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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE, VALDESI
Spedizione in a. p. 45% - art 2 comma 20/B legge 66^96 ■ Filiale di Torino.
In caso di mancato recapito restituire al mittente presso l'Ufficio PT Torino CMP Nord
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Anno IX - numero 35-14 settembre 2001
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■ BIBBIA E ATTUALITÀ I
IL SALE
DELLA TERRA
■ «Voi siete il sale della terra»
Matteo 5,13
Immediatamente successiva
alle Beatitudini, questa frase del
Sermone sul monte ci appare subito
diversa dalle dichiarazioni-promesse
che l’hanno preceduta: là Gesù parlava al futuro, qui usa un inesorabile
presente; là Gesù descrive il regno dei
deli, qui parla della terra; soprattutto,
là, nelle Beatitudini, Gesù consola e
lenisce il dolore lancinante dei poveri
in spirito, degli afflitti, dei mansueti,
di coloro che non sanno guardare il
male senza soffrirne, di coloro che
cercano pace e giustizia; nell% frase
sul-sale, invece, la dolcezza di Gesù
lascia spazio a qualcosa di diverso,
anche nella struttura: voi siete il sale,
ma se il sale perde il sapore... Quel
«ma» significa che i discepoli perdono il senso del loro essere se «perdono il loro sapore»; e questo rende
chiaro come la frase di Gesù contenga
un ordine, un ordine che ci costringe
a chiederci: davanti a secolarizzazione, individualismo, agnosticismo; davanti a chi forse cerca nella Bibbia solo qùalcuno da pregare perché i suoi
affari vadano meglio; davanti agli uomini e alle donne del nostro tempo
che cercano disperatamente sorgenti
di forza interiore, e anche uno stile di
vita alternativo, di fronte a tutto questo, quanto sale ha la nostra risposta?
Quanto sapore dell’Evangelo riusciamo a testimoniare, nella nostra vita e
nella nostra chiesa?
CREDO che ognuno di noi abbia
incontrato giorni in cui ci è
sembrato di avere sapore per conto
nostro; di poter vivere, cioè, non dico come se Dio non ci fosse, non dico lontani da lui, ma, per così dire, a
fianco invece che dietro e sotto di
lui, senza la coscienza che è lui che
guida la nostra storia. Ogni volta che
ho creduto di poter trovare solo in
me stessa la sorgente di forza necessària per vivere, ogni volta (e per
questo ringrazio davvero il Signore)
mi sono trovata vuota, inutile, per
me e per gli altri. Lo stesso vale per
la chiesa, non può trovare solo in se
stessa la sorgente della forza necessat|a per vivere e testimoniare. Ma se
Starno consapevoli che è Dio a guidare la nostra storia personale e comunitaria, allora possiamo vivere
msponsabilmente sotto gli sguardi,
mteressati o non, degli altri, allora
possiamo essere, come comunità.
Scuola di accoglienza, luoghi in cui
® è prima di tutto amati, e lo si è per
Cristo e in Cristo. E poi anche scuole di servizio, di preghiera, di discepolato. Luoghi in cui si accetta di
gioire (e di gioia, in Cristo, ce n’è
lolita) ma anche di faticare e di pasare il costo del discepolato.
1 A sfida che dobbiamo accettare
’•“'Oggi è quella di essere disponibili
6 accoglienti, capaci di amare, superando ogni ostacolo di diversità, di
mcomprensione, anche di differenze
Zoologiche. Le nostre chiese non
Possono rischiare di essere un luogo
m ingessatura rituale, in cui si esprimo una spiritualità fredda e triste,
potranno avere sempre il sapore
ohe Gesù d ha donato se riusciremo
® ‘®r sì che esse esprimano, dichiarilo. conclamino la gioia e l’amore
«ieU’Evangelo.
Giovanna Vernarecci
„ .jINOPOI
liitti gli altri temi: diaconia^ chiese
ecumenismo, cultura
La Conferenza dell'Onu di Durban (Sud Africa) si è conclusa con un sostanziale fallimento
co DELLE VALLII
mno al CoUegi
dì MASSIMO GNONE
Chi ci libererà dal razzismo?
Un'assemblea di paesi solo in parte democratici, che si occupano soprattutto della difesa dei propri interessi
particolari, difficilmente può essere in grado di varare una Carta con cui impegnare ciascun contraente
DANIELE GARRONE
CON un giorno di ritardo, dovuto
alla difficoltà di trovare un accordo, si è conclusa, con l’approvazione di una «Dichiarazione di principi» e di un «Piano d’azione», la conferenza delle Nazioni Unite contro il
razzismo tenutasi a Durban (Sud
Africa) dal 31 agosto all'B settembre.
Nel suo discorso conclusivo, l’Alto
commissario per i diritti umani
dell’Onu, Mary Robinson, ha parlato
della conferenza come di punto di
partenza, un inizio e non una conclusione, come di una struttura che
ha affrontato i problemi anche se
non li ha risolti e che ha dato voce alle vittime. Si tratta ora di continuare.
Schiavismo, Israele-Paiestina
minoranze indigene
La maggior parte dei giudizi sugli
esiti della conferenza sono critici,
più di una volta è sembrato che tutto dovesse fallire: statunitensi e
israeliani hanno lasciato la conferenza per protesta, gli europei hanno minacciato di farlo. Una conferenza salvata in extremis, a prezzo
di formulazioni generiche che lasciano tutti insoddisfatti e non disturbano nessuno? Un accordo di
facciata che pone fine ad una farsa?
Un accordo a metà? Vaghezza e compromesso sembrano essere in effetti
le principali caratteristiche dei risultati della conferenza.
Tre gli argomenti particolarmente
spinosi. Lo schiavismo, e la tratta
atlantica degli schiavi sono bollati
come «crimini contro Tumanità»,
mentre le «sofferenze provocate dal
colonialismo» non cadono sotto
questo giudizio. D’altro lato si esprime «rammarico» per gli effetti dello
schiavismo, evitando di parlare di
«scuse», formulazione che avrebbe
potuto dare appiglio a richieste di
veri e propri atti di «riparazione».
cosa sgradita all’Europa. Si parla invece della «necessità di programmi
per lo sviluppo sociale ed economico» per i paesi che hanno subito
schiavismo e colonialismo.
Il secondo tema spinoso era quello del conflitto tra Israele e Palestina. Non è stata accolta la richiesta,
formulata da parte arabo-palestinese e recepita da molte Ong, di equiparare sionismo e razzismo o quantomeno di presentare l’occupazione
israeliana dei Territori e la politica
di Israele come la nuova apartheid.
La dichiarazione rileva le «sofferenze del popolo palestinese sotto l’occupazione straniera», riafferma il diritto di tutti i popoli del Medio
Oriente alla sicurezza e al rispetto
dei diritti umani. Sono respinti l’antisemitismo e le discriminazioni
contro i popoli islamici. L’affermazione sul diritto al ritorno dei profughi palestinesi recepisce le richieste
palestinesi. I paesi arabi più oltranzisti (come la Siria) sono insoddisfatti perché puntavano a una vera e
propria condanna di Israele. D’altro
lato non si può non rilevare che
quello israelo-palestinese sia l’unico
conflitto (territoriale, non razziale, si
badi bene) menzionato esplicitamente nel documento.
La terza questione spinosa era
quella delle minoranze indigene,
degli intoccabili dell’India, dei tibetani: i riferimenti a queste realtà sono generici, per non creare attriti
con gli stati in cui sono oggetto di
discriminazioni.
Democrazia
e rappresentanza
In attesa di leggere i testi integrali
della Dichiarazione di principi e del
Piano d’azione, vorrei proporre tre
considerazioni. La prima: i lavori
della conferenza sono stati caratterizzati e temo viziati dal conflitto, risolto solo con la genericità e il compromesso, di contrastanti interessi
particolari. Non si può che guardare
a tutto questo con una nota di
profonda tristezza perché proprio il
«villaggio globale» ha bisogno di una
realtà radicalmente diversa. Ci vorrebbe un’assise in cui le varie rappresentanze si pongano su un piano
diverso da quello della semplice difesa dei propri interessi, della semplice battaglia politica, in vista
dell’individuazione di alcuni criteri
«alti», riconosciuti da tutti e da tutti
accettati come vincolanti, a cui sottoporsi e con cui misurare non soltanto gli altri, ma se stessi in primo
luogo. Una sorta di patto liberamen
ALLE VALLI VALDESI * ALLE VALLI VALDESI « ALLE VALLI VALDESI
L'Evangelo nell'ex caserma?
Ristrutturazione in
vista per la caserma
«Monte Granerò» di
Bobbio Pellice: la struttura, ora fatiscente, potrebbe essere data in
comodato d’uso ai rappresentanti di «Operation mobilization», un’
organizzazione evangelica statunitense che si
occupa di iniziative
evangelistiche. L’associazione, che curerebbe la ristrutturazione, è nota per le sue
campagne che da quarant’anni a questa parte vengono condotte
perlopiù tramite l’utilizzo di vere e proprie
«navi dell’Evangelo», e
te sottoscritto e poi applicato con rigore e senza eccezioni: così sono nate le moderne Carte costituzionali,
così si sono affermati i diritti umani
(dove si sono affermati); siamo ancora lontani da questo livello etico.
Del resto, molti dei paesi rappresentati a Durban non sono democratici:
ecco uno dei nodi della gestione di
un giusto ordine mondiale nella cosiddetta post-modernità.
Il sionismo
non è razzismo
Seconda considerazione: da un lato si può tirare un sospiro di sollievo
perché sono assenti nei documenti
finali le formulazioni radicali su
Israele, alcune delle quali francamente antisemite, che erano risuonate nella conferenza e intorno a essa (nel Forum delle Ong). L’equiparazione del sionismo al razzismo,
già approvata dall’Onu nel 1975 e
poi saggiamente respinta, sarebbe
stata sémplicemente infame. È bene
ricordare che il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) oppose, nel
1975, un netto rifiuto a questa equiparazione, affermando tra l’altro: «Il
sionismo è storicamente un movimento per la liberazione del popolo
ebraico dall’oppressione, compresa
l’oppressione razziale. Il sionismo è
una realtà storica complessa, che
unisce diverse tendenze del popolo
ebraico e consente molte, diverse
interpretazioni e comprensioni.
Nessuna di queste può essere seriamente usata per condannare il sionismo come razzismo».
Neppure le drammatiche involuzioni del processo di pace e neppure
il più severo giudizio, che deve rimanere politico e non ideologico, sul
ruolo dei governi di Israele può a mio
avviso modificare questa impostazione di fondo. Eppure, quando si
parla di Israele, non solo da parte dei
suoi nemici, ma anche in vasti settori
dell’opinione pubblica, i toni si alzano sempre, rispetto a quelli usati in
conflitti analoghi. E questo, nonostante la conferenza di Durban sia finita in questo rispetto meglio di
quanto si potesse paventare, non
può non allarmare. Su questo punto,
l’Europa deve essere particolarmente
vigile. Se si accettasse lo stereotipo
secondo cui le vittime della Shoah
fanno ad altri quello che hanno subito, si avvallerebbe tra l’altro un enorme processo di rimozione dello sterminio dei sei milioni.
comprendono anche
iniziative sportive e di
massa. Una coppia americana, i coniugi Frisby, è già a Torre Pellice
e ha preso contatti con
la Chiesa valdese onde
evitare sovrapposizione
di iniziative.
Apag. 13
Svuotamento
del significato deile parole
Terza considerazione: anche a Durban, dentro e intorno alla conferenza,
si è registrata la tendenza a bollare la
condotta israeliana nei confronti dei
palestinesi con termini come «crimini razzisti, atti di genocidio, pulizia
emica». Il pericolo che vedo qui non
è solo quello del pregiudizio antisraeliano, quanto quello dello svuotamento delle parole. Se si usano termini come questi per un conflitto come quello israelo-palestinese allora le
fosse comuni, gli stermini pianificati
e perpetrati vengono per così dire
banalizzati in quanto generalizzati.
Un giusto governo mondiale esige
invece la capacità del diritto di distinguere, di graduare, non di generalizzare. Se tutti sono criminali il
crimine è, in fondo, minimizzato.
A
2
PAG. 2 RIFORMA
All’Ascolto Della Parola
VENERDÌ 14
settembre
ANNUNCIARE PRIMA DI TUHO IL REGNO DI Dicr
Il Signore a chioma a predicare non per sollecitare adesioni allo chiesa ma per annunciare, con fedeltà e con chiare22i
quel Regno, che è il mondo finalmente del tutto conforme al disegno di Dio, al quale guardiamo in prospettivo
SALVATORE RICCIARDI
Folle «Stanche e sfinite»
Le masse e i capi
Non sono mancate nella
storia della chiesa, anzi
si sono affermate e consolidate, letture forse un po’
frettolose della tristezza di
Gesù e del suo commento,
come ad esempio: a) le masse hanno bisogno di essere
disciplinate, o quanto meno
orientate. Hanno bisogno di
qualcuno che le guidi con
polso sicuro; b) le masse
hanno bisogno di essere
evangelizzate e portate in
chiesa, in modo che abbiano una visione corretta della
vita. In una parola, l’amarezza di Gesù e il suo invito
sono spesso diventati il supporto ideologico per una
chiesa-chioccia e per «un
governo che governi». E tanto meglio se l’una e l’altro si
sostengono a vicenda; non
potranno che derivarne orientamenti etici certi, benessere, ordine, sicurezza
per tutti. Ma è proprio così?
E legittimo far risalire a Gesù una simile visione?
Il gregge e il pastore
Realtà di fatto in cui le
persone sono considerate pecore e i popoli sono
considerati greggi ci sono
sempre state e sono anche
oggi sotto gli occhi di noi
tutti. Tuttavia, ci sconcerta
un poco che proprio Gesù
consideri «pecore» le persone. Ci sembra brutale e dispregiativo, e non ce lo aspetteremmo da lui.
Però dobbiamo tenere
presente che nella tradizione di Israele, e quindi nel
pensiero di Gesù, il paragone si pone su tutt’altra linea.
Perché parlare del popolo
come di un gregge non significa affatto squalificarlo
come massa amorfa, manovrabile e strumentalizzabile.
Gesù ha davanti a sé una
folla: uomini e donne
che sono andati a cercarlo
perché in giro si parla di lui
come di un maestro capace
di parlare di Dio in modo
chiaro, diretto, coinvolgente, concreto, credibile; come
di un uomo sensibile alle
sofferenze e ai bisogni della
gente, che ha pà guarito diversi ammalati. Che cosa si
aspettano da lui quelle persone? Forse nulla più che
una parola di incoraggiamento, un gesto di amicizia,
un segno di solidarietà.
E che cosa legge Gesù negli occhi e sui volti di
quelle persone? La frustrazione di un padre di famiglia
senza lavoro, la rassegnazione di un malato senza futuro, la sofferenza per un amore spezzato, l’umiliazione di chi ha ricevuto promesse non mantenute...
Matteo definisce «stanche
e sfinite» (e forse potremmo
anche tradurre «gettate a
terra come cose che non valgono nulla») quelle persone
schiaffeggiate dalla vita, che
danno a Gesù la triste impressione di «pecore senza
pastore», portate a vagare
senza orientamento alla ricerca di un prato dove brucare e di uno stagno dove
abbeverarsi, esposte al rischio di cadere in un fosso o
di finire fra i denti di un lupo o nel gregge eterogeneo
di un ladro di bestiame. E riferisce che Gesù si rattrista
per la loro situazione e la
commenta con l’invito ben
noto a «pregare il Signore
della messe perché invii
operai nella sua messe».
Nella tradizione biblica, il
pastore non è tanto colui
che spreme le pecore per il
latte, che le spoglia della lana, che le macella per mangiarne la carne: è soprattutto colui che si prende cura
delle pecore, che provvede a
che abbiano erba da brucare
e acqua per dissetarsi e un
riparo per la notte. Il pastore
è sollecito delle necessità del
gregge e della vita di ogni
singolo capo, tanto che a un
pastore responsabile e coscienzioso viene paragonato
il re, incaricato dal Signore
di garantire la pace e il benessere del suo popolo.
Qui c’è da chiedersi, allora, se Gesù sia davvero amareggiato per il fatto che le
pecore sembrano «senza pastore», o se piuttosto egli
non sia amareggiato perché
si rende conto che le pecore
sono in balia di cattivi pastori, interessati al loro proprio tornaconto. Fuori dell’immagine, se Gesù non
provi amarezza per gli uomini e le donne in mano a
personaggi preoccupati della propria immagine, della
propria gloria, del proprio
potere e della propria ricchezza: i cattivi pastori contro i quali si pronunciava il
profeta Ezechiele.
Infatti non possono vivere
bene le persone sottomesse
a uomini che si ritengono investiti di un mandato divino,
che si comportano in modo
autoritario e arrogante, che
presumono di possedere la
verità vera e le ricette infallibili per tutte le situazioni. È
questo che riduce i cittadini
a sudditi, a pecore nutrite di
verità fabbricate, propagandate, imposte. È questo che
nega i diritti, mortifica le ùitelligenze, pilota la ricerca
scientifica, controlla anche
le scelte più squisitamente
personali, per cui ad esempio può essere costretto a
condurre una parodia di vita
chi avrebbe il desiderio e il
diritto di morire dignitosamente e in pace.
Gesù «vede»
Tale è forse la condizione delle persone che Gesù ha davanti a sé, e che Gesù «vede». Non è affatto superflua questa osservazione
dell’evangelista. Gesù «vede». Non è cieco, vede. E il
pensiero corre al racconto
dell’Esodo, in cui il Signore
dice a Mosè: «Ho veduto
l’afflizione del mio popolo, e
ho udito il grido della sua
sofferenza».
Il vedere di Dio e il vedere
di Gesù non sono una pura e
semplice presa d’atto, che
lascia le cose al punto in cui
sono. Si tratta di un vedere e
di un udire con i quali Dio e
Gesù si fanno partecipi della
sofferenza e intervengono.
Non per nulla nel versetto
iniziale del testo Matteo annota che Gesù «andava attorno per tutti i villaggi insegnando, predicando la buona notizia del regno di Dio,
guarendo ogni malattia e infermità». Si tratta dell’identica annotazione che Matteo
ha ^à fatto una volta (4, 23),
però la ripetizione è tutt’altro che una svista.
La prima volta essa introduce un ampio resoconto
sull’attività di Gesù, che predica il regno di Dio (questo è
l’oggetto del sermone sul
Monte), opera alcune guarigioni e polemizza contro il
«^^Gesù percorreva tutte le città e i villaggi,
insegnando nelle loro sinagoghe,
predicando il vangelo del regno e guarendo
ogni malattia e ogni infermità.
^Vedendo le folle, ne ebbe compassione,
perché erano stanche e sfinite come pecore
che non hanno pastore.
Allora disse ai suoi discepoli: “La messe
è grande, ma pochi sono gli operai.
^Pregate dunque il Signore della messe
che mandi degli operai nella sua messe»
(Matteo 9,35-38)
formalismo religioso. Così
facendo, Gesù si rivela come
il «buon pastore», che non
vive a spese delle pecore,
ma che si occupa delle pecore a spese della propria vita (Giov. 10,11). La seconda
volta, cioè qui nel nostro testo, introduce la scelta dei
Dodici, al quale affida il
compito missionario: «andate, predicate, guarite, risuscitate... gratuitamente
avete ricevuto, gratuitamente date». Respiriamo ancora
l’atmosfera dell’Esodo: «Ho
udito, ho veduto, sono sceso... tu andrai».
Dei Dodici, Matteo riporta
i nomi. Non ci interessa, in
questo momento, che la sua
lista non sia perfettamente
coincidente con altre. Ci interessa che Matteo riporti i
nomi; che parli cioè dei Dodici come di persone concrete, col loro vissuto e con i
loro doni, con i loro limiti e
con le loro potenzialità, come destinatari concreti di
una vocazione. Elisabetta e
Caterina, Assunta e Jean-Felix, voi siete (come del resto i
nostri amici che sono qui
accanto a voi) i destinatari
di una vocazione che noi oggi riconosciamo. Si può dire
di voi che siete gli operai che
il Signore invia nella sua
messe. Quegli operai che
non nascono da sé, all’improwiso, per germinazione
spontanea, ma che Dio suscita e dona come risposta
alla preghiera della chiesa.
Siete diversi fra voi. Per
sesso e per etnia, oltre che
per il vissuto personale di
ciascuno. Queste differenze
sottolineano che la risposta
di Dio alla preghiera è anche
sempre una risposta generosa, e che egli offre alla chiesa
una sempre maggiore e diversificata ricchezza di doni,
esperienze e potenzialità.
tutti gli uomini e di tutte le
donne che portano il nome
di cristiano o di cristiana.
Ma di che compito si tratta? Quasi d’istinto risponderemmo; si tratta di dire 1’
Evangelo e di attirare uomini e donne nell’orbita dell’Evangelo e, perché no?,
della chiesa. Ma nella Bibbia, la messe non è l’immagine della chiesa. È l’immagine del regno di Dio. Di
quel Regno che Gesù annuncia imminente e al tempo stesso anticipa, incarna e
manifesta. Di quel Regno
che egli vuole popolare proprio delle persone umiliate
dalla vita, che egli riscatta e
libera, restituendo loro la dignità di esseri umani e di figli di Dio. Persone verso le
quali Dio ci rende a nostra
volta debitori e debitrici
dell’annuncio del Regno: di
quella Parola che libera e
consola, che rende possibile
la speranza.
Dire l'Evangelo
Beninteso, ìi ministero
che oggi vi viene riconosciuto è particolare, ma non
è esclusivo. Non vi conferisce uno status diverso da
quello di tutti gli altri. Particolare è stata la vostra preparazione, particolare sarà il
tempo che dedicherete a un
servizio che si intreccerà
sempre di più con la vostra
stessa vita. Resterete tuttavia nel quadro di un compito che è di tutta la chiesa, di
Beati gli esclusi
SONO gli uomini e le donne che nell’annundo del
regno Gesù proclama beati
perché il regno di Dio comincia con loro. E tocca a
noi annunciare loro la promessa: beati quegli uomini e
quelle donne, quegli anziani
e quei marginali che vengono gettati a mare come zavorra quando le navi dell’economia si incagliano
nelle secche della crisi;
beati quelle donne e quegli uomini che devono vivere
in case così poco presentabili da essere mascherate
dietro una quinta di cartone
dipinto quando rischiano di
offendere gli occhi di persone importanti;
beati i Rom della periferia
milanese sistemati due settimane fa in un campo di
containers allestito apposta
per loro e dove fra un mese
e mezzo avranno anche il
lusso dell’acqua, luce e gas;
beati i bambini e le bambine derubate dell’infanzia,
costretti, per un pezzo di pane amarissimo, a vendere i
loro corpi e la loro anima a
persone senza dignità e senza futuro;
beati i bambini e i ragazzi che non possono imparare a gestire la loro naturale
aggressività giocando alla
guerra, perché vengono precocemente armati con fucili
che sparano per dawet„
sono addestrati da picc„i
uccidere e a morire;
beati tutti gli ammalati
Aids, gli affamati dell
e dell’acqua e delle medJ
ne di cui hanno bisog^
diritto, ma si vedono neà
o concedere a seconda^
strategie dei forti e del J
conto delle multinazioni
beati tutti i senza no2
senza volto, che sono*
me della vanità di queimj,
di che, come diceva S
non solo li dominano, maj
fanno anche chiamatela
nefattori;
beati, in una parola,
affamati e gli assetati di»»
stizia, perché essi saranli
saziati». Saremo capacij
lasciarci coinvolgere daCt
sù, e di assumerci la resp»
sabilità, l’onore e la gioiaij
questa predicazione?
Annunciare il Regno
UNA cosa mi pare
il Signore ci chiamai
predicare non per sollecitai
adesioni alla chiesa, mapj
annunciare, con fedeltài
con chiarezza, quel Regni
che è il mondo finalmejiti
del tutto conforme al disigno di Dio, al (juale guaiti
mo in prospettiva, e che rii
sciamo a intuire, a cogliete,
riconoscere quando e do*
Dio si fa presente, intervie»
e trasforma la nostra ri
già qui e già ora, quandoi
dove la sua Parola è prodi
mata, ascoltata, creduta,»
suta. Il Signore ci concedai
annunciare con fedeltà e co
chiarezza il suo Regno.C
conceda di darne segno e ti
stimonianza facendo
nostre chiese e delle r
vite dei luoghi di accoglieiu
e di condivisione.
Questo significa forse di
la nostra deve essere uni
predicazione dalla quale ri
manga esclusa qualsiasi pr»
spettiva proselitistica?cli
dobbiamo restare indifft
renti di fronte al fatto chel
nostre statistiche restani
esigue? non si tratta di ufl
scelta autolesionista, e ali
mite suicida? Dio sa cheli
nostre forze non sonoiw
sauribili; che hanno bisogi
di essere rinnovate, irrobt
stite, integrate. Dio sa eli
abbiamo bisogno di uomri
e di donne che venganej
condividere l’avventura del
la nostra fede e la nostra»
stimonianza al suo Re§!"
che viene. Sa che ne abb»
mo bisogno come del
Ma appunto, non ha del»
Gesù, a proposito del.
come a proposito deliaci"
e del vestito, a proposito d»
le cose essenziali che pos®
mo starcene tranquilli' c
possiamo occuparci di
care prima di tutto il regni
Dio e la sua giustizia, m ^
certezza che queste cose
verranno date in sovrappr
Le nostre statistiche re^
strano quest’anno 275 ise',
zioni nelle nostre chiese
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persone che hanno
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sato Gesù come loro Si^f
e che hanno deciso di
dividere il nostro
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il segno che il Sign°^
quali sono le nostre n
sità e tiene fede alle sue P
messe. Per questo, il
annuncio del Regno pu°^
sere forte, lieto, seren i
nostro servizio vissuto
il segno della fiducia.
Predicazione di 3p®^j).
del Sinodo delle
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tempio di Torre Pelili®
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pira universalismo e globalizzazione, quale sarà il ruolo delle chiese e dei cristiani?
Dare ascolto alle grida e ai silenzi
Confessare il Dio unico dell'universo significa farsi carico della contraddizione oggi più grande
e che passa in ogni nostra scelta quotidiana: il crescente divario tra ricchezza e povertà
PAG. 3 RIFORMA
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Care sorelle e fratelli, vorrei, innanzitutto, rivolgeuna parola sobria di rin^amento e di riconoscenZ. La riconoscenza va al Simore per averci permesso di
^ un tratto di cammino incute a Marcella Giampiccoache termina oggi il suo seryjao come membro della Tavola; il ringraziamento va a
Questa nostra sorella per tut(e quello che ha fatto (e ha
fatto molto) in questi anni
iutensi. Siamo grati a MarceUa per essere stata semplicemente Marcella; una donna «mansueta» nel scénso
gyangelico della beatitudine
{saranno i mansueti a ereditare la terra), che fa ogni cosa
con spirito di servizio. Marcella ha reso una testimonianza di che cosa sia la diaconia evangelica di cui parla
Gesù; ha reso un servizio agli
altri e alle altre nella serena
fiducia che il Signore sowiene alle nostre debolezze, alle
npstre incompetenze, alle
nostre insufficienze. Marcella, mi hai e ci hai edificato
nella fede in mille occasioni
e di questo ti siamo grati.
Universalismo
e globalizzazione
È stato questo un Sinodo
difficile da riassumere; un Sinodo che ha, però, saputo
farci riflettere sui diversi argomenti che abbiamo cercato
diafftontare e, in particolare,
sulle contraddizioni che segnano dolorosamente il nostto mondo, le nostre chiese,
le nostre esistenze. Il fenomeno della globalizzazione,
ácui abbiamo ampiamente
parlato, con tutti i problemi
elle gli sono collegati, costituisce non una ma la contraddizione oggi più grande,
insostenibile. Mai abbiamo
disposto di una cosi grande
ricchezza su questo nostro
pianeta e mai è stato così alto
il numero delle persone alla
cui esistenza non viene dato
alcun peso, alcun valore. Anzi, noi abbiamo imparato o
rischiamo di imparare a convivere accanto a chi sostiene
che i ricchi devono sbarazzarsi dei poveri per mantenecce, possibilmente, aumenfnee la propria ricchezza. E
questa contraddizione non
riguarda soltanto le multinaHonali 0 i governi dei «grandi», del G8, ma passa attraverso le nostre scelte quoti®ane, viene a toccare il cuore
della nostra quotidianità.
