne, la 1
row ha dato un impulso all’azione per l’autonomia delle f
sorelle. 11 Cec rende grazia a Dio per tutto quello che Nita Bai
row ha portato al movimento ecumenico».
Iplli <
Svizzera: l'Eper ha 50 anni
BERNA — Anno di giubileo per la «Entraide protestante suiij
se» (Eper). Creata il 1° gennaio 1946, all’indomani della secof
da guerra mondiale, l’Eper (la cui sigla significava allora «F
traide protestante aux Eglises ruinées») si proponeva di port| • J ^ES
re aiuto alle chiese d’Europa. Una delle sue prime azioni fu
inviare in Germania, Francia e Belgio baracche di legno per«
stituire i luoghi di culto distrutti durante la guerra. Successiti >|tóo i
mente, l’Eper cerca di portare aiuto agli sfollati. La sua siglai
sume allora il significato di «Entraide protestante aux Eglises r toita
una
.■ïijpesb:
'isti
aux réfugiés». Vengono aiutate tutte le vittime dei conflit
qualunque sia la loro appartenenza religiosa, politica o etnie
L’Eper oggi è attiva in 50 paesi. La sua azione all’estero trami
partner locali (chiese, organismi ecclesiastici, opere diaconi ¡gste; ha
ecc.) copre i soccorsi d’urgenza e l’aiuto allo sviluppo. In SvJ "Tsepub
zera, l’Eper interviene nel campo dell’aiuto ai rifugiati e, n ^^esa
centemente, in quello dell’assistenza alle persone socialmen
svantaggiate. L’opera ha la sua sede a Zurigo e una segrete!
romanda a Losanna. Impiega 160 collaboratori. II bilancio a
nuo dell’Eper ammonta a 60 milioni di franchi svizzeri, di cu
due terzi provengono da doni e un terzo da contribuzioni ve|‘me, re
sate dalla Confederazione elvetica. (sfl ^ sà cor
Chiesa anglicana ({Inghilterra
l'inferno «tradizionale» non esiste
LONDRA—In un documento pubblicato l’il gennaio scO ;
so la Chiesa anglicana d’Inghilterra, afferma che l’inferno, 0 ^ P®.®
sì come viene tradizionalmente descritto, col suo corteo dio
ribili tormenti, non esiste. In un rapporto pubblicato a Loi
dra dalla Commissione per la dottrina della fede, la Chi«^5 ■
anglicana afferma che, in passato, le descrizioni dei suppl“®®®’"''^
t.J-istc
ifcumi
lu e V
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jitàdel
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verso
toccai
come
fsüana
Secóla
perle
ii^ncl
sono state spesso fatte in modo sadico per obbligare la gelila
- * » V-, . . .... . . pO Ifg
a credere. La Commissione non esita a dichiarare che i ci
che si chiama inferno.
stiani hanno fatto di Dio un «mostro sadico», il che ha provi '
cato gravi disturbi psichici in molte persone. La visione di t P''
Dio che condannerebbe milioni di persone alla dannazioi
eterna non si concilia con l’amore di Dio incarnato nel Crisi
afferma il documento, intitolato «Il segreto della redenzioni
L’inferno non è un supplizio eterno ma il rifiuto assoluto ^
Dio, sicché la fine assoluta è il nulla totale. Inoltre, nota il à | Re '
cumento della Chiesa d’InghUterra, ogni uomo ha fino all'i*
timo secondo la libertà di decidersi per 0 contro Dio, ragi®
per cui solo Dio sa in fin dei conti se ci sono uomini in quel j
Stati Uniti: la Fiacat spera
nell'abolizione della pena di morte
'jattu
ìewbi
^tego
NEW YORK —r La Federazione intemazionale dell’azione i
’cristiani per l’abolizione della tortura (Fiacat) spera in u]
prossima abolizione della pena di morte negli Stati Uniti^ Vi
campagna di sei mesi organizzata dalle organizzazioni lo*^
ha portato le Conferenze di chiese del Texas e della Floridaj
rifiutare la pena di morte. Oltre 30.000 firme sono state rac
te contro la pena di morte. Secondo la Fiacat, più di tren
pri^onieri aspettano l’esecuzione capitale. Dal 1976,38 dei|
stati americani hanno reintrodotto la pena di morte. (sppl<H^
Un
5
VENERDÌ 9 FEBBRAIO 1996
r
PAG. 5 RIFORMA ’
presei
:andii
itantei
mi di| ‘
Continua a far discutere il film di Emir Kusturica, vincitore a Cannes '95
Il «sotterraneo», metafora della Jugoslavia
«Underground» non ha pretese dichiaratamente politiche ma raffigura
una tradizione culturale composita e aperta (un tempo) alle diverse culture
ALESSANDRO BOTTAZZI
didat
laborai- jr%.
■Pcv) fisiche della tragedia
i giovai,^.,balcanica, la cui conclusione
A^entìsiT. .seinbra ancora molto lontaìtestai», ha, continuano ad emergere
inaccèf , lampi di grande cinema. Dontistai jv pp il bellissimo Prima della
omunfeiipioggifl di Oleg Manchewski
da N^, ed il pretenzioso Lo sguardo
-lussei|¿; di Ulisse di Anghelopulos, arultimah;!: riva sugli schermi italiani il
dald» i^scusso Underground, Palrelazio|,, tna d’oro al Festival di Can1995, ultimo film del
;fe.quarant'unenne regista di SaI da ui^'rajevo Emir Kusturica, già
ttoposE-moto al pubblico italiano per
fb® lo scoppiettante Papà è in
viaggio d’affari.
I La sintesi della trama non
I Jrende naturalmente giustizia
^ ad un film (ben 270’) che è
* quasi un kolossal, dal ritmo
„iJtarrativo discontinuo, ora in
micottii'nes
cristi!
enio
«candescente ora ripetitivo (!’
interminabile storia d’amore
tà dii
iarbad
^ardbltìi esempio), ma bello e
di inft ' L’invenzione di
ambienti e situazioni alterna
^Continuamente i toni, passando dal tragico al sarcastico e dal fantastico al reale,
accompagnata dalla trasciipante musica di fiati slavo-giStana, catturando lo spettato‘ re senza fargli percepire la
reale lunghezza della pellicola. Kusturica lavora a vari lidi! di simbologia, offrendo_ ii «sotterraneo» come mej^ìafora della società jugoslava
Slita Br
Pane a Sarajevo ,
del dopoguerra ma anche di
un’Europa congelata tra i
due grandi blocchi, in cui la
gente nascondeva la testa come sottoterra, rimuovendo il
passare del tempo.
Da questo grande affiresco
emergono alcune sequenze
autenticamente geniali: il
bombardamento tedesco
dello zoo di Belgrado, che libera gli animali nelle strade,
e l’installazione della comunità nei sotterranei, degne di
un Fellini dei Balcani; e ancora il rapimento di Natalja
in teatro, davanti ai gerarchi
nazisti, e naturalmente le sequenze finali, con i protagonisti redivivi e pacificati che
celebrano un matrimonio
andando alla deriva su di uri
isolotto, ricreando infine una
società serena e multietnica
che si allontana dalle follie
(foto M. Boccia)
del macello reciproco. La
presentazione del film a Cannes ha una storia emblematica, che va ricordata perché fa
in qualche modo pensare che
il contenuto farsesco del film
non abbia potuto fare a meno
di strabordare nella realtà.
Underground infatti è stato
processato e metaforicamen^
te condannato al rogo sulle
pagine dei giornali francesi
da alcuni maîtres à penser
con accuse che airdavano
dalla «complicità nel genocidio della sua terra» alla «propaganda serba», innescando
una forte pubblicità negativa
in tutta Europa fino a Sarajevo, dove Kusturica è stato definito «traditore delle proprie
origini» (qui infatti è nato, da
padre serbo). La cosa singolare è che molti dei (re) censori,
a partire da Alain Finkielkraut
Un libro sulla testimonianza nel mondo di oggi
Messaggio cristiano e rispetto dell'alterità
ANTONIO ADAMO
nte sui^
la secoi|;.
ora «Ei(- : ,
di portìi ì T ESSLIE Newbigin, leader
oni fui Í Ijstorico del movimento
o peràA^umenico, è stato missio:cessiti^-liario in India per ben 40 ansiglaai- ni e vescovo della Chiesa
3glises|‘ nnita dell’India del Sud, che
conflim è una comunione di chiese
o etnie ^presbiteriane congregazioj trami i;,paliste, anglicane e metodiiacona -'ste; ha al suo attivo numero. In Svi ; se pubblicazioni sul rapporto
ati e, n ‘ 'Chiesa, missione, predicazioialmen ^ ne e mondo secolarizzato,
egreteil 1**. Newbigin possiede le quaincio al I lità del colto e sensibile divul1, di eh r gatbre perché nel suo volu,ioni v0 me, recentemente tradotto*,
(isplp sà condurre il lettore attravèrso itinerari di ricerca che
toccano realtà di frontiera
Come la testimonianza cristiana nel mondo moderno e
Secolarizzato. Inoltre la sua
esperienza missionaria
srno, c« permette di affrontare la
eo di 0 ■ ^aestione Evangelo e plurali0 a LUI culturale e religioso con
a e senza pregiudizi
suppP“ ° pericolose relativizzazioni.
la geii¥'"‘ ’^che se può risultare un
-he i aii frammentario e in qual
a provi passaggio lievemente rime di'! t!iP®ffttvo, perché frutto della
maziol f Elaborazione di una serie di
gl crisC i’®Pnferenze, gli argomenti
inzione i ?®*^3ti sono di grande attuasoluto I *. ® sono affrontati con pas
3ta il d' * ® competenza. Nei 20
IO airn -* ‘Capitoli l’autore affronta il
ragioi 1 ®®iiso della presenza cristiain ttel mondo moderno. So
''pttutto nei primi capitoli
'ewbigin si serve di alcune
t^ategorie dello scienziato e
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Regala
Un abbonamento
filosofo ungherese Michel
Polanyi, noto per aver affermato il primato della componente soggettiva e personale nella conoscenza scientifica. Il riferimento serve a
chiarire quanto le parole e la
comprensione dei fatti abbiano significati diversi nelle
varie culture, per renderci at•tenti di fronte al pericolo di
accettare l’ipotesi che i fatti
siano liberati dai valori e per
contestare l’assolutezza della
casualità.
Circa la necessità di proclamare la verità con franchezza
senza eccessive timidezze,
Newbigin afferma che il dogma cristiano va inteso come
«libero dono della grazia di
Dio in Gesù Cristo»; una tale
comprensione del messaggio
cristiano, priva di violenza e
costrizione, può fondare e
promuovere la libertà di pensiero e di coscienza. L’Evangelo deve essere proclamato,
come vérità per tutti i popoli,
in ogni tempo; tuttavia occorre muoversi nel quadro dell’affermazione della libertà e
del rispetto delle varie alterità, che è l’unico contesto in
cui il messaggio può essere
annunciato e creduto (p. 23).
Infatti la proclamazione
positiva del messaggio cristiano non è un fenomeno
che debba necessariamente
negare il pluralismo, anzi essa si colloca neH’ambìto del
servizio e della fedeltà a Dio e
al mondo. L’Eviigelo è molto più di una semplice concezione religiosa del mondo, è
paragonato a una lente che ci
permette di osservare in modo del tutto puovo l’orizzonte dell’umano nella prospettiva della rivelazione e della
salvezza in Gesù Cristo.
Newbigin non è molto convinto della correttezza della
«teologia contestuale», che si
muove a partire dall’esperienza degli esseri umani di
oggi; certo ne apprezza la
funzione correttiva nei confronti di quella teologia che
ha «interpretato i fatti utiiizzando i concetti delia teoria
post-illuministica, come anche hanno fatto i cristiani
nelle situazioni di benessere»
(p. 84); ciò nondimeno si
chiede se sia inteilettualmentecorretto analizzare i fatti in
modo induttivo senza considerare che i «fatti sono sèmpre carichi di teoria», quindi
implicano comunque un
processo deduttivo.
Così la comunità deve sentirsi interpellata, coinvolta direttamente dalla paròla di
Dio per poter essere ascoltata
dal mondo; e il significato
della storia non può essere ricercato nella storia stessa,
bensì in una realtà che la trascende, che sta oltre noi. Il
senso della storia è quindi
contenuto-in modo velato e
nascosto nella persona del
Cristo. La gloria di Dio è ancora nascosta nei cieli, soltanto. nel momento dell’avvento finale del regno di Dio
tutto sarà manifestato con assoluta evidenza. Il tempo della missione della chiesa sta in
questa realtà contraddittoria
di promessa e di attesa.
L’autore critica anche alcuni esponenti del dialogo interreligioso, sostenendo che
essi sono condizionati dalle
categorie di estremo relativismo culturale e religioso delia nostra società occidentale,
perché prigionieri «delie
strutture di plausibilità», cioè
di quanto comunemente è
considerato ragionevole pensare. La questione della rivelazione non deve essere condizionata da elementi culturali fino al punto da provocare una vera e propria mutazione genetica del fondamento della fede cristiana.
(•) Lessue Newbigin: L’Evangelo In una società pluralistica.
Torino, Claudiana, 1995, pp 324, ;
£38.000.
sulla prima pagina di «Le
Monde», ammetteva candidamente di non essersi prèso
la briga di vedere il film.
In realtà la «colpa» di Kusturica è di non avere fatto
un film politico, e soprattutto di non volersi schierare,
chiamandosi fuori dalle logiche della contrapposizione
etnica. «In Jugoslavia accadevano così tante cose: per questo mi è dispiaciuto che sìa
scomparsa Non ci si può
immaginare la varietà che
esisteva in un paese così “piccolo"», dice il regista (in Cera
una volta... underground^ ed.
Il castoro, 1995). Ciò che non
gli viene probabilmente perdonato è di nutrire una
struggente nostalgia per un
paese multietnico, che permetteva a sei nazionalità,
cinque lingue e tre religioni
di convivere senza campi
trincerati e pulizie etniche.
Anche se, avverte Kusturica,
«Underground non è un film
nostalgico, è un necrologio.
Sorto io ad essere nostalgico!».
.Ciò che muore è dunque il
discorso della multiculturalità, della coesistenza senza
sbarramenti: che ppi una tale
società non sia probabilmente mai esistita, tantomeno in
Jugoslavia, se non nell’immagir/azione e nei sogni di
alcuni, non toglie nulla al
cuore nostalgico di Kusturica, alla sua bravura e alla sua
grande sensibilità artistica.
La strilttura del film ,
50 anni di stòria in uno stile
visionario e fantastico
Con il suo consueto stile
grottesco e dissacrante, Kusturica interpreta alla sua
maniera 50 anni di storia
(ex) jugoslava, dalla II guerra mondiale ai giorni nostri,
dividendola in tre quadri
(La guerra. La guerra fredda.
La guerra 1992) e tratteggiando le vicende di un va
li regista premiato a Cannes
riopinto gruppo di belgradesi, capitanati da ima coppia di amici (Marko e Petar
detto il «Nero») dal temperamento guascone, truffatori, partigiani comunisti e
trafficanti di armi, divisi solo dall’amore per un’ambigua attricetta (Natalja) incline a flirtare tanto con loro
quanto con un gerarca nazista. Dopo varie imprese
condite con amoreggiamenti e sbruffonerie il gruppo,
per sfuggire ai continui rastrellamenti e bombardamenti tedeschi, si rifugia in
una enorme cantina sotterranea, ih attesa della vittoria
delle truppe alleate capitanate da Tito,
Mentre tuttavia in superficie la vita ricomincerà, a
causa del raggiro messo in
atto da Marco, che nella Jugoslavia titoista conosce
una folgorante carriera politica, l’animata combriccolaìimarrà sotto terr^ per
più di vent’anni, continuando a credere che la guerra
prosegua, e a produrre armi
(compreso un gigantesco
carro armato) per sconfiggere l’invasore nazista. L’inganno termina nel 1961
quando, durante il matrimonio del figlio di Pelar, riemerge l’eterna disputa amorosa per Natalja, portando
ad una esplosione che apre
la via per il ritorno alla superficie: ma i protagonisti si
ritroveranno ancora nelia
cieca violenza distruttiva
della guerra etnica, per ricostituire, dopo un allegorico
trapasso compiuto attraverso l’acqua, il loro chiassoso
e composito gruppo in ufr
ideale e utopico fazzoletto di
terra alla deriva nelle acque
del Danubio.
Undergroud, regia E. Kusturica, con M. Manojlovic, S. Stimac, È. Groult. Francia 1995
Alcune opere ben inquadrate nell'edizione Claudiana
Messa, sacrificio e sacerdozio in Lutero
ALBERTO SAGGESE
La collana delle opere scelte di Lutero pubblicate
dalla Claudiana si è arricchita nel 1995 di un settimo volume dal titolo (che vuole essere una semplificazione)
Messa, sacrifìcio e sacerdozio*. In realtà si tratta della
traduzione di tre scritti significativi del riformatore (che la
curatrice. Silvana Nitri, definisce «particolarmente esemplificativi») da titoii più impegnativi: «Un sermone sui
Nuovo Testamento, cioè sulla santa messa» del 1520;
«Giudizio di Martin Lutero
sulla necessità di abolire la
messa privata» dei 1521; «La
messa privata e la consacrazione dei preti» dei 1533.
I primi due scritti risalgono
a pochi anni dopo la diffùsione delle 95 tesi ad opera degli
studenti dell’Università di
Wittenberg. Il primo è dello
stesso anno in cui Lutero viene scomunicato e in cui, a dicembre, brucerà pubblicamente, insieme alla bolla di
scomunica, i testi del diritto
canonico. Il secondo è dell’
anno successivo, quando per
evitare il peggio Lutero si vede costretto ad accettare una
prigionia volontaria nel castello della Wartburg, dove rimarrà per quasi un anno.
Il terzo segue di tre anni la
Dieta di Augsburg e quindi la
discussione sulla Confessio
Augustana. Ci troviamo dunque in un periodo di polemiche accese che non riguardano più soltanto gli esperti ‘del
ramo, i teologi delle diverse
tendenze. La Confessio Augustana era stata firmata da
città e principi, e quindi rivestiva anche un carattere politico: era il momento in cui la
parte, evangelica aveva maggior bisogno di chiarimenti,
di sostegno nelle proprie posizioni, di una condanna netta e chiara degli abusi della
parte avversa. Indispensabile, prima della lettura del testi, l’Introduzione di Silvana
Nitri che, attraverso vari paragrafi dedicati al sacerdozio,
al ministero della Parola, al
sacramento della Cena in Lutero, segue il percorso che fu
del riformatore nell’elaborazione di una teologia basata
esclusivamente sul messaggio biblico.
Inoltre (lieta sòrpresa per-il
lettore) buona parte dell’/ntroduzione è dedicata alla
spiegazione di alcuni concetti, così come vengono espressi nel Nuovo Testamento, seguendo lo sviluppo che essi
hanno sùbito nella teologia
dei secoli seguenti fino al
Medioevo. Uno strumento,
quindi, indispensabile per
poter leggere i testi di Lutero
non solo come espressione
della polemica religiosa del
XVI secolo, ma come conseguenza inevitabile delle artificiose costruzioni teologiche
avvenute a cominciare già
dagli albori del II secolo. Così
si viene informati sul concetto di sacerdozio, su quello
dei «doni della Parola», sullo
sviluppo della celebrazione
eucaristica dall’epoca apostolica fino al tempo di Lutero stesso.
Particolare attenzione è
stata posta nell’indice bibliografico del volume, commentato e diviso per argomenti, così come alle illustrazioni, in maggioranza incisioni d’epoca, alcune raffiguranti scene bibliche, altre
scene di vita ecclesiastica, in
gran parte vista con l’occhio
ironico del polemista del XVI '
secolo: a volte è utile, per poter gustare ogni minimo particolare, far ricorso alla lente
d’ingrandimento.
(*) Lutero: Opere scelte 7.
Messa, sacrificio e sacerdozio.
Introduzione di Silvana Nitti.
Torino, Claudiana, 1995; pp 422,
£ 46.000.
L’indulgenza speciale della messa di San Gregorio In un volantino di
propaganda
6
PAG. 6 RIFORMA
VENERDÌ 9 FEBBRAIO 1996 '
Appello ai parlamentari
«Esaminate il decréto con
criteri di equità e solidarietà»
La preoccupazione suscitata dall’approvazione, da parte della Commissione affari
costituzionali del Senato, di
una disposizione che punisce col carcere l’ingresso
clandestino e il soggiorno irregolare deH’immigrato ci
spinge, a due anni d^a pubblicazione del «Messaggio
ecumenico suU’immigrazione», a rivolgere un nuovo appello a tutti i parlamentari di
buona volontà, a qualunque
parte politica appartengano,
perché profond^o il massimo impegno nel ridare dignità al dibattito politico
sull’immigrazione. Troppo
spesso, inìfatti, hel corso di
tale dibattito, l’inseguimento
ossessivo del consenso è
sembrato motivo sufficiente
per fare scempio (prima solo
con l’intemperanza verbale,
poi anche col voto) di una
preziosa cultura della tutela
dei diritti umani dei più deboli e, per ciò stesso, degli interessi più alti della società.
È necessario invece che, dì
fronte a scelte così delicate,
chi partecipa del potere legislativo esercitUl mandato ricevuto in pienezza di libertà,
anteponendovi i vincoli di
giustizia. Lo richiedono il rispetto laico dei principi della
Costituzione e, per il credente, Tahunonimento insistente
della Parola di Dio.
Continuo è infatti il richiamo, nella Bibbia, ai doveri di
comprensione, di solidarietà
e soprattutto di giustizia nei
confronti del debole e, in
particolare, dello straniero:
«Non rattristare un affamato,
non esasperare urr uomo già
in difficoltà» (Siracide 4, 2);
«Non sfruttate né opprimete
10 straniero» (Esodo 22,20); e
ancora, con parole durissime, «Non depredare il povero, perché egli è povero, e
non affliggere il misero in tribunale, perché il Signore difenderà la loro causa e spoglierà della vita coloro che li
hanno spogliati» (Proverbi
22,22-23).
E non si tratta di un richiamo contingente, ma di un
elemento fondamentale dell’
alleanza tra Dio e il suo popolo: «Quando uno straniero
si stabiùrà nella vostra terra,
non opprimetelo; al contrario, trattandolo come se fosse uno dei vostri connazionali, dovete amarlo come voi
stessi. Ricordatevi che anche
voi siete stati stranieri in
Egitto, lo sono il Signore vostro Dio» (Lev. 19,33ss); e, similmente, «Non deviate il
corso della giustizia a danno
di uno straniero... non dimenticatevi che anche voi
siete stati schiavi in Egitto, e
11 Signore, vostro Dio, vi ha
liberati di là» (DeuL 24,17ss).
La predilezione dell’indifeso
e la memoria della propria
esperienza, da indifesi, in
terra straniera sono cioè indissolubilmente legate al riconoscimento della presenza
patema di Dio.
11 richiamo a questq apertura di fronte allo str'aniero
appare oggi, nel nostro paese, della massima attualità
ed è di questi giorni l’invito
del papa a rivolgere attenziope al fenomeno dei , migranti^«perché esso venga
sempre affrontato nel pieno
rispetto dei diritti dell’uomo». Anche se «gepera talvolta dei problemi nella vita
delle società - afferma il papa - la realtà delle migrazioni può essere vista non come
una minaccia alla sicurezza
e al benessere ma, al contrario, come un segno dei tempi; segno di una civiltà chiamata a tenere insieme l’identità e l’universalità, la
differenza e l’uguaglianza».
Per troppo tempo, invece,
si è ostruita ogni via di acces
so regolare aH’immigrazione
per lavoro in Italia.
