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pp. 176
L 12.000
cod. 334
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spedizione in a. p. 45% - art 2 comma 20/B legge 662/96 ■ Filiale di Torino
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Anno Vili - numero 15 -14 aprile 2000
Lire 2000-Euro 1,03
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la proposta di legge di Lega e Poh Una protestante a capo della Cda
W RICCA
■ BIBBIA E ATTUALITÀ ■
LA FINE DI GESÙ
«Osanna! Benedetto colui che viene
nel nome del Signore!»
Marco 11,9
OGNI anno alle Palme nella
maggior parte delle chiese delle
Valli si confermano o si battezzano i
catecumeni inserendoli nell’elenco
dei membri di chiesa. Nell’«elenco»?
Sì, nell’elenco. Nella chiesa non siamo noi a inserirli ma, caso mai, il Signore. Nel culto solenne di ammissione vorremmo che almeno loro e
almeno in quell’occasione assomigliassero al gruppo osannante che
accoglie Gesù a Gerusalemme. Ci arrivano, generalmente, abbastanza
convinti. Abbiamo fatto di tutto perché capiscano che essere membri di
una chiesa cristiana è una cosa seria,
che anche se la fede non è mai assoluta e pienamente matura è necessario aver fiducia nell’opera dello Spirito, che viene in aiuto alla nostra
debole/,,:.!, i; poi, nelfimpegno, a
yolte, si capi.^ce meglio quello che si
■Jcrede. Cosi è stato per tutti i credenti
ithe li hanno preceduti, cosi, speria■flio, sarà anche per loro.
POI passano i mesi. Sembra che
la fede invece di maturare e crescere diminuisca e diventi asfittica. I
catecumeni avevano poca voglia di
osannare alla gloria del Signore il
giorno delle Palme, perché sono entrati in una chiesa che osanna poco.
Col p.issare dei mesi finiscono per
assomigliare di più alla folla del venerdì santo che a quella delle Palme.
Non dico che gridino «Crocifiggilo!», perche nessuno lo grida oggi
Non lo gridiamo nemmeno per i
malfattori veri; figuriamoci se lo gri
deremmo per (iesù. Più semplicemente la croce la ignoriamo; è di
ventata un ciondolo o un arredo da
appendere (o da togliere) dalle pareti dei locali pubblici. In questo modo non è più rilevante per noi di
quanto lo fosse quando la cfocifis
sioni erano una routine consolidata
a danno degli schiavi ribelli. E di
quelli ce n’erano sempre. La pena di
morte non è mai stata un deterrente.
Gesù stesso non è stato crocifisso da
solo; ce n’erano altri due, esecuzioni
in serie. Anzi, se non fosse stato per
la Pasqua ebraica, ce ne sarebbe stato anche un quarto; Barabba.
Queste sono le considerazioni
amare, persino banali, che ogni
pastore fa in prossimità della Pasqua.
Eppure credo che siamo in molti ad
avere, in fondo, molta più paura che
i catecumeni facciano la fine di Gesù.
Abbiamo certo anche paura che fac
ciano la fine della folla, così variabile
di umore, così incline a passare dal
«Osanna!» al «Crocifiggi!». Ma abbiamo più paura ancora che facciano
la fine di Gesù, che cadano nelle mani dei malfattori, che diventino preda facile di poteri invadenti, violenti
0 seducenti, i quali si impossessino
della loro vita. Scrivo que.ste righe
sotto il peso opprimente e angoscioso della morte di diversi giovani del
la mia valle. Spero che quando esse
usciranno sul giornale l’elenco dei
ntorti non si sia allungato. Ma quest’anno più ancora del solilo sentirò
ifil bisogno di pregare non solo perché
> catecumeni non facciano la fine
della folla, ma perché non facciano la
fine di Gesù. E al tempo stesso cer,.Sherò ancora una volta di far capire
Gesù ha fatto la fine che .sappiarffio affinché non la facciano loro.
^ ’ Claudio Tron
di EUGENIO BERNARDINI
di GIUSEPPE PLAIONfc
La Microsoft del magnate americano è stata condannata per abusi monopolistici
Bill Gates e la new economy
Resiste negli Usa la difesa della concorrenza perché la «libertà del più forte» è
nemica della «libertà di tutti». La «new economy» e Illusione della ricchezza facile
GIORGIO GUELMANI
IL giudice federale Thomas Penfield Jackson ha condannato la Microsoft (la casa produttrice di Windows, il sistema operativo su cui «girano» il 90% dei personal computer
nel mondo) per «abuso di posizione
dominante». La causa era stata aperta in seguito alle denunce presentate
da 19 stati americani e dallo stesso
governo degli Stati Uniti. Le indagini
hanno rivelato nei dettagli i sistemi
poco corretti (al limite del ricatto)
usati da Microsoft pér «convincere»
le aziende fabbricanti di computer a
fare uso solo di Windows e del proprio programma di navigazione Internet Explorer. È possibile che si arrivi a uno smembramento di Microsoft in tre o quattro aziende rivali.
Alleanza riformata
È una soluzione estrema, adottata
solo tre volte nella stor’a degli Usa;
nel 1911 quando la Standard Oil, monopolista del petrolio, fu frazionata
in 34 società (molte delle quali, come
Chevron o Exxon, tuttora operanti);
nello stesso anno l’American Tobacco fu scissa in 16 società; e nel 1982
l’AT&T fu costretta a cedere a un
grandissimo numero di piccole società la gestione delle chiamate telefoniche locali. Il giudice Jackson ha
manifestato l’intenzione di chiudere
il caso entro l’estate, mentre all’opposto Bill Gates, il fondatore della
Microsoft, punta ad allungare i tempi
al massimo, un po’ cercando di creare fatti compiuti e di espandere le
sue attività in altri settori (servizi per
i cellulari, televisione interattiva), un
po’ sperando in una vittoria di Geor
ge Bush jr., il candidato repubblicano alla presidenza che si è già schierato contro la sentenza dell’antitrust.
Fin qui le notizie di agenzia, ma la
vicenda Microsoft ha forse qualcosa
da dire anche ai non esperti di computer e di economia. Essa ci mostra
ancora una volta quanto resista negli States il principio concorrenziale;
la magistratura può e deve intervenire per frenare gli abusi del potere
monopolistico (la legge non vieta la
creazione di giganti economici, come si è visto dalla recente ondata di
fusioni, non ultima queila tra Time
Warner e America Online, proprio
nei settori trainanti dell’informazione e dello spettacolo, ma vieta la
scorrettezza; la unfairness]. C’è sicu
Segue a pag. 9
È un africano
il neosegretario
È il pastore Setri Nyomi, 45 anni,
del Ghana, il nuovo segretario generale dell’Alleanza riformata mondiale (Arm); eletto dal Comitato esecutivo a luglio dello scorso anno il pastore Nyomi, il primo segretario generale non europeo, ha assunto l’incarico
dal 1° aprile. «La famiglia riformata ha detto il 5 aprile, in un incontro
con la stampa a Ginevra - svolge oggi un ruolo centrale nella riflessione
teologica e critica su temi che coinvolgono la realtà quotidiana delle
persone» e ha aggiunto che «le chiese sono strumenti di Dio per la trasformazione della società», sottolineando che l’impegno sociale e politico è per l’Arm un dato imprescindibile, radicato nella stessa tradizione
rifonnata. L’Arm collega circa 75 milioni di cristiani nel mondo. (nev)
Protestanti francesi
È morto
Claude Gruson
Il 4 aprile scorso è deceduto all’età
di 89 anni l’economista Claude Gruson, ex presidente della commissione sociale, economica e internazionale della Federazione protestante
di Francia (Fpf). Keynesiano convinto, Gruson fu uno dei «maîtres à
penser» dell’alta amministrazione
francese e il pioniere del sistema di
contabilità nazionale. Vicino a Jean
Monnet e Pierre Mendès France, fu
sostenitore di una pianificazione rigorosa dell’economia. Nel 1971 presiedette il gruppo di redazione del
documento della Fpf su «Chiesa e
poteri». Nel 1976, pubblicò il libro
«Programmer l’espérance», che riassume le convinzioni di questo protestante preoccupato della necessità
di una etica politica fondata sull’Evangelo del Regno. (jjp)
Valli valdesi
Il Pinerolese
pedemontano
La Pedemontana è la più piccola
delle Comunità montane del Pinerolese; comprende un territorio in
buona parte collinare. La nuova legge sulla montagna esclude che nel
suo ambito possa entrare il Comune
di Pinerolo; gli enti interessati stanno cercando di ottenerne il reintegro, almeno per la parte a carattere
più montano rappresentata dal Talucco. La giunta unitaria che si trova
ad amministrare la Comunità mon
tana comprende forze del centro-de
stra e del centro-sinistra, ed è guidata dal diessino Paolo Foietta, di Cumiana; con lui cerchiamo di fare il
punto sulle prospettive di questo en
te, che punta sullo sviluppo agricolo,
sui prodotti tipici e sul turismo.
A pag. 10
■ECO DELLE VALLI
Elezioni regionali del 16 aprile
intervista ai cinque candidati piemontesi
H L'OPINIONE
ADAMO, LA MELA
E IL GENOMA
«Abbiamo completato la sequenza
del genoma di un singolo essere umano». Con queste parole Craig Venter,
leader della società privata nordamericana Celerà Genomics ha annunciato
che l’istituto di ricerca, da lui stesso
fondato, è arrivato per pruno a questo
ambito traguardo. Ancora una volta
vince il privato sul pubblico (il che la
dice lunga sui profitti delle Corporazioni private in questo delicato settore). Una prima, anche se ancora provvisoria, mappa completa dei geni
umani è stata tracciata. «La mela della
vita è alla portata della nostra mano»,
hanno fatto eco i quotidiani commentando questa scoperta.
Gene, genoma, sono termini che richiamano la «genesi» (genoma è il corredo dei cromosomi di una cellula con
i geni che essa contiene), l’origine, la
«generazione». Non ci si stupirà, di
conseguenza, se i primi commenti
«giocano» con i testi biblici della Genesi. Siamo qui confrontati non solo
con Torigine dfeUà vita e il suo divenire, ma con il carattere unico e irripetibile di un essere umano. La miriade di
«geni» che costituiscono il nostro Dna
e che si ritenevano avvolti nel mistero
sembrano ora rivelati. L’inconoscibile
è diventato conoscibile. Il mistero
dell’essere umano (biologico) è quasi
trasparente, benché questa mappa necessiti di ulteriori indagini e sistematizzazioni (lavoro da computer!)
Straordinario e inquietante.
Confesso di non essere in grado di
scorgere, se non in minima parte, ciò
che questa scoperta potrà significare
per la vita umana e per il suo bene (di
chi? dei ricchi del primo mondo?). Di
«scoperte» l’umanità ne ha conosciute parecchie e non sempre sono state
a favore della vita. Certo, si può guardare con prudente fiducia ai futuri
sviluppi, quando si potranno individuare e definire le funzioni particolari di ciascun gene in vista di applicazioni terapeutiche (con quali limiti?).
La medicina moderna ci ha ormai
preparati a queste novità e probabilmente, almeno nel nostro inconscio,
le attendiamo e le desideriamo. Ma vi
è anche l’altra faccia della medaglia:
lo straordinario è inquietante. Nel
senso che il desiderio umano è veramente onnipotente e incontrollabile.
Nel momento stesso in cui i biologi
saranno in grado di disegnare con
ogni precisione la nostra mappa genetica, scorgendone le predisposizioni patologiche, i difetti congeniti, chi
eserciterà il controllo su quei dati?
Chi deciderà che cosa? Una nuova
creazione? Un nuovo Adamo-Eva?
L’Adamo cacciato dal paradiso
sembra ritornare, meglio attrezzato,
per rivendicare il diritto di quella terra, di quell’Eden al tempo stesso desiderato e temuto. La scienza sembra
oggi restituire all’Adamo, al terroso,
ciò che la religione gli ha negato, sempre. Il «potere» deU’uomo-sdenza viene a sfidare l’attesa cristiana secondo
cui «non è ancora stato manifestato
ciò che saremo» (I Giovanni 3, 2). Bisognerà inventare delle nuove metafore per dire ciò che la scienza non è in
grado di dire né di pensare. L’essere
umano è qualcosa di più che essenza
biologica pura. E non si tratta di tendere una mano rapace verso quel mitico albero della «conoscenza», ma di
usare con intelligente responsabilità
ciò che ci è dato di conoscere. E che
non è il tutto.
Ermanno Genre
2
PAG. 2 RIFORMA
All’Ascolto Della Parola
VENERDÌ 14 APRILE 200n 0^^
discepoli
andarono,
giunsero nella
città e trovarono
come egli aveva
detto loro; e
prepararono per
la Pasqua.
Quando fu
sera, giunse
Gesù con i
dodici. ^^Mentre
erano a tavola e
mangiavano,
Gesù disse: “In
verità io vi dico
che uno di voi,
che mangia con
me, mi tradirà”.
'^Essi
cominciarono a
rattristarsi e a
dirgli uno dopo
l’altro: “Sono
forse io?”Egli
disse loro: È uno
dei dodici, che
intinge con me
nel piatto.
Certo il Figlio
dell’uomo se ne
va, com’è scritto
di lui, ma guai a
quell’uomo dal
quale il Figlio
dell’uomo è
tradito! Meglio
sarebbe per
quell’uomo se
non fosse mai
nato!”^^Mentre
mangiavano,
Gesù prese del
pane; detta la
benedizione, lo
spezzò, lo diede
loro e disse:
“Prendete,
questo è il mio
corpo”.
^^Poi, preso un
calice e rese
grazie, lo diede
loro e tutti
ne bevvero.
^^Poi Gesù disse:
“Questo
è il mio sangue,
il sangue del
patto, che è
sparso per molti.
^^In verità vi dico
che non berrò
più del frutto
della vigna fino
al giorno che lo
berrò nuovo nel
regno di Dio”»
(Marco 14,16-25)
LA NOnE IN CUI FU TRADITO...
Quando cerchiamo di liberarci dallo scandalo, dalla pazzia della croce
noi tradiamo Cesò. Giuda sta al posto nostro dinnanzi a colui che morirà per noi
WINFRID PFANNKUCHE
La notte in cui fu tradito. Momenti terribili, tremendi,
tragici. Tutto ciò che accade, accade perché deve accadere; una
necessità divina. Tutto come sta
scritto, tutto secondo le Scritture, tutto secondo la sua volontà.
Un destino spaventoso: e tutti i
presenti sono toccati da questo
destino. «In verità io vi dico che
uno di voi, che mangia con me,
mi tradirà». Uno di voi: il traditore non viene chiamato per nome. Chi ha orecchie per udire
oda. E chi sente la voce del suo
Signore si domanda spaventato:
Anima bambina, anima adulta
«Sono forse io?»
Forse sì, perché «è uno dei
dodici», uno dei discepoli,
un credente, uno che Gesù a
suo tempo aveva chiamato, uno
toccato da quel destino che
porta il nome Gesù il Nazareno:
«È uno dei dodici, che intinge
con me nel piatto». E questo
l’avranno fatto tutti i presenti.
Almeno, a quanto pare, nessuno è in grado di negare la possibilità di aver tradito l'amico, il
fratello, lo sposo, Dio. Certo, i
lettori della Bibbia sanno una
cosa in più, sanno più dei discepoli; noi sappiamo che era Giuda. Ecco, in quella sera a tavola con Gesù, sappiamo tanto
quanto sa Giuda, Giuda sta al
nostro posto. Alla mensa del Signore ci avviciniamo come Giuda. Come ha vissuto Giuda quei
momenti dell'ultima cena? Eorse dobbiamo andare molti anni
indietro per comprendere la situazione di Giuda.
Preghiamo
Resta con noi, Signore; ecco, si fa sera,
e non abbiamo ancora riconosciuto
il tuo volto nel viso di ogni nostro fratello.
Resta con noi Signore; ecco, si fa sera,
e non abbiamo ancora condiviso il tuo pane
in azioni di grazie con tutti i nostri fratelli.
Resta con noi. Signore; ecco, si fa sera,
e non abbiamo ancora riconosciuto la tua parola
nelle parole dei nostri fratelli.
Resta con noi. Signore; ecco, si fa sera,
e i nostri cuori sono ancora così lenti a credere
che dovevi morire per poter risuscitare.
Resta con noi, Signore,
perché la nostra notte diventi giorno,
quando tu sei presente.
Lucien Deiss, Francia
(da In attesa del mattino, della Cevaa, p. 54)
A me vengono in mente ricordi di giorni tremendi nella
mia infanzia, quando rubai alcuni soldini ai miei genitori
(un’esperienza non soltanto mia
personale ma credo anche di
tanti altri, perché c’è anche un
bel racconto di Hermann Messe
su questo argomento. Anima
bambina)-, vivevo quei giorni
con questa mia colpa sperando
che nessuno lo scoprisse. Stavo
lottando con me stesso, se non
sarebbe stato meglio andare da
mio padre e confessarmi per far
finire quest’incubo. C’è stato il
momento buono: stavo parlando con mio padre: stavo per dirgli quel che avevo fatto, ma non
sono riuscito: parlava sempre
lui, parlavamo di altro. Dopo
qualche giorno, a tavola, mio
padre scoprì il furto, e pronunciò la parola micidiale: «Uno di
voi ha preso quei soldi, forza,
chi è stato?». Io, come giustamente gli altri miei fratelli, negai
imitandoli, recitando qualcosa
del tipo: «Sono forse io?».
La storia andò ancora avanti
per qualche giorno. Soffrivo; i
momenti più terribili furono
quando tutta la famiglia era riunita a tavola; non sapevo che dire, non sapevo dove guardare,
non riuscivo a guardare in faccia
nessuno, non riuscivo a mandar
giù il pane. Ero solo, terribilmente solo con me stesso. Quasi
rimproveravo mio padre, perché
non mi ha rivolto la domanda fatale: «Sei stato tu?» nel momento
giusto, nel momento più debole,
quando ero pronto a confessare.
Una volta superato quel punto
cruciale c’è un solo obiettivo per
Giuda: negare tutto, autodifesa a
tutti i costi, fino al punto dell’autodistruzione: non fossi mai
nato! Anima bambina.
E l’anima adulta? È troppo matura per ammettere la realtà del
peccato, troppo matura per ammettere che di fronte a Dio non è
che un’anima bambina. I.a differenza tra l’anima bambina e
quella adulta è che quest’ultima,
avendo rubato senz’altro di più,
continua a guardare in faccia i
fratelli, naturalmente sorridendo
e baciando, come fece Giuda. Per
l’anima adulta Giuda è sempre
l’altro. Per l’anima adulta delle
nazioni come anche per l’anima
adulta della chiesa. Presto il caso
Giuda l’ha represso come un caso singolo, terribile e inspiegabi
le, ma sempre un caso singolo. Il
traditore è Giuda. Ma l’anima
bambina dei figli e delle figlie di
Dio, nella notte in cui fu tradito,
si riconosce in Giuda.
Tradire Gesù
NOI tradiamo Gesù. Pensate
solo all’ambiguità della parola «tradire»: la nostra tradizione, il nostro tradire Gesù nel segno del tradimento, nel segno
della croce. Quando cerchiamo
di liberarci dallo scandalo, dalla
pazzia della croce, Gesù viene
tradito. L’anima bambina dei
primi testimoni lo sapeva: l’evangelista Marco racconta francamente l’esperienza di Giuda e
di tutti i discepoli che hanno abbandonato, rinnegato e tradito il
loro amico, loro fratello, loro
sposo, loro Dio: questa è la loro
testimonianza evangelica. Non
siamo brava gente che ce la farà
con un po’ di buona volontà,
cercando di fare una bella figura
«cristiana». La nostra figura in
questa storia è quella di Giuda.
Giuda sta al nostro posto innanzi a colui che al posto nostro
soffrirà e morirà sulla croce.
Giuda sta davanti a Gesù come
Caino davanti al sangue di Abele: «Caino, dove sei?». Una risposta evangelica sarebbe stata:
«Nel sangue di mio fratello Abele»; e Dio stesso lo aiuta a dare
questa risposta chiedendogli
«Dov’è Abele, tuo fratello?». Ma
Caino si difende, la sua anima
adulta ha già represso il suo
punto debole Abele.
La cosa più terribile della notte in cui Gesù fu tradito è che
Giuda resta fermo nella sua intenzione sotto gli sguardi dell’amico, mentre questi svela il
segreto. Rivivendo questi momenti tremendi nel corpo e
nell’anima di Giuda, la dura
sentenza di Gesù è puntata su di
noi; «Guai a quelTuomo dal
quale il Figlio dell’uomo è tradito! Meglio sarebbe per quell’uomo se non fosse mai nato!». Siamo confrontati con la terribile
realtà del tradimento di Dio;
confrontati con la verità. E che
cosa è la verità? Insopportabile;
«Sono forse io?», ci domandiamo spaventati, sapendo della
terribile costrizione, della terribile necessità del male.
La notte in cui Gesù fu tradito
è metafora della nostra esistenza cristiana. Tutto ciò che accade, accade perché deve accadere, seconde le Scritture, secondo
la volontà di Dio. Ma accade anche questo: Gesù condivide l’ultima cena con un vero e undici
potenziali traditori. In questa
terribile e tremenda comunione
si concretizza, per la prima volta, la chiesa, il nuovo patto. Tutti
partecipano, nessuno è escluso,
nemmeno Giuda. Colui che si
autoesclude resta abbracciato.
Anche se Gesù li deve lasciare,
egli è con loro, con i traditori di
Dio, con gli abbandonati da Dio.
In mezzo all’abbandono di Dio,
Dio è ancora presente. L’ultima
cena è il pegno per questa sua
vicinanza. Questa esperienza
del Dio presente nonostante la
nostra presenza, la dobbiamo
trasmettere al mondo, finché
egli venga. 11 calice dal quale beviamo oggi, sarà lo stesso dal
quale berremo nel regno di Dio,
un regno senza tradizioni e senza tradimenti. Ma Giuda si domanda angosciato: chi parteciperà alla futura mensa gioiosa?
Solo alcuni o tutti?
Ci sarò anch'io?
Non possiamo minimizzare
l’angoscia dell’abbandono,
del tradimento di Gesù. La terribile, tremenda possibilità di andare perduti, di aver bruciato la
nostra esistenza invano, non
può essere negata. D’altro canto
c’è la certezza dell’universalità
della croce, che «Dio ha così tanto amato il mondo, che ha dato
il suo unigenito figlio» e questo
«dare» o «consegnare» è la stessa
parola che viene usata per esprimere l’azione del traditore Giuda. «Non per giudicare il mondo,
ma perché il mondo sia salvato»
(Giov. 3,16s.); l’universale, l’infinito amore di Dio verso Caino e i
suoi discendenti, dunque, la certezza che anche coloro di cui noi
non avremmo mai detto, parteciperanno alla mensa futura nel
regno di pace, di fronte alla croce, non la possiamo negare. Sarebbe un tradimento di Gesù.
Tuttavia, che tutti saranno salvati veramente non lo possiamo
insegnare, sarebbe una violazione della libertà di Dio. Lo possiamo sperare e pregare insieme. Ciò che sappiamo con certezza è che Gesù condivise l’ultima cena con Giuda. Ed è questo
amore che riviviamo e trasmettiamo oggi al mondo. «Sono forse io?». Sì, sei tu, così tanto amato da Dio!
(Prima di una serie
di tre meditazioni)
Note
omiletiche
Il testo si suddivide in
due parti (vv. 17-21 e 2225). Il predicatore sta davanti alla scelta se dare
maggior peso alla parte
introduttiva con il tradimento di Giuda, oppure
alle parole di istituzione
dell'ultima cena. Nel caso
uno dovesse decidere in
favore di quest'ultirtia
possibilità, potrebbe sviluppare un sermone di carattere catechetico sulla
Santa Cena per cui si presta ancora una volta l'occasione del Giovedì Santo.
La presente meditazione
parte diversamente dalla
prima parte e tenta dunque di avvicinarsi alla mensa del Signore dalla prospettiva di Giuda. In questo modo si aprono aspetti
probabiirnente nuovi che
permettono di mettere degli accenti interessanti che
aiutano a entrare diversamente e nuovamente negli
avvenimenti drammatici
dell’ultima cena.
Una tale lettura dalla
prospettiva di Giuda è
giustificata dal fatto che
la formulazione «uno di
voi» resta così indefinita
che tutti i discepoli presenti sono toccati, destinatari di questo tragico
destino. Giuda non è un
caso eccezionale, ma
esemplare. Giuda sta al
posto nostro davanti a colui che soffrirà e morirà, al
posto nostro, alla croce
per noi tutti. Nella tradizione ecclesiastica, questo
è stato presto represso,
Giuda divenne un caso
singolare, l'inspiegabile
misteriosa eccezione, oppure veniva banalizzato
come il tragico avaraccio
che tradì il Signore per
trenta denari. Il grido
d'avvertimento («guai»)
non è un giudizio riservato a Giuda ma riguarda
tutti i discepoli presenti.
Di fatto il tradimento di
Gesù ha avuto un tragico
seguito nella storia della
chiesa fino al giorno d'oggi. In che cosa consiste il
tradimento attuale nella o
della propria comunità?
Una domanda delicata
che si può porre sapendo
che il crociÉsso condivide
anche il destino del traditore di Dio, come fanno
pensare l'agonia del Getsemani (Me. 14, 32-42) e il
grido d'abbandono sulla
croce (Me. 15, 34). Avvicinarsi alla mensa del Signore dalla prospettiva di
Giuda, significa per il predicatore cercare di chiarirsi la propria posizione teologica per quanto riguarda i rapporti tra la predestinazione e l'universalità
della salvezza. In base a
Me. 14, 17-21, si può affermare la tremenda possibilità della perdizione. Ma
noi speriamo e preghiamo
nell'universalità dell'amore di Dio, perché Gesù
condivise l'ultima cena anche con Giuda. Questo è il
punto centrale del messaggio. I raggi di quesM
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cui fu tradito raggiungano noi tutti oggi, con calore e chiarezza!
Per
approfondire
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I
La
- W. Popkes, «Art. Par®’
didomi, paradoxos e paradosis» in: H. Balz e G. Schneider, Dizionario esegetico del Nuovo Testamento,
Paideia, '98, pp. 753-763
- E. Schweizer, Il Vango
lo secondo Marco, Pai
deia.
- J. Gnilka, Il Vangelo
secondo Marco, Paideia
- vedi anche la medi a
zione di Paolo Rìbet s
Riforma, anno Vili, n- '
18-2-2000, p. 2.
Nella foto: la Santa Cena valdese, con pan^
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n. 7,
a cele, v':
(10 d'
ania*
0 Lode e ringraziamento
\¿ certezia di vivere
nell'amore di Dio
I fiaWAADElAIDE RINALDI
* NIMA mia, benedici
(uV l’Eterno e non dimenticare nessuno dei suoi benefici.-»- Sarebbe bello ogni seta riuscire ad addormentarmi
con queste parole sulle labbra e nel cuore... chiedere a
stessa di ricordare, nella
mia preghiera, quanto ho ricevuto dal Signore nel corso
della mia giornata. Ricordare
per non dimenticare, per esjere riconoscente, per ringraziare, per lodare. Perché questo significa benedire il Sii more: lodarlo e ringraziarlo.
^La preghiera di lode e di
I tingraziamento sono molto
affini, con una differenza:
I quando lodo il Signore, lo
I faccio per quello che egli è e,
quando lo ringrazio, lo faccio
' per quello che egli fa per me.
! Quando ringrazio mi accorgo
che i miei pensieri, in up cer1 to senso, si soffermano e si
' aggirano su di me, su quanto
' ,io» ho ricevuto, mentre nelialode, dimentico me stessa,
io non ci sono più, lodo Dio,
la sua forza, la sua grazia, la
sua bontà. Ma poiché io fac! ciol’esperienza della grazia e
della bontà che Dio riversa
su di me, capisco che lode e
ringraziamento si sovrap' pongono e si completano a
vicenda, così è difficile trac* dare una linea di demarcaI rione tra queste due forme di
i preghiera, perché il ringraziamento lo esprimo con la
lode e la lode scaturisce dagli
atti di grazia e di bontà per i
quali ringrazio.
Sarebbe bello addormentarmi sempre la sera benedicendo il Signore, ma non
sempre ci riesco. A volte mi
accade di chiudere la mia
giornata scoraggiata, o preoccupata, delusa, o angosciata per un problema personale
oper qualcosa che riguarda
lamia famiglia, o per il mio
lavoro di pastore, o perché
qualcuno della mia comunità aspetta (come in questi
giorni) un risultato medico
molto importante, o qualcun
altro mi ha fatto star male
con una parola, un atteggiamento o un silenzio. Mi è sicuramente più facile in queste situazioni chiedere aiuto
al Signore, interrogarlo o magari protestare... e faccio fatica, mi sento impacciata a
ringraziarlo e lodarlo.
Certo è facile lodare e ringraziare il Signore quando
tutto va bene, quando siamo
sereni, quando pensieri e
preoccupazioni sono lontani.
Oppure è facile dopo un
tempo di difficoltà, quando
una preoccupazione è sparita, un problema si è risolto,
un rapporto spezzato si è ricostituito, e ci sentiamo finalmente liberati. È più difficile celebrare la bontà del Signore nelle angosce, nelle
paure, nel dolore. Lo riconosco: questo è il punto debole
della mia fede.
So bene che la fede non mi
facilita la vita ma le dà un significato, mi fa camminare
anche al buio, in mezzo alle
difficoltà che sono di tutti...
ma sempre con la certezza di
qualcuno che mi accompagna anzi mi precede, di una
mano che mi afferra, non per
sottrarmi alle difficoltà ma
per rassicurarmi. Anche se
nei momenti difficili non riesco sempre a ringraziare e lodare il Signore «malgrado
tutto», come dovrei e come
vorrei, ciò che sempre mi sostiene è la certezza del suo
amore che non viene mai
meno, anche nelle cose che
io non riesco a capire. Questa
breve riflessione ha aperto
uno spiraglio su me stessa e
ringrazio e lodo il Signore
perché mi ha fatto capire la
mia debolezza che metto con
fiducia nelle sue mani.
■ «E voi chi dite che io sia?»
La fiducia nel Padre
LUCA ANZIANI
QUEST’ANNO stiamo riflettendo molto sulla domanda che Gesù rivolse ai discepoli: «E voi, chi dite che io
sia?». Le risposte sono state
tante e diverse ma su una io
personalmente mi sono mollo soffermato: Gesù è colui
che rende la mia fede non
un’elaborazione teologica
ma flducia vitale verso il Padre che si è rivelato come riero di misericordia. Ora questo penso sia il motivo per il
quale posso dire con certezza: ho un motivo per lodare
»io. Posso e devo lodare Dio
perché egli ha suscitato in me
la fede e mi ha donato in Cristo Gesù quella grazia che fa
della fede qualcosa di vivo.
