1
Torre PeUice, 3 Aprii* 1942-XX
N. 14
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RiSfuardate alia roccia onde foste tagliati
(tsaia LI ; 1)
S^ttianeenal«» Chii
Ve>t«l«>s<
Nulla sla più forte deUa vostra fede!
(Oianavello)
Speíí
Italia e impero
.'5 , ■ -4ií#||'.
■^Jfeíioíeca tr
..................................
--«ese
CB mestre L.- 8
Estero
» 15
J /
Direttore i Dref> OINO COSl|j^BIL
AMMINISTRAZIONE: Via Carlo Alberto. 1 bis - Tobhi Pn,i.ic»
REDAZIONE: Via Arnaud. 27 - Torre Peu-ice
1
Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira
Cent. 30 la copia
L’tdtimo nemico che sarà di-^
strutto sarà la morte.
__ 1 Cor 15i 26,
La morte è stata sommersa
, nella vittoria. 1 Cor. 15: 54.
L’uomo è abituato a considerane la
morte Come uno degli elenrenti inseparabili dall’esistenza fisica; peir quanto
©gli faccia il suo possibile per non pen©are tropi>o spesso alla morte che egli
^considera istintivamente con una certa
apprensione, pure, la sua ragione è perfettamente convinta che tosto o tardi la
morte arriverà e segnerà la fine delia
ma esistenza quaggiù.
L’uomo sa che non solo gli esseri viventi devono chiudere o presto o tardi
la loro esistenza con la morte, ma egli
sa altresì che tutto nel mondo, anche le
cose della natura che sembrano sfidare
^ i secoli, dovranno un giorno scomparire
dallo « schema » della terra. E la Pali' rola di Dio insegna che la morte non ha
soltanto im senso materiale di cessazione di vita di una qualsiasi entità fiÍ sica, ma ha pure un senso spirituale di
% atlontahàmehto déll^ai^^ da Dio la
* morte è dovuta al peccato: ne è ü triste
salario, la tragica conseguenza,
j- Però, benché siamo usi a pensane alla morte come alla naturale conclusione
..S-‘ ,di qualsiasi esistenza, noi vediamo che
r"'la Parola dì Dio afferma con sicurezza
É che la morte non durerà eternamente,
ma che questo « nemico della vita »
verrà distrutto, e finirà con Tessere
sommerso nella vittoria: e la vittoria
radica, definitiva sarà quella della ve^ra Vita.
il cristiano aspetta con quella fede
I che .significa luminosa e sacra certezza',
¿1 compimento dì quella promessa: la
vittoria della vita sulla morte! L’aspet. ta... mai - diciamo anche - incomincia a
' sentiria, a sperimentarla come realtà benedetta nella propria vita « santa »,
cioè appartata, consacrata al servizio dì
Dio. Il figliuolo di Dio può e deve considerare come realtà, e non solo come
chimera, il fatto sublime della vittoria
dalla vita sulla morte, poiché un evento storico sta alla bcise della sua fede e
dèlia sua certezza: la risuirezioiiei di
Cristo dai morti.
Un errore nel quale gli uomini incorrono non dì rado sta nel considerare come staccati, come isolati l’uno dall’altnb' i vari fatti della vita e delToprara di
Oisto: noi, invece, li dobbiamo riguardare oomei episodi e momenti che si
\ completano a vicenda e che presi nel lo' ro insieme, hanno un solo, un grande si, grùficato: la rivelázioJie della vera Vita
nel mondo; « Gesù Cristo ha prodotto
in luce la Viia e Timinortalità per mezao dfeà’Evangelo » (2 Tim. 1: 10),
5 n Mienti?e presi isolatamente, certi epiideila vita del Messia (e specialmeato quelli della Settimana Santa) ci
' ptìaà«ÌiiiS;^'Ì«trere contradditori, quasi' un
' dì alti e bassi, dì debolezza e
, -di patohza, talorà incompii^lbiU (éome
lo fiÉi^9,^per,i discepoli testimoni delk catastrofe apparente della crocifissìoae), noi poasiamo invece ravvisai« in
questi, vari fatti un tutto organico e
predisposto da Dio stesso, e cogliere,
attraverso -ad una visione d’insieme, il
nesso logico che lega i vari episodi. Cristo preesistente « in forma di Dio » si
abbassò per portare agli uomini la visione ed ü dono della vera vita sulla
quale la morte non ha alcun potere; gli
Angeli di Dio diedero nella notte stellata di Betleemme l’annunzio di questa straordinaria apparizione della Santità in mezzo ad un mondo di peccato e
di morte. Più tardi, durante il Suo ministerio, Gesù ha dato col suo insegnamento la conosoenza-base delle leggi
della Vita (rAmiore); le guarigioni e le
risurrezioni da Lui operiate sono state
dei miracoiì, cioè dèi fatti straordinari
per un mondo che vive r^iel peccato e che
subisce pació le fatali conseguenz« di
dolore, di malattie, di indrte, ma che,
dal punto di vista della Santità di Dio
non sono dei'fatti 'miracolosi, bensì un
ordine naturale di cose,, una semplice
dimostrazione di ciò che è la viera vita,
la vita senza peccato, e, quindi, anche
-senza le amare cons^uenze di esso.
Nel giorno dalle Palme, Cristo ha accettato im umile trionfo per dare agli
uomini una prova di più della Sua Messianità, cioè dì quella Vita che Egli era venuto, a portare nel m.ondo. Il Venerdì Santo non segna il icrolló della
potenza di Cristo, ma è ancora una prova che Egli è veramente la Vita: la veVita che è Amore, ed Egli, per a
ra
more, la depone; Egli vi rinuncia momentaneamiente per sostituirla al peccato dal quale gli uomini non avrebbero potuto liberarsi senza l’intervento
divino della Santità per annullare il
male, e della Vita per annullare la
morto. Questa Sua Vita Egli la dona,
affinchè i suoi se Tappropiino, rinascano « e Tabbiano ad esuberanza » (S.
Giov. 10: IO).
E dopo la parentesi volontariOi del se^
polcro « il terzo giorno Egli! risuscitò
dai mòrti »i Anche qui, dal punto di vista prettamente umano, vi è il miracolo, cioè il fatto straordinario. Ma dal
ponto di vista di Dio, non si tratta di
mièacolb, di vìolaiziorie di leggi natura-:
li; Cristo è la vera Vita, e questa non
può rpnaniere chiusa ,nd sepolcro, prigioniera della morte di cui è la contraddizione; la Vita divina non può
sottostare pù a lungo al dominio della
morte conseguenza dèi peccato umsmo;
___—z's. • -•"•j '■'’t
essere disgiimta dal resto della Sua
missione, e oggi ancora Egli continua
ad operare questa vittoria; Egli è seduto alla destra di Dio », Egli è p«netrato al di là della cortina come precursore » (Ebr. 6: 20): Egli rimane opn
noiii« sino "alla fine dell’età presente »,
e col Suo Spirito assicura il pros^uimento della lotta sino al giorno in cui
«la mortle, Tidtimo nemico, sarà distrlutta », il giorno in cui « Dio sarà
tutto ih tutti».
