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/\nno IV
numero 17
del 26 aprile 1996
L. 2000
.pedizione in abb. postale/50%
Torino
In caso di mancato recapito
si prega restituire al mittente presso l'Ufficio PT Tonno CMP Nord.
L'Editore si impegna a
corrispondere il diritto di resa.
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Bibbia e attualità
STORIA PROFANA
E STORIA DI DIO
A NCHE noi saremo come tutte le
<*C/l. nazioni; il nostro re amminiWerà la giustizia, camminerà alla no.^ra testa e condurrà le nostre guer■ fè...» (I Samuele 8, 20). La scena vede
■da un lato il vecchio sacerdote Samuei'ie, estremo difensore della particola%'tò e della elezione di Israele come po’polo di Dio e dall’altro i capi delle
mbù che si rendono conto di non po^fére più far fronte alle sfide dei tempi
■S$nza una organizzazione politica solida ed efficiente. Quando oggi pensiamo a Israele, non dobbiamo dimenti'care quella scena e quel momento.
Mille e più anni a.C. è stato compiuto
fin passo fondamentale, una svolta
epocale si è prodotta. La possiamo cri¡ficare sotto certi profili e sotto altri approvare, ma ogni nostra valutazione è
Hùdifferente. Sta di fatto che è così.
DANDO Israele si comporta come
Iogni altra nazione, ci dispiace e ne
•rimaniamo turbati. Israele che scatena
l'operazione «Furore», che bombarda il
pampo dei profughi, che compie la
^age di Cana uccidendo centinaia di
'innocenti, che compie devastazioni
'atuite e oltre tutto fallimentari, co.le hanno riconosciuto gli stessi alti
'.omandi militari e la classe politica
‘irigente, è un Israele che non riuscia.10 a comprendere. Ci sembra che
hsraele dovrebbe comportarsi in modo
'diverso; vorrem mo che fosse diverso da
¡tòme è. E ogni volta che scopriamo lo
¡scarto esistente tra immaginazione e
Wealtà, rimaniamo sconcertati e delusi,
praele è violento e aggressivo, impone
LI diritto del più forte, anziché la forza
del diritto, ripaga con la stessa moneta
le violenze subite e così via dicendo.
SIAMO solidali con Israele quando
subisce violenze: ricordiamo quale
’^emozione e sincera solidarietà hanno
provocato in noi la morte di Rabin e le
Ptragi perpetrate dai militanti di Ha- ■
mas; ma non accettiamo che sia a sua
volta violento. Ma perché Israele non
’dovrebbe esserlo? Ñon ha forse scelto
di essere come tutte le nazioni ? In base dunque a quali criteri certe sue
fiziòni sarebbero più esecrabili, o più
accettabili, rispetto a quelle delle altre
nazipni? Tuttavia, quando sentiamo
menzionare i luoghi biblici siamo attrabersati da un fremito. Sono nomi
per noi più significativi di Monrovia o
di Nuova Delhi, o quando i giornali titolano «strage degli innocenti» stabiliscono dei collegamenti ricchi di risonanze profonde. È come sé ricevessimo
un messaggio che forse va ben oltre
l'intenzione del cronista.
GIÀ perché, sempre dal racconto di
I Samuele, veniamo a sapere che
Dio ha accettato, la sfida del popolo di
essere come tutti gli altri. Da quel
giorno la storia di Israele è stata esattamente come quellordi tutte le altre
popolazioni: una storia profana fatta
di guerre e di pace, di vittorie e di
sconfitte, di forza e di debolezza. Non
è da quella storia che dobbiamo attenderci qualcosa di nuovo. Ma il
nuovo viene da Dio che in quella sto■fin profana ha scritto una sua storia,
fn Galilea, a Nazareth e in Bétlemme,^
e poi a Gerusalemme, sul monte di
Sion, a Gerico e in tank altri villaggi e
città, in mezzo alle sofferenze di umili
e di vittime del potere dei potenti, ha
scrìtto l’altra storia, fatta di perdono,
di riconciliazione, di pace, di guarigione, di vita, di resurrezione, di framilanza ritrovata e donata.%'ha scritta per Israele, certamente, ma anche
per tutte le nazioni e dunque anche
per noi perché, insieme a Israele imParassimó a leggerla e a viverla.
Luciano Deodato
Il voto del 21 aprile consegna la responsabilità di governo alla coalizione dell Ulivo
Dopo cinquantanni la sinistra al governo
Un programma di coalizione che non fa paura ai mercati internazionali permette la nascita di
un governo sostenuto da cattolici/ socialisti/ comunisti/ democratici e ambientalisti
GÍOROIO CARDIOL
Ha vinto l’Ulivo, la coalizione di
centro-sinistra formata da Pds
e sinistra (laburisti, cristiano sociali, comunisti imitali, réte), popolari, lista Dini (socialisti, alleanza democratica), verdi, e appoggiata da
Rifondazione comunista. Stando ai
dati definitivi l’Ulivo ha la maggioranza dei seggi al Senato e alla Camera (qui però saranno determinanti i voti di Rifondazione cotnunista). È quindi possibile che l’Italia si doti in breve tempo di un governo con la guida di Romano Prodi. Il programma c’é: è quello de
«l’Italia che vogliamo» costruito in
almeno un anno di discussioni e
fhe è stato diffuso in centinaia di
migliaia di copie, prima e durante
la campagna elettorale.
È un programma di compromesso tra le varie componenti dell’alleanza di governo che ha il suo
centro la valorizzazione della «risorsa umana», il rispetto delle regole e della dialettica democratica,
un’economia «sociale» di mercato, ^
la costruzione di una società «so- '
stenibile» ed europea, la difesa
della parte «debole» della società, '
un rapporto «equo e solidale» con
gli altri paesi del mondo, il rispetto
e la valorizzazione delle autonomie locali in una prospettiva federalista. Questa è la bussola, la barca Italia potrà cominciare la sua
navigazione.
Un governo per cinque anni
Agli sconfitti l’Ulivo offre e chiede di svolgere un ruolo di moderna
opposizione che controlla, che
suggerisce, che prepara l’alternanza. Ognuno abbia il suo ruolo nel
rispetto reciproco. C’è speranza
che questo accada. Le tentazioni
dei consociativismi, della campagna acquisti permanente su questo
0 quel problema è forte, visto an^
che il buon numero di «esperti» in
questo genere di affari che sono
entrati in Parlamento nei due
schieramenti. Ci sono le premesse
perché la terza votazione in quat
Lavoro e sistema fiscale le prime emergenze che dovrà affrontare il governo di Romano Prodi nato dalla vittoria dell’Olivo
difficile: come conciliare la riforrna
del sistema fiscale e la questionè
del lavoro che non c’è, come conciliare la costruzione di un senso civico dello'stato unitario con la proposta di secessione che seduce un
italiano su tre in Lombardia?
tro anni dia finalmente un governo
stabile al nostro paese. Era questo
l’obiettivo della (brutta) legge elettorale del ’93. ;
La prima volta della sinistra
Per la prima volta, dalla Costituzione ad oggi, la sinistra sarà al governo. Il fatto è storico: è finalmente caduto il muro del pemico e si
cambia senza traumi, persino con
la borsa che va su. La sinistra italiana in questi cinquant’anni ha costmito rapporti, cultura e attenzione sociale e politica che ora è messa alla prova del governo. Molti, a
sinistra credevano che questo non
fosse piti possibile, e hanno guardato all’Ulivo con sufficienza. Eppure l’Ulivo, quest’alleanza di culture diverse, ha reso possibile il sogno di più generazioni di militanti
che hanno lottato e seminato idee
per questo obiettivo. La sinistra è al
governo, ma non da sola; ciò com
porterò mediazioni e attenzione a
questioni delicate, come quello d^lla famiglia e della scuola privata.
Il sistema elettorale, semplificando la rappresentanza non rende ragione della complessità della politica italiana. La destra aumenta i vo
ti, ma perde in seggi. Il 44 per cento
degli italiani vota a destra, contro il
43,7% che vota a sinistra. La Lega
Nord ottiene nelle regioni del Nord
Italia mediamente intorno al 25%
parlando delle questioni territoriali
e della secessione. Al Nord la Lega
rimane un «partito di massa» e il
suo radicamento sociale.è ben
maggiore di quanto non sia la sua
rappresentanza parlamentare.
Il governo dei problemi che pone
il paese alla politica sarà assai più
complesso di quanto non sembra.
Bisognerà tener contro non solo del
voto istituzionale che assegna la
maggioranza, ma del voto sociale. E
allora la questione si fa veramente
Evangelici in Parlamento
Anche questa volta ci saranno
alla Camera cinque deputati evangelici, tutti eletti nelle liste dell’Ulivo, espressione di formazioni politiche minori, un cristiano sociale,
due laburisti e due verdi. Cinque
su mille. Cercheranno, nella diversità delle posizioni e delle sensibilità, di dare il loro contributo di
governo. In partibùs'infidelium,
cioè in un ambiente estrfmeo allá
cultura - anche politica - protestante, cercheranno di testimoniare la propria fede con la proposta,
il comportamento, l’assunzione di
responsabilità.
Cristiani e musulmani in Asia
Affrontare insieme
la «globalizzazione»
In un mondo in cui il
successo economico ha
la precedenza sulla giustizia sociale, cristiani e
musulmani devono trovare modi comuni per
affrontare le sfide della
«globalizzazione» dell’
economia. È questa una
delle risultanze della
consultazione cristianomusulmana svoltasi a
Manila a fine marzo per
iniziativa della Conferenza cristiana deU’Asia e
del Consiglio ecumenico.
Cristiani e musulmani,
è stato sottolineato, devono offrire ùisieme una
«antropologia alternativa» in cui le persone non
siano ridotte a semplici
attori economici. Alcuni
musulmani hanno sottolineato la necessità di riscoprire le dottrine fondamentali deirislam relative alle attività economiche, come per esempio la proibizione contenuta nel Corano dell’
usura, norma che può
essere intesa anche come una condanna della
speculazione in tutte le
sue forme. Si è discusso
anche di temi ^ottanti
quali i diritti delle donne, la tensione fra diritti
deirindividuo e diritti
della comunità, ruold
della religione in rapporto alla politica e ai
nazionaiismo. (nev)
Asia dell'Est
È giusto far pagare
i danni alPambiente
Secondo un rapporto
delia Banca mondiale,
l’integrazione dell’ambiente nelle politiche
economiché generali
consentirebbe di ottenere al tempo stesso la protezione deU’ambiente e
la crescita economica. «I
problemi legati all’ambiente devono essere tenuti sotto controllo, perché non ci si può affidare
ai soli mercati per ridurre i danni eccessivi arrecati aH’ambiente». Costringere gli inquinatori
a pagare pqr i danni da
essi causati, lungi dal diminuire le risorse, rappresenterébbe una fonte
considerevole di entrate
pubbliche. In molti paesi dell’Asia dell’Est, i problemi ambientali legati
aH’industrializzazione si
aggiungono ai «tradizionali» problemi di inquinamento della zona (insalubrità). Il rapporto affronta le minacce rappresentate dall’inquinainento dell’atmosfera e
deH’acqua, dqlla contaminazione dei terreni,
dalla distruzione delle
foreste, dall’erosione dei
suoli e dalla salinizzazione. «Se queste minacce
rimarranno ignorate, i
darmi potrebbero annullare i vantaggi sociali risultanti dall’incremento
dei redditi».
orama
IL VOLTO DI GESÙ. Il Daily Star,
popolarissimo quotidiano britannico, si lancia nelle'illusibni ottiche. Sulla prima pagina del numero del 20 marzo è comparsa
un'immagine che, secondo il giornale, se viene fissata attèntamente per 30 secondi volgendo poi lo
sguardo a una superficie bianca
permette di veder apparire il volto di Gesù. I lettori hanno manifestato la loro estatica approvazione: «Sono da dieci anni una
cattolica non osservante, ma ora
vedo il volto di Cristo ovunque»,
dichiara Elizabeth Barret. Alcuni
hanno avvertito una «sensazione
bruciante», altri un incredibile calore. Il fenomeno non ha niente
di miracoloso e può essere spiegato dagli oftalmologi.
MORTALITÀ CARDIACA IN CALO.
Tra la fine degli anni '60 e l'inizio
degli anni '70 si è verificata una
2
PAG. 2 RIFORMA
All’Ascolto Della Parola
VENERDÌ 26 APRILA iQ
«Anche noi, dunque, poiché siamo
circondati da una
così grandeschiera di testimoni,
deponiamo ogni
peso e il peccato
che così facilmente ci avvolge, e
cqrriamo con per^severanza la gara
che ci è proposta,
fissando lo sguardo su Gesù, colui
che crea la fede e
la rende perfetta.
Per la gioia che gli
era posta dinanzi
egli sopportò la
croce, disprezzando Vinfamia, e si è
seduto alla destra
del trono di Dio.
Considerate perciò colui che ha
sopportato una
simile ostilità
contro la sua persona da parte dei
peccatori, affinché non vistan
chiate perdendovi
d’animo»
(Ebrei 12,1-3)
«Perciò, rinfrancate le mani cadenti e le ginoc' chia vacillanti;
“fate sentieri diritti per i vostri
passi”, affinché
quel che é zoppo
non esca fuori di
strada, ma piuttòsto guarisca.
Impegnatevi a
cercare la pace
con tutti e la santificazione senza
la quale nessuno
vedrà il Signore;
vigilando bene
che nessuno resti
privo della grazia
di Dio; che nessuna radice velenosa venga fiiori a
darvi molestia e
molti di voi ne
siano contagiati;
che nessuno sia
fornicatore, o profano, comeEsaù
che per una sola
pietanza vendette
la sua primogenitura»
(Ebrei 12,12-16)
LA STAFFEHA DELLA FEDE
La corsa della fede è nostra ma non dobbiamo correre da soli, anzi dobbiamo
valorizzare il fatto di correre insieme per sostenerci di fronte agli ostacoli
GIUSEPPE PLATONE
CORRERE verso una meta in
uno stadio sui cui spalti si
trovano i testimoni di ieri. Una
immagine che è stata usata, con
sensibilità tutta mediterranea,
per spiegare Tintercessione dei
santi; come i dioscuri greci che
facevano la loro apparizione sul
campo di battaglia per sostenere i combattenti nella loro «giusta» guerra... Ma noi oggi capiamo diversamente questa immagine che conclude una lunga
gaUeria in cui appaiono i protagonisti della fede, da Abele a
Davide e a Samuele, passando
per Abramo, Giacobbe, Giuseppe, Mosè, via via sino ai credenti
lapidati, torturati, bruciati perché non vollero rinnegare la loro
fede nell’unico Dio.
Costoro sapevano dove andare, avevano una meta. Avevano
una direzione. E tanto era forte
la tensione verso questa meta
che potevano sopportare ogni
sacrifico senza crollare, senza
cedere. Certo, dopo duemila anni di cristianesimo, nella nostra
società occidentale, guai a parla-,
re di crisd^esimo come sacrificio, dono di sé, impegno totale
della propria esistenza. La fede
deve soprattutto essere religione, appartenenza confessionale,
un qualcosa che ci identifica ma
che non sposta di un millimetro
la nostra esistenza. Siamo riusciti a combinare il nostro benesse
Preghiamo
4 L'uottio non è solò,
vto« nel mondo che appartiene a Dio.
’ Noi crediamo in Dio >
die ha creato e continua a creare
per portare la riconciliazione o il rinnovamento,
che opera in noi per mezzo del ^uo Spirito.
Abbiamo fiduda in lui. '
# Gl chiama adusare la sua chiesa,
per celebrare la sua presenza,
per amare servire gli altri,
per ricercare la g^ustMa e resistere al m^e.
Procl£unia|no il suo Regno.
Nella vita „ nella inorte,
, nella vita dopo la morte.
Egli è con noi'’
Non siamo isoli,
nbi crediamo in Dio.
A
ChlésaAthlta del Canada
4
(da In attem del mattino, della Cevaa, 1991)
re, i nostri luoghi cornimi con il
cristianesnimo; facendo quesf
operazione, l’Evangelo ha perso
il proprio sapore originario, le
chiese sono sempre più vuote, i
discorsi sono sempre più generici, dettati da up sano realismo.
L’Evangelo ha perso il suo carattere di scandalo per i giudei e
follia per i greci; seguire il Dio
che si fa crocifiggere sul Golgota
è diventata una passeggiata ricca
di belle osservazioni, di pensieri
profondi e ameni ma il fuoco
della fede arde solo di rado.
L’immagine ambivalente del
«nugolo di testimoni» ci ricorda ^
prima di ogni cosa che siamo figli della storia, in un certo senso
10 è stato anche Gesù Cristo.
Non a caso il Credo, l’antico manifesto della fede universale. Ci
ricorda che Cristo patì sotto
Ponzio Pilato, dunque una data,
una circostanza storica precisa,
un tempo delimitato, identificabile. Non a caso l’autore della
lettera agli Ebrei inserisce i credenti del suo tempo (che avevano di fronte la minaccia delle
persecuzioni, o erano confrontati con una questione di vita o di
morte; credere o non credere, testimoniare o non .testimoniare
non era un dettaglio secondario)
nella storia dell’umanità. Non
fuori di essa ma dentro. Rileggendo la storia ricordiamo da
dove veniamo, e questo diuta a
capire dove stiamo andando. È
un peccato, in quest’ultimo senso, avere la memoria corta.
11 secondo aspetto interessante del testo è la corsa della fede,
11 tendere verso una meta. Non è
unaicorsa facile, malgrado il sostegno della platea. Si tratta di
non perdere di vista il traguardo,
di resistere sulla lunghezza, sulla
durata, superare i vari ostacoli fisici, spirituali, psicologici. E l’ultima questione importante è
quella di raggiungere la meta.
Giungere alla piena comunione
con Cristo, non perdendolo di
vista durante la gara. Una meta
che solo Lui ha raggiunto e che i
credenti raggiungeranno insieme. L’immagine della corsa non
è agonistica, non ci sarà una
classifica ma una vittoria collettiva, Dio non vuole che i testimoni fungano alla vittoria, alla perfezione, escludendo altri credenti. Non si corre per vincere sugli
altri ma si corre insieme agli altri
perché solo così si vince.
La logica neotestamentaria
non è quella della carriera nella
fede, dell’ottenere sempre di più
da Dio attraverso una perfezione morale ma un agire riconoscente per quello che abbiamo
già ricevuto. Certo è un po’ frustrante. Fare le cose solo per intima profonda convinzione non
è facile; facile è obbedire agli ordini, difficile è maturare delle
convinzioni. Dico frustrante per
chi ha bisogno di applausi, di
gratifiche, di complimenti, per
chi ha bisogno di far sapere a
tutti che lui 0 lei fa così ed è più
bravo/a degli altri. In tutto que-,
sto non c’è nulla di male, fa parte delle debolezze della nostra
umanità, ma Gesù ci invita, anche in questi attèggiamenti di
comprensibile insicurezza, a
cambiare mentalità e cioè ad
agire non per essere «visti» dagli
altri ma per convinzione, non
per emergere ma per servire.
Torna alla mente la questione
posta a Gesù da due suoi discepoli, Giacomo e Giovanni: «Maestro, concedici di sed,ere uno alla
tua destra e l’altro alla tua sinistra nella tua gloria». E Gesù risponde: «Ma non è così tra di
voi; anzi, chiunque vorrà essere
grande fra voi, sarà vostro servitore, e chiunque, tra di voi, vorrà
essere primo sarà servo di tutti.
Poiché anche il Figlio delTuomb
non è venuto per essere servito,
ma per servire, e per dare la sua
vita come prezzo di riscatto per
molti» (Marco 10,42-45).
Dunque una gara difficile; che
si muove aU’interno della «comunione dei santi» e che prevede continui passaggi a nuovi testimoni. Una staffetta della fede.
Anche noi non arriveremo a vedere ciò che ci è stato promesso,
anche noi faremo solo un tratto
e consegneremo ad altri il nostro testimone. E non c’è neppure molto tempo a disposizione perché tutto va così in fretta
che siamo sempre sorpresi di
come tutta resistenza scorra così rapidamente. Ma nel tempo
che ci è dato, nei giorni concessi
alla nostra esistenza siamo chiamati a partecipare a questa gara
sapendo che sarà difficile, ardua: molti hanno cominciato a
correre ma sono già «scoppiati»,
le loro gambe sono state «segate» dalla rassegnazione, dallo
scoraggiamento, dalla mancanza di fiducia in Dio.
Molti si sono già fermati perché pensano che non è la loro
gara: altre mete, altri traguardi
sono più stimolanti, più gratifi
canti, più immediati. In tutto
questo c’è del vero. In effetti la
nostra corsa va in senso contrario, siamo spinti da altri valori,
da altri interessi al punto che
più di una volta abbiamo pensato di cambiare direzione. Ma resistere nella direzione indicata
dall’esempio di Cristo non può
essere un atto di eroismo individuale deve mantenere un carattere comunitario. La corsa è nostra ma non dobbiamo correre
da soli, anzi dobbiamo valorizzare il fatto di correte insieme
' per sostenerci, incoraggiarci, far
fronte comune agli ostacoli.
L’incoraggiamento più grande
viene comunque sempre dal fatto di conoscere ciò che Cristo ha
fatto per noi, di come lui abbia
resistito di fronte alle tentazioni,
alle prove, alle esaltazioni della
gente e ai tradimenti.
Questa forza interiore, quotidiana, questa «cocciutaggine»
nella fede si alimenta soprattutto
neU’intimd dialogo con Dio, nella preghiera e nel layofo comunitario per la causa dell'Evange-,
lo. Sarebbe superficiale da parte
nostra se fossimo proiettati solo
sul futuro dimenticando le nostre origini, storiche, spirituali.
La fede non è solo un grande, incontenibile entusiasmo (e questo è bellissimo e deve crescere)
ma è anche una riflessione su ciò
che è avvenuto, solo,così la fede
si radica nel presente, conosce e
riconosce la testimonianza.
Oggi, nella progressiva riscoperta del discorso religioso, si fa
strada la tendenza all’evasione,
al mistico, all’esoterico. Ma ricaricarsi spiritualmente non può
non essere che in vista del migliorare la nostra incidenza nella
storia, nella trasformazione della
nostra società in vista di una
maggiore giustizia e partecipazione. Siamo chiamati a correre
insieme, non da soli; siamo chiarnati a guardare di fronte a noi
Tesempio di Cristo e, allo stessotempo, portare il peso gli uni degli altri affinché nessuno resti indietro. L’importante è^che la nostr^ non sia una ritirata, ma
un’avanzE^ta, un tendere verso il
domani e non lasciarci bloccare
dalle reali quotidiane difficoltà.
Resistere insomma sapendo che
la volontà di Dio ^he si è manifestata in Cristo, non ci abbandona al caso ma^ci sostiene in questa opera collettiva che è la testimonianza del nuovo mondo di
Cristo nella nostra società.
Note
omiletichi
m
LUCI
La Lettera agli Eb»
ambivalente.- Da un
inattuale perché rìsr
a problematiche del
antico che abbiamo
coltà a capire e ricostn
Dall'altra è fortemente
tuale per il suo forte
chiamo, severo e sole
alla centralità del Crr
alla necessaria forza tf
mo che occorre avere
'difficile camminò deli
scapolato. Alcuni conili
tari ritengono, nona
to, che almeno i primi,
versetti del capitolo 12
no parte integrante
precederite. Una sortalij^'n^a
appello tinaie di una iu, ^ ° „i
predicazione che cod .
ta e legittima la rifleJ Dencmqi
ne storica. Anche qiji^
forza emerge uno deinn
teologici di tutto iosciitt 'finito delh
la scrittura ebraicaii
compiuta in Cristo.
N due SI
sioni la
imprese
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Incontriamo così l'evdy
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Dio che raggiunge, con
detto, in Cristo il suo pii
compimento. I riti
sato non sono falsi me
no superati dalla novi
che conclude un itinei
di fede. Al centro dupi
la grande mediazióni
Cristo contro ogni alt
mediazione, forse è pò
prio per questo che la vi ,,f0utto
~ -j:“:--'- i^Tcion
cristiana è difficile oca
munque, per alcuni, fad
mente disorientabile, fa
uscire dal dilemma
re non propone i
moralistici ma un appi^ in iinadri
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nirn Mnn ò I:. ctnril. A .Pie UO; 1
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^abamb
gico. Non è la storiatìi ■
produce la fede m'auii
fede senza memoria Soli
ca ha il fiato corto. And
Cristo, in qualche modo,!
figlio della sua storia;ef
stesso discute la storia ài
suo popolo, le antkhée
gole die davano comp|‘
tezza e identità ad Israé
sono spesso oggetto
sue riflessioni. '
Cristo ha vissuto ptofiin
damante il rapportiifèill
e storia, fede e cultuftii^
pro'prio contesto. Rifili®
questo rapporto signifis
entrare, come molti faiw
(anche perché è unacom
da scorciatoia, ma peri»
Iosa) nella dimensionadi
l'evasione. Certo la storiji
«abbreviata», Cristoèl
fondamento di «temili
nuovi», l'evento '
gico permette agli i
del Nuovo Testamentoi
leggere la storia intf
nuova prospettiva. Sali
«religio» consacra la#
ria, ii kerygma evangeli®
la rimette radicalmentefi
questione. I cristiani m»
idolatrano la storia, essa* Nel «Crr
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mo chiamati a vivere #
l'Evangelo sapendo #
anche Cristo è,statovi#
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La salvezza passa aW
verso infinite prove,
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sunto nel famoso 9™° ,
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stato consumato una ve
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credente può nutrir*
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Cristo ha azzerato le pr¿,
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Nuovo Testamento,
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Fede E Spiritualità
Il naturalista Théodore Monod in due trasmissioni di «Présence protestante»
;uel che non è scrìtto nel progetto di Dio
La passione per la natura di un credente coinvolto dalla questione etica
La bomba atomica e l'utopia della pace
PAG. 3 RIFORMA
luciamo peodato
N due successive trasmissioni la televisione franceI ha presentato nella rubrica
“ enee protestante» la filifra di Théodore Monod,
' àato di fama mondiale,
isse 1902, e dunque 93
„ cannai compiuti, figlio di
jtore> anzi con alle spalle
«cinque generazioni di
['«stori, Monod è stato rapito
^liscino meraviglioso e in„ .ubcnuiWto della natura. «È fondairaica sW^Wfe affrontare la natura
due livelli. Anzitutto la cuìsità Essere curiosi, cercare
ipere. E poi lasciarsi sortdere dalla meraviglia, lo
jpore di fronte aU’ingegnoItàdei meccanismi che la
tra è riuscita a elaborare e
, Jre. Curiosità, meravij, e naturalmente il rispet'¡az¡¿SP).á i’uomo deve imparare a
.(¡spettare il mondo vivente,
m0itnale che vegetale e soí^íío non provocare mai
muzioni inutili».
In ^pventù Monod fu molto combattuto tra scegliere il
jtetorato, come il padre, il
nonno, ü bisavolo, il trisavolo, il padre del trisavolo... op;pure no; ma alla fine, poiché
’si esprimeva meglio con lo
^tto «mentre un pastore Itìce con una punta di ironia
-^ue parlare molto», preferì
le|Eienze naturali verso le
'itali sentiva una grande atfrazione. Aveva cominciato
ad appassionarsi alla natura
dabainbino, quando con i
suoipiscorreva le vacanze a
(Jj^eulle-sur-mer. Compie
vffl^gio di studio in MauriMfequi un giorno scopre
¡¡^l^a. È un colpo di fulmi
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è una co»
ne: per tutta la vita sarà innamorato del deserto.
