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Riguardate alla roccia onde foste tagliati !
(Isaia LI, 1)
Sottianaanaoil« <|«|l«i .Cki«s«i 'Valde'
Nulla sia più 'forte della vostra fede I
Qianavello)
Direllore : Prol. GINO COSTABEL
AMMINISTEAZIONE: Via Carlo Alberto, 1 bis - Torre Pellice
REDAZIONE: Via Arnaud, 27 - Toììrb IPkluce
Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira
Cent. 30 la copia
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Llmmeosa angoscia umana
Il cantico 60 del nostro Innario Cristiano, ha una strofa, la seconda, che comincia così:
Per l’immensa angoscia umana,
Si chiedeva immenso amor...
Quale argomento più attuale che questo della angoscia umana, universalmente diffusa ? Cosa si presenta al nostro intelletto ed al nostro cuore, ogni
mattina aprendo il giornale, se non che
il vastissimo quadro di una angoscia
umana che ha raggiunto proporzioni
apocalittiche ? Chi non sente in sè stesso una eco della angoscia degli innumerevoli feriti giacenti su campì di battaglia vasti come intiere nazióni; quella
dei moribondi nei flutti degli oceani ed
a bordo di areoplani insanguinati ? Chi
misurerà mai l’angoscia delle turbe dei
profughi; quella dei denutriti, degli affamati, dei tormentati al pensiero del
domani ?
Dinnanzi a tanta angoscia vien fatto di chiederci; esiste un rimedio capace di alleviarla ? Si, gloria a Dio ! Ci
riferiamo di nuovo al cantico a cui abbiamo accennato; la stessa strofa già
citata contìnua così:
Tu Gesù^ ne amasti, e vana,
Non fu l’opra Tua, Signor.
L’amore di Gesù; eccolo il rimedio
alla immensa angoscia umana. La più
alta manifestazione dell’amore è quella
di chi sacrifica la propria vita per un
amico; ma Gesù ha dato la Sua preziosa vita per tutti noi, peccatori e per
natura, Suoi nemici. Tutti coloro che
con fede infantile hanno creduto in
Gesù hanno trovato in Lui e nelle Sue
promesse un conforto efficace in tutte
le loro angoscio e tribolazioni. Lo conoscete,, nevvero, il grido vittorioso dell’Apostolo perseguitato ed imprigionato; « Il Figliuol di Dio mi ha amato e
ha dato Sè stesso per me ? » Consolato
e sorretto dalTamore del Figliuolo di
Dio, l’Apostolo scrive dalla prigione di
Roma delle lettere, traboccanti di serenità e persino di gioia ed esortanti alla gioia costante. Questa gioia è per tutti
i credenti; l’opera di Gesù è resa vana
soltanto dalla incredulità dell’uomo.
Val dunque la pena di credere e credere
con tutto il cuore, non soltanto per essere consolati ma per diventare dei consolatori. Mai quanto ora, il mondo ne
ha avuto bisogno. Ernesto Buffa.
-15 LIRE
Molti cari amici si rivolgono spesso
all’Eco per domandargli cosa possono
fare per aiutarlo: segnaliamo loro il
mezzo più semplice, e, strano, il più trascurato: pagare il proprio abbonamento;
. e non ritardare tutto un anno ! Già !
ci sono molti cari amici che non hanno ancora pagato il loro abbonamento !!
■■ Comprendiamo che la spesa è così piccola, che si può facilmente dimenticare;
• ma se vi rendeste conto di quanta ama. rezza riempite il nostro cuore, ritar,, dando di compiere il vostro dovere, voi
^vi precipitereste dal vostro pastore, o
a, un ufficio postale, e ci versereste la
; tenua somma che ci dovete.
i La Tavola ha deciso di unificare il
prezzo di abbonamento per tutti i distretti della Chiesa e quindi, l’abbonamento per il 1942 sarà, di L. 15, che potrete versare come per il passato, direttamente ai vostri pastori, o mediante
versamento in C. C. P. intestato alla
Libr. Edit. Claudiana Torre Pellice (Torino): n. 2-17557.
E’ indubbiamente, un prezzo che non
copre le spese' del giornale; ma abbiamo fiducia che i nostri lettori seguiranno l’esempio magnifico che danno i nostri soldati. La Tavola aveva deciso di
mandar loro il giornale gratuitamente,
ed ecco, un giorno dopo l’altro, il cappellano cap. Rostan ci trasmette qualche
lista di soldati nostri che trovano modo di contribuire generosamente alle
spese dell’Amministrazione, perchè « fa
piacere di ricevere il giornale, laggiù... »
ci diceva uno di essi. Ci auguriamo, dicevamo dunque, che tutti i ritardatari
paghino sollecitamente il loro abbonamento;. che tutti i lettori lo rinnovino;
che tutti sostengano il giornale versando
oltre le 15 Lire una quota integrativa
che serva a coprire tutte le spese, come
prova di solidarietà. • Dir.
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1 * Chiesa ed evangelizzazione
Questi ultimi tempi hanno imposto,
alle Chiese, gravi problemi. Problemi di
natura spirituale e di ordine materiale
e pratico che vengono affrontati con coraggio ma che sono così gravi da .lasciar pensierosi anche coloro che hanno
una fede forte.
Per quanto riguarda la nostra piccola Chiesa Valdese basterà accennare
alle finanze. Non è stata questa la forte preoccupazione di questo ultimo decennio ? Anzi la situazione era giunta
ad un punto tale che il Sinodo del 1940
aveva chiesto a tutte le Comunità un
aumento delle contribuzioni in ragione
del 50 per cento. L’aumento richiesto,
che era enorme, è stato anche leggermente oltrepassato, cosicché la Chiesa
riposa ormai su basi sicure se lo sforzo
fatto fin qui sarà tenacemente continuato.
Quello però che non tutti sanno è che
il pareggio del bilancio non è stato raggiunto soltanto in virtù dello spirito di
sacrificio di tutti coloro che amano la
Chiesa, ma anche a prezzo di dolorose
amputazioni ed, in modo speciale, alla
riduzione graduale e progressiva del
nostro campo di Evangelizzazione.
Certe Chiese che, un tempo avevano
un pastore a re.s'denza fissa sono ora
visitate più o meno regolarmente e si è
talvolta costretti ad affidare a taluni pastori un lavoro che oltrepassa le loro
reali possibilità. Alcuni pochi non se ne
dolgono e dicono che tutto questo è
provvidenziale; anzi, soggiunge taluno,
opera di Evangelizzazione non se ne dovrebbe fare più ! Perchè continuare a
sacrificare i nostri migliori uomini ?
Non sarebbe forse più opportuno concentrare tutti gli sforzi nelle parrocchie
secolari delle Valli che sono ben costituite e dove il lavoro da svolgere è senza dubbio enorme ‘1
Eppure il compito affidato da Cristo
stesso alla Chiesa è ben diverso ed ha
più ampi orizzonti. Se difficoltà di ordi
ne puramente contingente non ci permettono, al presente, di estendere la no’ ■ stra opera, approfittiamone per lavorare
"sodo in profondità. 11 momento è propizio per la riflessione, e non sarebbe
forse prematuro formulare tin piano d’a‘ zìone per l’avvenire quando, se Dio vorrà, saremo nuovàmente chiamati a por,'tare alle folle il buon annunzio della
Redenzione.
