1
LA BUONA NOVELLA
filOR.\ALE DElli EVANCELIZZAZIOXE ITALIANA
Seguendo la verità nella carità.
Efes. IV. 15.
PREZZO DI ASSOCIAZIONE
?er lo SUto (frueo a destinauoDe) ■ . . 7 I >
Per Ui Sìitiert e Trancia, i4. . . . » 4 ts
Prr nDjhiUerra, id.......» 5 50
Per altri paesi (iraneo 8ao al confioeì. . m 3 s
Kod si riemod assocUiìooi per meno dUn anno.
LE ASSOCIAZIONI Si RICEVONO
1d Torino aIl't(Qzìo de! Giornale, râle dtl Re, !t* 31.
Rell« proiinde presso tutti gli Clfizii postali per
metto di Vaglia, che dotraiuio es&ere innati fraDCO
al birettore delia Buona NoTelU e noD altrimenti.
All’estero, ai seguenti indirizzi; Parigli, dalla libreria C. Meyrueis, me Tron>
chet,2; Ginevra, dal sig. E. Beroud libraio; Inghilterra per mezzo di franco Lolll
inglesi spediti franco al Direttore della Bnona Noyella.
SOMMAHIO
Ai nuovi cristiani evangelici d'Italia; lettera prima. — Letto di morte
dell’incredulo, I. — Cosa fanno i missionarii evangelici? II. —
Notizie italiane. — Notizie estere. — Piccola corrispondenza.
AI NUOVI CRISTIAM EVANGELICI D’ITALIA
Lettera prima
Prendendo la penna per intrattenermi con voi, a mezzo
della Buona Novella, cari fratelli in Cristo, il mio pensiero
trascorre involontariamente sulla condizione spirituale in
cui eravate prima di giugnere alla conoscenza del Vangelo.
Alcuni tra voi, zelanti fervorosi della religione de’ padri
loro, vivevano schiavi sotto il giogo delle tradizioni e delle
superstizioni umane ; altri più illuminati nella intelligenza,
ma egualmente a compiangere, cercavano nella indifferenza
religiosa un mezzo di scansare il dubbio; altri ancora, nemici d’ogni religione, giacevano immersi nella più desolante
incredulità. La vostra vita, al pari deUe vostre idee, era
contraria al Vangelo; eravate, per la più parte, leggeri e
2
mondani in parole e in condotta. La vanità, l’interesse, la
ricerca de’ piaceri sensuali occupavano le vostre menti e dominavano i vostri cuori ; eravate cristiani di nome, pagani
di fatto, e si può dire di voi come degli Efesi, prima della
conversione loro , « viventi senza Dio e senza speranza al
mondo » {Ef. II, H).
E non temiate, cari fratelli, di fermare il vostro pensiero
su queste tristi rimembranze ; temiate invece d’obliare troppo
presto quali voi eravate, e di dove tratti foste. Il ricordarsi de'nostri peccati, della nostra incredulità passata,
della nostra ignoranza e della nostra degradazione morale
d’altra volta, non può che riuscire a noi salutare. Tale reminiscenza ci umilia, c’inspira la diffidenza di noi medesimi,
eccita la nostra vigilanza e nello stessio tempo c’insegna a
riguardare con piìi compassione, anziché severità, coloro
che sono oggi ancora ciò che noi eravamo jeri. Con quanta
gioia ascoltasi la Parola di Dio quando si pensa al tempo
in cui non la si conosceva ! Con quanta beatitudine si abbraccia Gesù Cristo quando si rammenta che per l’addietro
10 si disprezzava ! Con quanta sollecitudine si opera pel Signore quando riflettasi ai lunghi anni durante i quali si
calpestavano i di lui comandamenti ! Ma se un cristiano perde
11 vivo sentimento della sua passata miseria, la di lui vita
spirituale corre i più gravi pericoli. Egli non tarda a gonfiarsi d’orgoglio ; diviene indulgente con se stesso, giudica
i suol fratelli con implacabile rigore, disprezza il suo prossimo, e perde quella tenera riconoscenza verso Gesù Cristo
ch’ò il carattere distintivo della pietà cristiana.
Se alcuno tra voi, miei fratelli, fosse caduto per un grado
qualunque in questo stato, solleciti di riconoscerlo e di umiliarsi dinanzi a Dio. Ogni giorno di più trascorso in tali
disposizioni contribuisce poco a poco ad aggravarle, la coscienza si cauterizza, il cuore s’impietrisce e l’anima ricade
in una condizione peggiore di quella in cui si trovava prima
d’essere stata rischiarata dalla conoscenza della verità.
