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ECO
DELLE miLT VALDESI
Spett.
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICB
(Torino)
Settimanale
della Chiesa ¥aldese
Anno XCV - Num. 7 l Eco: L. 2.000 per l’interno 1 SpedÌ2Ìone in abbonamento poetale . I Groppo 1 TORRE PELLICE, 12 Febbraio 1965
Una copia Lire 40 ABBONAMENTI / L. 2.800 per l’estero 1 Cambio di indirizzo Li»— 50 | Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.CJ*. 2-17557
1 Valdesi,
popolo della Bibbia
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Tale, attraverso alla sua storia, il
titolo che si è meritata la gente delle Valli Valdesi per l’indefesso attaccamento e la (,‘ontinua fedeltà al
Libro.
Esso è infatti presente in ogni
epoca della plurisecolare storia valdese e ne ha caratterizzato sia la
protesta iniziale sia il lungo periodo
delle vicende dolorose sia lo slancio evangelistico di un secolo fa.
La protesta di Valdo, come è note, fu in sostanza determinata dalla
nscoperta, o meglio dalla scoperta
di lla parola di Dio: essa era per lo
più ignorata ai suoi tempi, e sopratl!it(o ]>er i laici essa era inaccessibde; ma Valdo si rese ben conto della necessità di divulgare, e cioè di
Il lit re a portata del popolo, quel
! hro clic aveva per mezzo di uno
li ' 'Noi versetti rivoluzionato la sua
\! I. \e allidò il compito ad un preti l'iniilo. il quale iniziò la sua trad 'ione ntd dialetto da tutti corn1» ••■so dalla Vulgata di S. Girolamo:
L aggiuii.-,e poi un collega, e così
inno (l'Ausa e Bernardo Yohos
mo in sostanza i primi traduttoisdla Bibbia in lingua volgare: e
odo nel 1179 Valdo e i suoi si
'cnlarono a Roma al Concilio Lamo III, portavano seco, come diin testimone oculare, « un libro
Si ; aito nel dialetto della Gallia, conteuent-.' il testo e la spiegazione del
b 'tcrio c della maggior parte degli
aiiri scritti delTAntico e del Nuovo
'! lamento ».
=, i\(' dei loro scopi era quello di
nere l’autorizzazione a spiegare
abio al popolo e a farlo conoscdcosa che fu loro vietata, poiché
idtiesa sola se ne arrogava il dio e, come dice il vescovo inglese
p. non bisognava gettare le perle
porci!
ùìa la Bibbia conteneva nelle sue
pagine la negazione e la condanna
di tante sovrastrutture e di tanti falsi aggiunti e fabbricati dalla Chiesa
di Roma; fu precisamente la semjiHcità evangelica a mantenere per
secoli il fondamento incrollabile
dell’eresia valdese, a I Valdesi fanno circolare una traduzione degli
F,vangeli, delie epistole di Paolo o
dei Salmi, che leggono in adunanze segrete, ove la parola è libera... »
Ecco la grande accusa, fin dal 1198!
ì'fi
La Bibbia rimase per tutto il periodo dei « barba » itineranti lo
strumento principale del ministerio:
ne imparavano a memoria dei lunghi brani nelle loro scuole, data la
preziosità e la rarità dei manoscritti, e cosi istruiti l’andav'ano diffondendo attraverso la diaspora valdese
Chi non ricorda la beh nota scena
del colportore valdese, che presenta
alla dama la più nobile delle mercanzie, la parola di Dio?
E ciò nonostante il decreto del
Concilio di Tolosa del 1228, il quale
solennemente aveva deciso : « Vie
tiamo di mettere i libri deH’Anti:o
e del Nuovo Testamento nelle mani
dei laici... ».
:|ì ^
La Riforma nacque anch’essa dal
la riscoperta della Bibbia, come
ognun sa; e quando, nel 1532, al sinodo di Chanforan i Valdesi si trovarono a verificare la loro posizione
nei confronti del pensiero d’Oltralpe, non potev.i mancare la decisione di avere nelle mani uno strumento così prezioso; fu allora che nacque la famosa Bibbia di Olivetano,
cosidetta dal suo Traduttore, stampata a Neuchâtel nel 1535. La traduzione francese di Lefèvre d’Etaples era stata desunta dalla Vulgata,
quella italiana del Brucioli, coeva,
era ferse sconosciuta ai Valdesi, e
fu perciò che essi chiesero al tra,
dottore di risalire all’ebraico e al
greco. Ne sorse quella bella e buona
traduzione, vero regalo dei Valdesi
aUa Riforma, anche ])erchè essi si
sottooìcrissero pubblicamente per po
ter fronteggiare Tingente spesa.
Al secondo sinodo di Chanforan,
nel 1535, i primi esemplari furono
mostrati al popolo dal riformatore
Sannie che li aveva portati dalla
Svizzera, coadiuvato da dieci compagni di viaggio, veri portatori di
un jirezioso carico. Qualche anno
dopo, il Concilio di Trento metteva
alTiudice tutte le Bibbie nelle traduzioni non autorizzate, e ciò spiega come anche la Bibbia di Olivetano sia divenuta così rara e preziosa..
^
Alla Bibbia fu ancorata tenacemente nell’ora della persecuzione la
fede dei Valdesi; nelle polemiche
teologiche e dottrinali essa fu l’unico fondamento dei loro credo; e ad
essa venivano consegnate per iscritto, in ogni famiglia, le vicende dei
giorni lieti e tristi, in quelle pagine
che le antiche traduzioni riservavano a tale scopo. Dopo il 1848, ad
emancipazione concessa, fu ancora
la parola di Dio quella che diede
agli evangelisti valdesi il grande
mezzo di propaganda: Malan e Geymonat furono arrestati a Firenze
nel 1850 perchè sorpresi a leggere
e spiegare il libro; la repubblica romana del ’49 vide nella Città Eterna
il Nuovo Testamento diffuso in italiano tra la gente ignara; e tutta
Toper-i insomma dell’evangelizzazione c delTaffermazione delle chiese valdesi fuori delle Valli è dovuta
alTaniiuucio delTevangelo nella sua
purezza e nella sua semplicità. Pagine mapiifiche furono scritte in
questo senso dai colportori ; e quando essi non trovavano da vendere
la Bibbia, chiedevano almeno di regalarne la lettura di qualche passo...
* ÜS *
Senza dubbio il rinnovamento biblico che si opera in seno al Cattolicesimo è frutto della lunga lotta
che i Protestanti hanno svolto in
sua difesa; e ce ne rallegriamo sinceramente.
Ma oggi, noi Valdesi, siamo ancora il popolo della Bibbia? Lo conosciamo e lo leggiamo abbastanza il
gran Libro, è ancora esso la fonte
della nostra fede, della nostra speranza, della nostra carità?
Angusto Armand Hiigon
Rivoluzionario
Atti 17: 5-8
Un evangelista finisce sempre col diventare agli occhi della gente
un rivoluzionario: il caso di Paolo lo dimostra chiaramente e la storia della nostra evangelizzazione in Italia lo conferma con una infinità di casi. Ogni opera di testimonianza seria è sempre stata soffocata in sul nascere dalla reazione organizzata da un clero fanatico,
con l’appoggio di un popolino ignorante, in base all’accusa di rivolta,
sobillando le autorità. Il cliché è sempre quello.
Si tratta sempre di un pretesto per mettere fine ad una novità
che turba il sonno tranquillo di molti; nessun evangelista pensa neppur lontanamente di dover fare delle rivoluzioni, delle sommosse, di
dover mettere a soqquadro la società. Gridando all eretico, al fanatico, al cristiano nessuno si muove; gridando al rivoluzionario, all’anarchico c’è sempre chi reagisce e si muove a difendere la situazione costituita.
Ci si può domandare però: è proprio tutto qui, si tratta sempre
di calunnie, di false accuse, o non c’è anche qualcosa di vero in questa idea che un evangelista è sempre un po’ un rivoluzionario? La
fede cristiana non è sempre in qualche misura una rivoluzione? Una
rivoluzione d’amore e di speranza, di giustizia e di verità e non di
sopruso e di sangue, certo, ma pur sempre rivoluzione.
In questa società di funzionari paurosi, di agitatori interessati,
di possidenti egoisti è sempre un po’ anarchico chi parli dell’amore
di Dio e del suo regno.
Paolo non ha come programma la rivoluzione, ma finisce col diventare rivoluzionario senza volerlo e proprio perchè è un evangelista. L’idea di essere rivoluzionari piace molto ai cristiani, oggi; sovente hanno l’impressione di non esserlo abbastanza, si preoccupano
dell’incidenza della loro parola e dei loro atti nella società e vorrebbero introdurre questi elementi di rivoluzione nel mondo e vanno
qua e là in cerca di situazioni rivoluzionarie; chissà che qualcuno
non invidi Paolo, il rivoluzionario di Tessalonica!
Giorgio Tourn
iihiiiiiimiiiimiiimmiiiii
itiiihiiiimiiiiiiiiiuimiimiimnilHliiiii"
L’impegno di una scelta d'amore
Una predicazione tenuta a Pradeltorno dai Pastore Bruno Coslabel
Ecco, aH'Eterno, al tuo Dio, appartengono i cieli, i cieli dei cieli, la
terra e tutto quanto essa contiene ; ma soltanto nei tuoi padri l'Eterno
pose affezione, e li amò ; e, dopo loro, fra tutti i popoli, scelse la loro
progenie, cioè voi, come oggi si vede. Circoncidete dunque il vostro
cuore, e non indurate più il vostro collo (Deut. 10; 14-16)
**Ulsraèl
des Alpes rr
La storico Alexis Muston ha intitolato la Storia Valdese da lui scritta;
« L’Israël des Alpes », evidentemente
perché gli pareva giusto paragonare
la Storia del popolo valdese a quella
di Israele, di quel popolo in marcia,
agli ordini di Dio, verso la terra promessa, liberato dalle angherie e dalle
persecuzioni; di quel popolo che ha
fatto un’esperienza diretta dell’amore
e della misericordia di Dio, vivendo
di grazia nel deserto, malgrado i suoi
peccati, nutrito dalla manna e dissetato dalla fonte miracolosa d’acqua
sgorgante dalla roccia di Horeb; di
quel popolo che l’Eterno trasse dalla
casa di servitù con mano potente e
con braccip disteso. Sembrava giusto
al Muston,' e sembra giusto a me, come sono certo a voi tutti. E’ facile
infatti fissare molti p^imti di contatto
con la storia del popolo di Israele
e quella del popolo Valdese; ad es ;
le guerre, fatte non per interesse
personale, ma per una esigenza di
fedeltà a Dio, per non rinnegarlo;
il senso profondo della presenza di
Dio nelle loro vicende: miracolose liberazioni, vittorie umanamente impossibüi contro nemici molto più numerosi, molto meglio armati, molto
meglio organizzati. Studiamo ad es.
la storia dei Giudici e quella di Gianavello e troveremo facili pimti di
contatto tra Gedeone ed il condottiero Valdese!
