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In caso di ma
si prega resti
presso l'Ufficio PT Torino CMP Nord.
L'Editore $t impegna a
corrispondere il diritto di r
Bibbia e attualità
ELOGIO
DELL'INSONNIA
«Noi non dormiamo come gli altri,
ma vegliamo e siamo sobri»
(I Tessalonicesi 5,6)
/ceti medi di tutto il mondo sono in
fibrillazione. Giorno per giorno le
sicurezze economiche sulle quali avevano fondato la loro vita si sgretolano. Vorrebbero dormire tranquillli,
ma l’ansia provoca l’insonnia. Nei libri di storia lo scorcio d’anni alle soglie del terzo millennio non sarà ricordato per i grandi ideali della classe borghese che costituì la modernità,
né per ¡’impegno per la giustizia della
classe operaia, ma come l’epoca dei
sonniferi, dei letti superortopedici,
delle coperte elettriche, delle luci psichedeliche, delle religioni orientali,
dei cuscini con massaggi incorporati,
delle musiche esotiche dei ceti medi.
CfÈ in giro un bisogno diffuso di
dormire, di chiudere gli occhi,
di spegnere la luce. Un bisogno di
evadere, di non vedere, di non sentire.
Mefistofele, nel «Faust» di Goethe, dice a Faust: «Vuoi udire soltanto quel
che hai già udito?», ma Faust rispon
*de: «No, io cerco salvezza nell’indiffe! renza». Oggi, invece, si cerca la propria salvezza, nel sonno dell’indifferenza. Il ceto medio, ormai assunto a rappresentante di tutta
l’umanità, è «l’homo incarnatus in
sé» che vuole dormire, ma la fugadalia realtà si interrompe nella solitudine inquietante del proprio letto,
con gli occhi spalancati, in cerca di
un appiglio che non c’è. E si finisce
col recitare l’«Amleto» di Shakespeare: «Morire, dormire, nuU’altro. E con
quel sonno mettere fine allo strazio
del cuore e ai mille traumi che la
carne eredita».
COME curare questo male del cuore? Mi vengono in mente le parole
che ramata nel Gantico dei Cantici
pronuncia mentre aspetta che arrivi il
suo amato: «Io dormo, ma il mio cuore veglia». Queste parole potrebbero
diventare il motto di ogni credente. Il
credente è sempre in dormiveglia perché aspetta un ospite importante, il
Signore. Il credente aspetta il Cristo
'che viene. E il Cristo viene nel volto bisognoso dell’altro che incontriamo per
strada. Ogni giorno ci sono uomini e
donne che cercano di risvegliarci dal
sonno della nostra indifferenza: sono
uomini e donne afflitti dal loro bisogno, sono apostoli di Gesù Cristo. Io
dormo, ma il mio cuore veglia. Con
questo motto il credente impara a tenere aperto l’uscio- deMit fnrepria vita;
E la vita che non attendeva nulla diventa lo spazio liberato dove ogni
giorno qualcosa di nuovo si rivela,
qualcosa di speciale succede. Io dormo, ma il mio cuore veglia. Il cuore
del credente veglia in attesa del proprio amato. Cristo. E le tenebre della
notte non lo assalgono; l’insonnia non
lo tormenta, anzi è ricercata, voluta,
benvenuta. Non è il proprio benessere
il suo fine, ma il volto che, volta per
volta. Cristo sceglie per rivelarsi.
/O dormo, ma il mio cuore veglia. E
l’attesa della fine diventa tifine
della mia vita. Tutto viene da Dio, il
credente è sottratto a se stesso, alla sua
pelle dice Lutero, e trasferito, trapiaritato in Cristo. Io dormo, ma il mio
cuore veglia. Veglia proprio per sentire la voce di chi lo chiama e gli affida
il dono della responsabilità. Di chi attraverso il suo bisogno lo educa ad attendere e a condividere. Di chi attraverso le sue inquietudini gli insegnaci
rimettere la sua vita nelle mani di Dio
e attendere il giorno della sua venuta.
Lello Volpe
ORMA
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
Concluso a Ronna il Vertice mondiale sull'alimentazione organizzato dalla Fao
Hanno fame 840 milioni di persone
Tra i 187 stati presenti al summit, più di cento erano rappresentati dai capi di stato o di governo
È stato assunto l'impegno di ridurre della metà il numero delle persone denutrite entro il 2015
ANNA MAFFEI
IL vicedirettore generale della
Fao, Howard W. Hjort, aveva fornito qualche settimana fa a Riforma
informazioni relative al programma
e agli obiettivi del Vertice mondiale
sull’alimentazione che si sarebbe
tenuto a Roma dal 13 al il 17 novembre. AH’indomani della conclusione dell’incontro gli abbiamo
chiesto di commentare alcuni fra i
risultati deU’incontro.
- In primo luogo, una valutazione sulla partecipazione: più ad alto
livello quella dei paesi poveri, più
di basso profilo le delegazioni dei
paesi ricchi...
«È vero che molti fra i paesi ricchi
non hanno mandato i loro presidenti e capi di governi ma io credo
che sia più importante considerare
il fatto che sono intervenuti al summit più di cento capi di stato o di
governo, ossia il più alto numero di
capi di stato e di governo che si siano mai concentrati a Roma nella
storia. In aggiunta ci sono stati 12
viceprimoministro e altri 74 rappresentanti di stato. Il numero complessivo di 187 stati rappresentati
copre essenzialmente tutta la popolazione mondiale».
- Può fare una valutazione del
summit rispetto agli obiettivi della
vigilia?
«Prima di tutto il vertice doveva
contribuire a creare una maggiore
consapevolezza dei problemi della
fame e della malnutrizione e io credo che, per il lavoro degli oltre duemila giornalisti presenti, questo
obiettivo sia stato raggiunto. In secondo luogo, va considerato che la
dichiarazione di Roma è stata adottata all’unanimità [nonostante le riserve espresse da alcuni paesi, ndr].
Essa ovviamente non rappresenta
un documento legalmente vincolante per i governi ma rimane il fatto che 187 paesi del mondo l’abbiano addottala insieme al piano
d’azione all’unanimità. Questo è
solo un primo passo. Il summit avvia un processo e individua un
compito lungo e arduo per il futuro
quando afferma “il diritto di ciascu
no di avere accesso a cibo sano e
nutriente” e assume l’impegno solenne di intraprendere ogni sforzo
“per sradicare la fame da tutti i paesi con l’obiettivo immediato di ridurre il numero di persone denutrite alla metà del livello attuale non
oltre il 2015”».
- Questo è un obiettivo considerato modesto e sostanzialmente inaccettabile per Fidel Castro e per gran
parte dei rappresentanti dei paesi
poveri...
«Un gran numero di nazioni ha
parlato della modestia degli obiettivi e ha sostenuto che noi siamo in
grado di fare di più. Io considero
quello indicato dalla dichiarazione
un obiettivo minimo: ci è stato chiesto se eravamo soddisfatti di questi
obiettivi, e la risposta è no. Non si
può essere soddisfatti quando ci sono 840 milioni di persone cronicamente denutrite che vanno a letto
affamate ogni sera. Noi comunque
dobbiamo sperare e pregare che la
volontà politica di cui si parla in
questi documenti divenga azione
concreta che conduca fino alla
completa eliminazione della fame».
- Il paragi afo della dichiarazione
da lei citato prima è stato oggetto di
una critica da parte degli Usa?
«Gli Stati Uniti, attraverso i propri legali, già durante il lavoro preparatorio del documento sollevarono un problema di interpretazione. Se la frase implicasse obbligazioni legali, in un contesto internazionale questo potrebbe intendersi
come Raffermare i diritti legali da
parte di un paese su un altro il quale sarebbe pertanto tenuto a provvedere cibo per quel paese che ne è
sprovvisto, ma questo non è un documento legale. Quella degli Stati
Uniti è stata un’interpretazione
piuttosto che una riserva».
- Quale è stato il ruolo delle Ong
al summit?
«Le Organizzazioni non governative hanno partecipato a tutte le fasi
negoziali per giungere alla stesura
dei documenti poi approvati ed erano rappresentate a tutte le conferenze continentali della Fao degli
ultimi anni. C’erano delegazioni
delle Ong qui al summit e al forum
parallelo che ha poi presentato in
quella sede una propria dichiarazione. Hanno avuto luogo a Roma
altri due eventi paralleli: il forum
dei giovani e l’assise dei parlamentari. Entrambi hanno rilasciato una
propria dichiarazione al vertice».
- Lei che ha partecipato a tutte le
fasi preparatorie del vertice si ritiene soddisfatto per lo svolgimento e
le conclusioni del summit?
«In parte si, e in parte no. Si spera sempre di poter fare progressi più rapidi, allo stesso tempo c’è
la questione del realismo. Non c’è
alcuna organizzazione, la Fao, la
Banca mondiale o altre che possa
forzare i governi ad intraprendere
delle azioni. Questo è il loro compito. Noi abbiamo il ruolo di incoraggiare, di assistere i governi là dove
possiamo, ma in alcuni casi le proporzioni del problema sono tali che
semplicemente non è realistico
credere che in un lasso di tempo
breve questo possa essere superato. Nella precedente conferenza
mondiale sull’alimentazione, nel
.1974, fu formulata al termine della
conferenza un’aspettativa totalmente irrealistica, che la fame sarebbe stata sradicata per il 2000.
È importante che le politiche
previste nel documento divengano
materiali utilizzabili per il lavoro
concreto dei governi. Il mondo si è
oggi accordato per fare sostenibili
progressi verso l’eliminazione della
fame. Io personalmente avrei desiderato di più ma so, dalle informazioni che abbiamo, che per alcuni
paesi è irrealistico pensare di eliminare questa piaga in pochi anni. È
necessario del tempo. Molti summit internazionali hanno prodotto
documenti che si sono rivelati irrealistici negli obiettivi, e in seguito
sono stati criticati per inadempienza. In questo caso io credo che sia
realistico fare meglio di quanto è
contenuto nel documento».
Mondiali del Sestriere
Attivo un servizio di
cappellania evangelica
In occasione dei prossimi campionati del
mondo di sci alpino, in
programma a Sestriere
(Torino) nel febbraio del
1997, la Federazione delle chiese evangeliche in
Italia, in collaborazione
con i pastori valdesi del I
distretto (valli valdesi),
ha previsto un servizio di
cappellania per tutta la
durata della manifestazione. Si fornirà cosi un
servizio religioso agli
atleti e al folto numero
previsto di spettatori
provenienti dai paesi
dell’area riformata e si
testimonierà la presenza
del protestantesimo italiano in un territorio for
temente caratterizzato
da questa presenza.
Tra le iniziative previste: culti domenicali
presso la cappella cattolica di Sestriere, gentilmente concessa dal vescovo di Susa, e un percorso di meditazione biblica e riflessione quotidiana. «In Italia è una
novità», ha dichiarato il
pastore Luciano Deodato, tra i promotori dell’iniziativa, sottolineando che «la collaborazione è facilitata dalla sensibilità del vescovo di
Susa: non saremo lì per
propaganda ma per fornire un servizio a chi ne
ha bisogno». (nev)
Consultazione a Roma
Federazioni protestanti
dei paesi latini europei
Si è svolta a Roma, dall’8 al 10 novembre, la
consultazione annua tra
la Federazione protestante di Francia, la Federazione delle chiese
evangeliche della Svizzera, la Chiesa protestante
unita del Belgio, la Federazione delle chiese
evangeliche in Italia e la
Conferenza delle chiese
protestanti dei paesi latini (Cepple). Scopo dell’
incontro, uno scambio
di informazioni e di punti di vista su temi di comune interesse per T
area «latina»: le prossime
assemblee ecumeniche,
le celebrazioni per il
2000, l’impegno per rifu
giati e migranti. Sulle celebrazioni per il terzo
millennio, i partecipanti
hanno convenuto sulla
necessità che gli evangelici attuino una «partecipazione critica» alle celebrazioni cattoliche, ma
soprattutto mettano a
fuoco una loro agenda in
uno stile sobrio e protestante, ad esempio sottolineando il fatto che il
messaggio di Gesù Cristo
non è «proprietà» delle
chiese. I partecipanti
hanno chiesto alla Cepple di formulare una
proposta per una celebrazione comune da
parte dei protestanti dei
paesi latini. (nev)
Lll
1^
FESTEGGIATI A TORINO GLI 80 ANNI
DI GIORGIO SPINI. Storico insigne e
miiitante metodista, con il suo impegno intellettuaie ha documentato
i'apporto rilevante del protestantesimo nella costruzione del mondo moderno. Giorgio Spini è convinto che il
«fattore protestante» sia ancora vitale
nel mondo d'oggi, particolarmente in
Asia e in America Latina. Il mondo accademico ha festeggiato questo importante storico del nostro tempo a
Torino, nella prestigiosa sede della
fondazione Luigi Firpo. (pag.4)
REATI DI BESTEMMIA. Una recente sentenza del pretore di Avezzano ha suscitato ironici e perplessi commenti su
tutta la stampa italiana. In realtà il
magistrato ha semplicemente applicato una sentenza del 1995 della Corte
Costituzionale in cui si dichiara punibile solo la bestemmia contro la divinità
in genere, tutelando così tutti i credenti e tutte le fedi religiose senza distinzioni. Un'identica tutela per simboli o persone della sola religione cristiana cattolica viola, invece, il principio di uguaglianza ed è quindi costituzionalmente illegittima. (pag.6)
2
PAG. 2 RIFORMA
(Filippesi 4, 4-7)
«Venite a me, voi
tutti che siete
affaticati e
oppressi, e io vi
darò riposo.
Prendete su di
voi il mio giogo
e imparate da
me, perché io
sono mansueto
e umile di cuore;
e voi troverete
riposo alle anime
vostre»
(Matteo 11, 28-29)
«Gettando su di
lui ogni vostra
preoccupazione,
perché egli ha
cura di voi»
(I Pietro 5, 7)
«Abbiate sempre
gioia; non cessate mai di pregare; in ogni cosa
rendete grazie,
perché questa è
la volontà di Dio
in Cristo Gesù
verso di voi»
(1 Tessal. 5, 16)
Della
«Rallegratevi
sempre nel
Signore. Ripeto:
rallegratevi.
La vostra
mansuetudine
sia nota a tutti
gli uomini.
Il Signore
è vicino.
Non angustiatevi
di nulla, ma in
ogni cosa
fate conoscere le
vostre richieste
a Dio
in preghiere e
suppliche,
accompagnate da
ringraziamenti.
E la pace di Dio,
che supera ogni
intelligenza,
custodirà i vostri
cuori e i vostri
pensieri in
Cristo Gesù»
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«RALLEGRATEVI NEL SIGNORE!»
Nella nostra vita quotidiana prevalgono spesso problemi di ogni tipo
La vita del credente si gioca nella tensione creativa tra gioia e preoccupazione
WINFRID PFANNKUCHE
g lAMO circondati da tante
voci diverse. Ci vogliono dire
cosa dobbiamo fare, a cosa dobbiamo pensare e cosa dobbiamo
sentire. In mezzo a questa confusione di voci differenti proviamo forse difficoltà a concentrarsi sull’essenziale. In mezzo a
questa «selva oscura» siamo in
cerca di una radura. Un luogo
illuminato e sicuro. Se non lo
troviamo, diventiamo sempre
più ottusi, indifferenti, sulla difensiva contro le «potenze grigie» di questi appelli attorno a
noi. Troppe cose dobbiamo fare, a troppe cose dobbiamo
pensare, troppe cose dobbiamo
sentire. Sono quattro gli appelli
che Tapostolò Paolo rivolgeva ai
suoi cari Filippesi. Quando li
ascoltiamo adesso, pensiamo
forse
Sì, ma come faccio?
yy U ALLEGRATI!». Sì, ma si
«ix]
può ordinare la gioia? La
gioia c’è o non c’è. È spontanea.
Ci vuole un motivo, una buona
ragione per rallegrarsi.
«Fa’ sentire la tua mansuetudine agli altri!». Sì, ma se c’è una
cosa che si nota poco in mezzo
alle voci potenti della nostra
realtà, questa è la mansuetudi
Preghiamo
Non voglio vivere in ansia
quando la morte piove dal cielo,
quando la guerra irrompe nella pace,
0 la disgrazia nella casa sicura.
Non voglio vivere in ansia
se la giornata non è stata produttiva,
se sono oberato da troppi impegni,
e dalle piccole cose necessarie per la vita.
Le voglio prendere sul serio,
ma senza preoccuparmi.
Non voglio vivere in ansia,
se vecchio, fragile e malato
vado perdendo le mie forze,
e potrei morire il giorno dopo.
Tu sai il giorno.
Tu provvedi per me.
La tua bontà mi dà la vita,
mi aiuta a sopravvivere ogni giorno.
Non faccio niente senza la tua guida.
Quanto accade è opera tua.
Mi affido a te.
Tu reggi il mio destino,
il destino dei popoli, dell’umanità,
la vita e la morte.
A chi affidarmi, se non a te?
ne, la mitezza, la benevolenza,
la debolezza. Bisogna farsi sentire, imporsi. Per quale motivo
cedere? «Non ti preoccupare!».
Quante volte l’abbiamo sentito
dire, quante volte l’abbiamo
detto noi a una persona triste,
malata e abbattuta. Ma per quale motivo? Si può forse chiedere:
con quale diritto glieT abbiamo
detto? Questa persona non aveva forse una buona ragione per
essere depressa? «Non ti preoccupare!», detto spesso forse perché non abbiamo nient’altro da
dire, espressione della confusione dentro di noi, ma forse anche
del nostro desiderio di essere in
una radura, in un luogo senza
preoccupazioni per la nostra vita. Ma esiste un tale luogo?
«Prega! Sii riconoscente!». Sono appelli difficili da realizzare,
come tante altre voci dalle quali
siamo circondati ogni giorno.
La voce più diffusa mi sembra
anche la più difficile; «Non ti
preoccupare!». Possiamo essere
«non preoccupati»? Nell’opera
teatrale «Faust» di Goethe, la
«Divina Commedia» della cultura tedesca, vediamo nella seconda parte il dottor Faust da
solo nel suo studio, contento di
sé, ricco; ha fatto il suo patto col
diavolo. È mezzanotte. Quattro
donne grigie stanno davanti alla
porta: la Penuria, la Colpa, la
Preoccupazione e la Miseria.
Tutte, tranne la Preoccupazione, dicono: «Chiusa è la porta;
non possiamo entrare. Qui abita
un ricco. Non fa per noi». Dice
poi la Preoccupazione: «Voi, sorelle, non potete entrare, né vi è
lecito. Ma la Preoccupazione
per il buco della serratura entrerà». La preoccupazione entra
facilmente, c’è quasi sempre. Ci
accompagna ovunque siamo.
Ma se è così, basta dire: «Non ti
preoccupare!»? C’è un motivo
per poterlo dire?
questi domanda però: “Come
faccio?’’, risponde: “Il Signore è
vicino”. “Ma come? Se sono stato perseguitato e derubato?”. Risponde: “Non ti preoccupare, rivolgiti a Dio, lascia che si preoccupi lui”. “Sì, ma se mi stanco e
mi confondo col tempo?”. "Non
avverrà, la pace di Dio ti custodirà”». Ecco forse una risposta
che incontriamo in mezzo alla
nostra vita, alla nostra via verso
la pace futura in Dio.
Domande e risposte
La nostra intelligenza cerca di
^ .J! . . ...
Jörg Zink
(da Come pregare, Claudiana, 1988, p. 227)
i ordinare le varie voci che ci
sono proposte dalla realtà in cui
viviamo. Ci aiuta a sistemare le
cose. La preoccupazione, però,
permane: domande che entrano
per il «buco della serratura».
Sbalorditi tra domande e risposte, vacilliamo tra voci e appelli
e le domande che suscitano. Lutero trova la vita di questo testo
in un dialogo vivo tra domanda
e risposta: «Ecco come in modo
ben ordinato e con finezza Paolo spiega che cos’è un cristiano:
primo, per fede in Dio deve essere gioioso, poi mansueto benigno nei confronti degli altri. Se
«Il Signore è vicino»
IN mezzo alle nostre domande, in mezzo alle nostre preoccupazioni, c’è questa parola
calma, mansueta e decisa: «Il Signore è vicino». In mezzo alla
selva oscura si intravede una radura, un luogo illuminato.
È una parola che esprime la
massima concentrazione, una
parola decisa e certa. La sua forza non si nota quasi. È circondata da una pacata certezza, come
la persona di Gesù nei racconti
dei Vangeli. In mezzo a tutte le
domande che suscita, preoccupazioni, problemi, litigi, avvenimenti straordinari che ci vengono raccontati, la persona di Gesù è sempre circondata da questa aria calma della certezza,
della fiducia in Dio Padre. Questo è vivere in preghiera, vivere
le domande della vita davanti a
Dio, l’unico che può dare una risposta: Ecco, «il Signore è vicino». Una parola mansueta, ma
decisa, che entra per il buco della serratura dei nostri cuori.
Non è la semplice affermazione: «C’è il Signore, Dio c’è», ma
per la mia vita, in realtà, non
cambia tanto. Non è l’affermazione: «il Signore è qua», qui da
noi, ma fuori, presso gli altri,
forse c’è già un po’ meno, ma «Il
Signore è vicino» è una parola
piena di tensione, è una parola
attraente: ti invita a vivere nella
sua sfera, nella sua vicinanza, in
apertura verso di lui e verso gli
altri. Chi vive in apertura verso
un’altra persona assume un
qualcosa, un particolare di quella persona. Nell’amore reciproco, marito e moglie si assomiglieranno sempre di più. Nella
vicinanza della persona di Gesù
respiriamo l’aria fresca, dolce e
decisa della sua mansuetudine:
«Venite a me voi tutti che siete
affaticati e oppressi e io vi darò
riposo... imparate da me perché
io sono mansueto e umile di
cuore» (Mt. 11, 29s). Questo Signore è vicino, vicino a te.
