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Bil^liotsca Val-iesö
(Torliio)
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Settimanale
delia Chiesa Valdese
DELLE VAiai YALDESI
Gettate lungi da^voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Num. 21
— Abbonamento ! Lire 600 per rinterno. Lire 1000 per l’estero —'"Spedieione in abbonamento postale, 1° Grrnppo
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TORRE PELLICE, 26 Maggio 1950
PENTECOSTE
CRTTI D0GU PPOSTOLI 2)
I''
E’ stato giustamente ossertmto che « la Chiesa
ha perduto il senso dello Spirito » ( 4lex. ÌVestphal).
Eppure, basta semplicemente rileggere il racconto Pentecostale per notare come lo Spirito Santo si presenti quale UNICA E INDiSPENSABILE
ENERGIA SOVRANA.
Energia Sovrana, capace di mettere alla prova
gli spiriti e di rivelarne le intime disposizioni.
Di fronte all’effusione da Alto, nessuno rimase
indifferente; gli uni, maravigliati, esclamarono:
« che vuol essere questo? » e ingrossarono tosto le
file dei discepoli; gli altri, i beffardi, derisero; ma
ignorare, ma disinteressarsi, non fu possibile.
Cristiani, ci pensiamo noi? Una nuova Solennità c’invita a cantare: cc Santo Spirito, deh! scendi »; or, passata la festa, non è possibile che ritorniamo tali e quali nella vita; vi torneremo — o riVf stili di una potenza più vittoriosa che per d’addietro nel M buon combattimento », o... praticamente indifferenti, ossia caduti più in basso di prima, sul sentiero della Vita. Già alla culla del Redentore, un vegliardo ispirato aveva predetto che
« Costui sarebbe posto a caduta » se non fosse stalo di « rilevamento »; e non ne abbiamo noi una
illustrazione eloquente nella Natura, allorquando
i primi tepori primaverili fanno sbocciare le viole
e mandano in putrefazione i germi cattivi? « Nessuno può dire che Gesù è il Signore se non per lo
Spirilo Santo ». Non contristiamo adunque, non
spegnamo lo Spirito!
Lo Spirito solo. Energia Sovrana, può unire le
anime, quaggiù normalmente tanto divise!
La prima Pentecoste ci offre invero uno spettacolo esattamente opposto a quello di Babele; ricordate: gli abitanti di Scinear si univano nel folle intento di dar la scalata al cielo... ed eran tosto
dispersi. A Gerusalemme, è il Cielo che — rispondendo al grido innato di tutti i sinceri u oh! squarciassi tu e scendessi » —■ si apre ed unisce in uno
tanti dispersi, accorsi da tutte le parti del mondo
di allora.
Vedeteli accomunati dallo Spirito in un unico
sentimento, in una medesima speranza, in una uguale certezza di fede, in un solo amore. E perchè
non l'ha compreso ancora il nostro misero mondo?
Poi, c’è di più. C’è per noi, mortali, un conforto ineffabile nel maraviglioso spettacolo Pentecostale che. affratella gente così dissimile: io vi
scorgo il preludio alle delizie immortali. Ci lambicchiamo talora il cervello per cercare di figurar
ci quel che sarà la beatitudine celestei^i. Orbene,
Gesù ce la descrive come il Banchetto spirituale
al quale sederanno i redenti venuti da « Oriente
e da Occidente » e la Pentecoste spiegia che, tutti,
formeranno una grande famiglia, poi le affinità
spirituali create in noi dalla Sovrana ì^nergia che
avvicina le anime le une alle altre, f
Gloriosa realtà! Ci sforziamo noi ^ coltivarla,
« camminando per lo Spirito d? I
Ma ciò è possibile soltanto per mezzo dello Spirito, che rinnova i cuori. E’ questa, al sommo grado, l’azione dell’Energia Sovrana- '
Notate gli apostoli: erano pur stati >alla scuola
di Gesù, l’avevano seguito e veduto al l'Opera, avevano creduto in Lui... eppure, illusi, invocavano
ancora non so quale impossibile miraiiolo che ri
stabilisse il Regno ad Israele e serravano intanto,
paurosi, le porte per tema dei Giudei. ^Vedeteli ora : escono coraggiosi e saldi nella loro testimonianza, felici e sicuri nella loro fede. %
Cristiani, non dimentichiamolo mai: conoscere
la verità, è indubbiamente necessario; buona cosa
V appartenere ad una chiesa — ad una chiesa, poi,
gloriosamente fedele come la nostra nel suo passato; credere ed assolvere i proprii cosi detti doveri
religiosi, beneficare, essere mondanamente onesti..,
'"pi. Ma tutto codesto è insufficiente ai fini del Regno di Dio; come inutile cosa, e vana, è ¡’escogitare mezzi di perfezionamento morale, per quanto
sinceri — se non ci poniamo, prima, sotto il raggio della potenza da Alto che, sola, puc> trasformare il cuore, fonte della vita; perchè, allora, è l’Onnipotente che agisce nella nostra debolezza. Lo Spirito non è forse il Signore stesso all’opera in noi? .
Solo che noi non gli impediamo di operare, coi
nostri « interdetti » con la nostra indifferenza o
la nastra mondanità, col dare insamma accesso in
qualche modo al Diavolo; solo che ci ricordiamo,
praticamente, della promessa - esortazione che non
può mentire: « Se voi, che siete malvagi, sapete
dare buoni doni ai vostri figliuoli, quanto più il Padre vostro Celeste donerà lo Spirito suo Santo a
coloro che glife lo domandano? ».
(Quello Spirito si manifesterà sempre come potenza simile a vento impetuoso cui nulla resiste;
come fiamma che, partitamente e tutti insieme, riscalda ed illumina, guidando « per le vie del Bene .> alla Patria Celeste.
Luigi Marauda
G, S. BACH
Nel 2*’ Centenario della morte
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Ricorre quest’anno il bicentenario
della morte di Giovanni Sebastiano
Bach, avvenuta a Leipzig il 28 luglio
i/.ìO. Per noi protestanti il nome di
Bach non è sconosciuto. Purtroppo
si conosce poco più che il nome e
che Egli fu il massimo musicista tedesco della prima metà del Settecento e che compose molta musica religiosa e per organo ecc. Questo è vero, ma non basta. Non basta sapere
l’anno di nascita e di morte o l’attività che Egli ha compiuto e che il
Suo genio immortale fa rivivere ancora in mezzo a noi, dopo 2 secoli,
più vivo ohe mai, più vero e più moderno che mai. Non basta accontentarsi di sentire delle trasmissioni radio in cui si riascoltano le sue musiche che hanno sempre qualcosa di
nuovo da dirci, quando sono ispirate, come quasi tutte le sue opere ad
uno spirito profondamente religioso e mistico. Non basta. Occorre che
noi protestanti, poiché abbiamo un
sì grande tesoro da sfruttare, sappiamo veramente attingere in questa miniera inesauribile tutte le ricchezze che essa contiene.
A questo punto potrebbero sorgere delle domande e delle obbiezioni: Come si fa a studiare Bach, quando si sa che la sua musica è tanto difficile e fredda e cerebrale e richiede
dei complessi corali assolutamente inadeguatì a tale scopo. Ebbene dirò
subito, rivolgendomi alle nostre Corali, che per quanto modesto sia il
loro organico, tutte possono, se vogliono, imparare a conoscere Bach
itìolto più facilmente di quello che
si possa credere. Anzitutto Bach non
è difficile, nè freddo, nè noioso, nè
calcolatore più che musicista. E
poi non è affatto vero che occorrano
dei romplessi corali enormi per l’esecuzione delle Sue composizioni
Una raccolta di Corali
Ora siccome i suoi Corali sono veramente alla portata di tutti, iniziamo i nostri studi da queste pagine
che sono il fiore della musica sacra
protestante e la voce più pura e sincera della Riforma di cui Bach fu il
supremo Cantore e si vedrà che i risultati saranno di gran lunga superiori alle nostre previsioni. L’unica
difficoltà è la mancanza di Raccolte
di Corali in Italia, perchè da noi non
si usa pubblicare di Bach che le opere didattiche per gli allievi di pianoforte; ma i buoni rapporti che abbiamo all’estero colle nostre Chiese
sorelle possono concorrere alla divulgazione di tali Opere per mezzo
dei nostri stessi Pastori i quali, recandosi in questa o in quella nazione amica, hanno la possibilità di portare da noi tali Raccolte. Basta una
Copia per Corale. Le altre si possono trascrivere, con l’aiuto di alcuni
volonterosi. Sono dei Cori a 4 voci,
brevi e di rara potenza espressiva
Può darsi che la nuova edizione dell’Innario abbia già pensato a queste
cose, lo mi associo a questa intenzio
ne; se esìste, l’appoggio e la raccqmando vivamente; se non è ancora
balenata in mente a coloro che hanno ima responsabilità in merito, rivolgo un caldo invito onde ciò avvenga. E' assolutamente ora di valorizzare pienamente tutta l’opera Bachiana che le nostre Chiese non conoscono ancora e che le nostre Corali e i nostri Organisti possono^ ese- '
guire sia al Culto, sìa in Audizioni.
