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LE DECISIONI DEI BATTISTI ITALIANI
Testimonianza
ed impegno sociale
Un’importante assemblea delinea una realtà viva sul piano della fede
ed impegnata sul piano etico e sociale nel nostro paese
Nei giorni 6-12 ottobre 1986 sì
è svolta la XXIX Assemblea
delle Chiese aderenti aH'Unione
Battista d’Italia. Le premesse
erano ricche di contenuti e il
vasto programma lasciava intravedere spunti interessanti. Così infatti è stato grazie ad una
serie di vivaci e costruttivi dibattiti.
I lavori sono iniziati con l’anaìisi dell’operato del Comitato
Esecutivo, che nel suo biennio
di lavoro si è trovato a realizzare un’ingente mole di lavoro e
per questo, proseguendo sulla linea dei precedenti Comitati, si
è avvalso della collaborazione di
numerose commissioni, per l’esattezza quattordici, che l’hanno
sostenuto nelle decisioni di ogni
genere, ma soprattutto in quelle di carattere tecnico. Molto lavoro è stato svolto nel settore
patrimoniale, dove è risultato
necessario approfondire le conoscenze ed operare scelte talvolta sofferte e difficili. Molta
l’importanza data ai rapporti
BMV, non solo a livello di esecutivi, ma anche nel lavoro sociale ed evangelistico. Non sono
però stati trascurati i rapporti
federativi anche con le altre denominazioni, Esercito della Salvezza e Chiesa Luterana, ed il
lavoro in comune è risultato in
netta crescita.
Positiva la panoramica delle
chiese battiste che si trovano in
una fase di espansione soprattutto nel sud Italia. Fra queste
hanno fatto spicco la comunità
romana della Longaretta e quel
le di Catania, Lentini, Reggio Calabria, che fra l’altro hanno relazionato all’Assemblea sul lavoro svolto. Unitamente ad esse è
stato illustrato il lavoro dell’Associazione piemontese.
Dopo l’ampia relazione del Comitato Esecutivo uscente siamo
comunque stati costretti a spendere molte ore per la revisione
dello Statuto dell’Ente Patrimoniale, fatica improba, ma necessaria per potersi presentare in
piena regola davanti allo Stato
italiano per la stesura delle «Intese». Intese che il nuovo Comitato Esecutivo si accinge a
stipulare. I tempi comunque sono ancora lunghi, siamo infatti
solo agli inizi e pertanto ci prepariamo alle prime dure battaglie con la commissione governativa. Dalla relativa discussione sono emerse soprattutto due
cose, e cioè la volontà di una
chiara separazione fra matrimonio civile e matrimonio religioso e il desiderio di volersi riserbare la possibilità di trattare
con lo Stato l’ottenimento dell’8
per mille per quanto concerne
opere e istituzioni di assistenza,
beneficenza, istruzione.
Ampio spazio per la discussione è stato dato dal seggio alla
analisi di tre documenti presentati dal C.E., e già sottoposti
alle chiese, relativi ad una bozza per una « Confessione di fede », ad una proposta di un
« Patto » fra le chiese aderenti
airUCEBI ed un « Piano di cooperazione » fra di esse.
La « Confessione di fede », che
IL MESSAGGIO DEL MODERATORE
Intensificare i
rapporti tra le chiese
Il moderatore della Tavola
Valdese Franco Giampiccoli, intervenendo all’assemblea ha auspicato un’intensificazione costruttiva dei rapporti con le
chiese battiste in Italia, richiamandosi all’atto n. 30 del Sinodo 1986, che dice: « Il Sinodo,
viste le relazioni della Tavola e
dèi Comitato Permanente OPCEMI sui rapporti con le chiese
battiste, e a conclusione del dibattito su tale tema, invita la
Tavola e il Comitato Permanente OPCEMI a promuovere ulteriori significativi sviluppi degli
si sviluppa in diciassette punti,
ha dato modo di riflettere su
aspetti fondamentali della nostra testimonianza e al termine
della discussione si è deciso di
riflettere ancora ed integrare ulteriormente il testo con le risultanze della discussione ed inviarlo nuovamente alle chiese. Diversamente l’Assemblea ha auspicato che « Patto » e « Cooperazione » possano svilupparsi fin
da ora con le scadenze fissate
nel documento, particolarmente
per ciò che riguarda gli aspetti
finanziari.
La, discussione suH’operato
delle opere e attività sussidiarie dell’Unione e sui Dipartimenti ha avuto i suoi spazi, anche se, per mancanza di tempo, non troppo ampi. Per quan
XXIX Assemblea
Generale
deirUnione Cristiana
Evangelica Battista
d’Italia
Santa Severa, 6-12 ottobre 1986
dovuti spesso alla necessità di
mettersi in regola con le norme
vigenti in materia di sicurezza,
ma sentito da tutti il desiderio
sempre più vivo di testimoniare
attraverso un impegno sociale e
civile. Un'altra esigenza emersa
è stata quella di arrivare a poter contare su di un diaconato
« laico » che possa restituire i
pastori, impegnati in tali istituzioni, alle cure pastorali, valorizzando i doni specifici di ciascun credente.
Uno scorcio della sala del Villaggio della Gioventù, durante la lettura della relazione del Presidente dell’UCEBI.
Il moderatore
Franco Giampiccoli nel corso
dell'intervento
all’Assemblea.
ambiti di collaborazione con tali chiese, incoraggiando la ricerca di possibili forme nuove ed
originali di lavoro comune in
taluni settori di attività, con particolare riguardo all’evangelizzazione, al lavoro diaconale, alla
stampa periodica, ai rapporti
con lo Stato, all’impegno per
la pace, alla lotta contro l’apartheid, e, in generale, per la difesa dei diritti civili ».
