1
í
Anno 122 - n. 12
21 marzo 1986
L. 600
Sped. abbonamento postala
Gruppo 1 bis/70
In caso di mancato recapito rispedirà
a: casella postale • 10066 Torre Pellice
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
: Í
Punti
di vista
MISSIONE DI UNA DELEGAZIONE DEL CONSIGLIO ECUMENICO
Una visita ad Haiti
^ Socialisti che rimangono primo
partito in Francia, maggioranza
assoluta al blocco di centro-destra (i giscardiani dell’UDF, giiidati ormai da Simone Veli e
l’RPR del sindaco di Parigi, Chirac), l’inesorabile calo dei oomunisti, pari come forza al Fronte
Nazionale di J.-M. Le Pen.
Tutto sommato, in generale il
pronostico è stato rispettato da
queste legislative francesi del
16 marzo, anche se in termini
numerici il Partito del presidente Mitterrand e del governo Fabius ha tutto sommato retto bene.
La campagna elettorale sì è
svolta in un clima reso pesante
dal rapimento delia troupe televisiva in Libano, dall’uccisione del
ricercatore Seurat, dall’assassinio di militanti impegnati nelraffissione di manifesti, dalle
bombe delle settimane scorse
nel centro di Parigi, dai controlli di polizia nei treni a circolazione interna.
Proprio sulla situazione degli
ostaggi la linea di fermezza seguita dal primo ministro ha trovato anche il consenso dell’opposizione di destra, non essendo
peraltro avanzata da parte della
Jihad islamica una possibile ipotesi di trattativa.
La gestione di questa- vicenda
ricattatoria, messa in atto in pe- ,
riodo elettorale al fine di avere
la massima risonanza intemazionale, passerà direttamente a colui che riceverà formalmente lo
incarico di formare un nuovo governo.
Fatto a gran voce da tutti, U
nome di Jacques Chirac resta il
più probabile, ferme restando le
difficoltà che la compresenza di
Un presidente socialista e una
maggioranza di destra pone a livello istituzionale. Mitterrand
cercherà una qualche base comune di intenti, si limiterà a
svolgere le mansioni di garante
delle istituzioni, o d^arà le dimissioni?
I francesi — al di là delle incertezze e contraddittorietà che
dal 1981 la sinistra ha manifestato in campo economico, delle
gravi azioni contro gli ecologisti
di Greenpeace su cui tuttora non
si sa molto e della sempre più
problematica presenza militare
in Libano — hanno saputo ricordarsi che nonostante tutto un
tentativo innovatore animava alcuni interventi in campo sociale,
il più scottante dei quali è relativo agli immigrati. Provvedimenti relativi ad un più facile
loro inserimento vennero approvati nelle prime settimane di governo di sinistra. Di fronte a
questo fatto si pone l’inquietante
affermazione del neofascista
Fronte Nazionale, che coinvolge
le aspirazioni di « grandeur », i
sentimenti più vigliaccamente xenofobi e razzisti di una larga fascia di elettorato. Questi 30 seggi neofascisti sono un voto di
protesta? Forse no, giacché di
protesta, per molti, è il voto del
cambiamento: Chirac piuttosto
che i socialisti. Ma non in cosi
anche nel 1981, quando molti elettori di Mitterrand erano in
realtà stanchi e delusi di Giscard
d’Estaing? In Italia siamo piuttosto abituati ad un altro ordine
di tempi, ad una relativa stabilità. Alberto CorsMii
Una rivolta "biblica” contro un’ingiustizia insopportabile - Il ruolo delle comunità di base, la
parola del pontefice e l’ansia per il futuro - Le raccomandazioni della delegazione ecumenica
Lo stato d’assedio proclamato
ad Haiti dopo la falsa partenza
di Duvalier il 31 gennaio, aveva
causatP una situazione molto difficile nell’isola. La Chiesa metodista haitiana e la Conferenza delle Chiese dei Garaihi chièdevano
allora al Consiglio Ecumenico di
inviare una delegazione. Partito
Duvalier e cambiata la situazione, la visita è stata mantenuta.
Ha avTìta luogo dai 13 al 18 febbraio e vi hanno preso parte
tra gii altri Jean Fischer, direttore di EPBR, il past. Charles Harper, direttore dell’uificio del CEC
per i diritti umani in America
latina, e il past. Jacques Maury,
presidente della Federazione Protestante di Francia. Questi due
ultimi hanno tenuto una confèrenza stampa a Ginevra subito
dopo il loro ritorno.
Rivoluzione mancata
Non è stata una rivoluzione
organizzata dall’estero, né orchestrata dai partiti politici, ha detto J. Maury, ma una rivolta '"biblica” contro l’ingiustizia. L’arbitrio permanente e sfrontato dei
300.000 “Tonton macoutes”, di cui
15.000 con armi pesanti, e il saccheggio sistematico di tutta una
Febbraio 1986. La gioia della popolazione subito dopo la partenza del despota Duvalier.
nazione da parte di Duvalier e
dei suoi accoliti avevano raggiunto un limite insopportabile. Probabilmente il moltiplicarsi delle
comunità di base, spesso con
partecipazione protestante, i loro studi biblici, e la riscoperta
dell’esigenza di giustizia predicata dai profeti, hanno creato nei
giovani un atteggiamento diverso dalla passività degli anziani.
La proporzione di cattolici e protestanti nei paese è di due terzi a un terzo; qualche protestante è tra gli uomini nuovi della
giunta che ha sostituito Duvalier.
Anche la parola del pontefice
ha avuto un certo effetto. Nel
suo viaggio latino-americano del
1983 aveva detto ad Haiti: « Bisogna che le cose cambino in
questo paese », e questa parola
TEMPO DI PASQUA - 2
Uuomo cinto di un asciugatoio
Gesù, alla vigilia della sua passione, dopo l’ultima cena, si mise a lavare i piedi ai suoi discepoli (Gv. 13: 1-20).
Pietro reagì cercando di impedire che il Signore si chinasse
davanti a lui.
Gesù gli disse che, così facendo, dimostrava di non essere ancora in grado di capire quello
che egli stava per fare. Ricordiamo che quando l'apostolo gl[
voleva impedire in ogni modo di
recarsi a Gerusalemme, dove sarebbe stato ucciso, Gesù lo ammoni severamente dicendogli che
« non aveva il senso delle cose
di Dio » {Matteo 16: 23).
* * *
Anche noi oggi non sempre
riusciamo a comprendere bene
quello che Gesù ha detto e ha
fatto.
Così per esempio, stentiamo a
comprendere come Gesù potesse
dare una così grande dimostrazione di amore verso gli uomini,
nel momento stesso in cui egli
aveva una così chiara coscienza
della morte cui andava incontro.
Egli sapeva infatti che doveva essere ucciso. La sua sarebbe stata
una morte violenta, più violenta
ancora di quelle che giornalmente insanguinano le vie delle nostre città. Essa infatti fu compiuta col consenso e la complicità
delle potenze più tenebrose del
male. Questa fu per Gesù forse
la tentazione più diffìcile da su
perare: perché morire per degli
uomini così indegni del suo
amore?
Egli sapeva nondimeno quanto era alta la posta in gioco. Sapeva che poteva vincere la morte e che più forte della morte
sarebbe stato il suo amore.
L’intero ciclo della sua vita
che si doveva concludere sulla
croce, avrebbe tracciato un arco
di luce, un percorso luminoso
per cui anche l’uomo avrebbe
potuto sperimentare, nella fede
e nella speranza, che la vita non
è un’assurdità, un non senso, ma
un venire da Dio e un ritornare a Dio, un passare da questo mondo al Padre.
•k •ft "k
C’è ancora un'altra cosa che
non solo i discepoli, ma anche
noi stentiamo a comprendere.
Perciò alla fine Gesù chiese loro: « Capite quello che v'ho fatto? ».
Come mai cioè Gesù volle abbassarsi a tal punto proprio nel
momento in cui aveva un’altrettanto chiara consapevolezza che
Dio gli aveva dato tutto nelle
mani e che stava per glorificarlo?
E’ stato detto che Gesù appare
qui nella sua più profonda umiliazione, ma anche nella sua più
grande maestà.
Sembra persino incredibile che
questo gesto di Gesù e le parole
che l’hanno accompagnato, siano solo divenuti motivo e prete
sto di umana grandezza e di predominio spirituale!
* * *
Gesù ci ha dato un insegnamento, ma anche un esempio di
vita. La chiesa non può essere
simbolicamente raffigurata solo
da una cattedra infallibile di verità e neppure solo da un pulpito con sopra un libro aperto. La
chiesa si deve identificare col
servo cinto di un asciugatoio che
si china a lavare e ad asciugare
i piedi degli uomini che percorrono a fatica le vie polverose e
fangose del mondo.
Io credo, per fare un solo
esempio, che se le chiese in Sicilia, in un momento in cui si
richiede la mobilitazione di tutte le coscienze, si disimpegnassero e si dichiarassero neutrali
nella lotta contro la mafia, col
pretesto che il loro compito è
solo di natura spirituale, comprometterebbero la loro fedeltà
e la loro credibilità.
Compirebbero intanto un gesto significativo di solidarietà e
di partecipazione, indicendo una
colletta e/o una sottoscrizione
per aiutare le famiglie delle vittime della mafia che non possono affrontare le spese del processo.
Sarebbe questo un modo di celebrare degnamente la Pasqua di
colui che fu la prima e la più
innocente vittima della violenza.
Pietro Valdo Panasela
ha sbloccato il cattolicesimo haitiano. Interrogato al riguardo, J.
Maury ha detto che in quello stesso viaggio il pontefice aveva avuto, in Nicaragua, un atteggiamento deplorevole, ma ciò non deve
impedire di riconoscere che la
parola detta ad Haiti ha urobabiimente contribuito al cambiamento.
E le banche?
Charles Haiiper ha sottolineato
l’immensa esplosione di gioia che
ha salutato la partenza di Duvalier. Non c’è stata violenza indiscriminata e ben poco un approfittare della situazione. Sono stati
uccisi alcuni degli odiatissimi
Tonton macoutes, responsabili di
molti casi di "desaparecidos” (si
parla di quarantamila). I negozi
e le imprese del clan Duvalier
non sono stati saccheggiati, sono
stati distrutti — segno di odio
verso una combriccola di ladroni che ha dissanguato il paese;
« Con quello che Duvalier ci deve, possiamo pagare il debito
estero ».
Cosa faranno le grandi banche
dove Duvalier e la sua famiglia
(moglie e suocero segnatamente)
hanno nascosto il frutto delle loro rapine? Saranno solidali con
il popolo haitiano e gli restituiranno il maltolto, o si faranno
complici del furto?
L’attesa
La cosa che più irrita la folla
è che la giunta provvisoria non
abbia ancora fissato una data
per le elezioni. Tutti capiscono
che ci voglia tempo per organizzarle, ma vorrebbero che si fissasse una data definita, altrimenti rimane l’impressione che si
voglia tirare in lungo e preparare magari un qualche ritorno del
vecchio regime.
La delegazione ecumenica fa
due raccomandazioni: di aiutare
il popolo haitiano, e specialmente le chiese, ad uscire dal loro
isolamento, e di vigilare perché
il popolo non sia dérubato del
suo processo democratico.
Aldo Comba
2
2 fede e cultura
21 marzo 1986
UN PEDAGOGO PROTESTANTE RISCOPERTO DA UN MEDICO CATTOLICO
Oberlin e la scuola materna In Francia
« Il vero credente non è triste, non conosce rinvi! ed è sempre gioioso » - La modernizzazione delle colture - « Silenzio, il Pastore sta pregando per noi » - Una scuola convitto con una regola spartana - L’impegno a favore degli Ebrei
Sul finire deU'ultimo conflitto
mondiale, un giovane medico parigino è inviato nel tremendo
campo di sterminio dei Vosgi,
alla frontiera tra l’Alsazia e la
Lorena per curare i « collaborazionisti » del regime nazista rinchiusi nel campo; qui ci sono ancora i segni visibili del forno
crematorio, ed i mucchi di capelli delle internate; il medico
è impegnato anche neirassistenza dei montanari, duramente provati durante il conflitto. Nella
stessa zona denominata « Ban de
la Roche », egli scopre, attraverso i racconti dei contadini, che
dqe secoli prima un certo Oberlin, pastore e pedagogo, aveva
creato una scuola di vita, perché aveva lottato contro la miseria, l’ignoranza, la malattia dello
spirito e del corpo. Molti anni
dopo, il medico, ritornando nei
Vosgi rivede di campo , di morte
ed i luoghi della missióne di
Oberlin. La visita lo rituffa nel
mondo del pedagogo protestante e scrive im’affascinante biografìa, pubblicata quest’anno a
Parigi L
Il tocco di Dio
Oberlin nasce a Strasburgo nel
1740 da una famiglia spiritualmente sana e che lascia un segno nel suo animo; soprattutto
riceve una notevole influenza dai
pietisti luterani provenienti dai
Fratelli Moravi; parlando della
sua vocazione confessa: « Dio
toccò in modo salutare il mio
cuore facendomi scoprire il cam
POLITICI ASSENTI
Signor Direttore,
ho seguito con interesse le varie trasmissioni relative al decreto Falcucci
sull'ora di religione {Protestantesimo,
Sorgente di vita [ebraica], TG 2 dossier, Primo piano. Canale 5) ed ho seguito pure le lettere dei lettori a vari
giornali.
Ho ammirato l'appassionato Intervento del professore Giorgio Spini (TG
2 dossier) ma ho notato anche l’assenza in ogni trasmissione di deputati e
senatori protestanti (o meglio evangelici] come il deputato Valdo Spini o
il ministro Gianni De Michelis, entrambi
socialisti e... metodisti, o il pastore Tullio Vinay, comunista indipendente e pastore valdese. Forse ci saranno anche
altri parlamentari evangelici ma, se ci
sono, lo ignoro perché non sono usciti
allo scoperto.
E sono questi uomini che avrei voluto vedere e udire a «Protestantesimo»
affinché spiegassero ai loro « fratelli
in Cristo » perché hanno voluto e imposto quei provvedimenti tanto deprecati — e giustamente — dalle loro
Chiese.
Se è vero che l'onorevole Valdo Spini
si è presentato a Canale 5 è anche
vero che non fu mo^to loquace né affatto convincente, forse per non dispiacere a qualche altro oratore.
Farò notare che né a Sorgente di vita
(ebraica) né ad altre trasmissioni ho
visto qualche parlamentare ebreo « difendere » il decreto Falcucci.
Distintamente
Enrico Meyer, Domodossola
DAL CARCERE
Carissimo Direttore,
sono felicissimo e gioioso che, finalmente, dopo circa tre anni di lotta
costante e ferrea fermezza, sono riuscito con l'aiuto della Signora Berta Subilia del Culto Evangelico di Roma, del
Pastore Franco Sommani di Roma, di
Ella ed, infine, del Pastore Salvatore
Carcò di Napoli, unito all'intervento autorevole della Tavola Valdese, ad essere autorizzato affinché un ministro
mino del Suo Regno; perciò a
Lui mi sono consacrato corpo ed
anima, per ogni circostanza della vita, per fare della mia persona lo strumento del suo piano
di salvezza ». « Il vero credente
— egli ricorda — non è triste,
non conosce rinvii ed è sempre
gioioso ».
La sua parrocchia
Nella zona di « Ban de la Roche » Oberlin è responsabile della comunità di Waldersbach, alla
frontiera deH’Alsazia e Lorena,
ma in territorio alsaziano; c’è
una minoranza orotestante vicino ad un territorio prevalentemente cattolico; la vita dei suoi
montanari è dura anche per il
clima, con nebbia, pioggia e neve che si alternano per molti mesi. Il nostro è uomo di preghiera
ma anche di azione; s’adopera
per la modernizzazione delle colture con una razionale opera di
irrigazione, tanto da conseguire
dei risultati sorprendenti in pochi anni; questo aspetto economico non è mai disgiunto da un
valore spirituale: infatti ricorda
ai suoi montanari ohe le parole
"coltura”, agricoltura, sono derivate dalla parola ciilto, qiùndi
sono sempre riferibili all’opera
di Dio al quale va la nostra adorazione e riconoscenza per quanto egli compie.
Oberlin combatte duramente
l’alcoolismo, l’ambiente delle bettole che tanto guasto morale e
fisico recano ai suoi contadini,
anche se sa di crearsi dei nemici.
Oberlin, uomo di Dio Oberlin pedagogo
Il nostro ha viva coscienza della sua responsabilità di fronte
a Dio per il gregge ohe gli è
affidato; la Bibbia è oggetto di
intenso studio e dichiara: bisogna iniziare la giornata con il cibo della Parola e terminarla con
10 stesso alimento; quando la
morte viene non ci si rammarica
di aver gustato ogni giorno quel
pane prezioso. Egli dà un posto
centrale alla preghiera a beneficio dei suoi parrocchiani; infatti ogni giorno ad una certa ora
si chiude nel suo studio e intercede per tutti i suoi membri di
chiesa, spesso con pianti e gemiti per i casi disperati di disordine spirituale o di malattia. I
contadini conoscevano l’ora della
preghiera e spesso quando i genitori passavano vicino alla finestra del pastore si toglievano
11 cappello ed ai bambini ohe
chiacchieravano oammin facendo
dicevano: « Silenzio! Il Pastore
sta pregando per noi! ».
Di fronte al pensiero della morte, Oberlin è sempre molto sereno e dichiara: « Quando verrà la
mia ora so che alloggerò molto
più vicino al Signore di adesso ».
Non dimentichiamo, noi pastori, questi pensieri sulla preghiera, quando i banchi delie parrocchie sono pressoché vuoti, quando i giovani sono in crisi e se
ne vanno, anziché cercare soltanto medicine socio-politiche; non
lo dimentichino i responsabili
delle varie opere per l’infanzia,
gioventù, ecc.
Influenzato dai libri dei pietisti luterani fondatori delle prime
scuole nei paesi di lingua tedesca,
egli ricorda che il segreto d’una
buona pedagogia è amare e farsi
amare; egli fonda la prima scuola di lavoro a maglia successivamente chiamata "giardino
d’infanzia” e scuola materna, con
la collaborazione di Sarah Banzer. Accanto al presbiterio crea
ima "scuola-convitto” con una
regola di vita snartana che organizza tutti i momenti della giornata dalle 5-6 del mattino fino
alle 10 di sera, con una straordinaria varietà di lezioni e attività pratiche collegate con la vita dei montanari; anche la musica ed il canto hanno un posto
importante; la nostra scuola italiana avrebbe molto da imparare sotto questi aspetti! Egli riesce a suscitare interesse per le
varie discipline e attività, creando in pari tempo un clima spirituale elevato con lo studio della
Bibbia e la preghiera; inoltre si
nota la semplicità dei costumi,
l’affiatamento degli alunni, lo
spirito d’ordine, rigorosa esattezza e proprietà di linguaggio, l’amore per la verità, il risparmio
e la beneficenza. Oberlin sviluppa molto la biblioteca e la diffusione del libro tra i montanari.
Oberlin cittadino
Il nostro, pur vivendo un’intensa vita spirituale, non trascura il
quadro socio-politico del suo am
biente: richiama infatti le autorità alla loro missione di ministri
di Dio nell’esercizio della giustizia, nel rispetto della libertà personale e collettiva; paga purtroppo il prezzo degli eccessi della Rivoluzione francese, specie
durante il periodo del Terrore
con Robespierre; è arrestato nella sua veste di pastore e poi reintegrato con la morte del tiranno;
riceve poi molti riconoscimenti
per le sue varie benemerenze nell’agricoltura, pedagogia ecc., ottenendo anche il titolo di « cavaliere della légion d’onore ».
Tra le altre sue iniziative ricordiamo la sua collaborazione con
la Società biblica britannica e
forestiera nata nel 1804, concretatasi con una straordinaria diffusione di Bibbie e Nuovi Testamenti. Nella sua parrocchia fu
fondata una società biblica femminile e il figlio Enrico esercitò
la missione del colportaggiq con
grande gioia del padre.
Oberlin difende con impegno
gli Ebrei della sua zona affrontando senza paura la maggioranza della popolazione con dei segni tangibili di amore per i perseguitati.
Sono riconoscente al dr. Goursolas per averci restituito il ricordo dell’opera di Oberlin con
semplicità e amore pur provenendo egli da una tradizione diversa dalla nostra.
Gustavo Bouchard
del Culto Valdese possa entrare nel
carcere di Precida, per esercitare il Suo
ministerio senza difficoltà o limitazioni di sorta.
Oggi, giorno 6.2.86, ho incontrato il
Pastore Carcò ed è stato per me un
giorno sereno e pieno di gioia e sicuramente altri giorni lieti ne verranno
ancora. Ho avuto la somma gioia di
celebrare la Cena del Signore insième al Pastore alla Sua prima visita.
Abbiamo avuto momenti di meditazione
biblica; abbiamo rivolto il nostro affettuoso pensiero al Moderatore della Tavola Valdese ed a quanti si sono adoperati per farmi finalmente vivere la gioia
di questo incontro fraterno.
Al Signore sia l’Onore e la Gloria.
Un fraterno abbraccio ed un caro
saluto.
Mario Francica, Procida
FERMISSIMO
Gentilissimo Direttore,
vedo che la questione dello 0,8% continua a suscitare interesse e dibattito;
me ne rallegro vivamente perché tra
l’altro significa che neH'ambito della
nostra comunità non si presentano
questioni più gravi e pressanti. In particolare vorrei rispondere al Sig. Carmine Ruggieri di Taranto — vedi n. 6 del
giornale — che seguendo sostanzialmente altri interventi sull'argomento,
per sostenere la sua opinione non favorevole ad accettare il contributo dello
stato, non riesce a trovare altri argomenti che quello di doverci diversificare da quanto è stato invece accettato
dalla Chiesa cattolical Mi sorge allora spontanea la domanda di quando riusciremo, finalmente, a diventare adulti, quando finiremo di comportarci come I bambini che fanno i capricci e
prima di prendere la caramella che è
stata loro offerta, guardano di sottecchi
quale ha preso il fratellino più grande
per copiarlo o contraddirlo secondo le
momentanee condizioni di spirito.
