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LA BUONA NOVELLA
GIORNALE DELLA EVANGELIZZAZIONE ITALIANA
St'uuetido la veriU nella carità
»fcb. 1\. 15.
Si dislribuisM ogni Venerdi. — Per cadun Numero ceulesimi 10. — l’er caduua linea d’inserzione ceulesimi 20.
Condizioni d'Associazione i
Per Torino — Uu Anno !.. S. —A domicilio L. « . — P«onscii L, ■ »O.
Sei mesi >3. — • S S* _ . «
Tre mesi • S.
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Per Francia e Srizzera franco a destinazione, e per liogliilterrg franco al confine lire t i»
per un anno, e lire S per sei mesi.
Le AsaociazioDi «i riceroiio: in Tuanouiri fllxlo <l<>l Giornale,viale del l\e, num il.
— A Gt'iiiivu, alla ('■pppll» t nliinHC, uiura di S. Chiara.
Nelle provincie, prcsio liiui gli i’/prii itailali per nn'ijiidi Vaglia, che dovranno essere inviati
franco al Direttore della Kro.i* .N(» tiL* e non ullnminti.
All'estero, al seguenti indirizzi: Lux nn a, dai sìm. Nimbett e C. lihrai, 21 Hcnient-slrost;
Pariui, dailalibreria C. Meyrncis, rue Tronuhcl, u; NmK.s dal sig, Peyrot-Tini'1 libraio; LiEoedai sigg. Deuiset Putii Pierre lihiw, rue Neuve, 18; GiNtvaA, dal nig. E. Heioud libraio’
Liisa.nma, dal sig. Doiafoniaine libraio.
ISoiiiiiiario.
la Gazzetta delle Alpi e la propaganda evangelica. — A’ mici Concittadini. — Fondazione di
nn ospedale a Genova ecc. — Notizie : Torino
- Nizia - Isola di Sardegna - Parigi - Spagna.
LA G.4ZZETTA DELLE .\LPI
E
La Propaganda Evangelica.
Ci corre debito di esaminare uu articolo della
Gazzetta delle Alpi del 25 april^, che è inteso
a dinunziare al tribunale della pubblica opinione un’olTesa al diritto della libertà di coscienza, con cui il governo dolla Toscana si ò
nuovamente macchiato, processando un tai
¡Ruggieri, che, abbracciai« le delirine evanj^eliche, si adoperava di propagarle fra i suoi
compaesani. Applaudiamo alla nobile iniziativa,
colla quale la nostra consorella piglia a
difendere quosto diritto; che, mentre da tutti
i codici civili delle nazioni europee do\Tebbe
esser riconosciuto come sacro e indisputabile,
è, più 0 meno apertamente, impugnato da
quelle appunto che pretendono di esser chiamate e tenute in conto di zelanti propugnatrici
del progresso e della civiltà. Ci fece poi maraviglia, e ci contristò, il vedere cho l’autore dell’articolo in discordo, per mostrare, che egli
non patteggia con alcuno dei partiti religiosi,
ora vigenti in Italia, ma che paria solo onde
reclamare per essi tutli una piena libertà,
avesse impiegato certi argomenti a noi ingiuriosi , l’ingiustizia dei quali siamo in debito
di rilevare, ritenendo, cbe l’autore abbia cosi
operato, non per malevoglienza, ma piuttosto
per inconsideratezza, o forse anche per la poca
conoscenza che egli mostra di avere delle nostre
dottrine. Egli vorrà, speriamo, prendere in
buona parte le nostre parole; e che ciò sia
per fare, ce na assicura quel sho professarsi
amico sincero ed imparziale de’ sani princi^ùi di
giustizia, e lo zelo che mette nella Joro difesa.
A prevenire i rabbuffi dell’^i-moMi/t, e i
rimproveri dì simpatie protestanti, ckc essa
quasi giornalmente rivolge ai liberali, l’autore
dell'articolo dichiara, che, lungi dal propugnar» il proielilismo così detto etangelico, che
« ra accrescendo in ogni parte d'Italia, fgli
invtce lo tiene in gran noia. Quel nostro predicare e ripetere a sazietà, ehe l’uomo è pellegnno sulla terra; che deve prestare obbedienza
alle autorità costituite da Dio — anche allo
cattive — infastidisce il nostro giornalista, e gli
fa dire che noi potremo bene formar dei Santi
aila foggia dello Zio Tom, ma non mai dei
cittadini risoluti, che, sappiano al bisogao, insorgere o cospirare contro i loro oppretsori.