Rispondendo all’invito del Sinodo l’Assemblea ha chiesto di
verificare la possibilità di realizzare riunioni comuni.
to concerne il « Dipartimento
Teologico » il dibattito è stato
centrato sulla proposta di costituzione di un « Istituto di Teologia », rivolto a studenti in
teologia, che compiono i loro
studi a Rüschlikon ed alla Facoltà Valdese, che indubbiamente presentano molte carenze nella loro preparazione in alcuni
campi, come la teologia pratica
e la storia e i principi battisti,
e a predicatori locali che desiderano avere una certa preparazione biblico-teologica per essere in grado di lavorare nell’opera di evangelizzazione a fianco
dei pastori. Si sono anche ipotizzati corsi propedeutici agli
studi teologici, così come corsi
e seminari per le chiese e per
studenti africani e mediorientali. Di grande importanza anche
l’archivio storico e la biblioteca. L’Assemblea, dopo un’approfondita discussione, ha però deciso di soprassedere alla decisione, dati i costi e l’impegno
che ne deriverebbero.
Per quanto concerne il « Dipartimento d’Evangelizzazione »
molti interventi hanno sottolineato il lusinghiero impegno del
suo segretario, pastore Guarna,
nel « Comitato per la lotta contro l’apartheid in Sud Africa ».
Incoraggianti apprezzamenti anche per le edizioni de « il Seminatore » per la capillare diffusione che sta avendo nel mondo
evangelico italiano. Tutto questo però non ha nascosto qualche ombra su certi aspetti del
lavoro del Dipartimento e sulle
sue finalità.
Per quanto concerne le istituzioni sono emersi, come sempre,
problemi di natura finanziaria.
Particolari elogi per l’attività
dello SPAV, che in pochi anni
ha fugato tutti i dubbi sul senso del proprio lavoro, e per il
suo direttore Paolo Marziale,
che ha saputo sviluppare e motivare, con serietà e capacità,
questo nuovo settore dell’Unione.
Fra i dibattiti più accesi e interessanti va ricordato anche
quello relativo al mensile delrUCEBI <fll Testimonio » e sui
possibili sviluppi della collaborazione con il settimanale « EcoLuce » in atto già da oltre un
biennio e attualmente in fase di
riflessione propositiva. Il mandato dell’Assemblea, sia pure
con le varie e giuste posizioni,
è stato chiaro nelTinvitare il direttore del Testimonio e il C.E.
deirUCEBI nel ricercare « una
ulteriore fase di collaborazione »
fra le due testate. Credo perciò
che il nuovo direttore del settimanale valdese e metodista,
Giorgio Gardiol, sia ripartito da
Santa Severa con la convinzione
della ferma volontà dei battisti
di continuare a perseverare nella strada intrapresa.
Un altro grande elemento di
speranza è stato l’approvazione,
sotto l’occhio vigile dell’ex moderatore Bouchard, della mozione che dà mandato al C.E. di
esplorare con la Tavola Valdese
la possibilità di realizzare nel
1989 un incontro tra Assemblea
UCEBI e Sinodo «per discutere materie ritenute di comune
interesse ». Sarebbe questo un
incontro di significato storico e
di grande importanza, fondamentale per una sempre maggiore testimonianza del popolo
evangelico in Italia.
Non sono poi mancate mozioni importanti, come quella dove
l’Assemblea chiama « le chiese,
le comunità, i singoli all’azione
concreta e visibile al compimento del comandamento evangelico ’siate facitori di pace’».
Un’intera serata è stata dedicata a questo argomento, con
l’intervento di Maurizio Girolami e Hedi Vaccaro, che hanno
illustrato l’impegno della FOEI
nella lotta per il raggiungimento della « pace ».
Un’altra mozione di grande interesse è stata quella che invita
i genitori evangelici alla piena
vigilanza per quanto concerne la
piena attuazione, nelle scuole,
dell’ora alternativa all’insegnamento della religione e l’auspicio
della sua abolizione in virtù dello spostamento dell’insegnamento religioso in orario non curricolare.
E’ stato inoltre inviato un telegramma al Presidente del
Consiglio dei Ministri per protestare contro la repressione che
il Governo di Pretoria esercita
contro i leaders dell’opposizione, chiedendo di trasmetterlo al
Andrea Mamiucci
(continua a pag. 4)
Gli incarichi 1986-88
Presidente: Paolo Spanu.
Vicepresidente : Salvatore Rapisarda.
Comitato Esecutivo: A. Ramírez, U. Delle Donne, F. Scaramuccia, G. Mollica, M. Romeo, E. Canale, V. Marziale.
Segretario Dipartimento Teologico: Piero Bensì.
Segretario Dipartimento d’Evangelizzazione: Saverio Guarna.
Direttore de « Il Testimonio » : Andrea Mannucci.
Direttore Istituto Taylor: Angelo Chiarelli.
Direttore Villaggio della Gioventù: Bruno Colombo.
Direttore Centro Filadelfia: Ferdinando Bo.
Segretario Consiglio Direttivo Villa Grazialma: Elio Canale.
Rappresentante battista nel SIE: Silvia Chìarenzi.
Collegio dei Revisori: Casonato, Cannito, Di Passa, Paschetto. De Robertis.
Collegio degli Anziani: Sinìgaglia, Girolami, Gasbarro, Strisciullo, P, Mannucci.
Commissione Nomine: Gelao, Bianchì, Miraglia, Toninelli,
Caputo.
2
2 speciale assemblea battista
31 ottobre 1986
AL CENTRO DEL DIBATTITO ASSEMBLEARE
La riscoperta deH’identità
L’identità evangelica va ricercata nella fede in Cristo, in un tentativo
simile a quello compiuto nel XVII secolo - Il patto di cooperazione
Identità, riconsacrazione, pianificazione, questi i tre motivi centrali dei documenti discussi ed
approvati nelle grandi linee dalla
XXIX Assemblea Generale UCEBI.
Il primo documento, da riformulare sulla base delle indicazioni fornite dai partecipanti aU’Assemblea e da quelle che giimgeranno dalle chiese, è quello della
confessione di fede.
L’idea di avere una confessione di fede condivisa da tutte le
chiese deirUCEBI, lanciata dal
Convegno nazionale sull’ecclesio
logia battista del 1983 ha trovato
qui una prima concretizzazione.