E’ parte integrante della nostra edificazione spirituale e religiosa di conoscere più profondamente la grande anima di colai che ha illuminato
per tutta la vita la sua arte colla Luce divina, di Colui che ha cantato la
gloria di Dio, il perdono, il penti
mento, l’angoscia del cuore oppresso dal peccato, la pace dell’anima
riconciliata dal suo Creatore.
Il Culto nostro deve arricchirsi di
quella parte musicale che ancora non
ha, e le nostre assemblee debbono
comprendere che l’interludio d’organo o di canto non deve servire a
chiacchierare col vicino o a espandersi rumorosamente approfittando
di quei cinque minuti di cosidetto
raccoglimento per poi stare più o meno attenti al sermone del Pastore.
Ora con una tale preparazione non
si arriverà mai a comprendere la enorme profondità di Bach che è raccoglimento' intimo e pio dell’anima
umana tutta intenta ad elevarsi verso Dio; e questa preparazione non
la si otterrà finché si continuerà ad
ignorare il mezzo per favorirla.
Ricordiamoci che per la Chiesa
non c’è altri che Bach che possa veramente creare quell’ambiente favorevole alla meditazione e alla preghier.i Tutti noi abbiamo un’anima
più o meno sensibile. Cerchiamo di
ottenere il mezzo per poter parlare
più intimamente con essa. Non lo
troveremo certamente ascoltando una volgare canzonetta... Dicevo una
sera all’Unione ai miei ascoltatori
di musiche di Bach, che occorre, per
comprenderlo, fare non tanto attenzione al lato stilistico tecnico della sua musica, quanto all’ambiente
che essa crea. Sebbene lo stile di
Bach sia così personale da renderLo
inconfondibile con un altro compositore dell’epoca, occorre lasciarsi
avvincere unicamente dal linguaggio spirituale che dalla sua musica
emana. Solo così l’anima ritrarrà
quei benefici che in altro modo non
saranno possibili.
Un augurio
Non voglio abusare dello spazio
e termino. L’augurio che io rivolgo
a tutti coloro che « sentono » col
cuore la suprema arte è che pre.sto
nelle nostre Valli e in tutte le chiese Valdesi e protestanti della no.stra
Patria, accanto alle esecuzioni dei
più begli inni del nostro innario e
dei nostri Psaumes et Uantiques, aleggi ed echeggi nei nostri templi
l’eterna voce di Bach che dopo due
secoli ha ancora qualcosa di veramente buono e di salutare da dirci; anzi ora più che mai ha da parlare alle anime di ognimo di noi. Più iU
mondo si inabissa nel materialismo,
più Bach è attuale e deve essere il
nostro amico e il nostro consolatore
accanto alla Parola di Dio, perCliè
la musica di Bach è la Parola stessa
di Dio fatta suono e armonia e canto. Cantiainoia dunque con entusiasmo e alla Gloria di Colui che ha
dato agli uomini un sì grande ed eccelso Genio.
Ferruccio Rivoir
Si mise a insegnar loro molte
cose. Mar. 6: 34
Il Maestro è qui oggi, per essere il
mio maestro. Egli fa risplendere le
verità della sua Santa Parola, nascoste
a coloro che hanno raramente udito la
voce sottile del suo spirito chieder libertà d’ingresso nel cuore per Colui
che è la vera vita, che l pronto a dar
sapienza e conoscenza, se soltanto gli
uomini volessero dargli retta, guardare
a lui, e vivere.
Egli è il mio maestro — e proprio
oggi il Maestro è qui, ¡ resente.
Tu, o Eterno, m’hai soccorso e
consolato. Sai. 87 : 17
Il Maestro è qui, oggi, per consol'trmi nella mia afflizione.
Nessuno può comprendere come lui
quanto sia profondo il mio dolore e la
mia angoscia. Nessuno può conferire
tanto conforto e tanta calma come
Cosà, perchè nessun altro sa, come
lai, toccare il cuore e infondergli pace, nessuno come lui sa addolcire l'iniima pena e dare un, vero soccorso
Proprio qui, il Maestro è oggi presente.
Dio è potente da far abbondare
su di voi ogni grazia affinchè
avendo sempre in ogni cosa
- tutto quei che vi é necessario
abbondiate in ogni opera
buona. 2 Cor. 9: 8
Il Maestro è qui, oggi per supplire
a tutti i miei bisogni.
Così io posso fare assegnamento .su
di lui ogni ora, per aver vittoria sul
vcccato e sulla sua malefica e mortale
potenza; a posso fare assegnamento su
di lui per esser aiutalo onde essere iv
benedizione a tutti coloro che oggi vengono in contatto con me, sia in casa
■mia, qui, dove io siedo e leggo, o seri-.
IO, 0 cucio; sia fuori, anando io cani■riino, 0 dovunque io vada. Egli è sempre vicino.
Proprio qui, il Maesrio c oggi presente.
(Da « You e 1 ». vers. A. C.)
COMUNICATO
La Conferenza DJsfreffuale per le Valli avrà luogo
a Pinerolo il giorno 8 Giugno p. v.
I Concistori sono vivamente pregati di far pervenire
al Sovraintendente la relazione annua e il sunto della
medesima entro il 31 Maggio.
La Commissione Disireifuale
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L’ECO DELLE,.VALLI VALDESI
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ijonsideriamo aperto il dibattito^ su
queeto problema e invitiamo altri a
prendere la parola. Così pure sar- mo
grati a quanti ci vorranno mandare articoli su problemi come questi : la fa
miglia, i rapporti coniugali, il matrimonio, la funzione del sesso, il divorzio ere. eee., o su altri argomenti di
carattere sociale, alia luce del Vangelo di Cristo. (N. d, R.)
la famiglia! Questo non perchè siano sole, ma perchè il marito o è disoccupato o ha un salario nettamente insufficiente.
Il servizio nella chiesa
L’articolo intitolato tc Femminismo » e pubblicato sul u. 19 dell’Eco delle Valli è un invito a riflettere su problemi che sono della massima importanza per l’individuo come per la società.
Non vorremmo tuttavia che, in
nome di un nostalgico rimpianto per
i bei tempi lontani e prescindendo
da quella che è, purtroppo, la realtà del tempo in cui viviamo, noi cadessimo in errore con una cònfusione di termini. Una cosa è, infatti, il
femminismo e ben altra cosa è l’essere chiamati al servizio del Signore
ed alla testimonianza nel mondo.
Vi è d’altra parte il complesso
problema dei matrimoni. Non a tutte le donne è dato di poter foudareuna famiglia. Se tante giovani non
conosceranno mai le belle responsabilità che essa comporta, un po’
di colpa, evidentemente, ce l’banno
anche gli uomini.
Questo nostro tempo è caratterizzato dalla paura di vivere, come direbbe Bordeaux. Paura delle responsabilità troppo grandi, della famiglia troppo numerosa, degli slanci
troppo impegnativi... In questa paura uomini e donne sono associati in
misura uguale e non possiamo dar
loro tutti i torti, anche se siamo convinti che l’idea, anzi l’o.ssessio»e del
benessere sia la causa prima di quella mentalità timida ed esitante.
Ora noi ci domandiamo: se la donna è stata chiamata dall’evoluzione
dei tempi a lavorare in molti campi che prima le erano preclusi, abbianm noi il diritto di affermare che
essa non può venire chiamata ad un
servizio nella chiesa? Un servizio,
beninteso, secondo le sue possibilità
e 1“ sue aspirazioni.
L’idea neotestamentaria del servizio cristiano non può essere ristretta ai piccoli, umili atti riguardanti
specialmente le donne. L’affermazione di Gesù : « se qualcuno vuol
essere il primo, sia Vultimo e il servitore di tutti » non ha soltanto ua
valore indicativo particolare per
quello che riguarda la posizione della donna nella chiesa, ma va applicato a tutti indistintamente, uomini
e donne, poiché vi sono vari modi
di servire.
La durezza dei tempi
Siamo tutti d’accordo nel riconoscere che vi è attualmente, in seno
alla società, un penoso dissesto per
cui, mentre l’uomo stenta ad aprirsi un varco ed a farsi una posizione,
alla donna vengono aperti sempre
più tutti i campi della cultura e del
lavoro in genere. Questa constatazione non ci deve tuttavia far additare nel femminismo la prima ed uunica sorgente di tale disordine.
