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DELLE
Spétt.
Libilotosa ValiOoO
(Torino)
TOHP.3 felli Ci
Quindicina!e
della Chiesa Vaidese
'■ Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali* avete peccato, e iatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXIII — Num. 1
Una copia L. 20
( Eco: L. 600 per l’interno Eoo * La Luce; L. 1060 per l’interno | Spedix. nbb. poetale II Gruppo
ABBONAMENTI \ 1000 per l’eetero | L- P«' Textero 1 Cambio d’indirixzo Lire 30,
TORRE PELUCE, 2 Gennaio 1953
Ammin. Claudiana Torre Peiliee ■ C.C.P. 2-17557
11 vero problema
All’inizio di un nuovo anno di vita, gli uomini piccoli e grandi formulano i loro auguri, coltivano le
loro speranze o le loro amare previsioni. Non si presta molta attenzione, generalmente, alle parole dei
piccoli, dei modesti, degli uomini
che s’incrociano sulla strada, conosciuti o sconosciuti che siano. Sono
i grandi uomini quelli che destano
l’attenzione dell’umanità in questo
periodo dell’anno con i loro messaggi al popoli della terra, con i loro
appelli alla pace, alla giustizia, alla
fraternità.
A proposito di questi appelli, Filippo Sacchi ne « La Stampa » del
28 dicembre u. s. ha fatto alcune amare osservazioni, non prive del resto di realismo e di attualità. « Al
vedere la fine che fanno questi appelli, e come ogni anno gli :'tessi viientuomini tornino a ripetere esattamente le stesse cose, senza che nè
pace nè giustizia nè fraternità abbiano fatto un passo avanti nel mondo,
un pessimista potrebbe essere tentato di chiedersi se non sia il caso di
provare .a tacere, di mettersi tutti
d’accordo per sopprimere articoli e
messaggi natalizi; chissà che non
meni buono, chissà che, togliendo^ ci il facile- alibi dei bei discorsi, non
sia forse la volta che passiamo ai
fatti. Ma è tutt’altro che sicuro... ».
Lo crediamo anche noi. Che le
parole umane, come l’antico dilu,
vio, coprano la terra, è vero; che
nessuna colomba, di nessun genere,
ci annunzi l’avvicinarsi dell’asciutto, cioè il silenzio pensoso ed onesto degli uomini, davanti alle loro
colpe e soprattutto davanti all’Eterno, ci pare fuor di dubbio; che
ci sia molta, troppa retorica nel linguaggio degli uomini e, diciamolo
pure, della Cristianità, l’esperienza
10 ha più volte dimostrato.
E tuttavia, nè la rarefazione nè
la scomparsa degli appelli alla pace,
alla fraternità, alla giustizia, ci sembrano aprir la porta alla realizzazione delle più rosee speranze umane.
In fondo, questi appelli sono caratteristici in quest’epoca dell’anno e
in qualche altra felice o tragica ricorrenza; ma poi, la vita riprende
11 suo corso e la voce che conta non
è più quella commossa e patetica di
Natale o di Capodanno, quanto
quella dei piccoli o dei grandi, formidabili interessi che oggi dividono
il mondo. « Il cuore è ingannevole
più d’ogni altra cosa e insanabilmente maligno », si legge nel libro
di Geremia, « chi lo conoscerà? Io,
l’Eterno, che investigo il cuore, che
metto alla prova le reni, per retribuire ciascuno secondo le sue vie,
secondo il frutto delle sue azioni ».
Il cuore dell’uomo è ingannevole,
e maligno: non la sua parola soltanto, ma la sorgente stessa della sua
vita e dei suoi pensieri.
Molti oggi parlano di pace, di fraternità, di giustizia. Si realizza che,
malgrado le apparenze, malgrado il
benessere di cui molti possono godere, c’è nel mondo un’atmosfera di
incertezza, di inganno, di timore:
forse anche di acuto timore. Di quale pace, di quale fraternità, di quale
giustizia s’intende parlare? Si ha
sempre l’impressione che l’egoismo
degli uomini, gli interessi della politica e dell’economia, l’ideologia
degli uni e degli altri, lascino come
un’oscura nube sui grandi, luminosi ideali della pace, della giustizia,
della fraternità.
L’ombra della insincerità, dell’inganno e della sfiducia. Soprattutto
della sfiducia nelle recondite intenzioni degli uomini, dei grandi di
questo mondo, che nessun patetico
appello riesce a far considerare pure
e degne di essere interamente credute.
La sfiducia reciproca è la grande,
persistente, opaca cortina di ferro
che separa i popoli e gli uomini in
questo volgere del nostro tempo verso l’avvenire. Si sente enormemente
il bisogno di voci chiare, limpide e
di caratteri in cui, come diceva il
Cristo a proposito di Natanaele,
(f non c’è frode alcuna ». E questo
vale non soltanto riguardo ai comunisti, ai partigiani della pace, agli
adoratori dell’ideologia totalitaria,
ma anche riguardo ai rappresentanti
del mondo occidentale, ai democratici di qualsiasi tinta, ai cosidetti
difensori del Cristianesimo e dei valori della civiltà chiamata cristiana.
Anzi, a dire il vero, è ancor più necessario che i « difensori » del mondo occidentale e libero siano degli
uomini o dei capi senza frode, senza
inganno, degni della fiducia delle
nazioni, perehè l’ipocrisia religiosa
di quanti si dichiarano dalla parte
di IMo ma, in realtà, jier fare i loro
interessi particolari o di gruppo o
di partito o di classe o di dominio,
è cosa peggiore dell’ateismo ideologico dei senza Dio o di quanti deliberatamente e apertamente sostituiscono all’idea di Dio e della Verità
i loro specifici obbiettivi economici
e politici.
Quante catene e quali forze oscure, ohimè, sono all’opera al di qua
e al di là del sipario di ferro!
E’ difficile parlare realisticamente e operare effettivamente per la
pace, per la ^ustizia e per la fraternità in un’atmosfera di sospetti, di
inganni e di sfiducia. L’aria è contaminata dalla presenza di elementi
mefitici, velenosi, mortali. Bisogna
lavorare e pregare perchè sia purificata e diventi respirabile,
Bisogna vegliare e pregare: cristiani si è non nell’ozio, nella falsa
quiete, nella colpevole superficialità
d’animo, nella ricerca di una pace
che soddisfi le brame della natura
umana; ma nell’impegno, nella vigilanza, nella preghiera.
Dio non ci domanda prima di tutto di esser « religiosi » nel senso comune della parola e tanto meno di
servirci del Suo nome per illuderci
di essere « migliori degli altri »; ci
chiede di cercare « prima di tutto »
il Suo regno e la Sua giustizia. Il
mondo vive oggi sotto il segno della
paura, della inquisizione, della condanna. Dio domanda ai popoli ed ai
loro reggitori di entrare nella via
della onestà, della sincerità e della
fiducia.
Perciò, questo non è un appello
alla pace, alla giustizia, alla fraternità.
E’ un richiamo al problema vero
e fondamentale dell’uomo: il problema del suo incontro con l’Eterno,
il suo Dio.
« Il cuore è ingannevole più d’ogni altra cosa e insanabilmente maligno...
« Guariscimi, o Eterno, e sarò
guarito; salvami e sarò salvo.
Benedetto l’uomo che confida nell’Eterno e la cui fiducia è ^’Eterno».
Ermanno Rostan
Perchè, fratello ?
Perchè, fratello, viene men tua fede?
In tue difficoltà. Cristo provvede.
Perchè ti affanni nel cercar qual sia
per te la via miglior? Cristo è Ig. Via.
Perchè del tuo doman tanto timore?
Prendi e ringrazia: Cristo è il tuo Pastore.
Perchè, figliuolo prodigo, a le soglie
tue, non rivieni ancor? Cristo ti accoglie.