Si sposa con Olga Piekova,
che sarà sua collaboratrice a
Dakar nella direzione dell’Istituto francese dell’Africa
nera; posto che occuperà per
25 anni compiendo importanti studi in campo oceanografico e nel deserto; «Quando ci si accorge della straordinaria diversità della vita e
della stupefacente ingegnosità
della vita non si può fare a
meno di rimanere sbalorditiafferma Monod -. Allora ci si
adopera a cercare una spiegazione. Si vorrebbe capire il
perché queste diverse forme di
vita siami riuscite ad adattarsi in modo tanto singolare. È
stato il risultato di un caso
fortuito, o v’è stata un’inten
zione, un progetto? Il problema va ben oltre la zoologia,
per sconfinare nella filosofia e
nella metafisica..».
Monod dunque, invebe di
diventare pastore, si è interessato alla creazione. Il che è
giusto perché Dio non^ si è limitato a creare la coppia
umana, ma anche le formiche, i fiori dei campi, gli steli
dell’erba. Nei confronti di
questa meravigliosa creazione Monod dice; «...Albert
Schweitzer ha trovato una
formula che, diceva, dovrebbe
diventare la base per una etica nuova, della quale l'umanità sente fortemente il bisogno: “Rispetto della vita’’. È
una specie di timore reverenziale. Un sentimento che ha
sempre animato Schweitzer e
che gli faceva sperare che
l’uomo fosse un giorno.capace
di rinunciare alla guerra, alla
violenza».
Per questo Monod si è trovato dalla parte dei pacifisti,
sapendo di impegnarsi per
una causa disperata eppure
quanto mai necessaria: «...la
bomba di Hiroshima, a credere agli americani, è stata una
bomba “umanitaria’’ perché
destinata ad abbreviare la
guerra. Anche a Dresda i
bombardamenti inglesi hanno provocato un’immane distruzione. Ma c’è una differenza. A Dresda, il giorno dopo, chi era morto era morto. A
Hiroshima invece le conseguenze patologiche, fisiologiche e genetiche continuano
ancora. Colpire un popolo nel
suo divenire genetico e fisiologico è qualcosa di verantente
diabolico». La pace, si sa, è
un’utopia ma, afferma lo
scienziato, è «utopia dal punto di vista grammaticale e semantico; non significa ciò che
non si può realizzare bensì
semplicemente ciò che non è
ancora realizzato..Le utopie
di oggi saranno forse, in alcuni casi, le realtà di domani.
La mia convinzione è fondata
su un messaggio, quello del
Sermone sul monte, delle
Beatitudini...».
Così, a 93 anni, una vita
lunga e piena, vissuta nella
gioiosa avventura di leggere
la creazione di Dio, Théodore Monod insegna alle nuove
generazioni a leggere quel
che rmeora non è scritto del
progetto di Dio, ma che già si
intravede in Cristo. Un nomade, come è stato definito,
tra terra e cielo.
Predicazione e riflessione sembrano poco interessate a questo tema
Dio
Riscoprire la creazione come atto gratuito di
'ondili
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PaideiaL
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1970)
Si avverte un deficit nella
Twtra predicazione e riflessione teologica circa la natura' I nostri sforzi si sono concentrati sul messaggio della
Svezza, la croce, la resurrezione, la storia, il peccato...
Nel «Credo» l’attenzione è
lotta concentrata nell’articolo
sul Figlio, mentre quello sul
Dio creatore appare solo
W^rginale. 11 nostro secolo
^nta trágicamente questo
^ilibrio. Il panico diffusosi
.. entemente a seguito della
*®ucca pazza» ci fa intuire
ou problema enorme e inSoietante che non possiamo
0® affrontare in tutta la sua
complessità. Ecco però alcutt® brevi, schematiche purtroppo insufficienti note su
eterna che andrebbe sviluppato con maggiore ampiezza.
La dottrina della salvezza
to'*? aspetto solamen
.totfopologico, ma riguarai intero creato. Pare che
abbia elaborato la
ottrina della creazione a
dalla salvezza. Nei carpr Isaia 40 e seguenti
i redentore di Israele,
Ve creatore dell’uni
bestie dei campi,
,||o^t®c;alli, gli struzzi mi gloL . ,®ranno perché avrò da43®®“ aequa al deserto...» (Is.
D). Sono immagini in:S®?ete e paradossali. Daesnri ® creato il credente
iliat^ tutta la sua meraviriconoscenza: «O Eter.^ignor nostro, quant’è
g^meo il tuo nome in tut
^¡aterra!»(Salmo8,1).
a creazione è vista come
gratuito di Dio, cioè
lac^n?^°.'^‘»t«orepu^o.È
® giunge la
*®tone «sapienziale» che
troviamo nel libro di Giobbe.
A quest’uomo che cerca una
spiegazione razionale alle
proprie sofferenze fisiche e
morali, Dio risponde mostrando la gratuità illogica
del creato (Giobbe 38-41).
Una risposta che ci lascia
perplessi e stupefatti, e che
richiede forse da noi un
amore altrettanto gratuito
verso il Signore. La riflessione «sacerdotale» di Genesi 1
con l’andamento quasi liturgico dei sei giorni della creazione ha probabilmente inteso stabilire un nesso tra l’attività umana e quella di Dio.'
Il nostro operare ripercorre
le tappe dell’opera divina; il
lavoro è inserito nel quadro
della creazione.
La creazione geme ed è in
travaglio, aspettando il giorno in cui entrerà «nella libertà della gloria dei figli di
Dio» (Rom. 8, 21). L’apostolo
Paolo ha avvertito la sofferenza, il gemito, del creato. E
un’espressione che ci deve
colpire e fare riflettere a lungo. Oggi ci rendiamo conto
molto meglio di ieri quale
grande parte di responsabilità ricada su noi per la sofferenza che infliggiamo al
creato. I fiumi muoiono, l’atmosfera muore, le foreste
Pensieri di Albert Schweitzer
Rispetto per la vita
bruciano, gli animali impazziscono, il deserto avanza, il
clima si modifica, le specie si
estinguono... e noi facciamo
la stessa fine. La fede nella
salvezza in Cristo è non riguarda solo la nostra «anima» individuale, ma si dilata
enormemente all’infinito e
coinvolge l’intero creato.
È perciò forse giunto il
tempo di ricuperare una teologia della natura (che è cosa
ben diversa di una «teologia
naturale») per testimoniare
della dimensione cosmica
della salvezza o, come dice
Paolo, della gloriosa libertà
dei figli di Dio.
La scoperta
«Risalivamo ientamenté il
fiume (durante una delle
lunghe missioni di misericordia in Africa), cercando
con fatica, era la stagione
secca, i canali in mezzo ai
banchi di sabbia. Immerso
in profonda meditazione
sedevo sul ponte della barca, sforzandomi di arrivare
al concetto elementare e
universale'dell’etica, che
non ero riuscito a trovare in
nessuna filosofia. Ricoprivo
di frasi sconnesse un foglio
dopo l’altro, solo per impedire a me stesso di distrarmi
da questo problema.
Poi il terzo giorno, al tramonto, proprio nel momento in cui ci stavamo facendo strada tra una mandria di ippopotami, balenò
nella mia mente quando
meno me l’aspettavo, la frase: “Rispetto per la ■vita’’. Il
cancello di ferro aveva ceduto: si poteva vedere il
sentiero nel bosco. Ecco che
avevo trovato il modo di arrivare al concetto in cui sono contenute insieme l’afferm'azione del mondo e
della vita e l’etica. Ora sapevo che i’affermazione etica
del mondo e della vita come
pure gli ideali di civiltà sono
fondati nel pensiero».
La solidarietà di vita
«L’importante è che noi
partecipiamo alla vita universale. Siamo nati da altre
vite; possediamo la capacità
di dare esistenza ad altre vite ancora. Nello stesso modo, se guardiamo un microscopio possiamo vedere
una cellula che produce
una cellula. La natura ci obbliga quindi a riconoscere il
fatto della mutua dipendenza, per cui ogni vita aiuta
necessariamente le altre vite che sono ad essa legate.
Proprio nel piti intimo del
nostro stesso essere sentiamo questa solidarietà di vita. La consapevolezza di essa si sviluppa col pensiero.
La sua presenza in noi stessi, ci rende avvertiti di
quanto siamo strettamente
legati agli altri esseri della
nostra specie. Forse ci piacerebbe fermarci qui, ma
non possiamo. La vita esige
che noi avvertiamo la soli.darietà con ogni vita in cui
possiamo trovare qualche
rassomiglianza con la vita
che è in noi».
Il trattamento umano
degli animali
«Coloro che sperimentano tecniche operatorie o
medicine su animali, oppure iniettano loro delle malattie per aiutare gli esseri
umani coi risultati ottenuti,
non dovrebbero mai tranquillizzare la loro coscienza
con la scusa generale che le
loro terribili azioni vengono
compiute per un nobile
scopo. È loro dovere riflettere in ogni singolo caso se
è realmente e veramente
così necessario sacrificare
un animale per l’umanità,
povrebbero preoccuparsi
ansiosamente di alleviare il
più possibile il dolore che
provocano.
Quanti delitti vengono in
questo modo perpetrati negli istituti scientifici dove
spesso si tralascia di usare i
narcotici per risparmiare
tempo e fatica! Quanti delitti si compiono facendo soffrire agli animali le torture
dell’agonia, solo per dimostrare agli studenti delle verità scientifiche che sono già
perfettamente conosciute!
Il fatto solo che l’animale,
come vittima della ricerca,
abbia col suo dolore reso tali servizi all’uomo sofferente, crea di per sé un nuovo e
unico rapporto di solidarietà tra lui e noi. Ne risulta
per ognuno di noi l’obbligo
di impegnarsi a fare quanto
più bene è possibile a tutte
le creature, in ogni circostanza. Quando aiuto un insetto in difficoltà lo faccio
nel tentativo di cancellare
una parte della colpa commessa con questi crimini
contro gli animali».
Una preghiera per tutte
le creature
«Quand’ero molto giovane, prima che cominciassi
ad andare a scuola, non potevo comprendere perché
nelle mie preghiere serali
dovessi pregare solo per gli
esseri umani. Perciò dopo
che mia madré aveva pregato con me e mi aveva dato il
bacio della buona notte, ero
solito aggiungere silenziosamente una preghiera che
avevo composto io per tutte
le creature viventi: “O Padre
celeste, proteggi e benedici
tutte le cose che hanno vita,
difendile dal male e falle
dormire in pace’’».
Stupidi capricci
«Ogni qualvolta nuoccio a
una vita devo essere ben sicuro se ciò sia necessario o
no. Non dovrei mai passare
i limiti dell’inevitabile, anche nei casi apparentemente insignificanti. Il contadino che ha falciato centinaia
di fiori nel suo prato per dare foraggio al bestiame deve
stare attento ritornando a
casa di non tagliare per capriccio il bocciolo di un fiore che cresce al margine
della strada, perché nel far
ciò danneggia la vita senza
esservi obbligato dalla necessità».
(Le citazioni sono tratte
da: Albert Schweitzer: Rispetto per la vita. Ed. orig..
Monaco, 1966).
4
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PAG. 4 RIFORMA
VENERDÌ 26 APRILE
)ì2i
I cristiani contrastarono apertamente il dominio coloniale giapponese
Corea del Sud^ crescono le chiese pentecostali
H cristianesimo è stato introdotto poco più di cent'anni fa da emigrati ritornati
Le chiese pentecostali sono cresciute più rapidamente di tutte le altre
RECULA STERN-ORIESSER
Fino ai 1985 la Corea del
Sud registrava un deficit
cronico nel commercio internazionale ed era al quarto
posto nel mondo tra i paesi
indebitati con l’estero. Con
l’insediamento del governo
democratico nel febbraio del
1993 con a capo Kim Yung
Sam è partito un nuovo piano quinquennale che già nel
1994 ha portato una crescita
economica dell’8%.
I coreani lavorano generalmente, come ore, il 22% in
più di quanto si lavora nell’Europa occidentale ed hanno in media 8 giorni di ferie
l’anno. I diritti dei lavoratori
sono molto limitati, i sindacati hanno poco spazio, le
assicurazioni sociali sono a
un livello che nei nostri paer '
si sarebbe inaccettabile. Co;
me conseguenza dell’industrializzazione forzata il lavoro domenicale è molto diffuso sui cantieri, negli uffici,
nei negozi.
I giornali haniio spesso
parlato della Corea del Sud
per la corruzione diffusa, che
ha portato in tribimale i due
precedenti presidenti della
Repubblica. Molto denaro,
fhitto di questa corruzione, si
trova depositato presso banche svizzere. La Corea del
Nord invece si trova in gravi
difficoltà per le carestie e per
la fuga all’estero di molti suoi
abitanti. La Corea è ancora
divisa in due, una delle tristi
conseguenze della guerra
fredda. Non manca mai durante i culti la preghiera per
la riunificazione del paese.
Svanita la speranza di riunire il paese nel 1995, si punta
ora al 2000. In un paese dove
la parentela ha ancora un
grande significato, due milioni di famiglie soffirono per
lo smembramento causato
da questa divisione.
Le chiese malate dell’Occi
Una veduta di Seoul, capitale della Corèa del Sud
dente guardano con invidia
al «paese più cristiano dell’Asia», dove le chiese crescono in modo incredibile. Il cristianesimo è stato introdotto
poco più di cent’anni fa da
emigranti ritornati in Corea e
oggi un quarto della popolazione è cristiana. Lutz Drescher, profondo conoscitore
della Corea, dove fi'a l’altro è
stato per otto anni diacono
della Chiesa presbiteriana,
scrive a proposito della crescita delle chiese coreane: «Il
cristianesimo non ebbe
niente a che fare con il colonialismo.
Anzi i cristiani coreani (talvolta contro il volere dei missionari) contrastarono, pagando duramente, U dominio
coloniale giapponese del periodo 1910-1945. E il cristianesimo è andato di pari passo con la modernità fondando scuole e ospedali. Essere
cristiani significava anche
aver maggiori possibilità di
promozione sociale. Spesso
poi le chiese erano gli unici
luoghi dove la gente poteva
passare in modo sensato il
suo limitato tempo libero.
La tragedia della guerra di
Corea, (1950-53) con le folle
immense di profughi, l’emigrazione di massa nelle città
e il conseguente sradicamento sociale, la rapida industrializzazione, lo stress di
una società che è cambiata
troppo rapidamente, le dittature che si sono seguite Luna
all’altra, il senso diffuso di
insicurezza, sono tutti fattori
che hanno determinato la
perdita dei punti di riferimento tradizionali favorendo
il rifugio delle persone nelle
chiese. Si sa che le chiese generalmente crescono nei periodi di crisi e questo è avvenuto in Corea. Fra le chiese
di tipo fondamentalista, la
pentecostale è cresciuta più
rapidamente di tutte. Le
chiese che hanno un messaggio più critico-sociale e
profetico hanno avuto un’
espansione molto più lenta,
anzi, anche se non ci sono
dei riscontri statistici precisi,
sembra che la loro crescita si
sia bloccata.
«Chiesa» in Corea significa
generalmente una chiesa
personale, che fra l’altro si
autofinanzia, il che porta ad
una sorta di concorrenza che
non esclude anche qualche
caso di corruzionè. Le comunità sono molto gerarchiche,
con a capo il «Senior pastor».
La chiesa ha una parte notevole nella vita della famiglia
perché ogni settimana l’intero giorno libero viene passato
nella comunità. Si comincia
con le prove del coro che riprendono dopo i culti (talvolta fino a cinque ogni domenica)» si consuma il pasto insieme e nel pomeriggio si prosegue con lo studio biblico e
con le lezioni per i giovani e
per i bambini. Si ha l’impressione che sia quasi impossibile avere amicizie fuori della
chiesa. (Reformiertes Forum)
Verso le Assise della «Comunità evangelica di azione apostolica» (Cevaa)
La Chiesa metodista del Togo: 20 pastori per 30.000 membri
La penetrazione del metodismo in Africa occidentale
da parte di Thomas Beech
Freeman nel Ghana risale al
1838. L’inizio del metodismo
nel Togo risale al 1843, con la
celebrazione del primo culto
nel palazzo reale di Aného.
Nel 1978 la Chiesa metodista
nel Togo (Emt) è stata eretta
a distretto autonomo, ma
sempre legata alla Chiesa
metodista di Gran Bretagna.
Vita della chiesa
L’Emt conta 30.000 membri battezzati e una ventina
di pastori, coadiuvati da evangelisti. I pastori della
chiesa vengono formati presso la Facoltà di teologia di
Yaoundé (Camerún) o di
Porto-Novo (Benin). Esistono anche programmi di formazione in loco, per 1 laici, in
particolare per i ¿iovani e per
ìe donne. Ogni anno vengono organizzati campagne di
evangelizzazione e riciclaggi
per i predicatori laici, sotto
forma di giornate di riflessione. Chi conosce la tradizione
metodista sa che lo spazio
dedicato ai laici è molto importante, sia nell’annuncio
dell’Evangelo sia in tutti i
campi della vita della chiesa.
Una decina di scuole elementari e una scuola media
costituiscono il ramo educativo. Le élite del paese vengono per lo più formate nelle scuole chnfessionali. La
Chiesa metodista nel Togo
sta progettando inoltre la
creazione di un centro di formazione agricolo a Attitogon. Sul piano sanitario la
chiesa provvede al rifornimento di medicine in alcuni
dispensari pubblici. Vi è inoltre un programma speciale
per i più bisognosi.
Preoccupata dal problema
dell’Aids, TEmt prevede di
avviare un programma di accompagnamento dei malati,
per evitare che essi vengano
respinti dalla comunità. Si
prevede anche un’azione di
sensibilizzazione e di responsabilizzazione della
gente in materia di prevenzione. La Chiesa metodista
respinge la voce a volte difiusa secondo cui l’Aids è una
punizione divina. Anche la
protezione dell’ambiente è
all’ordine del giorno: una
campagna di rimboschimento è in atto in alcuni villaggi.
Nel campo dei mass media
è stato costituito nel 1990 un
Centro di informazione e di
comunicazione. Ogni tre
mesi viene pubblicato un
bollettino di informazione,
«Le flambeau». Alla radio, la
Chiesa metodista partecipa
alla trasmissione «Dio vi
ama».
Problemi e progetti
Data la sua dimensione relativamente ridotta, TEmt è
molto sensibile al problema
delle relazioni con le altre
chiese. Per essa l’evangelizzazione è prima di tutto interna: si rivolge ai suoi membri affinché siano testimoni
dell’Evangelo là dove si trovano: si tratta di una evangelizzazione permanente. Inoltre il Sinodo del 1991 ha dato
un nuovo orientamento in risposta alla crisi socio-politica
che sta attraversando il paese. Questo orientamento, sotto forma di impegno nella vita di tutti i giorni, si ritrova
nelle diverse azioni portate
avanti dalla chiesa.
Così, un vasto programma
di sensibilizzazione e di formazione (pastori e laici) è
stato lancialo per affinare la
coscienza di ognuno, per
uscire da una religiosità cieca, per aprirsi al mondo e alle
questioni della giustizia, dei
diritti umani, dei diritti e della protezione del bambino
(insieme all’Unicef), del rispetto della differenza. L’Emt
è anche impegnata nella lotta
per la salvaguardia del creato.
A livello nazionale, la chiesa è preoccupata per la disoccupazione dei giovani
che non sono più sostenuti
dalle strutture familiari;
Questa situazione genera
problemi di droga e di delinquenza, oltre all’alcolismo e
al tabagismo. Nel corso dei
moti che hanno scosso il Togo nel 1991, la Chiesa metodista ha denunciato con fòr
za il tribalismo, la corruzione e il potere personale.
L’Emt è membro della Cevaa,. della Ceta (Conferenza
delle chiese di tutta l’Africa),
del Cec (Consiglio ecumenico delle chiese), della Mcod
(Dipartimento d’Oltremare
della Chiesa metodista). Inoltre assicura il Segretariato generale del Consiglio cristiano
del Togo, che comprende le
Assemblee di Dio, la Chiesa
evangelica presbiteriana del
Togo, i luterani, i battisti e gli
avventisti.
Dal Mondo Cristianö
Gran Bretagna: ì preti anglicani
divorziati riprenderanno il servizio
LONDRA — La Chiesa anglicana in Gran Bretagna auto,
zerà i preti divorziati a riprendere il loro servizio. Una prò,
sta di riforma sarà lanciata in occasione del prossimo Sin,
generale della Chiesa d’Inghilterra per eliminare da una
nera» i nomi dei preti divorziati. Il loro numero viene stimi
ad oltre un centinaio. Secondo un’informazione pubblica
dal Times di Londra, questa «lista nera» comprende tutti ii
mi dei preti che hanno «recato pregiudizio alla reputazic
della Chiesa.» e che per questo sono stati esclusi dai ruoli]
proposta di riforma prevede che solo i nomi di preti che ha
no commesso gravi crimini, come l’abuso sessuale sui ba
bini, il furto o l’adulterio reiterato, non saranno canee!
dalle liste. D’altra parte, la Chiesa d’Inghilterra sottopp^
ormai i candidati al sacerdozio a dei «test psicologici». Qm
test serviranno a controllare le capacità, i doni e le motiva
ni dei candidati. Finora, la procedura di accettazione et
un’inchiesta segreta che metteva a dura prova i nervi deica
didati. (spp/m
'PAOLO 1
Scarsa l'opposizione ai pastorato
femminile in Gran Bretagna
LONDRA — L’opposizione al pastorato femminile all’ini
no della Chiesa anglicana, in Inghilterra è molto minorèl]
quanto si supponesse. Su 13.025 parrocchie solo 201, cit(
ri,6% non hanno accettato le pastore, secondo un’inchii
condotta dal quotidiano «The Guardian». Queste parroci
sono autorizzate a richiedere al vescovo della propria dioi
di essere curate da un uomo. A disposizione di queste p;
chie vi sono, fra l’altro, dei «vescovi volanti» ai quali la Chi(_
anglicana ha affidato l’incarico particolare di occuparsi dei^
stori e dei membri delle comunità che rifiutano il pastoii ‘
femminile. Dalla decisione presa nel 1992 di consacrare ani
le donne al pastorato sono già 1.500 le donne ordinate. Sei
do il «Guardian» in seguito a questa decisione, 374 past
hanno abbandonato per protesta il loro ministero.
Trovati fra le macerie di Qumran
due frammenti di antichi scritti
QUMRAN — Nel corso di scavi effettuati nei pressi delle &•
mose grotte di Qumran, sul Mar Morto, alcuni archeologi
no trovato due frammenti d’argilla contenenti dei testi scrii
risalenti al I secolo a.C. Si tratta di un totale di 17 righe che ni
sono state ancora decifrate, ha detto il capo della spedMi
archeologica James Stranges. Le tavolette potrebbero foi
nuove informazioni sulla vita della comunità di Qumii
frammenti, della misura di 8 cm. per 5 e di 3 per 2, sono
rinvenuti in mezzo a delle macerie dove gli archeologi riti
no avesse sede il centro della comunità. Negli anni Qu
Cinquanta erano stati trovati in undici caverne di Qumratìdii.
rotoli vecchi di 2.000 anni, che risultarono il più sensazionali
importante ritrovamento di scritti antichi dei nostri tempi Iti
totale furono ricuperati un migliaio di frammenti di antii|
documenti. Circa due millenni orsono probabilmente vivévai
Qumran una comunità giudaica, che con i suoi scritti haii)
fluenzato anche il cristianesimo primitivo.
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taziohale: 1:
Éaicaelal
lesta è 1
illal
Per l'unione fra metodisti e anglicani
LONDRA — In Gran Bretagna è al lavoro una commiSsioì
formata da dodici persone che sta studiando un progetto4
unione fra la Chiesa metodista e la Chiesa anglicana nd Rf
gno Unito. I risultati dello studio dovrebbero essere presenf
entro il settembre del 1996. (emkakr
II teologo cattolico Hans Kiing propone la
riabilitazione di Lutero
Il paese
Il Togo ha una superficie di
56.785 kmq, con una popolazione di 3.400.000 abitanti, di
cui il 55% ha meno di 15 anni. 11 prodotto interno lordo è
di 370 dollari.
Oltre al francese, che è la
lingua ufficiale, si parlano
l’Ewe, il Mina, il Kabié, l’Akposo.
Il Togo coltiva caffè, cacao,
oleaginosi, cotone, arachidi e
varie specie di palme. È inoltre una terra ricca di fosfati e
di marmo.
Sul piano religioso, le chiese protestanti rappresentano
il 4% della popolazione^ la
Chiesa cattolica romana il
23%, l’Jslam il 12,5%, le religioni tradizionali ü 50%. Altri
movimenti religiosi (RoseCroix, la Chiesa del cristanesimo celeste, i Cherubini e i
Serafini) rappresentano T8%.
per que
" - fug
®ni, e va a
jliala
Pfuomo n
®tó.Lapi
®è un ine
BASILEA — Il teologo cattolico svizzero Hans Kiing, rtisce la i
casione del 450° anniversario della morte di Martin Luy ‘‘
ha dichiarato che la Chiesa cattolica romana dovrebbe ri^
litare il riformatore. Secondo il professore emerito di Tu'
ga, che è stato intervistato l’il febbraio alla radio
Lutero sarebbe stato «cacciato» dalla Chiesa con un «pru'
so scandaloso». Il giudizio diverso che si dà su di lui
oggi costituisce tuttora un grosso ostacolo nel camniii^
avvicinamento fra le chiese. Secondo Kiing la riabilit?™
postuma del riformatore sarebbe stata ben più urg^
queUa che è stata fatta 16 anni fa nei confronti di Galilei)
lei, con intervento diretto del papa.
or
Huesto
'ante oggi
Aiuti dei metodisti alla missione in Euro
NEW YORK — A livello mondiale i metodisti sostengoB
gran numero di progetti che riguardano costruzione cn
ospedali, istituti vari, programmi di sviluppo di ogni ge^
In Europa, per il 1996, verranno inviati circa nove mill8l|
lire per la realizzazione di 65 progetti, principalmente neW
si dell’Est. La liotlzia si può trovare in un opuscolo
dall’ufficio «Advance», dell’agenzia «Advance for
his Church», un settore operativo che dipende dalla CO
renza generale metodista. Nella pubblicazione vi spuo
informazioni, registrazioni di offerte relativi a tutti i P^
sostenuti dai metodisti in tutto il mondo. (ernk c
Sud Africa: il cristianesimo non è più l^^j
religione ufficiale dell'esercito
CITTÀ DEL CAPO — Il cristianesimo non sarà più la f ^
ne ufficiale dell’esercito sudafricano. Lo ha annunciato
mitato parlamentare per le questioni di difesa. Ormai u
delle forze armate del Sud Africa sarà il multiconfessiow
e la libertà di culto. In occasione di incontri con i
militari, occorrerà insistere sulle esigenze richieste
nuova situazione, ha precisato il Comitato. Sia la
tramitoria che il progetto di nuova Costituzione gatap_^^
la libertà di culto. /
5
LE 19
)ì 26 APRILE 1996
Cultura
PAG. 5 RIFORMA
ni libro di Levi Della Torre interpreta la condizione del popolo di Dio
Gli ebrei tra separatezza e dispersione
I autori
la prop
o Sina
Un'identità costruita sulla Torà, sulla lingua e sulla terra promessa
Israele e i caratteri fondanti dell'ebraismo
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■fiLLA Dichiarazione di
ftodip®tidenza di Israele
[aprile 1948) è detto: «La
Israele è stata il luogo
^gine del popolo di Israek^iatta di un’affermazio'conScarso fondamento
¡co, frutto più che altro
j polemica fra i nati in
lele e i figli della diaspora,
leleìion è terra d’origine
Jiibrei; Abramo veniva da
^ei Caldei in Mesopotaia. L’ebreo nasce e cresce
fflteso fra la terra da cui
iiene.la terra che Dio gli
projnesso, l’esilio, la dìsione.
resta tensione è alla base
sita diversità, la dislocal è il carattere peculiare
, sua esistenza; dalla Mela a Canaan, da CaSll’Egitto, dall’Egitto a
1, poi a Babilonia e di
a Canaan, per un injento subito contestainvasioni devastanti
_.jdoni, diadochi, romaÒfino alla distruzione di
isalemme e alla conseite dispersione millenaja. La diaspora è dunque
iiogo di nascita e di crescita
le^iebrei, il crogiolo della
ito|àentità, costruita attorto a un triplice centro gravitfflonale; la Torà, la lingua
iel)iaicaela(terra) promessa,
“testa è la tesi di Stefano
^ella Torre, ebreo del- jspora e italiano di TqrilOr^Suo ultimo libro*. È il
avrebbe consentidi rimanere poÉostante la dispersions, Sita antica, che risale a
chiamati in Egitto,
essi furono invitati da Giuseppe a dichiarare di essere
pastori («perché gli allevatori
di pecore sono in abominio
presso gli egizi»), garantendosi così una ghettizzazione
tale da permettere loro di trasformarsi in popolo. Ghetto
significa separatezza e quindi
santità: «Siate santi, perché
anch’io sono santo», dice T
Eterno. Gli ebrei sono stati
eletti (scelti) da Dio a perseguire un «progetto educativo
di santificazione» a favore del
mondo intero. Due i tipi di
elezione: quello «tautologico» dei vincenti e quello «paradossale» dei perdenti. Gli
ebrei sono «perdenti» rimasti
paradossalmente gli eletti di
un Dio sconosciuto e insoli
Riflessioni di attualità *
E li protestant^ìmo?