Quante donne non chiederebbero di
meglio che di poter « dondolare la
culla » nella quieta penombra della
loro casa e sono invece chiamate dalla durezza dei tempi ad espletare,
in pari tempo, due compiti ugualmente gravosi: le cure della casa o
il lavoro che procuri il pane a tutta
Non possiamo neppure dimenticare che da anni, ormai, le giovani
vengono istruite al pari dei loro coetanei. Ora, lo sbocco naturale di tanti anni di studio è l’esercizio di una
professione. Se, per le donne, il matrimonio dovrebbe normalmente segnare la fine del lavoro retribuito
(a quando dei sussidi tipo quelli
francesi « la mère au foyer »?) possiamo noi veramente incolpare le
giovani di oggi se, vedendosi preclusa la via al matrimonio, esse cercano
mediante il lavoro un modo onesto
di guadagnarsi il pane?
Non soltanto il femminismo, dunque, porta la donna sullo stesso piano dell’uomo, ma un complesso di
nuove condizioni di vita che hanno
di molto trasformato l’antica compagine sociale.
Oggi più che mai la chiesa ha bisogno del nostro servizio e se vi sono donne in condizione di rispondere al suo appello, questo non dovrà
turbarci, purché il servizio (qualsiasi forma esso rivesta) sia veramente tale.
Accanto alle eroiche diaetmesse
* che servono il Signore giorno e notte nelle corsie degli ospedali, accanto alle coraggiose missionarie che
offrono la loro vita in terra pagana,
accanto a tutte quelle donne che già
si consacrano agli orfani ed ai diseredati troveranno certamente il loro,
posto le assistenti parrocchiali che
potranno consacrarsi ai bimbi, occupare posti di responsabilità in seno
alla gioventù, presiedere riunioni,
ecc.
La Signora Peyroi Maddalena ved. Pons, nata alla Ribba di
Praly, nonna dell'anziano Pons Remigio della Chiesa di Pinerolo, ha compiuto cento anni il 15 maggio e vive a Chicago, negli Stati Uniti.
e amore) ma di aprire decisamente
!e porte al servizio femminile nella
chiesa. Chi sa se esso, un giorno, non
rappresenterà un buon stimolante
nei confronti dell’elemento maschile?
Messaggio dei presidentt del
Consiglio Ecumenico delle Chiese
’ Penile COSI e 1950
In questo giorno di azioni di grazie per Teffusione dello Spirito Santo sulla Chiesa di Cristo, noi cl domandiamo come sìa possibile partecipare realmente a tale mistero meraviglioso e sacro. La
risposta cl vien data dall’Epistola agli Ebrei (5 : 14) : « Siam diventati partecipi di Cristo a condizione che riteniamo ferma sino alla
fine la fiducia che avevamo da principio ».
Noi viviamo in un mondo in cui ia primiera fiducia della Chiesa
nella Sovranità universale di Cristo è continuamente scossa. Come
oseremmo noi affermare che Cristo è il Signore di questo mondo,
con le sue ingiustizie stridenti, le sue masse che soffrono, le sue
potenze politiche, 1 suoi conflitti incessanti e i suol sforzi per distruggersi 7 Solo lo Spirito Santo cl rende capaci di credere che
Gesù è il Signore e di conservare questa fiducia ferma e incrollabile fino alla fine. Nella potenza dello Spirito noi crediamo e dobbiamo proclamare che Cristo ha vinto tutti I peccati e tutte le sofferenze del mondo e che EOLI REGNA. Armate di questa certezza vittoriosa, le Chiese si ergono per combattere la disperazione, il disfattismo e l’indifferenza che minacciano di scalzare la vifa stessa delle
nazioni. Poiché Cristo è Re, Egli ci manda affinchè noi testimoniamo coraggiosamente di Lui, serviamo i nostri fratelli con disinteresse,carità e giustizia e ci consacriamo alla guarigione delle nazioni.
Anche per le nostre Chiese dobbiamo impossessarci dì questa
promessa. Ricordiamoci che alla sua origine la Chiesa aveva la ferma fiducia che Io Spirito Santo, dopo aver creato un popolo d’un
sol cuore e d’una anima soia, manterrebbe e se necessario, restaurerebbe questa unità. Le nostre Chiese hanno dichiarato INSIEME
ad Amsterdam, di voler rimanere UNII E. Ma quesfa risoluzione può
facilmente svanire, quando noi ritorniamo alle nostre preoccupazioni quotidiane, e ci urtiamo con le difficoltà del vivere ed agire insieme come una vera comunità. Abbiamo dunque fede nella potenza
dello Spirito Santo. E’ lui che ci ha uniti. Egli ci dice a Pentecoste
che può abbattere tutte le barriere che cl separano ancora. Se noi
viviamo nei suoi riguardi In una umile dipendenza, noi saremo resi
capaci di pregare e di agire per l’unità dei Agli di Dio, affinché il
mondo possa credere nei suo Figliolo.
Lo Spirito intercede per i santi. Intercediamo dunque in Lui
gii uni per gli altri e per noi stessi, affinchè la fiducia primiera della
Chiesa viva In noi tutti e che noi la proclamiamo fino alla fine.
1 Presidentt del Consiglio Ecumenico delle Chiese ;
Il Pastore Marc Boegner
L’Arcivescovo di Canterbury (Geoffrey Fisher)
Il Prof. T. C. Chao
Il Dott. John R. Mott
li Vescovo G. Bromley Oxnam
L’Arcivescovo d’Upsaia (Erltng Eldem)
il Metropolita di Tiatiri (S. Germanos)
Non si tratterà .soltanto di riconoscere « de iure » alla donna la possibilità di assolvere un compito che
essa compie già de facto » (nella
persona delle mugli di pastore e
di tutte quelle anonime collaboratrici che già sono all’opera con fedeltà
E’ in questa luce del servizio che
vorremmo fosse considerato il lavoro della donna nella chiesa. Allora
cadono tutti gli « ismi » (femminismo compreso) perchè rimane soltanto la potenza dello Spirito Santo
abbastanza forte per liberarci dal
nostro egoismo e farci lavorare per
uno scopo solo: la signoria di Dio
sulla
D. Beri
Una lellera al Direllore
una comunità o chiesa: bella ragione! ■;«,
Ma perché non proclama anche che
non c'è alcun esempio di donna che
sia stata papa (sebbene autorevolissi-, ^
mi storici giurano sulla idicità del-'
la papessa Giovanna morta di parto
mentre era sulla sedia gesfaioria)'(i
o semplice confessore o inquisito- "
re? Ma si capisce! A quei tempi anz i’,
cora più si credeva alla presunta infe- ,■
riorità intellettuale e spirituale della
donna e quindi nessuno si sarebbe .sognato di ricorrere ad una donna per
tali uffizi. Ma con tutto ciò l’apostolo^
Paolo a Corinto trovò la più preziosa^
e affettuosa collaborazione non in A-;-?
quila ma in Priscilla; come a Cencrea.
fu Febe che aveva preceduto Prisdh
la. E non credo che l’Apostolo dei Oen-lr^',
tili si sia mai sognato di dire a queste
dne sorelle quando si offrivano di col- _
Signor Direttore,
inconsciamente una gentile mano
femminile mi ha posto sotto gli occhi
l articolo « FEMMINISMO » appar
so sul n. 19 in data 12 corr. del Suo
settimanale.
mento indispensabile lell’uomo, Vaiter ego, lo stesso uomo in forma sessualmente diversa; e vertonto dal punto di vista morale, intellettuale e spirituale la sua eguale in tutto e ver lutto.
Premetto che io non nutro per la
donna, la venerazione e il culto di papa Pio T.X e del filosofo positivista Auguste Cornte (gli estremi sempre si
toccano') e che neppure mi sentirei
dì sottoscrivere a due mani ¡.’¡esaltazione della donna fattane dallo storico francese Michelet o dal nostro Giuseppe Mazzini; tutt'altro! Ma da questo aVa proclamazione d“l dogma che
la donna è anzitutto c sopratutto e
dappertutto soltanto sposa e madre ci
corre un bel tratto e io non me la sento !
