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LA MONA NOVELLA
GIORNALI': DELLA EVANGELIZZAZIONE ITALIANA
Scguendii 1« vcrila nella lanti
Khi;*.. IV. is.
Si dislribuisce ogni Venerdi. — Per cadmi Numero centesimi 40. — Per caduna linea d’inserzione centesimi 2(1.
Coudizioiii fl’Aiigociaieioiie i
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Tre mesi • *. — • « *S
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per un anno, e lire & per sei mesi.
Le Associazioni Ri ricevono: in Timino aU'URIxlo <lpl Olornal<>, via Valentino, uu*
Bellora, N» l'J, 3“ piano; e dai rrn<plll PinnrH librai, via H, V. degli Angeli, casa p.inil«.
— A (ienova, alla t'uppplln » mura di S. Cliiam.
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franco al Direttore della Hiosi Novella e noir altrimenti.
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PiRi(;i, dallabbreriaC. Meyrm'is, rue Ti-oncliet, a; Nimes dal sig. l’cyrot-Tinel libraio; hiF.oe;
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Losanna, dal sig. Delafontaine libraio.
LE POLEMIGHE DELL ARMONIA.
Guai a chi ha da fare cou gente di malafede,
la quale, senza tante cerimonie, accusa gli altri
di quegli stessi delitti di cui essa è colpevole,
e regala agli altri que’ medesimi titoli e quelle
medesime imputazioni di cui nel fondo dell'animo credesi degna. Infatti chi è reo di latrocinio, d’ordinario si fa lecito d’avventare accuse di furto coniro le persone piìi oneste; chi
è avvezzo a dir male del pro.ssimo, accusa gli
altri di maldicenza, e chi ha sempre sul labbro
la menzogna, nou vede nella società che esseri
bugiardi. — E naturale ; gli uomini di malafede
misurano tutti col loro palmo, e vedono o fingono di vedere in tutti il riverbero di loro stessi
e della loro depravazione.
E nc abbiamo un esempio stesso nel foglio
diretto dal marchese Birago, il quale accusa i
Prolestanti nientemeno che di mostruosa mendacità, chiamandoli in colpa d’aver conlraffatto
alcuni fatti storici, d’averne ommesso altri,
d’avere inventato delle favole e storielle, e
d’avere persino creato falsi documenti, onde
pascere la credulità, i pregiudizi, l’astiosa
tmlevolenza de’ loro lettori contro i cattolici.
— E chi è che avventa cosi turpi imputazioni
contro i cristiani evangelici, ossiano protestanti,
chi? il partito clericale; quel medesimo partito
che ha fondato il suo dominio sulla terra sopra
la menzogna, e che si regge tuttavia per essa;
quel partito che ha fatto un saccheggio continuo nel caiiijio della storia, delle scienze, delle
lettere, delle arti e di quanto insomma costituisce lo scibile e la civiltà degli uomini; quel
partito che ba mutilato e adulterato i migliori
libri e persino i comandamenti di Dio; che ha
APPENDICE
CENNI STORICI
DELLA RIFORMA IN ITALIA
NEL SECOLO XVl.
X.
E qui giova far cenno di im bizzarro aneddoto
avvenuto a Homa nel tempo che gl’imperiali
assediavano il Castello. Esso è narralo da scriitori protestanti, e confermato in gran parte da
varii scrittori papisti come il Coeleo, lo Spendano ed altri. l)a questo fatto è facile desumere
in quale disprezzo eian cadute le cose leiiute
a Uoma per sacre.
dato alle fiamme tante opere d’uomini sommi,
e che non potendo far altro, ne ha posto all’indice infinite altre, com^rosa la Sacra Scrittura,
perchè la verità non venisse nel mondo a rischiarare le tenebre dell’ignoranza, della barbarie c della menzogna di cui esso partito vorrebbe circondare l’umanità per meglio soggiogarla. E questo partito che, per feroce fanatismo
e per brutale intolleranza, mandava un tempo
al [latibolo ed al rogo migliaia di cristiani rei
soltanto di riprovare le papali turpitudini, e di
volere adorar Dio secondo prescrive il V'angelo,
ora ha l’impudenza di meiterc in dubbio gli
assassini! cho i tremendi tribunali della fedo
commettevano a danno di persone che non
avevano nè rubato, nè ucciso, nè dato pubblico
scandalo, nè violato le leggi, nè tradito la patria... mettere in dubbio ciò ch’è chiaro come
la luce del giorno e noto anche a’ bambini!..
Ma di ciò non può essere capace se non chi ha
perduto ogni senso di pudore; e ci fa maraviglia
come il marchese Birago assuma la direzione
d’un giornale in cui si calpesta cosi sfrontatamente ia storia, la giustizia e persino il buon
senso.
