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Prezzo LIFA 13
TORRE PEI XI CE, 15 Aprile 1949
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^ Anno LXXIX N. 14
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DELLE
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Il Signore^ è veramente risuscitato
SETTIMANALE DELLA
PASQUA
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jrT7ci grigiore dell’alba nascente, alcune donne tratfersano le
Oerusaleinme, La loro angosciai è grande, mentre si affre
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^ —' '' ai \^erusa'enirne, i^a loro angosciai è grande, mentre si affretta
no al sepolcro per l’ultimo penoso dovere: l’imbalsamazione di Gesù.
Sono anche in imsia, perchè non sanno come rotolare la pietra maissiccia che chiude il sepolcro.
Ma brave e pie donne, perchè tanta angoscia e tanta ansia? La ùo'
stra fede è dunque crollata d’un tratto? Non credete voi alle sante
realtà dello spirito?
jf Ah! capisco, anche'voi dubitate delle possibilità divine, della pòlenza di vittoria del Cristo. Sì, anche voi speravate che Egli riscatterebbe Israele, ma avete visto la vostra speranza affievolirsi e dileguarsi. Anche voi siete tarde di cuore a credere a tutte le pose che i
- profeti hanno dette e che, ripetutamente, ha dette il SaliMitore. Anche
voi vorreste, per credere, mettere il dito nelle ferite di un Cristo risorto e trionfante. Sarebbe facile, allora, credere, ma la vostra fede
non arriva a tanto!
Oh! il dubbio e la confusione atroci di quelle donne!
Volere imbalsamare Gesù, lui la fonte della vita! Volere fare di
lui una mummia e prolungare ad ogni costo la sua tragedia!
Verranno anche troppi confusionisti, ingenui e profanatori, custodi dei suoi ricordi!
Brave donne, il Cristo non è più nel sepolcro! Egli è risuscitato!
Colui che volete imbalsamare è non solo vivente, ma il Vivente
per eccellenza!
Non Sa che fare dei vostri profumi e delle vostre bende! Lui stesr
so ha provveduto a rimuovere la pietra del suo sepolcro, e non solo
del suo, ma tutte le pietre d’intoppo di tutti i nostri poveri dubbi, di
tutte le nostre vane speranze!
Benedette siate vai, o sante donne, che, pur tramgliate dal dubbio, siete state le prime a constatare che, sotto la. spinta dello Spirito,
le pietre più pesanti rotolano da sè!
Egli è risuscitato! Quell’ardentissimo annunzio angelico racchiude in sè, e rimanda fino all’estremità della terra, la duplice imponente
voce di Pasqua.
C< rtezza della nostra fede, dice in prima, quella voce. La Chiesa Cristiana, è stato detto, è fondata sopra un sepolcro vuoto. Che cosa, infatti, era venuta a cercare Maria Maddalena e le altre donne?
—• Un corpo freddo —.
Che cosa trovarono, invece? — Il Vivente e, con Lui, la certezza
della vita trionfante! —
Ecco dei fatti! Sfregateli!
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Da allora la Chièsa non ha fatto che confermare quella certezza
e che trionfare. Seguendo l’esempio apiostolico, essa ha fatto di quel
primo giorno della settiptana, il giorno del riposo. Giù significa che il
riposo delle nostre at^ne si eormette, strettamentie. dia certezza della
Risurrezione di Cristo. Partecipare, infatti, ad essa è godere del riposo, tenuto in serbo: al popolo di Dio. E’ partecipare alla sua vittoria. Tutta la Chiesti si è resa conto <U questa necessità e quando Paolo scriveva-. Se Cristo noti è risuscitato vana è la nostra fe* ie, egU riassumeva la logica della:. Chiesa di tutti i Stampi,
Se infatti non è risuscitato, la fede nell’immortalUà non è se
non, qualcosa di dilidio, di vaporoso; <non solo crolla l’edifìcio' del
Cristianesimo, ma nulle d capisce più nella sua storiali, nè la sua resistenza paziente e ìrnim^ile, '"nè la sua eterna giovinezza,' nè la stfOf
virtù oonquistatrico Allta-a, à che prò’ i liostri templi, la nostra predicazione? Perchè il Cripripiesimo?
Ma così non è! Aru$! Ringraziifto sia Iddìo che ei dà la - vittoria
poi mezzo del Signor nostro, Gesù Cristo, ^'*
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La voce di Pasqui^ci parla ancora di Speranza viva. Oggi!!^ come
aU’alba della prima Pàsqua, per credere d valore eterno delle nostre anime, per dare mi Senso alla vita, per non restar muti e pmisié-t
rosi dinanzi agli enigiM'del mondo, ockxrre una speranza-sopranritaurale, una speranza vivtf, atta cioè a procurarci energia, consolazione,
vita. ' tSt •'*'
L’esistenza nostra, e pWa' di taiO^ speranze deluse che iif questo
lotta, di per sè .stessa impari, più di un anima intristisce e muore.
Disperando della liberazione, quanti — anche credenti — che
piangono come quelli che non hanno speranza nel chiudere gli occhi
ai loro cari e nell’adagiarli nella loro ultima e stretta dimora terrena!'
Povere anime affrante e inconsolate, forse l’avevate dimenticato,
ma, anche per voi è rotolata la pietra! Per voi s’è vuotato il sepolcro'
e riempito di sfolgorante luminosità! Anche per voi e per i vostri.
Cristo ha detto: Poiché io vivo,anche voi vivrete!
Soltanto, vedete, come per la primavera della campagna è necessario il sole, così per la primavera delle anime occorre Cristo trionfante della morte e del peccato. A questa condizione, sarà vera la loro
gioia neda speranza, la loro pazienza nell'afflizione, la loro tranquillità dinanzi alla morte.
Benedetta sii tu, dunque, o dolce speranza viva di Pasqua!
ENRICO TRON sr.
IL SEGNO DEL SANGUE
Pasqua significa, nella Bibbia,
«passaggio» ed ha il suo riferimento
in Esodo 12: «Quella notte - dice il
Signore - io passerò per il paese di
Egitto ove percuoterò ogni pi imogenito dall’uomo fino olle bestie- .
Ma quel sangue (il sangue dell’agnello spruzzato sugli architravi)
mi .sarà un segno in vostro favore, e
veduto il sangue, io passerò oltre e
non cadià su l’of la piaga sterminatricen.
Com’è lontano da noi questo' «segno» che per alcuni sa di leggendas Rza nesstma risonanza nella nostra
vita di eiedenti. Siamo abiluiili ad
lina immagine più miti- del signoic
il quale «vuole che lulli gli uciuini
siano salvatiyt, secondo respicssmue
di Paolo a Timoteo. Non lo si vede
più, rEtemo, predicalo tome «Dìo
amore » il Padre nostro che è nei
cieli », nella veste tli « sterminatore » quasi assetato del sangue dei
primogeniti dì Egifo. Pasqua è una
festa di amore, di letìzia. E’ la giornata dei ramoscelli fioriti, delle uova
colorate, dei pulcini giallo oro, de- gli agnellini hi anelli, delle colombe
di pandolce; la giornata della letif *ia ; il Signore è risuscitato, tutto è
^finito bene, l’incubo della Settimana
di Passione è passato: mangiamo e
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beviamo. Gli Ebrei — quelli ancora
che ci credbno — la celebrano mangiando erbe amare e pano non lievitato; ma essi non conoscono la gioia
della risurrezione del Cristo trionfante della morte.
Eppure, anche per noi Cristiani,
la Pasqua è ancora il « segno » del
« pas,saggio » della furia stenninatrico dell’Eterno. « Colui che era
senza peccato, è divenuto peccato
per noi »; Egli è il Primogenito, anzi l’Unigenito, il « Figliuolo prediletto ». Prese il nostro posto, quale
figlio del peccato, riassumendo in sè,
tutti i primogeniti di Egitto, tutta la
creazione che Satana ha gettato nella corruzione del male. Su Lui è
passata, in modo tragico, tremendo,
doloroso, la piaga sterminatrice. Ma
noi siamo salvati c cantiamo gioiosi
il nostro; « Alleluia! »: «La sua
morte mi dà tita — il suo sangue mi
fa puro »... Anche questo cantiamo:
ma abbiamo spnizzato del sangue
dell’Agnello la porta del nostro cuore? Il nostro cuore è custodito da
questo segno di salvezza? Perchè solo cosà possiamo celebrare sinceramente la Pasqua Cristiana.