Prima di ogni altra cosa, quale papa di carne o di carta ha mai proclamato tale dogma? Il Sanmarco, autore del predetto articolo, si richiama
alla Bibbia in generale c al Nuovo Tesiamonto in particolarr c. ciò è una otlima premessa. Ma, ecco, io non pretendo già di conoscere tutta la Bibbia
a memoria, purtuUavia confesso che
mi lusingo di conoscerne qualcosa almeno, e con mia somma vergogna, non
ho mai trovato il minimo accenno ii
tale- dogma. Mi sono, .sì, imbattuto in
Genesi 1/27, che dice : « Nel gior
no ohe Dio creò l’iiomo, !o fece a somiglianza di Dio; li creò maschio e
femmina, li benedl e dette loro il nome di Uomo » (traduzione Giovanni
Guzzi, che indubbiamente è la migliore esistente) e ne ho tratto la legittima conclusione che non il maschio solo nè la femmina sola forma l’uomo,
bensì i due sessi, con tiriti i loro specifici pregi e le loro particolari qualità,
formano Vuomo; e quindi nel nostro
caso è vana diatriba declamare contro
la donna che vuole essere l’eguale dall’uomo, poiché essa non gli è certamente superiore ma neppure inferiore,
bensì l’eguale, essendo il compieta
dò posto — forse sarà mia cecità
congenita — ma io non riesco a vedlere perchè mai si debba inibir\e alla donna l’accesso ai Consigli di Chiesa, alle
Conferenze Distrettuali, al Sinodo, alla Facoltà di Teologia o magari alla
Tavola; e questo tanto vili quando da
tutte le parti si levano alte querimonie che non si trovano uomini disposti
ad addossarsi tali compiti. Credete
forse che le donne farebbero discorsi
più lunghi ed inconcludienti o voterebbero ordini del giorno più magniloquenti e vuoti di quanto facciano gli uomini loT) fratelli in fede ?
No, vi dico e non già per mera presunzione; nei Consigli di Chiesa, ai
quali ho avuto il privilegio di presiedere, i miei più volonterosi e preziosi collaboratori sono stati uomini in gonnella; e quando ho avuto bisogno di gente che mi andasse a tenere dei culti di
famiglia o semi-pubblici, per mesi e
per anni, sotto la pioggia s la neve, per
sentieri di montagna quasi impraticahili, sfidando la sospettosa sbirraglia
fascista e le velenose insinuazioni di
certe sacrestie, sono donne e non uomini che si sono fatte avanti e mi hanno alleggerito d’un carico ilivenato ormai insopportabile e che aveva finito
di distruggere quel po’ di salute che
ancora mi rimaneva. Del resto, quando non ci sono uomini e il lavoro pure
deve essere fatto, è una intollerabile
impertinenza, è una mostruosa forma di ingratitudine e insipienza mettersi a declamare contr.'y il presunto
femminismo delle donne che si offrono in sacrificio al posto degU uomini.
laborare con lui : « Ma che diamine C
ti salta in mente ? Va a fare la sposa . ‘i
e la madre », Nè mi risulta che Zac-1^.
caria si sia precipitato a tappare la
bocca di Maria di Nazaret quando es- .
sa uscì in quel sublime « L’anima mia
magnifica il Signore » che io non pos
so mai rileggere senza risentirne una -1
indicibile commozione ; e neppure chtt']
Mosè c gli uomini, che erano con
si siano menomamente scandalizzati
quando la sorella Miriam, prof et essa,v ;
sorella di Aaronne... rispondeva <i .I/osè dicendo : « Cantate al Signore per- -'J
chè Egli si è sommamente magnifi-'j-|
cato » (Esodo X V, 21). Mi risulta al A
contrario che « in quel tempo Debo-, 1
va, profetessa, moglie di Lappidot, v;
giud'cava Israele » (Giudici TV, 4) ed ^
a lei dobbiamo il sublime salmo « 13e-’'’|
nedite il Signore » che occupa i orimi 10 versetti del capitolo seguente. •!
1 soliti misogeni grideranno che queste sono soltanto ¡eccezioni: ma sono
essi capaci di fare altrettanto con tutfa la loro pretesa superiorità di esseri
in pantaloni? Lasciate che le nostre
sorelle esprimano nella forma adatta
al loro sesso quello che lo Spirito det-.
la alle loro anime, e poi vedrete se non
vi converrà, nascondervi sotto i vostri
cirìzoni !
Il Sanmarco proclama che ned Nuovo Testamento non c'è reaempio d’una sola donna che sia stata a capo di
Goncìusione : il dogma della ilonna
ridotta ad essere, soltanto sposa e madre f! altrettanto assurdo e antindigioso e, anticristiano quanto quella che
pretendesse che l’uomo deve essere
soltanto marito e padre, il cosidetto
femminismo è la naturale; fatale, inevitabile reazione alla prepotenza dell’uomo che vorrebbe essere il Dio della donna e farne la sua schiava o quan-,
to meno la sua ancella. E perciò spesso io semplicemente mi vergogno di
essere uomo maschio.
Vinay Arturo
3
T'. ■"-' '■
L’EOO. DELLE VALLI VALDESI
->■.
Pubblichiamo tina carte deU’inter- ó punito. Non vi è dunque eguagliali
del corrispondente della sGazet'•-ie de Lausanne » a Roma, sig. Pierre
iBriquct, col sig. del Pesco, Presiden
del Consiglio Federale delle Chiese
FFvangeìirhe d'Italia {pubblicata da'-'la « Oaz^tte de Lausanne rt del 5 a
^ — 11 protestantesimo italiano è
^■goddis tatto' della sua sorte sotto la
,vHei)ul>blica? — abbiamo chiesto al,'la personalità più autorevole per
i;trattare questo argomento scottante.
s^' '
Il Sig. del Pesco, seduto in taccia
a me, è infatti Presidente del Con'■giglio Federale delle Chiese F>angeilicbe d’Italia.
M' Cosi com’è, il Consiglio Federale
i'e in grado di parlare in nome della '
ingrandì- maggioranza degli evangeli' H italiani. Il Sig. del Pesco è inoltre
s.;]VIoderatore della più importante de?,|iominazione, come numero: la Chie' sa Valdese.
li
||- — Il Cattolicesimo — ci dice il
^Sig- del Pesco — è naturalmente intransigente in Italia. Rappresenta la
rjtragrande maggioranza. Il Goverrno è in maggioranza clericale, cosa
che non era mai successa dopo il Risorgimento. I Patti Lateranensi solido iscritti nella Costituzione. Vi è
^^roclamato che il cattolicesimo è la
'■gola religione dello Stato.
— La Chiesa cattolica ha dunque
iima posizione di privilegio — osserviamo. Ma l’art. 7, che contiene i
Patti Lateranensi, non è il solo a regolare il problema religioso nella
^'Costituzione italiana. Vedo che T'art.
3 ]>roclaina « l’eguaglianza davanti
-^alla Tjcgge senza distinzione di razl^ìja,' di lingua, di religione... ». E
l’art. 8; « Tutte le confessioni religiose sono ugualmente libere davan■ C alla legge ». Ma il più importan¿ te è forse l’art. 19: « Tutti hanno di' ritto di professare liberamente la
propria fede religiosa in qualsiasi
jorma individuale od associata, di
farne propaganda, e di esercitarne
il in privato o in pubblico il culto, pur’,chè non si tratti di riti contrari al
.’buon costume ». E finalmente, l’art
21: « Tutti hanno diritto di manife
Stare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione ». Non vi è
forse contrasto con i Patti Lateranensi?
. ; — Fividentemente. Per esempio:
Í Patti Lateranensi mettono alcuni
gruppi di cittadini in una posizione
d’inferiorità civile per causa di religione; infatti, i preti che hanno lasciato il cattolicesimo o sono ìncorli nella censura ecclesiastica, si vedono per questo stesso fatto esclusi
|,dal corjio ingegnante come da ogni
attività rimunerata dallo Stato. L’eguaglianza non è dunque perfetta.
E questo non è che un esempio fra
tanti.
li' — Ma la Costituzione non prevede essa stessa la conciliazione di queste divergenze?
I4 — Certo. L’art. 8 eh«* avete citato
prescrive espressamente che « i rapporti delle diverse confessioni religiose con lo Stato sono regolati pei
' legge sulla base d’intese con le relative rappresentanze ». E secondo
l’ari. 16 delle disposizioni transitorie annesse alla Costituzione, è specificato che questa revisione deve aver luogo entro un anno dall’entrata in vigore della Costituzione e cioi^
al più tardi al 31 Dicembre 1948.
% — E allora?
— In Aprile, poi in Giugno 1948
il Consiglio Federale delle Chiese
Evangeliche d’Italia domandò un’udienza ai Ministri De G asperi e Sceiba. Ma soltanto nel Gennaio 1949
l’On. Sceiba ci ha ricevuti. Egli ci
domandò di che cosa avevamo da la
’■'•guarci. Risposi che noi non veniva'' nio precisamente per lagnarci, ma
che vorremmo vedere finalmente la
Costituzione applicata, ed elencavo
alcuni punti sui quali la <ù>stituzione è in contraddizione con le
i Leggi di Pubblica Sicurezza ancora
in vigore dall’èra fa.scista. dii vilipende i simboli della Chiesa cattolica è punito, in virtù degli art. 724
e seg. Ma il vilipendio dei simboli
delle altre confessioni cristiane non
za.