L’esigenza cui si tenta di rispondere è quella di una chiarificazione della nostra identità, problema sollevato nel convegno pastorale del 1985, e la prima stesura della confessione risponde
in parte a tale esigenza, affermando che la nostra identità va
ricercata nella fede in Cristo in
termini simili a come essa fu
espressa dai nostri progenitori
del XVII secolo.
E’ neoessario a questo punto
Si vota col libretto verde che evidenzia la qualifica di membro dell'Assemblea.
precisare che una confessione di
fede è per definizione qualcosa
di eterocentrato, ossia con essa
noi intendiamo in primo luogo
porre al centro Cristo, Dio Padre, lo Spirito per la cui opera
noi abbiamo la vita. Solo in seconda istanza essa ci definisce
e lo fa in termini di testimonianza: « Quel che abbiamo veduto e
udito noi lo annunciamo anche a
voi » (I Giov. 1: 3).
L’oggetto della confessione precede la confessione e colui/colei
che la compie, come la Grazia
precede la fede.
Comunque, detto questo è ovvio che una confessione di fede
condivisa da tutte le chiese battiste non quale testo di ortodossia ma quale uno degli strumenti di reciproco riconoscimento
potrà essere senz’altro utile. Lo
schema usato è quello protestante con i suoi capisaldi: Sola Grana, Sola Fide, Solus Christus, Sola Scriptura.
Formalmente e contenutisticamente non si discosta molto, come già detto, dalle antiche confessioni di fede battiste delle origini, se si eccettuano gli articoli
sul ministero della riconciliazione, sull’etica e quelli ancora controversi suH’ecumenismo e sulla
religione e le religioni... Si è proposta l’aggiunta di un paragrafo
suH’escatologia ed un riferimento più esplicito alla teologia della croce quale unica vera base di
discepolato cristiano.
I pastori Franco Scaramuccia e Mano- Marziale, chiamati al diffi
Cile compito di presiedere l’Assemblea, hanno svolto bene il loio
incarico.
In sintesi un testo che guarda
al passato, alle nostre radici di
protestanti e battisti, che in tal
senso definisce la nostra chiamata e riafferma la nostra missione.
Il secondo documento sottoposto al vaglio assembleare è il
patto, nuovo strumento di collegamento fra quelle chiese dell’Unione che decideranno di sottoscriverlo.
Rivisto opportunamente alla
luce del dibattito in Assemblea
e rimandato alle chiese, il patto
impegnerà queste ultime ad un
confronto interno finalizzato ad
una chiara presa di posizione di
ciascuna sui seguenti punti:
1. messa in comune delle risorse, eccetto quelle necessarie alle
attività locali, al fine di una migliore cooperazione fra le chiese;
2. impegno locale a « predisporre tutti quegli strumenti che
sono atti a promuovere la consacrazione dei singoli ad uno stile
Le Chiese Evangeliche Battiste,
che in Italia sono sorte dalla proclamazione evangelica di predicatori provenienti dalle chiese consorelle della Gran Bretagna e degli Stati Uniti alIMndomani del
conseguimento dell'unità politica
italiana, professano i principi fondamentali della Riforma protestante secondo la tradizione specifica
generalmente condivisa dalle chiese battiste delle origini.
Pertanto esse confessano:
— Che Dio compie l’opera di
creazione, di giudizio, di redenzione, di rigenerazione e di salvezza
del mondo e di ogni singola persona in virtù esclusiva della sola
sua grazia;
— Che tale opera è da Dio Padre compiuta per mezzo di Gesù
Cristo, suo unigenito Figliolo, Parola fatta uomo, nostro Signore e
Salvatore del mondo;
— Che la testimonianza di questa azione divina e la Parola di
vita, di amore, di fede e di speranza che da quell'azione scaturisce è preservata autenticamente e
normativamente negli scritti dell'Antico e del Nuovo Testamento;
— Che tale Parola e tale testimonianza, con tutto ciò che esse
implicemo rispetto al Signore, al
suo Figliolo e all’opera di Dio nel
mondo, inducono al ravvedimento
basato sulla confessione di peccato e possono essere fiduciosamente accolte soltanto per mezzo della fede;
— Che lo Spirito Santo, ispiratore dei profeti e degli apostoli, è
Colui che procede dal Padre, è
inviato dal Figlio ed è testimone
di verità, consolatore e santificatore di ogni credente, intercessore
presso il Padre, suscitatore di
ogni vocazione al servizio nella
chiesa del Signore e nel mondo;
— Che pertanto, nessuno e nulla in questo ordine del mondo può
operare alcunché di utile alla salvezza dell’umanità e del mondo
se non Dio stesso, Padre, Figliolo e Spirito Santo;
— Che la confessione primaria
e autentica della fede è possibile
per il battesimo dello Spirito e si
UNA PROPOSTA DI
di fede
Pubblichiamo la bozza, della confessione di fede proposta all'attenzione dei membri dell’Assemblea dell’UCEBI.
Ogni articolo è composto da un’affermazione dottrinale (qui
riprodotta), accompagnata da una spiegazione. L’Assemblea
ha formulato tutta una serie di osservazioni critiche, in vista
della discussione che deve essere svolta in ogni chiesa locale.
Si tratta quindi di un testo provvisorio, non definitivo, che
rende però conto della complessità del discorso; esso ha un
interesse che travalica la discussione in corso tra le chiese
battiste.