Il Giornalista, certo, non avverti, che ragionando su questo tuono, egli si mostrava in
faccia ai signori deH’.lr»wiiia, patteggiatore e
difensore caldissimo della nostra causa. L'Armonia infatti, che trova comodo il calunniare,
quando uon ha sotto mano delle solido ragioni,
0 che nou può citare dei fatti ben provati, va
giornalmente spargeudo fra il pojiolo semplice,
che uoi non siamo punto una comunità di
cristiani, ma una setta politica; e per provarlo,
esagera le simpatie che hanno sempre avuto per
noi gli eretici, i comunisti, i socialisti e i rivoluzionari e libertini i pili arrabbiati. Come confessiamo candidamente, che le discussioni coi
clericali — i quali non gua.dan pel minuto alla
qualità dogli argomenti che usano alla legiUima
difesa di loro medesimi — non ci vanno troppo
a sangue ; e che ogni giornalista aperto e leale
evita— per quanto far si può — di avere materie
a dibattere con esso loro; noi, perciò, porgiamo
qui i nostri sinceri ringraziamenti alla Gazzetta
ddle Alpi, per avere così a proposito e tanlo
calorosamente distrutte le allegazioni dell'.lrmonia sul conto nostro, e sulle nostre aderenze.
Le sue acerbo parole contro la missione cho noi
esercitiamo in Italia, è impossibile che non
persuadano anche i clericali, che noi non possiamo essere nelle buone grazie dei rivoluzionari, se questi cosi apertaniento ci chiamano
peggiori di loro, e dicono, che le nostre dottrine sono delle papali anche meno adattate a
promuovere fra i nostri concittadini i veri e
generosi sentimenti di nazionalità di cui abbisognano. Che la Gazzetta dellf Alpi osi siffattamente screditare le tendenze politiche del
protestantismo in generale — di cui noi siamo,
è vero, un ramo modesto, quantunque non inglorioso — noi non possiamo permetterlo ; e
con brevità e schiettezza diremo quali sieno
realmente i principii di tutti i veri protestanti
e di tutti i veri evangelici di Europa, che si
riferiscono allo materie da essa discorse.
Ed innanzi a tutto noi dichiariamo di credere
in modo assoluto e fermamente, che le nazioni,
li Stati, il mondo in una parola, non appartengano più nè alla politica, nè alla scienza, ma
al Cristianesimo; il quale è oggimai l’assoluto
sovrano della pubblica coscienza, che sento e
sa esser lui la sola cosa che ha forza, unità,
universalità e vitalità; la sola cosa da cui la
Kran maggioranza degli uomini ha ri<-,onosciuto
che deriva di fatto il progre.sso deH’uinin genere verso la terrena felicità, e la sp -ranza ragionevole —a lui non mono necessaria— nella
felicità avvenire. 11 protestantismo evangelico
ò l'espressione di questo puro Cristianesimo ;
il quale 6 quello medesimo cho Cristo' e gli
Apostoli predicarono, o che traiaandurono a uoi,
non per via di tradizioni incerte, o mezzanamente plausibili, ma con quol libro divinamente ispirato, che si cliiama IL VANGELO, e
che è il codice che racchiurle tutti i nostri
principii, l'autorità a cui noi c'incliiniauio, od
alla quale, un giorno, dovranno rendere omaggio e sottomettersi tutte le autorità della terra
Cristo cd i suoi Apostoli furono — e lo sono
ancho oggidì — i veri e soli capi della propaganda evangelica, cho alla Gazzetta delle Alpi
dispiace cotanto che cresca e si allarghi in
Italia, e della quale noi ci sforziamo di coalinuare lealminte il ministero. E diciamo lealmente, perché la Verità rivelata da Dio, essendo
l'unico oggetto che ossa si propone di annunciare agl’uomini, nou ò questa uoa materia che
si possa a capriccio interpretare, per adattarla
alle esigenze de’ tempi o ai costumi dello nazioni. (iuai anzi a clii lo facesse ; guai a eh
osasse di nascondere una scintilla sola dei
raggi della luce divina, che fu accesa nel mondo,
per dileguare le tenebre della nostra malizia e
della nostra ignoranza! Qaaud’anclu i nostri
interessi temporali avessero a svantaggiarne, e
che i nostri più cari progetti ne soffrissero, e ne
fossero sconvolti, noi, pur uon ostante, profaneremmo la Verità di Dio, e tradiremmo la
nostra missione, se ci provassimo di farla piegare all'esigenze mondane, ed a quello voles
simo sottometterla. Perciò noi non possiamo
rimanerci di ripetere a’ nostri fratelli dalla parte
di Dio, che non vogliano scordare che essi sono
pellegrini e passeggieri sopra la terra, o ch e
per questo non devono concentrare tutti i loro
affetti nei beni del presento secolo, i quali sono
fugaci e transitorii ; che le tristizie e le prepotenze dei malvagi non devon metterli in troppo
travaglio, sapendo cho Dio stende sempre le suo
braccia all’angosciato, a tutte le vittime dell’umana perversità, por ricoverarle sotto l’ombra
delle suo ale, laddove il braccio degli oppressori
non potrà mai raggiungerle. E quando con san
Paolo esortiamo il crisliano a ricercar solamente
quelle cose che sono veraci, oneste, giuste >
pure, amabili e di buona rinomanza, noi dichiariamo in faccia al mondo, che non possiamo
accontentarci di principii vaghi e poco sicuri,
ma che la verità e l’onestà sono i cardini su
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cui si appoggia tuttala nostra doltrina sociale;
e nessuno impugnerà che questa teoria non
sia di gran lunga preferibile a quei sofismi
speciosi, a quelle speculazioni impraticabili, e
a quei progetti feroci, i quali, invece di sciogliere le difllcoltà, le aggruppano, e raddoppiano cento volte le oppressioni e le ingiustizie,
nvece di rimuoverle e sradicarle.
