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Anno 1^0 - n. io
4 maggio 1990
L. 1.000
Sped. abbonamento postale
Gruppo II A/70
In caso di mancato recapito rispedire
a : casella postale - 10066 Torre Pellice
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
COMUNICAZIONE
A UN ANNO DALLA TRAGEDIA DI TIEN AN-MEN
La TV e il dialogo La Cina è nella Nato?
Si preannuncia come la trasmissione-limite, come un «pimto di non ritorno ». « La voce della coscienza », programma ideato
per un circuito televisivo di portata nazionale ha iniziato a far
parlare di sé, e ancor più lo farà nelle prossime settimane.
Il conten-uto è presto detto: si
tratta di delazione. Già, perché
gli spettatori possono inviare all’emittente materiale di varia natura (lettere, segnalazioni, ma
anche — perché no? — fotografie e altro) per mettere al corrente ritalia del teleschermo su
illeciti, scappatelle, evasioni fiscali, adulteri commessi da persone più o meno conosciute..
Solo pochi mesi fa parlare di
questa pratica deleteria ci avrehhe latto pensare ai metodi di
controllo capillare che la Securitate romena organizzava a fini
repressivi. Escludendo ovviamente questi scopi, « La voce
della coscienza» ne assume altri, quelli dello spettacolo, della cattura di una buona letta di
pubblico.
A questo punto era ovvio che
molti si scandalizzassero, la delazione essendo pratica di dubbio gusto nel migliore dei casi;
d’altra parte non è dato sapere
oggi la collocazione oraria della trasmissione, né la capacità
che avrà di sedurre il telespettatore. E tuttavia...
Tuttavia deve far riflettere il
fatto stesso che un programma
del genere sia stato ideato. Deve
far riflettere perché ci saranno
delle buone ragioni se i responsabili delle reti televisive inventano formule che sempre più
coinvolgono in prima persona la
gente. Quiz, telefonate in diretta, giochi: tutto questo sembra
aver fatto il suo tempo, sembra
roba da principianti. Ora l’evoluzione prevede la risoluzione di
enigmi («Chi l’ha visto?») in
diretta, dalla propria poltrona.
Che cosa significa? Che cosa significavano i colloqui con il pub
blico esplosi in grande stile con
« Portobello »?
Significavano, certamente, una
uscita allo scoperto del mezzo
televisivo, un’apertura dello studio alle storie individuali della
gente comune. Significava allargare, e di molto, il campionario
delle vicende umane e dei «tipi », dei caratteri: non più divi,
politici e calciatori, ma persone
che si incontrerebbero per la
strada.
Il problema è forse proprio
questo: che quotidianamente questi incontri per la strada avvengono, ma nessuno se ne cura
più di tanto. Che i nostri ritmi
di vita, benché sempre più compressi, rigidi e implacabili, non
ci consentono di parlare con
persone al di fuori della nostra
sfera di interesse. Da qui molte
conseguenze che pesano, per
dirne una, nella vita politica,
dove sembra che i dibattiti fra
schieramenti diversi siano « astratti » dalla vita reale.
Ma, insomma, è possibile che
per dialogare ci sia bisogno di
un tramite tecnico e pur sempre predeterminato da un’orga
nizzazione? Altro caso: fu un
ufficiale, due anni fa circa, a tirar fuori la storia della « cen
sura » che sarebbe intervenuta
su alcuni rilevamenti radar la
sera della tragedia di Ustica.
Lo fece Intervenendo telefonicamente ad una trasmissione.
Non poteva rivolgersi alla magistratura? Ricerca deU’effetto,
della notorietà? Paura di mettersi in mostra di persona? Forse
è un po’ tutto l’insieme di queste componenti a giocare, ma
varrebbe la pena di rifletterci.
La difficoltà di comunicare è
sempre stata oggetto di arte, di
letteratura, di filosofla. Negli anni ’60 i film di Antonioni e Bergman esprimevano questo disagio, questo dramma. Il problema di oggi è curiosamente che
tutto ciò... non costituisce problema, tanto ci sono i metodi
per aggirare l’ostacolo. Non vi
piace lo stile di vita del vicino
di casa? Si può sempre portare U
« caso » in televisione ma, per
carità, guardiamoci bene dal
parlarne con l’interessato, e non
discutiamone insieme.
Alberto Corsani
L’inquietante alleanza strategico-militare con gli Stati Uniti - La
cooperazione nucleare - Questione cinese e trattative per il disarmo
Nella crisi del comunismo reale, la Cina è il solo paese che
è riuscito a mantenere — almeno in gran parte — la propria
« ortodossia » anche se ha aperto la sua economia ai meccanismi di mercato. Da un po' di
tempo a questa parte i mass media parlano poco della Cina; si
può dire che le ultime e più diffuse notizie risalgano ai moti ed
alla crudele repressione di piazza Tien an-Men della scorsa estate. Da parte loro, i paesi industrializzati hanno già da tempo
ripreso i contatti ed i ...contratti.
Primi fra tutti gli Stati Uniti
che, malgrado il Congresso abbia votato un simbolico embargo di sei mesi — dal giugno al
dicembre 1989 — già nel mese
di luglio inviavano loro altissimi
funzionari specialmente per
quanto concerneva relazioni e
Militari in un recente film di produzione cinese.
Il TIMOTEO 3: 14-17; 4: 1-5
Miracolati ?
Questi anni sono caratterizzati anche dal proliferare delle religioni. Non siamo certamente noi
a tentare di opporci a questo fenomeno con una
qualche forma di intolleranza. Ci preoccupa tuttavia un pericolo che non risparmia le nostre chiese evangeliche, e cioè la tentazione di stemperare
l'Evangelo di Gesù Cristo in questo mare di proposte religiose, nel quale diventa un valore insieme a tanti altri.
Qualcuno pensa: « Non vale più la pena, come
ha fatto la Riforma nel 1500, di insistere sulla centralità della Bibbia per la fede cristiana; tutto
sommato, la Parola di Dio ci può pervenire da
tante altre fonti; in fondo Dio è uno solo ».
In un periodo in cui numerose religioni e filosofìe esercitano una forte influenza sulla comunità cristiana, l’apostolo Paolo scrive una lettera
al giovane collega Timoteo, ponendolo di fronte
ad una precisa necessità: « In quanto a te, tu
persevera », « predica la Parola ».
Se la comunità non persevera nella predicazione della Parola, l’interesse della gente finirà
per rivolgersi a quelle che l’apostolo definisce ’’favole”: « Distoglieranno le orecchie dalla verità
e .si volgeranno alle favole ». Con le favole si fanno addormentare i bambini, e li facciamo così
entrare in un mondo fantastico. Persino Gesù Cristo può essere trasformato in una favola fantastica. E’ vero che la fede in Gesù Cristo sta perdendo sempre più di intensità, fin quasi a scomparire nel vasto orizzonte religioso del nostro popolo.
« In quanto a tc, tu persevera », « predica la
Parola ». Ma siamo realisti! Che cosa è in fondo
questa Bibbia che noi evangelici riteniamo essere
così centrale? E’ in fondo un libro scritto tanto
tempo fa da persone piene di difetti, con le loro
categorie culturali in mente, con i loro problemi,
come noi. Questo libro non ci convince a buttarci nell’avvcìitura della predicazione.
Ma crediamo che Dio, per farci capire che è
il Signore, per farci conoscere la sua opera di
redenzione, usa proprio questi strumenti. (Quando,
leggendo la Bibbia o ascoltando la predicazione,
ci convinciamo che Dio è un Dio vivo, all’opera
oggi, che l’esperienza di fede dei nostri genitori
è anche la nostra, vuol dire che Dio ci ha incontrati servendosi proprio di quegli strumenti umani a nostra portata. La Bibbia, la predicazione,
strumenti umani che tali restano, ma di cui Dio
si serve per parlarci di ciò che egli fa per noi.
Chi dice Bibbia, chi dice predicazione, chi dice chiesa, chi dice Gesù Cristo dice discutibilità e
rischio nostro, ma anche di Dio. Dio corre questo
rischio per amore; noi corriamo questo rischio
nella fede e nella speranza che Dio ci incontri e
ci faccia conoscere i suoi progetti per noi.
Certo, in un mondo in cui tutti, religiosi comvresi, pensano di avere in tasca la verità e la ricetta del successo, è difficile avere ancora fiducia
nella Parola di Dio, nel modo di comunicare di
Dio. La Parola di Dio non fa registrare un alto
indice di ascolto.
Ma noi evangelici riteniamo di non avere altro
riferimento che questa Parola: nella misura in
cui la crediamo e la viviamo, raccogliamo attorno ad essa altri due o tre testimoni, che si aggiungono alla lunga catena di testimoni. E’ questo ciò
che conta, se volete: la nostra è la scelta di stare
sulle sabbie mobili, dove Dio ci parla quando e come vuole, anziché su un terreno fermo e sicuro.
Molto meglio sulle sabbie mobili dove Dio ci
parla che sul terreno fermo dove lo facciamo parlare noi e gli facciamo dire quello che noi vogliamo, come noi vogliamo.
Nella predicazione di quella Parola di Dio, non
possiamo parlare di successo nell’accezione comune del termine. Non avremo certo la garanzia di
avere l’ade.sione plaudente delle masse. Se di successo possiamo parlare, lo facciamo nell'unico
modo confacente alla nostra fede: l’essere strumenti di testimonianza dell’Evangelo, nonostante i nostri limiti e le nostre infedeltà.
Se è vero quello che abbiamo scoperto a proposito della Bibbia, allora questo libro non è solo
un libro. Così la nostra predicazione non è soltanto un seminare parole al vento, le nostre chiese
non sono soltanto « cose deboli », ma hanno un valore per Dio in quanto destinatarie di una vocazione straordinaria.
Tutto questo fa parte di una promessa che, fra
l’altro, ci dice che non ha senso sentirci avviliti,
o sconfitti, o rassegnati, neppure quando i nostri
calcoli non tornano, quando i nostri sforzi non
sono coronati dal successo, o quando le nostre
aspettative vanno deluse.
Qgni volta possiamo ricominciare con coraggio
e con fiducia a percorrere il cammino della testimonianza. La nostra comune vocazione che abbiamo ricevuto da Dio è il vero miracolo che ci è
successo e che ci fa ripetere con gioia insieme a
Paolo: « Guai a me se non evangelizzo! ».
Valdo Benecchi
forniture militari.
Allo scadere dei sei mesi una
missione ufficiale americana si
è recata in Cina normalizzando
« de facto » i rapporti a carattere strategico-militare, traducendoli in una vera e propria alleanza, che peraltro ebbe già le
sue origini sin dal 1979, in oc
casione della visita in Cina del
presidente Carter.
In altre parole — secondo un
servizio apparso su « Le Monde
Diplomatique » dello scorso mese di aprile (che a sua volta riprende la denuncia dell'ex segretario di Stato Alexander Haig)
— la Cina « è diventata un membro ufficioso della Nato ». Ma il
fatto estremamente grave di questa situazione — sottolinea il
mensile — è che né le 1.300 testate nucleari, né il potente armamento convenzionale non sono mai stati presi in considerazione nelle analisi dei rapporti
fra le forze della Nato e del Patto di Varsavia. Eppure, dal punto di vista nucleare, la Cina possiede missili sia intercontinentali (che possono raggiungere qualsiasi città sovietica) sia di portata intermedia e media. Inoltre,
la sua capacità produttiva di materiale radioattivo viene stimata
in 1,2 tonnellate annue, sufficienti ad installare altre 75 testate
nucleari.
Ufficialmente la Cina non fa
però parte di nessuna alleanza
e ne deriva che i suoi mezzi militari — quasi totalmente rivolti contro l’Unione Sovietica —
sono molto importanti per Washington. Si tratta di una vera
e propria stortura nel campo dei
rapporti internazionali, che contrasta nei fatti quella politica di
distensione e di disarmo che,
seppur avviata con segnali ed
iniziative incoraggianti, non solo
sembra segnare il passo ma rischia per lo meno di allargare
la possibilità di conflitti regionali.
In questa situazione non si
può dimenticare raggravante della cooperazione nucleare cinoamcricana firmata sin dal 1984
(ufficialmente « a scopi pacifici »,
ma sappiamo quanto labile sia
il confine fra nucleare civile e
Roberto Peyrot
(continua a pag. 8)
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commenti e dibattiti
4 maggio 1990
IL DIBATTITO SULL’OTTO PER MILLE
Il popolo disinformato
Sto seguendo dall’inizio dell'anno il dibattito sull’8 per mille.
Penso che le opinioni e gli argomenti di chi consiglia o sceglie di
lasciare l’8 per mille allo Stato
siano i più validi. Non ho però
ancora letto una analisi più profonda sulla origine di questa scelta che lo Stato dà ai cittadini.
A me sembra che all’origine di
tutto sia la necessità della Chiesa
cattolica di non poter rinuncicme
al finanziamento dello Stato. Con
il nuovo Concordato il finanziamento dello Stato alla Chiesa cattolica cambia semplicemente nome.
Cioè il meccanismo ha origine
dal Concordato e quindi ci si può
ragionare sopra quanto si vuole,
il risultato sarà sempre lo stesso;
finanziare la Chiesa cattolica.
Infatti questa decisione di accettare o meno l’opzione dell’8
per mille per noi è difficile e fon
te di accesa discussione, mentre
da parte dei cattolici non crea
assolutamente problemi. « Passa » cioè, « tutto »; con grande
adesione di popolo e nessuna argomentazione etica, come del resto succede anche per quello che
chiamiamo IRC e cioè l’insegnamento della religione cattolica
nella scuola pubblica.