La ben nota rivista « Fides » - numero^di settembre _ si accanisce, secondo
la sua tradizione e con ben magri risultati, a buttare il discredito sulla nostra opera. Essa però vede chiaro quando afferma: « dati i tempi in cui ci troviamo, lo sforzo proselistico del prote' stantesimo ha subito una stasi evidente.
Sarebbe però imperdonabile ingenuità il
pensare che, avvenuta la pace, esso non
si dia poi attorno per riprendere quel’l’opera... definita pomposamente ed erroneamente (sic) Evangelizzazione ». ìG.
B. Ottonello).
Siam,o dunqùe avvertiti .
Le difficoltà del tempo presente non
devono far passare in seconda linea il
problema dell’Evangelizzazione che deve essere mantenuto più vivo che mai
in tutti i cuori. Cercheremo pertanto
i di porlo dinanzi alla coscienza di ogni
singolo. credente còme un compito essenziale ed inderogabile della Chiesa,
compito che scaturisce direttamente
dall’ordine, del Signore ai discepoli di
tutte le età: « andate dunque, ammaestrate tutti i popoli, battezzandoli nel
nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro di osservare,
tutte quante le cose che v’ho comandate. Ed ecco Io sono con voi tutti i
giorni fino alla fine dell’età presente ».
(Matt. 28: 19-20). u. b.
(Continua).
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milifan
« Comunione dei santi »
Cari Giovani Militari,
Mi è grato rivolgervi di tanto in tanto
da queste colonne qualche sincera parola di saluto, di augurio, e d’incoraggiamento a rimanere saldi nella vostra
fede. Ma non crediate che il nostro
pensiero si volga a voi tutti solo di
quando in quando mediante queste poche parole stampate...; anzi, il cristiano sa di non possedere soltanto a sua
disposizione il pensiero e la penna per
tenersi in relazione con coloro che, gli
son cari, ma sa di poter fare assegnamento su di un altro mezzo di cui si
può valere ognora, con gratitudine verso Dio che glie lo ha dato: la preghiera.
Noi pensiamo con molto affetto a voi
tutti, cari giovani lontani dalle vostre
Chiese, che servite con amore e fedeltà
la Patria che vi ha chiamati; pensiamo
con affetto a tutti quanti, sìa che vi conosciamo personalmente o meno ! Ma
il nostro semplice pensiero forse non basta, affinchè ci sentiamo veramente uniti « in ispirito », ed affinchè, malgrado le distanze talvolta enormi che da
voi ci separano, cì sentiamo, non solo
a parole, ma col cuore uniti, stretti e
vicini. Voi sapete che Dio, pur invisibile
agli occhi del nostro corpo, è onnìpre
sente; il Suo Spirito riempie ogni più
remota parte dell’universo, e sonda e
investiga anche le profondità più recondite dei nostri sentimenti: vede e legge ogni cosa ! (rileggete il Salmo 139).
Orbene, se non cì accontentiamo di sempliei pensieri volti per lo più a ricordi,
al passato, ma se sappiamo elevare il
nostro spirito « in Dio », quanto maggiormente e spiritualmente ci potremo
allora sentire uniti: lo Spirito stesso di
Dio sarà il mezzo, il veicolo dei nostri
pensieri e delle nostre reciproche preghiere. V’è qui un aspetto di quel che
il Credo Apostolico definisce « la comunione dei santi ». Sappiamo difattì che
la S. Scrittura chiama « santi » non i
« perfetti » (che, del resto, non esistono:
il solo « perfetto » è stato e sarà unicam,ente il Cristo !), bensì i credenti, nel
senso di « consacrati al servizio di Dio »,
« appartati per dar gloria a Dio » (S.
Paolo, infatti scriveva le sue epistole «ai
santi » di Efeso, Cólosse, Tessalonica,
Corinto, ecc.).
Ora questi credenti, questi « santi »
si sentono stretti in comunione spirituale gli uni cogli altri mediante lo Spirito
onnipresente di Dio che è il termine
comune verso cui s’indirizzano le loro
preghiere.
Cari giovani, imparate non solo a sapere che Dio è presente e vede ogni
cosa in voi, e sa ogni cosa di voi; imparate altresì a sentire nei vostri cuo•ri quello Spirito di Dio per poter dire
con Gesù: « Non sono più solo, poiché il
Padre è con me »; ed imparate a servirvi con efficacia di quello Spìrito di Dio
che santificherà i vostri pensieri e fortificherà le vostre volontà. In una parola, imparate ad innalzare a Dìo le vostre
preghiere, e ad udire nello Spirito di
Dio la èco delle preghiere che noi, ì
vostri parenti, i vostri amici, le vostre
Chiese, innalziamo a Dio in vostro favore.
Oh quanto volentieri vi parlerei ancora della bellezza, dell’importanza,
deH’efficacia della preghiera cristiana,
ma non ne ho qui la possibilità: rileggete semplicemente le pagine del vostro
Nuovo Testamento, e voi sentirete allora Gesù stesso e gli Apostoli parlarvi
della preghiera, ed esortarvi all’umiltà,
alla fede, alla perseveranza, alla purezza senza le quali la preghiera non può
essere che fiacca e meccanica.
« In ogni cosa siano le vostre richieste
rese note a Dio in preghiera e supplicazioni con azioni di grazie » (Filippesi 4;
6): servitevi adunque della preghiera per
richiedere a Dio perdono, aiuto nella
tentazione, fedeltà per l’adempimento
dei vostri compiti, forza per sopportare
il peso della responsabilità, pazienza per .
aspettare che Dio esaudisca- i vostri desideri più cari e legittimi: e servitevi
altresì della preghiera per « azioni di
grazie », cioè per manifestare a Dìo la
vostra filiale gratitudine per quanto
Egli ha fatto, fa e farà per voi: « Benedici, anima mia, l’Eterno, E non dimenticare alcuno dèi suoi benefici »
(Salmo 103: 2).
E sia che ripetiate preghiere, imparate a memoria o che manifestiate « le
vostre richieste » e le vostre « azioni dì
grazie » a Dio con parole vostre, ricordate qual’è la condizione prima ed in-
2
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dispensabile di esaudimento: che le vostre preghiere noji diventino mai un
volgare mezzo di superstizione, per cui,
ripetendo certe frasi o formole, voi v’illudiate di aver fatto una preghiera efficace. Mentre pregate fate sì che' la
vostra attenzione sia vigilante, che le
parole che dite o .ripetete non siano
mai parole incomprensibili pronunziate
solo dalle labbra, ma traducano sempre
1 sentimenti e le aspirazioni più care e
più sacre dei vostri cuori: « Nel pregare
- diceva Gesù nel sermone sul monte non usate soverchie dicerie, come fanno
i pagani, i quali pensano di essere esauditi per la moltitudine delle loro parole:
non li rassomigliate dunque... » (S. Matteo 6: 7).
Pregate, cari giovani, conie noi pre
ghiamo per voi, e così - in un modo
spirituale, efficace e benefico per le aninie vostre e nostre - ci sentiremo vicini
e in comunione ognora.