E giacché parlai della conoscenza della verità, mi sia
permesso d’indicarvi un pericolo cui molti sono esposti. Voi
avete lo spirito pronto, aperto e un vivo sentimento del bello:
3
quando il Vangelo nella sua semplicità e nella sua sublimità
si presenta allo spirito italiano , non è raro ch’egli lo colga
e ne sia rapito per la sua divina bellezza. Ma state in guardia; l’ammirazione non è la fede, e vi ha un abisso fra l’entusiastarsi al cospetto di G. C. ed il convertirsi a Lui. In
grazia delle facoltà di cui Dio vi ha fornito, voi comprendete
facilmente ed esprimete bene le verità evangeliche, ma state
in guardia: comprendere collo spirito non è ancora gustare
il Vangelo, e parlarne con eloquenza non è prova bastante
di conversione. Per essere sicuri d’avere conosciuto in realtà
il Vangelo è d’uopo rinvenire in se stessi altre prove che
non que’ moli improvvisi ma passaggieri, vivi ma superficiali ch’egli produce qualche volta negli animi. La semente
imperitura della vita eterna non s'i sparge che nei profondi
solchi; un campo non lavorato può talvolta riceverla, ma
gli uccelli dell’aria vengono presto a rapirla; ella può cadere fra le pietre o le spine, ma non germoglia. La conoscenza della verità cristiana ha questo di speciale ch’è un
affare dell’anima tutta quanta, e non già della sola intelligenza o della immaginazione. Lo spirilo, la coscienza, il
cuore vi sono egualmente interessati e vi trovano la soddisfazione de’lor bisogni. Sarebbe difficile, impossibile forse,
lo stabilire dove la di lei influenza cominci a farsi sentire ,
a meno che non si dica, ed è forse realtà, ch’ella agisce simultaneamente su tutte le facoltà dell’anima ad un tempo.
Checché ne sia, può asserirsi senza tema di errare che in
ogni vera conversione si trovano gli elementi che seguono;
4“ Un risvegliamento serio, profondo, crescente della coscienza. Dal fondo dell’anima s’innalza un grido d’accusa
dell’uomo contro se stesso; ei sentesi peccatore, sentesi colpevole, si riconosce perduto. Il pili leggiero allora diventa
serio ; le attinenze della sua anima con Dio emergono come
alcun che di solenne; nulla può distoglierlo dall’assidua ricerca di quel perdono di Dio nel quale solo ei sente di potere trovar pace e felicità. 2“ Gesù Cristo salvatore, vittima
espiatrice, riconciliatore di Dio coll'uomo, è creduto, accolto,
abbracciato con ardore, come l’unico mezzo di sfuggire la
collera di Dio, come l’unico rifugio del peccatore. L’anima
4
si confida assolutamente in Lui, e in tale confidenza ch’ò la
fede, il timore svanisce e gli succede la speranza di salvezza.
3“ Allora l'uomo prova qualche cosa di straordinario, di non
mai udito, che non è nientemeno che una vita novella,la vita
dell’amore di Dio — di Dio conosciuto in Gesù Cristo. In
prima, Dio si fuggiva, dopo, sentesi d’essere a Lui trasportati; le sue perfezioni che c’impaurivano, ora ci attraggono;
un sentimento di benevolenza universale , che principia da
Lui ed estendesi a tutte le creature , s’impossessa del cuore
al segno di far dire al cristiano come il poeta; « 11 mio cuore
è così giulivo che più non lo riconosco per mio ». 4“ Questa
vita novella, questa vita di riconoscenza e d’amore non è
soltanto contemplativa ; è altresì attiva, ella vuole manifestarsi, è una sorgente viva che gorgoglia nelle profondità
deiranima, e che cerca sprigionarsi per zampillare all’esterno.
L’orrore del peccato , l’amor della santità, la carità universale, l’amor fraterno, la pratica delle buone opere, lo sforzo
costante per imitare Gesù Cristo e il desiderio di condurre
altre anime alla conoscenza di Lui, sono fra le prime manifestazioni della vita nuova.
Dovunque si trovino i quattro elementi suddetti, pentimento,
fede in Cristo, amore a Dio, aspirazione alla santità, havvi,
oso dirlo, conversione reale e sicura. Ma diffida, o amico,
della realtà della tua conversione, se guardando da vicino ,
genuflesso dinanzi a Dio, t’accorgi dell’assenza dell’uno o
dell’altro di questi elementi. L. P.
LETTO DI MORTE DELL’INGREDULO
(fatto storico succeduto or son 17 anni)
I.
