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Anno 128 - n. 43
6 novembre 1992
L. 1.200
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a: casella postale - 10066 Torre Pellice
, valdh32>
fauci
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
BRUXELLES
UNA SITUAZIONE PREOCCUPANTE
L'Europa
e le chiese
Da due anni, ogni sei mesi,
i responsabili della Commissione delle comtmità europee
(CCE) incontrano, per uno
scambio di opinioni e proposte, i rappresentanti della
Commissione ecumenica europea « Chiesa e società »
(EECCS), un organismo creato dalle chiese protestanti e
anglicane per « monitorare »
le istituzioni europee. L'ultimo incontro, il quarto della
serie, si è svolto il 16 ottobre
a Bruxelles, con la partecipazione di alti funzionari della CCE, dei responsabili della EECCS e di rappresentanti delle chiese europee. Fra
questi, erano presenti anche
un delegato del Patriarcato
ecumenico ortodosso di Costantinopoli, e il pastore valdese Luciano Deodato, in
rappresentanza della Federazione delle chiese evangeliche in Italia.
Rispondendo, a nome della EECCS, a Jérôme Vignon
(CCE) che chiedeva « la visione e l’illuminazione delle
chiese » di fronte all’attuale
crisi del progetto unitario europeo, il pastore Deodato ha
spiegato che le chiese rappresentate non pensano ad una
« Europa cristiana », né parlano di « valori spirituali » o
di « anima europea »: esse
hanno piuttosto una visione
laica della società. « Nella
Bibbia — ha affermato Deodato — sta scritto che ”J cieli sono i cieli dell'Eterno, ma
la terra l’ha data ai figlioli degli uomini”. (Salmo 115: 16).
Qui si fonda la nostra libertà
di costruire la storia, di fare
progetti e realizzarli: ina anche la nostra responsabilità».
« A fondamento della società — ha detto ancora Deodato — non può esserci altro
che la giustizia: e la giustizia è più che il diritto. L’Europa di Schengen e di Maastricht è quella dei nostri diritti, un po’ meno quella della giustizia. Le chiese hanno
sempre di più posto il problema della giustizia avanti
ogni altro problema ». L’azione delle chiese nella costruzione di un’Europa comunitaria sarà quindi « di
critica costruttiva e vigile
nei confronti della politica
comunitaria, e di attenzione
verso i ’’poveri”, individuabili oggi tra i giovani senza
prospettive di lavoro e le
classi più deboli, le prime a
pagare per la dissoluzione
dello stato sociale: questo è
il significato che diamo alla
parola ’’spiritualità”», (nev)
Crisi dei sindacato confederaie:
crisi deila democrazia politica
Le reazioni alla manovra economica del governo e, prima ancora, all’accordo firmato il 31
luglio - Lo smantellarrìento di un tipo di stato "solidale” e una vera crisi di rappresentanza
Ho sempre pensato, e detto in
pubbliche riunioni, che la crisi
del sindacato è un segnale di crisi della democrazia. Ora un’accelerazione della crisi italiana investe anche il sindacato. C’è speranza? Per rispondere conviene
guardare quello che sta accadendo da tre mesi a questa parte.
Curarsi, mandare i figli a scuola,
spostarsi, diventa sempre più caro ma non si può dire che la qualità dei servizi stia migliorando.
Le tasse, ordinarie e straordinarie aumentano, ma non si può
dire che il fisco stia diventando
più equo o che il denaro pubblico venga amministrato da politici più onesti. Le retribuzioni
della maggior parte dei lavoratori, già ferme da anni, sono state
bloccate, ma non risulta che i
prezzi si siano mai fermati, anzi.
Questi sono certo gli effetti di
scelte operate dal governo con
ottime intenzioni (l’Europa, Maastricht, ecc.). Ma il 31 luglio scorso c’è stato un accordo per il
quale, fra l’altro, in cambio di un
impegno del governo a realizzare
misure di giustizia fiscale e a
non Svalutare la lira, i vertici
CGÌL-CISL-UIL accettavano l’abolizione della scala mobile ed
il blocco dei rinnovi contrattuali
e della contrattazione articolata
per tutto il 1993. La lira è stata
svalutata, la giustizia fiscale non
arriva. Arriva la « manovra »;
tasse d’ogni genere, tagli alla spe^
sa sociale per la sanità, la scuola, i giovani, la cooperazione allo Sviluppo, ecc. Di fronte a queste scelte i vertici confederali
non hanno saputo o voluto, finora, farsi carico del malcontento dilagante ed hanno usato lo
sciopero più per rincorrere le
spinte dei lavoratori che per fermare i decreti economici sulla
base di una chiara strategia. Ed
ora sono divisi tra di loro.
Non c’è da stupirsi se quanti
della manovra pagano le spese,
sempre più sovente se la prendono con « governo e sindacati ».
Il sindacato è malato; è contestato sulle piazze, spesso in forme dure o inaccettabili, assiste
confuso a scioperi non dichiarati
dai propri vertici, soffre di emorragia di iscritti, appena compensata da una crescita dei pensionati tesserati (ma quanto durerà
un sindacato sempre più « vecchio » che non riesce neanche a
difendere le pensioni?).
Le ’’rigidità”
dell’economia
Due mi sembrano le principali
ragioni della sua crisi. Anzitutto,
negli ultimi tempi, l’aver troppo
condiviso il punto di vista del
RICORDANDO LA RIFORMA PROTESTANTE
Il tempo è compiuto
« Dopo che Giovanni fu messo in prigione,
Gesù si recò in Galilea, predicando l’evangelo di
Dio e dicendo: Il tempo è compiuto e il regno di
Dio è vicino ; ravvedetevi e credete all’evangelo »
(Marco 1: 14-15).
Sembra che anche il nostro tempo sia compiuto: è compiuto il tempo di certi politici; è
compiuto persino il tempo dei partiti; è compiuto il tempo del modello occidentale di sviluppo.
E forse è compiuto anche il tempo delle chiese,
nel senso che un’epoca si sta chiudendo, quella
delle divisioni, un’altra sta lentamente sorgendo,
quella della ricomposizione dell’unità, in forme
nuove e impensate.
« Il tempo è compiuto » è un annuncio di giudizio, e noi lo sentiamo fortemente pesare su
tutta la nostra epoca, a tutti i livelli, e in ogni
ambito, dall’ecologia alla politica, alla cultura, alla
religione.
Ma l’annuncio di Gesù non è unicamente un
annuncio di giudizio. Egli si pone in continuità,
ma anche in alternativa a Giovanni Battista. Gesù prende il testimone lasciato da Giovanni e
prosegue la corsa, ma con un carattere diverso:
il suo è anche l’annuncio del regno di Dio, cioè
un Evangelo, dunque una. « buona notizia ». E non
può essere altro che buona, perché dove è il regno
di Dio i ciechi vedono, gli zoppi camminano, i sordi odono, i malati guariscono, i morti risuscitano
e i peccati sono perdonati. Per questo diciamo
nel Padre Nostro: «Venga il tuo regno». C'è tuttavia Un problema: non si entra nel nuovo rimanendo vecchi. E’ una verità lapalissiana se pensiamo all'attuale classe dirigente, dove vorremmo
vedere volti nuovi e puliti: comincia invece a darci
un certo fastidio se pensiamo alle nostre chiese
e a noi stessi.
Eppure l’appello al ravvedimento Gesù lo rivolge proprio ai suoi ascoltatori e alla sua gente.
Come sappiamo c’è chi lo ha non solo udito ma
anche seguito, ed è nata la comunità cristiana
primitiva.
E’ consuetudine delle chiese protestanti celebrare la « Domenica della Riforma », per ricordare il 31 ottobre 1517, quando cioè Lutero affisse,
a Wittenberg, le sue famore 95 Tesi. Il suo inten
dimento era quello dì discutere con i dotti del
tempo il problema delle indulgenze che, secondo
lui, non erano conformi all'Evangelo. La discussione non ebbe mai luogo e invece la cristianità
occidentale si trovò spaccata e questa lacerazione
lasciò dietro a sé una lunga scìa di sangue. Eppure, di Vi nascono il mondo moderno e la democrazia. Nella prima delle Tesi Lutero scriveva: « Il Signore e maestro nostro Gesù Cristo,
dicendo ’’Fate penitenza”, volle che tutta la vita
dei fedeli fosse una penitenza »... Lutero contestava la penitenza sacramentale, per chiedere invece
un mutamento di mentalità, cioè proprio la « metànoia » predicata da Gesù.
E chi non si rende conto oggi che è necessario un cambiamento di mentalità, personale e
collettivo, per far fronte alla crisi attuale e aprire
una nuova epoca?
Non c’è alcuno che non condivida la necessità
di una riforma globale; ma la discussione comincia subito dopo, quando si deve dire di che tipo
essa debba essere.
In questi ultimi anni tutte le chiese si sono
interrogate sui gravi problemi del nostro tempo,
e molte di loro hanno individuato nella giustizia
il nucleo centrale di tutte le questioni. Noi pensiamo al Regno e alla sua giustizia (Matteo 6: 33);
un’istanza al di fuori di noi, e diversa da quella
che è la nostra giustizia. La giustizia di Dio, come ha capito Lutero rileggendo l’epistola ai Romani, è il perdono dei nostri peccati, cioè uno
spazio di vita dato a chi non ce l’ha; è la resurrezione di Gesù, e quindi anche la nostra.
Ricordare la Riforma del 1500 non è compiere un’operazione celebrativa, ma capire che delle
persone come noi, in un tempo di crisi simile al
nostro, hanno ascoltato e preso sul serio la parola di Gesù. Hanno accettato di essere messi in
crisi e giudicati, scoprendo poi che il giudizio era
il perdono di Dio e dunque la vita. Da questa
scoperta è nata l’età moderna con la sua democrazia e libertà.
Che cosa potrà nascere per noi e per i nostri
figli, se saremo anche noi disposti a ravvederci e
credere all’Evangelo?
Luciano Deodato
governo e della Confindustria sulle cosiddette « rigidità » dell’economia: risanare il bilancio statale ustmdo l’inasprimento fiscale, i tagli alla spesa sociale, il
blocco delle retribuzioni e farlo
subito per poter « rientrare in
Europa » nella convinzione che
questo fosse l’unico modo di difendere gli interessi dei lavoratori. Di fatto si sta realizzando
lo smantellamento, anziché il risanamento, di uno stato civile,
solidale, capace di assicurare a
tutti alcuni fondamentali e costituzionali diritti: la salute, l’istruzione, il lavoro.
In secondo luogo il sindacato
confederale soffre di un deficit
grave di democrazia; il parere
dei lavoratori viene sempre meno richiesto, i vertici sindacali
ne sono portatori per natura,
quasi sacramentalmente. Gli accordi sindacali di categoria
(quando ancora se ne facevano),
l’accordo de] 31 luglio, non vengono messi ai voti. Le rappresentanze sindacali sui luoghi di lavoro sono concepite più per garantire il posto ed il ruolo dei
funzionari che per valorizzare la
partecipazione della base alle decisioni. Chi dall’interno del sindacato propone l’autocritica per
aver accettato il gonfiamento occupazionale di certi settori del
pubblico impiego, cioè assunzioni utili non al servizio ma agli
interessi elettorali di un partito,
viene accusato di essere nemico
dell’unità sindacale.
Una situazione
paradossale
Paradossalmente sta accadendo che proprio mentre il sindacato di.Scute di abolizione delle
correnti e di unificazione si ritrova diviso, incastrato o succube delle scelte dei partiti di governo e incapace di rappresentare gli interessi e le spinte della
sua base, essa stessa spesso divisa da interessi diversi e contrastanti. Questa grave sconfitta
del movimento operaio italiano
può essere, a rnio avviso, solo
attenuata, affinché non si tramuti in disfatta, dalla reazione che
settori crescenti delle classi lavoratrici stanno opponendo alla
manovra del governo.
Chi erano i promotori dello
sciopero del 29 ottobre? cosa volevano? può uscirne un nuovo
soggetto sindacale? può esserne
rinnovato il sindacalismo confederale? Si tratta di alcune centinaia di consigli di fabbrica, senza distinzione di sigle, quindi
unitari; di alcune Camere del lavoro importanti (Milano, Bologna, Brescia, ecc.) e di iscritti
confederali dissenzienti, quindi
di strutture sindacali (per que
Maurizio Girolami
(continua a pag. 12)
2
fede e cultura
6 novembre 1992
L’ULTIMO LIBRO DI GIORGIO BOCCA
RICORDO DI MAX SALVADORI
Sud, male oscuro?
Una grande fede
. L'inferno » suscita polemiche e accese discussioni: la denuncia è nella deiTIOCraZia
giusta, ma trascura quei movimenti di resistenza che nascono in loco
Ancora una volta Bocca fa
discutere. Il suo nuovo libro
L’inferno - Profondo Sud, male
oscuro, è uscito giusto in tempo (sarà un caso?) per essere in
bella mostra alla recente Fiera
del libro di Francoforte. La prima cosa che colpisce è il titolo.
Perché un titolo così disperante
per parlare dei mali del Sud’
Leggendo, ci si chiede se Bocca
non abbia voluto riscrivere a
modo suo, quasi cinquant’anni
dopo, Cristo si è fermato a Eboli
Vi ricordate le ultime frasi dei
prologo del famoso libro di Carlo Levi?: « Cristo è sceso nell’inferno sotterraneo del moralismo
ebraico per romperne le porte
nel tempo e sigillarle per l’eternità. Ma in questa terra oscura,
senza peccato e senza redenzione,
dove il male non è morale, ma
è un dolore terrestre, che sta
per sempre nelle cose. Cristo
non è disceso. Cristo si è fermato a Eboli ».
Ritroviamo qui le stesse parole: inferno, male oscuro. Ma il
« male oscuro » di cui parla Bocca non è « senza peccato » (e
forse, proprio per questo, neanche « senza redenzione »). Il suo
« profondo Sud » tende invece a
dimostrare la colpevolezza, o
comunque la responsabilità morale e culturale dei meridionali
per la situazione « infernale » in
cui vivono.
Le quattro
regioni oppresse
Il libro è un reportage sulle quattro regioni meridionali
schiacciate nell’ingranaggio delle
loro rispettive rnafie: camorra
campana, mafia siciliana, ’ndrangheta calabrese. Sacra corona
unita pugliese. Le vicende evocate sono per lo più già note
a chi vive nel Sud o a chi legge
i quotidiani e i settimanali. I>el
resto, il libro non è altro che la
rielaborazione di articoli apparsi negli ultimi anni su La Repubblica o su L’Espresso, anche se
Bocca cerca qua e là — e generalmente in modo abbastanza felice — di dare un tono più letterario, più poetico, specie quando CToca il fascino della natura
meridionale. Ma il suo proposito è più prosaico: vuole denunciare, gridare, urlare le malefatte ed i crimini che quotidianamente si compiono sotto il sole
del Sud. E li descrive come sa
fare lui, senza peli sulla lingua,
crudamente e con quel moralismo piemontese che egli rivendica per intero. Sa, così facendo,
di andare incontro a critiche e
incomprensioni, ma non gliene
importa nulla. Infatti, per lui,
« mentire non serve » (ultimo
capitolo). Si chiede, disperato,
facendosi portavoce di molti settentrionali: «Ma perché non capiscono che siamo noi nel giusto? Che vivere come vivono
non è vita? ». Non capisce, o non
vuole capire, che la « verità » si
enuncia diversamente a Torino
e a Palermo; che mentre a Milano prevale la linea retta (espressa nel gotico), in Sicilia prevale
la linea curva e contorta (espressa nel barocco), non solo nella
natura e nei monumenti ma anche nelle menti. Anche Sciascia
ha scritto cose tremende sulla
sua terra ma lo ha fatto quasi
sempre in modo indiretto, metaforico, facendo risaltare la verità dell’oggi dal racconto scrupoloso di storie vere di ieri, il che
non gli ha impedito di essere
fortemente avversato da molti
intellettuali siciliani che non gli
perdonavano di infangare la sua
e la loro sicilianità. E si sa il
sogno impossibile di Sciascia è
stato di riconciliare ragione e
sicilianità. Ma appunto, per lui,
la Sicilia (e, potremmo dire, tutto il Meridione) era una metafo
L’impegno nella Resistenza e l’insegnamento La lunga carriera di un « cittadino del mondo »
Le cronache del Meridione continuano a registrare fatti di saneue
e soprusi; si diffonde tuttavia una voglia di opposizione.
€
ra dell’Italia, deH’Europa, del
mondo intero, e non un’eccezione da demonizzare.
Certo, razionalmente parlando,
ci si può chiedere come si fa a
vivere nei bassi di Napoli, o a lo
Zen di Palermo o in quel « fondo
deH’inferno » che è quell’allucinante città di Gela. Ma anche a
Gela, o negli immediati dintorni,
ci sono ville lussuose abitate,
oltre che dai mafiosi, da notabili e professionisti, così come
ci sono a Catania, a Palermo
a Napoli e un po’ dovunque orrnai nel Sud. Non per tutti quindi, nel Meridione, la vita è un
« inferno ». E non solo per i vecchi e nuovi ricchi, ma anche per
la maggior parte del ceto medio
impiegatizio. Lo stesso vale per
la terra: è tutt’altro che incolta
e abbandonata, ma a chi appartiene ormai?: ai vari Mammoliti e Salvo e ai rampolli della
nobiltà decaduta, abilmente riciclati. E’ drammaticamente vero
che il modello di sviluppo imposto dal connubio tra potere legale e potere illegale, dopo la sconfitta del movimento contadino,
è stato essenzialmente assistenziale, quantitativo e consumistico, ma la qualità della vita è poi
molto diversa nei ghetti e nelle
periferie metropolitane del Nord
(dell’Italia, dell’Europa, degli
Stati Uniti)? E’ possibile affermare questo dopo quello che è
successo nelle « banlieues » di
Parigi e a Los Angeles?
Ciò che non convince in Bocca
è proprio questa sua visione manichea della realtà italiana che,
a volte, lo avvicina pericolosamente ai pregiudizi antimcridionali dei « leghisti », anche se lui
ci tiene a differenziarsi da loro
Ha perfettamente ragione di denunciare la logica « infernale »
della mafia (che, effettivamente,
rischia di estendersi non solo
all’Europa ma al mondo intero),
ma non di demonizzare in blocco gli abitanti deH’allra metà
deiritalia. Il libro è dedicato a!
la memoria di Giovanni Falcone
e di Paolo Borsellino: due uomini profondamente siciliani, anche loro, come Sciascia e tanti
altri meridionali, legati alla loro
terra da un rapporto di amoreodio.
Proprio loro, da siciliani, hanno dirnostrato, con la forza della ragione e del diritto, che la
mafia e il modo di vivere mafioso non era una fatalità. Anche loro sono stati sconfitti ma
la loro lotta, tragicamente stroncata, è servita a far scattare un
riflesso di immedesimazione simbolica in tanta gente non mafiosa del Sud.
Questo non solo è importante
e promettente ma è probabilmente più positivo di una denuncia, giusta ma fredda, gridata da
un estraneo che è convinto di
vivere in un’Italia, quella del
Nord, non ancora irrimediabilmente contaminata.
Qui, credo, sta il limite del libro di Bocca. E le ultime parole
del libro che chiamano « gli itahani dell’Italia ricca» a dare
« ogni appoggio ai fratelli meridionali che hanno iniziato la loro resistenza civile » giungono
troppo tardi e suonano un tantino paternalistiche.
