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PROPUGNA IL BENE SOCIALE
MORALE RELIGIOSO DEGLI ITALIANI.
Q ^^0 jéFa^9j^9^<»
Dliettope e BminiDlstt<atoi(e ; Bcovenuto Celli, Via magenta p. 18, HOfflfl
ABBONAMENTI : Interno ed Eritrea, anno L. 8 ; semestre L. 1,50.
estero : anno L. 5 ; — semestre L. 3. — Per inserzioni, prezzi da convenirsi.
Homo, 8 Dicembre ^9^0 = ^^nno m ■ tt. 50
“ommi^rtA ♦ ^®Sge delle guarentige —
I ' 111K4-P IO ♦ Il Celibato Ecclesiastico giudiJjy cato da un sacerdote — La Questione sessuale
— Un famoso libro sul celibato — Ideale superlativo — Morti illustri — L’ opera di Samuele
Zeller — Perché Haeckel uscì da la chiesa — Il discorso del Kaiser — Borromeide — Coscienza che si
rispetta Tilsit docet —Non l’ha imbroccata — Separiamopi da Roma ! — Conferenze di Eoi et Vie —
Non sibi — Preti a iosa—Monumento a Swedenborg
— Due Luteri viventi — Unità cattolica — Scuola teologica evangelica di Ginevra — Evoluzione psicologica del Tolstoi — Cristianesimo sociale in Francia
— Suffragiste e Salutiate — Fallimento della città
di Dio — Il proclama del presidente Taft — A Ettore
Janni e a Rastignac —Echi del Congresso di Madrid
— Vino eucaristico al sublimato — S. Giuseppe in
luogo di Dio — L’Immacolata —Alleanza Evangelica
Il riposo promesso alla fedeDa le antiche province
— Cronachetta milanese — Notizie Fiorentine—L’Evangelo nell’Abruzzo — Cronachetta romana — Corriere Siculo - Inaugurandosi la Cappella di Messina —
Alla Camera e fuori - Rivista Cristiana - Sotto l’incubo 1
LEGGETE TUTTI
Chi si abboni prima del 31 corrente potrà avere
in Italia e nell’Eritrea la Luce per sole L. 2,50. Incoraggiate l’opera nostra, piena di difficoltà e di sacrifizi, inviandoci subito L. 2,50. Procurateci nuovi
abbonati. Il prezzo d’abbonamento non potrebb’essere più tenue. Il periodico francese il Christianisme, settimanale come la Luce, e ben poco più grande
per formato delta Luce stessa, vien pagato 10 franchi l’anno in Francia e 13 all’estero li — Gli abbonati che ci invieranno il prezzo del loro abbonamento prima del 31 corrente (L 2,50 per l’Italia e
l’Eritrea; L. 5 per l’estero) avran diritto di ricevere
il volumone del Dr. Meynier t II cristianesimo attraverso i secoli », mediante aggiunta di 1 sola lira,
e « Nuova Aurora » del prof. Rivoire per altri 75
centesimi. — Abbonamento alla Luce e 2t\VAraldo di
Brooklyn insieme : L. 8, ossia dollari 1,60. — Dopo
il 31 dicembre, la Luce in Italia e nell’Eritrea costerà
L. 3. Giovatevi di questi pochi giorni, per inviarci
tutti il vostro abbonamento. Farete opera eccellente,
e non solo economicamente parlando. Senza la simpatia tangibile dei Lettori, impossibile andare innanzi. L’anno presente segna un lieve progresso su
tutti i precedenti ; ma noi non siamo ancora sodisfatti. Sì compiacciano gli abbonati e i rivenditori
morosi (in Italia e fuori) di mettersi in regola con
l'Amministrazione. Non vogliate — ve ne preghiamo
— chiudere il'cuore a questi inviti che vi facciamo
col cuore e pensando unicamente al bene dell’opera
d’evangelizzazione tra i nostri cari connazionali.
La Direzione.
la LEGGE DELLE GUaGEGIIGIE
(A proposito della lettera aperta del senatore Pelloux
al Presidente del Consiglio).
La lettera aperta del senatore Pellonx al Presidente del Consiglio, relativamente al famoso discorso
del Sindaco di Roma commemorante il 5X Settembre,
ha lasciato il tempo che ha trovato. I liberali unanimemente la biasimarono in una forma o nell’altra ;
solo i clericali plaudirono : ben magra soddisfazione
questa per l’antico ufficiale d’artiglieria che ebbe il
privilegio di aprire coi suoi cannoni la breccia di
Porta Pia. Con tutto ciò nuovamente si discusse intorno al carattere e alla portata della legge delle
guarentigie : argomento cotesto di grande importanza nel determinare i rapporti tra lo Stato e la
Chiesa in Italia.
Il Pellonx, d’accordo con gli scrittori di diritto
costituzionale di parte moderata, sostiene la legge
delle guarentigie siccome legge fondamentale del
nostro diritto pubblico interno al pari dello Statuto.
Cosi pure, anni addietro, sentenziò il Consiglio di
Stato, il quale ritenne la suddetta legge costitutiva
dell’organismo dello Stato. Evidentemente questa opinione deriva dalla considerazione che la Chiesa cattolica e il Papato siano un organismo siffattamente
immedesimato con la vita del popolo italiano e con
le tradizioni storiche del nostro paese, da meritarsi
uno speciale trattamento, applicando ad essi un jus
singolare, che faccia ragione alla loro posizione di
fatto incontestabilmente diversa da quella delle altre Chiese e delle altre Istituzioni di diritto pubblico viventi nello Stato. A cotesto ragionamento
non è, poi, neppure estranea ancora la considerazione
che alla Chiesa della maggioranza degli Italiani si
debba applicare un diritto speciale. Ma qui si può
rispondere subito che, in tema di diritti, non c’è
nè maggioranza nè minoranza. Qui non si tratta di
partiti che debbano imporre la volontà loro come
nelle Assemblee politiche per far trionfare le loro
idee speciali in fatto di governo della cosa pubblica.
E quindi non ha ragione d’essere la suddetta considerazione per ottenere un jus singolare in favore
del cattolicismo tratta dagli argomenti che soglionsi
far valere per avvalorare i cosi detti diritti delle
maggioranse.
Ma, d’altronde, crediamo errata l’opinione che ritiene la legge delle guarentigie parte integrante della
nostra costituzione politica. Nè la si può miettere
sullo stesso piede dello Statuto. Invero, se per rivolgimenti politici futuri la Carta fondamentale dello
Stato dovesse venire abrogata, la medesima dovrebbe
essere sostituita da un’altra. Lo Stato non potrebbe
essere privo di una legge veramente fondamentale.
Lo stesso non può dirsi della legge delle guarentigie.
Questa potrebbe venire abrogata senza che la si so.«tituisse in alcun modo. Nel quale caso la Chiesa e
il Papato rientrerebbero nel diritto comune. E a ciò
si dovrà tosto o tardi arrivare. I tempi moderni non
consentono che Istituti particolari debbano godere
un trattamento speciale. E nella materia di cui si
tratta, il grande principio della separazione della
Chiesa dallo Stato implica perfetta uguaglianza di
tutte le Chiese avanti allo Stato, senza eccezioni o
privilegi per la Chiesa cattolica, che al pari di tutte
le altre, ben lungi da ogni sovranità, anche solo nominale, dovrebbe essere trattata come un’Associazione privata, senza pretesa alcuna di avere nella
Costituzione dello Stato patti e condizioni speciali
da formare quasi un sol tutto con la legislazione statutaria del Regno.
Un altro punto di discussione riguardò alla legge
delle guarentigie è quello che consacra il carattere
sacro ed inviolabile della persona del Pontefice al
pari del Re. Non v’ha dubbio che i clericali e
■ quei liberali alla Pelloux che si sono allarmati per
il discorso di Nathan abbiano ravvisato in esso un'offesa al Pontefice per le allusioni fatte alla sua infallibilità. Ma qui si tratta veramente di una deplorevole confusione. Possiamo ancora noi convenire che
su quel punto il discorso del primo magistrato di
Roma fosse inopportuno. Ma non fu punto offesa la
persona del Pontefice come tale. Difatti se-la legge
delle guarentigie dichiara inviolabile la persona del
Pontefice, essa ha pur avuto cura di far seguire
subito nel medesimo articolo 1.” la dichiarazione che
la discussione sulle materie religiose rimaneva pienamente libera, « affinchè, dice il prof. on. Calisse
nel suo Diritto Ecclesiastico, non sorgesse il dubbio
che tale libertà potesse, per le guarentigie pontificie, in qualche modo sentirsi diminuita ». Ora è
evidente che ¡’allusione del Nathan si riferiva ad
una materia religiosa, sia pur importante fra le dottrine della Chiesa, cioè alla infallibilità del Papa,
discutendo o negando la quale non si offende nè si
ingiuria il Pontefice nella sua persona. Ha fatto
quindi bene il legislatore di dichiarare libera la discussione sulle materie religiose. Che se cosi non
fosse, non sarebbe più possibile la controversia coi
preti e i teologi della Chiesa anche sulla questione
della infallibilità pontificia.
E qui cade in acconcio esaminare il carattere della
sovranità pontificia quale la suddetta legge dichiara
e consacra. E’ evidente che la condizione del Pontefice non è quella comune a tutti i cittadini, cioè di
sudditanza verso lo Stato. La legge volle porlo in
una condizione speciale, riconoscendolo come Sovrano.
Difatti le offese a lui fatte sono punite come se fossero commesse contro il Re stesso ; gli sono rese
le onoranze proprie dei Sovrani ; gli sono mantenute le preminenze onorifiche riconosciutegli dai Sovrani cattolici ; gli è data facoltà di tener guardie
per la sua persona e per la custodia dei palazzi, nei
quali i pubblici ufficiali non possono esercitarvi gli
atti del proprio ufficio, se il Pontefice non ve li
abbia autorizzati. Altri importanti privilegi sono
dalla suddetta legge riconosciuti ; accenniamo, fra
gli altri, al diritto di legazione attiva e passiva nei
rapporti internazionali e alla dotazione speciale, da
pagarglisi annualmente a carico dello Stato.
Ora quale è il carattere della sovranità pontificia ? Non è certo politico, poiché la Santa Sede non
è uno Stato, nè ha un territorio su cui possa esercitare gli atti proprii del Governo civile. Che se i
palazzi del Vaticano non sono mai stati occupati dal
Regno d’Italia, non sono per questo meno territorio nazionale, di guisa che la sovranità dello Stato
si estende anche sulla residenza pontificia. Invero ai
pubblici ufficiali la legge non vieta di esercitarvi in
modo assoluto i propri uffici, come se fosse territorio straniero, ma solo nel caso io cui il Pontefice
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LA LUCE
non ne abbia prima dato autorizzazione. Ciò vuol
dire che non la qualità del luogo è impedimento
all esercizio del loro ufficio, ma il privilegio della
persona che si estende pure agli edificii, di cui essa
ha il godimento.
In breve, la condizione del Papa non è certo
quella di suddito di fronte allo Stato ; ma è tale
che lo fa apparire come Sovrano, sebbene questa
sovranità non sia politica. Il Mancini la disse sui
generis, e la si può chiamare meramente personale.
Ora non v’ha dubbio che la detta sovranità non
è che una creazione della legge. Cosi essendo, la
legge potrebbe sempre disfare ciò che ha fatto, revocare cioè la qualità di Sovrano al Pontefice, il
quale, in questo caso, sarebbe posto nel numero e
nella condizione dei semplici cittadini. E a ciò si
dovrà certo, in ultimo, arrivare. Potrebbero allora
protestare i Sindaci di Vienna, di Montreal e di altre
città in un coi clericali nostri. Ma quelle proteste
non servirebbero a nulla, perchè la legge delle
guarentigie non ha carattere di trattato internazionale.
Lo Stato moderno non può oggidì riconoscere che
una sola Monarchia, quella puramente civile. Il Papa
non dev’essere che il capo della Chiesa cattolica e
come tale dev’essere pienamente libero nell’ambito
delle leggi. Ma non gli spettano più gli onori sovrani, nè quelle prerogative che sono proprie dei
capi delle Nazioni o Stati in pieno godimento della
sovranità esterna.
Libera allora la Chiesa cattolica, come tutte le
altre Chiese, di associarsi, di svolgersi, di fare propaganda e con la predicazione e coU’insegnamento ;
libera di compilar leggi d’indole spirituale, di possedere entro dati limiti e con certe cautele beni stabili pel suo sostentamento. Ma non più diritti speciali, privilegi e prerogative proprii di un’età oramai
superata, e quindi Tesplicazione in tutta la sua integrità del grande principio : Libere Chiese nello
Stato sovrano.