Perchè ti struggi curvo sul mistero
del mondo e del dolore? Cristo è il Vero.
Perchè il ricordo di tue colpe suona
spietato nel tuo cuor? Gesù perdona.
Perchè, dal fiero tentator sospinto,
paventi di cader? Gesù lo ha vinto.
Perchè la notte di quaggiù t’induce
del porto a dubitar? Gesù è la luce.
Perchè accompagni in lacrime il tuo morto
e gli singhiozzi « addio »? Cristo è risorto.
Perchè disanimato, afflitto, stanco,
ritorni al focolar? Gesù t’è al fiancò.
Chiunque tu sia, lettor, fratello mio:
Giubila e trema: Gesù Cristo è Dio!
D. Argentieri.
■7.?' .
Il cièlo e la terra passeranno
ma
non passeranno
lo sono la luce del mondo
Mentre avete la luce, credete nella luce, affinchè diventiate figliuoli di luce. Io son venuto come luce nel mondo, affinchè
chiunque crede in me, non rimanga nelle tenebre.
Giov. 12; 36-46
lo sono la via, la verità e la vita
Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli;
e conoscerete la verità e la verità vi farà liberi. Giov. 8: 32
io sono ia vera vite, voi siete i traici
Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perchè senza di me non potete far nulla. Giov. 15: 5
io sono ii pane vivente, che è disceso
dai cieio
Adoperatevi non per il cibo che perisce, ma per il cibo che dura
in vita eterna. Giov. 6: 27
io vi iascio pace; vi do ia mia pace
Non siate con ansietà solleciti del domani, ma cercate prima il
regno e la giustizia di Dio e le altre cose vi saranno sopraggiunte.
Matteo 6: 33
io sono i’Aifa e i’Omega, ii primo e
i’uitimo, ii principio e ia fine
Beato chi serba le parole della profezia di questo libro.
Colui che attesta queste cose, dice: Sì; vengo tosto! Amen! Vieni, Signor Gesù! Apoc. 22; 7-13
La grazia dei Signor Gesù sia con tutti
2
2 —
L‘ECO DELLE VALU VAL£«ESI
Una predica stravagante
Il reverendo padre Olivier Maillard fu, ai tempi suoi, uno dei predicatori più notevoli e popolari, una
specie di padre Lombardi che scuoteva le folle. Visse agli inizi del sedicesimo secolo ed è rimasto famoso
un suo sermone predicato a Bruges
la quinta domenica di quaresima
dell’anno di grazia 1500. Scriveva
coscienziosamente le sue prediche,
segnando perfino le pause ad éffetto
oratorio; una di esse è dedicata a
quello che potremmo chiamare, oggi, il conformismo; è così caratteristica che fu ristampata ancora nel
1824, a Parigi. Dopo 300 anni essa
parve ancora degna d’essere meditata, non tanto per i! suo contenuto,
quanto per la sua stravaganza.
E perchè stravagante, e solo a
questo titolo, ci sia permesso di far
ne cenno oggi!
* * *
Il nostro buon vecchio quaresimalista se la prende con la gente che
viene in chiesa regolarmente, a messa per esser più precisi, giorno dopo
giorno, la domenica particolarmente. Egli ha l’impressione che questo
venire in chiesa non sia un sintomo
di vera pietà ! ' Doveva certo esser
leggermente stravagante, poiché,
dall’alto del pulpito della cattedrale di Bruges egli apostrofa, indelicatamente i suoi uditori;
a Dites-moi, par votre âme, s’il
vous plaît, avez-vous point peur de
être damnés? »
Interrogativo veramente indelicato, cui segue di rincalzo:
« Et, frère, direz-vous, pourquoi
serons-nous damnés? Ne voyez-vous
pas que nous sommes si soigneux de
venir à un sermon tous les jours;
nous allons à la messe, nous jeûnons,
nous faisons des aumônes; Dieu aura pitié de nous et nous exaucera ».
E veramente i suoi uditori potevano anche aver ragione; quando un
individuo è un « huon membro di
Chiesa » forse che dovrebbe ancora
aver paura d’esser dannato? Quando arriva la domenica, l’uomo si
cambia di vestito, si*mette <( ih pompa magna » per andare in Chiesa a
rendere onore « au hon Dieu »; che
cosa si vuole di più? La donna arriva sulla soglia del tempio e tira
fuori dalla borsa un velo sottile che
copra il capo, ma non nasconda i capelli, che cosa si vuole di più?
Padre Olivier è stravagante : cc Seigneurs (allora si diceva cosi; oggi,
si dice: fratelli e sorelle, ma la sostanza non cambia) vous dites bien,
mais vous ne dites point tout; je
vous assure, si vous êtes en péché
mortel. Dieu ne vous exaucera pas
en vos prières et oraisons ».
Oh! stravaganza che si può solo
per-donare a un grande oratore.
Padre Olivier Osa insinuare che si
può andare a messa, — in chiesa —
vestiti di nero, gli uomini, a capo
coperto le donne, ed essere in peccato mortale! Per fortuna si tratta di
un quaresimalista; e nella terminologia valdese dei nostri tempi non
si usano più, nell’oratoria sacra, espressioni così « tecniche ».
E così, dopo l’esordio, il nostro
predicatore viene all’argomento;
vuole dimostrare ai suoi uditori che
essi possono perfettamente essere in
peccato mortale, nonostante la loro
pietà apparente (in linguaggio maderno, invece di nonostante si potrebbe dire: a causa della loro pietà
apparente). Abituato a parlare alle
folle, sa che il modo più sicuro di
esser capito è parlar chiaro. Perciò
egli prende i suoi uditori a tu per
lu; ricchi e poveri, vecchi e giovani,
sani e malati, agricoltori, artigiani;
per tutti egli ha qualcosa da dire,
perchè in tutti egli teme che l’abito
domenicale nasconda ima moltitudine di peccati!
« Où sont les trésoriers, les argentiers? êtes-vous là qui faites les besognes de votre maître ou les vôtres?
Bien; écoutez, à bon entendeur U ne
faut que demi-mot. Les dames de la
cour, il faut laisser vos alliances, U
n’y a ni si ni là. Jeune gaudis.seur,
là, bonnet rouge, il faut laisser vos
regards; il n’y a de quoi ire, non ».
jNo, non c’è proprio niente da ridere; ognuno ha il fatto suo, perchè
ognuno di questi — fedeli — chiamiamoli così, ha peccato, o, se preferite, è stato infedele nella sua testimonianaz: l’amministralore è sta
10 infedele, la signora è stata infedele: ciascuno a modo suo: nel suo
lavoro, nella sua vita privata. E’,
stato: un passato prossimo che è tanto poco passato, e cosi prossimo, che
per l’oratore, si tratta di un presente!
Pertanto padre Olivier consacra
tutto il suo sermone ad un’analisi
spielata; per il nostro gusto moderno, è un elencazione alquanto pesante, Ma l’erudito può trovarci materia a proficue riflessioni! Qual
moltitudine di peccati poteva coprire in una domenica di quaresima
del 1500, il decoroso abito domenicale!
* Sì
Ogni sermonè che si rispetti, dopo la trattazione del tema, ha la mozione degli affetti, la perorazione;
11 nostro frate è troppo buon oratore per dimenticaFe questa regola ed
ecco l’appello finale ai suoi uditori
che egli vuole consolare. Per farlo
più fervidamente, egli li divide in
quattro categorie:
« Les premiers, ceux qui viennent
sinon pour reprendre le prêcheur
ou pour voir ceux qui vont au sermon. Les seconds, ceux qui entendent prêcher et n’en retiennent rien
et n’en font compte. Les troisièmes,
ceux qui entendent et retiennent,
mais ne s’amendent pourtant. Et
toutes ces trois manières de gens s’en
vont avec les diables. Les quatrièmes
sont ceux qui entendent et retiennent
et mettent la doctrine à exécution et
s’amendent; ceux-ci sont de la part
de Dieu et profitent au sermon.
