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ECO
DELLE mm VALDESI
Sig. TEYHOT Arturo
Via C. Gabella 22/r>
16122 GENOVA
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno 108 - Num. 17 Una copia Lire 80 ABBQNAMENTI / L. 3.000 per Tinterno Sped. in abb. postale - I Gruppo bis/70 TORRE PELLICE - 23 Aprile 1071
1 L. 4.000 per Testerò Cambio di indirizzo Lire 100 Amm.: Via Cavour 1 - 10066 Torre Pellice - c.c.p. 2^33094
Misure giuste
« Non commettere ingiustizie nei giudizi, né con le misure di lunghezza, né coi pesi, né con le misure di capacità. Avrete bilance giuste
giusti. Io sono Jahvè, l'Iddio vostro ».
(Levitico 19: 35).
UAVVENIRE DELLA CHIESA
IL TEMPIO DESERTO
pesi
Sebbene tocchiamo già una delle punte massime mondiali, al riguardo, è ormai questione di tempo: il prezzo della benzina aumenterà ulteriormente. E
in atto una contrattazione sorda fra il
governo e le forze economiche (petroliere e automobilistiche) per definire
chi dovrà fare le spese maggiori di tale aumento, ma è quasi certo che di qui
a non molto, facendo il pieno a un distributore di benzina, dovremo spendere di più.
Gli accordi di Teheran, al termine
della lunga e dibattuta conferenza delrOPEP (Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio) e dei rappresentanti
delle compagnie petroliere, quindi le
decisioni dei governi di Tripoli (sono
quelle che ci riguardano più direttamente) e di Algeri hanno imposto un
rialzo delle imposte sul grezzo, che si
rifletterà ovviamente in un rialzo del
costo alla pompa dei distributori. A
pag. 6 riportiamo alcuni dati che illustrano il problema. Qui desideriamo
fare qualche riflessione, quale invito a
non cedere a comprensibili reazioni viscerali, ma a considerare criticamente
tutto il problema.
Come si è più volte avvertito anche
Vicho Chiese, specie da Uppsala in poi,
gl. sauilibri mondiali non sembrano ani.'i,:io ■•oiso un’attenuazione, ma al contrario .si aggravano: i paesi ricchi diventano sempre più ricchi, quelli poveri
sempre più poveri, almeno proporzionalmente a quelli ric chi e malgrado un
relativo miglioramelo della loro situazione, in a;:-oluto.
Forse qu;ìlcuno penserà che questa
legge conosce v.-ivnunque una grossa eccezione riguardo ai petrolio, che costituisce una ricchezza potenziale enorme,
per lo più racchiusa nel sottosuolo di
paesi del Terzo Mondo. Sia pur lentamente, questi stanno acquistando coscienza di questo loro capitale naturale e lottano per goderne in misura maggiore i benefici: una lotta che sembra,
proprio in queste settimane, segnare
notevoli punti a favore. Forti del possesso di una materia prima oggi (per
quanto tempo ancora?) essenziale allo
sviluppo dei paesi industrializzati, essi
s’impegnano con energia e con successo crescenti nella contrattazione; potranno quindi disporre di capitali assai
maggiori per il loro proprio sviluppo.
In realtà, le cose non sono aifatto così semplici e la situazione reale si presenta in modo abbastanza diverso.
In primo luogo, bisogna tener conto
del fatto che parecchi dei paesi produttori sono attualmente retti da regimi
autoritari e in molti casi decisamente
reazionari, talvolta addirittura ancora
feudali: Kuwait, Qatar, Abu Dhabi, Arabia Saudita, Iran, Venezuela, Indonesia.
In molti di questi casi le "royalties”,
cioè le quote pagate dalle compagnie
petroliere ai paesi produttori, vengono
assorbite dai regimi stessi, e soltanto
in misura limitata, in certi casi minima
o nulla, si trasformano in apporto allo
.sviluppo della popolazione. Si potrà dire che questo è un problema interno
di quelle nazioni; in realtà, molti dei
regimi di cui sopra si reggono soltanto
grazie al sostegno di paesi occidentali,
sul piano militare e più ancora su
quello politico. In parole semplici, il
fellah arabo che si affaccia sul Golfo
Persico e, in misura meno grave, il peon
venezuelano che guarda la laguna di
Maracaibo non sono toccati quasi per
nulla dall’aumento del costo che noi
versiamo fermandoci a un distributore;
e i governi dei nostri paesi "sviluppati"
sono corresponsabili con i governi dei
paesi che si trovano in questa fase di
ambiguo "sviluppo”.
Ma c’è un altro aspetto, in qualche
modo più grave, che si ripercuote anche in quei paesi del Terzo Mondo che
oggi sono retti da regimi "socialisti”
(le virgolette sono d’obbligo): Iraq, Libia, Algeria. I paesi poveri hanno bisogno di prodotti industriali, che attualmente solo in minima parte sono in
grado di produrre da sé; sicché restituiranno ben presto quanto hanno deciso di riscuotere in più dalle compagnie petroliere e dai paesi importatori
di grezzo, pagando il prezzo accresciuto
dei prodotti industriali, sul quale si sarà riversato l’aumento delle "royalties”.
E all’interno stesso dei paesi ricchi —
siano capitalisti, siano "socialisti” —
saranno i poveri, i piccoli consumatori
a far le spese di questo aumento, assai
più che gli apparati finanziari o statali.
Se dunque il prezzo della benzina, come pare inevitabile, aumenterà, pensiamo a tutto questo. Si tratta ovviamente
di una schematizzazione, ma abbastanza verificabile, riteniamo. E ripensiamo
al millenario comandamento di Dio ri
portato nel Levitico e citato sopra. È
vero che era rivolto a un popolo teocratico qual era Israele, è vero che
sempre meno le nostre nazioni possono
dirsi "cristiane" anche solo anagraficamente. Pure, a noi che ci professiamo
cristiani questa Parola è tuttora rivolta, nel concreto delle situazioni, anche
di questa, e ci chiede una risposta che
non può non essere anche politica. Dir
questo non vuol dire optare necessariamente per una delle due grandi "scelte” di regime oggi dominanti; infatti
rURSS (domani la Cina?) è, in questo
campo, almeno potenzialmente altrettanto "imperialista” e sfruttatrice quanto le nazioni occidentali.
Com’ò stato scritto, dobbiamo chiedere a Dio che « ci dia più immaginazione che carburante » (G. Crespy) e la
volontà perseverante, malgrado ogni
ragionevole previsione, di lottare contro una situazione che sembra a circuito chiuso e obbligato. Per il cristiano
che adora esultante la novità assoluta
della Pasqua, non vi sono assolute fatalità umane personali e collettive, economiche e politiche. Si tratta di lavorare alla faticosa formazione di una maggiore solidarietà fra gli uomini, sapendo che non è necessario riuscire per
perseverare (secondo il grande detto
del Taciturno) perché se stiamo « saldi,
incrollabili, abbondanti sempre nell’opera del Signore,... la nostra fatica
non è vana nel Signore » (I Corinzi 15;
58), e il giorno di Cristo lo rivelerà. Ma
dov’è questa “abbondanza”?
« La percentuale di quelli che vanno
in chiesa a Copenaghen è più bassa
che in tutto il resto dell'Europa: 01
per cento, ossia una persona su mille.
La Russia, in paragone, è un paese di
devoti. La religione non è combattuta,
ma omessa; le chiese sono congelate,
puri e semplici monumenti. Non è facile entrarvi, perché hanno orari d'apertura ristretti; quando vi sono entrato per vederle, ero sempre solo, talvolta con un organo che suonava. Per
chi si preparava l'organista invis.b.le?
« Questo delle chiese è un pensiero
fisso che m'accompagna durante il mio
viaggio in Europa. Sono ancora oggi
gli edifici più spiccanti delle città, le
sovrastano con le loro sagome. Cosa
diventeranno in popoli che non le usano perché la religione vi é abbandonata o, se rimane viva, assume forme in
disaccordo con l'orgoglio dei grand
templi? L'Europa è piena di rovin ',
meno però assillanti delle prerovine ».
Così Guido Piovi nu descrive in un suo
réportage giornalistico l'Europa reli^
giosa degli Anni Settanta: un quadro
poco lieto. Non siamo in grado di controllare resattc/za della percentuale
degli europei che vanno ancora regolarmente in chiesa; che sia l'uno o il
dieci per mille non fa molta differenza. Resta l’impressione generale di
chiese deserte e disertate, di templi e
cattedrali impoiionti che ancora sovrastano con le loro sagome le principali
città d’Europa rna sono ormai da classificare tra le - prerovine », non più
centri di vita ma solo di ricordi, non
più testimonianze di quel che il cristianesimo è ma monumenti di quel che
il cristianesimo era.
Torna alla memoria la parola detta
da Gesù a un suo discepolo a proposito del tempio di Gerusalemme: « Vedi tu questi grandi edifizi? Non sarà
lasciata pietra sopra pietra che non sia
diroccata » (Marco 13: 2). Il problema
vero, naturalmente, non è il tempio ma
la fede. Anche per Gesù, la distruzione del tempio era solo il segno di un
avvenimento ben più importante: una
svolta decisiva nella storia religiosa
dell’umanità, la fine di un mondo e di
una chiesa, l’inizio di una fede non più
legata ai santuari ma alla sua persona
perché la presenza di Dio nel mondo
non è più localizzabile nei santuari ma
soltanto in Lui: dopo il tempio di Gerusalemme, diroccato e mai più ricostruito, il nuovo e definitivo tempio di
Dio fra gli uomini è Lui stesso, Gesù.
Così dietro lo sfacelo imminente dei
« grandi edifizi » sacri di Gerusalemme
Gesù vede l’apparizione di una realtà
nuova e migliore: un tempio non più
di pietre morte ma di « pietre vive »
(I Pietro 2: 5), una comunità di uomini e donne la cui santità non deriva
dalla frequentazione di un santuario
ma dalla comunione con Gesù Cristo.
Che cosa c’è dietro lo svuotamento
dei templi cristiani nell’Europa del
XX secolo? Sta emergendo una cristianità nuova e migliore o invece l’abbandono dei templi è un segno dello sgretolamento della fede e dissoluzione
della speranza cristiana? Nel I secolo
il tempio diroccato attestava la nascita di una nuova comunità di credenti,
l’avvenuta edificazione di un altro tempio non fatto di pietre ma di uomini.
Come il sepolcro vuoto era un segno
(sia pur soltanto negativo) della risur
Gino Conte
iiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiMiiinniiiiiiiiiinnuniiiMimmnmm'.iiiimiimiMimmiimiiiiiiiiiimimmiiiiiiimmiimmmmiimimuimimmiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiimiiiiimiiiiiiii
Quattrocentocinquanta anni fa Lutero compariva
davanti alla Dieta Imperiale, a Worms
Il 18 aprile 1521, dinanzi alla Dieta di Worms raccolta
intorno all’imperatore Carlo V, così Lutero concludeva in
latino la sua testimonianza: « Poiché la vostra maestà e le
vostre signorie domandano una risposta semplice, ne darò
una senza corna né denti [cioè senza insidie e senza punte]:
Se non sarò convinto mediante le testimonianze della Scrittura e chiare ragioni — poiché non credo né al papa né ai
concili da soli, poiché è evidente che hanno errato e si contraddicono — io sono vinto nella mia coscienza e prigioniero della parola di Dio a motivo dei passi della Sacra
Scrittura che ho addotti. Perciò non posso né voglio ritrattarmi, poiché non è sicuro né salutare fare alcunché contro la coscienza ». E aggiungeva in tedesco: « Dio mi aiuti.
Amen ». Il 18 aprile si è iniziato a Worms un ciclo di celebrazioni per il 450® anniversario di questo momento chiave della Riforma. Ed è giunta notizia che un gruppo di
cattolici di Worms, sacerdoti e laici, ha chiesto alle autorità della Chiesa cattolica romana un gesto che attesti la
validità evangelica, oggi sempre più riconosciuta da parte
cattolica, della protesta di Lutero. Confessiamo che queste
ri>.hieste e questi gesti, finché rimangono ambigui, non ci
rallegrano, anzi ci irritano e ci respingono. Lutero è irrecuperabile per la Chiesa di Roma e per la sua teologia; poti ebbe essere assimilato e utilizzato solo in forma drasticamente riveduta e corretta, snaturandolo totalmente (ed
è proprio quanto ci pare si voglia fare, da parte di molti).
Riconoscere la validità evangelica della protesta di Lutero significa farla propria e trarne le conseguenze; altrimenti si lasci in pace la memoria di un credente che per
la Chiesa di Roma resta un eretico professo e che non potrebbe non continuare a considerarla immersa in piena
« cattività babilonese »; che questo giudizio tocchi, per
molti versi, anche le Chiese protestanti, è indubbio, ma è
un discorso diverso. Intanto, in quest’anniversario, ci è
parso utile riprendere parte di un articolo che nell’autunno 1960, in occasione della celebrazione della Riforma, Giovanni Miegge aveva scritto per il nostro settimanale; e raccomandiamo di andarsi a rileggere, nel suo Lutero giovane,
il vivido capitolo dedicato a Worms.
Quando Lutero, alla Dieta di
Worms, fu invitato a ritrattare i
suoi scritti riformatori, rifiutò con
queste parole: « Non è sicuro né
salutare andare contro la propria
coscienza ». Il magistrato ecclesiastico che presiedeva la seduta
gli disse allora, certo con intenzione paterna: « Lascia stare la tua
coscienza, frate Martino, la tua coscienza sbaglia ».
Quei due uomini personificano
due epoche e due forme diverse di
cristianesimo. Da una parte, la coscienza che per principio e per lunga educazione si sottomette preventivamente aH’autorità e alla
tradizione; dall’altra, la coscienza
che, forte della propria convinzione, osa anche andare contro l’autorità e la tradizione.
Lutero non intendeva opporre
orgogliosamente la sua opinione
personale alla dottrina della Chiesa: egli sapeva di poter sbagliare,
come tutti gli uomini. Ma era anche sicuro di avere raggiunto le
sue posizioni per mezzo dello studio assiduo e appassionato della
Bibbia, che era per lui come per i
suoi giudici la suprema autorità
spirituale; e si sentiva legato da
COSCIENZA
quella autorità nella sua coscienza, finché fosse persuaso del contrario.
Il richiamo di Lutero alla coscienza ha avuto una enorme importanza; esso circola attraverso
tutta la Riforma, come una corrente d’acqua viva, che si espande
anche fuori del campo delle Chiese
evangeliche, fino al nostro tempo.
Se vi è una verità ammessa da tutti, amici ed avversari, è che i protestanti, in generale, sono persone
di coscienza; persone, cioè che in
ogni circostanza, nella fede, nella
morale, nelle relazioni di lavoro,
nelle decisioni politiche si lasciano guidare dalla loro coscienza. E
quando si dice di un protestante:
« È un uomo di coscienza », è un
grande elogio, perché di un uomo
di coscienza ci si può fidare, si sa
che sarà fedele alla parola data,
fidato nelle amicizie, esatto e scrupoloso nel suo mestiere o nella
sua professione, onesto negli affari.
Questa fama purtroppo non è
sempre meritata. Si ha talvolta
l’impressione che la più nobile caratteristica dell’uomo protestante,
della donna protestante stia per
dendosi. Si trovano ancora persone che vogliono sentire soltanto
la loro coscienza, ma non si tratta
sempre di una coscienza educata
dalla Bibbia, resa matura e profonda dalla meditazione e dalla
preghiera. Talvolta 1’« uomo di coscienza » è semplicemente uno spirito indipendente, intrattabile, che
non accetta consigli da nessuno,
e fa soltanto quello che gli pare e
piace: cioè non è più un uomo di
coscienza, è soltanto un bell’originale!
•k 'k *
La forza, la dignità del protestante è nella importanza riconosciuta ad una coscienza seriamente educata dalla Bibbia; e diciamo
pure: educata con l’aiuto degli insegnamenti, dell’esempio di altre
coscienze cristiane, nella comunione della Chiesa.
Nessuno di noi è solo, e le più
forti coscienze sono quelle che si
sono formate nel dialogo con altre
coscienze. In questo incontro delle coscienze vi possono essere persone o gruppi umani, o anche istituzioni, che per l’autorità morale
(continua a pag. 2)
Giovanni MieCiGe
rezione di Gesù, così il tempio vuoto
era un segno (sia pur soltanto negativo) della risurrezione del popolo di
Dio. Nel XX secolo, le « prerovine » costituite dai grandi templi cristiani ormai deserti sono il preludio di una rinascita della Chiesa oppure un sintomo della sua prossima sparizione? E
soprattutto: sono solo le cattedrali,
gli edifici di pietra, da classificare come « prerovine » oppure lo sono altrettanto le sparute assemblee che ancora
vi si radunano? La Chiesa di Gesù Cristo in questo scorcio di XX secolo è
forse essa stessa una prerovina, una
comunità in agonia?
La Chiesa è emigrata dalle cattedrali: dove è andata? I credenti non si
trovano più nei grandi templi: dove
si trovano? I bastioni del cristianesimo di massa crollano uno dopo l’altro: quali sono le nuove postazioni dei
cristiani? Un tipo di chiesa muore: c’è
un’altra chiesa che vive? Il cristianesimo non è più la fede di tutti ma di
pochi: di pochi o di nessuno? Per chi
si preparava l'organista invisibile? Per
una Chiesa altrettanto invisibile perché in via di estinzione?
Al congresso dei maggiori teologi
cattolici del nostro tempo, avvenuto a
Bruxelles l’autunno scorso, questi interrogativi inquietanti non sono emersi né dalle relazioni ufficiali (tranne
una) né soprattutto dalle proposizioni
finali. Di conseguenza, l’intero discorso
di Bruxelles, come lo si può ricostruire in base al Libro del Congresso ora
pubblicato in Italia, appare ipotecato
proprio dalla domanda che si è voluto
eludere: Ha la Chiesa un avvenire? Il
tema del congresso era: « L’avvenire
della Chiesa ». Ma prima di indagare
quale esso possa essere, occorreva
chiedersi se la Chiesa ne ha uno. Non
si tratta di una domanda oziosa né di
una dornanda retorica. Solo l’avvenire
sociologico della Chiesa può essere dato per certo; la sua stessa ricchezza,
la sua imponente organizzazione, la
sua forza politica ed economica, il suo
peso diplomatico, il suo patrimonio
storico bastano a garantirlo. Ma che
ne è dell’avvenire spirituale della Chiesa, l’unico che conti?