Il libro di Stefano Levi Della Torre porta per analogia a
un esame delle condizioni del protestantesimo di oggi,
soprattutto di quello minoritario. Dal mondo ebraico esso ha mutuato l’idea di elezione paradossale, separatezza
e progettualità. Persecuzione è seguo di elezione, si sono
detti per secoli molti evangelici: separatezza e progettualità significano recupero della nostra identità più autentica. Questi convincimenti hanno contribuito a creare un
popolo di Dio, un laicato di «nati di nuovo», eletti a un
progetto educativo esemplarmente valido per il mondo
intero, t.ome gli ebrei, appunto.
.Non so se l’attuale ecumenismo (cosi voglioso di
un unità assai spesso troppo simile alTuniformità e al
conformismo) sia in grado di produrre progctiualità altrettanto forti e valide. L’impressione è che oggi si sia assai piii vicini a una omologazione analoga a quella paventata dai figli della diaspora ebraica. L’unità (intesa come
contrario della pluralità) non è un bene in sé; può produrre conformismo ipocrita, sincretismo e intolleranza
nei confronti di chi sia deciso a non lasciarsi omologare.
D’altra parte non è facile fare accettare a un mondo come il nostro una unità autentica che, anziché identificarsi
con r«uniformità omologante» riesca a essere «diversità
riconciliata», in modo da por fine a ogni distinzione iniqua e dogmatica fra chi pretenda di avere il monopolio
della verità e chi invece sia convinto che essa appartenga
solo a Dio; fra eretici e non eretici, insomma, in norne di
un’accoglienza incondizionata dei diversi nella loro integrale e radicale diversità, fp-tad ' ^
to, non sottomesso alla logica dei vincitori. «I primi saranno gli ultimi e gli ultimi i
primi». Il disprezzato, il reietto, il sofferente, il vinto è per
quel Dio l’eletto: a partire dai
secondogeniti che ottengono
la primogenitura, fino agli
elevati al trono (Saul, della
tribù «minima» di Beniamino
e Davide, l’ultimogenito della
famiglia, I Samuele 9,20-21;
16,10-13).
Elezione paradossale, progettualità, promessa: questi
gli elementi costitutivi di una
identità, che si consolida iiella diaspora. Così sostiene
Della Torre in contrasto con i
nati in Israele, per i quali veri,
israeliti sarebbero solo loro,
nati e radicati nella Terra
Promessa. L’eguaglianza proposta dalla Rivoluzione francese ha determinato la fine
del ghetto e la conseguente
perdita del triplice centro
gravitazionale, che nei secoli
ha garantito l’identità ebraica. Ma è impensabile che un
ritorno coatto alla Terra Promessa possa restituire ciò
che è andato smarrito: più
concreto è il pericolo di perdere proprio là (in nome di
una entità statuale vincente e
omologante) anche i caratteri
fondanti dell’ebraismo. Ovvio, il sionismo rispetto alla
diaspora offre un’occasione
in più: di fronte alle persecuzioni, gli ebrei potranno infatti optare per la loro terra,
ma ciò non potrà considerarsi sostitutivo della diaspora.
(*) Stefano Levi Della Torre:
Essere fuori luogo. Il dilemma
ebraico fi"à diaspora e ritorno.
Roma, Donzelli, 1995, pp 119,
£ 16.000.
La riflessione sociale al centro della rassegna milanese di cinema africano
Condizione femminile e ricerca delle radici in Algeria
ne la
^.. MANFREDO PAVONI
? ^-------—-------------
IMatrimoni combinati e
^maturi sono ancora
®>a triste realtà nei villaggi
Ml^egal. Bana ha solo 13
e va a scuola quando la
^glia la obbliga a sposare
nomo molto più vecchio
La prima notte di noz, 'un incubo per Bana che
ài , In violenza del mari..ute^io: per questo, aiutata dalla
^na, nigge a Dakar da una
roata nel movimen„ donne.
“Questo
Il tema più scot“Me oggi fra le senegalesi
dei villaggi, narrato dal cortometraggio premiato dal
pubblico e presentato al 6°
Festival del cinema africano
di Milano, conclusosi il 30
marzo, dal giovane regista
Amadou Thior. Circa 60 film,
tra corto e lungometraggi,
sono stati presenti a questa
che è la più importante rassegna che si svolge in Italia.
Oltre alle proiezioni il Festival, concentrato quest’anno
soprattutto sul cinema algerino, ha previsto una settimana di incontri, tavole rotonde e seminari.
Ha vinto l’algerino Belka
.ji ' .s.
" I II.LILUMRIIIIBWWIIIIIIIIIIEPPIPWMIIIINWWWB^^ ... ...........
Ousmane, primo regista africano conosciuto
cem Hadjadj con Machaho,
girato in un Alaggio berbero
del Sud delTAlgeria in condizioni di estrema difficoltà. Il
film, raccontato durante la
conferenza stampa dal regista stesso, narra di una famiglia berbera in cui il padre
giunge a uccidere il marito
della figlia, rimasta incinta
prima del matrimonio, ed è
nato dall’esigenza di rivisitare in chiave critica gli elementi della storia algerina,
dilaniata da un lato dalla
perdita di identità prodotta
dal colonialismo francese,
dall’altro dagli integralisti
che, nonostante i loro richiami ai valori tradizionali, non
sanno più chi siano, non
hanno un’identità culturale
né affettiva.
«Nel film - ha detto Hadjadj - ho voluto narrare il
problema dell’identità in
particolare degli uomini,
spesso rinchiusi in una categoria culturale del potere e
dell’onore. Le donne hanno
un ruolo differente, esprimono altre finalità come quella
dell’amore e del rapporto
con i figli. Gli uomini esprimono la brutalità della tradizione, le donne una forza vitale e di speranza».
Sono proprio i temi della
decolonizzazione, della crisi
d’identità e della laicità della
cultura il filo conduttore dei
film algerini: mentre in passato il cinema algerino era il
migliore del Maghreb (nel
1975 Lakdar Amina vinse il
Festival di Cannes con Cronaca degli anni roventi), dopo che il Fis vinse le elezioni
poi annullate, esso ha subito
una pausa e si è come spento. Oggi scrivere una frase o
Venezia
SCHEDA
Il ghetto
Il termine «ghetto» (dialettale gheto, che sta per «getto») deriva dalTisoletta veneziana sede di una fonderia,
dove nel sec. XVI vennero
confinati gli ebrei. In epoca
precedente, tuttavia, sono attestati altri ghetti in Spagna,
Portogallo e Germania (sec.
XIII). In Italia il primo ^etto
che si ricordi è quello di Torino (secolo XIV), seguito da
quello veneziano.
Il ghetto più tragicamente
famoso è quello di Varsavia,
in cui gli ebrei furono costretti dai nazisti. Inizialmen
te causa di stenti, fame e
freddo, il ghetto, prima dell’insurrezione (10 maggio
1943), fu l’estremo tentativo
di riftigio degli ebrei quando
iniziò la loro deportazione di
massa, tramite nascondigli
che venivano però scoperti.
La sua storia è stata narrata dal sopravvissuto Marek
Edelman {Il ghetto di Varsavia, Città nuova,' 1993) e ripresa da l'zvetan Todorov in
un’analisi del comportamento delle persone che vi furono
rinchiuse {Di fronte all’estremo, Garzanti).
girare una bobina è un atto
di coraggio rivoluzionario.
«Oggi - ha proseguito il regista - U potere dei media occidentali è fortissimo in Algeria, e forse è dovuta anche a
questo la crisi di identità che
percorre una società in cui
persone di 18-20 anni lanciano bombe e saltano in aria
esse stesse. Il loro spirito e la
loro mente sono stati presi in
ostaggio...».
Un’altra presenza importante al Festival è stata quella
di tante giovani registe afroamericane e africane che hanno portato lavori di straordinaria freschezza e valore
estetico, se si pensa che la
maggior parte dei film è stata
girata a costi bassissimi e
spesso in 16 mm, come Synopsis, «corto» che ritrae la
vita dei giovani del Burkina
Faso, i loro sogni e le loro
speranze. Bello anche il corto
di Fanta Regina Nacro, che
racconta di una bella cortigiana senegalese, che spiega
alle donne di Ouagadougou
l’arte di... svuotare le tasche
agli uomini:'è questo il primo
film diretto da una donna del
Burkina Faso.
Il Festival, organizzato dal
Centro di orientamento educativo e patrocinato dalla
Presidenza del Consiglio,
dalla Commissione europea,
dalla Provincia e dalla diocesi di Milano, è occasione fondamentale per chi sia interessato al cinema che non
raggiunge i circuiti ufficiali,
im evento controcorrente di
fronte all’omologazione delle
culture, all’evaporazione di
tradizioni e identità di cui
soffi-ono i paesi europei e in
particolare l’Italia.
M Un libro di Giovanni De Luna
Donne sotto il fascismo
AUGUSTO COMBA
Fra le due guerre erano di
moda le diapositive stereoscopiche: fotografie doppie, leggermente spostate,
dello stesso soggetto che,
guardate con un idoneo visore, davano la sensazione del
rilievo ma anche l’impressione leggermente inquietante
di essere sospesi fra la realtà
e Timmagine.
Donne in oggetto*, il bel libro in cui Giovanni De Luna
ha esplorato la storia delle
donne «inquisite, denunciate, arrestate, incarcerate durante il fascismo e per qualsiasi motivo finite davanti al
tribunale speciale», utilizza il
ricchissimo materiale costituito sia dai documenti del
famigerato tribunale, sia dalle lettere, dai diari, dalle tracce più varie dell’esistenza
personale delle «donne in oggetto», per indagare con attiva curiosità il contesto sociale e antropologico in cui si
sono collocate le loro vicende. Descrive comportamenti
individuali e collettivi così
peculiari per la mentalità di
oggi, da offrire ai giovani una
esplorazione quanto mai
suggestiva del mondo di ieri.
Ma quei lettori che il mondo di ieri lo hanno vissuto
provano sensazioni assai diverse, di estraniazione, simili
a quelle che procurava la stereoscopia: per loro, quei modi
di essere e di ragionare erano
e restano normali, e sì chiedono: «Qual è la realtà? Quella di allora? Quella di oggi?».
L’inquietudine cessa quando leggiamo la seconda parte
del volume, in cui i piani si ricompongono grazie a quattro
blocchi narrativi anche letterariamente assai belli, dedicati ad alcune antifasciste: fi^a
di esse, T«eroe eponimo», su
cui il libro è stato modellato,
è Tina Pizzardo. Conosciamo
alfine la prima parte, fino al
1939, della vita di una donna
straordinaria, tramata da un’
istintiva vocazione antifascista, ordita dagli amorosi e
tempestosi rapporti con Altiero Spinelli, con Cesare Pavese, fino all’unione cqn He-/
nek Rieser. I valdesi conoscono piuttosto l’ultima parte di
quella esistenza, grazie soprattutto alla militanza federalista di Tina Rieser accanto
a Rollier e a Lo Bue. La base
della narrazione di De Luna è
costituita dal Diario sifiora
sconosciuto, messogli a disposizione da Vittorio Rieser,
e che prossimamente dovrebbe essere pubblicato.
Nel libro non mancano
brevi apparizioni di evangelici, come Evangelina Fasulo,
figlia del pastore di Catania e
madre di un autorevole dirigente comunista e valente risorgimentista, Giuseppe Berti, come Angelo Croci e Enrico Fenouil, giellisti del gruppo di Andreis, che nel dopoguerra ho conosciuto come
valdesi e come massoni. Anche le loro vicende contribuiscono a «definire una valenza
complessiva del termine antifascista riferito agli uomini
e alle donne, piuttosto che alle idee e ai programmi politici», che è il fine del lavoro e il
«sugo della storia».
(*) Giovanni De Luna; Donne in oggetto. L’antifascismo
nella società italiana, 19221939. Torino, Bollati Boringhieri, 1995, pp 435 £ 52.000.
6
PAG. 6 RIFORMA
VENERDÌ 26 APRILE ;
dizio
Federazione chiese evangeliche
Chiediamo la sospensione
delle operazioni in Libano
Il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, pastore Domenico Tomasetto, ha inviato
una lettera all’ambasciatore
di Israele in Italia in riferimento ai recenti eventi bellici al confine con il Libano.
La lettera reca la data del 17
aprile.
«Spettabile e distinto ambasciatore, a nome deUa Federazione delle chiese evangeliche fai Italia, esprimo viva costernazione per il conflitto che si sta combattendo
al confine tra Israele e Libano. Le operazioni militeui in
corso, oltre che colpire la
popolazione civile, rischiano di compromettere in mo
do grave il difficile processo
ìll’a
di pace in corso nelrarea.
Come evangelici abbiamo
salutato l’avvio del negoziato come la nascita di una
speranza di convivenza nella pace e nella sicurezza per
tutti gli stati, i popoli e le fedi del Medio Oriente.
Insieme al popolo d’Israele e al mondo intero abbiamo pianto l'uccisione di
uno dei protagonisti di quel
processo, confortati dalla
convinzione che il suo sogno e il suo progetto ormai
appartenevano al suo popolo. Allo stesso modo abbiamo espresso la nostra piena
amicizia e solidarietà al governoi e al popolo che Lei
rappresenta in occasione
degU orribili attentati terroristici compiuti in modo
blasfemo contro vittime innocenti ed abusando del
nome di Dio.
Oggi, Signor ambasciatore, ci associamo a quanti in
tutto il mondo chiedono la
sospensione delle azioni militari a favore di un’iniziativa
politica e diplomatica che,
con la necessaria determinazione, garantisca la piena sicurezza delle popolazioni e
la ripresa di un negoziato di
pace allargato a tutti i paesi
dell’àrea. Per parte nostra
continueremo a pregare e a
lavorare perché le ragioni
della pace, della sicurezza e
della coesistenza tra i discendenti di Abramo possano prevalere in una terra che
il Signore ha cara e ha coperto di benedizioni». (nev)
Beirut nel 1991: le distruzioni non sono finite
A Casal di Principe cresce il razzismo
La camorra e gli immigrati
In un paese dove la legalità è quasi assente sono le forze
della delinquenza a garantire l'applicazione del decreto
Casal di Principe è un paese nella piana del Volturno,
un centro agricolo che sempre più sta diventando
l’estrema periferia dell’area
metropolitana di Napoli. Qui
la camorra esiste da sempre e
da sempre ha dettato legge.
Qualche anno fa era stata
eletta un’amministrazione di
sinistra, ma sotto le minacce
è durata poco. Non molto
tempo fa un prete è stato ammazzato in chiesa, era impegnato contro la camorra.
Recentemente nella zona
sono stati ammazzati due immigrati e feriti una quindicina. È in questo clima che negli ultimi giorni la camorra ha
intimato agli extracomunitari
di andar via minacciando anche chi affittava loro le case.
Anche se all’inizio non era
chiaro il da farsi, le organizzazioni a favore dégli immigrati
sono scese in piazza, e hanno
fatto parlare la televisione e i
giornali nazionali; i responsabili dell’ordine pubblico, una
volta sotto i riflettori della
stampa, sono stati costretti
ad intervenire massicciamente. Per il momento tutto sembra rientrato nella normalità,
anche se da queste parti questo concetto è molto precario.
Andrea Marmiroli, dirigente della Rete nazionale antirazzista, afferma: «Certamente qui la situazione è grave
perché la delinquenza organizzata interviene con una
violenza devastante, però non
bisogna dimenticare che in
tutta Europa c’è lo stesso clima di intolleranza, di razzi
smo, di indijferenza. Nel Nord
Italia il decreto voluto dalla
Lega ha provocato licenziamenti e molti immigrati hanno perso la casa. Sarebbe riduttivo e non rispondente al
vero far credere che l’unico nemico che hanno gli immigrati
è la camorra».
E Massimo Angrisano, segretario della Cgil campana, aggiunge: «Per il momento abbiamo segnato un punto a nostro favore
perché abbiamo rotto il muro di
silenzio e di omertà. Scendere in
piazza era l’unica cosa da fare e
l’abbiamo fatta». E di rimando
Jamal Quddami, palestinese responsabile regionale della Cgil
immigrati: «Si, è vero che siamo
scesi in piazza, però all’inizio si
era accettata la sconfitta. Non è
stato facile infóndere coraggio
spiegando che non bisognava cedere alle minacce», così come
Giacomo Marrazzo dell’Arci di
Giugliano: «Non possiamo ogni
volta limitarci a rispondere
all'emergenza: o siamo capaci di
proporre progetti e costringere le
istituzioni a realizzarli oppure rimarremo schiacciati».
Un altro parere lo registriamo con Toussain Kaziama,
zairese dirigente sindacale
della zona aversana: «Dobbiamo denunciare il fatto che
qui lo stato sembra non esistere. Come si può permettere
alla malavita di imporre la
propria legge? A noi immigrati lo stato italiano nega il diritto di cittadinanza, ma qui
per gli stessi italiani non esistono diritti finché è la camorra a comandare». E ancora Massimo Angrisano: «È
una mia opinione personale,
ma sono convinto che questo
clima è anche frutto di un decreto fatto apposta per rendere ancora più difficile la vita
agli immigrati». Antonella
Avolio, del coordinamento
immigrati di Aversa, è realista
e sconsolata: «Ma non vi rendete conto del paradosso che è
la camorra che si fa garante
dell’applicazione di una legge
razzista dello stato italiano?
Oggi è facile commuoversi per
le sofferenze che procura la
camorra, ma il decreto voluto
da Bossi sono stati in pochi a
contrastarlo».
Qui ci fermiamo e siamo di
fronte a un terribile circolo
vizioso: il razzismo, che ogni
giorno viene alimentato tra la
gente, produce un decreto
razzista: e questo decreto genera un salto di qualità nella
violenza razzista. Tutte le tragedie più grandi dell’umanità
sono iniziate con la gente che
girava la testa dall’altra parte.
Bua
fineaso
‘aimlttei
L'Edltori
ü diritto <
Crocifisso
al seggio
Il 4 aprile il prof. Mara
Montagnana è stato [
sato e condannato dai p^
re di Cuneo per aver disén
to nel marzo 1994 il sea
elettorale, dove era stato t
minato scrutatore, _
non veniva rimosso ii cr^
fisso. Il movimento Cartai
in un comimicato, ha espR
so la sua solidarietà al pi
fessor Montagnana, cheì
inteso col suo gesto riafi^
mare la laicità dello S
diritto di ogni cittadino altìl
spetto per le sue più profo^
de convinzioni. Carta'!
mentre rileva che «il gimì
nell’emettere la sentea
non ha tutelato questo ( ^
to che pure, in occasio|
della stessa consultazioti
elettorale, fu invocato
prolungare di un gioui^
l’apertura dei seggi ondeei
tare la coincidenza conlah
squa ebraica», denunciai»
violazione della Costituzìoi ¿f
«che ha la laicità fra i suo
principi ispiratori».
Evangelici
in Parlamento
Sono cinque i parlamene
ri evangelici eletti il 21 apri^
tutti nelle liste deH’Ulii
Quattro sono riconfermal|
Valdo Spini e Rosario Olia
dei laburisti, eletti rispett
mente a Firenze e a Isola Ohi
po Rizzuto; Domenico Mal
selli, dei cristiano-sociali
eletto a Lucca; Lino De Bei|
netti, verdi, eletto a Genovij
la matricola invece è (
Gardiol, verdi, eletto a Setti
mo-Chieri in Piemonte.,
Í
n
■I II caso delle «mucche pazze» e le responsabilità degli allevatori inglesi. Il parere di uno zootecnico
Una forma (lieve) di sindrome di Creutzfeld-Jacob ci impedisce di ragionare
PIERO ROSTAONO
CI deve essere una forma
lieve della malattia di
Creutzfeld-Iacob che colpisce l’umanità nel suo complesso senza provocare morte o traumi particolarmente
gravi; solo una diffusa incapacità di discutere serenamente suddividendo gli argomenti e affrontandoli con ordine. Non intendo parlare dei
politici (troppo facile) ma di
noi tutti, gente più o meno
comune che magari, lavorando sul proprio personal computer organizza il lavoro in
«directory», «sub directory»,
«file», ma poi quando è coinvolta in una discussione inverte bellamente cause ed effetti con ardite acrobazie logiche, finendo inevitabUmente per confondere (e confondersi) le idee; Mi riferisco ai
dibattiti sul tema della Bse
(malattia della mucca pazza).
Tre piccoli esempi tratti dalle
mie letture.
Sul Venerdì di Repubblica
del 12 aprile intervista al prof.
Laszlo. Gli argomenti sono
molto seri e riguardano i modelli di sviluppo, quindi sono
ragionamenti di tipo sociologico, etico, economico e politico ma l’occasione deH’intervista è data dalla Bse quindi improvvisamente: «Se le
mucche erbivore vengono
obbligate per ragioni econo. miche a diventare carnivore,
come è successo, e addirittura cannibali, lo stress si può
manifestare...».
D’altronde il titolo del servizio è illuminante: «Dopo la
mucca pazza; se la natura si
ribella» e, nel testo, «presagi
come il virus Ebola o quello
dell’Aids o come la nuova storia delle mucche pazze». Ecco
lì un bel minestrone servito.
Con raggiunta di dati «scientifici» come «con il consumo
di una mucca potrebbero
mangiare 7 persone - in Africa 300 mOioni di persone soffrono la fame - un americano
consuma come 20 indiani con il consumo europeo potrebbero vivere sulla Terra 1
miliardo e 800 milioni, invece
siamo quasi 6 miliardi - le 17
maggiori imprese del mondo
fatturano come i 50 paesi più
poveri messi insieme». Tutto
vero. Ma che guazzabuglio!
Per non parlare di chicche del
tipo: «Domanda (ci si riferisce
al cambiare abitudini): “Vuol
dire diminuendo il nostro livello di vita?” Risposta: “No,
io ho abitato dieci anni a New
York e ho calcolato che lì consumavo 3-4 volte più energia
e prodotti di quanto non mi
accada qui, nella campagna
toscana. Eppure la mia vita è
molto migliorata”». 11 corsivo
è mio, che faccio lo zootecnico e, invece, abito in un condominio a Milano. Suvvia,
professore!
Secondo esempio. «Vegetariano e sto bene» del dott. Enzo Rocchi su «La Repubblica
salute» si sabato 13 aprile. Un
articolo con un sacco di argomentazioni serie, ma cosa
c’entra che l’uomo non è un
vero carnivoro perché ha
tfaandibole troppo piccole ed
è privo di artigli? Come se
l’uomo avesse seguito la stessa linea evolutiva degli altri
animali. E quella frase finale:
«Se però si vuole mangiare
carne a tutti i costi, almeno si
dia la preferenza al cavallo
che certamente è meno manipolato del bovino». Ma chi
glielo ha detto?
Terzo esempio: Gianni Tamino su Riforma del 29 marzo. Un articolo equilibrato,
che pone il problema dei
Dal «Financial Times»
controlli in modo non allarmista, ma...a un certo punto
ecco spuntare il diavoletto
tentatore: «Un altro problema
che già da tempo è all’attenzione del Parlamento europeo riguarda il tipo di allevamenti, del tutto innaturali,
che alterando cicli vitali, condizioni di vita, benessere degli animali, li rende particolarmente sensibili anche a
malattie rare o sconosciute in
precedenza (si pensi ail’uso
di proteine animali per alimentare gli erbivori, alle condizioni innaturali di stalle e in
genere degli allevamenti intensivi, alle sofferenze durante i trasporti)». Ecco fatto il
minestrone.
Allora, poiché sono uno
zootecnico, vorrei fare alcune
precisazioni: il rumine di cui
sono dotati, appunto, i ruminanti è un fermentatore che
nella vacca raggiunge il volume di 100-150 litri nel quale si
sviluppano, si moltiplicano,
muoiono (diventando quindi
alimento per l’animale) alcuni miliardi di batteri divisi in
diverse famiglie; ci sono quel
le che degradano la cellulosa,
quelle che degradano gli amidi, quelle che degradano le
proteine, ecc. Lo sviluppo di
tutte le famiglie è legato al loro equilibrio. Se una si sviluppa a danno delle altre il rumine funziona male o smette di
funzionare e la vacca si ammala. Una vacca che produce
oltre 30 litri di latte d giorno
(garantisco che non soffre per
questo) arriva ad ingerire anche 40-45 kg di alimenti: dipende se sono più o meno
umidi, se contengono cioè
più o meno acqua (1 kg di fieno contiene 150 gr. di acqua,
1 kg di erba ne contiene circa
800). Per questo motivo si è
presa l’abitudine di formulare
le razioni «in sostanza secca»
in modo da poter valutare
tutti gli alimenti con lo stesso
metro. Ebbene, per la salute
di quei batteri, e quindi della
vacca, almeno il 50% della sostanza secca somministrata
deve provenire dai foraggi; il
resto può essere apportato
con alimenti di diversa provenienza ma che abbiano, comunque, una buona fermen
tescibilità, che servano cioè
da substrato per i batteri.
Le farine animali si caratterizzano per una bassa degradabilità ruminale, sono poco
utilizzate dai batteri e giungono in gran parte inalterate
nello stomaco, nel quale ha
inizio la digestione; si sono
utilizzate perché hanno una
concentrazione proteica elevata e, quindi, con piccole
quantità si possono far giungere direttamente all’intestino principi nutritivi (aminoacidi) che sono indispensabili
all’animale per produrre a
sua volta le proteine del latte
o della carne. Raramente si
superano i 500 grammi al
giorno per animale. Se ne viene somministrata una quantità troppo elevata, si sottrae
sostanza fermentescibile ai
batteri ruminali che, per
mancanza di substrato, non si
moltiplicano più: la vacca
cessa di alimentarsi e, se non
si interviene, può anche morire. Quindi non è possibile
trasformare gli erbivori in carnivori, nessun allevatore l’ha
fatto né lo farebbe perché una
vacca costa svariati niilioni.
Altro che vacche cannibali!
E veniamo alle stalle e alle
condizioni innaturali. In condizioni innaturali, di solito,
un animale soffre; se soffre
non produce; se non produce
l’allevatore fallisce. Perciò gli
allevatori più avveduti (dott.