Questo Gesù sa che non possiamo essere che preoccupati.
Nella nostra realtà c’è solo da
preoccuparsi. Ma, vicino a Gesù,
nella sua mansuetudine, la nostra preoccupazione si trasforma
in una preoccupazione non
preoccupata fino in fondo, preoccupata nella misura giusta. In
Gesù la mia preoccupazione diventa creativa, propositiva, sempre preoccupata dell’altro, vicino a me. La nostra preoccupazione si trasforma nella cura
dell’altro, entra nel servizio del
Signore, entra nella cura dell’
anima minacciata dalla penuria,
dalla colpa e dalla miseria.
Alla luce dell’Evangelo che ci
permette di operare con sobrietà, intelligenza e fantasia,
penuria, colpa e miseria hanno
una faccia e un nome; la faccia
preoccupata della creatura che
vive vicino a te, non quella lontana ma questa, vicina, di cui
conosci il nome. Ciò che conosci non ti fa più paura, lo puoi
incontrare con mansuetudine,
forse anche con gioia. In Cristo
abbiamo una buona ragione per
poter dire; «Non ti preoccupare,
il Signore è vicino».
Una gioia senza motivo
Forse non la troviamo mai.
la vera gioia. Forse la incon
treremo dopodomani, in mezzo
alla nostra vita quotidiana. Il filosofo danese Soren Kierkegaard descrive quell’incontro, la
sua «ora di grazia» così: «19
maggio, alle ore 10,30 del mattino. C’è una gioia indescrivibile
che ci rende inspiegabilmente
roventi come l’esplosione di
gioia dell’apostolo irrompe senza motivo: “Rallegratevi, ripeto:
rallegratevi!”. Non è una gioia
per questo o per quello ma è
l’esclamazione straripante dell’anima, con lingua e bocca dalla profondità del cuore... una
gioia che rinfresca e sveglia cerne una folata di vento che soffia dalle querce di Mamre alle
dimore eterne».
Una gioia senza motivo. Una
gioia con tante facce e nomi. La
Bibbia è piena di gioia. Una gioia
che non si chiude in sé, ma si
apre agli altri. Una gioia che non
si nota quasi. Verso l’esterno appare mansueta, calma e convinta, dolce e decisa, propositiva e
fantasiosa. Non è una gioia che
c’è. Non è una gioia che c’è qui.
Ma è una gioia sempre vicina. È
una gioia nel Signore, nella sua
«grande forza di benedizione»
(Martin L. King), che supera ogni
nostra intelligenza, che vince
ogni potenza subdola della nostra preoccupazione, e che custodirà i nostri cuori e i nostri
pensieri in Cristo Gesù.
Note
omiletiche
La lettera
PO’
nella sua forma atte
forse il risultato della j
dazione di tre lettere a
verse: oltre alla lette/
principale (1,1; 3,1; 44. '
21-23) sono probabiL
te da individuare altrsH,
lettere, una di ringrazi?
mento (4, 10-20) e una
lemica (3, 2-4, 3). || p.,
4, 4-7 va dunque letto
seguito alla conclusione
3, 1. Tralascio i versetti!
8-9, 21-23, decisione pe?
messa dalla cesura dopo
7 e consigliata dall'abboi
danza di argomenti prj.
senti in 4, 4-7, visto che|
versetto 8 aggiunge pm
delle poche menzioni dellj
«virtù» che, in riferimenti
al concetto aristotelico, fj.
rebbe uscire la riflessiom
dagli argini. Il passo 4,4.;
sembra poco omogeneo!
quattro imperativi (4,4
Sa; 6) sono tenuti insiem!
da due indicativi (4, 4b;i)
" testo è quasi un modello
per l'etica paolina nella
sua dialettica tra indicati,
vo e imperativo.
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Ciascuno degli imperativi sta in rapporto conia
frase «Il Signore è vicinoi
(4, 5b): a partire da ciascuno di questi imperativisi
offrono, quindi, quattro
impostazioni possibili per
la predicazione. Una qum
ta possibilità sarebbe mettere l'accento sul noto versetto 7; l'interpretazione
potrebbe allora evidenziare la dialettica tra ragione
umana e divina. La meditazione qui accanto vuole
essere complessiva, tematizza la tensione tra gioia
e preoccupazione.
Il predicatore potrebbe
essere tentato di soffermarsi sulla mancanza di
gioia nella nostra realtà
protestante; prima però di
cadere in un'autocommiserazione, bisogna tener
conto che la gioia di cui
parla l'apostolo Paolo è;
un dono escatologico (efr,***
Romani 14, 17), frutto dello Spirito (cfr. Calati 5,
22), spesso menzionata insieme alla pace, ma anche
alla speranza (cfr. Romani
12, 12; 15, 13). Questa
gioia non dipende da situazioni felici o infelici,
perciò permane anche nel
lutto (cfr. Il Corinzi 7,10;
6, 10). Questa gioia è un
dono non accessibile alle
forze umane, una «gioia
in Dio» che nei salmi è sinonimo del concetto di
«fede» non ancora sviluppato (cfr. anche Zaccaria
9, 9s; Sofonia 3, 14-17).
Una ricca riflessione sulla gioia la troviamo in
Agostino (fruitio Dei) e, in
seguito, in Tommaso e Bonaventura; la gioia è contagiosa, «bonum estdiffusivum sui» si diceva nella
tradizione medievale. Nell'ambito protestante le ri'
flessioni sul fenomeno della gioia sono più scarse
(eccezioni sono Martin Lutero e Karl Barth).
Nello Spirito di Dio il fo]
turo gioioso si rivolge,
avvicina a noi (Bultmann),
la gioia nel Signore norid
sottoposta alla relatività
della nostra realtà (v«sempre»; v. 5a: «tutti gl'
uomini»). Verso l'esternci
si manifesta attraverso la
persona del cristiano corna
mansuetudine (epieikeia)Per Aristotele la «epi®'
ikeia» compensa le lacune
della legge (ermeneutica
della situazione). Per 8^°'
lo invece è legata alla pr®'
dicazione di Cristo (cfrCorinzi 10, 1) e la pensa
nella categoria dell'amora,
non in quelia della legge
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- Lutero, Adventspo»
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ecclesiastica. Il 1/4, _
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Un'équipe di 10 persone ha visitato il Centro ecumenico di Ginevra
Il ruolo delle donne nel Consìglio ecumenico
Una visita per verificare l'influenza delle donne fra il personale del Cec e di altre
organizzazioni ecclesiastiche a un anno dalla fine del Decennio di solidarietà
I problemi finanziari e il
modo di lavorare dominato
dagli uomini sono i due principali ostacoli ad una maggiore influenza delle donne all'interno del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec). Lo
ha detto l’équipe che ha visitato l’organizzazione nel quadro del Decennio ecumenico
»solidarietà delle chiese con le
donne», il Decennio ecumenico è stato lanciato dal Cec
nel 1988 per promuovere il
ruolo delle donne nelle chiese. Nell’ambito delle attività
legate a questo Decennio, alcune équipe visitano le circa
330 chiese membro del Cec.
II 29 ottobre scorso un’équipe di 10 persone ha trascorso dieci giorni presso il
Centro ecumenico di Ginevra. Ha constatato che il personale del Cec desidera vivamente che le donne abbiano
più influenza e che importanti progressi sono stati fatti in
questo senso, ma ha anche
osservato che vi sono ostacoli
piena realizzazione di
questo obiettivo, ih particolare per il modo di presa di decisione definito dagli uomini.
L’équipe, composta da cinque donne e cinque uomini
di chiesa di tutto il mondo,
ha incontrato membri del
personale di tutti i settori del
Cec nonché impiegati di altre
organizzazioni che hanno sede presso il Centro ecumenico di Ginevra: Federazione
luterana mondiale (Firn), Alleanza riformata mondiale
(Arm), Conferenza delle chiese europee (Kek), Federaziope mondiale studenti cristia
Nelle chiese africane, ie donne esercitano una forte infiuenza
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intrattenuta con membri del
Gruppo ecumenico di donne.
Omega Buia, dello Zambia,
e Lari Junkkari, della Finlandia, i due portavoce dell’équipe, hanno sottolineato che
l’obiettivo della loro visita era
di sostenere la promozione
del ruolo delle donne all’interno del Cec, di individuare
gli ostacoli esistenti e di esaminare i modi di garantire la
prosecuzione del processo avviato dopo la conclusione del
Decennio. Ambedue si sono
dichiarati impressionati dalla
conoscenza degli obiettivi del
Decennio da parte del personale, dalle iniziative intraprese per assicurarne il successo
e dai numerosi cambiamenti
verificatisi all’interno dell’organizzazione sulla questione
del ruolo delle donne.
«Visitare le chiese è stata
un’idea stupenda - ha detto
Lari Junkkari -. Non si era mai
organizzato nulla di simile su
una questione particolare. In
alcune chiese queste visite
non hanno avuto alcun effetto, ma in molte altre hanno
avuto ripercussioni notevoli.
È cambiato il clima aH’interno
delle chiese, e in alcune di esse è stata messa in questione
la loro stessa costituzione».
Omega Buia, pur apprezzando i progressi compiuti
per le donne del Cec, ha
messo in guardia l’organizzazione contro il rischio di
lasciare indietro le chiese:
«Nel nostro incontro con i
responsabili del Cec - ha dichiarato -, abbiamo avuto
l’impressione che più il Consiglio si dà da fare per le donne, più le chiese prendono le
distanze su questo punto» e
ha aggiunto che durante le
discussioni riguardanti il Cec
si era accennato alla questio
Appello del Cec e della Firn
Zaire» urge la mobilitazione
della comunità internazionale
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Nuovo
53.
In un documento diffuso il
31 ottobre il Consiglio ecumenico delle chiese ritiene
necessario un adeguato intervento degli organismi internazionali nella difficile risoluzione del conflitto etnico che
sta insanguinando la regione
africana dei grandi laghi.
L’incertezza per ciò che riS^nrda l’individuazione delle
affettive cause del conflitto, il
fatto che non venga posto in
un imparziale sistema di
PUstizia, che la verità sui crimini commessi in passato
''on sia effettivamente emere che soprattutto permansa una gravissima e sistemanca violazione dei diritti
"niani, ha spinto il Cec a for•f^ulare un appello alla comu■fità internazionale per la
iiontposizione di un organiaiiio che si impegni in un’
pera di pacificazione. L’oPera di mediazione intrapre3 dall’ex presidente della
j,®^^enia, Julius Nyerere, per
Cec è l’unica effettiva ini>ativa per una soluzione fime del conflitto, in un’ottica
Il documento Cec
^ ffolinea inoltre il diritto
a!}' popolazioni minacciate
8*1 aiuti umanitari e la ne®mtà di verificare le condi
ne dell’eventuale nomina di
una donna al posto di segretario generale (i cinque segretari generali che si sono
succeduti alla testa del Cec
erano tutti uomini). Konrad
Kaiser, attuale segretario generale, ha detto ai membri
dell’équipe di sperare che
per l’elezione del suo successore (nei 2002) il Cec sia
pronto per prendere seriamente in considerazione la
candidatura di una donna.
Sulla questione del reclutamento del personale del
Cec i due portavoce hanno
fatto notare che se l’organizzazione conta numerose collaboratrici, la proporzione di
donne è molto più alta fra il
personale amministrativo
che non fra il personale esecutivo: per Junkkari, si tratta
di sapere ciò che si intende
per «competenza» al momento del reclutamento.
Omega Buia ha detto che il
Cec dovrebbe forse chiedersi
se i propri collaboratori vengono reclutati solo sulla base
della loro «performance» durante l’ora e mezzo di colloquio che viene loro concessa
o se vengono prese in considerazione certe qualità come
la capacità del candidato a
lavorare in équipe e ad acquisire nuove conoscenze in
un determinato periodo. La
Buia ha rilevato che questa è
una differenza fondamentale
tra il modo di lavorare degli
uomini e quello delle donne.
Omega Buia e Lari Junkkari
hanno poi fatto osservare che
sui 34 licenziamenti dovuti
all’attuale crisi finanziaria del
Cec, il 70% colpisce delle
donne. «Non è perché sono
state prese di mira ma perché
la maggior parte dei posti
soppressi sono posti amministrativi occupati soprattutto da donne che quindi sono
più vulnerabili», ha dichiarato la Buia. Se questa tendenza dovesse confermarsi, ha
aggiunto, ci saranno sempre
meno donne al Cec.
I due membri dell’équipe
hanno espresso i loro apprezzamenti per gli sforzi fatti dal
Cec per garantire la presenza
di donne negli organi direttivi dell’organizzazione e nelle
varie riunioni che esso organizza ma Junkkari ha fatto
notare che, anche se metà
dei partecipanti fossero donne, ciò non significa che i loro punti di vista fossero correttamente rappresentati, dato che spesso sono gli uomini
che si esprimono mentre le
donne tacciono. «Siamo stati
stupiti dal fatto che i membri
del personale ci hanno parlato molto delle loro preoccupazioni - ha detto Junkkari -.
Era come se fossimo un
gruppo di consiglieri, il che
non era la nostra funzione.
Molte persone sembravano
avere bisogno di raccontare
ciò che ■vivevano ad altre persone venute da fuori».
Junkkari ha affermato che
il Decennio ha costretto il
Cec e le sue chiese membro a
porsi domande sul loro modo
di lavorare e sul loro orientamento. Questo processo è
stato utile ma dovrà proseguire dopo la conclusione del
Decennio. Secondo Junkkari
l’ideale sarebbe che l’intero
personale del Cec faccia in
modo che i programmi e la
loro gestione garantiscano la
piena partecipazione delle
donne. (eni)
zioni per un rimpatrio volontario dei rifugiati ruandesi. Il
Cec si appella alle organizzazioni umanitarie internazionali affinché si adoperino per
ottenere libero accesso e operatività nelle aree interessate dal conflitto.
Accuse di immobilismo alle Nazioni Unite e una precisa richiesta di un intervento
di mediazione ai presidenti
di Sud Africa e Zimbabwe
provengono dal segretario
della Federazione luterana
mondiale (Firn), Ishmael Noko. Rilevando come note le
radici del conflitto, Noko
punta l’indice sul fallimento
della politica internazionale e
chiede un’azione più incisiva
con l’invio di forze di sicurezza e interdizione, e il bando
sulla vendita delle armi alle
nazioni interessate dalla
guerra, mercato che in maniera preponderante vede
coinvolta la Repubblica sudafricana. «È giunto il momento per il presidente Mandela e per il presidente Mugabe (Zimbabwe) di usare il
proprio impatto politico e la
propria autorità morale per
riportare la pace nella regione», ha dichiarato Ishmael
Noko. (nev)
Lo rivela un sondaggio di opinione
Forte aumento dei credenti
russi negli ultimi cinque anni
Un sondaggio d’opinione
indica che il numero di russi
che si dicono credenti è aumentato di circa il 72% nel
corso dei cinque anni trascorsi dal crollo dell’Unione
Sovietica. L’aumento più forte si registra presso coloro
che si dichiarano membri
della Chiesa ortodossa (il
50% della popolazione adulta nel 1996 contro il 30% nel
1991) e presso coloro che si
dichiarano musulmani (il 4%
nel 1996 contro appena l’I
per cento nel 1991).
Il sondaggio, effettuato nel
settembe scorso dal Centro
russo di sondaggio dell’opinione pubblica (Vt.sl.om), si
basa su un campione rappresentativo di 2.460 russi di oltre 16 anni nelle zone urbane
e rurali. Gli analisti attribuiscono ai risultati un margine
di errore del 3%. Benché si
tenda a diffidare dei sondaggi
d’opinione russi, Vt.sl.om viene considerato come il più efficace degli organismi di sondaggi russi.
Nel 1991, il 53% degli adulti
interrogati aveva dichiarato
di non esssere credente. Cinque anni più tardi, questa
proporzione era solo del 37%.
Quest’anno, l’8% ritiene diffi
cile rispondere alla domanda
sulle proprie credenze religiose, mentre nel 1991, il 15,
3% era «indeciso» o rifiutava
di pronunciarsi. Anche se il
sondaggio indica che metà di
tutti i russi si dicono oggi credenti ortodossi, questo non
vuol dire che siano tutti praticanti. Gli analisti segnalano
che ad andare in chiesa sono
soltanto dal 5 al 10%. La stessa proporzione vale forse per
le altre religioni.
«Per le persone interrogate,
il significato di questa dichiarazione [di appartenenza religiosa] è qualcosa di privato», spiega Larissa Kosova,
portavoce di Vt.sl.om. Con il
4% della popolazione adulta,
che è di 117 milioni di persone, l’Islam viene nettamente
al secondo posto, ma questa
percentuale rimane ancora
lontana dalla cifra di 20 milioni di musulmani spesso avanzata dall’Unione dei musulmani di Russia.
Dato il margine di errore
del 3%, è difficile valutare
con precisione il numero di
cattolici, protestanti, ebrei e
buddisti, in quanto le cifre risultatami dal sondaggio per
queste religioni sono molto
basse. (oni)
Note sull'ecumene
Trittico tedesco
Con questo numero iniziamo la pubblicazione di una nuova
rubrica intitolata «Note sull'ecumene», a cura di Paolo Ricca.
Questa rubrica avrà scadenza mensile e proporrà di volta in
volta una riflessione o un approfondimento su un fatto di attualità, non necessariamente limitato ai rapporti tra le chiese
e le confessioni, ma significativo per la vita globale dell'«ecumene» (il mondo abitato).
PAOLO RICCA ___________
TROVANDOMI in Germania Io scorso 31 ottobre, tradizionale anniversario delia Riforma, ho appreso che
questo giorno non è festivo in nessuno dei lander tedeschi
tranne che in Sassonia. Considerando il peso decisivo e il
valore determinante delia Riforma nella formazione del
mondo moderno, si poteva pensare che il suo anniversario
fosse giorno festivo almeno in Germania, dove la Riforma
nacque e cominciò ad affermarsi. Purtroppo non è così.
Non solo, ma dopo la recente aholizione del «giorno di
pentimento e di preghiera», non c’è più in Germania nessuna ricorrenza religiosa evangelica che sia anche festività
civile. Qualcuno dirà: Bene! Finalmente la società laica! Altri invece dirà: Male! La secolarizzazione galoppa! Certo, la
Germania è laica e secolarizzata, ma solo fino a un certo
punto: cancella le festività evangeliche dal calendario civile, ma lascia sussistere quelle cattoliche, con una forte impronta confessionale: Corpus Domini e Ognissanti. Questi,
certo, sono fatti minori, ma è meglio saperli che ignorarli.
Lasciano pensosi e anche un po’ preoccupati.
Sempre in Germania ho appreso che in diverse località la
Riforma viene oggi celebrata ecumenicamente, non solo
dai protestanti insieme a cattolici in chiese protestanti ma
anche da cattolici insieme a protestanti in chiese cattoliche, quasi che la Riforma sia ormai considerata un evento
comune che riguarda tutti e che tutti possono sinceramente celebrare. Certo, c’è modo e modo di celebrare: ci sono
celebrazioni che equivalgono a funerali. Si possono davvero innalzare sepolcri ai profeti, senza ascoltarli. E in particolare parlando della Rfforma, è così facile celebrarla seppellendola. Detto questo è però importante riconoscere insieme, cattolici e protestanti, che la Riforma è stata un
evento positivo e provvidenziale per tutta la chiesa d’Occidente, malgrado la divisione che ne è nata, per una scomunica precipitosa e fatale che, in quei termini, poteva soltanto essere respinta. Molte sciagure, è vero, sono conseguite alla divisione, quasi subito degenerata in una inimicizia profonda e violenta, con persecuzioni e massacri
spietati, fino alla perdita di coscienza di una comune appartenenza cristiana. Questa eredità negativa, di cui grazie
al movimento ecumenico ci stiamo lentamente e faticosamente liberando, non va messa sul conto della Riforma
ma, al contrario, su quello del suo rifiuto, o del suo fraintendimento, o del suo tradimento. Non c’è ancora un consenso ecumenico sulla Riforma, su quello che è stata e su
quello che ha significato nell’insieme della storia della
chiesa. Ci sono ancora troppi pregiudizi, troppa parzialità
nell’informazione e troppa partigianeria nelle valutazioni.
Intanto però celebrare insieme, cattolici e protestanti, la
Riforma significa sconfessare l’idea secondo cui essa è la
madre della divisione, e affermare invece che il suo frutto
non è la divisione ma la rigenerazione della chiesa.
Terza «pala» di questo trittico tedesco: la Germania
dell’Est era una terra protestante, con alcune enclave cattoliche. Il regime comunista l’ha scristianizzata con 40 anni di propaganda, varie forme di intimidazione, discriminazione e repressione. Oggi solo il 25% circa della popolazione dichiara di appartenere alla Chiesa evangelica. In
questo deserto spirituale e religioso operano molti, troppi
«missionari» di ogni sorta di fede e anche, e soprattutto, la
Chiesa cattolica, che occupa spazi e posizioni, costruisce
chiese e apre scuole dichiaratamente confessionali, mentre ai protestanti suggerisce, quando ne aprono una loro,
di farla «ecumenica». La leggenda di Giovanni Paolo II
«vincitore del comunismo» contribuisce anch’essa a
un’opera di riconquista cattolica compiuta in nome della
«nuova evangelizzazione». E l’ecumenismo? Comincia solo
dopo la conquista? Il requisito essenziale di un’evangelizzazione veramente «nuova» non dovrebbe essere U suo carattere ecumenico? Domande ancora senza risposta.