Il movimento migratorio,
del quale il paese ha comunque bisogno, è stato costretto
così a proseguire neirirtegolarità e nella clandestinità. Il
ripristino delle condizioni di
legalità è certamente necessario, ma non può essere affidato ad incongrue misure repressive. Deve piuttosto consistere nel consentire la regolarizzazione di quanti, già
presenti in Italia, cercano, col
sudore della propria froiìte,
di inserirsi onestamente nel
tessuto sociale e, per il futuro, nel creare vie legali effettivamente percorribili da chi
aspiri k venire nel nostro
paese. La negazione di questi
vitali Spazi di regolarità, lungi
dallo scoraggiare la migrazione di chi fugge da condizioni
di povertà, perpetua Tesi-stenza di un bacino di clan-'
destinità e ne alimenta la crescita con grave danno di chi
ne fa parte e, indirettamente,
di tutta la società.
Auspichiamo che Tésame
parlamentare del decreto
sull’immigrazione tenga conto di queste urgenze e si sviluppi alla luce della memoria
di un popolo che della propria migrazione per lavoro
ha, fino a ieri, portato la sofferenza e, ancora oggi, gode
dei benefici.
Adi, Acse, Agesd, Azione
cattolica italiana, Caritas italiana, Comunità di S. Egidio,
Cser, Federazione delle Chiese
evangeliche in Italia, Fondazione migrantes della Cei,
Gruppo Martin Buber ebrei
per la pace, Jesuit refugee service, Ücsei.
Reiterato il decreto sugli immigrati in Italia
L^mpostazìone è «carceraria»
Dopò le polemiche e le manifestazioni ricomincia da capo
la discussione sui diritti civili dei lavoratori immigrati
Il governo Dini ha reiterato
il 17 gennaio il decreto sull’immigrazione varato il 16
novembre scorso, data la
mancata conversione in legge prevista entro 60 giorni. Il
testo rimane praticamente
identico, a parte lo slittamento al 31 marzo del limite
per le richieste di regolarizzazioni e ricongiungimenti
famigliari. Nessuno degli
emendamenti passati in
commissione Affari costituzionali del Senato è stato
dunque accolto compreso
quello, votato da Polo e Lega
il 9 gennaio, che ideflniva reato penale Tingressq clandestino dello «straniero non
appartenente all’Ue», da punire con la reclusione da tre
mesi a tre anni. Emendamento, questo, che avevà suscitato reazioni durissime da
parte di persone e forze democratiche, laiche, cattoliche e del Servizio migranti
della Federazione delle chiese evangeliche.
Il governo, ripresentando il
decreto nella versione originale, ha preferito temporeggiare, evitando la scelta tra
emendamenti liberali e illiberali. Un atteggiamento che ha
ignorato la pressione, per
una regolarizzazione meno
onerosa e quindi meno impossibile (solo 52.365 richieste al 14 gennaio scorso, su
circa 400.000 irregolari secondo stime della Caritas), e
per l’estensione della regolarizzazione stessa agli immigrati lavoratori autonomi.
«Reiterato il decreto tutti i
problemi restano», hanno
sottolineato in un comunicato numerosi sindaci, come
Leoluca Orlando di Palermo,
Mario Primicerio di Firenze,
Enzo Bianco di Catania, Vaiter Vitali di Bologna, contestando il persistere nella scelta della decretazione, succube della mentalità che ha
«accentuato in modo unilaterale le implicazioni di ordine
pubblico e una visione emer
genziale del problema». Resta
poi la preoccupazione per la
linea «carceraria» emersa in
commissione nell’iter seguito
alla prima promulgazione del
decreto, in vista della conversione in legge in aula.
L’iter è ora ufficialmente
azzerato ma non la linea, che
ha Tutti i numeri per risultare
vincente anche nel «reiterato» iter. .
'vV Per una maggiore democrazia nella Chiesa cattolica
Dopo l'Austria e la Germania parte anche
in Italia l'appello «Noi siamo chiesa»
Anche nel cattolicesimo
italiano, come è già avvenuto
in altri paesi europei, un
gruppo variegato di cattolici
critici h^ lanciato un singolare «referendum» per chiedere
maggior democrazia alTinterno della propria còmunità,
e per modificare su diversi
punti «caldi» la prassi disciplinare della chiesa romana.
«Appello dal popolo di Dio Noi siamo Chiesa», si chiama
il documento, reso noto a Roma il 16 gennaio dal Comitato promotore (persone di varia esperiènza ecclesiale, provenienti da Bressanone, Napoli, Pisa e Roma).
«Per attuare il Concilio Vaticano II, per essere più fedeli
al Vangelo nella chiesa e nella
società, per favorire la riconciliazione ecumenica con le
altre chiese, noi lanciamo
questo appello...», questo
l’inizio del testo. Nei suoi sei
punti, che ricalcano, pur con
delle variazioni, quanto già
richiesto in Austria e in Germania (nel primo paese il referendum ha raccolto 501.000
ferme, nel secondo 1.800.000)
l’appello chiede, tra l’altro,
strutture permanenti di dialogo all’interno della chiesa,
coinvolgimento delle diocesi
nella scelta del loro vescovo,
il «superamento della separazione strutturale tra chierici e
laici», «un aperto confronto
sulla Sacra Scrittura per raggiungere la piena partecipazione delle donne ai ministeri
ecclesiali», il celibato opzionale per i preti, la revisione
delle norme che escludono i
divorziati risposati dalTeucaristia, la rivendicazione della
libertà di coscienza nel cam
II vescovo non può decidere da solo
po della regolazione delle nascite, il superamento di ogni
discriminazione nei confronti
delle persone omosessuali.
L'appello (i promotori con-,
tano di raccogliere mezzo
milione dei firme entro la
prossima Pentecoste) termina di nuovo in chiaVe ecumenica, chiedendo che la
Chiesa cattolica si impegni
«ad* ogni livello, in fraternità
con le altre chiese, per la pace, la giustizia e la salvaguardia del creato»,
L’agenzia Nev ha chiesto
un commento sull’iniziativa
«La Chiesa siamo noi» al professor Paolo Ricca, decano
della Facoltà valdese di teologia di Roma, che ha dichiarato: «Senza entrare nel merito delle singole posizioni (ri
spetto alle quali l’insegnamento del magistero oqttolico
romano è notoriamente molto diverso per non dire opposto), mi sembra non solo legittima ma vitale l’esigenza
di creare nella chiesa (qualunque essa sia) strutture di
dialogo realmente funzionanti in modo che la parola
della chiesa sia effettivamente corale, tenga cioè conto
delle posizioni di tutti i suoi
membri e rum solo di alcuni.
È un problema serissimo di
ecumenismo interno. Come
può infatti una chiesa dialogare davvero con altre se non
riesce a dialogare al proprio
interno?»,
(Per informazioni sulTiniziativa: Gigi De Paoli, tei. 065671574).
M Commercio armi
Polo e
progressisti
insieme
per venderle
ovunque
Il 29 novembre 1995 la
Commissione difesa del Senato ha approvato un parere
favorevole del senatore di An
Ramponi per rivedere la legge 185 sul commercio delle
armi, legge conquistata nel
1990 dopo anni di lotte pacifiste e di scandali (vedi il caso
di Talamone) considerata restrittiva per i fabbricanti di
armi. Le modifiche più significative, motivate come «revisiope tecnica dopo un periodo di rodaggio della legge»,
sono: una più ampia revisione della classificazione di
materiali «dual use»; la revisione del criterio del commercio delle armi rispetto a
paesi condannati per mancato rispetto dei diritti umani,
limitando il divieto ai soli
materiali per uso repressivo;
snellimento delle procedure
per riparazioni e manutenzioni, da cui possono passare
anche aggiornamenti tecno
logici e modernizzazione di
sistemi d’arma in violazione
degli intenti della legge 185.
E da notare che tra i promotori del disegno di legge
compaiono ben 14 senatori
di area progressista: Bertoni
(Napoli), Carpi (Pisa), Debenedetti (Torino), Vozzi (Potenza), Forcleri (Empoli),
Cavazzuti (Bologna), Giurickovic (Milano), Benvenuti
(Grosseto), Pappalardo (Bari), Corrau (Trapani), Vailetta
(Isernia), Petrlcca (Massa
Carrara).
■ Costituzione
Gallo: nessuna
modifica
. Si è tenuto nei giorni scorsi, a Roma, il primo dei sei seminari promossi dal Comitato per la Costituzione Gim
seppe Lazzari. Il prof. Ettore
Gallo, presidente emerito
della Corte Costituzionale, ha
tenuto la relazione iniziale.
In questa occasione, l’agenzia Sir gli ha rivolto alcune
domande.
- Prof Gallo, in questi giorni si parla molto dell’opportunità di una nuova Assemblea costituente. Lei che cosa
ne pensa?
«A mio avviso, l’Assemblea
costituente ha un carattere
"epocale” e va eletta quando
si è di fronte a una svolta tale
nelle vicende di un paese da
essere indispensabile voltare
pagina. Infatti, l’Assemblea
che ha elaborato l’attuale Costituzione è stata eletta al termine di quel secondo conflitto mondiale che ha visto la
lotta della civiltà contro la
barbarie, della democrazia
contro le dittature. È evidente che in questo momento
non esistono nel nostro pae-'
se tali condizioni. Manca per
l’appunto la svolta “epocale”
che non può certo essere individuata nell’ingresso di
nuovi soggetti in politica».
- Il panorama politico attuale è assai diverso da quello
di 50 anni fa. Anche lo schieramento dei cattolici impegnati in politica presenta posizioni piuttosto diversificate al
suo interno. In considerazione
di ciò, quale potrebbe essere il
ruolo dei cattolici in un’eventuale ‘fase costituente”?
«Forse è vero che le posizioni dei cattolici impegnati
in politica sono oggi molto
“frastagliate”, ma mi sembra
che ci sia unità almeno nel
dire no a una nuova Assem-'
blea costituente; è certo opportuno, però, apportare delle modifiche all’ordinamento
della Repubblica, avviando la
cosiddetta "fase costituente”.
Mi riferisco soprattutto alle
modifiche che possono essere realizzate attraverso quella
norma di garanzia che è Tari
138 della Costituzione. In
particolare, occorrerebbe
realizzare il rafforzamento
dell’esecutivo e una modifica
della struttura del Parlamento ih modo da dotarlo di una
“Camera di risonanza” per le
Regioni, per fealizzare un federalismo compatibile con
Tart. 5 della Costituzione».
a
m
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1
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M Scuola ■
7 milioni
di poveri
in istruzione
Sono 7.443.421 i «poveri di
istruzione» in Italia, concentrati soprattutto in campagna, Puglia, Sicilia, Sardegna
dove è più diffusa l’evasione
degli obblighi scolastici. II
dato, calcolato sulla base
delTultimo censimento della
popolazione fatto nel 1991, ^
emerso da uno studio compiuto dalla Commissione di
indagine sulla povertà e
l’emarginazione sociale del
dipartimento di statistica
«Giuseppe Parenti» di Firenze. Le persone senza istruzione sono risultate 1.Ò44.991 in
Campania, 1.008.764 in Sicilia, 794.657 in Puglia, 726.512
in Lombardia; le percentuali
più alte sono state rilevate in
Calabria (24,5%), Basilicata
(24,3%), Sicilia (22%) Molise
(20,2%), Campania (20,2%)Sempre secondo il censimento il 41% della popolazione di
età compresa tra i 25 e 64 anni aveva conseguito al massimo la licenza elementare.
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Spedizione in abb. postaie/50 - Torino
' In caso di mancato recapito si prega restituire
" si mittente presso l’Ufficio PT Torino CMP Nord.
L'Editore si impegna a corrispondere
diritto di resa.
Fondato nel 1848
La vicènda era cominciata nel marzo del 1955, quando
Ki: j venne rilasciata alla proprietà la concessione per la ricostruzione in forma moderna dello stabile che av^eva ospitato la
«Trattoria del gallo». Dopo 40 anni, lo stabile situato nel
centro di Pinerolo vede l’avvio del cantiere per la ricostruzione. È successo di tutto in questi decenni: un contenzioso
fra Comune e proprietà, l’acquisto da parte dell’amministrazione dell’area, nel 1977, la vendita nell’Sl mediante un’
asta che vede aggiudicare la proprietà all’immobiliare Facta
di Torino. Viene redatto un piano di recupero, ma viene
bocciato dalla Sovrintendenza ai Beni ambientali. 11 Comune nomina una commissione di esperti e riprende l’iter in
Consiglio .comunale con l’approvazione dei piani di recupero: si arriva alla concessione e aH’inizio lavori. Verranno
costruiti negozi e uffici, la facciata sarà a specchi.
VENERDÌ 9 FEBBRAIO 1996 ANNO 132-N. 6 URE2000
Sono passati 148 anni da
quando il popolo valdese,
a lungo perseguitato e poi
ghettizzato, ottenne le cosiddette «Patenti di grazia» da
parte del re Carlo Alberto. È
questa una stòria che conosciamo, e ogni anno torniamo
a riflettere sul senso o sulla
mancanza di senso che riveste ancora oggi la celebrazione di quella data.
Alle Valli questa è l’occasione in cui molti riscoprono
un frammento della propria
identità. Come sempre c’è chi
critica il fatto che in questa
occasione, e in poche àltre, i
templi si riempiono per poi
tornare ad essere deserti la
domenica dopo. Certo vorremmo tutti avere una chiesa .
composta solo di «militanti
IL XVII FEBBRAIO E LA FEDE
TRE CARDINI
GIANNI GENRE
severi», eppure non mi associo a chi distingue fra popolo
e chiesa o fra credenti e non
credenti. Vorrei qui ricordare
almeno tre aspetti che mi
sembrano irrinunciabili della
nostra fede riformata.
La fede, o la sua ricerca,
non è una virtù appannaggio
di poche persone fortunate; è
un dono, del tutto immotivato
che talvolta ei sembra arricchente e talvolta ingombrante,
certo non dipendente dalla nostra volontà. I credenti devono riconoscere con umiltà di
avere sovente molto da imparare da chi non si confessa
credente: infinite volte i non
credenti ci danno lezioni sulla
solidarietà o sul piano della
giustizia terrena. E forse danno concretezza alla volontà di
Dio inconsapevolmente, molto più di quanti dicono di conoscerla e seguirla.
È dunque importante comprendere cps, la/fede rimane
un invito ^atuito e chi si definisce credente impari a
prendere sul serio l’impegno
di chi non fa riferimento a
Dio, e chi non si sente attraversato dall’inquietudine della fede non sorrida di chi porta avanti per lunghi anni il
confronto con Dio.
Non si può banalizzare tutto nel fatto di cantare o meno
il Giuro di Sibàud. Il XVII
Febbraio può essere per tutti i
valdesi una ricorrente occasione di riflessione sulla reale
incidenza della domanda di
Dio sulla nostra vita; domanda alla quale tutti dobbiamo
rispondere con assoluta libertà, ma anche con infinita
serietà e passione. .
I
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p Regione Piemonte
80 miliardi
per ripristinare
'ambiente
Sono stati presentati i provfedimenti economici stanziati
..’.Ìdalla giunta regionale e le di^retrive per finanziare nell’im’ mediato i lavori di ripristino
ambientale, durante un inconp tro tra Regione, presidenti,
fi sindaci e tecnici delle Comut nità montane piemontesi col'/¿pite dall’alluvione del no’i"’ vembre ’94.
i V. È di 80 miliardi é 315 mi7 liòni la cifra impegnata sul
-¿L,bilancio del ’95 a favore delle
i-f Comunità montane alluvionate, alle quali verrà erogato il
V'- 20% della somma spettante,
rimandando la liquidazione
della restante somma al raggiungimento delle varie fasi
operative. In'particolare, nella
provincia di Torino, la Regione per la vai Pellice ha stan. ¿iato 93 milioni, per le valli
" Chisone e Germanasca 180
milioni e per il Pinerolese pedemontano 833 milioni.
«Vogliamo che le Comunità montane siano messe in
grado di spendere subito le
somme stanziate - ha dichiarato l’assessore alla Monta/. gna, Roberto Vaglio - perché
non possiamo più permetterci
un disastro alluvionale come
quello che ha sconvolto la nostra regione. In questo modo
si risolve il pregresso, ma è
' nostra intenzione operare in
maniera preventiva verso 1’
ambiente per il futuro. Abbiamo previsto di avviare un ac. curato lavoro di manutenzione ambientale, secondo le indicazioni della legge regionale 72, che diventeranno parte
integrante dei testi unici già
in preparazione».
‘ L’assessorato alla Montagna sta infatti operando in
collaborazione con l’assessorato all’Ambiente per definire
i lavori e ulteriori finanziamenti da destinare a questa
fondamentale operazione di
prevenzione. È sempre meglio prevenire piuttosto che
dover intervenire dopo.
La Regione ha predisposto il proprio piano di attuazione della legge Galli sulle acque
Come si configureranno i bacini idrici?
PIERVALDO ROSTAN
Ricordate la lunga battaglia che venne condotta
qualche anno fa sulla proposta di legge «Galli» sulle acque? Si temeva (era il 1992)
che la nuova legge avrebbe
sottratto ai Comuni montani
una delle poche risorse esistenti a vantaggio, ancora una
volta, dei Comuni di pianura.
Ci furono molte pressioni e
qualche modifica, ma restò il
senso dell’operazione: venne
sancito l’obbligo dei grandi
bacini idrici con il conseguente superamento delle piccole gestioni in economia che
spesso avevano coqsentito ai
piccoli Comuni montani di
gestirsi gli acquedotti, facendo pagare tariffe assai basse e
spesso non dorando l’acqua
distribuita nelle case.
La legge nazionale demandava poi alle Regioni l’applicazione valutando le situazioni specifiche ed è così che
in novembre la Regione Piemonte ha presentato il suo
progetto di attuazione della
legge Galli: tutta la montagna occidentale viene collocata in due grossi «ambiti».
Per le acque si profila una gestione da parte di un solo ente
sostanzialmente coincidenti
con le province di Torino e
Cuneo. L’Ambito è quell’
unità territoriale al cui interno viene gestito il servizio
idrico, nel senso più globale,
cioè acqua potabile ina anche
depurazione. Il principio pare
di per sé valido ma l’applicazione, si teme nelle valli, finirà per penalizzare i Comuni alpini a vantaggio della
pianura storicamente assetata
di acqua.
Nel Pinerolese, caso abbastanza raro nel panorama provinciale, si è nel frattempo at
trezzata per la gestione completa del ciclo delle acque
l’ Acea; nei giorni scorsi, sulla
base dell’esperienza acquisita
nel settore, il presidente
dell’assemblea del consorzio,
Giancarlo Griot, ha fatto pervenire alla giunta regionale
una memoria scritta in cui, ricordate le finalità del consorzio che comprendono le gestione delle acque, si ipotizza
«come ambito ottimale per il
Pinerrolese l’aggregazione dei
Comuni dei bacini del Chisone, del Pellice, del Chisola,
del Sangone e della Dora Ri
paria con quelli della cintura
sud di Torino».
Anche la Provincia di Torino è stata consultata dalla Regione e si avvia a presentare,
una sua proposta: «C’è un
problema di difesa di una risorsa locale - dice l’assessore
provinciale all’Ambiente,
Beppe Gamba - ma dobbiamo anche tener conto che
quando si parla di depurazione nessun Comune sa cosa
fare. Dobbiamo dare delle risposte concrete e non astratte
su un problema così delicato:
da un lato ci sono le preoccupazioni dei Comuni montani,
dall’altro quelli della pianura temono di doversi sobbarcare tutti i costi della depurazione. Siamo consapevoli che
la proposta di Ambito unico
scatena troppe contrapposizioni; la proposta che la
giunta porterà in Consiglio è
quella di tre Ambiti gestionali, uno per Torino e cintura,
uno per il Canavese e uno per
il Pinerolese più vai Susa: ,resterebbe un unico Ambito
sotto il profilo politico ma si
terrebbe conto nella gestione
delle diverse caratteristiche
delle zone montane».
Siamo in pieno carnevale. Tra qualche
giorno vedremo sfilare, anche nei
paesi più piccoli e più lontani dàlie metropoli, i carri non sempre brillanti per il
buon gusto e forse qualche lezione di
scuola domenicale, là dove la si fa ü sabato pomeriggio, sarà costretta a lavorare
con un numero molto ridotto di bambini.
È un fenomeno relativamente recente,
per quanto riguarda la partecipazione dei
valdesi. In passato vi è sempre stata molta diffidenza verso questo momento di
follia collettiva in cui «ogni scherzo vale» e quindi la persona, mascherandosi,
esce dalla propria personalità per rivestirne un’altra, ma anche abbandona la
propria responsabilità e il proprio ruolo
davanti agli uomini e davanti a Dio.
Nel febbraio del 182t l’allora moderatore della Tavola valdese, pastore Pietro
Beri, si trovò a dover scrivere una lettera
al decano del corpo pastorale, una lettera
che egli scrive con peina, ma «vi sono
circostanze che impongono doveri che si
IL FILO DEI GIORNI
aRN EVALE
RBRUNO BELLION
assolvono con sofferenza». Che cosa era
accaduto? «La voce pubblica, sempre
pronta a diffondere le notizie buone o
cattive che esse siano», gli aveva fatto
sapere che si accusava il pastore Mondon, vecchietto di più di ottani’anni, ma
assai energico e lucido intellettualmente,
di «avere dato in prestito la sua toga per
una sfilata in maschera che aveva avuto
luogo a Lusema. Ed infatti una maschera
del genere ha fatto la sua comparsa a San
Giovanni e a Torre nella cavalcata che i
signori di Lusema vi hanno fatta».
Secondo il moderatore è lécito supporre che i membri della chiesa di Cui Mon
don è pastore saranno «scandalizzati e
rattristati nel sapere che l’abito distintivo
del loro pastore sia stato oggetto di derisione da parte di tutti, il che rischia di
gettare lo stesso dileggio sul nostro culto
e sulla nostra fede». Il moderatore ritiene
che il Mondon abbia risposto positivamente alla richiesta di prestito per non
offendere il richiedente con un rifiuto,
ma si chiede perché tale richiesta non sia
stata rivolta a un sacerdote della Chiesa
cattolica e si domanda: «1 nostri abiti sacerdotali sono meno preziosi o fatti per
essere avviliti?». E ritenendo che la toga
«non sarà più vista dal suo gregge con
piacere», propone al Mondon di abbandonarla, come ammenda onorevole.
In tal modo i cattolici non avranno più
motivo di farsi beffe della toga che è stata profanata e i protestanti ne saranno
edificati. Con questa lettera il moderatore ritiene che il corpo pastorale e le chiese saranno puliti di una colpa che non è
stata vista come tale.
/\ Questo
Numero
Montagna
Il fondo regionale per la
montagna costituirà un notevole aiuto per le comunità montane, che quest’
anno potranno guardare
con maggiore ottimismo ai
loro bilanci. Ne abiamo
parlato con Erminio Ribet,
presidente deila Comunità
montana valli Chisone e
Germanasca.
Pagina II
Pinerolo
Dopo tre giorni di discussione il Consiglio comunale ha approvato, con
il voto contrario dell’opposizione, il proprio bilancio
per il 1996. L’Ici aumenterà ma in misura contenuta, come pure le tariffe dei
servizi. Due miliardi saranno destinati all’ultimazione del nuovo istituto alberghiero e 8,5 per le tuee
industriali.
Pagina II
Comuni montani
L’Assemblea regionale
dell’Uncem ha fatto il punto, il 27 gennaio, sulle novità introdotte dalle ultime
leggi in materia dì mtmtagna, Neil’Decisione il sindaco di Bobbio Pellice,
Charbonnier, ha espresso
le perplessità dei piccoli
Cofrittni rispetto alle proposte di accenrpamento.
Pagina IL
Vini doc
Sembra proprio che si possa andare verso il riconoscimento della denominazione di origine controL
l^a^r i vini del Pinerolesé, È quanto emerge da
una audizione tenutasi a
Bricherpio per conto della
ComÉàssione vini piemontesi; ora toécherà ai produttori qualificare in maniera sempre più selezionata la lóro attività.
