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ECO
DELLE Wll VALDESI
Spett.
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICB
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno xeni - Nu<n. 50
Una copia Lire 40
ABBONAMENl I
/ Eco: L. 2.000 per l’inlerno
l L. 2.800 per resterò
Spedisione in abbonamento postale . I Gruppo
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TORRE PELUCE. 20 Dicembre 1963
Ammin. Clandiaiu Torre Pdlice • C.C.P. 2-17557
“ E la vita
era la luce degli uomini,,
Questa nostra Cristianità sembra
proprio arrivare al traguardo
del 196.''" Natale, (uno più uno meno,
poco cambia), con le scarpe slabbrate
e le vesti consunte, sfilacciate per il
lungo uso. E sembra che tutto quello
che si fa e si dice, serva solo ad immalinconire fino al grottesco la situazione : la vedete, la realtà del « pranzo di
Natale per cento poveri » che hanno
uno sion. ico tutto l’anno? non percepite il suono delie monete che cadono
nelle coilette per le famiglie dei carcerati. gli orfaiu’lì] e tutta la teoria di
creati're rn:il|irovviste che solo per Natale commuovono i cuori buoni? e
(luci: ultra grossa tiovata della gratifica natalizia v oarerta da chi se la
gode (siicfinaio:} a vedere crescere il
carovita, perchi,: peggio van le cose
meglio è?
Coiitiinqiic. ogni anno s’arriva ana N.uale. e in tutte le chiese ci si
rii.'i tiaiic prime pagine dei quattro
e\angeli; Miiueo, utile, con Giuseppe
l'idletario alle prese con Erode-Mao,
i Mr.g: inicllcUuaii ili sinistra, ed i!
eaiìaxi nroius’hi in Fgitto; Marco, ché
eama ,i hocce diiuM! Luca, utilissimo,
infornia.ki ii:. iui;o e truono per i pittoII d? n uuk/ioni per i teologi maria.m. per un innolo:,'; c i cronisti; Giovani , lo,' parlando, piutto
sto pie,Il 11/100 . e •'uastafeste, a corto
com e tii narriì/iom e spunti tipo gomrnapumia. di quelli che « ci fan tornare bambini »,
D altra parte, le cose stanno così ;
\'iurco e 1 cvangelo più vecchio, Mat
U:<! e Lm u sono venuti un po’ dopo e,
■e.ivo eirore. servono ancora d’ispira. ione pel il disegno spontaneo di Natale (tino alì.t terza elementare), hanno
accaniti sostenitori nei venditori di
pezzi per il presepe c coi Magi e i pastori ri.scuotono un successo letterario;
Giovanni, il quarto evangelo, è stato
scritto per ultimo, forse quando i primi tre circolavano anche a Efeso, dose viveva l’apostolo, e ci olire la riflessione autentica, intensa, non di un uomo ma di una comunità cristiana, sul
fatto della incarnazione. E’ veramente
seccante, indecente!, questa pretesa di
scavare un pochino e cercare la verità
delle cose, questa manìa di farci pen
sare — ed essere — perfino in un giorno di festa, e che festa poi : Natale!
Dice che in Cristo « era la vita », e
poco oltre aggiunge ch’era « piena di
grazia e di verità » v. 14. Non conosco
altro scritto che risponda in modo così breve e pieno alla domanda che l’uomo pensante si rivolge nei brevi attimi di riflessione che sa concedersi nel
marasma delle attività quotidiane: —
Ma cos'è la vita? — Grazia e verità,
in Cristo. (Ma ditelo, ditelo sulla porta delle chiese e nell’atrio dei tribunani, nelle corsie dell’ospedale e alla casa del popolo, sui canti delle piazze e
nelle aule scolastiche: Grazia e Verità. questa è la vita, quella autentica,
identificata m Gesù Cristo!).
Questa nozione più la ragioniamo
più ci afferra, come un fatto accaduto, ma tale da valere per noi come una prospettiva, una luce che mostra il viso vero deH’umanità : « la vita era luce degli uomini ». Durante
onesti ultimi mesi, qualcuno può avere avuto l’impressione d’un buio profondo nel quale .calava tutto : una corruzione amministrativa tale da minare
ogni fiducia nella società, il ricorso all’assassinio ed al ricatto politico, la
spirale del costo della vita e una sorta di avvilimento d’ogni ideale; e chi
più ne ha, più ne metta. Ed in mezzo
a tutto questo, che non è finito, ch’è
pane - pena quotidiano, il rinnovato
folgorante annunzio del Natale: Cristo-Luce degli uomini. Una sorta d’in
vito perentorio rivolto proprio a noi,
che ci affacciamo da '^drorii sull’universo e lo misuriamo in anni-luce, a
misurare l’uomo col metro natalizio;
(Oh, il bello slogan pubblicitario!).
Cristo-luce.
L'apostolo Giovanni, che sapeva per
esperienza le ragioni della fede,
aggiunge che Egli era « la vera luce
che illumina ogni uomo » v. 9. Colpisce, nel tempo dell’uomo-massa, della
strategia spaziale e della catena di
montaggio, quest’ogni uomo, questo
far centro sulla persona, chiamata alla
vita, alla grazia ed alla verità. Certo,
quella luce illumina il negro d’America e del Sud Africa, gli assassini di
Kennedy e i Mastrella, i gassisti in
sciopero e i fuggiaschi dall’Est; ma essa illumina ogni uomo, anche quello
che va alla Messa di mezzanotte o al
Culto delle undici, anche Paolo VI e
Visser’t Hooft. Anche me e te. E solo per questo v’è da far festa, perchè ogni creatura è posta nella giusta
prospettiva, non è falsata, ma è illuminata da una luce vera, autentica, è
finalmente davanti al suo Dio.
« La luce splende nelle tenebre » ; è
Natale da 1963 anni, è il tempo della
incarnazione, della illuminazione da
parte di Dio. E’ un fatto col quale non
possiamo baloccarci, sul quale non è
possibile tessere la leggera dei
Giovanni 1, 4-5
sentimenti, dei ricordi dell’età favolosa, ecc. senza rischiare la blasfemia.
Qui siamo in un p’^esente di Dio... che
in Cristo è anche il nostro presente:
« splende » (non : dovrebbe splendere,
splendè, splenderà) questa luce che è
vita, che è grazia e verità nel buio del
tempo, e illumina gli uomini. In una
catena di reazioni sane, noi siamo chiamati a confermare che la sofferenza
per il male del mondo produce pazienza, e questa esperienza, e una vera
esperienza conduce alla speranza. Ma
quale?
E* vero, a le tenebre non hanno ricevuta » la luce-Cristo, e qui Natale e Venerdì Santo combaciano: ma
non per questo ci ripieghiamo in noi
stessi, come ultimi adepti d’una conventicola di umiliati, alla ricerca d’un
po’ di calore al focherello d’una pietà
introversa. Se le tenebre non hanno
ricevuto la luce, tanto peggio per le
tenebre: la luce, Cnsto, splende! Noi
annunziamo il Natate-Resurrezione, lo
annunziamo nella testimonianza della
comunità raccolta pep il culto, l’annunziamo per quella grazia e per quella
verità che in Cristo hanno fatto di noi
uomini capaci di vivere con speranza
certa, concreta comé l’incamazione.
J LUCA
Natale ritorna ancora una volta,
con la sua pace ma anche con tutti
gli equivoci morali e materiali di cui
l’abbiamo rivestito.
C’è l’equivoco della festa familiare
in cui ogni anno ci illudiamo di poter
creare per un giorno un'atmosfera di
vera pace e serenità, mentre spesso ci
L’ albero
e la croce
tiovianio solo davanti alla pesante sazietà di un pranzo troppo generoso.
E c’è anche l’equivoco della festa
ecclesiastica: al culto di Natale ci troviamo tutti, la chiesa è ricca di luci,
di canti e di calore e finalmente, per
un giorno, la chiesa ci pare forte e vivente.
Ma, fratelli che veramente cercate
il Signore, la chiesa vivente non è un
bel culto di Natale: la vera chiesa
mostra il suo volto nei giorni grigi,
nelle opere ignorate, nelle assemblee
modeste ma raccolte dalla fede sola:
la vera chiesa non si raduna sotto
¡’A Ibero
.li raccoglie .sotto la croce.
G. B.
Il Moderatore E. Rostan
ha visitato le Valli Valdesi
A tutti voi auguriamo
vera gioia in Cristo
Come già le ’cronache’ di diverse
comunità delle Valli Valdesi hanno
riferito, il Moderatore, Past. Ermanno Rostan, ha fatto, all’inizio
di dicembre, un giro di visite in parecchie delle chiese delle Valli, curando in particolare le ’parrocchie
alte’ (Pramollo, Prali, Prarostino,
Villasecca, Fontane, Massello, Perrero), ma anche le ’grandi’ comunità di fondovalle (Pomaretto, San
Germano, Villar Perosa, Pinerolo);
nella visita si è inserito un colloquio pastorale, a Pinerolo, e una
riunione dei Concistori, a Pomaretto.
Questo giro di visite, che è parte
essenziale dell’attività di un Moderatore, ha lasciato una viva eco nelle comunità visitate: riunioni utili,
buone.
Al colloquio pastorale di Pinerolo un collega ha raccolto le impressioni che il Moderatore ha riportato, nel corso di questo giro di visite,
impressioni che si possono così riassumere :
— anzitutto, un più vivo e diret
Una recente pubblicazione cattolica sui Valdesi
Ecumenismo e storia
Nel nuovo clima di rapporti tra cristiani di diverse confessioni creato da.1
Concilio è nata tutta una pubblicistica e cattolica e protestante, intesa ad
aumentare la reciproca conoscenza e
creare delle possibilità di dialogo e di
apertura, a colmare insomma il
profondo che separa, dopo fi Colano
di Trento, queste due branche del cristianesimo. Evidentemente è in questo spirito che è stato scritto da Vittorio Morero un breve saggio ^i Valdesi (Valdesi, ed. Asteria, Tonno,
1963, pp. 150, L. 1.500), ^stmato a far
conoscere meglio, specie in ambienti
di ctUtura, il fenomeno vald^e, nei
suoi vari aspetti, storico, religioso, ecclesiastico ecc. „
Tàiibti sanno che esiste una aboontìante letteratura cattolica rigua^an
te i Valdesi: per citare soltanzo Char
vaz, vescovo di Pinerolo, il gesuita
Perrone, il canonico CJaff^o e il genita Crivelli, ecco una serie di studiosi
ene da oltre un secolo a questa parte
hanno trattato del problema valdese,
denominatore comune a tutti, la posizione polemica, non priva s^pre
di acrimonia e anche di palesi falsità
sul piano storico. Era l'epoca m cui
era necessario attaccare e demolire,
in cui le distanze dei rapporti ecumenici erano del tutto assenti.
La posizione ora è diversa, lo spirito è notevolmente mutato: c’è uno
sforzo di comprendone, c’è 1 ammissione di avere diaghato metwo in^
tevolissima, tra l’altra, quella del card.