Una donna di sincera pietà, aveami invitato a recarmi dal
suo figlio ammalato, giovane di circa ventisei anni, con moglie e bambino. Io appena lo conosceva per alcuni particolari datimi dalla moglie o dalla madre. Non lo combinava
mai in casa nelle mie visite, e di rado compariva al culto.
5
Ëj^li disprezzava la religione ; era però di buon indole, intelligente e operoso.
Il padre incredulo aveagli instillato i suoi principii. Facendomi avvertito del fatto, la madro mi supplicava eh’ io
tentassi di addurlo col padre a migliori sentimenti ; aveva
più volto provato, ma indarno. Essi sfuggivano i miei colloqui protestando qualche affare urgente.
11 giovane vivea tuttora nella casa paterna con altro fratello di circa dodici anni. Avvisalo della di lui malattia
venni a trovarlo, l lamenti del misero giovane mi ferivano
dolorosamente 1’ orecchio fm nella strada. La madre m’ aspettava all’ uscio; la calma apparente del suo viso lasciava
travedere la ¡cruda angoscia del cuore ; teneva per certa la
morte del figlio. Mi raccomandò non gli dicessi dell’ invito
e pregassi con lui a confortarlo nel disperato dolore.
Fui appena nella camera che il paziente informato della
mia visita gettò sopra di me un attonito sguardo e immantinente si rivolse alla parete, senza far motto, come se io
gl’incutessi terrore. M’accostai in atto benevolo , gli protesi
la mano ch’ei prese con ripugnanza ; e tentai con parole
d’affetto di placarlo ed ammansirlo.
Egli era stato preso da febbre ardente con dolori acuti al
petto, alla schiena ed al capo. — Non mai aveva veduto
esempio tale della potenza della malf^ttia ; « l’uomo armato
crasi gettato sopra lui » ; quel giovine robusto, alto, vero
colosso di salute, sen giaceva , come bambino, e mandava
gemiti e lamenti da spezzare il più indurato cuore.
Quando lo vidi meno agitato, gli parlai delle suo sofferenze, mi provai d’incoraggiarlo nella prospettiva di guarigione, ma egli, coll’accento della più straziante agonia,
esclamò: oh! no, io muoio, io muoio!
— Spero di no, dissi. Spero che il medico presto vi potrà
rassicurare.
— Il medico ha fatto il possibile; è venuta l’ora mia. Non
posso viver più, io debbo morire.
Rialzandosi ad un tratto, ei rimase un poco appoggiato
sul gomito, indi si rovesciò nel letto, cuoprendosi colle lenzuola. Tentai nuovamente di calmare le sue smanie e far
6
-
rinascere qualche conforto in quel tribolato cuore, ma.non
mi venne fatto accertarmi s’ei badasse alle mie parole, proseguendo egli a star nascosto sotto alle coperte mandando
continui gemiti e non rispondendo alle mie domande.
Giudicando gli fosse grave la mia presenza, lasciai il letto
e mi posi in un canto della camera discorrendo colla moglie
e la madre, e procurando colle mie parole di destare in lui
interesse o di guadagnare la sua fiducia. A poco a poco, scoperse il suo febbricitante capo , e parve dar retta al nostro
colloquio. Di tanto in tanto dava alle donne un’occhiata
supplichevole e disperata, non mai mi degnò d’uno sguardo.
Si sforzava di non darsi per inteso della mia presenza.
In ultimo m’accostai nuovamente al Ietto, la madre indovinato il mio intento aveami preceduto. Chiamandolo adagio,
per nome, gli avea detto ch’io era venuto apposta a vederlo,
e volea sapere so non si contenterebbe ch’io pregassi seco
lui. Ad un tratto, con velocità spaventevole, innalzò al cielo
le mani e postosi a sedere, protese quanto potè le braccia,
indi cacciò un urlo tremendo, il cui suono prolungato mi
agghiacciò il sangue nelle vene. La moglie e la madre caddero sulle loro seggiole pallide e tremanti. Una tal risposta
mi fece temere che l’angoscia della morte superasse in quel
misero le doglie del corpo, mi provai ad interrogarlo.
— Sono ricomparsi j vostri dolori? domandai.
Non mi guardò, e sempre colle mani protese mandò un
prolungato lamento d’orrore: ohi oh! oh!
— Soffrite di molto ! Un secondo lamento fu la risposta.
— Mi duole il vedervi cosi ammalato.
Non sentii che un suono inarticolato.
La moglie che singhiozzava ad alta voce, lasciò la stanza.
Gli dissi allora: Iddio è misericordioso. Egli ascolta le
preghiere e voi siete.......