Problemi grossi di etica ma anche coinvolgenti la legge fondamentale dello Stato, cioè la Costituzione della Repubblica italiana.
Ma tutto passa sopra la testa
del « popolo disinformato » per
consolidare ulteriormente l’asse
d’acciaio del potere in Italia: Democrazia cristiana/Vaticano.
Da parte nostra dovremmo pretendere che lo Stato amministri
bene il pubblico denaro.
I valdesi invece aderiscano seriamente alla proposta di contribuzione del 3% del reddito netto
individuale che ci permetterebbe
da solo di superare i problemi
amministrativi.
Si potrebbe sempre discutere
sul fatto che il 3% di contributo
alla Chiesa sia detassato, cioè
farlo rientrare in quelle donazioni che lo Stato non grava di tasse.
Basterebbe in quel caso iscrivere la Tavola valdese tra quegli
enti che accettano le donazioni
detassate (attualmente ¿.(XXl.OOO
annui, massimo). Secondo me, superando il Concordato, quella delle donazioni detassate potrebbe
essere l’unica voce del modulo
delle tasse che potrebbe restare
valida per tutti.
In ogni caso come prote.stanti,
ma soprattutto come cittadini, il
nostro sforzo dovrebbe essere
quello di creare un grande e forte movimento anticoncordatario.
Mario Tommasi
L’HA INDICATO
IL SINODO
In riferimento alla lettera di’ Ettore
Ghigo di Viilar Perosa. pubblicata sull’Eco-Luce del 20.4, vorrei osservare che
illustrando il sistema dell'8 per mille
a gruppi di tedeschi in visita in Italia,
non ho mai difficoltà a mostrare come
il nostro sistema non sia identificabile con la loro « irrvposta ecclesiastica
In Germania il contribuente dà alla
sua chiesa, per il tramite dello stato,
una percentuale del proprio reddito;
qui il contribuente partecipa alla destinazione di una percentuale del gettito globale dell'IRPEF senza alcun rapporto con il proprio reddito. Là si tratta di una percentuale aggiuntiva rispetto
alle imposte dovute allo stato; qui si
tratta di una parte delle imposte percepite dallo stato. Di conseguenza qui
nessuno può non contribuire alla destinazione dell'8 per mille, mentre in
Germania !'■ imposta ecclesiastica »
costituisce un esborso facoltativo. In
base a queste differenze appare chiaro
che I’« imposta ecclesiastica » di tipo
tedesco è fatta di soldi dei membri di
chiesa, mentre l'8 per mille italiano
è fatto di soldi dello stato. Dire che
rifiutiamo i soldi dello stato italiano
mentre accettiamo incoerentemente i
soldi degli stati esteri è quindi affermazione errata, che si basa probabilmente su mancanza di informazione.
Così come sembra fare difetto una
chiara conoscenza delle responsabilità
della Tavola nell'ordinamento valdese.
La linea che stiamo seguendo — nel
caso dell'8 per mille come in quello
delle leggi regionali che stabiliscono
contributi per gli edifici di culto — è
quella che ha stabilito il Sinodo e
non quella di qualche « organo dirigente », che da noi non esiste. Se la
Tavola interpreta rettamente o meno
i mandati sinodali, se li osserva e li
fa osservare, è quanto, sulla base del
lavoro della Commissione d'Esame, decide ogni anno il Sinodo. Lo farà senza dubbio anche quest'anno.
Franco Gìampiccoli, moderatore
AL PASTORE
DI MARSALA
Cara Laura,
come ringraziarti per l'opportunità di
partecipare al culto del 18 febbraio a
Trapani?
Per me, cattolico in autoisolamento
per l'enorme delusione provocata da
una chiesa romana che ha chiuso
tutti gli spiragli aperti dal Concilio di
trent'annl fa e che diviene sempre più
trionfalista e banalmente populista, per
me è stato un rivivere la densità della
preghiera comune che avevo vissuto
fra i mìei fratelli di fede di Brescia,
presso le comunità di base allora vivaci di difficoltà.
Mio figlio Fabio ha chiesto e ha ricevuto il battesimo. A 28 anni, questa
scelta così piena e semplice. Accan
to a me, sull'altro lato della piccola
chiesa, parecchi giovariii partecipavano
al culto. Ho conservato il foglietto fotocopiato con il testo del canto « il
giuramento di Sibaud ». Ma perché
non lo riscrivete in lingua di oggi,
chiara, scorrevole? Così intenso ciò
che ricorda e così ansimante e zoppo
10 scorrere delle parole. Ma cantavano tutti, artche quei due o tre che stonavano con gran piacere.
Credo che se dentro la chiesa cattolica si riuscisse a mettere da parte
l’immagine mitologica di questo Padreterno che scruta accigliato dall'alto
delle nubi pronto a fregare (scusami
11 termine, non ho voglia di cercarne
altri) le anime di quelli che non lo
hanno ricevuto, il battesimo adulto, il
battesimo-scelta sarebbe l'approdo normale. Questa tua piccola comunità viveva l’enorme ricchezza della scelta,
così rara oggi in tutte le dimensioni
in cui viviamo, in cui si passa continuamente o si rischia di passare continuamente dal non scegliere all'essere
« scelti » dagli altri.
Questo sentivo mentre si svolgeva la
libera partecipazione alla S. Cena e vi
vivevo come un piccolo popolo libero,
o che almeno cerca davvero la libertà. E tu smitizzavi i facili entusiasmi
ricordando, accanto alle parole di Paolo; « Voi, fratelli, siete stati chiamati
alla libertà », che essere liberi comporta fatica, sofferenza, impegno. Per
noi qui in Sicilia, dove il percorso
della libertà (parlo della libertà laica,
politica, legata alla dignità del cittadino) è tutto da costruire, dove c'è la
prova provata che il sistema 3i voto
occidentale, su varie liste, può essere
altrettanto privo di libertà che quello
dei paesi a partito unico (o forse ancor meno libero perché più mistificatorio) questo grumo di cristiani è un
seme che amo.
Grazie.
Giovanni Lombardo, Marsala
AVVALERSI DI
NUOVI STRUMENTI
Ringrazio Italo Artus-Martinelli per
l'attenzions prestata al mio articolo
sull'intercultura e per il gentile apprezzamento. La sua precisazione su
Mercatore è senz'altro puntuale e gli
rende giustizia, anche se nulla toglie
(anzi conferma) ai limiti e alle deformazioni della vecchia cartografia, per
quanto possa essere stata utile. L'illustraziòne riportata nell'articolo, quantunque poco leggibile, dimostra meglio
di ogni altro discorso i rischi connessi ad un insegnamento che non si avvalga di nuovi strumenti, e non per
moda o per autodenigrazione ma per
desiderio di scientificità. Se qualcuno
visita le scuole statunitensi avrà modo
di vedere appese alle pareti le carte
di Peters, entrate ormai nell'uso comune. Una lettura di Peters, peraltro
piacevole, può chiarire meglio le tesi
i)a me riportate molto succintamente
a mo’ di esempio dì procedura che può
facilitare la comprensione degli altri
in un corretto rapporto anche di dimensione territoriale, così come l'occhio
può percepire osservando una carta,
Roberto Eynard, Torre Pellice
RICONCILIAZIONE
ED AMORE
DEDICATO A VILLA OLANDA: per
quello che fece in passato, per quello che sta facendo attualmente e per
quello che potrebbe fare in futuro,
se così piacerà al Signore. Se tale
sarà la sua volontà, che il suo Spirito ìlhimini i reticenti ed i dubbiosi e che
dia a coloro che si adoperano che quest'opera (che è surroga e stimolo
nel modo più assoluto) continui la sua
missione diaconale, non con fantasie
lussuose ma con quella funzionalità
indispensabile che ci può suggerire
solo Colui che nacque in una mangiatoia. Tutti coloro che amano Villa
Qlanda agiscano con quella fede che
può smuovere le montagne.
Riecheggiando testimonianze di ospiti potremmo attualizzare così Matteo
25; 35-36:
— Fui profugo e mi accoglieste fino
alla mia morte, non vissi abbastanza
per poter avere la possibilità di rivedere la mia patria, ma il vostro amore, la
vostra comprensione-^-per le mìe tradizioni mi aiutarono a vincere la nostalgia.
— Fui ospite, con un prezzo a me
accessibile, con la speranza di rimanervi
per sempre, con la consolazione della
libertà di poter usufruire di una cameretta riservata solo a me, che ero timoroso di finire in un ospiziolager.
— Ero solo e trovai una comunità
che ebbe una amorevole e sollecita
cura di me.
— Fui sfrattato e trovai una meravigliosa ospitalità (numerosi sfrattati anziani sì sono suicidati perché non sapevano dove andare).
Saluto fraternamente in Cristo anche coloro che hanno idee diverse dalla mia; riconciliazione ed amore siano
sempre presenti in tutte le nostre
Chiese.
Anna Maria Pasqualini, Genova
per la stampa dì
libri, giornali, riviste,
locandine e manifesti,
lavori commerciali
in genere
Coop.TIPOGRAFICA
SUBALPINA
Via Arnaud, 23 - S 91334
10066 TORRE PELLICE (To)
3-10-17 ^maggio — TORINO: Alle ore 21 presso il Cinema Faro, con
ingresso gratuito, si svolgerà una serie
di proiezioni in lìngua originale di film
spagnoli. Informazioni presso l'Arcsal,
via Po 19, tei. 011/541672.
Mercoledì 9 maggio — TORINO:
Presso il circolo ARCI « Garibaldi » in
via Pietro Giuria 56, alle ore 21 si
tiene il primo dibattito del ciclo « Don»
ne e potere», organizzato dall'Associazione Livia Liverani Donini. Il tema
è « i luoghi del potere », ad introdurlo ci saranno Chiara Acciarini, Ines
Da Milano, Sandra Forghieri, Raffaella
Lamberti.
Gli altri incontri previsti dal programma sono così articolati; « All'ombra del potere» (16 maggio), con Ausilia Riggi, Caterina Ronco, Mariangela
Rosolen; « Donne e denaro » (23 maggio), con Vanessa Maher, Grazia Prevete. Dada Rosso; « Memoria, dialogo,
diversità tra le generazioni » (30 maggio), con Anna Del Bo Boffino, Simona
Del Treppo, Chiara Saraceno; « La storia e l'utopia », con Sued Benkhadim,
Maura Palazzi e Antonella Visintin, il 6
giugno.
Giovedì 10 maggio — PONTICELLI:
Presso il Centro culturale « Emilio Nitti «, al villaggio Caracciolo, si tiene il
quarto incontro del ciclo « Incontri di
medicina preventiva ». Alle ore 16.30 i
dottori Siro Grassi e Giacomo Negri
parleranno sul tema « Urgenze e pronto soccorso ».
Domenica 13 imaggio — ROMA: Nell'ambito del ciclo di incontri sulla riscoperta ecumenica della festa, organizzato dal Segretariato attività ecumeniche, Innocenzo Gargano, patrologo presso l'Istituto orientale, parlerà
sul tema: « La liturgia come festa ».
L'inizio dell'incontro è fissato alle ore
16.15.
Dal 20 al 22 maggio — ROMA: Presso la Casa valdese (via Farnese 18) si
tiene un incontro di formazione per
le donne pastore delle Chiese battiate. metodiste e valdesi.
Il programma prevede relazioni di
Luisa Muraro (» La differenza sessuale come segno e realtà »). di Daniela
Di Carlo e Paola Benecchi (» Le donne hanno bisogno di una immagine
femminile di Dio »), Adriana Valerio
(« Il rapporto con fi testo biblico, una
tradizione maschile nella vita delle donne »), Erika Tcmassone (« Il linguaggio
inclusivo come segno di una presenza
femminile nella comunità dei credenti »).
Per informazioni e iscrizioni (entro
il 10 maggio) rivolgersi a Letizia Tomassone tei. 010/887225.
Sabato 26 - Domenica 27 maggio —
AGAPE: Il penultimo week-end dedicato
a temi di attualità si occuperà dell'opera stessa, che si avvia (l'anno prossimo) al suo quarantennale: « Agape tra
valli valdesi e mondo ecurnenico ».
delle valli valdesi
settimanale delle chiese valdesi e metodiste
Direttore: Giorgio Gardìol
Vicedirettore: Giuseppe Platone
Redattori; Alberto Corsani, Luciano Deodato. Adriano Longo, Plervaldo
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Italia Estero
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e a quelli delle valli valdesi il 27 aprile 1990.
A questo numero hanno collaborato: Dino GardioI, Vera Long, Luigi Marchetti, Paola Montalbano, Lucilla Peyrot, Aldo Rutigliano.
3
4 maggio 1990
▼ita delle chiese
RIESI: ASSEMBLEA DEGLI AMICI DEL SERVIZIO CRISTIANO
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Verso un nuovo approdo Momenti musicali
Il ricambio del gruppo
novamento - Vinay: «
Tra pochi mesi un nuovo grupI>o residente vivrà al Servizio
cristiano di Riesi per continuare comunitariamente quella « diaconia per gli altri » che è il senso stesso di questa complessa
opera della nostra chiesa.
L’assemblea annuale degli amici del Servizio cristiano (S.C.),
svoltasi dal 20 al 22 aprile in
parallelo alla riunione del comitato generale e di quello esecutivo, ha fatto il punto sulla situazione attuale del S.C.