4*
Dio ci permette una volte ancora di
celebrare la Pasqua di risurrezione;
fatto storico, senza dubbio, ma al tempo'stesso fatto spirituale! Abbiamo sin
qui detto che non è giusto di isolare
Pasqua dagli altri avvenimenti evangelici riferentisi a Oriato: tutti, dalla
Sua preesistenza presso lal Padre, la ,
Sua missione terrena, la sua risurrezione, al Suo ritorno alla destra di Dio, costituiscono una dimostrazione dì Vita,
di potenza e, di vittoria. E tale dimostrazione non deve destare umoam'ente
la nostra ammirazione, e farci esclamare soltanto: «Questi em veramente
il'Piglielo di Dio!», ma dev’essere anche il « tipo » della nostra vita spiritiiale, la continua affermazione della
'^'Vita sulla morte, della Santità sul peccato. Cristo, la vera Vita, è apparso nel
mondo non solo sotto le spoglie di un
uomo per quanto grande, p>er quanto
saggio; ma Egli era con Dio, anzi. Egli
era Dìo: la nostra fede adunque, fondata non su di un uomo, ma su Dio
stesso, è per noi garanzia di vittoriia e
di vita. (Questa è la vittoria che ha
vìnto il mondo; la nostra fede) (1 Giov.
5: 4). Cristo è nato per recare all’uomo
il Suo dono di salvezza, e la culla di
Betleemme deve oggi essere il nostro
cuore. Col Suo ins^namento Egli ci ha
- rivelato la Vita dì Dio, etema, santa;
:: quella vita deve jdivèntare la nostra.
Nel giorno delle Palme Egli ha accettato gli onori regali: oggi ancora la Sua
regalità, il Suo trionfo devono trovar
posto nell’anima e nella condotta dei
suoi discepoli. Cristo è morto per darci
ia Sua vita: la Sua croce dev’essere il
nostra per inchiodarvi il nostro «vecchio uòmo »; la Sua morte è quella del
nostro peccato; « Voi moriste, e la vita
vostra è nascosta con Cristo in Dio »
(Col. 3: 3). La Sua risurrezione deve
■essere parimenti la nostra: la vittoria
completa dell’Amore sul peccato e della Vita sulla morte. E, « risuscitati con
Cristo», dobbiamo «cercare le.cose di '
sopra dove Ciisto e seduto alla destra
di Dio » (Col. 3: 1).
E’ pur vero che la morte fisica esiste
ancora, e ci attende tutti nel giorno che
noi non sappiamo; ma il cristiano può
considerarla come il trapasso daH^’ehstenza terrena aU’^istenza cel'este. La
morte non è più il f allimento delle speranze umane, la fine di ogni cosa, ovvero ancora U. passaggio da questa terra ad una più o meno incerta sopravvivenza. Il credente sa che il suo corpo
fisico ritorna alla terra donde fu tratto;
è seminato corpo materiale, corruttibile, debole, per risorgere spirituale,
ctoè má^iormente adatto ad ospitare
l’anima ed a metterla in contatto^ non
più con la materia di quaggiù, ma col
regno dello spirito (vedi 1 Cor. 15).
E se il cristiano non ha più da torneate
la morte física, ancor meno dovrà egli
temere « la m,orte seconda », o morte
dello spirito: Cristo Tha distrutta, manifestando là Vita nelle varie fasi del
Suo ministerio, e partkolarmlente colla
Sua risurrezione. Egli ci ohiam® Ad una risurrezione simile alla Sua, e vuole che la Sua vera vita diventi sempre
più la nostra vita. .
Paolo Marauda.
^ Ú li
I
e perciò questa vita riprénde. La risurrezione non è che il ritorno del Vivente alla sua vera condizione; è la vittoirta dell’ordine divino sul disordine introdotto nelTumanltà dalle potenze del
male.
'Possiamo perciò dire che Pasqua non
è, da sola, la vittoria dalla Vita siulta
morte: ne.i è, senza dubbio, la più chiara dimostrazióne; è la con<!fiusione della
vita , e delj’ópéra ,cll Cristo intese a distrabere Ù dominio del peccato^ e . della
i^ moirte. Kon vogliamo considerare la risurceadon© -ciome fiaitto isolato: Pasqua
‘ segna la^'iaae più evidente della vittoria di Cristo sulla morte, ma non imò
Non è il caso, data Tindole del nostfo
giornale e rivolgendosi a lettori, che
sono « fratelli in fede », di fare dieil’®“
segesi dei testi o della critica stopea,
cioè... della teolo^.
A che pro-del resto. Non è forse meglio ascoltare, nell’estasi della prima. vera, il canto laigentino delle campane
di Pasqua? Più andiamo avanti n^U
anni © più sterno persuasi che il campo
religioso non è, essenzialmente, sul
piano dèi ragiopamiCTito, ,e nerniq^o
del pensiero! cipè, sul piano. in^elletiìiaU;
ma è essenàiedment^ sul piano . della
coscienza, della volontà e dell’anima,
cioè sul. piano spirituale., ,
Restiamo dùnque suT teirreBD libero
e solido, sul terreno « realìstico » , sperimentale, della fede. Pensiamo a Pasqua con puorefpuro, con. animo teasparent©, con inteBietoni oneste, con" sentimenti c(i lealtà, di /ispetto^ © „d’obbedienza. E prendiamo, con riverenza, il
nostrO/ptocoU), il ,nostro unulissdmo posto nell’immlenBo corteo delle genera
zioni a miglisda le quali - attraverso, i
siecoli - hanno cercato e trovato forza,
consolazione e speranza nella certezza
cristiana a noi tramandaita d^ Vangelo,
Che dice l’Evangeio?
L’Bvangelo non discute, non precisa
niémimieno, in modo categorico, se le apparizioni di Geteù rappresentano un fenomeno d’ordine obiettivo o a caràttere subiettivo; non ci dice esplicitamente nulla sullai « natura » miateiriale, sostanziale, reale o spirituale delle esperienze religiose dei primi testimoni dd.la resurrezione di Gesù. Questioni tutte
'SiQiierate, chemon hanno, in fondo, nessuna importanza per i reeocontisiti sacri. Si direbbe quasi che tali dibattiti
verbali sono loro indifferenti.