VArmonia ebbe la pazienza di pubblicare
quattro lunghi articoli, col titolo: Mostruosa
mendacità de' Proteslanli, per dimostrare a suo
modo, che le nostre appendici dei Cinque martiri di Ciamhefì, non sono, in buoni termini,
che frottole, nient’altro che frottole inventate in
parte dal Crospin, in parte da' compendiatori
della sloria di Crespin, ed in parte da noi medesimi, ad oggetto di calunniare il partito cattolico accusandolo ingiustamente d’aver fatto morire cinque cristiani per causa di fede religiosa
— Quasiché per dimostrare l’efferata rabbia
clericale de' tempi scorsi ci sia bisogno d’in
Cn bel giorno, durantcrass<!dio di Castel Sanl'Aiìgelo, un soldato imperiale, nominalo Granwald, e notevole per la sua taglia maestosa,
comparve nelle vie di Homa, vestito da papa,
colla tiara sul capo, ed assiso sopra una mula
ornala di ricca gualdrappa; lo seguivano altri
soldati, anch’essi a cavallo, e con le toghe cardinalizie di colore bianco o scarlallo, con mitra
0 senza, a tenere il rango che ognuno di essi
rappresentava. La comitiva nietlevasi in cammino al suono di laniburi e di pifferi, circondata da immensa folla di popolo, con tutta la
poni|ia e il cerimoniale che si usavano nelle
processioni pontificali. Ogni qualvolta venivagli additala l’abitazione d’un cardinale, Granwald feruiavasi e benediva il po|)olo stendendo
l'indice e il medio, secondo il rito pontificio.
ventare delle favole, nell’atlo che le storie parlano di migliaia e migliaia d’innocenti torturati
barbaramente dal S. Uffizio e da esso condannati ad essere impiccati, decapitali, abbruciati
vivi, squartati, affogali nelle acquo, precipitati
dalle rupi ed a morire della piii orrenda morte... di fame. ^
Per fare inorridire il mondo, per dare un’idea
del como si è sostenuto il catlolicismo, per far
notare il satanico spirito da cui sono stati animati i cosi detti campioni didla chiosa romana,
bastava, anzi era piii comodo e più facile il
tirar fuori qualcuna dolio infinite tragedio narrate dagli stessi scrittori papisti, anziché inventare un fatto cho per quanto barbaro, non è poi
de’ pili atroci.
Esaminando gli argomenti con cui ¡’Armonia
intende sostenere la sua tesi, non si può a
meno di riderne e convincersi sempre pili della
insigne malafede che distingue il foglio del
marchese Birago.
Il Crespin, per esempio, avverte il lettore
d’aver dovuto pubblicare in riassunto alcuni
documenti ; e YArmfmia pretende che riassur
mere vuol dire rifabbricare a gu*to jrroprio ;
e conchiude che il Crospin narrò la storia a suo
modo — Il Crespin dice che i cinque martiri
furono condannati ad essere abbruciali riti, e
VArmoni.a non trovando una minuta descrizione
del rogo, della legna, dell’ora, del minuto, ecc.,
ecc., ne argomenta che il Crespin asserisca il
falso; giacché, secondo VArmonia, se il fatto
fosse stato reale , il Crespin avrebbe dovuto
narrarlo per filo o per sogno, co’punti c collo
virgole — cho logica !
I compendiatori della storia del Crespin, por
ridurre un grosso volume in i", ad un volumetto in 8“, dovettero per necessità tagliare e
Giunti che furono sollo alle mura di C/astel
Sant’Angelo, il finto papa, presa una gran coppa
bevve alla salute di Clemente; e quelli che lo
circondavano fecero altrettanto. Indi il papa
Granwald impegnò i cardinali a rendere omaggio e rimaner fedeli all’imperatore come a loro
legittimo ed unico sovrano; e fece loro promettere di non turbare più oltre la pace delfimpero per via d’intrighi, e seguendo i precetti
della Scrittura e l’esempio di Gesù Cristo e degli apostoli, soltomeltersi aila potestà civile.
Dopo un arringa in cui rammentò brevemente
la guerra intestina, i parricidii e i sacrilegi che
i papi avevano eccitali, e dopo avere riconosciuto che l’imperalore veniva suscitato dalla
Provvidenza per vendicare simili delitti, e mettere un freno agli abusi ed alla corruzione
2
restringere, ecc. come si fa in tutti i compendii
— E VArmonia senza tante cerimonie dà loro
il brevetto di falsificatori.
Anche noi, per pubblicare quella dolorosa
storia in articoli, abbiamo dovuto esporla in
una forma adatta al giornale; e VArmonia dà
anche a noi un diploma di falsificatori; ci fa
persino uu delitto d’avere aggiunto in una
parte queste parole : com deipia di maracifilia
Anche in ciò i ¡ireti deU’.lr»iOHia vedono
una falsificazione della storia!
Ci duole che il breve spazio non ci permette
di tener conto di tutte le imputazioni fatte dagli
scrittori di quel giornale al Crespin, a’ di lui
compendiatori, ed a noi; il lettore potrebbe
convincersi sempre piìi della meschinità degli
attacchi clericali,
E bisogna dire che il partito dell’^ rrnoma
sia proprio a mal partito, se per sostenere la
sua causa è costretto a servirsi di simili cavilli, e d’andar cercando persino il pelo nell’uovo.