Tamino, che stalle frequenta
lei?) si preoccupano del benessere del loro animali dotandoli di stalle ampie, ben
arieggiate e illuminate e d’
estate arrivano perfino a installare dei ventilatori e docce
per fornire rinfresco nelle ore
più calde. Le mungitrici meccaniche di oggi massaggiano
la mammeUa per stimolare il
riflesso del rilascio del latte.
molto meglio di quanto6;
cessero i mungitori degli 8®
’50. Gli allevatori che,pO
mentalità o impossibili!)
continuano ad allevarePj
ambienti malsani (quelli®
nostri nonni, per intenderò ■
o con metodi, anche alint®
tari, inadeguati, sono desti®
ti ad essere espulsi dalp®
cesso produttivo.
Il contagio della Bse di]^ ^
de dai mancati controlli, of
dagli allevatori avidi d>r’^
chezza. Impostare così il P®
blema è fuorviante.
na nessuno in questi gio®
è beccato una salmonellatj
non si è saputo...),
che cosa si scrivere
dell’alimentazione dei
delle galline che oggi va®“'
ruba? ;
11 riciclo di sostanze che
drebbero distrutte è po® ,
o negativo? 11 siero -
siduo delle lavorazioni de^
seifici se buttato nei ca®P^
altamente inquinante» se .
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(che ne sono ghiotti) •
prosciutto. Ora si sW“ » *
Lndo anche nell’al>®3
zione delle vacche. Co j
mettiamo? Le fariiie di
e pesce, se contaminate»^ . i
un problema di ■
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dizione in abb. postale/50 - Torino
^ easo di mancato recapito si prega restituire
ti mittente presso l’Ufficio PT Torino CMP Nord.
à'Èdltore si impegna a corrispondere
jl diritto di resa.
Fondato nel 1848
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' La castanicoltura rappresenta per le valli non solo un’atticità consolidata da secoli (molti alberi fruttiferi sono pluricentenari), ma anche ricca di prospettive. Un castagno in
Ripiena produzione può dare annualmente più di un quintale
di frutti e se si tiene conto che nella sola vai Pellice ne sono
,stati .censiti circa 10.000 esemplari, si può ben capire l’importanza, anche economica, di questa produzione agricola.
Ma per garantire un futuro a questa coltivazione occorrono
cure colturali agli alberi e un rinnovo di piante. Nello scorso
autunno sono state messe a dimora nuove piantine innestate
in valle con varietà locali; da qualche giorno è iniziata, a
.‘cura di agronomi specializzati, la non facile potatura degli
' esemplari più interessanti al fine di bloccare la diffusione
'del cancro e ridare vitalità agli alberi.
Delle
VENERDÌ 26 APRILE 1996 ANNO 132 - N. 17 URE 2000
Quasi tutto è filato via liscio: poco dopo la mezzanotte qualche piccolo Comune di montagna aveva già
ultimato i tre scrutini; alle 4
da Pomaretto segnano ancora
qualche difficoltà nello spoglio del Senato ma più tardi
tutto viene concluso regolarmente. Rispetto a due anni fa,
prima votazione col sistema
maggioritario, c’è stato un
«ribaltone»; al,posto degli
esponenti dèi centro-destra
Malan e Bonansea sono stati
eletti Merlo e Passone dell’Ulivo. La Lega raggiunge
percentuali da valli bergamasche in molti Comuni dove
diventa il primo partito.
Se Malan fosse rimasto
nella Lega forse sarebbe stato
rieletto mormora qualcuno, e
IL VOTO ALLE VALLI
CAMBIA TUnO
PIERVALDO ROSTAN
probabilmente è vero. Ettore
Micol al Senato supera alla
grande i 20.000 voti, un dato
che da solo basta a spiegare
la sconfitta di Bonansea.
L’esponente del Polo subisce
pesanti delusioni non solo
nelle valli da sempre poco
amiche, ma anche nella pianura: a Pinerolo è sotto di
4.000 voti, a Piossasco di
1.500, a Lusema e Torre Pellice di 700. Così matura il
successo dell’Ulivo, paese
dopo paese. Ed è la stessa
storia alla Camera dove Merlo impone pesanti punteggi
nei centri chiave, compresa la
patria di Malan, Lusema; fin
che si confrontano i dati delle
valli si hanno percentuali roboanti ma Sostanza poca: si
fanno i conti su poche centinaia di voti ma quando si arriva a Piossasco la differenza
è di quasi 2.000 voti, a Pine
rolo è di più di 4.(X)0 e si capisce che Lucio Malan non
tornerà a Roma per la seconda volta. E anche alla Camera il risultato della Lega è situato fra il 20 ed il 30%.
Poi è il momento del proporzionale: Forza Italia perde
un po’ rispetto a due anni fa,
il Pds anche, in difficoltà i
verdi e la lista Pannella; sale
ovunque Alleanza nazionale
ma non nella rhisura temuta,
raddoppia Rifondàzione che
erode un po’ ovunque a sinistra. Lo scrutinio è finito, è
l’alba e il risultato si allinea
con quello del resto della Provincia di Torino; il sistema
proporzionale è morto, chi
vince arraffa tutto; forse non
piace a tutti ma questo è un
altro discorso...
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jPineroIo
Per non
dimenticare
il passato
; «Non dimenticare il passato
-costruire il futuro» è lo slogan che lancia e spiega la
• quarta edizione della settimana della solidarietà, che si
svolgerà a Pinerolo dal 25
aprile al 5 maggio 1996. Il
issato da non dimenticare è
quello in cui hanno prevalso
le ideologie del nazismo e del
fascismo che tendevano a
•creare un mondo diviso tra
dominatori e dominati, tra
'«buoni» e «cattivi», tra bianchi e neri, tra chi ha diritto a
vivere e chi deve essere annientato. Il futuro al quale
guardare, da costmire, è quello fatto di uomini e donne gli
' uni diversi dagli altri ma tutti
nguali,| Contro ogni razzismo,
contro l’antisemitismo, la xe,?»ofobià e l’intolleranza que. ^ sta è dunque la linea sulla
fluale queste giornate voglio^ no muoversi.
Nelle edizioni passate erano
Giorgio Merlo e Elvio Passone vincono la competizione nei collegi di Pinerolo e di Pinerolo-Susa
Una legislatura per valorizzare le autonomie locali
i stati accentuati i temi del riJ ®^do, legati alla Resistenza e
^'Uiranniversario della Liberandone; quest’anno gli organiz&tori hanno voluto guardare
*q)rattutto a quello che sarà il
'Stondo di domani, legando le
l'p^ate della solidarietà all’
9ttale il futuro,
®Ìwnt» M ® l’altrove hanno imme' j^^ta visibilità, senza per quei' ''olcr suscitare un po’
^di buonismo e commiserazioL Le mostre, gli incontri e i
‘|.^®ttiti consentiranno di ap^^.jrofondire le tematiche e gli
i^^tacoli consentiranno di rirìi'aiiirt®^ Lf insieme per provare a
seguito al titolo aperdin. tod, tutta l’iniziativa, «Se tut“Umbini del mondo...».
j^Kiperanno gruppi e asso. ^toni che operano a Pinei sei Pinerolese, che ani
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Dunque si cambia registro:
il Collegio di Pinerolo e valli
ha visto, come per tutta la
provincia di Torino, il successo deirUlivo. Claudio Bonansea e Lucio Malan tornano a
casa: il nuovo deputato è
Giorgio Merlo, il nuovo senatore Elvio Passone.
Abbiamo raccolto le prime
reazioni al termine degli scrutini’: «Abbiamo vinto - dice
Giorgio Merlo - per tre motivi: ci siamo dimostrati più affidabili sul terreno democratico, e mi riferisco alle proposte in materia di riforma istituzionale; in secondo luogo
abbiamo offerto più affidabilità sul terreno economico-sociale, e mi riferisco alla capacità di riformare lo stato sociale senza smantellarlo, e
come terzo punto e leva vincente di questa consultazione
il fatto che abbiamo fatto sì
che la politica sia tornata
protagonista, al di là delle televisioni, dei personalismi e
delle provocazioni».
L’on. Merlo non pare essere
stupito dal notevole risultato
ottenuto dalla Lega Nord:
«Questo risultato era previsto, magari non in questa am
L’on. Giorgio Merio
piezza, ma era nell’aria - afferma -: nel momento in cui
la Lega ha accentuato la sua
identità e soprattutto la sua
cultura secessionista era inevitabile che raccogliesse gran
parte della protesta. Con la
Lega occorre comunque aprire immediatamente un dialogo: le percentuali raggiunte ci devono far riflettere».
Giorgio Merlo è parte dell’
anima cattolica e popolare del
Pinerolese; come vive il rapporto con le forze di sinistra
presenti nell’Ulivo? «Con il
Pds c’è da alcuni anni un
ii sen. Eivio Fessone
rapporto splendido come capacità di sintesi culturale fra
la componente cattolica democratica e la componente
della sinistra democratica;
per quapto riguarda Rifondazione comunista su alcuni
punti c’erano convergenze
sullo stato sociale e su quello
istituzionale». In maggio le
nuove Camere verranno insediate; quali saranno i primi
passi del neodeputato Merlo?
«Vorrei fare due cose: - conclude il nuovo parlamentare
deU’Ulivo pinerolese - essere
interprete dei problemi di
questo territorio dove ho ricavato questo consenso, inserendo però qualunque problematica locale nell’ottica nazionale: io non sarò il "notabile”
del Pinerolese».
Ovviamente deluso il deputato uscente Lucio Malan,
eletto due anni fa col simbolo
della Lega Nord da cui poi
uscì per disaccordi con la leadership e questa volta bocciato
grazie al contributo detenmnate proprio della Lega. «E diventato operativo - dice Lucio
Malan - il “compromesso storico” fra i cattolici e i comunisti e io sono ben contento di
essere dall’altra parte. Ho
avuto l’impressione che il voto
sia stato dato sui simboli sulla
base dei vecchi schieramenti;.
ha vinto il “cattocomunismo”
ma 20 anni fa De e Pei avrebbero fatto il 70% mentre oggi
sono fermi al 45%. Il resto, a
causa della Lega, è stato diviso e dunque ha perso; il neo
nazionalismo leghista non
aveva una proposta concreta
ma ha saputo raccogliere il
voto di protesta pura che non
porta a nessun tipo di governabilità».
Anche l’altro sconfitto.
niostra di disegni, di
'W':- in»-* ‘^»bttttiti sulle adozioni
’ » sili e a distanza,
' -ir, j*®^^**» fanciullo nel
I »Sondo.
Beqkwith è spesso ricordato per il suo
impegno a favore dell’istruzione
elementare e superiore: egli fu al centro
di un acceso dibattito quando propose (h
trasformare la moderatura da carica limitata nel tempo a una carica a vita. Con
ciò egli pensava di rendere più comprensibile agli italiani l’organizzazione della
Chiesa valdese e quindi più penetrante
anche la sua predicazione. Augusto Armand Hugon, nella sua Storia dei Valdesi, afferma che «l’opposizione dei valdesi fu pressoché unGnittic». E interessante
leggere una lettera scritta il 25 gennaio
1838 da un giovane studente valdese,
Matteo Gay, allora a Losanna, che si oppone vivacemente alla proposta degli inglesi e fa alcune considerazioni che mentano di essere rilevate. Innanzitutto il
fatto che il moderatore a vita, «se lo nominiamo buono, avremo da lui un buon
servizio per tutto il tempo in cut non st
corromperà; ma se dovesse corrompersi,
come è accaduto a Salomone che perse
IL FILO DEI GIORNI
A VITA?
_____________BRUNO BELUON _____________
la saggezza che lo aveva contraddistinto
nella sua gioventù, saremo mal serviti
durante tutta la vita del signor vescovo».
In secondo luogo, in una piccola chiesa
come la nostra, dove la scelta tra le persone è necessariamente limitata, può ben
accadere che alla morte del moderatore
«non si trovi nessuno in grado di ricoprire questo incarico: allora si nominerà
una persona incapace e sarà un cattivo
moderatore per 40 armi o giù di lì; se invece si elegge il moderatore per ii tempo
che intercorre tra un Sinodo e l’altro, dopo 5 o 6 anni si avrebbe probabilmente
la possibilità di nominarne uno buono».
In terzo luogo Gay paventa che, essendo il nuovo moderatore a vita, proprio
perché sostenuto dagli inglesi, dotato anche di un appannaggio che andrebbe ben
al di là dei rintxborsi delle spese di rappresentanza, acquisterebbe un lustro e
una influenza spropositata, essendo
l’unico che dovrebbe interloquire con il
re e con l’estero. «Colloca un dominatore, uri ambizioso, abile e fine, su questa
cattedra episcopale e avrai ben presto
un monarca assoluto al quale non ci po■ trà opporre a motivo delVinfluenza del
suo lustro e della sua esperienza negli
affari nostri. Trovo gli olandesi più rispettosi degli inglesi - prosegue Gay -;
ci fanno del bene ma ci lasciarw liberi di
svilupparci secondo le nostre necessità e
il nostro carattere... Se le Valli accetteranno una tale proposta, non sarà per
convinzione, ma per deferenza verso un
benefattore o per non rinunciare a beneficifuturi. Sarebbe una sorta di venalità.
Dio ce ne preservi!».
Claudio Bonansea, Ccd del
Polo e senatore uscente, imputa alla lista della Lega
Nord le ragioni deU’insuccesso: «Il grande malcontento
della gente è sfociato nel voto alla Lega; ho sempre manifestato una preoccupazióne
per un possibile forte astensionismo; non è stato così e i
voti sono andati a quella Lega che due anni fa portò in
dote alla mia elezione diverse migliaia di voti».
Di fronte ai risultati ottenuti
sia a livello locale che nazionale la Lega ha di che rallegrarsi: «È stato un risultato
molto buono - dice il candidato al Senato Ettore Micol perché vuol dire che l’esigenza che noi cerchiamo di rap^
presentare fra la gente è molto sentita. Siamo vittime di
pregiudizi che impediscono
alla gente di avvicinarsi più
numerosa ma se ciò avvenisse
anche il consenso aumenterebbe. Sono inoltre soddisfatto della sconfitta di una destra pericolosa».
«E stato un successo oltre
le previsioni — commenta il
neosenatore Elvio Passone -;
sono contento oltre che per il
risultato personale soprattutto per il paese: abbiamo dimostrato che la gente è disponibile ad ascoltare e Recepire
un discorso di responsabilità
e solidarietà. Certo governare
sarà più diffìcile che vincere
le elezioni; al di là di un impegno nel settore giustizia dove potrei valorizzare la mia
esperienza, vorrei riuscire a
creare un proficuo rapporto
con il territorio e con le istituzioni che lo rappresentano.
Credo sia importante rapportarsi cqn i problemi dei cittadini, raccoglierne istanze, richieste ma soprattutto progetti; una delle prime riforme
che vorrei affrontare è quella
dei ruoli delle Camere: la
creazione di una “Camera
delle Regioni” che consenta
di valorizzare le autonomie
locali dovrebbe essere un obbiettivo centrale del nostro
agire in Parlamento».
8
PAG. Il
E Eco Delle valo moESi
VENERDÌ 26 APRILE 199fi
Pubblico e privato nell'ente di Pinerolo
Nasce ¡I consorzio di
Economia aziendale
Mercoledì 3 aprile si è costituto a Pinerolo il Consorzio
di economia e amministrazione aziendale. L’iniziativa assunta dal Comune e dal Comitato presieduto dal dott.
Dario Debemardi ha così raggiunto una meta significativa
e importante che consente di
poter dire che l’anno accademico 1996-97 vedrà a Pinerolo l’inizio dei corsi per il diploma universitario in Economia e amministrazione delle
imprese.
L’atto di costituzione del
Consorzio, predisposto dal
notaio Ortali, è stato firmato
dai sindaci di Pinerolo, Cumiana. Porosa Argentina, Pinasca. Piscina, Pomaretto,
Villàr Porosa, dal presidente
della Comunità montana Pinerolese pedemontano, dai
rappresentanti di Banca Brignone. Associazione piccola
industria di Torino, Coreos,
Collegio dei ragionieri commercialisti, Chiriotti editori.
Wm
RADIO
BECKWITH
VANGELICA
Skf, Merloni elettrodomestici
e dall’ing. Francesco Poèt: le
quote di impegno annuale
ammontano a 140 milioni.
Quelli citati sono i rappresentanti degli enti e delle imprese che al 3 aprile hanno
formalizzato l’atto di adesione, ma la lista è più lunga dal
momento che altri enti locali
(i Comuni di Porte, Sestriere,
Cercenasco, Villafranca Piemonte, la Comunità montana
valli Chisone e Germanasca)
e altre aziende (la banca Crt,
la banca San Paolo, la Mustad) hanno dichiarato la loro
adesione. Ci sono poi altri enti che sostengono economicamente l’iniziativa ma che per
scelta o per ragioni statutarie
non aderiscono al Consorzio:
Beloit, Acea, Camera di commercio di Torino. Si è anche
in attesa delle adesioni dell’
amministrazione provinciale
di Torino che in più occasioni
aveva manifestato interesse
all’iniziativa che vede un notevole coinvolgimento degli
enti locali e delle imprese.
Merita ancora ricordare che
al momento la cerimonia di
firma della costituzione del
Consorzio il prof. Bocchino,
che rappresentava la Facoltà
di economia e commercio, ha
dato notizia deH’interesse
della Facoltà stessa ad avviare a Pinerolo anche altri corsi
di diploma universitario già
approvati. Procedono intanto
i lavori per l’allestimento
della sede.
Incontro alla Comunità montana valli Chisone e Germanasca
Tutte le virtù del formaggio
La scoperta del procedimento che permette di ricavare il formaggio dal latte cagliato si perde nella notte dei
tempi e assume un posto di rilievo nella storia dell’alimentazione, se si pensa al numero
infinito di popoli che hanno
tratto e ancora oggi traggono
il loro sostentamento dalla pastorizia. La possibilità di trasformare un alimento deperibile quale è il latte in un prodotto altrettanto nutriente ma
di solida struttura e ben conservabile ha indubbiamente
fatto compiere un notevole
passo avanti alla civiltà. Per
questo la tecnica casearia è
stata a volte vista come un
omaggio al genere umano di
esseri magici, stregoni o «fatine», ben presenti nelle leggende delle nostre valli.
Per rimanere nella realtà dei
nostri giorni, il perito agrario
Guido Tallone, che lavora nel
Centro di formazione professionale sulla lavorazione del
formaggio a Moretta (Cuneo),
nel corso degli incontri per
agricoltori ha spiegato come
si possono confezionare in casa formaggi vari e yogurt «fai
da te». Il formaggio è un alimento di grande semplicità,
infatti anche i grandi caseifici
che lavorano 5.000 quintali di
latte al giorno non fanno che
arricchire la,ricetta base: latte,
caglio, sale. Le variazioni sul
tema, però, sono infinite e la
scelta nella produzione nostrana o estera è ricchissima.
Rimane da domandarsi perché
uno voglia farsi il formaggio
da solo, invece di comperarlo
nei negozi senza tanta fatica.
Il museo
di Frali
Può succedere di trovarsi in
casa un’eccedenza di latte e di
volerlo utilizzare, oppure si
può avere il desiderio- di consumare un prodotto che si può
seguire dall’origine al risultato finale. In mancanza di latte
di stalla, si può usare anche
quello fresco pastorizzato che
si trova nei negozi, con l’avvertenza di reinserire i fermenti lattici che la pastorizzazione ha fatto sparire.
Il tecnico ha sconsigliato di
lavorare piccole quantità di
latte, quindi di non tenersi al
di sotto di 10 litri per volta,
data la resa in formaggio non
superiore al 20%. La bontà
del risultato dipende dalla
qualità della materia prima,
ma anche dalla capacità di
eliminare il siero che rovinerebbe il prodotto. Lo smaltimento del siero nei grandi
complessi industriali è un
problema non indifferente,
perché la sua acidità lo rende
particolarmente inquinante:
per questo motivo ai caseifici
vengono associati allevamen
ti di suini, dove lo si usa come mangime. Tallone ha ancora spiegato come dal siero,
nella produzione familiare, si
possa ricavare la ricotta, ma
ha anche consigliato un manuale da tenere sempre sott’
occhio per non sbagliare tempi e temperature.
Anche lo yogurt fatto in casa è realizzabile, la difficoltà
sta nel mantenere il calore del
composto a 45 gradi precisi:
al latte si aggiunge yogurt intero comperato nella misura
di un vasetto da 125 gr. ogni
2 litri. Il consiglio è quello di
procurarsi una yogurtiera ma,
a questo punto, se uno non ha
latte proprio, c’è da chiedersi
quale sia la convenienza
deir operazione.
L’aspetto economico non è
stato però la causa principale
dell’interesse dimostrato dai
presenti per le indicazioni
dell’esperto in formaggi: piuttosto il desiderio di saperne di
più su un alimento gustoso
che occupa un posto importante sulla nostra tavola.
Mi è spiaciuto leggere della
disavventura di Marco Rostan
a Frali (Eco n. 16) e concordo
con alcune delle critiche. Vorrei però soffermarmi sull’af.
fermazione: «Se non si aprono
nei giorni festivi, a che cosa
servono i nostri musei?», ^
vero, sarebbe bello poterlo te-j
nere sempre aperto, ma, coii
dice l’orario ufficiale, il no,
stro museo apre solo d’estate,
quando abbiamo un custode,
nei mesi invernali guidiamo |
gruppi che si prenotano per te-]
lefono. Concordo che sarebi
un’occasione di testimoni
aprire anche durante i giorni
festivi invernali, ma da quan-,
do sono qui a Frali (ormai
mesi e mezzo) solo una pers(
na una volta mi ha chiesto di
visitare il museo prima di Rostan che è stato il secondo: unì
po’ poco per chiedere a qudì
cuno, anche volontario, di te^
nerlo aperto.
Vorrei sottolineare che
Frali la maggior parte dellijj
gente lavora proprio nei gioì
festivi (vivendo il paese di turismo), ed è difficile dunqi
trovare persone disponibili. In
genere poi le chiavi si trovan^
presso persone i cui nomi so-i
no indicati sulla porta del pi
sbiterio (ora li metteremo anche all’ingresso del museo)/]
Colgo l’occasione per diri
però che l’estate prossima poi
sarà organizzato un gruppo di’
giovani guide per i visitati '
che potranno fornire loro det|
tagli sulla nostra storia e sulli”
nostra fede.
nolo
Eric Noffke -1
ancal
ì Mar Peros
I risultati elettorali del 21 aprile 1996 nel collegio 9 del Piemonte
Senato uninominale
e ‘SI o *00 ^ > C es £ *3 tt C V 0 is >
1 S<ef¿a»í i 1 gñ 0 > ¿51 e
1 1; 1 f996 ÌI fcigrogna . â 683 449 B .SS !S 47 > 402
Bibiana 2063 1727 140 1587
Hobblò Penice . m 369 29 340
Bricherasio 3061 2593 194 2399
BMasco ... 968 829 81 748
Campiglione Fenile 916 817 63 754
iiiillfc'-* 1436 1270 89 1181
Cavour 3976 3317 309 3008
4394 287 4107
Fenestrelle 538 461 43 418
itossèilsco. . > 2041 1742 112 1630
Garzigìiana 388 344 33 311
IwetsoPtoasca „ , “ 516 408 29 379
Luserna San Giovanni 6356 5088 395 4693
395 329 38" 291
Macello 842 741 72 669
MesftBllo — 88 m t 60
Osasco 642 568 27 541
Perose At^enOna 3126 2597 191 2406
Perrero 745 526 24 502
IMmeeca 2358 1945 143 1802
Pinerolo 27066 22691 1248 21443
PhMsalico 11263 9999 586 9413
Piscina 2161 1897 167 1730
Pomaretto 888 742 42 700
Porte 747 641 46 595
Piagelató' 335 273 18 255
Frali 265 204 4 200
Pramoflo . > 241 183 16 167
Prarostino 874 658 37 621
RoieBo 1406 1241 65 1176
Rorà 207 156 5 151
Rooit \ 814 -796 , 44 : 662
Salza di Pinerolo 78 53 6 47
Sm Stimano Ctitaom 1445 1178 91 1087
San Pietro Val Lemina 1043 897 43 854
SÀR%iCoò(to 2653 2210 124 2086
Torre Pellico 3924 3010 177 2833
OmiÉir'' 181 120 , fi 109
Villafranca Piemonte 3661 3010 239 2771
MMàrPelHce 1186 742 86 662
Villar Porosa 3334 2915 198 2717
lOOSSS UHI» 6082 78507
Totale Collegio 9 190606 168900 10909 157991
Ulivo
Elvio
Passone
Voti
559
151
746
%
41,3
35;2
,31.1
265
416
923
1658
175
565
78
170
2023
111
159
30
175
1008
188
766
10526
4465
581
356
288
54
35.1
35.2
30,7
41,9 „
-25,1
44,9
43,1
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0 0,0 0 0,0 0 05 ■- 24 40 0 0,0
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2 ' 1.2 1 05 ' 0 0.0 -- m 18 0 0,0
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10 1.5 5 0.8 , g-. 08 222 33,5 9 14
2 4,3 0 00 0 0,0 16 31.9 2 4,3
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I risultati elettorali del 21 aprile 1996 nel collegio 19 circoscrizione Piemonte 1
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1971 150 1821 414 22.7 737 40,5 670 36,8
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PAG. IV
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E Eco Delle làLLi "\àldesi
L'attività del Soccorso alpino nelle parole dei responsabili della stazione di Frali
Al servizio di alpinisti ed escursionisti
MlUiU MARTINAT
J" fl grande passione per
la montagna, per le
scalate, per le escursioni è
qualcosa che ti senti dentro e
ti spinge a incamminarti, a
andare, arrampicare, ogni
tanto a rischiare un po’ più
del dovuto, ma sempre con rispetto verso, la montagna».
Per molte persone nelle parole di Luigi Barus c’è semplicemente il piacere di trascorrere dei momenti in compagnia facendo escursioni o arrampicate. Le persone che
frequentano la montagna sov
no di anno in anno in aumen
to e, con esse, sono ptu numerosi i rischi di incidenti.
«L’esigenza di soccorrere
le persone in difficoltà - spiega il capo della stazione di
Frali del Soccorso alpino non più da parte di singoli
ma come corpo organizzato,
è nata per il Piemonte nel
1956, creando le sezioni apposite. Oggi ve ne sono su
tutto l’arco alpino; quella di
Frali ha come territorio di intervento la vai Germanasca
ma non abbiamo problemi a
intervenire anche fuori».
I membri del Soccorso alpino, 30 uomini, sono tutti volontari con buona conoscenza
del territorio: «Per entrare a
far parte del Soccorso - spie
Esercitazione al Col Boucle
ga il vice Gianni Menusan bisogna avere un minimo di
esperienza in montagna, aver
dimestichezza con tutte le attività della montagna stessa esuperare una visita medica».
I membri del Soccorso alpino devono partecipare ogni
anno a delle esercitazioni:
«Svolgiamo due corsi di ad-,
destramento all’anno come
stazione - dice il tecnico Stefano Tron -, uno invernale
che comprende la ricerca di
dispersi con il sistema “Appareil de recherche des victimes d’avalanches” (Arva) e
discese con il toboga, mentre
il corso estivo comprende essenzialmente esercitazioni su
roccia. Vi sono anche esercitazioni di delegazione dove si
imparano tecniche nuove, che
sono obbligatorie per i nuovi
entrati nelle stazioni. Qualcuno di noi ha anche svolto corsi supplementari diventando
“tecnico” e imparando nuove
tecniche di soccorso e il modo di svolgere e gestire gli interventi con l’elicottero».
Ogni volte che qualcuno
chiama, viene avvisato il capo
stazione, che contatta dei volontari: ci si può trovare di
fronte alle situazioni più disparate, dal soccorso a una
persona con fratture multiple
al cagnolino rimasto bloccato
fra le rocce. «Partiamo sempre con un grande spirito di
solidarietà verso gli altri racconta Ermanno Rosa, tecnico -. Nei nostri corsi abbiamo partecipato a lezioni di
medicina generale, soprattutto di traumatologia e rianimazione, imparando le tecniche di respirazione e il modo
corretto di effettuare un massaggio cardiaco, utili prima
di inviare i feriti gravi all’
ospedale più vicino con Velisoccorso, se il tempo è buono.