fa normalmente mediante il battesimo per immersione nell’acqua,
amministrato dalla chiesa nel nome del Padre, del Figlio e dello
Spirito Santo, al credente che lo
richieda;
— Che la cena del Signore, qua'
le memoriale della comunione co
corpo e il sangue di Cristo, è of
fetta ad ogni credente confessan
le e avente parte nella chiesa, per
ché, consapevole della reale pre'
senza del Signore, rinnovi la sua
fedeltà al patto eterno che Dio ha
suggellato nella croce di Cristo;
— Che la chiesa così raccolta,
per grazia di Dio, per vocazione
dì Cristo, per sola fede e in un
solo battesimo risponde della sua
vita e del suo operare soltanto al
Signore e pertanto ogni chiesa che
si aduna alla presenza di Cristo in
un dato luogo ha il compito sotto
la guida dello Sp'rito dì ordinare
la propria vita interna in modo autonomo rispetto ad altre chiese
od organismi ecclesiastici, pur avendo il dovere di vegliare, adempiendo a tale compito, che sia salvaguardata l’unità della chiesa di
Dio, che siano coltivati i legami
di comunione dei santi e che sia
promosso il comune impegno della
missione cristiana nel mondo;
— Che ogni persona avente parte nella chiesa, quale iniembro del
ccrpo di Cristo, ha l’onore e i doveri che se-o propri del sacerdozio, come è stato interpretato da
Gesù Cristo in modo unico e come deve essere testimoniato da
ogni credente in una vita di discepolato cristiano;
— Che ogni chiesa vive in modo
evangelico il proprio mandato
quando esercita, promuove e onora i ministeri della proclamazione
dell’evangelo, dell’ammaestramento, dell’ordine interno e del servizio cristiano, destinando a tali
compiti ministri idonei, vocazionalmente motivati e opportunamente consacrati;
— Che il compito della chiesa è quello di adempiere la missione di Cristo, consistente nell’evangelizzazione del mondo, nella
testimonianza singola e collettiva
quale segno del regno di Dìo e
ne'la presenza significativa e solidale nella realtà della società
umana;
— Che l’impegno di presenza
delle chiese battiste è tuttora caratterizzato dalla battaglia per la
libertà e la giustizia, che nel nostro secolo include quella del rispetto dei diritti umani e quella
per la pace in ogni circostanza e
in ogni luogo della terra;
- Che 'e decisioni morali vanno
prese nel contesto generale dell'amore che abbiamo conosciuto in
Cristo. Dunque esse implicano un
profondo senso di responsabilità
verso Dio, verso le persone e verso il creato. Tale responsatrilità è
orientata e ispirata dalla legge, il
nostro pedagogo, compresa come
Parola di Dio, e quindi si traduce
ora in comportamenti austeri e
tradizionalmente disciplinati, ora
in prese di posizione dirompenti e
innovatrici di valenza profetica,
a seconda dell’ispirazione di quella
medesima Parola;
— Che gli organi di governo,
siano essi locali, statali, internazionali o sovranazionali sono ordinati alla convivenza pacifica, e,
per quanto umanamente possibile, libera e giusta dei popoli, E
che pertanto è compito della Chiesa riaffermare continuamente nei
loro confronti sia la disponibilità
ad un contributo leale nello sforzo
generale di perseguire pace e giustizia, sia la propria libertà nell’evangelo, anche a costo di soffrire le conseguenze che tale affermazione potrebbe comportare;
— Che la Chiesa di Cristo è
una, santa, apostolica e universale
e quindi è compito delle diverse
chiese locali, ove tale chiesa storicamente s’individua, testimoniare, evidenziandone i caratteri, la
natura della Chiesa, Pertanto esse
sono chiamate ad operare perché le
divisioni di qualsiasi genere, che
creano separazioni tra le chiese e
nelle chiese siano eliminate mediante un processo di riconoscimento reciproco, pur nella salvaguardia delle specifiche vocazioni
che ciascuna ritiene di aver ricevuto;
— Che la religione è l’attività
umana universale e molteplice atta
a coltivare il rapporto con dò che
si ritiene trascendere la realtà
mondana in tutte le sue dimensioni: quella naturale, quella soggettiva, quella concettuale, quella
storica. Pertanto essa, come opera umana, è sotto il giudizio di
Dio e noi viviamo per fede, nonostante le svariate aggettivazioni.
Crediamo altresì che Gesù Cristo
è venuto per la salvezza di tutto
ii mondo e dunque è nostro compito, non quello di giudicare, ma
di amare e rispettare le espressioni religiose di tutti, cercando
di scoprire come l’opera di Cristo
è efficace in esse perché Egli sia
ogni cosa in tutti.
di vita sobrio, all’offerta delle
proprie risorse secondo il principio biblico delle primizie e delle
decime, ad una vita spirituale sostanziata di studio biblico, di
preghiera e di servizio per ú
prossimo » (citazione dal testo);
3. esercizio dei ministeri in senso cooperativo, ossia che tenga
conto dei legami fraterni tra le
chiese.
Obiettivo del patto è un rilancio deirUCEBI come Unione di
chiese missionarie. Passaggio obbligato per questo è l’autonomia
finanziaria per un’Unione annualmente in deficit perfino per la
sua gestione ordinaria.
Il patto, che ciascuna chiesa
può nel presente sottoscrivere, c
dunque una più chiara e puntua
le attualizzazione dei principi statutari dell’Unione in vista di un
suo rilancio missionario.
La parola tecnica cara ai ba;
Usti, che meglio esprime il senscomplessivo della proposta è ri
consacrazione: un impegno co
mune delle chiese che parta dai
singoli credenti a vivere il discc
polato cristiano attraverso uno
stile di vita sobrio caratterizzato
dal dono e dalla spinta all'evan
gelizzazione.
Terzo ed ultimo documento ^
quello relativo al piano di coopi
razione, di cui l'Assemblea ha d^
sposto il varo a partire dal 1987
Si tratta in sintesi di un pro
getto di lavoro comune che, preii
dendo le mosse dal patto, si arti
coli in varie fasi e permetta di
giungere, nel corso di un quii'quennio all’autosufficienza finanziaria dell’Unione, predisponendo
così che tutti gli aiuti esteri vengano destinati a sostegno dell'impegno missionario complessivo
delle chiese battiste in Italia.
Il progetto di cooperazione
poggia su due pilastri.
Il primo, un rinnovato e serio
impegno delle chiese alla coopcrazione. Non si mette in questione il principio congregazionalista
dell’autonomia della chiesa locale. Ma si sostiene che « l’autonomia della chiesa locale, compresa come capacità di autogovernarsi senza ingerenze esterne e
sotto la sola signoria di Cristo, è
possibile soltanto se vi è una profonda consapevolezza teologica
circa la chiesa universale, altrimenti la comunità, come talora
si dice, scade a pura associazione religiosa di credenti in Cristo.