M’interruppe con grido così orrendo, che tutti di casa precipitarono nella camera. Fra questi il fratellino, il solo che
l’ammalato parve osservare. Lo guardò ripetutamente, e presumendo ch’ei volesse parlargli, tacqui. Era sempre 11 seduto
sul Ietto, colle braccia aperte e proferendo quel continuo
urlo d’orrore ; non ho veduto mai così miserando spettacolo.
7
— Volete ch’io preghi con voi? gli chiesi.
Si ricacciò violentemento nel letto, si rivolse alla parete
e si coperse colle lenzuola; ci ponemmo in ginocchio, procurai di pregare per calmarlo ed incoraggirlo coll’idea della
misericordia di Dio pei peccatori. Durante la preghiera ei
rimase tranquillo. Io sentiva il profondo suo respiro ed i
crolli del suo letto. Prolungai la preghiera che parea calmarlo, era l’unico mezzo di fargli sentire qualche parola di
religione.
Quando ci rialzammo, si era scoperto. Rivolse a me lo
sguardo poi alla madre, quindi a me ancora, come se volesse
parlarmi. Io stava ritto, in silenzio. Con tuono risoluto , e
guardandomi fiso mi disse : Signore, non può giovarmi in
nulla il pregare per me.
— Iddio ascolta le nostre preghiere ; c’incoraggia a pregarlo; e non mai dice che le nostre preghiere non giovino
a nulla.
— È passato iìmio giorno, disse. È troppo tardi, è troppo
tardi.
— No, caro signore, non è troppo tardi, potete provare
la misericordia di Dio, purché il vogliate. Egli stesso ci dichiara « Chiunque vuole dell’acqua viva, ne prenda ». Sapete che Cristo ò morto pei peccatori.
— La misericordia ! la misericordia! esclamò, dessa rende
orrenda la mia posizione ! l’ho disprczzata, mi son beffato
di Dio! ho respinto Cristo. Se Iddio non fosse che giusto ,
sarebbe sopportabil cosa, ma il pensiero della sua grazia
disprezzata è il pessimo dei tormenti, non v’ò più grazia
per me; è passato il mio giorno; sono perduto! sono perduto !
—■ V’illudete, diss’io. Il Signore non pose limiti ai suoi
benigni meriti, Gesù Cristo disse : « Venite a me voi tutti
che siete travagliati e lassi ».
— È passato il mio giorno, riprese egli.
— No che non è passato, ripigliai con voce ferma quanto
la sua, ecco : « oggi è il giorno favorevole, oggi il giorno
della salute ».
— Non già per me, ebbi anch’io il mio giorno ma l’ho
8
perduto ; ho sprecato la vita per niente ; sono stato pazzo ;
ed ora io muoio; non pensai che a questo mondo; non volli
cercar Iddio, ed ora Egli ricerca me, noi posso sfuggire.
Tutta la famiglia vivamente commossa avea lasciata la
camera.
— Vi rimane campo ancora a cercarlo e pentirvi, a ripararvi presso G. C. Potete farlo oggi, sull’atto. 11 sangue di
Cristo purga da ogni peccato. Pregate il Signore, potete essere salvato.
— Il credete, disse, ma io sono persuaso del contrario.
Lo so meglio di voi, lo so meglio di voi. E troppo tardi, io
muoio.
— Cristo accolse in grazia il brigante crocifisso e pentito.
Iddio è tanto misericordioso ch’Ei perdona ai peccatori alla
undecima ora.
— L’undecima ora è suonata per me. Sono alla duodecima!
II tempo della vendetta è giunto. Non ho amato se non il
mondo e mi è forza lasciarlo; o pazzia, pazzia! Che cosa è
per me il mondo? come ho potuto condurre vita così stolta
ed empia !
Coleste parole furono pronunciate in tuono fermo e risoluto, e lo mie parevano scorressero sulla di lui mente senza
produrvi la minima impressione. Erano rientrate la madre e
la moglie, e stavano a poca distanza dal letto. Venne il padre
mentre l’ammalato lamentavasi pel suo amore del mondo ,
la sua follia. Se gli accostò e disse : Non avete motivo di
turbarvi, chò non faceste torto a nessuno.