I ili Varalo afferma - complicazioni scolastiche, senza riserve mentali,
senza commentari «ruditt - il Vangelo
dei^quattm Evangelisti dice 'e ripete
Ksempiicissìmamente: Il Signore è apparso. , .1. ' !
E’ apparso a .Maria Maddalena, è
apparso a Simone, è apparso ai disce-
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SKj¿^ «uij •^v.íísfe'íjB»:;
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poli di Emmaks,'è ^ppa^so^a^
-'’' rlundti; è apì^araQ a ,Gorus(aileimnie,‘^, ■)
‘ apparso sulle,riv« del lagi> <|i GaiUèas
E’ apparso, dunque vivente! Ecco ciò
che davvero importa. Ecco ciò che sopra tutto conta. Ed ecco anche tutta la
e restaura/trice
jsa
I - -* potenza rinnovatrice ,
" deU’àffiénnazione trionfede di Pasqua.
« Dunque, Egli è vivente', il Maestro o: > dorato! » E Tomaso-, il dubbioso, vede i .
segni dei chiodi nella palma delle mani
e sulla pianta dei piedi; Tomaso, l’in-'
credulo, mette il suo dito nella piaga aperta, nel fianco del Redentore... ■ k :
Gli è perchè anche noi abbiamo fame
di verità e ^te di certezza nell’Al di
’t ‘S |f
^làl'^lP è perchè noi - poveri ^cristiani di
questo’ mondo* insanguinato * abbiamo ~r'
;^più che mai bisogno di credere che « 1^
« Vita » non è limitata all» fase dell^
nostra esistenza terrena (in caso contf-ario sarebbe un’atroce farsa ed una
mostruosa illusione); gli è perchè ci occorfie - oggi più che mai - un sovrano ,
rimedio; gli è per tutte queste ragioni à
riunite - e per altri motivi ancora, ap-,;?
partenenti alla leategoria dell’ineffabile*’ ;
che vogliamo oggi ristorare ranimà^ ^
nostra « fissando la nostra attenzione e
.concentrando la nostra adorazione su^, ,
Gesù che « è apparso », cioè sul Cristi'?
vincitore della morte.
m
G. E. Melile.
Cristo tia sofferto'
•...Ogni volta che ritorna neU’anrib
quella che è detta la settimana santa,
noi rileggiamo gli episodi deUe estreme
sofferenze di Cristo. Ma non basta. La
settimana santa lion dev’eeaere, pel
Cristiano, una settimana,, una sola settimana aH’amno-di rammemorazione di
quelle divine sofferenze. Il Natale; la
vita intera di Gesù, sarebbero incomprensibili senza le sue sofferenze, senza
la sua morte patibolare, senza i suoi
dolorosi contrasti di quaggiù. Non è
dunque giiisto dire, come dice un libro
molto letto nei nostri ambienti, che è
« una profanazione il voler penetrare
neH’angosciB dì Gesù », poiché quello,
a parer mio, è l’unico modo di comprendere appieno l’amore di Dio, l’amone, tutto l’amore del Crea.tore per la
creatura. Non parliamo dunque « deli’incomprensibile mistero delle sofferenze di Gesù » ma cerchiamo invece di
comprenderne la tragica, sublime, ènorme grandiosità, vicino alla tragica
loro ineluttabilità.
Molti si stupiscono che Cristo-Dio
'abbia sofferto-ed abbia tanto sofferto!
Per me sarebbe incomprensibile, nei
piani di Dio una vita ed una morte
di Cristo senza sofferenze, anzi senza sovrumane sofferenze. Chè « sovrumane » nel senso più intimo dell’espressione, « sovrumiane » cioè superiori alle possibilità di soffrire dell’uomo stesso, di qualsiasi uomo sono state
le sofferenze di Cristo. ,
Non certo così avrebbe sofferto Cristo se fosse stato uomo e soltanto uomo.
Ma egli era Dio, uomo e Dìo. Colui che
doveva soffrire la^ sofferenza cosmica,
la sofferenza universale, colui che doveva in sè soffrire la peccaminosa sofferenza dell’umian genere per riscattarlo, colui che su di sè doveva caricare le
colpe, i falli, i peccati tutti e le spirituali miserie e tutti i doloranti patemi della nostra umanità, colui non poteva che
dare l’esempio d’una veramante dirina
sofferenza.
■ +
„. ^ffre il Cristo nella sua divina prescienza ed a cagion d’essa. Nessim uo
mo ha mai saputo, prima che il tribu. nàlie lo giudachì, quale sarà la condanna
. e se condlanna vi sarà per lui. Ogni anche più abbietto delinquènte ha sempre
,im filo di spersmA circa la natura della
. ^ ; condanna, anche se è-sicuro , che
condanna yi sarà. Lui, invece,, il Giusto,
-ITnnocente, il Santo, sa che « il Fìgliuol
deU’uomo sarà consegnato per essere
crocifisso » e lo sa piirna anche che si
radimino dal sommo sacerdote, f,, capi
.sacerdoti e gli anziam del popolo per
decretane 9ul come impadronirri di, .lui
e sul come farlo rnorire. ^
, Nespm uomo, prima del suo tcadim€«tp, e , senza die nessimo ne lo. ab.bia informato, ha mai saputo che sarà
. tradito. Liii. lo sa e sa perdno cM lo,tradirà. Eppure la cosa è induttabile ed
essa induttabilmeinte avviene. Egli soffre e talee e sopporta tutto perchè sa
che, nell’eòohomda utìversa, nwatim*
sofferenza è varia. Nè la croce che l’accascia sotto il suo peso, nè gli sputi
della soldataglia, nè gl’insulti della plebaglia, nè le scudisciate, nè la corona di
spine, nè l’aceto della spugna che non
disseta, nè il crudele tradimento del discepolo nel cuore del quale è entrato
Satana, nulla è vano, »poiché al tradimonto segue il pentimento e, prima che
Cristo spiri. Giuda, già nel rimorso impiccatosi, è già nell’aldilà, salvato forse
dal rimorso stesso, mercè rinfinito amore di Cristo, l’infinito, il sommo dei sofferenti.
•i
Oh! che cosa non insegna la sofferenza di Cristo...
« Cristo ha sofferto », e la sua sofférenza c’insegna come dobbiamo armarci
per sopportaire ogni pena con rassegnazione, sottoiriettendoci alla santa volontà dì Dio.
- « Cristo ha sofferto ! » E’ lui che nel
Getsemani, « oppresso da tristezza mortale » c’insegna come, anche davanti alla croce patibolare, che anche luì avrebbe voluto evitare, bisogna saper
dire a Dio: « Sia fatta la Tua volontà ».
Sia fatto « non com’io voglio, ma com.e
Tu vuoi ».
