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BELLE VAllI VALDESI
Qnimlicinal e
della Ciiiesa Valdese
Anno LXXXIII
Una copia
— Num. 17
L. 20
( Eco; L. 600 per l'interno Eco • La Luce; L. pOCO per l’interno | Spezia, abb. postale II Grappo
ABBONAMENTI 1000 per l'estero | JddO pea l’estero | Cambio d’indirisso Lire 30,—
TORRE PELLICE — 14 Agosto 1953
Ammin. Claudiana Torre Pelliee - C.C.P. 2-17557
LA VOCE DELLA VALLE
Le piccole cose della vita rinnovano in noi il miracolo della meraviglia. Noi, nei momenti felici, scopriamo che le cose piccole sono grandi; e allora la meraviglia si muta
in segreto invito alFumiltà. La meraviglia che diviene umiltà, diviene
gioia di poesia quando noi scopriamo i'he altri ha scoperto le cose piccole e grandi del mondo e le ha
esj)resse con semplicità di arte.
Questi pensieri ho notato leggendo: « C’è ima voce nella mia Valle » (Ij di Edina Ribet Rostain. E’
un libro scritto con garbo vivace e
con penetrante misura spirituale. Si
presenta come diario; e del diario
ha la bellezza mista a una familiare
spontaneità. Leggendo ho pensato
molte volte alla scrittrice Antonietta Giacomelli, diarista anche lei e
nol i rímente pensosa delle cose grandi delhi vita.
La Unzione letteraria di Edina Ribel è presto riassimta. Una giovinetta ha studiato, poi è andata sposa
a un contadino delie Valli Valdesi:
è moglie felice, madre di care creature, nella Valle in apparenza solitaria e pur popolata di tante cose
bolle. La giovane sposa, che ha visto gli orrori della guerra e della
lotta partigiana, non si arrende alla
tristezza e nel ricordo gentile di co■ìoro che ¿adderò ella "procura di star
ferma recuperando la fede vittoriosa. Questo libro, dove si ammirano
scene e figure vivaci, è la storia del
recupero tenace della fede nascosta
e chi: riappare come la primavera
nella Valle, dopo il triste inverno.
E’ la fede che vive nella tradizione
e nella vicenda avanzante della vita.
E’ la fede eterna armonizzata nelle
scene della vita d’ogni giorno. La
voce della Valle, calma e sacra, è
la voce della fede.
Questa aspirazione profonda iron
si esaurisce nella freddezza letteraria del diario, sentenzioso e moralistico; si esprime in pagine poetiche che fanno del libro in prosft una
serie di canti, i canti della Valle.
Canti non regolati in schemi jnetrici
ma vivi nelle note d’una prosa semplice, pittoresca. La nostra autrice
ci ha donato un lieto canzoniere, in
cui motivi vecchi e nuovi hanno una
voce nuova, benedetta.
Si sente, gradita, una sincera spiritualità cristiana che si dichiara, valida nelle piccole cose della vita di
ogni giorno. La fede è esigenza di
ordine, di pulizia; è gioia nel compimento degli umili doveri quotidiani. Il bucato, che steso al sole è
riportato in casa odoroso di aria pura, appare come un rito nella santità della casa. E’ spirituale gioia
la gioia della donna che vestita a
festa si reca in chiesa. « I nastri della mia cuffia svolazzano leggermente intorno a me, mentre, pensosa,
risalgo la stradina della chiesa »•
Nella Valle si sente la presenza
vitale della tradizione. E’ la tradizione che vige nella vita domestica
e pubblica; è forza nella chiesa e nel
popolo umile e tenace. La tradizione è anche legge di costume e bellezza. I vestiti all’antica sono pur
nuovi, graziosi: « ..■famw un personale distinto e modesto; cuffie candide che incorniciano così bene il
viso e to' fanno apparire più grazioso: tutto ciò è ben diverso da
certe toelette d’oggi, da quei copricapo senza gusto, da quelle scollature esagerate ». Si considerino nelle diverse parti del libro le scene
domestiche di quiete e di lavoro; la
descrizione delle varie figure che an
che con i difetti rivelano la loro appartenenza a un popolo che ha conosciuto l’Evangelo.
L’autrice ha paura che questa tradizione diminuisca, e che il buon
costume da essa generato possa scomparire. (i Zia Maddalena parla con
quella grazia e quello spirito che appartengono, forse, soltanto più alla
vecchia generazione, e che temo —
ahimè — scompariranno con essa ».
E’ un timore comprensibile ma assurdo, perchè lo Spirito non passa
con le generazioni e crea nuova grazia negli uomini nuovi.
In lutto il libro si propongono,
con disinvolta onestà, molti problemi della vita. L’anima di questa donna che vive nella Valle, si ritrova
nella preghiera intima e fervida. In
una notte d’inverno quando tutto appare in un candore di fiaba, ella esclama: « Stendi, fredda notte di
dicembre, il tuo manto candido sul
nostro villaggio, sulle nostre dimore
travagliate ed aggratmte: quel manto un po’ pesante, tanto freddo ma
che riesce ad abbellire ogni cosa.
Se si potesse, così, gettare un velo
caiutido, immacolato sui nostri cuori, per cancellare tante cose malvage o dolorose e rendere tutto più
bello, più sereno, più in pace ». Questa aispirazione alla purezza si fa preghiera, perchè « la preghiera del
giusto fatto con forza è di grande
efficacia ». Vorrebbé chiedere a Dio
lame cose, ma le pare di essere indiscreta e si trattiene: « Ho già tante coso; il Signore mi benedice molto: ho questi bimbi robusti e intelligenti, un buon marito affezionato,
nessuna incertezza per U pane quotidiano, che cosa potrei chiedere di
più? ». Non c’è orgoglio farisaico ma
solo gratitudine e fiducia. Una ragione di renitenza a pregare ella la
trova nel fatto che non tutte le preghiere rivolte a Dio con forza sono
esaudite. « Eppure Paolo è morto,
appena arrivato al fronte, colpito da
una imllottola al cuore. E io che vedevo, io che sapevo come e quanto
pregava zia Rosa, da allora ho paura: la preghiera del giusto fatta con
forza non è sempre di grande efficacia: e anche l’angelo dell’Etenio
non è sempre intorno a quelli che.
lo temono. Dio, che conosci ogni
cosa, perdona se sbaglio: non ¡Mirlo
con amarezza o con ribellione: Tu
lo sai ». Il giorno dopo, rovistando
in un ripostiglio, tra gli altri libri
ne trova per caso uno dove — che
è il caso nella vita dei credenti? —
si parla della preghiera. « Non bisogna dimenticare questo, nella preghiera: che non dobbiamo dirigere
noi gli avvenimenti e le circostanze
della nostra vita, e che anzi è molto
meglio che il filo lìé sia nelle mani
di Dio, piuttosto che nelle nostre »
La vita nella Vallé non scorre sen
za contrasti con il ¡Biondo. La don
na, che è giovane p madre, è tur
baia dalla presenza* deUa bella Te
resa, vanitosa e viu^a. I turbamenti
che essa suscita soli© accennati con
significativa discrezione. Tutte le difficoltà sono superate! e la nostra scrittrice, lieta e riconepeente al Signore, sente di dover prendere atto della vita quotidiana come di un fatto
importante: « Se siìgmo stati risparmiati, ci sarà una legione ».
I problemi della vita sono toccati
con acume, gli sta^ d’animo sono
rivelati con agevolezza sorridente.
Mariano Moreschini
continua in 2^.a pagina
Comunicato della Tavola Valdese
La prossima Sessione Sinodale si aprirà, piacendo al Signore
Domenica 30 agosto, alle ore 15,30
nel Tempio Valdese di Torre Pelliee, con un culto presieduto dal
Pastore Antonio Miscia e~la consacrazione al Santo Ministero dei Candidati Signori Severino Zotta e Mario Musacchio.
Tutti i Membri del Sinodo, Ministri di Culto e Delegati, sono convocati per le ore 15 nell’Aula Sinodale della Casa Valdese, per presenziare all’apposizione della firma dei Candidati all’atto di accettazione
della Confessione di Fede della Chiesa Valdese.
Immediatamente dopo il culto, i Membri del Sinodo si recheranno
nell’Aula Sinodale per costituirsi in Assemblea sotto la presidenza
del più'anziano di età tra i Ministri di Culto in attività di servizio
presenti, e procedere alla nomina del Seggio definitivo del Sinodo.
Achille Deodato.
Moderatore della Chiesa Valdese.
Torre Pelliee, 17 Agosto 1952
Vocabiilario della lindna valdese
E’ USCITO
Edina Rostain Ribel
C'è una voce nella mia valle
L. 500
G. Francesco Peyronel
Le basi della civiltà futura
L. 230
Giov. Miegge - Heussi
Sommario di storia del cristianesimo
L. 950
Ordinazioni alla Libreria Claudiana
Torre Pelliee ■ c.c.p. 2-17557
CoNVEKàAZioNE. (So^ontivo femminile, dal latùio: conversari = praticare con uno = trattenersi parlando, specialmente per passatempo, su diversi argomenti).
