1
l-^i
Í
Anno 119 - n. 44
11 novembre 1983
L. 500
Sped. abbonamento postale
Gruppo 1 bls/70
In caso di mancato recapito rispedire
a: casella postale - 10066 Torre Pellice.
Si?. 3
Via
10C6b
i vt
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
31 OTTOBRE; CULTO INAUGURALE DELLA FACOLTA’ DI TEOLOGIA
Dopo 10 anni gli argentini son
tornati a votare. Ritorno alla
democrazia? Negli ultimi 28 anni gli argentini han conosciuto
pochissimi spazi di democrazia
e questi spazi sono durati ben
poco tempo ; i militari si son
sempre fatti avanti con dittature sempre più violente. Se tale
è la costante in questo paese,
dobbiamo farci poche illusioni.
Ma questa volta forse le cose
sono diverse. Forse perché ha
vinto rUnion Civica Radicai?
No; il trionfo dei radicali è solo
conseguenza di una coscienza
più politica del popolo argentino, soprattutto della base peronista. I giornalisti italiani hanno dato l’annuncio del trionfo
della UCR come « l’inizio della
fine del peronismo nell’Argentina ». Ci può essere un po’ di verità in questa interpretazione
del voto. Ma secondo me (opinione di uno che manca da 8 anni
dall’Argentina ) il peronismo
non è sconfitto. Chi ha perso è
la direzione corrotta del peronismo, alleata mediante patti
oscuri con i militari. Ed è per
questo che interpreto le elezioni
come un risultato di coscienza
più politica del popolo argentino.
Se fino a pochi anni fa il concetto « popolo e anti-popolo »
voleva dire per i peronisti essere con Perón o contro, oggi la
base peronista ( essenzialmente
operaia) si è resa conto che gli
anti-popolo » convivono tanto
dentro quanto fuori del peronismo. Pertanto il 22"/o perduto
dai peronismo negli ultimi 10
anni più che corrispondere a
« conversioni », esprime un « no »
alla « mafia » direttiva del movimento. Chi era peronista rimarrà peronista e purtroppo passeranno molte generazioni perché
il peronismo sparisca dal cuore
della maggioranza degli argentini. ,
Per parlare quindi d’una svolta democratica di questo paese
bisognerà aspettare che il rapporto tra l’UCR e la base peronista sia così stretto da permettere finalmente la sconfitta dei
militari e dei loro alleati, i corrotti Miguel, Iglesias e soci. Ma
dobbiamo tener presente che alla base delle difficoltà di una
svolta democratica nell’Argentina
(aldilà delle diverse interpretazioni del concetto di « democrazia ») c’è ii problema economico.
In un paese dove l’infiazione negli ultimi ^ anni non è mai scesa sotto il 400“/o annuo dì media ;
dove la grande industria appartiene quasi totalmente al capitale multinazionale ( essenzialmente nordamericano, ma anche la Fiat ha la sua grande fetta); dove la terra appartiene a
poche famigiie che sono in rapporto diretto con la grande industria ; dove la guerra delle
Malvinas ha indebitato ancora
di più il paese, tanto da portarto sull’orlo della bancarotta; un
partito essenzialmente appoggiato dalla piccola e media industria senza un programma chiaro_ di trasformazione dell’economia, riuscirà ad installare una
democrazia? La speranza degli
argentini è molta, ma molto dipende anche da una solidarietà
internazionale indipendente dalla politica delle due potenze che
si spartiscono il nostro mondo.
Ruben D. Artus
Parlare poco, ascoltare molto
Nell’accingerci a diventar cristiani, a studiare o insegnare teologia, a predicare l’Evangelo o
ad ascoltarlo, è bene fermarsi a riflettere su ciò che stiamo facendo ascoltando il monito biblico
Bada ai tuoi passi, quando vai aUa casa di Dio, e appressati
per ascoltare, anziché per offrire il sacrifizio degli stolti, i quali
non sanno neppure che fanno male. Non esser precipitoso nel parlare, e il tuo cuore non s’affretti a proferir verbo davanti a Dio;
perché Dio è in cielo e tu sei sulla terra ; le tue parole sian dunque
poche; poiché con la moltitudine delle occupazioni vengono i sogni, e con la moltitudine delle parole, i ragionamenti insensati.
(Ecclesiaste 5; 1-3)
« Bada ai tuoi passi quando
vai alla casa di Dio », pensa
a quello che fai, sappi quello
che fai, pensaci due volte.
Sembra quasi che mentre noi
siamo incamminati verso la casa di Dio, che non è solo ii luogo di culto ma è l’intera nostra
vita impostata e imperniata sul
rapporto con Dio — la casa di
Dio è la mia vita, la mia vita
come credente, come teologo, come studente in teologia — sembra quasi, dicevo, che mentre
siamo incamminati « verso la
casa di Dio », TEcclesiaste si avvicini a noi, si ponga con molta
discrezione al nostro fianco, posi
la sua mano sulla nostra spalla
quasi come per rallentare il nostro cammino e ci suggerisca
una pausa di riflessione, non per
distoglierci dalla meta ma per
farcene prendere piena coscienza: « Bada ai tuoi passi quando
vai alla casa di Dio ». Bada ai
tuoi passi, quando ti accingi a
diventare cristiano, a studiare
teologia, a insegnare teologia.
Ma bada anche ai tuoi passi
quando tu, predicatore, sali sul
pulpito con la pretesa e la fiducia di predicare la parola di Dio.
E bada ai tuoi passi anche tu
ascoltatore, che ti siedi tra i
banchi e credi di non correre rischi.
Avvertimento giusto?
L’Ecclesiaste, insomma, ci chiede di pensare due volte prima
di presentarci a Dio e impegnarci in qualche modo con lui.
Certo, ci chiediarno subito se
sia proprio questa la ràteomandazione di cui abbiamo più bisogno. Sono già così pochi quelli che entrano nella « casa di
Dio » o si affacciano sulla sua
soglia! Fossimo ancora in un
regime di cristianesimo di massa largamente praticato, una
raccomandazione del genere sarebbe comprensibile e anche
opportuna. Ma il regime di cristianità è ormai un guscio senza
Con la prolusione del
prof. J. Alberto Soggin
sulla Teologia
dell’Antico Testamento
dopo Gerhard Von Rad
(vedi p. 5) e la
predicazione inaugurale
del prof. Paolo Ricca
nella Chiesa metodista
di via Firenze,
ha riaperto i battenti
la Facoltà valdese di
teologia di Roma
per un nuovo anno
accademico.
polpa, una cornice senza quadro: il cristianesimo, malgrado
le apparenze contrarie, è diventato dappertutto una diaspora,
una minoranza, un piccolo gregge. Gli uni dicono: « Non c’è casa di Dio, perché non c’è Dio —
c’è solo la casa dell’uomo! ». Gli
altri dicono; « C’è una casa di
10 NOVEMBRE 1483 - 10 NOVEMBRE 1983
Lutero mobilita e fa discutere
Con grande risalto i giornali
hanno riferito sulla lettera in cui
papa Wojtyla ha espresso giudizi
di rivalutazione e recupero della
figura di Lutero. Mentre ci proponiamo di tornare sull’argomento nel prossimo numero, passiamo rapidamente in rassegna i
dispacci d’agenzia per vedere cosa succede nel mondo luterano
in sede internazionale.
Nella Repubblica Democratica
Tedesca, nel corso di un frequentato Kirchentag regionale svoltosi a Wittenberg, la città che più
di ogni altra vide l’attività di
Lutero, il vescovo Krusche ha
denunciato il crescente clima di
indifferenza religiosa che si sta
sviluopando tra la popolazione
mentre il sindaco di Berlino
ovest, von Veizsacker, ha parlato della follia della politica di sicurezza nazionale tra est e ovest.
In particolare, Erich Honecker,
cane dello Stato tedesco democratico, in una recente intervista
concessa al « Luterische Monatshefte » ha ricordato che i marxisti e i cristiani al tempo del III
Reich avevano, spesso, assunto
responsabilità comuni nella battaglia contro la barbarie fascista.
Questo impegno comune — ha
subito aggiunto Honecker — dovre’obe oggi essere consolidato
per evitare la catastrofe di un
conflitto mondiale nucleare. Interessante anche l’ammissione.
sempre di Honecker, del fatto che
molte dichiarazioni, del passato,
di segno marxista su Lutero non
avevano in realtà una base scientifica ma si fondavano esclusivamente sull’« esperienza pratica
fatta con un luteranesimo politicamente conservatore che si
preoccupava dell’alleanza tra trono e altare ».
In Slovenia, a Ljubljana, si è
appena conclusa l’assemblea generale della commissione per la
comunicazione tra chiese luterane minoritarie in Europa. Una
delle principali decisioni di questo congresso riguarda il potenziamento dell’informazione religiosa tra est e ovest. Questo potenziamento si realizzerà anche a
partire dall’attuale bollettino
IDC (foglio d’informazione interecclesiastica stampato a Budapest) che dovrebbe diventare una
nuova, ampia, piattaforma di
scambio tra chiese luterane e
non-luterane, tra l’est e l’ovest.
In effetti il problema del collegamento tra le diverse realtà ecclesiastiche luterane rimane uno dei
nodi da sciogliere in questo
anno luterano. Vediamo intanto
qualche cifra.
La più grande minoranza luterana vive nella Repubblica democratica tedesca, circa 4,2 milioni
di persone. In URSS si calcola la
presenza luterana intorno alle
625 mila persone. Il terzo grup
po d’importanza numerica si trova in Ungheria con quasi mezzo
milione di persone, poi in Austria con 385.000 e in Slovacchia
con 370.000.
Nelle regioni francofone, come
in Francia e Belgio, si contano
270.000 presenze complessive e
180.000 in Romania. Piccole minoranze si trovano in Jugoslavia,
Polonia, Paesi Bassi, Regno Unito e Svizzera.
Anche in Italia ci sono dei luterani. Sono circa 7.000 (la comunità più antica, che risale al
XVI secolo, si trova a Venezia)
attualmente al centro dell’attenzione per la preannunciata visita
del papa alla chiesa luterana di
Roma.
Ancora in URSS segnaliamo
che a Riga, durante due giorni
in ottobre, è stato celebrato il
500° della nascita del Riformatore a cui ha partecipato una delegazione della Federazione luterana mondiale. Dieci dirigenti,
provenienti da altrettante comunità luterane sparse in tutta l’Unione sovietica, hanno preso parte al giubileo. Era da cinquanta
anni che in territorio sovietico
non si svolgeva, in. ambito luterano un incontro così rappresentativo delle circa trecento comu
g- P.
(continua a pag. 8)
Dio, ma non è quella, quella è
solo la casa del prete, Dio lo
cerco altrove ». In un modo o
nell'altro, quella che pensiamo
essere la « casa di Dio », quella
che ufficialmente è la casa di
Dio, cioè la chiesa, è quanto mai
disertata, sono pochi quelli che
sono incamminati verso di lei.
Potremmo allora essere tentati di dire; « Ma lasciateli in pace quei pochi superstiti! ». Invece
di dire « Bada ai tuoi passi quando vai alla casa di Dio », dovremmo forse dire il contrario,
e cioè; Fai il passo decisivo, il
passo temuto ma essenziale. In
presenza e in mezzo a una generazione che non osa fare il
passo, che volentieri si mantiene a una prudente distanza, forse l’avvertimento più urgente
potrebbe davvero essere non badare al passo, ma farlo!
Eppure, può ben darsi che a
quelli della nostra generazione
che esitano a fare un passo nella direzione di Dio noi diciamo:
Fai, dunque, il passo! Abbi coraggio di fare un passo! Ma questo non toglie che noi, che questo passo l’abbiamo fatto o lo
stiamo facendo, abbiamo bisogno del consiglio dell'Ecclesiaste: Bada ai tuoi passi. Il fatto
di essere pochi a farlo, non vuol
dire che lo facciamo con piena
coscienza, non è detto che la perdita in quantità sia per ciò stesso un guadagno in qualità. Non
basta essere pochi per essere
buoni.
Cosa vuole da noi
TEcclesiaste?
Ma che cosa vuole, in sostanza, da noi TEcclesiaste? Potremmo riassumerlo così: vivere con
Dio, in sua presenza, presentarsi a Lui significa parlare poco e
ascoltare molto. « Anpressati per
ascoltare... Non essere precipitoso nel parlare, e a proferir verbo
davanti a Dio... Le tue parole
siano dunque poche ». ComanPaolo Ricca
(continua a pag. 12)
2
2 fede e cultura
Il novembre 1983
DIBATTITO SULLA PACE
La strategia di Gesù
Rispondendo ad una domanda che prendeva lo spunto da
un articolo della rivista "Airone” — lesi: in natura la cooperazione esige "pan per focaccia” per essere vincente: la restituzione dello schiaffo anziché il porgere l'altra guancia — Gino
Conte traccia alcune linee di riflessione per i cristiani, "credenti
nel grande sconfitto dagli uomini".
Pur con le sue punte polemiche, l'interesse di questo
scritto per il dibattito in corso sulla pace ci sembra valicare
la cerchia ristretta dei lettori della circolare della Chiesa valdese di Genova dove è apparso. Lo riproduciamo quindi (con
nostri titoletti) per i lettori dell’Eco-Luce.
La lezione della natura
La natura che conosciamo è
già una natura degradata, non
conforme all’intento originario
dell’Iddio creatore, all’armonia
per noi ora inimmaginabile che
vi ha re^iato, per la quale comunque è stata creata. Essa è
stata coinvolta, suo malgrado,
nelle conseguenze del nostro peccato. Eppure questa natura degradata, per causa nostra, è comunque più "pura” di noi: la
violenza, anche la ferocia che non
di rado vi regnano, non sono mai
’’gratuite”, frutto di malvagità
deliberata e cosciente e senza altra spiegazione che la’ ’’volontà
di potenza” com’è invece per noi
uomini. Fra gli stessi animali feroci vi sono manifestazioni di
moderazione e, potremmo dire,
di cavalleria, di fair play, rare
fra persone umane e forze sociali. Agli organismi viventi la legge del taglione non s’insegna,
agli uomini sì e sappiamo bene
che la legge dell’« occhio per occhio. dente per dente», per noi
barbara, è già stata, e resta, un
gran passo avanti nei confronti
del profondo e persistente impulso umano a prendere, per un
occhio, la vita (le 269 vittime del
jumbo della KAL sono solo il
più recente esempio, e sia detto
sapendo bene che il mondo non
è in bianco e in nero)! Non sarebbe già un po’ più vivibile, la
vita sul nostro pianeta e nella
sua stratosfera, se fosse meglio
applicata nei rapporti fra persone e fra potenze umane già quella pur "barbara” legge del taglione riscontrata in natura dagli
scienziati citati?
Il grande sconfìtto
Gesù è il grande sconfitto:
e lo RESTA. Non è uno di quei
vittoriosi che, semplicemente,
giungono prematuri sulla scena
del mondo, in anticipo sulle forze storiche che si stanno raccogliendo e che essi pre-incarnano;
non è uno di quelli dei quali più
tardi ci si accorge che avevano
ragione, nel trionfo delle loro
idee. Gesù RESTA, tuttora, e domani, il grande sconfitto; non è
stato sconfitto perché antesignano di un mondo nuovo non ancora compreso, o perché non
ha trovato abbastanza seguaci, o
abbastanza decisi, per seguirlo e
farlo trionfare; ma perché la sua
via era e resta irriducibilmente
diversa (« la mia morte è la vostra vita ») e perché, come ha
detto egli stesso nel momento
cruciale, nell’ora estrema della
verità, il suo « regno » non è «di»
o meglio « da » questo mondo,
non si radica in alcuna forza umana, storica, né conservatrice
né rivoluzionaria: è il bagliore
balenante del « regno » di Dio nel
nostro mondo, della nuova creazione di Dio nel nostro vecchio
creato, nella nostra società umana vecchia anche quand’è tecnologicamente innovatrice e politicamente rivoluzionaria. Quando
mai Gesù ci ha promesso che
non solo lui, ma anche le sue
« idee » avrebbero vinto prima o
poi nella storia? Restano, piuttosto, una perenne, inquietante
messa in questione di tutta la
nostra storia, che attraverso tante crisi va verso la grande Crisi
(krisis, in greco = giudizio).
Non illudersi
Se così è, non possiamo illuderci di contribuire a costruire o all’« avanzamento » del regno di Dio: nemmeno con la nostra partecipazione all'attuale
movimento pacifista, ad es. E’
possibile, naturalmente, che rm
cristiano senta come una non eludibile vocazione il seguire rigorosamente Gesù su questa via:
i valdesi primitivi ci si sono provati per alcuni secoli poi, ultradecimati, con tormento, hanno
mutato parere; e storicamente è
da questo loro mutamento che è
venuto a noi « il puro Evangelo »! Si può discutere questa scelta, certo influenzata anche dalla
Riforma, ma chi imbocca l’altra
via deve sapere che gioca la vita
su una carta storicamente perdente. Un cristiano può dire, oggi: io sono per il disarmo unilaterale assoluto, per l’obiezione di
coscienza integrale (dato e non
concesso che sia possibile, tanto
fitta è la trama dei nostri rapporti sociali). Ma non gli è lecito
illudersi, e/o illudere altri, che
nell’intento di Gesù questa sia
la strategia di salvezza del mondo dalla distruzione. Se di pacifismo cristiano si vuole e si può
parlare, è lecito presentare Gesù
come ideologo della pace (certo,
non della guerra!!!) che abbia
proposto alla "buona volontà” di
noi uomini, dei nostri popoli im
programma di vita che, se solo lo
vogliamo, possiamo attuare, pienamente, anche se per gradi? Un
"pacifismo cristiano” si giustifica
non come appello a ima fondamentale bontà dell’uomo, capace
di costruire un mondo nuovo, ma
come coscienza lucida che si è
chiamati a condividere il fallimento storico di Gesù, accontentandosi di essere un segno, un riflesso del Segno che Gesù ha lasciato, nel nostro mondo, del regno di Dio.
Insomma, un cristiano può sentire: « non posso altrimenti », sono contro i Cruise a Comiso, rifiuto il servizio militare...; ma deve sapere che Gesù gli ha preannunciato non il successo, ma il
fallimento di questo, che non può
essere, appimto, un programma,
ma nient’altro che un segno: « il
servo non è da più del suo Signore... ». Deforma TEvangelo chi
pensi e dica, magari con spirito
di santa crociata: « Se tutti facessero così... Se tutti disarmassero... ». Di questi « se » benintenzionati sono lastricati i nostri
inferni... Semplicemente: gli uomini e i popoli NON sono così,
la storia NON è così né lo sarà,
finché questo mondo durerà.
Segno, non politica
Dunque — ma siamo d’accordo? — il pacifismo cristiano,
nel senso del rifiuto del nucleare, ma anche di ogni armamento, allora, del fatto stesso della
« Difesa », può essere sentito e
vissuto come un segno, non come Tillusione di èssere una linea
politica, di proporre una soluzione politica. L’aspetto ’’profetico”
consiste, se mai, solo neH’indicare, in questo mondo, una realtà,
una speranza che non è « da »
questo mondo, che implica la fine di questo mondo. Appena si
presenta come proposta politica,
riduce Gesù a un ideologo e il
mondo nuovo dì Dio all’utopia di
un mondo nuovo nostro.
Se ci si pone sul piano polìtico — e questo fa certo parte
della nostra responsabilità storica di uomini che hanno ascoltato (e creduto?) l’Evangelo — allora non bisogna forse guardarsi dalTassolutizzare qualsiasi posizione, dal bandire una qualsieisi crociata? Nella trama intricatissima dei rapporti sociali e internazionali. il proposito civile di
perseguire la precaria « pace » di
cui siamo, talvolta, capaci, non
ha una ricetta unica. E, nella fattispecie odierna e nostrana, si
può ritenere di servire nel modo
migliore, o alla meno peggio, a
questa «pace» (?) precaria —
l’uno impegnandosi per il disarmo unilaterale, l’altro rifiutandolo, l’imo ritenendo che sia necessario qualche ’’primo passo”
(buono) l’altro invece che sia
necessario un deterrente contro
qualche ’’primo passo” (cattivo).
Qui ci si addentra su di un terreno incerto, in una selva di questioni, in cui una cosa NON è
lecita: la soddisfatta buona coscienza, il « Dio con noi », il « Dio
lo vuole », lo spirito di crociata.
Una coscienza inquieta, e intelligente, e vigile, questa è la parte
dell’uomo: e l’Evangelo la nutre, quest’inquietudine — contro
la sicurezza delle armi e contro
la sicurezza del disarmo —, ma
le schiude anche un’immensa speranza, non negli uomini, in noi,
ma in Dio.
E’ triste che, se non nei dibattiti sinodali, nei documenti
del Sinodo ci sia stato posto solo per una di queste posizioni;
e che lo spirito di crociata, malgrado gli esorcismi verbali in aula, sia rimasto nei testi. E nei
cuori?
Gino Conte
Pace sì o pace no
La sola domanda che ognuno
dovrebbe porsi è ; « Io voglio la
pace o no? ».
A questa domanda non si può
rispondere: «si, ma...» o «ni».
La Pace non è né rossa né
bianca, né equilibrio di armamenti ( ! ), né compromesso.
La Pace non è telecomandata
a dei poveri cretini insipienti.
La Pace è unica: realtà necessaria e raggiungibile, e la risposta « si alla Pace » deve venire
personalmente dal cuore di ciascuno, che in primo luogo abbia
guardato in sé e non attorno
a sé.
Ci saranno sempre le guerre...
Ci sararmo sempre i poveri... visione lucida della debolezza
umana, della sua «libertà», ma
non rassegniamoci aH’ineluttabile, sennò il Cristo che ci sarebbe venuto a fare in terra?
Adopriamoci per la Pace in
tutti i modi: il frutto è buono.
E la Pace cominci dal singolo : dalla sua buona volontà,
dalle sue rinunce, dal suo amore. La sorgente si farà ruscello
e fiume per sfociare nel mare
aperto della Pace.
E il Regno verrà.