Enrico Meynier.
Il CElihatD Ecclesiastico s sa
sa ss giiidicato da iin sacEPdPtB
Notiamo con soddisfazione sacra le diverse tendenze
di un largo movimento spiritualista ch’è ragióne di
forte sperare. Esse si urtano e richiamano, si completano e disciplinano; muovono con generoso slancio
alla conquista delia loro unità, che consiste in una
profonda intuizione religiosa della vita e ch’è lontana
dal terrorismo vaticano, dal fatalismo materialista
quanto l’oriente è lontano dall’occidente.
Queste tendenze le abbiamo trovate insieme in congressi importanti e significativi: a Como celebrarono
il trionfo della pace, a Venezia evocarono le virtù so
ciali del cristianesimo; ad Imola affermarono il do
vere di ogni individuo di rielaborare l’italiana tra
dizione religiosa filosofica e sociale onde divent
passione ed impeto ascensivo; a Milano trattarono gl
orrori dell’alcool ed a Firenze hanno agitato la qui
stione sessuale spesso con serietà religiosa, di cui
non si credeva più fossimo capaci in Italia.
Oh uomini che le rappresentate, avversari, il cui
ideale sta dietro alle loro spalle, gridano contro alla
vostra politica, alla vostra filosofia ed alla vostra religione, vi chiamano radicali, socialisti e forse anche
anarchici, vi dichiarano sognatori di idealità irrealizzabili, vi denunciano come modernisti, valdesi ed
eretici; qualunque sia il nome col quale cercano non
più di separarvi, sarebbe impossibile, (le parentele
nell’ideale sono più forti di quelle del sangue), ma
di distinguervi, lavorate per una Italia che oggi risplende nella vostra mente, palpita nei vostri cuori e
domani sarà un’espressione concreta; sollecitati dagli
ideali, dagli splendori di una Realtà più profonda
che i cuori umani, più vasta che l’universo, preparate l’avvento di una cultura nuova. Siete tutti operai
dell’Iddio che adoriamo. Siate voi benedetti.
Però quanto ci preme di mettere oggi in rilievo
speciale, non è tanto il convergere evidente di varie
tendenze in una nuova concezione idealista del mondo,
quanto la questione del celibato ecclesiastico, dibattuta teoreticamente nel recente Congresso Fiorentino
e sciolta praticamente da un sacerdote della Baviera.
Si tratta del Dottor Otto Sickenberger. Fu prete,
ma da molto tempo non esercitava più le funzioni di
tale sua qualità; è stimatissimo professore di un liceo
tedesco; desiderando formare la sua famiglia, domandò
la dispensa dalla Curia che rimase muta; dopo avere
aspettato por oltre un anno iùutilmente una risposta,
egli si rivolse al suo arcivescovo di Monaco e lo pregò
d’interessare Roma al suo caso; allora gli fu risposto
colla minaccia di scomunica. Perciò egli ha agito da
cittadino tedesco che temo Dio e nissuna altra potenza
in sulla terra, egli si è sposato ed ha indirizzato al
suo arcivescovo la seguente lettera aperta:
« Da parecchio tempo avevo pregato la V. Eccellenza
di ottenermi da Roma la dispensa papale pel mio
matrimonio religioso; non pregavo per me, la mia coscienza è superiore alle dispense ^vaticane, pregavo
per riguardi alla mia famiglia ed al mio popolo bavarese ed anche perchè la dispensa sarebbe stata un
atto di giustizia. Vi siete rifiutato a scrivere pure
una lettera a Roma. Ma ora che le mie pubblicazioni
matrimoniali hanno avuto luogo, mi fate scrivere coll’ingiunzione di non ammogliarmi se voglio evitare
la scomunica che, per disposizioni della legge ecclesiastica colpisce il sacerdote che si sposa.
Se vi foste adoperato a Roma in mio favore, se
aveste ricordato che da nove anni ho lasciato il sacerdozio, se mi aveste ottenuto dalla autorità ecclesiastica il permesso del matrimonio al quale sono
autorizzato dal diritto divino, avreste fatto un’opera
di umanità e di giustizia in mio favore, un’opera di
carità verso i miei parenti, di verità verso il popolo
credente, di coraggio di fronte al Papa. Ciò non avete
voluto compiere, anzi mi avete fatto scrivere con
ammonimenti e minacce.
Cristo non vietò il matrimonio agli apostoli da lui
eletti e nel mio caso trattasi del matrimonio di un
semplice sacerdote. La maggior parte degli apostoli
avea moglie; solo di Giovanni e di Paolo sappiamo
che vissero nel celibato. Paolo, che maggiormente
raccomandò l’astensione del matrimonio, ha però
scritto in modo espresso che in tale quistione egli
non aveva ordini da Dio; personalmente consigliava
di non sposarsi per la sempre imminente persecuzione ; dai servi della chiesa si aspettava a che non
sposassero più di una volta, ritenendo egli, col suo
tempo, poco bello un secondo matrimonio. Fino al
quarto secolo in tutta la cristianità il matrimonio
dei preti era considerato come nell’ordine. Al Concilio di Nicea, nell’anno 325, si tentò di togliere la
famiglia ai sacerdoti ma la maggioranza dei padri vi
^ si oppose; da quel tempo, e solo tra i cristiani delj l’occidente, il celibato fu a poco a poco introdotto;
. nel VI secolo era quasi generale; però tra i cristiani
dell’oriente il matrimonio dei preti rimase cosa naturale. Solo dal XII secolo in qua il celibato dei sacerdoti fu rigorosamente e violentemente imposto nell’occidente ed il loro matrimonio fu dichiarato nullo.
Io vi ricordo il contenuto della legge ecclesiastica:
essa vieta ai sacerdoti dell’occidente il matrimonio
sotto pena di severe punizioni; però la medesima
permette incondizionatamente il matrimonio ai
sacerdoti dell’oriente, che appartengono alla chiesa
cattolica. Contemporaneamente minaccia con aspre
pu'iiiziovii ogni tentativo di onorevole matrimonio;
d’altra parte quelle migliaia di sacerdoti cattolici che
non osservano le leggi in altro modo o restano impuniti o sono solo temporariamente sospesi o, infatti
di eccezionale gravità, vanno in casa correzionale.
Non è questo un arbitrio, un procedere completamente
incorretto? Ed ora il più scandaloso: se un uomo ammogliato vuol diventare sacerdote, gli vien concesso
solo alla condizione che la sua moglie si separi da
lui e vada in un convento; ma egli poi può pigliarsi
una perpetua. Tanto ha errato la chiesa che toglie
al sacerdote la sua moglie ed in compenso concede
che altra donna abiti con luil
Hanno asservito i sacerdoti per potere mediante
questi asservire i popoli. Voi sapete che cosa Gesù ha
detto riguardo al celibato; Non tutti sono capaci di
questa cosa che voi dite, ma sol coloro a cui è dato.
Perchè vi sono degli eunuchi i quali sono nati così
dal seno della madre; e vi sono degli eunuchi, i quali
sono stati fatti eunuchi dagli uomini; e vi sono degli
eunuchi, i quali si sono fatti eunuchi loro stessi per
il regno dei cieli. Chi può essere capace di queste
cose sialo., (Matt 19, 11-12). Con tali parole Gesù ha
esposta la legge fondamentale, la verità essenziale del
celibato : rinunci al matrimonio colui al quale tale
facoltà è stata data, colui che la può intendere in
favore del regno del cieli; ma agli occhi santi di Gesù
la coercizione al celibato è sicuramente una ingiustizia.
Certo che con queste parole egli pensa anzitutto ai
servi dei principi che erano evirati a cagione dei servigi di corte; ma che cosa è meglio: evirare un uomo
mediante legge canonica od evirarlo mediante operazione fisica? Per secoli i papi lasciarono evirare fisicamente a Roma i cantori della cappella Sistina,
onde conservassero la loro voce alta e magnificassero
il culto; e ciò perchè non permettevano che le donne
contassero. Uomini che per tale scopo sono stati ca
paci di tanta infamia, naturalmente sono eziandio
stati capaci di castrare giuridicamente migliaia di
sacerdoti affin di raggiungere uno scopo superiore,
la signoria del mondo.
Eminenza: Direte, affin di scusarvi, che il celibato
dei sacerdoti è una necessità per la chiesa. Questa
affermazione è contraddetta dai due fatti che vi ho
ricordati: durante trecento anni e durante secoli ancora la chiesa visse e fiorì senza la coercizione al
celibato; oggi ancora la chiesa permette il matrimonio
ai sacerdoti orientali e ciò senza soffrirne danno.
Poche cose esteriori sono necessarie alla chiesa perchè
viva e fiorisca; anche qui vale ciò che Gesù diceva
a Marta: « Marta, Marta, tu ti travagli in molte cose;
or d’una sola cosa fa bisogno! » Così pure nella cristianità: un gran numero di istituzioni è forse in
parte buono, ma non assolutamente necessario ed è
completamente inutile, quando manchi la sola cosa
necessaria. Rosari, tasse di stola e di messe, imagini
dei santi, cerimonie cultuali e cento altre cose che
raccomandate e di cui fate un dovere, non sono necessarie e non aiutano in nulla, quando manca la
sola cosa necessaria. La sola cosa necessaria è questa
che Voi amministriate verità e giustizia,misericordia
ed amore in favore di tutti gli uomini. Se fate questo,
se ponete la vostra fiducia in Dio e non nelle leggi
e potenze umane, non abbiate preoccupazione alcuna
circa i destini della chiesa, state pure fiduciosi; essa
non snrà scossa, dal matrimonio dei s.ìcerdoti.
Oramai mi sono aperto la via. Oramai non parlo
più per me, non ne ho più di bisogno. Oramai, signor
arcivescovo, parlo pei miei concittadini. Oramai pronuncio la parola di libertà che dinanzi a Dio ed agli
uomini ci appartiene. In nome di quelle migliaia che
vengono castrati ed asserviti dai principi della chiesa,
domando in loro favore la libertà da empia coercizione. E, se la si nega ce la pigliamo.
Io accuso di falsa religiosità e di crudeltà tutti
quei papi e. vescovi che hanno approvato la legge del
celibato e la mantengono. È falsa quella religione che
domanda, dagli uomini fedeli a Dio, un sacrificio che
Dio non vuole; costringerli ad esso è inumano e crudele. Io accuso d’ipocrisia tutti quelli che mantengono la legge, poiché essi sanno quanto la legge è
trasgredita, molti d’infra loro stessi la offendono e
fanno come se tutto fosse nell’ordine e costringono i
loro dipendenti ad imitare la loro ipocrisia. Io li acI cuso del più prave delitto contro al nostro popolo pcvchè avviliscono il matrimonio, impediscono ai figli
maggiormente pii del popolo di avere posterità e
¿mettono migliaia di donne fedeli in terribili pericoli,
anziché concedere loro il bene di sposare un sacerdote.
Noi siamo liberi dinanzi a Dio. Egli non domanda
da noi un sacrificio che, fatto senza libertà, gli è in
abbominio. Egli domanda misericordia. Voi tacciate
1 nostro matrimonio di concubinato; dinanzi a Dio
esso è giusto e santo, ma il vostro celibato è falso.
Voi ci volete gettare nella vergogna e nel disprezzo,
ma la storia giudicherà altrimenti, farà cadere su di
voi l'ignominia. Sul vostro terreno cresce ipocrisia,
vigliaccheria, impudicizia, grossolanità e prepotenza;
sul nostro terreno prospera verità, coraggio, purità,
civiltà e libertà morale. In somma: A voi il farisaismo,
a noi il cristianesimo
^ Così parlano ed agiscono uomini cristiani, così sentano e buccinano i più morali e colti tra i sacerdoti
italiani. Lo sappiamo, le loro convinzioni, le loro
azioni sono una eresia che nel XV secolo avrebbero scontata sul rogo. Ma oramai essa ha acquistato l’onore della pubblica discussione, la libertà
di circolazione, la cittadinanza italiana. È inviata
da Dio, è raccomandata dalle persone colte, è desiderata da infinite coscienze pie. Di fronte a cotanto plebiscito che vale più la parola contraria del
Vaticano?
Quando i tempi furono compiuti venne Gesù; quando
la troppa filosofia allontanò la chiesa da Cristo, apparve S. Francesco; quando era difficile, per non
dire impossibile, di conoscere la Sacra Scrittura, sequestrata dalla gerarchia romana, si fece avanti Gutenberg coll’invenzione della stampa; quando la corruzione e 1 avidità della corte papale diventarono
scandalose, sorse Lutero. Ed ora che il Vaticano mira
ad avere un clero, se non casto, cauto, comunque
preferisce preti ignoranti, oziosi e perciò necessariamente immorali, a sacerdoti colti e che abbiano il
diritto alla famiglia, è giunto il momento di denunciare 1 enormità vaticana, di procedere ad una vigorosa affermazione cristiana, apparentemente nuova,
in realtà antica, poiché leggiamo nel Nuovo Testamento: « Oportet ergo episcopum irreprehensibilem
esse, unius uxoris virum! . (1 Tim. 3, 2).
