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Spett.^
BIBLIOSECA VAU^Stt
PBLUGB
fTPrinol
Settimanale
della Chiesa Valdese
1 Addo XCI — Num. ?6 1 Un« l'opi» LIr* 30 ABBONAMENTI ( Eco : L. l.W per Eco e Lo Luce: L. 2.QÓS per l’intemo | Spedi«, abb. pollale • 1 Gruppo L. 2.860 per Teatero { Cambio d’indiriaso Lire SO . TORRE PELLICE — 30 Giugno 1961 Ammin. Claudiana Torre Pellice • C.C.P. 2-17557 |
Celebrato a Pinerólo il centenario
inaugurazione del Tempio Valdese
DI
UN SECOLO
PRESENZA VALDESE
Pmerolo — Giornata di festa è stata, domenica scorsa, per la Chiesa Val
dese di Pinerolo! Ritardato di alcuni mesi, a causa dei lavori di restauro non
ultimati, è stato finalmente celebrato, con una giornata di splendido — e an
dente — sole e in un’atmosfera di viva letizia il centenario dell’inaugurazione
del tempio di Via dei Mille. Il massiccio edificio è sempre quello inaugurato
cent’anni fa, con la sua sagoma fuori de! comune che già allora aveva susci
tato impressioni contrastanti e un po’ perplesse (« sembra più un castello che
un tempio»): e tuttavia, completamente rinfrescato e come immerso nella
sobria eleganza del giardino rinnovato, fresco di verde smagliante, le linee
massìcce ne risultavano singolarmente ammorbidite. , .
Ma non della chiesa di pietra vogliamo anzitutto parlare. Jia; ;cQnuihità di
Pinerolo ha ricordato, in un raccoglimento insieme grave e feriùdO, .di gioiosa
riconoscenza, la fedeltà di Die, che l’ha condotta, sostenuta, rallegrata nei
suoi cento primi anni di vita: questo ___________
lia ( e il terreno era davvero vergine ) :
gli evangelici vi si gettarono con tutte le loro energie, anche qui fortificati dalle influenze protestanti, svizzere soprattutto. Per non parlare di
un evangelico in pectore come l’abate
Lambruschini, i nomi di Matilde Calandrini e Eopràttùtto' del Comandi
brillano nella linea'dei maggiori educatori elvetici. E non si possono dimenticare le 161 scuolette Beckwith
che sparse per tutte le Valli, in un
tempo in cui l’analfabetismo era ancora una piaga ovunque in Italia, portarono a tutto il nostro popolo il fondamento di una salda istruzione. Ma
le Valli erano ormai aperte,sulla pianura: proprio a Pinerolo si aprì (anche a molti cattolici, malgrado ondate di opposizione) la prima scuola
elementare evangelica, la prima di
una lunga serie che avrebbe toccato
tutta la penisola: maestri e mastre
partirono, veri missionari portatori
della luce della conoscenza e dì quella della Verità evangelica; ed era
gente vivissima, aggiornata sulle
grandi questioni allora dibattute, capace di essere di guida. D’altra parte,
Tevangelismc italiano diede anche un
altro apporto aU’attivìtà educativa di
quegli anni: nell’organizzazione della
vita culturale italiana, allora più che
mai eterogenea e dispersa in direzio
è stato l’accento che più insistente
è risuonato nella celebrazione.
Del resto, le celebrazioni non sono
cominciate domenica 25. Da settimane, anzi da mesi, mentre il tempio
e la sala si andavano rinnovando all’esterno come allUnterno, fervevano
i preparativi, nella stesura del programma, nella preparazione dell’opuscolo commemorativo — frutto della
penna agile e documentata del prof.
A. Armand Hugon —, nei lavori accurati preparati con amore dalle sorelle dell’Unione femminile, nelle
prove della Corale impegnata nella
rifinitura dei bei cori... per non parlare della capace cucina del Convitto, che negli ultimi giorni ha sfornato torte e dolci a ripetizione. Se ricordiamo questo — ohe del resto è il
quadro in cui si svolgono sempre le
nostre feste ecclesiastiche, ovunque
— è solo per sottolineare che veramente il « centenario » è stato preparato non da uno sparuto gruppo,
ma sentito da tutta la comunità.
La sera del 24, la bella sala ora così luminosa è stata degnamente inaugurata da una viva rievocazione fatta da! past. Luigi Santini: davanti a
un gruppo abbastanza numerose
(certo, tutto è relativo) di intervenuti, anche dalle comunità viciniori,
egli ha trattato, con la sua calda parlata, de «La nostra Chiesa e il Risorgimento». L’oratore non ha parlato in modo esclusivo della Chiesa
valdese di Pinerolo, per non ripetere
10 storia tracciata con precisione e
viva partecipazione dal prof. Armand
Hugon nell’opuscolo del centenario.;
11 past. Santini ha ricordato che non
a caso nelle celebrazioni dell’unità
d’Italia s’inseriscono, in questi me^,
le celebrazioni dei centenari di varie
nostre comunità: ieri Genova, Milano e Palermo, domani Livorno e diverse altre. Nè è da credere che il costituirsi delle nostre prirne comunità
dell’« evangelizzazione » sia solo una
conseguenza del processo unificativo
del Paese. L’evangelismo italiano
allora rappresentato quasi esclusivamente dalla piccola Chiesa valde^
— ebbe la sua parte, sproporzi^ata
aH’entità numerica, nel formarsi della nazione.
E’ un luogo comune parlare delle
influenze evangeliche che agirono sul
Cavour, sia pure attraver^ la sua
parentela s le sue amicizie ginevrine; è noto come la concezione tipicamente cavouriana della separatone
della Chiesa e dello Stato risentisse
della posizione del 'Vinet, ad esempio.
Per cui l’oratore non esitava ad aifermare che se lo Stato italiano ebbe, all’inizio, una ideologia, quella cavouriana, essa era di indubbia anche se non unica ascendenza protestante. Riandando alla storia di quegli anni agitati ma così vivi, il past.
Santini ricordava i molteplici rapporti che proprio facendo perno su Pinerolo — in cui si costituiva la prima chiesa valdese nella pianura
legarono il Piemonte a Ginevra, attraverso l’opera così, fraterna he^llo
storico ginevrino Merle d’Aubigne; e
proprio in quegli anni il paat. Lmgi
Appia, insieme al fratello Giorgio allora «pastore a Pinerolo, portò ai feriti italiani ed austriaci la puma assistenza della Croce Rossa che allora
si costituiva; anche Henri Dunant
venne in Piemonte e in particolare
a Pinerolo, per codlaborare all organizzazione dei servizi. La comspondenza del pasi. Giorgio Appia permette di immaginare il pr^biterio
cerne un vero « cor¡^ de garde », m
certi momenti. Era il 1859.
Ma l'apporto valdese ed evangelico
ai Risorgimento fu forse soprattutto
intenso e fecondo nel carni»
gico, educativo. Fu, quello degli ^ _
dell’unificazione, un penodo ^ecnissimo per l’attività pedagogica in iia
ni divergenti; sarà il Vieusseux, seguendo le orme dei Sismondi, a dare
l’avvio a questa fusione culturale: e
sono due personal’tà profondamente
I>rotestanti.
Anche nel campo industriale la presenza protestante si fece sentire. Dopo l’epoca napoleonica l’Italia era in
condizioni di grave, arretratezza: ed
ecco nuclei proiestunti. di origine elvetica o valdese, f-avonre il sorgere
di piccole industrie, nel Bergamasco,
a Napoli, a Pineroio» e nelle valli del
Penice t del Chisoiiè;
Infine il past. Santini sottolineava
il valore della presenza della Chiesa
valdese per la fusione degli animi, dopo l’unità. A torto o a ragione, il Centro e il Meridione si vedevano quasi
come terra di conquista dei piemontesi, le incomprensioni erano profon
de, dopo la fiammata dei « picciotti »
intorno a Garibaldi: e anche il brigantaggio può essere in parte spiegato con un’insofferenza per l’ordine
imposto con l’uniflcazione. Ma proprio in quegli anni di contrasti partivano dalle Valli i « profeti disarmati » e scendevano per tutta la penisola; e molti furono quelli che compresero allora che Evangelo spezza ogni
barriera e permette di superare le diversità. Non è forse troppo orgoglioso dire che il costituirsi delle piccole
comunità evangeliche, dove uomini
diversi si amano e vogliono comprendersi, fu un elemento non trascurabile nel faticoso formarsi dell’unità
nazioiiale, unità d’anime.
éè' guardiamo al passato, è per meglio discernere la via che il Signore
ci chiama ancora a percorrere. E’ stata una bella vigilia di celebrazione.
Questi stessi pensieri ha riproposto ai presenti il culto di rendimento
di grazie domenica mattina. Alla folta assemblea, raccolta e compatta nel
tempio, il Vice-moderatore, past. Neri
Giampiccoii, che ha presieduto il cuL
to, ha predicato la Parola di Dio, qui
ed ora: l’avvertimento alla sentinella (Ezechiele 33). «Ora, flgliol d’uomo, io ho stabilito te come sentìhella per la casa d’Israele; qiiando dunque udrai qualche parola dalla mia
bocca, avvertili da parte mia...». Certo, questo aig)ello-avvertimento era
rivolto al profeta, in mezzo al suo popolo-chiesa; ma ora quella funzione
profetica, adempiutasi una volta per
tutte in Cristo — nella sua predicazione-anticipazione del Regno in luì
avvicinatosi a noi — è affidata alla
chiesa tutta; « ...se tu non avrai parlato per avvertire l’empio che si ri(Segue a pag. 2)
UN INEDITO DELLA VITA DI CAVOUR
Un pastore valdese a Santena
Per quanto i legami della famiglia
Cavour con il mondo protestante ginevrino siano ben noti nell’ambiente
degli studiosi, nelle recenti rievocazioni della figura del grande Cìamillo,
pochi cenni se ne sono fatti, e « pour
cause » : il centenario della morte dello statista, e le celebrazioni deH’Unità
d’Italia possono oggi essere ricordati
senza tener conto di quei lieviti che
animarono la nascita dell’Italia moderna.