Dal Mondo Cristiano
I« Usa: verso un accordo storico tra la Chiesa
episcopale e la Chiesa evangelica luterana
NEW YORK — Accordo in vista tra la Chiesa evangelica luterana d’America (Elea) e la Chiesa episcopale (anglicana) degli
Stati Uniti, dopo il primo incontro di vescovi delle due chiese. Al
termine dell’incontro, che si è svolto a White Haven, in Pennsylvania, dal 3 all’8 ottobre scorso, i vescovi hanno pubblicato una
dichiarazione comune in cui affermano tra l’altro: «Siamo sulla
soglia di una possibilità nuova e stimolante: una dichiarazione
sulla comunione completa tra le nostre chiese e il reciproco riconoscimento dell’autenticità dei ministeri ordinati esistenti attualmente nelle nostre due chiese». Il concordato tra le due
chiese, che dovrebbe essere approvato il prossimo anno, non
creerà una chiesa unita luterano-anglicana, ma risolverà uno
dei problemi più delicati tra le due chiese, dato che la Chiesa
episcopale accetterà i pastori dell’Elea senza esigere l’ordinazione da parte di un vescovo situato nella successione storica. Durante l’incontro, Günther Gassmann, ex direttore di «Fede e costituzione» del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), ha detto
che l’Accordo di Porvoo (che prevede la comunione completa
tra le Chiese anglicane britanniche e alcune chiese luterane dei
paesi baltici e nordici) è stato «l’avvenimento più importante
della storia del movimento ecumenico dai tempi del Concilio
Vaticano II». Ma, ha aggiunto, fra tutti gli accordi tra anglicani e
luterani questo è quello che è stato preparato con più precisione ed è il più innovatore in quanto «riconosce l’autenticità dei
ministeri nelle due chiese come un primo passo e una base, e
non come il risultato di un processo». (eni)
4
PAG. 4 RIFORMA
yambiente accademico lo ha festeggiato a Torino nella prestigiosa sede della Fondazione Luigi Firpo
Gli 80 anni di Giorgio Spini, storico insigne e militante metodista
Predicatore laico metodista, membro della Tavola valdese e della commissione incaricata di negoziare le Intese con lo sfei
on a sua ricerca storica ha documentato l'apporto rilevante del protestantesimo nella costruzione del mondo moderno
PIERA ECIDI • —........
DI Giorgio Spini storico
l’opera è sotto gli occhi
di tutti ma importante è anche il suo impegno nella chiesa. Predicatore laico metodista, dal 1979 all’86 è stato
membro della Tavola valdese.
Ha fatto parte della commissione incaricata di negoziare
le Intese con lo stato italiano
e successivamente anche a
quella dei pentecostali. Oggi,
festeggiato dal convegno in
suo onore indetto dalla Fondazione Firpo, Giorgio Spini
non sembra affatto aver perso
lo smalto della sua vivacità
toscana, nel suo ottantesimo
compleanno, e per prima cosa sottolinea come «il più bel
regalo in assoluto» sia reiezione di Clinton, un battista,
per la seconda volta alla presidenza degli Stati Uniti,
sconfiggendo la destra. «E sua
moglie Hillary da molta stampa di destra descritta come
una specie di Messalina, è anch’essa un’evangelica: metodista, come lo sono io».
Un momento del convegno
- E poi Clinton è un sessantottino...
«Questo mi fa piacere, se
penso che al mio ritorno dagli Usa, nel ’63, scrissi un saggio per i Quaderni del Ponte,
in cui dicevo: attenti, è in arrivo la bufera, perché avevo
già visto nei campus fermarsi il radicalismo studentesco,
i movimenti dei neri, delle
donne. Questo saggio fu poi
tradotto in inglese e fatto circolare nelle università fra gli
studenti bellicosi: apriti cielo!
Suscitò un putiferio, perché
avevo parlato troppo bene
degli Stati Uniti! Conoscevo
bene la situazione, perché
dalla prima volta che andai a
Harvard, nel 1958, ero tornato negli Usa quasi un anno sì
e uno no: nel ’62-63 nel Wisconsin, poi a Berkeley in California nel ’66».
religiosa è venuta prima della
sua passione per la storia, per
la politica...
«Sono un figlio del mondicino evangelico italiano, di
cui fa parte l’antico gruppo
dei valdesi, che sono però
meno del 10%. lo ho vissuto
intensamente il dramma di
un protestantesimo che agli
inizi del secolo XX sembrava
sulla cresta dell’onda, in cui
- Partiamo dagli inizi, dalla sua formazione di credente:
perché la fede, la formazione
le potenze protestanti dominavano teologicamente, era il
mondo degli ultimi bagliori
del Risveglio e della vittoria
del protestantesimo liberale
(e lo ho fatto in tempo a essere battezzato da Giovanni
buzzi!). Un mondo, discriminato in Italia, che guardava
con fiducia anche un po’
troppo trionfalistica oltralpe.
e che fu travolto dalla catastrofe della prima guerra
mondiale, che fu in qualche
modo anche una guerra “civile” tra popoli protestanti: la
Germania da una parte, l’Inghilterra e gli Stati Uniti
dall’altra. Cosa che non si era
mai vista, e che rivelò la debolezza del protestantesimo
liberale e risvegliato. E quando quelli che sopravvissero
tornarono dalle trincee, ci fu
una diserzione di massa dalle
chiese protestanti: iniziarono
così 70 anni di crisi, di "cattività babilonese delle chiese”,
che io ho vissuto intensamente, pur con qualche momento di entusiasmo, come
per la guerra di Liberazione,
come per il radicalismo studentesco del ’68».
-Allora, è negativo il bilancio del protestantesimo del
nostro secolo?
«No di certo: e bisogna pur
dire che i tentativi di costruire una modernità fuori e contro una tradizione di cui sono
punti fermi Locke come Jefferson, i tentativi cioè totalitari di Hitler non meno che di
Mussolini che di Stalin, regolarmente e tragicamente fallirono. Nel nostro secolo abbiamo avuto Barth e Bonhoeffer in Europa, Niebuhr e
Martin Luther King in America, Hammarskjòld segretario
L'impegno intellettuale di Giorgio Spini
Tradizione protestante e ricerca storica
AUGUSTO COMBA
VENERDÌ 8 novembre, in
una sede prestigiosa qual
è a Torino il palazzo D’Azeglio che ospita attualmente,
insieme alla fondazione Luigi
Einaudi, la splendida raccolta
di libri legata da Luigi Firpo
alla Fondazione da lui istituita, si è svolta la giornata di
studio dedicata all’«impegno
intellettuale di Giorgio Spini», sotto il titolo Tradizione
protestante e ricerca storica in
occasione degli 80 anni dello
storico, più vivace che mai;
fra il pubblico si notavano
non pochi studiosi di chiara
fama e una quindicina e più
di evangelici. La Fondazione
Firpo promette di pubblicare
gli atti in tempi brevi.
Presieduti all’inizio da
Massimo Firpo (il quale, con
Enzo A. Baldini, ha curato la
perfetta organizzazione del
convegno), i lavori si sono avviati con la relazione sui Problemi di storia generale di
Giuseppe Ricuperati, che già
aveva parlato di Spini, studioso di storia moderna nel
Regala
un abbonansento
a
RIFORMA
l’affine simposio svoltosi a
Torre Pellice nel 1992. L’attenzione, come allora, si è
concentrata soprattutto sulla
Storia dell’età moderna, ma
la già ricca trattazione di
quattro anni fa è risultata ulteriormente articolata, fra
l’altro con alcune considerazioni di grande interesse sul
problema, appunto, delle
storie universali e generali.
Premessa una sintesi della
concezione spiniana sulla
permanenza de La Riforma e
il fattore protestante nella storia ben oltre il ’500 e fino ai
giorni nostri, Emidio Campi
ne ha analizzato finemente le
peculiarità, fino all’insistenza
sulla «Riforma della Riforma»
e fine ’600 (piatisti, nonconformisti) e alla concezione del
metodismo, confermata dalla
recente storiografia. Cesare
Vasoli, con simpatico piglio
narrativo, ha illustrato attorno alle due edizioni del Cosimo de’ Medici, gli altri non
pochi contributi di Spini sullo
Stato cosimiano. Vittor Ivo
Comparato ha esplorato 1’
ampia sfera di interessi di
Spini nei confronti delI’Etò
barocca: l’impulso datogli dal
giudizio etico sulla Controriforma si esprime in vari studi, nelle due edizioni della Ricerca dei libertini, negli studi
sull’arte dell’epoca. D’altro
canto suscita la sua attenzio
ne appassionata verso la Rivoluzione inglese.
All’inizio della sessione pomeridiana Tiziano Bonazzi ha
illustrato il ruolo fondante di
Giorgio Spini negli studi italiani di americanistica, e in
pari tempo la serie dei suoi
scritti, dal complesso di dispense, articoli, relazioni degli anni ’50 e ’60 fino alla vetta raggiunta nel 1968 con 1’
Autobiografia della giovane
America, che peraltro non
chiude questo filone. Bruno
Bongiovanni ha collocato, in
una vivacissima esposizione,
il recente volume sulle Origini del socialismo nel contesto
dei problemi reali incontrati
dall’antitesi capitalismo-socialismo, e ne ha messo in rilievo la genialità. Francesco
Traniello ha rievocato il 1956,
annus mirabilis, in cui insieme a Maturi, Romeo, Candeloro e Passerin d’Entrèves,
Spini contribuisce a far esplodere la storiografia risorgimentale con Risorgimento e
protestanti: ha illustrato di
questo volume memorabile il
respiro europeo, il messaggio
di libertà, e infine si è domandato se il Risorgimento di Spini, visto come momento di
cultura etico-religiosa radicata nel protestantesimo, non
giustifichi un’accusa di «panprotestantesimo»: ma sarebbe comunque una felix culpa.
delle Nazioni Unite e Desmond Tutu in Africa. Non mi
pare che la storia ci abbia dato torto! Finita la guerra fredda, con i suoi inevitabili problemi, io credo che bisognerà
prepararsi ai problemi che
scaturiranno dall’espansione
evangelica del Terzo Mondo».
- Vogliamo fare degli esempi, di questo futuro prossimo?
«In Italia c’è un grosso nodo da chiarire: c’è una forte
eredità culturale della Controriforma, a livello anche di
storici importanti. C’è un assunto implicito: c’è stata la
Riforma e poi viene il mondo
moderno, come se non ci fosse relazione tra le due cose,
come se Bacone, ad esempio,
non avesse scritto i suoi Commentari alla Sacra Scrittura,
o come se Newton poi non
avesse scritto sull’Apocalisse.
Io non mi sono quasi mai occupato della Riforma, ma mi
sono occupato della storia del
protestantesimo dopo, come
fattore dei tempi moderni. La
difficoltà, tutta italiana, da
comprendere, si vede ad esempio nell’ultima polemica
sul Corriere tra Kùng e Messori: ma come, dice il secondo, non si era detto che Lutero aveva fallito? E allora, come potete riproporre idee simili alle sue? La Riforma invece non è finita lì, nel ’500,
non è un capitolo da manuale, non c’è solo il passato remoto, c’è anche il passato
prossimo, il presente. E il presente, il futuro sono internazionali, inevitabilmente».
- Che cosa è in atto già oggi?
«Lo sa che il padre della Repubblica cinese, Sun Yat Sen,
molto a modo suo, certamente, è stato un evangelico, un
convertito, ed era un predicatore metodista, prima di diventare un rivoluzionario? C’è
oggi un’ondata evangelica in
Estremo Oriente, in Corea, in
Cina: dove ci porterà tutto
questo? Alla Facoltà di teologia è arrivato quest’anno un
sussidio da parte della comu
nità coreana di Roma, altro
che la missione! E potrà succedere che ai Samuele e ai
Davide Ching dovremo chiedere i soldi per Agape! Ci è nata sotto gli occhi una nuova
potenza protestante, il Sud
Africa di Mandela, che è metodista, e c’è un Sud America,
un Brasile, un Centro America
con una realtà evangelicale
magmatica, erompente. Già
oggi abbiamo di fronte un
protestantesimo in cui Wittenberg e Ginevra non vogliono dire niente. Nel futuro la
lingua della teologia non sarà
più il tedesco: e se diventasse
il coreano? Che cosa sarà la
teologia nera, o cinese, di qui
a trent’anni? Forse saremo
obbligati a rifare precipitosamente tutti i nostri conti ideologici, teologici, culturali».
•Gîorpô
Rtsurgimcnio
difficoltà italiana a capii,
che alle origini del nostro |
sorgimento c’è un’influe,!
protestante. '
Il Risorgimento italianos,
il grande sforzo di reinniJ
tere l’Italia dentro la corre#
viva della civiltà europea!
borale (che in buona pan,
era anche civiltà protesta
rompendo quell’isolamene
in cui la Controriforma l’am
va tenuta. Oggi tutto ques|
ha un’attualità quasi si
smodica, perché l’Italia,,,
schia di rinchiudersi su
stessa, di non capire che con
accade oltralpe, di farei,
“strapaese”, e ne è esempio
provincialismo e Tincultu,
di tanta nostra stampa, li ¡a.
sorgimento cercò di portan
l’Italia in Europa, rompend,
l’isolamento controriformi,
stico, e oggi questo problemi
è più attuale che mai».
-A proposito di conti da rifare: lei ha studiato i rapporti
tra Risorgimento e protestan
ti...
«Mi dava noia sentire, anno dopo anno, congresso dopo congresso, tante sciocchezze tra gli storici, dovute
alla vera e propria ignoranza
di quelli che erano stati allora 1 termini della dialettica
interna del protestantesimo,
in particolar modo nella prirna metà dell’800 tra una posizione di tradizione illuministica e rousseauiana, e le
nuove correnti di Risveglio
ev^gelico, e di Vinet. Anche
qui mi sono scontrato con la
SCHEDA
I libri
di una vita
Fra le numerose pubblicazioni di Giorgio Spini ricordiamo Autobiografia delia
giovane America: la storiografia americana dai PàiM
Pellegrini alTIndipendenii
(Einaudi, 1968), Baroccoe
puritani. Studi sul Sekené
in Italia, Spagna e New England (VaWeccbì, 1991), H|
cerca dei libertini. La teofli
dell'impostura de io rehg.z .
ni nel Seicento italiafio 0
Nuova Italia, 1980), R/sorg/mento e protestanti (Mondadori, 1989).
Inoltre Giorgio Spini tia
pubblicato L'Evangelo e i
berretto frigio. Storia deili
Chiesa cristiana libera in Italia 1870-1904 (Claudiana,
1971), la Storia dell'età moderna da Carlo V all'Illuminismo (Einaudi) e i più recenti Le origini del socialismo (Einaudi, 1992) e Galileo, Campanella e il «divinos
poeta» (Il Mulino, 1996).
Le considerazioni conclusive del convegno torinese
Il «fattore protestante» è vitale fino a oggi
Giorgio Spini ha sviluppato
le sue Considerazioni conclusive in una pacata conversazione che, partendo da alcuni appunti, si è ampliata con
le risposte ai relatori. Sulla
propria «preistoria», sull’incubazione della sua vocazione di storico negli anni 30,
Spini fa riferimento a un fattore positivi e a uno negativo: quello positivo è la grande lezione di Ernesto Buonaiuti, impartita con l’esempio, e con gli scritti e le conferenze, specialmente dopo
la cacciata dall’Università.
Di qui orientamenti come
il giudizio sul ’600 e propensioni come quella per le ampie sintesi. 11 fattore negativo
è l’esperienza del fascismo,
in generale in quanto regime
tirannico, in particolare in
quanto padre di una storiografia falsa, arrogante e provinciale. Di qui la sua adesione alla storiografia «azionista», la sua vis polemica, la
sua apertura a prospettive
internazionali.
Alla base di quest’ultima vi
è certo il retroterra protestante; e a questo punto il discorso va a parare sul tema della
vitalità del «fattore protestante», ben oltre il XVI secolo e
fino ai nostri giorni. Una garbata polemica si sviluppa
sull’intitolazione del convegno alla «tradizione prote
stante», implicita negazione
di quella tesi. Che cos’è, per il
protestante, la tradizione? È
essenzialmente la Bibbia
messagli in mano sin dall’età
puerile: da quella lettura quotidiana derivano gli orientamenti essenziali; in essa si
manifesta quel kairòs che impone nuove scelte e ispirazioni di libertà. Per il protestante
è questa la fonte originaria
del ppsiero laico di un Bacone, di un Locke, di un Newton
come poi, in pieno ’800, in
virtù della tradizione romantica, della visione politica di
un Lincoln; nel discorso di
Gettysburg compaiono, in
trasparenza, le pericopi scritturali che lo ispirano.
Il secolo XIX sembra sfociare nel trionfo del protestantesimo, ma all’inizio del
XX la follia criminale delle
borghesie liberali fa precipitare il mondo nella catastrofe
della guerra mondiale, che
vota le nazioni protestanti alla reciproca distruzione e
comporta l’interna rovina
del protestantesimo. Più oltre nomi come Auschwitz,
Hiroshima, Vietnam identificheranno ulteriori mortali lacerazioni della coscienza
protestante. Non perciò si
spegnerà la fiamma rinnovatrice del biblicismo evangelico: lo certificano altri nomi,
quelli di Barth e Niebuhr sul
piano teologico, poi di Bonhoeffer, infine di Hammarskjöld, di Martin Luther Kin&
di Desmond Tutu.
È il protestantesimo cosi
inteso che, nel pensiero di
Spini, fonda quella fede nel
trionfo finale della libertà e
della democrazia, da cui trae
ispirazione la sua opera di
storico. Vogliamo qui tentare, di questo concetto, una
generalizzazione? Diciamo
che il «fattore protestante*
non consiste nei conterrutt
che ben possono variare
(con buona pace di BossuetJ
l’identità protestante sta nel'
la forma di un processo>
questo sì caratteristico e invariabile, che dalla fede trae,
laicamente, impulsi di rinnovamento.
Nel breve dibattito segui**’
alle conclusioni di Spini si sono udite varie obiezioni. Fra
l’altro, che la qualità protestante dei padri della
crazia moderna non i*a*”A
specificamente sui contenu
del loro pensiero. Ancora,
che, com’erano e sono protestanti King e Tutu, così m
erano i loro peggiori nenrioTutto vero; ma tali considera
zioni non intaccano, ci
quanto si è detto prima. M
come è difficile, per i
stanti, dialogare con i
nou
protestanti sulla «protestan
tità» del protestantesimo.
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L'Editore si impegna a corrispondere il diritto di resa.
Fondato nel 1848
Malgrado la pioggia a fondovalle e la copiosa nevicata in
quota, domenica scorsa è stato aperto lo ski-lift del «Eric
Rond» a Frali; tanta neve e più di 500 sciatori per il primo
giorno di sci della Seggiovia 13 Laghi. Le abbondanti precipitazioni dei giorni successivi, a meno di rialzi repentini
della temperatura, consentiranno l’apertura anche del «Ciatlet» e del «Gigante»; sono attesi numerosi sci club della
regione sempre alla ricerca di piste battute e ben innevate.
Gli operatori stanno lavorando anche per tenere le piste
aperte tutta la settimana: se dovessero proseguire le precipitazioni nevose fino a Frali Ghigo, per il prossimo fine
settimana potrebbero essere aperti tutti gli impianti.
VENERDÌ 22 NOVEMBRE 1996 ANNO 132 - N. 45 LIRE 2000
Ieri sera tornando a casa dopo una riunione quartierale, accendo la televisione e
vedo un documentario sul
problema della fame e della
malnutrizione del mondo. In
occasione dell’incontro della
Fao a Roma, l’interesse dei
giornalisti si incentra per un
attimo su questo problema,
ma sarà ben presto dimenticato. Con la memoria vado alle
molte persone anziane che ho
incontrato qui alle Valli e che
mi hanno narrato della fame
sofferta durante la loro giovinezza, a causa della guerra o
della povertà. Ripenso all’esperienza che ho appena fatto
in Sud America, dove ho incontrato i figli e i nipoti di
quei valligiani che sono partiti
per sfuggire alla fame e alla
UN PROBLEMA LONTANO?
NOI E LA FAME
CLAUDIO PASOUET
povertà di campicelli troppo
miseri per nutrire le famiglie
valdesi a fine ’800.
Poi ritorno al mio presente,
alle famiglie che incontro nella mia quotidianità di pastore.
Nella maggioranza dei casi il
problema della fame è veramente lontano, non è raro imbattersi in famiglie dove lavorano in tre con un reddito
mensile superiore ai 5-6 milioni di lire (poi alla chiesa
danno 50.000 lire l’anno,
quando va bene, ma questo è
un altro problema).
Tuttavia non posso dimenticare che ogni giorno incontro
anche altri casi in cui la povertà e i problemi affiorano
dietro una sottile patina di apparente normalità e di dignitosa riservatezza. Vi sono anziani soli che campano con
pensioni irrisorie e non hanno
nessuno che pensi a loro. Fin
Regione Piemonte
Volontari
contro
gli incendi
In Piemonte negli ultimi 10
anni, concentrati principalmente nella stagione invernale, si sono verificati mediamente ogni anno 420 incendi, per una superficie percorsa dal fuoco di circa 4.700
ettari. Si tratta dunque di un
fenomeno di sempre maggior
rilievo; intere pendici montane in preda alle fiamme sono
uno spettacolo frequente negli inverni con scarse precipitazioni.