La speranza cristiana
Ma ohe cosa vuol dire questo?
Gli Ebrei hanno mangiato la Pasqua con i lom,bi cinti, in piedi, in
veste, di pellegrini, pronti a partire
a un cenno del Signore. Lasciavano
una posizione disagìatai ma sicura
per andare verso Tignoto, non avendo per oggetto della loro fede che
una « speranza », la speranza di una
eredità annunciala, ma ancora lontana. Il « segno del sangue » custodiva la loro vita in vista di questa
eredità verso la quale dovevano andare, lasciando ogni cosa in Egitio
cd affidando la loro vita a Colui c’’.c
li avrebbe, condotti nella Terra pio
messa, Il loro cuore era, pieno di
questa a speranza », pieno di fiducia nel Dio.di Abramo, di Isacco e di
Giacobbe, nelPEterno delle promesse sefiisa pentimento ed eterne.
‘ Nello- stesso modo la Chiesa nata
dal « sangue del Nuovo I^tto » è
formata di eletti i quali come scrive l’Ap*'Pietro sono-stati fatti rinascer®' (segno di liberazione) mediante la risurrezione di Gesù Cristo
dai' tùortì;*' ad unà speèanzà viva, in
vista di una eredità incorruttibile,
conservata nei cieli per loro, ora custodiei per mezzo della fede (perchè '
9’ vivialmo per fede e non per visione)
da Dio stesso per la salvezza che sa
■' rà rivelata negli ultimi tempi .> (Pie=iilra/3'e seg.).
Tutto questo processo di eantificu• ■ Zldee.'^ avviene nel cuore dell’uomo
■messo sotto il segno del sangue 3i
Cristo,, perchè, dice Paolo : ir se col
cuore avred credute che Dio ha risuscitato Cristo dai morti ‘ sarai sedvatof infatti col cuore si creife per
ottenere la giustizia...' » (Rom. lG/9).Ma questa giustizia sì ottiene solo
mèdiante il sangue di GriÈteT (Roto.
5) il quale purifica il cuore dell’ud
mo che è come afferma rEcel¿
siaste rr- pieno di- malvagità, e quip".di sulla strada della « piaga sterminatrice » delÌ’Etemq.^
Segnati dal 6ànèfue ^.Qrialpi,
Segnare col sangue di Cristo la
porta del proprio cuore, vuol dire
sentirci al sicuro, come eletti di
Dio., da Lui custoditi, nella speranza
della vita eterna. Vuol dire credere
che siamo fuggiti all’ira, per la misericordia di Dio, che ha afferrata
1?. nostra vita e la tiene salda,- fondala sulla risurrezione di Cristo,
arra sicura della nostra risurrezione. Significa anche che noi siamo strappati dalla schiavitù di questo Egitto, che è il mondo con tutte
le sue concupiscenze òhe passano,
per essere trasportati nel regno dell’amato Figlio di Dio nel quale abbiamo la redenzione, la remissione
dei peccati, la vita eterna. Significa
arcera sentirci qui ed ora come stranieri ' pellegrini e peroiò astenerci
da ogni carnale concupiscenza che
guerreggia contro l’anima (1 Pietro
2/11) sapendo ohe siamo stati risuscita! i con Cristo e dobbiamo guardare alle cose di sopra dove Cristo è
seduto al'a destra di Dio. E significa
infine « stimare il vituperio di Cristo
ricchezza maggiore dei tesori di Egitto... rimanendo fermi, fedeli nella fede come vedendo Colui che è
invisibile.,- e celebrare per fede la
Pasqua... » (Ebrei 11/26),
« Beati i puri di cuore poiché essi
vedranno Iddio »...
« Il sangue di Gesù Cristo ci puriHca da ogni peccato e ci lava da ogni iniquità ».
« A Lui che ci ama, e ci ha liberati col suo sangue, e ci ha faUi essere un regno e sacerdoti all'Iddio e
Padre .suo, a lui .siano la gloria e
¡'imperio nei secoli dei secoli- Amen.
A. Bensì
Perchè cercate il vivente tra i morti ?
Guardate, fratelli, che talora
non si trovi in alcuno di voi un
malvagio cuore incredulo, che vi
porti a rttrarvi dall’Iddio vivente;
ma esortatevi gli uni gli altri tutti
1 giorni, fiitchè si può dire “Oggi,,
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La porta del presbiterio si aprì ed i catecumeni, giovani e giovanette, usciremo in sileiuio. -ì
Si avvicinava il termine del corso di istruzione religiosa. Il Pastoie aveva loro rivolto delle parole gravi ed impressive. Anche i più
irrequieti si sentivano presi da un sentimento di solennità. Le impressioni, a quell’età, sono profoncSe ma <3i breve durata. Non appena il
gruppo fu giunto culla via, essi si separarono con un buon arrivederci.
Un piccolo gruppo di giovanotte s’avviò verso una strada ombreggiata. Fresche guancie, capelli al vento, sorriso radioso: 15 o 16 anni
al massimo.
__ E’ domenica prossima la confermazione —, disse Gisella.
— Sì, ed io ho già tutto l’oocorrente: vestito, velo, scarpe... e tu
Luisa? —
— Vado all’ultima prova della sarta, domani —<.
— Dionigia ha comperato il suo già confezionato ; di crespo bianco, e cosi lo potrà mettere tutta l’estate —>.
.— Io trovo che la mussola è più indicata... —
— La mia è arricciata alla vita —•
— La mia ha quattro pieghe... e la tua Rita? Non dici nulla?
Parliamo di vestiti —
— Ho.udito. Per me è molto semplice; indosserò quello di mia
sorella maggiore. La nriamiimi l’ha mandato dalla stiratrice —.
Gisella dSsse : — Non ^ensi che sia un po’ fuori modb ? —
— Non so; del resto, poco importa. Forse che la stoffa ha importanza? E la moda? e le pieghe? Mi stupisco, sapete, dopo quanto
il Pastore ha detto...
La conversazione cessò di colpo, poi riprese:
— Ma poiché dobbiamo indossare un costume speciale per la
cerimonia — disse CHga, un po’ confusa, — bisogna pure pensarci —.
—. Senza dubbio, ma il meno possibile II costume non è che un
simbtdo; ciò che importa è la realtà —.
Camminavano pensose. Gisella, gli occhi bassi. Lisa contemplando le nubi all’orizzonte. Rita parlò cmne per sé stessa ;
____Il nostro vero vestito bianco è quello che porteremo dentro di
nm; nessuno lo vedrà. E’ Gresù che ce lo da. Come nella parabola delle nozze; il padrone di casa offre un vestito ad o^ invitato, un vestito nuovo. E l’invitato che preferì serbare il suo vestito vecchio iu
messo fuori. Il nostro vestito di mussola non sarebbe bianco se non
rappresentasse la nostra purezza ; quella purezza che Gesù ci può dia
re, perchè il nostro cuore non è puro. Saremo vestite dii bianco per
dimostrare che vogliamo vivere in un modo veramente nuovo —.
Il silenzio cadde su tali parole e ognuna delle fanciulle le pesò
nel proprio cuore.
____ N«m avevo pensato, disse Olga, che un vestito bianco potesse
dire tante cose —.
Piccola catecumena Valdese che, nella domenica delle Palme avrai forse indossato il costume del tuo popolo, la candida cuffia...
ascolla: porterai ancora quel vestito col sentimento di ciò che esso
significa: purezza, novità di vita, fedieltà all’Evangelo., diono meraviglioso di Cristo a coloro che lo amano!
». r.
Partano i /iffti tontani...
In questo difficile dopo-guerra, non
chi giovani, valdesi hanno dovuto cercare all’estero una possibilità di lavoro. La maggior parte di essi ebbe modo
di sistemarsi nella Svizzera ospitale.