Il « ricambio » avviene in un
momento delicato che vede una
difficile situazione finanziaria,
non certo momentanea ma strutturale. La pesante « uscita » è
rappresentata dai costi del personale. D’altra parte, oggi, non
è pensabile né di ritornare al
puro volontariato né di ridurre
un organico già esiguo. Da ciò
deriva un « buco » di 150 milioni, indice della precarietà della
situazione economica del S.C.
Tra i cambiamenti che interverranno nei prossimi mesi segnaliamo la probabile chiusura della scuola meccanica a fronte della mancanza di nuove iscrizioni
e di una legge recentissima che
impedisce agli alunni di presentarsi da esterni all’ammissione
a] 3» anno di una scuola pubblica. Malgrado questa possibile
amputazione il settore di formazione professionale continuerà attraverso l’avvio di un nuovo programma interdisciplinare denominato « ingegneria del territorio » in accordo con lo CSEA di
Torino (Consorzio per lo sviluppo delTelettronica e l’automazione) e la regione Calabria; si tratta di un progetto teso a « produrre » nuovi tecnici del territorio attraverso studi e ricerche
sul campo che toccheranno l’informatica, le problematiche ambientali ed il mondo dell’agricoltura.
Nel corso dell’assemblea JeanJacques Peyronel, l’attuale direttore del Servizio che rimarrà
sino alla fine di quest’anno, ha
fatto un bilancio del lavoro in
questi ultimi cinque anni nell’ottica del confronto Nord/Sud.
« Come far sì che il Sud non
cada irrimediabilmente in balia
del potere mafioso? Come far si
che anche nel Sud vinca e si
affermi la democrazia? » si è
chiesto Peyronel, aggiungendo
che questi interrogativi rappresentano la sfida fondamentale
che abbiamo di fronte all’inizio
di questi anni ’90.
In questi ultimi cinque anni
si sono realizzate al S.C. iniziative interessanti (la Cooperativa
agricola « Monte degli Ulivi » e
l’associazione per l’agricoltura
biologica, per ricordare solo due
iniziative in collaborazione con
operatori locali); allo stesso tempo sono state poste le premesse per un lavoro più approfondito con la chiesa di Riesi e più
partecipato per que) che riguarda i meccanismi democratici interni.
Per conto del nuovo gruppo
che subentrerà a partire da settembre, Giuseppe Platone ha illustrato alcune « idee-guida » per
il futuro: interpretare la teologia dell’agape nel quadro ecumenico di « pace, giustizia e salvaguardia del creato»; ripensare
la vita comunitaria in termini
di massima libertà e massima
responsabilità; avviare tre stadi:
quello della piena padronanza
conosci (iva della complessità dell’opera, successivamente compiere un’analisi anche attraver.so inchieste sul campo circa le attese, le esigenze e le risorse economiche, infine produrre proposte concrete per il S.C. negli anni ’90.
« L’approdo di questo viaggio
nella fede dovrà essere una riformulazionc del S.C. rispetto al
residente e gli impegnativi progetti di rinSe l’opera è valida il Signore muove i cuori »
Servizio cristiano: intorno al neo direttore Giuseppe Platone
si sta costituendo un nuovo gruppo residente.
le nuove realtà del decennio. La
nostra — dice Platone — dovrà
essere l'ultima spedizione dal
Nord; si può uscire da un’ottica di neocolonialismo soltanto
se ci sarà un allargamento di assunzioni di responsabilità a livello locale. Il processo di sicilianizzazione del S.C., ferma restando la cornice internazionale,
è la costante a cui ci riferiremo ».
In concreto a settembre si trasferiranno al S.C. tre nuclei familiari: Sergio Borroni (fisico) e
Franca Cossa (impiegata) che si
Occuperanno della manutenzione
generale e della direzione della
casa, con il figlio Paolo (8 anni);
Elio Meggiolaro (informatico) e
Miriam Pisani (medico di base a
Torre Pellice) che si occuperanno rispettivamente deH’amministrazione generale e dell’organizzazione del consultorio, con i fi
gli Diego (8 anni) e Davide (3
anni); Giuseppe Platone (pastore
valdese) che avrà la direzione
del S.C. a partire da settembre
insieme alla cura pastorale delle chiese di Riesi e di Caltanissetta e Daniela Ferrara (insegnante), con i figli Oscar (12 anni)
e Sara (8 anni). Faranno inoltre
parte del gruppo: Rosemarie
Bruellmann (insegnante) svizzero-tedesca che sarà la segretaria
volontaria del S.C.; Marco De
Bettini (architetto) che, compatibilmente con i propri impegni
professionali al servizio della
chiesa, seguirà il progetto d’ingegneria del territorio.
Nel corso dell’assemblea, con
emozione, è stato rivolto un saluto a Mauro Long che per cinque anni si è occupato con pas
E. E.
(continua a pag. 8)
PINEROLO — Abbiamo riflettuto sul venerdì santo come facevano i nostri fratelli di trecento anni fa ascoltando « l’historia della passione e morte
di nostro Signore e Salvatore
Gesù Cristo secondo il Vangelo
di S. Giovanni », messa in musica da Heinrich Schütz e proposta dalla nostra corale.
Il giorno dopo era la fanfara
dell’Esercito della Salvezza di
Adelboden (Svizzera), che ci ha
fatto apprezzare alcuni suoi brani e, ultima in ordine di tempo,
la nostra Scuola domenicale che,
durante il culto del 22, ci ha
fatto sentire un brano: « Disse il
Signore a Mosè... » con parole di
Anna Èva Jahier e musica di
J. S. Bach. Ringraziamo di cuore i tre gruppi.
• Durante l’ultima assemblea
di chiesa sono stati eletti deputati al Sinodo: Costante Costantino e Marcella Gay (supplente
Monica Natali) e delegati alla
Conferenza distrettuale: Mauro
Gardiol, Dina Pogliani Rostagno
e Pier Paoio Long (supplente
Mariangela Anrico).
• Le collette pro sinistrati di
Prarostino fatte in occasione
del culto della corale e il banco
dolci di Pasqua hanno fruttato
L. 2.100.000, che sono state subito
inviate al concistoro di Prarostino.
• In occasione della giornata
della Facoltà abbiamo avuto il
piacere di avere con noi il prof.
Bruno Corsani che ha presieduto il culto del 29 aprile.
Assemblea di chiesa
ANGROGNA — Domenica 6
maggio alle 10 si terrà, nel tempio del capoluogo, l’assemblea di
chiesa con questo o.d.g. : elezioni
dei deputati alla Conferenza e al
Sinodo ; situazione finanziaria ;
varie. Ricordiamo inoltre che, a
partire da maggio sino a fine ottobre, i culti si terrarmo nei tre
templi della Val d’Angrogna se
CASORATE PRIMO: INIZIATA LA COSTRUZIONE DI UN TEMPIO
Il coraggio della testimonianza
Casorate.Primo, un grosso borgo circondato da risaie e da cascine che sembrano villaggi. Qui,
una ventina di anni fa, sono
giunte alcime famiglie da Gravina in Puglia, evangeliche, battiste. C’era Vincenzo Spezzacatena, il fratello Antonio e i loro
familiari. Hanno cominciato a
tenere culti in casa loro; poi Antonio ha messo a disposizione il
proprio garage, che si è così trasformato in sala di culto. Il nucleo originario si è allargato, altre famiglie si sono unite al piccolo gruppo di evangelici, in genere di origine meridionale, e la
piccola sala è stata incapace di
contenere tutti.
Domenica 22, in una giornata
piovosa di questo inverno ritardato, con una cerimonia semplice
e familiare è stata posta la prima
pietra di un nuovo tempio, che
sorgerà in via Tosi, in un’area
destinata dal Comune ad accogliere servizi sociali.
Presiedeva la cerimonia il pastore Carmelo Inguanti. Un’aria
giovanile e fresca, a dispetto dei
suoi 80 anni suonati, pieno di
energie e di entusiasmo. Non a
torto, perché questa di Casorate è una comunità da lui curata
durante lunghi anni, e questo
tempio che sta per essere eretto è un po’ la realizzazione di
un suo sogno coltivato da tempo.
Il tempio, costituito da una
superficie di circa 170 mq. che
occupa il piano rialzato, e stato
progettato dall’architetto Paolo Landi, di Roma. Il plastico ne
rivela la forma semplice, austera, e la funzionalità. Di forma
quasi quadrata si svilupperà
lungo una delle diagonali; al
vertice, opposto all’ingresso, sarà collocato il pulpito e il battistero. Il progetto prevede anche una casa pastorale. Ma per
adesso, in base ai fondi già
raccolti, si provvederà soltanto
alla costruzione del locale di
culto.
La pioggia di questi giorni, avendo trasformato lo scavo delle
fondamenta in una specie di risaia, ha impedito la collocazione
deila prima pietra nel suo sito,
che sarà sotto il pulpito. Ma non
ha impedito ai molti fratelli e
sorelle, convenuti da varie parti della Lombardia e del Piemonte, di partecipare alla gioia
della comunità di Casorate.
« E’ il primo tempio in Lombardia da 43 anni a questa parte », è stato ricordato. Molte sale sono state aperte in questo
periodo; ma un tempio è un’altra
cosa. « Non è la conclusione di
un’opera iniziata — ha detto
Umberto Delle Donne, vicepresidente deirUcebi — ma l’inizio
di un’opera di proclamazione
dell’Evangelo; una testimonianza al nome del Signore; un luogo di fraternità, d’incontro; una
risposta al Signore che ci ha
sostenuti in questa impresa. Un
luogo per la proclamazione delTEvangelo, da vivere in mezzo
agli uomini, in situazioni di sof
ferenza, non solo come forza di
consolazione ma anche di riscatto ». Gli ha fatto eco mons.
Pizzagallì della diocesi di Milano, responsabile della Chiesa
cattolica per i rapporti ecumenici in Lombardia, il quale ha
definito questo come un «momento di carità ». E il pastore
Inguanti ha spiegato che questo
tempio vuole essere una nuova
luce evangelica che brilla nelle
tenebre della secolarizzazione.
Erano presenti anche il sindaco di Casorate, dr. Barbieri, che
ha portato i calorosi auguri della Giunta e del Consiglio comunale (l’attribuzione di quest’area
alla Chiesa battista è stata adotta all’unanimità dal Consiglio
comunale); il parroco della Chiesa cattolica don Franco, e poi
fratelli e sorelle venuti da Milano, da Pavia, da Varese, da
Torino, da Susa e da tante altre
località. Altri, battisti, metodisti
o valdesi, che non hanno potuto
intervenire di persona, hanno
mandato messaggi.
Al di là delle parole di circostanza e della cerimonia in sé,
la posa di questa prima pietra
del nuovo tempio è il segno di
una grande vittoria di un piccolo gruppo di coraggiosi e tenaci emigrati che non hanno
avuto timore di confessare la
propria fede in una realtà che
non sapeva nulla degli evangelici,
superando così il rischio di una
doppia emarginazione.
Luciano Deodato
condo quest’ordine: I dom. capoluogo; II dom. Serre; III capoluogo; IV Pradeltorno; V (se
c’è) capoluogo. Sempre alle ore
10.30.
Cura pastorale
VILLASECCA — In occasione
della seduta del 24 aprile si è avuto il primo incontro preliminare
tra il concistoro ed il prof. Claudio Tron, cui è stata affidata dalla Tavola la cura della comunità
a partire dal 1° ottobre prossimo.
• Domenica 6 corrente, ore 10,
avrà luogo l’assemblea di chiesa.
Ordine del giorno:
a) esame della relazione morale del concistoro per l’anno
1989-90;
b) impegno finanziario per il
1991 per la Cassa centrale.
• L’incontro mensile dell’Unione femminile è stato spostato a
giovedì 17 corrente, ore 14,30,
nella saletta.
Grazie!
LUSERNA SAN GIOVANNI —
Il culto di domenica scorsa è
stato presieduto dal pastore di
Villar Pellice, Teofilo Pons, che ha
sostituito il pastore Bellion assente per impegni relativi alle
sue mansioni nella Tavola.
Ringraziamo il pastore Pons
per il suo messaggio e per la
sua disponibilità.
Bazar
FERRERÒ — Domenica 6 maggio, alle ore 14.30, nei locali della chiesa valdese, avrà luogo il
bazar.
Lutto
POMARETTO — Lunedì 30
aprile ha avuto luogo il funerale
del nostro fratello Giovanni Enrico Peyronel, deceduto presso
l’ospedale di Pomaretto all’età di
77 anni.
La comunità è vicina alla famiglia nel dolore.
• Il concistoro è convocato per
sabato 5 maggio alle ore 20,30 nei
locali delTEicolo Orando.
• Infine ricordiamo ancora che
domenica 6 maggio avrà luogo
l’assemblea di chiesa per la nomina dei deputati alla Conferenza distrettuale e al Sinodo.
Relazione 1989
TORRE PELLICE — Mentre
ricordiamo l’assemblea di chiesa
di domenica 6 maggio per esaminare, dopo il culto, la relazione
1989, segnaliamo che martedì 8
maggio, alle ore 20,45, presso la
casa unionista, si svolgerà un incontro di tutte le persone disponibili a collaborare con l’iniziativa estiva di «Tempio aperto ».
Deputazioni
PRAROSTINO — Nel corso dell’assemblea di chiesa del 22 scorso sono stati eletti deputati alla
prossima Conferenza distrettuale Laura Avondet, Sergio Montalbano e Oriana Soulier (supplenti Erica Avondetto, Patrizia
Giachero, Alma Pastre). Deputati
al Sinodo, Patrizia Giachero, Valdo Plavan (supplenti Bruno Avondetto e Laura Avondet).