A Bruxelles un’unica relazione, quella del prof. Antoine Vergote dell’Università di Lovanio, ha affrontato questo problema, risolvendolo però in maniera assai discutibile; la Chiesa, che
il processo storico ha progressivamente emarginato, potrà rimanere o ritornare « al centro della civiltà » (ma
quando mai Dio ha posto il suo popolo « al centro della civiltà »?) se essa
saprà farsi « solidale con l'umanesimo », assumendosi anche « l'opera comune di una umanizzazione sempre da
fare e sempre minacciata ». La Chiesa
deve « cessare di opporre il Dio esterno e l'umanesimo, la dimensione verticale e quella orizzontale... Un cristocentrismo troppo rigido ci isola dalla
umanità... ». Più convincente e meglio
fondata biblicamente è la parte della
relazione che insiste sulla fede intesa
come ricerca continua e di conseguenza definisce la Chiesa come « la raccolta flessibile di tutti coloro che cercano Dio ».
Noi non crediamo che l’avvenire della Chiesa debba essere propiziato o dipendere da una alleanza con l’umanesirno né crediamo che il compito primario della Chiesa sia di umanizzare l’uomo. Certo è indispensabile umanizzare l’uomo ma solo TEvangelo può farlo, solo Dio, che l’ha creato, può rendere Tuomq conforme al suo progetto originario. Così il compito primario della Chiesa è l’annuncio delTEvangelo, la predicazione di Dio.
Ha dunque la Chiesa un avvenire
che non sia una nuova alleanza con le
potenze spirituali e culturali dell’uomo, un nuovo concordato col mondo?
C’è qualcuno che vuol dare un futuro
alla Chiesa: « io so i pensieri che medito per voi, dice l’Eterno; pensieri di
pace e non di male, per darvi un avvenire e una speranza » (Geremia 29,
V. 11). In questi pensieri di Dio è raccolto l’avvenire della Chiesa. Sul piano
della storia, considerando la realtà della crisi in cui si trova la cristianità
odierna, ci si deve chiedere: potrà la
Chiesa accedere all’avvenire che Dio le
dà in altro modo che con una risurrezione?
Paoi.0 Ricca
I nostri lettori riceveranno (quando?) i
numeri di questo periodo con forti ritardi: ne
.siamo spiacenti quanto e più di loro e ci auguriamo che la situazione postale sia presto
finalmente normalizzata!
2
pag. ¿
17 — 23 aprile 1971
Glowpnni mieGGe, uomo di prootigrp
PER CONOSCERE LA BIBBIA
5 - L’Evangelo e la cultura llprotEtaAMOSeilnostrotiiflipo
L’Evangelo, pur essendo destinato
ai poveri e ai semplici, ha tuttavia dei
riflessi ne] modo di considerare la cultura. Potrebbe essere sbrigativo dire
che relativizza la cultura, che le toglie
tutta la sua boria e la sua presunzione. Questo sarebbe perfettamente nella linea di Giovanni Miegge. 'Tuttavia
un affermazione di questo genere è
troppo semplice e comoda; è necessario impostare il problema in modo più
profondo ed articolato. Vogliamo esaminare in quest’ultimo articolo come
Miegge si è posto il problema della
storia e quello della scienza.
La storia
Il problema è affrontato a fondo nel
capitolo Vili di Per ima fede e ad esso ci riferiamo quasi in modo esclusivo.
^ È necessario dire, innanzitutto, che
l’ebraismo e il cristianesimo hanno inventato la storia intesa come progresso, anziché come ritorno ciclico. Tutti
gli antichi, ad eccezione di Israele e
dello Zoroastrismo, avevano l’idea che
la storia si ripete sempre: perciò « historia magistra vitae », la storia è maestra di vita. Non c’è nulla di nuovo
sotto il sole, studiando il passato sappiamo come vivere e come comportarci nel futuro. Non così per Israele.
Aspettando l’ora x della venuta del
Messia, il popolo ebraico è perciò stesso posto quasi brutalmente di fronte
ad una novità radicale che avverrà
nella storia e non solo alla fine della
storia. Perciò questa ha uno sviluppo
lineare e non ciclico. Tuttavia anche la
contrapposizione tra questi due tipi
di sviluppo è insufficiente a dare il
senso della storia. Esso sta, invece, nel
fatto che l’inizio e la fine della linea
storica stanno al di fuori di essa. Non
solo, ma anche il suo centro non può
essere ridotto a puro fatto storico; è
il Cristo.
« E stato messo in rilievo più volte,
recentemente, il significato stranarnente simbolico che assume, a questo
riguardo, la computazione del tempo
inaugurata dall’era cristiana. La sua
novità non consiste nel fatto di avere
iniziato un nuovo calcolo del tempo a
partire da un determinato avvenimento storico: altri computi simili ed altre ere esistettero nel mondo orientale
ed ellenistico. La novità è nel fatto che
anche gli anni che precedono sono
contati, con calcolo regressivo, a partire dall’anno zero. Nella visione cristiana della storia, i secoli prima e dopo Cristo formano due serie crescenti
in senso inverso, a partire dallo stesso centro; e il centro è Cristo... Vi è
in ciò assai più che una particolarità
cronologica. Nella coscienza cristiana,
il passato e il futuro non solo si calcolano, ma s’interpretano a partire da
Cristo ».
Questo modo di vedere la storia pone evidentemente dei problemi. Innanzitutto può dare l’impressione che si
mescoli indebitamente la storia sacra
con quella profana; in secondo luogo
può sembrare troppo ottimistico nei
confronti di quest’ultima. Miegge non
sfugge a questi interrogativi. Ma nella
misura in cui si crede nell’efficacia della venuta di Cristo, si cerca di « divinare la presenza o il riflesso di quella
Volontà eterna, balenata in un attimo
di storia, in Gesù Cristo ». Divinare,
cioè scorgere da lontano, vedendo solo
perché si sa che c’è, non perché sia
evidente di per sé, come un particolare in un paesaggio guardato da lontano è scorto solo da chi sa che c’è. Divinare la presenza di Cristo nella storia, malgrado le sue brutture e le sue
stragi, non vuol dire, evidentemente,
spiegare la storia. « Può accadere di
pensare con invidia alle grandi epoche
della fede, quando divinazione c spiegazione confluiscono Luna nell’altra, e
non si saprebbe neppure dire se è la
fede che interpreta la storia, o la storia che illustra la fede ». Oggi la situazione non è così comoda, c’è un salto
ed una tensione tra la spiegazione
scientifica dei fatti storici attraverso
la loro concatenazione umana e mondana, e la intuizione in essi per fede
dell’opera di Dio. Ma questa tensione
è tutto sommato salutare. Ci ricorda
la distanza che continua a separare
Dio dall’uomo, per cui quest’ultimo
non può mai appropriarsi del suo Signore e, d’altra parte, supera il disagio dello storico scientifico, che non
può mai narrare la storia delTuomo
comune, poiché pochissimi eletti possono aspirare alle parti di attori e protagonisti della storia. « Non vi è nulla, nella visione moderna della storia,
che possa sostituire il dramma dell’uomo in presenza di Dio, nel quale
nessuno è soltanto una comparsa,
illlllllllllllllllllllll'IIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII
Su IDOC Internazionale
L’ecumenismo nella diocesi
di Pinerolo
Il n. 7 della rivista « IDOC Internazionale » (1 aprile 1971) riporta, eon una breve introduzione, il testo del Direlinrio Ecumpnirn
della Dincesi di Pinerolo. Si tratta di un documento importante, da tener presente e ora
pubblicato. Nello ste.s.so fascicolo segnaliamo
Una visione cristiana della sessualità, il rapporto preparato da una commissione di studio della Cliie.sa Presbiteriana negli USA.
ognuno e soggetto di un destino di
pregio immenso, ed è chiamato ad una
decisione, che per la sua esistenza personale farà storia ».
Non possiamo terminare questa breve esposizione senza notare che un
non credente vedrebbe immediatamente in queste riflessioni una specie di
tentativo, diremmo quasi, di clericalizzazione della storia, con tutto ciò
che questo comporta: faziosità nel rilievo dato a certi avvenimenti, discredito gettato sulle parti avversarie nei
momenti di lotta ed altre cose di questo genere. In realtà basterebbe leggere il Lutero di Miegge, che è anche il
suo migliore lavoro storico, per accorgersi che così non è. Non ci nascondiamo che vi potrebbero essere delle
degenerazioni in quel senso; ma si deve dire che, prima di formulare e definire il concetto di storia che abbiamo presentato, Miegge Taveva usato in
concreto con risultati che nemmeno il
più incallito dei non credenti potrebbe giudicare negativi. Come spesso capita, prima della teoria è venuta la
pratica: prima di scrivere come si fa
la storia, Miegge Taveva fatta. Per questo è possibile prendere sul serio le pagine di Per una fede che abbiamo riassunto.
La scienza
Nel lontano 1929 Miegge scriveva su
« Gioventù Cristiana » un articolo Pensieri su la preghiera, in cui troviamo
una certa svalutazione della scienza rispetto alla vita. La scienza è astratta
e schematica, incapace di cogliere la
essenza delle cose. Come la bellezza di
un panorama non risulta dalla carta
geografica, pur essendo questa insostituibile, così la realtà profonda del
mondo, non risulta dalla scienza.
« Tutto ciò che è individuale, inclassificabile, e perciò, appunto, concretarnente reale, sfugge alla scienza, che
si limita a coordinare alcuni elementi
generali e costanti della realtà per poter far presa su di essa. Ma appunto
per questo la scienza è un sistema di
relazioni astratte; e la verità piena
non è nelle astratte generalizzazioni,
ma nella realtà concreta, totale, pregna di spirito, bella o brutta, Ijuona
o perversa, piena di voi, dei vostri affetti, delle vostre aspirazioni, delle vostre angoscie. A questo mondo della
realtà piena appartengono Dio e la
preghiera ».
Anche qui, però, è insufficiente un
discorso di questo genere, per un problema, come quello dei rapporti tra
fede e scienza, che ha provocato il processo a Galileo Galilei. Per circa un
trentennio, Miegge se ne occupa, però,
solo marginalmente e dobbiamo arrivare al 1959, per leggere su « Protestantesimo » il suo studio tenuto afla
settimana teologica ad Agape del 1958:
« Scienza e teologia, problema della
Chiesa ».
In esso Miegge nota che scienza e
teologia hanno da tempo concluso un
armistizio dignitoso, dono secoli interi di lotta e di opposizione. La scienza prosegue le sue ricerche in modo
autonomo e la teologia, anche nei suoi
migliori rappresentanti, come Barth,
sembra ignorarla quasi del tutto. In
campo cattolico la situazione è diversa, ma l’interesse per la scienza appare, lì, troppo dominato da preoccupazioni apologetiche, tendenti a dimo
strare che il dogma è in continuità coi
dati scientifici.
Da un punto di vista protestante è
possibile impostare il dialogo con la
scienza in due modi; o rallegrandosi
perché la scienza ha abbandonato la
fiducia in se stessa che aveva nel secolo scorso e sa che il suo discorso e
esso pure approssimativo e sempre
soggetto a revisione; oppure ripensando cristianamente i problemi sollevati
dalla ricerca scientifica presente. La
prima soluzione rischia di indurre i
teologi a rilanciare una visione del
mondo prescientifica, come quella biblica, con la conseguenza che gli scienziati non si cureranno più di smontarla, ma anche che non si cureranno
nemmeno delTEvangelo. La seconda
soluzione non va esente da semplificazioni arbitrarie, del resto. Emil Brunner propone di vedere nella creazione
di cui parla la teologia lo sfondo dell’evoluzione di cui parla la scienza e
nelTevoluzione la facciata della creazione. Teilhard de Chardin risolve, invece, la teologia nel fascino di una
cosmologia maestosa di tipo evoluzionistico, che, tuttavia, pare condurre ad
una visione panteista (il mondo e Dio
sono la stessa cosa). Neanche la visione del Brunner sfugge a questo rischio
perché mette la creazione da parte di
Dio sullo stesso piano delTevoluzionr
interna del mondo. Oppure rischia di
metterle su un piano così diverso da
separare nettamente Dio e il mondo
tanto da fare del primo quasi un ostacolo all’evoluzione del secondo.
Il concetto cristiano di creazione ha
comunque alcune conseguenze nella visione del mondo che anche uno scienziato può avere o non avere: vuol dire che il mondo non è infinito né autonomo. perché dipende da Dio; vuol
anche dire che non è assurdo, perché
ha un senso nel piano di Dio. Nemmeno la coscienza del disordine del
mondo nello stato presente può infirmare questa certezza. Tuttavia queste
conseguenze della fede nella creazione
non portano di per sé a nessuna scelta scientifica precisa.
Il meglio che si possa dire pensiamo che possa essere ricondotto al concetto di « divinazione » che abbiamo
incontrato a proposito della storia e
alla cui sostanza Miegge fa qui esplicito riferimento.il cristiano, in sostanza, è posto di fronte all’esigenza di divinare nella scienza una storia sacra
del mondo, come lo fa per la storia
delTuomo. « Con e si possa tradurre
questa fede in una coerente visione
del mondo, possianrfó anche rinunziare
— provvisoriamente — a saperlo, nella fiducia che la lu e sarà data, sul
sentiero delTuomo, \ i via che sarà necessario ».
Questa rinunzia pi o avere come matrice la mancanza di un lavoro scientifico corrispondente al Lutero in cui
Miegge avesse sperimentato una simile « divinazione ». T' tavia, a tutt’oggi, prese le fughe p -e la tangente della teologia della me-rte di Dio o anche, per questo prc<Mema, della teologia della speranza ; ..he per aUro ci
sembra meno una :uga) o della rivoluzione o simili, nc 1 sappiamo che il
pensiero protestan! abbia dato una
risposta più valida. Intanto la scienza
ha permesso la conquista della luna e
reso l’aria sempre più irrespirabile
sulla terra.
M. C. TRON
La missione di Amos può essere così riassunta: ha parlato ad un popolo
religioso, contaminato da varie forme
di paganesimo, ed ha pronunziato una
dura requisitoria, come profeta dell’Eterno, contro le iniquità e le oppressioni che turbavano profondamente la
vita del popolo d’Israele.
Ma Dio non si rivolge soltanto ad
Israele. Nel bacino del Mediterraneo
esistevano allora, come oggi, altre nazioni; la Siria, la Fenicia, la Filistia
ed altre ancorc\. L'Eterno che « rugge
da Sion » contro Samaria è anche Colui che si rivolge alle nazioni per denunziare i loro crimini. Quelle nazioni sono messe alla sbarra non tanto
per il culto o i culti che professano,
quanto per il male che compiono a
danno di altre creature umane: i Siri
hanno spietatamente « tritato Galaad
con trebhie di ferro », i Filistei « hanno rnenato in cattività intere popolazioni per darle in mano ad Edom », i
Fenici hanno violato un « patto fraterno », gli Edomiti hanno inseguito i loro fratelli « con la spada, soffocando
ogni compassione », gli Ammoniti hanno crudelmente « sventrato le donne
incinte di Galaad, per allargare i loro
confini », i Moabiti hanno « calcinalo
le ossa del re di Edom» (1: 3-15 e
2: 1-3).
Qui non si parla di carri armati, di
cannoni, di bombe al napalm o di altre armi del nostro tempo, ma la realtà è sempre la stessa: violenze, distruzioni, massacri, lutti, bestialità, besternmie. Anche sulle nazioni del mondo incombe il giudizio dell’Eterno, secondo le parole del salmista: « Tu hai
sgridato le nazioni, hai cancellato il
loro nome... Le nazioni sono sprofondate nella fossa che avevano fatta, il
loro piede è stato preso nella rete che
avevano nascosta... Sappiano le nazioni che non sono altro che mortali »
(Dal salmo 9).
Per questa ragione la Parola dell’Eterno dev’essere proclamata anche alle
nazioni, in un confronto estremamente
serio fra la Parola dell’Iddio vivente
e la politica delle nazioni, incominciando da quelle che si definiscono
« grandi » sotto il profilo della loro potenza terrena. Se è vero, com’è stato
detto, che la Chiesa cristiana dev’essere la coscienza delle nazioni, allora è
chiaro che il ministero profetico della
Chiesa consiste nel rivolgersi alle nazioni ed ai loro capi con l’autorità della Parola di Dio, chiamando le cose
con il loro nome: crudeltà, invasioni,
inassacri, oppressioni, ingiustizie, razzismo, idolatria dello Stato, soppressione della libertà. Tutto ciò cade sotto il giudizio dell’Eterno e non c’è alcun bisogno di « politicizzare » la testimonianza della Chiesa per renderla
presente nel mondo, a condizione che
si tratti di una testimonianza libera e
coraggiosa.
L’attualità della profezia di Amos
suscita in noi altre considerazioni. I
profeti d’Israele sono stati anche dei
riformatori, perché la loro predicazione ha avuto ampie ripercussioni sul
terreno etico e sociale. L’insistenza di
Amos sulla pratica della giustizia non
è necessariamente quella di un convinto socialista o di un rivoluzionario
del nostro tempo; corrisponde tuttavia alla convinzione di un credente
. ........................... iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiMiiii iiiiiiiiiiiiiiiiiniii
COSCIENZA
almeno di larghi strati di essa, a
un dato momento, o se la pretesa
volontà di guida morale ricopre
troppo manifestamente interessi
tutt’altro che morali, allora il tentativo di guida ricade sugli stessi
guidatori, esautorandoli nella loro
funzione. E la decisione della coscienza avviene contro di loro.
Non mi pare che questi pensieri
ci conducano troppo lontani dalla
commemorazione della Riforma.
Giovanni Miegge
iMiiimiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiinii
(segue da pag. 1 )
che hanno sono particolarmente
indicate per esercitare una funzione di guida, e ne portano la responsabilità.
(A questo punto G. Miegge fa riferimento a tre documenti di attualità —
si era nel I960 —. Da un lato un manifesto pubblico diffuso da un gruppo
di intellettuali francesi contro la guerra
d’Algeria e una dichiarazione dell’episcopato francese anch’essa avversa alla guerra d’Algeria, alla repressione, e
alla tortura: nell'uno e nell’altro, rischiando errori, fraintendimenti e opposizione, si assume una posizione che
è « un appello alla coscienza e una guida verso soluzioni ardite a rischiose »;
dinanzi ad essa nessuna coscienza può
rimanere indifferente. D’altro canto,
una dichiaraz.ione dell’episcopato italiano in materia elettorale, che « non fa
la stessa impressione di chiaroveggenza e di coraggio... ma cerca soltanto di
inquadrare pavidamente i voti cattolici,
al servizio di fini di potenza che non
coincidono con gli interessi del Regno
di Dio »).