Sulla questione dello 0,8% il mio
personale parere è chiarissimo e fermissimo. Se, come ritengo, tale contributo non vincola in nessun modo la
nostra piena e completa libertà di comportamento e se tali somme possono
essere usate senza doverne rendere
conto che alla nostra coscienza, non c’è
alcun serio motivo per rifiutarlo. Basta
pensare a quante persone bisognose
potrebbero, giustamente, un giorno rinfacciarci di non aver voluto, con quel
mezzo, portar loro un aiuto più che
possibilel
L’unico motivo serio di rifiuto potrebbe invece essere l’opinione che nella nostra comunità manchi il desiderio,
la voglia o la capacità di gestire in
maniera adeguata queste somme e,
per indolenza, si preferisca lasciare
allo stato tali incombenze ben sapendo
con quanta parzialità, inefficienza ed
arroganza usualmente l’Ente pubblico
le eserciti.
Quale membro della comunità preferirei qualunque insinuazione a quella di
far parte di un gruppo di pigri o di
inetti.
Reto Bonifazi, Terni
SERVONO
CONSULENTI
Caro Direttore,
in riferimento all’articolo « Storia di
Anita », apparso sul n. 9 de La Luce (28
febbraio ’86), noi del Consiglio di Chiesa della Comunità del Vomere (Napoli)
pensiamo che sia molto importante
che la Tavola o la FCEI costituiscano
al più presto un gruppo di consulenza
al quale possano rivolgersi I genitori
e gli alunni che si troveranno in situazioni analoghe a quella di Anita e di
suo figlio.
Purtroppo presidi come quello di Otta
viano (e direttori didattici) ce ne sono
molti altri in Italia.
Ti salutiamo cordialmente.
H Consiglio delle Chiese
Cristiana del Vomero e
Metodista di Napoli
ANNOTAZIONE
Caro Direttore,
nel numero 9 del giornale (28 feb
^ François Goursolas, « /, Frédéric
Oberlin, le Pasteur catholique - évangélique v - Edition Albatros, 21. rue
Cassette, 75006 Paris, tel. 222.77.00.
braio '86) trovo il vivace articolo intitolato: storia di Anita.
Ho soltanto una piccola annotazione
da fare riguardo alla conclusione de,l’articolo, dove si dice che Anita e
il figlio sono stati lasciati soli nella
loro battaglia.
Certo nessuno della comunità di
Anita è andato con lei dal preside della
scuola di Ottaviano, o al Provveditorato di Napoli. Tuttavia una domenica
mattina la comunità ha ascoltato la storia e diverse persone hanno cercato di
dire quello che forse si poteva fare. Come aiuto è ben poco, ma almeno c'è
stata la disponibilità ad ascoltare e a
parlare della cosa.
Bruno Tron, Napoli
Nella Piccola Collana Moderna è uscito il n. 42:
MADDALENA MASUTTI
Tornerò tra la gente
Il cammino di una donna nella chiesa
pp. 176, L. 12.500
L’itinerario arduo e sofferto di una donna proveniente dal
mondo contadino, attraverso il convento e nella chiesa, alla
ricerca di Dio, di se stessa e di una vita autentica nel servizio
degli altri. Sperimenta la limitatezza del ruolo che la chiesa
riconosce alla donna e la frustrazione di un mondo dove
tutto è regolamentato.
« Tornata tra la gente » scopre il senso della vita nel servizio reso con semplicità al prossimo. Un libro che solleva
alcuni interrogativi di gran peso per tutti, per ogni chiesa:
qual è il ruolo ed il senso della presenza femminile nella chiesa? Quale ricchezza ha perduto la chiesa guardando alla donna solo in modo strumentale, come aiuto subordinato in funzione dell’uomo? E la donna come potrà recuperare lo spazio vitale necessario per esprimere tutta la ricchezza della sua
sensibilità in un’istituzione creata su misura per l’uomo? Un
libro coraggioso che nasce da un’esperienza vera e molto sofferta.
CLAUDIANA EDITRICE - Via Principe Tommaso, 1
10125 TORINO
3
w
21 marzo 1986
fede e cultura 3
RICORDO DEL GRANDE STATISTA SVEDESE ASSASSINATO
Olof Palme, un uomo della pace
Interventi del pastore luterano svedese di Roma, di padre Balducci e del moderatore Bouchard nella cerimonia svoltasi a Roma nello stesso giorno dei funerali a Stoccolma
Forse Olof Palme non fu propriamente un « frequentatore di
chiese », ma è certo che le chiese, latte di uomini « preoccupati del Regno di Dio », e quindi
della giustizia umana, ebbero in
lui una sfida, un incoraggiamento e un sostegno. Palme fu un
« uomo della pace » che cercò di
coniugare lo sviluppo con la giustizia in un mondo nel quale
troppo spesso nel nome dello sviluppo venivano sacrificate molte
libertà. Forse tra non molto tempo, quando si verrà a sapere
perché è stato ucciso, non ci
sorprenderemo nel sapere che
è stato ucciso anche per questo
motivo. Questi sono alcuni concetti che hanno latto da sfondo
alla cerimonia religiosa per la
pace in memoria del grande statista svedese che si è svolta a
Roma, sabato 15 marzo scorso,
nel giorno dei funerali celebrati
a Stoccolma.
Senza essere affollata, la Chiesa episcopale americana dove si
è svolta la cerimonia, era comunque gremita: 200 persone, tra le
quali l’ambasciatore di Svezia,
Virgin, ed una folta rappresentanza delle Chiese protestanti romane, della Federazione delle
Chiese evangeliche e della Facoltà valdese di teologia, hanno partecipato in silenzio raccolto a
questa inusuale « memoria storica ». Fuori della chiesa un piccolo contingente di forze dell’ordine permetteva di ricordare che
si trattava comunque di una occasione « politica ».
Il discorso di apertura è stato
tenuto dal rev. Gunnar Granberg, parroco della Chiesa luterana di Svezia a Roma. Olof Pal
me, ha ricordato, fu certamente
un grande uomo di pace. Primo
ministro di un piccolo stato, egli
aveva saputo dare al proprio
paese un ruolo assai superiore
ai ristretti confini nazionali. Capi
di stati molto più potenti del
suo lo ascoltavano, ma i suoi migliori amici egli li aveva nei paesi più poveri, ed il suo impegno
era orientato prevalentemente al
superamento dei conflitti ed al
ristabilimento della pace mondiale. Palme infatti era convinto
che « il desiderio di pace dei popoli non può essere spento con
la violenza ». La Svezia è un piccolo paese, ma la grandezza di
una nazione — gli suggerirà più
tardi Bouchard — la si deve misurare dalla qualità e non dalla
quantità; essa ha dato però un
grande contributo alla diffusione
del concetto di pace nel mondo,
attraverso grandi personalità
quali Dag Hammarskjoeld ed
Olof Palme.
La sfida che
Palme ha raccolto
Sul tema della pace ha poi portato il suo contributo anche Padre Ernesto Balducci: « Nell’epoca del fungo atomico la politica
delle armi deve essere condannata, oltre che dalla logica, anche
dal realismo politico. Questo
nuovo rapporto tra etica e politica è diventato una necessità
iscritta nelle stesse ragioni di sopravvivenza della specie ». Il futuro del mondo sarà la catastrofe, ha ricordato Balducci, se non
avremo uomini nuovi, cioè uomini capaci di pensare e di agire
assumendo come bene comune
non il bene del proprio paese
ma quello deH’umanità intera.
Palme era uno di questi.
Dopo un canto il rev. Edward
Todd ha letto un passo del prò-,
feta Michea, poi il pastore Bouchard ha letto il Salmo 24 e il
rev. Granberg un passo dell’Epistola di Giacomo (2: 1-8).
Quindi ha preso la parola il
moderatore Giorgio Bouchard.
« Vorrei rendere omaggio, come cittadino italiano di confessione evangelica, al popolo ed al
Regno di Svezia, di cui Palme
era un figlio degno, nulla di più
ma anche nulla di meno. Vorrei
rendere omaggio a questa Svezia che, negli ultimi 40 anni, ha
accolto più immigrati e rifugiati
di qualunque altro paese del
mondo in proporzione alla sua
popolazione. E se anche si dovesse scoprire che l’uomo che ha
voluto uccidere il Primo Ministro
svedese è un figlio di questo
rifugio politico o sociale, ne sarebbe valsa ugualmente la pena ». Negli ultimi 100 anni la
Svezia ha dato un grande contributo di uomini ed idee al mondo: Palme ne è stato l’ultimo
esempio. Questo grande statista
(certo, spesso controverso sia
nel proprio paese come all’estero) ha speso una vita, «ed ora
lo sappiamo, ha rischiato la morte », su di una grande scommessa: quella di poter unificare lo
sviluppo € la giustizia, la giusti«zia e la libertà, la pace ed il
cambiamento. Noi siamo figli di
tre secoli che hanno visto un
grande sviluppo ma ben poca
giustizia. Tre secoli di crescita
tumultuosa della ricchezza e del
le scoperte scientifiche, ma anche della disuguaglianza degli
uomini. « E noi, con Olof Palme,
riteniamo che si possa e si debba
riconciliare lo sviluppo con la
giustizia e la grande tradizione
liberal-democratica dell’Occidente europeo ».
Il pastore Bouchard, « rompendo il protocollo diplomatico »,
si è rivolto direttamente all’ambasciatore di Svezia, per pregarlo
di porgere alla vedova e ai fi
gli dello statista ucciso il senso
di profonda solidarietà di quelle
200 persone, riunite nel nome di
Cristo, e far sapere ai familiari,
dello statista ucciso che « abbiamo pregato per loro ». « La Signora Palme sappia che, quando
i giornali avranno dimenticato
quel colpo di pistola, vi saranno
qui a Roma, come ’ in tutto il
mondo, migliaia di donne e uomini, credenti e non, che penseranno a lei con affetto e con
grande stima ». Il moderatore
ha concluso citando un altro
grande svedese: Dag Hammarskjoeld. In Un suo scritto, pochi
giorni prima della sua tragica
fine, diceva: « Non cercare la
morte, essa ti troverà. Ma cerca la via che faccia della tua
morte un adempimento ». Palme
— ha detto Bouchard — non cercava certo la morte. « La morte
lo ha trovato: eppure questa sua
morte è stata un adempimento ».
-. Giovanni Ribet
Il diavolo e i valdesi
Da più parti ci è stata segnalata una
sciocchezza comparsa sul settimanale
« Gente ». Pubblichiamo la lettera che
abbiamo inviato alla rivista.
Sul numero del 7 marzo di « Gente »
neirarticolo di Renzo Allegri « Il diavolo vive a Torino », un anonimo esponente della « chiesa di Satana » afferma che questa ha le sue origini nelle
<c sette medioevali : i Catari, gli Albigesi, i Valdesi, i Luciferiani, i Templari, gli Adamiti ». Diversi di questi movimenti non hanno più chi parli per
loro. Ma si dà il caso che i valdesi —
antico movimento rigoristico evangelico, confluito in seguito nella Riforma protestante — siano vivi e indecisi tra l’essere indignati o divertiti per
queste affermazioni.
Per ciò che riguarda il giornale che
le ha ospitate prevale l’indignazione.
E’ certo che ognuno porta la responsabilità di quanto afferma. Ma quando l’autore di affermazioni balorde è
coperto da anonimato e il giornale che
le ospita le riferisce senza batter ciglio, la responsabilità dell’incultura
stinge sul giornale stesso. Nel Medioevo la propaganda deH’ortodossia cristiana occidentale che non ammetteva
alternative alimentò la superstizione popolare che identificava « valdesia » con
stregoneria e presentava i valdesi come adoratori di Satana. Che questo si
Studi nei testi del Medioevo è una
cosa. Che « Gente » si presti ad accreditare oggi queste fandonie è altra
cosa, piuttosto squallida.
Per ciò che riguarda le affermazimii
stesse prevale invece l’ilarità. Le basi
demonologiche della « chiesa di Satana » si rivelano cosi gracili che si è
tentati di suggerire qualche « origine »
più autorevole. L’esponente intervistato da « Gente » potrebbe per esempio
— con la stessa disinvolta pirateria —
richiamarsi al Cristo stesso. Non dicevano forse di lui che aveva un demonio e che faceva opere potenti perché in combutta con Belzebù (Luca
11: 15)?
Franco Giampiocoli,
pastore valdese
COMO — Con questo- tema per
un incontro-dibattito è stata
invitata la popolazione comasca
il giorno 28 febbraio nei locali
della scuola media Ugo Foscolo.
Promotori dell’iniziativa erano
l’Arci, la CGIL-scuola, la Chiesa
valdese, i Cristiani delle Comunità di base ed altre organizzazioni laiche presenti sul territorio.
Molto atteso il relatore sen.
Bassanini che ha disertato all’ultimo minuto per sopraggiunti
impedimenti, sostituito dallo
ispettore De’ Rosa, del direttivo
del CIDI. Ha rappresentato la
•Chiesa valdese il direttore didattico Franco Calvetti e i Cristiani
di base il milanese Beliavite. Numeroso il pubblico intervenuto
(circa 150 persone).
L’ispettore De Rosa ha evidenziato il sensibile scadimento, introdotto dairaccordo Poletti-Falcucci, della posizione di tolleranza 3 rispetto delle culture diverse che invece era alla base
dei programmi scolastici del ’69
e dell’85. La decisione arbitraria
di un ministro ha portato lo
scombussolamento nella scuola e
nelle famighe, rischiando di creare spaccature dannose. L’introduzione, inoltre, dell’insegnamento
religioso nella scuola materna,
oltre che discriminatorio per i
bambini, costituisce uno svilimento degli stessi concetti religiosi ed etici.
Franco Calvetti ha sottolineato l’attuale impossibile convivenza delle parole « libertà » e « religione », e lo ha dimostrato attraverso una attenta analisi dei
principi costituzionali disattesi
dai Concordati Craxi-Casaroli e
Poletti-Falcucci. Ha quindi evidenziato l’art. 9 della Legge 449
(Intesa valdese-metodista), pienamente coerente con la Costituzione e valido per i cittadini
di qualsiasi credo, che afferma
ATTIVITÀ’ CULTURALI Donne e violenza
Religione a scuola:
quale libertà di scelta?
essere l’insegnamento religioso
specifico della famiglia e della
Chiesa. Pertanto le chiese valdesi e metodiste hanno espresso
una posizione opposta a quella
del Concordato, che invece riconosce l’importanza della confessione cattolica e pone il suo insegnamento nel quadro delle finalità della scuola. L’accordo
Falcucci-Poletti è pertanto una
conseguenza diretta del Concordato e rappresenta una vittoria
del rinascente integralismo cattolico che sfrutta le debolezze
delle forze laiche.
Bella vite ritiene giusto che lo
Stato tratti il fatto religioso nella scuola, in quanto di per sé
rilevante, purché non lo si faccia in senso confessionale. In
Italia, per ignoranza delle forze
laiche di sinistra, si è sempre lasciata alla Chiesa cattolica la delega per la gestione delle questioni religiose. Ma la fede è im fatto di coscienza e di libertà e deve
pertanto essere trasmessa nelle
comunità dei credenti (senza
passare attraverso uno stipendio
statale) e soprattutto nelle famiglie che, invece, spesso si abbandonano a scelte empiriche
in materia di religione. Alle forze
laiche non resta, allo stato attuale delle cose, che la possibilità di
utilizzare l’ora alternativa come
strumento di cultura, informazio
ne ed espressione di pluralismo.
Le forze laiche si sono mosse in
ritardo e quindi possono solo
« giocare in difesa » dando un
contenuto aU’ora alternativa per
impedire che, per conformismo
o motivazioni pratiche, ancora
una volta si svuoti una possibilità concreta di scelta, che è espressione di libertà. In relazione ad affermazioni contenute in
quest’ultimo intervento, nel dibattito che è seguito alcuni hanno fortemente contestato l’istituzione di un’ora obbligatoria in
alternativa alla facoltatività dell’ora di religione.
Al termine dell’incontro i presenti sono stati invitati a sottc^
scrivere un documento che propone ai cittadini di non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica.
A. C. M.
Scelte e contenuti
BARI — Si è svolta nei locali
della Chiesa valdese in Corso
Vittorio Emanuele una conferenza della prof.ssa Silvana Nitti, dell’università di Napoli, sul
tema: Irsegnamerto della Religione a scuola: scelte e contenuti.
Erano presenti membri delle
chiese evangeliche (battisti, vaidesi, apostolici, pentecostali),
rappresentanti della consulta ecumenica, esponenti di forze politiche e laiche, operatori nella
scuola pubblica dalla materna
all’università.
L’oratrice ha esposto con incisività e ha puntualizzato quello
che è il pensiero di molti, in questo momento, nell’area evangelica e della sinistra in genere:
qual è il tipo di scuola che auspichiamo e per il quale lavoriamo; chi e che cosa minaccia
questa scuola, con le novità progettuali che stanno per avere attuazione. Si è soffermata, in particolare, sulle insidie di fondo
emergenti dagli stimoli dati alle famiglie e che provengono proprio dall’ala più avanzata del cattolicesimo militante, irriducibilmente confessionale anche nella
scuola. Non ha mancato di dare
indicazioni di linee operative per
la battaglia a favore della scuola
laica e democratica, configurata
nella Costituzione repubblicana,
in vista di risultati non solo auspicabili ma ancora possibili.
Numerosi sono stati gli interventi del pubblico — predisposti e qualificati — che hanno
puntualizzato taluni spunti e vivacizzato alcuni riferimenti.
G. V.
OMEGNA — Giuliana Gandolfo, pastore valdese, Alberta
Pasquero. femminista dellTT.D.I
e Frida Malan, della con.sulta re
gionale femminile: tre donne d
età, cultura ed esperienze di vi
ta diverse, per affrontare assie
me lo stesso tema « Ttonne e vio
lenza», scelto dal Centro evan
gelico d’incontro per il dibatti
to-tavola rotonda del 5 febbraio
scorso.
Può sembrare un po’ fazioso
che si siano scelte e preferite
tre relatrici donne per un pubblico invece ’misto’, ma in fondo non avrebbe potuto esser altrimenti visto che si trattava di
un argomento così specifico, così ’proprio’ alle donne ed a loro... riservato! La violenza attraversa tutta la storia delle
donne, dalle origini e tuttora ai
giorni nostri : spesso macroscopicamente evidente nelle sue manifestazioni più clamorose (lo
sfruttamento, gli stupri, la mercificazione della sessualità) ed
ancor più spesso subdola e quasi impalpabile nelle quotidiane
discriminazioni perduranti nella
cultura dominante.
Tutte e tre le relatrici, puntualmente critiche nei confronti di OKPi esercizio di potere e
sopraffazione da parte delle religioni, della società e della storia, delle quali hanno identificato sia gli errori che le potenzialità, hanno voluto lasciarci
concetti e parole di fiducia e di
speranza che ci incoraggino ad
affrontare questa difficile fase
storica in cui si passa dall’antica cultura del privilegio a quella più nuova fondata sui reali
valori di libertà e d’amore, valori di cui la donna si fa portatrice e stimolo allorché prende
coscienza della propria dignità
di persona. C. G.
4
4 vita delle chiese
21 marzo 1986
DOMENICA DELLE PALME
Comunità in festa
per le confermazioni
La fede è una ricerca che non si esaurisce nella confermazione o
nel battesimo ma prosegue ogni giorno nell'incontro con la Parola
Fra qualche giorno, in tutte
le nostre chiese si assisterà ad
un evento che non può che procurare serenità e gioia nell’ambito della famiglia di coloro che
credono nella Parola di Dio:
nuovi membri entreranno a far
parte della comunità del Dio vivente, nuove forze si aggiungeranno a quelle già presenti per
continuare insieme il difficile
cammino verso il Regno di Dio.
Il loro battesimo o la confermazione non sono soltanto il felice
coronamento di un corso di studio catechetico, ma sono segno
di una libera confessione della
propria fede e accettazione responsabile di un impegno nell’inserimento attivo nella comunità e nella testimonianza che
essa rende al mondo. Questa loro scelta non è soltanto la certezza per noi che il legame tra
la ’vecchia’ e la nuova generazione rimane ancora in piedi, ma
soprattutto che ancora una volta si è rinnovata la grazia di
Dio che chiama uomini e donne
al suo servizio, a far parte della
sua comunità per condividere
l’annuncio della parola che salva e che crea vita in un mondo
in cui sembrano prevalere idoli
di morte.
Nelle . "Meste di ammissione
alla chiesa, diverse contenevano
espressioni di dubbi, di incertezze sulla propria fede e soprattutto sulla sicurezza di essere
dei validi e veraci testimoni della Parola di L 'o e di avere la forza per affrontare la grossa responsabilità che viene dal dover
essere portatori di una parola
non nostra. Dubbi, incertezze
comprensibili se agli interrogativi che esse pongono si affianca l’intenzione di una ricerca di
fede che vive del continuo confronto con l’Evangelo! Nessuno
di noi può dire, credo, di aver
definito una volta per tutte la
sua posizione di fronte a Dio ed
alla sua Parola; la nostra è sempre una testimonianza che vive
tra il ’già' dell’evento di Gesù
l’esempio e dell’amore fraterno
innanzitutto della propria famiglia (spesso presente solo il giorno della confermazione) e accanto il riconoscimento e il sostegno della comunità che non pretende soltanto (ciò che essa non
riesce a realizzare) ma che innanzitutto è capace di dare, di
fare in modo che i suoi nuovi
membri si sentano nella chiesa
come a casa propria, a loro agio,
senza aver paura di perdere in
un istante i frutti dello sforzo
che hanno fatto per entrarvi.
Cristo morto e risorto e il ’non
ancora’ che è il ritorno di Gesù
Cristo, tra il mondo in cui viviamo ed il Regno di Dio. In
questo cammino ci consola il
fatto che non siamo mai soli ma
che il Signore ci è sempre accanto, pronto ad ascoltare le
nostre preghiere e ad intervenire in caso di bisogno.