Paolo Marauda, pastore valdese
Doni ricevuti dal Cassiere
della Tavola Valdese per Istituzioni varie
Jenny Gönnet, Ginevra:
per Casa delle Diaconesse L. 25,—
per Evangelizzazione 50,—
per Orfanotrofio di Pomaretto 25,—
per Orfanotrofio Torre Pellice 25,—
per Ospedale di Pomaretto 25,—
Anonimo, Esodo 35: 5:
per Istituto di Firenze 2000,__
Adolfo e Lidia Comba:
per Istituto Gould 25,—
per Istituto di Firenze ' 25,—
per Asilo di Vittoria 25,—
per Asilo S. Germano 25,—
per Orfanotrofio' di Pomaretto 50,—
Anonimo, Salmo 73: 26:
per Istituto di Firenze 2000,—
per Istituto Gould 3000,—
Guglielmo Appia:
per Asilo di San Germano 50,—
N. M., Torre Pellice:
per Asilo di S. Germano 100,—
per Rifugio Re Carlo Alberto 100,—
Roman Emilia:
per Collegio lOO,—
N. N., Coazze., P. R. 3,50»/o:
per Casa Diaconesse 500,—
per Asilo di San Germano 500,—
Camillo Gay, Pinerolo, R. 5«/o:
per Orfanotrofio di Torre P. 10000,—
Bounous S. A., in memoria MUca
Rocchi Prochet:
per Asilo di S.Germano 500,—
Le funzioni pastoraii nei ministero degii anziani
Siamo lieti di consacrare questa pagina alla meditazione di tutti i membri di
Chiesa, dei nostri anziani e diaconi in
particolar modo, e di pubblicare nelle
sue parti essenziali lo studia cosi chiaro e
persuasivo; che il dott. A. Ricca presentò alla discussione dei membri dei nostri
Concistori convenuti a Torre Pellice il 2
novembre.
...Nella Scuola dei Campi di Bobbio
Pellice è il ritratto barbuto dell’anziano Davide Geymonat. La sua memoria
è ancora viva nella mente e nel cuore
di quanti compongono il quartiere dei
Campi. Si ricordano di lui le riunioni
domenicali nella scuoletta del quartiere
sempre affollata. La spiegazione semplice, chiara, persuasiva che faceva della
Parola di Dio, da lui intimamente conosciuta e posseduta, era seguita col massimo interesse e beneficio spirituale. E,
riunioni ancora più familiari, ma non
meno efficaci avevano luogo ogni sera
nel periodo invernale nella capace stalla
del Geymonat, quando al culto di famiglia partecipava sempre un buon numero di vicini. Si ricordano di luì le visite
pastorali ai sani e ai malati del suo
quartiere; e per la conoscenza ch’egli aveva del gregge a lui affidato, per la
serietà, il tatto e l’amore con cui esercitava la sua missione acquistò la fiducia della popolazione e potè nell’umiltà compiere un’opera che dura ancor
oggi. Per grazia di Dio anziani della statura spirituale del Geymonat si trovano
ancora qua e là per il bene delle nostre
Chiese, ma il rilevare con gratitudine e
soddisfazione resistenza di tali fedeli
servitori del Signore non ci impedisca
di esprimere il desiderio che l’eccezione
diventi la regola, in seno ai nostri Concistori.
Senza dubbio la funzione dell’anziano
anche dal punto di vista dell’amministrazione della Chiesa è importante;
senza dubbio l’anziano è un prezioso
collaboratore del pastore anche quando
si limiti ad informarlo dì quanto avviene nel suo quartiere e a evitargli, coi
suoi consigli, i mali passi e ad assecondarlo nelle sue iniziative e a difenderlo,
ove occorra, presso i parrocchiani male
informati o mal disposti e, perchè no? ad
ascoltar^, talvolta, con pazienza e con
simpatia, le confessioni d’un pastore
momentaneamente stanco e deluso.
Quanti pastori hanno trovato conforto
in una fraterna stretta di mano o in una
parola d’incoraggiamento d’un anziano.
Ma tutte queste utilissime funzioni non
esauriscono l’opera dell’anziano, non .sono ancora la vera funzione pastorale
dell’anziaho. Chè, l’anziano, non si dimentichi, è un vero e proprio pastore e
l’anzianato un ministero nella Chiesa,
d*
II nostro studio avendo un fine pratico e non teorico non ci rifacciamo ai
■ passi biblici e alla storia della Chiesa e
alle dichiarazioni della nostra confessione di fede per convalidare la nostra
affermazione; ci basti il rilevare che
l’art. 12 della nostra costituzione riconosce investito di carica ecclesiastica,
accanto al ministro, anche l’anziano
e che l’art. 156 dei Regolamenti organici definisce la funzione degli anziani dicendo che « hanno specialmente per
mandato di cooperare col Pastore alla
prosperità spirituale della Chiesa, vigilando su tutti i membri del gregge ed in
particolare su quelli di cui fosse loro
affidata la cura in una circoscrizione determinata ». Cooperazione coi pastore
nel ministero spirituale, dunque ministero spirituale, funzione pastorale: funzione che, si esprim.e essenzialmente nella predicazione e nella cura d’anime.
Nella predicazione
La predicazione non è soltanto quella
che si fa dal pulpito la domenica mattina e per la quale evidentemente occorre
una preparazione speciale, studi lunghi
e seri nonché certe qualità esteriori di
voce, di dizione, ecc. S’intende che il
pulpito non è monopolio del pastore.
Chiunque può salirvi, che possa recare
un messaggio edificante, sia esso pastore
anziano o semplice credente; ma il pulpito cristiano ha una sua particolare dignità per cui dovrebbe essere concesso
solo a quelle persone che diano serie garanzie di preparazione spirituale e intellettuale, che edifichino anziché distrarre o peggio.
Tuttavia, a prescindere dalla predicazione fatta dal pulpito, quante occasioni per l’anziano di annunziare l’Evangelo o più semplicemente di rendere
una testimonianza, di rivolgere un breve
appello, di dire una parola che esprima
la sua fede. Si dice spesso che il nostro
carattere di Valdesi e dì montanari naturalmente riservato - ci permette
difficilmente di esprimere le nostre convinzioni religiose in pubblico. Qualunque sia l’elemento di verità che essa
contiene, l’obbiezione non ci pare decisiva. E basta a confutarla il fatto che
quasi in ogni parrocchia si trova almeno
una persona, all’infuori del pastore, che
possa rivolgere, un breve messaggio. E
chi abbia considerato la disinvoltura e la
spigliatezza con cui certi presidenti delle nostre Unioni giovanili disimpegnano
le loro funzioni non invocherà più il carattere valdese a giustificazione d’un
silenzio che in questo caso non è d’oro.
Nell’ambiente familiare delle riunioni
quartierali l’anziano può innalzare a Dio
una breve preghiera o leggere una pagina della S. Scrittura o raccontare una
sua personale esperienza religiosa o
commentare un passo biblico.
E questi non sarebbero che i primi
passi sulla via della predicazione. A poco a poco, prima con la collaborazione
del pastore, poi anche senza di questa,
la maggioranza dei nos'tri anziani devono e, possono giungere a presiedere
con efficacia una riunione di quartiere.
Mediante una lettura più regolare
della Scrittura, anzi mediante uno studio più approfondito di essa col sussidio di Commentari che sono alla portata
di tutti, l’anziano si fortificherà tanto da
poter affrontare lo sguardo incuriosito,
forse, un po’ malizioso, forse leggermente scettico d’un uditorio da scuoletta di
quartiere. Nella maggior parte delle nostre parrocchie ove sono 6, 7, 8 quartieri con relativa scuola e relativa riunione, non è possibile avere ogni settimana
un culto in ogni scuola. Non è possibile
se il solo predicatore della parrocchia è
il pastore al quale, come ad ogni mortale, non è concesso il dono deil’ubiquità,
ma diventa possibilissimo, e con quali
benefici risultati non occorre dire, se ogni anziano presiede la riunione nel .suo
quartiere.