Nei prossimi anni, come
'jpmini e donne che pensano
di poter ancora portare Tagg^vo «cristiano», dovremo
riflettere a lungo su questa
*®ritraddizione, partendo dal
Apporto fra universalismo e
' wbalizzazione. L’universali®o, che è uno dei principi
eologici fondamentali della
ristra fede, nasce dalla pro
II moderatore Gianni Genre
fonda consapevolezza che vi
è un Dio unico per tutto il
mondo e che la Terra appartiene a tutti e che tutti, ovunque, hanno diritto ad essere
ospitati, a essere riconosciuti
e accolti nella loro dignità.
Proprio noi, in quanto cristiani, dovremo confrontarci, discutere e lavorare più degli
altri perché la nostra testimonianza possa anche soltanto
in parte corrispondere a quella sete di autenticità che affiora oggi con forza nella coscienza di molti.
E poi vi sono molte altre
contraddizioni di cui abbiamo parlato, perché le contraddizioni della nostra vita
vanno nominate. Mi riferisco
all’uso del denaro e al potere
intrinseco, demoniaco, che il
denaro esercita su di noi;
penso anche all’asimmetria
faticosa fra la modestia di ciò
che siamo, e non soltanto dal
punto di vista numerico, e
l’impegno che oggi ci viene
richiesto dalla realtà delle
iniziative che fanno capo alle
nostre chiese e a cui noi non
possiamo e non vogliamo rinunciare. Di tutto questo
dobbiamo diventare anzitutto consapevoli; assumere coscientemente le diverse contraddizioni è il primo passo
che dobbiamo fare e fa anche parte della nostra vocazione di protestanti: fa parte
di quell’amore assoluto per
questa terra e per questa vita
che è condizione per avere il
diritto di credere alla resurrezione dei morti e al mondo
nuovo di Cristo, come diceva
Bonhoeffer.
In questo processo di conoscenza e di assunzione di
responsabilità sarà fondamentale la nostra capacità di
ascolto, di sapere ascoltare
tutti, davvero tutti; sapere
dare ascolto alle parole di chi
grida, e nel nostro mondo
molti gridano, e ancor più ai
silenzi di chi non ha più parole, consentendo a tutti,
ovunque, di esprimersi; anzi,
battendoci perché tutti possano esprimersi e perché la
voce di tutti possa essere
ascoltata. Noi protestanti dovremmo essere capaci di far
questo, e non è poco. Questo
Sinodo ha saputo ascoltare
ed è una bella cosa. Qualunque sia il giudizio che a volte
reciprocamente diamo su ciò
che gli altri dicono, è fondamentale che questo avvenga.
Solo se Terrore è libero, solo
se garantiamo a tutti il diritto
di sbagliare, anche la verità
può essere libera e può così
rendere liberi.
La passione per la politica
Che cosa mi piacerebbe
che avvenisse nelle nostre
chiese? Che cosa potremmo
cercare di perseguire? Tre
piccoli obiettivi. Anzitutto, la
necessità di riscoprire la passione per la politica. Bollea, il
padre della neuropsichiatria
infantile, alcuni mesi fa ha
scritto alcune cose molto interessanti. Fra queste ci ha
chiesto di trasmettete ai nostri figli la passione per il
confronto, per il dibattito,
per l’impegno politico, perché la politica è una sorta di
«etica comunitaria». Mi sembra un gran bel pensiero, che
va ripreso anche e proprio
nelle nostre chiese. Un riapprezzamento, dunque, della
dimensione della politica che
è stata drammaticamente
squalificata dopo la caduta
dei «muri» e dopo Tangentopoli. Abbiamo detto parecchie volte, in questi giorni,
che l’economia ha oggi il primato sulla politica e vediamo
quali siano già e quali potrebbero essere le conseguenze di
questo asservimento della
politica all’economia.
Noi non possiamo accettare che questo avvenga. Deve nuovamente succedere il
contrario, deve di nuovo essere la politica a guidare le
scelte fondamentali delle nostre vite, dei nostri paesi e
del mondo intero. Io, in questo senso, ho speranza. Dopo
il momento del disorientamento, del riflusso, della fine
delle certezze, i ragazzi di oggi stanno riscoprendo, a modo loro, una grande passione
per tutto ciò che avviene nella grande polis globale che
è diventato questo nostro
mondo. E noi dobbiamo imparare a cogliere, a dare valore alle istanze di questi giovani che stanno riscoprendo la
passione politica. Genova (e
tutto quello che sta attorno,
prima e dopo Genova) è lì a
indicarci questa urgenza e
noi protestanti, di nuovo, dovremmo essere facilitati nel
comprendere l’importanza di
questo recupero. Perché questo si collega a un discorso
che ci è caro: quello sul rapporto fondamentale fra culto
e politica, fra fede e cosa
pubblica. La riflessione sulla
laicità, che dobbiamo continuare a sviluppare con nuova
attenzione, rientra in questo
quadro più ampio, «cittadini
e discepoli» come abbiamo
detto in questi giorni, prendendo in prestito il titolo di
un bel libro del prof. Genre.
Nel 1791, a Parigi, il pastore
Paul Henry Marron (certo
quello era in Francia un tempo un po’ particolare) fece
installare due lapidi sul portone del tempio della chiesa
riformata in cui era pastore: a
sinistra la lapide con il Padre
Nostro e, a destra, la Dichiarazione dei diritti dell’uomo.
Erano altri tempi, ma dobbiamo fare qualcosa di simile
e tenere insieme queste due
dimensioni della vita.
Contro la cultura
dell'estraneità
Secondo obiettivo, più difficile da perseguire, è quello
di tentare di dialogare con
Meursault, l’uomo del XX secolo, che io temo sia molto simile, se non identico, a quello dell’inizio del XXI secolo, dove ormai siamo. Chi è
Meursault? Questa estate, in
Francia, ho letto un breve libro, che commenta un ampio
sondaggio promosso da Le
Monde sul libro del secolo.
Qual è il libro del secolo? Fra i
primi cinquanta autori ci sono Faulkner e Garcia Márquez, Nabokov e il nostro
Umberto Eco con II nome
della rosa e poi Hemingway e
Sartre... Quando si arriva alle
prime posizioni, troviamo
Steinbeck preceduto da Céline, con il suo Viaggio al termine della notte. Infine, nelTolimpo di questa graduatoria vi è Marcel Proust, che era
convinto che solo la letteratura rendesse immortali. Ma
al primo posto non sta Proust, che scriveva capolavori di
migliaia di pagine come Alla
ricerca del tempo perduto.
No, quei libri corrispondono
bene alla definizione che ne
dava Hemingway quando diceva che i capolavori sono i
libri di cui mtti parlano e che
nessuno legge.
Invece, al primo posto vi è
un libro di piccole dimensioni, di poche pagine, quasi
uno di quei libretti che si allegano aì magazine del nostro
tempo. È scritto da un autore
che muore giovane in un incidente automobilistico, amico del protestantesimo riformato francese e che adesso,
guarda caso, riposa insieme
alla moglie nel piccolo cimitero di un paesino valdese nel
Luberon, a Lourmarin: si tratta di Albert Camus e il libro è
Lo straniero. Noi traduciamo
«lo straniero», ma potremmo
anche tradurre «l’estraneo». È
difficile dialogare con Meursault, il protagonista di questo libretto che incarna l’assurdità della vita che porta a
una assoluta indifferenza.
Quando muore sua madre,
Meursault rimane indifferente; un giorno uccide un giovane arabo a sangue freddo e la
cosa lo lascia indifferente;
quando viene arrestato e condannato a morte, davanti al
giudice, è indifferente. Ecco
I lavori deH’assemblea
cos’è l’estraneità, il rimanere
stranieri a se stessi.
Io credo che provare a intaccare questa dimensione
dell’estraneità che caratterizza l’essere umano ancora oggi, sia anche compito nostro.
Quella che potremmo definire la cultura dell’estraneità
non può lasciarci tranquilli
anche perché, a volte, questa
si trasforma in un atteggiamento che può insinuarsi
dentro di noi. È facile arrivare
a pensare, come pensava Albert Camus, che la vita è sostanzialmente una grande assurdità (nonostante egli affermasse anche che, malgrado questa assurdità, ogni essere umano può cercare, in
alcuni momenti, di essere felice). Il protagonista del libro
forse più grande del secolo è
un nostro interlocutore quotidiano e sta a noi sapergli rispondere con una proposta
credibile, appassionata. Io
penso che, soprattutto all’inizio, la nostra proposta debba
essere fatta in termini del tutto laici, ma deve essere in
grado di fare comprendere
non solo che vi è un senso
nella e della vita, ma che il
senso della vita è più importante della vita stessa. Non so
come questo possa avvenire
e so che non è semplice, ma è
una sfida cui noi non possiamo sottrarci.
La presenza
e la bontà di Dio
Infine, e forse questa è una
sfida anzitutto personale, sono interessato a cercare un
linguaggio per continuare a
parlare con chi soffertamente
non si sente di affermare la
presenza e la bontà di Dio.
Soprattutto con quelle persone che magari hanno provato
a cercare Dio nell’esistenza
quotidiana ma sono state tragicamente, incomprensibilmente, bastonate dalla vita.
Noi, in questo Sinodo, così
come nella vita e nelle attività delle nostre chiese, diamo per scontata la presenza
di Dio. È proprio questo a
farmi avvertire spesso un
senso di disagio. Parliamo
forse troppo facilmente di un
Dio presente, che ci parla, ci
accompagna, che veglia su di
noi. In realtà, per molte persone, anche per molte persone che ci sono care, è difficile
anche soltanto rintracciare i
segni della presenza di Dio.
Questa costituisce per me
la sfida più grossa, più dolorosa per la nostra fede e per
la nostra predicazione. Io
non canto la terza strofa
dell’inno 294 (che ieri sera
abbiamo intonato al termine
delle nostre sedute): «Resta
con me. Signore, il dì declina
(...) è dolce pure, insiem con
te, il dolor». Io quella strofa
non posso cantarla, ha il sapore inequivocabile., almeno
per me, della bestemmia. A
poco a poco invece mi sono
accorto sempre di più, forse
perché questa cosa mi accompagna da sempre, di essere diventato ossessionato
dall’assenza di Dio. Se nessuno di voi si scandalizza, posso confessarvi che la mia fede
si può quasi ridurre a questa
ossessione: l’ossessione, davanti a innumerevoli situazioni, del silenzio e dell’assenza di Dio. Questo silenzio,
questa assenza hanno segnato e segnano molti momenti
della mia vita.
Io credo la risurrezione dei
morti, la vita eterna, la remissione dei peccati (soprattutto
quest’ultima mi tiene in piedi), ma ho sperimentato e
sperimento questa assenza.
Per questo mi sento così vicino, da sempre, così solidale
con chi, in modo serio e sofferto, mi dice di non potere
credere. Perché anch’io sono
lacerato, a volte mi sento assediato da questo silenzio e
da questa (almeno apparente) assenza. Eppure riesco
ancora a credere e a dire, e
vorrei che imparassimo a dirlo a molti nostri amici e amiche, che anche questa è fede,
che anche questa è fede cristiana: affermare Dio anche
e proprio quando ne sperimentiamo l’assenza. La mia
fede, in molti momenti, si è
ridotta, è stata ridotta a questo. Qualcuno può pensare
che è un po’ poco, ma io credo che questo «poco» sia ancora sufficiente a dare senso
a una esistenza. Riuscire a
comunicare e a condividere
questo poco, questo «residuo
essenziale» che mi pare rimanga sul fondo della fede
ebraico-cristiana è tutto ciò
che io vorrei imparare a fare.
È ciò che vorrei che insieme
imparassimo a fare.
4
PAG. 4 RIFORMA
Valdese
VENERDÌ 14
Gli effetti perversi della globalizzazione economico-politica al centro del dibattito
Uno sviluppo sempre più insostenibile
Su quEsto orgomento, il Sinodo ho tonuto uno scroto di riflessione, un gruppo di lovoro, uno
discussione in ossembleo pienorio e, infine, ho invioto olle chiese un documento di studio
NICOU ROCHAT
IL nostro essere chiese di
fronti a quelLinsieme di fenomeni e processi che va sotto il nome di globalizzazione
è stato uno dei temi del Sinodo 2001; si è svolta una serata
con relatori e dibattito pubblico, un gruppo di lavoro ha
riflettuto in merito, un ampio
documento è stato redatto, il
Sinodo in seduta plenaria ne
ha discusso e sono stati approvati due ordini del giorno.
La serata a tema è stata intrOdott^da Luca Jahier, della
presidenza nazionale Adi
(segretario del comitato per
la riduzione del debito estero
della Conferenza episcopale
italiana) e da Franco Giampiccoli, pastore valdese e
coordinatore della Commissione «Globalizzazione e ambiente» della Fcei, nonché
successivamente relatore del
gruppo di lavoro del Sinodo.
Globalizzazione come «abbattimento della maggior
parte dei limiti spazio-temporali che confinano le conseguenze delle nostre azioni
in uno spazio che sappiamo
gestire». La dimensione dell’irreversibilità delle scelte
come costituiva del nostro
modello di sviluppo, basti
pensare allo sfruttamento
delle risorse e alle devastazioni ambientali. La dimensione della povertà, delle migrazioni e dell’assenza di
prospettive e di speranza al
di là dell’ideologia del «pensiero unico» neoliberista. Si è
parlato di politica ed economia: se anche in passato esse
sono state reciprocamente
dipendenti, mai come oggi la
politica ha abdicato in favore
dell’economia, sembra muta,
piatta; nel Primo Mondo le
destre in favore di un liberismo selvaggio e le sinistre
che sia pure in modo più moderato e sfumato sostanzialmente accettano tutte le
compatibilità economiche
neoliberiste limitandosi a
tentare di gestire/ridurre gli
impatti sociali.
È emerso come centrale il
problema delia governabilità
della globalizzazione (è possibile, e se sì con quali strumenti), e la necessità di riappropriarsi in senso partecipativo e democratico delle
organizzazioni economiche
internazionali (Banca mondiale, Fondo monetario. Organizzazione mondiale del
commercio). Si è parlato del
movimento di protesta che
da Seattle, passando per Porto Alegre sino a Genova afferma con linguaggio escatologico che «un altro mondo
è possibile», e che bisogna
«camminare domandando».
Jahier ha sottolineato il ruolo
educativo che oggi e in futuro
devono rivestire le chiese come seminatrici di speranza,
essendo presenti e lottando
«a fianco di», non «contestando contro».
Giampiccoli ha raccontato
la partecipazione delle nostre
chiese e della Fgei al Genoa
Social Forum, della straordinarietà di quest’esperienza di partecipazione, incontro e confronto tra diversi che
è stata poi purtroppo mediáticamente e tragicamente
oscurata dalla violenza. Non
ci sono ricette risolutrici, per
il momento siamo alle denuncie (purtroppo anche in
senso letterale).
Il Sinodo ha approvato un
ordine del giorno molto netto
sulle giornate di Genova,
esprimendo solidarietà con
quanti sono stati vittime di
violenze e ribadendo «per
ogni essere umano il diritto
di manifestare le proprie
convinzioni e Firrinunciabile
opzione nonviolenta che legittima in modo inequivoco
tale diritto e libertà».
Nel frattempo che cosa è
successo e che cosa succede
nell’ecumene internazionale?
A livello del Cec (Consiglio
ecumenico delle chiese) si è
passati per la riflessione su
«Pace, giustizia e integrità del
creato», per il dibattito sulla
sostenibilità dello sviluppo,
sino al decennio contro la
Il pastore Franco Giampiccoli
violenza da poco inaugurato.
Pensando anche al mondo
cattolico, è stato senz’altro rilevante il movimento Jubilee
2000 che ha visto una partecipazione forte e dal basso di
credenti cristiani sui temi
della remissione del debito
(in Italia abbiamo lavorato a
livello della Fcei).
In particolare nel gruppo di
lavoro sinodale ci si è soffermati sull’assemblea di Debrecen (Ungheria, 1997), dove l’Alleanza riformata mondiale ha avviato un «processus confessionis», proponendo alle chiese un percorso di
sensibilizzazione, riflessione
e azione così sintetizzabile:
- informazione e contrqinformazione (essere informati, sensibili e vigili rispetto
ai media e al loro modo di
descrivere il mondo e la globalizzazione);
- educazione a un approccio critico e analisi del reale
(studio e formazione per
comprendere i meccanismi
chiave della macroeconomia,
semplificando direi per avvertire che l’economia è cosa
che ci riguarda e per non saltare le pagine economiche
dei quotidiani);
- azioni coerenti da assumere nel quadro limitato
delle nostre possibilità per
denunciare l’ingiustizia economica e la distruzione dell’ambiente (studi biblici sulla
giustizia e sulla sobrietà, pro
muovere iniziative e sperimentare nuovi stili di vita nell’ambito della vita comunitaria, consapevoli che
«l’economia non risponde ai
bisogni primari, ma crea bisogni»);
- status confessionis (giungere dopo un iter non predefinito a confessare la nostra
fede in termini di ricerca
dell’equità e della giustizia
con impegno, perseveranza e
fiducia, poiché «Dio resiste ai
superbi e fa grazia agli umili»,
I Pietro 5,5).
Il gruppo di lavoro ha prodotto un articolato documento che è stato portato
all’attenzione del Sinodo, discusso ma non votato proprio perché lo spirito è quello
di indicare delle linee di ricerca e di riflessione, non
quello di contarsi su un tema
così importante e fondante; il
Sinodo ha deciso di inviarlo
alle chiese locali perché le
comunità e i singoli lo leggano, lo discutano criticamente, si sentano interrogati e
chiamati ad agire, promuovere iniziative, testimoniare.
Siamo solo all’inizio di un
percorso, è bene esserne consapevoli. La globalizzazione ci
chiama ad agire oggi e in futuro, ad esempio interrogandoci su che cosa fare e come
spendere al meglio il danaro
destinato dalle recenti decisioni sinodali ai progetti opm
(otto per mille) nel Terzo
Mondo, o su come testimoniare sempre più efficacemente la nostra solidarietà ai
fratelli e alle sorelle immigrate
nel nostro paese, in un tempo
non facile. Quanto alla citata
necessità di formarsi-confrontarsi sui macroproblemi
con una riflessione che parta
anche dal personale, mi perrnetto di ricordare i filoni di
lavoro da anni attivi nei nostri
Centri giovanili: in ordine
temporale il primo appuntamento utile è il campo invernale intergenerazionale di
Agape (26 dicembre-1° gennaio) dal titolo «L’insostenibile leggerezza dello sviluppo».
Il conflitto in Israele e Palestina
Il sinodo, profondamente colpito dalle quotidiane notizie sul
progredire della violenza nel conflitto israelopalestinese, ”
vedendo con preoccupazione allontanarsi ogni soluzione
cettabile del conflitto ritiene che, anche in questo, il ricorso alla
violenza non possa avere l'ultima parola; ®
esprime la sua solidale vicinanza a quanti, in entrambi i pope,
li, iri questi difficili giorni, continuano ad adoperarsi per la par«
e a incontrarsi per protestare contro le violenze e i soprusi;
rivolge un appello ai due popoli e ai loro rappresentanti perché riconoscano il loro diritto reciproco all'esistenza, alla pace
alla sicurezza, ai diritti e alla dignità umana.
Per tutte queste considerazioni il Sinodo accoglie l'appello del
Corisiglio ecumenico a «sostenere l'impegno dei gruppi di base
sia israeliani che palestinesi che si impegnano nei loro paesi per
costruire la pace; a promuovere e/o raccogliere iniziative di altre
chiese o altre realtà per costruire e rendere efficace un'ampia
collaborazione internazionale in vista della costruzione di una
pace vera, basata sulla giustizia e sulla sicurezza di tutti i popoli
della regione». ^ ^ "
In questo quadro accoglie con interesse la proposta presentata
in questa sessione sinodale dalla rappresentante delle chiese
riformate olandesi di partecipare alla formazione di una delegazione di cristiani europei che visiti Israele e i territori palestinesi
per incontrare tutte le realtà che in questo momento si adoperano attivamente per far riprendere il processo di pace basato sul
diritto internazionale e i diritti umani;
chiede alla Tavola valdese di prendere contatto con gli organizzatori di tale iniziativa, valutando la possibilità di partecipare
alla delegazione e alle visite previste.
Chiese e globalizzazione
Il Sinodo, presa conoscenza del documento «Le chiese e la globalizzazione», risultato dal lavoro del proprio gruppo di studio,
lo trasmette alle chiese per un attento esame.
Genoa Social Forum
Il Sinodo, ascoltate diverse testimonianze dirette sugli episodi
di Genova (Genoa Social Forum-G8 del luglio 2001), presa conoscenza dell'abbondante documentazione fornita dai mezzi di
informazione in Italia e all'estero,
- manifesta un netto rifiuto nei confronti di ogni violenza tesa
a inquinare, reprimere e falsare le dimostrazioni pacifiche;
- esprime in particolare:
a) viva preoccupazione per l'uso che a Genova si è fatto della
violenza fisica e psicologica come mezzo di intimidazione politica;.
b) indignazione per le palesi violazioni dei fondamentali e inalienabili diritti umani;
c) solidarietà con quanti sono stati vittime di tali violenze;
- riafferma la propria fiducia nella magistratura italiana per
un sereno accertamento della verità e delle responsabilità relative ai fatti di Genova;
- ribadisce per ogni essere umano il diritto di manifestare le
proprie convinzioni e l'irrinunciabile opzione nonviolenta che legittima in modo inequivoco tale diritto e libertà.
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«Esprimiamo la nostra più profontia avversione all'ingiustizia economica, alla violenza politica e alla distruzione del pianeta»
Il documento del Sinodo: «Le chiese e la globalizzazione»
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dine dell
Noi, membri del Sinodo delle chiese metodiste
e valdesi, riunito in Torre Pellice nei giorni 26-31
agosto 2001,
esprimiamo la nostra profonda avversione nei
confrcinti dell'ingiustizia economica, della violenza politica che limita o esclude la partecipazione e
della distruzione del pianeta di cui siamo partecipi e corresponsabili come cittadini di uno dei paesi più ricchi della terra che dettano regole di vita,
e di morte, ai paesi più poveri.
Con dolore ci riconosciamo tra quanti consumano in modo illimitato le limitate risorse energetiche del mondo;
con sdegno ci confrontiamo con le potenti centrali del farmaco che antepongono il criterio della
massimizzazione del profitto alla dignità dell'essere umano e al suo diritto alla salute;
con decisione rifiutiamo di considerare le migrazioni come un male da cui difendersi anziché
come un'opportunità di solidarietà e di estensione dei diritti civili;
con orrore individuiamo nella produzione e nel
commercio delle armi, che servono a innescare
conflitti di ogni genere e in special modo conflitti
etnici, l'emblema di una economia sganciata da
ogni principio morale.
Riconosciamo che non si tratta di novità che
compaiono per la prima volta sulla faccia del nostro pianeta, ma riscontriamo la gravità senza precedenti della situazione attuale
- nel fatto che l'abuso dell'ambiente rischia di
rendere irreversibile il suo degrado con danni che
si annunciano irreparabili;
- nel fatto che l'esercizio violento del potere
economico e politico accresce a dismisura il deficit
democratico nei nostri paesi occidentali come nei
paesi del Terzo Mondo;
- nel fatto che a livello globale non esistono i
freni e i controlli politici che finora hanno circoscritto il potere economico a livello nazionale; ciò
consente le peggiori devastazioni ad una economia sfrenata e incontrollata.
Situiamo la nostra avversione per l'ingiustizia
economica e la distruzione del pianeta nel contesto dell'impegno che da anni assumono il Consiglio ecumenico delle chiese e l'Alleanza riformata
mondiale dando voce alle vittime dell'ingiustizia
economica e chiamando le chiese a un percorso di
coscientizzazione e di resistenza nel contesto di
una confessione della fede nel Signore Gesù Cristo nel tempo presente.
Affermiamo altresi che oggi la nostra consapevolezza si situa anche nel contesto della multiforme protesta della società civile che si è espressa
ultimamente nelle manifestazioni del Genoa Social Forum che ha visto l'adesione e la partecipazione di settori delle nostre chiese (Federazione
delle chiese evangeliche in Liguria e Piemonte
meridionale. Federazione delle chiese evangeliche
in Italia, Federazione giovanile evangelica in Italia, due Conferenze distrettuali delle chiese valdesi e metodiste) nel cui ambito abbiamo anche incontrato numerosi fratelli e sorelle cattolici.
In questo quadro riaffermiamo la necessità di
- approfondire l'analisi e la denuncia degli effetti dell'ingiustizia economica, della violenza politica e della distruzione del pianeta sul piano sia
globale che locale;
- operare più stretti collegamenti con quei settori
del movimento alternativo con cui sentiamo la maggiore sintonia anche nel quadro dei Social Forum
che si vanno creando in più luoghi, ricercando insieme elementi di una alternativa all'attuale assetto
dell'economia mondiale, intesa soprattutto come
esigenza di istituire regole e controlli sopranazionali, efficaci e democraticamente partecipati, per giungere a una governabilità dell'economia;
- elaborare forme di manifestazione che si
adattino all'opzione nonviolenta che appare oggi imprescindibile non solo per scelte di principio
ma anche per impedire che la violenza interponga uno schermo impenetrabile che rende impossibile la percezione, da parte dell'opinione pubblica a cui ci si rivolge, del messaggio e dei contenuti della denuncia.
Sulla base di queste considerazioni e convinzio
ni, invitiamo le chiese ad affrontare questi temi
senza dare per scontato alcun termine della questione, né l'opzione nonviolenta, né il coinvolgimento delle chiese nei problemi dell'economia.
Auspichiamo che le chiese si diano un serio programma di studio e di impegno per esempio lungo
tre percorsi.
Conoscere. Un percorso di conoscenza implica
l'acquisizione, individuale e comunitaria, di strumenti di informazione differenziati e di controinformazione rispetto ai mezzi di informazione
che più direttamente dipendono dal potere economico. Ugualmente è necessaria un'azione di educa
zione che fornisca ai singoli e aila comunità quegli
elementi di conoscenza dei meccanismi economici
che consentano la comprensione delle questioni in
gioco. Nell'informazione e nell'educazione saranno
essenziali gli apporti di esperti così come i contatti
con gruppi locali già impegnati nella critica dell'attuale sistema economico globale.
Sarà importante anche l'analisi psicologica del
diffuso senso di angoscia e di mancanza di futuro
che caratterizza la nostra società, da cui non siamo
immuni, e che tende a sfociare talvolta nella violenza, più spesso nell'indifferenza rispetto a problemi che travalicano la sfera individuale.
Confrontare. Per dei credenti la conoscenza di
fatti e di problemi si traduce in un confronto con
la Parola di Dip, alla ricerca della vocazione che il
Signore rivolge alla sua chiesa nella specificità del
tempo presente. La predicazione e percorsi di studio biblico, in cui esaminare concetti come la giustizia, la pace, la mansuetudine, l'agape e l'idolatria, potranno costituire il punto di partenza del
confronto.
Uno stadio più avanzato della ricerca, che vede
impegnate molte altre chiese, potrà produrre elementi di una confessione di fede nel contesto
della comunità ecumenica mondiale in cui esprimere la convinzione che oggi l'economia è una
questione con la quale la fede nel Signore Gesù
Cristo deve fare i conti.
Nella concretezza della vita comunitaria il con
fronto con il messaggio evangelico su questi temi
investirà necessariamente i percorsi formativi in cui
la comunità è impegnata, con bambini e giovani.
Agire. La confessione della fede ha anche un risvolto pratico-attivo che deve consentire, sempre
nella consapevolezza della fallibilità e della inadeguatezza umane, l'impegno dei singoli e della
comunità in iniziative proprie o altrui di denuncia, di resistenza, di manifestazione, in gesti simbolici e scelte di comportamento. È importante
che i risvolti pratici dell'agire vengano valutati
come parte dell'ubbidienza al Signore su un cammino comune verso un'economia più equa. È necessario d'altra parte badare che l'agire personale;
e comunitario non sia svalutato come inutile oSU-.i
perfluo, né che venga usato per costruire unaj
compiaciuta autogiustizia.