Violetta Fasanari
A colloquio con i lettori
SPIGOLATURE
Caro Direttore,
spigolando fra le pagine del dizionario consigliato a mia figlia, che frequenta la terza elementare, ho trovato
queste due definizioni:
Calvinismo: L'eresia di Calvino (pag.
108);
Metodismo: Dottrina eretica dei metodisti (pag. 477).
Mi sono ben guardato dall'andare a
UNA VISITA AL CENTRO SOCIALE EVANGELICO DI FIRENZE
Affinché Í sani imparino
« In verità vi dico che quanto
avete fatto a uno di questi minimi l'avete fatto a me ».
Quando, nel luglio scorso, a
Firenze volli conoscere il Centro
Sociale Evangelico di via Manzoni e in particolar modo il
Gruppo di Aggregazione dei Corsi di preformazione professionale, mi trovai in una grande stanza luminosa, con un tavolone ingombro di vernici, pennelli,
legni, seghe da traforo, una
gradevole musica di sottofondo,
donne che lavoravano a maglia,
l’angolo del thè con i biscotti,
un chiacchiericcio animato di
giovani: fu la prima, piacevole
impressione che provai. Poi,
guardandomi meglio intorno, mi
accorsi di un volto particolarmente tirato, di un gestire faticoso o ripetitivo, di uno sguardo smarrito, di un’ilarità forzata: erano i visi e gli occhi dei
giovani del Gruppo. E allora capii: rni trovavo fra ragazzi, fra
uomini con un passato di angoscia una storia di sofferenze, un
desiderio di essere come gli altri o che, almeno, si sforzavano
di poter vivere « con gli altri »,
e in questo loro anelito ad una
vita attiva e più normale erano
seguiti, aiutati c sostenuti da
Violetta Sonelli e Piero Luchini.
Dopo poco che mi trovavo fra
loro ho capito che non guarda
vo dei ragazzi accuditi da due
« operatori » (come dice il termine tecnico) ma assistevo ad
un rapporto umano che si trasformava in predicazione, predicazione « attiva », direi « manuale », perché quel contatto
quotidiano con individui così
travagliati è una forma di messaggio d’amore fraterno che si
rinnova di ora in ora, per cinque giorni alla settimana, da
più di due anni ed è una vera
testimonianza evangelica in un
contesto non ecclesiastico, non
« nostro », ma cittadino, col riconoscimento legale ed ufficiale
dell’autorità locale. E allora mi
sono detta che se tante volte noi
evangelici ci si rallegra per la
costruzione di un nuovo tempio, per i] formarsi di un nuovo
nucleo di credenti, per una valida pubblicazione o manifestazione, altrettanto dobbiamo rallegrarci per un’opera come quella del Centro di Firenze, opera
che è meno appariscente, che
non fa discorsi né proselitismo,
ma che traduce in atto un desiderio di fare e di dare a chi è
spesso abbandonato a se stesso
col proprio dramma lacerante.
Sono ormai cinque anni che io
stessa insegno ad handicappati
motori ultraquattordicenni e so
bene quanto sia duro e spesso
scoraggiante il lavorare con loro, ma so anche quanta gioia e
forza nuova si prova nel vedere
schiarirsi l’espressione aggrondata e schiva di un ragazzo, nel
vedere un po’ per volta riacquistare fiducia in sé da parte di
chi non sapeva quasi più di vivere q rifiutava, di proposito, la
propria esistenza fino allora vissuta con un lungo travaglio sia
fisico, sia morale.
Un mio alunno di sedici anni,
distrofico, ben consapevole della
propria sorte, disse un giorno
rivolto alle compagne normodotate: « Poverine, voi avete un
po’ soggezione di noi, non dovete, ma noi a nostra volta, dobbiamo capirvi: noi sappiamo
tante cose che voi non sapete ».
È proprio avvicinandoci a questi
« minimi », che pure « sanno »,
è lavorando, studiando, vivendo
e soffrendo con loro che ci si
rende conto di quanto noi « sani » siamo talvolta poveri, fragili e spesso indifesi. Vorrei perciò dire pubblicamente « grazie »
a Violetta, a Piero, a quanti lavorano al Centro di Firenze per
questa loro testimonianza viva,
costante, e vorrei che si sentissero capiti e sostenuti dalla
Chiesa tutta, riconoscente per
questo loro lavoro che è innanzitutto predicazione concreta
dell’amore di Dio verso il prossimo.
Elena Corsani Ravazzinì
vedere le voci « democrazia » e « pluralismo ».
Il testo in questione è il seguente;
■■ Il mio primo dizionario » autore G.
Miot, ediz. Giunti Marzocco, 1980.
Spero che questa mia breve nota possa provocare una qualche analoga
« spigolatura » fra gli studenti e le famiglie interessate, in modo che la Tavola sia posta in grado di protestare,
adeguatamente documentata, con le case editrici,, per la faziosità ed il pressapochismo con i quali affrontano il
tema dell’Informazione ai giovani.
Cordiali saluti.
Giorgio Barsotti, Pisa
RABBIA
A seguito del "Punto di vista" del
23/9 sul Jumbo sud-coreano, una lettrice scrive:
Caro Direttore della ■< Luce »
Sono proprio contenta che ha capito
che la colpa non è solo dei russi ma
è anche degli americani e giapponesi,
con le loro sofisticate macchine chiamate « computers »: anche le « macchine » sbagliano -(se si pigia il tasto
sbagliato) e fanno veder verde dove
non c’è.
Ma il mio problema è un altro: l'aereo Bologna-Palermo, che fino a Roma
è stato .seguito dalla Torre di controllo,
e poi a un certo punto è saltato in aria
senza sapere il perché. Dai dati che
I telegiornale ha dato, nel momento
n cui è saltato per aria, l'aereo era
n linea retta sopra la base NATO in
Sardegna; che possiamo dire noi che
abbiamo perso i parenti; noi a cui
l'Alitalia ha detto e non detto il perché
l'aereo è saltato per aria? Questa volta non era colpa del pilota!
Se una persona si dichiara credente
e giura sulla Bibbia quando entra in
carica e poi ordina ai suoi soldati di
sparare su un aereo civile che fa la
sua rotta normale essendo in casa
sua e che fastidio non dà, quella persona non è degna di esistere.
Questa è rabbia di chi ha perso dei
parenti su quell’aereo. A chi diremo
grazie per averci ucciso gente che faceva il proprio dovere lavorando onestamente?
Ringrazio e saluto.
Alessandra Curto, Costigliole d'Asti
3
11 novembre 1983
fede e cultura 3
PUBBLICATA UN’OPERA INEDITA DI AONIO PALEARIO
Femminismo cinquecentesco
Lo studio delle figure di intellettuali italiani che nel '500 aderirono alla Riforma religiosa
d’Oltralpe, o per essa simpatizzarono, non cessa di riservarci gradite sorprese. A quattro anni di
distanza dall iraportante libro su
Aonio Paleario, Salvatore Caponetto ritorna sul « suo » personaggio, e, mettendo a frutto la
sua lunga esperienza di studioso
e la sua raffinata abilità di editore di testi, pubblica l’operetta
cui già nel precedente volume
accennava. Si tratta di un breve
trattato finora assolutamente
inedito: « DeH'economia o vero
del governo della casa»’^, nel
quale il Paleario rivela doti di
scrittore in lingua italiana pari
a quelle manifestate nelle sue già
note opere latine.
La donna nei
XVI secolo
Valeva veramente la pena di
far conoscere questo scritto: esso si inserisce nel quadro non
solo della storia letteraria, ma
anche in quella della « questione femminile ». Sappiamo che
tale questione, oggi di così viva
attualità, era già molto dibattuta nel XVI secolo. Spesso, tuttavia, gli argomenti che la alimentavano erano abbastanza banali
e scontati, anche a motivo della
politica ecclesiastica controriformistica, almeno in Italia largamente vincente. La visione cat
tolica ufficiale della famiglia e
del ruolo in essa svolto dalla
donna contribuiva a mantenere
la donna stessa in un grave stato di inferiorità e di sofferenza.
NeH'ambito degli intellettuali
cinquecenteschi già si erano levate autorevoli voci di dissenso,
prima fra tutte quella del grande
Erasmo da Rotterdam. Lo studio del Caponetto ci fornisce
un’utile panoramica degli autori
che si interessarono all’argomento. Fra di essi il Paleario occupa
un posto di prim’ordine, avendo
affrontato il tema non solo —
come si è detto — con stile letterario dignitoso, ma anche e soprattutto con originalità di contenuti. Egli dà voce per la prima
volta alle donne, ponendole da
sole a discutere fra loro della
propria condizione, mentre solitamente sono maschi che discettano del problema femminile. Nel « dialogo » in questione egli pone con particolare fermezza il tema della parità dei
sessi; affronta con accentuata
laicità il tema dell’educazione
delle fanciulle, e quello ampio e
arduo dello stesso matrimonio.
Il Paleario rifiuta con fermezza
sia la concezione borghese e produttivistica dell’istituzione matrimoniale, che ne faceva praticamente un mezzo per perpetuare il patrimonio, sia il punto di
vista di chi teorizzava l’inopportunità di sposare la donna amata, in Quanto matrimonio e amore sarebbero due realtà nettamente distinte.
MANIFESTAZIONI PER IL CENTENARIO
Attualità di Lutero
L’Università Popolare di Parma
ricorrendo il 500” della nascita di
Martin Lutero, apre il suo anno
accademico 1983/’84, con una conferenza pubblica sul tema: « Attualità di Lutero » con la partecipazione della Chiesa Evangelica
Metodista e della Chiesa Cattolica di Parma.
La Conferenza avrà luogo venerdì 18 novembre 1983, ore 21,
nella Sala dei Filosofi . Università degli Studi di Parma . Via
dell’Università, 4 - Parma.
Relatori: Pastore Prof. Paolo
Ricca; Mons. luigi Sartori.
Moderatore: Dr. Flaminio Musa - Presidente Università Popolare di Parma.
Le carceri e la chiesa
Nei giorni scorsi sono stati
pubblicati gli atti di un convegno regionale promosso dalla
regione Emilia-Romagna dal titolo « Struttura e funzioni delle
carceri : ruolo dell’ente locale »,
svoltosi a Parma nel dicembre
del 1981. Si tratta di un’interessante serie di interventi sul problema da parte di docenti universitari, rappresentanti di numerose organizzazioni in vario
niodo legate al mondo carcerario e anche degli stessi interessati diretti, i detenuti.
Fra gli altri si distingue l’intervento del pastore Eugenio Rivoir, unica voce cristiana del
convegno, che ha parlato sul rapporto tra chiese e carceri. In
quest’intervento il problema viene visto ribaltandolo, cercando
di farlo osservare anche metten
La lettura del testo è interessante e piacevole, perché si eleva ben al di sopra dei triti luoghi comuni che si incontrano
tanto spesso negli autori cinquecenteschi che hanno trattato l’argomento. Diviso in due libri, il
trattato parte dalla divisione del
governo della città per passare
poi a quello del « picciolo regno »
della famiglia. In questo come
in quello si danno violenze e soprusi: la donna va difesa perché
i due sessi hanno gli stessi diritti. Questa realtà è dimenticata
soprattutto nello Stato della
Chiesa, e qui l’autore dell’« Actio
in Pontifices Romanos » non perde l’occasione di lanciare i suoi
strali contro la Curia romana.
Con l’affermazione della necessità di una libera scelta dello sposo, si chiude il I libro.
li matrimonio
Il II si apre con una esaltazione del matrimonio anche come
possibilità per la donna di liberarsi dalla tutela dei genitori e
di esprimere se stessa, nonché di
darsi una cultura: e anche qui
è chiara la polemica nei riguardi
della pedagogia controriformistica, che tendeva a confinare la
donna tra le mura domestiche a
filare e cucire, e, al massimo a
leggere vite dei santi. Segue una
parte più direttamente volta al
« governo della casa », dove tra
l’altro si sostiene la piena legittimità del fatto che la donna
eserciti un ruolo centrale nell’amministrazione dei beni agricoli. Nella conclusione è teorizzato il valore del modello di vita che la donna può e deve offrire ai suoi conviventi; e anche
qui, pur trattandosi di per sé di
un luogo comune nel genere letterario contemporaneo, è dato
apprezzare la vivacità d’eloquio
e soprattutto la libertà interiore
con cui l’argomento è affrontato.
Aldo Landi
1 Aonio Paleario, Dell’economia o
vero del governo della casa, testo, introduzione e commento a cura di Salvatore Caponetto, Firenze, Leo S.
Olschki Editore, 1983, pp. 115.
Sabato 12 novembre, alle ore
18, nel Salone Valdese di C.so
Vittorio 23, a Torino, Conferenza - Concerto su « L’influenza
di Lutero suiia musica di Chiesa». Corali dei Fratelli, Battista
e Valdese.
« 4: i|!
« Protestanti d’Abruzzo » è il
titolo di una serie di trasmissioni su « Lutero e il nostro
tempo » che andrà in onda quanto prima dalla RAI regionale,
sede di Pescara. Le rubriche,
che si varranno della supervisione del Servizio stampa radio
televisione della Federazione,
saranno condotte in studio dal
past. E. Mannelli con la collaborazione di pastori e laici residenti in Abruzzo.
PARMA
TORINO
Lutero per i liceali
dosi dalla parte del carcerato e
ricordando che in passato, e
ancor oggi, molti cristiani, proprio perché tali, sono stati messi in carcere, come del resto,
purtroppo, gli stessi si sono fatti anche carcerieri. Inoltre, viene sottolineata la grande responsabilità etica e morale di
chi contribuisce o avalla l’incarceramento di un individuo, e
così risultando impegnato maggiormente a non commettere
egli stesso reati simili in seguito. Purtroppo, spesso accade che
molti, quando si tratta del tornaconto personale, si dimentichino molto facilmente di questo
concetto, come dimostrano i famosi e continui «scandali» che
dilagano nel nostro paese.
D. C.
Anche al Liceo Classico Statale «V. Alfieri» di Torino ha
avuto luogo — in una giornata
di particolare significato per l’inizio della Riforma, il 31 ottobre — la celebrazione del 500"
anniversario della nascita di
Martin Lutero. E’ stata una lezione scandita in diversi momenti, che ha riunito nell’aula
magna oltre 500 allievi delle classi liceali, sollecitati a riflettere
sulla complessa figura del riformatore di Wittenberg e sugli
avvenimenti che, fra Medioevo
e Rinascimento con la genesi del
Protestantesimo in Germania,
hanno potentemente contribuito
alla formazione dell’uomo e del
mondo moderni. Su questi temi
ha esordito il Prof. Carlo Ottino, docente di storia e filosofia
del Liceo che ha moderato l’attenta assemblea, richiamandosi
con abbondanza di citazioni alla « lezione di libertà » conseguente, pur nell’accavallarsi di
luci e di ombre (c’è anche un
« Lutero scomodo », persistentemente « medioevale » e irrimediabilmente intriso, fra l’altro,
di antisemitismo cristiano), ai
grandi temi della teologia luterana e sottolineando in che senso è lecito pure oggi parlare di
una « attualità di Lutero ».
E’ quindi intervenuto il pastore Giuseppe Platone, che ha efficacemente insistito su Lutero
uomo della Parola — della Parola predicata, insegnata a scuola, scritta, tradotta, musicata —
ed ha poi fissato l’attenzione,
con rapporto visivo di varie diapositive, su aspetti salienti della
vita e del mondo luterani.
Ultimo relatore il prof. Aldo
Moda, docente di religione nel
medesimo Liceo, che ha schizzato in rapida e documentata sintesi alcuni argomenti di riflessione ; lo sviluppo significativo
degli studi luterani nel nostro
secolo, da Karl Holl a Joseph
Lortz, da Joseph Hessen a Giovanni Miegge e a Yves Congar,
con le scuole che ne sono seguite ; una breve disamina delle
celebrazioni giubilari della Riforma nei secoli passati per evidenziare l’evoluzione positiva
della ricerca, flno alla nuova situazione nel presente centenario deducibile dalle pubblicazioni numerosissime e convergenti
uscite a tutt’oggi; l’indicazione
di taluni punti controversi della
storiografia attuale, con le relative piste d’investigazione; infine, il dato rilevante del superamento delle posizioni strettamente confessionali e dell’aecesso, in epoca contemporanea, a
Lutero come maestro della fede
e teologo con il quale entrare
in dialogo di consenso o anche
di possibili riserve, a livelli di
rigoroso impegno e di personale partecipazione.
UNA PAROLA PER TE
Preghiere
Questa rubrica è dedicata ai
fratelli e alle sorelle che rischiano di perdere la speranza, che
lottano contro lo scoraggiamento, che cercano un aiuto pe^r
pregare.
1) — Ho tutto messo nelle tue
mani, ciò che mi opprime e ciò
che mi affligge, ciò che mi angoscia e ciò che mi disturba, e la
preoccupazione del domani.
Ho tutto rimesso nelle tue
mani.
Che sia la morte o la vita, la
salute o la malattia, il principio
o la fine.
Perché tutto è bene nelle tue
mani.
di Marie Henriod
2) — Mio Dio,
quanto mi rammarico di non
aver capito nulla della vita e di
aver tentato di capire cose che
era inutile capire.
La vita non consiste nel capire ma nell'amare.
Fa’, mio Dio, che non sia troppo tardi, che l’ultima pagina
non sia ancora scritta!
E’ stato un deserto la mia vita, perché non ti ho conosciuto.
Fa’ che il deserto fiorisca, che
ogni minuto che mi resta sia
consacrato a te.
3) — Signore Gesù, _
ti aspetto per il giudizio, ad
ogni istante mi guardo attorno,
tu puoi giungere bruscamente
ad ogni ora del giorno o della
notte.
Fa’ che allora, provvista di fede, di speranza e di amore, la
lampada del mio cuore brilli ancora.
Che io dorma o che io vegli,
che io sia tuo! Che io viva o che
io muoia che tu sia mio!
E -quando tu verrai che la tua
tenerezza mi prenda in pietà e
mi salvi per l’etemità.
dalla stele commemorativa
in omaggio al pastore Kai
Munii, fucilato dai nazisti in
Danimarca.
EDIZIONI « IL SEMINATORE »
Nella lingua di tutti
« Anno Santo? » e « Martin Lutero » sono due opuscoli a carattere divulgativo, pubblicati
daH’editrice battista « Il Seminatore ». Nel primo si esamina il
significato dell’Anno Santo nel
cattolicesimo e il punto di vista
evangelico; nel secondo — con
tratti sintetici e leggibili — vengono tracciate le linee del pensiero e dell’opera del Riformatore, senza trionfalismi. Anzi, cogliendo anche gli aspetti ’’infelici” dell’ex monaco agostiniano.
Segnaliamo volentieri oneste due
agilissime puhhlicazioni che hanno il merito di essere scritte in
un linguaggio accessibile, praticamente, a tutti. Scevre da inutili
polemiche o asti confessionali le
due pubblicazioni rendono così
un eccellente servizio di informazione storica sommaria e costituiscono un tentativo interessante di evangelizzazione.
Particolarmente l’opuscolo sull’Anno Santo dovrebbe essere
letto in gruppi ecumenici di studio e regalato ai pellegrini che
vengono a Roma a « lucrare le
indulgenze ».
Sempre da parte battista giunge ora anche l’elegante agenda
1984^ con lo scopo di far meglio
conoscere ai concittadini italiani
una realtà evangelica che, nel
mondo, raccoglie 50 milioni di
persone e che in Italia è presente da oltre 120 anni. Quindi, accanto al calendario e alla rubrica
dei nomi, l’agenda offre molte
notizie storiche e l’indirizzario
completo e aggiornato della presenza battista nel nostro Paese.
Anche questo è uno strumento
utile, da tenere per uso personale e da regalare, che allarga il
campo delle nostre possibilità di
informazione. Alla fine dell’anno
arriva sempre il momento di
orientarsi su di un’agenda per
l’anno nuovo. C’è chi ce l’ha perché ha già fissato appuntamenti
per l’84. Per chi deve ancora decidere sappia almeno che esiste
una agenda 1984 evangelica, tutta
da riempire e tutta da conoscere.
Se ogni confessione evangelica
in Italia seguisse l’esempio di
produrre una propria agenda si
potrebbero conoscere in anticipo
le date significative dell’anno. Cl’è
la domenica della Riforma, quella del predicatore locale, quella
della CEvAA, quella della Facoltà
teologica... lo spazio libero, alla
fin fine, è veramente poco. Ma
qui parliamo solo delle domeniche.
g- P.
* Martin Lutero, pp. 16, Il Seminatore, Roma 1983, L. 800; Anno Santo?, pp. 12, Il Seminatore, Roma 1983,
L. 800.
® Agenda battista 1984 - Il Seminatore, pp. 90, L. 5.000 (quadricromia).
Per le ordinazioni di queste pubblicazioni (sconti previsti per chiese,
gruppi eco.) rivolgersi a : Edizioni II
Seminatore, Piazza in Lucina 35 00186 Roma.
4
4 vita delle chiese
11 novembre 1983
SI E’ TENUTA A FRALI L’ASSEMBLEA DEL III CIRCUITO
1° CIRCUITO
Tra passato e futuro
BENVENUTO AL
FAST. RESINI
E’ cominciato presto, quest’anno, l’anno ecclesiastico del
III Circuito. Ce ne siamo accorti all’Assemblea di apertura, che
si è tenuta a Frali venerdì 4
novembre. A causa di ima serie
di impegni già programmati,
quello che di solito era un incontro di previsioni e di proposte per il futuro si è trasformato in un momento di consuntivi: il campo per giovani a
Vallecrosia, la partecipazione alla manifestazione per la pace di
Roma, il collettivo interconfessionale di studio biblico. Ma andiamo con ordine. A cavallo dei
mesi di agosto e settembre si
sono tenuti due campi per giovani a Vallecrosia, organizzati
dal Circuito: i campi sono andati bene, ma hanno visto una
partecipazione inferiore al previsto. Che fare: chiudere o continuare? L’Assemblea ha chiesto
di proseguire nell’esperienza perché tutti i presenti erano concordi nel ritenere importantissimo che i nostri giovani imparino a stare insieme, a conoscersi. Massima pubblicità, dunque, e massimo impegno perché
nei prossimi anni i ragazzi della
Val Germanasca possano incontrarsi e vivere dei momenti insieme. Nessuno dimentica Agar
pe, che è proprio dentro i nostri «confini»; ma rimane importante che le occasioni di incontro si moltiplichino. Breve
discussione anche sul tema della pace: innanzitutto un apprezzamento ner il fatto che un numero cospicuo di persone —
una quarantina — abbia partecipato alla marcia di Roma.