Eppure, qua e là nel Mezzogiorno, non mancano i gruppi, le
comunità, le iniziative che non
hanno rinunciato ad affermare ’
valori della democrazia, della libertà e della giustizia. Anche
queste potranno sembrare « macchie di leopardo che non fanno
mai Un leopardo » ma la loro
presenza rimane una sfida conIro il « male oscuro » e una speranza che è possibile uscire dal1’« inferno ». Molti in Europa
guardano con fiducia a questi
piccoli segni. Peccato che Bocca
li abbia quasi del tutto ignorati.
Non rientrava nel suo dovere di
cronista?
Jean-Jacques Peyronel
‘ Giorgio BOCCA, L'inferno. Profondo Sud, male oscuro. Milano, Mondadori, 1992, pp. 289. L. 30.000.
Quest’estate, il 6 agosto, Massimo (Max) Salvadori è morto
a Northampton nel Massachusetts dove aveva insegnato per
anni allo Smith College. Era nato a Londra nel 1908 da una famiglia marchigiana che, per i
rnatrimoni con donne provenienti dalle isole britanniche e per
la posizione nobiliare, aveva potuto essere protestante nello stato della Chiesa e che aveva aiutato Garibaldi con Anita quando nel 1849 si ritirava da Roma
verso Ravenna. Il padre, libero
pensatore, insegnò materie giuridiche alla Facoltà valdese di
teologia. I funerali dei genitori
furono fatti dal pastore Moreschini.
Negli anni ’30 Max Salvadori
aderì a Giustizia e Libertà e fu
in prigione a Regina Coeli. In
precedenza era stato in contatto coi valdesi a Ginevra, dove
aveva cominciato a insegnare
nel 1927; successivamente andò
in esilio, su consiglio di Salvemini, nel Kenia e infine negli
Stati Uniti. Intanto si era sposato con un’inglese, Joyce, lo
stesso nome della sorella, che
sposerà Emilio Lussu.
Con la seconda guerra mondiale fu il redattore del Mazzini
News, pubblicato per gli italoamericani dalla Mazzini Society,
di cui facevano parte esuli come
Sforza e Salvemini. Con i servizi
speciali britannici partecipò ad
operazioni pericolose e l’8 settembre 1943, col grado di capitano (in Italia era stato ufficiale
dei bersaglieri), era davanti a Salerno in un gruppo di quattro
della 1* Special Force di nazionalità diverse, guidati dal maggiore Munthe, figlio di Axel Munthe. In quel periodo fu in contatto con un pastore protestante in Sicilia, di cui non ricordava il nome (chissà se lo si può
rintracciare?) e facilitò il passaggio delle linee alla sorella
Joyce che stabiliva i primi contatti tra il CLN romano e la sua
controparte nell’Italia liberata.
Paracadutato al Nord, fu prima
presso i partigiani di Mauri e
poi il rappresentante degli alleati presso il CLN dell’alta Italia,
dove solo i compagni del Partito d’azione sapevano che quel
colonnello tanto inglese nell’aspetto e che si faceva chiamare
Max Salvadori non usava un nome falso ma il proprio nome.
Fino alla condanna di Mussolini. Rimase in Italia fino all’esilio
dei Savoia e più tardi tornò a
fare il professore.
Su questo periodo faceva alcune (ma poche) confidenze, credo
anche per le rigorose leggi britanniche. Mi accorsi del suo prestigio quando all’ufficio storico
dell’esercito americano, aperto
a dare informazioni, me lo indicarono come competente prima
che dicessi che lo conoscevo.
Desiderava da tanto conoscere
le valli valdesi, dove aveva dei
parenti. Ci venne la prima volta per un convegno organizzato
a Frali nell’ottobre 1974 dall’Istituto universitario di studi europei di Torino sulle fonti extraeuropee, e in particolare americane, della storia della Resistenza europea. A Torre Pellice,
invitato dalla Comunità montana, presentò L’epurazione in Italia di Lamberto Mercuri (ed.
L’Arciere, Cuneo). Nella sua ultima visita, invitato dalla biblioteca comunale di Luserna San
Giovanni, presentò la traduzione italiana del Mazzini News
(ed. Bastogi, Foggia). Due occasioni per riaffermare la sua indomita fede nella democrazia e
nella tolleranza. Sempre radicato nelle sue Marche, questo cittadino del mondo aveva trovato
o ritrovato un’affinità nelle nostre Valli. Perciò lo ricordo qui
precisando che, pur partendo
dalle stesse premesse, mi pare
ci fosse qualche importante differenza nelle nostre idee. E questa affinità manifestò nel basso
Monferrato commemorando uno
dei suoi quattro compagni di
Salerno, il capitano John Keaney, irlandese cattolico dell’Eire
volontario contro il nazifascismo, caduto mentre veniva dalla
vai Pesio combattendo insieme
a dei partigiani GL della vai Pellice.
Tra le sue numerose pubblicazioni ci sono Resistenza ed
Azione. Ricordi dì un liberale,
(ed. Nistri-Lischi, Pisa), titolo
che gli fu suggerito da Benedetto Croce e dove la parola liberale è' usata in senso affine a
quello che le dà Giovanni Miegge nel suo La chiesa sotto il giogo fascista o a quello di liberal
in inglese e una Storia della Resistenza italiana (Vallecchi, Firenze).
Gustavo Malan
Appuntamenti
Venerdì 6 novembre — ASTI: Alle
ore 21, presso la Scuola biblica ecumenica (corso G. Ferraris 81), si tiene la prima lezione di un corso introduttivo alla lettura del Nuovo Testamento. Il prof. Paolo De Benedetti
parla sul tema Introduzione ai Vangeli.
Domenica 8 novembre — BOLOGNA:
Tra le 18,30 e le 21,30. nei locali della chiesa metodista (via Venezian 3)
si svolge un incontro comunitario di
lettura biblica, riflessioni, preghiera e
testimonianza, con agape fraterna.
Martedì 10 novembre — BOLOGNA:
Alle ore 20,30, presso la chiesa metodista (via Venezian 3) si tiene il
secondo incontro del gruppo biblico
interconfessionale sugli Atti degli Apostoli, a cura di Yann Redalié.
Mercoledì 11 novembre — MILANO:
Nella sala al primo piano di via Sforza, alle ore 18, inizia il ciclo di studi
biblici sul libro di Giobbe, a cura del
past. Salvatore Ricciardi.
Giovedì 12 novembre — CINISELLO
BALSAMO: Alle ore 21, nella sede del
centro culturale • Jacopo Lombardini »,
il gruppo biblico organizza un incontro sul tema II cristianesimo dei primi secoli.
Venerdì 13 novembre — BOLOGNA:
Alle ore 16, presso il Dipartimento di
Scienze dell'educazione dell'università
(via Zamboni 34), per il corso su « Libertà nella scuola, libertà della scuola », si tiene una lezione del past.
Paolo Sbaffi sul tema: Le ragioni delle minoranze religiose. Oltre il Concordato: nuove problematiche formative per una più consapevole convivenza sociale e civile.
Venerdì 13 novembre — TORINO:
Alle ore 20,45, nel salone valdese di
corso Vittorio Emanuele II 23, Rob
Van Drimmeien, economista presso il
Consiglio ecumenico delle chiese, parla sul tema: Fede cristiana e vita economica.
Sabato 14 novembre — MILANO:
Alle ore 17, nella sala di via Sforza
adiacente alla libreria Claudiana, il
past. Fulvio Ferrarlo parlerà sul tema
I cristiani e la pena di morte.
Domenica 15 novembre — ROMA:
Alle ore 16. presso la casa delle suore francescane missionarie di Maria,
nella sede del SAE, in via Giusti 12,
si apre il corso di formazione ecumenica 92-'93 con una lezione del prof.
Elio Toaff, rabbino capo di Roma, sul
tema: Il Patto: Dio in dialogo con il
suo popolo. Introduce il dibattito il
past. Eugenio Rivoir, modera l’incontro Maria Vingiani, presidente nazionale del SAE.
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6 novembre 1992
cultura
UNA PROPOSTA PER LA FORMAZIONE E L’AGGREGAZIONE GIOVANILE
Scout e scoutismo: di che si tratta?
Scout e scoutismo; se ne parla ormai da tempo, l’interesse
sembra molto e diffuso, le richieste di chiarimenti e di intervento aumentano di giorno in
giorno... Ma, in definitiva, chi
sono gli scout? Chi è questa gente vestita in modo strano che a
volte vediamo in giro per strade
o colline?
Anche se rispondere non è facile, perché lo scoutismo è un’esperienza che non si può raccontare, che dw’essere sperimentata, ossia vissuta sulla propria
pelle, proveremo a farlo comunque.
Nell ormai lontano 1807, un militare inglese ed evangelico —
lord Robert Baden-Powell -—nel
corso di alcune vicende in cui
era coinvolto in Sud Africa, ebbe
occasione di farsi aiutare dai ragazzi del posto; si accorse che
quei ragazzi erano ricchi di spirito di avventura, di voglia di
fare, di stare assieme, di rendersi utili... e poveri di mezzi e di
educazione.
Pen.sò dunque di aiutarli a prepararsi ad affrontare la vita proprio partendo dalle loro qualità
e possibilità, anziché dai desideri astratti degli educatori; cominciò a riunirli in piccoli gruppi, in ambienti sereni e accoglienti dove i ragazzi erano ben disposti al reciproco ascolto, dove
si stava allegri, si viveva sperimentando occasioni di avventura, di vita aH’aperto, di apprendimento tecnico, di impegno responsabile nella comunità, di incontro. Quei primi gruppetti di
ragazzi divennero via via più
grandi e più organizzati, e il più
delle volte nascevano spontaneamente dalla lettura dei libri che
intanto Baden-Powell aveva scritto, e che oiTnai erano diventati
il punto di riferimento per tan
ti ragazzi ed educatori: era nato
lo scoutismo.
Ma, oggi che sono passati quasi 90 anni, che cosa sono gli
scout, che cosa fanno?
Lo scoutismo è un progetto di
crescita per ragazze e ragazzi
dagli 8 ai 20 anni, per diventare
autonomi, responsabili delle proprie scelte, convinti di essere al
servizio degli altri, il nostro
prossim.o, senza distinzione di
razza, sesso, religione e credo
politico.
E’ una proposta di formazione
nata come cristiana ed evangelica, e attuata per mezzo di esperienze di approfondimento, ricerca e preghiera, dove ognuno
nella propria chiesa sperimenta
e approfondisce la propria vocazione di servizio; è una comunità di adulti e ragazzi che vivono
insieme lo stesso gioco, un grande gioco che giorno per giorno
porta tutti a crescere.
Gli scout devono fare del loro
meglio dovunque siano e qualsiasi cosa stiano facendo, gratuitamente: è uno dei punti di
incontro fra scoutismo ed Evangelo; si può contare su di loro
e sono leali.
In tutto il mondo il loro motto è « siate pronti », e vale per
qualsiasi cosa facciano: imparano a saper badare a se stessi e
ad aiutare chi ha bisogno.
Sono persone pratiche che si
sforzano di essere buoni cittadini e buoni cristiani, anteponendo a se stessi chi gli sta accanto: non aspettano die qualcuno
chieda il loro aiuto per tendere
una mano amica.
Lo scoutismo insegna a capire
ed apprezzare il mondo attorno
a sé, ad amare l'avventura riconoscendola nella vita di ogni
giorno; perché « gli uomini do
It gruppo scout di Palermo con il pastore Giuseppe La Torre, in
un’immagine di due anni fa.
tati di scarsa fantasia sono incapaci di riconoscere Tavventura,
anche quando se la trovano sotto
il naso » (A. Lake, Grandi avventure di caccia).
Verso i 20 anni, questo cammino di crescita giunge a una
tappa fondamentale; può continuare attraverso la vita che ciascuno avrà scelto di condurre.
E chi vorrà viverla nello stile
dei valori cristiani e scout che
ha sperimentato, chiede la « partenza »: si riconosce cioè capace di assumersi l’impegno della
testimonianza quotidiana nella
Solidarietà, nel servizio, nella
partecipazione attiva alla vita
della propria chiesa e della comunità civile.
Già, ma gli adulti che ruolo
hanno? I ragazzi sono affidati
a loro e alla loro capacità e re
sponsabilità educativa, oltre che
civile nel corso delle attività.
Gli adulti scout sono educatori
che a loro volta vivono un’esperienza comunitaria di studio e
di preparazione, di aggiornamento costante, di analisi della realtà e del territorio circostante,
elaborano un progetto educativo
che Sottolinea gli obiettivi da
raggiungere e propone le attività più adatte alla situazione locale. Sono adulti che nella loro
attività educativa trovano un
luogo di formazione permanente,
di condivisione delle difficoltà
e dei successi, di confronto sui
problemi di educazione e di crescita dei loro ragazzi. In genere seguono un cammino di preparazione di base della durata
di almeno quattro anni, che comprende — oltre al tirocinio pra
tico — tre successivi eventi formativi della durata di una settimana circa ciascuno, i Campi
scuola, in cui si vive un’esperienza concreta di scoutismo nel
gioco e nell’avventura, durante
la quale si prendono in esame
problemi, argomenti pedagogici
e psicologici, si approfondisce
il metodo scout. Al termine di
questo cammino di formazione
c’è il riconoscimento delle proprie capacità educative da parte
della comunità scout internazionale.
Per avere qualctie idea numerica sugli scout: in Italia oggi
sono più di 200.000, e nel mondo
superano i 22 milioni, senza contare ovviamente gli adulti che sono stati scout in passato.
La promessa
« Con l’aiuto di Dio, prometto
sul mio onore di fare del mio
meglio:
— per compiere il mio dovere
verso Dio e verso la collettività;
— per aiutare gli altri in ogni
circostanza;
— per osservare la legge scout ».
La legge
Gli scout
1. pongono il loro onore nel meritare fiducia;
2. sono leali;
3. si rendono utili e aiutano gli
altri;
4. sono amici di tutti e fratelli/
sorelle di ogni altra/o scout;
5. sono cortesi;
6. amano e rispettano la natura;
7. sanno obbedire;
8. sorridono e cantano anche
nelle difficoltà;
9. sono laboriosi ed economi;
10. sono puri di pensieri, parole
e azioni.
Attilio Scali
Carlo Chiecchi
RIFORMA.
LE VOSTRE OPINIONI
FANNO NOTIZIA.
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^plirAGOST01992
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RIFORMA è il giornale delle chiese battiste, metodiste
e valdesi: dal gennaio 93 porterà nelle vostre case ogni settimana, l'attualità,
la riflessione, la voce del mondo evangelico. Abbonatevi effettuando il versamento sul c.c. postale n° 14548101 intestato a: Edizioni Protestanti srl., via San
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4
vita delle chiese
6 novembre 1992
10 ANNI DEL SERVIZIO PRODUZIONE AUDIOVISIVI
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Al servizio delFEvangelo 40 anni delia Saia
Programmi radiofonici e televisivi, e tanto altro ancora: un settore importante della testimonianza per le chiese e verso la società
ROMA — Audiovisivi, programmi radiofonici, trasmissioni televisive, cassette musicali e
documenti, rigorosamente a tematica evangelica. E’ quanto produrono da dieci anni le Edizioni
Spav, dirette da Ettore Zerbinati. Lo Spav, che è nato dalle ceneri del Centro battista radio, di
proprietà per dodici anni, dal
1970 al 1982 del Foreign Mission
Board, oggi svolge per conto delrUCEBI un’intensa attività, pur
avvalendosi di personale ridotto,
formato da sole quattro persone.
Eppure, forse per la necessità di
intensificare le forze e far fronte ai costi elevati delle attrezzature, il servizio di produzione
audiovisiva ha allargato il suo
raggio d’azione, tanto da stringere scambi economici con enti
’’laici”, come la FAO, e con la
RAI, che da anni trasmette il
programma « Protestantesimo ».
Ma a parte la trasmissione
prodotta dalla Federazione delle
chiese evangeliche in Italia, per
la quale lo Spav fornisce le attrezzature, esiste un mercato
molto vasto e redditizio, che è
quello dei video e delle cassette
musicali, di cui le Edizioni dirette da Zerbinati sono leader: in
Italia, ad esempio, esistono ben
centoventi radio tra battista, vaidesi e metodiste (in attesa, anch’esse, che vengano assegnate le
frequenze in base alla legge
Mammt), che si riforniscono abitualmente dallo Spav e che rappresentano im validissimo veicolo di evangelizzazione. E non
solo. Lo Spav, ad esempio, produce documenti e studi biblici in
videocassetta, reperibili in numerose librerie, a prezzi concorrenziali, che possono essere utilizzati come strumento per le scuole domenicali o per studi biblici di approccio alle Scritture.
Sempre a proposito di radio.
lo Spav fa parte, insieme con
una trentina di emittenti locali,
tra cui Radio Trieste evangelica
e il servizio radiofonico della
FCEI, della neo Associazione
coordinamento radio evangeliche
(ACRE); nell’ambito di questo
nuovo organismo, lo Spav ha il
compito di coordinare lo sviluppo e i rapporti fra gli associati e
incrementare, se possibile, la
produzione di nuove trasmissioni, da destinare anche alle televisioni private. Va ricordato che
lo Spav realizza, su richiesta
delle chiese, filmati e riprese e
dispone, oltre che di due studi,
uno audio e l’altro video, di una
sala per il doppiaggio e per gli
arrangiamenti musicali, dotata
delle attrezzature più moderne e
sofisticate. A dieci anni dalla nascita dello Spav, dunque, ci sono ottime prospettive di svilup. po.
Bruno Colomba
15 NOVEMBRE
Domenica del predicatore locale
Le comunità valdesi e metodiste italiane, su indicazione della
Tavola valdese, ricordano in questa data la domenica del predicatore locale, una giornata dedicata ad un ministerio particolarmente importante in un paese
come il nostro in cui il protestantesimo è articolato in ima
vasta diaspora.
Nelle chiese valdesi e metodiste il predicatore locale è un laico al quale viene riconosciuto il
dono della predicazione. Ciò avviene attraverso l’esercizio della
predicazione nella comunità, preceduto da un periodo di formazione pratica con particolari corsi e seminari di studio (spesso
in collaborazione con le chiese
locali ed i sovrintendenti di circuito), curati dalla Commissione
permanente studi, organismo appositamente istituito con specifiche competenze di curare la preparazione teologica e praticare
colloqui di esame ai candidati.
Chi è interessato a questo ministerio si rivolga al pastore della propria chiesa o direttamente alla (jommissione, presso il
pastore Bruno Costabel, viale
Trento 61 - 47037 Rimini (FO),
tei. 0541/51055. Si tratta di una
concreta attuazione della dottrina protestante del « sacerdozio
universale » di tutti i credenti
ed è di volta in volta lettura e
spiegazione della Bibbia, applicazione dell’attualità, esortazio
APPELLO ALLA TAVOLA E ALL’UCEBI
SOS dal Molise
ne ad una vita cristiana e soprattutto annuncio deÌl’Evangelo.
L’Unione predicatori locali
(UPL) è l’organismo settoriale
che raggruppa i predicatori locali iscritti ai ruoli tenuti dai
circuiti. Ad esso, tra l’altro, è
demandato il compito di coordinare le attività di aggiornamento, di incontro e di sostegno degli adepti e di quanti intendono
seguire corsi di formazione. A
tale scopo sono destinate le collette della « Domenica del predicatore locale » effettuate nel
corso dei culti.
Le offerte possono essere inviate tramite bollettino di ccp.
numero 11621578 intestato a; L.