Pagina Hi
8
PAG. Il
ANCHE LA GRINTA DI PINEROLO VUOLE L’AGRARIO — Sulle proposte di razionalizzazione delle scuole
avanpte dal Provveditorato anche la giunta di Pinerolo è
intervenni: per tutelare l’autonomia delle scuole esistenti
(Alberghiero e Ipsia Capetti) la proposta è quella di accorpare l’Agrario di Osasco, oggi sede staccata dell’Istituto
Ubertini di Caluso, con il Capetti. La proposta era già stata
formulata l’anno scorso ma non se ne fece nulla, né da
Osasco sembrano oggi disponibili a tale soluzione.
VRLAR PELLICE: SOSPESA L’INSEGNANTE DELLA
MATERNA — È stata sospesa temporaneamente, fino
cioè al 19 febbraio, l’insegnante della materna di Villar
Pellice Rosanna Bonino in attesa che l’Usl (competente sui
problemi igienico-sanitari della vicenda) stabilisca se è o
no idonea a lavorare presso quella scuola. Dopo la protesta
in piazza, un gruppo di genitori si è recato martedì 30 gennaio a Torino per incontrare il Provveditore agli studi. Dopo un breve incontro la pratica è stata passata ad un funzionario che ne seguirà l’iter: le procedure adottate dal provveditorato hanno da un lato lo scopo di tutelare comunque
l’insegnate (che potrebbe essere trasferita per «incompatibilità ambientale») e nel contempo cercare di rispondere alle problematiche sollevate dai genitori che non possono
continuare a mandare i figli a scuola solo quando non c’è la
maestra Bonino. In attesa di un pronunciamento dell’Usl,
venerdì 2 febbraio un ispettore scolastico ha incontrato,
presso la direzione didattica, una rappresentanza dei genitori; quale sarà l’esito e la decisione da parte del Provveditorato? Per l’intanto, e fino al 19 febbraio, i bambini di Villar frequenteranno la scuola materna a tempo pieno...
GIBUTI, LA MOSTRA SULLA TRAMVIA A VILLAR
PEROSA — Resterà aperta al pubblico fino a domenica 18
febbraio la mostra «Il Gibuti, la tramvia Pinerolo-Perosa»,
allestita presso la biblioteca comunale di Villar Perosa. La
mostra, tratta dall’omonimo libro di Avondo, Bruno e Seghe, è aperta dalle 14,30 alle 18,30 il lunedì, mercoledì e
venerdì; ore 10-12 il martedì e il giovedì e 9-12 il sabato.
ENTRO MARZO IL CONSORZIO PER L’UNIVERSITÀ
— Secondo le aspirazioni del comitato proponente, del
dott. De Bernardi, della Facoltà di Economia e Commercio,
dell’amministrazione comunale di Pinerolo, il consorzio
per l’Università di Pinerolo dovrebbe costituirsi entfo il
mese di marzo; questo auspicio è stato formulato nel corso
di un incontro fra enti pubblici venerdì 2 febbraio. Se è vero che i corsi partiranno solo nel ’97 è anche vero che da
giugno partiranno le iscrizioni ai corsi. Potranno essere 70
per anno, e non i 50 prima annunciati, gli studenti del corso
di diploma di laurea in Economia che si avvierà a Pinerolo;
sarà questa l’unica sede per il Piemonte occidentale. Alcune importanti adesioni sono giunte da alcuni Comuni, dalla
Camera di Commercio, da industrie che hanno stabilimenti
' in zona come Corcos, Skf e Merloni: sono attese altre adesioni dalle amministrazioni locali.
t Eco Delle "\àlli ^ldesi
venerdì 9 FEBBRAIO 19961^' VENE
NUOVO ACCORDO SUL PREZZO DEL LATTE — Una
novità positiva per i produttori di latte piemontesi: la scorsa
settimana è stato siglato l’accordo sul nuovo prezzo alla
stalla, che sale di circa 60 lire il litro portandosi, per i produttori, a 812 lire. E un aumento importante per le aziende
piemontesi, storicamente penalizzate ad esempio rispetto a
quelle lombarde che spuntano prezzi più alti, e sono peraltro capaci di immettere sul mercato una produzione annua
di circa 800.000 tonnellate di latte.
GIORNATA DELL’OSPEDALE VALDESE DI TORRE
PELLICE — Domenica 18 febbraio si svolgerà la giornata
dell’ospedale valdese di Torre Pellice con l’intento di far
conoscere le prospettive della struttura e di presentare i lavori di ampliamento condotti in questi anni. Il programma
prevede il culto alle 10 nel tempio di Torre Pellice, alle
11,30 la visita guidata all’ospedale, alle 13 pranzo self Service in foresteria (prenotarsi entro il 15 febbraio presso la
Ciov 0121-91671). Nel pomeriggio incontro con la popolazione presso il tempio valdese, intervento del coretto valdese di Torre Pellice, saluti e tavola rotonda sul tema: «Il ruolo delTospedale valdese di Torre Pelhce e la sua integrazione nella rete dei servizi sul territorio» con la partecipazione
dell’assessore regionale alla Sanità, D’Ambrosio, del consighere regionale Marco Bellion, del sindaco di Torre Pellice
Marco Amand Hugon, della direttrice sanitaria dell’Usi 10,
dott. Gallo, del primario di laboratorio dell’ospedale, dott.
Paolo Borasio, del moderatore della Tavola valdese, Gianni
Rostan, e del presidente della commissione sinodale per la
diaconia, past. Paolo Ribet. Alle 17,15, alla foresteria valdese, si svolgerà un buffet e l’estrazione a premi a favore di
Collegio valdese, ospedale e Casa delle diaconessè.
Approvato dopo tre giorni di dibattito
Bilancio «dinamico»
per Pinerolo
DAVIDE ROSSO
Mercoledì 31 gennaio il
Consiglio comunale di
Pinerolo ha approvato il bilancio di previsione per il ’96
a maggioranza con il voto
contrario delle opposizioni. A
questo risultato si è giunti dopo tre giorni di fitto dibattito
in aula. Nella sua relazione in
Consiglio l’assessore alle Finanze, Alessandro Buffa, Pds,
ha sottolineato tra l’altro come questo sia un bilancio «dinamico» che necessariamente
sarà modificato nel corso
dell’anno, ha annunciato l’aumento lieve delfici (dal 5,2 al
5,6%c) ma ha anche sottolineato il contenimento degli
aumenti delle tariffe per i servizi; ha posto poi l’accento
sulle inacfcmpienze dello stato
nei confronti dei Comuni che
si sono visti ridurre i trasferimenti statah da un lato mentre
dall’altro è mancato il riconoscimento delle spese sostenute per servizi anche svolti per
lo stato stesso. Buffa ha poi
criticato il comportamento di
alcuni funzionari comunali,
dichiarando che la giunta valuterà il mancato raggiungimento di obiettivi posti e
prenderà provvedimenti disciplinari in merito^e è il caso,
ma ha anche sottolineato successivamente come vi sia la
Comunità di base
Contro
il turismo
sessuale
Ormai il turismo sessuale è
diventato un affare da 5 miliardi di dollari l’anno (come
è stato messo in evidenza da
una recente inchiesta su «Avvenimenti»). Se da un lato sono molti i turisti occidentali
che ricercano questo tipo di
vacanze, daH’altro sono purtroppo molti i bambini sugli
otto-dieci anni in Brasile o in
Thailandia o in altri paesi soprattutto del Terzo Mondo
che subiscono questo tipo di*
turismo. Questi bambini non
hanno una vera via di uscita e
scelgono spesso tra tossicodipendenza o suicidio.
Venerdì 2 febbraio a Pinerolo, presso il Centro sociale
di via Podgora, la Comunità
di base di Pinerolo ha organizzato un incontro su questi
temi a cui tra gli altri ha partecipato la psicoioga Gabriella Carpegna, che nel suo intervento ha sottolineato come
per i bambini vittime del turismo sessuale non ci sia una
vera possibilità di crescita,
impossibilitati come sono a
crearsi una coscienza di sé
mancando di una chiara figura adulta di riferimento. Ma
chi sono i turisti?
Forse sono persone malate
o forse persone che vanno in
cerca di libertà dimenticandq
chq libertà non vuol dire abusare degli altri, libertà vuol
dire rispettare il prossimo e
soprattutto rispettare l’altro
come persona. Quello che, in
ogni caso, sembra emergere
dall’incontro è che non è sufficiente-condannare ma bisogna anche pensare a una formazione: se esiste infatti per
l’Occidente una questione
culturale è necessario andare
oltre i silenzi e i non detto
per informare e formare.
necessità di un potenziamento
del personale comunale.
Le opposizioni per parte loro hanno accusato la giunta di
incapacità programmatica,
sottolineahdo come dal bilancio siano assenti voci come il
Teatro sociale o la piscina
mentre e’è l’acquisto di villa
Frisetti senza per altro che sia
stata avanzata una proposta di
utilizz^uturo della villa stessa; ariCne su altre questioni
importanti, centro storico,
scuola di equitazione, ecc.,
secondo le minoranze, non è
stata espressa una chiara linea
strategica.
Fra le cifre più impegnative
in uscita si segnalano due miliardi per l’ultimazione del
nuovo Istituto alberghiero e
la sistemazione della relativa
area, altri 2 miliardi per il
completamento del palazzo
del ghiaccio, 8,5 miliardi per
le aree industriali. Costerà 3,5
miliardi la raccolta rifiuti, ma
la tassa a caricp del cittadino
resterà immutata (1.360 lire
al metro quadro). Di oltre un
miliardo e mezzo sarà la spesa per i due asili nido, mentre
12 miliardi costa il personale
comunale.
Sul fronte delle entrate più
di 17 miliardi arriveranno da
imposte e tributi vari, circa
12 dallo stato, quasi 12 anche
dall’accensione di mutui.
Assemblea regionale cieirUncem
»
La cultura montana
volano dello sviluppo
CUUDIÚ RIVOIRA
Si è svolta sabato 27 gennaio a Torino l’assemblea
regionale dèll’Uncem (unione
dei Comuni e degli enti montani); il presidente uscente.
Bertone, ha ricordato il lavoro della delegazione piemontese delTUncem, le novità introdotte anche nelle Comunità montane da numerose
leggi, a partire dalla 142 del
’90 fino a quelle regionale e
nazionale sulla montagna.
Nel corso degli ultimi mesi si
è andata delineando anche la
cosiddetta «convenzione delle Alpi» che apporta un contributo decisivo a un nuovo
modo di considerare il sistema alpino; lo stesso «Festival
dei mestieri» svoltosi in autunno a Pinerolo ha consentito di rimettere al centro del
dibattito nuove prospettive
economiche.
I presenti all’assemblea
deirUncem si sono poi soffermati sugli effetti della legge Galli sulle acque, con una
richiesta di'ridiscussione, e
sui flussi di risorse che andranno presumibilmente verso le Comunità montane sia
attraverso i regolamenti Cee
sia attraverso le leggi sulla
montagna. Il consigliere regionale Lido Riha, in un intenso e appassionato inter
r/-.
vento, ha sottolineato Tim,
portanza della cultura montana per promuovere e far crescere lo sviluppo delle potenzialità delle zone montane;
«L’Uncem - ha detto Riha deve diventare Tlntellettuale
collettivo della montagna” e
deve impegnarsi nella ricerca
e formazione dèlia “classe dirigente” della montagna piemontese».
È intervenuto anche il sin- ;
daco di Bobbio Pellice, Aldof
Charbonnier, che ricordando
l’importanza dei piccoli Comuni ha espresso forti perplessità su proposte di accorpamenti generalizzati,
«La nuova mappa delle autonomie locali mette al centro
delle azioni di coordina-l^iftenti
mento le Comunità montane Ì^i^rico
che dovrebbero poter prO'
grammare gli interventi e i; ■S*'" Nes
servizi in forma associata». Il
ruolo delle Province e i limiti
di una politica che continua
nelle restrizioni dovute all’ '
istituzione dei parchi sono
stati altri punti sollevati^!
dall’intervento del sindaco di
Bobbio Pellice.
In conclusione dei lavori è
stata eletta la nuova delegazione regionale deH’Uncem:
rappresenteranno il Pinerole-f
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lavano
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(Pinerolese pedemontano).
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Comunità montana valli Chisone e Germanasca
Una stagione di maggiori entrate
PIERVALDO ROSTAN
Per la prima volta, grazie
alla legge regionale sulla
montagna, alle Comunità
montane arriveranno probabilmente più fondi che negli
anni precedenti; anzi c’è chi
afferma che, mentre i Comuni
sono «pizzicati» fra una falso
federalismo che impone loro
di spremere i propri cittadini
con balzelli di ogni tipo e la
necessità di far quadrare il bilancio con sempre minori entrate da parte dello stato, sono
proprio le Comunità montane
a vivere una stagione fortunata sotto il profilo delle risorse
economiche.
Così quando venerdì 2 febbraio il presidente della Comunità montana valli Chisone
e Germanasca, Erminio Ribet, ha illustrato il bilancio di
previsione per il ’96 ha constatato come si tratti di una
previsione che vede nell’anno
in corso entrate almeno doppie rispetto all’anno scorso.
Entrate e uscite pareggiano su
una cifra di 4 miliardi e 586
milioni e ciò è dovuto proprio
alle maggiori entrate regiona, li e soprattutto (2 miliardi) ai
fondi europei per il progetto
di ristrutturazione ad uso turistico delle miniere della vai
Germanasca.
«Per la verità - dice il presidente Ribet - aspettiamo di
vedere come verrà effettuato
un ulteriore riparto del fondo
regionale per la montagna: i
soldi finora assegnati alle
Comunità montane sono circa un quarto del totale e dunque potrebbe ancora arrivarci un grosso aiuto». La giunta
regionale sta valutando proprio in questi giorni sù quali
linee operative muoversi e in
base alle scelte indicate dalla
Regione gli enti locali si
muoveranno. «Abbiamo diverse possibilità - aggiunge
r
La Casa comunale di Porte
Ribet -; da un intervento risolutivo sulla piscina di Perosa che continua ad avere
grossi problemi, a interventi
nel settore forestale e idrogeologico, più in generale
sull’assetto ambientale del
territorio. Ma abbiamo anche
presente tutta una serie di
progetti dei diversi assessorati, di non grandissima entità eppure tutti importanti,
dal discorso di una polizia
urbana o rurale di valle ad
una poPitica dei trasporti interni alla valle e degli altri
servizi che eroghiamo».
Sono anche annunciati interventi a favore di un nuovo
assetto definitivo della viabilità attorno all’ospedale di
Pomaretto e infine un’altra
possibilità; «Venire incontro
alle esigenze di quei Comuni
che, destinatari di fondi europei in base al regolamento
2081, in realtà rischiano di
perdere i contributi perché
non hanno a disposizione la
quota che dovrebbero investire direttamente. Sarebbe un
ver^p peccato e penso che la
Comunità montana farebbe
bene a partecipare a una parte delle spese consentendo
così gli enti locali di attivare
importanti progetti». In attesa
di eventuali nuovi fondi il
Consiglio ha approvato la
nuova convenzione per la gestione della piscina di Perosa:
la Provincia di Torino continuerà a coprire il 70% delle
spese (circa 107 milioni) e la
Comunità montana intervetrà
per il ’rimanente 30%.
Sempre Comunità montana
e Provincia, questa volta insieme ad Ativa, Prefettura e
commissario Dezzani, saranno soggetti di un incontro
chiesto a gran voce dai sindaci della valle per discutere
delle prospettive della viabilità in vai Chisone e in vai
Germanasca dopo che «molti
treni sono passati ma nessuno
ha fatto tappa in valle» con i
fondi dei Mondiali di sci del
’97. La circonvallazione di
Porte ma anche altri progetti
più limitati saranno portati
entro breve, per l’ennesima
volta, sui tavoli torinesi.
t
L’Eco Delle Valli Valdesi
Via Pio V, 15 -10125 Torino
Tel. 011/655278
tel/fax 0121/932409
mi
Sped. in abb. post./50
Pubblicazione unitaria c»n Riforma
non può essere venduto separatamente
Rag. Tribunale di Pinerolo n. 175/60
Resp. Franco Giampiccoli
Stampa: La Ghisleriana Mondovì
Una copia L. 2.000
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venerdì 9 FEBBRAIO 1996
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Audizione a Bricherasio
Il riconoscimento
del Doc pinerolese
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CLAUDIO RIVOIRA
Con piacevole sorpresa
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dei presenti, che si aspettavano forse un dibattito forBiale e non sostanziale, si è
tenuta lo scorso 30 gennaio a
Bricherasio un’approfondita
, discussione sulla realtà vitivinicola pinerolese neH’ambito
della pubblica audizione per
il riconoscimento della Doc
per i vini del Pinerolese.
, I membri della «Commissione vini piemontesi» hanno
palizzate la proposta coordi,nata dai funzionari della Provincia di Torino Cerotto e
Bertoglio con i responsabili
della Cantina sociale di Bricherasio, i viticoltori, espo/jñenti delle organizzazioni
' agricole, dei produttori e di^versi amministratori locali.
^Nessun problema hanno
ta», li^iivuto i rossi «classici»: barbe.Í ra, bonarda, freisa, dolcetto e
nebbiolo, mentre precisazioni
“ sono state richieste su alcuni
sono|’ ' altri vini legate alle peculiaevatii':. ,'rità specifiche di composizioaco à[ '-ne come l’avanà, l’avarengo,
il n^retto, per il doux d’Henry
e per il ramìe. Non sarà possi
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Nelle
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^.ASSEMBLEA III CIRCUITO — Venerdì 9 febbraio, alle
. 20,30, a Chiotti, presso i locali della chiesa valdese, si
terrà l’assemblea del 3° circuito; all’ordine del giorno la
prossima assemblea del Consiglio della Cevaa, a cura di
Daniele Bouchard, e una riflessione sul patrimonio storico delle chiese valdesi alle Valli, anche in relazione alle
norme legislative: introduce Clara Bounous.
INCONTRO CATECHISTI — Giovedì 8 febbraio, alle
15,30, nei locali della chiesa valdese di Pinerolo si svolge un incontro dei catechisti del circuito.
WUNIONE DI PREGHIERA — Domenica 11 febbraio,
u. alle 15,30, presso la chiesa avventista di via Giolitti, si
■ svolge un incontro di preghiera fra le chiese evangeliche
> di Torre Pellice.
ANGROGNA — Domenica 11 febbraio alle 10, nella sala
unionista, l’assemblea,di chiesa è chiamata a discutere
del consuntivo finanziario ’95 e ad eleggere i deputati al
Sinodo e alla Conferenza distrettuale. Le prossime riunioni quartierali, avranno luogo martedì 13 e martedì 20
rispettivamente ai Jourdan e al Prassuit.
Massello — Giovedì 8 febbraio, alle 15, si terrà la riufei nione al Roberso.
PERRERO-MANIGLIA — Le prossime riunioni (tutte
alle ore 15) saranno alla Baissa martedì 13 febbraio, il
14 a Grangette e il 15 al^essé.
POMARETTO — Domenica 11 febbraio, alle 10, si terrà
l’assemblea di chiesa per esaminare la relazione finanziaria. Mercoledì 14 si incontrano le Unioni femminili di
San Germano e Pomaretto.
?RALI — L’Unione femminile si riunisce il 13, ore 14. Le
prossime riunioni saranno il 12, ore 19,30 a Pontieri
Giordano; il 13, ore 19,30, a Villa; il 14, ore 20, a Ghigo.
San secondo — La prossima riunione quartierale sarà
mercoledì 14 febbraio alle Combe, alle 20,30.
VlLLASECCA — U culto dell’ 11 febbraio sarà tenuto dai
, giovani; è anche previsto un incontro con la direzione
dell’Asilo dei vecchi di San Germano che presenterà l’attività dell’istituto. Giovedì 8 febbraio, ore 14,30, si riunisce l’Unione femminile. Le prossime riunioni saranno il
13, ore 20, a Trussan e il 14, ore 14,30, a Trossieri.
E Eco Delle "^lli "\àldesi
Pinerolese pedemontano
La Comunità montana
ha le sue peculiarità
PAG. Ili
bile purtroppo giovarsi della
denominazione «Prustinec»
per la sottozona territoriale di
Prarostino a causa di una legislazione inadeguata; niente da
fare per il bianco, che non è
stato actettato. ^ '
A seguito di questa pubblica audizione dovrà seguire la
decisione del comitato vitivinicolo nazionale: se vi sarà T
assenso di questo organismo,
il Doc pinerolese sarà una
realtà. La speranza dei produttori locali è che ciò sia
possibile fin dalla prossima
vendemmia. L’attività della
Cantina sociale di Bricherasio
ha conosciuto in questi ultimi
anni una forte espansione, di
soci e di produzione, e riconosciménti anche intemazionali sono giunti a confermare
la validità delle produzioni.
L’ottenimento della denominazione di origine controllata è certamente un traguardo importante: occorrerà però
ancora, per valòrizz^e appieno il senso della Doc, un serio lavoro sulle aziende e sui
vigneti, puntando ad avere
una produzione specializzata,
qualificata e seriamente doc.
La neoeletta giunta della
Comunità montana Pinerolese
pedemontano, insieme a quasi
tutti i sindaci e alcuni consiglieri, ha incontrato la scorsa
settimana l’assessore regionale alla Montagna, Roberto
Vaglio, per chiarire le rispettive posizioni nel merito delle
proposte ventilate dalla giunta
regionale di smembrare la Comunità montana stessa portando i Comuni che ne fanno
parte nelle Comunità vicine.
Il presidente. Cavallone, ha
ricordato la breve storia della
Comunità montana e le sue
peculiarità: un territorio pie-,
colo ma omogeneo nelle sue
caratteristiche pedemontane,
il rapporto con Pinerolo per il
lavoro e i servizi, in generale
in contesto socfo-economico
che ne giustifica la presenza.
A nome della giunta il presidente ha dunque espresso la
contrarietà rispetto alla pro-posta regionale.
L’assessore Vaglio ha esordito ricordando le differenti
situazioni di alcuni Comuni,
in particolare Pinerolo e Cüt
miaña; per il capoluogo non
ci saranno possibilità «perché
- ha ricordato l’assessore alla'
Montagna -'la legge prevede
che i Comuni con più di
20.000 abitanti possono essere considerati montani se
hanno almeno il 30% di popolazione montana». Vaglio
ha proseguito rassicurando
che la giunta regionale non
vuole imporre accorpamenti
a nessuno per cui se la Comunità vuole proseguire in
questa gestione associata non
ci saranno problemi. Resterebbero sul tappeto i problemi di Pinerolo per le zone di
Costagrande e Abbadia Alpina, oltre al possibile ampliamento inglobando Bricherasio e Porte. Un segnale positivo è poi stato lanciato dal
rappresentante regionale
quando ha affermato che, in
base ai fondi stanziati secondo quanto previsto dalla legge regionale 72 sulla montagna, alla Pedemontana dovrebbero arrivare, nel 1996,
circa un miliardo di lire.
L’incontro si è concluso
con il ringraziamento da parte
degU amministratori nei confrpnti dell’assessore per la disponibilità dimostrata e per
aver condiviso l’importanza
dei mantenimento di questa
Comunità montana. Alcune
perplessità sono state espresse per l’esclusione del proprio Comune da parte del
consigliere Chiabrando di Rinerolo. Se questo venisse
confermato, al di là della reale «montanitàf dell’unica
zona di Pinerolo veramente
tale e cioè il Talucco, la Pedemontana dovrebbe contare
su circa 12.000 abitanti, dunque molti di più dei minimi
indicati di 5-6.000.
SCI: NADIA PEYROT
PRIMA IN FRANCIA —
Mentre sono in fase di organizzazione per sabato 10 e
domenica 11 febbraio i campionati italiani di Ski-arc a
Prali, Nadia Ppyrot si candida
al titolo vincendo a Vallouise
in Francia la gara di Coppa
Europa disputatasi domenica
4 febbraio; fra gli uomini T
posto di Armando Peyrot.
Nelle categorie Allievi maschile e femminile successi
per due giovani valligiani,
Frabrizio Grill e Serena Peyrot. L’appuntamento del prossimo fine settimana a Prali
prevede la staffetta 3x4 km
sabato e le gare individuali
domenica.