Il protestantismo evangelico, o per parlar
più propriamente, il Cristianesimo, non può,
nè deve consigliare che si abbiano a combattere
i malvagi, imitando le loro arti ; e perciò
riprova in principio le violenti rivolto e le tenebrose cospirazioni. Ma i malvagi d’ogni ragione sanno ben’ essi, che se il cristiano non li
colpisce col pugnale del sicario, nè tende loro
i lacci coperti del tradimento, egli, colla paziente ed immobile sua fede, afTastella sopra i
loro capi i carboni ardenti della collera di Dio,
dalla quale saranno consumati in virtìi di quella
eterna giustizia medesima, che essi conculcarono, e che colla loro spaventosa rovina dovranno poi rivendicare. E quella fede, quell’assoluta fiducia nella potenza di Dio, non possono
generare l’indiiTerenza e la vigliaccheria che
presagisce la Gazzetta delle Alpi. Il Cristianesimo non è il fatalismo degli Orientali;
perchè se insegna all’uomo a sopportare con
fermezza e senza rammarico le ingiurie personali, a non esser tenace nel sostenere i suoi
diritti privati, a lui al tempo medesimo impone
di difendere con fermezza, con coraggio, ed
anche, occorrendo, con tenacità quelli che
nteressano l’universale, e che Dio ha scolpiti
nel cuore delle sue creature, appunto perchè
con tutla la forza della loro vitalità li sostenessero e custodissero. E di qual gloria seppero ricoprirsi quei tantissimi eroi evangelici o
cristiani, che .scesero in sui campi ed impugnarono le spade per proteggere quel sacro deposito contro a nemici cento e mille volto di loro
più poderosi, noi non avremmo pensato di
dover ricordare alla Gazzetta delle Alpi. La
storia europea di pressoché quattro secoli è
tutta piena delle loro battaglie e dei loro ripetuti trionfi. Se questi non furono compiuti, nè
generarono il compiuto stabilimento della giustizia sopra la terra — stabilimento che non
può nè devo adempirsi nel lempo presente, —
pur tuttavia essi furono così stupendi e moltiplici che provano anche troppo la solidità dei
nostri principii, la ragionevolezza della nostra
fede, e la sicurezza della nostra speranza confermano.
Confessiamo poi di maravigliarci, che un
amante passionato della patria e doll’onor nazionale, qual si professa di essero il giornalista
della Gazzetta delle Alpi, abbia potuto scrivere
e pubblicare che le dottrine evangeliche non
sieno adattate a educare le nazioni per quelle
virtù cittadine, che egli, a giusto titolo, vorrebbe vedere efficacemente promosso fra di noi.
Un paradosso cos\ materiale non merita di
essere seriamente combattuto ; perchò le nazioni le più libere di Europa, quelle che sono
■pili tenere de’loro diritti e privilegi, si professano zelantissime propugnatrici del Vangelo di
G. Cristo, ed alla scuola di osso allevano i figli
de’loro magnati e del popolo, perchè sanno
che il cristiano può meglio di qualunque altro
conservare e proteggere la grandezza, l’indipendenza, la floridezza della patria ; e che quei
vantaggi e beni preziosissimi furono ad esse
acquistati dagli antenati, appunto colla fiducia
che ebbero in Dio, e collo zelo cho spiegarono
per la sua giustizia.
A noi dunque duole sinceramente, che la
Gazzetta delle Alpi non abbia avvertiti questi
fatti, nò notati questi esempi maravigliosi, che
un pubblico scrittore non può di certo ignorare.
Ma la patria carità della nostra consorella
ci riconfortij e non dubitiamo che un esame
più accurato delle nostre dottrine, Ja menerà,
per lo meno, a ricredersi di quell’ingiusto suo
voto, col quale ci vorrebbe indurre ad applicare
a migliori propositi quelle sostanze che noi
ora sprechiamo nel disseminare de’libri
0 catlivi. Potrebbe pur darsi che i libri e le
dottrine nostre — che egli chiama adesso una
merce d’oltre mare — si manifestassero al suo
intelletto quel che sono di fatto, cioè la semenza preziosa che fece e fa germogliare appresso i nostri vicini quei frutti abbondanti di
sapienza civile e di virtù cittadina, che noi^
malgrado nostro, siamo costretti d’invidiare ai
forestieri. Vi hanno pur troppo nelle nostre
contrade molti altri libri, e largamente diffusi,
che insognano de’Vangeli al nostro contrari;
ma fin qui non poterono — come non lo potranno in avvenire — ispirare ai nostri fratelli
quella patria carità, che noi, quanto la Gazzetta
delle Alpi, sinceramente desideriamo che arda
in ogni petto italiano, e lo muova a magnanime
e generose imprése; Ma quei Vangeli mondani
son lettera morta ; e non contengono che delle
vane speculazioni, e dei freddi sistemi, i quali
lasciano il cuore e la mente de’nostri giovani
nella incertezza e nella tepidezza in cui la trovarono. Nè i papi, nè gl’imperatori han mai
avuto gran paura dei Vangeli, che materializzano i popoli, che li rendono millantatori e
vanagloriosi ; ma i papi e gl’imperatori, che
già perseguitarono e poi crocifissero l’Autore
del Vangelo nostro, noi vediamo che continuano
a perseguitare, e, quando lo possono, a crociiiggore i veraci seguitatori ed osservatori di
quello. E perchè? Perchè gli oppressori dei'
popoli san bene che la probità, l’onestà e la
giustizia sono armi pericolose e potenti nelle
mani de’loro vassalli, e cho il Vangelo di Gesù
Cristo solo, può e sa addestrare i suoi battezzati a ben maneggiarlo.