Casorio, segretario UPL, Castiglioncello (LI).
CAMPOBASSO — Da soli non
ce la possono fare: le chiese sono troppe e il pastore è solo
uno, Enos Mannelli, della Chiesa
valdese. Ed è proprio lui che
mesi fa, dopo il trasferimento
del collega Sergio Tattoli alia
Chiesa battista di Grosseto, ha
lanciato un « sos » all’UCEBI e
alla Tavola valdese, una richiesta d’aiuto per le sei comunità
molisane. Spiega: «La situazione
è abbastanza semplice. Da quando Tattoli è andato via, garantire a tutte le chiese una normale
attività sta diventando sempre
più difficile. Oltre al pastore
Salvatore Carco, che è in pensione e cerca di fare l’impossibile per dare una mano, e a
parte me, i culti domenicali sono tenuti da sei o sette predicatori locali, che si dividono i compiti ».
Ma non basta. Perché se a
Campobasso le assemblee delle
due chiese, una battista e l’altra
valdese, hanno stabilito di recente di riunire i culli e di ospitarli, a turno, nelle rispettive sedi,
il problema rimane irrisolto per
la diaspora, spesso danneggiata
dalla distanza e dalla dislocazione in tutta la regione. « I gruppi
sono numerosi e riuscire a tenere ogni domenica un culto in un
posto differente diventa un'impresa: i predicatori non sono
sempre disponibili e alcuni di
essi non hanno nemmeno l’automobile. Così, vista la situazione,
le sorelle della diaspora si sono
offerte di tenere i culti ». Ma il
problema, comunque, rimane.
Fatta eccezione di Campobasso
e di pochi altri centri, l’evangelizzazione è scarsa. « Con i mezzi
che abbiamo — spiega affranto
il pastore Enos Mannelli — come potremmo fare di più? ».
Ecco perché è stato chiesto
l’intervento dell’UCEBI e della
Tavola valdese: « Non tanto per
chiedere l’arrivo di un altro pastore, che forse sarebbe domandare troppo, visto che la nostra
situazione è simile a quella di
altre regioni, quanto per ottenere un confronto aperto e delle
risposte alle nostre domande ».
Per Mannelli, in ogni ca-so, un
modo concreto per risolvere certi inconvenienti ci sarebbe: « /
pastori in pensione, ad esempio.
Se alcuni di loro, a turno, venissero nel Molise a predicare, per
noi sarebbe già un grande aiuto,
potremmo seguire le chiese più
bisognose e garantire ai fratelli
una vita comunitaria più intensa ».
Che per ora esiste soltanto a
Campobasso, dove dalla fine di
ottobre sono cominciati lo studio
biblico per gli adulti e la scuola
domenicale per i ragazzi.
N. R.
TAVOLA VALDESE
Solidarietà
con le
comunità
ebraiche
Un inquietante clima di antisemitismo sta diffondendosi
in Europa e ormai anche nel
nostro paese; il sondaggio
pubblicato dall’Espresso ha
messo in luce una situazione
di cui bisogna preoccuparsi.
Le scritte sui negozi di Roma, i simboli nazisti, la profanazione di tombe sono manifestazioni di grave violenza.
Di fronte a questa situazione il moderatore della Tavola valdese. Franco Giampiccoli, ha inviato un telegramma
di solidarietà a Tullia Zevi,
presidente dell’Unione delle
comunità ebraiche in Italia,
in cui dice fra l’altro: « In
un tempo in cui il morbo
dell’antisemitismo tenta di
diffondersi vogliano le comunità ebraiche e i singoli sentire forti e attivi gli antlcorpi della solidarietà delle chiese valdesi e metodiste e degli evangelici italiani ».
ANGROGNA — Sono trascorsi
quarant’anni da quando è stata
inaugurata la Sala unionista del
capoluogo, una struttura che
nel corso di questo lungo periodo è stata ampliata e ammodernata e dove si è svolta una parte davvero importante della vita della locale comunità valdese
e dell’intero paese.
Per festeggiare questo significativo compleanno si sono ritrovati. domenica scorsa 1° novembre, oltre cento tra angrognini
e amici di Angrogna, che proprio nella Sala unionista hanno
partecipato a un pranzo comunitario, organizzato dalla locale
Unione giovanile.
Subito dopo è stato dato il
via ai ricordi, agli aneddoti, ai
saluti, alla lettura dei tanti messaggi di auguri. Attraverso le parole di quanti quarant’anni fa
erano presenti all’inaugurazione,
attraverso la lettura delle lettere
dei vari pastori che si sono succeduti ad Angrogna in quattro decenni, sono emersi nella loro
concretezza i tantissimi e diversi momenti di cui la Sala unionista è stata testimone in questo
lungo periodo. Così c’è stato chi
ha ricordato i tanti gruppi che
si sono avvicendati, le agapi, le
manifestazioni culturali, le attività del Gruppo Teatro Angrogna, i concerti. E così oggi, dopo
quarant’anni la Sala Unionista
conferma e, caso mai ce ne fosse bisogno, dimostra sempre più
il suo valore come struttura e
come servizio per una comunità
e per un paese e l’augurio di
tutti è stato proprio quello di
una lunga vita all’insegna della
continuità.
• Il ciclo di riunioni quartierali del mese di novembre ha
come tema: Valdo di Lione. L’avventura di un « menestrello » della parola di Dio.
Questo il calendario delle riunioni: martedì 3 Jourdan (ore
20); mercoledì 4 Pradeltorno
(20); giovedì 5 Baussan (20,30);
lunedì 9 capoluogo (20); martedì 10 Martel (20); sabato 14
Odin-Bertot (20); lunedì 16 Serre (20); martedì 17 Buonanotte
(20); giovedì 19 Prassuit-Verné
(20,30).
La nostra comunità
BOBBIO PELLICE — Domenica 8 novembre, dopo un breve culto, avrà luogo l’assemblea
di chiesa che avrà come argomento di discussione la situazione spirituale e finanziaria della
nostra comunità.
• Anna Gönnet Artus è morta
improvvisamente all’età di 80 anni. Il buon annunzio della resurrezione e della vita eterna sia
per tutti noi il fondamento della nostra fede in Cristo risorto
dai morti.
O II Concistoro è convocato
per sabato 7 novembre, ore 20,30
nella saletta.
• Domenica 15 novembre, alle ore 14,30, è convocata l’Unione femminile.
Assemblea di chiesa
FRALI — Domenica 8 novembre il culto inizierà alle ore 10,
perché sarà seguito dall’assemblea di chiesa; ascolteremo le
relazioni della Conferenza distrettuale e del Sinodo. Dovremo anche eleggere due anziani.
di Villa e di Indiritti. Durante
il culto verrà battezzato Stefano Richard, figlio di Myriam e
di Claudio.
• Un grazie di cuore a Silvano Bertalot, che ha predicato il
25 ottobre.
Concistoro
SAN SECONDO — L’assemblea di domenica 25 ottobre ha
riconfermpto Mirella Rivoiro,
Edda Paschetto e Ugo Ribet come membri del Concistoro. Edmea Grassi — che ha terminato
il suo terzo mandato (ed è stata ringraziata per il suo fedele
servizio) — è stata sostituita da
Enzo Avondetto. Non avendo trovato un sostituto per Elvina Godine, l’assemblea all’unanimità
le ha chiesto di continuare finché non si trova un sostituto,
• Il Signore ha chiamato a sé
Elda Fornerone ved. Rostagno e
Remo Giovanni Gardiol.
Ai familiari la nostra simpatia cristiana.
• Durante l’assenza del pastore Bertolino il fratello Rino Cardon ha presieduto il culto di domenica 20 settembre e il past.
Paolo Marauda ha presieduto i
culti dal 27 settembre al 18 ottobre. Lì ringraziamo per la loro apprezzata collaborazione.
• Durante il culto di domenica 27 settembre è stata battezzata la piccola Sara Fornerone.
Il Signore la benedica e guidi
i suoi genitori a mantenere fedelmente le promesse fatte.
Unione femminile
TORRE PELLICE — Alla Casa
unionista, domenica 8 novembre
alle ore 15, l’Unione femminile
avrà una riunione centrata sull’attività e sui problemi del Rifugio Carlo Alberto. Saranno
presenti i responsabili dell’istituto. Tutti sono cordialmente invitati ad intervenire.
• I nostri più sinceri auguri
a Bruno Ricca e Marina Chiavia
di cui è stato celebrato il matrimonio.
• Ha terminato la sua giornata terrena Ernesto Gardiol; la
comunità è vicina alla famiglia
con cristiana simpatia.
Incontri «G. Miegge»
PINEROLO — A cura del Centro culturale valdese, sabato 7
novembre, alle ore 17 con cena
al sacco; nella sala al 1° piano
di via dei Mille 1, riprendono gli
incontri teologici « G. Miegge »,
dedicati al tema della Riforma.
Come guida per le prime riunioni si utilizza il testo di A. Me
Grath II pensiero della Riforma.
mercoledì 11 novembre
a STUDIO BIBLICO
TORRE PELLICE — Alle ore 20,30,
nei locali della Comunità alloggio di
via Angrogna, il pastore Marchetti guida — per conto del I circuito — Il
terzo incontro del ciclo di studi biblici dedicati alla prima parte del libro
della Genesi.
MOBILIFICIO
(di fronte alla caserma alpini)
esposizione e laboratorio:
via S. Secondo, 38 - © 0121/201712
ABBADIA ALPINA - PINEROLO
FA VIVERE LA TUA CASA
5
6 novembre 1992
vita delle chiese
ALLA RIPRESA DELLE ATTIVITÀ’
CONFESSIONI RELIGIOSE
Come testimoniare l’Evangelo Via libera
in una città travagliata? per le Intese
Un’ « ansia di speranza » sembra pervadere la società: la nostra Insediata la Commissione governativa - La Tachiesa di fronte alle difficoltà quotidiane - L’aggregazione giovanile vola tratterà per il previsto « adeguamento »
PALERMO — La comunità ha
avviato anche quest’anno le sue
attività. Ma qual è il senso della sua presenza o la sua vocazione in questa città così travagliata e sbandata? E’ possibile
collegare la scuola domenicale,
il catechismo, lo studio biblico,
gli incontri ecumenici e tutte le
altre cose alla vita e alla morte, all’ansia e alla speranza di
questa città? Qualcuno tra noi
dice « perché no », altri invece
ribattono « perché sì »; qualcuno dice « certamente sì » qualche altro « certamente no ». Da
un lato sappiamo che non possiamo essere chiesa a Palermo
come a Pramollo o a Milano,
dall’altro sappiamo di essere
chiesa come a Pramollo o a Milano. Tutto quello che in questa città vive o muore è per noi
una sfida e l’Evangelo una speranza. Nell’ultima relazione morale annua ci siamo chiesti se
essere comunità valdese a Palermo vuol dire ricevere noi un
beneficio (spirituale, religioso,
culturale o materiale) oppure se
vuol dire invece essere noi un
beneficio, un segno di speranza
e di gioia per gli altri. La nostra speranza è che sempre più
membri di chiesa partecipino alle manifestazioni cittadine indette per una cultura non mañosa
della nostra nazione e per prendere posizione contro la mafia
in tutti i suoi aspetti... e che lo
facciano con motivazioni di fede.
Oltre alle normali attività della scuola domenicale e del catechismo, la comunità ha voluto
concentrare i suoi sforzi particolarmente su alcune attività, in
vista di un certo adeguamento
alle reali esigenze di vita nella
città: il pomeriggio comunitario,
le riunioni quartierali e il gruppo scout. Alcune attività, come
il gruppo dei visitatori locali,
sono ancora in cantiere, mentre
altre ci preoccupano per la loro
interruzione, come il gruppo giovanile.
Questo è già il secondo anno
in cui abbiamo avviato la proposta di quello che noi chiamiamo il « pomeriggio comunitario », un pomeriggio in cui abbiamo concentrato alcune attività che prima erano organizzate
in giorni diversi creando un certo disagio per chi vi voleva partecipare, a causa della difficoltà
degli spostamenti in città. Il
« pomeriggio » inizia alle 16,30 di
giovedì con lo studio biblico, alle 18 vi è un lungo momento di
preghiera spontanea introdotto
da una meditazione preparata
dal pastore o da altri membri
della comunità; il canto di inni
intercala i vari rnomenti e la
lettura corale di un salmo li conclude. Il pomeriggio prosegue
con un momento di fraternità
in cui si beve assieme un caffè
o im tè con dei dolci preparati
in casa. Alle 19 il coro, un’oretta in cui si ripassano gli inni,
se ne imparano di nuovi, si preparano canti a più voci in vista
di particolari festività.
Le riunioni quartierali sono
degli incontri mensili (tali sono
almeno nelle nostre intenzioni)
che organizziamo di volta in
volta nelle famiglie che mettono a disposizione la loro casa.
Esse sono nate col triplice scopo di far avvicinare e conoscere i membri di chiesa tra loro;
di dare una possibilità ad altri
di avere un incontro con la nostra comunità al di fuori di contesti cultuali (è la possibilità
che le varie famiglie hanno per
invitare vicini, parenti e conoscenti); di discutere insieme temi di attualità o documenti proposti all’attenzione delle nostre
comunità. Le riunioni quartierali in genere finiscono a tarda ora
(iniziando alle 21) e sempre con
dolcini, biscotti e qualche bicchierino offerti dalla famiglia ospitante. Oltre ai membri del
Concistoro a cui è affidato il
compito di interessarsi alla buona riuscita delle riunioni quartierali, importantissimo è il ruo
lo della famiglia ospitante.
Il gruppo scout è ormai al
suo terzo anno di vita con i ragazzi dai sette ai dodici anni.
In questa attività, insieme al pastore, sono impegnati sei responsabili, tra giovani e adulti della
nostra comunità. Questi si riuniscono una volta la settimana per preparare gli incontri e
le attività con i ragazzi, un’altra
volta con i ragazzi nei nostri locali ed una volta al mese per
l’uscita all’aperto. Siamo molto
grati per il loro impegno che
fino ad oggi ha permesso di portare avanti questa attività che
riteniamo importante per la formazione e l’aggregazicne giovanile. Sappiamo che molti non la
pensano come noi... ma intanto
questo è il nostro contributo,
tra altri, per la formazione dei
nostri ragazzi ad una fede, una
cultura e uno stile di vita che
traggano dall’Evangelo forza, coraggio, speranza, chiarezza e impegno.
Giuseppe La Torre
Il presidente del Consiglio, onorevole Giuliano Amato, ha insediato il 27 ottobre la Commissione interministeriale per le Intese con quelle confessioni religiose che ancora non hanno stipulato le Intese previste dalTart.
8 della Costituzione. La Commissione è presieduta dal dr. Mario
Schinaglia, presidente di sezione
del Consiglio di stato; le trattative saranno affidate al sen. Fabio Fabbri, sottosegretario alla
presidenza del Consiglio.
Il presidente Amato aveva già
invitato ad un colloquio informale, previsto per il 15 settembre, i rappresentanti delle confessioni religiose; l’incontro era
stato poi rinviato all’ultimo momento per sopravvenuti impegni
parlamentari del presidente e
del sottosegretario Fabbri. All’incontro di settembre erano stati
invitati i rappresentanti dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia, della Chiesa evangelica luterana in Italia, della Chiesa apostolica d’Italia e, unica
confessione religiosa non evangelica, dei Testimoni di Geova.
Erano stati altresì invitati il moderatore della Tavola valdese (in
vista della revisione dell’Intesa
stipulata nel 1984) e il pastore
Giorgio Bouchard, presidente
della Federazione delle chiese evangeliche in Italia e della Commissione delle chiese evangeliche per i rapporti con lo stato.
In una nota, la presidenza del
Consiglio dei ministri informa
che è anche previsto un incontro con la Tavola valdese per
l’adeguamento dell’intesa a suo
tempo stipulata. La Tavola valdese, che rappresenta le chiese
metodiste e valdesi, chiede di
rivedere l’intesa per quanto riguarda la materia finanziaria,
con la richiesta di accedere al
gettito dell’8 per mille dell’IRPEF
e alla defiscalizzazione delle liberalità. Valdesi e metodisti intendono utilizzare i proventi delT8 per mille esclusivamente per
scopi umanitari.
(NEV)
DIPIGNANO
Leggere la Bibbia insieme
A Dipignano riprende, e a Cosenza è iniziato, il corso biblico serale per adulti a cui sono
invitati anche gli appartenenti
alla Chiesa cattolica e tutti gli
interessati.
Siamo partiti accorgendoci
che di Bibbia ne sappiamo ben
poco, e che invece questo libro
merita di essere conosciuto, e
non solo per motivi di fede. Così è nata l’idea di leggere la
Bibbia come testo fondamentale
della nostra cultura, indipendentemente dal fatto « di crederci
o no ». Il discorso di fede, per
chi lo desidera, verrà poi appro
METODISTI A FERMO
Battesimo per immersione
Una celebrazione che ha mobilitato le comunità del circuito - Si è
svolta anche l’assemblea autunnale dedicata alla realtà della CEVAA
fondito in sede di catechismo
per adulti.
L’anno scorso hanno frequentato soltanto persone appartenenti alla nostra chiesa, tra le
quali anche alcune che non sono solite partecipare ai culti.
Quest’anno, vista la difficoltà che
molti incontrano di fronte ad
uno studio scientifico della Bibbia, abbiamo deciso di affrontare la questione delle diverse « letture »: cosa hanno da dirci, quali sono le difficoltà che si devono affrontare in ciascuna di esse?
Per rispondere, faremo l’esempio della « visita guidata » ad
una cattedrale: cosa vi « vede »
un visitatore? Dipende da lui, da
dove ferma lo sguardo: un passante qualunque, cosa si fermerebbe a guardare? e un archeologo, o un sociologo, o uno storico, o un artista...? E la guida,
se c’è, cosa lo aiuterà a notare? A seconda di come la si guarda, anche la Bibbia rivela aspet
ti diversi, che si arricchiscono
a vicenda... lo vedremo esaminando, nelle diverse ottiche, il
famoso passo di Caino e Abele.
Certo, bisogna anche imparare a distinguere fra le cose che
il testo dice e quelle che noi
gli facciamo dire...
Il calendario degli incontri
prevede: venerdì 13 novembre:
in visita senza una guida: la lettura letteralistica; venerdì 27 novembre: accompagnati da un archeologo: la lettura storico-critica; venerdì 11 dicembre: accompagnati da im artista: la lettura simbolica; venerdì 15 gennaio: accompagnati da un pastore: la lettura spirituale; venerdì
28 gennaio: accompagnati da xm
sociologo: la lettura materialista; venerdì 12 febbraio: accompagnati da un letterato: la lettura strutturale.
Gli incontri si terranno presso la Chiesa evangelica valdese
di Dipignano, alle ore 20,30.
Teodora Tosati!
A Fermo, cittadina dell’Ascolano, da diversi anni si riunisce
mensilmente un gruppo di credenti evangelici per discutere e
meditare sulla Parola di Dio
confrontando le proprie esperienze di fede e le proprie idee.
Alle riunioni del gruppo partecipa assiduamente il pastore Daniele Bouchard che cura la diaspora metodista pescarese in cui
il gruppo di Fermo è inserito;
tra le persone che vi si riuniscono c’è lan Mac Carthy, un
gallese sposato ad un’italiana,
padre di tre figli, che vive con
la famiglia a Penna S. Giovanni, poco distante da Fermo. lan
viene da una famiglia atea e fino a qualche anno fa si considerava lui stesso un ateo.