« Cristo ha sofferto! » Per questo egli
comprende, fratello, le tue sofferenze e
questo pensiero ti fortifichi nelle tue
prove, in tutte le tua prove. Egli ha
sofferto, come dice rapostolo Paolo,
« per diventare un grande rrusericoridioso sacerdote ». Avendo lui stesso sofferto egli può meglio comprendere e
soccomere quelli che soffrono. Per questo, dice-l’apostolo, « egli ha dovuto essere reso simile in ogni cosa ai suoi fratelli»; anche nella sofferenza.
«■ Cristo ha sofferto ! » Quando un uomo si sente abbandonato da Dio, soffre,
soffre terrìbilmente. Ma quanto, quanto ha dovuto soffrire Cristo, il Figlio di
Dio, il Figlio unigenito di Dio, quando,
suUa croce lancia al suo Padre lo straziante grido; « Padre perchè m’hai tu
abbandonato!» Non è un uomo, un
semplice uomo, un uomo colpevole e
peccatore che si sente solo davanti alla
morte, a quella morte che, per lui, è il
salario del suo peccato, e che in quel
feangerite si seinte abbandonato. Ma è
l’uomo puro e senza macchie, l’uomo di
’ cui s’era detto: « Tu sei veramente il
Figliuolo di, Dio ! »
E sulla sofferènza del Salvatore germoglia ' dolorosàinenié * la salvezza del
-ladrone che gli stava vicino, e pear esso,
ed attraverso ad esso, la salvezza di
' quanti, coinè il ladrone, confideraimo in
> Lui.
Dalla eoffererù»-la salvézza. Dalla
I sofferènza del Giusto la salvezza del
peocatar». v
, .->-Ì .;>«
r
Fratelli che vi sentite abbandonati,
guardate alla ’croce, armatevi del pensdero che Cristo ha sofferto anche per
voi e sarete consolati. E poi, fratelli che
vi sentite abbandmatl, avete voi pensato al terribile abbandono nel quale
'■ ...............
fu lasciato Cristo nell’ora in cìii più do-,
loroso gli si presentava il sub trapasso?
Gesù ha sofferto allora quel che nessuno al mondo soffrirà rriai: egli chiede ai
suoi discepoli stessi di asàsterlo, di pregare con lui, di vegliare con lui un’ora
sola e, per tre volte, li trova che dormono: che sono aggravati ‘dal sonno. Essi
non sanno dargli neppure il conforto
della loro preghiera! Mistero? No! neppur questo è mistero, ma è tragedia, divina tragedia. Quello che nessun credente nega a chi gliela domanda (una
preghiera! ) quella Iddio ha voluto che
gli stessi discepoli di Orisito la negassero al loro Maestro e Redentore! A Colui
ohe muore, che prega, che intercede per
tutti è stata negata la modesta preghiera dei suoi stessi prediletti.
...E come nella grande tragedia eristica, lo spìrito di Dìo aveva d’rin subito
preso il posto dello spirito del male nel
ladrone penitente, che aveva visto soffrire vicino a sè il Figlio di Dio, e come
il centurione pagano fu redento subitamente dalla visione -delle sofferenze di
Cristo, fratelli che lottate, fratelli che
soffrite pensate alle Sue sofferenze,
contemplate le Sue sofferenze, non foss’altro che per un attimo, nell’attimo
della vostra lontana agonia, e voi vi•vrete, si, vi-vrete con Lui.
Nota. Questi passsi sono tolti dalla
meditazione che un nostro fratello ha
fatto della parola di Dio, quale è contenuta in Ep. S. Pietro 4: 1; Armatevi di
questo pensiero: Cristo ha sofferto. Lo
ringraziamo di questa testimonianza,,
spiacenti che la tirannia dello spazio ci
impedisca di riprodurla nella sua totalità.
TestimoDiaoze laiche
Da una lettera d’un Alpino di Luserna San Giovanni, che scrive alla mammn, lontano dalla Patria:
...«oggi è domenica e nevica da sedici ore abbondantemente. E’ venuto il
nostro caro Cappellano a tenerci un
buon culto. Che piacere e che. sollievo
udire parole calme e profonde in mezzo a tanto caos e in una vita tanto tribolata...
Siamo dì nuovo a domenica e come
vedi ho il privilegio di poterti scrivere.
Oggi il Cappellano non ha potuto riunirci tutti per mancanza di locali. Così
noi che eravamo stati gli ultimi ad udire la sua parola, siam,o stati scelti per
fare posto agli altri. Pazienza! vuol dire che martedì 17 febbraio, speriamo di
riunirci tutti e saremo circa 350 in tutta la divtóione, finalmente riunita. Sarebbe bello l’avere tanta gioventù vaifi^ riunita su di un suolo tanto lontano dal suo paese e dal suo focolare.
Speriamo sia possibile di trascorreire alcune ore di vera gioia e di intima soddisfazione, col pensietro rivolto ai nostri padri che tanto anche loro ebbero
a soffrire e putte vinsero led amebe ai
nostri cari lontani che malgrado l’apparente indifferenza, conservano e gelosamente custodiscono una fiamma
che un giorno finalmente risplenderà
della sua luce migliore. Abbiamo séguito suH’Èco lo svolgimento delle prediche di Risveglio. Voglia il* Signore
che uno sforzo così generoso e grande,
lanciato in un periodo tanto oscuro ma
fruttifero per esperienze morali, colga
i suoi frutti e porti in molti cuori ed in
molte case i suoi benefici doni di ele"vazione di vita e di fede più vivente.
Abbiamo pure fatto una bella colletta per L’Eco che è il nostro caro compagno, atteso con gioia dà noi tutti,
petrehè solo luì ci porta qualche bella e
1 buona parola dì speranza e dì pazienza,
assdeme ad un soffio di vita nostra,
lontana ed amata. ..
Si, cara Mamma, sono tanto liconoècent6"j>er la tua grande pietà e per il
tuo grande amone che,, ora dopo ora,
• mi segue e mi protegge é che non potrà
non otteneire grazia <M ^ Padre nostro iceleste. Stai sicura che Jo.sarb d^no
del tuo grande affetto .e nulla,al mondo ,
mi farà scostare dal tuo esempio e dai
tuoi insegnamenti ».
MnizijÉ ìii!lli! Unii Valieii:
•| Tutta la gioventù delle nostre par-"
' rocchi« è invitata al " ' ” *
C0KÏEÛN0 GENERALE A S. BARTOLOMEO
il Lunedì di Pasqua, alle ore 14.30 precise, Ufi tempio.
' "Aoi^omenia; Il matrimonio cristiano.
Oratori: doti. Elio Eynard, pastore Sig.na , Evelina Pons, insegnante.
Avvertenze: In caso di tempo decisamente brutto il Convegno non ha luogo.