Agli amanti di statistica, la soddisfazione di eventuali confronti con
le categorie del nostro tempo. Noi
ascoltiamo l’appello finale.
« Or, levez les esprits; qu’en ditesvous, seigneurs; êtes-vous de la part
de Dieu? Le prince et la princesse,
en êtes-vous? baissez le front. Vous
autres, gros fourrés, en êtes-vous?
baissez le front. Et vous, fines demoiselles en êtes-vous? baissez le
front... Dites-moU s’il vous plaît,
ne vous êtes-vous pas, aujourd’hui
bien lavées et époussetées- Oui bien,
frère. A ma volonté que vous fussiez
aussi soigneuses de nettoyer vos âmes! »
Nella storia dell’oratoria sacra si
potrà notare che c’è da segnalare im
raffinamento del gusto, sia negli oratori che negli uditori. Concedo.
Però, com’è saporoso questo vecchio
francese e com’è vivace il quadro:
hanno lavato il loro vestito domenicale, gli uditori di padre Olivier; e
questi ne prende atto, ma,. « nettoyez vos âmes! » Quello che conta
è: « baisser le front »; e tutti lo devono fare; il resto, il decoro, l’atteg.
giamento contrito, sono cose secondarie, possono venire da sè, frutto
di una ispirazione interiore, che
vuole concretarsi, esteriormente. Padre Olivier doveva aver l’impressione che quanto più c’è decoro e atteggiamento contrito, tanto più è
difficile baisser le front perchè si
ritiene troppo facilmente di non aver più bisogno di nettoyer son âme. i
E forse non aveva tutti i torti,
Cl.
Chiesa morta
o Chiesa vivente?
Una Chiesa è morta quando la Parola di Dio non è più predicata e i
sacramenti non sono più amministrati.
Lna Chiesa muore quando la Parola di Dio non è più presa sul serio.
Una Chiesa agonizza quando i fedeli
disertano i culti, non pregano più,
non leggono più la loro Bibbia, accettano che la Casa di Dio sia abbandonata e che il problema finanziario
si riproponga del continuo.
Una Chiesa è gravemente ammalata quando i bambini non sono istruiti nella fede, quando la Scuola
Domenicale ed il catechismo sono,
relegati all’ultimo posto nelle preoccupazioni familiari.
Una Chiesa sta morendo quando i
fedeli che la compongono stimano di
aver fatto tutto il loro dovere assistendo, più o meno regolarmente, al
culto.
Una Chiesa è in pericolo di morte
quando i giovani non si mettono a
disposizione degli adulti e gli adulti
non pregano più per i giovani.
Una Chiesa risuscita quando alcuni .fi msitono a pregare con fervore
UN GRANDE PRIVILEGIO
Due amici, membri di due Chiese evangeliche, si trovavano, una
Domenica sera, in casa di uno di loro e seduti al .fresco, sulla terrazza,
discutevano fraternamente di cose
religiose.
Uno di loro sosteneva ima dottrina che là sua Chiesa gli aveva insegnata fin dalla sua giovinezza; l’altro cercava di convincere l’amico
che quella dottrina divergeva in un
punto dall’insegnamento della Sacra Scrittura. Ognuno — come accade — era convinto di essere nel
vero e rimaneva fermo nel proprio
convincimento.
Un loro amico cattolico-romano il
quale aveva ascoltato con un sorrisetto malizioso la discussione dei
suoi amici evangelici, fece questa
osservazione: «E così? Ognuno di
voi è convinto di aver ragione: eppure almeno uno di voi deve esser
nel torto. Se voi foste — come sono
io — cattolici apostolici e romani,
portereste il vostro dissenso al sacerdote il quale vi direbbe quale dei
due sia nella verità e quale nell’errore ».
I due evangelici si sono immediatamente trovati d’accordo per rispondere al loro amico: a Chi ci dice che il sacerdote sia più capace di
noi di scorgere il giusto? Che garanzia hai tu della sua infallibilità?
Può darsi che uno studioso approfondito sia capace di persuaderci
della verità, ma può anche darsi
ch’egli sia più lontano di noi dalla
verità ».
« Ma allora voi non avete nessuna
base sicura per conoscere il vero.
Ognuno pensa come vuole e non ammette nessuna autorità umana capace d’insegnargli il vero ».
« La base sicura per trovare la
verità, l’abbiamo, interrompe uno
degli evangelici. La base è la Rivelazione di Cristo, la Parola di Dio.
Ognuno di noi deve studiare quella
Parola per arrivare a conoscere la
verità. In questo studio ognuno si
serve dell’aiuto dei più competenti (la Chiesa) i quali sono spesso in
grado (come lo era S. Paolo) di spiegare anche « le cose difficili a capire » colla sapienza che gli era stata
data... (vedi 2 Pietro 3: 16). Ma ciò
nonostante può darsi che rimanga,
per un tempo, una certa mcertez..;a
sul signifìcato giusto di qualche pu ito della Sacra Scrittura. Ognuno
chiede pure l’aiuto dello Spirito
Santo: ma in ultima analisi, ognuno
deve farsi i propri convincimenti
personali fondati sulla rivelazione
della Parola di Dio ».
Ho ripensato spesso a quella discussione ed alla responsabilità personale di ognuno verso la verità rivelata che ogni credente deve affrontare evolvendo così la sua personalità e acquistando convincimenti ben maturati. <JMi ha colpito il
pensiero del grande privilegio che
hanno i credenti nel posseder«* - ja
fonte sicura a cui attingere la verità.
Chi si appoggia solo sugli uomini
non potrà mai essere certo di essere
fondato sulla verità. Ma chi si appoggia sopra la Parola di Dio ha un
fondamento incrollabile.
Può darsi che vi siano dissensi o
punti di vista diversi, fra i credenti,
nell’interpretare la Parola di Dio.
Ma la Parola non muta : rimane sempre ferma e solida al suo posto, ed a
poco a poco la verità ch’essa contiene si manifesta (anche per l’azione dello Spirito Santo che aiuta
i cercatori onesti) sempre più chiaramente ed appare più evidente
finché finisce col trionfare.
Ci sono delle dottrine che non sono state comprese appieno se non
dopo molti studi e molte discussioni. Ce ne sono altre che han richiesto secoli di progressi e di esperienze prima che apparissero nella loro
piena luce. I credenti sanno che la
verità è nella Parola di Dio: a loro
spetta la ricerca umile e fatta con
spirito di preghiera affin di essere
illuminati sempre meglio, E non è
detto che tutta la verità debba esser
conosciuta subito su questa terra.
Qui vediamo certe verità solo per
riflesso, come in uno specchio.
Quando saremo saliti più in alto vedremo a faccia a faccia anche ciò
che qui appare solo in parte e in
ombra.
Un caro amico, il Pastore Antonio
Rostan, parlando un giorno di u»
credente passato a miglior vita, il
quale era noto per certe sue teorie
teologiche alquanto spinte, osservava bonariamente: « Credo che avrà
un bel daffare, ora, per rivedere,
nella luce, la sua teologia ».
Gran privilegio aver questa fiducia nella potenza trionfante della
verità. Qui ognuno afferma ciò che
crede essere vero appoggiandosi sulla Parola di Dio e non soltanto su
quella (non sui dogmi umani o sulle
immaginazioni dogmatiche o sulle
deduzioni... logiche della teologia umana). Poi aspetta fiducioso 0 qui o
dopo (se ciò che dice è verità) la
verità trionferà. Forse quando le discussioni ed i contrasti dei piccoli
uomini (in cui entrano spesso ele
menti terreni) saranno dimenticati,
la verità si farà necessariamente strada.
Perciò più che di far trionfare le
proprie idee, il credente deve preoccuparsi di cercar di essere nel vero
insegnato dalla Parola di Dio e di
affermare quello che è convinto esser verità.