Bea, che ha definito le guerre àx religione e l’epoca delle persecuzioni, una
aberrazione condannabile sotto ogm
aspetto) un desiderio comimque di ab
bandonare quella tattica che certo fino adesso ha reso pochi frutti.
Don Vittorio Morero si è messo su
questa linea, e gli nconosciamo volentieri di aver fatto molta strada. Cì
vien però subito da aggiungere che
molta ne rimane da fare... Infatti, la.
sciando da parte le sue valutazioni sulla vita spirituale ed ecclesiologica dei
Valdesi, che non sono di competenza
di chi scrive queste righe, e considerando soltanto la trattazione storica,
non possiamo fare a meno di muovere alcune critiche allo scrittore. Ci
sia permesso di farlo con spirito del
tutto ienico, e per due motivi: primo,
perchè la parzialità storica deve essere completamente bandita, e, secondo, perchè la reciproca conoscenza
non può prescindere da una visione
esatta di come e perchè si è maturato
e mantenuto il fenomeno valdese.
Il Morero dedica molte pagine e
molto interesse alle origini del Valdismo e alla protesta di Valdo: esatta
nelle sue linee fondamentali la trattazione storica, rimane sempre per
l’Autore da spiegarsi la « presimzione» di Valdo a voler predicare la parola di Dio, indipemdentemenite dal
magistero della Chiesa: presunzione
allora, certamente, perchè altrimenti
Valdo non sarebbe stato un eretico,
ma forse un Santo, come S. Francesco che ne seguii l’esempio un trent’anm dopo ; e « presunzione » ancor c^gi,
il leggere e lo spiegare a modo proprio la Bibbia, e cioè ü libero esame,
che è una delle conquiste e delle roccheforti del Protestantesimo...
Questo non è però un problema storico, ma teologico. E vediamo allora
il capitolo dedicato al sinodo di Chanforan, e storia valdese successiva, in
cui appaiono purtroppo degli errori
vistosi. «A Cianforan, si trova scritto, la maggioranza era decisamente
favorevole ad una totale adesione al
riformatore ginevrino...... gli inter
venti di Farei contribuirono in modo
decisivo a far accettare i principi della riforma di Calvino....... i Valdesi
già nel 1522 avevano mandato in Svìzzera e Germania una speciale missione... allo scopo di assumere informazioni su ciò che era accaduto con la
ribellione di Lutero e di Calvino ».
Senonchè Calvino era nato nel 1509,
e per quanto genio precoce, nel 1522,
non aveva che 13 anni, e 23 ne aveva
a.H’epoca del sinodo di Ohanforan,
quando egli era ancora completamente ignoto nel campo della Riforma...
Questo è un errore imperdonabile,
caro don Morero: ed esso spiega tante cose... Spiega come .sia possibile
chiamare «il calvinismo una forma
di radicalismo i-eligioso spinto all’estremo », dire che « Calvino si era staccato dal protestantesimo e la sua dottrina aveva costituito una piccola setta nella massa delle popolazioni europee passate al luteranesimo» e che
« era necessario a Calvino, per sopravvivere, organizzare un gruppo religioso e sociale dinamico e compatto_______
giunse ad istituire anche delle forze
militari.... ».
Affermazioni del genere, che non
vogliamo definire, indicano che certa
(continun a pag. 2)
to contatto con le nostre comunità,
con i loro problemi e con le loro
speranze: non soltanto quella conoscenza un po’ teorica che viene dalla lettura di una relazione, ma la
conoscenza diretta delle persone vive, credenti, che insieme costituiscono non un’associazione ma una
comunità di fede e di debolezze,
fondata sulla salda roccia di una comune vocazione ;
— una franca spiegazione sulla
situazione finanziaria, con ampiezza di dati e di documentazione, in
una discussione aperta; tale sincerità e chiarezza d’informazione potrà essere determinante nell’impostare tutta la ’politica finanziaria’
della Chiesa, che altro non è se non
efficace utilizzazione delle offerte di
riconoscenza e di consacrazione di
ogni membro;
— un apprezzamento fondamentalmente positivo (malgrado i non
pochi lati oscuri, evidenti) della vita tradizionale delle ’parrocchie’ ;
Se si riuscirà a adattare tale quadro
alle trasformazioni di ordine mateteriale e spirituale che incidono
profondamente anche nelle Valli
Valdesi, le linee fondamentali di
questo quadro rimarranno' ausilio
prezioso; come in ogni paese ove
una chiesa, anche protestante, è
’chiesa di massa’, tendendo a identificarsi a una popolazione o a una
forte parte di essa, si tratta di aver
ben presenti gli equivoci che continu.ainente si sfiorano in tal modo e
reagire continuamente sottolineando la chiesa anziché la massa;
— un profondo convincimento
che, in tale prospettiva, c’è una speranza per l’avvenire e si profilano
tempi migliori, nelle mani di Dio;
fra i giovani si fanno sempre più
numerosi coloro che prendono coscienza degli equivoci chiesa-massa
di cui si parlava sopra e che concepiscono la loro vita cristiana non
come un ’normale’ inserimento in
una secolare società ecclesiastica ma
come un personale servizio in risposta ad una chiamata personale ricevuta dal Signore;
— la parola che il Moderatore ha
portato nelle comunità visitate ha
voluto essere un messaggio di incoraggiamento alla fede : dire cose
semplici, essenziali, concrete, nella
luce della ferma speranza in Cristo;
— è da sottolineare infine il fatto
che in questo giro sono stati visitati
con cura particolare piccoli gruppi dispersi, coloro che più sono isolati, anche nelle nostre ’grandi’ comunità: una riprova del carattere
eminentemente pastorale di queste
visite.
Grazie, signor Moderatore.
2
pag. 1
N. 50 — 20 dicemJire 1963
libri
Strenne
f .
per i nostri
ragazzi
P. L. TRAVERS: Mary Poppins — Mary
Poppins ritorna —■ Mary Poppins apre la
porta — Mary Poppins nel parco. Ed.
Bompiani, Coll. « 1 delfìni di acciaio »;
per 6-'< anni • L. 600 cad.
ALBERTO MANZI: Orzowei. Ed. Bcmpiani. Coll. « 1 delfìni di acciaio », per 9-12
anni - L. 600.
STEVAN BULAJIC: Carovana alata. Ed.
Beniporad-Marzocco, Coll. « 1 premiati
del mondo », iter 10-13 anni . L. 1.500.
SALVATOR GOTTA : 1 diavoli del Gran
Paradiso, Ed. Mondadori, per 10-13 anni
- L. 1.500.
JOSEPH KEiSSEL: Il leone. Ed. Bompiani,
per adolescenti - L. 1.000.
Ricordiamo inoltre:
K.ARL BRlJEKJVER: Il gran sole di Hiroshima, Ed. Bemporad-Marozcco, Coll. « I
premiati del mondo » - L. 1.500. (presentato in ECO-LUCE del 5 agosto 1963).
Le Chiese del V Distretto hanno discusso
lo studio biblico comunitario
Mary Poppins di P. L. TRAVERS.
In un cofanetto ITld. Bompiani ha
raccolto i 4 volumi che racscontano la
storia di Mary Poppins, un classico
libro che ha pef protagonista una famosa governante, donna umana, dalle
trovate argute e fantasiose che ha fatto divertire generazioni di bambine
Sono di quei libri « un po’ vecchiotti », come dicono i ragazzi di oggi, che
però li cercano, libri che li portano in
un mondo comune forse, ma solido
e sano, dove le cose belle e buone hanno il loro valore e su tutto regna bonario lo humour.
Orzowei di AIBERTO MANZI.
« Quando ci conosciamo, anche se
la nostra pelle è di un altro colore,
ci amiamo. Comprendiamoci. Solo se
guarderemo al cuore e non al colore
della pelle che quel cuore ricopre, solo allora potremo vivere insieme, felici » dice Orv!owei. E’ un nuovo spirito, lo spirito del nostro tempo, che
si è inserito in un libro di avventure
estremamente divertenti e appassio
nanti. Orzowei significa « trovato » ed
è un ragazzo bianco fra i negri ed i
pigmei, coinvolto nelle loro lotte e in
un episodio di conflitto razziale. Troviamo molto buono per i nostri ragazzi di oggi il messaggio lunano che
contiene questo libro.
Carovana alata di STEVAN BULAJIC (premio degli scrittori jugoslavi).
Quando si valicano le montagne ci
si chiede spesso chi per primo ha tracciato il sentiero, chi è riuscito a trovare il passaggio più facile, quello giusto in tutti i sensi. Un’ammirevole rete di itinerari percorrere le montagne di tutto il mondo. Ma ancora più ammirevoli, forse, sono
gli itinerari del cielo sempre identici che i migratori seguono da secoli,
egni anno quando le nebbie li cacciano dal nord verso il sud. Carovana
alata segue la migrazione di uno stormo di oche selvatiche, ma l’interesse
del libro non sta solo nel fatto che
sette linea il loro istinto geografico e
la loro organizzazione interna. Quello che lo rende profondamente morale e appassionante è lo spirito di solidariei' à che esso fa risaltare : sono tutti imiti gli animali dello stormo, ala
contro ala. ,Si aiutano nella paura,
nella stanchezza, nella sofferenza fìsica. Ed è cos' forte la solidarietà che
lega queste creature tra loro, tra loro
e noi, così) intensa la partecipazione
alla vita che si impone il messaggio
biblico : « Chi provvede il pasto al corvo quando i suoi piccini gridano a Dio
e vanno errando senza cibo? ». « Gli
uccelli del cielo non seminano e non
mietono e il Padre vostro li nutrisce ».
I diavoli del Gran Paradiso di SAL
VATOR GOTTA.
« I diavoli del Gran Paradiso » sono
gli stambecchi, gTillustri ospiti del
Parco Nazionale. Questo libro li descrive molto da vicino. Prende lo spunto da una visita che nel 1951 l’ex principe Vittorio Emanuele di Savoia
avrebbe fatta di straforo in Valla
d’.Aosta. Ma a parte l’episodio del
principe, il libro contiene una bella e
ricca documentazione della vita segreta degli stambecchi, con notizie su
tutta la fauna e la flora del Parco e
della zima. Gran parte del materiale
è stato fornito all’autore dal famoso
prof, Videssot, molto noto e stimato
per la sua competenza in storia naturale, nella Valle d’Aosta dove è appa.ssionato direttore del Parco del Gran
Paradiso.
II leone di JOSEPH KESSEL.
Il leone è ur: fresco romanzo per
adolescenti. Ricorda II Cucciolo di
Rawlings, per l’atmosfera libera in cui
la storia si muove e per queU’aria pura della brousse che descrive. E’ ambientato nel Kenia, in una riserva di
caccia e la protagonista è Patricia, la
figliolina del direttore della riserva.
L'altro protagonista è lui, il leone, entrambi passionali, pur nella semplicità e nella naturalezza in cui vivono.