In caso di tempo incerto o coperto il
Convegno ha ugualmente luogo. |
Gli Unionisti che gìungerarmo in
m,attinata potranno riposarsi e consu-¡
mare le loro provviste nella Sala dellaGioventù messa fraternamente a loro
disposizione dalla parrocchia di Prarostino. ,
Si canterà suU’Innario Cristiano e sui
Cento Canti. Il Capo Gruppo.
La Chiesa di Torino sente il dovere
di provvedere in maniera più regolare
che per il passato, pur nei limiti delle
possibilità attuali, alla cura d’anime
delle famìglie evangeliche e dei singoli fratelli che, in Piemonte, ancora
non sono uniti ad alcuna Comunità viciniore.
L’attività della Chiesa di Torino si
estenderà, oltreché alla zona periferica
della Città, ai fratelli isolati delle pro-^
vincie di Asti, Alessandria e Cuneo.
Rivolgiamo pertanto viva preghiera
agli interessati che leggeranno questa
comunicazione di segnalare eventuali
nominativi ed indirizzi al Pastore Elio
Eynard - Via Pio V, 15 - Torino.
«
L15RERIA ED. CLAUDIANA
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OFFERTE:
Giovanni Diodati: I commenti alla sacra
Bibbia con le introduzioni e i somma- ■
ri, ricavati dalla edizione ginevrina ^
del 1641. Firenze, 1880 - Due voli, inì;
tela e oro - pp. 632 e 1414 L. 30,— ^
Scerbo: Grammatica della lingua Ebrai-t:
ca - pp. 192 3,—.*
Scerbo; Dizionario Ebraico e Caldaico - ’
■ pp. 491 - tela 15,—
Donald Fraser: Discorsi sinottici sulì
Nuovo Testamento - pp. 332 3,— |
Giampiccoli Ernesto: Discorsi religiosi - I
pp. 275 5,— ì
Taylor Giorgio: Manuale di teologia si-i
stematica - Intonso - pp. 195 5,—
Janni Ugo: Teosofia - Bocca - ed. 1932 ïntoniso - pp. 432 15,—
•Guthrie Thomas: The Parables - pp. 278
- tela e oro 5,—
Godet F. ; Commentary on the gospel of ^
St. John - Voi. secondo - tela e oro pp. 414 ^ 5,— j
The parallel New Testament Greek and '
English - Oxford 1923 - pp. 1096 -1
tela e oro 15,—? ’
Concordance des Saintes Ecritures - pp.â
736 - tela e oro 10,—«St
Soulier Henri: La doctrine du Logos - i
Turin 1876 - ottavo - pp. 166 5,—•
Comba Emilio: Histoire des Vaudoisc
d’Italie - Paris-Turin 1867 - ottavo pp, 37^ - Parte I: Avant la Réforme
6,
Jalla Adolphe; Pionniers parmi les Ma-J^
rotse - Firenze 1904 - ottavo grande'
- pp. 360 7,—
RICHIESTE:
Harnack: Missione e Propagazione del
cristianesimo nei primi tre secoli.
Bèttex: La Bible, parole de Dieti.
Guide dès Vallées Vaudoise.
Merle d’Aubigné: Histoire de la Réforme - Il quinto volume.
Id.; Edizione ìtaliaiia. Si possiedono il
secondo e terzo voli., sì cercano gli
altri.
Agénor die Gasparin e Madame .^énor
de Gasparin: Opere:, L’Eglise selon
,,,l!^vangile Volume —■ Par
'. ¿àTtimc ef - seoonxìe
volume - Les tables tournantes.gioventù Cristiana: annata ccanpiete è
' '' numeri separati. ' - ■ '■....... ' <
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ANOROONA (Capoluojro) . ’ •
Graditisìsiina è stata la breve visita
del Moderatore i^a nostra parrocchia
Ila sera del 24 corrente.
Egli ha avuto Successivamente tre in- ;
contri: il 1° col Concistoro, al quale ha
rivolto parole di ìncaraggiamento, per
la sua opera e la isua responsabiiitài
spirituale; il 2° con' i cateoumieni dei
quattro anni, riuniti nella scuola, ai
quali ha indirizzato akun/e fervide esor^tazioni, il 3° infine, nel tempio, col
m,embri di Chiesa e numerosi altriuditori accorsi per ascoltare la sua affettuosa e natema parolià.
La parrocchia gli porge un vivissimo
ringraziamento.
— La domenica delle Palme è stata
una giornata di festa nella nostra chiesa
per Fammìssione di dodici catecumeni:
imo mediante il battesimo: Buffa Alice,
ed undici per confermazioiie: Benech
Rinalda, Malan Ida, Monineit Bda, Benech Enrico, Bertin Giulio, Bertin Lamy, Bertot Attilio, Bertalot Levi, Ghiavia Giovanni, Sappè Edvi e Sappè
Luigi. La predicazione del pastore rivolta a tutto ruditorio, ma in modo
specialissimo ai giovani membri di
Chiesa, ha additato loro la via da
seguire per rimanere fedeli \lle loro
promesse nella inviestigazione quotidiana delle scritture e nella pratica della
preghiera personale.
CUNEO
Il 25 marzo hanno avuto luogo i funerali del nostro fratello Luigi Mussotti funzionario delle R.R. P. p'., spentosi. dopo lunga malattia, all’età di 56
•anni.
Nella Casa dell’Estinto ed al Cimi; taro fu proclam.ata la consolazione della
vita eterna in Cristo Gesù,,
1 Alla Vedova, signora Celina Musisotti-^Ribet giunga FasBicuraziahe della vi: va parte che prendiamo al suo dolore.
LUSERNA SAN GIOVANNI
Trenta catecumeni sono stati ammessi quali membri regolari della noistra
■chiesa, durante ù Culto solenne della
^ domenica delle Palme nel nostro Tempio. Chiediamo a Dio di benedirli e di
aiutarli a mantenere le loro promesse
di fedeltà.
‘ — Giovedì 26 marzo haaino a'vuto
luogo i funerali della sig.ra Margherita
Eynard nata Prassuit, deceduta al Eric
di Ciodmai in età di 78 anni.
Lunedi 30 marzo è Stato celebrato
il funerale della sig.na Margherita Eufrasia Benech, deceduta ai Barma, dopo
lunga mMattia in età di anni 62.
Alle famiglie afflitte le nostre sentite condoglianze.
FINEROLO
La Domenica delle Pahne il culto
principale fu seguito dalla sempre commovente ceidmoniia della Confermazione dei Catecumeni del 4° anno: Fornerone Valdo; Monnet Aldo; Peyronel
Franco: Rostan Aldo; Ribet Renato;
Bellora Luigina; Bounous Gabriella;
Gardiol Velia; Martinat Elda; Paschetto
Inna; Ftochetto Renata; Plavan Lelia;
Ribet Jolanda; Stallé Delìà; Subilia Eralda.