Nella tensione propria dell'agire nell'ubbidienzaij
le chiese potrebbero discutere comunitariamente.^^
tra l'altro,
- la possibilità di trasferire i propri fondi, a livei“’
lo individuale, familiare, amministrativo locale e^
centrale, sulla Banca etica come scelta di esclusiO"-!
ne degli investimenti nella produzione e commef'l
ciò delle armi;
- la partecipazione ai circuiti del commercio)
equo e solidale come sostegno di alternative eco*,
nomiche;
- l'adesione a campagne per l'orientamento cm
tico dei consumi e di boicottaggio di prodotti com
nessi in modo particolarmente evidente per esem"
pio con lo sfruttamento minorile o con la distr
zione di economie locali; j
- la necessità di riesaminare di conseguenza ^
nostri stili di vita per riorientarli in base a prop^
ste di sobrietà, di solidarietà, di forme di
ni periodiche e continuative anche al di là °
ambito ecclesiastico. ,g
In questi e in altri possibili percorsi,
chiese a valersi anche del contributo che potrà
re la Commissione «Globalizzazione e
di recente costituita nell'ambito della Federazi
delle chiese evangeliche in Italia. »
Da aim
sionismo
ben curai
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iiNODO Valdese
PAG. 5 RIFORMA
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,a decisione, a larga maggioranza, è avvenuta dopo un lungo e intenso dibattito
Sì alle quote non espresse deir8%o
Quando saranno disponibili le somme derivanti da tutti i contribuenti, la quota da inviare
0 progetti di aiuto e solidarietà nei paesi poveri del mondo aumenterà dal 30% al 50%
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Un dibattito suile quote
non espresse dell otto
mille era atteso da tutti.
? rune settimane orsono il
J deratore, pastore Gianni
e, in una intervista al
„Astro settimanale, si auguIvaun buon dibattito su
Lsto tema in quanto le
Le locali avevano ampiamente discusso durante 1
R inviando all’apposita
MBimissione i propri pareri,
n dibattito ha occupato un
intero pomeriggio sinodale
con interventi franchi, fraterni significativi e senza aniLtà. Ritengo che tre siano
state le questioni affrontate
nel dibattito o che dal dibattito siano scaturite.
Innanzitutto il rapporti tra
ijdecisioni delle chiese locali
e il Sinodo. Alle chiese era
stato chiesto di rispondere al
quesito: siamo d’accordo nel
chiedere aUo stato di accedere alla ripartizione delle quote non espresse? Su 145 chiese, 94 hanno risposto in modo netto; 80 si sono pronunciate per il sì alle accettazione delle quote non espresse,
7 erano per , il no e 7 hanno
(Mesto un rinvio. Alcuni deputati si sono chiesti quale signfflcato dare al dibattito sinodale se una maggioranza
più che qualificante di chiese
si era già espressa. Si trattava
fi comprendere che rapporto
«debba essere tra la volontà
delle chiese e la volontà del
Sinodo. Certamente i deputati al Sinodo non sono «delegati» delle chiese con un
mandato chiuso, eppure occorre riflettere bene prima di
sconfessare la volontà delle
chiese con una delibera sinodale. Se ciò avvenisse potrebbe sorgere la domanda: qual
bl’anima della chiesa? Che
signiflcato dare alle risposte
delle chiese locali? Su questa
questione bisognerà ritornare, non tanto per chiarire giutidit^ente il rapporto chiese-Sinodo, ma per vivere tale
repporto nella consapevolezza che «la chiesa locale è la
nunione di coloro che, in una
data località, sono chiamati
aviyere la loro fede in un medesimo corpo secondo l’ordine delle discipline valde
II pubblico segue dalla galleria i lavori in plenaria
si» [Disciplina valdese, art. 17).
In secondo luogo vi è stata
la questione della identità
evangelica forse minacciata,
come qualcuno ha detto, se il
Sinodo avesse deciso di chiedere l’utilizzo del denaro delle quote non espresse. La
chiesa si sostiene da sola,
senza ingerenze statali e senza chiedere privilegi. Accedere a queste quote, e quindi
modificare i limiti della decisione sinodale del 1991, per
alcuni deputati costituisce
un profonda incrinatura della vocazione evangelica della
chiesa. Per altri deputati non
vi è in gioco la confessione
della fede, perché la questione si pone sul piano dell’etica e della politica. Occorre
porsi sul piano concreto di
una chiesa che oggi gestisce
2.000 dipendenti, ha degli
ospedali e case di riposo.
centri di formazione e foresterie con il potere di assumere e di licenziare. La situazione nella quale siamo è
quella del simul iustus ac
peccator, chiamati a essere
responsabili nell’utilizzo di
questi fondi senza esaltazione e senza paure, ma convinti di doversi impegnare affinché una grande quantità di
persone, in Italia e nel mondo, possano trovare cure e libertà. Come ha detto nel suo
intervento il moderatore, accedere alle quote non espresse dell’otto per mille non
provocherà alcun delirio di
onnipotenza, ma permetterà
di dare maggior risposta ai
progetti di lotta contro la fame nel mondo.
Una terza questione si è
presentata, e non per la prima volta, nel dibattito sinodale: la diaconia della nostra
chiesa e la testimonianza nel
nostro paese attraverso la
predicazione. «Troppa diaconia con grosse somme di denaro da investire, poche e deboli chiese con una predicazione fragile». Ritorna così il
dibattito tra diaconia e predicazione, sempre più vissuto
in modo conflittuale: «Le nostre opere sono troppo grandi e troppo onerose per le nostre chiese». Sempre di più
avremo bisogno di denaro,
privato o pubblico, per gestire le opere, mentre la predicazione dell’Evangelo e la testimonianza a Gesù Cristo restano a margine, senza progettualità e senza investimenti. Un’esasperazione di
un problema reale? Credo di
sì, ma nello stesso tempo il
Sinodo non ha dimenticato,
nel dibattito, questa tensione
e non ha sottovalutato le
conseguenze del problema
così impostato. Eppure credo
che sia un falso problema affrontare la questione in termini o di equilibrio o di alternativa tra diaconia e predicazione. La questione è riscoprire, oggi, la nostra vocazione di evangelici, metodisti e
valdesi, nel nostro paese, per
compiere quelle scelte sia di
fede, sia di prassi, utili a realizzare con grande responsabilità tale vocazione.
Il Smodo ha accolto la proposta di accedere alle quote
non espresse dell’otto per
mille e ha incaricato la Tavola di iniziare le trattative con
il governo attraverso la prassi
dell’Intesa. Non solo, dopo
un ulteriore acceso dibattito,
ha anche deciso che, quando
saranno gestite dalla Tavola
anche le quote non espresse,
la quota da mviare a progetti di solidarietà all’estero dovrà salire dal 30% al 50% del
totale (quote espresse più
quelle non espresse). Dopo
queste decisioni le sorelle e i
fratelli delle nostre chiese saranno preoccupati oppure
saranno più sereni per il nostro futuro? Credo che il Sinodo si sia assunto la responsabilità di affrontare
questioni grandi affinché
molti progetti diaconali, in
Italia e nel mondo possano
dare risposte concrete a chi
cerca libertà e pace.
Il limone del Sinodo
.Daatoeno cinquant’anni assiste allo svolgimento delle ses*reni sinodali a Torre Pellice. Questa pianta di limone (e la sua
^6lla, all’altro lato del portone d’ingresso alla Casa valdese),
“^ curata e periodicamente potata da Paolo Tourn Boncoeur
®"alter Michelin Salomon (nella foto), osserva silenziosamenPastori, delegati, ospiti e osservatori. In alcune delle pagine
*aeguono la vediamo insieme a uomini, donne, bambini...
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Un momento del culto di apertura
Quote non espresse delPotto per mille
Il Sinodo, preso atto dei pareri espressi dalle chiese,
dà mandato alla Tavola valdese di instaurare con il governo
italiano una trattativa volta alla stipula di una Intesa che, ferme
restando le linee guida fissate con l'art. 36/SI/91, consenta alle
nostre chiese di essere destinatarie delle quote dell'otto per mille relative a tutti i contribuenti.
Criteri di ripartizione dell'otto per mille
Il Sinodo decide di variare i criteri di ripartizione dell'intera
quota dell'otto per mille (quote espresse e non espresse) a favore di interventi nei paesi poveri del mondo dal 30% al 50% a
partire dall'anno in cui anche le quote non espresse dell'otto per
mille saranno a disposizione della Tavola valdese.
Otto per mille e organizzazioni laiche
Il Sinodò invita la Tavola valdese a continuare ad adoperarsi
nelle sedi appropriate perché la possibilità di accedere ai fondi
dell'Opm sia estesa alle organizzazioni non governative di carattere sociale, culturale, ambientale, umanitario.
Stato, chiese e società
Il Sinodo, tenuto conto che l'attuale quadro politico, la molteplicità e diversità delle leggi e dei provvedimenti emanati a livello regionale, i mutamenti verificatesi nei rapporti tra stato, chiesa e società richiedono, da parte delle chiese, un'attenzione sempre vigile;
invita la Tavola valdese a valutare la possibilità di nominare
una Commissione consultiva che abbia come mandato l'osservazione della situazione politica religiosa ed economica italiana e
mondiale in modo da dare indicazioni alla Tavola valdese in vista
di una strategia adeguata ai tempi.
Laicità dello stato
Il Sinodo, rileva che il mantenimento della laicità dello stato
democratico è premessa indispensabile al raggiungimento di
una autentica libertà religiosa. In tale quadro ritiene che sia indispensabile la piena attuazione delle norme costituzionali, e in
particolare del comma 3 del l'art. 8 che prevede come metodo
per definire i rapporti tra stato e organizzazioni religiose la legge su base di Intese.
Auspica pertanto che vengano rapidamente approvate dal
Parlamento le due intese già firmate dal governo (Buddisti e Testimoni di Geova), e siano concluse le altre in corso.
Ritiene inoltre che sia indispensabile che quanto previsto dalle
leggi di approvazione delle Intese venga rapidamente attuato se
del caso adeguando i singoli testi unici o regolamenti.
È improcrastinabile l'abrogazione della legge sui culti ammessi
del 1929 e T.U. di P.S. del 1931 e pertanto auspica che il disegno
di legge Prodi sulla libertà religiosa, approvato dalla Commissione affari costituzionali della Camera, possa concludere presto il
suo iter in modo positivo.
Esprime inoltre preoccupazione per i progetti enunciati da
membri del governo per ciò che riguarda la scuola, che rischiano
di impedire il libero dialogo e la convivenza di gruppi di diversa
religione e quindi di favorire gravi discriminazioni.
M Le elezioni conclusive
Tutti gli incarichi
per l'anno 2001-2002
La Tavola valdese riunita nella «Sala rossa». Da sin. Pietro Trotta,
Giovanni Carrari, Franca Barlera, Franco Siciliano, Maria Bonafede, Bruno Gabrielli, Gianni Genre; sotto, le votazioni tramite scheda nelle singole urne
La Tavola valdese è stata
eletta nelle persone di: Giovanni Pietro Genre (moderatore), Maria Bonafede (vicemoderatore), Franca Barlera,
Giovarmi Carrari, Franco Siciliano, Bruno Gabrielli, Pietro Trotta (membri).
Il Comitato permanente
deU’Opcemi è stato eletto
nelle persone di: Valdo Benecchi (presidente), Giunio
Censi, Alberto Cristoferi, Daniela Manfrini (membri).
La Commissione sinodale
per la diaconia è stata eletta
nelle persone di: Marco Jourdan (presidente), Giovanni
Anziani, Eugenio Bernardini,
Franca Coisson, Piervaldo
Durand, Elio Forneron, Maja
König (membri).
Il Consiglio della Facoltà
valdese di teologia è stato
eletto nelle persone di: Ermanno Genre (decano), Daniele Garrone (vicedecano),
Rosanna Ciappa, Marco Di
Pasquale, Paolo Landi, Debora Spini, Erika Tomassone
(membri).
La Commissione d’esame
sull’operato della Tavola valdese, del Cp-Opcemi, della
Facoltà valdese di Teologia è
stata eletta nelle persone di:
Giuseppe Platone (relatore).
Letizia Tomassone, Mirella
Scorsonelli, Gino Lusso.
Supplenti: Mattia Costa, Gisella Costabel, Erica Sfredda,
Gianluca Fiusco.
La Commissione d’esame
sull’operato della Csd è stata
eletta nelle persone di: Giorgio Gardiol (relatore); Italo
Pons, Davide Rosso, Gianluca Nigro. Supplenti: Maria
Grazia Sbaffi, Arnaldo Visco
Gii ardi.
Il Sinodo ha designato come presidente delia prossima
sessione Franco Becchino.
Il Seggio ha nominato come predicatore per la prossima sessione la pastora Erika
Tomassone (supplente past.
Christian Gysin).
6
PAC. 6 RIFORMA
Valdese
Sotto attento esame il lavoro svolto dalla Commissione sinodale per la diaconia
Per una diaconia sostenibile
Il dibcttito SI è concentroto sullo situozione dogli ospedoli voldosi del Piemonte: un gronde e
opprezzoto processo di riquolificozione, mo onche uno preoccuponte situozione finonziorio
ANITA TRON
CON il Sinodo di quest’
anno la Commissione sinodale per la diaconia (Csd)
ha compiuto otto anni: una
bambina. Una bambina che
ha usato i suoi primi anni di
vita per prepararsi, per acquisire le conoscenze e le abilità
di base al fine di poter accedere nel 1999, col conseguimento della personalità giuridica, alla prima elementare,
dotata degli strumenti necessari per affrontare il percorso
di apprendimento e acquisizione di respónsabilità che
portano alla maturità. I suoi
genitori possono essere soddisfatti. Nel percorso fin qui
fatto, la loro creatura sta andando bene, anzi molto bene
se si tiene conto, da un lato,
della complessità à^lle materie che è chiamata ad affrontare e, dall’altro lato, delle
grandi aspettative riposte in
lei da genitori e parenti.
L’esame a cui è stata sottoposta nel corso del Sinodo ha
evidenziató, infatti, che ha lavorato bene sul piano del
coordinamento dei metodi di
gestione, di amministrazione
e di controllo delle opere che
le sono state affidate, come
richiesto dallo statuto. Ne
conscie che la nostra chiesa
è oggi in grado di avere un
quadro più completo della
sua azione diaconale, sia dal
punto di vista dei servizi resi
(cosa viene fatto, dove e co
La Csd. Da sin. Eugenio Bernardini, Maja König, Piervaido Durand,
Marco Jourdan, Franca Coisson, Elio Forneron, Giovanni Anziani
me) sia dal punto di vista della gestione (quanto costa e
come si fa a coprire i costi), e
può quindi ragionare meglio
sul suo impegno diaconale
complessivo. Non è poco!
Questa operazione, fino a 5-6
armi fa, era pressoché impossibile. Un grosso risultato è,
per esempio, il contratto 'collettivo nazionale di lavoro.
La Csd ha anche operato
per la messa in comune di
esperienze e, qualche volta,
di mezzi. Anche questo è un
aspetto molto importante: il
confronto continuo permette
alle diverse opere di crescere
insieme e di elaborare una linea diaconale comune, fondamentale nei rapporti con
l’ente pubblico, nostro part
ner nella gestione dei servizi
alla persona, ma pure nei
rapporti con le nostre chiese
in Italia e con le chiese sorelle all’estero. Inoltre, e anche
questo non è poco, il conoscere a fondo le esperienze
altmi permette di non ripetere troppo spesso gli stessi errori (come ha segnalato la
Commissione d’esame).
Tuttavia, ha anche rilevato
le difficoltà del settore sanitario. Pur esprimendo il suo vivo apprezzamento per i risultati conseguiti nella riqualificazione dei tre ospedali della
Ciov (Pomaretto, Torino e
Torre Pellice) con conseguente miglioramento e ampliamento dei servizi resi, il
Sinodo ha manifestato pre
occupazione per la situazione finanziaria che, su un bilancio 2000 di 80 miliardi, vede 32,7 miliardi di perdite accumulate negli anni 19971999 e di 13,4 nel 2000. Anche per il 2001 si prevede una
perdita che si dovrebbe avvicinare a quella del 2000. Perché si è giunti a questa situazione? Per un insieme di ragioni: assenza di capitali propri per finanziare questa
grande trasformazione, riduzione delle attività, e quindi
delle entrate, a causa delle ristrutturazioni, tariffe di rimborso pubblico inferiori del
20% rispetto ai costi effettivi,
ritardi dei pagamenti da parte dell’ente pubblico. Come
si potrà far fronte a questo
debito? Non certo con i poveri bilanci delle nostre chiese!
Una parte, speriamo molto
consistente, sarà coperto
dall’intervento pubblico, statale e regionale, previsto per
la sanità nazionale, la parte
restante dovrà essere coperta
con l’attività futura degli
ospedali, da doni e contributi
vari e con strumenti finanziari appropriati (mutui, ecc.).
Il Sinodo, pertanto, ha incaricato la Csd, in stretta e
costante intesa con la Tavola, di attivare tutte le iniziative e le procedure necessarie
per portare a compimento il
progetto di rinnovamento
globale del nostro servizio
ospedaliero e di riferire al
prossimo Sinodo.
Si richiede maggiore formazione, aggiornamento e chiarezza di responsabilità
Le chiese e il ministero pastorale e diaconale
DAVIDE ROSSO
CHIESE e ministero pastorale e diaconale. Disagio
all’interno delle chiese e disagio da parte di alcuni pastori nel condurre il loro ministero: questione identitaria
e globalizzazione, ma anche
passaggio generazionale difficile, da gestire soprattutto
da parte delle generazioni
più giovani. Questi i temi emersi nel corso del dibattito
di uno dei quattro gruppi di
lavoro sinodali che hanno lavorato nella giornata di martedì 28 agosto e che poi sono
arrivati in seduta plenaria. Il
«disagio», di cui parlava anche la relazione a stampa presentata dalla Tavola al Sinodo, riguarda soprattutto una
parte dei pastori (indicativamente un 10%), ma dalla discussione in gruppo è emer
so come questo sia estendibile alla vita della comunità
nel suo insieme a diversi livelli. Si tratta, dunque, di un
indicatore preciso di quanto
questa situazione non sia da
sottovalutare.
Nella disamina del tema
«disagio» si può partire dalla
necessità per le chiese di darsi un’identità precisa, avendo presente che occorre mostrarsi in maniera definita al
di fuori di sé, portando però
con sé dei valori e delle azioni che siano condivisi e praticati. Il problema, insomma,
è quello di far coincidere
quella che è «l’immagine
pubblica e la realtà che le
chiese esprimono». Una delle preoccupazioni deve essere quella di non essere chiesa
con idee d’élite ma chiesa insieme e vicino ai «minimi».
Non si può, poi, non dimen
LE DECISIONI SINODALI • LE DECISIONI SINODALI
Definizione del ministero diaconale
Il Sinodo, esaminata la relazione della Tavola valdese nel punto in cui si sottolinea l'opportunità di una più appropriata definizione del ministero diaconale (pag. 28-30 della relazione a
stampa) ne condivide i contenuti;
invita la Tavola valdese a promuovere, d'intesa con la Commissione per la formazione diaconale, una organica proposta di regolamentazione del ruolo diaconale che precisi e più organicamente definisca:
- la figura della/o diacona/o in relazione alla specifica vocazione e al riconoscimento dei relativi doni;
- il percorso formativo delle/i diacone/i in vista della loro chiamata al servizio nelle chiese e nelle opere diaconali;
- le condizioni della loro iscrizione nei ruoli organici;
- le necessarie modifiche di carattere regolamentare (R03);
chiede alla Tavola valdese di presentare la proposta al Sinodo.
Formazione per pastori e pastore
Il Sinodo, preso atto della relazione della Tavola valdese e delle sue considerazioni sulle forme di accompagnamento e supervisione di pastori e pastore (pag. 25 relazione a stampa), invita la
segreteria del corpo pastorale, in accordo con la Tavola valdese,
- a strutturare un progetto globale di formazione per l'intero
corpo pastorale, pensando anche alla formazione dei formatori
e delle formatrici.
- e a riferirne al prossimo incontro del corpo pastorale e al Sinodo del 2002.
ticare il costante calo numerico delle nostre comunità
forse anche, ha sostenuto
qualcuno, a causa del nostro
modo di essere chiesa, più
statica, più legata al passato e
al presente rispetto ad altre
più protese verso il futuro.
Un dibattito ampio che
non poteva non coinvolgere
le dinamiche della globalizzazione e della comunicazione in contrasto e difficilmente mediabili aH’interno della nostra realtà di chiese che
sono inserite nel mondo e
quindi, necessariamente, si
confrontano con questo. Alla
fine è emersa la necessità,
per chi svolge un ministero
nella chiesa, di una formazione costante e delTaffiancamento di figure di sostegno e
accompagnamento. Ma è anche stata sottolineata la necessità di una maggiore valorizzazione degli organismi
intermedi (Concistori e Consigli di chiesa, circuiti e distretti) anche attraverso una
loro maggiore formazione,
con l’invito alle chiese «a una
riflessione sulla vocazione
oggi al fine di identificare insieme (pastori e membri di
comunità) gli obiettivi da
perseguire e di conseguenza
poter lavorare insieme per il
loro raggiungimento». L’idea
di fondo pare essere quella
della «riscoperta» della comunione, della necessità di
ragionare insieme, pastori e
comunità, sul futuro della
chiesa e non lasciare il tutto,
quasi per delega, a poche
persone che finiscono per
sentirsi inadeguate di fronte
a una realtà complessa che
continuamente richiede risposte precise, le quali necessitano di azioni altrettanto
chiare e definite.
La questione dei diaconi,
invece, è partita da un intervento della Tavola che, nel
tentativo di definire maggiormente il ministero diaconale.
ha individuato la distinzione
fra chi opera a livello diaconale alTinterno delle chiese e
chi è iscritto a ruolo con
mansioni specifiche. AlTinterno di quest’ultima «categoria», la Tavola individua
ancora una distinzione, e
cioè quella di chi esercita un
ministero e chi svolge un
ruolo di tipo amministrativo.
La proposta, fatta propria
prima dal gruppo di lavoro e
poi tradotta in un ordine del
giorno approvato dal Sinodo,
è quella di regolamentare
maggiormente il ruolo diaconale per dargli maggiore organicità: definendo la figura
dei diaconi in relazione alla
specifica vocazione: prevedendone uno specifico percorso formativo: e stabilendone le condizioni per la loro
iscrizione a ruolo. Una delle
idee espresse nella discussione è anche quella di «reintrodurre» la qualifica di «optante» per chi, pur decidendo di
lavorare per la chiesa, non se
la senta di svolgere un ruolo
con la qualifica di ministro o
ministra nella chiesa con tutto ciò che questo comporta.
Il prossimo Sinodo verificherà se così si sarà fatto un
ulteriore passo in avanti nella
ridefinizione non solo dei
ruoli alTinterno della chiesa.
SOSTEGNO
ALLA FACOLTÀ
Dal mese di settembre a
fine giugno si rende disponibile un minialloggio sulle
rive dello Ionio in Ardore
Morino (Re) in formo di gratuita ospitalità, ma con una
offerta alla Facoltà di teologia. Gli interessati potranno
rivolgersi a Caccamo, Biella, tei. 348-5220349 anche con Sms o e-mail:
arcangelo.caccamo@tin.it
La situazione giuridica della Csd
Il Sinodo, circa la situazione giuridica della Csd chiede alias
stessa di inviare alle chiese il documento preparato in ristv»
all'art. 18/SI/OO e di raccogliere le risposte che eventualm«
perverranno da queste; ■
dà mandato alla Csd di provvedere alla stesura di un re™
mento interno da elaborare con la partecipazione e la coi*
sione delle opere ad essa affidate e in armonia con quantoi«
visto dallo Statuto Csd 1999.
Il Sinodo raccomanda, altresì, di usare e incentivare 10™
mento degli incontri Csd-Opere al fine di ottenere la massii
partecipazione e il massimo consenso possibile di tutti i sogoeiii
che compongono la Csd.
Gli ospedali valdesi del Piemonte
Il Sinodo, ricevuta dalla Csd la documentazione richiesta dait
atti 21/SI/2000 e 22/SI/2000, riconoscendo la validità della stradi
fin qui percorsa per trasformare e qualificare i tre ospedali va*
del Piemonte, ribadendo la volontà di salvaguardare questo sedi
zio gestito con criteri di qualità e secondo uno spirito evangelico,
dà mandato alla Csd, in accordo con la Tv, di attuare, secondi
le linee progettuali indicate nella relazione Csd dedicata al
Ciov, tutte le azioni di carattere ordinario e straordinario 1»
portare a compimento il progetto di rinnovamento globale degl
ospedali, in vista del raggiungimento più rapido possibile diuiS
gestione sostenibile e di riferire dettagliatamente della situazia
ne finanziaria e progettuale di bilancio in itinere e di prevision
al Sinodo 2002.
Dipendenti e volontari nelle opere diaconali
Il Sinodo, esprime gratitudine a tutte le sorelle e a tutti ita
telli che operano con dedizione, a diversi livelli di impegno ed
responsabilità, nelle strutture di assistenza e di accoglienza ei
servizi amministrativi, sia come dipendenti sia come volontari,
Membri dei comitati e futuro della diaconia
Il Sinodo ringrazia tutte le sorelle e tutti (fratelli che si sono
messi a disposizione delle varie opere per accompagnarle inq»
lità di membri dei Comitati;
auspica che le chiese approfondiscano durante l’anno la ter»
tica sul futuro della diaconia,
e che suscitino al loro interno disponibilità di persone a colli
borace nei comitati con idee, slancio e costanza.
Contratto collettivo nazionale di lavoro
Il Sinodo, appreso che in attuazione di 26/SI/2000 è stato sottoscritto il contratto collettivo nazionale di lavoro per il personsli
dipendente dagli enti, opere, istituti costituiti nell'ambito deH’otdinamento valdese e inquadrati nei settori socio-sanitario, assi
stenziale, educativo, didattico, culturale e inserimento del lavoro,
se ne rallegra, e ringrazia la delegazione della Tavola e deli
Csd, guidata da Valdo Fornerone, che ha condotto le trattative.
Incarica la Tavola e la Csd di provvedere alla pubblicazionedd
testo a stampa.
iati
le chi
ripr
àpeti
tato i
lainanif
puativa i
ma dite
rapporti
aie coi’
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dei qui
verifica
visione
a consi
cedeni
singoi
come (
corso.
fatti, c
LE DECISIONI SINODALI • LE DECISIONI SIN0D-
Riesi
Il Sinodo, informato della necessità di interventi non più e»
viabili agli stabili in cui si svolgono le attività istituzionali del Si
vizio cristiano e del perdurare di un forte sbilancio tra le entra»
e le uscite del bilancio complessivo dell'opera,
invita la Tavola valdese, congiuntamente alla direzione, a
seguire secondo le linee di lavoro già avviate.
Ringrazia la nuova direttrice per il lavoro svolto quest'annof
per l'organizzazione del riuscito incontro per i 40 anni del Sent
zio cristiano,
inerpraggia lei e tutti i collaboratori a proseguire nel
- ---—, • —'li'• >w> wi w vNxi • w* ^ . ICi f'
di elaborazione di una nuova progettualità del centro, adegC“»
ai cambiamenti sociali e lavorativi intervenuti a Riesi e di nW
ne nel prossimo Sinodo.
La Noce
Il Sinodo si rallegra per il buon andamento del Centro diajV
naie «La Noce» e per l'organizzazione delle molteplici a™ <
che affiancano la scuola, in particolare per quelle che cercano
intervenire là dove il disagio infantile si forma; . ^
approva la soluzione trovata per la nuova direzione aspni”
do un caloroso fraterno augurio di buon lavoro ad Alessan
Trotta, ^
auspica che l'iter delineato per la successione direzionala
lo sviluppo e il compimento delineati; ¡j.
approva la soluzione trovata per la nuova sala
na al Centro che verrà utilizzata anche dalle chiese di via Os
invita la direzione della Noce a considerare con attenz|Çjj|^|.
mutamenti nelle politiche assistenziali dell'interlocutore P ^^.^
co per le possibili ripercussioni sui servizi resi e sul loco
mento e chiede al Centro di programmare con
denza nuovi investimenti al fine di evitare difficoltà di biiac
un conseguente aumento al ricorso di doni o progetti
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2001
PAG. 7 RIFORMA
L'esame dell'assemblea sull'operato del Comitato permanente deH'Opcemi
chiese e le opere metodiste in Italia
Ifn ho intensificato i rapporti con il metodismo europeo e mondiale e ha continuato l'opera
féirisanamento economico e finanziario e di riqualificazione del patrimonio immobiliare
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finaniera organica e contilatìvaindue direzioni: prima di tutto, intensificando 1
Lnorti a livello internazionle con il mondo metodista
Partecipando attivamente
nei più importanti incontri
Promossi dalla Conferenza
metodista britannica, dal
Consiglio mondiale metodista dalle Chiese metodiste
deli’Europa centrale, ecc.;
poi, continuando nel risanamento economico, nella gestione oculata del patrimonio
immobiliare, nella riqualificazione degli stabili.