In Francia il libro ha avuto molto successo 3 ne merita altrettanto da noi.
Il film ha un po’ guastato la storia
che nel libro è tracciata in modo molto più semplice e spontaneo. Anche in
questo libro c’è una intensa compren
Come tradizione vuole, il 1« novembre
s. riuniscono a Bari per la Conferenza distrettuale autunnale Deputati e Pastori del
V Distretto,
Il Past. Castiglione presiede il Culto di
apertura predicando sul cap. 13 1» Cor
Ai Cullo partecipano le rappresentanti del
le Unioni Femminili dèi Distretto che s>
son date convegno anche a Bari.
Terminato il Culto, mentre le parteelpanti al Convegno Femminile si riuniscono nella saletta delle attività giovanili, le
13 persone che compongono la Cenferenza eleggono il seggio die avrà come Presidente il Past. Castiglione; Vice Presidente il Sig. Vincenzo Migro; Segretario TEvangelista E. Trobda.
Un interessantissimo studio viene presentalo dal Past. E. Naso sul tema: «Il
problema dei Culti infrasettimanali di studio biblico nelle nostre comunità »
Il relatore dopo aver precisato che esiste un prohlema sugli studi biblici che investe non soltanto la nostra Chiesa Valdese ma anche piccole e grandi comunità di
nazioni a maggioranza protestante affrO'nla
con .-iccurata indagine le cause principali
per cui gli studi biiblici sono in crisi. Il fenomeno negativo della mancanza di freC|uenza degli studi biblici e del disinteresse generale per lo studio della Parola di
Dio è preoccupante « non solo perchè die
tro di noi, popolo della Bibbia, c’è da
mantenere una tradizione biblica, non soltanto perchè dalla Bibbia, dal suo studio
profondo ed appassionato possiamo trarre
nuove ed insospettate energie e potenti sollecitudini spirituali... non solo perchè
nello smarrimento generale e nelle crisi di
tutti i valori ed ideali umani la Parola di
Dio è e rimane la ancora, la sola luce che
rischi:tra il preblema della vita umna, ma
arche perchè la fedeltà alla Parola di Dio
è una nostra vocazione, è il punto basilare
della nostra fede ».
La pigrizia, rindifferenza, il disinteresse cliiamano sovente una infinità di nictivi per giustificare la diserzione dagli studi biblici. Vi sono certamente delle enormi difficoiltà create, o comunque ingrandi
te. dal nostro tempo: difficoltà che Irovansi nella nostra concezione del lavoro del
guadagno e della vita. .Secondo l’autore
dello studio perciò cc non è messo in questione lo Studio biblico nella sua sostanza
o -nel suo metodo »; non v'è un pronunziamento <c nè prò nè contro ». Forse Io
studio biblico non dice nulla e perciò è
ritenuto inutile perchè non aggancia, non
appassiona e non innamora più.
Il past. Naso quindi esamina l’impostazione generale degli studi biblici come sono svolti nelle nostre comunità per concludere che una maggiore vitalità ed interesse per la Parola di Dio si può ottenere
certamente orientando gli studi biblici sul
tipo dei «Gruppi del Vangelo ».
Sulla falsariga della acuta analisi con cui
il relatore imposta l’argomento, segue un
appassionato dibattito ricco di interventi
(he occupano tutta la prima parte dei lavori della Conferenza.
Mentre il Past. Cielo ritiene che non si
deve soltanto diagnosticare il male ma necessita andare alla ricerca di una vera terapia, il past. Vincentini aggiunge che una
profonda preparazione teologica del nastore contribuisce a raggiungere più facilmente Tuditcre e pertanto la conoscenza
della Bibbia non deriva soltanto dalla
esposizione fatta dal pastore ma anche e
soprattutto dalla ricerca che jl singolo deve fare.
Si è concordi nel ritenere che bisogna
prevocare « l’innamoramento » della Parola di Dio ed il Col. Busi insiste che i metodi di questo « innamoramento » possono e devono variare da comunità a comunità senza uno schema fisso.
Due correnti si profilano: l’una che vede lo studio biblico impostato con la com
partecipazione della comunità escludendi'
l'uso del pulpito e della toga; l’altra che
invece vede lo studio biblico svolto con
Ioga e dal pulpito senza dare alla comunità la possibilità di prendere la parola. I
primi ritengono di c-eare una comuni';ne
e provocare un interessamento, mentre i
secondi intravedono nel metodo dei primi
un pericolo capace di creare confusione e
Ecumenismo
e storia
{segue dalla l" pag.)
mente molta strada è ancora da fare. sodo per avere delle idee esatte,
non diciamo per conoscere, quello che
è il fenomeno del Calvinismo.
Interessante osservare ancora come
l’Autore non ri^ca a svincolarsi, nella visione del Valdismo del ’500 e del
’600, dalla tradizionale storiografia
cattolica che già in quel periodo accusava i Valdesi di cospirare contro
lo stato sabaudo; «i Valdesi avevano
maturato ormai una loro forma di indipendenza politica, oltreché religiosa... i legami che i Valdesi conservavano con Ginevra li facevano considerare come una potenziaie quinta colonna che minava la stabilità del potere... Ginevra accoglieva i 'Valdesi
quand’erano sconfitti; li riforniva di
armi e li rilanciava nella lotta, che,
naturalmente, si svolgeva sempre in
territorio non Svizzero ».
Queste tesi, o meglio luoghi comuni, che costituirebbero invero una visione di estremo interesse della storia valdese, aspettano però da. lungo
tempo una dimostrazione storica un
po’ più seria...
Comunque, i Valdesi di quei secoli,
erano cattivelli; non si lasciavano
ammazzare tanto facilmente, anzi
qualche volta, guarda un po’, amm.azzavano anche loro; e così nascono la
« reazioni armate » « le guerre civili e
religiose, con i loro eccessi e violenze » ecc., in cui però si ha ben cura
di cammuffare la realtà dei fatti, e in
cui in sostanza tutta la vicenda Valdese è presentata come una storia di
ribelli, a cui ogni tanto è giusto infliggere una punizione ! E poi nel 1689,
in occasione del Glorioso Rimpatrio
(del tutto deformato nella narrazione
del Morero) i Valdesi arrivarono a
Frali « dove incendiarono la chiesa
cattolica » ; che però non c’era, poiché
SI trattava di una capelletta, tanto
che il tempio valdese era stato adattato a tale scopo, e cos'. fu l’unico dei
templi valdesi a non essere distrutto
in quella guerra!
E le Pasque Piemontesi? Il Morero
non si allontana anche qui dalla tradizionale storiografìa, che nega le atrocità commesse dalla soldataglia e
affermate dallo storico Léger, e ritorce
sui Valdesi le solite accuse senza fon
sione della natura e delle creature che
la popolano e gli animali vivono liberi dal timore, in un mondo stupendo.
Di nuovo il pensiero corre alla Bibbia e alle sue promesse che II leone
sembra quasi illustrare, promessa del
tempo in cui « il lupo abiterà con l’agnello... il giovin leone e il bestiame
ingrassato staranno insieme e un bambino li condurrà ». Patricia, con la sua
tuta grigia, ha forse questa vaga intuizione. senz’altro questo desiderio.
Berta Subilia
da mento. Quand’è che finalmente avremo uno scrittore cattolico capace
di scrivere; SI, è vero, quella è una
pagina orrenda, di cui siamo stati responsabili, e ce ne vergognamo»? La
aspettiamo da tempo una dichiarazione del genere...!
Certo, bisogna documentarsi un po’
meglio dei soliti Perrone, Botta e compagni; e magari andare a rileggere le
lettere del marchese di Pianezza, quali da me pubblicate nel 1955 ; e se non
basta, ascoltare quello che scriveva il
gesuita Fabrizio Torre il 2 maggio
1655 da Torre Pellice, in una lettera
fortunatamente giunta fino a noi (Biblioteca Braidense, Milano) ; «si tratta non di guerra, ma ben sì di esterminare una moltitudine di nemici di
Dio e rcbelli al suo principe... e i sol
dati correvano per queste Alpi cariche
di nevi alla caccia di fiere d’inferno
(che erano i Valdesi) con tanta strage, che nel medesimo tempo, per sfugir la morte del ferro, si precipitavano con le mogli e flgliuolini nelle valli. dove non si vedeva che fuoco e
sangue. Passano perpetuamente li botini in tanta quantità che è uno stupore, bestiami sensa fine, altre robbe
d’ogni sorte... ».
Testimonianza agghiacciante, a cui
s’aggiunae quest’altra ; « U signor marchese (di Pianezza) vedendo che erano incorreggibili... diede ordine che il
lutto si saccheggiasse et si mettesse
ogni cosa a ferro fuoco et sangue, il
che la soldatesca in simili comando
assai pronta esseguiva, et restavano
affatto estinte le reliquie di detti heretici... ».
Inutile prendersela con lo storico
Léger, che vogliamo ben ignorare in
questo momento ; le testimonianze sullo Pasque Piemo'iitesi hanno anche
altre fonti, incontrovertibili; certo, la
verità è scottante, difficile da dire;
ma una narola di franca condanna di
quello che è successo allora, perchè
non è possibile averla?
E lasciamo nella penna tanti altri
rilievi che si potrebbero lare, come la
affermazione che « il valdese di Torre
Pellice è un piccolo borghese, intraprendente, (attivissimo, con tutte le
possibilità di crescere ancora nella
scala sociale », il che è per lo meno
un’amenità !
Tutto questo però ci induce a dire,
con dispiacere, che nel lavoro del Morero ci sono delle pagine « tirate giù »,
senza molto controllo e senza troppe
preoccupazioni; diciamo con dispiacere. perchè comunque si ravvisa lo sforzo, seppure viziato da una forma mentis tradizionale, di presentare il problema valdese con una certa apertura e con uno spirito nuovo. Sforzo lodevole a cui però non possiamo sottoscrivere del tutto, per rispetto alla
verità storica, la quale è, come dicevamo, uno dei presupposti indispensabili per la possibilità di un colloquio.
Augusto Armand Hugon
(li mettere in crisi la dignità e l’autorità
del pastore.
1! past. Corsani intervenendo precisa che
I-er conto suo Fautorità al pastore è data
non da pulpitc e tega ma dalla Parola di
Dio non essendo la sua autorità nè didattica nè giuridica.
A conclusione della discussione la Conferenza vota il seguente o. d. g.:
” La Conferenza del V Distretto riunita a Bari il 1-11-63, preso atto deidelia scarsa frequenza delle Chiese
alle riunioni settimanali di sUidio
biblico, rivolge caldo appello di
curare con la massima attenzione
questa attività in quanto esprime
l’impesno inderogabile della conoscenza della Parola di Dio; auspica
altresì che detto .studio avi^enga nello spirito della ricerca comunitaria,
sulla linea dei « Gruppi del Vangelo »”.