Incominciò così l’esodo dalle nostre
Valli. Dal loro nuovo campo d; lavoro
questi giovani a sono sempre tenuti
in contatto con la loro Chiesa, scchè
anche da lontano abbiamo potuto seguirli. Non solo, ma nella stessa Svizzera essi trovarono persone accoglienti e comprensive che, portando ser:amente nel cuore il problema di questi
giovani emigrati, si preoccuparono di
dar loro la possibilità di ritrovarsi in
un ambiente che potesse ricordare la
Chiesa lontana. Furono così fondate
delle U. G. V. che ben presto divennero fiorenti.
Abbiamo voluto interrogare coloro
che già da mesi si trovano in terra Elvetica per conoscere le loro esperienze
ed impressioni.
•C; sono pervenute delle risposte interessanti, tramite l’Unione di Ginevra e Tinfaticabile suo presidente Sig.
J. Picot.
*
* «
La giovane X., con una franchezza
che non dispiace, ci elenca quelli che
ai suoi, occhi sono i difetti ed i pregi -Jei
suoi datori di lavoro.
L’ha colpita, innanzi tutto, l’onestà
scrupo’.osa di quel popolo, derivante da
una grande sensibilità di coscienza che
si è venuta formando attraverso una
seria educazione ’ntrapresa fin dalla
infanzia.
Esiste il rispetto della persona, delle sue idee, della sua vita ed anche I
rispetto per il lavoro, sotto tutte le
forme.
In tutti i campi vi è una grande ricchezza di uomini di valore. In quanto
alla vita, essa è semplice, laboriosa.
Il lavoro è compiuto con ord’ne e metodo, ed i metodi sono eccellenti.
D’altra parte, viene lamentata una
diffusa incomprensione del carattere italiano, esuberante ed espansivo. E’
stato pure notato un certo orgoglio individuale e nazionale, comprensib’le,
è vero, ma che può talvolta degenerare in disprezzo per chi è stato meno
privilegiato in fatto di educaz'one.
Il giovane C., che lavora in un albergo nella Svizzera tedesca, denuncia innanzitutto il fatto di molti giovani Valdesi che lasciano la loro casa senza alcuna ragione, ma per capriccio,
perchè desiderano fare come gli altri
e conoscere un po’ di mondo. Questi,
naturalmente, non tardano a pentirsi
non appena si trovano di fronte alle esigerrze dj un lavoro che non è sempre
facile. A coloro, invece, che lasciano
la casa perchè spinti dal bisogno o
perchè desiderano imparare bene una
altra lingua ( la bilinguità non è forse
sempre stata una nostra simpatica caratteristica?) egli' consiglia vivamente
di non dimenticare la casa paterna, ma
di rimanere unita con il pensiero e con
il cuore al focolare ed alle Valli. A
questo scopo, egli parla con amore delle U. G. V. sorte a Losanna e a Ginevra ed alle cui riunioni i giovani parlano delle Valli, di Agàpe, cantano le
slesse canzoni che cantavano prima di
lasciare la casa. A quella casa essi si
propongono di ritornare, portando net
cuore tulle le buone esper enze fatte in
Svizziera.
Alcuni altri giovani desiderano avvertire i loro connazionali che una cosa è conoscere la Svizzera oo.me turisti
0 ospiti e tutt’altra cosa è conoscere
la Svizzera come lavora’ori. «Se, a tutta prma il secondo caso si presenta
molto meno interessante e non privo
di difficoltà morali e dì fatiche materia
Cathécu mènes
..•Nous sommes des privilégiés et,
par conséquent, des responsables. .J
Chacun de nous doit se dire;
iEn avant vers l’action, parce-que
fiai beaucoup reçu.
En avant vers l’action, parce-que ^
ayant reçu je dois donner.
Pour donner, je dois me convertir, ..j
La conversion, c’est le premier pas
en avant...
Je ne veux plus dire; «plus tard».
Jiésus passe en ce moment à côté de
moi; Il me dit; « suis-moi ». Je lui
réponds: « Oui, Seigneur; jusqu’à la'
mort, avec Toi, pour Toi, en avant '
vers l’action dans la lumière ».
G- Lauga.
Egli è stato trafitta a motivo delle nostre trasgressioni, fiaccato a motivo delle
nostre iniquità,- il castigo per cui abhiam pace è stato sa lui e per le sue lividure
noi abbiam avuto guarigione.
li non lievi, è tuttavia infinitamente
più prezioso per fa .nostra esperienza
e per il nostro sviluppo spirituale.. C’è
tanto da imparare, tanto da arricchire il
nostro animo, tanto da benedire Dio
£ ringraziarlo giorflo dopo giorno».
Parlando delle Ü. G. V., anch’essi
affermano : nelle nostre Unioni tutti i
giovani, di qualsiasi Chiesa, di qualsiasi Unione, vanno d’accordo e si vogliono bene, feliclt- di ritrovarsi insieme. Ñon dimentichiamo i nostri canti
ed i nostri patois : a volte è veramente
div^ertente sentire peninsulari e isolani fare sforzi evidenti per parlarli, o
almeno capire i vMsupatini e oeux de
la vallèe de la lumière che non perdo
no le loro buone abitudini!
■Ü:
Rivolgendosi infine a tutti i giovani fratelli rimasti ih patria in attesa di
lasciare anch’essi’*la casa e le Valli,
la lettera così conclude : « vi diciamo
di riflettere ancora, di pensare se veramente non avete una missione (perchè ogni vita ha una missione - sia essa graride o piccola - ) da svolgere
anche lì dove vi trovate/ se le nostre Valli non hanno ora, più di una
volta, bisogno delle vostre braccia e
della vostra mente; ma sopratutio vi
diciamo di eh edere con fi.1e a Dh di
guidami nella vostra lerisione e di
rimettere a Lui il timone della vostra
vita, in qualsiasi luogo voi sale ».
Terminiamo questa breve rassegna
con la bella testimonianza di una valdese al servizio presso una famiglia ;
« quando ero alle Valli, in seno alla
mia famiglia, andavo sovente in Chiesa, all Unione; pregavo Dio, sì, ma
solo venendo qui ho provato cosa sia
avere una fede. La lontananza, l’indifferenza, l’incomprensione che spesse volle mi sono sentita attorno, mi
hanno spinta a ricercare in Dio quella
forza necessaria per assolvere il mio
compito, forza che Lui solo può concedermi con la Sua Grazia. Sapendo
che non siamo mai sol', ogni compito
diventa più facile. Si impara così a
conoscere ed apprezzare le benedizioni divine.
Così il mio soggiorno in Svizzera
mi insegna tante cose : tutto sta nel
saper raccogliere il buono e lasciar da
'parte il cattivo. Sapendo che tutte le
cose cooperano al bene di quelli che
amano Dio, continuo il mio compito fiduciosa fino al giorno in cui, se piace
al Signore, tornerò alle amate Valli.
Saprò allora certamente apprezzare
più di prima la bellezza ed il tesoro
che esse racchiudono ».
Si j’avais encore un fils, voici, je
crois, ce que je lui dirais, à l’heure
où il quitterait le foyer paternel
pour affronter seul les vicissitudes
de la vie;
— Tout d’abord, i! faut aimer la
vie. Si Dieu nous l’a donnée, cette
vie. Ce n’est pas pour que nous la
méiprisions ou pour que nous en mésusioiis. Il faut aimer la vie, et l’accep'.er telle qu’elle est, car c’est
dans le réel que nous devons vivre
et non dans l’imaginaire...
Ayant reconnu la vie pour ce
qu’elle est faite : de joies et d’épreuves, de plaisirs passagers et de luttes quotidiennes, il faut s’appliquer
à vivre pleinement sa vie d’homme,
à vivre le plus possible, et le plus
haut, dans l’amour, dans le travail
créateur, diars la beauté, et dans la
paix de l’âme.
G. Rigassi - Le prix du bonheur
Un gruppo di giovami dell Umore
di Ginevra ci parla della testimonianza che i Valdesi in Svizzera hanno avuto modo di dare come membf' di una chiesa la cui voce di protesta si fece udire alcuni secoli prima della Riforma. Considerando poi il latti pratico del problema deH'emigrazione, essi così si esprimono : « per quel che
riguarda il lavoro, in generale abbiamo trovato un maggior rispetto della
personalità; è vero che al principio/
quando il bisogno di mano d’opera
straniera era maggiore e più urgen-<
te, molto spesso si aveva per noi più
riguardi di quanti non se ne abbiano
ora. Ma, anche in questo, molto dipende da no': ci sono alcuni che si
lamentano e non realizzano che la diminuzione della considerazione di cui
godono può essere in parte imputata
a loro stessi in quanto non hanno saputo o voluto, al momento opportuno,
educatamente ma fermamente dire la
loro parola e farsi rispettare ».