Caratteristiche della conversazione valdese; quando Hin buon valdese
ne ìhcoùtra 'uà”*'4Ìtro7 àlfréttaiito
buono, egli si meite, ovviamente, a
conversare, badando, anzitutto e sopratutto, a tenersi nei limiti di generiche osservazioni e a non lasciarsi
coinvolgere in un reale, sostanziale
scambiò di pensiero. La conversazione può essere brillante, vivace, animala, condita con battute spiritose, ma deve sempre essere mantenuta su di un piano impersonale; la
conversazione è fatta, se non per
nascondere il proprio pensiero, per
evitare almeno di dover prendere
posizione, perchè, in realtà, sul piano spirituale, colui che conversa,
conversa appunto per evitare che si
possa esigere da lui una presa di
posizione personale.
E questo, non perchè il buon valdese abbia paura di dire la sua opinione o di manifestare il suo pensiero, ma perchè, sempre nel campo
spirituale, egli è vittima di una pericolosa malattia che i tecnici chiamano: Gedankenlosigkeit: cioè,
press’a poco: mancanza di idee personali.
Il Partito, la Radio, l’organizzazione sindacale, l’associazione culturale, il giornale, forniscono, in formule acconce e trasparenti, gli slogan necessari per tutte le esigenze
della vita quotidiana, tranne per il
campo spirituale. Così il buon valdese, si trova a mal partito.
Avere delle idee personali, nel
campo spirituale, significa dover
prendere posizione, di fronte a se
stessi; e questo significa: lotta interiore.
Ora, purtroppo, il buon valdese,
in questo campo è incurabilmente
pacifista e la sua conversazione prediletta è preferibilmente sul piano
della superficialità.
Obolo ('s. m. derivato dal greco piccola moneta equivalente a due
.soldi - in senso figurato: piccola
offerta in danaro a scopo di beneficenza).
E’ noto l’episodio riferito da Marco e Luca; Gesù vicino alla cassa
delle offerte; passano ricchi e poveri; ognmio lascia la sua offerta; pas.
sa una vedova e depone il suo obolo: due soldi; e Gesù osserva: ”Que
.sta povera vedova ha gettato più di
tutti, perchè tutti costoro hanno get.
tato del loro superfluo; ma costei,
del suo necessario; ha gettato tutto
quanto aveva per vivere”.
L’obolo della vedova: una delle espressioni più comuni del buon valdese nella sua. eonversaziime,- quando assume un tono pio, il che gli accade ancora abbastanza spesso, ora
che si sta generalizzando il sistema
delle contribuzioni individuali e delle bustine mensilU-q_ trimestrali.
Il buon valdese spiega: cc Ho avuto molte spese, in questi ultimi tempi; poi, il prezzo del vino è aumentato; il tabacco non diminuisce; ecc.
ecc. Quanti ecc.! Insomma, si fa
quel che si può: eccovi anche « l’obolo della Vedova ».
Niente da dire, notate bene, in
merito alle spese; siamo d’accordo:
la vita è dura e un po’ di vino ci
vuole; il lavoro è monotono e deprimente c un po’ di fumo ci vuole pure lui; la ragazza è giovane e la
permanente non ci sta male; Settimo
giorno e il Tempo sono interessanti,
poi c’è il concorso a premi e se ci
scappa i'automobile, si sa cosa farne.
Tutto giusto, buon valdese; troppo giusto! Però quell’« obolo della vedova », proprio quello, non ci
vuole. Mica per farti delle critiche
o una jiredica, ma sa un po’ di...
muffa, diciamo così, per non dire
ipocrisia; perchè, proprio in confidenza : lei (la vedova) ha dato del
suo necessario, tutto quanto aveva.
Tu invece, — beh! non farmi gli
occhiacci — la Finanza non sente —
tu, proprio del tuo necessario non
hai dato; qualcosa ancora nel tuo
portafoglio lo nascondi.
— Come? Ognuno sa i fatti suoi?
Nessuno può fare i conti in tasca
agli altri? E come lo so! L’ho detto
anch’io! Però l’obolo della vedova,
lascialo stare!
Delle scuse per non fare tutto il
tuo dovere, ne puoi trovare cento,
che dico, mille! Dal pastore che non
fa visite ai sermoni che non ti garbano, la lista è lunga. Ma lascia stare in pace la povera vedova che ha
dato tutto; e credo che delle lamentele avrebbe potuto farne anche lei
a proposito dei suoi sacerdoti!
Pure ha dato tutto!
Buono (aggettivo di ciò che corrisponde al concetto di bene).
Una definizione che non è molto
chiara; un’altra dice: opposto di cat
V.
titto! Ma cos’è cattivo? Comunque
sia, nella conversazione e nel linguaggio ecclesiastico valdese di significati ne ha uno particolare, anzi, se non erriamo, addirittura tre,
che vaie la pena di fissare per i posteri.
1) CTè dunque il buon valdese;
cioè il valdese che ha delle idee chiare, che sa chi è, cosa vuole, cosa
crede. Nella conversazione bisogna
metter l’accento su buon. Il valdese
(ce ne sono ancora alcuni esemplari) insomma che, nella sua vita quotidiana dà testimonianza della sua
fede: ai campi, all’officina, nel negozio, nella sua professione. Non è
necessariamente settario nè musone;
gli piace camminare coi tempi nuovi, conservando l’antica fede. Non
è neppure un santo, nel senso comune della parola; è semplicemente un uomo come tutti gli altri, con
questa piccola differenza: sa che deve essere fedele alla sua vocazione.
C’è poi il valdese buono. Nella
conversazione buono viene dopo valdese; valdese, con punti di sospensione, buono. Non è facile capire cosa significhino i punti di sospensiorfé! Valdese... buono!
Buono potrebbe esser l’equivaleule di liberale (non in senso poRtico!), di conciliante, di accomodante, di pacifico: un valdese insomma
che sa vivere col mondo, che sa mimetizzarsi, che non pesta i calli a
nessuno (per motivi di fede).
Nella conversazione è sempre d’accordo con chi non la pensa come lui
(in materia di religione).
Bisogna vivere e saper vivere, questo è il suo motto.
3) Terzo ed ultimo il Buonvaldese:
tutta una parola sola.
NeUa grande famiglia valdese sono i più numerosi, i buonivaldesi.
In chiesa non si vedono troppo spesso ; qualche fugace apparizione a Natale o a Pasqua o al pranzo del 17
febbraio. Amano la Chiesa, a modo
loro, e vivono nell’attesa del gran
giorno; iquello della persecuzione.
Allora spunteranno fuori tutti per
la difesa della libertà e di qualche
più o meno immortale principio.
Dovunque vedono nella loro Ghiesa il pericolo clericale, perchè hanno dimenticato la loro vocazione;
dicono: nella Chiesa, il pastore, nel
mondo i buoni Valdesi! Non si accorgono che proprio loro sono i veri
clericali.
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. L’ECO DELLE. VMiU VALDESI
de Valdese
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28 mai 1893 - 29 maggio 1953
Dès le 16 Âoût, la colonie reçut
la visite officielle du Gouverneur de
la Caroline du N.ord, Elie Carr, qui
loua l’activité inlassable des colons
et les résultats remarquables qu’ik
avaient obtenu eu si peu de temps.
Le 21 Âoût deux nouvelles familles àrrivèrent de l’Etat de l’Utah.
(Henri F. Long et Michel Coi^e).
U serait intéressant, à ce propos, de
rappeler l’étrange influence que la
secte des Mormons exerça dans les
Vallées de 1850 à 1867, influence assez vaste, puisque environ 50 familles quittèrent les Vallées pour s’établir dans le Utab, la terre promise
des Mormons ! Mais nous nous en occuperons dans un prochain article!
Le 21 Août c’est un nouveau groupe de colons, qui arrive à Valdese:
en tout 14 personnes. (M.me Albert
Pons et 3 enfants; M.me Jacques
Henri Tron et 4 enfants, de Massel;
Henri Perrou et sa femme Junine
Grill, de Pral; Etieime Bouchard,
de St. Germain; César et Samuel
Pons, célibataires, de Massel). Dès
le début du mois de Novembre, les
colons firent de considérables achats
de denrées alimentaires en vue de
l’arrivée prochaine de nombreux
Vaudois des Vallées. En effet, le 23
Novembre arriva l’équipe plus forte
de , colons ; environ 180 personnes.
Ils s’étaient réunis à La Tour lé 2
Novembre, et le 8 ils s’étaient embarqués à Gênes sur un vaisseau allemand, le Kaiser Wilhelm H!
Nous ne mentionnerons pas les difficultés bureaucratiques que nos amis recontrèrent même en Amérique; nous soulignerons plutôt le fait
réjouissant qu’ils furent l’objet d’un
vif intérêt dans plusieurs villes de
la Caroline du Nord, que leur train
devait traverser. A Salisbury et à
Hickory un grand nombre de personnes étaient à la gare pour saluer
les voyageurs! A Valdese la joie fut
grande: les premiers colons accueillaient des membres de leurs familles, des"parents, des voisins. Le premier acte de la communauté fut une
action de grâce par un culte émoûvant et par un repas fraternel. Les
chefs de famille étaient environ 40,
dont 10 originaires de Pramol, 7 de
Pral, 6 de Villesèche, 4 de Massel,
4 de St. Germain, 3 de Perrier-Maneille, 2 du Pomaret, 2 de La Tour,
1 de Rorà.