Ecco perché le chiese locali comprendono e vivono tanto più autenticamente la loro autonomia,
quanto più sono consapevoli dell’esistenza delle altre chiese e
quanto più vivono in rapporto
ad esse ».
Per questo si chiede alle chiese
di collocarsi liberamente e responsabilmente in una fascia
contributiva perché l’Unione sappia in anticipo in che misura contare suM’apporto finanziario di
ciascuna. Si chiede inoltre che
tale collocazione evolva negli anni nel senso di una cooperazione
sempre maggiore.
Ciò al fine di una pianificazione seria del lavoro comune.
Anna Maffei
(continua a pag. 4)
3
31 ottobre 1986
speciale assemblea battista 3
LO SPAV: INIZIATIVA AL SERVIZIO DI TUTTI GLI EVANGELICI
Nuove tecniche di comunicazione
Intervista al direttore dello SPAV, pastore Paolo Marziale - Le nuove tecniche a sussidio
della formazione e dell’informazione delle chiese e dei singoli membri di chiesa
— Cosa è lo SPAV?
— Lo SPAV non è una stazione radio, né un’emittente televisiva, ma è un servizio di produzione di materiali audiovisivi. Lo
SPAV produce programmi radio,
cassette audio, masters per diselli, fa il doppiaggio di film e
tuno questo nel suo reparto audio. Poi abbiamo il reparto televisivo e qui facciamo programmi
pei le televisioni, anche riprese
di ¡vvenimenti particolari delle
chiese.
— L'iniziativa dello SPAV si
basa sulla riflessione che i battisti imericani hanno fatto sull’uso degli audiovisivi, della televisione e della radio per le campagoe di evangelizzazione. Come
Util: late i materiali per lo scopo
evcmgelistico?
— i materiali che noi producians.' sono messi a disposizione
delie vhiese e quindi vengono utilizzati sia per la crescita interna,
sia rier la testimonianza e l’evangeiiz/azione. Per quanto riguarda
le ! ; ailizionali campagne evangeli^iiche, vengono utilizzate sopì ai tutto le parti musicali ed il
ctm:o. Non abbiamo materiali
c.h.' si pos.vino visionare all’aperto: per questo occorrerebbero
delle attrezzature particolari.
Siamo a disposizione delle chiese locali quando intendono Programm v.. una campagna evangditlijc., iornendo tutto l’aiuto
tecnico possibile.
•.. . odo il vostro catalogo
si :■ :■ alcune produzioni che
sfr 'a.: icolarmente dedicate ai
hi li'ad Questo avviene in racco. con ¡’iniziativa delle chiese
per !c scuole domenicali?
— iVi, questo avviene in raccordo ile iniziative delle chiese. Abbia no infatti prodotto due audiovisi. i che sono stati proprio pensati lenendo presente il lavoro
che svolge il Servizio istruzione
educazione della nostra Federazione; la cassetta audio che riporta i canti delle corali di Pomarcllo e di Luserna San Giovanni, dal titolo « Cantiamo a
Te »; il secondo è un audiovisivo
su Davide.
— Avete anche una serie di
programmi per le radio "libere”?
— Si, abbiamo una serie di programmi per le radio evangeliche
italiane e le serviamo quasi tutte, sia con produzioni nostre sia
con programmi realizzati nei nostri studi da parte di altre chiese,
della chiesa del Nazareno in particolare.
— Avete già realizzato due numeri di una particolare rivista
elettronica che si chiama «Comunicazione », rivista su videocassette che distribuite all’interno
delle chiese. Puoi dirci qualcosa
di questa idea?
— E’ un’iniziativa che è scaturita dalla necessità del nostro Comitato esecutivo di informare in
modo nuovo sul lavoro del Comitato e di mettere le chiese in comunione tra di loro non solo attraverso la stampa ma anche attraverso le immagini, attraverso
dei servizi che facessero vedere
le iniziative più rilevanti, di interesse generale.
— Come si può ottenere « Comunicazione »?
— Attraverso un abbonamento annuale. Nel primo anno s<>
no usciti due numeri della rivista, mentre nel secondo anno
usciranno tre numeri e poi man
mano si andrà crescendo. C’è
stato inoltre un numero speciale di « Comunicazione » nel quale il Presidente della nostra Unione ha potuto presentare a
tutte le chiese battiste una sintesi della relazione del Comitato esecutivo all’Assemblea. Abbiamo riscontrato che l’80% dei
delegati presenti all’Assemblea
aveva visionato neirambito della propria comunità onesta
videocassetta. E’ un modo nuovo per coinvolgere tutti i mernbri delle nostre chiese nella discussione dell’Assemblea.
— Avete anche cassette audio
dedicate alla storia religiosa?
— Sì, sono cassette che hanno
un contenuto storico e biblicoformativo. Vengono prodotte insieme con la FCEI e seguiranno
un programma, centrato sulla
Riforma. Abbiamo iniziato con
Lutero, con una serie di cassette contenenti la sintesi' di relazioni e di conferenze dei professori della Facoltà valdese. Poi
ne abbiamo una radiofonica, in
coproduzione FCEI - SPAV, che
utilizza il lavoro già fatto dalla
FCEI per la RAI di Pescara.
— Ci sono altre produzióni
radio con meditazioni bibliche?
Chi utilizza questo tipo di produzione?
— Le meditazioni bibliche vengono richieste soprattutto dalle
radio e da persone isolate, che
vivono nella diaspora o che hanno impedimenti per recarsi al
culto. Ecco, aiutano un po’ nella meditazione anche personale,
di queste persone, soprattutto.
— Gli anni ’80 sono caratterizzati dall'attenzione che molte
chiese evangeliche italiane hanno per le loro "radici”. Se una
chiesa locale volesse fare un vi
deo sui cento anni della sua storia, può utilizzare il vostro servizio?
— Basta farne richiesta in
Alcune delle produzioni dello SPAV in vendita. Sussidi importanti
per le chiese, le scuole domenicali e i credenti che vivono in diaspora.
Molto contenuti i prezzi.
tempo utile. E’ necessario saperlo almeno sei mesi prima, in
modo da permetterci la programmazione e per avere il tempo di accordarsi con la chiesa
locale.