Altri si erano fatti delle rosee illusioni su quel che avrebbero potuto ri^armiare. Effettivamente, se uno fa
una vita molto ritirata e non ha una
famiglia in Italia cui provvedere, qualcosa riesce a mettere da parte. Ma se
uno - specialmente con famiglia - ha
già un posto in Italia e crede d; fare
un ottimo affare venendo qui, si sbaglia. « Non bisogna farsi alcuna illusione su possibilità di sistemazione
permanente, perchè appena la crisi incomincerà a delincarsi all’orizzonte
portando di conseguenza con sè la disoccupazione, saremo i primi ad essere licenziati ».
Quand nos enfants
s’en vont...
Pour plusieurs d'entre nos jeunes, le temps de la Confiriiuition coïncide, tôt ou tard, avec celui où il faudra s’éloigner de la maison, à la
recherche d’un travail rémunérateur.
Quand nos enfants s’en vont, lorsqu’ils quittent pour la première
fois le toit paternel, la vie familiale qui jusqu’à ce jour s’était écoulée
cftl-me et monotone, subit tout à coup un profond changement.. •La fillette d’hier est dhivenue une jeune fille capable de gagner sa
I ie, ou bien est-ce le grand fils qui va pouvoir donner iuin bon coup
de main» à ses parents qui ont encore une nombreuse famille à elever.
Autour de la petite valise qui, le plus vouvent, renferme peu de'
choses, c’est surtout la maman qui s’empresse.. Pourvu qu’elle n’oublie
rien! Mais non, tout est prêt ; mouchoirs, cravate et gants de laine,
chemises ou blouses soigneusement lavées et repassées.
Les yeux cherchent du regard le petit Testament tout neuf, reçu à
l’occasion de la belle cérémonie au Temple, en souvenir des promesses par lesquelles l’enfant s’est engagé à vivre chaque journée sous le
regard de Dieu- Tout était si beau ce jour-là et il y aivait lent de joie
et d’assurance dans son regard! Mais, maintenant qu’il s'en va, le coeur
maternel se serre: que lui arrivera-t-il dans ce smste monde plein d’embûches? Les mains glissent discrètement le Livre parmi les effets:- «11
sera sa force, son guide et sa consolation lorsque la \ie lui donnera
le? premières rudes leçons..»
El l’&tfant part,
L' s jours passent. La vie reprend, normale, roi lin ère. Chaque semaine le facteur, guetté avec impatience, apporte la lettre de l’absent.
Les premières lettres! A travers les lignes, d’un laconisme touchant,
comme on voit bien qu’ils ont «ie cafard» ces jeunes de dix-huii ans!
Mais il veulent être braves, ils le seront,. Ils ont ce beau contage
qui les aide, car ils savent qu’ils sont en train de devenir des hommes.
Mais pour qu’ils soient vraiment des hommes, cos enfants qui nous
quittent, sommes-nous sûrs de les avoir assez bien préparés ?
mes
Nous qui pensons avec sollicitude « leur bien être matériel,
-nous sûrs d’avoir mis de l’ordre, aussi, dans leur personnalité ruas
santé? La foi est-elle assez enracinée dans leur coeur? Leur avons-nouS ^
assez parlé du sentiment de la responsabilité que tout homme doit
éprouver en face du devoir à accomplir? Connaissent-ils la force de
Dieu qui s’accomplit dans la faiblesse de l’homme? ^
Pour saisir le vrai sens de la vie, pour triompher des obstades
pour vaincre, tout le secret est là.
D. Bert.
3
L€CO DELLE VALU VALDESI
GioKanm E. Metile
RINNOVARE
IL MESSAGGIO
Quanto hanno scritto i Signori Pastori Elio Eynard ed Ermanno Rostan nel loro Invito ai Clericali (Eco del 18 febraio u. s.) non merita
davvero di passare sotto silenzio. Tan.
^ to più che il problema si è ripresenS tato - in un altro settore ¿iella no^stra vita ecclesiastica - nell’appello
alle Vocazioni pastorali (Eco del 14
marzo). Si tratta - in parole semplioi e chiare - di analizzare le cause
profonde del presente nostro maia"
sana spirituale e - possibilmente - di
proporre dei rimedi.
Ora io - senza voler scrivere frasi
«ad effetto» • mi rendo conto deH’estrema delicatezza dell’argomento e
più ancora ho presente (mi crederà
chi vorrà) la mia infinita pochezza
di fronte ad esso. Sento il bisogno
d’incominciare in questo atto di umiltà e di contrizione. Ciò fatto, mi
sento più a mio agio nel mio sforzo
di servire la mia Chiesa e il mio Signore.
Secoucla premessa, o meglio constatazione: del fenomeno complesso
che ci sta dinnanzi, le cause sono
^ molteplici ;io accennerò ad ^una di
esse pour amorcer la discussion. Altri seguiranno, confermando o con'
traddicendo.
La causa dell’attuale marasma di
■ cui vorrei parlare è questa : Il messaggio dtella nostra Chiesa (l’Evan"
gelo, la potenza dell’Evangelo, la
Salvezza «in Cristo», la «Grazia di
Dio») non è nè abbastanzai preciso nè
< abbastanza chiaro; esso «non porta»,
cioè non risponde ai bisogni spirituali, pur così profondi, della no^ stra generazione, non ingrana con
ciò die interessa, che appassiona o
che esalta i nostri contemporanei.
- In un mondo il quale attraversa la
orisi più tremenda che abbia mai
*’ attraversata - sta rinnovanciosi, sta
assumendo un volto nuovo e ricercando un’anima nuova, noi - nel
- taostro «tempo» siamo rimasti vecr
Il nostro è un messaggio sentimentale o pseudo intellettuale basato essenzialmente sulla teologia di
San Paolo. Deve tornare ad essere
Un messaggio positivo e profondamente umano basato essenzialmente
sul pcofetismo di Gesù. Noi contiri nnianio a presentare degli orizzonr ti individuali e ultraterreni a ¿Iella
genie irresistibilmente attratta, or'
mai, ;la orizzonti comunitari ispirali al S(“rmone sul Monte e al Padre
Nostro: «Il Tuo Regno venga, la
Tua Volontà sia fatta sulla terray>.
7 Questo uno dei motivi per i quali i nostri uomini sono diventati dei
t,. clericali e i nostri giovani non diventano pastori.
'1 In proposito, ed a conferma, cite5' rò nell’originale alcune consicSerazioni piene di buon senso e di afflai to autenticamente religioso del pa^ Store liberale ginevrino Jean Sdùo» ter, quali sono stale pubblicate nel
I s rimanale «Le Protestant» di Gine'i^ra del 15 febbraio 1949.
^ -l'ai, certes, un graind respect pour
h la culture de l’esprit. J’adimire la
^ pu ‘-sauce de la pensée. Je m’incline
vant savoir, et les spéoulations
,,, théol''g.quq.s ne me sont 'piersonelle
Pnient pas antipathiques. Mais, quand
il s’îig'it de rdligion, oe n’est pas là
,v,^ue nous devons chercher notre appui.
Je crois, aujourd’hui plus que jar
mais, <fue la religion de l’amour et
p. de la fo) est appelée à développer sa
? pu <<sanee. Les masses populaires noue
Í attendent, elles font bon accueil à no'v tre prédication. Elles reconnaissent
'Í peu à peu qu’il y a, dans l’idée de la
¿ Patu-rnité de Dieu et de la fraternité
^humaine, quelque chose qui ouvre les
I 'partes et fait le jour sur des vérités
‘J, larges, saintes, éternelles.
S' iSi os Eglises veulent conquérir les
^fouies, il ne faut pas qu’elles les convient à un festin d’aljstractions, de
spéculations dogmatiques auxquelles
* riles ne eomperenment rien. Notre en.
seignement doit êtr© aussi réel que
s* l'tur dur labeur, aussi chaud ques les
meilleures affections farniliales et assez
Sfc largo pour suffire aux besoins des
hommes les plus divers.