Soprattutto vi è nel popolo di Israele
ed in quello Valdese il senso della vocazione da parte di Dio ; anzi di più,
della elezione. « Soltanto nei tuoi padri l’Eterno pose affezione e li amò, e
dopo loro, fra tutti i popoli, scelse la
loro progenie, cioè voi, come oggi si
vede ». Naturalmente questa elezione
dipende dalla bontà sovrana di Dio.
Non avviene perchè vi sia in noi qualche particolare grandezza o merito;
« L’Eterno ha riposto in voi la sua
affezione e vi ha scelti non perchè
foste più numerosi di tutti gli altri
popoli, chè anzi siete meno numerosi
d’ogni altro popolo, ma perchè l’Eter
no vi ama» (Deut. 7:7).
Altro punto di coincidenza fra
l’Israele dell’A.T. e « l’Israël des Alpes» è che si può e si deve sempre
parlare di loro come di un popoloChiesa. Si legge nel Deuteronomio
(28: 9): «L’Eterno ti stabilirà perchè
tu gli sia un popolo santo, come t’ha
giurato, se osserverai i comandamenti delTEterno ch’è il tuo Dio, e se camminerai nelle sue vie ».
Riconoscenxa
Impegnativa
Tutte le considerazioni che s.iam
fin qui venuti facendo, son certo, si
trovano più o meno coscientemente
presenti in noi in modo del tutto particolare in occasione del XVII Febbraio. E creano in noi motivi di riconoscenza al Signore per quanto' ha
fatto e per quanto continua a fare
per il suo popolo, e pensieri di umiliazione perchè troppio spesso — come il
popolo di Israele, anche noi — abbiamo risposto e rispondiamo con la nostra infedeltà e la nostra malvagità
alla fedeltà ed alla bontà di Dio! Ma
questo non basta ancora! L’assicurazione, ripetutaci oggi dalla Parola di
Dio, della nostra elezione, la riconoscenza che dobbiamo a Colui che ci
ha chiamati e riscattati in Cristo perchè lo servissimo, ci devono spingere
all’impegno! Non basta infatti, al Signore, che gli diciamo « Grazie per la
tua bontà » in modo fiacco e distratto,
o magari anche in maniera pia e
compimta durante i nostri culti, o
entusiastica e ridondante durante le
nostre àgapi fraterne, ma, comunque,
sempre in modo superficiale!
La miglior maniera di essere riconoscenti al Signore è di fare la sua
volontà, di essere con Lui come egli
è con noi : « Circoncidete dunque il
vostro cuore e non indurate più il vostro collo, poiché l’Eterno, il vostro
Dio, è l’Iddio degli dei, il Signore dei
Signori! ». Ma ecco ohe, purtroppo, e
proprio questa realtà che sfugge troppo facilmente a noi Valdesi di oggi.
La signoria
di DiOmm,
Riconosciamolo : è proprio qui che
si nota meno che i Valdesi sono
il popolo di Dio! Cèrto ci sono delle
occasioni in cui sembra che la fede
viva in modo vigoroso, come oggi,
giorno del XVII Febbraio, o nelle ricorrenze di Pasqua e di Natale. Ma
chi comanda nella nostra vita di ogni
giorno? Il Signore o... un altro padrone... o nessuno? Nessuno, non è possibile : non vi è altra alternativa valida che tra Dio ed il principe di questo mondo ! Ebbene, facciamo degli
esempi pratici. Vi è un comandamento che dice ; « Ricordati del giorno del
riposo per santificarlo » : come lo mettiamo in pratica, noi, oggi? La scusa
la conosciamo: non abbiamo più tempo oggi, non soltanto per santificare,
ma neppure per ricordare il giorno
del riposo! Può anche darsi che sia
vero, ma allora... chiediamoci : chi è
il Signore del nostro tempo? Dio o...
il principe di questo mondo che ci comanda sotto forma magari del commerciante che viene a fare il contra^’to la domenica perchè è più facile trovare la gente a casa in questo giorno
che in un altro, o deU’opinione cotinune secondo la quale oggi, la domenica, si deve andare a spasso e stancarsi nei divertimenti più che al lavoro?
...e la mentalità
comune
E chi è il Signore delle nostre coscienze? Dio o... anche qui la mentalità comune, il «tutti fanno cosi);?
Per esempio nei casi di denunzie per
le tasse o di amministrazione del pubblico denaro o di servizi sociali e via
dicendo! Come mai non riusciamo a
a creare in Italia una mentalità diversa dalla corrente, una mentalità
di onestà e di integrità morale? Purtroppo andie noi siamo già troppo
schiavi del malvezzo comune, e ci lasciamo trascinare al male anziché
trascinare gli altri al Signore. Certo
non siamo di natura diversi dagli altri uomini, dagli altri popoli, e non
è un senso di supieriorità razziale o religiosa che ci deve separare: siamo
solidali con tutti e come tutti siamo
peccatori, ma non lo dobbiamo essere nel senso di seguire per apatia, per
negligenza, per disinteresse verso Dio
il modo comune, e non voluto del Signore, di ragionare e di agire! So di
una signora che nel secolo scorso era
stata a New York e di ritorno in Italia raccontava come in quella pur
grande metropoli si consideravano i
Valdesi, benché essi non lo volessero,
come non proprio Italiani, perchè
« avevano una mentalità diversa » che
era apprezzata e stimata Avviene
quelcosa del genere anche oggi nel
mondo? Si sente cioè che i Valdesi sono Cristiani, « stranieri in questo
mondo », « cittadini del Regno dei
cieli», proprietà di Dio che ne guida
L’esistenza? Qùalche tempo fa un
membro della mia chiesa mi diceva
(se fosse o no vero non ho modo di
constatarlo, ne lascio a lui la responsabilità) che voleva andare al culto,
ma... alcuni amici, in piazza, lo derisero, tacciandolo di retrogrado e di
bigotto, ed egli non entrò in Chiesa!
Ma allora è proprio vero che i Valdesi al giorno di oggi sono conformisti
e timorosi? Più forte di Dio è l’opinione comune? Bastano quattro o
cinque Vald^i « secondo . la carne »,
indifferenti, per vincere ia decisione
di chi vuole essere fermo nella fede?
Oggi Topinione comune riesce a fare
SEGUE
IN SECONDA PAGINA
L'OPUSCOLO
del 17 Febbraio
E’ uscito fresco fresco presso la Tipografìa Subalpina, a cura della Società di Studi Valdesi, l’opuscolo del
XVII Febbraio che quest’anno è dovuto alla penna del prof. Micol ed è dedicato a « Le scuole valdesi ieri e oggi », un tema che è di particolare interesse e attualità in un momento, come il nostro, in cui si discute appassionatamente il problema scolastico
in rapporto con l’opera della nostra
Chiesa. Richiederlo alla Tipografia
Subalpina, Torre Pellice, ovvero alla
Claudiana; L. 100 la copia.
2
pag. 2
N. 7 — 12 febbraio 1£65
La Croce
ugonotta
Dati e notizie interessanti su la
probabile origine della Croce ugonotta troviamo in un opuscolo non recente, ma che solo in questi giorni ci
è venuto sottomano. Le esponiamo
brevemente per quanti possono trovarci un certo interesse.
Fra le diverse forme di crcci più
note, come la croce greca, la croce latina, la croce di Sant’Andrea, la croce di Malta, eoe., sembra sia stata
quest’ultima ad essere all’origine della «Croce Ugonotta» o della Lmguadoca. E’ stato Infatti constatato che nel
territorio ove più si diffuse la croce
ugonotta, sono ovunque esistiti dei
conventi e dei priorati di quell’ordine
rspitaliero.
Un’altra notizia che va ricordata, è
quella che il 31 die. 1578, Enrico III
che era salito al trono di Francia una
domenica di Pentecoste, istituì l’or
dine del « Santo Spirito », riservato
naturalmente ai soli cattolici. La decorazione consisteva in una Croce di
Malta in oro, con i bracci collegati
fra loro dai fiori di giglio e con una
colomba al centro della croce.
Un secolo più tardi, nel 1693, l’armo
della battaglia della Marsagjlia, Luigi
XIV, a premiare i meriti militari dei
principi del sangue e dei cattolicissimi marescialli di Francia, istituì a sua
volta l’ordine di «San Luigi», simile
al precedente, ma senza la colomba e
con un « San Luigi » al suo posto.
D’altra parte, in diverse regioiii della Francia, fu in uso da tempi assai
lontani, nella gioielleria, un gioiello
ornamentale chiamato « Santo Spirito », rappresentato da una colomba,
che ad ali spiegate scende dall’alto
verso la terra. Questa colomba, appesa ad una catenina, coU’andar del
tempo sono state aocompagnate da
ornamenti di pietre preziose variamente dispc.ste e formanti cosi altri
due gioielli; la badino e il papillon.
Da questi sarebbe nata ad un certo
momento la Croce ugonotta, destinata evidentemente ad essere usata
esclusivamente dai protestanti di
Francia, che sempre erano stati inesorabilmente esclusi da qualsiasi de
corazione dello' Stato francese
Nella croce ugonotta primitiva il
pendaglio ornativo risultò essere quello chiamato « lacrima », sostituito poi
dalla « colomba ». Ma la cosiddetta
lacrima pare non aver avu o, or.glnariamente, il signifioato simbolico
del pianto della Chiesa riformata di
Francia, bensì, quello di voler rappresentare una piccola ampolla, forse un
ricordo della « santa ampo’Ia » della
cattedrale di Reims, contenente l’olio
usato a consacrare, a partire da ClC'
Navita Claudiana
DOMENICO MASELLI
GIORGIO BOUCHARD
GIORGIO PEYROT
FULVIO ROCCO
Esperienze e prespettive
del Protestantesimo italiano
Pagg. 46, L. 350
Serenamente si è spento all’ età di
anni 80
Sebastiano De Bottini
Il libro dflla settimana
L’Impegno di nna scelto d’omote
ChecosaèilProtestaDtesiino?
CONTINUA DALLA PRIMA PAGINA
deveo, tutti i re di Francia, la quale
a .sua volta può ricordare rampolla
dei Romani, il vasetto nel quale recavano a.i bagni pubblici l’olioi profumato ccn cui si ungevano' dO'PO' le abluzioni.
Comunque sia, la croce ugonotta
pare es.=ere sorta nella secorida metà
del XVII secolo, a Nimes. Alla lacrima delle prime, durante il periC'do
susseguente alla revoca dell’Editto di
Nantes, quando tutte le Chiese protestanti di Francia furono sotto la
cro'ce e si diffuse in varie regioni il
fenomeno del « pro'fetismo », verne
rapidamente sostituita la colomba,
che ha sempre simboleggiato lo Spirito Santo, che fu cos\ frequentemente e ardentemente invocato dai « pre
dicanti del deserto » nel periodo cruciale del Protestantesimo francese.