— Non mi parlate padre, disse con tuono autorevole e
stizzito, voi foste il mio piìi crudel nemico, voi la causa della
mia rovina, m’insegnaste a disubbidire a Dio, a trascurar la
sua Parola, a fare il male. Quando io era ragazzo e la
mamma mi volea portar seco al tempio, voi mi trascinavate
la domenica, alla caccia, alla pesca; mi dicevate non esservi
un inferno e doversi salvare gli uomini tutti. Non riuscite
ad ingannarmi ancora ! E compiuta l’opera vostra, mi avete
perduto. 0 non sarebbe piìa così se io avessi dato retta alla
mamma. Non piangete madre, non piangete tanto, voi siete
una pia, un’ottima donna ; non avete da temer nulla. Iddio
9
prenderà cura di voi, non piangete: oh ! io darei un migliaio
di mondi per aver la vostra religione , le vostre speranze ,
ma io sono perduto, io sono perduto. Mi dicevate , padre,
che non v’è un inferno: mi sono sforzato di crederlo e presto
feci come voi, mi beffai deirinferno ed ora l’inferno si fa
beffe di me 1 Iddio castiga i peccatori, non posso scampare
dalle sue mani.
Il padre tentò indarno di aggiungere parola, il figlio non
glielo concedette. Appena quello apriva boaca, questo subito
gridava : Zitto padre , non parlate , chò le vostre menzogne
non valgono più ad ingannarmi ! voi perdeste l'anima mia.
Dov’è il fratellino? (dai Récils Américains].
B. M.
[La fine nel prossimo numero].
Cosa fanno i Missionari evangelici 7
II.
A questa domanda fu già risposto in parte, con considerazioni generali, e citando testimonianze di scrittori cattolici.
Rispondano in modo più completo ancora alcuni fatti tolti
dalla storia delle missioni evangeliche :
Nel 1804, Van-dcr-Kemp (missionario evangelico) fu autorizzato a fondare una colonia distinta al Capo di Buona
Speranza. I Boeri (coloni d’origine olandese) incaricati di
scegliere il locale, scelsero il peggiore possibile, aiRnchè,
essi dicevano, gli Ottentotti, poi quali era la colonia missionaria, non potessero trovare di che vivere. Cosi surse
il villaggio di Dethelsdorp, situato in un arido deserto, senza
verdura di sorta, senza legna da costruzione, e senz’acqua.
Presentemente è un villaggio ben fabbricalo , con chiesa,
scuole, giardini, una stamperia, tutte sorta di mestieri ed
un commercio attivo. Gli abitanti sono vestiti decentemente;
t? si distinguono por la purezza dei loro costumi. Nel 1842
hanno collettato fra loro 3,000 fr. per le missioni.
10
— so —
Fatti analoghi ed alcuni più sorprendenti ancora possonsi
citare delle varie missioni intraprese nel sud dell’Africa.
Passiamo in Asia :
La stazione missionaria di Tinnivelly eccitò per la sua
prosperità una gran gelosia nei pagani circonvicini che cercarono di distruggerla. Non avendo potuto riuscire a distruggerla con inganno, usarono la violenza ; organizzarono una
società i di cui membri giurassero per le ceneri sacre di
restar fedeli all’antica religione ed ai costumi del paese, e
di opporsi al cristianesimo con tutte le loro forze. Mandarono da diverse parti messaggeri con terribili minaccie che
non tardarono ad eseguire. Devastarono cappelle, incendial’ono case, scacciarono missionarii ; nulla fu da loro risparmiato : ma i cristiani lungi dal lasciarsi trascinare si stabilirono sempre più nella fede. Dal 1841 al 1842 epoca della
persecuzione, il numero dei convertiti si elevò dai 13 ai
19 mila. La persecuzione cessò, ed il Vangelo è predicato
in circa 360 villaggi, e si calcolano incirca 1200 pagani che
si battezzano ogni anno , dopo aver date prove di sincera
conversione. — Un fatto ancora ;
La missione evangelica di Madagascar fu fondata nel 1818.
Furono aperte scuole, fu stabilita una tipografia, e nel 1822
già 6000 persone sapevano ben leggere: ma fino al 1826
nissuno era stato ancora battezzato. Però la idolatria declinava visibilmente. Nel 1828 il re tolse la pena di morte
stabilita contro coloro che avessero abbandonata la religione
dei padri, ed autorizzò i suoi sudditi a divenire cristiani.
Poco dopo morì. Una delle sue mogli usurpò il potere uccidendo vari membri della famiglia reale e promettendo protezione ai sacerdoti della religione degli avi: per loro consiglio fece chiudere le scuole, ed obbligò tutti gli scolari ad
essere soldati. I missionarii però continuavano ad annunziare il Vangelo, a stampare ed a propagare i libri santi, ed
i loro sforzi erano benedetti abbondantemente. I zelanti dell’antica religione gridavano perchè i cristiani dispregiavano
i loro idoli, pregavano continuamente, non giuravano più,
e le loro donne erano diventate caste. Finalmente la vinsero: fu vietato ai missionarii di predicare: fu vietata la let-
11
tura della bibbia, e qualunque riunione, anche solamenla
per pregare: fu ordinato ai cristiani di denunciarsi, dando i
loro nomi. Quei bravi neofili avevano appreso dai loro missionarii che colui che si vergogna di G. C. davanti agli uomini, egli si vergognerà di loro, avanti il suo Padre celeste.