Un altro punto interessante
che emerge dalle domande di
ammissione alla chiesa dei confermandi è la speranza di poter
trovare nella comunità in cui
saranno inseriti amore, comprensione e sostegno. E’ questo
un punto da non sottovalutare,
credo, ma che invita tutti quanti ad una profonda riflessione
su ciò che le nostre comunità
dovrebbero essere e spesso non
sono. La consapevolezza necessaria per assumere le responsabilità conseguenti ad una cosciente professione di fede non
può essere solo raggiunta da
una buona preparazione biblicocatechetica, ma ha bisogno del
A tutti coloro che stanno per
promettere al Signore il loro impegno di fedeltà e di testimonianza alla sua Parola all’interno ma soprattutto all’esterno
della comunità in cui saranno
inseriti, rivolgiamo l’augurio di
trovare non solo in questo giorno, ma in tutta la loro vita, l’aiuto, la comprensione ed il sostegno necessari affinché essi si
sentano pienamente riconosciuti
come parte integrante della comunità dei credenti.
Vito Gardiol
GIORNATA DEI CATECUMENI
Sai com'è organizzata
la Chiesa valdese?
Domenica 16 marzo un centinaio di giovani catecumeni confermandi del 1“ Distretto si sono
dati appuntamento a Frali per il
tradizionale incontro che segna
per loro la conclusione dei corsi
di catechismo. Provenienti da
quasi tutte le chiese delle Valli i
giovani hanno partecipato al culto con la comunità di Frali e alcuni di loro hanno presieduto
la liturgia mentre la predicazione è stata tenuta dal past. Erika
Tomassone. L'incontro è proseguito ad Agape dove, dopo un
primo momento di conoscenza
reciproca e di informazione sul
centro, i catechisti hanno anima
to una discussione sui vari aspetti della vita e della attività della
chiesa valdese. Il lavoro a gruppi
e poi in assemblea plenaria ha
messo in luce una certa disinformazione dei giovani sulle problematiche che la chiesa affronta
in questi tempi e, come ovvio,
una visione settoriale e superhciale della vita ecclesiastica. Alcuni giovani, ammettendo la loro
difficoltà a capire... tutto, hanno
dimostrato un serio desiderio di
approfondimento; è stafa una
nota di speranza in una giornata
un po’ grigia.
F. T.
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Divisi sul contributo dello Stato
SAN GERMANO — Come
porsi di fronte alla possibilità
che viene offerta alla nostra
Chiesa di ricevere un finanziamento da parte dello Stato? Come rispondere all’invito del Sinodo che sollecita un parere da
parte delle comunità locali? Questi gli argomenti affrontati dall’Assemblea di Chiesa di San
Germano, il 2 marzo. Diciamo
subito che l’Assemblea, dopo un
ricco dibattito, non ha preso
una posizione. O meglio, se ci è
consentita l’espressione, ha deciso di non decidere e di approfondire i temi in discussione,
tentando di maturare una presa di posizione comune, di non
arrivare ad una spaccatura su
una decisione cosi importante.
L’argomento era già , stato
trattato nelle riunioni quartierali e nell’Assemblea si sono
avuti quindici interventi nei dibattito, sette contrari ad ogni
intervento dello Stato, otto favorevoli alle aperture proposte
dall’ordine del giorno sinodale.
I « no », nel rimandare al contenuto delle intese, mettono in
guardia contro ia tentazione di
legarsi allo Stato attraverso il
denaro e sostengono la necessità (e la possibilità) dell’autofinanziamento. I « sì » basano le
loro affermazioni sul fatto che
già da alcuni anni vi è un rapporto economico ( diretto o indiretto) con lo Stato e che la
nostra « politica » in questo campo è cambiata, anche se non ne
abbiamo mai preso atto ufficialmente. Quello dell’otto per mille, dice il «partito del sì», potrebbe essere un campo di testimonianza nuovo che si apre di
fronte a noi.
Al termine del dibattito, l’Assemblea ha deciso di proseguire lo studio dell’argomento,
chiamando degli esperti e chiedendo al Sinodo di non aver
fretta a chiudere un argomento
così serio ed impegnativo.
• In queste settimane abbiamo salutato un fratello ed una
sorella che ci hanno lasciato :
Bartolomeo Bouvier e Nella
Cougn ved. Rostan, di Milano.
Alle famiglie colpite dal lutto
noi esprimiamo qui la nostra
simpatia e la testimonianza della speranza cristiana.
• Domenica 16 marzo, nel culto, che è stato tenuto da alcuni
giovani di S. Germano appartenenti alla PGEI, è stata presentata una riflessione sul tema
del peccato. Nella nostra situazione, in cui si tenta un rilancio del lavoro giovanile, questo
culto si presenta come un’opportunità, una realtà da vivere
fino in fondo.
• Nel tempo di Pasqua le occasioni di incontro saranno le
seguenti :
Domenica delle Palme, ore 10:
culto, nel corso del quale faranno la confessione di fede i
seguenti catecumeni : Walter
Biancìotto, Nadia Blanc, Nives
Bouchard, Anna Grill, Luca
Long, Diego Pagelto, Marina
Plavan, Enrica Travers e Davide Zanghi.
Giovedì santo, ore 20.30; culto condotto da tutte le attività
della Chiesa.
Venerdì santo, ore 20.30: culto con S. Cena.
Pasqua, ore 10; culto con S.
Cena. La predicazione sarà tenuta dal prof. Bruno Corsani,
della Facoltà Valdese di Teologia.
Confermazioni
LUSERNA SAN GIOVANNI
— I catecumeni: Giancarlo Artus, Fulvio Bertin, Marco Bonnet, Walter Bonnet, Nathalie
Borno, Ernesto Bourne, Donatella Caflarel, Emanuele Cassina, Denise Chiavia, Mara Coisson, Cristina Favout, Roberta
Giusiano, Patrik Losano, Mario
Malan, Mara Martinat, Antonella Mlegge, Mourielle Monnet,
Andrea Pegone, Fulvio Peretti,
Rossana Peyrot, Cristina Rivoira, Danilo Rivoira, Luciana Roman e Claudia ’Poum faranno
domenica prossima la loro pubblica confessione di fede, circondati e sostenuti dall’affetto e
dalla preghiera della comunità.
Questi giovani hanno avuto la
settimana scorsa un fraterno incontro con. i membri del concistoro ed hanno chiesto di entrare a far parte della Chiesa
dopo una rifiessione sul significato della confessione della propria fede che non si ferma alle
parole ma diventa ogni giorno
operante, che va vissuta e testimoniata al servizio del prossimo e della Chiesa.
Chiediamo al Signore di benedire questi giovani e di aiutarli ad essere sempre consapevoli della grazia che in Cristo
Gesù hanno ricevuto e della responsabilità che essi si ^umono con la loro confermàzione.
TORRE PELLICE — Hanno
fatto domanda al Concistoro
per essere ammessi in chiesa
mediante la confermazione o il
battesimo i seguenti giovani :
Alessandra Avondetto, Enrica
Battaglia, Lorella Benech, Nadia Bertin, Fabrizio Bertot, Loredana Bifulco, Stefano Boaglio, Roberto Bomo, Gianluca
Castagno, Paola Cavaliere, Doris Costantino, Bruna Cougn,
Sonia Del Giorno, Tiziana Fea,
Andrea e Nicola Frache, Federica Gay, Luca Gaydou, Barbara Glionna, Stefano Gnone, Patrizia Ivol, Cristina .Tanavel, Luciano Kovacs, Simonetta Longo, Gabriella Malan, Mario Ratsimba, Mauro Ributta, Caterina
Ricca, Valter Rivoira; Alessandra Rocca, Sandra Rostagnol,
Iris Rostan, Claudio Saragosi,
Luca Simond, Andrea Travers.
Alcune famiglie hanno organizzato per domenica 23 un
pranzo in comune alla Foresteria e, nel pomeriggio, un incontro fraterno a cui tutti sono invitati.
• L’Unione Femminile, dopo
aver ospitato per una giornata
fraterna, mercoledì 12, alcuni
ospiti dell’Asilo di San Germano, prosegue la sua attività di
incontri con una visita, sabato
22, a Villa Olanda.
• La comunità esprime la sua
simpatia fraterna alle famiglie
in lutto per la scomparsa di Fiorina Boulard, Umberto Bert,
Giovanni Jourdan e Elena Albarin ved. Cesan.
BOBBIO PELLICE — Domenica 23 marzo saranno amnaessi nella comunità 10 ragazzi e
ragazze nel corso del culto di
confermazione ; ecco i loro _ nomi ; Mara Baridon, Gabriella
Bellini, Aurélio Bonjour, Katia
Catalin, Nives Fenoglio, Sonia
Fontana, Daniela Gönnet, Walter Gönnet,' Monica MichelinSalomon, Fabrizio Negrin; indichiamo questi ragazzi e ragazze alle preghiere di intercessione di tutta la chiesa.
Nel pomeriggio i confermErti e
le loro madri saranno ospitati
dall’Unione femminile per passare il pomeriggio insieme attorno ad una tazza di tè.
• Domenica 30 marzo, Pasqua,
il culto sarà anticipato alle ore
10 e vedrà la partecipazione della corale di Bobbio-Villar diretta da Franco Taglierò.
Verso ia Pasqua
FERRERÒ - MANIGLIA — Il
calendario dei culti del periodo
pasquale è il seguente: 23 mar
zo, domenica delle palme: con
fermazioni, culto unico a Per
rero alle ore 10 ; 28 marzo, ve
nerdì: culto a Perrero alle 20.30;
30 marzo, domenica di Pasqua:
culto ore 9 a Maniglia, culto ore
10.30 a Perrero, entrambi con
S. Cena.
Durante il culto della domenica delle palme confermeranno il loro battesimo; Gretel Gelato, Luca Genre, Laura Ghigo,
Ornella Pascal, Roberto Peyrot.
I ragazzi della scuola domenicale parteciperanno alle riunioni quartierali del Bessé, il 20
marzo alle 19.30, e a Perrero, il
26 alle ore 20.30. Il 10 aprile si
recheranno al Forengo, ore 19.30.
La scuola domenicale e l’unione
femminile riceveranno la visita
di alcuni ospiti dell’Asilo di San
Germano il 1° aprile. Si raccomanda l’assemblea di Chiesa del
6 aprile sul tema della defiscalizzazione e dello 0,8%.
MASSELLO — Il calendario
dei culti del periodo pasquale;
23 marzo, domenica delle palme: culto alle ore 11; 28 marzo, venerdì; culto alle ore 11,
confermazione di Marisa Barai;
30 marzo, Pasqua: culto alle ore
11, con S. Cena.
Il 31 marzo, giorno di pasquetta, si ripeterà l’esperienza del
pranzo comunitario, già fatta in occasione del 17 febbraio.
L’iniziativa, moito informale, richiede comunque • un minimo di
organizzazione, per cui è necessario prenotarsi presso il pastore o la sorella Erminia Tron
del Reynaud, alcuni giorni prima. Dopo il,;pranzo, alle 14.30,
ci sarà una riunione per organizzare le iniziative a favore delle scuolette. Tutti sono invitati!
• E’ mancato recentemente il
fratello Enrico Micci, del Roberso ; ai familiari nel lutto va
la solidarietà della comunità.
.INGROGNA — Sabato 22 alle ore 17.30 i cinque confermandi della nostra comunità s’incontrano al Presbiterio; alle 20.30
incontrano il Concistoro che si
riunisce per la seduta ordinaria.
Anche quest’anno le confermazioni o i battesimi avverranno
la domenica di Pasqua conte
stualmente alla celebrazione della Santa Cena.
SAN SECONDO — Questo è
l’orario dei culti del periodo
pasquale :
23 marzo - Domenica delle Palme ; culto con confermazioni,
ore 10.30.
27 marzo - Giovedì Santo : culto con S. Cena, ore 20.30.
28 marzo - Venerdì Santo :
culto ore 10.30.
30 marzo - Pasqua : culto ore
10.30 con Santa Cena.
Il coro canterà ai culti della
domenica delle Palme e Pasqua.
5
w
21 marzo 1986
vita delle chiese 5
6 APRILE: DOMENICA DELLA FACOLTA’ DI TEOLOGIA
SETTIMANA SANTA
Le chiese e la Facoltà Pellegrinaggio
Le comunità non devono ’’abbandonare” gli studenti ■— Se si vogliono
più pastori è necessario un maggior impegno, anche economico
Pensando alla Domenica della
Facoltà, che le nostre chiese sono invitate ad organizzare il 6
aprile (o in una delle domeniche
successive) mi è venuto in mente
il racconto di quella chiesa che
aveva organizzato una riunione
di preghiera per chiedere a Dio
di mandare un po’ di pioggia
dopo molti mesi di siccità. Ma,
partendo di casa per la riunione,
nessuno aveva pensato di prendere con sé un ombrello. Solo
un ragazzino l’aveva preso, dimostrando ancora una volta ohe
nei piccoli ci può essere più genuina fiducia in Dio, nella sua
potenza e nella sua bontà, che
in tanti adulti forse incalliti dalle prove della vita.
Le chiese dunque organizzeranno la Domenica della Facoltà,
forse pregheranno perché nascano nuove vocazioni, e dopo?
Qualche volta sorge il timore
che i giovani, stimolati da ciò
che sentono dire nella Domenica
della Facoltà, siano poi abbandonati a se stessi.
E’ vero che si trasferiscono a
Roma, ma generalmente non si
iscrivono alle comunità della capitale: vanno via per Natale, per
Pasqua, poi tutta l’estate, così
per quattro anni frequentano i
culti (ma spesso sono anche altrove per convegni giovanili o sostituzioni domenicali, o esperienze liturgiche ed ecumeniche promosse dalla Facoltà), così non si
inseriscono, salvo eccezioni, nel
tessuto delle chiese romane: la
loro chiesa è sempre quella di
provenienza, e questa dovrebbe
continuare a seguirli, ad alimen
tare la loro vocazione anche nei
momenti di crisi, a far loro sentire il calore dell’interesse per il
loro oggi ed il loro domani.
Un’altra cosa, completamente
diversa: ohe occorrano nuove vocazioni, che siano desiderabili più
pastori, nessuno ne dubita, anche perché le occasioni di servizio e di testimonianza sono sempre più numerose e varie. Ma le
chiese che pregheranno perché
« il Signore invii degli operai nella sua messe » (Luca 10: 2) faranno anche i gesti corrispondenti a questa preghiera? Per
esempio, aumentare le contribuzioni perché il numero di posti
pastorali in più possa essere finanziato? Oppure penseranno
ohe un numero maggiore di pastori può continuare a vivere
spartendosi la medesima torta
di adesso?
Un discorso analogo potrebbe
essere fatto per la Facoltà: se si
prega con convinzione per un
maggior numero di “operai", bisogna anche predisporre con la
stessa convinzione gli strumenti
per prepararli. Un grande passo
è stato fatto due anni fa, con
l’aggiunta di un quinto professore che dedica tutto il suo tempo
allo studio e aH’insegnamento dei
più efficaci metodi di cura pastorale e di comunicazione del messaggio, un campo di ricerca vastissimo, in cui rischiamo di
muoverci da dilettanti rispetto
aH’efficienza di cui danno prova,
per esempio, le agenzie di pubblicità. Ma molto rimane ancora
da fare, per esempio perché gli
studenti possano approfittare
del Sindaco
MILANO —- Domenica 23 febbraio la chiesa metodista ha ricevuto la visita del Sindaco di
Milano, Carlo Tognoli. A nome
della comunità il presidente del
Consiglio di chiesa e i pastori
gli hanno dato il benvenuto e si
sono intrattenuti con lui in una
lunga conversazione nel corso
della quale sono stati affrontati
diversi argomenti sia legati alla
presenza della nostra chiesa nel
quartiere, sia alla presenza dei
protestanti a Milano.
Il pastore Benecchi ha innanzitutto posto all’attenzione del
Sindaco i problemi legati alla
totale mancanza nel quartiere
di iniziative utili alla vita sociale dei giovani: non si è trattato
solo di esporre il problema, ma
sono anche state fatte delle proposte. Si è infatti consegnato al
Sindaco un progetto di ristrutturazione ed utilizzo di un’area
comunale presente nel quartiere.
In forma molto cordiale Tognoli si è poi mostrato particolarmente interessato al contributo delle chiese protestanti nel
tessuto culturale della città. In
particolare affrontando la questione dell’ora di religione, si è
mostrato consapevole del peso
che il protestantesimo ha avuto
nella configurazione del mondo
moderno dal punto di vista storico-filosofico e da quello della
formazione della coscienza civile democratica. Ha quindi auspicato che il contributo degli
evangelici non venga a mancare
nella scuola pubblica. In chiusura il presidente del Consiglio
di chiesa gli ha fatto -omaggio
di un volume della Bibbia TILC
e del recente libro « Protestanti
perché», edito dalla Claudiana.
Un grosso dovere
BORGIO VEREZZI — Presso la Casa Valdese - Centro Evangelico si è tenuta una conferenza pubblica sul tema « Religione e scuola » la sera del 17
febbraio.
Dopo il singolare falò sulla
spiaggia, e malgrado l’inclemenza del tempo, si è registrata una
presenza di autorità civili, insegnanti e presidi, cattolici del
luogo e naturalmente evangelici
.del savonese. Ampio l’intervento
•tìell’Avv. Stefano Carrara, laico,
indipendente di sinistra, che ha
introdotto la serata, seguito dal
l’intervento del pastore Franco
Giampiccoli. Diversi sono stati
gli interventi e domande da parte del pubblico, che ha prolun
gato la serata fino a tarda ora
Da segnalare fra gli altri Fin
tervento del pretore di Finale
Ligure, cattolico, anche se «non
troppo osservante» il quale ha
detto fra l’altro che : « I Valdesi
in Italia hanno un grosso dovere : quello di far conoscere il
loro pensiero al mondo cattolico. La Chiesa Cattolica, dal vertice alla base — ha sottolineato
ha urgente bisogno dì ascoltare la vostra voce, più fedelmente cristiana ».
Dal IV Circuito
IVREA — Lunedì 3 marzo il
Consiglio del IV Circuito si è
pacifista in Sicilia
pienamente dei loro professori:
adesso una bella fetta del tempo
dei professori è sottratta alla loro vocazione specifica da incombenze materiali, di tipo amministrativo, che non possono essere
-affidate ad altro personale per
mancanza di denaro. La « mano
d’opera pastorale » è sempre
quella che costa meno, anche
quando si tratta di spedire circolari, rispondere a richieste di informazioni o di certificati, archiviare corrispondenza e documenti e così via.
Pregare seriamente per più vocazioni significa anche impegnarsi seriamente perché trovino una
scuola di preparazione adeguata
ed efficiente.
Infine, pregare per vocazioni ,
significa soprattutto vivere la
propria esistenza di credenti e di
comunità come una vocazione di
testimonianza 'e di -servizio. Altrimenti si presentano due pericoli:
1. Che la vocazione si trasformi in una delega delle comunità
ai giovani e ai pastori, presenti
e futuri: oltre a non essere biblico, questo urta profondamente i giovani stessi. Il ministero
serve a coordinare e a fortificare nella fede la testimonianza
della chiesa, non a sostituirla.
2. Che aumenti sempre più lo
scollamento fra chiese e pastori.
Preghiamo dunque, nella Domenica della Facoltà, per più vocazioni, ma anche per più vocazione delle chiese e dei loro
membri, in tutti i campi ai quali ho accennato qui sopra.
Bruno Corsani
Avrà luogo nella settimana di
Pasqua ; lo slogan è : « Osare la
pace per fede». Si tratta di un
«pellegrinaggio nella Sicilia militarizzata », che attraverserà l’isola da Palermo a Comiso. I
promotori sono un gruppo di
cristiani, cattolici ed evangelici,
che intendono con quest’iniziativa testimoniare la loro fede
anche di fronte ai preparativi
di guerra in corso nell’area mediterranea.
E’ significativa anche la forma dell’iniziativa: il pellegrinaggio, infatti — scrivono gli organizzatori in un comunicato-stampa — «significa camminare tra
la gente e con la gente, incontrare e ascoltare diverse comunità per apprendere da esse la
realtà di ’non-pace’ del loro territorio e infine dare una pubblica testimonianza di fede in
Cristo risorto sorgente della
speranza e della pace ».
Le tappe previste sono le seguenti; domenica 23 marzo, testimonianze e incontro a Palermo nel quartiere Brancaccio; lunedì 24 marzo, cammino fino a
Villabate, incontri e preghiera;
martedì 25 marzo. Mistretta, incontri in questo paese che si trova al centro del poligono di tiro
delle Madonie; mercoledì 26
marzo, momento di preghiera
presso la base NATO di Sigo
neUa, assemblea presso la parrocchia dei SS. Pietro e Paolo
a Catania; giovedì 27 marzo,
smta di preghiera al porto militare di Augusta, preghiera e
partecipazione alla liturgia del
giovedì santo alla chiesa di Bosco Mìnniti; venerdì 28 marzo,
pubblica testimonianza nella
piazza di Comiso; poi momento
di preghiera di fronte alla base
missilistica, digiuno, colletta, testimonianze, messaggi, canti per
la pace.
Un piccolo gruppo di pellegrini percorrerà l’intero itinerario,
mentre altri si uniranno a loro
solo per qualche tappa; il «momento forte » dell’iniziativa dovrebbe per altro essere l’incontro con le comunità cristiane
delle varie località toccate dal
pellegrinaggio : in queste occasioni i promotori cercheranno
di « avere incontri e scambi di
informazioni e di esperienze con
tutto il ’popolo della pace’, per
ricevere e dare nuovo slancio e
incoraggiamento ».
Per informazioni e adesioni ci
si può rivolgere a: .Saro Digrandi, via Stesicoro 5, 97100 Ragusa (tei. 0932/24846), oppure a
Bruno Oabrielli, CEDIP, via
Cantarella 6, 95125 Catania (tei.
095/446885).
P. F.
GIORNATA DI PREGHIERA DELLA DONNA
; : *“ ^ ^ I
Scegli la vita
CORRISPONDENZE
riunito ad Ivrea a distanza di
tre mesi dal precedente. Ha esaminato la situazione del campo
di lavoro a seguito deU’ìncontro
della Sovrintendente con la Tavola (Torre Pellice 22 febbraio).
Poi ha ripreso i deliberati dell’ultima assemblea (Torino ottobre 1985) definendone i dettagli:
sabato 12 aprile a Torino pastori e predicatori esamineranno il
testo Esegesi di Bruno Corsani;
sabato 10 maggio a Susa (sede
da confermare) assemblea di
Circuito che avrà in agenda anche la elezione del nuovo Consiglio.