LETTERE Al) UN AMICO
{Vedi Buona Novella n», 31).
LETTERA VIL
Le altre due obiezioni, d’ordine politico,
da te esposte riguardo all'idea religiosa, sono
coteste: t per noi Italiani darsi pensiero di ciò
« sarebbe distoglierci dallo scopo grandioso e
« precipuo della nostra indipendenza. —A che
«promuovere contrasti, guerre, divisioni,
« mentre abbiamo bisogno della maggiore
« unione possibile ! »
L’una e l’altra si collegaup insieme, ed entrambe colla obiezione di cui tenni parola nell’ultima lettera che ti scrissi, in guisa che le
poche ragioni che addussi allora onde provarti
che la religione, anziché guastare la politica ,
ne è il fondamento, valgono eziandio nel caso
presente: nondimeno sjiero di poter aggiungere,
intorno alle due obiezioni suddette, alcuna cosa
riferibile piìi da vicino ad esse, ed anche separatamente prese.
lo sono con te d’accordo, amico mio, che
politicamente parlando le nazionalità siano il
primo bene dei popoli; che siau desse altrettante
personalità, e come tali constino di due elementi,
il fìsico ed il morale; che nel senso ordinario
dei preti, il finto pontefice promise solennemente di trasferire per via di teslanu-nlo la
sua autorità e potenza nella persona di .Martino Lutero, l’unico, a parer suo, che potesse
dar rimedio ayli abusi che deturpavano la cattedra apostoli« a, e riparare la navicella di San
l’ietro, perchè non fosse più ludibiio dei venti
e dei ilutli. Imperciocché i guasti che essa
aveva sofferto non provenivano chn dall’incapacità e dalia nefìiigenza de’suoi nocchieri, ¡quali,
incaricati di reggerne ii timone, avevano passato il ¡{¡(irno e la notte in tutti gli eccessi della
depravazione. Allora levando più alto la voce,
disse: «lutti quelli che adottano questi progetti e desiderano tradurli in fatto, alzino su la
inano ». La folla de’ soldati alzando la mano
gridò: Viva il /«i/ia Luiero! — Questa scena
e naturalissimo, col nome d’indipondenza intendasi appunto la libertà fisica o territoriale,
il non essere aggregati ad estero Stato, d’indole, di costumanze, di lingua ecc. differente;
che senza il possesso di cotesta libertà non
possa aversi la liberlà morale, l’autonomia, consistente nell'esercizio del diritto di governarsi
colle pro[irio leggi ; che perciò fino a tanto
che i popoli d’Europa, i quali ne sono privi,
non abbiano acquistata la libertà territoriale,
saranno sempre schiavi, eziandio moralmente;
che quelli che cercano introdurre la interna libertà di governo, trascurando la libertà esterna
o fisica cioè l’indipendenza, non facciano che
mettere, come suol dirsi volgarmente, il carro
dinanzi ai buoi.
L’Italia si trova appunto in questo caso; non
parliamo del Piemonte in particolare, che ha
benissimo e liberlà territoriale, e libertà di governo proprio; ma tali beni, fino ad ora, li possiede come Piemonte, non come Italia, cioò
non come una provincia dell’Italia politica: ed
è per ciò che lo suddette libertà non hanno
quella piena sicurezza da noi bramata e sono
esposte maggiormente agli assalti ed insidie
dei nemici esterni ed interni. Ma d’altra parte
l'Italia è al presente ristretta nel Piemonte, e
sostenendo e salvando questo, sostiensi e salvasi quella.
Vediamo adesso, dilettissimo amico, so per
noi Italiani, stando in quest’unico centro d'azione dei Piemonte, il darsi pensiero delia religione ci possa distogliere dall’idea della completa indipendenza Italica.
11 nemico esterno d’Italia è PAuslria, l’interno è il papato: io li noto soltanto questi due
fatti; comprendi bene che non fa di mestieri
provarne la veracità; ella è penetrata nella coscienza dei più; e dico dei più, giacché si
danno pur troppo dei connazionali che non si
peritano di unirsi agli austriaci e ai clericali,
per cospirare coniro l’indipendenza del Piemonte e in conseguenza contro quella d’Italia.
Se dunque Austria e papato sono i nejnici
nostri, esaminiamoli un poco. Eglino, ora piji
che mai, trovansi fra loro in islretta alleanza
per la necessità della comune difesa contro la
inelultahile potenza della crescente civiltà, che
in ispecie ridestò generalmente il sentimento
della digniti» personale e fece vedere il bisogno
di radicali riforme : ond’è che l’aiutarsi a vi
avvenne sotto gii occhi di Clemente VII, ed in
mezzo ad una gran moltitudine di Hoinani.