Ecco quanto avevamo a dir per adesso alla
Gazzetta delle Alpi.
A’ MIEI CONCITTADINI
V.
Agli Indifferenti.
Indifferenza e insensibilità sono parole che
applicate all’animo denotano ch’egli non riceve
alcuna impressione da quelle idee e sentimenti
che pur dovrebbero scuoterlo, e corrispondono
ad inerzia e letargia, in ordine ai corpi: ditale
stato morale sene fa comunemente un sistema,
il quale appunto assume il nome d’indifferen
tismo, per cui gli uomini si abbandonano all’azzardo, senza fede in veruna cosa, nemmeno
in religione, comechò spesso l’apparenza mostri il contrario.
In breve l’indifferenza è un aspetto dell’incredulità; l’incredulo nega la rivelazione e la
divinità di Gesù Cristo; l’indifferente invece nè
accetta nò ripudia cotesti dogmi, perchò non
crede ad essi meglio che alla miscredenza :
laonde può dirsi che ha meno fede ancora dell’incredulo stesso e trovasi in condizioni peggiori, avendo il miscredente, se non foss’altro,
una fede qualunque, e possedendo così una
molla d’attività ch’è atta a condurlo, quandochessia, alla conoscenza del vero. Per l’indifferente sistematico non v’è speranza: l’insensibilità e l’inerzia mutatesi per calcolo in abitudine , lo tengono immerso in un sonno letargico, da cui gli è impossibile rilevarsi senza
l’aiuto potente e straordinario di Dio, « appo
cui ogni cosa è possibile » (M.ìt. XIX, 26).
A cagion d’esempio, ecco ciò che dice l’indifferente ; « Io non sono già incredulo, ma
pure ammettendo l’esistenza di un Ente supremo, creatore e conservatore di tutte le cose,
non so, non nego e non confermo tutto quello
che dovrebbe essere ciecamente creduto, perchè non lo intendo; sarà ciò che sarà, ecco la
mia divisa : se questo Dio è tanto misericordioso, se dopo la morte del corpo l’anima sopravvivo, Egli avrà compassione di me. Vi sono
cose alle quali la mia mente non arriva e
perciò non trovo di meglio che venerare la potenza creatrice, e senza tim,ore e senza speranza
concludere, sarà quel che sarà ». Per uscire da
tanta miseria, avvilimento, rassegnazione disperata, è d’uopo che l’indifferente senta per
prima cosa dal profondo del cuore un impulso
che lo faccia esclamare : Ah! se potessi credere!
quindi che apra il Vangelo e cerchi: «chi cerca
trova » (Mat, VII, 8).
0 miei concittadini, la maggior parte di voi
non è incredula, ma indifferente, perchè l’indifferentismo è la più grande sciagura del
nostro secolo : non voglio diro che siate o miscredenti 0 apatisti ad un modo ; esistono delle
gradazioni ; ma io discorro in genere, che non
ne verrei a capo se volessi notarne le varietà.
Farò cenno soltanto, in ordine agli indifferenti,
della particolare categoria degli irreflessivi,
cioò di quelli che non lo sono per sislema e
totale prostrazione di spirito, ma per difetto di
serie meditazioni, per leggerezza e pel continuo
"Aggirarsi nel vortice delle seduzioni di un
mondo frivolo e molle: forse cotesta è la classe
dei più. Se confrontate l’uomo cristiano moderno, così fiacco nel sentirò, coll’uomo antico
pagano di forza d’animo stupenda, non è difficile che della sproporzione risultante voi ne
incolpiate il Cristianesimo; la qual cosa sarebbe stoltezza e pazzia, imperciocché il Vangelo è d’una fecondità così portentosa e d’una
efllcacia così potente che non solo è atto a felicitare anche nel mondo i suoi seguaci e promuovere le più eccelse virtù morali e civili, ma
eziandio ad innalzare l’uomo ad un grado subhme di fortezza d’animo, di generosità e d’amore, al quale i Gentili non pervennero mai
nè coll’opera, nò col pensiero. Vi basti osser-
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vare che la semplice parola uscita dal labbro
divino di Gesù Cristo foco crollare, si può dire
in un giorno, la gigantesca mole delle istituzioni umane, religiose e civili che i secoli avevano cementato ; ricorderò solo ad esempio il
dogma dell’ugualità degli uomini, ch’ò pure il
principio razionale d’ogni miglioramento e di
ogni riforma e che la mondana sapienza non
avrebbe potuto scoprire.