Di qui bisogna partire, si è detto, e andare avanti scegliendo
degli obiettivi il più possibile
concreti per diffondere tra la
popolazione il discorso sulla pace. Il collettivo biblico, infine:
la partecipazione a questa iniziativa non è certo delle più confortanti e ciò che più lascia perplessi è l’apparente disinteresse
della gente nei confronti di uno
studio approfondito della Bibbia.
Certo, questo non è un problema solo della Val Germanasca,
ma ognuno piange per i guai
suoi; e quando una Chiesa distoglie il suo interesse dalla Bibbia i guai — e seri — comincia^
L'attualità di Lutero
PIOSSASCX) — Venerdì 18 e
sabato 19 di novembre si terranno nei locali della nostra chiesa
in via Magenta 26/8, due incontri pubblici sulla vita e la teologia di Lutero. Venerch alle 20.30,
prima di un dibattito sulla,vita
di Lutero, vedremo un audiovisivo. Sabato alle ore 16 si terrà
una « tavola rotonda » sulla teologia del Riformatore ed il suo
confronto con la teologia cattolica.
Introdurranno questi argomenti il pastore Eugenio Rivoir
ed il sacerdote Franco Barbero.
Assemblea
di Chiesa
TORRE PELLICE — Domenica 13 avrà luogo l’Assemblea di
Chiesa mensile. Sarà presente
un membro della Tavola Valdese che darà comunicazioni circa la situazione pastorale di
Torre Pellice. L’Assemblea udrà
anche una presentazione del documento ecumenico su Battesimo - Eucaristia - Ministeri.
• Durante il culto del mattino di domenica 13 novembre (alle ore 9) celebreremo il battesimo delle due gemelle della famiglia Schlaepfer di Cumiana.
• Ricordiamo che ci troviamo
tutti i giovedì alle ore 20.30 per
lo studio biblico, così come i
lunedì ogni quindici giorni alle
ore 1Y.30 per la scuola domenicale ed il catechismo.
• Domenica 6 l’Unione Femminile ha accolto Carla Longo
nella sua veste di vice presidente della Commissione Esecutiva
Distrettuale e che, per l’occasione, ha anche intrattenuto le
sorelle convenute sul problema
dell’adozione familiare. Erano
presenti alla riunione Beatrice
Coppola e Giusy Trimarchi, studentesse in teologia, che hanno
ricevuto una calorosa accoglienza dall’Unione Femminile.
Le ’’critiche”
a Lutero
Ripresa deiie attività
ANGROGNA — Una novantina di persone hanno preso parte all’agape di domenica scorsa
dopo un culto frequentato in cui
sono stati presentati 1 9 catecumeni di primo anno. Nel pomeriggio una conferenza su ’Le critiche a Lutero’ e la visione delle diapositive di Guido Odin e
del ’Martin Lutero’ del Gruppo
Teatro Angrogna hanno felicemente concluso un’importante
giornata comunitaria.
• Proseguono le riunioni di
quartiere sul tema di Israele (lunedì Capoluogo, martedì Martel, mercoledì Prassuit-Vemè,
giovedì Odln-Bertot).
# Hanno collaborato a questo
numero; Antonio Adamo,
Ivana Costabel, Davide Csermelv. Ada D'A?.i, Carlo Ottino, Gregorio Plescan, Paolo
Ribet, Vincenzo Ribet, Bruno Rostagno, Franco Taglierò, Erika Tomassone, Cipriano Tourn.
PRAROSTINO — Con l’arrivo
dell’autunno sono riprese tutte
le attività invernali con un culto in comune con gli alunni della Scuola Domenicale, i genitori, i giovani, domenica 23 ottobre.
Abbiamo ultimato il primo
ciclo di riunioni quartierali dove abbiamo meditato sul tema
dei miracoli nella Bibbia ; nel
secondo ciclo, che inizierà alla
fine di novembre, mediteremo
sul tema : la guarigione per
mezzo della fede e della preghiera.
Segnaliamo in modo particolare la ripresa del lavoro giovanile con un « ritiro » di studio
biblico a Rorà durante tutta
la giornata di martedì 1" novembre con un gruppo di giovani di Prarostino e di San Secondo, sul tema della pace, con
agape fraterna preparata dai
giovani e castagnata offerta, insieme all’ospitalità, dall’anziano
Aldo Tourn, che ringraziamo
sentitamente; giovedì 3 novembre ha ripreso l’Unione Giovanile con una relazione di Rino
e Paola sulla marcia della pace
a Roma.
• Lutti: lunedì 7 c. m. abbiamo accompagnato al campo del
no ad arrivare perché nuovi signori (si chiamino pure «la tradizione ») dominano su di lei.
Si è parlato anche del futuro,
alla nostra Assemblea. Non è
un futuro roseo, però, quello
che si profila davanti ai nostri
occhi: la Filseta di Perosa rischia di chiudere, come pure la
Talco e Grafite pare andare incontro a sensibili ridimensionamenti. Questo significa che una
grossa fetta dei posti di lavoro
in Valle potrebbe improvvisamente venire a mancare. Che
fare di fronte ad ima simile situazione? Non abbiamo certo la
ricetta in tasca, ma per comprendere meglio la situazione
vogliamo organizzare un’assemblea pubblica in cui possano essere chiariti i termini della questione.
Un’ultima decisione è stata
presa : mantenendo la cadenza
biennale, si avrà il prossimo anno una Pentecoste ’84, mentre
ritornerà, dopo l’esperienza del
Colle delle Fontane, anche la festa del XV Agosto. Ma di questo parleremo ancora in seguito.
P. R.
G. P.
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Visita all’Asilo
riposo la nostra sorella Benech
Caterina, deceduta alla « Casa
Turina » di San Secondo. Esprimiamo la nostra simpatia cristiana ai familiari in lutto, come pure alle famiglie Avondetto e Paschetto per la dipartenza
di Alessandro Avondetto di- San
Secondo avvenuta il 22 ottobre.
A Torre Pellice è deceduta la
nostra sorella Gardìol Frida, originaria di Prarostino (Masera);
i funerali hanno avuto luogo a
Torre Pellice e a Prarostino il
31 ottobre.
POMARETTO — Sabato scorso la scuola domenicale di Pomaretto e di Perosa si è recata
in visita all’Asilo dei Vecchi di
San Germano Chisone. Il numeroso gruppetto di bambini ha
così rinnovato l’esperienza dello
scorso anno nell’incontro tra generazioni.
Assemblea
Il Signore consoli i cuori affranti con le sue luminose promesse.
VILLAR PEROSA — L’Assemblea di Chiesa che si è svolta domenica 6 novembre ha deciso di aderire alla sottoscrizione nazionale per il Centro Comunitario di San Salvo.
• Ringraziamo i predicatori
locali che hanno sostituito il pastore durante la sua assenza: il
sig. Codino di Barbò, Rino, Claudio, Attilio e il past. M. Ayassot.
Matrimonio
Nella stessa Assemblea è stato costituito il primo nucleo del
gruppo che dovrà curare l’informazione e il dibattito sulla
pace. Esso è costituito dalle seguenti persone: Marilisa Bessone. Fiorine Bleynat, Beniamino
Lami, Mauro Long, Claudia Rìbet Badariotti, Emilio Travers.
PRAMOLLO — Sabato 15 ottobre, nel tempio valdese di San
Germano Chisone, si sono uniti
in matrimonio Clara Bleynat
(Bosi) e Luciano Gay (Prarostino). A questi giovani sposi
vanno gli auguri di tutta la comunità.
L’Assemblea ha poi eletto il
nuovo anziano per la zona di
Villar Centro, che è la Sorella
Ina Bessone. E’ stato espresso
un ringraziamento all’Anziano
Silvio Serre, per il lavoro svolto per molti anni nel Concistoro.
• L’attività della Scuola Domenicale è iniziata bene: gli incontri si svolgono quest’anno il
sabato pomeriggio alle ore 15.
Anche la corale si riunisce per
preparare i canti di Natale, ogni
venerdì alle ore 20, sempre con
la direzione del fratello Elio
Rostan; quest’anno si sono aggiunte alcune voci nuove, permettendo al gruppo la continuazione della sua attività.
Dipartenze
SAN SECONDO — Due lutti
hanno colpito la nostra comunità in queste ultime settimane:
il 27 ottobre ci ha lasciati Margherita Bernard Ribet e il 5 novembre Benech Margherita. Ai
familiari di queste sorelle va la
solidarietà di tutta la comunità.
• Sabato 12 novembre, alle
ore 20,30 nel tempio di Ruata,
il « Gruppo del XVII » di Luserna S. Giovanni presenterà
« Lutero » da John Osborne.
Tutti sono invitati ad assistere
alla rappresentazione.
• Sono riprese le riunioni
quartierali. Stiamo riflettendo
sul battesimo utilizzando il documento di Lima della Commissione « Fede e costituzione » del
CEC.
• iDomenica 13 novembre avrà
luogo il culto con Santa Cena
e nel pomeriggio, alle ore 14.30,
si riunirà per la prima volta l’Unione Femminile.
• Anche l’Unione Femminile
è ripresa. Durante il nostro incontro abbiamo riflettuto su Luca 10: 38-42, e socializzato con
canti.
• Nel corso del mese di novembre inizieranno anche le
riunioni quartierali : il 14 novembre ai Tournim; il 15 ai
Bocchiardi e il 17 ai Pellenchi.
• Rinpaziamo il predicatore
locale Dino Gardiol per il culto
del 30 ottobre in assenza di Erika
Tomassone impegnata in un
grupno di lavoro del Movimento
Cristiano Studenti Europeo.
E' giunta in questi giorni a Luserna S.
Giovanni la famiglia del pastore metodista Giorgio Resini inviato dalla Tavola
Valdese nella nostra zona per potenziare il lavoro pastorale in Val Pellice.
Resini, che ha 52 anni, ha lavorato come pastore a Palermo, Riesi e per un
ministero di 10 anni nel Piemonte meridionale: Alessandria, Bassignana, San
Marzano. In questi ultimi tre anni il
pastore Resini ha svolto la sua attività
presso le chiese valdesi di Foggia e
Orsara di Puglia. Coniugato con Erica
Musso, due figli, ha già iniziato a prendere contatto con la nostra realtà. Il
suo lavoro dovrebbe soprattutto concentrarsi nelle comunità di Luserna San
Giovanni, Torre Pellice e Angrogna.
Segnatamente proprio la zona in cui
attualmente abita (Via Fuhrmann, 36 a
Luserna San Giovanni) allargandosi sino agli Appiatti e al Baussan (zona di
confine delle tre comunità) dovrebbe
essere la sua principale area di lavoro. Insieme agli Istituti e al lavoro teoiogico-pastorale del Circuito il pastore
Resini potrà trovare motivi di grande
soddisfazione e impegno. £' questo il
nostro augurio insieme al nostro più
fraterno benvenuto.
venerdì 11 novembre
□ V CENTENARIO
NASCITA LUTERO
PINEROLO — Organizzata dal 1" Distretto si tiene presso il Cinema Primavera (via Marro) nei pressi dei giardini della stazione, una serata (inizio ore
20.45) in occasione del V centenario
della nascita di Lutero.
Programma;
— Canti delle corali valdesi delle Valli e di Torino;
— Film su Lutero a cura del Gruppo
Teatro Angrogna e presentazione
del past. Giuseppe Platone;
— Dibattito.
sabato 12 novembre
n TELEPINEROLO
CANALE 56 - 36
Alle ore 19 va in onda la trasmissione • Confrontiamoci con I Evangelo •
(a cura di Marco Ayassot, Attilio Fornerone e Paolo Ribet).
domenica 13 novembre
□ RADIO KOALA
FM 96.700 - 90300 - 93700
Alle ore 12.30 (circa): Culto Evangelico a cura delle Chiese Valdesi dei II
Circuito.
sabato 12 novembre
domenica 13 novembre
□ PRECONGRESSO
FCEI - VALLI
AGAPE — Alle ore 15 ha inizio presso il centro ecumenico di Agape, a Prali, il precongresso FGEI-Valli.
Temi di discussione: pace e disarmo,
congresso di Ecumene, lavoro FGEI
alle valli, soggettività e teologia, lavoro e rapporti verso l'esterno delle
chiese.
Elezione nuova giunta e delegati ai
congresso.
Costo: L. 20.000 (per chi lavora) e
L. 10.000 (per chi non lavora).
Prenotazioni: presso Silvio Vola (tei.
0121/22747) e Agape (0121/841514).
mercoledì 16 novembre
□ INCONTRO
ACCOMPAGNATORI
PINEROLO — Promosso dalla Società di Studi Valdesi si tiene presso la
Chiesa Valdese (via dei Mille 1) con
inizio ore 17, il primo incontro per accompagnatori nei luoghi storici valdesi.
L'incontro è aperto a tutti.
giovedì 17 novembre
□ RIUNIONE
COLLABORATORI
ECO DELLE VALLI
La riunione dei collaboratori avrà
luogo a casa Gay via Cittadella 8 Pinerolo, con inizio alle ore 20.30.
venerdì 18 novembre
□ INCONTRO MATRIMONI
INTERCONFESSIONALI
TORRE PELLICE — Alle ore 20.45
presso la Casa Unionista ha luogo un
incontro di studio sui problemi dei
matrimoni interconfessionali.
Sono invitati preti, pastori, membri
di chiesa e le coppie interconfessionali
della Val Pellice.
domenica 20 novembre
□ ASSEMBLEA
Il CIRCUITO
VILLAR PEROSA — Alle ore 14.30 si
tiene presso I locali della Foresteria
(Convitto) l'assemblea del II Circuito.
venerdì 25 novembre
n INCONTRO MATRIMONI
INTERCONFESSIONALI
PEROSA — Alle ore 20.45 presso
l'oratorio parrocchiale cattolico (ex Salesiani) ha luogo un incontro di studio
sul problema dei matrimoni interconfessionali.
Sono invitati preti, pastori, membri
di chiesa e le coppie Interconfessionali
delle Valli Chisone e Germanasca.
5
vita delle chiese 5
' •?
i
«
Î '
'I'
ié.
______APERTURA DEL NUOVO ANNO ACCADEMICO PER LA FACOLTA’ VALDESE DI TEOLOGIA A ROMA
Domande all’Antico Testamento Per un buon inizio
Di ritorno da Gerusalemme,
dove ha trascorso un anno di
studio e di ricerca, il prof. J. Alberto Soggin ha tenuto sabato 29
ottobre la prolusione all’anno accademico della Facoltà valdese
di teologia a Roma.
Il terna: «Teologia dell’Antico
Testamento - Dopo Gerhard Von
Rad ». I lavori sono stati aperti
dal Decano, prof. Sergio Rostagno, nell’Aula Magna della Facoltà, davanti a un pubblico di quasi cento persone. Il prof. Soggin
ha quindi esposto la propria relazione. Purtroppo, se l’autore di
cui si tratta è ben noto al biblista e al teologo, non lo è per i
più: di conseguenza, chi era Von
Rad? Per evidenziarne l’importanza basti citare il fatto che è
prassi usuale al giorno d’oggi,
considerare pienamente legittima
una divisione della materia in
un periodo anteriore e uno posteriore al Von Rad. Anche se,
come nota il prof. Soggin, « gli
studiosi in quasi un quarto di
secolo non hanno raccolto la sua
sfida, continuando a produrre
teologie dell’A.T. quasi che non
fosse esistito, pur non lesinando
lodi nei suoi riguardi, e citandolo
continuamente ».
Ma veniamo al contributo che
questo studioso ha dato alla teologia. Lasciando alle proprie spalle tutti gli schemi precedentemente stabiliti, il Von Rad sostiene che una teologia dell’A.T. dovrebbe tranquillamente abbandonare l'idea di dare una forma sistematica ai materiali che tratta:
infatti un impegno di questo tipo si tradurrebbe in una indebita manomissione degli scritti,
volendo forzosamente applicare
alle antiche fonti dei criteri a loro estranei. Anzi, secondo Von
Rad, il teologo dell’A.T. dovrebbe limitarsi a « rinarrare » la testimonianza che gli antichi autori offrono alle opere ed alle parole di Dio. « In tal modo, il teologo dell’A.T. non si mette neanche alla ricerca di un sistema
unitario, di un denominatore comune per i materiali ove non ve
ne sono; cercherà invece di dare
la parola a ciascuno dei testimoni, risultandone un’opera se vogliamo atomistica, ma fedele alle
intenzioni degli autori e dei collettori ».
Tralasciamo in questa sede, la
parte centrale della prolusione,
in cui è stata esaminata la posizione del Von Rad rispetto a
quella di altri studiosi (G. E.
Wright, W. F. Albright, W. Eichrodt, H.W. Robinson, solo per
citarne alcuni) e l’esame delle
critiche rivolte alla sua sistematica, nonché i notevolissimi riconoscimenti avuti. Preferiamo
piuttosto esaminare le conclu,sioni a cui è giunto il prof. Soggin nella sua conferenza sulla
teologia dell’A.T.
L’oratore ha rilevato che la
TORINO
Attività
dell'Esercito
UEsercito della Salvezza, che
da diversi anni conduce a Torino un servizio di ristoro durante il periodo invernale per anziani poveri della città, informa
che anche quest’anno il servizio
è ripreso e caffelatte, pane e indumenti vengono offerti tutti i
pomeriggi nei locali di via P.
Tommaso 8 c. Nuovo responsabile della comunità di Torino è
il Maggiore Mario Paone. Si ricevono offerte sul c.c.p. 14273106.
Nuovo indirizzo
Past. Michele Foligno, Via Mansueto 55/9, 16159 Genova Rivarolo.
teologia biblica, del Nuovo o dell’Antico Testamento, viene di continuo fatta oggetto di interrogativi sia dai credenti che dai teologi, ma sovente anche da organizzazioni culturali o politiche.
Oltretutto, ha fatto rilevare il
prof. Soggin, ciascuna generazione reputa più o meno importante ed urgente lo sviluppo di una
data tematica anziché di un’altra.
Per far degli esempi; la chiesa
confessante nella Germania di
Hitler si confrontava con uno
« stato » che pretendeva di essere
la manifestazione diretta della
provvidenza divina. La risposta
fu « l’unica possibile: che solo
Dio è il Signore della Storia, sulla base delle Scritture e non pretesi suoi agenti, da qualunque
parte essi vengano ». La nostra
generazione appare invece interessata, a giudizio del prof. Soggin, ai problemi della giustizia,
e quindi a quelli della liberazione dall’oppressione — politica od
economica che sia — ed interroga la Bibbia chiedendole dove
essa si situi nelle lotte tra individui e popoli. A questo proposito il prof. Soggin ha affermato:
« Se dunque vogliamo porre alr Antico Testamento domande
lungo queste linee, potremmo
tentare di formulare uno schema
di teologia dell’A.T. nella seguente maniera:
a) Dio elegge un popolo per
salvare l’umanità;
b) Dio lo libera dai propri
nemici esterni ed interni;
c) per liberare per suo mezzo l’umanità intera;
d) a questo punto s'inserisce
la teologia del Nuovo Testamento.
Ecco qua un’impostazione che
mi sembra allo stesso tempo storica, sistematica e teologica, poggiata solidamente sulla sintesi
fatta intorno all’esilio di Babilonia dal Deuteronomista e dal
Deuteronomio e che incorpora
anche il messaggio del DeuteroIsaia. Ma è anche ovvio che in
circostanze differenti possano
sorgere differenti domande: in un
passato recente le Chiese in Germania ed altrove hanno dato la
loro testimonianza fondata sulle
Scritture; noi cerchiamo di dare
la nostra anche se il nostro rischio appare essere minimo; altri daranno la loro in futuro, in
circostanze che non possiamo
più prevedere. Ed è proprio in
questa testimonianza che la teologia biblica ci sarà di valido
aiuto, sempre che vogliamo fondarci sulla Parola di Dio e non
su opinioni, ■ mode, talvolta addirittura banalità del nostro tempo, se vogliamo dei contenuti
che siano cristiani e non genericamente umanistici ». V. R.
ROMA
Centenario
Nel mese di novembre di quest’anno ricorre il I Centenario
dell’inaugurazione del tempio
valdese di Via IV Novembre
(1883-1983). Saranno due i momenti di maggior rilievo delle
celebrazioni :
Sabato 19 novembre, alle ore
18, nell’Aula Magna della Facoltà Valdese di Teologia il dott.
Mario Cignoni terrà una conferenza sul tema ; « I Valdesi a Roma : da Porta Pia aJl’inaugurar
zione del primo tempio (18701883)». In quest’occasione verrà
presentato un opuscolo celebrativo: Mario Cignoni, I Valdesi
a Roma (la Chiesa di Via IV
Novembre), Roma 1983.
Domenica 27 novembre, alle
ore 19, nella chiesa di via IV Novembre, culto del centenario
(past. G. Scuderi) con Santa
Cena.
La positiva esperienza di un “ritiro” di professori e studenti prima dell’inizio dell’anno accademico, inaugurata Varino scorso, è proseguita quest’anno. Ne riferisce Gregorio
Plescan, uno dei cinque studenti che iniziano quest’anno lo
studio della teologia.
I giorni 27 e 28 ottobre si è
svolto a Ecumene un incontro
tra gli studenti della Facoltà
Valdese di Teologia ed i docenti.,
L’incontro è stato particolarmente utile e interessante per
noi « matricole », perché è stato un momento di confronto e
di scambio.
Dopo l’arrivo e le presentazioni varie, il primo punto del programma ci ha portato a conoscere gli studenti stranieri e a
discutere un po’ sulle motivazioni che li hanno indotti a venire
a passare uno o più semestri a
Roma.
