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Torino
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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
venerdì 11 NOVEMBRE 1994
ANNO 2 - NUMERO 43
X ASSEMBLEA DELLA EGEI
UN CAMMINO
NUOVO
LUCIANO DEODATO
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VifA ove si colloca il proteìe stantesimo italiano nelk’attuale clima politico e culturale e come risponde alle
molteplici sfide che il nostro
tempo si trova ad affrontare?
La X Assemblea della Fede-^
razione delle chiese evangeli-'
che in Italia appena conclusasi a Santa Severa nel «Villaggio della gioventù» (29 ottobre-1° novembre) fornisce un
test significativo, a partire già
dal motto scelto dal Consiglio
uscente: «Forestieri e pellegrini sulla terra» (Ebrei 11,
13). Parola evocatrice di una
situazione provvisoria e precaria, allusiva alla schiera dei
testimoni strappati a una situazione di relativa sicurezza,
in movimento verso un punto
ideale, il futuro di Dio, la Gerusalemme celeste.
Il Dunque un cammino dove
so tì” % '^finitivo, ma dove
inzinclie tutto è nuovo; nuovi i
compagni di strada, nuovi gli
interlocutori, nuovi i paesaggi
e gli orizzonti che si aprono,
nuove le esperienze che si
fanno, nuove le relazioni
umane che si possono costruire. La mutata situazione
politica del paese costringe a
ripensare se stessi. Che cosa
vuole essere ed è la Federazione? Deve costituire, secondo la proposta del Consiglio, un «fronte» evangelico,
deve essere una casa dalle
molte aperture, o una locanda
che accoglie ognuno senza
distinzioni? Su queste e altre
metafore ampio è stato il dibattito e naturalmente diverse
e opposte le opinioni. Ne è
emerso un documento «politico» sul quale unanime è stato
il consenso sulla centralità
della difesa e della promozio«
ne della giustizia in senso lato
e dei diritti alla libertà,
all’uguaglianza, alla democrazia pluralista.
Nei fatti l’Assemblea ha
colto tre chiese pentecostali
la prima volta che ciò succede) e l’antica chiesa elvetidi Trieste, le cui radici
ondano nel XVI secolo, af'rmandosi così come luogo
d’incontro delle chiese nate
dalla Riforma, di quelle formatesi dal Risveglio, e delle
ultime originate dall’effervescenza dello Spirito pervase
da un afflato evangelistico.
Come potranno coesistere e
trovare un linguaggio comune
queste tre anime è sfida che
riguarda non solo il nuovo
Consiglio, ma le chiese in generale e soprattutto quelle locali, dove la coesistenza deve
diventare anche comunione.
Parallelamente un seme è
stato gettato da mons. Sergio
Goretti, vescovo di Assisi e
presidente del Segretariato
per l’ecumenismo della Cei,
con la proposta di formare un
«Consiglio delle chiese cristiane in Italia» a somiglianza
di quanto già succede in altri
paesi. Un discorso molto arduo, da affrontare con grande
serietà, ma che comunque indica la tendenza al crollo di
secolari ( e forse millenari)
steccati. L’Assemblea ha, tra
le altre, raccolto due sfide di
grande respiro: una riguarda
l’Europa, per la cui costruzione anche le chiese della Federazione possono dare un contributo importante; la seconda
riguarda la spiritualità, intesa
correttamente (e finalmente!)
non come fuga mistica verso
spazi celesti, bensì come «lo
spazio di Dio nella nostra vita, creato dalla sua Parola e
dal suo Spirito, che rendono
la fede viva, lieta e feconda di
opere».
La storia dirà se queste risposte, unite a tutte le altre
che riguardano la lìnea dei
servizi e le mozioni su tematiche varie; saranno state valide. Di certo si può dire che
questa è stata sostanzialmente
una buona Assemblea, matura
e responsabile, che si è trovata oltretutto a dover rinnovare
per due terzi il Consiglio e a
scegliere un nuovo.presidente.
«Stranieri e pellegrini»: ciò
significa che il lavoro fatto e
quello da fare se si trova da
un lato sotto il segno del
provvisorio, si trova d’altra
parte affidato al Signore e alla
sua promessa con la preghiera
dell’antico salmista: «La grazia del Signore Iddio nostro
sia sopra noi, e rendi stabile
l’opera delle nostre mani».
I cieli nel racconto biblico rappresentano ciò che è sottratto alla nostra conoscenza
La lode dì Dìo e la sua risonanza
BRUNO ROSTAONO
Il Signore ha stabilito il suo trono nei
cieli, e il suo dominio si estende su tutto.
Benedite il Signore, voi suoi angeli,
potenti e forti, che fate ciò ch’egli dice,
ubbidienti alla voce della sua parola!
(Salmo 103,19-20)
La notte del 21 luglio 1969 ho assistito per televisione, mezzo assonnato e mezzo meravigliato, allo sbarco
sulla Luna. La mattina una persona mi
ha chiesto con un’aria preoccupata: «Ma
allora, se è così, Dio dov’è?». La domanda sembra ingenua, ma solleva un
problema reale: finché si poteva collocare Dio in uno spazio fisico, finché il cielo stava sopra di noi, era relativamente
facile sapere dov’è Dio, e quindi essere
sicuri che Dio c’è. Ma dal momento iri
cui il cielo diventa lo spazio in cui ci
muoviamo e ci diventa sempre più accessibile, come possiamo iinmaginare
l’abitazione di Dio? E se Dio non ha
un’abitazione, come possiamo ancora
pensare alla sua realtà?
Prima di tentare una risposta, faccianio
una constatazione: anche gli antichi
ebrei, quando dicevano «cieli» (si badi, al
plurale), pensavano a qualche cosa di più
che non semplicemente a uno spazio fisico al di sopra della Terra. È quel «di più»
che bisogna cercare di capire; sono convinto che abbia un senso anche per noi.
Anche se il concetto di spazio è profondamente mutato, possiamo continuare a
usare l’espressione «cielo», o «cieli»,
perché la conoscenza scientifica non cancella la forza dei simboli.
Quello che vogliamo dire, mi sembra
che si possa riassumere in poche affermazioni: Dio non è una parte del mondo, ma è infinitamente superiore a ciò
che noi possiamo sperimentare; è «esterno» rispetto al mondo che conosciamo,
ma agisce verso ognuna delle sue parti e
verso il mondo nel suo insieme, per sostenerlo e dirigerlo; quindi ha anche la
libertà di essere «interno», presente; è al
di sopra di noi, ma può venire a noi e visitarci. Lo ha fatto in modo definitivo in
Gesù Cristo il quale, dopo essere morto
per noi, è risuscitato ed è «salito al cielo», al di fupri di ciò che è alla nostra
portata, per restare la nostra salvezza.
Tuttavia i cieli, nella Bibbia, non sono
solo un modo per esprimere l’altezza e
Tinsondabilità di Dio; indicano anche la
parte invisibile della creazione, ciò che
nella creazione è sottratto alla nostra co
Chiese evangeliche
Domenico
Tomasetto
presidente
Domenico Tòmasetto, 54
anni, di Alvito (Frosinone),
pastore battista a Torino Lucento e vicepresidente dell’
Unione battista italiana (Ucebi), è il nuovo presidente della
Federazione delle chiese
evangeliche in Italia (Fcei),
eletto dalla decima Assemblea della Federazione, in
conclusione dei suoi lavori a
Santa Severa (Roma). L’Assemblea ha approvato una
mozione in cui si esprime
«grave preoccupazione per la
situazione del nostro paese,
caratterizzata da un incerto
passaggio politico e culturale». L’Assemblea Fcei si riferisce anche alle tendenze culturali e storiografiche che «rivalutano pagine di storia come la Vandea, l’Inquisizione,
la Controriforma e lo stesso
ventennio fascista». Dando
mandato al consiglio Fcei di
porre al centro della sua azione «la difesa e la promozione
dei diritti di libertà, uguaglianza, di democrazia pluralista e di giustizia sociale»,
l’Assemblea ha individuato
alcuni interlocutori privilegiati della Federazione evangelica: anzitutto l’intero mondo
evangelico italiano; poi «quei
settori del mondo cattolico
impegnati in una genuina ricerca della comune vocazione» cristiana; l’Unione delle
comunità ebraiche, con cui da
anni «si è stabilito un significativo rapporto di collaborazione»; quei «settori delle comunità islamiche che si pongono in atteggiamento di dialogo e di confronto con le altri
componenti culturali del paese»; infine «le varie espressioni della società civile che mostrano di considerare la presenza protestante in Italia una
ricchezza spirituale e un fermento culturale da valorizzare». Inoltre l’Assemblea ha
preso importanti decisioni in
materia di spiritualità biblica.
noscenza diretta, le forze misteriose che
possono influenzare la nostra vita e che il
salmo chiama i «suoi angeli, potenti e
forti». Qui la nostra perplessità aumenta:
se abbiamo capito che Dio ci è vicino,
che bisogno abbiamo di angeli? Dove
possiamo riconoscere gli angeli nella nostra esperienza? Proposta: parliamo pure
degli angeli ai nostri bambini quando
raccontiamo loro le storie bibliche (a proposito: gliele raccontiamo?), ma per iì resto badiamo al sodo, e che Dio ci aiuti.
Forse non ci resta altro da fare ma io
vorrei invitarvi, nonostante tutto, a un
piccolo atto di umiltà: ascoltare semplicemente ciò che gli uomini e le donne
della Bibbia hanno da dirci, riguardo
agli angeli. Essi non invocano gli angeli
in caso di necessità, non li adorano, perché il culto va rivolto a Dio solo. Soltanto da Dio essi aspettano il soccorso al
momento opportuno ma talvolta riconoscono che Dio è talmente buono, talmente amorevole, talmente materno da
far intervenire le sue creature, anche le
forze invisibili, in nostro favore: e allora
sono pieni di riconoscenza e lodano il
Signore. Non lodano gli angeli, invitano
anche gli angeli a lodare il Signore, a
benedirlo: che cosa sarebbe la nostra lode senza la lode degli angeli?
X Assemblea
Della Fcei .
Nostri servizi
pagine 2-9
Delle Chiese
Cronache dallltalia
pagina 10
Villaggio
Globale
La «Destra religiosa»
negli Stati Uniti
pagina 12
2
PAG. 2 RIFORMA
' ■ ' Assemblea Fcei
SERMONE DEL CULTO DI APERTURA DELL'ASSEMBLEA DELLA FCEI
CHIAMATI A VIVERE
______venerdì 11 NOVEMBRf 190 H¿?DÍ
PER FEDE
CLAUDIO H. MARTELLI
La questione della fede è
una questione di fondo.
Sembra assurdo dire ciò in
un’assemblea ecclesiastica
ma, credetemi, non lo è. La
crisi della nostra società, e
anche la crisi delle nostre
chiese, dipende compietamente dal fatto che mai riusciamo a comprendere esattamente cosa sia la fede, in senso concreto, pratico, vitale.
Se crediamo nell’equivoco
che la fede sia un traguardo il
quale, una volta alle nostre
spalle, sia motivo di gloria,
allora siamo diventati del tutto estranei a ciò che per fede
si intende nelle Scritture.
Che cos'è la fede?
La fede è qualcosa che,
una volta accolta nella
nostra vita, deve tenerci sempre sulla corda, sempre in tensione, sempre in cammino; la
fede è movimento e sta tra la
piena consapevolezza di ciò
che siamo, del mondo del
quale facciamo parte, quella
patria dalla quale stiamo
uscendo, e la stupenda visione di ciò che Dio ci mostra e
che desideriamo per noi e per
tutti come la migliore immaginabile e conoscibile.
La fede è consapevolezza
di poter anche morire per
strada, senza aver raggiunto
la meta ma con negli occhi la
meravigliosa visione verso la
quale dobbiamo tendere ogni
sforzo, ogni fatica, ogni sogno; la fede è portare il peso
della nostra spesso miserabile
umanità e di quella altrui verso la fontana nella quale possiamo rigenerare la nostra
esistenza con l’acqua di vita
che Gesù ci offre. Come pellegrini e stranieri sulla terra
noi siamo chiamati a vivere
per fede, siamo chiamati ad
affidarci completamente a
Dio lungo un percorso storico ed esistenziale che egli sovranamente traccia per noi e
ci indica.
La fede ci è offerta e le parole oggi lette sono perciò un
preciso invito a scegliere cosa, chi vogliamo essere, come vogliamo concepire la
nostra vita: lo sono in un momento particolare della storia
di questo nostro paese, in un
momento nel quale ancora
una volta tutto, ma proprio
tutto, ci invita a guardare alle
cose che «sono» e*"a fermarci
per curare i nostri interessi
cosiddetti vitali, i nostri diritti personali.
Molte sono le analogie di
questi nostri giorni con altri
giorni oscuri, soprattutto le
analogie rassicuranti: il capo
sorride sempre ed è sempre
sicuro, il capo non sbaglia
mai, sono gli altri a non capire, a fraintendere o a sabotare
lo sforzo per la nazione. Non
c’è giorno senza una doppia o
una tripla verità, non c’è giorno nel quale non si dichiari e
non si neghi tutto, senza scontro sordo o eclatante tra i poteri dello stato. Le analogie
rassicuranti: un paese efficiente, con i treni in orario, gli
impiegati dello stato zelanti e
devoti, senza più disoccupati,
benigno verso i vecchi, materno verso i bambini. Non vorrei, sorelle -e fratelli miei, che
fosse in corso invece il for
marsi di un ciclone.
Storia di un uragano
Molti anni fa lessi un
bellissimo romanzo dal
quale, se ricordo bene, venne
tratto anche un film. Il titolo
era «Uragano»: vi si narrava
«Per fede Abramo, quando fu chiamato,
obbedì, per andarsene in un luogo che egli
doveva ricevere in eredità; e partì senza sapere dove andava. Per fede soggiornò nella
terra promessa come in terra straniera, abitando in tende, come Isacco e Giacobbe,
eredi con lui della stessa promessa, perché
aspettava la città che ha le vere fondamenta
e il cui architetto e costruttore è Dio.
Per fede anche Sara, benché fuori di età,
ricevette forza di concepire, perché ritenne
fedele colui che aveva fatto la promessa.
Perciò, da una sola persona, e già svigorita,
è nata una discendenza numerosa come le
stelle del cielo, come la sabbia lungo la riva
del mare che non si può contare.
Tutti costoro sono morti nella fede, senza
ricevere le cose promesse, ma le hanno vedute e salutate da lontano, confessando di
essere forestieri e pellegrini sulla terra. Infatti, chi dice così diniostra di cercare una
patria; e se avessero avuto a cuore quella da
cui erano usciti, certo avrebbero avuto tempo di ritornarvi! Ma ora ne desiderano una
migliore, cioè quella celeste; perciò Dio non
si vergogna di essere chiamato il loro Dio,
poiché ha preparato loro una città»
il formarsi, in una zona quasi
sconosciuta dell’Oceano Pacifico, di un tifone; tutto avveniva in un’area lontana da
ogni isola o continente, da
ogni consueta rotta aerea o
marittima. Così, mentre sul
continente la gente continuava le sue normali occupazioni, mentre il tempo manteneva più o meno le normali caratteristiche stagionali, il piccolo neonato tifone iniziava
la sua corsa e cresceva, arricchendosi di venti e di nubi;
dopo qualche tempo cominciarono ad arrivare alcuni segnali di occasionali avvistamenti di una tempesta là dove invece avrebbe dovuto esserci il sereno. Qualche nave
un poco fuori rotta per un’
avaria, un aereo militare in
missione segreta, un peschereccio vagabondo in cerca di
fortuna, fuori dai banchi normali di pesca. Al centro raccolta dati meteorologici, ben
pochi prestavano attenzione a
queste isolate voci tra le migliaia che confermavano invece il dato normale e apparentemente certo.
Mentre la maggior parte
degli analisti si cullava felice
nell’idea che tutto sarebbe
andato secondo le previsioni
fatte, il tifone, ormai giovanotto dai muscoli forgiati, si
allenava a crescere di ora in
ora dirigendosi verso le lontane terre. Se tra gli ottimisti
qualcuno cominciava a sentire il tarlo del dubbio, se qualche telex veniva ripreso in
mano e letto con nuova attenzione, un’alzata di spalle e la
ragionevole certezza dell’esperienza e della statistica
servivano a dissiparne la consistenza: ma no, tutto si sarebbe risolto per il meglio, al
massimo un poco di vento e
un temporale estivo. Era accaduto altre volte, in fondo,
che si fosse gridato «al lupo»
per niente; ma alcuni uomini,
con crescente inquietudine e
in dissenso con la maggioranza dei loro esperti colleghi,
osservavano ciò che ai loro
occhi e alle loro menti appariva sempre di più come una
pericolosa catastrofe dalle incalcolabili conseguenze e dai
pesanti costi in vite umane,
raccolti distrutti, pesanti danni alle comunicazioni.
I rischi
della situazione presente
(Ebrei 11, 8-16)
Care sorelle e cari fratelli,
ecco io credo che ci sia
ormai il rischio reale del formarsi di un tifone nella storia
del nostro paese. Oh, non siamo ancora nel pieno della
tempesta, anzi qualcuno vuole convincerci che splende il
sole sul nostro presente e sul
nostro futuro: ma mentre costoro parlano con tono rassicurante, già qualche goccia ci
cade in testa e il rumore all’orizzonte ci pare proprio
quello di un tuono. Se, come
i pochi seri meteorologi di
«Uragano», noi lediamo i
segni dei tempi, di ciò che
potrebbe avvenire, è legittimo che ci sentiamo impauriti.
È legittimo che cerchiamo un
futuro diverso, una patria nella quale solidarietà, amore,
onestà, laboriosità, serenità,
opportunità, siano qualcosa
di molto diverso e di assai
migliore di ciò che avevamo
pensato di poter costruire,
qualcosa di molto migliore
degli slogan delle propagan
de che oggi dichiarano di
aver già fatto ciò che addirittura non hanno ancora nemmeno capito.
Non è possibile tuttavia costruire nessun futuro senza
fede: e non parlo qui solo
della fede in senso classico,
religioso, intendo una fede in
un ideale che accomuni veramente la più larga parte possibile della gente e la spinga
a costruire assieme condizioni basilari di giustizia e verità
senp le quali nessuna libertà
individuale, nessuna sicurezza, nessuna democrazia potrà
esistere. Solo se questa fede
si farà strada fra la gente,
sarà possibile guardare lontano e sarà possibile considerare il tempo presente come un
tempo di passaggio in attesa
che si realizzi la speranza che
tutte le creature umane portano in sé. Solo se questa fede
verrà accolta, sarà possibile
sopportare la durezza della
condizione di stranieri e di
pellegrini, solo così la sofferenza del tempo presente sarà
un prezzo che noi potremo
pagare senza cadere nella disperazione.
Il nostro ruolo
nel momento attuale
Quale ruolo può essere il
nostro in questo momento della storia, in questo paese? Io credo debba essere
quello di suscitatori di speranza, di testimoni della fede,
affinché altri imparino a credere nell’Evangelo di pace,
di giustizia e di amore che
noi sappiamo essere stato incarnato da Gesù Cristo, Figlio di Dio, e che lo Spirito
Santo continua a indicare conte uniea via possibile per
giungere a quella città che il
Padre ha costruito per le sue
creature.
Noi le vediamo queste cose, laggiù, lontane. Sappiamo
che ci sono, ne siamo certi; e
vediamo anche quanto sia facile per coloro che hanno la
bocca larga nel proferire promesse distogliere la gente dal
cammino che bisogna fare. A
volte questo cammino è difficile e pieno di rinunce: non ci
sono scorciatoie per entrare
nella città di Dio, bisogna resistere alla tentazione di lasciare indietro i vecchi, i giovani, i meno dotati, i più indifesi, i disoccupati, gli stranieri. Le porte non si apriranno se Caino non saprà rispondere cosa ne è di suo fratello:
bisogna far passare la notizia,
cioè l’Evangelo, che o ci arriveremo tutti assieme nella
città di Dio o non vi entrerà
nessuno perché essa non è un
club esclusivo della Costa
Smeralda o delle Seycelles. E
non dobbiamo però nemmeno cedere alla tentazione di
sentirci degli stranieri rispetto ai nostri concittadini, dei
pellegrini privilegiati perché
conoscono la via.
Essere chiesa
per gli altri
Se Cristo ha voluto la sua
chiesa, l’ha voluta per un
compito preciso che non è
certo quello di salvare se stesso e pochi altri. Semmai l’ha
voluta perché spenda tutta la
sua vita affinché il mondo intero viva. Esattamente come
lui, e non diversamente.
Suscitatori di fede e di speranza. Come? Dove? Quando? Cominciamo dalle piccole cose, a casa nostra, nelle
nostre famiglie, tra i nostri
amici e colleghi, nelle nostre
comunità. La nostra predicazione non deve suonare mai
più come facile condanna ma
farsi sentire sempre come invito: e sia una predicazione
non solo di parole dette a pochi in pochi momenti di una
lunga settimana nel corso
della quale altre voci, ben più
potenti della nostra, invitano
a privilegiare solo se stessi.
Le nostre comunità non devono più essere i luoghi per
pochi, sempre gli stessi, che
fanno sempre le stesse cose,
che non sono disposti a rischiare nulla: esse devono
aprirsi, uscire, trovare i modi
di parlare a chi vorrebbe sentire autentiche ragioni di speranza e anche a chi non vuole
sentirle.
I nostri incontri, a cominciare da questo, ma sempre,
sempre, siano incontri nei
quali la gioia di avere una
meta e una visione sia più
forte della fatica, sia l’elisir
che ridona forza, entusiasmo,
coraggio. Pellegrini e stranieri nel senso dell’Epistola agli
Ebrei dunque, consapevoli
che Dio non ha vergogna di
essere il Dio di gente come
noi: sì, proprio lui che sappiamo essere pronto a spalancare le porte del futuro per il
mondo. In questo nostro tempo manca il coraggio della
fede, la tenacia della fede, la
fiducia della fede, l’allegrezza della fede: se non imboccheremo le strade della fede,
la nostra ragionevolezza ci
farà perdere la visione e la
direzione che porta alla meta.
Noi siamo stati chiamati
dal Signore a vivere per fede,
a ricevere un’eredità straordinaria: come Abramo, possiamo anche non conoscere
esattamente quali saranno le
vie per le quali Dio ci condurrà; come Sara, potremo
non conoscere come egli sa
fare le cose impossibili di cui
abbiamo bisogno. Non importa, purché crediamo che
Dio è all’opera in noi e anche
per mezzo di noi.
Non importa essere pochi,
non contano le difficoltà.
Questi sono problemi che
Dio sa risolvere e bene: la
Bibbia ce ne parla ampia'
mente. Importa per noi una
cosa sola: come coloro dei
quali narra l’Epistola agh
Ebrei, come i tanti che ci
hanno preceduti nella storia
delle nostre chiese, noi dobbiamo avere fede, vivere con
fede, testimoniare e predicare
la fede.
ivacc
; I trat
«ni
scisa
lamo
Altura
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Assemblea
PAG. 3 RIFORMA
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L'ASSEMBLEA COSÌ DEFINISCE L'IMPEGNO DEI CREDENTI NELLA SOCIETÀ ITALIANA
IL PROTESTANTESIMO È UNA RICCHEZZA E UN
FERMENTO CULTURALE PER IL RINNOVAMENTO
)minTipre,
i nei
; una
a più
elisir
J Assemblea della Fcei, richiamandosi allo statuto che
^ividua fra gli scopi fonda«i^ntali della Federazione quello
^»¿«vigilare sul rispetto dell’eser1^0 dei diritti di libertà in tema
'Religione e di adoperarsi perché
'lafeesenza delle chiese evangeli^ nella società italiana sia sentia tutela dei permanenti diritti di
iertà e di eguaglianza nel mutare
¿He strutture giuridiche» (articolo.2 comma C), esprime grave
ccupazione per la situazione
1 nostro paese caratterizzata da
Tin incerto passaggio politico e
[turale.
■Tale passaggio è in massima
^te il prodotto del fallimento
illa classe dirigente italiana degli
[timi decenni che, ben al di là
He vicende di «tangentopoli»,
Ta espresso una cultura di governo
illa cosa pubblica troppo spesso
Indata sulle clientele, sull’afferione di interessi di parte, sul
impromesso sotterraneo e quindi
k di un vero senso dello stato,
e è derivata un’alterazione
profonda della dialettica politica è
arlamentare al punto che non è
mersa con chiarezza la diversa
Responsabilità tra forze al governo
forze all’opposizione e la maggioranza degli elettori si è orientala verso chi cotì più voce e con
maggiore determinazione si defiiva come il «nuovo».
I tratti culturali e politici di que«nuovD»' si sono subito rilevati
fecisamente inquietanti. Ci rifeiamo in particolare alle tendenze
ulturali e storiografiche che, con
sistente frequenza, rivalutano
tpagine di storia come la Vandea,
Tlnquisizione, la Controriforma e
lo stesso ventennio fascista ovvero
;ïelativizzano colpevoli aberrazioni
Iella nostra storia recente come le
leggi sulla razza, la discriminazione delle minoranze etniche o religiose, il molo dell’Italia della Repubblica sociale di Salò nella deportazione di migliaia di ebrei e
quindi nella Shoah.
In ordine a tali aspetti, l’Assem(blea si associa al giudizio espresso
dal recente Congresso dell’Unione
delle comunità ebraiche italiane,
che ha rilevato che «l’Italia è il
[primo paese dell’Unione europea
nel quale sono entrate a far parte
della maggioranza e del governo
forze che pongono le proprie radici nel fascismo, o non lo rinnegano, o considerano irrilevante la
pregiudiziale antifascista» ed ha
richiamato alla difesa dei valori
della Costituzione e delle libertà
imprescindibili dell’individuo e
delle minoranze e alla riaffermazione costante del principio del
pluralismo dell’informazione e di
ogni espressione culturale.
Sul piano più specifico dell’
azione di governo, l’Assemblea ha
evidenziato come^ pur in un clima
gravemente contraddittorio, emergano elementi di profonda preoccupazione in ordine ai cardini della democrazia, all’applicazione dei
principi di libertà e allo sviluppo
dello stato sociale, presidio di una
uguaglianza non meramente formale tra i cittadini. Tali elementi
possono, tra l’altro, individuarsi
- in un’interpretazione della
dialettica politica che relativizza il
ruolo del Parlamento e mette in
questione l’equilibrio tra i poteri
- nel tentativo di concentrare il
potere di nomina e di controllo di
gran parte del sistema informativo,
canale primario della costruzione
della coscienza civile e democratica, nelle mani dell’esecutivo
- nella rinuncia delle politiche a
sostegno dello sviluppo di alcune
regioni meridionali in cui, peraltro, si registrano i più alti tassi di
disoccupazione
- nel rafforzamento delle tendenze a considerare il fenomeno
dell’immigrazione non come un
problema politico ma come questione di ordine pubblico se non
come problema addirittura militare
- nell’aggravarsi della tendenza
a sottrarsi all’applicazione delle
politiche concertate a livello europeo
- nella tendenza a trattare tutte
le minoranze, ivi comprese quelle
religiose, come presenze da tollerare anziché come espressione del
pluralismo da valorizzare.