D’aucuns retournèrent aux Vallées, d’autres s’établirent ailleurs en
Amérique; mais nous désirons rappeler les noms de ceux qui s’établirent définitivement à Valdese et qui
ont si largement contribué à la prospérité de la ville naissante: Jean
Garrou, Sr.; Jean Garrou, Jr.; Antoine Grill (frère de feu le Pasteur
Ph. Grill, oncle de feu le Prof. Louis
Grül de Turin), qui a suivi le développement de la Colonie et que nous
avons eu la joie de rencontrer, gardien fidèle des souvenirs de la Communauté vaudoise; Jean Thomas
Guigou;”!. J. Jacumin; J. J. Léger;
Frédéric Meytre; P. E. Micol; Daniel Mourglia; Jean H. Pascal; Elienne Perrou; Henri Peyronel; J.
P. Peyronel; J. F. Ribet; Hyppolite Salvageot; François Tron; Jean
Tron et Henri Vinay.
Ce fut le dernier groupe organisé
qui vint à Valdese, mais de 1894 à
1932 environ 40 familles se joignirent aux fondateurs de la colonie,
parmi lesquelles 18 familles de Prali et d’autres de Pramol, Villesèche,
Rodoret, Massel et St. Germain.
La veille de Noël de cette même
année 1893 arriva à Valdese le Dr.
M. Prochet, Président du Comité
d’Evangélisation, alors en tournée
de collectes aux Etats. Unis. Il fut
accueilli aux abords de la ville par
une centaine d’enfants vaudois, qui
chantèrent un choeur de bienvenue;
il passa une semaine à Valdese, présida les cultes, visita toutes les familles, examina les terrains acquis,
les comptes, discuta les plans futurs.
Grâce au vif intérêt d’un groupe
de dames chrétiennes de Morganton
les enfants eurent dès la première
année la fête de l’arbre de Noël et
reçurent des livres, des jouets, des
vêtements.
La première école fut organisée
aussitôt; comme les enfants ne comprenaient pas l’anglais, l’on sentit
la nécéssité d’avoir ime école vaudoise, qui s’ouvrit dans une' pièce
au coin des rues «Massel» et «Faët»
sous la direction provisoire d’Antoine GriD, remplacé plus tard par Michel A. Jahier. Hippolyte Salvageot
(le seul qui connaissait l’anglais) et
Jaubert Micol furent,les deux premiers membres de la colonie qui acquirent la nationalité américaine.
Au printemps de 1894, le Dr. C.
A. Tron fit un nouveau séjour en
s’occupant de plusieurs problèmes,
notamment du réglement de certaines dettes et de l’organisation de comités. Le vrai organisateur de la petite Eglise Vaudoise fut, toutefois,
le Pasteur Barthélemy Soulier, qui
arriva avec sa femme, à la fin du
mois de Juin 1894. Son ministère de
six ans fut courageux, dévoué et béni:- il accomplit les tâches de son
ministère et fut, en même temps, le
conseiller et l’animateur du groupe.
Dans l’assemblée du 28 Mars 1895,
la décision fut prise de construire
le temple; le 17 Février 1897 fut
posée la première pierre, dans laquelle furent placés 3 exemplaires
du Nouveau Testament un eu français, un en anglais et im en italien,
un parchemin avec une brève histoire de la colonie, ainsi que des pièces de monnaie d’Italie et des Etats
Unis. Le travail fut éxécuté par les
colons aux-mêmes, les fonds furent
collectés par le Pasteur, l’Eglise des
Vallées envoya 1.000 frs. La consécration du Temple eut lieu le 4 Juillet 1899 devant une foule imposante
venue de près et de loin, à pied, à
cheval, en voiture, en train. Six pasteurs étaient présents et le Pasteur
Soulier adressa à l’assemblée deux
messages, un en anglais et un en
français.
Des raisons de santé et de famille
rappelèrent le Pasteur Soulier en Italie; il garda toujours un vivant
souvenir de son activité à Valdese.
Dans une lettre du 27 Avril 1939
au Dr. Georges B. Watt, le distingué Professeur de Littérature Française du Davidson College, auteur
d’ime histoire des Vaudois dans le
Nouveau monde, le Pasteur Soulier
écrivait: « J’ai travaillé à Valdese
(je peux le dire en pleine conscience) avec toutes, mes énergies et avec
l’enthousiasme d’un premier amour.
J’ai beaucoup lutté, j’ai beaucoup
souffert, et j’ai reçu, grâces à D>eu,
maintes satisfactions. Mgis aujourd’hui ma plus grande satisfaction ëst
de savoir que la -eolonie a finalement
surmonté toutes^ les difficultés, La
vraie et grande .récompense de ma
"vie, avant de quitter cette terre,
c’est de savoir que mon labeur n’a
pas été vain auprès du Seigneur» (1).
Parmi les amis qui s’intéressèrent
à la constructioiïrdu Temple rappelons le fameux commerçant de Philadelphie. Joint? Wanamaker. Ce
grand homme d affaires fut pendant
50 ans moniteur.;-de son Ecole du
moniteur^de
dimanche, et dansr ses grands maga
sins chaque journée de travail s’ouvrait par la lecture de l’Evangile et
la prière. (>e fut lui qui invita le
Pasteur Soulier a Philadelphie pour
des cultes et des conférences et lui
donna son offrande pour la nouvelle
construction.
* *
Pendant le ministère du Pasteur
Henri Garrou (1900-1903), commença à se développer cette industrie
textile, qui devèiit transformer la
physionomie de Valdese et lui donner ensuite l’allure d’une petite ville florissante par ses usines et son
commerce.
Le 8 mai 1901, les trois pionniers,
Jean et François Garrou et Antoine
Grill lancèrent la modeste entreprise
de la fabrication“ des bas de coton.
Ils avaient été en rapport avec un
Suisse, Jean Meier, qui quelques années auparavant avait commencé une
activité de ce genre à Valdese, mais
sans succès. Ils l’avaient suivi à Manning, dans la Caroline du Sud et ils
.y avaient appris l’art de fabriquer
les bas. 12 machines à tricoter, 20
ouvriers, salaire journalier de 40-50
cents pour les hommes, de 35 cents
pour les femmes, les trois associés
eux-mêmes ne recevant que 5 dollars par mois. Bref, les commencements furent difficiles, certains moments furent pénibles, mais nos braves Vaudois surmontèrent toutes les
difficultés; en 1951 a été fêté le cinquantenaire de l’industrie vaudoise.
Les sociétés ont ^angé de nom, se
sont oiganisêes Wr‘ de nouvelles bases, ont fusionné: aujourd’hui de
grands établissements (Waldensian
Hosiery Mills,’ Martinat Hosiery
Mills, etc.) donnent un cachet bien
spécial à Valdese. La main d’oeuvre
vient souvent-des pays avoisinants,
mais la direction des sociétés est en
grande partie confiée à des vaudois.
Depuis la fin de la deuxième guerre
mondiale, la Compagnie Vaudoise a
dépensé plus de 2 millions de dol
LA VOCE DELLA VALLE
continuazione
La donna che ritrova la fede e la
chiesa sta bene in casa sua; perchè
anche la casa si fa sacra. Sacre sono
le montagne. « Perchè le montagne,
ae impediscono allo sguardo di spaziare su di un vasto orizzonte, Vobbligano anche a sollevarsi, spesso,
verso le vette ». L’anima credente
pensa all’umanità errante e alla natura misteriosa per trarne motivi di
mistica considerazione. « Quando mi
fermo a considerare tutte le tribolazioni del tempo pres&ite e i dolori di ognuno di noi, personalmente, mi pare che l’umanità intera
cammini senza guida, senza appoggio, come un grande gregge che non
ha pastore ». « Quando vedo le straordinarie forze di vita che la natura
dispiega; quando considero quelle
invincibili energie di rinnovamento
che lavorano potentemente in seno
alla terra, come potrei dubitare della possibilità della risurrezione offerta all’essere umano? ».
Nella Valle si diffonde una notizia; Barba Paolo è morto. Il vecchio, in cui sono i segni del patire
umano, riposa. La contemplazione
della morte è nobile e serena; solenne nella fede cristiana, che circonda la bara della sua reverenza
che è umiltà e fiducia nella resurrezione. In contrasto si fa allusione
alla morte violenta, che l’uomo infligge all’uomo. « Questa non è la
legge di Dio ».
La fede nasce nelle lagrime ma
vince nel canto di lode. Il volume.
lars pour la modémisation de l’équipement. En 1946 un bureau de
vente a été ouvert à New York même, dans l’Empire State Building.
Les ateliers sont tous climatisés, les
machines sont les plus modernes que
Ton puisse trouver sur le marché.
Mais les responsables se sont aussi
et surtout souciés du personnel: assurances, hospitalisations en cas de
maladie, pension de vieillesse, activités de culture et de récréation, qui
ont lieu dans le centre du « FRANCIS GARROU MEMORIAL HALL»,
bâti en 1938 à la mémoire du principal fondateur. La moyenne de production pour une des Sociétés est
d’environ 1 million de paires de bas
par an.
Actuellement dans la Fabrique
Vaudoise de Bonneterie sur 6 membres du Conseil d’Administration 5
portent des noms vaudois; A. F.
Garrou, Louis W. Garrou, P, H. Garrou, H. Grill, Ben. Pons.
Parmi les nombreuses activités,
nous ne mentioimerons que la Fabrique de bonneterie Martinat, fondée en 1919 par H. F. Martinat, qui
en est le Président, et ses deux frères. Cette fabrique a environ 300
métiers pour la production de bonneterie spécialisée pour hommes.