Abbiamo poi avuto un momento di discussione collettiva
con uno psicologo, già interpellato l’anno scorso per promuovere un migliore confronto tra
gli studenti e con i docenti —
confronto che a volte pare viziato dagli screzi che necessariamente la vita in comtme crea.
II culmine dell’incontro è avvenuto quando, nel tardo pomeriggio è iniziata un’assemblea
plenaria dal titolo « perché faccio il pastore ». Stimolati daL
l’aver visto una trasmissione di
Protestantesimo in cui la candidata Maria Bonafede spiegava
le sue motivazioni e i suoi problemi di studentessa in teologia
e di futuro pastore, ci siamo
avventurati in un lungo dibattito che toccava un po’ tutte le
problematiche del nostro futuro
impegno: il, rapporto donna-pastorato, il problema della testimonianza coerente ma contemporaneamente efficace nel mondo che cambia, il problema autorità - autorevolezza - autoritarismo - credibilità, il problema
del cambiamento di ottica delle
nostre comunità ed i riflessi sulla predicazione.
La discussione è poi proseguita in maniera estremamente fraterna quando si è cercato di rL
spendere alla domanda « quali
sono stati i problemi che hai
dovuto affrontare prima di fare
questa scelta». Proprio qui abbiamo potuto notare che il rap^
porto tra studenti e coi docenti
può essere diverso in Facoltà,
dove tutti tentano di capirsi, dal
mondo universitario esterno, dove non vi è il minimo dialogo
amichevole tra le varie componenti. Dopo cena la serata è finita con canzoni e chiacchierate
informali.
Nella mattina successiva c’è
stato un momento più « tecnico » — ma ugualmente utile: ci
siamo divisi in gruppi secondo
gli anni di corso e, con un docente, abbiamo affrontato i problemi specifici delle varie materie. Abbiamo poi avuto un momento di discussione plenaria
in cui studenti e professori hanno espresso i loro problemi e
hanno spiegato le possibili attività da svolgere durante l’anno:
esperienze pratiche in comunità,
presenza nei vari grappi giovanili del Lazio, socializzazione all’interno del convitto.
L’incontro si è concluso con
la prima assemblea degli studenti, in cui, oltre a chiarire dei
punti rimasti insoluti l’anno
scorso, sono stati eletti i delegati studenteschi al Collegio accademico e sono state decise
iniziative per i prossimi mesi di
vita corrione.
G. P.
CORRISPONDENZE
Rimini, comunità ecumenica
Sabato 15 ottobre ha avuto
luogo nel nostro tempio il matrimonio della giovane Gabriella Mack appartenente ad una
famiglia luterana tedesca da
molti anni stabilita a S. Leo e
aderente della nostra comunità,
col sig. Marco Perazzoni, pure
di S. Leo, di famiglia italiana
cattolica.
Data la numerosa presenza di
parenti e amici della sposa provenienti dalla Germania, e dello
sposo, tutti italiani, la benedizione nuziale ed il culto sono stati nelle due lingue a cura dei coniugi pastori Leibbrand-Abate.
Anche i cantici, accuratamente
scelti, sono stati cantati da ciascuno nella propria lingua. Il nostro piccolo tempio era veramente troppo piccolo per contenere tanta festosa radimanza.
Non siamo nuovi a Rimini ad
incontri ecumenici nell’ambito
del protestantesimo, ma non
avevamo mai avuto un matrimonio cosi fastoso nell’ambito della comunità stessa: è stato per
tutti, compresi i cari pastori,
un’esperienza indimenticabile.
Domenica 23 ottobre un altro
avvenimento particolarmente lieto ha segnato il calendario delle nostre attività: l’insediamento ufficiale del nostro pastore
Gunter Leibbrand alla presenza
del sovrintendente dell’VIII circuito, Dr. Danilo Venturi.
Anche questa volta il tempio
era gremito: non solo la comunità quasi al completo, ma amici e simpatizzanti in gran numero ed anche un gruppo di signore inglesi in vacanza.
Il Dr. Venturi ha svolto la li
turgia e ha détto brevi parole
di benvenuto al pastore Leibbrand e famiglia ringraziandoli
a nome suo personale e del circuito, per la scelta che hanno
fatto al servizio della nostra
chiesa in Italia. Un ringraziamento anche alla Tavola che ha
destinato un pastore tedesco alla nostra comunità che potrà
beneficiarne al massimo sia per
la sua peculiare composizione
internazionale ed interdenominazionale, sia per il gran numero di turisti che affollano la riviera d’estate e anche fuori stagione.
Il pastore ha quindi pronunciato il sermone sul testo: Giov.
9: 1-7 e segg. Come già d’accordo col Consiglio di Chiesa doveva in questa occasione essere
ricordata la Riforma ed il testo
scelto si è prestato molto bene
a mettere in evidenza la rivelar
zione della volontà misericordiosa di Dio sia nei confronti del
Riformatore che Egli aveva chiamato al suo servizio, sia nei riguardi del cieco nato a cui Gesù
ridà la vista rivelandosi come
« Luce del mondo ». E’ stata celebrata, poi, la S. Cena con notevole oartecipazione.
Per le turiate inglesi è stata
letta in inglese la scrittura e ima
parte della liturgia di S. Cena
e sono stati cantati alcuni irmi
servendosi dell’innario Cantate
Domino.
Dopo il culto un buon gruppo
si è riunito attorno alla famiglia
Leibbrand per un pranzo comunitario nel vicino Hôtel Brown
prolungando, cosi, in fraterna
cordialità questa bella giornata.
Desideriamo esprimere, come
comunità, la nostra riconoscenza alla famiglia Leibbrand, alla
Tavola ed anche alla chiesa del
Württemberg per averci dato
l’opportunità di fare questa nuova esperienza al servizio del Signore e di cui, certamente, col
Suo aiuto, sapremo e vorremo
profittare.
Ciclo sulla Riforma
CREMONA — Riprendono le
attività e con esse anche il nostro impegno alla radio TRP 102
di Cremona; ogni sabato alle
ore 18,15 andrà in onda la nostra
rubrica « Alternativa Evangelica ».
La nostra comunità si appresta a celebrare il centenario luterano con tre conferenze. Venerdì 28 ottobre il past. L. Santini ha parlato su « Lutero e la
Riforma in ima prospettiva contemporanea»; l’il novembre il
prof. Mario Miegge parlerà sul
tema « La Riforma protestante
e la nascita del mondo moderno » ; infine il 16 dicembre il
prof. Gastaldi parlerà su «Lutero e la guerra dei contadini».
• Nel corso delle ultime settimane sono deceduti due fratelli
di Chiesa : Giovanni Ferrari e
Alberto Stauffer. Desideriamo
ricordarli ancora una volta perché entrambi sono stati in qualche modo rappresentativi di due
diversi modi di essere evangelici a Cremona. Giovanni Ferrari
aveva quasi 81 anni e da circa
mezzo secolo si era convertito
all’Evangelo. Durante il fascismo ebbe molte difficoltà anche
a trovare un’occupazione; Giovanni era istintivamente un antifascista ed idealmente era molto vicino al ’socialismo evangelico’ del pastore Dante Argentieri. Per molti anni Giovanni
Ferrari è stato un testimone
umile ed appassionato dell’Evangelo, e lascia nei nostri cuori il
vuoto di un affetto sincero. Alla
moglie Bruna rinnoviamo i nostri più sinceri sentimenti di
fraterna solidarietà.
Alberto Stauffer è morto all’età di 82 anni; egli proveniva
da una famiglia di riformati
svizzeri, industriali caseari, trapiantati a Cremona. Alberto
Stauffer nel corso dei lunghi anni trascorsi a Cremona ha sempre dato una buona testimonianza di uomo onesto, laborioso e
di molti fatti e di poche parole.
Anche se in maniera molto più
riservata ed introversa egli era
un credente, ed amava conversare di problemi teologici. Alla
sorella Lidia ed ai fratelli Mario e Federico la comunità esprime i sentimenti affett'aosi di
simpatia cristiana.
• Anche se in ritardo, ricordiamo volentieri la giornata di
gioia vissuta dalla comunità in
occasione del battesimo dei piccoli Samuele ed Elia Adamo.
Sostituzioni
COAZZE — La comunità di
Coazze ringrazia vivamente i signori Rovara e Garrone per i
messaggi che ci hanno rivolto
le domeniche 23 e 30 ottobre in
assenza del pastore.
6
6 obiettivo aperto
Il novembre 11 i
MARX SAREBBE PIACIUTO A LUTERO? UNO STIMOLANTE S>
LUTERO E MARX FACCIA A FACCIA l
\\ capitalismo ha assicurato al cristianesimo una nicchia protetta e molti teologi hanno accettato questa posizione non soilevando obiezioni di tronte agli avvenimenti che deturpavano la ’’civiltà cristiana” ma non minacciavano la tranquillità all’internoi
L’anno luterano vede il suo apice in questa settimana in cui cade la data di nascita del riformatore, il 10 novembre. In questa occasione abbiamo
voluto dedicare uno spazio particolare all’iniziatore della Riforma protestante scostandoci, volutamente, dal filone centrale delle rievocazioni di
quest anno. E’ affiorato infatti qua e là il rischio di
un certo trionfalismo, di una lettura campanilistica e talvolta parziale. Per questo, tra le cose lette
quest’anno, abbiamo scelto di riprodurre un testo
che più di altri ci mette in questione — come credenti e cittadini del Primo mondo, il mondo dell’Occidente — a partire dalla critica radicale di
Lutero. In questo spirito lo presentiamo ai lettori.
Il saggio, abbreviato di due paragrafi a carattere più interno, è apparso sul numero di agosto
del WSCF Journal, periodico della Federazione
Mondiale Studenti Cristiani (MCS). L’autore, ex
presidente dell’MCS svedese, è attualmente professore di teologia a Lund, Svezia.
« Che significa avere un dio? che
cosa è Dio?» si chiede Martin Lutero nel Grande Catechismo. Procedendo nella risposta alla sua stessa domanda, Lutero dice: « Fiducia e fede
profonda da sole fanno nello stesso tempo Dio e idolo... perché i due,
fede e Dio, sono strettamente legati.
Perciò a qualunque cosa il tuo cuore si aggrappi... e si affidi, questo
è esattamente il tuo Dio ».
Se Lutero ha ragione, la corrente
principale del dibattito teologico
occidentale a partire dall’Illuminismo si è basata su di una improprietà di termini. Il compito principale della teologia nei due secoli
passati è stato di litigare con gli
atei cercando di provare in un modo o nell’altro resistenza di Dio. Perciò la battaglia fondamentale in
campo religioso si è svolta tra coloro che credono che ci sia un Dio
e coloro ' che negano la sua esistenza.
La definizione del problema teologico principale ha avuto importanti implicazioni politiche. I marxisti hanno costantemente criticato
la tradizionale credenza in Dio. I
loro implacabili attacchi alla ipocrisia teistica hanno spaventato i teologi. I capitalisti, dall’altro lato, sono
stati alquanto indifferenti alla diatriba tra atei e teisti. Così molti
teologi hanno preferito l’indifferenza del capitalismo ai tormentosi interrogativi del marxismo.
Ma che cosa è Dio? Se Dio è «qualunque cosa a cui il cuore si aggrappi e si affidi », allora ha poco senso distinguere fra teisti e atei. Dal
momento che tutti hanno un cuore,
tutti hannu Un dio. Se accettiamo,
come io faccio, la definizione di Lutero, allora dovremmo non concentrarci su domande come: credi nell’esistenza di Dio? Può il teismo
cristiano conciliarsi con l’ateismo
marxista?
Chi è il tuo Dio?
Se seguiamo la definizione di Dio
di Lutero dobbiamo puntare su una
nuova domanda: chi è il tuo Dio?
E questa domanda è posta non solo
agli individui, ma è allargata all’intera società. Noi che viviamo in un
sistema mondiale capitalistico potremmo perciò chiederci: chi è il
dio di questo sistema mondiale? « Il
Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo » (Rom. 15: 6) è anche il
dio del capitalismo? O il capitalismo
ha un dio differente?
E’ ovvio che queste domande
rompono la tregua stabilita tra cristianesimo e capitalismo. Il fondamento di questa tregua era semplice: ai teisti veniva data una nicchia
riparata aH’interno del sistema capitalistico. In questa nicchia era loro permesso nutrire i loro tradizionali sentimenti religiosi, a patto che
non mettessero in discussione il
contesto del sistema.
Molti teologi accettarono questa
tregua con gratitudine. Non si curavano della realtà esterna alla loro nicchia. Milioni di schiavi erano
catturati in Africa e portati in America in nome della civiltà « cristiana ». Milioni di bambini, uomini e
donne morirono durante la brutale
industrializzazione capitalistica del
l’Europa occidentale. Centinaia di
popoli con ricche culture furono
sterminati nelle Americhe grazie al
genocidio operato dal colonialismo.
Ma i teologi non sollevarono obiezioni dal momento che questi avvenimenti non minacciavano la tranquillità aH’interno delle loro comode nicchie. Erano troppo occupati
a difendersi contro alcuni atei ritenuti cattivi che cercavano di abbattere i muri innalzati intorno ai loro caldi rifugi. Essi volevano una
cosa sola: vivere in pace nelle loro
nicchie con il loro dio nano (...).
Wittenberg
1539
Nella primavera del 1539 Wittenberg fu colpita da una tremenda carestia. I prezzi del grano salirono.
Molti commercianti iniziarono ad
accumulare grano in attesa che i
prezzi salissero ulteriormente. Se
prima la quantità a disposizione era
piccola, in seguito a questa azione
La concomitanza dei due centenari, 500° della nascita di Lutero e 100° della
morte di Marx, l’uno e l’altro sottolineati nella Germania orientale, è stata
anche oggetto di ironia, come in questa vignetta pubblicata da Der Volksmund, giornale della Repubblica Democratica Tedesca.
essa divenne ancor minore. L’effetto fu quello sperato dai mercanti di
grano: i prezzi salirono alle stelle.
I capitalisti si arricchirono. Ma per.
i lavoratori del Wittenberg fu una
catastrofe. Dovettero farsi prestare
i soldi per comprare il pane. La richiesta di prestiti crebbe, accrescendo così il tasso di interesse. Il capitalismo nella veste piuttosto innocente di capitalismo commerciale
iniziò la sua ascesa in Wittenberg
e nel Nord Europa... Molto tempo
sarebbe passato prima che il capitalismo industriale sfondasse nel
Nord della Germania.
Come reagì Lutero, che viveva a
Wittenberg? Già nell’aprile del 1539
egli si rivolse ai consiglieri della città, al sindaco Lukas Cranach e al
principe locale chiedendo loro di
prendere energici provvedimenti
per prevenire la fame, l’aumento dei
prezzi, la speculazione e l’usura.
Non vi fu, però, nessun sensibile miglioramento. Egli allora scrisse una
« Esortazione ai pastori a predicare contro l’usura», un attacco contro coloro che praticavano l’usura
(cioè prestavano soldi per interesse).
« L’usuraio è un assassino. Non
solo non aiuta gli affamati, ma
addirittura ruba le briciole dalla
loro bocca, il pane che Dio e gli
uomini pii hanno dato loro per
sopravvivere. All’usuraio non importa che l’intero mondo muoia
di fame purché egli possa intascare il suo denaro ».
sé e per i suoi figli, dal momenti
che, con la vostra usura, fate si
lire i prezzi e rendete tutto pii|
caro ».
Dio o Mammona
Dal momento che l’usuraio abusa
della sofferenza del suo prossimo
per guadagnare denaro, egli commette un crimine contro la società,
dice il riformatore. Questa mancanza di amore è il criterio che rende
distinguibile l’adoratore di idoli. Coloro che usano il loro potere economico per sottomettere i loro simih
non credono in Dio ma ih Mammona. L’usuraio è un adoratore di idoli che si è piazzato al di fuori della
comunità dei credenti. Andrebbe
perciò escluso dai sacramenti e non
dovrebbe esser sepolto da cristiano
se non si pente prima di morire.
poveri sono privati di ogni centesimo e di ogni briciola perché i
prezzi vengono aumentati e tutto
diviene irragionevolmente caro.
Chi soffrì per via dell’usura in
Nehemia 5 quando il povero alla
fine dovette vendere casa, vigna,
campi e tutto, figli compresi, per
pagare gli usurai? Se il ricco può
sopravvivere e pagare i prezzi aumentati, il povero non ce la fa.
Anche col lavoro più duro il povero non riesce a guadagnare abbastanza per comprare pane per
Il riformatore usa la sua forma,
zione giuridica per sostai ;ziare U
sua critica agli usurai. Prima di divenire un monaco aveva pensato i
dedicarsi al diritto, che in quei giorni era uno studio comprendente
tutte le scienze sociali, economia inclusa. Da un punto di vista economico contemporaneo, il ragionameli'
to di Lutero è decisamente primittl
vo, ma la sua analisi probabilmen-j
te si accorda con il livello di cono-J
scenza del periodo.
E’ significativo ricordare che Ln-j
tero nella sua esposizione esprime!
una visione globale della società iti
cui economia e teologia sono in-i
trecciate insieme. L’usura è contro'
la Parola di Dio ma anche contra»
ria alla Legge. Applicando un intfr:
resse non si ingannano solamente i
poveri; si inganna anche Dio.
« Se sapete con certezza che
una persona è un usuraio, non
dovete dargli la comunione né
perdonare i suoi peccati, a meno
che nori si penta della sua usura. Altrimenti vi renderete complici della sua usura e dei suoi
peccati e andrete all’inferno per
colpa del peccato altrui... Lasciatelo rimanere un infedele anche
nella morte, non dovete seppellirlo in mezzo ai Cristiani... Dal momento che egli è un usuraio e
un adoratore di idoli e serve
Mammona, non crede in Cristo e
non può perciò ricevere perdono
per i suoi peccati o essere ammesso a vivere nella Comunità di
santi... Se non riconosce il suo
peccato e non si pente si vota alla condanna e alla dannazione ».
Lutero e Marx
Lutero è motivato a usare un linguaggio così aspro perché solidarizza con i poveri che sono colpiti
più duramente dall’andamento del
tasso di interesse e dall’aumento
dei prezzi. La sua passione per la
giustizia ricorda i profeti dell’Antico Testamento che spesso cita.
« Chi è il primo a soffrire quando si addebitano interessi esorbitanti? E’ interamente il povero? Per via della vostra usura i
La severa condanna del capitalismo da parte di Lutero è stata una
seccatura per la tradizione luterana. Molti studiosi hanno tentato di
annacquarla. Quando di recente una
edizione completa di opere di Lutero in 56 volumi è stata pubblicata
negli USA, 1’« Esortazione ai pastori
a predicare cóntro l’usura » è stata
esclusa. Una cosa è ovvia: il linguaggio di Lutero è aspro al punto da
raggiungere la maleducazione, come si può vedere dalla citazione,
ed è stato causa di molte critiche
anche di recente. Richard Henry
Tawney, il famoso socialista cristiano, istruito a Rugby, ne era piuttosto colnito. Il linguaggio di Lutero è
« pesante e villano » egli asserisce.
Perfino Federico Nietzsche, che
ogni tanto si permetteva di parlare liberamente, era disgustato dalla mancanza di raffinatezza accademica degli scritti del riformatore.
Dà comunque un giudizio positivo
sulla sua materialità. « Il merito di
Lutero è grande solo per il fatto
che egli ha avuto il coraggio di rivelare la sua sensualità, chiamata
abbastanza gentilmente "libertà evangelica" ». Comunque egli nutre
disprezzo per la natura popolare
S(
han:
- del i
tern
per
dirè
orig
zion
seri
cade
Lo i
lazic
urna
le si
nell'
rela
e in
no
proi
ciò
per
loch
smo
tre ■]
mai
le c
nel :
tro-s
dom
rane
Ni
no i
Lute
fere
ro 1
dale
lism
il SI
poli
del suo compatriota. Gli scritti ®
Lutero, dice Nietzsche, rivelano
dio profondo deH’inferiore per “
superiore. Per lui Lutero rapprese«
ta il genuino spirito plebeo nellM
sua peggiore versione. |
Alcuni dei contemporànei di
L'
tero sollevarono le medesime accU;
se nei suoi confronti. Con uno di
loro, Erasmo di Rotterdam Lutero
ebbe un violento diverbio a spad®
tratta sulla libertà della volontà
libero arbitrio?). Entrambi i colà’
battenti avevano avuto modesti nsj'
tali, essendo Erasmo nato fuori d®‘!
vincolo matrimoniale. Però quest’ultimo si accorda completamente co®
il linguaggio dell’élite. C’è percj®
una forte dimensione classista nell»
loro controversia. Per Erasmo Lutero è un volgare contadino co®;
qualche buona idea. Il linguagP®
di Erasmo, ribatte Lutero, è fredd®;
come ghiaccio. '
Altri hanno avuto giudizi più P®'!
sitivi riguardo la portata rivoluziC!|
naria delle opere di Lutero. K®‘!
Marx è uno dei pochi che hann i
preso SUI serio gli scritti econoiwj
ci di Lutero, pur sollevando ancn
egli critiche al rozzo stile del f"
formatore.
Pi
ecoi
stor
Egli
stor
ecoi
se
coir
Ir
ver<
tri
nell
ti, 1;
7
T
re
11 novembre 1983
obiettivo aperto 7
iHlÌ
\
van-!
ernoi
SAGGIO DI UN TEOLOGO SVEDESE PER IL 500® ANNIVERSARIO DELL’INIZIATORE DELLA RIFORMA PROTESTANTE
UNA SFIDA PER IL NOSTRO MONDO
delle loro comode nicchie. La violenta protesta di Lutero contro l’idolatria deH’usura ci insegna che la formazione di un'opinione politica non è un hobby stravagante bensì una parte integrante della responsabilità di chi predica l’Evangelo di Cristo
Lutero è in effetti l’economista tedesco più citato da Marx, la maggior
parte delle volte con consenso. Egli
lo chiama « il primo economista tedesco ». Nel Capitale e in « Teorie
del plusvalore » Marx cita Lutero
per intere pagine. In particolar modo gli piace r« Esortazione ai pastori affinché predichino contro l’usura».