La genesi della formula « libera
chiesa in libero stato », che tanta parte ha avuto allora, è infatti protestante, e più precisamente dovuta al grande A. Vinet, come ebbe proprio a rilevare nel 1861 una zia ginevrina della moglie di Camillo Cavour, felicitandosi con lui del suo atteggiamento.
{ parenti ginevrini
di Cavnur
Il marchese Michele di Cavour, nato nel 1781. aveva conosciuto a Ginevra la famiglia del conte de Sellon.
originaria di Nîmes e rifugiata in seguito alla revoca dell’Editto di Nantes, come tanti altri ugonotti, nella
ospitale città. Il conte de Sellon aveva tre figliole: Vittoria, Adele e Enrichetta. Vittoria fu la prima fiamma
di Michele, ma il reciso intervento
della madre Cavour, Filippina, (che
di nascita era dei marchesi di Sales,
imparentati e discendenti collaterali
del famoso San Francesco di Sales)
non permise un matrimonio protestante.
Michele di Cavour non si scoraggiò, e quando Vittoria fu legata a un
conte della Turbie, volse le sue attenzioni alla secondogenita, Adele: e il
matrimonio si fece, seppure civile, nel
1805. Allietato dalla nascita di Gu
stavo nel 1806, lo fu ancora nel 1810
dall’arrivo di Camillo.
Le due sorelle de Sellon si erano
intanto trasferite nel castello di Santena portandovi abitudini, educazione
e idee del tutto diverse da quelle che
vi regnavano fino allora.
I conti de Sellou erano cugini alla
lunga e in ottime relazioni con i De
la Rive, altra importante famiglia
protestante ginevrina, che aveva le sue
origini nientemeno che nel rifugio a
Ginevra di una famiglia piemontese
di Verzuolo: essi vivevano parte
a Ginevra e parte a Genova, dove furono anche magna pars della futura
chiesa valdese, ancora al tempo della
chiesa svizzera riformata.
Sono note altresì le buone e importanti relazioni de! Cavour con i suoi
cugini De la Rive: un ricco epistolario di questi personaggi è stato anche pubblicato da Amedeo Bert, per
lunghi anni pastore a Genova.
Pietro Bert a Santena
II nonno di Amedeo Bert, Pietro,
che fu pastore a Torre Pellice per ben
34 anni (1799-1833), ebbe un giorno
uno straordinario invito: quello di
recarsi a Santena a celebrare un matrimonio. Non era per lui una cosa
nuova quella di essere chiamato fuori della sua parrocchia per funzioni
inerenti al suo ministerio: dai registri
risulta come egli si trovasse sovente
a Torino per atti riguardanti i numerosi protestanti stranieri, e una volta
andò anche a Genova, appunto per
un matrimonio della famiglia De la
Rive.
Si trattava quella volta del matrimonio della minore delle Sellon, Enrichetta : e troviamo registrato tra gli
atti di matrimonio della parrocchia
di Torre quanto segue: « Le 30 mai
1809 a été béni par le pasteur soussigné le mariage de M. D’Auzers, Directeur général de la police du département au delà des Alpes avec
M.elle Henriette de Sellon de Genève, dans le château de Santena. près
Turin, appartenant à Mr. Bens de
Cavour. P. Bert pasteur »,
Eu probabilmente l’unica volta che
P. Bert si recò a Santena: già la Vittoria di Sellon si era convertita al cattolicesimo, e le due sorelle Adele ed
Enrichetta. un anno dopo la nascita
di Camillo, si arrendevano anch’esse
alle pressioni dell’ambiente e di Filippina di Cavour, e il 21 ottobre 1811
abiuravano solennemente nelle mani
dell’abate Tardi, che ebbe anche a
che fare con la conversione del Manzoni e di sua moglie. « La funzione
fu edificantissima, ed esse sono contentissime della risoluzione loro. Lessero tutte le opere di Bossuet e Nicole contro i Protestanti, oltre alcune altre... ».
La minaccia calvinista a Santena
era spenta...
Cavour alla Valli
Sembra però che la storia si vendicasse di queste vicende ecclesiastiche,
lasciando a Cavour un’eredità decisamente protestante in quanto a concetto di libertà e tolleranza dei culti!..
Cresciuto e vissuto in un ambiente
così aperto e... pericoloso, fin da giovane il futuro statista mostrò la sua
indipendenza di pensiero e la sua larghezza di vedute.
Il caso volle che nel 1823, come cadetto deir Accademia militare, egli
percorresse la valle del Pellice, e
prendesse contatto, a tredici anni, con
i Valdesi. Lasciamogli la parola, poi
ché questa sua pagina autobiografica
è anche poco nota : « Le lendemain
nous nous acheminâmes vers La Tour,
chef lieu de la vallée de Luserne. Cette ville est composée pour la pluspart
de protestants, quoiqu’il y soit une
paroisse pour les catholiques. C’est le
chef lieu des Vaudois, protestants
de la secte de Calvin, et qui on tout
souffert pour la religion. La ville consiste en une longue rue: il y a quelques belles maisons. Les protestantes
pour se distinguer des catholiques
portent un ruban sur le bonnet. Nous
avons visité un hôpital que le Anglais
on fait bâtir pour les Vaudois. Leur
vallée que nous avons parcourue produit du bon vin; le fort est un amas
de rochers habités par les seuls chamois. On remarque sur le chemin qui
mène en France une cascade très belle; on ne voit plus que les restes du
fort de Mirabouc que 400 sansculottes
français prirent par la trahison du général piémontais. Après un’heure de
marche on arrive à un endroit nommé le Pra. Chose fort extraordinaire
qu’après avoir monté pendant 5 heures on trouve une vallée cultivée. Il y
a une mauvaise hôtellerie où logent
les préposés. De là on peut aller en
France passant le col de la Croix.
Après quelques jours que nous employâmes à visiter la vallée de Luserne, nous nous rendîmes à Barge... ».
Corne ha rilevato il Ruffini, forse in
quell’inciso che abbiamo sottolineato
« ils ont tout souffert pour leur religion », che egli però non scriveva nella lettera alla madre, ma solo nel suo
diario, c’è la scintilla che fece di Cavour il più grande difensore della libertà religiosa che l’Italia abbia mai
avuto. Augusto Armand Hugon
2
paR. S
L’ECO DELLE VALU VALDESI
30 giugno 1961 — N. 26
le cÉilu^ì del centenario
del llwifWese di Pinernlo
(canliiuia dalla pag. 1 )
tragga dalla sua via, queirempio morrà per la sua iniquità, ma io domanderò conto del suo sangue alla tua
mano ». E’ il « guai a me se non evangelizzo ! » : nella misura in cui lo sentiamo o non lo sentiamo come una
fiamma bruciante in noi, abbiamo o
non abbiamo sentito realmente risuo
nare nel nostro cuorr l’Evangelo della grazia.
Questa è stata la fiamma che ha
mosso la nostra evangelizzazione; Tunica speranza che la rievocazione di
quel moto appassionato e fedele non
scada nella vana retoirica, è il sentirlo vivo, nostro, oggi; nella situazione
così mutata e pur sempre cosi bisognosa dell’Evangelo, in im paese che
si è costruito poco felicemente, certo
anche perchè gli è mancato di essere
formato e riformato dalla Parola di
Dio. L’avvertimento-appello alla sentinella, attenta ai segni dei tempi e
all’anima dell’uomo, teso l’orecchio e
tutto il cuore ad avvertire la Parola
del Signore, risuona grave e rincuorante insieme, per una chiesa che ricorda, dopo cento anni, come Dio Tha
condotta e sostenuta e « mandata ».
Ancora, tutto questo potrebbe essere considerata retorica di pirammatica in simili occasioni. Ma non è retorica. Lo sarebbe se avessimo da fidare in noi stessi: certo allora uno
sguardo onesto alla nostra realtà individuale, comunitaria, ecclesiastica
sarebbe uno sguardo tristemente smagato. « Noi abbiamo questo tesoro in
vasi di terra, affinchè Teocellenza di
La Chiesa di Pinerolo
Concistoro
1 Paslore
5 Anziani
2 Diaconi
Membri común. 671
Membri elell. 153
Famiglie 328
Catecumeni 53
Scuola domenicale
Monil. li
Alunni 95
U.G.V. 25
Unione fenim. e soc. di cucito 32
Popoluz. valde.se 787
Bollettino: u II vincolo».
Vasta diaspora.
questa potenza sia di Dio e non dà
noi» (2 Cor. 4:'7).*Non avremo mai
compreso fino in fondo quanto misera e vile .sia la terra della nostra vita; ma non avremo mai finito di scoprire e riscoprire sempre più a fondo
quanto immensa e luminosa sia la
potenza di Dio racchiusa nelTEvangeio di Gesù Cristo. La veglia della
sentinella, per quanto lunga, faticosa, dolorosa possa essere, è tutta raccolta in un’umile indomabile speranza.