Dal 1994 è sorta l’associazione regionale Volontari antincendi boschivi del Piemonte, inquadrata all’interno
delle normative di settore e
del volontariato. Fanno parte
dell’associazione circa 6.000
volontari, organizzati in più
di 200 squadre, capillarmente
diffuse su tutto il territorio
piemontese montano e collinare. Essi intervengono alle
dipendenze operative del
Corpo forestale dello stato
non solo in attività di spegnimento ma anche nella prevenzione mediante pattugliamento e sorveglianza. Con
un’apposita convenzione la
Regione Piemonte assicura le
risorse finanziarie necessarie
per operare, compresa la dotazione delle idonee attrezzature. Mezzi di trasporto, di
comunicazione, sistemi di
protezione e sicurezza personale, oltre agli attrezzi, sono gli strumenti a disposizione dei volontari Aib del
Piemonte.
Può sembrare strano, in
tempi di costante pioggia come questi, ma sabato 16 novembre, a Torino, i rappresentanti delle 200 squadre si
sono riuniti nella loro assemblea generale; definizione
rielle linee programmatiche e
operative per i prossimi mesi
0 nomina del direttivo sono
stati al centro della discussioue; vicepresidente regionale è
stato nominato Flavio Clot,
riella squadra di Rinasca.
Elezioni al Comune di Pinerolo: la scelta del sindaco sarà definitiva il T dicembre
Barbero e Ardìzzoia al ballottaggio
PIERVALDO ROSTAN
Dunque al ballottaggio di
domenica 1° dicembre
gli elettori di Pinerolo dovranno scegliere fra Alberto
Barbero (Pds, Rifondazione e
Lista Dini) e Mario Ardizzoia
(Polo per le libertà). I due
candidati hanno ottenuto rispettivamente il 35,1 e il
24,4% dei voti; gli altri candidati sono risultati bocciati:
Rostagno si è fermato sotto la
soglia del 18%, Trombetto al
12,4% e Drago al 10,1%.
Un dato sorprendente è
quello dei votanti, appena il
77%, con l’astensione massiccia dalle urne delle donne
andate al voto in numero pari
alla metà degli uomini. Fra i
partiti, se ha un senso fare paragoni con le ultime elezioni
per la Camera, solo Lista Dini e Popolari registrano un incremento, anche netto, mentre tutte le altre forze perdono
consensi a vantaggio delle liste civiche locali; An e Forza
Italia perdono circa il 6% per
ogni lista ma anche la Lega
perde oltre 5 punti: l’ex repubblicano Drago non ha
dunque portato fortuna al
Carroccio pinerolese. Nel
dettaglio il Pds è la prima forza politica col 15,2%, seguono Insieme per Pinerolo (la lista di Trombotto) 13,6%,
Forza Italia 12,1%, Popolari
10,3%, Lega Nord 10,3%, Lista Dini 9,6%, Rifondazione
Comunista 9%, Progetto Pinerolo 6%, Ccd-Cdu 5,5%,
Ude 4,6%, An 3,7%.
La lista Dini si afferma con
ben quattro candidati oltre le
100 preferenze; il più votato è
Giuseppino Berti con 362 preferenze. Nelle altre liste i più
getonati sono stati Riva (Forza Italia), con 356; Rivo (Insieme per Pineroloh 346; Alifredi (Ppi), 203; Anna Maria
Bermond (Pds), 199; Gillio
(Ude), 178; Depetris (Lega
Nord), 171; Santiano (CcdCdu), 165; Piccato (Prog. Pinerolo), 153; Manganiello
(An), 108; Bassani (Re) 89.
Circa 3.000 pinerolesi hanno deciso di votare solo il
candidato a sindaco senza indicare una preferenza partitica: così Barbero ha avuto
circa 1.300 voti in più di quelli derivanti dalle liste collegate, Ardizzoia 350 in più, Rostagno 900, Trombotto 150 e
Alberto Barbero e Mario Ardizzoia: quale sarà «primo cittadino»?
Drago 300. Per la distribuzione dei seggi molto dipenderà
dal vincitore del secondo turno: il sindaco porterà con sé
in Consiglio il 60% dei consiglieri provenienti dalle liste
che lo hanno appoggiato.
Il Pds avrebbe probabilmente 8-9 consiglieri in caso
di vittoria di Barbero, Rifondazione e Lista Dini 5 ciascuno mentre Forza Italia, CcdCdu e Unione di Centro avrebbero in quel caso pochissimi consiglieri. In caso di
successo di Ardizzoia anche
An, oggi quasi certamente
senza seggi, avrebbe qualche
rappresentante in Consiglio,
mentre Re o Lista Dini si fermerebbero a un consigliere.
Quasi certi due seggi per Popolari, Lega Nord, Insieme
per Pinerolo, uno per Progetto Pinerolo.
A risultati quasi definitivi
abbiamo incontrato i due candidati che si affronteranno nel
ballottaggio e il sindaco uscente. Barbero, nettamente
primo dopo il primo turno è
ovviamente soddisfatto; nella
sezione Pds si brinda: «Ero
abbastanza convinto di arri
Barthélémy Bianquis (o Bianchi) era
nato a San Giovanni, alla borgata
Saret, l’8 giugno 1789, circa un mese
prima di quell’ 11 luglio che doveva cambiare il volto non solo della Francia ma
dell’intera Europa. E dalla Rivoluzione
francese, con le sue conseguenze, la sua
vita fu fortemente segnata. Egli era il dodicesimo figlio di Bartolomeo Bianquis e
di Maria Margherita Gay. È ben vero che
alcuni fratelli e sorelle erano morti in tenera età e che dopo di lui sarebbe nato un
solo altro figlio, comunque rimanevano
pur sempre sette bocche da sfamare e le
terre che la famiglia possedeva non offrivano grandi prospettive di avvenire.
Il nostro Bartolomeo Bianquis, all’età
di 17 anni, decide di arruolarsi nell’esercito francese, seguendo in questo l’esempio di due suoi parenti uno dei quali,
Giovanni Pietro Olivet, aveva fatto carriera e, da valletto di un ufficiale superiore, era passato lui stesso al servizio attivo divenendo colonnello. Siamo nel
IL FILO DEI GIORNI
BIANQUIS
______________BRUNO BEILION_____________
1806, subito dopo la battaglia di Austerlitz. Non sappiamo nulla degli anni che
seguono l’arruolamento, se Bianquis abbia partecipato alle varie campagne napoleoniche o se sia stato di guarnigione
in qualche città non troppo lontana da casa sua. Lo troviamo però con certezza
nel giugno 1812 in Prussia orientale, arruolato nella grande armata per la campagna di Russia. E di questa campagna
di Russia conoscerà la vittoria della Moscova e più tardi la ritirata, finché sarà
fatto prigioniero, il 18 novembre, e insieme a molti altri compagni di sventura
trasferito verso Kursk, a sud di Mosca.
ché possono farsi la spesa e
coltivarsi l’orticello i problemi non affiorano, ma poi? Vi
sono le famiglie con un solo
reddito, nel terrore che anche
quello venga a mancare. Vi
sono le famiglie con casi di
parenti gravemente ammalati
in casa. E inoltre, in questi ultimi tempi, siamo sempre più
spesso interpellati da persone
in difficoltà come ex carcerati, profughi dall’Est europeo,
tossicodipendenti: in che categoria possono rientrare? Non
sono alla fame, ma si trovano
occasionalmente a dover affrontare la bolletta o l’affitto.
Certo non si tratta di persone
ridotte all’ultimo stadio. Ma
possiamo dire: non c’è più fame alle Valli! O dobbiamo dire; non c’è ancora fame?
Del periodo ci rimane un suo diario
preciso, in cui ricorda le cose che ha visto e le cose che gli sono accadute. Così
sottolinea per esempio che presso Kursk
si tiene «una fiera che si dice essere la
più importante d’Europa e vi si vede la
vergine Maria portata in processione da
alcuni schiavi. E gli abitanti si gettano
con la faccia a terra, finché essa è lontana». Bianquis nota anche che durante la
marcia riceve una bastonata da un giovane cosacco e la cosa non gli deve essere
piaciuta affatto! Dopo un anno e mezzo
di prigionia, dopo che Napoleone ha abdicato e si è ritirato sull’isola d’Elba il
nostro Bartolomeo, insieme agli altri, ripercorre a ritroso la strada verso Occidente. Anche se ha sentito uno dei poliziotti che accompagnano il corteo dire
che sarebbe meglio sgozzare sul posto
tutti questi nemici piuttosto che nutrirli
durante il viaggio per tornare al loro paese, non vi sono tracce di ribellione o di
sconforto nel suo diario.
vare al secondo turno — dice
Barbero - ma sinceramente
non mi aspettavo un risultato
così lusinghiero; mi fa piacere ma con rammarico: se
sommo i dati dei due candidati dell’Ulivo vedo che siamo al 53% e che dunque
avremmo potuto eleggere il
sindaco al primo turno. Nello
stesso tempo questi dati
rappresentano per me una
grossa speranza». E pensabile un accordo con Elvio Rostagno? «E prematuro dire se
ci saranno accordi specifici aggiunge Barbero - mi rivolgerò comunque a tutti i cittadini per chiedere fiducia
nel mio programma».
«Si è radicalizzato il confronto fra centro destra e sinistra - dice il candidato del
Polo Mario Ardizzoia -; chi
vorrà una versione del Comune più liberista, con ampie
deleghe e impulso all’economia potrà sostenere al secondo turno la mia candidatura». Tuttavia le liste che
hanno appoggiato Ardizzoia
hanno registrato una netta
flessione: «Per quanto riguarda An - precisa Ardizzoia - si tratta di una forza
politica ancora poco radicata
sul territorio per cui paga rispetto alle politiche; Forza
Italia ha dovuto fare i conti
con la lista civica del sindaco
uscente Trombotto che ha pescato nella stessa area». Dove conta di trovare i consensi
per farsi eleggere a sindaco?
«Dappertutto», è la risposta
del candidato del Polo.
Non sarà più sindaco di Pinerolo ma ha ottenuto un notevole successo come lista;
Livio Trombotto sembra tranquillo anche se nel suo entourage la delusione si percepisce
immediatamente. «Siamo la
seconda forza politica di Pinerolo partendo da una base
zero - afferma Trombotto -;
noi abbiamo inteso dare voce
all’elettorato moderato e siamo soddisfatti di alcuni dati
come la .scelta di non accettare An all ’interno della lista. Il
ballottaggio è ancora tutto da
decidere; come lista valuteremo fra i candidati quali sono
le intenzioni. Vogliamo comunque lavorare perché lo
scenario politico è ricco di
spunti evolutivi anche nell’area moderata».
6
PAG. Il
BOBBIO PELLICE ADERISCE AL PROGRAMMA CI
— Turismo, agricoltura, ambiente; questi i tre aspetti
fondamentali del progetto «Alleanza nelle Alpi» della Cipra
(Commissione intemazionale per la protezione delle Alpi).
Bobbio Penice, insierne a 7 Comuni italiani e altri 20 europei dell arco alpino, si impegna così in uno sviluppo socioeconomico dei territori montani associato a una corretta tutela ambientale. Lunedì 18 novembre, al municipio di Bobbio, è stata delineata la prima fase pilota: dichiarazione di
intenti, collaborazione funzionale tra amministrazione comunale, le altre realtà locali e regionali e i cittadini.
MUFLONE ABBATTUTO: CACCIATRICE DENUNCIATA — La scorsa settimana gli agenti di vigilanza del Servizio protezione della fauna e dalla flora della Provincia di
Torino hanno denunciato una cacciatrice per aver abbattuto
un muflone nell oasi di protezione della valle Carbonieri
nel Comune di Bobbio Pollice. L’arma e il selvatico abbattuto sono stati sequestrati e il fatto denunciato alla Procura
della Repubblica presso la Pretura di Pinerolo. Si tratta di
uno degli ultimi interventi di questo poco conosciuto ma
prezioso corpo di agenti: 54 elementi che svolgono un’attività di controllo su tutto il territorio provinciale per quel
che riguarda le violazioni in materia di caccia, pesca e tutela ambientale. Dall’inizio della stagione venatoria gli agenti
hanno denunciato 21 persone per caccia con mezzi vietati o
in luoghi vietati, oltre a rilevare numerosi illeciti amministrativi e a contestare l’uso di ricetrasmittenti non omologate o prive di autorizzazione governativa.
INCIDENTE MORTALE A VILLAR PEROSA — Gravissimo incidente automobilistico nella notte fra sabato e domenica scorsi lungo la strada che scende da San Pietro in Vincoli verso il centro di Villar Porosa; due giovani, Igor Bisset,
22 anni, di Pinasca e Monica Beux, 19 anni, di San Germano, a bordo dell’auto del ragazzo, probabilmente a causa
dell asfalto bagnato dalla pioggia, sono finiti fuori strada
contro un platano. Nessuno è stato testimone dell’incidente.
DUO PIANISTICO — Il duo pianistico composto da Daria
Schettini e Maria Grazia Perello ha animato il pomeriggio
musicale deirUnitrè di giovedì 14 novembre, sostituendo il
trio previsto con un bel programma di musiche trascritte per
pianoforte a quattro mani. Sono stati eseguiti dapprima sei
Lieder di Beethoven e sedici valzer di Brahms e poi la deliziosa «Ma mère l’oie» di Ravel e una sonata di Poulenc.
Molto sensibili alle differenti tematiche musicali le due giovani e brave pianiste hanno ben meritato i vivi e riconoscenti applausi delle socie dell’Unitre.
RESTAURO DI MONUMENTI DELLA RESISTENZA —
Saranno 17 i monumenti e le aree dedicate alla Resistenza
che verranno restaurati e riordinati tra quest’anno e il prossimo; lo ha deciso l’apposita commissione del comitato per
Paffermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione repubblicana. I finanziamenti assegnati sulla
base della legge regionale 41/85 consentirà alcuni interventi
soprattutto in piccoli Comuni; tra gli altri verranno restaurati il monumento di Montoso a Bagnolo Piemonte (7 milioni) e la casa museo di Roure (21 milioni).
PARZIALE MODIFICA DEL PROGETTO BORGATE —
In seguito a un ulteriore approfondimento anche con i sindaci della valle, la giunta della Comunità montana vai Pellice è orientata a modificare in parte il progetto borgate. La
novità più rilevante e positiva è la previsione di un fondo da
utilizzare per contributi a ristrutturazioni e recuperi da parte
di privati che intendano rispettare i criteri prescritti e siano
segnalati dai sindaci dei rispettivi Comuni.
ANALISI CON IL TICKET ANCHE NELLE STRUTTURE PRIVATE — Secondo una recente delibera approvata
dalla giunta regionale, fino al 31 dicembre 1996 per esami e
prelievi clinici i piemontesi saranno liberi di scegliere tra
strutture pubbliche e strutture private convenzionate eroganti prestazioni specialistico-ambulatoriali. Gli interessati
dovranno recarsi all’Unità sanitaria di appartenenza con la
richiesta del medico di famiglia; qui i funzionari verificheranno se il tipo di analisi richiesto corrisponde a quelle in
convenzione, indicheranno le modalità di pagamento del
ticket e metteranno sulla ricetta un timbro di controllo (che
serve alla Regione per valutare il costo da sostenere).
L obiettivo principale del provvedimento è la riduzione dei
tempi di attesa per gli esami, a volte lunghissimi.
NUOVE DISPOSIZIONI SUI CINGHIALI — Per affrontare
il problema della sovrapopolazione dei cinghiali, la Regione
quest’anno ha aumentato la possibilità di catture per ogni
cacciatore da 2 a 5 capi. Le Province, in virtù di una specifica delega, potranno adottare piani di abbattimento motivati
da fondate necessità anche nelle zone protette, ad esclusione
dei parchi regionali. Per quanto riguarda Pallevamento, la
nuova legge della Regione ne ha introdotto all’articolo 22 il
divieto a scopo di ripopolamento; sono permessi solo a scopo alimentari. L’assessorato regionale alla Caccia e alla Pesca ha inoltre aumentato i fondi stanziati per l’indennizzo
dei danni causati dalla selvaggina da 2 a 3 miliardi.
L* Eco Delle ìàlli Iàldesi
A colloquio con i responsabili della Coap
Commercio equo e solidale per
vivere meglio qui e nel mondo
VENERDÌ 22 NOVEMBRE
_______FEDERICA TOURN________
Mentre a Roma si svolge
il summit intemazionale della Fao sulla fame del
mondo, è sempre più urgente
scoprire delle vie concrete
per aiutare i paesi più poveri
nel Sud del mondo. Una di
queste vie è senz’altro quella
del commercio «equo-solidale», ancora poco conosciuto
in Italia (rappresenta l’l% del
mercato, contro l’8 per cento
dell’America) e in particolare
in Piemonte.
Di che si tratta? Sostanzialmente di comprare in modo
«intelligente», badando alla
provenienza dei prodotti e
privilegiando quelli ottenuti
senza Io sfruttamento dei lavoratori. In Italia al momento
sono tre le principali organizzazioni di vendita al dettaglio
di questi prodotti equo-solidali, tra cui la Coap, presente
a Pinerolo e a Torre Pellice.
Per saperne di più, sentiamo
il presidente della Coap, Salvatore Merola.
- Qual è l’obiettivo principale nella battaglia per il
commercio equo-solidale?
«Creare una coscienza consapevole nel consumatore,
che non va colpevolizzato ma
convinto dell’opportunità di
un consumo più sobrio e
quindi di qualità; se si eliminano i consumi superflui e ci
si nutre con prodotti migliori,
più sani anche se più costosi,
si risparmia in cure dimagranti, si rispetta la natura e si
guadagna in salute».
- Come mai i prodotti
equo-solidali e quelli biologici costano di più?
«Perché i lavoratori non sono sottopagati e poi perché,
nel caso del prodotti equo-solidali, è necessario pagare un
anticipo sulla contrattazione
per permettere al paese povero di comprare le materie prime, oltre a stabilire con i paesi produttori un prezzo più
elevato per compensare il
cambio di valuta, sfavorevole
per loro. Quello a cui dobbiamo puntare è un commercio
paritario, perché per ora i
prezzi li fanno i paesi ricchi
compratori. Per quanto riguaida i prodotti biologici, costano di più perché l’agricoltore
che li coltiva non ha sovvenzioni da parte dello stato o
dalla Cee e deve quindi venderli a prezzo di mercato».
- Che cosa si può fare concretamente?
«Eliminare dalla spesa tutto
ciò che è superfluo, scegliere
prodotti che provengano da
zone in cui c’è almeno un rispetto minimo dei diritti umani. Per esempio la Coap ha
aderito a una campagna di
boicottaggio della Nike e della Reebok che producono
La Tac all'«Agnelli» di Pinerolo
Servizio esterno
E stato avviato, presso l’ospedale Agnelli di Pinerolo,
il servizio Tac (Tomografia
assiale computerizzata) per i
richiedenti esterni. Finora
l’attrezzatura veniva utilizzata soltanto per i pazienti ricoverati presso il presidio sanitario locale, per quelli in regime di day hospital e in parte per i pazienti provenienti
dagli ospedali valdesi di Pomaretto e Torre Pellice. Il
nuovo servizio consentirà di
ridurre in maniera notevole i
disagi per i cittadini del Pinerolese, costretti fino a oggi a
faticosi spostamenti verso gli
ospedali di Torino, con tutti i
rischi connessi al viaggio e
alle attese; senza contare le
nuove possibilità di dialogo
diretto (e non solo cartaceo)
fra lo specialista curante e il
radiologo Tac.
Il notevole incremento di
esami Tac presso il Servizio
di radiologia derivante dall’apertura agli esterni, pur in
una situazione non certo facile per carenza di risorse e di
personale medico, si è resa
possibile anche grazie all’iniziale ricorso a collaborazioni
professionali esterne che,
provvedendo a rinforzare la
diagnostica radiologica ordinaria, hanno consentito ai sanitari interni di dedicare tempo e impegno alla Tac, migliorando tra l’altro il loro livello di preparazione.
Non bisogna trascurare,
inoltre, il consistente risparmio economico per l’Ausi IO,
finora costretta a saldare costose fatture per l’espletamento degli esami Tac all’
esterno, risparmio che renderà possibili nuovi investirnenti in attrezzature sanitarie. Nel solo 1996 (fino a novembre), presso la Tac del
presidio ospedaliero sono stati effettuati ben 5.000 esami,
di cui 4.000 a favore di ricoverati presso l’ospedale Agnelli stesso, e circa 1.000
per ricoverati Dea, istituti
ospedalieri valdesi e (da poco
più di un mese) per esterni;
esami che negli anni precedenti venivano remunerati, in
media, con 250.000 lire, secondo il tariffario in vigore.
L’apparecchio per la Tac è
ora tenuto in funzione per 12
ore al giorno e, nei casi di
emergenza, nell’intero arco
delle 24 ore. I pazienti esterni
che nel solo mese di ottobre
hanno utilizzato questo servizio sono stati 240, di cui 20
provenienti dagli ospedali
valdesi delle Valli. Fra l’altro, il pieno utilizzo del servizio Tac consente l’adesione,
da parte dell’Ausi 10, al progetto per la prevenzione della
mortalità conseguente al trauma cranico minore, ovvero la
riduzione dei rischi derivanti
da lesioni cerebrali non altrimenti rilevabili. Questi traumi cranici sono piuttosto diffusi: si presuppongono 2 Tac
al giorno, per una media di 10
a settimana.
Il nuovo servizio significa
anche una diminuzione dei
tempi di attesa, che si riducono a 7-10 giorni. «Fra i nostri
obiettivi rientra infine un ulteriore incremento del numero di esami - dice la doti.
Luisella Gortan, primario del
Servizio di radiologia - anche
per far fronte per intero alle
necessità avanzate dagli istituti valdesi di Pomaretto e
Torre Pellice».