Ci capita anche di recuperare
dei cadaveri e in questi casi
V“essere squadra” ti aiuta a
superare il momento certamente non piacevole».
Nelle
Chiese Valdesi
III CIRCUITO — I giovani saranno in visita all’Uliveto il
1° maggio per una giornata di lavoro e per incontrare gli
ospiti della Casa; la partenza è prevista alle 9,30, davanti
al convitto di Pomàretto.
CAMPI ESTIVI AL BAGNÒOU — La Chiesa valdese di
Angrogna come ogni anno mette a disposizione la Ca d’ia
país per due brevi campi estivi rivolti ai bambini e ragazzi delle scuole domenicali e dei precatechismi del 1° circuito. Il primo campo avrà luogo dal 1° al 4 agosto per
' bambini dai 5 ai 9 anni (ultimo anno della scuola materna
fino alla terza elementare) e avrà per tema «C’erano una
volta in montagna e forse ci sono ancora... tanti piccoli
amici»; il secondo sarà dal 6 all’11 agosto per bambini e
ragazzi dai 10 tii 12 anni (dalla quarta elementare alla seconda media) e avrà per tema «Figure bibliche: la storia
di Daniele tra realtà, sogni e visioni». Per informazioni e
iscrizioni rivolgersi a M. Lausarot, tei. 0121-932969.
ANGROGNA — Domenica 28 aprile l’Unione femminile
riceverà al capoluogo le sorelle dell’Unione feinminile di
Villar Pellice.
LUSERNA SAN GIOVANNI — La prossima riunione
quartierale sarà il 30 aprile a Vigne.
MASSELLO — La prossima riunione sarà al Roberso, il
23 aprile.
POMÀRETTO — Domenica 28 aprile assemblea di chiesa
su: relazione annua, elezione dei deputati alla Conferenza
distrettuale, rielezione degli anziani che hanno concluso i
cinque anni ed elezione dìacona con funzione di cassiera
del Concistoro. Domenica 28 aprile alle 9 culto all’Inverso Clot. Il 2 maggio incontro dell’Unitrè.
RORÀ — Giovedì 18, ore 20,45, nella sala Morel, incontro
di studio biblico.
SAN SECONDO — Domenica 28 aprile durante il culto
delle 10 saranno presenti alcuni membri del comitato di
gestione della Foresteria valdese di Torre Pellice per uno
scambio di informazioni sul lavoro che l’opera svolge.
TORRE PELLICE — Lunedi 29 alle 20,45 prosegue lo
studio biblico sugli Atti degli apostoli.
Gli interventi della stazione di Frali sono aumentati negli ultimi anni: il capo stazione spiega che ciò «è certamente dovuto al maggior numero di persone che frequentano le montagne, ma anche
al diradarsi delle persone che
abitano stabilmente nelle
borgate più alte: viene così a
mancare la possibilità di aiuto reciproco soprattutto in
casi di emergenza. In casa di
grandi nevicate o di altre calamità naturali è il soccorso
alpino a aiutare dei residenti.
Nel marzo 1993, a causa di
un’abbondante nevicata molte borgate rimasero isolate
per parecchi giorni; noi le
rifornimmo di pane con lanci
dall’elicottero e andammo a
battere delle piste di accesso
con gli sci». La bella stagione
sta iniziando e il desiderio di
fare delle escursioni comincia
a risvegliarsi: non dobbiamo
tuttavia dimenticare di rispettare la montagna, affinché
non diventi pericolosa e non
ci sia bisogno di far ricorso al
Soccorso alpino.
RT
PALLAVOLO: INIZIANO I TORNEI PRIMAVERILI —
Domenica 28 aprile si svolgerà presso la palestra Alpi Cozie il Memorial per la categoria allievi maschile dedicato a
Samuele Granero. Alle 9,15 incontro tra 3S Nova Siria e
Amici di Samuele; alle 10,30 incontro tra G.S. Donatello e
Arti e Mestieri; alle 11,45 incontro tra Amici di Samuele e
G.S. Donatello; alle 15 Arti e Mestieri contro 3S Nova Siria, alle 16,15 gli Amici di Samuele contro Arti e Mestieri e
infine alle 17,30 3S Nova Siria contro G.S. Donatello.
Il 3S Nova Siria B viene battuto per 0 a 3 3S Nova Siria A
per la prima fase dei play off del campionato allievi nello
scontro tutto pinerolese; il netto successo della formazione
seguita da Gardiol consente alla formazione A del 3 S di
ipotecare il passaggio alle semifinali. La partita ha visto
spunti di discreto livello tecnico; buone le prestazioni di
Calà nella squadra B e dei cugini Ferrerò nella formazione
A. Va rilevato che è la prima volta che due formazioni pinerolesi arrivano ai play off nello stesso campionato. Anche
la Festa dello sport di Lusema è un importante appuntamento per gli amanti del volley; l’associazione 3S in collaborazione con il Morgan, organizzerà competizioni amatoriali e
non; il programma è in corso di definizione ma tutto si concluderà nella giornata finale della Festa il 2 giugno.
Il settore Allievi, terminata la regular season, si confronterà
in un torneo che vedrà la sua giornata conclusiva a Lusema
il 25 maggio; sono iscritti due formazioni del 3S, Piobesi,
Carmagnola, Villastellone e Vinovo; un analogo torneo
femminile vedrà impegnate Cumiana, Castagnole, Scalenghese. Trisfera Rivalla, Piscina e Villar Perosa.
Le ragazze della Morgan nel frattempo hanno vinto il torneo di Promozione Uisp chiudendo con un netto successo
per 3 a 0 sul Pablo Neruda; la vittoria si va a sommare al
trofeo Baudrino già in bacheca. La formazione maschile del
Morgan si è imposta per 3 a 2 sul Meneghetti Torino aggiudicandosi il tie break: molto probabilmente saranno proprio
queste due formazioni a contendersi il successo finale.
PALLAMANO — Nel confronto di serie B 3S-Exes Rivalla le
pinerolesi hanno sfiorato la vittoria nel finale ma sul risultato ha pesato l’inizio non brillante. Il 16 a 14 è frutto della
superiorità delle ospiti in attacco; il 3S ha commesso diverse ingenuità poi risultate decisive.
CALCIO: IL PINEROLO VERSO I PLAY OFF — Ancora
un successo per il Pinerolo nel campionato nazionale Dilettanti; opposti in trasferta al Pontedecimo i biancoblù hanno
saputo portare a casa i tre punti con un 2 a 1 maturato attraverso le reti di Rosa e Mollica intervallate dal punto di Mosca. In virtù di questo risultato quasi certamente il Pinerolo
potrà disputare i play off che vedranno impegnate le prime
cinque formazioni del girone a confronto, su vari gironi
con le prime cinque degli altri raggruppamenti in cui è diviso il campionato dilettanti.
SCI: GIOCHI DI VALLE A PRALI — Si sono svolti lo
scorso fine settimana sulle piste di Frali ottimamente innevate i sesti Giochi olimpici di valle che hanno visto impegnati, al di là dei risultati agonistici, oltre 130 ragazzini delle valli Chisone e Germanasca.
Nel fondo, successi di Monica Ghigo (Ferrerò, cat. Baby
femm. 1,5 km). Bruno Pons (Pomàretto, cat. Baby masch.,
2 km), Ketty Pascal (Frali, cat. Cuccioli femm. 2 km), David Ghigo (Ferrerò, cat. Cuccioli masch. 3 km), Valentina
Richard (Pomàretto, cat. Ragazze 3 km), Matteo Tinetto
(Rinasca, cat. Ragazzi, 4 km). Susi Pascal (Frali, Allieve, 4
km), Fabrizio Grill (Frali, Allievi, 5 km); nella gara a staffetta successo di Frali davanti a Pomàretto e Perosa.
Nelle gare di discesa successi di Sara Pascal (Frali, Baby
femm ). Marco Bogliolo (Perosa, Baby masch.), Davide Pascal (Frali, Cuccioli), Ingrid Tron (Perosa, Ragazze), Simone Rostan (Frali, Ragazzi), Milena Cianalino (Perosa, Allieve), Federico Baud (Frali, Allievi) e negli slalom Sara Pascal (Frali, Baby femm.) Alessandro Micol (Pomàretto,
Baby masch.), Gloria Lantelme (Pragelato, Cuccioli
femm.), Manuel Bortolas (Pragelato, Cuccioli masch.), Ingrid Tron (Perosa, Ragazze), Simone Rostan (Frali, Ragazzi), Paolo Challier (Fenestrelle, Allievi).
TENNIS TAVOLO — Sono stati sei i pongisti della Polisportiva Val Pellice che hanno partecipato al torneo Csain svoltosi domenica 14 aprile presso gli impianti della Sisport
Fiat a Torino. Lusinghieri risultati hanno ottenuto Ghiri e
Rossetti, che si sono classificati rispettivamente al 2° e 4°
posto assoluti; buone le prestazioni di Battaglia (catepria
Amatori), di Piras, Maurino e Mazzaglia, questi ultimi due
alla prima esperienza in un torneo di questo livello. La rappresentanza torrese ha ottenuto un ottimo posto nella classifica per società, a pari merito con il Moncalieri che ha vinto
il torneo grazie soltanto al lancio della monetina:
VENERDÌ 26 APRILE 199^;
26 aprile, venerdì — SESTRIERE: Nella sala consigliare, alle 21, incontro conclusivo della serie di incontri
culturali sulla medicina, con
interventi liberi.
27 aprile, sabato — PEROSA ARGENTINA: Alle
16,45 nel salone della Comunità montana, Sergio Ribet
parlerà di «Da una guerra
all’altra: corrispondenza dal
fronte della prima e seconda
guerra mondiale. Storia locale e storia patria».
27 aprile, sabato — INVERSO RINASCA: Alle
21,15, per il Cantavalli, presso gli impianti della Pro Loco, il gruppo francese «Au
son de Votz» proporrà canti a
ballo della tradizione occitana
di Gasconha.
27 aprile, sabato — TORRE PELLICE:' Alle 17, presso la sala Paschetto del Centro culturale valdese, si inaugura la mostra di scultura di
Giovanni Cerrato. Resterà
aperta fino al 15 maggio.
30 aprile, martedì —
TORRE PELLICE: Alle 21,
nei locali di via Roma 7, si
svolge l’annuale assemblea
della Cooperativa operaia di
consumo; in esame tra l’altro
la relazione sull’attività svolta e il bilancio ’95.
2 maggio, giovedì — PINEROLO: Alle 20,45, presso
la scuola infermieri dell’Ospedale civile, incontro a cura
delTAnapaca su «Volontariato e legislazione vigente», a
cura del dott. Genisio; seguirà
un intervento su «Il volontario
Anapaca» con esperienze personali di alcuni volontari.
2 maggio, giovedì —
TORRE PELLICE: Alle
15,30, alla Casa valdese di
via Beckwith, per l’Università della terza età, il dottor
Danilo Mourglia parlerà su
«Invecchiare in salute».
2 maggio, giovedì —
TORRE PELLICE: Alle
16,45, al Collegio valdese, lezione di Francesco Trivellini
su «Magia, superstizioni, sabba, incantesimi» per il corso
di aggiornamento insegnanti
curato dal Centro culturale.
3 maggio, venerdì — VILLAR PELLICE: Alle ore 21,
nella sala valdese Gianni
Genre, Giorgio Toum e Claudio Tron parleranno su «I vaidesi: chi eravamo, chi siamo,
chi stiamo diventando».
4 maggio, sabato — PERRERO: Presso il Centro sportivo-culturale, per la serie di
incontri «Aspettando Testate», pomeriggio dedicato a
«La ruota e T’acqua» con interventi dell’architetto Bounous, che alle 15 parlerà su
«Storia e dinamiche degli insediamenti abitativi in montagna»; seguirà^ alle 16,30, il ricercatore Baret su «Gli antichi mulini della vai Germanasca, una ricerca sul campo».
Alle 16,30 presso la scuola
media di Ferrerò, presentazione del depliant turistico «La
ruota e l’acqua, percorso didattico alternativo»; seguiranno uno spettacolo della scuola
media e la visita al mulino.
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Ospedale civile, tei. 2331 i
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Croce Verde, tei. 322664
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gramma, mercoledì 24, giovedì 25 e venerdì 26, ore-f.
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vedi 25, ore 16 e 18, sabato
26, ore 20 e 22,10, domenica
dalle 16 alle 22 e lunedì alle ,
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BARGE — 11 cinema Comunale' ha in programma,
venerdì 26, Storie d’amore ;
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19.15, 21,15, lunedì e mP
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mercoledì, ore 21 e gioveii ^
ore 15,15, 17,15, 19,15,21,15''^
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seduttori; feriali 20,10®
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19,50, e 22,20.
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L’Eco Delle Valli Valdesi
Via Pio V, 15-10125 Torino
Tel. 011/655278
Sped. in abb. post./50
Pubbncgzione unitaria cori
non può essere venduto
Reg. Tribunale di Pinerolo
Resp. Franco Giampiccoli
Stampa: La Ghisleriatia Moriòc*
Una copia L. 2.000
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Come la Chiesa valdese di Torino concorre a fornire gli aiuti più urgenti
i: mancano progetti di ampio respiro
Crisi economica, situazione abitativa e decreto di novembre
al centro del lavoro e delle preoccupazioni di stranieri e operatori
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LtANNO 1995 ha posto
^Torino al centro del di^ttito e dei conflitti sui temi
jatamigrazione e di rifles*J^ostra chiesa è stata ancora ùna volta sollecitata a
dei contributi, delle ri__ _e. La nostra lettura del
Romeno alla fine di un an■^così particolare pone in ri¿0 la mancanza di progetti
attitìla soluzione dei problemi più scottanti come l’inseiteantn delle persone proveftnti da paesi poveri.
Pur dopo tante inchieste,
studi, statistiche, dibattiti e
spazi concessi agli stranieri
con’feConsulta comunale, lo
liero continua ad essere
insiderato dai più come non
labile, né per il lavoro, né
[per la casa. L’autunno di San
““’’ io ha peggiorato la siione. Se da un lato si è
ramiti a qualche risultato sul
’ 0 della criminalità e del
affollamento in alloggi
ari, dall’altro ha creato
Tolte difficoltà a coloro che
ducono una seria vita di
kvóro e che hanno saputo diistrare serietà nei rappòrti
con i proprietari di casa. Tre
sono ihodi che hanno fatto
iscere le richieste degli
ìrinel 1995.
1) Lai crisi economica: perdita di posti di lavoro; difficoltà di trovare occupazione
f perlayoratori generici.
2)lìfl difficoltà di trovare
coifljdisponibili ad affittare
po spesso i proprietari di
case in pessimo stato e in zoMa rischio che gli stranieri
Is vogliono evitare.
Sili decreto legge di novemitesulla regolarizzazione:
molti occupati da tempo con
lavoro nero sono stati immeifctainente licenziati. Di qui
lacorsa alla caccia di un nuow posto per poter avere docènti regolari di soggiorno
in Italia.
na Coamma,
amore
ato 27
»re; do17,Ili»?
e mat;
manji;
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I multi':
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16.30, ?'
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19,45«
17.30,
Italiani e immigrati alla manifestazione torinese del novembre scorso
I settori di intervento
A livello cittadino abbiamo
partecipato a riunioni, seminari e manifestazioni. Abbiamo partecipato a un lavoro di
coordinamento per incontri a
San Salvario (in modo particolare il past. Bernardini).
Inoltre collaborazioni con
gruppi, associazioni di volontariato per la ricerca di appartamenti (Elena Vigliano).
Le nostre attività interne
sono quattro, peraltro ben
conosciute anche sul piano
cittadino.
Sportello
Attività di ascolto e di
informazione. Siamo in contatto con altri Centri e possiamo fornire indirizzi, consigli su come muoversi, su dove trovare servizi, ecc. Minor
successo sul piano delle ricerche di lavoro e casa; rare
sono le offerte che ci gitmgono dalle comunità evangeliche e si tratta solo di lavori
domestici. Con l’aiuto delle
inserzioni dei giornali siamo
riusciti a risolvere qualche si
tuazione. Un capitolo a parte
è quello degli studenti stranieri iscritti a varie facoltà di
Torino, ma non sempre in
grado di far fronte a bollette,
affitti, tasse universitarie, ecc.
Completa mancanza di iiiformazioni da parte delle ambasciate italiane nei luoghi di
provenienza; non si fornisce
alcun calcolo dei costi a cui si
andrà incontro in una delle
nostre città.
Concessione di
luoghi per riunioni
Abbiamo dato l’uso della
sala di via Pio V o del salone
di corso Vittorio a gruppi o
associazioni di stranieri per
loro riunioni o assemblee,
sempre con la richiesta di un
rimborso spese.
Al «Christian Fellowship»
diamo l’uso del tempio ogni
domenica per il culto che segue quello in italiano. Essi
contribuiscono come comunità e attraverso la comunità
di lingua inglese fanno versamenti alla Tavola valdese.
Centro di accoglienza
Corso Principe Oddone:
quattro anni di funzionamento, 8 posti letto, cucina
in comune, 2 bagni, un locale
lavanderia, una persona incaricata delle visite giornaliere e della gestione e segnalazione di guasti o irregolarità.
Il Centro si mantiene con il
rimborso delle spese da parte
degli ospiti e ottiene da qualche anno anche un contributo del Comune e della Regione. La maggioranza degli
ospiti sono lavoratori: abbiamo avuto 1 studente e 2 persone in difficoltà e alla ricerca di lavoro. Nell’insieme, il
comportamento è stato buono e nessun problema è sorto
per le attività sottostanti é
per la pulizia dello stabile.
Deposito bagagli
L’attività ha visto un lieve
calo da imputare a due fatti:
la crisi economica che non ha
attirato in città tanta gente
come negli anni passati, e il
trasloco dai locali di via Passalacqua e quelli della Chiesa
battista di Via Tiraboschi, avvenuto alla fine di settembre.
Il posto non è più così centrale e raggiungerlo non è facile
per chi non conosce bene la
città. L’attività si svolge su 3
turni settimanali per un totale di 6 ore. Vi hanno collaborato 15 volontari appartenenti per la maggior parte al
gruppo ex Egei (valdesi e battisti). Il servizio è aperto a coloro che non hanno casa e
avendo sistemazioni saltuarie
da amici o in dormitori, desiderano un posto sicuro per
conservare quel poco che
possiedono (a volte solo 2 valige). Il costo è di £. 200 al
giorno per persona. Il deposito è utilizzato soprattutto da
romeni e marocchini, che di
solito non rimangono per
lunghi periodi e non hanno
interesse a trovare casa.
Nazione di provenienza
Paesi Uomini ^ Donne Totale %
Camerún 26 23 49 23,78
Ghana 17 29 46 22,33
Nigeria 7 19 26 12,62
Marocco 10 8 18 8,73
Somalia 2 8 10 4,95
Zaire 5 1 6 2,91
Costa d’Avorio 6 - 6 2,91
Senegai 1 3 ' 4 1,94
Perù 3 1 4 1,94
Etiopia 1 3 4 1,94
Brasile 1 2 ^ 3 1,45
Albania 3 - 3 1,45
Romania 2 1 3 1,45
Palestina 3 - 3 1,45
Tunisia 1 1 2 0,97
Angola 2 - 2 ■ 0,97
Congo 2 - 2 0,97
Togo 2 - 2 0,97
Kenia - 2 2 0,97
Libano 2 - 2 0,97
Isole Mauritius - 2 2 0,97
Madagascar Í - 1 0,48
Bosnia 1 - 1 0,48
Pakistan 1 - 1 0,48
Thailandia - 1 1 0,48
Russia -■ 1 1 0,48
Jugoslavia - 1 1 0,48
Occupazione in Italia
Uomini Donne Totale %
studenti 34 19 53 25,72
operai generici 18 - 18 8,73
colf - 10 10 4,85
saldatori , 6 - 6 2,91
lavóro nero saltuario 6 - 6 2,91
ristorazione 2 - 2 0,97
elettricista 1 ■- 1 0,48
verniciatore auto 1 - 1 0,48
addetto pulizie 1 - 1 0,48
assistenza malati - 1 1 0,48
calciatore 1 - 1 0,48
musicista 1 - i 1 0,48
disoccupati 30 75 105 50,97
Le richieste degli stranieri
lavoro 48,70%
casa 16,81%
contributo per studio 17,24%
sostegno economico 7,75%
aiuto per la salute 4,31%
denaro per ricerca lavoro 1,72%
mobili 1,72%
assistenza legale 0,86%
corsi di italiano 1,30%
li Giornate particolari a Mortola
i’éi;.una liturgia
mpre più coinvolgente
'3^
¡1117 marzo la comunità di
;Mottola hà vissuto una doi^ca interamente dedicata
^e'tìiodalità dell’annuncio
¡"Ila Parola. Infatti la sorella
bùccia De Crescenzo e il
stello Rocco Lamanna, do[® *1 convegno di Velletri del^ scorso anno sulle strategie
, ®^gelizzazione, ci hanno
'¡^otto, a partire dalla mat“Ca con il culto
e poi dopo
pomeriggio con
n 01 gmppo, in un utile e
)^?^lpato momento di ri'^lone e introspezione sul
no essere comunità nella
-----.«ve, paese.
Olio utili nella discussio
ij^^ono stati i numerosi inK Canneti alcune ragazze
^7<ài9i?u avvicinatesi da
mese alla vita della
;E veo*
Danti'
$3380.
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orino
50
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Hento ,®°*”nnità e positiva, .r impressionate e attrat
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allegra, dalle varie attività che
stimolano la dimensione partecipativa e dalla capacità aggregante della Parola predicata in tutte le forme del nostro
essere cristiani.
Questo ha fatto sì che comprendessimo maggiormente
l’importanza del rinnovamento delle nostre forme liturgiche, spesso cristallizzate,
chiuse e timorose della sperimentazione. «Per l’amor di
Dio, fate dunque qualcosa di
intrepido!»: una delle poche
forme da custodire e tenere
in vita appassionatamente.
Il 31 marzo abbiamo avuto
un culto a cura del missionario Me Parlane: con lui e con
la sua famiglia ci siamo poi
intrattenuti per l’agape comunitaria. Il culto di Pasqua,
curato da Anna Greco e Pietro
Baia, è stato allietato dal canto dei nuovi solisti Sandra
Speranza e Domenico Larucci, e come accade nelle festività, abbiamo avuto la gioia
di riabbracciare le sorelle e i
fratelli che vivono lontano da
Mottola. Inoltre hanno fatto
visita la famiglia norvegese
Sedum, in Puglia per lavoro,
e il pastore battista slavo
lanko. Ringraziamo ancora il
pastore Ibarra, per l’iniziativa
che ha preso di curare ogni
giovedì gli studi biblici sull’Apocalisse. ,
Una conferenza del pastore Bertolino a Perugia evoca somiglianze e differenze
Valdo e Francesco d'Assisi: poveri in nome dell'Evangelo
ERMANNO CIOCCA
A Perugia, nel quadro delle
i ■
iniziative del Circolo di
cultura politica «Libertà e democrazia», il 21 marzo a palazzo Donini, sede della presidenza della Regione, il pastore Archimede Bertolino ha
tenuto una conferenza sul tema «Valdo e san Francesco».
Tratteggiato efficacemente
il difficilissimo momento storico in cui i due personaggi
operarono, fra la metà del XII
e l’inizio del XIII secolo, Bertolino ha sottolineato che
proprio la drammaticità del
periodo determinò quel pullulare di movimenti di contestazione nei confronti della
Chiesa romana che furono da
questa o riassorbiti o respinti
e condannati come ereticali.
In un ambiente tanto travagliato, Valdo e Francesco si
fanno promotori di un radicale rinnovamento della vita
cristiana, ponendo al centro
del loro annuncio la pratica
della povertà evangelica. Essi
scelgono la povertà per viverla insieme agli umili e, di conseguenza, per richiamare la
Chiesa, che si è allontanata
dalla parola di Gesù: diventare poveri in nome dell’Evangelo vuol dire rompere con il
regime feudale della Chiesa,
con il sistema delle decime e
dei benefici.
Di Valdo non si sa nulla. Si
è informati solo sulla sua
Valdo nel monumento al riformatori di Worms
conversione, sugli ideali di
povertà evangelica e della libera predicazione itinerante
dell’Evangelo. Valdo fu un
credente che seppe vivere
senza imporsi, che non scrisse nulla, che non fu un capo
né un maestro, ma un punto
di riferimento. Convertitosi
alla luce di Matteo 19, 21, e
distribuiti i suoi beni ai poveri, fa due cose insolite: resta
laico e legge TEvangelo sulle
strade, attirandosi il richiamo
della Chiesa. Fa voto di povertà, ma non come opera
meritoria, semmai come gesto di contestazione. Respinto da Roma come eretico, il
suo ideale resiste, la sua parola germoglia, il movimento da
lui promosso, pur nelle persecuzioni, si diffonde: con il
Sinodo di Chanforan il movimento aderisce alla Riforma
calvinista e diviene chiesa.
Analoga è inizialmente
l’esperienza di Francesco: crisi religiosa determinata dalla
società in cui vive, e vocazione evangelica della povertà.
Poi Je differenze sono sostanziali. Dinanzi a Roma Valdo è
l’eretico, Francesco è il santo
integrato. Nessuno dei due
cercherà appoggi ecclesiastici; ma mentre Valdo rifiuta di
obbedire al vescovo pur di restare fedele alla vocazione,
Francesco si sottomette: «Il
profeta aveva abdicato al sacerdote» (Sabatier).
Anche nella predicazione
la divergenza è radicale. La
Chiesa era per una predicazione armata contro gli eretici e i pagani, mentre Francesco e Valdo sono per un fivangelo disarmato. Ma per
Francesco la Parola deve essere sottomessa all’autorità
ecclesiastica: la predicazione
deve essere autorizzata dal
sacerdote secolare e deve essere solo morale. Per Valdo
invece la predicazione è indipendente dà qualsiasi autorità ecclesiastica ed è dottrinale, cioè basata solo sulla
Bibbia. La Parola non è incatenata dagli uomini, e l’annunzio consente a tutti di conoscere la verità che li renderà liberi. Ne consegue che
Valdo e i valdesi, come ha
detto lo storico Amedeo Molnàr, direttamente sottoposti a
Cristo, ilToro solo vescovo,
spezzano il monopolio della
Chiesa a proposito di autorità
e di spiegazione della Bibbia.
Naturalmente, ha concluso
Bertolino, entrambe le sfide
sono respinte dalla Chiesa di
Roma: Valdo è scomunicato,
Francesco è integrato nel sistema, ma pur nella loro diversità, Dio si è servito di entrambi.
La Casa valdese di Vallecrosia
ricerca n. 2 monitori
per il campo cadetti
che si terrà dal 30 giugno all 4 luglio
Gli eventuali interessati sono pregati di mettersi in contatto tempestivamente scrivendo a:
Casa valdese, casella postale 45, 18019- Vallecrosia (IM)
oppure telefonando al 0184/295551.
12
PAG. 8 RIFORMA
Vita Delle Chiese
Un anno di lavoro a Casa Cares, una struttura per tutti gli evangelici
70.000 presenze dì vita comunitaria
Una politica dei prezzi che non può seguire criteri solo commerciali
Il ruolo dei volontari e gli incarichi che occorre coprire
ANTOINETTE E PAUL KRIEG
Abbiamo vissuto un ciclo
di tre anni di lavoro, uno
molto diverso dall’altro. Due
anni fa c’era II grande Impegno della colonica con tutta
la sua fatica e 11 movimento
di persone. L’anno scorso Invece c’era una pace quasi
esagerata, troppa calma dopo la tempesta, con II calo
dei pernottamenti e le conseguenti difficoltà finanziarie,
forse sentite particolarmente
in seguito ai lavori precedenti. Quest’anno, invece, siamo
tornati alla normalità, per
quanto può esistere la «normalità» in casa nostra dove
programmi, ospiti e collaboratori variano ogni anno.
