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Nulla sia più forte della vostra fede ì
(Gianavello)
SETTIMANALI NELLA
ABBONAMENTO
Italia e Impero . . Anno L. 20 — Semestre L. 10
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Estero . ... . » » 30 — » .15
Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira — La copia Cent. 40
CHIESA VAL PESE
Rigruardate alla roccia onde foste tag'llatl
(Isaia Li : 1) &
Dlralloret Prof. aiNO COSTABBL
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AMMINISTRAZIONE e REDAZIONE : ’
Via Carlo Alberto/1 bis — TORRE PELLICE
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U iBiìl» tl PiMliliìni
Insegnaci a pregare
I.
Quasi tutti noi cadiamo in un circolo
vizioso in questi tempi. Sappiamo bene
che dobbiamo pregare, ma sono tali il
lavorio, le preoccupazioni, le ansie d’ogni giorno che non abbiamo più tempo
di fermarci a pregare. Siamo presi come da un ingranaggio e non sappiamo,
non possiamo più esimerci dai nostri
numerosi impegni, nè sappiamo sottrarci alle molteplici cure quotidiane. Invece - e Io sapete del resto anche voi appunto per questo dovremmo pregare
di più: per rimettere il nostro peso nelle
mani di Dio, per chiedergli ogni giorno
il nostro pane quotidiano - formulando
con un senso tutto nuovo oggi tale richiesta del « Padre nostro » - e per affidare a Lui il buon andamento del nostro lavoro, dei nostri affari. Non dobbiamo credere di poter fare da noi soli
o di saper fare a meno di Dio e del Suo
aiuto, nè credere che Dio non possa 0
non debba entrare anche nei più piccoli
particolari della nostra vita quotidiana. Se non vogliamo fargliene parte
perchè Lo crediamo troppo grande da
doversene occupare, ci sbagliamo: Dio
mostra Ila Sua maggior grandezza in
quanto si occupa anche dei capelli del
lo e dell’erba della campagna. Se poi
non vogliamo farlo entrare in tutti i
particolari della nostra vita perchè
Egli dovrebbe cambiarvi qualcosa, allora dobbiamo temere di non far nulla
di buono, perchè Dio non può benedire
quelle vite o imprese in cui Egli non è
0 non può essere invocato, per la Sua
'matura santa. Portiamo dtmque tutto dinanzi a Lui in preghiera, ogni nostro
bisogno, ogni nostra ansia, ogni nostro
peso, nella, certezza ch’Egli ci darà al
di là di quanto osiamo pensare 0 sperare. Torniamo alla preghiera, presentiamo tutto al Padre celeste, riconoscendo
la nostra impotenza e la Sua onnipotenza ogni giorno di nuovo, a cominciare
da Oggi. Ricordiamoci, fratelli e sorelle,
che se non sappiam trovar tempo per
pregare, perderemo il nostro tempo,
qualunque sia la cosa che facciamo: un
ora di lavoro con Dio vale più di mille
senza di Lui. Ricordiamoci ancora di
quello cba faceva Lutero quando aveva
troppo da fare: pregava non un paio di
minuti, ma un paio d’ore ! E tutti i veri
credenti oggi ancora confermano la
stessa cosa, e cioè che se la mattina non
hanno avuto tempo di raccogliersi e
pregare, la loro giornata è come perduta quanto al bene e al progresso spirituale.
. I."
altri che ne sentono ugualmente il bisogno* Possiamo anche averlo avuto una
volta e ora non più, perchè Tabblamo
contristato troppo anche se siasi'» ancora capaci di formulare delle belle
preghiere ! Come possiamo compiere un
aito di bontà, pur non possedendo lo
spirito di bontà, non essendo spinti da
amor fraterno ma da altri moVinti, cosi
possiamo pregare senza aver lo spirito
di preghiera. Senza questo noi possiamo trascurare e anche dimenticare di
pregare o chiedere al Signore qualcosa
che forse è male e che comunque non è
secondo la sua volontà rivelata. Questo
ci ammoinisoe che vera preghiera è'**
solo quella fatta con spirito di preghiera, quella ispirataci e consigliataci dallo
spirito di preghiera; come è atto di bon
tà vera, quello ispirato da sincera cari^
ta. Ecco perchè non hanno valore, e
.4uindi non sono esaudite, tante preghieche hanno altri m.oventi, che son
Ornate da altro spirito: orgoglio spiri
taale, vanità esibizionistica, mera abitedine, scopi interessati, amor di ven
:ta... Invece se la nostra preghiera saanimata realmente da spirito di preìera, sarà di origine celeste, e come
:te le cose celesti tendono a salire
ijW la loro purezza - in alto, verso il
igo donde son venute, così sarà della
^ tra preghiera. Essa ispirata da Alto
«0 Spirito, sarà accetta a Dio e forse
urchè ci siano le altre condizioni ^he esaudita.
i;^ignore, dacci lo spirito di preghiera,
i(»^naci Tu a pregare ! L. N.
Il
lina domanda
n.
Come Dio dà lo spirito di bontà, quello di ricerca, di verità, di correzione,
eoe., così dà lo spirito di supplicazione.
Egli ce l’ha promesso nella Sua Parola
(Zaccaria 12: 10). Se si è permeati da
tale spirito, si è propensi a pregare, si
ha la luce necessaria per la preghiera.
Come il cristiano deve possedere ogni
altro spirito buono, animatore delle virtù cristiane, così deve avere in sè anche
questo se vuol pregare con efficacia.
Questo spirito, come ogni altro, è concesso solo da Dio e non vien trasmesso
da uomo ad uomo.: perciò il crediinte,
convinto della necessità di possederlo. Io
chiederà al Padre celeste e s’unvrà ad
Nel numero del 16 aprile La Vie
Protestante proponeva ai suoi lettori la
soluzione di un problema: perchè la
proporzione deglf. uormni che jre<(iaentano regolarmente i culti è così debole
in confronto a quello delle donne ? Era
un referendum, lanciato un po’ timida
vece la sorpresa è venuta siippàticamente gradita: sono cioè piovute le rispóste.
Nel numero del 14 maggio Lo Vie
Protesstante ha consacrato una pagina
intera a riferirle riservandosi di riprendere partitamente in esame alcuni punti
di particolare significato.
Non ci sembra inutile; oggi, di soffermarci anche npi su alcune di quelle risposte; poiché è più che evidente che il
problema che preoccupa i nostri fratelli d’oltralpe, è, sostanzialmente, anche
il nostro. E’ purtroppo più che evidente come anche do noi gli uomini siano una infima minoranza nella maggior parte delle nostre assemblee domenicali. E’
un problema in realtà, molto più grave
da noi, perchè il disinteresse maschile
per la vita della Chiesa sembra essere
più profondo; infatti, altrove, in seno
ad altre Chiese evangeliche si sono costituiti dei « Circoli di azione evangelica per uomini » do : e i vari problemi interessanti la vita cristiana e l’azione
protestante vengono studiati e discussi.
Nelle nostre Valli, invece, nulla di simile esiste, ed è stato considerato come
un’innovazione rivoluzionaria l’invito
della Commis. distrettuale a convocare
eccezionalmente i padri di famiglia in
sedute 0 riunioni speciali per discutere
i problemi della Famiglia, in relazione
alla campagna per una rivalutazione dei
valori cristiani della famiglia stessa.
Tanto rivoluzionaria r'niziatiya, che,
nella cronaca settimanale dell’EcG stesso, ne abbiamo vanam,enLe cercato echi
numerosi.
Ma veniamo al problema .stesso, nei
suoi termini stretti: Pirchè gli uomini
s^'.c cesi poco numerosi ai culti domenicali?