Alla ripresa pomeriiiìana, la Coniiii. Distrettuale trasmette delle romunicazioni :
Relativamente airart. Il degli '\tti del
Sinodo ’63 rirca ristituzione d] Cersi di
preparazione per Anziani di Chiesa, la
C. D. pur considerando le difficoltà derivanti dalia configurazione territoriale del
distretto ritiene utili e necessari detti corsi e ne comunica l’Istituzione ccn l’aiuto
offerto dalla Conim. Permanente per i Ministeri 0 pertanto iliiede ai Conduttori di
Chiesa un elenco completo dei nomi ed
indirizzi dei componenti i Consigili di Chic,
sa in modo da prendere contatti diretti:
per quanto sì riferisce al mandato sinodale dato alle Cemm. Distrettuali mediante l’art. 12 (A. S. ’63) relativo a'Ma promozione dì riunioni di « più Consigli dj Chiesa D per la formazione « in via sperimentale n di presbiteri, la C. D. ritiene che tali incontri dovranno avere lo scopo dj discutere argomenti di comune interesse in
modo da creare degli uomini ecclesiastici
capaci e coscienti dirigere collegialmente
la Chiesa. Su questo argomento segue una
discu.ssione e tra le varie proposte realizzabili v’è quella del Presidente della C. D.
proponente gli incontri fra ì Consigli di
Ch ’csa di: Bari - Brindisi - Taranto; Cerignola - Orsara; Napoli Cimibri - Vomere.
TI past. Lihonati pensa alle difficoltà finanziarie mentre il pas^ Corsan,j replicando
propone la riunione di tutti i Consigli di
Chiesa del Distretto per creare una prima
possibilità di concscenza reciproca. Le spese per delti ’nconlri, si potranno far gravare (past. C’eloì sul fondo della C. D.:
per Tattuazione deiirart, 18 A. S. ’63 la
Commissione eomunica die ne ha allo studio il contenuto e die (pertanto sta provvedendo al censimento degli isolati;
alla voce « contribuzioni » la Comni. precisa che le L. 600.000 da raccogliere in più
quest’anno sono state suddivise fra le varie
comunità in base alla capacità contributiva
d’esse.
La Conferenza dà il benvenuto al Pasiore Corsani nel Distretto e viene ìnformalr.
della nuova S’Slemazione del canino di lavero che vede a Bari il Past. Corsani al
posto del Past. Castiglione chiamato a dirigere la Comunità di Cerignola. Un caro
nensiero è rivolto alla Signora Carmen Trobia in Ceteroni che dopo (juattro anni di
fecondo ministero a Cerignola lavora adesso accanto al marito in quel di Trapani.
Nella nuova sistemazione il gruppo di Trani viene affidato al past. di Cerignola mentre il gruppo di Foggia al Past. di Or.sara.
Prima d; por termine ai lavori la Commissione Distrettuale comunica un giro di
visite ecclesiastiche che vedrà impegnata
l’intera Commissione.
Ponendo termine a questo nostro articolo informativo desideriamo esprimere tutta
la nostra viva gratitudine alla comunità di
Bari che, come sempre, è stala affettuosa
ed ospitale. Grazie anche al Past. Corsani
che, pur essendo da poco nella nuova sede
s’è impegnato nell non lieve lavoro organizzativo. Enrico Trobia
F,yiir.LIE SCOZZESI
Il Dctt. W. R. Mathewsun di Edimburgo
dir io a<H‘ompa|;nai durante una ^ua visita
alle Valli, al momento di inviarmi i suoi
auguri per le feste, mi eomunica di nuovo,
come feie qualche anno fa, che MRS
BRACKETT, lo GREAT STUART ST.!
EDINBURGH, contìnua la sua ottima atti,
vita per trovare buone famiglie disposte ad
accogliere persone che desiderino imparare
la lingua inglese.
Essa non ne fa una speculazione, tua richiede un piccolo contributo per assicurarsi la collaborazione di una segretaria.
Chi desidera avvalersi dei suoi servizi è
pregato di farlo tempestivamente in modo
da dar tempo di cercare e vagliare le fandglie.
Il Dctt. Malhewson, nel caso che qualche
aspirante arrivasse un po’ prima della data
■stabilita per entrare nella famiglia prescelta. offre gentilmente Fospitalilà in casa sua
per una settimana ed anclie più, per rìconoscenza, egli dice, di tutte le gentilezze
ricevute da noi.
Chi vuole mettersi |n comunicazione con
Mrs. Brackett può farlo anche in italiano.
E’ inutile corrispondere con me.
Prof. Luigi Micol
Torre Pellice (To)
CUL TO PER SCIA TORI
A PRAU
Gli sciatori che la domenica salgono nella conca di Frali per godere
delle sue piste e seggiovie, sono cordialmente invitati al culto che si celebra dalle 17 alle 17,30 nel tempio di
rrah, deciso pensando a loro in modo particolare.
SAN SECONDO
Mercoledì sera, il corr.. nel corso il', una
riunione nel tempio, una numerosa csembtea h-a avuto modo di apprezzare un -aldo
messaggio del Moderatore, past, Ennanno
tiostaii. Insieme a parole di. stteranza e di
incoraggiamento per la vita della noslr., giovane chiesa, il Moderatore ha Irallcggiato
la situazione generale della Chiesa \ ide.se
oggi- La (Comunità è riconoscente per questa presa di contatto, nel ricordo senipiv vivo
del ministero svolto a San Secondo dai
store Rostan.
pa
Venerdi 13, un largo stuolo di parenti
ed amici ha accompagnato alla sua nliiraa
dimora terrena le spoglie mortali del doti.
Ivan Godino. chiamato al celeste ripos. alla
età di soli anni 48, a Milano.
Alla famiglia in lutto la chiesa esprime
la sua solidarietà cristiana nel dolore ed invoca sij di essa le consolazioni di Colui che
è la Risurrezione e la Vita.
L’Unione Giovanile ha ricevuln con
gioia i giovani dei Coppieri, accompapnati
dal pastore Sonelli, di cui si ricorderà a lungo il vivace, caldo messaggio, e sahai i 14
sono state proiettate interessanti filmine dal
prof. Arturo Gay. al quale vanno i -ensi
della gratitudine deirUnione.
Il culto del 22 dicembre sarà. 0. v.,
presieduto dal pastore Gustavo Beriin. che
la chiesa anticipatamente di cuore ringjazia.
La rinomata Filodrammatica di rinerolo ci invita tutti alla Scuola Umberìe 1.
domenica 22 dicembre, alle ore 20,3(1. Ai
bravissimi attori diamo fin d'ora il più fraterno benvenuto.
S. GERMANO CHISONE
Sabato se;'a 21 corr. alle ore 21 Corali (li Villar Pellice e di S, Gerqiano Cliìv^one daranno, nel nostro leiupio, una audizione musicale. Tutti sono cordialnienli*
invitati. La colletta sarà devoluta ai restauri del ‘empio.
Le Chiese e l'Apartheid
La Conferenza Metodista deirAfrica del
Sud ha eletto suo presidente pel 1964 il Rev,
Seth M. Mokitimi. un pastore nero che gode
della stima dei metodisti di tutte le razze.
Questa decisione è stata presa sebbene tutti
sappiano che la chiesa va incontro a gravi
difficoltà : per esempio, nellorganizzazione
delle visite tradizionali del presidente alle
chiese, e nei casi in cui egli dovrà rappresentare la Chiesa Metodista alle funzioni
pubbliche organizzale dal governo. Per di
più, siccome il presidente della conferenza
è legalmente il proprietario di tutti gli stabili della chiesa, se le autorità decidessero
di applicare rigidamente le leggi, potrebbero confiscare tutte le chiese e gli stabili metodisti situati nelle zone riservate ai soli
bianchì.
Il Rev. Beyer Naude. pastore della Nederduits Gereformeerde Kerk (Africa del Sud)
avendo accettato la presidenza dell'Istituto
Cristiano che raggruppa membri di varie
chiese senza distinzione di razza, e per di
più, non volendo egli rinunziare alla direzione del giornale religioso progressista Pro
Veritate. le autorità della »ua cliiesa io hanno obbligato a rassegnare le dimissioni. Il
testo dell ultimo sermone predicato dal pastore Naude nella sua chiesa fu la parola di
Pietro : « Noi dobbiamo obbedire a Dio nìuttosto che agli uomini ■». Dopo aver spiegato
le ragioni della sua decisione, egli ha rivolto
un ultimo appello alla congregazione presente e a tutta la chiesa, a 0 mia chiesa, io
lancio questo appello con tutte le forze del1 anima mia! Svegliati prima che sia troppo
tardi : alzati, porgi la mano della fratellanza
cristiana a chiunque te la porge. E' ancora
tempo, ma il tempo stringe! ». R. C.
* Una nuova Casa della Bibbia è slata
aperta, a Umtata. nella Repubblica Sudafricana, per facilitare la distribuzione delle
Scritture nella regione del Transkei, ancora
fortemente attaccata al feticismo. Questa Casa della Bibbia è la prima, ueirAfrica del
Sud. interamente diretta da Africani.
A due anni dalla morte dell’adorato
figliolo Alberto il
DOTT.
Ivan Godino
le raggiungeva in cielo.
Ne danno il triste annuncio la moglie, i figli, il fratello e i parenti tutti.
« Guardami, o Dio perchè in te
io mi confido» (Salmo 16; 1)
Milano, 11 Dicembre 1963
3
20
dicembre 1963 — N- 50
pas
A MIA FIGLIA
.... Erano pochi
pastori che vegliavano sui monti
di Giuda. Quasi spenti erano i fuochi.
TI appettiamo.
E' dolce questa sera di primo inverno accanto al fuoco. Ho riaperto
un vecchio libro di poesie dove nell’armonioso verso pascoliano risuona
l’annuncio della Buona Novella;
E ,m cLinto invase allora i cieli: Pace
H.pra la terra! E / fuochi quasi spenti
arsero, e desta scintillò la brace.
1- strofa limpida, musicale, apre il
mio pensiero sulla vasta pianura di
Betlehem circondata dalle alture.
Stasera accanto al vecchio camino
rivivo anni lontani con nosUilgia
siruogente e con il desiderio di approdare ancora a quell’età perduta
nei tempo come ad un'isola incantata Perchè è Natale, e questa notte serena piena di stelle sembra trattenete il respiro in attesa del miracolo.
Forse domani, davanti ad una tavola
imbandita, in un salone sfolgorante
di luci o in una strada piena di vetrine addobbate, sotto festoni multicolori, io perderò l’immagine che >1
poeta ha suscitato nel mio cuore, perderò il ricordo della storia meravigliosa, vivrò con gli altri uomini un Natale di cartoncini e di doni ma non
più un Natale di poesia.
Quanti siamo, stanotte, a chiedere
che il mira.colo si ripeta, che il coro
degli angeli apra ancora Tinfinito ;i
parlo dei cieli .' Forse molti, o pc.chi.