Intanto a Séefeld, in Austria, la gara di coppa del
mondo di fondo che ha visto
trionfare Manuela Di Centa
davanti a Stefania Beimondo
ha visto Lara Peyrot, l’atleta
pralina che cerca un posto
nella squadra Nazionale A,
classificarsi al 47° posto.
VOLLEY — Continua la
marcia del Magic Traco Pinerolo nel campionato di B2
femminile: sabato le pineroiesi hanno battuto l’Italbrokers Genova per 3 a 1 ;
anche l’altra capolista, il Trecate, ha vinto e mantiene la
prima posizione a pari merito. Sconfitta invece per i ragazzi della CI battuti a Voltri
per 3 a 1.
Anche questa settimana le
formazioni del 3S pallavolo
hanno colto quattro successi;
una sola sconfitta, per altro
un netto 0 a 3, è stata'registrata daUa formazione C nel
campionato Allievi ad opera
del Sant’Anna pescatori. Nella categoria Eccellenza degli
Allievi invece il Lusema ha
vinto per 3 a 0 sul Nichelino
confermandosi al comando
della classifica; nel girone B
successo dei valligiani a Susa
ancora per 3 a 0. Le altre due
vittorie sono state ottenute
nel settore femminile: le allieve hanno superato per 3 a,
0 l’Antares Pinerolo e le ragazze hanno superato per 3 a
1 il Carignano. Nel torneo
Baudrino il 3S Bar dei Tigli
ha superato il Pablo Neruda
per 3 a 1 e il Morgan Punto E
ha vinto sul Bar dei Tigli per
3 a 0. Nel campionato Uisp
Promozione il Morgan ha
vinto con uh sofferto 3 a 2 a
Torino col Meneghetti.
PALLAMANO — Ai campionati studenteschi disputatisi al palazzo dello sport di Pinerolo fra le ragazze si "sono
classificate al primo posto a
pari merito il Liceo Porporato
e l’Alberghiero, mentre fra i
ragazzi ha vinto l’Alberghiero. Le formazioni vincenti
parteciperanno la prossima
settimana alle successive fasi
provinciali.
GINNASTICA ARTISTICA — Ottima partecipazione delle giovanissime
ariete del 3S provenienti dai
corsi comunali di Luserna e
Torre Pellice nella prova di
Rivoli dei campionati interprovinciali di ginnastica artistica. Sono state 27 le società
partecipanti con un bel terzo
posto per Veronica Molisso
nel trampolino; nella stessa
gara da segnalare le prestazioni di Chiara Rivoira, Katia
Gerardi, Lucia Auditore e
Cormne Costa.
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Un incontro a Perosa Argentina
Uno strano anímale
chiamato «jumarre»
Giunti alla sesta edizione,
gli incontri culturali che si
svolgono a Perosa Argentina,
organizzati dal Centro culturale valdese e dalla amministrazione della Comunità
montana valli CMsone e Germanasca, presentano per la
stagione 1996 un programma
vario e interessante; il primo
di questi, che si è svolto sabato 27 gennaio; è stato anche molto divertente, dato il
tema insolito trattato dai professori Arturo Genre e Daniele Tron.
Era infatti al centro dell’attenzione un mitico animale,
la «jumarre» o il «gimérou»,
come viene chiamato nella
parlata locale. Bisogna subito
precisare che l’animale in
questione è mitico, perché
non si sa effettivamente se
sia esistito o no, ma non è
certo una bestia fantastica,
anzi rispecchia bene l’immaginazione dei nostri antenati,
basata sul concreto e sull’utile. Si tratta cioè di un incrocio tra un toro e una cavalla o
tra un toro e un’asina, che dà
come risultato una bestia dai
caratteri misti, molto robusta
e resistente alla fatica e di
poche pretese per il nutrimento, utile in tutti i lavori
dei campi.
I relatori, senza mai esporre le proprie opinioni personah in materia., hanno riferito
le testimonianze raccolte su
9 febbraio, venerdì -- TORRE PELLICE: Alle 2Ò,45,
presso la sede della Comunità
montana in corso Lombardinf 2,
per il Gruppó di studio Val Lucerna, presente l’autore, Alberto
Papuzzi presenterà il volume «Il
padrino di Mosca» di Cesare
Martinetti.
9 febbraio, venerdì — PINEROLO: Alle 20,45, presso il salone dei cavalieri in via Giolitti,
il gruppo per fAlternativa propone una serata con don Bruno
Marabotto e Tiziana Perelli su:
«Le politiche della solidarietà».
9 febbraio, venerdì — PEROSA ARGENTINA: Alle 21,
presso il Centro anziani, cinefoJ
mm con proiezione del film «Lisbon story» di Wim Wenders.
9 febbraio, venerdì — CESANA: Per il ciclo di incontri culturali sulle valli di Oulx e Chjsone,
alle 21, nella sala polivalente, gli
architetti Pier Paolo Court e Vaiter Marin parleranno di sviluppo
dell’economia delle valli.
10 febbraio, sabato — PINEROLO: Alle 21, al Teatro-incontro di via Caprini, a cura dell’associazione «Il flauto magico», si
svolge una serata con musiche di
Beethoven, Granados, Liszt,
Schumann, Bartòk e Debussy.
10 febbraio, sabato — TORRE PELLICE: Alle ore 17, alla
sala Paschetto del Centro culturale valdese, si inaugura la mostra
di Antimio Ciarallo dal titolo
«Stanza blu». La mostra è aperta
fino al 29 febbraio, dalle 15 alle
18, il giovedì, sabato e domenica,
negli altri giorni dalle 14 alle 17.
10 febbraio, sabato — LUSERNA SAN GIOVANNI: Si
inaugura, nella sala mostre del
municipio, la mostra storica sulle
bombe di Hiroshima e Nagasaki;
l’esposizione prosegue fino al 17
febbraio.
10 febbraio, sabato — SAN
GERMANO: Nel tempio, alle
20.30, concerto del gruppo corale «Eiminal».
12 febbraio, lunedì — LUSERNA SAN GIOVANNI:Alle
20.30, presso la sala mostre del
municipio, il sociologo Bruno
Manghi introdurrà il tema: «Il diritto al lavoro».
testi antichi, a partire dalla
famosa descrizione che ne fà
lo storico valdese Jean Léger ,
nella prefazione della sua '
monumentale «Histoire».
Ma, oltre e ancora prima di
quella storica testiiqonianza,
si trovano altre tracce di «jumarres» in molti altri luoghi,
in Europa e nel Nord del
continente africano.
Sono questi gli animali di
cui parla in Léger, metà
equini e metà bovini, oppure
si tratta semplicemente di
asini selvatici o di bardotti,
conosciuti con un nome che
può benissimo essere derivato dall’arabo? Oppure siamo
in presenza di' casuali mutazioni genetiche che producono individui strani, rimasti
nel, ricordo ed entrati a far
parte degli esseri leggendari
di cui troviamo traccia nelle
narrazioni popolari? Resta il
fatto che la parola «gimérou»
è entrata nel vocabolario popolare per indicare una personajun po’ rozza e goffa nel
portamento.
■' Al termine dell’incontro si
è almeno capito che'l’incrocio tra equini e bovini è
comunque geneticamente impossibile e che sarebbe in
ogni caso sterile, ma ciò con
impedisce di riproporsi la do- manda: esisteva sì o no, al
tempo di Jean Léger, un animale ora scomparso che si
chiamava jumarre?
VALLI
Guardia medica:
Ospedale di Pomaretto, tei. 81154
Guardia farmaceutica:
DOMENÌCA11 FEBBRAIO
Perosa Argentina: Farmacia
Termini - Via Umberto I, tei.
81205
Ambulanze:
Croce Verde, Perosa: tei. 81000
Croce Verde, Porte : tei. 201454
VAL PELLICE
Guardia medica:
telefono 932433
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 11 FEBBRAIO
Bobbio Pellice: Farmacia Via Maestra 44, tei. 92744
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 953355
Croce V. - Bricherasio, te|. 598790
SERVIZIO INFERMIERISTICO
dalle ore 8 alle 17; presso le
sedi dei distretti.
TORRE PELLICE — Il cinema Trento ha in programma,
giovedì 8 e venerdì 9, ore 21,15, ^
L’ultima eclissi; sabato ,10, ore
20 e 22,10, domenica 11, ore 16,
18, 20, 22,10 e lunedì 12, ore
21,15,007 Goldeneye.
BARGE — Il cinema Comunale propone, giovedì 8 febbraio,
Casper; veneti' Mi familia; sabato Al di là delle nuvole; da
domenica (15, 17, 19, 21) a giovedì 15 Selvaggi.
PINEROLO — La multisala
Italia propone, alla sala «5cento» Babe, maialino coraggioso,
feriali 20,30 e 22,20, sabato
20,30 e 22,30, domenica 14,30,
16,30, 18,20, 20,20, 22,20. Alla
sala «2cento» è in visione Jane
Eyre di Zeffirelli; feriali 20 e
22,20, sabato 20 e 22,30, domenica 15,15,17,40, 20 e 22,20.
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INIZIATIVE E INCONTRI COMUNITARI
ANGROGNA — Venerdì 16, alle
20, accensione dei falò.
Sabato 17, alle 9,30, raduno al Serre e
al capoluogo per i partecipanti ai cortei
che si incontreranno al Véngìe; alle
10,30 culto di lode e ringraziamento
con predicazione del pastore Bruno
Tron; partecipano corale, catecumeni e
bambini d^lla scuola domenicale.
Alle 12,30 pranzo presso la sala (prenotarsi presso gli anzi^i entro 1’ 11 febbraio, dopo esclusivamente da Ilda
Chiavia, tei. 932332).
Alle 20,45 serata con una farsa dal titolo «lia statua vivente», proposta dai
giovani, e partecipazione della corale; il
gruppo del precatechismo proporrà due
leggende valdesi angrognine.
BOBBIO PELLICE — Alle 19,15
del 16, dalla piazza, parte la fiaccolata
per Sibaud; alle 20 accensione dei falò;
Sabato 17, alle 10,30, culto presieduto dal pastore Paolo Ricca e celebrazione della cena del Signore.
Alle 12,30 agape comunitaria (i biglietti si possono acquistare presso il
pastore ò la tabaccheria Pontet) a cui
seguiranno messaggi e canti; ospite della giornata il past. Paolo Ricca.
Alle 21, nella sala, recita della filodrammatica. La serata sarà replicata il
18 febbraio. »
notazjoni presso Ugo Beux e Daniela
Beri a Pomaretto, Elio Giaiero a Perosa
Argentina e panetteria Rochon a Inverso). È prevista una vendita dolci a favore di Amnpsty International.
In serata, alle 20,30, al teatro, spettacolo della filodrammatica con «Le gelosie di mio marito»; repliche il 18 e il 24.
FRALI — Alle 19,30 del 16 accensione dei falò.
Sabato 17, alle 10, corteo e alle 10,30
culto nel tempio.
Alle 12,30, agape fraterna (prenotarsi
presso il pastore entro il 15); nel pomeriggio incontro con Alberto Corsani che
vecchi, da dove partirà la fiaccolata organizzata dal gruppo giovanile che si
concluderà al falò della Sportiva in
piazza Martiri della Libertà.
Sabato 17, ore 9,15, partenza del corteo dal tempio verso l’Asilo preceduto
dalla banda municipale; alle 10,3,0 culto
presieduto dal past. Paolo Ribet con la
partecipazione della corale.
Alle 12,30 agape fraterna (prenotazioni presso Salumeria Bounous e Farmacia Tron).
TORRE PELLICE — Venerdì 16
febbraio, alle 20, accensione dei falò.
Sabato 17, alle 10, culto nel tempio
LUSERNA SAN GIOVANNI — La
sera del 16, alle 19,15, raduno sul piazzale del tempio per dare il via alla fiaccolata verso il Mò degli Stallé.
D17, alle ore 10, culto nel tempio del
Ciabas con predicazione del pastore Eugenio Bernardini che sarà ospite della
giornata; parteciperà là corale.
H pranzo comunitario si terrà alla sala
Albarin alle 12,30 (le prenotazioni si ricevono presso l’edicola Meynet-Malanot p presso l’Asilo yaldese). Nel pomeriggio il past. Bernardini parlerà
dell’Eco delle Valli-Riforma.
La serata comunitaria, alle 20,45 nella sala Albarin, è organizzata dal grappo giovanile con partecipazione della
corde e del gruppo musica. j
MASSELLO — n culto del 17 sarà
tenuto dalla pastóra Daniela Di Carlo.
PERRERO-MANIGLIA — Alle 20
del 16 accensione dei falò: ritrovo davanti al Centro culturale.
D 17, il culto sarà presieduto dal past.
Franco Davite, presidente del comitato
dalla Casa delle diaconesse; nel pomeriggio incontro con la direttrice Elliott.
Per partecipare all’agape prenotare
presso i seguenti numeri telefonici:
808732 oppure 808831.
PINEROLO — Venerdì 16, alle ore
20, falò al Besucco (famiglia Long) e
alla Gioietta (famiglia GeymonatD’Amore). Sabato 17, culto alle 10 con
Santa Cena; alle 19,30 agape fraterna
(prenotazioni presso Vera Long, tei.
71597) dopo la quale Silvia Rutigliano
parlerà sul tema della bioetica.,
POMARETTO — Alle 20 del 16 accensione dei falò.
Sabato 17, alle 8,30, partenza dei cortei da Pomaretto e da Inverso Pinasca
con le rispettive bande musicali; alle 10
culto presieduto dal pastore Domenico
Tomasetto, presidente della Federazione delle chiese evangeliche italiane, con
partecipazione della corale. Interverrà
anche il pastore Ermanno Gente.
Alle 12,30 agape comunitaria presso
la sede della Pro Loco di Inverso (pre
parlerà delle tematiche legate alla pace
nel mondo rispetto alla testimonianza
delle chiese e a uno strumento come
«Riforma». Alle 20,30, dopo la cena
comunitaria, i grappi di giovani presenteranno uno spettacolo dal titolo «Guerra, non più guerra».
PRAMOLLO — Alle 20 del 16 verranno accesi i falò nelle borgate.
Sabato 17, ore 10, corteo e culto con
Santa Cena; ore 12 pranzo comunitario.
Alle 20,30, nella sala delle attività, la
filodrammatica presenta «La vedova allegra». La recita sarà replicata sabato
24 aUe 20,30.
Domenica 18 il culto non sarà al mattino ma alle 15 nella sala, con liturgia
delle chiese luterane, in occasione dei
450 anni dalla morte di Martin Lutero;
seguirà un intervento di Gianni Long.
PRAROSTINO — Alle 20 accensione dei falò nelle borgate e fiaccolate dei
giovani; al termine rinfresco alla sala
del teatro.
Sabato 17, alle 10, culto presieduto
dal prof. Brano Corsani con Santa Cena
e partecipazione della corale.
Alle 12,30 pranzo comunitario (prenotazioni presso il pastore o Claudina
Bertalot, 501335) nella sala del teatro;
alle 15,30 il prof. Corsani parlerà
dell’attività della Facoltà valdese di teologia di Roma.
RORÀ — Alle 20 del 16 accensione
dei falò.
Sabato 17, ore 10, culto con celebrazione della cena del Signore e partecipazione della corale; seguirà l’agape
comunitaria (prenotazioni presso Luciana Motel, 93118). Ospite della giornata
la direttrice dell’istituto Uliveto, che
presenterà il lavoro dell’Opera.
Alle 20,45, nella sala, debutto di un
gruppo di giovani che presenterà tre
brillantissime farse.
SAN SECONDO — Il falò comunitario sarà come di consueto ai Brasiti,
presso la cascina Balmas.
La mattina del 17 il culto sarà alle 10,
con S. Cena e partecipazione della corale; seguirà il pranzo (prenotarsi presso
Elvina Gardiol, tel.500875, o il pastore).
Ospite della giornata sarà il moderatore
. della Tavola valdese, Gianni Rostan.
Alle 21, nella sala, il gruppo filodrammatico propone «Il marchese di
Pianezza»; lo spettacolo sarà replicato il
18 e, se richiesto, il 24. È opportuno
prenotare il posto telefonando a Monica
Fogliame (500435).
SAN GERMANO — Venerdì 16, alle 19,15, incontro presso l’Asilo dei
del centro con partecipazione della corale e predicazione del pastore battista
Emmanuele Paschetto.
Alle 12,15, in foresteria, pranzo comunitario (i biglietti si possono acquistare presso gli incaricati all’uscita del
culto dell’ 11 febbraio oppure durante la
settimana in foresteria).
La sera, alle 20,45, nel tempio, la filodrammatica dell’Unione dei Coppieri
presenterà la commedia di Agatha Christie «Tre topi grigi», che sarà replicata
alla stessa ora sabato 24.
VILLAR PELLICE — Venerdì 16
febbraio, alle 20,30, accensione del falò
al ponte delle Ruine dove convergeranno le fiaccolate provenienti dalle altre
borgate. Dopo i falò incontro fraterno
alla scuola della Piantà con un grappo
di amici provenienti da Dipignano.
Sabato 17, alle 10, culto organizzato
dalla scuola domenicale con predicazione del vicemoderatore Franco Becchino, pastore metodista a Savona; partecipa la corale di Villar-Bobbio.
Alle 12,30 presso il salone di piazza
Jervis avrà luogo l’agape comunitaria
(prenotazioni presso le panetterie Gönnet e Le boulaiiger, la cooperativa Vernet, l’edicola Dalmas e la tabaccheria).
Alle 20,45, nella sala delle attività, la
filodrammatica presenterà la commedia
«Felicità proibita» e l’atto comico
«Amore in tempo di guerra». La serata
sarà replicata domenica 18, alle 20,45.
VILLAR PEROSA — Venerdì 16,
alle 20,30, nei pressi del tempio, verrà
acceso il falò.
Sabato 17, alle 10, culto con Santa
Cena e partecipazione della corale.
Alle 12,30 pranzo comunitario al
convitto (prenotare presso il pastore).
AUe 20,30 il gruppo teatrale proporrà
una serata che vedrà anche la partecipazione dell’Unione musicale di Inverso
Pinasca.
VILLASECCA — Il 16, alle 20, ac,censione dei falò.
Sabato 17, ore 10 corteo dai Chiotti
per Villasecca dove nel tempio si svolgerà il culto.
Alíe 12,30 agape fraterna nella sala
dei Chiotti (prenotazioni presso Clodina
Balma o il pastore); sarà ospite della
giornata il dott. Emanuele Bosio che
parlerà delle sue ricerche sulle famiglie
della valle.
Sabato 24, ore 20,30, domenica 25,
14,30 e sabato 2 marzo, 20,30, spettacolo nel tempio di Villasecca a cura della
filodrammatica che presenterà il dramma di Marco Ayassot «La miniera».
VENERDÌ 9 FEBBRAIO 1996
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iÆNERDÎ 9 FEBBRAIO 1996
Vita Delle Chiese
PAG. 7 RIFORMA
Intervista a Raul Skirrow, pastore a Liverpool per un anno in Italia
La missione cristiana e [^economia
la fede si confronta con i problemi della disoccupazione e della deregulation
dell'economia. Oggi il lavoro sociale delle chiese non è più l'elemosina
■\
MIMMO OUARAGNA
I T| AUL Skirrow, di Liverpo; ol, poco più che quaranI tenne, è tra gli organizzatori
I dei campi politici che ad agoì sto si tengono ad Agape; nel1 lo scorso autunno è stato a
I Riesi e al Centro Lombardini,
I a gennaio è venuto a Monf teiorte. Gli chiediamo di de' scriverci il suo lavoro. «Lavori ro al MitE (Mission in thè
f Economy) a Liverpool, nella
ì zona di Marsey Side. Siamo
j cinque impiegati a tempo
} pieno. La nostra è un’orgaLnizzazione ecumenica; io sof no della Chiesa anglicana, alf cuni miei colleghi invece soI no della Chiesa riformata.
* Benché non abbiano fùnzio‘ nari nella nostra organizza¿oné, sono presenti anche i
cattolici; è importante che il
1 40% del salario dei pastori
I riformati del MitE venga assiI curato dal finanziamento
cattolico. Alcuni di noi sono
[ impiegati come cappellani
( nelle fabbriche; altri, come
me, lavorano con i disocculati 0 con i lavoratori precari.
Manteniamo contatti con gli
^ enti locali, con i sindacati e le
: altre organizzazioni impe! gnate nel mondo del lavoro.
HMitE dipende dalle direzioni regionali delle chiese ade: 'senti, è un istituto ecumenico
(Ipocesano; nello stesso tem* po è collegato con il coordi, inamente delle missioni induIstriali del Regno Unito».
-Perché ha deciso di traKorrere tre mesi del suo periodo sabbatico proprio in
Mia?
«Conoscevo un poco il vostro^aese avendo partecipato ii%li ultimi anni ai campi
politici di Agape e attraverso
ì’European Contact Group
(l'ftssociazione delle missioni
Btjtane e industriali). L’Italia
mi sembrava così differente
dal Regno Unito che valeva la
pena conoscerla meglio».
-Eadesso le sembra ancora
tosi diversa dall'Inghilterra?
«Si, le diversità sono molÌssime, però ho potuto conoscere anche tante cose che
I abbiamo in comune. Entrambi i paesi stanno scivolando verso destra. La “dere-iulation” in economia provo: ca gli stessi guai per i ceti soI ciali più deboli; le organizzazioni sindacali sono alle cor; de. E poi ho notato che anche
da voi, almeno negli incontri
f acuì ho avuto modo di partei^ipare, è più il tempo che si
perde per questioni poco imfPortanti se non inutili piuttoj sto che per affrontare i proreali alla loro radice».
, . j ~ Può dirci qualcosa di più
c Km suo lavoro?
i «Io, come dicevo prima, la; Voto con i disoccupati e i precari, sono responsabile di un
^Lenirò attivo nei locali della
! chiesa anglicana che è soste^Duto finanziariamente dalle
“vhiese, ma nelle scelte politiche fa riferimento all’organiz|,^^one sindacale, al Trade
I Vnions Council regionale. In
Questo Centro offriamo le
(formazioni utili, istruiamo
| B seguiamo le pratiche per ote i vari sussidi, portiamo
vertenze legali: il tipico
i a^co che si fa in tutte le sedi
1 wdacali. Organizziamo campolitiche contro la di^ccupazione e la "deregulacoti". Ci mobilitiamo nelle si;>^2ioni dove si rischia di
- ^Tuere il posto di lavoro».
" Parlando della debolezza
inglesi, quali
polenti emergono nella vo~
Tv “ collaborazione con le
^odeUnions?
i g|.% questo caso forse è mese parlo a titolo persona-
da dato un sostegno, ma bisogna essere molto critici verso le politiche che portano
avanti. Del resto c’è una dialettica all’interno del sindacato che si riflette anche all’interno delle '‘industriai missions” e, da quello che ho potuto capire, è presente anche
tra voi in Italia».
- Che cosa intende dicendo
«voi»?
«Quelle esperienze di lavoro sociale che ho visto in Italia e che in qualche modo
coinvolgono le chiese protestanti».
- Lei è stato a Riesi, Cinisello e a Monteforte; in una battuta, quali sono state le sue
impressioni?
«Sono arrivato al Lombardini quando, se ho capito bene, lo stavano chiudendo. Per
fortuna ho incontrato la pastora Lidia Maggi che mi ha
dato la possibilità di prendere alcuni contatti. Riesi mi ha
fatto una bella impressione:
ovviamente il poco tempo
trascorso lì non mi consente
di avere un quadro preciso,
per esempio mi chiedo quanto il fenomeno mafia renda
più difficile il contatto tra la
popolazione e il Servizio cristiano. Infine Monteforte:
questo centro lo conosco un
po’ di più per i contatti che •
ha con l’European Contact
Group; per me Monteforte ha
delle enormi potenzialità ed
è difficile capire perché le vostre chiese non riescono a
sfruttarle».
- Dai suoi giudizi non viene
fuori molto ottimismo...