In questa situazione l’Assemblea
- riconosce la propria parte di
responsabilità nei confronti di una
cultura e di un sentire che sono
origine e copertura di'diffusi fenomeni di corruzione, malgoverno e
degrado della vita democratica del
paese
- ritiene che il protestantesimo
italiano, quale componente del
paese, non .possa sottrarsi alla propria vocazione
- pone quindi al centro del mandato del Consiglio la difesa e la
promozione dei diritti di libertà, di
uguaglianza, di democrazia pluralista e di giustizia sociale. Tali
principi sono convergenti e configurano una società nella quale vi
sia posto per tutti, che combatta il
privilegio, la prepotenza, l’emarginazione e la discriminazione. Le
conseguenti iniziative andranno
condotte in collaborazione con gli
interlocutori impegnati con noi in
questo campo tra cui
a) le varie chiese evangeliche
che, pur nella diversità di alcune
concezioni etiche o teologiche,
hanno a comune fondamento la
Bibbia e come ragion d’essere
della loro esistenza la testimonianza al Regno di Dio in Gesù
Cristo
b) quei settori del mondo cattolico impegnati in una genuina ricerca della comune vocazione che
il Signore rivolge a tutti i suoi figli
e a tutte le sue figlie e che già abbiamo ritrovato al nostro fianco
nella testimonianza per la pace, a
sostegno dei, diritti degli immigrati
e nell’affermazione dei valori della memoria e della solidarietà
c) l’Unione delle comunità
ebraiche con cui già da anni, su
questioni come la libertà religiosa,
i diritti delle minoranze, i valori
del pluralismo e della memoria, si
è stabilito un significativo rapporto di collaborazione
d) quei settori delle comunità
islamiche che, rivendicando identità, ruolo e riconoscimento nella
società italiana, si pongono in atteggiamento di dialogo e di confronto con le altre componenti
culturali del paese
e) le varie espressioni della società civile, dell’associazionismo
e dell’informazione che mostrano
di considerare la presenza protestante in Italia una ricchezza spirituale e un fermento culturale da
valorizzare.
In questo spirito e richiamandosi alla tradizione culturale della
Riforma, l’Assemblea sottolinea il
valore della partecipazione, cioè
della presenza attiva nei processi
decisionali a livello istituzionale,
sociale e culturale per vigilare,
esercitare le proprie responsabilità
e adempiere alla propria vocazione con fantasia e creatività anche
sul piano del linguaggio e della
comunicazione.
Ritiene pertanto che le nostre
chiese debbano contribuire al confronto culturale e politico in ordine alla trasformazione degli assetti
istituzionali, delle regole, delle
prassi e delle mentalità nell’intento di instaurare le condizione necessarie per evitare che il presente
e il futuro ripetano il passato.
Di fronte a queste gravi responsabilità, certamente superiori alle
nostre forze, l’Assemblea ripone
la propria fiducia nel Signore che
viene ed è fedele al suo progetto
d’amore.
[Dall'Assemblea della Féderazione un forte richiamo alla «disciplina della pietà»
Bibbia, meditazione, preghiera e impegno
JMMANUELE paschetto
r f Assemblea ha destinato
un pomeriggio al lavodi gruppo, che general'v^te favorisce la partecipapofie e gli interventi anche di
V^nti si sentono in difficoltà
Prender la parola in seduta
^^uaria. Ogni gruppo trattaHn particolare argomento,
..Iscrizione ovviamente era
"Cra. Accanto ai gruppi che
[ ^ccupavano dei vari servi‘ “cWa Federazione ne è sta. dosii'/ufio uno sulla «spiri^lità». La parola forse può
Y^rare diffidenza ma d’alaltri termini come
personale», «devozio* e simili hanno ugualmensuono poco accettabile
® nostre orecchie,
gruppo ha sorpreso per
la sua vivacità: è stato il più
frequentato e ha coinvolto
giovani e anziani, membri di
chiese storiche e credenti
«risvegliati», ex sessantottini
e «tradizionalisti» in una ricerca seria e appassionata
sulla vita della fede, nel suo
rapporto con Dio e nella sua
espressione personale e nell’ambito faniiliare e comunitario.
Da tutti è stata manifestata
l’esigenza di riproporre la
spiritualità come centro della
vita del cristiano, come fondamento indispensabile senza il quale non ha senso la
testimonianza nella società.
Si è riconosciuto che in questi ultimi anni le chiese sono
state carenti sotto questo
aspetto, mentre rinasce l’esigenza di tornare alla lettura
della Bibbia, alla preghiera,
alla comunione con Dio, alla
meditazione e al silenzio, alla
«disciplina della pietà»,
all’espressione di quella sensibilità spirituale che dovrebbe sostanziare la vita di ogni
credente.
La frase del manifesto preparato dalla Federazione per
la settimana della libertà (17
febbraio ’93) con cui si affermava che la crisi del nostro
paese è innanzitutto una crisi
spirituale è stata ripresa e riproposta: in questa crisi spirituale sono coinvolte anche
le chiese, anche noi dobbiamo ravvederci e cambiare
mentalità. Come educare le
nuove generazioni, come rieducare noi stessi alla spiritualità? A queste domande il
gruppo ha risposto con alcu
ne proposte, riportate in Aìsemblea. Possono sembrare
macchinose o troppo formali,
ma se è vero che ognuno di
noi può recuperare o ampliare questa dimensione essenzialmente nel colloquio con
Dio e con se stesso, non dobbiamo correre il rischio di
un ’involuzione che confini
questa esigenza nella sfera
del privato. Le proposte chiedono semplicemente alla Federazione il supporto di strumenti utili al confronto, alla
condivisione delle esperienze, perché non prevalgano
l’individualismo e l’intimismo e non si dimentichi che
la fede personale non può
non tradursi in progetti di vita comunitaria, di testimonianza esterna, di servizio
d’amore.
LO SPAZIO DI DIO
La X Assemblea della Fcei, óonvintà del fatto che la .spiritualità è lo spazio di Dio nella nostra vita, creato dalla sua Parola e
dal suo Spirito con i quali Dio ci viene incontro, suscita e nutre
la fede rendendola viva, lieta e feconda di opere, e ci dà la libertà e la gioia di dialogare con lui nella preghiera
- riconosce e sottolinea l’esigenza di curare, nella vita personale e comunitaria delìé nostre chiese, la dimensione spirituale
- si rallegra dell’avvenuta pubblicazione, a cura della Federazione, del lezionario biblico «Un giorno, una parola» e lo
raccomanda vivamente alle chièse
- chiede al Consiglio
1) dì promuovere un seminario sulla spiritualità, in cui possano esprìmersi tutte le vóci oggi presenti nel mondo evangelico
italiano
2) di curare la raccolta e la diffusione di materiali liturgici
provenienti dalle esperienze dì fede e di culto delle nostre chiese» delle comunità impegnate nel progetto «Essere chiesa insieme», dell’ecumene intemazionale
3) di esaminare la possibilità di pubblicare un «libro di pregierà», per aiutare le nostre chiese e i singoli credenti a collocare la loro fede e la loro preghiera nel contestò della fede e della preghiera della chiesa universale
4) di valutare i’opportunìtà di promuovere altre iniziative qua
li una rubrica radiofonica sui temi della spiritualità, o incontri
periodici per approfondimento e scambio di esperienze in campo
liturgico. .
4
PAG. 4
riforma
;emblea
VENERDÌ 11 NOVF.MRp^^^
LA FCEI: UN ORGANISMO IN CRESCITA
LO SPIRITO
DELL'ASSEMBLEA
GIUSEPPE PLATONE
Più divertente del Sinodo, con il mare a due
passi e un sole splendido;
per non dire del culto
all’aperto nel campo di pallavolo. E poi una serata
coinvolgente con la corale
battista di Civitavecchia:
musica, tanti inni cantati
con passione da tutta l’Assemblea. Bellissimi anche
gli spiritual della tradizione
nera d’America interpretati
da Elisa Bagheri. Si è anche
discusso parecchio, merito
soprattutto di una relazione
introduttiva «up to date»
che ha saputo accendere gli
animi. Si tratta insomma di
resistere nell’era berlusconiana, ma come? Facendo
fronte o chiudendosi in casa
o passando di locanda in locanda come eterni pellegrini che cercano Dio sulle
strade della città?
Nel salone di Santa Severa ci sono stati momenti di
concentratissimo ascolto
(rotto soltanto dal ticchettio
della tastiera dei verbalisti):
quando per esempio ha parlato Tullia Zevi per conto
delle comunità ebraiche, o
il rappresentante delle chiese avventiste o il professore
Ricca illustrando il lavoro
del gruppo di studio sulla
spiritualità. L’attenzione
del pubblico, per chi andava al microfono, bisognava
guadagnarsela contro la voglia di scambiare due chiacchiere con il vicino di posto
e contro l’eterno brusio di
fondo, vera colonna sonora
dell’Assemblea.
La Federazione si è presentata a questo appuntamento triennale come un
organismo sano (anche finanziariamente) cresciuto,
negli ultimi anni, in diverse
direzioni: non ultima quella
del dialogo e dell’incontro
con altre chiese evangeliche. La piattaforma insomma si sta progressivamente
allargando: evidentemente
si può essere diversi, molto
diversi, ma far parte dello
stesso movimento di unità
del protestantesimo; bisogna però volerlo, occorre
essere aperti. L’apertura
verso nuove espressioni di
cristianità è stata, se non
l’unica, certamente la più
significativa novità di questa Assemblea. Importante
anche la pubblicazione del
dossier frutto della riflessione e dello studio della
commissione avventista e
riformata. Gli stranieri invitati hanno in genere apprezzato questo spirito latino
che, tra le altre cose, ha saputo protrarre il dibattito su
di un’elezione oltre la mezzanotte. Dice Gérard Merminod della Commissione
ecumenica europea su chiesa e società di Strasburgo:
«Ho colto il desiderio di
porre, da parte dell’Assemblea, la testimonianza a
Cristo nella società come la
questione che viene prima
di ogni altra, ma certi termini, mi sono accorto, non
hanno qui lo stesso significato che hanno al di là delle
Alpi. Per esempio quando
un delegato precisa che il
proprio intervento sarà telegrafico, e poi dura 18 minuti, mi chiedo cosa sarebbe stato senza la precauzione telegrafica...».
Il gruppo di studio più
originale è stato quello sulla spiritualità, il più discusso quello del Servizio istruzione e educazione; un settore trainante a cui si voleva imprimere una più forte
accelerazione; occorre però
fare prima i conti con i
mezzi e soprattutto le persone che si hanno a disposizione. Si sono votati molti atti che impegneranno
non poco il nuovo Consiglio: non per nulla il presidente ha già chiesto di avere indulgenza specialmente
nei primi mesi perché tanta
è la carne che si è messa af
fuoco. Tomasetto ha rivolto
ai deputati delle chiese un
discorso semplice, da persona piena di buon senso
che punta al lavoro collegiale teso a «costruire una
casa con molte porte e finestre aperte alle novità».
L’applauso più lungo è
stato rivolto a Giorgio Bouchard, il leader di questi anni deila Federazione. Non
sarà facile raccogliere l’eredità che lascia, costituita da
un infinito intreccio di relazioni umane, progetti conclusi, altri avviati insieme,
come si dice oggi, a nuove
piste di lavoro. Il passato
prossimo è già entrato nella
storia e questa storia, in
parte, è già stata scritta su
«Minoranza significativa»,
la recentissima antologia di
scritti di Bouchard.
A piccoli passi l’avventura ecumenica, notava
Jean Fischer, segretario generale della Conferenza
delle chiese europee (Kek),
continua inarrestabile. L’
orizzonte infatti non è solo
quello del piccolo mondo
evangelico ma si apre anche sul mondo ebraico,
quello cattolico romano,
quello della civiltà islamica; la Federazione ha dimostrato ancora una volta tutta
la sua vitalità e serietà. Età
media dei partecipanti, direi, quarant’anni; abbiamo
sentito molte voci femminili, importanti, anche pungenti, come quella di Elisabeth Green che ritiene che
«i ritmi incalzanti dell’Assemblea hanno impedito
che si potesse seguire i lavori più a fondo e con l’entusiasmo che meritavano».
O voci persuasive come
quella di Fernanda Comba
che ha disegnato i contorni
del nostro vecchio continente attraversato da tanta
povertà e violenza.
Vivere insieme per il
tempo di tre giorni e mezzo e oltre la riflessione teologica, a volte politica, sociale e aggiungiamo pure
sulle cose realizzate (e sono tante) in questi anni è
stato arricchente. Si pensi
solo all’attuale qualità del
culto radio, o a Protestantesimo su Rai 2 o all’agenzia
Nev per non dire dell’ottima rivista Confronti guidata con abilità da Paolo Naso. Basterebbe già solo
quest’elenco di iniziative,
globalmente apprezzato,
per giustificare l’esistenza
di una Federazione; ma essa non si accontenta di
quello che ha faticosamente raggiunto; vuole continuare a crescere, finché
Dio ce ne darà la forza.
Il messaggio ó\ Tullia Zevi, presidente dell'Unione delle comunità ebraiche
Insieme per risanare il mondo sotto il Regnc ari
TULLIA ZEVI
Tre anni or sono mi avete
onorata dell’invito a partecipare alla vostra Assemblea per portarvi il saluto
cordiale e fraterno dell’Unione delle comunità ebraiche
italiane. Gli eventi succedutisi o tuttora in corso in questo
nostro paese, in questa nostra
Europa e nel resto del mondo
penso rafforzino il significato di questo nostro odierno
incontro.
Ne è conferma la relazione
presentata a questa Assemblea dal Consiglio della vostra Federazione, testo che
ho letto con vivo interesse e
con sentimenti di partecipazione, particolarmente là dove una lucida analisi dei fatti
che si vanno verificando intorno a noi inducono a rafforzare l’impegno che condividiamo. Impegno che consiste nell’operare a tutela di
quei principi e di quei valori
che riteniamo indispensabili
perché una società possa dirsi autenticamente libera, democratica e pluralista.
Il senso di urgenza e di responsabilità che ci accomuna
lo si ritrova, oltre che nella
relazione a questa Assemblea, anche nella mozione pohtica approvata aU’unanimità
Io scorso luglio dai delegati al
Congresso quadriennale
dell’Unione delle comunità
ebraiche italiane. Nella mozione si afferma tra l’altro:
«7) Il Congresso prende atto con preoccupazione che
l’Italia è il primo Paese del
l’Unione europea nel quale
sono entrate e far parte della
maggioranza e del governo
forze che pongono le proprie
radici nel fascismo, o non lo
rinnegano, o considerano irrilevante la pregiudiziale antifascista.
2) Il Congresso constata
che la situazione italiana su-'
.scita allarme a livello europeo, in quanto costituisce un
precedente che può incoraggiare l’affermarsi in altri
paesi di forze che si richiamano ai medesimi principi.
3) Il Congresso constata
che la teoria del revisionismo
storico trova oggi terreno di
legittimazione nel formarsi di
una “zona grigia” in cui sono collocate sullo stesso piano lotta di liberazione e nazifascismo, e quindi democrazia e barbarie.
4) Il Congresso riafferma,
nell’attuale contesto storicopolitico, la responsabilità
dell’ebraismo italiano per la
sua specifica memoria storica. Tale responsabilità deve
concretizzarsi:
- nella difesa dei valori
della Costituzione;
- nella difesa delle libertà
imprescindibili dell ’individuo
e delle minoranze;
- nella riaffermazione co.stante del principio del pluralismo dell’informazione e di
ogni e.spressione culturale;
- nella difesa della laicità
dello Stato e della centralità
Un momento di pausa dei iavori nei
della scuola pubblica;
- nella .salvaguardia della
separazione dei poteri costituzionali quale fondamento e
garanzia della democrazia liberale.
5) Il Congresso impegna il
Consiglio dell’Unione:
- a svolgere, nei suoi rapporti con il governo e con gli
altri organi dello Stato, una
funzione di vigilanza e di proposta affinché non sia consentito alcun compromesso o
cedimento sui valori di democrazia, pluralismo e libertà
che sono alla base della nostra civiltà;
- a collegarsi con quelle
realtà religiose e laiche che
in Italia e all’estero si ispirano ai medesimi principi».
Il collegamento, la sintonia
su temi fondamentali sono
divenuti una costante nei nostri rapporti reciproci. Temi
quali la difesa di una scuola
pubblica laica, pluralista,
aconfessionale e gratuita o la
disponibilità di spazi televisivi adeguati alle nostre esigenze e non confinati nelle
ore notturne come continua a
avvenire; temi quali la liberazione del nazifascismo di cui
ricorre il 50° anniversario, e
la resistenza contro ogni forma di prevaricazione e di
violenza, a cui la vostra relazione congressuale fa eloquentemente riferimento; la
solidarietà da voi espressa
ogni qual volta si siano manifestate forme di pregiudizio o
attentati terroristici contro
comunità ebraiche in Italia e
altrove hanno sempre suscitato in noi il piu vivo apprezzamento,
Viviamo in tempi percorsi
da grandi inquietudini e da
non pochi pericoli. Il mondo
contemporaneo è travagliato
da concitate trasformazioni e
da rinnovati problemi di convivenza fra culture e etnie diverse. Nel Medio Oriente, il
progredire pur tra mille difficoltà del processo di pace legittima la speranza di una
convivenza possibile e necessaria, se le parti in causa sa
ilio eh
ano f
iti nor
Uà chi
3;Mi è
!àre la
(%on abl
equalifi
Forse anche noi, incontraii*oi.Hopoi
doci qui oggi, possiamo dar ma ai m
il nostro pur piccolo contribii alo e tut
to al ripristino di una societ too riter
in cui prevalga un’etica rin Ilo delle c
nevata che passi per il rispet ^be ess(
to di quei valori che Isaial Bssimo
Berlin riunisce in un’unici fctì sul
parola: «decency». aismo n
Vorrei concludere rispon- risr
dendo all’invito contenuto tunsolq
nella Relazione del vostro Igenere,
Consiglio a «guardarsi intotJ Wlano,
no, a cercare chi veramente zare em
vuole rigenerare 1 ’ Italia» e la-* ziatìva.
vorare con loro; rispondendti in c
con le parole con le quali si ieriment
conclude la nostra preghiert «Venezi
mattutina e quella serale: pa ÌSuesto
role che esortano a «Letaken B^o il nt
Olam be-Malchut Shaddai», a ¿are avi
risanare il mondo .sotto ilRe-Po delb
gno dell’Onnipotente.
Hanna Franzoi, Maria Vingiani, Hartmut Diekmann
pranno dimostrare il coraggio
della generosità e del compromesso, se le tre religioni
abramitiche sapranno trovare
un modus vivendi malgrado i
livelli crescenti di estremismo
e di fanatismo religioso.
L’Europa rimane un continente a rischio. Il crollo dei
regimi repressivi e l’impetuoso incalzare di eventi di vario
segno hanno fatto risorgere
nazionalismi esasperati e conflitti interetnici. Questi fenomeni hanno determinato mutamenti anche nel ruolo delle
religioni che in alcune zone
calde si sono tramutate da polo di riferimento spirituale in
elemento determinante delle
varie identità nazionali. Co.me possiamo neutralizzare il
virus che intolleranza, razzismo, fanatismo, disprezzo rischiano di inoculare nell’intero continente? È una domanda che grava su tutti quanti
hanno a cuore il futuro della
famiglia umana. In primo
luogo grava sulla comunità
dei credenti, a qualunque fede
appartengano.
Le comunità religiose hanno un compito e un dovere
comune: combattere ogni forma di violenza contro chi
venga recepito come «diverso»; dissociarsi in modo coraggioso e radicale dai conflitti interetnici, prima che
questi sommergano ogni tentativo di pace e di dialogo;
promuovere la collaborazione interreligiosa a difesa dei
diritti fondamentali dell’essere umano.
PROSEGUIRE IL DIALOGO
ECUMENICO
E INTERRELIGIOSO ,
La X Assemblea della Peei
- avendo ricevuto il saluto e udito il messaggio del Consiglio,
ecumenico delle chiese (portato da Fernanda Cdmba), della*
Conferenza delle chiese europèe (portato dal segretario generalai
Jean Fischer), della Conferenza delle chiese protestanti dei paesf|
latini (portato da Monique Ranson), della Commissione ecume**
niM europea per chiesa e società (portato da Gérard Merminod).-,
della Chiesa evangelica in Germania (portato dal past. Rainef |
Kinne), della Comunione anglicana (portato da p. Douglas '
rowTù, della Chiesa di Scozia (portato dal past. David Buie),
cteii a Federazione protestante di Francia (portato da Olivier
eenhMdt),’del Consiglio di chiese cristiane portoghesi (portato
a Manuel Fedro Cardoso), della Conferenza episcopale italiana ,
(portato dal vescovo Sergio Goretti), del metropolita greco-orto^?
aosso m Italia Spiridione (portato da p. Policarpo), del Segreta(os ecumeniche (portato da Maria Vingiani, presiden
A di base (portato da Giovanni Franzoni). non
m altri organismi e comunità cristiane italiane ed estere, a
avendo inoltre ricevuto il saluto e il messaggio deH'Unione delle
comunità ebraiche in lialia (portato da Tullia Zevi, presidente) .
- Si rallegra di tutti questi rapporti è ne ringrazia Dio, che instancabilmente suscita comunione tra le persone e le comunità e
costantemente ne dilata gli orizzonti
- chiede al Consiglio di proseguire e ovunque possibile
intensificare il suo impegno ecumenico. '
te di col
te a live
.fNelt
^ rii
fede n
5
RE 199
11 NOVEMBRE 1994
«
Assemblea Fcei
PAG. 5 RIFORMA
itervista al vescovo Sergio Coretti, presidente del Segretariato Cei per l'ecumenismo
;ti(|arà presto possibile avere anche in Italia
p Consiglio delle chiese cristiane?
UHiauUELE PASCHETTO
ms. Goretti, nel suo saluto all’Assemblea della
•azione delle chiese
^eliche, lei ha parlato
^possibilità di arriva an\n Italia alla costituzione
’Consiglio nazionale deluse cristiane. E solo un
io 0 da parte della Cei
i^ià delineando qualcosa
fe'io in proposito?
la quando sono stato eletjjsidente del Segretariato
Jeumenismo e il dialogo
^0 chiesto perché l’ecujmo fatichi a fare passi
ti nonostante la buona
ità che esiste da tutte le
/'Mi è sembrato di poter
iàre la risposta nel fatto
'ftón abbiamo strutture fisse qualificate di dialogo fra
contras i!.ÌÌo posto questo mio promo dai ema ai membri del Segretaontribt alo e tutti concordemente
I societ imo ritenuto che un Consitica ria (io'delle chiese cristiane poti rispet pbbe essere uno strumento
J Isaial lissimo per fare dei passi
n’unic! aiti sul cammino dell’ecunismo nel nostro paese»,
rispon- G risulta che in Italia vi
ritenuto b solo precedente di quevostré a genere, a Venezia, mentre
5Ì intor- filano forse si potrà rea•amente entro breve la stessa
ia» e là( ziatìva. Come vengono vamdendt itti in ambito Cei questi
quali s; \zrimenti?
eghieti «Venezia ci ha informato
ale: pa- questo suo progetto e ha
Letaken Uo il nostro consenso nel
ddai»,a ìlare avanti questo Consi0 il Re-po delle chiese nell’ambito
atì|erritorio che riguarda
Ila diocesi. Lo abbiamo
fxaggiato come avviadi un cammino che ci
ise portare a vedere quebnsigli anche in altri
!ghi e arrivare poi a un
iiglio nazionale».
Prima di pensare a un
isiglio nazionale non sae forse più opportuno
ìeguire sul cammino degli
menti locali, per valu'é meglio quali siano gli
■ti positivi e le difficoltà
incora esistono a livello
ipporti ecumenici istituii?
indiscutibilmente posi:che questi Consigli ci
|o a livello locale, ma cre■he non siano strumenti
eienti. Il problema ecu®ico non è un problema
lale, dobbiamo farlo diven'6 una questione di livello
OB^onale: se vogliamo arride a forme istituzionalizza® di colloquio dobbiamo farto a livello nazionale».
'.nell’esperienza di Vene® fe diverse confessioni cripresenti nella città so
”Assemblea della federazione ascolta il messaggio
■■
no rappresentate nel Consiglio pariteticamente. Data
l’enorme disparità di forze
tra la Chiesa cattolica italiana e le chiese protestanti e
ortodosse come si potrebbe
prospettare la proporzione
dei rappresentanti delle diverse chiese?
«Il problema si pone perché noi vorremmo evitare il
dialogo con le singole chiese
o le singole persone. Mi sembra una via che darebbe pochi frutti. Importante è arrivare all’accordo con forme
organizzate del mondo protestante, per cui io vedo con
piacere questa Federazione
delle chiese evangeliche qui
in Italia. Mi sembra già un
avviare il dialogo all’interno
del mondo così variegato delle chiese protestanti, sia antiche che nuove.
Per me è secondaria la proporzione dei consiglieri. Non
è un Parlamento che deve votare in base a maggioranze,
qui si tratta di trovare ciò che
il Signore vuole che noi facciamo. Da parte cattoliea non
si starà a ragionare sul noi
siamo maggioranza e voi minoranza, anzi, dovremo ragionare in senso inverso. Proprio
perché siamo maggioranza
abbiamo il dovere del maggior impegno e della maggior
disponibilità: è comunque
una cosa da studiare».
-Quali potrebbero essere le
competenze di questo Consiglio e quali le finalità?
«Qui di campi ne vedo molti; è chiaro che. l’ecumenismo
è una cosa seria, una cosa difficile che dobbiamo anche saper programmare. Io vedo intanto la necessità che su alcuni grandi problemi di attualità
in cui viene coinvolto anche il
pensiero cristiano si arrivi, at
traverso previe discussioni da
fare in questo organismo, ad
assumere come cristiani una
posizione unica. In molti fatti
ci siamo presentati al mondo
profondamente divisi, e ciò a
discapito dell’evangelizzazione. Abbiamo i grandi problemi di attualità che toccano la
vita sociale e culturale, dovremmo cominciare a riconoscerci unitari in alcune cose;
questo Consiglio dovrebbe
avere una dimensione culturale, una dimensione teologica,
una dimensione spirituale,
una dimensione caritativa.