Tutto ciò ed altro ci spiega un libricino di 24 pagine (non numerate)
di Pierre Bourguet, su « La Croix huguenote », edito dal « Musée du Dé
sert », en Cévennes, e ampiaments illustrato. T. G. Pons
« Egli muta r ombra di morte
in aurora... il Suo nome è
l’Eterno» (Amos 5; 8)
A funerali avvenuti ne danno ù
doloroso annuncio : la moglie Elvira
Costantini, il figlio Giancarlo con la
moglie Ada Bounous, i nipoti Marco,
Luca e Cristiana,
La nostra Claudiana possiede fra le sue
molte virtù una caratteristica, rarissima ai
nostri giorni: la discrezione. Pubblica secondo le sue possibilità ed i suoi criteri alcuni
volumi ogni anno, alcuni dei quali ottimi,
li offre ai membri delle nostre comunità ed
aspetta pazientemente che il tempo faccia la
sua opera e che Tedizione a poco a poco si
esaurisca. Sembra una casa editrice d’altri
tempi, un po’ ottocentesca (nei suoi caratteri
p nelle sue copertine lo è senza dubbio) silenziosa, una gentile signora educata. E’ un
volume di questa nostra gentile e riservata
Claudiana che vorremmo proporre alla attenzione dei lettori, libro già segnalato ma non
recensito tuttora.
Il volume è tradotto dal francese, opera
del noto pastore Roland de Pury di cui la
Claudiana ha già edito un volume su Giobbe
ed un catechismo. Un centinaio di pagine di
piacevole lettura in cui vengono presentati
ì punti fondamentali della dottrina riformata, i caratteri peculiari della nostra confessione riformata.
Il capitolo iniziale situa il problema della
riforma del XVI sec.: non scisma, rottura
della chiesa, lotta contro la chiesa come spesso rimprovera la polemica di parte cattolica,
ma desiderio dei riformatori di servire la
chiesa tutta, opera di rinnovamento per la
chiesa che solo Tincomprensione di alcuni
lece fallire.
Molto acuto è il punto di vista ecumenico
del de Pury, uomo ecumenico senza alcun
dubbio, che situa il nostro protestantesimo
airmterno della chiesa cristiana e non alrestemo.
I capitoli seguenti hanno come titoli: l’autorità, la grazia, la fede, la vita della chiesa,
nell’attesa di Cristo. Si tratta come ognuno
può vedere delle grandi linee della dottrina
evangelica presentata con originalità, con
punti di vista nuovi, moderni, ricchi di
spunti e di riflessioni.
L’uso che sì può fare del volume? La nostra impressione è che si debba sfruttarlo
ampiamente come materiale di studio all’ìnferne delle nostre {omun là; puj fornire oltima base per un ut rso di fo. nazione postcatechistica, per una catechesi per adulti,
per la formazione di giovani. Forse meno
adatto risulta per un'opera di evangelizzazione qualora non si tratti di persone già mature spiritualmente; non sì tratta insomma
di una breve presentazione del protestantesimo a ohi non ne ha mai sentito parlare
quanto di un ripensamento del protestantesimo in termini moderni da parte di un credente impegnato. Proprio questa ci sembra
essere la nostra situazione evangelica, bisognosa di ripensare se stessa, utile dunque
questo breve saggio atto a suscitare questa
riflessione fra noi. Giorgio Tourn
quel che non fecero la ferocia, la bar
barie e la violenza delle armate del
Conte Costa della Trinità?
Siamo un popolo che è guidato da
Dio? Lo siamo ancora o già stiamo
perdendo questa caratteris-tica? Ricordate quanto diceva Beckwith nella sua lettera del 4 gennaio 1848 (quando cioè la pcssibilità di essere liberi
cominciava a diventare probabilità)
al vice Moderatere di allora, P. Lantaret ; « O sarete missionari, o non sarete nulla!» e aggiungeva «O diventare una realtà o non essere più nulla! ». Eid è perchè sentirono viva questa esigenza e furono consci della vocazione loro rivolta da Dio che i nostri padri, avuta la libertà, iniziarono
quella meravigliosa opera di evangelizzazione che tutti conosciamo; già
nello stesso 1848, ecco quattro pastori professori recarsi a Firenze per affinare il proprio italiano ed inserirsi
poi come evangelici nella vita italian.a. A Torino si inaugura il Tempio
nel 1853, a Genova nel 1858. Si fonda
a Torre Pellice nel 1855 la Facoltà
Valdese di teologia, trasportata poi a
Firenze e quindi a Roma. Dalle 15 comunità costituite esistenti prima del
’48 si passa alle settanta e oltre attuali.
ROLAND DE PURY, Che cosa è il
Protestantesimo? Traduz. di Berta
Subilla, ’’Claudiana’', Tcrino 1S64,
pagg. 124, L. 1.000.
L'eredità
dei padri
Non si accende una lampada per
metterla sotto il moggio. Dio non d
lettere DALL'ALSAZIA
Ancora sul Dottor Schweitzer
In questi giorni è caduta molta neve, che ha ricop'erto strade e tetti.
Slamane, fuori le porte delle abitazioni 9 dei negozi, uomini e donne
spalavano per liberamie l’ingres.so e
rendere più agevole il passaggio. Macchine e pedani facevano infatti fatica a cam-mmare sullo spesso strato
di neve, che il freddo della notte aveva un pò consolidata. E così, procedendo lentamente, nel silenzio mattinale, sembrava che nessuno avesse
fretta in questa pur attiva e industre
città di Mulhouse. Ho ripensato allora ad una frase ’del dettor Sch-weitzer, che no letto in un numero dei
giorni scorsi di un giornale locaiis.
Quando, una diecina d’anni fa, egli
SI recò nella turbinosa New York, ai
fotografi che facevano ressa attorno
a lui e premevano per avvicinarsi
quanto' più possibile, disse con tutta
calma : « Andia.mo, signoirì, noi non
abbiamo fretta ». Ed era certo un
buon ammcnimento all’uomo che variamente si affanna da parte di chi,
tranquillamente, sa operare tante
cose.
Questa frase, come ho già detto era
ricordata in un giornale locale, nei
l’annunciare il prossimo novantesimo
de' grande concittadino.
La stampa alsaziana ha parlato di
lui molte volte in questi giorni. Si
pubblicano, qui in Alsazia, due quotidiani. entrambi in due edizioni, una
in francese e una in tedesco' : « Le?
Dernières Nouvelles. d’Alsace », la cui
direzione è a Strasburgo, e « L’Aisac( », che ha la direzione a Mulhouse.
V’è anche un quindicinale, quasi una
rivista, pur essa nelle due edizioni,
francese e tedesca : « L’Aisace I,lusirée ».
il giorno 8 gennaio « L’Alsace », nei
dare' notizia dei festeggiamenti che
la .sua città natale si apprestava a riservargli e del gemellaggio tra questa
città e quella di Lambarené, ha pubblicato la lettera che il dottor Schweitzer aveva inviato il 7 novembre dell’anno scorso al sindaco di Kaysersberg, per comunicargli la proposta
dei sindaco di Lambarené e del pre
fette di quella regicne di fare un gemellaggio tra le due città. Ed aveva
tenuto a presentare il sindaco di Lambarenè con queste parole. « Conoisco11 sindaco da mcltO' tempo. Suo padre è an Europeo che aveva una impresa a Lambarené, un uomo magnifico, s sua madre una indigena, che
conosco anche. Il ragazzo è stato ben
educato e io mi sono sempre interessato di lui. Ha fatto buoni studi ed è
un sindaco valoroso. Io sono- in relaz'.one con lui e continuo a dargli del
tu ». E la lettera si chiude con un tenero e nostalgico' ricordo della sua
terra lontana. « All’epoca della vendemmia io penso sempre alla mia città natale e auguro che il vino nuovo
sia di buona qualità». In queste piccole considerazio'ni v’è tutta la grandezza d’animo di Albert Schweitzer.
manifestazioni in quella lontana città
'fieH’Africa Nera.
Ma già ancora prima la stessa « Alsace » del 10 gennaio pubblicava i ricordi di quando' il giovane Albert
Schweitzer era allievo del « Gimnasium » di Mulhouse.
Fu nell’ormai lontano 1885 d’Alsazia era da quindici anni sotto il dominio tedesico) che suo padre lo inv'ò presso un proprio fratellastro a
Mulhouse, per frequentarvi il ginnasio classico. Ma il cambiamento' fu
penoso, il ragazzo soffriva di nostalgia e piangeva spesso in segreto. Suo
zio, direttoire della scuola centrale,
era un uemo molto severo, che lo sottopose subito a una dura disciplina.
Albert Schweitzer non era un buo'n
allievo, era piuttosto un sognatore e
le sue pagelle erano brutte, tanto che
un giorno il direttore del ginniasio
consigliò suo padre di ritirarlo dalla
scuoia.
Intanto Eugenio Munch, erganista
del Tempio di Saint-Etienne, cominciò a dargli lezioni di musica. Organista molto’ noto, Munch è stato il
fondatore della Società del canto sacro. Egli è morto purtro'ppo molto
giovane e Albert Schweitzer gli ha dedicato un suo piccolo libro, pubblicato anonimo nel 1898 a Mulhouse. Fu
questa appunto la sua prima pubblicazione.
Il Pastore
E. SBAFFI
ha dato la libertà perchè... ci rinchiudessimo come in un ghetto alle Valli,
0 perchè ce ne servissimo come occasione alla carne per potere finalmente... divenire indifferenti, perchè non
c’è più da combattere contro un nemico armato. E’ la fede, la testimonianza di questa fede in Dio che conta! Orbene nei qui alle Valli, in un
certo senso, siamo privilegiati : siamo
un gruppo, una Chiesa raccolga, un
« popolo », non una minoranza. Abbiamo possibilità di radunarci cems,
dove e quando vogliamo : abbiamo
delle scuole nei quartieri dove tenere
le nostre riunioni settimanali, abbiamo dei templi talvolta molto più grandi del fabbisogno attuale, istituzioni
sociali non disprezzabili. I nostri vicini di casa, i nt>stri confinanti di
campo o di podere sono generalmente
fratelli in fede. Abbiamo insomma
una ricca eredità! Come Naboth non
disprezziamo queste cose materiali,
ed a chi vorrebbe farcele sottovalutare o prenderle diciamo « Mi guardi
Iddio dal darti Teredltà dei miei padri ». Ma i nostri padri non cl hanno
lasciato in eredità soltanto un territorio. Su questo siamo tutti d’accordo.
Ci hanno lasciato' qualche cosa di
molto, molto più impcrtante; la responsabilità di continuare a servir^'
Dio, il quale veramente ci libera, in
Cristo, da armi peggio’ri che quelle
usate da nemici in carne in ossa : dal
ri ncredulità, dall’ apatia spirituale,
dall’indifferenza, dal timore di quel
che dice la gente, dalla paura di es
sere ridicoli, retrogradi, e via dicendo. E ci libera anche dalla paura, che
alcuni hanno al giorno di oggi di tradire Cristo se si parla fraternamente
e si dialoga con i nemici di ieri.