Marx usa Lutero per avvalorare
la sua critica a Proudhon. Lutero
scoprì il segreto del profitto capitalistico già nel XVI secolo, mentre
Proudhon, tre secoli dopo, non ha
capito il capitalismo, polemizza
Marx.
In conformità con l'economia aristotelica Lutero proclama che il lavoro è la fonte di ogni ricchezza.
•Egli seguo gli economisti scolastici
che asserivano che il denaro non
produce denaro. Ma Lutero va più
avanti neH’analizzare la natura del
profitto capitalistico. Se il lavoro è
la fonte di ogni ricchezza, allora la
ricchezza senza lavoro deve provenire daH’appropriazione dei frutti
del lavoro di qualcun altro. Lutero
cerca di analizzare le relazioni sociali che legittimano questa appropriazione. Chi sono i perdenti? E
chi sono i profittatori?
Tali domande portano Lutero ad
una specie di analisi di classe in
nuce. In questo contesto egli inoltre
allarga la sua visione delTusura fino ad abbracciare certe pratiche finanziarie comuni dell’epoca. « Usura » per lui significa non solo eccessivo interesse ma ogni appropriazione dei frutti del lavoro altrui.
Perciò il concetto si avvicina abbastanza a quello di « plusvalore » di
Marx, come egli stesso sottolinea,
anche se puntualizza il limite e la
ristrettezza delTanalisi di Lutero.
Per Marx Lutero è alla pari con i
« socialisti primitivi ».
Il capitalismo come idolatria
mento
ite s»
to pii
'orma,
ire la
di diato di
i gioìidente
lia in.
3cono.
amen
rimitt
Umetti
conni
le Lttil
primii
età io
IO in'i|"'
;ontro
ontrtt.i'
i inte i;;
ente 11
Sono convinto che Lutero e Marx
hanno visioni simili circa l’idolatria
i del capitalismo. Marx spesso usa un
termine preso dalla storia religiosa,
per spiegare il capitalismo, vale a
dire il feticismo. Nel suo significato
originale feticismo indica l’adorazione di un oggetto prodotto da esseri umani. Qualcosa di simile accade nel capitalismo, secondo Marx.
Lo scambio di merci si basa su relazioni sociali create dagli esseri
umani in una data situazione sociale storica e perciò mutabile. Invece
nell’ideologia capitalistica queste
relazioni sembrano essere naturali
e immutabili. Gli esseri umani hanno la tendenza a deificare le loro
proprie creazioni. In relazione a
ciò Marx usa spesso nomi teologici
per indicare il capitale, quali Moloch. Mammona e Baal. Il capitalismo è un genere di idolatria. « Men■ tre l’adoratore, l’umanità, non cessa
mai di essere soggetto attivo e reale della storia, l’idolatria consiste
nel fatto che l’umanità crea un contro-soggetto (l’idolo) che finisce per
dominare l’umanità stessa » (Miranda).
Nonostante queste affinità vi sono anche importanti differenze tra
Lutero e Marx, Una di queste differenze è dovuta al fatto che Lutero viveva in una società semi-feudale. Egli conobbe solo un capitalismo di tipo primitivo. Nonostante
il suo sforzo di analizzare i monopoli, non sapeva quasi nulla del
capitale monopolistico. L’analisi di
Marx è molto più profonda, anche
se anch’essa ha senz’altro i suoi limiti.
E’ mia convinzione che per noi
che viviamo nel sistema capitalistico, il marxismo è uno strumento
indispensabile alla ricerca della risposta al quesito fondamentale: chi
è il dio del nostro sistema economico? Tutti gli economisti borghesi trascurano questa domanda, volti nel loro zelo pragmatico a far
funzionare meglio il sistema piuttosto che a spiegarlo. Per metterla
in altri termini: abbiamo bisogno
delTanalisi sociale del marxismo
per riuscire a distinguere tra Dio
e idolo in una società capitalistica.
Ciò non significa che cristianesimo e marxismo siano identici, come, per esempio, José Miranda,
sfortunatamente tende a implicare.
Al contrario: proprio perché cristianesimo e marxismo sono due differenti entità possono essere collegati in una tensione fruttuosa, in
una « vicendevole sfida alla rivoluzione» (Bonino). Il contributo del
marxismo a questa dialettica consiste nei suoi strumenti di analisi
della struttura della nicchia teologica. il contesto della teologia. Il
contributo cristiano è di smascherare i nuovi idoli marxisti che vengono creati nel processo politico
della legittimazione di nuove forme di oppressione: il Partito, l’Ortodossia marxista, ecc. (...).
.tti di
10 l’Oi
Der li
rese»
neW
11 u
aCCU;
no di
.utero
spada
ità (il
corniti na;
,ri del
est'ul;e con
jercio
neUa
0 hn) con
L’uso politico della legge
reddo
iù po-^
(luzio;^
Karl
lannOf
nornii
anclra
lei ri
Perché Lutero tratta di questioni
economiche nell’« Esortazione ai pastori a predicare contro l’usura »?
Egli sottoline:, che è dovere del pastore occuparsi di questi problemi
economici nelle sue prediche anche
se essi appartengono all’area di
competenza degli uomini di legge.
« Queste sono questioni legali
e i giuristi dovrebbero insegnarle. Ma i giuristi non sono predicatori e la loro sapienza resta
nei libri, morta e sepolta anziché risuonare forte e alta tra la
gente qualunque. Perciò noi predicatori dobbiamo parlare e esortare su questi argomenti se non
vogliam 3 essere antinomisti e,
con il mondo, andare alTinferno
per via dei peccati degli altri. Anche se, con questo, i giuristi non
sono scusati ».
In altre narole è senza dubbio dovere dei sociologi, economisti e altri esperti indicare le ingiustizie
della società. Ma se essi sono carenti, la chiesa comunque non deve ri
La cattività
capitalistica della chiesa
Alcuni studiosi (per es. Gustai
Wingren) hanno proclamato che
una interpretazione di Lutero che
presti la necessaria attenzione alla
sua sottolineatura dell’uso politico
della legge comporterebbe un rigoroso pentimento per il luteranesimo. Io condivido questa opinione.
Quindi chiedo: chi è il dio della
chiesa occidentale? Essa serve il vero Dio o un idolo?
La giustizia è il criterio di fondo
per distiilguere tra il vero Dio e gli
idoli. L’ingiustizia è una prova chiara dell’adorazione di idoli. Giustizia
e fede nel vero Dio vanno di pari
passo. Queste domande possono essere riformulate in questi termini:
la chiesa del Primo mondo serve
la giustizia globale?
La risposta a questa importante
domanda non può esser trovata all’interno della stretta nicchia della
religione. Dobbiamo analizzare il
ruolo della chiesa nel sistema capi
nità. Eppure un miliardo di persone vivono ancora in condizioni di
fame mai viste prima delTavvento
del capitalismo. La contraddizione
tra la ricchezza della metropoli capitalistica e la povertà della sua periferia richiede che domandiamo
alla chiesa della metropoli: chi è
il tuo dio?
Una simile contraddizione esiste
nella reltizione tra il mondo occidentale e il Sud Africa. La maggior
parte degli occidentali rifiuta T« apartheid » come un’ideologia oppressiva. Eppure il 50% di tutti gli investimenti in Africa è fatto in una
sola nazione, il Sud Africa dell’apartheid. Oggi il Sud Africa è «un
avamposto dql'capitalismo monopolistico » (Seldrtìah). Ciò significa che
le naziotìi occidentali potrebbero
fermare l’apartheid se solo fossero
disposte a pagarne il prezzo. Come
nel conflitto tra la Conferenza delle Chiese panafricane (AACC) e la
manere in silenzio. La formazione di
un’opinione politica non è un hobby stravagante a cui i religiosi possono dedicare il loro tempo libero,
se lo vogliono. La buona novella
della salvezza in Cristo sarebbe diminuita se ai cristiani fosse concesso di ignorare la battaglia per la
giustizia politica. Ciò però non significa che la salvezza sia uguale alla
giustizia colitica. Nella teologia di
Lutero c’è una relazione dialettica
tra la legge e Tevangelo. Legge ed
evangelo possono essere compresi
solo in relazione Tuna all’altro. Perciò abbiamo bisogno di un usus politicus — l’uso politico della legge — per amor delTevangelo.
C’erano cristiani, già ai tempi di
Lutero, che pensavano che un uso
politico della legge nulla avesse a
che fare con la chiesa: essi erano i
cosiddetti « antinomisti » (dal greco
anti-contro, e nomos-legge). Coloro
che non si danno da fare nella battaglia politica contro gli usurai diventano in pratica antinomisti, asserisce Lutero.
talistico mondiale, ascoltando il grido degli oppressi.
Brevemente analizzerò due esempi: la povertà nel mondo e il razzismo.
E’ largamente conosciuto ma facilmente dimenticato il fatto che
la sconvolgente povertà del mondo
è creata all’interno del sistema
mondiale capitalistico. La ricchezza
di questo sistema è incredibile. In
venticinque anni (1948-1973) la produttività dell’industria mondiale è
trinlicata. Durante questo quarto di
secolo sono stati prodotti più beni
di consumo che durante tutti i precedenti secoli della storia delTuma
Chiesa Evangelica in Germania
(EKD), la scelta è qui: profitto o
giustizia? (1).
(1) In un paragrafo dell’articolo,
che è stato omesso, si riferiva che
le chiese africane avevano chiesto
alla chiesa evangelica tedesca di
boicottare il governo sudafricano
non fornendogli tecnologia nucleare. L’EKD rispose furiosa e non iniziò per nulla una campagna contro
i capitalisti tedeschi. Il tenore della risposta inoltre era tale da far
dubitare che AACC e EKD potessero far parte dello stesso « corpo in
Cristo» (n.d.t.).
Una spiritualità
post ■ capitalistica
Oggi la chiesa occidentale attraversa una profonda crisi spirituale,
chiamata talvolta « secolarizzazione ». Non poche persone asseriscono che la causa della crisi è il fatto
che « l’uomo moderno » ha perso
interesse negli dei. Partendo dalla
definizione di Dio data da Lutero
io spiegherò il problema in modo
del tutto diverso: il Dio e Padre di
Cristo Gesù è stato detronizzato
dall’idolo di Mammona nel sistema
capitalistico mondiale. La causa remota della crisi spirituale dell’occidente può di conseguenza esser spiegata con le parole di Gesù: « Voi
non potete servire a Dio e a Mammona ».
L’osservazione di Aloysius Pieris
sull’Asia è vera anche per il mio
paese, la Svezia: « Infatti nessuna
persecuzione religiosa sotto un regime marxista è paragonabile alla
sottile demolizione dei valori religiosi che la tecnocrazia capitalistica opera nelle nostre culture». Il
caoitalismo è la grande minaccia
per la sniritualità cristiana, non solo nel Terzo mondo ma anche nel
Primo. Il capitalismo va perciò compreso oltre che come un sistema
economico, come un modo di vita.
L’avidità capitalista dà l’impronta
non solo alle decisioni degli uomini
d’affari, ma anche a tutti gli altri
settori della società: sessualità, tempo libero, spiritualità.
Una spiritualità post-capitalistica
è. «ha spiritualità libera da avidità
di ogni genere, sia essa economica,
religiosa o morale. La sottolineatura di Lutero della giustificazione per
fede può essere interpretata come
una dottrina di libertà dall’avidità
religiosa e morale. Nella ricerca del
silenzio e della passività coram Deo
(faccia a faccia con Dio) Lutero ha
qualcosa da insegnarci anche ai
giorni nostri.
Tuttavia è importante vedere la
differenza tra una società pre-capitalistica e una società post-capitalistica per quanto entrambe possano
essere chiamate non capitalistiche.
Citerò solo un esempio di tale differenza, vale a dire quella che corre tra gerarchia feudale e egualitarismo socialista.
Lutero è piuttosto autoritario nella sua etica sociale, fatto non particolarmente notevole se si considera che egli visse in una società abbastanza feudale. Ma noi che viviamo nel Primo mondo di oggi abbiamo bisogno di una spiritualità di
consanevolezza per scoprire che « i
dannati della terra » (Fanón) sono
nostri fratelli e sorelle. Dobbiamo
imparare a guardare alTeconomia
mondiale con i loro occhi « dalla
parte di sotto della storia », se vogliamo distinguere tra Dio e idoli.
Questo punto fu messo in evidenza dal dialogo tra teologi del Primo
e del Terzo mondo a Ginevra quest’anno. « Nel nostro tempo siamo
testimoni della stessa scelta che
fronteggiarono i popoli biblici tra
obbedienza ai falsi dei e fedeltà al
vero Dio. (Esodo 32:1-10; Sai. 78: 5263; Ezech. 6: 3-7). In contrasto con
gli dei del sistema globale, il vero
Dio non si è rivelato tra coloro che
stanno sul trono del potere e dell’opulenza ma tra quelli che meno
contano secondo i canoni imperanti della rispettabilità: le vittime, i
senza voce, i senza potere, quelli
che stanno dalla ’’oarte di sotto”
della storia (Matteo 25) ».
In altre parole se 1 cristiani seguiranno un’etica feudale oggi andranno fuori strada perché non saranno in grado di discemere l’idolatria nelTordinamento mondiale esistente. Possiamo imparare molto da
Lutero a proposito di Dio e idolatria, come ho tentato di dimostrare, ma quando si arriva al bisogno
di reciprocità e uguaglianza tra gli
umani, egli è un maestro alquanto
carente.
Per tropeo tempo Lutero è stato
trattato dai luterani come un papa
infallibile o come un semi-dio. Le
sue idee feudali sono state ripetute
trouDo soesso al di fuori del loro
contesto. Una tale interpretazione
di Lutero poggia su un grosso equivoco: Lutero non ha mai voluto essere un dio. Egli era un membro
in una famiglia di fratelli e sorelle,
teso ad un solo scopo: testimoniare il vero Dio.
Per Frostin
(traduzione di Erica Scroppo)
8
8 ecumenismo
Il novembre 1983
OTTO PASTORI PER 7000 PERSONE CONSIGLIO ECUMENICO DELLA GIOVENTÙ’
I Luterani in italia
Un ponte est-ovest
Problemi linguistici ecumenici e pastorali nella cura di una diaspora
multinazionale comprendente anche italiani
Riprendiamo in questo numero particolarmente dedicato
a Lutero una scheda del ”nev” tratta da un articolo di Jilrg
Kleemann, pastore luterano a Firenze, comparso sul bollettino
della Federazione mondiale luterana.
La chiesa evangelica luterana
in Italia è una minoranza in una
minoranza. Dei circa 60.000 membri delle chiese che appartengono alla Federazione delle chiese storiche protestanti in Italia
(valdesi, metodisti e battisti) i
luterani sono soltanto circa 7.000.
Tutti tedeschi? No, uomini dalle provenienze più diverse rendono talvolta diflB.cile e tesa la
vita di questa piccola chiesa. La
lingua tedesca è dominante, però non in tutte le comunità; questo poi non significa senz’altro
che abbiano tutti la cittadinanza tedesca (e di cittadinanze tedesche ve ne sono già due); vi
sonp anche olandesi, svizzeri, danesi, austriaci, in mag^orànza
donne: studentesse, impiegate e
soprattutto casalinghe. I loro figli spesso parlano poco il tedesco e in genere vengono educati
nella chiesa cattolica. Nel lavoro quotidiano nella comunità sono soprattutto questi i problemi
linguistici, ecumenici e pastorali che si presentano. Vi sono anche differenze sociali: si pensi
agli stipendi dei funzionari europei e a quelli di una famiglia
media italiana.
Questi uomini di origine così
diversa vivono in una grossa dispersione fra Sanremo e Trieste, fra Bolzano e Napoli: si
tratta di una tipica chiesa della
diaspora, con lunghe distanze,
solitudine e anche povertà. Le
situazioni più difficili sono come
sempre, nel sud: 11 pastore di
Napoli copre tutta la regione fino a Palermo; per altre parti
del sud la cura è affidata al pastore di Roma. Nel golfo di Napoli vi è però un punto forte
della diaconia protestante: là infatti i luterani hanno delle scuole che arrivano fino alla terza
media. Senza l'appoggio della Federazione luterana mondiale e
dell'Opera Gustavo Adolfo una
tale diaconia sarebbe tuttavia,
per una chiesa di minoranza come quella luterana, una cosa del
tutto impossibile. Esiste anche
un accordo fra i luterani italiani e la chiesa evangelica tedesca,
il cui ufficio per le relazioni con
l’estero mantiene in vita con loro un rapporto sia ideale che finanziario. Questo va soprattutto a favore delle tre piccole comunità del golfo di Napoli, che
sono formate interamente da
italiani. Così il golfo di Napoli
offre la possibilità di una collaborazione fianco a fianco non
soltanto dei protestanti, ma anche delle comunità luterane di
diversa tradizione: la comunità
di Napoli è nata infatti nel diciannovesimo secolo sotto la
protezione deirambasciata prussiana, come comunità straniera.
Questa frammentazione in gruppi protestanti, come anche la
pressione da un lato della miseria sociale e daH’altra della maggioranza cattolica, in un certo
senso stimolano, ma anche rendono più difficile la diaconia
ecumenica.
Una prova particolarmente dura è stata quella del terremoto
del 1980: solo l’anno scorso si è
potuto consegnare una scuola,
mentre un progetto di promozione agricola è in fase di studio. Nomi come Ischia o Sicilia
ricordano inoltre che esiste anche per le chiese il compito di
offrire un’assistenza pastorale al
turismo.
Non avviene soltanto a Napoli: ogni comunità di questa piccola chiesa ha la sua storia par
ticolare. Roma, Firenze, Genova,
Sanremo, Milano potreljbero essere forse definite come tipiche
comunità di stranieri, mentre
Trieste e Bolzano sono nate al
tempo della monarchia austroungarica. Varese è legata invece
all’Europa del dopoguerra e alle
sue speranze: là infatti si raccolgono i collaboratori del centro di ricerche atomiche di Ispra.
A_ Venezia la comunità esisteva
già nel sedicesimo secolo.
Se oggi le comunità dichiarano di essere una chiesa, si tratta
di un fatto che, di fronte a tante diversità, può essere estremamente rischioso. Tuttavia l’esperienza insegna che la chiesa non
si può definire soltanto come
una realtà culturale o nazionale:
due guerre mondiali sono state
una dura lezione. Nonostante
tutto questo, la partecipazione
alla vita dei protestanti italiani
e ai loro problemi riesce soltanto a metà: questi ultimi non reagiscono sempre con piena comprensione. Tuttavia la chiesa luterana raccoglie e mobilita un
gruppo di persone — o forse si
potrebbe dire meglio « un resto »
di uomini — che altrimenti andrebbero perduti anche per il
protestantesimo italiano.
E’ difficile portare tutti i membri di questa chiesa a un denominatore comune. E' difficile anche riferirli tutti a una loro origine come chiesa di popolo nel
nord Europa. « Luterano » significa, in quel caso, che si vive nel
ricordo di una chiesa come istituzione anonima; significa che
non si è abituati alla collaborazione volontaria, alla solidarietà
e all’qfferta di sé. I cristiani delle chiese di popolo si trovano
improvvisamente trapiantati in
una piccola comunità che si aggrega volontariamente e questo,
per di più, in un paese straniero, dove il processo di acclimatazione domanda molte energie.
Dove si troveranno le forze per
un impegno cristiano? C’è piuttosto la tendenza a cercare semplicemente nel cattolicesimo la
soluzione più facile e meno impegnativa. In ogni caso i molti
matrimoni misti domandano un
lavoro ecumenico intenso anche
nei confronti della chiesa cattolica ufficiale. Questo problema e
quello posto dal turismo di massa costituiscono i due compiti
particolari che non potrebbero
più essere affrontati nel caso che
si dovesse ridurre ancora il numero dei posti pastorali, che attualmente sono ancora otto.
«Andare verso una reale partecipazione », questo il tema generale dell’Assemblea annua del
CEGE (Consiglio Ecumenico della Gioventù in Europa), che si
è tenuta a Grossbeck, vicino a
Nimega (Olanda), dal 16 al 22
ottobre scorso.
Presenti le delegazioni di 16
paesi europei dell’Ovest e dell’Est, in rappresentanza dei rispettivi movimenti giovanili nazionali — per lo più riformati,
ma anche luterani, battolici e
ortodossi — l’Assemblea ha lavorato soprattutto a gruppi, sia
sulle questioni interne sia su
quelle più generali, favorendo
così la reciproca conoscenza ed
un confronto più approfondito.
Il tema generale è stato trattato dalla signora Caterina Alkes, professoressa all’Università
di Nimega dove è titolare di una
cattedra di « Femminismo e Cristianesimo». La sua relazione
ha preso in considerazione quasi
esclusivamente la condizione
femminile di emarginazione,
quindi di non partecipazione, nella società attuale: una società
profondamente maschilista nelle
sue strutture, nella sua organizzazione e nei suoi rapporti. Per
giungere ad un’autentica partecipazione delle donne occorre liberarci non solo dalle strutture sociali materiali ma anche
dalle strutture di pensiero che
sono radicate in ognuno di noi.