Alcuni giorni dopo noi fummo ricevuti dall’On, De Gasperi. Egli si
mostrò affabile e comprensivo e non
ci fece fare anticamera. Parlai al Pri.
ino Ministro di alcune difficoltà riscontrate nell’istruzione religiosa
obbligatoria e nella ricostruzione di
locali di culto danneggiati da eventi bellici.
Ma il punto cruciale è sempre quello della legge che dovrebbe regolare
i rapporti fra lo Stato c le confessioni di minoranza. Essa avrebbe già
dovuto essere redatta, votata e messa in vigore. L’On. De Gasperi ci promise che un magistrato sarebbe designato per redigere il progetto d’accordo con noi. E ci separammo nei
termnii migliori.
Senoncbè nessun magi.strato è mai
entrato in contatto con noi a tale sco
po.
. La cosa dovrebbe essere tanto più
facile in quanto in pratica non si può
più parlare di persecuzioni. Gli eccessi — ve ne sono a volte — sono
casi isolati d’intolleranza che una
legge speciale non riuscirebbe forse
ad impedire completamente. Ma rimane da regolare una situazione
provvisoria, instabile, spesso ingiusta.
E la Costituzione prescrive questo
regolamento. Sarebbe una bella occasione per il Governo a,maggìoranza demo-cristiana di mostrare in modo eloquente il suo liberalismo, .su
di un piano su cui gli sono state fatte critiche dall’Estero, il suo prestigio avrebbe tutto da guadagnare.
LA JVOSTJiA NOTA
Siamo lieti di poter dire che, mentre andiamo in macchina, ci è giunta la notizia che VOn. De Gasperi ha
invitato, a mezzo del suo Sottosegretario, il Presidente del Consiglio
Federale delle Chiese Evangeliche in
Italia, a presentare un esposto dei
nostri desiderata all’On. Sceiba.
Non c’è da parte nostra alcuna intenzione di drammatizzare i fatti o
di essere sempre pronti al lamento.
Desideriamo soltanto fare una serena e reale esposizione della situazione delle minoranze religiose nell’Italia cattolica e procedere alla regolamentazione dei rapporti con io
Stato non più sulla base di codici fascisti, ma sulla base della vigente
Costituzione.
Sappiamo che neppure le leggi migliori riusciranno a vincere l’intolleranza che s’annida in fondo ai cuori; ma esse dovranno almeno essere
strumento di legalità e di difesa, non
di illegalità e di sopruso, com’è accaduto ultimamente a Sciacca, in Sicilia, a proposito dell’apertura di un
tempio evangelico. (n. d. R.).
A Sciacca (Agrigento)
Un fano d'altri tempi
Gli evangelici di Sciaoea che da lungo tempo si riunivano privatamente,
il 20 gennaio c. a., presero in affitto
un locale, sito in via Consiglio, per attendere alle loro pratiche religiose.
Ciò rientrava nel loro diritto.
Da quel giorno, gli evangelici locali e di Ribera, che si adibivano alla sistemazione del locale di culto, venivano disturbati, con oltraggi, vessazioni
e rappresaglie da parte di alcune donne dell’Azione Cattolica, eoi beneplacito del clero locale.
Gli evangelici, nella speranza di far
cessare questi incresciosi fatti ricorsero al Commissario di P. S. locale, il
quale, applicando opportunamente la
vecchia legge del 1929, ormai superata dalla nuova costituzione, impediva
l’apei'tura pubblica del locale.
Intanto il gruppetto deH'Azione Cattolica, incoraggiato dalla indifferenza
delle Autorità, si accaniva sempre di
più ad ostacolare le riunioni dei fedeli.
Dopo altri avvenimenti di carattere
generale, che qui non è •] caso di ripwrtare, gli Evangelici previo accordo
col questore di Agrigento inoltrarono
domanda, da rinnovarsi ogni tre mesi,
par-i 4’apertura del b^ale pubblico
(consuetudine esclusiva del (jueatore
di Agrigento).
Dopo un mese di impedimenti, di
cavilli e di pretesti, manovrati per
partito preso dai preti e dalle autorità
locali, ottennero la richiesta autorizzazione.
L’apertura ufficiale del nuovo tempio, doveva aver luogo alle ore 16 del
12 marzo 1950, ma il Commissario di
P. S. la differiva per le ore 17,80, adducendo di non aver forza disponibile
per proteggere gli Evangelici, come se
s> trattasse di un comizio politico.
Al fatto compiuto, i preti, anziché
rispettare la legge, la sorpassarono, ascogitaiido i più bassi sistemi, onde
impedire Eapertura del locale.
Incominciarono così a rovesciare dai
loro pulpiti le più basse insulse e grossolané menzogne nei r'guardi degli Evangelioi in nianiera da erudire a dovere i loro organizzati s prepararli alla « Santa Crociata » (oic).
11 12 marzo, il clero dà il segnale
(specialmente il sacerdote Milazzo,
che giorni prima si era distinto ad aizzare i leoncell: dell’Azione Cattolica),
per cui alcune donne scalmanate ed
una quantità di ragazzi, si portarono,
come belve fameliche, presso il tempio, inchiodandone la porta ed innalzando un muricciolo di grosse pietre
sulla soglia per impedirà l’accesso agb
Evangelici legittimi inquilini del locale.
Non soddisfatti di (questa violazione
di domicilio, si insediarono nei pressi
della porta della chiesa malmenando
i fedeli Evangelici che cercavano di
avvicinarsi, strajipandc loro gli abiti
•j procurando ad alcuni delle hisioni
pili o meno gravi.
La parte più sana e più numerosa
della città di Seiaeca dinanzi a questo
spettacolo medievale, cominciò a protestare a voce alta, in favore dagli evangeliei 1 quali subivano passivamente e colle lacrime agli occhi queste
bravate ed azioni arbitrarie, che disonorano l’Italia nei confronti di tutti 1
paesi civili e democratici del mondo.
L’azione, quanto mai incivile e illegale, si è svolta sotto <r). occhi delle
autorità indifferenti, le quali rispondevano di non aver ricevuto alcun ordine a disperdere quei dimostranti.
Anzi, alle legittime ed umane proteste degli Evangelici, le autorità asserivano di non poter far nulla, mentre avrebbero dovuto fermare, o almeno allontanare il gruppo, colpevole di
oltraggio, violazione di domicilio e insulto all’ordine pubblico.
In vero, il Commissario di P. S. aveva dato assicurazione che il giorno
U) marzo, avrebbe iuviuto sul posto 1
suoi agenti per proteggf're l’apertura
del Tempio Evangelico, ir vece, il Questore d' Agrigento, informato chissà in
quale modo, dallo stesso Commissario,
revocava l'autorizzazione deU’apertura del locale.
Di fronte alla impasaibiìità dèlie au torità e alla decisione arbitraria dei
Questore, gli Evangelici indirizzarono
una circolare di protesta a tutte le autorità competenti nazionali, regionali,
e provinciali.
Sino ad ora, nessuna delle Autorità
m indirizzo, si è degnata cCintervenire
a porre fine a questo stato di cose che
menomano il diritto pubblico dei cittadini Evangelici italiani. (La Luce).
Le Corali della Vallata”'^ salvo Rorà e Serre — si sono riunite nel tempio di Torre Pelliee, nel pomeriggio
della domenica 14 Maggio.
E’ sempre bello ed edificante il vedere riunita tanta nostra gioventù per
cantare le lodi del Signore. Possa questo fine, pel quale sono state istituite
le Corali, non essere perso dì vista
giammai!
11 programma, molto ricco, è stato
eseguito egregiamente. Ottime la scelta e Eesecuzione di limi della raccolta
italiana e di quella francese : cinque
cantati daH'insieme delle Corali, e cmqiie dalle singole. Di magnifico effetto
! Cori delle singole Corali diretti : dalla Signora Elena Geymcniit (Bobbio),
Sig. Boirssa (Villar), Signorina Dor.i
Ravel (Torre), Big. E. Aime (Angrogua) Sig. G. Albarin (S. Giovanni)
Ogni Corale ha fatto del suo
od ha raggiunto ottimi risultati.
1 Cori d’insieme erano diretti dal
Maestro Ferruccio Rivoir, il quale esoguì aH’organo, come egli da vero artista sa fare... la Fuga in re minore di
0. S. Bach, dopo che'^l Pastore E.
Aime ebbe a ricordare che ricorre quest’anno il secondo centeua’-io della morte del grande composit:orj tedesco.
La festa era presieduta dal Pastore
Edoardo Aime, zelante ed esperto Presidente della Commissiono del Canto
Sacro. Essa fu però n ziata dal Pastore di Torre, Big. E. Ayassot.