Sono inoltre stati richiamati i
mandati sinodali ’85; la tossicodipendenza; l’urente questione
che va sotto la sigla globale ma
incompleta di 8 per mille, su cui
le nostre chiese di tutta Italia
dovranno esprimersi in Sinodo;
,e l’apartheid, che in data 11
febbraio ha visto costituire a
Torino un Comitato Piemontese Antiapartheid dove sono presenti la locale chiesa valdese ed
organismi laici e politici.
La Sovrintendente parteciperà
a Milano il 24 maggio alla riunione tra Commissione Distrettuale e i Circuiti della zona.
« Non si può non scegliere,
non si può essere neutrali o qualunquisti; scegli la vita, non avere incertezze ». Con questo messaggio, Lidia Giorgi, pastore battista di Marghera, ha concluso
il suo sermone al culto della
Giornata Mondiale di Preghiera
della Donna che ha visto riunite, domenica 2 marzo, nella Chiesa Metodista di Bologna sorelle
venute da Ferrara e da Parma
e le sorelle e la comunità bolognese. Purtroppo a causa della
abbondante nevicata del giorno
prima erano assenti altre sorelle dell’Emilia Romagna.
Il tema pnof>ostoci dalle donne dell’Australia, « scegli la vita », è stato ripreso- nel pomeriggio, dopo un’agape nei locali
della chiesa metodista, con l’animazione del past. Yann Redalié. L’animazione biblica, cosa
nuova per molte, ha coinvolto e
entusiasmato tutte le partecipanti. Nella prima fase i gruppi hanno dovuto scegliere fotografie che illustrassero il tema
« scegli la vita ». Diversi sono
stati i messaggi e le problematiche scaturite; un gruppo si è
chiesto: l’imperativo « scegli la
vita » è solo una questione di
volontà o spesso non si ha la
possibilità di scelta perché prima di poter scegliere vanno risolti problemi sociali, politici e
razziali? Ci si è chiesto per esem
Commissione Esecutiva e Dipartimento Diaconale del il Distretto organizzano in via Porro Lambertenghi.ùiiano, un convegno sulla
Pastorale degli anziani
SABATO 5 APRILE, ore 10-17
Contribuiranno alla discussione interventi di Alberto Taccia, presidente CIOV (Introduzione), Alfredo Berlendis, Venezia (La responsabilità
della Chiesa nei confronti degli anziani), Livio Gobello, direttore Asilo
Luserna S. Giovanni (Assistenza istituzionalizzata), Elena Vigliano, diacono a Torino (Assistenza non istituzionalizzata).
. Sono caldamente invitati membri di Consigli di chiesa e quanti sono
interessati all'attività diaconale.
Per fini logistici preavvisare Roberta Peyrot, 02/6180826.
pio se bambini che sono sempre
vissuti in mezzo alla guerra, alla fame e alla discriminazione
razziale hanno la possibilità di
scegliere. Un altro gruppo si è
domandato che cosa si intenda
per vita, perché a volte ciò che
ci sembra vita, cioè benessere,
in realtà non lo è, mentre una
vita « povera », secondo il metro
dei paesi industrializzati, può
essere una vita vera, cioè una
vita di impegno e di fede. Altra
immagine ohe è stata proposta
è stata quella delle radici, cioè
della continuità della vita; è stato messo in rilievo che nella vita siamo sempre preceduti e che
l’uomo non è la fonte di se stesso ma che ha avuto la vita da
Dio; l’uomo per vivere ha bisogno di essere riconciliato con
le sue radici e quindi con Dio.
In una seconda fase è stato
esaminato il testo di Marco cap.
9 (14-29) dove si parla della guarigione di un fanciullo epilettico. Ogni gruppo ha poi immaginato e presentato quella che,
•nel giorno successivo alla guarigione, poteva essere stata la
reazione dei diversi personaggi.
E’ stato, fra l’altro, messo in risalto che il credente deve riconoscere di essere forte della propria debolezza, di essere cioè
come il padre del fanciullo epilettico che confessa la propria
fede e nello stesso tempo la propria incredulità (debolezza) tanto che chiede a Gesù di vincerla, e che .solo rivolgendo.si a Dio
in preghiera egli può veder esaudite le sue richieste.
La preghiera è un dialogo con
Dio, ed è stato appunto il dialogo tra Gesù ed il padre del
racconto che ha cambiato la situazione, che ha fatto sì che si
passasse da una vita-morte ad
una vita-vita.
L’augurio con cui tutte sono
tornate a casa è stato quello di
saper scegliere una vita-vita e di
adoperarsi perché tutti abbiano
la possibilità di fare altrettanto.
Maria Grazia Palazzino
6
6 prospettive bìbliche
21 marzo 1986
ALL’ASCOLTO DELLA PAROLA
Dio soltanto risuscita
La risurrezione di Lazzaro - 2
GIOVANNI 11: 1-54
Nessun commento: Lazzaro esce
dal sepolcro, viene liberato
dalle bende e lasciato andare. Non segue nessun commento, né delle sorelle, né dei discepoli, né dei presenti. E' come se la
risurrezione togliesse la parola, togliesse il respiro.
Non parole, adorazione,
in silenzio
E in effetti è così: la risurrezione
non produce parole, produce adorazione. E l'adorazione avviene in silenzio. E' difficile, per non dire impossibile, parlare della risurrezione,
perché è lei che parla, è lei che ci
parla, noi non dobbiamo parlare ma
ascoltare. O la risurrezione ci parla,
e allora le nostre parole diventano
superflue; oppure non ci parla, e allora le nostre parole risultano inutili. Abbiamo detto che la risurrezione è un fatto, non un discorso.
Ebbene, il fatto è il discorso. E’ il
fatto che deve parlare, non noi. Il
linguaggio dei fatti, benché sia il più
eloquente, è anche il più silenzioso
di tutti i linguaggi. I fatti non hanno bisogno di parole per parlare,
perché sono loro la parola.
Qualcuno dirà: « risurrezione » è
anche una parola. Sì, ma non è una
parola nostra, è una parola di Dio,
vorrei quasi dire che è Vequivalente
della parola « Dio ». E' l'unica parola della Bibbia che non appartiene
al nostro mondo, alla sfera della
nostra esperienza che è tutta situata al di qua della frontiera della
morte.
Proprietà assoluta e
riservata di Dio
Le altre parole della Bibbia — anche le più grandi — possiamo adoperarle: patto, libertà, speranza,
amore, giudizio, perdono, riconciliazione, riscatto, verità, promessa, grazia, e tutte le altre parole che sono
anche nostre, fanno anche parte della nostra esperienza umana, descrivono realtà di cui è anche intessuta
la nostra esistenza terrena. Ma «risurrezione » no. Essa è soltanto di
Dio. Soltanto Dio risuscita. Noi possiamo dare la vita ma non risuscitarla. Possiamo dare la vita che non
c è ancora, non possiamo ridare la
vita che non c'è più. Possiamo creare i vivi, ma non ricreare i morti.
E per questo che non la possiamo
né spiegare né commentare né illustrare: la possiamo solo ascoltare e
— dopo averla a lungo ascoltata e
meditata — ripeterla o forse balbettarla.
La fede, una specie
di risurrezione?
c’è anche chi dice: ma la risurrezione materiale di Lazzaro non è poi
così importante. E' soltanto una
specie di illustrazione visiva della
vera risurrezione, che è quella della
fede. Come Gesù stesso dice al capitolo 5: « Chi ascolta la mia parola e
crede a Colui che mi ha mandato,
ha la vita eterna; e non viene in giu
Continuiamo a pubblicare Io studio biblico, la intensa meditazione
che il prof. Paolo Ricca ha fatto, in una recente sessione del S.A.E., alla
Mandola, su questo momento centrale, vera cerniera fra le due parti del
quarto Evangelo; si è visto che la risurrezione appare come la più .spirituale ma anche la più materiale delle realtà. E proseguiamo.
a cura di GINO CONTE
dizio, ma è passato dalla morte alla
vita » (v. 24). E in questo stesso capitolo 11 : « Chi vive e crede in me,
non morrà mai » (v. 26). La fede in
Gesù è un passaggio dalla morte alla vita, una specie di risurrezione. Lo
stesso pensiero riferito all'amore si
trova nella I di Giovanni, dove è detto: « Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita perché
amiamo i fratelli » (3: 14). L'amore
è anch'esso un passaggio dalla morte alla vita, una specie di risurrezione. E allora c'è chi dice: risuscitare significa credere, risuscitare significa amare. E la risurrezione di
Lazzaro cosa diventa? Diventa un
esempio, una dimostrazione, il suo
valore è esemplificativo, strumentale. La risurrezione di Lazzaro sarebbe il mezzo di cui Gesù si serve per
farci capire che la vera risurrezione
è il passaggio dall'incredulità alla
fede e dall'odio all'amore. Chi crede, ha la vita eterna, chi ama è passato dalla morte alla vita.
Lazzaro non è uno
strumento: è un amico
Tutto questo è giusto, è anche
scritto nell’evangelo, ma per così
dire è solo giusto a metà. Per Gesù,
Lazzaro non è uno strumento, è un
amico. « Il nostro amico Lazzaro si
è addormentato; ma io vado a svegliarlo » (v. 11). Gesù risuscita Lazzaro perché lo ama, non per strumentalizzarlo. Chi ama non pensa
a strumentalizzare. Gesù risuscita
Lazzaro perché vuole che Lazzaro viva: questo è il motivo fondamentale. Certo, credere e amare sono una
specie di risurrezione — ma solo
una specie. La vera risurrezione è
proprio quella di Lazzaro. Quando
Gesù dice a Lazzaro, « gridando con
gran voce » (v. 43): vieni fuori! non
gli dice: vieni fuori da una vita sbagliata o da una vita giusta; vieni fuori da una vita di dubbio o di incredulità a una vita di fede; vieni fuori
da una vita di egoismo a una vita di
amore, e così via. Ma gli dice: vieni
fuori dalla morte alla vita.
Risurrezione propriamente non è
cambiare la vita in un altro tipo di
vita ma è cambiare la morte in vita.
Non è la stessa cosa. E' vero che anche il dubbio è una specie di morte,
come lo è Tincredulità, come lo è
l’egoismo, come lo è la menzogna.
Ma la grande differenza tra tutte
queste « morti » di tipo morale o
spirituale o .sociale e la morte vera,
la morte materiale, è che quest'ultima è irrevocabile, le altre non lo sono. Chi vive si può sempre convertire, chi è morto non si può convertire. E’ possibile uscire da un tipo
di vita ed entrare in un altro, ma
non è possibile uscire dalla morte.
Perciò, risuscitando Lazzaro, Gesù
non vuole solo dirci: voglio e posso
cambiare la tua vita, ma anche e anzitutto: voglio e posso cambiare la
tua morte.
Una lunga introduzione,
ma non a caso...
Tutto quello che abbiamo detto
sin qui è solo una introduzione al
fatto di cui dobbiamo parlare, anzi
al fatto che ci vuole parlare. Qualcuno si sarà già spazientito e penserà: perché la fai tanto lunga? Vieni al sodo! E’ vero che l’introduzione è lunga, ma forse non è casuale.
Guardate com'è costruito il racconto della risurrezione di Lazzaro:
non è altro che una lunga introduzione con il brevissimo epilogo che
narra il fatto della risurrezione; su
quarantaquattro versetti, quaranta
sono introduttivi e solo quattro raccontano la risurrezione. C'è chi ravvisa in questa costruzione una particolare tecnica letteraria dell'evangelista per drammatizzare l'episodio, far salire l'attesa e rendere tanto più efficace la risoluzione miracolosa. Tutto questo c'è. Ma forse
c'è anche dell'altro. La risurrezione
è questione di un attimo — un attimo divino — e tutto quello che precede ha senso come introduzione a
quell’attimo. Il ministero di Gesù, la
sua vita, la sua passione, la sua morte non sono altro che una lunga introduzione all'attimo della sua risurrezione all'alba del terzo giorno.
Così è nella nostra vita
La nostra stessa vita, lunga o breve che sia, non è altro che una lunga
introduzione all'attimo supremo della sua risurrezione. E tutta la faticosa storia umana, con i suoi pesi, il
suo immenso travaglio, i suoi ritardi e le sue contraddizioni, non è anch'essa altro che una lunga introduzione al momento in cui sarà trasfigurata nella risurrezione. C'è nella tradizione cristiana una parola
non cristiana che dice: « Memento
mori », « Ricordati che devi morire ». La parola cristiana, secondo
Giovanni 11, è quest'altra: Ricordati
che devi risuscitare. La vita cambia
se la si vive come preparazione alla
morte o come preparazione alla risurrezione. E non cambia solo la vita, cambia anche la morte. L'evangelo ci invita a vivere la nostra esistenza come una lunga introduzione
alla risurrezione. Ma ecco: come in
Giovanni 11 la introduzione è lunga
e l'epilogo è breve, così sarà il mio
commento: fatta la lunga introduzione, approderemo presto alla fine
Paolo Ricca
(continua)
DALLA RIVISTA PROTESTANTESIMO
Traduzione appiattita?
Anche la rivista Protestantesimo ‘ nel
suo primo numero dell’anno interviene
sulla nuova traduzione (TILC) diella Bibbia. L’articolo (con un titolo polemicamente significativo: « La traduzione confessionale della Bibbia ») è del professore
Vittorio Subilia che in una documentatissima rassegna tocca i punti nevralgici di
tutta la questione. Sarà difficile ora, nel
dibattito sulla traduzione TILC, ignorare
questo contributo di Subilia, il quale non
si limita a mettere in evidenza gli aspetti
scarsamente convincenti o altamente problematici della nuova traduzione, ma con
serena obiettività, ne sa cogliere non pochi aspetti positivi. Così scrive:
« Per es. l’espressione che nella Riveduta è mantenuta nella sua tipica voltura
ebraica: ’’non la conobbe finché ella non
ebbe partorito un figlio” (Mt. 1: 25) è resa con più aderente chiarezza così: ’’senza
che avessero avuto fin allora rapporti matrimoniali, Maria partorì il bambino”. Il
versetto di Mt. 5: 15 ’’non si accende una
lampada per metterla sotto il moggio”, è
reso ’’non si accende una lampada per
metterla sotto un secchio”; Le. 12: 37-38
’’egli si cingerà, li farà mettere a tavola e
passerà a servirli. E se giungerà alla seconda o alla terza vigilia...” è tradotto ’’egli
si metterà un grembiule, li farà sedere a
tavola e comincerà a servirli. E se il padrone tornerà a mezzanotte oppure alle
tre del mattino...”. Così la traduzione del
brano dì Mt. 6: 24-32 appare in veste fresca e affascinante, al punto da dare la
sensazione di una pagina piena della fiduciosa novità deH’Evangelo: ’’Nessuno può
servire a due padroni... Non potete servire Dio e i soldi [Riveduta: ’Mammona’]...
Chi di voi con tutte le sue preoccupazioni
può vivere un giorno di più di quel che è
stabilito?”. Anche molte espressioni che
l’apostolo Paolo rende in greco nel loro
significato ebraico sono concretizzate in
maniera più adatta alla nostra sensibilità.
Là dove la Riveduta dice con linguaggio
pesante e forse disorientante che Dio ha
’’mandato il suo proprio Figliuolo in carne simile a carne di peccato e a motivo
del peccato, ha condannato il peccato nella carne” (Rem. 8: 3), la TILC traduce:
’’Dio ha mandato suo Figlio in una condizione simile alla nostra di uomini peccatori e ha condannato il peccato” ».
Tuttavia, al di là di alcune felici intuizioni Subilia si dichiara contrario a tutta
l’operazione TILC che finisce in sostanza
per appiattire il testo originale sotto i
colpi di maglio del linguaggio popolare.
Sulla questione, molto dibattuta, della
scomparsa del termine tecnico-teologico
« giustificazione » daH’orizzonte TILC Subilia argomenta:
« Oggi si tende a qualificare la giustificazione come una questione soltanto individuale, quindi superata in una fase collettivistica quale quella che stiamo vivendo, ma una tale tesi può rischiare di cambiare nella sua sostanza ultima l’annuncio
di Cristo. E’ stato detto e ripetuto che oggi il termine giustificazione non può essere compreso nel suo contenuto biblico e
ha un senso diverso. Questa spiegazione
non è affatto convincente. Allora lo stesso
si potrebbe dire del termine peccato: bisognerebbe farlo scomparire dai testi biblici perché lo si usa in locuzioni banali,
come quando si dice: ’’peccato che òggi
piove”? Così bisognerebbe escludere dalla Bibbia il fondamentale termine biblico credere, dal momento che lo usiamo
in senso diverso nel contesto quotidiano:
"credo che domani i negozi siano aperti”
o ’’credo che sia uscito”? ».
In sostanza, così conclude Subilia (rinviamo i lettori al testo completo dell’articolo che appare insieme ad altri interessanti contributi di carattere teologico e
storico su vari argomenti): «Lo sforzo
di rendere linguisticamente afferrabile lo
’’scandalo” dell’Evangelo non deve esporsi al rischio di dissolvere la sostanza
stessa dell’Evangelo, rendendo questo
’’scandalo” conforme ai nostri schemi abituali ed evitando la necessità della rottura ». G. P.
' PROTESTANTESIMO. Rivista Trimestrale pubblicata sotto gli auspici della Facoltà Valdese di
Teologia. Direzione Via Pietro Cossa 42. 00193
Roma. Abb. 1986: 18.000; sostenitore 35.000. Versamenti su c.c.p. 14013007 intestato alla Libreria di
Cultura Religiosa. Piazza Cavour 32, 00193 Roma.
7
i
21 marzo 1986
obiettivo aperto 7
UN CONTRIBUTO AL DIBATTITO CHE STA IMPEGNANDO LE NOSTRE CHIESE
8 per mille: un invito alla saggezza
Il problema dell’eventuale estensione alle chiese valdesi e metodisle della normativa prevista per la Chiesa cattolica dalla legge
222/85 è all’ordine del giorno delle nostre chiese che lo stanno dibattendo alla luce delle indicazioni dell’ultimo Sinodo e con l’aiuto
del materiale illustrativo predisposto dalla Tavola valdese. Sul
(.¡ornale il tema è già emerso qua e là in interventi e lettere dei lettori. In questo scorcio dell’anno ecclesiastico (le chiese sono invitate a esprimersi entro il 31 maggio) intendiamo dare maggior respiro a questo dibattito. Iniziamo a farlo con un intervento di Aldo
Ribet che tocca in modo particolare il tasto delicato della nostra
aiaconia.
Aldo Ribet, magistrato oggi a riposo, è stato per diversi anni
presidente della Commissione per le discipline ed è membro della
Commissione per i rapporti con lo stato fin dai tempi della trattativa per l’Intesa.
Contrariamente a quanto qualcuno potrebbe credere, non è
esatto che, con le modifiche al
Concordato lateranense apportate con l’accordo 18.2.1984 tra
ì'Italia e la Santa Sede, alFattuale regime dei supplementi di
congrua, per il quale lo Stato
integra il reddito di alcuni beni
destinati al mantenimento del
clero addetto a determinati compiti (clero congruato) venga sostituita una normativa in base
alla quale lo Stato non provveda
più finanziariamente ai bisogni
della Chiesa cattolica italiana,
reggentesi d’ora in poi esclusivamente sui propri redditi e sulle
offerte dei fedeli.
Lo Stato italiano continua, con
strumenti diversi che entreranno in funzione a pieno ritmo a
decorrere dal 1989/90 — strumenti più moderni e modellati
in parte su sistemi di altri Stati
ove sono però innestati su diversi ordinamenti e tradizioni —
a far affluire nelle casse della
Cniesa cattolica danaro proveniente dal contribuente italiano-:
operando tra l’altro proprio sùll’IRPEF, cioè su quell’imposta
personale sui redditi che già grava sproporzionatamente sui lavoratori dipendenti.
La normativa
Con il primo strumento, previsw dall’art. 46 della legge n.
222 1985, recante « Disposizioni
sugli enti e beni ecclesiastici in
Italia e per il sostentamento del
clero cattolico in servizio delle
diocesi », si prevede la possibilità di apportare al reddito imponiaile la deduzione delle offerte
in danaro a favore deH’Istituto
centrale per il sostentamento
del clero della Chiesa cattolica
italiana sino alFammontare massimo di lire 2.000.000.
Con il secondo, previsto dagli
arti. 47. e 48 della legge citata,
si prevede che lo 0,8% del gettito IRPEP sia destinato in parte
a scopi di interesse sociale 6 di
carattere umanitario a diretta
gestione statale e da utilizzarsi
per interventi straordinari per
fame nel mondo, calamità naturali. assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali; in
parte a scopi di carattere religioso a diretta gestione della Chiesa cattolica e da utilizzarsi per
esigenze di culto della popolazione, sostentamento del clero,
interventi caritativi a favore della collettività nazionale o di
paesi del Terzo Mondo. La scelta della destinazione è rimessa
al contribuente che nei mod. 101
o 104 dovrà indicare quella prescelta.
L'art. 49 prevede, ad opera di
apposita commissione paritetica,
la revisione triennale dell’importo deducibile ai sensi delTart. 46
e della valutazione del gettito
della quota IRPEF di cui alTart.
47, ai fini di eventuali modifiche.
Dal quadro sommariamente
descritto è quindi chiaro che in
luogo di sovvenzioni determinate
e limitate rigorosamente a favore di soggetti ben individuati, si
ha un fiusso di danaro dallo Stato italiano alle casse della. Chiesa
cattolica italiana da utilizzarsi
per un ventaglio più ampio e meno controllabile di scopi.
La nuova normativa trova giustificazione nella considerazione
che incentivare liberalità (detrazione dall’imponibile) e indirizzare parte del gettito fiscale a
fini riconosciuti validi dal consenso della gran maggioranza del
popolo italiano, chiamando i cittadini ad essere, sia pure per
minima parte, corresponsabili in
tali destinazioni, costituisce tutto
sommato un passo- avanti nella
realizzazione di uno Stato moderno e nella responsabilizzazione dei cittadini.