Si è spento l’ex Presidente della Chiesa Evangelica Metodista d’ Italia
La famiglia De Bettini ringrazia
profondamente la signora Direttrice,
le infermiere e il personale tutto dell’Ospedale Valdese per le assidue e
amorose cure prodigate al loro caro.
Torre Pellice, 9 febbraio 1965
Naturalmente, la stampa alsaziana
non ha mancato di riportare ampi resoconti sulle manifestazioni che si
sono svolte a Kaysersberg il 14 gennaio (c sulle quali ho riferito con la
mia precedente lettera), cos’i come
« L’Alsace » del 15 gennaio pubblicava
una corrispondenza del suo inviato
.speciale a Lambarené sulle analoghe
Al momento di andare in macchina
ci giunge notizia che si è spento _ il
slg. Emanuele Sbaffì, pastore emeriti)
della Chiesa Evangelica Metodista
d’Italia, per molti anni Presidente
della medesima. I funerali si sono
svolti a Roma, nella Chiesa Metodist.a
di Via Firenze, sabato 6 corr„ con una
partecipazione imponente di evangelici e non evangelici che hanno cosi
attestato la propria stima e simpatia;
il servizio funebre è stato presieduto
dal Past. Pier Paolo Grassi e sono
stati rivolti vari messaggi di ricordo
da parte di rappresentanti di Chiese
sorelle e del Consiglio Federale. Ricorderemo più ampiamente questa fi.gura di rilievo del protestantesimo
italiano. Oggi esprimiamo la nostra
fraterna simpatia, per questa scomparsa, ai fratelli metodisti, e in particolare a tutti i familiari del Past.
Emanuele Sbaffi, nella comune fede
in Cristo e nella ferma e serena speranza della risurrezione.
Il pericolo
della reiezione
Nel 1893 A. Schweilzer si presentò
all’e'same di maturità (Abìtur) e lo
superò con risultati meidiocri. Sembra che aibbia concorso a non fargli
ottenere migliori risultati la tradizione che vole’va che i candidati si presentassero agli esa-mi con un abbigliamento solenne. Schweitzer non voleva che i propri genitori dovessero soppcrtare per lui spese eccessive. Alcuni
suoi parenti gii diedero' allora una
ïedingote e lo zio i P'antaloni. Poiché
però lo zio era più basso e più grosso
del nipote, i pantaloni erano per lui
ti'O'ppo corti. Pensò quindi di allungare le bretelle con fettucce, ma risultò conciato in maniera tale da sembrare più un clawn ohe un, baccellire. Si sa come vanno a finire le cose
in tali casi; i compagni cominciarono
a ridere, e i professori se la presero
Ciori il povero giovane.
Nel tema d’esame, l’esaminatore
aveva apposto questa nota; Mangel
an Logik (La logica fa difetto); strana osservazione per un futuro filosofo La copia di questo tema era ancora al liceo di Mulhouse durante l’ultima guerra, ma si è perduta dopo il
1944."
Alla vigilia del suo anniversario,
« L’Alsace » ricordava che, se Kayseisberg gli aveva dato i natali, è Gunsbach la città dove ha trascorso la
sua infanzia e dove ha fatto sovente
ritorno. E’ a Gunsbach, uno dei più
piccoli paesi dell’Alsazia, che Albert
Schweitzer ha la sua casa in Europa,
■id è a Gunibach che vive M.me Emmv Martin, sua collaboratrice dal
1919. Ella è stala otto volte a Lambarené, ed è lei che cura la casa del dottore e il suo museo, c lei che provvede
ancora al disbrigo della sua corrispondenza. M.me Emmy ha adesso 82
anni e su di lei è stato pubblicato
qualche anno fa un libro ; « Emmy
Martin, la collabcratrice di Albert
Schweitzer ». Ma di Gunsach vi scriverò dopo' che sarò andato a visitarla,
cerne è mia intenzione.
Intanto il sindaco di Kaysersberg,
il Signor Ferrenbach, che come vi ho
già scritto si era recato a Lambarené
per portare auguri e doni al dottor
Schweitzer nel giorno del suo complearmo, ha fatto ritorno ed i giornalisti dell’« Alsace » sono andati a intervistarlo. Egli doveva essere ancora
entusiasta del suo viaggio' e dell’incontro con il più illustre dei suoi concittadini. Il suo malessere, di cui vi
ho fatto cenno nella precedente lettera, era dovuto ad una insolazio'ne.
Ma il buon dottor Schweitzer lo aveva avvertito, in dialetto alsaziano, a
non togliersi il cappello sotto il sole!
Le « Dernières Nouvelles », dal canto loro, pubblicano una lunga serie di
corrispondenze da Lambarené di Gé
rard Schuffenecker, inviato speciale
del giornale ricche di documentazione fotografica. Ma del dottor Schweitzer non si finirebbe mai di parlare.
Ed è tempo invece che io vi lasci. Non
senza riferirvi tuttavia queste parole,
dette dal dottcr Schweitzer al corrispondente delle «Dernières Nouvelles»
e piene di malinconica rassegnazione ; « Io vivo neH’Africa Equatoriale,
ma penso molto all’ Asazia. Ahimè,
no, io non tornerò più in Europa. Si
può abbandenare il proprio lavora
cinque minuti prima della fine? »
Eros Vicari
Ricordiamoci bene che se non viv ì.mo questa vocaziO'ne a seguire VerJ:
in Carità, allora possiamo anche e‘
sere — come il popolo di Israele reietti, abbandonati per un temp '
dal Signore. Come ci insegnano le n;,
te parabole, la vigna del Signore pu'l
essere affittata ad altri lavoratori, ■
gli ivitati ufficiali al gran convit
pO'SSO'no essere scstituiti da quelli eh"
non lo erano ! E come alla Chiesa ci
Efeso, così alla nostra Chiesa Valdss
può essere rivolta la parola del Signi'
re ; « lo so che hai costanza cd h; .
sopportato molte cose per amor d( ;
mìo nome, e non ti sei stancato. M;;.
ho questo contro di te : che hai la/^c ;ì
to il tuo primo amore. Ricordati dui;
que donde sei caduto, e rawediti, e
fa le opere di prima ; se no, verrò a tie rimoverò il tuo candelabro dal p»
sto, se tu non ti ravvedi». (Ap. 2; 3 5'
Parte del corpo
di Cristo
Ci rallegriamo di queste parole che
non sono di coindanna, bensì, di ri
chiamo e di ammonimento ! Ma non
possiamo spinigere fino in fondo il pa
rállelo con il popolo di Israele! Que
sta vocazione che il Signere c. rivolg:;
è rivolta anche, in Cristo, a tutti que!
11 che sono pronti ad udire la vece d!
Dio per fare parte del popolo dei ere
denti, che è tanto più vasto di quello
Valdese. La vocazione rivolta alla nostra piccola. Chiesa lo è anche all’intera Chiesa del Signore, di cu. le no
stre comunità non sono che una piccola parte. Sappiamo di essere scltan
to una frazione della Chiesa, ma una
frazione che ha una piarte importante
da svolgere nei piani del Signore.
Ñon abbiamo' certo da gonfiarci di
orgoglio parlando delia nostra Chiesa e del nostro popolo, bens'i da lavorare sodo ! Quando, nel secolo scorso,
Bonaventura Mazzarella ed altri, vollero far parte della Chiesa Valdese
firmarono la seguente dichiaraz.one ■
« Dichiariamo di abbandonare fin da
oggi estericrmente, come già l’avevamo abbandonata .spiritualmente, la
Chiesa di cui ci aveva fatti membr'
la nascita, per ritornare alla Chiesa
di Gesù Cristo e degli Apostoli, alla
Chiesa dell’ Evangelo, e diventare
membri della frazione di quella Chiesa chiamata Valdese, alle dottrine ed
alla disciplina della quale aderiamo
pienamente ». E’ bello questo senso
che la Chiesa Valdese ha di essere
una parte di un tutto, ma una parte
importante come... ogni parte del corpo di Cristo è importante! Come oggi
noi tutti abbiamo la sensazione che
qui nessuno di noi è di troppo ; tutti
siamo benvenuti, e contenti ed importanti. Continuiamo a mantenere questa sensazione per sempre, in ogni circc'stanza. Nessuno di noi si tragga
mai indietro quando il Signere ci
chiama e ci rivolge la Sua parola. Sarà il miglior modo per noi di dimostrare a Dio la nostra riconoscenza
perchè ci fa essere membra del Suo
popolo che conosce doveri e comandamenti, ma, soprattutto, meravigliose
liberazicni ! Bruno Costabel
Lature bibliche: Deal. 7; 7-15. Deui.
Ih: 12-21. An. 2: 1-7.
ATTENZIONE !
Avvertiamo che questo è l’ultimo
numero che inviamo a coloro che ancora non ci hanno fatto pervenire i!
loro abbonamento per il 1965.
3
12 febbraio 1965 — N. 7
pag. 3
PAGINÉ DEL NOSTRO PASSATO
/# discorso ^^napoÌGonico„
di un Pastore vaidese
La nuova costituzione ecclesiastica stabilita dal governo napoleonico (25 luglio 1805)
prescriveva che le chiese valdesi, a somiglianza delle chiese riformate di Francia,
fossero ripartite in tre chiese concistoriali :
la prima, con centro a Torre, per le parrocchie di Torre, Bobbio, Villar e Rorà; la seconda. con centro a Prarostino, per le parrocchie di Prarostino, Angrogna. S. Giovanni ed Inverso Porte; la terza, con centro a
Villasecca, per le parrocchie dì S. Germano,
Pramollo. Inverso Pinasca..£. per tutte-quelle
di Val S. Martino, detta Val Balsiglia.
Ai pastori, che versavano in grande miseria, privati, a causa degli eventi politici,
dei generosi sussidi delle nazioni protestanti
veniva concesso uno stipendio annuo di Lire 1.000 ed il provento di alcuni beni nazionali tolti alle parrocchie cattoliche, ridotte
di numero per la scarsezza dei fedeli.
In conseguenza del nuovo ordinamento ecclesiastico i pastori confermati furono invitali dal Sotto-prefetto di Pinerolo, con lettera
del 16 agosto 1805, a prestare solenne giuramento di fedeltà al nuovo governo. L’insediamento dei pastori fu fissato per il giorno
14 vendemmiaio, a. XIII del calendario francese allora in vigore, corrispondente al 6 ottol>re 1805 del calendario cristiano.