È stato evidenziato che il
reddito complessivo del patrimonio immobiliare della
Opcemi ha registrato un incremento dell’11% rispetto al
1999. Tale incremento è il
positivo risultato di tre elementi: un costante monitoraggio della situazione degli
stabili: un forte impegno nella manutenzione e ristrutturazione e un adeguamento
degli affitti al loro valore di
mercato. Grazie alla riorganizzazione amministrativa e
contabile e alla costante vigi
lanza sulla situazione economica, resa possibile da una
contabilità sempre aggiornata, il riequilibrio finanziario
procede con risultati soddisfacenti. Permane però un
dato che deve far riflettere: le
contribuzioni, per il terzo anno consecutivo, non coprono
neppure le spese del campo
di lavoro costringendo a impegnare parte del ricavato
dei redditi degli immobili. Ne
consegue, in negativo, l’impossibilità di accantonamento di risorse da utilizzare nella manutenzione ordinaria
degli immobili. Vi sono poi
dei processi tuttora in corso,
come un prestito consistente
per un’opera e un oneroso
mutuo contratto anni fa con
una banca, che gravano pesantemente sulla situazione
finanziaria.
Per quanto riguarda le opere metodiste (Ecumene, Intra, Mezzano Inferiore, Casa
Materna, ecc.) Tottìca del Cp
è stata quella di indirizzare
ogni sforzo verso la necessità
dei «minimi» nella nostra società: gli immigrati. In questo
senso va visto U «taglio» che è
stato dato anche alla Consultazione, tenutasi a Ecumene
nel maggio scorso, nel corso
della quale diverse chiese che
svolgono attività in favore
degli immigrati hanno avuto
modo di confrontare le loro
esperienze.
Durante il Sinodo si è riferito sui progetti che si stanno
realizzando sia a Intra che a
Mezzano Inferiore, caratterizzati come centri di accoglienza per lavoratori immigrati. In
alcuni interventi riguardanti
Mezzano Inferiore si è insistito sul progetto che prevede la
presenza di un pastore che
svolga attività missionaria di
collegamento tra diversi gruppi di immigrati residenti
nell’Emilia, rispondendo alle
loro necessità spirituali e aiutandoli ad affrontare i problemi del loro inserimento.
L’esame delle opere di Ecumene e Casa Materna è stato
accurato. Nella prospettiva di
un rilancio di Ecumene, se ne
è individuata la «missione»
come: centro studi delle chiese evangeliche; centro di elaborazione teologica, sociale e
politica: centro di formazione
evangelica per i giovani e luogo di culto, d’incontro fraterno, di meditazione. Questo
progetto può sembrare eccessivamente ambizioso se non
si individuano le strategie da
attuare in campo protestante:
quali canali attivare che possano portare all’identificazione di una direzione forte e
competente del centro? Su
quali forze poter contare per
indirizzare l’elaborazione
culturale, teologica, socio-politica del campi? E poi, come
reperire i finanziamenti per
ristrutturare il centro adeguandolo alle norme di legge?
Il cammino per risolvere questi problemi sarà lungo, ma si
giungerà a una loro soluzione
graduale se non mancherà
l’entusiamo, la determinazione di poter entrare nella
«Nuova Ecumene» con riconoscenza e commozione perché il Signore ci ha aiutati
contro ogni nostro tentennamento e smarrimento.
Passando a Casa Materna,
sia la relazione del Cp sia
quella della Cde hanno convenuto, in sintonia col Comitato generale dell’opera, nella
individuazione di alcuni nodi
che devono essere affrontati:
bisognerà riconsiderare, alla
luce dell’attuale contesto socio-economico in cui l’istituto opera, il modo in cui la vocazione di assistenza morale
e materiale viene svolta; bisognerà nominare un gruppo di
lavoro che segua gli aspetti
legali, gestionali e finanziari;
bisognerà, infine, definire un
progetto a medio termine
che possa ridurre la pesante
situazione debitoria. È stato
ricordato con riconoscenza
fraterna l’impegno dei comitati, attivi in diversi paese
esteri, per aiutare in modo
consistente Casa Materna.
Nell’esaminare la situazione della testimonianza metodista in Italia rimane l’impressione di un’esperienza
seguita con attenzione e talvolta con sofferenza, ma anche con l’orgoglio di appartenere a una chiesa capace di
mettersi in discussione per
trovare strade nuove che la
facciano camminare insieme
ai minimi del nostro tempo.
Il Comitato permanente Opcemi: Alberto Cristoferi, Danieia Manfrini, Valdo Benecchi, Giunio Censi
Í*. Anche quest'anno le contribuzioni rischiano di non raggiungere la cifra prevista
La sensibilità contributiva dei singoli membri di chiesa
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CABMELIAMABANCONI
COME è ormai consuetudine la Tavola ha incontrato, prima dell’inizio del Sinodo, i cassieri e i presidenti
dei quattro distretti per una
verifica dei consuntivi di previsione, calcolati sia sui dati
a consuntivo degli anni precedenti sia su quanto ogni
singola chiesa ha previsto
come chiusura dell’anno in
corso. Ne è emerso un dato
leggermente inquietante: infetti, ci si è resi conto che,
tnalgrado lo sforzo contributivo che le chiese hanno effettuato, non si riuscirà nemmeno quest’anno a raggiungere la cifra che la Tavola
eveva messo a preventivo per
fm ffonte alle normali spese
m gestione. D’altra parte le
Commissioni esecutive distrettuali, alle quali è affidato
U compito della ripartizione
delle quote da chiedere alle
dhiese, hanno potuto dimostrare come i consuntivi di
previsione che sono stati presentati per ogni distretto, siado molto veritieri e rappresentino una situazione di
eole difficoltà, quasi di afdnno, che certe chiese dimostrano ormai da diversi
nel raggiungere, o nel
on raggiungere, quanto viede oro richiesto.
. dna spesa in costante auento è quella che riguarda il
^amento dell’assegno agli
jnoritl e alle vedove, spesa
, m fittale non corrisponde
I dde^ato incremento del^Wtibuzioni da parte delj^olese. In uno dei Sinodi
g con un apposito atto.
Dii deciso che il 10% in
Cas 'i.'^dnto versato per
culto venisse destinato
^ vondo pensioni; malgrado
E „ *^^t che alcune chiese
atipn^ operato (alcune, ma
- ota troppo poche, versa
dtstematicamente da
anni
il 10% in più) siamo molto
lontani dal raggiungimento di
tale richiesta. Un dato, rilevato dalla Relazione al Sinodo
2001, dovrebbe renderci attenti a questa voce di bilancio: attualmente abbiamo 100
pastori e 24 diaconi in servizio, 51 pastori e 12 diaconi in
emeritazione, 36 vedove.
La Commissione d’esame,
nella sua relazione al Sinodo
sull’operato della. Tavola,
parla di come si evinca, dai
dati che ha potuto verificare,
che le contribuzioni per Cassa culto e Fondo pensioni
hanno raggiunto un plafond
e auspica «una rinnovata
sensibilità delle chiese a farsi
carico di un aumento delle
contribuzioni che accompagnerebbe la decisione della
Tavola a proseguire nella politica di ritoccare periodicamente gli assegni degli iscritti/e a ruolo per adeguarli
all’aumento della vita».
Tuttavia, a parte alcuni casi
particolari, le singole chiese
hanno sempre risposto positivamente e, in uno studio effettuato sia dalla Tavola sia
dai singoli distretti, si è constatato come ogni anno ci sia
stata una progressione nei
versamenti, anche se non è
stato raggiunto l’obiettivo richiesto. I quattro distretti si
sono confrontati tra di loro e
ne sono scaturite anche forme di solidarietà a fronte di
situazioni di particolare difficoltà, come è successo tra il
terzo (Centro Italia) e il quarto distretto (Sud Itàlia).
I dati sui quali si lavora per
giungere a delle richieste le
più realizzabili possibili, sono quelli che scaturiscono da
un attento esame non solo
della capacità contributiva
delle chiese, legata alla sensibilità dei singoli membri, ma
anche dalla verifica sul territorio, prendendo in esame la
realtà sociale e lavorativa in
cui versano le nostre chiese.
Anche al Nord, negli ultimi
anni, c’è stato un considerevole rallentamento delle contribuzioni dovuto a una realtà occupazionale profondamente cambiata, a un ricambio generazionale che
non ha turnover, all’invecchiamento della popolazione
delle nostre comunità.
Ih questa situazione è doveroso attivarsi tutti affinché
non resti lettera morta Tatto
sinodale sulle contribuzioni
votato quest’anno. Come potremo far fronte a questo appello del nostro Sinodo? Ricordando che abbiamo fatto
una scelta consapevole e coraggiosa: continueremo a far
fronte con le nostre contribuzioni al costo della gestione per quanto riguarda il pagamento degli operai della
chiesa e per fini di culto.
La ripartizione dell'otto
per mille 2001
In una seduta pomeridiana
il moderatore ha esposto, in
un intervento molto seguito,
un ampio riepilogo sulla gestione economico-finanziaria
dell’otto per mille riguardante Tanno 2001 (e alcune previsioni per il 2002), sottolineando che il gettito per Tanno in corso è stato inferiore
di circa un miliardo rispetto a
quanto previsto dal ministero
delle Finanze, per un errore
di valutazione a esso imputabile. Questo ha determinato
la necessità di dover procedere con delle priorità per
l’erogazione delle cifre richieste e non sempre è stato
possibile, anche in questo caso, coprire tutto il fabbisogno. Per lo stesso motivo,
progetti anche molto interessanti non sono stati presi in
considerazione o non è stato
possibile fornir loro tutto il
sostegno finanziario come
sperato e desiderato; è stata
una scelta dolorosa e non
sempre le motivazioni sono
state capite.
Nel suo intervento, il moderatore ha anche chiarito come
ogni progetto finanziato sia
seguito dal momento in cui
viene deciso e fino alla sua
conclusione, passando per
varie tappe. Per l’estero ci si
avvale anche di progetti presentati a diverse agenzie diaconali (specialmente svizzere
e tedesche) con le quali la Tavola valdese mantiene stretti
rapporti; tali agenzie ci aiutano a seguire l’iter dei progetti
stessi, concretizzandoli.
Quest’anno, causa la diminuita disponibilità, si è puntato su progetti definiti «a
priorità 1»; in quest’ottica è
stato deciso di finanziare, tra
gli altri: l’Asilo per anziani di
Vittoria (200 milioni già erogati); il Servizio cristiano di
Riesi (100 milioni già erogati);
L’Uliva Srl di Riesi (50 milioni
già erogati): la Casa delle diaconesse di Torre Pellice (200
milioni già erogati); la libreria
Claudiana di Firenze (50 milioni già erogati): il progetto
di Intra per gli immigrati (300
milioni a partire dal 2002); il
Servizio rifugiati e migranti
della Fcei (180 milioni per gestione e assistenza servizio
stranieri); il Centro culturale
valdese di Torre Pellice (200
milioni per attività varie tra
cui educazione alla multiculturalità, convegni, borse di
studio, formazione, ecc.); il
Centro ecumenico di Agape
(55 milioni nel 2001 e 77 milioni a partire dal 2002). Un
progetto, partito con «priorità
2» è stato inserito tra quelli
con «priorità 1» ed è quello
relativo alla cappellania nelle
carceri di Roma.
Per una documentazione
completa si rimanda a quanto pubblicherà l’Ufficio otto
per mille su un prossimo numero di Riforma.
LE DECISIONI SINODALI • LE DECISIONI SI
Risanamento economico e finanziario
Il Sinodo esprime il proprio apprezzamento al Cp-Opeemi perché le energie spese per il risanamento della situazione economica e finanziaria hanno prodotto risultati positivi;
lo invita a continuare su questa strada valutando attentamerite ogni progetto in corso e futuro per non corfipromettere ia situazione in via di migiioramento;
ringrazia ie chiese per lo sforzo contributivo effettuato;
rilevando tuttavia che le contribuzioni per il Fondo ministero e
per il Fondo pensioni sono rimaste inferiori al preventivo a suo
tempo approvato,
sollecita le chiese a intensificare il loro impegno.
Casa Materna
Il Sinodo, informato delle gravi problematiche che continuano
a condizionare la vita e l'attività dell'istituto Casa Materna,
riconferma che la vocazione dell'istituto è quella di dare assistenza morale e materiale ai bambini e bambine che si trovano
in stato di bisogno;
ravvisa tuttavia la necessità di riconsiderare, alla luce dell'attuale contesto socio-economico in cui l'Istituto opera, il modo in
cui tale vocazione viene portata avanti;
invita pertanto il Cp-Opeemi, d'intesa con il Comitato generale
dell'opera, a promuovere al più presto la costituzione di un
gruppo di lavoro, composto da persone che attualmente operano a Casa Materna e da esperti in materia legale, gestionale e finanziaria, con il compito di:
- reimpostare le linee generali per il lavoro dell'Istituto;
- predisporre un progetto gestionale e finanziario di eliminazione del passivo in tempi non superiori ad un quinquennio;
- predisporre le necessarie modifiche allo Statuto;
invita il Cp-Opeemi a collaborare con il Comitato generale
nell'esercizio dei previsti controlli sull'attività dell'istituto con
l'obiettivo di garantire al più presto una nuova stabilità operativa e gestionale dell'Opera;
invita la Tavola valdese a coadiuvare il Cp-Opeemi nell'espletamento delle iniziative di cui sopra;
approva la decisione della Tavola valdese di sospendere l'attuazione dell'atto 94/SI/OO.
Accoglienza immigrati a Intra
Il Sinodo valuta positivamente il progetto in corso di attuazione ad Intra, che prevede un'importante opera di accoglienza ai
lavoratori immigrati, intrapresa in collaborazione con altre forze
ed enti locali;
incoraggia la chiesa di Intra, nonché quelle di Omegna, Luino
e tutte le altre chiese vicine, a cogliere la valida occasione di testimonianza che si apre in questo modo nella zona;
invita le chiese tutte a sostenere il progetto;
chiede al Cp-Opeemi di completare la copertura del piano di
finanziamento per poter portare a termine l'opera intrapresa.
Ecumene
Il Sinodo, sentito il dibattito su Ecumene, preso atto dell'Impegno profuso dal Comitato generale dal Cp-Opeemi, dai responsabili del Centro e dall'assemblea degli «Amici di Ecumene» per il
rilancio del Centro come luogo di incontro evangelico, di formazione per giovani, di riflessione politico-sociale e di studio sul
metodismo;
si compiace per i risultati che questo lavoro sta producendo;
invita il Cp-Opeerni e il Comitato generale a valutare con attenzione il progetto di ristrutturazione del Centro affinché
costo non gravi sul bilancio delTOpcemi.
I suo
Il patrimonio immobiliare delle chiese valdesi
Il Sinodo approva l'attenta gestione operata dalla .Tavola valdese del patrimonio immobiliare, attraverso una politica di razionalizzazione e di riqualificazione remunerativa degli immobili
a reddito;
invita le chiese a considerare la politica di gestione del patrimonio immobiliare a loro affidato all'Interno della politica generale
adottata dalla Tavola valdese, considerando non solo il proprio interesse, ma avendo presente l'interesse generale della chiesa;
ringrazia l'Ufficio tecnico della Tavola valdese per la competenza e l'attenzione con cui opera.
Contribuzioni delle chiese
Il Sinodo, preso atto della difficoltà con cui le chiese hanno risposto con le loro contribuzioni alle richieste del Sinodo,
invita le chiese a studiare con attenzione le possibilità che ancora esistono per aumentare la loro capacità contributiva;
incoraggia i distretti a proseguire il loro impegno in uria politica di coinvolgimento delle chiese in vista del raggiungimento
dell'obiettivo della copertura delia voce di bilancio che riguarda
il personale a ruolo (in servizio e in emeritazione);
invita la Tavola valdese e il Cp-Opeemi a tenere nella massima
considerazione le valutazioni e le capacità di previsione dei distretti nel momento in cui vanno a definire le richieste contributive in vista della preparazione del preventivo del bilancio.
Ripartizione 2001 dell'otto per mille
Il Sinodo approva la ripartizione delTOpm attuata dalla Tavola
valdese nel rispetto degli orientamenti sinodali e con attenzione
alla corretta tenuta della contabilità da parte delle opere e delle
strutture richiedenti;
ringrazia la Commissione otto per mille per il supporto fornito
alla Tavola valdese e si rallegra per la trasparenza e il rigore con
i quali è gestita l'intera materia.
8
PAG. 8 RIFORIMA
venerdì 14
Decine di comunità sffrontano la sfida delllntegrazione con gli evangelici stranieri
Come essere «chiesa insieme»?
Siamo stati colti impreparati dai forte flusso immigratorio dell'ultimo decennio, per questo
io maggior parte degli stranieri ha creato proprie comunità o è rimasta senza riferimenti
DAVIDE GIANNONI*
Lt INCONTRO e TintegraI zione con gli evangelici
stranieri coinvolge ormai decine di chiese locali. Siamo
chiamati sempre più a essere
la «casa» dei metodisti e riformati in Italia, di cui solo un
terzo sono di origine itaiiana.
Tuttavia la loro piena partecipazione alla vita comunitaria non è affatto scontata: richiede un percorso di ricerca
della comunione fraterna che
mette in gioco identità, tradizioni e abitudini consolidate.
Si tratta cjuindi di favorire
una crescita reciproca, nel
segno dell’integrazione senza
omologazione, valorizzando
come risorsa le specificità di
ogni cultura. Un segnale
chiaro in questa direzione è
venuto dal Sinodo 2000,-che
impegnava le chiese »ad accogliere i fratelli e le sorelle
che vengono dalle chiese
evangeliche di altri paesi,
adoperandosi perché possano essere condivise ed integrarsi espressioni diverse della fede comune» (atto 42).
È innegabUe che in questo
caso le nostre chiese scontano un forte ritardo: il flusso
migratorio dell’ultimo decennio ci ha colti per lo più impreparati. Gran parte dei pro
Un momento di un culto mattutino
testanti straiiieri è confluita
in comunità etniche, spesso
create da evangelisti di area
pentecostale, oppure è rimasta senza un riferimento. Ma
dove credenti italiani e stranieri sono riusciti a comunicare tra loro, mettendo in relazione le reciproche identità,
le chiese hanno scoperto una
nuova vitalità. In questo senso è apprezzabile il progetto
pilota Opeemi-Cevaa di coinvolgere un missionario metodista (ganaense) nel lavoro
con i numerosi stranieri presenti tra Parma, Reggio Emi
(foto D. Rosso)
ha, Modena, Piacenza e Cremona. Una figura di questo
tipo può favorire Tinserimento degli immigrati nelle chiese e affiancare validamente
l’opera dei pastori italiani.
Per agire in modo coordinato è però importante individuare i soggetti interessati e
comprenderne i bisogni, le
speranze, le difficoltà. L’immigrazione evangelica proviene infatti da ogni parte del
mondo: America Latina (Brasile, Argentina, Ecuador, Colombia), Africa (Ghana, Nigeria, Camerún, Costa d’Avorio,
Congo), Asia (Corea, Filippine, Cina, Giappone) ed Europa orientale (Russia, Romania, Ucraina). La sua distribuzione sul territorio nazionale varia da città a città, secondo il mercato del lavoro e
altri fattori: ogni chiesa si
confronta quindi con un mix
diverso di nazionalità, accomunate dalla giovane età e
dal bisogno di sentirsi accolti
da Dio e dal prossimo.
Il Sinodo 2001, pur non dedicando moito tempo al tema
dell’integrazione,^ha ribadito
che è necessario diffondere la
consapevolezza del fenomeno e favorire lo scambio di
esperienze significative. A tal
fine ha deliberato la creazione di una Commissione ad
referendum coordinata dalla
pastora Anne Zeli, chiedendo
alla prossima sessione di riservare uno spazio specifico
a questa tematica. È importante quindi sostenere il lavoro di questa commissione,
che dovrà presentare al Sinodo 2002 alcune ipotesi di lavoro, unitamente agli strumenti teologici, linguistici e
liturgici necessari alla loro
realizzazione.
L'accoglienza degli stranieri evangelici
* Membro Commissione
ad referendum e coordinatore
per il Nord-Est del progetto Fcei
«Essere chiesa insieme»
Siamo chiamati a perseverare nella preghiera e neirappoggio reciproco
Solidarietà con le chiese valdesi del Rio de la Piata
LE DECISIONI SINODALI
EUGENIO RIVOIR
Le chiese valdesi
dell'area rioplatense
Il Sinodo, sessióne europea, chiede alle chiese di perseverare
nella preghiera e nella solidarietà con l'area rioplatense, e a
questo scopo invia una sintesi del dibattito sinodale alle chiese;
chiede alle chiese europee di includere questo promemoria come spunto di riflessione nella programmazione delle loro attività;
chiede all'area rioplatense di voler riflettere e interagire sulle
stesse tematiche nei modi che riterrà più opportuni.
Il Sinodo si è soffermato con,attenzione sui vari aspetti della
vita della Chiesa valdese nel Rio de la Piata, sotto il profilo spirituale, tenendo conto della situazione economica e politica che
costituisce il contesto in cui la vita della fede si esprime. Il Sinodo
ha rilevato che, pur nella diversità delle situazioni, i problemi e
le speranze della nostra chiesa sono comuni nelle due aree. Sotto il profilo spirituale riscontriamo a volte un malessere che si
traduce:
- in tensioni nelle chiese;
- nella necessità di ridefinire il ruolo delle pastore e dei pastori, e degli altri ministeri;
- nella continua ricerca di coerenza tra predicazione e diaconia;
- nello sforzo, sempre faticoso, di tradurre in pratica il messaggio dell'Evangelo che ci guida.
Dall'altro lato riscontriamo;
- una volontà di elaborazione di nuove strategie missionarie
ed evangelistiche;
- un desiderio di fedeltà alla vocazione che ci è stata rivolta;
- un progetto che si delinea a poco a poco, per affrontare una
testirnonianza adeguata alla complessità dei tempi in cui viviamo.
Siamo certi che l'elaborazione nostra servirà alle sorelle e ai
fratelli del Rio de la Piata, tanto quanto la loro elaborazione è
servita e servirà a noi.
Oggi la sfida che abbiamo davanti, di qua e di là dell'oceano,
è quella della globalizzazione, in un mondo in cui ie nuove regole sono imposte da un neoliberismo sopranazionale dettato da
organismi internazionali come la Banca mondiale, il Fondo monetario internazionale e della Organizzazione mondiale del
commercio. In un mondo segnato dalla globalizzazione dei ricchi
e dei potenti, dobbiamo poter rispondere con una globalizzazione della giustizia e della solidarietà, e con una proposta di fede
credibile, sostenibile e adeguata ai tempi.
A livello economico, dobbiamo apprendere nuove forme di
condivisione dei problemi che toccano, in modo diverso ma sempre nel quadro di una economia globale, entrambe le nostre aree.
A livello politico, dobbiamo riaffermare la nostra sete di libertà, necessaria quanto il pane quotidiano perché la proposta
di fede possa esprimersi con autorevolezza e franchezza ed essere riaffermata proprio ogni volta che può essere minacciata da
una economia che crea disordine e morte.
Siamo ancora oggi grati alla capacità che il SI/RP ha avuto, in
tempi non facili, di rispondere con dignità e coraggio a pressioni
esterne, ricordando l'art. 5 della DV (la chiesa ... non pretende
alcuna condizione di privilegio nell'ordine temporale, né consente nel proprio ordine ad ingerenze o restrizioni da parte della
società civile»),
A livello spirituale, dobbiamo reciprocamente tenerci informati
sui progetti di rinnovamento delle nostre espressioni di fede, perché la nostra preghiera costante non sia generica, ma una preghiera sola, che chieda al Signore la forza di seguire la sua via.
IL Sinodo manda una lettera alle chiese chiedendo
loro «di perseverare nella
preghiera e nella solidarietà
con l’area rioplatense»; la richiesta è fatta sia alle chiese
europee perché programmando le loro attività pensino anche a quel che succede
in America, sia alle chiese
sudamericane perché cerchino di vedere se le tematiche dall’una parte e dall’altra dell’Oceano sono simili,
aiutano, stimolano. «Siamo
certi - dice a un certo punto
la lettera sinodale - che l’elaborazione nostra servirà alle
sorelle e ai fratelli del Rio de
la Piata, tanto quanto la loro
elaborazione è servita a noi».
Siamo di fronte alla stessa
sfida, immersi in una nuova
serie di regole costruite dai
ricchi e dai potenti; dobbiamo poter rispondere con
una globalizzazione della
giustizia: ascoltiamoci, sentiamo insieme quel che possiamo fare, suggeriamoci gli
uni gli altri proposte di parole e di atti che servano nella
complessità dei tempi che
stiamo vivendo.
Il dibattito sinodale non è
stato molto lungo, ma ha
avuto momenti molto intensi. Coloro che conoscono
meglio la situazione hanno
parlato della situazione finanziaria disastrosa: è stata
letta una lettera del moderatore della Tavola sudamericana (la Mesa): ci siamo resi
conto della minaccia nei confronti dei nostri fratelli e delie
nostre sorelle sudamericane
causata da un’economia che
crea disordine e morte.
Ha contribuito a sentirci
più vicini a tutti loro l’inizio
del momento di commemorazione dei morti; il moderatore Genre ha parlato di tutti
coloro che non sanno neppure dove e come sono morti i propri cari. I recenti processi dei responsabili dei desaparecidos in Uruguay e in
Argentina ci aiutano a pensare all’atrocità del male e
alle sue vittime, a questo
tempo di barbarie e nello
stesso tempo alla solidarietà
di coloro che sono o sono
stati vittime. Per questo la
lettera del Sinodo alle chiese
chiede che «la nostra preghiera costante non sia generica, ma una preghiera sola che chieda al Signore la
forza di seguire la sua via».
Il Smodo, ritenendo importante e urgente che le chiese Dro!«.
guano e approfondiscano la riflessione riguardo l'accoglienza,
l'ospitalità del gran numero di stranieri evangelici che semnr,
più numerosi si trovano nel nostro paese, sia quelli che hannol
rappczrto strutturato e continuativo con la nostra realtà evanae.
lica, sia quelli con i quali non abbiamo un rapporto diretto, ^
nella consapevolezza che su questo tema si stanno muovenri,
ancora i primi passi, "
con le parole (dell'Atto 31/01 della Conferenza del II distretto
- ringrazia il Signore perché ci pone dinanzi una nuova imnor'
tante sfida;
- afferma la necessità di un'integrazione che sia rispettósa del
le diversità e invita le chiese a proseguire sulla via del dialooo
della formazione e dell'accoglienza reciproca; '
- ricorda che le nostre chiese sono iuoghi di comunione tra
persone diverse e unite dalla fede nel Cristo crocifisso e risorto!
che devono diventare «case» che tutti possano riconoscere cor»
la propria;
- esprime la consapevolezza che la situazione delle/gli immigrate/i molto spesso ci porta a toccare con mano la realtà dell'Ingiustizia economica del mondo, ma anche del nostro paese.