E’ necessaria dunque una vera e
propria conversione. La relatrice
ha offerto vari spunti interessanti, anche se talvolta discutibili, se si tiene conto che il
I PROTESTANTI NELLA STAMPA ITALIANA
L’usò della Bibbia
Daria Notnik sul Giorno riprende il conosciuto argomento del
proliferare negli Stati Uniti, e nel
paesi dipendenti, di sette fondamentaliste, quasi tutte di stampo
reaganiano. Dal suo articolo una
notizia ed una osservazione. La
notizia è che gli americani nel
1981 haimo speso la bellezza , di
oltre 260 miliardi di lire per comperare bibbie. Si può sperare che,
dopo averle comprate, le leggano
e ne traggano accettabili regole
di comportamento. La osservazione è che la gran massa degli
americani legge invece nella Bibbia soprattutto l’Antico Testamento, dove è facile, ad un lettore superficiale, trovare la immagine di un Dio che protegge il
suo popolo contro tutti gli altri
popoli, che divengono automaticamente e solo nemici, essendo
così qualificabili come espressione diabolica (il marxismo per
Reagan) e lo nrotegge con azioni concrete incidenti direttamente nel reale, imponendogli sistemi socio-politici ben precisi, fermando il sole per aiutare le sue
vittorie militari, dando al suono
delle trombe (oggi si direbbe alla propaganda) la forza per demolire le fortezze avversarie, e
via esemplificando. Il Dio dell’Antico Testamento si incarna così,
per tali lettori, nella autorità politica e si esprime attraverso la
forza di cui essa dispone. Non
sembra certo necessario arrivare
all’estremo della eresia gnostica
di Marciane e negare con lui ogni
CONSIGLIO ECUMENICO DELLE CHIESE
Successione di Potter
(nev) — Si sono aperte le consultazioni preliminari per reiezione di un nuovo segretario generale del Consiglio ecumenico
delle chiese (CEO al posto del
pastore Philip Potter. Il suo
mandato scadeva soltanto nel
1987, tuttavia egli ha preferito
anticiparne la fine, possibilmente, all’84, anche in relazione alla
situazione che si è verificata a
Vancouver e subito dopo, in seguito alla sua presa di posizione critica nei confronti del « potere » nelle chiese e del modo
con cui esso viene esercitato
come un magisterio autoritario.
Nell’ultimo numero del SOEPI
(il servizio stampa del CEC)
Potter stesso ha sottolineato la
importanza della nomina del suo
successore, anche in considerazione delle « linee di lavoro » approvate a Vancouver. Il lavoro
del CEC subirà cambiamenti
profondi: anche per questa ragione sarà bene che le nuove linee di lavoro siano avviate da
chi dovrà in seguito dirigerle.
Potter è segretario generale del
CEC dal 1972 ; nel 1982 era stato
rieletto per cinque anni.
A giudizio degli osservatori la
successione di Potter si presenta molto delicata, non solo per
la personalità dello stesso Potter e per l’impronta che egli ha
dato al lavoro del CEC, ma soprattutto perché Vancouver ha
segnato in qualche modo una
svolta: il CEC, a 35 anni dalla
sua fondazione, dovrà trovare
vie di contatto più diretto e immediato con la base. Questo ovviamente potrà comportare xm
forte spostamento di accenti dalla centrale ginevrina alle chiese
locali.
valore all’Antico Testamento, ma
sarebbe bene imparare a leggerlo, anche noi alla luce del Nuovo
Testamento con i suoi « vi è stato detto, ma io vi dico », con la
sua predicazione dell’amore, col
suo rifiuto di un Regno di questo mondo. Con questa chiave di
lettura gli americani, e noi con
loro capirebbero forse meglio
quali sono i modi con cui dobbiamo agire nel mondo e quale
immagine di Dio dobbiamo adorare in Cristo, più che in Abramo
o in Giosuè.
L’avvicinarsi del 10 novembre
ha rilanciato gli scritti in ricordo
del centenario luterano. Su Repubblica Baget Bozzo, riprendendo il concetto di necessità di riforma della chiesa romana, confronta il tentativo di Lutero, finito con la scissione della Chiesa
per opera della Controriforma,
con quello del Concilio Vaticano
II, minacciato nelle sue attese
realizzazioni dal « duro ma fragilissimo irreale rilancio wojtyliano del papato ».
Jesus in una serie di articoli,
tra cui uno di B. Corsani e uno
di Giorgio Tourn, centra il suo
studio sulla rivalorizzazione di
Paolo operata da Lutero e dai
suoi seguaci riformati.
Popoli e Missioni illustra il ricupero di Lutero da parte della
Chiesa di Roma. Il Regno pubblica cinque documenti provenienti
da protestanti e cattolici. Mentre
continuano riunioni di studio,
tra cui notevole, per ampiezza e
autorità dei partecipanti, quella
di ottobre a Modena.
E spigolando qua e là;
— qualche ulteriore eco di Vancouver e di Torre Pellice;
— una ampia intervista di Bresciaoggi al pastore locale per illustrare sostanza e validità della
testimonianza evangelica nella
città;
— un ampio articolo sul Bollettino di Amnesty International
in memoria di Gustavo Comba,
che ne fu il primo presidente in
Italia ;
— l’attività, sempre intensa e
seguita, degli omosessuali credenti curata dal fratello Giudici, con
l’appoggio della Comunità Metodista di Padova.
Niso De Michelis
CEGE stesso è un organismo
ancora molto maschile.
Il tema però che ha dominato
quest’Assemblea è stato quello
della pace e del disarmo. Tema
di estrema attualità, specie per
un’organizzazione quale il CEGE
che è potuto nascere grazie alla
distensione tra i due blocchi.
Per cui una nuova guerra fredda
tra Est e Ovest avrebbe sicuramente conseguenze negative su
questo Consiglio ecumenico della gioventù europea. Il tema degli euro-missili, proprio in quei
giorni di fine ottobre, non poteva quindi non essere al centro
delle preoccupazioni dei delegati. Così è stato e non è mancata
la « battaglia » sul documento finale tra delegati dei paesi occidentali, soprattutto i latini, e
quelli dei paesi dell’Est, specie
sovietici. Una battaglia fraterna,
ma ferma, onde evitare che un
documento ufficiale del CEGE
riproponesse, quasi parola per
parola, la posizione deH’URSS
sugli euro-missili. Anche se questa battaglia ha bloccato i lavori dell’Assemblea per quasi
tre ore l’ultima sera, molti delegati (dell’Est e dell’Ovest) era^
no soddisfatti che fosse avvenuta perché è stata capita per
quello che voleva essere: la ricerca della verità nella libertà
di figlioli di Dio. Un fatto nuovo
per una struttura quale il CEGE,
di solito molto burocratico e incline a prese di posizione generiche e bilanciate per non rischiare di mettere in pericolo la
sua stessa esistenza di organismo
bilaterale Est/Ovest. Nel clima
internazionale che ci troviamo
a vivere in questi giorni, è un
grande privilegio potersi incontrare e confrontare tra fratelli
provenienti dai due blocchi antagonisti. L’Assemblea ha espresso più volte la sua gratitudine
al Signore per questo dono.
Al termine dell’Assemblea, si
è proceduto alla elezione di un
nuovo membro latino nel Comitato esecutivo del CEGE. E’
stato eletto all’unanimità Marco
Davite, della FGEI, candidato
proposto da tutta la Regione latina. Egli viene così a completare il totale rinnovamento del Comitato, avviato già l’anno scorso con reiezione alla presidenza
della britannica Myra Bllth, pastore battista e di Làzslo Pàli,
pastore riformato ungherese, alla segreteria, ambedue sotto i
trent’anni.
In questi tempi bui della nostra storia, la responsabilità del
CEGE, fratello minore del CEC,
è grande. Ha bisogno di tutto
il nostro impegno e della nostra
solidarietà onde possa continuare ad essere un servizio fraterno tra giovani cristiani europei.
Jean-Jacques Peyrotiel
Lutero
(segue da pag. 1)
nità (di cui soltanto 170 sono ufficialmente registrate).
E ner concludere la nostra breve rassegna, dagli USA giunge
notizia che, dopo due anni di
studio e approfondimento, quattordici teologi luterani e riformati in rappresentanza di 5,4 milioni di luterani e 5,3 milioni di riformati hanno deciso di celebrare insijme la comunione, accrescere gli scambi di predicazione tra le chiese e realizzare progetti missionari in comune. Appoggiandosi sulla Concordia di
Leuenberg — un accordo tra riformati e luterani europei — e la
dichiarazione di Lima della Commissione Fede e Costituzione del
Consiglio Ecumenico delle Chiese i teologi nordamericani si sono pronunziati anche in favore
del recinroco riconoscimento dei
ministeri. G. P.
9
Il novembre 1983
cronaca delle Valli 9
Asterix
alle Valli
I tempi sono cambiati e i campi coltivati sono diminuiti fino
a rimanere ben poca cosa. In
questa situazione i cinghiali aumentano e fanno le loro visite
notturne nei campi di patate e
negli orti. Si azzardano a scendere fino ad Inverso Pinasca per
rovinare anche i campi di granoturco. Molti sono ì coltivatori
quest’anno che si sono lamentati per la distruzione di quintali di patate ed altro, danni non
indifferenti che scoraggiano ulteriori coltivazioni.
di questo aumento di cinghiali
PER L’AZIENDA LO STABILIMENTO ISOLANTITE DEVE CHIUDERE
Preoccupazione per il futuro
della Talco e Grafite
Duro confronto tra sindacato e direzione aziendale per la sopravvivenza di una attività produttiva tra le più importanti delle nostre valli
.4 Pramollo si sta ritornando
ai vecchi tempi, ai tempi in cui
Asterix e Obelix andavano a
caccia di cinghiali e di altra selvaggina. Cera da aspettarselo
perché già da tempo l’accampamento dei “romani" si sta avvicinando a questo remoto villaggio fino a pochi anni fa non ancora esposto alle conquiste che
si verificano oggi. Prima i soli
romani che si vedevano erano
quelli veri, che provenivano da
Roma e di sangue fraterno. Inoltre, ahimè, ci sono troppe persone disposte a vendere i terreni a chiunque purché il prezzo
sia alto. Era evidente che dovessero ritornare anche i cinghiali per rendere il quadro più compì et o.
Ci si chiede, quindi, il perché
che, negli ultimi anni, non si
erano più fatti vedere. Corre voce che .siano stati abusivamente
mtrodotli nella zona per la caccia. Infatti non è stato rilasciato alcun permesso per il loro ripopolamento. D’altra parte si
può anche ipotizzare una crescita naturale causata forse dalVcnimento di terreni non coltivati e da alcuni inverni miti con
leggere nevicate.
La domenica 16 ottobre abbiamo visto ben tre di queste bestie uccise dai cacciatori e portate via per finire come salsiccia
c spezzatino a tavola dei fortunati cacciatori. Non possiamo
ignorare i pochi campi ancora
coltivati spesso distrutti da queste bestie. Dove sono le alture
di Pramollo, coperte dai campi
di grano, di qualche anno fa?
Man mano che i campi furono
abbandonati per il lavoro nelle
fabbriche e per andare all’estero, la parte del raccolto mangiata dagli uccelli e dagli altri animali aumentava finché gli ultimi coltivatori hanno desistito.
Succederà lo stesso a causa dei
cinghiali per i campi di patate
e gli orti rimasti?
Se l’aumento dei cinghiali è
un risultato non naturale, ma
opera di cacciatori che, incuranti dei danni ai residenti, pensano solo al loro divertimento,
questa pillola sarà veramente
difficile da mandare giù. Se invece si tratta di un fenomeno
naturale, basterà un inverno duro con tanta neve, una stagione
di caccia prolungata e un aumento della coltivazione per ridurre al minimo le perdite.
Se ci fosse da una parte la volontà delle forze politiche di controllare queste intrusioni di cinghiali e dall’altra una politica
favorevole allo sviluppo dell’agricoltura montana, ci potrebbe
essere un rafforzamento dell’economia locale e, pazienza, Asterix e Obelix troverebbero lo stesso, un poco più lontano da casa,
un posto per la caccia.
Tom Noflke
« Siamo preoccupati per il nostro futuro — dice Aldo Peyran,
minatore e sindaco di Massello,
intervenuto ad un incontro tra
la amministrazione comunale di
Pinerolo e i sindacati sulla questione deU’occupazione alla Talco e Grafite. — In base agli accordi già stabiliti con l’azienda
nel giro di alcuni mesi rimarranno solo più 180 minatori (gli
altri saranno prepensionati) e
con questo numero è difficile
mantenere le norme di sicurezza tra le coppie di minatori, se
si vuole continuare a coltivare
tutte le miniere di oggi. Non vorremmo che ci si orientasse a
sfruttare solo più quei filoni di
talco che ’rendono’ di più lasciando gli altri. Facendo così
ci sarebbe lavoro solo per pochi
anni. E poi cosa succederà delle
nostre vallate? ».
A preoccuparsi non sono solo
i minatori e i lavoratori della
Isolantite minacciati dal licenziamento (il 15 novembre la fabbrica dovrebbe interrompere
ogni attività produttiva e i lavoratori dovrebbero essere messi in cassa integrazione a zero
ore) ma anche le forze politiche
del pinerolese e della regione.
In un consiglio comunale aperto tenutosi il 29 ottobre a Pinerolo i partiti locali hanno espresso la volontà di salvare l’occupazione nel gruppo Talco e Grafite
chiedendo che l’Isolantite continui a produrre visto anche il
grande sforzo fatto dai lavoratori che nell’ultimo anno hanno
quasi raddoppiato la produttività.
All’interno della miniera. Le decisioni dell’azienda rischiano di
far chiudere ora un’attività produttiva che dura da un secolo.
scutere sul complesso dei problemi e non solo su un pezzo.
Siamo preoccupati anche perché
facendo così abbiamo assistito
alla liquidazione di pezzi della
azienda: la banchina di Livorno, la Terra Nera, ed oggi l’Isolantite. E domani? ».
«La questione della Talco è
così emblematica che deve diventare nazionale — dice ancora
Franco Agliodo — e noi chiediamo l’intervento delle forze politiche a livello di governo e chiediamo un incontro coi parlamentari piemontesi ».
Successivamente in un incontro avvenuto in Regione, l’amministratore delegato della Talco e Grafite, Calieri, ha dichiarato che l’azienda non era in
grado di formulare entro la fine
del mese di novembre un piano
di ristrutturazione produttiva
del gruppo (piano che secondo
i sindacati doveva essere allo
studio già da un anno e mezzo)
rifiutando così un finanziamento di 800 milioni che la Regione
era disponibile a concedere.
« Le nostre preoccupazioni —
aggiunge Elvio Tron, segretario
della CGIL pinerolese — si bcusano anche sul fatto che ci dobbiamo confrontare con un’azienda che non 'dice miai chiaramente quali sono i suoi programmi.
Se ci sono difficoltà siamo pronti a discuterle, ma vogliamo di
« Ci troviamo di fronte a finanzieri e non a degli industriali — aggiunge Franco Agliodo,
della segreteria comprensoriale
della FULC — e siamo molto
preoccupati dal giro di smobilizzi delle proprietà dell’azienda
e dei soci. Non vorremmo che
queste operazioni di vendita volessero dire che nel giro di poco tempo si liquida l’azienda e
si va ad investire i soldi da altre
parti ».
Le posizioni sono chiare: da
una parte c’è una direzione aziendale che ha deciso di chiudere
uno stabilimento e che rifiuta
un intervento finanziario della
Regione nella ristrutturazione
del gruppo, dall’altra i lavoratori che difendono il lavoro in ima
azienda che ha un futuro e produttivo.
Di qui la decisione dei sindacati e dei consigli di fabbrica di
iniziare una forma di lotta (due
ore di sciopero senza preavviso)
capace di bloccare il 70% della
produzione dell’azienda e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla questione.
La risposta delle forze politiche è positiva. Nei prossimi giorni verrà organizzato un incontro, e qualcuno si lascia andare
a promesse: interesseremo il
Sottosegretario alla Presidenza
del Consiglio Amato, dice il PSI.
Anche le chiese, nel rispetto
delle differenti ecclesiologie, discutono ed esprimono solidarietà ai lavoratori della Talco. Il
vescovo cattolico ha incontrato
due volte i lavoratori, la commissione per la pastorale del lavoro ha approvato un documento che poi è stato letto nel consiglio aperto, il III circuito della chiesa valdese ha discusso
della questione in occasione della sua ultima assemblea.
CONCERTO
Sperimentazione del
francese nella
scuola dell’obbligo
FEROSA ARGENTINA — Invitato dal distretto scolastico di
Perosa Argentina, il prof. Marco
Armand Hugon, direttore del
Circolo didattico di Luserna San
Giovanni, ha presentato ad un
gruppo di insegnanti delle scuole elementari e materne un progetto di insegnamento di una
seconda lingua che è in atto in
alcune classi del suo Circolo.
Il progetto, che ha ottenuto
il beneplacito del ministero e
un adeguato finanziamento, ha
come obiettivo la rivalutazione
di un patrimonio linguistico che
sta lentamente decadendo : la
seconda lingua è infatti il francese, un tempo ben conosciuto
nelle nostre valli e ora quasi tìmenticato, soprattutto dai gio
vam.
La scelta del francese per il
progetto di sperimentazione —
così ha spiegato il prof. Armand
Hugon — è stata appunto motivata dalla maggiore facilità di
trovare docenti preparati e anche dal fatto che l’ambiente valligiano non è estraneo ad un discorso culturale di questo tipo.
Lo scopo dell’incontro è stato
quello di esaminare la possibilità di esportare l’esperimento
anche nelle valli Chisone e Germanasca, dove pure la lingua
francese fa parte della cultura
locale, inserendolo, ad esempio,
nei programmi delle scuole a
tempo pieno.
Agli allevatori di
Luserna, Lusernetta,
Rorà, Angrogna
Dalla solidarietà che tutti
esprimono ai lavoratori occorre
però passare a decisioni più concrete. Il PCI, nell’incontro con
i sindacati, ha proposto la convocazione di una conferenza di
produzione del gruppo per vedere il da farsi. E su questa posizione tutti sono d’accordo. Si
può cambiare la dirigenza, aggiunge DP.
La Comunità Montana Val
Penice comunica l’organizzazione di una serie di riunioni per
presentare il Piano di Assistenza Zootecnica da essa avviato.
Nel corso delle riunioni verrà
trattato in particolare il tema:
« Igiene zootecnica e conduzione dell’allevamento bovino » a
cura del Veterinario Stefano
Gatto. Le riunioni saranno tenute con il seguente calendario:
— Per gli allevatori dei Comuni di Luserna San Giovanni, Lusernetta e Rorà: Lunecfi 14 novembre 1983 alle ore 21, presso
la sala comunale di Luserna S.
Giovanni - Via Roma n. 31 - Luserna S. Giovanni;
L’azienda per il momento è
isolata.
Giorgio Gardiol
— Per gli allevatori del Comune di Angrogna: Mercoledì
16 novembre 1983 alle ore 21,
presso il Municipio di Angrogna - P.zza Roma - San Lorenzo.
Ricordando Gustavo Comba
Nel piccolo, antico Tempio dei
Coppieri, in un’atmosfera raccolta e quasi mistica, domenica 30
ottobre nel pomeriggio si è svolto un concerto in memoria di
Gustavo Comba, cara persona
amata e stimata da tutti. Questo
concerto, voluto dalla famiglia
Comba e dal Comitato degli Amici dell’Ospedale Valdese è un
nuovo modo di ricordare chi non
è più ed è stato sentito ed apprezzato da molti.
Il duo Paolo Vaglieri e Claire
Abbot, virginale (perfetta copia
di un antico strumento inglese)
e violoncello (prezioso strumento antico di ben 200 anni!) hanno
eseguito sonate di Vivaldi, Benedetto Marcello e due sonate
di J.S. Bach. Claire Abbot, anglicana, fa parte dell’Orchestra
della Scala e suona in modo mi
rabile: giovane e minuta com’è
stupisce per la forza della sua
cavata sicura e precisa e per la
dolcezza del suono: accompagnata dal marito in maniera perfetta ha deliziato il numeroso
pubblico che con scroscianti applausi ha detto il suo apprezzamento e la sua riconoscenza.
E’ questo il primo di una serie
di concerti che il nostro Comitato dell’Associazione degli Amici
dell'Ospedale Valdese di Torre
Pellice intende organizzare a favore della ristrutturazione dell’Ospedale: sono state inoltre ristampate mille preziose copie
numerate di un’antica stampa
inglese che rappresenta l’antico
Ospedale e che è in vendita a L.
10.000 (diecimila) presso i membri del Comitato.
A.G.T.
VENERDÌ’ 11 NOVEMBRE - ore 20,45
presso il Cinema-Teatro Primavera
(via Marro) a PINEROLO
Martin Lutero: momenti
di vita dei Riformatore
— Corali valdesi
— Film del Gruppo Teatro Angrogna
— Dibattito
Ingresso libero a tutti.
10
10 cronaca delle Valli
Il novembre 1983
INDAGINE DELLA REGIONE PIEMONTE
Cosa fanno i
consiglieri comunali
Sui 19.708 consiglieri comunali censiti
(che sono eletti nei 1.209 Comuni piemontesi), nel 1982 le donne erano 1.133
(pari al 5,7%) e gli indipendenti 3.588
(pari al 18,20%); un fenomeno — quest ultimo — tipicamente piemontese, di
dimensioni ancora più rilevanti nei Comuni con popolazione inferiore ai 3 mila
abitanti, dove gli indipendenti sono
3.119 e sono addirittura l’87%.
Questi ed altri dati emergono da una
recente indagine — promossa dal Consiglio regionale — che per la prima volta traccia l'identikit del personale politico locale.
Per quanto riguarda le classi di età
dei consiglieri comunali, le percentuali
sono del 19,6% sino a 30 anni; 30,4%
dai 31 ai 40; 25,5% dai 41 ai SO; 17,5
per cento dai 51 ai 60; 7% oltre i 60.
I dati relativi ai livello di istruzione
indicano poi che solo lo 0,6% non ne
ha alcuno, il 40% ha la licenza elementare, il 22% il diploma di scuola media inferiore, il 26,9% il diploma della
scuola media superiore e il 10,4% la
laurea. Da notare che il grado di istruzione delle donne è generalmente più
alto di quello degli uomini: lo 0,2%
delle donne (contro lo 0,6% degli uomini) non ha alcun livello di istruzione,
I 11,5 (contro il 41,8% degli uomini) ha
la licenza elementare, il 22,6% (contro
il 22%) ha il diploma di scuola media
inferiore, ben il 46,9% (contro il 25,7
per cento) ha il diploma di scuola media superiore e il 18,8% (contro il 9,9)
la laurea.