Quindi, in grandi gruppi a semicerchio intorno al tavolo della comunione, la chiesa ha partecipato compatta
alla Santa Cena, presieduta dal past.
Luigi Marauda. La Corale, diretta dal
la sig.na Elda Tùrck, ha cantato con
valentia e fervore due bei cori.
I sorrisi immortalati (?) dal fotografo alTuscita dal tempio non erano
frutto delle esortazioni di rito (« inumidirsi le labbra... ») : veramente c’era
viva gioia nei cuori di tutti, grande
riconoscenza al Signore e profonda
speranza in Lui per il domani della
comunità pinerolese e per tutta la testimonianza della Chiesa valdese.
* *
Dopo il culto, si è avuto nella sala
attigua il ricevimento offerto alle aule rità: erano intervenuti il sindaco di
Pinerolo, avv. Francesco Bona, e gli
assessori dott. Ross e sig. Mauro Chiabrando; accanto a loro numerosi rappresentanti delle comunità evangeliche, e i dott. Winkler e Kilksberger
che recavano il saluto augurale della
comunità evangelica di Langnau (Zurigo). Il past. Achille Deodato ha rivolto il più cordiale benvenuto agli
intervenuti ricordando brevemente il
senso della celebrazione in corso e il
valore della presenza valdese nella
Pinerolo di oggi, terminando con la
lettura di queste parole tratte dal discorso tenuto dal Moderatore G. P.
Revel in occasione della posa della
prima pietra del tempio pinerolese, il
3 dicembre 1855 ; « E voi, o nobili e
generosi magistrati di Pinerolo, che
foste mai sempre così ben disposti al
nostro riguardo, a riconoscere e a proclamare il nostro diritto di cittadini,
fidate sulla riconoscenza e sulla fedeltà di tutti noi, come vostri connazionali; e voi pure, cari concittadini di questa graziosa città di Pinerolo. Noi venimmo da prima tra le
vostre mura, dubbiosi e tementi, sotto
Timpressione di triste e dolorose rimembranze; ma scorgendovi aprirci
le vostre braccia e i vostri cuori, le
braccia e i cuori nostri pure s’apersero con trasporto, onde stringervi
quali fratelli.,. Oh non temiate che
oggi noi veniamo a porre in mezzo a
voi una pietra di inciampi e di discordia! Noi collochiamo i fondamenti di
un edificio che ci rammenterà sempre
la nostra ferma risoluzione di riguardarvi come amici e fratelli, figlioli
della stessa famiglia. Noi veniamo a
dirvi: Vogliamo servire fedelmente il
nostro Dio; e questa prima fedeltà è
la sorgente di tutte le altre. Veniamo
a voi con un vessillo conosciuto e un
Libro aperto, affinchè sappiate sempre chi noi siamo e quali principi abbiamo. Nessuna vergogna e paura ci
arresta dal proclamare questi principi, perchè li attingiamo dalla Bibbia,
e nostra pmfonda convinzione è che
essi siano le più forti colonne dell’ordine sociale... » Questo discorso
del Moderatore Revel è ampiamente
citato dal prof. Armand Hugon nel
suo opuscolo, che dimostra come esso
fosse tutt’altro che retorico in quante veramente Tamministrazione comunale si era mostrata comprensiva
e cordiale con la nascente comunità
valdese in Pinerolo. Certo, erano tempi di anti-clericalismo diffuso. Tuttavia, al cronista appare come spesso —
non sempre, purtroppo — anche diversi cattolici fossero tolleranti, come
ad OS. il ves,-:ovo mons. Renaldi (che
fu uno dei pochi contrari alla proclamazione delTinfallibilità papale, nel
1870). Al principio del nostro secolo il
cattolicesimo era ovunque alla riscossa (ma quale?), e anche nel Pinerolese rincrudì la polemica, grazie pure
alla fondazione delTEco del Ohisone:
polemica che solo in questi, ultimi
tempi si è ùn po’ affievolita.
Dopo im rinfresco, gli ospiti visitavano il Convitto.
Se^iva il pranzo, nei locali del
Convitto, che riuniva in lieto convivio i membri dei Concistori di Pinerolo e di S. Secondo e i membri del
comitato locale « pro Centenario »,
con alcuni ospiti. Ottima cucina, piacere di conversare e di udire alcuni
brevi messaggi, schietta allegria alimentata dal past. Deodato, sempre
fecondo in « propos de table »...
Nel pomeriiggiio, si è avuta una
riunione nel tempio, dove si sono succeduti alcuni oratori, dopo che il past.
Deodato ebbe letto il messaggio augurale del Moderatore E. Rostan spiacente di non aver potuto intervenire, in quanto appena tornato dal
suo lungo viaggio nel Nord America
— e alcune adesioni di amici e fratelli costretti all’assenza fisica. Il past.
Luigi Marauda ricordava alcuni momenti nella storia del tempio, fino alla sua sistemazione nella forma attuale, e della vita della comunità, da
luì guidata per ben 34 anni. Il dott.
Kilksberger — era con lui il dott.
Winkler, presidente di quella comunità elvetica — ha portato in ottimo
italiano Taugurio della sua comunità: Langnau, presso Zurigo, dove sono al lavoro molti italiani, verso cui
quella chiesa sente la propria responsabilità evangelizzatrice. Proprio in
questo periodo la comunità riformata di Langnau celebra il 250» anniversario della sua costituzione : in tale occasione si sta raccogliendo una
colletta ohe sarà divisa in tre parti:
una servirà per i re■stauri necessari in loco, un’altra per partecipare alla costruzione
di ima scuola evangelica a Nettur (India) e
la terza per collaborare all’arredamento de!
Convitto valdese di Pinerolo. Tutto questo ci
è stato detto con estrema sobrietà, ma con
una semplicità fraterna toccante. Ha preso
quindi la parola il Sovrintendente, past. Alberto Ribet, il quale ha
fatto notare la validità
di tutti i centenari che
stiamo celebrando in
questi tempi, monito a
non dimenticare la vocazione missionaria della Chiesa valdese nel
nostro paese. Infine il
past. Umberto Bert ha
portato il- saluto a nome della CIOV,
saluto riconoscente in quanto la chiesa di Pinerolo ha sempre sostenuto
generosamente gli Istituti ospitalieri
valdesi; còme pastore di S. Germano,
invece, ha ricordato quante famiglie
sangermanesi sono, poco a poco, venute ad arricchire la chiesa di Pinerolo (mentre S. Germano si... rivaleva su Pramolloi!). Quello che importa non soho le circoscrizioni parrocchiali, ma- l’opera del Signore che è
grande ovunque.
Seguiva, in due « infornate » poiché
la sala non poteva contenere tutti gli
intervenuti, la proiezione del film sulla vita studentesca alle Valli e nel
Convitto di Pinerolo: soggetto e commento del past. Deod,ato, regia del
past. T. Balma, aiuto alla regia past.
G Tourn, effetti sonori prof. F. Corsani, con la partecipazione — entusiastica al principio, meno viva che
le riprese si prolungavano... (certo a
Convitto valdese di Pinerolo, la hall accogliente.
nessuno di loro è venuto l’uzzolo di
dedicarsi alla carriera cinematografica!) — degli studenti del Convitto.
Considerando che è opera di « dilettanti », nonché le condizioni tecniche
rudimentali con cui è stato girato, si
tratta di un documento notevole, fresco, privo di retorica, ricco di spunti
felici, di motivi indovinatissimi, talvolta intensi come la sequenza al momento del culto serale, in Convitto,
con la galleria dei volti assorti e veri.
Un film girato con affettuosa simpatia, con calda fede nella bontà dell’opera realizzata per alcuni almeno
dei ragazzi di varie nostre chiese, diviso com’è in una prima parte, che
disegna un quadro di come fosse difficile per tanti di loro la vita di studente lontano dalla scuola, e in una
seconda che illustra con molta semplicità la situazione attuale. Il film
è stato vivamente applaudito, e ci auguriamo che sia presto conosciuto
Un gruppo di intervenuti alle celebrazioni
pomeridiane, davanti
all’ingresso della sala.
In primo piano a ¿inh-,
stra il dmt. KiUdber-!
ger, inviato della Chiesa riformata di Langnau (Zurigo).
non solo all’estero ma nelle nostre
comunità, e susciti intorno al neonato fra i nostri istituti la simpatia che
merita; opera valida — anche se perfezionabile, come ogni cosa — con cui
la chiesa di Pinerolo ma soprattutto
— ■ va pur detto — il pastore e la signora Deodato, con i loro figlioli, hanno voluto celebrare i cento anni di
vita valdese a Pinerolo, serbando vivo il motto di allora: servire.
Per tutto il pomeriggio, nel giardino che dava un poco di frescura, ha
funzionato un ottimo’ servizio di buffet, abbinato alla vendita di beneficenza preparata con amore dalle signore dell’Unione femminile; ai tavolini, setto gli ombrelloni, si sono a
lungo intrecciate e protratte le conversazioni.
Poi, poco per volta, tutti sono rientrati a casa. Gli ultimi banchi sguarniti, sedie in disordine, qualche carta... il malinconico quadro di ogni fine-celebrazione, che la scopa domani
spazzerà via. Ma domani non spazzerà via quei che il Signore ci ha detto e dato oggi. Abbiamo cercato di
festeggiare e celebrare come possiamo
e sappiamo fare noi; ma la malinconia o, peggio, l’ombra scettica non
hanno qui diritto di cittadinanza, se
ci poniamo — guardando alla chiesa
di Pinerolo come ad ogni altra — nello spirito di fede e di preghiera con
cui, alla posa della prima pietra del
tempio, il Moderatore G. P. Revel terminava la già citata allocuzione: «Ed
(. ra possa quest’opera, cominciata in
nome di Dio tre volte santo. Padre,
Figliolo e Spirito Santo, continuare e
compiersi felicemente.., possa specialrrente questo tempio di pietra compiuto diventare mez25o efficace onde
costruirne, tra le generazioni presenti e future, uno vivo e gradevole all’Eterno, nostra giustizia, e a Cristo
nostro Redentore ed unica speranza ».