CONTRO IL DISAGIO
Associazione Arcobaleno
via Roma 41 (secondo piano)
LUSERNA S. GIOVANNI
Tutti i giorni dalle 17 alle 19
Tel. 954401
buona parte delle loro scarpe
nei paesi asiatici sfruttando il
lavoro minorile».
- Torniamo al «problema
fame»: riguarda anche il Pinero lese?
«La provincia è in genere
più ricca, infatti non si regi-'
strano persone che dormono
per strada e neppure un gran
numero di extracomunitari, a
differenza di Torino; d’altra
parte è la città ad ospitare in
maggior numero i più poveri,
proprio per la sua “naturale”
sovralimentazione, che dà loro maggiori possibilità di provare da mangiare».
- Nel Pinerolese la gente è
sensibile alla questione della
solidarietà con l’ambiente e i
paesi in via di sviluppo attraverso la scelta dei prodotti?
«Abbiamo riscontrato una
certa sensibilità al problema
anche perché nelle campagne
si sono visti gli effetti dei veleni nelle colture. C’è però
ancora molta disinformazione; un elemento positivo è la
differenziazione dei rifiuti,
primo passo verso la diminuzione dell’immondizia e di
conseguenza un consumo più
oculato».
I negozi equo-solidali della
zona sono: Coap, via Martiri
del XXI 65 a Pinerolo (tei.
397229) e Coap, via Guardia
Piemontese 24, Torre Pellice
(tei. 91522).
Tuttomele
Alla ricerca
della qualità
La frutticoltura rappresenti
per la provincia di Torino, uJ
delle attività agricole più ^
gnificative: 2.300 ettari, di
circa 1.000 a meleto, una ma
duzione di 220.000 quintj|j
all’anno. Dunque si spiegaj
successo di Tuttomele di Q.
vour anche sotto il profilo
squisitamente agricolo: nei
padiglioni della 17“ edizione
della rassegna erano state cen.
site 1.000 varietà di mele, sot'
to il teatro tenda si sono radunate 300 persone per parlare
di qualità della mela e della
frutta in genere. La qualità
passa, hanno ricordato gli
esperti di vendita ma anche i
ricerca di mercato, attraverso '
precise normative ed è determinata da pezzatura, forma e
colore, conservazione, distribuzione. Grazie a test di labe,
ratorio siamo oggi in gradi di
predeterminare il momento
migliore per la raccolta, e
dunque per l’immissione sul
mercato, ma la vendita del
prodotto italiano deve farei
conti con l’importazione anche da paesi come gli Stati
Uniti e deve confrontarsi con
un divario sempre più forte
fra reddito da servizi e reddito da produzione: solo se le
aziende sanno attrezzarsi pei
offrire un prodotto di qualità,
in modo tempestivo e ben
confezionato, possono sperare di essere competitive, e poi
è necessario puntare molto
sull’immagine che si riesce a
creare per il prodotto.
Luserna San Giovanni
Traffico pesante
________MASSIMO GNOME________
Luserna rimane una cittadina di transito: passaggio obbligato per i turisti
«della domenica» alla ricerca
del fresco a Bobbio in estate,
semplice crocevia per i pullman lanciati all’attacco dei
luoghi storici disseminati lungo la vai Pellice. Per un motivo 0 per l’altro, forse per la
stessa concezione urbanistica
deH’abitato, il maggiore centro della valle sembra condannato a una situazione di marginalità nello sviluppo socioturistico locale.
Abbiamo parlato con l’assessore comunale Mauro Vignola, soffermandoci particolarmente sulle proposte per risolvere il problema della viabilità, aspetto comunque fondamentale per la concretizzazione di un risveglio turistico
e culturale. «Stiamo discutendo con la Provincia per la realizzazione di una bretella alternativa per il traffico pesante. E indispensabile alleggerire via I Maggio dai camion
delle cave e dell’acqua minerale», afferma l'assessore.
Il progetto, cugino povero
del tramontato «asse di valle», si associa al tentativo di
attenuare la rumorosità e gli
ingorghi nel centro degli Airali, idea già in parte attuata
con la costruzione della rotonda e degli attraversamenti pedonali.
L’amministrazione punta
alla promozione e allo sviluppo delle frazioni, condannate
sempre più alla condizione di
«quartieri dormitorio» senza
negozi e attività. Per San
Giovanni si prevede una modifica della circolazione nel
triangolo fra via Malan-via
Beckwith e la nuova via Olivet, con la possibilità di allestire una sorta di «isola pedonale» in prossimità della
piazzetta; per Luserna il recupero dell’ex cinema Santa
Croce e l’allestimento di una
sala polivalente. E il collegamento con la Francia? «Il p™'
getto di costruzione di un tunnel stradale verso il Queyras è
stato purtroppo accantonato dice Vignola -; da parte sua il
Comune ha aderito alla proposta di realizzare la ferrovia
alpina che resta per me un ripiego». L’assessore sottolinea
comunque «la necessità di
promuovere nuove iniziative
turistiche per affrontare,
che a livello comunale
concorrenza transalpina».
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amico Gustavo Malati la
segnalazione di un interessante scambio di vedute a proposito di minoranze linguistiche
e religiose, che ebbe come
protagonista, cinquant’anni
fa, Eric Rollier, padre di Mario Alberto Rollier e, al tempo, membro della Tavola valdese. Si tratta di una lettera,
intitolata dalla redazione di
fiovel Temp che pubblicò già
il testo sul n. 12 dell’ottobre
1980, «valdese preoccupato»
e della risposta di Eric Rollier. Perché parlarne ora? Perché la questione di quelli che
si sentono valdesi da un punto
di vista «etnico» o geografico
e di quelli che invece contrappongono il riferimento di storia e di fede nel dirsi valdesi
non è risolta neppure oggi,
così come se sia stato bene o
male che le valli valdesi non
si siano battute per ottenere
l’autonomia come la Valle d’
Aosta (autonomia che, per altro, era stata prevista per le
minoranze etnico-linguistiche
nei lavori preparatori della
Costituente). I valdesi sono
una minoranza etnico-linguistica? Non sono pochi, neppure oggi, a sostenerlo e alcuni vorrebbero che questo punto di vista fosse sostenuto anche dalla «chiesa»; del resto
sul piano culturale si fa spesso riferimento all’Occitania
(cosa, per altro, assai più seria della «Padania»). Nel carteggio ricordato, il «valdese
preoccupato» propone di non
dare troppa pubblicità alle
«nostre rivendicazioni» e perciò di non affiancarsi al movimento autonomista della
Val d’Aosta presentandoci
come «popolazioni allogene».
Anche perché «da sempre i
“nemici dell’altra sponda”
[cioè i cattolici] hanno fatto
di tutto per presentare gli
evangelici come estranei alla
mentalità italiana».
Anche l’introduzione del
francese, prosegue la lettera,
nelle scuole elementari, non
suscita entusiasmo perché accentua il «separatismo» dei
valdesi. Critica la risposta di
Eric Rollier: «È un atto di debolezza dire che i nostri avversari hanno impostato la
questione degli evangelici,
sopra un terreno etnico e nazionalistico. Bisogna dire il
contrario: da troppo tempo
noi abbiamo accettato dai nostri avversari il loro terreno
per batterci; abbiamo avuto
vergogna (per mancanza di
intima convinzione) di dire
che il terreno etnico, tradizionale o nazionalistieo non è
quello delle competizioni religiose. (...) Noi non abbiamo
affatto bisogno dell’inganno
che consiste nel presentare la
religione cristiana come “nazionale”. Il Vangelo è straniero a tutti i popoli che non
10 credono e non lo hanno
creduto. In questo senso è
straniero anche il 90% degli
italiani».
Eric Rollier sostiene poi
che anche una gran parte della campagna evangelistica fra
11 ’48 e il ’70 era male impostata, quando essa si presentava con l’etichetta di vera
italianità risorgimentale.
«Quando ci presentiamo come siamo: valdesi, alloglotti,
misti di razze diverse confluite da ambo i lati delle Alpi, conglomerato di profughi
che, per motivi di religione,
sono nel corso dei secoli venuti a noi da molte parti
d’Europa, diversi per costumi
e tradizioni dalla massa circostante, dimostriamo precisamente la nostra tesi di cristiani per i quali Dio non si
adora perché è “nazionale” o
si respinge perché “estraneo”
alla mentalità degli italiani,
ma si adora semplicemente
perché è Dio».
Ci sono dunque ragioni
profonde, secondo Rollier,
per non adattare anche alle
valli valdesi le caratteristiche
previste per la Val d’Aosta.
Sia nel Medioevo che durante
la Riforma, i valdesi non si
sono mai sentiti chiusi entro
determinati limiti: si pensi ai
predicatori itineranti per l’Europa, dalla Boemia alla Spagna. E anche non va bene evangelizzare «mimetizzandosi con il resto della popolazione»: è come quando, ricorda Rollier, aveva chiesto a un
prete perché distribuisse tanti
santini e madonne, dal momento che anche lui non approvava l’adorazione delle
immagini, e il prete gli aveva
detto che «bisogna adattarsi
alle debolezze umane». Che
cosa si direbbe ora? Mi sembra che si ondeggi tra i sentimenti patriottici ricordati
nell’ultimo Sinodo a proposito del contributo dato per
l’unità d’Italia e la ricerca di
un’identità che sembra, a volte, più determinata dalle tradizioni e dai confini che non
dalla vocazione.
croci ugonotte in oro e argento
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ELSA BERTOLE
Giocare alla divinità? È
possibile un’animazione
biblica su questo tema, per riflettere sulla bioetica? Ci
hanno provato, con successo,
le Unioni femminili del I distretto, nel corso del 18° corso organizzato dalla Efevm il
9-10 novembre a Villar Perosa. La bioioga Anna Rollier e
la pastora Daniela Di Carlo
hanno con molta efficacia
animato la tavola rotonda iniziale, nella biblioteca comunale, con discreta partecipazione di pubblico.
Il cammino della bioetica è
stato ripercorso da Rollier attraverso le varie tappe, dalla
scoperta del Dna (1953) alla
fabbricazione di nuove forme
di vita, alla vera e propria ingegneria genetica. Chi dovrà
controllare questo nuovo «potere»? Solo gli scienziati? È
possibile servirsi di queste
tecniche a fini positivi oppure
siamo arrivati al delirio? Il discorso di Anna Rollier si è
poi concentrato sulla riproduzione «in vitro». Come diceva Schweitzer, per la nostra
cultura è stato fatale che lo
sviluppo materiale abbia di
gran lunga superato quello
spirituale; la tecnologia è come un razzo, la società va più
lenta: la bioetica dovrebbe essere un’espressione di tante
discipline e di numerosi apporti di diverse persone, non
solo scienziati. Non c’è infatti
un’etica buona o cattiva in assoluto, ci dovrebbe essere
un’etica partecipativa. Ad
esempio fino al 1978 Tunica
inseminazione artificiale era
quella tramite il marito, poi si
sono aperte altre possibilità.
Che dire? La Chiesa cattolica
pone dei limiti. Chi può accedere e chi no a determinate
tecniche, quali tecniche sono
ammissibili? La scienza reagisce e si dà un codice. Occorre rimettere al centro i
soggetti (padri, madri, figli)
più che la chiesa o gli scien
Un gruppo di partecipanti all’incontro
ziati: servono informazione,
educazione, parteeipazione,
coscienza dei limiti.
Quale è la suprema autorità
che stabilisce ciò che si può
fare? La pastora Di Carlo ha
rifiutato una lettura fondamentalista della Bibbia. Non
ci può essere un’etica «normativa», ma solo un’etica che
tenga conto delle esperienze
degli uomini e delle donne:
che esamini i fatti, ricerchi le
diverse testimonianze, preveda ciò che potrà accadere e
solo su queste basi prenda posizione. Non siamo un’isola
ma costituiamo una rete di
rapporti con gli altri. Dire no
a una lettura fondamentalista
non vuol dire dimenticare la
Bibbia: «Tutto è vostro, ma
voi siete di Cristo, e Cristo è
di Dio». E possibile, alla luce
di questo brano dell’epistola
ai Corinzi, sviluppare una riflessione etica al passo con il
nostro tempo, senza che sia
messo in questione il nostro
rapporto con Dio?
Successivamente tre gruppi
di lavoro hanno discusso alcuni passi biblici: la nascita
di Mosè, nell’Esodo; Giobbe
e la risposta di Dio; la natività nelTEvangelo di Luca.
Nella pausa del dopo cena
non sono mancati i balli,
coinvolgenti anche per chi
non sapeva ballare e un im
maginario ma violento dibattito fra due scienziati (impersonati da due sorelle travestite con un lenzuolo) che avevano entrambi isolato il Dna.
Il giorno dopo sono continuati i lavori, mentre il culto con
la comunità di Villar Perosa è
stato condotto, dalla musica
alla liturgia e al sermone, da
sorelle di sei unioni femminili diverse.
I gruppi hanno poi riferito
la rispettiva discussione mediante interessanti cartelloni.
L’assemblea conclusiva ha ribadito la profonda convinzione che la creazione è opera di
Dio: più forte, questa convinzione, nelle più anziane, più
problematica per le più giovani. L’amore che si manifesta in Cristo è lo stesso amore
che Dio manifesta nella creazione. Tutte hanno sottolineato la necessità di limiti: il limite però non va vissuto come divieto ma eome dono;
anche mettere in pratica T
Evangelo è limite.
Nonostante alcuni timori
iniziali rispetto all’argomento
di questo corso, devo dire che
è stato, fra i tanti a cui ho partecipato, uno dei migliori. Il
ringraziamento va certo alla
comunità di Villar Perosa che
ci ha accolto ma soprattutto al
Signore, di cui abbiamo sentito la presenza.
Pinerolo: un progetto che non è solo un nuovo museo
Una galleria di «pietre parlanti»
Non si tratta solo di un nuovo museo, che tra l’altro ha
ottenuto la qualifica di istituzione regionale, ma di un vero e proprio intervento urbanistico, che mira a rimarginare le dissennate ferite imposte
al centro storico di Pinerolo,
in particolare nella zona di
via Principi d’Acaja: è il progetto per la «Galleria per le
pietre parlanti», che è stato
efficacemente presentato nei
giorni scorsi insieme con una
mostra sulla storia urbanistica
di Pinerolo e l’interessante
plastico, opera di paziente ricerca e di studio (ben 23 anni)
da parte dell’architetto Carminati, che lo ha realizzato
con 800 ore di lavoro.
L’operazione museo si ripropone di eollegare il Palazzo del Senato con la chiesa di
Santa Maria Liberatrice mediante una galleria sotterranea
(che ospiterà le sale espositive), al di sopra della quella
verranno ripristinati orti a terrazza, addirittura con le vigne
come era nel Medioevo. In tal
modo tutto il lato sinistro (salendo) della via Principi
d’Acaja sarà valorizzato, rimuovendo gli attuali bastioni
in pietra di Lusema, che nulla
hanno a che fare con il contesto e che furono edificati dopo le demolizioni delle numerose case dagli anni ’30 agli
anni ’50.
Questa scelta si è imposta
anche per la necessità di ospitare una ricca collezione di
pietre e di incisioni rupestri
ricevuta dal museo, e per non
manomettere rovinosamente
le piccole ma splendide sale
del Palazzo del Senato. Addossato a quest’ultimo, nel
progetto figura un semplice
torrione (tipo San Gimigna
TESI DI LAUREA — La nostra collaboratrice Milena Martinat si è laureata il 25 ottobre scorso in Lingue e letterature
straniere moderne, raggiungendo una votazione di 104/110,
con una tesi su «La predicazione di Rodolphe Peyran (17521823) in vai Germanasca». Relatore il prof. Lionello Sozzi; il
pastore Giorgio Toum è intervenuto durante la discussione in
qualità di esperto. A Milena vanno le congratulazioni e i migliori auguri da parte della redazione.
no) nel quale saranno sistemati gli ascensori e i servizi
di cui il Palazzo del Senato
deve comunque essere dotato.
Nella chiesa di Santa Maria
Liberatrice, dopo i lavori di
consolidamento, di rifacimento del tetto e di restauro generale, si prevede un uso polivalente, dalle conferenze ai
concerti. Il progetto è stato
redatto dall’architetto David
Terracini, capo della ripartizione urbanistica comunale,
con i colleghi Turvani e Del
Mastro e prevede, allo stadio
attuale, un costo di 4,5 miliardi, che dovrebbe rientrare almeno in parte nei finanziamenti Cee. Tanti, da un certo
punto di vista, ma relativamente pochi se si guarda alla
rilevanza urbanistica dell’intervento, il quale indubbiamente costituirà un momento
alto di qualità per il centro
storico di Pinerolo, aggiungendo ai vari poli di interesse
turistico che si vanno costituendo nel territorio e alle
valli, questo interessante riferimento all’arte rupestre piemontese. Sempre nella galleria si prevede di ospitare gli
uffici, l’archivio, la biblioteca
e la documentazione del Centro studi, il deposito di reperti, il laboratorio di calcatura,
servizi e parcheggi anche a
uso del pubblico.
ANGROGNA — La prossima riunione quartierale
sarà alle 20,30 di martedì 26
novembre a Buonanotte.
BOBBIO PELLICE —
Domenica 24 novembre il
culto sarà animato dai giovani. La prossima riunione
quartierale sarà il 26 novembre, alle 20, all’Inverso.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Riunione quartierale martedì 26 alle Vigne.
Mercoledì studio biblico a
cura del past. Berutti. La società di cucito organizza il
tradizionale bazar dell’8 dicembre presso la sala Albarin. Il bazar si aprirà alle ore
11,15, subito dopo il culto, e
proseguirà fino alle ore 17.
MASSELLO — Riunione quartierale al Roberso
martedì 26 alle 15.
PERRERO-MANIGLIA: Riunione quartierale
a Forengo, giovedì 21 ore 15.
POMARETTO — Alle
16 venerdì 22 al Centro anziani momento biblico di
preghiera. Venerdì 22 si ritrova l’Unione femminile.
Domenica 24 culto alla cappella dell’Inverso Clot. Mercoledì 27 riunione quartierale alle 20,30 a Pomaretto.
PRALI — Dalla cena di
venerdì 22 al pranzo di domenica 24 novembre, Agape
propone alle donne presenti
in vario modo a Agape un incontro di confronto dal titolo
«Conoscere e ri-conoscersi»,
che si concentrerà sulla storia
recente, ovvero la direzione
femminile degli ultimi anni.
Per partecipare si può versare
una quota «politica» di £
30.000, «reale» di 92.000 o
«sostenitrice» di 120.000.
TORRE PELLICE —
Riunioni quartierali: martedì
26 alle 20,30 all’Inverso, venerdì 29 alle 20,30 agli Appiotti. Domenica 24 novembre, dalle 14,30 nella sala
unionista, bazar delle missioni per sostenere l’opera della
Cevaa con pesca a sorpresa,
lotteria, banco libri, regalini
e biglietti per Natale.
VILLASECCA — Riunione quartierale giovedì 21
alle 20 alla Roccia.
Primo distretto
Collettivo
«Miegge»
Per la prima volta gli incontri teologici «G. Miegge»
pongono al centro della loro
lettura non un testo di teologia protestante (Calvino, Bonhoeffer, Tillich sono stati studiati negli ultimi anni), ma un
saggio che rispecchia una
sensibilità diffusa nei confronti dei temi della fede: un
confronto con domande e risposte che mette in grado di
dialogare con gli interrogativi
e le inquietudini del nostro
tempo. Si tratta del libro
«Credere di credere» di Gianni Vattimo, uno dei più noti
filosofi contemporanei, conosciuto come alfiere del «pensiero debole», che in questo
breve scritto si rivolge, con
affetto e con polemica, soprattutto al mondo cattolico.
Gli incontri teologici «G.
Miegge» sono organizzati dal
Centro culturale valdese.
Queste le date dei prossimi
appuntamenti: 1° dicembre a
Pinerolo, 12 gennaio a San
Secondo, 2 febbraio a Pomaretto, 2 marzo a Villar Perosa,
6 aprile a Agape, 4 maggio a
Angrogna, 15 giugno a Luserna, dalle 17 alle 22 circa
con cena al sacco.
16
PAG. IV
E Eco Delle mLLi moEsi
VENERDÌ 22 NOVEMBRE 1996
CALCIO: ANCORA UN SUCCESSO PER IL PINEROLO — Quarta
vittoria consecutiva per il Pinerolo nel
campionato nazionale Dilettanti e terzo
posto in classifica; in trasferta nel derby
con la Fossanese i biancoblià hanno saputo imporre il loro gioco ottenendo la
rete però su autorete a 10’ dal termine.
«La ricetta dei nostri successi - dice il
difensore Paolo Salvai — è la buona conduzione tecnica e dirigenziale della
squadra che ci consente di “fare gruppo”; puntiamo ad ottenere presto la salvezza, ad altri traguardi penseremo dopo». Intanto domenica il Pinerolo sarà in
trasferta a Savona. In Prima categoria il
Luserna vince 2-0 ad Avigliana, il San
Secondo pareggia 2-2 in casa col Beinasco e il Perosa esce sconfitto per 2-6 dal
campo di Giaveno. Nel campionato Aics
il Collegio valdese ha battuto per 5-0 il
Baudenasca con reti di S. Albanese, D.
Martina e Penna portandosi così al comando a 13 punti con Cemit e Porte; sabato 23, ore 14, incontro casalingo con
il Moviolone.
BRUTTA SCONFITTA PER L’H.C.