Oh sacerdoti onesti e studiosi: Ripensato all’abate
francese Charles Perraud.che ebbe moglie e ohe or sono
pochi anni, dal suo fratello cardinale, a cui tutto era
noto, venne proposto quale esempio ai giovani sacerdoti. Ricordatevi che un bene lo si ha solo in
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LA LUCE
quanto lo si conquista. Organizzatevi onde affermiate
pubblicamente e solennemente il rostro diritto al celibato od alla vita di famiglia come a voi talenta. É
vero ohe al Vaticano preme più il suo vantaggio particolare, la vostra schiavitù che non la vostra purità;
ma non è meno vero che senza di voi esso non può
vivere. Unitevi adunque per obbligarlo a cedere o
per costringerlo a morire. G. Grilli.
La Questione Sessuale
Questa questione, la cui importanza nella vita sociale
è stata già avvertita da molto tempo presso altre nazioni, preoccupa pure quanti nel nostro paese intendono
portarvi una soluzione, la quale riesca ad opporsi al dilagare di tanti mali specialmente fra i giovani.
Fra gli apostoli di questa crociata contro siffatta manifestazione del mal costume occupa uno dei primi posti
il prof, senatore Pio Foà, il quale ha avuto il coraggio
di parlare seriamente ai giovani nostri in varie sue
conferenze tenute qua e là nel nostro paese. E la sua
relazione su la Pedagogia Sessuale presentata al Convegno di Firenze è un’altra bella battaglia ingaggiata
in favore dell’educazione sessuale.
Il Convegno di Firenze convocato dalla battagliera
Voce è riuscito altresì una solenne manifestazione in
favore di principii che fino ad ora pareva non dovessero mai prevalere nella educazione in siffatta materia
quale è intesa comunemente nell’Italia scettica e cattolica. E generalmente il Convegno ha fatto bene di
mantenersi in una via media tra le varie e radicali
che vennero proposte. Cosi ha raccomandato che l’insegnamento sessuale sia dato specialmente e soprattutto
nelle famiglie. E a questo proposito è da leggersi con
grande profitto la bellissima relazione che venne presentata al Congresso àelVMoile Bianche tenutosi quest’anno in Francia, e che si legge nell’ultimo numero
del Christianisme Social, il quale è tutto consacrato
allo studio e al dibattito di tali questioni delicate si,
ma che debbono, non pertanto, essere note a quanti si
occupano dei problemi morali di educazione. Nella suddetta relazione si dimostra pure che i genitori sono i
più indicati per iniziare i giovani alla conoscenza vera
e completa di tutto ciò che si riferisce a dette questioni.
Saviamente nei Convegno dì Firenze fu avvertito da
molti che Tinsegnamento sessuale deve inspirarsi ad una
educazione dal contenuto filosofico e religioso atto a rafforzare le ragioni spirituali dell’esistenza. Fu questo, nota
l’on. Casalini il carattere degno di maggior rilievo. I
giovani, soprattutto, e ciò è veramente importante, si
sono mostrati animati da un grande fervore di riscossa
spiritualista. E lo stesso deputato Casalini esprime la
sua impressione con queste notevoli parole : * Ma che
la maggiore e, la miglior parte di essi (i giovani) senta
— all’infuori di ogni religione ufficiale — il bisogno
di scuotere il giogo del positivismo, che ha imperato
fino ad ieri, per affermare la necessità di una rinascenza
spiritualista è veramente indice di un orientamento
nuovo della gioventù studiosa, che non si potrebbe passare sotto silenzio nè trascurare. Siamo certo in presenza di una reazione antimaterialista che non si fermerà al campo degli studi mà, dopo avere afferrato la
gioventù studiosa e battagliera, scenderà nella mischia
quotidiana ».
E’ degno di nota in proposito che i libri che trattano nobilmente e seriamente tali questioni sono per
10 più di autori stranieri, che non hanno avuto paura
di ispirarsi ai principii morali dell’Evangelo. E indirettamente ciò osserva il Foà, quando nella sua relazione, ponendo in guardia i giovani contro quelle opere
che tradiscono qualche sentore, anche abilmente mascherato, di tendenze libertine e voluttuose, o trattano
con singolare ampiezza della patologia dell’amore, ossia
delle aberrazioni erotiche, aggiunge : c Non mancano
per fortuna libri sani, sereni, persuasivi conditi di buon
sentimento e di estetica alta, e se anche in taluni di
essi è sparsa qualche citazione biblica od evangelica,
non li respingano i laici a qualunque costo, in grazia
non fosse altro della bella trattazione del lato morale
e igienico che vi è contenuta ».
E nobilmente altresì Henri Bois in una sua conferenza ai giovani li incitava a non limitarsi a vivere
in se stessi e,'per se Stessi, ma ad imprimere un potente
impulso ail’evoluzione che può e che deve far uscir
l’uomo daU’animaiità, e che, stendendosi dal santuario
della coscienza fino alle sfere più misteriose della natura può e deve installare sulla terra ciò che Kant
chiamava il Regno dei fini b ciò che l’Evangelo chiama
11 Regno di Dio.
Hnrleo meynlep.
Or) faiT)050 libro 5<jl celibato
II'Prof. Domenico Battaini, direttore della casa editrice » Cultura Moderna » di Mendrisìo (Svìzzera) sta
per pubblicare nella sua « Biblioteca del Pensiero Religioso Moderno » la traduzione italiana della celebre
opera di H. C. Lea « Storia del celibato ecclesiastico ».
Chi conosce il sistema del Lea, il quale non emette
mai una opinione, non mai una ipotesi se non basata
su documenti, immaginerà subito l’importauza di quest’opera che vedrà presto la luce nell’idioma nostro.
Raffaele De Pierre.
IDEALE SUPERL^^
Il Vangelo è stato molto spesso diminuito, rabberciato, deturpato, in teoria e sopra tutto nella pratica,
per adattarlo alla piccola statura morale e alle molte
imperfezioni dell’uomo ; in gui.sa che è diventato un
codice morale e religioso ad nsum delphini. Delle edizioni rivedute e ridotte ce ne sono a iosa, ma è assai
raro imbattersi in una edizione corretta e aumentata.
Ora abbiamo anche quella e ne sarebbe autore Sir Francis
Vane, il benemerito organizzatore della prima Compagnia Italiana di ragazzi « esploratori ».
Codesta Istituzione geniale che ebbe origine in Inghilterra, paese di nobili iniziative, ha per fine di preparare i giovani alla guerra, non contro il prossimo,
ma contro l’egoismo e contro il male sotto qualsiasi
forma si manifesti, infondendo in essi il sentimento del
dovere, dell’altruismo, della responsabilità. Il « giovane
esploratore » (traduzione della parola inglese scout),
« deve fare il suo dovere verso Iddio, verso il Re, verso
il suo paese ; aiutare chiunque necessiti di lui ; credere
alla parola del compagno e a sua volta dire la verità,
sotto pena di espulsione dall’Associazione ; proteggere
i deboli e gli animali; eseguire gli ordini ricevuti,riflettendo al significato di essi, e cercando di adempiere
puntualmente al compito affidatogli ; dare poca importanza ai propri! dispiaceri; essere economo, ma non
mai avaro ».
Codesto programma di educazione, che ci facciamo
lecito dì trovare superiore a tutti quelli che sono in
uso nel nostro paese, quello dei nazionalisti compreso,
non può non avere tutta la nostra approvazione e, ag! giungiamo, la nostra ammirazione. Qualora potesse venire tradotto in pratica su larga scala, noi avremmo
una gioventù assai diversa da quella attuale, sana di
mente e di corpo, infiammata di amore e di zelo per tutto
ciò che sorride col fascino della bellezza e spira profumo di bontà ; avremmo dei giovani puri e forti « sorgenti come dal seno dell’aurora », un nuovo ordine cavalleresco dell’ideale. Perciò facciamo plauso al tentativo generoso, augurando sia fecondo di risultati benedetti.
Ritornando alla versione accresciuta del Vangelo,
essa sarebbe la seguente : Sir Francis Vane sintetizza
il suo decalogo (dice un giornalista) nella massima :
« ama il tuo prossimo come te stesso e più di te
stesso ».
Gesù si accontentò di dire : * Ama il tuo prossimo
come te stesso », dando alla parola c prossimo » il
senso più lato, e quella mas,sima parve allora e fu
una vera rivoluzione nella sfera delle relazioni sociali.
Dopo 19 secoli di cristianesimo, noi la troviamo ancora
molto difficile a tradurre in pratica, ed essa esprime
per noi un ideale a cui la realtà non corrisponde, nè
anche nella società dei credenti, nelle chiese. Figurarsi
poi al di fuori ! Ah ! se ogui discepolo del Cristo soltanto
amasse il prossimo come se stesso ! Essi formerebbero
una società perfetta, dalla quale sarebbero bandite le
ingiustizie, le iniquità, le rivalità, le disuguaglianze stridenti e costituirebbero un nucleo rivoluzionario santo
capace di trasformare il mondo. Codesto spettacolo si
vide una volta sola e per breve tempo nella storia :
nell’alba luminosa della chiesa, allorquando i credenti
avevano un sol cuore e un’anima sola e tutti i beni
erano comuni. Poi non si vide più. Noi ci acconteremmo
che quei tempi tornassero.
Del resto, è possibile amare il prossimo più di se
stesso? A me non pare; poiché anche nel caso assai
raro in cui uno esponga per altri la vita sua, egli
non fa altro che quello che vorrebbe fosse fatto a
sè in sìmili circostanze. L’amore di noi stessi è cosi
grande, così tenace e così assorbente che si manifesta
anche nell’amore che ad altri portiamo e in quello che
per loro facciamo; anche questo può essere una forma
di egoismo, nobile, utile e incosciente finché si vuole,
ma egoismo in fondo, ossia amore di noi stessi.
Io non conosco che una persona la quale amò gli
altri più di se stessa: è Gesù. Ma ai discepoli suoi
Egli si limitò a prescrivere parità, uguaglianza di affetto; e noi di quello ci accontentiamo e troviamo che
è già abbastanza difficile nella pratica. Senza voli lirici, quello è pur sempre un ideale che a stento e raramente si raggiunge ; anzi non lo si raggiunge mai
senza l’ausìlio e la spinta di quell’altro amore ; « Ama
Iddio con tutto il cuore e con tutta l’auima ».
Enrico Rivoire.
Morti illustri
La Germania evangelica ha perduto altri due dei
suoi migliori figli. Il 15 Nov. moriva in Braunsohweig
nella bella età di 79 anni Wilhelm Raabe poeta umoristico e romanziere considerato come di molto
superiore al celebre Fritz Reuter. L’opera sua più in
voga è « des Hungerpastor ». Ei muove guerra a
quanto v’ha di falso nelle relazioni umane : falso eroismo, falsa bontà, falsa felicità, rumorosa beneficenza, bellezza artificiale, estetica immorale, megalomania, vanità, egoismo arrivismo. Ma il suo umorismo mai si trasforma in disprezzo degli uomini. Correggere i vizi e difetti dei suoi simili mettendo loro
davanti agli occhi un ideale di giustizia, di bontà e
d’amore, tale è il suo scopo.
Un altro che nella sua modesta sfera fu veramente
grande è Richard Engelbert spentosi serenamente a
Duisburg la sera del 16 Novembre nella invidiabile
età di anni 90 compiuti. Pastore evangelico, ei seppe
colla sua indefessa attività, unita a spirito di amor
fraterno e di abnegazione innalzare l’istituto dei Diaconi (Diakonenanstalt) alla dignità di una istituzione
nazionale. Come il compianto Fliedner aveva saputo
rinnovare nella chiesa evangelica l’ordine delle diaconesse non nel senso monastico antievangelico, bensì
secondo i principii moderni di spontaneità e libertà
nell’esercizio della cura degli ammalati e di altri uffici essenzialmente femminili, così Riccardo Engelbert seppe infondere nel numero ognor crescente dei
giovani affidati alla sua direzione lo spirito di vero
altruismo cristiano di cui egli era animato e formare una numerosa schiera di giovani sani, forti,
robusti istruiti in tutti i particolari concernenti la
cura degli ammalati e dei feriti, sia in tempo di pace,
sia sui campi di battaglia. Diacono e diaconessa sono
uomini e donne pronti a servire (dal greco : diakonein) il prossimo sofferente, non in vista di un guadagno materiale o di un premio speciale al dilà della
tomba ma guidati unicamente dal sentimento del dovere e dall’amor del prossimo proveniente dall’amor
di Cristo.