Ognuno rinchiuso nella sua nosi.iiei.i, nel suo ricordo, con un Nat;;-.';
ìontano deniro il cuore. Lo sentiam
nel silenzio come una voce an'ii,':'
che supera ogni vano rumore, yte
fonda voce che rianima intorno
una tavola i r’osli fatti vuoti negli
ni, i volti s-. ml'arsi, tutte le care
se che furoi' ' iniiiiaginl d amore. (
si ci sediann- stanotte per questo convito d’attesa con;, i pastori intorno ;
fuochi. 'Vieni Natale, ti aspettiamo
perchè abbiaiuo bisogno del miracoi
Natale I
giunge da tanto lontano. Forse se il
empo si dilatasse potremmo compieun pellegrinaggio d’amore, dopo
anta arida immobilità. Sarebbe più
lacile ritrovare la strada che porta
ila soglia del fratello dimenticato,
ell’amico tradito, del povero rimallo senza soccorso. Ci sarebbe possi|ile rimediare un torto e perdonare
l’offesa, risalire alla sorgente dell’aore e bere di quell’acqua pura insiecon tutti nostri simili dai quali vi^mo divisi, bere l’oblio del male riputo lavare l’anima dall’egoismo,
P’avidità, dal rancore; rinnovarsi
ricevere la Pace, con tutti gli uodi buona volontà. Natale d’amoIper me, per il mio fratello ignoto,
l’uomo del grattacielo e per il
nifcdicante della strada.
troppo tempo siamo vissuti lontani Halle stelle, il progresso ci ha svelati mondi sconosciuti, la .scienza ha
creato macchine meravigliose, ma i
voli di tutte le navi alate non ci hanno sollevato di un palmo verso di Te,
o Dio. Tu lo sai, siamo stati lenti.
Lenti a saper amare e a saper soffrire, lenti a riceverTi e a riconoscerTi.
Abbiamo lasciato languire la fiammella che Tu accendesti in una notte
come questa, sì che a ciascuno di noi
toccasse la sua parte di luce. Ma il
miracolo puoi farlo ancora. Dacci il
Natale che non sappiamo chiederti,
ma che aspettiamo, forse c la stessa
attesa dei pastori sui monti. Non puoi
aver acceso tante stelle perchè si spenga l’unica luce che può illuminare la
nostra notte. Tu lo sai, Dio che abbiamo paura, perchè nel buio non potremmo ritrovarTi più. Marco
CONVEGNO FOV-VALLI A VILLAR PEROSA
L’unità della Chiesa
e l’unione dell’Evan^elisnio italiano
Il 1« novembre u. s. si è svolto a \ Ular
Perosa l'annuale Convegno Responsabili
F13V per il lo Gruppo. Lo scopo principale
del Convegno era quello di illustrare il tema
di studio proposto alle Unioni della FUV
per l'anno 1963-64 e cioè a L’Unità della
Chiesa e l’unione dell Evangelismo italiano ». Su questo argomento ci ha intrattenuto il nuovo Segretario Generale della FUV
past. Giorgio Bouchard. il quale ha dapprima fatto notare come nel mondo si assiste
ad un generale tentativo di unificazione sia
nel campo politico come in quello religioso.
Passando poi ad analizzare questo tentativo
di unificazione sul piano religioso, 1 oratore
ha affermato che per quanto riguarda i rapperii tra Catiolic^imo e Protestantesimo
non vi potrà essere nulla di più che un
dialogo in quanto « ciò che ci separa da
Roma non è questo o quel dogma ma il
«oncetto ste^o di unità ».
V’^enendo jioi a parlare dei rapporti interni
deirEvangelismo italiano, il past. Bouchard
ha definito Tunione necessaria perchè gli
evangelici italiani possano : 1®) a vivere insieme » e non più gli uni accanto agli altri;
2®) « pensare insieme » per combattere i veri problemi comuni; 3®) a testimoniare insieme », sottolineando inoltre come questa
unità sia un fatto profondo, e non superficiale o strutturale, dono di Dio che si ha
in Cristo ed in Lui soltanto.
Dalla discussione che ne è seguita (cui
hanno partecipato alcuni giovani Battisti di
Rivoli presenti al Convegno) è risultato che
tutti i giovani presenti erano favorevoli in
linea di massima ad un'unione dell'Evangelismo italiano, sulla base di una unità in
Cristo, pur rilevando che prima di giungere ad una Federazione delle Chiese Evangeliche Italiane è necessario che le singole
comunità vengano informate e discutano a
fondo sull’argomento onde siano «se a decidere e non uno sparuto gruppo di Teologi.
Si è poi discusso sull’attività del Comitato di Gruppo che è stato riconfermato per
Tanno 1963-64 e risulta quindi formato da:
Past. Alberto Taccia (capogruppo), Claudio
Tron, Attilio Sibille, Adriana Gardiol, Paolo
Gardìol (che contìnua a dirigere Fufl&cio recite). Giorgio Gardìol, Giovanni Refoum.
Raimondo Genre.
Desideri,imo ancora ringraziare i giovani
di Villar Perosa per la calda ospitalità offertaci. §- S
«Testi biblici moravi»
Le letture biblielie quotidiane dei frate!b Moravi, al loro secondo anno di vita nei
1-1 edizione in lingua italiana, possono essere acquistate presso le librerie evangeliche 0 scrivendo al prof. Mario Rivoir, via
Ravadera 3 Torre Pellice, ovvero presso gh
editori a Montmirail, THIELLE (Neuchâtel), Svizzera. L. 400 la copia.
DAL VOSTRO INVIATO SPECIALE IN RHODESIA
«
Cari
ho
ultim
se da
dovri
tizie
Butnj/a»: ocr.asìone d’ìncontro
Lukona, 18-ll-’63
i Ignici,
dato un’orciìiala alia data della mia
..... chiacchierala con voi e mi sono accorto jhc risale al lontano agoislo. Era dunque mtpo di interroniipere questo silenzio rolungato, amile se involontario.
D’dltì parie mi accorgo di avere tante co*
- dirvi file il direttore delTEco-Luce
B prohahilimmte pubblicare queiUe nopuntale! (già! i». d. r.).
Dipendenza e indipendenza della Chiesa - La Lame - L’arte di aiutare; una
arte diFFicile - Alcune note di politica
.Abbiamo adornato le stanze e preparato I doni. scn;,‘ stati fatti gli auguri e doma: ogio incontro rivele- ,
una gradita sorpresa Si aprirà la
rie luminose -iei giorni di fine d’ancee non c’è « :'me » che si festeggi, sub ■
terra con r.r iogiorc allegria; nulla 'j
è trascurai - c'ie potc'sse dare maggir-''
effetto a t -re ità data del calendar.o,
ma Doichè .or-mani e dopo non avremo tempo .1^ guardare il cielo lo facciamo stao'Otre. Lo faccio io, da qiio.sta casa rÌ! c.tmpagna che lascerò a'l'alba, lo fa uno sconosciuto daU’ui
timo piano di un grattacielo, lo fa il
mendicante dall’angolo di una via.
Quanto più vano e sconfortante è il
bilancio di un anno, quanto più dolorosa è la cronaca che ha segnato il
ritmo dei nostri giorni, tanto più cerchiamo di placare questo sgomento
e questa solitudine del cuore, non
già nella festa di domani ma nel silenzio della vigilia.
Nel camino il ceppo si consuma
lentamente, la stanza si fa scura a poco a DOGO e nell’ombra che l’avvolge
spicca più netto, inquadrato dalla finestra, un lembo stellato. Lassù alcuni uomini sono saliti per distruggere
le nostre favole antiche: è il progresso. Tra le vie infinite dello spazio
macchine meravigliose mandate dalla
terra sono rimaste, come piccoli mondi meccanici per trasmettere voci ed
immagini a tutti i continenti : è la
scienza. Lassù navi alate annullano le
distanze perchè l'uomo viaggiando
possa incontrare i suoi simili e conoscerli meglio: è la civiltà. E quaggiù
tra piccole case, senza preghiera, senza rimorso (parole che furono della
favola antica) senza sapere perchè,
ma nella speranza di qualche cosa
che superi il nostro sgomento, di anno in anno fatto più vivo, noi ti aspettiamo, Natale. Forse è la Fede, lucignolo fumigante, non ancora spento
del tutto, incapace di per sè a brillare
di nuovo come brillano le stelle nella
notte serena, ma appunto per questo
noi attendiamo il miracolo.
Perchè questa notte non dura più
a lungo? Le poche ore illuminate
dallo sciame d’argento non bastano
a farci udire il coro degli angeli che
Le I nmunità del Bulozi
a Cf nvegno
U « Bu'toya I) è l’annuale camipo-incootro
di tilt : le comunità del Bulozi. Si svolge
in uni località quanto mai pittoresca, prossima ; Sefula, ricca di alberi annosi dai
quali »endono ancora le radici aeree ohe
penne ono loro di sopravvivere durante
la gra de Inondazione. Tende, capanne d’
paglia > semplici recinti per proteggere dal
vento nipeluoso s| rizzano dappertutto in
n.en eie non si dica. I bambini sono naturaímenle felicissimi d-i questo cambiamento, e Boi ksiamo ben lontentl dj incontrare
vecchie conoscenze e di salutare quanti
sono tonati da poco dall’Europa.
Quesi’anno, mollo a causa della carestia e Bn po’ a causa del progressivo impigrimento d* molti che... anche loro non
vogliono più viaggiare a piedi, j parteoipanili erano dovvero poco numerosi con
notevole disappunto, tra l’altro, di quanti
avevano speralo dii far « buoni affari » con
la bsneherella dei libri di Lbiesa ; pensavo agli sforzi della nostra Claudiana, e alle nostra bancherelle!
Malgrado la parteripa/ionc relativamente esigua, non ci siamo certo per questo
privali della gioia di trasrorrere alcuni
giorni di comunione fraterna, seguendo gb
studi bihliei, imparando nuovi inni, -partecipando al culto di consacrazione del mio
collega africano di Kalabo. Abbiamo anche
meditalo in comune sul significalo del Padre Nostro.
Era presente il pastoie Oeletliorp; vicedirettore deirislUulo Ecumenico di Mindolo, nel Coppefbelt. Ho apprezzalo la sua
conferenza sulla respon.-kabilità della Chiesa Afrieana nel momenta attuale. Ha coraggiosamente dotto che le Chiese africane sono oggi ancora netlainente dipendenti dalle Chiese europee sotto tre aspetti
principali. 1) i quadri direttivi, 2) l’iniziativa missionaria; 3j le finanze. Ha poi
aggiunto elle la reazione per così dire istintiva, in questo moinento preciso, sarebbe
di dire: la Chiesa deve diventare indipendente. E vi assicuro che qui si parla di indipendenza a proposito e, sopralutlo, a
sproposito! ad ogni piè sospinto! Ma la
Chiesa, che vive non « seguendo l’istinto »
ma ii>er fede è, invece, chiamata a riscoprire, proprio adesso, la sua dipendenza assoluta da Cristo, senza la quale riscoperta
i credentii sono esposti a gvariati pericoli
di infedeltà, di conformismo e di confusionismo. Solo così sarà possìbile di creare
un posto ben preciso alTinferno della Chiesa per i missionari che saranno ancora richiesti. E qui bisogna dire che sarebbe
peccato se determinate Chiese africane,
giunte all^ maggiore età, rinunciassero a
sviluppare, sia pure su di un piano diverso, quella collaborazione ¡nterdenominazionale, interrazzicle, intercontinentale che
il Signore ha suscitato provvidenzialmente molti anni or .sono e che, malgrado le
difficoltà passate e presenti, ha dato frutti
non disprezzabili. Il tendere unicamente a
creare quadri direttivi indigeni, eliminando semplirentente l’apporto europeo, sarebbe una soluzione di facilità, ma forse
non la soluzione ricercata nella fedeltà a
Cristo. Ed è ancora in una ritrovata di
pendenza ila Cristo che la Chiesa potrà
compreinlere i! suo ruolo missionario anziché farsi un po’ rimorchiare come avviene attualmente e vc’dere nell’offerta un
mezzo di esprimere questo slancio iiiis.sio
nario.