Il numero dei pernottamenti è stato buono. Siamo
tornati a circa 7.000 unità, le
entrate discrete, e la vita regolare. Abbiamo svolto i nostri programmi e abbiamo
ospitato vari gmppi di chiesa
con le loro attività. La maggior parte degli altri utenti
della casa erano ospiti singoli
e scuole. Quando ci chiedono, diamo ai gruppi un appoggio con un’introduzione alle vite e storie della
Chiesa valdese, della casa,
della campagna toscana, e
della Toscana in generale. Ricordiamo con piacere i due
spettacoli offerti da ospiti
1995; i concerti del coro dalle
zone valdesi di Uruguay e le
serate di danze rinascimentali offerte da un gruppo da
Bad Kissingen in Germania.
Naturalmente influisce
molto sulle nostre possibilità
di ospitalità l’organizzazione
delle stanze, che hanno 55
letti in sol^ 16 camere: questo
vuole dire che ospiti che esigono camere singole o doppie riducono notevolmente le
nostre capacità. Ci è anche
chiaro che, per quanto alcuni
vogliono un ambiente semplice, altri oggigiorno cercano qualcosa di più moderno,
simile agli standard degli alberghi. È una sfida per noi.
Da una parte i soldi necessari per rifare i solai e il tetto,
per trasformare le camere a
meno letti sono tantissimi.
Queste ristrutturazioni, poi,
dovrebbero entrare in un
progetto grande che include
anche il fabbricato sotto la
villa, dove cerano la cappella
e il frantoio. Dall’altra parte,
torna sempre la domanda
quanto veramente dobbiamo
e vogliamo seguire le norme
«commerciali» del tempo.
Certo, non si tratta delle norme di sicurezza e di igiene a
cui dobbiamo e vogliamo
adeguarci, ma a quelle norme ed abitudini di gusto del
momento che dobbiamo
guardare con occhio critico.
Perché? Non per pura voglia
di risparmiare soldi o per
scusarci per dei locali disfatti,
ma per non essere risucchiati
in un odierno modo di pensare che forse non dovrebbe
essere il nostro. Un motivo
semplice e pratico pet, questa
reticenza è che per ogni investimento c’è il rischio di dovere iniziare ad aumentare i
nostri prezzi Che, per tanti
che usufruiscono delle nostre
strutture, sono già alti. Dobbiamo chiederci quanto un
miglioramento porta a quote
più alte e l’esclusione di persone a cui vogliamo rivolgerci, per esempio, i giovani.
Questa problematica non
ci è nuova e certamente esiste per tanti centri, ma pensiamo utile condividere con i
nostri amici queste nostre
realtà in modo ohe possiate
anche voi partecipare in
qualche maniera alla discussione dei nostri lavori e dei
progetti per il futuro.
Il cambiamento più notevole è stato l’assenza di Gioele, che dopo la sua solita partenza in febbraio per il Piemonte non è più tornato. Gli
hanno operato due ernie al
disco, ma dopo una lunga
convalescenza e un periodo
Scompare una figura importante
Erminia Pradolin
RENATO COfSSON
C9 ERa una grande folla,
giovedì 11 aprile, a dare l’ultimo saluto a Erminia
Pradolin vedova Menegon,
morta alla bella età di 101 anni e mezzo. C’erano i valdesi
di Tramonti assieme a molti
evangelici della regione, e
c’era quasi tutta la popolazione della valle a testimonianza della simpatia e
dell’affetto che la nostra sorella aveva saputo suscitare
intorno a sé.
Sposandosi era entrata nella piccola comunità valdese, diventandone presto un
membro affezionato e convinto. Quando aveva raggiunto il marito negli Stati Uniti
aveva subito ricercato una
comunità evangelica e l’aveva
trovata seguendo il canto di
inni a lei ben noti attraverso
un grande parco della città.
Ma è soprattutto a Tramonti
che si è svolta la sua lunga vita, una vita dura, con sei figli
da allevare, fatta di lavoro in
cui era sempre riuscita a
coinvolgere i figli con entusiasmo. Di questo essi hanno
voluto rendere testimonianza
al funerale. Con coraggio aveva affrontato la morte di un
figlio, nel pieno della giovinezza, poi del marito e recentemente di una figlia.
Il suo affetto per la sua
chiesa l’aveva spinta a donare il terreno sui cui è stato costruito il Centro ecumenico
Luciano Menegon, apprezzato e amato luogo d’incontro
degli evangelici di tutto il
Nord-Est. Siamo riconoscenti
al Signore per averci dato
questa sorella e per il ricordo
che lascia dietro di sé, e siamo vicini ai figli e ai parenti
tutti con il nostro affetto e la
nostra solidarietà.
di riabilitazione, non ha potuto rientrare. Una colonna
ci manca, ma adesso che sta
con i suoi parenti a Piverone
preghiamo che il Signore gli
dia la buona salute e la pace
che, secondo noi, merita.
Abbiamo avuto la benedizione dell’mtervento di Mari
Polastra di Milano, che dopo
essersi laureata in scienze
agrarie sperava di imparare
qualcosa dal maestro Mongiovetto, oltre a dargli una
mano. Invece Mari si e trovata caporeptirto! E ci ha evitato
un bel po’ di lavoro nell’orto.
Al momento godiamo dell’
aiuto della tedesca Ursula
Conz, dell’obiettore di coscienza fiorentino Cristiano
Gabriele, appena arrivato, di
Iris in cucina e del rientrato
Michael Kaus. Un aiuto molto
apprezzato anche quest’anno
è stato offerto dai tanti vari
«ex» che passano delle «vacanze» con noi. Poi contribuiscono regolarmente all’andamento della casa i nostri figli
Luca (17 anni) e Leah (14) e
persone da fuori come Enrico
per le api, Ciso per consigli
per il terreno, e i trattoristi.
Per il 1996 avevamo la speranza di fare un gran passo in
avanti con l’assunzione di
una persona per condividere
con noi le responsabilità basi
del Centro. Purtroppo il candidato, Michael, già con noi
per più di cinque anni come
volontario, si è reso conto dei
suoi obblighi di famiglia e di
preparazioni professionali e
ha deciso di tornare in Germania. Capiamo, le sue motivazioni è non dimentichiamo
il grande valore del suo contributo in questi anni, ma dopo mesi di discussione e di
preparazione, questa decisione ci colpisce come una perdita e nessun passo avanti.
Abbiamo capito da molto
tempo di dovere condividere
i pesi del nostro lavoro con
un’altra persona, e finalmente le entrate dal lavoro e le offerte generose di amici ci
hanno permesso di prevedere questo sviluppo nei prossimi mesi. Dai volontari, nonostante tutto il loro entusiasmo e il loro impegno, non
possiamo aspettare l’intervento che ci serve adesso. Allora, senza Gioele, senza Michael, e con i tanti impegni
davanti, andiamo a riprogrammare il futuro.
Per quanto riguarda i volontari, non abbiamo avuto
un anno molto stabile e abbiamo dovuto arrangiare i
più del voluto. Proviamo, allora, di organizzarci meglio
con la circolare annuale spedita in anticipo (novembre e
non gennaio) con un appello
per volontari per la stagione
VENERDÌ 26 APRILE 199(1
Cronache
CAMPOBASSO — Il 16 aprile si è addormentata nel Signotej:
Elena Vitolo, vedova di Pasquale Corbo. A nome dei fi^ !
dei parenti tutti e della Chiesa evangelica battista e valdese,
esprimiamo un profondo ringraziamento a Dio per tutto
quello che per mezzo di questa sua creatura ha compiuto
nella famiglia, nella chiesa e nella società. Vogliamo anche
esprimere la speranza che coloro che l’hanno conosciuta e .
hanno da lei ricevuto e goduto tanti benefici testimonino al'
loro prossimo la loro riconoscenza e gratitudine con atti
concreti della loro vita quotidiana. La vogliamo ricordate,
come donna energica, volitiva, sempre disponibile e pronta,
___- il T rt xmrrlìoTVan rir*r\rHaria cnrHHoni-«
1996 Cerchiamo 2-3 persone
da marzo fino alla fine di novembre Si tratta di due persone dedicate agli impegni domestici e talvolta ai lavori
fuori e una persona che si interessa principalmente della
manutenzione e dei lavori sul
terreno. Soggiorni più lunghi
per tutta la stagione (marzo-novembre) o quasi sono
ideali, ma accettiamo anche
offerte di un minimo di due
mesi. Il compenso? I volontari sono iscritti nell’Associazione evangelica di volontariato e ricevono vitto, alloggio, e lire 210.000 mensilmente, oltre aria e cibo buoni, movimento fisico, vita di
gruppo e pace in campagna
Certo, non tutti cercano questi elementi non tangibili ma
altri li apprezzano assai.
Poi, pensiamo di fissare dei
periodi in cui possiamo puntare su tampi di lavorò. Cerchiamo persone da metà
gennaio a metà febbraio per
lavori di preparazione della
villa per la prossima stagione:
imbiancatura, riparazioni e
pulizie. Ormai da tempo la
nostra raccolta di olive è fissata per circa due settimane
a partire da metà novembre.
Per t^i campi i partecipanti
ricevono vitto e alloggio (e
quei «compensi non tangibili» sopra citati). Oltre a questi
interventi straordinari ci possono sempre servire, per dei
brevi periodi, volontari con
delle capacità speciali, come
muratore, falegname, agricoltore, giardiniere.
Contiamo di confermare i
nostri programmi di sempre,
perché tutti hanno avuto una
partecipazione incoraggiante. Saremmo grati ai nostri
amici che propongono altri
programmi o persone, che
possono aiutarci ad aumentare le nostre offerte.
Le prenotazioni per quest’
anno sono già a un buon
punto. Chi vuole programmare qualcosa non dovrebbe
aspettare all’ultimo momento, specialmente per i mesi
estivi e per ottobre. Contiamo di confermare i nostri
programmi di sempre, perché tutti hanno avuto una
partecipazione incoraggiante. C’è da notare il buon avviamento degl’incontri circa
trimestrali per donne e il successo del Campo cadetti, che
dovrebbe vedere un ampliamento per 1996. Saremmo
grati ai nostri amici che propongono altri programmi o
persone, che possono aiutarci ad aumentare le nostre offerte alla gente della zona, ai
membri delle nostre comunità e ai giovani. Potrebbe essere una giornata, un fine
settimana, o qualche giorno.
v.vyjLXAV' ------j-------’"¿.»Yrr
ner il servizio dègli altri. La vogliamo ricordare sorridente el
• ------------ ’’-‘-rral Jylneé
orante anche nei momenti più duri della sua vita. Ha tern„,
nato la sua corsa rimettendosi totalmente alla volontà dell
suo Signore, e nel Signore si è addormentata, lasciando^
un buon esempio di donna combattente cristiana. Che ilSiJ
gnore ci dia la capacità e la volontà di imitarla, (s.c.)
de
^aadi fii
pettice è n(
, fllàileclue
ilstetfedic
^ca, il
GRAVINA — Domenica 14 aprile si è svolto il culto di insedia.||faone su
mento del nuovo pastore Giuseppe Tuccitto. Il culto è statOi^^ffie. N<
tenuto dal past. Bruno Colombo, presidente del CollegiojKailoiinii
pastorale dell’Ucebi, che ha predicato sul testo di Atti 20;|,ferché rir
28-30. Dopo il culto la comunità si è ritrovata nei locali sopì «ippevol
tostanti per consumare insieme il pranzo preparato concusii^sù Cò
ra dalle sorelle della chiesa. Ringraziamo il pastore Colonicijj|,e igni s
bu e la moglie per la loro presenza e per aver voluto condii
videre questi lieti momenti di comunione e fraternità.
lenti pc
litàel’imF
ìiofiedell’E
La pie!
nella'Cevi
sua
TORRE PELLICE — Domenica 14 aprile il culto nel tempio di
Villa è stato tenuto dal candidato al pastorato Italo Pomi,
Con grande gioia e riconoscenza abbiamo ascoltato il sùd:|
messaggio, e chiediamo al Signore di benedire il suo "porta
servizio. La comunità è sempre molto riconoscente ancheS yà padi;
tutti i pastori e predicatori che collaborano con i pastóra
Rostagnqe Mazzarella nella conduzione dei culti domenil fonarli
cali ai Coppieri, Villa e Appiotti. Xy jjel
• L’Evangelo della resurrezione è stato annunciato in occay^j ¿hie
sione dei funerali di Edoardo Ricca, Bruno Geymet, Alha^Ljij piata
to Durand, Stefano Michelin Salomon. fentrate le
rVREA — Domenica 14 aprile tutti i bambini della scuola
menicale di Aosta con il pastore, i monitori e due
del Consiglio di chiesa, si sono trasferiti a Ivrea per un
organizzato con la locale scuola domenicale. Durante il adii
to è stata battezzata dal pastore Ruggero Marchetti la ®
di Enrico e Gregorio Plescan, pastore di Ivrea: i bambiiiifywme q
hanno ascoltato il messaggio sul significato del battesimor"^"“
partecipato con un loro canto. Il pasto consumato insiemó;,^
i giochi nella sala e all’aperto hanno favorito la conoscenzfci
e l’allegria, rendendo peuticolarmente intenso e partecipato*
il tempo dedicato allo studio. Siamo grati a tutti coloro eh
si sono spesi per rendere questa giornata così bella, (l.d.)
neilonfrór
Nella Ce
lodo pari
£h.|urop
lenti n
lese ricci
àut(
Chiesa metodista di Bologna
Accolti in chiesa
due nuovi membri
sedie sopì
: ponte gra:
tf^ese
mese star
i Rientri
I lwo|cèeti
: vivere una
«onale, ir
L^fazziale
GIOVANNI ANZIANI
La Domenica delle Palme
è stata una giornata speciale per la Chiesa metodista
di Bologna: due giovani catecumeni, Claudia Buzzetti e
Vasco Teodori, hanno ricevuto il battesimo e sono stati
ammessi quali membri comunicanti in un culto tutto
particolare che ha visto l’attiva partecipazione del gruppo
dei ragazzi del catechismo e
la testimonianza dei due battezzanti.
Il gruppo del catechismo,
attraverso alcune letture bibliche e personali riflessioni,
ha cercato di indicare la «la
nuova via» del credente in
Gesù Cristo: la via ove il
«tempo» assuVne una dimensione nuova perché il «passato» è ormai posto alle nostre
spalle come il tempo del peccato e il «futuro» è posto davanti a noi come evento, di
grazia e di dono dello Sp
Santo nel presente quotidi^:
no. Le due testimonianze df '
battezzanti sono state centrate sul tema del battesimfl|
come un morire per risorgi
a nuovo in Cristo Gesù (1
mani 6).Queste testimonial'
ze hanno sottolineato l’H
spetto diaconale dell’inip^'
gno dei credenti nella vita ni
oggi: si fa parte di una chiesa
evangelica per svolgere un,
servizio, una «diaconia».
Al culto erano presenti,
molti compagni di scuola da.
nostri giovani battezzantH
parenti e amici provenienl
anche dall’estero. La
nità, tramite il presidente d»
Consiglio di chiesa, Set|
Bertollini, ha offerto ai du .
nuovi membri di chiesa Uh
Bibbia, ringraziando » ’
ghore che aggiunge og
giorno nuovi credenti ci» 3
doni dell’amore, della giusti
zia e della fraternità.
le un
Slisvol
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Sie
gioventù evangelica
SOTTOSCRIZIONE 1996
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13
26 APRILE 1996
Vita Delle Chiese
PAG. 9 RIFORMA
Il 5 maggio le chiese valdesi e metodiste dedicano le collette alla Cevaa
Per una comunità di chiese solidali
ir tutto
mpiuto
Un'occasione per ribadire l'importanza della nostra partecipazione
sSe^fli/esfo nuovo modo di vivere la missione. A giugno l'Assemblea di Torre Pellice
minnoiÌ " li (
»nino al
:on atti
cordate.
' pronta,
dentee
itei
>ntà ddl
iandod
heilSi.
i tBANCO TACLIEBO
JNTRE l’organizzazione deH’Asseinblea della
jj^adi Arie giugno a Torre
lelliceè nel pieno dell’attidtàil6 chiese valdesi e meto¿isK dedicheranno una dolica, il 5 maggio, alla riìione sulle tematiche misi è statij^arie. Non è un pro forma,
-ollegiolj^ il minimo indispensabile
^di20;f|perché rimanga un vita la
cali sot-< I fafapRvnlezza che la chiesa
^sù Cristo è universale e
cbe ogni singolo gruppo di
¡pienti porta la responsabilità e l’impegno della diffusioitedeU’Evangelo,
La Chiesa valdese entrò
nella Cevaa nel momento
a^sua fondazione, nel
„.j, portando la sua centeijarialiadizione missionaria,
iiissutà attraverso la Società
Sónaria, in particolare di
igi. Nel 1985 è entrata anéela Chiesa valdese del Rio
è la Piata, e nel 1992 sono
ate le chiese metodiste
lane. Questi atti significano IJgSSunzione di una rehilità di condivisione
em|plidarietà tra chiese cbe
vivono insieme scopi comun^ame quello dell’evangeone e della solidarietà
ieiibnfrònti dei più deboli.
Nella Cevaa convivono in
modo paritario chiese stori£he|iiiropee e chiese indiSiadenti nate dalla Missione:
àese ricche e chiese povere,
putosufficienti e chiese die i^prawivono faticosamente grazie all’aiuto di alìiil^se piene di energia e
mese stanche e ripiegate su
ses|be. Le nostre chiese italiane,^ptrandovi, hanno voiutoSccettare la sfida di far
wieuna comunità interna^nale, interculturale e inWEziale sapendo che questoà^ebbe comportato dei
nschi e un certo tipo di sfor
insedia,ä
concu.it(‘
Colotì;!'!
0 condà
à.
mpìodii
lo Pon?n
to il sudi
0 futili^
anchen
pastoÉ
lornenf'
inoccn-,
t, Alhet-I
uola do-i
membi
uncultfj
Ite il crii
i la fi[
bambiaj
tesimoeinsiem^l
loscenal
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Canto «internazionale» all’iniziativa «essere chiesa insienie» del '94
zo finanziario. La domenica
della Cevaa ha dunque innanzitutto il compito di tenere desta l’attenzione su questa sfida e di raccogliere i fondi che la Chiesa valdese è impegnata a versare alla cassa
centrale. Sia il primo sia il secondo obiettivo incontrano
una certa fatica sul. cammino
della loro realizzazione ma,
se la prossima Assemblea dovrebbe fornire ulteriori stimoli per far capire alle, nostre
chiese l’importanza della
missione oggi, l’aspetto finanziario presenta alcuni
motivi di preoccupazione: le
collette e le contribuzioni
raccolte nel 1995 non hanno
permesso di raggiungere 1’
obiettiyo stabilito dei 36 milioni. È la prima volta che
succede, da quando è nata la
Cevaa, e se si pensa che per il
’96 l’impegno (approvato dal
Sinodo insieme al preventivo
della Tavola) sarà di 40 milioni, è ovvio che il Comitato italiano debba suonare un campanello d’allarme.
La colletta del 5 maggio è
quella che le chiese sono tenute a versare alla Tavola: chi
non lo ha fatto, o ha dimenticato o non ritiene importante
che le chiese valdesi e metodiste siano membro della Cevaa. Ma se così fosse, bisognerebbe informarne il Comitato. Il bilancio complessivo della Cevaa ha una spesa
tutto sommato molto contenuta alla voce «funzionamento»: le collette non servono
che in parte trascurabile per
far funzionare la macch|na,
mentre sono fondamentali
perché i progetti di sostegno
alle chiese (tra cui le azioni
apostoliche comuni, come
quella di Roma per la chiesa
di lingua francese) possano
essere portate a buon fine.
Il Comitato italiano non si
preoccupa solo dei fondi o
dell’Assemblea di giugno. C’è
stata la pubblicazione del terzo volumetto di preghiere
(«Oltre le barriere», reperibile
nelle librerie evangeliche o
presso il pastore Cofsson a
Trieste): c’è l’animazione teologica (che con il pastore Daniele Bouchard ha aggregato
alcuni animatori valdesi, metodisti e battisti in una serie
di incontri di formazione): c’è
lo scambio di visite con altre
chiese (un gruppo di giovani
sarà nuovamente in Madagascar l’estate prossima con
l’animatore giovanile Dario
Tron). 11 collegamento con
l’iniziativa «Essere chiesa insieme» della Fcei è all’attenzione del comitato: in questa
linea è stata messa in cantiere
la realizzazione di una videocassetta sulla comunità francofona di Roma.
Un settore di particolare
impegno è costituito dallo
scambio di persone e dall’invio di quelli che un tempo
erano i «missionari». La Chiesa valdese non ha più, da alcuni anni, dei missionari,
mentre sta prendendo sempre più corpo il progetto di
realizzare degli scambi bilaterali e temporanei fra persone
(per esempio un pastore africano in Italia e uno valdese o
metodista in Africa, oppure
insegnanti e tecnici o giovani
volontari).
L’idea dello scambio è vista
nell’ottica della temporaneità, in modo che ^i interessati abbiano incentivi a ritornare nei loro paesi ricchi di
nuove esperienze e consapevoli di aver fatto progressi
sulla strada della chiesa universale. È un campo di impegno notevole e che si svilupperà in futuro. La possibilità
aiuterebbe Tamministrazione
ecclesiastica a impostare anche a livello europeo e quindi
tra chiese collegate alla Cevaa
mediante i dipartimenti missionari, una trattativa bilaterale che riguarda gli spostamenti di pastori. (
Il Comitato italiano, pur
operando in una situazione
di ristrettezze economiche (le
spese sono sostenute dalla
Tavola valdese e non vengono detratte dalle collette delle
chiese) ha in questi ultimi anni aperto molti fronti di impegno e si augura che le comunità valdesi e metodiste rispondano con generosità e
partecipazione.
ite chiese locali e quelle «etniche» del Nord-Est unite per la testimonianza
l'evangelizzazione al centro dell'incontro afro-italiano
. CABMINE BIANCHI
s
lé-svolto a Rimini dall’8 al
10 àprile il primo conve|,®^®fro-italiano dell’Italia
‘^Orieiitale, organizzato
chiese battista di Ferra6 Rovigo e dalla chiesa in^azionale «All Christians
ìhip» di Padova in col»‘^i^one con il Servizio riLSiati e migranti della Fcei.
^0 partecipato 80 persoda Ferrara,
^0, Bologna, dalle chiese
di Padova, Rovigo, Vi.Verona e Treviso. Gli
«n,®” ®ono stati i pastori
sarH ° 7™”’ Salvatore RapiTaiw’ Benedetti, Tayo
(nigeriano),
Abu n!, (ganaense),
(nigeriano), lltestatap del convegno è
7* evangelizzazione.
Bapisarda ha ri^ . sul messaggio di
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11 ravv^.i’®®®®v® attraver
l’accettaepera hì o Persona e dell’
*üi®ireCristo percouna comunione e una
diaconia nella chiesa dei rigenerati, che testimoniava la
propria fede mediante parole
e opere, alla luce dell'Evangelo, nella libertà e nel servizio. ,
Oggi più che mai, ha detto
Rapisarda, in un periodo di
solitudine e di spersonalizzazione, è necessario annunciare l’amore di Dio per la persona umana; in questo modo il
singolo ritrova il significato, il
senso della propria esistenza.
Ma evangelizzare oggi significa anche opporsi a tutto ciò
che tende a disumanizzare
l’essere umano. L’evangelizzazione inoltre tende a costituire delle comunità di uomini e donne che vivono la solidarietà dell’Evangelo.
Il pastore Abu Bonsra ci ha
aiutato a riflettere sulla domanda: come pensare oggi la
crescita della chiesa? La chiesa del Signore, fin dai suo sorgere, si è subito caratterizzata
per essere in crescita, perché
fin dall’inizio è stata missionaria. Oggi i credenti leggono
poco la Bibbia e sono poco
informati sulla testimonianza
che Dio ha voluto lasciare agli
esseri umani perché essi
vino alla fede. E essenziale
inoltre che i credenti riscoprano il loro rapporto personale con il Signore risorto,
perché non si può testimoniare ciò di cui non si è testimoni. Solo cosi il credente
può contribuire alla crescita
della chiesa.
La metodologia di cresmta
della chiesa primitiva sembra
Salvatore Rapisarda
essere stata quella di fondare
nuove chiese: è ancora valida
tale strategia? si è chiesto il
pastore Amoah. Il pastore
Tron ha affrontato il tema
dell’unità nella diversità. Le
chiese etniche e quelle italiane hanno ricevuto dal Signore un comune mandato, e
tuttavia sono diverse. È possibile essere «chiesa insieme»
nel rispetto delle nostre diversità? Tenere insieme unità
e differenze, questa è la sfida
a cui dobbiamo rispondere
oggi. Fin dalle prime pagine
della Bibbia notiamo che la
differenza è connotata in termini positivi, la creazione è
differenziata e non uniforme.
Anche nella chiesa del Nuovo
Testamento sono evidenti le
differenze, che provocamo a
volte dei problemi, ma l’apostolo Paolo non invoca mai
l’uniformità.
Nella nostra società, ha
proseguito Tron, assistiamo
purtroppo spesso a tentativi
di omologazione (si vedano le
recenti «pulizie etniche»
nell’ex Jugoslavia); noi dobbiamo invece valorizzare le
differenze mantenendo l’unità. In Cristo possiamo scoprire che siamo chiamati a
mettere insieme le nostre differenze (doni, espressioni di
fede...) per la sua gloria e per
l’annuncio della salvezza. Solo in lui noi, di differente origine, cultura, estrazione, possiamo essere «chiesa insieme» per evangelizzare questo
paese e per essere segno di riconciliazione e di pace nel
mondo. I pastori Benedetti e
Martins hanno poi svolto delle riflessioni bibliche sul tema
della riconciliazione e su
quello dell’unità. Il pastore
Rapisarda ha inoltre- anijunciato l’Evangelo della resunezione durante il culto di Pasqua, allietato anche dai bei
canti della sorella Angela Rapisarda e delle corali di Ferrara e di Padova.
Sono stati tre giorni intensi, ma benedetti da Dio: abbiamo imparato gli uni dagli
altri e tutti insieme dal nostro Signore Gesù Cristo. I
canti dei nostri fratelli afiicani hanno dato un impulso
notevole alla lode e all’adorazione, e ci siamo lasciati'
tutti con la voglia di rivederci
al più presto. A questo scopo
è stato costituito un comitato
con rappresentanti di ogni
chiesa, con il compito di organizzare un altro convegno.
Agenda
TRIESTE — Nella Basilica di San Silvestro, alle ore 19, concerto vocale e strumentale del «gmppo musica» della Chiesa valdese di Lusema San Giovanni. Per ulteriori
informazioni telefonare allo 040-632770.
VELLETRI — Presso il centro di Ecumene
si tiene il convegno monitori organizzato
dall’Associazione delle chiese battiste del
Lazio e dall’ 11“ cùcuito valdese e metodista.
Il convegno, che termina il 28 aprile, è articolato in 3 momenti: la testimonianza della
fede, l’animazione biblica e proposte di modelli di culto.
CASTELVOLTURNO — Ha inizio il convegno «Il cattolicesimo. Dalla Riforma a
oggi cosa è cambiato?» che vede la partecipazione dei pastori Paolo Ricca e Domenico
Masellf e di Edoardo Labanchi. Organizza
l’Alleanza evangelica italiana. Il convegno
dura fino al 3 maggio e si svolge presso il Grand Hotel Pinetamare. Costo per persona 145.000 lire. Informazioni e
prenotazioni tei. 0332-590209 fax.0332-590154.