• Domenica 29 aprile sono stati battezzati i piccoli Alberto
Grill di Elio e Ileana Fornerone, e Michel Costantino di Gino
e Almerina Granato. La comunità circonda di affetto e di preghiere questi bambini nella certezza che Dio li accompagna con
la sua benedizione.
• Il Signore ha chiamato a sé
la sorella Paolina Margherita
Bertalot in Pons; la comunità è
vicina ai familiari rattristati per
la perdita della loro cara.
• Domenica 6 maggio, alle ore
14.30 avrà luogo il bazar.
4
fede e cultura
4 maggio 1990
UN SAGGIO DI SIMONE WEIL
IL PAPA E L’EST EUROPEO
Alla vigilia dell’Olocausto chi ha vinto?
Considerazioni estremamente lucide sulla sinistra tedesca e sulla
sua debolezza: di lì a poco, Hitler avrebbe conquistato il potere
Lo sgretolamento del muro
di Berlino, il concludersi — per
alcuni aspetti — di una parabola storica con la prossima riunifìcazione del popolo tedesco, è
il presente.
Un presente che afEonda le sue
radici in quel lontano 1933 quando la Germania — dopo una lunga e drammatica crisi — vide
Hitler giungere alla conquista del
potere assoluto.
Del clima che precedette quelTavvenimento storico Simone
Weil fu una lucida testimone;
soggiornò a Berlino nell’estate
del 1932 e anche in seguito continuò ad occuparsi della situazione politica tedesca. Questa
testimonianza ci è stata restituita con i suoi scritti, nei quali
troviamo la descrizione del quadro socio-politico del tempo e
penetranti riflessioni sullo stato del movimento operaio in
Germania.
Le valutazioni espresse sulla situazione tedesca furono sollecitate dall’esigenza di comprendere il fallimento e l’abdicazione
del movimento rivoluzionario. In
particolare le considerazioni fatte da Simone Weil sulla sinistra
tedesca sono molto esplicite e
pungenti. La socialdemocrazia
viene accusata di totale incapacità di opporsi alla crescita del
movimento reazionario. Incapacità dimostrata non solo sul piano dell’analisi e dell’elaborazione
teorica, ma anche sotto l’aspetto politico della conduzione delle lotte dei lavoratori. Per la Weil
le organizzazioni riformiate, dietro l’incalzare della crisi, «si
stringono, sempre più impotenti, al regime ».
All’inettitudine della politica
socialdemocratica non fece da
contraltare il ruolo svolto dal
partito comunista. Anche nei confronti di questo partito la critica
weiliana è impietosa: organizzazione settaria, sorretta da una
dittatura burocratica e priva di
autonomia dall’apparato di stato sovietico. Come se ciò non bastasse, la militante francese denunciò anche il nefasto intreccio di posizioni tra il bolscevismo e il nazismo.
L’ascesa del regime nazista viene spiegata accentuando maggiormente i limiti e le responsabilità della sinistra tedesca che
non la forza del movimento reazionario. Accanto a questo la recisa critica al socialismo reale
fece sì che i suoi scritti fossero
accusati di disfattismo, dimenticando la sua decisa e certo non
indulgente opposizione al sistema di potere capitalistico.
Simone Weil sottolineò — con
non poco sconcerto — un fatto
indiscutibile della situazione tedesca: « Per la seconda volta in
meno di vent’anni il proletariato meglio organizzato, il più potente e il più progredito del
mondo, quello tedesco, ha capitolato senza resistenza ».
A questi scritti sulla situazione
tedesca segue un saggio del 1939
volto ad indagare l’origine dell’hitlerismo.
Le radici del sistema di potere del nazismo vengono individuate nella concezione dello stato centralizzatore il quale nel
passato ha avuto non pochi esempi di rilievo; Richelieu, Luigi XIV, Napoleone. ,
Lo stato come fonte unica dell’autorità trova la sua forma suprema di rappresentazione —
secondo Simone Weil — nel modello romano. Anzi, sviscerando
le tecniche e le perfidie dello stato onnipotente si giunge a stabilire un’equazione geometrica tra
l’idea e il sistema di potere insito nella politica statuale di Hitler e quello che condusse l’antica Roma alla conquista del
mondo.
« L’analogia tra il sistema hitleriano e l’antica Roma è sorprendente al punto dì far credere che dopo duemila anni solo
Hitler abbia saputo copiare correttamente i romani »: valutazione che quanto meno dà la
sensazione di peccare di unilateralità. Tuttavia l’analisi è puntigliosa e sempre fondata sui testi degli storici antichi. Questo
non consente di rifiutare le analogie offerte — anche se una
certa cautela è d’obbligo — con
il pretesto di essere inattendibili e arbitrarie. Più che altro è necessario comprendere tali scritti
per quello che sono: molto condizionati dalla passione politica
e poco guidati da criteri e motivazioni stroriografiche.
Del ricco pensiero di Simone
Weil non si può dimenticare la
contigmtà tra passione politica
e la ricerca di Dio, la quale si
fonda nell’adesione incondizionata alle sofferenze dell’umanità.
Contiguità che conduce alla
consapevolezza — sia ad Est come ad Ovest — secondo la quale
« Finché la sorte di un uomo dipenderà da altri uomini — come scrisse nelle ’’Riflessioni sulle
cause della libertà e dell’oppressione sociale” — la sua vita
sfugge non solo alle sue mani,
ma anche alla sua intelligenza».
Renzo Tibaldo
SUL CASO DI SERENA CRUZ
La vera giustizia
Una contestazione della legge vigente in materia di adozione e delle sue applicazioni
« Due eccessi: escludere la ragione, ammettere la sola ragione » (Blaise Pascal).
E’ uscito recentemente negli
« Struzzi » di Einaudi il volumetto « Serena Cruz o la vera giustizia » di Natalia Ginzburg, che
l’autrice definisce « una serie di
appunti » sulla nota vicenda della
bambina filippina e sul problema
delle adozioni in genere.
In esso si contesta la legislazione vigente in questo campo (e
più ancora la sua applicazione)
non mediante un’analisi teoricocritica della medesima ma mettendone in evidenza le incongruenze e la « pericolosità » attraverso il racconto dei numerosi casi in cui giustizia e legge
sono apparse in stridente contrasto.
Lo stile piano e discorsivo della nota scrittrice rende la lettura scorrevole senza nulla togliere alla drammaticità dei contenuti. Episodi già di dominio pubblico ed altri meno conosciuti
sono ripresi e commentati con
quella partecipazione e solidarietà per i protagonisti (bambini
e adulti) che la Ginzburg riscontra assente in troppi « operatori del settore ».
Nello stesso tempo la sua correttezza ed obiettività sono testimoniate dall’esposizione dei diversi punti di vista espressi da
varie personalità nel periodo caldo del dibattito sull’argomento.
SIMONE WEIL, Sulla Germania totalitaria, Milano, Adelphl, 1990, pp. 316,
L. 18.000.
« È Dio che ha vinto », affermò
il 24 febbraio 1990 con voce sicura e volto giulivo papa Wojtyla, e
prosegui definendo Varsavia, Mosca, Budapest, Berlino, Praga, Sofia, Bucarest « tappe di un pellegrinaggio verso la libertà ».
C’è, però, qualcuno che asserisce che « ha vinto Wojtyla » e
che basta guardare a volo d'uccello la carta geografica delle religioni dell'Europa e riflettere su
quanto sta accadendo nell'Est
europeo per averne la conferma.
Difatti all’occidente quasi completamente ed ufficialmente cattolico, che comprende Spagna,
Portogallo, Francia e Italia, si
stanno aggiungendo una dopo
l’altra Polonia, Cecoslovacchia,
Ungheria in gran parte, una modesta, al presente, parte della Romania, della Jugoslavia e della
Bulgaria, quasi tutta la Lituania,
il cui presidente ha già invocato
una «visita pastorale » del papa,
una discreta parte della Lettonia
e dell'Estonia.
Con i cristiani ortodossi della
« santa Russia » e del patriarcato
di Costantinopoli, con la chiesa
luterana, con quella anglicana e
con le diverse chiese evangeliche
riformate del Nord europeo papa
Wojtyla si sta confrontando e
misurando con sagace e provetta
abilità.
« Crociata del Duemila » è stato definito il progetto wojtyliano,
quello cioè di calamitare nell’orbita della sua chiesa il maggior
numero possibile di quegli Stati
che, tramite elezioni democratiche abilmente guidate da partiti
d’ispirazione cattolica, si sono
scrollati di dosso il duro giogo
del « socialismo reale ».
A me, minimo tra i minimi discepoli di Gesù Cristo, che non
stimo di avere un « animo napoleonico » tanto da potermi « assidere arbitro » tra le due suddette affermazioni contrastanti e
giudicare, quindi, quale delle due
sia la vera, sembra troppo prematuro gridare vittoria, da qualunque parte provenga un tale
grido.
Reputo, invece, che sia il caso
di ripetere qui le parole di Gesù,
NOVITÀ’
Essa rivendica la legittimità dei
« buoni sentimenti », « del cuore
e delle lacrime », che non necessariamente devono essere contrapposti alla ragione. E’, per
esempio, allarmata dal fatto che
la povertà o la salute precaria
dei genitori possano essere considerate motivazioni valide per
sottrarre i figli alla famiglia (e
— in effetti — non sarebbe più
« ragionevole » rimuovere o attenuare le cause dei disagi esistenti anziché crearne di nuovi
e più gravi con la rescissione dei
legami affettivi?). L’autrice biasima la rigida e letterale applicazione della legge che ignora la
complessità e varietà delle situazioni specifiche e denuncia il distacco, « la tiepidezza » diffusa
di chi ha potere decisionale nei
confronti dei « bambini veri, del
loro vero individuale destino ».
Interessante, a questo proposito,
che la Ginzburg, ebrea, apra con
la citazione di un versetto del
Nuovo Testamento (precisamente Apocalisse 3: 15-16).
Concludendo mi pare che la
lettura di questo libro non possa lasciare indifferenti noi, credenti in quel Signore per cui il
sabato (e dunque la legge) è fatto per l’uomo e non l’uomo per
il sabato.
Mirella Argentieri Bein
Un grammo di follia
La dittatura e la democrazia odierna in Uruguay: un volume del pastore Carlos Delmonte
Natalia Ginzburg, «Serena Cruz o
la vera giustizia », Einaudi, Torino, 1990, L. 10.000.
Ritengo sia utile segnalare ai
lettori del nostro giornale un
piccolo ma significativo volume,
edito di recente dall’editrice Cittadella di Assisi, dal titolo Un
grammo di follia. Il volume appare in una collana di documentazione di credenti in situazioni
del Terzo Mondo particolarmente
drammatiche, dal Cile, al Vietnam, alle Filippine. Testimonianze impegnate, arrischiate o anche semplicemente vissute in luoghi e tempi in cui la sola esistenza quotidiana è già di per sé
un rischio, un’avventura, un imprevisto perennemente rinnovato.
Il sottotitolo del nostro volume dice esplicitamente di che si
tratta: « Frammenti dei giorni di
repressione e dell’attuale fragile
democrazia in Uruguay ». In realtà la parte concernente il periodo della dittatura è di gran lunga la più documentata. L’interesse di questa lettura sta nel fatto che la vicenda dell’Uruguay
ha toccato direttamente la nostra chiesa per la presenza delle chiese valdesi in quella Repubblica latinoamericana e anche le
nostre chiese italiane sono state coinvolte nella storia difficile
e non di rado tragica di questi
fratelli.
il quale, parlando dei falsi profeti, disse ai suoi discepoli ed ascoltatori: « Voi li riconoscerete dai
loro frutti» (Mat. 7: 16) e inoltre: « Ogni albero si riconosce dal
suo proprio f rutto » (Luca 6; 44).
Dai frutti, dunque, si riconoscerà se ha vinto Dio, come afferma
Wojtyla, oppure se ha vinto il
pontefice Wojtyla, come asserisce André Glucksmann, ex archimandrita dei « nouveaux philosophes » francesi. Un albero buono,
infatti, non può produrre frutti
cattivi così come uno cattivo non
può dare fruiti buoni (Luca 6).
Forte di questa convinzione, ardisco affermare che, se ha vinto
Dio, nell’Est europeo ci saranno
frutti buoni, quali libertà di coscienza, di parola e di stampa,
fattiva aspirazione alla giustizia,
alla pace, alla salvaguardia del
crealo, alla realizzazione di Stati
fondati sulla libertà delle persone, sulla tutela dei diritti e sull’assolvimento dei doveri di tutti
i cittadini, uguali di fronte alle
leggi.
Se invece ha vinto — come
temo — il pontefice Wojtyla, nel
suddetto Est europeo incominceranno a verificarsi, come sono in
atto nell’occidente, frutti cattivi,
quali « marchingegni concordatari », stipulati tra Stati e gerarchia ecclesiastica cattolica allo
scopo di carpire privilegi e vantaggi economici a discapito dei
cittadini e degli altri gruppi religiosi; reazioni estremistiche d’intolleranza, che potranno sfociare
in manifestazioni antisemitiche,
come già si sta verificando in Ungheria, le quali tendono ad allargarsi a macchia d’olio negli altri
Stati limitrofi: opposizione a leggi
democraticamente discusse, decise e promulgate, permissive di.atti
che contrastano con la dottrina e
morale del cattolicesimo; introduzione del monopolio dell’insegnamento religioso cattolico nelle scuole statali di ogni ordine e
grado a totale carico dello Stato,
ccc.