Il pastore Ogletboro ha sottolineato che,
lo si voglia o meno, finora le Missioni e le
Chiese africane sono state strettamente
collegate coi governi coloniali, e che sarebbe ora stollo, oltre elle impossibile, rifiutare di ave-e alcun lapporto coi governi
ind-'pendenti. In poche parole si è detto
favorevole ad Un alteggiamentó positivaniente critico o ciriticainente positivo da
purle delle Chiese.
Dopo tre giorni di vita in comune i partecipanti al (( Butoya » si sono separati, desiderosi d-i portare nelle loro comunità
quanto avevano ricevuto, dii sì è avvialo
a niedi, col suo piccolo fagotto sulle spalli-. chi su macclñne sempre traboccanti di
bagagli e di gente: anche nei abb aino
smontato la grande tenda imprestataci dalrinfermiera Trudy Schlittler e ci siamo
imbarcati sulla macchina del dottor De
Giovanni, il dottore che dirige l’ospedale
di Senanga, un giovane francese di origine
italiana venuto a sostituire per un anno la
dottoressa Ca.salis atlualniente in vacanza.
Quando ì motorizzati
vanno a piedi!
(o quasi]
Già! perchè dovele sapere ohe la «nostra ») macH'liina aveva acconsentito a portarci fino a Sefula per il « Butoya » ma poi.
riportandomi da Mengu dove ero andato
pei tenere il cuilio in inglese, ha improvvisamente ceduto. Sicché mi son trovalo
sotto il solleone, rivestito dei miei panni
migliori, davanti ad un cofano aperto e
ad un motore innaturalmente ae-ca®ciatosì
sulTassale anteriore. In quel momento ho
benedetto l'idea di aver preso con me un
uomo che è andato a piedi a ehiedere rinforzi alla non troppo lontana stazione di
Sefula. Ad un dato punto Túnico meccanico
di Mongu aveva ben quattro macchine del
non immenso parco motorizzato della Missione in riparazione, e due stanno anccra
aspettando i rìcand>i (he aliìmè! a voilie
semplicemente sono inesistenti !
Fortunatamente la nostra stazione è staila dotata di una nuovissima jeep giapponese, die sembra essere disposta a cooperare
al buon andamento della vita della zona.
Non vi stupite se ne parlo come di una
creatura: qui i mezzi motorizzati sono troppo preziosi ptir trattarli come delle cose.
A dir la verità il viaggio inaugurale e
stato piuttosto sconcertante. Di ritorno da
Mongu, verso sera, ci siamo trovati all entrata della pianura di Lukona senza un solo faro funzionante e vi assicuro che, nel
buio, i punti cardinali diventano questione
di opinione. Fortunatamente c’era a bordo
una minuscola /lampadina dì soccorso con
la quale ’Tuomo dì scorta’ si è piazzato
sul predellino della macchina permettendomi di trovare - perdere - ritrovare la strada della stazione, dove siamo arrivati quando tutto era sonno profondo, riconoscenti
di non aver dovuto dormire all’aperto, mangiati vivi dalle zanzare. Non erano mancati i momenti comici come quando, finiti
(dolcemente) contro una di quelle perfide
dighe per catturare i pesci durante Tinon
dazione che s¡ trovano un po’ dovunque
nella pianura, il mio ’boy’ ed io abbiamo
dovuto scavarci un passaggio a colpi di pala, mentre le formiche guerriere cì obbli*
givano a compiere una specie di danza
guerresca per difenderci dalle loro robuste
mandibole! Naturalmente in questi casi si
ride sempre dopo!
Pont; e dighe
Ad©i5«o la maoohina è fiinuovo completa
mente in ordine, e ci è molto utile per portare tutto il materiale necessario a rifare o
riparare i ponti della diga che tra qualche
settimana sarà l’unico mezzo per raggiungere il nostro porto fluviale. E’ una vera
lotta con il tempo perchè le grandi piogge
sono ormai alle porte e, data la scarsità di
mezzi, non si può assoldare un centinaio di
persone come si vorrebbe po-tere. Sicché
passo lunghe ore a sorvegliare ì lavori non
senza dare una mano quando ce n’è bisogno, Spostando le assi di un ponte abbiamo scoperto una copiosa provvista di uova
di serpente e ci siamo affrettali ad eliminare ogni possibilità di trasformazione in alti citanti rettili.
Passano i mesi e le stagioni e già stiamo
lasciando alle nostre spalle lo « mbumhi n.
Testate africana. Per la verità essa è stata
eccezionalmente breve e, lutto ben considetato, per nulla terribile. E’ senz’altro la
stagione che preferisco, qui come in Europa, e credo di esprimere il parere di tutta
la famiglia. D’altra parte, se si tien conto
che questo è il momento più duro per gli
africani, si è contenti di vederlo passare.
Ormai quasi tutte le famìglie fanno lunghe
ore di lammino per andare a raccogliere
dei frutti selvatici piuttosto nutrienti che
sostituiscono bene o male la tradizionale
ed amatissima « polenta ». Certo non si
tratta della fame orribile di popoli come
quello indiano, eppure non si può essere
insensibili vedendo questo cibo continuamente misurato e talvolta veramente mancante; nè è pensabile che, alla lunga Torganismo non ne risenta nei modi più svariali e impensati, come infatti accade. Si
capisce allora bene Talmosfera quasi ritua
le che circonda l’ora del pasto e durante
la quale si ha l’impressione che ogni famìglia lascerebbe tranquillamente crollare il
tetto della sua casupola fintanto che c'è
qualche palla fli polente di intingere nella
magra salsa con rapida mossa della inano :
Naturalmente i cristiani sono lungi dallo
sfuggire a queste difficoltà e cerchiamo di
aiutarli. Ma qui sorge
La difficoltà
di aiutare
Difficoltà dovuta anzitutto al fatto clic,
qualsiasi cosa si faccia, è come voler riempire d’acqua an seceliio senza fondo. Mí*
soprattutto è difficile irovare il modo di
aiutare. Infatti senza contare i « bakupi ».
i mendicanti che sono tali d’animo e non
pei che spinti da una vera necessità e che
ti chiedono una busta, un pennino, qualsiasi cosa per la gioia di chiedere... e di
essere cortesemente ma fertuamente Hs-pe*
diti donde vengono, ci sono molli casi veramente difficili. E, quando dico « casi ».
vedo naturalmente davanti a me delle persone, dei fratelli da non trattare col pater
nalismo del « buon padre » bianco.
Dovete rendervi conto che. qui. vìviamo
in un paese (die ha ri('evuto abbastanza da
naro per mantenere in vita un certo appaiato burocralico e alcune strullure esseii'riali ma che non ha mal trovato il modo di
far sì (die parte almeno del denaro che entrava producesse qualcosa. Questa situazione non è falla per incoraggiare il già assai
scarso spirito di iniziativa di questo popolo cosi instabile e dalle abitudini un po'
nomadi.
La Missione da un lato è preservata dalla
tentazione di spendere tutte le sue energie
nell’opera sociale sia dal suo compito es
senzialmenle spirituale (senza cadere nello
spiritualismo), sia dalla mancanza di mezzi. D’altra parte ìd fatto stesso di creare e
mantenere una stazione implica una tale
somma di attività edilizia eccetera eccetera
che gli africani sono continuamente tentati di considerarci ((datori di lavoro», o
più semplic^tnente elargìtori di ric(diezzc
più o meno favo^lose, ma sempre assai consistenti.
E’ chiaro che, sul piano della comprensione del dono, i nostri colleghi più an*
ziani, sotto molli aspetti più generosi di
noi, sono stati profondamente incompresi
dagli africani. La Chiesa stessa è stata for
temente falsata nella gua mentalità (non
solo contributiva) dal fatto dì vivere in un
paese economicamente imiproduttivo, e da
quello che tutti indistìntamenle, dal Litunga airultìmo pescatore, sono stati abituati a
pensare che tutto il (poco) che veniva doveva venire dal dì fuori.
Di fronte ad una sìmile situazione il più
illuminalo dei paternalismi largitori di falina agli affamati farebbe un bui'o nei
!’acqua.
Molti, cristiani e non, preferirebbero pur
s«*mpre questa falsa soluzione, riandando ai
tempi antichi considerati un po’ sentimentalmente come un’epoca dell’oro. I giovani, più esigenti, maggiormente in grado dì
realizzare i cambiamenti che si stanno operando nel loro paese, vorrebbero invece
lompere decisamente col paternalismo, ma...
non sempre con i vantaggi che ne derivano.
Se poi si parla loro della responsaMatà che
hanno e del fatto che dovranno pagare di
persona pei vedere progredire o semplicemente « muovere » il loro p?e«ie, se ne vanno inorriditi. Troppo spesso si è loro parìa
lo di strade grandìo*»e dove passano, a dì.'*
mollo, venti macchine alla settimana, di
induslrie, dì miglioramenti mirabolanti e
per ora inattuabili, senza parlar loro del
prezzo da pagare.
Il primo vero aiuto che possiamo dare,
nella cerchia della Chiesa, è di cercare di
approfondire la cultura teologica del maggior numero possibile di (redenti per dar
loro un’arma con cui lottare dì fronte ai
vari problemi che si presentano di giorno
in giorno, vincendo il disorientamento completo e avvilente. In secondo luogo è necessario far comprendere quelle ohe sono le
reali possibilità del paese (del quale il
Barotseland rimarrà per parecchio « zona
depressa ») cercando di provoc.are non già
le scoraggiamento, ma il desiderio di far
qualcosa, di usare tutte le braccia, di essere un po’ più intraprendenti eoe., partendo
dalla situa:.ione cosi com’è e non già da
un’ipotetica situazione che vorrebbe, e
per la quile si prende naturalmente ad
esempio l’Europa quale paese dove scorre
latte e miele, senza conoscere lutla la sporcizia che si cela dietro le facciale dorate del
’vecchio mondo’. Direi che ognuno qui deve accettare il preprìo paes^. Solo dopo
< he ciò sarà avvenuto le cose’ potranno cominciare a migliorare. Ma certo sì tratta
innanzitutto d* maturazione cpiritual^
(non di un’occidentalizzazione o di un’europeizzazione!) che non è ancora avvenuta
e che stenta a trovare il modo di attuarsi,
Giovanni Conte !