.il.%,**’' i
Il gruppo del centenario.
r
11
UN PICCOLO EBREO
POLACCO
I lelespettalori che hanno seguilo i programmi ili mercoledì sera 21 giugno avranno notato un breve documentario che faceva rivivere la semplice, tragica storia del
piccolo ebreo David Ruhinowicz, figlio del
lattaio di Krajno, un paese della campagna polacca.
II servizio era curato da Enzo Biagi, un
giornalista che nei suoi articoli dà sempre
prova di un vivo calore e di una profonda
penetrazione umani. Ultimamente egli
stato in Polonia (e su La Stampa ha pub
blicato una serie di articoli molto interes
santi, vivi ed oggettivi), ed in quelTocca
sione si è recato pure a Krajno, il paese d
David Rubinowicz, il ragazzo ebreo travol
lo con tutta la sua famiglia nell’« elimina
zione» del «problema ebraico» che in Po
Ionia fu particolarmente massiccia e atro
ce, come varie udienze del processo Eich
mann hanno una volta ancora confermato
David Rubinowicz, strappato dal suo
quieto paese e dalla sua piccola vita pro
vinciale e finito nel campo di sterminio
di Treblinka II, non è però rimasto sconosciuto come milioni di suoi compagni. Tra
le macerie di una casa di Bodzentyn, dopo
la guerra, furono trovati cinque quaderni
di scuola in cui David, che aveva dodici
anni quando incominciò a narrare, annotò
le tragiche vicende del suo villaggio occupato dai tedeschi, tra il 1940 e il 1942.
Queste pagine terribili proprio nella loro
scarna ingenuità furono lette alla radio
polacca, quindi tradotte un po’ in mito il
mondo (1).
Qualcuno ha definito David « il fratello
spirituale di Anna Frank»: in realtà il
suo diario è completamente diverso da
quello della ragazza olandese. « Il figlio
del lattaio di Krajno non ha di Anna la
precoce .sensibilità psicologica e poetica e
la sua non è una storia di delicati rapporti
umani nel chiuso di un ’interno’ borghese
assediato dalla tragedia. Con la risolutezza
di un piccolo storico, il ragazzo ci ha dato
una cronaca dei fatti a cui ha assistito nel
suo villaggio riportandoli nudamente, senza commenti, ma ben cosciente che la sua
famiglia e il suo paese stanno vivendo un
periodo terribile. L’eccezionale interesse
umano di questa testimonianza è proprio
nel fatto ohe essa segue giorno per giorno
la vita di una piccola comunità ebrea negli
anni della persecuzione nazista ».
Giorno per giorno, settimana do.po set
timana si vedono addensarsi nubi .sempre
più minacciose, si moltiplicano gli alti di
arbitrio e di violenza, di profittatori, coll.aborazionisli e nazisti, le corvées imposte, i trasferimenti coatti, le perquisizioni,
gli arresti, le esecuzioni sommarie, per lo
più uccisioni a freddo, senza ragione: e ci
pare di vedere il ragazzo fermo davanti ai
muri a leggere i manifesti sempre più rigorosi e crudeli, andarsene solo, sempre
più solo per il villaggio e la campagna,
trepidare con la famiglia e con la comunità ad ogni nuovo colpo die si abbatte, lasciare infine la sua casa per trasferirsi a
Bodzentyn, il centro di raccolta degli ebrei
della zona, Tultima tappa prima di Treblinka II. L’ultima pagina del diario è
ignara, anche se si chiude su di un’esecuzione di due donne; ma l’editore annoia:
« L’arrivo a destinazione del convoglio Ita
potuto essere precisamente accertato in base ad un documento ritrovato nel campo:
il 22 settembre, alle ore 11 e 24. Quanto
allo sterminio nelle camere a gas, questo,
a Treblinka II, cominciava in generale il
giorno stesso delTarrivo ».
Così terminava questa fresca vita la cui
parabola fu breve, dal giorno, uno dei primi, in cui annoiò: «Non ho potuto dormire tutta la notte, per dei pensieri strani
che mi venivano in testa... ». « Da quando
c’è la guerra studio a casa da solo; ma se
mi ricordo di quando andavo a .scuola, mi
viene voglia di piangere ». Un giorno vede
una guardia attaccare un manifesto dal titolo « L’ebreo è un furfante, il tuo maggiore nemico », pieno delle più stolide e
basse acicuse: « Mentre la guardia attaccava
questo manifesto, già la geme si metteva a
ridere; tanto ridevano che la lesta mi scoppiava per Tinfatuda che gli ebrei subiscono
oggigiorno. Voglia Iddio che questa infamia finisca al più presto ». L’ultima frase:
« ...quando sono tornati, il carro era lutto
sporco di sangue ». Ora l’inchiostro si sbia.
disce, ma guai se sbiadisce il ricordo.
Per questo non possiamo approvare ahIvastanza trasmissioni come questa, alla
TV. Scriveva il cronista televisivo de Lo
Stampa: «Il servizio era fatto con cura e
con profonda, commossa partecipazione. Il
suo merito maggiore è quello di aver rammentalo ai milioni di telespettatori un periodo della storia che tutti noi dovremmo
aver sempre presente: l’orrore della guerra scatenala dal nazifascismo e la fanatica
lotta razziale giunta a infamie inconcepiItili. 11 video, come si sa. Ita una forza di
diffusione enorme: è bene che ogni tanto
certi fatti vengano ripresentali alla labile
memoria di tanta gente. Non si tratta di
nutrirsi di odio: ma di mostrare il baratro
in cui l’umanità, degradandosi, era caduta
e dal quale, faticosamente, dolorosamente
siamo usciti soltanto sedici anni fa. Siamo
sicuri che di fronte alle inquadrature di
Varsavia in fiamme, di uomini laceri e affamati inchiodati al muro dai mitra dei nazisti, di colonne di donne e bambini rinchiusi nei carri e spediti alla morte, ]tarecchi Ira il pubblico si saranno sentiti un
nodo alla gola; e airi avranno meditalo».
(1) Il diario di ò id Rubinowicz. Einaudi, Torino 1960, L. 800.
La Casa editrice Einaudi — come altre
Case editrici — ita pubblicato tutta la serie di testimonianze relative alle violenze
naziste :
— Il diario di Anna Frank.
— Ricorda cosa ti ha fatto Anialek (11
ghetto di Varsavia), di A. Nirenislajn.
— Conuindante ad Auschwitz, memoriale
autobiografico di Rudolf Hiiss.
— Se questo è un uomo, di Primo Levi.
— Il nazismo e lo sterminio degli ebrei,
di Leo Poliakov.
Raccomandiamo queste opere, clic si
possono ottenere anelli presso la Claudiana, via Principe Tommaso 1, Torino.
Vi raccomandiamo
Augusto Armand Hugon
La Chiesa di Pineroio
e i suoi Pastori
Nel 1" centenario del Tempio
1860-1960
Claudiana, Torino 1961, pp. 71,
riccamente illustrate, L. 500.
3
30 giugno 1961 — N. 26
APPUNTI Dt UH^flMGIOJM DANIMARCA
L’ECO DELLE VALU VALDE«!
I- 3
On paese segnato dalla fède riformata
La nave approdò al suolo della Da
nimarca, avvolta in una nube bianca
di gabbiani singhiozzanti un loro lacerante richiamo: il lungo volo nell’azzurro al seguito dell’imbarcazione
in attesa del cibo che ogni tanto veniva scaricato dalle cucine, era terminato; e terminati pure i repentini
tuffi a capofitto sul mare per carpire
il boccone l’uno dal becco deH’altro
con alte strida, e l’ondeggiare elegante in balìa del vento con l’ali
aperte e tese, e il dolce abbandono
alla brezza marina, lasciandosi culla
re leggeri, come candide p.ume spar
se... Si posarono delicatamente sulle
transenne, sugli alberi della nave, e
guardarono in giù, volgendo il capo
curiosi e delusi.
Erano le 20,30 : all’orizzonte un
grande sole infuocato si tuffava adagio adagio nel mare, diffondendo sul
mare, nel cielo, sulla terra, nell’aria
stessa, tersa e fresca, una profusione
dì colori straordinari, dal verde intenso deU’acqua al rosa, al rosso, all’oro del cielo, al viola delle ìsole che
naufragavano lentamente laggiù nella luce: un tramonto nordico.
Poi il treno si scagliò veloce nella
campagna, e subito furono sterminati campi di grano di segala d’avena,
e pascoli quasi senza fine: un altro
mare, un mare d’erba, di vegetazione
ricca, rigogliosa, ordinatissima, molto
curata. Mentre a ponente il fiabesco
tiamonto si prolungava, indugiando
a lungo, quasi si compiacesse di rinnovare sempre nuovi giochi di luce,
a levante s’era alzata la luna e correva a gara con il treno, sorvolando
leggera i boschi i campi le case rade,
già serrate e silenzi-ose, quasi a dire:
disingannatevi, è notte ormai!
Infatti, da questa parte del treno
il paesaggio era veramente notturno,
e daU’altra rimaneva ancora giorno
rosato e melanconico.