Questo dogma così semplice ed eminentemente umano sta alla base delle grandi opere inaugurate o
proseguite dai Wichern, dai Fliedner, dai von Bodelschwingh, dai G. Werner e da tanti altri, nonché
dal nostro Engelbert, veri filantropi, altrettando gloriosi agli occhi dei posteri quant’eran modesti ed umili, nel loro contegno, agli occhi dei loro coetanei.
Engelbert fu altresì per mezzo secolo e più, redattore di qn ottimo giornale il Duisburger Sonntagsblatt Fedele amico dell’opera evangelica in Italia ei
sempre accoglieva a braccia aperte il rappresentante
della chiesa Valdese che in casa sua trovava non so
se più fraterna o più paterna ospitalità.
Di onorificenze governative ed ecclesiastiche il defunto ne ebbe — e di ben meritate — ma non ne
fece mai caso. Gli bastava l’approvazione della propria coscienza. Alla cara famiglia nel lutto le nostre
più sincere condoglianze.
Paolo Calvino.
L'OPERA PI SAMUELE ZELLER
Maennedorf, sul Iago di Zurigo, ha celebrato il giubileo semisecolare dell’attiyità di quell’ uomo ragguardevole, anzi unico in tutta la Svizzera, ch’è Samuele Zeller, Suo padre fu quell’illustre pedagogo,
discepolo di Pestalozzi, del quale il maestro disse:
« egli ha nella pratica effettuato quello ch’io sognavo come un ideale ».
Samuele nacque il 9 aprile 1834. Educato da un
padre così egregio non poteva che diventare un giovane egregio. E fu professore apprezzatissimo a
Schiera e a Beuggen. Ma chiamato dalla celebre Dorotea Frudel a Maennedorf per esserle di aiuto nell’opera oh’essa proseguiva a pro dell’Umanità sofferente, ei vi si recò in Novembre 1860; e morta la
Frudel due anni appresso, Samuele restò per testamento il suo erede e successore.
Molti ammalati, specialmente d'imaginazione, recansi a Maennedorf e vi trovano sollievo e guarigione; non ohe Zeller pretenda avere il dono dei miracoli ma è un fatto indiscutibile che molte sofferenze fisiche hanno una causa esclusivamente morale
e che Zeller colla sua conversazione, colle sue spiegazioni della Bibbia, colle sue preghiere, con tutta
la sua potente personalità o individualità, seria e al-
4
LA LUCE
legra in pari tempo, esercita come un santo ipnotismo su coloro che lo avvicinano, e col far loro conoscere che la cosa piu importante cui essi debbano
pensare è la salute dell’anima egli li solleva, li conforta, li rasserena e li rimette sulla via normale del
lavoro e della fiducia assoluta in Dio. E si contano
a migliaia le persone che in casa sua hanno trovato
ciò che invano avevano a lungo cercato altrove : la
pace dell’anima. Un caso veramente tipico è stato
quello di Arnold Bovet diventato poi il grande Apostolo della temperanza nella Svizzera tedesca.
Spesso invitato a dar conferenze nelle grandi o
nelle piccole città, vicine o lontane, Zeller vi si reca,
quando può, ed esercita dovunque il suo ministero
sui generis con tanta semplicità, franchezza e modestia ad un tempo ohe chi, come me, l'ha sentito una
volta, vorrebbe sentirlo almeno ogni Domenica.
Paolo Calvino.
Pbpcìiè HaecbeljiscìJla la chiesa
Come ormai tutti sanno, Ernesto Haeckel, grande
scienziato e meschino filosofo, non proprio materialista
(come si ripete per errore) ma monista con pronunciata tendenza materialistica, ha lasciato a 76 anni la
chiesa iu cui era nato. — Perchè l'ha lasciata? Pare
ciò si debba attribuire al fatto che, celebrandosi il
centenario dell’Univertità di Berlino, lui — professore
aU’Università di Iena — non fu invitato. E perchè non
fu invitato? Perchè il confondere la scienza come fa
lo Haeckel con le sue personali elucubrazioni filosofiche è parso e pare alla dotta Germania un’ insalata
poco degna d’uno scienziato e più degna d’un ciarlatano.
Il discorso del Kaiser
Il famoso discorso del Kaiser ai Benedettini di
Beuron ha prodotto una penosa impressione non
soltanto sui liberali protestanti o cattolici ma altresì
e forse più ancora sui conservatori protestanti ; i
quali si domandano quale alleanza vi possa essere
tra il trono imperiale e l’altare papale.
Se il Kaiser non avesse altri puntelli che gli abati
benedettini sarebbe ben presto ridotto a... Canossa.
P. C.
Borromcidc
Qual risposta alla papale Enciclica di Borromeica
intonazione, i Protestanti di Budapest hanno deciso
di erigere in quella città una grande e bella chiesa
della protesta sul fare di quella di Spira
■ P. C.
Coscienza che rijpetta
Il noto pastore socialista di Zurigo Pflüger, membro del Consiglio di Stato, ha preso commiato della
sua parrocchia con una predica che, sebbene abbia
potuto riempire di stupore molti dei suoi uditori, è
cionondimeno l’espressione di una sincerità che molti
dovrebbero imitare : « Avendo, egli disse, le mie convinzioni subito negli ultimi anni profonde modificazioni, non ho più il diritto di esser pastore •• Quantunque a noi, che lo conosciamo, ciò possa rincrescere, dobbiamo rispettare una coscienza che si rispetta. Il panteismo di Haeckel e l’Hegelianismo di
altri più non appartengono al Cristianesimo. P. C.
TILSIT DOCET
Tilsit docet ! Grazie alla società per la protezione
della gioventù, alle premure dell’Amministrazione
comunale di quella nordica città, nonché al buon volere di tutti i librai è proprietari di cartolerie, si è
deciso di fare sparire, dalle vetrine dei negozi e dal
commercio, qualsiasi produzione artistica o letteraria
men che decente.
Potesse tosto dirsi altrettanto di Milano, di Firenze
di Roma, di Bologna ! p. c.
Mon l*ha imbroccata
Questa volta non l’ha imbroccata quel prete barone
papale Mathies, del quale abbiamo parlato. Aveva
già evidentemente creduto meritarsi una lode speciale dal suo principale col beffarsi della protesta
del cattolico Re di Sassonia contro la famigerata enciclica. Per una volta mal gliene colse. Il papa ha
mandato le sue scuse al Re e ha dato una lavata di
testa al focoso barone. p, c.
Separìamooi da Roma Í
Dal resoconto dell’Assemblea generale elvetica degli amici dell’Evangelizzazione dell’ Austria, tenuta
in S. Gallo sullo scorcio di ottobre p. p.j rileviamo
che il movimento verso l’Evangelo non è punto sce
mato. Negli ultimi tre anni sono passati dalla chiesa
papale all’evangelica 12000 anime. Nel Nord della
Boemia contavasi nel 1898 una sola chiesa evangelica ; oggi contansene 6 con in complesso 6 pastori e
5 vicari. Nell’Austria propriamente detta furono inaugurate in questi ultimi tre anni 20 chiese, senza
parlare di numerose sale di culto e scuole, non che
case parrocchiali. Nel 1908 i Protestanti Austriaci
hanno contribuito quasi mezzo milione di corone per
le loro chiese. La piccola congregazione di Fùrstenfeld composta in maggioranza di operai contribuisce
annualmente 2670 corone, e quella non meno povera
di BraunaU in Boemia 3737 corone. Questo spirito di
sacrificio è segno di serietà e di viva fede.
Paolo Calvino.
Conferenze di poi ef Vie
Il benemerito periodico francese Fai et Vie bandisce anche quest’inverno a Parigi una serie di importantissime conferenze. Gli oratori, che son tutti uomini eminenti, professori alla Sorbona, membri del1 Accademia, professori di Facoltà francesi, estere, eoe.,
parleranno su svariatissimi argomenti, come ; 1’ arte
dei^ trogloditi ; l’idea della vita futura nell’ antico
Egitto ; la fine del mondo antico (ellenismo e cristianpimo in lotta); la rappresentazione artistica della
vita futura, dal medioevo ad oggi ; la vita futura nella
musica ; la vita futura nella letteratura francese ; le
realtà che si sottraggono alla scienza ; i fatti spiritici
e ciò che sappiamo della vita futura ; la vita futura
nell anima ; le obiezioni del libero pensiero alla vita
futura ; l’Evangelo e la vita eterna ; Vinet : l’uomo e
il cristiano, il pensatore, il critico letterario ; l’alimentazione del popolo ; le abitazioni del popolo ; l’indigenza e l’accattonaggio ; gli spacci di bevande alcooliche ; gli spettacoli di teatro e di caffè concerto
e simili ; stampa immonda ; lotta contro il mal costume. Questi ultimi argomenti sociali saranno trattati, non per via di conferenze, ma di discussioni.
Ci sarà anche un corso importante sul problema dell’igiene, dell’educazione e della morale infantile. Inoltre
ci si occuperà della quistione biblica, svolgendo i temi:
la persona del Cristo e la storia ; la composizione dei
Vangeli; perchè non rinunziamo alla Bibbia.
Tra i molti oratori notiamo Ed. Naville, Aug. Hollard, E. Boutroux, P. Doumergue, E. Bois, F. Bridel,
F. Godet, C. Gide, E. Monnier, Amai, Gonnelle.
Non sibi
Si è scoperta or ora (come riferisce il Témoignage)
la casa del celebre pastore di Montauban (Francia)
Michele Bérauld,che fu anche una gloria di quell’accademia. Nel muro di detta casa è incastrata una pietra e nella pietra inciso un sole con la scritta : Non
sibi. Era il simbolo scelto da quell’illustre riformato
del secolo XVI. Il sole non è egoista, non tiene la sua
luce per sè (non sibi !). La sua luce è per tutti. Sia
questo anche il nostro motto!
Preti a iosa
In Damimarca (secondo dice il Ghristianisme) per
una popolazione cristiana evangelica di 2 milioni 500
mila anime, non vi sono che 7800 cattolici romani ; i
quali aumentano d’un centinaio ogni anno, non già
perchè gli Evangelici si convertano al Papismo, ma
perchè Cattolici di Polonia immigrano nella ricca Danimarca. Ebbene, a direttori spirituali di quelle 7800
anime cattoliche romane è un centinaio di preti. Un
prete dunque ogni 78 persone I Non ci sarà pericolo
che abbiano ad ammazzarsi per troppe fatiche. Le
monache poi ammontano a più centinaia. Secondo il
Ghristianisme que’ preti — ritrovandosi in paese
evangelico — si atteggiano a liberaioni, a modernisti,
s’intende; senza però rinunziare ai mezzi di propaganda esteriori, poiché han trasformato i templi in
luoghi che han del « teatro, del museo e della sala
da concerto ».
IHonamento a Smedenbopg
Il 19 novembre scorso nella cattedrale evangelica
di Upsala (Svezia) fu inaugurato un monumento funebre, là dove da due anni riposano le ossa di Swedenborg, trasportate ivi da Londra. Lo stesso tempio gotico, che è del 1290, racchiudeva già i sepolcri di Gustavo Wasa, del primo arcivescovo luterano di Svezia,
Lorenzo Petri, del celebre naturalista Linneo e del
santo nazionale della antica Svezia (cattolica) Erik.
All’inaugurazione partecipò anche l’Università.
Due Luteri viventi |
L’uno è il decano dei pastori della Chiesa della i
Trinità a Charlottenburg (presso Berlino) : egli di- :
scende da un fratello del grande Riformatore, e come ^
questo ha il titolo di dottore : doctor Luther ! L’altro \
membro vivente dell’illustre famiglia è il celebre astro- t
■nomo Luther dell’osservatorio berlinese.
Unità, cattolica
L’unità cattolica va sempre più disgregandosi. In
Vaticano gl’impiegati pontifici han prestato giuramento d’antimodernismo ; ma le evasioni dal Papismo continuano in ogni dove. A Nottingham (Inghilterra) la Chiesa cattolica è minacciata da scisma. Parecchi preti-dice il Témoignage — si sono affiliati alla
chiesa dei Vecchicattolici, i quali — com’è noto —
non riconoscono l’autorità papale — e quei preti han
chiesta la benedizione dell’ arcivescovo giansenista
d Utrecht. Si propongono di abolire il latino nelle
cerimonie e il celibato. Bravi!