Ma c’è un motivo più grande di altri per il quale ogni
atattina lodo il Signore. Egli,
attraverso una persona, ha
^ttato la mia vita a un cammatnento radicale e ha trasformato la mia fede. Attra7erso una persona in particoate è stato rivelato a me
'amore di Dio. La mia fede
ros’era prima? Certo conoscevo Dio, molti me lo avevaJt® presentato, me ne aveva®t) parlato e senza questi non
®Webbe sorta in me la vocatone pastorale, ma questa
ette dei primi anni era repressione della ragione,
ctnplice concetto che sapeva ?Pi®8ure ma che non ave. J®tto i conti con la necesta di credere ciò che non
j t razionalmente spiegare.
*»Sùel tempo avrei risposila domanda «Tu chi dici
Benedici, anima mia, il Signore; e tutto quello che è in me, benedica il suo
santo nome.
(Salmo 103)
■ La fede nella resurrezione
La lode e la sofferenza
DANIELA MASTANTUONI
DAT .LE pagine della Scrittura colgo spesso l’invito
a lodare il Signore ma se osservo la realtà che mi circonda, con il suo carico estremo
di sofferenza, di angoscia, se
penso alla nostra esistenza di
umani, così precaria, le mie
labbra si chiudono e il mio
desiderio di gioire davanti al
Signore ammutolisce. La lode, più ancora del grido di
dolore,, risulta impronunciabile. Nell’amara esperienza
del silenzio, scopriamo che la
lode ha un suo peso e che
renderla è difficile.
Chi loda con consapevolezza deve reggere il peso di una
profezia estrema, deve cogliere la sfida di un Dio che non
si è arreso alla morte ma che
in Cristo ha dato l’annuncio
della resurrezione. Chi loda
deve sentirsi parte di questa
resurrezione e credere che sia
possibile anche per gli altri,
chi loda deve credere che
questa salvezza riguarda tutti,
anche queU’umanità sommersa, sconfitta, vinta dalla
morte. La capacità di lodare
Dio nell’assurdità della sofferenza è misura della nostra
fiducia e della nostra speranza, per questo il confronto
La preghiera ai pasti
Anima mia
benedici il Signore
LUCILLA PEYROT
che io sia?», forse, giusta
mente ma ripetendo la fede
degli altri o qualche versetto
biblico imparato diligente-'
mente, ma Cristo non aveva
ancora nessuna rilevanza,
nessuna evidenza rivoluzionaria nella mia vita. Oggi tut
to è cambiato perché altra
verso mia moglie passo dopo
passo mi è stato annunciato
un Evangelo nuovo ed è stata
seminata in me una fede che
non parla più come un libro
ma che cerca, tenta, di essere
prima di tutto viva, che sorge
da un cuore riscaldato dall’amore di Dio e che vuole
spendersi al meglio per il bene. È vero la preghiera più
grande che farò ogni giorno è
la confessione delle mie colpe, delle mie inadempienze,
del mio poco coraggio nell’esercizio del ministero, ma
se posso pregare Dio oggi
con la certezza che in Cristo
egli mi è sempre vicino è perché il suo Spirito Santo ha
riempito la mia vita delle certezza del perdono e dell’evidenza della sua grazia.
Questo oggi mi permette di
predicare con un cuore e una
mente nuovi che veramente
pongono al centro la grazia e
il giudizio di Dio. Così oggi
nella lode posso rispondere,
tento, alla domanda «tu chi
dici che io sia?»: tu sei colui
che non è rimasto nascosto e
che mi è corso incontro, colui
che non è rimasto distarite
ma che è precipitato con violenza nella mia vita così ogni
giorno vieni e mi annunci la
vera vita, rinnovando la mia
vocazione.
con l’incapacità di lodare è
spesso duro e doloroso. La
difficoltà di pronunciare la
lode rivela la nostra inadeguatezza nei confronti di una
realtà assolutamente altra e
di un annuncio troppo più
grande delle nostre bocche,
perché la lode, più del grido
di dolore, contiene la possibilità di salvezza. Lodare Dio
significa ammettere che crediamo in questa salvezza, e
che ne siamo riconoscenti.
Ma non è facile. Per lodare è
necessario riconoscere i segni di una presenza che invece a stento riusciamo ad intuire e immaginare in mezzo
alle contraddizioni quotidiane, in cui la nostra vita di credenti si districa a fatica. La
lode è troppo alta per chi non
regge il peso della sofferenza
che esiste tra l’annuncio della redenzione e la realtà di
un’umanità derelitta in cui ci
sentiamo tutti un po’ naufraghi. Ma la nostra lode può essere reale solo se come Giona
riusciamo a innalzarla dal
ventre del pesce, dal buio in
cui ci troviamo perché la lode
è lo strumento di cui Dio si
serve per recuperare e capovolgere le nostre vite, per
cambiarne il significato, per
ridonarci speranza.
PRONUNCIATA intorno
a una tavola apparecchiata, i piatti colmi del cibo quotidiano, oppure quando stringi fra le tue braccia il
tuo neonato «Anima mia, benedici il Signore e non dimenticare nessuno dei suoi
benefici» è la forma più breve
ed essenziale di lodare Dio.
Perché ricordando a se stessi
di lodarlo in momenti così
essenziali e carichi di significato, come il pasto o la nascita, significa affermare che al
di là del tuo lavoro con cui ti
sei procurato il cibo, al di là
dell’abilità del medico e
dell’efficacia delle cure e della tua forza, affermi, riconosci la verità e la forza dell’azione di Dio, e lodi lui, prima di lodare qualsiasi altri,
compreso te stesso.
La più autentica lode di
Dio è perciò breve ed essenziale, una frase che si può ripetere a memoria, come
«l’Eterno è il mio pastore» ad
esempio. È una lode che siamo in grado di dire anche
senza avere a disposizione la
Bibbia. Siamo di fronte ad un
dialogo interno, in cui noi
abbiamo bisogno di ricordare
a noi stessi di lodare Dio, cioè
di ricordare a noi stessi che
non siamo soli nella gioia ma
nemmeno nella tristezza e
nell’angoscia, come esprime
in forma di lamento «Perché
ti abbatti anima mia? Spera
Un'esperienza che d accompagna per tutta la vita
Imparare l'arte di lodare il Signore
HORELLACIVARDI
E facile lodare il Signore
quando si è circonclati da
cose belle, e si è felici perché
la vita trascorre come piace a
noi. E penso che la lode sia
un’arte da imparare. Ricordo
che quando avevo più o meno 14 anni, e facevo parte di
un gruppo evangelico che distribuiva letteratura cristiana,
eravamo in una località di
montagna, e io ero assieme
ad una ragazza che aveva
qualche anno più di me; a un
certo momento notai che
eravamo circondate da un
paesaggio incantevole e molto suggestivo, scorreva vicino
un torrente che mi trasmetteva una vigorosa vitalità, mi
sentivo bene, ero felice, mi
sentivo in piena sintonia con
la natura che mi circondava.
Era tutto così stupendo che
lo feci notare anche alla mia
compagna, anche lei ne fu
coinvolta e mi invitò a far
una preghiera di lode al Signore. Pregai con gratitudine
e gioia. Ringraziai anche la
mia amica che mi aveva insegnato a lodare il Signore in
un modo per me nuovo, molto semplice ma importante.
Ancora oggi sento il bisogno di lodare 11 Signore per
ogni cosa bella che mi fa percepire, anche per le più semplici e soprattutto per quelle
che potrebbero sembrare
scontate: lodare il Signore
per il sole, la pioggia, l’amore, la salute e poi quante altre
cose... insomma per tutte
quelle cose e situazioni in cui
il cuore mi invita a mandare
grida di gioia al Signore.
Però ci sono momenti in
cui tutto svanisce come un
bel sogno al risveglio, ed ecco
che attorno si fa notte e non
si riesce più né a vedere il sole né a sentirne il calore, perché la tristezza, la desolazione, la solitudine e l’abbandono sono l’unica compagnia. E
allora, con questa desolazione come si può lodare il Signore? Si guarda senza vedere, si ascolta senza udire, non
si riesce neppure a pregare
perché mancano le parole.
Tutto appare senza alcun significato. Ed ecco però accadere qualcosa di veramente
inspiegabile: affiorano all’improwiso nella mente, senza
alcuna volontà razionale,
frammenti di canti o di salmi
o parole pronunciate da Gesù, di frasi lette nel Vangelo
che d’improvviso diventano
vive: «lo sarò sempre con
voi», «lo non ti lascerò e non
ti abbandonerò», «Non temere, solo abbi fede», «Mia certezza è che il buon Padre
ogni cosa sa... mio conforto è
che egli veglia sempre su di
me», «Pur fra le più dure prove l’amor suo vedrò». E con
questi pensieri ineffabili, nonostante la tristezza, sale con
forza irreprimibile una meravigliosa lode al Signore!
in Dio, perché lo celebrerò
ancora» (Salmo 42, 5). Non
siamo soli né di fronte all’orgoglio del successo, né di
fronte al senso di fallimento e
di peccato. Non siamo soli né
prigionieri di queste opposte
esperienze perché Dio ci ha
liberati e nella preghiera di
lode ci permette di riconoscere chi siamo, cioè quelle
creature estremamente fragili e contraddittorie, ma infinitamente da lui amate.
11 tempo della passione si
avvicina, Gesù nell’orto del
Getsemani ha pregato nella
forma del lamento manifestando tutta la sua angoscia
di fronte alla sua morte:
«L’anima mia è oppressa da
tristezza mortale», e non ha
lodato il Padre, anche se ne
ha accettato la volontà. Il
Getsemani rappresenta l’impossibilità della lode, perché
esprime l’impossibilità di un
dialogo di fronte all’esperienza più terribile, cioè quella
della propria morte (prematura) se manca un raggio di
speranza e di solidarietà a illuminarla. Gesù nel Getsemani rappresenta l’uomo che
si specchia solo nella propria
angoscia, e che la resurrezione non ha reso ancora capace di dialogare con Dio con
gratitudine. Così spesso noi
siamo incapaci di lode perché incapaci di credere e assorbire fino in fondo il messaggio della vita nella sua
pienezza che Dio ci offre.
Alle Valli
Guidati
nella vita
CIORCIO BOUCHARD
SONO stato educato in una
pia famiglia delle Valli vaidesi, dove tra le regole fisse
c’era quella della preghiera
prima dei pasti, che per evidenti scopi educativi era affidata a me bambino. La formula che pronunciavo era
piuttosto singolare: «11 cibo
che stiamo per prendère sia
benedetto nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito
Santo». La cosa aveva il vantaggio di radicare i,n me una
sana teologia triniataria, ma
certo si prestava a qualche
critica. Me lo fece notare un
compagno di Facoltà e mi
convinse. Abbandonai così la
formula trinitaria (ma solo
durante i pasti) e mi adeguai
alla maggioranza dei miei
compagni di studi, che preferivano recitare le prime parole del Salmo 103: «Anima mia,
benedici l’Eterno». Da allora,
questo versetto è piano piano
entrato nella mia vita per
esprimere i momenti in cui
sento il bisogno di dire «Grazie», un grazie orientato e
personalizzato.
All’inizio mi succedeva,
nessuno si scandalizzi, durante le gite in montagna: ero
estasiato per la bellezza della
natura ma non ero disposto a
sprofondarmi in una contemplazione romantica. Mi pareva che la grandezza dell’universo fosse solo una parabola
dell’infinità dell’amore di
Dio, un amore per il quale
sentivo il bisogno di dire grazie. Più tardi, a metà della vita, ho cominciato ad accorgermi che ero guidato, che la
mia vita non nasceva dai miei
programmi ma da un’ispirazione superiore, che le cose
belle non erano prodotto del
mio operare: arrivavano, e io
doveva semplicemente accoglierle. E come accoglierle, se
non benedicendo chi me le
aveva mandate?
4
PAG. 4 RIFORMA
venerdì 14 aprile 2nnn
Pubblicato un rapporto di una ricercatrice della facoltà di Teologia di Bristol
Essere donna e prete in Inghilterra
Intervistate oltre 1.200 delle 1.500 donne ordinate fra il 1994 e il '95. La maggior parte di loro
si sente a disagio e relegata in un apartheid di genere in un contesto dominato da uomini
FEBE CAVAZZUm ROSSI
UNA ricercatrice della facoltà di Teologia e studi
religiosi deirUniversità di
Bristol, Helen Thorn, ha pubblicato un rapporto sulla
condizione delle donne prete
nella Chiesa d’Inghilterra. Lo
studio si basa sulle interviste
a oltre 1.200 delle 1.500 donne ordinate fra il 1994 e il
1995 e afferma che la maggior parte si sente a disagio,
relegata in un apartheid di
genere, in seno a una gerarchia dominata da uomini e
dalla mentalità maschilista.
Le donne intervistate hanno riferito di avere subito la
discriminazione a vari livelli
e sotto varie forme: dalla
protesta silenziosa, al rifiuto
di prendere la Santa Cena
amministrata da loro, fino a
casi di molestia sessuale. Un
quarto delle donne intervistate ha detto di aver subito
attenzioni sessuali indesiderate, circa la metà di aver
trovato colleghi che rifiutavano di ricevere la Santa Cena dalle loro mani, mentre il
57 per cento ha dichiarato di
essere trattate con maleducazione e disprezzo e il 40%
di avere comunque relazioni
umane e di lavoro molto difficili con la parte maschile
della chiesa. Il rapporto conclude sottolineando la necessità che un numero significativo di donne possa accedere ai posti più alti e che
venga tolto il veto alla nomina di donne vescovo. Attualmente le donne formano il
14% del corpo pastorale anglicano e appena il 4% delle
cariche più importanti.
Questo rapporto ha stimolato la sovrintendente di circuito, la pastora metodista
Doreen Hare, a una pubblica
riflessione su di un rapporto,
assai simile nei contenuti,
sottoposto alla Conferenza
metodista britannica nel
1994. La Conferenza ha dato
vita a un gruppo di lavoro
che dipende dal Servizio
istruzione e cura pastorale,
con il compito di seguire alcuni dei problemi sollevati
dal rapporto e promuovere
l’uguaglianza dei generi. «Per
noi metodisti - ha commentato la sovrintendente - non
è una questione di numeri,
ma è una questione di clima
e di stile, nella pratica e nella
cultura; ma fortunatamente
abbiamo anche dei credenti
con spirito vigile».
L'inglese Joy Carroll, ordinata prete il 21 maggio 1994
i Ratificato in un incontro organizzato dalla Chiesa metodista in Gran Bretagna
Accordo tra la Banca mondiale e 17 chiese africane
Per la prima volta nella sua storia la
Banca mondiale ha voluto incontrare
dei leader religiosi e raggiungere con loro un accordo. Le basi per l’accordo sono state poste a Nairobi, capitale del Kenia, fra la Banca mondiale e i rappresentanti di 17 denominazioni cristiane provenienti da 20 paesi africani. La ratifica è
avvenuta nella prima decade di marzo in
un incontro organizzato dalla Chiesa
metodista in Gran Bretagna. L’accordo
comporta una stretta collaborazione per
la lotta contro la povertà, per stimolare
una economia sana e per favorire la promozione umana e sociale dei popoli del
grande continente africano.
I temi su cui le due parti dovranno
condurre stretta consultazione sono
quelli che nascono dalle situazioni locali
che le chiese conoscono meglio di
chiunque altro: l’amministrazione nel
governo del paese, la corruzione pubblica e privata, i diritti umani e l’uguaglianza tra i generi, la ricostruzione dopo
conflitti devastanti e, non ultimo, il problema della «cospirazione del silenzio»
sulla realtà dell’Aids, così tragica.
Consultazioni regolari avverranno su
base nazionale con la produzione di
programmi a breve e lungo termine. Localmente, le chiese che già si sono impegnate si sforzeranno di allargare il
coinvolgimento alle altre realtà religiose
presenti sul territorio, in modo da creare una base operativa il più larga possibile. «Si tratta di una sfida per le chiese
di proporzioni straordinarie - ha commentato Jennifer Potter, segretaria del
gruppo operativo della Chiesa metodista britannica che si occupa di questioni
internazionali, fortemente impegnato
nel progetto - perché la Banca mondiale riconosce che in Africa le chiese cristiane, così ampiamente distribuite su
tutto il continente, sono una parte effettiva della società civile che ha un ruolo
potenzialmente alto non solo nella distribuzione di beni e servizi ai poveri,
ma soprattutto nella diffusione dell’istruzione per la valorizzazione di quei
doni che nascono dalla cultura locale e
possono elevare uomini e donne ad assumere la responsabilità di governi e
amministrazioni affidabili». (fcr)
DAL MONDO CRISTIANO
Commissione Chiesa e società della Kek
Keith Jenkins incontra Romano Prodi
BRUXELLES — A fine marzo Keith Jenkins, direttore della
Commissione «Chiesa e società» della Conferenza delle chiese europee (Kek) ha incontrato a Bruxelles il presidente della
Commissione europea. Romano Prodi, affrontando alcuni temi specifici della Kek: daH’allargamento dell’Unione europea
con i paesi dell’Europa orientale alla situazione nei Balcani
dal maggior coinvolgimento delle chiese nell’attività del Par’
lamento europeo alla necessità di mantenere una «dimensione umana» della progressiva globalizzazione. Prodi - ha riferito Jenkins all’agenzia Eni - si è impegnato a favorire una
maggiore presenza delle chiese «per una più marcata integrazinne europea e per la riconciliazione nei Balcani». (nev/eni)
America Latina
«L'ecumenismo è un imperativo»
QUITO — «Per le chiese del nostro continente l’ecumenismo è un imperativo»: così hanno dichiarato i rappresentanti della Conferenza episcopale latinoamericana (Celam)
e del Consiglio delle chiese dell’America Latina (Clai, che
raccoglie 120 chiese protestanti) riuniti in sessione comune
a Quito, in Ecuador. Secondo il presidente del Clai, Walter
Altmann, «è fondamentale che le chiese rispondano con la
ricerca dell’unità alla sfida che le divisioni politiche ed economiche delle nazioni del nostro continente ci pongono
con drammatica evidenza». (neviale)
Consiglio nazionale evangelico del Perù
Un pentecostale eletto presidente
LIMA — È il pastore pentecostale Dario Lopez il nuovo
presidente per il prossimo biennio del Consiglio evangelico
nazionale del Perù (Conep), un’organizzazione che riunisce
82 chiese protestanti del paese. Riunito a Lima la settimana
scorsa, il Consiglio ha inoltre deciso di appoggiare ufficialmente la campagna contro la rielezione, nelle elezioni del 9
aprile, dell’attuale presidente peruviano Fujimori. In un documento approvato dall’assemblea, la politica «priva di valori, rivolta solo a conservare il potere» del presidente viene
duramente criticata su basi bibliche. (nev/alc)
Chiesa awentista della California
Una decisione storica
SAN FRANCISCO — Decisione storica della Conferenza
del distretto della California della Chiesa awentista che ha
stabilito di attribuire pari credenziali per il ministero pastorale di uomini e donne. La decisione, adottata all’unanimità
dalla Conferenza che riunisce oltre 60.000 fedeli californiani
dovrebbe, è stato detto, «aprire la strada ad analoghe procedure nelle chiese awentiste di tutto il mondo». (nev/apd)
¡Turkmenistan
Difficoltà per la diffusione della Bibbia
ASCHABAD — Il governo del Turkmenistan ha respinto
la richiesta di costituire una Società biblica nazionale,
avanzata congiuntamente dalle chiese battiste, pentecostali
e awentiste del paese. II Turkmenistan resta così l’unico
stato dell’ex Unione Sovietica senza una Società biblica e
con forti limitazioni alla libertà di religione. (nev/apd)
Le risposte in un articolo pubblicato sul giornale della Chiesa evangelica luterana di Svezia, il «Kyrkans Tidning»
1) Quali sono le leggi e i regolamenti in vigore?
«C’è da un lato la legge della Chiesa svedese riguardante
le istruzioni fondamentali
dell’identità e dell’organizzazione. Dall’altro, la legge relativa alle comunità le quali
conservano la stessa forma
giuridica. Un Consiglio superiore, nuovamente creato, è
incaricato della maggior parte delle disposizioni riguardanti la chiesa. L’Assemblea
della chiesa continua a decidere sulle questioni propriamente ecclesiastiche».
2) Come si diventa membro
della chiesa e qual è il costo
annuo della partecipazione?
«Tutti coloro che erano già
membri della Chiesa svedese
non devono chiedere una
nuova affiliazione. Si diventa
membro attraverso il battesimo, secondo la regola stabilita nel 1996. I genitori
possono comunicare che il
loro figlio diventerà membro
prima che esso venga battezzato. Gli adulti che vogliono
diventare membri possono
fare altrettanto. Il costo della
contribuzione annua è sensibilmente lo stesso di prima:
tra 1.500 e 1.800 corone. Ora
non si chiama più tassa ma
"contribuzione di chiesa”.
L’importo della contribuzio
ne può essere indicato nella
dichiarazione dei redditi, come onere deducibile*».
3) Chi detiene il potere nella Chiesa?
«Come prima, sono i pastori e i Consigli di chiesa che
prendono le decisioni, questo per salvaguardare la democrazia e la dottrina. Nelle
parrocchie il potere e la responsabilità sono condivisi
tra il pastore e il Consiglio di
chiesa. I consiglieri e i delegati delle parrocchie nelle assemblee concistoriali e nelle
assemblee sinodali saranno
eletti ogni quattro anni, direttamente dai membri delle
parrocchie che hanno più di
16 anni. Per essere eleggibile
occorre essere battezzato,
membro di chiesa e avere più
di dieci anni di età. Non è più
possibile essere eletto nella
parrocchia o nella diocesi in
cui si è impiegati. I vescovi
vengono eletti al livello delle
diocesi, da assemblee comprendenti laici e pastori».
4) La parrocchia conserva le
stesse mansioni?
«Ha una posizione più forte. La nuova regolamentazione definisce i suoi compiti
fondamentali: celebrare il
culto, insegnare, praticare la
diaconia e la missione. La
parrocchia deve formulare il
proprio piano di lavoro in
una istruzione, come fanno
le imprese. Questa istruzione, elaborata dal pastore e
dal Consiglio di chiesa, deve
essere approvata dal Concistoro. La parrocchia viene
definita con i medesimi criteri di prima: ci deve essere una
chiesa con abbastanza membri per formare un Consiglio
di chiesa e il culto deve essere celebrato una volta la settimana (salvo deroga concessa
dal Concistoro)».
5) Che cosa succede con il
segreto professionale?
«Rimane in vigore: un tribunale non può interrogare
un pastore né un vescovo su
quanto gli è stato detto durante una confessione. La
rottura del segreto professionale da parte di un pastore o
di un vescovo può portare alla perdita dell’incarico. Il segreto professionale vale anche per i diaconi, ma in misura minore».
6) La chiesa avrà sufficienti
mezzi finanziari?
«Questo dipende dal numero dei membri, in quanto
le contribuzioni rappresentano la maggior parte delle entrate: circa i tre quarti. La
chiesa ha inoltre redditi provenienti dalla sue foreste e da
altri beni».
7) La chiesa continua ad essere controllata?
«1 documenti ecclesiali (registri e dossier) rimangono
ufficiali. Tutti hanno il diritto
di prendere visione delle lettere, delle note, dei verbali.
Se una persona ritiene che
una decisione sia sbagliata,
può fare appello al "capitolo”
o al consiglio di chiesa».
8) Chi è il vincente nella
nuova legislazione?
«Le opinioni sono divise:
alcuni dicono che è la chiesa,
altri ritengono che sia lo stato. Sembra che nessuna delle
proposte fatte durante gli anni di dibattiti sia stata cosi favorevole alla chiesa come
quella che è stata scelta».
9) Quali sono i cambiamenti per gli impiegati della
chiesa?
«Finora l’incarico dei pastori era regolato dallo stato;
ora è la parrocchia ad essere
il loro datore di lavoro. Il vescovo e il Concistoro devono
vigilare affinché i pastori rispettino la dottrina e mantengano le promesse fatte in
occasione della loro ordinazione. I diaconi lavorano sotto la supervisione dei vescovi
e del Concistoro».
10) Gli atti pastorali sono a
pagamento?
«I battesimi sono gratuiti.
si può scegliere la chiesa, così
come le confermazioni a patto che vengano fatte nella
propria parrocchia. Lo stesso
vale per i matrimoni, salvo se
si sceglie un’altra chiesa: in
questo caso ci sono delle spese. In tutti gli altri atti la chiesa non deve percepire nulla».
11) Che cosa avviene per i
funerali di persone non appartenenti alla chiesa?
«Se la persona deceduta
aveva espresso il desiderio di
lasciare la chiesa, si ritiene
che essa non voleva un servizio o un funerale religioso. Ci
possono però essere casi in
cui un "non membro” abbia
chiesto un servizio, che quindi è a pagamento. La chiesa
fornisce luoghi di sepoltura
alle persone membri di altre
confessioni e a quelle che
non hanno religione. Tutti
possono scegliere il proprio
luogo di sepoltura senza pagare spese supplementari. Il
servizio funebre è gratuito
per i membri della chiesa,
qualunque sia la parrocchia
in cui esso ha luogo».
12) Quale sarà la sorte degli
edifici ecclesiastici?
«Le chiese che sono classificate "monumenti storici”
non possono essere trasformate o demolite senza autorizzazione. Lo stato pagherà
Le 13 domande che si pongono gli svedesi dopo la «privatizzazione» della loro chiesa
per la manutenzione di queste chiese almeno fino al
2002 o 2010. Negli altri casi
spetta alle parrocchie coprire
le spese di manutenzione degli edifici. Le parrocchie che
possiedono più edifici (non
classificati) possono decidere
di venderne uno visto che la
legge esige soltanto che ci sia
un edificio per parrocchia».
13) C'è il rischio che la nuO'
va legislazione influenzi W
dottrina e l'insegnamento
della chiesa?
«La vita spirituale deni
chiesa è la questione più in^'
portante. La Chiesa svedese
resta una comunità evangeli'
ca luterana, con la stessa
confessione e la stessa dottnna. La maggior parte dei P^'
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bilizzata e abbia fatto le su
prove. Ci vorrà ancora p'u
tempo per sapere come si s
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(tratto da Oìctiménisr^
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venerdì 14 APRILE 2000
Cultura
PAG. 5 RIFORMA
^■11
Un volume raccoglie i testi di un corso di interculturalità svoltosi a Siena
Minoranze religiose nella cultura europea
Ebraismo, protestantesimo e islamismo visti attraverso le loro Interazioni con le arti visive,
l'architettura, le lettere. Ne emerge un panorama di una ricchezza sorprendente
ALBERTO CORSANI
UN profilo organico delle
minoranze religiose in
Europa, non sotto il profilo
della loro dottrina ma dal
punto di vista della loro interazione con la cultura del
nostro continente: è stata
questa l’ambizione del corso
di formazione interculturale
ideato dall’Università per
stranieri di Siena, i cui atti
sono contenuti nel volume
curato da Antonella Castelnuovo’*, che di quella istituzione fa parte, con prefazione di Francesco Margiotta
Broglio e presentazione di
Valdo Spini. Una serie di
contributi di specialisti analizza l’influenza e l’interazione di ebraismo, protestantesimo e islamismo nella civiltà europea, affrontando di
volta in volta la letteratura,
l’architettura, i rapporti con
la scienza e con la filosofia,
dopo un primo intervento
«di sfondo», in cui Riccardo
Campa, della stessa Università senese, delinea il quadro
della «“religiosità” nella società contemporanea».
n primo intervento di parte
protestante, quello della pastora Giovanna Pons su «Le
svolte della scienza e le riflessioni della fede» ha per la
verità un carattere più ampio, affrontando eventi epocali nella storia dell’indagine
scientifica come le teorie dei
«quanti» di Max Planck e
quella einsteiniana della re
latività, e indicando nelle
precedenti «rotture» di Galileo e Newton altri momenti
forti in cui scienza e fede trovarono accenti diversi per
dialogare: tanto diversi che,
per esempio, ai tempi loro
l’approccio alla natura di Galilei gli costò sofferenza da
parte della Chiesa cattolica,
mentre Newton potè permettersi di essere egli stesso
a tacciare di apostasia la sua
chiesa anglicana: qualcosa
significherà pure.
Marco Gay affronta l’affascinante figura di Cari Gustav
Jung: nel discepolo e poi avversario di Freud rinviene in
realtà una serie di influenze
culturali che vanno oltre la
semplice adesione a un modello protestante di pensiero:
concorsero alla sua formazione infatti matrici molto lontane dal protestantesimo, addirittura delle forme di religiosità tutta nordica, «un carattere animistico, naturale,
profetico, ma non nel senso
biblico: gli esseri della natura
dicono la verità e predicano il
futuro» (p. 111). Ciò che gli
permise di essere innovativo
fu probabilmente proprio
(come per l’ebreo Freud) «la
sensibilità delle minoranze,
che sanno cogliere la crisi di
valori che si sta affacciando»
(p. 112); la capacità quindi di
costruire il proprio pensiero
facendo appello al soggetto.
Un elemento che, enucleato
da Jung nei primi decenni del
’900, prenderà piede fino al
«debolismo» degli ultimi nostri 15 anni.
Giorgio Bouchard analizza
invece l’opera dei due massimi autori letterari espressione del mondo protestante anglosassone del secolo XVII: il
puritanesimo di John Milton,
coniugato in tutta la sua vita e
opera (in particolare nel Paradiso perduto, 1658-1663)
con la celebrazione della libertà da parte del collaboratore di Cromwell, sarà commentato da Max Weber cbe
vide nel Paradiso «l’epitome
della visione puritana della
vita: piena accettazione delle
basi della dottrina cristiana,
ma anche piena accettazione
del mondo moderno e dei
suoi dilemmi» (p. 140). Quanto a John Bunyan, stagnino,
letterato autodidatta, redasse
in carcere il suo «romanzo di
formazione». Il pellegrinaggio
del cristiano, illustrazione del
cammino interiore che il credente deve compiere per arrivare alla comunione con Dio.
Più indietro nel tempo si
spinge la carrellata che l’architetto Mirella Loik svolge a
proposito delle tipologie
protestanti dei locali di culto. Il suo intervento prende
infatti le mosse dal patrimonio dell’edilizia tradizionale
valdese, architettura di montagna caratterizzata dal rifiuto della sacralità dell’edificio
di culto. Così i modelli che
daranno luogo alle realizzazioni dei templi prima e dopo il ghetto saranno quelle
in generale dei «ricoveri» di
uso collettivo («utilizzazione multipla degli ambienti
abitativi per riunioni comunitarie, funzioni religiose, e
servizi per la collettività», p.