^€d ecco una risposta :
Pc.r cipire il culto - qu.-iii trovarci
qualche cosa - bisogna già credere, avere una fede maturata dalla: riflessione. Allora il culto diventerà un cuUto cosciente, la qualcòsa è invece esclusa
1 uomini
Ttdo si tratta di persone che non hanf?la fede. Non è il culto che li potrà
ertire, perchè esso non li’ attirerà
Essi cioè non vedono nel culto che
cerimonia... totalmente vuota per
n, quelli che non s’interessano al
naturalmente non hanno scritto
la. Infatti tutte le risposte giunte al'fè ProieMSnte, pur con le loro riserve e con le loro critiche, sono in realtà risposte di uomini che vengono ai
culti; lé loro riserve e le loro critiche
sono appunto una manifestazione di amore e di interesse.
Quello che pensano: in realtà forse,
in linea preliminare, bisognerebbe pure
' avere il coraggio di osservare che vi sono anche qu®U’ che non pensano. E non
sembri un gioco di parole o un comodo
ripiego per evitare di affrontare un’indagine seria. No! ma appunto perchè
l’indagine possa essere seria e proficua
bisogna aver il coraggio di riconoscere
^ ebe la scarsa freK^uentazione dei culti da
parte di non pochi uomini è la manifestazione patente della loro totale ed as|oluta pigrizia: pigrizia spirituale, pigrizia morale, pigrizia culturale. Essi
' non vendono ai culti domenicali perchè
non vogliono compiere uno sforzo: neppure lo sforzo più elementare che è
quello di capire.
* Certi sorrisi lungimiranti, certi .gesti
àmpi e sconsolati con cui le braccia vengono spalancate in una manifestazione
di sconfortata delusione, certe interiezioni e mozziconi di frase sapientemente dosati in forma dubitativa, che sembrano dover essere l’espressione di chissà quale nascosta sapienza, di chissà
quali recondite esperienze, non sono in
realtà che il sintomo del vuoto assoluto:
assenza di ogni vita spirituale, di ogni a■ spirazione ideale di perfezionaménto
morale, di ogni necessità culturale.
Ripeto: bisogna avere il coraggio, con
dolore, di prendere atto che questo stato di cose esiste purtroppo: è una realtà
che non sta a noi di oambiare. Bisogna
rinunziare a tutti i nostri tentativi di
riforrhe umane, di ragionamenti, di dimostrazioni, per metterci sul solo piano
spirituale: quello della preghiera.
Una obbiezione
Ed allora lasciamo quelli che non rispondono, per quelli che rispondono;
quelli che non vengon ai culti e non di
cono niente per quelli che non vengono,
ma dicono qualchecosa; hanno insomma
le loro buone (più o meno) ragioni. Ragioni molte e svariate, che non è.facile
raggruppare, se non a rischiò di deformarle. Comunque ve ne è tutto un fascio
di cui non troviamo accenno nella Vie
Protestante, e che forse sono caratteri^
stiche del nostro ambiente Valdese, le
quali si potrebbero comprendere sotto il
titolo; obbiezioni moraleggianti. Vi sono
cioè molte persone che, in agro-dolci
conversazioni, in amare filippiche, in lugubri recriminazioni denunziano lo
scandalo che li allontana dalla Chiesa,
dal culto: la coinstatazione che la Chiesa è contaminata dalla presenza dei peccatori, che la Chiesa sembra compiacersi di questi p>eceatori viventi e gaudenti nel loro peccato, che la Chiesa
sembra onorarli e dar loro i posti privilegiati. Ed allora essi, perchè quelli che
vanno in Chiesa non sono migliori degli altri, anzi, sono peggiori degli altri
nel senso che la loro presenza ed il loro
atteggiamento è una pietra d’inciampo, essi, dico, se ne stanno a casa.
Uno sconfortò
« Vedete, - ci diceva tempo fa uno di
questi sconfortati - Vedete, quando io
entro in Chiesa e vedo il signor X; e
quando odo il pastore leggere la Sacra
Scrittura,- e alzo gli occhi e vedo il signor Y, e petìso a tutto quello che ha
fatto il signor X, e a tutto quello che
dice e fa il signor Y, ecco, non posso
più seguire il filo del discorso; ho l’impressione che ci sia troppo adattamento
da parte della Chiesa alle convenzioni
del mondo; ho l’impressione che non
esiste più una disciplina ecclesiastica,
che la frusta sarebbe ancora necessaria
per purificare il tempio, che la morale
è veramente in grande ribasso... Perciò
non vado più in Chiesa ».
« Vedete - gli rispondevamo - tutte
le vostre osservazioni possono anche essere giuste; anzi indubbiamente lo sono,
ed i problemi che voi prospettate sono
i problemi che travagliano appunto la
Chiesa ,ma il difetto è all’origine, se
permettete: è in voi. Vedete quando io
entro in Chiesa, non guardo se c’è il
signor X; e quando il pastore legge, pula caso, il comandamento del Signore:
Non commettere adulterio, non alzo gli
occhi per vedere il signor Y; non guardo e non alzo gli occhi perchè ho troppo da guardare in me stesso, e da pensare su me stesso, quando la parola
del Signore scruta il mio spirito, e fruga il mio cuore. Noi oggi abbiamo troppo l’abitudine di alzar gli occhi per vedere gli altri, e proviamo una straordinaria difficoltà a realizzare che il culto domenicale è anche un’ora che ci è
provvidenzialmente offerta per rientrare in noi stessi, t>er sentire quello che
noi,-ciascuno di noi, è, nella sua nudità:
la condizione’ essenziale i>er realizzare
una vera solidarietà ».
Naturalmente l’amico è rimasto della
sua opinione, ha continuato e continua
ad andare per suo conto, in modo da
non incohti:are nè il signor X, nè il signor Y, fino al giorno in cui il Signore
10 fermerà anche lui sulla sua strada,
e gli aprirà gli occhi e gli farà vedere
11 suo orgoglio, e gli farà sentire che,
senza che egli se ne accorgesse, ima implacabile solMariietà lo legava già al
signor X ed al signor Y: il peccato: l’orgoglio suo, Tipocrisìa degli altri.
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, % üi siamo arrivati cosi ad una parola
^ vecchia che è forse' la chiave del problema, la spiegazione dell’assenteismo
maschile dalle assemblee- ecclesiastiche.
Nelle risposte giunte alla Vie Protestante spigoliamo: « Noi penskmio che
«arebbe necessario ^rivedere gli scopi
* della predicazione e non più pensare che
l uomo attuale possa p vere con la mentalità ed i concetti del primo secolo
(azione diretta di Dio, miracoli ecc.) ».
« ...la cultura del peccato che è pratiatta in grande sUle, potrebbe forse essere sostituita (vantaggiosamente) dalla
cultura dei buoni frutti g dàlia predicazione del perdono ». ^
« ...Gli uomini... non s'iiiteressano che
superficialmente ai sermoni di una obbiettività in^elleitstuale, in cui di/oerse
affermazioni bibliche sono espresse
(l’onnipotenza di Dio, l’amore dji Dio, il
suo trionfo finale, il pentimento ecc.);
sono belle e buone teorie di pastori, come ne hanno tomi filosofi e pastori.
Questi nostri signori d’oltralpe formulano il loro pensiero in modo più
chiaro, più filosófico di noi, indubbiamente; ma che straordinaria rassomigllianza di posizioni intellettuali e di
ondeggiamenti spirituali con noi. Quasi
quasi mi veniva il dubbio che qualche
Valdese delle Valli, si fosse finalmente
deciso a, prendere la penna ed a difendere le sue opinioni, perchè quante volte li abbiamo uditi questi ragionamenti, su e giù per le strade dei nostri monti!