L’undici di ottobre, a Fermo,
proprio dove si tengono le riunioni mensili del gruppo, lan è
stato battezzato ed è così diventato membro comunicante della
Chiesa metodista di PalombaroPescara. La particolarità di questo, oltre al fatto di essere il
primo battesimo avvenuto all’interno del gruppo di Fermo, è
che il battesimo, per volontà dello stesso battezzando, non è stato celebrato per aspersione, secondo la consuetudine delle chie
se valdesi e metodiste, ma per
immersione come in uso invece
nelle chiese battiste, volendo così seguire l’esempio di Giovanni
Battista e dei cristiani nei primi secoli.
Per un avvenimento cosi significativo si sono mobilitate le
chiese valdesi del dodicesimo
circuito (la chiesa di Campobasso, con il pastore Enos Mannelli, la chiesa di Vasto-S. Salvo,
con la pastora Daniela Di Carlo e la chiesa di Pescara) che
sono state presenti con una nutrita delegazione giunta a Fermo per mezzo di un autobus noleggiato per l’occasione. Il culto è stato presieduto dal past.
Daniele Bouchard e si è svolto
al primo piano della casa di Eva
Crisostomi, uno dei membri del
gruppo evangelico, dove normalmente si svolgono gli incontri
del gruppo.
Al culto hanno partecipato circa sessanta persone provenienti non solo dalle comunità menzionate, ma anche dalla città di
Fermo e dintorni. La predicazione si è svolta sul testo di Giovanni 20: 19-29. Il passo si riferisce all’episodio dell’incredulità di Tommaso di fronte alla
risurrezione di Gesù. Lo stesso
Tommaso, che diventa poi uno
dei più ferventi e famosi credenti della Bibbia, proprio perché
decide infine di credere senza
avere alcuna prova tangibile di
ciò che lui stesso vede, ma che
si risolve a non toccare con mano. Se Tommaso avesse toccato
il corpo di Gesù resuscitato, il
cristianesimo non sarebbe stato una religione fondata sulla
fede, ma sarebbe fondata invece sul fatto storico della risurrezione di Gesù.
Dopo la predicazione di Bouchard, siamo scesi in giardino
dov’era stata preparata la tinozza per il battesimo. lan portava la tunica bianca mentre, con
tutta la gente radunata intorno
a lui, leggeva la sua confessione
di fede. Dopo il battesimo, il
culto è seguitato di sopra dove,
al termine, quasi tutti i presenti si sono fermati per il pranzo
offerto dal gruppo ospitante.
Nel pomeriggio si è svolta
l’Assemblea del XII Circuito. Il
tema principale era la CEVAA
(Comunità evangelica di azione
apostolica), per parlare della
quale era stato invitato Franco
Taglierò, animatore teologico per
l’Italia.
Fulvio Tron
UNA LUNGA TRADIZIONE
Collaborazione tra
battisti e valdesi
BARI — La collaborazione tra
la Chiesa valdese e la Chiesa battista prosegue con un’intesa che
esisteva già da tempo, fin dal
192.5, quando operava in città
l’ANEI (Associazione nazionale
evangelici italiani), il cui Consiglio direttivo era composto da
« laici » valdesi, metodisti e battisti e che, tra l’altro, aveva una
sua corale e pubblicava La buona
parola, « periodico popolare di
vita cristiana ». Era affiancata
dall’« Alleanza dei pastori», della quale facevano parte i pastori
delle tre chiese.
Le attività in comune sono
continuate sempre nel tempo,
con alti e bassi, e da qualche
anno esse vengono programmate
dai Consigli riuniti delle due comunità all’inizio dell’anno ecclesiastico, per passare poi al vaglio
delle rispettive assemblee.
Per quest’anno la programmazione proposta comprende due
culti in comune, uno « scambio
di pulpito » fra i due pastori ed
uno fra due predicatori locali,
due incontri conviviali in comune, l’organizzazione di due o tre
conferenze pubbliche, studi biblici da effettuare presso famiglie delle due comunità, possibilmente con frequenza mensile e
la diffusione nei luoghi pubblici
(stazione, porto, aeroporto, agenzie di viaggio, alberghi ecc.), con
eventuale distribuzione manuale
di un foglio informativo sui luoghi e gli orari di culto e scuola
domenicale in comune e sulle altre attività delle chiese.
Nel corso dell’anno ecclesiastico vi saranno altre riunioni congiunte dei due Consigli di chiesa,
per una messa a punto e per
eventuali altre iniziative.
6
prospettive bibliche
6 novembre 1992
ALL’ASCOLTO DELLA PAROLA
STARE IN PIEDI DAVANTI A DIO 1
Che cosa è « il regno dei cieli » predicato da
Gesù? I Vangeli ne parlano ripetutamente ma
sempre sotto forma di parabole, la forma prediletta da Gesù per comunicare il senso profondo
dell’Evangelo. E spesso le parabole rivelano una
logica sconcertante, quella di Dio la cui giustizia
risulta così diversa dalla nostra. Il pastore francese Louis Simon illustra, alla sua maniera provo
catoria e stimolante, alcune di queste parabole
riferite dai tre Vangeli sinottici. Matteo, Marco
e Luca scrivono in epoche diverse e si rivolgono
a comunità diverse. Pertanto le stesse parabole
vengono situate in contesti diversi o addirittura
vengono modificate secondo l’intento teologico
del loro autore. Tutte però si riferiscono al « regno del cieli », cuore dell’Evangelo, e tutte hanno
un denominatore comune: esse fanno appello
alla libertà e alla responsabilità della creatura
umana davanti a Dio, suo Creatore. Gesù « non
è venuto per fondare una nuova religione » ma
« è venuto ad inventare Vuomo libero, maggiorenne, in piedi davanti a Dio, adulto davanti^ a
suo Padre ». Le sei meditazioni che proponiamo sono riprese dal settimanale « Réforme ».
L’Evangelo del lievito
« Il regno dei cieli è simile al
lievito che una donna prende
e nasconde in tre staia di farina, finché la pasta sia tutta He
vitata » (Matteo 13: 33).
Chi ci crede che questa donna
sta facendo il pane? Perché non interrompe la fermentazione con la
cottura e lascia marcire tutto? Sarà per questo che agisce furtivamente e « nasconde » il lievito?
Al tempo di Gesù, nella Bibbia
della sua epoca, il senso di tutto
ciò era tremendamente chiaro. Non
c'era alcun dubbio possibile: sempre, senza eccezione, il lievito era
una potenza malvagia di putrefazione di cui bisognava diffidare. Così
la sola presenza di un po’ di lievito poteva annullare immediatamente ogni valore di un sacrificio, vale
a dire all’unica relazione prevista
tra l’uomo e Dio. Ebbene, dice Gesù, ecco il mio evangelo: un lievito per fare marcire tutti i sacrifici!
Vi tocca dunque inventare un altro
Dio, o un altro modo di essere in
relazione con lui.
Non si trattava dunque della parabola della donna col lievito, ma
della « donna col sacrificio ». Gesù
rimandava ad una sorta meravigliosa ben nota a tutti. All’annuncio
della nascita miracolosa di suo figlio Isacco, Sara (la donna dell’an
tica Alleanza) aveva preparato il
pranzo degli angeli con « tre staia
di farina », pranzo-sacrificio-offerta
di comunione con Dio. Donde la
parabola di Gesù; nella nuova Alleanza, la donna aggiunge del lievito al sacrificio di Sara per annullarlo e farlo marcire. Così come Sara
aveva iniziato l’antico popolo e l’antica promessa con un sacrificio senza lievito, così la nuova donna dell’Evangelo inaugura il Regno: niente più sacrifici! Si metta il lievito
e marcisca la vecchia religione di
Israele!
Al tempo di Gesù, per vivere in
relazione con Dio. la religione aveva una sola parola d’ordine: « Senza lievito! ». Dovevi scegliere: o Dio
o il lievito. Ora, dice Gesù; il mio
evangelo è lievito.
Chi oserà vivere quest’evangelo,
radicalmente pieno di grazia, della
morte della religione dei sacrifici,
delle offerte e del commercio con
Dio? Gesù non è affatto venuto per
fondare una religione, nuova e (ovviamente) migliore di tutte le altre.
Nient'affatto. Perché si è sempre
detto, e si è lasciato dire, il contrario? Gesù non è un capo religioso.
E’ venuto ad inventare l’uomo libero, maggiorenne, in piedi davanti
a Dio, adulto davanti a suo Padre,
e solidale di tutti i minimi dei suoi
fratelli.
L’Evangelo del Dio
che parte in viaggio
« State in guardia, vegliate, poiché non sapete quando sarà
quel tempo. Egli è come se un
uomo, andando in viaggio, lasciasse la sua casa e ne desse
la potestà ai suoi servitori, a
ciascuno il compito suo, e al
portinaio comandasse di vegliare » (Marco 13: 33-34).
Questa buona novella del Signore assente è uno dei ritornelli delle
parabole. E’ un evangelo duro che
richiede molto coraggio. Il Signore
che vi annuncio, dice Gesù, è un
Signore che se ne va, non perché
non abbia stima per voi, ma invece
proprio perché vuole portare al colmo il suo amore per voi. Il mio Dio,
dice Gesù, è come un uomo che
parte in viaggio e affida tutta la
sua autorità ai propri servitori. E’
quello che ci ripetono le parabole
dei vignaiuoli, dei talenti, delle mine, del maestro andato lontano a
celebrare le sue nozze.
E’ quella situazione che troviamo
nelle parabole delle vergini stolte,
del portinaio, del maestro delle nozze. E’ quello che vive il buon pa
vero Dio: il Dio che non è sempre
lì, il Dio che parte in viaggio e vi
affida tutti i suoi poteri ».
Non era questa la buona novella
del vecchio poema degli inizi? Dio,
avendo creato l’uomo, va a riposarsi, si fa da parte, perché l’uomo
possa vivere, da solo, il suo primo
giorno di essere libero e responsabile. Non è forse vero che Dio ha
creato l’uomo così come l’oceano
ha creato i suoi continenti; ritirandosi?
Qui sta la differenza ultima tra
il Dio dell’Evangelo e tutti gli altri
dei: Dio è un signore che se ne va.
Per amore. Egli scava di fronte al
l’uomo quello spazio di libertà perché l’uomo non sia schiacciato da
una potenza esterna, perché l’uonio
esista solo per mezzo della propria
libertà.
All’uomo tocca vivere da solo, inventare la propria vita.
Il maestro se ne va; mi ha dato
tutta la sua autorità. Mi emancipa.
Mi decolonizza. Mi rende adulto e
maggiorenne. Mi fa uomo. Mi « autorizza » in quanto libertà.
« Per favore, dice Dio, ora lasciate stare la mia mano! Siete grandi.
Vivete come dei grandi. Poiché vi
amo ».
Un partito preso
per i fichi sterili
store, abbandonando le sue 99 pecore, o il seminatore che se ne va
a dormire senza far nulla mentre
il nemico giunge con la zizzania.
Perché avere trascurato tutto ciò?
Pei'ché avere dimenticato quel grande segreto del Dio che parte in viaggio perché ci ama e vuole affidarci
tutti i suoi poteri, i suoi diritti, la
sua autorità? « Me ne vado, e ora
tocca a voi soli rispondere di me
sulle mie terre! ».
In tutte le religioni che conosco
invece (a cominciare dalla protestante), Dio è colui che è sempre
lì, eternamente lì, ovunque lì; inevitabile, occupa sempre tutto il terreno. Nessuno gli può sfuggire. Nessun momento della vita dei suoi
sudditi gli è nascosto. Egli controlla tutto. Sorveglia tutto. Sa tutto
e vede tutto; grande occhio poliziesco, insopportabile inquisitore.
Qnnipresente e onnipotente, avendo
da sempre previsto tutto, ordinato,
condizionato, programmato tutto.
Angosciosa presenza di questo falso Dio che svuota ogni libertà e
riduce i propri sudditi a non essere
altro che automi telecomandati. « Io.
dice Gesù, voglio farvi conoscere il
« Un tale aveva un fico piantato nella sua vigna: e andò a
cercarvi del frutto e non ne
trovò. Disse dunque al vignaioio: Ecco, sono ormai tre anni
che vengo a cercar frutto da
questo fico, e non ne trovo;
taglialo; perché sta lì a rendere
improduttivo anche il terreno?
Ma l’altro, rispondendo, gli disse: Signore, lascialo ancora
quest’anno, finch’io l’abbia scalzato e concimato; e forse darà
frutto in avvenire; se no, lo
taglierai » (Luca 13; 6-9).
L’evangelista Luca non ha voluto
ricordarsi del gesto intempestivo di
Gesù che maledice e secca all’istante un fico senza frutto. (E’ vero che
tutto ciò sarebbe strano se si dimenticasse che il fico rinviava al
Tempio di Gerusalemme: molte foglie e nient’altro!). Comunque Luca
non ha ripreso quell’episodio delle
« Palme »; anzi, ha collocato al suo
posto una parabola che gli è propria e che contraddice quella; la
parabola del vignaiuolo che osa
schierarsi dalla parte dei fichi ste
rili di fronte alla collera del maestro. « Ecco, sono ormai tre anni
che vengo a cercar frutto da questo
fico, e non ne trovo. Taglialo! ».
Il Dio delle religioni parla qui da
maestro. Proprietario di tutto ciò
che vive sul proprio territorio, si
rende onnipotente e si attribuisce
il diritto di vita e di morte su ognuno. Dà un ordine ed è la morte! Taglialo! Radiato dalla storia. Tale è
il potere degli dei. E Gesù interviene
per liberarci dagli dei, proprietari
e gestori. Perché continuare a credere che l’uomo esista solo per fornire frutti al proprietario? L’uomo
è stato creato solo per soddisfare
il maestro, per calmare i suoi appetiti e la sua fame? Eppure gli
dei sono così: se tu non produci
nulla, o non abbastanza, non so
cosa farmene di te! Qccupi inutilmente la mia casa. Fuori! Tagliato!
Morto!
Allora Gesù (volevo dire; il buon
vignaiuolo) dice: « Lo scalzerò e lo
concimerò... ». Il vignaiuolo probabilemente sorride dentro di sé; è
serio tutto questo? Lui, che conosce bene il suo mestiere, può aspettarsi qualcosa da quel trattamento
insignificante? Stupendo vignaiuolo,
senza illusione e senza grande speranza, ma che si schiera decisamente dalla parte degli alberi contro i
maestri, dalla parte degli uomini
contro gli dei. « Lascialo ancora
quest’anno... ». Non che egli si aspetti qualcosa dalla sua zappata, ma
(chissà?) può darsi che Dio la smetterà di considerare i suoi uomini
solo come beni di consumo, sfruttabili a più non posso. Ecco la domanda nuova, dice Gesù (volevo dire; il buon vignaiuolo): quando Dio
pianta un fico, è per fare piacere
a se stesso, o anche un po’ perché
il fico sia felice e fiero di essere
un fico, come gli pare? Quando pianta un figlio d’uomo, il Padre lo pianta per produrre una soddisfazione
paterna, oppure un essere libero di
essere ciò che vuole?
Evangelo di Gesù in cui l’uomo
lascia la propria adolescenza, la
propria infanzia, per diventare adulto e responsabile di se stesso. Parabola della fine dell’età religiosa,
grazie all’Evangelo.
Gesù intercede, si interpone tra
Dio e me. Egli si schiera dalla mia
parte contro il maestro. Tutti mi
tormentano: cosa fai sulla terra?
Cosa produci? Quale profitto si può
trarre da te?... E io, senza frutto,
come faccio a vivere?
Ma ecco l’Evangelo: Gesù mi libera da tutte queste domande. Egli
si insinua, fino a morirne, tra queste domande e me. Egli mi dà il
diritto di essere me stesso. Egli mi
autorizza, me, così come sono, contro tutti gli dei.
Il vignaiuolo rimane lì, sempre.
Tutti gli alberi sono secchi? Lo sa.
Chi, meglio di lui, l’ha osservato?
Non importa, oh Dio, dice Gesù, io
sto dalla loro parte. Lasciali! Lasciali tutti! Io...
Louis Simon
7
6 novembre 1992
obiettivo aperto 7
VARNA (BULGARIA), 21-26 SETTEMBRE: CONSIGLIO MONDIALE METODISTA
La vocazione di una grande famiglia
I METODISTI NELL’EUROPA DELL’EST
Al servizio deila gente
Le condizioni delle chiese nel periodo comunista - Un’attività instancabile di testimonianza nonostante le gravi difficoltà fisiche
Dal 21 al 26 settembre, il Consiglio mondiale metodista si è
riunito, per una settimana di intensissimo lavoro, a Varna, in
Bulgaria, uno dei paesi dove il
crollo del comuniSmo ha lasciato un evidentissimo depauperamento e problemi di ogni genere, per la società come per la
chiesa.
Ritrovarsi nella famiglia mondiale metodista è ogni volta una
esperienza che tocca e coinvolge
profondamente. Vi è in primo
luogo lo straordinario senso di
comunione che si sviluppa nel
canto — vivo, ricco e trascinante — la meditazione, la preghiera comune e la calda fraternità
per cui, anche quando il tempo
stringe, non manca mai il momento di partecipazione umana
e di intercessione per singole situazioni difficili di cui si venga
a conoscenza neU’assemblea. Vi
è poi il modo concreto, fondato
su dati di prima mano spesso
altrimenti sconosciuti, con cui
l'assemblea viene informata dalla viva voce dei consiglieri, pr(>
venienti dai paesi dei 5 continenti, Sull’evoluzione politica e
sociale in atto nel mondo. Relazioni che, nella riunione di Varna, hanno crudamente descritto
realtà tragiche entro cui le chiese metodiste tentano in prima
persona risposte di giustizia e
pacificazione, sopperendo ai bisogni primari di chi non ha nulla. Così è nel Perù, in Bolivia,
nel Timor orientale oppresso da
una feroce dittatura militare, in
Liberia, Sud Africa, ecc.
Una sessione di lavoro è stata
dedicata agli sviluppi nell’Europa orientale. La Commissione
per l’evangelizzazione nel mondo ha riferito di nuove comunità metodiste che si sono formate numerose in 8 città della Cecoslovacchia, in 6 città della Polonia, nei Baltici, in Estonia e
Latvia. In particolare lo sviluppo in Cecoslovacchia è avvenuto
per l’opera di predicatori laici
itineranti. Ma in tutti i paesi
dell’Est d’Europa, anche dove
sono una minoranza esigua, i
metodisti si ricompattano per
servire alle molte e grandi necessità della gente ed essere testimonianza vivente delTEvangelo che salva. In questo quadro
dieci minuti sono stati dedicati
ad illustrare sinteticamente la
peculiare posizione dell’Italia,
cerniera fra Nord e Sud e fra
Est ed Ovest, in cui la nostra
chiesa, pur così piccola, pratica
l’ospitalità e cerca di accogliere
la pluralità dei bisogni che vengono sia daH’interno che dall’immigrazione.
Così è fatta la nostra natura
che il massimo sforzo di comprensione è poco efficace se non
è accompagnato dalla personale esperienza, e anche partecipazione c solidarietà esigono presenza fisica. Questa dunque la
ragione della convocazione del
Consiglio in Bulgaria.