181): una tipologia, basata
principalmente su uno spazio rettangolare «a capanna»
e privo in genere di sostegni
interni, che rimarrà fino alla
costruzione del tempio di
San Secondo di Pinerolo negli Anni 50 da parte di Giovanni K. Koenig.
Questo saggio in particolare, ma anche altri, interagiscono ovviamente con quelli
dedicati da altri specialisti
delle altre minoranze ad argomenti connessi: così è utile leggere in parallelo proprio il contributo di Mifella
Loik con quello di Bente
Klange Addabbo (Università
per stranieri di Siena) sugli
«Aspetti “non figurativi” della
chiesa protestante», in cui
viene penetrata molto bene
la diversa concezione degli
spazi del religioso in ambito
cattolico e protestante: «il
protestantesimo, infatti scrive Klange -, riguarda la
chiesa della croce (...) in contrapposizione con la chiesa
della gloria impregna di fasti
esteriori...» (p. 175).
(*) A. Castelnuovo (a cura di):
Minoranze religiose e cultura
europea. Ebraismo, protestantesimo, islamismo nelle forme
simboliche dell’Occidente. Milano, Franco Angeli, 1999, pp. 204,
£ 30.000.
Un’incisione da «li pellegrinaggio del cristiano» di J. Bunyan
L'aldilà
UBRI
Inferno e.
Un volumetto «Cinquantapagine» della Claudiana (Inferno, purgatorio, paradiso, 2000, £ 6.000) è dedicato dal pastore Gregorio Plescan alle raffigurazioni della vita ultraterrena:
si tratta della simbologia che ha accompagnato per secoli l’umanità, anche al di là
dell’orizzonte strettamente cristiano, del loro evolversi nel cattolicesimo e nelle altre
confessioni. 1 capitoli conclusivi ci riportano invece al problema della dannazione e
della salvezza nella Bibbia e soprattutto a
quello della resurrezione: dopo il dramma,
la parola di Dio è infatti sempre una parola
di vita per chi crede in Gesù Cristo.
Narrativa Epopea familiare
Uno studio della storica veneziana Federica Ambrosini
Quando l'aristocrazia fiancheggia il protestantesimo
EUGENIO STREHI
GIOVANNI Rostagno, professore di Storia alla Facoltà valdese di teologia, ricorda nelle sue memorie,
pubblicate postume nel 1946,
la figura di ricercatore e di
storico di fama internazionale, ancora oggi citato in tesi
di laurea, di Emilio Comba
(1839-1904), primo pastore
della Chiesa valdese a Venezia e autore del classico sulla
storia della presenza protestante nei domini della Serenissima I nostri protestanti IL
Durante la Riforma nel Veneto e neiristria (Firenze 1897).
Con gioia e gratitudine al Signore segnaliamo il volume’'
di una valdese veneziana, Federica Ambrosini, docente di
Storia delle Venezie all’Università di Padova che si ricollega allo storico valdese e
all’imponente documentazione raccolta dal luterano
Karl Benrath Geschichte der
Reformation in Venedig, pubblicata a Halle nel 1887.
Federica Ambrosini affronta un aspetto particolare della penetrazione protestante
in Venezia, il patriziato. 11 volume si collega a un precedente saggio Tendenze filoprotestanti nel patriziato verteziano (in «La Chiesa di Venezia tra Riforma protestante
® riforma cattolica». Ed. Studium cattolico veneziano,
1990). Se il patriziato veneziano è «spiritualmente inquieto», l’inquietudine rimane tra le mura domestiche e
qualora trapeli l’interesse per
la Riforma, i processi, come
emerge dagli interrogatori,
sfociano nell’abiura per sal'^e Vhonor della famiglia e i
t^ospicul patrimoni.
La parte centrale del volume ricostruisce gli anni crudella storia di dissidenza
.Riosa nella classe al pote® m Venezia. È nella bottega
di uno speziale in Campo
San Fantin, tale Domenico
Gottardo, che si raccolgono
le offerte di patrizi sospetti,
tra i quali si segnala Andrea
Da Ponte, poi fuggito a Ginevra, e il fiorentino futuro pastore valdese Pietro Gelido
(in realtà le riunioni erano
avvenute in Contrada San
Vio, nella casa di Andrea Da
Ponte, fuggito l’anno precedente, 1560). Una serie di
processi ai patrizi veneziani
(1565-68) si concluderà con
l’abiura, mentre Paolo Moscardo, che celebrava la cena
del Signore nella sua casa di
San Samuele, si rifugerà a Ginevra. La sua professione
(sollecitatore di cause) non
era però particolarmente importante dal punto di vista
sociale e politico.
Per motivi familiari e di patrimonio il patriziato sarà più
prudente della classe artigiana. Se ancora oggi esiste a
Venezia una scritta che ricorda la presenza protestante, lo
dobbiamo agli artigiani che,
a differenza dei patrizi, confessarono apertamente la
fede evangelica: alcuni di loro vennero annegati di notte «sin clamore», in laguna
Nord. È interessante che accanto ad Andrea Da Ponte,
membro di un’importante famiglia patrizia che con Niccolò ricoprirà la massima
magistratura, quella di doge,
vi è il ricordo di una figura
femminile, «gentildona de ca’
Malipiero», che nel 1577 insegnava la lingua italiana, anglicana convinta nell’Inghilterra elisabettiana.
«Già Christo ha cominciato
a penetrare in Italia; ma vorrei che v’intrasse glorioso, a
la scoperta, e credo che Venezia sarà la porta»; così auspicava, nella sua lettera alla
Signoria di Venezia, il 7 dicembre 1542, l’esule Bernardino Ochino; non fu così. Ep
pure, nonostante gli indecisi
patrizi veneziani più protestanti con la mente (i libri)
che non con il cuore, Venezia
fu e rimase insieme a Lucca
un importante centro di diffusione del pensiero protestante. Il Beneficio di Cristo è stato
stampato a Venezia, diffuso in
pochi anni in 40.000 copie a
partire dal 1543 sino al 1549.
A parziale rivalutazione di
un patriziato troppo prudente, silenzioso nel suo stesso
ambito familiare, depongono, nota Federica Ambrosini,
i testamenti. Le ultime volontà quando sottolineano
esclusivamente la grazia salvifica di Gesù Cristo, senza ricorso alle opere di carità e alle varie forme di suffragio gestite dalla Chiesa cattolica.
sono segno di un protestantesimo praticato nel segreto
dei cuori. D’altronde non si
ha notizia della frequenza da
parte di patrizi filoprotestanti
del Fondaco del Tedeschi o
degli orti della Giudecca, tipici luoghi di culto dei veneziani evangelici. La vicenda del
patriziato veneziano ricorda
le conversioni, custodite negli Archivi patriarcali di Venezia, di calvinisti e luterani
stranieri al cattolicesimo nel
1700 e 1800; quando non vi è
un’adesione personale alla
fede evangelica, il fascino
cattolico-romano finisce per
prevalere.
(*) Federica Ambrosini: Storie
di patrizi e di eresia nella Venezia del ’500. Milano, Franco Angeli, 1999, pp. 352, £48.000.
Giorgio Van Straten (1955) è scrittore fiorentino, ma di antica famiglia ebraica olandese. Nel suo recente romanzo II
mio nome a memoria (Mondadori 2000, pp. 299, £ 30.000) ripercorre proprio la storia della sua genealogia, composta di commercianti, uomini
di mare, impiegati, enigmatiche e silenziose mogli, a partire dcd capostipite Hartog Alexander (che a inizio ’800 dovette
per decreto dell’imperatore di Francia
scegliersi un cognome: Delle Strade, Van
Straaten, allora scritto con due «a») per
giungere ai tempi nostri toccando oltre
Rotterdam Odessa, Londra, Genova.
RADIO
Culto radio
Ogni domenica mattina alle 7,27 sul primo canale
radio Rai, predicazione e notizie dal mondo evangelico italiano e estero, appuntamenti e commenti di attualità.
TELEVISIONE
Protestantesimo
Rubrica televisiva di Raidue, a cura della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, trasmesse a domeniche alterne e, in replica, il lunedì seguente alle
ore 24 circa e alle ore 9,30 del lunedì successivo. Domenica
16 aprile, ore 24,30 circa, andrà in onda: «Chiaroscuro: un
fatto, un commento»; «Donazione degli organi; una questione di civiltà»; «Progetto “Arca”: una iniziativa delle chiese
awentiste». La replica sarà trasmessa lunedì 17 aprile alle
ore 24 e lunedì 24 aprile alle 9,30 circa.
Un oratorio di Benedetto Marcello in un'esecuzione storica presentata a Milano
Il fascino della musica vocale della Controriforma
PAOLO FABBRI
SONO ormai 25 anni che,
ogni primavera, il Comune di Milano propone agli
appassionati il ciclo di concerti «Musica e poesia a San
Maurizio», dedicati alla musica antica e organizzati ultimamente dalla Società del
Quartetto, con la direzione
artistica di Sandro Boccardi
che per un quarto di secolo
l’ha esercitata con grande
competenza e profondo coinvolgimento. L’apertura di
quest’anno, con una valenza
felicemente commemorativa,
è stata riservata a Benedetto
Marcello con il suo Trionfo
della Poesia e della Musica,
«oratorio sagro con stromenti», alla sua prima esecuzione
in tempi moderni.
Si tratta di una composizione del 1733 che rientra fra
le opere composte dall’autore nel periodo caratterizzato
da un ardente misticismo
che, in linea con gli indirizzi
della Controriforma, si rivolge soprattutto alla Madonna,
accanto alla quale si colloca
un Gesù situato un po’ sullo
sfondo, ma che ispira un lavoro straordinariamente elegante, in cui il testo, attribuito allo stesso Marcello, aderisce al suono a tal punto da
far pensare alle interessanti
argomentazioni di Marica
barocchi sul linguaggio poetico: sostiene la studiosa che
le parole poetiche, per la loro origine in un luogo sofferto di sosta fra la pre-vita e la
morte, resistono al rischio di
cadere nella luce artificiale e
artificiosa del discorso e sono in linea con il linguaggio
dei sogni, dei mistici e dei
folli, organizzandosi anche
secondo il codice del canto
degli uccelli.
Il suono pare, qui più che
altrove, rappresentazione del
senso, della parola poetica
con la quale si fonde. Il testo,
dopo una sinfonia di apertura, inizia dall’invito della
Musica alle arti della scultura
e della pittura a una gara per
onorare la Madonna assunta
in cielo. Interviene allora la
Poesia, che si dichiara compagna di viaggio della Musica nel trionfo come nella
sconfitta. La Musica chiama
allora ad assisterla le quattro
voci, basso, tenore, contralto
e soprano e Inizia un concerto tutto teso a esaltare il dolore per la perdita di Maria.
La seconda parte descrive i
vari passaggi di Maria nella
sua assunzione in cielo, partendo dagli abissi, per passare alla terra e all’aria, al cielo.
con vasti brani di musica descrittiva che passa dai toni
cupi e tenebrosi dell’abisso a
quelli scintillanti e gioiosi del
cielo, dove regna la Trinità.
La Musica e la Poesia trionfano nell’esprimere la loro lode
al Creatore.
Un profondo senso drammaturgico sorregge tutto l’oratorio. Il Trionfo della Poesia
e della Musica aggiunge un
significativo tassello al mosaico della musica sacra italiana nel periodo barocco
della prima metà del XVllI
secolo, una musica cui guardava con interesse anche J. S.
Bach. La «Venice Baroque
Orchestra», diretta da Andrea
Marcon, ha interpretato in
modo eccellente l’oratorio,
passando in perfetta scioltezza attraverso 1 frequenti cambi di tempi e di metro; bravi
anche tutti i solisti.
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6
PAG. 6 RIFORMA
Vita Delle Chiese
venerdì 14 APRILE 2000
venerdì V
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Le donne battiste della Sicilia si interrogano sul disagio minorile
«Lasciate che i bambini vengano a me»
La realtà sociale di oggi è formata su misura per gli adulti e lascia pochi
spazi in cui i piccoli possono esprimersi. Il dramma dello sfruttamento criminale
STEFANIA CONSOLI
//T asciate che i bambivengano a me, non
impediteglielo perché Dio dà
il suo regno a quelli che sono
come loro. Io vi assicuro: chi
non raccoglie come farebbe
un bambino non vi entrerà»
(Marco 10,14-15).
Chi sono i bambini nel linguaggio di Gesù e quali modi
e parole usare per comunicare con loro? Queste sono alcune delle domande che le
donne battiste della Sicilia,
provenienti dalle comunità
di Catania, Siracusa, Lentini
e Fioridia, si sono poste nel
corso dell’annuale Convegno
del Movimento femminile
battista, svoltosi il 25-26 marzo scorsi. Un incontro intenso, sostenuto dalla partecipazione di quasi una cinquantina di donne e generosamente
ospitato dalla comunità di
Fioridia le cui sorelle hanno
manifestato la loro gioia nell’averci in mezzo a loro, accogliendoci nelle loro case per il
pernottamento e preparando
per noi cibi abbondanti e
profumati.
L’incontro è stato arricchito dalla presenza della presidente del Movimento femminile battista, la pastora Gabriela Lio, supportata dal
contributo dello psicologo
Salvatore Libranti, psicoterapeuta infantile, e dello studente di teologia alla Facoltà
valdese Francesco Sciotto.
Una riflessione appassionante quella sui bambini, ma anche difficile nello sforzo di riportare alla memoria la nostra infanzia e il nostro sentire di bambine; momenti e
immagini più vicine nel tempo, per alcune di noi, ma forse per questo meno chiare e
consapevoli, più lontane per
altre ma sorprendentemente
presenti nelle menti e nelle
emozioni. Un invito a ricordarci di come eravamo ma
anche a interrogarci sul nostro ruolo di donne e madri
che danno la vita, nutrono,
accudiscono; che parlano con
i bambini e le bambine di oggi, contribuiscono così fortemente a formarne le coscienze, ne vivono le ansie, le paure. i fallimenti, le gioie e i dolori e soprattutto sperimentano troppo spesso la difficoltà
di comunicare con loro.
Non è necessario un grande sforzo per comprendere
che la realtà nella quale ci
muoviamo corrisponde quasi
sempre a una società «adultocentrica» che, con i propri
tempi e le proprie regole, si
occupa dei bambini in quanto futuri adulti, futuri cittadini, futura classe dirigente,
senza fermarsi ad ascoltarli in
quanto soggetti. Eppure i
bambini hanno molto da insegnarci con la loro comunicazione schietta, diretta, che
non conosce la mediazione
ipocrita, con le loro domande
essenziali sul senso della vita
e della morte, con le loro categorie semplici quali il gioco,
la creatività, la spontaneità,
così dipendenti da noi, da
ogni nostro gesto e parola,
così tristemente vittime, mute e impotenti, di un mondo
che ne fa scempio (dalle violenze che si consumano dentro i muri domestici, alia
mortalità infantile del paesi
del Terzo Mondo, allo sterminio dei bambini che abitano
le strade di Rio de Janeiro).
I bambini sono disperatamente capaci di assorbire il
peggio delle nostre società,
come i baby-killer, i giovani
stupratori, i piccoli ma esperti corrieri di droga incontrati
da Francesco Sciotto tra le
mura di Bicocca, carcere minorile di Catania dove ha prestato servizio come obbiettore di coscienza. Realtà schiaccianti quelle delle carceri minorili del Catenese, del Siracusano e del Napoletano, raccontateci dai nostri relatori.
Nella collana «Storia del movimento evangelico in Italia»
è uscito il n. 9:
Augusto Comba ,
Valdesi e massoneria
Due minoranze a confronto
192 pp., L. 25.000, Euro 12,91, cod. 336
La storia dei rapporti tra I valdesi e la massoneria è ricca
di contraddizioni. Comincia nel 1787 a Torino con l’incontro tra il teologo massone danese
F. Mùnter e il pastore P. Geymet,
si interrompe negli anni '60 del
XIX secolo, riprende negli anni
’80, si interrompe di nuovo nel
1925; riprende dopo la guerra e si
interrompe ancora con l’inquinamento della massoneria da parte
della P2 di Gelli. il libro si chiude
domandandosi se i rapporti possono o meno continuare, come
avviene nel resto del mondo protestante.
m mÊÊedhrioe
fúaudiana
VIA PRINCIPE TOMMASO, 1 -10125 TORINO
TEL. 011/866.98.04 - FAX 011/650.43.94 - C.C.P. 20780102
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Dure, forse troppo, per un
bambino o un adolescente
che ha alle spalle realtà di
sottocultura e sfruttamento.
Eppure, e lo leggiamo negli
occhi e nel racconto di chi lo
ha fatto, è possibile sperimentare con questi «minimi»
che vivono un’esistenza regolata dalle leggi del potere e
della sopraffazione, relazioni
autentiche, fondate sulla fiducia e sulla pari dignità. Le
stesse che siamo capaci di instaurare con i nostri figli e le
nostre figlie quando li ascoltiamo amorevolmente.
Questo è Gesù che ce lo insegna: egli esce dagli schemi
e recupera una relazione con
i bambini, i minimi, gli oppressi, gli emarginati, le donne, con tutto ciò che rappresenta diversità; scardina un
linguaggio, fondato sui rapporti di potere e sulle gerarchie, che noi donne conosciamo bene in un sistema in
cui abbiamo da sempre vissuto la discriminazione di genere e in un lungo vissuto
storico e socio-culturale nel
quale siamo state tentatrici,
streghe, isteriche, inaffidabili, emotivamente instabili, in
una parola «diverse». Ascoltiamo dunque il monito di
Gesù, «Io vi assicuro che chi
non accoglie il regno di Dio
come farebbe un bambino
non vi entrerà», sforzandoci
di disimparare gli schemi già
conosciuti e di vivere relazioni vere, prive di pregiudizi,
come ci insegnano a fare i
bambini con i loro giochi e le
loro domande, costantemente recettivi e naturalmente
pronti ad imparare, come parole e suoni, anche sentimenti e relazioni.
Chiesa battista di Rovigo
Festa per l'inaugurazione
dei nuovi locali
LIDIA GIORGI
COGLIENDO l’occasione
dell’invito che rivolgiamo
a partecipare alla festa di
inaugurazione dei nuovi locali della chiesa evangelica battista di Rovigo, che si terrà il
24 aprile alle ore 11, esprimiamo alcune considerazioni
che riteniamo doverose e significative. Le radici storiche
del protestantesimo, anche a
Rovigo, sono molto antiche.
Infatti già nel XVI secolo esistevano in questa città due
chiese riformate che facevano
riferimento a distinti rami del
protestantesimo: il luteranesimo e l’anabattismo.
Fra i protestanti rodigini ricordiamo Giovanni Roncalli,
fondatore della prima accademia culturale della città
che aveva sede nell’attuale
Palazzo di giustizia; la comunità protestante si riuniva in
casa sua, nell’omonimo palazzo situato in centro, ora
piazza Vittorio Emanuele IL
Un altro illustre concittadino
che ha professato la fede
evangelica è stato il notaio
Domenico Mazzarello, che
dopo la conversione studiò
teologia, emigrò a Ginevra ed
è annoverato fra i riformatori.
Il seme della predicazione
protestante si è sorprendentemente sviluppato e ha portato frutto in questi ultimi
tempi. Alla fine degli Anni 50,
grazie all’opera di un ex sa
cerdote cattolico poi diventato pastore protestante, Giuseppe Lulich, riprende la predicazione evangelica nella
città. Il suo messaggio, semplice ma incisivo, riproponeva i temi tipici riformati, con
particolare enfasi sulla conversione individuale, su un
rinnovato rapporto personale
con Cristo e sull’etica della libertà nella responsabilità.
Oggi la chiesa cristiana
evangelica battista è costituita da una vivace comunità,
formata da famiglie e singoli
aderenti, fra i quali c’è anche
una nutrita rappresentanza di
cristiani di origine africana. È
una chiesa che si caratterizza
per l’annuncio della salvezza
e della vita nuova in Gesù, e
accoglie tutte quelle persone
che vogliono vivere la fede
cristiana nella semplicità
evangelica. Siamo grati al Signore perché da alcuni anni
la locale comunità evangelica
e la Chiesa cattolica rodigina
hanno iniziato un cammino
ecumenico che scaturisce anche da profondi rapporti di
amicizia tra fratelli e sorelle
delle due diverse confessioni.
Siamo riconoscenti e com
J II 29-30 aprile tradizionale Convegno a Mezzano
Legalità, libertà e sicurezza
Il consueto Convegno di
Mezzano, organizzato dal
Centro studi per il cristianesimo sociale, quest’anno avrà
come tema: «Legalità, libertà,
sicurezza» e si svolgerà nei
giorni 29-30 aprile. Siamo arrivati a confrontarci con questo intreccio di problemi
scottanti sulla scorta di alcune riflessioni. Nei primi mesi
del 1992 un gruppo di magistrati apriva a Milano la vicenda di «Tangentopoli» e
l’Italia entrava in una fase di
profonde trasformazioni del
suo sistema politico. Emergeva con forza la questione del
senso dello stato, della responsabilità individuale, della legalità. Venivano al pettine nodi riguardanti la vita politica, legati anche ad atavici
difetti della nostra cultura nazionale. A questo si aggiunge
vano nuove sfide: la mutazione dell’Italia da paese di emigranti a terra di immigrazione
imponeva un apparente dilemma tra chiusura razzista e
inerte indulgenza verso la criminalità di molti immigrati.
Come rispondere? Bisogna
prendere a modello la «tolleranza zero» dell’attuale sindaco di New York, oppure bisogna concentrare tutte le energie nei compiti di prevenzione dei mali sociali? Bisogna
essere permissivi o proibizionisti? Bisogna reprimere o costruire un patto di convivenza? Affronteremo queste urgenti domande con l’aiuto di
esperti a livello nazionale e,
naturalmente, con il contributo di tutti i partecipanti.
Nella mattinata di sabato
29 aprile si svolgerà la tavola
rotonda, presieduta da Sergio
Aquilante, a cui prenderanno
parte il giudice Pier Camillo
Davigo, il prof. Biagio De Giovanni, il dr. Massimo Pavarini
(coordinatore del Comitato
scientifico del «Gruppo città
sicure» della regione Emilia
Romagna) e fon. Valdo Spini.
Sono inoltre previsti, per la
prima parte del pomeriggio,
interventi di Franco Becchino, Elena Bein Ricco, Alfredo
Guarino, Giovanni Mottura,
Piero Trotta. La domenica
mattina, dopo il culto con
predicazione di Franco Becchino, vi sarà lo spazio riservato alle conclusioni del Convegno e alle proposte per il
prosieguo del lavoro del Centro studi. Per ogni ulteriore
informazione rivolgersi a
Massimo Aquilante, borgo
Riccio 13, 43100 Parma: tei.
0521-238551.
vorremo organizzare insieme.
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MILANO: via F. Sforza,
12/A;tel. 02/76021518
TORINO: via Principe
Tommaso, 1; tei. 6692458
TORRE PELLICE: p za
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La Comunità cristiana riformata di Finale Ligure, per il propri®
sostentamento mette a disposizione per famiglie o gruppi di credenti la propria sede di piazza del Tribunale 6, dotata di 6 posM
letto suddivisi in due camere (locali termoriscaldati e uso cucina).
La disponibilità è valida dal settembre al giugno di ogni anno
per soggiorni di qualsiasi durata (anche una sola notte) a prezzi
del tutto contenuti. Per prenotazioni e informazioni telefonare
all’ora di cena al 019-691782 o al 019-691328. La comunità si
riunisce la domenica alle ore 10 e al giovedì alle ore 21. ^
mossi per i gesti concreti
d’amore che ci sono stati dimostrati: in particolare la
possibilità di riunirci presso il
seminario cattolico per tutto
il tempo necessario al completamento della costruzione
del nostro nuovo edificio e
recentemente anche per gli
inaspettati e consistenti doni
in denaro da parte del vescovo e del gruppo rodigino del
movimento dei Focolari, come contributo per la realizzazione di questo progetto. Siamo certi che questo cammino
che abbiamo intrapreso da
tempo continuerà e fin d’ora
ci piace pensare che i nostri
locali potranno essere anche
a disposizione dei nostri amici cattolici e per tutte quelle
iniziative ecumeniche che
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Vita Delle Chiese
PAG. 7 RIFORMA
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Si è svolta a Torino l'assennblea della Missione evangelica contro la lebbra
Chi è guarito può aiutare i malati
Le nuove strategie nella lotta alla malattia prevedono di assegnare un ruolo Importante
a chi è già riuscito a superare l'infermità ed è pienamente reinsento nella società
IHASSIMO ROMEO
La lebbra non è più considerata una malattia di rilevanza pubblica. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha deciso di disinteressarsene a far data dal
2005, ritenendo che ci sono
altre emergenze (malaria,
Aids, cancro) di cui occuparsi. Eppure la lebbra non è ancora stata vinta: se presa in
tempo è guaribile con l’uso
della chemioterapia. L’assemblea della Missione evangelica contro la lebbra, tenutasi a Torino nei locali della
Chiesa valdese il 1“ aprile
scorso, ha preso atto di questa situazione attraverso la
relazione del segretario nazionale past. Archimede Bertolino, con il supporto del video Sslo tra la folla presentato dal pastore Stefano Mercurio e con la relazione dei
coniugi Gloria e Elia Landi,
presenti alla Conferenza
mondiale della Missione
(Nuova Dehli, 27 settembre-3
ottobre 1999).
Un’assemblea tuttavia non
è solo un’occasione per documentarsi sull’andamento
organizzativo (ottimo, fra
l’altro, lo stato finanziario
della Missione: 414 milioni
di entrate, di cui 202 inviati
alla The Leprosy Mission) o
per apprendere che una giovane, Claudia Ferrandes inizierà tra breve a lavorare in
Sudan. L’assemblea è anche
momento di riflessione. La
meditazione del pastore CesareMilaneschi (i.uca 17, 1119) ha messo in risalto la dimensione della grazia: il fatto che i nove guariti non si
siano resi conto da «dove»
venisse la guarigione e che
solo il samaritano sia tornato indietro per ringraziare dimostra come da Dio si
aspetti il «miracolo» perché
manca la prospettiva della
grazia, e come si voglia l’intervento «magico» in luoghi
straordinari mentre Gesù
operava neir«ordinario» della
vita di tutti i giorni.
Change and challenge,
cambiamento e sfida, sono le
parole chiave dell’intervento
di Debra Chand, responsabile del Dipartimento sviluppo
e sostegno della Leprosy Mission (Tlm), fondata da W.
Bailey 125 anni fa in Inghilterra. In un mondo in continua trasformazione cercare
di non essere coinvolti non è
facile: i mutamenti esistono
ed è impossibile ignorarli.
Missioni e chiese si trovano
davanti a nuovi interrogativi
che riguardano la fede, l’attuazione e la visibilità organizzativa delle istituzioni e
opere. Anche la lotta contro
la lebbra ha subito cambiamenti, impensabili cent’anni
fa. All’inizio la cura era soltanto spirituale. Dopo la sco
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In un ospedale di Calcutta
perta di farmaci specifici, anche l’aspetto medico è mutato: all’inizio i malati erano
curati in «colonie» isolate o in
ospedali circondati da mura
che indicavano la divisione
tra loro e i sani. Al giorno
d’oggi il cambiamento è totale: gli ambulatori sono dentro
i villaggi visitati quotidianamente da personale medico e
paramedico: si sollecitano i
pazienti a curarsi senza vergognarsi della lebbra perché
le possibilità di guarigione e
di sopravvivenza sono in costante aumento.
La sfida che ha trasformato
il lavoro della Missione è venuta dalle persone guarite
che si sono fatte coinvolgere
nel lavoro. La costituzione di
«Idea» (associazione per la
reintegrazione economica
dei disabili) ha dato nuovo
impulso all’opera. Chi sta bene si disinteressa di chi soffre, quasi per scaramanzia,
per stare a distanza di sicurezza dalla malattia. Invece,
l’incredibile: ex malati si
prendono cura di altri infermi (sono la prova vivente che
il male può essere vinto), li
incoraggiano a farsi curare e
stimolano gli esitanti a non
vergognarsi della lebbra.
Anche T amministrazione è
cambiata: non si decide più
la strategia della Missione a
Londra: le scelte si stabiliscono sul posto in base alle
esigenze e alle situazioni locali. Questo atteggiamento
ha ridotto i costi facilitando
altri interventi. Amministra
zione globale significa anche
dare ai giovani, che vivono
l’incertezza del futuro, la
possibilità di attivarsi nella
situazione del proprio paese
e di condividere la fede cristiana nel concreto dell’esistenza: se il mondo è cambiato deve anche cambiare il
modo di presentare il messaggio delTevangelo. Il sostegno dato alla Missione non
può essere solo un’offerta, di
cui peraltro si è riconoscenti,
una volta Tanno. È un aiuto
per la comunità per riscoprirsi chiesa; andare in chiesa per
essere solidali con chi soffre.
Nel pomeriggio sono venute
domande, suggerimenti eidee, esposti dai presenti sotto
la presidenza del pastore Elia
Landi di Grosseto.
Un'amica degli evangelici scomparsa a Taranto
Lucia Zigrino, animatrice deH'ecumenismo
NICOLA PERCHIAZZI
UN lunedì mattina diverso dal solito quello del 3
aprile: la grande aula della
chiesa di Sant’Antonio da Padova, che tante volte l’aveva
accolta testimone della fede,
non riusciva a contenere le
parole di saluto che sgorgavano dai cuori, tristi ma illuminati ancora dal sorriso di
Lucia. Anche diversi evangelici che Tavevano conosciuta,
e che erano stati suoi compagni di viaggio nel faticoso
cammino delTecumenismo,
quello vero, non solo di parole ma di fatti, erano presenti.
Magari pochi i facitori del
dialogo, pochi gli operatori di
«pace», ma combattivi, come
Lucia è tenacemente stata,
sempre col viso gioioso («una
francescana» tout-courf), anche pochi istanti prima che il
suo cuore pazzerello (in tutti
i sensi) si fermasse.
Il Centro di Ecumene
Organizza per l’estate 2000
19 giugno - 17 settembre
Un soggiorno per famiglie e persone singole
che vogliano unire al riposo della vacanza momenti
di riflessione sul tema:
«Il cristiano allo specchio»
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Ee iscrizioni si aprono il giorno 1° aprile 2000. Per informazioni scrivere a Marco Molinari - coordinatore Ecumene contrada Cigliolo 00049 Velletri (Roma) tei. 06-9633310 ore
10-12 e 16-18,30; fax 06-9633947.
Lucia ferma non lo è mai
stata, se non nelle sue ferme
convinzioni ecumeniche.
