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DELLE
.Biblioïscâ Vallîsô
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(Torino)
Tonns fSLLics
Qüindicinale
della Chiesa faldese
" Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le qu(0 avete peccato, e iatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
. I u __________________________________________
Anno LXXXIV - Num. 19 I a nnniM AMFMTr I **®' rinterao Ee» e La Luce; ^ Ì2e0 per l'interno | Spedii, nbb. postale II Grappo I TORRE PELLICE, 10 settembre 1954
UnaeopiaLi2s| l L. 1200 per l'estera | t>i 1800 per l'estere | Cambio d'indirisso Lire 40,— | Ammin. Claudiana Torre Pelliee - C.C.P. 2-17557
I LAVORI DEL SÿNODO VALDESE
Introduzione
re Carco, J. A. Soggin, Alberto Taccia.
Il Sinodo Valdese 1954 si è inaugurato domenica 29 agosto con un
culto 2>resieduto dal prof. Valdo Vinay (il sermone è stato pubblicato
dalla Claudiana ed è in vendita al
[»rezzo di L. 70) e con la consacrazione di quattro candidati al Santo
Ministero: Renzo Bertalot, Salvato
Eccezionale concorso di pubblico;
non si è potuto trovare posto per
tutti nel Tempio. Subito dopo il culto si è costituita l’Assemblea_sinodale; presidente è stato eletto il
prof. V. Viuay, Vice-presidente il
dott. Gustavo Comba.
lituazione dell'opera
/v un titolo che ha un certo saia tre di novità nelle cronache del
Í-0, dove si è più abituati ad un
'maggio tradizionale, che parla
lila spirituale, vita religiosa, atni'i'ii ecclesiastica ecc., espressioni
Imtc che il buon valdese considera
più o meno impropriamente sinonip>c. La relazione della Tavola preirrisce adoprare Tespressiono: situazìOìie deirOpera, e noti a caso ci
sembra, poiché in questo paragrafo
con cui si apre la relazione stessa di
mi costituisce hi pietra angolare, la
Tavola fa il punto dell’Opera, la situa. la colloca nel suo quadro storico, la valuta per quello che essa
■ è.—?r r potrebbe èssere, e de
ve essere nel tempo in cui viviamo.
La ’’situazione” presentata dalla
Tavola non indulge alla retorica, è
severa ed obiettiva: « Da troppo
teuipo abbiamo segnato il passo e
continuiamo a segnarlo, se pur in
qn alche luogo e in qualche modo
n.j ' abbiamo indietreggiato ». Quest c le gravi parole della Relazione
della Tavola che costituiscono, in
qualche modo, la premessa e la conclusione della Relazione stessa e su
cui il Sinodo è invitato a fermarsi
per un esame di coscienza e della
situazione.
La Tavola, infatti, non si limita
ad enunciare delle affermazioni, ma
analizza le cause di questo staio di
co.se che identifica come segue:
«) «... La situazione ambientale
nel seno della quale siamo chiamai
ad operare ». Secondo la Tavola la
nostra opera risente le conseguenze
di quel clima di conformismo spirituale oggi imperante nella nostra patria, che, se evita di ricorrere apertamente all’ intolleranza, cerca nondimeno di soffocare, « circoscrivere,
delimitare le possibilità di una testimonianza evangelica al di fuori dei
nostri luoghi di culti ».
Cdima pesante che, purtroppo, è
spesso un comodo oreiller de paresse
per le nostre parrocchie, chiuse in
se '.fìtesse,
b) « ... Il cristianesimo che pratichiamo è un cristianesimo tradizionale e superficiale e conformista, al
quale manca la potenza delle cose
vive ».
La Tavola è convinta che non si
può trovare alcuna soluzione se non
ritornando alla fonte, e propone;
« Invitiamo Pastori e Consigli di
Chiesa ad impostare per la ripresa
autunnale tutta l’attività in vista di
un serio ritorno alla Bibbià ».
c) « ... Il inostro individualismo
ci nuoce più di quanto non pensiamo ». Con grande... cautela questo
paragrafo della reiasione accenna
alla mancanza di collaborazione ^
forse sarebbe meglio alla anarchia
che regna nel campo della nostra
Chiesa. «. Se la Tavola raccomanda
una iniziativa, questa dovrebbe aver
l’appoggio di tutti ». Per chi non è
esperto nella grande castigatezza del
linguaggio ecclesiastico traduciamo:
’’Quando la Tavola raccomanda una
iniziativa, questa raccoglie le critiche di tutti”.
E analogamente: « Dobbiamo lavorare in équipe, con maggior spirito di disciplina », significa: « Nessuno è disposto a lavorare in équipe, e tutti confondono disciplina con
costrizione ».
La Controrelazione concorda sostanzialmente nelle conclusioni dell’analisi della Tavola, per quanto abbia alcune riserve da fare; per esempio ha l’impressione che non vibri
a sufficienza la nota della speranza
cristiana che pure non è solo un’affermazione di fede, ma è anche sostanziata dall’apporto di molteplici
esperienze- del decorso -anno - di attività.
T.,a discussione, che è molto ampia,
vede numerosi interventi di vari oratori che lumeggiano vari aspetti
del problema. Il pastore U. Bert
della Commissione d’esame, ribadisce le tesi della Commissione stessa,
sulla necessità (M non dimenticare
gli aspetti positivi della nostra opera. In quanto al senso di stanchezza
che paralizzerebbe lo slancio della
nostra fede, il pastore Bert ne vede
l’origine in un naturale senso di delusione, conseguente (die illusioni eccessive del nostro immediato dopoguerra, per cui siamo oggi stupiti
dolorosamente di vedere che le nostre comunità sono più o meno dovunrjue parrocchie nel senso deteriore di questa parola.