La Danimarca, il paese di Kierkegaard, di Grandtvig, di Kaj Munk.
Tutte le fattorie, isolate e scarsamente illuminate, che apparivano qua
e là neirimmensità della campagna,
mi sembravano essere quella severa e
pervasa di vicende drammatiche di
Peter Borgen, il protagonista del lavoro ben noto « Ordet », scritto dal
pastore trucidato dai nazisti; e i campi di grano non ancora maturo, sui
quali scorreva come un’onda fremente la brezza serotina, mi sembravano
celare il lungo tormento e l’insaziabile sete di Dio del dolce Johannes
fuggitivo...
« «
E’ un paese questo dove il 97“/o . della popolazione è protestante (luterana); su 4 milioni e mezzo di abitanti vi sono 27.000 cattolici. A me protestante provenienté da un paese dove le proporzioni fra cattolici e protestanti sono esattamente l’opposto,
questi dati facevano un certo effetto,
e andavo scrutando ovunque, con
sguardo attento, i segni visibili della
presenza da una simile stragrande
maggioranza protestante.
li primo segno che colpisce anche
il visitatore più sprovveduto, è il saldo benessere generale di cui godono
gli abitanti : non si distinguono poveri o ricchi; è una società che è riuscita ad eliminare le differenze fra i
diversi strati sociali, e vive, nel suo
insieme, ad un livello di vita elevato.
Le case sono semplici alTestemo, ma
molto confortevoli e curate all’interno, provviste di tutti i servizi necessari, piene di cose belle, di mobili e
suppellettili ricercati, tenuti con estrema cura, di fiori e piante ornamentali in sovrabbondanza. Sembra, a
questo proposito, esservi in ogni casa
un vero culto per le piante, che circondano completamente le ampie vetrate delle finestre, come in Olanda,
e sono festosa cornice al delizioso
quadro degli interni degli appartamenti che si scorgono dalla strada.
1 danesi, come del resto altri popoli
nordici, vivano nèlle loro case non
protetti da saliscendi o tapparelle ;
solo una tendina leggera scende a
volte, come un sipario pudico, su questi scenari lindi e raccolti di vita domestica, ove lo sguardo del turista
non abituato quasi non osa sofferniarsi, timoroso d’essere indiscreto.
Ma perchè nascondersi, e dia chi proteggersi, in definitiva? Non vi sorio
misteri in queste famiglie semplici ;
non vi sono ladri in questi paesi dove
tutti lavorano ; non vi è il misero
che, da fuori, infreddolito, affamato,
senza tetto, potrebbe invidiare il benessere del focolare altrui...
Le ville dei più abbienti sono discrete e modeste ; i quartieri operai
sono signorili, con tutte le caratteristiche dell’agiatezza: ordine, tendine,
fiori, piante, vasellame d’argento e di
rame. Per la strada non vi sono « signore» e «popolane», «signori» e
« proletari » ; ma uomini e donne che
lavorano, che si danno da fare tutti
quanti, vestiti tutti allo stesso modo,
i quali preferiscono di gran lunga andare in bicicletta piuttosto che in automobile.
Il secondo segno che colpisce il turista è la grande sollecitudine che si
nota verso i bambini, i vecchi i
malati. Vi sono innumerevoli parchi
nella citta di Copenhagen (una giuda turistica disse che ve n’erano addirittura 200!), che conta 1 milione
e mezzo di abitanti ; parchi con alfieri secolari e prati smaglianti ove
Vivono felici centinaia di bimbi, m
mezzo a giochi di tutti i generi: altalene, dondoli, scivoli, giostre, cavalli
ni pubblicitari; sembra di essere in
campagna, nessuno disturba i bimbi; neppure il rumcie cittadine riesci
a raggiungere simili oasi di distensione di gioia infantile.
Vi sono caseggiati riservati alle famiglie numerose, ccn bassorilievi di
bimbi disegnati su ogni porta, ove
nessuno si lagna del chiasso dei fanciulli, e le madri si possono dare una
mano l’una all’altra nel loro difficile
compito. Vi è infine la « scuola libera », fondata secondo le aspiraz on
dei genitori, che è gratuita per tutti,
dalla prima elementare aH’Univarsità; anche i libri, i quaderni, gli og
getti di cancelleria, l’assistenza me
dica sono forniti gratuitamente a tutti gli scolari.
Per i vecchi vi sono case di ricove
ro, ove ognuno ha una camera e possibilità di cucinare i pasti da sè, se lo
desidera, oppure può riceverli serviti
in camera dalla casa; ognuno ha la
facoltà di andare e venire come e
quando vuole, e pare che i vecchi danesi siano rinomati per l’instancabilità con la quale percorrono le strade
cittadine in bicicletta, noncuranti dei
pericoli della circolazione. I vecchi.
/V. f. N. Grundlvie,
radunati in belle base adatte a loro,
vivono cosi fino all’ultimo una vita
indipendente, a contatto con persone
della loro età, liberi da tante piccole
e grandi servitù della coabitazione
con familiari giovani, non sempre
comprensivi.
In quanto ai malati: ospedali modernissimi li attendono ed offrono loro tutte le cure di cui hanno bisogno,
cpemzioni chirurgiche di qualsiasi
entità, cure odontodatriche, ortopediche eco. ecc., degenza, convalescenza,
per lire 9(X) al giorno, tutto compreso.
I malati possono richiedere il medico o lo spiecialista che desiderano,
i' prezzo non cambia ed il trattamento è uguale per tutti.
Vi è inoltre una Cooperativa agricola che tutela i contadini, regolando
i prezzi dei prodotti della terra in mo
de equo; che impresta le macchine
agricole a chi non le ha ancora, (ma
quasi tutti le hanno); che vigila sulla salute del bestiame, ecc.
Vi è una grande Ditta a Copenhagen, quella della birra Carlsberg, rinomata nel mondo, che produce un
milione e mezzo di bottiglie al giorno, la quale ha, da tempo, rinunciato a qualsiasi forma di guadagno personale, ma amministra le sue entrate
a favore della città e dei concittadini: fonda ospedali, scuole, nidi d’infanzia, case di cura e di riposo, musei, librerie; innalza persino statue,
monumenti, fontane per abbellire la
città; è opera sua, per esempio, la famosa sirenetta in bronzo, delizia dei
turisti, che siede sullo scoglio in vista del porto di Copenhagen, e guarda sognando il mare, dal quale un
giorno arrivò Hans Christian Andersen, il timido poeta dell’isola di Fiona, che cantò di una piccola sirena
come lei, e le donò la celebrità.
Non vorrei avere tracciato un quadro troppo idillico della Danimarca,
quasi che io volessi fare di un paese
protestante un paradiso terreste; mi
rendo perfettamente conto che ciò
non corrisponderebbe alla verità. Ho
annotato semplicemente quello che
ho veduto ed udito. Ma vorrei ora
concludere dicendo che questo stato
di cose in Danimarca non è dovuto
ad un caso fortuito, bensì proviene
da un preciso atteggiamento che il
popolo danese seppe assumere ad un
dato momento della sua storia: prestare ascolto alla Parola di Dio.
Nel secolo scorso vi fu una vera e
propria rivoluzione sociale, scaturita
da un profondo risveglio religioso in
tutta la nazione per opera di un
grande apostolo: Grundtvig, pastore
a Copenhagen dal 1839 al 1872.
Questo riformatore danese, la cui
influenza si estese a tutta la Scandinavia, considerato alla pari di Lutero dal suo popolo, come Lutero poeta e salmista di fama, dovrebbe essere più conosciuto anche da noi. Egli
combattè durante tutta la sua vita
contro la terribile incredulità, che
sotto il nome di « razionalismo » aveva invaso tutto il mondo del suo tempo; predicò sempre un cristianesimo
biblico severo, incominciando dal suo
sermone di prova, nel quale rivolse
ai membri di chiesa questo urgente
interrogativo : « Perchè la Parola di
Dio è scomparsa dalla sua Casa? » ;
continuò a predicare la Parola anche
nei suoi poemi, dichiarando : « Ciò
che vaie più dell’oro è conoscere il
proprio Dio, e se stesso».
A poco a poco, per impulso di questa predicazione fedele convinta decisa, lo strato più basso della società
cominciò a muoversi; si piodasse una
grande corrente di risveglio spiritua
le. che dilagò in tutto il paese, trasformando man mano, dalle fondamenta, tutta la vita della popolazione, sia dal lato sociale, che economico e politico.
Tale è sempre la forza della Parola di Dio, fedelmente predicata e fedelmente ascoltata. Oggi sulla collina più alta di Copenhagen, a 31 metri sul livello del mare, s’innalza una
monumentale chiesa tutta di mattoni, di un’architettura ardita ed accuratissima, secondo lo stile gotico-danese, capace di 2.000 posti- è stata
eretta in ricordo del past. Grundtvig.
La facciata è simile ad un immenso
organo proteso verso il cielo, che domina imponente la città per un’altezza di 49 metri, superiore a quella
della collina stessa.
Vorrei che da quell’organo potesse
veramente sprigionarsi un canto di
gloria a Dio per la potenza rinnovatrice concessa alla sua Parola in ogni
tempo ed in ogni luogo.
Edina Ribet
La chiesa di Grundtvig a Copenhagen, nel tipico stile gotico-baltico
Scoola Media Pareggiata Valdese
Iscrizione alla prima classe
Le iscrizioni alla L classe della Scuola
Media sono aperte presso la Segreteria
della Scuola, tutti i giorni feriali, dalle
ore 10 alle 12, fino al 10 luglio p. v.