È proprio in un caso come questo che vediamo quanto è diihcile
e delicato assumere una responsabilità di guida delle coscienze;
perché la coscienze non si lasciano
guidare passivamente, ma vogliono intendere le ragioni della guida
che si offre a loro; e se la guida è
troppo chiaramente al di sotto
dei problemi che costituiscono il
livello della coscienza pubblica, o
Sinodo della Chiesa riformata di Neuchâtel.
La federazione delle chiese protestanti della
Svizzera ha già preso posizione in favore
deirohiezione di coscienza e della creazione di
un servizio civile fin dal 1947: la Svizzera è
uno degli ultimi paesi d'Europa a non avere
uno statuto per gli obiettori.
convinto che non si debba separare il
culto di Dio dalla vita di ogni giorno,
la Parola evangelica dai problemi di
questo mondo.
Probabilmente a molti rivoluzionari
éi oggi, intenti a rovesciare strutture
e sisterni con la violenza, la contestazione di Amos potrà sembrare insuftìciente. Ricordiamoci che Amos profetizza in mezzo ad un popolo di credenti, adoperando la « spada dello Spirito », che è la Parola di Dio; non è né
un rivoluzionario politico né un demagogo, è un predicatore che proclama
la volontà di Dio. Il male che egli denunzia non dipende soltanto dalle
strutture politiche e dalle istituzioni;
ha origini molto più profonde nella vita di ogni uomo ed è il frutto di un
grave abbandono del Patto di Dio.
Passano i secoli, ma l’uomo non cessa di rivelare disordini, inganni, avidità, sensualità, abusi fondati sull’ingiustizia; i cristiani hanno motivo di recitare il loro « mea culpa » se vogliono essere sinceri con se stessi e di
fronte a Dio. « Guai a quelli che vivono tranqidlli in Sion» , gridava Amos,
« e fiduciosi sul monte di Samaria! »
(6: 1). E Gesù diceva: «Guai a voi,
scribi e Farisei ipocriti, perché nettate
il di fuori del calice e del piatto, mentre dentro siete pieni di rapina e d’intemperanza... Di fuori apparite giusti
alla gente; ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità» (Matteo 23: 25-28).
Anche se ci sono delle ingiustizie
che hanno una dimensione mondiale
e politica, non si dimentichi mai l’importanza fondamentale di ciò che la
Bibbia chiama « rinnovamento » individuale. Il disordine viene dal cuore
delTuomo. Geremia diceva: « Il cuore
è ingannevole più d’ogni altra cosa, e
insanabilmente maligno; chi lo conoscerà? » (17: 9). E Paolo insiste sulla
necessità di essere « rinnovati nello
spirito della vostra mente, e di rivestire l'uomo nuovo che è creato all’immagine di Dio nella giustizia e nella
santità che procedono dalla verità »
(Efes. 4: 24). Il rinnovamento della società ha bisogno di uomini rinnovati
nel loro spirito, non soltanto di nuove
leggi e di nuove istituzioni.
Vf * *
Infine, torniamo per un istante alla
scena delTincontro tra Amos e il sacerdote .Amatsia, presso il santuario
reale.
Si tratta di un incontro significativo: Amatsia rappresenta l’istituzione
sacra e la potenza del sacerdozio,
Amos la libertà e la sovranità di Dio
nelTaffldare ai suoi profeti la Parola
che dev’essere proclamata in ogni
tempo.
Non tutti i sacerdoti sono come
Amatsia, non tutti i profeti si trovano
nelle condizioni di Amos. Può accadere, ed in realtà accade, che un sacerdote diventi profeta; è forse più difficile che un profeta si adegui ad essere
sacerdote. Ad ogni modo, nella fedeltà alla vocazione ricevuta, tanto Tur. ;
quanto l’altro dovrebbero rendere testimonianza prima di tutto a Ge.sù Cristo, Sommo Sacerdote e vero Profeta
dell’Iddio vivente, al quale dobbiamo
« accostarci con piena fiducia ».
Il mondo non è salvato dalla presenza di santuari famosi e venerati;
ma non lo è neppure dalle chiese che
alimentano un culto nazionale o nazionalista, in cui l’esposizione della
bandiera commuove o rassicura i fedeli assai più dell’ascolto della Parola
di Dio. La predicazione dei profeti
non è stata nazionalista, le loro visioni non sono state ristrette e settarie.
La presenza di un profeta come
Amos suscita sempre proteste e tensioni, nuoce al prestigio ecclesiastico
e minaccia l’autorità politica. I profeti possono anche essere eliminati dalla violenza umana. L’Eterno è sempre
libero di scegliere i suoi testimoni e di
dir loro: « Va’, profetizza al mio popolo d’Israele » ed alla mia Chiesa i iispersa su tutta la terra.
Ermanno Rostan
Iniziativa svizzera
il servizio civile
per
Una iniziativa popolare chiamata <li Miinchenstein, è stata lanciata in Svizzera, mirante all’introduzione del servizio civile in favore
degli ohhìcttori di coscienza ed il Concistoro
della Chiesa nazionale protestante di Ginevra
ha decìso di raccomandare a tutti i membri
della Chiesa di studiare allenlamente il testo dì (fiiesta iniziativa e di firmarla solo nel
caso siano convinti del suo fondamento. Inoltre il Concistoro « domanda al Consiglio della Federazione delle Chiese protestanti della
Svìzzera che ci si sforzi di togliere ai }>rocessi
ed alle condanne il carattere infamante che
vi si attribuisce ». Queste decisioni si riallacciano ad una recente pre.sa di posizione del
Convegno biblico della Federazione
ECUMENE (Velletri) 10-11 giugno
Quando la chiesa riflette sulla pace, sulla giustizia e sulla propria posizione nel mondo, deve necessariamente cercare orientamento e guida
nell’Antico Testamento. Per favorirne una lettura aggiornata e stimolante la Federazione delle Chiese Evangeliche, tramite il suo servizio studi, organizza il 10 e 11 giugno un Convegno Biblico ad Ecumene sul tema:
ATTUALITÀ’ DELL’ANTICO TESTAMENTO
Saranno esaminati i momenti essenziali dell’Antico Patto alla luce
delle ricerche del più autorevole studioso protestante dell’Antico Testamento: Gerhard von Rad.
I temi principali verteranno su:
— Metodo di studio delTAnlico Testamento
— L’opera del Deuteronomista
— I profeti
— Rapporti tra Antico e Nuovo Testamento
II Convegno Biblico (destinato a chiunque vuol fare una lettura chiarificatrice dell’Antico Testamento) occuperà interamente le giornate 10 e
11 giugno. Si consiglia di arrivare il 9 sera.
Prezzi: L. 3.500 per chi arriva il 9 pomeriggio e riparte TU sera;
L. 4.000 per chi riparte il 12 mattina; L. 3.000 per chi arriva il 10 mattina
e riparte TU sera.
iseriz.ioni: presso il Pastore Sergio Aquilante, via S. Barbara 23,
67060 Villa San Sebastiano (L’Aquila).
Località: Ecumene è situata a 1 km. dal centro di Velletri (Roma), in
località Cisliolo.
3
23 aprile 1971 — N. 17
pag. 3
LA CHIESA E LA SUA MISSIONE NEL MONDO
LA LOTTA DEL CEC CONTRO IL RAZZISMO
Approvate tre neove azioni di penta
Il CEC e 1 assistenza
Il Programma di lotta contro il razzismo (PLR) del Consiglio ecumenico
delle Chiese ha posto fra i principali
obbiettivi per l'anno 1971 gli investimenti, i diritti fondiari e gli indigeni
d’America Latina. Questo hanno deciso nella loro seduta annuale di fine
marzo i 25 membri e consulenti del
PLR. Essi venivano dall’Australia, dal
Belgio, dal Canada, dalla Colombia,
dalla Gran Bretagna, dalla Germania,
dall’Indonesia, dal Giappone, dal Kenya, dalla Malaysia, dai Paesi Bassi,
dalla Nigeria, dalla Sierra Leone, dalla
Svizzera, dagli Stati Uniti, dall'Unione
Sovietica e dalla Zambia.
I partecipanti hanno convenuto sulla necessità, per le Chiese-membro del
CEC, di procedere a una ricerca e a
un’analisi circa i loro investimenti nello compagnie internazionali e le banche operanti in Sudafrica o in qualunque altro paese dove imperversi il razzismo bianco.
La questione di un simposium sui
diritti ai terreni è stata ipotizzata —
alio scopo di l'iunire coloro che sono
toccati da questo problema — specie
in Australia e in Nuova Zelanda.
Durante la sua riunione del gennaio
scorso a Addis Abeba, il comitato centrale del CEC aveva approvato un bilancio relativo a questi due obbiettivi.
Il Comitato centrale si era in modo
particolare indirizzato alle Chiesemembro affinché esse, a partire dalla
loro inchiesta sui sistemi militari, politici, industriali e finanziari dei loro
paesi, determinassero la responsabilità di questi ultimi relativamente al
perpetuarsi del razzismo, sia in materia di politica interna che estera.
D’altro canto, la « dichiarazione delle Barbados » diffusa lo scorso mese a
seguito di una conferenza che riuniva
degli antropologhi in America Latina
e che è stata indirizzata al CEC, eesprime la convinzione che le organizzazioni delle missioni cristiane dovrebbero porre un termine per quanto riguarda le loro attività fra gli indigeni. Nell’attesa, i missionari dovrebbero rispettare la cultura indigena e metter fine al furto delle proprietà delle popolazioni locali, col
l’impadronirsi del loro lavoro, delle
loro terre e delle altre risorse naturali. Sarebbe anche opportuno cessare ogni rivalità circa le « anime » degli indigeni e rinunciare a spostare o
a concentrare le relative popolazioni
allo scopo di evangelizzarle o di assimilarle.
II PLR si è anche pronunciato per
la prosecuzione della sua azione mirante a inviare degli aiuti alle organizzazioni di gruppi razziali oppressi,
i cui scopi siano concordi con quelli
del CEC.
La Commissione del PLR ha posto
particolare attenzione al Sudafrica. A
questo proposito essa ha chiesto al
PLR e ai competenti dipartimenti del
CEC di avere parecchie nuove iniziative, fra cui:
IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII
a) L’estensione dello statuto di prigioniero di guerra ai combattenti della libertà, in conformità con la Convenzione di Ginevra;
b) opposizione ad alleanze militari col Sudafrica e in particolare alile
forniture d’armi ai governi del Sudafrica, del Portogallo e della Rhodesia;
c) disapprovazione dell’immigrazione dei bianchi in Sudafrica e del turismo in tutta l’Africa meridionale, in
Madagascar, nel Malawi e in Portogallo.
È anche stato sottoscritto l’appoggio
alla proclamazione del 1971 — da parte delle Nazioni Unite — quale Anno
internazionale di lotta contro il razzismo. È stato pure chiesto al segretario del PUR di aiutare le Chiesemembro nei loro interventi presso i
governi affinché essi approvino le convenzioni delle Nazioni Unite sull’elirninazione del razzismo, sulla prevenzione del genocidio e il rispetto dei
diritti del’uomo.
Infine, una risoluzione — riguardante rUNESCO — chiede al CEC di intervenire presso il direttore generale
affinché questo ente rompa le relazioni con tutte le organizzazioni non governative che praticano la discriminazione razziale o che, per un motivo o
un altro, sia implicata col governo
sudafricano nella sua politica di apartheid.
(soepi)
Nel 1970: 11 miliardi
Ginevra (soepi) - Le ultime statistiche dicono che le 252 Chiese-membro
protestanti, anglicane e ortodosse del
Consiglio ecumenico delle Chiese hanno contribuito al bilancio record della Desear, la divisione aiuti e servizi
delle Chiese e di assistenza ai profughi, e vale a dire circa 11 miliardi di
lire per l’anno 1970.
Questo denaro è stato ripartito fra
più di 80 paesi mediante la canalizzazione delle Chiese e delle loro organizzazioni di aiuto, per partecipare allo
sviluppo della nazione, per aiutare le
Chiese minoritarie nella loro testimonianza, per assistere i profughi e le
vittime dei cataclismi.
La maggior parte dei fondi è andata all’Africa, seguita dall’Asia, dal Medio Qriente e dai paesi ortodossi, dall’America Latina, e infine dall’Europa.
Circa 6 miliardi sono stati destinati
ai progetti di aiuto delle Chiese, sia
nei riguardi della sanità, dell’educazione, dell’agricoltura, dello sviluppo
comunitario e dell’assistenza tecnica,
come pure dell’aiuto alle Chiese minoritarie. L’ammontare stabilito per i
progetti assistenziali è tuttavia in calo in relazione al 1969.
L’assistenza alle vittime delle catastrofi ha raggiunto la cifra di ca. 5
miliardi: aiuti alle vittime della carestia in Etiopia, dei terremoti in Turchia e in Perù, dei cicloni in Madagascar e nel Pakislan orientale, per i
soccorsi e la riorganizzazione che hanno fatto seguito alla guerra civile in
Nigeria.
LA PASQUA A TAIZE
Il via alla 2° tappa della preparazione del concilio dei giouaid
La corrispondenza che segue, di un giovane
cattolico pinerolese, è stata inviata contemporaneamente a (( L'Eco del Chisone » e a
noi: la pubblichiamo volentieri, senza per
questo attenuare le riserve che proviamo nei
confronti della linea taizéana. red.
Taizé, 11 aprile. Ieri sera nel corso di un
incontro generale, è stato traccialo un bilancio
del primo anno di preparazione del concilio
dei giovani. Il pomeriggio di Pasqua segna
l’inizio del secondo anno di questa preparazione. La data di apertura del concilio non è
ancora stata indicata.
Sono presenti 6500 giovani di 40 nazionalità
e altri 1500 arriveranno ancora la settimana
prossima. La chiesa della Riconciliazione non
può contenere più di 2500 persone, perciò due
settimane fa la sua facciata è stata abbattuta
e la chiesa è stata allungata con una enorme
tenda-anfiteatro. Questi muri non saranno più
ricostruiti, in segno della chiesa che si apre,
in avanti.
Una preghiera comune ha preceduto Lannuncio della seconda tappa della preparazione
del concilio dei giovani. L’annuncio è stato
dato dal fratello Roger Schutz, priore di
Taizé.
Dopo avere riassunto « le intuizioni più forti che sono nate dalla riflessione, dalfintelligenza, dal cuore, di molti giovani che non
sono tutti presenti », il priore ha ricordato
che « treni anni fa, su questa stessa collina
occorreva accettare una situazione intollerabile, attraverso VEuropa. con campi di concenIramento e di sterminio in piu luoghi; e i cristiani che cosa facevano? Quasi tutti stavano
.................................................................unii
Fra gli adolescenti abbandonata drogati e criminali delle metropoli
Un pnyno di ptecosiali all' opera a Brooklyn
David Wilkerson è un giovane pastore di una piccola chiesa di montagna
a Philipsburg, nella Pennsylvania, che,
sotto l’ispirazione dello Spirito Santo,
ha sentito l’impellente vocazione di
recarsi a Nuova York per dedicarsi all’adolescenza deliquente e drogata di
questa grande metropoli. Quando decide di rispondere alla chiamata del
Signore in questa direzione, egli non
sa assolutamente da che parte incominciare, non ha alcuna esperienza
della grande città, non conosce i pericoli, anche mortali, che corrono coloro che penetrano nei bassifondi di
Nuova York, in mezzo alle bande scatenate di ragazzi dai 9 ai 14 anni, abbandonati a sé stessi, in lotta contro
tutto il mondo degli adulti, in guerra
spesso sanguinosa tra di loro, capaci
di ogni efferatezza, con il coltello in
mano, pronti ad usarlo alla minima
provocazione, o anche senza alcuna
provocazione, ma soltanto per il fastidio e la noia della loro vita scioperata; egli non è preparato pedagogicamente ad un’opera difficile come que
llllllllllllllllllllllllllllllilllllllllllllllllliilliiiiiiiliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Crisi finanziarla della Chiesa prntestante a Ginevra
Ginevra (« Le Monde ») - Nella città di
Calvino, la Chiesa protestante sta subendo attualmente una crisi finanziaria inquietante. I
suoi conti si sono .saldati con un deficit di
oltre Tió.OOO franchi svizzeri per l’anno
1970 (n.d.r.: oltre 90 milioni di lire).
Questo deficit, il più importante che sia
stato registrato fino ad oggi, non può essere
giu.btificato unicamente dal migliorato trattaniofito dei pastori né dal fatto che Ginevra sia
l'iinico cantone svizzero con Neuchâtel, dove
1 imposta ecclesiastica non è obbligatoria.
Pare che non sia affatto da tra.scurare l’aspetto politico di questo fenomeno. Sembra che
alcune posizioni molto marcate della Chiesa
protestante, quali la sua lotta contro la xenofobìa (avversione per gli stranieri) il suo
orientamento liberale per ciò che concerne i
matrimoni misti e l'obiezione di coscienza, le
sue posizioni in favore dell’ecumenismo, siano in qualche modo dispiaciuti agli spiriti conservatori, portandoli a diminuire i loro contributi o anche a farli cessare.
Si .sa della decisione del CEC. nel quadro
della sua lotta contro il razzismo, di versare
200.000 dollari a diverse organizzazioni, a movimenti li liberazione nazionale e anche a
movimenli internazionali. Sebbene la Chiesa
protestante di Ginevra non si sia ancora pronunciata su questa iniziativa, si è potuto constatare che alcune persone pensano che il loro
contributo rischi di alimentare dei gruppi le
cui attività non siano del tutto iiaciiìclie cd
umanitarie.
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniii
Un ecumenico ottimista
New York (bip). - Durante PAssemblea annuale del Consiglio della regione nord americana dclPAlleanza riformala mondiale, svoltasi recentemente per tre giorni a Niagara Falls
(USA), il prof. D. Matliers, del Queen’s Theological College di Kingston nell’Ontario (Canada), sviluppando davanti al Consiglio il tema « missione della Chiesa verso la nazione », ha predetto un’èra <U « successo senza
precedenti » per il movimento ecumenico. A
suo avviso, il movimento ecumenico è l’anello
di un lungo processo della storia della Chiesa
tendente al ristabilimento della sua cattolicità
(universalità) e alla restaurazione della sua
unità.