ÿ H: 4:
meme annee.
di Edina Ribet si chiude con accenti di canto vittorioso. « C’è un profumo tiepido, una pace infinita. La
pace nei nostri cuori... L’orizzonte
splendido della mia Valle è inquadrato da quei monti di cui so a memoria il profilo, i pendìi, i precipizi, le vette; di cui conosco perfino
le ombre e le luci, e che oggi mi
dicono: Siamo mutati noi?... Allora come puoi credere che Dio sia
mutato? Oh, creatura di miseria e
di peccato... fino a quando non riccmoscerai la perfezione delle vie divine? l’eccellenza della sua bontà?
fino a quando dinienticherai che l’Eterno regna e che il suo regno è un
regno di tutti i secoli e il suo imperio sussiste per ogni età? Non lo
dimenticherò più, o mia vallata. Serberò questo messaggio per tutti i
giorni brutti, per quando il sole non
brillerà, per quando il cuore avrà
freddo ».
Ho voluto scrivere queste note, perchè la lettura del libro « C’è
una voce nella mia Valle » — titolo
pascoliano — mi ha procurato momenti di gioia e di gratitudine. La
intonazione femminile e materna di
tutte queste pagine, i disegni poetici delle figure così Valdesi da non
permettere alcun dubbio, il desiderio di bene, che rivela nell’autrice
un’anima che ha sofferto e è degna
.del suo dolore, recano, consolante
come un presagio di rinnovamento,
l’annunzio dell’Evangelo eterno.
(à suivre)
Elio Eynard
PERSONALIA
Au terme de mes réunions dans
les Eglises et les Collèges de la Geòrgie et des Carolines l’on me posait
bien souvent une question assez étrange: « Connaissez-vous le pain
vaudois? ». Non, je ne connaissais
pas encore le pain vaudois, mais j’étais étonné qu’il jouît d’une si large renommée... Pour ne pas paraître si ignorant, je priai un étudiant
de la Caroline du Nord de m’apporter. « le pain vaudois »... Et un
matin, le petit déjeuner des étudiants, à la Faculté de Decatur, fut
servi avec le « Rayon de Soleil », le
pain vaudois...
C’est à la période antérieure à la
première guerre mondiale que remontent les premiers pas, encore
chancelants, de la Waldensian Bakery, qui devait devenir une activité très importante de notre petite ville américaine! En mai 1915
Jean Pierre Rostan et Philippe Guigou vinrent de New York s’établir
à Valdese pour y ouvrir une boulangerie-pâtisserie, qui commença à
fonctionner au mois d’Août de la
La livraison du pain se fit, d’abord, dans les villes avoisinantes,
au moyen d’un « buggy » à cheval
(sorte de voiture, très légère). Surtout après 1919 la boulangerie se
développa très rapidement; de nouvelles succursales furent ouvertes
dans plusieurs localités (Morganton,
Lenoir, Hickory, Shelby). Les employés sont aujourd’hui au nombre
de 205 et chaque jour 60 autocars
distribuent le pain vaudois, « le Rayon de Soleil » et la pâtisserie dans
un rayon d’environ 150 km.
Notre frère J. P. Rostan dirige
de son bureau la grande organisation; pendant notre visite il nous
accompagne dans les vastes ateliers
et c’est avec une joie profonde que
nous lui avons serré la main, en le
remerciant d’avoir lui aussi, par son
labeur, honoré le nom vaudois!
P.S. Une coquille s’est glissée
dans l’article précédent: les deux
dates de l’histoire de Valdese sont:
1893-1953, comme les lecteurs ont
sans doute compris.
(1) George B. Walt ■ The ÌValdenses in
the New World ■ Durham, N. C. 1941
p. 112.
(1) Edina Ribel Rostain • C’è una voce
nella mia Valle ■ Claudiana, Torre Pellic
La Signorina Maria G. Girardet, si è
brillantemente laureata presso l’Università
di Roma riportando la votazione di centodieci su centodieci. Titolo della tesi: Ambiente e lavoro sociale in un centro medicopsico-pedagogico.
Alla Signorina M. Girardet della nostra
chiesa di Via IV Novembre, i nostri auguri
e rallegramenti cordiali.
Nel Commentario alla prima lettera
paolina ai Corinti, il prof. G. Héring,
a pag. 28, ha scritto: il brano 2/10b-16
molto importante, contiene - la grande
carta du théologien chrétien.
Dico la verità, avrei aspettato leggere
perchè il caro ed illustre commentatore e profondo conoscitore del pensiero
paolino, restringe il senso del brano al
teologo.
Prendiamo sotto gli occhi la pericope bellissima : « perchè lo Spirito investiga ogni cosa, anche le cose profonde di Dio. Infatti, chi fra gli uomini,
conosce le cose delTuomo, se non lo
spirito dell’uomo che è in lui? E così
nessuno conosce le cose di Dio, se non
lo Spirito di Dio. Or noi abbiamo ricevuto non lo spirito del mondo, ma lo
Spirito che viene da Dio, affinchè conosciamo le cose che ci sono state donate da Dio; e noi ne parliamo non con
parole, insegnate con sapienza umana,
ma insegnate dallo Spìrito adattando
parole spirituali a cose spirituali.
Ora l’uomo naturale non riceve le
cose dello Spirito di Dio, perchè gli
sono pazzia, e non le può conoscere,
perchè le si giudicano spiritualmente.
Ma l’uomo spirituale giudica d’ogni
cosa; ed egli stesso non è giudicato da
alcuno.
Poiché chi ha conosciuto la mente
del Signore da poterlo ammaestrare?
Ma noi abbiamo la mente del Cristo.
Le nostre felicitazioni ai giovani: Pons
Ernesto (di Angrogna), Cesan Liliana, già
studentessa del nostro Collegio Valdese,
Coisson Graziella, figlia del pastore Lamy
Co'isson, che hanno felicemente ottenuto il
loro diploma magistrale, presso l’Istituto
magistrale di Pinerolo.
La parola « giudizio » è messa in evidenza manifestissima in questa prima ai Corinti. E’ ripetuta 17 volte nei
primi undici capitoli. E ciò è dovuto
allo stato fluido dei cristiani corintiani.
Chi ignora che in quella comunità alcuni « gnostici » pretendevano alcuni
privilegi?
Conseguentemente al pastore del Risveglio, Giovanni Wesley, il Mevodismo ha fato gran conto « del giudizio »
e, spesso se ne parla alle comunità della nuova nascita e della testimonianza
dello Spirito dkDio nello spirito dell’uomo.
Dobbiamo forse in questo pensiero
paolino, riscontrare qualche reminiscenza filosofica? Paolo indica due uomini: l’uno psichico (che non conosce
le rivelazioni dello Spirito), e l’uomo
spirituale o penumatico « che giudica
di tutto e non è giudicato da nessuno».
Non sarebbe più esattamente tradotto :
che comprende tutto, e non è sottomesso a nesuno?
Questo può sembrare un luogo comune dei gnostici e precisamente degli stoici. Ma mi pare che Epicteto mai
parla del giudicare il filosofo. Leggo in
Seneca, in una lettera, la 71 : « la virtù
giudica di tutto, e non è giudicata ».
Ma chi può conchiudere che Paolo dipende da Seneca? la virtù, secondo i
romani, è oggettiva, è immutabile, e
perciò non può subire alternative.
L’uomo spirituale di Paolo non diventa mai la regola e la norma altrui.
E’ forse un privilegio di una classe
di Cristiani di Corinto? forse.
Vediamo in questi verseti l’uso di
« giudicare e conoscere ». Paolo che
maneggia molto bene, anche a memoria, il V.T. qui si serve di Isaia 40: 13 :
chi ha compreso l’intelligenza di Dio,
per consigliarLo?
Paolo al posto del giudizio ha sostituito la conoscenza. Di più al posto di
spirito ha meso la mente. Allora il senso è questo: lo Spirito del Signore è
inconoscibile: noi spirituali possediamo lo Spirito del Cristo, perciò possiamo - giudicare.
Potrebbe questo pensiero essere pure
una reminiscenza dell’Apocalisse di
Baruch, ma non possiamo dilungarci
su questo interessantissimo studio.
* * *
A chi appartiene il potere di giudicare? a Dio! che nessuno dunque venga
a giudicare il cristiano spirituale. Chi
sei tu che vuoi giudicare? se giudichi,
sarai giudicato.
E’ vero che questo tema è d’ispirazione giudaica, ma Paolo indica l’escatologia del giudizio: i santi giudicheranno il mondo, quando il mondo sarà il regno del Cristo. Api.
3
L’ECO DELLE VALDESI
— 3
ALCU^E REGOLE PRATICHE PER LE VOSTRE DISCVSSION 1
Quel che occorre aver letto
Indicare dei testi per la discussione religiosa o, come si dice, per la
la polemica interconfessionale, può
parere un lavoro di bibliografia piuttosto facile. Basta citare dei titoli
e... che il lettore se li comperi, nevvero? »
In realtà, le cose procedono diversamente. Qui pensiamo a una preparazione generale, non ad una occasione particolare, o fortuita, come potrebbero essere 'quelle di un
incontro in treno o in tram o per
la strada o in casa di amici, e che
hanno per soggetto questa o quella
minuzia. Possiamo anche facilmente
immaginare tm credente pieno di zelo, che abbia su tutte le questioni
controverse un versetto biblico da
spifferare là per là; ma non per questo egli avrà, conseguenzialmente, la
possibilità di metter l’avversario con
le spalle al muro.