La domanda d’iscrizione, in carta da
bollo di L. 100, deve essere compilata dal.
l’alunno e controfirmata dal genitore e
accompagnata dai seguenti documenti:
a) certificato di nascita, in carta da bollo da L. 100;
bl certificato di rivaccinazione antivaiolosa, in carta libera;
c) documento di identità personale;
d) pagella di V“ elementare.
PERSONALIA
Rivolgiamo le nostre più vive congratulazioni alle insegnanti signore Elena Pons
ved. Fattori e Ines Meschiari (Luserna S.
Giovanni) e Emma Armand Rose ved. Bertalot e Erma Gamba (Angrogna), che sono
stale insignite della medaglia d’oro, dopo
oltre quarant’anni di benemerito servizio.
!q negli Stati Uniti
Questo è l’ultimo articolo che scrivo per l’Eco delle Valli Valdesi, a
conclusione del mio recente viaggio
negli Stati Uniti e nel Canada, di cui
rievoco brevemente le ultime tappe.
La Pennsylvania è certo una delle
più belle regioni degli Stati Uniti. Il
suo nome è significativo : ricorda i
primi emigrati protestanti daH’Europa per motivi di fede, in modo speciale Guglielmo Penn, organizzatore
dei Quaccheri, oriundo inglese e fondatore di Filadelfia, nel 1682, og^ una
delle più grandi città degli Stati Uniti; d’altra parte esso esprime bene la
ricchezza della vegetazione boscosa, le
immense foreste dove si sono costruite migliaia di casette senza mai deturpare la natura, le serena pace dei
campi anche se non mancano affatto
nella Pennsylvania i territori tipicamente industriali.
Dal Moravian Theological College
appartenente ai Moravi mi sono recato a Buck Hill Falls dove sorge oggi
un grandioso albergo circondato da
distese di boschi a perdita l’occhio. La
zona è stata acquistata da un gruppo
di Quaccheri e, per quanto serva a
luogo di riposo, è molte volte sede di
congressi e riunioni di tipo ecclesiastico. Ho partecipato per due giorni
soltanto al Sinodo della « Reformed
Church of America » una grande chie
sa di origine olandese. Gli Stati Uniti sono un immenso paese popolato
da gente venuta da tutti i continenti; anche le chiese risentono ancora
della loro origine europea, pur inserendosi sempre più nella compagine
americana, e recano un prezioso contributo al patrimonio comune. Pensando a quelle famiglie di origine
olandese, giunte negli Stati Uniti a
causa della persecuzione o per dare
un maggior sviluppo al loro intelligente lavoro, ho naturalmente rievocato gli antichi legami tra le nostre
Valli e l’Olanda, il Moderatore Giovanni Legeì(, le Pasque Piemontesà
de! 1655, la sua dimora a Leiden dove
pure scrisse la sua famosa storia. Ed
ho potuto parlare anche nel mio messaggio al Sinodo della Reformed
Church : un Sinodo esemplare dal
punto di vista della procedura, con
un Presidente energico e competente,
che non lasciava tempo ai distratti
ed agli svagati. Culti ben frequentati,
con inizio alle 7,30 del mattino, senza proteste (prendetene nota, signori
del Sinodo Valdese!), relazione del
Comitato esecutivo che ad un certo
momento viene interrotta per ringraziare Iddio delle vocazioni pastorali
e missionarie e dei notevoli aumenti
nelle contribuzioni. Non ho potuto
fare a meno di pensare alla Chiesa
Valdese dove molti si agitano e diventano esperti nella parola, ma do
ve c’è carenza di vocazioni, specialmente alle Valli, e dove la liberalità
cristiana è ancora insufficientemente
sviluppata. Forse in nessuno delle
quattro Assemblee sinodali cui ho partecipato ho trovato come in quella
della Reformed Church una così chiara visione dei compiti della Chiesa,
prima ancora che sul piano sociale e
politico, su quello del rinnovamento
del messaggio biblico in vista del risveglio delle coscienze.
Sabato mattina, 3 giugno, ho dovuto lasciare Buck Hill Falls. Giunto a
New York, ho proseguito senza soste
verso l’aeroporto di Idlewild e verso
sera giungevo a Toronto, la grande
città canadese. Mi attendeva il Rev.
Di Stasi, con la sua famiglia ed insieme con loro ho trascorso le mie
giornate a Toronto. Incominciava a
far caldo, un caldo umido che mi
avrebbe facilmente spinto verso i numerosi laghi canadesi, se non avessi
avuto altri impegni. Invece, domenica 4 giugno ho di nuovo presieduto
tre culti; alle ore 11 in una Chiesa
Unita con S. Cena, alle 15 nella Chiesa di lingua italiana e inglese del Rev.
Di Stasi, alle 19 in una bella chiesa
Presbiteriana. La chiesa italiana attuale è di recente costruzione, ma la
comunità ha tutta una storia di sacrificio e di operosità. Uno dei pionieri in quel campo di lavoro fu il Past.
Alfredo 'i'aglialatela di cui molti Pastori Valdesi ricordano con riconoscenza il volto e Tinsegnamento ricevuto da lui nella Facoltà teologica di
Roma. Og^ a Toronto vi sono più di
150.000 italiani, quasi tutti meridionali: ne ho trovato di Pachino e degli
Abruzzi. Il Past. Di Stasi, i suoi familiari ed i suoi collaboratori s’adoperano nella ricerca degli evangelici;
sono giunti in questi ultimi tempi altri tre Pastcri italiani per esercitare
il loro ministero nel Canada. Il martedì sera sono stato accolto in quella chiesa da una simpatica assemblea
italo-canadese ; abbiamo cenato insieme e poi ho parlato loro della nostra
chiesa illustrando il mio messaggio
con le proiezioni.
A Toronto ho fatto visita agli esponenti principali delle Chiese Canadesi. poi ho partecipato alla « General
Assembly » della Chiesa Presbiteriana, recando, come .sempre, il saluto
augurale della Chiesa Valdese; e poiché mi trovavo in Canada non ho potuto fare a meno di rievocare dinnanzi aH’Assemblea la figura del canadese Generale Carlo Beckwith, il cui
profondo interesse per la nostra Opera più di cento anni fa era per lo più
sconosciuto.
Infine, eccomi in viaggio per l’ultima tappa del mio lungo giro di visite.
Salgo sul treno a Toronto alle 4 del
pomeriggio ed alle 11 di sera, dopo
aver attraversato le belle campagne
canadesi, giungo alla stazione di Montre.ll. Mi estendevano il Past. Renzo
Bertalot ed il figlio del Pastore Nisbet. La sera si fa lardi, perchè non
si può fare a meno di parlare di molte cose d’Italia e d’America. Il giorno
dopo, sabato 10 giugno, ho partecipato ad una riunione dei tutto straordinaria: in un istituto cattolico ci
siamo incontrati alcuni Pastori francesi, italiani e Padri Gesuiti. Mi avevano invitato a parlare sulla situazione: italiana, particolarmente in merito alle cosddette nuove aperture ecumeniche; ho dato tutte le informazioni necessarie, ma non ho potuto fare
a meno di affermare che siamo in
una situazione di attesa, pur constatando che ci sono qua e là dei segni
di cose nuove. All’ora attuale Roma
non ha ancora pronunziato una chiara parola in merito al vero rinnovamento della chiesa e, da parte nostra,
non deve cessare lo spirito della vigilanza per amor di verità.
Domenica mattina ho predicato in
una Chiesa Presbiteriana, la sera in
una Chiesa Unita, di nuovo con celebrazione della S. Cena. E fu questo
l’ultimo mio culto in una chiesa di
lingua inglese. Il giorno dopo sono
stato in compagnia di alcuni colleghi,
i Past. Bertalot e Antonio Moneada,
i quali mi hanno accolto con molta
cordialità. E la sera, nella « Beckwith
Memorial Church » dove per sette anni il Past. Bertalot ha predicato l’Evangelo, ho parlato un’ultima volta ad
una assemblea mista, di lingua italiana e francese, presenti anche i Pastori francesi. La chiesa si trova in
una delle zone della grande città maggiormente popolata da italiani. Ve ne
sono 180.000 a Montreal ed in certe
strade non si sente altro che l’italia
no o, più precisamente, uno dei molti
dialetti meridionali. Masse imponenti
di italiani sono oggi all’estero, non
senza difficoltà e sacrifizi aH’inizio di
una nuova vita in terra straniera; e
si comprende l’interesse delle Chiese
Canadesi versi i nuovi venuti, special
Domenica 9 Inolio ai Iredici laghi
Un convegno giovanile
a cui tutti gli unionisti ed i non più
unionisti sono cordialmente invitati.
Il programma della giornata è il
seguente :
Arrivo a Prati: ore 10 circa (con la
corriera che parte alle 8,30 da Porosa).
Salita in seggiovia.
Culto
Pranzo ai 13 laghi.
Studio del Pastore Franco Davite su;
«GIOVANI CREDENTI DI FRON
TE ALL’AMORE».
Ritorno a piedi fino a Ghigo.
N. B. — In caso di brutto tempo il
ccnvegno avrà luogo nella sala unionista e si parteciperà al Culto nel
tempio con la Comunità di Prali.
mente se sono di religione evangelica.
Le provincie di Montreal e di Quebec
^no fortemente cattoliche ed il clero
è impegnato a far affluire i nuovi arrivati verso le chiese e le organizzazioni cattoliche romane.