Invita il Seggio a nominare una Commissione ad referendum
che, in collaborazione con il Servizio migranti della Fcei e con le
Ced, presenti al prossimo Sinodo:
- un quadro articolato delle varie situazioni presenti nelle n(^
stre chiese o delle realtà con le quali le nostre chiese sono in
contatto;
- le diverse problematiche che emergono;
- le ccimpetenze e gli strumenti teologici, linguistici e liturgici
necessari per lavorare efficacemente in un contesto sempre più
internazionale;
chiede che il prossimo Sinodo riservi uno spazio particolarea
questa problematica.
leedell’
Sono F
stonano
coHiunit
nel terri
Un'esperienza coinvolgente
L'accoglienza
dei culti mattutini
ANDREA MAGNANO
H
O partecipato per la pri-------------------il Si
LE DECISIONI SINODALI • LE DE
Tavola e Mesa
Il Smodo invita la Tavola valdese ad esercitare, in sintonia con
la Mesa, tutta la sua capacità di iniziativa per far sì che la vita
spirituale clelle nostre chiese possa svolgersi nel più pieno appoggio reciproco, tanto in campo economico quanto in quello
degli scambi di visite e di personale, secondo le indicazioni emerse nel dibattito sinodale.
In particc)lare, il Sinodcj chiede alla Tavola valdese di elaborare
modi di solidarietà nuovi, oltre a quelli già sperimentati (la colletta della Settimana della libertà; la libera solidarietà tra pastori
e iscritti a ruolo, che può essere ulteriormente stimolata; l'invio
di libri e pubblicazioni; l'utilizzo di parte dei fondi ricevuti tramite l'Opm, ecc.);
- ricordando che I anno prossimo la chiesa di Montevideo commemorerà i suoi primi 50 anni di vita istituzionale e che si avvicinano i 150 anni dell'immigrazione valdese dalle Valli al Rio de la Piata
il Sinodo chiede aila Tavola valdese di cogliere l'occasione per
promuovere una riflessione sulla capacità che le chiese valdesi
hanno avuto, nel tempo, di mutare il loro modo di vita conservando la fede, rendendola adeguata a tempi e contesti nuovi
(dal mondo valligiano al mondo rurale rioplatense, da questo alle sfide dell'urbanizzazione fino ad oggi).
ma volta ai lavori del
nodo. Vorrei raccontare alcuni aspetti del culto con cui
ogni mattina abbiamo aperto
i lavori. «We are on thè rock,
thè rock of God/ We are on
thè rock of God/ Our souls
bave found, a resting place/
We are on thè rock of God».
Questa è la terza strofa di un
bellissimo inno che era intonato e diretto dal fratello Samuel Gwamfi. Significa: «Noi
siamo sulla roccia di Dio; le
nostre anime hanno trovato
un luogo di ristoro...». Abbiamo cantato quest’inno all’aperto, formando un gran cerchio e disegnato sull’erba del
cortile della Casa valdese una
croce con alcuni sassolini, come segno della volontà di essere pietre viventi.
Samuel ha spesso usato il
suo tamburo per accompagnare gli inni: la sua musica
spontanea, ritmica e coinvolgente si è accordata con il
timbro virtuale della pianola
elettrica suonata dalla pastora Sabine Vosteen. In questo
modo si sono incontrate l’antica tradizione africana e
quella moderna occidentale: i
due modi di fare musica diversi non hanno perso la propria identità, «hanno marciato insieme». Noi membri del
Sinodo abbiamo voluto partecipare, condividere la loro
gioia, la loro vitalità che è diventata nostra. Abbiamo cantato nuovi inni e soprattutto
abbiamo accompagnato i musicisti battendo a ritmo le mani. Ci siamo sentiti gli uni più
vicini agli altri.
La predicazione è stata affi
data alle pastore e ai paston;
stranieri diretti dalla pastora
Anne Zeli. Hanno proposto
stano et
Bodesii
stessi ol
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mondo
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Genova :
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Pell’u
solo di
un percorso che, passando
traverso l’Evangelo di Matteo
(5, 13 e 5, 14), giungevaal
Pietro 2, 5 e a II Corinzi 3,
Come simboli di questi passi yp
biblici, entrando in aula, abd ^
biamo ricevuto il sale, una
candela per la luce, un sassolino e un foglio di carta. Sol
foglio si leggeva: «Voi siete
una lettera di Cristo...»-U
messaggio di questo percorso
che ho raccolto mi sosterrà
nelle attività a cui parteciperà
quest’anno.
Ognuno di noi vive situa;
zioni diverse: le realtà loc^
variano molto dalla città aUa
campagna. Non è più sufu'
ciente essere presenti per
sere chiesa insieme. Bisogna
imparare a cooperare, a coinvolgere più persone: dobbia'
mo adoperarci perché le sorelle e i fratelli, che vengono
nel nostro paese e bussano alla nostra porta, si sentano accolti. «La chiesa non vuol (P
la ricerca delle conquiste ode
risultati impressionanti; no
vuol dire la ricerca del succ^'
so; non vuol dire il pragma
smo; invece la sua pinira an
golare è proprio quella rinu
ta dai costruttori» (da
preghiera del culto di mero
ledi). Ora che sono tornai“
casa prenderò il foglio di oan
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che mi è stato regalato, co ®o^
verò una preghiera
cune parole e lo regalerò a
carissimo amico.
Il servizio fotografie® '
questo Sinodo è stato
curato da Pietro Rome®
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9
2001
PAG. 9 RIFORMA
L'intervento di mons. Debemardi, rappresentante della Conferenza episcopale
Suirecumenismo non si torna indietro
[.Oltre cji temi più teologici e del dialogo interreligioso, evangelici e cattolici possono fare un
■ ^ qmino comune sulle questioni dell'etica economica e dei processi di globalizzazione
se prose,
iNenzat
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rtORGO a tutti voi il saluto
K della Conferenza episco^ana e in particolare
ffs^junissione episcopaf^^cumenismo e il diaji^rreligioso.
"Co assicurarvi che c’è
„-¿Unzione particolare ai
vostro Sinodo, sonetto per quanto riguarLtemi della globalizzazioeconomica.
Sono problemi che appassionano fortemente anche le
comunità cattoliche sparse
nel territorio italiano e che
vedono, spesse volte, protestanti e cattolici lottare su un
medesimo fronte e per gli
stessi obiettivi. Non possiamo, infatti, rassegnarci a un
mondo in cui altri esseri
umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano
di lavoro.
Nel manifesto delle associazioni cattoliche redatto a
Genova in occasione del G8,
siscriveva con convinzione e
con passione «Noi sentiamo
l’impegno di appartenere ad
ima famiglia, quella umana,
che va oltre i confini naziondi e le logiche economiche.
Crediamo che tutti siamo veramente responsabili di tutti
e non possiamo rimanere indifferenti di fronte alle clamorose differenze che esistono nella vita delle persone sul
nostro pianeta. Affermiamo
che ogni uomo è una risorsa,
imbene prezioso per gli altri,
e a suà volta chiede agli altri
di essere accompagnato e
mutato nel suo cammino versò fl compimento definitivo.
Nessuna persona può essere
considerata solo un soggetto
economico passivo il cui valore è commisurato alla sua
capacità di acquisto». Da
questa premessa nasce l’impegno comune di costruire il
luteo lavorando per una globalizzazione della solidarietà
e delle responsabilità da realteare áttraverso una nuova
cultura, nuove regole e nuove
L’intervento del vescovo Debernardi
istituzioni a livello nazionale
e internazionale.
Anche per quanto riguarda il cammino ecumenico, il
vostro Sinodo è un segnalq
quanto mai chiaro che indietro non si torna. È vero, bisogna riconoscerlo, a volte in
taluni cristiani e comunità
c’è indifferenza, apatia e anche resistenza: a volte si usa
una metafora meteorologica,
parlando di inverno e di gelo,
.tuttavia il cammino prosegue
inarrestabile. Nella Relazione
al Sinodo circa i rapporti con
la Chiesa cattolica si parla
non solo della cauta ripresa
di relazioni ecumeniche dopo le difficoltà causate dal
Giubileo, ma anche di incontri e di rapporti veramente
fraterni e di una comunione
sentita e vissuta che ha sempre continuato (p. 35).
L’essere qui con voi, fratelli
e sorelle valdesi, insieme a
esponenti provenienti da
confessioni cristiane diverse è
un segno inequivocabile di
cammino nella carità. Negli
orientamenti della Chiesa cattolica per i prossimi dieci anni
(documento che ha per titolo
Comunicare il Vangelo in un
mondo che cambia) c’è un
forte invito a non restare indifferenti di fronte alla preghiera di Gesù nell’ultima cena fatta per l’unità della sua
chiesa. Così si dice nel citato
documento: «L’ecumenismo
è una sfida fondamentale perché è una verifica della nostra
fedeltà al Vangelo: ma è anche una grande scuola di comunione; proprio di fronte ai
cristiani di altre chiese (e comunità ecclesiali, palesemente) “diversi” da me, sono chiamato a riconoscere quell’unità che, a dispetto delle
differenze, ci lega e ci chiama
a una comunione sempre più
piena... Non si dà unità senza
il rispet.to delle differenze,
senza portare i pesi gli uni degli altri, ma soprattutto senza
cercare insieme la verità che è
l’unica vera fonte di unità,
nonché l’unica ragione del
nostro esistere come comunità ecclesiali: Gesù Cristo,
l’unico nostro Signore».
Grazie per averci invitati e
per averci coinvolti nei vostri
lavori: ma soprattutto per farci partecipi della vostra gioia,
della vostra amicizia, della vostra festa e della vostra preghiera. Tutto questo, mi pare,
è il Sinodo valdese-metodista.
E poi, come vescovo di Pinerolo, devo aggiungere una
parola in più. Provo una profonda commozione a parlare
per la prima volta in questa
aula, segno ed emblema della
vostra identità. Sento che siamo fratelli e sorelle coinvolti
in una medesima storia. Non
voglio ricordare quella del
passato, voglio invece assicurarvi che desidero continuare
a scrivere con voi pagine belle, piene di futuro e di speranza, come ormai da alcuni
anni, insieme, stiamo facendo. Un saluto anche da parte
di mons. Giachetti.
* vescovo di Pinerolo
Ä La discussione sull'ecumenismo
L'anno della «Charta»
FULVIO FERRARIO
IL Sinodo del 2001 non ha
dedicato un dibattito vero e proprio all’ecumenismo,
in compenso ha accolto la
«Charta oecumenica» europea, alla quale è stata dedicata una conferenza stampa,
condotta da Luisa Nitti alla
quale hanno partecipato il
pastore battista Keith Clements, segretario della Kek
(Conferenza delle chiese europee), mons. Debemardi,
vescovo di Pinerolo, Maria
Sbaffi Girardet, coordinatrice
della Commissione relazioni
ecumeniche nominata da Tavola e Ucebi, e Gianni Long,
presidente della Fcei.
Clements ha ricordato l’itinerario che ha condotto alla Charta, nonché il significato ecumenico e civile di un
documento che, in una prospettiva audace, impegna le
chiese a una testimonianza
comune in Europa. Mons.
Debemardi ha sottolineato
la necessità che la Charta
non resti nel limbo delle
conversazioni specialistiche,
ma sia letta e valorizzata dalle comunità locali. Non si
tratta di un testo conchiuso,
precisa Maria Sbaffi, ma di
una tappa di un processo. È
un documento aperto a ulteriori sviluppi e fa piacere notare che molti suggerimenti
proposti dal Sinodo dello
scorso anni siano stati accolti. L’Europa odierna, ha proseguito Gianni Long, è una
realtà politicamente, etnicamente e religiosamente sfaccettata, che vede l’intreccio
di culture e fedi, fenomeni
migratori, minoranze e anche conflitti: la Charta prende sul serio tale complessità,
cerca di elaborarla in prospettiva teologica ed ecclesiale, in vista di una testimonianza comune.
—
»
Rapporti con le chiese pentecostali
Il Sinodo, confermando l'importanza di continuare il dialogo
in vista di una più profonda e arricchente conoscenza reciproca,
invita la Tavola valdese a rinnovare, sulla base dell'Art. 40/SI/00,
il mandato della Commissione consultiva per i rapporti con le
chiese pentecostali,
esorta le chiese a studiare i documenti «La fede nel Dio trinitario», «La fede in Gesù Cristo» e «La fede nello Spirito Santo»,
elaborati nel corso degli incontri della Commissione con alcune
chiese pentecostali, facendo conoscere le loro osservazioni su
quanto in essi contenuto;
raccomanda alle chiese di promuovere, ove possibile, momenti
di incontro e di collaborazione con le chiese pentecostali.
«Charta oecumenica»
il Sinodo riconosce nella «Charta oecumenica» una tappa significativa del processo conciliare scandito dalle Assemblee di Basilea e Graz;
ritiene che essa costituisca un contributo rilevante al dialogo
tra le chiese e alla testimonianza dell'Evangelo della riconciliazione nella società europea;
invita le chiese a studiare e diffondere il documento;
sottolinea che il processo di ricezione comprende l'attuazione
degli impegni ecumenici del documento in tale prospettiva;
chiede alla Tavola valdese di incaricare la Commissione per le
relazioni ecumeniche di preparare una nota che illustri il senso e
le implicazioni della ricezione del documento da parte delle nostre chiese, e di diffondere tale nota nelle chiese e negli organismi territoriali.
Cevaa-Comunità di chiese in missione
Il Sinodo, rallegrandosi per i 30 anni di attività e progetti comuni nell'ambito della Cevaa-Comunità di chiese in missione
rallegrandosi per l'avvio del nuovo progetto missionario in
Mezzano e nell'area emiliana, progetto a cui collaborano Cevaa,
Opcemi, Chiesa metodistà del Ghana,
riafferma la volontà delle chiese valdesi e metodiste di continuare a promuovere i lavori e la comune vocazione a testimoniare
la fede cristiana «dappertutto e in ogni direzione» (de partout
vers partout) che in questi anni ha animato e anima la Comunità;
prende atto del disagio espresso dal Comitato italiano della
Cevaa perché non risultano ancora ben definiti
- l'ambito delle sue competenze;
- il suo rapporto nei riguardi della Tavola valdese e del Sinodo
- il sostegno della chiesa alla Cevaa, sia per quanto riguarda le
risorse umane sia quelle' finanziarie, tenendo in tal caso conto
del bilancio delia Cevaa;
invita pertanto la Tavola valdese a elaborare una bozza di statuto, che dovrà essere presentata al Sinodo 2002, raccogliendo il
parere della CR.
L'intervento di Aldo Casonato, presidente deH'Unione cristiana evangelica battista d'Italia (Ucebi)
crescere la collaborazione tra le chiese battiste, metodiste e valdesi
MJ)0 CASONATO
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iza ^ lavoro e di espeome presidente, postecare che anche il Coesecutivo delTUnlone
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nione, e il confronto anche
dialettico è sempre stato un
arricchimento.
Il percorso di collaborazione bmv è da noi battisti ritenuto irreversibile, ed è considerato un momento altamente significativo per la vita
dell’evangelismo in Italia.
Come tutti i percorsi compiuti da uomini e donne, subisce inevitabilmente degli
alti e dei bassi. A volte incomprensioni e difficoltà
contingenti possono ostacolare o in qualche misura rallentarne il cammino, ma le
decisioni delle nostre chiese
sono chiare, e intendiamo
procedere nel cammino intrapreso senza tentennamenti. La collaborazione territoriale ha bisogno di crescere, ma ciò non può essere imposto dal vertice, ma deve
piuttosto nascere e svilupparsi a partire dalla base, cioè
dalle nostre chiese locali.
È quindi di fondamentale
importanza che le comunità
si incontrino, si conoscano e
riconoscano la comune vocazione, e imparino di conseguenza a collaborare. È pertanto necessario che lo scambio di pastori e pastore non
sia finalizzato unicamente alla copertura di sedi vacanti,
ma corrisponda piuttosto a
un reale e concreto disegno di
sviluppo della nostra presen
za e della nostra testimonianza bmv sull’intero territorio.
Per quanto riguarda la collaborazione Sep-ClaudianaSpav, abbiamo appreso che
esiste da parte valdese un interesse a dare alla Claudiana
una particolare e specifica
struttura societaria. Attendiamo le decisioni in proposito
del Sinodo, rinnoviamo il nostro interesse a partecipare
comunque a questa «impresa» multimediale attraverso il
nostro Servizio di produzione
audiovisivi (Spav): esiste una
apposita commissione paritetica che si occupa della materia. Non appena ci saranno
note le conclusioni di questo
Sinodo, il nostro Comitato
Il presidente Aldo Casonato
esecutivo deciderà anche la
forma e le modalità di partecipazione. Ci interessa fortemente un rilancio della Sep,
nello spirito della collaborazione iniziale e dei patti parasociali a suo tempo sottoscritti. Riteniamo Riforma
uno strumento essenziale per
l’evangelizzazione e la presenza nella società delle nostre chiese bmv, e come battisti ci adopreremo per rilanciarne la conoscenza e la diffusione nelle comunità.
La joint-venture relativa
all’istituto «G. B. Taylor» di
Roma, sia pure con le prevedibili e in parte inevitabili
difficoltà di avvio, ha funzionato bene e compiutamente
per la prima fase. Il nuovo ordinamento della struttura è
entrato in funzione da meno
di un anno e ha bisogno per
l’appunto di questo rodaggio
iniziale che consenta di trovare il giusto equilibrio fra le
diverse funzioni previste
dall’ordinamento stesso. Permettetemi a tale riguardo di
informarvi che l’istituto è stato oggetto, in tempi recenti e
anche recentissimi, di visite
da parte degli organi di controllo sanitario e dei Nas, e in
buona sostanza l’esito dei
due sopralluoghi ci ha confortato sulla regolarità della
gestione, sul rispetto delle
norme che regolano l’attività
e, soprattutto, sulla qualità
del servizio che viene reso
agli anziani ospiti dell’istituto
stesso. Siamo attualmente in
contatto con la Tavola per esaminare tutti gli aspetti preliminari che possano condurci alla realizzazione delle fasi
successive a completamento
della joint-venture, così come
previsto dalla convenzióne a
suo tempo sottoscritta dagli
esecutivi, ravvisando la necessità di valutare con la
massima attenzione e con
grande realismo il quadro generale, le prospettive di sviluppo e gli impegni da assumere in vista del completamento di questo progetto insieme voluto e iniziato. Anche le commissioni bmv volute daH’Assemblea-Sinodo
dello scorso anno lavorano
insieme con grande spirito di
collaborazione, nella consapevolezza di rendere un servizio comune di impegno e
testimonianza a favore delle
nostre chiese.
Sicuramente nel nostro comune cammino bmv ci sono
altri aspetti che non ho toccato in questa mia breve
esposizione, che non voleva
né poteva risultare esaustiva
per una materia così importante e vitale, e anche di questo mi scuso. Ma sono certo
che sarete comunque riuscite
e riusciti a coglierne il senso,
soprattutto il desiderio, l’anelito di perfezionare, migliorare, rendere più attuale e
più attuato il cammino che,
come singoli credenti e come
chiese, il Signore ci ha posto
dinanzi e che insieme vogliamo percorrere per rendergli
la testimonianza che gli è dovuta e riconfermare il nostro
impegno di figliole e figlioli di
Dio che, accogliendo il suo
invito e la sua chiamata, hanno deciso di servirlo con impegno e con fedeltà.
LE DECISIONI SINODALI • LE DECISIONI SINODALI
Battisti, metodisti e valdesi
Il Sinodo, guardando con riconoscenza alla strada che battisti,
metodisti e valdesi hanno fin qui percorso insieme,
invita le chiese a intensificare, come auspicato con l'Atto 1/00
della 3" Sessione congiunta dell'Assemblea generale dell'Ucebi e
del Sinodo della chiese valdesi e metodiste, la collaborazione
territoriale con le chiese battiste dovunque sia possibile, per andare ancora più avanti nel processo di reciproco avvicinamento.
10
PAG. 10 RIFORMA
Il protestantesimo italiano, Internet, l'interculturalità e la multiculturalità
La chiesa e le culture
Una recente indagine ha dimostrato che lo maggior parte dei nuovi membri di chiesa si è
avvicinato grazie alle proposte e agli strumenti culturali La cultura e l'annuncio dell'Evangelo
DAVIDE DALMAS
SOLO due ordini del giorno
sulla cultura sono stati approvati dal Sinodo di quest’
anno. Uno su Internet e uno
sulla Claudiana. Ed effettivamente sono stati i due settori
affrontati con maggiore impegno dal quarto gruppo di lavoro sinodale. Su Internet, a
quanto pare, comincia a sorgere un approccio più ricco di
chiaroscuro, dopo la tendenza all’entusiasmo degli inizi.
Infatti, se continuano ad apparire interessanti le opportunità (ben condensate nell’ordine del giorno), non mancano le preoccupazioni, soprattutto a livello economico. Finora, infatti, tutti gli editori
che hanno investito in questo
nuovo mezzo lo hanno fatto
con gravi perdite, e il maggior
venditore mondiale di libri in
Rete (Amazon) non ha ancora
chiuso un anno in attivo dall’inizio della sua avventura.
Tutti concordano, tuttavia,
che il presidio tecnologico
vada mantenuto, pur con
prudenza, soprattutto perché
la piena rivoluzione nell’approccio alla comunicazione,
probabilmente, sarà visibile
soltanto con la generazione
che è già nata «con un mouse
in mano», come ha detto il
pastore Daniele Bouchard.
Pertanto il Sinodo ha ritenuto di ampliare il mandato alla
Commissione Internet, a cui
viene chiesto non solo di
censire i siti esistenti, ma an
urgente la necessità di innovare, di trasformare gli strumenti, in particolare per la
catechesi e la formazione pastorale, per reagire al meglio
a questa novità. E lo stesso
ordine del giorno lo evidenzia, chiedendo maggiore attenzione alla riflessione teologica «elaborata in altre regioni del mondo».
Dall’altro lato, però, il recente questionario sui nuovi
evangelici ha dimostrato che
la maggior parte dei nuovi
membri delle nostre chiese si
La pastora Gianna Sciclone (presidente) e Gianluca Nigro hanno
guidato i lavori del Sinodo
che di sviluppare un progetto
per la costituzione di un portale utile sia per la presentazione verso l’esterno, sia per
una più rapida comunicazione interna alle chiese.
Anche per quanto riguarda
la Claudiana, alcune valutazioni complessive stanno
raggiungendo una maggiore
complessità. Per anni i Sinodi hanno richiamato l’editrice a uno sforzo per aumentare la produzione di più facile
lettura e minore costo, che
potesse essere diffusa ampiamente dentro e fuori le
chiese. Molti passi in avanti
sono stati fatti in questa direzione, in particolare grazie
alle collane «Cinquantapagine» o «Piccola collana moderna», ma va anche ricorda
LE DECISIONI SINODALI • LE DECISIONI SINODALI
Dipartimento di Ecumenica
Il Sinodo invita il Consiglio della Facoltà valdese di teologia a
procedere nella definizione del progetto del suo «Dipartimento»
di Ecumenica in collaborazione con la Chiesa luterana in Italia
(Celi), secondo le linee fin qui indicate.
Corsi post-laurea
Il Sinodo invita il Consiglio della Facoltà valdese di teologia a
procedere nello studio delle modalità, dei tempi, dei costi
dell'istituzione di corsi post-lauream (master, diploma superiore,
dottorato di ricerca), in modo da arrivare, alla prossima sessione
sinodale, con un progetto definito, la cui realizzazione possa essere messa in atto a partire dall'anno accademico 2003-2004.
Dipartimento di Etica
Il Sinodo invita il Consiglio della Facoltà valdese di teologia a
predisporre l'istituzione di un «Dipartimento» di Etica, la cui responsabilità ricada sotto le cattedre di sistematica e teologia
pratica. Un tale progetto dovrà essere presentato in vista
dell'approvazione in una delle prossime sessioni sinodali.
La cattedra di storia a Martin HirzeI
Il Sinodo, su proposta del corpo pastorale, mediante votazione
a scrutinio segreto, procede all'elezione a professore straordinario per la cattedra di Storia della chiesa della Facoltà valdese di
teologia a partire dall'anno accademico 2002-2003: risulta eletto
il prof. Martin HirzeI.
Assistenti, incaricati, collaboratori
Il Sinodo invita il Consiglio della Facoltà valdese di teologia a
procedere nello studio della definizione delle figure (assistenti,
professori/e incaricati/e, collaboratori/e di cattedra) che si vogliono adottare per il sostegno di ogni singolo insegnamento offerto dalla Facoltà stessa, tenendo conto della necessità che qualsiasi progetto di ampliamento del corpo docente della Facoltà
deve essere avviato solo quando il problema della copertura finanziaria necessaria sarà risolto.
Riconoscimento titoli di studio
Il Sinodo, preso atto della firma del decreto di riconoscimento
dei titoli di studio rilasciati dalla Facoltà, da parte del ministero
della Università e della Ricerca scientifica e tecnologica,
se ne rallegra,
appoggia l'intervento del Consiglio della Facoltà valdese di
teologia nell'intervenire presso le autorità competenti per giungere alla riformulazione dell'art. 3 del suddetto decreto, al fine
di ristabilire il testo originale dell'accordo.
Sostegno economico della Facoltà di teologia
Sinodo, preso atto dell'aumento delle contribuzioni operato
dalle chiese metodiste e valdesi nei confronti della Facoltà valdese di teologia, se ne rallegra ma, allo stesso tempo,
invita le chiese ad impegnarsi ulteriormente per il sostegno
economico della Facoltà al fine di raggiungere, nel corso del
prossimo anno ecclesiastico, la copertura della richiesta del 3%
del proprio contributo alla Cassa culto-Fondo ministero, sia incrementando la colletta della Domenica della Facoltà, sia con altre forme di sostegno finanziario.
to che il successo di diffusione di opere a basso costo
non è sempre allo stesso
tempo un successo economico. Invece una produzione più qualificata, più pesante in termini di costo e di pagine, come quella della collana «Strumenti» produce un
maggiore fatturato.
Ma la stessa grande sfida
di questi anni, cioè la trasformazione profonda del protestantesimo italiano, sempre
maggiormente composto da
persone originarie di altri
paesi, con culture spesso diverse (non a caso il quarto
gruppo del Sinodo era intitolato al plurale: «La chiesa e le
culture»), interpella la casa
editrice in modi complessi.
Infatti diventa sempre più
è avvicinata proprio grazie a
strumenti culturali spesso denigrati come antiquati e sorpassati: addirittura il 20% grazie a conferenze e mostre, rispetto a un limitato 2% per
evangelizzazione diretta. La
sfida non è dunque facile. Se
occorre cambiare in parte linguaggio e cultura per comunicare con nuove persone e rispondere a nuove urgenze,
non si devono dimenticare
quegli elementi che hanno attratto chi per scelta personale si è avvicinato negli ultimi
anni. Questi dati daimo maggiore forza a un pensiero più
volte ripetuto, ma non per
questo scontato, che è stato
richiamato dal pastore Fulvio Ferrario: l’impegno culturale non è un lusso accademico, ma è annuncio dell’Evangelo, in quanto ha a che
fare con la realtà di Cristo, e
in particolare con la realtà
della chiesa di Cristo oggi,
nel confronto tra le culture.
i La Facoltà valdese di teologia
Istituto teologico, non solo
«fabbrica di pastori»
ERIKA TOMASSONE
L>APPROVAZIONE dell’
I operato del Consiglio
della Facoltà valdese di teologia è stato l’atto conclusivo
di un dibattito sinodale contenuto ma denso. In questo
momento infatti la nostra Facoltà vive un tempo di sviluppo e progettazione interessanti. Potremmo dire semplificando forse un po’ che la
Facoltà non è solo una fabbrica di pastori, ma un istituto teologico vero e proprio,
un luogo di presenza e di dibattito teologico che si vuole
sempre più inserito in ambito europeo, con una radice
protestante italiana dovuta al
contesto in cui si trova. Questo implica naturalmente un
ampio impegno dei docenti
in attività esterne. Per contro
molti sono stati gli interventi
di professori in visita, cosa
che contribuisce sicuramente
a un ulteriore approfondimento di relazioni e riflessioni teologiche.
Oltre all’attività didattica e
a progetto del Corso di diploma a distanza, nel corso dell’anno è stato ulteriormente
definito il progetto di un Dipartimento di ecumenica in
collaborazione con la Chiesa
luterana in Italia, progetto significativo se pensiamo che
potrà offrire, proprio a Roma
e nell’ambito delle chiese della Concordia di Leuenberg,
uno spazio di formazione
ecumenica per studiosi protestanti e cattolici europei ed
extraeuropei.
Un’altra iniziativa indice
del felice momento di progettualità è la proposta di istituire un corso post-laurea, il cui
diploma resta ancora da definire, a partire dall’anno accademico 2003-2004: ciò per
metterebbe la ricerca e lo studio di giovani pastori e di sviluppare l’elaborazione teologica delle nostre chiese. 11
progetto andrà definito nelle
modalità relative ai costi prima di poter essere realizzato.