La cerimonia rivestì speciale solennità non
sola per l'alllusso di tutta la popolazione di
Torre e di molte partì delle Valli; ma per
1 intervento stesso del Prefetto, accompagnalo fial Sotto-prefetto e da un largo stuolo di
au^oevuh personaggi. AH’entrata di Torre,
sul >onte di Angrogna, si trovò schierato a
ric' ' *rlo lutto il Corpo Pastorale Valdese, coi
siri'¡ CI e consiglieri di Torre e coi deputati
dcLi vane Comunità delle Valli. Diede il
bei; nulo al Prefetto il consigliere provinciai- Paolo Appia, esprimendo la gratitudine
eh .Ilio il popolo valdese verso S. Maestà
1 li '1,-n-alore e verso il Prefetto stesso, che
tai^ parte aveva avuto nelle generose conce- ni- Scortato dalla Guardia Nazionale,
Ini iiie tolte ali di popolo plaudente, il cortei nir.'iverso Labitato di Torre e si diresse
ve la chiesa dei Coppieri, dove doveva
ave: ,uogo 1 insediamento dei ministri vaidc' il pastore di Torre accolse FAlto Magi-. o sulla porla del tempio e lo accompa
gnn r nosto d’onore a lui riservato.
!■ pastore di Torre Pietro Beri (junior),
iim - per i suoi tempi, di notevole dottrina
e e; 'valide eloquenza, come attestano varie
su« 'cre stampate e manoscritte. A lui fu
con' Po dai colieghi l’alto onore di pronuncu’r; ’I sermone d’occasione.
.-torici Muston e Jahier, i quali narrai' a.ssai minutamente questi fatti, ci dicono che lì Beri, dopo aver invocato Laiuto
de: Signore, pronunciò « un eloquente disc( so ed una fervente preghiera di rendimi io di grazie», dopo di che il Prefetto a
su: \ i>lta. oronunciò un altrettanto elevato
di^'- ' -o. inneggiando alla libertà dì coscienza ' idle virtù religiose del popolo valdese.
M' i naino dei due predetti storici ci ha
tra 'O il testo dell’eloquente discorso del
pa- • Bert nè i punti salienti di esso.
^ - a quindi riuscire interessante ulanah'SP ' che di detto sermone ci trasmise un
anoirmo. forse uno del seguito stesso del
Prer ■ lO.
Da essa apprendiamo che il lesto biblico,
che ispirò il sermone, fu tratto dalla I® Epistola dì S. Paolo a Timoteo, cap. 2®, versetti
1 e 2. Il sermone doveva avere in quella circostanza un accento spiccatamente politico
ed il lesto prescelto vi si prestava a meraviglia: Je recommande, avant toutes choses,
qu'on fasse des prières, des supplications et
des actions de grâces pour tous les hommes,
pour les Rois et pour tous ceux qui sont éle
vés en dignité, afin que nous puissions mener une vie paisible et tranquille, eu pratiquant les devoirs de la piété et de l’honnêteté ».
Il sermone attesta la gioia, che in quel
giorno era neiranimo dei ministri e del popolo valdese per la fine sperata di tante sofferenze e di tante umiliazioni ; è una esaltazione della nuovi libertà religiosa ed un attestato dì riconoscenza aU’Uomo Provvidenzia
le che ridà al popolo valdese pace e dignità
dopo tante vessizìoni, ed in pari tempo, anche un caldo invito rivolto al popolo ed ai
pastori, affinchè si rendano degni della grazia concessa e insistano nelle preghiere a Dio
per tutti i popoli e per tutti i regnanti, affinchè sia ristabilita la pace su tutta la terra
e tutti gli uomini diventino amici e fratelli.
Ecco il contenuto del discorso, com'è riassunto nel documento:
La preghiera affratella gli uomini
e accomuna popoli e regnanti
« L’idée principale de l'exorde du Prédicateur est tirée du bienfait de la Religion, qui
tend a rapprocher les hommes entre eux et
à reserrer par les liens d‘une bienveillance
universelle les noeuds, dont la Nature vouloit déjà les unir. L'ordre ou l'obligation de
prier les uns pour les autres, est, dit-il, une
preuve que rien de ce qui touche à l'humanité n’est étrange aux chrétiens. Il va plus
loin. Il observe que la prière pour les Rois
et pour ceux, à qui est confié le gouvernement des peuples, sanctifie, en quelque sorte,
leur autorité, prévient les révoltes et établit
entre les gouverneurs et les gouvernés un
heureux accord qui assure leur bonheur. Se
transportant ensuite au temps où Si. Paul
écrivait, c’est à dire dans un siècle, où le
monde connu gémissait sous le sceptre de fer
des Romains et surtout où un monarque furieux multipliait les martyrs des fidèles, il
en prend occasion de faire admirer l'exhortation contenue dans son texte! ». Si la crainte, si la prudence, continue-t-il, vinrent dans
ces malheureux tems seconder l'esprit du
Christianisme dans la pratique du devoir,
qui nous est prescrit, que ne devons nous
pas faire aujourd’hui que nous sommes portés par la reconnoissance? Si pour adoucir
leurs misères et appaiseï leurs oppresseurs
les srs Chrétiens durent invoijuer sur eux
les bénédictions célestes, quels voeux ne devons nous pas former nous, qui avons le
bonheur de vivre sous un gouvernement protecteur de notre culte et de notre foi!
E necessario e doveroso pregare gli
uni per gli altri e per i re
Après avoir demandé le secours de Dieu
et l'indulgence de ses auditeurs, le prédicateur entre en matière. Il montre que par
un elTect nécessaire de la Doctrine Chrétienne, le mur de séparation élevé par les préjugés entre les différens peuples, a du s'abattre insensiblement pour ne les faire envisager désormais que comme les enfans du même Père, rachetés du même Sauveur, cohéritiers du même héritage par J. C. Rien de
plus naturel dès lors que de prier réciproquement les uns pour les autres et surtout
pour les Rois etc., qui ont une si grande influence sur le .soit des nations qu'ils gouvernent. 11 développe ensuite le double motif qu’avoient les s.rs Chrétiens de le faire:
P pour hâter par leurs voeux la conversion
de:- payciis. et avancer ainsi l'heureuse époque. oii ils pourraient s’appliquer tranquillement à la pratique des douces vertus évangéliques. Pour démentir, en imitant leur Divin Maître, les calomnies de leurs ennemis,
qui, pour arrêter les progrès de la Religion,
l'appelloient une impiété, une superstition
dangereuse et ses adhérans des fanatiques,
dc5 rebelles, des perturbateurs du repos public. La conduite précise, irréprochable des
chrétiens, remarque notre Prédicateur, leur
servit de défense et d'apologie; et leurs pri軕es exaucées changèrent bientôt la face de
l'Univers. Mais nous voulons le laisser parler
lui même dans son application toute analogue à la circonstance du jour.
L’esortazione a pregare per i regnanti ha valore universale
<( Bien que les Evangiles et surtout les
Epîtres renferment un grand nembre d’instructions qu’on peut appeller locales, c est à
Culto radio
ore 7.40
DOMENICA 14 FEBBRAIO
Pastore Gino Conte
DOMENICA 21 FEBBRAIO
Pastore Gino Conte
L’Evangelo alla Radio-IV
della Svizzera Italiana
DOMENICA 14 FEBBRAIO
ore 9,15 - Radio
Conversazione evangelica
DOMENICA 21 FEBBRAIO
La Parola del Signore
Ore 22 circa (alla fine delle trasmissioni) - T£levis:one
fi
GIANAVELLA
il
Ua luogo caro al nostro ricordo, da far
fruttaro non solo sontimBntalmonto
Questo giornale ha già dato notizia, nel settembre scorso, dell’ acquisto- della Gianavella Superiore
da parte della «Pro- Valli»: a se^ito
di tale cperaz’one i beni del capitano
Janavel siti sul versante meridionale del contrafforte che da Roicca Bera
scende verso il borgo di Luserna, sono
ternati in mani valdesi, esattamerii;e
300 anni dopo la loro confisca (lebbraio 1664).
La « Pro Valli » desidera ora brevemente riferire su quanto è stato finora fatto per la realizzazione del programma pretìispcsto all’attc- deil acquisto della proprietà e iir moio
celare ringraziare i molti valdesi cne
hanno già versato il loro contributo.
La proprietà, recentemente riscattata, verrà passata per ramrninistrazione alla commissione apposita, riominata dalla Venerabile Tavola Valdese; è perciò in stretta collaborazione
con cmesta Commissione che la « Pro
Valli » ha elaborato il piano di sistemazione e ha dato corso alle pr.ins
realizzazioni. Tale programma si ar .cola essenzialmente su due linee.
a) Rimboschimento. Per quest’opera
la « Pro Valli » si è rivolta al dott. Alberto Baridon, tecnico noto nelle due
Valli non solo- per la sua profonda
competenza, ma specialmente per il
suo entusiastico appoggio ad ogni iniziativa valdese in campo agrario.
IFERMSDA MEim lOSG
PER lA CHIESA DI ERAY RESIOS
Aldo e Romola Long L, 20.000; Nella
Greppi 10.000; Geraldo e Anita Mathieu
10.000; Alma Long 5.000; Margherita Menotti 10.000; Alessio Menusan 3.000; Alina
Long Menusan 3.000; Eisilia Mathieu 1.000;
Xenia Viganò 10.000. Grazie.
Attorno alla Gianovelia, come i lettori
hanno potuto vedere. sorge una nuova piantagione di pini; ma l'edifìcio va
totalmente riattato.
(foto A. Eynard).
Con pronta decisione è stato po=s.bile già quest’anno mettere a d.mora
c^-rca 1.700 conifere, mentre un piano
di massima prevede ulteriori piantamenti per un totale di 8.000-10.000
piante. L’oculata scelta delle essenze
permette di prevedere che entro pochi
anni la Gianavella sara costituita da
una bellissima pineta che farà contrasto con i faggeti a monte, che fermano il Bosco dei Banditi, i cui prestigiosi ricordi storici sono cari ad
ogni Valdese.
b) Museo della antica casa valdese.
Per la sistemazione di questo Museo
bisognerà aspettare la primavera. L’intenzione è di sistemare la casa di Janavel, liberandola dalle sovrastrutture aggiunte in epoche recenti, e di ammobiliarla con i mobili antichi pazientemente raccolti dal compianto prof.
Attilio Jalla. La Pro Valli e la Commissione della Gianavella considerano
questo progetto anche come postumo
omaggio alla memoria del prof. A.
Jalla, che tanto tempo ha dedicato,
con infinito amore, alla piccola patria
Valdese.
Terminando questa breve relazione
' doveroso ringraziare pubblicamente
li rmlci che, al. re a: Dott. Fa iden.
hanno date la loro cpera entusiasta ;
il sig. Eugenio Lcng di S. Giovanni e
i sigg. Guido Pasquet e geem. A Poet
di Torre Peilice. Un particolare nngrazianiontO’ va pure rivolto al Corpo
forestale dello Stato.
La Gianavella ira pochi anni, sarà,
a D. p., una interessantissima meta
per il turismo religioso, nazionale ed
estero, e costituiià la base ideale per
incontri e campeggi.
La « Pro Valli » - La Commissione delia Gianavella
Per le offerte utilizzare il c. c. postale N. 2-30544 intestato al Cassiere della P. V. not. Umberto Pellegrini, Torre Peilice.
Ofìcrte per la « Gianavella y> : Sig. Balmas
Gustavo (S. Germano) L. 1.000; Griot Aldo
(id.) 1.000; Comba Luigi (id.) 1,000; Jolanda e Ugo Rivoiro Pellegrini 100.000; Concistoro Valdese di Torre Peilice (P vers.)