«Non è questione di ottimismo, ma la situazione è pesante in tutta Europa e le difficoltà si riflettono nelle chiese che vivono le stésse condizioni della società. Io mi sono
trovato bene in Italia, ho avuto incontri interessanti e piacevoli, mi sono stati forniti
importanti elementi di riflessione. Colgo l’occasione per
ringraziare le chiese prote-,
stanti italiane per l’accoglienza che mi è stata data».
- Ha avuto la possibilità di
vedere esperienze ecumeniche
in Italia?
«Da quanto ho potuto osservare mi sembra che molto
del vostro lavoro si pratichi in
ambito denominazionale o al
massimo bmv. Se ho capito
bene i contatti con i cattolici
o sono a livello formale oppure a carattere personale».
- Oggi noi in Italia parliamo di evangelizzazione, lei
invece òpera in un contesto
diverso...
«No, questo non cambia
molto. Penso che tutti noi
poniamo al primo posto la
testimonianza cristiana. In
Italia cpme in Inghilterra l’allontanamento delle chiese
dalla gente e rincredulità nasconò dalla paura. Le chiese
devono riscoprire come lavorare con la gente partendo
dalla gente e non dalle chiese. So di dire una cosa pesante, ma le chiese devono scoprire il proprio ruolo sovversivo. Non essere di questo
mondo non è una fuga dalla
società, ma farvi i conti fino
in fondo nella maniera più
radicale. Nelle chiese il lavoro sociale, a meno che non
sia la classica elemosina che
il ricco concederai povero, è
visto con indifferenza, con
diffidenza e con sospetto; eppure è proprio qui che incontriamo il prossimo, ed è attraverso le condizioni di sofferenza delle dorme e degli uomini che incontriamo Gesù».
Il comegno promotore a Pinerolo il 31 marzo 1957
Alle origini dei movimento femminile
alle Valli c'è l'azione di Madeleine Barot
ELSA ROSTAN
^ztengo che ai sindacati va
ALLA bella rievocazione di
Madeleine Barot a cura
del pastore Aldo Còmba (numero 3) vorrei aggiungere un
ricordo molto nitido che ho
di lei, importante specialmente per le attività femminili della nostra chiesa.
Nei primi anni in cui Madeleine Barot lavorò al Consiglio ecumenico (1953 e seguenti), alle valli valdesi si
riuniva periodicamente un
gruppo, composto in prevalenza da mogli di pastori e
con la presenza di altre donne interessate agli stessi problemi femminili. Si interrogava, fra l’altro, per vedere se
non fosse il caso di dar vita a
un’organizzazione che permettesse alle varie Unioni
delle madri. Unioni femminili, Società di cucito di avere
più contatti e più scambi di
idee e materiali fra loro. Le
cose andarono avanti per un
po’ di anni finché, nel desiderio di confrontare queste
idee con le donne che formavano la base dei diversi gruppi femminili, si pensò di convocare un convegno alle Valli
invitando il maggior numero
di donne possibile.
Lucilla Santini (che era al
lora a Vallecrosia) propose di
includere nel programma
del convegno uno studiomessaggio di Madeleine Barot, esperta di programmi
organizzativi e con die spalle una vita di fede e di servizio (Fédé, Federazione fi-ancese di studenti cristiani, Cimade. Congresso mondiale
dell’Ywca in Cina).
L’idea sembrò opportuna,
e fortunatamente Madeleine.
Barot accettò l’invito che Lucilla Santini le rivolse e giunse puntuale alle Valli, ospite
d’eccezione del convegno
che si svolse a Pinerolo nel
pomeriggio del 31 marzo
1957. Ho un ricordo bellissimo, che rimarrà sempre con
me, di quell’incontro nel
tempio pieno di donne (certamente più di un centinaio)
poiché erano state invitate
anche le rappresentanti delle
Ucdg, dell’Esercito della Salvezza e delle diaconesse.
AH’inìzio del convegno fu
il pastore Roberto Nisbet, allora direttore della Casa delle diaconesse, a rivolgere a
quell’eccezionale pubblico
di donne attente e curiose
una meditazione biblica. Seguirono alcuni interventi e,
fra questi, centrale ed ascoltatissimo, quello di Madeleir
ne Barot che non fu solo un
saluto, ma un contributo essenziale per il problema che
stava dinanzi alle donne vaidesi e per il quale non si
scorgeva ancora bene la strada da intraprendere, ma che
doveva senz’altro essere una
strada di fiducia e speranza
nella guida del Signore.
Ali’uscita dal tempio l’onnipresente pastore Roberto
Jahier scattava una fotografia
che fu pubblicata dall’Eco
delle valli la settimana seguente. Mentre mtte le donne riprendevano la via del ritorno il gruppo promotore
del convegno salì ancora per
una riunione in casa mia con
Madeleine Barot che ci diede
indicazioni preziose per il
nostro lavoro e ci esortò a
coltivare sempre più i contatti con altre organizzazioni
femminili aH’estero.
Il Convegno di Pinerolo fu
decisivo e fondamentale per
la formazione della Federazione femminile valdese che
nacque ufficialmente alla fine
del Sinodo dell’anno successivo, nel settembre 1958. Un
pensiero di riconoscenza v$
quindi alla memoria di Madeleine Barot che, con molta
comprensione e disponibilità, ci fu sorella maggiore!
MI lavori iniziano nel settembre '96
La Casa delle diaconesse
di Torre Pellice di rinnova
«Ci sono ormai tutti i presupposti perché nel mese di
settembre del 1996 inizino i
lavori di ristrutturazione della nostra Casa». Questa in
sintesi la conclusione di uria
affollata riunione di ospiti,
parenti e personale della Casa delle diaconessé, che si è
tenuta domenica 4 febbraio
a Torre Pellice. «L’ultima ristrutturazione della Casa ha detto >1 past. Franco Davite, presidente del Comitato
che gestisce la piccola Casa
per anziani - risale a 50 anni fa. Sono quindi necessari
lavori di ammodernamento
e di adeguamento alle nuove necessità per i’ospitalità
delle persone anziane: bagni
in camera, bagni assistiti,
ascensori più grandi e soprattutto il rifacimento degli
impianti elettrici e di quelli
idraulici».
Il comitato ha studiato tutte le possibilità per mantenere in funzione la Casa durante
i lavori; ma alla fine è prevalsa l’idea di un trasloco di personale e ospiti in un’altra
struttura a Torre Pellice. «La
nostra scelta è caduta sul Hotel du Parc - ha spiegato la direttrice, Judith Elliot - che è
una stmttura adatta ad ospitare la nostra piccola comunità durante ü periodo dei la
vori, che dureranno fino al
giugno ’97». L’insieme dei lavori di ristrutturazione e di
trasferimento temporaneo
costerà 1 miliardo e 700 milioni che «saranno reperiti attraverso la vendita di alcune
proprietà della Casa delle diaconesse, un mutuo, un contributo regionale e una sottoscrizione (obiettivo 200 milioni)» ha spiegato Bruno Mathieu, della Commissione sinodale per la diaconia che sovrintende al funzionamento.
Perché tutto funzioni alla
meglio occórre ora che la Tavola approvi il progetto, chf
esso riceva le necessarie autorizzaziom da parte del Comune di Torre Pellice, della
Regione Piemonte e dell’Ussl
10. Le premesse ci sono tutte:
gli ospiti hanno accettato,
cori qualche preoccupazione,
l’idèa del trasferimento, il
personale non sarà messo in
aspettativa, se la burocrazia
amministrativa^ rispetterà i
tempi di legge, i lavori inizieranno a settembre, ma la raccolta di fondi è già iniziata.
Chi vuole contribuire può rivolgersi direttamente alla direzione della Casa delle diaconesse, viale Gilly 9, 10066
Torre Pellice, telefono 0121912454. Conto corrente postale 28243103.
La Casa valdese delle diaconesse di Tórre Pellice
Lo spazio di Dio neiia nostra vita.
Storia, modeiii, proposte
per una spirituaiità protestante
Seminario promosso dalla Federazióne
delle chiese evangeliche in Italia
Ecumene, VeUetri (Roma)
15-17 marzo 1996
Il seminario costituisce l’adempimento di un mandato
della X Assemblea della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), che in un atto sulla «spiritualità»
esprimeva la convinzione che «la spiritualità è lo spazio
di Dio neila nostra vita, creato dalla Parola e dal suo Spirito, con i quali Dio ci viene incontro, suscita e nutre la fede rendendola viva, lieta e feconda di opere, e ci dà la libertà e la gioia di dialogare con lui nella preghiera».
Il seminario si articolerà in uria relazione introduttiva
di Giorgio Tourn su «Storia e caratteri della spiritualità
protestante» a cui seguirà una serie di testimonianze su
«Aspetti e percorsi della spiritualità protestante»; da quella classica della Riforma al «revivalismo», alle esperienze
del pentecostalismo, degli avventisti, dalla spiritualità del
• movimento ecumenico, a quella dei giovani, delle donne,
dal filone «politico» a quello monastico. Sono inoltre previsti momenti di culto e gruppi di lavoro Su: riimovamento del culto, pietà personale e familiare, spiritualità comunitaria al di fuori del culto (riunioni di preghiera, centri di incontro, ecc.), l’uso di gestualità e di simboli, la spiritualità nella musica e nel canto.
Hanno finora dato la loro adesione, come relatori o animatori dei gruppi: Massimo Aprile, Massimo Aquilante,
Gino Conte, Gabriele De Cecco, Fulvio Ferrario, Elizabeth
Green, Jiirg Kleemann, Carlo Leila, Giovanni Leonardi,
Anna Maffei, Paolo Ricca, Giancarlo Rinaldi, Eugenio Rivoir. Silvia Rostagno, Alessandro Spanu, Teodora Tosatti,
Giorgio Tourn, Giovanni Traettino.
Il seminario si apre alle 17 di venerdì 15 marzo, e si
chiude con U pranzo di domenica 17 marzo. Il rimborso
spese per vitto e alloggio è di 80.000 lire, più 20.000 lire di
iscrizione.
Iscrizioni: inviare la quota di iscrizione di lire 20.000 sul
conto corrente postale 38016002 intestato a Federazione
delle chiese evangeliche in Italia, via Firenze 38, 00184
Roma.
Per informazioni: telefonare ai numeri 06-4825120 oppure 483768, dalle ore 9,30 alle 16,30, dal lunedì al venerdì.
12
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PAG. 8 RIFORMA
Chiesa battista di via Rassalacqua a Torino
Nessuno è straniero davanti a Dio
I battisti torinesi edificano la chiesa anche grazie
alla testimonianza della comunità sudamericana
SIMOMA PIOVANO
Nessuno è straniero di
fronte a Dio! Qupsto è il
tema della predicazione tenutasi nella chiesa battista di
via Passalacqua a Torino,
svolta da membri di chiesa di
diversa nazionalità. La chiesa
di via Passalacqua è una chiesa che trae la sua forza anche
daU’eteroìgeneità di cui è
composta ed ha voluto rendere così lode al Signore mediante un culto realizzato in
lingue diverse: portoghese,
romeno, peruviano, alcune
lingue africane, arabo e italiano. Ma qual è l’elemento unificante di queste persone che
a prima vista possono apparire così lontane? È Gesù Cristo
il filo rosso che ci tiene uniti.
Nessuno è straniero di
fronte a Dio, ma spesso si
viene ad essere straniero per i
propri fratelli e sorelle e allora dobbiamo fermarci a riflettere del perché ciò accade. Tutti siamo stranieri e nel
contempo nessuno di noi Io
è; gli italiani sonq stranieri
nei confronti degli americani,
, gli americani verso gli africani e così via; quindi l’essere
straniero viene a rappresen
I membri della comunità sudamericana e il pastore Casanova
tare solo una coordinata geografica. Allora forse dobbiamo chiederci se la vera differenza sta nell’essere straniero
o nel sentirsi straniero. Se per
le cose sopra dette l’essere
straniero viene ad assumere
un’importanza relativa e
molto limitata, dobbiamo
puntare l’attenzione sùl concetto del sentirsi straniero.
Esso esprime un isolamento,
un rifiuto, una solitudine che
non viene da Dio ma da noi,
che spesso siamo solo fratelli
e sorelle delle persone che
amiamo. L’essere fratello e
sorella non è una scelta, è
una condizione, non abbia
mo scelto noi di essere fratelli
e sorelle di qualcuno. Se lo
siamo è per scelta di Dio ed
allora prima, come ha detto il
pastore Léllo Volpe in una
sua meditazione in occasione
dell’ultimo campo di Santa
Severa, «bi,sogna avere il coraggio di trasformarsi pian
piano da fratelli e sorelle in
amici e amiche».
Questa bella predicazione,
tenuta dai membri di chiesa,
ha rafforzato il nostro spirito
di fratellanza e di amicizia,
facendoci consapevoli dell’
importanza per noi tutti di
camminare insieme senza distinzione alcuna verso Dio.
Positiva esperienza della «Settimana» in Puglia
Cattolici, ortodossi e evangelici si incontrano
nella preghiera e nella testimonianza
FRANCESCO CARRI
Definire interessante e
positiva la Settimana di
preghiera per l’unità dei cristiani, svoltasi a Cerignola, è
il minimo che si possa dire.
Anche quest’anno l’appuntamento ecumenico, che va dal
18 al 25 gennaio, ha avuto un
sostanzioso calendeirio di attività. La commissione ecumenica diocesana ha lavorato e ha ripartito nella diocesi
di Cerignola-Ascoli Satriano i
vari incontri.
Il primo si è avuto ad Ortanova, presieduto dal monaco
ortodosso P. Juvenalie, romeno. È stata una sentita condivisione della spiritualità cristiana nella tradizione orto
dossa: canto, preghiere, passione e ascolto della testimonianza dei padri della chiesa
antica. In una società secolarizzata come l3 nostra con
una drammàtica caduta di
valori, è stato un bene per
tutti aprirsi a un ascolto interiore della liturgia del vespro
ortodosso.
Questa nota ecumenica del
pensarsi spiritualmente non
da soli, di abbandonare una
certa sufficienza spirituale, è
stata trasferita e rivissuta anche nella cattedrale di Ascoli
Satriano nella giornata del 19
gennaio. Insieme al monaco
ortodosso c’è stata la partecipazione di chi scrive, della
Chiesa valdese di Cerignola,
con la predicazione sul testo
Chiesa valdese di Cerignola
L'impegno ecumenico
diventa una priorità per tutti
Mercoledì 24 gennaio, nei
locali della chiesa evangelica
valdese, si è tenuta una conferenza su Dietrich Bonhoeffer, a 50 anni dalla sua morte.
La conferenza, «Un resistente
che ha continuato a credere».
Emdita e ricca di passione è
stata la relazione-studio tenuta dal reverendo Nunzio Calammo, parroco della chiesa
di San Francesco, esperto
bonhoefferiano. Fede resistente, fede che impara a credere, fede come fedeltà alla
terra, rapporto con la sofferenza degli uomini, con la
passione del Dio crocifisso,
fede come disciplina della
preghiera, della lettura quotidiana della Bibbia, è stata
quella che ha caratterizzato la
vita di Bonhoeffer. Nota storica della giornata è stata le
presenza e il saluto del vescovo rivolto a tutti e in particolar modo ai membri della locale Chiesa valdese. Nella sto
ria quasi centenaria di questa
comunità riformata è stata la
prima volta che un vescovo
della diocesi Cerignola-Ascoli
Satriano abbia varcato la porta di una chiesa protestante.
L’impegnativa settimana
ecumenica's! è conclusa giovedì 25 gennaio nella chiesa
di San Francesco. Dopo la
predicazione del pastore
Francesco Carri il vescovo, facendo sue alcune indicazioni
operative del pastore (Consiglio delle chiese cristiane, liturgie ecumeniche mensili,
studio della Bibbia) ha ribadito che il cammino ecumenico
è un impegno che deve avere
una certa priorità pastorale
nella vita delle chiese locali. A
fronte di questi impegni il vescovo ha affermato che il comune Signore pregato e invocato, non verrà meno nel guidare e sorreggere quanti lavorano nell’awentura gioiosa
dell’ecumenismo.
di Apoc. 3,14-22, la lettera alla chiesa di Laodicea. In sintesi, ha sottolineato la predicazione, quando il Signore
bussa alla porta della sua
chiesa e gli si apre, si impara
l’arte dell’incontro, della
condivisione, della riconciliazione, la diversità diventa ricchezza e dono del Signore.
Lasciando signoreggiare lui
nella mensa arriverà il giorno
in cui tutti insieme potremo
condividere il pane e il vino
nel suo santo nome.
Nel programma della commissione diocesana, Cerignola ha fatto la parte del leone
con tre incontri. La condiyisione di canti delle tre tradizioni cristiane, la preghiera,
la predicazione a tre voci, la
riflessione sulla enciclica Ut
unum sint, sono stati i momenti attraverso i quali si è
presentato il volto dell’ecumenismo come partecipazione a una spiritualità che diventa testimonianza. Nell’
ambito di questa «Settimana», non poteva mancare una
panoramica storico-teologica
del cammino ecumenico.
Protagonisti di questo servizio alle chiese locali sono
stati il vescovo di CerignolaSatriano Picchieri, Salvatore
Manna dell’istituto ecumenico di Bari, il pastore della
chiesa evangelica valdese, il
sacerdote Mauro Antonio responsabile della commissione ecumenica diocesana.
Nel corso della conferenza
intitolata «Ecumenismo oggi» i vàri interventi hanno ribadito che ormai il tempo
dei pregiudizi e delle scomuniche è alle spalle della storia
delle chiese. Reciproca confessione di peccato, perdono, riconciliazione indicano
già con forza dove deve tendere la via che le chiese percorrono: riconciliazione dono di Dio e sorgente di vita
nuova. Affermazione questa
che è anche il tema della
prossima assemblea ecumenica europea che si terrà nel
1997 a Graz, in Austria, dal
23 al 29 giugno.
■ Venezia
Bilancio
positivo della
«Settimana»
SANDRA RIZZI
IL 25 gennaio si è conclusa
la «Settimana di preghiera
per l’unità dei cristiani»: è
stata la seconda edizione organizzata dal Consiglio locale delle chiese cristiane di
Venezia (Clccv). Dal 18 al 25
gennaio in luòghi di culto di
tutte Ije confessioni cristiane
della città e di Marghera
(tempio valdese, chiesa luterana, anglicana, battista di
Marghera, ortodossa di San
Giorgio dei Greci, parrocchia
cattolica di San Giacomo
all’Orlo, duomo di San Lorenzo di Mestre e Basilica patriarcale di San Marco) ci sono stati incontri ecumenici di
preghiera; con una significativa partecipazione di fedeli,
condotti dai rappresentanti
di tutte le chiese. Tutti i culti
sono stati organizzati con
grande spirito di collaborazione e di rispetto reciproco.
La Settimana è stata preceduta, come lo scorso anno,
da due. conferenze, una a Venezia tenuta dal rabbino capo della comunità ebraica e
un’altra tenuta a Mestre dal
prof. Sergio Tagliacozzo, della stessa comunità, sul tema
«L’ebreo e la Torah». Questa
iniziativa è sostenuta con
grande convinzione dal Clccv
come segno della volontà di
allargare il dialogo oltre il
mondo cristiano e, prima di
tutto, sottolineare i particolari legami che uniscono profondamente il mondo cristiano e il mondo ebraico.
Da quando è sorto, il Consiglio locale delle chiese cristiane di Venezia si è proposto come impegno qualificante di far capire ai cristiani
'della città che Tecumenismo
non è solo un problema che
riguarda loro e le loro comunità, ma un’esperienza che
segna profondamente anche
il loro rapporto con il mondo
e i suoi problemi. Per ottenere questo risultato il Consiglio ha puntato molto sull’organizzazione di un incontro
di natura culturale che fosse
particolarmente significativa.
L’iniziativa di quest’anno si
è rivelata veramente di alta
qualità, di grande attualità ed
estremamente stimolante.
Lunedì 22 gennaio, nella sala
Laurentianum di Mestre, la
prof. Antonella Picchio, docente di Economia all’Università di Modena, e la teologa cattolica Wilma Gozzini
hanno parlato sul tema «Pechino 1995: donne nel mondo e nelle chiese». Il pubblico
ha seguito con interesse e
partecipazione gli interventi
delle due relatrici.
Il coinvolgimento nasceva
anche dal fatto che la prof.
Picchio era stata a Pechino, e
ciò che diceva.scaturiva
quindi dalla sua diretta esperienza: è stata un’occasione
per riflettere sull’attualissimo
.problema del ruolo non più
subalterno che le donne rivendicano all’interno di tutte
le chiese cristiane e per capire come questa richiesta rifletta ciò che le donne di tutto il mondo e di tutte le culture stanno costruendo e
conquistando, non solo e
non più nei paesi ricchi ed
evoluti, ma anche in quelli in
via di sviluppo o che lo sviluppo ancora non lo conoscono affatto.
Tutto bene? Per quanto riguarda la «Settimana» in se
stessa il bilancio è certamente positivo. Qualcosa che
non va? Forse mai come in
queste occasioni si capisce
quanto ci sia ancora da fare
perché Tecumenismo diventi un’esigenza avvertita in
modo diffuso e privilegiato
dalle varie chiese e perché
sia sentito e vissuto.
VENERDÌ 9 FEBBRAIO
TERNI — Si è svolto a Narni, il 19 gennaio, un incontro conlj'
. comunità cattolica e il pastore Archimede Bertolino è statoj r:
invitato a tenere una meditazione biblica, nonché a parlate
della Missione evangelica contro la lebbra. Il 21 gennaio in, ;
vece il pastore è stato invitato a tenere l’omelia nella catte..
drale della città: la colletta è stata dedicata alla Missione, b
stessa sera si è svolto un incontro ecumenico di preghieu ;
nella chiesa metodista di Temi; l’incontro è 'stato presiedi!, i
to da don Antonio Patuelli, delegato diocesano, e da Federi.
co Roda (metodista); la predicazione è stata tenuta dal pa..
, st. Bertolino, che ha predicato anche, il giorno successivo!
al Centro ecunìenico universitario di Pemgia, su Apoc.3,20.r'
MILANO — Durante il culto di «rinnovamento dd Patto» del)i
gennaio, sono stati presentati alla comunità metodista, dia?
presenza del sovrintendente del 6° circuito, il pastore Paoli
Perry (che curerà il gmppo di lingua inglese) e la candidatal
Elisabeth Löh. Nonostante il tempo, le vacanze e Tinfuriateì ,
dell’influenza, un buon numero di sorelle e di fratelli sqnoi
stati presenti a questo importante momento (alcuni si sonof.
fermati poi anche per il pranzo comunitario). In quelToc-ì .
casione abbiamo salutato anche il marito di Elisabeth, M „
studente in teologia Sergio Manna che tra breve inizierà! dall
suo periodo di prova nell’ambito del circuito. ‘ ®
• In preparazione alla Settimana di preghiera per l’unità deP .
cristiani che ha visto, tra le numerose manifestazioni, pel .
due volte la presenza della nostra corale in chiese cattoliche^, ¿.„jj
il 7 gennaio, nel pomeriggio, si è riunito un gruppo di studici
che ha esaminato Tenciclica «Ut unum sint» e alcuni docuf ;
menti del Sinodo ambrosiano. È'emersa la necessità di conj j|,
tinuare il discorso coinvolgendo anche alcuni esponenti! J
cattolici e, nello stesso tempo, di occuparsi delTecumeni|&- ..
smo in ambito evangelico esaminando la nostra posizion&: eher
nei confronti delle chiese di tipo pentecostale. ^ do pi
PRAROSTINO — La comunità si è raccolta attorno alle famij jtnia (
glie di Pierino Paschetto e Giacomo Codino (Giaculin) del’ • vata (
ceduti in tarda età dopo aver affrontato lunghe malattiei # co e
Alle famiglie la solidarietà della chiesa nella certezza deij jj,, delTa
promesse del Signore. giov
Pi
parla
turai
nomi
siem
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regio
eosic
te»: I
vata (
PINEROLO — Al termine del culto di domenica 2 febbraio Lu
no ca
cetta Geymonat ed Elio Canale hanno presentato T azione i| '.
l’attività del Collegio valdese di Torre Pellice. ft- ,
• Domenica 11 febbraio il culto si terrà nuovamente ndli^
tempio, essendo stata riparata la caldaia.