Or non sono molti anni, quando in ogni villaggio o quasi delle nostre parrocchie v’era un maestro di quartiere alle
dipendenze della Chiesa, questi presiedeva una riunione settimanale, insegnava i cantici ed anche in questo m,odo
rendeva utilissimi servigi alla comunità.
Quei tempi sono tramontati, ma possono
tornare se pur lievemente modificati
per opera degli anziani. Se nel periodo
invernale, in ogni quartiere fosse assicurato un- culto settimanale presieduto
ora dal pastore, ora dell’anziano, con
studio della Sacra Scrittura fatto in
modo regolare e metodico, si compirebbe un’opera efficacissima in vista del
ravvivamento e del consolidamento della fede.
Nella cura d’anime
La seconda fondamentale funzione
pastorale nel ministero degli anziani è
la cura d’anime. La quale è cosi definita nella formula d’insediamento degli
anziani e diaconi: « Colle vostre esortazioni e coi vostri consigli sforzatevi di
portare ognuno a vivere una vita cristiana riprendendo con coraggio e con
prudenza i disordinati, riconducendo
con dolcezza i traviati, adoprandovi a
mantener la pace tra le famiglie o a ristabilirla ove fosse turbata da dissensi.
I poveri e gl’infermi siano l’oggetto particolare delle vostre cure: gl’infermi per
visitarli o per confortarli, mirando al loro vero ed eterno bene; ì poveri, per informarvi dei loro bisogni e procurar loro i soccorsi necessari.
L’anziano meglio del pastore indubbiamente conosce le famiglie del suo
quartiere; le conosce ad una ad una; ad
uno ad uno conosce i componenti delle
singole famiglie; ne sa vita e miracoli,
ha modo di osservarli quotidianamente e
il suo intervento nel* momento giusto e
con la parola adatta può essere quanto
mai opportuno.
E’ luogo comune di accusare i pastori di non visitare abbastanza, salvo poi
a lamentarsi se le visite sono un po’ frequenti. Non saremo certo noi a contestare l’utilità delle visite pastorali ove
queste avvengano in condizioni tali da
poter essere veramente efficaci; ma
nelle nostre campagne queste condizioni
non si hanno sempre; ora ciò che al pastore è più difficile, all’anziano per molti aspetti è più facile. E’ più facile per lui
(si presuppone naturalmente che abbia
la fiducia del suo quartiere) penetrare
nelle case e nei cuori dei suoi vicini e
ricever© le loro confessioni e investirsi
delle loro difficoltà. Fra il pastore
e il parrocchiano, almeno fra le no-,
stre popolazioni rurali, rimane sempre una certa distanza che non è facile
eliminare.
Sono fortunati quei pastori, ai quali i
parrocchiani si rivolgono spesso per
consigli di natura spirituale per confidar dubbi e ricevere luce e conforto; ma
temo che siano rari. Gli studi dei medici sono affollati di gente preoccupata
delia salute del corpo; non così gli studi dei pastori. Pure i malati spiritualmente son più numerosi dei malati fisicamente e le loro malattie sono assai
più gravi. Pure le anime hanno bisogno
d’essere guidate: perchè abbandonate a
sé stesse, non possono discernere ì pericoli che daH’ìnterno e daH’esterno minacciano la loro vita cristiana ai suoi inizi; perchè vi sono e vi saranno sempre nella Chiesa dei cristiani minorenni
che devono essere aiutati a diventar
spiritualmtente maggiorenni, dei deboli,
per dirla con S. Paolo, ai quali si deve
insegnare a divenir forti; perchè la vita pone talvolta il cristiano dinanzi a
doveri contrastanti, almeno in apparenza, per cui son utili, sono necessari l’esperienza, la sapienza, i consigli, la direzione della chiesa; direzione non nel
senso gesuitico, bensì nel senso della cura d’anime fatta per la salvezza delle a- ,
nime con spirito d’umiltà e d’amore.
Quest’opera così delicata e così importante non deve essere lasciata al pastore esclusivamente, deve essere l’opera
di ogni anziano nel proprio quartiere.
Nel suo quartiere l’anziano deve essere il pastore sia dal punto di vista della predicazione nel senso che abbiamo
indicato, sia dal punto di vista della cura d’anime. Allora l’anzianato assumerà
tutta la sua importanza, la sua efficacia
la sua dignità.
Chissà se le difficoltà che incontriamo nelle nostre parrocchie a trovare degli anziani, non dipendano in parte dal
fatto che l’anziano non riveste più agli
occhi della comunità l’importanza che
deve avere e che ha biblicamente? Spogliata del suo senso biblico e tradizionale la carica di anziano è troppo frequentemente abbassata ad una semplice
funzione amministrativa come se la
Chiesa fosse una società qualunque da
reggersi con le norme, i metodi e i criteri di una qualunque organizzazione umana. In queste condizioni non è strano che la carica di anziano non sia maggiormente apprezzata e desiderata nelle .
nostre comunità...
d- '
Concludendo :
nella vita delle nostre comunità l’anzia
no deve occupare, il posto che gli compete. Colla sua collaborazione l’opera
del pastore può essere decuplicata.
Quando ogni anziano sia il pastore
del suo quartiere, in ogni villaggio si
produrrà un movimento spirituale che
non potrà non dare i migliori risultati.
Quando ogni anziano sia il pastore del
suo quartiere la Chiesa potrà guardare
con serenità all’avvenire. Negli sconvolgimenti attuali dei paesi europei molte
Chiese sono state private dei loro pastori, ma hanno continuato a vivere
per il ministero degli anziani e di semplici credenti, animati dallo Spirito di
Dio. Quando ogni anziano sarà il pastore del suo quartiere ogni concistoro
sarà il centro d’irradiazione d’una vita
religiosa che si propagherà ad ogni
membro di Chiesa per il trionfo della
fede.
3
L’ECO' DELLE VALLI VALDESI
^ Convegni degli Anziani e dei Diaconi
I“- Ebbero luogo il 1° e .il 2 novembre,
rispettivamente a Pomaretto e a Torre
j'Pellice e vi parteciparono complessivap" mente circa novanta membri dei Conf'!l-cistori delle parrocchie valdesi del prifcmo distretto.
^ A Pomaretto, tenne il culto di aper-,
^ tura il pastore Janavel e presentarono
^ relazioni il pastore Paolo Marauda e
f: l’anziano Carlo Davite di Torino. Dires%-se le discussioni il pastore Guido Mathieu.
A Torre Pelile e, presiedette il culto il
, pastore Arnaldo Comba, presentarono
^ abiezioni il pastore dott. A Ricca e il
il dott. C. Pons di Torino, diresse le di^ scussioni il pastore A. Comba.
I In entrambi rappreséntò TAmministrazione il sopraintendente pastore
§■ Roberto Nisbet.
I? I culti e gli studi, furono il punto
di partenza di ampie discussioni nelle
quali molti altri oratori presero la parola e dissero ottime cose. Veramente
notevole lo spirito di fraterna intimità
* e di vivo interesse per la Chiesa, che
h regnò in entrambi i Convegni. Gran peccato che tutta la chiesa non abbia potufo assistere a questi colloqui che, sai rebbe stato salutarmente impressionato dal grande amore per lei e per l’ope=?# ra di Dio, che si manifestava nell’incon,;Vtro di tutti questi suoi conduttori.