Dai suddetti frutti si potrà
dunque riconoscere, senza alcuna
ombra di dubbio, da quelli buoni,
che ha vinto l’Iddio della giustizia e della pace, della misericordia e dell’amore; da quelli cattivi, invece, che ha vinto ancora
una volta il sommo pontefice
massimo della chiesa cattolico-romana, l'uomo che si autodefinisce
« infallibile », che predilige essere
chiamato « santo padre », _« vicario di Cristo », « dolce Cristo in
terra », « pastore universale della chiesa », ecc.
Bruno Ciccarelli, Catania
PACE
Il secondo motivo di interesse, e non il minore, deriva dal
fatto che l’autore di questa testimonianza diretta e lucida è
il pastore Carlos Delmonte, attualmente pastore a Montevideo
e direttore del giornale « Mensajero Vaidense ». Si tratta di
frammenti di un diario che il
pastore Delmonte ha tenuto in
quel periodo e che ha depositato presso amici, al sicuro, in previsione di una sempre possibile
ispezione di polizia; brevi episodi del vissuto quotidiano di una
persona normale (nel senso che
si tratta di un cittadino non sospetto di militanze estreme) sotto l’incubo del regime, o più che
del regime della macchina dittatoriale, dell’assurdo meccanismo poliziesco. Proprio per il fatto di non essere testimonianza
di una persona colpita direttamente è tanto più significativa
e drammatica perche evoca, più
che dei fatti, una atmosfera.
Dobbiamo ringraziare Delmonte per aver avuto la lucidità e
la costanza di tracciare questo
itinerario di libertà nel tempo
della paura, e per il senso che assume oggi per noi la sua testimonianza.
Giorgio Tourn
Libri
nonviolenti
E’ uscita la nuova agendina
pace-nonviolenza 1990 che contiene numerose informazioni sulla nonviolenza, l’obiezione di coscienza al servizio militare, alle
spese militari e al lavoro bellico.
Quest’anno per la prima volta
una breve storia della nonviolenza completa le piccole biografie degli esponenti della nonviolenza.
L’indirizzario sul nuovo modello di sviluppo, pace, disarmo, diritti umani, ecumenismo
e cooperazione internazionale è
stato aggiornato, varie figure
completano il testo.
Si può chiederla al M.I.R., via
Cardinal Lualdi 6/B/19, 00165
Roma.
• E’ uscita l’edizione italiana
del libro Gli angeli e gli asini
del pastore francese André Trocmé. Editore Qualevlta, via Buon-■
consiglio 2, 67030 Torre dei Nolfi (AQ), pp. 121, L. 16.000 (possibilità di sconti).
5
4 maggio 1990
obiettivo aperto
OTTO PER MILLE DELL’IRPEF
Se firmiamo per la Chiesa avventista
Presentiamo qui la posizione dell Unione italiana delle chiese avventiste del 7° giorno sul tema della defiscalizzazione delie contribuzioni e dell’S*^"^“, che sarà destinato ad inteventi sociali e di aiuto al terzo mondo
SERVIZI SOCIALI PER UN MONDO CHE SOFFRE
Solo per amore
Il finanziamento volontario del
culto da parte dei membri è un
principio fondamentale basato sulla fedeltà alla Parola del Signore;
infatti in uno dei nostri principi,
parlando dell’economato, sta scritto;
« Noi siamo gli amministratori
di Dio, che ci ha affidato tempo
e opportunità, capacità e beni; le
benedizioni della terra e le sue risorse. Noi siamo responsabili di
fronte a Lui del loro giusto uso.
Noi riconosciamo la sovranità di
Dio mediante un leale servizio offerto a Lui ed ai nostri simili, restituendo la decima: e dando le offerte per la proclamazione del suo
Evangelo e per il sostenimento e
lo sviluppo della sua chiesa. L’amministrazione è un privilegio datoci da Dio per coltivare l’amore e
riportare la vittoria sull’egoismo e
l’avarizia. L’amministratore cristiano si rallegra delle benedizioni
che gli altri ricevono come risultato della sua fedeltà (Gen. 1: 2628; 2: 15; I Cron. 29: 14; Ag. 1:
3-11; Mal. 3: 8-12; I Cor. 9: 9-14;
Matt. 23:23; Rom. 15: 25, 27)».
11 finanziamento volontario del
culto da parte dei membri dipen
nor gettito IRPEF per lo Stato, ciò
non significa che non si è nella linea del separatismo.
In altri paesi, all’avanguardia
nel campo delle democrazie e del
pieno rispetto di tutte le confessioni religiose, ciò viene permesso
da decenni.
Se per la Chiesa avventista questo sistema fosse stato un mezzo
per avere più decime e più offerte, non lo avremmo accettato. Non
può essere un beneficio economico
a spingere una comunità o un fedele a dare generosamente.
Noi non crediamo che l’anno
prossimo le decime e le offerte aumenteranno, se non nell’ambito di
aumenti normali che si verificano
di anno in anno, a causa della deducibilità delle decime e delle offerte.
La fedeltà ai principi non va
sottoposta a calcoli economici.
Veniamo
alTotto per mille
La Chiesa cristiana avventista
del 7° giorno ha accettato anche
di partecipare alla ripartizione
Con r8°loo realizzeremo
IN ITALIA
— Centri per anziani
— Centri di recupero per tossicodipendenti
— Centri di recupero per alcolisti
— Centro nazionale per la
lotta al tabagismo
— Centri giovanili
NEI PAESI DEL TERZO
MONDO
SUDAN - 207 progetti di risanamento idrico
in tre regioni
- progetti di educazione alimentare
e sanitaria
ETIOPIA - Lavori di ampliamento di una clinica ad Addis Abeba
UGANDA - Rinnovo del laboratorio scientifico
di Kakikamo, della clinica e del sistema idrico
— Tanti altri microprogetti
de anche dal fatto che la comunità religiosa si basa sulla libera associazione di chi ne fa parte. Nella prospettiva dell’Evangelo, la
chiesa deve essere separata dallo
Stato e reggersi secondo le sue
proprie norme, senza ingerenze da
parte dello Stato, ma anche senza
privilegi. Questo esclude il pubblico finanziamento da parte dello
Stato. Noi abbiamo dichiarato ciò
nel preambolo dell’Intesa:
« Nell’addivenire alla presente
Intesa, la Repubblica italiana
prende atto che l’Unione italiana
delle Chiese cristiane avventiste
del 7" giorno conferma la validità
dei valori di separatismo ai quali
la presente Intesa si ispira ».
E anche nell’Intesa stessa, infatti, tutti gli oneri per i servizi che la
Chiesa avventista offre sono a carico della chiesa stessa.
La chiesa deve essere sostenuta
dai suoi fedeli che versano, volontariamente, le decime e le offerte.
E’ così che la chiesa, fino ad oggi,
si è sostenuta. Per noi ciò è un
principio. L’aver accettato di poter portare in detrazione le decime
e le offerte, se rappresenta un mi
dell’otto per mille a due condizioni; anzitutto vengono conteggiate
soltanto le destinazioni espresse e
non la ripartizione percentuale
delle destinazioni non espresse, che
andranno a favore dello Stato;
inoltre i fondi così raccolti non
dovranno essere destinati al culto,
ma ad interventi sociali ed umanitari da realizzarsi in Italia o a favore dei paesi del terzo mondo. A
questo proposito, in Italia è già
operante l’Opera sociale avventista (OSA), che a livello mondiale
è rappresentata dall’ADRA (Advcntist Development and Relief
Agency International), riconosciuta dairONU. Attraverso POSA, la
Chiesa avventista opera per venire incontro ai bisogni della gente, operando in diverse direzioni
nel campo della salute, ad esempio con i piani dei 5 giorni per
smettere di fumare, per quanto riguarda Palcolismo, nel venire incontro ai lavoratori extracomunitari attraverso il CAMS, centri sociali, mense e con un impegno notevole nei paesi del terzo mondo.
A tale proposito ha lanciato
una campagna con il nome; « Un
otto per mille solo per amore ». Sì,
solo per amore accetteremo l’otto
per mille, come ha dichiarato il
nostro presidente Long;
« A voi tutti che siete sensibili
ai bisogni di un mondo che soffre,
la Chiesa avventista propone i
suoi servizi sociali sia in Italia che
all’estero, per modo che la quota
dell’otto per mille, destinata dallo
Stato italiano a scopi sociali, la
possiate trasmettere ad una organizzazione che ha dimostrato di
essere sensibile alle sofferenze del
mondo e di essere organizzata per
il buon utilizzo dei fondi che le
vengono affidati. Nel prendere visione di quanto abbiamo già fatto
con le nostre sostanze e quelle di
un esiguo numero di benefattori,
vi invitiamo ad offrirci la vostra
collaborazione sapendo che non
una lira di questo denaro sarà utilizzata per i ministri di culto, ma
tutto andrà in favore di iniziative
già collaudate, come ad esempio
la terapia antifumo, l’invio di
aiuti alimentari ai paesi del terzo
mondo, l’opera di risanamento fisico e morale attraverso scuole e
ospedali sparsi in tutti i continenti.
Grazie di cuore per la vostra fiducia ».
Noi invitiamo a scegliere la
Chiesa avventista sapendo che utilizzeremo la somma che ci perverrà agli scopi di cui sopra.
Inoltre, siamo disposti a collaborare con i fratelli valdesi, metodisti, battisti, dell’Esercito della Salvezza e le altre Chiese che
fanno parte della Federazione delle Chiese evangeliche, ma anche
con le altre Chiese evangeliche che
non menziono per non dimenticarne qualcuna, per la realizzazione di opere sociali ed umanitarie e ciò dopo aver preso visione di programmi e progetti che
siano in armonia con gli scopi per
i quali abbiamo accettato l’otto
per mille.
Pensiamo di nominare un comitato aperto a vari componenti
per verificare come spenderemo il
denaro dell’otto per mille. Desideriamo dare una testimonianza
di trasparenza e anche una testimonianza di servizio. Spesso siamo conosciuti come la chiesa del
servizio e tale vogliamo restare.
Ignazio Barbuscia
(direttore del dipartimento
affari pubblici dell’Unione
italiana delle Chiese
avventiste del 7° giorno)
Realizzeremo solo opere socfati e umanltorle io Halta e nei Paesi del terzo mondo.
Non una Hre di questo denaro sarà utilizzata per fini nBliglosf
GRAZIE DI CUORE PER LA FIOUCU
UN OTTO mM MIÈTE
SOLO PER AMORE
Un otto per mille solo per amore: così è riassunta l’opera della
Chiesa avventista in Italia e nel mondo. E' una delle possibili scelte
per il contribuente italiano.
Gli avventisti
nel mondo
statistica relativa al 31.12.’88
Cliniche, dispensari
e orfanotrofi
Case di riposo
Scuole primarie
Scuole secondarie
Università e College
Centri di beneficenza
) milioni di persone
soccorse ogni anno
Siamo conosciuti nel mondo come la chiesa del servizio, ma
prima di chiedere abbiamo dato.
5.749.735 Membri battezzati 337
29.039 Chiese organizzate
184 Nazioni in cui opera 67
671 Lingue usate nella 4.016
predicazione e nelle
pubblicazioni 689
332 Periodici 79
4.524 Stazioni radio e tele- 18.092
visive utilizzate
159 Sanatori e ospedali
26 Aerei e battelli me- dici Circa
La Chiesa avventista in Italia
La Repubblica italiana ha stipulato con l’Unione italiana delle Chiese cristiane avventiste del 7“ giorno un’Intesa che è stata trasformata nella legge 22 novembre 1988 n. 516.
La Chiesa cristiana avventista italiana è impegnata in molteplici attività a carattere sociale (70 centri OSA per assistenza ai poveri e distribuzione vestiario, Casa
di riposo, Centro giovanile, ecc.); educativo (scuole primarie, medie e superiori); sanitario (CAMS: servizio sanitario per stranieri extracomunitari, piani dei 5 giorni
per smettere di fumare). Stampa diverse riviste, tra cui « Vita e Salute », e pubblicazioni a carattere spirituale, educativo e caritativo.
Per informazioni rivolgersi a: Unione italiana delle chiese cristiane avventiste
del 7" giorno - Lungotevere Michelangelo, 7 - 00192 Roma - Tel. 06/3211207-3212808 Fax 06/3210757.
6
6 v^alli valdesi
4 maggio 1990
AMMINISTRATIVE DEL 6 MAGGIO
TORRE PELLICE
Si vota: come e chi Concorso pianistico
Le contrapposizioni e le possibili alleanze I candidati evangelici per Provincia e Regione
Una manifestazione che riscuote un interesse
sempre crescente a livello ormai nazionale
Siamo ad un’altra tornata elettorale nei nostri Comuni, in
Provincia e in Regione; cosa
cambierà all’indomani del 7 maggio è difficile dire. Gli equilibri
locali potrebbero restare immutati, e tuttavia in alcuni comuni si parla anche di ribaltamenti di alleanze (percentuali ottenute permettendo). In alcuni
paesi si fa maggiormente sentire
il vento di cambiamento che
soffia aU’interno del PCI, in altri si lanciano nuove iniziative
di indipendenti « laici »; a Torre
Pedice e Luserna grava anche
l’incognita della protesta « contro tutti » degli autonomisti;
sempre a Luserna, per la prima
volta, presentano una propria lista i verdi. Si ricompatta la sinistra a Bricherasio e a Pinero
10 nasce la lista per l’alternativa e la solidarietà che vede insieme PCI, Verdi, DP e radicali,
ma su queste elezioni aleggia
11 forte rischio di annullamento
a causa della doppia lista DC.