— In questo lavoro, pionieristico nell’ambito delle chiese,
trovate difficoltà a far penetrare questi prodotti?
— Noi incontriamo nelle chiese la stessa difficoltà che si incontra nell’ambito scolastico. Veniamo da una cultura che non
ha utilizzato neH’ambito della
didattica i mezzi audiovisivi e
quindi c’è impreparazione.
Bisogna vincere molte resistenze per far comprendere a volte
che le 40.000 lire spese per un
proiettore per diapositive sono
40.000 lire spese bene. C’è impreparazione nelle comunità p>er l'uso di questi mezzi. Bisogna quindi cercare di trovare un modo
per sensibilizzare maggiormente
e coinvòlgere le comunità e forse il modo migliore sarà quello
di realizzare con loro dei prodotti.
— Se una chiesa, venendo in
visita a Roma, vuole visitare gli
studi dello SPAV, può farlo? Come?
— Basta telefonare allo 06/
898096. Lo SPAV è disponibilissimo, c’è sempre qualcuno che
è disposto a dare tutte le spiegazioni . e poi è una cosa interessante anche perché si vedono
questi studi, così come sono stati attrezzati.
a cura di
Giorgio Gardioi
IL PRINCIPIO CONGREGAZIONALISTA
Una “unione" di chiese
Al tavolo delle Bibbie molta attenzione ed acquisti dei partecipanti
aU'Assemhlea battista.
Aspetto con interesse il momento in cui il presidente del
seggio concede la parola ai rappresentanti delle chiese. Non è
una novità. Prima degli anni
sessanta, se ricordo bene, in ogni
Assemblea si verificava l’immancabile passerella, con danza, delle chiese. I delegati leggevano
la relazione delle attmtà svolte
nell’anno (le Assemblee erano
annuali) e dei programmi futuri. I risultati erano scontati. Le
chiese più forti apparivano in
tutta la loro « grandezza » mentre le più deboli tacevano mascherando un pizzico d’invidia,
con conseguente mugugno contro Roma (i Comitati dell’Unione e dell’Evangelizzazione) che
non si curavano di sanare i loro
guai o di risolverne i problemi.
Tuttavia la novità c’è. Per
quanto mi riguarda ho colto
quattro aspetti.
1. L’aver ridato dignità di presenza e di ascolto alle chiese.
Non era possibile riproporre lo
schema antico senza ricadere
nella situazione sopra descritta.
La scelta, a camuione, di chiese
del sud, del centro e del nord intende sottolineare che l’Unione
e, di conseguenza, l’Assemblea
sono costituite da chiese. Senza
le chiese, l’Unione battista non
sussiste, perde la sua caratteristica, si riduce ad un ente cui
far riferimento per riparazione
di tetti, persiane e infìssi di vario genere. Era necessario riprendere il discorso sull’identità battista delle chiese e, di riflesso, dell’Unione. Era necessario portare a compimento il dialogo, per altro da tempo iniziato, sul congregazionalismo esasperato di taluni e ridare validità al congregazionalismo battista, quello vero, fatto di cooperazione e di aiuto fraterno reciproco. (Il riferimento ad una
delle prime Confessioni di fede
battiste, quella di Londra del
1644 sottoscritta da sette chiese,
mi sembra degno di essere menzionato).
2. La maturità di coordinamento manifesta in un gruppo
di chiese collegate dallo stesso
pastore, malgrado i disagi conseguenti le distanze e l’attraversamento del mare, ha da essere
ricordata sia per il senso di dedizione dei ministri (pastori e
diaconi) che per la riscoperta
della vocazione e per il contrasto con la relazione (non richiesta) di un’altra chiesa della zona tesa a contrabbandare per
larghezza di vedute una realtà
di chiusura e di stasi.
3. La vitalità evangelistica di
un’altra chiesa in cui la missione
si attua a vasto raggio verso
emarginati di ogni tipo; drogati,
ex detenuti, handicappati, eco.
che pullulano in un quartiere,
guarda caso^ ad limina apostolorum! i-.
4. La consapevolezza delle funzioni di cui si sente investita una
Associazione di chiese e di istituzioni la cui intenzione è di
essere una fucina di iniziative
per: il coordinamento pastorale,
l’evangelizzazione, lo studio, la
ristrutturazione amministrativa
delle Opere, la missione.
Questo momento, i culti del
mattino e le predicazioni delrinizio e della fine, attenuano
l’amarezza di una Assemblea che
ha ritardato notevolmente l’ordine dei lavori nei primi giorni.
Convocati per riqualificare la
presenza battista nel nostro paese, ci si è persi nei rivoli delle
tante verità stagnanti nelle tasche. A me pare sia finito per
sempre il tempo in cui le chiese
erano in cerca di... autore anche
se, ancora, permangono certe situazioni di chiusura. La vita —
diceva Pirandello — si vive o
si scrive. Bisogna che le chiese
battiste vivano la loro esistenza e scrivano la storia della loro
presenza confessando la fede nel
Signore e cooperando alla missione, sapendo che solo lui può
confermare le nostre azioni e le
nostre opere.
Massimo Romeo
Delegati
delle chiese
discutono
col presidente
dell’Assemblea,
past. Scaramuccia.
4
4 speciale assemblea battista
31 ottobre 1986
LA FEDERAZIONE BATTISTA EUROPEA |_0 deCÌSÌOnÌ
dei Battisti
Un ponte tra Est ed Ovest
Pienamente inseriti nelTecumene protestante,i battisti italiani svolgono un importante servizio nella Federazione battista europea di cui è presidente il pastore Piero Bensi
Al pastore Piero Bensi, per
lunghi anni presidente della
UCEBI e della Federazione delle
Chiese evangeliche in Italia, oggi
approdato alla Federazione Battista Europea, chiediamo alcune
informazioni sulla presenza battista:
— Quanti sono i battisti in Europa e in quali Paesi esiste una
grande presenza battista?
— I battisti in Europa sono circa 1.200.000 e la loro maggiore
presenza è all’Est, i tre quarti di
essi si trovano nei paesi deU’Est.