In altri tempi un fatto simile sarebbe stato
considerato siccome un’orgia scandalosa, e avrebbe potuto eccitare qualche senlimcnto di
pietà in favore del pontefice assedialo e fatto
segno a simdi ingiurie; ma in qneH’epoca si
aveva ferma convinzione che le guerre da cni
l’Italia era da lungo tempo desolata, provenivano
specialmente d:ili’ambizione e dalje improntitudini dei papi ; e Clemente provocando la potenza
formidabile rii Carlo V, mo.sirava d’essere accecato dail’orgoglio e dalia seie di dominio, l’er
la qual cosa i disastri die oppressero Homa, non
meno che la Santa Sede, furono considerati come
segni evidenti della collera divina, e ipielli che
li compivano siccome strumenti destinati a pro
conda cogli opportuni consigli e colie rispettive
forze divenne per l’Austria e per la romana
curia un assoluto bisogno. E, se ben guardi,
tale affratellamento è assai naturale, per la
ragione delle comuni origini. Tu sai bene che
il moderno dispotismo politico e la maggiore
prepotenza clericale sursero nel secolo decimosesto e rinacquero nel nostro, dopo l’epoca
napoleonica, cioè do[io il troppo famoso trattato
del I8I0. Se non che l’Austria sola non poteva sostenere il dispotismo politico ; nè il
papato, egualmente solo, ristabilire il dispotismo clericale, perchè l’una ha certi vantaggi
di cui manca l’altro e viceversa: l’Austria, per
esempio, essendo un ampio Stato può disporre
di mezzi materiali, come sono le soldatesche,
un governo solido e astuto, ecc.; ma ella sa
meglio di noi che la forza cieca e brutale è
inetta a vincere le idee; bisognava dunque cercare uu alleato che avesse una diretta potenza
sul pensiero e sulle coscienze; e qual altro miglior compagno, per l’Austria, della curia romana! Infatti noi vediamo come questa adoperi ogni arte, il fanatismo, la menzogna, le
trame clandestine e pubbliche, le minaccio e i
fulmini ecc. per signoreggiare gli uomini, fuori
della verità e della giustizia ; ed ecco in qual
modo Austria e Roma riescono, come direbbe
Machiavelli, « ad usar bone la bestia e l’uomo
« e di quella pigliare la volpe e il leone, perchè
<< il leone non si difende dai lacci, la volpe non
« si difende dai lupi ». .\ustria e Roma unite,
agiscono separatamente secondo questi due
princi[)ii del male, la forza e l’inganno, il leono
e la volpe. Egli è vero che desse non soggiogheranno per certo il mondo, ma sono ancora
un grave ostacolo al mondo per vincere, quantunque l’Austria mancante sempre di magnanimità) abbia la ferocia bens'i d’un leone, ma
non in realtà la sua forza ; e la curia romana
sia già conosciuta da molti per una vecchia
volpe ingannatrice. Moltissimi tuttavia sono
presi al laccio dall’elica farisaica dei clericali
e dal prestigio di una certa unione esterna e
di forme (ch’è tutl’altro che unità religiosa o di
fede) che il sacerdozio romano mantiene fra i
popoli, solleticando i sensi e la fantasia loro.
Or s’è v<To, com’è verissimo, cho la forza
materiale è un nulla in confronto dello idee,
lascio a le il giudicare qual sia dei due alleati,
Austria e papato, il più potente fra i nemici
clamare il giudizio del cielo contro una casta
ini orreggibile, ed una città profanala da ogni
sozzura. Nè cosi la pensavano i soli uomini del
volgo, e quelli che avevano abbracciale le dottrine riformale , ma gli stessi dignitari della
Chiesa Romana, quelli che avevano libero accesso nel Valicano; e ne abbiamo una pruova
nel famoso discorso pronunciato da Stafilo vescovo di Sibari aU’assemblea della Ruota apostolica che si riuni immediatamenle dopo che
Homa fu liberata dalle armi straniere. Dopo
avere-descritto le rovine che avevano desolato
questa città, il buon prelato cosi continuava;
<i Ma donde provengono siffatte calamità?... Noi
siamo abitanti non già della santa Roma, ma
pinttoslo (lidia prostituta Babilonia. La parola
del Signore, piedetta da Isaia, s’è compita ai
3
d’Italia e quale convenga anzi tutto combattere.
Nelle attinenze europee, al di sopra deirAustvia
c’è la Russia; ella ha due mire supremo, l’una
di riunire sotto di sò tutte le popolazioni di
stirpe slava, l’altra di signoreggiare sui mari
e sul continente e procacciarsi un assoluto imperio europeo, dividendolo forse coll’Austria,
la quale in ogni caso non può sussistere se non
col dispotismo, da cui ebbe la sua politica esistenza, e non può in conseguenza che parteggiare per la Russia ; laonde tu vedi, amico
mio, che i nostri prodi soldati, facendo alla
Russia (ch’èla più forte) la guerra, la fanno
già indirettamente anche all’Austria. Ma Austria e papato si trovano, sotto l’aspetto che ho
indicato e riferibilmente aU’Ilalia, in pi'u strette
relazioni che non Austria e Russia; ed il più
forte è il papato, avuto riguardo, ripeto, al
maneggio che ha delie coscienze, dunque se
noi lo ridurremo aU’impotenza, avremo tolto
agli austriaci o, dicasi in genero, alla tirannide
la maggior forza.