L’azione diretta di Dio, ì miracoli, eccetera, (ah ! come vale un perù quell eccetera !) si, sono certamente nella
Bibbia, ma andavano, bene per allora;
oggi, dopo tutte le scoperte, dopo i trionfi della scienza, oggi che regna il Progresso (col P. maiuscolo, amico lettore,
anzi addUrittura tutto màiuscólo) ecco,
bisogna modernizzarsi; bisogna trovare
dei concetti nuoii, delle teorie più consone alle nuove esigenze, bisogna insomma parlare un linguaggio moderno,
che attiri la agente. I cinematografi solici pieni, le chiese non lo sono perchè
il cinematografo sa parlare un linguaggio attuale: esso parla per tutti, di tutto. Nel culto domenicale invece si continua a parlare un linguaggio vecchio:
l’amore di Dio, il pentimento..., un linguaggio vecchio come...»
Come l’uomo
Precisamente.
Il mio sorridente contraddittore dice
ironicamente: vecchio come Matusalemme ! E ci sghignazza sopra. Eppure ha
ragione, perchè l’uomo, questo uomo
moderno che è così fiero del suo nuovo
linguaggio e delle sue scoperte, è in
realtà una vecchia creatura, carica delle
maledizioni di tutti i secoli, che egli
porta nel suo sangue e nel suo spirito,
da tutti i tempi, anzi dal tempo in cui
Matusalamme non era nato: una eredità che ha un nome che fu scritto sulla fronte di Caino, perchè nessuno lo
uccidesse; il peccato.
« Eh ! lo so - dirà il sorridente contraddittore - Qui si doveva arrivare: al
peccato. Ed è per questo che tanti uomini non vanno più in chiesa; perchè sono
stanchi di parole vecchie, e particolarmente di questa che è la più vecchia di
tutte. Perchè non parlate invece della
dignità dell’uomo, e non insistete sulla
collaborazione deiruomo con Dio, sulla
possibilità dei buoni frutti, o delle opere se non proprio buone buone, almeno quasi buone ,o, per così dire, non
proprio cattive ? Teoria per teoria,
quest’ultima sarebbe più seducente».
Ma non è una teoria
il peccato ! E’ una realtà !
Una caratteristica di certe gravissime
malattie è che, quando si giunge allo
stadio più acuto del male, Tinfermo,
che è senza speranza, sente iniprovvisamente rifiorire in sè appunto la speranza, e fa progetti grandiosi, parla di
. fSf.
>V ^ ascensioni, di viaggi, dS lavori... E così
^ '.ruorno tragicamentexjsmunalato di im- ^
potenza ,si culla di sogni, di avvenire;^'®*
crea parole nuove, e'tempre ricade.
Chiesa per non sentirsi ricordare che
cantare.- In quel lurido ambiente pref e- "
^ rivano le canzoni oscene di uomini avvi-,
nazzati. Non la lasciavano cantare ma
non era infelice, la piccola Maria.’^'Una
E così molti uomini lion vengono irftXfL volta, le domandai; « Perchè sorridi co
peccato fino alla morte.“
E così finché nelle nostre Chiese
si
predicherà il > Vangelo del Regno, con-'^l^ tornavano non potevano tarpare le ali
la loro assenza gli uomini condanneran- ^
no sè stessi, e non la Chiesa.
. ^ LI.
Per tutti " %
Voi che amate la Chiesa, che cosa'M
pensate del nostro culto ?.
Che cosa cercate n esso ?
Che cosa vi trovate ? f
Cosa pensate ?
Scrivete all’Eco; ne risulterà uno
scambio di idee che si risolverà in un
arricchirpento per la Chiesa. Dir.
^ p» o I o ^
Un bel calabrone s’era impigliato nel-r
le pieghe della tendina e il mio gatto lo
guardava affascinato
« Guardare e non toccare » dissi al
quest’uUtimo, minacciandolo col dito, ma
già, la sua zampina nera e vellutata’!
scuoteva la tenda, con un perfido inten-■
to. Un piccolo tonfo.
Il felino era riuscito a far cadere l’in^
setto sul pavimento. Se fosse nato uomq!
avrebbe, certo, sorriso di compiacenza e ^
detto: «ora ti tengo»! Essendo gatto,®
dimostrò rintima sua soddisfazione te- '
nendo la coda eretta, mentre saltellava
intorno al calabrone, prostrato a terra.
Lampi di crudeltà passavano negli occhi di smeraldo del bel micio. Incuriosita stetti ad osservare.
L’insetto, poverino, intontito forse
dalla caduta, o, paralizzato dalla paura
non si muoveva più, ed io stavo pen-‘
sando che non aveva più forze nelle deboli zampine, quando, all’improvvisp,
con sforzo supremo, raccolte tutte 4e
energie l’insetto s’àlzò a volo. It gatto,
ebbe im bel scattare come una molla e
spiccare un salto prodigioso ma non lo
potè più ghermire, coUa zampa nervosamente tesa, che già l’insetto volava
via, dalla finestra aperta, libero, felice,
« in più spirabil aere ». Salvo.
Deluso, sconfitto il micio se ne stava
lì con, un palmo di naso e, se l’avesse
potuto, avrebbe pianto di rabbia !
« Non sei più il gatto fiero e petulante di pochi minuti fa » gli dissi con una
punta d’ironia, « sei vinto da un insetto ». Ed aggiunsi: « Hai un bel essere
un gatto astuto, intelligente ma il calabrone se l’è svignata. Le sue ali l’hanno
portato in salvo, lontano dai tuoi artigli pronti a lacerarlo ». Poi fra me:
« Ah ! potessi anch’io volare al disopra
delle zampe che minacciano di schiacciarmi sotto il loro peso ! ma - con un
senso di sconforto - il volare non è privilegio deU’uom,o » E sospirai; « Io non
ho le ali... »
Airimprovviso udii una voce di protesta: « Non è vero ».
Mi voltai. Non c’era nessuno. Era la
voce della coscienza che parlava forte
dairintimo della mia sensibilità: « Non
è vero » disse la voce che non inganna,
« Dio ha dato all’uomo ali più potenti
di tutti i mezzi fisici; Ali che possono
portarlo su, su' ad altezze impervie: le
Ali del Pensiero. Beato chi segue il
divino impulso, beato chi sa fare uso
delle sue ali ». E continuò « Ricordi la
piccola Maria ?» « La piccola Maria,
dissi, k piccola Maria dagli occhi luminosi come stelle ?» Il fiorellino bianco, sbocciato nel fango di una bettola ?
Se la ricordo ! Lavorava da mane a sera, a un’età in cui le altre bimbe pensano soltanto a giuocare, a divertirsi. Come un’allodola, appena messe le penne,
avrebbe voluto innalzarsi sulle ali del
canto, mentre sfaccendva tutto il giorno. La sua voce era limpida come l’acqua di un ruscello, ma non la'lasciavano
al ? » « Perchè, disse, mentre lavoro^
Dio è Signore e che l’uomo è malato di penso a tante cose belle ! Nessuno me
- lo può impedire». « Vedi, riprese a ditj: re la Voce, vedi le cose brutte che l’at
della sua fantasia. Volava la piccola Maria ».
« E’ privilegio dei fanciulli plasmarsi
un mondo a, sè, obbiettaì, scettica, ma
Í- io non DOSSO liberarmi dal peso delle
mìe preoccupazioni.. Le brutte zampe»...
. e sospirai...