Anima trentina del Sae (e con
lei una piccola ma militante
schiera di sorelle, nella fede e
nella vita), Lucia Zigrino sin
dagli Anni 70 ha vitalizzato
con la sua dinamica attività
un’intera area di credenti sul
confine tra cattolicesimo ed
evangelismo, territori che lei
mirava dall’alto della sua fede nell’unico Dio, nel solo
Gesù, nell’unico Spirito dai
molti doni. Studiosa della Parola, fine esegeta, ermeneuta
calata nella realtà sociale, nel
quotidiano, fu tra le animatrici della florida stagione
dell’abbraccio delle fedi degli
Anni 80 e di quella risorgente
degli ultimi Anni 90. Gruppi
di studio biblico con pastori
valdesi, da Salvatore Ricciardi e Odoardo Lupi sino a Simonpietro Marchese. E sino
a pochi giorni prima del suo
addio, ancora preparativi per
i prossimi incontri della felice accoppiata Sae-Ruah,
«militanza» che condivideva,
tra gli altri, con lo scrivente,
pentecostale.
E poi ancora, l’Osservatorio
contro la criminalità», gli «Incontri per la pace», «Gli amici
dei musei»... Davvero instan
•V... Seminario alla chiesa di Taranto
Le «piccole armi» che
producono grandi massacri
Facoltà valdese di teologia
Iscrizioni al Corso di laurea in teologia
anno accademico 2000-2001
Sono aperte le iscrizioni al nuovo anno accademico del
Corso di laurea in teologia (frequenza obbligatoria). Le domande dovranno pervenire per iscritto a: Segreteria della
Facoltà, via Pietro Cossa 42, 00193 Roma, entro il 31 maggio 2000. Sarà cura della Segreteria dare ogni informazione
circa le modalità di iscrizione.
ALBA MURCIA
cabile la grande piccola professoressa di lingue in pensione, ma sempre umile, sempre
curiosa, affascinata dal sempre nuovo che trovava nel leggere la Bibbia e nel meditare
sul suo senso più vero. Sempre in viaggio nella vita. E noi
evangelici non potevamo sottrarci all’ultimo abbraccio.
Ecco perché Franco Carri, che
Taveva conosciuta da poco e
subito Taveva stimata, ha voluto dal pulpito dare l’ultimo
saluto a Lucia, suo e della comunità valdese, ricordandone
l’amore per la Scrittura che in
lei si faceva di giorno in giorno più grande.
«Pastore - così aveva detto
pochi giorni prima - mi sto
sempre più appassionando ai
Salmi. Davvero bello il Salmo
23!». E Carri, sinceramente
commosso, non poteva che
chiosare con le parole del salmista il ricordo dell’amica e
sorella cara. Anche lo scrivente, che Lucia conosceva da
meno di tre anni, non ha potuto sottrarsi a un estemporaneo saluto. A lei, a quella Lucia che sapeva coniugare le
cose ultime con le penultime,
a lei che dialogava senza ambiguità, alla Lucia che ha testimoniato fino alla fine la sua
profonda vocazione cristiana.
Mercoledì 29 marzo si
è tenuto a Taranto, alla
biblioteca della Chiesa valdese, il seminario di Amnesty
International e Peacelink sul
tema «Piccole armi, grandi
massacri». Per molti anni in
Italia il mercato delle armi
era stato considerato come
merce qualsiasi, inoltre l’intera materia dell’acquisto e
vendita di armamenti era coperta da segreto militare.
L’approvazione della legge
185 nel 1990 ha introdotto
un rigoroso sistema di controllo che rende possibile un
certo grado di trasparenza e
determina la quantità e la
destinazione delle esportazioni italiane.
Purtroppo nel corso degli
anni l’applicazione della legge si è rivelata meno rigorosa,
le industrie belliche sono riuscite, con la complicità di alcuni uomini politici, ad esportare armi in zone di guerra e di repressione. Negli ultimi anni pistole italiane sono
confluite in Sierra Leone, in
Algeria, in Messico e in molti
altri paesi dove si verificano
omicidi extragiudiziali e uccisioni di massa. Ciò è avvenuto escludendo le armi leggere
(pistole, fucili, mitra, mortai
ed esplosivi) dal potere di
controllo della legge 185/90
che vieta il commercio di armi con nazioni in guerra 0
che violano i diritti umani e
l’Italia è il terzo esportatore
mondiale di armi leggere.
Questa scappatoia può essere bloccata facendo pressio
ne sui parlamentari e chiedendo che la legge, che riguarda tutte le armi, pesanti e
leggere, venga applicata in
modo restrittivo e rigoroso.
Purtroppo invece l’orientamento del governo sembra
andare nel verso opposto: il
29 dicembre scorso il Consiglio dei ministri ha presentato
un disegno di legge che intende modificare in un’ottica di
liberalizzazione la legge 185/
90; Amnesty International difende strenuamente questa
legge che dovrebbe invece essere un modello nel panorama internazionale. Il 29 febbraio 2000 numerose organizzazioni italiane hanno dato
vita alla «Campagna italiana
sulle armi leggere» e nelle
prossime settimane quando il
disegno di legge verrà discusso in Senato questa coalizione
farà sentire la propria voce
diffondendo un pacchetto
informativo con schede tematiche sull’argomento.
È importante che l’opinione pubblica sappia che occorre tutelare i diritti umani,
vietando il traffico delle armi
leggere in zone di guerra perché la maggior parte delle
violazioni dei diritti umani
sono attuate con queste armi, e risultano sempre più
difficili le soluzioni diplomatiche dei conflitti armati a
causa della loro massiccia
diffusione, dovuta all’ampia
disponibilità sul.mercato e al
loro basso costo. La potente
lobby delle armi in tutto il
mondo oggi è in grado di indirizzare (negativamente) la
politica estera dei governi.
CRONACHE DELLE CHIESE
ANGROGNA — La comunità si è riunita per accogliere nella
gioia due nuovi membri, che hanno espresso il desiderio
di entrare a far parte della comunità. A Enrico Apignani
e Annalisa Garetto, e ai loro due bimbi, rinnoviamo i
più fraterni auguri di poter esprimere i loro doni al servizio del Signore.
• L’Assemblea di chiesa ha eletto deputati alla prossima
Conferenza distrettuale Franca Coisson, Elio Meggiolaro e Valeria Fusetti e al Sinodo Miriam Pisani.
• Gli incontri del giovedì alla scuola grande si sono conclusi con una conversazione del pastore Claudio Pasque! sull’etica protestante. Nel corso dei mesi invernali
si sono succeduti vari pastori e amministratori della
chiesa che hanno portato informazioni e temi di dibattito molto vari a un pubblico sempre interessato. Grazie
dunque all’ultimo oratore, come anche a Elio Meggiolaro (Rifugio Re Carlo Alberto), Franca Coisson (Ciov),
Giuseppe Platone (Monumento ai valdesi medioevali in
Austria), Gianni Genre (La sofferenza). Donato Mazzarella (Differenze tra cattolici e valdesi), Giorgio Tourn
(Teologia calvinista), che hanno contribuito al buon
successo dell’iniziativa, nuova per Angrogna.
• La chiesa è riconoscente al pastore Giorgio Tourn, che
ha presieduto il culto in occasione dell’assenza del pastore titolare, impegnato in Africa nella riunione del Comitato esecutivo della Cevaa. Per lo stesso motivo
l’Unione femminile ha condotto la riunione quartierale
del Martel, l’ultima di questo anno ecclesiastico.
SAN SECONDO — Nel corso dell’assemblea di chiesa di
domenica 26 marzo si è provveduto alla rielezione degli
anziani dei quartieri Barbò-Prima e Lombarda-Crotta; sono stati riconfermati Elvina Gardiol e Arturo Peyrot; si è
quindi proceduto all’elezione del nuovo anziano del quartiere Miradolo-Paglierine nella persona di Roberto Paschetto, in sostituzione di fida Ribet, alla quale esprimiamo il nostro ringraziamento per il servizio svolto. L’assemblea ha infine provveduto all’elezione dei deputati per la
Conferenza distrettuale e per il Sinodo, designando rispettivamente Mirella Codino Fornerone, Paola Genre e Arturo Peyrot per la Conferenza (supplenti Velia Gardiol, Barbara Paschetto, Bruna Long); e per il Sinodo Mirella Codino Fornerone e Rosanna Revel (supplente Bruna Long).
• Durante il culto di domenica 2 aprile è stata battezzata
Sara di Monica Fogliana e Silvio Ricca: voglia il Signore
benedire la bambina e i genitori.
• Auguriamo un sereno avvenire e un felice matrimonio a
Claudio Rivoira e Marinella Lausarot.
• A marzo si sono svolti i funerali della sorella Evelina
Gay. Ai familiari rinnoviamo la nostra solidarietà.
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PAG. 8 RIFORMA
Vita Delle Chiese
Sono stati resi noti i dati analitici relativi alla dichiarazione dei redditi del 1995
L'Otto per mille delle regioni italiane
L'1,48% (media nazionale) ha firmato a favore delle chiese valdesi e metodiste, ma il 54,48%
dei contribuenti non ha espresso alcuna scelta. Piemonte e Lombardia sono al primo posto
Il ministero delie Finanze ci
ha trasmesso in data 20 marzo per la prima volta i dati
analitici delle scelte Opm relative alla Chiesa valdese per
l’anno 1996 (dichiarazioni relative al ’95). Non ci sono invece ancora informazioni relative airOpm che verrà assegnato quest’anno. Si tratta di
dati di 4 anni fa che potrebbero avere avuto cambiamenti
anche importanti negli anni
successivi, ma comunque interessanti per conoscere dove
abbiamo raccolto le 210.000
firme e per stabilire una base
con cui verificare le variazioni
degli anni successivi.
Una prima analisi riguarda
i dati per regione in valore
percentuale. La media nazionale è pari all’1,48%, cioè fatte 100 le scelte espresse,
1,48% è la percentuale dei
contribuenti che hanno firmato per la Chiesa valdese.
Regioni sotto la media
Toscana 1,14%
Trentino A. Adige 1,05
Veneto 1,02
Sardegna 0,87
Umbria 0,78
Sicilia 0,73
Marche 0,68
Calabria 0,70
Molise 0,67
Campania 0,67
Abruzzi 0,63
Basilicata 0,54
Puglie 0,52
Regioni nella fascia media
Friuli Ven. Giulia 1,48%
Lazio 1,46
Emilia Romagna 1,2
Una prima osservazione,
che rifaremo parlando dei dati per comune, è che, pur con
valori diversi, le scelte sono
presenti su tutto il territorio
nazionale, e tutti devono essere ringraziati per la fiducia
che ci hanno accordato.
Regioni con scelte espresse
almeno del 50%
Lombardia 51,79%
Val d’Aosta 51,79
Veneto 50,00
Regioni con scelte espresse
almeno del 40%
Emilia Romagna 49,31%
Marche 47,62
Lazio 46,35
Molise 46,16
Puglie 46,10
Trentino A. Adige 45,67
Piemonte 44,98
Friuli 44,84
Liguria 42,77
Umbria 41,88
Toscana 41,56
Basilicata 40,88
Regioni con scelte
meno del 40%
Sicilia 39,34%
Sardegna 38,45
Abruzzi 35,87
Calabria 35,58
Regioni sopra la media:
Piemonte 4,10%
Valle d’Aosta 2,24
Liguria 2,17
Lombardia 1,79
Regioni con
meno di 2.000 firme
Una seconda analisi riguarda i dati per regione in riferimento al numero delle firme.
Regioni con
oltre 10.000 firme
Piemonte 52.112
Lombardia 51.601
Lazio 18.449
Emilia Romagna 17.618
Veneto 14.521
Toscana 10.433
Calabria
Umbria
Abruzzi
Valle d’Aosta
Basilicata
Molise
1.830
1.590
1.493
901
591
495
È evidente come due regioni, Piemonte e Lombardia,
assommino quasi alla metà
delle firme.
Regioni con
almeno 2.000 firme
Liguria 9.877
Sicilia 5.826
Campania 5.452
Friuli 5.355
Marche 2.817
Trentino A. Adige 2.771
Una terza analisi riguarda
il rapporto tra scelte espresse e
non espresse: il 54,48% dei
contribuenti non esprime
una scelta e, consapevolmente o no, trasferisce il 54,48%
dell’otto per mille a tutte le
confessioni e allo stato, fuorché alla Chiesa valdese e alle
Assemblee di Dio in Italia che
non partecipano alle scelte
non espresse lasciando la loro quota allo stato.
È da notare come nel Piemonte, regione con forte
scelta per l’Opm valdese, solo
il 45% dei contribuenti, nemmeno uno su due, esprime
una scelta esplicita. Altra regione anomala rispetto alle
aspettative è la Toscana dove solo 4 contribuenti su 10
compiono una scelta, cioè
esercitano il loro diritto di cittadini. Ricordiamo che ogni
firma «vale» circa 40.000 lire
di Irpef trasferita dallo stato
alle confessioni religiose.
Nel prossimo numero continuerà l’analisi con i dati per
Comune. (Bruno Ricca)
Per la pubblicità
tei. 011-655278, fax 011-657542
WS. Chiesa battista di Pordenone
Un'avventura di fede
ELENA DE MATTIA
IL 24 marzo il pastore Franco Scaramuccia ha tenuto
una conferenza dal titolo
«Pordenone e la Chiesa evangelica: origine e storia»: attingendo ai risultati delle ricerche che hanno condotto alla
pubblicazione del suo Un’avventura di fede sull’opera
missionaria di Edward Clarke,
il relatore ha offerto alla comunità la preziosa occasione
di ascoltare il racconto della
nascita e dei suoi primi sviluppi. A questi è legato il nome di Luigi Signorelli, evangelista della Chiesa libera italiana poi alla Chiesa battista
intorno al 1876, anno a partire dal quale è attestata la sua
presenza a Pordenone come
pastore della nascente comunità. Intorno al 1878 si colloca
invece l’incontro tra Signorelli e Clarke, che lo accolse nella «Spezia Mission», che contribuì alla nascita di numerose chiese battiste in Italia, in
provincia di La Spezia e a Pistoia, Prato, Treviso e Pordenone stessa. 11 passaggio dalla
Chiesa libera alla Chiesa bat
FRATELLI
• ^»FIORINI
ARREDAMENTI
à*0r mifliari Firme
Fnéuàon *• Mlntra
.^rmumenlièi Lepio
FgrfÉteKei
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di David* • Pietro Fiorini
Via Camillo 8erneri, 15
54031 Avenza Carrara (MS)
Tel. 0585 856262
eom ptrtimale fiiAfOP FaX 0585 50301
tista si verificò spesso in quegli anni per molti fattori, tra
cui l’insofferenza verso un’organizzazione delle chiese non
improntata a sufficiente libertà e l’importanza attribuita al battesimo dei credenti,
punto di rottura con il cattolicesimo.
Particolare interesse ha
suscitato la panoramica che
Scaramuccia ha dedicato a
un aspetto generalmente
ignorato della storia delle
chiese evangeliche in Italia
nell’800, lo stretto legame tra
Evangelo e Risorgimento: si
deve riconoscere che l’inizio
della diffusione dell’Evangelo
in Italia è opera proprio di
quei patrioti che, per aver sostenuto le idee risorgimentali, vennero esiliati, trovarono
rifugio in paesi dove era diffuso il credo protestante e
vennero così a conoscenza di
un modo di vivere la fede alternativo e scevro da commistioni di politica e potere; in
molti si convertirono, fondarono chiese evangeliche di
italiani e al loro rientro fondarono delle chiese evangeliche anche in Italia: non sorprende quindi di trovare degli evangelici tra i collaboratori di Mazzini e Garibaldi.
Si può dunque concludere
che nonostante il contributo
fondamentale dato dalle missioni evangeliche estere, 1’
impulso iniziale alla diffusione dell’Evangelo in Italia e la
conseguente nascita di comunità evangeliche nell’800
siano innanzitutto riconosciuti come prodotti della nostra storia politica.
> Alla Chiesa valdese di Pisa
Convegno per il 17 febbraio
Sabato 19 febbraio a Pisa la
comunità valdese locale e il
10“ circuito hanno voluto ricordare l’anniversario della
concessione delle libertà ai
valdesi con una conferenza
tenuta dal pastore Eugenio
Stretti sulla figura del riformatore fiorentino Pietro Martire
Vermigli, di cui è ricorso lo
scorso anno il quinto centenario della nascita. L’incontro
ha risposto alla duplice esigenza, più volte espressa nelle ultime assemblee di circuito, di ricordare e diffondere
l’importanza di questa figura
che tanto ha fatto non solo
nella Toscana del tempo ma
anche nel corso dei suoi numerosi spostamenti, e quella
di portare di fronte alla cittadinanza la testimonianza di
la Libreria editrice Claudiana
cerca un/a libraìo/a
Si richiede:
buona formazione culturale e teologica;
spirito di iniziativa, capacità relazionali e organizzative;
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doti di accuratezza nella tenuta degli elementi fondamentali
di contabilità;
"► buona capacità di utilizzazione del computer.
Sarà considerato titolo preferenziale:
•• avere avuto precedenti esperienze nel settore;
la conoscenza della lingua francese o inglese.
Sede di lavoro: Torino
Inviare un dettagliato curriculum entro il 30 aprile a:
Presidente del Comitato di gestione Claudiana
via Principe Tommaso I - 10125 Torino
fax 011.65.04.394 - e-mail: info@claudiana.it
VENERDÌ 14 APRILE 2000
AGENDA
14 aprile
CATANIA — Alle ore 18,30, al Centro protestante di cultura
(v. Cantarella 6), per il laboratorio «Pensare il cattolicesimo
in una società pluralista», il prof. Salvatore Pricoco parla sul
tema: «L’istituzionalizzazione della chiesa antica e la codificazione della dottrina cristiana». Introduce Pawel Gajewski.
SONDRIO —Alle ore 21, al Centro evangelico di cultura, il
pastore Alfredo Berlendis e lo psichiatra Mario Declich parlano sul tema: «Gesù guaritore».
PALERMO — Alle ore 17, al Centro evangelico di cultura «G.
Bonelli» (via Spezio 43), per il seminario «Riforma e riforme»,
il pastore Giorgio Tourn parla sul tema: «La seconda generazione della Riforma: Calvino».
TORINO — Alle ore 21, nel tempio battista di via Viterbo
119, il Centro evangelico di cultura «L. e P. Paschetto» organizza un concerto del «Sestetto evangelico», con musiche di
Verdi, Bellini, Donizetti, Puccini.
14-15 aprile
SANTA SEVERA — A partire dalle 13 del venerdì, al Villaggio
della gioventù, si tiene il seminario «Immigrazione e asilo. La
situazione legale e nuovi sviuppi» organizzato dal Servizio rifugiati e migranti della Fcei. Tel. 06-48905101; fax: 0648916959; e-mail: sm.evangeliche@agora.stm.it
15 aprile
BERGAMO — Alle ore 17,30, al Centro culturale protestante
(via Tasso 55), la professoressa Anna Rollier parla sul tema:
«Procreazione medicalmente assistita».
FIRENZE — Alle ore 17, al Centro culturale protestante «Pier
Martire Vermigli» (via Manzoni 19/a-21), il pastore Mario Affuso parla sul tema: «Il dialogo, ovvero l’agape in atto».
16 aprile
TORINO — Alle ore 17,30, nel tempio valdese di corso Vittorio Emanuele, il Petit Choeur di Offenbach diretto da Olaf
Joksch esegue l’«Orgelbiichlein» di J. S. Bach, con dedica alla
fraternità ugonotta-valdese. All’organo Olaf Joksch.
17 aprile
ROMA — Alle 17, all’Associazione amicizia ebraico-cristiana
(v. Calamatta, p. Cavour), rav Elia Kopciowski e il prof. D.
Garrone introducono il tema: «Il messianismo senza Messia».
18 aprile
TORINO — Alle 20,30, nel tempio valdese di corso Vittorio
Emanuele, il Coordinamento «Insieme per Graz» organizza
un incontro ecumenico di Pasqua (preghiera, digiuno, solidarietà) sul tema: «Noi oggi di fronte alla croce».
IVREA — Alle ore 21, nella chiesa valdese (via Torino 217),
G. Moschetti parla sul tema: «La prassi musicale come conoscenza simbolica».
CARPI (Mo) — Alle 21, nella sala congressi di viale Peruzzi, il
past. Fulvio Ferrario parla sul tema: «I molti volti della riforma: zwingliani, calvinisti e "Riforma” radicale».
SCICLl —Alle 18 a palazzo Spadaro si tiene una conferenza
dal titolo: «Giubileo biblico e Anno Santo cattolico: aiuto o
inciampo per l’ecumenismo?» organizzata dalla Chiesa metodista: relatore il past. Franco Giampiccoli.
20 aprile
una comunità ancora attiva.
La sala del Consiglio comunale ha ospitato i numerosi convenuti, tra i quali numerosi erano anche coloro
che non appartenevano alla
comunità ma che hanno risposto al suo invito, così come sono arrivati anche alcuni
rappresentanti delle comunità più vicine. L’interesse
suscitato dall’intervento proposto si è manifestato durante il successivo dibattito che
ha visto numerosi interventi
dei convenuti sia sul tema
specifico proposto che più in
generale sul protestantesimo
contemporaneo. La serata si
è conclusa nei locali comunitari con un’agape fraterna allietata da alcuni canti fra i
quali il «Giuro di Sibaud».
TORINO — Alle ore 16 e alle 20,45, nella sala valdese di via
Pio V 15 (primo piano), Gianni Corvetto parla sul tema: «La
presenza diaconale del mondo cattolico nel nostro paese».
21-25 aprile
TRAMONTI DI SOPRA — Al Centro evangelico ecumenico
«L. Menegon» si tiene il campo storico-teologico sul tema:
«L’impegno e l’inquadramento dei ministeri non pastorali
nella nostra chiesa» organizzato dal II distretto valdese-metodista. Per informazioni e iscrizioni rivolgersi a Silvano Fani
(direttore del Centro, tel./fax 040-413081).
24 aprile
ROVIGO — Alle ore 11, in via Curiel 2/a, la Chiesa battista
inaugura il nuovo locale di culto con l’intervento del presidente dell’Ucebi, Renato Maiocchi.
Formazione teologica a distanza
Facoltà valdese di teologia
Seminario locale a Torino
19-20-21 maggio
Chiesa valdese, via San Pio V 15, Torino
responsabile: past. EUGENIO BERNARDINI
Indirizzo: ECUMENICO/RELIGIONl IN DIALOGO
Esame: Metodologia del dialogo interreligioso
Unità: «EBRAISMO, CRISTIANESIMO, ISLAM»
Programma:
venerdì 19 ore 20,45-22,30 — sabato 20 ore 9-12 e 15-19
domenica 21 ore 9-12 e 15-18
Fulvio Ferrario - 11 cristianesimo e le religioni: quale approccio teologico? Metodologia del dialogo interreligioso
Gioachino Pistone - Introduzione all’ebraismo - 11 dialogo
ebraico cristiano
Giuseppe La Torre - Introduzione all’IsIam - Il rapporto cristianesimo-islamismo
QUOTA di ISCRIZIONE: L. 30.000
ISCRIZIONI: entro il 5 maggio: past. E. Bernardini, Riforma,
telefono 011-655278 fax 011-657542 e-mail dirett@riforma.it.
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PAG. 9 RIFORMA
MENTI
Riformai
GLI IMMIGRAn
LA LEGA E IL POLO
EUGENIO BERNARDINI
Per sostenere la
propria proposta di
legge, Bossi e
«All’alba del terzo millennio
si presentano e si confrontano,
in Wopa> due opposti modelli
¿i società, il modello “neogiacobino” della società universale
multirazziale, standardizzata
dal “mercato” e il modello “cristiano”, di una società equilibrata tra presente, futuro e passato,
tra forze nuove che premono
dall’esterno e valori storici radicati nella tradizione». Inizia così
la relazione introduttiva alla
«Proposta di legge di iniziativa
popolare in materia di immigratone», presentata recentemente
dalla Lega e dal Polo (primi firmatari Bossi e Berlusconi).
La proposta vuole essere più
severa dell’atmale legge Turco-Napolitano,
ma a un’analisi
più attenta si
nota che, al di là
delle dichiarazioni di principio, non c’è molto di nuovo in
termini di contrasto all’immigrazione clandestma (si incrementano leggermente alcune pene), mentre c’è
un irrigidimento (e una burocratizzazione) dell’attuale flessibiìità del mercato del lavoro imffligratorio (entrerebbe solo chi
ha già ottenuto un lavoro nei
consolati all’estero, consolati
che dovrebbero essere potenziati in uomini e mezzi) e gli immigrati non potrebbero circolare
da una regione italiana all’altra
in quanto sarebbero queste (al
posto del governo nazionale) a
programmare rigidamente i
flussi d’ingresso nella propria
regione. Inoltre si prevede che
g)i immigrati possano chiedere
il ricongiungimento familiare
dopo tre anni anziché uno (per
ridurre la presenza straniera).
Ma al di là di quello che si può
pensare del problema immigrarione, che è un problema mondiale ed europeo in particolare
(nella relazione introduttiva, invece, si afferma che l’immigralione «non è una fatalità ineluttabile»), quello che ci colpisce di
più come protestanti è il tentativo, francamente inquietante, di
dare una giustificazione religiosa, anzi «cristiana», a una legge
dello stato. E che giustificazione!
Nella relazione si polemizza
con la sinistra, anche cattolica,
perché considererebbe l’immigrazione non «un problema, ma
una “opportunità”», e soprattutto perché non difenderebbe
l’italianità degli italiani (definiti
la «nazione» o le «nazioni»). Cito: «Si assume infatti che lo stato
esista a prescindere dalla “nazione” (dalle “nazioni”) e che
possa vivere (sopravvivere) producendo e attribuendo titoli
“statali” di cittadinanza che prescindono dalla appartenenza alla “nazione” (alle “nazioni”)».
Secondo questo modello «la
quantità dei “cittadini” dello
stato può conseguentemente e
artificialmente, e su vasta scala,
superare la quantità dei cittadini della “nazione” (“nazioni”)».
La sinistra proporrebbe «un modello filisteo, che si alterna tra
visioni escatologiche (tipo; “il
tramonto dell’Occidente”) e curve demografiche, tra solidarismo “terzomondista”, alibi
umanitari e cinismo “mercatista”,
sintetizzandosi nella formula: “essere buoni
conviene” (“gli
immigrati devono
venire in Italia, e
Berlusconi riesumano vastissima scaia, ma a liberarci
il modello «cristiano» dallo sforzo demografico, a fare i
lavori più faticosi.
a pagarci le pensioni”)».
Qual è, invece, il modello di
Lega e Polo? : «Il secondo modello sociale si basa invece, e
all’opposto, sul primato della
“nazione” (delle “nazioni”) intesa tanto in senso “romantico”,
come nucleo e fondo di valori e
di religione, di cultura e di lingua, di costumi e di tradizioni,
quanto in senso “democratico”,
come “plebiscito di ogni giorno”». «Individuo e memoria,
storia e “nazione” (“nazioni”)
sono, infatti, tutti insieme, parti
inscindibili di un’unica struttura sociale che, nella nuova geopolitica del mondo, è l’unico
possibile antidoto al caos. Per
questo, la nostra visione politica
è radicalmente diversa da quella
della sinistra. Perché è una politica di difesa della “nazione”
(delle “nazioni”). Intesa la “nazione” (le “nazioni”) come baluardo della civiltà europea».
Viene riproposta l’immagine
di un’Europa (e di un’Italia)
monolitica e «pura» (con un solo Dio, religione, cultura e razza) che nella realtà non è mai
esistita se non nella mente degli
inquisitori del passato e dei nostalgici nazionalisti di oggi. Stupisce che queste motivazioni
«neocristiano-pagane» della
propaganda «padana» ora siano
fatte proprie anche dal Polo. La
dialettica politica è legittima,
ma vedere risorgere nel centrodestra «valori» e categorie di un
tragico e non lontano passato
non può che renderci inquieti.
REDAZIONE CENTRALE TORINO;
Via S. Pio V, 15 -10125 Torino, tei. 011/655278 - fax
011/657542 e-mail: redazeriforma.it;
REDAZIONE NAPOLI;
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REDAZIONEPINEROLO;
Via dei Mille, 1 -10064 Pinerolo, tei. 0121/371238
fax 0121/323831, e-mail; edipro@tpelllce.it
piRÌTTORÌAugenio Bernardini. VICEDIRETTORE PER IL CENTRO-SUD; Anna
Waffei. IN REDAZIONE; Alberto Coreani, Marta D’Auria, Massimo Gnone, Jean-Jacjuss Peyronel, Davide Rosso, Piervaldo Rostan (coordinatore de L'eco delle valli)
federica Tourn. COLLABORANO; Luca Benecchi, Alberto Bragaglia, Avernino Di
JfOce, Paolo Fabbri, Fulvio Ferrano, Giuseppe Ficara, Pawel Gajewski, Giorgio GarMaurizio Girolami, Pasquale lacobino. Milena Martinat, Carmelina Maurizio, Lu^ Negro, Luisa Nitti, Nicola Pantaleo, Emmanuele Paschetto, Gian Paolo Ricco,
^Wo Rocco, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Florence Vinti. Raffaele Volpe.
WRETTORA responsabile Al SENSI DI LEGGE; Piera Egidi.
REVISIONE EDITORIALE; Stello Armand-Hugon; GRAFICA; Pietro Romeo
AMMINISTRAZIONE; Ester Castangia; ABBONAMENTI; Daniela Actis.
?|^PA: La Ghisleriana s.n.c. Mondovì - tei. 0174-42590.
Edizioni Protestanti s.r.l.-via S. Pio V, 15 bis -10125 Torino.
abbonamenti sul c.c.p n. 14548101 - intestato; Edizioni Protestanti (vedi sopra)
» ordinarlo; L. 105.000; ridotto; L, 85.000; semestrale; L. 55.000,
sostenitore; L. 200.000.
Ssiero ordinario; L. 170.000; v. aerea; L. 195.000; semestrale; L. 80.000;
^ sostenitore; L. 250.000.
Inserzioni pubblicitarie: a modulo (42,5x38 mm, Riforma - 37x45 mm, L Eco delle
ra» j, 30 Qpg Partecipazioni: mm/colonna E 1.800. Economici: a parola £ 1.000.
La testata Riforma è registrafa dal Tribunale di Pinerolo con il numero 176/51.
Riforma-L'Eco delle valli valdesi è il nuovo fitolo della tesfata
L'Eco delle valili valdesi regisirata dal Tribunale di Pinerolo con il
n. 175/51 (modifiche registrate il 6 dicembre1999).
Il numero 14 del 7 aprile 2000 è slato spedito dall’Ufficio CMP
Nord di Torino, via Cebrosa 5, mercoledì 5 aprile 2000.