Questa vivacità di proposte
si accompagna anche alla
necessità di riorganizzare e
coordinare in un progetto didattico d’insieme tutti gli interventi di docenza nell’ambito della Facoltà. Le collaborazioni più urgenti sono
quelle di «collaboratori di
cattedra» che assumano per
un periodo di uno o due anni
delle mansioni di assistenza
agli studenti, collaborazione
per tesi di laurea, lezioni e
seminari integrativi ai corsi,
correzione delle schede del
Corso a distanza, produzione
e revisione di materiale didattico. 11 Sinodo ha incoraggiato il Consiglio a proseguire le riflessioni iniziate, rilevando però che una particolare attenzione deve essere
posta alla copertura finanziaria delle iniziative. Il fatto
che si ponga molta attenzione alla questione finanze si
situa nell’orizzonte del sostegno delle chiese alla Facoltà.
Anche se nel complesso le
contribuzioni sono aumentate, il Sinodo ha rivolto un invito a un ulteriore impegno in
modo da raggiungere il 3%
sulle entrate contributive, anche incrementando la colletta
della Domenica della Facoltà
o con altre forme di sostegno.
Il Sinodo ha anche ringraziato
la pastora Giovanna Pons, che
ha concluso il suo impegno
nel Consiglio e, su designazione del corpo pastorale, ha votato il prof. Martin HirzeI a titolare della cattedra di Storia
della chiesa a partire dall’anno accademico 2002-2003.
■ alS
Internet
Il Sinodo incoraggia la Tavola a proseguire nell'intrapr«,
cammino di informatizzazione degli uffici e delle comunicazi«
tra le due sedi (Roma e Torre Pellice) e a favorire l'informa%
zione delle comunicazioni con le chiese, verificando la possibili«
di comunicare con le varie chiese locali via e-mail;
ringrazia la Commissione Internet, nominata dalla Tavola,,,,
il lavoro di ricerca svolto e invita la Tavola a rinominarla affindj
possa
- continuare a monitorare lo sviluppo e la strategia dellaprt
senza nel web delle chiese locali;
- verificare, in una prospettiva a medio termine e in dialo®
con le varie realtà già presenti in rete (Claudiana, Riforma,
coltà, Radio Beckwith evangelica, chiese locali, ecc.) ia possibii
di sviluppare un progetto di portale che consenta un'utilizzazione
- sia «in chiaro», attraverso il quale il navigatore web posa
arrivare ai vari siti, tornare indietro e arrestarsi secondo gli inte.
ressi o la collocazione geografica, con criteri che sempre piùfj.
voriscano la bi-direzionalità del mezzo Internet (favorire foruin
chat-rooms tematiche, dialoghi con siti laici);
- sia, «in intranet» un'utilizzazione più selezionata, tramiit
opportuna password (per pastore/i e predicatrici/tori locali;
diaconi/e, per monitrici/tori delle scuole domenicali; perle/i®
siere/i delle chiese; per le opere; per le librerie; per la radio,
che consenta di offrire dei «circuiti» per utenti per una comuni
cazione intrachiese;
- assistere le chiese che volessero essere messe in rete.
Claudiana
Il Sinodo, apprezzando gli sforzi di razionalizzazione dellegltività editoriali della Claudiana, ringrazia il personale, il Comib
to di gestione e il Comitato editoriale, per il lavoro svolto e liincoraggia a proseguire su questa linea;
chiede alla Tavola di ricercare, insieme al Comitato di geA
ne, una soluzione per l'assetto giuridico della Libreria Editri«
Claudiana più consono alle normative vigenti per l'editorig
mantenendo invariata la sua vocazione evangelica;
invita la Claudiana a verificare la possibilità di offrire al letto«
italiano, oltre che all'evangelismo italiano, una riflessione teob
gica, elaborata anche in altre regioni del mondo, legata ai tali
della giustizia, della pace e della salvaguardia del creato nel®
testo della globalizzazione;
incoraggia l'editrice a proseguire nella collaborazione conitre editrici, per pubblicazioni ad hoc;
rende attente le chiese al fatto che da loro dipende una buo
na parte del successo dei libri della Claudiana e sollecita I p
ri, i Consigli di chiesa e i Concistori a promuovere una più indsiii
informazione sulle pubblicazioni in occasione delle iniziative»
munitarie.
Martin HirzeI
è nato nel 1965 a Sciaffusa (Svi®
ra), ha studiato nelle Universitài
Zurigo e Tubinga (1984-1990)eS
conseguito il dottorato ne| 1®
con il prof. Ulrich Gàbier all'UnI®
sità di Basilea. È stato assiste#
presso la cattedra di Storiati#
chiesa all'Università di Zi^
(1991-1997). Tra il 1991 e il ZW
stato pastore in un ospedale
trico e in due comunità della Ch«
sa riformata di Zurigo. SostW
Paolo Ricca alla Facoltà di Roni^
Laicità vo cercando
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generali
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sull’otto
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pubblici
Manuelit
«Laicità vo cercando ch’è sì cara come sa chi per lei
ta». Con questa arguta parafrasi della «Divina
presentato anche quest’anno al Sinodo il banchetto de ¡
ciaJtione 31 ottobre - per una scuola laica e pluralista
fuso vari volantini, raccolto e rinnovato adesioni,
una battaglia più che mai attuale, nel momento in cui p
versi la scuola privata sembra ricevere la netta pteP
questo governo. Alcuni fronti tradizionali della laicità, si
to relativamente all’uso del denaro pubblico, sembrano
ma quali sono allora le nuove sfide della laicità oggi
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Sì
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11
2001
Oltre quaranta ospiti hanno rappresentato le chiese e le istituzioni estere
Un forte senso dì universalità
hjjhfesenza di tanti amici europei e statunitensi amplia ogni anno l'orizzonte dei partecipanti
olSmodo, dando il senso di uno globalizzazione della fede che mette Dio al primo posto
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CONTINUA a crescere la
1,1 lista degli invitati stranielylinodo. Quest’anno su^ di poco la quarantina di
JLone. Per la prima volta
S stati presenti dalla Grefia il pastore Nikolaos Tsia^Ides, moderatore della
Chiesa evangelica greca, e
dalla Spagna la signora Lidia
Castali Valldosera, per conto
della Chiesa evangelica spainola, insieme a Manuelita
luentes. Tutti gli ospiti stranieri sono stati salutati nel
corso della serata del martedì.
Per l’occasione il Seggio del
Sinodo, la Tavola, gli ospiti e
alcuni membri di varie commissioni si sono trasferiti a
vaiar Pellice, nella bella cornice del Centro per vacanze
(di castagneto» dove si è svolta
la cena ufficiale. Nel corso
deha serata, animata dal moderatore della Tavola valdese,
pastore Gianni Gente, e dalla
presidente del Sinodo, pastora Gianna Sciclone, hanno
preso brevemente la parola
una ventina di ospiti portando illoro saluto solidale con U
lavoro delle nostre chiese.
Dalla Scozia fan Alexander,
percento della Church of
Scotland, ha ricordato il nuovo progetto che prevede la
presenza a Torino del pastore
Kob McKenzie e di sua moglie Ann per almeno quattro
anni al servizio della locale
Chiesa di lingua inglese. La
delegazione francese, attraverso Chantal Aime, ha portato il saluto della Chiesa
riformata di Francia, e Gisèle
Tron quello della Federazioneprotestante. Il segretario
generale della Cevaa, il pastore Alain Rey, è intervenuto
direttamente nel dibattito
sull’otto per mille chiedendo
chiaramente all’assemblea sinodale di destinare i fondi
pubblici per «arginare la ere
Keith Clements, segretario generale della Kek
!fl»^
“«nuelita Fuentes
scente miseria che chiude
una parte del mondo in una
morsa mortale». Anche sui temi della globalizzazione, affrontati soprattutto nell’apposito gruppo di lavoro sinodale, Rey è intervenuto, come
anche il rappresentante della
chiesa della Westfalia, il Ulrich Möller. Quest’ultimo ha
partecipato anche alla conferenza stampa sui temi della
globalizzazione; Möller si è
dichiarato soddisfatto della
profondità e tempestività con
cui il nostro Sinodo ha affrontato l’intreccio tra economia
e fede e si è riproposto di far
circolare il nostro documento
sinodale nella sua regione.
Ancora dalla Germania, per
la prima volta è giunto dal Palatinato, in rappresentanza
della sua direzione ecclesiastica, il pastore Gottfried
Miiiier (fratello della pastora
Dorothea Müller di Torino) il
quale ha offerto alle nostre
chiese la possibilità di un periodo di formazione («vicariato») per un candidato al pastorato che conosca la lingua
tedesca. Per la Waldenser Vereiningung, che gestisce il
museo valdese di Schoenenberg e molte altre iniziative
culturali e di solidarietà, il saluto è stato portato da Jürgen
Hanssmann che ha sottolineato i legami storici tra le
nostre diverse realtà. Per conto della Gustav Adolf Werk,
l’opera di sostegno alle chiese
evangeliche di minoranza nel
mondo, ha preso la parola un
vecchio amico della nostra
chiesa, il teologo Karl-Christoph Epting, che ha ricordato quanto fosse importante
per il teologo Dietrich Bonhoeffer il valore dell’amicizia
nella vita della chiesa, e come
questa realtà di amicizia oggi
riviva fortemente anche tra
noi. In una prospettiva più
ampia, nell’era della «Carta
ecumenica» europea, Epting
ha chiesto alle nostre chiese
REDAZIONE CENTRALE TORINO:
Via S. Pio V, 15 -10125 Torino, tei. 011/655278 - fax
011/657542 e-mail: redazione.torino@riforma.it;
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IO Sir
'ORE: Eugenio Bernardini. VICEDIRETTORE PER IL CENTRO-SUD: Anna
IN REDAZIÓNE: Alberto Corsani, Marta D'Auria, Massimo Gnone, Jean-JacPSyronel, Davide Rosso, Piervaldo Rostan (coordinatore de L'eco delle valli)
ica Toum, COLLABORANO: Luca Benecohi, Alberto Bragaglia, Avernino Di
I Fabbri, Fulvio Ferrarlo, Giuseppe Ficara, Pawel Gajewski, Giorgio Gars NVv!i^'° Girolami, Pasquale lacobino. Carmelina Maurizio, Luca Negro, Luisa
™pola Pantaleo, Emmanuele Paschetto, Giuseppe Platone, Giovanna Pons,
"dio Ricco, Fulvio Rocco, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Raffaele Volpe,
^RA RESPONSABILE Al SENSI DI LEGGE: Piera Egidi.
^ EDITORIALE: Stello Armand-Hugon; GRAFICA: Pietro Romeo
,"“TRAZIONE: Ester Castangia; ABBONAMENTI: Daniela Aclis.
ITobc ®'^'®l®'''ana s.n.c. Mondovì - tei. 0174-42590.
“^Na" Protestanti s.r.l. - via S. Pio V, 15 bis -10125Torino.
NAMENTI sul c.c.p. n. 14548101 - intestalo: Edizioni Protestanti (vedi sopra)
ordinario: L. 110.000; ridotto: L. 85.000; semestrale: L. 58.000;
^ sostenitore: L. 200.000. ______
ordinarlo: L. 175,000; v. aerea: L. 200.000; semestrale: L. 90.000;
. sostenitore: L. 250.000.
pubblicitarie; a modulo (42,5x38 mm, Riforma - 37x45 mm, L’Eco delle
°i) £ 30.000. Partecipazioni: mm/colonna £ 1,800. Economici: a parola £ 1.000.
La testata Riforma è registrata dal Tribunale di Pinerolo con il numero 176/51.
Riforma-L'Eco delle valli valdesi è il nuovo titolo della testata
L’Eco delle valili valdesi registrata dal Tribunale di Pinerolo con il
n. 175/51 (modifiche registrate il 6 dicembre1999).
Il numero 34 del 7 settembre 2001 è stato spedito dall’Ufficio CMP
Nord di Torino, via Cebrosa 5, mercoledì 4 settembre 2001,
¿!u^»«ii«
di mantenere, nel dibattito
attualmente in corso, un
chiaro profilo protestante,
senza cediménti, anche nella
comunione delle chiese della
Concordia di Leunberg. E
questo non per un sciocco
orgoglio confessionale ma
per ricordare la centralità
della parola biblica nella vita
della chiesa.
Il pastore Wilfrid Neusel, la
pastora Monika Lengelsen e
la giurista Elke Wieja rappresentavano la chiesa della Renania con la quale, in questi
ultimi anni, si sono stretti fortissimi legami. Dal Badén è
giunta la presidente del Sinodo regionale, Margit Fleckenstein, accompagnata dalla pastora Susanne Labsch che a
Karlsruhe si occupa delle relazioni ecumeniche della sua
regione e dei rapporti con la
nostra chiesa. Dalla Sassonia
(la terra dei luoghi classici luterani) era presente il pastore
Armin Fra il quale ha sottolineato come «i vostri problemi
sono simili ai nostri: per rendervene conto vi invitiamo a
partecipare al nostro prossimo Sinodo». Significativa anche la presenza dall’Olanda
della signora Wil Ten Bruggencate, rappresentante del
Comitato vallone per i valde
lan Alexander
LA CASA VALDESE DI VALLECROSIA
cerca un impiegato/a
per funzioni di segreteria e reception
Si richiede:
• diploma di scuola media superiore
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e/o francese
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turistico-ricettivo e condivida le finalità di un'opera
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enti, opere e istituti valdesi.
Inviare curriculum a: direzione Casa valdese per la gioventù, casella postale 45, 18019 Vallecrosia (Im)
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PAG. Il RIFORMA
si, sorto nel 1700 al seguito
delle stragi dei valdesi in Piemonte. Una relazione antica
che ancora rivive come ha anche ricordato Jeannette de
Boer della Chiesa unita olandese. Il Sinodo, tra l’altro, ha
fatto propria la proposta della
de Boer di «partecipare alla
formazione di una delegazione di cristiani europei che visiti Israele e i Territori palestinesi per incontrare tutte le
realtà che in questo momento
si adoperano attivamente per
il processo di pace».
Da Ginevra, il segretario
generale della Kek (Conferenza delle chiese europee),
Keith Clements, ha sottolineato il ruolo positivo nel dibattito ecumenico svolto dalle nostre chiese insieme all’appoggio finanziario che dal
mondo valdese-metodista
italiano non è mai mancato.
Clements ha annunciato la
prossima conferenza europea
della Kek che si svolgerà a
giugno del 2003 in Norvegia e
che avrà «una forte caratterizzazione missionologica». Infi;
ne, il segretario della Kek ha
espresso la sua gioia nell’avere negli uffici di Ginevra,
dall’inizio di settembre, il pastore Luca Maria Negro come
nuovo responsabile delle comunicazioni. «Abbiamo tra
noi qualcuno di altamente
qualificato nell’interpretare il
protestantesimo e la società
italiana». Da Praga, la signora
Lydie Roskoveova, moderatrice laica della Chiesa evangelica ceca, nel ricordare i legami storici che legano il valdismo a quelle realtà, ha ricordato la centralità di Cristo
nella testimonianza che la
chiesa deve sapere esprimere
in ogni circostanza.
Numerosa anche la delegazione svizzera. Per la Federazione delle chiese evangeliche protestanti elvetiche, la
signora Barbel Biichli ha ricordato come il tema delle
«nuove povertà prodotte dalle logiche economiche occidentali» sia un tema di comune riflessione per le nostre chiese. Ulrich Frei, responsabile dell’ufficio stampa della Chiesa evangelica
del cantone di Zurigo, si è
rallegrato dell’incarico professorale rivolto dal Sinodo al
docente di storia ecclesiastica Martin Hirtzel alla Facoltà
valdese. «Ogni anno, nella
nostra regione - ha detto Frei
- la chiesa perde 1’ 1% dei suoi
membri. Stiamo diventando
sempre di più chiesa di minoranza. E voi, che lo siete da
sempre, ci state insegnando a
La delegazione della Renania-Westfalia. Da sinistra W. Neusel, M.
Lengelsen, E. Wieja, U. Molier
non avere mai uno spirito
settario e di chiusura. La nostra identità protestante, giocata sul piano delle grandi sfide della società, non cerca
grandi numeri ma la qualità
profetica». Al saluto cordiale
del pastore Paolo Tognina,
nuovo coordinatore delle trasmissioni radiofoniche e televisive della Chiesa evangelica
nella Svizzera italiana, si è aggiunto quello di Margrit Leuenberger, dell’Alleanza riformata mondiale: «La nostra
grande famiglia - ha osservato
la Leuenberger -, per la maggioranza dei suoi membri, è
composta da chiese povere.
Stiamo andando verso la nostra assemblea mondiale che
si terrà ad Accra (Ghana) nel
2004 e avrà per tema: “Che
tutti possano avere pienezza
di vita in una nuova giustizia
economica’’». Da Zurigo è
giunto il saluto del dottor
Hans Christ del comitato valdese, da Basilea gli auguri di
buon lavoro al Sinodo sono
stati rivolti dalla signora Heidi
Fischer. Da Berna era presente il pastore Ansgar Kühnrich.
Per il Comitato romando, ha
rivolto un saluto la signora
Elisabeth Urech.
Dal mondo anglosassone
ha partecipato al Sinodo il
pastore Derryck Evans, presidente del Comitato di Casa
Materna di Napoli, e il pastore Eric Murray, del Comitato valdese d’Inghilterra. Gli
ospiti più lontani giungevano
dagli Stati Uniti. Il pastore
Edward Santana-Grace, della
American Waldensian Society, e il pastore Robert Mollar, dell’esecutivo della United Methodist Church. Sempre forte nello spirito, anche
l’amico Felix Canal che dalla
lontana Indianapolis ha portato la voce degli italiani vaidesi in America. Ogni ospite
ha trasmesso all’assemblea
del Sinodo non solo un saluto
augurale ma, spesso, una rifiessione originale che si intrecciava con le tematiche più
avvertite. I problemi di lingua
sono stati brillantemente superati grazie all’ottima squadra di traduttori che si alternavano in cabina: John Bremner, Victoria Munsey, Vincenzo Cortese, Oriana Bert, Susanne Labsch, Michelle Rovara e Jonathan Terino.
La presenza degli ospiti
stranieri, tutti impegnati nella
vita delle chiese dei loro paesi, ha trasmesso ogni giorno
all’assemblea un forte senso
di universalità e un orizzonte
più ampio. Una globalizzazione della fede che cerca di
mettere la persona umana al
primo posto. E quindi Dio.
Anche questo è Sinodo.
Karl-Christoph Epting e Susanne Labsch
TELEVISIONE
Protestantesimo
Rubrica televisiva di Raidue, a cura della Fcei. Domenica 16 settembre, ore 23,50 circa, andrà in onda: «Irlanda: una pace che non fiorisce, le chiese
evangeliche nel propsso di pace»; «Agape festeggia i suoi 50
anni». La replica sarà trasmessa lunedì 17 settembre alle ore 24
e lunedì 24 alle 9,30 circa.
Consiglio delle chiese cristiane di Milano
UN TEMPO PER IL CREATO
19 settembre - ore 20,45
Cento culturale San Fedele (via Hoepli 3/b)
Sviluppo sostenibile e salvaguardia
del creato - Spunti e provocazioni
Intervengono: Traian Valdman, Sergio Rostagno, Eliot Laniado. Laura e Alberto Villella. Modera Mariuccia Scazzoso
Pietrogrande (Consiglio delle chiese cristiane di Milano)
22 settembre - ore 15-19 -Ass. Nocetum (via San Dionigi 77)
Festa del creato
preghiera, canti, testimonianze, animazioni anche per bambini, percorso nel verde, stand, merenda all’aperto.
Per informazioni tei. 335-8096552
12
PAG. 12 RIFORMA
Pagina Dei Lettori
Gli ultimi interventi del dibattito sul culto battesimale della chiesa di Gioia del Colle
Siamo consapevoli del mandato di testimonianza
Questa estate durante le
mie vacanze trascorse presso
la mia mamma a Gioia del
Colle mi è capitato di leggere
un articolo pubblicato su
Riforma del 13 Luglio dal titolo; «Dove vanno le chiese
battiste di Puglia e Basilicata»
e tre articoli di risposta successivi. lo vivo a Roma dove
frequento la comunità battista di Trastevere. Quel giorno
del 2 giugno sono andato a
Gioia del Colle con molto entusiasmo e molta curiosità,
infatti pur essendo cresciuto
in una famiglia di credenti e
avendo trascorso alcuni anni
frequentando la chiesa di .
Gioia del Colle non mi era
mai capitato di assistervi ad
alcun battesimo. Quel giorno
in comunità si respirava un’
aria molto particolare, l’atmosfera era quella di un giorno di gran festa, una giornata
speciale tanto attesa e desiderata da tutti i membri.
Nel momento in cui è iniziato il culto il locale della
chiesa era traboccante di
persone, credenti e non, che
a vario titolo erano lì per assistere ai battesimi e alla testimonianza e impegno di fede
di quattro giovani ragazze.
Edoardo, il pastore della comunità di Gioia del Colle,
quel giorno era molto emozionato, si battezzava la figlia
minore Alessandra e da poco
tempo era mancata la moglie
Maria. Per limitare gli effetti
di eventuali momenti emotivi, Edoardo aveva preparato e
scritto tutta la liturgia. Mi
chiese la cortesia di aiutarlo a
distribuire una copia della liturgia a tutti coloro che sarebbero sopraggiunti. Io rimasi
sulla porta della chiesa per assolvere al compito ricevuto e
tutto intorno a me vi era gente che si assiepava sempre di
più, in un continuo movimento; ciò nonostante la mia
attenzione fu rapita da subito
da quanto stava avvenendo in
chiesa. I canti e le lodi al nostro Signore Gesù erano così
intensi e partecipati, e tutti i
fratelli e sorelle sembravano
veramente all’unisono membra dello stesso corpo. 11 messaggio portato dal pastore David della Chiesa battista di
Barletta risultò molto efficace
e rimarcò una volta di più
l’equazione «Dio è Verità».
Di lì ad un mese avrei dato
anch’io la mia testimonianza
battesimale nella mia chiesa
di Trastevere in Roma, e quello che avevo ascoltato mi incoraggiava una volta ancora
in questo passo così importante. Le testimonianze battesimali di queste ragazze furono molto belle, espressione di
un grosso travaglio e di una
profonda consapevolezza e
ringraziamento verso Gesù.
Ciascuna di loro aveva incontrato e accettato Gesù come
Si^ore e Salvatore nella propria vita attraverso l’esempio,
la vita e la testimonianza di
persone a loro care.
Ecco quello che io, personalmente, ho vissuto di quel 2
giugno. Quello che è avvenuto è stato alla luce del sole
con la chiesa aperta a tutti,
dove tutti i fratelli e le sorelle
presenti hanno condiviso la
gioia per queste nuove sorelle
in Cristo, e dove anche amici
non credenti, hanno avvertito
la presenza e l’amore di Dio
nell’accoglienza della comunità. Tutto quello che si è
svolto non è stato molto dissimile da quanto c’è stato il 1”
luglio, quindi un mese dopo,
quando io stesso con un altro
Spiritualità rinnovata e impegno sociale
EUSABACLIERI
Ho letto con attenzione i
coimnenti che sono stati
rivolti al mio articolo pubblicato da Riforma il 13 luglio.
Sono rimasta perplessa di come siano state considerate le
mie riflessioni in merito al
culto battesimale di Gioia del
Colle e come la mia preoccupazione e le mie perplessità
siano state travisate e considerate in senso accusatorio.
La mia riflessione voleva essere uno spunto per affrontare il problema del cambiamento e del rinnovamento,
che ormai da oltre dieci anni
sta avvenendo aH’intemo delle nostre comunità. Posso immaginare che non sia semplice accettare la descrizione
che altri fanno di te, in genere
chi ti guarda dalTesterno ha
una visione d’insieme che
sfugge a noi stessi.
È quindi con intenzione che
non mi riferirò ai commenti
fatti dai fratelli e dalle sorelle
della comunità di Gioia del
Colle e dalla sorella di Mottola, perché non voglio ingenerare alcuna polemica sterile
che può soltanto far del male.
Tengo a precisare che il mio
articolo è stato scritto perché
richiestomi dal conduttore
della Chiesa battista di Gioia
del Colle. Voglio precisare
inoltre che a quella giornata
non erano presenti le comunità della Basilicata, quindi
mi scuso con i fratelli di Matera e di Miglionico se sono stati
coinvolti in un titolo redatto
dalla redazione di Riforma,
un titolo forse un po’ troppo
provocatorio che voleva stimolare un dibattito costruttivo e non una sterile polemica.
Accolgo e intendo continuare la riflessione iniziata
dal pastore Emmanuele Paschetto che ha saputo cogliere e ha bene interpretato le
mie preoccupazioni. Sono assolutamente d’accordo con
lui quando afferma che è necessario farci interrogare dalle nuove forme di spiritualità
dei fratelli provenienti da altri paesi e da altre esperienze
di fede, la difficoltà sta proprio nel coniugare queste
nuove forme con il messaggio
evangelico e la nostra tradizione riformata. A ben vedere, in quest’ultimo decennio,
buona parte delle chiese
evangeliche storiche hanno
vissuto, e forse stanno ancora
vivendo, un periodo di riflusso, sentono il bisogno di ritrovare la propria identità e le
proprie radici. Se da un lato
questo può essere proficuo,
dall’altro lato può rappresentare dei rischi, e cioè quello di
concentrarsi troppo su noi
stessi, di fare della nostra
identità anziché un punto di
unione, di scambio e di arricchimento reciproco, un punto di orgoglio e quindi di separazione.
Appartengo a quella generazione che si è formata negli
Anni 70, quando si studiava il
libro di Franco Giampiccoli
Chiesa e tabù politico, e si approfondivano i testi di Helmut Gollwitzer, una generazione che si è logorata e ha,
forse, troppo radicalizzato la
separazione tra spirituale e
impegno sociale, per dirla
con le parole di Emmanuele
Paschetto: credo abbiamo
fatto un grosso sbaglio, dagli
Anni 60 in qua, a ritenere che
questi due aspetti del messaggio evangelico «non fossero concilianti». Appartengo a
quella generazione che ha
cercato di essere minoranza
significativa in una società
dove era difficile farsi ascoltare e credo che oggi lo sia ancora di più. Una generazione
che si è logorata nel coniugare la fede con la politica, una
generazione oggi assente,
non più vigile, stanca, che ha
bisogno di ricostruire un rinnovato percorso di fede e di
testimonianza, una generazione che predicava più alle
menti che al cuore, perché ha
creduto in una conversione
spinta dalla consapevolezza e
non dettata dall’emozione.
Sicuramente la mia generazione avrebbe dovuto e potuto sperimentare una via di
mezzo e avrebbe dovuto essere più attenta a non sacrificare troppo l’aspetto spirituale del messaggio evangelico.
Vorrei comunque spendere
una parola a mio favore, visto
che sarà molto difficile che
altri lo facciano: non credo di
essere chiusa alle nuove forme di spiritualità e neanche
alle innovazioni musicali, per
il rinnovamento musicale
nelle nostre chiese ho organizzato seminari e ho dedicato decenni di impegno e di
lavoro volontario. La mia
preoccupazione è legata ai
contenuti non alle forme: si
può suonare la batteria, il
E terminata (o almeno lo
speriamo) la lunga telenovela di mons. Milingo e
della sua sposa Maria Sung,
che ha riempito i telegiornali
durante l’afa estiva. Milingo è
indubbiamente un personaggio tutto particolare, un po’
eccentrico, ricco di immaginazione. É stato guaritore,
esorcista e persino cantante.
Alle sue messe pubbliche a
Roma accorrevano migliaia
di fedeli> finché non gli venne
vietato dal Vaticano di celebrare in pubblico. Improvvisamente la notizia del suo
matrimonio con Maria Sung,
coreana, membro della setta
di Moon. Per la Chiesa cattolica si è trattato di un errore
grave nei confronti dell’impegno per il celibato, assunto
da Milingo all’atto della sua
ordinazione sacerdotale.