La nostra Corale ha eseguito un coro
d’occasione.
— Le offerte per la Rinuncia hanno
raggiunto la somma di L. 6.155, superando in qufsto naodo di L. 729 la somma dello scarso aimo.
fbarostino
Visita di chiesa. Dal 20 al 22 marzo
abbiamo avuto il privilegio di avere
fra noi il Sovrintendente pastore R, NÌ, .sbet.: Lc‘ sue ^omiaite sono state molto
laborioBe. Egli ha parlato all’XMone
Giovanile, alla Corale, ài bimbi delle
^''ac\K)Je di Roccapiatta,, alla Scuola do
menìcale, al culto, all’Assemblea di
Chiesa. Egli ha inoltre vivamente interessato rUráome dielle Madri, e delle
’‘ ‘Giovani con dtelle pròitó.oni luminose
illustranti l’opera che svolgono le no' sire Diaconesse. Quale segno di interessamento per quella ben^ica istituzione sono state offerte L. 150. Il sig.
Nisbet ha inoltre esaminato lungamente il nostro archivio, ed ì r^istri parrocchiali tenendosi, in pari tempo, a
disposizione di tutti coloro che, eventxialimente avessero deteidierato confe- '
rire con luí.
Peccato che il tempo, ritornato improvvisamente freddo ed umido, non
abbia, per nulla favorito quelle giornate di intensa attività. Chiediamo al Signore di b^edire quello che è stato
fatto neli'.S'uo Nome.
— 9aitesimi. Gönnet Sérgio e Remo
di Alessio (Bric); Pasghetto Alessandro
Luigi di Ernesto (Pìànot); Bourne 'Enrica e Elio di Cesare (Allamanda).
— Funerale. Godine Attilio, di anni
44, deceduto al Roc dar Gay il 22 febbraio. Gravemente infermo fin dall’infanzia sì è spento dopo molte sofferen
^ ze lasciando solo il vecchio padre al'
quale inviamo un pensiero di simpatia
cristiana.
RORA'
Campagna d’appello.
Ieri sera, Con una fervente riunione
nella Scuola delle Fucine, è terminata
la Campagna d’appello nella nostra
parrocchia. Durante dieci sere consecutive, la bella campana della nostra
Chiesa fece ©ochieggiare i suoi possenti
rintocchi e, durante dieci giorni, i culti
e le riunioni si susseguirono nel tempio,
nelle scuole e nelle case,- senza interruzione. Il Signore ha parlato, il suo
messaggio ,è giunto in ogni famiglia;
non v’è porta alla quale non sia stato
bussato. Non sappiamo ancora se nasceranno dei frutti da tutto ciò, ma il
nostro cuore tutto preso d|al senso della
presenza di Dio, esulta e benedice il
suo Nome.
— L’inizio è isitato triste perchè, proprio nel primo giorno della Campagna,
sì diffondeva in paese la notizia della
morte dell’ex anziano Toum Francesco
di Cà-d’Amoun (62 anni). Il ciclo di
visite dei Pastori si interruppe perciò
nel pomerìggio di sabato 21 marzo, per
permettere ad un imponente corteo di
fratelli ed amici, di accompagnare all’ultima dimora la sua spoglia mortale.
La triste cerinaonìa, che a tutta prima
pareva costituire un triste presagio per
l’inizio di una Campagna di risveglio,
si risolse invece in una possente proclamazione deH’Evangelo. Ed il caro
anziano, dalla figura mite e buona, che
tanto soffrì nella sua vita terrena e
Versò così amare lacrime nel suo cuore
di padre e di anziano della Chiesa Valdese, ebbe un’accompagnamento funebre trionfale così come spetta a chi sale
nella Casa dei Padre mentre attorno
eccheggiano i canti di una Campagna
di risveglio.
La Campagna propriamente detta
venne condotta dal Pastore Arnaldo
Comba di Angrogna, che soggiornò a
Rorà dal venerdì 20 al sabato 28 marzo,
passaiido le sue giornate in un lavoro
intensissimo, visitando ad una ad una,
insieme col Pastore locale, tutte le famiglie della Chiesa, rivolgendo messaggi alle unioni, e presiedendo riunioni in
tutti i quàrtierl. Le sue visite, preannunziate sempre da una staffetta di due
catecumeni, trovarono generailinente
dei cuori preparati ad ascoltare i suoi
messaggi patemi /ed affettuosi che,
spesso, seppero far scaturiire dagli occhi
delle lacrime di commozione e dì riconoscenza. Le riunioni ed il culto nel
tempio, videro numerose assiemiblee seguire con grande interesse la sm paròla
gagliarda ed z^pirata. n programma di
lavoro che gli avevamo proposto ^ era
dei più pesanti, ma egli lo portò valoro^ sámente a com,pimento dando prova di
una forza fisica eccezionale da vai flato,
e di un grande zelo, per l’Opera del Signore dall’altro. Abbiamo ricevuto più
di quanto non avevamo sperato e, per
‘ciò, gli esprimiamo ancora, dopo che a
Dio, la nostra viyla riconoscenza.
-ii
. La giornata conclusiva della Campagna, fu quella di doménica 29 marzo e
la presiedette il sopraintendente pastore'Roberto Nisbet.
La mattina, nel tempio affollato dall’assemblea delle solennità, ebbe luogo
un culto durato poco meno di due ore,
nel quale l’Ospite, con una forte predicazione, rivolse ancora alle anime l’invito del Signore piangente su Gerusalemme lad il Pastore locale ammise alla
Chiesa i dieci catecumeni di quarto
anno. ¡ ^
« Nel pomeriggio, la gioventù della
parrocchia, poco meno che al completo,
si riunì nella propria sala, per ascoltare
un nuovo avvincente messaggio del Sopraintendente che le illustrò la funzione del risveglio nella Chiesa e quello
della gioventù nel risveglio. Il benvenuto dato ai nuovi ammessi fu dei
più cordiali ed infine, ì giuochi e la più
sana allegria regnarono fino all’ora di
cena.
La sera, finalmente, nella scuola delle
Fucine, gremita da un numeroso uditorio, ebbe luogo una riunione fuori programma, convocata tempestivamente,
ed il Sopraintendente vi predicò ancora
-'una volta, con grande energia, la conversione ed il risveglio.
„ Anche a lui, esprimiamo la nostra
Viva riconotscenia per quanto ha fatto
per noi.
Ora, la semenza .sparsa, attende nei
cuori il soffio primaverile dello Spirito
'Santo che lo^faccia germogliare e ere-'
‘ scare. L’attesa è trepida e piena dì spe’ ranza.