Gates e la
«new economy»
ramente un residuo di etica
puritana in questo voler entrare nel merito delle pratiche commerciali. Lo stesso
Bill Gates, pur reagendo in
modo violento alla sentenza,
si guarda bene dal delegittimare la magistratura in sé e il
suo diritto di ingerirsi in materia, al contrario di certi magnati italiani, pronti a gridare
al complotto dei giudici, e a
«scendere in campo» costituendo partiti-azienda per
difendere i propri interessi.
Può stupire che sia stata
proprio l’amministrazione
Clinton, che ha legato il proprio nome alle «autostrade
informatiche» e alla diffusione capillare di Internet, a
esporsi in prima persona
contro il magnate di Seattle,
l’uomo che l’opinione pubblica identifica con il computer e Internet stessa. Ma gli
esperti (e magari anche gli
utenti che sbuffano quando
Windows «si pianta» costringendo a riawiare il computer) sanno che il potere monopolistico di Microsoft è un
ostacolo all’innovazione informatica (nonostante il suo
autoincensarsi come «businessman alla velocità del pensiero», Gates è rimasto a lungo diffidente verso Internet,
considerandola troppo poco
controllabile). Infatti, i codici
e i linguaggi di programmazione di Windows sono mantenuti ossessivamente segreti
dalla casa madre, impedendo
a programmatori e sviluppatori indipendenti di migliorare il prodotto e magari personalizzarlo in base alle esigenze proprie e della clientela. È
come se per parlare italiano o
far di conto dovessimo pagare il copyright agli eredi di
Dante Alighieri o di Euclide, e
fosse illegale inventare nuove
parole e/o teoremi a partire
da quelli esistenti.
Non a caso, nella comunità
informatica si sta diffondendo un nuovo sistema operativo, chiamato Linux (dal nome
del suo inventore, il finlandese Linus Torvalds) basato sulr«open source», cioè il cui codice è liberamente a disposizione di tutti. Il sistema Linux, che suscita l’interesse sia
del business (grandi case produttrici stanno sviluppando
applicazioni per Linux, per
sfuggire alle forche caudine
del monopolio Microsoft) che
degli «alternativi», comincia a
essere distribuito anche al
grande pubblico nei Cd-Rom
allegati alle riviste di informatica, anche se il suo uso richiede nozioni non banali di
programmazione.
C’è motivo di ritenere che
nella mossa di Clinton e Gore
ci sia quantomeno un barlume di consapevolezza del
fatto che l’appropriazione
privata della conoscenza
blocca il processo innovativo
anziché stimolarlo, che la «libertà del più forte», la libertà
senza regole degli autodefinitisi «migliori» è nemica della
concreta libertà di tutti. Non
è una storia solo statunitense,
come potevano essere quella
della Standard Oil o dell’AT&T: il monopolio Microsoft è mondiale e quindi, comunque si concluda la vicenda, essa detterà le nuove regole del capitalismo nell’era
della globalizzazione e della
cosiddetta «new economy».
Ma cos’è questa «new economy» di cui tanto si parla? 11
discorso richiederebbe un articolo a sé stante e qui possiamo solo accennarvi. Togliamoci dalla testa che, come giornali e pubblicità di
prodotti finanziari ci vogliono far credere, si sia entrati in
un’era di prosperità rigogliosa, dove chiunque può arricchire comprando le azioni
giuste (le varie Tiscali piuttosto che I.Net o e.biscom) al
momento giusto e rivendendole a prezzi maggiorati (ma
allora, perché qualche miliardo di stupidi al mondo si
ostinerebbe a lavorare per vivere?), o che le Borse siano
destinate a una espansione
senza fine. Insomma, una
specie di Superenalotto. Il
fatto che società appena nate,
che operano ih perdita o, se
più rodate, non hanno mai distribuito un dividendo in vita
loro, vedano schizzare il proprio valore di borsa a livelli
inimmaginabili, solo perché
hanno «punto.com» nel nome, e consentano felici operazioni speculative ai più audaci
e meglio informati, non è
nuova economia, ma vecchia
euforia di Borsa: un fenomeno ciclico e ricorrente nella
storia dei mercati finanziari.
Novità vera è che, grazie a
Internet che abbatte i costi di
transazione e rende insignificante la distanza fisica, la platea dei possibili investitori si
è ampliata, negli Usa come da
noi. Non è nuovo che, finché
la fiducia regge, il denaro si
moltiplichi e sembri crearsi
da sé (è un fenomeno non
troppo dissimile da quello
delle «catene di Sant’Antonio» o delle piramidi finanziarie che hanno mandato
l’Albania sul lastrico). Nuova
è invece la moltiplicazione
dei soggetti, istituzionali e no
(grande è l’incidenza dei
«ìfondi pensione») che alimentano il mercato dandogli,
a parte le crisi finanziarie che
scoppiano qua e là nel mondo, una solidità maggiore.
Tuttavia la vera «nuova
economia» è qualcosa di più
radicale. Stanno emergendo,
come settori trainanti, non
più la produzione materiale,
ma l’informazione e lo spettacolo (infotainment), in una
parola il tempo libero. Forte
è il rischio che la cultura e la
stessa esperienza vitale diventino merce. Ma, come dice lo studioso Jeremy Rifkin,
se la cultura (per la prima
volta nella storia umana) diventa subalterna all’economia, si erodono le stesse basi
(di fiducia, relazioni sociali,
valori condivisi) che rendono
possibile il commercio e gli
scambi. Un Bill Gates non
potrebbe essere più condannato per pratiche commerciali scorrette.
Comprendere la «new economy», quindi, significa non
solo demistificare l’illusione
della ricchezza facile, ma anche vigilare e resistere contro
la mercificazione generale.
Un compito per le chiese, ma
non solo per loro.
■p ROSTITUTA quattordicenne romena riesce
a sfuggire ai suoi sfruttatori e
li fa arrestare»; «Racket albanese della prostituzione sgominato a Milano». Questi e
altri simili sono i titoli che
appaiono ormai quotidianamente sui nostri giornali e telegiornali. La malavita organizzata albanese e la mafia
italiana hanno trovato una
buona intesa per lo sfruttamento della prostituzione,
che rende miliardi. Pretesto
largamente usato dagli xenofobi di casa nostra per scagliarsi contro gli «extracomunitari». Gli sfruttatori, italiani
0 albanesi o marocchini che
siano, sono criminali che non
meritano trattamento diverso
dai sequestratori di persone:
rapiscono ragazzine di 14 e
15 anni (la merce più richiesta in quel vergognoso mercato), le ingannano e le sca
PIERO bensì
raventano sui marciapiedi
delle nostre città. Storie
drammatiche come del resto
dietro a ogni prostituta, nella
maggioranza dei casi, sta una
triste storia di violenze subite
fra i muri domestici.
Quelli di cui non si parla
mai, viceversa, in un silenzio
che sa di omertà, sono i clienti delle prostitute. Sono
quasi tutti italiani: gli extracomunitari non hanno soldi
per quel genere di divertimento. Bene ha fatto perciò
il ministro Amato, martedì 4
aprile, a proporre le manette
per quei clienti che richiedono le ragazzine. Finalmente!
Li ha definiti «complici del
reato di schiavitù». In questo
orrendo commercio vale la
legge di mercato: se cala la
richiesta, cala anche l’offerta.
Se diminuiscono 1 clienti, la
prostituzione non ha più ragione di essere.
Ma questo non è tanto un
problema di polizia, quanto
un problema di etica, di edu
il manifesto
Risposta protestante
In seguito alla direttiva
europea relativa alle «unioni di fatto» (comprendente
quindi anche le unioni fra
omosessuali) e le sue ripercussioni in campo cattolico,
così commenta Ida Dominijanni il 18 marzo: «Come
spesso accade, la risposta
migliore all’integralismo
cattolico di casa nostra viene non dai laici ma dalle comunità protestanti. Le chiese, osserva il teologo valdese E. Genre, hanno tutto il
diritto di dare dell’omosessualità il giudizio che credono, ma “nella sede propria e
non per questioni che riguardano il diritto comune”. A Cesare quel che è di
Cesare e a Dio quel che è di
Dio: lezione elementare di
laicità dello stato e di serietà della religione». «Che
però in Italia - prosegue non c’è verso di far imparare (...). Invece le sacre gerarchie (...) lanciano anatemi,
esecrano, chiamano a raccolta i “loro” rappresentanti
in Parlamento perché si oppongano, facciano barriera
a Montecitorio e alzino barricate in campagna elettorale. Non era finita, l’unità
politica dei cattolici?».
LA STAMPA
Glasnost protestante
Nel commentare la visita
del papa in Israele e i rapporti a lungo tesi fra Santa
Sede e stato ebraico, Igor
Man (24 marzo) scrive:
«Qualche anno fa, un ministro degli Esteri italiano
protestante, non cattolico asciugandosi le lacrime disse al suo accompagnatore
israeliano: “D’accordo, trovo giusto che ci facciate vedere il riassunto sacro della
strage che avete subito, vittime innocenti dell’orrore
nazista. Ma non fatene un
alibi per dare addosso ai palestinesi (...) e ricordatevi,
cari amici, che se non vi deciderete a trattare con Arafat non avrete mai quella
pace cui i vostri figli hanno
diritto”. Non scoppiò l’incidente diplomatico perché
quel nostro ministro degli
Esteri (spesso criticato in
Italia) gli israeliani lo consideravano un amico leale, al
punto da chiamarlo “Gianni
glasnost”». Naturalmente è
passato molto tempo, il
processo di pace ha compiuto passi inimmaginabili:
anche per questo il papa
può visitare in un unico
viaggio lo stato ebraico e i
territori palestinesi.
cazione spirituale e morale.
Vi sono oltre 20 milioni di
uomini maggiorenni in Italia,
per l’anagrafe: tutti cattolici.
La loro chiesa ricorda a questi uomini che il sesso è un
grande dono di Dio e farne
un mercato è una bestemmia
contro il Creatore? Solo se gli
educatori, ecclesiastici e laici, si impegneranno su questa strada potremo sperare di
veder diminuire la prostituzione nelle nostre strade.
Gesù ha sempre avuto parole di comprensione per le
donne sfruttate e pentite, ma
l’apostolo Paolo ha parole di
fuoco contro i clienti delle
prostitute, perché è lì il vero
problema.
(Rubrica «Un fatto, un commento» della trasmissione di
Radiouno «Culto evangelico»
curata dalla Federazione delle
chiese evangeliche in Italia andata in onda domenica 9 aprile)
10
PAG. 10 RIFORMA
VENERDÌ 14
aprile 20(,
Il 16 aprile si vota dalle ore 7 alle 22
Candidati alle Regionali
«WatERO DELIE FINANZE
Si voterà dalle 7 del mattino alle 22 di sera di domenica 16
aprile per eleggere il presidente della giunta regionale del Piemonte e i consiglieri regionali. Fra i candidati al Consiglio regionale, una decina provengono dal Pinerolese: Maria Paola
Bordino, di Pinerolo, nei Comunisti italiani, Enrica Pazé, di Pinerolo ed Enrico Monconi, di Bricherasio, nei Verdi, Riccardo
Sandrone, di Torre Pellice, nell’Ape di Cornino, Paolo Narcisi,
di Pinerolo, nei Democratici, Emilio Bolla, di Bricherasio, in
Forza Italia, Sergio Franzese di Torre Pellice e Francesca Spano, di Pinerolo, in Rifondazione comunista, Enrico Garrou, di
Pinerolo e Renato Ribet, di San Germano, nei Ds, Demis Donzino, di Luserna, nel Centro per il Piemonte.
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Gli appuntamenti con il fisco
2 maggio prima scadenza
VENERDÌ14A
Con le prossime scadenze del 2 maggio e del 31 maggio reljl
ve alla consegna del modello 730, nonché del 30 giugno ni
«Unico 2000», è opportuno ricordare che i contribuenti po^
no esprimere, sull’apposito modello in busta chiusa, la W
preferenza relativa alla destinazione dell’otto per mille Irpjj
Anche i pensionati che ricevono la certificazione dei reddìj
possono esprimere la loro scelta. Chi non firma nessuna caselij
concorre a ripartire l’otto per mille fra tutti i destinatari indicai
tranne la Chiesa valdese e le Assemblee di Dio che, nella lotij
Intesa con lo stato, hanno accettato soltanto la quota relativ,
alle scelte espresse. A pag. 8 un consuntivo dell’otto per mill(
1996 espresso per la chiesa valdese regione per regione.
A colloquio con Paolo Foietta, presidente della Comunità Pinerolese pedemontano
La Pedemontana aspetta Pinerolo
Un territorio in massimo parte collinare, a cui gioverebbe poter ricomprendere il Comune più
Importante della zona. Produzioni agricole tipiche e turismo sono i previsti motori di sviluppo
PIERVALDO ROSTAN
E indubbiamente la
più piccola delle tre
Comunità montane del
Pinerolese, poco personale, geograficamente e
politicamente storie assai
diverse a seconda che si
guardi il versante verso la
vai Pellice oppure verso
la pianura torinese: eppure la Comunità montana Pinerolese pedemontano cerca uno spazio e
offre una progettualità.
«11 primo problema che
ci siamo posti - precisa il
neopresidente. Paolo
Foietta, Ds di Cumiana è stato quello di far in
modo che tutti si sentissero partecipi di questa
comunità, “membri di
un condominio”. Anche
il territorio non ci aiuta:
abbiamo una fascia collinare con qualche vailetta: il Chisola a Cumiana,
la vai Noce con Cantalupa, Frossasco e Roletto,
la vai Lemina con San
Pietro e poi Prarostino e
San Secondo con una
forte vocazione agricola
ma anche culturale».
Con un cruccio: la recente nuova legge sulla
montagna esclude di fatto Pinerolo dalla Comunità e gli enti interessati
si stanno muovendo per
ottenerne il reintegro, almeno per quella parte sicuramente montana rappresentata dal Talucco.
Del resto Pinerolo è il
punto di riferimento per
molti dei Comuni, a Pinerolo c’è l’attuale sede e
sempre a Pinerolo, nel
Vigneti nel Pinerolese
l’ex «bar dei tigli», dovrebbe sorgere la nuova
sede con annesso parco.
Anche per dar corpo al
«condominio» a novembre si è trovata la «quadra
politica» dando vita a una
giunta unitaria che mette
insieme esponenti chiaramente del centro-sinistra e altri che fanno riferimento al Polo, a Forza
Italia o al Ccd. «Abbiamo
avuto meno difficoltà di
quello che pensassimo precisa Foietta -: quando
ci siamo messi a ragionare fuori dalle logiche di
schieramento: sui programmi è stato abbastan
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za semplice trovare un
accordo. 11 bilancio è stato approvato nelle scorse
settimane all’unanimità».
Quali sono comunque i
settori su cui pensate di
puntare? «Pensiamo a
uno sviluppo dell’agricoltura e del turismo partendo dalle produzioni tipiche e dall’enogastronomia - continua Foietta -:
ma ricordo che nel nostro
territorio, a Cumiana, sta
nascendo un parco regionale dei “Tre denti e del
Freidur”, dunque vogliamo ragionare su forme di
sviluppo sostenibile. Un
aiuto ci verrà anche dal
“patto territoriale", sia sul
piano agricolo che su
quello industriale e dei
servizi: Pinerolo deve giocare un ruolo centrale».
Voi puntate anche sul
turismo: siete soddisfatti
del lavoro svolto fin qui
dall’Atl di Pinerolo e valli
di Susa? «Insieme alle
valle Pellice, Chisone e
Germanasca e ai Comuni di Pinerolo e Cavour
abbiamo costruito un
tavolo per ragionare di
sviluppo turistico - conclude il presidente -.
L’iniziativa è forte e vuole essere uno stimolo:
l’Atl fin qui non ha fatto
abbastanza, forse anche
non per sua responsabilità: è giusto che le politiche del turismo vengano pensate a livello di
amministrazioni locali.
L’Atl deve riuscire a vendere le nostre offerte».
Nella provincia di Torino
Lavoro: i servizi
aiutano la ripresa
Non è solo il sistema
Italia a evidenziare sintomi di ripresa economica.
Anche in Piemonte aumentano le opportunità
di lavoro: soprattutto la
Provincia di Torino pare
essere la realtà più dinamica a guardare lo scenario delineato dall’osservatorio regionale sul mercato del lavoro che annuncia 38.000 occupati
in più (-r2,3%) nel 1999 rispetto all’anno precedente. Un elemento positivo in più è l’aumento di
occupate fra le donne. A
«tirare» di più è il settore
terziario (-r4,7%) con ben
44.000 lavoratori in più,
di cui 34.000 dipendenti.
L’industria mantiene
le proprie posizioni, con
un forte calo nel settore
energia, un piccolo saldo
attivo nel settore manifatturiero e una stabilità
nel settore costruzioni,
con però una sistematica
sostituzione di lavoratori
dipendenti con autonomi. In agricoltura, di cui
quest’anno è previsto il
censimento, continua la
contrazione dei coltivatori diretti che si riduco
no di 4.000 unità (-6,3%).
Sul piano qualitativo la
domanda si sta orientando sempre più verso una
qualificazione medio-alta: l’incremento riguarda
in sostanza in modo quasi esclusivo persone con
un titolo di studio postobbligo, mentre si riduce
di 18.000 unità l’occupazione di chi non è andato
oltre la terza media.
Va anche segnalato che
molti di dei posti di lavoro sono part-time o a
tempo determinato (più
della metà) e questa è
una tendenza che riguarda soprattutto l’industria,
mentre nei servizi resta il
lavoro a tempo indeterminato. In assoluto comunque il lavoro part-time si attesta intorno al
7%. Tornando a crescere
l’occupazione diminuiscono di conseguenza le
iscrizioni nelle liste di
collocamento (più della
metà degli iscritti al collocamento sono persone
qualificabili come adulti). In totale la disoccupazione in provincia di Torino, dal 10,7% del ’98, è
scesa nel ’99 al 9%.
■CONTRAPPUNTO I
FARE IL PASTORE
MESTIERE DIFFICILE
NIARCO ROSTAN
Chi è il pastore? Un credente come tutti gli altri
membri di chiesa, come sarebbe logico pensare secondo la teologìa riformata che
non conosce la distinzione
fra clero e laici, oppure comunque una persona particolare, da cui ci si aspetta
di più? E che cosa è il lavoro
del pastore? Pura vocazione, impiego,
mestiere, servizio? Che cosa
si aspettano le
chiese dai loro
pastori, ed è
bene modella
rapporti umani è il banco
di prova del ministerio, al
di là della buona teologia e
della corretta predicazione.
«La porta della casa pastorale deve essere sempre
aperta», è ribadito sul manuale distribuito dalla Tavola, ma forse si dimentica
che se è giusto pretendere
dal pastore visite, conforto e presenza
/ ministri delle
chiese delle Valli
re la figura dei dflettono essi stessi
pastori soltan
chkster***" ” 5u/ proprio ruolo
Problemi e
interrogativi
non certo nuovi: la cosa interessante è che i pastori e
le pastore delle Vaili ne abbiano discusso a fondo in
una delle riunioni che, grazie alla vicinanza geografica, hanno la fortuna di poter fare tutti i mesi; si è trattato di un confronto e di
una riflessione collettiva
sul senso del loro ministerio ma anche su tutta una
serie di aspetti quotidiani,
che ha preso spunto, tra
l’altro, da una nota inviata
dalla Tavola valdese, una
specie di mansionario dei
pastori, dei loro compiti e
responsabilità aH’interno e
aH’esterno della chiesa.
«Pensavo che il pastorato significasse appassionarsi a Dio e alla fede con
una comunità - dice qualcuna - invece mi ritrovo a
fornire servizi religiosi». E
subito l’interrogativo sulla
figura pastorale si lega a
quello sulle chiese: pochi
vogliono farne parte in modo attivo, molti ne sono
semplicemente utenti, come avviene nel grande
mercato religioso di oggi. E
che cosa significa che la vocazione ci fa entrare nel
progetto di Dio? Troppo
frequente è l’impressione
che anche nei Sinodi si parli soprattutto dei progetti
della chiesa.
Elemento fondamentale
della vocazione è il servizio, la disponibilità: ma nel
ruolo pastorale non ci sono
anche elementi di potere?
Si tratta piuttosto del fatto
che il pastore deve in certi
casi assumersi particolari
responsabilità, rispondono
in molti: saper essere autorevoli e saggi senza essere
autoritari. La capacità di
continua, in
alcuni casi è
il pastore che
ha bisogno di
essere visitato e consolito. Come si
d i m entica
che il vero raspo lisa hi/e
della vita della comunità è
il Concistoro nel suo insieme, mentre il pastore di Pinerolo o di Savona è in primo luogo pastore in quella
città, con tutti gli impegni
che ne derivano. Molti hanno in testa un modello di
pastore di 50 anni fa: ma se
oggi non lo si può riproporre, c’è a volte il rischio
di vivere in modo troppo
riduttivo questo ministerio, con una mentalità quasi impiegatizia
Si parla anche della famiglia pastorale, qualcuno
osserva che il problema piu
grande è il rapporto con'
figli: qualcun altro ricorda
che l’esercizio del proprio
ministerio è stato possibile
soltanto grazie alla totale
dedizione alla chiesa da
parte della moglie, ma non
manca chi oggi constata
che invece il celibato, il vi;
vere da soli, è per i pastori
una condizione altrettanto
importante
Quanto alla predicazionoi
la maggiore difficoltà, osservano in molti, è quella di
predicare Cristo, la croce e
la resurrezione in un mondo che vuole una religio'’®
fatti di segni e di saggeza*;
di indicazioni morali e o
consigli per il proprio benessere spirituale. La riunione passa a cose più
tiche, come il futuro de
campo di lavoro alle Vallime ne vado arricchito d®
questa riflessione, coniu
convinzione che i nostri pu
stori e le nostre pastore, cou
tutti i loro limiti, sono un*
grande ricchezza che le o®
stre chiese forse dovrebbe
ro amare un po’ di più> re®
dendo reciproco il
la visita, la disponibilità c
giustamente chiedono.
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Il cantiere del Palaghiaccio di Pinerolo
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j^ON SI LAVORA ALLA MORE — Macchine ferme
airindustria dolciaria Morè di Torre Pellice dopo che il giudice pinerolese ha dato un’ulteriore
proroga per definirne la situazione. «Con il concordato preventivo - dice Fedele Mandarano
della Cgil - si dovrebbe scongiurare il fallimento
e l'azienda Cedrinca affitterà lo stabilimento».
Nota particolarmente negativa la riduzione a 8
del numero dei dipendenti: «Due lavoratori
hanno deciso autonomamente di licenziarsi per
evitare il fallimento dell’azienda e soprattutto
salvare l’impiego degli altri».
esenzioni dal TICKET: SCADENZE PROROGATE — Le scadenze riguardanti il rinnovo delle
esenzioni dal pagamento del ticket per le patologie sanitarie, prima fissate nel mese di aprile,
sono prorogate fino al 31 ottobre 2000. L’approvazione del decreto legge n. 46 dell’8 marzo consentirà quindi di diluire le richieste presentate
dai cittadini. Nel Pinerolese e nel solo ultimo bimestre sono stati rilasciati circa 9.000 attestati.
MUORE IN INCIDENTE DI MOTO — Giovedì scorso
un giovane di Luserna, Sergio Golzio, di 36 anni,
è deceduto a causa delle ferite riportate in un incidente accaduto sulla strada per Bagnolo poco
fuori dal centro abitato di Bibiana. Il motociclista
era alla guida della sua Suzuki e ha urtato un’auto guidata da Corrado Falco di Campiglione.
TRUFFA A COMMERCIANTI: RICERCATO — È ricercato per aver architettato una truffa ai danni
di alcuni commercianti della vai Pellice: Errio
Legger, 45enne di Torre Pellice, è sparito da alcune settimane, da quando cioè è venuta a galla
una storia di piccole truffe ai danni di commer. cianti. Raccontando di muoversi per conto della
Croce Rossa chiedeva dei soldi in cambio di pubblicità da stampare su un libretto dei numeri utili
che la Cri e le squadre antincendio avrebbero
avuto intenzione di pubblicare. In realtà gli enti
in questione non hanno mai avviato tale iniziativa e i soldi chiesti per la pubblicità sono stati intascati dal Legger che rilasciava improbabili ricevute senza numero. L’uomo è stato denunciato
per truffa; si cerca di capire se altri commercianti
sono stati contattati e hanno eventualmente versato soldi per la stessa iniziativa inesistente.
CONCORSO FOTOGRAFICO IN VAL PELLICE — In
occasione della manifestazione «Città d’arte a
porte aperte» di domenica 1° ottobre, i Comuni
di Angrogna, Lusernetta e Torre Pellice promuovono un concorso fotografico con due sezioni,
«Il lavoro e il suo ambiente» e «I segni della storia». Le fotografie dovranno avere come soggetto almeno un’immagine per ogni comune e dovranno essere di un formato 30x40. I lavori dovranno essere consegnati aH’ufficio turistico di
Torre Pellice entro il 2 settembre; sono previste
medaglie d’oro in premio. Per informazioni telefonare alla Pro Loco Torre Pellice, 0121-91875.
CORSO DI PESCA— Inizierà sabato 15 aprile il corso di pesca e conoscenza dell’ambiente fluviale
promosso dalla società Pescatori sportivi vai
Pellice. Il corso, gratuito, è riservato ai giovani
delle scuole dell’obbligo. Per informazioni rivolgersi ai numeri 0121-91810 e 0121-932309.
assemblea unione agricoltori — Si è svolta a
Chieri l’assemblea annuale dell’Unione agricoltori; presidente è stato riconfermato il floricoltore Cesare Serafino. Fra i temi affrontati dall’assemblea i danni causati della selvaggina, la questione acqua la cui gravità è emersa dopo l’ennesimo inverno privo di precipitazioni, le deleghe
sull’agricoltura passate da Regione a Provincia.
Principe T°'
.. 1 . Tonno
011-66898<)*
,x 650439‘‘_
PROCURA DELLA REPUBBLICA
DI PINEROLO
richiesta di dichiarazione
DI MORTE PRESUNTA
Con il ricorso 25.02.2000, il Procuratore della ReWhlica di Pinerolo richiedeva al locale tribunale la
“ichiarazione di morte presunta di GARIGLIO Edvi^«'GARIGLIO Cesare e GARIGLIO Paolo presumibilmente nati a Frossasco negli anni tra il 1890 e
•>1910.
D Presidente del Tribunale di Pinerolo con decreto
quarzo 2000 disponeva le modalità delle pubbli^oni invitando chiunque abbia notizie delle perso*comparse a farle pervenire al Tribunale di Pine®ritro .sei mesi dall’ultima pubblicazione.
Pinerolo 28-3-2000
Il collaboratore di Cancelleria
Antonio Mauro
tolo
E Eco Delle "\àldesi —
' € A colloquio con l'assessore Giampiero Clement
A Pinerolo si sta cercando il nuovo
gestore per il Palazzo del ghiaccio
PAG. 11 RIFORMA
DAVIDE ROSSO
Mentre continuano
l’indagine della magistratura sulla passata
gestione del Palaghiaccio
di Pinerolo e le polemiche in seno al Gonsiglio
comunale sulla questione, l’amministrazione pinerolese è chiamata a
prendere una decisione
per individuare chi sarà il
nuovo gestore dell’impianto del ghiaccio e della nuova piscina.
«Siamo in una fase delicata - dice Giampiero
Clement, assessore allo
Sport e al Lavoro del Comune di Pinerolo - in cui
stiamo valutando le possibili soluzioni. C’è una
trattativa in corso con
l’Hockey club vai Pellice per una convenzione
transitoria Ano a settembre che permetterebbe
l’apertura dell’impianto
del Palaghiaccio anche
nel periodo estivo benché il tutto, tra l’altro, sia
legato alle decisioni del
giudice che deve esprimersi in merito alla revoca del pignoramento
dell’impianto. La prima
udienza è fissata per il 9
maggio con il rischio di
slittamenti».
L’amministrazione
doveva prendere comunque una prima decisione
giovedì scorso ma il tutto
è stato rimandato vista
tra l’altro l’assenza del
sindaco Barbero. Comunque la decisione dovrà essere presa al più
presto anche nel caso
l’intenzione sia quella di
prevedere un fermo dell’impianto nei mesi estivi
per permettere con più
tranquillità di eseguire
gli interventi necessari
alla sua completa operatività in attesa di una ri
presa dell’esercizio nei
mesi invernali. «Per l’attività invernale - dice ancora Giampiero Clement
- siamo sempre più indirizzati a una gestione
tecnica congiunta con
Torre Pellice cosa che secondo noi garantirebbe
grosse possibilità anche
in funzione delle olimpiadi di Torino 2006 in
cui entrambi gli impianti
saranno utilizzati».
L’amministrazione di
Pinerolo sembra insomma lavorare per creare
una partnership gestionale ampia; si pensa anche a una proposta di intervento a Regione e Provincia, in vista delle olimpiadi che permetta di
creare un polo del ghiaccio importante: sembra
questo l’intento, almeno
a Pinerolo, ma prima
però occorrerà uscire
dall’impasse attuale.
Gli amministratori del Torinese interpellano Roma
A che punto sono i «Patti»?
I rappresentanti dei
cinque Patti territoriali
presentati nella Provincia di Torino hanno incontrato a Roma, il 3
aprile, il sottosegretario
al Tesoro Giorgio Macciotta per discutere il
problema dei finanziamenti statali agli interventi previsti dai Patti
che sono stati concertati
recentemente nelle diverse aree territoriali torinesi tra cui quella pinerolese. In effetti, dopo il
convegno tenutosi a fine
marzo a Torino per fare il
punto sui diversi Patti
provinciali e lo sviluppo
concertato delle aree interessate, era emersa forte la necessità di ottenere
un incontro con il governo per verificare la disponibilità finanziaria e
valutare soluzióni adeguate per garantire i necessari fondi.
Da parte governativa, il
3 aprile, è arrivato l’impegno a «individuare, di
concerto con la Regione
e gli enti locali, le risorse
necessarie a finanziare i
progetti approvati dall’istruttoria bancaria che
dovrebbe concludersi
entro il 15 maggio prossimo». In sostanza i rappresentanti del governo
hanno garantito da una
parte la disponibilità di
125 miliardi da destinarsi
ai progetti e dall’altra
l’intenzione dello stato di
individuare i fondi mancanti concordando soluzioni con gli enti locali
presenti sul territorio.