100.000. La Pro Valli ringrazia, (continua)
dire, propres aux lieux, au tems et aux personnes, à qui les Ecrivains sacrés les donnaient, il est cependant certain que les préceptes moraux, qui constituent l'essence du
Christianisme, ont une extension indéterminée, qui leur donne toujours et partout force
de loi : l’ordre de prier pour les Rois etc. en
est un pur exemple. C’est vous dire, mes
frères, que nous y sommes aussi obligés. Quel
beau modèle nous auroient laissé nos Pères,
si les mêmes circonstances revenaient! Souvent troublés dans l’exercice de leur culte,
persécutés pour leurs opinions, chassés de
leurs foyers, en un mot condamnés par leur
Prince à mille privations, au martyre, à la
mort, ils ne cessèrent jamais de lui être fidèles, même dans leur défense naturelle et
de faire des voeux pour lui.
La libertà religiosa è rinata per virtù
di un Eroe
A Dieu ne plaise que je veuille rouvrir
des playes trop longtemps saignantes et que
la Providence a daigné fermer. Mais la différence est si grande des siècles passés à celui, où nous sommes, qu’on ne sauroit trop
la faire sentir.' Si les morts prennent encore
part à ce qui arrive sur la terre, si, dépouillés de leur enveloppe matérielle, ils sont encor témoins de ce qui se fait ici bas, que ne
doit-il pas se passer maintenant dans l’âme
de nos ancêtres? Mânes innocens et plaintifs, victimes de l’intolérance et du fanatisme, cessez de gémir sur les destinées vaudoises: nos longs malheurs sont finis! Vos
neveux recueillent aujourd’hui les fruits de
vos vertus, de votre fidélité, de votre résignation, de votre courage. Le tems est venu
où nous devons aussi être regardés comme
enfans de la Patrie. Une grande nation, jadis
notre ennemie, semble vouloir réparer les
torts de ses anciens Rois en nous recevant
dans son sein, en nous faisant part de tous
les privilèges. Un gouvernement plus juste,
plus philosophique, un Héros, que le Ciel
a fait naître, nous relève de notre abaissement, rassure nos consciences, autorise notre
culte et nous appelle sans distinction à la
gloire et aux honneurs. Oh! que nous allons
désormais élever avec ardeur vers le Tout
Puissant des prières, des requêtes et des supplications non plus pour qu'il inspire à notre Souverain les dispositions plus humaines,
plus favorables, mais pour qu'il le conserve,
et qu’il soit son conseil et son bouclier. (Suit
un hommage et un remerciment à MM. les
Préfet et Sous-Préfet).
La libertà accresca il nostro zelo
Que cette journée sur tout est belle pour
nous mestre, honorés Frères, mes chers Collaborateurs, dans le ministère de Christ! Soutenus dans nos travaux par la générosité de
nations éloignées, nous avons craint plus
d’une fois de voir tarir ?a source qui nous
alimentait : noire nouvelle organisation bannit toute crainte : autorisés dans nos fonctions
par les loix de l'Empire, notre sort est assuré
sur les mêmes fondemens. Quel motif pour
nous de redoubler de vigilance et de zèle
dans l’accomplissement de nos devoirs pastoraux! Quel motif d'être fidèles à l'engagement
solennel que nous allons bientôt prendre et
de porter à la même fidélité les troupeaux
confiés à notre conduite! Loin de nous cependant une coupable ingratitude! Conservons pour nos anciens Bienfaiteurs une juste
reconnoissance; étrangère à la politique, elle
demande de notre bouche une mention honorable, que personne sauroit blâmer ».
Cerebiamo di essere degni délia nuova libertà
Le Pasteur Vaudois finit par féliciter ses
compatriotes: il les invite à prendre part
aux heureux changemens survenus dans
leur existance civile et religieuse. Il les exhorte surtout à s'en montrer dignes par leurs
vertus, par une pratique plus exacte des devoirs de la piété et de l'honnêteté et il couronne l'oeuvre en faisant des voeux pour
tous les souverains a fin qu'ils accélèrent le
retour d'une paix générale, dans la quelle
les hommes ne connaissent et ne se donnent
plus que les beaux noms de frères et d’amis.
Arturo pascal
PERSONALÌA
II 29 gennaio u. s., Giovanni Barbián ha conseguito’ presso' l’Universicà
di Siena la laurea in scienze politiche,
col massimo dei voti, discutendo una
tesi su « Origini e sviluppo dei movimento liberal-socialista in Italia ».
Al dott. Barblan, giovane impegna
ro in seni' alla comunità valdese di
Siena, i nostri vivi rallegramenti.
Eleoco colletta di Satale
per (( Villa Olanda »
Doni ricevuti dalli]fficio della Tavola:
Offerte delle Chiese al 31-1-1965: Bari
L. 32.000; Campobasso 14.100; Bobbio
15.652: Corato 8.500: Siena 10.000; Ferentino i.810; Colleferro 8.000; Guglionesi
I. 000: S. Giacomo 2.400; S. Salvo 1.600;
Cerignola 15.000: Trani 5.000; Felonica Po
30.000: Zurigo 29.025; Pinerolo 64.040;
Massello 35.350; Cosenza 7.500; Dipignano
2.400; Reggio Cai. 10.000; Pisa 25.000: Aosta 35.000; Villasecca 29.000; Torre Peilice
83.000; Torino 250.000; Vittoria 12.025;
Sanremo 30.000; Napoli Vo. 12.695; S. Giovanni Lipioni 4.000; Carunchio 5.350; Diaspora Abruz. 2.150; Caltanissetta 8.000; Venezia 10.000; Palermo 50.000; Brescia 26
mila; Rodoretto 10.000; Milano 150.000;
Rimini 10.200; Coazze 15.000; Susa 15.000;
Pomaretto 50.000; Biella 14.000; Prali 21
mila; Angrogna C. 15.000; Ginevra 5.051;
Agrigento 5.000; Grotte 1.350; Venezia 18
mila; Riesi 12.000; Sampierdarena 25.900;
Napoli V. C. 15.000; Angrogna S. 5.500;
Genova 57.100; Livorno 20.800; Lucca
II. 000; Barga 16.400; S. Secondo 25.000;
Riv. Ponente 1.000; Forano 13.000; Genova
6.000; Mazzara 790: Castelvetrano 230; Campobello 585; Marsala 1.200; Trapani 1.600;
S. Germano 38.155; Ferrerò 30.000; Catania
21.300; Orsara 3.800; Foggia 5.000; PramoJlo 20.000; Taranto 5.000; Brindisi 3.000.
Totale: L. 1.550.558.
Doni ricevuti direttamente a Villa Olanda:
Chiese Valdesi di: Rio Marina 12.000;
Como 70.000: Verona 60.000; Mantova 15
mila; Ivrea 25.000; Pachino 10.000; Villar
Peilice 33.700; Prarostino 26.000; Firenze
19.750: Catanzaro 7.700; S. Pietro Magisano (CZ) 4.680; Chiesa di Lingua Italiana di
Basilea 15.000; Scuola Domenicale C.so Oddone (Torino) 4.755; Sig.ra Pellìzzaro (Luserna S. Giov. - Torino) 10.000; Sig.na Nozzoli (Siena) 5.000; Sig.ra L. Malacrida (Como) 2.000; Ch. Schupbacli (Rieben - Basilea) 3.000. — Totale: L. 323.585.
DONI RICEVUTI
PER ECO-LUCE
Dalila Berla (Firenze) L. 200; Domenico
Zaza (Milano) 500; Lidia Lantaret (Firenze)
500; Fernanda Fiorio (Napoli) 500; Samuele
Negri (Kimini) 500; Tecla Ade (Roma) 100;
Bianca Pavoni (Milano) 1.000; Giovanni
Mantelli (Alessandria) 500; Alessio Roslan
(Pinerolo) 200; Graziella Jalla (Torre Pellice) 1.000; Enrico Ghigo (Ferrerò) 500; Federico Micol (Pomaretto) 450; Carlo Tomasini (Torre Peli.) 500; Oscar Tomasini (Torre
Peli.) 500; Samuele Serre (Villar Perosa)
200; Alberto Cane (Bologna) 250; Luisa Ferrari (Villar Peilice) 200; Filiberto Reynaud
(Rorà) 500; Alberto Fiorio (Napoli) 500;
Alfonso Piloni (Torino) 10.000. Grazie!
{continua)
Emigrazione
in Svizzera
Le misure prese dalle autorità federali per ridurre la superespansione
economica attualmente in atto nella
Svizzera, comportano, fra l’altro, una
riduzione della manodopera stranie
ra.
Una nuova regolamentazione per
quanto concerne ringresso di lavoratori siranieri entrerà in vigore il 15
c. m. Essa stabilisce che chiunque desidera venire a lavorare in Svizzera
deve cittenere - prima della sua partenza da’l’Italia - una assicurazione
di concessione di permesso di soggiorno. In pratica ,ciò significa che è nece.ssario :
!■ - ottenere un regolare contratto
d: assunzione da parte d’i un datore
di lavoro svizzero ;
2° - presentarsi con qne.sto contratto al più vicino Consolato svizzero e
chiedere la assicurazione di concessione del permesso di soggiorno. Que>-ta dichiarazione verrà rilasciata dopo che il Consolato si sarà informato
presso ’e autorità cantonali svizzere
sulla necessità della manodopera nella zona e per la professione richiesta ;
3" - ottenuta questa « assicurazione », rinteressato potrà mettersi m
viaggio. Si raccomanda di giungere
alla frontiera (Chiasso o Briga) nelle
prime ore del mattino, perchè la visita medica doganale deve essere eseguila alla frontiera, e chi arriva nel
pomeriggio deve a volte attendere fi
a al giorno seguente, con notevole
disagio.
Attenzione : chi non sarà in possesso di questi documenti verrà respinto alla frontiera! Nessuno intraprenda un viaggio - lungo e dispendioso - senza la certezza di poter avere il lavoro.
Per ogni ulteriore informazione, ci
si può sempre rivolgere ai pastori evangelici italiani in Svizzera (indirizzario completo nel Calendario
« Valli Nostre »).
4
pag. 4
N. 7 — 12 iebbraio 1965
r
NOTIZIARIO RIOPL ATENSE
La Chiesa Valdese Sudamericana
riesamina le sue strutture
In accordo con le deliberazioni delroitima Conferenza di Distretto, si
realizzò a fine settembre un convegno dedicato al riesame delle strutture ecclesiastiche del Distretto Rioplatense.
A tale scopo si riunirono nel Parco
«17 di Febbraio» circa 80 dirigenti di
Chiesa, rappresentanti praticamente
tutte le comunità valdesi di Uruguay
e Argentina, che, in un programma
della durata di tre giorni trattarono
successivamente i seguenti temi;
1) La congregazione locale, con la
inclusione della chiesa come comunità carismatica, la testimonianza della chiesa, la congregazione come comunità missionaria locale.