Ci sono le contrapposizioni forti come a Bobbio Pedice, fra due
liste che si collocano entrambe
a sinistra, e la tranquillità più
assoluta che regna, ad esempio,
a Villar Pedice.
Ancora una volta, a parte le
liste comunali, sono numerosi i
candidati evangelici sia per la
Provincia che per la Regione
(circoscrizione di Torino).
Per la seconda: Francesca
Spano, Paolo Ferrerò, Maurizio
Girolami, Paolo Jarre (DP); Augusto Comba (PRI); Giorgio
Gardiol (Verdi arcobaleno); Corrado Sanmartino (PCI); Giovanni Ayassot (PSD.
Per la Provincia concorrono,
nel collegio di Cavour: Gardiol
(Verdi are.). Franca Coisson
(PCI), Giorgio Cotta Morandini
(PSD, Sergio Gay (PRI); per il
collegio di Perosa: Paolo Ferrerò (DP) e Gay; per quello di
Pinerolo Francesco Benech (Un.
valdótaine-MAO), Piercarlo Bongo (PSD, Gardiol.
Nei comuni con popolazione
superiore ai 5.000 abitanti (nelle
valli Pinerolo e Luserna San Giovanni) si voterà col sistema «proporzionale », esprimendo la pro
pria preferenza per una lista
con la tradizionale croce sul simbolo (è poi possibile scrivere
accanto fino a quattro preferenze
a candidati).
In tutti gli altri comuni si vota col sistema « maggioritario »:
si può cioè votare un’intera lista
con un segno sul simbolo oppure
scegliere candidati fra più liste
presenti (tutti i nomi saranno
indicati suda scheda) fino ad un
massimo di 16 per i comuni con
più di 3.000 abitanti e fino ad un
massimo di 12 nei Comuni con
meno di 3.000 abitanti, con un
segno accanto ai nomi.
Un Gesù in lista
C’è anche Gesù in lista. Non
si tratta di Gesù Cristo, ma del
capolista della lista del Partito
degli automobilisti, Antonino
Gesù, titolare di un’agenzia di
pratiche automobidstiche. Cqp
lui nella stessa lista un’altro Gesù, Gioachino. Si candidano alla
Regione Piemonte con un programma di difesa degli automobilisti, che definiscono tartassati,
e chiedono nuove autostrade e
parcheggi.
Dal primo al 6 maggio ad’hótel
Gilly di Torre Pedice è in corso
di svolgimento il 9» Concorso pianistico nazionale « K. Czerny », a
cui si affiancano il 6® Concorso
di composizione, il 2® per violino e pianoforte e la prima edizione di violoncello e pianoforte.
Il concorso, organizzato dall’Ufficio di accoglienza turistica Pro
Loco di Torre Pedice, in collaborazione con l’A.P.T. del pinerolese, il comune di Torre, la Comunità Montana Val Pedice e
con l’apporto finanziario dell’Assessorato alla cultura della Provincia, vede una buona presenza di partecipanti (oltre 70) con
delle punte nelle categorie D
(pianisti da 19 a 26 anni: 15 concorrenti) e 10 coppie nella categoria E (pianoforte a 4 mani).
Ciò sta a denotare l’interesse
crescente che nell’ambito italiano sta assumendo la manifestazione tórrese proprio fra quei
giovani che, terminato il conservatorio, si affacciano alla carriera artistica cimentandosi come
concertisti. D’altra parte è di sicuro richiamo e riferimento la
giuria, ormai abbastanza stabile
negli ultimi anni, con nomi af
fermati nell’ambito musicale italiano. Presidente è il maestro
Gloria Lanni (pianista), membri
i maestri Piero Biondi (pianista
e direttore d’orchestra), Enrico
Correggia (compositore), Umberto Padroni (critico musicale), Piero Toso (violinista), Adriano Vendramedi (violoncellista), il direttore artistico M.o Angelo Belisario.
Interessanti pure i premi offerti da enti pubblici e privati,
ai quali si affianca una serie
di concerti che verranno eseguiti nell’estate a Torre Pedice e
in diverse altre sedi nel pinerolese ed altri ancora a Monza, Bergamo, Milano e Roma.
Il pubblico è ammesso alle
prove, ma solo nelle finali di ciascuna categoria, secondo un calendario affisso nella sede del
concorso.
La premiazione avverrà con
cerimonia pubblica, domenica 6
maggio alle ore 11 sempre presso Thótel Gilly, mentre nel pomeriggio, alle ore 15, nel tempio
valdese, si terrà il concerto dei
vincitori.
A. L.
DA GRUGLIASCO UN PROGETTO DI SERVIZIO
“Adottiamo” un anziano
Le risposte ai problemi, talvolta anche gravi, legati all'invecchiamento, trovano (o in taluni casi, non trovano) risposte differenti, a seconda dell'attenzione che enti pubblici e privati sul territorio
prestano alla tematica dei servizi.
Il progetto che qui presentiamo, proposto dalla cooperativa La
Valle di Grugliasco, di un vero e proprio inserimento o affidamento
familiare degli anziani è sicuramente nuovo ed interessante nell'ambito del pinerolese. E' altresì indubbio che una prima lettura del
progetto può lasciare perplessi molti, magari già alle prese con i
difficili problemi dei « propri » anziani; sul tema è comunque possibile aprire una discussione.
LETTERA
Politica e etica
Cinque anni fa, a S. Secondo, un
gruppo di amici prendeva la maggioranza in comune. Trovando un po’
« strano » fi modo di gestire il comune dell'allora segretario, ne informavano il prefetto che mandava un
ispettore ed il segretario finiva in prigione per concussione.
A coloro che detengono il potere a
Pinerolo questo non piacque, non era
mai successo nel nostro sistema politico che un’amministrazione denunciasse un segretario, al massimo si
può ottenere un trasferimento,,, Era
anomalo il fatto che quattro fessacchiotti di indipendenti volessero onestà e pulizia neH’amministrazione in una Italia
dove molti politici che amministrano
il nostro Belpaese prendono le tangenti e si mettono in tasca quel che
possono.
A Pinerolo. per contrastare queste anomalie. si sono organizzati trasferendo come capolista i'assessore uscente
di quel comune e. per l’occasione,
ia DC, divisa a Pinerolo, a S. Secondo
si è unita. Infatti il n. 2 fa parte dell'altra lista DC a Pinerolo. Ma nessun
giornale parla di queste cose.
Il nostro giornale parla di tanti problemi riguardanti l'etica, la giustizia,
l'eguaglianza: e se si parlasse anche
della politica e della giustizia a Pinerolo?
Mauro Gardiol, San Secondo
Essere « vecchi » molto spesso
coincide con il perdere il proprio ruolo attivo nella società;
coincide con il perdere parte della propria autosufficienza; coincide con il perdere il proprio diritto a vivere una vita dignitosa
ed appagante. Essere anziani significa essere un peso, un problema per tutti e le risposte della società sono nella maggior
parte dei casi inadeguate alle
esigenze del singolo. Spesso per
godere del diritto all’assistenza
si perde il diritto alla libertà, diventando degli istituzionalizzati
in ospizi pubblici o privati. Se
si è autosufficienti, anche da anziani si può pensare ad anni magari più « vuoti » ma dignitosi;
se non lo si è più e si è di troppo per la propria famiglia, l’unica alternativa pare essere l’istituto. La vita viene « fermata »
dall’età e rimane il ricordo di
ciò che si è vissuto prima. Esistono poi situazioni in cui non
si possono avere che ricordi di
una vita negata nelle e dalle istituzioni manicomiali. Nonostante
le aspre polemiche suscitate dalla 180, è grazie a questa che mol
te persone sono riuscite a recuperare potenzialità che potrebbero permettergli di non giungere
al termine della vita con un bilancio passivo.
E’ la situazione di Grugliasco
(To) dove, sfruttando gli stessi
edifici immersi nel verde di piante centenarie, ex degenti, operatori sanitari e sociali sono riusciti a creare un ambiente vivibile che rispetta i principi sanciti dalla legge e il diritto degli
ospiti all’assistenza. Grazie ad un
meccanismo associativo utenti/
Operatori (l’Associazione Primavera ’85) oggi gli 80 ospiti di Grugliasco vivono in comunità alloggio e si autogestiscono in tutti gli aspetti della vita quotidiana. In questi anni sono riusciti
a cancellare dai loro volti i segni che li avevano emarginati,
hanno reimparato ad aver cura
di sé, a leggere, a scrivere, a controllare il proprio conto in banca, giungendo ad aprire un bar
e ad organizzare uscite collettive nelle sale da ballo torinesi.
Hanno preso coscienza dei loro diritti al punto che per molti i! « fuori » delle comunità non
è ancora abbastanza. Infatti, alcune persone ancora relativamente giovani si sono definitivamente sistemate in alloggi sul territorio; coloro che sono rimasti
non sono più in grado di vivere
da soli a causa dell’età avanzata.
Per questi e per gli altri anziani è nato, su iniziativa delrUSSL 24, il progetto della Cooperativa La Valle, un progetto
che — oltre ad una rivalutazione delle relazioni umane — propone una sorta di affidamento
familiare per anziani; verificare
quindi se esistono famiglie disponibili ad ospitare anziani parzialmente autosufficienti per un
soggiorno più o menò lungo che
prevede un contributo spese da
parte dell’ospite. Un progetto rivolto in particolare a quelle famiglie che, per le loro caratteristiche, hanno ancora una valenza assistenziale: famiglie non
mononucleari « cittadine », ma
legate per scelta di vita alla loro casa e a valori diversi da quelli che ci portano ad una frenetica ricerca di un benessere che
sembra non esistere.
Inserimento familiare che da
un lato può offrire un supporto
affettivo ed un ruolo a chi lo
ha perduto o non l’ha mai avuto, e dall’altro si può configurare come un’esperienza pilota per
la ricerca di possibili alternative
che, insieme ad una più funzionale ristrutturazione dei servizi
socioassistenziali, superino il grigiore di ospizi ed istituti.
Frane e slavine
con la nevicata
BOBBIO PELLICE — La co
piosa nevicata di questa anoma
la primavera, oltre ai danni alle
coltivazioni fruttifere delle valli,
ha provocato anche slavine e frane di più o meno grandi dimensioni; una frana considerevole
causava, domenica 22 aprile, il
blocco della strada provinciale,
poco oltre la borgata Malpertus,
impedendo la discesa ad alcune
famiglie di turisti saliti in alta
valle.
Il tempestivo intervento di un
potente mezzo di movimento terra permetteva entro la serata il
ripristino del transito.
Nella zona già in passato erano
stati segnalati movimenti franosi.
Cedute azioni
Talco e Grafite
PINEROLO — La notizia è di
questi giorni ; dopo che nelle passate settimane l’ex presidente
della Talco e Grafite, Edoardo
Calieri, aveva venduto la parte di
azioni da lui controllate ad una
multinazionale con sede in Inghilterra la famiglia 'Villa, che
diede vita alla società per lo
sfruttamento del talco in vai Germanasca, ha ceduto le sue azioni
ad una società francese, leader
in Europa nel settore.
Erano necessari nuovi apporti
di capitale, anche per poter affrontare nuovi investimenti; così
viene spiegata la vendita.
Da un lato si temono ripercussioni negative sull’occupazione,
mentre da parte degli ormai ex
proprietari si ipotizza un rilancio
e dunque anche un aumento dei
posti di lavoro.
Cambio della guardia
al Rifugio Granerò
TORRE PELLICE — Chi cam
mina volentieri in montagna ha
certo avuto l’occasione di frequentare i numerosi sentieri del
la vai Penice e i suoi tre rifugi,
fra i quali il Rifugio Granerò.
Sia l’escursionista itinerante
che l’alpinista hanno avuto, per
anni, la possibilità di incontrare
sulla soglia Nino Geymet, emblema del bonario gestore, onnipresente e sempre pronto a fare la
battuta giusta. I suoi aperitivi alpini e le sue minestre avevano
sempre il sapore che ciascuno si
aspettava e gli aneddoti da lui
raccontati stimolavano le discussioni.
E’ stato, per gran parte della
vita, una presenza attiva e un
appassionato gestore; ora si preparano a sostituirlo Antonella
Odin e Ivan Gönnet, ai quali la
nuova gestione è stata affidata.
■Venerdì 11 maggio, alle ore 21,
presso la sede del CAI UGET
Val Penice, è organizzata una serata di diapositive ed un’allegra
bicchierata per salutare e ringraziare ufficialmente Nino Geymet.
Pro Villa Olanda
Tutti coloro che desiderano la continuità di Villa Olanda
sono invitati a mandare al conto corr. bancario IBI Torre Pellice n. 84/13641 le loro offerte con il proprio nome e indirizzo
o preferibilmente
a sottoscrivere con urgenza un impegno da versare dietro successiva richiesta.
Rivolgersi a: Arturo Bouchard, corso Lombardini, 3/5,
1(X)66 Torre Pellice, tei. 0121/932170, oppure a Roberto Peyrot, Torre Pellice, tei. 0121/91084.
7
4 maggio 1990
valli valdesi
ANGROGNA
ZOOTECNIA IN VAL RELUCE
Dieci anni del Foyer
Una risposta di solidarietà ai problemi dell’anziano - Un’alternativa al ricovero nelle strutture più grandi - La « nostra vera casa»
Il foyer per anziani del Serre
d’Angrogna compie dieci anni.