Pur co.scientc del pericolo rappresentato dal
l’esistenza di organizzazioni confessionali mondiali che potrebbero condurre « a falsa fedeltà
all umanità in quanto tale », Mathers ritiene
tuttavia che queste organizzazioni costituiscono un grande passo avanti per l’ecumenismo e
sono ben controbilanciate dall’ecumenismo a
livello locale che riunisce cristiani di vario
genere e provenienza.
Da parte sua il pastore E. Perret, segretario
generale dell Alleanza riformata mondiale, ha
sottolijieato il valore delle alleanze confessionali, allorché esse cercano di portare un loro
contributo al movimento ecumenico e quando
non fanno della propria esistenza un fine a
se stesso.
iiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiitiiiiii)iii
Il cinquantenario
della Chiesa Kimbanguista
Kinshasa (soepi) - La Chiesa di Gesù
Cristo in terra, del profeta Simon Kimbangu ha celebrato, dal 4 all’ll aprile
scorsi, il suo cinquantesimo anniversario. Queste cerimonie hanno fornito
l’occasione a questa giovane Chiesa di
avere, per la prima volta dalla sua fondazione, un culto eucaristico, celebrato
il 6 aprile a Nkamba e l’il aprile nel
tempio di Mátete a Kinshasa, alla presenza di invitati protestanti e cattolici.
La Chiesa kimbanguista infatti non
aveva fino ad ora celebrato i sacramenti sia perché durante dei decenni non è
stata considerata una Chiesa ufficiale (?) cd anche per convinzioni proprie.
Il battesimo è tuttavia praticato e
amministrato agli adulti, senz’acqua,
coH’imposizione delle mani. .Anche quei
membri che già in precedenza erano
stati battezzati da Chiese protestanti o
cattc-liche vengono ricevuti coH’imposizione delle mani. Ma questa cerimonia
non è un battesimo, dato che fa fede
quello ricevuto in precedenza.
Nell’agosto 1969 (n.d.r.: a suo tempo ne demmo notizia) il Comitato centrale ha ammesso la Chiesa kimbanguista nel numero delle Chiese-membro del Consiglio ecumenico delle Chiese. Capo spirituale di questa Chiesa è
J. Diangienda, figlio del profeta e fondatore Simon Kimbangu.
sta, non ha mezzi, è solo: eppure si
butta, perché Soirito di Dio glielo
impone. Il pastore Wilkerson lascia la
moglie, una bimba piccola ed un altro
figlio in arrivo, parte da Philipsburg
in macchina, in omincia a perlustrare
pericolosamente la grande città, avvicina i ragazzi m ila strada e, senza alcun preambolo, parla loro dell’amore
che Cristo ha per loro; a volte dorme,
a rischio della vita, nella sua stessa
automobile parcheggiata in certi vicoli dove neppure la polizia si azzarda
ad inoltrarsi. È deriso, insultato, minacciato; poi, pocc' alla volta, ricercato, amato, protetto dalle bande dei
piccoli delinquenti, che hanno saputo
riconoscere in lui un amico. Pian piano, partendo dai membri della sua fedele chiesetta in Pennsylvania, si desta
intorno a quest’uomo eccezionale e a
ciò che egli compie, un interesse sempre più vasto. Il giovane pastore entusiasta non è piu solo, ha ora parecchi amici, con l’appoggio dei quali può
comperare una grande casa nel cuore
di Brooklyn, che diventa un Centro di
riabilitazione per tutti i ragazzi traviati di Nuova York: è la loro casa,
quella che non hanno mai avuto, nella
quale possono entrare uscire o rimanere, a loro piacimento; nella quale
trovano finalmente il letto che non
hanno mai posseduto, e soprattutto
trovano l’amore, le cure sollecite e la
Parola di Cristo, che non hanno mai
avuto da nessuno, che non hanno mai
conosciuto.
Il pastore Wilkerson è un pentecostale e la caratteristica fondamentale
della sua vita cristiana e della sua opera è di essere posta interamente sotto
I azione dello Spirito di Dio: io non sono nulla e non posso niente, ma tu, Signore puoi tutto: agisci tu stesso, intervieni, attira a te i ribelli, risana le
piaghe, converti i cuori.
Il pastore e l’équipe di giovani, che
sono ormai i suoi collaboratori ne!
Centro di Brooklyn, lavorano in questo modo: trascorrono tutta la mattinata in preghiera, prima individuale,
poi comunitaria; David Wilkerson afferma in una pagina del suo libro:
« avevo scoperto da tempo che il troppo correre in giro senza un fondamento di serena meditazione produce poco
frutto ». Il pomeriggio essi partono
per i posti più malfamati della città:
ognuno ha il suo quartiere, i suoi casi particolari, e predicano a tutti l’amore di Cristo. A sera ognuno ritorna
al Centro, seguito a volte da alcune
povere pecorelle perdute, che volontariamente vengono a mettersi al riparo
nella grande casa ospitale; ognuno ha
da raccontare esperienze sconvolgenti; molti hanno rischiato la vita, parecchi hanno ricevuto, come un dono
dello Spirito, una o più conversioni
dei poveri traviati.
Sono del parere che a noi tutti delle diverse chiese del giorno d’oggi faccia bene leggere un libro come questo, tutto imperniato sull’azione dello
Spirito Santo nella vita del credente,
quello Spirito che soffia ed agisce in
un modo meraviglioso per coloro che
si affidano interamente a Lui. Certamente bisogna notare che la freschezza, il tenace ottimismo, nonché una
certa simpatica ingenuità, sono doti
peculiari dei popoli anglo-sassoni, ai
quali noi latini opponiamo tutte le caratteristiche delle antiche civiltà: pessimismo, tendenza esasperante al ragionamento senza fine, mancanza di
entusiasmo. Forse è necessario tenerconto di queste differenze leggendo il
libro « La croce ed il pugnale », nel
quale il pastore Wilkerson narra la
sua vita e le sue esperienze: probabilmente certi metodi, certi atteggiamenti, alcune liete baraonde, perfino certi
scherzi e giochi che hanno tanto successo laggiù, non otterrebbero risultati da noi. Ma pure — e questo va detto con forza — una differenza di sensibilità tra i popoli non ha niente a
che vedere con l’azione dello Spirito
Santo, che può agire e compiere prodigi in qualsiasi parte del mondo, purché sia invocato ed ascoltato.
C’è da domandarsi se facciamo noi
ancora realmente l’esperienza di buttare le nostre vite allo sbaraglio dietro l’ispirazione dello Spirito di Dio;
oppure se, arroccati nella nostra umana saviezza e nel nostro laico modo di
pensare, abbiamo perso la fiducia del
piccolo fanciullo e poniamo continui
ostacoli all’azione dello Spirito, contrastandolo e respingendolo in vari
modi nella nostra vita di credenti. Eppure Gesù disse ai suoi discepoli: « voi
riceverete potenza, quando lo Spirito
Santo verrà su di voi ». Per il pastore
Wilkerson e la sua équipe, che sanno
abbandonarsi a questa potenza, accadono ancora oggi veri e propri miracoli. Stanno ora sorgendo altri Centri
di riabilitazione per i giovani nelle città di Chicago, Philadelphia, Boston,
Los Angeles, Toronto, a proposito dei
quali il pastore Wilkerson così si esprime: « Lo Spirito Santo è il direttore
dell’impresa; fino a quando Esso manterrà tale carica l’opera andrà a gonfie vele; appena cominceremo a fare le
cose con le nostre sole forze, allora
falliremo ».
Edtna Ribf.t
D.u'm Wilkerson, La croce e il pugnale,
Editrice Uomini Nuovi, Varese 1970,
L. 1.000.
<(Noi abbiamo preso la droga»
Segnaliamo un seooiulo libro del medesimo
autore, pubblicato in italiano dai Gruppi Biblici Universilari (Via Poggioli 9/17, 00161
Roma). Si tratta della presentazione di esperienze dirette, estremamente significative. Le
due opere si integrano fra loro e costituiscono
uno fra i pochi ajiproccì cristiani al tragico
problema.
D. Wilkerson, Noi abbiamo preso la droga.
Ediz. GRU. Roma. pag. 155, L. 750.
iiiiiiiiiiiiiiiiiii[iiiiiiiiuii;iiiiniiimiiiiiiiiiiii)iii)iiiiiiiiii
^ (( La libertà religiosa deve essere iscritti in un quadro più ampio nella Costituzione » hanno dichiarato airunanimìtà i partecipanti ad un incontro del Centro ecumenico di riconciliazione riunitosi dal 14 al 16
marzo a Figueira da Foz. in Portogallo. Essi
rappresentavano differenti comunità religiose:
cattolica, presbiteriana, avventista, lusitana,
battista, metodista e mussulmana. Una circolare del Centro domanda inoltre che tutte
le Chiese ricevano un trattamento uguale e
che il concordalo stabilito tra il Portogallo
e il Valicano sia riveduto. Altre domande dì
modifiche da apportare al progetto di legge
governativo sulla libertà religiosa saranno
portate alla conoscenza del governo, del Parlamento e dei membri della Camera corjiorativa. afferma la circolare.
in silenzio. Avevano paura di un gesto politico. si trattava di non sporcarsi le mani... Con
il loro silenzio, questi cristiani, hanno sostenuto una politica, senza saperlo, senza desiderarlo. senza volerlo ».
(( Per tutto un anno abbiamo cercalo di approfondire il senso della festa che il Cristo
risorto anima nel più profondo dell'uomo, e
sappiamo che non si tratta per niente di un'euforia. È una festa che implica una lotta, perche tutti partecipino a una stessa festa liberatrice.
(( Come una diretta conseguenza di ciò, cercheremo allora per tutto un altro anno come
il Cristo risorto ci spinge ad andare fino in
fondo: ci prepara a dare la nostra vita perché Vuomo non sia più vittima delVuomo ».
Che cosa osservano i giovani e, con Cristo
risorto, dove vogliono arrivare? Se il concilio dei giovani sarà testimonianza, la sua preparazione deve essere specialmente un'impresa del cuore. Ora noi vediamo che Pumanità
è malamente ripartita: mentre in alcuni luoghi il genere umano s’addensa fino alTìnverosimile. ve ne sono invece altri, non meno hen
dotati dalla natura, che hanno una popolazione scarsa e rada. Il 71,3% della jiopolazione
mondiale vive in paesi che sono sottosviluppati.
Circa 500 milioni di persone lottano contro la
fame vera e propria e milioni di persone
muoiono letteralmente di fame. Infine strati
di popolazioni poverissime vivono anche Jc. tro i paesi ricchi ed in quelli poveri vi sono
individui che possiedono riccchezze favolose.
L Italia particolarmente ha anche enormi ilifferenze regionali.
Sappiamo anche che nelPinsieme il nostro
pi'anela, che a noi sembra troppo popolato, ha
la possibilità di offrire posto e nutrimento per
un numero assai più grande d’individui. Già
fin dora, con un’equa distribuzione delle risorse naturali, la popolazione del mondo potrebbe essere aumentata di altri sei miliardi
di uomini.
Una équipe intercontinentale di giovani che
era riunita da molti giorni a Taizé, ha precisato il tema della seconda tappa : « Questo
anno si tratterà di rendersi disponibili perché
l uomo non sia più vittima dell'uomo. Prendere
coscienza delle oppressioni. Impegnare le nostre energie per rompere con quelle situazioni
in cui l uomo è vittima. Spogliarsi dei privilegi Cercando una nostra disponibilità a dare
la propria vita a causa del Cristo, diventiamo
messaggeri di una gioiosa notizia per tutti,
destinata a tutti, senza nessuna segregazione.
Siamo sospinti a vivere Vincognito come lievito nascosto nella pasta, come il chicco di grano deposto sotto terra, cercando di avere un
cuore povero, servendoci sempre di mezzi poveri. senza oro né argento ».
Nei corso della liturgia comune del mattino, il priore di Taizé aveva personalmente indirizzato un appello ai giovani:
« Il Cristo risorto ci mette in comunione
gli uni con gli altri. Quando anche noi lo abbandoniamo, lui non rinuncia mai a noi ed
è ancora lui che ci attende e ci cerca, tanto è
legato alVuomo ».
« In questo ultimo anno, riempito per molti di noi dallo spirito di festa, ecco che si è
ancora accelerato il movimento di allontanamento da Cristo e dal suo corpo, la Chiesa:
allontanamento di giovani, ma anche di preti,
di pastori. Possiamo vivere nell'indifferenza
davanti a questi allontanamenti? ».
Dopo aver indicato le linee di forza che secondo lui sono specifiche della vocazione sacerdotale. il priore di Taizé ha così continuato:
« L attuale crisi di fiducia neU'uomo sradica dalla loro identità molti di quelli che avevano detto un si al sacerdozio. Alcuni sono
disorientati, non sanno più a cosa servono. Io
vi chiedo: in nome di Cristo, non lasciateli
soli, portate loro la vostra fiducia; attraverso
il perdono, cercate un cuore di poveri, un cuore riconciliato, unito per Cristo. Non siate
avari nella vostra fiducia ».
Ancora nel corso della liturgia del mattino,
un nuovo fratello della comunità, Armin. si
è impegnato a vita. La domenica delle Palme
era entrato nella comunità Gianni Novello di
Este. Gianni Novello fece parte deH'équipe
intercontinentale che un anno fà preparò l'annuncio del concilio dei giovani ed è il primo
fratello di Taizé italiano.
Ferruccio Castellano
Incontri internazionali
di giovani durante l’estate
Gli incontri internazionali di preparazione
al concilio dei giovani si terranno ogni settimana. dal 28 giugno al 5 setteinfirc. dal lunedi sera fino alla domenica seguente.
Per gli incontri internazionali verrji assicurata una traduzione simultanea in italiano, inglese, spagnolo e tedesco. I dialoglii in piccoli
gruppi potranno avvenire secon.lo le lingue
nazionali.
Partecipanli: i giovani dai 18 ai .30 .anni,
giovani sposi compresi.
Parlpcipazioìie allo uppse: secondo )a respon-sabilità di ciascuno (prezzo indicativo; i.lOO
lire al giorno).
Alloggio: la sistemazione a Taizé è in campeggio. Vi .saranno tende collettive, qiialelip
posto disponibile in dormitorio, altrimenti occorrono le tende individuali, ft bene portare
con sé il proprio materiale per dormire (matcrassini pneumatici, sacelli a pelo o coperte).
Viaggio in treno: partendo da Torino, utilizzare il direttissimo Roina-Parlgi e scendere
a Macon. Da Macon a Taize esiste no servizio
di autobus.
Informazioni e iscrizioni: c necessario iscriversi ben in anticipo. Richiedere i moduli di
iscrizione a: F - 17 - TAIZÈ COMMUNAUTÈ
Oltre a questi, numerosi altri incontri sono
l)revisti a Taizé. quelli per i giovani che non
po.ssono disporre di una .settimana intera,
quelli di bambini, di adolescenti, di anziani.
Per ogni informazione in questo senso .scrivere a Taizé. f\ c.
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pag. 4
N. 17 — 23 aprile 1971
Notiziario Evangelico Italiano
Dalle Assemblee di Dio (Pentecostali)
Miracoli por I Poniccosiali
« Risveglio Pentecostale » porta un
articolo intitolato « Potenza di operar
miracoli » di Ch. Kingston. In questo
articolo viene spiegato perché il miracolo è possibile. Es.so non è, come comunemente si dice, una cosa contro
natura; non si tratta, net miracolo, di
una violazione delle leggi di natura ma
dell’intervento di una forza superiore
che viene da un mondo perfetto in un
mondo pieno di imperfezione. Tutta la
vita dell’universo altro non è che un
continuo miracolo, ed è governata da
leggi che altro non sono che la volontà di Dio. Egli può dunque in qualsiasi momento dirigere la Sua volontà
verso una nuova opera: ed ecco avvenire il miracolo quando Dio fa diversamente da quello che è solito fare.
Nel dono dei miracoli, di cui alcuni
eletti sono provvisti, entra in campo
la legge della fede, che se è tanto forte può riuscire a sospendere la legge
di natura. A qualcuno è stato concesso questo dono, cominciando dai discepoli di Gesù.
Dalle assemblee Pentecostali giungono notizie di miracoli.
A Trapani, durante la campagna
evangelistica « Missione Buona Novella », mentre un fratello pregava per gli
ammalati, una sorella che era venuta
in città per essere operata all’occhio,
avvicinatasi con fede al Signore è stata guarita e ha reso pubblica restimonianza della grazia ricevuta.
Nella chiesa di Ugento (Puglia) una
sorella è stata guarita di un male che
l’affliggeva da anni. A Riesi una giovane, mentre usciva dalle acque battesimali è stata battezzata nello Spirito Santo con gli evidenti segni delle
lingue.
Altre notizie ci dicono deH’apertura
di nuovi locali di culto in Puglia (San
Ferdinando di Puglia) e in Sicilia
(S. Maria di Licodia) e di un raduno
invernale di giovani a S. Cataldo (Sicilia), convegno molto riuscito per numero di partecipanti e per la comunione raggiunta fra tutti.
Nel nord Italia, a Boltiere (Bergamo) vi è una nascente comunità Pentecostale.
Dalla Chiesa di Cristo
Lavorare in collaborazione
In un articolo su « Il seme del Regno » Silvio Caddeo parla della collaborazione. Spesso, egli dice, è difflcile
collaborare con altri perché siamo
sempre pronti a trovare nelle cose fatte da altri mille difetti. Consci di questo, dobbiamo controllarci e renderci
conto che la perfezione non esiste né
in noi né negli altri. Lavorare in collaborazione signiflca usare nel miglior
modo i nostri talenti. « Come possiamo avere l’aiuto di Dio se non riusciamo a rimanere uniti nemmeno nell’annunzio delTEvangelo? »
A Milano Fausto Salvoni, direttore
della Facoltà Biblica, ha riunito in
gennaio i collaboratori per esaminare
il programma di sviluppo. Si è constatato che la Facoltà offre ai fratelli
di Milano e delle vicinanze la possibilità di approfondire le proprie conoscenze bibliche. Inoltre la Facoltà Biblica tende a inserirsi nel campo universitario quale iniziativa evangelica.
A Genova il lavoro di traduzione del
Nuovo Testamento è ultimato. Prima
di darlo alla stampa verrà esaminato
nelle Comunità.
A Roma la comunità di Monte Sacro
ha organizzato un corso biblico del
Lazio: cinquemila sono gli iscritti.