TRAMONTI DI SOPRA — Incontro delle comunità evangeliche del Nord-Est italiano presso il Centro Menegon. Inizio ore 1L con il culto. Per informazioni: 040-632770.
ROCCA DI PAPA — Ha inizio il 4° seminario nazionale per operatori radiofonici del
Coordinamento radio evangeliche italiane.
Il seminario è condotto da Stefania Patmno,
speaker professionista, e prevede lezioni
(ohe cos’è la voce) ed esercitazioni di ortoepia e sugli elementi espressivi della voce. Il seminario termina il 12 maggio. Per ulteriori informazioni e per iscrizioni telefonare allo 06,4825120, fax 06-8173381.
TORINO — «La chiesa siamo noi» è il tema di un dibattito organizzato dal Centro A.
Pascal, dalle Comunità cristiane di base,
dalla redazione de «Il foglio^ dal Sae e
dall’Ywca. Intervengono Franco Barbero e
Luigi Sandri, modera Aldo Bodrato: ore 16,
nel salone valdese di corso Vittorio Emanuele II23. Per ulteriori informazioni telefonare allo 011-6692838.
MEANA DI SUSA — Alle ore 15,30, nel
tempio battista, si tiene il culto di ringrazia,mento per il 102“ anniversario della predicazione evangelica. Per informazioni telefonare dio 011-9534752 (past. Paschetto).
TORINO Alle ore 11, alla sala Lisbona
del Centro fiere «Lingotto», Letizia Tomassone. Maria Pia Bonanate, Chiara 2^boni
introducono un dibattito sul tema «Quando
le donne leggono la Bibbia». È una iniziati
va dell’editrice Claudiana nell’ambito del
Salone del libro. Per informazioni tei. 011-6689804.
SANT’ANTONINO DI SUSA — Alle ore
15,30, nel tempio battista, si tiene il culto di
ringraziamento per il 91“ anniversario della
predicazione evangelica. Presiede il culto il
pastore Paolo Spanu.
TORINO — «Puritanesimo, riforme e rivoluzioni: incontro con Michael Walzer» è il
tema di un dibattito organizsato dal Centro
A. Pascal, dalle Comunità cristiane di base,
dalla redazione de «Il foglio», dal Sae e
dall’Ywca. Intervengono Mario Miegge e
Anna Elisabetta Galeotti che presenteranno il libro «La rivoluzione dei santi» di M. Waltzer, edizioni Claudiana: ore
10 nel salone valdese di corso Vittorio Emanuele II 23. Per
informazioni tei. 011-6692838.
PADOVA — «Le strutture economiche
mondiali e i loro accordi» è il titolo di una
conferenza di Francescuccio Gesualdi che
si tiene nel quadro dell’iniziativa «Lunedì
con il Sud del mondo»: ore 20,45, presso il
Cuamm in via San Francesco 26. Per informazioni tei. 049-690269.
PADOVA — «Le strutture economiche mondiali e i loro
accordi» è il titolo di una conferenza di Francescuccio Gesualdi che si tiene nel quadro dell’iniziativa «Lunedì con il
Sud del mondo»: ore 20,45, presso il Cuamm in via San
Francesco 26. Per informazioni tei. 049-690269.
CULTO EVANGELICO: ogni domenica
mattina alle 7,27 sul primo programma radiofonico della Rai, predicazione e notizie
dal mondo evangelico italiano ed estero, appuntamenti e commenti di attualità.
PROTESTANTESIMO: rubrica televisiva
della Federazione delle chiese evangeliche,
trasmessa a domeniche alterne da Raidue alle 23,40 circa e, in replica, il lunedì della settimana seguente alle ore 9,30. Domenica 29
aprile: 90 anni di'movimento pentecostale in
Italia; La scelta della diaconia; Protestanti nel mondo.
AVVERTENZA: i programmi relativi a questa rubrica vanno
inoltrati 15 giorni prima del venerdì di uscita del settimanale.
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\
tei. 011-655278, fax 011-657542
14
PAG. 10 RIFORMA
Pagina-Dei Lettori
VENERDÌ 26 APRILE K)
L'Alleanza riformata mondiale ha accettato
l'invito per l'incontro sul Giubileo
In merito allo scritto di
Marco Rostan «Il Giubileo
può essere ecumenico?»
[Riforma del 29 marzo, p. 10),
vorrei precisare:
1) Quando il Segretario generale del Comitato esecutivo Arm mi ha chiesto di partecipare all’incontro vaticano
in questione, ho accettato
dopo aver interpellato il moderatore e averne ricevuto il
placet. Lo avevo anche comunicato al Concistoro della
Chiesa di Milano, perché essere membro del Comitato
esecutivo Arm non mi fa sentire meno di prima ràldese e,
ancora per un po’, milanese.
2) Ho inviato a Riforma il
resoconto dell’incontro quattro giorni dopo che U medesimo si era svolto. Che la redazione abbia trovato modo di
pubblicarlo solo nel numero
del 22 marzo, facendolo precedere {l'8 marzo) da un’informazione inesattadel Nev
non ha giovato alla chiarezza
dell’informazione stessa, ma
almeno questo non è colpa
mia. Da quando lavoro nell’
Arm non manco di informare
le chiese, tramite Riforma, di
quanto accade nel Comitato
o nel Dipartimento in cui sono impegnato (quello teologico). Con questo mi sforzo di
ridurre, per quel poco che
posso, la distanza fra le comunità e gli organismi ecumenici che ci siamo dati e
che agiscono anche in nostro
nome. Riscontri, finora, ne ho
avuti pochissimi, e la cosa mi
dispiace, perché"mi sembra
un segno di disinteresse o indifferenza. Se ci fosse opposizione, sarebbe meglio: si tratterebbe almeno di una reazione. Il disinteresse, invece,
pone interrogativi.
3) Rostan sostiene che si
possono sollevare degli interrogativi anche sul semplice
fatto che io sia andato a
quell’incontro. Può darsi; solo che, se non fossi stato io,
sarebbe stato un altro membro del Comitato esecutivo.
Sarebbe cambiata qualche
cosa? Non mi sembra sia il
caso di scaldarsi semplicemente perché l’Arm sia rappresentata da uno che è italiano e valdese. Caso mai, c’è
da mettere in discussione la
scelta del Comitato esecutivo
dell’Arm di accettare l’invito.
E questo lo può, eventualmente, fare il Sinodo se ritiene che la politica Arm possa
apparire eccessivamente filocattolica.
4) Certi avvenimenti si verificano, che noi lo vogliamo
o no. E si verificano con noi o
senza di noi. Non è detto che
la nostra presenza debba intendersi per forza come compartecipazione, mentre è sicuro che, da assenti, il dialogo è difficile condurlo. Può
anche darsi che dobbiamo
fare la scelta dell’assenza ma,
ripeto, lo deve decidere il Sinodo. E se l’intervento Rostan può suscitare un dibattito sul tema, non sarò certo
l’ultimo a rallegrarmene.
Salvatore Ricciardi
Milano
Non tutti sullo
stesso piano
Sull’ultimo numero di
Riforma, nello spazio Bibbia
e attualità, con un articolo
intitolato «Non cerchiamo
un re», Claudio H. Martelli si
occupa di un tema classico e
scottante da sempre; fede e
politica.
Se è vero che siamo tutti
dolorosamente colpiti per
quanto di grave accade ogni
giorno nel mondo e nel nostro paese, attraversato da
una crisi politico-istituzionale fi:a le più delicate della sua
storia recente, e che per tali
motivi molti perdono la fiducia in una possibilità di cambiamento e che la nostra
stessa fede ne viene fortemente provata, trovo che
Martelli indulga eccessivamente a im pessimismo assai
vicino alla disperazione. Reazione umanissima, questa,
che a volte può cogliere ciascuno di noi. Ma dove non
sono minimamente d’accordo è quando, esprimendo
una generalizzata disistima,
pone sullo stesso piano persone assai, diverse fra loro
péi statura morale, cultura e
proposta politica, rischiando
in tal modo di suscitare qualunquismo e sfiducia nella
politica.
Fausto Bertinotti come
Sgarbi e Pannella; Prodi,
D’Alema e Dini come Berlusconi, Fini, Casini e Buttiglione. Tutti alla stessa stregua «mostri della politica»,
tutti uguali l’uno all’altro per
pochezza, rissosi e presuntuosi, avulsi e distanti dai veri problemi delle persone,
impegnati soltanto in una
penosa esibizione sul palcoscenico della politica spettacolo. E allora, se così fosse,
che fare? Astenersi dal voto?
Fondare un partito nuovo e
diverso la prossima volta, se
ci sarà una prossima volta? O
che altro ancora?
Penso che si dovrebbe aiutare le persone ad operare le
proprie scelte con discernimento cercando di cogliere
le differenze esistenti nello
diverse opzioni, a distinguere, a individuare le contraddizioni presenti nella società,
a riconoscere le cause che
generano ingiustizia, povertà, emarginazione, devianze, sfruttamento, fame,
malattia, intolleranza, razzismo, odio, violenza: e a ricer
care, pertanto, risposte politiche che si facciano carico di
questi problemi ed agiscano
in favore dell’uguaglianza,
della giustizia sociale, per un
modello di sviluppo compatibile con la salvaguardia
dell’ambiente, per il bene irrinunciabile della pace, per
la difesa e il rispetto di quel
patto fondamentale fra cittadini rappresentato dalla nostra Costituzione.
Lo stesso impegno pohtico
quindi, inteso come servizio
reso alla collettività, va perciò valorizzato (anche nel
nostro ambito, fra i nostri
giovani) considerando con il
dovuto rispetto chi tale impegno vive con serietà ed
elevata tensione morale. Certamente, per diversi motivi,
non sempre le varie proposte
sono nette e i programmi risultano spesso inadeguati rispetto ai bisogni di una società complessa.
Ma non è poi così difficile
capire da che parte stanno i
valori che possono essere
maggiormente vicini a quelli
contenuti nel messaggio
evangelico. Continuiamo
dunque ad annaffiare e curare la pianta della speranza
con il nostro interesse, la nostra partecipazione e la nostra responsabilità.
Fraterni saluti
Livio Taverna - Trieste
Dio non ci
abbandona
«Efraim ha moltiplicato i
suoi altari per peccare, e gli
altari lo faran cadere in peccato» (Osea 8, 11). Nel lontano 1935 lasciai la Chiesa di
Roma stanca di rosari e processioni, entrai in una chiesa
evangelica battista di Torino,
la mia città. Incominciai a
frequentare il culto domenicale per ascoltare la spiegazione della parola del Signore, finché testimoniai il mio
credo con il battesimo, e mi
fu regalata una Bibbia (non
era facile a quel tempo averne
una). Ero tanto felice, finalmente potevo leggerla anche
a casa mia. Avevo vent’anni
con un bimbo di pochi mesi,
e un bravo marito.
Da allora quante cose sono'
passate, sono arrivati altri figli, una guerra, senza casa,
miseria, ma avevo sempre
con me la Bibbia: Dio, giorno
dopo giorno, mi parlava di
Gesù suo Figlio, che prese il
mio posto sulla croce. Nonostante i miei fallimenti e
mancanze, Dio mi amava dicendomi: «lo non ti lascerò e
non ti abbandonerò» (Ebrei
13, 5). Ed egli ripete ancora
oggi, nella mia solitudine,
queste parole.
Leggo il cap.24 del Vangelo
Ciò che fa
e dò che non fa problema
Nel suo articolo «È possibile una collaborazione ecumenica?», contenuto nel numero 12 di Riforma, che porta la data del del 22 marzo, il
past. Salvatore Ricciardi, nelle sue conclusioni, riconosce
che il «quadro» nel quale avverrà il Giubileo del 2000 fa
problema, dando forse per
scontata una nostra partecipazione. Il «quadro» fa veramente problema e anche il
suo contenuto. Rischia di fare problema anche l’ecumenismo, visto il vicolo cieco in
cui ci siamo cacciati.
Per uscirne occorre la massima chiarezza. Fraterna
chiarezza verso la Chiesa cattolica, e questo non per
mancanza di diplomazia; fraterna chiarezza verso le nostre comunità. Il Giubileo,
con tutte le sue manifestazioni, come l’esposizione
della Sindone, protezione di
Maria, concessione delle indulgenze, ecc., è una realtà
religiosa tipicamente cattolica, lontana anni luce dal no
di Luca: «Avvenne che Gesù,
dopo esser risorto, si avvicinò
a due suoi discepoli che stavano ragionando sugli avvenimenti che erano accaduti,
in quei giorni, a Gerusalemme. Mentre stavano camminando Gesù disse loro; “O insensati e tardi di cuore a credere a tutte le cose che i profeti hanno dette!” (v. 25). E
cominciando da Mosè e da
tutti i profeti, spiegò loro in
tutte le Scritture le cose che
lo concernevano (v.27). Ed
essi dissero l’uno all’altro:
“Non ardeva il cuor nostro in
noi mentr’egli ci parlava per
la via, mentre ci spiegava le
Scritture?”» (v.32).
Questo non è «Bibbiolatria» e neanche adorazione
della carta e dell’inehiostro,
ma è amore per quello che è
stato scritto con l’inchiostro
sulla carta, ossia la parola del
Signore. Per scoprire l’umanità di Dio non servono le
immagini né gli idoli. Gesù
dice: «Perché m’hai veduto,
tu hai creduto; beati quelli
che non han veduto, e hanno
creduto!» (Giov. 20, 29). E per
capire l’amore di Dio basta
guardare quella croce vuota,
perché Gesù è il Vivente, nel
quale noi troviamo la forza
d’amare e aspettare il suo ritorno.
Il più antico testo di Giovanni
"--S',
Girando per Torino ci è capitato di imbatterci in
un negozietto che espone in vetrina ceramiche, disegni, quadretti con passi biblici, frasi significative,
preghiere di credenti del passato é del presente.
In particolare ci ha colpito è la riproduzione di
alcuni disegni ritrovati nelle catacombe con i sim
boli significativi dei primi cristiani: il pesce, la colomba, la nave e il faro ecc. e di alcuni antichi manoscritti del testo biblico.
Le esecuzioni sono accurate e meritano la segnalazione. Per saperne di più ci si può rivolgere a
«La Pergamena» tei. e fax 011-4552881.
stro modo di vivere la fede.
Dobbiamo prenderne atto.
Nel contesto del Giubileo noi
protestanti non avremo alcuna possibilità di annunziare
in modo credibile e efficace
l’Evangelo; il suo stesso annunzio o passerebbe inosservato o giungerebbe assai
stemperato, perché tutto
sarà incentrato sulla figura
del papa e dei suoi vescovi.
Noi saremmo ridotti al ruolo
di comprimari, perderemmo
di credibilità e coerenza, poiché è da sempre che siamo
contrari a queste esteriorità
religiose di massa.
Altre porte ci sono aperte
per l’armuncio delTEvangelo
fuori dalle nostre comunità:
fra gli immigrati, nelle fabbriche, nelle,^scuole, negli
ospedali, cioè in mezzo alla
gente che lavora, che soffre e
che è emarginata. Questo è
un altro «quadro», più biblico. Non fa problema.
Fabrizio Zerbini
Sermide (Mn)
^anziano
neiristituto
Bianca Ruffino
Rivalta (To)
Riflettere su come arrivare
all’anzianità è saggio, sebbene comporti un esercizio
mentale non privo di traumi,
soprattutto se fatto nell’età
ancora socialmente produttiva. Purtroppo, dobbiamo assumere che questo è uno dei
temi in cui la parola prevenzione risulta vitale, per il fatto
irrefutabile che le pluripatologie che minacciano la terza
età devono essere oggetto di
una sistematica prevenzione,
intesa come politica sociosanitaria, attenta a prolungare il periodo di benessere e
autosufficienza dell’individuo, e come motivazione etica coerente con l’attuale sviluppo scientifico. La persona
anziana, che raramente presenta una sola patologia,
spesso affetta da alterazioni
cronico-degenerative o metaboliche risulta abitualmente lungodegente delle strutture ospedaliere, con la conseguente influenza negativa
sul bilancio economico sanitario e sullo stato psico-fisico
dell’individuo.
Dal punto di vista sociale
sia la famiglia e l’ambiente
che il pensionamento influenzano profondamente
l’equilibrio psicologico della
persona. Dobbiamo anche
mettere in conto i grandi
cambiamenti sofferti della
stmttura familiare, prima inserita in una società contadina, con un vissuto quotidiano scandito del ritmo della
natura, in cui veniva dato
grande valore all’esperienza
e alla saggezza, in cui l’anziano costituiva un punto di riferimento per il nucleo familiare mentre oggi, in contrapposizione, la famiglia della
post rivoluzione industriale
ha altri valori come la forza
fisica, la giovinezza, la produttività, il potere economico, e in cui ciò che è vecchio
è diventato brutto, negativo,
da nascondere.
Lo slogan è «stare in forma», «essere il primo in tutto». Sembra che non c i sia
più posto per l’anziano nella
società attuale. L’attività lavorativa dei due coniugi, lo
spazio insufficiente nelle abitazioni, l’assenza di una rete
sociale di supporto, nega
ogni approccio assistenziale
alla persona in età avanzata
non autosufficiente Perciò
l’arrivo alla terza età deve essere preceduto da un vissuto
attento ai seghi dell’organismo, che avvertono di disa
-inËAl
I motivi '
del dibattito!
CA
Dalla nota di Marco Ro*
[Riforma n. 13) ai appre»
che «un rilevante coinvm
mento protestante» neRai
di preparazione del GiuR
del 2000 sarebbe awen
all’insaputa del ConsiJ
della Fcei. Ora Rostan;
giunge che «come protesta
non abbiamo gerarchi^
che «le nostre decisioni i
assunte nelle diverse oss.
blee». Giusto. Quali duno
motivi del dibattito?
1) Il Giubileo è un fattos
lo «cattolico apostolico!^
mano», o interessa anch
altre chiese cristiane?
2) Se interessa queste t
me, il coinvolgimento s.
solo «simbolico», o puòL
plicare una partecipazioi
attiva alla sua preparazion
3) Se si risponde sì alla,
conda alternativa, ciò aw^
solo a titolo personale o i]
vrà coinvolgere gli orga
rappresentativi delle (
evangeliche in Italia?.
fistiùjto
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Giovanni Gönnet-ìsà
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arrestare i processi invol“
vi, e a iimgo andare, sii
ni invalidanti. Tutti
consapevoli che acc
all’aumento del redditòi
miliare (perché tutti isti
componenti lavorano) lai
fusione deii’istruzione, ipti;
gressi medici e preventiviti'
tenuti mediante mezzi s
pre più tecnicizzati, si ini
dua una crescente sper
lizzazione che lascia a; ,
gio il singolo mdivid|J .
trasformazioni ambienaai
barriere architettoni«
mezzi di trasporto inad^[; '
ti, e il rischio di subirwM, jjfgg q
gressioni, spingono l’ai«jijg^.
a stare confinato in
Tutto ciò comporta
bisogno attuale di tip®*w
mento delle prestazioni^ ^ hqJijjq
forniscono i centri per l^j^Texas bar
za età, che dovrebbero
attività alternative inizi^^^jj^^^
molto prima del pensiP« »
mento, dando spazio »1* sfoeben s
lento, alla creatività in® ■ ' 3)|ypj.(
duale, valorizzando le ni
se, stimolando ogni vocaz
ne nascosta, o messa a taci
dal contesto sociale. Qn® anni fa
comporterebbe anche un» , vero|oh} i
lungamente del periodo P| pensi lèRe
duttivo dell’individuo mi ^
me all’attuale allungami
dell’aspettativa di vita, i
istituti dovrebbero essi
portatori di una filosofia ^“
derna, in accordo con
pensiero etico basato s^
dignità e qualità della vi»
diventata un’esigona»
creatività nelle risposte o
te a coloro che
alla società il meglio di
oggi si trovano a godete
giusto riposo. ,
In questa nuova otti®
un buon modello nel ùi|
di Firenze con la crea^
del Centro diurno, e di
nuove attività che in Q
Centro si svolgono. ^
particolare attenzione
tipologia degli int^ j
situazione dell’anzian
in famiglia. L’orienta
attuale è di mantener
to più si può Jjjli
proprio domicilio 6 j
che la famiglia ha bi 1
preparazione, orie^aP
pHiirazinne e SOSic6,,j
t , Via Pio
tori
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'^inoDi
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»» Rocco, f
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parte dei servizi sa
L’,assistenza spitiW^®'■
laborazione con le t
indispensabile. E
flettere su questa tetn“ .|
parte delle istituì
ogni singolo individuo
slsano,Wfo-«,2,
tivo ancora. Dot- . pararci a una veccn
di essere vissuta.
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Susana De Ma^'
15
ILE 19
)ì 26 APRILE 1996
Pagina Dei Lettori
PAG. 1 1 RIFORMA
• DtMçpiîritiiPflwe:
tito I
È più facile che un cammello..;
CARLO PAPIRI
reo Roi
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arazioi
3 sì aliai!
ciò a’
male o
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elle chfl
la?.
ULTIMA notizia che
■eviene dal fronte dei
lologi» è davvero sen:e! Il messicano Leon■zia Valdés, ricercatore
istituto di Microbiologia
!ll|^versità texana di San
'“^0 (che lavora su «camini» dèlia Sindone prele^ftaudolentemente e senl'^torizzazione del «cuid^ della «reliquia» dal
G. Riggi nel 1988) ha
lOperto, «su un campione
piente dalla zona occiaìe IdelTimmagine], il
■amìtìento di un legaccio
\r^pelli composto da peli
ifimello».
^rimane senza fiato! E
ita notizia non viene data
un rotocalco scandalistico
[da un giornale umoristico
“ lolCtiore»), ma addirittu"dal ¡serissimo «Servizio in¿ione religiosa» (Sir)
.'Conferenza episcopale
lana (n. 20 del 13 marzo,
15). Alcune considerami si impongono:
'D ¡Secondo il sig. Garzia il
.mpioqe» su cui lavora
irrebbe «dalla zona occi,e» dell’immagine sindo¡'ca,'èioè dal retro della testa,
i^ènte noi avevamo capitile il prof. Riggi, approfit0 di un momento di ditone del card. Ballestre[siera disinvoltamente riigliato qualche minuscolo
tto. per sé dai bordi del
0...;dovremmo ora accet:e l'idea che egli avesse invece addirittura «bucato» la
pinosa «reliquia» proprio al
ce^o, dove appare Timma
S^erata del capo di CriÈHessuno si sarebbe ac'■ " un così grave «sacri' ime risponde all’acf. Riggi di Numana?
Gesù avesse Tabitufc di fissare i suoi lunghi
'¡plU’Cori un legaccio composto da peli di cammello
Mnfbulta da nessuna fonte
tuoi nota, ma forse nel
Tetas hanno fatto ricorso a
. i.ijjaJotori medianici e lo hanno
nsl^—I dollari del
iLio ottenere que
i^.\jj^®eben altro!
Hniprisói ^I,^vpro che il cammello è
mi vocazli particolarmente
f àrf ®i|fente e tenace, ma queialp OU^ ®oétpplare, vissuto 2000
nrhp unii avrebbe battuto davìprindo i primati, quando si
nriiin infinite vicissitudi
al
ai '^a 800 anni a questa
'^6; ne ha passate di tutti i
'ti! La nostra Sindone, in
nei-Roiij
ercandoi
si involi
•e, situi
utti sii
e accai
reddito fi
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ituale.
le fai»*!
E HI
1 tetnao
tuzio”^
viduOi
rteep'
fatti, è stata maneggiata da
centinaia di mani (un tempo
veniva «ostensa» reggendola
con le mani da uno dei bordi
lunghi, che si è consumato ed
è stato rappezzato), spostata
attraverso i mari e per tutta
l’Europa (dal Belgio fino
all’Italia meridionale), sottoposta a temperature molto
alte, annaffiata con acqua,
bollita nell’olio ed esposta a
lungo al fuoco diretto, al vapore acqueo, al fumo di ceri
e torce; è stata spazzolata, ri-..
cucita, rammendata e foderata in varie epoche, più volte «ritoccata» a mano con
pittura a.base di ossido di
ferro, esposta senza alcuna
protezione alle intemperie,
ecc., tutti fattori che hanno
certamente potuto asportare
sostanze e aggiungerne di
nuove. È evidente che, su
questo telo, si può ormai trovare tutto e il coQtrario di
tutto, senza che ciò porti un
solo argomento prò o contro
Tautenticità della «reliquia».
Ma c’è di più. È sempre più
evidente che, attorno alla
Sindone, si muove da tempo
una vasta schiera di sedicenti
«esperti», di pretesi «scienziati», di illustri titolati più o
meno «premiati», tutti animati da un unico e preciso
intento: procurarsi una facile
notorietà sfruttando l’interesse popolare per il presunto «mistero» sindonico (alimentato dai mass media) e la
compiacente attenzione delle autorità ecclesiastiche. È
uiì campionario umano ricco
e interessante che meriterebbe un’analisi approfondita
da parte di una squadra di
psicologi.
Ora, si chiede il singolo
credente, è mai possibile che,
nonostante la tradizionale
cautela e saggezza ecclesià
Via Pio V, 15 -10125 Torino - tei. 011/655278 - fax 011/657542
i;. Via Foria, 93 - 80137 Napoli - tei. 081/291185 - fax 081/291175
Via dei Mille, 1 10064 Pinerolo
^^^TTORE; Gjprgio Gardiol VICEDIRETTORI: Luciano Deodalo, Emmanuele Paschetto
i^J^ORi; Stello Armand-Hugon, Claudio Bo, Alberto Bragaglla, Alberto Coreani,
' Croce, Fulvio Ferrarlo, Maurizio Girolami, Anna Maffei, Milena Martinat, Car;:?*J^urizio, Luca Negro, Luisa Nitti, Jean-Jacques Peyronel, Gian Paolo Ricco, Fui-,
^ HOCCO, Pietro Romeo, Marco Rostan, Piefvaldo Rostan, Marco Schellenbaum, FederiVinti, Raflaele Volpe AMMINISTRAZIONE: Ester Castangia ABBOI^MIENTI; Daniela Actis FOTOCOMPOSIZIONE: Aec s.r.l. MondovI - lèi. 0174/551919
A: La Ghisleriana s.n.c. Mondovi - tei. 0174/42590 EDITORE: Edizioni Proteslan
W-viaPioV, 15bis -l0125Torino.
*?tlinario
JT^A
ABBONAMENT11996
ESTERO
■ ordinario
■ via aerea
- sostenitore
£ 140.000
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versare l’importo sul ccp n. 14548101 intestato a Edizioni Pro».r.l., via Pio V15 bis, 10125 Torino. .
.•We Inseraioni pubbiicitarie; a modulo (42,5x40 mm) £ 30.000 ParteciII mimetro/colonna £ 1,800 Economici: a parola £ 1.000.
rie V r „imm testata La Luce registrata dal Tribunale di
ufiiaillO PjB *^con(£™'° responsabile Franco Giampiocoli. Le modìftehe sono state regiI’.. 1« deW « 5 marzo 1993,
■Ghiaia f «5^16 del'
^ ..»r w wirov^iiatw «tn^
^ Ili Torino mercoledì 17 aprile 1996.
stiea, l’agénzia vicina alla
Conferenza episcopale sia
così pronta a prendere per
buona qualunque notizia favorevole alTautenticità, e non
si renda conto che tutta la
questione puzza d’imbroglio
da un miglio di distanza? Dovremmo forse tristemente
concludere che ormai «tutto
fa brodo», come si dice,, per
un rilancio alla grande del fascino misterioso della «¡reliquia», in vista della scommessa dell’«ostensione» del
1998 nonostante il C14? Non
possiamo proprio crederlo.