Signore ascolta ! Signore ricordati
della tua Chiesa, che leva a te lo sguardo ed invoca il tuo aiuto !
SAN GERMANO CHI50NE
Ricordiamo che il Culto di Pasqua
ha inizio .alle 10 precise, cioè 30 minuti
prima dell’ora solita. Affinchè la grande
affluenza non turbi il raccoglimento,
esortiamo i fedeli a venire in orario ed
a prepararsi in preghiera alla celebrazione della Risurrezione del Signore e
alla Comunione.
— Domenica 12 aprile, dopo il culto
più breve del solito avrà luogo un’Assemblea di Chiesa per l’elezione di un
Anziano e dei delegati alla Conferenza
Distrettuale e al Sinodo.
— Giovedì della scorsa settimana una
folla commossa si riuniva dinanzi all’abitazione del signor Enrico Bert e
della sua signora Balmas Olga per
prender pi^e alFaccompagnamento funebre della loro piccola Nella Flora
chiamata in cielo in età di mesi 17, dopo
fulminea malattia.
Alla famiglia Bert-Balmas già tanto
provata esprìmiamo la nostra profonda
simpatia ed invochiamo su di essa la
pace del Signore !
TOIWNO
Con vivissimo dolore abbiamo appreso che in Zurigo, il 4 marzo scorso, si è
spento imp^ovvisam^nte, all’età dì 32
anni, Paolo Sandri figlio diel sempre
rimpia|nto Anziano del nostro Concistoro Ernesto Sandri.
Alla famiglia, così duramente provata, ed in particolare alla Madre signora
Cecilia Sandri ed alla sorella Anita
esprimiamo tutta la nostr» viva simpatia cristiana.
(Y, C.) Giovedì 19 marzo ebbe luogo
nella Ghieisa Evangelica di via Lagrange, 13 im’adunanza fràitema, aOa quale
parteciparono tutte le Chiese EvangeEche di Torino.
La Riunione riuscì imponente pel nu- v
mero dei fedeli che risp<»ero all’invito
e, speriamo”'efficace,' per l’appello vibrante rivoltoci in tale occasione. ,
L’Adunanza stessa fu presieduta dal
Pastore Ùmbèirtò Ghetti, ed in eiasa parlarono il prof. Paolo Baridion ed il pastore Elio Eynard sul soggetto :
Cristo il Si-gnor e.
E furono le loro parole chiara dimostrazione dì ciò ohe Cristo deve essere
nella vita dì ogni individuo e nella vita
delle nostre Chiese, sicché tutti in Lui
e Lui in noi, formiamo una sola famiglia, un solo gregge, con a capo un unico Pastore, ohe tutti affratella, abolendo
ogni umano pregiudizio, ogni umana divisione.
Le testimonianze di fede di alcuni
presenti, furono Schietta dimostrazione
dì ciò che possa l’opera di Cristo nel
cuore dei credenti.
Benedica Iddio tale^ convegno e faccia sì ch’esso porti frutti copiosi-e duraturi.
— Domenica 22 coir, avemmo il piacere di avere fra noi il nostro Moderatore pastore V. Sommani, il quale, con
amore tutto^aterno, volle per prima cosa interessarsi alle nostre Scuole domenicali e, tanto a quella dei piccali, come a quella dei grandi, portò il suo
messag^o di viva esortazione e d’inco-^
raggiamento.
Presiedette poi il culto del mattino e,
all'Assemblea accorsa numerosa ad udirlo, parlò con efficacia sul testo:
« Io son venuto perchè abbiano vita
e l’abbiano ad esuberanza » (Giov. 10:
10).
Le sue parole rimarranno certamente
impresse nei nostri cuori come tesori
preziosi di vita eterna.
Nè pose termine con questo all’opera
sua poiché alFAsisemblea di Chiesa, tenutasi nel pomeriggio, con un breve,
ma sentito discorso, esortò tutlà. i presentì. a rimanere saldi nella fede e uniti
nell’amore. v
Parlò quindi il sig. Erico RoUior
membro laico dèlia Ven. Tavola e Akirziano della Chiesa di MMaam e il suo
apprezzato messaggio ci giunse quanto
mai opportuno e heneflco.
Al termine della stessa assem.blea furono presentati alcuni nuovi membri che
hanno chiesto di far parte della nostra
Chiesa e che, terminato il periodo di
studio religioso, saranno ammessi E
giorno di Pasqua a partecipare alla
Mensa del Signore, per celebrare, in comunione con gii altri Fratelli, il ricor?do delle sofferenze e della morte di Cristo Gesù nostro Signore.
TORRE PBLLICE
Mercoledì della settimana scorsa Iddio richiamò da questo mondo, la signora Jourdan Matrgherita nata Dalmat
della Molara, all’età di 65 anni. Grandi
© lunghe fm-ono le sue sofferenze sopportate con cristiana sottomissione.
Nelle prime ore di lunedì, 30 corrente, il signor Toscarvo Antonio (FMàtoio)
rifondeva all’appello del Signore che
lo chiamava a passare'^-^’altra riva. Egli aveva 67 anni. ^
Alle famiglie afflitte, ma consolate
dalla sperane crijstiana, rmnoviamo
l’espressione della nostra profonda
sim,patia.
Orfanotrofio Femminile
di Torre Pelliee
Fiori in memoria della Signora Susette
Avondet Benech:
Benech Augusto e Maìlria, L. 200 - Adelina Fini, 100 - Giulio Muller, 200 - Maria e Paolo Margiunti, 50 - Elvira e Filippina Giardina, 25 - M, G., 25 - Silvana Spadiea (ex orfanella), in rìcoario della nonna che ricorda tanto voletìtieri,
15.
errata: NeU’ultima Baia, Colletta alla vìsita orfanéllè, Rorà, legasi L.
27,15 e non 271,50.
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<ll«diUzioni preparate snL testi del Calendario Biblìeo della.^Ghiesa Moraya)
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Lettura:
Luca 24: 13-35.
Atti 10: 34-43.
.. Ltmedl :
' 6 Aprile
ri: . , •» .. •
; Noi Siam dunque stati con Cristo, seppelliti mediante il battesimo nella sua
morte, affinchiè, come Cristo è risuscitato dai morti mediante la gloria del
Padre, cosi anche noi camminassimo in
novità di vita. (Rom. 6: 4).
Quéste ultime parole cì indicano che
qui non si tratta di una arida e sterile
dottrina, di tm isimbolism.0 privo dì cons^ueihae, bensì si tratta proprio della
nostra vita.
E per vivere bisogna prima reaiizzaré resperienzà simboleggiata dall’immernone battesimale: la morte dal peccato.
Ma il seme risorge aU’atto stesso della'sua morte, coà noi pUfe, morendo al
peccato, risorgiamo alla nuova vita.