••P-erchè? Lo si intuisce. Spesse volte, la battaglia a base di versetti biblici lascia l’avversario (cattolico romano) indifferente, perchè egli non
trova, nelle citazioni scritturali, il
fattore di ASSOLUTA CONVINZIONE MORALE che troviamo invece
noi, bihlicisti ad oltranza! Per lui,
un testo biblico vale un cànone conciliare; anzi, in un certo senso, vai
meno di questo, poiché il versetto
biblico è un testo da spiegare, ermetico, misterioso (proibito!...),
mentre invece il cànone conciliare,
o la ben nota «vox ponteficis » è
l’interpretazione assicurata, autorizzata, esatta, che non può fallire.
# * *
Si tratterà dunque di ben altro,
in questi semplici consigli in vista
di una discussione polemica, che di
suggerire testi e pubblicazioni di
commento biblico, dei quali, peraltro, ogni evangelico che si rispetta
dovrebbe esser ampiamente fornito:
le pubblicazioni evangeliche di quel
genere dovrebbero essere tutte note
fra noi.
Si tratta invece, appunto, di pubblicazioni che possono dare delle
idee generali, di come si imposta un
TRA I LIBRI
Insieme. (Ed. Claudiana - 22 pagine). (Queste brevi pagine sono la
traduzione di una pubblicazione
francese (edita dalla Société Centrale d’Evangélisation - ristampata anche in Svizzera con qualche modificazione) destinata agli sposi. Da molti anni si lamentava, da noi, la mancanza di una breve pubblicazione
che la Chiesa potesse offrire agli sposi. Ci rallegriamo che la laeuna sia
colmata e ci auguriamo che gli interessati sappiano approfittarne. Brevi pagine, ma dense di contenuto, in
cui si fondono in un tutto armonico,
i vari motivi: Insieme; per la vita;
una sola carne; fedeltà; tenero rispetto; i figli; domani; ricordati. La
traduzione è del pastore Santini. La
veste tipografica decorosa. Tutto
quello che ci vuole, insomma, per
un regalo a degli sposi.
ragionamento, di come si procede a
quella salutare ginnastica dell’intelletto che potrà facilmente darci ragione dell’avversario anche più preparato. Si tratta cioè di avere a propria disposizione, non già una enciclopedia della polemica, od un arsenale dell’antipapismo (ecco il punto che ci differenzia dalle generazioni risorgimentali!), ma una piccola
valida raccolta di opere formative ed
informative sul grande, ineliminabile dilemma che pone a contrasto, da
una parte, la religione delio spirito,
e dall’altra, la religione che quello
spirito, invisibile ed immateriale, ha
ritenuto di poter sensibilizzare e materializzare nelle forme del culto e
nelle opere della vita religiosa.
* * *
f!d ecco un elenco di libri in questo senso:
Hoffet - U impérialisme protesUmt Traccia con mano sicura le linee
di confine tra la civiltà nata dal
protestantesimo e la civiltà cattolica.
Blanshard - Democrazia e cattolicesimo in America. - Validissimo
anche per l’Europa! Il cattolicesimo di fronte ai gravi problemi morali e sociali del secolo.
Dubuis - Il genio del protestantesimo. - La religione evangelica rivalutata di fronte ai suoi detrattori, nei suoi valori umani ed unianizzanti.
Gangale - Il Dio Straniero. - Discorsi agli Ateniesi del giorno d’oggi.
Un gioiello di logica protestante,
incastonato nella mentalità italiana.
Janni - La Cena del Signore. - Teologia e polemica, in quella linea
giuridica di cui Io J. fu maestro
incomparabile.
Miegce - Per una fede. - Qui si vede
la « problematica » del Cristianesimo, ossia come la religione del,
Vangelo è continua lotta e conquista, cosi su terreno pratico e
concreto, come su piano dogmatico, e nient’affatto il terreno delle esercitazioni dei procuratori spirituali nominati da Roma!
Bertrand - Le Protestantismo. - Opera pacata, completa, sui valori
protestanti di fronte alle deviazioni romane.
Spaventa - Rinascimento, Riforma e
Controriforma. - Iniziazione filosofica ai grandi movimenti filosofici e religiosi fra il XVT secolo.
AiME - Breve catechismo evangelico.
- Un catechismo che fa pensare.
* * *
Ed ora, poiché tuttavia non ci facciamo illusioni sulle capacità mnemoniche dei nostri fratelli, ecco l’elenco delle pubblicazioni di maggior
interesse, nel senso della discussione
polemica spìcciola, ed a cui tutti potranno agevolmente ricorrere, senza
alcuna particolare preparazione culturale, per rinforzare la memoria su
testi biblici, argomentazioni polemiche, in modo facile e persuasivo:
RENCONTRE FRANCO-ITALIENNE
AU COL DE LA CROIX
CoMBA - Cristianesimo e Cattolicesimo Romano. - Trattato di polemica.
Nisbet - Ma il Vang^ non dice così.
Manuale di polemica in forma di
catechismo.
Alessio - Con Cristo o con il Vaticano. - Promemoria di testi biblici ordinati per materie.
Astesano-Osculati - Evangelismo e
Papismo. - Trattato di polemica
per agomenti.
Miegge - Pietro a Roma.
Giampiccoli - La famigUa di Gesù.
Bosio - La figura storica di Maria
Madre di Gesù.
Tortorelli - Maria Madre di Gesù
nel Nuovo Testamento.
SiGNORELLi -^La Smita Sindone.
Tutti i libri sopra elencati, ed altri ancora, possono esservi proctirati dal vostro Pastore, alle migliori
condizioni.
* * ¡H
Ed ora, prima di mettervi al lavoro, gli ultimi consigli:
1) Mettetevi a leggere a un tavolo,
avendo con voi il Nuovo Testamento
(meglio ancora tutta la Bibbia) ed
un taccuino per annotazioni;
2) via via che procedete nella lettura, controllate per vostro conto
tutti i passi citati; j
3) ad ogni argomentazione che vi
si presenta, cercate:
a) , di penetrarne la sostanza, suddividendola in proposizioni minori
che segnerete, con lettere o con cifre progressive, a margine del libro stesso;
b) di riconoscere l’eventuale
punto debole, annotandolo sul taccuino, per riserbarvi, a lettura finita. una ricerca personale,
c) di sostenerla e corroborarla,
se del caso, con quel che vi detta .
Vesperienza di precedenti discussioni;
4) graduate, sul taccuino, con semjjlici riferimenti o sigle, secondo la
vostra impressione personale, i varii
argomenti che il libro presenta su
una data questione. Quella graduazione non rispecchierà soltanto l’impressione da voi ricevuta, ma vi
darà anche un’idea abbastanza precisa delle vostre preferenze e, quindi, degli argomenti in cui siete più
o meno sicuri di trionfare. Vi sarà
allora assai facile lo specializzarvi
negli argomenti preferiti, o il fortificarvi in quelli in cui temete maggiormente l’avversario.
Detto questo, non mi resta che
un doppio augurio da formulare con
tutto il cuore: buon lavoro e buona
fortuna! r. b.
Post-scriptum. Ho in animo con
chiudere con un terzo ed ultimo articolo, intitolato: / libri di cui abbiamo bisogno e che non sono stati... pubblicati.
Dimanche 26 juillet 1953
Dès l’après-midi de la veille on a remarqué une animation tout à fait
exceptionnelle dans la haute vallée du
Pélis, que tous les moyens de locomotion remontaient jusqu’à Villeneuve.
L’affluence du public de tout âge a continué jusqu’au dernier moment, c’està-dire jusqu’à l’heure fixée pour le ctdte en plein air.
Des nuages menaçants ont fait une
courte apparition tout à fait vers dix
heures, mais un soleil splendide a eu
le dessus et a duré toute la journée et
a abondamment tanné membres et visages. Il était beau de voir arriver les
participants des deux côtés des Alpes,
et au fur et à mesure se former Rassemblée (malgré les groupes sottement traditionnels plus ou moins intrus qui se
postent à une distance respectable,
quitte à déranger plus tard).
Sous la présidence du pasteiu: de
Bobi, M. Arnaldo Genre, le culte s’est
déroulé avec la participation de plusieurs pasteurs français et italiens (plus
loin la liste complète). M. Elle Morel
a tenu une méditation sur la parabole
des dix vierges; un bon nombre de
personnes, des jeunes surtout, ont pris
part à la Sainte-Cène. On avait bien
entendu choisir des cantiques figurant
dans les recueils des églises des deux
versants.
Pendant les deux heures qui, ont séparé la réunion du matin de celle de
l’après-midi, on a eu le temps de fraterniser, et l’on a pu souvent découvrir des connaissances communes, échanger des adresses etc.
Vers 14 h. Rassemblée se formait à
nouveau, guère moins nombreuse que
le matin : la réunion a eu un caractère
différent.