A Pomezia la comunità di Aprilia
(Latina) sta svolgendo un nuovo lavoro di evangelizzazione. I primi contatti sono incoraggianti.
A Milano la comunità di V. del Bollo ha ospitato una tavola rotonda per
uno studio con discussione; il tema
era: « Bibbia e contestazione ».
A Roma la comunità di Cinecittà ha
acquistato un terreno in campagna e
si appresta a dare il via alla costruzione di un edificio per campeggi, con
campi da gioco e piscina. I posti (comprese le tende) saranno per cento campisti. Questa iniziativa ha come scopo
i’evangelizzazione: la comunità ritiene
che dieci giorni di campeggio possano
lasciare un insegnamento nella vita degli ospiti.
Dalla Chiesa dei Fratelli
Una porta aperta
per i Fratelli
Tcrmoli è una graziosa cittadina del
Molise che si affaccia sull’Adriatico;
negli ultimi anni ha assunto un carattere turistico ed è anche diventata sede di un importante stabilimento Fiat.
Per i Fratelli Termoli è importante
perché è una porta aperta all’opera di
evangelizzazione nel Molise. Infatti dal
1968 c’ò nella città una sala evangelica
che ospita un’assemblea di Fratelli.
L’opera è iniziala con visite di casa
in casa, con le prime conversioni. Poi
il Signore ha provveduto loro una sala e così si è potuta cominciare una
campagna di evangelizzazione che si
va estendendo anche ai paesi vicini.
Ora essi hanno acquistato un locale
abbastanza grande e comodo, e confidano nel Signore per superare le difficoltà che si presentano.
« Vi chiediamo di pregare per la testimonianza in questa città affinché
possiamo essere dei fedeli testimoni
del Signore fra quanti ancora non Lo
conoscono ».
A Firenze, il 10, 11, 12 aprile c’è stato il Convegno Giovanile Evangelico di
Primavera. Si è occupato degli studi
biblici il fratello B. Oxenham di Roma, con il seguente tema: Le illusioni
umane smascherate.
Dalla Chiesa Apostolica
Si apre un nuovo tempio
« L’Araldo Apostolico » annuncia che
a Pasqua ha avuto luogo a Grosseto
l’inaugurazione del nuovo tempio, in
Via Generale Cantore 7, e il 12“ Convegno Nazionale Apostolico. Il culto
di inaugurazione è stato tenuto sabato 10 aprile.
A Livorno, dal 19 al 21 marzo è stato tenuto il Convegno di Primavera.
Dalla Libreria Sacre Scritture di Roma
Una Bibbia per tutti
« La Parola », periodico quadrimestrale della Libreria dice: « In un tempo in cui si parla con giusta insistenzii
di una chiesa per gli altri, è bene parlare soprattutto di una Bibbia per gli
altri ».
Questo è il tema che il Direttore Pastore Bertalot ha studiato con Pastori, laici e comunità ed è anche la linea
di lavoro che insieme si propongono
per i prossimi anni e per cui le Chiese cominciano a dimostrare interesse.
I colportori sono sempre all’opera,
nei mercati, nelle fiere e nelle campagne evangelistiche; la loro opera è faticosa e incontra spesso difficoltà. Ma
nella diffusione della Bibbia vi sono
nuove possibilità: in certe scuole diventa argomento di studio durante
l’ora di religione, se vi sono alunni
evangelici; le bibbie sono state esposte davanti alle fabbriche, passano di
mano in mano sul posto di lavoro.
Nel 1969 le Bibbie distribuite in Italia sono state 20.227; i Nuovi Testamenti 11.512; le porzioni 407.611.
Dalla Chiesa Battista
Un messaggio
per tutti i Battisti
È Stata celebrata nelle chiese Battiste la domenica dell’Alleanza Mondiale Battista.
« È un giorno — scrive il Pastore
C. Inguanti, presidente dell’U.C.E.B.I.
— che ricorda la nostra comunione
mondiale; noi abbiamo « ...un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo, un Dio unico e padre di tutti... »
(Ef. 4: 5-6). E un giorno in cui ’i Battisti di tutto il mondo si presentano
spiritualniente davanti al glorioso trono di Dio nella preghiera, nell’umiliazione e nella consacrazione ».
Quest’anno la domenica deH’alleanza è coincisa per i Battisti Italiani con
il centenario della fondazione della
prima chiesa Battista a Roma.
Dopo cento anni di vita l’U.C.E.B.I.
si prepara a divenire autonoma e si
aprono quindi per essa nuovi problemi da risolvere.
I Battisti sono più di trenta milioni, diffusi in 129 paesi. Essi formano
una grande famiglia, composta di elementi diversi per lingua, colore e formazione, ma unita spiritualmente e
inoltre disposta a collaborare fraternamente con tutti coloro che credono
in Cristo. Essi sono per la libertà religiosa, per i diritti dell’uomo, per la
uguaglianza fra i popoli e fra gli individui.
Fiduciosi che Dio condurrà i popoli
verso un mondo migliore e che Cristo
è la vera risposta ai problemi umani,
i Battisti non devono venir meno alla
fede e alla testimonianza.
« In questa domenica dell’AMB, riaffermiamo — conclude il Past. Inguanti — la nostra ferma volontà di custodire il deposito che ci è stato tramandato e la nostra fedeltà alla testimonianza che il Signore ci chiama a dare
nel nostro paese ».
Inda Ade
A Torino la
ha inaognrato il
Chiesa Avventista
nuovo locale di colto
Sabato 17 aprile si è svolta a Torino,
in via Rosta n. 3, l’inaugurazione dei
nuovi locali di attività della chiesa avventista del 7“ giorno.
Tra i numerosi intervenuti, molti i
membri di altre comunità avventiste
del nord-Italia. Dopo una breve visita
al razionale edificio, costruito secondo 1 dettami della moderna tecnica edilizia, il pubblico è stato invitato dagli
organizzatori a prendere posto nella
glande sala adibita a Tempio per assistere alla cerimonia vera e propria. Il
pastore Cacciatore, attualmente in servizio nella comunità torinese, ha rivolto ai presenti il suo saluto ed ha ringraziato tutti per il proprio intervento. La prima parte delle due ore trascorse insierne è stata interamente dedicata ai ringraziamenti: ringraziamenti rivolti innanzitutto a Dio, per
ayer concesso alla giovane comunità
di concretare le sue aspirazioni in uno
stabile che agevolasse lo svolgersi autonomo delle attività ecclesiastiche, ed
in secondo luogo a tutti coloro che,
mediante la propria opera lavorativa
oppure semplicemente mediante il proprio interesse o contributo finanziano, hanno seguito e favorito il coronamento dell’opera.
Il primo intervento è stato del Presidente dell’Unione italiana delle Chiese avventiste, pastore Agnello: egli,
dopo aver menzionato la rapida espansione degli Avventisti in Italia, ricordando che questa è stata circa la ventesima inaugurazione a cui ha preso
parte negli ultimi 7 anni, ha spiegato
la figurazione allegorica del pulpito,
dando in questo modo il suo messaggio biblico. Sul pulpito sono infatti applicate tre grosse piastrelle decorate,
che rappresentano tre atteggiamenti
di uno stesso angelo, simboleggianti la
..... aiigciu, simooieggianti t£
.......................................................Ili................................
Perchè non vada disperdendosi l’individualità della popolazione valdese delle Valli
Alla ricerca dello lumarre e del Grand Albert
(c Entre les (bestes) Domestiques, il n’y a
que les Jumarres, que je trouve estre tout à
lait inconnus en tous ces Païs Septentrionaux.
Oet animal s’engendre, ou d’un Taureau et
d une Cavale, ou d'un Taureau et d’une Asnesse; ceux-la sont plus gros, et s'appellent Bal,
et ceux-ey plus-petits et s’appellent Bij; ceuxlà ont la mâchoire supe'rieure beaucoup pluscourte que l’inferieure, à peu près comme les
nurceaux, mais en sorte que les dents de dessus, sur le devant sont un pouce ou deux
doits plus-reculées que celles de dessous:
ceux-cy au contraire, ont les mâchoires de dessous plus longues, quasi comme les Lievres,
ou Lapins, mais en sorte que les dents de des-’
sou.s sont aussi plus avancées. Tellement que
ni les uns, ni les autres peuvent paistre à la
campagne que là où l'herbe est si longue,
quils la coupent avec la langue: à la reserve
de la différence de la longueur de leurs mâchoires: vous voyez leur forme en la figure
suivante (c’è Villustrazione nel testo), et comme ils ont teste et queüe de Beuf, et tant soit
peu d'elevation en la place des cornes; et par
tout le reste ils tiennent de l’Asne, ou du
Cheval. Leur force est inconcevable, en esgard
a leur grosseur, ils sont plus petits que les
Mulets, mangent peu, et dévorent le chemin.
J ay fait jusqu’à 18 lieues tout par des montagnes, le 30 de Septembre, avec un tel Jumarre, mais beaucoup plus à Taise qu’à
A tutta prima questa descrizione che Jean
Lecer da alLinizio della sua Histoire Générale
des Eglises Evangéliques des Vallées de Piémont; ou Vaudoises sembra una gran turlupinatura, specialmente con quel Baf, che ha
la mascella superiore più corta e quel Bif che
ha la mascella inferiore più lunga, che ha
1 aria di essere la stessa cosa. Quand’ero ragazzo si menzionava questo pezzo per mostrare
che contabubbole poteva essere Leger per meravigliare i signori olandesi. Ma un giorno un
professore e storico valdese tutt'oggì sulla breccia mi espresse il dubbio che questo animale
Leger non se lo fosse inventato lui: a Massello si diceva ancora: fort com un gimeru.
Allora, come un cavaliere che cerca il Graal
(che è poi la grolla in cui bevono cerimonio
uno jumarre, ma
ai dizionari etimoia ipotesi è che ci
del cammello, che
’ « Fra gli animali domestici soltanto i Jumarres sono del tutto ignoti in questi paesi
settentrionali. Quest'animale è generato da un
toro e da una cavalla o da un toro e da un’asina. nel primo caso sono più grandi e si chiamano Baf, nel secondo più piccoli e si chiamano Bif; i primi hanno la mascella superiore
mollo più corta che l’inferiore, un po’ come i
maiali, ma in modo tale che i denti superiori,
sul davanti, sono di un pollice o di due dila
più arretrati rispetto a quelli inferiori; i secondi, invece, hanno la mascella inferiore più
lunga, quasi come quella delle lepri e dei conigli, ma in modo tale che i denti inferiori
sono anch'essi più avanzati. Sì che né gli uni
né gli altri possono pascolare, .se non dove
l'erba è tanto lunga che possono tagliarla con
la lingua, a seconda della diversa lunghezza
della mascella; si può vederne la forma nella
figura .seguente ('c’è Villustrazione nel testo).
e come hanno testa e coda di bue e un po’ di
rigonfiamento al posto delle corna; per tutto
il resto hanno delLasìno o del cavallo. Hanno
una forza incredibile, considerala la loro grandezza : sono più pìccoli dei mtili. mangiano
poco e divorano la strada. Ho fatto fino a
più di 18 leghe per sentieri di montagna, il
.30 settembre, con uno Jumarre, ma molto più
comodo che a cavallo ».
sámente i valdostani, mentre da noi è lo zoccolo, cioè sempre un recipiente di legno) cominciai la mia quête riello Jumarre, che chiaramente era la stessa bastìa. Un contadino della Val Pellice mi confiAe con circospezione che
aveva visto un gimeru, ma l'aiiimale o il padrone, non ricordo bene era morto, sicché
non si poté procedere nrE.a conoscenza. Bisognava tornare alle fonti :ritte. Un’enciclopedia francese del 700, cl; si trova nella Biblioteca della Società dì S • ia Valdese, mi informò che il naturalista Kuffon aveva fatto
l'esperimento, di far naso,
non ci era riuscito. Passa
logici. Per farla breve la
troviamo davanti al ricor¡
sia venuto su queste mo’; agno al tempo dei
Saraceni o in altri temp; o che sia stato conosciuto altrove o dai ra^ -mti. Oltre alla linguistica ho preso iii consi i-razione altre caratteristiche che vengono ; tribuite al gimeru:
ha i piedi da vacca con cnl lira gran calci, ha
un carattere particolarmuiite cattivo, più di
quello di un normale mulo, sputa, e c’è quella mascella strana che div lebbe distinguere il
hif ed il baf. Questo catiiuo carattere sarebbe
uno dei molivi per cui not' se ne fanno più, e
un altro che il seme del toro che ha servito
una cavalla o un'asina resterebbe bruciato,
cioè il loro diventerebbe sterile.
Più tardi c’è stata for.‘iO una confusione con
il bardotto. Tra le altre etimologie una richiama alla chimera. Non creilo sia da scomodarla. L’area dello jumarre è circoscritta nei due
versanti delle nostre Alpi, o poco più. Non c’è
traccia di lui (o di lei) fra i comuni o i rari
e illustri animali del Bestiario valdese medioevale.
Dunque questa prova che Leger era un contrafroltole cade. Nobilotto o borghese, educato
lontano dal paese, probabilmente aveva poca
dimestichezza con le cose della campagna. Credeva quel che gli altri credevano e gli raccontavano. E non gli raccontavano delle cose inventate lì per lì.
Ero mollo giovane e dai libri di testo avevo
appreso che un tedesco aveva dimostrato l’esistenza di Troia e la veridicità di Omero smentendo la critica storica e filologica tedesca.
Questa ricerca non solo mi fece prendere più
sul serio Leger e altri scrittori del pas.sato, ma
contribuì ad alimentare il mio interesse per
quella che viene chiamata cultura popolare, di
per sé e come uno degli ausilii alla storia che
dovrebbero essere più utilizzati anche da noi
(e ci metto anche la storia demografica, economica ecc.). Mi aiutò, insoinma. nel mio inlere.sse a cono.scere il mio piccolo popolo.
Mi lanciai così, con calma, in un’altra quête, quella del Grand Albert.
Con questo nome è conosciuto il libro di
magia, così mi si diceva, usato nelle nostre
Valli. Tracce a Prali, tracce a Santa Margherita, chi mi diceva che cercava di farmene vedere una copia. Alla fine ero quasi disperato.
Un giorno apro un cassetto nella casa che
era stala di un mio bisnonno, un meisinun o
qualcosa del genere, cioè un curatore di animali (e di persone?), ma questo non me l’avevano (letto a casa, bensì Lavevo saputo tramite un lontano cugino di Filadelfia, e trovo
un libretto rilegato: Les Secrets du Grand
Albert in un’edizione del ’700. Grande soddisfazione e un po’ dì delusione.
Aristotele citato a ogni passo e molti rimedi a base di fiente de chien. Il Grand Albert è
Alberto Magno, il doctor universalis, domenicano tedesco divenuto professore alla Sorbona,
il
il maestro di Tommaso d’Aquino. La sua nel
Medio Evo era pura scienza. Forse un po'
esoterica. Poi vennero il Rinascimento
600 con la rinascita della scienza.
Intanto da noi i barbi erano sostituiti dai
past(5ri, quei barbi che erano anche medici dei
corpi. E si formò un filone sotterraneo, subordinato in qualche modo, familiare di cultura,
che comprende anche l’uso del patois, un tempo la lingua valdese, a cui si collegano i gerghi, che si trovano in valli vicine, come l’Alta
Val di Po o Valle di Paesana, e a cui si collegano una cultura materiale, un’economia, tipi
di rapporti sociali, che in parte sopravvivono,
trasformati, e trasformandosi, combinandosi
con apporti sempre nuovi. Da tutto questo
non va disgiunta una mentalità particolare. Ci
troviamo di fronte a una civiltà.
Detto questo provvisoriamente mi fermo e
torniamo al Grand Albert. Uno dei miei informatori, dei Teynaud, che aveva vissuto a
Marsiglia, quando vide che lo avevo trovato
troncò la sua reticenza e mi prestò il suo
esemplare. Era un’edizione recente, che portava il prezzo : due franchi. Si vendeva, e forse si vende ancora in Francia sulle bancherelle, come da noi La Sibilla Cumana, La Cabala
o il Libro dei Sogni. Ne parla Théophile Gautier proprio nel suo libro sulla Jettatura (del
1857).
Non si tratta semplicemente di vìvere a ritroso nei secoli o di incantarsi con superstizioni, ma di conoscere da dove si viene e cercare
quanto l’eredità sia ancor viva, non di uno
sterile culto del passato ma di un’eventuale
utilizzazione del passato per l’avvenire e di
quanto di esso è vivo nella nostra gente, sovente fra i più « umili ». Non dobbiamo sopravvalutare ma nemmeno sottostimare queste
ricerche. Non vorrei essere frainteso. La nostra eredità è molteplice: c’è la francese, ma
anche svizzera, olandese, inglese, tedesca ecc..
e c’è una ben forte componente italiana. C’è
il fondo provenzale occitano o provenzale alpino, di cui nessuno deve vergognarsi, come
nel cosidetlo Terzo Mondo l’indigeno che ha
messo la giacca studia e riscopre le proprie
tradizioni. È parte di una ricerca di individúalita che non può fermarsi a sette secoli fa, ma
è contìnua. Si dice dell’indigeno delle nostre
Valli — perché è di luì che si parla — (o solo del Valdese?) che è un conservatore, correggerei : conservatore progressista, spostando
per quanto possìbile l’enfasi sulla seconda parola, sotto una dura scorza molto aperto, capace (li dare anclie dei tagli al passalo, come
purtroppo anche di usarlo come un vanto vano J1 nostro indigeno non aveva e non ha solo
quell’austerità che qualcuno voleva o vuole
che avesse o che alibia.
Altrimenti da dove vengono le sue canzoni?
E questa filastrocca tanto nota, che comincia
Margrilin dai ciausie ru / gaire calignaire
aven vu? - In italiano:
Margheritina dalle .scarpe rosse
quanti morosi avete?
Cinque alla vigna, cinque nel prato,
sette alla guerra a fare il soldato.
Era ricca Margherita. E anche noi siamo
ricchi, non di soldi, ma di tante cose, fra cui
anche una tradizione democratica. Che xiso
facciamo dì questa ricchezza, o per dirlo altrimenti di questi talenti, di cui siamo responsabili. che non sìa dar dei tagli o menar sterile vanto?