Tutti siamo chiamati ad esercitare la carità verso le fasee
più deboli, perché non possiamo farlo in maniera unitaria?
Il campo è immenso.
E venuto fuori adesso il
problema degli omosessuali: i
cattolici hanno preso una posizione netta, nel mondo protestante c’è chi la pensa in un
modo e chi in un altro e i
mass media hanno giocato su
questa differenza. Prendiamo
i problemi della famiglia: vogliamo la faniiglia fondata sul
matrimonio o altre forme di
famiglia? Sul concetto di famiglia vogliamo vedere se il
Vangelo ci propone una visione unitaria, dopo si sa che
il ruolo della chiesa è diverso
dal ruolo dello stato: lo stato
deve garantire un minimo di
vita decorosa a tutti i suoi cittadini e nessuno può essere
emarginato.
Quindi, per carità, noi siamo contro l’emarginazione di
altre forme di vita familiare
ma equipararle in tutto e per
tutto alla famiglia naturale
fondata sul matrimonio porta
delle conseguenze. Su un problema di così tanta attualità
discusso non solo a livello
italiano, ma europeo e mondiale, come nella recente conferenza del Cairo, com’è che
noi cristiani non possiamo
avere, almeno in alcune linee
essenziali, una visione unita?
In fondo abbiamo tutti la stessa parola di Dio.
Queste cose si possono
concordare con franchezza se
abbiamo un organismo che ci
permette di dialogare, se non
proprio con tutte le chiese
cristiane, almeno con le più
rilevanti: io vedrei bene un
inizio con la vostra Federazione, che già significa avere
una rosa di chiese cristiane
che più 0 meno si ritrovano».
- Nel variegato mondo
evangelico esistono anche
realtà ecclesiali che non si
riallacciano direttamente alla
Riforma, come la Chiesa avventista o le Assemblee di Dio
e altre ancora. Anche queste
denominazioni evangeliche
verrebbero tenute presenti
nell’eventuale costituzione di
un Consiglio?
«Il problema penso che sia
grosso, perché se mettessimo
un rappresentante per ogni
chiesa cristiana arriverenuno
a un Parlamento enorme. Credo che non sia né pratico né
possibile; dovremmo cominciare con le principali denominazioni, restando aperti a
tutti gli altri. Ci sono chiese
nuove che nascono e magari
anche chiese che muoiono. Si
tratta inoltre di cominciare
con quelle che vogliono, perché prevedo anche che alcune
non vogliano iniziare alcun
tipo di dialogo».
- E con gli ortodossi?
«Mi piace che lei abbia fatto questa domanda perché noi
cattolici sentiamo un particolare affetto per il mondo ortodosso, dove troviamo un patrimonio dottrinale quasi
completamente unitario. Le
differenze non sono gravi.
Con loro abbiamo difficoltà
di altra natura, psicologica,
sociale, storica: il momento
che attraversano le chiese
orientali dopo la caduta del
comunismo è difficile e delicato. Forse qualche volta noi
cattolici abbiamo sbagliato,
ma vorremmo fare con gli ortodossi un discorso molto serio e potrebbe essere anche
un dialogo unitario tra cattolici, chiese che nascono dalla
Riforma o in qualche maniera
si collegano ad essa e mondo
ortodosso».
- Un’ultima domanda: come si potrebbe procedere
praticamente per avviare un
processo che portasse alla
istituzione di questo Consiglio?
«Noi come Segretariato per
l’ecumenismo e il dialogo
possiamo dire che la Chiesa
cattolica è pronta a mettersi
insieme per vedere in pratica
come far partire questo organismo di dialogo fra le chiese. Oltre questo non saprei
cosa dire: certo dobbiamo
studiare temi dove possiamo
trovare più facilmente l’unità
per passare poi anche ai nodi
più complessi. Deve essere
un cammino di avvicinamento rispettoso, di conquista un
po’ della verità; vedo anche
con molto interesse questo
nuovo congresso delle chiese
europee che sarà il Basilea 2
che si terrà nel ’97 a Vienna e
avrà probabilmente come tema “La riconciliazione, dono
di Dio, fonte di vita”. La
Chiesa cattolica è disponibile,
i modi sono ancora tutti da
studiare e da inventare: io vedrei bene un’adesione di questa Federazione, potrebbe già
significare mettere in moto
un’organizzazione concreta».
PER UNA VISIONE
ECUMENICA
E PLURALISTICA
DEL CRISTIANESIMO
La Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, riunita nella sua X Assemblea dal 29 ottobre al 1° novembre 1994 a Santa
Severa, ricorrendo la data del 31 ottobre giorno in cui la cristianità evangelica del mondo intero ricorda e festeggia la nascita
della Riforma protestante del XVI secolo e del vasto processo di
rinnovamento cristiano che ne è seguito
- esprime la sua gratitudine a Dio per aver suscitato la Riforma e si dichiara in comunione con tutte le realtà cristiane che ad
essa si richiamano
^ riafferma la sua convinzione che, grazie alla Riforma, il cristianesimo si è arricchito di una nuova espressione e articolazione, oggi presente e operante in forme diverse in tutto il mondo, al servizio dell’Evangelo della grazia di Dio, libera e incondizionata
- ribadisce la sua volontà ecumenica, cioè il suo desiderio di
incontrare, dialogare, collaborare e attuare le forme di comunione possibile con tutte le realtà cristiane presenti in Italia e nel
mondo nel nome del comune Signore Gesù Cristo, unico
mediatore tra Dio e l’umanità
- auspica che anche in Italia si faccia sempre più strada una
visione ecumenica e pluralista del cristianesimo chiamato, nelle
su^ diverse forme, a testimoniare l’Evangelo e a viverlo in un
clima di rispetto, fiducia e fraternità, per la gloria di Dio e al servizio del prossimo.
Decennio di solidarietà
delle chiese con le donne
L’Assemblea, in continuità con gli atti approvati dalle
precedenti Assemblee,
- considerata l’importanza teologica e umana del progetto
ecumenico del «Decennio delle chiese in solidarietà con le
donne»
- consapevole delle possibilità di involuzione che la congiuntura socio-politica attuale comporta per le donne
- raccomanda al Consiglio di seguire con attenzione questa
tematica al fine di un suo più chiaro proponimento alle singole
chiese che le coinvolga in un percorso autocritico relativo alla
teologia e alla conduzione delle chiese stesse; nonché al ripensamento delle strutture della società che producono violenza e
discriminazione contro le donne
- chiede al Consiglio di coordinare e proseguire il lavoro già
avviato in diversi ambiti mediante una commissione che si tenga in stretto contatto con le chiese locali.
Continuare il sostegno al
mensile Confronti
L’Assemblea della Federazione
- esprime apprezzamento per i risultati conseguiti dal mensile Confronti sul piano della programmazione editoriale, dei
risultati finanziari e delle iniziative culturali connesse alla
pubblicazione
- ritiene che nell’attuale fase culturale e politica la rivista
possa giocare un ruolo importante sul piano dell’affermazione
di valori di pluralismo delle fedi e delle culture, del dialogo,
dell’impegno ecumenico nella linea del processo di giustizia,
pace é salvaguardia del creato
- impegna il Consiglio a rinnovare il sostegno alla rivista
nella forma della disponibilità di un tempo parziale per la direzione
- impegna il Consiglio a promuovere la conoscenza e la diffusione della rivista a partire dalle chiese della Federazione.
Nuovo Innario: cantate
all'Eterno un cantico nuovo
L’Assemblea, riconoscente per il lavoro svolto dal Grume
(Gruppo per la musica evangelica) e in particolare per la raccolta «Cantate all’Eterno un cantico nuovo», chiede al Consiglio
- di promuovere nel prossimo triennio un incontro nazionale
di operatori nel campo della musica evangelica
- di promuovere l’istituzione di un osservatorio musicale
permanente con compiti di raccolta e di proposta
- di studiare la possibilità di istituire, in collaborazione con
le chiese membro della Federazione, un ministero diaconale
per la musica, eventualmente su base regionale
- auspica che la Facoltà valdese di teologia ripristini l’insegnan)ento dell’innologia e della musica evangelica.
Lavorare per la pace,
la giustizia e per l'ambiente
L’Assemblea, facendo propria la relazione della Commissione studi, ne approva il piano di lavoro che assume la proposta di «resistenza» culturale e teologica contenuta nella Relazione del Consiglio nel senso di «dare una nostra interpretazione della crisi morale dell’Italia» e di precisare lo specifico
contributo del pensiero protestante su questioni come la democrazia, il lavoro, l’etica pubblica, la giustizia, la pace e la
salvaguardia del creato.
6
PAG. 6 RIFORMA
®MBLEA
VENERDÌ 11 NOVEM^^
il gruppo più affollato dell'Assemblea è stato quello dedicato a «Essere chiesa insieme»
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Il diritto di
Il «problema stranieri» è il nostro problema
ADRIANO BERTOLINI
Il gruppo che ha discusso
del Servizio rifugiati e migranti ha ragionato secondo
una chiave di lettura che ha
improntato anche gli atti: la
presenza di stranieri nelle nostre società ci richiede un rovesciamento di orizzonte,
cioè invece di pensare al
«problema stranieri» dobbiamo riconoscere che il problema è nostro. In che senso?
Per capirlo dobbiamo ricordare che il gruppo ha riconosciuto la necessità di un nostro intervento politico sulla
questione migranti.
Questo di fronte a una situazione generale che arriva
alle posizioni estreme del ministro della Difesa che si propone (in un discorso a E1 Alamein) di risolvere con i suoi
strumenti specifici il «problema stranieri». Soprattutto, i
membri del gruppo hanno rilevato che si inasprisce l’insofferenza nel quotidiano
(certo, accanto a manifestazioni di solidarietà), che la
gente parla con disinvoltura
di «allontanamento degli extracomunitari»: atteggiamenti
che ci fanno un po’ orrore,
ma che dobbiamo avere il coraggio di analizzare.
Allora il problema è il nostro, perché con questi atteggiamenti (anche dentro di
noi) siamo confrontati ogni
giorno, perché ciò che si vuol
negare con «spirito forte» ai
migranti (diritti di cittadinanza, diritti costituzionali, diritti
umani), se tolto a loro potrebbe essere tolto anche a noi, in
quanto si tratta di diritti di
tutti. Questo anche nel senso
che, dopo la fase della prima
accoglienza, c’è tutta una serie di modalità di intervento
ulteriore, una seconda fase di
accoglienza, in cui si pone il
problema di garantire al mi
Un Centro
per Tevangelismo campano
Le chiese evangeliche sono ormai multietniche. Nella foto il gruppo musicale angolano della Chiesa battista di via Foria a Napoli in occasione della manifestazione «Lode dei popoli»
granfe casa, salute, inserimento scolastico dei figli e
mille altre cose ancora,
«Essere chiesa insieme» ci
spinge a riflettere sulla presenza di credenti stranieri nelle nostre chiese, sul modo in
cui valorizzare i loro doni e
ad acquisire la consapevolezza che probabilmente dovremo accettare insieme un processo di cambiamento. Il processo, che dà già risultati interessanti in alcune realtà, appare ancora in una fase iniziale;
e se non possiamo certo rilevare un atteggiamento razzista nelle nostre comunità,
queste devono essere «educate» a comprendere, nel concreto di momenti di incontro
con persone migranti, la molteplicità di gesti, canti, parole
e atteggiamenti propri delle
diverse culture.
Per i diritti di cittadinanza
La X Assemblea della Federazione, ritenendo che
- debba essere svolta, a livello nazionale e locale, un’azione
incisiva sul piano politico a sostegno dei «diritti di cittadinanza» dei migranti, nella convinzione che i diritti che sono
messi in discussione non riguardano una componente specifica
della società italiana ma sono diritti di tutti
- debba essere ripreso e intensificato il processo «Essere
chiesa insieme», significativo ma ancora oggi a uno stadio iniziale, anche attraverso una sensibilizzazione delle comunità alla pluralità di culture, che le spinga a riflettere sui propri stili di
vita e sulla liturgia
- debba essere colta dalle comunità la possibilità di
partecipare, sulla questione dei migranti, alla discussione e
all’elaborazione di leggi e normative
- debba essere rafforzato il rapporto tra servizio e realtà locali
dà mandato al Consiglio di seguire lo sviluppo delle linee
prima esposte; al Servizio di proseguire nella linea finora portata avanti; agli altri Servizi (Sie e Nev) di studiare le possibili
sinergie e tutti gli aspetti in cui sia possibile un loro specifico
contributo.
Chi conosce oggi gli stati
da cui provengono, o le etnie
a cui appartengono i fratelli e
le sorelle stranieri, magari
membri delle nostre chiese?
E chi può ragionevolmente
dire che esiste una conoscenza diffusa, nella società ma
anche tra noi, delle cause
dell’emigrazione? Per intervenire su un insieme di questioni così complesse sono
necessari strumenti (si veda
l’atto sui locali), e non è sufficiente avere singoli referenti
regionali del Servizio, ma è
necessario che a essi si associno gruppi che li coadiuvino.
Tra gli stramenti di lavoro, il
gruppo ha inteso valorizzare
il Bollettino Srm, che riporta
informazioni legislative e
analisi delle politiche migratorie. Sia attraverso questo
mezzo sia attraverso quanto
pubblicato dal Nev e da Riforma è possibile alle chiese costruire prese di posizione e
orientamenti su fatti rilevanti,
da spendere in ambito locale;
così come è opportuno proporre progetti e partecipare
alla discussione legislativa
anche in ambito comunale o
regionale. Un esempio in
questo senso ci è stato offerto
da alcune esperienze, tra cui
quella del Convitto valdese di
Villar Perosa, che ha presentato alla Regione Piemonte
un progetto di accoglienza,
approvato nel giugno scorso.
In tutto il lavoro del gruppo
si sono intrecciate analisi e
testimonianze che hanno dato
la misura di quanto sia lo spazio per partecipare e incidere;
molto coinvolgente è risultata
la testimonianza sul lavoro
svolto a Napoli, dove è stato
avviato il programma «Lode
dei popoli», di incontri e studi biblici per la conoscenza
tra credenti di diverse culture.
La chiesa ispano-americana
di Genova, presente in Liguria con la sua animazione musicale dei culti, è un’altra forma concreta di presentazione
dell’«Essere chiesa insieme».
Alla luce di questa fattiva
speranza, da parte del gruppo
e di tutta l’Assemblea, è stata
infine rilevata l’importanza
del lavoro del Servizio, in cui
operatori e operatrici hanno
dato prova di sensibilità e di
impegno.
L’Assemblea della Fcei
- richiamando l’atto 29 della scorsa Assemblea, nel qual
individuava nel Villaggio di Monteforte una «realtà frutto di
presenza e della testimonianza evangelica svolta in questi'^^
nell’area terremotata» e «un’espressione esplicita dello sn '
unitario che indica all’evangelismo italiano un concreto o
mino comune»
- riconoscendo che queste due caratteristiche specifiche
sono venute meno nel trascorso triennio ma hanno invece ri
vuto un certo sviluppo e approfondimento '
- grata al Signore per l’apertura, impensabile fino a pni
tempo fa, di un dialogo con chiese e movimenti evangelici d
la Campania riconosce nel Villaggio *
a) un luogo nel quale, terminata l’emergenza terremoto e n«
manendo tuttavia una serie di gravi problemi sociali, è possib
agire in vista di una ricostruzione di situazioni umane distrui
(per esempio con ex detenuti o persone in libertà vigilata)
b) un punto di incontro, aggregazione e formazione per
chiese evpgeliche federate della Campania e delle regioi
limitrofe, in vista di una testimonianza unitaria all’Evangelo
c) un laboratorio nel quale sviluppare il dialogo con movi
menti evangelici e chiese non membro della Federazione *
d) uno spazio aperto per credenti, gruppi e forze sociali imi I
pegnate nella ricerca di una fede più autentica e nella costnt il
zione di una società più giusta.
L’Assemblea invita pertanto il Consiglio
- a verificare, in collaborazione con il Comitato, i modi el¡
forme attraverso i quali tali indirizzi potranno essere perseguii
e ad operare di conseguenza, esercitando un controllo annua! *
sull’andamento del progetto e sull’equilibrio del bilancio ^
- a presentare aUa prossima Assemblea un rendiconto che in»»
dichi i punti essenziali del progetto, una sintesi dell’attiviti »
svolta, un bilancio consuntivo e uno preventivo.
L’Assemblea rivolge un particolare ringraziamento a Giann
Sagripanti che, insieme alla moglie Antonella, ha con intelli
genza, dedizione e sacrifici personali condotto la gestione de
«Villaggio».
Per la libertà religiosa
in Albania
L’Assemblea
- saluta le chiese cristiane della vicina Albania, e in particolare le chiese battiste e quelle ortodosse, alle quali si sente li
ta da recenti progetti di reciproca conoscenza e di visite
- informata che il progetto di una nuova costituzione delio
stato albanese contiene norme che prevedono forme repressive
deH’attiyità religiosa e pesanti ingerenze nella gestione interna
delle chiese a maggiore diffusione, contraddicendo così nella
sostanza le affermazioni della laicità dello stato e della separazione fra stato e chiesa che sono pure contenute in tale progetto
- esprime solidarietà alla Chiesa ortodossa d’Albania, colpita )
in particolare da tali limitazioni della libertà religiosa che, tra
l’altro, impediscono lo scambio ecumenico -,
- auspica che il suddetto progetto costituzionale sia modifi- |
cato con la eliminazione delle norme contrarie ai principi deUa**^
libertà religiosa, quali sono sanciti in vari documenti intemazionali a cui anche la Repubblica d’Albania ha aderito
dà mandato al Seggio di trasmettere il presente atto alle
chiese sorelle e alle competenti autorità dello stato albanese.
Rete di corrispondenti
L’Assemblea ritiene che per una maggiore efficacia del lavoro svolto dal Srm occorra potenziare la rete dei corrispondenti a
livello regionale e locale, in grado di raccogliere le indicazione
del Srm stesso e di offrire al Srm il riscontro necessario sulla
base delle diverse esperienze locali.
Invita pertanto il Consiglio, il Srm e i corrispondenti di zona
ad attivarsi per mettere in cantiere gruppi di accompagnamento, consulte zonali, gruppi di lavoro che possano coadiuvare i
corrispondenti di zona nel loro delicato lavoro e promuovere
progetti e azioni a livello locale.
La Fcei si allarga alla grancie realtà delle chiese pentecostali libere
Ammesse quattro organizzazioni di chiese
L’Assemblea ha accolto
quali nuovi membri tre
chiese pentecostali e l’antica chiesa elvetica di Trieste, le cui radici affondano
nel XVI secolo, affermandosi così come luogo di incontro fra le antiche chiese
stòriche e l’effervescenza
delle comunità formatesi
in tempi recenti (Luciano
Deodato in prima pagina).
Missione cristiana
Locali più ampi
L’Assemblea, informata delle carenze che si notano nella
di.sponibilità di locali idonei per gli uffici della Federazione, e
in particolare della difficoltà che incontra il Srm a gestire
contemporaneamente, negli stessi spazi, il servizio di a,scolto e
le iniziative di ordine politico e culturale che competono al
Srm, incoraggia il Consiglio a studiare e mettere in opera gli
accorgimenti necessari a facilitare, nell’immediato e in prospettiva, un’organizzazione e un lavoro adeguati alle crescenti
responsabilità del Srm stesso.
L’Assemblea procede alla
votazione sulla domanda di
ammissione di Missione cristiana. L’Assemblea accetta
la domanda di ammissione.
Pertanto Missione cristiana
diventa membro effettivo della Federazione delle chiese
evangeliche in Italia.
munità evangelica di confessione elvetica diventa membro effettivo della Federazione delle chiese evangeliche in
Italia.
Comunità evangelica
di confessione elvetica
L’Assemblea procede alla
votazione sulla domanda di
ammissione della Comunità
evangelica di confessione elvetica di Trieste. L’Assemblea accetta la domanda
di
ammissione. Pertanto la Co
Chiese pentecostali libere
di Cinisello e Garbagnate
L’Assemblea procede alla
votazione sulla domanda di
ammissione delle Chiese
pentecostali libere di Cinisello e Garbagnate. L’assemblea accetta la domanda
di ammissione. Pertanto le
Chiese pentecostali libere di
Cinisello e Garbagnate diventano membro effettivo della
Federazione delle chiese
evangeliche in Italia.
Chiesa evangelica
«fiumi di vita»
L’Assemblea procede alla
votazione sulla domanda di
ammissione della Chiesa
evangelica «fiumi di vita».
L’assemblea accetta la domanda di ammissione.
Pertanto la Chiesa evangelica «fiumi di vita» diventa
membro effettivo della Federazione delle chiese evangeliche in Italia.
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Alcuni membri dei Consiglio uscente
Favorire la conoscenza proca conoscenza
reciproca
L’ Assemblea della Fcei,
riunita a Santa Severa dal 29
ottobre al 1° novembre 1994,
raccomanda al Consiglio di
- favorire, con interventi
diretti o tramite gli esecutivi
delle chiese membro, la reci
già ne facevano parte
predisporre strut
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(commissioni ecc.) atti
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chiese di nuova ammissid*’
alla vita della Fcei.
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Angrognu ha un nuovo posto tappa della Grande traversata delle Alpi; la ristrutturazione della scuola Beckwith di
Serre Malan consentirà di rafforzare un percorso ad anello
nelle valli valdesi che negli ultimi anni si era un po’ perso. E
la riscoperta di un modo soft di fare turismo che coniuga
amore per la natura, voglia di conoscere la civiltà e la vita di
una regione con spese contenute. Ad Angrogna da diversi
anni si sta lavorando sul recupero dei sentieri, un analogo
progetto sta per realizzarsi in tutta là vai Peliice. La nascita
di questo piccolo posto tappa si colloca in questa linea; si ha
notizia che anche alla Sea di' Torre Peliice si stia pensando
alla riapertura della vecchia stazione della seggiovia abbandonata: è il recupero di un turismo di media altitudine che
non richiede particolare abilità. Per Angrogna sono intervenuti il Comune, la Regione e la Comunità montana, in tutto
circa 40 milioni per avere quattro posti Ietto e un cucinotto.
VENERDÌ 11 NOVEMBRE 1994
ANNO 130 - N. 43
Non ricordavo di esservi
più entrato dal giorno del
mio sermone di prova e ora
che sono pastore della comunità in cui si trova mi capita
ogni tanto di accompagnarvi
turisti e curiosi; parlo del tempio del Ciabas, che mi ispira
queste piccole annotazioni.
Un tempio che già dal nome
(in patuà «ciabas» significa
grossa casa, senza pretese) esprime un progetto: per il cristiano di fede riformata la
grandiosità della fede che lo
anima non si riflette nei suoi
edifici di culto. Anzi T edificio di culto ha un compito puramente e totalmente funzionai: dare ricovero alle persone
che in esso si ritrovano per lodare il Signore. È per questo
che sin dagli inizi si preferì
UN LUOGO NON SACRO
IL TEMPIO
CLAUDIO PASQUET
LIRE 1300
adottare il termine «tempio»
per indicare la costruzióne, e
«chiesa» per indicare le persone che in esso si ritrovano
per tenervi il culto.
Poi vennero altri tempi storici, si costruirono templi più
«maestosi» forse per rispondere all’esigenza di maggiore
visibilità di una chiesa che si
affacciava all’Italia. Ma quello che non si affermò mai fu il
principio che il tempio sia un
luogo sacro, nel quale si possono tenere esclusivamerrte
assemblee cultuali. E così i
templi furono anche luoghi di
assemblea, scuole, sale di
conferenza e ultimamente,
spesso, luoghi dove si tengono dei concerti. Qui nascono
però dei problemi, alcuni vorrebbero fare una differenza
fra musica e musica, fra cose
che si possono eseguire in un
tempio e cose che non si deb
bono eseguire. Non credo si
possano dare regole generali,
è compito di ogni chiesa locale vigilare affinché l’uso del
tempio corrisponda alle esigenze di testimonianza e di
servizio a cui siamo chiamati.
Tuttavia è importante che
non si facciano diventare i nostri luoghi di culto dei luoghi
sacri; essi possono e devono
rispondere a più esigenze, anche le più disparate, della comunità locale. Esiste un solo
modo per renderli sacri: partecipare al culto domenicale,
quando la comunità dei credenti si ritrova; ed esiste un
solo modo per dissacrarli veramente: disertare la comunità
dei credenti quando si ritrova
per lodare il Signore e chiedergli di vegliare su di noi.
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Regione Piemonte
Acquedotti
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f La giunta regionale ha àpeprovato un disegno di legge
liche potrebbe mutare radicalimente la gestione degli ac• quedotti piemontesi nei prossimi anni. «In applicazione
della legge “Galli” - ha detto
T’assessore regionale alla Pianificazione e gestione risorse
idriche. Mercedes Bresso occorre arrivare a un riordino
delle risorse idriche di tutta la
regione attraverso la creazione di un sistema integrato per
gli usi civili». In sostanza si
vorrebbe elevare decisamente
il livello dei servizi di acqua
potabile e di quello fognario.
In Piemonte esistono infatti
centinaia di acquedotti, più o
Bieno piccoli, gestiti da privati, dà Comuni o da consorzi
L di cittadini. Sulla base del disegno di legge si verranno a
t individuare nella nostra re^■gione 11 ambiti territoriali,
I dotati di presidente ed esecutivo; per il Pinerolese si preivede un unico ambito con
l’alta valle del Po. Per arriva'Te a questi ambiti la Regione
Ila tenuto conto di alcune lit.nee indicative e in particolare
Lil superamento della fram||inentarietà delle gestioni con
¡11 conseguimento di adeguate
|dimensioni, pur nel rispetto
[dell’unità di bacino.
Fra i risultati attesi della
"•nuova delimitazione ci sono
■' ùn miglioramento della qualità deir acqua potabile, ga"’‘ìntendo un’equità dei costi
?ur tendendo a un regime tapHffario omogeneo; nel frattempo sarà necessario repetire le adeguate risorse per inyestimenti sugli impianti che
Iti certi casi non paiono rin'’inbili. Con i nuovi ambiti
territoriali si potrà pensare
nnche a una rete a livello di
">ngoli bacini per quanto concerne lo smaltimento delle
®cque. «Un atto dovuto - dice
^cora Bresso - per razionalizzare il sistema ed evitare
ineconomie e inefficienze».
Si beve soprattutto per problemi esistenziali, ma è alto il numero di bar e osterie
Quanti sono i bar sotto casa nel Pinerolese?