Sous la présidence de M. Charles
Monod, qui a d’abord présenté les
groupes des participants, venus même
de très loin, plusieurs orateurs se sont
suivis, pour de courts messages, entrecoupés et rehaussés de beaux choeurs
exécutés par deux groupes français. Un
pasteur belge et un suisse (nous regrettons fort que leurs noms nous aient
échappé) ont salué, quoique non officiellement, au nom de leurs.. ^Jises
respectives; M. Pierre Cadier a donné
des détails à la fois saisissants et humoristiques sur son ministère au Sénégal; M. Eroico Geymet a comparé
l’atmosphère du moment avec celle de
dix ans auparavant sur le même emplacement; M. Lamy Caisson a fourni
quelques renseignements sur la vie de
« Agapé »; M. Emanuele Tron, professeur à Gênes (seul orateur laïque de la
journée) a rappelé que sans l’interruption due à la guerre, cette rencontre
aurait été la vingtième, et a remarqué
combien il est beau de ne pas se distinguer sur cette frontière si l’on ne se connaît pas personnellement. M. Jacques
Meyer, un des pionniers de la première rencontre, qu’il organisa avec M.
Robert Jahier en 1934, a reconnu que
l’on a maintenant le « droit » de parler de tradition pour cette journée, et
a tiré la conclusion des différents messages de l’après-midi. Enlacés en un
immense cercle, les présents ont terminé par le chant de Rau-revoir.
Voici maintenant la liste des pasteurs
présents. France: MM. Gérard Cadier
(Bourdeaux, Drôme), Guy Cadier
(Nyons, Drôme), Jacques Cadier (Arvieux), Pierre Cadier (Dakar), Paul
Chazel (Gap), Bernard Gentil (Saintvéran), Jacques Meyer (Marseille),
Charles Monod (Cannes), Elie Morel
(Trescléoux), Henri Sabatier (Chabeuil); Italie: MM. Giovanni Bertinotti (le doyen des présents), Lamy Caisson, Roberto Jahier, Arnaldo Genre,
Enrico Geymet.
Enfin, une journée joyeuse et bénie,
à tous les points de vue.
Pour terminer, une note mi-badine
mi-sérieuse, que nous voudrions dédier
aux organisateurs de nos réunions en
plein air, surtout de celle du XV Août :
malgré le nombre élevé des orateurs,
le public, Raprès-midi, n’a été entretenu
guère plus d’une heure! Praesens.
La “giorflata,, del Colleiio ïaldese
Domenica 23 Agosto tutti i soci
dell’Associazione Amici del Collegio
Valdese, tutti gli ex studenti e gli
amici dell’Istituto e dell’antica Scuola Normale sono convocati a Torre
Pellice per celebrare la Giornata del
Collegio Valdese, nella quale sarà
svolta una serie di manifestazioni,
intese a mettere in evidenza l’importanza ed il valore dell’Istituto, ad
attrarre su esso il cordiale interessamento del pubblico ed a rinsaldare
i vincoli di coUeganza e di solidarietà fra gli ex studenti in modo che si
sentano sempre più parte di una
una stessa famiglia.
Rievochiamo con viva emozione
i precedenti analoghi incontri, ispirati alla più schietta cordialità, al
desiderio di portare un efficace contributo comune al venerando e semItre giovane Istituto che ci è caro: il
primo, del 19 agosto 1951, in cui la
Associazione trovò la propria origi
ne, mentre, per voce degli ex studen
ti Ernesto Ayassot, Giuseppe Tosel
li. Bruno Revel, si ricordarono i fa
sti antichi e recenti della vita scola
stica; incontro prolungato il 9 set
tembre dello stesso anno e concluso
con la spettacolare partita di calcio
fra i bianchi anziani ed i giovani azzurri. Il secondo, del 24 agosto 1952,
rinnovò ricordi e risoluzioni di solidarietà e di opere utili. Ed eccoci al
terzo. Un affettuoso insistente invito
è rivolto a tutti gli ex studenti, perchè non manchino all’appuntamento, perchè vi portino con tuttó^il cuore la loro adesione e l’espressione
pratica della loro solidarietà. La riuscita dell’adunata e le possibilità
della sua efficacia pratica stanno tutte nel loro intervento totalitario; il
quale sarà benefico non soltanto per
l’Istituto, ma anche per loro stessi.
Gli anni passano, per i vecchi come
per i giovani; quel che resta, è il
mondo dei ricordi più cari della vita, è la coscienza del bene che si è
acquistato nelle esperienze passate.
Ed appunto nei ricordi e nelle esperienze durevoli vive il nostro Istituto. Vogliamo tutti approfitare di
questa piacevole occasione per rein
tegrare la preziosa missione a beneficio delle generazioni sorgenti.
PROGRAMMA
Ore 10,30 al Tempio Valdese: Culto
introduttivo presieduto dal Moderatore. Rievocazione augurale del
Collegio.
Ore 14,30 nell’Aula della Casa Valdese; Convegno degli Amici del
Collegio, a) Relazione morale e finanziaria dell’attività dell’Associazione. b) Ricordi e commenti
di ex studenti, c) Programmi e
progetti per lo svolgimento dell’opera avvenire.d) Proposte varie,
e) Nomina dei quattro membri del
Consiglio Direttivo.
Ore 16 nell’Aula del Convitto Valdese: Ricevimento familiare.
Ore 17 nel Cortile del Convitto Valdese: Uno straordinario spettacolo popolaresco sarà offerto per opera d’un gruppo di amici di Luserna: Un’autentica corrida de toros, ricostruzione spassosa e pittoresca d’una caratteristica scena di
ambiente spagnolo, con accompagnamento d’una apposita orchestra.
Per gli Amici del Collegio saranno riservati posti speciali, con entrata dall’atrio interno del Convitto.
Il pubblico sarà ammesso allo
spettacolo, mediante il pagamento
d’una oblazione prò Collegio, con
entrata dal cancello del Convitto.
In occasione del Convegno e del
Ricevimento, i soci vecchi e nuovi
dell’Associazione Amici del Collegio
Valdese sono pregati di versare i loro contributi per l’anno corrente. A
tale effetto saranno disposti appositi
registri. L’elenco deUe offerte sarà
pubblicato per ricevuta.
E’ rivolto a tutti un caldo appello,
perchè i contributi sieno generosi,
in modo da poter dare al Collegio
un aiuto veramente afficace.
4
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
Congresso Internazionale
per la tolleranza
Ginevra, 21, 22 e 23 agosto 1953
LA VOCE DELLE NOSTRE COMUNITÀ
Il 27 ottobre 1553 Michele Sérvelo moriva
sul rogo a Ginevra. Alcuni mesi più urdi
Sebastiano CastAlio, francese di nascita e
rifugiato a Basilea, dopo essere stato « reggente » del Collegio calvinista di Ginevra
e Pastore nella stessa città, pubblicava il
suo famoso Trattato degli Eretici, in difésa
della-libertà di coscienza e della tolleranza.
Quasi solo in pieno XVI» secolo, Castellio
fu Papostolo d’una idea di cui oggi ognuno, come principio, riconosce il valore. Il
400® anniversario di tale avvenimento mecitava di essere commemorato.
Il 31 agosto 1950 un gruppo di storici,
riuniti a Parigi alla Sorbona, durante il K®
Congresso Internazionale delle Scienze storiche, costituiva un Comitato Intemazionale
Serveto-Castellio, nel quale si trovavano
rappresentanti della Germania, della Francia, dell!’Italia, dei Paesi Bassi e della
Svizzera. L’Africa del Sud, l’Ingbilterra, il
Belgio, la Danimarca, gli Stati Uniti d’America, la Svezia davano poco dopo la loro
adesione.
Nell’agosto 1952, riunendosi ad Oxford il
XVI Congresso Mondiale dell’Associazione
Internazionàle per il Cristianesimo liberale
e la libertà religiosa, fu proposto di indire
a Ginevra, alla fine di agosto 1953 un Congresso Intemazionale per la tolleranza.
Contemporaneamente il Comitato esecutivo
della suddetta Associazione, che si riunisce
ogni due anni alternativamente nel Vecchio
e nel Nuovo mondo stabiliva di tenere le
proprie sedute a Ginevra, durante il Congresso.
Nello spirito con il quale nel l903 i « figli riconoscenti di Calvino » erigevano un
monumento espiatorio a Serveto, noi vogliamo parlare onestamente e obbiettivamente
di Serveto e di Castellio; soprattutto vogliamo arricchire il nostro pensiero e il nostro cuore studiando l’idea della tolleranza,
la sua storia, le sue applicazioni pratiche.
Ognuno può partecipare fi questa iniziativa che non vuole rimanere aflSdata solo a
specialisti.
Per adesioni e informazioni rivolgersi alla segreteria: Congrès International pour la
Tolérance: EC Boulevard Georges Favon Genève.
Nel programma, oltre a riunioni di Commissioni, a cerimonie davanti ai monumenti
di Serveto e, Castellio, al ricevimento ufficiale delle Autorità Cantonali e Municipali,
vediamo annunziate alcune grandi conferenze pubbliche sui seguenti ^omi: L’Idea
della tolleranza del Dott. L. J. Van Holek
di Leyda; La tolleranza e il cristianesimo
del Prof. Leon H. Halkin di Liegi; Oltre •
la tolleranza del Dott. A. Bouvier di Ginevra.
N.B. E’ importante prenotarsi in tempo
per le camere.
Comitato Nazionale per le
Scuole Domenicali
VAUMARCU S
CAMP DES EDUCATEÜRS
DES EDUCATRICES
Programme du 22"27 aoôt
Samedi 22 août: 16 h.. Ouverture du
camp - 20 h. 30, Après coup ou ” Les notes retrouvées ” par M. Emile Delay, pasteur à Lausanne.