• Sabato 10 febbraio la corale parteciperà al concerto dd
cori pinerolesi, alle ore 20,45, al Palazzetto dello sport.
II CIRCUITO — La Lettera agli ebrei è l’oggetto di un programg
ma comime di 8 studi biblici che si tengono a Pinerolo,
rostino. San Germano, San Secondo, Villar Perosa e Pramol^;fll
lo con scadenza settimanale o quindicinale. «La lettera
ebrei è una delle lettere meno conosciute - scrive il Consi^^" j
glio di circuito presentando l’iniziativa - ma rappresenti*® jrC|
uno sforzo originale per far compredere a uditori di cultu»,^^
greco-romana la fede che ci pone la domanda: quale rap
presentazione e quale linguaggio dobbiamo utilizzare
per CIO che viene definito la supenorita (h Gesù Cristo?».
ANGROGNA — La comunità si è stretta intorno alla famigliali
Elena Ricca, già residente a Roma, deceduta presso Tospfr
dale valdese di Torre Pellice.
7'*4.
S
Er
TORRE PELLICE — Doménica 28 gennaio, durante il culto nd
tempio del centro, ha avuto luogo la confermazione d
Massimo Albanese e l’ammissione in chiesa di Marini“;
Gerbaudo, proveniente dal cattolicesimo; il culto era prel
sieduto dal pastore Mazzarella, che li ha seguiti nella loroj*
preparazione catechistica. Sul matrimonio di questi dui|
giovani, che nello scorso anno si erano sposati con rito cij
vile, la comunità ha chiesto in preghiera la benedizione di
Signore. Al culto erano presenti anche due coppie di sposi
che festeggiavano le loro nozze d’oro: le sorelle Olga ed Eni
richetta Malan con i rispettivi mariti Valdo Simond e Re^
nato Leger. È con gioia e con affetto fraterno che la comu>;,,
nità si è rallegrata con queste tre coppie di sposi e ha fori '
molato per loro un sincero augurio. i,
• Con cristiana simpatia siamo vicini alla famiglia di Anltif.
Long ved. Mathieu, che ci ha lasciati.
VILLAR PELLICE — È deceduta presso la Casa Miramonti lij
sorella Maria Puy ved. Frache all’età di 92 anni. La comUf
nità è vicina ai familiari.
POMARETTO — Alla fine del ’95 hanno concluso la loro giorj
nata terrena 1 fratelli Attilio Refoum (Meano), Alberto Ba
e Elsa Baret Bertolin (Inverso). La nostra speranza e solidaj
rietà voglioncT esprimersi con queste parole di Bonhoefferj
«Il Signore ci guidi con benevola mano attraverso i tempf
difficili che viviamo, ma soprattutto ci guidi a sé».
q
diTo
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Chi s
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Signil
prese
quals
so sia
TAVOLA VALDESE
Comunicato
Cc
L’inserzione pubblicata a pag. 8 del numero 4 di
Riforma, del 26 gennaio 1996, è una iniziativa del Consiglio
di chiesa di Brusio e anticipa in modo diverso quanto è attualmente all’approvazione del Kirchenrat dei Grigioni,
della Tavola e delle chiese ed enti interessati nel territorio
della Valtellina, vai Chiavenna, valle di PoschiaVo e vai Bregaglia. Secondo la bozza di accordo attualmente alTesame»
«la ricerca e la nomina dei pastori di lingua italiana per le
Chiese di Brusio e di Sottoporta (Bondo, Soglio e Castasegna), sia che si tratti di pastori svizzeri sia che si tratti di pa;
stori italiani, verrà fatta di comune accordo, intendendosi
per questo che Kirchenrat dei Grigioni e Tavola valdese
concorderanno di volta in volta una rosa di possibili candì'
dati, da sottoporre poi alla approvazione, alla scelta e alla
nomina da parte delle due chiese di Brusio e Sottoporta».
La bozza di accordo in discussione riguarda anche 1
compiti dei pastori, la loro residenza, la loro partecipazio*
ne agli incontri istituzionali della Chiesa evangelica rifot'
mata dei Grigioni e della Chiesa valdese, unione dell®
chiese valdesi e metodiste, l’attribuzione dei costi e lo statuto del Centro culturale di Sondrio.
? r-
13
ail/ENERDÎ 9 FEBBRAIO 1996
Vita Delle Chiese
PAG. 9 RIFORMA
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i Vita della piccola Chiesa battista di Carbonia .
Testimoni di Cristo tra i minatori
/ 28 membri della Chiesa battista hanno deciso
di prendere parte alla lotta per l'occupazione
GIUSEPPE MIGLIO
PARLARE della Chiesa battista di Carbonia significa
sparlare del suo contesto culT’prale, politico e socio-eco^ Tnomico perché Carbonia, asj . Vk sierne a Iglesias, è uno dei
li so^ y f centri più importanti della
si sona
lell’oc.
eth, lo
zieràl
t,
i j-egione a ovest di Cagliari, il
'/cosiddetto «Sulcis Iglesiente»; una zona piuttosto pro“.■aata dalla crisi occupazionale
e dàirassenza dello stato,
lità rirf» ■ ‘ giornali e segue
j ® ; le vicende politiche italiane
T sarà certamente al corrente
stùd sviluppi della lotta dei
. , ™ iniinatori sardi che nel Sulcis
j. 'cercano da tempo di difende
* ' re il proprio posto di lavoro.
■ '.ì, Tre anni fa infatti le miniere
• di carbone, unica fonte di ricsizioiK '^^g2,za, furono chiuse facen
do precipitare l’intera econoj fami ¡mia della regione, già aggrain) de’ vate dall’isolamento geografialattie co e politico e dalla scarsità
a dell! , v deU’acqua. Inutile dire che fra
■ ' .'i giovani questi problemi sono causa di scoraggiamento e
di malessere poiché la realtà
che li circonda non permette
loro di avere alcuna prospet
aio LU'
zionet
Il presidente Scalfaro brinda con alcuni minatori del Sulcis
tiva di lavoro, costringendoli
così a emigrare al Nord.
La piccola Chiesa battista,
di appena 28 membri, oltre
aU’annuncio dell’Evangelo ha
preso a cuore la triste condizione di disagio della sua
gente e punta a esprimere 1’
amore di Dio e la sua solidarietà ai più deboli e indigenti.
Solo un mese fa la comunità
si è impegnata fin,anziariamente a sostenere alcune famiglie di minatori che non
avevano letteralmente di che
vivere e ha inviato a tutti, sindaco compreso, una lettera
natalizia di solidarietà.
Nel corso del 1996 inoltre
prenderà il via una serie di
progetti di evangelizzazione
e di espansione che speriamo portino frutto. Insieme
pensiamo e crediamo che
l’amore di Dio voglia avere la
sua continuità in noi in modo concreto per dare speranza a chi non ha speranza ed
essere una voce per chi non
ha voce.
L'esperienza della Chiesa valdese di Torino su Internet
Quando la chiesa entra in una
ete telematica l'attenzione cresce
ANGELO BRUNERO
■V ■
E passato circa un mese da
quando la Chiesa valdese
di Torino è presente con una
sua Home Page su Internet:
,;,Chi se ne è accorto? Veracemente tanti, molti di più di
ligliai
l’ospe-'
rito nd
ioned
darinéki' quanto avessimo sperato,
ra pre{^ Abbiamo avuto riscontri.
Ila loB posta elettronica,
sti dui:' congratulazioni da molte
ritod- ;P®teone, e non soltanto dalonede V messaggio ci è
li spól* pervenuto dai fratelli
edEnl' , *^H’Uruguay. Magari però,
d e Ref^' tratta di una tec
conju#:' --®®'ogia nuova, sarà il caso di
ha fot alcune cose.
fi Innanzitutto, che cos’è In
ternet? È una rete virtuale capace di interconnettere tra di
loro reti fisiche di calcolatori.
Significa che le informazioni
presenti su un computer, in
qualsiasi parte del mondo esso sia, possono venir messe a
li Ani« I
lonti li ì
conili'
ro gioì ■!;
oBi
solidi
loeffei
i temp f
disposizione e fruite da tutti i
computer ad esso collegati in
modo telematico e che tutti
questi possono anche essere
collegati fra di loro; questo indipendentemente dal tipo di
computer e dai programmi
che si usano.
La rete fisica che permette
tale comunicazione è la rete
Internet, appunto, che è in
pratica una rete di reti, mette
cioè in connessione reti universitarie, reti commerciali,
reti governative, macchine
piccole e semplici come i nostri personal computer domestici ad enormi e complesse macchine con smisurate
banche dati, archivi, file, programmi, ecc.
Nel nostro caso, su un potente elaboratore del Servizio
telematico pubblico della
città, ci è stato dato uno spazio di ben 5 Megabyte e in tale spazio è stato costruito il
4 di
sigilo
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nortl»
itorio
IBreiamft
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che 11
laziorifordellej
a sta-1
CASA BALNEARE VALDESE ,
■ETRA LIGURE - BORGIO VEREZZI
;. Sono aperte le prenotazioni per soggiorni
presso lo «CASA» che sarà aperta dal .
1*MARZOI996
londìzioni particolàli per gruppi e famiglie Inter’ Come noto la Casa è situata in riva al mare
* Rivolgersi alla direzione;
Albino e Nicoitno Canu - Corso Italia 1
. ; ' 17027 Pietra Ligure (Sv)
telefono 019/611907 - fax 019/610191
¿-i:oppuretel0122/901539
üWi
m
iì*;1
»......... ’ . '
sito WNW della chiesa valdese (dove WWW è acronimo di
Word Wide Web, ragnatela
che circonda tutto il globo,
un’immagine di immensità
che ben rispecchia la stmttura di Internet); questo sito ha
una architettura a «rivista»; si
presenta, a chi con un opportuno e semplice programma
lo va a visitare, con una copertina che contiene, con un
tocco grafico sobrio ed elegante, l’indice degli argomenti trattati; il testo è accompagnato da figure e fotografie; non ci sono comandi
da imparare, regole da conoscere... si sfoglia la rivista
semplicemente usando il
puntatore del mouse e cuccando sulle voci dell’indice
che si vogliono vedere.
Alle varie voci corrisponderanno altrettante pagine sul
monitor domestico, altrettanti argomenti, cliccabili anch’essi, e così via. Le informazioni ivi contenute formano coàì un ipertesto, si «naviga» cioè come sfogliando una
rivista alTinterno di una banca dati, dove però le informazioni sono dUare, fhiibili immediatamente, corredate di
fotografie, disegni, figure, rimandi ipertestuali, ecc.
E tutto ciò a disposizione di
chiunque in Italia e nel mondo. Certo, bisogna sapere che
tutto ciò esiste; ne abbiamo
dato notizia su Riforma, ma
ci siamo preoccupati anche
di fare della pubblicità telematica. Un contatore sulla
prima pagina del sitò Web,
che incrementa di 1 ad ogni
ingresso di un visitatore telematico, ci avverte che al momento di andare in macchina
ci sono stati più di 200 visitatori dall’inizio dell’anno; di
questi molti ci hanno lasciato
un messaggio sfruttando una
possibilità che ha la Home
Page che è quella, cliccando
con il mouse su un apposito
spazio, di aprire una videofinestra e lasciare un messaggio di posta elettronica.
Ricordiamo che l’Uri della
Chiesa valdese di Torino è
http://www.arpnet.lt/~valdese.
■ Fdei Sicilia
La gloriosa
libertà delle
figlie di Dio
ALESSANDRA TROTTA
Nei giorni 19-20-21 gennaio, nella quiete del
Monte degli Ulivi del Servizio
cristiano di Riesi7più di 40
donne (provenienti da Catania, Siracusa, Fioridia, Lentini. Scicli, Scoglitti, Riesi, Palermo, Trapani, Marsala)
hanno partecipato al Convegno regionale della Fdei della
Sicilia, che quest'anno si è
svolto in una veste particolare avendo ospitato il «Campo
di formazione donne leader»
proposto dalle pastore Elizabeth Green e Adriana Cavina
con il titolo La gloriosa libertà delle figlie di Dio.
Due cammini paralleli sono stati intrapresi dalle partecipanti. Un cammino di riflessione teologica, innanzitutto, neU’ambito del quale si
è proceduto all’analisi e al
superamento della cosiddetta «teologia del dominio» nel
quadro delle ridefinizioni
concettuali operate da Gesù
in Marco 10, 34-45 («Voi sapete che i principi delle nazioni le signoreggiano. [...] Ma
non è così tra voi...»). Si è avviato, inoltre, il processo di
comprensione della specificità del «peccato» femminile,
che non si risolve nel «voler
essere come Dio», ma piuttosto, all’opposto, neH’abbassarsi al di sotto del livello di
creatura di Dio, in tal modo
rivelando una drammatica
inadeguatezza al dono di libertà ricevuto dal Signore.
A tale primo cammino si è
quindi affiancato un cammino di ricerca interiore, verso
rautoaffermazione attraverso
il rafforzamento del senso di
autostima e l’acquisizione
della capacità di esprimere
con serenità ed efficacia i
propri bisogni, sentimenti,
pensieri, desideri (senza scivolare né nella passività o
neH’autosvalutazione né,
all’opposto, nell’aggressività). In tale camino, è stato
sottolineato, un molo fondamentale può essere giocato
dalla solidarietà tra donne,
purtroppo solitamente carente.
E Solidarietà e condivisione
sono state sperimentate nelle
danze liturgiche (condotte da
Karola Stobaus) che hanno
aperto, accompagnato e concluso le giornate di lavoro e
che hanno contribuito, insieme alle infinite attenzioni
delle sorelle di Riesi (abilissime pasticcere) e alla gioia per
la presenza della presidente
nazionale Fdei, Maria Chiarelli, e per la partecipazione
(accanto alle sorelle battiste,
metodiste e valdesi) di donne
cattoliche; luterane e persino
di una sorella ortodossa (proveniente dalla Romania in
rappresentanza del Forum
ecumenico delle donne cristiane europee, che ha in
massima parte finanziato
l’iniziativa) a rendere questo
convegno una straordinaria
esperienza.
Una prosecuzione dei
cammini intrapresi si è poi
avuta nel bellissimo culto domenicale condotto da Èrika
Tomassone: una riflessione
(stimolata dalle immagini di
un arazzo dipinto da una sorella indiana) intorno alle
tappe più significative della
vita di alcune fra le più rilevanti figure femminili della
Bibbia.
Ha infine trovato una giusta collocazione il momento
di scambio di informazioni e
comunicazioni fra i gruppi
Fdei della Sicilia e l’elezione
dei membri del Comitato,
che si è conclusa con la conferma della precedente composizione (Napoletano, Formica, Schmidt, Salerno).
Agenda
BOLOGNA — Ermanno Genre, professore
alla Facoltà valdese di teologia, Ermanno
Grillini, presidente dell’Arci-gay, § Luigi
Pedrazzi, vicesindaco di Bologna, presentano il libro di G. Demur e D. Muller «L’omosessualità: un dialogo teologico» (ed. Claudiana). Presiede Vittorio Valentini. Organizza il Centro culturale protestante: ore 21, nella chiesa metodista.
TRIES’TE — Il Centro culturale A' Schweitzer organizza
un corso di aggiornamento sul tema «Diritti umani, libertà
religiosa, cultura e arte nella Trieste del 100». La seconda
lezione, a cura del prof. Dea Moscarda, ha come tema «La
legislazione giuseppina»: ore 17,30, piazza San Silvestro 1.
FIRENZE — Alle ore 16 si tiene l’assemblea del Centro culturale protestante «Pietro Martire Vermigli» a cui segue la conferenza del pastori Gino Conte e Daniele
Garrone su «La preghiera nell’Antico e nel
Nuovo Testamento»: alle ore 16 presso i
locali della Chiesa valdese in via Manzoni 21.
ROMA — Nel quadro del corso di formazione del gmppo romano del Sae si tiene un
dibattito cori Giancarlo Zizola e Paolo Naso
sul tema «Da Basilea a Graz: l’ecumenismo
come profezia». In apertura riflessione biblica del past. Valdo Benecehi: ore 16,
presso le suore francescane «Missionarie di Maria» in via
Giusti 12. Per ulteriori informazioni tei. 06-70453555.
MODENA — Nel quadro di un ciclo di
conferenze sul tema «Le vie dei santi» la
Fondazione San Carlo propone la conferenza di Ermanno Genre sul tema «La virtù
della vita quotidiana»: ore 17,30, presso la
sede della Fondazione in via San Carlo 5.
Per ulteriori informazioni telefonare allo 059-222315.
PISTOIA — Il pastorè Bensì tiene una conferenza sul tema «Il contributo delle chiese protestanti alla demócrazia
in Italia». Organizza la Chiesa battista, con il patrocinio
del Comune: ore 18, presso il centro «Marino Marini» in
via S. Fedi. Per informazioni tei. 0573-964469.
TORINO — Si tiene il secondo incontro del «corso di formazione dei laici», coordinato da Giuseppe Platone, sul tema «Un patto per la vite». Argomento dell’incontro «Dall’
etica sessuale alle sfide della bioetica». Il corso si articola
in due sessioni uguali, alle ore 16 e alle ore 20,45, nella sala valdese di via Pio V 15(1“ piano). Tel. 011-6692838.
TRIESTE — Il Centro culturale A.
Schweitzer organizza un corso di aggiornamento sul tema «Diritti umani, libertà religiosa, cultura e arte nella Trieste del 700».
La terza lezione, a cura del prof. Michele
Cassese, ha come tema «Pluralità di religioni e confessioni cristiane a Trieste»: ore 17,30, in piazza
San Silvestro 1. Per informazioni tei. 040-63277Í).
BERGAMO — Il Centro culturale protestante organizza
una conferenza del pastore Giorgio Bouchard sul tema «Puritanesimo e democrazia in America»: ore 16, via Tasso 55.
TORINO — Nel quadro della «Settimana
della libertà 1996» e in occasione del 148“
anniversario delle «Lettere patenti» che ponevano fine ai ghetti religiosi nel nostro paese, le chiese evangeliche di Torino organizzano una manifestazione sul teìna «Un patto
per la vita». Partecipano il sindaco Valentino Castellani,
Giancarlo Caselli, Luigi Ciotti, Franca Long; presiede Giuseppe Platone: ore 15,30, nel tempio valdese di corso Vittorio Emanuele II23. Per informazioni tei. 011-6692838.
TORINO — Si tiene il terzo dei sette incontri del «corso di formazione dei laici»,
coordinato da Giuseppe Platone, sul tema
«Un patto per la vita». Argomento dell’incontro: «Cultura della vita nell’esperienza
delle donne». Il corso si articola in due sessioni uguali alle ore 16 e alle ore 20,45, nella sala valdese
di via Pio V, 15 (1“ piano). Informazioni al. 011-6692838.
TRIESTE — Il Centro culturale Schweitzer organizza un corso di aggiornamento
sul tema «Diritti umani, libertà religiosa,
cultura e arte nella Trieste del 700». La 4“
lezione, a cura del prof. Fulvio Salimbeni,
ha come tema «Gli studi sul 700 a Trieste»: ore 17,30, in piazza San Silvestro 1; tei. 040-632770.
TERNI — «Che cos’è il protestantesimo» è il tema di una
conferenza del pastore Archimede Bertolino che si svolge
alle ore 17 presso la chiesa Santa Maria del Carmelo. Per
informazioni tel.0744-425914.
CULTO EVANGELICO: ogni domenica màttina alle 7,27 sul primo programma
radiofonico della Rai, predicazione e notizie
dal mondo evangelico italiano ed estero, appuntamenti e commenti di attualità.
PROTESTANTESIMO: rubrica televisiva
realizzata dalla Federazione delle chiese
evangeliche in Italia, trasmessa a domeniche
alterne da Raidue alle 23,40 circa e, in replica, il lunedì della settimana seguente alle
ore 9,30. Domenica 11 febbraio (replica lunedì 19 febbraio): Un patto per la vita; thè voice of glon^:
fede e resistenza nella musica degli schiavi d’America.
AVVERTENZA: chi desidera usufruire di questa rubrica
deve inviale i programmi, per lettera o fax, quindici giorni
prima del venerdì di uscita del settimanule.
14
, PAG. 10 RIFORMA
Riforma
L’Evangelo e gli altri
Giovanni Carrari
.. ^ ERTE chiese vogliono vedere nella chiesa un rifugio e non una tribuna per una nuova forma di impegno per rispondere eii bisogni della gente. Spetta alle
chiese insegnare ai nuovi membri di chiesa, nonché ai
vecchi che Thaimo dimenticato, che TEvangelo ci chiama
a servire gii altri. La chiesa non dev’essere rifugio, bensì
una sfida». Così si conclude un articolo-intervista (Riforma del 19 geimaio 1996) che analizza il fenomeno della
rapida crescita delle chiese evangeliche a Cuba. Tale
espansione già da qualche armo caratterizza tutta l’America centro-meridionale. Qualcuno vede in ciò un aspetto
positivo: Tabbandono di una certa religiosità per scoprire
la centralità di Cristo e della Bibbia. Altri sono un po’ timorosi: il passaggio da un cattolicesimo, spesso contraddistinto da un forte impegno sociale a favore dei più poveri, a una fede spontanea e genuina, ma preoccupata solo degli aspetti spirituali, rischia di distogliere le masse
popolari dalle lotte per una società più giusta e più umana. La paura è quella che di nuovo la religione possa diventare «Toppio dei popoli». Dalle nostre parti non assistiamo a nessun «boom» per queUo che riguarda le nostre
chiese. Tuttavia anche noi, come protestanti storici, dovremmo interrogarci sul ruolo che abbiamo nella società.
Nel nostro modo di vivere la fede, noi non ofiiriamo di solito un «comodo rifugio» (altri lo fanno, con discreto successo). Ma nelio stesso tempo, non riusciamo a essere incisivi e coinvolgenti nell’annuncio che TEvangelo di libertà vuole essere un messaggio di liberià per tutti: ima
libertà spirituale che non può non concretizzarsi nelle
battaglie per la giustizia, per la pace, per un equilibrio
senza discriminazioni o sperequazioni.
Tutto ciò rappresenta una sfida. Nel nostro paese nessuno si aspetta più nulla che segni un autentico cambiamento della società. Questa non è una caduta di ideali
che altrove, soprattutto dove essi erano forti, ha provocato un rinnovato interesse per i temi legati alla spiritualità
(con i pro e i contro di cui si diceva prima). Questa è una
perdita di speranza. Tenuto conto dei compito che come
credenti Dio ci ha affidato, che fare? Possiamo proporci
come luogo di rifugio? Certamente questo aspetto non va
sottovalutato. Il Signore invita al suo riposo tutti i travagliati, come dice un nostro inno; ma lo Spirito consolatore è anche lo Spirito di verità, quello che svela al mondo il
peccato, la giustizia e il giudizio (Giov.16,7-13).
In una meditazione del «Cenacolo» si narra di come una
persona fosse rimasta impressionata da una grande nave
ancorata in porto. Successivamente quella persona paragonò la nave alla vita: come la nave «entrava in porto per
dei controlli e forse anche delle riparazioni, anche noi veniamo nel porto della nostra fede per pregare e rinnovarci. Ma i porti non sono solo luoghi in cui si entra; sono anche luoghi da cui si parte per affrontare le sfide, i marosi
della vita». Allora gli interrogativi che derivano da tale paragone sono: «Vediamo la nostra fede soprattutto come
un porto, un luogo in cui ricevere, dove ritirarci in noi
stessi? Certo, anche questo è necessario, naturalmente. O
la nostra fede è anche un luogo da cui siamo mandati fuori ad affi*ontare le difficoltà, ad assumere responsabilità, a
condividere i pesi gii uni degli altri, a testimoniare?».