Tl est temps de pirendre souci, non
pas de quelques mlliers de pages d'une
fabuleuse dogmatique, mais du véritable intérêt des consciences. Il est
temps, non pas de feuilleter une publication colossal© aussi lourde à manier
que longue à annoter (qui n© frémit
à l’idée d’être forcé d© la dire!), mais
de donaier aux âmes un© noumture
apirituell© saine, simple et forte.
Pour arriver à ces résuiltats, il import© qu© l’on élkoiine du christianiam© des dogmes, qui n’ont souvent aucun rapport avec lui. L’essentiel, dans
le chriatiainisme, est moins, un© certaine somme de doctrines surnaturelles qu’une diapesition religieuse et
morale dont la redherche, l’amour ardent dè Dieu, de l’idéai, d© la perfecbon sur la terre comme au ciel, constituent le caractère dominant.
Les dogmes, d’où qu’ils viennent, de
Rome, de BâJ© ou de Genève, m’ont
jamais cessé d’être ferments de discordes. G© sont eux qui ont suscité des
persécutions dans toutes les Eglises.
Supprimez les dogmes, et vous verrez les barrière© s'aibaiaser et les mains
s© serrer dans" l’amour universel qui
.
Nè si dica che ardite considerazio.
ni di questo genere possono venire
d’Oltre Alpe soltanto. Grazie a Dio,
qualche cosa incomincia a «muoversi» anche fra noi. Elsempio notevole di questo ìndip^deute ardimento lo vedo nell’articolo (non sospetto )di Giovanni Miegge Le due
Riforme pubblicato nella Luce del
15 febbraio u. s.. Non cito il bellissimo scritto per hok sciuparlo, sperando che, piuttosto, il Miegge stesso voglia sostenere suU’Eco la sua
giustissima tesi. Non importa se ta'
le tesi mandia alEària il «bartismo»
del mìo amico. Non siamo forse tutti quanti - e in perfetta buona fede impastati di contraddizioni?..
Felix culpa, dunque, caro Miegge,
e ben venga «la Nuova Riforma»
pour nous fair e sortir de Pornière.
Una prima obbiezione
Il giudizio del nostro collaboratore sulla predicazione odierna è forse un po’ azzardato ed unilatèrcde.
Dire che il messaggio ¿fella nostra
Chiesa « non risponde ai bisogni spirituali della nostra generazione, non
ingrana con ciò che interessa i nostri
contemporanei »; affermare che il
nostro è « tm messaggio sentimentale o pseudo intellettuale basato essen,
zialmente sulla teologia di Paolo »
significa esprimere un parere molto
grave o troppo generico e superficiale.
Indubbiamente il messaggio della
Chiesa è sempre un messaggio che reca con sè il segno della ’’umanità”
e della ’’debolezza’' di quanti lo pro.
clamano. Questo messaggio deve essere portato agli uomini della nostra
generazione, hic et nuno, cioè qui ed
ora, per adoperare un’espressione di
moda. Dobbiamo parlare agli uomini del nostro tempo servendoci, se
possibile, del linguaggio del nostro
tempo ed inserire il messaggio evangelico nel travaglio di questa generazione. Si potrebbe dire che bisogna proclamare in termini di ’’attualità” il perenne messaggio del Vangelo.
Fin qui siamo d’accordo e credo
che ogni predicatore, pur consapevole delle proprie lacune, chieda a
Dio di dargli un messaggio che ’’afferri”, che ’’agganci” l’uomo del nostro tempo e scavi in profondità nella sua coscienza.
Le difficoltà e forse le divergenze
d> idee sorgono t,u anelo ci si pone
seriamente la domandi: ’’Sono i
tempi e le circostanze che debbano
determinare la predicazione del Van
Âvvêf ez... I
SI l'on prêche que Christ est ressuscité des morts, comment
quelques-uns parmi vous disent-ilS qu’il n’y a point de résurrec
tion des morts?
S’il n'y a point de résurrection des morts, Christ non plus
n’est pas ressuscité?
Et si Christ n’est pas ressuscité, notre prédication est donc
vaine, et votre foi aussi est vaine.
Il se trouve même que nous sommes de faux témoins à
l’égard de Dieu, puisque nous avons témoigné contre Dieu qu’il
a ressuscité Christ, tandis qu’il ne l’aurait pas ressuscité si les
morts ne ressuscitent point.
Car sf les morts ne ressuscitent point. Christ non plus n’est
pas ressuscité.
Et si Christ n’est pas ressuscité, votre foi est vaine et vous
êtes encore dans vos péchés.
Et par conséquent, ceux qui sont morts en Chrfst sont perdus.
Si c’est dans cette vie seulement que nous espérons en
Christ, nous sommes les plus malheureux de tous les hommes
n Corintliieii« XV; 12-19)
est Je fonidement mêm© du diristianiB'
me d© Jésus Ohrist.
C’est sur ce fondement, sur oe fon.
dem©nt eeuloment, qu© s’axxxaûplira
oett© paoiÆioation générale des esprits
dont notre monde, religieux du non,
a un si urgent besoin. Alors, la vérité apparaîtra dans ,un© immense simplicité. “1
:
Verso la erpee
Gesù cominciò a dichiarare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffirir molte cose ed esser ucciso e ris.uscitare al terzo giorno.
E le turbe rbe precedevano e quelle che seguivano, gridavano : Osanna al Figliuol di Davide I Benedetto colui che viene
nel nome del Signore I
La Jlietra che gli edificatori hanno riprovato è quella ch'è
divenuta pietra angolare; ciò è stato fatto dal Signore ed è cosa
meravigliq^a agli occhi nostri
Egli stesso ha portato i nostri peccati nel suo corpo, sul legno,
affinchè, morti al peccato, vivessimo per la giustizia, e mediante
le cui lividure siete stati sanati.
gelo oppure è la predicazione stessa,
pura e genuina, che deve risuonare
nei tempi e proclamare agli uomini
di tutte le classi, di tutte le razze, di
tutte le lingue, il misericordioso piatto di Dio per la loro redenzione?’’
In fondo, che cosa si vuol veramente dire quando si parla di ’’attualità” della predicazione? E’ attuale Ut predicazione in quanto verte
su ciò che ’’interessa o appassiona o
esalta i nostri contemporanei” o non
è forse altrettanto e più attuale ciò
che, nell’Evangelo, li scontenta, li
disgusta, li respinge? Si deve dire,
per esempio, che risponde ai bisogni spirituali del -nostro tempo soltanto la predicazione della vita comunitaria e di tutte le opere ecclesiastiche o sociali' ispirate a quell’ideale, mentre ogni altra predicazione è fuori del tempo e delle esigenze profonde dell’uomo ? sono le nostre concezioni politiche, sociaii, filosofiche, teologiche e religiose che
debbono dare alVEvangelo un carattere di attualità oppure è VEvangelo,
tutto VEvangelo, non escluso il messaggio di Paolo, che deve imprimere
alle nostre concezioni un orientamento veramente « cristiano? » 7
« bisogni spirituali della nostra generazione » si identificano essi soltanto con la ricerca o l’attesa di una
società nuota, o non sono anche e sopraiutto il profondo anelito ad una
vita perdonata e purificata, in cui ri
vedano i segni della parola di Cristo: « I tuoi peccati ti sono rimessi »
e di quella di Paolo : « Non sono più
io che vivo, ma è Cristo che vive in
me » ?
L’Eiangelo è vecchio, ma è sempre giovane. Non v’è nulla di più attuale della parabola del figlinol pro
digo o dell iiwontro di Gesù con
Zaccheo. Esso diventa vecchio quando è contaminato dalle nostre ideologie o dalle nostre filosofie che, spesso, non dicono nulla di veramente
nuovo ed attuale.
Essere vigilanti onde avvertire i
movimenti, i sospiri, il travaglio della nostra generazione e non essere
assenti quando tutti gli altri parlano, esprimere l’eterna Parola di Dio
in tutta lu sua perenne chiarezza ed
in tutta la sua forza : questa ci sembra dover essere la nostra posizione.