ì L’argomento
- annunziato daU’Ordine del giorno
suonava cosi: « Le funzioni pastorali
:,;,nel ministero degli anziani » Fin dalle
. prime battute apparve chiara, concorde ed energica questa affermazione:
La carica dell’anziano e del diacono,
' non è assolutamente una carica amministrativa e tanto meno onorifica, ma e
un sacro ministero^ un vero e proprio
; ministero pastorale, nella Chiesa di Cri^ sto. Una vocazione simile a quella del
Pastore e che vien rivolta una volta per
K sempre.
^ L’anziano ed il diacono hanno una ve^ ra e propria cura d’anime e la conservano anche quando, per effetto dei regolamenti, cessano di essere in attività
. di servizio, così come il Pastore è sempre tale, anche quando è entrato in emeritazione.
Un anziano della Chiesa dì Torino
raccontò a questo effetto alcune esper
I rienze, veramente edificanti, fatte nel: Io sforzo di tendere verso questo ideale,
u! Naturalmente vennero ampiamente
considerate e discusse, le difficoltà di
varia natura, che rendono difficile il
ministero degli anziani e dei diaconi,
ed il mezzo per superarle venne indicato in uno spirito di maggiore consacrazione, Per scendere al pratico, molte
‘r voci raccomandarono di ripristinare e di
intensificare le visite degli anziani ai
-i'parrocchiani del proprio quartiere. Per
le prime volte, specialmente là, dove
1. non sono più in uso, sarà bene che siei no accompagnati dal loro Pastore. A
poco a poco, ripristineranno l’uso di
fare il breve Culto nelle famiglie visiI tate. Cura particolarissima dovranno
f porre nel visitare gli ammalati. Tanto
^’_per fissare una data all’attuazione di
questo programma ed evitare che sia
rimandato a chissà quando, si propone
una prima serie di visite per il mese di
- dicembre. Altre si faranno utilmente
all’inizio del nuovo anno.
P Questo l’orientamento generale dei
Convegni, Nel corso dei lavori, però,
sono emersi qua e là argomenti di importanza particolare, si sono abbattuti
vecchi e pesanti pregiudizi, affermate
Verità basilari e formati progetti di
grande importanza,
I Pregiudizi abbattuti
-Possono predicare gli anziani?
^ Vedi relazione del dott. Ricca, publ-blicata in altra parte del giornale.
Anziani troppo presi
dal proprio lavoro
Vi sono degli anziani che credono di
giustificarsi, del poco lavoro che fanno
per la Chiesa, protestando che le loro
occupazioni - professione o mestiere li affacendano soverchiamente.
— Scuse e pretesti, disse con grande
energia un anziano che non è certo di
quelli che lavorano, poco; in tutte le
Chiese, gli anziani e i diaconi che lavorano maggiormente e si sacrificano di
più per la loro Chiesa, sono proprio
quelli che anche hanno maggior lavoro
in casa propria: che dopo una faticosa
giornata d’ufficio o di fabbrica, se n’escono dal lavoro alle otto di sera e corrono a casa a trangugiare un boccone
eppoi escono di nuovp, nella serata fredda ed umida, per andare a lavorare per
la loro Chiesa.
Sempre delle novità!
Protestano molti dinanzi a tutto ciò
che mira a riscuoterli dalla loro inerzia... Qui, una volta tanto, non si tratta di una novità ma di un ritorno all’antico, a ciò che gli anziani e ì diaconi
erano, per es., duecento anni or sono
(leggi in altra parte del giornale i « doveri degli anziani » come sono specificati in un vecchio registro del Concistoro di Angrogna).
Troppo vecchi!
Lamentava qualcuno, per rimetterci
a studiare e a prepararci, per poter ridiventare Pastori nei nostri quartieri...
— Non importa, risponde un altro,
se siamo un po’ vecchiotti; se questa
scusa fosse buona, la chiesa potrebbe
rassegnarsi a restar priva per sempre
degli anziani di cui abbisogna, ma la
chiesa ha bisogno di noi, il Signore
ci ha chiamati, mettiamoci quindi allo studio con buona volontà !
Verità basilari
Furono degli anziani del Villar e di
Torre a domandare che si venisse al
cuore di tutte le quistioni e a parlare
con passione ed autorità della conversione e del battesimo dello Spirito Santo, che sono necessari all’anziano perchè
egli possa compiere il proprio ministero e, senza i quali, tutto ciò ch’egli può
intraprendere o fare rimane sterile. Nella volontà, nella Parola di Dio e nella
preghiera, indicarono la via per ricevere 0 rinnovare il battesimo dello Spirito Santo.
Campagna di Appello
Qui conversero,in entrambi i Convegni, i pensieri e le discussioni di tutti;
Dopo aver traversato un’epoca di progresso e di incremento continui, le nostre Valli Valdesi danno ora dei segni
di decadenza. Da vari anni il corpo Pastorale fa tutto quanto sa e può per
arginare la frana, ma, ora, è venuto il
m,omento nel quale non sì sente di portare più a lungo, da solo, un peso così grave di responsabilità e lo mette
sul cuore e -sulla coscienza della chiesa.
Questa la ragione ed il significato della Campagna di Appello, che verrà condotta quest’inverno nelle Valli Valdesi.
La decisione della campagna risale all’ultima Conferenza Distrettuale e,
l’attuazione di essa, ai Concistori.
Pastori accanto ai Pastori, gli anziani e i diaconi dovranno prodigarsi, durante i prossimi mesi, affinchè l’appello giunga efficacemente ad ogni orecchio Valdese. Alcuni aspetti della loro attività sono stati fissati: curare con
maggior diligenza il culto di famiglia
nelle proprie case e pregare per la campagna di appello - aumentare la frequenza delle sedute dei Concistori Interessare il più gran numero possibile di fratelli alla campagna - Mandare,
durante un certo periodo di tempo l’Eco delle Valli su cui sì parlerà dell’ap
pello, a tutte le famiglie della Chiesa che
non vi sono abbonati - Sostenere i proprii Pastori, durante la campagna con
la propria solidarietà e col proprio zelo Ecc. ecc...
Le due giornate di Convegno terminarono in mezzo ad una bella atmosfera dì fervore e di spiritualità, col canto dell’inno:
« Santo Spirito deh scendi
e ravviva la mia fè »
E. Geymet.
¡)(lt’iffi(!o degl! bzfaoi
...L’ufficio degli Anziani è di vegliare
sul gregge con i pastori: e far che il popolo si raduni, e che ognuno si trovi alle sante assemblee: riferire sugli scandali e sulle colpe; indagare e giudicare
degli uni e delle altre coi pastori; e in
generale aver con essi cura di ogni simile cosa che concerna l’ordine, il mantenimento e il governo della Chiesa. Di
sorta che in ogni Chiesa vi sarà una forma del loro ufficio per iscritto, secondo
le circostanze dei tempi e dei luoghi.
L’ufficio dei Diaconi è di raccogliere e
distribuire, secondo l’avviso del Concistoro, i sussidi dei poveri, dei prigionieri^
e malati, di visitarli e averne cura.
(Estratto dai libri della Parrocchia di
Angrogna, 1692).
[npra-THiia li opne Moline
OPERE OFFERTE:
De Gubernatis: Dictionnaire international des Ecrivains du jour. 3 vol (in
fascicoli), pag, 2088, 8° br. Firenze,,
Niccolai. L. 28
Jean Augustin Bost: Dictionnaire d’Histoire Ecclésiastique, 1 vol., 8° gr., p.