Scuoia tEDloflica BuangElica di GioEvra
UEelaireur annunzia che la cattedra di filosofia, rimasta vacante presso questa Scuola per la morte del
sempre rimpianto professore Duperrut, ch’era un profondo credente, sarà occupata da A. Dartigne-Peyrou,
già supplente del predicatore Franck Thomas e presentemente pastore a la Seyne.
Evoluzione psicologica del Tolstoi
Tale è il titolo dello studio letto pochi giorni or
sono da l’illustre professore Teodoro Flournoy presso
la società di Scienze teologiche in Ginevra.
L’oratore si propose d’esaminare la tesi sostenuta
qualche anno fa dal Dott. Mariani discepolo del Lom
broso, secondo la quale il genio di Leone Tolstoi sa
rebbe stato una specie di degenerazione epilettoide
« L’eminente professore di psicologia della nostra Fa
colta di Scienza », cioè il Flournoy (così scrive la Se
maine religieuse) « ha anzitutto riprodotto gli argo
menti del dotto italiano (del Mariani), argomenti tratt
da dichiarazioni dei Tolstoi medesimo, ed ha riconosciuto che questo infatti ebbe a soffrire, in giovinezza,
di certe anomalie nevropatiche, e, ai 46 anni, d'un accesso di psiehastenia che gli paralizzava fino ad un
certo punto la volontà. Ma ha mostrato altresì che il
profeta russo non fu mai affetto da epilessia e che
le sue « ossessioni » e < idee fisse » avevan rotto il
cerchio in cui si trovavano, così da produrre in lui
un’evoluzione intellettuale e morale, costitutiva di
vero progresso ; tanto vero che il dubbioso abbattuto
ritrovò il proprio equilibrio mentale e la pace interiore in una specie di misticismo razionalistico e pratico. Tolstoi ha proclamato un ideale di vita inattuabile nelle presenti condizioni del genere umano ; ma
un ideale ben degno dell’uomo, quando l’uomo divenisse perfetto ». ,^
Alla briosissima conferenza assistevano molti Russi.
CrisfianBsiniD sociale in Francia
Un centinaio di cristiani sociali si adunarono nella
Cappella del Nord, il 27 scorso. Parlò il prof. Gide,
che la « Vie Non velie » encomia per la chiarezza della
parola e per 1 ottimismo delle idee. « Non intravvediamo » egli disse « non intravvediamo se non in confuso le soluzioni del problema sociale ; ma non importa: lavoriamo, operiamo, creiamo uno spirito nuovo.
Il giorno che nella nostra associazione saranno in buon
numero uomini bramosi di un ordinamento sociale che
si fondi su la giustizia, si leverà un soffio potente, il
quale volgerà in questa direzione tutte le istituzioni
sociali. Non sappiamo qual forma assumerà questa futura società ; sappiamo soltanto che sarà più giusta,
e questo pensiero deve bastare a sospingerci innanzi ».
Alle parole del Gide segui una discussione, cui parteciparono parecchi oratori.
Si risolvè di radunarsi di bel nuovo in febbraio o
in marzo per fissare l’attitudine da assumersi difronte
alle elezioni municipali parigine. Il Gonnelle diede
quindi 1 annunzio che il prossimo Congresso cristiano
sociale si avrà nel 1911, probabilmente a S. Quintino ;
e che ci si occuperà specialmente del modo di adattare
le « fraternità » inglesi all’ambiente cittadino di Francia,
come pure dell’azione del cittadino cristiano.
Suffragiste c Salutìstc
Mentre quelle scioccherelle sfaccendate di suffragiste si facevano catturare e condurre al fresco, un
comizio di genere ben diverso era convocato a Whitehall. La signora Bramwel Booth lo presiedeva, vi leggeva una relazione dell’ opera sociale femminile delr Esercito della Salvezza. Quest’ opera, veramente
meravigliosa, aila quale (come dice la Vie Nouvelle)
lavorano seicento signore, si è occupata di 50 mila
donne, sforzandosi di strapparle da la depravazione
e dal vizio.
Siizztra, Germania, Scandinavia
Luce, rivolgersi al pastore Paolo Calvino, LUGANO.
5
LA LUCE
Fallimento òella città òi Dio
Eicordate lo strambo profeta americano Dowie che
neirillinois — non lungi da Chicago — fondò una
città (Sion City, la città di Dio !) senza alcool (e sta
benissimo \) senza carne di maiale, senza medici, nè
farmacie, nè delitti ?.... Il Dowie, come saprete, è morto!
e i tre profeti suoi successori si sou messi a quistionar tra di loro. Il fatto è che la città di Dio ha dichiarato... fallimento. Una banca si è offerta di acquistar grimmobili per 3 milioni e mezzo. Gli azionisti
(tra cui sono anche degli Svizzeri !) percepiranno soltanto il 12 e mezzo per cento !
(Da la Vie Nouvelle),
11 proclama òel presiòente Taft
Approssimandosi \\Thanksgiving day (il giorno dei
rendimenti di grazie) il presidente degli Stati Uniti,
Ta£t,_ha pubblicato un proclama; in cui egli allude
agli indizi evidenti della prosperità nazionale : accrescimento di potenza, di ricchezza e di benessere e
pace interna ed esterna. Il Presidente termina invitando! cittadini degli Stati Uniti ad adunarsi ne’
templi, a benedire il Dio onnipotente e a rendergli
grazie per la sua benignità e pel suo amore.
zi Ettore Janni e a T^astignac
A questi due nostri scrittori italiani che si son fatti
difensori della stampa com’essa è ora dedichiamo
queste parole d’una petizione che va ricoprendosi di
Francia, e che sarà presentata al Giiardasilli e alla Commissione senatoria.
« Visto e considerato il continuo progredire della
criminalità (fra gli adulti e i giovanetti d’ambo i
sessi) ; visto e considerato il moltiplicarsi della pornografia incitante al crimine e fatta sotto colore di
cronaca o di svago ; la quale pornografia costituisce
non una libertà d’opinione per la stampa, bensì un
pencolo per la libertà e la tranquillità di tutti, derivandone una spinta a delitti d’ogni maniera, i sotto^ritti si rivolgono al Guardasigilli, ecc. »
Rastignac non aveva pensato che, se i giovani candidati alla delinquenza non sanno leggere, han però
buoni occhi per vedere, estasiandosi innanzi alle illustrazioni edificanti esposte al pubblico colto e incolto.
ECHI DEL COHCRCSSO DI COADRIP
Il 4" congresso internazionale per la repressione
della « Tratta delle Bianche », tenutosi —come i Lettori sanno — a Madrid dal 24 al 28 ottobre scorso,
merita che gli dedichiamo ancora qualche parola.
La discussione fu sostenuta dai partigiani dei due
diversi principii, cioè dai c regolamentaristi » e ’ da
gli € abolizionisti ». Noi stiamo con questi ultimi, ben
s intende ; e siam ben lieti d’apprendere che la maggioranza del congresso era costitnita di abolizionisti.
Il Congresso deliberò di sostituire al titolo * tratta
delle bianche » di titolo « tratta femminile ». I congressisti erano un centinaio all’ incirca. Cinque governi s’erano fatti rappresentare ufficialmente. L’infante Isabella, zia del re, assistette alle sedute ; e diede
un ricevimento ai congressisti. Un altro ricevimento
fu offerto dal sindaco nel palazzo del municipio. Un
terzo ricevimento a corte, ove re Alfonso e la regina
Vittoria s’intrattennero affabilmente con ogni membro dell’importante congresso.
La Revista Cristiana di Madrid riferisce in esteso
le varie proposte del Congresso. Noi le riassumiamo :
1) si puniscano i trafficanti ; 2) non si faccia distinzione fra trafficanti di minorenni e trafficanti di
maggiorenni ; 3) i governi, che firmarono l’accordo
diplomatico del 18 marzo 1904, mettano in armonìa
con tale accordo le disposizioni legali relative all’emigrazione per ciò che s’attiene alla rèpressione della
tratta ; 4) stabiliscano le potenze che le persone accusate di esercitar la tratta in Egitto siano giudicate
da quei tribunali misti, qualunque sia la nazionalità
cui le dette persone appartengano; 5) concedano i governi sussìdi in danaro destinati a reprimere la tratta
in Egitto, versandoli all'ufficio internazionale di
Londra; 6) i governi s’intendano per che una donna
o fanciulla di qualsiasi età, vittima della tratta, venga ripatriata; 7) i governi restringano il numero degli uffici di collocamento aperti a scopo di lucro, favorendo invece e sussidiando quelli aperti a scopo
dì beneficenza disinteressata; 8) si fissi l’età minima
in cui la minorenne possa ottenere collocamento ; 9)
si richieda contratto scritto e firmato da chi assume
in servizio e da l’impiegato dell’ nfficio di collocamento ; 10) r ispezione di cotali uffici sia affidata a
persone superiori ad ogni sospetto; 11) tutte le potenze firmatarie dell’accordo 18 marzo 1904 prestino
aiuto anche in danaro ai Comitati nazionali di protezione della donna.
Vino eucarÌ5tico al sublimato
Insegna il catechismo cattolico romano, contro la
^ ragione (il che avrebbe poca importanza, poiché la
ragione non è infallibile),ma anche contro la S. Scrittura e contro i fatti, che il pane ed il vino della messa
in virtù delle parole sacramentali, si convertono nel
corpo, nel sangue, nell’anima e nella divinità di Gesù
Cristo, senza lasciare traccia di pane nè di vino. Di
questi elementi resterebbero solo le apparenze. E’ am.
missibile — domandiamo noi — che la divinità di
Gesù Cristo, possa, per esempio, congiungersi col sublimato corrosivo? Eppure (se è vero quanto insegna
detto catechismo) ciò sarebbe avvenuto recentemente
a S. Ferdinando (Calabria), ove per invidia e per interesse un prete, un certo Naso, avvelenò il giovane
neoparroco don Carmelo Albanese, mescolandogli sublimato corrosivo nel vino della messa. Parli l’Albanese stesso (Vedi Gazzetta di Messina e delle Calabrie) : € Stavo per compiere il sacrifizio della messa
ed avendo sorbito dopo la consacrazione il vino, che
daH’ampollina mi era stato versato nel Calice dal Sagrestano, mi intesi (sic) venire meno; avvertii forti bruciori alla bocca e poscia nello stomaco, e subito capii
ch’ero stato vittima di avvelenamento ».
Il vino era consacrato !
Sappiamo che cosa risponderebbero i teologi cattolici romani : « In tali casi, la consacrazione cessa, e
il vino torna vino ». Comodissimo modo di cavarsi
d impiccio! Ma dove mai la S. Scrittura dice che il
pane torna pane e il vino vino, se vi sia aggiunto
veleno ? Lo dite voi. Che ne sapete ?
agli BmiEi d'aniBrica;
loro abbonamento (un dollaro) al prof. A Clot, 86 Römern St. Rochester N. Y. — Preghiamo tutti quei nostri fedeli Lettori e Amici di procurarci ciascuno un
nuovo abbonato per l’anno 1911.
S- Qia^eppe io luogo di Dio
Vi ricordate del Santuario miracoloso di San Giuseppe Vesuviano ? Vi ricordate la letterina tolta da
la * Voce di S. Giuseppe », in cui si parlava di un
certo miracolo compiuto da San Giuseppe a favore
dei denti molari (e non < morali » come per errore
stampammo) di una divota ?
Ecco ora due altre lettere tolte da lo stesso periodico :
« Reverendissimo Padre,
Mando lire 50 a San Giuseppe (proprio a lui P) per
una grande grazia che ho ricevuta.
Canterete una litania di ringraziamento (per le 50
lire ?) e raccomandatemi sempre nelle vostre preghiere
secondo la mia intenzione che io quando mi ritiro per
sempre al paese non mi dimenticherò mai di San Giuseppe (Data questa promessa, parrebbe che « al paese »
sia più facile dimentare San Giuseppe. Chi sa perchè?).
Con stima vi bacìo le mani ».
Segue la firma.
« Reverendissimo Padre,
Le invio lire 20 per il Santuario e la prego dì pubblicare nel periodico che ringrazio vivamente San
Giuseppe, per una grazia ottenuta. (Che bisogno c’era
di far sapere ai lettori dei-periodico che si ringrazia San
Giuseppe ?) Mi raccomando molto alle sue preghiere
(Di San Giuseppe, del periodico o del Reverendissimo
Padre'?).
La prego accusarmene ricevuta, mentre le bacio con
rispetto la mano e mi dico sua devotissima ».
Segue la firma.