Il messaggio fondumentale non può
che essere quello dei primi testimoni
del Cristo: « Ravvedetevi e convertitevi, onde i vostri peccati siano can
celiati, affinchè vengano dalla presenza del Signore dlei tempi dii refrigerio e ch’Ègli vi mandi il Cristo che
v’è stato destinato, cioè Gesù, che il
cielo deve tenere accolto fino ai tempi della restaurazione di tutte le
cose ».
Ermanno Rostan
Mon Dieu, c’est le vin
Un colporteur offrait une Bible à
Un ouvrier déjà âgé. Celui-ci répondit sur un ton méchant : « Mon Dieu,
à moi, c’est le vin ! » — Eh bien,
répondit le colporteur, permettezmoi de vous faire obserwr que vous
ne l’avez guère imité, votre dieti.
« Que voulez-vous dire P » — Je
veux dire que le vin en devenant
vieux, devient meilleur, tandis que
vous, en devenant plus vieux vous
êtes devenu plus méchant ». L’autre, passablement interloqué par cette répartie, reprend : «Eh ! bien,
vendez-moi une Bible. Une réponse
comme celle-là vœu bien qu’on uchète une Bible ! »
(La, fin du siècle dernier).
iíitiíííMaafittm
La voce delle Comunità
Dalle Chiese lontane
IVREA
Quiesta nostra piiooola chaesa sì è
risvegliata dal lungo torpoire invev.
male in modo molto ©dificaaite. Anzi,
butto essa ha avuto la graditissima
visita il 21 marzo 'del missionario Boberta Goisson jl quale, doipo aver tenuto una ©onferenza il giorno preoedente a Biella, proseguendo il .suo ^iro di du© mesi di propaganda attra.
verso l’Italia, giungeva tra noi per
tenervi Ta settantesima riunione della
sua lunga fatica. La vìsita del Sig.
Coisson faceva seguito ad altra eh©
la missionaria iSig.na Graziella Jalla ■ci aveva fatto nel settembre scorso
ed è stata perciò il felice completa,
monto della 'precedente.
Molto interesse ha diestato il bellissimo film che serve in modo così efficace a- documerabar© l’amtanite, la vita, 1© diffiool'tà di tutti i generi che i
nostri missionari, veri pionieri del.
J’Evamgelo e della oiviltà, vivono ed
incontrano neji lontano Zamibesi. Al
iSlg. Coisson, ancora una volta, tem.iamo ad esprimere insieme al vivo rim.
graziamemto 'P©r la sua graditissima
visita, r augurio miglior© 'della nostra
oomiunità per il pronit© ristabilimento
■della sua salute, per imodo che gli sia
possibile riprendere pr'esto, con la
sua fedele compagna, quell’opera be.
nedetta alla quali© il Signore lo ha
chiamato, là ove « già le spighe son
mature e. s’imeurvan sullo stei »,
Una seconda © non meno gradita visita abbiamo avuto nei giorni 36 © 27
Vioe-Moderatore, il pastore EUo Eynord. Per quanto breve sia stata la
visita, essa è stata fruttuosa per gli
inoontri eh© egli ha potuto avere con
'la nostra comunità, prima con una
riunione ool Consiglio di Chiesa, por
con una riunione .pu'bblioa serale, in
cui ©gli cd ha intrattenuto in modo
così interessante © colla foga e la pas.
»ione 'Ohe gli sono caratteristici, sulla
conferenza del movimento ecumenico
di Amsterdam, cui ©gli h© partecipa,
marzo ooW’arrivo fra noi del nostro
to la s'corsa estate. La 'lomenica, dopo una visita ai nostri bamhini del.
'la Scuola Domenicale, che è diretta
dalla giovane Signora del nostro Pastore, il Vice-Moderatore ha presi©,
duto il culto, e la nostra sala er«, insolitamente gremita diaH’affluaso dei
membri di chiesa e sjmipatizzanti accorsi in modo cosi numeroso ad aeool.
tare il vibranit© messaggi© che egli ci
trasmetteva.
Dqpo il culto egli presiedeva ancora l’Assemblea della nostra chièsa.
Nel 'pomeriggio il SAg. Eynard, ac.
oompagnato dal Pastore Sig. Rivoira
si recava a visitare la piccala chiesa
di Carema (puitroppo rimangono ancera sempr© troppo isolati i 'piccoli
'nuclei di Drusaix» e Pont Oanavese),
ov© un nucleo di fedeli evangelici è
visitato regolarmente, oltre ohe dal
Pastore, da Volonterosi memibri della
nostra chiesa, quali il Sig. Marango.
ni, cui il Vice-Moderator© ha rivolto
pubblicamente un ben m'eritato riogio per quest«, sua ben'cfica opera.
La visita del Vice-Moderator© che
ha posto >termin©, almeno vogliamo
sperarlo, alEoblìo nel quale la nostra
comuniità era stata lasciata da troppi
anni dalRAmministraziom© centrale
ha permesso 'di studiare ed affrontare i princiipali e gravi proWlemi no.
stri che si possono riassumer© in due
ésaenziàli: difetto df locali e difetto
di aesistenasa, derivamte dalla neoesei.
tà 'di dover oon un solo Pastore far
fronte ai bisogni dell© due chiese
compJetamenite eccentriche l’una ri.
4
mm
' ■.4.
tF
i
L'ECO DEJULE VJUU VALD0SI
spetto all’altra, di Ivrea e di Biel'la,
E’ urna situazione questa Òhe sì prolunga da lunghi anni e ohe dovrebbe
essere risolta, almeno in parte, nel
miglior modo possibile. Alla Tavola
Valdese ci 'penmettiamo dì ricordare
che anche ndlla nostra patria, anche
nella nostra città « 'le spighe son mature », ma occorre ohe i mietitori sia.
no fervènti, attivi, ipartioolajimeint« portati iper ¡preparazione spirituale
e carattere, a quella ohe è l’opera nel
camipo della evangelizzazione, batta,
güera, entusiasmante, densa di particolari necessità.
Al Sig. Eynard esprimiamo, col vi.
vissamo riingrazaamento della ¡ncilstra
comunità, l’aiugurio di poterlo presto
riavere con noi, come egli oi ha piomesso. D. J.
BARI
LIVORNO
Alcïme manifestaaioni evangelisti,
che hanno avuto lut^o nella nostra
cittàj nei mesi scor«.
Festa deSla Eiforma (31 ottobre). La
cerimonia ha avuto come parte centiale una conferenza del Past, Doti.
Alberto Ribet sul seguente -tema:
« Perohè il Valdismo non aderì alla
RiformaÌ ». La conferenza è stata an.
nunzdata da centinaia di manifesti
murali, oltre 'die da qualche giornale.
Quando, all’ora stabilita, il Past. Alberto Ribet è salito sul pulpito, nel
Tempio c’era già un gran (UTimero di
membri di chiesa, simpatizzanti ed
amici. Ma l’afflusso degli uditori, al.
cuni dei quali hanno varcato la soglia
dei liosbro Tempio per la prima voita,
è continuato ininterrottamente sino
alla fine della cerimonia. Chi non lia
trovato posto a sedere o è rimasto in
piedi in Chiesa o si è fermato ned cor.
ti le prospiciente la Chiesa, essendo la
conferenza trasmessa con altoparlante. Abbiamo così veduto il nostro cor.
tile letterallmente pieno di ipersone di
ogni ceto sociale.
Un’aJltra giornata evangelistica si è
avuta il 5 dicembre, quaoodo il dott.
Alberto Ribet ha parlato su « Noi vogliamo la pace » nel locale Teatro
Margherita. Manifesti murali, contenenti d’annunzio della conferenza o pa.
role evangeliche sulla pace, sono appairsi nelle strade principali desila
città. Inoltre sono state distribuite
migliaia di copie di un opuscolo iii
quattro pagine sulla pace. Un gran
nuimero di estranei, oltre a membri di
chiesa e simpatizzanti, ha asodltato il
discorso, cui ha fatto seguito un con.
traddittoTÌo.
Anche if Convegno annuale dell’8
dicembre ha avuto uno sfondo evangelico. Questo Convegno, eh« ha avuto
pr»i tema centrale « Il COngiresso Ecumenico di Amsterdam-», è stato pre.
ceduto il martedì sera, 7 Dicèmbre,
da un'interessante oomferenza del Pastore Dott, Carlo Gay, Temevamo ohe
l’argoimènto, per quanto importantrs.