Se è nel torto, egli non potrà —
in definitiva — nulla contro alla verità: se è nel vero, ciò apparirà fatalmente un giorno. Risuonerà allora per lui l’approvazione che vale
più di tutte quelle umane: « Bene
sta buono e fedel servitore... ».
Paolo Bosio
e con perseveranza affinchè io Spirito Santo soffi sulla Chiesa.
Una Chiesa si mette a rivivere
quando i culti sono seguiti con assiduità, preparati nella preghiera, vissuti nella fede. Quando gli inni sono
cantati da cuori pieni di gioia; quotido l’ordine e U raccoglimento dominano dal principio alla fine del culto.
Una Chiesa sta per diventare vivente quando la questione finanziaria è presa di petto, con coraggio e
che alcuni si convincono che è cosa
indegna ridurre la Chiesa a far la figura di eterna mendicante.
Una Chiesa risuscita quando i focolari ridiventano cristiani, quando
VEvangelo della domenica entra nella vita quotidiana, quando degli uomini e delle donne cerca-no il modo
di servire la Chiesa secondo i loro
talenti.
La Chiesa vive quando la Parola
di Dio è ascoltata, quando i sacramenti sono ricevuti con gioia e nella
fede, quando le attività parrocchiali sono seguite con zelo, quando l’egoismo è combattuto senza posa,
quando ogni fedele si sforza di compiere con fedeltà la missione che Dio
gli ha affidata.
Una Chiesa vive quando i poveri
sono aiutati, gli ammalati visitati,
gli isolati circondati, i forestieri accolti con gioia e semplicità di cuore.
Una Chiesa è vivente quando la
Casa di Dio è decente, quando c’è
l’ordine, quando ognuno si sente respemsabile di un compito preciso,
quando ognuno si sente il prossimo
dell’altro, quando l’Amore e la gloria di Dio abitano nei cuori.
E adesso, di quale Chiesa facciamo
noi, parte? E che fate voi perchè essa divenga ciò che deve essere?
(Notre Eglise)
Com’è che Vitichindo divenne cristiano
La defunta signora Montessori, nel volumetto « La Santa Messa spiegata ai bambini » assicura che una volta un santo eremita vide nell’ostia, durante l’elevazione,
il bambino Gesù irradiante una luce meravigliosa. Accadde pure una volta a un sacerdote poco accorto, di rovesciare il calice, col vino già consacrato, sulla tovaglia
dell’altare; e il vino, che nella messa è generalmente bianco, lasciò delle macchie
rosse come il sangue. Invano furono lavate e rilavate, le macchie rimasero indelebili. Tutto questo non basta. ì Si racconta
pure — aggiunge la Montessori — che Vitichindo, il feroce re dei Sassoni, si convertì al cristianesimo perchè nell’Ostia dell’elevazione vide la figura di un bambino
che gli sorrideva.
Non ci è naturalmente stato possibile
controllare i primi due fatti, ma per quello
che riguarda il caso di Vitichindo ci è venuta la vaghezza di andaer a scartabellare
in qualche libro di storia, per sapere come le cose erano andate, ed ecco cosa abbiamo trovato.
Quando Carlo Magno, verso la fine dell’ottavo secolo, cercò di ridurre al spo dominio il fiero popolo Sassone, incontrò una
energica resistenza. Ma alla fine Sassoni
vennero sconfitti, e Carlo Magno, convocati i prigionieri, incaricò i preti e i monaci che seguivano le sue armate di battezzare i vinti in sua presenza. Quei disgraziati erano così « fatti cristiani » con mezzi
che non si possono dire non persuasivi.
Senonchè Carlo Magno era assai impegnato
in altri paesi, ed ecco che, partito il vincitore, i Sassoni si ribellano, e trattano n
me si usava a quei tempi i preti e i l'ra'j
che li avevano convertiti al cristianesn.io.
Carlo Magno si affretta a ritornare, e scori
figge una seconda volta i Sassoni, e fattine
prigionieri 4.500, fa loro tagliare la testa,
con l’eccezione di quelli che consentivano
a ridiventare cristiani. Vitichindo era un
grande eroe, ma allora le questioni di principio erano impostate diversamente, e anche lui pensò che era meglio salvare la testa e accettare il cristianesimo.
Con l’andare del tempo tante cose si precisano, e oggi si insegna seriamente ai
bambini italiani che Vitichindo si è convertito al cristianesimo perchè nelTostia
consacrata vide la figura di un bambino
che gli sorrideva.
Forse si potrebbe pensare che abbiamo
dato troppo rilievo a una delle tante leggende di cui è ricca la religiosità del nostro popolo. E così penseremioo noi pure,
se il racconto non fosse avallato dalla firma
di una signora che ha elevato la pedagogia
infantile al rango di scienza, e re il racconto della Montessori non fosse dato per buono in un libro destinato ai bambini.
E i bambini, si sa, credono a tutto. 11
bambino non sa la differenza fra leggenda
e realtà. Per lui tutto è realtà, anche la
storia di Biancaneve e i sette nani. Quello
che viene insegnato ai bambini diventa per
loro convinzione assoluta, che difficilmente il raziocinio dell’etè matura potrà più
sradicare.
Così si formano le «tradizioni»; poi le
tradizioni diventano un insegnamento che
sarebbe temerario respingere; poi diventano dottrine insegnate nei catechismi. Così
viene educato il nostro popolo verso il culto spirituale di Dio.
R. Nisbet
L’uomo è straordinariamente capace di
inventare delle ragioni quando si tratta di
abbellire un suo torto, di credersi offeso
per poter offendere senza essere castigato,
di credersi tradito per poter diventare esso
stesso traditore.
F. Spielliagen.
3
L*ECO DELLE VALU VALMSI
— Î
Conferenza distrettuale del IP Distretto
Il II Distretto ha tenuto in Milano l’8 dicembre una Conferenza distrettuale straordinaria, nel momento in cui l’attività ecclesiastica ha
ripreso in tutte le Chiese locali il
normale ritmo di lavoro. Esperimento riuscito, poiché si è constatato come sia possibile in questa fase,
senza il solito assillo dell’esame del
consuntivo, approfondire seriamente alcuni problemi d’interesse preminentemente spirituale ed organizzativo e stabilire gli opportuni contatti per un lavoro rispondente ad
una direttiva comune in alcuni settori. Prova ne sia l’unanime consenso dei presenti e la decisione di rinnovare pel futuro la preziosa esperienza: unico rincrescimento, l’assenza di qualche Chiesa e l’interven.
to un po’ esiguo di altre.
I lavori si sono imperniati sulle
due relazioni in programma,
/. — Il nostro distretto nella sua
attuale situazione ecclesiastica (relatore past. A. Ribet).
Uno sguardo panoramico per dare ai presenti l’esatta fisionomia di
tutte le Chiese del Distretto dalle loro origini ad oggi, soffermandosi poi
sulla loro attuale situazione, sia all’interno, sia nei rapporti con l’esterno, per la precisa valutazione
delle effettive possibilità ed un più
razionale impiego delle energie esistenti : da tutti prospettata l’esigenza che le singole Chiese e Te loro attività escano dall’eccessivo isolamento
in cui si rinchiudono, troppo preoccupale dai vari problemi particolari, e prendano coscienza di non essere sole, ma inserite nel distretto,
avendo attorno a loro altre Comunità all’opera per ¡1 raggiungimento
dello stesso scopo ed al servizio del
medesimo Signore. La discussione
ha chiarito in quali direzioni sj debba agire : da un lato, le Chiese pili
grandi e con maggiori energie, alle
quali guardano le Chiese circostanti
minori ..(facciano o meno parte ufficialmente della diaspora), portino il
loro aiuto con frequenti visite delle
comunità alle Chiese minori, organizzando giornate di evangelizzazione, raduni, culti in comune; dall’altro, i Consigli di Chiesa, le varie unioni — di giovani, per l’assistenza,
ecc. — i monitori di Chiese che lavorano in condizioni ambientali analoghe, organizzino piccoli convegni nei quali studiare insieme come
affrontare problemi comuni e scambiarsi le esperienze utili fatte. Ancora una volta si è prospettata la
questione della ripartizione dei distretti, che non pare ispirata a criteri razionali, ed in tal senso è stato
votato un o. d. g. invitante il Sinodo a riprendere lo studio della questione.