PIERVALDO ROSTAN
La montagna e l’alcol: un
binomio che sembra sempre più stretto se è vero che
proprio nelle zone alpine c’è
la massima concentrazione di
alcolismo. Alla base del fenomeno ci sono molte problematiche, solitudine, difficoltà
a trovare lavoro, scarsa cultura; e poi ci sono le tradizioni e
le occasioni: bere è un modo
di socializzare, di stare insieme, sembra a volte che anche
l’amicizia si rafforzi con un
bicchiere di vino.
È ben vero che in molti casi
si beve anche in casa, da soli
(e il fenomeno pare riguardare
in particolare le donne), ma le
occasioni offerte dai bar sono
certamente le più visibili; rna
quanti sono i punti di vendita
di prodotti alcolici nelle vallate e nel Pinerolese?
La nostra ricerca è stata fatta su tutti i Comuni delle due
Comunità montane (vai Peliice e valli Chisone e Germanasca), su Pinerolo, San Secondo e Prarostino; il totale, fra
bar, ristoranti, birrerie e trattorie-bar ammonta a circa
320, un punto di vendita di alcolici ogni 300 persone residenti. La media più alta è a
Torre Peliice: 29 esercizi per
circa 4.800 abitanti, dunque
un punto di somministrazione
ogni 170 abitanti ma, a parte
Massello dove c’è solo una licenza, stagionale, anche tutti
gli altri piccoli centri hanno
due o tre bar-trattorie; fa eccezione Pramollo, con un solo
ristorante a parte gli impianti
della Pro Loco utilizzati per
feste e sagre. È cambiata la tipologia dei bar; sempre meno
troviamo il classico «ostu»
dove si riunivano gli avven
tori magari e soprattutto nelle
sere del giorno di mercato; il
bar insomma ha più «stile»
oppure ha, almeno sulla carta, il ruolo di trattoria; nel
frattempo è aumentato il numero di chi beve a casa.
In questa situazione si
muovono da una decina di
anni i Cat, club alcolisti in
trattamento, tre in vai Peliice,
due in vai Chisone, altri a Pinerolo e nei Comuni dell’Ussl 44. È un tentativo di risposta di gruppo al problema con
l’aiuto di chi dall’alcol è già
passato e dei propri familiari
proprio perché dal problema
se ne esce insieme, solo affrontando apertamente la
realtà. Certo in molti casi, lamentano gli operatori che le
singole Ussl hanno messo a
disposizione dei Cat, è difficile superare la barriera dell’ammettere la propria condizione ed «esporsi», ma quando il primo passo è stato fatto
altre prospettive si possono
concretizzare.
Al Cat di Torre Peliice si
sta avviando, ad esempio, una
proposta operativa concreta:
avviare un laboratorio di restauro libri e legatoria. «Abbiamo chiesto al Comune un
locale - spiega Giorgio Capello - dove installare le macchine; vorremmo organizzare
un vero e proprio corso di formazione per dare la possibilità ad alcune persone di imparare questo mestiere; naturalmente ci servirebbe anche
un contributo economico per
avviare l’attività e in questo
senso abbiamo trovato molte
resistenze». Proprio da piccole esperienze di lavoro artigiano si sono sviluppate importanti occasioni di recupero a
una vita completa di ex tossicodipendenti 0 alcolisti.
Nel 1929 due brillanti studenti di 2“ liceo classico. Renato Tamietti e
Francesco Graziadei, presero T iniziativa
di pubblicare, al ciclostile, un giornaletto,
«soi-disant» letterario. Fin qui nulla di
male, diciamo ora; numerosissime scuole, dalle elementari in su, hanno il loro
giornaletto di classe. D’altra parte, al
Collegio, vi era un precedente del secolo
scorso: la Società letteraria La BalzigUa.,
formata dagli studenti , aveva pubblicato
(nel 1862-63), un suo «foglio mensile».
Ma nel 1929 eravamo in pieno periodo
fascista, anno VII E.F., come si doveva
obbligatoriamente stampare accanto alla
data in tutte le pubblicazioni, e il fatto di
pubblicare senza autorizzazione un periodico comportava gravi sanzioni penali.
Comunque l’iniziativa fu accolta favorevolmente e anche due professori sottoscrissero un abbonamento (ben 6 lire annue); dopo i due primi numeri letterari,
si trovò più divertente fame un giornaletto satirico, di presa in giro degli studenti
IL FILO DEI GIORNI
UN « FOGLIO»
STUDENTESCO
OSVALDO COÌSSON
e dei professori. Della cosa però furono
avvisati i due professori che girarono i
loro abbonamenti uno alla moglie e l’altro alla figlia.
La stampa avveniva in Convitto o in
casa di qualche studente collaboratore. Il
titolo, «Lo Studente che va in giro», è
ispirato a una nota canzone, il sottotitolo
«quasi quindicinale di Strapaese» era
preso da una espressione di moda allora
e ormai dimenticata: Strapaese contrapposto a Stracittà. Segue il verso orazia
no: «Nunc est bibendum...», poi il prezzo
espresso in «Baiocchi» e il numero progressivo. Nessuna indicazione di data.
La pubblicazione andò avanti per 13
numeri, suscitando un certo interesse anche fuori del clan studentesco, presso genitori e amici che si divertivano a leggere le prese in giro dei professori, tutte
persone molto note in paese tanto che,
quando scoppierà la «grana», ricordo
una frase infuriata del preside: «E pensare che di questo foglio ci sono oltre 600
copie (la tiratura era di 40-50 copie per
numero) nelle mani delle pettegole di
Torre Peliice!».
Il prof. Coìsson cita poi i suoi vecchi
appunti, ricordando la lettera ricevuta
dal preside perché chiuda il giornale,
rindagine fra gli studenti per individuare il direttore: tra i convocati in presidenza Giovanni Coìsson, Roberto Comba, Davide Cielo, Riccardo Jouve e l’autore stesso.
(da «La Beidana» n. 14, pp 44-53)
¡N Questo
Numero
Maltempo
Molti timori ma alla fine
i problemi per le Valli e
per il Pinerolese sono stati
contenuti: il maltempo abbattutosi sul Nord Italia
non ha portato alle conseguenze pericolose di cui
ancora sopravvive un ricordo tragico legato all’alluvione del 1977. Occorre
tuttavia mantenere sempre
alto il livello di attenzione
sull’assetto idrogeologico
del territorio.
Pagina II
Mattatoio
L’allevamento di bestiame destinato alla macellazione rappresenta un’attività di una certa consistenza nel Pinerolese; occorre
però potenziare le prestazioni degli impiantirti macellazione e per questo
l’Ascom ha cercato di riunire amministratori e macellai: una proposta sarebbe quella di creare un’unica struttura (a Cavour?)
per tutto il bacino del Pinerolese.
Pagina II
Eccidio del Ticiun
Cinquanf anni fa venivano sorpresi e uccisi i parti
giani nascosti in una baita
al Ticiun di Pramollo: una
pagina di storia su cui solo
da poco si è potuto fare
piena luce, e che sarà ricordata con una corame
morazione ufficiale.
Pagina III
Cultura a Pinerolo
Mostre, incontri e dìbat
riti hanno caratterizzato la
manifestazione «Guardare,
ascoltare, conoscere», or
gani^zata dal Comune; un
buon numero di visitatori
ha «invaso» le sale de:i
musei cittadini e un pub
blico partecipe ha seguito
conferenze e lezioni.
Pagina III
8
PAG. Il
Val Chisone: il ponte Palestra, vicino a Porte
Cronache
CASA PER ANZIANI A PRAROSTINO: OK DALLA REGIONE La giunta regionale del Piemonte ha approvato
il progetto esecutivo di otto residenze sanitarie assistenziali
per anziani non autosufficienti per un investimento che supera globalmente i 53 miliardi; fra queste strutture vi è anche quella prospettata a Prarostino: ci saranno 60 posti letto.
RACCOLTA FUNGHI — Una circolare del presidente Brizio
e dell assessore all Ambiente Marmo fornisce alcuni chiarimenti circa la raccolta funghi dopo la legge quadro nazionale dell’anno scorso. Permane l’obbligo di ottenere il rilascio
di un tesserino da parte delle Comunità montane; la raccolta
può avvenire sul territorio che non ha particolare valenza
ambientale (fuori dunque le riserve, parchi e oasi naturali); i
possessori di terreno hanno facoltà di escludere l’accesso ai
cercatori dotati di tesserino di raccolta. Il peso dei funghi
non dovrà in ogni caso (dunque anche per chi ne fa fonte di
reddito) eccedere i 3 kg al giorno.
TELf rONINI MUTI IN VAL GERMANASCA — Buona
parte della vai Germanasca, chiusa fra le montagne, finisce
per essere preclusa al segnale dei telefoni cellulari: non c’è
inatti un ponte che consenta di coprire quest’area. Anche ñ
sindaco di Frali, Franco Grill, è intervenuto ricordando che
il cellulare in montagna è uno strumento di collegamento in
molti casi indispensabile; in questo senso è in atto una raccolta di firme fra la popolazione.
MEZZO MILIARDO DALLA REGIONE PER LA CAVALLERIA — La Regione Piemonte ha deciso di stanziare mezzo miliardo per la scuola nazionale di cavalleria di
Pinerolo; serviranno per l’acquisto del terreno dai privati. È
un primo passo importante: si attendono ora gli interventi
più propriamente sul piano sportivo.
MALAN SUI CONTRIBUTI AGRICOLI — Il deputato Lu
ciò Malan, eletto nel Pinerolese nella lista della Lega Nord
che ha recentemente abbandonato, ha presentato un’interrogazione al fine di ottenere dei chiarimenti sulle responsabilità delle truffe che nel corso di questi anni sono state messe
in atto ai danni del Servizio contributi agricoli unificati
(Scau). «Aziende con 600 dipendenti, di cui 590 in maternità, falsi braccianti, sono costati allo Stato più di 9.000 miliardi», afferma Malan.
LA CASA: UN SOGNO, UNA SPERANZA, UN DIRITTO
— E apparso in questi giorni un manifesto curato dagli assessorati alla Cultura e ai Servizi sociali sul problema della
casa. A vincere il premio è stata Anna Maria Giardino; la
campagna vuole richiamare l’attenzione di tutti i cittadini al
fondamentale diritto alla casa.
VAL TRONCEA: UN PREMIO PER L’AMBIENTE —
L’associazione Amici del parco della vai Troncea ha istituito i premio «Giglio d’oro». Il riconoscimento viene consegnato a chi si sia distinto particolarmente nella difesa
dell’ambiente e del territorio delle sue vallate. Domenica 13
novembre in via Giolitti 7 verrà effettuata la premiazione.
AFRICA, PIÙ O MENO LAGGIÙ... — Ritorna a Pinerolo la
rassegna dedicata alla conoscenza dell’Africa e più in generale legata ai problemi dell’accoglienza dello straniero. Dal
10 novembre al 1° dicembre una serie di manifestazioni farà
riflettere sulle varie forme di razzismo, sulle opportunità di
accoglienza, sulla cultura e sulle tradizioni africane. Del resto a Pinerolo lavorano su questi temi, e da tempo, numerose
associazioni che fanno capo al coordinamento per l’accoglienza allo straniero. Il ricco programma di manifestazioni
prevede sabato 12, all’auditorium di corso Piave, una serata
di danza e teatro dell’Africa e poi tre serate con proiezione,
presso il cinema Ritz, di film africani o haitiani il 17 e il 24
novembre e il 1° dicembre. Concluderà la rassegna un incontro sulla situazione delle donne immigrate, il 29 novembre.
TORRE PELLICE: I POLLI DELLA DISCORDIA — È
arrivata anche una petizione su tavolo del sindaco; un gruppo di cittadini residenti tra via Guillestre e via Guardia Piemontese lamenta che il sindaco e l’amministrazione comunale siano stati negligenti circa la vicenda dell’allevamento
di polli della ditta Orsina che da anni causa periodici fastidi
per l’odore che deriva dall’impianto. In passato era stata
coinvolta l’Ussl che per altro non aveva ravvisato gli estremi per una chiusura. Rispondendo ai sottoscrittori la petizione il sindaco precisa alcuni passaggi dell'a vicenda.
«All’inizio di luglio del 1992 - spiega il sindaco, Armand
Hugon - con un’ordinanza ho revocato l’autorizzazione del
1968 al signor Mario Orsina per l’installazione di un allevamento avicolo e pertanto l’allevamento polli avrebbe dovuto
cessare. Contro la mia ordinanza Orsina ha fatto ricorso al
Tar che ha sospeso la validità del mio atto; il tribunale regionale ha fissato, dopo molte sollecitazioni, l’udienza per il
1 ° giugno. L’udienza c’è stata ma, a distanza di cinque mesi
non si conosce l’esito del dibattimento in quanto la sentenza
non è stata ancora depositata».
E Eco Delle "Iàlli ¥vldìsi
VENERDÌ 11 NOVEMBRP
DÌ 11
Le violente precipitazioni dei giorni scorsi
Un segnale di allarme
PIERVALDO ROSTAN
ulla di importante da
^>1 N segnalare, solo qualche svuotamento di cantine
allagate», questo il commento dal distaccamento dei vigili del fuoco di Pinerolo dopo
la pioggia che per tre giorni è
caduta incessantemente anche sul Pinerolese; ma non è
stata una pioggia battente e
violenta come in altre parti
del Piemonte e dunque gli effetti sono stati fortunatamente contenuti; chi ha temuto il
ripetersi degli eventi calamitosi del maggio 1977 ha avuto modo di rassicurarsi; solo
il ponte Palestre di Porte è
stato chiuso fin dalla sera di
sabato 5 e per tutta la domenica ma già in serata, pressoché terminata la precipitazione, il livello del Chisone e
del Pellice ha cominciato a
scemare.
Qualche danno c’è stato,
ma si è trattato di episodi secondari, almeno rispetto al
Cuneese. A Prarostino la borgata Pagnoni è stata isolata
da due firane per tutta la giornata di domenica; a Torre
Pellice una frana è partita
dalla zona Bescheis intasandó alcuni ponticelli e causando l’allagamento di alcuni
cortili sottostanti, la zona
dell’Inverso Roland! viene
sommersa con una puntualità
sconcertante; ad Angrogna
smottamenti si registrano al
mulino nuovo, sulla strada
dalle Bruere a fondovalle,
massi di considerevole dimensione sono caduti sulla
strada dell’Arvura, un cedimento stradale c’è stato anche alle Sonagliette; la strada
dell’Inverso fra San Germano
Chisone e Porte è stata interrotta per una frana e numerosi smottamenti nella stessa
zona hanno causato disagi alla circolazione; il torrente
Chisola è, ancora una volta,
uscito dagli argini.
Una frana di una certa dimensione ha bloccato per diverse ore la statale del Sestriere in altre parti allagata a
causa della fuoriuscita di alcuni torrentelli e numerosissime sono state le frane di
modesta entità, con materiale
terroso e roccioso facilmente
asportabile: in qualche modo
un po’ tutta la rete viaria periferica, tanto più quando non
asfaltata, ha risentito dell’ondata di piogge.
Se non interverranno altre,
più abbondanti, precipitazioni nel complesso il Pinerolese si è trovato veramente
ai margini dell’evento alluvionale; il fatto stesso che la
sola linea Torino-Torre Pellice, oltre alla Torino-Modane
sia rimasta in funzione fra i
convogli che partono da Torino, testimonia di questa relativa tranquillità. Non c’è
però da stare troppo allegri:
col progressivo abbandono
della montagna le acque
scendono a valle con rapidità
sempre maggiore (che i geologi stimano doppia rispetto a
qualche decennio fa) cariche
di tronchi strappati dalla violenza delle acque; le ferite
portate dalla montagna, l’assenza di cure boschive, insieme a una sempre maggiore
impermeabilizzazione del
territorio possono diventare
causa di disastri di dimensioni incalcolabili. E di vera politica della montagna si continua, al massimo, a parlare.
Iniziative necessarie per l'intensa attività
Un mattatoio comune
per tutto il Pinerolese
L’allevamento finalizzato
alla produzione di carne per
il consumo alimentare rappresenta nel Pinerolese una
voce non trascurabile; c’è
però un problema di strutture
idonee alla macellazione che
già oggi sono carenti e che
entro la prossima primavera
dovranno essere adeguate alle normative della Cee.
Secondo i dettami della
legge dovrebbe esserci un
mattatoio pubblico in tutti
quei Comuni con più di
6.000 abitanti (nel caso della
nostra zona si tratta di Pinerolo, Lusema San Giovanni e
Cumiana); nella realtà ci sono solo strutture private,
spesso piceole e non in regola con le norme europee. Nelle Valli, a parte gli spazi privati di singoli macellai, ci sono i macelli di Chiot dl’Aiga
ad Angrogna e di Pomaretto,
quest’ultimo in fase di
ammodernamento.
I dati in possesso alle Ussl
parlano di un’attività intensa,
soprattutto, ovviamente, a Pinerolo e dintorni: nell’ultimo
anno si sono macellati nelrUssl 44, 15.609 bovini, nelrUssl 42, 421 capi e nell’Ussl 43, 941. Macellare oggi,
dicono i rivenditori, costa da
un minimo di 120.000 a
160.000 lire per capo; si tratta di cifre non indifferenti
probabilmente destinate a salire se le strutture dovranno
essere sempre più adeguate a
norme assai onerose. Davanti
a questi dati nessuno dei Co
muni più direttamente interessati pare muoversi; un macello è costoso da realizzare,
oltre che da gestire; solo Pinerolo pare in prospettiva
dell’idea di costruirne uno,
ma prima occorrerà aspettare
il nuovo piano regolatore.
In questa carenza di iniziative l’Ascom (l’associazione
dei commercianti) ha cercato
di riunire macellai e amministratori locali per valutare le
prospettive. È stato presentato un possibile piano di intervento nel corso di una riunione che ha visto una partecipazione assai ridotta. A Cavour
esiste una struttura utilizzata
come macello che si estende
su un’area di quasi 8.000 metri quadri, comprende una palazzina con alloggio e uffici,
locali per la macellazione; il
tutto sarà posto in vendita
all’asta fra poche settimane a
causa del fallimento della
precedente gestione.
Alla riunione promossa
dall’Ascom di Pinerolo si è
discusso della possibilità dei
macellai di associarsi per
concorrere all’acquisto e poi
alla gestione dell’impianto;
se l’iniziativa andrà in porto
il macello di Cavour potrebbe diventare il punto di riferimento per tutto il bacino pinerolese, senza aspettare l’intervento dei Comuni, offrendo lavoro a 6-7 persone: ma i
tempi sono estremamente ristretti e pochi macellai sembrano disposti a esporsi in
proprio nell’operazione.
Pinerolo
Una mostra
sul naturalista
F. Bochiardo
Verrà inaugurata TU novembre, alle ore 17, presso
palazzo Vittone, una mostra
di manoscritti e disegni di Felice Bonifacio Bochiardo,
speziale e naturalista pinerolese, promossa dall’assessorato alla Cultura e curata dal
dott. Franco Bourlot, farmacista e studioso, in occasione
del bicentenario della morte
dello studioso.
Felice Bonifacio Bochiardo
è una delle figure più interessanti della Pinerolo settecentesca. Discendente da una famiglia Bochard, trasferitasi
dalla Francia in Piemonte intorno al 1300, fu il penultimo
di una dinastia di speziali
operanti nella nostra città
nell’arco di quasi duecento
anni. Nella sua non lunga vita
(1747-1794) si impegnò alacremente in vari campi del sapere, dalle discipline farmaceutiche alla botanica e alla
zoologia, raccogliendo in diversi manoscritti i risultati dei
suoi studi e delle sue esplorazioni nel territorio.
L’erbario da lui raccolto, a
completamento di quello del
nonno Chiaffredo, è andato
purtroppo perduto, ma ci restano i suoi manoscritti, conservati nella biblioteca comunale, che hanno attirato l’interesse non solo di cattedratici
dell’Università di Torino, ma
anche di studiosi stranieri come William Barbey dell’Herbier Boissier di Chambesy
(Svizzera). La mostra (feriali
dalle ore 15,30 alle 18, tranne
lunedì, domenica dalle 10,30
alle 12 e 15,30-18) permetterà di ammirare le riproduzioni fotografiche delle tavole
acquerellate raffiguranti specie botaniche e faunistiche locali che costituivano l’opera
Campo botanico pinerolese, e
l’originale manoscritto del
Bochiardo dell’o-pera stessa,
donata alla biblioteca Alliaudi nel 1868 in occasione
dell ’ inaugurazione.
Ferrovie
ìiTiollO'
L'inglese si puòÌ te
studiare anche |
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Dalla collaborazione tra 1
Ferrovie dello Stato e la scuo.3
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impartite da personale qualifi. fetta pai
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Sarà utilizzato un metodo ere. Nes
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dell’inglese ed essere quindi imase
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9
ì 11 novembre 1994
PAG. Ili
che
mollo: cinquantanni fa venivano sorpresi il comandante Gino e suoi uomini
può| testimonianza resa a una staffetta getta
[lova luce sulteccidio di partigiani al Ticiun
„■iiSMA MARTINA!
I
■ji solitaria baita si erari
riuniti’/ quella capanna
M un fortino/ed in essa
tie tra fe
la scuoizionali.i
Ire è na-i
®ndolarij ìvw-'j- .
gano la «o si sentiva Gino/ Con i
■ iriornini pensava/al gloria cui avrebbe fatto in
¡e ritorno/ e spesso il lor
.¡¡/illuminava/ quando
ilia libera sognava/ Insi sentivan protetti fra
rupi,/ in quel nido
àuila, in quella terra da
fj/Ma un dì qualcuno tese
{¡¡un tranello/ e come lupo
bicfo sbrana l’agnello/
Mnque li hanno vilmente
‘¡¡dati»
jssacrati alle prime luci
’alba deir 11 novembre
l, come dice anche più
Iti la poesia scritta da una
fetta partigiana il giorno
xssivo l’evento. Un ecci^con molti, forse troppi anili oscuri, difficili da conouetodo! ere. Nessuno aveva mai
aentato scontato che cosa era succia lin- sso quel mattino al Ticiun.
sinora iie uomini di sentinella che
/elio in tono salvati non avevano
iniziare sto: uno scappò veloce verndolari liPellenchi caricandosi una
toposti rina sulla schiena per non
•valu- lere riconosciuto e l’altro,
icenza • :ora molto giovane, scappò
corsi di
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30 SUffl.j]
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qualiftadrelinmedia
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imase fino al tardi pome
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elivel- i con il corpo a bagno
ime fi-1 l’acqua del torrente. Il ter1 certi- I, salvo, ex repubblichino,
ilizza- arò e poi scappò. Un quarto
sso ad preso ostaggio, ma quando
tnò non volle mai parlare di
lesto avvenimento.
tViSono solo supposizioni
ifianto successe alla baita,
’oi, inaspettatamente, dopo
6 anni dal fatto, suonò il telino a casa di Lilia Jahier,
istaffetta partigiana di San
irmano Chisone e suonò
iù volte nei periodi successi
rra 19e,
i) mq.
ne, 5
garait.
ärreno
mana.
300 ! giar
le vajiardigevo
Nelle
Chiese
Valdesi
VILLAR PEROSA —
Unioni femminili organano, per il 12 e 13 noi^mbre, presso il convitto,
® incontro di animazione
Kblica sul tema: «Chi è il
vtisto che cerchiamo».
L’inizio è per le 14,30 di
Sìbato; le prenotazioni si
nvono presso Rosanna
wel (tei. 0121-500407).
LUSERNA san GIOVANNI — Domenica 13
Novembre, alla sala Albani si svolgerà un incontro
cei catecumeni del terzo e
Ìuarto anno del primo di^hetto; questo il programore 10, culto, ore
12,30 agape, ore 14,30
Sechi organizzati.
POMARETTO — Sa12 novembre, alle
.nH’ all’Eicolo grando si
heitisce il gruppo che prepara il viaggio in Madaga^ nell’agosto 1996.
Pubblicati gli atti del convegno storico
Peìre Guilhem
trovatore lusernese
La baita del Ticiun come appariva nel 1991
vi. Erano due repubblichini
che avevano partecipato
all’azione che, entrambi gravemente malati, volevano
raccontare prima di morire
che cosa successe veramente
quel giorno al Ticiun.
Lilia Jahier riassume il contenuto di quelle numerose telefonate: «Partirono da Pinerolo che era ancora notte. Erano sette repubblichini, quattro
arrivarono da Torino ma due
erano del posto (San Germano
e Pramollo). Arrivati alle Rue
próseguirono di buon passo, il
loro accompagnatore conor
sceva bene il sentiero. Dovevano arrivare prima che fosse
giorno; lungo la strada incontrarono Eli Sappé, un civile
che andava a lavorare che, vedendoli, si spaventò e tentò di
scappare. Gli spararono e solo
dopo, perquisendolo, si accorsero che aveva tutti i documenti in regola e anche il la
sciapassare, ma ormai era stato ucciso. Proseguirono il loro
cammino: si fermarono vicino
a una roccia proprio di fronte
al Ticiun. Uccisero anche il
partigiano Gino Martinat, preso il giorno prima a Pralarossa, che tentò di scappare; il
corpo decomposto fu trovato
solo nel mese di aprile. Alle
prime luci dell’alba avvistarono una sentinella, un bel ragazzino biondo: avrebbero
potuto ucciderlo, ma il loro
ordine era di prenderli vivi
perché a loro interessavano
soprattutto il comandante e
l’ex repubblichino. La loro
azione era stata silenziosa
perché indossavano scarpe di
gomma, spararono un colpo
vicino alla sentinella, che diede l’allarme e fuggì.
La mitraglia cominciò a
sparare verso l’entrata della
baita mentre altri da sopra
con bombe a mano cercavano
di impedire ai partigiani di
fuggire; appena questi uscirono dalla casa si trovarono circondati. Mancava il comandante e fu loro spiegato che
aveva la febbre; andarono
dentro a prenderlo e lui riconobbe l’accompagnatore e lo
salutò con qualche parola in
dialetto. A quel punto decisero di ucciderli, ne salvarono
uno perché testimoniasse che
erano stati obbligati a ucciderli, anche senza l’ordine, a
causa del riconoscimento.
Dalla borgata Pellenchi,
che dista 500 metri in linea
d’aria, udirono le urla e i colpi. Il comandante Gino fu ucciso per ultimo e prima gli fu
chiesto se preferiva morire lì
oppure a San Germano. Disse
che i suoi uomini non lo avevano abbandonato e quindi
voleva morire con loro. Furono uccisi Gino Bounous, Carlo Gallian, Primo Laurenti,
Pierino Mensa, Alfonso Zacco. Devo precisare che conoscevo Gino, era un padre per
quei ragazzi più giovani, li
sapeva prendere con i suoi
modi di fare umili e leali. Prima di andarsene lanciarono
ancora bombe a mano, poi
scesero a valle. Quelle conversazioni mi portano sempre
alla mente il macabro scenario che si è presentato ai miei
occhi e a quelli della sorella
di Eraldo (Smith, la sentinella
bionda), quando siamo arrivate al Ticiun e abbiamo visto i corpi massacrati di quei
ragazzi».