C’è la massiccia presenza dei battisti russi — 600.000, con 5.500
chiese — poi subito a ruota viene la Romania, che ho visitato
poche settimane fa, con 160.000
battisti, l’Ungheria con 25.000 e
poi altri Paesi con un numero
minore: Germania dèH’Est, ecc.
In occidente, le Unioni battiste
più numerose sono ovviamente
quella da cui siamo ptu'titi, l’Unione battista inglese, che conta
circa 200.000 membri, forse qualcosa in più, e l’Unione battista tedesca occidentale, con 70.000
membri.
— 1 battisti europei, pur vivendo in situazioni politiche molto
diverse tra loro, manifestano però l’unità nel partecipare alla
Federazione Battista Europea...
— Sì, certamente. La Federazione è sorta intorno al 1950
proprio per favorire un ponte tra
Est e Ovest e fra le nazioni che
hanno combattuto, durante la
guerra, dai due lati del conflitto.
Dopo la guerra, ci siamo trovati
di fronte gli uni agli altri: italiani e tedeschi, inglesi e francesi
ed altri, avendo militato in
campi opposti. Il ponte da costruire era molto importante.
In un primo tempo, la Federazione si è indirizzata verso la ricerca di una comunione fra queste diverse tendenze che si erano
registrate durante la guerra. La
parola fondamentale di que^i
anni era la riconciliazione fra le
opposte fazioni. Il lavoro che è
stato fatto è immenso: abbiamo
costituito dei dipartimenti, come
il Dipartimento libri e traduzioni che si occupa di stampare libri e fornire traduzioni di libri
nelle lingue dei Paesi orientali,
là dove non è ancora possibile
avere piena e totale libertà di
stampa. Il primo passo è stato
quello di fornire Bibbie tradotte
nelle varie lingue. Quest’anno è
terminata la traduzione di un
commentario del Nuovo Testamento in lingua russa, e siamo
stati lieti di consegnarlo ai nostri
fratelli russi, avendo anche avuto il permesso di portarne in
Russia 20.000 copie. Questo è il
primo compito che la Federazione si è prefìsso.
L’altro compito è quello degli
aiuti in caso di disastri; non dimentichiamo il grosso aiuto dato dalla Federazione all’Italia
per il terremoto in Irpinia, così
pure come nel caso del grande
terremoto in Romania nel 1957.
Abbiamo un altro dipartimento che si occupa in modo particolare dei predicatori laici: il
SAIT, che ha sede a Rùschlikon
e organizza dei corsi estivi per
predicatori laici, soprattutto per
quelli dell’Est.
— A proposito di disastri, Cernobyl è una città molto vicina a
Kiev, dove vi sono molte comunità battiste. Avete potuto visitare queste comunità, avere informazioni?
— Uno dei nostri responsabili
è andato a visitare l’Ucraina, in
questo caso intorno a Kiev. Non
ci sono stati grossi problemi dal
punto di vista della vita e della
salute dei nostri membri di chiesa; ci sono state, viceversa, delle
grosse difficoltà per l’evacuazione ordinata dal governo per molte famiglie delle nostre chiese.
Anche lì abbiamo dato una mano, ma devo dire che l’Unione
battista russa stessa ha orjganizzato una colletta di proporzioni
veramente gigantesche per queste nostre famiglie colpite dalla
sciagura di Cemobyl.
— Recentemente sei stato in
Romania. Qual é la situazione dei
battisti?
— Dal punto di vista — diciamo — spirituale, della chiesa, è
una situazione splendida, direi.
Ho visitato delle chiese che erano sempre piene fino all’inverosimile: gente attentissima alla
predicazione, gente che non si
accontenta di predicazioni di 10
minuti o di un quarto d’ora, vogliono che il predicatore parli per
almeno un’ora. Chiese ricche di
doni: molti predicatori locali,
predicatori laici che aiutano i pastori. I battisti rumeni hanno un
corpo pastorale intorno alle 200
unità, con circa 1.000 chiese,
quindi ogni pastore è responsabile di un numero notevole di
chiese e, per forza, deve essere
aiutato da predicatori locali, anch’essi autorizzati a predicare
dalle leggi dello Stato.
Il canto è stupendo, corali di
80 -100 elementi e la musica.
Amano tanto la musica, ogni
chiesa ha la sua orchestra e in
genere, in Romania, l’orchestra è
formata da bande di ottoni ohe
danno una musica fortissima.
Ad Arad (una delle più importanti città della Transilvania) il
coro ha voluto cantare in mio
onore il Coro del Nabucco in italiano. E’ stato un momento molto simpatico.
Dal punto di vista delle difficoltà inerenti alle leggi dello Stato,
devo dire che si è verificato in
questi ultimi anni un cambiamento notevole. Da una situazione difficile ci si sta avviando verso una accettabile.
Non è ancora possibile predicare nelle strade e nelle piazze,
fare del libero volantinaggio.
Piero Bensi a colloquio in una pausa dell’Assemblea con tre fra i
più anziani pastori battisti; in tre assommano più di 200 anni.
però nessuno ha delle difficoltà
per entrare nelle nostre chiese,
la predicazione è assolutamente
libera, non c’è alcuna persecuzione.
Il governo deve indicare il numero di studenti che ogni anno
possono essere accolti nel nostro Seminario. E’ abbastanza ridicolo — l’ho anche detto al direttore generale per gli affari di
culto e della cultura del ministero degli interni — perché abbiamo più di 400 chiese senza
pastore e solo 14 studenti al Seminario. Però — mi ha detto —
questa è la legge dello Stato e
non si possono fare preferenze
per le chiese, che in Romania
sono organismi privati. Se c'è
una legge che prevede il numero chiuso per le Università, il numero deve essere chiuso anche
per i Seminari che sono equiparati ad esse. Ci sono altre restrizioni, come ner esempio i permessi per modificare, ampliare
e per costruire nuovi locali di
culto; la burocrazia è estremamente complessa e complicata.