E’ altresì emerso come in alcune
zone l’attività di gruppi e movimenti settari sia diventata tale da non
potersi ignorare: donde l’esigenza
da parte delle comunità di essere adeguatamente informate sulla fisionomia e sulle caratteristiche di tali
movimenti.
II — La struttura delle nostre comunità e il mondo moderno (relatore past. N. Giampiccoli).
Si chiede il relatore perchè oggi
le Chiese appaiano in ritardo nei
confronti del mondo nel quale vivono e la loro azione si riveli spesso
inefficace, quasi esista un invisibile
diaframma tra comunità e popolazione. circostante; perchè la comuni,
tà appaia isolata dalla realtà sociologica che la circonda e non sappia
trovare il linguaggio comprensibile
per il mondo d’oggi, caratterizzato
dalla preminenza dei problemi economici (lavoro dell’uomo) e dalla
tendenza a soluzioni di violenza. lina delle cause di tale incapacità di
inserirsi efficacemente nel mondo
d’oggi, forse va ricercata nella eredità spirituale, tipicamente ottocentesca, delle nostre Chiese, agganciate a presupposti liberalistici se non
superati, quanto meno non più informanti la realtà concreta della società moderna. Dopo tale acuta diagnosi della situazione, il relatore
prospetta alcune soluzioni per il rinnovamento delle comunità: rivalutare la comunità cristiana attraverso
la perseveranza nella partecipazione
ai culti, ne ir accostarsi alla S. Cena,
nella preghiera, nella solidarietà
fraterna, nel lavoro in comune, se
si vuole realizzare sul serio quella
istanza comunitaria, della quale oggi tanto si parla e che spesso rimane
lettera morta; riacquistare il senso
della imminenza del Regno di Dio
e adoprarsi in vista del trionfo del
Regno, e non solo della salvezza dell’anima individuale; rinnovare qu-itidianamente il senso della propria
disponibilità per il servizio del Signore, assumendo le responsabilità,
in seno alla Chiesa ed alla società,
che a ciascimo incombono per non
lasciare infruttiferi i talenti datici
da Dio. L’ora tarda non consente una approfondita discussione della
relazione: i vari interventi consentono tuttavia utili precisazioni e
chiarificazioni e pongono in evidenza, anche in sede di questa seconda
relazione, l’esigenza di tutte le singole Chiese di uscire dall’isolamento
e di sentirsi in senso pieno membra
dello stesso corpo.
La comunità di Milano ha accolto
tutti con la solita generosa e cordiale ospitalità... tanto che tutti i presenti si augurano di potervi tornale
presto in altra analoga occasione.
A. R.
UNA PAROLA PER 1 GIOVANI
Due
crisi
Non di rado, nello studio dei problemi giovanili, SI la contusione tra
crisi dei giovani e crisi delie unioni: si cade m un eqmvoco, percliè,
quantunque si intiuenzino reciprocamente, runa è nettamente distinta dall'altra. Come si genera la cri
SI dei giovanii* E’ piuttosto diliicile
dare una risposta a questo interrogativo, giaccliè ciascuna crisi riveste
un carattere personale e soggettivo:
tuttavia in senso generale, si può dire che ogni crisi è dovuta all’insoddisfazione. Insoddisfazione in campo
spirituale, che si verilica tutte le
volte che il giovane non trova piu
nella religione o nel pensiero hloso'
tico una soluzione dei suoi probItimi; psicologicamente, questo fat.j
lo porta ad uno stato di scoraggi imento, e d’altra parte ad un senso
di ribellione verso queUo in cui precedentemente aveva creduto.
La ricerca di qualche cosa di nuovo, è la conseguenza più logica dell’insoddisfazione; ed è per questo
che certi giovani, con l’ardore che
è proprio della loro età, tentano tutte le vie, guidati sempre dall’imperiosa necessità di risolvere qualche
problema.
Ma se esaminiamo attentamente il
fenomeno della crisi, giovanile e non
giovanile, vediamo che esso riveste
un carattere essenzialmente positivo. Non per niente Lutero, riferen
dosi alla-Chiesa (non soltanto a quella Riformata) e quindi ai membri che
la costituiscono, diceva; « Infelice
quella Chiesa che uim conosce mai
crisi ! »
In primo luogo, crisi è antitesi di
apatia spirituale. Se i giovani non
fossero soggetti a crisi, questo non
signihcherehbe appagamento per
aver risolto i grandi problemi che
ci accompagnano per tutta la vita:
in campo religioso infatti, non si può
mai essere soddisfatti, perchè l’oggetto deRa nostra fede non può essere colto fermamente, ma solo fuggevolmente intuito. L’assenza di cri
si signihcherebhe piuttosto la morte
spirituale di quei membri che della
Chiesa costituiscono il nucleo vitale.
In secondo luogo crisi equivale a
possibilità di sviluppo. La fede è stata paragonata ad un sentiero che il
credente percorre brancolando come un cieco, cadendo ad ogni passo
e rialzandosi per cadere ancora. I a
crisi è una caduta; ma presto o tardi ci si risolleva animati da una forza che ci aiuta a camminare ancora;
crisi e soluzione di crisi: siamo nella posizione dialettica della fede.
Infine, ciascuna crisi pone nuovi
problemi, manifesta nuove esigenze
che non interessano solo il singolo,
ma devono far pensare ed impegnare
la collettività dei credenti. E in fondo, che cosa è stata la Riforma -e
non una crisi?
Riguardo alle Unioni Giovanili si
è scritto molto e molto si è detto. Ma
si contmuerà a perder tempo in oziose discussioni hno a che non ci si sarà cònvmti che se le Unioni non funzionano, questo è dovuto essenzialmente a mancanza di organizzazione. Con questo intendo dire che da
una parte i giovani non trovano ail'Umone un messaggio vitale, nuovo,
perone generalmente sentono ripetere quanto si dice in Chiesa. D altra parte l’Unione non impegna seriamente i giovani, non li fa lavorare, mentre Agape prima ed Ecumene ultimamente, esprimono, più che
la forza deif’amore che ahrateRa gli
uomini, la necessità che è propria
di molti giovani di costruire, di tradurre in qualche cosa di concreto la
loro forza ed il loro entusiasmo. Invece buona parte deRa gioventù evangeRca va aR’Unione senza avere
uno scopo preciso: e l’Unione è in
crisi. Considerando poi l’influenza
esercitata sull’Unione daRa crisi di
un giovane, ci si rende conto che essa può essere positiva e al tempo
stesso negativa.
A parte il fatto che la crisi fa pensare, pone problemi, è uno stimolo
contro l’apatia spirituale, se R gii.
vane riesce a superarla in seno aR’Unione, egli ne trae un vantaggio per
chè da una crisi si esce fortificati
spiritualmente; ma anche gR altri
giovani ne beneficiano, .perchè una
crisi risolta con la collaborazione ili
tutti rafforza potentemente i legami
di fratelLinza e di comprensione reciproca.
D’altro canto se un giovane, non
riuscendo a dare una soluzione ai
suoi problemi che hanno empre carattere soggettivo, si distacca dalla
Unione, questo fatto può lasciare gli
altri in uno stato di depressione, oppure creare contrasti che nell’an biente unionista sono sempre nocivi.