La Voce allora ordinò: « Chiama ancora alla ribalta dei tuoi ricordi il gio. vàne operaio, che i compagni, per canzonarlo, chiamavano: « il giovane dal bell’ideale» «Lo ricordi?» Ricordo: «Biondo era e bello e di gentile aspetto »
« I sutri occhi chiarissimi sembravano
alle volte, fissare un punto lontano.
Quando i compagni volevano trascinarlo con loro per certe vie fangose, in certi luoghi dove Tanima si perde, « No »
diceva, non voglio tradire il mio ideale »
Non voleva, il giovane dagli occhi chiari, non voleva essere prigioniero della
m'ateria densa. Pur calcando i suoi passi su questa terra voleva essere libero,
libero di volare per le vie azzurre del
cielo.
« Ma, obbiettai, per la seconda volta,
egli era giovane; beata giovinezza; età
delle illusioni » e, ancora sospirai.
La Voce, riprese a parlare sommessamente;
« E Caterina, l’hai dimenticata ? La
povera vecchia che non poteva muovere un passo e che diceva con un fil di
voce: « Dio è tanto buono, non vuole
che Tanima sia compressa entro il corpo misero; Dio ci ha dato le ali per lo
spirito e il cuore».
Nè i malanni nè le strettoie della povertà, nè il péso delle preoceupazìoni,
potevano impedirle- d’innialzarsi sulle
ali della preghiera, ed immergersi nelFinfinito.
Volava Caterina, volava al disopra
della vecchia casa, della vecchia strada.
Le sue ali ,forti come quelle dell’aquila, la portavano ad altezze vertiginose...
Gli occhi, nel volto esangue splendevano... oh I come splendevano...
Rividi quegli occhi... e... non sospirai
più- t. r.
ISTANTANEE
« Na ! Sta vira seui countent ! Sestu
co barbet ? »
E giù UM fragoroso scoppio d’ilarità;
un riso sincero, che fa piacere !
E’ dom^ica: il giorno del riposo;
l’apparecchio fotografico è in riposo. Il
fotografo non lavora; ma ascolta; quello
non Oliò fare a meno, tanto più che la
gente parla forte.
Sono almeno tre, due Valdesi, un cattòlico.
* Il cattolico ed uno dei duè Valdesi sono affaccendati, stanchi e. sudati, intorno e sopra un carro di fieno. L’altro Valdese ha la pipa in bocca e le man,' in tasca; veniva per cercare i suoi compari
per andare all’osteria per la tradizionale
partita domenicale a scopone, o a bocce,
non so bene.
Come è noto infatti la domenica è il
giorno del riposo. Veramente, una volta,
s’insegnava che « domenica » viene da
« dominicus », « dominus », il Signore;
domenica qui ndi dovrebbe significare
« giorno del Signore », giorno che appartiene al Signore, che è consacrato al
Signore. Ma che volete, lo stiid o del latino non è molto diffuso nelle Valli, e
così si è dimenticato il significato etimolog co, si sono confuse le parole, e invece di dire la domenica è ,il giorno del Signore, si è finito col dire: la domenica
è il gfomo dei signori: cioè il giorno in
cui tutti si comportano da Signori: le si
gnorine perciò e le signore indossano
:>‘ l’ak tìno nuovo e danno una nuova piti
0 meno permanente ed origínale siste-,
® mozione alla loro capigliàtura; gli uomini se ne passano tranquillamente e serenamente davanti alla casa del Signore per andare sulla piazza del Muni’oiipio
a commentare le ultime ordinanze podestarili...
Ma lasciamo 'stare queste... pig/nolerie
e ritorniamo in carreggiata.
Li abb^mo lasciati che ridevano tutti
e tre. Poi il dialogo, la conversazione ha
ripreso; il terzo venuto ha tolto di bocca
la pipa., si è tolta pure la giacca domenicale, ed è salito a d(tre lu| pure una
mano agU amici. Si è formato cosi un
bel quadro domenicale, come non è difficile vederne spesso nelle nostre Valli:
l’aia popolata di pulcini', di-gaHine, un
bel carro di fieno, le campane che suonano a distesa, che chiamano, che chiamano insistenti: ricordate è l’ora del
culto; il Signore vi chiama, in modo particolare; badate, voi dimenticate che c’è
un Signore e fate del vostro lavoro un
altro signore; diventate schiavi del vostro lavoro; non saipete più parlare d’altro, pensare ad altro, che al vostro interesse; badate che avete un’anima, uno
spirito,... venite, venite al Signore.
Le campane suonano, i nostri amici
lavorano, in fretta, perchè uno dei tre,
prima della partita, vuole ancora andare alla funzione.
E un’amarezza profonda nvade il
cuore del fotografo che capisce erra tutto
il significato della, esclamazione giuliva
iniziale; - , .
« Oh !' questa volta sei tu anche barbetta ? »
Già per il buon Valdese il fatto di poter vedere che finalmente il suo amico
cattolico lavora la domenica significa
che è diventato Valdese ! Per lui, domenica o non domenica, tutti ■ giorni sono
uguali: essere barbetta per lui, che è
barbetta o Valdese, come dir si voglia,
significa non far distinzione tra gtorw lavorativi e domenica.
1 soliti quattro gatti che hanno la pazienza di soffermarsi un’/stante su queste istantanee, come al solito diranno:
« Esageri, fotografo, esageri; tu ci prendí gusto a vedere quello che nori va;
vedi tutto nero; accade si che ci siano
dei carri di fieno da scaricare la domenica, ma sono eccezioni, dovute alle condizioni atmosferiche; accade si che tanti
bravi operai lavorino tutta la settimana in fabbrica, e quandi debbano lavorare Vorticello la domenica, ma. sono eccezioni dovute alle condizioni economiche ! Dopo tutto non è poi un enorme
peccato se, qualche volta, per circostanze eccezionali, non ^ può andare al culto, o si deve lavorare il giorno di domenica... Io sono convinto che i nostri padri
non stavano tanto attaccati alla lettera,,
loro che non avevano templi, e sapevano
parlare con Dio anche ne’ loro campi
e... »
« Ho esagerato, pietà, pietà ! Confiteor, confesso che, veramente se i Vaidesi di oggi fossero un po’ più cMcu:cati
alla, lettera, forse non ci sarebbe gran
male. Penso spesso che i Valdesi di oggi
abbiano perfino dimenticato che c’è una
lettera della Bibbia, e che bisogna saperh leggere. Sono convinto che quello
che conta, la sola cosa che conti è di saper parlare con Dio, trovare il tempo
per parlare con il Signore, nei campi,
nell’offic)ne, nell’ufficio.,. Ma dite, altrettanto sinceramente: credete proprio
che lavorare la domenica, passare la domenica in un’osteria, riservare la, domenica, per tutti i lavori non urgenti della
setti marmi, riempirsi la domenica la testa di tutte le conversazioni econonécctsociaV della piazza del oapoluogo, sta il
mezzo migliore per prepararsi a parlare
con Dio durante la settimana che viene ? Non potrebbe per caso essere qualcosa d provvìidenziale il fatto che ci
sia una Domenica, un giorno messo da
parte, un tempo opportuno per parlare
con Dio ? ! '
In quanto ai nostri padri, per termi
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A*
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wxre, sentite ^esta, eh« è un /otto storico, e di etri potrete trovare notila nei
registri del concisitorò di Fenestrelle: un
vecchio quaderno,’ sgualcito, strappato
alle fumé delle persecusi om, ritrovatoci
dalla scienza di Giovanni Jalla.