Gustavo Malan
fede, la speranza e la carità. La fede,
un crocifisso in mano all’angelo, è indispensabile per la Salvezza; la speranza, un’ancora, va lanciata verso Dio al
di là delle stelle e la carità, un cuore
d oro, è indispensabile affinché le altre
due doti siano valide, come afferma
Paolo in I Corinzi 13: 13: « Or dunque
queste cose durano: fede, speranza, carità, ma la più grande di esse è la carità ».
Gli interventi successivi sono di vari pastori, susseguitisi nella conduzione della comunità nei suoi quarantatre anni di attività, dal 1928 ad oggi,
li pastore Bongini ha ricordato come
fondò, con l’aiuto di altri due fratelli
in fede, il primo nucleo avventista di
Torino tenendo riunioni nei locali di
corso Palermo n. 16 bis ancor spoglio
di suppellettili, diffondendo la Parola
e cercando nuovi simpatizzanti mediante le prime pubblicazioni e come,
dopo soli sette mesi di lavoro, dovette
lasciare tutta l’opera nelle mani del
pastore Copertino.
Giuseppe Copertino ha illustrato lo
sviluppo della comunità, che ben presto s ingrandì a tal punto da richiedere nuovi locali, da cui il trasferimento
in una bottega di piazza Statuto, e gli
sforzi da lui compiuti per mantenere
compatto un gruppo che la guerra andava sfaldando. Infine il pastore Vincenzo Cacciatore ha parlato degli ultimi anni di vita comunitaria, del problema finanziario e relativa soluzione
che ha permesso la realizzazione di
quest’ultima opera. Ricordiamo inoltre
il messaggio evangelico portato dal
pastore Jiiden della divisione mediterranea e le parole del pastore Paolo
Ricca che ha tributato alla Chiesa avventista il saluto suo personale e degli
altri gruppi evangelici della città. Due
inni cantati dai presenti e tre brani
musicali eseguiti e cantati dalla pianista prof .ssa Ravazzini, dal violinista
prof. Zoppi e dal tenore Medeo hanno
contribuito ad alleggerire un programma altrimenti molto denso.
La comunità avventista di Torino ha
dimostrato con questa cerimonia di
non accontentarsi della posizione raggiunta con la costruzione di un tempio, ma di voler intensificare la propria azione di diffusione della Parola.
Conscia che Dio la aiuta e che ha trasformato ia città da deserto in frutteto, come atlerma Isaia, sia perché ha
favorito il sorgere di altri movimenti
evangelici e sia perché ha reso fruttuosa l’opera avventista, essa non vuole
rimanere insensibile al richiamo
espresso in Giovanni 15: 4.
Al contrario, pensando, come afferma Papini nel concludere la sua celebre vita di Gesù, che Tunica forza in
grado di arginare il dilagare del peccato sia il ritorno di Cristo, essa vive
nell’attesa de! Suo Regno ed intende
divulgare il suo messaggio evangelico
forte di una incisiva tensione escatologica.
Dantht.i; Garrone
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiimiiiiiiiiiMiiimiiiiiiiii
A PQRTICI (NAPOLI)
Pre-congresso F.G.E.I.
della Campania e del Molise
Il 1° maggio, dalle 10 alle 18, nei locali di
« Casa Materna » a Portici (Napoli), Corso
Garibaldi 235. è convocato il convegno e precongresso della Federazione giovanile evangelica italiana della Campania e del Molise. 11
programma prevede al mattino l’introduzione
ai documenti precongressuali e il dibattito
suH'uso da farne nei gruppi, nel pomeriggio la
discussione su perché e come impostare la
Federazione regionale campano-molisana. Si
prevede con fiducia la partecipazione di questi
gruppi: S. Giovanni Lipioni (V), Carunchio
(V). Campobasso (B e V), Napoli Vomero
(M-V). Napoli Cimbri (V), Portici (M), Torre
del Greco (Luter.), Torre Annunziata (Luter.), ma si spera nella partecipazione di giovani di altre comunità della zona nella quali
non risulta esistano attualmente attività giovanili regolari.
III!IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIiIlllllllllillil!llllllllllllllltlllllllllllll
Colonia Valdese
di Vallecrosia (Imperia)
Si porta a conoscenza che le iscrizioni per i! turno di luglio alla colonia di
Vallecrosia sono definitivamente chiuse.
Il Direttore: Sergio Nisbet
VACANZE AL MARE
Pensioni familiari e
alberghi confortevoli
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5
2i aprile 1971 — N.. 17
pag. y
Vendesi suolo
edificatorio
E quello citato da Paolo nella 1“ Corinti 3: 11. Senza che ne avessero il
mandato, certi valentuomini, da una
generazione all’altra, l’hanno curato al
punto che oggi più non si riconosce,
tanti sassi vi sono e sterpaglia. A percorrerlo in lungo e in largo, quello
spazio, quell appezzamento, tu non trovi Vomhra di una casa. « Non è vero »,
grida una certa gente, sbucata alVimprovviso e non so di dove. « Noi costruiamo, e voi, orbi maligni, non ve
ne accorgete. Non vedete, qua e là, t
materiali da costruzione? Lo stato di
abbandono non esiste. Nessuno di noi,
conservatori e tradizionalisti, pensa di
alienare, barattare un suolo con un sostrato roccioso ntagnifico ».
I passatiti, gli uomini della strada,
che gonzi non sono, dopo aver ascoltato e dato un’occhiata ai materiali
giacenti, si accorgono che sono vecchi,
scadenti, leggeri.
Uscendo di metafora, noi gente di
chiesa possiamo dar loro un nome: legno, fieno, paglia: il legno di un pietismo che non è pietà, il fieno di un clericalismo gerarchico, la paglia di un
litiirgismo sbadigliante (1 Cor. 3: 12).
Quei mastri muratori si danno un
gran da fare con lavori preliminari,
preparano miscugli pastosi per murare, raccolgono mattoni, stemperano la
calce, portano l’acqua, ma i muri non
si vedono ancora. Tutto si fa alla superficie e non vi è alcuno che scavi nel
profondo di quel suolo, perché riceva
la prima pietra. Se così è, e semmai si
arriverà al tetto, quella casa, tutta
fuori del fondamento, non sarà né solida, né duratura. La sua rovina sarà
grande, quando i venti forti si avventeranno contro di essa e le piogge torrenziali la flagelleranno (Mt. 1: 26, 27).
I Conservatori, i Tradizionalisti —
■che sempre ammaestrano e mai imparano — han trascurato nei secoli e ancora trascurano la parte essenziale, la
Roccia basilare, su cui ogni costruzione che vuol durare, si erige.
Altra categoria di persone, non meno egregia della prima, ama chiamarsi novatrice e rivoluzionaria. Essi escono dai templi vetusti, perché vogliono
svolgere un lavoro vivo, costruttivo,
sociale, in favore del mondo, degli uomini in bisogno. L’immobilismo dei
conservatori li esaspera, e quella Base
antica, immobile al centro, non risponde più agli aneliti dell’anima. Le umane moderne esigenze vogliono altro.
Inoltre, i novatori han già trovato strumenti e materiale nuovo, di prima
scelta, anche prezioso (scendere in
piazza per la lotta di classe, riscatto
dalla povertà, annientamento delle soperchierie e violenze padronali). La casa che i novatori, i rivoluzionari ambiscono di edificare avrà oltretutto la
prerogativa di essere mobile e trasportabile, poggiando su qualsiasi suolo,
come avviene per una roulotte. Il Suolo, sul quale si è cercato di costruire
per venti secoli, con la sua fisonomía
uguale e perenne, non è più adatto alla
vita dì chi vuol muoversi in ogni direri >j ner indagare, discutere, conte...i.ir, > a.;a-roulotte, allora, per
tivn i .> Loli, anche quelli vischiosi, acCfHitrmosi, malsani, anche le sabbie
■ nobili, i deserti, dove si annidano i ladroni e gli assassini? Ma quanto durerei questa casa-girovaga per il corpo? E non avverrà una volta che per
una causa del tutto immateriale, niente .affatto tecnologica e scientifica, la
casa-roulotte incappi in un terreno infido, mai esperimentato, imprevedibil
■ .lente accidentato che la faccia sballottare da destra a manca, in alto e in
basso, senza che vi sia forza liberatrice d’uomo o di chi per lui che la salvi?
Facciano attenzione questi smaniosi
di novità balorde che, avendo fatto getto della Roccia dei secoli, credono di
costruire sulla rena delle loro pazze
ideologie. Un giorno verrà che quella
Pietra, ripudiata e derisa, cadrà loro
sulla testa, pardon, sulla loro casa. Come potrà piombare su quella dei loro
antagonisti conservatori, se non si ravvedono. Quella Pietra, cadendo dall’alto, diventerà un gran monte, da riempire tutta la. terra. Quel ciclope del
Cielo, l’onniveggente, farà rotolare la
Pietra al tempo di questi nuovi costruttori di Babele... È il Regno di Dio
che viene e che si appresta a distruggere i regni di cartapesta ed i loro re
fasulli « nel modo che la Pietra, preziosa ed angolare, staccandosi dal monte, senza opera di mano, spezzerà il
ferro, il rame, l’argilla, l’argento e
l’oro...» (1 Pietro 2: 6-8; Luca 20: 17,
18; Daniele 2; 35, 45). Chi ha orecchie
da udire oda.
Ei.ia Libonati
niiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Vita, problemi, prospettive delle chiese valdesi
A Trieste, ecumenismo in atto
Il documento preparato da un gruppo (interdenominazionale)
di studio suli'eventuaiità che la Chiesa di Roma entri nei CEC
Pramollo
Il 25 gennaio ha avuto luogo, nella Basilica
ili S. Giusto, la riunione di preghiera per
Tunità dei cristiani che siamo soliti celebrare
ogni anno.
Erano rappresentali i tre grandi rami in cui
si divide il cristianesimo : i cattolici romani,
gli ortodossi ed i protestanti. Siamo rimasti
meravigliati, ancora una volta, nel constatare
che il vasto tempio era gremito, anzi un buon
numero di persone non han neppure trovato
posto per sedere.
Anni fa. neH’iniziare queirattività ecumenica, eravamo stali confortati dal consenso delle
nostre comunità e lo siamo tuttora.
Siamo particolarmente grati perché alcuni
nostri suggerimenti sono stati accolli e non
avremo difficoltà, in avvenire, a far presenti
le istanze che i fratelli crederanno di doverci
segnalare.
Se vediamo bene quanto ci dice una parte
della nostra stampa, quelle riunioni di preghiera non trovano più un consenso molto
marcato perché si tratta, si dice, di un ecumenismo di vertice e non di base. Non ci
sembra che queste categorie umane, sempre
discriminatorie, abbiano senso per una vera
comunità evangelica : il Signore può operare
tanto al vertice, quando c’è, che alia base.
Ed è questa libertà cristiana che ci spinge a
unirci con gli altri cristiani nella preghiera,
nel corso di una riunione ove tutto è assolutamente fatto nello spirito della Scrittura.
— Una lezione di teologia protestante è
stata tenuta, il 29 gennaio, dal pastore agli
studenti in teologia dei seminari di Trieste e
di Gorizia, dietro invito del Rettore. Erano presenti, con alcuni professori e parroci, i seminaristi ed un gruppo di giovani laureati particolarmente interessati al lavoro ecumenico. E
sembrato opportuno sensibilizzare l’uditorio
sulle istanze della Riforma. Il dialogo che ne
è seguito ci è parso interessante e proficuo.
* *
Le nostre comunità sono state invitate a
studiare e quindi esprimere un loro parere su
un documento che ci prospetta l’eventualità
dell’ingresso della chiesa romana nel Consiglio
Ecumenico delle chiese.
Il nostro gruppo di studio biblico, a carattere interdenominazionale, ha votato questa mozione che sottoponiamo alla vostra attenzione:
Il gruppo di studio, nella sua riunione del
3 febbraio,
avendo esaminato i documenti sull’eventuale
ingresso della chiesa cattolica romana nel CEC,
constatato che il Movimento Ecumenico è
espressione concreta dela presa di coscienza
del nostro peccato di credenti in Gesù Cristo
infedeli e divisi;
preso atto del suo carattere di provvisorietà in
quanto anticipazione sulla via della fedeltà a
Cristo e della comunione nel senso biblico del
termine,
considera Teventuale entrata della chiesa romana come rinizio di un cammino lungo, arduo e di salutare sofferenza, e non come un
felice compimento;
vede in questo inizio il segno della grazia sovrana di Dio e delLassistenza delio Spirito
Santo;
esprime le sue riserve circa Taspetto contradditorio tra la concezione ecclesiologica cattolica romana e Tesigenza di una compartecipazione che rispecchi la varietà culturale e geografica del cattolicesimo romano, come pure per
gli strumenti di potere temporale — santa sede e stato vaticano — che il cattolicesimo ha a
sua disposizione ;
confida che la richiesta della chiesa cattolica
sia rivolta in uno spirito dì disponibilità a confrontarsi con TEvangelo, di accettazione dì
una realtà in cammino e nel pieno rispetto
delle reciproche autonomie.
* * *
— Collaborazione laica. Una breve assenza
del pastore, in missione all’estero per conto
della Tavola Valdese, ha permesso alle nostre
comunità di fare una verifica sulla loro maturità. Siamo infatti lieti di poter dire che
nessuna attività ha dovuto essere sospesa. Questo significa che un buon gruppo di laici si è
impegnato per il culto, la Scuola Domenicale,
lo studio biblico, l’Unione Femminile, l’Agape
comunitaria, ecc. Sottolineiamo questo felice
esperimento.
— UAgape del 17 Febbraio, presso l’Ospizio Cristiano, è riuscita ottimamente. Vivamente apprezzali gli interventi di alcuni fratelli per sottolineare l’importanza di quella
data. Non è passata inosservata la presenza
dei giovani ed il loro intervento. La chiesa
si associa a loro nel desiderio di una maggiore reciproca compartecipazione nella testimonianza cristiana.
— La giornata mondiale di preghiera, organizzata dai gruppi femminili della città, ha
avuto un carattere interconfessionale e si è
svolta il 5 Marzo nella Cappella Metodista.
L'offerta a favore dell’ospedale evangelico di
Napoli è stata generosa.
— L incontro comunitario del pomeriggio
della domenica 7 Marzo ha registrato un buon
afflusso di membri tlelle nostre comunità. Lo
scambio di idee a seguito della esposizione fatta sui contatti avuti con altre chiese evangeliche, ci ha portati a discutere sui problemi dell’emigrazione, deireilucazione e del ripensamento della fede c della testimonianza cristiana.
— 11 7 marzo, Domenica della gioventù, i
nostri giovani hanno rivolto un messaggio
alla comunità riunita per il culto; si sono
presentati con vivo senso di umiltà, senza pretendere fare la lezione a nessuno ma con il
vivo desiderio di invitarci alla riflessione, in
modo che le posizioni si chiariscano in tempo
— era aH'ordinc del giorno il tema dell’ecumenismo e in particolare la questione dell’eventuale ingresso della Chiesa di Roma nel
C.E.C. —, in un tempo come il nostro nel
quale si è portati a semplificare, nel desiderio
di procedere rapidamente, con il rischio di cadere nel sincretismo religio.so. Il messaggio
era il frutto di un lavoro di gruppo, coordinato e presentato da Silvana De Lugnani.
— Domenica 18 aprile si è avuto un bel
« pomeriggio di solidarietà » organizzato dall’Unione Femminile. È stata fra noi, ospite
gradita, la sig.na Sandra Ribet. che ha presentato il film di sua realizzazione La palla
rossa, dedicato alla vita dei bambini spastici
e già fortemente apprezzato in varie località.
iiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiimiiiiiiitiiiiiiiM;iimiiiiiiiiiiimiiiiiiiiii[iiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii)iiiiiiiiii(
Notiziario rioplatense
Sinodo valdese 'ttdamericano.
La sessione i ioplatense del Sinodo
Valdese ha tenulo le sue sedute dal 1“
al 4 marzo nel ; Parque XVII febrero » a Colonia V ¡idense (Uruguay).
Da fonte privata abbiamo ricevuto
alcune notizie che pensiamo possano
interessare i letiori di «Eco-Luce».
Il lavoro svolto dalla Commissione
d'esame è state molto buono, perché
oltre alla contror dazione la commissione ha presentato un documento sulla situazione attuale della Chiesa Valdese rioplatense, che potrà servire di
base per gli studi comunitari che si
vogliono fare ntlla prossima primavera (nostro auturmo).
Fra i temi ti aitati dal Sinodo ha
particolare impe.rtanza l’assistenza da
dare ai settori più poveri della società
uruguayana e ai gentina.
Le modifiche ; Ilo Statuto della Chiesa Valdese del Rio de la Piata sono
state approvate.
Il pastore No’"bcrto Berton è stato
designato in missione speciale per due
anni come docente di teologia pratica
alla Facoltà di Teologia di Buenos
Aires.
La nuova « Mesa » (Tavola) si compone dei seguenti membri: pastore
Delmo Rostan, moderatore; pastore
Giovanni Tron, vice-moderatore, ed i
laici prof. Marcelo Dalmas, dott. Mario Baridon e Fernando Dalmas, quest’ultimo neoeletto.
Facoltà di Teologia a Buenos Aires.
Ormai, dopo l’unione con la Facoltà
Luterana di Teologia, 1 suo nome modificato è « Instituto Superior de Estudios Teológicos ». I vari corsi si tengono negli edifici delle due Facoltà, nel
quartiere « Flores » di Buenos Aires e
nel sobborgo José C. Paz. Ci sono sette studenti valdesi iscritti all’anno accademico cominciato nel marzo 1971.
Comunità di Buenos Aires.
La comunità valdese fa parte della
« famiglia » riformata - presbiteriana,
molto numerosa a Buenos Aires, alla
quale appartengono anche le comunità
olandese, ungherese, francese, scozzese
e svizzera. L’ultima domenica del mese si celebra un culto tutti insieme, in
lingua spagnola, nel locale della comunità svizzera.
Asilo « El Sarandi ».
Questo istituto per ritardati mentali, con sede a Colonia Vaidense, è stato parzialmente messo in funzione nelle prime settimane del 1971. Il progetto di creare una scuola speciale elementare e professionale, con annesso
convitto per tutti i bambini e adulti
che ne abbiano bisogno, è venuto maturandosi negli ultimi otto anni. L’asilo formerà un piccolo villaggio con casette che permettano a quelli che vi
abitano, una specie di vita di famiglia.