Infine, se la crisi dei giovani non
comporta necessariamente la cri.s;
dell’Unione, le crisi delle Unioni sono sempre nocive ai membri, e in
modo particolare ai simpatizzanti;
talvolta infatti, proprio a causa del
cattivo andamento di un’Unione, essi abbandonano, e per sempre, la
Chiesa a cui si erano avvicinati.
noltre se non si riesce a sanare la
crisi deirUnione, la Chiesa viene ad
essere privata di ma delle sue .attività più importanti.
Termino cosi questi poch! peasieri con la speranza che quatto ho detto faccia pensare i giovani sulla responsabilità che essi hanno^neRa vita della Chiesa : e di pensare abbiamo tutti grande bisogno.
MARCO RICCA.
CeRtre tiai^ellco di GilUra
Si è riunito in questi giorni a Bontà il
Consiglio Direttivo del C.E.C., eletto nella
recente Assemblea annuale dei soci.
Si è proceduto innanzi tutto alla nomina
delle cariche, che sono state così distrib_ite: Presidente: Past. Mario Sbaffi — Segretario; Dr. Eros Vicari — Cassiere: Sig. Mario Bianconi — Consiglieri: Sig. Bruno
Galante, Past. Mariano Moresebini, Dr.
Nunzio Palmirota, Sig. Giacomo Spanu.
11 ConsigUo Direttivo ha deciso che il
Centro riprenda le sue attività, con un ciclo di conferenze, che avranno inizio sabato 10 gennaio p. v., - che continui la pubblicazione delle collezioni di volumetti, alle quali si spera di poterne aggiungere altre nuove e più divulgative.
n Consiglio Direttivo ringrazia inoltre il
Prof. Giovanni Gönnet, che per suoi impegni professionali non ha potuto far parte
del nuovo Consiglio Direttivo, dell’attività
da lui svolta per il C.E.C. durante molti
Bando di concorso
La libreria Editrice Claudiana
bandisce un concorso per un raccolto di intonazione evangeHca, adatto
per ragazzi dagli otto ai dodici anni.
I manoscritti debbono pervenire,
non oltre R 30 Maggio 1953, al Comitato Editoriale della Claudiana
(Torre Pellice), il quale attribuirà
all’autore del racconto, a suo giudizio più meritevole, un premio li
L. 20.000 (ventimila).
II manoscritto premiato rimane m
proprietà assoluta deRa Claudiana,
che si riserva ogni diritto.
Coatro lo spìrito dì vìolonza
All’epoca nostra in cui la violenza sotto
la maschera della menzogna domina più
minacciosa che mai, sono sempre piu convinto che la verità, l’amore, lo spirito pacifico, la dolcezza, la bontà, sono forze superiori a tutte le forze. E’ a questa che il
mondo apparterrà se un sufficiente numero di uomini conservano nell’anima loro,
nella loro vita, con purezza e costanza, lo
spirito di carità, di pace, di verità e di dolcezza. Ogni violenza ha in se un limite,
poiché genera quella violenza contraria che
tosto o tardi la supererà. La bontà invece
con dei mezzi semplici, ma continui, non
genera resistenza paralizzante, dissipa la
diffidenza e i malintesi, si fortifica in se
stessa e costituisce la forza più intensa ed
efficace.
AJberto Schweitzer.
ALLEANZA EVANGELICA MONDIALE
DOMENICA, 4 GENNAIO 1953
« Il tuo regna venga, la tua volontà sta
fatta in terra come in cielo ».
Testi suggeriti per sermoni e appelli:
Marco 1: 15; Luca 12: 32; Luca 1: 33;
Bomani 14: 17; Luca 13: 29.
LUNEDI’, 5 GENNAIO
La nostra eredità cristiana — la Parola
di Dio.
Lettura Biblica
La Parabola del Seminatore (Luca
8: 4-15).
R ingraziamento
per la semenza preziosa, che è la parola di Dio;
per i seminatori, impegnali nella produzione e distribuzione di Bibbie e
letteratura cristiana;
per il terreno ■— il cuore umano — capace di portare frutti per la Sua messe
Confessione
perchè il frutto non è stato portato a
maturazione nella nostra vita a causa
della nostra incredulità;
perchè la Parola non ha p.ituto prendere radice e noi siamo caduti nell’ora
della tentazione;
perchè siamo soSocati dalle sollecitudini, le ricchezze e i piaceri deUa vita.
Preghiera
Affinchè Dio ci largisca la grazia di udire la Parola e di ritenerla in un cuore onesto e puro, onde porti frutto con
perseveranza.
Affinchè la Parola di Dio dia luce a
coloro che giacciono nelle tenebre ed
in ombra di morte, e guidi loro passi nelle vie della pace,
MABTEDP, 6 GENNAIO
La Chiesa Universale.
Lettura Biblica
La Parabola delle nozze (Matteo 22:
1-13).
Ringraziamento
Per la manifestazione di Cristo, il suo
sangue sparso per noi, la sua risurrezione e la sua ascensione.
Per la continua presenza -di Cristo nella Chiesa coll’effusione del Suo Spirito
Santo.
Per la Comunione dei santi, il perdo
Settimaiia uaiversale di Preghiera per ii 1933
no dei peccati, la risurrezione dei corpi e la vita eterna.
Confessione
Perchè abbiamo trascurato l’invito amoroso del Cristo ed abbiamo seguito
le nostre proprie vie.
Perchè la visione ed il senso deU’urgenza della nostra missione di chiamare i perduti si sono anncbb'ati.
Preghiera
Per un risveglio spirituale nella Chiesa che ci conduca ai compiere gioiosamente la nostra missione di predicare
il Vangelo ad ogni creatura
Affinchè la Chiesa sia liberata dallo
spirito di propria giustizia e di compromesso col peccato.
MERCOLEDÌ’, 7 GENNAIO
Le Nazioni e i loro legislnori.
Lettura Biblica
La Parabola del Buon Samaritano (Luca 10: 25-37).
Ringraziamento
Per tutto l’amore e il sacrificio offerto
per il benessere deU’umanità.
Per il desiderio neUe nazioni di aiutarsi vicendevolmente.
Per tutte le moderne agevolazioni negli Ospedali e Asili per il sollievo dei
sofferenti.
Confessione
Per la mancanza di vero amore e di
umiltà, capaci di portare la pace e la
buona volontà fra le nazioni.
Perchè vi è odio, paura, sfiducia fra le
nazioni.
Per l’orgoglio nazionale e ) indifferenza.
Preghiera
Affinchè sappiamo amare il nostro prossimo come noi stessi.
Affinchè la Società delle Nazioni Unite sappia riconoscere il Principe della
Pace onde portare relazioni amichevoli fra le nazioni.
Affinchè i nostri legislatori e dirigenti
ricevano saviezza e coraggio per esaltare la giustizia.
Lazzaro (Lu
di testi
stati indifferenti e
verso il nostro prossimo
>n
nel
GIOVEDÌ’, 8 GENNAIO
Evangelizzazione.
Lettura Biblica
La Parabola del ricco e
ca 16: 19-31).
R ingraziamento
Per le illimitate opportu <ità
moniare intorno a noi.
Per il desiderio delle nazioni di essere
nutrite dal Cristo vivente.
Confessione
Perchè siamo
sensibili
bisogno.
Perchè le ricchezze e gli gi del mondo hanno oscurato la visione deUa nostra missione.
Perchè siamo servi disutili, che nascondono la luce del Vangelo sotto il moggio.
Preghiera
Affinchè il Signore ci comunichi la Sua
compassione per le moltitudini erranti
come pecore senza pastore senza speranza.
Affinchè il Signore ci aiuti ad obbedire, anche nel nostro tempo, al suo mandato di continuare la pre.hcazione del
Vangelo ad ogni creatura.
Affinchè sappiamo ascoltare, credere ed
obbedire alla Srittura.
VENEBDP, 9 GENNAIO
Educazione e Famiglia.
Lettura Biblica
La Parabola dei talenti (Matteo 25:1430).