San Giuseppe dunque è quel che fa le grazie. Pel
divoto cattolico Dio conta ben poco. E’ un Dio aristocratico a cui non ci si può accostare se non per
mezzo di San Giuseppe. Che dolorosa cosa !
lTnvìmacol^
In certi luoghi della Spagna, invece di dir : « Permesso » si dice : « Ave Maria » e dell’altre parole
che non rammento più. Di dentro si risponde : Sin pecado concehida (concepita senza peccato), e queste parole valgono quanto il nostro: « Avanti! Entrate
pure ! »...
Quest’uso vi provi quanto il domma deH’Immacolata
Concezione sia ormai radicato nel popolo cattolico
romano ; eppure è domma nuovo, nato dal Concilio lateranense nell’S dicembre 1854. E si dice che la religione dei cattolici romani è immutabile ! E quel brav’uomo del vescovo Bossuet si è sbracciato a provare
le variazioni... protestanti !
La Chiesa papale sostiene il domma deU’Immacolata
(come, del resto, ogni suo domma particolare) con tre
sorta d’argomenti ; e cioè : 1) con la S. Scrittura ; 2)
con la storia o tradizione ; 3) con la ragione.
Noi ammettiamo l’autorità della S. Scrittura, nè qui
è il luogo di dirne il perchè. Diremo solo che la Bibbia
è muta suirimmacolata. A convincervene, rileggete nei
Vangeli tutti i non molti passi in cui si parla di Maria
madre di Gesù.
Non ammettiamo l’autorità della tradizione; perchè
se la tradizione dicesse lo stesso che la S. Scrittura,
sarebbe inutile ; se dicesse l’opposto, non sarebbe accettabile da chi si fondi su la S. Scrittura ; se diverso,
non avremmo pietra di paragone a riscontrare se la tradizione dicesse il giusto. Quand'anche con la tradizione
si potesse dunque dimostrare il nuovo donama, noi lo
respingeremmo egualmente. Non abbisognamo di novità ; il contenuto della rivelazione biblica è sufficiente,
e guai a chi (come dice l’Apostolo) evangelizza oltre
a ciò che è stato evangelizzato dai testimoni immediati di Gesù. Del resto, la tradizione non prova nulla
in prò del domma dell’ Immacolata. Informino S. Crisostomo, S. Bernardo, S. Anseimo, S. Tommaso (l’autore
preferito dei due ultimi pontefici!), S. Catterina da
Siena, papa Sisto IV (1483). Il domma dell’Immacolata
ha le sue radici nel medio evo, ma il medio evo non
lo proclamò tale. A proclamarlo, occorrevano i 296 vescovi adunati in concilio poco più d’un mezzo secolo
fa, regnante Pio IX.
Nè il primo puntello (delle S. Scritture) nè il secondo (della tradizione) reggono punto. Vediamo se
regga il terzo, quello della ragione. Noto subito che
la ragione è tutt’altro che infallibile. Nulla di più
falso del razionalismo che visi fonda; nulla di più
falso deU’intellettualismo, che pretende dimostrar Dio
e ogni cosa o che pretende negar Dio e il miracolo,
in nome della ragione. La ragione è strumento, non
fonte di conoscenza. La ragione non ha diritto di affermare nè di negare un fatto, a meno che questo
fatio si riveli o vero o falso sperimentalmente. Un
esempio. La ragione dice (lo disse a Cartesio, se non
ad altri) che la materia è divisibile in infinito. Nulla
di più falso! La scienza moderna contraddice a questa sentenza della ragione. Ma torniamo al proposito.
Quand’anche l’Immacolata si dimostrasse con la ragione, non sarebbe... ancor dimostrata. Ma il guaio
maggiore è che con la ragione non la si può dimostrare minimamente. I teologi del romanesimo dicono:
Come volete che Gesù sia nato perfettamente puro,
se Maria non fosse nata, a sua volta, monda da ogni
macchia di peccato? Assurdissimo argomento, col quale
si perviene a provare che la prima donna — la madre dei viventi — la quale per la prima peccò, sarebbe stata monda da ogni macchia di peccato ! Se,
per che Gesù sia puro, è necessario che Maria sia pura;
per che Maria sia pura, sarà anche necessario che la
madre di Maria (Sant’Anna?) sia pura ; e per che Sant’Anna sy^ pura occorrerà che la madre di lei sia
pura ; e così via via, su su, fino ai primi fondatori del
genere umano, fino ad Èva!...
Lasciamo queste aberrazioni e riconosciamo : 1) che
Gesù è santo perfettamente, perchè, nato da Maria, non
come gli altri uomini, ma « per opera dello Spirito
Santo » di Dio; 2) che Egli ed Egli solo deve esser
nato così, perchè Egli solo appunto è santo perfettamente ; 3) che tale nascita è straordinaria, straordinarissima (oh, lo credo bene!) ma, niente affatto contraddicente ai fatti conosciuti. La scienza insegna ormai che vi sono tante sorta di procreazione, e che —
almeno tra esseri inferiori — è possibile perfino la
partenogenesi. Non sarà stato possibile al nostro Dio
e creatore di darci, mediante un mezzo santo, il Salvatore santo di cui abbisognavamo? Non faceva mestieri per questo che Maria, la « Madre di Gesù *, la
Madre, non di Dio, ma del « Signore » (Gesù Cristo)
nascesse senza macchia di peccato. Noi la proclamiamo « beata tra tutte le donne », non perchè immacolata, ma perfehè madre del Salvatore, Noi proviamo
grande venerazione verso di lei. Ma non la preghiamo,
perchè abbiamo Gesù. Non le prestiam culto, nemmeno di iperdalia ; perchè il culto è dovuto a Dio solamente e al suo Cristo. Noi, inoltre, non la... bestemmiamo, come voi. Cattolici romani, fate mille volte il
giorno ! « Adora il Signore Iddio tuo e servi a Lui
solo ». Queste sono parole di Gesù Cristo. Meditatele
seriamente!
Parvus.
Alleanza Evangelica
Irgoimitii per la settimana universale di preghiera
Domenica, 1. a Sabato, T Gennaio 1011
Domenica 1- Gennaio —m tutte le chiese. Testo del
Sermone. Giov. XIII, 35: « Da questo conosceranno
tutti che voi siete miei discepoli, se avrete amore gli
unì per gli altri ».
Lunedì, 2 Gennaio — Ringraziamenti e confessione.
Ringraziamenti — per la perduranza del giorno
della salvezza per il mondo, e del servigio per Cristo — per la pace fra le nazioni, in tale misura conservata— per le numerose manifestazioni iù'éienò
chiesa di Cristo, di un crescente desiderio di uniQ^e
6
6
LA LUCE
e di collaborazione fra i cristiani — per la conferma
data alla integrità della Sacra Scrittura dallo sviluppo
delle investigazioni scientifiche.
Confessione — della debole influenza della chiesa
sul mondo — dell’ accresciuto amore per il lusso,
e della mancanza rii resistenza morale che si manifestano in molti cristiani professanti — del poco rispetto da molti dimostrato per l’autorità della Parola
di Dio e per la santità del Suo giorno di riposo — della
prevalente indifferenza circa la venuta del Signore
e degli eventi che la seguiranno — del fatto che il
timore di Dio ed il desiderio di fare la sua volontà
son tenuti in così poco conto nella vita politica e
sociale. — (Lettura: Salmo CXI; Matteo V. 13; II
Pietro III, 13-15).
Martedì, 3 Gennaio. — La Chiesa universale — Il
corpo unico di cui Cristo è il capo.
Lodate Iddio — per la grande varietà ed estensione
dei doni concessi alla chiesa in questi ultimi tempi_
per la maggiore libertà e conoscenza ; per le numerose,
opportunità di cui godono i cristiani.
Chiedete a Dio — una più chiara percezione della
dottrina della grazia ed una più piena adesione ai
disegni di Dio — una più salda testimonianza alla
divinità di Cristo, ed una più stretta imitazione degli
esempi della sua umanità — una più completa dedizione della coscienza e della volontà allo Spirito
Santo — una maggiore effusione di quella carità che
« crede ogni cosa, spera ogni cosa, sostiene ogni cosa.
Pregate per l’alleanza Evangelica in ogni paese, e
per 1 accrescimento della sua influenza in ogni chiesa
e cristiana comunità. — (Lettura — Salmo 119i33-40Giov. 10|7-18 ; II Corinti 4il5-18 ; Efesi 4i4-16).
Mercoledì 4 Gennaio. — Le nazioni ed i loro governanti.
Pregate — « per tutti quelli che sono in dignità » —
Imperatori, Re, Presidenti, Parlamenti e Legislatori —
per la sparizione delle diffidenze di razza, delle gelosie nazionali e delle sociali animosità — per un più
alto concetto pubblico intorno alla purezza alla temperanza, all’onestà, alla verità — per i soldati, i marinai, le guardie di polizia e, in generale per tutti i
pubblici funzionari — per la rimozione di ogni ingiustizia, nazionale e sociale — per tutti coloro che,
in ogni paese, dirigono colla stampa la pubblica opinione. — (Lettura — Salmo III ; Matteo 22il5-21
Alti 17124-28.)
Giovedì, 5 Gennaio — Le missioni Estere.
Sia lodato il Signore — per i frutti della Conferenza Missionaria Mondiale e di altre adunanze missionarie — per le incessanti manifestazionf^della potenza di Dio nella conversione e nella pia condotta
di moltitudini, che non avevano conosciuto il Signore
per gli uomini e le donne che ci hanno preceduti
nella via del servizio, e ci hanno lasciato un esempio
di ubbidienza e di divozione.
Pregate — per le risvegliate nazioni dell’estremo
Oriente, onde l’Evangelo possa sormontare e vincere
le cattive influenze del mondo occidentale — per gli
Istituti di Educazione in India, in China, e Dell’Oriente
onde trovino un sufficiente personale di uomini e
di donne ripieni dello Spirito Santo — perchè si aprano al Vangelo nuovi paesi finora chiusi alla sua
influenza e perchè si tragga profitto da tutte le presenti opportunità — per la sparizione di tutte le religioni false — per la risoluta vocazione di molti giovani, uomini e donne, e per le necessarie energie onde
consacrarvi la vita intiera — onde non vengano mai
meno a chiese e società i mezzi occorrenti per recare
ad ogni creatura l’Evangelo della salvezza — per avvedutezza nella direzione di ogni opera missionaria —
per i traduttori delle Scritture e per quanti si occupano di letteratura cristiana — per le missioni mediche ed educative, e per l’opera che si compie fra
le donne ed i fanciulli — per le chiese, i cristiani e
gl’investigatori indigeni — per i viaggiatori non missionari ed i residenti nel campo delle missioni, onde
il loro esempio convalidi l’opera missionaria. — (Lettura — Isaia 55(1-5; Mattteo 9(36-38 ; 2 Corinti 10|3.5).
Venerdì, 6 Gennaio. — La famiglia, la scuola, la
gioventù.
Prepone — affinchè il Signor Gesù sia riconosciuto
capo di ogni famiglia — la santità del matrimonio
ed ogni familiare responsabilità sieno tenute in maggiore stima — in ogni suo grado la istruzione dei
giovani comprenda la conoscenza della parola di Dio
e della fede cristiana — ogni professore,, precettore
ed insegnante sia egli stesso istruito neila verità —
ogni sforzo, come ogni istituzione, tendente alla conversione dei giovani (Missioni, Unioni ed Associazioni) possa ricevere l’abbondante benedizione dello
Spirito Santo. — (Lettura. — Proverbi 6(20-23; Luca
2(51-62; Giov. 19(26-27; Efesi 6(19).
Sabato, 7 Gennaio. — Missioni interne e tra i Giudei.
Ringraziamenti — per gli sforzi speciali che si fanno
onde raggiungere le varie classi sociali in molti paesi
cristiani — per l’opera dell’Unione cristiana degli
studenti, dell’ Unione cristiana delle Giovani, delP Associazione cristiana della gioventù e simili isti
tuzioni — per ùn notevole cambiamento nell’ attitudlné di molti €iiudei colti verso la persona dì Cristo.
Preghiere — per tutti i cristiani, onde nel loro
proprio paese essi non vengan meno all’ obbligo di
rendere testimonianza a Cristo presso la loro gente
— per tutti coloro che lavorano al bene d’Israele,
onde sia dato loro di farlo con avvedutezza, pazienza,
e carità — per gl’ Israeliti perseguitati e per quelli
che ritornano in Palestina — per gl’israeliti credenti
onde 1’ Evangelo sia glorificato nella loro vita — per
ima più estesa diffusione ed un più intenso studio
del Nuovo Testamento fra i Giudei d’ogni paese —
perchè venga presto il tempo in cui . tutto Israele
sarà salvato ». (Romani 11¡26). — (Lettura. —'Genesi
22(16-18; Luca 14(16 24; 19(44; Romani 11(25-36).