Non intendo qui addentrarmi
nella valutazione di tali giustificazioni né se, ritenutele accettabili, le concrete norme della legge applichino correttamente i
principi cui si dice vorrebbero
richiamarsi.
L’interrogativo che si pone ora
alle nostre chiese è il seguente:
dobbiamo muoverci nel senso
che quanto disposto a favore,
con gli strumenti sopra delineati,
della Chiesa cattolica nel quadro delle modifiche concordatarie, venga in qualche mtodo esteso ’ anche a favore delle chiese
valdesi e metodiste, o, più ampiamente, di tutte le altre confessioni religiose esistenti sul territorio della Repubblica? Oppure orientarci in senso contrarioalla strada imboccata dal legislatore italiano?
Credo che si possa affermare
con buon fondamento che qualsiasi iniziativa volta a trasferire
a favore delle nostre chiese qualcosa di analogo a quanto disposto a favore della Chiesa cattolica avrebbe buona probabilità
di riuscita', sia pure in tempi
non brevi: e ciò sia per rm fenomeno tipico della società italiana, culturalmente cattolica, di
assumere i rapporti tra lo Stato
e la Chiesa cattolica come parametro ovvio per i rapporti con le
altre confessioni (fenomeno che
abbiamo cercato di contrastare
con i contenuti dell’intesa del
febbraio 1984), sia perché, ove
sovvenzioni per le esigenze religiose venissero introdotte a favore di tutte le confessioni, il
trattamento riservato alla Chiesa
cattolica non potrebbe più essere tacciato di privilegio. .
Linea di tendenza
Esaminando più da vicino la
defiscalizzazione, la stessa si legittima per le elargizioni a favore della Chiesa cattolica dal momento che — piaccia o non piaccia — per precedenti storici e per
rinserzi-one nella Costituzione dei
Patti lateranensi si può a mio
avviso dire che lo Stato italiano
ha assunto tra i propri fini istituzionali la sovvenzione finanziaria (parziale) a favore della
Chiesa cattolica italiana, mentre
non mi pare che abbia assunto
sino ad ora tra i propri fini istituzionali quello di erogare sovvenzioni alle altre confessioni religiose: personalmente, non tanto
quale valdese ma come fautore
forse nostalgico di uno stato laico, non vorrei incoraggiare lo
Stato italiano su tale strada. Di
qui la mia opinione al riguardo:
no a qualsiasi tipo di iniziativa
volta a far sì che possiamo de
trarre dall’imponibile le offerte
in danaro alla nostra chiesa
estendendo quanto ora previsto a
favore della Chiesa cattolica; no
anche a favorire una legislazione che nelTintrodurre nuove detrazioni all’imponibile inserisca
tra esse quelle relative ad istituzioni religiose.
Quanto allo 0,8% ed all’estensione a favore delle nostre chiese di analoga disposizione, si possono addurre per il no le stesse
ragioni precedentemente esposte.
L’atto 60 del Sinodo scorso ha
già espresso il proprio giudizio
negativo sulTassunzione da parte
dello Stato di oneri di mantenimento degli enti ecclesiastici e
dei ministri di culto e di sostegno
finanziario ai così detti bisogni
religiosi della popolazione. Tale
giudizio è nella linea che si è
andata manifestando, pur con
qualche incertezza, a partire
press’a poco dal termine dell’ultima guerra e che ha informato la rèvisione delle nostre discipline ecclesiastiche e la determinazione degli stessi contenuti
delTintesa valdo-metodista. Una
ricerca che tentasse di scoprire
nei precedenti periodi linee di
tendenza analoghe, potrebbe verosimilmente rinvenirne anche di
segno opposto, con oscillazioni
varie: basti ricordare il decreto
28 brumaio anno IX (19.11.1800)
con il quale il Governo repubblicano francese stabiliva la confisca di tutti i beni delle parrocchie cattoliche delle Valli destinandone le rendite allo stipendio
dei Pastori ed il successivo decreto imperiale del 13 agosto
1805 che prevedeva un vero e
proprio supplemento di congrua
di lire 184 che assicurasse ai 13
Pastori delle Valli le mille lire
annue! Non mi sento assolutamente di valutare negativamente
il fatto che nelle situazioni contingenti del tempo tale sistemazione sia stata accettata, ma mi
pare corretto attenerci, per il
problema che òggi si póne, alla
linea di tendenza che informa
oggi i nostri ordinamenti. I quali, ove si accedesse all’estensione,
sia pure limitatamente agli istituti ed opere, dovrebbero' certar
mente essere in alcune parti modiflcati. Ad esempio, Tart. 27 del
RO. 8 che prevede che le entrate
degli enti ecclesiastici, istituti
ed opere sono costituite da: a)
collette e contribuzioni raccolte
dalle chiese locali; b) doni e lasciti di singoli, di enti privati,
di chiese; c) rette e contributi
corrisposti per i servizi resi, dovrebbe inserire tra le entrate anche le sovvenzioni statali.
Tutto il capitolo III del RO. 8
dovrebbe essere rielaborato. Lo
stesso art. 5 della Disciplina generale, anche se non necessariamente da modificarsi, andrebbe
letto in chiave diversa da quella
nella quale molti ora ritengono
leggerlo. Certamente l’intesa andrebbe riveduta per integrarne
con i nuovi gli originari contenuti, che ne verrebbero però in
tal modo appannati.
L’immagine, diffusasi alTesterno, per la quale le nostre chiese
sono quelle che non vogliono soldi dallo Stato, per grossolana e
forse imprecisa che possa essere,
vale la pena che sia rafforzata
dalle nostre scelte e non resa
poco credibile: se è vero che
con l’intesa si è ritenuto tra l’al
tro di esemplificare un modo
possibile di regolare i rapporti
tra Stato e Chiesa diverso dai
moduli concordatari.
Vi è, ancora, un altro elemento
che mi rafforza nel mio no, che
può sembrare, lo ammetto, troppo radicale ed aprioristico: l'art.
20 della legge n. 449/1984 prevede
che ove in qualsiasi momento una delle parti ravvisasse l’opportunità di modifiche alTintesa, le
modifiche possono apportarsi
con la stipulazione di ima nuova
intesa, ma che comunque al termine del decimo anno dall’entrata in vigore della legge 449 le
parti sottoporranno a nuovo esame il contenuto delTintesa
stessa.
Non coltivo il mito della coerenza, della quale non faccio im
idolo, e ritengo anzi che il cambiare motivatamente Mea sia
segno di intelligenza: ma mi pare
che avviarsi in una direzione che
costituirebbe un mutamento di
tendenza a neppure due anni di
distanza dalla stipulazione delTintesa sarebbe sintomo di superficialità più che di saggezza.
Aspettiamo dunque con serenità
lo scadere del decimo anno, approfondendo nel frattempo i problemi e vigilando, riservandoci
decisioni diverse solo nel caso
in cui urgenti necessità lo impongano veramente.
Aldo Ribet
‘ Risulta pendente alla Camera dei
deputati la proposta di legge n. 2970
che prevede norme per il sostegno
(finanziario) degli enti ed associazioni
che perseguano finalità umanitarie,
scientifiche, culturali, religiose, politiche, sindacali ecc.
Dalla legge
222/1985
Art. 45
Le disposizioni vigenti in materia
di imposta comunale sull’incremento di valore degli immobili appartenenti ai benefici ecclesiastici si applicano agli immobili appartenenti agli Istituti per il sostentamento del
clero.
Art. 46
A decorrere dal periodo d’imposta 1989 le persone fisiche possono
dedurre dal proprio reddito complessivo le erogazioni liberali in denaro. fino aH’importo di lire due milioni, a favore dell'Istituto centrale
per il sostentamento del clero della Chiesa cattolica italiana.
Le relative modalità sono determinate con decreto del Ministro
delie finanze.
Art. 47
Le somme da corrispondere a far
tempo dal T gennaio 1987 e sino a
tutto il 1989 alla Conferenza episcopale italiana e al Fondo edifici di
culto in forza delle presenti norme
sono iscritte in appositi capitoli
dello stato di previsione del Ministero del tesoro, verso contestuale
soppressione del capitolo n. 4493 del
medesimo stato di previsione, dei
capitoli n. 2001, n. 2002, n. 2031 e
n. 2071 dello stato di previsione del
Ministero delTinterno, nonché del
capitolo n. 7871 dello stato di previsione del Ministero dei lavori pubblici.
A decorrere dall’anno finanziario
1990 una quota pari all’otto per
mille dell'Imposta sul reddito delle
persone fisiche, liquidata dctgli uffici
sulla base delle dichiarazioni annuali, è destinata, in parte, a scopi di
interesse sociale o di carattere umanitario a diretta gestione statale e,
in parte, a scopi di carattere religio
so a diretta gestione della Chiesa
cattolica.
Le destinazioni di cui al comma
precedente vengono stabilite sulla
base delle scelte espresse dai contribuenti in sede di dichiarazione annuale dei redditi. In caso di scelte
non espresse da parte dei contribuenti, la destinazione si stabilisce
in proporzione alle scelte espresse.
Per gii anni finanziari 1990, 1991 e
1992 lo Stato corrisponde, entro il
mese di marzo di ciascun anno, alla
Conferenza episcopale italiana, a titolo di anticipo e salvo conguaglio complessivo entro il mese di
giugno 1996, una somma pari al
contributo alla stessa corrisposto
nell'anno 1989, a norma dell'articolo 50.
A decorrere dall'anno finanziario
1993, lo Stato corrisponde annualmente, entro il mese di giugno, alla Conferenza episcopale italiana,
a titolo di anticipo e salvo conguaglio entro il mese di gennaio del
terzo periodo d'imposta successivo,
una somma calcolata suH'importo
liquidato dagli uffici sulla base del
le dichiarazioni annuali relative al
terzo periodo d’imposta precedente
con destinazione alla Chiesa cattolica.
Art. 48
Le quote di cui aH’articolo 47, secondo comma, sono utilizzate: dallo
Stato per interventi straordinari per
fame nel mondo, calamità naturali,
assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali; dalla Chiesa
cattolica per esigenze di culto della
popolazione, sostentamento del clero, interventi caritativi a favore della collettività nazionale o di Paesi
del Terzo Mondo.
Art. 49
Al termine di ogni triennio successivo al 1989, una apposita commissione paritetica, nominata dall'autorità governativa e dalla Conferenza episcopale italiana, procede
alla revisione dell'importo deducibile di cui all'articolo 46 e alia valutazione del gettito della quota Irpef
di cui aH'articolo 47, al. fine di
predisporre eventuali modifiche.
8
8 ecumenismo
21 marzo 1986
FERRARA
A 450 ANNI DALL’ADESIONE
Le chiese di fronte^alia; La Riforma a Ginevra
sfida del sottosviluppo
Il direttore di «Civiltà cattolica » e una rappresentante del Consiglio
Ecumenico confrontano le loro posizioni sullo squilibrio Nord - Sud
La federazione sindacale CGIL,
CISL, UIL deirEmilia Romagna,
col patrocinio del Comune di
Ferrara e l’adesione di varie istituzioni fra cui la Chiesa Evangelica, ha organizzato presso la locale Facoltà di Magistero un corso di formazione culturale per lavoratori e studenti, condotto da
docenti universitari ed esperti nei
vari campi di relazioni col terzo
mondo. Tema centrale; « Cooperazione internazionale coi Paesi
emergenti ». L’attuale atteggiamento delle Chiese cristiane ed
il loro impegno verso i paesi sottosviluppati è stato illustrato da
due esperti ad alto livello, venerdì 14 febbraio, durante un interessante incontro.
La penetrazione delle Chiese in
tutto il mondo ha portato anche
alla diffusione della mentalità occidentale, con i suoi valori positivi e negativi. L’attuale squilibrio socio-economico fra i paesi
sviluppati e quelli in via di sviluppo ha portato ad una situazione inaccettabile dinanzi alla
quale le Chiese cristiane non possono non prendere posizione. Così il prof. Mario Miegge ha introdotto l’argomento, nel presentare i due relatori, aggiungendo;
« Sono qui presenti Roma e Ginevra, dai cui portavoce possiamo
ascoltare l’orientamento cattolico e quello del Consiglio Mondiale delle Chiese». Per Roma il relatore è P. Giampaolo Salvini S.J.,
economista e giornalista, con
grande esperienza dei problemi
del sottosviluppo, per aver trascorso alcuni anni in periodi particolarmente « caldi » nei paesi
deH’Amerioa latina, ed attualmente dirige il periodico « Civiltà
Cattolica ». Per Ginevra è relatrice Marianne Hunzinker, impegnata a Parigi nel lavoro d’« entraide » della CIMADE, opera che
conduce un particolare lavoro
per la liberazione di immigrati
clandestini arrestati ed in tale
veste è rappresentante del Consiglio Mondiale delle Chiese.
Sviluppo, il nuovo
nome della pace
P. Salvini ha condotto una
sintetica analisi di tutti i documenti inerenti l’argomento, dalla
« Rerum novarum » del 1891, attraverso le varie encicliche, risoluzioni conciliari e di conferenze
episcopali, giungendo alla conclusione che nella Chiesa Cattolica
si è giunti, ad una graduale variazione di atteggiamento, dà unav
posizione che la vedeva arbitro
neutrale fra paesi ricchi e paesi
poveri dare le proprie istruzioni.
Protestantesimo
in TV
LUNEDI’ 24 MARZO 1986
ore 22.30 circa - II Rete
In questo numero « Il contenitore » presenterà ne « Il
punto sull’attualità » il problema delle scuole d’oggi; seguirà un servizio filmato sulla presenza degli evangelici
a Ponticelli: per «1 -i- 1 »
Paolo Ricca risponderà ad
una lettera sull’esorcismo;
concluderà la trasmissione,
in occasione della Pasqua, il
« riflettore » acceso su Willy
Dorsey, cantante negro spiritual.
ad una posizione di netto schieramento a fitmco dei poveri.
La liberazione umana dalla povertà e dalla dominazione è la
stessa che Cristo offre all’uomo
con la redenzione dal peccato,
perché nel peccato odierno è incluso anche lo sfruttamento e
l’oppressione. La soluzione dei
problemi del sottosviluppo è considerata come lo sviluppo dell’uomo stesso, e lo sviluppo è il
nuovo nome della pace. In concreto la Chiesa Romana ha incontrato nello sviluppo un nuovo
campo d’opera in cui servire ed
ha trovato le proprie motivazioni, spesso pagando di persona
questo impegno aprendo un vero
e proprio nuovo martirologio. Da
un lato incoraggia religiosi e laici
ad un volontariato sul posto, per
la realizzazione di miniprogrammi di sviluppo e di assistenza,
mentre dal vertice sostiene le indicazioni degli episcopati locali e
cerca di favorire gli organismi
internazionali che spesso son
boicottati dalle nazioni potenti
(vedi UNESCO) per questioni
egoistiche, o per essere in contrasto con le loro linee politiche.
Salvaguardare
l’identità dell’altro
Per Marianne Hunzinker, non
vi è distinzione di responsabilità
fra Chiesa Cattolica e Chiese Protestanti nell’essersi lasciate strumentalizzare nel corso della storia dagli interessi degli stati colonialisti.
Ma è anche vero che attualmente le Chiese aprono in nome
dell’Evangelo ampi spazi di libertà per i popoli oppressi, come abbiamo potuto constatare in questi giorni ad Haiti e nelle Filippine. Uno dei significati della parola Evangelo è appunto liberazione. « Euanghélion » era la buona notizia attesa dai prigionieri
di un’amnistia generale, che veniva proclamata quando un nuovo
imperatore prendeva il potere od
in seguito a qualche avvenimento straordinario. Il compito delle
Chiese è quello di tornare a fianco dei poveri per proclamare la
liberazione, purtroppo non è ancora evidente questa scelta di
campo, in quanto le chiese sono
abituate a trattare da posizioni
di potere. Il Consiglio Ecumenico
delle Chiese nella sua ultima assemblea di Vancouver ha scelto
come motto; « L’albero della pace affonda le sue radici nella giustizia ». Difficoltà pratiche insorgono però, quando si arriva ad
affrontare problemi concreti, e
soprattutto a concordare gli scopi di una ripartizione ecumenica
dei fondi destinati allo sviluppo,
che pure sono in costante aumento. Intanto quando si pensa al
progresso dell’uomo del terzo
mondo, si pensa al modello dell’uomo occidentale, cioè ad una
copia dell’uomo dei paesi avanzati ed in conseguenza alcuni
paesi sono stati costretti ad una
crescita troppo rapida per la loro mentalità (vedi Iran). Nelle
varie assemblee notiamo quanto
sia difficile, anche per i nostri
partner del terzo mondo, accettare quel tipo di eguaglianza che
noi offriamo loro.
L’ideale sarebbe poter organizzare una gestione unitaria delle
risorse, invece di quella a senso
unico da donatore a beneficiario,
senza che quest’ultimo venga interpellato sulle priorità degli uti
lizzi. E’ proprio sulla destinazione dei fondi che molte volte gli
orientamenti delle Chiese portano ad evidenti fratture.
Spesso i fondi vengono amministrati da funzionari con mentalità economica occidentale, e quindi gli aiuti vengono disumanizzati e passano da istituzione ad
istituzione, potenziando molte
volte le chiese locali, anziché modificare reali situazioni di necessità. Il processo burocratico fa sì
che si dia più fiducia ad un questionario che a specifiche richieste di aiuto. Sarebbe perciò auspicabile che il potere decisionale suU’attuazione degli interventi, fosse decentrato alla base, il
più lontano possibile dagli organismi amministrativi.
Lo scopo che le chiese debbono
perseguire, mediante la predicazione delTEvangelo e l’impegno
pratico che da essa deriva, è quello di stimolare nelle popolazioni
in via di sviluppo una rinascita a
livello locale, rispettando e salvaguardando la loro identità.
Il materiale per un ampio dibattito non mancava e gli interventi sono stati molti, sia da
parte dei lavoratori che da parte
degli studenti, che avevano riempito l’aula, ed hanno dimostrato
con le loro critiche e con le loro
proposte un grande interesse per
l’argomento.
Martino Barazzuoli
Il 21 maggio 1536, invitato a
recarsi « al suono delle campane e delle trombe » al Consiglio
generale, il popolo di Ginevra
accettava la Riforma. « La mano alzata per dichiarare il loro
accordo, i cittadini di Ginevra
s’impegnavano, con l’aiuto di
Dio, a vivere secondo le leggi
sante del Vangelo ed a seguire
la Parola di Dio, quale era stata
loro insegnata ». Con questa promessa pubblica e personale, ogni
membro della comunità di Ginevra prendeva il solenne impegno di vivere secondo il Vangelo,
con tutto ciò che questo implicava sia sul piano collettivo che
su quello individuale.
Dopw 450 anni, i protestanti
di Ginevra, liberi cittadini riformati in una terra libera, vogliono rileggere il messaggio della
Riforma per viverlo, ogni giorno, in una dinamica di coraggio
e di speranza per l’avvenire.
Due gruppi di manifestazioni
avranno luogo; una storica,
commemorativa, e popolare in
primavera; l’altra momento di
riflessione, di preghiera e di testimonianza in autunno.
A maggio; dieci giorni di manifestazioni per accogliere, animare, ascoltare.
18 maggio; culto in Eurovisione dalla Cattedrale di St. Pierre,
con le delegazioni delle chiese
di tutto il mondo, le autorità
svizzere e tutti i cristiani, soprattutto della Svizzera romanda
(con 2000 posti a sedere davanti
alla Cattedrale).
Dal 20 al 23; al Centro Ecumenico, forum intemazionale.
Programma di riflessione; « Una
fede riformata, per che fare? ».
21 maggio; 450 anni dopo l’accettazione della Riforma, un culto verrà celebrato dai delegati
esteri in varie chiese. Al termine i partecipanti si recheranno
”4- Echi dal mondo
cristiano
a cura di CLAUDIO PASQUET
Cipro: protesta per
una provocazione
(Soepi) — L’arcivescovo ortodosso di Cipro, Chrysostomos,
ha violentemente protestato contro la decisione, presa dalle autorità del settore turco-musulmano della capitale, di trasformare una chiesa in una sala da
feste.. L’arcivescovo scrive al segretario del Consiglio Ecumenico che i cristiani di Cipro, che
sono la maggioranza del paese,
considerano questo fatto come
una provocazione ed una profanazione di un luogo santo. Egli
chiede a Castri (segretario <M
CEC ) « di intervenire per bloccare questo atto e per fare cessare tutte le altre azioni sacrileghe commesse contro i luoghi
santi situati nella zona del paese occupata dai turco-musulmani ». L’arcivescovo cita a titolo
di esempio il caso di chiese utilizzate come « depositi, stalle,
purtroppo sovente come latrine ». Il direttore della Commissione delle chiese per gli affari
internazionali del CEC ha dichiarato che seguirà questa questione da vicino.
Sri Lanka: la guerra
civile continua
(Soepi) — Le notizie di Sri
Lanka non anpaiono sovente sui
giornali, eppure, tramite il Consiglio Ecumenico, abbiamo rice-vuto alcuni- aggiornamenti tutt’altró che incoraggianti ; la guer
ra civile tra tamil e singalesi
continua senza che i tentativi
per cercare una soluzione politica abbiano portato a qualche
risultato. La violenza è particolarmente concentrata all’interno del paese per cui molti
profughi, dei due gruppi etnici
in lotta, si stanno spingendo
verso le coste del paese. A questo va aggiunta la terribile penuria di cibo procurata dalla
siccità degli ultimi mesi, siccità
che è stata bruscamente interrotta da una serie di piogge torrenziali negli ultimi giorni le
quali hanno provocato disastrose inondazioni.
’-■#»’estrema gravità delia situa-,
zione non è purtroppo compresa dal mondo in tutta la sua
portata proprio a causa delle
poche comunicazioni che riescono a filtrare dall’interno dello
Sri Lanka. Eppure le chiese cristiane del paese fanno sapere
che è estremamente importante
che la solidarietà internazionale cominci a ricordarsi dello Sri
Lanka prima che la guerra, la
fame e i disastri naturali rendano la situazione irreversibile.
Svizzera: la
TOB in Braille
(Terre Nouvelle) — La T.O.B.