2) La riorganizzazione del Distretto Rioplatense, comprendente la
riorganizzazione delle congregazioni, la riorganiz2azione interna
del Distretto e la riorganizzazione del Sinodo.
Questa ritmione di studio non aveva autorità per prendere decisioni di
carattere esecutivo o deliberativo, ma
ha comunque permesso ai dirigenti
del Distretto di scambiare idee e opinioni con i dirigenti locali e formarsi
cosi un giudizio più chiaro e preciso
sulle necessità strutturali della Chiesa in questa zona per poter svolgere
una missione migliore e più facile. E’
basandosi sulle idee prevalse durante tale riunione di studio che la Commissione Esecutiva ha sottoposto alla considerazione delle Chiese un piano che dovrà essere studiato durante
la prossima Conferenza annuale del
mese di Marzo e che proporrà quanto
segue:
a) Creazione della Sessione Sudamericana del Sinodo Valdese
composta secondo norme analoghe a quelle dell’attuale Sino
do e in pieno accordo con l’articolo 47 degli Atti deU’ulttmo Sinodo.
b) Sottoonissione di tutta la nuova
legislazione ecclesiastica a un
periodo di prova di tre anni, con
10 scopo di poterla adattare secondo i suggerimenti deH’esperienza e secondo le necessità che
11 momento indicherà.
c) conferma completa in tutte le
sue parti dell’ attuale stuttura
per le congregazioni locali, in accordo con i Regolamenti Organici.
d) Creazione di cinque Presbiteri
per raggruppare le attuali comunità locali e favorire le relazioni
e la stretta collaborazione fra
loro.
La Commissione: Esecutiva, stabilendo queste basi per la riorganizzazione ecclesiastica del Distretto, ha
sottolineato in modo particolare ohe
tutti i cambi che possano eissere introdotti nell’ organizzazione o nella
struttura della nostra Chi^a significheranno poco o niente per il rinnovamento della vita stessa se non si verificherà in essa l’azione dello Spirito
Santo e ha perciò conferito speciale
importanza al suo rapporto riguardante « la necessità che tutti i membri della Chiesa preghino con fervore e intensità affinchè lo Spirito Santo diriga e trasformi la vita di ognuna delle nostre comunità in modo che
la Chiesa Valdese adempia sempre
più fedelmente al compito che il Signore le ha affidato».
Chiusura dell’anno accademico IDEI
alla Facoltà Teologica Evau|elica
di Buenos Ayres
Il 27 novembre u. s. terminò l’anno
scolastico nella Facoltà Evangelica di
Teologia, organismo a carattere ecumenico dove si formano i Pastori e
gli Operai delle Chiese Metodista,
Presbiteriana, Valdese e dei Discepoli
di Cristo per Argentina, Bolivia, Cile,
Paraguay, Perù e Uruguay. Inoltre la
Facoltà contribuisce alla formazione
delle Operaie della Chiesa Luterana
Unita e isi trova attualmente in trattative con la Chiesa Anglicana affinchè anche i futuri Pastori anglicani
possano studiare li.
L’atto principale della chiusura dei
corsi si svolse nella Chiesa Metodista
Centrale, con l’intervento di numeroso pubblico, e il messaggio pronunciato dal Pastore valdese Riccardo
Ribeiro ebbe come titolo « Giovanni
Calvino, nostro compagno neH’avventura cristiana ».
Ventiquattro studenti hanno terminato la loro preparazione nell’anno
1964: tre di essi appartengono alla
Chiesa Valdese. Infatti, si sono diplomati Carlos E. Nunez e Osvaldo
Tron, e come candidato al diploma
Benjamin Barolin. Gli ultimi due
perfezioneranno i loro studi presso
la Facoltà Valdese di Teologia di Roma, usufruendo di borse di studio
istituite dalla Tavola Valdese. Il loro
arrivo in Italia è previsto per i primi
giorni di febbraio.
La Chiesa Valdese ha accolto con
gioia nel ’64 i candidati, ma la situazione si presenta preoccupante per i
prossimi anni: per esempio, per i corsi del ’65 si è avuta l’iscrizione di un
solo studente valdese.
Salone ii attività
a Juan laeaze
In Juan Laeaze, dipendente dalla
Chiesa di Colonia Cosmcpolita, è stato inaugurato un salone dedicato a
varie attiviità che permetterà d’intensificare il lavoro che laggiù compie
rassistente di Chiesa Violeitta Geymonat con la collaborazione di alcuni vicini di questo centro urbano. Sono magnifiche le possibilità di lavoro
che si aprono in Juan Laeaze, specialmente fra i bambini. Da parte sua il
nucleo di valdesi là residenti, nucleo
in aumento, ha da alcuni anni interessato il Concistoro a prendere in
cc'nsiderazione la possibilità di costruire un Tempio e trasportare la
sede pastorale da Colonia Cosmopolita a quella citta. H.E.B.
VILLASECCA
Lutto. — Il 26 gennaio il Signore ha richiamato a Sè il nostro fratello Clot Luigi di
Combagarino alLetà di 51 anni. Era partito
la mattina presto per recarsi a Torino, ma a
poche centinaia di metri dalla sua abitazione, lungo il sentiero che scende ai Chiotti
è stato colpito da un malore improvviso ed
è deceduto pochi istanti dopo, solo, sulla strada. L*Evangelo della .speranza cristiana è sta
to annunziato ad un folto numero di parenti,
amici e compagni di lavoro, accorsi per accompagnarlo alTultima dimora, domenica 31
gennaio. Alla famiglia così dolorosamente
prov.ata da questo lutto, rinnoviama la nostra
simpatìa cristiana.
Visita. — Domenica 31 gennaio la comunità d' Vìllasecca ha ricevuto la visita del
Pastore Gustavo Bouchard di Pomaretto e
della sua famiglia. Il Pastore Bouchard ha
presieduto il culto, con un forte ed efficace
messaggio dedicato alle Missioni. Nel pomerìggio la Signora Bouchard ha parlato alla
nostra Unione delle Madri rivolgendo un efficace messaggio. Ringra?iamo sentitamente i
Sìgg. Bouchard per la loro gradita visita e
per i loro apprezzali messaggi che, ne siamo
certi, non mancheranno di portare ì loro
frutti nei nostri cuori. Cipriano Tonni
La nostra stampa
vi interessa ?
SOSTENETELA
DIFFONDETELA
Avete rinnovato
ii vostro
abbonamento ?
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
FRALI
Dopo il periodo natalizio, trascorso nella
gioia c nella riconoscenza, la Comunità ha
ascoltato il messaggio della Parola di Dio da
parte del pastore Giorgio Bouchard, in occasione del culto del 3 gennaio.
Nel quadro delle manifestazioni imperniate intorno alla Domenica delle Missioni, l’Unione delle Madri ha ricevuto la visita della
Missionaria Anita Gay che ha proiettato degli interessanti documentari sul lavoro medico nell’Africa equatoriale. E’ stato distribuito il materiale inviato dalla Commissione
per le Missioni e sono state raccolte collette
nei culti del giovedì sera e della domenica
31 gennaio. La Scuola Domenicale ha pure
dedicato a questo argomento una lezione
nelle sue due sezioni ed ha raccolto una bella
offerta.
La Comunità si prepara ora a celebrare il
17 febbraio nella riconoscenza al Signore. Ricordiamo l’accensione dei falò al suono della
campana, alle ore 20; il culto del 17 alle
10,30 preceduto dal corteo che partirà dal
ponte accompagnato dalla Banda musicale di
Pralì. Saremo riconoscenti alle Sorelle che
vorranno indossare il costume valdese. Il
pranzo comunitario sarà preparato nella sala
delle attività e preghiamo le persone che desiderano parteciparvi di prenotarsi presso il
pastore od un membro del Concistoro. Prezzo L. 1.000.
La sera del 17 gli alunni presenteranno
un programma di recite dopo il quale sarà
proiettato un documentario cinematografico
sonoro realizzato sul lavoro del Servizio Cristiano a Riesi. La Filodrammatica reciterà
la sera del 21 febbraio alle ore 20. La Corale prenderà parto alle manifesta-zioni.
iiitiitiiiiniiiiliiiimn
A CERIGNOLA
Rapporti ecumenici
Nel clima della settimana di preghiera
per l’unità cristiana si rinnovò, venerdì 22
gennaio, l’incontro tra una parte della comunità valdese di Cerignola ed un gruppo
di laici cattolici. Ho detto rinnovato, poiché
questa simpatica tradizione che vuole riuniti
ogni anno e per una sera cattolici e valdesi
della nostra città, fu, per cosi dire, tenuta a
battesimo l’anno scorso.
Promotore ed organizzatore dì questi incontri insieme al nostro pastore, uu uomo di
larghe vedute e di animo aperto, don Vito
Ungaro, parroco della parrocchia del « Carmine ». Caratteristica più bella di queste nostre riunioni è il fallo che esse si svolgono
non già in clima di accesa polemica, così come poteva succedere in tempi andati, bensì
in quello di sereno e fraterno dialogo aOa
luce dì Cristo e della Sua parola.
Al luogo ed all’ora convenuta ci presentammo, i più recando una Bibbia ed un innario. Consolante era vedere nell’occasione
l’unione giovanile al completo. Apre la riunione don Vito. Del suo discorso, palesemente costruito per renderci elogi e lodi ad
ogni frase, riporto qui alcuni particolari.
Diceva don Vito : a Se in particolari momenti storici ed a causa di particolari condizioni psicologiche..., ci siamo resi cattivi interpreti degli insegnamenti di Cristo o abbiamo compiuto atti poco lodevoli (chiara
allusione alle persecuzioni) nei vostri riguardi, ebbene di questo ve ne chiediamo perdono! ». Più in là diceva : a Riconoscenti per
l’amore da voi dimostrato in ogni tempo per
la Sacra Scrittura, amore che avete ritra
smesso in noi, vi rendiamo un sincero grazie! ». Una sola volta con molto tatto, delicatamente quasi, toccò uno dei punti di discordia, in questi termini : « In fondo », diceva, (( se poi non riusciamo ad unirci la ragione è che voi vi attenete strettamente alla
Sacra Scrittura, ritenendola la sola fonte di
Verità, mentre noi diamo peso anche alla
tradizione... ».
Seguì uno studio del nostro pastore suUa
« Santificazione ». A dir il vero, le belle
espressioni riservateci dal parroco ci avevano
alquanto inorgogliti, ma bastarono le vibranti parole del nostro pastore a riscuoterci
ed a rammentarci quanto ancora poco buoni discepoli di Cristo fossimo in realtà.