Si tratta però di una tra
PIERO bensì
sgressione a una regola ecclesiastica, non a un comandamento di Dio. Anzi: l’Evangelo ci dice che Pietro e vari
apostoli erano sposati, come
pure i vescovi della chiesa
primitiva. 11 celibato del clero, nella Chiesa cattolica, esiste da un migliaio di anni,
non senza forti contrasti.
Milingo comunque intendecontinuare a lavorare e servire alTinterno della Chiesa
cattolica e questa chiesa, tan
to severamente ostile al divorzio, non trova di meglio
che richiedere a Milingo di ripudiare la moglie. Un rimedio ben più pesante dell’errore iniziale.
Si può discutere aH’infinito sulla correttezza o meno
della liturgia matrimoniale di
Moon; ma non si può negare
che si sia trattato di un matrimonio celebrato e consumato. 11 ripudio della moglie,
senza che vi sia colpa in lei, è
fratello e una sorella mi sono
battezzato a Roma nella mia
chiesa «multietnica» di Trastevere. Non di meno, la mia,
così come la testimonianza
battesimale di Alessandra,
Agata, Francesca e Rosa, non
credo possano vedersi come
delle manifestazioni intimistiche, volte a una sorta di
isolamento e di rinuncia rispetto alla testimonianza che
ciascuno di noi deve dare nel
sociale, nelle scelte politiche,
nel mondo del lavoro... un
po’ in tutti gli ambiti da cui
siamo investiti nella società
di oggi per il conseguimento
di una maggiore giustizia ed
equità sociale.
Direi invece che, con la
Nuova Nascita, si è chiamati
ad una responsabilità superiore da cui non ci si può sottrarre, perché come figli di
Dio, siamo consapevoli del
mandato che c’è stato affidato, Conosciamo i nostri limiti
umani, ma sappiamo di poter
contare sul sostegno del Bifore e sulla guida dello Spirito Santo che non ci abbandona mai.
Giacinto Lopiccolo - Roma
basso e la chitarra elettrica,
ma che cosa si canta? Che
messaggio si da? Non dimentichiamo che la parte del
canto è quella che fa esprimere le comunità e la fa partecipare al culto, la liturgia,
quindi, in un culto deve avere la stessa importanza che
noi diamo alla predicazione.
Mi permetto di aggiungere
un’ultima cosa; se l’impressione che si ha di una comunità durante un culto è così
differente da quello che essa
è realmente, forse sarebbe
meglio interrogarsi, piuttosto
che considerare superficiale
chi assiste a un suo culto.
Voglio concludere auspicando che l’imminente convegno di Santa Severa possa
darci una nuova carica perché non c’è tempo da perdere, stiamo distruggendo la casa che Dio ci ha dato da salvaguardare e custodire, è faticoso il nostro compito ma
se pensiamo a Davide contro
il gigante Golia forse troveremo il coraggio e la forza per
ritornare a essere presenti e
vigili in questa società. Ha ragione Lidia Giorgi quando afferma che bisogna saper rinunciare a se stessi per incontrare l’altro e spero che in
quest’ottica il convegno sull’Identità di Santa Severa ci
aiuti a non radicalizzare le
nostra identità ma a saper rinunciare al nostro orgoglio
battista e farci avvicinare
all’altro, chiunque esso sia.
Con questi interventi si
conclude questo dibattito
un’azione contraria alTEvangelo; è un atto di violenza
contro la donna. Sembra incredibile che un’istituzione
come la Chiesa cattolica, che
ha dato vita a migliaia di iniziative in tutto il mondo e a
favore del Terzo Mondo, non
abbia saputo trovare una collocazione per Milingo e sua
moglie (che è medico), tale da
permettere loro di aiutare
molti disperati. Si temeva forse che Milingo creasse una
nuova chiesa africana? Nel
mondo vi sono 100.000 preti
sposati, fra cui 20 vescovi:
prima o poi la Chiesa cattolica dovrà affrontare seriamente questo problema.
(Rubrica «Un fatto, un commento» della trasmissione di Radiouno «Culto evangelico» curata dalla Federazione delle chiese
evangeliche in Italia andata in
onda domenica 9 settembre)
POSTA
Il pastore Nicola Leila
Sabato 11 agosto il pastore
Nicola Leila ci ha lasciati. Lo
ha fatto senza rumore, senza
creare scompiglio, in un pomeriggio di caldo afoso. Ci
vedevamo tra una entrata e
una uscita all’ospedale «Villa
Betania», dove sia lui che io,
andavamo a lisciarci le penne
per poi tornare a casa con
qualche illusione di meno.
Tra noi, però, era tutto un
ridere: sul suo pancione troneggiarne, sul fisico diventato
uno stecchino, sul mio modo
di muovermi come una foca
sulla terraferma a causa dei
dolori tremendi. Ci chiedevamo chi di noi due avrebbe
varcato per primo l’ultima
porta e poi, ridendo, dicevamo: «Nun me passa manco
pa’ capa»... Poi ci tuffavamo
nei bei ricordi che riguardavano il nostro lavorare insieme, anche a titolo personale,
per i terremotati, i drogati,
come membri del Gruppo interconfessionale attività ecumeniche di Napoli. I nostri
incontri mensili con cattolici,
anglicani, ortodossi, luterani,
e infine anche gli ebrei. Il nostro modo di evangelizzare
sereno ma chiaro, con spirito
di condivisione ma evidenziando tutti i nodi lasciati nel
pettine: mariologia, verginità
di Maria e sua assunzione in
cielo, miracolismo, superstizione, attaccamento alle tradizioni (come unire lo scapolare con l’immagine di Sant’
Anna a un corno di corallo
sulla pancia di una partoriente...), il sangue di San Gennaro, la sacra Sindone... Insomma non ne lasciavamo una,
pur sorridendo e parlando
con gentile fermezza. Era il
nostro modo di evangelizzare, di dire Dio è uno, solo lui,
se vuole, fa i miracoli. Tutto
ciò che si dà agli altri si toglie
a lui, e Dio è geloso!
Caro Nicola! Buono, sereno,
gentile, che sapevi interiorizzare offese, delusioni e tante
altre cose! Mai che ti ribellassi! Però eri amato e apprezzato da tanti. I tuoi brevi interventi, le tue preghiere giungevano al cuore di tutti. Guardandoti pensavo alle parole di
Gesù: «Imparate da me che
sono mansueto e umile di
cuore». Eri contento di essere
una delle pecore del gregge:
mai un gradino sopra ^i altri,
ma quanti l’hanno capito?
La chiesa ha perso un cristiano alla vecchia maniera,
felice di portare il Vangelo
«oltre» la porta della chiesa,
semplicemente, senza giudicare e senza atteggiarsi a «colui che possiede il Verbo».
Dio è con te e tu sei con lui.
Ricordi le nostre ultime parole su quello che avremmo trovato nell’aldilà? Non sapevamo più con certezza cosa
avremmo trovato e ci ridevamo su. Tu dicesti; «È su questa terra che Gesù disse che
avremmo dovuto cercare e vivere il regno dei cieli». Poi
mi disse; «Elisa, leggi Ezechiele 37. Vi si parla di ossa secche rigenerate, ricoperte di
nervi muscoli e pelle; (si
guardò le mani scheletrite e
aggiunse) è una rinascita di
corpi. Sì, le anime non muoiono e ridaranno vita a quei
Uto
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corpi». Stemmo un po* ■
lenzio a meditare, ripres?
una espressione seriaTl
«L’anima non muore» i
dissi, penso però che ria»
nei dintorni a curiosare i
tesa del gran giomh
verrà. Facemmo un patt»(
di noi due se ne sarebbe
dato via per primo avr»
aspettato l’altro per afe
re insieme la strada. Te«
doci per le mani facem
una preghiera, poi lo sgL
con un allegro «arrivedetr
Lui sorrideva contento.
Tu ora sei «oltre». l’oj^
qui a dirti: arrivederci Ni«
nel regno dei giusti, nel tei
di coloro che Dio ama.
Elisa Baglio
USIMI
Il pastore Nicola Leila jjL
è più... Colpito dal maleS
secolo, consumato sinoj'
inverosimile, il Signore piei
so lo ha richiamato a séTa»
pollano da tanti anni alh
spedale evangelico Villa B(.
tania, abbiamo condivi»
momenti belli e tristi, senipa
con spirito sereno e sopra,
tutto cristiano. Indebolitof
costretto a letto in ospedali,
la domenica mattina trova«
la forza di unirsi al nostro
gruppo per ascoltare la Paro,
la e pregare insieme. Era
sempre lui che ci dirigevaia iaRANNÌ
preghiera, preghiere edi jnuoviii
canti, di lode, mai un accei ®t®a «M
no al suo male, ma solo con-, di Bobl
prensione verso chi soffio, »soloital
Dal pulpito prima, durantel leperic
malattia poi, è sempre staio ano addir
un solido testimone della su isi diversi
grande fede. a evangeli
Ero molto legata a lui, mi mizzare».
voleva bene e gliene volevo B vecchio
tanto anch’io, sapeva <
tare certi miei sfoghi e miiilentareili
spondeva con un sorriso! Ho formazàoii
ripreso il mio lavoro dopo lo toriecolp
ferie e mi sento un po’ rauft il «Coule
lata. Mi manca la sua bona stile amet
mia, la sua preghiera. Usuo làinsegna
sorriso; colmerò questo vno |estiere c
to lavorando come volevi
che lavorassi sempre proi iso l’attiv
gandomi per gli altri e testi- Iteratone
montando la mia apparte- idi«Òper<
nenza a Cristo. »n» (Om^
Grazie pastore Leila perii ne interi
sua amicizia. ptdenoir
Cece Rocchi
Sabato 11 agosto abbiamo »do con i
appreso la dipartita del fa; di «ere
tello pastore Nicola Leila, o Piando o
ancora non riusciamo a con- giS sta
vincerci che una tempH )h 0(
d’uomo come lui abbia do- mgeuzzaz
vuto esserci tolto cosìi»' “ocopom
prowisamente. Non vi sono ^na chie
parole adatte per esprirnem
il grande dolore della Chiesi ^^^pon
battista di Barletta per“ P®*-®
scomparsa del suo indinie'''
ticabile pastore. -i
Nella nostra comunità» »ttequei
pastore Leila lasciò un gr^' J®®® <
de vuoto e ancora oggU
po 30 anni, i superstiti frateÌ ne e j
anziani ricordano la boittà* nsfii
generosità di cuore, l’atb'tX»,
e lo zelo dello scompare®'
»negli Sti
Irantina
»da molti
JtGitiit
pastore Leila ha combatto 1
fino alla fine la sua batta^
per Cristo; siamo
l’Eterno riserverà anche a I
la gloria del Signore.
Damiana Dambra - Barlet® I
PARTECIPAZIONI
«Il Signore è la mia salv
mia roccia 'bwri® .
mio liberatore, mto^}
Salmo to'
Con infinita tristezza ia m 9 ,|
la nuora, i nipoti, il fratello e ■
renti tutti annunciano il oe |
del loro caro
Aldo Tron
Marsiglia, 1“ settembre 2001
I necrologi si accetta«
entro le ore 9 del lo«^ '
Telefonare al
011-655270
fax 011-657542. >
13
|,4SEnEMBRE2001
PAG. 13 RIFORMA
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^ Festa al Collegio valdese di Torre
«Amici» da cinquanf anni
Dopo rinaugurazione del nuovo anno scolakico, di cui riferiamo alla pagina seguente, domenica 16 settembre sarà la volta dei festeggiamenti per il 50“ artniversario della nascita
dell’associazione «Amici del Collegio valdese». La giornata inizierà alle 12,30 con il pranzo sociale alla foresteria; saranno
presenti gli allievi della IV ginnasio del ’50-51 accanto a quelli
della IV ginnasio del ’75-76 e ai neomaturi della III liceo. E siccome nella storia del Collegio uno spazio importante è sempre
stato riservato al calcio (nella foto una formazione degli Anni
30), alle 15 ci sarà, al campo sportivo del Collegio, una sfida calcistica fra ex allievi. Nella giornata saranno pure possibili visite
guidate nei luoghi storici a Torre Pellice e in vai d’Angrogna.
^ 1 prossimi concorsi ippici a Pinerolo
A cavallo per tutto il mese
Con il prossimo fine settimana inizia a Pinerolo quello che
ormai si può a buon diritto definire «il mese dell’ippica»: da
diversi anni infatti per varie domeniche si alternano concorsi
ippici di vario livello sul carnpo appositamente predisposto in
Piazza d’armi. Dal 14 al 16 si comincia con il concorso internazionale che ha una dotazione di premi nell’ordine dei 120 milioni oltre alla «solita» auto (quest’anno è una «Lancia Y) messa in palio dalTawocato Giovanni Agnelli, presidente onorario
della giuria, e che sarà assegnata al miglior cavaliere. Specie se
il tempo proseguirà in questa, estate infinita, sulle gradinate è
atteso il pienone di appassionati. Dal 21 al 23 settembre sarà la
volta del concorso nazionale.
Riforma
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) A <(
A
I Un'associazione evangelica degli Usa potrebbe utilizzare la caserma «Monte Granerò»
Una fcnave della Bibbia» a Bobbio?
iofgonizzazione statunitense ha già inviato a Torre Pellice una coppia di coniugi in avanguardia
e intende promuovere le proprie attività di testimonianza senza però cadere nel proselitismo
mssiMOcnioNE
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irigevaia ¡aBANNO evangelici
:reediS- inuovi inquilini della
in acce! arma «Monte GraneìolocoB- idi Bobbio Pellice.
ni soffio, jnsolo italiani, ma anluranteli le americani: arrivepre stato mo addirittura da 30
della SI esi diversi per imparaa evangelizzare e «cria lui, mi finizzare».
le volevo 11 vecchio edificio, orva ascoi- n fatiscente, potrebbe
li e miti- 'entare il nuovo centro
irrisoli formazione per predi) dopo lo tori ecolportori di dopo’ muti- ani.«Coulege di barba»
Lia bono- stile americano, dove
ra, ilsuf àmsegnato ai ragazzi
esto vito- mestiere di animatore
e volevi angelico, anche attrare prodi- iso l’attività sportiva,
ri e tesi- fazione porta la firipparte- idi«Operationmohiliion» (Om): organizzalla perii ®e internazionale e
itdenominazionale
' Mono! Stati-Uniti una
«antina di anni fa,
6 da molti anni gira il
abbiamo ®do con due navi cat del fe di «credenti» e tra1 Leila, t ®ai|do ogni approdo
IO a con- gii stati toccati 90
tempri *si) iij occasione di
bbia do- ngelizzazione. «Il nocosì im- ® scopo non è costruiI vi sono »¡la.chiesa - spiega
iprimeii '8>o Castaido Brac, di
a Chiesi ^lesponsabüe italiaa perii .««Operation mobilintbmeH' “!'*-tant’è vero che i
^aderenti continua,unità 11 ^‘frequentare le proLin giari' evangeliche,
'ggi' .P^franio all’evange
ti fratei ^one e aUadiffusio
fabianesimo». A
l’attivii ¿'«Pellice, sono già
parso-coniugi Frisby,
ibatnitoi
I Fondato nel 1848
La caserma «Monte Granero» allo stato attuale
con i loro due bambini:
battisti americani, dopo
Tesperienza sulle navi di
Om, hanno deciso di trasferirsi in vai Pellice per
imparare l’italiano, conoscere la cultura locale e fungere da testa di
ponte per l’operazione.
Con la Chiesa valdese i
patti sono chiari; pacifica
convivenza e niente proselitismo. Al contrario,
l’iniziativa deve essere
interpretata come occasione di dialogo e arricchimento reciproci. I responsabili di Om hanno
già incontrato il moderatore, il presidente della
001
■teto,
RREDA
ao
^^LIFICIO vIa S. SECONdo, 58
, (di&vrt 'm " P’iNERolo (To)
aIIa caserma AlpiNi «BeRARÒÌ»)
fAx0121/505042
QrIvA^rsIva il WWW.qRtVA.iT
Ced e i responsabili del
Centro culturale valdese.
Sul recupero della caserma il sindaco di Bobbio Pellice, Aldo Charbonnier, è possibilista:
«Abbiamo già avuto un
paio di incontri con il
rappresentante italiano
di “Operation mobilization" - dice Charbonnier
- e a partire dalla fine
dell’anno si potrebbe iniziare la fase esecutiva». Si
aspetta il nulla osta dal ■
ministero delle Finanze,
proprietario del fabbricato, che dovrebbe cedere
la caserma al Comune. A
sua volta Bobbio consegnerebbe lo stabile in comodato d’uso a Om, con
il diritto di poterlo acquistare entro pochi anni.
«Operation mobilization»
si farebbe carico dei lavori di recupero della struttura. Il progetto di massima del Comune prevede
una spesa di circa 4 miliardi e mezzo, qualcosa
di meno per i progetti di
Om, che per la ristrutturazione punterebbe ai
fondi per le Olimpiadi
2006 e quindi aH’utilizzazione della caserma come struttura ricettiva
(forse 140 posti) nel corso
dell’evento olimpico. Da
alcuni anni in pessime
condizioni, lo stabile è
diventato pericoloso per
la sicurezza e, conclude il
sindaco Charbonnier, «o
viene recuperato in tempi brevi oppure dovrà essere demolito».
Viabilità nel Pinerolese
Via ai lavori per
il ponte Chisone
In questi giorni sono
aperti diversi tavoli di
trattativa, o semplicemente di discussione, intorno alle strade e alle vie
di comunicazione pinerolesi. Se infatti venerdì 7
settembre in un ennesimo incontro tra Regione,
Provincia, Ferrovie e Comune di Pinerolo si è dato il via libera alla costruzione del nuovo ponte
ferroviario e stradale sul
Chisone in sostituzione
di quello trascinato via
dall’alluvione, per venerdì 14 sono previste
due riunioni, una in vai
Pellice e una a Frossasco,
per discutere del futuro
della provinciale della vai
Pellice e della statale dei
Laghi di Avigliana.
L’incontro di Frossasco, organizzato dalla
Comunità montana Pinerolese pedemontano, vedrà la partecipazione oltre che degli amministratori locali anche di rappresentanti di Provincia e
Regione che si interrogheranno sulla viabilità
delle due strade «alla luce
delle attuali condizioni di
percorribilità», e cioè
dell’impossibilità di procrastinare interventi che
«garantiscano flussi di
traffico scorrevoli e in
condizioni di sicurezza».
Sul lato ferrovia intanto, in attesa della metà di
ottobre quando dovrebbero finalmente partire
gli appalti del nuovo
ponte sul Chisone a Pinerolo, alcuni consiglieri
regionali dell’area dell’Ulivo hanno presentato
un’interrogazione sulla
tratta ferroviaria TorinoPinerolo-Torre Pellice.
NeU’interrogazione tra
l’altro si chiede al governo regionale quali siano
le iniziative che «si intendono intraprendere per
adeguare la linea ferroviaria in modo da valorizzare le potenzialità dello
sviluppo economico» e
quali scelte «si possono
individuare per interventi che vadano in direzione della trasformazione
della tratta Torino-Pinerolo in una moderna metropolitana regionale»
aumentandone in parallelo l’utilizzo per il trasporto merci tramite un
suo eventuale raddoppio.
ICONTRAPPUNTOI
LOMBARDINI INAUGURA
L'ANNO SCOLASTICO
MARCO ROSTAN
scuola si può
mantenere la
memoria della
Resistenza
«Anche nella scuola ora
e sempre resistenza!». Questo il tìtolo di un volantino
distribuito da parte deifi« Associazione 31 ottobre
per una scuola laica e pluralista» in occasione del
tradizionale raduno dell’8
settembre al Bagnòou di
Angrogna. Il testo è un
buon messaggio per l’inizio del nuovo
anno scolastico: dopo aver A partire dalla
ricordato come numerose
dichiarazioni
dei ministri
del centro-destra abbiano
recentemente
messo in forse
conquiste essenziali dei lavoratori, diritti fondamentali dei cittadini, punti fondamentali della Costituzione nata dalla Resistenza e
dello stato laico, prosegue
affermando che «la destra
vuole l’equiparazione dell’istruzione alla logica dell’impresa. Ma l’istruzione
non è come la Telecom o
l’Eni, che si possono magari privatizzare in base a un
puro calcolo di convenienza, non è un servizio da appaltare al miglior offerente, è una specifica funzione
istituzionale dello stato,
volta alla formazione critica dei giovani alla libertà e
alla responsabilità. Questo
non significa che non ci sìa
spazio per le scuole private: ma tutte le scuole, sia
statali che private, se vogliono far parte del sistema
educativo, devono' caratterizzarsi per la effettiva laicità e per il pluralismo culturale, il che è possibile solo quando gli insegnanti
sono assunti in base alle
competenze ed esiste una
completa libertà di insegnamento». Accennando
poi alla riforma scolastica
iniziata dal centro-sinistra
e certamente migliorabile,
si dice che «questo governo
vuol tornare indietro, vuole di nuovo una scuola di
classe, dove il sapere è fonte di discriminazione sociale. Vuole di nuovo instaurare due distinti canali
dopo la scuola media: uno
di scuola vera e propria,
l’altro di semplice formazione professionale. Come
ai tempi dell’avviamento».
«Dovremmo sapere tutti
- prosegue il volantino rivolgendosi a chi pensa che
studiare sia una perdita di
tempo e che sarebbe meglio
poca scuola e subito lavoro,
cioè soldi - che senza sapere non c’è libertà. Sapere,
conoscere, essere in grado
di scegliere, non essere
sudditi di chi sa, non esser
servi della tv o di Internet,
significa poter essere se
stessi, liberi, poter avere
un lavoro più qualificato
ma anche poter vivere una
vita migliore. Berlusconi
vorrebbe che la scuola si
fondasse su “tre I”: inglese,
internet, impresa; vuole
smantellare la scuola
pubblica,
dare soldi ai
privati, specie alla scuola cattolica,
dare i soldi
alle famiglie
perché mandino iloro figli nella scuola più gradita,
dove gli insegnanti insegnino secondo le loro (dì genitori) idee. La scuola per cui
si sono battuti i partigiani
come Lombardinì è una
scuola dove prima dì tutto
si impara a pensare con la
propria testa, dove si leggono buoni libri, si commentano i giornali, ci si confronta fra alunni e insegnanti con idee, culture, religioni diverse perché si
crede che soltanto questo
confronto aiuti a crescere, a
conoscere il mondo e le sue
diversità, a sapere che non
ci siamo solo noi, a diventare curiosi e perciò aperti
agU altri, a rafforzare le nostre convinzioni senza pretendere di imporle a tutti».
Infine un appello alla sinistra, ai Ds perché si sveglino: «Si diano da fare per
impedire questa svendita
della scuola pubblica, questa svendita della laicità
(che a volte vacilla anche
fra i valdesi), questa mercificazione della scuola dove
sembra che l’unica cosa
che interessa siano i soldi
(pubblici per le scuole private), i bonus, la competizione, i presidi manager
e compagnia cantando...
Contro la logica del mercato, contro la svendita della
laicità, contro lo smantellamento della scuola pubblica, contro le scuole di tendenza, per la libertà di idsegnamento e per il libero
confronto delle idee e dei
saperi nella scuola di tutti,
contro l’invadènza dell’impresa e del mercato anche
nella cultura e nella scuola,
ora e sempre resistenza».
Il volantino è stato apprezzato dai partigiani e
anche dalle mamme presenti al Bagnòou: ne hanno
preso copie per i figli e per
distribuirlo a scuola.
14
PAG. 14 RIFORMA
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venerdì use
Di 14
8 SETTEMBRE AL BAGNOÒU — «È più facile ricordare il 25 aprile ma non vi dimenticate deH’8
settembre, che è stato l’inizio di tutto: è molto
importante ripetere ogni anno questo raduno».
Così Giulietto Giordano ha concluso una intensa mattinata di testimonianze e di appelli
all’impegno e alla vigilanza, presso la lapide di
Jacopo Lombardini al Bagnoòu, durante la quale harmo parlato Jean-Louis Sappé, Claudio Bertalot, Giorgio Merlo, Michele Chiapperò, EmiUo
Bolla, Mirella Antonioni Casale, Renzo Bastia,
Marco Rostan e Foratrice ufficiale Clara Bounous. Si è continuato a tavola, con l’ottima polenta e tante canzoni degli alpini e dei partigiani; non una commemorazione, ma il ridirsi a vicenda l’impegno necessario oggi più che mai.
VAL PELLICE: RIAPRE LA SCUOLA DI MUSICA —
In occasione dell’apertura della scuola di musica
della vai Pellice, si terrà un incontro di presentazione dei corsi venerdì 14 settembre, alle 21, nella sala consiliare della Comunità montana (corso Lombardini 2 Torre Pellice).
DOPO GENOVA — Venerdì 14 settembre, alle 21,30,
all’associazione «En plein air» della cascina «la
Tegassa» in stradale Baudenasca a Pinerolo,
proiezione del video «Le giornate di Genova», girato da IndyMedia durante le manifestazioni
contro il G8. L’ingresso è libero.
MUSICA PER GU ORFANI BIELORUSSI — Domenica 16 settembre, dalle 20, al campo sportivo di
Bobbio Pellice, si terrà il concerto di beneficenza
per gli orfani della Bielorussia. Parteciperanno
corali, gruppi musicali, gruppi gospel e artisti,
tra cui Disco inferno. Sesto senso. Amici di Jo,
Prompicai, Color Bross Quintet, Banda musicale
di Lusema, Magnaut Big Band. Radio Veronica
One trasmetterà l’evento in diretta.
SI FESTEGGIA LA PATATA — La Pro Loco di Frali organizza domenica 16 settembre la «Festa della
patata». Esposizione di patate biologiche e dei
prodotti tipici della zona, mostre ed esposizioni
di antichi mestieri e artigianato e pranzo a base
di patate (prenotazioni entro sabato 15). Balli occitani con i «Sadral». Informazioni: 0121-807418.
IL CIO VISITA TORINO — «Il Tome ha sviluppato
un’eccellente organizzazione». Sono parole di
Jean-Claude Killy, presidente della Commissione
di coordinamento del Ciò, dopo la visita del 6 settembre scorso a Torino. Ma la notizia forse più significativa arrivata a inizio settimana è il probabile inserimento di Torre Pellice e del suo nuovo
Palaghiaccio fra le sedi di gara e non più solo di
allenamento. Potrebbe essere un’opportunità
unica, a patto che la struttura non assuma dimensioni tali da risultare ingestibile a giochi finiti. L’Ato 3, cioè l’ente che ha in carico la gestione
delle acque, sta lavorando su possibili progetti di
depurazione e di approvvigionamento idrico per
tutte le «valli olimpiche». Intanto mercoledì 12
una delegazione del Toroc e dell’Agenzia hanno
incontrato il ministro Fratini per esaminare modalità e tempi dei prossimi interventi.
PREOCCUPAZIONE PER LE CENTRALI — Due interrogazioni sono state presentate dal deputato
pinerolese Giorgio Merlo sui progetti di costruzione di due centrali per la produzione di energia elettrica a Frossasco e a Cumiana. La prima
utilizzerebbe, per produrre 11,5 megawatt di
energia elettrica, combustibili derivanti da rifiuti; la seconda dovrebbe funzionare a gas, potrebbe aumentare le temperature dell’area circostante, le piogge acide e incidere, a causa dei
forti prelievi idrici, sulle falde della zona.
VIABILITÀ: SOLUZIONI DIFFICILI — Venerdì 14
ben due incontri saranno dedicati alla viabilità
nelle zone olimpiche; in particolare in vai Pellice
verrà cercata un’ultima, forse impossibile, mediazione fra quanti propongono un nuovo tracciato per l’accesso a Bricherasio stante la difficoltà a intervenire sulla 161 nel tratto basso ormai compromesso da fabbriche e capannoni e
chi vorrebbe invece realizzare semplicemente alcune rotonde. Fin qui il Comune di Bricherasio
ha opposto vari dinieghi alla nuova strada; venerdì scorso, durante il Consiglio comunale, la
minoranza di Forza Italia ha attaccato la giunta
accusandola di opporsi allo sviluppo della valle.