Una parte in più di quel mistero è stata svelata. La poesia citata all’inizio continua:
«Del lor sangue bagnato il
suolo lontano/ ripete al mondo quel fatto inumano:/ sussurrano tra gli alberi passando il vento/ ed ogni cespuglio
emette un lamento».
OSVALDO COÏSSON
Il 4 e 5 maggio ha avuto
luogo a Luserna San Giovanni un convegno storico internazionale sul tema «Peire
Guilhem de Luserna e lo tems
dals trobaires» e solo nell’ottobre del 1994, a causa del ritardo con cui qualche partecipante ha inviato il testo del
suo intervento, esce in elegante veste tipografica la raccolta
degli atti di questo convegno,
al quale hanno partecipato
studiosi altamente qualificati
provenienti da varie università: Torino, Roma, Montpellier, dal Centro studi piemontesi di musica antica e dal
Centro René Nelli di Villegly.
Edito a cura di Vera Cognazzo e Giuseppe Mocchia di
Coggiola, dell’associazione
culturale Kalenda Maia, il volume (di 187 pagine più 16 tavole fuori testo di cui 5 a colori) apre con il testo occitano, e traduzione italiana in
calce, delle 5 composizioni
poetiche sicuramente attribuite a Peire Guilhem, e con gli
interventi delle autorità.
La prima relazione è in occitano, del prof. Gouiran
dell’Università di Montpellier: «A prepaus de l’esprit de
Sordel» («A proposito dello
spirito di Sordello»; in appendice la traduzione in italiano) sulla componente ironica, comica e sarcastica che
si ricava dal vasto canzoniere
del trovatore Sordello di Goito. Segue uno studio linguistico di Bronzât che ritrova nelle canzoni di Peire Guilhem
tracce tipiche dell’appartenenza del suo linguaggio
all’occitano alpino. A conclusione della prima giornata, un
esame della musica dei trovatori, i generi musicali e gli
strumenti.
Le iniziative culturali di ottobre a Pinerolo
Guardare, ascoltare, conoscere
DAVIDE ROSSO
Autunno nutrito di appuntamenti culturali quello
di Pinerolo. Dopo le giornate
per la valorizzazione dei beni
culturali, tenutesi ad ottobre,
organizzate con il patrocinio
dell’amministrazione comunale giovedì 10 novembre ci
sarà a Pinerolo, all’Auditorium del liceo scientifico, la
presentazione del libro di
Nuto Revelli «Il disperso di
Marburg» con la partecipazione dell’autore.
Nel trarre un bilancio delle
giornate di ottobre vediamo
la manifestazione «Guardare,
ascoltare, conoscere» organizzata dal Comune di Pinerolo prevedeva al suo interno
un carnet ricco di mostre, incontri, dibattiti, concerti e
aveva tra gli altri intenti quello della valorizzazione dei
beni culturali della città.
Le varie iniziative proposte
hanno riscosso un buon suc
cesso, come ha sottolineato
l’assessore all’Istruzione e
Cultura del comune di Pinerolo, Alberto Barbero; per
quanto riguarda l’affluenza di
pubblico sono state molto visitate le varie mostre che i diversi musei cittadini (etnografico, di scienze naturali, di
arte preistorica, la collezione
civica d’arte) hanno proposto
nel corso delle giornate, così
come sono state seguite con
interesse gli incontri che si
sono tenuti nel Salone dei cavalieri nei locali dell’Atp di
Pinerolo (e in cui si è parlato
di storia, di ambiente, di arte
di Pinerolo).
Questi incontri, che erano
aperti a tutti, erano indirizzati
in particolar modo agli insegnanti con l’intenzione di
sensibilizzarli maggiormente
alla tradizione, alla cultura e
alla storia di Pinerolo. Lo
scopo sembra essere stato
raggiunto, molti sono stati gli
insegnanti che hanno parteci
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pato e molte sono State le richieste indirizzate agli organizzatori affinché la serie di
incontri venga ripetuta, e in
effetti pare che in novembre
si avrà una nuova serie di
conferenze.
Il bilancio sembra quindi
essere positivo: gli incontri e
le mostre hanno fatto emergere come Pinerolo sia una
città che ha molto da dire dal
punto di vista della tradizione, della cultura e della
storia e che il suo aspetto culturale è tutto sommato propositivo anche se a volte si ha
l’impressione che questa propositività non sempre sia
supportata da fondi adeguati.
Per quel che riguarda i musei
cittadini forse non si conoscono abbastanza le loro attività: ben vengano quindi iniziative come quella di ottobre
dove i rappresentanti dei musei possono illustrare e fare
conoscere le loro ricerche e
proposte.
La seconda giornata si apre
con la relazione del prof. Provarono su «Peire Guilhem di
Luserna», la cui attribuzione a
Luserna è stata contestata da
alcuni autori che lo considerano di origine provenzale; inoltre non si sa per certo se apparteneva alla famiglia dei Signori di Luserna o se era invece di umile origine, come si
potrebbe intendere da una
poesie. L’autore conclude che
è nobile e che proviene da Luserna. Segue un poderoso studio di Barbero su «11 dominio
dei Signori di Luserna sulla
vai Pellice (secoli XI-XIip».
Studio che completa e aggiorna il classico lavoro di Rivoire «Storia dei Signori di Luserna», pubblicato a puntate a
suo tempo, fra il 1894 e il
1903 sul Bulletin de la Société d’Histoire Vaudoise (ora
Bollettino della Società di studi valdesi).
Ultima relazione, quella
della prof. Brenon, direttrice
del Centre René Nelli, specializzato in ricerche sul catarismo e le eterodossie medievali: «Fin’amor et catharisme,
l’exemple de Peire Videi en
Leuragais et de Raimon de
Mirval en Carcasses, avant la
croisade contre les Albigeois»
sul catarismo in rapporto
all’esperienza dei trovatori.
La conclusione del libro è dovuta alla penna del prof. Sansone dell’Università «La Sapienza» di Roma, che ha saputo anche commentare con
eleganza gli studi presentati.
(*) Peire Guilhem de Luserna e lo tems dals trobaires, atti
del Convegno storico internazionale, a cura di Vera Cognazzo e
Giuseppe Mocchia di Coggiola.
Associazione culturale Kalenda
Maia, edizioni Ousitanio Vivo,
8°, pp. 187, 16 tavole fuori testo,
ottobre ’94.
Per la pubblicità su L’Eco delle valli valdesi:
Servizi Editoriali s.a.s.
tei. 0121-32.36.38
Posta
Un'atmosfera
familiare
Egregio direttore,
siamo rientrati a casa nostra, in Sicilia, da circa un
mese, dopo un soggiorno di
circa tre mesi a Torre Pellice
come ogni anno, da quando
non siamo più residenti lì.
Quest’anno non è stata certo
una vacanza: infatti per mio
marito si è trattato di una lunga degenza all’ospedale, dal 2
luglio al 14 settembre, con
qualche breve interruzione. A
chi ci compativa per le mancate vacanze io rispondevo
che, tutto sommato, era stata
un’esperienza utile. Avevamo
finalmente visto funzionare
un ospedale, un piccolo ospedale, una piccola struttura dove non manca nulla e dove efficienza, competenza e calore
umano regnano sovrani.
Sento parlare di chiusura di
piccoli ospedali, perché secondo il ministro non funzionano e costano troppo. E la
povera, la piccola gente di
montagna, dove è costretta a
andare? Qui si trova un’atmosfera familiare che fa sentire a
proprio agio e che rende meno penose le sofferenze. Sì,
perché questi sono gli ospedali che servono alla gente povera e semplice; gente che si
sentirebbe perduta e sola in
una grande struttura cittadina.
Qui tutto è pulito, funzionante, efficiente. Sul volto di
medici e infermieri c’è il sorriso... Quanto fa bene questo,
meglio di una medicina. Il
personale sia medico che paramedico è sempre disponibile, gentile e competente. Ringrazio tutti per quanto hanno
fatto per noi e per quanto fanno ogni giorno per tutti; grazie per il sorriso e le battute
che, fatte al momento giusto,
aiutano a sopportare il male e
l’angoscia che da esso deriva.
Ethera Pisaniello - Patti
Non sono
un pastore
A margine del mio articolo
apparso sull’Eco delle valli
valdesi del 28 ottobre con il
titolo «Un popolo», mi è stato
attribuito impropriamente il
titolo di «pastore della Chiesa
dei Fratelli». Gradirei opportuna rettifica sul giornale poiché non sono pastore ma un
semplice credente, organista e
predicatore laico in quella
chiesa, di cui condivido la responsabilità insieme con altri
stimati fratelli.
Con cordiali e fraterni saluti
Aldo Pailadino
Torre Pellice
SOS ALCOLISMO
Poliambulatorio
Villar Perosa: tei 51045
10
PAG. IV
L‘ Eco Delle ¥\.lli \àldesi
iDl
Alimentazione e mangiare sano
La ciotola
d^argilla
VALERIA FUSETTI
Per vedervi con lo sguardo brillante, l’umore
amabile e le guance rosate
vi propongo un menu in
gran parte a base di carote.
Zuppa di carote
Ingredienti; 900 gr di carote ben pulite e tagliate a
pezzi; 1 patata media pelata
e tagliata a dadini.
Metti carote e patate a
cuocere per 15 minuti in
una casseruola con 1 litro di
brodo vegetale e sale quanto basta. In una padella a
parte fai saltare in 3-4 cucchiai di burro, 1 grossa cipolla affettata finemente, 1 2 spicchi di aglio schiacciati e 70 gr di mandorle pelate
e tritate. Quando patate e
carote sono cotte riducile in
purea senza scolarle del liquido rimasto. Aggiungi il
contenuto della padella e
mescola molto bene. Rimetti sul fuoco aggiungendo
2,5 di di latte intero. Mescola, assaggia se è salato al
punto giusto e, un attimo
prima di spegnere, aggiungi
1 cucchiaino e mezzo di
una miscela di spezie composta da timo, maggiorana e
basilico secchi. È una zuppa
ottima, da accompagnare
con fette pane al forno.
fettine sottili, sale e pepe
quanto basta, 1 pizzico di
semi di aneto, 2 di di brodo
vegetale caldo, 3 cucchiai
di burro sciolto.
Fai bollire una pentola
media di acqua e mettici le
carote a pezzi per 2-3 minuti. Scolale e mettile a finire
di cuocere in una casseruola
con il burro, la cipolla, il
sedano e l’aneto. Fai stufare
lentamente aggiungendo,
man mano che serve, il brodo. Alla fine aggiusta di sale e pepe. Se non gradisci
l’aneto, usa i semi di finocchio o di anice. Chi non è
vegetariano può accompagnare questo piatto con pollo lessato.
Stufato di carote
Ingredienti; 900 gr di carote ben pulite e tagliate a
rondelle spesse un dito, 1
cipolla media affettata fine,
3 coste di sedano tagliate a
Strudel
Fai scongelare un rotolo
di pasta sfoglia, infarina il
tavolo e tirane un foglio
molto sottile. Distendilo su
una pirofila rettangolare dai
bordi non troppo alti, in
modo che la pasta sporga
abbondantemente. Cospargi
il fondo con 2 cucchiai di
pangrattato e mandorle tritate ben mescolati. Su questo disponi un composto ottenuto mescolando i pezzi
di tre mele (o di pere) sbucciate e affettate finemente,
3-4 amaretti sbriciolati, 1
pugno di uvetta ammollata,
e bene strizzata. Chiudi la
pasta dello strudel, fai alcune incisioni nella parte superiore e mettila nel forno
preriscaldato a 220° per 1215 minuti. Abbassa a 180°
per altri 10 minuti.
Tacabanda
«Les puces»
in concerto
a Angrogna
''X '
■
Siivye Berger e Nikki Matheson
Tacabanda sale sabato
prossimo. 12 novembre ad
Angrogna, nel tempio del
Serre; alle 21 si esibiranno
«Les puces» due eccezionali
voci femminili per un concerto in cui convivono e si
amalgano influenze e stili
musicali diversi, dalle Complaintes al blues, dalla polifonia al jazz.
Sylvie Berger è originaria
della Francia centrale e opera
nell’area di Lione dove ha lavorato col quintetto polifonico «Roulez fillettes». Nikki
Matheson è cresciuta artisticamente nella cosmopolita
New York e negli anni ’80 si
è trasferita a Parigi dove ha
lavorato (voce solista e tastiere) con i Malicorne, uno dei
gruppi folk-revival più noti
d’Europa. Il repertorio del
duo spazia fra le due sponde
dell’oceanó Atlantico in,un
repertorio di ballate e canzoni
tradizionali.
COMUNITÀ MONTANA VAL PELLICE-US.S.L. 43
C.so J. Lombardini, 2 - 10066 Torre Pellice
AVVISO
Nelle more dell autorizzazione della Giunta Regionale, sono aperte le preiscrizioni al
CORSO DI PRIMA FORMAZIONE PER ASSISTENTI DOMICILIARI E DEI SERVIZI TUTELARI
(ex. D.C.R. n. 772-11265 del 15.11.1984) istituito da questa U.S.S.L. con il patrocinio della
Comunità Economica Europea per n. 26 posti
IL CORSO È DESTINATO ALLE DONNE in possesso dei seguenti requisiti:
- cittadinanza europea
- possesso della licenza della scuola dell’obbligo
- età minima 18 anni, età massima 45 anni
. - stato di disoccupazione al momento dell’iscrizione al corso
- superamento della prova attitudinale
(potranno essere prese in considerazione, in aggiunta ai posti disponibili, richieste di iscrizione
da parte di persone con requisiti diversi da quelli richiesti dal presente bando, per essere ammesse in qualità di uditori. Il numero complessivo non potrà comunque superare le trenta unità).
OBIETTIVI DEL CORSO: il corso intende fornire l’acquisizione di una professionalità polivalente come momento di integrazione di attività di aiuto domestico, assistenza personale e aiuto nella vita di relazione.
DURATA DEL CORSO: n. 600 ore, di cui 300 di lezioni teoriche e 300 di attività pratica,
presso strutture o servizi territoriali.
LA FREQUENZA È OBBLIGATORIA PER I 4/5 DELLE ORE DEL CORSO
PROVE FINALI: al termine del corso i partecipanti dovranno sostenere una prova di idoneità
di fronte ad una commissione esaminatrice ai sensi della L.R. 25.02.1980 n. 8.
Agli idonei verrà rilasciato un attestato di qualifica professionale di «ASSISTENTE DOMICILIARE E DEI SERVIZI TUTELARI» ai sensi e per gli effetti dell’art. 14 della leeee
21.12.1978 n. 845. cua regge
PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE E INFORMAZIONI:
Le domande di iscrizione al corso devono essere presentate entro e non oltre le ore 12 del
30.11.1994 presso l’U.S.S.L. 43 SERVIZIO SOCIO ASSISTENZIALE C.so Lombardini 2,
10066 Torre Pellice tei. 953131 il lunedì, mercoledì, venerdì dalle 9.00 alle 16.30.
Le domande di iscrizione, redatte su carta bollata da L. 15.000, dovranno seguire lo schema tipo;
alle stesse dovrà essere allegata la seguente documentazione in carta semplice:
- certificato di cittadinanza in uno dei Paesi della CEE;
- certificato di nascita;
- licenza della scuola dell’obbligo;
- certificato dello stato di disoccupazione alla data di scadenza del bando (l’Ente si riserva di verificare la persistenza di tale requisito al momento dell’effettivo avvio del corso).
La realizzazione del corso in oggetto è subordinata all’autorizzazione della Giunta Regionale.
Torre Pellice 3.11.1994
Il Commissario straordinario
(Dott.ssa Laura Serra Guermani)
Pinerolo
Teatro comico
aspettando
l'inverno
«Aspettando l’inverno» è il titolo della rassegna di teatro comico che Nonsoloteatro, in collaborazione con il Comune di Pinérolo, propone alla città dal 18
novembre per quattro venerdì
consecutivi. Che il genere comico sia fra quelli più graditi al
pubblico è cosa nota: non c’è
spettacolo o trasmissione televisiva che non abbia uno spazio
dedicato alla comicità; «Considerato il successo che ha avuto in
questi anni “Marzo comico” dicono Claudia Casella e Guido
Castiglia - abbiamo pensato di
proporre al territorio pinerolese
una rassegna che nel nostro intento vuole essere la prima edizione di un appuntamento annuale di qualità». Le rappresentazioni si svolgeranno aH’Auditorium
di corso Piave, con inizio alle
21,15. Il biglietto costerà 10.000
con possibilità di abbonamento a
30.000 lire. Ci sarà anche uno
spettacolo (Vita da timidi) dedicato in particolare agli anziani;
sarà venerdì 18 novembre, questa volta alle 16 e a un costo di
7.000 lire. Il 18 ci sarà anche lo
spettacolo serale: Guido Castiglia e Mario Cavallaro presenteranno «Partiti di testa», vero
esempio di satira sociale, che
trae i suoi spunti dalla realtà frazionata, effimera e disintegrata
del mondo dello spettacolo. Nella pièce l’incontro fra due attori
comici è spunto per personaggi,
gag e situazioni ironiche su una
realtà che è invece meno comica.
Gli spettacoli successivi andranno in scena il 25 novembre
(Sovrappensiero, di e con Antonio Catalano per la regia di Luciano Mattino); il 2 dicembre (Il
meglio del peggio, con le Sorelle
Suburbe, con regia di Richi Ferrerò); il 9 dicembre (Allegra ma
non troppo, con Luana Ranallo,
testo e regia di Mario Cavaliere).
CALCIO: TUTTI FERMI I
CAMPIONATI — A seguito
dell’alluvione che ha colpito il
Piemonte, la Federazione ha deciso sabato di sospendere tutti i
campionati minori di calcio.
TENNIS TAVOLO — Ottima prova di Ivan Bricco e Alberto Picchi della Valpellice che si
sono classificati secondi alle
qualificazioni provinciali nella
categoria allievi; al primo posto
si è classificato il Valle Dora di
Alpignano. Venerdì 11 novembre inizierà il campionato regionale di D2 maschile; per la Valpellice inizio in trasferta a Torino con la Stampalia. Compongono il resto del girone le Poste e
telegrafi, il Valle Dora Alpignano e tre squadre di Moncalieri.
^ partite di D2 verranno giocate
in casa il mercoledì alle 20,30,
presso la palestra di via Filatoio.
PALLAVOLO — Nel campionato di serie CI le formazioni
maschile e femminile hanno doppiato il successo di apertura; i ragazzi hafino vinto in trasferta a
Genova dopo essere stati sotto
per 2 set a uno: bella rimonta nel
finale con un 3 a 2 che mantiene
l’Arredacasa al comando con il
Voltri e il Pino. Nel campionato
di serie CI femminile la Magic
ha battuto il Sanremo per 3 a 0 e
si mantiene al comando con Italbrokers, Sgeam, Omegna e Delta.
CAMPIONATO PROVINCIALE DI CORSA — Domenica 6 novembre a Borgaro Torinese si sono svolte le prove individuali per il campionato provinciale su strada Uisp. Buoni i risultati degli atleti del gruppo
sportivo Pomaretto nella varie
categorie: doppietta fra le ragazze con Susy Pascal 1“ e Manuela
Barus 2", Andrea Barrai è giunto
10° fra i ragazzi, Manuel Griot
secondo e Simone Bertalotto
quarto fra gli allievi; Patrick
Pons ha vinto fra gli juniores davanti a Marco Gastaut.
10 novembre, giovedì — CAVOUR: Alle 9,30, al teatro tenda, conve,gno su «Proposte di
riforma delle politiche comunitarie nel settore degli ortofrutticoli,
evoluzioni e prospettive».
■ 10 novembre, giovedì — PINEROLO: Alle 21, presso l’auditorium del Liceo scientifico.
Nulo Revelli presenta il suo ultimo libro «Il disperso di Marburg», recentemente pubblicato
da Einaudi e dedicato alla ricerca
dell’identità di un ufficiale tedesco di stanza in provincia di Cuneo; ne discutono con l’autore
Bruna Peyrot, Felice Burdino e
Alberto Barbero.
10 novembre, giovedì —
TORRE PELLICE: Alle 16,
nella sala consiliare, l’Università
della terza età organizza la presentazione della monografia sul
pittore Ottavio Mazzonis, tenuta
dall’architetto Giuseppe Luigi
Marini; saranno proiettate diapositive delle sue opere. L’incontro
con questo maestro dell’arte figurativa è anche la prolusione al
corso di storia dell’arte che, tenuto dal dott. Giorgio Mazza,
inizierà giovedì 24 novembre alle 15,30, nella salone della scuola Mauriziana.
12 novembre, sabato —
PRAMOLLO: Il tragico eccidio
perpetrato dai nazifascisti FU
novembre 1944 verrà ricordato
con una manifestazione che si
svolgerà secondo il seguente programma: ore 10, omaggio floreale a Rue; ore 10,15 incontro alla
lapide all’inizio del sentiero del
Ticiun; ore 11, ai Pellenchi scoprimento della lapide e intervento di amministratori ed ex partigiani. Alle 12,30 pranzo organizzato dalla Pro Loco.
12 novembre, sabato — CAVOUR: Alle 9,15, nell’arnbito di
Tuttomele, si svolgerà un seminario sulla gestione delle associazioni culturali e folcloristiche.
Alle 21,30, al teatro tenda , concerto del cantautore Roberto
Vecchioni.
13 novembre, domenica —
CAVOUR: Alle 9, nel teatro tenda, si svolgerà un incontro pubblico sulle pfospettive della frutticoltura nelle aree pedemontane
alla luce dei progetti Interreg. Alle 14,30 esibizione del «Gruppo
fulclorico Pro Loco del Pollino»
di Castrovillari (Calabria).
14 novembre, lunedi — PINEROLO: Alle 21, presso il
centro sociale di S. Lazzaro, si
svolgerà un incontro sulla situazione commerciale di Pinerolo
collegata anche alla chiusura del
centro storico; introdurrà un rappresentante dell’associazione
commercianti.
18 novembre, venerdì —
TORRE PELLICE: Alle 20,45,
preso la sede della Comunità
montana in corso Lombardini, su
organizzazione del gruppo di studio Val Lucerna, Rosalino Sacchi, professore ordinario di Geologia all’Università di Torino,
parlerà su «I tempi della terra: la
datazione dei materiali di interesse storico e paleontologico».
19 e 20 novembre — PRAROSTINO: Il Comune organizza alcune manifestazioni per ricordare 1 eccidio del Bric; sabato
alle 21, fiaccolata di inaugurazione del «sentiero dei partigiani» e posa dei fiori al cippo dei
Bric; alle 22, nella sala consiliare, incontro pubblico su «La donna, il bambino, il vecchio nella
Resistenza: figure collaterali?»
Domenica, alle 9, nelle rispettive
chiese, culto e messa; alle 10,
nella sala valdese, «Frammenti
di storia e canti» con il Gruppo
teatro Angrogna; alle 10,45 saluto del sindaco e intervento
dell’europarlamentare Rinaldo
Bontempi. Alle 11,15, nella
scuola elementare, inaugurazione
di una mostra sul tema; alle
12,30 il pranzo e, nel pomeriggio, gara di mountain bike.
21 novembre, lunedì __________
TORRE PELLICE: L’associazione per la pace Val Pellice organizza, alle 21, nella sede della
Bottega del possibile in viale
Trento 7, un incontro col giornalista di «Famiglia cristiana» Alberto Chiara su «Il mercato della
vendetta: produzione, commercio e impiego delle mine antiuomo nei conflitti armati».
USSL 42
CHiSONE - GERII
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva
Ospedale valdese, Pomarettnl
tei. 81154. '“’i
Guardia farmaceutica:
DOMENiCA 13 NOVEMBRE
San Germano Chisone; Farmacia Tron , tei. 58787 ' .
Fenestreile: Farmacia Grippn:|
Via Umberto I 1, tei. 83904 *
Ambulanze:
Croce verde, Perosa: tei. 81000
Croce verde, Porte : tei. 201454
TEOD
ipno pi’
¡le
USSL 43 - VALPELLICE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva;
telefono 932433
Guardia farmaceutica:
DOMENiCA 13 NOVEMBRE
Bipiana; Farmacia Garella q
Via Pinerolo 21, tei. 55733
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 91996
Croce Verde - Bricherasio tei
598790
USSL 44 - PINER
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale civile, Pinerolo, tei
2331
Ambulanza:
Croce Verde, Pinerolo, tei
22664
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SERVIZIO INFERMIERISIKÒ
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dalle ore 8 alle 17
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SERVIZIO ELIAMBULANZA
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Cinema
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TORRE PELLICE — Il
cinema Trento propone, giovedì, e venerdì,ore 21,15, Pie
nic sulla spiaggia; sabato,
ore 20 e 22,20, domenica, ore
16, 18, 20 e 22, 10, lunedì,
21,15,1 Flintstones.
PINEROLO — 11 cinema
Italia propone, alla sala
«5cento», Il mostro, con Roberto Benigni; feriali 20 e
22,20; sabato 20 e 22,30, domenica 15,15, 17,40, 20,
22,20. Alla sala «2cento»
Forrest Gump; feriali 19,45
e 22,20, sabato 19,45 e 22,30,
domenica 14,30, 17,10, 19,45
e 22,20.
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allo 0121-932760.
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BECKWITH
EVANGELICA
FM 91.200-96.500
L’Eco Delle Valli Valdesi
Via Pio V, 15-10125 Torino
Tel. 011/655278
Via Repubblica, 6 -10066
Torre Pellice (TO)
tel/fax 0121/932166
Sped, in abb. post./50
Pubblicazione unitaria con Riforma
non può essere venduto separatamente
Reg. Tribunale di Pinerofo n. 175/60
Resp. Franco Gianpiccoii
Stampa; La Ghisleriana Moodovì
Una copia L. 1.300
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Assemblea Fcei
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Attività del Servizio informazione e educazione della Fcei
^segnare a leggere la Bibbia
promuovere la cultura critica
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ono più di duecento anni
¡¡he le scuole domenicali
ilccupano di educazione:
bnel 1780 un gruppo di laidi tendenze diverse, nel
^0 della prima rivoluzioflndustriale e dell’urbanizàone forzata che ne consedva cercava di venire injjtro, con programmi che
(davano dall’educazione biica all’alfabetizzazione e
da socializzazione, alle ne^sità dei bambini sfruttati
2-14 ore di lavoro al gior[o!). Non piccolo è stato l’indsso esercitato in favore
jlle leggi sulla scolarizzarne gratuita e di massa. In
¡dia un Comitato delle scuo(domenicali opera fin dal
¿78, e il Sie (Servizio istruione e educazione) ne è il
iretto erede.