«imo per noi evangelici, non interessasse tanto gli amici » gli estranei.
Invece il Past. Carlo Gay è stato aseoL
tato attentamente da un gran numero di uditori, alcuni dei quali, alila
fine della oomferenza, hanno chiesto
schiaiimenti e precisazioni. La mattina dtell’8 dicembre la nostra Cap.
pella si è riempita di Convegnisti
provenienti da Firenze, Pisa, Lucca
e Barga e da membri della Oiiesa di
Livorno. Si è pregato, cantato, lii.
scusso, dopo che il pastoie Bruno Sac.
cornami, ^lla Missione della Bpezia
per ritalia e il Cand. tìieol. Alberto
Riodardi hanno parlato rispettiva,
mente delle Chiese presenti e delle due
grandi Chiese assenti alla 'Oonferenza Ecumenica di Amsteidam.
Nel pomeriggio i Pastori Carlo Gay
e Aliberto Ribet hanno tenuto due conferenze nel Tempio sul tema; « Disordine ideir’uomo e ordine di Dio ».
Come aJltre volte, il Tempio e il oórtile erano gremiti di persone che hanno ascoltató gli oratori con .vìvo inte,
resse. ’
Siamo certi che queste oonferenzé
.sono state il mezzo per raggiungere
un vasto numero di persone, le quali
altrtaeniti non avrebbero forse mai
avuto l’occasione di .Uidir« l’Evangelo, e 'dhe, accompagnate (dalla preghiera e dalla, testimonianza della comunità, esse hanno avuto conseguen.
ze per (»loro che^ filluminati 'daJlo
Spirito del iSlgnore, le hanno ascoltate come veramente annunzio dell’EV angelo di Cristo.
stata seguita da up numeroso ed attento pubblico ohe ha affollato lo^spa.
doso locale. j
Domenioa sera, 27 Marzo, il nostro
tempio si riempiva di fedeli e'di estra.
nei, attratti 'dalla pr^cazione del
Vangelo, il Past. Rostan ha rivolto alla Comunità il messaggio cristiano del.
la Parola di Dio e ia chiesa lo ha ringraziato 'della sua gradita visita.
Dall' Estero
PHILADELPHIA
Il 17 febbraio ili culto è statp partioolarmmte dediicato al rdoordo dei.
l’opera tenace e fedele dei nostri padri e dell’esempio ohe essi ci hanno
dato nella rinunzia di quanto avevano di più caro per ser^bar la fede. Nel
culto deilla domenica 20 febbraio la
comunione degli spirati ha trovato
poi il suo diapason nelle vibranti parole «-Sii fedele! », con le quali il
Pastore 'ha tratteggiato le gloriose vi.
oende ■dei Valdesi nei secoli passati,
sostenuti sempre, da una fede incrollabile attraverso persecuzioni, fino al
gran giorno della Emancipazione, fede che deve sostenere noi ora nella
lotta 'Contro le (silenziose e subdole
persecuzioni interiori del maligno, le
cui armi nascoste degli allettamenti
del mondo non sono meno pericolose
delle persecuzioni di un tempo contro
cui lottarono i niostri padri.
BRESCIA e VERONA
Le nostre due ‘Gomunità hanno deguarnente festeggiato la data che è
cara a chiunque ami la libertà.
A VERONA granidi manifesti han' no invitato la cittauxnanza aua conterenza oied ir astore tenuta li. 17 sera. i-ut CJuifcsa si è riempita 'Cli putibuoo serio-e *»ìa disposto il quaae ha
ascoltato con segui ùi appiovazione
la coniereuza tiittteueurausa .poi nuo
aaie ore picóme a oiscutere eu a poi're
uomaiiiue. nume aua ooniercuza uciia
liouieuica 20 è lutervenuto uu uumi
puiumioo e pareccai estrauei souio cornati ai t-^uiti oroiuari.
' i-a cUiesa ua avuto la gioia 'di accogliere il iTast. E. itostau ai curto del
z7 marzo, da Inii presieauto.
Dalle nostre-Valli
PRAROSTINO
A BRESCIA già il 15 (giorno festii
vo; la Comunità si è riunita per la
sua festa intima nella baia. AuPiamo
udito — mediante i discni — i con eseguiti dalia Corale Vaidese di Torre
Rcilioe; aobiamo ascoltato una bella
poesia vaiuese detta 'da Miriam Rossi ; aotuamo rivissuto le vieenue dei
passato raccogireuaoci attorno ai tua.
vi artistd cne .recitavano un dramnia
ugonotto.
il messaggio del Pastore ci ha riportati al'i\>pera che va compiuta con
mezzi moderni neua nostra Jratria diletta. Im. oonimemorazione si è conciu.
sa col canto dei Giuro di ieibaud.
Il 18 Febbraio a sera il baione Da
Gemmo si è comp..etamen.te riempito
dì pubolico molto attento per ia oonfeueiiza sul tema; « La funzione uto.
rica di una minoranza ». La conferenza era stata annunziata con grandi mani lesti murali e con inviti a
stampa e tanto il « Giornale di (Brescia » quanto il u Corriere dj Brescia » hanno annunziato la conferenza. Anche la Domenica la ‘Chiesa si è
riempita per la seconda oonfcrenza
La comunità di Brescia ha avuto la
visita del Pdgtore Ermanno Ilogtam,
da Pinerolo.
Lo sera deh 26 Marzo il Past. Roetan
ha tenuto nna pubblica conferenza nel
Salone ’ Da Gemmo. La conferenza,
annunziata da manifesti nella città
oltre che dai due giornali cittadini, è
POMARETTO
Visite. Domeniica 27 marzo, abbiamo
avuto il piacere di udire un caldo
messaggio fiateirno portatoci dal pastore Ayassot, di Torre Pellioe. Gli
L’Indonesia
e il problema missionario
da * Le monde chrétien »ott. die. 1948
Questa pagina è di E Durr, ex direttore della scuola normale di Borneo
(missione d; Berna) sullo spirito borghese della missione ;
K.-In seguito alla critica acerba che
i nostri gdvani amici indigeni ci fanno sovente, riconosciamo che essi vedono forse certe cose più chiaramente
di noi, come, ad esempio, la funesta
unione fra politca coloniale e missione, Torientamento verso l’Occidente
di molti missionari e l’indistruttibile
complesso di superiorità dei bianchi.
Quante cose abbiamo prese troppo
sul serio, mentre un pò di «humour» ci
avrebbe dato soll evo, e quante cose
abbiamo prese alla leggera, mentre avremmo dovuto prenderle sul serio, e
ce ne siamo accorti troppo tardi.
La ragione principale per cui la Missione si dimostra paco preparata a
comprendere il movimento nazloualsta
id il problema colon ale corsis'e ne'
fatto che la Missione presenta le iitesse caratteristiche della Chiesa della
metropoli che l’ha forman. Vi si ritrova lo stesso ambiente borghese conservatore- «La tranquillità è II maggior
bene che si possa averen, è detto in u
pervenga il grato rinigraziameinto dèi'la 'Oamuaità. Analogo, ringraziaimen.
bo vogliono mandare i ragazzi dell’Uaione cadetta 'a<i giovane-’ A.-iSully,
p^r la 'gradita visita. ' "[F, ' ’
L’Uindone Vàldeiae dì'Fhiladelphia ha
avuto la sua annua rlùmio'ne il 27 febbraio in casa della »ig.ra Pontet-Baltera con una cinquaìntina di partecipanti.
Un breve cùlto del 'pastore Janavel,
uria breve allocuzìoÌLe con notizie su
.Agape, alcune comunicazioni della
presidènte Mre. Reithaaz e della segretaria Mrs. G'iaudol formarono la
parte centrale della .seduta che fu poi
seguita da un ricco servizio di buffet,
da gioiose ■conversaiaioni e dal canto
di vecchie canzoni valdesi. I Valdesi
dì Filadieifia al teruriiine della riunione volterò versare 100 dollari per la
Chiesa Valdese e gli Ospedali e 20
dollari per Agape. A loro vada id nostro sentito ringraziamento.