Ho lasciato Montreal con un cielo
limpido e ccl caldo. L’impiegato della
polizia aU’aeroporto, fissandomi negli occhi, mi chiese : « Quali sono stati gli scopi del vostro viaggio in questo continente»? «Sono venuto per
delle ragioni ecclesiastiche » risposi.
« Siete forse im rappresentante del Vaticano »? « Non ancora », risposi sorridendo, «per quanto in questo clima di ecumenismo non si sa che cosa
potrà accadere! Per ora, sono un Pastore protestante italiano ». « Un Pastore italiano? Non ho mai pensato
che ci potessero essere delle chiese
protestanti in Italia! » disse meravigliato. « Ebbene », risposi, « adesso vi
faccio vedere due altri Pastori italiani » e indicai i Past. Bertalot e Moncada!
All’aeropKjrto di Montreal qualcuno
stava forse pensando ai tre Pastori
italiani mentre io volavo verso New
York, oppresso dal caldo e dall’umidità. La sera ho ancora avuto una fraterna accoglienza da parte della Chiesa Valdese e del Past. Alfredo Janavel, che sinceramente ringrario. Poi
alcune visite e gli ultimi saluti ; a proposito di saluti, se avessi dovuto segnare in un libro i nomi di tutte le
persone che mi si è chiesto di salutare, avrei cèrto riempito molte pagine.
Non posso ricordare adesso tutti quei
nomi; posso soltanto dire ai lettori:
sappiate che i nostri congiunti in
America mi hanno incaricato di salutarvi e sono lieto di farlo qui.
11 16 giugno, verso sera, la signora
J. Me Garrett Cattell, i signori Wiles
e Riggs, nostri fedeli amici, mi accompagnarono all’aeroporto. Li ho
ringraziati un’ultima volta per il loro
vero amore per la nostra Chiesa e
sono salito sul grande aereo che in
un solo grande balzo doveva condurmi in patria. Più di 140 persone erano
a bordo e tutto lo spazio era esaurito; abbiamo lasciato l’aeroporto verso
le 9 di sera, ma a causa della diversità oraria non abbiamo quasi avuto
notte. Dopo due ore eravamo già in
piena luce dell’alba sull’Atlantico, alle 8 e 10 minuti passavamo sul Monte
Bianco, alle 9 del mattino l’enorme
apparecchio si posava sulla pista di
Fiumicino, dove ho avuto la gioia di
rivedere la mia famiglia ed alcuni
amici.
Ora che tutto è finito e che tutto
si è svolto normalmente, non posso
fare altro che ringraziare Iddio per
le Sue benedizioni e per il servizio
che Egli mi ha dato di compiere a
nome della nostra Chiesa
Ermanno Rostan
4
p*í
L’ECO DELLE VALU VALDESI
30 giugno 1961 — N. 26
!M UH OOtUHME OHE VUOL RESTARE UNITO
La medaglia d'oro a due insegnanti
della Val d'Angrogna
Domenica 25 giugno resterà una data
memorabile nelle cronache della Valle di
Angrogna. Alle ore 17 ha infatti avuto luogo al Capoluogo una cerimonia per la consegna delle medaglie d’oro al merito della
pubblica istruzione a due maestre della nostra valle: la Signora Armand Base vedova
Bertalot, insegnante al Serre, tutt’ora in
attività, da ben 45 anni, evangelica appartenente alla nostra comunità del Serre, e
la Signora Erma Gamba, insegnante al Capoluogo, ora a riposo dopo 47 anni di insegnamento, di religione cattolica. Nella
medesima circostanza è stata consegnata
alla Signora Gamba anche la croce di Cavaliere dell’Ordine della Repubblica.
La cerimonia è stata semplice, ma molto
suggestiva. L’ha iniziata un conciso discorso del Sindaco che congratulandosi con le
festeggiate ha giustamente approfittato della circostanza per parlare della situazione
del comune in cui le due insegnanti hanno
speso tanto delle loro forze e del loro tempo. Situazione difficile a causa dello spopolamento della montagna che non è argi
nato a tempo con costruzioni di strade e
adeguate riforme.
Hanno parlato in seguito l’On. Savio,
l’On. Buvetti, sottosegretario della difesa,
venuto appositamente da Roma in aereo
per conferire la croce di Cavaliere alla Signora Gamba, il Professor Rotta, consigliere provinciale, l’ispettore scolastico Bermond, il direttore del circondario di Pinerolo, Bosio, ed infine un gruppetto di bambini ohe ha recitato poesie e consegnato
numerosi mazzi di fiori alle festeggiate.
Non possiamo riassumere tutti i discorsi,
ma è facile esporne i concetti principali.
Si è innanzitutto chiaramente espresso la
riconoscenza alle insegnanti per la loro
opera. E si è messo in risalto ohe non si
sono limitate al puro e semplice insegnamento scolastico, ma che con i loro consigli e la loro opera hanno influito molto
sulla vita della popolazione seguendo almeno tre generazioni, dai nonni ai nipoti.
Molto simpatico è stato il fatto che non si
è notato nella cerimonia nulla che rassomigliasse ad un saluto, ad un congedo. La
Ili Convegno di Studi sullii Riforma
ed i Movimenti Religiosi in Italia
Torre Pellice 25-26 Agosto
Nomina della presidenza - Relazione
VENERDÌ’ 25 AGOSTO
Ore 15: Apertura del Convegno
introduttiva.
Ore 15.30: Comunicazioni.
Eugenio Duprè-Theseider : Comuni italiani ed eretici.
Giovanni Gönnet : I Valdesi d’Austria nella seconda metà del XIV secolo.
Raoul ManseÙi: Fraticelli italiani del ’400.
Luigi Santini; Lo studio dell’Antico Testamento ed i maestri ebrei in
Italia tra umanesimo e rinascimento.
Lino Marini: I primi tempi della Riforma e le, forze conservatrici nello
stato sabaudo.
Luigi Firpo; Il ritrovamento della «Informazione della reiigione cristiana » di F. Pucci, stampata in Inghilterra nel 1580.
Ore 21: Pubblica conferenza del prof. George Williams (Harward University, U.S.A.) .su; «L’eretico Camillo Renato».
SABATO 26 AGOSTO
Ore 9; Ripresa dei lavori.
Giorgio Peyrot; I fondamenti dei rapporti tra Chiesa e Stato nei Patti
d’Unione della seconda metà del ’500.
Alain Dufour (Ginevra): Quand Garibaldi a-t-il adére à la Réforme?
Une lettre inconnue de P. Viret.
Henri Meylan (Losanna); Un «mandement sur les moeurs» pour les
siijets réformés du Chablais, 1570.
Andrzey Novicki (Varsavia): Casimiro Lyszczynski giustiziato a Varsavia nel 1689 per il suo libro « De non existentia Dei ».
Salvatore Caponetto: Il marchese Carlo Mosca (1720-94) e le sue «Lettere... in proposito della limosina ».
Arnaldo Gicchitti-Suriani; Lo scisma di Grotte del 187? (e l’origine del
locale culto valdese).
Attilio Agnoletto : Le « Memorie » inedite di Salvatore Minocchi : contributo alla storia del Modernismo italiano.
N. B. - Le comimicazioni saranno contenute nei limite massimo di 2ü
minuti.
Ore 14; Interventi e discussione sulle comunicazioni. Programma del
prossimo Convegno Chiusura dei lavori.
Ore 15; Gita facoltativa a Cavour, e rievocazione della pace di Cavour
(5 giugno 1561) tra Emanuele Filiberto e i Valdesi.
Signora Bertalot è tutt’ora in attività di
servizio e la Signora Cavalier Gamba continua a lavorare nelle attività sociali e si
interessa di tante cose tanto che l’Onorevole Bevetti l’ha addirittura definita
« Maestra atomica »! Simpatico è anche il
fatto che, in modo del tulio naturale, si
parlasise della vita delle insegnanti e di
quella valle in generale, come se fossero
esattamente due cose inseindihili. Si è sentito che fare qualche cosa per il Comune
era in fondo farlo per le insegnanti, come
del resto la gioia riconoscente delle festeggiate per la consegna delle onorificenze,
espressa con due semplici, ma sentiti discorsi, era del resto una gioia collettiva di
lutti i cittadini. Bd è certamente perchè
sapeva di dare una risposta a una richiesta
(•Ite turbava neirinliino loro le insegnanti
e chi le festeggiava, che rOnorevole Bovetli Ila approfittalo della parola concessagli
per promettere che presto sarebbe stalo
ultimato il tratto di strada che deve unire
San Giovanni al Capoluogo di Angrogna
e die ha invitato i presenti a non volere
cedere parte, del Comune a Coniuiii viciniori. Il caloroso applauso che ha fatto seguito a queste affermazioni Ila sottolineato
il desiderio di unione, di concordia c di
lavoro in comune che anima tutta la popolazione della Valle per un migliore avvenire della regione, e la loro volontà di lavorare con perseveranza, con costanza e
con grande impegno, per il raggiungimento di questo scopo seguendo così resempio delle due festeggiale che nella loco
lunga carriera hanno dimostralo che non
è vero che le differenze ...geografiche (dsai
e diai der Vèngie...) o religiose, costitui
scano delle harriere insuiperuhili. quando
si pensa sinceramente al bene comune e si
opera nel reciproco rispetto con lealtà e fiducia gli uni verso gli altri.
La presenza sul jialco delle autorità di
ambedue le confessioni religiose sottolineava quest’ultimo desiderio di unione e di
comune lavoro per il bene di tutti al servizio di quel Signore che è al di là delle
nostre umane differenze, e nel quale an(die le autorità civili presenti hanno accennato di credere, affermando il loro desiderio di servirLo.