La Bulgaria conta 9 milioni di
abitanti dei quali circa 700.000
sono turchi. 11 40% dichiara di
non appartenere ad alcuna religione; il 96% dei restanti è
ortodosso, il 3% musulmano, ed
infine l’1% cattolico ed evangelico (50.000 unità in tutto). La
Chiesa metodista ha poco più di
150 anni di vita ed è dunque
fortemente minoritaria. Ha sempre molto faticato per sopravvivere, ma effetti disastrosi le
sono ’venuti dalle due guerre
mondiali. Essendo la Bulgaria
alleata della Germania in ambedue le guerre, i metodisti sono stati oggetto di persecuzioni
quali nemici della patria. Quando infine, fra il ’45 ed il ’47,
la chiesa aveva ritrovato possibilità di espressione ed espansione, è stata duramente colpita
dal nuovo regime. I beni immobili sono stati requisiti, i beni
mobili bruciati sulla pubblica
piazza; pastori e predicatori sono stati incarcerati e processati per colpe contro il popolo;
gli atti di questi processi sono
redatti in inglese perché fossero
diffusi oltre cortina.
Quarant’anni
di clandestinità
Ho sentito raccontare dalla
vedova del pastore Popov —
un’anziana signora di origine
svizzera — la storia incredibile
di quarant’anni di edificazione
cristiana e di evangelizzazione
clandestina fatta per corrispondenza, con linguaggio spesso camuffato. Con questo mezzo, e
Sempre a rischio della propria
vita, quel pastore era riuscito a
intrattenere costanti rapporti
epistolari con oltre 1200 persone!
Fra tutte, la chiesa di Vama
è un esempio di fede, speranza
e carità. Il suo pastore e sovrintendente di circuito, Zdravko
Beslov, ha sofferto la tortura
e poi il carcere per 17 anni complessivi. La chiesa è stata trasformata in teatro dei burattini,
è stato distrutto tutto ciò che
conteneva. Ma nessuno dei membri, perseguitati e dispersi, ha
abbandonato: i vivi, con figli e
nipoti, si sono ritrovati per un
culto pubblico, alla luce del sole,
il 24 dicembre 1990. Le autorità
cittadine hanno offerto la restituzione dell’immobile, la comunità ha ringraziato, ma ha rifiutato ed ha spiegato: quello che
ora è un teatro per i burattini
è abituale e felice luogo d’incontro per piccoli e grandi e non è
bene privarne la cittadinanza. Il
Un Congresso in Italia
La WMHS (Società metodista mondiale di studi storici)
dipende direttamente dal Consiglio mondiale metodista e ad esso deve rendere conto del proprio operato. Ha circa 50 anni
di vita e mira a identificare e
coordinare quegli istituti storici,
di qualsiasi denominazione, che
abbiano radici nel movimento
metodista del XVIII secolo, ed
a diffonderne l’opera; ad incoraggiare la preservazione di libri, documenti, siti e quant’altro sia legato alla storia del metodismo; inoltre sponsorizza progetti di ricerca e di studio quale il grande «Catalog of Methodist Archivai and Manuscript
Collection », e indice regolari
conferenze regionali per aree
geografiche.
Per la prima settimana di luglio 1994 la Società indice una
settimana di studio e confronto con l’Qrdine mondiale dei
monaci benedettini su un tema
di grande peso e attualità: « La
santificazione nella tradizione
ir
ONORIFICENZA
Il premio per la pace
Ha vinto quest’anno il pastore Zdravko Beslov
gesto è stato molto apprezzato
e alla chiesa è stato dato l’uso
gratuito di un appezzamento dove costruire uno stabile nuovo.
E’ così partita la raccolta dei
fondi per un progetto che non
prevede solo il locale di culto,
ma punta ad un servizio alla
popolazione con cucine ed una
sala per cento pasti quotidiani
agli indigenti, da usarsi la sera
come ritrovo per i giovani, e
poi due ambulatori con servirio
medico e distribuzione gratuita
di farmaci. (Mi è toccato constatare l’impossibilità di trovare
un paio di stampelle per un infortunato, in tutta Varna e Sofia).
Il Consiglio ha voluto dare un
segno di comunione fraterna e
di riconoscimento con la propria presenza in rappresentanza
di tutto il popolo metodista, offrendo al pastore Beslov il Premio della pace.
Molte altre questioni sono state relazionate dalle varie commissioni, dalla Federazione delle
donne e dei giovani al Comitato per l’ecumenismo, dalla Società di studi storici all’esecutivo per un consuntivo della XVI
Conferenza a Singapore e la preparazione della prossima XVII
Conferenza nel ’96. E’ degno di
nota che i patriarchi di Costantinopoli, Dimitros I nel 1990 e in
seguito il suo successore Bartolomeo I, abbiano richiesto Tinizio di dialoghi bilaterali e di
scambi ecumenici. Il primo è avvenuto il 22-24 luglio di quest’anno a Qxford e la delegazione
metodista ha voluto includere
una donna teologa, la dr. Roberta Biondi delTUniversità di
Atlanta. La Società di studi storici ha sottoposto un progetto
che porta alla ribalta l’Italia e
di cui riferiamo a parte. Per
quanto copceme invece la prossima Conferenza mondiale, piacerà a molti sapere che l’esecutivo
ha ricevuto mandato perché
esplori la possibilità di convocarla in un paese delTAmerica Latina.
Febe Cavazzutti Rossi
Un premio annuale per la pace è stato istituito nel 1977 ed
è destinato a personalità nel
mondo, di qualsiasi estrazione,
fede religiosa o politica, che si
sono distinte per avere operato
con « straordinario coraggio,
creatività e coerenza » a favore
della riconciliazione fra gli uomini e della pace.
Quest’anno il premio è andato al pastore metodista bulgaro
Zdravko Beslov, con questa motivazione: « Per avere avuto il
coraggio di denunciare la verità
quale egli la constatava, incurante delle conseguenze che gliene
derivavano; per la creatività con
cui ha saputo tenere unita la
chiesa a fronte di dure circostanze che ne minacciavano la dispersione; per il coerente rifiuto
a cedere, nel corso di 40 anni,
nel suo convincimento che la
chiesa sarebbe sopravvissuta a
quegli eventi e che coloro che
venivano mossi a nemici gli uni
degli altri avrebbero trovato riconciliazione ».
Zdravko Beslov, nato nel 1910,
nel 1947 fu destinato a reggere
la Chiesa metodista di Sofia. Ma
era già stato segnato dalla polizia che lo arrestò prima che
potesse pronunciare il sermone
di insediamento. Al primo, breve arresto, ne seguirono altri.
Una volta fu tenuto per qualche
mese con cinque altri detenuti
in una cella senza aria e senza
servizi: avveniva che qualcuno
morisse, ed il cadavere veniva
abbandonato lì per giorni, in segno di avvertimento. Seguirono
anche sevizie. Alla fine il processo e la condanna a 14 anni. Ora
il pastore Beslov è un uomo in
parte paralizzato, che conserva
SOCIETÀ’ DI STUDI STORICI
una straordinaria dignità nella
persona, una mente lucida e
brillante, un sorriso caldo e sereno. Nel teatro cittadino di Varna è stato circondato dal calore
e dall’ammirazione di rma gran
folla di concittadini, non solo
metodisti, in una festa di musica. Antica musica popolare bulgara eseguita da cantori nei costumi locali, inni evangelici cantati dai bimbi della Scuola domenicale e da cori a cui si univa
il pubblico con gioia e trasporto (chi non conosce certe melodie metodiste?); musica suonata
da solisti e magistralmente da
una orchestra di venti archi:
tutte giovani donne bravissime.
Infine la lettura dei messaggi
delle autorità e del presidente
della Repubblica, il discorso del
presidente del Consiglio mondiale metodista, Donald English,
e la consegna della targa a cui si
accompagna la somma simbolica di 1.000 dollari.
Non una parola di sé, nel ringraziamento pronunciato da
Zdravko Beslov a nome dei molti perseguitati, di coloro che
hanno lottato e non sono più,
la nersona alta ritta nell’immobilità di chi non ha più il controllo dei propri movimenti; di
sé esprimeva piuttosto la gioia,
quasi infantile che gli brillava
negli occhi — lui, povero fra poveri — di poter soddisfare Tantico sogno: destinare la somma
per l’acquisto di un organo per
la chiesa di Sofia.
Di questa indimenticabile festa di testimonianza e comunione resta l’esortazione a pregare
per questo pugno di cristiani e
a non lasciarli soli.
SCHEDA
Il Consiglio
benedettina e metodista ». Il
Consiglio mondiale metodista
riunito a Varna, Bulgaria, ne ha
approvato il progetto e le linee
di massima. La Conferenza si
terrà a Rocca di Papa (Roma),
presso l’istituto « Mondo migliore », dove convergeranno a dare
il loro apporto conferenzieri e
studiosi da tutto il mondo fra
il 3 ed il 9 luglio 1994.
Il Consiglio mondiale metodista è l’organo di associazione
delle chiese di tradizione metodista sparse in tutto il mondo.
Non è suo compito legiferare o
invadere l’autonomia delle chiese. E’ invece un organo di servizio volto a coordinarne le
iniziative e dare uniformità alla comune testimonianza metodista nel mondo, in particolar
modo prefiggendosi di:
a) rendere più salda e profonda la comunione del popolo metodista oltre qualsiasi barriera
di nazionalità, razza, colore o
lingua;
h) alimentare la partecipazione metodista al movimento ecumenico affinché all’interno di
esso, la testimonianza ed il servizio metodista si esprimano in
modo concordemente unitario;
c) favorire l’avanzamento della qualità teologica e morale a
livelli uniformi nelle chiese metodiste di tutto il mondo;
d) indicare delle priorità per
le attività metodiste;
e) promuovere l’utilizzo più
efficace degli specifici mezzi metodisti per la missione cristiana
nel mondo;
f) incoraggiare l’evangelizzazione in ogni dove;
g) dare impulso all’istruzione
cristiana ed alla cura che la
chiesa ha per i giovani;
h) appoggiare e soccorrere le
minoranze cristiane che sono ncl
bisogno o nella persecuzione;
i) essere un mezzo di consultazione e cooperazione fra il
metodismo mondiale ed altre
comunioni mondiali della Chiesa cristiana;
j) esaminare proposte di unione o riunione che coinvolgano
chiese metodiste, dando l’aiuto
ed il consiglio che esse richiedano;
k) organizzare lo scambio di
predicatori per mezzo di un comitato nominato per questo scopo;
l) incoraggiare lo studio della liturgia e delle forme di culto;
m) offrire assistenza utile per
il coordinamento del lavoro, in
tutto il mondo, relativo agli interessi metodisti in materia di
stampa.
Il Consiglio mondiale metodista è composto da 500 membri
nominati dalle singole chiese secondo le proprie discipline e
procedure. Le chiese membro
sono sollecitate a nominare un
congruo numero di laici, donne
e uomini, e di giovani. Le funzioni del Consiglio, nei tempi
che intercorrono fra una riunione e l’altra, vengono espletate
da un esecutivo eletto al suo interno, procurando che nessuna
chiesa — per quanto numericamente importante — vi sia rappresentata per più del 30% dei
seggi, e che non avvenga che
due chiese insieme ne coprano
la maggioranza. Quattro seggi
dell’esecutivo sono destinati permanentemente a giovani che operino nel Comitato per la gioventù.
8
8
ecumenismo
6 novembre 1992
INTERVISTA AL SEGRETARIO DELLA KEK
Le chiese si|pronunzino
sulle realtà Ipolitiche
I mutamenti rapidi, l’uscita dalla guerra fredda e i nazionalismi I cristiani non possono restare insensibili di fronte a tali drammi
Echi dal mondo
cristiano
Jan Fischer, svizzero nato in
Tunisia, è segretario della Conferenza delle chiese europee dal
1987. Ingegnere meccanico, fra
l'altro ha lavorato in Africa per
la Società missionaria di Parigi,
poi al Consiglio ecumenico delle
chiese.
— L’Europa in questi ultimi
anni ha subito dei mutamenti
straordinari. E' vero, però, che
le grandi speranze dell’ ’89 si
sono trasformate in grandi delusioni. Che ne pensa?
— Non sono sorpreso. Nel
1989, con la caduta del muro di
Berlino, l’apertura della « Cortina di ferro », molti, anche all’interno delle chiese, hanno peiisato che le frontiere fossero finalmente aperte, che si sarebbe
tornati insieme alle sorelle ed
ai fratelli dell’Est e tutti si sarebbe potuti vivere secondo il
modo di vivere occidentale...
Ma ci si è resi conto che le
cose erano molto più complicate di così: sono emersi mondi
culturalmente e storicamente diversi a causa dei quali la costruzione di una « Casa comune
europea » richiederà il lavoro e
gli sforzi di molte generazioni.
— Nella sua relazione, e anche
in altri documenti, lei ha sostenuto che la KEK ha avuto un
importante contributo nel far
finire la « guerra fredda ». Tuttavia, alcuni rappresentanti delle Chiese dell’Est europeo hanno accusato la KEK di aver tenuto un atteggiamento compromissorio e ambiguo nei confronti dei regimi comunisti, che ha
forse prolungato la durata della
« guerra fredda ». Qual è la sua
risposta?
— Bisogna intanto precisare
che queste affermazioni sono
contenute in una lettera aperta
che alcuni esp)onenti di ima
chiesa cecoslovacca hanno indirizzato alla X Assemblea della
KEK. Non è una presa di posizione ufficiale, né si tratta di
un sentimento largamente condiviso. E’ vero che vi sono persone
che ritengono che la KEK abbia
di fatto riconosciuto i regimi
dell’Est, perché ha accettato di
dialogare con rappresentanti dei
governi e con i rappresentanti
delle chiese accettati ufficialmente da quei governi. E’ innegabile
tuttavia il ruolo di tramite, di
legame che la KEK ha avuto tra
le chiese dell’Est e quelle dell’Ovest. In molti hanno riconosciuto ed apprezzato questo ruolo in Europa centrale ed orientale. Ed è un fatto che i servizi
segreti dell’Est ritenevano la
KEK un’organizzazione pericolosa...
Credo che i fratelli e le sorelle
che hanno sofferto e sono stati
perseguitati a causa della loro
fede meritino il massimo rispetto e considerazione. Ma costoro
devono riconoscere che proprio
attraverso la KEK le loro chiese hanno potuto essere ascoltate ed aiutate all’Ovest, hanno
potuto ricevere sostegno ed incoraggiamento e sentirsi meno
isolate, pur nei terribili frangenti in cui si sono trovate a vivere
ed a testimoniare.
— Oggigiorno il problema più
drammatico ed urgente appare
quello delle spinte disgregatrici nazionaliste. Qual è in questo
caso la posizione della KEK?
— Il problema dei nazionalismi non è nuovo. E’ sempre esistito, anche se ora sembra che
la febbre nazionalistica abbia
raggiunto dei valori veramente
troppo alti.
All’Est il fenomeno che noi vediamo credo sia il risultato di
tre quarti di secolo durante i
quali si è posata una cappa di
piombo sull’intera società, sopprimendone le differenze. Trovo
analogie con gli anni ’50 e ’60,
quando in Africa e in Asia le ex
colonie divenivano indipedenti:
dopo il dominio coloniale o dopo
una dittatura, la possibilità di
praticare la democrazia dà anche spazio alle forze nazionalistiche di esprimersi in maniere
assai brutali.
All’Est come all’Ovest sembra
che, soprattutto i giovani, abbiano bisogno di porsi in rapporto
a qualcosa d’altro, di ritrovare
un’identità in rapporto all’identità degli altri. Come ho detto
nel rapporto che ho presentato
all’Assemblea di Praga, questo
avviene in particolare individuando un « nemico » contro cui
unirsi. Durante la « guerra fredda» schieramenti e nemici erano molto chiari. Ora ci si ritrova, in una società in cui le ideologie sono diffuse, alla ricerca
di un nuovo « nemico », che diventa il nero, lo zingaro, lo straniero: bisogna comunque trovare un gruppo al quale contrapporsi, contro il quale affermare
la propria identità.
Unità e diversità
Ricerca di unità e rispetto della diversità o deH’individualità
sono in tensione, e le tensioni
possono essere distruttive, ma
anche creatrici. Per quanto riguarda le chiese europee, almeno quelle della KEK, sono convinto che proprio per il fatto di
essere chiese cristiane ciò che
le unisce, la confessione di fede
comune, è molto più forte di
ciò che le divide. Nell’attuale
situazione europea di « pace malata » potrebbero allora diventare un segno controcorrente e
magari il fermento in grado di
far lievitare la pasta...
— Tuttavia, prendendo ad
esempio la Jugoslavia, non sembra che là le chiese riescano
ad andare unite in una comune
direzione.
— KEK e Consiglio mondiale
delle chiese hanno lanciato un
appello per una conferenza tra
le diverse chiese coinvolte, ma
non si sa ancora se e quando
potrà avere luogo. Non bisogna
cercare di forzare troppo certe
situazioni. Penso che le chiese
siano sempre oggetto di « attenzione » da parte delle forze politiche che tendono a fare costantemente appello ai « senti
menti religiosi » delle popolazioni. Il pericolo più grave per le
chiese è quello di essere aggregate ad un certo schieramento
di forze politiche o ideologiche,
le quali sanno bene che il sentimento religioso può essere non
solo forte, ma anche facilmente
strumentalizzato in certe popolazioni. In Jugoslavia credo che
questo sia accaduto molto chiaramente e non cessa di accadere,
malgrado tutto.
Prendiamo anche l’Ucraina: è
del tutto legittimo e normale
che le chiese di rito greco-cattolico o uniate, che erano state
soppresse da Stalin, ritrovino
piena libertà di esistere. Ma subito sono state prese in mezzo
al gioco dei movimenti nazionalisti, quando si è proclamato che
« per essere un buon ucraino, bisogna essere uniate », il che è
un’aberrazione.
Sta qui il pericolo, in questo
mettere in parallelo sentimento
nazionale e sentimento religioso;
ed il potere politico utilizza la
divisione tra le chiese in una nazione per alimentare polemiche
e conflitti che servono solo a
se stesso. Perciò penso che, anche in questo caso, sia necessario che tutte le chiese, ortodossa, cattolico romana, uniate, ricerchino insieme l’accordo ed
evitino di prestarsi al gioco delle forze politiche.
— Lei ha anche affermato che
le chiese hanno il diritto di pronunziare un giudizio etico e morale su delle realtà politiche.
Che cosa intende?
— L’Assemblea di Praga non
era il luogo in cui si potesse lavorare in profondità sulla riflessione etica. Penso che sia un
obiettivo da raggiungere attraverso gruppi di studio e programmi stabiliti.
E’ del tutto normale, mi sembra, attendersi dalle chiese che
esse si pronuncino sul l’evoluzione
della vita economica e sociale
nella costruzione europea. E per
parte mia mi sembra molto pericoloso, anzi condannabile, che
si metta in opera un sisterna
economico che produrrà milioni e milioni di poveri, di persone
senza lavoro che perderanno
una grande parte della loro dignità umana, dovendo vivere di
sovvenzioni o di sussidi concessi dallo stato; e che si sentiranno dei cittadini inutili per la
società. Non penso che le chiese
in Europa possano restare mute
e insensibili di fronte a simili
fenomeni.
Intervista a cura di
Alberto Bragaglia
Paolo E. Landi
Premio ecumenico
al film « Sofie »
MONTREAL. — La giuria ecumenica del 16" Festival dei film
del mondo a Montreal ha assegnato il suo premio al film « Sofie » di Liv Ullmann. La regista
svedese illustra accuratamente
la storia di una donna e della
sua famiglia che scelgono di vivere secondo le tradizioni religiose amando il loro prossimo
invece di accontentarsi delle scelte offerte dalla società. La giuria ha attribuito inoltre una
menzione speciale a Maurizio
Zaccaro per il suo film « La valle di pietra ». Questo film italiano è una testimonianza dello
spirito di semplicità e di coscienza sociale. Le immagini trasformano le pietre in un inno alla
bellezza della natura.