Scrivendo a te, che hai il ¡lensiero preoccupalo di cose [)olifiche, ho dovuto jiarlare ])oli ■
ticamente, per dimostrarti in breve come, anche da questo lato, l’occuparsi di religione sia
tutl’altro cho un fuor d'opera, sia lutt’altro che
un distoglierci dallo scopo della nostra indipendenza. Non credere però, amico diletto,
ch’io voglia far servire la religione di mezzo
politico, siccome i clericali avrebbero forse
l’impudenza di asserire, leggendo queste linee;
ma io, personalmente, non mi curo di essi od
anzi compiango la lor cecità. In ogni modo
mi stimo in dovere di soggiungerti essere convinto che il far servire la religione di mezzo
politico sia non solo un sacrilegio, ma torni a
scapito della politica stessa; c dico ciò perchè
vi sono taluni pur troppo! i quali considerano
il Vangelo unicamente come uu codice sociale,
contenendo esso le idee di libertà del pensiero
e del culto, di distruzione dei privilegi, di riscatto della plebe ccc.: e siccome costoro non
sono mossi a seguire le Sacre Scritture da spirito religioso, cosi vorrebbero ellettuare gii anzidetti miglioramenti per via delle sommosse
popolari, dietro il principio che il fine giuslilica i mezzi; principio affatto gesuitico. La qual
cosa, oltre d’essere contraria aila Parola divina,
è altresì dannosa mondanamente e politicamente
parlando, giacché le rivoluzioni violente non
di nostri: —Come la città santa,ch’era cosi giusta e fedele, s’è prosliluila! La sola equità regnava sopra di essa, ed ora è piena di sacrilegi
e d’assassinii. Prima era popolata da una gente
eletta, ed ora da una generazione depravala, da
figli della corruzione, da ministri infedeli, da
soci di ladroni.—Si dirà forse cbe la profezia
si avverò colla distruzione di (ìerusaleinnie sollo
grimperalori romani Vespasiano e Tito... Magli
è d’uopo osservare, conformemente alla verilà
ecclesiastica, che gii avvenimenti futuri erano
presenti e come visibili allo spirito dei profeli.
E lo provano ad ogni pagina gli scriltori di cose
sacre. L’apostolo s. Giovanni, nella sua Apocalisse, per la figlia di Sion intende non Gerusalemme, bensì Roma; e ciò risulta dalla descrizione ch’egli ne fa ere. » (1).
fanno avanzare la civiltà, ma la ritardano :
questi dilettanti di ribellioni dovrebbero almeno ascoltare la voce del sig. Proudhon,
uomo che non dev’essere a loro sospetto ; egli
dice «ogni rivoluziono, checché si faccia ])cr
« giustificarla, porta seco un certo che di si« nistro, cho ripugna alla coscienza dei popolo
« e all’istinto dei cittadini, non altrimenti clic
« la guerra e il patibolo «. Ed io ti assicuro, o
amico, che dietro questa massima spero molto
che gii Italiani sapranno ben presto emanciparsi del tutto dai clericali, vedendo com’essi
eccitino i popoli alla rivolta contro i propri governi costituzionali. Laonde quando ti parlo
della necessità di far la guerra al papato, di
rivoluzione religiosa ecc., intendo una guerra
ed una rivoluzione pacìfiche; una lotta d’idee
e non di sangue.
E tal pugna è da anteporsi eziandio alle battaglie regolari coll’Auslria ; tanto è voro che
oggidì (rimarcalo beno) gli stessi giornali del
nostro Stato i piii restìi dai trattare argomenti
di religione, i più esclusivamente politici, assai
di frequente si trovano obbligati a (lariare di
riforme religiose e a combaItero la clerocrazia:
nè può essere altrimenti; credilo pure, la clerocrazia è il noslro primo nemico, il piii vicino, il pili astuto, che attacca ormai con una
estrema violenza lo coscienze alterate della
plebe sia di piazza che di palazzo od è, stante i
bisogni in cui trovasi, l’alleato il più fedele
dell’Auslria e l’unico il quale possa darle ancora per poco) valevole aiuto.
Nella seguente lettera ti parlerò deirultima
obiezione e spero convincerti che, predicando
la vera religione di Gesii Cristo, non si tratta
di promuover litigi, guerre, divisioni, ma invece l’unione, la concordia, la pace
Conservami la tua amicizia; io faccio allrettanto. Addio.
NOTIZIK RELIGIOSE.