Sìamio chiamati a Irifare (spiritualmente le medesime e^jèrienze fatte
dal Signore, e se il nostro veOchio uomo
si ribella e inorridisce al pensiero della
sua crocifissione spiritual^ noi troviamo la forza nel penderò che al di là
della croce la vita riprende nel suo metòdico, organico e pieno sviluppo.
Martedì Lettura: Luca 24: 36-53.
7 Aprile Gen. 41: 37-57.
Se mentre eravamo nemici siamo stati riconciliati con Dio mediante la morte
del suo Figliuolo, tanto più ora, essendo riconciliati, saremo salvati mediante
la sua vita. (Rom. 5: 10).
0
Il prezzo che Iddio ha pagato per la
lìtìstra salvezza e stato troppo grande
perchè dopo aver pagato per il nostro
m^tto, il Signor Gesù si disinteressi
di noi.
H suo ministero noiilè finito, e sì esercita per la Chiesa in u nduphce senso.
Atudtutto Egli intercede per noi presso il Padre. H ministero del sacerdote
trova in lAri la perenne e perfetta
espressione.
E inoltre Egli è il Oristo risorto, vivènte e operante nella Chiesa per mezzo del suo Spirito: « Non vi lascerò orfani - egli aveva detto ai discepoli ma tornerò a voi ».
n Signore che noi adoriamo non è
una personalità storica, vissuta nel passato/ ma è un Signore vivente che ci
salva mediante la sua vita.
1: 1-14.
Mereoledì Lettura: Efesini
8 Aprile Gen. 42: 1-24.
Quando sarò andato e v’avrò preparato un luogo, tornerò e v’accoglierò
presso di me, affinchè dove son io, siate otfiche voi. (Giov, 14: 3).
Più presso a Te ! Là dove il tormento
di (piesta vita si placherà e solo più
regnerà la gran pace del porto finalménte raggiunto.
Là dove «anprenderemo il perchè'
dellè prove misteriose òhe" tante volte
hanno chiuso il nòstro orizzonte di xm
v^o ìmpenetiiabilie.
Dovè 16' sparito nostro potrà sévi^Lupparsi senza essere inceppato dal Ibale,
_ vèrso le mete infinite' della conosòèinza
è idétràmore.
Più pressò a Te:"' idove ^à rìpódahò,
nella beatitudine déLTarmonià celeste,
i nòstri vecchi pàrtifiL sàM di anni e i
nostri giovani strappati al nostro affetto prillila^ del t^po.
Più presso a Te, S^or, venir vo^’io:
E’ il grido del mìo cor: lo ascolta, o
Dio !
Giovedì Lettura: Efesini 1: 15-23.
9 Aprile Gen. 42: 25-38.
ùésvTd^se loro: Pace a voi ! E detto
questo mostrò toro le mani ed il costato^ É discepoli, dunque, coìn’ébhero
veduiÉo' il Signore, si rallegrarono. > '
(Gióv. 20; 20).
Fino allora Pumanità-aveva già conosciuto molte religioni, molte strade per
andare a Dio. Ma tutte mancavano dei
>due elementi fondamentali di cui il no, stro cuore è sitibondo: la pace e la gioia.
. Gli stessi apostoli che avevano seguito il Signore durante i tre anni del
ministero, avevano, provato nei suoi riguardi, ora dei sentimenti di ammirazione e di meraviglia, ora dei sentimenti di timore e spavento.
Ma soltanto la risurr^ione assicura
all’uomo la pace con Dio e là gioia del
servirlo.
Ogni paura, ogni dubbio svanisce
davanti al fulgido sole dei mattino di
PatSqua. La' fede diventa visione, la
speranza certezza: « Il Signore è veramente risuscitato ! ».
Venerdì Lettura: Efesini 2: 1-10.
10 Aprile Gen 43: 1-15.
Gli apostoli con gran potenza rendevan testimonianza della risurrezione del
Signor Gesù; e gran grazia era sopra
tutti loro. (Atti 4: 33).
Gran potenza, grande grazia: siamo
ai tempi in cui la vita della Chiesa e i
doni di Dio si manifestano in modo ger
neroBo e signorile.
E noi comprendiamo come ai nostri
tempi vi siano dei cristiani che s’impasàentino a causa della vita ordinaria,
monotona, senza grandi ideali, di mol
'*v *
te Chiese. Ci accontentiamo spesso di
poche stille dì pioggia, quando Iddio è
pronto a concèdèrci i torrenti della sua
grazia.
Pcfc giungere a un risveglio, cioè a
un ratomo alla vita della Chiesa primitiva, occorre che riviva fra di noi non
solo la dottrina della risurrezione di
Cristo, ma che Cristo risorto riviva fra
di noi, e possa trovare i suoi dàscepoli
decisi a testimoniaire davanti al mooido
che il Signore è veramente risuscitato.
Sabato Lettura: Efesini 2; 11-22»
11 Aprile Gen. 43: 16-25.
Ricordatevi della parola che v’ho detta: Il servitore non è da più del suo signore. (Giov. 15: 20).
Vi sono molti cristiani che hanno un’idea assai umiliante della loro vocazione.
Essi pretenderebbero di poter seguire il
loro Signore curvo sotto la sua croce, ma
senza condivideriDe il peso. Perciò molti
si scandalizzano, e la loro fede si raffredda, perchè appena, sì danno a conosc,pre per cristiani, il mondo comincia
a criticarli, a beffeggiarli, a perseguitarli. Essi vofrtrebbero essere considerati
e trattati meglio del loro Signore.
Ma per quanto la croce sia pesante,
e amara rumiliazionè, beato te, Simone
di Cirene, che avesti rraiore di sollevare un poco il Signore mentre si avviava
verso il Calvario. E beati, noi se, esposti
come siamo all’o^lità del mondo, possiamo lanciarci d’essere stati reimtiati
degni di esseie vituperati per il nome di
Gesù. (Atti 5: 42). Roberto Nisbet.
Enrico e Olga Bert Balmas nella prematura dipartita della loro piccola cara
NELLA FLORA
ringraziano commossi per la grande dimostrcoAoHie di aff etto ricevuta da tutte
le persone che'Vollero con la lóro presenza.; con-fiori'e scritti testirnoiiiare la
loro simpatia cristiarui.
8: Geimemo^ Chzsoae, 27-8-1942-XX.
Prof. DIRÒ CòotaìIbl',' direttore responsabile '
•ARTI GRAFICHE L’ALPINA * -Torre PelUce
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A. ee UT ELLI A c.
Milito.«VA A.MAIOCCNI.#
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Fondata nel 1901.
Ha per scopo la preparazione di
giovani cristiane, che desiderano consacrare interamente la loro vita- al
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