La Corale di Torre riimi poi i CoraTsbi nella grande sala del Convitto
Valdese, offrendo il ihù tradizionale.
]f no' esprimiamo la riconoscenza nostra per la fraterna ospitalità.
Colonia Balneare
G. P. MEILLE
meglio
Sono aperte le iscrizioni ai turni
maschili e femminili della Colonia
Marina {Luglio - Settembre) per bambini dai 6 anni (compiuti) ai 12 anni.
Le domande, corredate dal certificato di nascila, di amenute vaccinazioni antidifteriche v antivaiolose, devono essere inviate impersonalmente a: COLONIA MARINA,
VIA PIO V, TORINO.
Le famiglie sono pregate di specificare quale offerta sono disposte a
versare per integrazione delle spese.
Il viaggio con biglieito cumulativo da Torino è a carico della Commissione.
Le iscrizioni si chiudono il 2 Giugno senza eccezioni.
Le signore e signorine evangeliche
che hanno i requisiti per assumere
l’incarico di direttrici e vigilatrici di
colonia possono inviare domanda alla Commissione stessa.
Ci sia lecito esprimere alcuni pensieri, senza spirito di critica negativa,
ma con fraterno amore, col desiderio
che s’ vada sempre di bene in meglio.
Anzitutto, ci rincresce che codeste
belle feste di canto non attraggano un
pubblico maggiore. SI, c’era un buon
uditorio. Ma quanti posti vuoti ancora, mentre le Corali da se stesse riempivano almeno due terzi del tempio.
Vorremmo vedere manifestarsi un
maggiore interesse da parte di tutta la
popolazione valdese.
In secondo luogo, è da augurarsi che
in, avvenire TUTTE le Parrocchie della vallata inviino la propria Corale.
Sappiamo che v’è una notevole differenza fra una Parrocchia e l’altra sia
dal punto di vista numerico, sia per le
possibilità artistiche che dipendono da
varie circostanze. Ma le nostre devono
essere sempre più delle adunate fraterne, con esclusione assoluta d' gare
c di paragoni.. Ognuno faccia quello
che realmente può, e poi tutti si radunino in gioiosa fratellanza.
In terzo luogo, poiché qjest’anno si
b sentito, alla fine, che qualcosa mancava, ci auguriamo che .si dia piii tempo alla riunione attorno alla teiera,
perché si possa ritornare alla buona ab'.tudiiie che s’aveva di cantare allegi amente insieme i gioiosi canti giovanili di cui è ricca la nostra terra
montana. Certo, la p.arte religiosa è
quello che v’è di essenziale. Scopo
delle Corali — Eabbiam detto ■— è
ijuello di cantare le lodi del Signore.
Ma la nostra gioventù ha bisogno di
sana allegria, ed i giovani bau bisogno
di conoscersi meglio ed affratellarsi.
Si dia loro il modo di trascorrere assieme un’ora di .sana allegria Essi ne riporteranno un grato ricordo, i] quale
il. legherà in modo sempre più stretto
alle nostre Corali.
Quest’anno, la cosa non s’è potuta
fare per rislrettezza di tempo. A niol; I è rincresciuto.
Riteniamo che in avvenire la festa
di Canto dovrebbe iniziarsi puntualmente all’ora indicata, con la fervida
ma semplice invocazione, lettura di
un breve brano biblitso ed una brevissima preghiera. Poi, tutto canto, soltanto canto, terminando coi Padre Nostro e la benedizione. Niente discorsi 1
Nessuno se l’abbia a male nè si scandalizzi. Ottima cosa i discorsi, sprcialmenttì quando s’ha l'intenzione di esser brevi... Ma rimandiamoli ad altra
occasione. S’avrà cosi modo di toiminare il raduno nel modo suaccennato.
Un ultimo augurio. Che le nostre
feste di canto non ai facciano più soltanto n Torre od a S. Giovanni, ma a
turno in tutte le singole parrocchie
delle Valli, le quali tutte ne avranno
giovamento., Difficoltà logistiche?
superano facilmente. Quanto spesso
la nostra gente va oggi in cothitiva,
anche assai lontano 1 In quanto alla
tradizionale ospitalità, ciascun cantore potrà oene portare in tasca p nella
borsetta una tazzina per il thè che si
jiPtrà distribuire senza tanto apparato
ma « à la bonne frauquette », oome
s’ distribuisce il rancio, con la marmitta portata magari sotto un castagneto... Anche la natura ispira il cauto. E come ! E Natura ed Arte sono
amiche.
Siano le nostre feste di canto snelle, g'oiose, dinamiche, lutto contriIniirà alla gloria di Dio.
G. BerMnalli
Lo straccio
troppo corto
Anche la religione, oggi, L'abbiamo
ridotta a uno straccio troppo corto.
(.¿uaLcosa è venuto meno nell'uomo, e
la sua resistenza al male si è mutata
in una dolorosa disponibiLità. Abbiamo fatto del crisLiunesimo uno siraveio che non serve pia. Tempo fa era
una veste frangiata, farisaica, perfino decorosa. Oggi è uno straccio mtessuto dal nostro egoismo, oppure da
quella tiepidezza che il signore vomita dalla sua bocca. E giustifica fin
troppo coloro che la scrollano datle
spalle. Una religione non vissuta, non
sentita esistenzialmente nelle sue pia
profonde dimensioni e una pietra di
inciampo, una tentazione per motti a
passare di là.
Un prete (0 un pastore - N. d. li.)
che discende dal pulpito detta Verità
« con la bocca a buco di gallina » —
per usare La forte espressione di Bernunos — un po’ riscaldato ma contento, a non ha predicato’ma ha fatto
ialt'al piu Le fusa ». Un cristiano che
non incarna la sua fede nella vita,
netta sua storia intima e temporale,
perde il suo tempo anche se dice: tSi(jnore ! Signore ! Uno scrittore 0 un
l’.omo di cultura che gioca con La parola che non è vita, e non diventa tesltmonio, bara e perde, con la sua,
Tanima dei fratelli.
Sono stracci troppo corti: come la
politica, la forza, L’asiuzia, la parola
che non è più verbo; come la bumba
ai umica, la bomba all'idrogeno, e la
paura e la morte.
Perchè anche la morte è diventata
uno straccio troppo corto —. anche
può arrivare dall'ano all’altro estremo della terra. Uno straccio iropp.i
corto, perchè non vince l’orgoglio amano e non sa più ricondurre alla
saggezza. Perchè non insegna più u
scorgere, oltre i veli della sua trasparenza, il mistero, l’invisibile, iamorc.
E’ diventata un banco di prova, un
mezzo, un emblema.
Poco 0 nulla ci divide dalla cala
strofe. Un passo che non- è nostro, eh
non è più nelle nostre mani. Più ol
ire, non c'è che lo sprofondare eterno
Una fede ci salva, ci dà coraggio
pei vivere ancora. La fede che riscai
le l'uomo, e lo ritrova e lo ama sotto
gli stracci dell'ironia e delia povertà,
il Risorto ci ripropone la slmda del
( alvtirio. Ma il dopo ¿'sicuro. Ci viene incontro sull’alba pasquale. Le
l ende d’agonia rimaste nel fondo del
sepolcro ci testimoniano la vita oltr:
In morte. E non è una fuga dalla realtà, ma soluzione provvisoria. E’ ì 1
reale vittoria ihtllu vita e dello spirilo
sulle ombre del tempo e del male.
« Pietro, levatosi, corse al sepolcro
ed essendosi chinato a guardare non
vide altro che le bende... ».
GIOVANNI ORIBTLNI
(da* « Adesso »)
4
Jj'BCO» DELLE VALLI VALDESI
, Scuola rVafldesa
d'Atiricolhira
J^revi corsi speciali
TI Consiglio Direttivo, nella sua ultima seduta, ha potuto ccmstat6ure
con compiacimento lo svolgimento
molto soddisfacente Velia Scuola Valdese di Agricoltura e della Scuola di
Economia Domestica, grazie alla competenza, all’abilità ed aUa diligenza della Direzione e del gruppo
degli insegnanti. Ormai il loro avvenire appare assicurato; ed è sempre più
avvalorato dalla crescente comprensione dell ambiente valligiano. Su queste
basi, e per adattars' sempre più allo
esigenze deirambionte è stato deciso di istituire due Corsi pratici più
brevi, per coloro ché, non potendo seguire i Corsi completi, pure
desiderano usufruire dei grandi vantaggi ohe la Scuola offre.
Un breve Corso pratico estivo d’agricoltura avrà luogo dal *10 luglio al
lo settembre, specialmente dedicato
^aUe culture estive, -illa vite, agli alberi da frutta, all’orto, alla stalla, alla
lavorazione del latte.