(coníínufl)
4
pag. 4
iV. 50 — 20 dicembre 19(ä|
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
COLLEFERRO
INAPOLl (via dei Cimbri)
— Damenlra 20 Ottobre il cullo è stato
presieduto dal Fasi. Valdo Vinay e nel pò*
uieriggio abbiamo avuto l’aosemblea dì
Chiesa alla quale ha partecipato quasi tutta la Cotnufiità. Abbiamo eisaiiiiinaio il nuovo fascteolo della litufgia (ehe è pratìcamente la liturgia che si usa a Colleferro e
tutto il Basso Lazio). Molti si sono fomiti
questo fascicolo (che è in vendita presso
la Olaudiana al prezzo dii L. 500) per servirsene anche come guida nei culti familiari.
— Il cul o della domenica lO novembre
è stato presieduto da] Prof. Soggin il quale ha promesso che veirà una domenica
per .restare tutto il aiorno con la Comunità a Colleferro. A presto.
— Domenica 24 novembre il past. V. Viray è tornato tra noi 3-'‘compagnato da una
ventina dei suoi studen'i della Facoltà di
teclogia. Ha piresieduto il culto nel tempio
e noi pomeriggio, accompagnalo da alcuni
fratelli di Colleferro e da una parte degli
studenti è andato a Valle Vona, mentre gli
altri student’ divisi ’n vari gruppi sono
stali negli altri gruppi della campagna.
— Carella .Angela e Veneziano Mima si
occupano vinche quest’anno della Scuola
domenicale ed ora stanno preparando per
la recita di Natale. Le riingraziamo per la
1 oro buona collaborazione.
— Lo studente Luci Deodato ha accettato di occuiuarsi dei primi due corsi biblici e dell’Unione Giovanile. Egli viene
da Roma ogni sabato. Tutti sono molto
contenti di lui e degli studii (sulla Riforma) che presenta ai giovani. Grazie, Luci.
— Il corso di catecliismo (IV anno) è
frequentalo da tre giovani ( Norma Matturro Vittorio Ripari, Mauro Veneziano)
questo me ne o-<Tupo io il mercoledì sera
prima dello stud’o bibLico che ha luogocome al solito nella saletta. Questo anno
al>biamo . cominciato lo studio del Nuovo
Testamento e stiamo esaminando l’evangelb secondo Matteo.
La prima assemblea
della Chiesa autonoma
FERENTINO
— Il 1® Novemibre, per la priima volta
nella sua' storia, la Comunità di Ferentino
ha ospitato la Conferenza distrettuale del
IV d,istretto.
In occasione di questa riunione abbiamo
fatto nna campagna di evangelizzazione eon
tre conferenze pubbliche fatte nella cappella una la mattina alile 11 tenuta dal past
Guido Contba, una seconda la sera alle 6
tenuta dal prof. Peyrot e la terza la Domenica mattina tenuta dal past. Carco.
Abbiamo fatto venire un colportore che
ha distribuito gratuitaniente circa 1500
evangeli e trattati nelle case, nelle piazze,
nei negozi di Ferentino. Questo ha suscitato le ire di Don Torquato il quale ha affrontato il nostro eolportore gridando a più
non posso per la strada davanti alla sua
chiesa, e ordinando, dico ordinando, ai suol
parrocchiani presenti di non prendere le
copie dell’evan-gclo che venivano distribuite, è chi l’aveva già ricevuto lo strappasse.
(Ecumenismo ? !)
Abbiamo fatto affiggere su i muri delle
strade 80 manifesti per invitare la cittadinanza a partecipare alle conferenze pubbliche. La reazione del vescovo c è stata, ma
molto meno forte di quanto pensassimo.
Ha fatto mettere anche lui un manifesto
accanto ai nostri esortando a restare nella
chiesa cattolica « Fumica chiesa, la vera fondata da Gesù Cristo ».
I frutti? Noi abbiamo seminato. Ora tutti sanno che ir. via Consolare 220 c’è una
Cliiesa evangelica.
— L’il Settem/bre abbiamo battezzato la
piccola Antonella Propoggia .di Fernando e
di Giacinta Pennaccihia. (Fernando è il nipote di Costantino Propaggia, ed è il nuo
vo diacono del gruppo di Forma coperta).
— II 18 Settemibre ha terminato il suo
pellegrinaggio terreno durato circa 85 anni
il nostro fratello Pizzolti Michele. Ricorderemo questo frateUo carico di anni nia
pieno di zelo per la Parola di Dio die ogni
domenica con ogni tempo partiva da Tofc per venire a piedi a Ferentino per il
culto. Ora non è più con noi, ma con Colui che ha detto : « Io sono la risurrezione
e la vita; chi crede in me, anche se muoia,
vivrà ».
■— La sig.na Laura Costa quest’anno ha
accettato di occuparsi della Scuola domenicale. Ha cominciato con zelo ed amore. Le
auguriamo un buon proseguimento.
— Il corso di catechismo (III anno)
tenuto dal pastore subito dotpo il culto.
— I culti del 10 e 24 Novembre sono stati presieduti dal Prof. Alberto So-ggin, dovente aHa Facoltà di Teologia a Ro-ma, il
quale è venuto con la sua gentile Signora;
e dallo studente, praeses della Facoltà, Mario Berutti.
Assemblea di Chiesa. — Domenica 17 novembre, sotto la presidenza del Pastore Ernesto Naso, segretario della Commissione Distrettuale, si è riunita 1’Assemhlea di Ohiesa, dopo un breve culto. All’ordine del giorno vi era soltanto l’elezione del Pastore della nostra Comunità, avendo la nostra Chiesa
ottenuta la sua autonomia. Il Concistoro a
CUI, a norma dell’articolo 16 del Regolamento, spetta il compito di scegliere i candidati da proporre all’Assemblea, aveva deciso all’unanimità, fin daU’ll ottobre, di
non presentare altro candidato se non if Pastore Davide Cielo, da cinque anni conduttore della Chiesa di Napoli, apprezzato ed
amato dalla grande maggioranza dei membri di Chiesa. Per desiderio di alcuni di questi erano stati interpellati altri sei pastori,
ma tutti avevano rifiutato la candidatura!
Naturalmente i membri elettori avevano il
diritto, neUa votazione a scrutinio segreto,
di votare per qualsiasi pastore fosse stato di
loro gradimento, anche se non proposto dal
Concistoro. I votanti erano 73. Il Pastore
Cielo ha ottenuto 67 voti, tre schede sono
risultate con altri nomi e tre erano bianche.
La Comunità si è vivamente compiaciuta
per l’esito della votazione e molti, anche non
elettori e alcuni non presenti all’Assemblea,
hanno poi voluto congratularsi col Pastore
Cielo, sia per telefono, sia a viva voce, o
mediante lettera inviatagli per posta.
Nei giorni immediatamente precedenti la
seduta dell’Assemblea, si è riunita a Napoli
la Commissione Distrettuale con l’intervento del delegato della Tavola, pastore Pierluigi JallM per discutere su questioni interessanti il nostro distretto, e il Concistoro al
completo, alla presenza del Segretario della
Commissione, pastore E. Naso, per un simpatico scambio d’idee e per un esame della
vita della nostra Comunità.
U. G. — 11 Seggio della TJ. G. è quest’anno cosi composto: Presidente: M. Antonietta Cielo; Vice Presidente: Vittoria Lingria;
cassiera: Anna Rasi; segretario: Eraldo Pagano.
Nella seduta del 16 novembre abbiamo
avuto il piacere di ascoltare la diaconessa
Suor Alba Jazeolla, la quale, davanti a un
buon uditorio, ha tenuto una interessantissima conversazione, seguita da viva discussione, sulla missione e l’opera delle Diaconesse, allo scopo sia di far conoscere jl lavoro e i compiti di queste nostre sorelle, sia
di suscitare, con 1 aiuto di Dio, nuove vocazioni in quest’opera così utile e beuefiea.
Cogliamo l’occasione per mandare il nostro
affettuoso saluto alla nostra cara Suor Alba
che ha lasciato la nostra città per tornare
al suo lavoro a Torre Pellice.
Nascita. — La famiglia del signor Italo
tenu, ora residente a Milano ma per molti
anni membro della nostra Comunità, è stata
rallegrata dalla nascita, tanto attesa, di una
bambina. Ci rallegriamo vivamente con la
lamigha Fenu e invochiamo sulla piccola e
sui genitori le benedizioni divine.
Battesimo. — La domenica 24 novembre
e stato battezzato il piccolo Claudio Cimmino. La madre è figlia del nostro fratello
Giovanni Monterosso e i coniugi Cimmino
frequentano i nostri culti pur non essendo
ancora iscritti quali membri di Chiesa.
Bazar. Sabato 30 novembre e domenica lo dicembre, nel pomeriggio, si è svolta
annuale vendita di beneficenza, preparata
dalla nostra U. F. Era stato allestito un ricco banco di lavori di cucito e di maglieria.
Il tradizionale Buffet, una pesca gastronomica con oltre 110 premi, un’altra pesca di
oggetti vari, senza contare alcune lotterie
con ricchi premi. Ottimo l’incasso che ha
superato le 160.000 lire. Un ringraziamento
a tutti, fratelli di Chiesa ed amici, che ci
hanno permesso col loro contributo di realizzare questo bel risultato.
Conferenze. — Il Consiglio dei Pastori,
nella sua ultima seduta, ha deciso di organizzare una serie di conferenze interdenominazionali l’ultimo sabato di ogni mese.
Decesso. — E’ deceduta la mattina del 3
dicembre, la signora Fanny Di Nocera, vedova Campagnuolo. Nata nel 1891, a Napoli
"«evuta nella nostra Comunità nel
1907. Dopo un periodò di residenza a BeneventO’ si stabilì nuovamente a Napoli con
la famiglia. Profondamente religiosa e ferma nella sua fede, fu sempre molto affezionata alla sua Chiesa, * partecipando attivamente alla vita di eisa. Fu, per qualche
tempo, presidente della Società di Cucito, e
anche presidente della locale U.C.D.G.
Fino a che la sua salute glielo ha permesso, ha frequentato i culti, e quando, in
questo ultimo periodo, non ha più potuto
farlo, ha continuato a interessarsi alla vita
della Comunità.
Al figli Franco, Franca e Bruno la nostra
affettuosa simpatia cristiana. F. F.
basìlea
Domenica 8 dicembre la nostra coninoità si è riunita per festeggiare insienie il
Santo Natale. Quest’anno siamo stati ospiti del Leonhard Ragazhaus che ei è stato
gentilmente messo a disposizione dal signor
Pastore F. Tsebudi. Nella bolla sala la società delle signore aveva preparato e decorato le tavole e reso accogliente Fambiente. Sul pianoforte dominava la bolla corona
delFAwento, dono del gruppo di Pratteln.