VALPE — Una brutta Valpe affronta lo
Zanica nella quinta giornata del campionato di serie B, girone occidentale di
hockey su ghiaccio. Le assenze di Zancanaro e Luca Giordan, Pinfortunio al ginocchio di Bottecchia, non bastano da
soli a giustificare la pochezza delle azioni biancorosse; neppure gli ospiti sono
parsi irresistibili anche se nelle loro file
abbiamo rivisto giocatori con un passato
in serie A; prestanza fisica maggiore,
precisione e velocità di manovra sono
bastate allo Zanica per surclassare la
Valpe. La squadra di Torre Pellice ha
giocato bene i primi cinque minuti poi
gli ospiti hanno preso il largo chiudendo
sul 3-0 il primo tempo; seconda frazione
di contenimento (0-1) e nel terzo tempo i
lombardi hanno realizzato altre quattro
volte nella porta difesa dal giovane Andrea Malan nel frattempo subentrato a un
valido Burrato. Risultato finale 8-0 per
gli ospiti in una partita da dimenticare e
per giunta assai fallosa (20 penalità fischiate dagli arbitri). Al comando restano
le formazioni lombarde (Zanica, Varese,
Chiavenna); per la Valpe prossimo turno
in trasferta a Torino.
PALLAVOLO — Successo per il Magic Traco in B1 femminile: in trasferta
con lo Smal ultima in classifica le pinerolesi hanno vinto per 3-1; sconfitta in
casa (0-3) per il Body Sistem opposto al
Mokaor Vercelli e successo per 3-1 del
Gold gally in B2 femminile sii Brigherio.
Ancora una settimana positiva per le formazioni giovanili del 3S Nova Siria con
tre successi nei vari campionati. Nella
categoria ragazzi continua la marcia a
pieni punti della formazione di Marco
Gardiol che ha battuto agevolmente il
Gsp Chivasso in tre set; successo netto
anche nella categoria Ragazze contro
TAirasca per 3-1. Nel girone C il Bruzólo ha invece battuto per 3 a 0 il 3S B;
nella categoria Júniores femminile il 3S
ha superato il Carmagnola per 3-1.
Nel trofeo Storello l’Atletica Pinerolo
Olimpie ha battuto il Fabio Neruda per
3-2; nel trofeo Baudrino: Piscinese-Vecchio Forno Bricherasio 3-1; Vecchio
Forno-Villafranca 3-2; Villafranca-3S
Bar dei tigli 3-1.
TENNIS TAVOLO — Ancora una
sconfitta per la Valpellice in CI di tennis
tavolo: opposti al forte Crdc Torino i valligiani Rossetti, Piras e Rosso sono stati
battuti per 0 a 5 (1 punto dei torinesi è
stato realizzato dall’ex Davide Gay).
Continua invece a vincere la squadra di
DI regionale: a Torino contro le Poste,
Sergio Chiri, Prat e Belloni hanno vinto
senza lasciare agli avversari neppure un
set. Successo (5 a 3 sul Fiat) anche per.la
formazione A di D2 mentre la squadra B
ha riposato. Dopo un periodo di riposo, il
tennis tavolo tornerà con tre incontri a
Torre Pellice sabato 7 dicembre.
PALLAMANO — Seconda partita di
campionato per il Rivalta che schiera anche il giocatori del 3S e secondo successo: a Biella i piemontesi si sono imposti
per 22-13 grazie alla maggior teenica
complessiva. Perdono invece le ragazze
del 3S in serie B; opposte in trasferta al
Coccaglio le Pinerolesi sono state nettamente sovrastate per 28-13.
Proposta dì legge
Siae: tutelare
chi non ha
fìni di lucro
Una nuova proposta di modifica della legge n. 633 del
22 aprile 1941 in materia di
diritti d’autore è stata avanzata dalTon. Giorgio Merlo, che
sottolinea la necessità di ampliare la disciplina oggi vigente in favore di chi opera
nell’ambito del volontariato e
non può sobbarcarsi anche gli
oneri economici della corresponsione dei diritti d’autore
alla Siae (Società italiana autori e editori) per le manifestazioni senza scopo di lucro.
Si impone, secondo il proponente, una modifica della legge che, senza nulla togliere
alla protezione dell’autore e
della rilevanza economica
dell’opera, consenta l’utilizzazione dell’opera stessa entro cerehie determinate senza
oneri economici di sorta.
Si tratta di ripensare l’articolo 15 della legge, che già
al suo secondo comma esclude dalla protezione dell’utilizzazione dell’opera le esecuzioni non pubbliche, quindi quelle «entro la cerchia ordinaria della famiglia, del
convitto, della scuola o
dell’istituto di ricovero (...)
sempre che l’esecuzione, la
rappresentazione o recitazione non venga effettuata a
scopo di lucro». Si tratterebbe di aggiungere un terzo
comma che includa nelle manifestazioni non soggette al
regime di protezione quelle
organizzate da «Enti pubblici
territoriali o da associazioni
private nell’ambito delle loro
attività istituzionali».
Alla previsione del carattere non pubblico dell’esecuzione dell’opera consegue
l’esonero anche del pagamento del diritto demaniale
stabilito dall’art. 175 della
stessa legge.
ÎTA
Bibiana
e la rete viaria
La riunione tenutasi a Campiglione Fenile il 18 ottobre
con la partecipazione di rappresentanti politici e tecnici
della Provincia di Torino,
nonché di sindaci del Pinerolese e del Saluzzese, ha riportato alla discussione sia la necessità di un miglioramento
della rete viaria pinerolese
verso la provincia di Cuneo e
la vai Pellice, sia il problema
della circonvallazione del
centro di Bibiana.
La soluzione proposta è la
costruzione di una strada affiancata da pista ciclabile, sul
sedime della ferrovia Bricherasio-Barge nel tratto Bricherasio confine di Bagnolo, con
il risultato immediato di ottenere la circonvallazione a Bibiana e, in un futuro legato
all’ipotetica costruzione di un
nuovo ponte sul Pellice, di
servire anche Campiglione. A
questo punto alcune osservazioni ci paiono d’obbligo.
Se la priorità è, giustamente, la circonvallazione di Bibiana, ci sembra poco logico
il proporla lontana dall’abitato e non dove il piano regolatore la prevedeva e ancor
meno logico il ritornare sull’
attuale ponte di Bibiana per
attraversare il Pellice, essendo
remota oltre che eccessivamente costosa la costruzione
di un nuovo attraversamento.
Ci chiediamo come questo
collegamento tra provincia di
Torino e provincia di Cuneo
si collochi nell’ambito di una
pianificazione interprovinciaie credibile e realizzabile e se,
e in quale misura, si sia tenuto
conto dei problemi di viabilità
verso la vai Pellice, soprattutto nei punti nevralgici di San
Secondo, Bricherasio e ponte
di Bibiana. La statale dei laghi ci pare costituisca già importante asse di comunicazio
ne fra Saluzzo e Pinerolo e in
parte già serve i centri di Barge e Bagnolo; perché non
potenziarla e non curare al
meglio la oggi scarsa manutenzione della provinciale Bibiana-Bagnolo-Barge?
Insistiamo sull’importanza
di una valutazione attenta
dell’esistente, suscettibile di
modifiche e di migliorie, riflettendo sui costi non solo di
costruzione, ma anche di futura manutenzione di una nuova
strada.
Per quanto riguarda il progetto di pista ciclabile, riteniamo che essa debba continuare nella provincia di Cuneo, sul tracciato della vecchia ferrovia, in un progetto
di continuità con quanto già
fatto dalla Provincia di Torino. Chiediamo quindi alla
Provincia di Cuneo di predisporre per il territorio di competenza, un progetto di pista
ciclabile in accordo con i Comuni di Barge e Bagnolo, diretti interessati alle aree in
questione e di dotarsi di un
piano piste ciclabili sull’esempio di Torino.
Tacabanda
Una band
scozzese
Legambiente di Torre Pellice, Pinerolo, Barge, Saluzzo
Tacabanda approda sabato
23 novembre a Luserna San
Giovanni, alla palestra comunale: è il turno della musica
scozzese con la Sandy Brechin
band, una delle rivelazioni degli ultimi anni sulla scena folk
scozzese; Sandy Brechin, originario del villaggio di Kirklinston nella Scozia occidentale, è un fisarmonicista di grande talento, che ha sviluppato
uno stile personale e innovativo, affinato nella sua collaborazione con due fra i più interessanti nuovi gruppi locali,
«Burach» e «Seelyhoo». Per la
prima volta in Italia la Sandy
Brechin Band presenta il suo
primo Cd «Out of His Box»,
vera e propria scorribanda attraverso i luoghi tipici della
musica scozzese, di chiara impronta celtica. Il gruppo è formato oltre che dal fisarmonicista, da Aaron Jones, basso e
bouzouki, Colin Mac Ferlane,
chitarra, mandolino e Steel
guitar, Jim Walker, batteria e
percussioni. L’inizio è previsto per le ore 21,15; al concerto seguirà il ballo.
ASSICURAZIONI
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Appuntamenti
21 novembre, giovedì —
TORRE PELLICE: Alle 15,30
alla Casa valdese, per l’Unitrè
conferenza del dottor Vincenzo
Fedel su «Qualità globale degli
alimenti. Il benessere animale
negli alimenti e ripercussioni
ambientali per l’uomo».
21-22 novembre — TORRE
PELLICE: La 17“ Rassegna cinema d’arte e cultura al cinema
Trento, alle 21,15, propone «La
canzone di Carla», dalla Gran
Bretagna, regia Ken Loach, film
del 1996 sul Nicaragua nel 1987.
22 novembre, venerdì —
TORINO: L’Assessorato alla
Cultura di Luserna San Giovanni
propone per «Invito al Teatro Alfieri» la rappresentazione di
«Cantando sotto la pioggia» con
Paganini e La Rancia. Biglietti
lire 40.000, escluso il trasporto.
Per prenotazioni rivolgersi
airUfficio cultura del Comune
tei. 0121-954431.
22 novembre, venerdì — PINEROLO: Alle 21, presso la sede di Nexus, via Vescovado 6,
incontro sul tema «Invecchiare»
con Consolata Gaspari Grosso e
Beppe Pavan.
22 novembre, venerdì — PINEROLO: L’associazione culturale Teatro-incontro presenta
presso il teatro «Sicilitudine» di
Sciascia, Bufalino e Quasimodo
con Pamela Villoresi.
22 novembre, venerdì — PINEROLO: Al circolo Stranamore, via Pignone 89, «Città in prosa e città in poesia: Hanoi», a cura di Claudio Canal.
23 novembre, sabato —
ROCCA SBARCA: Per le gite
del plenilunio cena e gita notturna alla scoperta delle incisioni
rupestri e del bosco di notte. Per
informazione 0121-53160.
23 novembre, sabato — POMARETTO: Alle 21 nella sala
valdese il Gruppo teatro Angrogna presenta lo spettacolo «Se
canto: musiche di oggi per canzoni di ieri».
23 novembre, sabato — PINEROLO: Alle 21,15, al Teatro-incontro, rappresentazione di
«A l’è destin», commedia brillante in tre atti; ingresso lire
12.000, ridotto lire 8.000.
23 novembre, sabato —
TORRE PELLICE: Nella sala
della biblioteca del Centro culturale valdese, alle 15, riunione degli «Amici della biblioteca».
23 novembre, sabato — PINEROLO: Presso la libreria
«Volare», corso Torino 44, incontro con la scrittrice Margherita Giacobino autrice di «Casalinghe aH’inferno».
25 novembre, lunedì — PEROSA ARGENTINA: All’istituto comprensivo «Gouthier»,
viale Duca d’Aosta I, alle 17 per
il IV corso di storia e cultura locale, relazione di Duccio Gay su
«Musica e balli occitani».
26 novembre, martedì —
TORRE PELLICE: Alle 15,30
alla Casa valdese, per l’Unitrè,
conferenza di Bruna Peyrot su
«Vite discrete. Storie di donne
valdesi».
26 novembre, martedì —
PEROSA ARGENTINA: Alle
14,30 presso la sede della Comunità montana, via Roma 22,
incontro dei responsabili dei musei valdesi.
27 novembre, mercoledì —
PINEROLO: Al cinema Ritz,
alle 20,45 per il cineforum,
proiezione di «Piccoli omicidi
tra amici» di Boyle.
28 novembre, giovedì —
TORRE PELLICE; Alle 15,30
alla Casa valdese, per l’Unitrè,
concerto di Francesca Lanza, soprano, e del maestro Leonardo
Nicassio, pianoforte; musiche di
Mozart, Rossini, Donizetti, Bellini, Verdi.
29 novembre, venerdì —
PEROSA ARGENTINA; Per il
corso «Leggere il territorio» Dario Seghe parlerà su «L’ambiente preistorico e le tracce delle
primitive popolazioni: arte rupestre e siti archeologici».
29 novembre, venerdì — PINEROLO: Per la rassegna
«Aspettando l’inverno» alle
21,15 al Teatro-incontro viene
proposto «Il contrabbasso» di
Patrick Suskind, per la regia di
Michele Di Mauro, con la compagnia «Officina artistica Alberto Savinio» con Tony Mazzara.
Ingresso £ 15.000, ridotto 10.000.
I" dicembre, domenica —
TORRE PELLICE: Nei locali
del Collegio valde.se ci sarà una
vendita di beneficenza con oggetti natalizi, oggetti usati e oggetti
antichi, fnitta, pane fatto in casa
e dolci da consumare sul posto o
da portare a casa. La giornata è
organizzata dalla II liceo e il ricavato sarà utilizzato per ristrutturare aH’interno della scuola uno
spazio riservato agli studenti.
ÆRVIZI
VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva;
Ospedale di Pomaretto, tei.
81154
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 24 NOVEMBRE
Perosa Argentina: F. Termini - Via Umberto I, tei. 81205
Ambulanze;
Croce Verde, Perosa: tei. 81000
Croce Verde, Porte : tei. 201454
VAL PELLICE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
telefono 932433
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 24 NOVEMBRE
Villar Pellice: Farmacia GayPiazza Jervis, tei. 930705
Ambulanze:
CRI - Torre Pollice, tei. 953355
Croce V. - Bricher., tei. 598790
PINEROLO
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva;
Ospedale civile, tei. 2331
Ambulanza:
Croce Verde, tei. 322664
TORRE PELLICE — Il cinema Trento ha in programma,
giovedì 21 e venerdì 22. ore
21,15, La canzone di Carla; sabato 23, ore 20 e 22,10, domenica 24 ore 16, 18, 20 e 22,10, lunedì 25 ore 21,15 Twister.
PINEROLO — La multisala
Italia ha in programma alle sala
«5cento» Il professore matto;
feriali 20,20 e 22,20, sabato
20,20 e 22,30, domenica 14,30,
16,30, 18,20, 20,20, 22,20; alla
sala «2cento» Jack: feriali 20,15
e 22,20, sabato 20,15 e 22,30,
domenica 14,30, 16,30, 18,15,
20,10, 22,20.
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redazione Torre Pellice
tei, 0121-933290; fax 932409
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Resp. ai sensi di legge Piera Egidi
Stampa: La Ghisleriana Mondovì
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Si è aperto un nuovo anno di studi di formazione al Centro «Comandi»
Servizio diaconale^ strumento delle chiese
Una sola nuova iscrizione a fronte di una sempre maggiore specializzazione
dei corsi, che ora comprendono anche un periodo all'estero
PASQUALE lACOBINO
Diplomata assistente sociale l’estate scorsa, oggi
diacona in Germania; è Tesperienza di Paola Reggiani a
riassumere le novità di questo anno accademico 199697 del Centro di formazione
diaconale (Cfd) «G. Comandi» di Firenze. Paola infatti è
la prima studentessa del Cfd
a intraprendere l’anno di formazione all’estero. La sede
della sua formazione è nella
città di Bielefeld (Westfalia),
presso una delle opere diaconali evangeliche più grandi e autorevoli d’Europa;
quella del Bethelanstalt, fondata nel secolo scorso dal pastore F. Bodelschwing, divenuta oggi una vera e propria
«cittadella diaconale», con
circa 10.000 residenti tra operatori e utenti, una molteplicità di servizi per anziani,
minori e disabili, con un centro specializzato per la cura
delle epilessie di fama europea; con annesse scuola diaconale e facoltà teologica: «1
malati sono i vostri professori», era solito ripetere Bodelschwing ai suoi studenti.
Facendo il punto della situazione dei «Comandi» è facile cogliere le ambivalenze
dei tempi che corrono. Da un
lato si registra lo sforzo del
Consiglio del Cfd verso l’offerta di programmi di studio
più completi (attivazione
dell’anno all’estero, per l’appunto), con un ventaglio di
formazione professionale
pubblica maggiore (accanto
alle professioni socio-sanitarie e assistenziali, l’inclusione
del diploma per addetto alla
gestione di servizi turistici e
alberghieri). Inoltre va ricordata la rilevanza assunta
nell’ultimo Sinodo valdese e
metodista dai temi inerenti la
diaconia e le opere in Italia e
nelle chiese europee (si pensi
al dibattito sulla Commissione sinodale per la diaconia e
la raccomandazione circa lo
studio della Dichiarazione di
Bratislava). A fronte di tutto
questo, tuttavia, al «Comandi» ci si confronta con la
realtà di un’unica richiesta di
iscrizione per il 1996-97: fatto
quest’ultimo che, tenendo
conto dei neodiplomati, ha
ridotto il gruppo complessivo
degli studenti residenti all’
esiguo numero di 6. In sintesi: a un aumento del livello
qualitativo dell’offerta forma
tiva non ha ancora fatto riscontro un adeguato incremento delle iscrizioni.
Domenica 10 novembre, la
giornata di inaugurazione
dell’anno accademico, è servita dunque a misurarsi con i
nodi da sciogliere per individuare le vie di sviluppo per
questo strumento privilegiato che le chiese si sono date
per la formazione dei giovani
e delle giovani al servizio diaconale: il rapporto tra chiese
locali e vocazioni dei giovani;
percorsi di formazione possibili e informazione diffusa;
crisi dello stato sociale e nuo
La sede del Centro «Comandi» a Firenze
Formazione permanente
Pastori stranieri
al lavoro nelle chiese italiane
BOB BRONKEMA
PIETRO CIAVARELLA
Durante ìi sinodo 1995
delle chiese valdesi e
metodiste è stata notata la
mancanza di pastori italiani
attualmente colmata dalla
crescente presenza dei pastori stranieri. Lo scorso 29 agosto, proprio durante i lavori
sinodali, un gruppo di pastori
e pastore stranieri ha elaborato una lettera in cui comparivano tre motivi fondamentali per l’inserimento nella
società e nella vita comunitaria dei ministri stranieri. Il
primo punto era l’accoglienza
dei pastori appena arrivati, il
secondo quello di dar voce a
questo gruppo mentre il terzo
motivo era la formazione dei
pastori stranieri. Una prima
realizzazione di queste proposte è stato l’incontro dei
pastori stranieri che lavorano
nelle chiese valdesi e metodiste, organizzato dalla Commissione permanente per la
formazione pastorale, che ha
avuto luogo il 23 e 24 settem
bre al centro «Gould» di Eirenze. Erano presenti 14 dei
21 pastori stranieri che curano comunità valdesi e metodiste (oltre il 20% dell’intero
corpo pastorale), provenienti
dalla Germania, Stati Uniti,
Gran Bretagna, Madagascar e
Spagna. I partecipanti hanno
condiviso le esperienze, sia
positive che negative, vissute
qui in Italia e hanno avuto
l’opportunità di ascoltare la
relazione di due specialisti:
Maria Sbaffi Girardet nel
campo dell’ecumenismo, e
Mario Miegge nel campo politico. Dopo l’incontro i partecipanti hanno deciso di ripetere quest’appuntamento
scegliendo come tema di lavoro quello della liturgia.
Inoltre, nel manuale di servizio distribuito dalla Tavola
valdese ai pastori, sarà inserita una lista di tutti i pastori
stranieri e il nominativo di un
pastore straniero quale referente per i nuovi arrivati. Il
primo incontro a Eirenze è
stato per tutti i partecipanti
più che utile.
La Claudiana editrice è lieta di annunciare la nascita di una nuova collana:
IN
Dietro precisa indicazione dell'Assemblea-Sinodo del 1995 la collana intende fornire ai
membri di chiesa, ai simpatizzanti e a tutti gli interessati degli agili volumetti che affrontano un tema in modo estremamente sintetico e divulgativo. Ecco i primi tre volumi appena
usciti in libreria:
Giorgio Tourn
/ Valdesi nella storia
72 pp, L. 5,000
Giorgio Bouchard
Da Lutero a Martin Luther King
64 pp, L. 5.000
Una «cavalcata» di storia della Riforma dal ‘500
3 oggi. L’impronta originale e inconfondibile in
tutti i settori del vivere civile che le chiese protestanti hanno dato alla nascita e sviluppo della
Società modferna.
singolare vicenda di una tenace
dissidenza religiosa che attraversa otto secoli di storia italiana ed europea:
una contestazione in nome deli' Evangelo delle scelte compiute dalla «grande
Chiesa».
Giorgio Girardet
Cristiani secondo l'Evangelo
64 pp, L. 5.000
Questo libretto vuole ovviare alla carenza di informazione degli italiani riguardo a chi sono e per che
cosa militano I cristiani evangelici, tracciando le linee essenziali di una fede cristiana diversa che vaie la pena di conoscere.
il daudiana
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vi orizzonti della diaconia:
quali sono i rischi e quali le
opportunità? Il culto inaugurie è stato tenuto dal pastore
Valdo Benecchi, presidente
del Comitato permanente
Opcemi, mentre Giampiero
Venturini, anziano della
Chiesa dei Fratelli di Ivrea, ha
tenuto la prolusione sul tema: «Servizio cristiano: finalità e varietà, opportunità e
obiettivi». Un’agape partecipata ha allietato la giornata.