«Si è trattato di un’utile
presa di contatto con il
governo - dice il sindaco
di Pinerolo, Alberto Barbero -, ma occorre passare dalla fase interlocutoria a un approfondimento in tempi brevi tale da
rispondere alle nostre
aspettative». Proprio in
quest’ottica i rappresentanti dei cinque Patti territoriali hanno chiesto al
sottosegretario Masciotta
un nuovo incontro che
tenga conto delle specificità territoriali. Occorre
arrivare al più presto a
una soluzione per poter
garantire i fondi necessari
^l’attuazione dei progetti
che per l’intera provincia
coinvolgerebbero circa
850 imprese con finanziamenti per circa 420 miliardi solo da parte pubblica; ma la strada non è
in discesa.
Ne parliamo con l'autore, Augusto Comba
Un libro su valdesi e massoneria
GIAN MARIO GILLIO
Augusto Comba, direttore responsabile
del Bollettino della Società di studi valdesi ha
presentato a Radio Beckwith il suo ultimo lavoro
editoriale per la Claudiana: Valdesi e massoneria
due minoranze a confronto. Ne approfittiamo
per sentire un commento
sulla storia e le vicende
della massoneria.
- Oggi tramite Internet
(www.granloggia.it oppure www.zen-it.com o
più facilmente inserendo
il termine massoneria in
un motore di ricerca) è
possibile reperire moltissime informazioni sulla
massoneria; com’è il confronto con il passato?
«La massoneria, le cui
origini risalgono alle corporazioni medievali inglesi e tedesche di liberi
muratori, dopo la sua
fondazione a Londra nel
1717 si diffuse rapidamente in Europa e in
America. La prima loggia
in Italia è stata fondata
nel 1732 a Firenze da residenti inglesi. Oggi la
massoneria è un’organizzazione che raggruppa
un insieme di persone
che vogliono vivere in comunione le loro attività
culturali e filantropiche».
- La massoneria italiana come ha risentito del
caso giudiziario che indagò la loggia «Propaganda 2» di Lido Gela?
«La P2 fu il classico caso di trasformazione illecita. Negli Anni 60 i dirigenti dell’epoca nominano Celli segretario della
P2, loggia solamente nominale fino a quel momento, dove Celli riesce
a creare di propria iniziativa un gruppo potenzialmente eversivo».
- Ogni cittadino può
diventare membro della
massoneria? E quanti sono i massoni nel mondo?
«L’unica regola tradizionale afferma che nella
massoneria possono entrare tutti gli uomini liberi e di buoni costumi; con
il passare degli anni sono poi s'orte massonerie
miste o esclusivamente
femminili. La Gran Loggia unita d’Inghilterra è
l’unica che non intende
cambiare i propri regolamenti in materia. Oggi i
massoni nella sola Inghilterra sono circa
600.000».
- Lei è stato componente della giunta del Grande
Oriente d'Italia dal 1961
al 1970 e anche direttore
della rivista ufficiale; oggi
t Manfred Kock a Torre Pellice
La secolarizzazione
è un problema comune
MASSIMO GNONE
tt™-.—^----
con il suo libro mette a
confronto la massoneria e
il mondo valdese paragonandoli con il termine
minoranze...
«Il libro narra appunto
dei rapporti e delle vicende che hanno accomunato valdesi e massoneria, a iniziare dall’incontro a Torino, nel
1787, del teologo danese
massone illuminato Friedrich Mùnter con Pietro
Geymet, che sarà il fondatore nel 1807 della prima loggia di Pinerolo, fino ad arrivare al tema
conclusivo dei possibili
sviluppi comuni tra protestanti e massoneria. Si
insiste infine sulla richiesta di instaurare anche in
Italia una legge che definisca i vari gruppi massonici di appartenenza».
|r\ obbiamo affronti X-/ tare insieme la secolarizzazione». Interviene con queste parole il
presidente del Consiglio
delle chiese evangeliche
tedesche (Ekd), Manfred
Kock, al termine di un’ottima cena alla Foresteria
valdese di Torre Pellice.
«I valdesi - dice ancora
Kock - sono una chiesa di
minoranza e vivono una
situazione di diaspora:
abbiamo molto da imparare». Manfred Kock è anche a capo della chiesa
regionale di Renania. In
Germania «guida» una
chiesa di 27 milioni di
membri, di cui oltre 3 milioni soltanto in Renania.
Particolarmente fitto il
programma di visita in
Italia che, dopo le Valli e
la celebrazione del ventennale degli scambi del
Collegio valdese con il
Bodelschwingh gymnasium di Windeck-Herchen, prevede la partenza
per Torino e Roma.
«La nostra società è secolarizzata, ma non laica
- denuncia il presidente
della Ced, Luciano Deodato - la vera sfida è vivere la nostra fede nella
laicità, per tenere conto
del quadro multietnico e
multiculturale». Per Kock
la secolarizzazione non è
un nemico, ma la realtà:
«L’Evangelo dà libertà e
noi abbiamo la libertà di
Manfred Kock
scegliere; per secoli la fede cristiana è stata un
fattore automatico, mentre adesso dobbiamo trovare nuovi metodi di trasmissione. È la chiesa a
dover andare verso la
gente e non viceversa, si
devono comunicare con
frasi semplici: in questo
senso la Bibbia ci dà un
grande aiuto per “elementarizzare" il messaggio di Cristo».
In Germania la chiesa
vuole essere una «coscienza sociale». «Su questo fronte - spiega Kock la nostra azione è comune con la Chiesa cattolica; qualche anno fa abbiamo elaborato un documento dal titolo “lavoriamo insieme per la giustizia sociale”: un’azione
particolarmente importante nell’ex Germania
orientale. Nella società ci
sono 2 pilastri: la situazione sociale e quella
economica, se uno cade,
crolla anche l’altro».
^ Stagione negativa a Frali
Cade l'ultima neve
Dopo un inverno caratterizzato dalle scarse precipitazioni, a Frali in vai Germanasca ormai si tirano le
somme di una stagione tutt’altro che felice. C’è chi
spera ancora nelle ultime nevicate primaverili che
potrebbero consentire una riapertura degli impianti
per il ponte pasquale ma la cosa non rimedierebbe
certamente, dicono alle Seggiovie 13 laghi che gestiscono gli impianti di risalita pralini, al passivo sia in
termini di presenze che economico che si è venuto
accumulando nel corso della stagione.
«Stiamo facendo i sopralluoghi per verificare lo stato del manto nevoso in quota dopo la nevicata di questi giorni e valutare la possibilità di riaprire gli impianti almeno per Pasqua», ci ha detto lunedì 10 aprile
Carlo Raviol, direttore delle Seggiovie. Ma a Frali sembra esserci soprattutto la voglia di andare oltre una
stagione tutta da archiviare dal punto di vista delle
presenze e degli introiti ma che è stata anche caratterizzata da una riapertura del dialogo tra la Società e gli
enti pubblici locali i quali tra l’altro stanno portando
avanti un progetto per realizzare una nuova seggiovia
biposto in sostituzione dell’attuale in scadenza.
Per parte sua la Società 13 Laghi per cercare di ridurre il proprio deficit societario sta cercando di aumentare il proprio capitale sociale e il 24 aprile terrà
un incontro pubblico in cui cercherà di sensibilizzare
anche quanti vengono a Frali in villeggiatura a investire nella società per un rilancio non solo degli impianti sciistici ma dell’intera economia pralina.
Agape, 28 aprile -1° maggio
Generazioni di credenti
Un confronto tra le diverse generazioni di credenti
impegnati nelle chiese evangeliche italiane: questo
l’obiettivo del week-end teologico organizzato ad Agape dal 28 aprile al 1“ maggio. «Ciascuno di noi ha ricevuto una testimonianza di fede - si legge nel programma - l’ha fatta propria a modo suo ed eventualmente
ne ha fatto derivare un annuncio da portare agli altri.
Questo processo avviene sia a livello individuale sia a
livello di comunità. Per questo, dopo aver riflettuto
sui nostri percorsi personali, cercheremo di ricostruire una mappa delle tendenze teologiche esistenti
all’interno del protestantesimo italiano, domandandoci se abbiamo un messaggio comune che ci sentiamo di rivolgere alle persone che vivono nel nostro
paese». Sono previsti lavori in gruppo e in assemblea,
studi biblici, interviste ad alcuni esponenti del protestantesimo, relazioni di Massimo Aprile e di Sergio
Rostagno. Per partecipare occorre iscriversi versando
una caparra di 50.000 sul ccp 20378105 intestato a
Agape, Centro ecumenico (tei. 0121-807514). Le quote
sono in rapporto al reddito (minima 137.000 lire).
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PAG. 12 RIFORMA
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In allestimento nello stabile di Perosa Argentina
Il nuovo museo del tessile
La struttura sarà ospitata in alcuni locali dell'ex setificio
Gutermann con il concorso economico della Provincia
DAVIDE ROSSO
Il nuovo museo del tessile che sta nascendo a
Perosa in alcuni locali
dell’ex setificio Giitermann sarà un percorso
composto di quattro o
cinque «stazioni», con
uno spazio dedicato alla
didattica e un altro a degli espositori mobili che
presenteranno attraverso
immagini e testi quello
che era il lavoro nel setificio. Il presidente dell’associazione Ecomuseo
di Perosa, Alessandro
Calzavara, venerdì 7 aprile, nel corso dell’assemblea dei soci, ha presentato nei dettagli i progetti relativi all’allestimento del nuovo museo
augurandosi che questo
possa al più presto aprire
i battenti. Cosa che sembra ormai molto probabile visto che l’associazione
di Perosa, che già da alcuni anni sta lavorando sul
progetto di far rivivere la
memoria di quella che è
stata una delle fabbriche
più importanti della vai
Chisone, la Gutermann,
ha finalmente trovato
una sede, anche se provvisoria, in cui cominciare
a esporre il materiale fin
qui raccolto. «La Provincia di Torino - dice Alessandro Calzavara - si è
dimostrata interessata alla nostra iniziativa e prossimamente presenteremo
la richiesta per i finanziamenti che dovrebbero
permetterci di realizzare
La villa Gütermann e gli stabilimenti di Perosa all’inizio
del secolo
l’allestimento provvisorio
del museo».
Intanto stanno continuando le trattative da
parte dell’associazione e
della Comunità montana
valli Chisone e Germanasca per ottenere, sempre
dalla Provincia, la vendita
dell’edificio dell’ex asilo
Gütermann il cui piano
terreno e seminterrato
dovrebbero diventare la
sede definitiva del museo. Al buon esito dell’iniziativa sembra essere
interessato anche il Comune di Perosa che, oltre
ad aver inserito tra le voci
di bilancio un contributo
a favore dell’associazione, si sta muovendo ora
per trasformare la destinazione urbanistica dell’edificio in residenziale.
L’idea è quella di ottenere
che la Provincia venda
l’immobile a qualche privato il quale, in cambio di
agevolazioni sugli oneri
di urbanizzazione, do
Da L'eco delle valli valdesi
Cinquanf anni fa
Aprile 1950: nell’aula della Casa valdese, il 16
aprile, è stata inaugurata la Scuola di agricoltura e
sull’Eco compare un’intervista al direttore sig. Kohli, giunto dalla Svizzera, sulla situazione agricola alle Valli. Tra le altre cose leggiamo, a proposito del
latte: «Non basta produrre di più, si tratta di valorizzare il prodotto: l’unica soluzione che vedo è
l’organizzazione cooperativistica dei produttori.
Organizzazione dei centri di raccolta, messa in comune delle piccole quantità di latte in modo da poterlo lavorare in modo economico con personale
qualificato. 11 grosso ostacolo consiste nella mancanza di solidarietà e di spirito cooperativo. Si deve
fare un grande lavoro educativo in questo senso:
dice bene il proverbio "aiutati che il del t’aiuta’’».
50 dopo l’auspicio di Kohli rimane valido.
Nonostante la nuova Costituzione, si susseguono in quegli anni impedimenti vari per le riunioni
e i culti dei protestanti: la Claudiana pubblica un
volumetto di Giorgio Peyrot che riassumendo norme e circolari varie costituisce un piccolo sommario in materia di libertà di riunione aiutando a capire dove finiscono le norme del codice e dove comincia l’arbitrio e l’intolleranza. Dalle «cronache
delle chiese» apprendiamo di una riuscita visita
dell’Unione giovanile di Torino a Rorà (raggiunta
ovviamente a piedi) con recita, farsa e poesie in
piemontese. Il giorno dopo, zaino in spalla, il
gruppo si è recato per la replica a Mourcious dove
vi è stata «la novità di ascoltare la signorina Nora
Anseimo, soprano della Radio di Torino, che ha
mandato in visibilio il discreto pubblico accorso
per la rappresentazione».
A Perrero-Maniglia «onorare la memoria del
gen. Giulio Martinat con un monumento non è
più soltanto un sogno di amici suoi, ma sta per diventare realtà. L’inaugurazione di detto monumento avrà luogo, D.v. ¡Dio volendoi, la domenica
21 maggio. 11 Comitato esecutivo, malgrado abbia
ancora delle preoccupazioni di ordine finanziario,
sta organizzando per quella data tutto il complesso delle onoranze anche per i Caduti, anni 193545, della vai Germanasca». Un trafiletto dal titolo
«1“ maggio alla Sea» invita a partecipare all’iniziativa che da qualche anno riscuote successo. 11 programma: ore 10,30 culto nella Cappella della Sea
con i pastori Ayassot e I.ebet, poi pranzo al sacco e
alle 14 programma ricreativo con la corale di Torre. «La campana di Torre e dei Coppieri daranno il
segnale la mattina a due riprese, alle 6 e alle 7. In
caso di cattivo tempo la giornata è rimandata con
lo stesso programma a lunedì 8, giorno festivo».
(a cura di Marco Rostan )
vrebbe realizzare la ristrutturazione del pian
terreno e del seminterrato destinandoli all’associazione che ne ricaverebbe oltre al museo degli
spazi da destinare a uffici
e ad archivio per i numerosi disegni e progetti
dell’ex ufficio tecnico.
Comprensorio alpino Torino 1
Le specie «a rischio»
ULIANA VICLIELMO
IL Comprensorio alpi
1 “ ■ ■
no To 1, che comprende le valli Pellice, Chisone e Germanasca, esclu- *
se le zone dei parchi e
delle aziende venatorie, e
che ha come scopo istituzionale la gestione della caccia, comincia a essere ben conosciuto anche nell’ambiente agricolo. È dal 1998, infatti,
che il Comprensorio ha
iniziato a distribuire contributi destinati al miglioramento dell’ambiente montano, per favorire il ripopolamento
delle specie minacciate
di estinzione.
Nella sede della Comunità montana Chisone e
Germanasca, gli operatori agricoli hanno potuto
seguire l’esposizione di
Federica Gaydou, funzionaria del Comprensorio
alpino To 1. I provvedimenti riguardano la fauna minore: se la passano
molto male.coturnice.
Í Luserna San Giovanni
Il parcheggio Bellonatti
Fa discutere il parcheggio da poco realizzato in frazione San Giovanni di Luserna, non lontano dall’Asilo
dei vecchi in via Olivet: una distesa d’asfalto di forte
impatto visivo con qualche ragionevole dubbio anche
sulla sua utilità. Il parcheggio era previsto nell’ambito
di un vasto «Pec», cioè di un piano di realizzazione
edilizia che ha interessato un’area abbastanza vasta,
fino a pochi anni fa totalmente priva di case e successivamente edificata realizzando oltre alle abitazioni,
anche una strada di collegamento (via Olivet, appunto) tale da unire via Malan e via Beckwith aggirando
ia strettoia di fronte all’Asilo valdese. Il parcheggio
che oggi fa discutere (in Comune è arrivata una lettera formale della segretaria dei Verdi Erica Malan, ma
il malumore è diffuso) è dunque una delle ultime
opere del nuovo quartiere, insieme a una piazzola
ecologica e un gioco da bocce.
I Verdi hanno chiesto di non asfaltare il parcheggio
ma di cercare soluzioni alternative, anche per ridurre
l’impermeabilizzazione dei suoli; il Comune, forte del
progetto avviato da tempo, ha voluto concludere
l’opera come previsto, anche per ridurre i costi
dell’intervento. Resta il piazzale molto ampio e il problema della cementificazione del suolo «ma - puntualizza l’assessore all’Urbanistica, Paolo Gardiol - al
momento non si è ancora trovato un materiale cbe
abbia i requisiti necessari per viabilità e parcheggi».
POSTA
Le foto del pastore Jahier
Viviamo in un’epoca in cui troppe volte una proiezione-spettacolo, sia foto sia video, richiede per avere
successo un’alta tecnologia digitale. Quante volte abbiamo assistito a una proiezione di diapositive, magari con sofisticatissimi proiettori collegati fra loro in
una dissolvenza incrociata, oppure ancora siamo
usciti da una sala cinematografica, dove è stato appena proiettato l’ultimo film super reclamizzato, ma in
entrambi i casi lo spettacolo ci ha coinvolti proprio
solo nella sua durala, senza andare oltre.
Non è certo questa la sensazione provata dal pubblico, presente venerdì 24 marzo sera nel tempio valdese di Villar Pellice dove per la seconda volta (la prima è avvenuta nel 1994) vi è stata una proiezione di
diapositive realizzate in gran parte negli anni 30 e 40
dall’allora pastore valdese Roberto Jabier. Immagini
stupende, presentate dal figlio Enrico, che sanno raccontare con rara maestria aspetti di vita quotidiana e
significativi momenti, avvenuti in particolare a Villar
Pellice e San Giovanni, in quel delicato e difficile periodo del ’900.
Per i meno giovani è stato un rivedersi e ricordare,
per i giovani una documentazione eccezionale e unica. di indescrivibile valore non solo artistico ma culturale e storico. Di certo un grandissimo contributo
alla conoscenza storica della vai Pellice. Per tutti una
serata coinvolgente ed emozionante, un grazie a chi
l’ha realizzata e voluta.
Roti Janavel - Torre Pellice
Un esemplare di pernice
gallo forcello, pernice
bianca e fagiano, come
pure la lepre comune e
quella variabile, vittime
anche di errori passati,
come l’immissione incontrollata di animali di
allevamento e la caccia
intensiva.
Per salvare ciò che resta delle specie locali,
si sono individuati dei
provvedimenti consistenti nel decespugliamento delle aree invase
da ontani e rododendri e
nel ripristino di zone a
prato. Si può anche ottenere un contributo con
le colture a perdere, cioè
coltivando segale in alta
quota e lasciandola a disposizione degli animali
in inverno. Quest’anno
sono state individuate 26
località campione su tutta l’area del comprensorio: chi ha dei terreni in
questi limiti può presentare la domanda di contributo entro il 30 giugno
dell’anno in corso, corredata di mappe ed estratti
catastali. Se non si raggiungono i minimi richiesti, mezzo ettaro per
il ripristino e un ettaro
per la manutenzione, si
possono unire le proprietà, come è stato fatto
per la zona di Maniglia.
Negli anni scorsi, i contributi sono stati versati
al 25% all’inizio dei lavori con saldo finale, le domande sono state 148 nel
1998 e 153 nel 1999.
NELLE CHIESE VALDESI
COOPERAZIONE E SVILUPPO — Sabato 15
aprile^
alle 14,30 a Torre Pellice, alla Casa unionista ¡n
contro con una responsabile dell’Acra, organi
zazione non governativa che si occupa di coopg
razione allo sviluppo e gestisce un progetto j!
nanziato con l’8%o in America Latina; l’iniziativj
rivolta ai gruppi giovanili e ai giovani del circuitij
ma aperta a tutti, costituisce un momento
portante di formazione comune in preparazione
della giornata del 14 maggio.
SCUOLE DOMENICALI DEL 1“ CIRCUITO — Sabato
15 aprile, alle 20,45 nel tempio di Torre Pellice
spettacolo delle scuole domenicali del circuito'
Bambini e bambine si troveranno per le prove alle
16; a cena sarà loro offerta la pizza in Foresteria.
AGAPE — Dal 20 al 25 aprile, campo donne Pasqua
su «Demetra e Kore».
ANGROGNA — Giovedì 20 aprile, alle ore 20,45,.
Pradeltorno, Santa Cena. Venerdì 21, ore 20,45,^
Serre, culto con Santa Cena; partecipa la corale,
BOBBIO PELLICE — Domenica 16 aprile, alle io,
culto con confermazioni. Venerdì 21 aprile,
21, culto con Santa Cena.
•
LUSERNA SAN GIOVANNI — Riunioni quartierali;
giovedì 13, ai Peyrot. Domenica 16 culto unico, alle 10, nel tempio di San Giovanni con battesimi e
confermazioni. Giovedì 20, ore 21, nel tempio,
culto del giovedì santo; venerdì 21, ore 21, culto
con partecipazione dei catecumeni del 3° anno.
MASSELLO — Venerdì 21 aprile, culto alle ore 11,15,
Mercoledì 19 aprile, riunione a Porte, alle 14.
PERRERO-MANIGLIA — Domenica 16 aprile, culto
unico a Ferrerò alle 10. Giovedì 20 aprile, alle
20,30, culto liturgico a Ferrerò. Martedì 18 aprile,
alle 14, incontro dell’Unione femminile. |
PINEROLO — Domenica 16 aprile, culto delle Pal-|
me. Venerdì 21 aprile, alle 20,30, culto delve |
nerdì santo, a cura dell’Unione femminile.
POMARETTO — Domenica 16, culto alle 10, con battesimi e confermazioni, partecipa la corale. Giovedì 20, alle 20,30, culto con Santa Cena. Venerdì
21, alle 20,30, culto all’Inverso Clot: Santa Cena.
FRALI —Venerdì 21 aprile, culto alle 10,30.
PRAMOLLO — Giovedì 13 aprile l’Unione femminile
si recherà a fare visita all’Unione femminile diVillasecca. Domenica 16 ore 10 culto nel tempio eoa
la partecipcizione della corale e dei bambini della
scuola domenicale. Giovedì 20 (giovedì santo)
culto con Santa Cena alle 20,30 nella sala.
PRAROSTINO — Domenica 16 aprile, alle 10, ne
tempio di San Bartolomeo, culto delle confer»
zioni con partecipazione della corale.
TORRE PELLICE — Riunioni quartierali: venerdì
aprile 14 agli Appiotti, mercoledì 19 ai Bow'ssa.
Domenica 16 aprile, alle 10, culto nel tempio del
centro, con battesimi e confermazioni. Giovedì
20 aprile, alle 21, culto con Santa Cena nel tempio del centro, partecipa la corale. Venerdì 21
aprile, alle 10,30, culto con Santa Cena, nella
cappella degli Appiotti, partecipa il coretto.
VILLASECCA— Domenica 16 aprile, alle 10, culto
delle Palme, con battesimi e confermazioni. Venerdì 21 aprile, alle 10, culto.
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Tura
Wà Un viaggio della comunità valdese di Prarostino
Visita al Servizio cristiano di Riesi
DANIELA GRILL
La gita organizzata
dalla chiesa di Prarostino per far visita alla
comunità di Riesi, è stata
una vera e propria trasferta dal Piemonte alla
Sicilia per una trentina di
persone, un modo per
conoscere una realtà diversa e lontana da noi,
ma soprattutto una buona occasione per ritrovare vecchi amici rimasti
nel cuore.
Il Servizio cristiano di
Riesi, battezzato «Monte
degli Ulivi», sorge su una
collina appena fuori del
centro abitato: nasce nel
1961 per volontà del pastore Tullio Vinay, che 16
anni dopo la costruzione
di Agape intraprende una
nuova avventura spirituale, questa volta in Sicilia,
con l’intenzione di costruire una «nuova Riesi»;
i lavori di costruzione
vengono portati avanti da
operai riesini, sia per dare
lavoro alla popolazione,
ma anche per rendere
compartecipi e convinti
gli abitanti di Riesi di
questa nuova realtà che
sta nascendo. Da allora il
Servizio cristiano, con
l’arrivo di nuove forze e
di nuovi fondi, si è ampliato e può vantare, oltre
alla casa comunitaria per
il gruppo residente e per
gli ospiti, anche una
scuola materna ed elementare, un refettorio,
una biblioteca, un campo
sportivo, un centro agricolo, una cantina sociale
(purtroppo chiusa) e una
scuola di formazione per
meccanici, ampliatasi poi
in fabbrica meccanica.
Tra i vari servizi che il
Servizio cristiano, attualmente diretto da Erika
Tommasone, offre agli
abitanti di Riesi vi è un
Consultori) molto apprezzato dalle donne riesine e un numero verde
per ogni necessità: il
Monte degli Ulivi impiega
inoltre 18 persone locali
che si occupano delle
piantagioni degli ulivi e
dei campi di pomodori,
peperoni e melanzane
coltivati biologicamente,
e un buon numero di volontari e mezzadri, che
nei periodi di grande lavoro danno una mano
nella raccolta.
Oltre alla visita al Servizio cristiano, i prarostinesi hanno dedicato parte del tempo all’aspetto
turistico della zona; sono
stati visitati i mosaici di
piazza Armerina; la miniera di zolfo di Riesi,
chiusa ormai da oltre
trent’anni e causa diuf
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la. votazione per reiezione dei Consigli regionali avviene
Kun’unica scheda. La scheda reca, entro un apposito retJà^olo, il contrassegno di ciascuna lista provinciale, affocato, sulla medesima linea da una riga riservata
'all’eventuale indicazione di preferenza. A destra di tali ret^■ngoli è riportato il nome e cognome del capolista della li'sB regionale collegata, affiancato dal contrassegno o dai
^ contrassegni della medesima lista regionale.
. fl primo rettangolo, nonché il nome e cognome del capotta della lista regionale e dei relativi contrassegni sono
contenuti entro un secondo più ampio rettangolo. In caso
di collegamento di più liste provinciali con la medesima 11^ regionale, il nome e cognome del capolista e il relativo
ojntrassegno o i relativi contrassegni sono posti al centro
ditale secondo rettangolo.
L'elettore esprime il suo voto per una delle liste provinI ci’ali tracciando un segno nel relativo rettangolo, e può
F esprimere un voto di preferenza scrivendo il cognome di
ano dei candidati compresi nella lista stessa. L’elettore
l'esprìme il suo voto per una delle liste regionali anche non
[Rilegata alla lista provinciale prescelta e per il suo capoliista tracciando un segno sul simbolo della lista o sul nome
ifel capolista.
ijuiora l’elettore esprima il suo voto soltanto per una lisìa provinciale il voto si intende validamente espresso anche a favore della lista regionale collegata.
-Nella Regione Piemonte i candidati alla presidenza della
^unta regionale sono cinque: Emma Bonino (Lista Boni-no): Enzo Ghigo (Cdu, Ccd, Lega Nord, An, Liberal, Partito
^cialista. Forza Italia); Livia Turco (Comunisti italiani. Verdi, Democratici, Pensionati, Sdi, Prc, Ds, Ppi); Antonio Tevere (Partito umanista); Francesca Calvo (Verdi verdi. Ape).
Abbiamo rivolto a ognuno di loro le seguenti cinque do•inande e riportiamo le risposte, unitamente a una breve
presentazione di ciascun candidato.
domanda A: Può illustrare due punti del vostro programma
ritiene prioritari?
“Itimanda B: In materia di mobilità e trasporti qual’è la vostra posizione su: grandi infrastrutture ferroviarie, trasporto locale, pedonalizzaz'^' '’dei centri urbani.
domanda C: La Regione e la montagna; una giunta dà voi
guidata è disposta a riconoscere direttamente alle Comumontane quote maggiori del fondo per la montagna?
domanda D: Piemonte e turismo: un settore in declino?
dimanda E: La prossima legislatura avrà valore «costituent^^ndividuate in ciò un elemento particolarmente significativo? Pensate che i cittadini siano interessati a
l^^aèst’argomento?
Livia
Turco
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le riesina;» f .
iplidlAgii ' ,
ni suoinii'l'..^J II Piemonte può cam□lare muse«|’ ‘"'te il passo e ripartire verontadina,«>|*?““"t nuova stagione di svireato l’a®i economico e produtti
i vivevano * ?°lo se il nuovo governo
1 passato' ‘^Stonale saprà tenere insieincateleso^ ®®le politiche per il sosteaH’inconirt imprese con quelle
o conlaoO't Due esempi: vegliasse di °fftire alle imprese uno
Livia Turco è nata a Me nzzo, in provincia di Cuneo,..
febbraio 1955. Ha studiato
prima a Cuneo, poi Filosofia a
Torino, dove ha iniziato la sua
militanza politica nelle associazioni, nel Pei, nel mondo
delle donne e in quello cattolico. È entrata in Parlamento
per la prima volta nel 1987:
anni di impegno per i diritti
delle donne, per la difesa del
lavoro, per la tutela della maternità, per l'armonizzazione
fra i tempi di lavoro e quelli di
vita, per le pari opportunità.
Nel 1996 è stata chiamata a ricoprire l’incarico di ministro
per la Solidarietà sociale, incarico poi confermatole da
D'Alema nei suoi due governi.
eros*(t ^°dello unico che funzioni
“"^ero, meno burocrazia,
"ttastrutture e sistemi di re
la, a cant^
onali sic»'
i^àneeneoll ' tra vogliamo anche reao in Piemonte ciò che il
ed'sP«? .,!,. governo nazionale ha co
sate a a fare ’përia'farni
- raddoppiando il nume
tsili nido,
¿¡scutaf* ‘ ^***^0 sgravi fiscali e aiuti
fidi di ^*^otnici a chi assiste in ca
liHiana anziano non autosuffi
ile P'»' 1®"*« 0 un malato. Ci impei a ripianare il deficit
vissi'"*con rigore e raziovamente J ‘ «enza tagli ai servizi,
rinanti®' ij“I Vogliamo potenziare la
in chiami* ¡"ea Milano-Torino-Lione,
- chiedoa? ‘ * ntassimo rispetto delle
- chiam'Ì sulTimpatto am
"scaiiibi", **Itle e sulla sostenibilità
o infaùi'i chp j®”***^® di quest’opera,
nresto co"*,«), dovrà servire a far viag
più velocemente 1<
ospi
italità*'
le
é un w Pù* veloceme
isitaalla'^ ma anche le merci,
contracca'” 11 Piemonte non può
seltenere l’attuale carico
or. Vogliamo incentivare il
trasporto pubblico, usato solo dal 10-15 per cento dei
piemontesi.
C) Sì, le Comunità montane devono godere di un’autonomia gestionale ed economica superiore all’attuale.
La montagna, i servizi per chi
ci vive, gli incentivi all’agricoltura nelle zone alpine (in particolare quella biologica o ecocompatibile) e
tutto ciò che può fare in modo che la gente scelga di restarci o di tornarci sono un
punto essenziale del nostro
programma.
D) Il declino c’è stato: negli
ultimi anni, il Piemonte è
passato dal nono al quattordicesimo posto nella classifica del turismo italiano. Beni
culturali e turismo sono settori importantissimi e intendiamo «adoperare» anche
l’occasione delle Olimpiadi
del 2006.