Ed un magnifico abete con tante candele
ci parlava della Luce del Natale.
Più di cento persone hanno trascorso insieme un bel pomeriggio neUa gioia della
fralellanz.o e nella riconcscenza per quanto
il Signore ha fatto per noi.
San Nicolò stesso è venuto ad allietare i
presenti e ha portato bei doni ai bambini
presenti che gli hanno recitato le loro poesi€ e oanlato ('anzoncìne i>er Towasione.
La forale ha cantato il « Gloria » e l’inno
48 deill ’nnario sotto la direzione de] M.o
Milesi, che salutato da un grande applauso, Ila suonato varj brand: avreniiiio voluto ascoil’^arlo anccra a lungo! E poi ci sianio lasciati con i migliori aucuri di un Natale benedetto e di pace. Anche se saremo
lontap; gli; uni dagli altri — chi in Italia,
fhi a B-'fiilea o dinto*'ni — sappiamo die il
^iiinore è uno e fbe siamo tutti nelle sue
mani.
Prf*(n‘viso: Domenica 26 gennaio alle
1^-30 la nostra comunità è cordialmente invitata a trascorrere una serata in comune con la comunità di San Giovanni. Il
programma è preparato da ambedue le comunità. Venite numerosi con i vostri amici e familiari al Gemeindehaus St. (feiinata
:ram N. 1, Kannenfeldplatz).
Lotti Schopf
Culto Radio
ore 7.40
DOMENICA 22 DICEMBRE
Past. Valdo Vinay
(Facoltà valdese di teologia)
NATALE
Past. Valdo Vinay
(Facoltà valdese di teologia)
DOMENICA 29 DICEMBRE
Past. Valdo Vinay
(Facoltà valdese di teologia)
FINALMENTE
Valli Nostre
1964
E’ uscita l’edizione 1964 del
noto calendario, in italiano, francese, inglese e tedesco; 6 quadricromie, 6 riproduzioni in bianco
c _ nero,_ piacevole copertina, indirizzario evangelico italiano.
L. 50» la copia. Richiederlo aHa
Claudiana, Via Principe Tommaso 1, Torino, oppure a Torre Pel
lice, oppure alla Ubreria di Cultura Religiosa, Piazza Cavour
32, Roma.
FRALI
^ — Dopo la partenza del Pastore Aldo
Coinba, salutato in un incontro organizza,
to dal Concistoro, il nuovo conduttore di
Prah Pastore Franco Davite è stato insedialo la domenica 27 Ottobre nel corso del
culto presieduto dal Pastore A. Deodalo ed
all’inizio di novembre sono cominciate le
attività con una visite alle famiglie jei lari quartieri per una prima conoscenza ed
una presa di contatto personale, seguita dalFinizio delle riunioni quartierali mensili.
— Il sabato 16 novembre l’Lnione aio!
vanile si è riunite iniziando una serie di
incontri ben Irequentati, simpatici e vivaci
e procedendo alla elezione del seggio che
è risultato così composto: JNino Peyrot Hi
Orgere, presidente; Edina Pascal di Ghi->o
cassiera; Dino Ghigo di Gliigo, Bruno Grilì
di Pomieri, Romano Grill, Miramonti).
— Giovedì 21 novembre ha avuto inizio
l’Unione delle Madri sotto la direzione della moglie del Pastore. Il numero delle Sorelle presenti è andata crescendo ad ogni
Lncontre quindicinale e speriamo che esso
continui ancora ad aiumenterc.
— I culti del giovedì, dedicati in modo
particolare ai FrateRi ed alle Sorelle inipiegati presso gli impianti sportivi e gli alberghi. sono iniziati con ii„ incontro presieduto dal Moderatore della Chiesa \’aldese, giovedì, 5 dicembre al quale erano
presenti più di cento persone. (Jnesti culti
coiitinueranno per tutta la ragione imcrnaie ogni 15 giorni.
Il 15 dicembre sono pure iniziali i culti
del pomeriggio dedicati in modo particolare agli sciatori che salgono dal fondo valle e dalle città della pianura padana. Si
tratta di un cullo della diir.pa di mezz’ora
domenica, nel*
al nuovo lemnuo ■
n ! raJi mette
o di altre CoI ■ di
olii.
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la sala delle aittivìtà annessa
pio. Chiediamo al Signore i
va altività òhe la Com
al servizio di Fratt lli e ^or.>
iiiunìtà posisa essere nn m.
adorazione e di tesiimo
— Sabato 19 ottobre si eoi
irimonio nel tempio d: Pistan (Giordano) e Lucano Su
Agli sposi che si ®on< i h 1
poli piemontese giunsa an
fraterno della Comunite d
— Il 19 novembre un nnm
visto la luce nel reparto uei
ospedale pinerolese. S ti
figlio di (iiro e Anna 1): Gei
pe. Al neonato ed ai e
augurio sincero e fratcrno
— Desideriamo ringrazia'’''
comunità i Pastori Gioririo Gl
gio Rostagno che hanno predi'
periodo per sostituire d C"0'
gnato nelle sostituzioni a Ro/|
tane. Un ringraziamenio ed u
ticolari al Moderatore Fmiiii-.r
— Nell’esercizio de'la solidarietà fralcr
na la Comunità di Frali ha raccolta la comma di L. 50.000 ner i sinistrai'' del V ijopt
ed ha dimostrato la tradizionale geueiosità
nell’invio dei doni in natura .ii vari istituti di beneficenza della Valle. Ringraziamo
tutti i donatori ed in inairticolai'c i Sigg.ri
Amede-' Barn i e Ezio Rostan ehe lianr:o
curato il trasporto dei sacelli ai \ari isljtuii.
— Sempre a nropcsito della soìniarietà
fraterna nel servizio reso al Sign ,rp ricordiamo la colletta del culto di Natale che
sarà devolute al Rifugio Carl'j Alberto di
Luse-na S. Giovanni ed alla coslruenda casa per incurabili in Uruguay. Raccomamliani'i nure le bustine della conlrihnziunc annua in dis'^ribuzione nei vari quartieri.
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Miassello fino a che ¡I Past. G. Tourn pot-à
riprendere regoilarmente il suo lavoro, il
Concistoro, sotto la presidenza del Pastore
Davite ha cercato di organizzare le attività
e il lavoro di rara d’anime in modo <he
la Comunità debba soffrire il m^o possibile di questa parentesi nella normale attività ecclesiastica.
Prima di tutto è stato possibile avere una buona co'Uaborazione da parte di
alcune Sorelle e precisamente dalla Sig.ra
Alice Pons deRa Gardiola e la Sig.ra Giuliana Tron di Villa di Rodoretlo che si occupano delle lezioni di religione e della
Scuola Domenicale, rispettivamente a Gardiola e Paola ed a Rodoretto. Le visite, i
catechismi per tutta la parrocchia e le lezioni di religione a Fontane sono invece affidate al Pastore Davite che vi dedica la
giornata e la serata rii ogni venerdì. Per
le predicazioni sono effettuati dei turni da
di vari Pastori e Laici che predicano alternativamente a Rodoretto ed a Fontane. Finora sono stati impegnati i Sigg. Claudio
Tron e Marco Gay ed i Pastori Giorgio
Girardet, Sergio Rostagno e Franco Davite
che ringraziamo. Il Moderatore ha fompdnto una visita nella nostra Comunità ed ha
presieduto la scuola domenicale ed il culto
a Fontane, nonché un incontro dei Membri
del Concistoro ; mentre gli auguriamo un
lavoro sereno e benedetto per tutta la nostra Chiesa Valdese, lo ringraziamo sentitamente della sua visita.
Il culto di Na-t^e con Santa Cena sarà
presieduto dal Pastore Girardet nel tempio
di Rodoretto.
L emigrazione della nostra Parrocchia
non si è ancora fermata ed ultimamente
stata la volta di Campo Clot nel vallone di
Rodoretto. (Juesta borgata dove fino a pochi anni or sono esisteva una scuola ben
frequentata e che vantava le famiglie fra
le più numerose del Vallone di Rodoretto
è ora completamente disabitata, almeno per
il periodo invernale, poiché Fuitìma fami
glia ohe vi abitava ha dovuto scendere a
valle spintevi dalla malattìa di uno dei suoi
membri e le altre due persone sole che abitavano nelle case vicine non hanno potuto
affrontare in queste condizioni le cadute di
iit-ve che isolano la borgata da Villa eon
piccole, ma numerosissime ed insidiose slavine. Le case sono ora silenziose, ma speriamo che, con il ritorno della primavera
gli usci possano di nuovo essere riaperti e
la borgata risuonare ancora delle grida e
dei canti dei bambini. Intanto ai nostri Fraidii e Sorelle scesi a valle giungano il nostro ricordo affettuoso ed un augurio fraterno di buon inverno e di felice ritorno
a primavera.
TORBE PELLICE
Donienica 15 c. m. il Pastore Franco Sommam ha unito m matrimonio nel Tempio di
Forre Pellice la gentile signorina Paolina
ppohti Civaie ed il signor Gino Battistini
i-a sposa ha lavorato per ben cinque anni
con molta intelligenza e serietà come infermiera nell’Ospedale Valdese, seguita dalla
r.eonoscen^ dei dirigenti e dei numerosi ricoverati affidati alle sue cure. L’Unione dei
Coppieri ha preso parte alla Reta cerimonia
col canto di un inno. Nell’accogRentc e caldo ambiente dell’Ospedale parenti amici e
colleghi del nord e del sud d’ItaRa simpaticamente riuniti per un ricco thè hanno ancora espresso agli sposi la loro gioia.
Esprimiamo dalle colonne di que.sto giornale 1 più còidiali auguri a nome di tutte
(e persone che li hanno conosciuti.
— L’.Associazione ’‘Enrico Arnaud”. Doniemca scorsa ha avuto luogo una riunione speciale nella quale il socio «ig Aldo
Varese ha presentato una serie di diapositive a colori, scattate la scorsa estate durante il suo viaggio turistico nella Spagna. Le
Illustrazioni nitide e fatte con buon gusto
artistico, ei han dato la possibilità di vedere numerosa bellezze paesistiche c architettojiwjhe di quel paese.
Dato il numero delle diapositive prospettate, non abbiamo avuto il piacere di udire
la consueta lezione di Storia Valdese del
Prof. A. Armand Hngon.
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175. 8-7-1960
Tip. Snbalnina s.n.a. • Torre Pellice (To'
I parenti della compianta
Paolina Boulard
sentitamente ringraziano le buone
persone che presero parte al loro dolore. In modo particolare ringraziano
il Dottor Pellizzaro, il Pastore sig. Jahier, la signora Mariuocia Pollo ed i
ccniu.gi Castagno e Rivoira.
Lusema S. Giovanni, 7 dicembre 1963
A tutti colpro che frequentano
la montagna, raccomandiamo :
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