Dimanche 23 août: 10 h. Culte. M. le
pasteur Emile Delay, Lausanne — 14 h. 30
Christianisme et religion orientales, par
M. Jacques Rossel, missionnaire aux Indes.
Lundi 24 août: 9 h. 15 Comment former
des hommes normaux, par M. le docteur
George Richard, psychiatre à Neuchâtel.
Mardi ty aoûte R h. ey, Téâtre d’aujourd’
hui, par M. Edmond Pidoux, professeur
à Lausanne.
Mercerdi 26 août: 9 h. 15, Le socialisme,
doctrine économique ou religion?, par M.lle
Jeanne Hersch, privat-docent à l’Université
de Genève.
Jeudi 27 août: 9 h. 15, Objectivité et subjectitvité en art, par M. Samuel Baud-Bovy
de Genève.
Chaque jour, recueillement matinal, musique, séance de cantonnements.
Les conférences seront suivies de discussion» avec les conférenciers.
Entière liberté est laissée à chacun de
prendre part ou non aux diverses manifestations du camp.
speranza nella vita e nella educazione cristiana (Franco Davite). Pomeriggio; Congresso dell’AICE.
Venerdì 28. Libero. Gita, partenza.
Sabato 29. Giornata conclusiva nel tempio
del Ciabas (Luserna San Giovanni): Ore
8,30, Culto. Ore 9: La nostra speranza
nella situazione concreta: a) Verso la libertà (Giorgio Peyrot); b) Verso la pace
(Bruno Revel). Pomeriggio; Discussione
alla Casa Valdese di .Torre Pollice.
Per informazioni e iscrizione rivolgersi alla Segreteria di Agape. Ferrerò per Frali.
(Torino).
Socielà di Sludi Valdesi
Assemblea annua
Il C. N. per le Stuoie Domenicali informa che è in corso di attuazione il programma concordato con i responsabili delle varie Scuole Domenicali delle Chiese
Battista, Metodista e Valdese.
Tale programma, che ò stalo preparato
lenendo conto delle esigenze degli alunni
e dei monitori, si concreterà nelle seguenti pubblicazioni:
Per gli alunni:
a) Serie di testi illustrati contenenti lezioni sul Nuovo e sull’Antico Testamento,
corredate da brevi note esplicative, ,applicazioni morali e religiose, piccolo dizionario biblico, versetto aureo. L’intero pro-gramma verrà svolto in cinque volumi, uno
per anno.
b) Serie dì foglietti staccati per ogni lezione contenuta nei testi, da raccogliersi
in apposito quaderno, contenenti disegni
stilizzati, disegni da completare o ricostruire, quesiti biblici, grafici, narrazioni da
completare, giuochi biblici, ecc.
Per i monitori:
a) Serie di testi corrispondenti a quelli
per gli alunni, contenenti per ogni lezione
lina esegesi del testo, consigli pedagogici
per l’impostazione e lo svolgimento della
lezione, aneddoti, ecc.
b) Rivista bimestrale « La Scuola Domenicale » con trattazione di problemi pedagogici e di psicologia del fanciullo, argomenti vari inerenti la vita delle scuole
domenicali, informazione nazionale ed ecumenica sull’opera delle scuole domenicali, iniziative per campi e convegni monitori, ecc.
Il C. N. ha preparato una dettagliata circolare a stampa che illustra i concetti che
hanno suggerito il programma suaccennato
e ohe verrà invista a quanti si interessano
al problema delle scuole domenicali. Essa
potrà essere richiesta ai signori pastori o al
segretario del Comitato, pastore Mario
Sbaffi, Via Firenze 38, Roma
Prix pour toute la duree du camp: Fr. 37,
couple 65. -- Prix d’une journée, par personne; Fr. 8.
Le camp fournit à chaque participant,
une couchette, un oreiller et des couvertures de laine. Chacun apporte ses draps et
une taie d’oreiller.
11 y a des lits (avec draps) à disposition
à la Maison Zwingli. Le nombre des places étant limité, prière de motiver sa demande. Supplément à payer: Fr. 1.50 à 2,
par nuit suivant la chambre.
On peut obtenir tous les renseignements
aux adresses suivantes: M.me Gilbert de
Montmollin, Ch. de Villardin 1, Lausanne,
tel. (021) 244202; M. William Cornaz, La
Cigale, Aniien Stand 38, Montreux, tél.
(021) 64340.
L’assemblea anijn^i della Società di Studi
Valdesi avrà luogo la domenica 30 agosto,,
alle ore 21, nell’Aula della Casa Valdese,
col seguente Ordine del Giorno:
1) Dibattito sul- contenuto storico, sul
significato e sul valore della Pace di Cavour (5 Giugno 1561), fra il Duca Emanuele Filiberto di Savoia éd i Valdesi. Introdurrà il Prof. Attilio Jalla; presenteranno
i diversi aspetti del problema storico e giuridico il Prof. Augusto Armand Hugon e
il Dott. Giorgio Peyrot.
2) Comunicazioni e interventi vari.
3) Relazione morale e finanziaria della
Società.
4) Proposte e comunicazioni varie.
5) Elezione del Consiglio Direttivo. ,
L’ingresso è libero al pubblico. I soci’
e gli amici vi sorTò particolarmente invitati.
Attiriamo l’attenzione del pubblico sull’alto interesse del dibattito riguardante la
Pace di Cavour. Essa conclude il periodo
della persecuzione e della guerra religiosa
del 1550-61, condotte con metodo di spielata crudeltà dalle truppe del Conte della
Trinità contro i Valdesi, i quali però seppero resistere vittoriosamente, respingere
lutti gli assalti e le aggressioni del nemico,
ed ottenere dal Duca la possibilità d’avviare a Cavour negoziati per la pace. E fu
stabilita cosi la Pace del 5 Giugno 1561,
che costituisce il primo riconoscimento ufficiale della libertà religiosa in favore dei
Valdesi, nei limiti delle loro Valli; e la
base giuridica della loro situazione fino all’editto di emancipazione del 17 Febbraio
1848. La Presidenza.
Scuola Latina di Pomaretto
Settimana teologica • Agape Ciabas
in comune con l'A. I. C. E.
23-29 agosto
Doni ricevuti dal 1 aprile
al 31 luglio
li
Í lesinl
Domenica 23, sera: Culto di inaugurazione
presieduto dal Moderatore.
Lunedi 24, mattino: Studio biblico: La speranza messianica nell’Anticiy^Testamento
(Giorgio Girardet). Conversazione teologica: Programma, preparazione e propositi della Conferenza ecumenica di Evanston (Pescavo Neill). Pomeriggio: discussione.
Martedì 25, mattino: Studio biblico: La
speranza come fiducia in Dio ^ (Giorgio
Girardet). Conversazione teologica: Gli
avvenimenti ultimi nella nostra fede di
oggi (Giovanni Miegge). Pomeriggio: discussione. Conferenza dell AICE. Impressioni sul problema scolastico in America
(Giorgio Peyronel).
Mercoledì 26, mattino: Studio biblico: La
speranza nel Nuovo Testamento: «Il Regno, di Dio è vicino » (Neri Giampiccoli).
Conversazione teologica: La speranza nel
Regno di Dio e le ideologie (Carlo Gay).
Pomeriggio: Discussione. Conferenza dell’AICE: La scuola confessionale (Giorgio
Peyrot).
Giovedì 27, mattino: Studio biblico: « Salvati in isperanza » (Neri Giampiccoli) ■
Conversazione teologica: Il tema della
Balma Arturo (Torino) L. 1.000 — Sig.a
Adele Ribet in meni, del marito Colon. Giacomo Ribet 2.000 — Arturo Rostagno (Pomaretto) 5.000 — Emma Jahier Brugger (S.
Li. A.) in mem. marito 3.100 — Bleynat Alberto (S. Germano Ch.) 1.000 — Bertalot
Gina e sorella (Abbadia Alpina) 1.000
Long Roberto (Pramollo) 4.000 — Chiesa
di Perrero-Manìglia 3.000 — Tron Vitale e
Enrichetta (Massello) 2.CO0 — Guglielmino
Claudio (S. Germano Cb.) 3.000 — Giaiero
Ernesto e Marcella 1.000 — Ida Rostan in
mem. nonna 2.000 — Chiesa Valdese di
Pomaretto 2.500 — Jahier Emilio e Maria
(Porosa Arg.na) 2.000 — Peter Corrado in
mem. di Carlo Grill 1.000 — E. Balma jn
mem. del condiscepolo c amico Carlo lutili
1.000 — Il dott. Teofilo Giraud di Troy (S.
U. A.), ex allievo della Scuola Latina, ci ha
fatto pervenire la somma di L. 34.844 frutto
di una sottoscrizione da lui gentilmente
promossa fra i seguenti ex allievi del nostro
Istituto, residenti negli S. U. A.: Dott. Teofilo Giraud (Troy N. J), Irma Ghigo Rostan
(Valdese, N. C.)), Margherita Gardiol Micol (id.), Livia Mathieu Bulani (Baltimore
Md), Prof. Giovannino Tron (Bloonfield,
N. .1), Emilio Tron (Corona, N. J.), Prof.
Ulrico Gay (Pittsfield, Mass), Enrico Grill
(Chicago 111.). La Direzione.
Un anno e mezzo di studi, sogni e corrispondenza.
Otto mesi di lavoro, di fatiche e di passione.
Oltre un milione e mezzo di spese se si
tien conto delle somme principali e poco
meno di due se si dovesse proprio contar
tutto.