Se poi vediamo l’incredulità, l’indilTerenza,
l’immoralità, il dispotismo, la schiavitù crescere di mano in mano che ci avviciniamo alla
sede nera, come dicpno i papisti, del Cristianesimo, che cosa fa d’uopo concludere? Che
Roma non è più la reggia del Cristianesimo, e
i clericali non sono gli apostoli del,Vangelo.
0 miei concittadini, i frutti che in noi sono ci
additano l’albero: secondo la tempra degli insegnanti, per l’ordinario gli alunni riescono, e
quindi l’incredulità e l’indifferentismo passano
dagli uni agli altri : e se pure alcuno degli insegnanti è credente e pio, tuttavia non potendo
la dottrina clericale apparire che superstiziosa
e frivola, perchè mancante dello spirito ch’è
quello che vivifica, mentre la lettera uccide
(2 Cor. Ili, 6), ne avviene che gli uditori trovano più spedito ritrarre in se stessi la frivolezza dei maestri, invece di cogliere le poche
verità cho trovansi frammiste e confuso per
entro le formolo d’una religione umana, pel
motivo che la disposizione di abbassare le cose
della fede proviene quasi sempre dal carattere
di coloro che le trattano e le predicano, e la
religione, come ogni altra cosa, frutta in proporzione del modo che viene praticata da chi
ha l’uflìcio di propagarla. Iprincipi e i signori
educati dai preti, dice Vincenzo Gioberti che
li conosceva assai bene, riescono increduli e
dissoluti ingioventii, pinzoixheri in vecchiezza;
e altrove aggiunge : che l’apatia e il dubbio
religioso regnano nel tugurio e nell'umile officina come nel palazzo.
Un mio amico, indiffereute a un grado elevato, dicevami : « sia a dritto o a rovescio, a
ragione o a torto, io sento un’invincibile ripugnanza ad occuparmi di faccende religiose:
sento però il bisogno di serbare, anche solo
nell’apparenza, il culto alle credenze religiose
de’miei genitori». Ma, rispondo io, la fede
religiosa è un affare che appartiene alla coscienza individuale; e quando questa non interviene, è impossibile credere a ciò che altri
crede : laonde, o i genitori seguirono di buona
fede il papismo, e i figliuoli che non hanno
convinzione in esso, e sollanto nelle apparenze
esterne vi si attengono, esercitano atto d’ipocrisia, anziché atto di rispetto verso i loro
padri : ovvero questi obbedivano agli statuti
clericali anch’essi per abitudine, od erano increduli o indifferenti, com’è probabile, ed allora non è serbare di loro buona memoria col
mantenersi nel pregiudizio e nella menzogna,
cd è assai meglio e naturale il supporre che,
se avessero conosciuto il Vangelo, si sarebbero
incamminati per questa via di luce e di verità.
Io era altresì nel novero degli indifferenti
non sistematici, ma irriflessivi, e provai eziandio
la forza del pregiudizio: come poi uscissi di
tale stato, quando principiassi a riflettere, da
che fossi indotto ad aprire il Libro della vita
spirituale, non vel dirò : ma riconosco bensì,
dalle circoslanze le quali accompagnarono il
viver mio, che fui assistito dal Signore, senza
la di cui grazia mi troverei ancora nell’oscurità
e nella ,schiavitù degli uomini.
Iddio mi salvò dalla totale corruttela dei
preti; la Bibbia m’insegnò a pensare : le antiche rivelazioni mosaiche, tutte adombranti Gesù
Cristo; confermato, ripetute ed ampliate via
viaidai Profeti ; compiutesi colla venula di Lui
e concordanti coi segni del tempo : i miracoli,
e in ispecie la santità della vita del Redentore :
indi la sua morte, risurrezione, apparizione e
testimonianza degli apostoli : tutto ciò m’infuse
un’assoluta certezza sulla realtà e divinità del
Messia, congiunta alla sua perfetta umanità.
Promesso questo, la fede nella di Lui parola
mi sorse nell’animo intera e spontanea, non
cieca, ma illuminata, parlante al mio spirito,
essendo Egli non che la via e la tila, anche la
verità (Giov., XIV, 6). Che il Nazareno sia il
Cristo, il Figliuol dell’iddio vivente, Ei confermollo a Simon Pietro (Mat., XVl, 16); lo disse
alla Samaritana (Giov., IV, 26) ; al sommo sacerdote degli Ebrei (Mat., XXVI, 63, 64), ecc.
L’incredulo e l’indilToronte si lagnano di non
poter conoscere l’Ente supremo : si lagnano a
torto ; Gesù Cristo lor dice ; « Chi mi ha veduto
« ha veduto il Padre. —Io son nel Padro e il
c Padre è in me » (Giov., XIV, 8-1 ij.