1005, br., Fischebacher, Paris, 1884 25
L. Bonnet: Commentaire sur Mathieu,
Marc, Luc. (2 ed.) 1 vol, 8° rii, mezzo
pelle, pag. 660, Bridel Lausanne,
1895 35
L .Bonnet: Commentaire sur les Epitres
de St. Paul. 1 vol. 8° rii. mezza pelle,
pagg. 592, 2® ed. 35
L. Bonnet: Commentaire sur les Hé
breux, Epitres catholiques. Apocalypse, 2^ ed. 1 vol. 8°, rii. mezza pelle,
Lausanne 1876 36
I tre volumi precedenti sono come
nuovi.
Ed. Barde: Commentaire sur les Actes
des Apôtres, 1 vol. 8° br.,pag. 502,
Lausanne, Bridel, 1898 25
Etienne Chastel: Histoire du Christianisme. Tome IV. Age moderne (sec.
XVI e XVII) 1 vol. 8° br., pag. 576,
Genève, Schuchardt, 1882 10
Etienne Chastel: Histoire du Christianisme. Tome V. Age moderne (sec.
XVIII e XIX) 1 vol. 8° br., pag. 502
Genève, Schuchardt, 1885. 10
Alberto Revel: Storia letteraria della
Bibbia. Antico Testamento, 1 voi. br.
8°, pag. 621, Poggibonsi, Cappelli, 1878
10
Burnier L.: Etudes élémentaires et
progressives de la Parole de Dieu Lausanne, 1852-53 - 7 voi. rìleg. L. 30
Calmet Agostino: Storia dell’Antico e
Nuovo Testamento e degli Ebrei Ed. Pomba - Tomi XVIII, legati in 6
volumi 25
Leigthon R.: Il vero patrimonio di San
Pietro, ossia la dottrina della sua prima epistola (testo e commento) - Trad.
Bianciardi - Claudiana 1894 15
Anonimo: Commentario all’Epistola di
S. Paolo ai Romani - Voi. I-II - Firenze 1861-62 25
Vinet Aless.: Discours sur quelques sujets religieux - 8° pìcc. 5
Falchi M.: La mente e lo spirito di A.
Vinet - Brani raccolti e tradotti - Serie: Maestri della vita spirituale - Zanichelli 4
Lowrie Walter: L’unità della Chiesa e i
suoi problemi - Ed. Fede e Vita 5
Edizioni Doœa:
Necco: Poeti della Riforma 5
Necco: Poesie di Lutero 3
M. M. Rossi: Viaggio in Irlanda 4
Troeltsch: Sociologia delle sette e della
mistica protestante 6
Cromwell: Discorsi e lettere della Rivoluzione - 1635-1658 3
Gangale: Tesi del Nuovo Protestantesimo 2
Rossi M. M.: Spaccio dei maghi 5
Roedel Reto: Durerò 3,50
Simmel: Rembrandt 4
Gangale: Il Dio Straniero 2,50
Rossi M. M.: L’ascesi capitalìstica 2,50
Treves Paolo: La Mennais - Ed. Gilardi
e Roto - Milano
LIBRI RICHIESTI:
Longo Teodoro: L’esistenza dì Dio
Gilson:- Introduction à la pensée de Sf.
Augustin - Ed. Vrin - Paris.
Calvino: Commentaire sur la Genèse. •
Gerold: l.es Pères de l’Eglise et la musique - Èd. Alcan.
Moura et Louvet: Calvin - Ed. Grasset.
Pannier: Recherches sur la formation
Pannier: Calvin et l’episcopat - Ed. Alcan.
Church: I Riformatori italiani - 2 voi. Ed. Nuova Italia.
Ritschl Albrecht: Rechtfertigung und
intellectuelle de Calvin - Ed. Alcan.Versöhnung.
CRONACA V/1LDESE
ANGROGNA. (Capoluogo). Un numerosissimo stuolo di amici e conoscenti
ha accompagnato, lunedì 3 novembre, la
spoglia mortale di Enrico Benech, del
Pouise, che per ben 15 anni fu anziano
di questa parrocchia. Egli è deceduto, di
76 anni, dopo una lunga e penosa malattia in cui ha sperimentato la verità dell’affermazione del Salmista: « Il Signore,
10 sosterrà quando sarà nel letto d’infermità ». - Egli ha anche avuto la consolazione di esser circondato negli ultimi
giorni da otto figliuoli e figliuole, ai
quali porgiamo l’espressione di cordiale
condoglianza.
— Sabato 8 corrente, si univano in
matrimonio, nel Tempio adorno degli
ultimi fiori della stagione, Alberto Bertalot, dei Jourdan e Rina Bertin del
Piantà, coronando così un lungo voto
d’affetto. Agli sposi, membri ferventi
dell’Unione Giovanile, la gioventù della
parrocchia, esprim,eva i propri affettuosi
auguri con un canto di circostanza.
La benedizione del Signore custodisca
11 nuovo focolare. .
LUSERNA SAN GIOVANNI. Martedì
28 ottobre ha avuto luogo il funerale del
nostro fratello Giovanni Toum, della
Prìnera, deceduto dopo pochi giorni di
violenta malattia all’età di 23 anni. Ai
genitori afflitti al fratello e alle sorelle
tanto dolorosamente provati rinnoviamo l’espressione della nostra profonda
sim,patia.
— Sabato 8 novembre è stato celebrato nel nostro Tempio il matrimonio
del sig. Davide Bein di Torrepellice
colla sig.na Irma Gnone del quartiere
dei Peyrot. Agli sposi felici i nostri migliori auguri.
PINEROLO. Nell’Unione Giovanile.
La nostra Unione Giovanile ha ripreso
le sue attività sabato 18 ottobre scorso
colla nomina dei membri del Consiglio
direttivo che risultò così composto: sig.
L. Marauda, pastore, presidente; sig. Alberto Theiler, vice presidente; sig.na
Vera Long, segretaria; prof. Ada Vola,
cassiera. Alle sìg.ne Mariuccia Bleynat
e Ada Grill, rispettivamente segretaria e
cassiera uscenti, fu rivolto un vìvo ringraziamento per l’opera da esse svolta
nell’ultimo triennio. Il programm,a di attività pel nuovo anno sarà il seguente:
prima seduta del mese: Studio biblico
sull’Evangelo di S. Giovanni; seconda
seduta: Studio vario; terza seduta: Storia del cristianesimo; quarta seduta:
Canto. Saranno acquistati alcuni libri di
cultura religiosa che dovranno essere
letti e poi riferiti da unionisti, a turno.
Nella seduta del 25 ottobre la prof,
sig.na Elda Turk, con vera competenza,
parlò della musica fra gli antichi popoli cinesi, egiziani e specialmente ebrei. Quindici membri della nostra Unione presero parte, nel tempio del Ciabas, al primo Convegno Generale del
nuovo anno di attività unionista.
PRAROSTINO. Il 1° c. m., dopo lunga e penosa malattia, si è spento a Pralarossa Bertin Enrico di anni 51. Alla
4
V?;'. >■ V. ' vedova ed alla figlia esprimiamo la no, stra simpatia.-'«., ,,«1'-*«'
Iddio ha ricluamato a Sè, improvvisamente, il 6 novembre, Paschetto Enrico della Grotta. Egli aveva raggiunto
la bella età di 80^ anni. I funerali, riusciti imponenti per concorso di molti
parenti ed amici, furono presieduti dal
Pastore locale con l’intervento del sig.