E) Sì: le Regioni devono diventare delle vere Regionistato, attuando tutto il federalismo possibile, anche sul
piano fiscale, al quale il governo nazionale ha già dato
un buon impulso. Il nostro
programma prevede un elevato grado di autonomia per
il Piemonte dei prossimi cinque anni.
Emma
Bonino
Nata il 9 marzo 1948 a Bra
(Cuneo). Laureata in lingue
presso l’Università Bocconi di
Milano. Attualmente è deputata al Parlamento europeo.
Tra le iniziative, nel 1975
fonda il Cisa (Centro informazione sulla sterilizzazione
e aborto) e promuove il referendum che ha introdotto
Taborto in Italia. Nel 1978
promuove la campagna per
il referendum antinucleare e
dal 1980 si batte per la legalizzazione delle droghe. Dal
1991 al 1993 è presidente e
dal 1993 al 1994 è segretaria
del Partito radicale transnazionale. Dal 1995 al 1999 è
membro della Commissione
europea.
A) Noi guardiamo al 16
aprile per trasformare le 15
Regioni a statuto ordinario in
Regioni-stato. I nuovi statuti
regionali debbono rafforzare
la scelta presidenzialista e
prevedere elezioni uninominali a turno unico che esprimano consiglieri regionali
fortemente legati al territorio.
Vogliamo anche delegiferare,
limitare l’attività legislativa
regionale all’indispensabile.
Oggi le leggi regionali sono
1.690: più di quante servano.
B) La situazione è delicatissima. Il Piemonte, con una
dotazione di infrastrutture
inferiore alla media italiana,
deve completare la rete autostradale (Asti-Cuneo, asse
Genova-Sempione) e potenziare quella ferroviaria. C’è
un’opera urgente, l’alta velocità, di cui tutti parlano ma
su cui la Regione ha mantenuto un bassissimo profilo.
C) Le politiche specifiche
per le zone di montagna si inseriscono in un quadro strutturato di iniziative tra le quali
le più importanti mi sembrano quelle agricole, cofinanziate dalla Comunità europea,
caratterizzate da una integrazione di diversi interventi al
fine di assicurare lo sviluppo
armonico di tutte le zone rurali d’Europa. Tale sviluppo si
articola su 3 grandi assi significativi proprio per le aree di
montagna: potenziamento
del settore agricolo e forestale; miglioramento della competitività delle zone rurali;
salvaguardia delTambiente e
del patrimonio rurale.
D) Il turismo in Piemonte non è in declino, è piuttosto un settore economico che
non è mai stato seriamente
valorizzato. Si tratta di una risposta estremamente importante per lo sviluppo della
nostra regione, capace di creare occupazione, utile inoltre
per salvaguardare le zone di
montagna a rischio. Penso
all’agriturismo, all’offerta di
sport invernali, alle aree protette e al turismo eco-ambientale ecc.
E) Noi auspichiamo là creazione degli strumenti necessari all’esercizio della democrazia diretta, cioè di quei referendum locali (regionali,
provinciali, comunali) in uso
in Svizzera e con i quali sono
gli elettori direttamente interessati a scegliere sulle questioni di loro diretto interesse.
Antonio
Tevere
Nato a Bari il 5 agosto 1960,
risiede a Torino dal 1987 dove
lavora nelle Ferrovie dello stato come macchinista. Attualmente svolge la funzione di
portavoce regionale del Pjartito Umanista e fa parte della
Segreteria nazionale nell’area
trasporti. È il responsabile,
dal 1998, di attività di base
per lo sviluppo e Tautorganizzazione in alcuni quartieri di
Dakar (Senegai). Candidato
alla presidenza della Regione
Piemonte per le prossime elezioni è responsabile del Partito Umanista nella città di
Asti, dove sta portando avanti
la realizzazione di un giornale cittadino e lo sviluppo del
partito nella stessa città.
A) Il Partito Umanista si
definisce come «il partito dei
diritti umani» e per questo
propone come priorità un
assessorato dei Diritti umani che tuteli il rispetto delle
minoranze etniche, linguistiche e religiose presenti sul
territorio e la tutela di diritti
fondamentali come la casa,
l’istruzione e la sanità. Un altro punto fondamentale del
nostro programma è il tema
delld «responsabilità politica». Nel novembre del ’98
abbiamo raccolto 55.000 firme a livello nazionale e presentato in Parlamento una
proposta di legge di iniziativa
popolare su questo tema, a
oggi non ancora discussa dagli organi competenti. Questa proposta è uno strumento di verifica, da parte degli
elettori, nei confronti del
candidato eletto.
B) Siamo contrari al progetto «alta velocità» perché
oltre ai temi che riguardano
l’impatto ambientale, lo riteniamo un servizio riservato a
pochi utenti e che nasconde
grossi interessi economici.
Siamo d’accordo con il potenziamento dell’aeroporto
di Caselle, oggi messo in secondo piano rispetto agli aeroporti milanesi, e vogliamo
Enzo
Ghigo
incentivare il traffico regionale ferroviario, purtroppo
penalizzato dall’intenzione
di voler ridurre drasticamente collegamenti ferroviari riservati al pendolarismo.
C) Attualmente le Comunità montane sono messe in
secondo piano e temiamo
che l’evento delle olimpiadi
del 2006, possa influire ancora più negativamente sugli investimenti di alcune Comunità montane piemontesi. Il
mio impegno sarà quello di
garantire per tutte le Comunità montane pari opportunità di sviluppo.
D) Per evitare il declino di
questo settore credo che bisognerebbe distribuire le risorse su tutta la regione, evitando la creazione di «feudi»
e uno sviluppo limitato per
pochi.
E) Io credo che i cittadini
siano poco interessati a questo tema perché le soluzioni
politiche non dipendono direttamente dalle riforme costituzionali ma dal modo di
fare politica. Una politica
che oggi è lontana dagli interessi e dalle necessità della
gente. Una politica spettacolo che si interessa delle persone solo durante le campagne elettorali.
Enzo Ghigo è presidente
della Regione Piemonte dal
1995. Fondatore del movimento politico di Forza Italia,
è stato eletto Deputato al Parlamento nel 1994, incarico lasciato una volta eletto in Regione. Dal 1997 è vicepresidente della Conferenzd dei
presidenti delle Regioni italiane. In questa legislatura regionale si è particolarmente
distinto per il suo impegno a
favore delle riforme e di una
forte affermazione del Piemonte nei nuovi scenari internazionali. Sposato con la
signora Anna, ha un figlio,
Pietro Luigi di 14 anni; ama
la lettura, il cinema, la musica e pratica lo sport.
A) L’internazionalizzazione
delle imprese: per rendere più
competitivo il sistema-Piemonte che gode già del lavoro
di un fitto tessuto di piccole e
medie aziende in grado di
rappresentare il fulcro dello
sviluppo economico e territoriale. L’infrastrutturazione del
territorio: il miglioramento
della rete stradale e ferroviaria (grazie al passaggio di
competenze dallo stato alla
Regione) unito alla realizzazione di infrastrutture come
l’autostrada Asti-Cuneo e la
linea ad alta capacità TorinoLione, è un elemento prioritario di sviluppo territoriale.
B) Come ho detto siamo favorevoli a una rete di collegamenti senza la quale il Piemonte non può svolgere il
suo ruolo naturale di Regione
cerniera d’Europa. È giusto
pedonalizzare i centri urbani,
senza penalizzare le esigenze
del commercio.
C) La Regione proseguirà,
come è avvenuto in questi 5
anni in tutte quelle iniziative
in grado di valorizzare l’economia montana, a impedire
la desertificazione di una
parte così importante del territorio piemontese, valoriz
zandone le peculiarità, le attività economiche e le tradizioni.
D) Il turismo è un elemento indispensabile per il rilancio del territorio. Il governo
regionale ha già lavorato per
promuovere l’immagine del
Piemonte in Europa e per incrementare la ricettività alberghiera con provvedimenti
come il bed and breakfast.
Ora stiamo lavorando per la
più grande opportunità di
promozione: le Olimpiadi invernali del 2006.
E) I cittadini devono essere
maggiormente coinvolti su
questi temi. Le riforme sono
indispensabili per migliorare
i servizi e per avvicinare le
istituzioni alla gente. Con
l’elezione diretta del presidente della regione un passo
importante è stato compiuto.
Chi non ha ancora
ricevuto il certificato
elettorale può
richiederlo al proprio
Comune di residenza
Francesca
Calvo
Francesca Calvo, torinese di
origine, si è laureata in Giurisprudenza nel 1972. Il matrimonio e la nascita dei figli la
convincono però a tralasciare
«la carriera» per dedicarsi totalmente alla cura della famiglia. È solo nel 1990 che Francesca Calvo si decise a iniziare
l’attività politica, risultando
eletta al Consiglio comunale
di Valenza. Nel 199, il risultato delle urne la proclamò sindaco di Alessandria riconfermandola nel 1997. Nel corso
di questi anni Francesca Calvo si è dedicata non solo alla
ricostruzione seguita all'alluvione del 1994, ma anche allo
sviluppo urbanistico della
città.
A) Sicurezza e occupazione
sono le 2 emergenze piemontesi in questo momento,
secondo me. Per la sicurezza,
in attesa che lo stato si decida a promulgare una legge
che garantisca la certezza
della pena la Regione deve
rendere sempre più efficace
il presidio del territorio e farsi promotrice di un coordinamento reale fra tutte le
forze dell’ordine. Per l’occupazione è necessario incrementare i fondi per l’imprenditoria giovanile eliminando
lacci e laccioli burocratici.
Stesso discorso per quanto
riguarda una maggiore flessibilità alle varianti di piano
volte a favorire insediamenti
produttivi e la creazione dei
distretti industriali.
B) È necessario trovare una
soluzione definitiva della direttrice Asti-Cuneo. Occorre
poi una ristrutturazione dei
sistemi di trasporto, potenziando le linee su rotaia, la
rete autostradale regionale e
il trasporto europeo per rendere il Piemonte «la porta
dell’Europa».
C) Certamente sì; il nodo
della questione sta in uno
spiccato decentramento. L’
ente locale, in questo caso la
Comunità montana, è quello
che conosce meglio i problemi del territorio. È chiaro che
deve avere fondi e competenze per poter svolgere al meglio le sue funzioni.
D) Il turismo, per adesso, è
una delle grandi occasioni
mancate del Piemonte. Occorre incrementare le iniziative in questo senso, specie
quelle legate al turismo enogastronomico.
E) Le riforme istituzionali
interessano esclusivamente
gli addetti ai lavori. I problemi che interessano i comuni
cittadini sono altri e infinitamente più concreti. È a questi ultimi che noi siamo chiamati a dare risposte.
INFORMAGIOVANI
VAL PELLIŒ
Via Roma 45
Lusema S. Giovanni
0121/9Ó0245
informazioni su
sport, scuola, lavoro,
musica, viaggi,
tempo libero
Lunedì e venerdì
ore 14' 17
14
PAG. 14 RIFORMA
E Eco Delle mci mLDESi
VENERDÌ 14 APRILE 20(Ki
SPORT
PALLAMANO
Paolo Vellano, studente all’Istituto Maxwell di
Torino, è’stato convocato
in nazionale allievi. Il
candiolese, alto 1 metro
e 99 cm per 103 kg di peso ha partecipato al raduno collegiale a Isola in
Slovenia sotto la guida
del tecnico federale Tedesco e parteciperà, dal
16 al 20 aprile, alla Coppa Latina a Pescara. Il
giovane pinerolese ha
iniziato l’attività a scuola, partecipando ai Giochi della gioventù, poi allenato dal prof. Livio Polissero, ha giocato nella
formazione del 3S Pinerolo; da quest’anno è stato ceduto in prestito alla
Pallamano Biella giocando così in una squadra di
buon livello tecnico.
mentre continua la corsa dell’Astra Piossasco
che superato in trasferta
l’Avis Cafasse, mantiene
la terza posizione.
Nel campionato di terza divisione femminile,
girone D l’Argo Volley ha
superato il 3S Luserna
per 3-0; con lo stesso
punteggio gli allievi del
3S Pinerolo osn stati superati dal Santena negli
ottavi di finale.
PALLAVOLO
La corsa del Body Magic in B2 si arresta sul
campo del Biella Scarpe,
secondo in classifica; i
pinerolesi sono stati battuti sabato per 3-1 interrompendo una storie positiva che durava dall’inizio del 2000. Vince invece per 3-1 con il Cecina il
Cerutti nel confronto fra
le due ultime in classifica
HOCKEY GHIACCIO
Incerta fino all’ultimo
la lotta per lo scudetto. Il
Bolzano che si trovava
sul 2-0 contro l’Asiago
(2-1 e 3-2 i punteggi delle prime due partite, la
seconda all’over time) è
andato sotto di brutto in
«gara 3», uscendo sconfitto dai vicentini per 100. Martedì 11 aprile c’è la
gara 4 e sabato, se necessaria, la gara 5.
Nei campionati del
mondo under 18 l’Italia
che schiera in porta il
valpellicese Michel Favre
ha pareggiato per 3-3
con il Giappone, ha battuto la Francia (4-1) e ha
perso (2-3) con la Polonia; resta pertanto nel
«gruppo B» in seconda
posizione.
Un video sulla Resistenza
Effetto boomerang
Mercoledì 19 aprile a
Torre Pellice (cinema
Trento, introduce l’assessore provinciale Walter Giuliano), giovedì 20
a Bricherasio, martedì 25
ad Angrogna (tempio di
Pradeltorno, presente
Fon. Giorgio Merlo), sempre alle 21, verrà presentato in anteprima il video
«Effetto boomerang: la
storia che ritorna», una
rilettura della Resistenza
alle valli valdesi realizzata dal Gruppo teatro Angrogna con la regia di
Enrico Venditti.
Il filmato, che si basa
su un racconto scritto da
Maura e Jean-Louis Sappé, ripercorre le fasi salienti del fascismo e della
Resistenza, dagli Anni 30
alla Liberazione, viste attraverso le esperienze di
Gino, un giovane angrognino che pagherà la sua
scelta di libertà sotto il
piombo di un plotone di
esecuzione di SS e militi
repubblichini. La vicenda
viene ripercorsa in chiave
moderna da Giulia, una
studentessa, nipote di Gino che nel 1999 prepara
la maturità liceale. Le
due vicende, quella di Gino e quella di Giulia, si
intrecciano a vicenda,
sullo sfondo delle immagini della guerra del Kosovo trasmesse quotidianamente dalla tv. Attraverso diverse e significative esperienze Giulia
maturerà, così come Gino nel settembre del
1943, una scelta destinata a segnare per sempre
la propria vita.
Il video dura 35’; è rivolto in particolare agli
studenti delle medie inferiori e superiori. Le riprese, durate diverse settimane in vai Pellice, tra
Bricherasio, Angrogna e
Torre Pellice, hanno visto
la collaborazione di una
cinquantina di persone
fra attori, tecnici e comparse. Una seconda versione della storia di Gino
più fedele al testo originale sarà proposta, sempre con la regia di Venditti, all’incontro del Bagnòou l’8 settembre.
Telefonare a Jean-Louis
Sappé (0121-953026 dalle
18 alle 21 e allo 0121944153 dalle 10 alle 13 il
martedì e il giovedì.
1A Pinerolo un incontro con lo scrittore e traduttore della Bibbia
Erri De Luca, la scrittura e la memoria
FEDERICA TOURN
«P!
IER me scrivere è
un corto circuito
della memoria - dice Erri
De Luca - e la memoria è
come un ghiacciaio in cui
è finita tutta la vita e che
ogni tanto, ritirandosi, rilascia una reliquia». E
questi frammenti tornati
alla luce sono gli «accidenti» che lo colpiscono
«come un petardo» e lo
portano a far rivivere una
seconda volta le persone,
a farle incontrare di nuovo, a dare loro una seconda possibilità.
Erri de Luca è venuto a
Pinerolo, alla libreria Volare, lo scorso 6 aprile a
incontrare il pubblico e a
parlare della sua scrittura, e ha iniziato proprio
sostenendo di abusare
del nome di scrittore
(«perché non ho mai inventato niente: scrivo
persone, non personaggi»). È lui quindi il giardiniere solitario in Tre cavalli*, che disegna geometrie con gli sguardi e
legge libri mentre mangia, spezzando aglio crudo nella minestra (se mai
il lettore ne avesse dubitato). E i libri stanno aperti davanti a lui perché
usati, ripassati da più occhi, docili alla mano che
li sfoglia. «11 libro non deve morire di noia o di
proprietà privata in qualche scaffale - ha scritto e
ricordato Erri De Luca è un mezzo di trasporto
che va preso e lasciato a
disposizione di tutti, come le biciclette in Danimarca». «Sono un lettore
selvatico - ha aggiunto il libro mi deve riguardare, è un semilavorato che
spetta a me completare:
o mi scarica del peso del
giorno oppure lo butto,
anche se è di un grande
scrittore».
Parla della sua infanzia
nel dopoguerra a Napoli,
una città piena di fantasmi dove i morti rimangono attaccati ai muri
delle case: dei viaggi recenti a Mostar, oppure di
quando faceva l’operaio
(«sono i ponti l’unica
opera di edilizia cordiale,
perché servono a tenere
insieme, non come i muri, che separano»). A proposito del suo interesse
per la lingua ebraica (Erri
De Luca ha tradotto alcuni libri dell’Antico Testamento) racconta di
essersi avvicinato alla
Bibbia, da non credente,
perché «è un libro remoto, che non vuole piacerti, e che parla di persone
con cui non può esserci
nessuna identificazione:
come identificarsi con
Abramo?». Gli incontri
non si tengono al centro
ma ai margini, tra persone diseguali; e allora, se
anche tu sei lontano dalla vita e dalle sue soddisfazioni, puoi andare
verso quel libro. «La Bibbia è per persone scombinate - spiega - ci si
sbatte la testa contro,
non è un posto in cui ci
si possa dare tranquillamente appuntamento».
11 suo metodo di traduzione è letterale, come
quello dei commentatori
ebraici («che vedono per
tutti i libri dell’Antico Testamento un’unica scrittura senza un prima e un
dopo»), e l’intenzione
quella di dare un’idea
della lingua punto di incontro tra credente e
creatore. La traduzione
di un versetto gli prende
anche un’intera giornata,
ma della Bibbia è comunque un lettore di superficie, assicura. E come
tale conclude con una
interpretazione della torre di Babele, non punizione ma grazia di Dio,
«che dissuade l’essere
umano a reagire in maniera meccanica alla tensione divina, ricordandogli che non a una costruzione di pietra ma a Lui
deve confidare per la salvezza».
M Cinque anni di concerti e la pubblicazione di un compact disc
La brillante attività del coro «Les harmonies»
(*) Erri De Luca: Tre
cavalli. Feltrinelli, Milano, 1999.
PIERVALDO ROSTAN
IL coro «Les harmonies» opera in vai Pellice sotto la direzione di
Enrico Charbonnier; il
nome fa riferimento all’armonia del canto e
all’armonia che regna
nel gruppo, misto e composto da persone di varia
provenienza geografica.
Il coro raccoglie appas
ASSEMBLEA
CROCE VERDE
Si svolgerà domenica
16 aprile, alle 10, l’assemblea della Croce
Verde di Bricherasio
che dovrà fra l’altro approvare il bilancio e discutere della realizzazione della nuova sede.
sionati del canto, della riproposizione di vecchi
brani e della ricerca musicale. Un repertorio, come del resto il nome
stesso del coro, fortemente caratterizzato dalla lingua francese: «La
nostra ricerca musicale
parte dalla vai Pellice e si
estende alle valli vicine,
in particolare alle valli
Germanasca e Chisone spiega la presidente, Adriana Prochet -; il francese è indubbiamente
parte del patrimonio culturale e anche musicale
di queste valli». Si canta
ancora, come fino a pochi anni fa nei bar o nelle
locande di paese? «Ai
giovani piace ancora
cantare - dice una corista, Barbara Chanforan viviamo in un ambiente
fortunato dove si è mantenuto questa tradizione.
Certo forse è più facile
trovarsi per cantare in un
coro che in modo occasionale in un bar».
Cinque anni sono pochi eppure alle spalle ci
sono già numerosi concerti e anche un Cd che
ha riscosso un buon successo. 11 2000 vede il coro
«Les harmonies» impegnato in lontane escursioni, curiosamente più
vicino al mare che ai
monti: nel primo fine
settimana di aprile ha
partecipato a una rassegna di canti a Venezia,
promossa dal Coro Marmolada, fondato cinquanta anni fa proprio
nella città lagunare. «Abbiamo ricevuto un’accoglienza molto calorosa.
con due concerti e la
sensazione di trovarci
davvero fra amici», racconta Adriana Prochet. E,
in attesa di poter ospitare
in vai Pellice il coro veneziano, ecco in vista un vero e proprio gemellaggio,
in agosto, con un coro
sardo, i «Juvenes cantores» di Sinnai. Il coro insulano sarà nel Pinerolese per una settimana e
vari concerti in zona; subito dopo «Les harmonies» partiranno alla volta
della Sardegna, anche in
quel caso per portare, sono parole del presidente
del coro Marmolada, «armonie che sanno di fatica, di lavoro, di povertà
ma anche di serenità, di
amore che solo le genti di
montagna portano nel
cuore e nell’anima».
APPUNTAMENTI
13 aprile, giovedì
TORRE PELLICE; Alle 15,30, nella biblioteca della
Casa valdese, concerto del duo pianistico a 4 mani,
con Elena Bossina e Dino Alexia, musiche di C. San
Fiorenzo e G. Gershwin.
PINEROLO: Alle 17, nel salone dei Cavalieri, incontro su «La riforma degli atenei», con il professor Nicola Tranfaglia, preside della facoltà di Lettere dell’Università di Torino.
PINEROLO: All’associazione Stranamore, alle ore
21,15, incontro su «Democrazia deliberativa e globalizzazione economica», intervento di Leonardo Ceppa.
14 aprile, venerdì
TORRE PELLICE: Nella biblioteca della Casa valdese, alle 20,45, per il gruppo di studi vai Lucerna, Raffaele D’Amato parlerà su «L’arte militare dei bizantini
nell’alto Medioevo».
PINEROLO: Incontro dei Testimoni di Geova delle
congregazioni di Luserna San Giovanni e Pinerolo,
per ricordare l’ultimo giorno della vita terrena di Gesù. La cerimonia durerà circa un’ora e si svolgerà
nell’hotel Cavalieri.
LUSERNA SAN GIOVANNI: Nella saletta d’arte, alle
20,45, conferenza su «Le sfide della bioetica», con il
professor Porcarelli, docente di filosofia a Bologna, e
Maria Paola Tripoli, ispettrice del ministero della
Pubblica istruzione.
TORRE PELLICE: Alle 21, nel tempio, concerto per
la pace, con cori e coretti, gruppi flauti, strumentisti,
solisti della vai Pellice, a favore della scuola materna
del campo profughi palestinesi di Jenin.
PINEROLO: Alle 21, nella chiesa di San Giuseppe,
concerto per clavicembalo con Elisabetta Gulielmin.
15 aprile, sabato
VILLAR PELLICE: Alle 21, nel tempio, concerto del
coro Bric Boucle, ingresso libero.
LUSERNETTA: Dalle 20,45, nella sala polivalente
della scuola elementare, corso di danza occitana a
cura dell’associazione Kalendamaia.
TORRE PELLICE: Nella biblioteca della Casa valdese, dalle 9 alle 17, corso di aggiornamento su «L’uso
del linguaggio teatrale nella scuola», proposto dell’associazione Lend, a cura di Marco Bricco e della compagnia Stilema. Per informazioni e iscrizioni rivolgersi a Liceo valdese, tei. 0121-91260.
SAN GERMANO CHISONE: Alle 21, nel nuovo palazzotto della sport, concerto delle bande musicali di Inverso Pinasca e Villar Perosa, per commemorare il 40°
anniversario della rifondazione della banda musicale.
SERVIZI
VALU
CHISONE-GERMANASCid
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festivatelefono 167-233111
Guardia farmaceutica;
(turni festivi con orario 8-22)
DOMENiCA 16 APRILE
Perosa Argentina: Termini,
via Umberto I, tei. 81205
14 AP
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lumini
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VAL PELLICE
Guardia medica;
notturna, prefestiva, festivatelefono 167-233111
Guardia farmaceutica;
(turni festivi con orario 8-22)
DOMENICA 16 APRILE
Torre Pellice: Internazionale
- Via Arnaud 8, tei. 91374
SERVIZIO ELIAMBUUNZA
telefono 118
Scariform
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giovanile : nr
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te indirizzo: :
via Borgo Nut
sellici (Fg); tei
CINEMA
17 aprile, lunedì
PINEROLO; Nella sala al pianterreno del seminario
vescovile, alle 20,45, incontro su «Segreti e virtù delle
piante aromatiche», a cura della professoressa Maria
Teresa Della Beffa, dell’Università di Torino.
18 aprile, martedì
PINEROLO: Alle 21,15, nella sede dell’associazione
«Stranamore», film «L’insostenibile leggerezza
dell’essere», di Paul Kaufman.
BRICHERASIO: Alle 20,45, nella biblioteca, incontro per l’Unitrè su «Le corde colorate», con Ciro Cirri.
22 aprile, sabato
FENESTRELLE; Alle 20,45, all’interno del Forte, Assemblea teatro presenta «Deserto dei tartari», ingresso lire 22.000. Repliche fino al 1° maggio.
TORRE PELLICE-Il
cinema Trento ha in
programma, giovedì 13 e
venerdì 14, alle 21,15, Gli
ultimi giorni di J. Molle
S. Spielberg; sabato 15
ore 20,10 e 22,20, domenica ore 16, ore 20,10 e
22,20, lunedì ore 21,15,
Un marito ideale: dome
nica ore 16 e 18, Toy
story 2 - Woody & Buzz
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lica. Seguo c
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sul viaggio d.
Santa per la
hiettività
alla riscossa.
PINEROLO — La mul
risala Italia (tei. 393905),
propone, alla sala «Scento» Erin brokovich; alla
sala «2cento» va in -visione Gioco d’amore con
Kevin Kostner.
lUna lì
propo
BARGE — Il cinema
Comunale ha in programma, venerdì 14 aprile, alle ore 21,15, Sos,
Summer of sun; sabato
15, ore 21,15, Passionof
mind; domenica, or
15,15, 17,5, 19,15, 21,15,
lunedì, martedì e giovedì, ore 21,15, Il collezionista di ossa.
ECONOMICI
PRIVATO acquista
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fletterà invia
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1 Un incontro della Fgei-Valli a Villar Perosa
Tutti i modi per essere impegnati
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«È meglio accendere una candela che
maledire l’oscurità». Con queste parole
del diacono Dario Tron, intervenuto
durante il convegno, si potrebbe situare
il percorso proposto all’incontro organizzato dalla giunta Fgei-Valli di sabato
8 e domenica 9 aprile a Villar Perosa. 1
racconti dei relatori come piccole luci
nel buio, fiammelle di impegno, gesti
pragmatici: un esempio concreto di
azione sociale e politica che può avere
presupposti differenti e diversi esiti.
Qual è l’origine di questi tentativi di
«movimento»? Forse la disillusione per
una certa politica, la voglia di rispondere a un’esigenza concreta, l’amore cristiano per il prossimo e la lotta al razzismo, la solidarietà opposta alla più sterile carità o la presa di coscienza della
responsabilità individuale. Molte ragio
ni per sopperire a mancanze, strutturali
0 psicologiche, riempire vuoti, economici e sociali, inseguire diritti, sempre
più calpestati con la violenza delle artni,
in un grande «villaggio» dove globalizzato è solo il potere del capitale e delle
transazioni finanziarie.
Due giorni per ritrovarsi, stare insieme e condividere frasi e momenti, perché anche il solo ritrovarsi per discutere e parlare può essere un atto politico
«primordiale», come ha detto Claudio
Canal al gruppo Egei di Torre Pellice, in
una società sempre più attraversata da
dinamiche di esclusione e comoda
frammentazione, annegati in poltrona
nella luce «color televisione». Alloro
l’appuntamento è per la fine di maggtOi
con un nuovo incontro, questa volta a
tema «teologico»: tutti sono invitati.
l
Continuano con successo i concerti di Cantavalli
Musica scozzese e irlandese
Per la rassegna Cantavalli, sabato 15
aprile alle ore 21,15 a Perosa Argentina
(padiglione Pian de la tour) è la volta
dei «Tabache», musica scozzese e irlandese. Il gruppo di musica celtica è stato
fondato nel 1994 da Aidan O’Rourke e
Claire Mann, a cui si è unito recentemente il chitarrista Ross Martin. Aidan
O’Rourke a 22 anni è uno dei più promettenti giovani violinisti scozzesi,
protagonista fin dalla prima adolescenza nei concorsi nazionali di violino e
collaboratore di diversi gruppi; Claire
Mann è flautista, ma anche apprezz.ata
come violinista e interprete vocale.
Con l’inserimento del chitarrista
Ross Martin, che ha già maturato
discreta esperienza con altri gruppi ®
duo con il suonatore di cornamu
Fred Morrison, «Tabache» ha
dato il proprio stile, che combina i
spetto della tradizione con un j
ciò innovativo e dinamico e un otti
padronanza della tecnica strumenta
La band si è imposta ail’attenzi
della critica e del pubblico
ne nel 1996 con «Are you willinS-”’ jj
bum d’esordio che rivelava le 8*^® j
potenzialità del duo, che
trovato ulteriore sviluppo in
rush», il cd presentato dalla nuova
mazione a Cantavalli.
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antichi
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I Uvagna
luminosa
Sono una sorella in fede e
aopartengo alla Chiesa evangelica riformata di Peschici,
Vita come pastore locale
Antonio Di Noia. Scrivo anle da parte del mio gruppo
jjovanile: noi desideriamo
cercate la collaborazione di
chi legg^ ® eventualmenteaiutarci.
Siamo sprovvisti di una laluminosa, che purtrop00 non possiamo acquistare
perché per noi giovani costa
troppo. Chi potesse aiutarci a
trovarne una di seconda ma
00 può contattarci al seguente indirizzo: Silvana Masella,
viaBorgo Nuovo 7, 71010 MeschÌd(Fg);tel. 0884-964377.
II II viaggio
del papa
Sono un vostro abbonato e
appartengo alla Chiesa cattolica. Seguo con molto interesse il vostro settimanale.
Mi è particolarmente piaciuto l'editoriale di Paolo Naso
sul viaggio del papa in Terra
Santa per la sua onesta obiettività
Raffaello Carli
San Severo (Fg)
lUna modesta
proposta
(lettera inviata a due quotidiani
mionali e non pubblicata)
Non commento la spettacolare denuncia delle colpe non della chiesa, si noti bene,
madi alcuni suoi esponenti pronunciata da Giovanni
Paolo 11 e accolta da un applauso quasi unanime. Non
commento perché mi pare
che siano sufficienti i commenti del teologo cattolico
Hans Kùng riportati da alcuni
quotidiani italiani.