(traduzione ecumenica della
Bibbia in lingua francese) è stata interamente tradotta nella
scrittura per non vedenti (Braille). Questo lavoro si è reso possibile grazie alla collaborazione
tra la missione evangelica Brail
al muro dei Riformatori per la
commemorazione ufficiale. Uno
spettacolo suoni e luci, « Fierres
de feu », terminerà la serata.
Dal 15 al 22 maggio, ogni sera
spettacolo drammatico e coreografico « Lo spirito di Ginevra »
davanti alla Cattedrale.
23'-24-25 maggio; festa popolare nella città vecchia. Tutto l'ambiente del XVI secolo viene ricostruito per animare, con vari
stand, un mercato vario ed originale, il cui beneficio sarà devoluto ad un’opera di solidarietà in Ginevra, in favore del quarto mondo.
25 maggio: alla Cattedrale,
culto preparato dai giovani per
i catecumeni e le loro famiglie.
Avrebbe dovuto essere il culto
di chiusura; sarà quello aperto
sulla speranza e l’avvenire della
chiesa.
Da maggio a settembre, lo
spettacolo « Fierres de feu » verrà proiettato al muro dei Riformatori e il sito archeologico della Cattedrale verrà aperto al
pubblico.
28-29-30 novembre: al nuovo
palazzo delle esposizioni, raduno dei cristiani di Ginevra.
Momenti di riflessione, di studi a gruppi, di preghiera, di
scambi, di testimonianza. Freparate dalle chiese e comunità cristiane di Ginevra, discusse durante i mesi precedenti nelle singole parrocchie, queste giornate
rivestiranno un’importanza capitale per rivedere la nostra fede ed il nostro impegno cristiano nel mondo di oggi.
Fratelli e sorelle, amici riformati del mondo intero, siate i
benvenuti a Ginevra, per rivivere con noi il messaggio riformato del Vangelo e per testimoniare la nostra fede.
N. R.
le e la Società biblica svizzera.
Il risultato del lavoro è impressionante; la Bibbia in Braille
consta di 41 volumi che messi
l’uno sull’altro raggiungono l'altezza di 2,90 metri per un peso
totale dell’opera di 45 chili.
La tiratura della prima edizione è di 4900 volumi che sono
quasi interamente regalati a biblioteche ed istituti per non vedenti, ma viste le richieste si
prevede di stamparne presto
una seconda edizione, mentre si
sta lavorando ad un’edizione abbreviata dell’opera.
Svizzera aH’ONU:
chi era per il sì
(SPP) — Nel momento in cui
scriviamo questa notizia apprendiamo che i cittadini svizzeri
hanno rifiutato col 70% di no
di far entrare il loro paese nell’ONU. E’ interessante sapere
..che, fra gli altri, a favore dell’ingresso nell’ONU si erano dichiarate le organizzazioni terzomondiste protestanti della Svizzera francese e i socialisti religiosi elvetici.
Dresda: dalle bombe
all’assemblea di pace
(epd) — In una manifestazione e in diversi culti ecumenici
per la pace i cristiani di Dresda
hanno commemorato il bombardamento della loro città del
13 febbraio del 1945 che costò
migliaia di vittime e devastò il
famoso centro storico. Durante
questa manifestazione è stata
proposta la costituzione di una
assemblea ecumenica dei cristiani nella RDT per la pace, la
giustizia e la protezione dell ambiente che dovrebbe preparare
una conferenza mondiale a tale
scopo.
9
P'
21 marzo 1986
cronaca delle Valli 9
Tombe e
versetti
FERROVIA PINEROLO-TORRE PELLICE
Attenzione: chi ha tempo
non aspetti tempo!
Per impedire il "taglio” occorre che Regione e Provincia manifestino
la volontà di gestire, in modo nuovo, la linea Pinerolo-Torre Pellice
Può sembrare un modo un po’
singolare per occupare un pomeriggio di domenica riunirsi insieme ad esaminare i versetti biblici stampati sugli avvisi mortuari o sulle partecipazioni funebri.
Ma il gruppo di persone che già
daU'anno scorso ha dato vita nel
1" Distretto ad un’iniziativa chiamata un po’ ambiz.iosamente
« Forum teologico » ha ritenuto
che studiando l’argomento "morie e risurrezione" ci si potesse
interessare anche di queste forme per così dire popolari di uso
ilei testi biblici.
Il versetto, stampato a caratteri minuti, che compare accanto
al nome della persona scomparsa, all’elenco dei familiari, alla
data del funerale, non è messo lì
per caso: indica, se mai, che nessuno vive o muore per caso, ma
che esiste una realtà più profonda alla quale fare riferimento.
Spesso lo stesso testo viene adoperato nella predicazione ed assume così un rilievo maggiore,
anche se oggi la meditazione di
un testo biblico in occasione di
un funerale non è più una prerogativa soltanto protestante.
.4 questo punto non si può fare
a meno di deplorare che molti
valdesi non siano più capaci di
aprire la propria Bibbia per cercare un versetto appropriato o
che neppure si rivolgano al paSìore, ma si rifacciano unicamente alla prima frase che salta loro
agli occhi nell’elenco che viene
presentato dall’impresa di pompe
funebri: i versetti incongrui, che
SI trasmettono da una generazione all’altra per abitudine o perché risvegliano una vaga immagine (il tipico: «e fattosi sera
Gesù disse: Passiamo all’altra
riva » ) sono dovuti in buona
parte a questa commercializzazione ad oltranza dei momenti
tristi della vita.
I partecipanti all’incontro hanno potuto avere davanti agli occhi un elenco di ben 63 versetti
mali nella chiesa di Prarostino
negli ultimi venti anni e distribuiti su 193 partecipazioni:- anche senza voler fare della statistica a tutti i costi, si è visto come soltanto una metà circa fossero testi appropriati, cioè esprimessero chiaramente la realtà
della morte e la speranza nella
risurrezione. Una certa quantità
di essi, tra i quali i record delle
scelte, sono tratti dai salmi e
operano delle trasposizioni non
del tutto legittime. Infatti le parole "pace" e "riposo”, che ricorrono in queste espressioni di
fiducia e di riconoscenza a Dio
sono da riferire unicamente alla
vita terrena, e non certo alla
morie che ogni ebreo osservante
considerava una tremenda sciagura.
Molto usati, e giustamente, i testi che esprimono compassione e
consolazione. Spesso, nelle nostre chiese, si reprimono i sentimenti, per un senso di pudore o
di ilignità; tuttavia non può essere Ira.scurato il sollievo dal dolore che dà uno sfogo di lacrime,
quando si sa di poter coniare su
una solidale partecipazione.
E in ultimo, la cosa più importante: un funerale è sempre
una predicazione dell’Evangelo
della risurrezione. Molti non credenti o cattolici riflessivi sono
colpiti da questo aspetto e da cerimonie funebri che non sono
un'esposizione di fiori, corone,
stendardi e discorsi rievocativi.
Forse sarebbe bene che ce ne ricordassimo di più anche noi.
Liliana Viglielmo
Il Bollettino ufficiale dell’Ente Ferrovia dello Stato, in data
28 febbraio pubblica il decreto
ministeriale del 17 dicembre
scorso n. 3285; « Soppressione
del servizio viaggiatori su rotaia
nella linea Pinerolo - Torre Pellice ».
Secondo il decreto l'Azienda è
autorizzata a « sopprimere il servizio viaggiatori » dal 1° giugno
prossimo e sostituirlo con autoservizi « di analogo livello qualitativo » sempre che « non si
evidenzino traffici che, gestiti in
regime di raccordo o comunque
con modalità economiche di esercizio, risultino d’interesse commerciale per l’Azienda ».
Fin qui niente di nuovo. Il decreto era già largamente conosciuto ed è il frutto della trattativa messa in piedi, lo scorso
mese di dicembre, tra i comitati difesa della ferrovia, i comuni e la comunità montana, la
Provincia, la Regione con il Ministero dei trasporti.
La novità relativa è invece il
fatto che con la pubblicazione
del decreto l’Ente Ferrovie dello Stato dovrà predisporre gli
atti conseguenti a questa decisione: in primo luogo l’appalto
per la gestione degli autoservizi.
E’ ragionevole pensare che se
il servizio sostitutivo deve iniziare il 1° giugno, queste incombenze dovranno essere fatte al
massimo nei primi giorni di
maggio.
Non c’è quindi molto tempo
per dimostrare con « simulazioni di traffico commerciale possibile » che il tratto non deve
essere tagliato. A questo proposito occorre notare che mentre
il Comitato difesa della ferrovia. la Comunità Montana Val
Pellice, hanno fatto la loro parte presentando documenti e proposte, la Regione Piemonte e la
Provincia (ed anche il comune
di Pinerolo che si era impegnato
a convocare una conferenza sui
trasporti nel Pinerolese entro il
mese di gennaio ’86) non hanno
fatto nulla o quasi.
Da indiscrezioni abbiamo saputo che la Regione ha affidato
al CSST uno studio di sinjulazione del traffico possibile stille
linee interessate al taglio in tutto il Piemonte, e che le provincie dovrebbero fornire, con l’aiuto dei comuni, i dati di base per
questo studio. Purtroppo questo
lavoro è ancora allo stato embrionale e sarà largamente incompleto perché non tutti i comuni sono in grado di effettuare tecnicamente le rilevazioni
richieste. In ogni caso il CSST,
un importante istituto che si occupa dello studio dei sistemi di
trasporto, farà le sue proposte
entro aprile, ma questo studio
non sarà un vero e proprio studio di fattibilità tecnico-economica. Basteranno le ipotesi per
salvare la linea o almeno per rinviare di tre anni il taglio?
I dati forniti nel documento
dei pendolari, in quello del Comitato di difesa della ferrovia e
della Comunità Montana, e. alcune proposte di un pendolare
(Sergio Dosio) evidenziano le
possibilità di un notevole risparmio di personale (conduttori, addetti. alle stazioni, addetti ai
passaggi a livello) che dovrebbe
consentire un risparmio di denaro (ad esempio automatizzare un solo passaggio a livello
consente un risparmio di 120 milioni annui), ma l’economicità
della gestione esige ben altri studi (origine ' e destinazione del
traffico, costi indiretti del trasporto sostitutivo, analisi del costo degli investimenti necessari
per modificare le modalità di
gestione del tratto), che difficilmente potranno essere fatti entro aprile.
ste sulle modalità di gestione
(diretta, a mezzo di una società
mista pubblico-privata, mediante le FF.SS. ma secondo standard di servìzio diversi). Per far
tutto questo è però necessario
che la salvezza della ferrovia diventi nuovamente una priorità
nel dibattito politico e nella
mobilitazione della gente e degli enti locali del pinerolese.
Tutto si giocherà nel prossimo
mese di aprile, mese nel quale
le amministrazioni locali saranno alle prese con la formulazione dei bilanci preventivi per il
1986, con il problema della istituzione della Tasco, degli organici. Non c’è quindi motivo per
essere troppo ottimisti.
E’ poi necessario che la Provincia (che in base alla legge regionale n. 1/86 ha acquisito competenze nel settore dei trasporti)
e la Regione manifestino chiaramente una opzione in ordine
alla volontà o meno di gestire
i cosiddetti rami secchi con un
sistema di trasporto di tipo ferroviario, e che facciano propo
Sarà perciò opportuno riprendere a sollecitare le « autorità »
regionali e provinciali (ed anche il comune di Pinerolo) affinché tengano fede agli impegni
nresi, nell’obiettivo di impedire
il taglio del 1° giugno.
Di più, perché invece di simulare sulla carta il traffico possibile, non si sperimentano in pratica già col nuovo orario alcune
proposte dei comitati: nuove
corse (ad esempio una corsa da
Torre Pellice alle ore 7.45 per
gli studenti con ritorno da Pinerolo alle 13) e nuove fermate
Sull’ora di religione
Il Consiglio di Circolo della
scuola elementare « G. Bodari »
di Torre Pellice si è riunito il 10
marzo ultimo scorso, anche per
dibattere le questioni relative
alle nuove norme sull’insegnamento della religione cattolica
nelle scuole statali.
Nella discussione, vi sono state
anche posizioni che tentavano di
elaborare già una strategia operativa per le scelte future; dopo una serie di chiarificazioni si
è votata, all’unanimità dei presènti/Ta mozione che di seguito
riportiamo.
« Il Consiglio di Circolo di Torre Pellice, in conseguenza dell’intesa tra il Ministro della Pubblica Istruzione e la C.E.I., della
risoluzione approvata dalla Camera dei Deputati e delle circolari ministeriali circa l’istituzionalizzazione d'eH’insegnamento
religioso nei vari ordini della
scuola statale
esprime la propria opposizione
al metodo e al merito dell’istituzionalizzazicne dell’insegnamento
religioso nella scuola statale di
qualsiasi confessione esso sia;
evidenzia la tendenza a reinstaurare una discriminazione tra
i cittadini della Repubblica Italiana in aperto contrasto con
l’art. 3 della nostra Costituzione;
conferma la propria volontà
di promuovere l’insegnamento
universale senza faziosità;
invita tutti gli Organismi preposti ad un pronto riesame della
materia particolare, una rielaborazione degli art. 7 e 8 della nostra Costituzione tendente ad una vera parità di trattamento tra
tutti i cittadini della Repubblica Italiana ».
Anche il Collegio dei decenti
dello stesso Circolo si è occupato della questione: una commissione è stata nominata, per la
formulazione di una mozione che
inviti il Ministro della Pubblica
Istruzione a definire con chiarezza quali potranno essere i
contenuti delle ore alternative,
e per informare il corpo insegnante degli sviluppi della situazione; al di là della appartenenza degli insegnanti a diverse
confessioni religiose la necessità di chiarezza è stata avvertita
da tutti, così come la necessità
di evitare comunque forme di
discriminazione.
, In un mare di verde, in un*oasi di pace
Hôtel du Parc
RESTAURANT
Casa tranquilla aperta tutto Panno Facilitazioni per lunghi periodi di permanenza Saloni per banchetti nozze
Viale Dante, 58 - Tel. (0121) 91367 TORRE PELLICE
(a San Secondo e a Vinovo)? Si
potrebbero avere dati interessanti e forse anche qualche sorpresa.
E il traffico merci? Siamo già
rassegnati al taglio? Quali studi
sono stati fatti finora? Ricordiamoci che il trasporto ferroviario
delle merci è essenziale per ogni
ipotesi di sviluppo produttivo
della valle.
Giorgio Gardiol
« Ognuno
a suo modo »
AL CIRCOLO « RODARI » DI TORRE PELLICE
Una simpatica noterella sul
motto « Ognuno a suo modo »,
che si legge sul campanile della
Parrocchiale di Coazze, è recentemente comparsa su « Piossasco
Cronache », a firma e.m. (marzo
1986). Eccone il testo.
Coazze è famosa nella zona per
la sua splendida posizione e il
suo buon clima, tanto che è sempre stata considerata una meta
del turismo domenicale o — negli
anni passati — località di vera e
propria villeggiatura, sia per il
motto che si legge su una facciata del campanile della Parrocchiale. «Fare come quelli di Cotizze », si dice. Cioè « Ognuno a suo
modo ». L’origine della scritta è
controversa. « Evvi chi l’attribuisce a questioni sorte tra i muratori e i dirigenti i lavori di costruzione del Campanile » (Zanella
1947) In effetti in un’Ordinanza
del Consiglio dell’8 maggio 1575
si afferma: «Dicendo essi sin-■
dici et consuli che il campanile
che fatto novo che li mastri che
l’hanno edificato no l’hanno fatto
al modo come hanno promesso li
mastri... ». L’origine più probabile è da dedurre però da alcuni
recenti studi storici [Alberto Barbero; « Fermenti ereticali in Piemonte alla fine del Trecento »
(1966) e «I catari di Chieri »
(1967) ; Grado Merlo: « Eretici e
inquisitori nella società piemontese del Trecento» (1977)]. A Coazze esiste tutt’oggi una discreta
comunità valdese, vi è un tempio.
La presenza valdese data fin dal
’300. « Nel 1335 l’inquisitore Alberto Castellarlo opera alla ricerca di credenti e fautori dei predicatori itineranti valdesi. I loro
"fedeli” risiedono in Giaveno,
Coazze, Valgioie e nelle piccole
località dei dintorni, quali Villanova, Buffa, Paschero, Sala, Selvaggio, Molar, Combravino, Forno » scrive Merlo. Ed annota un
particolare significativo: nonostante l’attività degli inquisitori
la dissidenza non vien meno e
a poco servono gli inviti alla
delazione: nessuno si presenta ad
Avigliana per fornire denunce all’inquisitore. Un esempio raro per
quei tempi di tolleranza religiosa
e di convivenza civile tra abitanti
di una stessa zona e di uno stesso paese di religione diversa. Da
questo elemento il significato ed
il messaggio scritto sul campanile di Coazze?
• Hanno collaborato a questo
numero; Archimede Bertolino,
Alida Chiavenuto.Montelatici, Daniela Ferraro, Dino Gardiol, Susanne Labsch, Anna Marnilo
Reedtz, Adriano Morelato,Claudio
Pasquet, Lucilla Peyrot, Paolo Ribet. Franco Taglierò, Giulio Vicentini. c
S.A.T.
Tel. 0121/91463
Servizio
Assistenza Tecnica
ELETTRODOMESTICI
Ricarica e
modifica frigoriferi
Via Guardia Piemontese, 8
TORRE PELLICE
ÈL-
10
10 cronaca delle Valli
21 marzo 1986
UNA RICERCA STORICA
Templi, toghe e colori
Î1 colore dei templi e nei templi protestanti, la sua origine,
gli sviluppi, i divieti, sono oggetto di una stimolante ricerca
di Attilio Agnoletto, docente di
Storia del cristianesimo all’Università di Milano'.
Nella sua approfondita analisi Agnoletto si è avvalso anche
della recente ricerca fatta da
due giovani architetti, freschi
di laurea, Renzo Bounous e Massimo Lecchi, sulle strutture architettoniche e i colori dei templi protestanti nelle Valli Vaidesi. Agnoletto inquadra tutto
il problema del colore, dell’austerità, dell’assenza di immagini nelle chiese protestanti partendo dalla Riforma protestante. Sulla questione della toga
scrive: «Nel XVI secolo la Riforma protestante impone il nero nelle vesti liturgiche e negli
abiti ecclesiastici quale colore
della dignità e della solennità.
Successivamente con le disposizioni del gabinetto del Re di
Prussia del marzo 1811 tendenti
ad uniformare i criteri, il nero
si estende ai paramenti dell’altare e del pulpito. Così il nero
divenne e rimase a lungo il colore universale, economicamente funzionale, delle chiese protestanti. Tuttavia è bene precisare : a ) che secondo lo spirito
protestante ogni regola deve essere modellata su base scrittue non può prescindere dal
principio di non forzare mai la
coscienza del fedele (di qui il
forte pluralismo nelle attuali
confessioni cristiane nella scelta
dell’abbigliamento ecclesiastico
e liturgico); b) che in tale spirito in tempi recenti (dal xtx
secolo in poi) v’è da registrare
in generale un ritorno ai colorì
liturgici in campo luterano (essi sono legati allo svolgimento
del ciclo dell’anno ecclesiastico
riguardo agli addobbi per l’altare e per il pulpito; si veda
l’uso di collocare paramenti
bianchi ...); c) che vi è un maggiore rigore anti-cromatico nelle chiese riformate; d) che, infine, fin dagli inizi, accanto al
nero è sempre presente il bianco ».
Il ritorno dei colori nei parar
menti liturgici in alcune aree
protestanti ( Svezia, Germania,
Inghilterra, Stati Uniti) si spiega — dice Agnoletto — con il
«desiderio di sottolineare la dignità del servizio eucaristico e
della liturgia comunitaria ». In
effetti ho visto anch’io, con stupore, per esempio a Neuchâtel,
in occasione di im culto solenne, pastori con tanto di toga
bianca o negli U.S.A. toghe ampie e svolazzanti, viola con fregi dorati, in chiese evangeliche.
Per noi valdesi, abituati da sempre, e lo stesso vale per le comunità metodiste, all’essenzialità calvinista, questa girandola
di colori e paramenti offende la
nostra sensibilità. In particolare
sul colore dei templi, secondo la
ricerca di Bounous e’Lecchi (che
meriterebbe, in parte, di essere
pubblicata) il bianco calce anti'camente fece la parte del leone
sia dentro che fuori l’edificio ecclesiastico. Ma — precisa Agnoletto — « i primi dati attendibili sulla coloritura sono ottocenteschi. Si può dedurre — data la
preoccupazione che i pastori ebbero di conservare linee e coloriture tradizionali locali — che
nelle facciate venisse usato il
bianco per lesene, comici e modanature, e il giallo per il fondo
(tempio di Angrogna); nel più recente tempio di Torre Pellice
(1852) ricompaiono appunto questi due colori ». Su due punti
il contributo di Agnoletto lascia
perplesso il lettore protestante,
quando parla dell’« essenza del
servizio divino» protestante in
cui « al centro vi sono la Sacra
Scrittura e la messa eucaristica
(la Parola e la Comunità) » e là
dove parla dell’« arte sacra val
II Tempio valdese di Luserna S. Giovanni inaugurato il T novembre
1806 e restaurato nel 1981 rispettando strutture e colori originali.
dese ». Nell’articolo compare anche la foto della « Chiesa di San
Lorenzo ad Angrogna » ; in realtà si tratta del tempio valdese
del Capoluogo in frazione San
Lorenzo di Angrogna. Ma al di
là di queste rapide osservazioni, il saggiò di Agnoletto raccoglie nuove informazioni collocandole nel giusto contesto storico.
In sostanza la Riforma è attuale anche per quello che ri. guarda architettura, colori e
funzionalità dell’edificio adibito
al culto. « Le chiese valdesi del
Cinquecènto sono estremamente semplici — scrive Agnoletto
— ma del resto per predicare la
Parola basta una qualsiasi sala;
non occorrono tabernacoli laminati d’oro; la Bibbia e un tavolo sono sufficienti».