E Oggi?
Svangelizzare è da sempre
aragion d’essere di ogni
hiesa, ma si stanno anche
ffacciando nuove urgenze,
i'època in cui la Bibbia veliva letta quotidianamente
lare finita, col bel risultato
lei frequente analfabetismo
digioso (anche tra noi). Inegnare la Bibbia significa
romuovere cultura (e cultura
ritica) proprio in un momen3 cruciale in cui si rischia
na pseudocultura di scudeia, fatta di manipolazione e
ónsenso.
Diventa sempre più pressante il problema dell’isola-Wto in cui spesso sono coi a crescere i nostri bamiM, fenomeno che non si lialle campagne o alla coito diaspora, ma è masixio anche nelle città, con le
oro distanze fatte di probleai urbanistici e di spersonaizzazioni. Così per i bambini
più importante che mai non
oltanto imparare la versione
iotestante della fede cristiai, ma anche stringere amicizie, confrontarsi con gli altri
^sostenersi a vicenda.
Il dibattito assembleare sulle rubriche televisive e radiofoniche
Più attenzione al racconto
dell'Evangelo nei moderni media
Angelica Ferrea e Maria Boi^fede
Sfide e programmi
Anche per i bambini che vivono in condizioni dignitose
e serene, la scuola domenicale ha dunque una funzione insostituibile. Soprattutto nelle
aree di maggiore isolamento
culturale, può essere il luogo
dove si affrontano problemi
su cui scuola e famiglia preferiscono glissare. In questo
ambito le sfide più importanti
sono tre.
Lo sfruttamento dei bambini nei nostri paesi non è certo
finito, e se poi si ha anche la
pelle di colore diverso... Con
gli immigrati, con le loro culture e necessità il campo è
aperto. Ecco la prima sfida.
Spesso la famiglia delega
pesantemente l’educazione religiosa alla chiesa: quante sono oggi le famiglie che partecipano insieme alla vita della
comunità, 0 dove comunque
si parla di fede con i figli, si
legge insieme la Bibbia, si
prega? Quando addirittura,
con ben scarsa coerenza cri
L’Assemblea, considerando la primaria^ importanza di un
®aggior collegamento tra il Sie e le comunità locali, soprattutto
kpiù piccole e le più isolate, raccomanda al Sie
- di curare maggiormente le proposte di animazione anche
individuando persone disponibili a condurre esperimenti pratici
gruppi di monitori . .
- di ideare del materiale didattico specificamente nvolto ai
®gazzi e alle ragazze delle scuole medie inferiori, eventualmente integrando le attuali schede per i grandi
'' di produrre a parte delle schede relative alla storia del pro
"■ntesimo (adatte anche ad essere utilizzate fuori dell amie ecclesiastico) e schede sui momenti centrali dell anno
im^gico per un miglior collegamento fra scuola domenicale e
; ' di studiare la preparazione di materiale audiovisivo che
^sponda adeguatamente alla sensibilità odierna dei ragazzi
di rinnovare il mandato di coordinainento delle commissiom per il catechismo delle diverse chiese interessate.
* L’Assemblea approva l’operato del Sie e lo ringrazia per la
.'’arietà e la qualità del materiale prodotto che si è confermato
Wido strumento per l’educazione in vista della fede per 1 bam«ini e i giovani e indispensabile supporto per 1 monitori e 1 cam^histi nella loro attività.
'L’Assemblea . „ ^
7 riafferma l’importanza fondamentale della formazione b “ca permanente di tutti i credenti .
'riconosce che l’elaborazione e la produzione di materia e
la catechesi è un lavoro che non può conoscere soste, m
Jianto deve rispondere a esigenze in continuo mutamento e in®''iduare tempestivamente le tecniche didattiche piu efficaci
..'ricorda l’importanza di integrare la catechesi con momenti
^ partecipazione alla vita della chiesa e con adeguate espenen
® >n campo diaconale •
-ribadisce la necessità di investire in questo lavoro energie
“®ane e mezzi finanziari.
•L’Assemblea invita il Consiglio a ricercare, ^’intesa con gli
esecutivi, le risorse umane e finanziarie costituzione di
Jf tempo pieno 0 di due parziali, in luogo dell attuale mezzo
per la funzione di coordinamento teologico
ista della realizzazione del programma di cui agli atti 2U e il.
stiana, non si trasmette un vero e proprio contromessaggio!
Non basta più insegnare la
Bibbia, occorre educare in vista della fede, su tutti i fronti.
Dovremo studiare il modo di
far fare ai ragazzi concrete
esperienze di vita cristiana.
Dunque c’è la sfida della
memoria. Conoscere la storia,
le proprie origini, serve per
andare avanti, e in tempi di
revisionismo non è certo una
rivendicazione settaria. Infine
c’è la sfida della spiritualità:
far partecipare più attivamente i bambini alla vita della comunità, inserendoli sin da
piccoli anche nel culto.
Come fare
Il Sie (Servizio istmzione e
educazione) lavora pubblicando una rivista per gli educatori (monitori) dei bambini
e delle schede di lavoro differenziate per fasce di età, che
propongono un primo incontro con il testo biblico, distribuito nell’arco di sei anni e
corredato di materiale per
l’animazione e il canto. Per i
ragazzi e per il catechismo
degli adulti il Sie propone un
percorso biblico che abbraccia Antico e Nuovo Testamento (Chiamati a libertà), e
una presentazione della fede
evangelica corredata di testi
(Crescere nella fede) ma è
stato prodotto altro, in collaborazione con l’editrice Claudiana; naturalmente il materiale per la catechesi non è
mai finito, e si cerca di rispondere via via alle diverse
e sempre nuove esigenze.
Forse sarà possibile elaborare
anche degli audiovisivi.
Per tutta questa mole di lavoro, e per le nuove richieste,
sarebbe importante poter dedicare al Servizio maggiori
risorse umane e finanziarie;
l’Assemblea ha chiesto che in
proposito si elabori un piano
concreto; importantissima è
infine la collaborazione a livello nazionale e internazionale. Del comitato del Sie
fanno parte persone di varie
chiese evangeliche e l’Assemblea ha chiesto che il Servizio si colleghi anche con gli
altri gruppi che in Italia si occupano di ricerca e animazione (come la Federazione giovanile evangelica italiana).
Per saperne di più...
La cosa migliore è rivolgersi alla sede del Sie: via Porro
Lambertenghi 28, 20159 Milano, tei. 02-69000883; il segretario è il past. Giovanni
Carrari.
ALBERTO BBAGAGLIA
T 9 Assemblea ricono^ sce con soddisfazione i buoni risultati raggiunti
dal Servizio stampa, radio,
televisione nei rispettivi ambiti di lavoro nel corso dell’ultimo triennio»: questa frase contenuta in uno degli ordini del giorno approvati nel
eorso della X sessione
dell’Assemblea della Fcei
riassume la valutazione positiva del lavoro fin qui svolto
da coloro che si occupano
dell’agenzia stampa Nev,
della trasmissione radiofonica «Culto radio» e della trasmissione televisiva «Protestantesimo».
La presenza in un settore
strategico come quello dell’
informazione, soprattutto in
questi tempi, è sicuramente
importante per delle chiese di
minoranza come quelle che
fanno parte della Federazione. Anche perché si è notato
che le notizie vengono diffuse in modo sempre più omogeneo, privilegiando quelle
ritenute più forti 0 importanti, spesso con omissioni ed
errori. L’agenzia stampa Nev
ha quindi la funzione di fornire una comunicazione corretta e tempestiva di ciò che
propone e fa, decide ed esprime il protestantesimo in Italia e nel mondo: si tratta di
un servizio prezioso che
l’Assemblea, dopo la ristrutturazione e gli investimenti
Vivo apprezzamento
per il servizio
La X Assemblea della Federazione delle chiese evangeliche in Italia
- riconosce con soddisfazione i buoni risultati raggiunti dal servizio Ssrtv nei
rispettivi ambiti di lavoro nel
corso deU’ultimo triennio. In
particolare esprime apprezzamento per la puntualità
dell’informazione e per l’impegno e la professionalità degli operatori/trici
- riconosce che formazione
e aggiornamento sono momenti irrinunciabili per coloro che lavorano o collaborano
alle produzioni Ssrtv, sia per
poter rispondere sempre al
meglio all’evolversi delle tecnologie, sia per avere una coniugazione sempre più adeguata tra uso dei mezzi e contenuti
- invita il prossimo Consiglio a dare attuazione concreta a ciò che già la IX Assemblea aveva approvato (atto
44) circa le questioni della
formazione e del ricambio e
ad aderire a iniziative di aggiornamento per gli attuali
operatori
- auspica inoltre che si dia
la massima attenzione alla
possibilità di collaborazione e
scambi tra i servizi della Federazione, allo scopo di mettere in comune risorse finanziarie, intellettuali e spirituali
per una produzione di materiali diversificata e adatta a
varie esigenze di utilizzazione dentro e fuori le chiese federate
- incoraggia tutto il servizio Ssrtv a proseguire sulla linea delle sinergie sia al prò-prio interno che con gli altri
servizi della Federazione e le
altre realtà dell’evangelismo
italiano al fine di arricchire le
voci e i contributi per una
sempre più efficace presenza
degli evangelici nei media.
decisi nel 1991, ha chiesto
che sia ancora sostenuto nel
suo lavoro.
Sono poi i vari riscontri favorevoli che incoraggiano le
redazioni a continuare sulla
strada del ripensamento critico del Culto radio e di «Protestantesimo». In particolare
il Culto radio rimane la rubrica religiosa radiofonica più
«gettonata» della Rai, con
una media di ascoltatori superiore al milione e un numero crescente di lettere che
giungono alla redazione. Soprattutto negli ultimi anni si è
cercato di migliorare la formula, che continua a coniugare evangelizzazione e informazione e dialogo con gli
ascoltatori. In questa linea
l’Assemblea ha dato mandato
al Consiglio della Fcei perché sia affinata sempre di più
la preparazione tecnica dei
predicatori, rallegrandosi
inoltre per il ruolo svolto dalla redazione del Culto radio
ftella costituzione del consorzio di radio evangeliche.
«Protestantesimo» ha cercato, nel corso degli anni, di
assumere una fisionomia più
precisa, in cui far convivere
informazione, proposta culturale, dialogo religioso, attualità. Lo sforzo di rinnovamento è stato in qualche modo premiato da ascolti serali
in leggero aumento e ascolti
delle repliche diurne stabili
su valori medi per l’ora e il
giorno. In questo senso, l’As
Agenzia stampa
La X assemblea della Federazione delle chiese evangeliche in Italia
- riconosce che l’agenzia
stampa Nev è uno strumento
indispensabile per assicurare
la visibilità del protestantesimo e delle sue proposte sulla
stampa e nell’opinione pubblica italiana
- invita il Consiglio a sostenere l’attività dell’agenzia
nella linea del progetto di rilancio già approvato dalla IX
Assemblea della Fcei (atto
37).
Per un'informazione
pluralista
La X assemblea della Federazione delle chiese evangeliche in Italia
- invita il Consiglio a vigilare sull’evoluzione dell’informazione in Italia, in particolare nel servizio pubblico
radiotelevisivo, sia per le ripercussioni che si potrebbero
verificare sulle rubriche
evangeliche che per il più
ampio problema di garantire
un’informazione pluralista in
Italia. A tal fine lo invita a
partecipare, ove possibile, al
dibattito in corso sul futuro
dei media nel nostro paese,
coordinandosi con altre iniziative volte allo stesso fine
- invita inoltre il Consiglio
a intraprendere, in vista della
scadenza della convenzione
con la Rai per la rubrica
Protestantesimo, contatti oltre
che con la dirigenza dell’ente
radiotelevisivo anche con le
istanze parlamentari
- auspica che il Consiglio
promuova un maggiore scambio tra le comunità evangeliche locali e la rubrica Protestantesimo. A tal fine propone
la promozione di gruppi locali
di ascolto della rubrica e l’organizzazione di una più sistematica diffusione dei pro
Emilio Paolo Landi e Paolo Naso a colloquio
semblea ha incoraggiato gli
organismi della Federazione
a proseguire nella ricerca di
nuovi linguaggi e collaborazioni tra i vari servizi, con la
produzione di materiale da
mettere a disposizione anche
delle chiese locali. Tuttavia,
le vicende che travagliano in
questi giorni il sistema radiotelevisivo pubblico rendono
il futuro incerto: riguardo in
particolare a «Protestantesimo», certamente la rubrica
non verrà eliminata ma spazi,
risorse, possibilità produttive
potrebbero ridursi di molto.
Da qui l’invito dell’Assemblea perché non si abbassi la
guardia e si partecipi attivamente al dibattito in corso in
questo momento sul futuro
dei media nel nostro paese.
ìMJ
grammi di Protestantesimo
nelle comunità per un loro
utilizzo in iniziative locali come il catechismo, studi biblici, dibattiti, testimonianze. Invita il servizio a predisporre
un catalogo delle trasmissioni
disponibili e adatte a tali fini
- incoraggia gli organi della Federazione a far sì che la
rubrica prosegua nella linea
di ricerca di nuove formule e
linguaggi intrapresa dopo il
convegno nazionale della rubrica del 1993.
- invita a proseguire le coproduzioni intemazionali sia
per le inchieste sul protestantesimo mondiale che per i
culti in eurovisione
- sottolinea l’esigenza di
rendere testimonianza della
fede evangelica nel dibattito
politico e culturale in corso
nel paese, senza dimenticare
la storia degli evangelici italiani, i temi etici e il dialogo
tra le fedi.
Apprezzamento per il
«Culto evangelico»
L’Assemblea della Federazione
- esprime apprezzamento
per l’attuale caratterizzazione
popolare e il consolidamento
del buon ascolto raggiunto dal
programma Culto evangelico.
Dà mandato al Consiglio di
proseguire nell’individuazione di una rosa ristretta di predicatori idonei al mezzo, curando la loro predicazione e ai
quali, affiancati dal servizio,
sia possibile affidare la predicazione radiofonica con un
palinsesto di lungo periodo
- si rallegra del lavoro
svolto dal servizio radio nella
promozione di un consorzio
di radio evangeliche (Crei)
- riconosce tale ambito come un’occasione di impegno
comune con gruppi e realtà
evangeliche non appartenenti
alla Federazione e pertanto
incoraggia lo sviluppo di questa iniziativa.
12
PAG. 8 RIFORMA
^*1
Assemblea Fcei
VENERDÌ 11 NOVFMRpr
'
Conclusa la prima parte del dialogo tra la Fcei e l'Unione delle chiese awentiste
La fraternità e la collaborazione per
una comune testimonianza sono possibili
GIORGIO GIRAROET
Andremo a una più stretta
collaborazione con le
chiese awentiste? E in che
modo, con incontri sul piano
organizzativo dei vari servizi
o anche con incontri e scambi
sul piano locale?
Domande che molti si sono
posti, durante i lavori dell’
Assemblea, scorrendo le pagine del dossier predisposto
dalle due commissioni di dialogo e studio, quella teologica: la-domanda cioè se le
espressioni della fede avventista fossero compatibili con
la base della Federazione
stessa, e se e fino a qual punto una collaborazione operativa fosse possibile.
Era da tre anni, dalla primavera 1992 all’autunno 1993,
che i due gruppi di dialogo si
erano incontrati per rispondere a queste domande. Le risposte erano state concordi:
no, non vi sono ostacoli di
principio, le formulazioni di
fede degli avventisti, anche se
in molti punti diverse da quelle delle altre chiese della Federazione, si fondano sulla
comune fede evangelica delle
chiese della Federazione,
espresse dal suo statuto. Domani, se l’Unione avventista
lo chiedesse, non vi sarebbero
ragioni di principio per dare
una risposta negativa e non
accoglierla, a pieno titolo, nella Federazione. Comunque,
una richiesta non c’è stata.
L’Assemblea della Federazione ha così sostanzialmente
ricevuto delle informazioni,
una impostazione di' principio: di conseguenza, non vi è
stato in pratica alcun dibattito:
ci si è limitati a parole di apprezzamento e a una mozione
che incoraggia le chiese membro della Federazione a proseguire nel cammino intrapreso,
con nuovi scambi e incontri
anche a livello locale.
Peccato che sia andata così
e che in Assemblea non vi sia
stato un dibattito, anche se «a
freddo», dal momento che
non vi erano decisioni immediate da prendere. Così è venuta meno l’occasione per un
esame sereno di tutta la questione dei rapporti con gli avventisti, senza le tensioni che
inevitabilmente accompagnano ogni decisione impegnativa di fondo, come invece si è
visto a proposito dell’adesione di alcune chiese pentecostali indipendenti.
La collaborazione con le
Chiese cristiane awentiste
del settimo giorno (questa è
la loro denominazione corretta) e una loro eventuale adesione alla Federazione pongono infatti un interrogativo
reale alle altre chiese, che
affondano più direttamente le
loro radici storiche nella
Riforma protestante del XVI
secolo. Quali sono infatti i
confini reali dell’ecumene
evangelica? Rimane limitata
alle nostre chiese «storiche»
della Federazione (ma già
con qualche eccezione), ovvero si estende anche a quelle
altre chiese che nel corso dei
secoli e attraverso vicende
differenziate si sono aggiunte '
alla famiglia protestante e
riformata accettandone i due
fondamenti irrinunciabili della salvezza per grazia mediante la fede e l’autorità della Bibbia al di sopra di ogni
altra autorità umana e di ogni
tradizione storica, ma sviluppando al contempo una spiritualità propria e un proprio
modo, diverso dal nostro, di
confrontarsi con la Bibbia?
Il coro battista di Civitavecchia presenta i nuovi inni ali’Assemblea
La commissione teologica
ha risposto in senso positivo:
la fraternità e la collaborazione sono possibili, come avviene con le altre chiese, salva restando la facoltà di
ognuna di esse di restare fedele alle sue formulazioni e
orientamenti specifici in fatto
di espressione della fede e di
indicazioni etiche. Possiamo
pregare insieme il Signore e
lavorare insieme, anche se gli
uni praticano la decima e osservano il sabato e gli altri
leggono la Bibbia nel quadro
di una cultura contemporanea
che fa uso degli strumenti
della critica. Possiamo anche
discutere di queste cose, come è avvenuto largamente nei
lavori della commissione teologica, e restare ciascuno sulle sue posizioni, nella convinzione tuttavia che le nostre
diversità sono compatibili
con la nostra fede comune in
Gesù Cristo, morto per i nostri peccati e risuscitato per la
nostra giustificazione.
Questo, naturalmente, funziona bene quando alcuni fratelli e sorelle si incontrano in
una commissione per confrontare le rispettive interpretazioni bibliche e teologiche e
le possibili collaborazioni
operative, per esempio nei
confronti dello stato, ma il discorso che riguarda le comunità, o se vogliamo la base,
può essere diverso: è diverso.
Per questo sarebbe stato bene
discuterne a Santa Severa, ed
è necessario che Io si faccia
ora sul piano locale: è necessario che i documenti presentati all’Assemblea vengano
fatti oggetto di uno studio attento, e critico.
Perché nei fatti la coscienza di questa nostra reciproca
prossimità di sorelle e fratelli
cristiani deve fare ancora un
tratto di cammino non breve
e trovare la sua verifica concreta nella comprensione reciproca e nella possibilità di
lavorare veramente insieme,
in occasioni di testimonianza
comune, sul piano locale.
Non è un caso infatti che lo
stesso statuto della Federazione preveda fra i suoi scopi
quello di «manifestare l'unità
della fede e ricercare una comune, linea di testimonianza
nel nostro paese, fondata sullo studio della parola di
Dio». Nel concreto della vita
delle chiese e dei singoli credenti le priorità di vita, i modi di esprimere la fede e di
testimoniare sono così differenti, e talvolta tanto poco
compatibili, che è necessario
lavorare in profondità e prendersi del tempo in modo che
queste diversità vengano in
qualche modo assimilate e
accettate, per poter proseguire il cammino.
Di qui la necessità che il
dialogo con le chiese awentiste non solo non si fermi, ma
prosegua a livello di base; ovvero, in incontri di scambio e
di reciproca informazione sul
piano locale o regionale dove,
come insegna l’esperienza,
non è sempre stato facile avviare un dialogo. Comunque,
non dappertutto.
Non si tratta in ogni caso di
una questione secondaria o
marginale: l’incontro di dialogo e collaborazione bon le
chiese awentiste che si è
svplto negli ultimi anni e che
è stato accettato dall’Assemblea rappresenta un primo
passo verso una più ampia
apertura verso le numerose
chiese e movimenti evangelici (o «evangelicali», secondo
il brutto neologismo entrato
ormai in uso) che, nate in modo più o meno diretto dalla
comune matrice della Riforma protestante, si sono sviluppati in direzioni diverse,
con un linguaggio e delle
priorità e una spiritualità che
le nostre chiese classicamente
«riformate» hanno difficoltà a
riconoscere. Non è un fenomeno soltanto italiano, anzi.
Dirà il domani se è possibile costruire una comune piattaforma di testimonianza cristiana, di fronte alla realtà secolarizzata, di fronte al montare di antiche e nuove religioni, di fronte al crescere,
politico e istituzionale, del
cattolicesimo romano. O se
invece chiuderci, e rimanere
sterili, nella nostra incapacità
di riconoscere e vivere, al di
là delle pur vistose differenze, la nostra comune fede in
Cristo.
Il pastore Ignazio Barbuscia è stato II portavoce degli Avventisti in
Assembiea
LE CHIESE PROMUOVANO
La X Assemblea della Fcei, ih vista della convocazione da
parte della Conferenza delle chiese europee e del Consiglio
delle Conferenze episcopali d’Europa di una seconda Assemblea ecumenica europea sul tema della riconciliazione (Pentecoste 1997)
— auspica che tale iniziativa mantenga e sviluppi le grandi linee già emerse in occasione della prima Assemblea ecumenica
europea su «Pace e giustizia» (Basilea, 1989), che ha posto in
evidenza la res^nsabiiità di tutti verso la creazione e la necessita di una politica orientata allo sviluppo di una società sostenibile
- invita le chiese a intensificare il loro impegno per la
prornozione di una mentalità e di una cultura politica della sobrietà che sappiano - in condizioni di giustizia - porre sotto
controllo i consumi dell’oggi, in relazione alle responsabilità
che devono essere lasciate aperte per gli altri essere umani del
Sud del mondo e per le generazióni future
. Consiglio à nominare una Commissione che sin
dall inizio del processo preparatorio (gennaio 1995) lavori a facilitare e a organizzare una partecipazione il più possibile propositiva e rappresentativa deH’evangelismo italiano alla seconda Assemblea ecumenica europea.
Intervista a Jean Fischer della Kek
Il prossimo impegno]
la riconciliazione
LUCA NEGRO
T ean Fischer, segretario
generale della Conferenza
delle chiese europee (Kek),
l’organismo che riunisce le
chiese protestanti, anglicane
e ortodosse del «vecchio
continente», ha portato il suo
saluto aH’Assemblèa Fcei invitando anzitutto le chiese
italiane ad unirsi al processo
preparatorio della II Assemblea ecumenica europea
(Aee). L’Aee, che come la
precedente (Basilea 1989)
sarà convocata congiuntamente dalla Kek e dal Consiglio delle conferenze episcopali (cattoliche) europee
(Ccee), è prevista per la primavera del 1997, e avrà come tema la «Riconciliazione». (^Riconciliazione fra le
chiese e al loro interno — ha
detto Fischer -: riconciliazione nella società come superamento deir esclusione sociale, dei nazionalismi esaspéfati e dei conflitti interetnici, del razzismo e del sessismo; riconciliazione, infine,
tra il genere umano e la natura. E importante che le
chiese comincino a lavorare
sin da ora per evitare che nel
1997, quando VAee avrà luogo, ci siano solo discorsi accademici. Le chiese sono invitate a portare all’Assemblea europea le esperienze
concrete del loro impegno
per la riconciliazione».
Fischer ha poi parlato del
processo di «monitoraggio»
della Conferenza per la sicurezza e la cooperazione in
Europa, in corso da ottobre a
dicembre a Budapest. La Kek
e le sue chiese membro sono
presenti a questo incontro con
una serie di «monitori» che
hanno il compito di sensibilizzare i rappresentanti dei
governi ai temi delle minoranze, della libertà religiosa,
del razzismo e della xenofobia. Come esempio dei problemi aperti in Europa nel
campo della libertà religio.sa,
Fischer ha parlato del proget
Jean Fischer, segretario gend
le della Kek *
avo Ci
mafrar
¡rotta, Arti
to di nuova Costituzione dei,
lo stato albanese. Nel progef
to da un lato si dichiara la se'
parazione di stato e comunii
religiose, ma d’altra parte
prevede un’ingerenza nei
vita delle chiese, affermaiii
che i loro capi devono ess
albanesi: «Si tratta con
evidenza - afferma Fischer
di un attacco alla Chiesa oè,
todossa albanese, il cui arci
vescovo Anastasios è di ni.
zionalità greca».
Rallegrandosi per i rappoi,
che intercorrono fra la Fcei e
gli ortodossi albanesi, e peri
presenza all’Assemblea Fcei
di un rappresentante del metropolita greco-ortodo)sp
d’Italia, Fischer ha detto:«!
molto importante per i prète»
stanti rafforzare i rapporti
la solidarietà con gli ortodxn
si. Mentre nel periodo deli
guerra fredda c’è stata cOÌM^
borazione, ora vediamo scà
varsi un fossato fra le dui
confessioni, con gravi consà
guenze per il movimento ecà
menico. Bisogna avere il c»
raggio di rischiare l’ecwne^
nismo, rinunciando a cercará,
la propria sicurezza nei gheh
ti confe.ssionali».
potè
fi prot
1 storie
uto for
ÌSenzi
zione
|e, se il
Siente
6Sto euri
hana
hvinc
Verso la seconda Assemblea ecumenica
Facciamo l'inventario
dei gruppi italiani
La Conferenza delle chiese
europee (Kek) e il Consiglio
delle Conferenze episcopali
europee (Ccee) hanno chiamato a un nuovo incontro
ecumenico sul tema della riconciliazione per l’anno
1997. Se le chiese italiane intendono dare un contributo
costruttivo all’Assemblea
ecumenica serve un lavoro
preparatorio specifico, portato avanti da un gruppo di persone che si impegnino a gestirlo. Il gruppo, che pure sarà
riconosciuto dagli esecutivi,
non dovrà essere chiuso, per
poter cooptare sempre nuovi
partecipanti che credano di
poter contribuire al processo
ecumenico.