Non so, non vedo, esclamano, quindi nego,
oppure non nego e non confermo : e Gesù Cristo risponde : » Se io non fo le opere del Padre
i mio, non crediatemi. Ma se io le fo, benché
« non crediate a me, credete alle opere, ecc. »
(Giov., X, 37-38).
Ognuno dovrebbe essere convinto che la presente vita mondana 6 un breve sogno, un doloro crudele, un’assurdità inesplicabile senza la
risurrezione ; e « Che giova egli all’uomo, se
« guadagna tutto il mondo, e perde se stesso?»
(Lu., IX, 25).
Infine Gesù Cristo assicura me, voi o miei
concittadini e l’umanità tutta quanta, che vi
sarà un giudicio, riparatore delle ingiustizie di
questo mondo : e ci avverte ch(i non Egli sarà
il giudice, perchè anzi venne a salvarci, ma:
« Chi mi sprezza, e non riceve le mie parole,
« ha chi lo giudica ; la parola che io ho ragioc nata sarà quella che lo giudicherà nell’ullimo
X giorno» (Giov., XII, i8): e fin da quest’ora
« chi non crede già è condannalo» (Giov, III, 18);
« e i morti udiranno la voce del Figliuol di
< Dio — ed usciranno, ecc. ; — gli angeli met« teranno da parte i malvagi d’infra i giusti »
(Giov., V, ¿5 ecc. — Mat., XUI, i9/.
Or per ultimo vi dico, o miei concittadini
cui sono rivolte coteste linee, che voi pure
siete in contraddizione con voi stessi, al pari
degli increduli dei quali ho parlato. In sostanza,
non avete fede, vivendo nel dubbio o nel sonno
0 stupite ch’io l’abbia perduta, se mai l’ebbi,
riguardo alla doltrina clericale ; ma, rimarcatelo bene, ho acquistata la fede, almeno spero,
in chi è la via, la verità, la vita, il mezzo
unico per andare al Padre, voglio dire Gesù
Cristo; ed ho acquistata la fede, e ripeto, almeno spero, nella sua parola, il Vangelo, che
sarà quella, e non la parola dei papi, cho dovrà
giudicare me e voi neirullimo giorno.
FO\D.\Zlfl.\E Bl (].\ OSPEO.\LE EVANCELICO
Circolare diretta dalla Commissione
ai Cristiani evan^lici di lotti i paesi
Egreiji Signori e Fratelli,
Nessun può ignorare come a questo porto di
Genova approdino, per cosi dire, ogni giorno ed
in numero ognor crescente, Evangelici di ogni
paese e di ogni condizione, marinai, arti.sti, braccianti, servitori, uomini e donne per lo più sprovvisti di qualunquesiasi mezzo di sussistenza, all’infuori del loro cotidiano lavoro.
Ora egli vi sarà cosa agevole il figurarvi quale
possa essere di costoro, così nazionali come esteri,
la dolorosa condizione, venendo ad assalirli la
malattia. Gli ospedali civili, egli è vero, son loro
aperti nei quali le cure più sollecite vengono
loro prodigate in quanto ai corpo , ma ahimè I
da quanti pericoli per l’anima e da quanti morali combattimenti non vengono tali cure il più
delle volte contraccambiate, e ciò appunto quando
di sicurezza e di pace abbisognerebbero più che
di verun'altra cosa quei poveri infermi, E se a
molti per esser più degli altri stabiliti nella fede
0 dotati di maggior fermezza di carattere è riuscito di uscir vincitori da questa lotta, ve ne
sono pur troppo che vi hanno soggiacciuto.
Addolorati di un tale stato di cose e più ancora compresi dal sentimento che la carità versa
1 fratelli è l’obbligo primario di chi si proclama
cristiano, ed il mezzo più efficace di far palese
agli occhi di tutti l’eccellenza della fede che professa , memori della parola dell'Apostolo che,
chi non ha cura de’ suoi è peggiore degli infedeli, i sottoscritti, unitament« ai loro amici,
hanno preso davanti aDio la determinazione solenne di non prescindere più oltre dall’adempimento di un cosi sacro dovere, quale riconoscono esser per loro la fondazione in Genova
di un ospedale in cui gli ammalati evangelici, a
qualunque denominazione appartengano, sia che
abbiano stanza in detta città o vi capitino d’altrove, possano trovare in pari tempo cbe le cure
corporali le più assidue amministrate da persone
parlanti, per quanto sia possibile, la loro lingua
tutti quei spirituali soccorsi di cui più che mai
abbisognano nel loro stato; ed a tale effetto essi
han nominato d’infra loro il Comitato che ha
l’onore d’indirizzarvi la presente circolare, dandogli pieni poteri nei limiti però di uno statuto
unanimemente consentito onde al più presto effettuare un così santo progetto.
Tal Comitato con cui furono invitati a cooperare membri di tutte le comunità evangeliche
in Genova, si è posto immantinente all’opera, e
non pochi incoraggiamenti egli ha di già ricevuti e riceverà ancora dai vari evangelici così
esteri come nazionali residenti in Genova, fra i
quali siamo certi non vi sarà chi voglia rimanersi indietro dagli obblighi che da questo nome
gli vengono imposti.