Sfogliamo ed ecco: Seduta del 25 luglio 1630. Trascrivii&no quanto il rozzo
linguaggio delVincqlto segretario delVepoca 7j /erisce; ' ' v
« DavidïJordan, notre pasteur, a dit
que dimanche soir étant encore jour sétant trouve en la bourgia des Ghanaps,
ayant trouve Mario, femme de Joseph
Revioùr, Mario chariait gerbes... » « Le
dimanche 1 août après le II prêche, Joseph Reviour a comparu {devant le consistoire) et après avoir été censuré par
notre pasteur, il a demandé pardon a
Dieu et à l’Eglise, promet de ne retourner jamais jours de dimanche faire aucune oeuvre mannello ».
Ha riconosciuto la sua cólpa, Giuseppe Reviour Valdese il 1 agosto del 1630.
Sarei curioso di sapere quanti sono
i Reviour, i Valdesi che sono ancora disposti, oggi, ad ammiettere che ciò sia
una colpa !
Per fortuna i tempi, sono cambiati e
s,amo più... liberali !
Resta a sapere se è proprio una fortuna ! Il fotografo.
E’ la [asa u pai
(1)
Riproduciamo,, da una lettera privata
del prof. Giovanni Rostagno della nostra Facoltà Valdese di Teologia, questo
giudizio sul libro « E’ la casa uh paradiso » di E. Geymet sicuri che, nella
sua bontà, egli vorrà perdonarci l’indiscrezione.
i{l) E’ la casa un paradiso di Enrico
Geymet - prezzo netto L. 9 - in vendita presso la Tipografia Alpina; la
^ Libreria Claudiana e le varie Librerife di Torre Pellice.
L’ECO DELLE VALLI VALDESÍ
...Ed ora ti ringrazio vivamente pe.r il
dono da me così gradito di « E’ la casa
un paradiso ». Tu sai ch’io posso leggere
ben^ooo e sólo a spizzichi. Ma tale è
stato l’inieresse nella lettura", ehe persino i miei occhi si son fatti gagliardi e
mi son potuto godere ogni g onio uno
dei tuoi discorsi. Questa lentezza ti
spiegherà l’indugio nell’esprimerti la
mia riconoscenza.
Il tuo libro non è soltanto un buon libro, esso è una buona azione. E’ uno di
quei libri che rifanno la gente; e voglia
Iddio che possa rifare parecchia gente
in queste riostre care montagne .Vorrei che penetrasse in ogni famiglia valdese, in ogni casolare, ’ {osse Ietto dai
vecchi e dai giovani, dagli sposi e dalle
spose, dai genitori e dai figliuoli.
Ed un’altra cosa vorref. Tu lo dedichi
alla tua alpestre Parrocchia di Rorà ed
alle altre Parrocchie delle Valli. Orbene, bramerei che circolasse anche amipiamente nelle Chiese della Penisola, e
ciò per due motivi. Prima dì tutto interesserebbe vivamente ogni membro
delle nostre comunità cittadine il vedere come un Pastore di montagna parli e
sappia ben parlare ,c^’ suoi bravi alpigiani; e poi vi troverebbe anch’egli esortazioni fra le più opportune ed ammonimenti fra i più salutari.
Non poche cose ingegrmsamente e
pregevolmente originali colpiscono in ‘
questo tuo volume; ma ve n’ha una che
salta subito agli occhi. Nei miici onni, che
comi nciano ad esser troppi, ne ho vCr
duti de; volumi di sermoni (oh ! se ne ho
veduti !) ma uno che fosse illustrato non
m’era mai passato per le •mani. Le mie
congratulazioni alla geniale artista. Anche le sue Vignette costituiscono da sè
una predica, muta eppure parlante e talvolta eloquentissima. Le due del discorso La missione della bellezza, le vorrei
veder riprodotte ovunque: da un lato la
deliziosa monto.,vàna col volto come Vha
fatto Iddio, fiorente di grazia e d’ beltà,
che lascia un momento di far la calza
per accarezare un agnellino, e dall’altro
la vanesia tre volte sciocca che davanti
allo sp^cKio imbratta con dita profane
il capolavoro del Div rio Artefice...
IN niCIVIORIÀIil
Solo di questi giorni abbiamo saputo
del decesso dd Missionario Valdese Bartólomeo Pastai avvenuta negli ultimi
giorni di dioéin,bre dopo breve malattia. Egli si trovava in Algeria colla moglie presso le sue figlie.
Bartólomeo Pascal nacque alle Fontane di Rodoretto il 22 aprile 1865. Egli
fece i suoi studi presso la Scuola Latina
di Ppmaretto e al Liceo Ginnasio di Torre Pellice, poi desiderando consacrare la
sua vita al servizio delle missioni in terra pagana egli si recò a Parigi dove studiò teologia in quella Casa delle Missioni del Boulevard Arago che si occupa
particolarmente della preparazione dei
missionari.
Dal 1891 al 1929, egli colla sua compagna, nata Krüger, di Strasburgo, lavorò indefessamente nel Paese dei Basuto, (Sud Africa), "dove quelle popolazioni lo ricordano con riverente riconoscenza.
Dal 1929 s’era ritirato presso le sue
figlie stabilite in Algeria, e di là, fintante che le circostanze lo hanno permesso veniva colla moglie a passare nella stagione ' estiva qualche settimana
nelle sue care Valli dove molto si dilettava a parlare il suo dialetto nativo che
non aveva dimenticato anche se per tanti lanni aveva insegnato e predicato in un
linguaggio assai diverso.
Bartolomeo Pascal, di un carattere
umile e servizievole era amato da tutti
quanti lo hanno conosciuto, e la Società delle Missioni che lo ha avuto suo
fedele collaboratóre ne serba ccm tutti
i suoi coUeghi ricordo riconoscente.
Alla sua moglie, compagna fedelg.per
tanti anni, provata assai nella sua salute, noi esprimiamo la nostra viva ed affettuosa simpatia nel suo grande dolore.
A. Coìsson, missionario.
SOCIETÀ’ DI STUDI VALDESI
Iq memoria del Generale Martinat
POMARETTO
Domenica 23 maggio scorso nel s^ne delTOrfanotrofio maschile locale i
membri della Unione Cadetta unitamente ad un gruppo di bambini delle
nostre Scuole domenicali hanno offerto
alle mamme una riuscita festicciola gra,^.dita da tutti gli intervenuti. Ringraziamo quanti si sono adoprati alla buona
■ riuscita della festa ed in particolare il
sig. Giuseppe Scarinci direttore dell’Istituto degli Artigianelli sfollati a Po-maretto, per l’ìaccurata preparazione
.^delle recite e dei canti.
- Al culto del mattino della stessa
domenica sono stati presentati al S.
^Battesimo i piccoli Beùx Carlo Paolo di
" Ettore e di Grill Itala (Pian) e Ribet
lítala di Giovanni e Averaro Adriana
jFaure). '
pii Voglia il Signore accogliere questi
tbambini quali agnelli del suo gregge e
voglia accompagnarli con la sua bene
iizione.
? — E’ deceduto all’Ospedàle di Pomaetto in seguito a infermità per cui si
lera reso necessario un intervento chirur'¿•gico Giacomàno Emilio di Emilio di anni
‘l|37 orignario di Faetto.
p I suoi funerali furono una commovenate testimo'nianzra di affetto per il defun1 to e di simpatia per la famiglia da parte
¿di un largo stuolo di conoscenti e amici.
Rinnoviamo le nostre condoglianze ai
parenti afflitti.
IPRAROSTINO
»
•mi:
Visite. Il nostro culto della domenica
23 maggio è stato particolarmente so
'^lenne ed affollato. Avevamo il piacere
'•di,avere con noi l’Unione delle Madri di
.^S. Lorenzo, la gioventù della parrocchia
j-del Serre e la Corale di Tprre Pellice.