Quattrocento fra quei cristiani erano impiegati, e furono
immediatamente destituiti; gli altri furono condannati a
multe più 0 meno forti secondo il capriccio. I cristiani si
sottoposero alle multe, ma non già agli ordini di non pregare e di non leggere la bibbia; ma guai a chi era scoperto:
una donna a cui fu trovata una bibbia fu condannata a morte,
un’altra ferita con una lancia e fatta mangiare dai mastini.
Nello spazio di 8 mesi, nel 1837, vi furono 1,016 martiri.
Il missionario John andava a visitare i confessori nelle prigioni , e a celebrare il culto coi fratelli nascosi nei boschi ;
scoperto gli si accordava impunità se scuopriva il nascondiglio; ma egli amò meglio subire la morte, piuttosto che tradirei fratelli. Le esecuzioni continuarono: nel 1844, cento
cristiani furono bruciati vivi a fuoco lento, fino a che stanca
quell’empia Jezabele di piìi condannare, ordinò che senza
alcuna forma di giudizio, i cristiani fossero fatti morire appena arrestati da quelli che li arrestavano, nella maniera
seguente: si cavasse una fossa, e si ponesse il paziente colla
testa sotto, ed i piedi a fiore di terra, quindi si gettasse nella
fossa una quantità di acqua bollente, e poi si riempisse di
terra. Ma la persecuzione del Madagascar è cessata, e la
chiesa di Gesù Cristo è uscita dalla persecuzione più numerosa e purificata.
Questo è parte di quello che Iddio opera per mezzo dei
missionarii evangelici. L. D.
Notizie Italiane
Chieri. — Progetti di disordine falliti. — li corrispondente
del Campanone (vedi B. N. n“ 2) ed i suoi amici hanno tenuto
parola, e noi non dubitiamo punto che, se non fosse dipeso
12
— bacile da loro, il pastore Valdese portatosi a Chieri, la penultima domenica, per annunziarvi l’Evangelo, fosse stato fatto
segno a dimostrazioni poco piacevoli, per parte di una plebe
più ignorante che malvagia. Ma se dalla parte dei clericali
nulla era stato trascurato in vista del disordine, nulla altresi
era stato dalle autorità trascurato, perchè la tranquillità non
venisse menomamente turbata: cosicché nissun inconveniente
ebbesi da lamentare.
Asti. — Un atto di tolleranza. — Nel mese scorso ad una
famiglia evangelica domiciliata in questa città nasceva un
fanciullo. Il padre intendendo fosse il di lui figlio iscritto nel
ruolo dei cittadini, e questo, contrariamente a ciò che richiederebbe la civiltà dei tempi , essendo tutt’ora , anziché nelle
mani dell’autorità civile in quella del clero, il padre dico si
portò a tal effetto dal curato della parrocchia in cui è domiciliato, prevenendolo, ad ogni buon fine, che ciò che richiedeva da lui per il suo neonato era l’iscrizione sul registro
delle nascite, ma non il battesimo, essendo sua intenzione di
valersi per questo del ministerio del proprio pastore. Il curato obbiettando la novità del caso e la mancanza d’istruzioni
in proposito, chiedette per determinarsi un po’ di tempo ,
scorso il quale, con ogni buona grazia , si arrese a quanto
gli veniva, con tutta giustizia è vero, domandalo. Fece quel
sig. curato al di là dell’obbligo suo? Noi non lo crediamo.
Ciononostante sono tanti i suoi pari, che in caso simile, si
sarebbero portati assai diversamente , che noi volentieri
ai ringraziamenti dei genitori uniamo ancora i nostri per
questa testimonianza da lui resa al sacro principio della libertà di coscienza.
Genova. — Ospedale evangelico. — Sentiamo con yi%a
soddisfazione ohe il Comitato direttore di questo pio Stabilimento è finalmente riuscito nella ricerca , rimasta finora
infruttuosa, di un locale ; che si stanno allestendo i letti e gli
altri oggetti indispensabili ; e che fra pochi giorni gli ammalati vi potranno essere ricoverati.