Il tema dell’Assemblea è
«Riconciliazione, fonte di
nuova vita», scelto perché rispecchia la crisi che affligge
la società europea, dove conflitti tra etnie e fazioni politiche, tra gruppi di diversa ispirazione culturale e religiosa,
sembrano sempre più prevalere sul dialogo costruttivo.
Da tempo organizzazioni va*
rie, laiche e/o religiose, quasi!
sèmpre di volontariato, af;
frontano i temi collegati di.
ambiente, pace e razzistno,,i
accoglienza di immigrati Questi gruppi dovrebbefO|
avere voce e rappresentanti;
nel gruppo ecumenico italia'
no, o perlomeno designare un
referente a cui il gruppo pos-^
sa rivolgersi per ottener®
informazioni e a cui passarij
quelle ottenute da strutture^
straniere analoghe. Lo scopU;
è di ottenere una mappa del
gruppi che eventualmente, in
passato, abbiano già lavorato
sul tema della prima Asseno*
blea ecumenica europea (F"
silea 1989).
Se fate parte di un grupp®
che tratta questi argomenti e
credete di poter costruttiva- j
mente contribuire al dialogo
ecumenico, siete invitati ad
inviare materiale (inizial'|
mente in mole ridotta) a Bif' i
git Kelm, via Bergamini o, 1
41030 S. Prospero (Mo); tef
059-908978.
Jolatur
I'd di letti
|iion accai
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®iiza no
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ropee,
sioni d
P
Plec
«spei.i
13
PAG. 9 RIFORMA
Consiglio della Fcei
Al termine l’Assemblea ha eletto gli organi della Federazione.
- Presidente è stato eletto il pastore Domenico Tomasetto
- i compenenti del nuovo Consiglio sono Paolo Ricc^ Marco Rostan, Lidia Ribet Noffke, Giuseppe Platone, Franco
Clemente, Franco Scaramuccia, Claudio H. Martelli, Piero
Trotta, Hanna Franzoi, Lidia Bruno, Antonio Mucciardi,
Mercedes Frias Lourdes, Sara Comparetti, Elisabetta
Pagano. , .
- a far parte del Collegio dei revisori sono stati chiamati:
Giorgio Gardiol, Paolo Bogo, Alberto Bragaglia, Claudia
Angeletti, Dieter Stoher.
Giunta
Nella prima riunione del Consiglio, tenutasi a Santa Severa,
non appena chiusa l’Assemblea, i componenti il Consiglio si
sono suddivisi gli incarichi interni; vicepresidenti sono stati
nominati Giuseppe Platone e Claudio H. Martelli, tesoriere
è stato nominato Francesco Clemente, e segretaria Lidia
Bruno.
Indirizzo
,j Consiglio, a cui toccherà attuare i mandati dell’Assemblea: da sinistra Franco Scaramuccia, Sara CompareUi, Franco Clemente,
na Franzoi, ElisabeHa Pagano, Claudio H. Martelli, Domenico Tomasetto (presidente). Lidia Bruno, Paolo Ricca, Giuseppe Platone, Piero
:a, Antonio Mucciardi, Lidia Ribet. (Assenti nella foto: Mercedes Frias Lourdes e Marco Rostan)
Chi volesse prendere contatto con la Federazione delle chiese evangeliche in Italia può scrivere a Fcei, via Firenze 38,
00184 Roma. Tel. 06-4825120. Fax 06-4828728.
el progetì
iara la si
comunii
a parte
nza nell!
ferman
mo essa
ischerùesa ori
[protestantesimo italiano ha una vocazione europea che l'Assemblea vuole valorizzare
ontani da Bundesbank, vicino all'Evangelo
MIMMO GUARACHA
■ui ardi 1 protestantesimo italiano
? diluii storicamente ha sempre
, ato forti legami con l’Eurorappoi^ L Senza esagerazione o prea Fcei e Azione possiamo affermare
e per la ie, se il nostro paese cultuea Fcei bente si è inserito nel condei me-' sto europeo, almeno in parodosso tlo si deve alla significativa
etto: «Elienza protestante, per
Bto minoritaria.
|)ate queste premesse, nailmente l’Assemblea si è
ifrontata con la questione
Bopa: anche quando il tema
jn era direttamente all’ordipdel giorno, ha fatto da sottendo al dibattito, in un cerlofenso lo ha ispirato e gli ha
-Sto punti di riferimento. Se
^critiche e le preoccupazioni
hnifestate sulla situazione
liana non sono scadute nel
tovincialismo delle lamentecautofustigative e autoconÍ illatorie, ma si sono tradotte
a interessanti e propositivi
lementi di analisi, lo si deve
al fatto che si è guardato
all’Italia con occhio europeo.
Fa relazione che il Consi[io ha presentato all’Assem¡laa su questo tema si carattei^va per due prese di posinone fondamentali. L’Unioao europea è una realtà politi^che si può giudicare da più
pelature e con diverse chia''' di lettura ma, a meno che
non accadano eventi eccezionali e catastrofici, la sua esiplonza non è messa in discusPone. Le chiese protestanti e
l|a Conferenza delle chiese
•TOpee, pur ricercando le oclaioni di incontro e di con
IO
i va'!
[luasi
af
Mercedes Frias Lourdes della Chiesa apostolica italiana è la prima
donna immigrata ad entrare nel Consiglio Fcei
fronte con i massimi responsabili dell’Unione europea, si
pongono su posizioni critiche, rifiutano l’Europa come
fortezza e si schierano con i
più deboli, siano essi dentro i
confini dell’Unione o fuori:
emarginati, disoccupati, immigrati, abitanti dei paesi poveri. Un ruolo profetico, un
andare contro corrente e non
una facile e comoda collocazione costantiniana di consigliere del principe.
Questa scelta di campo è
emersa con evidenza nel
gruppo di lavoro. Chi si fosse
trovato a passare per caso
avrebbe potuto pensare che in
quella sede si stava discuten
e un.j
pOS'l
lerej
sarei
ture|
;opet
dei'!
ini
PER L'EUROPA SOCIALE
k' C’Assemblea, rispetto ai problemi della costruzione dell unità
R^iropea, denuncia la tendenza ad uno sviluppo dell Unione in
- fortezza» con pesanti discriminazioni economiche e legali verp So l’Europa dell’Est e il Sud del mondo, invita il Consiglio
, a promuovere nelle sedi idonee un ideale europeo pluralistioo e solidale verso realtà economicamente più deboli, sia interne
nhe esterne aH’unione europea . . . . ,
” a promuovere un progetto federalista che valorizzi diversità
^Specificità
~ a nominare una commissione che funzioni come suo consulente per i rapporti in Europa; rifletta sui problemi della costruzione europea; ne informi le chiese; stabilitala e mantenga rapporti di collegamento e collaborazione con tutti i membri delle
■ aostre chiese impegnati in organismi ecumenici a livello europeo
^ — a favorire lo sviluppo di iniziative culturali e politiche che si
•^P*^agano come porate nei confronti dell’area mediterranea.
do del Servizio migranti. Infatti non si è partiti da
Bruxelles o da Strasburgo ma
dalle vittime della «fortezza
Europa». La caduta della cortina di ferro e la fine dei regimi del socialismo reale non
devono fare dell’Est europeo
una terra di conquista, così
come vanno riviste le ragioni
di scambio con il Sud del
mondo. Correttamente e giustamente il gruppo di lavoro
si è dilungato sull’immigrazione: la fortezza Europa che
dichiara guerra agli immigrati
dopo aver ridotto alla fame
interi continenti, è la stessa
che cinicamente produce al
suo interno emarginazione,
disoccupazione e lavoro senza diritti.
Qualcuno potrebbe pensare
che in questo gruppo si fossero dati convegno i soliti estremisti; ebbene, tra chi ha insistito su queste posizioni troviamo Jean Fischer, segretario generale della Conferenza
delle chiese europee (Kek) e
Gerard Merminod che rappresentava la Commissione ecumenica europea per i rapporti
tra chiesa e società (Eeccs).
La loro partecipazione al dibattito non è stata formale,
segno questo di consolidati
rapporti fraterni costruiti in
anni di contatti e lavoro in
comune.
Jean Fischer ha illustrato
anche il lavoro preparatorio
per organizzare la prossima
conferenza della Kek prevista
per Pentecoste 1997. Avrà
per tema la riconciliazione e
continuerà e approfondirà la
riflessione e l’impegno della
Conferenza di Basilea ’89 su
pace, giustizia e salvaguardia
della creazione.
Sempre Jean Fischer ha riferito sulla situazione albanese dove c’è il rischio che ancora una volta venga negata
la libertà religiosa con gravi
ingerenze dello stato nella vita e nell’organizzazione delle
chiese. L’assemblea, in sintonia con le prese di posizione
della Kek, ha approvato un
ordine del giorno sulla libertà
religiosa indirizzato alle autorità politiche dell’Albania. E
questo non è un puro atto formale se si pensa alla fattiva e
intensa collaborazione che si
è realizzata tra i protestanti
italiani e fratelli albanesi ortodossi e battisti.
Gerard Merminod, da parte
sua, ha suggerito che la commissione consultiva che si andrà a costituire per i rapporti
con l’Europa non riduca il
suo lavoro al momento istituzionale, ma studi e analizzi le
dinamiche sociali ed economiche del nostro paese
sull’esempio dell’analoga
commissione francese.
Quando il documento elaborato dal gruppo è stato proposto all’Assemblea, è stato
arricchito specificando che la
nostra collocazione geografica ci assegna un compito di
saldatura tra l’Europa e i paesi del Mediterraneo, compito
al quale non possiamo sottrarci se vogliamo essere coerenti con le affermazioni sulla
pace e la giustizia.
L’Assemblea ha assunto
senza dubbio posizioni coraggiose e di sfida: ci schieriamo
al fianco dei più deboli, di chi
non ha potere per decidere, di
chi non ha voce; certamente
siamo lontani anni luce dalla
Bundesbank, ma forse un po’
più vicini all’Evangelo.
Un lunghissimo battimano ha ringraziato il pastore Giorgio Bouchard per i suoi sei anni di presidenza della Federazione, anni in cui
Bouchard «ha gettato molti ponti» e li ha sostenuti anche «quando
vacillavano»
Chin Ton Lin ha partecipato
aH’Assemblea in rappresentanza della Chiesa cristiana cinese
in Italia (3000) persone
Tito Alfredo Figueroa ha partecipato aU’Assembleà quale rappresentante della chiesa ispanoamericana di Genova
PROTESTANTESIMO
IN TV
Domenica 20 novembre
ore 23,30 circa • Raidue
Replica: lunedì 28 novembre
ore 8,25 circa ■ Raidue
in questo numero:
la Chiesa luterana in Lettonia:
Fede e speranza
I L’Esercito della Salvezza si consulta sulle decisioni da prendere
14
PAG. 10 RIFORMA
Chiese battiste di Puglia e Lucania
Si intensificano le
attività e le iniziative
EDOARDO ARCIDUCONO
Il 23 ottobre scorso, nei locali della chiesa battista di
Barletta, si è svolta l’Assemblea generale dell’Associazione delle chiese battiste di
Puglia e Lucania (Aceb/pl). I
delegati delle chiese hanno
avuto così l’opportunità di dibattere i vari argomenti e problemi per confrontarsi con la
realtà del nostro Sud, dove il
pastore sembra oggi essere in
via di... estinzione.
L’Assemblea ha ascoltato il
rapporto del segretario uscente, Nicola Nuzzolese, che ha
relazionato dettagliatamente
circa le cose fatte dall’Aceb;
la predicazione e gli studi biblici a favore di varie comunità prive di pastore; i corsi
quindicinali per predicatori
locali, portati avanti dai pastori Martin Ibarra e Elizabeth Green, di concerto con il
Dipartimento di teologia
dell’Ucebi; la gestione delle
borse campo per ragazzi e ragazze della scuola domenicale e il seminario estivo per
predicatori locali di Rocca di
Papa; l’organizzazione di un
convegno cassieri per l’uso
del nuovo registro di cassa da
adottare nelle singole chiese;
la cura di contatti con una
nuova comunità evangelica
formatasi a Peschici (Fg),
presente all’assemblea con il
responsabile pastore locale
Antonio De Noia e una dele
gazione.
In seguito è stata ascoltata
la relazione del cassiere
uscente, Edoardo Arcidiacono, sul bilancio consuntivo
Villa Betania
Firmata la
convenzione
Sabato 29 ottobre è stata
sottoscritta la convenzione tra
rUsl 45 di Napoli e l’Ospedale evangelico Villa Betania. Si tratta dell’ultimo
adempimento formale che
completa l’iter della classificazione cominciato più di un
anno fa. Con questo adempimento, a partire dal 1° novembre Villa Betania. potrà
cominciare a lavorare a tutti
gli effetti in quanto «ospedale
classificato»; è un risultato
importante anche dal punto di
vista economico, in quanto
sarà finalmente riconosciuta
una retta che tiene conto dei
servizi e del personale che
l’ospedale metté a disposizione. Da questo momento sarà
possibile guardare con più serenità anche ad alcuni grossi
impegni, come il progetto di
ampliamento dell’ospedale,
che Villa Betania ha preso
per il futuro.
del biennio 92/94 e preventivo per l’anno 1995; quindi si
è svolto il culto con la comunità ospitante, presieduto dal
pastore Rosario Bagheri che
ha predicato sul testo di II Timoteo 2, 1-26. Dopo il culto
si è consumato il pasto comune con una bellissima agape
fraterna, in una atmosfera di
compostezza e letizia. Nel
pomeriggio l’Assemblea è
stata allietata dalla presenza
del pastore in emeritazione
Michele Sinigaglia, già membro dell’Aceb, che in questi
anni trascorsi a Bari ha contribuito a creare e sostenere il
corso per predicatori locali ad
Altamura. L’Assemblea ha
discusso e analizzato molti
problemi: fra le iniziative in
programma per l’anno prossimo ha dato particolare rilevanza a una maggiore collaborazione con rUcebi, all’organizzazione di un convegno
per chiarire la posizione delle
nostre chiese sulla «ecclesiologia battista italiana», a un
convegno per discutere le
proposte di Intese con lo stato
e la questione della defiscalizzazione, a un convegno
cassieri per verificare a che
punto si trova l’elaborazione
del nuovo registro di cassa e
a instaurare contatti con altre
Associazioni regionali.
In fase di conclusione dei
lavori si è passati all’elezione
del nuovo Comitato di coordinamento Aceb, che è risultato così composto: Elizabeth
Green, Elio Mariani, Leonardo Nicoletti, Maria Papapietro, Edoardo Arcidiacono. Un
ringraziamento particolare va
fatto al fratello Nicola Nuzzolese che per sei anni ha ricoperto la carica di segretario
Aceb, prodigandosi sempre
con impegno costante e proficuo, svolgendo e coordinando
ottimamente tutto il lavoro;
un grazie altresì a Maria Castellari (membro non rieleggibile) e al pastore Martin Ibarra, che lascia l’incarico come
membro dell’Aceb per diversi
impegni. L’Assemblea si è
chiusa con una preghiera del
pastore Angelo Matera di
Foggia.
Un ringraziamento va alla
comunità di Barletta, alle sorelle che hanno preparato una
squisita colazione, oltre che
ai giovani per la loro disponibilità nell’intrattenere i numerosi bambini presenti a tale
incontro. Infine ricordo che
sabato 12 novembre l’Aceb
dà inizio ai corsi periodici di
preparazione teologica per
predicatori locali, con due incontri mensili, sempre presso
la chiesa di Altamura. Al primo incontro avremo, oltre i
relatori ufficiali (Green, Ibarra), la presenza del pastore
Salvatore Rapisarda, segretario del Dipartimento di teologia deirUcebi, che darà il via
al corso presentando il nuovo
programma.
PROTESTANTESIMO
RIVISTA TRIMESTRALE '
PUBBLICATA DALLA FACOLTÀ VALDESE DI TEOLOGIA
VIA P. COSSA 42 - 00193 ROMA - FAX: 06/3201040
4, quarto trimestre 1994 - voi. XLIX
□ E. E. Green, Indiri2zi di cristologia femminista
□ E. Tomassone, Gesù-Sophia □ A. Cassano,
L'etica polìtica delle prirne comunità anabattiste
□ Studi critià: C. G. De Michelis, La Bibbia del
Patriarcato di Mosca □ P. Comba, Scienza e religione □ Rassegne: E. Genre, il culto riformato □
Recensioni ./ '
Vita Delle Chiese
Chiese valdesi e metodiste lombarde
Alla ricerca della
«fedeltà inventiva»
GIORGIO GUELMANI
Si è tenuta sabato 22 ottobre, presso Chiesa metodista di Milano, l’Assemblea
del VI circuito. La maggior
parte della discussione è stata
dedicata al tema dei ministeri,
ampiamente discusso nel corso dell’Assemblea precedente, su proposta della Chiesa
valdese di Milano.
L’esperienza di numerose
assemblee elettorali aveva
mostrato come sia diffusa
l’idea che si «diventi» anziani
o diaconi quando si è eletti in
Concistoro (o Consiglio di
chiesa) e si perda tale qualifica quando se ne esce, idea
che porta (fatalmente?) a considerare i termini «anziano» e
«diacono» o intercambiabili
(non se ne coglie più la differenza) 0 come tappe di una
carriera (si entra in Concistoro come diaconi, poi si è
«promossi» anziani).
Si riteneva invece molto
più consono alla nostra ecclesiologia pensare che il Signore sparge nella comunità i più
diversi doni necessari alla sua
edificazione, e che questi doni (che si manifestano nelle
azioni più diverse: dal monitore a chi visita un malato,
dal cassiere a chi prepara il
pranzo comunitario) possono
essere ricondotti ai due ministeri (anziano e diacono) riconosciuti dai regolamenti accanto a quello pastorale. Se è
così, si è anziani e diaconi
prima e indipendentemente
dalTelezione in Concistoro.
Da questa consapevolezza
nasce il dubbio sul «che fare»: è più urgente trovare le
forme per il riconoscimento
pubblico dei doni esistenti
nella comunità (in modo da
dare visibilità all’impegno silenzioso di molti e perché la
chiesa, come sa chi sono i
suoi pastori sappia chi sono i
suoi anziani e i suoi diaconi);
o concentrare lo sforzo sulla
formazione dei ministeri (in
una situazione che richiede
competenze sempre maggiori
per poterli esercitare, e in cui
la disponibilità ad assumere
incarichi non occasionali è
spesso bassa?).
Riconosciuta l’importanza
del tema «ministeri», l’Assemblea del maggio scorso
aveva nominato una commissione (formata da Patrizia
Bertesi, Gian Maria Grimaldi,
Giorgio Guelmani, Mauro
Trotta) per istruire la discussione successiva fornendo un
inquadramento teologico e
formulando proposte. La
commissione ha adempiuto al
suo compito producendo un
documento di non facile let
tura ma ricco di stimolanti
provocazioni (per esempio la
distinzione, spinta ai limiti
della contrapposizione, tra
chiesa e comunità, tra teologia della vocazione e teologia
del mantenimento, tra doni
del Signore e capacità).
La discussione che ne è seguita ha cercato le vie di una
«fedeltà inventiva» alle indicazioni del Nuovo Testamento e della Riforma chiarendo
che dietro, e al di sopra, del
discorso sulle strutture sta la
necessità di un ritorno alla dimestichezza con la Bibbia e
alla coerenza della fede, a una
vita interiore rinnovata che ci
faccia uscire dalla passività.
Il discorso si è così allargato
alla crisi del nostro regime
assembleare, al rischio di un
clericalismo di fatto e della
perdita di uno degli elementi
qualificanti della nostra identità riformata. La discussione
proseguirà nella prossima assemblea, in cui tutte le chiese
del circuito che non Thanno
ancora fatto porteranno il loro
parere sull’argomento.
Nel pomeriggio l’Assemblea ha discusso sulla situazione del Centro «Jacopo
Lombardini» di Cinisello, resa difficile dalla riduzione
della presenza evangelica nella Comune e dalla sospensione dell’attività di scuola popolare. L’Assemblea non doveva prendere decisioni rispetto a un’opera che a essa
non risponde; c’è stato un importante confronto (presenti
anche alcuni rappresentanti
del Centro) sui problemi passati e presenti del Lombardini, nel comune intento di riscoprire il significato di una
testimonianza evangelica in
Cinisello e di riattivare la comunicazione, non sempre facile nelle opere «di frontiera», tra il Lombardini e le
chiese.
Infine si è avuto uno scambio di informazioni sull’attività di aiuto all’ex Jugoslavia, sulle esperienze di quest’anno (tra cui un campo di
18 giorni per giovani profughi tenutosi a Sap Fedele),
sui progetti del nostro referente evangelico (il centro
Ichthys di Pola, che gestisce
un orfanotrofio a Rovigno e
sta per costruire una casa per
profughi anziani), su idee per
il futuro e la necessità di rinnovare le forme del coordinamento tra le nostre comunità
impegnate nell’aiuto.
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RIFORMA
TAVOLA VALDESE
Vacanza di chiese
A all’art. 17 R04, proclama la vacanza
della Chiesa valdese di Prarostino. La designazione del
nuovo pastore titolare dovrà avvenire, a norma degli artt.
12, 13, 14, 20, 22 e 23 di R04, entro il 31 gennaio 1995.
A all’art. 17 R04, proclama la vacanza
della Chiesa valdese di Angrogna. La designazione del
avvenire, a norma degli artt. 12, 13
14, 20, 22 e 23 di R04, entro il 31 gennaio 1995.
La Tavola, in base alTart. 17 R04, proclama la vacanza
della Chiesa valdese di Frali. La designazione del nuovo
pastore dovrà avvenire, a norma degli artt. 12, 13 14 20
22 e 23 di R04, entro il 31 gennaio 1995.
A all’art. 17 R04, proclama la vacanza
della Chiesa valdese di Pinerolo. La designazione del
nuovo pastore titolare dovrà avvenire, a norma degli artt.
12, 13, 14, 20, 22 e 23 di R04, entro il 31 gennaio 1995.
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BOLOGNA — Domenica 2 ottobre il sovrintendente di ciic [imentre
to Armando Palazzino ha presieduto il culto di insediai ÌWambi
to del pastore Giovanni Anziani. Il locale di culto di: jariamer
La nuova Foresteria del Servizio cristiano di Blesi: l’inaugurai
avvenuta domenica 23 ottobre, a conclusione dei lavori del Co
generale. La struttura, realizzata in tempi rapidissimi grazie i
contributo di forze locali, entrerà in funzione a partire da :
naie e potrà ospitare 14 persone
Venezia 3 era stracolmo di fratelli e sorelle della comía ichile, q
bolognese, di Ferrara, di Modena, della numerosa común maschil
di fratelli e sorelle filippini, di simpatizzanti e di meiit runa cosi
del Sae. Sul nuovo pastore e sulla sua famiglia sono su Wta chi
invocate le benedizioni del Signore e formulati gli augi stésso r
più fetidi di proficuo lavoro sia durante la presentazio ta di fatti
che più tardi, durante un piccolo rinfresco nei locali social iso (e a n
iire, capi
VILLASECCA — Un’Assemblea di chiesa riunita il 30
bre ha espresso, in un documento approvato all’unanimi (ma
viva preoccupazione «per le prospettive di tagli aUa San
che andranno a colpire le fasce più deboli della popolazic
e in particolare i residenti in zone disagiate e di montai ™
con la trasformazione di strutture ospedaliere di piccolei !?n V
mensioni in ricoveri per anziani». I firmatari inoltre fan) •
presente che gli ospedali valdesi di Pomaretto e Torre Pel ’
ce «offrono un’assistenza essenziale per queste zone f™
montagna già deprivate sotto altri aspetti (...) e che il lui —
servizio è utilizzato in tutte le sue potenzialità e con appre ^
zamento generale degli utenti» e auspicano, rivolgendosi ?
ministro per la Sanità, Costa, e all’assessore regionale Cu ■
co «il mantenimento di tutti gli ospedali di questo tìpoeltj^f
rinnovo delle convenzioni con l’Ente pubblico che 1*
garantiscano il finanziamento».
TARANTO — L’Assemblea di chiesa, nella riunione del 23
ottobre, si è dichiarata consapevole di vivere con il popola
dei lavoratori la preoccupazione per l’attuale momentopolj
tico ed economico. Coniscia dell’importanza evangelicad
la solidarietà quando si tenta di far ricadere solo sulle fai
più (leboli, come i pensionati, la soluzione di una crisii
nanziaria che nel Sud è diventata oltremodo insostenibw
ha attestato la sua volontà di resistenza ad ogni tentativo
toritario di ingiustizia; per protestare democraticamente« Wriarc
tal senso, aderisce alla manifestazione organizzata per il f d, in ita
novembre a Roma dai sindacati confederali, ““a linj
»de allí
GENOVA — Il 27 novembre nella chiesa di via Assarottill i)Come (
a cura della Federazione delle chiese evangeliche in Ligi opastori
ria e Piemonte meridionale si tiene una tavola rotondasi ^
tema Immagini di Dio nelle grandi religioni monoteisti
con la partecipazione di cattolici, ebrei, islamici, ortodoss
e protestanti. Il programma prevede alle 10 una meditazio ■
ne comune sul tema «Dio creatore»; alle 15,30 unatavol
rotonda su «Le immagini di Dio» a cui farà seguito la (fi
scussione. I relatori sono monsignor Marino Poggi, il
bino Elia Kociowski, l’ingegnere Hassan Abou KiiahU
professor Vladimir Zelinskj, il pastore Fulvio Ferrario!
Mario Becchino. Ü,
Mondovì: I colori della fede
Domenica 13 novembre la comunità evangelica di Mond
resteggia la sua costituzione in chiesa autònoma con un cu®
di ringmziamento al Signore, durante il quale verranno con®
cratì gli anziani e i diaconi della chiesa. Il culto avrà luogo r
locale di via Ripe 14/A alle ore 15.00. Seguirà un rinfresco.
La comunità di Mondovì invita i fratelli e le sorelle delle u..
chiese a ccmdividere la toro gioia partecipando a questo i
corWo, per il quale è stato scelto un motto particolare: «I co''
della fede», .
Centro evanqelico Bethelì
»ATTORI:
:o,L
l’feioGiroli
Luisa
I '»Idi, Fulv
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Utilizzindonè del Centro in autogestione
* r.
Il Centro, durante i periodi di inatti^
vità, accoglie volentieri gruppi di ah
meno 15 persone, per un minimo dj
tre giorni, la cui attività sia coerenti
pon le finalità di Bethel.