Ma il nostro tempio che ha quasi due secoli e mezzo di vita, ha acquistato un aspetto di freschezza e di eleganza come se fosse
ringiovanito.
L’iniziativa è nata come una parola di
addio di fratelli e sorelle nostri nel momento in cui ci lasciavano per salire verso la
Patria Celeste.
Cominciò con i fiori raccolti sulla tomba
di Maria Lamont nata Rambaud, villarese,
raccolti ed inviati per dei restauri al tempio
da suo figlio, pastore negli Stati Uniti. Poi
prosegui con i fiori raccolti per altri diletti
fratelli nostri in partenza di là e di qua
dell’oceano. Tutti insieme costituirono il
capitale necessario per iniziare l’opera. Attorno ad esso si unirono gli sforzi di vari
enti ed amici e l’opera appassionata della
commissione restauri e l’impresa, superando
mille ostacoli e difficoltà, a partire dai rigori invernali, dalle piogge primaverili e
fino a tutte le « sorprese » che un fabbricato vecchio riserba non appena lo si tocchi,
ebbe corso e giunse a termine.
Ed è stata scritta cosi una data in fondo
al tempio.
Data che ne richiama alla mente tante
altre. Più importanti alcune, più tristi e
gloriose altre, tutte espressione dello « zelo
consumante dei credenti per la casa del
Signore ».
Nel 1555 in seguito alle decisioni del sinodo di Chanforan essò era stato aperto al
culto Valdese. Sorgeva allora sopra un’area
leggermente antistante all’attuale per modo
che il campanile che ha serbato sempre la
identica posizione sorgeva sul suo lato posteriore.
Pochi anni appresso nel 1561 in seguito
alla persecuzione del Conte Costa della Trinità venne raso al suolo una prima volta.
Fu presto ricostruito in seguito al trattato
di Cavour e durò per circa centoventi anni
sormontando per miracolo la bufera delle
Pasque Piemontesi.
Nel 1686 subì la sorte comune a quasi
tutti gli altri templi delle Valli e fu distrutto una seconda volta. Restò per vent’annì
un cumulo di macerie.
Grazie aU’intervento del marchese Belcastel, governatore francese di Pinerolo fu
ricostruito nel 1706 in meno di un anno, in
mezzo all’entusiasmo della popolazione che
a mezzo di lunghissime « catene » trasportava il materiale pietroso dal Pellice fin sul
luogo del cantiere. Come allora è rimasto
fino ad oggi salvo lievi ripuliture periodiche e un ristauro più notevole nel 1862 del
quale però i registri del Concistoro non
fanno menzione.
Il restauro attuale è consistito in un numero veramente notevole di opere maggiori e minori che vanno dal rinnovo dei sostegni della campana alla sistemazione della
gradinata della via di accesso al tempio;
dal rinnovamento completo dell’impianto
elettrico alla sistemazione dei magnifici
lampadari in ferro battuto donati dalla
chiesa di Milano; dal ripasso del tetto alla
sistemazione in apposite nicchie degli altoparlanti; dalla ripulitura elegante e fine interna ed esterna all’ampliamento e abbellimento di tutte le nove finestre della chiesa, dalla riparazione e lucidatura di tutti i
banchi, alla verniciatura delle porte e delle
finestre, alle ciminiere per il sistema di
riscaldamento, alla pedana nuova attorno
al pulpito a tante e tante altre cose piccole
e grandi fino alla magnifica nuova sistemazióne della facciata e 'all’elegante zoccolo
in legno nell’interno del tempio.
E dovrebbe certo il cronista su tutta questa
opera di appassionato amore, di talento e
di sacrificio far dei nomi... ma gli è stato
vietato. Solo i nomi dei morti può fare, i
vivi vogliono restare nell’ombra e il cronista deve rispettare la loro nobile esigenza
di incognito.
L’inaugurazione ha avuto luogo domenica
2 agosto. Il momento in piena fienagione
non era certo propizio, ma questo fatto non
ha influito sul pieno successo della giornata.
Alle ore 9,15 i parenti di coloro i cui fiori in memoria avevan dato l’avvio ai restauri
si raccoglievano un momento dinanzi ad una
pietra che ne ricorda i nomi in fondo al
tempio ed inviavan loro un affettuoso riconoscente saluto.
Alle ore 9,30 il Concistoro e la Comm.
Restauri si riunivano nella propria sala per
una breve, suggestiva cerimonia di rassegna del mandato della Comm. Restauri al
Concistoro.
Alle ore 10 aveva inizio nel tempio affollato come nelle solennità il culto di inaugurazione. Aggiunsero la loro testimonianza
a quella di tutta l’assemblea, il pastore, la
corale in costume e l’ing. V. Ravazzini
membro deUa Tavola.
La sera nel tempio bellamente illuminato
col nuovo impianto esibirono gentilmente
un concerto di musica sacra i signori; M.
B. Brofferio ved. Coisson (hamoninm) e il
rag. R. Turin (violoncello). Recarono altri
messaggi i pastori Geymet e Jahier.
Riconoscenti a Dio per la gioia concessaci di questo restauro volgiamo ora lo
sguardo verso un’altro restauro più urgente
ed importante, il restauro della « comunità » che è il vero tempio dell’Eterno.
Torino (corso Vittorio)
Domenica 5 luglio, mezz’ora prima del
cullo pomeridiano, un elemento ornamentale della cuspide della torre di levante
del tempio del peso di alcuni chili, si è
staccato ed è precipitato sul marciapiede dj
Corso Vittorio. Per una dispensazione della provvidenza di Dio non è caduto sui passanti. 11 « Piccolo Messaggero » di luglio
agosto, nel suo articolo di fondo, ite trae
un avvertimento per il completamento dei
restauri del tempio che celebrerà fra pochi
mesi cent’anni.
Al cullo di Pentecoste sono stati ammessi sei Catecumeni adulti. Altri Catecumeni
si sono preparati per essere quanto prima
ammessi; alcuni hanno già subito con ap
provazione l’esame di conoscenze bibliche
In una serata offerta dal Concistoro abbia
ino avuto il piacere di vedere»riuniti j Ca
lecumeni ammessi nel corso di quesl’ulti
ino anno ecclesiastico: 19 adulti in tutto, e
12 giovani confermati a Pasqua.
Il Generale A. Osborn dell’Esercilu della Salvezza e la sua gentile signora ¡ialino
rivolto con la potenza della fede c deH’amore il messaggio dell’Evangelo la sera del
19 maggio a una gran folla che fremiva il
nostro tempio.
La Tavola, in sOStituzione del signor Ernesto Naso, al quale è stata affidata una supplenza di tre mesi a Palermo, ha inviato a
Torino il cand. theol. Renzo Bertalot. Mentre auguriamo al nuovo candidato un lavoro benedetto in mezzo a noi, inviamo un
grato saluto al caro .signor Naso che licorderemo sempre con piacere.
E’ stata distribuita a tutte le famiglie della Chiesa la Relazione Annua 1952-53. La
Chiesa di Torino ha leggermente aunientato la sua contribuzione alla Cassa Centrale.
Quest’anno ecclesiastico ha segnato un progresso in alcuni settori. Molto rimane ancora da fare in tutti i campi.
Matrimoni: 16 maggio: Deslex Giorgio e
Bounous Lillina; 20 maggio: Piccotti Enrico e Gibert Jacqueline; 21 maggio: Frisiero Renato e Novarese Ferdinanda; 30 maggio : Ravara Danilo e Cerutti Bouchard Maria; 14 giugno: Malan Roberto e Sievenin
Maria Antonietta.
Dimanche 2 aóut, à 7 heures 30 Dieu a
rappelé à Lui
Jean Pontet
« l’âge de 75 ans.
La famille, touchée de la manifestation
d’affection et de sympathie reçue en cette
pénible circonstance, exprime toute sa reconnaisance à ceux qui ont voulu prendre
part à sa douleur et remercie tout particulièrement le docteur Coucourde pour les
soins prodigués au cher Disparu.
Ce même jour, quand le soir
fut venu, Jésus dit: Passons à
l’autre rive. Marc IV: .vv.
Bobbio Pellice, 3 août 1953.
Le famiglie Durand Pelissero commosse
per la dimostrazione di simpatia ricevuta
in occasione della dipartenza della loro diletta
Susanna Ribet ved. Durand
ringraziano tutte le persone che presero
parte al loro dolore ed in special modo i
vicini di casa e il pastore LI. Beri.
Vivian di Inverso Pinasca, 17 luglio 1953.
La faniiglia della compianta
Davit Costanza n. Navache
commossa per le dimostrazioni di simpatia
ricevute, porge vivi ringraziamenti a quanti vollero associarsi al suo dolore.
Ringrazia in modo speciale il dott. Coucourde e il pastore sig. Genre per l’assistenza prestata.
Bobbio Pellice, 16 agosto 1953.
VENDESI in Torre Pellice terreno fabbricabile. Bella posizione. Rivolgersi alla
Claudiana.
VENDESI a S. Giovanni, frazione Bellonatli, terreno fabbricabile lungo strada
comunale. Rivolgersi Villa Milca.
Direzione e Redazione: Past. Ermanno
Rostan - Via dei Mille 1 - Pinerolo
Telef. 2009.
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di Pinerolo, con decreto del 27XI-1950.________________________,_____
Tipografia Subalpina S. o. A.
, Torre Pellice (Torino)
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