Saranno organizzate visite istruttive a campi sperimentali e poderi modelli del Piemonte. Sono amrnessi giovani dai 15 anni in su; esterni (dalle ore 7 alle 18) o interni (in
convitto). Il corso ò gratuito. E’ richiesta la solita quota per il solo vitto
o per la pensione completa.
Un breve Corso pratico estivo di Economia Domestica per giovanette avrà
luogo dal 10 luglio al 15 settembre,
dedicato alle esercitazioni e lavorazioni pratiche (cucina, cura della casa,
lavanderia, cucito, giardinaggio, cura
degli .animali da cortile, preparazione
marmellate, lavorazione del latte ecc.).
Vi sono ammesse le giovanette dai
14 anni in su.
Anche questo Corso è gratuito; è richiesta la solita quota pel vitto. Per
le iscritte che non possono ritornare a
casa loro la sera, il Comitato provvede 1 alloggio in altra sede a prezzi convenienti.
Le iscrizioni ed informazioni pei due
Corsi devono essere indirizzate al Direttore della Scuola Valdese d'Agricoltura, aiMonnet, Lusema S. Giovan
ni.
Segnaliamo questi Corsi alle studentesse e studenti delle Scuole Medie, che durante l’estate possono così
svilupparsi praticamente, e nello stesso tempo ricrearsi, in un ambiente ordinato e sano di fiorente campagna.
In seguito saranno organizzati per
le due Scuole due Corsi teorici e praiici invernali, dal 1 novembre al 31
marzo, sia per giovani. sia per adulti, di cui saranno indicati a suo
tempo i programmi e le condizioni.
Campo dimostrativo per
frumenti
Sul terreno della Scuola Valdese di
Agricoltura ai Moti net, è stato preparato un Campo dimostrativo di 12 varietà di frumento, adatte all’ambiente agricolo delle nostre Valli. Queste
varietà, indicate con appositi cartelli,
sono cresciute in ottime condizioni,
sono ormai spigate e si avviano alla
maturazione.
Gli agricoltori sono cordialmente invitati a visitare questo Campo dimostrativo. 11 direttore della Scuola sarà
lieto di guidarli nella visita, che è per
gli agricoltori particolarmente interessante per decidere circa le prossime
semine.
LA. VOCE 'DELLE COMmOTA' LEirt riceviM
Angrogna Copoluogo
Il giorno dell’Ascensione, nel corso
del nostro culto nellp, scuola dei Martei è stata battezzata la bambina Pons
ilda di Stefano e di Bertin Margherita (Brio).
11 Signore benedica e circondi ognora con la Sua grazia la bimba ed i suoi
genitori. e a
Pìnerolo
Un buon gruppo di memori della nostra
comunità ha effettuato ultimamente due
gite ohe hanno lasciato in tutti i partecipanti un ottimo ricordo.
11 30 Aprile una settantina di persone,
accompagnate dal Pastore, si sono recate
a visitare gli Istituti di beneficenza della
Valle del Pellice, particolarmente l’Orfanotroiio .h’emniinile. il Itilugio Carlo Alberto e l’Asilo dei Vecchi di S. (iiovanni;
prima della visita agli Istituti, avevamo
sostato nel Museo Valdese e partecipato
al culto a Torre Pellice. La giornata è stata favorita da un tempo splendido che hi
reso ancor più piacevole la bella passeg.giala da Torre Pellice a S. Giovanni lungo
ia « Bialera Peyrota ». Esprimiamo la nostra riconoscenza alle Diaconesse che iiauiK- aperto la loro Casa a tutti i gitanti offiendo loro una buona minestra, ed alla
Signora Deodato ohe, con le sue collaboi-atrici, li ha gentilmente accolti nella Sala Àlbarin dissetandoli con una graditissima tazza di thè. La visita agli Istituti è
stata alhotata dai cauti e dall’offerta di alcuni doni.
«
Il giorno dell’.Vsoensione, le Unioni Femminili si sono recate a Como. Il tempo è
stato poco favorevole, nondimeno la buona armonia, l’incontro con la comunità
locale nel culto celebrato dai Pastori llostan e Jahier, la bella ospitahtà nei locali del tempio, oltre a tutto il resto, hanno
fatto si che la gita riuscisse a tutti gradita. Da queste colonne inviamo un sincero
ringraziamento alla famigha del Pastore
Jahier ed ai fratelli di Como per la loro
buona arcoghenza.
La festa della Madre è stata celebrata
il 14 maggio con un culto dedicato in modo speciale alla famiglia cristiana, e nel
pomeriggio, con un simpatico tratteirimento offerto dalle giovani cadette sotto la
guida della signorina Graziella Genre e di
alcune sue collaboratrici. Il programma
composto di cauti, musica e recite, oltre
ad un messaggio iniziale del Pastore, è stato vivamente apprezzato. Non è naturalmente mancato il tradizionale rinfresco,
geutdmente servito dalle cadette.
Il 7 maggio sono stati presentati al battesimo ; Origlio Clara Matilde di Livio e
di Rostagno Ilmes e Oardiol Gianni Enrico di Paolo Luigi e di Cardon Lidia.
11 prof. Gino Costabel, il prof. Roberto
Jouvenal e il Rag. Costante Costantino
hanno presieduto ì culti a Pinerolo in queste ultime settimane. La comunità, ohe
li ha accolti con gioia, li i-ingrazia del loro servizio nel Signore..
Martt'dì sera, 23 corro'nte, il Tempio si
è riempito di uditori, fra i qujili erano
molti i non apparh-nenti alla comunità,
per ascoltare il messaggio della Colonnella Irene Pegron, Coinmissnria dell’Escroito della Salvezza in Italia.
Il vasto uditorio ha ascoltato con molta
attenzione il messaggio di questa sorella
in fede che ha parlato con grande effica
eia dell’opera deirEseicdto della Salvezza
nel mondo e in modo particolare nei pe
nitenziari della Guiaiia Francese : un messaggio di fede cristiana e di amore frater
no per coloro ohe'la società umana considera soltanto come dei criminali e dei
reietti, ma la cui vita può essere rinnovata dal messaggio dell’Evangelo e dal
calore, della solidarietà cristiana.
Il Pastore ha concluso con un appello alla pratica della vita orif.tiana e la colletta
fatta all’uscita è stata anche un segno
dell’interesse suscitato. In complesso, ima
bella serata nel segno della croce di Cristo.
DONI IN MEMORIA
PERVENUTI AGLI ISTITUTI
OSPITAGLIERI VALDESI
Per gli Ospedali Valdesi di Pomaretio e
Torre Pellice :
Tron Enrico fu Giacomo in mem. di Caterina e Lidia Miool L. 500 — Micol Bdwin in mem. dei nonni 500 — Pone Emilio e Marcello in mem. della zia 1000.
Per il Uifugio Carlo Alberto di Luserna
San Giovanni :
Vola Renato in rmem. carissima Ada
L. 500 — Signora Mical Micol Tron in
mem. suoi cari 500 — Le Famiglie Albarin, Pasquet e Margiunti in mem. di Augusto Pasquet 2500 — Fam. Michelin Salomon in mem. del marito e padre 500 —
Renata Bounous in mem. del padre 1000
— Forner.one Pattini Angiolina in metn.
del marito 500 — Fam, Amedeo Grill in
mem. A. Bertalot 500
Doni ricevuti dal Cassiere della
Tavola
Per Cassa Culto :
W. Friok, Svizzera 1000 — Lillina e
Rosa Castiglione, per Rinunzia 1500 —
Ing. Arturo Long, Pinerolo, per Emeriìi
L. 1000.
Per Collegio :
Ugo Kivoiro Pellegrini 3000 — Dott.
Bruno Albarin 2000.
Per Istituto Oould :
k. M. in memoria Nemesio Cornelio
.300 — Chiesa di Messina 3000.
Per Istituti Ospitalieri l'aldesi :
Chiesa di Milano. L. 11.000.
¡‘er Asilo di Sicilia :
Chiesa di Messina L. 14.680.
Per Casa delle Diaconesse :
B. Albarin L. 1000 — A. e E. Albarin
j. 1000.
N 'V ■ # à I
Giovanni Miegge
La Vergine Maria
Saggio di storia del dogma.
Sommario : Il problema — Maria
nel Vangelo — La Pempre-Vergine —
La Madre di Dio — La Regina del
cielo — L’Assunta — L’Immacolata
— La Madre misericordiosa — La
Corredentrice — Maria nel dogma e
nella pietà.
Pagine 220 — L. 450.
GIORGIO PEVROT: Le riunioni Religiose e l'Esercizio del Culto nelle norme attualmente vigenti in Italia.
Casa Editrice Claudiana, Torre Pellice,
1950. — L. 300.