A, Janavel
Sepolture. Abhiai*no in queste ulti,
me settimane aocOinapagnato al campo
del riposo id fratello Bertalot GÌQV<mni del Croaetto, di anni .56 e la sorella Jaila Maria n. Frache da Tbrie
Pellice, di anni 61, entrambi deceduti airOspedale. Alle famiglie 'afflitte
rinnoviamo 3’espressione della nostra
cristiana solidarietà nel dolore e con
Gesù ripetiamo le parole: « Abbiate
fede in Dio ed abbiate fede pure 'n
Me ».
Matrimoni. Si sono 'uniti in matrimonio nel Tempio di Pomaretto Long
Renzo -della Fajola e Lageard Ada
d-eigli Enfous. Benedica il Signore
qu-esto nuovo focolare.
Jiattesimi. -Sono stati ultimaane/nS»
presentati al battesimo i piccoli Ribet Roberto di Gustavo e di Bounous
Margherita, dei Masselli, e Jahier
Marilena -di Vitale e di Poet Ida, 'di
Pomaretto. Invochiamo su di essi e
sulle tero famigli© le -divine benedizioini.
Le nuove tariffe postali
. in vigore
dalla domenica 10, aprile
Domenica ^ u. s; un lungo corteo
funebre partiva da 'Pocapaglia per
depoire nel camposanto df S. ¡Bartolomeo le spoglie mortali del nostro
fratello Costantino Bartolomeo di anni 86. In pochi gionni una violenta
malattia aveva piegato la sua robusta fibra.
Il lunedì 30 u. s., a Milun, hanno
avuto luogo i funerali di Costantino
Jacqueline di anni 78. Essa ha sopravissuto non molti a suo marito,
l’anziano Paolo Riyoix, ed ò stata duramente provata dalla sofferenza.
Il 6 aprile, abbiamo deposto nel cimitero di Boocapiatta le spoglie mortali di Romano llda (Vernei), una
bimba che ha aperto gli occhi per pochi giomi alla lue© di qu-esto mondo.
-Agli afflitti rinnoviamo l’espressione della nostra simpatia.
La domenica 3 Aprid© abbiamo ricevuto du© visite gradite. Anzitutto
le madri doirUnionc di Angrogna
che hanno parteoip.i'-o al nostro cuito e trascorso alcuni istanti di comunione fraterna con le madri di Prarostino. La sera la gioventù di’ Villasecca ci ha offerto una simpati-ca serata e si è feiimata fino a tardi con
la nostra gioventù.
Ai nostri visitatori i più sentiti ringraziamenti.
Il Consiglio dei Ministri, nella sua
riunione del 2 aprile, ha approvato
le nuove tariffe postali che prevedono aumenti per le lettere da lire
15 a lire 20, per le cartoline da lire
12 a lire 15, per l’espresso da lire
35 a lire 40
Per i pacchi ordinari la nuova' tariffa va da un minimo di lire 60, per
i pacchi fino a kg. 1, ad un massimo di lire 445, per i pacchi.da 15
a 20 kg. L’assicurazione sui pacchi
fino al valore di lire mille, viene aumentata a lire 50. Nessim aumento
è apportato ai telegrammi, alle, raccomandate,. alle assicurate.
Vienei inoltre istituita la lettera
aeroespresso con la tariffa di lire 65.
Con l’attuale aumento, la tariffa
delle lettere e degli espressi raggiunge la misura di quaranta volte quella del 1938. Quella dei pacchi corrisponde, in media, a circa 22 volle
quella del 1938, rìmanèndb ancora
al di sotto di quelle praticate dai
trasportatori privati.
Le nuove tariffe, che entreranno
in vigore il 10 corrente, assicureranno allo stato un maggiore introito
annuo di circa sei miliardi e mezzo
di lire.
LIBRERIA EDITRICE CLAUDIANA
na raccolta svizzera di cantici e questa
frase era il credo politico e sociale degli ambienti cristiani. L’identità fra cristianesimo e spirito borghese d ha reso ciechi per quanto concerne i compiti profetici della ch.iesa. La Chiesa
non deve accontentarsi di sanzionare
uno stato di cose già. esistente e di ricoprire col manto della pietà lo ingiustizie sociali; essa, invece, dev’essere
una forza compatta, guidata dalla sete
di giustizia e di dmitto, e pronta ad attaccare l’ordine esistente che, irt fondo, è un disordine.
In un mondo sconvolto, la Chiesa
ha predicato, in modo esagerato, la
tranqu llità e non sd è accorta che, nella sua stessa essenza, essa deve
essere un fermento rivoluzionario, se
non vuol diventare «il sale insipido»
ohe non si può utilizzare.
Certo che ora, nel campo della Missione, è molto pdù difficile far udire
pubblicamente la voce critica e profetica del diritte perchè il governo può
cacc'are i Missionari dal paese, come
estranei. Le chiese indigene sono per
lo più ancora deboli, e perciò seriamente occupate nei loro problemi interni.
Vi sono, però, fra di noi parecchi m'ssionari che, oggi, si vergognano di non
essere stati, sovente, più coraggiosi
e siinceri, per un assurdo timore dei potenti.
Avviso ai Signori Pastori
Lia Claudiana avvisa tutti i pastori
che, ’pèir disposizione della Yen. Tavola, essa concederà lo sconto ■del 25%
su tutti i titoli del euo listino per un
numero illimitato di copie. Il paga,
■mento dovrà essere ef^ttuato entro
due mesi dalla data di spedizione: se
però il pagaimento è effettuato subito
all’atto della ricezione oomeedia'mo un
sovrasoonto del 5% (cioè in totale il
30%). Ciò è fatto allo scopo 'di favol’ire la creazione, presso ogni chiesa,
di urna piccola libreria. Ricordiamo
in pari tempo alcuni titoli ultimamente usciti e ebe possono essere graditi ; Più presso a- Te, Signor! del
prof. Giov. Rostagno: brossura dire
300, tela 700, mezza 'pelle 900} Meditazioni del Tramonto L. 200. Leggete : « Camminare insieme » di U. D.
Beri: è un libro spregiudicato e sereno sui più scottanti problem.i di vi.
ta coniugale.
oeee.
Personalia
La casa del nostro ■oollaboratone
.Avv. Ettore Sctrafino* è stata allietata
dalla nascita del piiocolo Luigi Adolfo il 31 marzo 1949.
Il Sig, Guido Lageard, da Brilli,
01 com’unioa la notizia delila nascita
^ Priscilla - Mary^ avvenuta l’il
marzo.
-1
Felicitazioni ed auguri.
Doni ricevuti dai Cassiere
Per- Cassa Culto ■
Ruibbianli Alfio, Lissa L. 100 — Jenny
Bert, nei! I amniversario morte sorella, per Evangelizzazione L. 400 —
Giuseppina Frisoo Vitello, per Ri.
nnnzia L. 100.
Sono inoltre pronti i n'Ostri opuscoli -di propaganda e polemica:
« Peichè non siamo cattolici », » Non
siamo demooristiani », « Paradiso terrestr© ».
R.iohi'odtete'W © diffonflipteli : il momonto attuale richiede U'na vivace polemica unita alla predicazione e la
Claudiana vi dà la pwissibilìtà -di
farla.
Per ■ Emeriti
Ing. Arturo Long, in memoria
mamma Fanny Ri voir Long iL. 1.000
— Peyrot Elisa, Pinerolo L. 200.
Direzione; Via dei Mille, 1 - Pinerolo
Telefono 409
Amministraxione: Claudiana - Torre
Pelliee
C. C. Postale 2-17.557 della Libreria
Claudiana - Torre Pellice
Dir. Re.sp. Ermanno Hnshin
ARTI GRAFICHE "L ALPINA..
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STUDIO TECNICO
Recapito :
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(Trattoria della Posta)
Domenica da'le 8,30 alle 12,30
Mercoledì dalle 14 alle 16
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Or. DANIELE ROCNAT
riceve in Torrc PellicC ^
(viale Mazzini num, 10)
Lun«cli e vsnardi dalle
ore 10 alle 1?
a forino riceve altri
giorni^ dalle ore Ì4.3('alle
ore 16,^0, in via BerthoL
let, 36 (onpedale evangelico)
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