L. Marauda che, in presenza della morte, ci invitò ad elevare i nostri spiriti
al disopra di quello che passa, verso il
Regno della Vita.
VALDESI
If#
sei ' Giacomo,'niaesW“ emerito deceduto
.. alla Màisètta,- all’età di 80 anni, dopo
alcuni mesi di malattia.
Massel Giacomo era nato nel 1861, dopo aver frequentato la Scuola Latina di
Pomaretto aveva terminato i suoi studi '
al Collegio di Torre Pollice. Iniziò la sua
carriera di insegnante a Rodoretto, com- ;
piè per qualche tempo opera di Evangelista a Frali, ma è sopratutto ai Chiotti'^
che il Massel svolse a profitto di molte,,®'generazioni la sua opera di educatore
che doveva lasciare una traccia profon--^,
da. Numerosissime sono le testimonianze
di coloro che ricordano con quale zelo%
egli svolse il suo lavoro preoccupandosi-f
sopra ogni altra cosa di formare dei ca-^
ratteri e delle personalità. Oltre alla^ >
missione della scuola, dedicò il meglio
S. GERMANO CHISONE. Nel nostro
tempio sono stati imiti in matrimonio
Baldo Mus$etto Giacomo con Comha
Elvira. « In Dio è la mia salvezza; la mia
forte rocca e il mio rifugio sono in Dio »
(Salmo 62).
— Doni in memoria di Marta Monnet nata Bounous: Il marito Cav. Monnet: per Asilo dei Vecchi di S. Germano L. 200 - per Orfanotrofio di Pomaretto, 100 - per Chiesa di S. Germano,
100 - per Chiesa di Pinerolo, 100 - I figli Paimira, Adele, Davide e Anna: per
Orfanotrofio di Torre Pellice, 200 - per
Orfanotrofio di Pomaretto, 200.
rrrr
delle sue energie e delle sue doti alla'r
— -- -mi
TORRE PELLICE. Lunedì di questa
settimana, nel Tempio di Villa, il Pastore ha celebrato il matrimonio del
signor Carlo Jahier con la sig.na Evelina Sibille. Invochiamo ancora sul nuovo focolare le celesti benedizioni.
Solo in questi giorni siamo venuti
a conoscenza della dipartenza per la
Casa del Padre di una nostra antica
parrocchiana, emigrata in Francia alcuni anni or sono, vogliamo dire la sig.ra
Margherita Stallé nata Ricca dei Copini
superiori. Essa viveva a Nimes dove erano stabiliti quattro figli e figlie che la
circondarono delle loro cure affettuose.
A questi come a quelli che sono in
Italia: il sig. Giovanni Stallé, le sorelle
Margherita, suor Luigia e suor Leonia
vogliamo esprimere tutta la nostra cristiana simpatia.
VILLASECCA. Dopo lunghi anni di
sofferenza sopportata sempre con cristiana rassegnazione è stata richiamata
dal Signore Massel Giovanna nata Rejourn, il 23 ottobre, al Linsardo di Faetto. Al marito ed ai figli di cui uno è
tuttora combattente in Africa, rinnoviamo l’espressione della nostra simpatia cristiana.
— Il 4 novembre un lungo corteo accompagnava al cimitero di Faetto le
spoglie mortali del nostro fratello Mas
chiesa. Già il pastore G. Pietro Micol ri
cordato con tanto affetto e venerazione :,
nella parrocchia, lo ebbe attivissimo collaboratore nelle svariate attività della
Chiesa, e collaboratore prezioso lo trovammo alla nostra venuta ai Chiotti.
Giacomo Massel amò il canto e non gli
parve mai grave sacrificio il dare tutto ‘
se stesso per promuovere ed incoraggiare il canto sacro; a 76 anni quando or-“'
mai le ultime energie lo stavano abban- ;
donando lo ebbimo ancora a direttore in
un coro preparato per una solennità cristiana. A parte naturalmente le inevitabili imperfezioni inerenti alla nostra umana natura, possiamo ben dire che ?
Giacomo Massel lascia a, tutti un esempio di attività e di fede mai smentita
neppure nelle prove più gravi della sua
vita.
La parrocchia di Villasecca manda aWI*'
la sua memoria un commosso e riconoscente saluto ed esprime alle figlie, ai
fratelli e parenti tutti la propria simpa-^
tia.
-r
La famiglia del compianto
GIACOMO MASSEC
grata per là dimostrazione di simpOtia
e di affetto tributata durante la malattia e la dipartenza del Caro Scomparso,
riconoscente ringrazia tutti coloro che,
con la loro presenza e con scritti, hanno
partecipato al suo dolore. *
Faetto di Ferrerò, 5 nov. 1941-XX.
Prof. Gino Costabei., direttore responsabile
ARTI GRAFICHE « L’ALPINA » - Torre Pellice
SI C!u|Ì;4
(Meditazioni preparate sui testi del
Lunedi Lettura: Salmo 13.
17 Novera. « Edificando voi stessi sulla
vostra santissima fede pregando mediante lo Spiri^ Santo, conservatevi
nell amore di Dio, aspettando la misericordia del Signor nostro Gesù Cristo
per avere la vita eterna ».
S. Giuda v. 20 e 21.
Il pensiero centrale di questo versetto
è l’esortazione a conservarsi neU’amore
di Dio. Lo scrittore sacro nella sua esperienza religiosa ha compreso che la cosa
essenziale per il credente, qualunque sia
il grado dì vita spirituale al quale sia
giunto, è di mantenersi in contatto costante con la sorgente del puro amore.
Egli sa che solo a quel contatto la coscienza turbata trova la sua pace, il
cuore affiitto la sua consolazione e Inanima ansiosa il sollievo e la viva speranza.
Come questo benefico contatto possa
essere mantenuto l’autore sacro lo indica con due espressioni piene di significato: « Edificando voi étessi sulla vostra santissima fede e pregando mediante lo Spirito Santo » in un atteggiamento di viva attesa della manifestazione
della ri^ericordia del Signore il cui
fine ultimo è il dono della vita eterna.
Hai tu conosciuto, fratello, la grandezza dell’amore di Dio? Vi hai tu creduto? e credendovi, hai tu sperimentato
il beneficio di chi lo possiede? Allora,
studiati di conservarti in quell’amore!
<IS fanai^lSa
(^lendario Bìblieo della Chiesa Morava)
I^rtedì Lettura: S. Giacomo 5: 7-11.
18 Novera. « Rivestitevi della completa
armatura di Dio, onde possiate star saldi contro le insidie del diavolo ».
Efesini 6: 11.
Io non so se tu sei giovane o se sei
vecchio, se sei ricco o se sei povero, se
sei istruito o se sei senza cultura, se sei
felice o se sei infelice ma quello che so
è che, qualunque sia la tua condizione
di vita, tu sei esposto alle insidie di Satana, l’eterno nemico delle anime, il
quale si serve di ogni mezzo per indebolirti, per scoraggiarti per trarti in inganno e per perderti.
Contro tali insidie è necessario che tu
stia in guardia onde piombandoti esse
addosso di sorpresa tu non rimanga sopraffatto.
A questo fine hai a tua disposizione la
completa armatura di Dio che l’apostolo
ti descrìve e che t’invita a rivestire.