Estremamente interessante è soprat
COSA FANNO 1 19.708 CONSIGLIERI DEI COMUNI PIEMONTESI
Fino a 5.000 5.000/30.000 Oltre 30.000 Totale
Coltivatori diretti 15,7 5,0 1,6 13,8
Altri agricoltura 2,1 1,0 0,4 1,9
Totale 17,8 6,0 2,0 15,7
Industriali 1,2 2,2 1,1 1,3
Impiegati dell'industria 9,8 12,6 9,0 10,1
Operai 18,2 9,6 8,0 16,8
Artigiani 9,1 6,3 1,4 8,4
Totale 38,3 30,7 19,5 36,6
Addetti al commercio 6,6 7,9 4,6 6,7
Pubblici dipendenti 13,5 19,7 27,4 14,8
impiegati servizi privati 6,4 9,3 12,7 7,0
Professionisti 3,9 13,0 20,0 5,7
Totale 30,4 49,9 64,7 34,2
Pensionati 8,2 6,0 5,5 7,8
Altri 5,3 7,4 8,3 5,7
Totale 13,5 13,5 13,8 13,5
tutto la composizione professionale degli amministratori locali, che nei piccoli Comuni rispecchia abbastanza fedelmente la composizione sociale della popolazione, mentre nei grandi Comuni
risulta caratterizzata da una prevalenza
di pubblici dipendenti e di professionisti, a riprova del fatto che nei centri
maggiori c’è una sorta di « professionalizzazione della vita politica ».
Complessivamente l'appartenenza dei
consiglieri al diversi settori professionali viene, dunque, così sintetizzata:
coltivatori diretti 13,8%, altri deH’agricoltura 1,9%; industriali 1,3%, impiegati dell'industria 10,1%, operai 16,8%,
artigiani 8,4%; addetti al commercio
6,7%, dipendenti pubblici 14,8%, impiegati di imprese private 7%, professionisti 5,7%, pensionati 7,8%, altri ,(tra
cui studenti e casalinghe) 5,7%.
Ma le percentuali variano di molto,
appunto, se si analizza la professione
dei consiglieri secondo l'ampiezza demografica dei Comuni: come indica la
tabella, solamente nei comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti prevalgono i consiglieri appartenenti al
settore economico e secondario (38,3
per cento), e tra questi gli operai (18,2
per cento).
AL LICEO SCIENTIFICO DI PINEROLO
Due lezioni sulla Riforma
Nel mese di ottobre, organizzate dal prof. A. Cericola, si sono
tenute presso il Liceo Scientifico
statale « M. Curie » di Pinerolo,
due conferenze sulla figura e
l’opera di Lutero, di cui ricorre
quest’anno il 5° centenario della
nascita. L’iniziativa ha lo scopo
didattico non solo di approfondire una tematica e problematica
essenziale della storia moderna,
ma altresì quello di offrire ai giovani provenienti da formazioni
religiose e culturali diverse (cattolici o protestanti, credenti e
non credenti) un’occasione di
confronto, dialogo e dibattito su
aspetti e problemi ancor oggi interessanti il mondo e la società
in cui viviamo.
La prima conferenza è stata tenuta dal prof. G. Gönnet, che
dopo aver tracciato un breve
profilo biografico del riformatore, è passato a trattare della sua
formazione culturale e religiosa
e delle ragioni che lo spingono
ad occuparsi del problema della
salvezza dell’uomo. In questa ricerca, Lutero s’imbatte nel problema delle indulgenze, di cui in
quel tempo c’era grande traffico
in Germania; essendo giunto alla
conclusione che esse non avevano alcun valore sul piano salvifico, affigge sulla porta della
cattedrale di Wittenberg le sue
95 tesi, in cui si confutava questa ed altre affermazioni dottrinali.
Questo suo gesto non fu all’inizio molto rivoluzionario, in quanto voleva essere sottoposto all’attenzione di xm’élite prettamente
universitaria. Solo successivamente queste tesi si diffusero in
tutta Europa, grazie al contributo della allora nascente stampa.
Inoltre Lutero non intendeva
uscire dal suo ruolo di monaco
agostiniano, tanto meno mettere
in dubbio l’importanza del papa,
che egli dichiarava estraneo alla
vendita delle indulgenze. Voleva
soltanto, giustamente, una riforma all’interno della Chiesa stessa: solo successivamente scomunicato, abbandonava il concetto
dell’infallibilità del papa.
La riforma, pertanto, nasce
esclusivamente sul piano religioso, ma finisce quasi subito per
investire quello politico-sociale.
Partendo da queste tesi i contadini tedeschi rivendicarono il
loro diritto di libertà.
Nelle sue opere Lutero afferma la giustificazione per grazia
mediante la fede: il perdono di
Dio non si può comprare, non ce
n’è bisogno. La salvezza ed il
perdono sono dati da Dio a
chiunque li accetta. Così Lutero
afferma l’idea del sacerdozio uni
STEREO HI-FI
APPARECCHIATURE STEREO
PROFESSIONALI
E AMATORIALI
Viale de Amicis, 27 - Tel. 90.98.60
LUSERNA SAN GIOVANNI
versale e che la Bibbia è il solo
punto di riferimento, la sola autorità per i credenti.
Il relatore è poi passato ad illustrare le ragioni della mancata
affermazione della riforma luterana in Italia (dove tuttavia
erano già presenti i Valdesi)
quindi del problema dell’ecumenismo.
La seconda conferenza, l’II, è
stata tenuta dal past. G. Platone,
con la proiezione di diapositive
su Lutero.
Dopo aver illustrato l’attività
di Lutero come teologo, professore universitario, traduttore,
nonché come uomo del suo tempo, ha sottolineato l’importanza
e il coraggio del rifiuto di Lutero di piegarsi di fronte al papa
ed all’imperatore Carlo V, che
hanno avuto per la cristianità ed
il mondo occidentale (e che durano tuttora), con il riconoscimento della scrittura come sola
autorità nel campo spirituale e
di fede, ed anche l’affermazione
del principio del sacerdozio universale. Poi si è passati alla
proiezione delle diapositive molto apprezzate dagli studenti.
Il richiamo di emancipazione
e di fratellanza che emerge dalle
sue opere è anche rivolto all’uomo moderno, che vive in un
mondo che non trova pace, travagliato da conflitti, dall’emarginazione e da molti altri problemi
che sono più che mai attuali, che
coinvolgono credenti e non ed a
cui noi giovani, definiti « la cattiva speranza del domani », vogliamo tentare di dare una risposta, per cercare di eliminare quel
brutto aggettivo che ci condanna.
Vogliamo vivere in un mondo
nuovo, meno egoistico e più umano, diverso dall’attuale!
Paola, Domenico,
e Stefano. 4" D
Sovrimposta comunale sulla casa
SOGGETTI OBBLIGATI AL VERSAMENTO
DELLA SOVRIMPOSTA
Sono obbligati a versare la sovrimposta :
1) Le persone fisiche, residenti e non residenti nel territorio
dello Stato italiano.
2) Le società semplici, in nome collettivo, in accomandita semplice, nonché le società equiparate.
Per le imprese familiari, sono obbligati i singoli componenti
l’impresa, titolari del diritto di proprietà, usufrutto od altro diritto reale.
3) a - Le società per azioni e in accomandita per azioni, le società a responsabilità limitata, le società cooperative e le società
di mutua assicurazione;
b) gli enti pubblici e privati aventi per oggetto esclusivo o
principale l’esercizio di attività commerciali;
c) gli enti pubblici e privati non aventi per oggetto esclusivo
o principale l’esercizio di attività commerciali;
d) le società e gli enti di ogni tipo, con o senza personalità
giuridica, che non haimo nel territorio dello Stato italiano, né la
sede legale o amministrativa, né l’oggetto principale dell’attività.
Obbligati al pagamento della sovrimposta sono anche i soggetti che possiedono soltanto redditi fondiari per un ammontare
complessivo non superiore a L. 360.000.
Per gli alloggi costruiti da cooperative edilizie previste dalle
leggi in materia di edilizia economica e popolare, non a proprietà
indivisa, sono tenuti al versamento della sovrimposta i soci assegnatari degli alloggi, anche se ad essi non sia stato ancora trasferito il diritto di proprietà dell’alloggio.
Analogamente sono tenuti al versamento della sovrimposta i
soggetti assegnatari di alloggi a riscatto o con patto di futura vendita 'dà parte di Enti.
Per i fabbricati concessi in comodato la sovrimposta è dovuta
dal comodante e non dal comodatario.
In caso di contitolarità del diritto reale o di coesistenza di più
diritti reali sulla stessa unità immobiliare, ciascun soggetto deve
versare la sovrimposta relativamente alla quota di reddito corrispondente al proprio diritto.
Pertanto ;
— nell’ipotesi di comproprietà fra coniugi di una unità immobiliare, con quote uguali, ciascuno di essi dovrà provvedere autonomamente al versamento della sovrimposta calcolata sulla metà
del reddito della unità immobiliare;
— nell’ipotesi che esista sulla unità immobiliare un diritto di
usufrutto in ragione del 30 per cento, il proprietario dovrà versare
la sovrimposta relativamente al 70 per cento del reddito della unità
immobiliare mentre l’usufruttuario dovrà corrispondere la sovrimposta per l’altro 30 per cento del reddito.
Fabbricati esclusi;
— fabbricati destinati all’esercizio del culto;
— fabbricati rurali;
— fabbricati che costituiscono beni strumentali per l’esercizio
di imprese commerciali da parte del loro possessore e quelli posseduti da società commerciali.
Inizio e cessazione del ^ssesso — Si presume possessore del
fabbricato il soggetto che risulta tale dal catasto edilizio urbano
al 31 agosto. Se il soggetto iscritto in catasto ha cessato di essere
possessore del fabbricato, il reddito si riparte in proporzione alla
durata del possesso. Secondo gli esempi ministeriali, le frazioni di
mese devono essere arrotondate, ma la norma richiamata non lo
dice. Il trasferimento ad altro soggetto deve essere annotato nella
dichiarazione dei redditi ai fini delle imposte erariali. Le persone
fisiche non tenute a presentare la dichiarazione devono darne comunicazione al Comune. La comunicazione deve essere fatta entro
il 31 maggio 1984 mediante raccomandata.
Imponibile — E’ imponibile il reddito di ciascuna unità immobiliare determinato secondo i criteri applicabili per l’Irpef e l’Irpeg.
Deduzione del reddito per le abitazioni non di lusso esenti dalrilor — Dal reddito di ciascuna unità immobiliare destinata (ed
effettivamente utilizzata nel 1983) ad abitazione non di lusso ed
esente dall’llor è ammessa una deduzione pari a lire 190.000.
La deduzione è da;
— frazionare tra i possessori del reddito;
— rapportare ai mesi di durata del possesso; lire 15.833 per
ciascun mese o frazione eccedente i 15 giorni.
Aliquota normale e aliquota ridotta — L’aliquota della sovrimposta è quella scelta dal Comune tra le quattro possibili (20%, 16%.
12%, 8%).
L’aliquota deliberata dal Comune si riduce al 60% per i fabbricati soggetti airilor.
Quindi, se l’aliquota deliberata è;
— del 20% l’aliquota ridotta è del 12% ;
— del 16% l’aliquota ridotta è del 9,6%;
— del 12% l’aliquota ridotta è del 7,2%;
— dell’8% l’aliquota ridotta è del 4,8%.
Opzione per le abitazioni soggette a Ilor — Per le unità immobiliari ad uso abitazione, soggette a Ilor, è consentito di optare per
la deduzione dal reddito di ciascuna unità immobiliare di lire 190.000
in luogo della applicazione dell’aliquota ridotta.
La convenienza, che è massima per i redditi fino a 190.000 lire
(nessuna imposta), si riduce con l’aumentare del reddito. La convenienza si annulla al reddito di 475.000 lire.
Acconto — La sovrimposta sul reddito posseduto fino al 31 ottobre 1983 deve essere versata entro il mese di novembre 1983. Per
la determinazione del reddito si ricorre ai coefficienti di aggiornamento usati per l’ultima dichiarazione dei redditi. La rendita catastale per i dieci mesi è uguale ai 10/12 della rendita catastale aggiornata annuale. La eventuale deduzione di 190.000 lire annue è,
per i dieci mesi, pari a lire 158.333.
(segue nel prossimo numero)
11
cronaca delle Valli 11
Il novembre 1983
t
IL ’’MOSTRO” DI
VILLAR PELLICE
Ho letto con un certo disagio il colonnino di Marcella Gay, intitolato
« una statua buffa », perché a monte
di queìTTTpie del cattivo gusto dilagante nelle V*alli che vi segnala una
penna più brillante della mia,potrebbe
fare un'analisi approfondita delle cause e degli sbagli di comportamento che
le hanno determinate. Mi limito perciò
a esprimere qualche osservazione personale.
I fatti di cui Marcella parla, ai quali
aggiungerei quell'antologia di comportamenti filistei denunciati a suo tem[wlnTIiirPàrtiCùlo del past. Marco Ayassot di Pinerolo e, inoltre, tutta una serie di osservazioni da me fatte, dai cimiteri paganeggianti ai ricordini del
caro estinto aìbrhr di frasi melense,
ai clamori assurti a segni di gioia, ai
carri carnevaleschi, all'architettura di
speculazione che imperversa dapperttjttoT all'ignoranza di chi si arroga il
diritto di imporre scelte artistiche senza lasciarsi sfiorare dal dubbio della
propria inadeguatezza, e così via, fanno parte di quel processo di decadenZB materiale e morale di cui si vedono
i'^segni un po'' dapperFutto.
li popolo valdese era il « Popolo della
Bibbia » e, come Israele nell'antichità,
di nessun'altra civiltà si vantava se non
della civiltà del Dio unico. A parte
dunque la civiltà contadina che aveva in
comune con altri popoli montanari e
di cui si stanno perdendo le tracce, la
civiltà delle Valli Valdesi era una civiltà
spirituale a cui si richiamava ogni aspetto della sua vita materiale.
Nel momento in cui una moda Irresponsabile unita a una politica facllona ha blandito il popolo mettendolo su
un piedistallo di falsa cultura senza
peraltro fornirlo di quel filtro di consapevolezza storica e filologica' che l'a-~
vrebbe aiutatcT~à'“Tà?g~iJBtlé scelte in
linea con il suo passato, questo popolo, impreparato criticamente di fronte
alla marea del consumismo, ha accolto
e assorbito usanze becere e idee filistee mortificando quello che era rimasto di un'autentica civiltà.
Non c'è da stupirsi a questo punto
se l'ignoranza, come una marea montante, abbia aggredito ogni angolo di
questa terra (che chiamavamo con tenerezza - terra dei padri » e cantavamo
- tu sei un tempio per me! ») e di cui
il ■ mostro » di Villar, ridicolo e obbro—
brioso, è rrpiù 'accreditato monumento.
' Cecilia Gay, Villar Pellice
L’OSPEDALE DI
TORRE E LE CHIESE
Caro Direttore,
Come Lei ben sa alle Valli abbiamo
il grosso, grossissimo problema dell'Ospedale Valdese di Torre Pellice:
esiste una convenzione con la Regione
per cui entro il 1984 devono esserci
pronti 80 posti letto. L'Ospedale che
già in passato è stato salvato e mante
GRATIS!
Ai nuovi abbonati 1984
l'Eco-Luce viene inviato in
omaggio gratuitamente per
l'ultimo trimestre del 1983.
Ecco una notizia da inserire nelle circolari di chiesa e tra gli annunci del culto domenicale!
noto con grandi sacrifici dalla volontà
di pochi e dalla popolazione è di vitale
importanza per la nostra Valle e non
vogliamo sia destinato a scomparire.
La Tavoia Valdese vuole potenziare
e dirigere tutti gli sforzi a favore delie
Comunità del Sud e in speciale modo al
« Progetto di S. Salvo ».
Lodevole iniziativa a cui saremo tutti lieti di contribuire ma vorrei ricordare ohe, anche se purtroppo la Chiesa
Valdese è destinata nei futuro a scomparire per adesso esiste ancora ed ha
la sua forza proprio nelle Valli Valdesi
e non è giusto che come già il Collegio, che non è scomparso solo per la
tenace volontà di alcuni e adesso l'Ospedale Valdese debbano contare soltanto e sempre sulle forze locali e
non di tutta la Chiesa ».
Ade Gardioi Theiler, Torre Pellice
sono gli avversari della pace: è gente
che è solo capace di dirti «sei pagato!».
Già perché non possono probablimente
concepire che uno magari fa delle cose
anche senza essere pagato, ma perché
ha delle convinzioni, degli ideali, delle
speranze, una fede. Non possono concepirlo, perché forse tutto il loro mondo si riduce solo all'economia, e se
devono far qualcosa, forse lo fanno
solo se ne hanno un guadagno, altrimenti non si muovono.
Davvero, non c'è da temere nulla da
gente di tal genere. Quindi pubblica
pure tutte le lettere che ti arrivano:
ne rideremo insieme!
Luciano Deodato, Pinerolo
In merito a questa lettera precisiamo che la Tavola Valdese è organo
esecutivo delle deliberazioni adottate
dal Sinodo in cui sono presenti deputati di tutte le chiese valdesi e metodiste. La decisione di intensificare
l’azione e la predicazione delle chiese
nel Sud Italia è stata presa dal Sinodo, che pure ha approvato la convenzione con la Regione Piemonte circa
l’Ospedale di Torre. Entrambe le decisioni comportano quindi un impegno
per tutte le chiese.
(g-g-)
I LETTORI SANNO
GIUDICARE
Caro Direttore,
ti confesso che non appena m'è capitato sotto gli occhi 11 n. 43 dell'Eco/
Luce, con l'ennesima lettera che accusa i movimenti per la pace occidentali
d'essere finanziati da Mosca, m'è venuto un moto di stizza sia nei confronti della lettera, che di te. Ecco — ho
pensato — ancora una volta il nostro
giornale ospita una prosa, apparentemente meno delirante di precedenti, ma
non più seria. Capisco che il direttore
di un giornale, per non essere accusato di parzialità, invece di cestinare, deve pubblicare certe cose. Però in ogni
cosa c'è anche un limite! Pubblicando
certe calunnie, tu non rimani neutrale,
al di sopra delle parti, ma permetti che
la calunnia trovi spazio e rischi anche
di fare proseliti tra lettori sprovveduti,
impossibilitati a giudicare, ma pronti a
seguire chi ha il piacere di intorbidare
le acque. Da qui dunque il mio fastidio
nei confronti dello scritto (il cui autore
ho il piacere di non conoscere) e il
disappunto nei tuoi confronti (che Invece conosco ed apprezzo per le doti di
intelligenza, equilibrio, cultura).
Ma mi sbagliavo; e chiedo scusa a te
e ai lettori per i miei cattivi pensieri. Ai
lettori anzitutto, perché non sono degli imbecilli e capiscono benissimo
quanto sia assurdo affermare che questo enorme movimento che sta attraversando l'Europa e l'America del Nord
sia finanziato da Mosca. Dunque che
si esprimano pure i calunniatori di quello che è uno dei movimenti più belli
di questi ultimi decenni. Essi non troveranno ascolto tra i lettori del nostro
giornale, i quali sanno benissimo che
la speranza portata avanti dal movimento per la pace è In buona parte espressione della nostra fede nel Signore Gesù Cristo e non il prodotto dei
rubli russi.
Ma poi chiedo scusa anche a te, perché è giusto che i lettori sappiano chi
Pro Rifugio « Cario Alberto »
Pervenuti direttamente al Rifugio
Nel mese di luglio
L, 50,000: Oddino Ettore e Laura; Unione Femminile Valdese di Torre Pellice.
L. 30.000: Buffalo Miletto.
L. 20.000: Margary Miranda: Cougn
Emma e Alda, in memoria di Breda
Aldo.
L. 10.000: dotti; Micol Paimira, in memoria di Rivoira Giuseppina.
L. 5.000: Albarin Erica, in memoria
di Breda Aldo.
Nel mese di agosto
L. 50.000: Comunità di Venaria e Pianezza, in memoria di Siviero Ceslra;
Dalmas Maria, per la giornata del Rifugio; Mathieu Roberto.
L. 20.000: Paimira Goggion, in memoria di Zecchin Frida.
L. 10.000: Wall! Santi, in memoria di
Zecchin Frida; Pons Alma e Nida, in
memoria dei loro cari.
Nel mese di settembre
L. 140.000: In memoria di Michialino
Guido, i vicini di casa ed amici.
L. 50.000: Coetanei ed amici, in memoria di Benech Edoardo.
Nel mese di ottobre
L. 150.000: in memoria di Amalia Armand Hugon, il nipote Cario Armand
Hugon.
L. 100.000: Cardon Garibaldi; Giordan
Ettore e fam., in memoria del papà.
L. 80.000: In memoria di Rostan Umberto, Vittorio, Matilde, Paola, Ida, Attilio, Luca.
t. 50.0W): Lea e Franco Bonnet, in
memoria del Pastore Geymet Enrico;
Fam. di Michelin Maria.
Comunità di San Secondo, doni in
natura.
TECNIDEAL
di geom. Gl AVARA
Estintori portatili e carrellati
di ogni tipo e capacità per
tutti gli usi industriali e civili.
Impianti fìssi di rivelazione
e spegnimento incendio.
Tubazioni antincendio, idranti
Serv. manutenzione e ricarica
per tutti i tipi di estintori
via Rismondo,45 @ 606.07.77
10127 TORINO
Massimino e .C
P.za Roma, 23 - Tel. 0121/22.886
Macchine per scrivere e calcolo
Fotocopiatrici
Registratori di cassa
Mobili per ufficio
Sistemi contabili
Accessori e assistenza
10064 PINEROLO
INCONTRI DI STUDIO
LUSERNA SAN GIOVANNI — Il gruppo di storia del circolo didattico organizza un ciclo di incontri sul tema « Una
storia per la pace » col seguente programma;
Venerdì 11 novembre, ore 16.30: «Aggressività e pace » con Silvia Bonino,
psicologa dell'età evolutiva, dell'università di Torino, ricercatrice e coilaboratrice dei servizi psichiatrici.
Venerdì 18 novembre, ore 16.30: • Il
piacere del gioco è il potere del vincere? » con Claudio Canal del Centro di Documentazione Militare di
Torino.
Venerdì 25 novembre, ore 16.30: « Esperienze ed ipotesi di didattica della storia » con Hilda Girardet, Insegnante elementare di Roma, coilaboratrice della rivista Scuola e Città.