Inaugurato il 1° febbraio del 1980
aveva dietro di sé una lunga indagine sul territorio ed un progetto
tenacemente voluto dalla Comunità montana, in particolare dalla coordinatrice dei servizi sociosanitari, Mariena Gaietti.
Un progetto, che una volta
realizzato, ha fatto salire in vai
d’Angrogna gli operatori di molte altre USSL interessati a verificare la bontà di questo tipo di
risposte ai problemi degli anziani; una struttura che troverà nel
corso degli anni un secondo intervento analogo, a Bobbio Pellice.
Venerdì 27 aprile, in una splendida giornata, si sono incontrati
al Serre gli operatori della Comunità montana, gli ospiti del
foyer, il presidente della C.M.
Piercarlo Longo, il sindaco di
Angrogna Franca Coisson e tanti
altri amici per ricordare le tappe
di un cammino innovativo e perciò difficile.
« L'esempio che abbiamo voluto
Da dieci anni il Foyer di Angrogna costituisce un’esperienza originale nel settore degli anziani.
creare per i nostri anziani è una
risposta di solidarietà. Ritengo —
ha commentato Longo — che
questo esempio possa difficilmente essere esportato altrove ».
UN’UTILE DOCUMENTAZIONE
Le scuole
in vai d’Angrogna
«La vacca è un ruminante quadrupede. La sua vivanda ordinaria, è d’erba di fieno e di paglia. Ciè ne sono di parecchi colori, di bianche, di rosse, di castane, di nere e di molti altri colori... ». Con questo esordio un aspirante maestro quartierale iniziava nel secolo scorso la trattazione del « tema di componimento» su « L’utilità della vacca » assegnatogli dalla Commissione
scolastica all’esame per l’accesso
all’insegnamento. E’ questo uno
dei preziosi documenti riportati
da Renzo Tibaldo nella sua interessante ricerca sulle scuole
in Val d’Angrogna tra il 1874 e
il 1910 '.
Nella veste dimessa del testo
fotocopiato da un dattiloscritto,
la ricerca situa i dati locali nel
contesto italiano del tempo, caratterizzato dall’ analfabetismo
di massa, scalfito dalla legge Casati del 1859 solo con estrema
lentezza. In Val d’Angrogna come in genere alle Valli, invece,
le scuole Beckwith permettono
una diffusione capillare della cultura di base almeno a partire dal
1846. Mezzo secolo dopo, nel
1897, su 129 atti matrimoniali stilati alle Valli solo uno è firmato col segno di croce degli analfabeti.
L’istruzione primaria è gestita
da un organismo collegiale
precorrendo in questo come in
altri aspetti, ben lumeggiati da
Franco Calvetti nell’introduzione, esigenze che solo ben più tardi saranno fatte proprie dall’ordinamento scolastico italiano.
Tale organismo, denominato
Commissione scolastica, è composto da sei membri, di cui tre
rappresentanti del Concistoro e
tre rappresentanti deH’Amministrazione comunale. Di fatto la
presidenza è poi tenuta principalmente dal pastore valdese.
I programmi di studio comprendevano le abilità di base
del leggere, dello scrivere e del
far di conto, oltre, naturalmente,
all’istruzione biblica.
I dati ■ statistici sulla popolazione scolastica, quelli sullo
«stato giuridico » e sul trattamento degli insegnanti completano la ricerca, fornendo, oltre
alle informazioni sulla situazione angrognina, anche un utile
canovaccio riutilizzabile per altre ricerche parallele che ci auguriamo possano essere fatte da
altri studiosi. In appendice, infine, una serie di documenti originali assai gustosi, sia per il
loro contenuto immediato, sia
per le considerazioni indotte a
cui possono portare.
Claudio Tron
TORINO
DOMENICA 13 MAGGIO
Festa di canto
delle corali
L’annuale festa di canto delle corali si terrà domenica 13
maggio nel tempio valdese di
corso Vittorio con inizio alle
ore 16. Ai brani eseguiti dalle
corali delle valli e da quelle di
Ivrea, Genova e Torino, saranno intervallati interventi
del pastore Taccia e del maestro Corsani.
In mattinata le corali parteciperanno ai culti nelle chiese
della città, di Rivoli e di Venaria.
' RENZO TIBALDO, La penna e il calamaio - Cultura ed istruzione in Val
d’Angrogna: le scuole valdesi (18741910), con prefazione di Franco Calvetti, Comune di Angrogna, 1988.
¡LUSERNAS. GIOVANNI I
Fondo di solidarietà
La Comunità Montana Val Pellice sta attivando il fondo di
solidarietà per il risanamento e
sostegno del patrimonio bovino
di cui abbiamo scritto sui numeri scorsi del giornale; tale fondo ha lo scopo di risarcire parzialmente, agli agricoltori, le perdite economiche subite in seguito ad abbattimenti del bestiame
affetto da TBC, BRC o leucosi, o ad abbattimenti o morti
dovuti a cause accidentali.
I titolari di allevamenti residenti sul territorio della Comunità Montana Val Pellice che intendono aderire all’iniziativa devono presentare domanda alla
Comunità stessa entro il 30 giugno 1990.
Ad avvenuta accettazione del
Oggi .
e domani
Franca Coisson ha, tra l’altro, ricordato i primi questionari del
1973 intesi a cogliere le esigenze
più immediate tra la gente di
montagna. E tra queste spiccava
il bisogno di avere « una casa per
l’inverno, durante i mesi dell’isolamento e della maggiore difficoltà ».
Inizialmente il foyer era aperto
solo da novembre a maggio; poi
gli anziani hanno preferito rimanere tutto l’anno in questa casa
funzionale e messa a disposizione
dell’ente pubblico dal concistoro
per un affitto annuo minimo. Attualmente il foyer ospita dieci
persone anziane, vi lavorano due
operatrici della cooperativa « Alveare » che si alternano alla visitatrice domiciliare. I costi accessibili, grazie all’integrazione dell’iniziativa nella rete dei servizi
sociali e sanitari della C.M. e ai
contributi dei comuni, Tambiente familiare, il coinvolgimento di
tutto il piccolo quartiere nella
vita degli anziani, la cura con la
quale le due operatrici Yvette
Bertin e Denise Bertalot affrontano la loro responsabilità quotidiana fanno di questa casa —
vecchia dimora del pastore valdese del Serre — una reale alternativa al ricovero nei grandi istituti. Rappresenta insomma quello
stadio intermedio tra casa e ricovero di cui si avverte sempre
più la necessità visto il forte aumento della popolazione anziana.
« Il foyer è — ha detto Mariena
Gaietti — una spinta verso un’altra qualità della vita; la collettività deve rispondere al disagio in
modo flessibile, inventando nuove
forme di solidarietà con i più deboli. L’atmosfera lieta che regna
in questa casa, offuscata solo dal
ricordo da chi in questi dieci anni
se ne è andato, ci permette di credere che sia possibile "far morire i nostri anziani da vivi” » ovvero spegnersi ancor giovani, ma
il niù tardi Dossibile. Battute a
parte, l’esperienza del foyer costituisce un punto fermo nella mappa locale dei servizi socio-a.ssistenziali. «E' la nostra vera casa », conclude Levi Buffa, il decano del gruppo di anziani che la
mattina prepara il caffè per tutti.
Giuseppe Platone
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Via Montebello, 12 10064 PINEROLO
Tel. 0121/21682
la domanda l’allevatore dovrà
versare la quota a suo carico,
proporzionale al numero dei capili contributo erogabile è previsto in lire 300.000 per ogni capo assicurato e verrà liquidato
ad avvenuto abbattimento.
Per ulteriori informaziom o
chiarimenti rivolgersi al Servizio
agricoltura della Comunità Montana Val Pellice (via Caduti per
la Libertà n. 6 - Torre Pellice)
nel seguente orario: dal lunedi
al venerdì ore 9-12 e 14-16,30.
Amnesty International
TORRE PELLICE — Giovedì 3 maggio,
ore 16.45, avrà luogo ai Centro d’incontro una riunione del Gruppo Italia
90 Val Pellice con II seguente o.d.g.:
a) Appello in favore di 3 prigionieri
sudcoreani; b) Appelli per sindacalisti
in occasione del 1“ maggio; d Appello
per il sovietico Avdeyev Valéry; d)
« Tavolino » a Bibiana il 14 maggio.
_____________Cinema_________________
TORRE PELLICE — Il cinema Trento
ha in programma la visione di « Kitchen Toto; il colore della libertà »,
ven. 4 alle ore 21.15; « Nato il 4 luglio », sabato 5, ore 20 e 22.10 e domenica 6, ore 16, 18, 20 e 22.10.
Concerti
TORRE PELLICE — Sabato 12 maggio, alle ore 20.45, nel tempio valdese,
avrà luogo un concerto per Amnesty
International del coro polifonico «Turba Concìnens » diretto dal M” Aldo
Sacco. Ingresso libero.
INVERSO RINASCA — Alle ore 21
di sabato 5 maggio, presso gli impianti
della Pro loco in borgata Fleccia, il
gruppo francese « Mélusine » presenterà « Le tour de Franse de Comtoisla Buine », canti e ballate presentate
con l'intervento di organetto, violino e
ghironda.
Programmi di Radio Beckwith
FM 91.200 ■ 102.350__________
Con l'ultima settimana di aprile è iniziata una nuova trasmissione: « Alleluja! », dedicata alla musica cristiana,
la cui messa in onda è prevista il lunedì, il mercoledì ed il venerdì alle
ore 14.45, con repliche rispettivamente il martedì, il giovedì ed II sabato
alle ore 12.45; lunedì 7 maggio, alle
ore 18.45, con replica giovedì 10 alle
ore 11.30, appuntamento mensile con
Amnesty International; sempre lunedì
7 maggio, a partire dalle ore 15, trasmissione « speciale elezioni 90 », con
tutti i risultati delia tornata ammini"
strativa nel pinerolese.
Dibattiti
PINEROLO — Mercoledì 9 maggio,
alle ore 20.30, presso il centro sociale
di San Lazzaro, in via dei Rochis 3,
si svolgerà un incontro sul tema: > Le
scuole di alimentazione naturale. Le
combinazioni alimentari ».
Domenica 13 maggio
□ VILLA OLANDA
TORRE PELLICE — Alle ore 15, presso la sala della Foresteria, è convocata una riunione di aggiornamento su
Villa Olanda e sulla possibilità che questo Istituto prosegua la sua attività.
Tutti sono invitati per approfondire e dibattere la questione.
5-6 maggio ~
a INCONTRO GIOVANI
1° DISTRETTO
AGAPE — Con inizio alle ore 18 di
sabato si svolge l'annuale incontro dei
giovani del 1° Distretto; tema delle
giornate: « Informazione e comunicazione ». Chiusura nel pomeriggio di domenica con valutazioni finali e culto.
RINGRAZIAMENTO
« Fattosi sera Gesù disse: passiamo aU’altra riva »
(Marco 4: 35)
I familiari della compianta
Anna Baridon ved. Re
commossi e riconoscenti per la dimostrazione di affetto tributata alla loro
cara, ringraziano di cuore quanti con
scritti, parole di conforto e presenza
sono stati loro vicini nella triste circostanza. Un grazie particolare al pastore Pasquet.
Bobbio Pellice, 28 aprile 1990.
AVVISI ECONOMICI
PRIVATO acquista mobili vecchi e mafichi, oggetti vari. Tel. Pinerolo
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posti letto). Tel. ore serali 011/
6503724.
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CHISONE - GERMANASCA
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: presso Ospedale Valdese di Pomarotto ■ Tel. 81154.
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 6 MAGGIO 1990
Pinasca: FARMACIA BERTORELLO Via Nazionale, 22 - Tel. 800707
Ambulanza :
Croce Verde Penosa: Tel. 81.000.
Croce Verde Porte: Tel. 201454.
USSL 44 - PINEROLESE
(Distretto di Pinerolo)
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Tele
fono 2331 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo: Tel. 22664
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 932433 (Ospedale Valdese),
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 6 MAGGIO 1990
Torre Pellice: FARMACIA MUSTON,
Via Repubblica 22 - Telef. 91328.
Ambulanza :
CRI Torre Pellice: Telefono 91.996.
Croce Verde Bricherasio: tei. 598790
SERVIZIO ATTIVO INFERMIERISTICO: ore 8-17, presso i distretti.
SERVIZIO ELIAMBULANZA, elicottero: tei. 116.
8
8
ecumenismo
4 maggio 1990
CONVEGNO DELLA CONFERENZA EUROPEA DELLE CHIESE
La missione neli'Europa
deiia secoiarizzazione
L’equìvoco tra missione e proselitismo - Occorre tenere in considerazione le frontiere « locali » e superarle annunciando l’amore di Dio
UN’INIZIATIVA DELLA CELI
Donne dalla RDT
Dalle limitazioni alla libertà di stampa, alla
ricerca dell’unificazione fra le due Germanie
« Comunità missionarie nell’Europa secolarizzata » è il titolo di
un convegno organizzato dalla
KEK (Conferenza europea delle
chese) e dal CEC (Consiglio ecumenico delle chiese) a Bad Herrenalb, in Germania, dal 20 al 24
marzo, con la partecipazione non
solo dei paesi della Comunità
europea, ma anche con la presenza dei paesi dell’Europa dell’Est.