Oltre alle scuole ci saranno una officina meccanica, orti e campi per dare
iimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiiiiiiui
Notizie da Pomaretto
Personalia
Il ])re.s1)ilerio di Angrogna Serre lia aeeoUo
il ¡limilo Emmnnuple. A Renato e Marie France Coisson il nostro augurio più fraterno per
il loro .secondogenito.
Il ¡lastore Pierluigi Jalla ha avuto il dolore
di perdere il padre. A lui e a tutti i .suoi familiari re.spre.ssione della nostra affetluosa
simpatia, nella comune speranza.
Nel tempo di Pasqua ricordiamo :
Sono stali celebrati i matrimoni seguenti:
sabato 3 aprile Grill Luigi Livio e Tron Rina:
Walter Ribet e Jahier Vera: domenica 4, giorno delle Palme: lean Pierre Muslon e Jahier
Enrica: Ferrerò Aldo Antonio e Gallian llda,
residenti a Torino. Ci rallegriamo per questi
focolari nella speranza gioiosa di vederli ravvivati ogni giorno dallo Spirito del Signore e
dalla lettura della Sua Parola. In particolare
salutiamo i coniugi Muston i quali, pur lasciando Pomaretto per Ginevra, patria di lean Pierre, rimarranno ancora membri della nostra
comunità. In occasione del culto in cui si è
benedetto il matrimonio dei eonuigi Muston la
corale ha recato un .segno di fraternità per il
grtippo della ehie.sa madrina e per gli sposi nel
segno del legame vivo che è stato tessuto da
oltre un ventennio tra le due comunità: il
pastore André ha recato un saluto ed un pensiero augurale agli .sposi.
Ringraziamo il pastore Aime per aver presieduto i culti di giovedì e venerdì della settimana di Pasqua e diretto la corale che ha
recato il suo me.ssaggio anche al Clot Inverso.
Ringraziamo il gruppo di giovani per il cullo che essi hanno tenuto allTnver.so.
L'assemhlea di Chiesa del 18 ha discusso
l'alto sinodale sul batle.simo e confermazione
accettandolo nelle sue linee essenziali e proponendosi di proseguire il discorso con ulteriore esame dei testi. Ha deplorato i quartieri
di Pero.sa e Pomaretto per lo scarsissimo numero di pre.senti alle designazioni di responsabili ed anziani. Si attendono i risultati dell'Inverso Rinasca per l'accetlazione o meno
dell'a.ssemblea di cbiesa.
Da parte dei catecumeni c stata fatta la raccolta della carta per la Scuola Materna mentre
la colletta per la Scuola Latina è stata fatta
in |)arle dai membri del Concistoro e responsabili con alunni della Scuola stessa.
Domenica 25 a Villar Perosa incontro delle
unioni femminili per di.scutere il problema
dell'ecumenismo con relazione del past. Alfredo Sonelli. Nello stesso pomeriggio a Ferrerò i
monitori e monilricì si ritroveranno per udire
uno studio di Giorgio Tonni.
Sempre domenica 25 si terrà il culto alì'inverso Rinasca. G. B.
occupazione e istruzione adatte agli
ammalati.
Australiani!
Il « Mensajero Vaidense » del 15 dicembre 1970 manda un saluto ai Vaidesi emigrati in Australia. Le condizioni politiche ed economiche, nelle
quali si trova attualmente l’Uruguay,
spingono numerosi abitanti, e tra essi
alcuni Valdesi, a cercarsi un nuovo
ambiente di vita in un altro continente. Un simile movimento di emigrazione, allora diretto verso l’Argentina, si
verificò nei primi anni di questo secolo, quando l’Uruguay fu scosso da
, continue rivoluzioni.
Morte di Juan P. Malan.
Il 13 febbraio è deceduto improvvisamente Juan P. Malan, padre dello
studente di teologia Hugo Malan, attualmente a Roma. Da molti anni anziano di chiesa della comunità di Villa
Iris (La Pampa, Argentina), predicatore laico e membro della Commissione
Coordinatrice per le Chiese Valdesi in
Argentina, era una bella figura di credente e un vero « patriarca » della comunità valdese. Negli ultimi anni si
era ritirato dai lavori agricoli per dedicarsi alla formazione di una cooperativa tra i contadini delle colonie abitate da molti valdesi in quella zona.
Ancora sul pastore E. Castro.
Dobbiamo rettificare la notizia data
su « Eco-Luce » n. 10 del 5-3-’71. Il presidente della Chiesa metodista uruguayana, pastore Emilio Castro di
Montevideo, è rimasto alcuni giorni (e
non ore) in prigione in connessione
con i sequestri di persone straniere in
Uruguay. Egli stesso narra le sue esperienze (non cattive) con la polizia e la
giustizia del suo paese nel n. 1200,
1-12-1970, di « Mensajero Vaidense ». Ci
scusiamo per l’errore involontario dovuto a una informazione orale ricevuta da un amico comune. Purtroppo la
stampa ecclesiastica rioplatense giunge con molto ritardo e l’informazione
risulta quindi spesso incompleta o di
vecchia data.
Aia Soggin
IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIII
Villasecca
La Domenica delle Paline sono stati ammessi quali nuovi membri comunicanti i seguenti
giovani : Ghigo Rosanna, Benech Eddy, Griglio Sergio, Grill Mauro. Ferrerò Livio. Massei Ettore. Auguriamo loro una vita interamente vissuta nella fede cristiana e chiediamo al Signore di dar loro le forze di essere
fedeli alla promessa che hanno fatto. Nel giorno di Pasqua essi hanno partecipato per la
prima volta alla Santa Cena, circondati dalraiFetto di numerosi parenti e da tutta la comunità’.
Particolarmente benedetti sono stati i culti
della Settimana Santa : il Giovedì Santo, culto serale con Santa Cena a Combagarino :
nonostante il maltempo, la partecipazione è
stata buona; cosi pure la mattina del Venerdì Santo al culto ai Chiotti. A Pasqua il nostro tempio che è fra i più vasti delle Valli,
era gremito : numerosi ì fratelli e le sorelle,
originari di Vìllasecca. che sono venuti da
lontano per celebrare con noi la risurrezione
del Signore. Numerosi anche ì partecipanti alla Santa Cena. La nostra corale ha eseguito
due inni di circostanza, sia per la Confermazione dei Catecumeni, sia per il culto dì Pasqua.
Il lunedì, giorno di Pasquetta, culto con
.Santa Cena a Bovile, il villaggio più alto della comunità. E ora che la Pasqua è passata,
ricordiamo a tutti che i credenti debbono vivere tutta la loro vita nella luce della morte
e della risurrezione di Cristo e nella prospettiva della venula del Regno di Dio.
11 6 aprile è stata presentata al Santo Battesimo Clot Laura di Ermanno e di Giacomino Elsa del Barneu. Che il Signore prenda
sotto la sua protezione questo tenero agnello
della sua greggia.
La casa dei nostri fratelli Poet Ermanno e
Harus Rosanna è stala allietata dalla nascita
del piccolo Luciano. Al neonato e ai felici genitori i nostri migliori auguri.
C. T.
I culti della Settimana Santa sono stati frequentati da buone assemblee, particolarmente
numerosa quella della Domenica di Pasqua.
Siamo stati lieti di avere in mezzo a noi e di
salutare in quella circostanza diversi Pramollini venuti dall’estero e da località fuori parrocchia e non pochi fratelli, sorelle ed amici
provenienti da altre comunità. Durante il
culto sono state ricevute quali membri responsabili della Chiesa due catecumene : Bounous Edina (Ribetti) e Clot Claudia (Pellenchi); il Signore accompagni col Suo Spirito
queste giovani, fortifichi la loro fede e le aiuti
ad essere fedeli alla loro promessa. Ha fatto
seguito la celebrazione della S. Cena alla quale si sono avvicinate le giovani confermate ed
un buon numero dì altri fratelli e sorelle. La
piccola corale ha portato il suo contributo col
canto di due inni di circostanza. Un grazie
ai sigg. Blanc (Panetteria Rue) che ci hanno
offerto il pane per la Santa Cena.
Verso la metà del mese di marzo la comunità è stala visitata dal sig. Paul Ellenherger,
pastore missionario nel Lesotho (Africa del
Sud), che ci ha dato un’interessante conversazione sulla vita, usi e costumi degli abitanti
di quella regione e sul lavoro missionario, valendosi di quadri, disegni e di bellissime diapositive a colori. Al nostro fratello un sentito
grazie per le sue informazioni ed a lui ed
alla sua famìglia ogni benedizione dal Signore.
Ultimamente ci hanno recato il loro messaggio le filodrammatiche di : Villar Pellice
che ci ha rappresentato « Un ritratto senza
fiori »; Prarostino con « Luce che torna » e
San Germano Chisone che ha recitato <c II
profumo di mia moglie ». A questi amici la
nostra viva gratitudine per i lavori interpretati
con encomiabile bravura.
Un sentito riungraziamento ai giovani di
Prarostino per la generosa ospitalità oiTerta ai
nostri giovani in occasione della loro visita.
Rinnoviamo la nostra fraterna simpatia e
solidarietà a tutti i familiari della sorella
Legger Giuseppina ved. Long, deceduta all’Ospedale Cottolengo di Pinerolo il 30 marzo
all’età di 76 anni.
Un cordiale benvenuto a Daniele, primogenito di Gustavo e di Ada Long (Ruata): a lui
ed ai suoi genitori vivi rallegramenti e benedizioni divine. T. P.
MIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIillllllllllIIIMIMIIIIIIIII
Federazione Femminile Valdese
Incontro regionale
delle Valli Valdesi
Domenica 25 aprile, alle ore 14.30,
avrà luogo nel tempio di Villar Perosa
l’incontro regionale per tutte le Unioni femminili delle Valli Valdesi. Tema
dell’incontro sarà: L’Ecumenismo nei
suoi vari aspetti e relatore sarà il pastore Alfredo Sonelli.
IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIimMIIIIIIIIIIIIIII
Consiglio della Val Pellice
Servizio sociale
Si rende noto che la lezione del Corso di
Educazione Sessuale per genitori ed educatori,
che doveva svolgersi in data 15-4-71, e che è
stata rinviata, si svolgerà in data 27-4-71
alle ore 21 presso la sala Consigliare del Comune di Torre Pellice.
L'incontro, che chiuderà il Corso, avrà per
tema: «L’educazione sessuale nella scuola»;
relatrice sarà la Prof.ssa Tilde Gianni Gallino.
Il Presidente
(Celeste Martina)
RINGRAZIAMENTO
La famiglia Jalla ringrazia quanti
hanno partecipato al suo dolore per
la scomparsa del
Gen. Luigi Jalla
Un ringraziamento del tutto particolare al Pastore Paolo Marauda per
la sua affettuosa e comprensiva assistenza.
« Fino alla vostra vecchiaia, io
vi sosterrò e vi salverò »
(Isaia 46: 4).
È deceduta in seguito a breve malattia
Giuseppina Legger
ved. Long
I familiari la ricordano a quanti la
conobbero.
Mondoni - S. Germano Chisone
30 marzo 1971
AVVISI ECONOMICI
CERCASI « Guide des Vallées Vaudoises du
Piémont », publié par la Société Vaudoise
d'Utililé Publique (1898). Rivolgersi alla
Claudiana. 10066 Torre Pellice.
GLI OSPEDALI Valdesi di Torre Pellice e
di Pomaretto (Torino) cercano infermiere
professionali o generiche per il periodo 1
gìugno-30 settembre 1971.
Richieste a: Istituti Ospitalieri Valdesi, 4,
Via Caduti Libertà. 10066 Torre Pellice
(Torino). Telef. 91536.
6
pag. 6
1
23 aprile 1971
I NOSTRI GIORNI
UOMINI, FATTI, SITUAZIONI
La sinistra giapponese
avanza
Si sono svolte nei giorni scorsi in
Giappone le elezioni locali, a carattere
amministrativo, elezioni che, se hanno
visto in linea generale la conferma del
rappresentanti del partito al governo
o di coloro che lo appoggiano — e cioè
del partito liberal-democratico, di destra — hanno anche registrato alcune
grosse eccezioni, a cominciare dalla
capitale.
Per quanto riguarda Tokyo, che è
anche la più grande città del mondo,
è stato infatti confermato dal voto il
governatore uscente, che si presentava
per un secondo mandato, coll’appoggio dei partiti socialista e comunista.
Il candidato di destra, appoggiato con
uno sforzo senza precedenti da parte
del governo (pare abbia speso circa 2
miliardi) che ovviamente teneva in modo particolare a quel seggio, ha subito
una pesante sconfitta, con 1 milione e
700 mila voti di scarto.
Più significativa ancora, in quanto
maggiormente imprevista, la vittoria
ad Osaka, secondo centro urbano del
paese e capoluogo del Giappone centrale. Gli elettori della prefettura di
Osaka hanno infatti eletto un candidato sostenuto dalle sinistre, candidato che ha battuto il precedente governatore liberale, che fra l’altro vantava
il successo dell’Esposizione universale
del 1970.
La vittoria della sinistra nelle due
più grandi città giapponesi costituisce
senza dubbio un grave colpo inferto al
partito liberal-democratico e certo ridimensiona il fatto che, su 18 governatorati, 16 rimangano al partito governativo.
Il primo ministro Sato è al potere
da circa sette anni e dovrebbe restarvi fino alla fine del prossimo. Indubbiamente la sua decisione di riarmare
la nazione e di chiusura alla Cina intensificheranno — specie dopo questi
risultati — anche in seno al partito liberale stesso i contrasti colle correnti
più avanzate che vorrebbero una ristrutturazione della politica giapponese.
Indubbiamente — come fa notare Le
Monde — si avranno ulteriori indicazioni prima delle elezioni generali, dato che nel prossimo giugno si avrà
un’elezione per il rinnovo parziale della Camera alta, preceduta a sua volta
da votazioni locali per le assemblee
municipali dei villaggi e delle piccole
città.
Ma è nelle grandi città che il vento
nuovo soffia più forte. Infatti, anche
nelle elezioni comunali di Yokoama,
primo porto giapponese, è stato eletto
un sindaco socialista. Kyoto, capitale
culturale del paese, è fin dalle precedenti elezioni sotto amministrazione
socialista.
Questi risultati elettorali — che hanno visto i comunisti triplicare i propri
voti, pur rimanendo sempre una piccola minoranza, e un lieve calo dei socialisti — dicono che le masse giapponesi non sono più disposte a farsi supinamente sfruttare dal ritmo forsennato imposto all’industrializzazione del
Secondo l’ultimo censimento
Oltre 546 milioni
di Indiani
Nuova Delhi (A.F.P.) - I risultati
provvisori deH’ultirao censimento indiano sono stati annunciati : al 1° aprile 1971 r Unione indiana contava
546.955.958 abitanti, dei quali 283 milioni 55.987 uomini e 263.899.958
donne. La popolazione è aumentata del
24,6% dall’ultimo censimento, svoltosi
nel 1961. Seeondo fonti ufficiali, il numero attuale degli abitanti è inferiore
di 14 milioni a quello che si prevedeva;
la cosa potrebbe essere spiegata con la
campagna per la limitazione delle nascite. D’altro lato, secondo le cifre pubblicate, l’alfabetizzazione è aumentata
del 5% e ora il 29,4% della popolazione sa leggere e scrivere; tuttavia il
numero delle donne analfabete è considerevolmente superiore a quello degli
uomini.
paese daH'attuale classe dirigente, che,
se pure ha portato il Giappone in primo piano fra le nazioni mondiali, lo ha
fatto sacrificando essenzialmente la
classe lavoratrice che — rassegnata e
fatalista per indole e per mentalità inculcata da secoli — « gode » di salari
bassissimi. La campagna vittoriosa del
neo eletto governatore di Osaka si è
ad esempio basata contro la grande
industria e contro quegli ambienti affaristici che hanno una particolare
influenza sull’attuale governo.
La rivolta delle “Nuove,,
Le « Nuove », come molti sanno, sono le carceri di Torino, costruite nel
1857, e che di « nuovo » hanno, ormai
da lunghissimo tempo, soltanto il nome.
Direttore responsabile: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
N. 175 - 8/7/1960
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pellice (Torino)
Nei giorni scorsi, a due anni esatti
di distanza dalla prima rivolta i detenuti del decrepito carcere hanno rinnovato la loro protesta, protesta quanto rnai esasperata e violenta, che pare
abbia arrecato oltre mezzo miliardo
4* danni. Muri abbattuti, interi reparti incendiati e distrutti, materiali resi
inservibili, costituiscono il pesante bilancio di questa nuova rivolta, cui sono seguite altre proteste, più contenute, in altre prigioni italiane.
Questi nuovi atti di rivolta ripropongono ancora una volta l’urgente necessità della riforma carceraria, di
quella dei codici e una maggiore celerità dei processi. Il particolare accanimento col quale i rivoltosi di Torino
hanno cercato di distruggere tutto
quanto capitava loro sotto mano è stato da loro stessi spiegato: il desiderio di rendere inagibile un edificio del
tutto inadeguato a svolgere il suo
compito, non solo di custodia civile,
ma di rieducazione. Pare che abbiano
raggiunto lo scopo: sarebbe infatti assurdo spendere centinaia di milioni
per rappezzare ancora una volta un penitenziario giudicato già del tutto insufficiente nel 1930 nelle sue strutture
e nei suoi servizi interni.
Ma evidentemente il discorso qui si
allarga. La rivolta di Torino non è che
un sintomo di una situazione del tutto
insostenibile e veramente indegna di
una nazione che si dice civile. L’ordinamento carcerario italiano è infatti
uno dei più arretrati e depersonalizzanti che esistano: prigioni e manicomi giudiziari assai più simili a medievali camere di tortura che a istituti
moderni; prigionieri che trascorrono
mesi e mesi in carcere in attesa dei rispettivi processi, dai quali circa il 50%
di loro viene riconosciuto innocente;
codici che puzzano ancora di fascismo
con tutti i conseguenti risvolti repres
Già da anni si parla di riforme anche in questo campo, riforme che, al
pari di tante altre, restano sulla carta
Qra il governo, in una delle sue ultime
sedute si è deciso a votare un piano,
frazionato nel tempo, per l’edilizia carceraria.
Era assai interessante e edificante
leggere, nei giorni scorsi, i commenti
dei giornali stranieri, che prendevano
lo spunto dalla rivolta torinese per
porre in evidenza l’arretratezza e l’inumanità del nostro ordinamento carcerario, suffragate da esperienze di cittadini stranieri che, per un motivo o per
l’altro, hanno sperimentato le delizie
delle prigioni italiane. (Ricordiamo il
recente caso di un attore americano
che, accusato di traffico di droga —
essendogli stato trovato nell’abitazione poco più di mezzo grammo di stupefacente — è stato al « fresco » per
dei mesi colla moglie, che poi è morta in prigione. Lui ora è stato processato ed assolto).