Ma nè quello che si è di già raccolto, né quello
che si raccorrà ancora fra di noi potrà certo bastare al bisogno; ed è perciò che come membri
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di un medesimo corpo avendo a capo il medesimo Salvatore, noi ci rivolgiamo a voi, fratelli
evangelici dei varii paesi e delle varie denominazioni, perch-è vogliate aiutarci ad adempire ad
un obbligo nostro e vostro nello stesso tempo.
L’obolo della vedova.sarà da noi colla stessa
gratitudine accettato che la largizione del ricco,
e ci gode sperare che i pastori delle varie chiese,
non che i redattori dei giornali religiosi, ohe
preghiamo di riprodurre questa nostra Circolare,
vorranno ricevere i doni che sarebbero loro trasmessi per un tal fine , facendoli poi ricapitare
al nostro cassiere sig. Enrico Jorand, o a qualsiasi altro dei membri del Comitato.
Rispondendo alla nostra chiamata mentre voi,
o fratelli, farete opera sommamente aggradevole
a Colui che ha dato se stesso per noi ed ha costituiti i poveri a suoi rappresentanti, vi acquisterete la più sentita gratitudine, come dei meschini al sollievo dei quali sarete concorsi, cosi
di noi che ci pregiamo di dirci i vostri devotissimi servitori e fratelli in Cristo Gesù.
\ mimVn àiV Co"i\vv\aVo
G. D. Charbonnier
llfred B. Stretteli
David Ka;
Ernest Vaucher
Pastore della Chiesa Valdese
in Genova.
« u Anglicana
» » Libera
di Scozia
»
di Svizzera
Evangelista
* Riformata
Enrico Borelli
Aayusto Millingeu .H. D.
Adolfo Gruber
\^illiaiu Kirby
fi. P. Meille Membro onorario
Enrico Jorand Cassiere
John Siiinnio Segretario
Con tutto piacere, i doni per quest’opera interessante saranno ricevuti, in Torino , all’Ufflzio
deiìa BuonaNoaella,e presso i pastori Valdesi.
Direzione,
3»r O TT K ac * SE
Torino. — Proteste vescovili. — I giornali
Jiauuo pubblicato una protesta dei vescovi della
provincia di Torino contro il progetto di Legge
tull’lstruzio^ne pubblica già votato dal Senato, e
che sta per essere sottoposto alle deliberazioni
della Camera dei Deputati. L’accusa principale
.che i protestanti monsignori fanno contro questa legge, si è, di essere lesiva àei diritti e delle
libertà della Chiesa; e ciò perchè ammette il diritto
per parte del governo d’invigilare itiHt gli stabilimenti di educazione, e perfino i seminarii!
Nizza. — L’inquisizione nell’armata. — Ci
scrivono da Nizza che infra i militari di presidio a Villafranca furono bruciati, dietro l’ordine
del giorno del generale Scozia, che abbiamo riportato, numerosi trattati, oltre a cinque o sei
Bibbie ed altrettanti Nuovi Testamenti. Nè sarebbe c sato'cosi presto Vauto-da-fè se uno di
quei bao'ii militari, che aveva sperimentato per
pfoprio conto l'eccellenza deli’Evangelo, non si
fosse ri ,lto a tutti coloro che sapeva possessori di Nuovi Testamenti, invitandoli a fargliene
cessione mediante 20 cent, per ogni copia, con
obbligo per parte suà di restituirli loro quando avrebbero lasciato il reggimento per ricondursi a casa. Cosi mentre molte copie del divino
volume scamparòao dalle fiamme , parecchi altresì fra quei militi che sarebbero stati com
promessi non lo furono , grazie all’ingegnosa
carila del loro compagno d’armi. Ed ecco come
oggi ancora gli sforzi dei nemici deirEvangelo
non riescono ad allro che a vieppiù palesarne
la potente efficacia sui cuori di quelli che sinceramente l’accolgono.
Isola di Sardeona. —Vessazioni religiose. —
Un nostro caro fratello ci scrive da quell’isola,
fra altre cose, le seguenti che varranno a dare
un’idea delle vessazioni cui la grande ignoranza
di quelle popolazioni espone i professori del-'
l’Evangelo:
« Io , come già in altre lettere mi pare aver
scritto a V. |||., sia che io l’abbia detto, sia che
per altra via lo sapessero, sono conosciuto qua
per protestante. Altri credono perciò che io sia
ateo, ahri pagano, altri maomettano-, tutti però
mi tengono per eretico e perciò scomunicato.
Io non vo a messa, nè a predica , perchè nulla
ci ho a fare, e perchè non mi succeda di essere
segnato a dito, per cui, alcune domeniche fa,
un tale mio conoscente richiesto da me ove fosse
diretto, tanto per parlare , mi disse : Vo ove tu
non puoi andare, e cosi mi piantò su due piedi,
senza che io potessi rispondergli nel modo che
ben si meritava.
« Talvolta mi occorre di dover uscire, e già
più volte mi venne fatto di veder taluni che per
via mi fissano in volto in atto di sorpresa, e poi
si volgono , oppure ridono; altri si contentano
di dire: È protestante; altri gridano : Fateli friggere; ed altri: Oh se fomandassi io!