Pare che quest’antica lezione
di semplicità ed essenzialità si
stia facendo strada anche in ambito cattolico dove l’edificio adibito al culto ha ben altra importanza rispetto al protestantesimo. Sicché gli edifici ecclesiastici cristiani si avvierebbero
a diventare, in questa fine del
secondo millennio, sale multiuso
inserite sempre di più e sempre
meglio nel tessuto cittadino. Il
problema però riguarda non
tanto quello che la cristianità
andrà a costruire nei prossimi
anni ma l’utilizzo e la valorizzazione degli antichi monumentali edifìci ecclesiastici del passato. Un punto ci sembra importante: restaurare gli antichi templi dovrebbe sempre essere una
operazione che rispetta sia le antiche tinte (che, è noto, avevano
lo scopo d’intensificare la scarsa
luminosità) sia le strutture. L’esempio migliore di restauro, in
questi anni, è quello del tempio
di Luserna San Giovanni che è
stato restituito nella sua singolare originalità architettonica e
coloristica risalente all’epoca napoleonica. Giuseppe Platone
' Attilio Agnoletlo, La « cromoclastia >1 delle riforme protestanti in :
AA.VV., Colore: divieti, decreti, dispute in: Rassegna, VII, 23/3 settembre ’85, C.P.A., Bologna.
VASTA PRODUZIONE
croci
ugouoWe
in
oro e argento
da
Oreficeria BORNO
dì TESI e DELMASTRO
Via Trieste, 24 - PINEROLO - Telefono 3117
e presso le Librerie "ClaucJiana”
GENTE DI VALLE - 1
Lasciata l'antica Luzerna dove, da qualche parte, dovrebbero trovarsi i resti della tomba di quel gran condottiero e
bevitore del barone Leutrum
o « barón Litrón »' ricordato
in una delle belle canzoni piemontesi raccolte dal Migra,
t’infili nella più verde convalle
torinese.
Rifugio, un tempo, della
guerriglia valdese e, in anni
più recenti, di quella partigiana, ti accoglie con semplicità
scordata in tempi che confondono civiltà con progresso
tecnologico. Rari borghi, alpeggi e pascoli semiabbandonati come in ogni valle, novera oggi meno di 400 anime,
quando oltre 900 l’abitavano
cinquant’anni fa.
Povertà, emigrazione e guerre le cause dello spopolamento, come dovunque. Povertà,
insegna permanente di codesti pastori e cavatori di pietra; non la miseria da altri,
anche recentemente, rivelata.
Povertà dignitosa, civile, altera, di chi non sente rassegnazione o solo tenacia individualistica, poiché è membro di
una comunità e sa di poter
contare su quella.
Storie di pietre e di resi
veloci, levando polvere fina di
silicio tutt’intorno.
Berto ascolta e sottolinea il
racconto con cenni del capo e
un suo lento e parco intercalare, « capissó, capissó », mentre arrotola una sigaretta di
« taglio fino ». Abita, Berto, la
prima delle quattro baite della borgata, con suo fratello
Carlin, barbiere alle Fucine
(ogni giorno sale a pranzo con
giornali e posta e ridiscende
dopo cena) e la sorella Rosa,
settantenne anch'essa, tornata
a casa da una decina d'anni,
dopo una vita spesa a far la
cuoca in Svizzera, Francia e
Algeria, nella casa di un diplomatico francese.
Tre fratelli, scapoli e anziani
ormai, ognuno con la sua storia di vita « per il mondo ».
«Da piccoli tutti qui. Non
era poi come adesso, vero Daniel? » — pare canti Berto,
dritto nei pantaloni di velluto
bianco, alla savoiarda, gilé di
lana cruda sulla camicia militare e berretto da fatica dei
fanti americani. « L’orto che
ora pasticcia la Rosa è un
fazzoletto a rispetto. Tutt’intorno qui era vigna, campo e
frutteto. Mele così », il ricordo fanciullo gli porta mele fa
Se muore la montagna
muore Vitalia
stenze dunque, non di rasse-.
gnazione.
Clementina, Camilla e Nora,
oggi settantenni, hanno per
trent’anni fatto i sentieri, in
zoccoletti, fino alla filanda dei
Turati, 15 chilometri all'andata e altrettanti al ritorno. Da
notte a notte. La Clema, ora,
sola, trascorre primavera, estate e autunno quassù in borgata, nella sua casetta. Salgono
sovente nipoti e amici a trovarla, ma anche a tinteggiare
casa e balcone e persiane di
legno in rosso. Lavoricchia
all’orto e ai fiori, delle magnifiche ortensie azzurre e carnose, mangia all’aperto, sotto
il pinnacolo d’uva americana,
su un gran tavolo di pietra levigata, dove sosta col binocolo puntato a curiosare le nuove strade che salgono al Montoso, o a rimirare lassù le
antiche cave di granito verso
il Frioland.
Le cave! Daniel, il fratello,
ormai in pensione, tra una
« bialata » d’acqua all’orto e i
lavori di legna per l’inverno, si
ferma a contemplarle.
Si ragiona lenti, riposando
in piedi, all’alpina: un piede a
terra e l’altro dietro appoggiato a una « broppa » * messa a
seccare al muro sotto il balcone.
« Non lo farebbero più oggi.
Tre ore per "montare” lassù
le provviste di una settimana:
uno zaino di pane e un po’ di
vino per me, caffè zucchero e
pasta per l’Ernestina.
Si stava in “meira” ' coi piccoli. Son nati tutti e sei là, a
Rumé. Lei pasturava le poche
bestie e badava ai figli, io alle
cave per il lavoro della "lesa”.
Ha visto le foto delle slitte,
giù all’osteria del ponte vecchio? Blocchi da trecento e
più miria, oh già, tre tonnellate come dite adesso, e giù a
rompicollo, uno alla guida e
due ai freni. Pà da demóresse! *. Ogni tanto una lesa prendeva la mano e allora addio ».
Ha smesso di fumare Daniel, per la silicosi che lui ha
appena, dice, non come quelli
addetti alle mine, specialmente oggi, coi martelli pneumatici che mangiano la pietra
volose, grandi come bocce. «Fino a 70, 80 miria l’anno se n¿
vendeva. Poi le castagne: s¡
mangiavano, si vendevano, s¡
facevano seccare là nel “ciabot” ^ di pietra a secco, alzato
dal padre di Biotto ».
Ride con gli occhi, fessure
lucide e volpine, tra una ragnatela di rughe, più che coila bocca. Due boccate di trinciato, poi « Oh già! ». Ma la
terra non bastava per tutti,
così Norina si sposò. Rosa
andò in Svizzera dove la comunità le aveva trovato il posto, e lui via nei cantieri, « per
il mondo». Senti l’emigranic
in quelle parole, ma quel
« mondo » di Berto sta tutto
in un fazzoletto: i paesi del vicino cuneese, la Valsusa e il
Canavese. Questo il « mondo "
per chi ha casa quassù nell’orizzonte chiuso da un giro
d’alpe e di boschi. Il mondo
con le sue novità e rumori e
beghe; rumori e puzzo, tanto
che Rosa, tornata a casa, scen
de una sola volta l’anno a To
rino, dall’alba a sera, a trova
re la sorella sposata, poi via
non c’è santo che tenga,
ammalerebbe in quell’aria
Tanto più che adesso l’isola
mento è finito, E’ arrivata h
luce elettrica. Radio, frigo, te
levisore: una ricchezza che dà
perfino un senso di paura, come sempre quando si chiude
un’epoca. Era da settant’anni
che aspettavano. A sera Rosa
e Clema e, più su, Marta, accendono tutte le luci: la prima sera, dall’inverso della
valle, vista la luminaria gl)
amici la salutarono con colpi
di fucile in aria.
A Valanza accendono il falò
di Ferragosto che ammicca
alla luna piena, rossa sul Montoso. « Presto avremo anche
una strada vera — annuncia
Berto —. Piano, piano, otteniamo giustizia anche noi.
gente di valle. Se no, senza
gente, la montagna muore e
allora Vitalia, che è più di
metà montagna, muore anche
lei ». Gianni Doline
' Barone gran litro.
^ Castagno selvatieo.
^ Baita.
* Mica da divertir-si.
* Casotto.
11
21 marzo 1986
cronaca delle Valli 11
Lettere all’Eco delle Valli
E
rv
Ri
PACIFISMO
AL FEMMINILE
L'85 ha segnato la fine del « decennio della donna », ma c’è ancora tanta
strada da percorrere per combattere
le Ingiustizie tra I sessi nelle nostre
società.
Sta iniziando « l'anno internazionale
della pace » (che si apre tragicamente
con l'uccisione del primo ministro svedese, dal cui paese è partito l'anno
scorso il r « viaggio della pace », organizzato in gran parte da movimenti
delle donne). E’ un'occasione -per intensificare l'impegno delle donne in
questo campo. E' importante ripetere in
certi momenti, come quello del pericolo nucleare, queste parole di -Romain
Rolland: « Se le donne non lottano
con l’ultima energia contro il flagello
che si avvicina, che il sangue dei loro
figli ricada sulle loro teste. Saranno
state complici del delitto che non avranno avuto l'energia di impedire».
In questi ultimi anni, come donne e
come madri abbiamo dato il nostro
appoggio a obiettori di coscienza al servizio militare, ed è più che mai necessario protestare contro le attuali nuove
difficoltà, come la libertà di scelta dell'ente dove svolgere il proprio servizio
civile, ormai negata, ecc. Due anni fa
il Teologo Georges Casalis, in un dibattito ad Agape, diceva: « La pace e la
giustizia-libertà richiedono la distruzione di strutture e metodi della violenza istituzionalizzata... E, come nel Terzo
Mondo ho sempre chiesto che rispettassero il combattimento dei nonviolenti in Europa Occidentale — perché credo che sia il solo a potere forse cambiare le strutture della violenza istituzionalizzata — chiedo ai nonviolenti dell'Europa Occidentale di riconoscere l'assoluta necessità per i popoli del Terze '\-1ondo di ricorrere alla lotta armata
quando è indispensabile ».
Un altro aspetto è l'obiezione di coscienza alle spese militari, o obiezione fiscale, cioè devolvere il 5.5% delle
AVVISI ECONOMICI
SORELLE cercano collaboratrice domestica per Isola d’Elba, preferibilmente di età matura; vita familiare.
Telefonare al n. (0121) 91.074.
EV.ANGELICO 22enne militeassolto 3°
anno serale elettrotecriica cerea lavoro
uassaggio diretto. Tel. 011/759852.
VÉiVTINOVENNE, maturità scientifita conoscenza tecnica bancaria e ralùoneria, evangelico, cerca urgenteiiente lavoro. Tel. 0776/26738.
ARTIGIANO cerca in affitto in Val
Pcllice casa con terreno per svolger-, I lavori agricoli. Tel. 0121/944266.
USSL 42 - VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia Medica :
IWctturna, prefestiva, festiva: presso Ospedale Valdese di Pomaret10 - Tel. 81228 - 81691.
Guardia Farmaceutica :
I>aMENICA 23 marzo 1986
Perosa Argentina; FARMACIA FORNERIS - Via Umberto i - Tel. 81205.
Ambulanza :
C'oce Verde Perosa: Tel. 81.000.
Croce Verde Porte: Tel. 201454.
USSL 44 - PINEROLESE
( Distretto di Pinerolo )
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva, festiva; Telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Cicce Verde Pinerolo: Tel. 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva e festiva: Tele! ono 932433 (Ospedale Valdese).
Guardia Farmaceutica :
IKtMENICA 23 marzo 1986
Bobbio Pellice: FARMACIA - Via
Maestra 44 - Tel. 92744.
Ambulanza ;
Croce Rossa Torre Pellice: Telefono 91.996.
nostre imposte, anziché agli armamenti
come stabilito dallo Stato, a opere per
la pace. Da 5 anni viene praticata in
Italia; le statistiche riportano che neil'85 fra I 2.650 obiettori fiscali, 3 si
dichiarano valdesi. Ci sono 29 casalinghe. E' dunque una possibilità aperta a
tutti, anche se per molti che hanno un
lavoro dipendente significa pagare 2
volte la stessa cifra. Per molte donne
potrebbe essere un’occasione di autonomia personale. Siamo in una fase
di informazioni e di valutazioni. La
commissione Pace delle chiese battiste, metodiste e valdesi sta indagando
In questi giorni su questo aspetto. Altre
ricerche, in alternativa aH'oblezione fiscale, propongono bozze di legge per
un nuovo tipo di difesa, la « difesa non
armata », come quella proposta dal
MIR (Movimento internazionale per la
riconciliazione); possibilità per il contribuente di finanziare a sua scelta la
difesa non armata. In altri paesi la ricerca sulla « difesa popolare nonviolenta » (difesa civile collettiva alternativa a quella armata militare) viene
anche finanziata dallo stato. Sono ricerche che interessano ognuno di noi.
Come prepararci noi donne per un
nostro contributo specifico al prossimo Concilio Ecumenico mondiale per
la pace, al quale hanno aderito le nostre chiese?
Su questi punti o su altri Come la
denuclearizzazione, la solidarietà con
paesi del Terzo Mondo, l’educazione alla
pace?... Tutto questo è importante per
i nostri movimenti PFVM e FDEI, e per
ciascuna di noi.
Marie-France Maurin Cbisson,
Pomaretto
MONETA
A DOPPIO TAGLIO
Caro direttore,
invio questa lettera per esprimere
il mio dissenso sul tono e sui contenuti della lettera inviata dal fratello
Peyrot e pubblicata sulla Luce del 21
febbraio a pag. 9. Per prima cosa il
tono: la TEV è un movimento della
Chiesa, a favore dello sviluppo spirituale e anche sostanziale della Chiesa Valdese e quindi è chiaro che debba occuparsi di questioni non politiche, come ha erroneamente ravvisato
Peyrot, ma puramente civili, e se n'è
occupata perché tali questioni coinvolgono la Chiesa e I suoi membri singolarmente. Non politica quindi, ma interesse per la vita e per il futuro
della nostra Chiesa, per cui il P.S. con
cui Peyrot suggella la lettera è non
solo fuori luogo e di cattivo gusto ma
poco evangelico, se tra noi tiriamo a
darci gomitate sullo stomaco o calci
negli stinchi. Ciò dimostra che da parte di alcuni autorevoli settori della
nostra Chiesa la presenza della TEV
non è molto gradita e che non si lascia
passare occasione per darle addosso.
Riguardo alla frecciata se la TEV si
consideri una » chiesa locale » ritengo
che sia troppo vergognoso abbassarci a
rispondere. La TEV è un movimento
con circa 3.000 aderenti ed è totalmente Inserita nelle Chiese valdesi e
metodiste, e non ha di tali aspirazioni
separatistiche che Peyrot le vuole attribuire. D’altra parte, a lume di logica. come può essere la TEV chiesa locale quando Ì suoi membri sono disseminati in tutta Italia? Se Peyrot ha
una risposta, ben venga. Continuando
nella lettura della lettera di Peyrot
si va incontro ad uno spirito di parte
tanto esasperato quanto poco evangelico.
E’ da chiarire se l'informato è Giorgio Peyrot o se lo sono i fratelli che
hanno redatto l’o.d.g. dell'assemblea
del 9.2,'86. Immagino che a quella assemblea siano intervenuti fratelli delle Valli, pastori a lungo impegnati nella
vita delle chiese, esperti dì regolamenti e di procedure, quindi il dubbio
sull'« informazione » per me rimane e
non se ne abbia a male il fratello Peyrot.
Inoltre, che il parere della TEV sia in
contrasto con le delibere del Sinodo non
è cosa recente o nuova e quindi degna di essere sottolineata con tanto
malcelato sdegno. Ma sino a prova
contraria i deliberati sinodali non sono dogmi e quindi ci si può anche dissociare. L’episodio evangelico che cita
Peyrot può essere per lui un’arma a
doppio taglio: nel testo si parla di
moneta, ma è in gioco tutto II comportamento del cristiano verso le autorità dello stato e allora che dire
dell'obiezione di coscienza, dell’obiezione fiscale propugnata da molti, delle
iniziative arbitrarie per denuclearizzare
i templi, delle marce pure cruente
e violente, da parte di evangelici e di
studenti in teologia a Comiso? Uno
studioso tedesco, lo Stauffer, troppo
ottimisticamente ha interpretato l'episodio come « das Ja zum Imperiurn »,
ma obiettivamente, come nota uno studioso italiano, il Mazzarino, la posizione
di Cristo è neutrale, per non passare
poi a Romani 13: 1 sgg. che potrebbe
mettere in discussione tante prese di
posizione, azzardate e discutibili, queste
sì veramente politiche, che purtroppo ha fatto la nostra Chiesa negli ultimi anni.
Cristiani saluti.
Daniele Macris, Messina
NULLA DI STRANO
SE CI SI CONFORMA
La chiusa della risposta dei Presidente della S.S.V. alla mia lettera del 7.3,
con l'invito a non dare peso alle voci
che corrono ma di riguardare ai miei
affari (ma perché scomodare vecchi
pastori che parlavano un francese così ricercato?) è una conferma indiretta,
a mio modesto avviso, che ci sono
state davvero sollecitazioni in alto luogo perché un’insegnante fosse distaccata dall'insegnamento per occuparsi
della Società di Studi Valdesi. (...)
Comunque siano andate le cose, non
c'è nulla di strano se ogni tanto ci si
conforma anche alle abitudini di questo mondo, E bene ha fatto la Società,
in previsione della mole di lavoro che
l’aspetta, a chiedere dei rinforzi.
Sotto questo aspetto le chiarificazioni di Tourn e Giorgio Peyrot sono esaurienti. Per la questione degli obiettori invece, d’accordo con Fabrizio Malan, vorrei che le opere della nostra
chiesa, così come accettano il contributo volontario del lavoro di tanta gente, accettino — se il Sinodo lo vorrà — anche il mio modesto contributo
che nel futuro potrei detrarre dai miei
non elevati redditi.
Franca Malan, Luserna S. G.
Con la pubblicazione di questa lettera consideriamo chiuso per quanto
ci riguarda il dibattito sul personale
che collabora con la Società di Studi
Valdesi.
C’E’ UN LATO
CRISTIANO
I trapianti possono essere considerati da diversi punti di vista.
C'è l'aspetto tragico, in quanto il
trapianto di un cuore è sempre collegato alla morte di una creatura umana giovane; da una parte la Morte In
agguato con la falcò; dall'altra I'« équipe » chirurgica che attende la nuova vittima.
C'è poi l'aspetto violento e brutale
dell'operazione: il bisturi che « strappa » il cuore dal petto di un corpo
solo cerebralmente morto, violando
così la dignità e la solennità dell'agonia.
Per quanto riguarda l'aspetto scientifico, le opinioni dei profani variano.
Ci sono gli ottimisti ohe esultano, che
parlano di « miracolo » della chirurgia,
capace ormai di ridare la vita ad un
moribondo e ci sono i pessimisti che
scuotono il capo, convinti del fallimento a breve scadenza dell’intero programma dei trapianti.
I moralisti si scandalizzano perché,
secondo loro, non è lecito intervenire
con le operazioni di trapianto, anche
se, così facendo, si ridà la vita ad una
creatura umana. Essi sono convinti
che, in questo moiJo, si interferisce
con i plani di Dio, perché Lui solo
può dare o togliere la vita.
Non bisogna però dimenticare il lato cristiano dei trapianti.
Non è commovente la madre che
dona il cuore del proprio figlio per
salvare la vita del figlio di un’altra
madre? Il suo dono è frutto di amore
« cristiano ». Così facendo infatti essa
smentisce la validità di « Mors tua, vita
mèa » ed afferma la verità del precet
to cristiano: « Ama il tuo prossimo come te stesso », il quale potrebbe anche
suonare così: « Mors mea, vita tua ».
Esprimerei anche la mia ammirazione per quei chirurghi che operano non
perché mossi da fini egoistici, come
il prestigio ed il lucro, ma dall'amore
per i loro pazienti, cioè per il Prossimo e, naturalmente, anche dall'amore
per la Scienza.
Non tocca certo ad un povero profano giudicare i chirurghi; tocca a questi ultimi sapere ascoltare la propria
coscienza.
Silvana Tron, Torre Pellice
Segnalazioni
PINEROLO — Il W.W.F., nell’Intento di
far conoscere quanto di meglio si sta
facendo nel mondo per salvaguardare
l'ambiente, è in grado di proiettare 6
films messi a disposizione dall'Ambasciata del Canada a Roma.
Infatti, grazie alla cortese collaborazione personale del signor Ambasciatore, ci sono pervenuti ì seguenti films
(16 mm. sonori):
1) « Un grande uccello bianco»; durata 52 minuti - colori - lingua italiana.
Il film narra il lavoro durato 40 anni
per salvare uno tra i più rari uccelli
americani; la gru bianca.
2) « Fine di un mito »: durata 51 minuti - colori - lingua italiana. Il mito
che deve finire è quello del lupo cattivo. Il film sviluppa questa tesi mostrandoci la vita e le abitudini del lupo
canadese nel suo ambiente e denuncia la caccia spietata di cui è oggetto.
3) « Il mare »: durata 29 minuti - colori - lingua italiana. Questo film illustra
10 sfruttamento del mare che viene effettuato da vari paesi.
4) « Fiori e alveari »: durata 12 minuti
- colori - lingua italiana, il processo
della riproduzione delle piante e della
impollinazione viene descritto tecnicamente in questo film ed è stata anche
filmata la vita nell'alveare.
5) « Terzo elemento »: durata 47 minuti - colori - lingua italiana. Questo
film è un poema sul terzo elemento
« l'acqua ». Realizzato dall’ONU, esamina il problema della siccità e dei
consumi sempre più elevati in tutto il
mondo. Le immagini sono molto suggestive.
6) « Compie à rebours »: durata 51
minuti - colori - in lingua francese. In
questo film viene illustrato, in dettaglio,
11 lavoro che il personale specializzato
svolge nei parchi nazionali.
La nostra Sezione mette a disposizione dei comuni, delle scuole e delle
associazioni che ne faranno richiesta i
filmati sopra elencati. L'iniziativa ha la
durata di un mese (marzo).
Seguiranno altre iniziative da parte di ambasciate di paesi stranieri, tra
le quali ha già aderito la Danimarca.
Tale iniziativa è un omaggio che la
sezione del W.W.F. di Pinerolo vuole
fare ai suoi soci, ai comuni della sezione e a tutti coloro che l’hanno aiutata e ci auguriamo continueranno ad
aiutarla nell’enorme lavoro di sensibilizzazione della popolazione a favore
della natura. Sappiamo che molte amministrazioni comunali hanno già recepito questo messaggio, e altre seguiranno e lo faranno proprio, nell'unico
intento di migliorare, dove necessita,
la situazione ambientale e di conseguenza la vita degli uomini che in tali
ambienti vivono.