E tuttavia l’autorità cattolica farebbe bene a riconoscere di avere accordato in passato una fiducia eccessiva e
mal posta (con deune importanti eccezioni, per esempio i
cardinali Pellegrino e Ballestrero) a questi «paladini»
dell’autenticità, senza rendersi conto degli interessi
non sempre limpidi che li
animavano.
Ora, nonostante le molte
cattive figure e il grave infortunio del C14, sembra che la
fiducia accordata a questi interessati «consulenti» sia di
nuovo in netto aumento.
Peccato!
È proprio come credenti
nello stesso Gesù Cristo, e
avviati in un lungo ma irreversibile cammino ecumenico che, in quanto evangelici,
ci sentiamo in dovere di raccomandare ai fratelli cattolici
di non mettere più a repentagho la nobUlssima causa di
Gesù Cristo mescolandola
con le penose e modeste
«atmbizioncelle» dei molti sedicenti «esperti» che, da ^i
al 1998 e poi al 2000, annttficeranno sempre più spesso
le loro mirabolanti «scoperte» a favore dell’autenticità
della Sindone.
Posta
S Rifondazione
e il Polo
Caro direttore,
ieri sera ho assistito su Rai
1 a una trasmissione della rubrica «Videosapere», che va
in onda a tardissima ora. Argomento era il dibattito in
corso sull’autenticità della
Sindone. Le risultanze delle
analisi dei campioni di tessuto di lino al carbonio 14 compiute dai tre istituti universitari, due americani e uno inglese, di cui parla Carlo Rapini nel penultimo dei suoi efficaci articoli su Riforma dedicati alla questione, venivano
appena accennate.
Si vedeva il cardinale Ballestrero, predecessore di Saldarmi a Torino, che ne dava notizia in una fuggevole inquadratura. Largo spazio veniva
invece dato alle controanalisi
compiate da uno studioso
messicano sui batteri presenti nel tessuto, e di un altro
americano su campioni del
sangue di cui vi sono tracce
nella Sindone. Il sangue era
risultato Umano, maschile e,
secondo il Dna in esso contenuto, «mólto antico».
Tuttavia il pezzo forte della
trasmissione era l’intervista
al cardinale Saldarmi, che in
buona sostanza accusava i
tre istituti di avere operato su
campioni prelévati senza autorizzazione della Curia di
Torina proprietaria della Sindone o almeno di esserne entrati in possesso attraverso
un canale abusivo, ufficioso e
non ufficiale. Come sarebbe
stato possibile?
L’intento del cardinale e
delTintervistatore, in perfetto accordo tra loro, era con
tutta evidenza quello di gettare discredita sugli esiti delle analisi al radiocarbonio,
contrapponendovi quelli
contestati da Rapini. Pari e
fatta, insomma. La chiesa ufficiale non si pronuncia e lascia che la Sindone continui
ad essere oggetto della pietà
popolare. Come prima, come
sempre. Tanto non è una
questione di fede. Si può essere buoni cattolici senza
credere nell’autenticità del
lenzuolo di Torino.
L’intervistatore concludeva
salomonicamente che la Sindone in ogni caso appartiene
al patrimonio culturale dell’
umanità. Conclusione banale
e piuttosto penosa e ridicola,
come tutta la trasmissione,
del resto. La collocazione oraria comunque garantiva direzione di Rai 1 e autori del programma «Videosapere» epe i
«deboli nella fede», già a dormire , non fossero scandaliz
. Guida alia tìormativa suirinsegnamento-.
■ t" della rel^oue àaitollcà nella scuola
’ * a 6ura dal Comitato nazionale Scqola e Còstituziòne|;
' \ f ' /’ ' llustrazioni di Sergio Staine
pp 78, L. 4.000
‘ ,Là aaydianà ed'tfrioah'a mésso in distribuzióne il libretto ,
f M "Avvalersi '
e non avvalersi
ine
tario (gef?iiòfii tìooentr, studenti,-'
capi dHltltoto).,Fomi8ce una sia
pur rapida InformaiSone sulle vi*
"cende chè'harwoisegnato l’attuàzlone del nuovo Concordato nella
' scùola italiana.-Sotto gli auspici j
delia Federazione della phìese
evangeliche in ,
'li!
1
• • «VIA PRINèlPE TOMMASO 1-10125 TORINO
TEL. 011/668.98 04 - FAX 011/860.43 94 - C.C.P. 20780102
zati come santa madre chiesa,
nella sua sollecitudine, ha
sempre cercato, mantenendo
i fedeli meno avvertiti nella
loro minorità. Con buona pace degli zelatori dell’ecumenismo di casa nostra.
Giacomo Quartino
Genova
'> »
M I giochi
dei potentati
Mi fa piacere che si stia avviando un dibattito sulle prospettive politiche nél nostro
paese, anche se vorrei vederlo
sviluppare su binari diversi e
in tal senso offro il mio contributo. L’articolo di Maurizio
Girolami è di parte, pur con
alcune affermazioni condivisibili da tutti; la lettera di Lucio Malan è faziosa, cioè mostra una evidente parzialità
nel giudizio che stravolge la
realtà per trovare argomenti a
favore dèlia propria tesi.
Dalla lettera di Malan emerge la figura di un moderno braveheart, un cuore impavido che, con mezzi di
gran lunga inferiori a quelli
dei suoi avversari (un pochino di potenza ce l’ha anche
lui), sfida i potentati economico-industriali, quelli sociali (sindacati), quelli finanziari
(banche), gli intellettuali (a
gettone), la magistratura, la
maggior parte della Chiesa
cattolica (Adi, ecc.). Un campione disinteressato della democrazia, Che inette le sue
capacità e la sua esperienza
al servizio del paese.
Non contesto a Malan la
sua buona fede nel sostenere
questa tesi, ma mi sento didirgli che è quanto meno fortemente elettoralistica, generica e troppo superficiale. •
Vediamo di fissare alcuni
punti dello scenario italiano
che ritengo siano difficilmente confutabili, Da tempo
in Italia operano alcuni grandi potentati economico-industriali che hanno interessi
diversi, stringono alleanze, si
combattono, cercano referenti politici, tentano di influenzare l’opinione pubblica attraverso i media, talvolta
corrompono la magistratura
e la pubblica amministrazione. A lato di questi gruppi di
potere economico-industriale ne stanno altri più tipicamente finanziari che cori i
primi stabiliscono rapporti
preferenziali ma non esclusivi. Così vediamo la Comit
(gruppo Mediobanca) fra le
banche garanti dell’aumento
di capitale che prelude alTin■gresso della Fininvest in borsa, pur essendo Mediobanca
in rapporti preferenziali cpn
il gruppo Fiat, che con i ^ornali collegati alla famiglia
Agnelli appoggia attualmente l’Ulivo.
Come si può notare le alleanze e le contrapposizioni
si intrecciano in un modo che
è assai complesso e certamente non si presta a una
sorta di divisione manichea
come quella fatta da Malan.
L’inchiesta «mani pulite» hq^
scardinato un sistema di alleanze tra potentati economico-industriali, politici, pubblici amministratori, banche,
ecc., che ha fatto precipitare
il dissesto già potenzialmente
grave dello stato, mettendoci
in una condizione di debolezza che sta costando carissimo
prezzo ai cittadini tutti. Certo, dai contrasti in essere
uscirà un nuovo equilibrio;
noi dobbiamo fare in modo
che prevalgano gli interessi
della maggioranza degli italiani e non di un gruppo economico o dell’altro.
Quello che mi sembra certo è che ogni potentato difende i propri interessi, che possono anche coincidere con^
quelli dei cittadini, ma questo è da verificare attentamente nei programmi. Allora
perché Malan non ci ha detto
che cosa diceva il programma del Polo su alcuni punti
fondamentali come disoccupazione, Europa di Maastricht, stato sociale, mondializzazione e concorrenza dei
paesi asiatici, il cui costo del
lavoro è enormemente inferiore al nostro? Quello che mi
interessa è verificare se ci sono solo i soliti slogan rassicuranti o se c’è un progetto politico con i suoi cpst\ma anche con le sue prospettive.
I cittadini hanno il difficile
compito di orientarsi di fronte alle insidie di uba situazione confusa, che presenta lati
oscuri, scarsamente convincenti da qualunque parte la si
guardi; noi che poggiamo la
nostra speranza nel Regno di
Dio che viene quando meno
ce Io aspettiamo, abbiamo il
dovere di operare nella chiarezza, evitando di classificare
fra gli intellettuali a gettone
persone del livello intellettuale, professionale e morale
di Enzo Biagi, che alla chiarezza sta dando un serio contributo.
Paolo Fabbri - Milano
Partecipazioni
RINGRAZIAMENTO
«Quanto a me e alla casa mia
serviremo all'Eterno»'
Giosuè 24,15
' /
La famiglia di
Ezio Rostan
ringrazia chi è stato vicino a Ezio
durante la sua permanenza in
ospedale e chi ha collaborato con
la famiglia affinché essa potesse
rimanergli accanto durante la malattia. Ringrazia coloro che con
presenza, scritti e offerte hanpo
manifestato il loro sostegno.
Un grazie a tutto il personale
dell'Ospedale valdese di Pomaretto, ai reparto di chirurgia dell'Ospedale civile di Pinerolo e alla
Croce Verde di Porosa Argntina.
Un grazie particolare alla dott
Anita Taraselo per le affettuose
cure prestate e al pastore Eric
Noffke per la pròsenza costante.
Prati, li aprile 1996
RINGRAZIAMENTO
Alina, Ornella, Monique, Attilio
e i familiari tutti del caro
Stefano MIchelin Salomon
(Tiene)
ringraziano tutti coloro che con
scritti, presenza e parole di conforto hanno-saputo recàre loro
sollievo in un momento così triste
dovuto alla perdita del caro Tiene.
Lusema San Giovanni
12 aprile 1996
RINGRAZIAMENTO
I familiari della cara
Ines Ricca ved. Long
commossi e riconoscenti, ringraziano per la grande dimostrazione
di affetto ricevuta nella triste Circostanza.
Rivolgono un particolare ringraziamento alla dott.ssa Seves, ai
coniugi Girardon e al pastore Pasquet v
Lusema San Giovanni
22 aprile 1996
RINGRAZIAMENTO
»L'anima mia s'acqueta
in Dio solo, da lui
viène la mia salvezza»
■' Salmo 62,1
I familiari della cara
Maria Albarin
riconoscenti, ringraziano quanti
hanno partecipato al loro dolore. \
Rivolgono un particolare ringraziamento alla direzione e a
tutto il personale dell'Asilo valdese di San Giovanni, alle dott.sse
Pons e Peyrot, ai pastori Berutti e
Pasquet.
Lusema San Giovanni •
22 aprile 1996
I neerotogt al acceftàno
entro More 9del lunedi.
* ,m0t1-6SB278 •
\
16
PAG. 1 2 RIFORMA
VENERDÌ 26 APRILE 199
i Viaggio nel paese nordamericano sconvolto da una grave crisi economica
Siamo proiettati verso un futuro «messicano» ?
IffMessico la scuola pubblica è stata smantellata, eliminando la sua funzione
I milioni di indios,.sparpagliati sul l'intero territorio, rifiutano di inurbarsi
ADRIANO BOARO
UN meccanico della General Motors (Gm) di
Tolucà rievoca la strage di
Tlatelolco (Olimpiadi ’68).
Disegna la pianta di Plaza
Tres Culturas e rivela che da
ragazzino ha visto dal balcone l’elicottero volteggiare sulla manifestazione. Mi accorgo che lo vede ancora, mentre traccia un segno sulla
mappa. Di colpo gli studenti
sono mitragliati; il fuggifuggi
generale e ^i spietati militari
completano il quadro di una
strage voluta dai settori più
retrivi della società. Solo le
' coscienze più vigili non dimenticano: infatti lo stesso
mio testimone conclude il
racconto con sarcasmo: «Per
questo ho riso amaramente,
quando il governo ha interrotto le relazioni con la Cina,
dopo Tien tm Mèn».
Piazza delle Tre Culture è
emblematica: ubicata nel
, cuore di un quartiere popolasi' re del Df, chiusa su tutti i lati,
a custodire l’anima del Messico più inquieto, gli accessi sono angusti e si possono immaginare giovani terrorizzati.
In trappola: una generazione
che non ha epigoni negli attuali frequentatori dell’Hard
Rock Cafe (Hrc). La saga deU’
omologazione, dove la messicanità non trova cittadinanza, soffocata tra i simboli della cultura yanfcee. Un processo non negativo m sé, anzi: è
un’oasi di musica non ranchera. Un luogo che prevede
l'adesione con l’acquisto dei
suoi costosi gadget; il problema sorge quando un collega
siciliano si scopre essere l’avventore con la pelle più scura.
Allora si comprende come
questo luogo non distante dal
Mùseo di antropologia più
grande del mondo, nobile
sarcofago della cultura indigena, sia espressione della
cultura dei discendenti della
Malmche, l’amante di Cortez.
Si può immagmare di sostituire l’ingresso dell’Hrc con
una trincea di dollari: infatti
parlando con i lavoratori del^ la Gm scopro che non vanno
mai in quel locale di finta trasgressione e lo identificano
con los españoles, i ricchi. Di
Chiapas: una piazzetta di San Cristobai de Las Casas
(Foto Adriano Boano)
venta facile renderli ostili a
un ricco (Marcós), che ha i
mezzi per ammutinarsi; poco
importa che egli si sia adattato all’umidità della foresta: i
suoi scritti non circolano in
un paese dove pochi hanno il
priraegio di accedere a università apprezzate (spesso
private o addirittura riservate
alle minoranze etniche bianche, quindi razziste) e la
bontà di una scuola è legata
al barrio in cui è sita e alla
retta che richiede. La scuola
pubblica è stata smantellata,
semplicemente eliminando la
sua funzione: non prepara,
mentre queUa privata gode di
sovvenzioni, dunque si accaparra gli insegnanti migliori.
Perciò i miei interlocutori
della Gm, dotati di un colorito più scuro di quello del mio
collega, sono condannati dalla nascita a lavorare in fabbrica, senza accedere a quel locale, in quanto appartenenti
alla seconda cultura: maggioritaria aH’interno della confederazione, i meticci.
Nessun indio lavora in fabbrica, perché non può accettare di rendersi schiavo come
noi: non appartiene alla sua
cultura. Comunque non verrebbe accettato. Inoltre gli
ihdios rifiutano di inurbarsi e
salvaguardano le loro tradizioni: sono milioni, sparpagliati sull’intero territorio
della Repubblica in 50 diverse ernie. Gli indios sono legati alla terra, uomini di mais,
da cui sorge l’epica del Popol
Vùh. Vivono in comunità solidali: un assemblearismo
che non prevede leader, a tal
punto che Marcos è sottopo- '
sto al volere dell’assemblea,
non pilotabile p/er tradizione
maya. La lotta per l’emancipazione permette pari opportunità tra uomo e donna.
In città l’ingresso nel mondo
del lavoro può essere negato
con la motivazione del sesso
sbagliato o con il bisogno di
accudire ai figli. Il divorzio è
una.conquista recente, men-,
tre l’aborto è perseguito con
pesanti e lunghe detenzioni.
Invece presso gli zapatisti
maschi serpeggia il benefico
trauma di vedere le loro compagne impiegate negli stessi
compiti.
In Messico esistono^ tre climi, tre culture... e io ho usato
tre volte il taxi. Il primo tassista era bianco, parlava della
nazione, senza rivelarsi: elencava dati e assaporava la cena
che gli stava preparando la
moglie; sollecitato a restituire
un giudizio sul governo, non
esprimeva che disappunto di
maniera. Però senza la veemenza del secondo tassista,
più scuro, simile all’iconografia del messicano che si dilungava sulla famiglia e sulla
moglie, che invece lavorava.
Narrava la quotidianità. L’ultimo era giovane, tratti indigeni: non parlò, distaccato,
rimase solo nell’abitacolo; io,
occidentale, ero solo 20 pesos. La sua assenza di sguardo fu più eloquente: detestando me, un gringo, egli disprezzaVa un mondo intero. Il
primo, servizievole, si offri di
venirmi a riprendere dopo la
sua cena. Il secondo mi incrociò casualmente il giorno
successivo e mi offrì un passaggio gratuito. Tuttavia il
terzo, con il suo rispetto per
se stesso, mi ha reso il mi^ior
servizio, non tradendo Ja sua
gente, da sempre spogliata
dalla nostra. Gli ho pagato la
corsa il 50% in più del normale, volentieri. L’unica possibilità per questo paese è che la
gente pretenda ciò che gli è
dovuto, mantenendo la capacità di indignarsi..., una scappatoia valida anche per noi,
proiettati dal neoliberismo
verso un futuro «messicano».
• (Ultimo di una serie
di 4 articoli)
L'espulsione dei tedeschi dai Sudeti nel dopoguerra
Le chiese protestanti dei due paesi si sono
impegnate a placare le perduranti tensioni
Il presidente della Repubblica ceca, Vaclav Havel, appoggia gli sforzi delle chiese
della Germania e della Repubblica ceca, preoccupate
di placare le tensioni tra i due
paesi nate con l’espulsione
dalla Cecoslovacchia dei tedeschi dei Sudeti dopo la seconda guerra mondiale. Il 6
marzo scorso, il presidente
Havel ha incontrato il pastore
Pavel Smetana, responsabile
di una delle grandi chiese
protestanti della Repubblica
ceca, la Chièsa evangelica dei
Fratelli cechi, che lo scorso
anno aveva pubblicato una
dichiarazione a proposito di
queste espulsioni. La dichiarazione affermava: «Rimetteteci i nostri debiti come siamo pronti a rimetterli ai nostri debitori».
Tra il 1945 e il 1946 circa
33 milioni di persone di origine tedesca vennero espulse
dai Sudeti, dove rappresen‘ tavano la maggioranza della
popolazione. La Germania
chiede oggi ai cechi di pren
dere moralmente le distanze
dagli ordini che furono all’
origine di queste espulsioni
ma i cechi sono reticenti a
farlo, in parte per motivi psicologici, in quanto l’annessione dei Sudeti da parte di
Hitler (che fu appoggiata da
molti tedeschi dei Sudeti) segnò l’inizio dell’occupazione
della Cecoslovacchia da parte dei tedeschi.
Secondo Pavel Smetana, la
dichiarazione della Chiesa
dei Fratelli cechi ha aperto
una breccia, incoraggiando i
cechi a non vedersi soltanto
come «le eterne vittime di
crimini e cfi atti di oppressione compiuti da altri, in particolare dai tedeschi e dai russi», ma anche a considerare
se stessi come responsabili
di alcuni criminL Nella sua
dichiarazione del 1995, la
Chiesa dei Fratelli cechi precisava che essa era «consapevole che la via che ci conduce verso il futuro non passa attraverso la ricerca costante dei colpevoli, ma at
traversò il pentimento sincero e il desiderio reciproco di
riconciliazione».
«Riconosciamo che il nostro popolo si è comportato
con brutalità nei confronti
dei tedeschi dopp la seconda
guerra mondiale, e che anche
dei cristiani hanno dimostrato debolezza rifiutando di
condannare il sentimento di
odio che molti nutrivano», ha
dichiarato il pastore Pavel
•Smetana, al termine del suo
incontro con Havel.
Smetana ha aggiunto che il
presidente Havel aveva «accolto con soddisfazione» il resoconto di ciò che sta facendo la Chiesa dei Fratelli cechi
per migliorare i rapporti tra
cechi e tedeschi. In una risposta pubblicata nel gennaio
scorso, la Chiesa riformata in
Germania (Ekd) si era congratulata per questa comprensione dei cechi nel confronti
delle «esperienze e dei sentimenti della parte tedesca», e
per la sua volontà di guardare
il passato con onestà, (eni)
M Messico
Primi accordi
sui diritti degli
indios
Minoranza albanese in Macedoni
La lìbera Università di Tetovl
TAVO BURAT
Il governo del Messico e i
ribelli dell’Esercito zapatista
di liberazione nazionale
(Ezln) della regione meridionale del Chiapas hanno trovato il 16 febbraio scorso un
primo accordo sui diritti e
sulla cultura de^i indigeni.
Il governo messicano si è
impegnato a compiere alcune
riforme per venire incontro
alla grave situazione economica e sociale della popolazione india. Inoltre «nel quadro dei diritti garantiti dalla
Costituzione» verranno concessi agli Indios una certa autonomia e diritti sulle terre.
Il deputato Jaime Martinez, che ha condotto le trattative per il governo, ha dichiarato che l’accordo raggiunto dopo dieci mesi di
colloqui può essere considerato come un riconoscimento da parte del governo messicàno che le relazioni con i
circa 9 milioni di Indios del
Messico devono fondarsi su
nuove basi. (epd)
LO smantellamento della
Federazione jugoslava ha
separato, cOn frontiere divenute internazionali, diverse
etnie (serbe, croate, italiane
in Istria, ecc.), tra le quali
qpella albanese (del Kossovo
e della confinante Macedonia
occidentale). Secondo i dati
ufficiali (censimento del
1994), in Macedonia ci sarebbe il 22,9% di albanesi; ma i
medesimi sostengono, invece, di essere un terzo. Altre
rtiindranze sono la turca
(4%), la zingara (2,3%) e la
serba (2%). ■
Sirio al 1990, gli albanesi di
Macedonia potevano liberamente frequentare l’Università di Prestine, nel Kossovo
ma dal 1990 ogni autonomia
è stata soppressa dai serbi
che hanno instaurato un clima di apartheid che, da un
momento all’altro, può avere
altre tragiche conseguenze;
questo ha però determinato
una sempre maggior presa di
coscienza nell’etnia albanese
anche in Macedonia, dove si
riscontrano due tendenze:
quella più radicale auspica la
forma,zione della «Grande Albania», e quindi l’unione degli albanesi del Kossovo e di
quelli della Macedonia, e magari l’annessione alla Repubblica di Albania; quella moderata si limita a richiedere
maggiore autonomia e il rispetto dello statuto della «nazionalità albanese» che Tito
aveva riconosciuto e che, invece, i comunisti macedoni
hanno soppresso nel 1988, timorosi della crescita delle
velleità indipendentiste in
tutta l’ex Jugoslavia, e nella
loro più consistente minoranza in particolare.
Alle elezioni presidenziali e
legislative dell’ottobre 1994
sono stati eletti al Parlamento macedone 19 deputati albanesi (su 120), dei quali 10
del partito etnico albanese
Ppd (Partito della prosperità
democratica). Il presidente
della Repubblica, Kiro Gligorov, è stato riconfermato con
il 52,44% dei voti; nell’intento
di integrare la minoranza nazionale, Gligorov appoggia
una coalizione di governo
comprendente il Ppd, a cui
ha riservato quattro ministeri: tuttavia, malgrado le sue
promesse, non sono stati rimossi gli ostacoli che impediscono agli albanesi di partecipare alle decisioni politiche, togliendoli dall’emarginazione. In effetti, nell’esercito, nella polizia, così come
negli altri settori chiave
dell’economia, i cittadini di
ceppo albanese sono in numero del tutto trascurabile.
Nell’impossibilità di affrancarsi dall’emarginazione, migliaia e migliaia di albanesi
abbandonano la Macedonia
per cercare fortuna in Austria, Germania, Svizzera.
Gli altri si arrabattano nell’
Iniziativa priyata, dando vita
a una miriade di piccoli esercizi commerciali albanesi per
albanesi, staccati dal resto
del paese in una specie di
ghetto. In questi ultimi anni,
il governo ha promosso nuove scuole elementari e secondarie in lingua albanese ma
rifiuta di aprire facoltà universitarie in quella lingua così impedendo, in pratica,
l’accesso agli studi superiori
per gli studenti Albanesi i
quali, avendo frequentato le
proprie scuole, sono poi bocciati agli esami di ammissione in lingua macedone alle
facoltà universitarie.
Il giovane primo ministro
Branko Crvenkoski (Alleanza
per la Macedonia, coalizione
che detiene 95 seggi su 120),
ha dichiarato: «Incoraggiamo
lo sviluppo dei diritti dell’uomo é delle minoranze nazionali che contribuiscono all’integrazione ma l’insegnamen
etnoe
Pristfi
chèli
«2
to superiore separato cori
ad una “ghettizzazione
alla disintegrazione della Afi
cedonia» (Le Monde, 21
zo 1996). Ribatte Fadii Si
mani, professore di
fia all’Università di
per 26 anni e rientrato nel
1991 nella Macedonia nai
«La Macedonia è un mosà\
uno stato plurietnico,
governo vorrebbe trasfori
in stato nazionale di soli nì^i
cedoni. Per raggiungere q,
sto suo fine, limita il livello'^
istruzione degli albanesi
Coadiuvato da uri gruppo i
colleghi albanesi, elabora al-i
lora un progetto per un’Uni:versità in lingua albanese e lo
presenta al governo nel giugno 1994. Cinque mesipi|l
tardi gli universitari della fa- ___
coltà di pedagogia di Skopji Ì 'ha ci\
entrano in sciopero chiedea- 'fj j t¡
do l’istituzione di corsi in albanese, lingua che comun-„,.
qùe essi dovranno poi inse-,
gnare nelle loro scuole. Ve-*'
dendosi opporre un’ecce:
ne di inammissibilità, orgai
nizzano corsi autonomi in,
edificio di Tetovo.
Nasce così la libera Università albanese in Macedonia. 1,
14 dicembre 1994, la póliza
interviene e distrugge parti
dell’edificio. Ma il 15 genni
1995 il prof. Sulejami e isui
collaboratori, sfidando idi-j
vieti governativi, riaprono
l’Università proibita di Tetei
vo. L’indomani, la polizia ri^j
torna alla carica, interroni]
i corsi e procede a diversi ar*i
resti. Nei giorni seguenti le
manifestazioni degenerano;
il 17 febbraio vi sono scontri]
violenti con la polizia: unoi
studente albanese resta ucd
so, e altri trenta sono feriti, I.
prof. Fadii Sulejmani, che era
stato eletto rettore, è arroto. Sarà rilasciato in giu^t
per la pressione intemaàinale, dietro cauzione di
100.000 marchi tedeschi (oltre cento milioni di lire).
Secondo il coraggioso reO
tore, l’Università libera diXe-j
tovo conta oggi 1.300 studffl-;
ti che frequentano i corsi li]
case private, in locali messi a^
disposizione dalla popolazione solidale. E a dire del mo":
desimo rettore, su 105 do-j
centi, 5 sono di lin^a macedone. Per difendersi dalle ac-j
cuse del governo macedoiii
che è convinto dell’ispirazit
ne politica antimacedone allj
base dell’iniziativa, il pr®
Sulejmani replica: «All’Uni
versità di Tetovo, le dispeti^
utilizzate non sono altro eh
la traduzione in albanese
testi macedoni. Seguiamo W'
fatti i medesimi programrn>
ma il primo ministro Cf
vendl¿oski dichiara' che >
nuovo governo, malgrado^'
bia la partecipazione del
«non cambierà
continuerà a ritenere
l’Università di Tetovo».
Oggi, comunque, il poi®'
^all’ai
^Mghi
‘t ìo s o
'fnon.
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macedone ha rinunciato ^
esercitare la repressione
tale, e progetta di
corsi in albanese m
coltà dell’Università di
pje, ma il cammino da P ^
correre è ancora molto: M ,
Van der Stoel, alto comnu^
rio per i diritti delle
ze airOcse (Organizzazi ■ ,
sulla sicurezza e la oooP ,
zione in Europa), che imr f
gna gli stati membro all j
di Helsinki del 1“ agosto |
anche sul rispetto dei o ; ^
umani, ha richiesto al 8 ^ if :,
no macedone di rego* j
rapporti con la minorai^ j,
quadro delle convenziom
toscritte pure dalla
nia nel 1990. lotanW’jgiJi
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libera Università io
banese (che ü govotoo ^
di riconoscere) è il oai®”“ ¡
che ne raffigura lo
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