Torino. — Variano i faggi “ seconda dei cast,
e i clericali souo sapienti in turbena. Mentre
nella Toscana si ritiuta la sepoltura a chi muore,
in secreto, fedele al Vangelo, iu Piemonte, che
si trova iu ben altro condrzioui, i preti s’impossessano (lei cadaveri spettanti alla Chiesa put)blica evaugelica. Moriva leste iu uno degli ospe
Or se cosi pensava uu prelato, e se in mezzo
ad una assemblea di dignitaiii ecclesiastici lenevasi un linguaggio di questa fatta, giudichi
ognuno quali esser potevano i sentiinenli e i discorsi di quelli che eran meno interessati a soslencre la monarchia ecclesiastica, e di quanti
avevano a dolersi del clero. 11 velo misterioso
che copriva tante ncfandilà si squarciava e
queste vedevansi al nudo: il papa, la magna
curia e lutto il clero perdevano ogni credilo; te
accuse mosse contro di loro rcpulavansi ormai
più che giuste; il nome di luterano e d’eretico
non ispirava più quel grande orrore di prima; lo
spirilo della popolazione mostravasi disposto ad
ascoltare gli apostoli della riforma, e ii numero
degli evangelici, come assicura il Sarpi, nella
sua Storia dd Concilio di Trento, di giorno in
daii (ii questa città un uomo, il quale da poco
tempo aveva abbandonato il papismo, ed un fratello in Gesù Cristo che rimaneva al suo letto
lino aU’ultimo respiro, onde confortarlo, era
testimonio della di lui fermezza nella nuova fede;
ma i preti dell’ospedale, asserendo L-hc in un
momento in cui l'ammaléito trovavasi solo aveva
dato seguo di pentimenla, morto che fu non vollero consegnarlo al ministro della Chiesa evangelica. Frodi meschine!..... perchè vollero esercitare un atto d’imperio, illegale, dispotico e iu
se stesso comico ; ignoranza inescusabile!.....
perchè in sostanza col loro modo di procederi!
mantengono ii conflitto nel mondo, nientemeno
che fra il papa e il Cristo.
Toscana. — Giovanni Buoiitigliuli, tìorentino,
domestico in casa del cav. Danti, ebbe la disgrafia
di perdere una figlia di 11 anni. Il curato della
parrocchia dì Santo Spirito si rifiutò da prima dì
darle sepoltura, perchè sapeva che tale famìglia
seguiva il V’angelo: la cosa fu poi regolala dal
magistrato del quartiere. Ma la collera clericale
piombò sul povero Buoniiglìolì, che veniie licenziato dal .servìzio della casa Danti, dopo 31 anni
(die vi sì trovava.
Miro fallo. — Francesco Balestrieri, »cultore
in legno, venne a morte; il p. Bernardino, curato
d'Ognissanti, gli ricusò la sejioltura, facenck) ia
seguente dichiarazione: « 11 25 agosto 1855, io
Koltoscrìtto, curato d'Ognissaotì, (dichiaro che
seguendo l’ordine dì Sua Kminema monsignore
arcivescovo dì Firenze Ferdinando Mìnuccì, ricuso dì ricevere il corpo di Francesco Balestrieri,
morto nel circondario di questa parrocchia, e
ciò perchè il suddetto Bale*trìeri espresse notoriamente in vita opinioni ^proiettanti (cioè secondo
il Vangelo), e non volle ritrattare i suoi errori,
ad onta delie mie esortazioni e quelle de’ miei
coileghi Onore ai Balestrieri e vituperio agli
intolleranti prelati romani.
SvizzKRA. — Vaud. — La Società biblica ausìIiaria del cantone di Vaud, ia Società evangelica
dì Losanna, la Società delle missioni del cantone
dì Vaud e la .Società delle scuole per la domenica,
terranno le loro annuali assemblee, piacendo a
Dìo, il 25 del mese corrente.
Polinesia. — Annunciasi da Nuova-Jork la
partenza dì una nuova missione per le ìsole
Marchesi.
California. — AS. Francisco sì pubblica un
giornale che ha stretta attinenza all'opera dì evangelizzazione, che progredisce in questo paese a
pro de’ Cinesi. Egli è scritto in inglese e in cinese
ad un tempo, sotto il titolo di Ttmy-Ngai-Snn-Lnk
ossia l'Orientale. L’editore od anzi il redattore è
un cinese convertito a Hong-Kong e venuto
giorno si accresceva; nè solo in mezzo u' laici,
ma eziandio fra gli ecclesiastici ed i religiosi
d’ogni Ordine, a segno che lo stesso Clemente VII
in una specie d’allocuzione, versando copiose e
amare lagrime, all’uso dei pontefici, doleasi che
l’eresia piombava in Italia da ogni parte, non
risparmiando nessuno, nemmeno i più zelanti
ministri delia Chiesa cattolica.
(cotiiinua).
(1) Oratio habita ad Auditores Hotac, decaiisis excidii urbis Homae, anno 1527; inter reriim Germán,
scriptores a Schardio, tom ii, p. 613 ole. Wolfii
Lert. memnr., tom. ii, pag. 300.