(Versione di V. A. Gostabel).
Il riposo promesso alla fede
La fede ci procurerà riposo. Quando? Dal momento
stesso in cui cominceremo a credere ; e però fin da
quaggiù, su questa terra, non ostante le fatiche e le
sofferenze. — Questo riposo non è una cessazione di
lotte nè di dolori ; ma è la dolcezza divina nelle lotte
e nei dolori. E’ la pace interiore nelle tempeste della
vita. — Questo riposo dolcissimo non è il solo che ci
sia stato promesso. Non ci basterebbe. L’anima nostra
sospira qualche cosa di più. La-fede è uno sforzo, spesse
volte debole e intermittente ; sempre faticoso tuttavia.
Ma ecco il riposo eterno dopo un’operosità santa ; il
riposo nei cieli, ove le anime nostre beate e i corpi,
nostri risorti saranno ricongiunti in una vita perfetta
d’amore, di luce e di gaudio.
(Da R. Saillens),
qualsiasi rivendicazione umana, anche del diritto
della difesa personale.
Messo in chiara luce il principio del Tolstoismo
colle sue pratiche conseguenze, il Sig. Melile ne fa
la critica, arrivando alla conclusione che la violenza
non ha da considerarsi necessariamente come cattiva
in sè, ma resa tale da un falso uso.
Fatta risaltare la debolezza della teoria, il conferenziere conclude che se anche essa venisse meno, rimarrebbe pur sempre l’uomo, la cui massima virtù
e stata la sincerità, l’uomo che ha cercato di conformare la sua vita a quel ch’ei riteneva l’ideale, che
ha scrutato nel fondo dell’anima umana, rinunciando
all arte come arte, alla gloria mondana, al benessere
per conservarsi tutto all’ insegnamento ed al rilevamento del suo popolo.
J)a ¡e antiche province
Demonte (Cuneo). — Domenica scorsa, 27 Nov. il
Sig. Bertalot, ministro Valdese, diede una conferenza
pubblica nella Sala evangelica di Demonte, avente
per tema « Leone Tolstoi ».
Gli uditori, numerosissimi (i più dovettero stare
in piedi). Ascoltarono tutta la conferenza con gran
rispetto e colla massima attenzione. La conferenza
fu chiusa con una fervida preghiera. Parecchie persone vennero a stringere la mano al Sig. Bertalot,
prima di uscire. Cuneensis.
Cronachetta milanese
Da la relazione piena di particolari della « Seconda
Chiesa Evangelica Valdese » di Milano (pastore, sig.
Damiano Borgia) togliamo soltanto questi pochi periodi, sufficienti a ritrarre il profilo di quella zelante
nostra congregazione :
« Le adunanze, se non sono state affollate come ai
tempi dell’inaugurazione della nuova chiesa, sono state
buone ; discretamente frequentati i culti, e le conferenze incoraggianti per intervento di molti estranei.
Siamo rallegrati dallo zelo dei buoni e fra questi,
buon numero di giovani e signorine che rare volte
mancano, facendo parecchi chilometri per essere presenti regolarmente. La fedele testimonianza dei genitori passa in eredità ai figliuoli ; perciò durante
l’anno, con alcuni nuovi convertiti, abbiamo potuto
ammettere venti nuovi membri alla Comunione. I
nostri cari fratelli e sorelle passati a miglior vita,
durante la loro malattia furono quasi tutti oggetto
di ammirazione per la loro pazienza e rassegnazione:
la loro morte e conseguenti servizi funebri furono
argomento di glorificazione a Colui che è « la risurrezione e la vita » ; ricordiamo specialmente la giovinetta Lazzarini, la compianta consorte del nostro
pastore e il buon Martino Sala.
Se dovessimo entrare in molti particolari di lotte,
persecuzioni e violenze usate contro alcuni, tra cui
i nostri ammalati giacenti negli istituti ospitalieri,
troppe pagine ci occorrerebbero. li Signore ha dato
a tutti lo Spirito della vittoria ».
Notizie fiorentine
(L. M,) — Domenica 4 dicembre, il pastore G. E.
Melile ha dato una conferenza sul profeta della Russia Leone Tolstoi, facendo deU’illustre uomo una sommaria briografla ed esaminando di poi qual è il
principio fondamentale della sua filosofia : quello ricavato dal sermone sul monte, il principio « della
non resistenza al male », disapprovazione cioè di
qualsiasi violenza. Stabilito questo principio il conferenziere ne esamina le conseguenze pratiche quali
si ritrovano negli scritti del Tolstoi stesso: 1) Dal
punto di vista politico detto principio è la negazione
di ogni stato, che necessariamente deve far uso di
coercizione ; 2) Dal punto di vista civile ed economitìo è la negazione della proprietà individuale, per
quanto Tolstoi non sia socialista ; 3) Dal punto di
vista morale - individuale esso è la negazione di
l’EI/flHBEMJfmBRUZZO
La « campagna invernale », grazie a Dio, s’è ini
ziata in modo rallegrante. Più volte ci siam già veduti dinanzi un uditorio oltremodo incoraggiante a
Ohieti, in Ortona, ed a Tocco. Ed ecco la venuta del
Capo Distretto, che è stato un benefico raggio di
sole. Il mal tempo lo ha impedito di salire a Salle;
ed è stata una... fortuna per Ohieti, dove egli ci ha
regalato due bellissime conferenze Sabato sera (19) e
Domenica sera ; mentre al culto domenicale delle tre
egli ci predicava un edificante sermone.
Lunedì sera, è stato il turno di Ortona ; ivi, nella
Sala Eden gentilmente concessaci dal Municipio,
duecento persone udirono ed ascoltarono con evidente soddisfazione la parola dell’egregio conferenziere. Non ho bisogno d’aggiungere che tanto a Ohieti
quanto in Ortona, i numerosi intervenuti hanno espresso una grande ammirazione e taluno un vero
entusiasmo per quanto aveano udito. Voglia il Signore rendere feconda la buona semenza sparsa nei
cuori dal Suo servitore! Al Signor Ugo Janni i cordiali ringraziamenti di tutti noi.
Il mercoledì susseguente riprendevo la via dei
monti per recarmi, a Salle ; e sebbene fossimo in
giorno feriale, potei parlare dinanzi ad una buona
assemblea, e sentire col più vivo piacere alcuni bellissimi cori del Baci, che i nostri giovani dell’ Attività
Cristiana hanno di già egregiamente imparato sotto
l’intelligente direzione dei nostro bravo MaestroEvangelista, Signor Gino Di Roberto.
Avrei altre notizie, ma serbiamole per un’altra
voltai G. Bertinat.
iCARUNCHIO. — Atteso con vivissimo interesse dagli
evangelici e dai non evangelici, è giunto fra noi la
sera del 24 Novembre il nostro Capo Distretto, Signor Ugo Janni. Malgrado il cattivo tempo, che impedì a molti, specie alle donne, di intervenire all’adunanza, l’uditorio fu assai soddisfacente. Presa la
parola il Sig. Janni, il cui nome ci è già noto da
molto tempo per la sua valentia, dopo che il candidato Sig, Arnaldo Comba l’ebbe presentato al pubblico, commentò il passo : I Giov. Ili, 2 : • Diietti,
ora siamo figliuoli di Dio » Benché indisposto per i
disagi di un lungo viaggio col tempo cattivo, parlò
con molta forza e da par suo, riuscendo ad entusiasmare quanti ebbero il privilegio di udirlo. Dopo il
culto, ci promise di tornare a visitarci l’anno prossimo e di farci udire una delle sue conferenze. Che
il. Signore lo benedica e lo secondi sempre nelia sua
opera benedetta ! Gennaro Cantone.
CASALANGUIDA. — Abbiamo avuto una visita del
nostro capodistretto signor Ugo Janni. La fama di
robusto oratore che lo aveva preceduto è valsa ad attirare nel nostro piccolo tempio, un numeroso e scelto
pubblico; moltissime signore. Il Janni non si èrivelato inferiore alla sua fama e la sua dottissima conferenza, è stata ascoltata col più religioso siienzio.
Era in molti il desiderio che l’oratore si trattenesse
fra noi ancora qualche altro giorno, per sentirlo di
nuovo parlare; ma egli non ha potuto aderirvi
ha promesso però di ritornare, e tutti i cuori, che
egli ha saputo conquistare nella sua brevissima permanenza, sono desiderosi di riaverlo al più presto in
mezzo a noi. Fra quelli che si congratulavano con
lui, dopo che l’adunanza si fu sciolta, intesi qualcuno
che gli diceva : Signor Pastore, s’Ella volesse rimanere ancora pochi giorni qui fra noi e tenere altre
tre o quattro conferenze, tutto il paese diventerebbe
evangelico. Ora egli è lontano, ha dovuto partire
per Carunchio, lasciando in lutti noi lo sconforto
per la sua dipartita. I saluti affettuosi degli amici
i rispettosi ossequi dei fratelli, lo raggiungano nel
suo lungo e faticoso pellegrinaggio.
A. Procaccini.
Domanda di parsone di servizio;
evangelica per cucina di famiglia, ed una cameriera
capace di cucire. Stipendio a mesi o ad anno da convenirsi. Indirizzare offerte al Sig. Tron, Villa Vio,
letta — Bordighera.
7
LA LUCE
SronachettaJRo^ana
Il numero della settimana scorsa er^ tutto dedicato
a Meiisiua. Non potemmo per ciò rifefire che la conferenza su « Leone Tolstoi *, tenuta due domeniche or
sopo dal sig. Ernesto Comba, aveva Attratto un numero stragrande di uditori. Il templó era zeppo fin
nella cantoria.
— Tenuto conto della mancanza di réclame straordinai'ia, riconosciamo con piacere ch^ un assai sodisfaceate uditorio assisteva domenica äcorsa alla conferenza data dal sig. Davide Bosio intorno al «testamento religioso di Giuseppe Cesare Ì.bba >.
— Apprendiamo che la conferenzà di domenica
prossima alle 17 e mezzo (via Naziona[le 1Ó6) sarà proferita dal sig. Bosio medesimo ; il quale tratterà delVlmmacolata Concezione. V’ invitiamp tutti i nostri
Lettcìri di Roma.
— Domenica scorsa, all’Associaziond della Gioventù,
il giovane socio sig. Michele Catalano diede una conferer.za su « l’Arte e la Religione del Fogazzaro. »
Fu ipoito applaudito.
— Oggi (giovedì, 8 dicembre) tempo permettente,
gita fieli’Associazione a Centocelle. '
Corriere Siculo
SIRACUSA. — 3 Dicembre 1910 — ! (G. C. M.) —
Domenica, 20 s. m., un gruppo di 32 giovani baldi
della Chiesa di Fioridia accompagnati dal loro duce
spirituale signor Pietro Chiminelli, al termine della
loro gita a piedi Floridia-Siracusa, intervenivano al
culto^delle 11 in orario preciso in qùesta Chiesa Valdese.! Essi cantarono quattro dei nostri cantici con
lena led entusiasmo. Dopo il culto tutti, uno ad uno,
strinsero la mano al pastore locale, ringraziandolo
del sermone predicato espressamente per loro, come
era stato in antecedenza pregato di fare.
Chp il Signore benedica quei giovjini, ed il loro
pastore nell’opera ch’egli esplica in quella città .che
fu p^r quarant’anni fedelmente visitata dai pastori
valdpsi.
I * * I
Da circa tre anni in Augusta, neH’uimile casetta d’un
vecchio e fervente fratello, a pian terremo, si radunava,
fino ai primi giorni dello scorso mesp, un gruppo di
pochi fratelli, visitati dal pastore diiSiracusa.
Qupi pochi che quivi poterono ascoltare la parola
di vita la ricevettero quasi tutti nel cuore. Alcuni
d’essi furono, a suo tempo, ricevuti come fratelli,
dopo un i coscienziosa istruzione prdparatoria. Uno
d’essi, un vecchio ferroviere in ritirò, s’addormentò
nel ^ignore l’ultimo giorno dell’anno scorso, dopo di
avere data una bella testimonianza d0l suo amore e
della sua forte fede in Cristo.
Il vecchio fratello, che ci ha pertanto tempo ospitati, ha del continuo pregato Iddio di concedergli la
grazià, prima d’addormentarsi nel Si¿nore, di fargli
vedeij’e, nella sua cara Augusta, sorta una fiorente
Chiesa Cristiana Evangelica.
Per lungo tempo nessuno indizio c’ incoraggiò a
credere che le sue preghiere dovessero essere esaudite,
0 ci consigliò ad uscire da quell’umile ricovero. Ma
le vie del Signore sono meravigliose e stupende.