A Torre Pellice è iniziato il nuovo anno scolastico
Il Collegio apre in musica
Il pinerolese Francesco Coudullo ha raccontato ai giovani
il fascino e le difficoltà della professione artistica
Serietà e cortesia dal 1934 ONORANZE FUNEBRI PONS A.
di BRUNO PONS e C.
via C. Alberto 52 Tel. 0121-81202
0121-803148
POMARETTO Celi. 348-8588727
Si alza in piedi e parla a
braccio, Francesco Caudullo, alias Madaski, relatore ufficiale per la prolusione di apertura dell’anno scolastico 20012002 del Collegio valdese
di Torre Pellice. Nell’aula
sinodale gremita, venerdì 7 settembre il fondatore con il compagno
Bunna (prima annunciato, poi assente) dei pinerolesi Africa Unite invita
a fare il giro largo, mette
l’accento sul percorso
del gruppo. «Ragazzi, la
strada è in salita, non si
vede mai la fine - dice
l’ex professore di musica
- l’importante, in ogni
cosa che fate, è continuare a essere coerenti
con voi stessi». «Mada» si
sofferma sul mondo della musica, realtà che
dall’ormai lontano 1981
gli Africa Unite hanno
imparato a conoscere e
sovente criticare dall’interno. Anche se il mercato vince (quasi) sempre.
«È un mondo difficile e
duro, soprattutto in Italia
siamo in una sorta di
Medioevo: tutto è controllato da un sistema di
network e media che
tende a impoverire il
messaggio musicale».
Caudullo punta il dito
contro il sistema scolastico e i suoi programmi:
«C’è una scarsissima attenzione all’educazione
musicale - spiega il tastierista - e gli insegnanti
sono lontani dal mondo
dei ragazzi: mancano le
capacità critiche e il panorama è popolato da fenomeni da baraccone».
Ma per Madaski è difficile parlare di musica: «La
musica la si fa o la si
ascolta - commenta Mada - perché “music is
music”, "la musica è mu
Marley». Proprio all’artista giamaicano gli Africa
Unite hanno dedicato un
Cd, che ricordano i 20
anni dalla morte del leader dei Wailers e i 20 di
carriera del gruppo.
Dopo un po’ di maretta
scatenata dall’assessore
alla cultura di Torre Pellice, Anna Bertolè, con le
accuse lanciate durante il
suo intervento alla maggioranza di governo (presente il senatore Lucio
Malan, che minaccia di
lasciare la festa), l’inaugurazione si chiude nel
giardino del Collegio, fra
bibite e pasticcini. Il
compleanno da festeggiare non è solo quello
degli Africa Unite. Nel
2001-2002 si festeggiano
anche i 170 anni di vita
del Collegio valdese, da
alcuni anni Liceo europeo e protagonista di una
vitalità sempre nuova e
rinnovata. Il presidente
del Comitato, Franco Calvetti, e il preside. Elio Canale, si alternano nella
descrizione dei risultati e
delle prospettive di una
istituzione aperta al territorio, ma con uno sguardo attento rivolto al di là
delle Alpi. Un obiettivo
raggiunto è la sistemazione dell’aula di scienze e
del laboratorio di fisica e
dell’edificio di via Pietro
Valdo. L’antica sala espositiva è stata compietamente rinnovata, aqche
grazie all’impegno di studenti e insegnanti, e l’adiacente laboratorio riordinato. Un altro obiettivo
era l’informatizzazione
dell’istituto: adesso ogni
aula dispone di un computer predisposto per la
navigazione in Internet. A
partire dai prossimi anni,
l’informatica sarà disciplina supplementare facoltativa e «si sta valutando la possibilità di aprire
un indirizzo informatico», sottolinea il preside,
un’opzione che andrebbe
ad affiancarsi all’indirizzo europeo (suddiviso in
giuridico e linguistico), al
classico e allo scientifico.
L'aula di scienze
Un concerto a Torre per ricordare l'8 settembre
«E sulla Terra faremo libertà»
STEFANO FRANZESE
Nelle ultime sere di
una calda estate ricca di appuntamenti e novità, si sente un lieve venticello che soffia sui nostri volti, un po’ raffredda, ma venerdì 7 settembre, a Torre Pellice, la
musica e le parole di Carlo Pestelli hanno tenuto
accesi corpo e anima per
seguire il recital «E sulla
Terra faremo libertà». Ho
conosciuto Carlo in una
intervista realizzata per
Radio Beckwith, sempre
attiva sul territorio locale,
e dalle prime parole ho
avuto la sensazione di comunicare con un’artista
dedito con attenzione alla musica e ai testi delle
canzoni; seguendo lo
spettacolo dal vivo ne ho
avuto la conferma. «E sulla terra faremo libertà» è
un recital proposto per la
terza volta, dopo le rappresentazioni a Biella e al
Salone della musica a Torino, ma a differenza delle precedenti edizioni
con altri artisti, a Torre
Pellice Carlo Pestelli si
presenta da solo.
Seguendo un percorso
filologico inerente i fatti
accaduti durante il periodo della resistenza al regime fascista, per ricordarne la fine l’8 settembre 1943, il cantautore
propone un repertorio di
brani «classici» cantati
dai partigiani durante la
seconda guerra mondiale, ma non vuole mettere
in musica solo la memoria di quei momenti. La
serata prosegue, senza
leggerezze, offrendo agli
spettatori squisiti momenti, con brani originali, caratterizzati da note
di ironia riferite ai soggetti protagonisti di alcune canzoni di Pestelli,
che fanno sorridere. Dopo una rievocazione di
Fabrizio De André con
l'interpretazione di un
suo brano, è una melodia
avvolgente quella che
continuo a sentire quando Carlo suona con grinta la chitarra, e ancor di
più mi rende immobile,
quando emerge la linea
riflessiva con riferimenti
testuali all’isolamento di
persone a cui non viene
data voce in capitolo nella società, come gli zingari, 0 i condannati ingiustamente a morte. Carlo
Pestelli nasce a Torino il
3 maggio 1973, dopo aver
suonato il pianoforte da
piccolo, decide di suonare la chitarra, partecipando attivamente alla vita
musicale della sua città e
non solo; infatti suona
specialmente in Liguria e
in altre zone d’Italia.
Collaborando con diversi artisti, tra cui Fausto Modei, Claudio Lolli,
Paolo Hendel, Cantovivo
e molti altri, nel corso
degli anni Carlo raccoglie
diversi consensi dal pubblico, rivelandosi oltre
che un buon musicista,
un simpatico compagno
sul palco. Nel 1993 e nel
1997 raccoglie i suoi brani in due registrazioni
dal titolo «Buon Umore»
e «Tarabas, ieri sera»,
mentre il suo primo disco sarà presentato al
Piccolo Regio di Torino
FU dicembre in compagnia di ospiti speciali, tra
cui amici e artisti. Un appuntamento frizzante a
cui non mancare.
Strutture ricettive alternai
Bed and Breakfast
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ON c’è (ancora) da
Un momento della prolusione
sica” come diceva Bob chimica all’ultimo piano
Piemonte rimane il fanalino di coda per il numero
di bed&breakfast attivi:
una soluzione ricettiva
che, benché non dappertutto, rappresenta un settore affermato e riconosciuto da anni come in
Trentino, in molte regioni
ha risolto il deficit di accoglienza delle strutture
alberghiere tradizionali.
Nel modesto panorama
della nostra regione non
fa eccezione la vai Pellice
dove, in seguito alla pubblicazione nella primavera scorsa della legge regionale n. 20, allo stato
attuale risultano essere
attivi sei bed&breakfast,
tre dei quah nel territorio
di Angrogna, due a Bricherasio e uno a Bibiana.
Case private, nelle quali i
proprietari scelgono di
mettere a disposizione,
secondo la norma regionale, «non più di tre camere con un massimo di
sei posti letti».
Un’attività che genera
reddito, beneficia di contributi per la ristrutturazione, non necessita di
autorizzazioni amministrative né iscrizioni nel
registro degli esercenti,
ma che non sembra aver
colto i favori della popolazione. «Manca la sensibilizzazione di Comunità
montana, Pro Loco e Comuni nel promuovere e
divulgare l’idea - sostiene Giovanni Battista Zunino, presidente dell’associazione per il bed&
breakast, «Amico B&B» eppure questa soluzione
risolverebbe alcune delle
carenze della ricettività
locale: i bed&breakfast
costituiscono una accoglienza capillare, senza
investimenti importanti
e soprattutto de
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Dal 1° settembre sono
cambiate le regole sull’
acquisto dei farmaci.
Quando fi-a i farmaci dati
gratuitamente dal Servizio sanitario ce ne sono
due che contengono lo
stesso principio attivo,
ma di prezzo diverso, il
servizio sanitario passa
interamente quelli meno
costosi, i cosiddetti farmaci generici, mentre se
d’ora in avanti il medico
di famiglia prescriverà un
farmaco più noto e costoso caricherà sul portafoglio del proprio assistito
una spesa aggiuntiva.
Un farmaco generico.
pur avendo gli stessif dgue.pei
cipi attivi e dunque* ledi. (Jn
efficacia identica a I] ¡io nello
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20% meno costoso.! i25persi
10 di Pinerolo si è att liso^a ai
presso i 120 medici® ®si), con
miglia e le 47 fai® Peinare i
del Pinerolese: og® Cffleravip
potrà pretendere eH He leggi
care che il proprio ® toi corpi
co prescriva farmaci Ielle lezii
nerici. I medici sono uso degli
bligati a informare 1 alla cc
gli assistiti che si P® janetari
tano agli ambulatoti* ione dir
icUlU agli . - - «n
solo Pinerolese SIC® »nl’orU
che l’Asl potrà risp^ pitiche 1
re quest'anno qua*"* fattore d
zo miliardo di lire* arco Sai
Domenica 9 settembre raduno delle penne nei
Gli alpini si ritrovano a Bo
Nel 2001 gli alpini parlano patuà (di
Bobbio). Dopo la grande esercitazione
di protezione civile che ha coinvolto
500 soci dell’Ana nel luglio scorso,
Bobbio Pellice torna protagonista con
la consegna del premio «Fedeltà alla
montagna 2001» a Franco Durand Cantón: alpino, montanaro e cittadino
bobbiese che si è particolarmente distinto per l’attenzione alla vita delle
sue montagne, agli alpeggi e alla salvaguardia dell’habitat naturale.
Piazza e strade limitrofe invase dalle
penne nere domenica 9 per la cerimonia di consegna del premio (15 milioni
di lire andati a Franco e famiglia) che,
dopo il momento ufficiale preceduto da
una funzione ecumenica, si ^
ta con il pranzo preparato dal e
la culi 11 piaiìLU - j - ^
Ana di Villar e Bobbio Pellice. , Vi
hanno partecipato circa 50^ ■
Alla festa erano presenti, oltre .
dente nazionale delFAna, Gius®P^jj
razzini (che incuriosito ha as .
hriis p eprnscì vari ranDreSCtlta ,, tre 1
brùs e serass), vari rappresi
istituzioni locali
fatti Aldo Charbonnier, sindac
bio, comune con un importati
Ana che conta un’ottantina di s
RADIO
BECKWITH EVANGt«-«
15
14 SETTEMBRE 2001
E Eco Delle va lo ìàldesi
PAG. 15 RIFORMA
rnatii,^ Al Centro culturale valdese
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laui Fausto Frangoli
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L'Associazione «Urania» di Luserna San Giovanni
e stelle e i loro gioiellini
nAL4al31 agosto al
la Si ,11 Centro culturale val1 nostio| tee di Torre Pellice, neltoredel ^jaia Paolo Paschetto,
dese.M, ,|h esposto le sue opere il
• stagioni littore Fausto Frangoli
° jallè. Qualche abitante
ohe si SII Iella vai Pellice ricorda
3re«coiii| ¡austo da bambino, cooed&brej je compagno di giochi.
> realmfc|Hpsp da parte di matre una site nipote di suor Leonie
ficit dellifciùisaStallè, diaconesse,
dO; [ediJean Stallè, anziano
ell’accojàJi chiesa per 42 anni a
in rete è foire Pellice, agapino al
no andan tempo del pastore Tullio
on laqia fmay, Frangoli ora vive e
«Perqiii avoia a Firenze; fin da
riteri ¿I ¡ambino ha iniziato a diZunino- legnare e più tardi a ditale, die ingere; ha partecipato a
resta p aostre personali e colletppo cari ivesia in Italia che aluovendoi l'estero. La sua è una pitpermol ura molto colorata, con
lativan.la Inee essenziali di espresne, coni jone figurativa e semiadei critei stratta; notevole la sua
fatemeli__
0, ufficii
;ionidi
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nell’oi
Ínteres
i bed&l
efonare
4 oppine Con il naso alle stelle,
a Cornili biche quest’anno arriva
Pellice, la proposta del corso di
_________ istronomia organizzato
lail’associazione astrofili
fnrrnj Pr®ia» di Luserna San
Biovanni. Si inizia lunedì
17 settembre, con una leeone sul tema «guida al
^conoscimento di costel, tenie pianeti» e si proJistessip 6gue,per altri nove ludunqiic edì. Un autentico viagnticaail io nello spazio per un
li alma® tappo non superiore alpersone (per questo
osieai teogna affrettarsi a iscr
tei non lo scopo di avf'' f®®re i partecipanti al!se: ogi Keravi^ie del cosmo e
~®,^®8gi dinamiche dei
roprio® BOI corpi. Gli argomenti
farmao ¡elle lezioni vanno dali“ strumenti otti
)rmarej talla conoscenza del
lesiptfffanetario, all’osserva«ne diretta del cielo,
1 orientamento e le
Wche osservative; didel corso sarà
te Sentori.
di astronoaffiancano all’affale nfif' Attività dell’Asastrofili «Urak te, nella sede della
produzione grafica. Sono
in calendario già per il
prossimo autunno esposizioni di alcune sue opere a Salisburgo, Padova,
Reggio Emilia, Tokio.
La tavolozza di Fausto
Frangoli è densa di intuizione, contenuti, messaggi. La sua preoccupazione didascalica è segnata da contorni chiarificatori e organizzata secondo tagli distinti che
aiutano il lettore nella
decodificazione della comunicazione. I colori
acrilici attirano l’attenzione di chi legge e ci
spingono a vedere la realtà con vivacità e «humor». Ognuno è chiamato a ricomporre le figure,
i particolari, le ispezioni,
secondo una suà visione, una sua filosofia. È
per questo che la pittura
di Fausto Frangoli può
dirsi «attiva». Rende,
cioè, il fruitore protagonista e narratore.
■ Vermenagna
Rescontre
occitan
Torna in vai Vermenagna l’annuale «Rescontre
occitan»; quest’anno la
manifestazione, giunta
alla dodicesima edizione,
si svolge dal 13 al 17 settembre a Robilante. La
festa, che vede insieme
occitani di qua e di là
delle Alpi, arriva in un
momento particolare:
dopo il riconoscimento
del Parlamento italiano
degli occitani come «minoranza linguistica storica», la quasi totalità dei
Comuni di lingua d’oc
delle province di Cuneo,
Torino e Imperia hanno
dichiarato, con apposite
delibere di Consiglio, di
appartenere all’area linguistica occitana. L’inizio
è affidato giovedì 13 ore
20,30, nel teatro, alla riproposizione della storia
di «Briga lo violane» a cura di Dario Anghilante e
la compagnia del Melarancio. Venerdì 14 al cinema Roby verrà proiettato il documentario dedicato alle feste delle valli
occitane. Sabato 15 alle
ore 15, sempre al cinema
Roby, convegno sui «percorsi della musica occitana» con la partecipazione
di vari musicisti, fra cui
Sergio Berardo e Silvio
Peron. Per la prima volta
si potrà assistere a un incontro di rugby fra una
squadra dell’ «Occitania
granda» e una delle valli
occitane. Sabato 15 alle
21, «Flama d’oc», fiaccolata per la vie del paese;
tutte le sere, dalle ore 22,
momenti musicali e balli.
bulatori;
ise si
à rispi
) quasi
ilire
Il planetario deH’osservatorio
scuola dei Gonin al Bric
del Colletto di Luserna
San Giovanni, dispone di
una sala per conferenze
capace di 40 posti, di un
museo, di apparecchiature scientifiche e didattiche, di un’ottima biblioteca con videoteca e di
due «gioiellini»; il planetario e il grande telescopio automatizzato con lo
specchio di 400 mm di
diametro. È in fase di
montaggio anche un’antenna parabolica di 4 metri per la ricerca di segnali
extraterrestri. Orgoglio
dell’associazione sono le
visite guidate di classi
scolastiche (e altri grup
pi) che comprendono una lezione introduttiva
sulla storia dell’astronomia, sulla fisica e sugli
strumenti astronomici a
cui segue l’osservazione
diretta e al planetario con
l’ausilio di diapositive.
La quota sociale è di lire 70.000 annue: consente di partecipare alle attività dell’associazione e di
ricevere tutte le pubblicazioni a disposizione
dei soci. La quota di iscrizione al corso di astronomia è di lire 150.000. Sono gradite preiscrizioni
presso il presidente, dr.
Giovanni Peyrot, allo
0121-90787.
Una mostra nell'atrio del municipio di Torre Pellice
^ valli valdesi in immagini
si ile« ^ mostra quella allestita in
atrio del municipio
6 Pellice, spesso adibito a spa
amf£i°tezione di attività artistiche.
Integri realizzata dal Centro cul
j cnd iillahn ^ tese di Torre Pellice con la
Jisoci. ^ ^orazione di diversi enti e perso
Itarg iP roto-poster in grado di illutevi Qii teenda valdese «in pillole»
hhimj efficaci, ovvero capaci di
care l’essenziale al visitatore
propinare testi troppo lunghi ed
■ Pinerolo
Festa dei
giovani
Cambio di sede (dall’expo Fenulli al palazzetto dello sport) e versione
ridotta per la Festa dei
giovani 2001 di Pinerolo,
organizzata anche quest’anno dalla diocesi, con
Regione, Provincia e patrocinio del Comune. Si
inizia mercoledì 19 alle
18 con l’apertura della festa. Alle 21 appuntamento con «I Cavalieri del
tornio»; spettacolo di cabaret con la partecipazione dei comici Riondino e
Vergassola. Giovedì 20
settembre alle 18, nell’area spettacoli. Franco
Gesualdi, del Centro nuovo modello di sviluppo,
parlerà su: «La vita quotidiana luogo privilegiato
per l’esercizio della libertà e del consumo critico e solidale». 7\Ile 21 andrà in scena «Viaggiando
l’Africa. Un cammino incontro all’uomo»: recitalspettacolo a cura della 3®
B della media Brignone.
Venerdì 21 giornata a
tema su «Giovani e adulti:
che cosa, come e quando
comunicano?». In mattinata spazio al lavoro nelle
scuole di Pinerolo; in serata, alle 21, interverranno Claudio Poti, psicoterapeuta, Andrea Cammarata, avvocato. Chiara
Zamboni, della comunità
di Diotima, Omar Pedrini
dei Timoria. La festa si
conclude sabato 22: alle
17 nel campo Martin, ci
sarà l’incontro di calcio
50 contro 50, alle 19 la
grigliata e alle 21 il concerto finale.
APPUNTAMENTI
13 settembre, giovedì
PINEROLO: In piazza San Donato, alle 21, Assemblea Teatro propone «Fuochi».
14 settembre, venerdì
PRAGELATO: Nella frazione Saucheres Hautes, fiera zootecnica, con la maratona dei gofri.
PEROSA ARGENTINA: Al parco Gay, alle 21, la compagnia teatrale «Fabula Rasa» propone «Cibi gridati».
PANCALIERI: Fino al 19 settembre «Viverbe», XXI
edizione, apertura alle 21 di venerdì 14.
15 settembre, sabato
CUMIANA: Fino a domenica 16 «Cumiana a dintorni», raduno di auto d’epoca. Partenza da Cuneo alle 8,
arrivo a Barge alle 18; domenica sosta a Piscina, alle
10, arrivo a Cumiana alle 10.
FENESTRELLE: Al forte San Carlo, alle 18,30, Gisella Bein legge «Afrodita», di Isabel Allende, segue merenda sinoira.
PINEROLO: Dalle 10 alle 12, per il centro storico,
sfilata della Banda della Lippa, con i trampolieri.
USSEAUX: Alle 16, all’antico mulino. Assemblea
Teatro presenta «Frullallero».
FENESTRELLE: Alle 21, all’interno della fortezza, la
compagnia «Teatro delle forme», presenta «O cotta o
cruda... il fuoco l’ha veduta».
16 settembre, domenica
SAN SECONDO: Alle 15,30, al circolo ricreativo,
concorso nazionale di poesia «Premio Airali 2001», XI
edizione.
PRAGELATO: Nel centro storico, alle 16,30, la compagnia «Il sole zingaro» presenta «Profilo di una banda di briganti armati».
FRALI: A Ghigo «Fiera della patata»; esposizione e
vendita di patate biologiche e prodotti tipici locali.
INVERSO PINASCA: Alle 12,30, al ristorante «Povr’
om» «Teatro da mangiare», a cura delle compagnia
«Teatro delle Ariette», posti limitati a 20, prenotazioni
obbligatorie tei. 011-3042808, costo lire 30.000.
PEROSA ARGENTINA: 70“ anniversario della sezione degli alpini, concerto e sfilata.
VTI.T.AR PEROSA: 2“ trofeo Comunità montana valli
Chisone e Germanasca, trofeo memorial «Dario Storero», gara competitiva di corsa su strada sulla distanza
di 9,5 chilometri circa; per iscrizioni tei. 0121-313222.
■■■i NELLE CHIESE VALDESI hHH
PRAROSTINO — Domenica 16 settembre, alle 10,
culto a San Bartolomeo; alle 17, riunione estiva al
Roc e cena comunitaria.
VILLASECCA — Domenica 16 settembre, alle 9, culto
a Combagarino.
Dal 20 settembre un'équipe alle Valli per due mesi
Incontrarsi con la Cevaa
elaborati. Eppure c’è tutto, dalla geografia dei luoghi «valli valdesi», alla natura: la storia dei luoghi inserita in un
contesto europeo. Uno sguardo anche
all’oggi, alle aspirazioni del mondo
valdese, alla situazione del mondo del
lavoro agricolo e all’impegno, qui assai
ricco, sia nel campo sociale che culturale. Belle le foto, piacevole e pratico
l’agile volumetto che riprende foto e
testi della mostra in 12 pagine realizzate da Hapax editore.
Stanno per giungere a
Torre Pellice i membri
dell’équipe Cevaa che visiterà le chiese del I distretto delle chiese valdesi tra il 20 settembre e il
20 novembre. Dopo due
anni di lavoro preparatorio siamo dunque alla vigilia della visita che la
Conferenza distrettuale
ha voluto, impegnando
risorse umane e finanziarie, con l’obiettivo di discutere e far discutere
nelle comunità uno degli
aspetti in qualche modo
più problematici che tutta la società sta affrontando in questi anni, quello
dell’incontro tra culture
diverse, trà persone provenienti da paesi del
Nord e del Sud del mondo, chiamati a convivere
e, nel nostro caso, ad essere «chiesa insieme».
I membri dell’équipe
saranno di per se stessi
messaggeri di un modo
di vivere l’interculturalità: abiteranno insieme a
Torre Pellice e, insieme,
proporranno alle chiese
una riflessione a partire
dalla parola dell’apostolo
Paolo: «Non c’è qui né
giudeo né greco; non c’è
né schiavo né libero: non
c’è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù»
(Calati 3, 28).
Le chiese della Cevaa
(Comunità di chiese in
missione) che si trovano
in Togo, nella Polinesia
francese, nell’Isola Maurizio e nell’Uruguay (la
Chiesa valdese del Rio de
la Piata) hanno scelto il
loro inviato o la loro inviata, che dopo un primo
periodo di vita in comune in cui impareranno a
conoscersi e a convivere
e si formeranno in vista
del nutrito programma
che li aspetta.
Praticamente tutte le
chiese delle valli avranno
l’occasione di un incontro (un culto, un’assemblea, una riunione serale) nel quale i quattro
fratelli e sorelle non parleranno soltanto delle
chiese o dei paesi da cui
provengono, rna soprattutto racconteranno il loro modo di vivere l’interculturalità, partendo dalla loro esperienza di credenti. In un’ottica di
condivisione l’auspicio è
che le comunità siano arricchite, come saranno
certamente arricchiti i
partecipanti e potranno
portare nelle loro chiese
un messaggio di fraternità dalle valli valdesi.
Particolarmente impegnativi saranno gli in
contri con i giovani delle
valli (a fine ottobre ad
Agape) e con le donne
delle Unioni femminili
(tre incontri circuitali e
seminario biblico all’inizio di novembre). Certamente sarà un momento
molto significativo soprattutto il culto di accoglienza e di invio che, per
decisione della Conferenza distrettuale, vedrà
riunirsi nel tempio valdese di Pinerolo alle ore 17
(orario posticipato rispetto a quanto annunciato in un primo momento) i membri delle
chiese del I distretto, per
una volta massicciamente unite per inaugurare
l’iniziativa. Il culto sarà
curato dall’équipe stessa,
mentre la predicazione
sarà data dal pastore
Charles Klagba, segretario esecutivo della Cevaa.
SERVIZI
GUARDIA MEDICA
notturna, prefestiva, festiva:
telefono 800-233111
GUARDIA FARMACEUTICA
(turni festivi con orario 8-22)
DOMENICA 16 SETTEMBRE
Luserna San Giovanni:
Farmacia Gribaudo - via Roma 19 (Airali), tei. 909031
San Germano Chisone.
Farmacia Tron, tei. 58771
Pinerolo: Balchet - p.za San
Donato 46, tei. 322723
SERVIZIO INFERMIERISTICO
presso I distretti
SERVIZIO ELIAMBULANZA
telefono 118
CINEMA
TORRE PELLICE — Il
Cinema Trento propone
venerdì 14, ore 21,15, Lista d’attesa; sabato 15,
ore 20,10 e 22,10, domenica 16, ore 16, 18, 20,10
e 22,20, e lunedì 17, ore
21,15, Final fantasy.
PINEROLO — La multisala Italia ha in programma, alla sala «2cento», Jurassik pare 3; feriali 19,50 e 22,20, sabato
19,50 e 22,30, domenica
14,50, 17,20, 19,50 e
22,20. Alla sala «5cento»
va in visione II pianeta
delle scimmie: feriali 20
e 22,20, sabato 20 e
22,30, domenica 15,15,
17,40, 20, 22,20.
SOSALCÒUSMm
Poliambulatorio
Villar Perosa: tei. 51045 '
Ospedale Pomaretto
Tel; 82352-249
'Sii 6ngta^ PefSore peF
a Pinerolese
Quale futuro
per l'hockey?
A poche settimane dal
via dei campionati giovanili e femminili e delle
serie inferiori, le prospettive dell’hockey pinerolese sono assai nebulose.
Gli impianti: quello di
Torre potrebbe funzionare altri 3 anni senza il
tetto. A Pinerolo lo stadio
dovrebbe aprire a inizio
ottobre. Società: ci sarà
un futuro del Valpellice o
la All star Piemonte gestirà tutto il settore
hockey del Piemonte?
Una squadra senior si
iscriverà alla B o alla C
con sede principale Pinerolo? Dovrà dare una risposta, dopo l’assemblea
pubblica di domenica
scorsa, una seconda convocazione di domenica
16, alle 21, al Palaghiaccio di Torre Pellice.
Carità - Umiltà - Speranza
L'opera delle diaconesse valdesi 1901-2001
Nel centenario della Casa delle diaconesse, abbiamo voluto richiamare la memoria della sua fondazione e seguirne gli sviluppi
successivi sottolineando la continuità dell’opera diaconale della
nostra chiesa dai suoi inizi fino alle odierne vicende che, negli Anni 60-80, ne hanno modificato l’impostazione e giungendo ai giorni nostri in cui appaiono, ancora di piena attualità, temi quali l’interrelazione tra teologia e diaconia, le nuove forme di diaconato
nella nostra chiesa, l’«evangelicità» delle opere e infine la responsabilità delle nostre comunità chiamate a non delegare ad altri,
ma ad essere protagoniste della vocazione di servizio nel mondo.
Il volume redatto dal past. Alberto Taccia con due introduzioni bibliche e storiche delle pastore Giovanna Pons e Letizia Tomassone, può essere richiesto direttamente alla Casa delle diaconesse
(viale Gilly 7, Torre Pellice) o acquistato presso la nostre librerie.
Invitiamo i responsabili dei banchi libri delle comunità a richiedere le loro copie alla Casa delle diaconesse.
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PAG. 16 RIFORMA
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