Come storico, vorrei però
avanzare una modesta proposta. Dopo questo atto pub¡ico del papa, si può contiluare a ignorare che nella
Ichiesa di Santa Maria della
1 littoria, situata in via XX Set(tembre al centro di Roma,
I la messa venga celebrata sotI lo scene raccapriccianti: sulla volta, il «l iionfo della
'Madonna sulle eresie» di
I Giovanni Domenico Cerrini
I (1675) e, nel catino absidale,
(•LaMadonna della Vittoria
Pagina Dei Lettori
PAG. 15 RIFORMA
entra in Praga [protestante]
con gli eserciti cattolici»,
opera di Luigi Serra (1885)
dedicata alla carneficina
compiuta nella città boema
dalle forze della Lega Cattolica dopo la battaglia della
Montagna Bianca (8 novembre 1620).
Perché non trasformare
questo monumento all’intolleranza e alle guerre di religione in un centro di incontri
ecumenici? Altrimenti, nell’
anno del Giubileo e del mea
culpa, si potrebbe pensare
che i protestanti devono restare alTinferno, dove sono
stati cacciati con la spada!
Massimo Ruhboli
Università di Genova
Contratto
e impegno
Nel leggere l’opinione:
«Coppie di fatto» di Rita Gay
sul n. 13, mi ha colpita un'osservazione, in certa misura
marginale, sul fatto che si sia
persa un’occasione di riflettere sul rapporto tra contratto e
impegno, tra un contratto
che può venire spezzato e un
impegno che chiede di essere
rinnovato giorno dopo giorno
nella reciprocità e nella libertà. Presumo che l’autrice
del pezzo sia la Rita Gay di cui
ho sentito parlare fin da bambina e che ha lottato tutta
una vita per i diritti civili ed è
perciò che mi permetto di ricordarle che negli Anni 60,
nuando ero giovane, i rapporta i sessi erano molto diversi da quelli attuali e i giornali
femminili esortavano le ragazze a non cadere nella trappola dei giovanotti che chiedevano alla fidanzata «la prova», perché «cos’è un pezzo di
carta di fronte al nostro grande amore», salvo abbandonarla se questa cedeva, perché «se lo fai con "le magari
lo farai con altri». Nc.i essendoci la pillola, la ragazza 'enua che cedeva si ritro.
incinta e abbandonata, esposta al ludibrio del paese. Le
ragazze sveglie invece rispondevano: «11 tuo grande amore
per me non è così grande come vuoi farmi credere, perché altrimenti sopravviverebbe a un volgare pezzo di carta». Ai giovani di oggi sembrerà archeologia, perché i
rapporti fra i sessi sono cambiati, benché ora la paura del
contratto, l’insicurezza del
rapporto a due sia divenuta
Sono all'origine della famosa pasticceria Boch di Aosta
Zinna e Juvalta, albergatori e pasticcieri evangelici
LEO SANDRO DI TOMMASO
A proposito di cioccolato (a cui aggiungo l’arte culinaria e l’efficienza
alberghiera), durante questi cinque
anni di lavoro d’archivio,’di studio e di
elaborazione in vista di un libro sulla
storia della Chiesa valdese in Valle
d’Aosta che spero di finire al più presto, mi sono imbattuto prima nelle vicende di una famiglia di albergatori
protestanti e, poi, proprio in quelle
della famiglia di cioccolatieri e pasticcieri protestanti che ha dato origine
all’attuale «Pasticceria Boch», sita in
piazza Emile Chanoux, un tempo denominata piazza Carlo Alberto. Non fu
la famiglia Boch, la quale tra l’altro
non è protestante e non lo è mai stata,
a fondare quella pasticceria, bensì le
famiglie Zinna (valdese) e Juvalta
(evangelico dell’Engadina).
Andiamo con ordine per parlare anche di alberghi cominciamo con lo
sguardo molto preciso di un visitatore
curioso, che viaggiava a piedi incontrando e parlando con ogni sorta di
persone. Missionariamente proteso alla diffusione delTEvangelo, Cheever
George Barrell (questo il nome del nostro personaggio: un missionario evangelico americano che percorse la Valle
nel 1844) avrebbe certamente riferito
con interesse la scoperta di un qualche
radicamento protestante in questa zona, se lo avesse trovato, essendo un
fervente seguace del Revival, come ci
viene documentato sia dalle sue testimonianze sia dai suoi legami con César Malan a Ginevra. Quando trovò
una piccola presenza evangelica, ecco
lo subito pronto ad annotarla: giunto,
infatti, ad Aosta e preso alloggio zìVEcu
du Valais, sentì la necessità di riferire
un particolare che altri viaggiatori inglesi e protestanti, meno ferventi di lui,
avevano trascurato, cioè che «il proprietario» dell’albergo «era svizzero,
protestante» e che «con la sua famiglia
erano gli unici quattro protestanti di
tutta 1& città».
Nelle memorie di un altro viaggiatore, ringlese Arthur Thomas Malkin
(che aveva dimorato in Aosta il 24 agosto del 1843), si parlava già del famoso
albergo senza, però, l’annotazione relativa alla confessione religiosa dei
proprietari ma con una notizia in più,
che riteniamo importante: cioè che i
proprietari gestivano «una locanda anche a Courmayeur» (detto tra parentesi, tutti i viaggiatori che scendevano
all'Eoi du Valais, anche quelli che non
rilevano l’identità dei proprietari, si dichiarano soddisfatti soprattutto per il
suo lindore unico albergo senza pulci,
oltre che per la buona cucina).
Sette anni dopo il viaggio del reverendo Cheever, nel 1851, quello che fu
cronologicamente il primo giornale
valdostano, La Feuille d'annonces
d'Aoste, che aveva tra i suol collaboratori un gruppo di liberali e il canonico
Orsières (detto «il piccolo Gioberti valdostano», più tardi scomunicato per le
sue idee progressiste), nel suo numero
del 30 ottobre, ospita Tatmuncio pubblicitario dell’apertura della Pasticceria
Zinna, ubicata presso l’attuale casa
Boch, sul lato ovest dell’attuale piazza
Chanoux, Nicola Juvalta, pasticciere
proveniente da Zuoz in Engadina, che
giunse ad Aosta con la moglie Anna
Caterina Secchi che aveva sposato nel
1848, e ai primi tre figli, probabilmente
proprio nel 1851, subito divenne socio
in affari con Carlo Zinna. Nicola Juvalta senior in seguito rilevò l’azienda
Zinna senza cambiarne denominazione, come si ricava da varie testimonianze, non ultima quelle che parlano
del denaro abbondante che egli versava alla chiesa e quella in cui si dice che,
grazie al buon andamento dell’azienda, si poterono curare in un piccolo orfanotrofio, per alcuni anni, i figli di genitori morti a causa del colera del 1867
(tra questi Valentino Klett).
Dei numerosi figli di Nicola senior sopravvissero soltanto Nicola junior, detto Nuott, Pietro ed Emilia. Nuott fu anziano della chiesa fino alla sua morte
avvenuta il 17 giugno 1923, dopo che da
qualche anno era diventato cieco,
quando era pastore per la seconda volta
ad Aosta Pietro Chauvie. Ma torniamo
all’azienda, che fu sciolta nel 1878, cioè
tre anni dopo la morte di Nicola senior,
per assumere la nuova ragione sociale
di «Pasticceria Nicola Juvalta», avendone Nicola junior assunta la conduzione.
La società, forse già prima della morte
di Nuott, cioè alTincirca all’inizio degli
Anni Venti del Novecento, fu rilevata
dalla famiglia valdostana Boch che oggi
ancora la detiene. Oltre che dai giornali
locali che ho compulsato, la maggior
parte di queste notizie le debbo alla
gentilezza della sorella Letizia Vergnano Pecorella, della Chiesa metodista di
Milano, dalla quale mi sono state fomite altre preziose notizie sulle origini
della Chiesa valdese di Aosta.
così grande che credo siano
ormai poche le coppie che
non convivono prima di decidere se e quando sposarsi.
11 contratto matrimoniale, è
vero, può essere spezzato come qualsiasi altro contratto:
ho votato per la legge sul divorzio e lo rifarei, benché
pensi che sia sempre una soluzione triste e che lascia in
qualsiasi circostanza Tamaro
in bocca di un fallimento: la
macchina si era messa in moto contando di arrivare alla fine del percorso e si è guastata, come le auto di formula 1
che giungono al traguardo
soltanto in un caso su due.
Prima g, demonizzare i
contratti, però, pensiamo a
un altro contratto, per esempio al contratto d’affitto; se
non esistesse, è evidente che
l’inquilino potrebbe ogni sera trovare i suoi beni in strada perché il proprietario dei
locali ha deciso che qualcun
altro gli è più simpatico o lo
paga di più. Per quanto discutibile, il nostro modo di
vita attuale si basa su contratti, scritti o verbali, dal cespo di insalata che compro
sul mercato all’acquisto di
un appartamento in cui vivere. Del resto quello che
l’Unione europea propone
per gli omosessuali conviventi non è proprio un contratto? E questo contratto
escluderebbe perciò l’impegno a far funzionare la relazione giorno dopo giorno? E
la convivenza di tre vecchiette acciaccate e prive ormai di
stimoli sessuali, riunite soltanto dal desiderio di sopravvivere meglio, unendo tre
misere pensioni e compensando i loro malanni, non
meriterebbe la stessa tutela?
Per quanto riguarda poi il
riconoscimento di diritti alle
coppie di fatto che un contratto di convivenza potrebbero ma rion vogliono stringere, perché riconoscere dei
diritti se non si vogliono accettare i doveri? Non lo capisco. Se non esistesse altro
che il matrimonio cattolico
indissolubile (salvo annullamento) lo capirei, ma visto
che esiste un matrimonio civile, credo proprio come
contratto cioè impegno reciproco fra i contraenti, che
può essere spezzato in qualsiasi momento, in base a che
cosa si dovrebbe riconoscere
una coppia di fatto che non
l’accetta?
Mi sembra che l’umanità
tenda a seguire sempre un
cammino a zig-zag. Quando
ero bambina si parlava solo
di doveri dei bambini e non
di diritti, ora si parla solo di
diritti dei bambini e non di
doveri, mentre mi sembra
che la vita civile (quella cioè
che tende a limitare la prepotenza dei più forti, anche
se non sempre ci riesce) sia
fatta sia di diritti sia di doveri
ed eliminare una delle due
parti renda zoppa la nostra
vita. O no?
Giuliana Gay Eynard
Pinerolo
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• “Rità metrica di lavoro
15 sterna CSG
iTofeta rapito in cielo
16. Inquisitore in vai Pragelato nel XTV secolo
18. Diffuso infuso
19. Articolo maschile
21. Gestisce la rete televisiva
nazionale
22. In agricoltura sta per
stagione
25. Italiano in breve
26. Articolo romanesco
27. Marte per i greci
28. Comune della vai Pellice
30. Colpevole
31. Caterina von... moglie di
Lutero
Verticali
1. Può essere di corda ma
anche d’acciaio
2. Epoche
3. Segno discreto
4. Basso, profondo
5. Prefisso che indica
uguaglianza
6. Vocale ripetuta
7. Voce di incitamento per
animali da soma
8. Pittore impressionista
francese
11. Chiesa Evangelica
Luterana in Italia
13. Apparato predisposto
per una rappresentazione teatrale
15. Si dice che per causa sua
scoppiò la guerra di
Troia
16. Gesù dice che lo è chi è
povero in spirito
17. Pari in Artù
18. Quelle di Israele erano
dodici
20. Andate
23. 11 fedele cane di Ulisse
24. Vendita all’incanto
26. La coppiere degli dei
29. Sigla di Brindisi
La tutela della libertà di coscienza
Seggi elettorali e crocifissi
In riferimento alla notizia
che abbiamo dato {Riforma
del 31 marzo, pagina dei lettori) sulla possibilità da parte
dell’elettore di far mettere a
verbale la propria protesta
per l’eventuale presenza nel
seggio elettorale del crocifisso o di un qualsiasi altro simbolo di ostentazione religiosa, precisiamo che la procedura corretta è la seguente:
entrare, prendere la scheda,
chiedere al presidente del
seggio di rimuovere il crocifisso in base alla sentenza
della IV Sezione penale della
Corte di Cassazione del 1“
marzo 2000 (caso Montagnana); in caso che la richiesta
non venga accolta chiedere
di verbalizzare la protesta.
La sentenza della Cassazione, che il 6 aprile scorso è
stata depositata in Cancelleria e quindi è ha disposizione
di tutti, precisa inoltre la legittimità della contestazione
della presenza del crocifisso
non solo in uno specifico
seggio elettorale ma nei seggi
in generale. Citiamo: «Ora la
libertà di coscienza, prospettata per così dire a tutto tondo, non è divisibile in modo
da ritenerla esercitabile solo
se riguardi il seggio di desti
nazione dell’agente come
scrutatore e non la totalità
dei seggi e cioè l’intera amministrazione (sarebbe come
se la "obiezione di coscienza”
al servizio militare per opposizione all’uso delle armi ex
art. 1 legge 8.7. 1998, n. 230
non fosse esercitabile da parte del cittadino destinato a
compiti meramente amministrativi). Ogni violazione del
principio di laicità nel modo
indicato in qualsivoglia seggio elettorale costituito non
può non essere avvertito da
una coscienza informata a
quel principio come violazione di quel bene nella sua
interezza, indipendentemente dal luogo in cui si verifichi, cosicché non è possibile attribuire rilevanza al
fatto che casualmente la violazione non si verifichi nel
seggio di destinazione». La
libertà di coscienza, afferma
la Corte, «va tutelata nella
massima estensione».
Lettere brevi
Chiediamo ai lettori di limitare ì propri graditi interventi in 15-20 righe dattiloscritte. Grazie
■ PARTECIPAZIONI ■
Il Signore, nel quale fin dalla
giovinezza aveva riposto la sua
speranza, ha chiamato a sé
Luce Peraldo Bert
I nipoti ne ricordano la figura
di credente con le parole del
salmista: «lo dico aH’Eterno: Tu
sei il mio rifugio e la mia fortezza, il mio Dio in cui confido».
Cascina Campile di Sotto
Cándelo, 2 aprile 2000
«Tu hai detto: io ti conosco
per nome e hai trovato
grazia agli occhi miei»
Esodo 33,12
Con queste parole incise
sul marmo abbiamo dato il saluto a
Michele Sinigaglia
col rimpianto della moglie Anna Maria e dei figli Giovanni,
Paolo, Marco, Elisabetta, Pietro, Andrea, Anna Grazia e tutti gli otto nipoti.
Desideriamo ringraziare il
pastore Becchino per il messaggio dato all’obitorio di Pietra
Ligure e il pastore Emmanuele
Paschetto per II funerale celebrato nella chiesa battista di La
Spezia. Un particolare ringraziamento a Riforma per lo spazio dato in suo ricordo.
I familiari sono tuttora commossi per la grande attenzione
pervenuta da tutte le comunità
dove Michele è stato fratello e
pastore.
La Spezia, 14 aprile 2000
16
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PAG. 16 RIFORMA
B
È stata eletta a grande maggioranza dal Congresso nazionale del partito
Una protestante ai comandi della Cdu
Angelo Merkel, 45 anni, ex docente di fisica quantistica, divorziato, è figlia di un pastore
protestante dell'ex Cermania orientale. Porterà nel partito di Kohfuno ventato di democrazia
GIUSEPPE PLATONE
La Germania politicamente è imprevedibile, e per
una volta, in fatto di fantasia
politica, ci supera. Lo dimostra la rapida ascesa, ufficializzata in questi giorni, sino
alla vetta del partito dei cristiano-democratici (Cdu) di
Angela Merkel. Il brutto anatroccolo è diventata in pochi
anni un cigno reale che vola
alto anche sulle vette delle alpi bavaresi dove l’anima cristiano-democratica è tutta
cattolica. «Das Mädchen», la
ragazza, come la definiva il
vecchio patriarca del partito
Helmut Kohl, che compie in
questi giorni settant’anni, investito dalla bufera dei fondi
neri al partito, è diventata una
donna che si è presto emancipata dal vecchio sistema baronale della Cdu.
Una protestante dell'Est
La Merkel viene da lontano, dall’Est, figlia di un pastore protestante, e sta portando nel partito una ventata
di democrazia. Di fronte all’affermazione sacrale di
Kohl che non avrebbe mai rivelato i nomi dei finanziatori
del suo partito poiché l’aveva
loro promesso la Merkel, per
fare un solo esempio, dice
che le promesse non possono
stare al di sopra delle leggi
dello stato. Insomma, all’invocata ragion di stato per
giustificare finanziamenti occulti che avrebbero dovuto
impedire uno spostamento a
sinistra del partito, la Merkel
oppone la logica della trasparenza, delle regole democratiche valide per tutti.
L'opinione di
Einst Weizsaecher
«È arrivata in tempo - mi
dice Ernst Weizsaecher. presidente dell’Istituto di Wuppertal per il clima e l’ambiente, membro del partito socialdemocratico (Spd) e uno
dei pensatori più vivaci del
protestantesimo tedesco per moralizzare il suo partito
che oggi ne ha veramente bisogno». L’ex docente di fisica
quantistica, divorziata, capace di non fissare troppi programmi in anticipo, sa cavalcare la corrente più forte del
momento per governarla, rivelando grandi capacità di
mediazione. Il suo nome fa
bella figura di sé dopo quelli
di Adenauer e Kohl. Lasciamo stare il nome di Schäuble,
delfino di Kohl, che è stato
soltanto un personaggio in
rapida transizione. Ma Frau
Doktor Merkel durerà?
L'opinione di
Mananne Birthler
L’ho chiesto a Marianne
Birthler, già ministro della
Formazione nel Brandenburgo e attualmente al Bundestag come portavoce dei Verdi: «I^ Merkel ha vissuto con
molta determinazione l’opposizione al comunismo. Ho
personalmente conosciuto a
femplin (cittadina dell’ex
Germania orientale, ndr) il
padre della Merkel, un pastore impegnato nel campo
della formazione permanente dei pastori. Ho capito che
atmosfera abbia potuto respirare Angela in quella famiglia pastorale così appassionata di democrazia e libertà nel quadro di un regime che non è mai riuscito a
mettere il bavaglio alle chiese evangeliche. L’opposizione al regime comunista, non
dimentichiamolo, è nata e si
è sviluppata nelle chiese
evangeliche. In questa scuola, ovvero in una palestra di
Angela Merkel
dibattiti e di azioni coraggiose in cui occorreva mettersi
in gioco rischiando anche parecchio, la Merkel è cresciuta. E tutto questo oggi viene
fuori: Kohl pensava di imbarcare una tranquilla scienziata
che avrebbe dato senza scosse quel pizzico di novità al
femminile che oggi fa tanto
di moda, ma non si è accorto
di avere imbarcato una persona che non avrebbe continuato a guardare verso il basso dei problemi tecnici della
successione e della condivisione dei poteri ma avrebbe
alzato lo sguardo, e con lei
tanti altri, verso le questioni
reali e scottanti della società».
- Quindi è stata sostanzialmente una sorpresa?
«Diciamo che leggendo il
suo curriculum nessuno avrebbe immaginato che in
poco tempo sarebbe arrivata
ai vertici dell’Unione cristiano-democratica tedesca. La
sua biografia è una provocazione vivente: divorziata, senza figli, protestante, figlia
dell’Est e per di più di un pastore. Se avessero dovuto scegliere un presidente solo sulla
base del suo curriculum, sarebbe stata la prima a essere
scartata. Invece, a 45 anni, ha
vinto in modo netto, spetta
colara. Quel suo modo di far
politica, tranquillo ma determinato, quella sua solida
chiarezza di idee che emerge
dai suoi discorsi, la fanno apprezzare in molti ambienti».
- Che peso specifico ha il
suo protestantesimo nella
battaglia politica?
«Certamente ia Merkel non
sbandiera il suo essere protestante. Diciamo, con un gioco di parole, che mettere in
mostra il suo essere protestante non sarebbe un atteggiamento tipico per una protestante. È una questione di
stile. Diciamo che le interessa
la C (cristiano) del suo partito, i valori che la scelta cristiana può portare con sé
nell’agone politico senza per
questo promuovere nuove e
odiose forme di confessionalismo. Non vuole certo dividere gli animi dei cristiani tedeschi tra cattolici e protestanti: la Merkel tenderà
piuttosto a unire le forze su
obiettivi comuni facendo leva anche sulla sensibilità dei
credenti su questioni sociali».
- Tutto questo mi sembra
difficile se penso a temi come
l’aborto, il divorzio, le coppie
di fatto...
«Affronterà tutto quello
che c’è da affrontare, senza
sconti. Avrà certamente tempi duri perché gli uomini, come si sa, non mollano facilmente il potere. Ma una donna che si è formata per anni
alla dura scuola dell’opposizione al regime tedesco
orientale non cede facilmente a ricatti e pressioni. Andrà
avanti e trascinerà con sé altre donne che stanno già
cambiando il volto del partito cristiano oggi all’opposizione. Vuole più democrazia
interna, e questo è già di per
sé un programma vincente».
Una corrispondenza dalla «grande isola»
Anche il Madagascar colpito dai cicloni
CLARISSE RANDRIAMALALA
I
L primo grande ciclone si
chiamava Eline ed è penetrato nell’isola dalla costa Est,
ha attraversato la regione
centrale ed è uscito dalla regione Sud-Ovest. Ha devastato in modo particolare la regione Est; il vento soffiava a
200 km/h. A Marolambo vi
sono state 1.000 persone senzatetto e 20 sono morte a
causa delle raffiche di vento e
della piena dei fiumi. Le coltivazioni sono distrutte, le
strade interrotte per settimane. A Vatomandry, Mahanoro
e Tanambao Manampotsy il
passaggio di Eline è durato
otto ore. il 90% dei villaggi è
devastato, le risaie, le piantagioni di banani e aranci sono
distrutte. A Moramanga il ciclone ha distrutto l’ospedale,
il palazzo della polizia e altri
palazzi amministrativi. La
strada tra Antananarivo e Tamatave è interrotta a causa di
un ponte crollato; a Antananarivo il vento ha soffiato a
140 km/h distruggendo numerosi palazzi pubblici e privati. La notte del 17 febbraio
la nostra casa è stata scossa
violentemente per alcune ore
e noi tutti abbiamo avuto
molta paura. Antananarivo,
Ambatolampy e Antsirabe sono state le città maggiormente colpite; sessanta scuole
elementari e altri trenta centri scolastici sono sinistrati, il
liceo Andohalo è senza tetto
e trentadue sale di lezione
sono inondate: i corsi sono
stati sospesi per più di dieci
giorni. Ad Anjozorobe il ci
clone ha distrutto tutti i palazzi amministrativi.
Il secondo ciclone, Gloria,
è penetrato dal Nord e ha attraversato tutta l’isola, portando piogge abbondanti soprattutto nelle regioni settentrionali. Numerosi fiumi sono straripati, i risicoltori sono
desolati come pure tutto il
popolo malgascio: quest’anno il riso potrebbe mancarci
in grande quantità. 11 Madagascar sta vivendo una situazione molto triste: dopo la
siccità dei mesi scorsi sono
arrivati violenti cicloni e dopo i cicloni è il colera a colpire in modo virulento molte
regioni, in particolare la capitale Antananarivo e il Nord
del paese.
(traduzione
dal francese di Dario Tron)
VENERDÌ 14 APRILE 2000
Articolo sul Kosovo - seconda parte
Kosovo, un anno dopo
Chi farà il primo passo?
KARIN ACHTELSTEHER
D!
caffè, don Shoni parla
della sua visione del futuro
del Kosovo: indipendenza,
forse federazione, democrazia, e inoltre apertura all’Europa, in particolare nel campo
economico. E la popolazione
serba? «È ora che i serbi ci
chiedano perdono per quello
che ci barino fatto durante il
conflitto. È quello che aspettiamo anche dal vescovo [ortodosso serbo! Artemije». È il
mercoledì delle Ceneri e don
Shoni deve andare a dire messa; i suoi parrocchiani lo
aspettano già davanti alla
chiesa. Ha fretta ma si volta
ancora una volta e, con il dito
alzato, dichiara: «Il Kosovo è
come la Santa Trinità: è indivisibile e Mitrovica ne è il
cuore. Lo può scrivere».
Qualche via più in là, il frate
Miron è seduto nella cameretta scura che occupa nell’ex
seminario di teologia della
Chiesa ortodossa serba. Gode
di una protezione personale
così come le altre 45 persone
(Rom, serbi e albanesi) che
hanno cercato rifugio nel seminarlo. L’edificio è sorvegliato 24 ore su 24 da soldati
tedeschi della Kfor. Gli adulti
che fanno le loro compere sono protetti, così come i bambini che giocano nella strada.
Frate Miron e i suoi protettori
della Kfor affrontano ogni
giorno 1 pochi metri che li separano dalla chiesa, temendo
reazioni violenti da parte dei
loro vicini albanesi.
Tornando a Pristina in automobile, passiamo davanti
a una fossa comune coperta
di fiori. A Pristina, Qemaj
Morina e Xhabir Hamitl, entrambi rappresentanti della
comunità islamica, fanno il
bilancio del conflitto. Trenta
imam e studenti di teologia
hanno perso la vita, 210 moschee con i loro libri coranici
sono state distrutte, viene
valutato in 4.000 il numero di
albanesi del Kosovo, donne e
uomini, incarcerati nelle galere serbe, e non si parla
neanche delle innumerevoli
vittime morte durante il conflitto. Le cifre variano: Morina parla di 10-15.000 morti
dalla parte albanese e di 57.000 persone scomparse.
«Mai più deve succedere
una cosa simile>>, dice Xliabir
Hamiti. Ma come rompere la
spirale dell’odio? «Nel nuovo
millennio, bisogna che la soluzione dei conflitti venga affrontata in una prospettiva
interreligiosa», conclude.
«Non possiamo più tollerare
che la religione sia al sevizio
di fini politici». Qemaj Morina e Xhabir Hamiti non si sono mai smentiti e non hanno
mai perso un’occasione di
avere contatti con le altre religioni. Nel marzo 1999, prima dell’inizio dei bombardamenti della Nato, erano a
Vienna dove con gli altri rappresentanti religiosi della
provincia hanno lanciato una
avvertimento contro il ricorso alla forza come mezzo di
soluzione del conflitto.
Altre discussioni sono seguite, nel dicembre 1999, ad
Amman e, nel febbraio scorso, a Sarajevo. Nella dichiarazione di Sarajevo, il vescovo
ortodosso serbo di Raska e di
Prizren, Artemije, il vescovo
cattolico romano di Prizren,
Marko Sopi, e il mufti della
comunità islamica del Kosovo, Rexhep Boja, sono stati
unanimi nel condannare gli
atti di violenza perpetrati per
motivi etnici o religiosi, la distruzione dei santuari religiosi e dei cimiteri, l’espulsione
degli abitanti dalle loro case,
gli atti di vendetta e l’uso dei
media pubblici per fomentare
l’odio. Il documento insiste
inoltre sull’importanza dei
valori morali comuni difesi
da tutte le comunità religiose
del Kosovo, qualunque siano
le loro tradizioni religiosa e
spirituale. Secondo la dichiarazione, questi valori comuni
possono costituire la base del
rispetto reciproco, della cooperazione e delia coesistenza
pacifica in Kosovo.
Il primo segno della cooperazione tra le religioni è la
creazione di un Consiglio interreligioso che inizierà il suo
lavoro ad aprile. Ma quando
la gente non prova alcun rimorso per gli atti commessi
ed è incapace di perdt)nare,
la cooperazione interreligiosa è impotente. A Qemaj Morina dispiace che anche nella
dichiarazione di Sarajevo la
parola «perdono» non venga
menzionata. Perché ci sia
perdono, bisogna cìie uno
dei due campi cominci a
chiederlo. Chi farà il primo
passo? Ecco la grande questione in Kosovo.
(2 -fine)
(Cec info\ traduzione dal
francese di ]. -]. Peyrnriel)
'TZ.^à'io
abbonamenti
interno
estero
sostenitore
L 10.000
L 20.000
L 20.000
Dal dossier della Federazione luterana nnondiale «La vita dopo... il debito?»
Vivere con il debito in Zambia
La Repubblica di Zambia è un paese
situato nel Sud deH’Africa, senza sbocco marittimo, di 9,2 milioni di persone,
con una superficie totale di 752.000
kmq. Potenzialmente ricco di risorse
minerali e agricole, lo Zambia ba ottenuto la propria indipendenza nel 1964
ed è stato governato fino al 1991 da un
partito unico. Durante quel periodo
tutta la vita economica, dall’industria al
commercio, ai trasporti era sotto il controllo di compagnie governative. Oggi il
paese incontra molte difficoltà ad adattarsi all’economia di mercato liberista.
In che modo il debito colpisce loseph
Phiri e la sua famiglia di sette figli, un
contadino fra il milione di piccoli contadini della provincia orientale? In primo luogo, Joseph Phiri non ha accesso
al credito a buon mercato che gli offriva la banca nazionale di Lima, perché
quest’ultima è fallita. Questo gli impedisce oggi di comprare semi di qualità,
concimi, ecc. Non può assicurare la
scolarità ai propri figli, neanche la
scuola elementare, perché tutte le
scuole sono a pagamento... Le spese
Lusaka (Zambia): donne al mercato
mediche sono notevolmente aumentate. Joseph Phiri ha deciso di unirsi ad
altri abitanti del villaggio in una «clinica» autogestita, ma dopo due anni la
clinica è rimasta in cantiere, senza mobili né personale.
L’Unione cooperativa che doveva
comprare gli eccedenti di mais, garantendo i prezzi, non esiste più: non
avendo un mezzo di trasporto, Joseph
Phiri è costretto a vendere i suoi prO'
dotti a commercianti senza scrupoli'
spesso in cambio di zucchero, sale o vestiti usati. Ci sono molte ragioni per
spiegare il declino dell’economia nello
Zambia. 11 notevole debito estero ammonta a 7,4 miliardi di dollari, il che
rappresenta sette volte il bilancio annuo del 1999, il 35% del quale dipende
da donatori internazionali, mentre la
metà dei redditi domestici viene utilizzala per il rimborso del debito. Non c e
bisogno di essere economisti per capire
la situazione. Joseph l’hiri e i suoi compatrioti sono presi in un ingranaggi^’
l’80% della popolazione vive al di sotto
della soglia di povertà. L’asservimenw
dovuto al debito estero deve essere rotto per permettere al popolo dello Zambia di ritrovare una vita degna con prospettive di futuro.
(5-fine)
(Articolo di Esa Uitto, tratto da
Information gennaio-marzo 2000J____
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