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Le richieste vanno inoltrate al direttori
del Centro:
Bruno Gabrielli via XX settembre, 62 '
88100 Catanzaro. Tel. e fax n. 09&T
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¡are sempre la quanper fare emergeiera paritaria la difdi genere è tecnicaimpossibile; bisognele raddoppiare tutti i nosolo, ma anche gli
ijti variabili del discoriitre a creare una prolisiversamente proporzioH’incisività, questo finiper essere controproduiifmentre l’uso neutro inWambi i generi senza
¡ariamente privilegiare
;hile, quando la distinWch'le/feniminile diana costante linguistica,
rolla che un genere non
stesso rilievo dell’altro
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:ali socia iso (e a meno di voler riure, capovolti, gli attuali
1 il 30 od ijjiji potere, è facile im’unanimi quale sarebbe il geSan ^luso).
•opolazio gjjjj ju -e si prestano par1 montag jjj,gute a una tale evoluideila lingua: basti penoitre g «preside» o «responsa1 otre Pel ; pjjj chiaro emer.te zonei femminile, e senza
cne 11 lol inconvenienti, si po
'On e tendere a liquidare la
1 ri! ¡lenza maschile nell’uso
onal® aggettivi e declinare al
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inile l’articolo, analogaie a molti nomi in -a (il
„.), citando sempre enli gli articoli (il/la pasto^do si parla in senso
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¡versa, lingue in cui il
inile grammaticale e¡e molto di più, come ad
lio l’ebraico, non hanno
tiò espresso culture melatriarcali della nostra.
I, in italiano sono novità,
lina lingua finché è viva
Mde alle nuove esigenze.
ìsarotti 2l i)Gome ogni altro, il mini
le inUglI 0 pastorale è unico, anche
otonda sii
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L'IMPEGNO SOLIDALE DEI LETTORI
IL FONDO DI SOLIDARIETÀ
RENATO COÏSSON
Regolarmente appare sul
nostro giornale il rendiconto del «Fondo di solidarietà» con l’invito ai lettori a
sostenere alcuni progetti di
aiuto allo sviluppo o di interventi di emergenza a favore
di realtà spesso drammatiche.
È una finestra che si apre
verso il mondo dei sofferenti,
dei poveri e degli emarginati
che aspettano con ansia la
nostra risposta di aiuto, ed è
una possibilità che ci viene
offerta di tendere in modo
concreto la nostra roano verso di loro, nel nome di Colui
che tutto ci ha donato perché
noi potessimo vivere.
È interessante ripercorrere
rapidamente la storia di questo servizio che «La luce»
prima ed ora «Riforma» offre alle nostre chiese.
La rubrica nasce nel 1968,
oltre 25 anni fa. Sono gli anni caldi in cui tutto viene rimesso in discussione nella
chiesa e nel mondo. Il «Fondo» nasce per scendere nel
concreto della solidarietà. Si
parla e si discute di pace, di
giustizia, di corresponsabilità dei credenti. Ma a molti
non basta discutere, si vuole
«agire», e la raccolta di fondi per aiutare chi soffre è
una forma di azione cui tutti
possono partecipare. Dal
se lo si esercita in tanti modi
diversi e non solo, né prima di
tutto, a seconda del sesso.
Cercare autorevolezza nell’
uso del maschile? Me ne
guardo bene! Non ne ho (abbiamo) alcun bisogno, e personalmente non ne riconosco
altra che quella derivante da
una vocazione riconosciuta
dalla chiesa col suo mandato.
Se preferisco il termine
neutro è dunque per motivi di
femminismo, anche se non mi
riconosco in quello che si
esprime nel cosiddetto «pensiero della differenza»; nonostante le buone intenzioni, ri
Via Pio V, 15 -10125 Torino - tei. 011/655278 - fax 011/657542
¡■■i Via Foria, 93 - 80137 Napoli - tei. 081/291185 - fax 081/291175
[% Via Repubblica, 6 -10066 Torre Pellice - tei. e fax 0121/932166
TORE: Giorgio GardioI
j^IRETTORl; Luciano Deodato, Emmanuele Paschetto
«ATTORI: Stelio Armand-Hugon, Claudio Bo, Alberto Bragaglia, Daniele
T'Busetto, Luciano Cirica, Alberto Corsani, Piera Egidi, Fulvio Ferrano, Mau5 feio Girolami, Anna Maffei, Milena Martinat, Carmelina Maurizio, Luca Ne' "D, Luisa Nitti, Jean-Jaegues Peyronel, Gian Paolo Ricco, Giancarlo Ri1 -Idi, Fulvio Rocco, Pietro Romeo, Marco Rostan, Piervaldo Rostan, Marg ® Schellenbaum, Federica Toum, Florence Vinti, Raffaele Volpe
E^NTI: Franca Long, Andrea Mannucci, Mario Marziale, Fulvio Rocco, Brullo Rostagno
*NISTRAZI0NE: Mitzi Menusan
ONAMENTI: Daniela Actis
■-OCOMPOSIZIONE: Aec s.r.l. - tei. 0174/551919
La Ghisleriana s.n.c. Mondovì - tei. 0174/42590
^IRE: Edizioni protestanti s.r.l. - via Pio V, 15 bis -10125 Torino
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- via aerea
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- semestrale
£ 140.000
£ 170.000
£ 200.000
£ 75.000
J'ihulativo Riforma + Confronti £ Ì35.000 (solo Italia)
|L|5^nars/.' versare l’importo sul ccp n. 14548101 Intestato a Edizioni pròV®'’''s r.i., via Pio V15 bis, 10125 Torino.
B^Unmaktunluala eoi L'Eco
fi«'- nonpuòssawvvandMissi^ratafMnfe
* Inserzioni pubbiicitarie: a modulo (42,5x40 mm) £ 30.000
'^ipazioni: milllmetro/colonna £ 1.800
’‘’"'lei: a parola £1.000
a Il nuovo titolo della testata La Luce reaistrata dal Tribunale di Pinerolo con II n. 176
1* I«.. . ™ “‘uiu oeiia testata uà lucb reyisud« uqi i nu.,.,-,,- -...........
, jnnnaio 1951, responsabile Franco Giampiccoli. Le modifiche sono state registrate
^nza in data 5 marzo 1993.
42 del 4 novembre 1994 è stato consegnato per l'inoltro postale all'Ufficio CMP
neiss Remoli 44/11 di Torino mercoledi 2 novembre 1994.
1968 ad oggi sono oltre i
220 i milioni raccolti e inoltrati ai destinatari.
Guardando più da vicino
gli ultimi dieci anni, il «Fondo» ha sostenuto alcuni interventi di emergenza in occasione di catastrofi naturali,
appoggiando l’azione del
Cec: troviamo così gli aiuti
per i terremotati di Colombia
e Messico, i profughi della
Guerra del Golfo, il Sacc del
Sud Africa (questa voce è
stata poi assunta dalla Federazione). •
Attraverso la locale chiesa
evangelica si è intervenuti
per l’Eritrea, nella realtà dì
carestia e guerra civile. Con
FEper svizzero si è pensato
ai bambini di strada della
Romania.
In occasione dell’incendio
che ha devastato Prarostino,
il «Fondo» è servito come
canale per esprimere la solidarietà delle popolazioni non
solo delle Valli ma dell’e, vangelismo italiano. Si è intervenuti ancora in Italia a
favore di una persona che necessitava di un’operazione e'
per il centro malati di Aids.
Alcuni interventi hanno riguardato la formazione teologica in Giamaica e in Nigeria con il sostegno ad una Facoltà di teologia e all’Unione
per la lettura della Bibbia.
Ma il maggior numero di
progetti ha riguardato l’aiuto
allo sviluppo, riassunto dalla
formula «aiutiamoli ad aiutare se stessi». In una realtà
economica mondiale che pe-nalizza sempre di più i paesi
del Terzo Mondo e produce
miseria, disoccupazione, fame e alto tasso di mortalità
da cui molti cercano soluzione emigrando all’estero, è
estremamente necessario
creare le condizioni di sviluppo sul luogo, dando la
possibilità a tutte le potenzialità di lavoro e di sviluppo
di esprimersi. Si è Così pensato alla Scuola di cucito di
Managua e si sono sostenuti
parecchi progetti di sviluppo
agricolo di chiese della Cevaa: Chipembi Farm School
nello Zambia, il Centro agricolo di Bugam nel Camerún,
il progetto agro-pastorale di
Karisounkpa impegnato anche contro la desertificazione
nel Benin, il grosso progetto
^ di Nyengo nello Zambia con
la riapertura di un canale navigabile dove è impegnata
un’azione apostolica comune, ed alcuni progetti del Dipartimento per lo sviluppo
della Chiesa di Gesù Cristo
in Madagascar operante nel
campo sanitario, agricolo e
dell’artigianato.
Scorrendo le lunghe liste
dei donatori, si notano amici
affezionati che contribuisco
no regolarmente da anni,
amici occasionali, scuole domenicali, comunità, collette
speciali, ecc.
In silenzio, il «Fondo di
solidarietà» ha operato tutti
questi anni con discrezione
ma con costanza. È stata una
finestra aperta sui mondo
che dovremmo avere il
coraggio e la forza di aprire
ancora di più perché la realtà
di miseria, soprattutto nel
Terzo Mondo, diventa sempre più drammatica. Attualmente, i progetti in corso
riguardano: a) l’aiuto di
emergenza alle vittime del
ciclone «Geralda» in Madagascar; b) la bottega artigianale per il recupero degli
avanzi di marmo a Ambatofinandrahana sempre nel
Madagascar; c) la cooperativa agricola di Manzir nel
Mozambico dove si sono
reinserite dieci famiglie di
profughi, molti altri progetti
attendono in anticamera.
Speriamo, con l’aiuto dei
lettori, di poter incrementare
questa forma di solidarietà
venendo così incontro alle
attese di tanti fratelli e di
tante sorelle in Cristo.
Le offerte vanno, come al
solito, versate sul ccp
11234101 intestato a La
Luce - fondo di solidarietà - via San Pio v n. 15,
10125 Torino.
tengo troppo grande in esso il
rischio di dimenticare l’aspetto culturale e storico delle diversità.
Siamo noi donne a dover
scegliere, ma se non ricordo
male il termine pastora è stato
adottato in una riunione non
sufficientemente rappresentativa di tutte noi, e senza sufficiente informazione previa in
merito. Mi adeguerò a quello
che entrerà in uso, naturalmente, ma la lingua crea una
mentalità, e finché posso proporre alternative...
Cordialmente
Teodora Tosatti - Napoli
Critiche
senza
disdetta
Non voglio entrare nel merito del contenuto della lettera
di Paolo Zebelloni, pubblicata nel numero del 4 novembre
scorso e riguardante l’obiettività di questo settimanale in
campo politico. Desidero invece sottolineare come questo
fratello in fede (al pari di altri, come egli stesso suppone)
contempli la possibilità di
non rinnovare l’abbonamento
a Riforma a conferma del suo
dissenso.
Non condivido questo atteggiamento che sa più di
«punizione» che di critica costruttiva. Riforma è il settimanale delle chiese evangeliche
battiste, metodiste e valdesi e
si vale essenzialmente della
collaborazione volontaria di
tanti fratelli e sorelle. Il nostro periodico è «di tutti» e
ognuno di noi vi può esprimere le sue idee. In questo
caso il lettore lo ha fatto e mi
auguro sinceramente che egli
receda dal suo intento. Ma
quanti sono i casi di quelli
«silenziosi» che non rinnovano l’abbonamento per manifestare dissenso? A loro mi
rivolgo, invitandoli a tener
ben presente che questo settimanale (che ha già una vita
non facile sotto l’aspetto eco
nomico) ha non solo la necessità che i suoi attuali lettori si
mantengano, ma anche quella
che il loro numero si estenda.
Non siamo d’accordo su certi
articoli, su certe prese di posizione? Manifestiamo e documentiamo il nostro dissenso ma, per favore, non ricorriamo all’«arma» della disdetta dell’abbonamento.
Roberto Peyrot
Torre Pellice
Un miracolo
moderno
Mercoledì 12 ottobre Pia e
Valdo Natali, valdesi di Felonica, stanno viaggiando in auto alla volta di Ferrara. Hanno ricevuto una telefonata
dalla polizia stradale: la loro
figlia Grazia di 25 anni è stata coinvolta in un «maxitamponamento» sulla A13 all’altezza del ponte sul Po di Occhiobello di Ferrara, mentre
si recava al lavoro sulla sua
Renault 5.
Valdo e Pia hanno già perso il loro figlio più giovane,
Daniele, di 18 anni, nel 1991
in un incidente stradale. Ora
viaggiano nel terrore di trovare morta anche Grazia. Arrivano al Pronto soccorso dell’ospedale S. Anna di Ferrara
e trovano a aspettarli Carmine Bianchi e Lidia Giorgi, entrambi pastori battisti. Questa
già è una prima grazia del Signore.
La loro figlia è in rianimazione. La prognosi è riservata: ha avuto gravi danni alla faccia, alle costole e a un
paio di vertebre ma è lucida,
non ha mai perso conoscenza
e non è paralitica né cieca. La
Mercedes che stava davanti a
lei si è infilata sotto a un camion che viaggiava lentamente o era'fermo per la lunga coda di auto che si era formata per nebbia e lavori in
corso in quella zona. L’autista della Mercedes, un giovane romano, è morto sul colpo.
Grazia è riuscita a frenare
per non andare a finire anche
lei sotto il camion, ma è stata
tamponata violentemente da
un altro camion, che la seguiva. A questo punto sono sbucati dalla nebbia alcuni operai
che l’hanno immediatamente
tirata fuori dall’abitacolo. Intanto i tamponamenti continuavano: una quarantina di
auto coinvolte. La Renault di
Grazia continuava a ricevere
colpi su colpi fino a diventare
cortissima. Se fosse rimasta
dentro solo per qualche minuto sarebbe stata maciullata;
ma le risorse della grazia di
Dio non sono ancora finite.
L’ambulanza è arrivata subito
e poco dopo lei si trovava in
sala di rianimazione circondata da specialisti e infermieri.
Nelle chiese di Felónica,
Ferrara e Mantova si prega
per questa ragazza e a Felónica anche nella chiesa cattolica. Ma soprattutto si ringrazia il Signore. Ci sono troppe
coincidenze favorevoli e non
si può fare a meno di pensare
a un intervento del Signore.
Dio ha fatto vedere a questa
nostra giovane sorella la fine
che avrebbe potuto fare e non
ha fatto. È viva e siamo riconoscenti al Signore, ma anche agli operai per il loro
pronto intervento e a Carmine Bianchi e Lidia Giorgi.
Hanno lasciato tutto e sono
corsi all’ospedale sulla semplice richiesta telefonica di
un pastore valdese. E tutto
questo dopo che la corale
della chiesa battista di Pordenone si era sobbarcata un
lungo viaggio per partecipare
alla cerimonia di ridedicazione del tempio di Felónica
il 2 ottobre.
Samuele Gianbarresi
Felónica Po
Sabato 12 novembre —
FIRENZE: Allel6, presso
villa Arrivabene (piazza Alberti 1/a), M. Balenci, F.
Chiacchio e G. Tessari parlano sul tema: «Concezioni mediche, psicologiche e sociali
della differenza mentale».
Domenica 13 novembre
— ROMA: Alle ore 16, presso le suore missionarie di
Maria (via Giusti 12), il gruppo Sae apre il corso su «Donne e uomini, per una nuova
cultura della comunione senza frontiere», con un dibattito
fra il prof. Daniele Garrone
e rav. Alberto Piattelli sul
tema: «Chiamati alla comunione nella diversità: il progetto di Dio».
Lunedì 14 novembre —
MODENA: Alle ore 17,30,
presso la Fondazione Collegio S. Carlo (via S. Carlo 5),
per il ciclo di lezioni sulle
«voci della preghiera», il
prof. Giandomenico Cova,
dello Studio teologico accademico bolognese, parla sul
tema: «La Bibbia e la preghiera».
Giovedì 17-sabato 19 novembre — BRESCIA: A cura del comitato «Bibbia, cultura, scuola» si svolge un corso di aggiornamento per insegnanti sul tema: «Il Cantico
dei cantici e la poesia d’amore». Relazioni di Piero Stefani, Paolo De Benedetti,
Amos Luzzatto, Romeo Cavedo, Daniele Garrone,
Paolo Carrara, Gianluigi
Prato, Carlo Ossola, Brunetto Salvarani, Eugenio
Costa. Per informazioni: «Biblia» (tei. 055-8825055).
Venerdì 18-domenica 20
novembre — FIRENZE:
Presso l’istituto Gould (via
dei Serragli 49), si tiene il seminario organizzato dalle edizioni Gbu sul tema: «Il Regno di Dio: dalla Bibbia alla
storia». Relazioni di Gino
Conte, Gabriele De Cecco,
Daniele Garrone, Mario
Miegge. Per informazioni tei.
06-4957964-4452242.
Sabato 19 novembre —
GENOVA: Alle ore 17,15,
presso la sala Quadrivium
(piazzetta S. Marta), nell’ambito del ciclo sul tema generale: «Chiamati a libertà (Calati 5, 13» organizzato dal
Sae, il prof. Farouk Mohammed Hammani (Università
di Firenze) parla sul tema
«Libertà civile».
TRASLOCHI
preventivi a richiesta
trasporti per
quaisiasi destinazione
attrezzatura con autoscala
operante all’esterno fino a 43 mt
SALA GILLIO
Via Belfiore 83 - Nichelino (TO)
Telefono 011/62,70,463
RINGRAZIAMENTO
«Celebrate l'Eterno,
perché egli è buono,
perché la sua benignità
dura In perpetuo»
I Cronache 16, 34
Il 4 novembre è mancato
Enrico Long
Lo annunciano, a funerali avvenuti, la moglie Sandra, il figlio Roberto, la nuora Nika e il piccolo
Daniele che esprimono profonda
gratitudine al pastore, alla chiesa
di Sanremo e a tutte le persone
che hanno manifestato la loro solidarietà in questo triste momento.
OspedalettI, 7 novembre 1994
«O Signore, tu sei stato
per noi un rifugio,
d'età in età»
Salmo 90,1
Ha concluso la sua giornata
terrena
Nella Peraldo Beri
ved. Revelli
Con tenero affetto Marvi e Pieraldo la ricordano a tutti coloro a
cui fu cara.
Torino, 11 novembre 1994
I necrologi si accettano
entro te 9 del lunedì. Telefonare al numero 011655278 - fax 011-657542.
16
PAG. 12 RIFORMA
VENERDÌ 11 NQVEMRBc
Le elezioni di «mezzo termine» dell'8 novembre hanno visto scendere in campo gli evangelicali fondamentalisti e conservator
Negli Stati Uniti è in atto la grande offensiva della «Destra religiosa^
dizione in
Eòtino
JEAN-JACOUES PEYBOHEL
La campagna elettorale
per le elezioni di «mezzo
termine» negli Usa è stata
contrassegnata da due fenomeni convergenti: la cosiddetta «antipolitica», un fenomeno di rigetto della politica
partitica tradizionale, e l’offensiva a largo raggio della
«Destra religiosa». Fondata
nel 1989 dal telepredicatore
della Virginia, Pat Robertson,
nel momento in cui veniva
sciolta la «Maggioranza morale» di Jerry Falwell, la
«Christian Coalition» ha voluto trasformare queste elezioni in un «Referendum sulla presidenza Clinton».
Presente in 922 sedi locali
in tutti i 50 stati americani, la
potente organizzazione ultraconservatrice e fondamentalista, che ha come motto «Dare
una voce ai cristiani nel nostro governo», ha letteralmente inondato il paese di
propaganda elettorale, inviando ben 40 milioni di «guide
per il voto» e 25 milioni di
dépliant per informare i cittadini sulle posizioni dei candidati sulle questioni attinenti
ai «valori della famiglia». In
una lettera dattiloscritta di sei
cartelle, il fondatore e presidente della «Christian Coalition» elenca tutta una serie di
questioni sociali, religiose e
morali che sono state dibattute al Congresso Usa. La lettera chiede al «caro amico cristiano» se pensa che i suoi
rappresentanti politici a Washington abbiano difeso i suoi
«valori». Ad esempio, «hanno votato prò o contro il piano dell ’amministrazione Clinton di lasciare entrare in
America immigranti portatori
del virus dell’Aids?», oppure
«hanno votato pro o contro il
piano di Bill Clinton di avere
omosessuali dichiarati nell’
esercito?», o ancora «hanno
votato pro o contro la possibilità della preghiera volontaria nelle scuole pubbliche?».
Le risposte a tali domande
serviranno a fare pressione sui
membri del Congresso e a indurli a frenare l’influenza delle «femministe radicali», della
«lobby gay» e dei «mass media liberali».
Da bravo esperto di marketing elettorale, Pat Robertson
spiega perché hanno inviato
40 milioni di schede: secondo
un sondaggio della Gallup e
della Roper Poli, negli Usa ci
sono circa 40 milioni di elettori cristiani evangelicali, e
questa cifra corrisponde al
numero totale degli elettori in
queste elezioni di «mezzo termine». Insomma, prosegue la
lettera, la «Coalizione cristianp>, che conta già un milione
di aderenti, può diventare un
gruppo di pressione sinule a
quelli delle femministe, degli
omosessuali e dei sindacati, e
opporsi alle scelte del governo, com’è già avvenuto con
la bocciatura delle proposte
di Clinton di arruolare omosessuali nell’esercito, di garantire il diritto all’aborto
presso ospedali pubblici, di
permettere il matrimonio degli omosessuali. Solo la mobilitazione attiva di milioni di
cristiani potrà porre un freno
al «fanatismo anticristiano
che vediamo dispiegarsi quotidianamente fra i membri del
Congresso e dell’amministrazione Clinton». La lettera
conclude ci possiamo
^ * . 'I
Da sinistra, Pat Robertson e Jerry Faiweli
più permettere di stare zitti».
A questa offensiva senza precedenti dei protestanti fondamentalisti conservatori, che
però trovano ascolto e appoggio anche fra i conservatori
cattolici e perfino fra tradizionalisti'ebraici, si oppongono
decisamente i responsabili
delle maggiori chiese storiche
americane, ad eccezione però
dell’organizzazione più importante, la «Convenzione
battista del Sud», che da una
diecina d’anni è dominata da
leader ultraconservatori. Recentemente è stata fondata
una «Alleanza interreligiosa»
per contrastare l’attivismo di
questa «Destra radicale»,
molto radicata negli stati del
Sud. Anche se afferma di non
essere affiliata a nessun partito politico, la «Christian Coalition» appoggia di fatto circa
il 10% dei candidati repubblicani (tra cui il figlio dell’ex
presidente Bush in Florida) ed
è ferocemente opposta ai democratici. Prova ne sia questa
affermazione di Robertson:
«Settantacinque anni fa un
Riforma
UMANO
0
Ogni settimana abbiamo portato il mondo a casa vo'
stra per cercare, insieme, di cambiarlo.
Con il vostro sostegno potremo continuare a farlo.
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Protestanti s.r.l. - via San Pio V, 15 bis - 10125 Torino.
flagello è sceso sul mondo...
Questa minaccia si chiamava
comunismo... Signore e signori, un flagello molto più benigno ma ugualmente insidioso'
si è abbattuto sulle famiglie
d’America... il portatore di
questo flagello è il Partito democratico».
Anche l’Ufficio di presidenza del Partito democratiqo ha reagito lanciando un
appello a tutti i suoi aderenti e simpatizzanti. In una lettera firmata dal presidente del
partito. Vie Fazio, si parla
della «minaccia crescente»
rappresentata dalla «Destra
radicale», minaccia che potrebbe portare i repubblicani a
controllare il Congresso quest’anno e a tornare alla Casa
Bianca nel ’96. La lettera riconosce che, insieme ad altre
organizzazioni di base, la
«Christian Coalition» è oggi
una «delle più ricche e delle
più potenti forze politiche in
America», uña forza che attualmente controlla più di
2.250 Consigli di istituto scolastici e tra 15 e 20 federazio
ni statali del Partito repubblicano. L’ex leader della «Maggioranza morale», il rev. Jerry
Falwell, battista indipendente,
è uno dei più accaniti nemici
del presidente Clinton. Ha registrato una videocassetta,
venduta a 40 dollari, in cui attacca pesantemente la vita
sessuale del presidente e lo
sospetta di aver ordinato vari
omicidi per costruire la sua
carriera politica in Arkansas.
Nel luglio scorso, a Washington, Falwell ha partecipato a
una manifestazione organizzata dalla «Chiesa dell’Unificazione» del rev. Sun Myung
Moon. Anche Moon infatti intende rafforzare i suoi legami
con la «Destra religiosa».
D’altra parte Falwell è stato
ricevuto amichevolmente dai
dirigenti della «Convenzione
battista del Sud» (Sbe), tanto
che si parla di una sua prossima adesione alla Sbe, e addirittura del suo desiderio di diventarne presidente prima di
morire. Uno dei candidati più
in vista della destra religiosa è
Oliver North, l’ex colonnello
dei marines, pesantemente
implicato qualche anno fa nella losca vicenda deH’«Irangate». Convertitosi anche lui ai
«valori della famiglia», dice
di sé: «Sono una prova vivente del potere della preghiera».
A che cosa è dovuto questo
boom della «Destra religiosa»? Secondo Jim Rice, codirettore della rivista Sojourners, questo successo non si
spiega solo con i metodi usati
da Pat Robertson. Un recente
sondaggio della rivista Newsweek rivela che il 76% degli
americani crede che l’America «è in declino morale e spirituale», e che la soluzione
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stiani «nati di nuovo» sii
vano sia in campo demo®
co sia in campo repubblicai
E fra gli afroamericani chi
anche loro si definis^ol
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di appoggiare la «ChrisJ
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Il problema è che buon
parte dell’America profonda^
tuttora legata alla «Old ti
religion» e vuole che le s„
tradizionali convinzioni di f(
de pesino di più sul piano
litico. Lo ammette Raipj
Reed, giovane direttore esec»
tivo della «Christian Coali
tion» quando afferma che «I'
nteresse primario degli evé
gelicali e dei loro alleati cd
tolici romani non è di legift
rare contro i peccati degli é
tri. ma di proteggere la salii
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finanziaria delle proprie fa
miglie». Quale migliore con
ferma che la «Christian Coa
lition» difende essenzialme»
te gli interessi di una cerh
borghesia bianca, evangelica lenti pe
le e conservatrice, dimenti
cando i milioni di americani jiatura!
soprattutto neri e ispanici, cln
ogni giorno lottano contro
l’emarginazione socialeei
economica? Proprio per quei
sto, dice Rice, essa non puh
pretendere di avere l’esctó
va delle cosiddette «virtù»
cristiane, le quali non hanne
nulla a che vedere con la difesa egoistica di determinati
interessi socio-economici.
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