-'¿Quest’ultima hia eseguito, con maestria.
Inno dei neutri inni.
Il pomeriggio i nostri ospiti si sono in
;^contrati con l’Unione delle Madri e la
gioventù locale nel giardino del presbi1terio.
^ Più tardi ci si ritrovava tutti nel
Abbiamo già comunicato che la Società di Studi Valdesi sta pubblicando
una biografia illustrata alla memoria
deH’eroico Generale G. Mai’tinat, il cui
provento, detratte le spese, sarà integralmente versato al fondo della Borsa
di studio, intitolata al nome di lui, a
beneficio di studenti valdesi delle Valli
Germanasca e Chisone. Le prenotazioni, alla quota minima di L. 10, sono affluite in modo tale che la pubblicazione
sta per esaurirsi. Coloro quindi che intendono procurarsi una cop’a della bella
e preziosa pubblicazione s’affrettino a
prenotarsi, inviando la loro quota al sig.
Ernesto Benech, Luserna S. Giovanni
(C. C. P. n. 2-26959) oppure a Torre Pellice ad uno dei membri del Seggio, pro-f.
Arturo Pascal, Attilio Jalla, Teofilo
Pons, sig. Rodolfo Rolliér.
CRON/IQA V/1LDE5E
ANOROONA (Capoluotro)
Gli anziani Luigi Malan, del Ciabas
«d Alessio Rivoira, dei Strìngat, che per
comipiuto quinquennio scadevano dal loro ufficio, sono stati rieletti dall’Assemblea di Chiesa, rispettivamiente per il
quartiere dei Jourdan e per il quartiere
del Capoluogo.
Ci rallegriamo con loro ed auguriamo che con rinnovato zelo e fervore
possano compiere l’opera a cui son chiamati dal Signore e dalla Chiesa.
La stessa assemblea ha nominati Ricca Alessio, anziano e Bart. Malan, di
Prassuit, delegati alla Conferenza distrettuale; Lorenzo Monnet, def Giovo,
quale delegato al Sinodo. Ed infine Alfredo Sappé del Martel e Luigi Buffa, di
Prassuit, quali reyisorì dei conti.
Tempio per una audizione di musica vocale ed istrument'ale offertaci da alcuni
artisti, dalla nostra Corale e da quella
di Torre Pellice. Siamo grati ai nostri
amici per la loro benefica visita che contribuì a rafforzare i legami fraterni che
già esistono fra i membri delle nostre
parrocchie.
Casa Estiva di S. Bartolomeo. Siamo
lieti di comunicare, che, Dio volendo,
quella benefica istituzione svolgerà la
sua opera nel corso dei mesi estivi con
lo scopo ]piaritìcolare di agevolare gli
sfollati delle nostre città. Gli amici desiderosi di trascorrere le loro .vacanze in
un ambiente tranquillo e sereno sono
pregati dii preanni^ni^are tempestivamente la data del loro soggiorno al pastore locale o alla direttrice della « Ca
sa ».
SAN GERMANO CHISONE
Il Concistpro è, convocato per domenica 6 giugno alle ore 15.30.
— Al culto di Pentecoste (ore 10.30)
sarà celebrata la Santa Cena.
— La Scuola domenicale avrà termine la Domenica di Pentecoste (13 giugno).
RORA'
Il giorno 14 maggio abbiamo accompagnato aH’estrema dimora le spoglie
mortali della nostra sorella Carolina Rivoira ved. Tourn Boncoeur che il Signore ha richiamato a sè dopo una lunga,
crudele malattia, nella veneranda età
di 79 anni.
Da oltre due lustri era custode del
nostro tempio dì cui curava l’ordine, la
pulizia ed il riscaldamento con una diligenza veramente esemplare e con lo
stesso spirito col quale si compie una
missione.
Nella sua casa ospitale da molti anni,
accoglieva durante la stagione eistiva
dei fratelli villeggianti provenienti da
lontane chiese delTEviangeUzzazione e
la trasformava, cosi, in un piccolo cenacolo <fi amore fraterno e di pietà. Molti,
in varie città d’Italia e dell’estero, serberaimo a lungo il ricordo della cara
vecchietta unito ad un senso di commossa riccmoscenza. j
Alla chiesa di Rorà, nelle sue disposizioni testamentarie, ha lasciato una somma di lire'mille.
Domandiamo a Dio di benedire i parenti afflitti da questo lutto ed esprimiamo l’augurio che gli eredi sappiano
conservare alla sua casa il suo carattere
di. tradizionale ospitalità.
— Abbiamo avuto la gioia, durante il
mese di maggio, di celebrare due matrimoni:
L’8 maggio scorso quello di Giovarmi
MourgMa con Tourn Lucilla.
Entrambi, nella vita, erano già stati
a traversare prove dolorose. Il Signore
ha voluto, con la loro unione, rasserenare il loro cielo. Insieme con essi, ce
ne siamo rallegrati ed abbiamo benedetto Iddio.
Il 15 maggio, abbiamo benedetto l’unione di Tourn Giovanni, diacono delle
Fucine, con Rivoira Marcella.
Entrambi a pochi anni di distanza ed
in uno stesso giorno, avevano perso la
Mamma ed il loro lutto era stato doloroso. Abbiamo paragonato la loro unione aUa consolazione di Isacco. Un certo
numero di fratelli assisteva alla cerimoniia ed un gruppo di bimbi diretto
dall’insegnante sig.na A; Tourn cantò un
inno di circostanza.
Benedica il Signore questi nuovi focolari e li arricchisca con i suoi doni 1
TORRE PELLICE
L’assemblea di chiesa è convocata per
domenica prossima subito dopo il culto
delle 10.30. Ordine del giorno: lettura
della relazione annua. Elezione dei deputati alla Conferenza distrettuale ed
al Sinodo.
VILLAR PELLICE
La prima domenica di maggio, con una modesta riuscita festicciuola, preparata dalle Unioni delle Madri, delle Giovani e delle Cadette, la Chiesa ha dato
il suo affettuoso benvenuto ai 22 catecumeni ammessi nella comunità in aprile scorso.
Visite. La domenica seguente 9 maggio il nostro pulpito era occupato dal se^
gretario del Comitato Direttivo della
Chiesa Metodista Wesleyana, pastore
Emanuele Bufano di Piacenza, che cì hla
edificati con una vibrante predicazione
su Esodo 23: 20. Rinnioviamo al nostro
fratello e alla Chiesa amica, di cui ^li
ci ha recato il saluto fraterno i nostri affettuosi e grati sentimenti.
— L’ultima domenica di maggio, il
nostro culto è stato rallegrato dalla presenza di 44 orfanielle del nostro Istituto
di Torre Pellice e da un bel coro di «Lode al Padre » elevato da quelle fresche
voci, sotto Tinappiintabile direzione della prof. Dora Revel. Una buona colletta
ha espresso alle piccole visitatrici e alle
loro Direttrici, sigg.ne L. Fini ed E.
Coisson che le accompagnavano, l’affettuoso interessamento di cui la parrocchia villarese circonda quel simpatico nostro Istituto.
Rivolgiìamo anche alle faniiglie della
Chiesa un vivo ringraziamento per i doni non sollecitati e pur venuti numerosi
a permettere di festeggiare un po’ quelle care bimbe in vacanza.
Corale. Alla nostra valorosa piccola
corale che, malgrado le limitazioni e le difficoltà imposte dai tempi, ha
avuto un ottimo anno di attività e che
ha partecipato con onore alla recente
festa delle corali della Valle, ma che sopratutto hk spesso edificato la chiesa
con la sua preziosa collaborazione, e al
suo direttore Enrico Bouissa, la comunità esprime la sua gioiosa riconoscenza.