Le nostre chiese che si accingono a ricordare il XVII
Febbraio possono svolgere un compito molto importante
nell’ambito della cristianità e in quello della società. Portare una parola di autentica libertà può avere un grande
significato, ed è una sfida che dobbiamo accogliere, sia di
fronte a coloro che pensano che essa significhi unicamente libertà dello spirito, sia di fronte a coloro che non
sanno più progettare nulla perché non hanno neppure
più speranza. «L’Evangelo ci chiama a servire gli altri». La
consapevolezza di questa responsabilità di testimonianza, che è essenzialmente evangelizzazione, deve innanzitutto tradursi tra di noi in un maggior impegno di ciascuno e di tutti, meditato e insieme gioioso, per il quale è forse necessaria una nuova progettualità, ma soprattutto un
fresco entusiasmo e un rinnovato slancio.
(Da «La Comunità», circolare Chiesa metodista di Milano)
Via Pio V, 15 -10125 Torino - tei. 011/655278 - fax 011/657542'
Via Foria, 93 - 80137 Napoli - tei. 081/291185 - fax 081/291175
Via dei Mille, 1 10064 Pinerolo
OBIETTORE: Giorgio Gardioi VICEDIRETTORI: Luciano Deodato, Emmanuele Paschetto
REDATTORI: Stelio Armand-Hugon, Claudio Bd, Alberto Bragaglia, Alberto Corsani,
Avemino Di Croce, Fulvio Ferrano, Maurizio Girolami, Anna Mattai, Milena Martinat, Carmelina Maurizio, Luca Negro, Luisa Nitti, Jean-Jacques Peyronel, Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Pietro Romeo, Marco Rostan, Piervaldo Rostan, Marco Sctiellenbaum, Federica Toum, Florence Vinti, Rattaele Volpe AMMINISTRAZIONE: Ester Castangia ABBONAMENTI: Daniela Actis FOTOCOMPOSIZIONE: Aec s.r.l. Mondovì - tei. 0174/551919
STAMPA: La Ghisleriana s.n.c. Mondavi - tei, 0174/42590 EDITORE: Edizioni Protestanti s.r.l. - via Pio V, 15 bis -10125 Torino.
MtííeiÉhmmmtiMlÉUiiMtúOñL'BeoáiafiiilBnkluI:
Tariffe inseraioni pubblicitarie; a modulo (42,5x40 mm) £ 30.000 Partecipazioni: mlllimetro/colonna £ 1.800 Economici: a parola £ 1.000.
Riforma è il nuovo titolo della testata La Luce recata dal Tribunale Pinerolo con il n.
176 del 1° gennaio 1951, responsabile Franco Giampiccoli. Le nxxlitiche sono state registrate con ordinanza in data 5 marzo 1993.
Il numero 5 del 2 febbraio 1996 è stato consegnato per l'inoltro postale airUfTicio CMP Nord,
via ReisS Pomoli 44/11 di Torino mercoledi 31 gennaio 1996.
VENERDÌ 9 FEBBRAIO 1996 ; ^ yENi
Dopo i recenti fatti di sangue in Cecenia
Quale futuro per la Russia?
Il cosiddetto «neocomunismo» si sposa in realtà
a sentimenti nazionalistici e a volte antigiudaici
EMANUELE REBUFFINI
1 recenti fatti di sangue che
hanno sconvolto la, Cecenia pongono seri interrogativi sui sentimenti violenti e
imperialistici che stanno attraversando i vertici russi e
l’intera società post sovietica.
Una cartina di tornasole è
data dai recenti esiti eletto*rali. Dalle urne russe sono
usciti vincenti i comunisti, di
Ziuganov e i seguaci di Zhirinovskij, il cui partito «liberaidemocratico» ha smentito
chi ne prevedeva un significativo ridimensionamento. Al di là delle sigle il
vero vincitore delle elezioni
del 17 dicembre è stato il
nazionalismo. Esso è la caratteristica fondamentale dei
due partiti che domineranno
la nuova Duma. Il Partito comunista della Federazione
russa non ha nulla di simile
ai neocomunisti che negli altri paesi si sono convertiti alla socialdemocrazia, riuscendo anche a tornare al potere
(come in Polonia e nei paesi
baltici). Nonostante il richiamo alle idee guida del
bolscevismo, troviamo un
marcato patriottismo, Tantigiudaismo e la convinzione
che si debba perseguire una
«lotta di liberazione del popolo russo». La tenuta di Zhirinovskij dimostra come la
propaganda nazional-populista, revanscista e demagogica abbia presa sulle masse
russe più di quanto fosse lecito pensare.
Un avvenimento storico
Le elezioni di metà dicembre non hanno solo costi
tuito un avvenimento storico
per i cittadini ex sovietici, per
la prima volta chiamati a scegliere tra più soggetti politici.
Esse rivestono un’(mportanza decisiva per il futuro geopolitico della Russia, oggi in
bilico tra le difficoltà politico-economiche interne e la
voglia di contare sempre di
più sul palcoscenico internazionale. A parte alcune di
chiarazioni di Eltsin, che
sembrerebbero minacciare
un ritorno al «bipolarismo»,
la Russia si trova in una fase
di transizione e incertezza.
Da una parte abbiamo i sostenitori del ritorno all’impero comunque configurato,
anche come graduale ripristino di una confederazione
tra gli stati ex sovietici.
La grande Russia
Dall’altra troviamo i fautori della «russicità», tra i quali
Solzenicyn, con la tesi del
«risparmio del sangue russo»: la storia passata è semT
pre stata segnata da un enorme spargimento di sangue,
ora bisogna concentrare gli
sforzi per rendere prospera
la nostra patria. Posizione simile è anche quella del Congresso delle Comunità russe,
il partito del generale Lebed,
che nonostante l’esito elettorale deludente può contare
su un notevole successo personale che lo fa ben sperare
in vista delle presidenziali:
nel suo programma si sostiene che la crisi attuale non è
politica 0 economica, ma relativa alla «statualità», per cui
si auspica il ritorno a un forte
controllo statale.
Difficile dire quanto siano
da prendere sul serio le no-,
stalgie imperiali dei nazionalisti rosso-bruni. La campagna filoserba è stata essenzialmente alimentata da una
strettissima minoranza, e certe dichiarazioni bellicose di
Eltsin sono parse più atti dettati da preoccupazioni di ordine politico interno, anziché
dimostrazioni di sincero panslavismo. Si sa che il premier
russo è un uomo che grida
più forte ciò che gli altri gli
gridano contro. Piuttosto si è
trattato di due circuiti che si
sono autoalimentati nel corso
dei quattro anni di guerra: da
un lato i gruppi della destra
nazionalista che inviavano i
loro «volontari» in Bosnia (ma
il numero non ha mai superato le 1.500 unità, con una funzione più propagandistica
che militare), dall’altro delle
ditte ex jugoslave che operano in Russia e che con i loro
ricavi hanno finanziato gruppi estremisti.
Dunque un fenomeno alquanto chiassoso, ma di modesta portata. «Detto ciò spiega Ilja Levin, autorevole
membro dell’Accademia delle Scienze di Mosca - non si
può negare che alcune forze
presenti nella Duma si siano
date da fare per sfruttare anche in chiave elettorale le vicende balcaniche. Ma non
era in gioco la solidarietà con
gli ortodossi, né l’idea dei
serbi come alleati "storici”
dei russi, e neppure la somiglianza etno-psicologica tra
due popoli di coltivatori e
guerrieri e per ciò stesso fratelli. È l’esempio della Jugoslavia a fare paura: il processo di disgregazione e la graduale sostituzione della Nato
alTOnu. I russi percepiscono
tutto questo come una minaccia; infatti un osservatore
politico è arrivato a scrivere
che “la Jugoslavia è il laboratorio dei guai futuri della
Russia". Oltre a ciò non si
può negare come sia presente nelTinconscio collettivo
russo una certa consonanza
con i serbi, in quanto anch’
essi sarebbero i guardiani
dell’impero».
\
Filo spinato per tutti?
Decifrare il futuro della
Russia e quale potrà essere la
sua capacità di influenza sullo scacchiere europeo è difficile a dirsi sulla base dei dati contraddittori oggi a disposizione. Di certo non si
deve commettere l’ingenuità
di credere che i nuovi o vecchi leader nazionalisti non
pensino di attuare quanto
sono andati gridando nel
corso della campagna elettorale. Forse è davvero ancora
attuale il sarcastico augurio
rivolto ai russi da un giornalista, quando si apprese la
notizia del primo successo
elettorale di Zhirinovskij:
«Buon filo spinato a tutti!».
Federazione delle chiese evangeuche in Italia
<Un patto per la vita»
«
Settimana della libertà 1996
11-18 FEBBRAIO
Cedola di prenotazione dei materiali
Prenoto n._
Prenoto n.
copie del Quaderno «Un patto per la vita». Costo unitario lire 8.000.
copie del Poster «Scegli la vita». Costo Unitario lire 5.000.
La prenotazione è per conto di (chiesa, circuito, gruppo),
Posta ordinaria □
Corriere □
Al seguente inidirizzo: Nome e cognome______________________
via________________________________cap____________città_____
telefono.
Le spese postali sono a mio carico; pagherò la spedizione e i materiali tramite il bollettino di CCP che riceverò insieme ai materiali.
La cedola di prenotazione va inviata a Settimana della libertà c/o
Federazione delle chiese evangeliche in Italia
via Firenze 38 00184 - Roma '
Segreteria della Settimana c/o Confronti
telefono: 06-48903241 (ore 10-13); fax: 06-4827901
SUI
GIORNALI
LA STAMPA
Lanniversario
di Lutero
La ricorrenza del 450° anniversario della morte dj
Martin Lutero (18 febbraio
1546) comincia a far scrivere
articoli sui giornali, anche su
quelli italiani. Così La Stampa di Torino ha pubblicato i
1^1 1 *■< y-« I.
L
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TU gennaio scorso, nella pa- s 'pubbl
gina di cultura, uh articolo!, muale
del suo corrispondente ini
Germania, Emanuele Nova-I,
zio, in cui informa i lettori'
che «della Riforma, delTawio
di una divisione profonda e i‘
mai veramente ricomposta nonostante l’esuberante ecumenismo dell’ufficialità ecclesiale, nel paese che ne fu il
principio - si parla, almeno
fino ad ora, con sommessa
sobrietà. (...) Kurt-Victor Belge, membro dell’Accademia e
delle scienze e professore di
storia medioevale all’Università Humboldt di Berlino non
ha dubbi: “Il significato di
Lutero oggi è praticamente
nullo, perché la religione cristiana non è più parte della >
nostra società”. La sua lezio,
ne, la sua traccia, restano soltanto nella classe colta "che :
lo considera il padre di
■ SfO SOI
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ilettui
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iRepul
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pónga
rispo
camb
domai
sì essa
quell’etica protestante poife¿ deput;
/Ho ÌV^ov ÌATqIoqi*’ L'/j.
teorizzata da Max Weber
Quel che Lutero offre allaP
Germania e all’Occidente è
insomma “l’etica professionale, l’anelito alla perfezione”. Nient’altro, ammonisce:
Belge: a meno che non si trat-i
di qui
mare!
Puri
'Jehe tr.
'sporto'
iÉ’uni
societ
ti di teologi 0 di studiosi di|: |^
storia e di dottrine religiose,!'''^
A mezzo millennio dalla pub-- . ’
blicazione delle “95 tesi” sul-:,
la porta del castello di Wit-l /i
tenberg in Germania c’è chi
invita addirittura a riflettere
sui rischi di celebrazioni capaci di risvegliare demoni”
antichi, o più recenti. '
Johachim Walter, presiden- ; Mi s
te della Conferenza dei retto; ■■ su qui
ri delle Università evangeli- .Malan
che sostiene che “Lutero vaÌK sul n.
ricordato, oltre che per gli| il nuo
aspetti religiosi del suo pen-t con il
siero, per aver creato la lin-1; ’ Menti
gua tedesca unificandone i|, di que
dialetti, dunque per la diffu- p- Ora
sione della lettura e della cui- i. orolog
tura”. Ma accanto a queste!. tovac
forme “attive” si intravede ila 2 ec
pericolo: “Be insistiamo af ' dell’er
chiederci che cosa rèsta oggi | dàlTai
di Lutero - ammonisce Wal-| ! Ogni f
ter - ci accorgiamo che alle | alTini:
volte spunta la fierezza dell’
anima tedesca, l’orgoglio del
suo pensiero tedesco”. È una
contraddizione estrema, un
eccesso: “l’esasperazionep l’ùltim
della grandezza tedesca”». I tonse
'Milles
Mo ist
iiie
all’anr
te dal
te dell
annoi
Mihec
Il marchio
di Lutero
Se in Germania ci si interroga sull’attualità di Lutero in
Francia, ci informa il settimanale Réforme, c’è chi ha pensato di utilizzare il nome dd
riformatore per marchiare il
proprio... camembert!
. ^ Regala
un abbonamento;
RIFO
15
1996 venerdì 9 FEBBRAIO 1996
PAG. 11 RIFORMA
PA
0
La lettera della settimana - Continua il dibattito sul futuro della scuola italiana
La scuola pubblica è necessaria per la crescita del paese
LUCIANO GRECI*
Tre importanti documenti
usciti in queste ultime
)“ an■te di!
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settimane offrono interessanti e stimolanti chiavi di
lettura sullo stato del nostro
sistema formativo e sui problemi e le prospettive più rilevanti che attraversano in
questo momento lo scuola. Il
Stani- !primo è Dalla sciiola del Mibcato i nistero alla scuola della Repubblica; il secondo è l’annuale rapporto Censis; il terzo sono le Tesi per la definizione della piattaforma prògrammatica delTUlivo. Una
lettura attenta e critica di
questi atti propone una serie
di spunti di riflessione sulle
•future sfide che ci attendono.
Anch’io sono fermamente
convinto, e mi associo alle
parole di plauso e soddisfazione espresse da Nicola Papno, che si debba passare in
tempi brevi «dalla scuola del
Ministero alla scuola della
Repubblica». Ciò significa
porre in atto un «grande progetto formativo» che, facendo finalmente uscire la scuola da un cronico torpore, la
della l ponga in condizione di «corlezjo-|- rispondere al bisogno di
IO sol-( Cambiamento e alla nuova
1 “che| domanda culturale». Solo core di sì essa potrà diventare «luogo
te poi t deputato» per la trasmissione
•r”. I ;■ di quella cultura atta a forre alla 1 - mare l’uomo e il cittadino,
mteèp' Purtroppo però l’immagine
essio--|v|che traspare dall’ultimo rapfezio-feporto Censis è quella, invece,
tniscefedi una scuola debole in una
;i trat-Msocietà incerta e frustrata. Il
osi dil|;i' ____________________________
giose.p.:"^
ipub-i
i” sul-;,
i Wit:’è cbi .
ettere ■
ni ca:moni
sidenretto- ;■
ngeli- \
5ro Vìi;-'
ler glil,
fenomeno che preoccupa
maggiormente consiste in un
disimpegno della collettività
e delle istituzioni nei confronti dell’istruzioiie: la cultura sembra non essere più oggetto di attenzione sociale e
di investimento. Si sta diffondendo là sensazione che le
spese per l’istruzione non siano più redditizie e che, in
fondo, studiare non paga. Assistiamo perciò a una preoccupante crisi del valore della
cultura con la conseguenza
che «i processi educativi sono
percepiti come inutili risp'etto
alle attività lavorative».
Basta analizzare i dati delle
province più industrializzate,
dove i tassi di occupazione e
quelli di istruzione sono divergenti: in altri termini
l’istruzione non è più considerata uno strumento di
«promozione sociale».
Ciò determina una crisi
profonda nei giovani che, in
numero sempre maggiore,
scelgono l’entrata precoce
nel mondo del lavoro, visto
come più attraente e remunerativo anche rispetto alla
prospettiva di lunghi periodi
di disoccupazione intellettuale. La cultura viene sempre più intesa come un bisogno quasi voluttuario; ciò
conferma, e purtroppo aggrava, la tradizionale debolezza
del nostro sistema educativo.
È vero che oggi sono stati
introdotti alcuni istituti giuridici innovativi, come il Contratto collettivo nazionale e
la Carta dei servizi ma, còme
affertaa il Rapporto, «un simile processo di innovazione,
non sostenuto da regole chiare e trasparenti, rischia di aumentare il grado di disordine
e di conflittualità presenti
all’interno del sistema scolastico». Il Rapporto, in ultima
analisi, è un severo monito
alla classe dirigente e politica
affinché abbandoni quella
«vocazione suicida» e quella
«cultura della negazione» per
assumere un forte impegno
progettuale.
«Un’Italia che sa, un’Italia
che vale». Questo slogan dà il
titolo alle tesi sulla scuola
esposte dall’Ulivo. Mi sembra
incoraggiante notare che da
parte delle forze politiche del
centro-sinistra ci sia la consapevolezza che l’istruzione è
alla base dello sviluppo civilè
e democratico di un paese.
Alcune parti del documento
però lasciano perplessi e delusi. Permane vago e confuso
l’accenno alla spinosa questione fra scuola pubblica e
privata, ma soprattutto manca una forte e chiara difesa
te cri
;ta
data
del Millennio
Mi si consenta una rettifica,
su quanto scritto da Gustavo
Malan («Uno stato più laico»)
sul n. 2 di Riforma e cioè che
il nuovo secolo comincerà
) pen-é^; con il 2001 e relativi comía Un-1 menti sulla sprovvedutezza
Ione i l; di quelli che non lo sanno,
diffu-f ' Ora, al pari di qualsiasi
la cui- L- orologio dove il primo minu[uestCv , tova da 0 a 1, il secondo da 1
:^ede il|' a 2 ecc., così il primo anno
imo dell’era cristiana va pur esso
a og^ dall’anno zero (la durata di
ogni fenomeno temporale è
all’inizio ovviamente nulla)
all’anno 1 e più precisamente dal primo all’ultimo istante dell’anno zero. Il secondo
anno dell’era va dal primo all’viltimo istante dell’anno 1 e
Conseguentemente il duemillesimo dal primo all’ultimo istante del 1999 con termine al 31/12/99.
della scuola pubblica come
luogo privilegiato di incontro, confronto e sintesi di culture e sensibilità diverse.
• Questa dimenticanza non
può non preoccupare anche
alla luce delle recenti critiche
mosse a Prodi da parte da
«Civiltà^attolica» di èssere
stato «debole» su argomenti
quali l’aborto o le scuole private. Sembra altresì limitativo affrontare i problemi dèlia
scuola elementare partendo
solo dalla «correzione e miglioramento della legge 148»
(Pannella docet) ignorando
una delle più vivaci e ricche
esperienze didattiche di questi anni: il tetnpo pieno che, a
mio avviso, va migliorato e
rafforzato.
Nonostante tutto, da queste tesi si fa strada un’idea
cardine importante: «La
scuola è la base di ogni rie-'
chezza». Vedremo se questa
significativa affermazione di
principio troverà poi attuazione in chiare scelte politiche e programmatiche.
Concludendo credo che
abbiano ragione i firmatari
del documento del novembre
scorso, neU’affermare che occorre «un grande, solidale
impegno da parte di tutto il
Paese» per rinnovare e ripensare «l’intera cultura scolastica». Se sapremo, al di là delle
diverse opinioni, essere consajievoli di ciò, avremo contribuito veramente alla «crescita democratica del nostro
Paese».
* Scuola elementare
«Anna Frank», Parma
Wal'
le alle
a dell'
lio del
È una
la, un
zione
i”».
intertero in
:ttimaa penne del
ilare il
Esaminata in termini di secoli la questione non cambia:
il XX secolo in cui viviamo
comprende infatti tutti gli
anni targati 19 (1/1/190031/12/99) con termine ugualmente al 31/12/99.
Al 1° gennaio del 2000 con
buona pace di tutti saremo
pertanto entrati nel XXI secolo e nel 3° millènnio,
Un auguri?) a tutti di potervi entrare in salute. •
Rolando Musso - Sanremo
M Gli ostacoli
deirecumenismo
Sul n. 5 di Riforma Liliano
Frattini esprime il suo stupore per la chiusura di molti
evangelici alle possibilità di
dialogo con i fratelli cattolici.
L’ostacolo, 0 il freno, viene
soprattutto dalla presenza
costante e sempre dirigente
della chiesa docente (come si
chiamava un tempo) nel dialogo ecumenico, mentre la
parte cosiddetta chiesa discente (cioè i laici) fa solo da
contorno. È chiaro che in
questo contesto i leader sono
portati a idealizzare la propria confessione a scapito del
rapporto sincero che invece
dovrebbe scaturire da questi
incontri tra fratelli cristiani.
Come si fa a collaborare
con -una qualsiasi chiesa
quando questa continua a
usare il termine «diritto inalienabile della chiesa», dimenticando invece quei diritti nella chiesa di cui parlano le epistole neotestamentarie? Come si può continuamente parlare dell’altissimo
ruolo della donna nella vita
della chiesa e poi negarle
ogni diritto, persino quello di
essere ambasciatore presso
lo Stato Vaticano, come ha
recentemente documentato
la rivista cattolica Rocca (Assisi) sul n. 2 di quest’anno? .
È giusto e doveroso che si
lavori in vista, anche, del
Consiglio nazionale delle
chiese cristiane, ed è altrettanto doveroso che almeno
alcuni punti siano ben definiti, soprattutto, come scrive
Luciano Qeodato, «per quello
che ci divide dalla vera chiesa
di Cristo».
Come è possibile che un
vescovo cattolico, apparso il
31 gennaio alla trasmissione
Mixer, sul tema del giubileo
del 2000, citi brani paolini
come se fossero stati concepiti dall’attuale papa? O definisca la conversione testualmentè coèì; «Uno si accorge
di aver sbagliato e si pente»?
Noi sappiamo che la valenza
del «pentimento» cattolico è
agli antipodi del «pentimento» biblico.
Non. trascuriamo, magari
rilegandola nel nostro subconscio, l’osservazione del
pastore Gino Conte a Protestantesimo in televisione: più
ci awicmiamo e piu ci si accorge delle difficoltà. Affrontiamole con sincerità, umiltà,
fermezza evangelica.
Giovanni L. Giudici
Mestre
M Errata
Nella lettera di Gustavo
Malan dal titolo «Uno Stato
più laico» (pag. 11 del n. del
12 gennaio), dove si parla di
«appelli comunitari del Papa»
(1“ paragrafo) si legga invece
«appelli ecumenici del Papa»
e dove si dice «La mónda
Chiesa cattolica» (3° paragrafo) l’originale, in parte
«mangiato» dal fax, dice «La
mondana Chiesa cattolica».
Nelle cronache del n. 4
(pag. 8) è stata riportata erroneamente la notizia che quest’anno ricorre il centenario
della scuola «Il Redentore» di
Pachino, che compie invece*
«solo» 96 anni, essendo stata
fondata nel 1900.
Ce ne scusiamo con gli autori e con i lettori.
A nostra associazione dal 198^ orgaH-jI nizza nel corso della primavera e
pell’estate dei viaggi che hanno lo scopo
.di consentire la visita di paesi diversi dal
^istro sia per approfondire lo studio bibli;..
sia per incontri con le chiese sorelle che
pjquei paesi rendono la loro testimonian-ta. Fin qui abbiamo potuto visitare il ‘Rè-ii;
po Unito, Singapore, Hong Kong, gli Stati Uniti d’America, la Grecia e la Turchia.
•' Questi viaggi, e in modo particolare
l^uelli degli ultimi tre anni in Grecia e
•^rchia, ci hanno permesso di visitare f
^luoghi della predicazione apostolica e di
■*ludiare, stando sul posto, quei brani del
|Nuovo Testamento (Evangelo di Giovanni Lettere, Apocalisse) dai quali abbiamo
Wpreso la vita e la fede dei primi cristiani
\ e ricevuto il messaggio della salvezza. Per
molti di noi si è trattato di un’esperienza |
pcchissima, a volte. indimenticabilé^d|j*
«nritualità, di preghiera, di vita in una
1 ;^omunità itinerante».