(SPP)
Un’iniziativa
di separazione
ZURIGO — Il comitato di iniziativa per la separazione delle
chiese e dello stato nel cantone di Zurigo si propone di iniziare la raccolta delle firme a
metà novembre. Il testo è ispirato all’iniziativa del 1977 che gli
zurighesi avevano respinto. Se
la nuova iniziativa venisse accettata, le tre chiese legate attualmente allo stato (Landeskirchen) sarebbero sottoposte al diritto di associazione, lo statuto
di diritto pubblico delle parrocchie sarebbe soppresso e l’insegnamento religioso scomparirebbe dalle scuole pubbliche. Varie
questioni, quali quelle dei giorni festivi, della affiliazione dei
pastori alla cassa pensione dello stato e dei beni immobiliari
delle parrocchie dovrebbero essere ridefinite.
(SPP)
Un film sulla
famiglia Troemé
FRANCIA — Nel gennaio ’93
inizieranno, a Le Chambon-surLignon, le riprese di un film ispirato alla nota vicenda della famiglia Troemé e della comunità
protestante di quel villaggio dell’Alta Loira che, dal 1941 al
1944, hanno nascosto e protetto
centinaia di ebrei. Il film, realizzato da Jean-Louis Lorenzi, avrà come protagonisti Robert
Hossein nella parte del pastore
Troemé, Marie-Josè Nat in quella di Magda Troemé, Jean-Pierre Bisson in quella del commissario e Jacques Denis in quella
del maestro.
Il film, dal titolo « Io Sara, mi
chiamo Maria », è stato scritto
da Beatrice Rubinstein, già autrice di vari telefilm di successo. In appoggio al progetto del
film è stata creata un’associazione alla quale hanno aderito alcune note personalità francesi;
Simone Veil, Jacques Barrot,
Jean-Louis Bianco, Alain Decaux,
Roger Hanin, Jean Kahn, Ivan
Levai, Michel Noir, Abbé Pierre,
Patrick Poivre d’Arvor, Michel
Rocard, Jacques Stewart, André
Thobois, Jérôme Monod. I lettori del settimanale protestante
« Le christianisme au XX siècle » sono stati invitati a partecipare al film come comparse.
Le chiese contro
i campi dell’ANC
SUD AFRICA — Il Consiglio
sudafricano delle chiese (SAGO
ha espresso deplorazione e dolore dopo aver appreso, per ammissione dello stesso African National Congress (ANO, degli
abusi e delle torture subiti dai
prigionieri in alcuni campi militari del movimento. L’ANC, per
far luce sugli episodi, ha nominato una Commissione di inchiesta il cui rapporto è stato reso
di pubblico dominio. Non vi
compaiono tuttavia i nomi dei
colpevoli. Mandela, a nome del
movimento di cui è a capo, ha
accettato la responsabilità ultima degli abusi e deU’insufficiem
te controllo che ha permesso la
violazione del « codice di condotta ed etica » dell’ANC, ed ha
elogiato la Commissione per la
sua integrità. Ha mosso tuttavia
osservazioni circa la velocità dei
tempi in cui l’inchiesta è stata
condotta, il che avrebbe impedito
l’ascolto di testimonianze utili a
far luce sul contesto in cui gli
episodi si sono inseriti, ed il
vaglio circa l’esattezza di alcune
fonti. Dopo aver condannato fermamente gli episodi, il SACC ha
espresso approvazione per l’iniziativa presa dal Congresso africano nel nominare la commissione per le indagini, ed ha invitate il leader delle altre
fazioni a fare altrettanto, ove sia
il caso. Il Consiglio sudafricano
delle chiese ha rivolto un appello alla popolazione perché chiunque abbia notizia di campi di
detenzione o di scomparsi ne dia
comunicazione.
(NEV)
Libertà religiosa:
« è inaccettabile »
IRAN — Il ministro degli esteri iraniano, Velajati, ha inviato
una nota alla sezione dei diritti
umani dell’ONU precisando che
il governo della Repubblica islamica dell’Iran non accetta i
diritti umani nella loro formulazione « occidentale ». Una « libertà religiosa incondizionata » e
« una libertà di opinione incondizionata» sono inaccettabili, secondo il ministro iraniano. « Il
proselitismo e l’ateismo non sono diritti ma delitti sacrileghi »,
ha precisato.
Max Thurian e
la « Congregazione »
TAIZE’ — Max Thurian è
stato nominato il 30 settembre
scorso membro della Commissione teologica internazionale
che assiste la Congregazione per
la dottrina della fede del Vaticano. Max Thurian, 71 anni, fondatore insieme al pastore Roger
Schutz della Comunità di Taizé,
è stato pastore riformato svizzero prima di essere ordinato
prete cattolico romano nel 1987.
Durante gli anni ’70 aveva collaborato strettamente con la
Commissione « Fede e costituzione » del Consiglio ecumenico delle chiese e ha redatto la serie
di sei volumi comprendenti le
risposte delle chiese al documento su « Battesimo, eucarestia e
ministero ».
(SQEPI)
Sì alTordinazìone
delle donne
SWAZILAND — Il Sinodo della Chiesa anglicana della provincia dell’Africa australe ha votato a favore dell’ordinazione di
donne preti (con 21 voti favorevoli e 6 contrari per i vescovi,
70 favorevoli e 25 contrari per
il clero, 75 favorevoli e 14 contrari per i laici).
Tale maggioranza del 79% supera ampiamente la maggioranza richiesta dei due terzi nonché
la percentuale ottenuta nel 1989
(61%) quando la questione era
già stata sottoposta al Sinodo.
(SQEPI)
9
6 novembre 1992
E Eco Delle Yaui \àldesi
LUSERNA SAN GIOVANNI
Un codice
etico
Nasce a Pinerolo il « governissimo ». A metà però. Stanno fuori dalla nuova giunta i liberali ed
i repubblicani. Anche se il ventaglio che si è configurato nell'arco degli ultimi mesi, costellato sempre dai fantasmi dei ricorsi e controricorsi che hanno
paralizzato e penalizzato un processo costruttivo per la città avrebbe consentito formule più
ampie, a sostenere la nuova giunta Trombotto sono gli stessi partiti dell’attuale maggioranza più
il PDS.
Il programma che ha permesso l’allargamento della maggioranza al partito della quercia
prevede che per la prima volta
nella storia della città venga creato un assessorato alla trasparenza amministrativa e che a questo
sia preposto un consigliere comunale di grande esperienza come Alberto Barbero.
Ci attendiamo perciò che il segnale dato dall’ingresso in maggioranza dei pidiessini venga accolto in pieno e che il Comune —
ricuperando il tempo perduto
nelle vicende elettorali — si doti
in tempi brevissimi di un regolamento per la trasparenza che dia
applicazione alla legge 241/90.
I cittadini che hanno una pratica in Comune devono sapere
che essa verrà presa in considerazione secondo l’ordine cronologico e seguendo il criterio delV« imparzialità». Chi chiede una
concessione a costruire saprà
— questo è il nostro augurio —
chi è il funzionario comunale responsabile della pratica, che i
tempi di definizione sono quelli
indicati, che non è più necessario rivolgersi a professionisti del
palazzo o « amici » degli assessori per avere una risposta celere
alle richieste.
Ci aspettiamo che la commissione edilizia, quella che dà i pareri necessari per ottenere la concessione, possa riunirsi in sedute
aperte al pubblico e che di essa
non facciano parte professionisti
che operano sulla piazza di Pinerolo, ma solo i funzionari del Comune e della USL.
Se tutto ciò accadesse, in una
città dove sul mattone si sono
fatte innumerevoli crisi, sarebbe
un bel passo in avanti. Se poi
da questa nuova maggioranza venisse un codice etico per i politici il governissimo potrebbe essere un segno di speranza.
La legge 16/1992 prevede l’allontanamento di un pubblico amministratore in caso di sua condanna. La nuova maggioranza potrebbe fare di più e varare un
codice di autodisciplina per il
quale:
1) il consigliere raggiunto da
avviso di garanzia informa immediatamente il Consiglio e si
autosospende da ogni funzione a
cui è stato chiamato dal Consiglio;
2) il consigliere raggiunto da
provvedimenti giudiziari limitativi della libertà (arresto anche domiciliare, obbligo di firma) si dimette da ogni incarico e si autosospende dai lavori del Consiglio;
3) il consigliere rinviato a
giudizio si dimette dal Consiglio.
Ciò dovrebbe valere anche per
chi è nominato ad incarichi di
secondo livello in enti, aziende,
consorzi collegati al Comune.
Se questo accadesse sarebbe
un bel segnale.
Giorgio Gardiol
Si continuerà a nuotare
Preoccupazioni da parte deH’amministrazione per i
cizio - Il problema è più serio nei mesi invernali
Per ora la piscina comunale di
Luserna San Giovanni non verrà
chiusa; dopo una riunione del
consorzio di gestione è stata assunta questa decisione anche se
i problemi di natura economica
permangono.
La piscina di Luserna dipende
da un consorzio che vede impegnato in primis il Comune, poi
la Provincia, la Comunità montana ed alcuni Comuni della valle che vi aderiscono. Per la ge
stione ci si affida, praticamente
dall’inizio (una ventina di anni
or sono) alla « Libertas » nell’ambito della quale opera una associazione specifica.
La struttura è l’unica della valle ed è utilizzata dalle scuole al
mattino e da tutta la popolazione al pomeriggio; molti fruitori
arrivano addirittura da fuori valle.
Ma i costi di gestione sono elevati ed il Comune di Luserna,
impegnato in questi giorni a predisporre il bilancio per il 1993,
si accorge che è necessario tagliare (o far pagare di più) molti servizi.
Si fa strada un’ipotesi: chiudere la piscina nei mesi invernali,
in quelli cioè in cui è necessario
spendere di più per il riscaldamento (anche se c’è chi già oggi
lamenta una temperatura relativamente bassa). La voce circola
rapidamente in valle e crea un
certo allarmismo fra le famiglie.
La riunione del consorzio rassicura, per ora, gli utenti. E’ stata fatta un’attenta valutazione
dei costi e delle risorse a disposizione e si cercherà, con alcimi
tagli, di mantenere l’attività.
Oggi la piscina resta aperta
circa 3.200 ore l’anno, con un co
costi (dell’eser- Ipotesi future
Un’immagine della piscina di Luserna San Giovanni.
PEROSA
Problemi
alla Cascami
Continuano le preoccupazioni
per l’occupazione in vai Germanasca; oltre alla crisi della Manifattura di Perosa anche alla
« Cascami seta » si vivono momenti poco rassicuranti.
Scaduto alla fine di agosto il
primo anno di contratto di solidarietà, questa forma di sostegno non è più stata rinnovata
anche perché — secondo la proprietà — sono subentrati ulteriori problemi.
Ancora una volta è il mercato
in crisi a generare difficoltà: il
gruppo registra nel complesso
degli stabilimenti italiani un calo nelle vendite di circa il 37%
e per far fronte a questa situazione è stato chiesto il ricorsq
alla cassa integrazione straordinaria, motivata con necessità di
ristrutturazione (per gli altri stabilimenti) e riorganizzazione del
lavoro (in vai Germanasca).
« L’accordo è stato sottoscritto presso il ministero la scorsa
settimana — afferma Pierluigi
Ortu, della CGIL — e riguarderà
una cinquantina di dipendenti a
Perosa e circa 30 fra tutti gli
stabilimenti. L’azienda si è impegnata ad anticipare una parte
del dovuto con la cassa integrazione, visti i cronici ritardi dell’ente pubblico ».
Secondo il gruppo tessile un
leggero miglioramento della situc.J.iune potrebbe registrarsi
verso la metà del prossimo anno;
tuttavia la situazione generale
resta estremamente precaria.
sto orario di circa 65.000 lire;
la società che gestisce la struttura fornisce anche gli istruttori
ma non versa al Comune alcun
introito. Sull’ente locale gravano
anche i costi della manutenzione ordinaria. « Dovremo andare
ad una modifica della convenzione — dice Livio Bruera, assessore all’Istruzione — in modo da
ridistribuire i costi anche fra gli
altri enti locali. La tariffa stessa
di ingresso, attualmente di 4.000
lire al giorno, deve essere rivista. Specialmente d’estate vi è
chi utilizza la piscina tutto il
giorno con questa bassissima cifra mentre in giro i costi sono
ben più alti. Di questo passo per
altro rischiamo di far pagare anche i portatori di handicap che
TORRE PELLICE
Una sede
per i volontari
Il pronto intervento e l’assistenza vivono quasi sempre di
volontariato; volontari sono i vigili del fuoco, altrettanto le persone impegnate con la Croce
Rossa. Domenica 25 ottobre è
stata una giornata di festa.
I vigili del fuoco hanno finalmente una loro sede; ristrutturando un vecchio stabile comunale, con grande lavoro volontario e materiale fornito dal Comune, è stato approntato anche
un servizio telefonico continuo
che risponde al n. 91.488.
All’inaugurazione hanno partecipato rappresentanti di molti
gruppi della regione e tanti ex
della vai Pellice, tra cui il più
anziano fra quanti hanno offerto questo servizio, Agostino Angelini.
Nella stessa mattinata la CRI
ha inaugurato una nuova ambulanza, la sesta del parco macchine a disposizione; si tratta di
un automezzo particolarmente
agile, adatto per le zone più impervie.
Anche questo mezzo, come i
precedenti, è stato acquistato
col generoso contributo della popolazione che una volta di più
ha dimostrato di apprezzare la
disponibilità e l’importanza degli oltre 100 volontari impegnati
a garantire alla popolazione un
servizio 24 ore su 24.
Una parte importante delle offerte pervenute è frutto della
sottoscrizione in ricordo di Franco Pizzardi, il volontario sia della CRI che dei vigili del fuoco,
scomparso un anno fa.
usufruiscono della nostra vasca
e questo non mi pare giusto ».
Della stessa opinione anche Ernesto Rivoira, già PDS e rappresentante della minoranza consiliare nel consorzio, ora in procinto di passare al gruppo socialista « per favorire la costituzione di una unità a sinistra » il
quale ritiene opportuno « non interrompere un servizio unico per
la popolazione di tutta la valle ».
Con la fine dell’anno scadrà la
convenzione che regola gli attuali rapporti fra Libertas e consorzio; vi Sarà una revisione che
tenga conto di tutti i problemi
e di tutte le esigenze?
Piervaldo Rostan
PERRERO
Serata
AVIS
In breve
Molto interessante e varia la
serata del 24 ottobre, organizzata a Perrero dal gruppo AVIS
di Pomaretto.
La prima parte aveva in programma la partecipazione di un
neonato gruppo corale; Eiminal,
formato da giovani della vai
Germanasca e della vai Chisone.
Il loro repertorio propone canzoni piemontesi e in lingua italiana, tipiche delle nostre vallate; in preparazione ci sono canzoni più propriamente appartenenti alla cultura alpina, occitana e francese.
La seconda parte della serata
era animata dal gruppo musicale « Manhaut » di Pragelato:
danze tipiche eccitane e danze
di portata più europea hanno
coinvolto un buon numero di
ballerini che sempre più spesso
seguono questi complessi.
Nell’intervallo tra un gruppo e
l’altro l’AVIS ha proposto un filmato didattico-scientifico sulla
composizione del sangue e sul
valore umano della sua donazione e ancora sulla validità sociale dell’organizzazione AVIS che,
attraverso la raccolta tramite le
autoemoteche riesce a sopperire a una buona parte del fabbisogno.
Il consigliere provinciale e regionale AVIS sig. Zanini e il presidente regionale dell’associazione per il dono del midollo osseo, sig. Bella, hanno perorato
la causa dell’importanza vitale
del dono del sangue, anche in
vista del sostegno necessario al
trapianto di midollo osseo.
Tuttomele
CAVOUR — Ancora una volta
la mela sarà al centro di una
intensa settimana di incontri,
spettacoli e appuntamenti, dal 7
al 15 novembre.
« Tuttomele » è giunta alla tredicesima edizione confermandosi un riferimento non solo regionale per quanti operano nel settore della frutticoltura con un
occhio particolare alla qualità
del prodotto; in questo senso va
vista la tavola rotonda di sabato 14 novembre sul tema: « La
frutticoltura integrata vista dai
produttori, dai mass media e
dai consumatori».
Moltissimi invece gli appuntamenti con la gastronomia legata
alla mela, con la storia locale e
con la musica; per il concerto
di chiusura che vide tra gli altri, negli ultimi anni, Pierangelo
Bertoli e i Nomadi, è stato invitato Fausto Leali. L’inaugurazione della rassegna è prevista
per sabato 7 novembre alle 15.
Come sta il treno?
NONE — Venerdì 6 novembre,
alle ore 21, promosso dai consiglieri provinciali locali, si svolgerà, presso il Municipio, un incontro sulla situazione della linea ferroviaria Torino-Torre Pellice dopo la sostituzione di alcuni treni con autopullman nei
giorni festivi. Sono invitati i rappresentanti del comitato difesa
della ferrovia e gli amministratori locali.
Furto
INVERSO RINASCA — Giove
dì 29 ottobre, alle 4 del mattino, dopo aver rubato un’auto a
S. Germano, due ladri hanno
tentato di sottrarre vari attrezzi per il giardinaggio e il fai da
te nel garage della mamma del
panettiere di Inverso Pinasca,
Marco Rochon. Però, proprio in
quel momento il panettiere si
stava recando nel suo panificio,
situato accanto alla casa della
madre, per iniziare la sua giornata. Accortosi dei due estranei
nel giardino, è riuscito a bloccare una donna di 30 anni, residente a Torre Pellice, poi arrestata dai carabinieri. Il suo
complice è riuscito a fuggire a
piedi, dileguandosi poi nel buio.
Fare i formaggi
TORRE PELLICE — La Co
munità montana ha organizzato
un corso di formazione sulla trasformazione del latte e conimercializzazione dei formaggi in
montagna.
Il corso prevede alcune lezioni teoriche serali affiancate ad
esercitazioni pratiche presso il
caseificio di Bobbio ed è rivolto
a tutti gli interessati, agricoltori
e studenti in agraria.
Gli argomenti trattati partiranno dai problemi di caseificazione del latte e maturazione dei
formaggi, fino a parlare dei temi di commercializzazione e
marketing.
Il corso avrà inizio venerdì 13
novembre alle ore 20 presso la
sede della latteria sociale Alta
vai Pellice di Bobbio. Per eventuali informazioni telefonare allo 0121/932262, possibilmente entro mercoledì 11 novembre.
PER I VOSTRI ACQUISTI
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• MILANO • Via Francesce
Sforza, 12/A - Telefono
-f fax (02) 76021518^_
10
10
6 novembre 1992
E Eco Delle Yalu ¥vldesi
LUSERNA VAL PELLICE ANGROGNA
Comandante SostegnO
inchiesta dllS ZOOtCCIliB
La giunta comunale ha depositato un esposto contro il comandante dei vigili urbani A. Errico, per presunte irregoiarità
amministrative.
La vicenda ha origine quando
la giimta comunale ha pensato,
nelle scorse settimane, di chiudere al traffico la via Tegas, adiacente alle scuole, nei momenti di entrata ed uscita degli allievi.