Ci sono poi anche restrizioni per
la stampa di libri teologici e la
diffusione della Bibbia. Devo dire però che per la prima volta
quest’anno, 1986, è stato concesso ai battisti rumeni di stampare la Bibbia nella traduzione che
loro preferiscono, che non è
it
il fcttskimonio
Mensile dell' Unione CrisHana Evangelica BaUisia d'Iialia
Abbonamenti 1987
Abbonamento ordinario L. 25.000
Estero L. 40.000
Sostenitore L. 50.000
Cambio indirizzo L. 2.000
1 copia L. 3.000
1 copia arretrata L. 3.500
Versate su CCP n. 16551509 intestato a:
<< ii testimonio » - Borgo Ognissanti, 6 - 50123 FIRENZE
quella che usa la Chiesa ortodossa. E’ stato concesso di stampare la Bibbia in Romania, con tipografie rumene, e anche l’innario. Pensiamo perciò che nei
prossimi anni la Bibbia sarà diffusa molto più liberamente.
— Tornando invece ai rapporti tra l’Italia e la Federazione
Battista Europea, come si configurano i loro rapporti?
— Si svolgono su due livelli:
quello dei contatti diretti fra i
Presidenti o i Segretari generali,
fra i responsabili delle varie Unioni. Questi rapporti avvengono ogni anno attraverso il Consiglio Generale della Federazione Battista Europea, che si è
riunito proprio giorni fa a Glasgow, e che si riunirà l’anno
prossimo qui a S. Severa. In
quell’occasione tutti i Segretari
Generali e i Presidenti si scambiano testimonianze e raccontano di quanto avviene nelle loro
rispettive chiese, problemi, problematiche varie e trattano alcuni problemi di interesse comune come per esempio il problema del Seminario di Riischlikon. Questo è molto importante
perché il Seminario di Rùschlikon è un dono fatto dai battisti
degli Stati Uniti del Sud ai battisti europei che adesso è passato sotto la gestione della Federazione Battista Europea.
Il Seminario di Rùschlikon —
vicino a Zurigo — è diventato
non soltanto un centro di istruzione teologica a notevolissimo
livello tanto che è riconosciuto
dall’Università di Zurigo, ma è
anche un centro di incontro per
i battisti europei. Lì si svolgono
le nostre conferenze europee, vi
si svolgono i nostri incontri settoriali, lì si svolgono i corsi per
predicatori locali.
L’altro livello è quello dei congressi generali. Ogni 5 anni noi
abbiamo un congresso génerale.
L’ultimo è stato il congresso di
Amburgo dell’84, il prossimo
congresso sarà nell’89 a Budapest. Per la prima volta quindi
avremo un congresso nei paesi
dell’Est. Stiamo già organizzandolo, abbiamo già firmato il contratto per l’affitto dello stadio
poiché a questi congressi partecipano in media dalle 5.000 alle
12.000 persone. Qui gli italiani
hanno sempre dato un contributo notevole di partecipazione,
limitatamente, si capisce, alle
nostre possibilità finanziarie.
a cura di
Giorgio Gardiol
(segue da pag. 1)
Governo del Sud Africa unitamente alla richiesta dell’immediata liberazione del Reverendo
Mkhatshwa, segretario della
Conferenza Episcopale Cattolica,
attualmente imprigionato e torturato.
Il Comitato Esecutivo dell’Unione si è in buona parte rinnovato, compreso nella vicepresidenza, affidata al pastore Salvatore Rapisarda. Il pastore Paolo
Spanu guiderà ancora l’Unione
nei prossimi due anni.
Le altre cariche sono state tutte confermate.
In conclusione, dunque, do
vendo dare un giudizio su questa Assemblea direi che, al di là
di alcuni momenti di incertezze
e di tensione, si possa dire che
i delegati delle chiese battiste
hanno saputo dare una serie di
indicazioni di un certo rilievo
affinché i responsabili dei vari
settori dell’Unione e i rispettivi
comitati possano portare avanti
la testimonianza, non del «battiamo », ma del Cristo risorti
per tutta l’umanità, nel segno
della collaborazione con gli altri fratelli evangelici e in unn
prospettiva ecumenica. Ecume
nismo che non significa però ri
nuncia ai principi fondamentali
che ci vengono dall’Evangelo, ma
l’avvento, in una visione escatologica, del Regno di Dio, e nel
segno dell’impegno sociale e civile, della lotta all’ingiustizia, aitraverso il coinvolgimento tota
le della propria vita.
Andrea Mannuci i
La riscoperta
deiridentità
(segue da p. 2)
Secondo pilastro del progetl
un’opera di razionalizzazione d. ile consistenze patrimoniali d il’Unione.
In realtà, questa seconda parte del niano è stata già av\iria
quàlche anno fa con l’istituziu ìe
deirUfficio Tecnico deH’Uniorc,
il cui compito è appunto queiio
di valorizzare maggiormente i beni di reddito ove è possibile, mobilitare con cautela quelli meno
redditizi o improduttivi per poter fare operazioni di investimento e risanamento in quegli stabili di servizio (locali di culto, appartamenti pastoràli, locali per
opere ecc.) che per anni sono siati negletti.
Quello che il piano propone è
dunque una maggiore consapevolezza e adesione delle chiese ad
un progetto comune affinché esse
superino una visione meramente
localista delle cose e siano disponibili alla pianificazione su scala
nazionale.
Forse la previsione di cinque
anni per condurre in porto il « risanamento » finanziario della
UCEBI e il definitivo rilancio
dell’Unione in senso missionario
è una stima ottimistica. Tutto
dipenderà da come le chiese risponderanno negli anni a venire.
Anna Maffei
LA LUCE - ATTUALITÀ'
Inserto del n. 42 del 31 ott. 1986
da L'Eco — settimanale delle
Chiese evangeliche valdesi e metodiste — Dir. resp. Franco Giampiccoll — Registrazione Tritwjnale
di Pinerolo n. 176 — Stampa Coop.
Tipografica Subalpina - Torre Pelllce.
Sped, in abb. post, gruppo I bis/70
Redazione e Amministrazione; via
Pio V, 15 - 10125 Torino - Telefono
011/655.278.