Ma un altro aspetto che dobbiamo
registrare con dispiacere, oltre all’inerzia della classe dirigente anche a questo proposito, è pure la diffusa mentalità dell’opinione pubblica che tende in
genere ad opporsi — condannandola —
all'urgenza e necessità che il detenuto
venga trattato come una persona e non
come una bestia, nell’intento appunto
di cercare di ricondurlo nelle migliori condizioni possibili nell’ambito della collettività e di assicurargli un adeguato reinserimento. È giusto evidenternente che una persona nociva alla
società sia temporaneamente privata
della libertà, ma è altrettanto giusto e
doveroso che a sua volta la società faccia tutto il possibile per rieducarla alla libertà.
Roberto Peyrot
Echi della settimana
a cura di Tullio Viola
GLI ORRORI
D’UNA GUERRA CIVILE
COPENAGEN-TOKIO
ATTRAVERSO LA SIBERIA
Dopo le cateratte d’acqua che hanno inondato il Pakistan Orientale causando, alcuni mesi or sono, centinaia
di migliaia di morti, ora fiumi di sangue scorrono nello sventurato paese ad
opera dell’esercito del Pakistan Occidentale.
« La maggioranza dei testimoni segnala^ appunto il comportamento di
quell’esercito. Un ingegnere inglese,
P.vnf'lintn rin U/~i v/-,.
t^òe.rcuu. un ingegnere inglese,
evacuato da Chittagong, ha raccontato:
“V’è stato un terribile massacro nella città. I Bengalesi venivano uccisi a
migliaia, e montagne di cadaveri imputridivano nelle strade. (...) I soldati raccoglievano e circondavano la popolazione, poi la falciavano con le mitragliatrici. Non era neanche il caso di
fare degl’interrogatori. Le distruzioni
sono state catastrofiche: quando i soldati non trovavano nessuno nelle strade, allora lanciavano le granate dei
mortai attraverso le finestre degl’immobili. Centinaia di bambini si contano fra le vittime”.
Quanto alla città di Bacca, un tedesco occidentale, appena arrivato a
Francoforte dopo esser riuscito ad evadere dal Pakistan Orientale, ha detto:
"È una città rnorta, non più abitata che
dal 10% (al più) della sua popolazione.
I soltati del Pakistan Occidentale, comandati dal generale TikkaKhan governatore militare di Bacca, saccheggiano le case, le incendiano e sparano
su ogni cosa che si muova. Neppure i
bambini vengono risparmiati, quando
i genitori sono bengalesi".
★ circa un anno varie compagnie
aeree civili delle n:izioni occidentali sono autorizzate a sorvolare gl’immensi
spazi deirURSS, per raggiungere il
Giappone. Hanno rnminciato 1’« Air
Trance » e la « Japar Airlines », ciascuna con due servizi ttimanali ParigiTokio. Ha fatto seguilo la « Boac » inglese. Si è ora aggiun u la «SAS» (Scandinavian Airlines Sy tcm), con la nuova linea Copenhage ^ Tokio. « Questa
compagnia, che batte, e bandiere della
Banirnarca, della Nc.- 'zgia e della Svezia, viene così a realizzare un sogno già
vecchio di trent’anni.
Già nel 1939 infatti -a compagnia sovietica Aeroflot e la Swedish Airlines
avevano studiato l’ap. rtura della «Scan
Asia Air Express ». la seconda guerra mondiale non ave.- -.e interrotto quell’audace progetto, Viinpero del Sol Levante sarebbe stato raggiungibile, a
partire da Stoccoln a (via SverdlovkKrasnoiarsk), in soli cinque giorni. A
quell’epoca, la “traversata” col celebre
“Transiberian expres.: ” (cioè con la linea ferroviaria costruita già all'epoca
degli zar), durava undici giorni: un’im
presat...
Secondo questo tedesco, le sedi delle
redazioni dei giornali del Pakistan
Orientale, fra il 26 e il 31 marzo, sono
state bersagliate da tiri d’artiglieria e
di mortaio; poi sono state incendiate
coi lancia-fiamme. Giornalisti ed impiegati sono morti. Quest’episodio è stato
parzialmente confermato da un inglese: “uno degli obiettivi militari è stato
il quotidiano Ittefak, giornale di lingua bengalese, il cui personale è morto
bruciato vivo”.
Un altro inglese, che è riuscito a raggiungere Calcutta, fra le molte atrocità
ha segnalato la seguente: "Ho visto due
bengalesi attaccati per le gambe dietro
ad un camion che li trascinava. Le loro
teste picchiavano il selciato”.
Un altro ancora (dello stesso gruppo) ha aggiunto: “Ho visto delle persone cadere uccise da colpi di fucile sparati da camion che passavano. Altri venivano abbattuti a colpi di calcio di fucile sulla testa, poi caricati sui camion.
(...) I soldati pakistani sono stati senza pietà, particolarmente coi contadini
indù. Al bazar Tantipara, le truppe hanno appiccato il fuoco alle case di bambù e di paglia, nelle quali vivevano migliaia di persone. Uojnini, donne e bambini che tentavano di fuggire, venivano
abbattuti con le mitragliatrici o a colpi
di baionetta. Noi siamo arrivati sul posto tre giorni dopo: abbiamo visto, stesi a terra, cadaveri a diecine, e il quartiere era completamente distrutto” ».
In cooperazione con l’Aeroflot, la
SAS mette oggi a disposizione dei viaggiatori due voli settimanali, fra gli aeroporti di Copenhagen - Kastrup e di
Tokio - Haneda: un viaggio di 9200 km.
che dura 13 ore, inclusa una fermata di
70 minuti all’aeroporto di Mosca-Sheremetyevo. Questo allacciamento, che
accorcia la via polare (attraverso Anchorage) di 3400 km. e di 4 ore e 30 di
volo, è assicurato alternativamente da
un BC-8-62 (146 posti, di cui 20 in prima
classe) della SAS, e da un Iliushin-62
dell' Aeroflot.
L’accordo, firmato ai primi di febbraio dal ministro sovietico dell’aviazione civile e dai ministri scandinavi
delle comunicazioni, precisa che, per i
voli transiberiani, il personale di cabina apparterrà ad entrambe le compagnie. Inoltre gli aerei dovranno attraversare la misteriosa Siberia mantenendosi entro un corridoio di 20 km. di
larghezza; in caso di avarie tecniche o
di cattive condizioni meteorologiche,
essi dovranno venire dirottati sugli aeroporti di Novosibirsk e Kabarovsk.
Come contropartita, l’Aeroflot ottiene
dei diritti di traffico all’interno della
Scandinavia, per l'allacciamento di Mosca con le tre capitali nordiche, e delle
autorizzazioni a sorvolare la Norvegia
per raggiungere gli USA. Ba parte sua,
la SAS può, d’ora in poi, attivare il suo
traffico commerciale con Mosca e con
Tashkent ».
(Da "Le Monde” del 16-4-’71).
IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIII IIIIIMIIIIIIIIMIIIIIIII
La regione del Monte Sinai muterà
pro.s.simamente fisionomia. Accanto al monastero che, fin dai primi secoli dell’èra cristiana,
.sorge ai piedi del mas.siccio, sarà eretta una
sinagoga, grazie ai fondi offerti da un magnate amerieano. Qiiesti — rimasto finora anonimo — ha sin d'ora stanziato 1 milione di
dollari (oltre 600 milioni di lire) per la creazione di un campo d'aziazionc ai piedi della
montagna.
\] escalation del petrolio
Il primo sfruttamento di giacimenti petroliferi si è avuto negli Stati Uniti, verso la metà
del IQ*" secolo. Da allora Vescalation del consumo del petrolio è stata costante e rapidissima, come indicano questi dati relativi ai consumi del globo negli ultimi vent’anni :
1950: 550 milioni di tonnellate
1960: 1.050 milioni di tonnellate
1969: 2.100 milioni di tonnellate
Ogni dieci anni, cioè, il consumo raddoppia;
continuerà con questo ritmo? e, a parte i
problemi politici ed economici, per quanto
montano a circa 73 miliardi di tonnellate.
Nel 1960 i principali paesi produttori ed
esportatori del petrolio hanno costituito 1*0.
P.E.P. (Organizzazione dei Paesi esportatori
di petrolio), allo scopo di unificare la loro politica petroliera, di assicurare un più razionale sfruttamento della materia prima e di
affrontare da una posizione più forte il Cartello delle compagnie petroliere, che invece ha
sempre cercato di condurre una politica di separazione e discriminazione fra i paesi produttori. I paesi deirO.P.E.P. — Iran, Iraq, Ara
E DI dollari PETROLIO
0.285 4,0%
0,350 4.6%
0.680 7,7%
0,790 9.0%
0.681 7,7%
5,100 57,0%
0.853 10,0%
PROFITTI TRATTI DA UN BARILE DI PETROLIO
(Media del mercato europeo)
Costo della produzione
Costo del raffinamento
Trasporto marittimo
Deposito, manutenzione e distribuzione
Profitti delle società petroliere
Imposte percepite dai paesi consumatori
Redditi dei paesi produttori ("royalties")
Come si vede, se i profitti delle società petroliere sono tutt'altro che indifferenti
(specie considerando che tutto il processo, dalla produzione alla distribuzione, è nelle
loro mani, determinando quindi altri redditi indiretti), il vero scandalo è la sproporzione delle imposte percepite dai paesi consumatori, quasi sei volte le « royalties « dei produttori (queste, poi, sfruttate nella forte maggioranza dai regimi al potere o da piccole
elites economiche locali). Il nodo da attaccare è dunque quello del legame fra le società petroliere e le economie nazionali dei paesi sviluppati. Le società petroliere, ma più
ancora le finanze degli Stati industrializzati conducono nei confronti dei paesi sottosviluppati una politica economica e delTimpiego che mai potrebbero permettersi nei confronti della propria manodopera. Il neocolonialismo è questo.
tempo i giacimenti reggeranno a uno sfruttamento simile? Tanto è vero che si moltiplicano le ricerche relative ad altre fonti di energia.
Tuttavia anche più dell’entità del fenomeno,
colpiscono le sperequazioni. Nel 1968, sette
nazioni hanno consumato, da sole, 69,9% della produzione mondiale di petrolio: USA 678
milioni di tonnellate: URSS 240 m. t.; Germania Occ. 115 m. t.; Gran Bretagna 99 m. t.;
Francia 79 m. t.; Italia 79 m. t. Fra vent'anni sì prevede che il consumo annuale sarà, in
base alle previsioni, di 6 miliardi di tonnellate.
La questione petrolifera presenta un aspetto
particolare : la localizzazione dei giacimenti in
determinate zone del mondo :
— nel 1969 il 55% della produzione proveniva da paesi del Terzo Mondo, il 28% da
paesi capitalisti, il 17% da paesi socialisti;
— nel 1970 le riserve provate si trovano per
il 70% nel Medio Oriente, per il 10% in
Africa (Libia. Sahara algerino, Nigeria [Biafra...]), per il 10% nell’URSS, per il 7% negli USA e per il 3% nel Venezuela.
Malgrado questa situazione geografica, la
produzione del petrolio è stata finora per la
quasi totalità controllata da compagnie occidentali, nel Terzo Mondo, che hanno ottenuto dai governi locali la concessione dello sfruttamento del sottosuolo dietro versamento di
quote (le "royalties"). Tale sfruttamento implica Timpiego di forti capitali, sìa per gli impianti, sia per il trasporto, il raffinamento del
grezzo e la distribuzione, sia infine — e non
è la spesa minore — per la manutenzione degli
impianti stessi. Ad esempio, si consideri che
un giacimento produce, in media, il 15-20%
del suo petrolio sotto pressione naturale. Per
assicurare lo sfruttamento razionale delLintero giacimento è necessario conservare costante
la pressione sotterranea : se queste misure, mediante re-iniezione di gas o dì acqua, sono
prese a tempo, il giacimento può produrre fino aH’80% delle riserve di petrolio; se invece
non sono prese a tempo, lo sfruttamento diventa troppo oneroso e il giacimento è definitivamente perduto, pur essendo ancora in buona
parte intatto.
Occorre infine una costante ricerca di nuovi giacimenti, dato il ritmo cosi rapido dello
sfruttamento e deU’esaurìmento di quelli noti.
Ad esempio, per ciò che concerne gli USA, da
vari mesi sì parla molto dell’Alaska : in base
alle ricerche compiute, essa potrebbe, fra un
numero di anni ancora indeterminato (una
diecina?) produrre 125 milioni di tonnellate
aH’anno, cioè pur sempre una percentuale assai modesta delle esigenze dei soli USA; quanto al resto del mondo, potrebbe già essere contento se i nuovi giacimenti dell’Alaska sostituissero quelli che negli USA stessi vanno rapidamente verso l’esaurimento. Secondo gli
esperti bisogna trovare ogni anno parecchie
« Alaska » se si vuol conservare, a livello
mondiale, un rapporto fra riserve e produzione
dì 30 a 1, corrispondente a una ventina di
anni di un consumo che cresca con il ritmo
attuale. Accontentandosi di un rapporto 15-1
occorrerà nei prossimi 20 anni trovare 90 miliardi di tonnellate di riserve, cioè più delle
riserve attualmente inventariate, le quali am
bia Saudita, Abu Dhabi, Qatar, Libia, Algeria.
Venezuela, Indonesia — assicurano attualmente il 48% della produzione mondiale (i paesi
mediorientali e mediterranei il 38,9%). ma
forniscono 85% delle esportazioni di petrolio
(cioè non ne consumano che in minima proporzione) e detengono il 64% delle riserve inventariate nel mondo.
llllllllilllllIIII|||||||;|||nM|i||||||]||||||n]||t|||||||)||||||||||
libri per i nostri ragazzi
lllllll(IIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIMIIIIIM
NEGLI U. S. A.
Per gli adolescenti
Ii-’f e Petrov - Le dodici sedie - La
Nuova Italia Ed. Collana « Primo
scaffale ». L. 1.300.
Due celebri autori russi hanno scritt9 insieme, nel 1927, questo libro che
riflette i primi anni del comunismo.
Senza farne Tapologia, i due autori, di
netta formazione socialista, si sona
proposti di far sentire come una società nuova non può fondarsi sul
sere di alcuni a scapito delle sofferenze, della fatica, del disagio di altri.
L’intento del libro è dunque di criticare le forze contrarie al comunismo,
ma anche gli errori di un regime che
i due autori vorrebbero puro e funzionale.
Il romanzo s’impernia sulla storia
di un ex-maresciallo della nobiltà russa che si butta avido alla ricerca di
una sedia nella cui imbottitura erano
stati nascosti, per sottrarli alla rivoluzione, i gioielli della moglie. La sedia
era poi stata venduta per errore e le
peripezie per raggiungerla si avvicendano gustose, ricordando lo stile di
Cecov, in un linguaggio satirico e umoristico, mai fatto di lunghi discorsi,
ma piuttosto di quadri cinematografici
che si susseguono rapidi nel descrivere
situazioni e persone espresive della
Russia dei primi anni della rivoluzione
Vari - Il racconto poliziesco - La Nuova Italia Ed. Collana « Primo scaffale ». L. 600.
Questo libro è una raccolta di racconti di vari scrittori che hanno dato
origine alla moderna letteratura poliziesca e fornisce saggi che risalgono
a Poe, Doyle, Chesterton, Simenon.
Borges, autori del brivido, i quali si
erano proposti dei fini e avevano usato dei mezzi capaci di fare della loro
letteratura una espressione d’arte, basata non sull’azione violenta fine a sé
stessa, per sfruttare le tendenze deteriori dei lettori, ma basata su una investigazione razionale, non priva di dignità morale.
Il libro affronta così il fenomeno della « letteratura di massa » che non
sempre oggi, con i gialli, risponde ai
requisiti che aveva in origine. Cerca
di indirizzare l’adolescenza a una scelta fra tutta questa letteratura che ha
tanta parte nel gusto di oggi, e ci pare notevole lo sforzo di porre così il
problema.
Sta per cominciare la distruzione
delle armi biologiche oftensive
Gli stocks sarebbero sufficienti ad annientare più volte la popolazione del
globo terrestre
Washington (A.P.) - II dipartimento della
difesa ha annunciato che la distruzione degli
slock.s americani di armi biologiche offensive,
decisa lo scorso novemlire, sta per cominciare.
Gli agenti anti-persone, depositati a Pine Bluff
(Arkansas) cominceranno a essere distrutti
fra circa un mese e l’operazione richiederà
oltre t[uaranta settimane. La distruzione degli
agenti anti-raccolto. depositati in tre località,
cominceranno fra un paio di mesi e richiederà
cinquantadiie settimane all’arsenale di Rocky
Monntains (Colorado), 26 settimane a Fort
Detrick (Maryland) e 12 settimane nella base
aerea di Beale (California). L’operazione di distruzione costerà 12.169.006 dollari (circa 8
miliardi di lire) e richiederà il lavoro di 298
persone. Seeondo il portavoce che ha diffn.so
la notizia, tfuesti stocks bastercithero ad annientare varie volte la popolazione del globo.
per 11-13 anni
Loui.s B. Wright - Shakespeare e il suo
mondo. « I libri della caravella ».
Mondadori. L. 2.000.
Una vita di Shakespeare potrebbe
non attirare i ragazzi. Ne abbiamo lette nella nostra infanzia ed erano spesso pesanti. Ma oggi i libri hanno possibilità infinite di far vedere ciò che
raccontano, in modo che leggere un libro come questo è un godimento che
assomiglia a un piccolo viaggio, non
solo nell’Inghilterra di oggi, ma in
quella fantasmagorica dell’epoca elisabettiana. Il testo fa vivere le illustrazioni che sono in gran parte riproduzioni dell’epoca, e le bellissime illustrazioni accompagnano il testo rendendolo fluido. Ma il libro non fantastica su
Shakespeare (solo la prefazione lo definisce « il più grande scrittore del
mondo »), dice solo quel poco che si
sa di lui, piuttosto lo incornicia nel
suo tempo, fra attori di corte e puritani, fra lords e popolino, in quelTatmosfera di entusiasmo per il teatro di
cui è stato portavoce e che ha caratterizzato l’epoca della grande regina.
Berta Subilia