Battesimi. Ai culti del 9 e del 23
maggio abbiamo avuto la gioia di pr^
sentore al Signore nella cerimonia del
Battesimo, due cari piccoli: Lello Dalmas di Alfredo e Anna Maria Michelin-
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Salomon, del Teynaud, e Giorg^ Charlint di Pietro e Luisa Dalmas, di Praferiero. ^
^ n Signore circondi della Sua gratia
preveniente questi teneri' agnelli della
greggia e benedica con la Sua presenza i
focolari ai quali li ha donati, r
- Dipartenza. Il 25 maggio il Signotre ha
richiamato a Sè, in età di 72 anni, il nos^ fratello Stefano R voim, del Sabbione, che, da tempo, era sofferente per
male incurabile.
Ai parenti rinnoviamo l’espressione
delle nostre cristiane condoglianze, j.
VILLASECCA
La nostra parrocchia ha ricevuto, domenica scorsa la visita di un buon gruppo di giovani unionisti di Luserna San
Giovanni, guidati dal loro pastore signor L. Rivoira, il quale ha presieduto
il Culto rivolgendo un forte messaggio
ai suoi uditori. Il nostro pastore, signor
Janavel, ha ringraziato il predicatore
ed i visitori i quali avevano contribuito
alla comune edificazione con il graditissimo canto di un inno, sottolineando la
bellezza ed il profondo valore di questa
fraterna comunione, e rivolgendo un
pensiero di affettuoso saluto ài giovani
lontani, in difesa della Patria.
Nel pomeriggio, nella sala delle attività giovanili, ai Chiotti superiori i giovam di Luserna San Giovanni, hanno
organizzato un trattenimento ricreativo
che ha riscosso Tincondizionata approvazione dei numerosi presenti. Non dimenticheremo certamente così presto il
segreto diventato una realtà, così vivente sotto i nostri occhi, come non dimenticheremo i canti, tutti i bei canti del
nostro innario e dielle nostre Valli con
tanto entusiasmo cantati dai nostri ospiti, con passione e competenza diretti
dal giovane F. Rivoir, che ringraziamo
anche per aver sfuonato l’harmonium, in
Chiesa; così non dimenticheremo le parole rivolteci dai nostri due pastori intese a sottolineare i vincoli storici che
uniscono le nostre due parrocchie, ed i
vincoli di amore fraterno così preziosi
oggi.
La serietà dei tempi e la modestia
dei mezzi non ci haimo permesso di fare tutto quello che noi a' remmo voluto
per manifestare la nostra gioia; ma speriamo che i nostri fratelli avranno sentito a buona volontà e l’amore fraterno.
Vno dei Chiotti.
* * ♦
Su questa visita, uno di San Giovanni ci ha mandato una relazione che la
tirannia dello spazio non ci permette di
pubblicare, tanto più che ripete i vari
particolari della giornata, salvo alcune
varianti che ci piace qui sottolineare. I
giovani di San Giovanni hanno cioè
avuto la sensazione netta che essi hanno tutto ricevuto, e li preoccupa il pensiero di ñon aver dato. Essi portano nel
loro cuore la visione della sorridente
sala, fiorita di mughetti, le tavole accoglienti; l’atmosfera fraterna di buona
famiglia Valdese che li ha circondati,
tutto quello insomma che costituisce
l’essenza stessa di quella ospitalità valdese, così tradizionale, e così purtroppo,
rara, oggi, la quale sa curare tutte le
cose per farne l’espressione di una sentita comunione di cuori. Ed essi vogliono ripetere con il loro Pastore, la loro
riconoscenza al signor Janavel, a quanti
hanno dato la loro opera perchè si potesse realizzare nella sua pienezza di
gioia questa giornata.
OÉiimiio UDile m loire Pellín
L’Onfanotrofio Femminile di Torre
Pellice avendo avuto di recente l’invito
da parte della Chiesa di Angrogna (Capoluogo) e ieri 30 maggio da quella di
Villar Pellice di far loro una visita, si
è recato in massa in quelle Chiese al
culto della mattina per eseguire un canto corale, onde esprimere la viva riconoscenza per i doni abbondanti sia in
L‘:
AH
Í DELLE VALLI VALDESI
natura che in denaro che gli vengono da
dette Parrocchie.
i Ringraziamo sentitamente’'' i ' Pastori
che hanno tanto bene disposto ogni co^ sa, le loro Signore che., han preparato
per le nostre numerose bambine (44) una buona minestra calda, e in particolare per l’atmosfera dì affetto che abbiamo trovato in ambedue .queste Chiese,
le quali in sovrappiù ci han fatto ancora
dei doni. , .
Con l’occasione desideriamo dire, anche un grazie di cuore al Pastore ed alla
nostra Chiesa di Torre PeUice che per
la domenica della Madre, nella quale solennità anche le orfanelle hanno eseguito un canto, ci hanno riservato una ottima colletta.
A tutti i. donatori vada l’espressione
della nostra sentita riconoscenza.
Un particolare grazie alla sig.na Dora Revel che ha sì ben diretto il coro in
tali occasioni. La Direttrice.
mii MI IH Ure M Tmb
Per danni alle Chiese Vaidesi:
Doti. Guido Rossi, L. 2000 - Lidia Vicino, 100 - Chiesa di Como, 200 - Luigi
Richard, in memoria condiscepolo Gen.
Martinat, 50 - Vittoria Meyer, 100.
Per Emeritazione:
Maria Carnevali, L. 100.
Per Collego:
N. N., in memoria ex aluimo prof.
Emilio Tron, 100 - A. Glandola ved.
Dreher, 200.
Per Orfanotrofio di Pomaretto:
Magg. Abele Ghigo, in memoria Giovanni Grilli, L. 100 - Bianchi Antonio, 50 - Fam. Immovilli, 25.
Per Orfanotrofio dì Torre Pellice:
Famiglia Immovilli, L. 25.
Per Istituto di Vàllecrosia:
Famiglia ^Immovilli, L. 25 - Davide
Cielo, iTn memoria soreHa Genoveffa,
250.
Per Istituto Gould:
Famiglia Immovilli, L. 25 - Davide
Cielo, In memoria soireilla Genoveffa
250.
Per Istituto di Firenze:
Bianchi Antonio, L. 50 - Famiglia Immovilli, 25.
Per Asilo di Sicilia:
Vincenzo di Patti, Riesi, L. 25 - Famiglia Immovilli, 25.
Per Asilo di San Germano:
Famiglia Immovdli, L. 25.
Per Ospedale di Pomaretto:
Magg. Abele Ghigo, in memoria Giovanni Grilli, L. 100.
Per Rifugio Carlo Alberto:
Bianchi Antonio, L. 50 - Famiglia Immovilli, 25.
Per Casa delle Diaconesse:
A. Cutrera, L. 30 - Famiglia Immovilli, 25. *
Per J^lo Italia:
Chiesa Battista di Spigno Saturnia,
L. 100 - Famiglia Immovilli, 25.
nn Km nin
(C. C. P. 2-27051)
“ FIORI IN MEMORIA „
ORFANOTROFIO FEMMINILE.