4
poscia in California; egli si chiama Lee-Kan ed
impiega, dicesi, un ingegno assai rimarchevole
nella direzione di questa impresa.
BREVE RIVISTA
delle Missioni Evangeliche del mondo.
Nell’anno 1800 neppure un cristiano nativo
esisteva nelle isole del mare del Sud ; al presente
ve ne sono migliaia alle isole Sandwich ; la buona
disciplina, i buoni costumi, l’amore al lavoro e
l'industria, ecco i frutti del Vangelo. La stessa
trasformazione è in via di compiersi alle isole
de’ Navigatori, degli Amici e Fidgi, nonché alle
Nuove Ebridi. Nella Nuova Zelanda piii di 40,000
pagani ascoltano il messaggio di salvezza; fra i
nativi che ora dirigono le scuole, più d’uno prese
parte agli orribili banchetti di carne umana, imperciocché 40 anni indietro si trovava a stento
un naviglio che volesse condurre missionari fra
questi cannibali. Però molti paesi giaciouo ancora
nelle più fitte tenebre, cioè Ja Nuova Olanda, la
terra Van-Diemen, la Nuova Inghilterra, la Nuova
Caledonia e la Nuova Guinea, ch’è la più grande
isola del globo; alle Molucche pochi sono i missionari in confronto del numero dei Jlalesi, che
si calcolano a 40,000; a Celebe la ricolta a farsi
è abbondante, ma l'opera è appena cominciata;
quest'isola offrirebbe lavoro per lunghi anni a
più di 100 missionari ; egualmente dicasi di Borneo. Java è da gran tempo che ode predicare il
Cristo, ma in due punti soltanto di questo vasto
territorio. All'est e all'ovest poi numerose isole
mancano d’inatitutori cristiani. Il gigantesco impero della Cina co’ suoi 360 milioni d'idolatri,
ha da poco tempo aperto le sue porte, e fino ad
ora soli 70 missionari combattono contro la suddetta enorme popolazione.
Il Giappone è ancora chiuso: nella Cocincina
molti cattolici-romani hanno soffertoli martirio,
quali confessori di Gesù Cristo. A Siam l’opera
è sul principiare. L'impero Birmano dà grandi
speranze, ma qui pure havvi mancanza di operai.
La predicazione evangelica ha però echeggiato
dal Bengala fino alle alte montagne del "Tibet;
migliaia e migliaia di pagani diedero il loro cuore
a Cristo, intesero la Parola di vita nelle scuole,
nelle cappelle, nelle vie, sui mercati. I paesi che
circondano Calcutta, que' di Kirschnagore, di
Tinnevelly, offrono villaggi cristiani floridissimi;
di più, tutti gli Indiani provarono l'influenza
della missione, la quale ottenne dal governo inglese l’abolizione dell’infanticidio e del suicidio
delle vedove.
Le contrade occidentali dell'Asia. l’Afghanistan, la Persia, la Turchia sono per anco sotto
giogo di Maometto. Antiche popolazioni cristiane, come gli Armeni, i Maroniti, i Xestorii
giaciono immersi nelle più tristi supèrstizioni, e
per condurle alla fede occorre la stessa opera
di cui abbisognano i pagani. Invece, sono importanti i progressi ottenuti nell’Armenia, nel Kurdistan, nella Palestina e nella catena del Libano.
Nell’interno dell’Asia, fino in Siberia, un’idolatria insensata regna sovra grandi popolazioni,
e quasi nulla si fece ancora per illuminarle.
La mezza /ii/ia brilla ancora sui minareti in
tutta la parte settentrionale deH’Africa. Due soli
missionari lavoi'ano in Egitto. Al mezzodì estendesi l'Abissinia, in cui esiste una Chiesa cristiana,
la quale però ha d'uopo d'essere rianimata; più
al sud. Ira le tribù dei Wanikas, dei 'Wakambas ecc., un solo missionario è da poco tempo
stabilito. Nella Guinea. Sierra-Leone è ora uua
terra riccamente benedetta : 10,000 negri sono
cristiani.
Cinquant’anni or sono gli Olandesi riguardavano gli Ottentoti come esseri privi d'anima, e
li trattavano come tali, cos'i i Busmeni; calcolavansi uomini-bestie e si dava loro la caccia colla
carabina: al presente queste 'due razze formano
due colonie cristiane. Nell’isola del Madagascar
una principessa crudele s’è irritata delle vittorie
del Y^ngelo: il sangue de’martiri fu versato, i
missionari banditi ; ma il fuoco cova sotto la
cenere, e divamperà un giorno al soffio di Dio.
Nel Greenland e nel Labrador cinquanta fratelli
e sorelle morave dirigono alquante comunità di
Esquimaudi civilizzati e cristiani.
Alle Indie occidentali e neH'America del Sud,
gli schiavi negri rispondono con sollecitudine allo
zelo dei missionari. Il solo Vangelo rese possibile l’affrancamento dei negri nelle colonie inglesi ; il Vangelo, ne siamo certi, lo porterà
eziandio in tutta l'America.