Ultimamente, nella scorsa primavera crasi organizzata in Augusta una sezione socialista fra i giovani.
Si riuscì a far tenere, nella loro sede accalcata di
giovani, una conferenza cristiano-sociale, dal pastore )
dopo di che la grande maggioranza dei soci desiderò
che questi venisse non solo a tenere altre simili conferenze, ina a predicar loro il puro evangelo di Cristo.
Però essi non sapevano che, fin dall’inizio, nel seno
della loro società nascente era infiltrato il clericalismo,
perchè avevano ricevuti come soci e compagni amici e
parenti di preti. Si tennero, all’ insaputa del pastore,
parecchie sedute per deliberare se si dovesse o non si
dovesse dare libero accesso a lui nel loro locale per
tenervi delle conferenze sociali ed evangeliche. Dapprima, per akata di mano, gli autori della proposta
vinsero a grande maggioranza ; ma, in seguito, gli avversari, avendo ottenuto il voto segreto, riuscirono
vittoriosi. La corruzione aveva incominciata l’opera
sua nefasta fra quei giovani.
Il pastore, dopo tante disillusioni per parole rimangiatesi da padroni di casa, riusciva al termine di tre
mesi a trovare ed aprire al pubblico un modesto locale di culto, e tenere, il giorno 7 s. m., alle ore 19,
una conferenza pubblica dinanzi ad un attènto uditorio di 150 persone.
L'indomani tutt’Augusta era in possesso di due
manifestini-libello contro i protestanti. Uno di essi
diceva : « Abbasso il Protestantesimo 1 Abbasso i mistificatori della religione cattolica, gl’ ipocriti farisaici del vero Cristianesimo, i seguaci del famigerato
Lutero! Siamo democratici, ma Cattolici! »
Così quella sera, alla seconda conferenza, intervennero — grazie alla loro réclame — più di 300 persone ; per la qual cosa i disturbatori non osarono mettere ad effetto le istruzioni ricevute.
(Continuazione al prossimo numero).
Inaiiyorondosl la cappella di Mtssina
Ciò che si è svolto oggi all’inaugurazione della Chiesa
Evangelica di Messina non poteva riuscire più splendido e più imponente. Il presidente A. Muston con il
suo discorso inaugurale seppe cattivarsi simpatie anche maggiori. Il pastore Malan coi suoi ricordi soggiogò talmente gli animi, che molti dei presenti non
poterono trattenere le lagrime. Ed il pastore Rostagno, dei cui meriti è inutile parlare, seppe commovere l'uditorio con la sua calda parola. Il pastore
dalla ha partecipato gli augurii delle altre chiese,
promettendo d’ini.<iare i culti colla prossima domenica. Bisogna ad onor del vero ricordare questo pastore, che si è molto adoperato per la riuscita della
festa, come pure i fratelli che vi hanno contribuito.
La cappella era rigurgitante di scelto pubblico. Fra
1 presenti ho notato : l’on. L. Fulci, il comm. Sar
raid, il console d’Inghilterra, il console di Germania,
Mr. A. A. Barrett, il signor Ruegg, ed una buona rappresentanza della stampa, delle colonie inglese, tedesca
e svizzera. Fra le signore presenti era la moglie del
poeta Tommaso Cannizzaro vìenuta espressamente da
Catania.
La cappella^ e i locali annessi sono di una magnicenza straordinaria, per cui jaisogna dar lode all’ingegnere Vittorio Rutelli, all’abpaltatore ingegnere Cipolli ed agli operai, i quali pon tralasciarono nulla
per la buona riuscita dello àtabile costruito con sistema antisismico.
Le copie del numero speciale della ZMce vendute
dagli strilloni per la città andarono a ruba e furono
lette con avidità.
_ Faccio il fervido augurio <ihe la Chiesa possa continuare ad affermarsi fra le prime Chiese Evangeliche_ d’Italia; augurio che si effettuerà certo, poiché
Messina è città assai liberale. L’odierna festa così ben
riescila, prova in modo lampante che la Messina Evangelica non è rimasta sotto le macerie !
Messina, 4 dicembre 1910. J. A. H.
-A.lla Camera e fuori
Ci duole assai che la tiratìnia dello spazio ci obblighi di tralasciare articoli importanti. Per la stessa
ragione abbiam dovuto mettere un Continua al Corriere Siculo. E quante cose abbiamo omesse ! Alla
Camera l’on. Murri ha proferito un discorso degno
di nota: non ne possiam parlare in questo numero.
Alla Camera si è discusso dell’invasione clericale nell’esercito. Si è anche trattate) di altre quistionl attinenti al problema ecclesiastico. Abbiamo qui sul tavolino foglietti volanti prò e contro lo « spionaggio » degli . Allievi gesuiti >. E quant’altri fatti,
quant’altri avvenimenti! Al prossimo numero dunque, se piace a Dio.
La Direzione.
Hivista Cristi ana
Sommario del N. 11 (novepibre) : Leone Tolstoi (E.
Giampiceoli) — Un corso d’Apologetica del prof. Gaston Frommel (G. Luzzi) — ^ulle presenti condizioni
delle Opere Missionarie nel Mondo (E. Blanciardi)—
Leila (A. dalla) — Cronaca movimento religioso
(U. Janni) — Dalle Riviste e dai Giornali — Note bibliografiche (G. R. - G. E. M.).
Per abbonamenti alla Rivista, rivolgersi al sig. O.
dalla, Via Serragli 51, Firenie. Italia e Eritrea L. 6.
Estero L. 6. — Rivista e Bollettino Omiletico insieme ;
Italia ed Eritrea L. 6. Esterò L. 7,50.
Domenico Giocoli, gerente responsabile
Tipografìa deU’Istituto Gould, Via Marghera 2, Rom».
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Proprietà riservata — Blprodazione ¡proibita
sala che precedeva quella dove i) Cardinale dava
ienze, e per la quale il frate doleva passare per
si nel suo ufficio, era affollata. Mólti ecclesiastici,
e monache, alcune signore attendevano, con paC esemplare, che I’Eminentissimp prelato si dee di farli ammettere al suo corpetto. Avevano
o quasi tutti, qualche grazia da chiedere, qualche
e da ottenere; ond’è che, all’arrivo del cappuccino,
ario privato, molte persone gli si fecero incontro
inchini riverenti e lo circondaroio, parlandogli
assieme con voci persuasive, coiji gesti suppliCili.
Reverendo Padre, dica una buona parola per me.
Non spero che in Lei, per ottenere quella raceomaadazione.
¡Lei conosce il mio caso, mi conceda il suo appoggio.
Mi raccomando a Lei.
Lei, che può tanto sull’animo di Sua Eminenza,
non mi abbandoni.
Il irate a stento si liberò da quegl’importuni, dicendo indistintamente a tutti di sì, efl entrò nel suo
ufficio.
Pei solito, a quell’ora, sulla sua scrivania c’erano
monti di lettere, già aperte ed annotati dal Cardinale,
alle ((uali egli doveva rispondere; ma quella mattina
non ne trovò neppure una. Ne restò sorpreso; tuttavia
non ebbe il tempo di far congetture, pprchè quasi subito ¡il Cardinale stesso si fece sull’uscio e gli accennò
di entrare nel suo gabinetto da lavoro.
Padre Francesco obbedì. Gli turbinavano ora nel
cervello queste due domande : « Avri^ parlato al Cardinale quella donna? E, se gli ha {parlato, che cosa
accadrà ? ». Aveva la pelle d’oca e seguiva il suo padrone a capo chino, intuendo chiaramente l’approssi-,
marsì dei tremendi colpi di frusta che, fra pochi minuti, si sarebbero abbattuti sopra di luì.
Ma, con sua immensa meraviglia, udì la voce del
Cardinale rivolgerglisi più dolce e più cortese del
solito. I
Tenga, venga, Padre Francesco. jEIo sospeso per
poco l’udienza, perchè devo intrattenermi con Lei di
cosa che preme. L’hanno fatta aspettare molto in Va
ticano, non è vero? Sempre lunghi, sempre adagiati
quei signori della Segreteria... E Lei mi pare tutto
intirizzito... ma venga, venga da me : ora sì riscalderà.
Nel gabinetto di Sua Eminenza c’era in piedi, dinanzi alla fiamma allegra, che scoppiettava nel grande
camino all’antica, un vecchio signore magro, tutto
bianco di capelli, tutto raggrinzito di pelle, come una
mela seccata al sole. Il vecchio signore sorrideva e si
fregava le mani ; sembrava veramente sodisfatto di
sè stesso, in particolar modo, e in generale di tutto il
rimanente del genere umano.
— Signor notaio — gli disse il prelato — ecco qui
il Padre Francesco da Cortona di cui le parlavo poco
fa. Non è colpa sua se ci ha fatto attendere finora.
Lei sa bene... in Vaticano non sbrigano gli affari con
troppa furia... Mi rincresce per Lei, chè ha perduto
tanto tempo...
— Ma che le pare. Eminenza ? — rispose con voce
melliflua il sorridente omettine grinzoso. — Si sta
tanto bene qui, davanti a questo bel fuoco, mentre
di fuori piove, piove che Dio la manda... E poi... per
aver il piacere di conoscere il Padre Francesco, di cui
Ella mi ha tessuto gli elogi... — S’interruppe, s’inchinò e parve aspettare che il frate rispondesse con
egual cortesia ai suoi complimenti.
Ma il frate non aperse bocca. Non badava quasi a
ciò che si diceva o si faceva intorno a lui, e andava
invece chiedendosi, con somma inquietudine, quale
significato potessero avere gl’insoliti modi affabili del
Cardinale a suo riguardo. C’era forse relazione fra il
contegno di Sua Eminenza e le sibilline parole di Domitilla?
Non s’avvide del gesto con cui il prelato, dopo essersi seduto alla scrivania ed aver fatto accomodare
presso di sè il notaio, gli aveva accennato di prendere una seggiola, e restò in piedi in cospetto di quei
due che lo fissavano, sentendo vagamente di somigliare ad un accusato che si trovi dinanzi ai suoi
giudici.
Il prelato gli rivolse di nuovo la parola con studiata affabilità:
__ Padre Francesco ; ho il piacere di presentarle il
signor notaio Masetti, un buon amico mio e figlio fedelissimo della Santa Madre Chiesa.
L’ omettiho si dimenò sulla seggiola, mormorò un
« Troppa bontà, troppa bontà ! » all’indirizzo del Cardinale eltornò a fissare il frate, ohe fatto un profondo
inchino èrrìàlzati gli occhi in'^faccia al suo signore e
padrone, attendeva inquieto il seguito di quei preliminari.
— Il notaio Masetti — proseguì il Cardinale — ha
bisogno di Lei. Mi spiego : Lei fu presente l’altra notte
a quel tal miracolo, non è vero? Ebbene, per certe
ragioni, che non occorre spiegare ora, egli desidererebbe essere assicurato anch^ da Lei...
— Cioè... cioè... scusi, Emìùenza, se oso interromperla — disse con dolcezza il notaio — mi preme di
far osservare al Reverendo Padre che... se si trattasse
solo di me... oh, la parola dell’Eminentissimo Cardinale è Vangelo, e per conto ùiio non ho il menomo
dubbio... Dìo me ne guardi ! Ma non si tratta soltanto
di persuader me... Basta, noù posso entrare in particolari... ora, siccome mi è st^to detto che Lei ebbe la
fortuna... ah ! beato Lei, beato Lei !... la fortuna di trovarsi là come testimonio oculare...
Il frate drizzò le orecchie; fiutava qualche cosa, di
losco e si propose di star sull’attenti. Pregò con un
cenno il notaio di voler proseguire. Quegli tirò innanzi, con molti gesti, con fliolti sorrisi, con molto
contorsioni di collo :
— Oh, quello che ho Tardirè di chiederle. Reverendo
Padre, è una cosa da nulla : non mi perdonerei mai
se osassi abusare della sua bontà... non si tratta che
di confermare ciò che altre porsone hanno testimoniato... e proprio non ce ne farebbe bisogno, ma noi
gente di lègge, sa, siamo tan
creduli... tanto sospettosi...
narci : è il mestiere, il mestiere... Dunque dicevamo
che, per ragioni della massica importanza, per ragioni serie, per ragioni dallè quali potrebbe dipendere... non so se mi spiego... basta, ripeto, non posso
entrare in minuzie... per tutte queste buonissime ragioni, a farla breve...
Il Cardinale interruppe :
— Ma perchè non si fa raòcontare dall’a fino alla
zeta, signor Masetti ? E’ necessario che anche la sua
convinzione sia salda, che conosca bene i particolari
to meticolosi... tanto inah, ah! bisogna perdo-
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