In questa sede ci sembra
opportuno e doveroso richiamare la figura di un fratello
importante per il Cfd della fase pionieristica: il pastore
Luigi Santini recentemente
scomparso. Lo facciamo con
le parole di Marco Jourdan,
presidente del Cfd: «Docente
nei primi anni di attività del
Centro, Luigi Santini ne è stato uno dei sostenitori più
convinti, spronandoci continuamente ad andare avanti».
Annotiamo dunque una speranza: che l’autenticità delle
relazioni umane, la passione
per lo studio e il coraggio nella progettualità, testimoniate
da Santini nella prospettiva
della fede in Cristo, possano
restare esempio profetico per
il «Comandi».
„ La Casa per anziani a Firenze
Luigi Santini fondatore
e «anima» del Gignoro
GABRIELE DE CECCO
. T T O fatto la mia ultra\\ JTX ventennale esperienza al Gignoro: non è un modello né un mito. Per questo
non ho suggerimenti o ricette. Tanto più che ho cercato
di essere direttore senza
averne poi l’aria. Poco alla
volta si entra nella “cosa”, la
si vive giorno per giorno, magari presi da imprevisti che
mettono in crisi il progetto di
lavoro col quale avevamo
iniziato la giornata. La disponibilità la impariamo vivendoci. In tutto quanto cerchiamo di portare quella serena fiducia nel Signore che
per primi chiediamo ogni
giorno. Buon lavoro Gabriele!» (Luigi Santini, 20-9-90).
Con queste parole il pastore Luigi Santini chiudeva un
promemoria che mi diede al
momento del passaggio delle
consegne tra lui, direttore e
«fondatore» del Gignoro attuale, e me, apprendista trentacinquenne. Si concludeva
un prezioso anno passato insieme, carico di ricchezze nelle quali ancora spesso si rifugia il mio lavoro di ogni giorno. Ma un anno carico soprattutto di un rapporto personale che non vi voglio raccontare, perché sono cose nostre. Né vi parlerò di lui con
HE
MILANO — L’assemblea della Chiesa valdese ha confermato
nel Concistoro quali anziani Donatella Gay e Sergio Brofferio, e ha proceduto all’elezione di due nuovi anziani,
Francesco Fiora e Sergio Gay, e di due nuovi diaconi. Marina Speich e Giovanna Lui. A chi continua e a chi comincia l’augurio sincero per un proficuo e benedetto lavoro. Ai
membri uscenti, Gisella Costabel, Elia de Filippis e Samuele Bernardini, va il nostro grazie per il servizio svolto.
PRAROSTINO — Domenica 10 novembre si è tenuto un incontro dei giovani della comunità presso il presbiterio. Dopo il pranzo hanno esaminato la possibilità di dare vita a
alcune attività che permetterebbero loro di trovarsi regolarmente, attirando anche molti giovani non ancora inseriti. I progetti vanno dalla recitazione alla visione di filmati
alla collaborazione con altre attività della chiesa a momenti di incontro con vari temi. Auguriamo loro buon lavoro.
• Felicitazioni a Mauro e Dina Genre per la nascita del loro
piccolo Manuel.
SAN GERMANO — Domenica 10 novembre si sono sposati nel
tempio Rosanna Bertalotto e Fabrizio Pons. Il parroco di
San Germano ha rivolto agli sposi il suo fraterno augurio
consegnando loro la Bibbia. Anche la nostra comunità dice
a Rosanna e a Fabrizio «il Signore sia la guida di tutta la
volstra vita e vi conceda sempre tanta serenità con le sue
preziose benedizioni».
VILLASECCA — L’assemblea di chiesa del 17 novembre ha deciso all’unanimità dì chiedere alla Tavola valdese la conferma di Claudio Tron per il prossimo settennio.
TAVOLA VALDESE
Comunicato
Il moderatore è - finalmente - rientrato in ufficio dopo
due mesi di assenza per i viaggi in Uruguay, Argentina,
Germania e Svizzera. Ha anche partecipato a vari incontri
(Comitati generali di Agape e Riesi, Assemblea soci Sep,
incontro con un gruppo della Chiesa presbiteriana degli
Stati Uniti, ecc.).
Risponderà alle 417 lettere che ha trovato al suo rientro
scusandosi innanzitutto per il ritardo accumulato, dovuto
alle ragioni sopra esposte. Entro le vacanze di Natale la situazione dovrebbe essere normalizzata.
Il moderatore
Gianni Rostan
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frasi che sembrerebbero di
circostanza, non hanno mai
avuto spazio tra noi queste
cose e, credo, non gradirebbe
ora un simile cambiamento di
tono da parte mia. Eppure il
vuoto che lascia parla da sé e
ci attanaglia raggelante la
sensazione che nei tempi che
vengono non troveremo chi
avrà il coraggio (pur nella prigione dei limiti umani) di raccogliere la lampada della libertà in Cristo. Quanta fede ci
vuole per pensare che il Signore non vorrà invece abbandonarci a noi stessi!
Il pastore Santini è stato direttore del Gignoro dal 1971
al 1990, un lungo periodo al
quale vanno aggiunti i dieci
anni precedenti di partecipazione al Comitato e di forte
impegno per lo sviluppo dell’opera (in anni duri e tra sfide, nel loro piccolo, epiche...
a volte quasi un cavaliere solitario e silenzioso). Ho potuto partecipare solo a un brevissimo periodo di questo
lungo tempo, eppure qui al
Gignoro ho sempre avuto T
impressione che tutti quegli
anni, tutti quei momenti, tutte quelle scelte, tutte quelle
amarezze e tutte quelle gioie
vivano contemporaneamente
in un eterno presente fatto di
parole e sguardi che continuano a rimbalzare tra gli angoli e gli alberi, di volto in
volto. Dev’essere proprio così, se ancora scrivendo mi giro e lo cerco appoggiato alla
porta per chiedere consiglio,
ancora, su cosa dovrei e non
dovrei dire.
Il 31 ottobre ho dovuto comunicare a tutto il Gignoro, il
suo Gignoro, che il pastore
Luigi Santini era deceduto.
Ricordo quelle ripide scale
dell’assessorato fatte a braccetto, ogni scalino un pensiero e un sorriso pacato ma
pungente rivolto alla burocrazia e alla rigidità delle istituzioni, dalle più vicine alle
più lontane, da quelle degli
altri a quelle delle nostre
chiese, dalle gabbie sociali a
quelle che le convenzioni
creano nella nostra testa. Ora
che per una volta c’è arrivato
prima lui in cima alle scale,
mi ritrovo a parlare da solo e
gli scalini mi sembrano tutti
più ripidi e faticosi. Il 31 ottobre ho potuto annunciare a
tutto il Gignoro, per la forza
della sua e della nostra fede,
che il nostro Gigi ci aspetta
tutti per ricominciare insieme un nuovo mondo... dove
potremo pienamente realizzare la libertà in Cristo.
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18
PAG. 6 RIFORMA
Commenti
Kitorma
Stati Uniti e fattore RR
Paolo Naso
Chi ha vinto le elezioni del 5 novembre? Bill Clinton resterà alla Casa Bianca per altri quattro anni ma ha perso la
sua battaglia tesa a ricostituire, almeno nella Camera, una
maggioranza democratica. Un handicap pesante che lo
condurrà fatalmente a «convergere» al centro e a cercare la
collaborazione dei settori moderati del partito repubblicano. Del resto, durante tutta la campagna elettorale, aveva
evitato di evocare «grandi riforme» e si era limitato a un sapiente utilizzo dei risultati conseguiti nel quadriennio della sua presidenza: ripresa dell’economia, recupero di quasi
undici milioni di posti di lavoro, rilancio del prestigio internazionale degli Stati Uniti garante della soluzione di
gravi crisi e conflitti. In effetti quelle «mezze paci» e quei
fragili negoziati che ancora resistono, in Medio Oriente,
Bosnia, Irlanda del Nord, si devono in massima parte
all’impegno e alla mediazione offerta dalla Casa Bianca.
Eppure, nello stesso momento in cui confermava la sua
fiducia al Presidente, l’elettorato americano gli negava il
sostegno parlamentare e votava con convinzione per i candidati repubblicani. Come mai questa «contraddizione»?
Molte le spiegazioni possibili e prevalentemente legate al
fatto che il Presidente uscente godeva di una rendita di posizione negata al suo avversario o che Timmagine grigia a
severa di Bob Dole sia uscita malconcia dal confi'onto con
il sorriso aperto e fiducioso di Bill Clinton. Probabile. Qui
però vorremmo attribuire questo scarto a un altro fattore
in campo: la destra religiosa. A partire dagli anni ’90 questa
galassia politico-culturale si è completamente rinnovata: i
vecchi telepredicatori, alcuni dei quali caduti in disgrazia
per scandali di vario genere, sono sostanzialmente usciti di
scena per età, consunzione della loro offerta televisiva, difficoltà a riciclarsi politicamente dopo i fasti dell’era Reagan che li vide tra i più ascoltati consiglieri del «principe».
Sono stati sostituiti da un fenomeno assai più complesso
e politicamente rilevante: reti di gruppi locaU, profondamente radicati nelle piccole comunità reUgiose e civili della provincia, spesso legittimati dal loro impegno nei comitati antiabortisti o di gestione delle scuole. La sigla più nota è certamente la Christian Coalition, fondata da Pat Robertson un telepredicatore che concorse senza fortima alla
Casa Bianca nel 1988, e gestita da un giovane manager poco più che trentenne. La piattaforma del movimento si può
riassumere in pochi semplici punti: lotta alla legge
sull’aborto, alla cultura multirazziale, all’immigrazione;
abolizione dello «stato sociale» e delle leggi «affermative» a
favore delle minoranze etniche, introduzione di momenti
di preghiera nella scuola pubblica e, con essi, riaffermazione dei valori cristiani all’origine della società americana.
Bob Dole non ha voluto assumere questa piattaforma e ha
perso il sostegno della rete capillare della destra cristiana.
Al contrario, molti candidati repubblicani al Congresso
hanno stretto un patto d’acciaio con la Christian Coalition
che ha offerto loro sostegno economico, volontari e canali
di propaganda. Questo fattore «RR» (Religious Right, destra religiosa), potrebbe essere la chiave del prossimo quadriennio della politica americana. I leader della Christian
Coalition incassano il risultato, affermano che «per la prima volta in 68 anni un Congresso repubblicano è stato riconfermato nella sua maggioranza e questo non sarebbe
accaduto senza il sostegno della destra religiosa che ha offerto il margine della vittoria» e dichiarano che la loro è la
maggiore lobby culturale che agisce sulla scena politica
americana, e con ogni probabilità hanno ragione. Una problema politico serio per Clinton, ma anche una sfida «religiosa» per i vertici delle chiese storiche che, sin qui, hanno
fatto muro contro i radicalismi deUa destra cristiana. Una
facile previsione: nel Clinton II, oltre che di economia si discuterà molto di famiglia, etica, tradizione e valori. Un
confronto teologico e morale assai più interessante del
«grande sbadiglio» della scorsa campagna elettorale. Un
confronto che sulla tavola della scena politica e religiosa
americana potrebbe cambiare più di qualche carta.
E-Mail: Riforma § Alpcom.it
Uri: http://www.alpcom.it/riforma
Via S. Pio V, 15 -10125 Torino - tei. 011/655278 - fax 011/657542
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DIRETTORE: Eugenio Bernardini. VICEDIRETTORE PER IL CENTRO-SUD: Anna Maffei. IN REDAZIONE: Alberto Coreani, Marta D’Auria, Emmanuele Paschetto, Jean-Jacques Peyronel, Piervaldo Rostan (coordinatore de L'eco delle valli)
Federica Tourn. COLLABORANO: Luca Benecchi, Alberto Bragaglia, Avernino
Di Croce, Paolo Fabbri, Fulvio Ferrarlo, Giuseppe Ficara, Giorgio GardioI, Maurizio Girolami, Pasquale lacobino, Milena Martina!, Carmelina Maurizio, Luca Negro, Luisa Nitti, Nicola Pantaleo, Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Marco Rostan
Mirella Scorsonelli, Florence Vinti, Raffaele Volpe.
DIRETTORA RESPONSABILE Al SENSI DI LEGGE: Piera Egidi.
REVISIONE EDITORIALE:Stello Armand-Hugon; GRAFICA: Pietro Romeo
AMMINISTRAZIONE: Ester Castangia; ABBONAMENTI: Daniela Actis.
STAMPA; La Ghisleriana s.n.c. Mondovì - tei. 0174-42590.
EDITORE: Edizioni Protestanti s.r.l. -via S. Pio V, 15 bis -10125Torino.
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Riforma è il nuovo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con
il n, 176 del 1® gennaio 1951. Le modifiche sono state registrate il 5 marzo 1993.
Il numero 44 del 15 novembre 1996 è stato consegnato per l’inoltro postale all'Ufficio
CMP Nord, via Reiss Remoli 44/11 di Torino mercoledì 13 novembre 1996.
Una recente sentenza di un pretore ha suscitato ironie e perplessità
Reati di bestemmia
In realtà il magistrato ha applicato una sentenza della Corte Costituzionale
che prevede la punibilità della sola bestemmia contro la divinità in senso lato
GIULIO MAISANO
Ha suscitato facili ironie e
perplessità la recente
sentenza del pretore di Avezzano che, giudicando il caso
di un giovane che ha reagito
urlando e bestemmiando ai
carabinieri che volevano sequestrargli l’auto, ha stabilito che è reato la bestemmia
contro Dio ma non la bestemmia contro la madonna.
In realtà il giudice ha esattamente applicato l’art. 724,
primo comma, del codice penale così come modificato a
seguito della sentenza della
Corte Costituzionale del 18
ottobre 1995 che ha dichiarato incostituzionale e ha conseguentemente annullato
detta norma nella parte in cui
prevede la bestemmia contro
«i Simboli 0 le Persone venerati nella religione dello Stato» lasciando la previsione
della punizione solo per la
bestemmia contro la divinità.
È interessante notare come
la tutela penale della religione dello stato abbia resistito
per quasi mezzo secolo dopo
l’entrata in vigore della Costituzione che prevede l’uguaglianza di fronte alla legge
senza discriminazione (art. 3)
e l’eguale libertà di tutti i culti
(art. 8 primo comma); stranamente tale tutela della religione di stato ha resistito per
altri 10 anni perfino all’espressa soppressione dello
stesso principio, originariamente richiamato dai Patti
Lateranensi, della religione
cattolica come sola religione
dello stato italiano; il superamento della nozione di religione dello stato è stato infatti ufficializzato al punto 1 del
Protocollo addizionale dell’
Accordo di modifica del Concordato, recepito nell’ordina
mento italiano con legge 25
marzo 1985, n. 121.
Il motivo tecnico-giuridico
di tale resistenza va cercato
nell’interpretazione che la
stessa Corte Costituzionale
ha dato nelle sue precedenti
pronunce sull’art. 724 del codice penale. In particolare nel
1958 l’espressione «religione
dello Stato» venne considerata come equivalente a religione cattolica meritevole di
particolare tutela non per la
qualifica formale di religione
dello stato, bensì per il fatto
di essere professata nello stato italiano dalla quasi totalità
dei suoi cittadini e come tale
meritevole di particolare tutela penale per la maggiore
ampiezza e intensità delle
reazioni sociali suscitate dalle
offese a essa dirette.
Nel 1973 la Corte individuò
il bene protetto nel «sentimento religioso» elemento
base della libertà di religione
che la Costituzione riconosce
a tutti, per cui mutava la prospettiva che investe l’atteggiamento dell’ordinamento
verso tutte le religioni e i rispettivi credenti e va quindi
al di là del riferimento alla sola religione cattolica. Conseguentemente, pur ritenendo
ancora giustificata la norma
per l’ampiezza delle reazioni
sociali della maggior parte
della popolazione italiana, la
Corte auspicava un intervento del legislatore nel senso di
estendere la tutela penale
contro le offese del sentimento religioso di individui appartenenti a confessioni diverse da quella cattolica.
Chiamata di nuovo a pronunciarsi sull’argomento nel
1988, cioè dopo l’espressa
soppressione del concetto
stesso di religione dello stato,
la Corte riuscì a salvare anco
ra una volta la norma cambiando prospettiva e individuando questa volta il bene
protetto nel buon costume,
uscendo addirittura dalla materia religiosa. La Corte, rinnovando l’invito al legislatore
a adempiere all’«obbligo di
addivenire a una revisione
della fattispecie», riuscì a trovare ancora una giustificazione della norma nella constatazione che il tipo di comportamento vietato concerne un
fenomeno di malcostume divenuto dilagante.
Con l’ultima sentenza del
1995 la Corte ha finalmente
fatto giustizia della tutela penale della religione dello stato, scindendo la norma penale relativa alla bestemmia in
due parti: una prima riguardante la bestemmia contro la
divinità; una seconda riguardante la bestemmia contro i
simboli 0 le persone venerati
nella religione dello stato. La
prima parte, secondo la Corte, è pienamente legittima
perché riguarda la divinità in
genere e così protegge dalle
invettive e dalle espressioni
oltraggiose tutti i credenti e
tutte le fedi religiose senza distinzioni; la seconda, riferendosi esclusivamente alla religione cattolica, viola il principio di uguaglianza e è quindi
costituzionalmente illegittima. È interessante notare come la Corte avrebbe auspicato il superamento di tale violazione del principio di uguaglianza con l’estensione della
tutela penale a tutte le fedi religiose, ma essendo ciò possibile solo al legislatore che invece non è intervenuto, si è
proceduto aH’annullamento
della tutela specifica della religione cattolica, lasciando
una tutela generica di un bene comune a tutte le religioni.
Il principio sancito dalla
Corte suscita facili ironie essendo in concreto assai strano distinguere la bestemmia
contro Dio e quella contro la
madonna; fra l’altro può apparire anche iniquo riservare
un diverso trattamento a due
individui che, in un medesimo stato di ira, che normalmente determina la condotta
che configura il reato di bestemmia, per avventura nominino l’uno Dio e l’altro i
santi e la madonna, condannando il primo e assolvendo il
secondo. Le reazioni negative
sono ovviamente di parte cattolica e vedono nella sentenza
una ingiustificata gerarchia
teologica in cui Dio ha una
tutela maggiore dei santi e
della madonna; in realtà tale
interpretazione travisa il senso della sentenza della Corte,
che ha tentato di abolire ogni
discriminazione lasciando la
tutela penale al senso della
divinità inteso come una specie di comune denominatore
di tutte le religioni.
Ciò che invece lascia più
perplessi nella disciplina normativa della bestemmia è
piuttosto la stessa tutela penale assicurativa dello stato
al sentimento religioso; ciò
che interessa il credente libero cittadino di uno stato laico
non è l’estensione della tutela statale a tutte le religioni,
di cui sembra essersi preoccupata la Corte Costituzionale, ma è l’indipendenza e
quindi il rifiuto di ogni ingerenza, anche a scopo di tutela, da parte dello stato, così
come chiaramente dichiarato
in occasione dell’Intesa con
la Repubblica italiana quando le chiese rappresentate
dalla Tavola valdese espressamente rinunciarono alla
tutela del vilipendio.
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Agenda
BERGAMO — In occasione del ciclo di incontri sul tema «La Riforma protestante e il
federalismo» organizzati dal Centro culturale protestante, alle ore 21 in via Tasso 55,
Massimo Bubboli, docente aH’Università di
Firenze e specializzato in storia religiosa e
politica degli Stati Uniti e del Canada alle Università di
Vancouver, Toronto e New York, parla di «Federalismo e
rivoluzione americana: la nascita degli Stati Uniti d’America». Per ulteriori informazioni tei. 035-238410.
TRIESTE — Per il ciclo di conferenze «Ricordando Lutero
nel 450° anniversario della morte tra storia e attualità» proposto dal Centro culturale Albert Schweitzer, alle ore 18
nella sede del centro in piazza S. Silvestro 1, il prof. Ermanno Genre della Facoltà teologica valdese di Roma parlerà
su «L’esperienza dello spirito in Lutero». Tel. 040-632770.
TORINO — «Il significato della cristologia
classica» è il titolo del dibattito proposto dal
Centro evangelico di cultura «A. Pascal», co
munirà cristiane di base, corso per animatori biblici, gruppo donne credenti, redazione de «Il foglio», Sae e Ywca. Introducono
l’incontro, alle ore 15,15 nel salone valdese di corso Vittorio
Emanuele 23, Carlo Collo, teologo cattolico e Fulvio Ferra
rio, teologo evangelico. Per informazioni tei. 011-6692838.
MATERA — «Battisti perché?» è il titolo della conferenza
pubblica che il presidente dell’Ucebi, Renato Maiocchi,
terrà nella chiesa battista alle ore 18. Tel. 0835-312546.
TRIESTE — In occasione delle lezioni che il
Gruppo ecumenico di Trieste tiene sul tema
della riconciliazione in vista dell’Assemblea
ecumenica di Graz, alle ore 18,30 in via Tigor
24 (Casa delle suore di Sion) Renato Coisson
e Giampaolo Muggia parlano su «La riconciliazione tra i popoli». Informazioni al 040-303715.
BERGAMO — II Centro culturale protestante organizza, alle ore 21 in via Tasso 55, un
incontro condotto da Cinzia Martignone
Crepax, su «Solidarietà e reputazione: riflessioni sulla storia della Comunità evangelica
di Bergamo nelT800». Tel. 035-238410.
SONDRIO — Il Centro evangelico di cultura propone «La
donna nell’Islam», una conversazione che Claudia Tresso,
docente di Civiltà araba del Centro studi per i popoli extraeuropei dell’Università di Pavia, terrà alle ore 21 presso
la sede del centro, in via Malta 16.