Ringraziamento
Per l’opportunità di educare e i privilegi della famiglia cristiana.
Per le inestimabili agevolazioni che ci
sono offerte facendo uso di questi doni al Suo servizio
Confessione
Perchè non abbiamo saputo servirci del
dono dell’educazione per la propagazione della vera conoscenza.
Perchè abbiamo avuto timcte di adoperare pienamente i nostri talenti.
Perchè le nostre famiglie non hanno
fatto risplendere abbastanza la loro luce per quelli che giacciono neUe tenebre.
Preghiera
Affinchè genitori ed educatori ricevano
la grazia di essere fedeli il compito
affidato alle loro cure.
Affinchè le nostre famiglie sappiano irradiare la pace e la gioia del Signor
Gesù.
. Affinchè la gioventù delle i ostre Scuole e dei nostri Istituti sia educata nel
timore del Signore.
SABATO 10 GENNAIO
Risveglio.
Lettura Biblica
La Parabola del Figliol prouigo (Luca
15: 11-32).
R ingraziamento
Per la potenza vivificatrice deUo Spirito Santo in molte parti del mondo ed
in mezzo agli Ebrei.
Per l’amore di Cristo in tutta la sua
larghezza, lunghezza, altezza e profondità, che cerca e salva i perduti.
Per il sangue di Gesù Cristo che ci purifica da ogni peccato.
Confessione '' *■
Perchè tutti abbiamo peccato e siamo
privi della gloria di Dio.
Perchè tutti ci siamo allontanati ed abbiamo perduto i Suoi beni, vivendo
dissolutamente.
Perchè nel bisogno, abbiamo riguardato agli altri senza soddisfazione.
Preghiera
Affinchè ci sia concessa !a grazia di
rientrare in noi stessi, di ritornare al
Padre e di consacrarci nuovamente a
Lui.
Affinchè il popolo di Dio — il popolo
ebreo — possa ritornare con profonda
umiltà e pentimento al Salvatore del
mondo.
Affinchè il Signor Gesù, con la Sua
presenza, conceda alla Sua Chiesa tempi di ristoro.
La Settimana Universale di Preghiera è
organizzata dalla Alleanza Evangelica Mondiale fin dal 1846. Il programma è preparato anno dopo anno da dirigenti cristiani
di varie nazionalità. Un pastore indiano ha
preparato il programma di quest’anno.
4
4 —
L’ECO DELLE VALLI VAM)ESI
Come Jannè e lambrè
Non sono nomi di un romanzo orientale, no, sono due nomi citati da
Paolo, l’apostolo vivace e ardente
della predicazione evangelica, in un
momento molto triste della vita del
suo ministerio cristiano.
E nei momenti i più delicati, egli
indica di riprendere la Bibbia per
indagare e trovare quel testimone
della fede che presenta le medesime
esperienze nostre e propone come
doversi comportare in simili circostanze.
Chi di noi non ha registrato e non
segnerà ’’tempi difficili ” ricordati
al suo caro discepolo, amico, collaboratore, e figliuolo spirituale Timoteo, nella seconda lettera indirizzato a questo rigenerato dalla grazia?
Paolo ha molto sofferto perchè ha
annunziato ininterrottamente il Cristo, il crocifisso Signore, e gli ebrei
l’hanno combattuto perchè assolutamente non volevano la predicazione
del figlio del falegname Giuseppe e
della sua madre Maria.
Lotte e dolori che Paolo ha incontrato dovunque lo Spirito lo spingeva a lavorare per il regno di Dio,
per la chiesa del Cristo.
Non è questo, anche oggi, il segno
dei tempi per i predicatori evangelici? non è forse anche oggi resa facile la vita per quelli che vanno cianciando prediche religiose, filosofiche, dommatiche, storiche, folkloristiche? accomodandosi ad una clientela pseudoreligiosa, a differenza
delia vita difficile, dura, contrastata, che vivono coloro che intendono predicare soltanto il Cristo e il
Cristo crocifisso?
Jannè e lambrè, il ribelle e il bugiardo, sono nomi dei magi faraonici (Es. VII). L’ottantenne Mosè e
Vottantatreenne Aronne furono mandati da Dio a Faraone per la liberazione degli Israeliti. Ma Faraone
non volle ubbidire a Mosè perchè
non era ubbidiente a Dio.
In questa circostanza Aronne get
tò il bastone ai piedi di Faraone e
il bastone diventò serpente. Ma chiamati i maghi egiziani, anche questi
fecero trasformare i loro bastoni in
serpenti, e Faraone rimase nella sua
durezza di cuore.
Mosè si ritirò sconfitto, e la Bibbia dice che cominciarono le piaghe
di distruzione per l’Egitto!
Paolo ricorda in questo terzo capitolo della seconda a Timoteo che,
come Mosè dinanzi a Jannè e a Jambrè, così egli si trova dinanzi ai suoi
oppositori, i quali gli. contrastavano
apostolato e ministerio, fede e dottrina evangelica, alla quale Timoteo
era stato iniziato e invitato ad attenersi, e dice:
Come Jannè e lambrè contrastarono a Mosè: così costoro alla verità!
Chi sono questi ” costoro ”? uomini corrotti di mente e riprovati
quanto alla fede. Paolo era un carattere geloso per la sua fede, quindi suscettibile, e come conferma il
Renan, aveva subito prove durissime da questi teosofi o filosofi o antroposofi, non sappiamo, ma certamente da questi gnostici insidiosi e
fastidiosi, irriducibili! E in tali frangenti cosa fa? prende la Bibbia e si
riferisce a quelli che contrastarono
a Mosè. Ecco il nostro compito oggi.
Riandare alla Bibbia, non alla filosofia, non alla storia dei movimenti
religiosi non uniti e forse non unibili! ma alla Bibbia. Qui ci si rileverà
il nostro mandato, il nostro ministerio, la nostra predicazione. Altri
vorranno fare ciò che noi ” mandati dal Signore” facciamo? che importa? preghiamo perchè la Grazia,
il Cristo, ci renda sempre più fedeli
alla predicazione della Salvezza, e
perchè le piaghe egiziane non si ripetano anche oggi! e i tanti Jannè
e i diversi lambrè odierni sappiano:
”ne avran vantaggio lieve: a nOi il
Regno restar deve ”, come cantava
Lutero (finito crist. n. 29).
A. Piccirillo.
La voce delle Comunità
TORINO
Asseìublea di Chiesa - 15 novembre - Il
presidente Pastore Bertin dà il benvenuto
al Pastore Bosio ed alla sua gentile Signora, presentandoli all’Assemblea di chiesa
e augurando un buon lavoro per l’avanzamento del Kegno. Il Pastore Bosio Rivolge
un breve messaggio, dicendosi lieto di ritornare a Torino dopo 30 anni di assenza:
vi è molto lavoro da compiere nella nostra
città e la chiesa dovrebbe diramarsi in tantj tentacoli di evangelizzazione nei vari
quartieri. Dopo la relazione del delegato
al Sinodo si passa ad eleggere un anziano:
viene eletto il sig. Renato Giampiccoli.
Viene poi nominata la Commissione incaricata delle celebrazioni del Centenario del
Tempio di Corso Vittorio, così composta:
Past. Bertin, Past. Bosio, Cav. F. Avondetto, Dr G. Boringhieri, Sig.ra E. Deslex, Dr. Carlo Pons, Sig.na M. Jon Scotta
e inoltre il presidente dell’Unione giovanile e il presidente della Varaglia. Sj procede infine ad eleggere i tre delegati alla
Conferenza distrettuale di Milano : Sig.na
E. Pons, sig. Aldo Garrone, dr. A. Ribet.
Ai nostri fratelli Guido Ribet e Renato
Giampiccoli, insediati al culto dj Domenica 14 coi r, nella carica di membri del Concistoro, auguriamo molta gioia e molte
soddisfazioni neU’adempimento della missione che la chiesa ha loro affidato.