Per prenotare i films e programmarne le proiezioni è sufficiente telefonare
al numero 011/9067195. E’ indispensabile, da parte di chi li richiede, la disponibilità di un proiettore 16 mm. sonoro e di un incaricato che sappia usarlo.
Sezione W.W.F. di Pinerolo
Amnesty International
TORRE PELLICE — Giovedì 20 marzo, ore 17, riunione. Centro d'incontro; o.d.g.; a) inizio del lavoro per
la « Campagna Sud Africa »; b) lettera
del prigioniero Kabamba, liberato nello Zaire, ad un socio del Gruppo Val
Pellice; c) concerto del Coro Alpino
prò Amnesty, 12 aprile, ore 21, tempio valdese, Torre Pellice; d) varie.
REMCRAZIAMENTO
« Io ho combattuto il buon
combattimento, ho finito la corsa, ho serbato la fede »
(II Timoteo 4: 7)
La moglie ed i familiari, Bell’impossibilità di farlo personalmente, commossi per la dimostrazione di stima e
di affetto tributata al caro
Umberto Rostagno
di anni 72
ringraziano di vivo cuore tutte le persone che con presenza, parole di conforto, scritti, fiori, hanno preso parte
al loro dolore.
Prarostino, 17 marzo 1986
RINGRAZIAIWENTO
(c L’anima mia s’acqueta in Dio
solo; da Lui viene la mia salvezza »
(Salmo 62: 1)
Michì con il marito Bruno,'la sorella Marie e tutti i familiari, ringraziano sentitamente quanti hanno preso
parte al loro dolore per la scomparsa
della cara
Héiène Albarin ved. Cesati
Un ringraziamento particolare al past.
Giorgio Tourn.
Torre Pellice, -17 marzo 1986
RINGRAZIAMENTO
« Io stimo che le sofferenze del
tempo presente non sono punto da paragonare con la gloria
che sarà manifestata a nostro
riguardo »
Il marito ed i familiari tutti della
cara
Anna Comba in Malan
commossi e riconoscenti ringraziano
tutti coloro che hanno preso parte al
loro immenso dolore.
Un ringraziamento particolare alla
Croce Verde di Porte, al dott. Rollo, al
pastore Langeneck ed al reparto M&dicina deU’Ospedale Cottolengo di Pinerolo.
Roccapiatta, 28 febbraio 1986
ringraziamento
« Io sono la via, la verità, la
vita »
(Giov. 14: 6)
La moglie, la figlia e i nipoti di
Fernando Balmas
riconoscenti per Tespressione di simpatia ricevuta in occasione della dipartita del loro caro, ringraziano il
pastore Marco Ayassot, i medici ed il
personale del reparto Medicina dell’Ospedale Civile di Pinerolo, il dott.
Andrea Maroiello, i vicini di casa e
lutti coloro che hanno preso parte al
loro dolore.
Pinerolo, 13 marzo 1986
RINGRAZIAMENTO
« L’Eterno è il mio pastore,
nulla mi mancherà »
(Salmo 23)
Il 5 marzo è morta
Nella Cougn Rostan
I funerali hanno avuto luogo a S.
Germano l’8 marzo. I figli Roberto,
Enrico e Nicoletta ringraziano tutte le
persone che hanno manifestato il loro
affetto in questo triste momento.
RINGRAZIAMENTO
La figlia Elvina e i familiari tutti
della compianta
Alina Costantino ved. GardioI
(Delina)
riconoscenti, ringraziano tutti coloro
che in qualsiasi modo sono stali loro
vicini in questo triste momento. Un
grazie particolare alla dott. Corea Rosanna, all’infermiere Fausto Borda Rossana, alle Sig.re Cheiret Paimira, Ricca Edina, vicini, amici, ai pastori Genre e Bertalino.
S. Secondo di Pinerolo, 21 marzo 1986
12
12 uomo e società
21 marzo 1986
AMERICA CENTRALE
Il calvario del Guatemala
In questi ultimi anni qualcosa
sta cambiando in America latina. Alcune dittature militari sono tramontate (speriamo definitivamente) ed hanno ceduto il
passo a governi civili regolarmente eletti. I casi più emblematici sono quelli del Brasile,
dell’Argentina, deH’Uruguay. Recentemente si è anche aggiunto
il Guatemala dove il democristiano Vinicio Cerezo, sopravvissuto a ben quattro attentati,
ha vinto nello scorso dicembre
Fondo di
solidarietà
Mentre ci riserviamo di pubblicare al più presto possibile
un nuovo elenco dei doni e delle sottoscrizioni pervenutici, desideriamo ricordare ai lettori
che attualmente si ricevono offerte (oltre a quelle contro la
fame e per la lotta al razzismo)
destinate a favore dei terremotati del Messico e dei disastrati
della Colombia. Come abbiamo
già precisato, desidepamo aprpoggiare la sòttoScrizìbrie a suo
tempo aperta a questo scopo
dalla Federazione delle Chiese
evangeliche. Già alcune offerte
ci sono pervenute a questo fine
ed attendiamo ulteriori e generosi doni onde poter al più presto dare questa dimostrazione
di testimonianza e di presenza
del nostro settimanale nei confronti di quelle drammatiche situazioni.
Ricordiamo che le offerte vanno inviate al c.c.p. n. 112341(11 intestato a Pondo solidarietà de
La Luce, via Pho V, 15 - Torino.
« L'Eco delle Valli Valdesi Reg.
Tribunaie di Pineroio n. 175.
Redattori: Giorgio Gardiol, Paoio
Fiorio, Roberto Giacone, Adriano
Longo, Giuseppe Platone, Sergio
Ribet. Comitato di redazione: i redattori e: Mireila Bein Argentieri,
Valdo Benecchi, Mario F. Berutti,
Franco Carri, Rosanna Ciappa Nitti. Bruno Gabrielli, Claudio H. Martelli, Roberto Peyrot, Massimo Romeo, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Liliana Viglielmo.
Direttore Responsabiie:
FRANCO GIAMPICCOLI
Redazione e Amministrazione: Via
Pio V, 15 - 10125 Torino - Tel. 011/
655.278.
Redazione l'Eco delle Valli Valdesi:
Via Arnaud, 23 - 10066 Torre Pellice.
Editore: AlP, Associazione Informazione Protestante - Via Pio V, 15
- 10125 Torino.
Registro nazionale della Stampa n.
00961 voi. 10 foglio 481.
Abbonamenti 1986: Annuo L. 27.000;
Semestrale 14.000; Estero 55.000 (posta aerea 79.000); Sostenit. 50.000.
Decorrenza 1° genn. e 1“ luglio (semestrale) da versare esclusivamente sul c.c.p. 327106 intestato « L'Eco
delle Valli - La Luce » - Casella postale - 10066 Torre Pellice.
TARIFFE INSERZIONI
Pubblicità: L. 15.000 per modulo
(mm. 49x53).
Econoimici: L. 300 ogni parola.
Partecipazioni personali: L. 400
per parola.
Mortuari: L. 350 per mm. di altezza. larghezza 1 colonna.
Ricerche lavoro: gratuite (massimo 25 parole).
I prezzi si intendono oltre IVA:
18 per cento.
Fondo di solidarietà c.c.p. 11234101
intestato a « La Luce: fondo di solidarietà », Via Pio V, 15 - Torino
Stampa; Cooperativa Tipografica
Subalpina - 10066 Torre Pellice (To)
le elezioni presidenziali « concesse» dai militari dopo oltre trent’anni di terribile potere. Queste stesse forze armate hanno
però decretato — il 13 gennaio
e cioè ad elezioni avvenute —
Tamnistia generale per tutti i
delitti da esse commessi negli
scorsi anni.
Di quali poteri potrà in effetti disporre il neo-eletto? Si 'potranno processare le giunte militari come è avvenuto in Argentina? Il Soeptì mensuel, periodico del servizio ecumenico
di stampa e di informazione,
esamina la situazione di questo
Paese nel suo numero di febbraio con un servizio di Théo
Buss che traduciamo e sintetizziamo qui aporesso. r. p.
Dal 1954 le forze armate, aiutate dalla CIA (i servizi segreti
degli USA) hanno governato il
Guatemala colla violenza, mentre l’insicurezza e l’assenza di
garanzie costituzionali hanno
regnato sovrane. Sia la Commissione per i Diritti dell’uomo della
Organizzazione degli Stati americani, con mozione dell’ll ottobre scorso e sia l’Assemblea generale dell’ONU.,*(6 (Jic. 1985)
hanno documentato e denunciato gli assassini commessi, ma
in genere i mezzi di informazione mantengono il silenzio sul
genocidio che sta decimando gli
indigeni, costituenti il 60% della
popolazione. Ora, su quale costituzione si potrà basare Cerezo per dirigere il Paese? Secondo la giurista Elisabeth
Baumlin, la costituzione approvata nel 1985 dall’Assemblea costituente, pur essendo ispirata
al costituzionalismo liberale, si
caratterizza per la assenza di volontà di cambiare la situazione
che regna nel Paese, senza aprire il cammino verso una neces
saria ristrutturazione della società mediante un autentico processo di democratizzazione. Essa ignora la repressione sistematica, gli scomparsi, gli assassini. Non dice una parola sulle
terribili disuguaglianze che caratterizzano la società guatemalteca. Essa nasconde le atroci
.condizioni in cui vive. ,e - muore
la maggioranza degli' abitanti, lo
sfruttamento senza limiti e la
costante repressione di cui sono vittime.
La Commissione dei diritti
dell’uomo per l’America centrale ritiene che gli scomparsi ammontino a 30 mila, su una popolazione di otto milioni. Cifra
spaventosa, se la si paragona ai
30 mila scomparsi argentini, su
una popolazione di 29 milioni di
abitanti. Il totale dei morti, vittime della violenza repressiva,
si calcola da 40 a 100 mila, quello dei profughi all’interno del
paese ammonta a circa un milione. In sole cinque provincia,
si contano oltre 116 mila orfani
di persone assassinate negli ultimi quattro anni. La cifra dei
profughi nei paesi vicini, pur
difficile da valutare, si fa ascendere fra i 300 è .'500 mila.
Anche le persecuzioni religiose sono state molto pesanti. All’inizio degli anni ’80, a seguito
di numerosi assassini di preti
e di precise minacce, tutto il
clero cattolico si è dovuto ritirare dalla provincia del Quiché.
La Parola è ora predicata da
catechisti, che sono esposti all’arresto, alla tortura, alle sparizioni. Nel 1982, 12 pastori sono
stati uccisi, 69 imprigionati, 45
scomparsi. 11 missionari sono
stati espulsi, 88 chiese protestanti distrutte e più di 50 occupate
dall’esercito.
Di fronte a questa situazione
il fronte di opposizione URNG
(Unitad revolucionaria nacional
guatemalteca) ha presentato in
occasione delle recenti elezioni
una lista di rivendicazioni che
contemplano, fra l’altro, una approfondita inchiesta atta a far
luce sui massacri, le sparizioni
e le detenzioni degli scorsi anni; la citazione davanti ai tribunali dei capi militari e della polizia; la libertà di stampa, quella religiosa ed il libero lavoro
pastorale delle chiese.
Per quanto riguarda l’aspetto economico, il Paese è nettai
mente perdente negli scambi
Nord-Sud. Fornitore di materie
prime (banane, caffè, cotone,
zucchero, tabacco) vede i prezzi in co'stahtè discesa, mentre i
suoi debiti aumentano in proporzione geometrica. Le riserve
monetarie sono esaurite, la produzione ristagna mentre la disoccupazione ha raggiunto livelli intollerabili.
La nuova amministrazione Cerezo eredita dunque una situazione catastrofica e disporrà —
secondo le previsioni dei commentatori politici — di stretti
margini di manovra, costretta
fra im forte movimento popolare ed un esercito che ha allentato le redini visibili del potere
solo per meglio controllare il
suo esercizio del potere. Le organizzazioni di solidarietà tedesche non si sono sbagliate quando hanno dichiarato che « il governo civile non è che una facciata della dittatura militare ».
Anche l’arcivescovo guatemalteco Prospero Penados ha parlato di « un governo civile militarizzato ». Si può sperare che lo
spirito che ha rinnovato il Rio
de la Piata giunga anche qui?
Ci sia concesso sperare che il
genocidio subirà un rallentamento, e che, colla migliore circolazione delle informazioni, l’opinione internazionale possa esercitare una pressione così forte
sul nuovo governo del Guatemala, da costringerlo a cambiare completamente rotta, rinviando i militari in giudizio, in prigione e nelle caserme.
Doni Eco-Luce
DONI DI L. 3.000
Angrogna: Berlin llda — Forano: Gennari Nora, Giuliani Rocco, Claudi Claudia — Pineroio: Bounous Renata, Gar^,rp Edoardo, Vpla Alfano . Fiorella, Rivolre Adriano, Malan Sergio, Malavaso
Prandino Giorgina, Micol Paimira, Boccassini Nora, Sappè Diego — San Secondo: Long Pietro, Paschetto Valdo,
Paschetto Gino, Godino Livio — Torre
Pellice: Benedetto Olga, Rochat Daniele,
Malanot Ferruccio, Chiavia llda. Martini
Etisia, Pretto Cristina, Marauda Sergio,
Benedetto Attilio, Pizzo Elio, Ranieri
Cesare, Geymonat Dante.Sibille Attilio, Charbonnier Emma, Marauda Rachele ved. Planchon, Micol Adriana,
Poët Elena, Godino Poët Giulia, Saragosi Pietro —• Pomaretto; Ribet Erminio, Grill Speranza, Martinat Enrico,
Balma Enrico, Grill Onorato, Ferrerò Eli,
Tron Roberto, Vinçon Tron fida, Poët
Maria Lina, Peyronel Ferruccio — Perosa Argentina: Clot Levy, Coucourde
ERITREA
La pace dei cimiteri
Superati, grazie alla solidarietà internazionale, i problemi
posti dalla carestia, il governo
etiopico ha potuto ricomporre
le file dell’esercito per tentare
di risolvere, una volta per tutte,
la questione eritrea. E’ l’ottava
volta che ci prova dal 1978, e
pare che l’attuale offensiva, denominata Operazione Mar Rosso, non abbia paragoni per le
forze spiegate. Accanto agli oltre 90.000 soldati di stanza in
territorio eritreo sono state fatte scendere in campo 17.000 nuove reclute e due divisioni spostate dai fronti deH’Ogadén e del
Tigrai. I cieli sono quotidianamente solcati da oltre un centinaio di potenti macchine da
guerra ; una sessantina di Mig
21 e 23, una decina di bombardieri Antonov e una trentina
di elicotteri, gli stessi, pare, impiegati nelle operazioni antiguerriglia in Afghanistan. Per la
prima volta dal 1977, quando
erano state impiegate nella piana di Naro, sono state mobilitate anche truppe paracadutate.
Da considerare attentamente è
anche il coinvolgimento sempre
maggiore dei tradizionali alleati del regime di Menghistu. I
consiglieri sovietici non si fermano più nelle retrovie ma partecipano direttamente alle operazioni, le basi logistiche per gli
attacchi aerei e i pattugliamenti marittimi sono offerte dallo
Yemen del sud mentre la Libia
non lesina consistenti aiuti finanziari.
L’offensiva è stata sferrata su
diversi fronti nell’arco di oltre
tre mesi. Il primo attacco si è
avuto alla fine di agosto nel Barka. Nelle operazioni sono andati
distrutti decine di migliaia di
ettari di coltivazioni di cereali,
attivate nella tarda primavera
da! Fronte popolare per far
fronte alla grave situazione alimentare della popolazione. Testimonianze di rifugiati in Sudan e filmati di giornalisti europei provano che si è fatto
largo uso di napalm. A metà ottobre è stato preso di mira il
fronte nord-orientale del Sahèl,
prospiciente il Mar Rosso, mentre per tutto novembre il massimo sforzo è stato condotto
nella zona di Nacfa.
A seguito dell’urto dell’esercito etiopico i combattenti eritrei
hanno evacuato Barentu, Tessenei e il porto di Marsa Teclai,
ma, secondo la campagna propagandistica condotta in questo
periodo dal governo etiopico, il
maggior obiettivo dell’offensiva
rimane Nacfa, la città simbolo
della resistenza eritrea. Un recente ed ingente concentramento di truppe a Keren ed Agordat
fa pensare che l’esercito governativo non abbia ancora rinunciato ad espugnarla e che nuovi tentativi verranno fatti nei
prossimi mesi. I combattenti
eritrei, intanto, arroccati a difesa delle basi tradizionali della
resistenza, conducono frequenti
azioni oltre le linee, spingendosi fin dentro la capitale, Asmara.
L’operazione più spettacolare si
è verificata il 14 gennaio quan
do un commando eritreo è penetrato nella base militare di
Asmara ed ha distrutto una quarantina di aerei etiopici. Le
esplosioni e gli incendi conseguenti hanno illuminato a giorno la città per molte ore.
La ripresa delle azioni militari su vasta scala ha provocato
una nuova ondata di profughi
che affluisce in Sudan dopo aver
abbandonato villaggi e raccolti
ormai distrutti. Nel solo campo di 'Wad Sherife, che conta
ormai 110.000 presenze, alla fine
d’agosto giungevano dai 400 ai
700 nuovi ospiti ogni giorno e
gli organismi internazionali non
riuscivano più a far fronte alle
necessità.
L’attuale recrudescenza della
guerra fa seguito alla interruzione degli incontri preliminari
che avrebbero dovuto portare a
vere e proprie trattative di pace.
Dal settembre del 1982 alla primavera di quest’anno si erano
susseguiti dieci tentativi, tenuti
segreti per volontà del governo
etiopico. La contraddittorietà
dei documenti di lavoro presentati dagli esponenti del governo
di Addis Abeba e le frequenti
indiscrezioni da questi diffuse
nonostante la clausola della segretezza hanno alla fine convinto il Fronte popolare a rilanciare la proposta di referendum
avanzata nel 1980 e a chiedere
nuovi anprocci pubblici alla presenza di un osservatore indipendente.
Bruna Sironi
(da «Nigrizia», febbraio 1986)
Maurino Simona, Charrier Elvina, Chambón Una, Tron Rino, Pons Arturo, Micol Edvin — Genova: Grill Pierino —
Inverso Pinasca: Costabel Ernesto,
Chambón Aldo — Torino: Jon Scotta Primo, Mathieu Bruno, Berlin Albertina,
Selli Alberto, Romagnani Turin Matilde, Selli Giuliano, ReveI Clelia, Ricca
Alina, Morelli Elodia ved. Bruno —
Luserna S. G.: Prochet Arnaldo, Vaitollina Elio, Alliaud Elisa, Malan Clementina, Jourdan Luigi, Spini Adelina,
Gaydou Laura, Lodi Laura, Benecchio
Guido, Frache Ida, Benech Giovanni,
Peyrot Giorgio — Ivrea: Marangoni
Renzo — Collegno: Magnano Mario —
Villar Perosa: Ferrerò Norberto, Long
Mauro, Soulier llda — Pinasca: Lami
Beniamino — Villar Pellice: Talmon
Negrin Paolina — Buttigliera Alta: Barberis Erma — Rosta: Barberis Vittorio — Massello: Barai Emanuele, Giraud Silvio, Micol Elisa, Micol Ernesto — S. Germano: Meytre Oreste,
Meytre Arturo, Sappè Ugo, Sappè Enrichetta ved. Bouchard, Bounous Anna e Giancarlo, Sappè Davide, Bouchard
Eli, Sappè Aldo, Sappè Bruno, Long
Augusto, Melchiori Eugenia ved. Peyronel, Baret Emilio, Bounous Remo,
Soulier Scapin Simona, Long Adolfo,
Long Carlo, Obialero Carlo, Gilles Giovanni, Ribet Rino, Beux Mario, Balmas
Sergio, Beux Claudia, Valente Elvira,
Jahier Davide, Tron Monnet Anna, Coucourde Emanuele, Ribet Vinçon Paola,
Masse! Ettore, Bounous Ugo, Lanfranco
Ileana, Ferrier Aldo, Costabel Enrico,
Bertalot Giovanni, Long Renato, Avondet
Franco, Tron Enzo, Armand Hugon Clc
lia ved. Bertalot, Balmas Gustavo, Tron
Oriana, Martinat Emilio — Perrero:
Micol Tron Paolina.
DONI DI L. 5.000
Pistoia; Pasqui Valdo — Ravenna: Ballerà Tina — Svizzera: Werner Jakob.
Svizzera: Aeschiimann M., Avondet
Bruno, Rosetti C., Pavone Francesco,
Merkii Hanoi — Torino: Ranieri Edmondo.
IMPORTI VARI
Perrero: Ribet Ivonne L. 1.000 —
Villar Pellice: Monnet Lina 1.000 — S.
Germano Ch.: Jahier Bouvier Rachele 13.000, Baret Alfredo 5.000, Balmas
Amalia ved. Peyla 1.000, Comba Luigi 2.000, Pons Alma e Nida 1.000, Long
Alfredo 1,000 — Villar Perosa: Tron
Giuliano 1.000, Sorelle Bonin 1.000. Serre Samuele 1.000 — Torre Pellice: Avondetto Ida 1.000, Vetta Clara 50.000. Sibille Mario 8.000, Abate Domenico 4
mila — Roma: Irollo Bianca 2.000 —
Perosa Argentina: Volai Bartolomeo
2.000 — Cantalupa: Travers Fiordalisa
1.000 — Pineroio: Chinellato Laura
6.000, Gay Ida 8.000 — Pomaretto: Peyronel Levy 8.000, Genre Germana 1.000,
Long Edmondo 1.000 — Torino: Coucourde Arturo 1.000 — Luserna S. G.: Marinaro Eugenio 13.000, Grill Esterina
1.000, Bertalot Ada 8.000 — Svizzera:
Fasanari Bourquin Violetta 15.000 — Abbadia Alpina: Paschetto Lidia 1.000 —
Canada; Martinat Fernando 20.000 —
Cerignola: Campanelli Silvio 5.00C,