FIRENZE — In occasione della presentazione del volume «La spada e la croce» di Giorgio Rochat, edito nel 1995 dalla Società di
studi storici valdesi, Giorgio Spini, Luciano
Martini, don Angelo Grotti e il pastore Giulio Vicentini parleranno di «Religione e
guerra»; moderatore Marco Ricca. L’incontro, promosso
dal Centro culturale protestante «Pietro Martire Vermigli»,
dalla Fondazione «E. Balducci» e dal Forum per i problemi
della pace e della guerra di Firenze, si terrà alle ore 17 presso la sede del Centro culturale in via Manzoni 21.
CICCIANO — Presso la sala conferenze delle suore francescane alcantarine in via San Francesco d’Assisi, alle ore 18,
Adriana Valerio, docente all’Istituto per gli studi storico-religiosi delTUniversità Federico II di Napoli, tiene una conferenza sul tema «Donna e potere nella chiesa». L’incontro
ò organizzato dal Centro culturale «Giovanni Diodati».
MARCHERÀ — Nella chiesa battista di via
Ganetti 27 l’Abne (Associazione battista
Nord-Est) in collaborazione con la Fcene
(Federazione delle chiese evangeliche del
Nord-Est) propone un «pomeriggio di omiletica» a partire dalle ore 14.
TORINO — Alle 15,30, presso la sala valdese di via San Pio
V15 (I piano) verranno proiettati i video del padre comboniano Alex Zanotelli («A quando le rondini») e di Beppe
Grillo («Un grillo per la testa»). Seguirà un libero dibattito.
SANTA MARGHERITA LIGURE— Alle ore
17, presso la Biblioteca civica di via Cervetti
Vignolo 25, il dott. Teodoro Fanlo y Cortés,
pastore e storico, parla sul tema «La Riforma
in Svizzera». Telefonare allo 010-8391402.
ALESSANDRIA — Per il ciclo «La preghiera
cristiana», organizzato dal Centro culturale
protestante e dal Sinodo diocesano, alle ore
21 presso la sala Torriani in via del Vescovado 3, Carlo Carozzo parlerà sul tema «Al
mattino ascolterai la mia voce (Salmo 5, 3).
La preghiera nella vita quotidiana». Tel. 0131-231431.
^ALUZZO — Per il ciclo di incontri dal titolo «Da un passato di lacerazioni verso un futuro di riconciliazione», alle
are 21 nel salone del chiostro della chiesa di San Giovanni,
toons. Diego Bona, vescovo di Saluzzo, parla su «Voglia di
^conciliazione, dono di Dio e sorgente di vita nuova. Verso
assemblea ecumenica di Graz (giugno ’97)».
CULTO EVANGELICO: ogni domenica mattina alle 7,27 sul primo programma radiofonico della Rai, predicazione e notizie dal
mondo evangelico italiano ed estero, appuntamenti e commenti di attualità.
PROTESTANTESIMO: rubrica televisiva di
Raidue a cura della Federazione delle chiese
evangeliche, trasmessa a domeniche alterne
alle 23,40 circa e, in replica, il lunedì della
settimana seguente alle ore 8,15 circa. Domenica 1° dicembre (replica 9 dicembre)
toidrà in onda: Fame di giustizia. Riflessioni protestanti sul
^unimit contro la fame nel mondo; terza di copertina.
^^RTENZA: chi desidera usufruire di questa rubrica deve
f programmi, per lettera o fax, quindici giorni prima
t^enerdì di uscita del settimanale.
Pagina Dei Lettori--------------------
Sui giornali italiani
Dalla Resistenza alla notte di Halloween
PAG. 7 RIFORMA
laRepubUka
Fratelli, non nemici
Il quotidiano romano (27
ottobre) pubblica una lettera,
finora rimasta sconosciuta, di
Angelo Roncalli, giovane vescovo nel 1926, indirizzata a
un seminarista ortodosso bulgaro, in cui metteva in evidenza come la distanza fra
cattolici e ortodossi fosse da
relativizzare. «I cattolici e gli
ortodossi - scrive il vescovo
che poi diventerà Giovanni
XXIII - non sono dei nemici,
ma dei fratelli. Abbiamo la
stessa fede, partecipiamo agli
stessi sacramenti, soprattutto
alla medesima Eucarestia. Ci
separano alcuni malintesi intorno alla costituzione divina
della chiesa di Gesù Cristo.
Coloro che furono causa di
questi malintesi sono morti
da secoli. Lasciamo le antiche
contese e, ciascuno nel suo
campo, lavoriamo a rendere
buoni i nostri fratelli, offrendo
loro i nostri buoni esempi».
Chiesa e Resistenza
In occasione di un convegno milanese sulle «Interpretazioni della Repubblica», il
quotidiano legato alla Cei
ospita (7 novembre) un intervento dello storico di formazione cattolica Pietro Scoppola su quello che fu il ruolo
della Chiesa di Roma nella
costruzione della nuova Italia
dopo la guerra. Ribattendo alle interpretazioni di sinistra
che videro nella Chiesa un
comportamento «attendista»
negli anni della guerra di liberazione, Scoppola afferma:
«Di fatto la Chiesa si colloca
al di sopra delle parti o più
esattamente fra le parti in lotta per affermare il primato
dell’uomo sulla politica; ma i
valori che la presenza cattolica mette in campo non sono
neutri rispetto alle due parti
in conflitto, sono decisamente alternativi alla ideologia fascista (...). Occorre superare
la semplice identificazione
fra Resistenza e lotta armata;
occorre mettere insieme Resistenza armata e Resistenza
civile, entrambe necessarie
per collocare nella giusta luce
la risposta del popolo italiano
alla occupazione tedesca sostenuta dai fascisti». Scoppola prosegue ribadendo il nesso imprescindibile tra l’esperienza della lotta di Liberazione e il processo che portò alla
stesura della Costituzione.
ECO DI BIELLA
Mostra sui valdesi
Il bisettimanale piemontese dà notizia in prima pagina
(numero del 7 novembre) di
una mostra semplice nella
realizzazione ma ricca di
contenuti ideali dedicata alla
storia valdese. Una mostra
«da non perdere - scrive
Marco Reis - (...), poiché richiama la storia di questa
colta e sparuta minoranza religiosa (solo 30.000 persone
in Italia, 70 a Biella) che è forse l’unica erede diretta “vivente” dei movimenti pauperistici ed ereticali del 1100».
L’articolo mette poi in evidenza il legame che nella storia la comunità valdese ha
avuto con il mondo rurale e
artigiano del Biellese e in
particolare della Valle Cervo.
Ma sono proprio «messe»?
Il settimanale del «Corriere
della sera» (numero del 7 novembre) dedica un ampio servizio, anche fotografico, alla
chiesa più grande del mondo,
la Yoido Full Gospel Church,
animata alla periferia di Seoul
dal pastore David Yonggi.
750.000 fedeli e 748 viceparroci (sic), tre orchestre e 300
cappelle individuali per la
preghiera sono le cifre record
di questa «nuova chiesa evangelica», che ogni domenica
vede la celebrazione di «sette
messe [ahimè: è scritto proprio così, ndr], alle quali partecipano una media di 20.000
fedeli ciascuna». D’altra parte
il dinamico fondatore, che è
anche autore di moltissimi libri di successo, è definito ora
pastore ora parroco.
IL GAZZETTINO
Cocomeri protestanti?
Due lettere di evangelici
sono giunte al quotidiano veneto (10 novembre) in replica
alle opinioni di Vittorio Messori, peraltro non direttamente espresse, ma ricavate
da un suo libro ad opera del
redattore G. Lu. in un articolo
comparso il 31 ottobre, cbe
ha per oggetto la ricorrenza
del 2 novembre e la «notte di
Halloween», la festività in occasione della quale i ragazzi
americani vanno a caccia di
cocomeri da svuotare e foggiare a maschere terrificanti
illuminate dall’interno da
Nella collana «Meditazioni bibliche» è uscito
Un giorno una parola
Letture bibliche quotidiane
per l’anno 1997
Introduzione di Paolo Ricca
A seguito del grande successo delle precedenti edizioni 1995 e 1996, è ora disponibile l’edizione 1997 dei famosi ed apprezzati testi moravi
(parole e testi per ogni giorno
dell’anno 1997) sempre più richiesti dalle comunità evangeliche italiane. Uno strumento
particolarmente utile per favorire la lettura regolare e continuata della Bibbia in comunione spirituale con milioni di credenti in tutto il mondo.
m mmetfrtnce
Claudiana
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TEL. 011/668.98.04 - FAX 011/650.43.94 - G.C.P. 20780102
http://www.arpnet.lt/-valdese/ciaudian.htm
candele. Nel libro citato Messori afferma che «La vera
paura del diavolo, degli spiriti (...) esplode non nel Medioevo cattolico ma all’uscita
dal Medioevo, con la Riforma; non dimentichiamo che
la caccia alle streghe è di
pretta marca calvinista. (...)
Nei paesi di tradizione protestante (e gli Stati Uniti lo sono) c’è l’ossessione degli spiriti, del demonio; c’è la paura
della morte e la ricorrenza
del 2 novembre da loro non
esiste. L’estraneità, a quel
mondo, della cultura cattolica, porta perciò ad esorcizzare la paura degli spiriti buttandola in ridere».
L’ultima citazione che il redattore fa di Messori porta
quest’ultimo a definire il fenomeno «un segno nefasto
della Riforma protestante, la
cui teologia si basa sulla gratuità della salvezza da parte
di Dio e sulla predestinazione». Nelle repliche, il pastore
Agostino Garufi afferma il carattere liberatorio della proclamazione dell’Evangelo («il
protestantesimo (...) crede
veramente nel Signore risorto
e vivente e pertanto non lascia l’uomo solo davanti
all’angoscia della morte, ma
gli annuncia questa grande e
consolante speranza») e Giovanni L. Giudici ribadisce che
«in nessuna parte del Nuovo
Testamento è insegnata la
preghiera per i morti» e richiama il fondamento biblico
(Efesini 2) della salvezza per
grazia mediante la fede: «...e
ciò non viene da voi, ma è
dono di Dio: né viene dalle
opere, perché nessuno possa
vantarsene».
;ta
studi
di sociologia
della religione
Negli ultimi anni nelle nostre chiese si sono poste in
essere tecniche di indagine di
tipo sociologico per comprendere meglio il nostro
«vissuto ecclesiastico»: per
esempio il check-up proposto a suo tempo dalla Chiesa
valdese di Milano e ripreso
da altre comunità. A livello
scientifico è cresciuto il numero di giovani che alle valli
valdesi e altrove hanno promosso, sotto la guida di docenti universitari di Sociologia della religione, inchieste
nelle riunioni di quartiere per
meglio conoscerci.
Dopo la prematura morte
di Myriam Castiglione, che
aveva prodotto ricerche di
valore in argomento che si
erano concretizzate in numerose pubblicazioni, si è persa
un’occasione per essere presenti a livello europeo e rioplatense in un settore in continuo sviluppo quale è proprio quello della sociologia
della religione. Amici studiosi
europei e nordamericani
hanno vivo desiderio di studiare dal punto di vista sociologico una realtà protestante
di minoranza come la nostra:
perché, al pari di altri gruppi
di ricerca, non pensare a un
gruppo di ricerca di sociologia della religione?
Gli interessati possono
mettersi in contatto con lo
scrivente telefonando al numero 06-9310429, ore serah.
Eugenio Stretti
Castel Gandolfo
RTECIPAZIONI
«E fattosi sera Gesù disse:
passiamo aii’aitra sponda»
Matteo 8, 18
Il Signore ha chiamato a sé, ail’
età di 81 anni
Ivana Sassi
Ne dà ii triste annuncio ia figlia
Maria Teresa.
Carmagnoia, 15 novembre 1996
RINGRAZiAMENTO
I famiiiari del pastore
Luigi Santini
esprimono profonda riconoscenza a tutti coioro che con scritti e
presenza hanno partecipato al loro cordoglio e ringraziano chi lo
ha ricordato con doni a opere per
anziani.
Firenze, 15 novembre 1996
«Grazie siano rese a Dio
che sempre
ci fa trionfare in Cristo»
Il Corinzi 2, 14
I familiari del caro
Luigi Gardioi
nell'impossibilità di farlo singolarmente, ringraziano tutti coloro
che con presenza, parole di conforto, preghiere e scritti sono stati loro vicino in questa triste circostanza.
Un ringraziamento particolare
va a tutto l’Ospedale valdese di
Pomaretto, alla Croce Verde di
Porte, al pastore Vinti e al medico curante dott. Rolfo.
Prarostino, 15 novembre 1996
I necrologi si accettano
entro le 9 del lunedì. Tel.
011 -655278 e (fax) 657542.
20
PAG. 8 RIFORMA
VENERDÌ 22 NOVEMBRE 1996
La legge è stata approvata dal Parlamento il 30 ottobre
In Sud Africa 99 deputati su 400 contrari
per motivi religiosi alla legge sull'aborto
Il 30 ottobre scorso il Parlamento sudafricano ha approvato, a scarsa maggioranza,
una proposta di legge, liberale e controversa, sull’aborto.
99 deputati (sui 400 che conta l’Assemblea nazionale)
hanno deciso di non partecipare al voto, in ragione delle
loro convinzioni religiose. Il'
Congresso nazionale africano
(Anc), partito del presidente
Nelson Mandela, maggioritario all’interno del governo di
unità nazionale e favorevole
all’aborto, aveva dichiarato
tempo fa che i suoi membri
non avrebbero potuto votare
liberamente ma avrebbero
dovuto seguire la linea del
partito.
Il progetto è stato quindi
sottoposto al Senato dove è
stato approvato. Fra coloro
che non hanno partecipato
alla votazione vi era il sacerdote cattolico romano Smangaliso Mkhatshwa, viceministro dell’Educazione. Era diventato membro dell’Anc dopo essere stato autorizzato
dal suo vescovo ad entrare in
politica. Alla domanda su come avrebbe votato se l’Anc
avesse proibito di votare liberamente secondo coscienza,
Mkhatshwa aveva risposto:
«Seguirò l’insegnamento della Chiesa». La Chiesa cattolica romana ha minacciato di
scomunicare i suoi membri
che avessero aiutato donne
ad abortire, eppure una religiosa cattolica membro dell’
Anc al Parlamento, suor Bernard Ncube, ha votato a favore della legalizzazione dell’
aborto così come Nkosazana
Zuma, ministro della Sanità,
un cattolico che ha fatto mol
Le reazioni del Consiglio delle chiese del Sud Africa
Il mandante dell'attentato contro gli uffici
del Sacc sarebbe l'ex presidente P. W. Botha
Pretoria, sede del governo del Sud Africa
(foto Adriano Boano)
to perché questo dibattito
sull’aborto avesse luogo, anche se numerosi sondaggi
mostravano che la maggioranza dei sudafricani era
contraria a questa legge. Ancora fra coloro che non hanno partecipato alla votazione
risulta un gran numero di
parlamentari musulmani.
Un’associazione islamica locale aveva infatti minacciato
di riferire ogni presa di posizione a favore dell’aborto ai
dirigenti religiosi del Medio
Oriente.
La nuova legislazione sull’aborto autorizza le donne a
chiedere l’aborto finn alla 12®
settimana di gravidanza e in
alcuni casi (ad esempio in caso di stupro, di incesto, di rischio vitale per la madre o di
malformazione del feto) l’aborto può essere deciso fino
alla 20® settimana di gravidanza. Le minorenni potranno abortire senza il consenso
dei genitori.
I sostenitori della liberalizzazione della legge sull’aborto affermano che circa un mi
gliaio di donne bianche abortiscono ogni anno, conformemente alla legge attualmente
vigente, o hanno i mezzi finanziari per andare all’estero,
mentre migliaia di donne nere povere sono costrette ad
abortire clandestinamente in
condizioni di igiene deplorevoli. Sono circa 400 quelle
che muoiono ogni anno per
le conseguenze di questi
aborti clandestini. «Questa
legge salverà loro la vita dando loro la scelta di interrompere la gravidanza senza rischi e nella dignità», ha dichiarato Nkosazana Zuma.
Prima dell’approvazione
della legge, la Conferenza
episcopale sudafricana (la
Sacbc) aveva avvertito che
avrebbe portato il governo
davanti la Corte costituzionale per questo progetto di legge. D’altra parte, diverse associazioni cristiane che erano scese per strada per manifestare contro l’adozione di
questa legge, hanno annunciato che avrebbero portato
avanti la loro azione. (eni)
All’alba del 31 agosto 1988
una bomba distruggeva i locali del Consiglio delle chiese
del Sud Africa (Sacc) a Johannesburg, la Khoto House, facendo venticinque feriti, di
cui sette membri del personale del Sacc, e altre diciotto
persone nelle immediate vicinanze.
Alla fine dello scorso mese
si è venuto a sapere che l’attentato sarebbe stato compiuto su ordine di P. W. Botha, allora presidente del Sud
Africa. Lo ha rivelato un ex
commissario generale della
polizia, Johan van der Merwe, davanti al comitato di
amnistia della commissione
«Verità e riconciliazione»,
riunita a Johannesburg. All’
epoca, il Sacc criticava apertamente il governo e il sistema dell’apartheid.
La commissione Verità e
riconciliazione, istituita dal
governo di Nelson Mandela
e presieduta da Desmond
Tutu, ex arcivescovo anglicano di Città del Capo, cerca di
fare luce sulle flagranti violazioni dei diritti della persona
perpetrate sotto il regime
dell’apartheid. Il comitato
d’amnistia esamina le domande di amnistia presentate da coloro che hanno commesso brutalità. Johan van
der Merwe ha dichiarato di
avere ricevuto l’ordine di distruggere Khoto House da colui che allora era ministro
della Legge e dell’ordine,
Adriaan Vlok; e quest’ultimo
ha precisato che gli ordini
erano stati dati dal presidente Botha.
Khoto House aveva subito
seri danni in seguito alla
esplosione del 31 agosto e
all’incendio che essa aveva
provocato. All’epoca, la polizia aveva lasciato intendere
che l’incidente avrebbe potuto essere provocato da esplosivi depositati a Khoto House
per altri usi. Nella sua testimonianza davanti al comitato d’amnistia, il 21 ottobre
scorso, Johan van der Merwe
ha affermato che i locali del
Sacc ospitavano la sede segreta del Congresso nazionale africano (Anc), che allora
era interdetto in Sud Africa.
In una dichiarazione pubblicata il 22 ottobre, il Sacc
ha protestato contro l’uso
del termine «segrete» usato
da Johan van der Merwe per
descrivere le attività di Khoto
House durante il regime
dell’apartheid: «Noi riteniamo che le numerose azioniblitz della polizia, arresto di
membri del personale del
Sacc e di suoi sostenitori,
istituzione della commissione d’inchiesta Eloff, inutile e
costosa, che aveva per obiettivo di screditare il Sacc, e
infine l’attentato dinamitardo per distruggere i nostri
uffici - ha detto - sono state
perpetrate perché dimostravamo una grandissima trasparenza nella nostra opposizione al sistema dell’apartheid».
D’altra parte, il Sacc ha
smentito di avere tenuto segrete le proprie attività: «Neghiamo energicamente che
Khoto House sia stata “una
sede segreta dell’Anc’’ da dove venivano organizzate campagne di resistenza, sommosse e atti di violenza. All’epoca, il Sacc difendeva gli stessi
ideali di libertà che l’Anc e altre organizzazioni analoghe.
La partecipazione di tutti ad
una società democratica, non
razziale, non sessista e giusta
era altrettanto importante
per il Consiglio delle chiese
del Sud Africa che per l’Anc»,
Ma, ha ribadito il Sacc, Khoto
House non fungeva da centro
per le attività dell’Anc: «Abbiamo lavorato in collaborazione con le chiese, con gente della base per proclamare
ciò che ritenevamo, e riteniamo tuttora, essere il diritto,
iscritto nell’Evangelo, di tutti
ad avere pari opportunità
nella vita».
L’attentato aveva avuto come effetto di rafforzare la volontà di lottare contro il regime dell’apartheid, ha precisato il Sacc. «La bomba ha distrutto l’edificio in cui lavoravamo, ma non ha distrutto il
cuore del Sacc. Questo è stato solo un altro esempio dell’inutilità delle risorse, del
denaro e dell’energia spesi
per imbavagliare la verità e
per tentare di fermare il corso
della volontà di Dio per il suo
popolo».
Il canale radiofonico sudafricano Sabc ha riferito che
Adriaan Vlok avrebbe chiesto
l’amnistia per questo attentato. In quanto a P. W. Botha,
non ha fatto alcun commento sulle accuse mosse contro
di lui da Johan van der Merwe e ha rifiutato di riconoscere la commissione Verità e
riconciliazione. Un portavoce dell’ex presidente ha dichiarato che Botha avrebbe ;
esaminato la questione e che
si sarebbe espresso al momento opportuno. (eni)
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“La chiesa e sempre in riforma”
(Martin Lutero)
Ogni settimana vi abbiamo aiutato a riflettere su avvenimenti piccoli e grandi del nostro tempo.
ABBONAMENTI 1997
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c»''* ime una aniago^
Con il vostro sostegno e la vostra partecipazione
potremo continuare a farlo.
ITALIA
ESTERO
Abbonatevi o rinnovate subito il vostro abbonamento, utilizzando il c.c.p. n. 14548101 intestato a: Edizioni Protestanti s.r.l. - via San Pio V, 15 bis - 10125
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£ 190.000
£ 250.000
£ 75.000
■ cumulativo Riforma + Confronti £ 145.000 (solo Italia)
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