« Abbiamo predisposto una
bozza di delibera — dice l’assessore all’Istruzione, Bruera — ma
al momento di portarla in giunta ci è stato fatto notare che
esisteva im parere negativo del
comandante dei vigili ». Questo
parere portava una data di maggio e dunque risultava ampiamente precedere la proposta della giunta: del resto l’Errico risulta essere in mutua da alcuni
mesi.
Una ricerca al protocollo ha
evidenziato, proprio alla data di
maggio, una cancellatura col
bianchetto ed una nuova registrazione del parere negativo del
responsabile del servizio vigili.
Un confronto serrato fra dipendenti e successivamente con
lo stesso comandante ha confermato i sospetti ed il caso è stato segnalato ai carabinieri. E’
partito un esposto all’autorità
giudiziaria e proseguono le indagini; intanto l’amministrazione ccmimale pare intenzionata
a ridimensionare le funzioni del
responsabile del servizio di polizia urbana.
Nuove normative regionali consentono gli interventi necessari per sostenere l’attività
Oltre 6.000 bovini, più di 3.000
ovini e quasi 1.400 caprini sono
le cifre di una agricoltura che
in vai Pellice ha puntato molto
sulla zootecnia e che per far ciò
ha investito in numerosi interventi a sostegno di un’attività
che fino ad una quindicina di
anni fa sembrava destinata nel
volgere di poche generazioni a
diventare affare da pensionati.
Gli addetti sono oltre 1.800, con
una consistente presenza di giovani.
E’ chiaro che a fronte di una
concorrenza enorme, alle imposizioni che vengono dalla CEE
ed alle difficoltà insite nel lavoro in montagna, solo con interventi a sostegno si può mantenere vitale il settore. Nuove normative regionali lo consentono.
Gli agricoltori che intendano
migliorare la situazione dei locali di conservazione o trasformazione del latte potranno usufruire di contributi regionali.
Non potranno avere aiuti i membri di cooperative di trasformazione del latte (la logica è quella di non finanziare iniziative in
concorrenza) ma potranno comunque essere finanziati interventi negli alpeggi, visto che nel
periodo estivo viene sostanzialmente meno il rapporto di conferimento latte stante la diver
VAL GERMANASCA
Il Coro Eiminal
Un contributo per lo studio di un patrimonio
Una montagna, un recipiente,
un coro: quale nesso ci può essere tra questi tre termini? Apparentemente nessuno.
Ma se la montagna è l’Eiminàl,
il recipiente è « l’eimino » e se il
coro si chiama Eiminal, ecco che
si intravede un certo qual collegamento.
Cantare per stare insieme, per
il piacere di fare insieme della
buona musica, per non lasciare
che vada perduto un patrimonio
che appartiene alla nostra gente,
alle nostre montagne.
E così, una sera dopo l’altra,
una canzone in piemontese e una
in italiano, nasce la voglia di rendere partecipi altre persone di
questa voglia di cantare; nasce
l’idea di uscire dal chiuso di una
saletta per raccontare la burla
architettata in una stalla, durante una veglia, ai danni di un giovanotto particolarmente permaloso.
E il coro va; si presenta un po’
in sordina all’Asilo dei vecchi,
alla festa di qualche filodrammatica; ma non basta. Bisogna
affrontare un pubblico più vasto;
bisogna dire che la canzone popolare delle nostre valli resiste
saldamente agli assalti della musica più moderna; si possono ancora narrare le antiche storie del
corteggiamento o la vita carica
di affanni di chi si allontana da
casa in cerca di lavoro.
E il coro si presenta: Eiminal
è quella montagna di Massello,
che ricorda nella forma una « eimino » (recipiente per misurare
le granaglie), altrimenti detto
Ghinivert. Perché questa scelta?
I componenti il coro provengono da diversi Comuni delle valli, da Frali a Villar Perosa, ed
sa collocazione territoriale dell’azienda.
Attualmente una parte importante deH’allevamento dell’alta
valle, ma anche di Torre Pellice
e Luserna, fa riferimento al caseificio di Bobbio, tuttavia restano numerosi allevatori che
lavorano indipendentemente e
che quindi possono presentare
le domande di contributo. Gli
interventi, il cui finanziamento
potrà essere al massimo del
55%, potranno andare dai 5 ai
30 milioni. Per chiedere i contributi gli allevatori potranno rivolgersi alle organizzazioni di categoria.
Un altro sostegno importante
riguarda la fecondazione dei bovini per la quale la Regione prevede un contributo economico
ai veterinari convenzionati (Testi e Gönnet in vai Pellice) di
21.000 lire ad intervento. Essendo necessaria un’attenzione particolare proprio alla fecondazione, un intervento selezionato sarà un passo determinante per il
miglioramento della qualità della stalla.
P. V. R.
LINGUE
affermano: « Con questo nome
ci interessava ricordare le nostre
tradizioni e le nostre origini
montanare, per cui anche il patouà non poteva essere escluso.
Ecco perché ci è piaciuto il nome Eiminal; ci ricorda ima montagna e noi amiamo la montagna
e la viviamo; è un termine dialettale antico e noi amiamo tutto ciò che è tradizione, tutto ciò
che è proprio della nostra gente.
Il suo significato ci ricollega anche ad un recipiente, che noi vorremmo riempire di canzoni, di
tradizioni, di buon umore e di
amicizia ».
Il progetto del coro è di ricercare tra le canzoni della nostra
terra, quelle che i nostri vecchi
cantavano nelle stalle, durante la
veglia, ma anche aH’osteria, quando la vita sociale ruotava attorno agli anziani. Essi erano i
« maestri » di vita per i più giovani; il valore della cultura orale, trasmessa da padre in figlio,
era importantissima per l’uomo.
E il coro ricerca: « l’eimino »
non è ancora colma; aspettiamo
da loro tante altre canzoni, tante
altre serate, in cui possano essere presentate non solo le canzoni
care ad Angelo Agazzani ed alla
« Grangia », ma quelle ancora più
vicine alla nostra realtà montanara.
Non possiamo terminare queste righe senza una parola di elogio a chi è l’anima del gruppo, il
maestro, il coordinatore paziente
di auesto coro, che si presenta
molto affiatato, con una buona
fusione di voci, dai timbri chiari
ed armonici. A Pierpaolo Massel
e al coro Eiminal: buon proseguimento.
Paola Revel
I 20 anni del Gruppo
L'attività teatrale come strategia di ricerca
Semaine
du français
Per il secondo anno consecutivo si
svolgerà la ■< Settimana del francese »
nelle valli Chisone e Germanasca.
L’organizzazione è curata dal Centro culturale valdese in collaborazione
con la Comunità montana, le direzioni didattiche e le presidenze della valle.
Alla base della iniziativa c'è ia volontà di riscoprire una lingua un tempo comunemente usata dalle popolazioni delle valli e che oggi assume
nuova rilevanza su una linea di contatti che si vanno intensificando con
la vicina Francia.
La « settimana » sarà caratterizzata
da numerose iniziative sia a carattere
culturaie che musicale ed anche gastronomico.
Sabato 7, alie ore 21, al cinema
Edelweiss di Pomaretto si svolgerà un
recital di Marianne Lefebvre; domenica 8, alle 15, apertura della mostra
« lei on parie français », esposizione
di lavori degli alunni delie scuole elementari 0 medie, presso ii villino del
parco della Comunità montana; martedì 10, ore 20,30, presso la sala consiliare della Comunità montana, tavola rotonda; ■ Le lingue della nostra
valle », con interventi di G. Tourn, M.
GardioI, E. Lantelme, E, Peyronel, R.
Sappè.
Mercoledì 11, al cinema Edeiweiss
di Pomaretto, gli alunni delle scuole
potranno assistere alla presentazione
dello spettacolo « L'enfant des pêches » proposto dalla compagnia Théâtre - Action di Grenoble.
Venerdì 13, alle 21, presso il cinema Edelweiss, proiezione del film
« Les fugitifs » di Francis Veber.
Domenica 15 novembre, alle ore 15,
nel tempio valdese di Pomaretto, concerto di gruppi corali e solisti delle
valli.
Domenica 8, sabato 14 e domenica
15, presso i centri agrituristici « La
chabranda » di Pomaretto, « La meison
blancho » di Mentoulles, « La miando »
di Salza e • Pzit rej » di Usseaux,
avranno luogo serate gastronomiche
con prodotti tipici della cucina francese.
NeH’ambito delle varie manifestazioni per l’edizione 1992 dell’Autunno in vai d’Angrogna e
inserito nelle diverse iniziative
per festeggiare i suoi primi vent’anni di attività il Gruppo Teatro Angrogna ha organizzato un
convegno, svoltosi presso la sala unionista di Angrogna sabato
24 ottobre.
Il tema principale sul quale i
vari relatori intervenuti ed il
pubblico presente hanno dibattuto è stato il ruolo svolto dal
GTA sia come proposta culturale, sia come attività profondamente radicata nel contesto sociale, religioso e politico in cui
è nata appunto venti anni fa, nel
1972.
Indiscusso è stato il plauso
che è andato al gruppo da parte di tutti gli intervenuti, che
seppure da prospettive diverse
hanno messo in luce la non comune longevità per un gruppo
teatrale come il GTA, lo sforzo
compiuto dal ’72 ad oggi per proporre degli spettacoli di livello
sempre più alto sia dal punto
di vista professionale — pur trattandosi di un gruppo di non professionisti — sia dal punto di
vista culturale e ancora il valore della ricerca e dello studio
delle tradizioni e della vita di
queste valli, che costituiscono
uno dei cardini sui quali il Gruppo Teatro Angrogna si è sempre mosso.
E non si è parlato solo del
passato del gruppo teatrale angrognino ma anche del suo presente, in un momento come quello attuale la cui mancanza di
ideologie e valori è stata messa
in evidenza da tutti i relatori.
In particolare è stato detto che
il metodo di lavoro, gli spettacoli che ne derivano e i messaggi che questi portano al pubblico costituiscono una grande ricchezza che il GTA deve continuare a trasmettere alle generazioni future, nel tentativo, seppure
difficile, di non far smarrire la
memoria.
Si è indagato un po’ meno forse sul futuro del Gruppo Teatro
Angrogna, che come ha detto il
suo fondatore Jean-Louis Sappè,
va costruito sin da oggi, favorendo un ricambio generazionale del gruppo stesso e cercando,
coerentemente col passato, di
rinnovarsi. In questo senso è stato preannunciato un nuovo spettacolo — il decimo dal 1972 —
in corso d’opera e varie iniziative sono in via di attuazione
per collegare le attività del GTA
a quelle di altri gruppi simili
che esistono in Europa.
Incontri
QUADERNI
La gerla
del diavolo
L’ultimo fascicolo del Centro
di documentazione, dal titolo La
gerla del diavolo, è stato presentato dal curatore Jean-Louis Sappé all’Autunno in vai d’Angrogna.
Gran parte del materiale è stato tratto ed elaborato dal testo
originale francese di una serie
di leggende delle valli apparse
fra il 1910 e il 1914 su una rivista parigina di tradizioni popolari, curate da Maria Bonnet, insegnante di francese, scomparsa
nel 1953.
La serata è stata allietata dal
coro « La draia », che nello stesso tempio del Serre tre anni prima aveva debuttato.
TORRE PELLICE — Venerdì 6 novembre, ore 21: «Dalla scoperta dell'America alla teoria della libertà: il percorso intellettuale di Giuliano Gliozzi » è
il titolo di un incontro pubblico organizzato da Radio Beckwith, nella sala
consiliare. Interverranno Enrico Rambaldi dell'Università statale di Milano
ed Anna Strumia, dell’Università di Torino.
TORINO — Sabato 7 novembre, dalle ore 9, presso la sala dell'antico
macello in via Matteo Pescatore 7,
si svolgerà una giornata di discussione su « Prospettive per un parco europeo delle Alpi » in cui si esamineranno le esperienze già esistenti, la
legislazione italiana e le politiche europee sull'argomento.
PINE30LO — Il PDS organizza per
lunedì 9 novembre una serata « Per
non dimenticare », sulla rinascita del
nazismo in Europa. Presso i locali della cooperativa 1° maggio in via S. Giuseppe 21, interverranno l'on. Rinaldo
Bontempi, Ferruccio Maruffi dell’associazione deportati. Bruna Laudi, della
comunità ebraica.
SALUZZO — Presso la sede del centro Forma, in via Volta 16, giovedì 5
novembre, alle ore 21, sì svolgerà una
serata sul tema: « La ginnastica della
mente. Corso; i poteri della mente »;
relatrice Ines Origlia.
Mercoledì 11 novembre, sempre alle
21, serata sul «training autogeno» a
cura dello psicologo Carlo Bassan.
Teatro
PINEROLO — Il cinema Hollywood
ha in programma, fino all'8 novembre
« Prosciutto, prosciutto »; feriali ore
20,30 e 22,30; domenica ore 14,30,
16,30, 18,30, 20,30 e 22,30.
Da lunedì 9 a mercoledì 11, «Tokyo decadence », ore 20,15 e 22,30.
Il cinema Ritz, fino a lunedì 9 propone « lo speriamo che me la cavo »;
feriali 20,15 e 22,15, festivi ore 14,15,
16.15, 18,15, 20,15, 22,15.
All'Italia è in programma « Giochi
di potere »; feriali ore 20 e 22,20; sabato ore 20 e 22,30, domenica ore
15.15, 17,30, 20 e 22,20.
TORRE PELLICE — Il cinema Trento
ha in programma, venerdì 6, ore 21,15,
« Gran canyon »; sabato ore 20 e 22,10,
domenica, ore 16, 18, 20 e 22,10 e
lunedì, ore 21,15, «lo speriamo che
me la cavo ».
POMARETTO — Al cinema Edelweiss, venerdì 6 novembre, ore 21,
viene posto in visione « Vito e gli altri ».
SAN GERMANO — Il gruppo Teatro
Angrogna riproporrà il suo ultimo spettacolo « A la brua! (Un grido di libertà) », presso la sala valdese, sabato
14, 21 e 28 novembre alle ore 21,15
e domenica 22 alle ore 15,15.
L'ingresso costa 10.000 lire (ridotti
5.000) con prenotazioni presso la libreria Claudiana di Torre Pellice, la
libreria II cavallo a dondolo di Pìnerolo, la farmacia Tron ed il negozio
Lanfranco-Borrel di S. Germano.
Traslochi
Preventivi a richiesta
e trasporti per
qualsiasi destinazione
Attrezzatura con autoscala
operante daH’esterno fino a
m. 43
SALA GIULIO
Via Belfiore 83 - Nichelino
Tel. 011/6270463
11
6 novembre 1992
lettere n
ATTEGGIAMENTI DI
FRONTE ALLA LEGA
Condivido ben poco della lettera di
Ruggero Marchetti (numero del 9/10)
ma penso che essa permetta di aprire un serio dibattito. Per prima cosa
mi pare che né la scomunica di chi
vota in un certo modo né, al contrario, il « dialogo » di vertici (sia esso
a livello nazionale o locale) tra chiesa e forze politiche appartengano alla
nostra logica. I problemi sono essenzialmente due: 1) una valutazione complessiva del fenomeno « Lega »; 2) il
rapporto con quei membri di chiesa
che votano o simpatizzano per il leghismo.
Sul primo punto ritengo ovvio che,
per il solo fatto che esiste ed è forte, col leghismo ci si deve confrontare: ma mantenendo chiaro che si tratta di un fenomeno non solo negativo
ma regressivo che prefigura un’alternativa al regime attuale di segno opposto a quella che la maggior parte
di noi propugna. Il razzismo, il localismo della Lega non sono una innocua
maschera folcloristica dietro la quale
si celano persone serie, ma elemento di un progetto politico di destra.
Il modello economico-sociale della Lega è il liberismo integrale; il suo federalismo non è quello di Cattaneo
né di Rollier ma è il « secessionismo
dei ricchi ».
L’ideologo delia Lega, Miglio (già
anima nera dell’ex presidente Cossiga), sostiene riforme istituzionali di segno nettamente autoritario e ha recentemente proposto di abbandonare il
Sud all’energico governo della mafia.
« L’interesse » di Bossi e Miglio per
il protestantesimo si manifesta, da un
lato, in goffe minacce alle gerarchie
cattoliche, dall’altro nel solito vezzo
(tipico di tanta intellettualità laica italiana, per esempio Alberoni) di costruirsi un protestantesimo a proprio
uso e consumo ricavato da un Max
Weber letto poco e male: per loro il
protestante è il « sciur Brambilla »
che lavora indefessamente alla sua
fabbrichetta e non paga le tasse. Ci
conviene alimentare equivoci simili?
Infine: le forme del discorso politico leghista si basano sul culto del
leader, sull’insofferenza per il « diverso » e il dissenziente, sull’ostentazione di attributi virili, sulle accuse gratuite e non argomentate « qui lo dico
e qui lo nego » (di tale genere sono
anche gli attacchi a Ruini e Martini,
non genericamente « rozzi » ma controproducenti: come i bulloni contro i
sindacalisti, servono a richiamare dovuti quanto rituali attestati di solidarietà, e a scansare il duro lavoro dell’analisi critica). Davvero mi pare che
tra noi e la Lega Nord ci sono ben
pochi terreni di dialogo politico, non
più di quanti ve ne siano tra noi e
l’MSI, o i naziskin.
Resta il secondo punto: come porsi
di fronte ai molti tra noi ohe hanno
votato Lega. Non entro nel merito dell’aspetto « pastorale »: qui sì che Marchetti ha ragione e dialogo, ascolto,
comprensione senza pregiudizi né condanne, sono imprescindibili perché la
chiesa non è un tribunale delle coscienze. Mi preme solo fare qualche
domanda (posta dall’esterno perché
non risiedo alle Valli): da dove viene
una simile divaricazione tra « classe
dirigente » e « popolo valdese », tra
la chiesa che si preoccupa dei destini del pianeta e la gente che chiede
» la mutua del Nord »? Com’è possibile
che non sia stata percepita finché non
si è espressa nelle urne? Non è che
si è fatta troppa storia e troppo poca
sociologia, troppa memorialistica e
troppo poca analisi su dove sta andando la società delle Valli? Non è che
si è data troppo per scontata una « diversità protestante » che forse non c’è
mai stata? Non abbiamo qualche autocritica da fare per una ■ strategia di
comunicazione » troppo rivolta al paese e molto poco alla nostra base?
Giorgio Guelmani, Milano
IL "TRENO VALDESE”
Alla Redazione de La Stampa Torino.
Sono un pastore valdese della vai
Pel lice e scrivo a nome mio e dei
miei oolleghi a proposito dell’articolo
■■ Stop al treno valdese » apparso nelle pagine di cronaca de La Stampa di
mercoledì 14 ottobre.
Diverse cose, in questo articolo, ci
sono parse fuori luogo.
Innanzitutto il titolo sul treno ■■ vai
reco delle valli valdesi
settimanale delle chiese valdesi e metodiste
Redattori: Alberto Corsani, Luciano Deodato (vicedirettore), Giorgio Gardiol (direttore). Carmelina Maurizio, Jean-Jacques Peyronel, Piervaldo Rostan.
Comitato editoriale; Paolo T. Angelerl, Mirella Argentieri Bein, Claudio
Bo, Alberto Bragaglia, Franco Carri, Rosanna Ciappa Nitti, Piera Egidi,
Adriano Longo, Emmanuele Paschetto, Roberto Peyrot, Sergio Ribet,
Mirella Scorsonelli.