Jahier Comm. Gino e Giorgina, di
Giuseppina Jahier,, L. 200 - Famiglia
Bertalot, dei Genitori, 50 - Famiglia
Pons, della sorella Pierina, 20 - Girardi
Mario, della moglie, 300 - Pasquet E.
e E., di Odin Bonjour, 100 - Id., di Gay
Margherita, 100 - Aless. Buggino, di
Margherita Gay Don, 100 - Luigi Coisson, di Alessio Caterina, 50 - De'Bettini, di L. Cotta Morandini, 20 - Caterina Bonnet, della mamma Anna, 400 Marchese Generale Giusiama, della
Contessa Jemina Chopard, 500 - Adele Arias, della sorella Elvira, 10 - Tommasini Paolina, di C. Hebling, 10 - Elio
e Lidia Eynard, della nonna Margherita Eynard Albarin, 100 - Sergio e Bruno Eynard, della bisnonna, 50 - Romano e Luciano Ippolito, della cugi netta Luciana Toselli, 100 - Codino Livio,
della mamma e zia, 25 - B. W., della
cara mamma, Milano, 1000 - Margh.
Tron Revel di Anita Turin, 50 - Tron
Cesira dei suoi Cari, 25 - Beux Fed. e
Ha dei nipotini, 50 - Legato Anny Wild
Siber, 2000 - Famiglia Bessone, dei Genitori, 50-1 nipoti di Clelia Gardiol,
100 - Famiglia Odin Gamba, della sorella, 100 - Bonjour Renato, della madre, 150 - Ang. Moré, della nonna 100 Gay Matteo, della madre, 50 - Mûris
Virgìnia, 20 - G. « M. Toselli, della sorellina Luciana, 100 - Famiglia Don
Luigi, della zia Margh. Gay Don, 100
Qoas Long Giulia, del marito, 50 - Saniffl^na Pellenc di Benech Bart., 50 - Fatinà Branciforte, del marito, 100 - Fa^^
^gha Godino Ernestina, di Forneron'
Qri 80 - I figli di Nina Frizzoni De Salii, BOOO.
lì
* • OSPEDALI. ;k:
Girardi • Miario,' della moglie, 200 Gardiol Maria, della figlia Clelia, 500 i
Tron Cesira, dei suoi Cari, 25 - Pascal
Oreste, del padre, 20 - La famiglia di
Meytre Pietro,. 100 - Ribet Maria, in
f ricordo, 10 - Aline Bernouilli, di Anita
Turin, 25 - La figlia dì Lidia Donagio,
100 - Reynaud Clemente, dei Genitori,
25 - B. W., della cara Mamma, Milano,’
. 1000 - I figli di Nina. Frizzoni de Salis,
Bergamo, 3000 - Gay Matteo, della madre, 100 - Gardiol Bleynat, di Clelia
Gardiol, 150 - Peyrot F-sco, della madre, 10, - Galliano Maggio, del fratello,
, 200 - Pons Enr. e Lidia, del cognato
Pietro, 15 - Melania Menusan, della madre,. 50 - Tommasini Paolina, di Hebling,
, 5 - Famiglia Cigersa, di Travers Marta,
100 - ^ice Simonetti Id., 100 - Magg.
A. Ghigo, di Giov. Grilli, 100.
RIFUGIO RE CARLO ALBERTO.
Ada Varese Theiler e sorella Sandra,
del babbo, 100 - Aless. Buggino, di
Margherita Gay Don, 100 - Famiglia
Gardiol Bleynat, di Clelia Gardiol, 200.
- Cav. Ant. Gabella, della cara Amalia, 100 - Di Anita Turin, Adelina e Rita Ribet, 200; Enr. e Nora Peyrot-Ribet, 200; Guido e Edina Ribet, 200; Gustavo e Paola Ribet, 200 - Alina Bernoulli, di Anita Turin, 25 - N. N., della
nonna, Prarostino, 10 - I figli, di Nina
Frizzoni De Salis, Bergamo 5000 - Il
marito e figli di Orielda Viviani, 100 Tron Cesira, dei suoi Cari, 25 - Sorelle
Gay, di Luisa Costantin, 100 - Emilio
Benech, del fratello Daniele, 400 - B.
W., della cara Mamma, Milano, 1000.
ORFANOTROFIO MASCHLE.
Famiglia Bertalot, dei Genitori, L. 25
- A. A. J., nostri Cari, 100 - Peyrot
Frane., della Madre, 10 - N. N., di Luigi Barus, 10 - Mem. del Dirett. Fascio di
San Germano, del padre, del camerata
Oreste Ribet, 45 - B. W., deUa cara
Mamma, 500 - Rossetti Reynaud, dei
Genitori, 25-1 figli, di Nina Frizzoni
De Salis, Bergamo, 5000 - Famiglia Bessone, dei Genitori, 50 - Lascito Gaston
Micci, 300 - Grill Enrico, delia moglie,
20 - Anglesina Beux, di suo padre 15 Bleynat Ines, della nonna, 10.
ORFANOTROFIO MASCHILE.
’ Pomaretto.
Dott. Ugo Tilli, L. 50 - Jacopo Lombardini, 15 - Serg. Maggiore Branciforte Gius., 25 - Enrico Tron, Vallombrosa, 100 - Paolo e Anita Bosio, Roma, 50 - N. N., per preghiera esaudita^
25 - :^g. Rasora Samuele, 150 - Gay
Giosuè, 25 - Unione Giovanile Valdese,
in memoria di Perro Giov., 1° anniv.
della morte, 100 - Servettaz Sofia, 200 Ribet Maria, 30 - Ada e Cariuccio Geymonat, in memoria del babbo, 50 - Ribet Margh. ved. Paschetto, 10 - Bertin
Daniele, 10 - Rostagno Giacomo, 5 - Codino Davide, 5 - Pietro Chau-ie, pastore emerito, 25 - Immovilli Coniugi, 25 Chiesa Valdese, S. Germano, 600 - Fiori in memoria di Alina Tron Micol, 200
- Noeli'e Malan, 100 - La famiglia, in
menxoria di Erminia Rostan in Brandiscioli, 250 - Susanna e Luigi Poet, Id,,
100 - Costantino Lidia, 20 - Bruno e Luciana Mathieu, in memoria dei nonni,
100 .-^Chiesa Valdese, San Giovanni, 100
La famiglia del
Cap. Magg. Alpino
Bertinat Giov. Daniele
deceduto nel Montenegro vii marzo ultimo scorso, ringragOa tutti coloro che
hanno preso parte al suo dolore e in modo parlj’colare i suoi compagni e i suoi
superiori che l’hanno assistito con affetto fraterno.
Vegliate, pregando in ogni
tempo » Luca 21: 36.
Bobbio Pellice, 28 maggio 1943.
Borsa Giacomo Pellegrino
La Commissione Amministrativa degli I. O. V. nella sua ultinia seduta,
ritenuto che è rimasta vacante per due
anni consecutivi la Borsa Giacomo Pellegrino, ritenuto ancora che sia utile invogliare dei nostri giovani alla importante carriera di Segretario Comunale,
delibera di assegnare una Borsa di Lire 1000 (mille) ciascuna ai primi due
giovani valdesi che conseguiranno il diploma di Segretario Comunale con l’impegno morale di richiedere un posto
nelle Valli.
Per la C. I. O. V.
il Presidente; Avv. Stefano Peyrot.
Malattie del Bambini
Dottor T. F. Laura
Vice Primario Onorario Ospedale Infantile
Regina Margherita di Torino
RECAPITO
Casa di Cura Dr. Camussi
Via C. Ciano, 13 - Tel. 17 - Pinerolo
Riceve il Lunedi, Mercoledì e Venerdì
dalle 14 alle 16.
CORALE Prarostino acquisterebbe
pianoforte in ottimo, stato. — Inviare offerte al Pastore.
Prof. Qino Costabbl, direttore responsabile
• ARTI GRAFICHE L’ALPINA - Torre Pellice ..