Scuola
13
200
60
8
2
SOCIETÀ
delle Missioni Evangeliche di Parigi.
Dati statistici dell’anno, desunti da alcune relazioni
dei missionari e riferibili alle stazioni seguenti :
TItabfi-Boflaioii.
Uditorio............200
Membri della Chiesa........68
Membri morti in Cristo dopo la fondazione
della stazione.......... 9
Membri emigrati ed ora senza pastore . . 9
fanciulli . . 68
giovani ... 22
Ciármelo.
Comunicanti.......' . 66
Candidati ............
Uditori.........dai 150 ai
Scolari.........dai .50 ai
Fanciulli battezzati........
Matrimoni...........
Bere».
Uditori.........dai 60 ai 90
Comunicanti...........20
Catecumeni........... 6
Béerii^bR. '
Uditori.............éoo
Comunicanti ......
Membri della Chiesa riammessi
Id. cancellati.....
Adulti battezzati o confermati.....26
F-inciulli battezzati.........«45
Matrimoni...........17
Catecumeni ..........100
T>po0rafÌH.
La stampa del Nuovo Testamento nella missione al Sud dell’Africa, è assai innoltrata. La
composizione , ripresa alla fine dell'epistola ai
Romani, fu proseguita fino a quella agli Ebrei;
il numero dei fogli tirati ammonta a 67,600; in
oltre 14,000 fogli del Nuovo Testamento sono
stati piegati.
308
13
2
BOLLETTIXO l‘OLITICO.
Dietro relazione del generale in capo della
nostra armata di spedizione, i corpi e le frazioni
di corpo ch’ebbero maggior occasione di distinguersi nella battaglia della Cernaia sono : la 3*
e -1* compagnia del 10° di fanteria; il battaglione
del 16"; il l" battaglione bersaglieri; il batta
! glione dell’ll“; la prima e quarta compagnia de
5" bersaglieri; l’artiglieria della seconda divisione, e particolarmente la tredicesima compagnia. — I giornali preteschi di Torino animano
il re di Napoli a rispondere alle accuse di cui è
fatto segno da tutta l’Europa.— Le oblazioni per
uu ricordo alle nostre truppe in Crimea aumentano ogni giorno; i municipii e i privati di tutto
lo Stato, chi più chi meno, vogliono concorrere
a quest’atto di riconoscenza, d'amore e di patriottismo.
— Parole profferite da lord Palmerston in un
banchetto offertogli.
Dopo di avere accennato alla caduta di Sebastopoli, e che oragli alleati attendono il trionfo
definitivo delle loro armi :— « E noi abbiamo,
« soggiunse, per guarentigia l'alleanza del regno
« di Sardegna, il cui territorio è meno grande di
« quello della Francia e dell'Inghilterra; 'ma la
« storia c' insegna che sovente i piccoli Stati
« hanno rappresentata una parte importante nel
« mondo, ed esercitato un'immensa influenza sui
« suoi destini (applausi/.
« Non abbiamo dimenticato la parte importante
« sostenuta dall'Olanda, da Venezia, da Genova,
« Stati il cui territorio era più piccolo di quello
» del regno di Sardegna.
« In conseguenza non disconoscendo le lezioni
« della Storia , anzi apprezzando l'alleanza della
« Sardegna , possiamo dire che mentre questo
« patto è onorevolissimo per il Piemonte , nel
« tempo stesso ha l'importanza che esso costi« tuisce una lega contro la tirannide ».
Parigi, 20 settembre.
Dispaccio di Pélissier da Sebastopoli, 18 settembre.— Il nemico ha rispettati i docks, i magjiitìci edifizii delle caserme, e i forti Nicolò e Quarantena.
Il primo inventario delle cose trovate in Sebastopoli dà quattromila bocche da fuoco, cinquantamila palle grosse, quantità di paglia e polvere,
cinquecento ancore , e venticinquemila kil. di
rame.
Li ufficiali superiori feriti sono curati il meglio possibile e non lasciano veruna inquietudine.
Notizie di Berlino recano rhe lo Zar andrà a
Nickolajeff e in Crimea accompagnato dai granduchi.
PENSIONATO DI FANCIULLE
A TORRE imm.
Questo utile slabiliinonlo riceveilo nell onno
decorso nuovo impulso daH'ottima direzione
della signorina L. Appia. II numero delle allieve si r nolevolniente accresciuto, l diversi
rami dell insegnamenlo progredirono in modo
soddisfacente e sono, olire ai lavori femminili,
la religione, le lingue francese, italiana, inglese, la storia , la geografia, l’aritmetica, il
canto, il disegno e privatamente lezioni di nmsica e di lingua tedesca. La scuola venne riaperta
col I" corrente settembre. Rivolgersi per maggiori informazioni alla signorina L. Appia in
Torre Luserna.
UroMMo llomoniro icerrntr.