Corale. Nella seduta ordinaria annuale
della Società corale i risultati delle elezio-'
ni sono stati i seguenti: Presidente: sig.
Giulio Giacomelli; Vice presidente: sig.
Giuseppe Cigersa; segretaria: sig.na Elena
Monnet. Con nostro grande rincrescimento la Signora Balma Van Aalst, non sarà
più quest’anno la nostra direttrice; desideriamo esprimerle ancora tutta la nostra "iconoscenza per la sua preziosa direzione.
Il Seggio della Corale ha fatto appello alla
Sig.na Elda Tiirck per la preparazione e la
direzione dei cori. Alla nuova direttrice i
più sentiti ringraziamenti, ed i più vivi auguri!
E’ stata tenuta una serie di conferenze
su « 1 problemi dell’Aldilà », seguite da
ottimi uditori, che ci hanno riaperto il
cuore alla speranza di una buona ripresa
dei culti domenicali pomeridiani. Infatti,
da mesi, non avevamo più visto tanta affluenza ai culti delle ore 17,30 nel tempio
di Corso Vittorio.
Un culto di Commemorazione dei Defunti è stato tenuto nel reparto evangelico del
Cimitero, sabato 1 Novembre, all’aperto.’
dinanzi ad una folla di evangelici e di estranei attenti e commossi.
Ottimo esito ha avuto il Té-Vendita di
beneficenza dell’8 novembre, organizzato
dall’-Assistenza di Corso Vittorio, dall’Assistenza di Corso Oddone e dalla Dorcas.
Ultìini arrivi aiia Ciandiana
Laierutario a blocco 1953 !.. 310
CaUi nostre 2.a edizione 250
Carlo Mairomi: Il prete, oggi —
ed. Guanda » 300
V. Gorresio: Le braccia secolari —
' ed. Guanda » 300
O. Clillmann: Saint Pierre — ed.
Delachaux » 1.920
C. Angeleri: Il problema religioso
del rinascimento — ediz. Le
Mounier » 1.200
R. Brach: Noi e i nostri figli —
ed. L’araldo della verità » 500
M. Tièche: Pivere — ed. L’araldo
della verità » 500
DONI RICEVUTI
Dal Sig. Francesco Immovilli (Levanto):
Per Orfanotrofio Maschile di Po- maretto L. 1.000
)) Istituto Gould, Firenze )) 1.000
» Orfan. Femm. di Torre Peli. 5 1.000
)) Istituto Evangelico Femm. di 1 irenze » 1.000
)) Rifugio Carlo Alberto di Lu- serna S. Giovanni 1.000
» Gasa delle Diaconesse, Torre Pellice » 1.000
)) Asilo Vecchi di Luserna San Giovanni X) 1.000
)) Asilo per Vecchi di S. Ger- mano Chisone » 1.000
» Asilo per Vecchi di Vittoria » 1.000
La famiglia della compianta
Eiena~Pons ved. dalia
ringrazia sentitamente tutte le persone che
di presenza o con scritti hanno preso parte
al suo dolore.
S. Secondo di Pinerolo, 18-12-52.
Il Signor Feyles porge i suoi più vivi
ringraziamenti e il senso della sua riconoscenza a tutti coloro che direttamente ed
indirettamente hanno partecipato al suo dolore in occasione del decesso di sua madre
Colvina L. Feyles Georges
avvenuto il giorno di Natale x952.
In modo particolare ricorda: Dr. De Bottini, Pastore Ayassot, la Direttrice Sig.ra
Albarin e le Infermiere e Diaconesse dell’Ospedale Valdese, la Croce Rossa e l’Associazione Bersaglieri.
DA VENDERE, vicino Pomaretto, piccola
proprietà con caseggiati in ottime condizioni. Rivolgersi Negozio Ugo Trazzi —
Pomaretto.
QUALSIASI lavoro peUicceria Bosizio —
via Angrogna, casa Bertalot ■— Torre PelRee.
Agnellini del gregge. Sono stati presentati al Santo Battesimo: Job Graziella di
Arturo e di Lutz Elsa; Padoan Ignazio di
Luciano e Calabro Candida; Riccobene Vito di Pasquale e Vasta Catena, Monnet Eugenio di Corrado e Caimmi Bice, Gay Mirella di Renato e di Calistri Maria, Del
Bene William di Giuseppe e Maffiotto
Gladys.
Uniti nel Signore. Sono stati celebrati
nel tempio dj Corso Vittorio 1 seguenti
matrimoni: 27 luglio: Vemoni Giulio e
Braccagni Bice; 7 agosto: Besson Ezio e
Borlotto Vanna; 2 ottobre: Giacomelli
Giulio e Deslex Marcella; 18 ottobre: Stinchi Nello e Trambusti Elena; 25 ottobre:
Eynard Giovanni ed Eynard Delfina; 29
novembre : Bruno Dante e Molinaris Gabriella.
Dipartenze'. 18 luglio: Ribotta Enrico,
di anni 51, pensionato municipale, deceduto dopo breve malattia. 19 luglio Martino
Enzo, operaio della Lancia, chiamato presso il Padre nel pieno vigore degli anni.
19 agosto: Padoan Ignazio, strappato ai suoi
cari dopo due soli mesi di vita. 5 settembre: Piatenti Bianca spentasi alla luce di
quaggiù all’età di anni 64, dopo lunga e
dolorosa malattia. 9 settembre: Sanesi Bru
na n. Botturi ha lasciato i suoi cari a soli
41 anni, dopo molti mesi di sofferenze; 11
ottobre: Carco Giuseppe, deceduto a Mestre dove prestava 'Servizio militare, per
investimento automobilistico, in età di anni 22, pochi giorni prima della licenza tanto attesa. Simpatico giovane, assiduo dell’Unione giovanile e della Corale. 25 ottobre: Lenti Edoardo ha terminato il suo pellegrinaggio serenamente, per attacco cardiaco, senza soffrire. 1 novembre: Kind
Paolo, di anni 62, industriale di nazionalità svizzera, deceduto in piena attività, dopo pochi giorni di malattia. 12 novembre:
Corongiu Giovanni, di anni 63, ha terminato la sua vita operosa dopo lunghe sofferenze. 4 dicembre: Bellion Enrico, di anni
65, fu anziano della parrocchia di San Giovanni e giudice cònciliatore in quel Comune, facendosi stimare per il suo spirito di
pace. 6 dicembre: Peyronel Adriano, di
anni 70, originario di Riclaretto, maresciallo maggiore dei CC a riposo, spentosi
dopo lunga agonia.
Settimana universale di per ghiera 1953.
Mercoledì 7 gennaio, alle ore 21, nel tempio di Corso Vittorio: «Il credente nella
sua vita personale » (Pastore Saccomani).
Giovedì 8 gennaio, alle ore 21, nel tempio
di via Passalacqua « Il credente nella sua
città » (Pastore Bosio). Il Consiglio dei Pastori ha pensato di ridurre a due le riunioni di preghiera, nella speranza che esse siano ben frequentate.
ABBONAMENTI A «L’ECO DELLE
VALLI VALDESI»: Annuo L. 600 —
Semestrale L. 400 — Estero L. 1.000
Abbonamento cumulativo con « La Luce » L. 1.000 — Estero L. 1.600. Cambio
indirizzi L. 30.
Amministrazione: Libreria Editrice
Claudiana - Torre Pellice .Torino) C. C. P. Claudiana 2-17557 dell’Ufficio dei Conti di Torino.
Direzione e Redazione: Past. Frmanno
Rostan - Via dei Mille 1 - Pinerolo Telef. 2009.
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di Pinerolo, con decreto del 27XI-1950.
Tipografia Subalpina S. o. A.
Torre Pellice (Torino)
ORECCHI
NASO ■ GOLA
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