Gli incontri avverranno presso la
Scuola Elementare di Lusema S. Giov.,
via Tegas 3.
« Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa,
ho serbato la fede »
(II Tdmoteo 4: 7)
Il giorno 30 ottobre il Signore ha
Chiamato a sé il fratello
Gino Juon
La comunità evangelica di Lucca ne
dà l’annunciò a quanti lo conobbero
e stimarono.
Lucca, 7 novembre 1983.
RINGRAZIAMENTO
«Tu sei il mio padre, il mio
Dio, e la rocca della mia saL
vezza »
(Salmo 89: 26)
La moglie ed i parenti del compianto
Ernesto Bounous
ringraziano colóro che con scritti» parole di conforto e partecipazione ai funerali hanno preso parte al loro dolore.
Proli, 24 ottobre 1983
RINGRAZIAMENTO
c( Gesù disse: Io sono la resurrezione e la vita^ chi crede in
me anche se muoia vivrà; e
chiunque vive e crede in me
non morrà mai ».
(Giovanni 11: 25-26)
Il 2 novembre» è mancata all’afFetto
dei suoi cari, all’età di 76 anni
Luigia Andreone in ReveI
il marito, i figli, la sorella ed il fratello con le rispettive famiglie, nell’impossibilità di farlo singolarmente, esprimono viva riconoscenza a tutti coloro
che in vari modi, con la presenza ai
funerali o con scritti, hanno espresso
la loro simpatia. Un particolare ringraziamento al dott. Piero Scarognino, alla
figlioccia Emma Andreone-Melli per
l’affettuosa assistenza prodigata alla
loro cara durante la sua lunga malattia ed ai pastori Bruno Bellion e Mauro Pons, per l’assistenza spirituale.
Luserna S. Giovanni, 11 nov. 1983.
AVVISI ECONOMICI
DIPENDENTE statale cerca in affitto 2 camere c servizi iq Torino, zona
Centro. Tel. 011/7496557.
PRIVATO cerca giovane militesente
volonteroso ed esperto disposto collaborare lavori giardinaggio zona pinerolese. Offresi ottima retribuzione
ed alloggio. Scrivere Eco delle Valli,
Casella Postale, 10066 Torre Pellice.
TRASLOCHI e trasporti per qualsiasi
destinazione, preventivi a richiesta :
Sala Giulio, via Belfiore 83 - Nichelino - tei. (011) 6270463 - 6272322.
RINGRAZIAMENTO
La sorella Erica e i nipoti Ada, Tito,
Guido ringraziano tutti coloro che hanno espresso il loro affetto per la cara
Frida GardioI
partecipando al loro dolore per la sua
scomparsa, avvenuta a Torre PeUice B
29 ottobre 1983.
Il 25 ottobre 1983, è improvvisamente deceduta a Livorno
Maria Opezzo in GardioI
^’età di 77 anni
Ne danno l’ammnoio il marito geom.
Ernesto GardioI ed i famBiari, a funerali avvenuti in forma privata.
Torre Pedlice, 31 ottobre 1983
RINGRAZIAMENTO
I familiari della compianta
Margherita Bernard ved. Ribet
ringraziano tutti coloro che, in vari
modi, hanno partecipato al loro dolore.
Un particolare ringraziamento pastore Arnaldo Genre e signora ed alla
signora Davìte.
S. Secondo di Pinerolo, 29 ottcdjre 1983
RINGRAZIAMENTO
Ada e Dino e i familiari tutti deBa
compianta
Emma Benech ved. Benech
commossi e riconoscenti per la dimostrazione di affetto e di cordoglio tributata alla loro Cara, ringraziano tutti
coloro che con scritti, parole di conforto e presenza hanno preso parte al loro
dolore.
Un particolare ringraziamento al sig.
Gobello, alla signora Barbiani, aBa
dott. Peyrot ed a tutto B personale
dell’AsBo Valdese di S. Giovanni che
con tanto amore l’hanno assistita.
Lusema S. Giovanni, 2 novendire 1983
RINGRAZIAMENTO
La famiglia Tiirck, commossa per la
calorosa manifestazione di simpatia ed
affetto dimostrati aBa cara
Elda
sentitamente ringrazia tutti coloro che
hanno preso parte al grave lutto.
Un particolare ringraziamentò rivolge alle Corali Valdesi per il commovente addio alla scomparsa loro animatrice.
Pinerolo, 4 novembre 1983.
USL 42 - VALLI
CHI80NE-GERMANA8CA
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 81000 [Croce Verni
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 13 NOVEMBRE 1983
i/itlar Perosa: FARMACIA DE PAOLI
Via Nazionale, 22 - Tel. 840707
Ambulanza:
Croce Verde Perosa: tei. 81.000
Croce Verde Porte: tei. 201454
USL 44 - PINEROLE8E
(Distretto di Pinerolo)
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza:
Croce Verde Pinerolo: 22664.
USL 43-VAL PELLICE
Guardia Medica:
Notturna: tei. 932433 (Ospedale Valdese) .
Prefestiva-festiva: tei. 90884 (Ospedale Mauriziano).
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 13 NOVEMBRE 1983
Bricherasio: FARMACIA FERRARIS Via Vittorio Emanuele 83/4 - Tel.
59774.
Villar Pellice: FARMACIA GAY Piazza Jervis - Tel. 930705.
Ambulanza:
Croce Rossa Torre Pellice: telefeno 91.996.
12
12 uomo e società
1
Il novembre 1983
IL RAPPORTO DI UNA DELEGAZIONE DEL CEC
Nicaragua e “contras"
Parlare poco
(segue da pag. 1)
Le forze controrivoluzionarie armate e consigliate dagli USA che vogliono ’’chiudere” col governo sandinista entro il prossimo dicembre
Durante la recente assemblea del Consiglio ecumenico delle
Chiese a Vancouver fu fra l’altro deciso di inviare una delegazione
in Nicaragua, composta di otto membri (europei, nord e sud-americani) allo scopo di rendersi esattamente conto della situazione,
contattando responsabili governativi, dirigenti di Chiese (battisie
e morave), organizzazioni di formazione teologica e di solidarietà
l ambasciatore degli Stati Uniti. La visita ha avuto luogo dal 4 al 9
setternbre scorsi. Era anche previsto un incontro con l’arcivescovo
cattolico di Managua o con un membro della Conferenza episcopale, ma la cosa non è stata possibile. Al loro rientro i delegati hanno presentato un^ rapporto di cui è stata pubblicata una prima stesura sul notiziario BIP del 21 settembre scorso e di cui qui appresso diamo una sintesi.
r. p.
Le forze controrivoluzionarie
(i cosiddetti contras) attaccano
quotidianamente dalle frontiere
dell’Honduras e del Costa Rica
tanto i soldati quanto le popolazioni civili. Interi villaggi sono
stati deportati con la forza in
Honduras e gli uomini vengono
costretti ad arruolarsi nelle
truppe dei contras; alcuni vengono sgozzati o torturati a morte. In parecchi altri villaggi occorre una costante vigilanza: gli
scolari devono imparare a rifugiarsi nei ricoveri scavati sotto
terra, mentre i raccolti vengono
effettuati sotto la sorveglianza
dei soldati.
Dall’otto settembre poi, l'escalation delle azioni è notevolmente cresciuta e ci sono stati anche attacchi aerei. E’ noto a tutti — né vi sono state smentite —
che i contras vengono armati,
equipaggiati e consigliati dagli
Stati Uniti che vogliono « chiudere » col governo sandinista entro il prossimo dicembre.
Secondo il rapporto della delegazione del CEC, la popolazione assieme ai propri dirigenti
vogliono la pacificazione: si difendono e non attaccano. Inoltre contano molto sui negoziati
globali suirÀmerica Centrale del
gruppo detto « Contadora » (composto da Messico, Panama, Venezuela, Colombia che hanno varato un piano di venti punti e
che verrà portato all’ONU, n.d.r.).
Il Nicaragua vuole realizzare
una società pluralista sia dal
punto di vista economico che da
quello religioso in cui i più umili cessino di essere schiacciati
dall’ignoranza, dalla violenza,
dalla malattia, dalla povertà, dal
• L’Eco delle Valli Valdesi »: Reg.
Tribunale di Pinerolo N. 175.
Comitato di Redazione: Franco
Becchino, Mario F. BeruttI, Franco
Carri, Dino Ciesch, Niso De Michelis, Giorgio Gardioi, Marcella Gay
Adriano Longo, Aurelio Penna, Jean
Jacques Peyronel, Roberto Peyrot
Giuseppe Piatone, Marco Rostan
Mirella Scor.sonelli, Liliana Vigiiel
mo.
Editore; AlP, Associazione Informazione Protestante - Via Pio V, 15
- 10125 Torino.
Direttore Responsabile;
FRANCO GIAMPICCOLI
Redazione e Amministrazione; Via
Pio V, 15 - 10125 Torino - tei, 011/
655.278 - c.c.p. 327106 intex+ato a
« L'Eco delle Valli - La Luce ».
Abbonamenti '84; Annuo L. 21.000;
Semestrale 12.000; Estero 40.000 (posta aerea 64.000) ; Sostenitore 40.000.
Decorrenza r genn. e 1” luglio (semestrale).
Redazione Velli; Via Arnaud. 25 10066 Torre Pelllce.
Pubblicità; prezzo a modulo (mm
49x49) L. 7.000 (oltre IVA).
Inserzioni; prezzi per mm. di altezza. larghezza 1 colonna: mortuari
280 - sottoscrizioni 150 - economici
200 e partecipazioni personali SO”
per parola (oltre IVA).
Fondo di solidarietà c.c.p. 11234101
intestato a « La Luce: fondo di solidarietà », Via Pio V, 15 - Torino.
Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pellice (Torino)
disprezzo. Non vi sono persecuzioni religiose: i culti sono dovunque celebrati liberamente, la
starnpa e la radio pubblicano
studi biblici ed informazioni. Se
alcune attività sono state proibite e se vi è stata censura, la
cosa_ è _ avvenuta contro manifestazioni che appoggiavano apertamente le forze controrivoluzionarie, ma comunque sempre
in modo democratico. Benché
l’economia del paese, a causa
della pesante eredità somozista
ed a seguito di eventi meteorologici sia molto danneggiata, vari settori sono già in crescita a
seguito di una loro gestione intelligente.
E’ già stato detto che non vi
sono persecuzioni religiose. La
maggioranza della popolazione è
cattolica, ma sono numerosi gli
evangelici di varie denominazioni. Si può affermare che i cristiani in genere collaborano col
governo senza abdicare al diritto di critica e di interpellanza.
Sovente la Chiesa fa da intermediario in situazioni delicate come ad esempio quella dei miskitos. Si tratta di indiani della
costa atlantica che non si sono
integrati nel processo rivoluzionario non solo per motivi etnico-culturali, ma anche per ra
gioni ideologiche. Il governo sandinista ne ha imprigionati parecchi, ne ha poi rilasciato un
certo numero mentre quanto prima verranno prese ulteriori misure di amnistia e di indulto.
I responsabili della Chiesa morava, miskitos essi stessi, hanno
dato il loro appoggio al sandinismo.
Certi settori più conservatori
si appoggiano invece all’arcivescovo cattolico di Managua Obando y Bravo e si richiamano
alla disobbedienza civile contro
il progetto del « servizio militare patriottico » tendente ad abolire le milizie mercenarie e volontarie. E’ una questione molto discussa nelle Chiese, sulla base del comandamento « non uccidere ». Parecchie organizzazioni cristiane hanno manifestato
il loro accordo sulla coscrizione
obbligatoria.
Concludendo: occorre contribuire con urgenza a tutto ciò
che potrà stabilire la pace con
giustizia nel paese. Occorre permettere al processo democratico
di svolgersi regolarmente in vista delle elezioni del 1985 senza
alcun intervento esterno anche
per ottenere il ritiro dell’appoggio militare americano ai contras.
NEL PROSSIMO
NUMERO
Nella rubrica « All’ascolto
della parola », sospesa in questo numero per far posto al
saggio su Lutero, inizierà una
serie di 3 studi biblici di
Giorgio T.oum su « La pace;
dono di Dio e impegno dei
credenti ».
damento davvero singolare, credo ancora tutto da imparare per
una chiesa inguaribilmente chiacchierona, per un ministero pastorale del quale si può dire che
l’unica cosa di cui abbonda sono
le parole. Forse qui c’è una forma di digiuno che meriterebbe
di esser praticata: il digiuno delle parole!
« Poche parole » consiglia l’Ecclesiaste all’uomo che si avvicina a Dio. Perché poche parole?
L’Ecclesiaste risponde; « Perché
Dio è in cielo e tu sei in terra ».
Come per dire: c’è tra Dio e te
una distanza che le tue parole
non possono colmare. Poche parole perché tanto Dio sta oltre
le tue parole, perché Dio sfugge
alla rete dei tuoi discorsi, perché
in fondo sai poco, dal momento
che Dio è in cielo e tu sulla terra. Questo dice l’Ecclesiaste.
Ma noi dobbiamo fare un passo in più e dire: Poche parole,
non solo per l’infinita differenza
qualitativa tra Dio e l’uomo, ma
anche per il suo contrario, cioè
per la sua infinita vicinanza, per
la sua sconvolgente prossimità.
Poche parole, non solo perché,
come dice l’Ecclesiaste, Dio è
infinitamente lontano, irraggiungibile, inaccessibile: ma -ancora
più perché, come dice il Nuovo
Testarnento, è infinitamente vicino, è il Dio incarnato, è il Dio
non più soltanto in cielo ma in
terra! Poche parole, non solo
perché Dio è Dio, ma anche perché Dio è uomo! Poche parole a
Natale: gli angeli cantano, ma
i pastori adorano (solo più tardi
parleranno). Poche parole al
Golgota, poche parole a Pasqua.
E a Pentecoste? A prima vista,
a Pentecoste la parola dilaga,
straripa, ma quella che dilaga
non è, appunto, la nostra parola
ma la « lingua degli angeli », il
parlare in altre lingue. Più che
mai a Pentecoste siamo messi
a tacere, non c’è più nessuna parola nostra, ma solo la parola
dello Spirito, che nessuno capisce proprio perché non è nostra.
Sì, a Pentecoste, la chiesa tace
e lo Spirito parla. Potremmo di
BOLOGNA
Un voto popolare sui missili
La chiesa metodista di Bologna (tramite il pastore) e la locale PGEI (tramite il suo segretario) fanno parte da più di
due anni del comitato bolognese per la pace e il disarmo. Questo comitato, insieme con altri
organismi e associazioni democratiche, ha dato vita al comitato promotore di un «referendum popolare autogestito » in
Bologna e provincia. Le domande sono state quelle proposte
dalla sinistra indipendente in
Parlamento : 1 ) Sei favorevole
alla installazione dei missili nucleari a Comiso e sul territorio
nazionale? 2) Ritieni che la decisione definitiva sulla installazione dei missili nucleari in Italia debba essere presa dal popolo, mediante un referendum indetto dal Parlamento?
Il referendum autogestito si è
svolto dall’l al 18 ottobre, nei
giorni e negli orari stabiliti dai
singoli comitati di zona, di fabbrica, di scuola, di quartiere ecc.,
sorti spontaneamente, patrocinati da « collegi di garanti » noti
alla popolazione, ai dipendenti
delle aziende o agli studenti delle scuole. Un ulteriore « collegio
di garanti», composto da più
di 50 personalità del mondo della cultura, della magistratura,
dei sindacati, dell’amministrazione pubblica (sindaci e assessori), della fede (cattolica e protestante), ha «garantito» la segretezza del voto, la affidabilità
dei controlli sullo spoglio delle
schede e sugli elenchi dei votanti.
Anche la FGEI di Bologna ha
allestito un seggio referendario
davanti alla chiesa di via Venezian. I voti raccolti sono stati
271 con i seguenti risultati: SI’
ai missili 12, NO 258, bianche 1 ;
SI’ al referendum 239, NO 26,
bianche e nulle 6. La costituzione del seggio era stata preventivamente autorizzata dall’assemblea di chiesa.
Il risultato globale del referendum nella provincia di Bologna
è stato molto positivo in quanto
hanno votato ben 125.177 persone dai 14 anni in su. Oltre il 90”/o
si è espresso contro l’installazione dei missili e l’88“/o in favore
di un referendum indetto dal
Parlamento.
ha permesso poi al sottoscritto
di far parte (come rappresentante bolognese) della delegazione del Coordinamento nazionale
dei comitati per la pace che è
stata ricevuta dal Presidente
della Camera, on. Nilde Jotti, la
mattina del 22 e di riferire i risultati del referendum a Bologna.
Dibattito alla Camera
Esperienza positiva
Per i giovani della FGEI si è
trattato di una esperienza positiva di impegno pubblico. Dover
spiegare lo scopo dell’iniziativa
e il perché dell’impegno in quanto credenti evangelici, mostrare
qualcosa della nostra stampa
(«Protestanti, perché» ed anche
llnserto « La Luce » di qualche
anno fa sull’esonero dalla religione nelle scuole...) ha costituito una specie di banco di prova
della loro capacità di esprimere
non solo questo particolare impegno nel « politico », ma anche
la loro identità di fede.
Il nostro impegno come chiesa e come Fgei, insieme con la
circostanza di essere a Roma fin
dalla sera di venerdì, 21 ottobre,
L’on. Jotti, dopo aver ribadito la sua posizione personale,
favorevole al disarmo e alle trattative, contraria all’installazione
dei missili a Comiso (ma anche
agli SS 20 in Europa orientale),
ci ha comunicato che è sua intenzione (capigruppo permettendo...) far discutere sulla questione di Comiso alla Camera
entro il 20 novembre prossimo.
Ha invece dichiarato di avere
molti dubbi sulla possibilità che
la Corte costituzionale autorizzi
il Parlamento ad indire un referendum sui missili, a causa
dell’art. 75 della Costituzione
che impedisce la consultazione
referendaria su questioni di politica estera. Come si sa, sull’interpretazione di questo articolo
della Costituzione, in rapporto
all’installazione dei missili a testata nucleare, stanno discutendo giuristi ed esperti in diritto
costituzionale. La Jotti stessa,
al termine del suo breve discorso, si è au^rata di essere smentita circa i suoi dubbi.
Paolo Sbaffi
re: Dio ci toglie la parola quando ci dà la sua!
Rispetto del mistero
Ma cosa implica, in positivo,
questo invito a essere uomini di
poche parole in quanto uomini
che imperniano la loro vita sul
rapporto con Dio? Vorrei dire
due cose. La prima è questa.
Poche parole per rispettare e segnalare il margine di mistero
che avvolge ogni realtà. Ogni cosa ha un enigma, un segreto,
c’è un enigma, un segreto nell’uomo e c’è un enigma, un segreto anche in Dio. « Noi vediamo come in uno specchio, in modo oscuro; conosciamo in parte,
in parte profetizziamo... Ma quando la perfezione sarà venuta,
quello che è solo in parte sarà
abolito» (I Cor. 13: 12, 9-10). Ecco perché le nostre parole devono essere poche: perché la nostra conoscenza, la nostra teologia, la nostra predicazione è
« in parte », cioè parziale, framrnentaria, imperfetta. Meglio il
silenzio che rispetta il mistero
piuttosto che la parola che lo
profana, cioè lo banalizza, lo svilisce. Certo, il cristianesimo è
rivelazione, ma è appunto rivelazione non solo di ciò che si
vede ma anche di ciò che non
si vede, è rivelazione dell’invisibile, del nascosto, dell’altra dimensione, è rivelazione del fatto che l’uomo non è « a una dimensione »! Poche parole qui
vuol dire; non parlare per rendere ovT'io ciò che non è ovvio,
scontato ciò che non è scontato,
evidente ciò che è nascosto.
Poche parole, non perché sei
ignorante ma perché conosci
« solo in parte ». Poche parole,
non perché sei sbrigativo, ma
perché non sei superficiale.
Potremmo riassumere tutta
questa indicazione in un’unica
parola: non essere retorico. Ecco, l’Ecclesiaste ci consiglia un
cristianesirno non retorico: non
è un consiglio superfluo. Non
sono pochi i nostri contemporanei che hanno l’impressione
che la chiesa sia la casa della
retorica, e ne stanno alla larga.
Anche la teologia può diventare
un monumento di retorica. « Le
tue parole siano dunque poche ».
Potremmo quasi dire; « Impara
un certo pudore » — pudore nel
pensare, nel parlare. Impara, se
ne sei capace, l’eloquenza di chi
parla poco, la sapienza di chi
sa solo in parte.
Attendere Dio
Ma c’è una seconda indicazione che l’Ecclesiaste ci vuol dare, con il suo invito alle poche
parole. Egli aggiunge: « avvicinati per ascoltare ». La nostra
generazione (ma non soltanto la
nostra) avrebbe piuttosto detto:
poche parole e molti fatti! La
vera religione è un fare più che
un dire, una prassi più che un
discorso. Questo naturalmente è
vero, ma l’Ecclesiaste dice un'altra cosa, e cioè poche parole e
molto ascolto. Che cosa vuol dire questo? Vuol dire una cosa
molto semplice ma fondamentale: quando sei davanti a Dio,
non voler riempire tu lo spazio
tra te e Dio. Non voler essere
il mastro di te stesso, lascia
che Dio ti sia maestro. Non occupare lo spazio tra te e Dio
con le tue parole, lascia che Dio
lo occupi con la sua. Non occupare questo spazio con i tuoi
pensieri, lascia che Dio lo occupi
con i suoi; non occuparlo con
la tua sapienza, lascia che Dio
lo occupi con la sua. Poche parole e molto ascolto significa:
imparare ad attendere Dio. Perché, è vero, egli è in cielo e tu
sei in terra, ma Dio viene sulla
terra. Questa è la grande verità
su Dio, colui che era, che è e che
viene. Vivere nell’ascolto vuol
dire vivere nell’attesa. E questo
è il fondo ultimo e vero dell’indicazione dell’ Ecclesiaste: vivere con Dio non significa possederlo ma attenderlo.
Paolo Ricca