Ci siamo dilungali forse un po’ troppo
parlando del Comune? non crediamo: abbiamo fallo una semplice cronaca della fe
slicciola, e siamo lieti che questa sia stala
una affermazione di unione e di concordia
di fronte a certe forze che lavorando più
o meno neirombra tentano di disgregare
il Comune e di riportare la situazione attuale ad una ...più che medioevale, di lotta
e di disunione.
Terminando voglialo ancora esprimere,
nella nostra qualità fli Pastore del Serre,
la nostra riconoscenza alla Signora Bertalol, elle dal 1916 insegna nella scuola del
Serre, per il lavoro che compie tra di noi.
Ed alla Signora Erma Cavalier Gamba diciamo il nostro grazie per la sua attività a
favore della popolazione intera, senza distinzione di religione, compiuto con competenza a perseveranza (ricordiamo, a titolo di esempio la sua attività nel Patronato
Scolastico). E siamo certi (he entrambe
continueranno a dare i loro consigli ed a
prestare la loro opera per mantenere vivi
nella nostra valle non soltanto degli ideali
ma una situazione effettiva di unità, (li
concordia e di serenità.
Bruno Cosiabel
AN(ÌR06NA (Serr<)
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
S. GERMANO CHISOHE
Abbiamo celebrato in questi giorni nel1,1 nostra Casa di riposo (ex Asilo vecchi)
una simpatica festa di famiglia radunandoci
attorno a sei dei nostri ospiti giunti al traguardo dei 90 anni ed oltre. Essi sono:
Enriehetla Martinat (Frali) Angela Zonetti (Venezia) Giacomo Poet (Perrero) Emmelina D’Avanzo Crocetti (Torino) Caterina Rosabrusin (Coazze) Antonia Salina
(Domodossola).
Abbiamo pensato bene di cominciare col
festeggiare i novantenni in attesa di qualche... centenario! Erano tutti li, in prima
fila, i nostri festeggiati, con una rosa all’occhiello e vestiti da festa. La generosità
di alcuni amici ci ha permesso di offrire
a tutti gli ospiti una sostanziosa merenda
a base di panini al prosciutto e savoiardi!
II personale della casa li ha rallegrali con
un programma di canti e scenette varie tra
cui una travolgente « courenta » che li ha
fatti un po’ ringiovanire. Il Pastore ha celebralo un breve culto e la festa è stata
(Illusa da alcune valdesine in costume che
cantavano con molta convinzione quel helPinno intitolato (( La terra dei padri » il
cui ritornello dice:
Valli, Valli, la casa siete per me
e casa miglior di questa net mondo non
LUSERNA S- 6I0VANHI
— Nuovo focolare. Nel tempio del Ciaba® in territorio comunale di Angrogna e
territorio parrocchiale di L. S. Giovanni,
il Pastore C. Tourn ha celebralo il matrimonio del giovane Roberto Morel di Rorà
con la nostra sorella Alfredina Berlín degli Stalle. Ai felici coniugi, ancora vivi auguri nel Signore.
— Dipartenze. Rinnoviamo i sensi della
nostra fraterna simpatia alle famiglie provate per la dipartenza di due cari congiunti Matteo Bonnet di Costalunga deceduto il 3 giugno in età di 77 anni e Pietro
Roux originario del Ciarmis di Villar Pel
lice dipartitosi da noi il 17 corrente in età
di 86 anni.
— Presentate al Signore. Due care bimbe hanno ricevuto, durante il culto domenicale nel nostro tempio il segno del battesimo : Piera Rinesi di Bruno e Graziella
Revel e Adriana Malan di Bruno e Caterina Chauvie. Il Signore, circondi della sua
Grazia preveniente queste sue creature e
guidi nel difficile compito di curatrici di
anime le famiglie e la comunità a cui Egli
le ha affidate.
— Fraterna collaborazione. La Comunità rinnova i sensi della sua riconoscenza ai
Pastori Gustavo Bertin da Pisa e Gino
Conte da Torre Pellice che hanno presieduto culti nel nostro tempio.
— Onoranze magistrali. II 18 corr., in
una solenne cerimonia, alla quale ci è rincresciuto di non poter partecipare per la
coincidenza con i nostri impegni domenicali, alla presenza delle Autorità Scolastiche Provinciali e delle Autorità locali, due
Insegnanti elementari: la Sig.ra Elena
Pons ned. Fattori e la Sig-na Ines Meschiari
hanno ricevuto la medaglia d’oro di benemerenza per compiuti 40 anni di lodevole
servizio, loro conferita, in nome del Presidente della Repubblica, dal Ministero delri. P. Alle due henemerile Insegnanti, una
delle quali è membro della nostra Comunità, esprimiamo, con la riconoscenza della popolazione valdese, i nostri vivi rallegramenti.
— Il Giardino d’infanzia ha bellamente
concluso, il 25 corrente il suo 9“ anno di
esistenza con un riuscito saggio finale alla
presenza di un simpatico plaudente uditorio di parenti ed amici degli scolaretti in
erba. Alla insegnante Sig.na Franca Cougn
i nostri rallegramenti.
— L’annua vendita di beneficenza a fa
vore delle Opere Assistenziali della Comunità che aveva tradizionalmente luogo la
prima domenica di agosto ha dovuto essere anticipata quest’anno di data a motivo
dell’anticipata data di apertura del Sinodo.
La no-stra Vendita di Beneficenza rimane
fissata per la Domenica 23 luglio. Tutti fin
d’ora cordialmente invitati da vicino e da
lontano c fin d’ora graditissimi i doni di
qualsiasi natura. j.
POMARETTO
— Recentemente hanno avuto luogo gli
esami di religione nei vari quartieri: a Vivian l’insegnante Costanlin Germana ha
curalo i bambini della zona e con un esame finale; per la zona delle Grange il
corso s’è tenuto alle Chenevière e diretto
dairinsegnanle sig.na Bonino Piera die ha
accellato con gioia di svolgere il programma di religione per i nostri bambini e
con un esame finale; al centro i corsi diretti dalla sig.na Sommimi Lina e sig.na
Mauro Diega si sono chiusi con l’esame
per quelli di terza ed una manifestazione
religiosa per lutti i corsi; a Perosa il corso è stalo diretto da Giovanna Purpura
mentre al Peni i corsi domenicali e di religione erano abbinati e diretti dalla Signora Bnret e da Marta Bnrel.
Desideriamo, in questo periodo di chiusura scolastica inviare un pensiero riconoscente alle nostre collaboratrici della
scuola (li religione per aver svolto il programma con molla cura ed impegno. A
Uille inviamo il nostro pensiero riconoscente fidenti che la loro seminagione non
sia sciupata da altri ma possa recalo' dei
frulli henedelli.
— Domenica scorsa il maestro Claudio
Tron ha predicato a Pomaretto rivolgendo
un messaggio profondo ed apprezzalo alla
comunità; lo ringraziamo di cuore per la
sua preziosa collaborazione; allo stesso
cullo abbitfmo battezzato Giorgina Tron di
Eli e di Celina Genre; abbiamo circondato
con le nostre preghiere la tenera creatura
che il Signore ha affidalo ai genitori percltè possa un giorno essere testimone delle grandi cose ohe Egli ha fatto per noi
liuti.
— Domenica 9 luglio alle ore 15 avrà
luogo una riunione all’aperto ai Cerisieri.
Tutta la comunità è caldamente invitata.
Comunicato. — Sabato 15 luglio alle
ore 20,30 nel tempio di Pomaretto la corale di Marsiglia offrirà un ronoerto guidata dal Pastore Mordant. Nessuno manchi.
Nel mese di Luglio i culti nei nostri
templi ed all’aperto avranno luogo secondo il seguente calendario:
Domenica 2 Luglio, ore 9: Serre; ore
14,30: Bagnau — Domenica 9 Luglio, ore
10: Sap; ore 14,30: Ponte Barfè — Domenica 16 Luglio, ore 9: Serre; ore 14.30:
Bagnau — Domenica 23 Luglio, ore 10:
Pradeltorno; ore 14,30: Ponte Barfé —
Domenica 30 Luglio, ore 9: Serre; ore
14,30: Bagnau.
Due concerti
La Corale della Chiesa Riformata
di Menpenti-Tilsit, a Marseille, guidata dal past. Mordant, sarà aUe Valli
per una breve visita e darà due concerti :
— a Torre Pellice, venerdì 14 luglio
alle ore 21;
— a Pomaretto, sabato 15 luglio alle
ore 20.30.
Un cordiale benvenuto ai fratelli
francesi e un caldo invito a tutti.
f(anilina l’anno accademico
alla Facoltà di feolo|ia
Volge al termine l’anno accademico anche per la nostra Facoltà di Teologia. Si è svolta la sessione d’esami,
conclusa dalla discussione delle due
lesi di licenza presentate quest’anno,
ottenendo entrambe il massimo dei
voti: quella del dott. Pierluigi Jalla,
già incaricato della, cura della comii
nità di Forano, e quella del cand.
Paolo Ricca, attualmente coadiutore
-I Basilea-Zurigo.
La famiglia del compianto
Filippo Forneron
sentitamente ringrazia il sig. Pastore
Bert, il medico curante, i vicini di
casa, i Titolari e Maestranze della
ditta Martin e C., il Rep.to Rulli,
Rep.to Sfere e Collaudo Definitivo di
Villar Perosa e tutte le gentili persone che con scritti e di presenza al
funerale hanno dimostrato la loro solidarietà.
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