« Pochi giorni or sono un prete tutto lacero,
andò al negozio del B....... a comperar pistole :
presene'in mano due, e convenuto del prezzo,
diss’egli; Queste serviranno per far la festa al suo
amico.....; ma per buona ventura il santo prete
non aveva danano pei comperarle armi omicide,
e dovette lasciarie al negozio.
« Un caro mio amico, che di spesso mi visitava e mi accompagnava al passeggio, che prestava nel suo cuore divoto e segreto culto al
santo Vangelo, ebbe a farmi la dolorosa confidenza che con suo dispiacere dovea cessare di
frequentare in pubblico la mia compagnia, onde
non incorrere, con grave suo danno, la taccia di
protestante ed eretico, dietro l’antico adagio; Dimmi
con chi vai e H dirò chi sei.
» V. S, ben vede che tutte queste son cose
che non mancano di ferire nel più vivo un cuor
sensibile, ma che pure apportano aH’anima mia
un vantaggio indicibile, in quanto che servono
a staccarla sempre più da questo mondo maligno.
« Ho letto poi con vero piacere misto a vero
dolore il novello incarceramento del caro fratello Rokt, il quale rende testimonianza a G. C.
in Ispagna, sua patria, e trovasi animato da si
nobili sentimenti. Non pare possibile come in
questo secolo dei lumi, anóor si osi iu Europa,
sede di ogni incivilimento, combattere le più
sante verità del cristianesimo. Io, mentre detesto l'ingiustizia e l’intolleranza del Governo spagnuolo, lodo il caro fratello Ruet che soffre da
forte per G. C., e prego intanto l’Onnipotente
Iddio che mandi il suo angelo ad aprir le porte
della prigione {.itti, V, 19), o alniejio conceda
al diletto fratello tanta forza e coraggio da sopportare i suoi mali ])el trionfo del santo Evangelo su quella terra lorda e ancor fumante del
•sangue di tanti martiri della verità, che caddero
vittima dell’orribile inquisizione di Roma. Po.tessi io cosi trovarmi vicino o al posto di quel
valoro.so confessore di G. C.
Per l’afifetto particolare che mi legava al
Ruet , io ripetere mi compiaccio la chiusura
della sua lettera , e dico con sincerità del mio
cuore unito a quello di Ruet:
« Riceva , caro sig. M...... unitamente alla
« Chiesa tutta di costà, i cristiani saluti e l'e« spressione del tènero affetto del suo
« Um.®“ e dev.™" serv. e fratello in G. C.
Parigi. — Dna distinzione ben meritata. —
Gli elemosinieri evangelici mandati dalle chiese
di Francia presso i loro correligionarii che combattevano in Crimea, sono stati tutti fregiati
della medaglia militare.
Spagna. — Cospirazioni clericali. — Numerosi arresti seguitano ad eseguirsi nelle file del
clero, per la sua ostinata opposizione alla legge
sulla vendita dei beni già spettanti alla Chiesa.
Uno di questi preti, il curato d’Aribe , sarebbe
stato condannato, stando airUnit>ers, a dieci anr '
di carcere e 203 douros di multa , e dichiarato
incapace di nessuna funzione pubblica.
fàroMMo Doluenico gerente.
ANNUNZI.
AL DEPOSITO DI LIBRI RELIGIOSI
Viale del Re, i\ » 31.
Sono giunte di fresco le seguenti Opere, vendibili
al prezzo di Parigi e di Ginevra.
Laborde (l'abbi) Entretiens sur la Salette
1 »
SocvBSTRE Souvenirs d’un vieillard — 2
vol........» 3 »
Du.moulin Anatomie de la Messe » 3 »
» Bouclier de la foi . . . » 2 50
Burnier Études élémentaires et pro-
gressives de la parole de
Dieu — 8 vol. in-12” » 23 »
Weiss Histoire des Réfugiés prote-
stants — 2 vol. ...» 7 »
Descombaz Histoire de l’Ëglise chrétienne
à l'usage des familles et des
écoles— 1 vol. in-12» . » 2 »
» Histoire des Missions — 2 vol.
in-12» ...... » 5 50
LÓbstbin L'Anatomie du cœur—1 vol.
in-12” ...... » 2 75
» Les fêtes chrétiennes—1 vol.
in-12» ...... » 1 »
» Quelques maladies spirituelles
— 1 vol. in-12» . . i » » 60
» Quelques travaux de Dieu dans
les âmes — 1 vol. in-12» » • 75
» Tableaux évangéliques—1vol.
in-12» ...... » » 60
Olivibe {M.me C.) Poésie chrétienne
recueillie de divers auteurs
frangais, 4me édition — 1
vol. in-12®.....t 2 »
ViLLERS Essai sur l’influence de la Ré-
formation de Luthér — 1 vol.
in-8».......j> 2 50
PRKSSENCK (Ed. de) Conférences sur le
Socialisme et sur le Chri-
stianisme — 1 vol. in-8» » 4 >