Egli non mancò poi nel corso del suo studio, di sottolineare quanto poco evangelica
fosse l’interpretazione cattolica di santo. Al
termine, un giovane della nostra unione pregò per tutti. Seguì la lettura in comune del
salmo 19, ed infine tutti i valdesi convenuti
cantarono il Padre Nostro. Notai a questo
punto un particolare bello e commovente nello stesso tempo : una signora, cattolica di
vecchio stampo e molto colta, si sforzava di
seguire il nostro canto..., quella signora era
la mia vecchia preside di scuola media, la
stessa che alcuni anni or sono, quando mi
vedeva fuori dell’aula nell’ora di religione,
mostrava chiaramente il suo disappunto e
che più volte aveva tentato di convincermi
a restare in aula « ...così, per non sentire il
freddo del corridoio... » diceva.
Mimmo Campanelli
TORRE PELLICE
Il periodo di Natale ci lascia un buon ricordo. In questi ultimi anni nel periodo natalìzio avevamo fra noi molti valdesi che
dalle città venivano a passare le vacanze fra
noi. Ora la situazione è assai cambiata: la
corrente dei Valdefsi cittadini porta piuttosto
verso Frali. A Torre Pellice il periodo natalizio si è fatto più intimo : le assemblee ai
culti erano formate quasi esclusivamente da
membri della Comunità. In certo senso ci
dispiace di non aver più la gioia di incontrare in questa occasione tanti Amici e Fratelli venuti di lontano, ma d’altra parte i
nostri culti sono stati l’espressione di una
vera comunità raccolta nella gioia c nella
riconoscenza per il Dono di Dio.
— Avevamo avuto Tintenzione di dedicare
il mese di gennaio alle studio dei Document
preparatori del Congresso interdenominazio
naie, ma il ritardo deU’invio di questi docu
menti ha ritardato ii rostro lavoro.
Se piace al Signore ci dedicheremo a que
sto lavoro prossimamente. Una prima riunio'
ne ha avuto luogo Domenica 31 Gennaio. Il
Past. Sonelli ha fatto un’ampia quanto esau
riente presentazione dei primi documenti
Una certa difficoltà è stata incontrata nel rispondere alle domande dei questionari, che
la nostra Assemblea ha trovato piuttosto dif
ficili e confusi.
Dobbiamo anche notare con un certo rin
crescìmento il modesto numero degli inter
venuti e speriamo che le prossime riunioni
siano meglio frequentate.
La prossima riunione è prevista per il 14
Febbraio. In essa cercheremo di avere una
idea delle varie Chiese e Movimenti che parteciperanno al Congresso precisandone le caratteristiche precipue. In Marzo invece tratteremo il problema dei rapporti fra Chiesa
e Stato. Potrebbe sembrare questo un problema riservato ai « tecnic’ », ma la diversa
impostazione di questo problema porta a delle conseguenze pratiche di notevole portata;
per es. : Se lo Stato italiano aiuterà finanziariamente le Scuole private, dovremo accettare o rifiutare gli eventuali contributi per il
nostro Collegio? oppure : Gli insegnanti della religione valdese nella Scuola Media di
stato debbono avere un riconoscimento ufficiale da parte delle autorità scolastiche o sono
degli insegnanti che rispondono del loro lavoro unicamente alla Chiesa? ecc. In aprile
pensiamo di poter ascoltare la Commissione
incaricata della inchìe.sta sul Collegio riguardo ai risultati della inchiesta stessa. In maggio infine ci occuperemo del rapporto riguardante Tunione delle Chiese Valdese e Metodista.
— Nel mese di gennaio gran parte delle
Riunioni di quartiere e le Unioni Giovanili
sono state visitate dalla Società Pradeltorno.
Ringraziamo i membri di questa società per
gli studi fattici e per le belle proiezioni sullo
Zambesi che ci hanno mostrate.
La domenica 13 geimaio è stata da noi dedicata alle Missioni. 11 Past. Ernesto Ayassot
ha presieduto il Culto al Centro ed il Missionario Coisson ai Coppieri. Anche le Scuole
Domenicali sono state visitate dai Missionari
residenti a Torre Pellice.
Nel pomeriggio il Pastore Ayassot ha tenuto una interessante conferenza sulla recente Assemblea Generale delle Missioni di
Parigi.
Si' può dire che nel mese di gennaio la
Comunità è stata invitata a riflettere aUa vocazione missionaria della Chiesa. Ora sta davanti a noi febbraio che si incentra naturalmente sulla Festa del 17, col suo invito alla
riconoscenza per quau'^o la nostra Chiesa
Valdese ha ricevuto dal Signore, ed alla responsabilità che ogni dono del Signore porta
con sè.
— Domenica 24 gennam c’è stato agli Aitali un incontro fraterno fra i Pastori di Lu
serna S. Giovanni, Angrogna, Rorà e Torre
Pellice ed ì membri di chiesa che sì trovano
in difficoltà per lavoro. Liano presenti anche
il Delegato della Tavola, il Presidente del Distretto ed il Direttore di Agape. Per i Pastori questo incontro è stato di grande utilità pei inserirsi meglio nelle preoccupazioni
e nei problemi che colpiscono molte famiglie delle nostre parracehie e per essere più
preparati alla ricerca di soluzioni varie per
aiutar^* in tutti i modi chi è rimasto senza
lavoro.
Una decisione, modestissima, ma sperlu
mo utile, è stata presa nel senso di render
note in tutte le parrocchie le varie possibilità di lavoro di cui abbiamo notizia.
Così in fondo al tempio si trova ogni domenica un foglio con tali notizie. Quando
si rendesse utile, per nuovi sviluppi della situazione, indiremo un’altra riunione, per
continuare a sostenerci c aiutarci.
BOBBIO PELLICE
Giovedì 28 gennaio hanno avuto luogo i
funerali del nostro fratello Geymonat Giovanni deceduto il giorno 26 gennaio nella
sua abitazione in Via Beisilia dove la domenica 24 gennaio era stato colpito da trombosi cerebrale.
Lunedì 1 febbraio una folla commossa accompagnava alla sua ultima dimora terrena
la spoglia mortale del nostro fratello Melli
Stefano di G. Giuseppe della Costa. Sabato
30 gennaio, nel pomeriggio, mentre procedeva al taglio di un alto castagno nella zona
a levante di Grugli, egli veniva investito
dalla parte superiore del tronco che stava
tagliando e, colpito violentemente al capo,
decedeva all’istante. Aveva 29 anni. Lo piangono i genitori avanti negli anni, la giovane
sua sposa col figlioletto di poco più di due
mesi.
A queste famiglie provate dal lutto ed ai
parenti, la Chiesa tutta esprime la sua viva
e fraterna simpatia cristiana c. a.
hora
SAN SECONDO
La nostra filodr immatìca ha rappreseiUato
con successo il 23 e 24 gennaio, la commedia brillante in tre atti : a Una ragazza imbarazzante », riscuotendo vivi applausi. A
quanti hanno lavorato ton impegno per la
buona riuscita di queste seiate, giungano ancora nostri sentiti ringraziamenti.
— Esprimiamo la nostra riconoscenza al
pastore Ernesto Ayassot d. Torino che ha
tenuto una conferenza, alla scuola Tlmuerto 1, i-il Congresso Evangelico di Roma, illustrandone i documenti preparatori.
Un grazie pure allo studente Franco Monnet cL^, mercoledì scorso, ha tenuto la riunione al Capoluogo.
— L'agape fraterna del XVII febbraio avrà
luogo, come di consueto, alla Scuola Umberto I, alle ore 12,30. Chi desidera parteciparvi è pregato dì pre.iotarsi non più tanii
di dcmenicH 14 febbraio.
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Guido Vingon, 3.
Direttore resp.: Gino Conte
Reg. al Tribunale dì Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Cip. Subalpina s.p.a. ■ Torre Pellice {’Fji
Un caldo tributo di simpatia cristiana è
stato manifestato da molti dei nostri parrocchiani in occasione dei funerali della Signora
Yvonne Bonansea in Durand Enrico.
Il rito funebre, officiato in fraterna e piacevole collaborazione tra il Pastore di S. Giovanni e quello di Rorà, si è svolto domenica
7 febbraio a S. Giovanni.
Ci è gradito ripetere anche qui che il af)remo destino deH’uomo è il Regno di Dio;
e rivolgere ancora una volta al caro Enrico
ed a tutti 1 familiari la parola della speranza e della fede cristiana nella resuirezione
dei morti.
— Ha avuto luogo al Bosc la riunione
delle Madri che hanno deciso ancora una
volta di preparare jI pranzo per l'Agape fraterna che avrà luogo domenica 14 febbraio.
Rivolgiamo loro un vivo ringraziamento per
quanto vorranno fare.
— Ai nostri degenti in Ospedale, Oreste
Revel e Cesare Tourn di Peyret, auguriamo
ogni bene nel Signore per un prossimo ritorno a casa.
POMARETTO
Inviamo un pensiero dì viva simpatia all’insegnante Coslantin Germana in occasione
della dipartenza della mamma, anche da parte della comunità pomarina.
Ricordiamo la dipartenza di Tron Luigi
all’età di 75 anni, da vari anni residente a
Perosa. Alle figliuole la nostra simpatia.
Ringraziamo di cuore Tinsegnante Gianni
Jahijr e Gardiol Dino per i loro profondi
messaggi rivolti a Pomaretto ed al Clot Inverso la domenica 31 gennaio.
Le famiglie Oostantin e Gallo, viv:mente commosse per la dimostraz ■
ne di affetto e di simpatia ricevuta ’
occasione della dipartenza della Icro
cara
Mamma
ringraziano di cuore tutte le perso: e
che sono state lo:ro vicine nel monimto della separazione.
Inverso Rinasca, 30 getnnaio 1965
RINGRAZIAMENTO
La moglie Letizia Marauda, la
re'lla Clara, ccn i familiari, commo;,si di tanta cristiana simpatia avuti
nel grave lutto per la dipartita 0; i
loro caro
Giovanni Bonnet
Ex commerciante - di anni 75
profondamente riconoscenti, ringr :
ziano di cuore tutte le persone p:. ::
senti al funerale, o con scritti, bei:;,
ficienza o fiori. Particolarmente gra'i
sono ai medici Dott. Cario e Dar:o
Varese, Gardiol e Scarognina, alle Direzioni, Suore e perscnale degli Ospe
dall Evangelico di Torino e Mauriziano di Luserna per la assidua assistenza prestata ed ai pastori sigg. Jahier,
Magri, Taccia e Bertinatti.
Luserna S. Giovanni, 2 febbraio 196.5
« Io ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa,
ho serbata la fede. Il Signore
è stato meco e mi ha fortificata». (II Tim. 4: 7-17)
Si è spenta serenamente — dopo
lunghe sofferenze sopportate con cristiana rassegnazione — ed ha rag
giunto in Cielo il marito ed il primogenito Ernesto, all’età di 93 anni, la
Signora
Caterina Gardiol
Ved. Prof. G. Pietro Gay (di Vercelli)
Nè daiuno il doloiroso annunzio i
figli Arturo e Gustavo colie loro famiglie, la nuora Gay Nora nata Rostan e famiglia, i nipoti, cug'ni e parenti tutti.
Le esequie si sono svolte nel Tempio
Valdese di San Secondo di Pinerolo.
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