MESSAGES
di CHARLES DOMBRE e HENRI
MANEN
Paro’sse de St. Jean — 6, Impasse
des Cendres — Mulhouse.^
Un volumetto di G predicazioni per
il tempo della Passione e per la Settimana Santa. ©. r.
L’ENIOME DU NOUVEAU TESTAMENT
di E. HOSKYNS e F. N. DAVEY
Ed. Delaehaùx et Niestlé, Neuchâtel — Prezzo fr. sv. 5,75.
C’é un enigma nel l<ìuovo Testamento? Gli autori rispondono di sì. Quah
è? E’ il legame che unisce Gesù di
Nazareth e la Chiesa primitiva. Lo studio di questo enigma, la sua valutazione, la sua soluzione possibile, implicano praticamente un esame approfondito dei documenti, in modo speciale degli Plvangeli, fatto con un metodo storico e critico che rimane, però, alla portata del nostro pubblico.
« Nous nous proposons dans -ce livre
de décrire l’application die la méthode
critique et historique aux textes du
Nouveau Testament, en espérant fournir ainsi au grand public tous les éléments nécessaires pour lui permettre
de faire le point dans cet important
domaine ». Alcuni titoli ci danno una
idea abbastanza chiara del contenuto
■ di questo libro, che conduce il lettore
a conoscere i risultati della critica moderna del Nuovo Testamento, senza
che il messaggio stesso della Rivelazione cristiana venga ad essere offuscato : L’avvenimento storico — Gli
Evangelisti — Il problema sinottico
— Miracoli, parabole, aforismi — Paolo, l’autore degli scritti giovannici e
l’autore deü’epistolû agli Ebrei — Gesù.
L’AUTORITE DE LA BIBLE
Un quaderno di 70 pagine edito da
« La Bible four après jour » nel suo
trentesimo anniversario. — 47 Rue de
hii — Paris 9 e.
Ecco il sommario ; Qu’est-oe que la
Bible ? — Les découvertes scientifiques et la Bible — Comment la Bible
fut-elle écrite et transcrite ? — L’autorité de la Bible — Ecriture Sainte
et tradition — Diffusion de la Bible
dans le monde — La Bible et le témoignage des peuples païens — Comment
lire la Bible —- Choix de passages dì
la Bible à lire en diverses circonstances — ha Bible jour après jour.
GU articoli sono dovuti ad autori diversi. e. r.
Direttore Responsabile : Ermanno Rostan
Tip. Subalpina s. p. a. — Torre Pellice
■ .Il 18 corr. il Signore ha richiamata^
mSè, dopo penosa malattia
Fulvio Da^t
Ne danno il doloroso annunzio : if\
fratello Eugenio, la sorella Letizia ed.
il marito Mario Oorsani, i figli BrunciA
c Ferruccio. I cugini Vmay e Sartorio'^
e parenti tutti.
«"Gesù disse : Venite a me vol^
tutti che siete travagliati ed ag-fl
gravati, ed io vi darò riposo ».
Matteo 11 ; 28
La famiglia riconoscente ringrazia
sentitahaente il Dr. De Bettini per le
sue premurose cure, il Pastore AyasC'
sot per le sue consolanti parole, le buone Diaconesse per la loro affettuosa
assistenza, il personale delle Cartiere
Burgo, gli amici e conoscenti interve-i
nuti numerosi ai funerali avvenuti U
giorno 20,
Il Dott. Rag. Silvio Bragaglia dj
Torino, già Direttore di Ragioneris
dell’Intendenza di finanza di Torino,
ha aperto uno studio di commercialista con consulenza finanziaria e tributaria in Torino - Via Po 9 (tei. 54537)
( quanti vorranno perciò approfittare
della sua conoscenza delle materie
tributarie e degli uffici che le trattano^
potranno rivolgersi al suo indirizzo'
oppure all’abitazione in Via Bardassano 11 (tei. 82021).
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Rivolgersi al signor Bivoir Rinaldo, frazione Miloun di Prarostino.
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TORINO-PINEROLO-TORRE PELLICE c viceversa
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Pi, erolo 5,52
Bricberaslo 6
Torre Pellice 6,22 |
I 6,20 I 8,10 I
I LI7| 8,54 1
I 7,38 I 9,15 1
I 8,00 1 9,34 I
8,15 I 0,50 I
I 12,28 I 13,02
I I 13,59
I 13,08 I 14,25
I 13,28 I 14,47
I 13,42 I 15,03
I 17,04 1
I 17,57 I
18,25 I
18,50 I
I 19,05 I
I 16,20 I 18,32 I 21,40
I 18,47 I 19,21 I 22,21
I 19,05 I 19,411 22,42
I 19,20 I 20,06 I 23,02
I 19,35 I 20.20 I 23,18
Torre Pellice
Bricherasio
Pinerolo
Airasca
Torino
i 4,35 1
I 5,00 1
I 5.18!
I 3,391
I 6,25 I
5,51 I
6,14 I
6.31 I
6.31 I
7,28 1
6,25 1
9.41 I
7,02 I
7,291
8.101
7,02 I
7,20 I
7,37 I
7,591
8.30 I
I 12,25 I
I 13.46 I
I 13,07 I
I 13,34 I
I 14,20 I
I 13,11 I 16,08
I 13,27 I 16,30 1
I 13,42 I 16,52
I I 17,20
I 14,32 I 18,10
(1) (2)
I 19,42 I 20,55
20,03 I 21,12
20,æ| 21,30
20,54 I 22,04
I 21,40 1 22,48
(I) Feriale (2) Feriale limitato a Pinerolo. Festivo a Torino.
TRAM VI A PINEROLO-VILLAR-PEROSA ARGENTINA e viceversa
Pinerolo
Perofi
Perosa
Pinerolo
4.2S
5,45 1
4,451
6 I
5,45 I 6,45 I 8,15 | 10,151 11,30 I 12,40 | 14,40 | 17,20 | 19,15 |
6,37 1 7,40 1 9,10 111,20 I 12,25 I 14 | 15,40 118,25 | 20,10 |
5,551 7 I 8,20 I 9,40 I 11,45 I 13 | I6.(» I 17,40 | 18,50 |
8,45 I 7,55 I 9,10 I 10,40 | 12J» I 14.15 | 17 | 18,35 | 19,45 |
IN vigore dal 14 maggio 1950
Autoservizio e tramvia
PINEROLO-OR6ASSANO-TOR1NO e vicev.
(I) (2)
6,15 1 7 112,55118,10
7 I 7,40 I 13,341 18,60
7,37 I 8,20 I 14,09 | 19,29
(I) (2)
Torino 6,20 | 7,10 | 14,20 | 18,15
Orbas. 7,04 | 7,46 I 14,5 | 18,55
Pinerolo 7,44 | 8,26 I 15,36 | 19,35
(I) Feriate — (2) Festivo
Lìnea Automobilistica
TORRE-BOBBIO PELLICE e viceversa
Pinerolo
Orbass.
Torino
Terre Pellice
Bobbio Penice
8,30
9
Bobbio Penice 6,05
Torre Pellice 6,35
(1) Soto il Veneriti
(I)
11.30
12
(D
7.30
8
19,15
19,45
15,30
16
Ner giorni di mercoledì e sabato si effettua da Bobbio
a Pinerolo un autoservizio col seguente orarlo : Bobbio
Pellice 7,30 con arrivo a Pinerolo alle 8,20 ; partenza da
Pinerolo alle 12,35 con arrivo a Bobbio alle 13,30.
Autoservizio Sapav-Satti
PINEROLO-AIRASCA-TORINO e viceversa
Orario giorni feriali Sapav-Satti
Pinerolo
Airasca
Torino
7,30 I 7,50 I 12 I 13,45 | 19
7,44 I 8,04 I 12,14 | 13,59 | 19,14
8,15 I 8,35 I 12,45 | 14,30 | 19,45
Torino 7 | 11,50 | 17,45 | 19
Airasca 7,31 | 12,21 | 18,16 | 19,31
Pinerolo 7,45 | 12,35 | 18,30 | 19,45
Pinerolo
Al asea
Torino
Orario giorni festivi Saftl-Sapav
7,30 I 13,45 I 19,50 Torino 11 | 18 25 I 23,55
I 13,59 1 20,04 Airasca 11,31 I 18,56 |
8,15 I 14,30 I 20,35 Pinarolo 11,45 | 19,10 | 0,35
Auto PEROSA-PERRERO-PRALl e viceversa
(» (I)
Pérou 9,20 17,35 20,20 Prati Ghigo 14,20
Perrero 9,50 18 20,50 Perrero 6,25 15,20 16i20
Prati Ghigo 10,50 Perosa 6,50 15,45 16,50
(1) Feriate.
Il servizio da Perrero a Frali si effettua al mercoledì, rstak e Ctncriia.