' THE CIRfUlT RIDER
VIAGGI NEI LOÒGÉ DELLA FEDE
5-18 maggio: Turchia tra storia e fede,
(14 giorni, 13 notti). In aereo da Roma. Un
itinerario suggestivo tra le antiche civiltà
■’anaiolìche, la Cappadocia, le città ellenistiche della costa mediterranea e Istanbul,
Ankara, Hattusas degli Hittiti, le.valli segrete della Cappadocia, Konia, Pam, mukkalei Efeso, Pergamo, Smime. Prezzo
plicemente'dare al loro péÌiodo di ferie 'di realizzazione del viaggio, tra il Club-* ,£ ).750.000. Iscrizioni entro il 14 serrile.
CLAIÌMÓ H. IMirriEUt
una dimensione non solo vacanziera, y- L. ■ Met e i Tour operators di alloggio. A chi
I viaggi del ClòbMet tengono conto del- scrive, responsabile^del Club, è affidata la
le varie esigenze in modo equilibrato se- ’ P^rte biblica, cultuiale, spirituale e di cui*
condo la collaudata formula «un terzo»: ‘ fo dell’intero viaggio.
26 giugno-6 luglio: Israele, la terra
della Bibbia. (12 giorni, 11 notti). In aereo
da Roma. Un itinerario-per visitare in modo alternativo e senza cadere nel turismo
1/3 cultura, 1/3 spiritualità, 1/3 vacanza. "" Il costo a-cui il ClubMet offre i suoi ^'«religioso» della peggior specie la terra
T A nni; 4 filli-' VÌf^CTO^Ì ^ Iti TTIpHÌ» AUa i '
La visita agii scavi archeologici e ai mu- viaggi è in media del 30-40% inferiore alle
sei, la scoperta del paesaj^o, delle tradi- quotazioni di mercato, poiché il club stes
Che vide all’opera i patriarchi, i profeti,
Gesù e gli apostoli: Gerusalemme, Qum
zioni e della vita locale, gli.,studi biblici, i so non ha finalità di lucro.'Per l’anno 1996 ^ ran, Gerico, Tìberiade, il monte Hermón,
culti, il counselling pastorali; la cOnvivia- ClubMet offre le seguenti proposte. ■- y r Nazàret, Leghiddo, Cesarea, ecc. Prezzo £
Im x\ 4 aS'' Mi;4a ANél'f X : A 4 f . .r.'.C'.*'. -S' L' .• ^ .-.-••v ''' :1r f\Cf\ Tm — i^X,——. 11 .VO ...
pkOGRAMMA
lìtà, le escursioni nei parchi naturali e il , ,
..relax sulle splendide spiagge mè^terianee,,,-yi' -yy «•
vengono dosati con estremo èquilibiio aimle: Le diiese dell’Apocalisse.
1.950.000. Iscrizioni entro il 18 niaggio.
^ u, „1 . Si, .
-ìfipì
—o------- . , . ,* , —*■—-------------------------- ■- viaggi si svolgeranno con un minimo
modo da rentoe il via^o pmcevole; dr-f-* giorni, 9 notti). In aereo da Roma, per' di 25 partecipanti. Iptti coloro che fossero
»Vertente, signifiic^ydi senza trasformare un ttìnmrió di fede che ha alla sua basala "’ interessati possoiìb scrivere al pastore
" L’approfondimento biblicol queUo stori-' ;chi vi partecipa in ùn forzato delle vacap- -.ienpra dell’Apocalisse: Smime; Laodicea,. /Claudio H. Martelli, Penc|ioe $cogRetto
.......................ze; {tome accade quasi sempre nA vlaggr iqiadelfia, Saidi.^Efeso; tiatri,|^amav>l'P, 3412'? Trieste, o telefonafé^m nimnefi;
org^ìzzsm dalle agenzie conmlAcimi, S5 vedranno le celebri cascate {neitSfica^ 630892-350720; 0336-688Ì43. Fax'
AÌdie raftettq tócniéo felativó' a tià-, xli Pqirimukltale e le cttt|i greco-romèmì -^,040-365622. e-mail: claudio@triestevah
' eoe culturalè,^anche per gli a^M ìnoderp/
^ y^’^dWla storia di quei paesi, il clima fratórrissuto, ci hanno convinto della validità
A questa iniziativa che desideriamo al■^re a tutti coloro che pensaito (fi farié’^
^^esperienza tùfaHca sur o più ssiP;
„ . ai pasff, {^itinerari ^ Affla costa med^rranea (Ger^H, Mdè** Relica.int0rwareit,,Ai viaggi possono parèliun^wn txnìróetóim e profo^^^ to,''bidlmo) con Istanbul.’Pre^o £• tecipare evangelici'e loro amici e famflìari
in una coj!^d>nradone, fin dalle i^me fasl^l-»|W.0()0. iseaiaioni entro ÌÙitmàstj. .. «’anche se non evangelici.
Appello per
Pdsipedale di
Vinniza y
Purtroppo il progetto di
aiuti strutturali all’ ospedale pediatrico di Vinniza
in Ucraina, formulato con
la consulenza degli Istituti
clinici di perfezionamento
dell’Università degli studi
di Milano e presentato insieme all’Aps (Associazione per la partecipazione
allo sviluppo, Ong di Torino), che prevedeva la fornitura di attrezzature mediche fondamentali e corsi
cji aggiornamento ùi Italia
per i medici di Vinniza, è
stato rifiutato da Bruxelles. La risposta negativa, a
quanto pare, è stata determinata dairinsufficiente
mobilitazione dei media e
dell’opinione pubblica in
favore della popolazionedeirUcraina.
Eppure l’Ucraina è un
paese di 53 milioni di abitanti che ha bisogno di
aiuto e attenzione: pròprio
in Ucraina c’è la centrale
atomica di Cemobil con 0
reattore n. 4, vulcano nucleare non ancora spento.
All’ospédale di Vinniza
l’Aps ha già donato il febbraio scorso 9 incubatrici,
che in sei mesi hanno salvato 140 nati prematuri.
Nell’ospedale vive Helena,
una bambina di 2 anni, nata a causa delle radiazioni
COI! una malformazione,
atresia ano rettale e urogenitale; anche im rene è leso, colpito da idronefrosi. I
suoi genitori non l’hanno
riconosciuta e ora ha bisogno di altre cure, impossibili in Ucraina, e di genitori disposti ad un affido che
possa in futuro diventare
adozione.
Su'lutti incombe il rischio delle radiazioni, dal
quale soprattutto i bambini devono essere periodicamente sottratti per permettere la riparazione e la
ripopolazione cellulare dei
tessuti colpiti. Il govefno
ucraino manda i piccoli in
case di vacanza nelle zone
non contaminate per brevi
periodi non sufficienti, ma
non può attualmente fare
di più. Trenta piccoli orfani tra i cinque e gli undici
anni di Cernigov, un’altra
città dell’Ucraina, saranno
quindi ospitati a Marina di
Bibbona, in Toscana, dal
Centro Salvador Allende.
Per chi volesse aiutare
concretamente Helena è
l’ospedale regionale di
Vinniza, il c/c bancario è il
15378/8 intestato a «Associazione per la pace di Milano», presso la Banca regionale europea, agenzia 6,
via Ampère 15, Milano.
RINGRAZIAMENTO
«Il mio scudo è in Dio
che salva i diritti di cuore»
Salmo 7,10
I familiari di
Pierino Paschetto
riconoscenti, ringraziano tutti coloro che in ogni modo hanno preso parte ai loro dolore.
Un grazie particolare al past.
Vito GardioI, al dott. Andrea Ciancio e al gruppo Ana di San Secondo di Pinerolo.
San Secondo, 9 febbraio 1996
I n«drològi
si^ia^ettano entro
’ le ore 9
-1« dal tunedìì . »
Telefonare eA
; Enumero Oli- •
655278,-fax
011-657542
16
'S‘V
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PAG. 12 RIFORMA
Villaggio Globale
VENERDÌ 9 FEBBRAIO 199^
Una riflessione a partire dalla'grande mobilitazione popolare in Francia'
La solidarietà come politica del futuro
Di fronte alla grave crisi che investe le società industriali avanzate, occorre
^pensare un nuovo progetto di società che non si riduca ai soli valori mercantili
ANDRÉ JACQUES
ONDIVIDERE è sinonimo di vivere», hanno affermato ie Assise della
Federazione protestante di
' Francia, riunite a Tolosa nell’ottobre 1995. Condividere,
inteso non solo in termini di
comportamento personale,
ma anche in quanto azione
di giusdzia. Una giustizia che
è rifiuto della precarietà, rifiuto della discriminazione e
quindi di ogni esclusione.
Nell’indicare chiaramente le
conseguenze rischiose di un
simile comportamento, una
delle raccomandazioni dell’
Assemblea precisa: «Se l’espressione della solidarietà
con i senza diritti deve farsi
atto di resistenza, noi ci impegniamo solidalmente a resistere». Qualche settimana
dopo, la Francia entrava in
quello che non è esagerato
chiamate una grande resistenza pópolare contro le misure restrittive delie protezioni sociali, annunciate con arroganza dal governo, con disprezzo per ogni forma di
concertazione.
Non è qui il caso di dibattere su questi fatti in quanto tali, bensì di sottolineare innanzitutto che gli impegni
presi a Tolosa dai protestanti
francesi vanno vissuti nel
contesto bruciante di questo
risveglio popolare di un’ampiezza tanto eccezionale
quanto inattesa. Da quanto
tempo non si erano più visti
due milioni di persone manifestare pacificamente e risolutamente in 270 città del
«paese profondo»?
* Il comunicato stampa della
Federazione protestante di
Francia deU’8 dicembre scorso affermava: «Ognuno deve
dare prova di responsabilità,
ma ognuno ha anche bisogno, per la propria dignità e
la propria sicurezza, di trasparenza e di tolleranza».
Per ia propria dignità
Ci fu un tempo in cui la dignità della maggior parte dei
lavoratori veniva beffeggiata
dalle condizioni di sfruttamento: lavoro e miseria coniugati. Oggi, la dignità viene
colpita da quelld che il filosofo Paul Ricoeur chiama
«l’espropriazione del cittadino». Non solo non esiste più
una visione chiara circa il futuro della società globale, ma
i lavoratori attivi, e a maggior
ragione quelli che sono esclusi dall’occupazione, soffrono di dover subire le conseguenze delle ristrutturazioni economiche senza che, alla fine, appaia una qualsiasi
speranza di miglioramento
della sorte di tutti. Anzi...
«Siamo gestiti da ragionieri, non da politici», diceva
uno scioperante. Da qui nasce, in risposta all’assenza di
dialogo, questa mobilitazione della base per essere sentita prima di avviare un processo di riforme riconosciute
come nécessane, ma un processo al quale i cittadini coinvolti vogliono partecipare.
«Ci disprezzano», diceva un
ferroviere, «pensano solo in
termini di denaro, di economia, di redditività. Gli uomini
non contano».
La rivendicazione della dignità appare sorprendentemente forte in tutte le parole
di questi lavoratori, di quelli
che così di rado si sentono
nei mass media. «Ci toccherà
davvero vivere al ritmo della
Borsa e sotto rautorità degli
operatori finanziari, anonimi
e irresponsabili, di fronte ai
quali i politici al potere sembrano inchinarsi?». Se è vero
Si è verificata una grande solidarietà tra scioperanti e non scioperanti
infatti che c’è un «disagio di
fine secolo» (Newsweek), si
tratta di quello generato da
un’economia capitalìstica «iiberale» e «di mercato», che
non cessa di allargare i divari
tra la concentrazione della
ricchezza e l’estensione deila
povertà, come sottolineano
organismi come l’Ocse (Organizzazione di cooperazione e di sviluppo economici) e
il Pnud (Programma delle
Nazioni Unite per lo sviluppo), e che provoca una disoccupazione insopportabile per
il presente e traumatizzante
per il futuro.
In questa crisi, vera e propria vampata di un «ras le
boi» su sfondo di precarizzaziorte, le scelte a venire sono
politiche e quindi riguardano
tutti i cittadini. Se è vero che,
nella sua maggioranza, l’opinione pubblica ha riconosciuto la necessità di riforme,
è anche vero che essa si è
spontaneamente ribellata
contro l’ingiustizia nella ripartizione degli oneri; con in
più la sensazione che il futu
ro non offriva nulla che desse
senso al sacrificio e speranza
per i giovani.
Da qui deriva probabilmente l’enorme capitale di
simpatia di cui hanno usufruito gli scioperanti (non capita spesso), con comportamenti di convivialità ritrovata
(ci si è finalmente parlati, ci
si è aiutati l’un l’altro) a livello della comunità nazionale.
Il che ha fatto scrivere al sociologo Alain Touraine: «Per
una politica del futuro, due
temi sono fondamentali, il
primo è la solidarietà» (Le
Monde 12.12.1995). Per ora
non Adene proposto un modello di società solidale, bensì imposto un mondo di
competizione implacabile.
Anche se il rifiuto di questo
modello emerge ancora confusamente, esso è implicito e
permette di spiegare in parte
l’ampiezza del fenomeno di
mobilitazione che diversamente si capirebbe male, in
questo periodo di disoccupazione massiccia;'ci troviamo
di fronte ad una crisi di so
cietà che si estende ben al di
là della Francia.
Per la propria sicurezza
L’insicurezza e l’angoscia
sono dovute in gran parte al
fatto che il futuro appare
confuso, ingarbugliato, incerto e dipendente da un’evoluzione che sembra incontrollabile: studenti e-apprendisti destinati alla disoccupazione, protesta sociale rimessa in questione, pensione
mal garantita, società dei
consumi dalla quale molti sono esclusi, generalizzazione
del lavoro e degli status precari. Il problema di fondo è
questo: c’è posto per un dibattito sui valori essenziali
che fondano un progetto di
società e che non possono
essere ridotti allo stato di
«valori mercantili»? Quale
posto per i cristiani in questo
dibattito essenziale?
, Al di là delle rivendicazioni
difensive precise, categoriali,
che hanno provocato il movimento sociàle, sarà possibile
organizzare la riunione di
tutte le forze democratiche
per mettere in cantiere la ricerca dei mezzi che, insieme
alla «dignità e alla sicurezza»
per tutti, possano restituire la
fiducia che c'è ancora posto
per la speranza?
Condividere la lotta per la'
giustizia, e pertanto condividere l’indignazione di fronte
all’ingiustizia, condividere la
sete di dignità e il bisogno di
sicurezza, vuol dire affermare, secondo il messaggio della
Federazione protestante di
Francia, che «la condivisione
provoca intelligenza, audacia, invenzione di gesti nuovi
che danno senso adía speranza. È la vita!».
I Insediamento del nuovo presidente
Dopo Aristide^ futuro incerto
per la democrazia ad Haiti
JEAN-JACQUES PEYRONEL
Dal 7 febbraio, René Préval è il nuovo presidente
di Haiti. È stato eletto il 17 dicembre scorso, al primo turno, con l’87,9% dei voti. Così,
a dieci anni esatti dalla fuga
del dittatore Jean-Claude Duvalier (era il 7 febbraio 1986),
esce di scena Jean-Bertrand
Aristide, primo presidente
eletto democraticamente,
reinsediato poco più di un
anno fa grazie aH’ìntervento
del presidente americano Bill
Clinton, dopo tre anni di esilio impostigli dal generale
golpista Raoul Cédras.
La vittoria di Préval, che fu
primo ministro di Aristide fino al golpe dei 1991, era ampiamente scontata, essendo
il candidato del movimento
Lavalas che ormai appare come una sorta di partito unico. Ma a differenza delle elezioni del 1990 in cui il popolino di Haiti aveva votato in
massa per «Tidid», questa
volta il 72% degli elettori è rimasto a casa.
Come spiegare un tale
astensionismo? La prima ragione va ricercata nell’atteggiamento molto ambiguo
mantenuto fino all’ultimo
dallo stesso Aristide. Solo pochi giorni prima del voto, infatti, ha timidamente appoggiato la candidatura di Préval
che pure si presentava come
l’«amico» e il <tfratello» del
presidente. Com’è noto, molti elettori di Aristide avrebbero voluto un prolungamento
di altri tre anni dei suo mandato per compensare i tre anni di esilio forzato, e lo stesso
Aristide non ha fatto nulla
per allontanare l’equivoco,
lasciando anzi intendere che
solo la pressione internazionale lo costringeva ad abbandonare la poltrona presiden
ziale. Molti dei sudi sostenitori si sono quindi astenuti
per protesta. Una seconda
ragione è il boicottaggio delle
elezioni, proclamato dai partiti dell’opposizione. Evans
Paul, ex sindaco di Port-auPrince, e dirigente del Fronte
nazionale per il cambiamento e la democrazia (Fncd)
non ha mancato di dichiarare
che Préval rischia di non avere la legittimità necessaria
per governare il paese.
Vi è infine una terza ragione: è la profonda crisi economica che da anni schiaccia
letteralmente il paese e che
costringe la stragrande maggioranza del popolo a vivere
in condizioni di autentica
miseria. Il ritorno alla democrazia «imposto» dai «marines» americani e dalle truppe
dell’Onu non si è tradotto
con un miglioramento delle
condizioni di vita e con più
posti di lavoro, e il costo della
vita non ha smesso di aumentare. Intanto, i più ricchi
hanno continuato ad arricchirsi, come ai tempi della
dittatura. Ad Haiti, oggi come
oggi, il problema nudo e crudo si pone in questi termini
drammatici: a che cosa serve
la democrazia se non c’è nulla da mangiare?
Il nuovo presidente quindi
non avrà compito facile, anche se può contare sul pieno
appoggio deU’amministrazione Clinton che intende
sfruttare al massimo il successo dell’«operazione Haiti».
È probabile che le truppe
dell’Onu, il cui mandato scade il 29 febbraio, rimangano
ancora qualche mese per favorire il consolidamento del
periodo di transizione. Resta
da vedere quali saranno il
comportamento e il ruolo futuri di Aristide, vista la sua riluttanza a lasciare il potere.
xl?^-.VGuatemala: dopo le elezioni del 7 gennaio
Per molti cristiani ha vinto il male minore
I responsabili di chiesa del
Guatemala manifestano-un
ottimisnio prudente e sperano che l’elezione alla presidenza della Repubblica di Alvaro Arzu il 7 gennaio scorso
aprirà un maggior spazio politico nel quale la maggioranza povera del Guatemala potrà organizzarsi in vista di
una riforma.
II conservatore Alvaru Arzu,
cattolico romano, tecnocrate,
esponente del Partito nazionale del progresso (Pan), ha
infatti ottenuto il 51,2% dei
voti contro Alfonso Portillo,
candidato del Fronte repubblicanoguatemalteco (Frg).
Quest’ultimo, che ha ottenuto il 48,8% dei voti, si presentava al posto dell’ex generale e predicatóre evangelicale Efrain Rios Monti, la cui
candidatura era stata respinta
dalle istanze elettorali per via
della sua partecipazione al
colpo di stato militare del
1982, che lo aveva portato a
capo del paese per 18 mesi.
Durante l’ultima settimana
della campagna elettorale
Alfonso Portillo ha rivelato
che, se avesse vinto le elezioni
presidenziali, avrebbe nominato l’ex dittatore a capo di
un nuovo comitato di sicurezza che avrebbe avuto più poteri del ministro della Difesa.
Molti cittadini ritenevano
che la scelta di uno o l’altro
candidato non avrebbe portato grandi differenze. Soltanto il 3fi,8% degli elettori
registrati si è recato alle urne.
Per Rigoberta Menchu, Premio Nobel della pace, l’alto
tasso di astensioni si spiega a
causa «della diffidenza gene
Sono bloccati in Svizzera dal 1986
«Pain pour le prochain» chiede
la restituzione dei fondi Marcos
L’ex dittatore Jorge Serrano non ha potuto ripresentarst alle elezioni
ralizzata nei confronti del sistema elettorale fra la popolazione rurale e autoctona»,
nonché per via delle misere
condizioni di vita di quest’ultima. Molti elettori avrebbero
dovuto infatti camminare per
ore e ore o spendere il salario
di una giornata di lavoro per
spese di trasporto per andare
a votare.
Secondo Vìtalino Similux,
responsabile del Consiglio
delle chiese evangeliche del
Guatemala, nessuna candidatura «offriva reali prospettive di cambiaménti». «Sono
d’accordo - ha detto - con
quel contadino che mi ha
detto che gli elettori avevarro
da scegliere tra un candidato
che ci ammazzerebbe con le
armi e con la guerra, e un altro che ci ammazzerebbe con
la povertà. In fin dei conti,
moriremo sia con l’uno che
con l’altro». Ha aggiunto che
il Pan non offrirebbe alcun
cambiamento maggiore per i
poveri perché rappresenta
«coloro che hanno sempre
governato il paese, l’esercito
e i ricchi». Per molti cristiani,
Alvaro Arzu rappresenta «il
minore fra due'mali».
La Conferenza episcopale
del Guatemala ha pubblicato
il 24 dicembre scorso una lettera pastorale che suggeriva
di non votare per il Frg in
quanto Rios Montt è responsabile di massacri e di altre
violazioni dei diritti della persona. Antonio Otzoy, responsabile dell’Assodazione delle
comunità maya, ha precisato
che molti elettori autoctoni
hanno votato per Alvaro Arzu
«non perché approvavano la
polìtica economica del Pan
ma perché egli avrebbe causato meno noie» del Frg. (erti)
Circa 475 milioni di dollari
(equivalenti a circa 540 milioni di franchi svizzeri) provenienti dal patrimonio di Marcos, l’ex dittatore delle Filippine, sono bloccati in Svizzera dal marzo 1986. Finora,
tutte le decisioni di restituzione di questi fondi al governo filippino 0 alle vittime della repressione esercitata da
Marcos sono state ostacolate
da problemi giuridici.
L’opera protestante svizzera «Pain pour le prochain» finanzia numerosi progetti di
sviluppo nelle Filippine. I
suoi partner locali le chiedono con insistenza di impegnarsi per il rimpatrio dei
fondi Marcos. Il totale dei doni che gli svizzeri versano
ogni anno per progetti di sviluppo privati nelle Filippine è
di circa 6 milioni di franchi,
una somma parecchie volte
inferiore ai soli interessi dei
circa 540 milioni di franchi
depositati in Svizzera. «Per
questo - dichiara «Pain pour
le prochain» - è scandaloso
che questi fondi siano tuttora
bloccati in Svizzera».
L’organizzazione protestante svizzera approva il fatto che dopo anni di attesa, la
«Société de Banque Suisse» e
il «Crédit Suisse» abbiano finalmente preso l’iniziativa di
organizzare colloqui di mediazione per sbloccare i fondi depositati in Svizzera. Essa prega con insistenza le
àutorità incaricate dell’inchiesta (Consiglio federale e
dipartimenti federali competenti, ossia il Dipartimento
federale della giustizia e della polizia, il Dipartimento federale degli affari esteri,
nonché le autorità americane) «di portare nei colloqui
di mediazione proposte creative e di dare una mano per
una soluzione politica per
via consensuale».
«Pain pour le prochain»
chiede al governo filippino e'
alle organizzazioni filippine
di difesa dei diritti umani che
rappresentano le vìttime di
Marcos di riconsiderare le
soluzioni già negoziate finora per la ripartizione dei fondi. Chiede al governo filippino di fare proposte precise
circa l’impiego degli importi
che gli sono dovuti (il governo filippino ha già proposto
di impegnarli ad esempio per
sostenere la riforma agraria ■
al servizio del popolo) e circa
il modo di garantire e di verificare a livello internazionale
l’utilizzo di questi mezzi.
D’altra parte, «Pain pour le
prochain» esorta Imelda
Marcos, vedova dell’ex dittatore, ad «appoggiare le sue
numerose dichiarazioni d’
amore nei confronti del popolo filippino prendendo
parte ai negoziati di HongKong e non opponendosi alle soluzioni comuni». Infine
«Pain pour le prochain»
chiede agli avvocati di tutte
le parti coinvolte di rinunciare agli interessi finanziari
che potrebbero ricavare dai
molti processi e ricorsi e di
approvare di conseguenza la
fine delle procedure giuridiche in corso. (spp/com)
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