Come dicemmo, fu opera assai difficile ad onta dell'attività
e perseveranza spiegate dal Comitato quella di trovare un
locale; nè si può dire del tutto addatto allo scopo quello cho
si è dovuto affittare , essendo situato alquanto sull’altura e
13
piuttosto lungi dal centro della città. Ma cotale inconveniente
è più che compensato dal triplice vantaggio di una buona
aria, di una situazione sana, e di un giardino, cosa importantissima specialmente in una città come Genova. Noi raccomandiamo ancora una volta questa interessante istituzione
alla carità dei nostri fratelli di tutti i paesi.
Nizza. — Visita Reale. — Fra le persone che ebbero l’onore
di essere ricevute in udienza particolare daS.M. il Re durante
il suo soggiorno in Nizza, ci piace notare i due Pastori della
Chiesa Evangelica di questacittà, signori Pilatte e Turin, che si
ebbero dall' augusto Monarca la più graziosa accoglienza e le
espressioni più lusinghiere intorno alla popolazione Valdese
che rappresentavano.
— Comitato italiano di Evangelizzazione. — 4 febb, 1857.
— « Caro fratello , Voi sapete che il Comitato inglese di
evangelizzazione già esistente in Nizza s’è sciolto. Questo
Comitato che da due anni in qua si limitava quasi esclusivamente a procacciar fondi alla chiesa evangelica valdese ,
e cosi aiutarla nell’opera sua missionaria, avendo cessato
dai suoi lavori, alcuni cristiani di Nizza hanno stimato non
conveniente di lasciar vuoto il posto, e si sono costituiti in
Comitato italiano di Evangelizzazione. Scopo loro si è quello
di lavorare in perfetta armonia e di concerto colla chiesa valdese al progredimento del regno di Dio in Italia, con tutti
quei mezzi che Iddio darà loro nelle mani. I fondatori del
Comitato sono membri della chiesa valdese; ma al pari di
quella chiesa medesima, essi vogliono evangelizzare le anime;
il fine che si propongono è di addurle a Gesù Cristo; essi
mirano a far dei cristiani e non dei valdesi ; e non hanno la
menoma intenzione d’imporre ai nuovi convertiti i loro principii ecclesiastici. Forse più tardi sarò in grado di darvi
più ampii dettagli intorno alla organizzazione ed all’andamento di detto Comitato. Per orami limito a dirvi, che ogni
inverno i membri residenti a Nizza si aggiungeranno alcuni
fratelli stranieri. Al presente il Comitato componesi dei cinque
membri di cui eccovi i nomi: L. Pilatte, pastore, D. Turin, pastore , Gio. Trenca. capitano , aiutante-maggiore della G. N.
C. Harris, G. Corinaldi segretario-cassiere. Qualunque comunicazione concernente il Comitato deve essere diretta Al signor Corinaldi, qxiai Massena, 15, Nizza ». {Nostra corrisp.)
14
Stato di Napoli. — Ancora un prete assassino del buo
vescovo. — La commozione destata dairorribile misfatto che
tolse di vita uno dei più. virtuosi prelati francesi non era
ancora sedata, quando da Napoli, giunse per via telegrafica,
la notizia di un attentato quasi simile al primo , commesso
sulla persona dell’Arcivescovo di Matera, per mano, anche
questa volta, di un prete suo diocesano. Ecco di quel nuovo
e truce misfatto i particolari quali sono narrati -o-qWArmonia
del 6 febbraio :
« Mentre l’Arcivescovo di Matera stava inginocchiato innanzi all'altare, e si accingeva a dare la benedizione col Santissimo Sacramento , un prete sbucando da dietro l’altare si
precipitò sopra di lui con. un pugnale alla mano, e vibrogli
una pugnalata. Un canonico, visto il pugnale, potè parare il
colpo che cadde sulla cappa dell’Arcivescovo, per cui questi
non ne riportò che una leggiera ferita. Allora l’assassino,
traendo fuori di tasca una pistola, stese morto a terra il povero canonico appiè dell’altare ».
Toscana. — Sempre nuovi contrasti. — a Benché da qualche tempo vediamo un poco rallentata la persecuzione, in
quanto a incarceramenti o esilii, ciononostante la condizione
degli evangelici in Toscana è sempre trista, e non passa quasi
giorno che non sorga qualche nuova circostanza a farneli
ricordare. Ve ne sia di esempio ciò che accade presentemente
a proposito di matrimonio. Fra i fratelli credenti domiciliati
in Firenze ve ne sono che desiderano di congiungersi in matrimonio con qualche sorella dividendo le loro convinzioni ;
e siccome il matrimonio è « onorevole fra tutti, ed il Ietto
immacolato » , come dichiara s. Paolo , perciò essi credono
che ciò non dovrebbe esser loro vietato in nessun modo. Ma
che? Si rivolgono a tal fine al parroco, e questi ti mette innanzi le decisioni della curia arcivescovile, la quale ha formalmente proibito di congiungere in matrimonio se non persone di cui si abbia sicura testimonianza che sono buoni cattolici-romani. Si rivolgono alla delegazione di Governo , e
questa risponde che non sono cose di sua competenza, che
all’autorità ecclesiastica convien rivolgersi; e se questa ricusa,
come accade immancabilmente, bisogna tacere e nulla più.....