Collaboratori; Daniela Actis (segreteria), Mitzi Menusan (amministrazione), Stelio Armand-Hugon, Mariella Taglierò (revisione editoriale).
Stampa; Coop. Tipografica Subaiplna - via Arnaud, 23 • 10066 Torre
Pellice - telefono 0121/91334
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Pio V, 15 - 10125 Torino
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dese ». Un treno è un treno e basta.
Un servizio a disposizione di tutti e
che interessa tutti: valdesi, cattolici,
ebrei, musulmani e atei. E non ci
sembra che il desiderio di fare effetto possa giustificare questa « etichetta confessionale » appiccicata ad una
locomotiva e a dei vagoni. Essere vaidesi (o cattolici, o musulmani, o atei)
è qualcosa che coinvolge in profondità la coscienza dell’essere umano e
allora questi termini andrebbero usati
con maggior discernimento e — credo — con maggior rispetto.
Gradiremmo inoltre sapere chi, tra i
pastori della vai Pellice, vi ha rilasciato la dichiarazione sul disagi che l’eliminazione domenicale del treno Pinerolo-Torre Pellice creerebbe per i « fedeli valdesi che arrivano da Torino per
partecipare al culto ».
Ci risulta ohe nessuno di noi sia
stato interpellato su questo argomento. E allora siamo di fronte ad un sia
pur piccolo « falso ». E la cosa —
spero ve ne rendiate conto — non è
affatto simpatica (anche perché non è
la prima volta che ci troviamo di fronte a nostre dichiarazioni inventate o
completamente travisate).
Se poi vi foste davvero rivolti ad
un pastore, con tutta probabilità egli
non vi avrebbe detto quello che voi
avete scritto, dal momento ohe tutti
noi sappiamo e spero anche voi sappiate (e se non lo sapete ve lo dico
io) che a Torino c’è una chiesa valdese che tiene regolarmente, ed in più
di una sede, i suoi culti domenicali e
che, allora, nessun valdese deve venire in vai Pellice per santificare la
sua domenica.
Non vorrei farla troppo lunga — in
fondo la cosa non merita neanche
troppe parole — ma davvero gradiremmo che i prossimi articoli sulla vai
Pellice abbiano un taglio, almeno per
quel che ci riguarda, meno « folcloristico ».
Noi siamo una piccola realtà. Ma
una realtà ■■ seria » come storia, come teologia, come cultura.
Le persone « serie » sanno certo anche scherzare. Ma a tempo e a iuogo.
Vorremmo essere considerati e presentati per queilo che siamo, in modo serio.
Grazie.
Ruggero Marchetti, Angrogna
UNA SCONFITTA
PER LA SPERANZA
L’ultima circolare ci porta a conoscenza che sarebbe stata decisa la
cessazione del movimento di risveglio
evangeiico ohe è la TEV. Le molteplici
cause che avrebbero determinato una
simiie infausta decisione non sembrano valide per spegnere un’aiternativa
utile alla Chiesa valdese in quanto poteva essere di salvezza dei principi
cristiani contro la mondanizzazione della chiesa.
Esprimere « rammarico e amarezza »
è pur poca cosa se pensiamo alle tristi conseguenze che deriveranno se
la TEV chiuderà i suoi battenti. E a
me risuonerebbe come una drammatica sconfitta contro ie speranze di ripresa cristiana. Ma ci sia altresì concesso di puntualizzare che non può
limitarsi alle decisioni di un’assemblea
lo spegnimento di una fiaccola della
luce cristiana, come non è concepibile che certe decisioni abbiano stabiiito la morte de La Luce, quale settimanale che allietava i valdesi da quasi un secolo! Perché quella testata,
di indovinatissima ispirazione ora verrebbe sostituita con aitra di intonazione puramente storica.
Per parte mia, come per tanti altri,
sostenitori del bel risveglio evangelico portato avanti daiia TEV per tanti an
ni, quaiora troncasse la sua esistenza, porterebbe molti credenti evangelici a rivedere ia ioro posizione e,
forse come me, uscire daila Chiesa
valdese per aderire ad altri movimenti di pura ispirazione evangelica.
Sono spiacente altresì di avere compreso troppo tardi l’importanza della
TEV, perché spinto da tanti problemi
che mi distoglievano dal valutare la
necessità di aderirvi. Desidero solidalizzare con chi, come me, nutre le
mie stesse esperienze, figlie di lunghi
dolori, di vaste prove ed anche di
gioie nel vivere per l’amore del Salvatore e per l’altrui bene.
Elio Giacomelli, Livorno
LETTERA APERTA
Al dott. Giuliano Amato
Presidente del Consiglio dei ministri
e, con preghiera di pubblicazione, a L’Eco delle valli valdesi.
Nella sua difesa del ministro Goria,
Lei accenna al dovere di « non calpestare la dignità di persone che nulla
autorizza seriamente a colpire ». Giusto! Ed allora Le chiedo se non è calpestare la dignità delle persone il mentire con pubblica spudoratezza sulla
svalutazione, l’essere sostenuto al potere da partiti nei quali l’inquinamento
mafioso non è marginale accidente e
la pratica del furto si è diffusa, quasi
a costituire un modo di essere.
Le chiedo ancora se non è calpestare la dignità delle persone il bloccare i contratti di lavoro, il sospendere, da un giorno all’altro, i pensionamenti, il pretendere il pagamento di
una tassa, come quella sulla patente,
senza preoccuparsi di rendere la cosa possibile.
E allora... continui pure a comandare a colpi di decreti e di fiducia:
ne ha la forza. Ma, almeno. La prego,
non parli di cose che ha dimostrato
di non conoscere.
Distinti saluti.
Ettore Micol, Villar Perosa
I VESCOVI
ANGLICANI
Un’imperfezione di trasmissione via
fax dell’articolo di Richard Newbury
(La chiusura delle miniere: una scelta
autolesionista, sul n. del 23 ottobre
scorso, p. 1) ha fatto sì che venisse
a mancare un tassello importante per
il senso complessivo del testo: i vescovi che hanno espresso le varie prese di posizione sulla chiusura delle
miniere sono vescovi anglicani. Questo rappresenta un’eccezione al fatto
che solitamente la Chiesa anglicana si
astiene dal formulare giudizi in materia politica.
(A. C.)
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Offrirverli è nostro dovere ».
cc Chiunque riceve uno di tali
piccoli fanciulli nel nome mio,
riceve me; e chiunque riceve
me, non riceve me, ma colui
che mi ha mandato »
(Marco 9: 37)
Franco, Daisy e Gigi con Nicola e
Silvia, Mario e Claudia con Pietro e
Daniele con immenso dolore annunciano l’improvvisa scomparsa della loro carissima mamma e nonna
Matilde Zavaritt ved. Steiner
che con il suo amore e la sua presenza piena di equilìbrio e di saggezza è
stata costantemente la guida e l’appoggio della loro vita.
Bergamo, 29 settembre 1992.
« Le cose che occhio non ha veduto e che orecchio non ha
udito e che non sono salite in
cuor d’uomo, sono quelle che il
Signore ha preparato per coloro
che l’amano »
(1 Corinzi 2: 9)
Con infinito dolore Carla Zavaritt
Rostain annunzia la scompaisa della
diletta sorella
Tita Steiner
che per tutta la vita le è stata di
amorevole sostegno, dd dolce compagnia e di forte ispirazione.
G-orle, 29 settembre 1992.
RINGRAZIAMENTO
« ifo pazientemente aspettato
VEterno, ed egli si è chinato
su di me e ha ascoltato il mio
grido »
(Salmo 40 ; 2)
I familiari di
Cesare Bourne
riconoscenti per la dimostrazione di
affetto, ringraziano il pastore Klaus
Langeneck, la signora Iole e tutti coloro che hanno preso parte al loro dolore.
Prarostino, 25 ottobre 1992,
RINGRAZIAMENTO
I familiari di
Maddalena Costabel
ved. Buffa
ringraziano tutti coloro che sono stati
loro vicini in occasione della scorar
parsa della loro cara.
In particolare ringraziano la dott.ssa
Paola Grand, Marisa Co’isson, Jeanne
Malan e Pierina Malan.
Angrogna, 2 novembre 1992.
USSL 42 - VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva; presso Ospedale Valdese di Pomaretto - Tel. 81154.
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 8 NOVEMBRE 1992
Perosa Argentina; FARMACIA FORNERIS - Via Umberto I - Tei. 81205.
Ambulanza ;
Croce Verde Perosa: Tel. 81.000.
Croce Verde Porte: Tel. 201454.
USSL 44 - PINEROLESE
(Distretto di Pinerolo)
Guardia medica ;
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 2331 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo: Tel. 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva; Tel»
fono 932433.
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 8 NOVEMBRE 1992
Torre Pellice: FARMACIA MUSTON,
Via Repubblica 22 - Telef, 91328.
Ambulanza ;
CRI Torre Pellice: Telefono 91.996.
Croce Verde Bricherasio: tei, 598790
SERVIZIO AniVO INFERMIERISTICO: ore 8-17, presso I distretti.
12
12 villaggio globale
6 novembre 1992
IMPRESSIONI DA UN VIAGGIO IN MADAGASCAR
EX JUGOSLAVIA
Un paese che lotta per Due milioni di esuli
trovare la propria libertà
Una denuncia dell’Alto commissariato ONU I rischi più gravi arriveranno con l’inverno
li paese vive una difficile situazione politica, che vede la lotta
tra presidente e governo di transizione - I nostri incontri fraterni
In agosto un gruppo di giovani delle valli valdesi, guidati dall’animatore giovanile Dario Tron,
si è recato in Madagascar. La
partenza era stata rinviata di un
anno a causa dei disordini presenti in quell’isola.
A Dario Tron abbiamo rivolto
alcune domande.
— Come si presenta attualmente la situazione politica in
Madagascar?
— E’ una situazione molto
confusa. Da una parte vi è il
presidente Didier Ratsiraka, in
carica dal 1975 e rieletto successivamente altre due volte, ma
con un numero sempre minore
di consensi; dall’altra vi è, dallo scorso anno, un governo di
transizione formato da diverse
forze di opposizione, con a capo il professor Albert Zafy, appoggiato dalla Federazione delle chiese evangeliche. L’esercito
è schierato con il governo di
transizione, il presidente ha un
buon numero di soldati scelti alle sue dipendenze e alcuni gruppi di civili che lo sostengono in
alcune zone del paese, facendo
propaganda per uno stato federalista.
In 17 anni di presidenza, il
presidente Ratsiraka ha ridotto
il Madagascar sul lastrico, costruendosi un palazzo da favola,
disinteressandosi completamente
dei problemi del paese, lasciando cadere in miseria i suoi connazionali e portando i suoi capitali nelle banche svizzere.
Mercoledì 19 agosto i malgasci sono stati chiamati alle urne
per pronunciarsi sulla bozza di
una nuova Costituzione democratica, preparata dal governo di
transizione. In alcune città il referendum non ha potuto aver
luogo perché gli uomini del presidente lo hanno sabotato bruciando pacchi di schede elettorali, occupando municipi e uccidendo persene. La maggioranza
dei malgasci si è espressa a favore della bozza per la nuova
Costituzione.
In questo mese di novembre
vi saranno le elezioni presidenziali, e le forze di opposizione
(« Forces vives ») nonostante la
loro eterogeneità cercheranno di
presentarsi con un candidato
unico.
— Quali sono stati i momenti
più significativi del vostro soggiorno?
— Dopo pochi giorni che eravamo sull’isola siamo andati nel
villaggio di Ambohibary Kofay
per portare il nostro contributo
alla realizzazione di un acquedotto. Al nostro arrivo abbiamo
provato un’emozione molto forte: tutto il villaggio, un migliaio
di persone di cui la maggior parte bambini, ci stava aspettando
Antananarivo: coi giovani malgasci all’uscita dal culto.
sulla piazza del paese. Tutte queste persone sono state con noi
durante i lavori della mattinata
e si sono poi nuovamente riunite nel pomeriggio per ballare e
cantare con noi prima che partissimo.
Un secondo momento significativo è stato la partecipazione
al culto con la comunità di Tsiroanomandidy il cui tempio è
stato bruciato per motivi politici, come anche altri due o tre
nel paese (per la ricostruzione
del tetto di questo tempio il nostro « Fondo di solidarietà » sta
raccogliendo dei fondi, ndr). Al
culto, tenutosi sotto il sole e durato quasi tre ore, hanno partecipato più di trecento persone.
Un colpo d’occhio bellissimo:
quasi tutte le signore avevano
portato degli ombrelli colorati
per ripararsi dal sole. I frequenti canti sono dei momenti molto vivi, tutti vi prendono parte
con molta gioia e partecipazione, quasi come qui da noi...
— Che lavoro svolge la chiesa
evangelica?
— La « Chiesa di Gesù Cristo
in Madagascar » (FJKM) ha un
dipartimento per lo sviluppo
(SAF) che, a sua volta, ha un
centinaio di responsabili e numerosi centri dislocati sul territorio.
Il SAF dà vita a molti progetti. Innanzitutto fa opera di sensibilizzazione sanitaria mediante
la creazione di farmacie di villaggio e consultori; inoltre hanno un buon numero di medici
sul territorio che si occupano di
educazione sanitaria e di pianificazione familiare.
Altre persone coinvolgono gli
abitanti dei vari villaggi nella
costruzione di acquedotti, e questo per garantire un servizio di
acqua potabile che permetta di
Lavori di innesto in un vivaio.
evitare la diffusione di molte
malattie.
Molto importante è il lavoro
che viene fatto con gruppi di
donne: vengono date loro delle
informazioni di educazione sanitaria e di igiene; inoltre le si
invita a lavorare insieme (ricamo, lavori in rafia, ecc.) e vengono seguite fino alla vendita di
questi prodotti, allo scopo di far
avere loro una autonomia nel
nucleo familiare.
Un altro settore si occupa di
ambiente: quasi tutti i centri
che abbiamo visitato avevano un
vivaio per la produzione di alberi da frutta, oppure per il rimboschimento di zone particolarmente erose e quindi senza vegetazione.
In alcuni centri si producono
formaggi, si allevano maiali e ci
sono falegnamerie. Ovunque si
cerca di stimolare gli abitanti
dei villaggi a lavorare insierne
per riuscire a produrre di più
con minor sforzo, e a non dover dipendere dagli « avvoltoi »
del luogo.
Il 70-75 o/o della popolazione adulta è analfabeta. La chiesa ha
creato un buon numero di scuole sul territorio, anche se nei
villaggi la frequenza è molto bassa, nonostante gli sforzi fatti per
far capire l’importanza dell’educazione.
— Come pensate di continuare i vostri rapporti con il SAF?
— E’ importante dire che tutti
i dipendenti del SAF che noi
abbiamo incontrato sono persone molto disponibili, che fanno un buon lavoro, con tutti i
limiti che la situazione del paese impone loro (mancanza di
materie prime, di soldi, di macchinari, di comunicazioni). Queste persone hanno voglia di
vivere in un paese libero e democratico e lottano perché il
loro paese lo diventi.
Durante l’inverno presenteremo la nostra esperienza in decine di incontri nelle Valli, con
unioni femminili, scuole domenicali, gruppi giovanili, riunioni
quartierali e altri. In questi due
anni che ci stanno davanti dobbiamo raccogliere dei fondi per
invitare una decina di malgasci
che abbiamo conosciuto, e che
saranno nostri ospiti nell’agosto
1994.
Io spero che fra qualche anno un gruppo di giovani valdesi delle Valli ritorni in Madagascar, in questo paese bellissimo
dove le persone sono molto
accoglienti, calorose e sincere; e
chissà che prima o poi non avremo un invitato malgascio al
nostro Sinodo...!
Intervista a cura di
Milena Martinat
Due milioni di rifugiati. Due
milioni di cittadini, uomini, donne, bambini e anziani, costretti
ad allontanarsi dalla loro terra
in seguito alla guerra civile che
insanguina la Jugoslavia. Il computo degli esuli al 21 settembre
scorso è stato fornito in un rapporto predisposto dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite.
I rifugiati sono provenienti per
la grandissima parte dalla Croazia e dalla Bosnia-Erzegovina,
anche se ad essi si aggiungono
i rifugiati serbi (circa 30.000, di
provenienza dalla Vojvodina e
dal Kosovo) che sono sistemati
in Croazia.
Nel rapporto si evidenzia fra
l'altro il fatto che il piano di
aiuti necessari alla sopravvivenza fisica delle persone civili non
fosse pienamente operativo, nonostante gli sforzi internaziona
li e gli avvertimenti ripetutamente lanciati dall’Alto commissariato e da altre organizzazioni
umanitarie.
Sarebbero 2 milioni e 700.00(3
le persone bisognose di alimenti
di base, di un tetto, di assistenza
medica.
In particolare la stagione invernale potrebbe portare a conseguenze tragiche in Bosnia-Erzegovina, dove si raggiungono
temperature assai rigide.
Premessa per l’inoltro degU
aiuti e per la loro efficacia è,
secondo l’organismo internazionale, il superamento di alcuni
ostacoli: dovranno essere assicurate la sicurezza delle operazioni
aeree e la marcia dei convogli
terrestri; ci sono strade e ponti
da ricostruire.
La situazione è particolarmente tragica a Sarajevo, dove dal
3 settembre scorso è stato sospeso, per un periodo inizialmente limitato, il ponte aereo predisposto dairONU. In quella data,
come si ricorderà, è stato abbattuto un aereo italiano che portava soccorsi. Dal 3 ottobre il
« ponte » è ripreso ad opera di
mezzi statunitensi, canadesi e
francesi.
I non serbi sono costretti a
fuggire dalla Bosnia-Erzegovina,
vittime della cosiddetta « purificazione etnica », e rischiano, per
di più, di non poterlo fare a
causa della chiusura delle frontiere. Decine di persone sono state uccise per aver tentato di oltrepassare tra due settori all’interno della Bosnia-Erzegovina.
Moltissime delle comunità di accoglienza sono già al limite delle
possibilità. L’Alto commissariato
chiede pertanto alle nazioni d>
farsi carico dei costi dell’accoglienza e di non chiudere ai profughi le proprie frontiere.
A. C.
Crisi del sindacato:
crisi della democrazia
(segue da pag. 1)
sto gli autonomi il 29 ottobre
non hanno aderito allo sciopero).
Vogliono che si giunga, possibilmente con le Confederazioni,
ad uno sciopero generale contro
i decreti economici governativi,
affinché il superamento della crisi sia perseguito con altre misure. L’aumento del gettito fiscale
con la lotta all’evasione, facendo
funzionare bene i controlli (non
con la minimum tax, che legalizza l’evasione). La tassazione
della rendita finanziaria (i BOX
e i CCT), l’imposta sul patrimonio, non sulle prime case.
Il risanamento dei servizi pub
blici, rimuovendo i dirigenti incapaci o corrotti e migliorandone Tefficienza, come strada maestra per ridurre i costi (non il
taglio indiscriminato della spesa
sociale). La riduzione, questa sì,
delle spese militari. La rinegoziazione degli accordi di Maastricht,
ipotesi che si fa strada in vari
paesi europei.
Certamente un obiettivo non
secondario è la rigenerazione del
sindacato: attraverso un cambiamento di « linea », di uomini e
di metodi. Se tutto ciò accadrà
è diffìcile dire. E’ possibile, forse. Per saperlo con certezza c’è
solo un modo: provarci.
Maurizio Giroiami
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