L’argomento esaminato appare
assai interessante per chi vive nella realtà italiana: l’estensione del
concetto di vera e propria « missione » allo slancio evangelistico
che, ad esempio, anche nella chiesa valdese sta vivendo un rinnovato impegno, è senza dubbio ricca di stimoli.
Tuttavia, per certi aspetti, la relazione introduttiva al convegno
si muoveva su aspetti diversi: « Il
termine missione evoca sovente il
desiderio di vedere crescere la parrocchia e aumentare il numero dei
membri », ma in realtà — prosegue il documento — limitarsi a
questo lascerebbe cadere la possibilità di un rinnovamento possibile delle comunità. Che fare allora? Cosa devono fare le comunità che intendono essere « missionarie »?
Un ruolo
da riscoprire
Il documento della commissione di studio della KEK, indica
come via principale quella di una
« approfondita analisi di se stesse
e della loro situazione », per capire quale deve essere il loro ruolo, e scoprire, con l’aiuto di studi
biblici appropriati, in quale direzione lo Spirito Santo le vuole
condurre. In ogni caso, per la loro
vita e la loro testimonianza « le
comunità cristiane sono portatrici
del messaggio dell’amore di Dio
che è rivolto a tutto l’oikumene
(vale a dire tutto il mondo) ».
Inoltre, nota acutamente il documento introduttivo, per qualcuno il termine missione evoca quasi esclusivamente il passaggio di
frontiere geografiche, elemento caratteristico delle missioni nel mondo. Tuttavia « esistono anche delle
frontiere locali, sociali o culturali,
che devono essere superate perché
impediscono all’amore di Dio di
essere offerto a tutti gli esseri umani ». Ad una comunità che cominci a muoversi nella via indicatale
dallo Spirito Santo, può anche darsi che Dio consenta di accrescere
il numero dei fedeli.
Queste le premesse. 11 dibattito
si è quindi sviluppato sia sulle
premesse teoriche (le nuove prospettive dell’Europa senza frontiere), sia sull’analisi delle singole
esperienze fatte nei vari paesi.
« Vi farò pescatori
di uomini »
Tra queste, forse, la più carica
di significati è stata quella della
Chiesa riformata scozzese che, tenendo uno studio biblico sul passo « vi farò pescatori di uomini »,
ha non solo spiegato il testo, ma
con i canti e con la partecipazione
dei fratelli presenti ha dato esempio di un diverso modo, assai partecipativo, di vivere la fede.
Per altri aspetti deve anche essere ricordato che ha destato molto interesse il lavoro che la chiesa
di piazza Cavour a Roma sta svolgendo, non solo nell’impegno con
gli immigrati ma anche per il fatto che nei suoi locali sia ospitata
una comunità di etiopi.
Comunque, per quanto l’Europa
sia unita, le realtà permangono ancora assai differenti, e se in alcuni
paesi si intende la missione come
evangelizzazione ed impegno nel
sociale in altri paesi — come il
Portogallo — in cui la Chiesa cattolica è su posizioni oscurantiste e
vi è un notevole fermento di religiosità fantasiose e variegate, la
missione è sentita assai più che come proselitismo, ma come mantenimento e rispetto della « purezza »
evangelica. In altri termini, di
fronte ad una religiosità sempre
più ecclettica e più paganeggiante,
i fratelli portoghesi vivono la loro
testimonianza come correttezza di
vita e di pensiero.
La presenza di
fratelli dell’Est
Uno dei fatti che più hanno caratterizzato il meeting è stata la
presenza assolutamente libera dei
fratelli dei paesi dell’Est europeo.
Per quello che riguarda la Germania Est diverse domande si ponevano: come mai un movimento
che ha avuto come catalizzatore
le chiese evangeliche è sfociato in
una vittoria elettorale della democrazia cristiana? Che ruolo ha
avuto l’onnipotenza del marco tedesco sulle loro scelte? Sono così
sicuri i tedeschi orientali che il
passaggio all’economia di mercato
sarà indolore e senza traumi? Come reagiranno alla inevitabile disoccupazione ed alla perdita di migliaia di posti di lavoro, e che posizione prenderanno le chiese evangeliche?
Infine: sarà possibile per i tedeschi occidentali dare il benservito
agli immigrati che sono — non
ultimi — artefici del « miracolo »
economico della Germania? Non
sono domande né oziose né retoriche, ma problemi reali. Esse,
tuttavia, non solo non hanno avuto risposta, ma sono sfuggite totalmente all’oratore, che si è limitato ad esporre i problemi della
frontiera con la Polonia.
Il valore
della liturgìa
Infine si rileva un aspetto
di estremo interesse: il valore che
le chiese dei paesi protestanti danno alla liturgia. Senza dubbio i
momenti più sentiti e più comunitari sono stati i culti: quello mattutino in apertura dei lavori e soprattutto il culto finale di chiusura
del convegno. Non solo era evidente la maggior partecipazione
dei fedeli al culto, ma è da rilevare che le chiese del Nord Europa, cioè di solide tradizioni protestanti, hanno conservato determinate consuetudini (quali i responsori, il segno della pace, ecc.) che
noi abbiamo abolito, forse confondendole con gestualità e ritualità di matrice cattolica. In realtà
esse appartengono semplicemente
alla tradizione cristiana, che anche
la Riforma ha conservato.
La soddisfazione per la riuscita
di questo meeting è quindi notevole. Sia per l’incontro e l’arricchimento reciproco, sia anche per
il lavoro che continuerà nel tempo. Ma anche — e soprattutto —
perché il Consiglio ha saputo capire che l’Europa è una realtà che
cambia e si evolve, e l’integrazione europea modificherà il modo
di vivere e di pensare delle popolazioni; le chiese devono essere
preparate anche a questo. Non a
caso e assai intelligentemente, lo
studio biblico di apertura dei lavori e di introduzione al tema è
stato sul libro dell’Esodo.
Inoltre, adesso che è caduta anche l’assurda divisione che ha separato l’Europa tra Est ed Ovest
in questi anni, si apre un ulteriore
ambito di lavoro per le nostre
chiese.
Vincenzo Ribet
A UN ANNO DA TIEN AN-MEN
La Cina è nella Nato?
(segue da pag, 1)
nucleare militare) che ha coiisiderevolmente facilitato lo sviluppo deH’industria cinese in
quel settore.
Proprio in un recente rapporto americano è stato denunciato il rifiuto dei governanti della Corea del Nord — benché questo paese abbia firmato il trattato di non proliferazione nucleare — di permettere ai funzionari dell’AIEA (Agenzia internazionale per l’energia atomica)
di ispezionare la centrale nucleare di Jongbyon, centrale a suo
tempo impiantata con la tecnologia cinese. Si arriva così a delle situazioni grottesche, pur nella loro drammaticità: la cooperazione nucleare cinoamericana
consente alla Cina di dotare la
Corea del Nord di materiale nucleare; a sua volta la Corea del
Nord — comunista — si dice disposta a denuclearizzarsi a con
dizione che gli Stati Uniti ritirino le loro armi nucleari dalla
Corea del Sud!
Ma, tornando alla Cina, la sua
crescita produttiva data dai buoni rapporti con l’occidente le ha
consentito di aumentare notevolmente anche la propria produzione bellica convenzionale: essa
infatti è diventata il quinto paese esportatore di armamenti, dopo l’Urss, gli Stati Uniti, la Francia e la Gran Bretagna. Essa riesce a produrre a prezzi molto
competitivi ed il terzo mondo
è il suo cliente quasi esclusivo
per tutte quelle armi che ancora non produce in proprio.
C’è veramente da augurarsi
che nel prosieguo delle trattative sul disarmo la questione « Cina » venga posta sul tappeto, ad
evitare che eventuali ulteriori
progressi da un lato vengano praticamente vanificati dall’altro.
Roberto Peyrot
Una visione deH’occidente diversa da quella propagandata dai
mass media e della situazione
particolare di chiese protestanti
di minoranza come quelle italiane è quanto la Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI), per
iniziativa della dinamica responsabile del suo ufficio stampa.
Barbaci Naeve, ha voluto offrire a cinque giomaliste della Germania orientale, redattrici di altrettanti organi ecclesiastici di
stampa della Repubblica democratica tedesca. L’iniziativa di invitare cinque donne è stata presa nel quadro del Decennio di
solidarietà delle chiese con le
donne, promosso dal Consiglio
ecumenico, in considerazione del
fatto che queste donne, a differenza dei loro capi uomini, non
avevano mai potuto viaggiare al
di fuori della RDT.
Le giomaliste, che hanno compiuto in Italia una visita di dieci giorni, dopo aver dovuto attendere fino all'ultimo momento
il visto d’ingresso dalle autorità
italiane, erano: Marion Wulf, del
« Mecklenburgische Kirchenzeitung » di Schwerin; Bettina Roeder, del « Die Kirche » di Berlino; Ellen Krueger, del «Potsdamer Kirche » di Potsdam; Uta
Schaefer, del « Glaube und Heimat » di Weimar; Bernadette
Liebich, del « Der Sonntag » di
Dresda. Nel loro soggiorno hanno visitato le comunità luterane
di Roma, Napoli, Firenze e Bolzano. All’inizio del loro viaggio
hanno compiuto una visita agli
uffici della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI),
dove hanno incontrato il suo presidente, past. Giorgio Bouchard,
e altri esponenti della FCEI.
Nell’incontro con la FCEI le
giomaliste hanno parlato delle
difficoltà in cui hanno operato
le loro testate fino alla caduta
del muro di Berlino, a causa della censura, delle leggi restrittive che non permettevano di aumentare la loro tiratura (tra 15
mila e 45 mila copie), per il divieto di diffusione nelle edicole
e per la mancanza di informazione dall’ovest. I giornali delle
chiese venivano infatti considerati pericolosi dal regime comunista perché potenzialmente alternativi, e di fatto essi costituivano gli unici spazi in cui potesse esprimersi il dissenso popolare. I primi gruppi pacifisti,
i movimenti per i diritti umani
e i movimenti politici di liberazione sono stati sostenuti proprio dalle chiese e anche i giornali ecclesiastici sono diventati
più politici, provocando la reazione della censura. Oggi la situazione è ben diversa, i giornali di chiesa si vendono nelle
edicole (anche se non è ancora
stata superata la vecchia legislazione), ma va anche segnalato
il fatto che con il nascere della
stampa libera certi temi non sono più specifici dei giornali ecclesiastici.
Si è parlato molto della partecipazione dei pastori alla vita
politica, ma le giomaliste hanno sottolineato che vi sono anche molti laici impegnati in tale
ambito. Il fatto è che all’indomani della caduta del muro di
Berlino la gente di chiesa è apparsa la sola in grado di organizzare i movimenti.
Sul problema dell’unificazione
delle chiese delle due Germanie
le giomaliste hanno riferito che
la decisione presa a Loccum dai
dirigenti delle due chiese a favore dell’unificazione è apparsa
prematura e affrettata, senza una
consultazione della base delle
chiese. Quanto all’unificazione
tedesca, le giomaliste hanno sottolineato che occorre procedere
con calma e riflessione; la fretta dà l’impressione all’est di essere fagocitati dall’ovest, di essere considerati i mendicanti del
l’occidente. Non si può cancellare l’identità che si è formata
nella Germania dell’est, caratterizzata dalla solidarietà con i paesi del terzo mondo, da un forte senso di comunità e di umanità fra la gente, dalle previdenze per i lavoratori e anche da
una legge sull’obiezione di coscienza al servizio militare che
non obbliga neppure al servizio
alternativo.
Al termine del loro viaggio le
cinque giomaliste hanno partecipato al seminario delle comunità luterane sul tema « L’anziano nelle nostre chiese » che si
è svolto il 27-29 aprile presso
Bolzano, nelle due giornate precedenti il Sinodo della Chiesa
evangelica luterana in Italia. La
loro esperienza è stata assai ricca, feconda di scambi con le famiglie che le hanno ospitate nel
corso del loro viaggio e con le
comunità luterane in Italia, in
cui si sono intrecciate conoscenze, esperienze e testimonianze
che costituiranno un terreno di
amicizia e di collaborazione anche in futuro.
Maria Sbaffi Girardet
Nuovo
approdo
(segue da pag, 3)
sione del settore agricoltura, e
ad Elisabeth Schweyer che ha
sviluppato il lavoro del consultorio con rara sensibilità. Del
vecchio gruppo resterà Pascal
Ratzimba nel campo dell’agricoltura. Charlotte Burger per la
segreteria e Jean-Jacques Peyronel cureranno il passaggio sincs
alla fine dell’anno.
Franco Giampiccoli, moderatore della Tavola valdese, che ha
presieduto i lavori dell’assemblea
e del Comitato generale oltre a
tenere la predicazione nella locale chiesa di Riesi, ha espresso
la riconoscenza della chiesa per
il lavoro prezioso sin qui svolto
dal gruppo che sta per lasciare
il villaggio dell’agape. Tra questi c’è anche Bruna Ricca, attiva
insegnante all’asilo.
Certo il futuro non si presenta facile ma, come dice Tullio
Vinay, « Se l’opera è valida il
Signore muove i cuori ». Ancora una volta i timori e la pmdenza lasciano il posto alla voglia di spendersi totalmente per
una causa che consideriamo giusta e che ha in Cristo la sua
giustificazione. Se le nostre chiese sosterranno questo passaggio
tutto sarà meno difficile. « Andiamo là al posto vostro perché
qualcuno doveva andarci, ma non
ce la faremo — conclude Platone — se dietro di noi non ci
sarà la solidarietà della chiesa ».
E. E.
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