Nè qui si limitano le difficoltà cui vanno esposti gli evangelici in Toscana: altre ne apprestano loro, ora i battesimi dei
bambini che voglion tutti quanti essere fatti dai preti, ora i
15
funerali; ed i lettori del vostro giornale già sanno a quanti
dispiaceri e a quanti contrasti, più di una volta, è toccato ai
superstiti di sobarcare, mancando ai vivi uno dei loro cari.
{Nostra corrispondenza).
Notizie Estere
Attstrta. — Trihunali ecclesiastici. — Gli arcivescovi della
monarchia austriaca hanno testé organizzato i tribunali ossia
corti ecclesiastiche cui il nuovo concordato dà diritto di sentenziare in ogni contestazione che possa insorgere in materia
matrimoniale. Le decisioni sancite da queste corti avranno
forza di legge, e dovranno le autorità civili provvedere acciò
vengano puntualmente eseguite. (L’Espérance).
Pritssia. — Un confronto significante. — Un rapporto ufficiale sullo stato dei giovani carcerati delle provincie renane
durante l’anno 1855, pone in rilievo questo fatto notevole ed
istruttivo, cioè, che su 1000 cattolici-romani si contano 17 condannali, mentre non se ne contano che 7 sovra un numero pari
di evangelici. (B. du M. C.].
Spagna. — Un nuovo confessore. — Un nuovo confessore
della fede evangelica trovasi presentemente nelle carceri di
Madrid. Amico del signor de Mora di cui abbiamo narrato a
suo tempo l'incarceramento e l’evasione, il sig. Jose Vecino
si adoprava al pari di lui a diffondere in Ispagna le verità
evangeliche. 11 30 dicembre p. p. l'ispettore di polizia, accompagnato da tre agenti, essendosi presentato al suo domicilio
vi ha fatto una perquisizione, sequestrando carte e libri, segnatamente alcuni trattati religiosi, e costretto il sig. Vecino
a scrivere il proprio nome sopra la coperta di alcuni di questi, come prova che gli appartenevano. Dopo questo egli è
stato imprigionato nel carcere comune dello il Saladero, ove
trovavasi tuttora il 6 gennaio, senza essere stato sottoposto a
verua interrogatorio. Il sig. Vecino suppone che sia stato denunciato dai gesuiti i quali non ignoravano l’opera di propaganda cui attendeva; o forse essere stato il suo arresto cagionato da una lettera del sig. de Mora alla propria moglie
16
/
rimasta in Madrid , lettera in cui si parlava di lui , e della
quale il segreto non sarebbe stato rispettato. (Le Lim).
— Recrudescenza clericale. — I prelati spagnuoli non paghi delle molte concessioni ottenute dal governo, spinsero le
loro pretese fino a richiedere da questo man forte per costringere i loro diocesani ad intervenire alle sacre funzioni ;
e non invano poiché dal ministero di grazia e giustizia fu
emanata una circolare ai governatori delle provinole , contenendo ordini e direzioni in proposito. Lo zelo straordinario
che 1 nostri clericali in questi ultimi giorni manifestarono per
la libertà, vieterà loro di applaudire a questa misura? Lo vedremo fra poco.
Turchia. — Progressi dell’Evangelo. — Si contano al presente in Turchia una trentina di comunità evangeliche. A due
cristiani indigeni è stata recentemente conferita l’imposizione
delle mani, e si annuncia che cinque altri giovani preparansi
nel seminario evangelico di Aitab alla carriera ecclesiastica.
PICCOLA CORRISPONDENZA
Al sig. G. P. B. pastore a S. G. Abbiamo ricevuto e spedito:
mille grazie per tutto.
Al sig. S. pastore a B...o (Svizzera). Tutto ci giunse a suo
tempo. Tanti ringraziamenti.
Al sig. St.....i pastore a C......a (Svizzera). Da Novara abbiamo ricevuto quello che sapete. — Il pacco è partito da
qualche tempo. — Ciò che domandate verrà presto.
Grosso Domenico gerente.
Torino. — Stamperia dcH'Unione Tipografico-Editi'ice.