Ricordati però che per essere efficace
quella armatura deve essere adoperata
con m.etodo, con perseveranza, con l’aiuto del Principe della vita e nel nome
del Signore degli eserciti.
Mercoledì Lettura; S. Giacomo 5: 12-20.
19 Novera. « La grazia di Dio, salutare
per tutti gli uomini, è apparsa e ci ammaestra a rinunziare all’empietà e alle
mondane concupiscenze, per vivere in
questo mondo temperatamente, giustamente e piamente ». Tito 2: 11-12.
Contrariamente a quanto qualcuno ha
« • potuto pensare fu per uno scopo pratico
che la salutare grazia di Dio è apparsa
■ agli uomini, avendo essi bisogno più che
^ di una religione teorica o di un cristianesimo dommatico, dellà pratica di una
religione vivente e di un cristianesimo
vita. E mentre da una parte lo scopo
pratico della grazia di Dio è raggiunto
, insegnandoci a rinunziare a tutto ciò
che è empietà ed a fuggire le molteplici
mondane concupiscenze, dall’altra quel
medesimo scopo è da essa conseguito
apportando un totale e positivo rinnovamento nella nostra vita anche se vissuta in mezzo ad un mondo di corru•zione. . '.
Tre avverbi nel testo stanno ad indicare le caratteristiche di quella vita rinnovata dalla grazia e ad additare praticamente la meta da raggiungere: « temperatamente... giustamente... e piamente... »
Fanne l’oggetto della tua considerazione e studiati di sempre informare ad
esse il tuo vivere cristiano
Giovedì Lettura: Calati 1: 1-10.
^ 20 Novera. « jvoi non veniamo meno nell’animo: ma quantunque il nostro uomo
esterno si disfaccia, pure il nostro uomo
interno si rinnova di giorno in giorno »
2 Cor. 4: 16.
Che il nostro uomo esterno si disfaccia è una realtà confermata dalla nostra
quotidiana esperienza, e ciò che concorre a questo quotidiano disfacimento è
ora la fatica, ora la malattia, ora la sofferenza, ora il tempo che passa. Triste
realtà che ha sempre riempito di profonda malinconia gli uomini del mondo,
ma non il credente il quale è costantemente rallegrato dalla certezza che il
suo vero uomo, quello interiore, quello
destinato a vita eterna si rinnova di
giorno in giorno. E se è vero che a questo rinnovamento partecipano la potenza
delle grazie santificate di Dio e la illuminata volontà del credente, è pur vero
che vi concorrono le prove stesse quando sono accettate con i dovuti sentimenti di filiale sottomissione àlla volontà di Dio, confermando la verità delle parole apostoliche che invitano a considerare le prove come strumenti di santificazione e di bene nelle mani del Signore (cfr. Ep. S. Giacomo 1: 2-3 e 1
Pietro 1: 6-7).
'ì ti unti da Dio, da Lui resi fermi in Cri^
sto, da Lui segnati con il proprio sigillo^
e non abbiamo noi ricevuto la caparra^
del suo Spirito ? E’ vero che nella no^t
stra ignoranza e nel nostro orgoglio pre-Ì a
tendiamo essere noi gli autori di tuttqfc
quello che abbiamo e di tutto quello ch^T"
siamo, ma qui ci troviamo sul terrene^
spirituale dove poco 0 nulla possiamo^
senza Taiutg diretto e efficace di Colu^
da cui dipendono e il volere e l’operarey
Sostenuti noi pure dalla Certezza del-f
l’origine divina della nostra vocazione^
cristiana benediciamo il Signore e ri-f
manìamogli fedeli. . àt
Sabato Lettura: Calati 2; 1-10. %
22 Novera. Voi siete una generazione'^:
eletta, un reai sacerdozio, una gente^
santa, un popolo che Dio s’è acquistato,^
affinchè proclamiate le virtù di Coluim
che vi ha chiamati dalle tenebre alla^
Venerdì Lettura: Calati 1: 11-24.
21 Novera. « Colui che con voi ci rende
fermi in Cristo e che ci ha unti, è Dio,
il quale ci ha pure segnati col proprio
sigillo e ci ha data la caparra dello Spirito nei nostri cuori » 2 Cor. 1: 21-22.
Quale fermezza di convinzione e quale certezza ha San Paolo che l’autore
della sua vocazione cristiana è Dio, il
quale non soltanto lo ha reso fermo in
Cristo e lo ha unto, ma lo ha segnato
con il proprio spillo e gli ha data la
caparra dello Spirito. Una tale certezza
lo rende attivo, lo spinge all’azione, lo
riempie di fiducia e lo rianima.
Ora la nostra vocazione di credenti
e dì cristiani non è d’essa pure dì origine divina ? Non siamo noi pure sta
sua meravigliosa luce; voi che già non . •
eravate un popolo ma ora siete il popo-*0^
lo di Dio; voi, che non avevate otterm- §to misericordia, ma ora avete ottenutoM
misericordia» 1 Pietro 2: 9-10.Ip
Quale ricchezza di espressione per in-^5
dicare le qualità e le virtù della collet-^'
tività dei credenti !... ^
« Una generazione eletta » cioè scel-i^
ta d’infra tutte, non in virtù di meriti#
propri i ma per sovrana volontà di Colui^
che liberamente chiama secondo la .suàl?prescienza.
« Un reai sacerdozio » cioè un sacer-^
dozio formato da elementi cui Cristo ha:^
comunicato la potenza spirituale della^
regalità ed ha conferito il privilegio delif
suo sacerdozio presso Dio. .i
« Una gente santa » cioè santificata
consacrata ad un servizio superior«^!
compiuto nella verità e nella giustizia,
« Un popolo che Dio si è acquistato »
non con cose corruttibili, con argento^
o con oro, ma con il prezioso sangu&4
dell’Agnello senza difetto nè macchia. ì
Tutti questi privilegi, badate, non so
no fine a se stessi, ma devono spingere
credenti ad una manifestazione praticai
di gratitudine col proclamare al mon^
do le virtù di Colui che li ha chiamati
dalle tenebre alla sua meravigliosa luc©|i
raggiungendo così lo scopo supre;
della loro creazione e della loro reden«#
zione: la gloria di Dio ! . ,
G. Mathieui'%
POMPE-FILTRI
par Acqua, Acati, Vini, Liquori, Sciroppi,
OHI, Madicinail, Profumi, Colla.
IMPIANTI PER CANTINE
par Vini Spumanti, par Acqua Qaaaoaa
a Saitz - Catalage grafia.
MILANO cT
VIA PARINI. 1
BELLAVITA
SK P.l* PARINI S
La Ditta non ha daooalti aa rapprasantaaM.
BANCO DI ROMA
BANCA DI INTERESSE NAZIONALE
SOC. ANONIMA CAPITALE E RISERVA LIT. 358«000.000
SEDE SOCIALE E DIREZIONE CENTRALE IN ROMA
ANNO DI» FONO AZ IONE 18 80
170 FILIALI IN ITALIA, IN LIBIA E NELL’EGEO
46 FILIALI NELL’IMPERO - 18 FILIALI E
3 UFFICI DI RAPPRESENTANZA ALL’ESTERO
CORRISPONDENTI IN OGNI PARTE DEL MONDO
TUTTE LE OPERAZIONI DI BANCA
FILIALE DI TORRE PELLICE
PIAZZA VITTORIO EMANUELE II
ANGOLO VIA MAZZINI
TELEFONO NUMERO 62