Il Moderatore, rispondendo alla
Commissione d’esame, giustifica la
validità dell’impostazione data dalla
Tavola al problema nella sua relazione; pessimismo ed ottimismo sono infatti parole da intendersi con
un certo senso di relatività: chi potrebbe dire quanto pessimismo ci sia
infatti soggiacente ad un certo ottimismo di prammatica? Il fatto stesso che la controrelazione abbia mostrato di considerare come naturale
il fatto che vi siano pastori scoraggiati per un amaro senso di solitudine, altri mossi da consùlerazùmi
personalistiche, altri che continuano
il processo alla generazione precedente, noti si può non considerare
come un sintomo di indiscutibile
gravità; è diffuso il senso che ’’qualcosa non va”; la relazione ha attirato l’attenzione del Sinodo su questo fatto, perchè dal confronto delle
comuni esperienze possa nascere una
indicazione sui rimedi.
Dopo che il Moderatore ha dato
lettura di un messaggio del pastore
Lupo, trattenuto lontmo dal Sinodo
per motivi di salute, messaggio che
si inserisce naturalmente nel corso
della discussione col suo appassionato appello ad uscire dal tradizionale farisaismo valdese, per comprendere che, in definitiva, si tratta, per ciascuno di noi, del suo proprio io, per porsi sul piano della
responsabilità e dell’impegno, il
il prof. G. Gönnet ria inizio ad un
processo di autocritica che si può
condensare con Un’espressione approssimativa: il sistema non va più.
In realtà si tratta di ben 15 punti che
Toratore illustra in forma piana e
che si potrebbero (xmsiderare come
un indice analitico di un volume che
potrebbe intitolarsi;' Sensazioni diffuse. Rieccheggiano così molti temi
cari alle conversazioni che si fanno
su e giù per le Valli e, sembra, anche per la Penisola: Distribuzione
dei pastori senza rapporto con la
consistenza numerica dei membri di
Chiesa (inutile specificare!); numero eccessivo dei trasferimenti; negligenza da parte deif’Amministrazione della (xtrporeità della Chiesa (per
corporeità della Chiesa l’oratore
sembra intendere „1 esigenza dell’azione sociale: problema dei disoccupati; scuole chiuso a Riesi ecc.); oopera assistenziale locale resa quasi
nulla di fronte alle esigenze della
Cassa Culto; ;earaa responsabilità
attribuita €iif bri dei Concistori;
rinvio della costrwàone di locali di
culto; troppi pastori, allontanati dal
campo di lavoro in lttdia; la diaspora trascurata; cattivo funzionamento dell’autonomia •delle Chiese; confusione tra evangsMzzazione e propaganda; cura rffgmime trascurata
per molteplicità incarichi extrapastorali, ecc. !|
Sempre sul "pt&o dedVawtócfitica, alla ricerca delle radici di questo diffuso senso di delusione delle
nostre comunità e di stanchezza degli individui, il prof. G. Miegge fa
luTacuta analisi della ’’crisi” della
predicazione dei nostri tempi, delle
insufficienze del ministero pastorale. Per la stari della nostra vita comunitaria, più che il confronto consueto con Tiattimtà dei movimenti
settari ( maggiore comunicatività,
speranza. Spirito Santo, fede nei carismi), il prof. Miegge ritiene preferibile una spiegazione d’indole so
ciologitm (la costituzione pìccoloborghese della nostra Chiesa e del
nostro corpo pastorale). Un problema complesso che va affrontato nella serena visione della speranza cristiana.
Un intervento del dott. Giorgio
Peyrot tende a chiarire come già il
solo fatto di sentire che c’è un problema che non si può eludere, quando ri constata che c’è qualcòsa che
i laici non capiscono più in quello
che i pastori dicono, autorizza ad un
sano ottimismo, poiché dimostra che
siamo inseriti nella società. A differenza del past. A. Ribet che aveva
negato validità all’autocritica del
prof. G. Gönnet, analizzandone la
contraddittorietà, il dott. G. Peyrot
li raccomanda alla attenzione della
Tavola e sottolinea alcuni aspetti deficitari di questo inserimento della
Chiesa nella società (conversione
sociale, carità ecc.).
Il pastore E. Rostan, L. De Nicola, la Sig.na Bertaglione prospettano ■varie e contrastanti erigerne in
merito alla scarsità dei pastóri in
rapporto alle esigenze locali.
e nella lettura della Bibbia; un altro
invece teme che questa generi (infusione, perchè molte e diffuse sono
già le analoghe pubblicazUmi; un
oratore la . ritiene superflua perchè
non corrispondente alte erigent^e po
ste in luce dalla discussùme; un <dtro ancora la ritiene indispensabile
come reazione alla fobia anti-biblia
della nostra generazione.
In realtà poi tutti sono d’accordo
sul fondo della discussione: bisogna
tornare alla Bibbia, anche se per uno
strano pudore si preferisce non usare
questa espressione. E così ri conclude approvando il seguente o.d.g.:
L’ampio dibattito si avvia ora alla sua naturale conclusione: la proposta della Tavola di impostare tutta l’attività in vista- di irn sericT ritorno (dia Bibbia.
Si tratta quindi di varare un o. d.
g. che condensi i risultati di questo
dibattito; e questo non è mai una
cosa facile per un Sinodo Valdese!
Tanto più che gli o.d.g. hanno dei
commi; uno di questi provoca tutta
una serie di interventi: è opportuno che la Tavola fissi un lezionario
di passi biblici quotidiani? Ed ecco
un oratore sostenere l’utilità di questo lezionario, poiché cosi ri, avrebbe la manifestazione (xmcieta dell’unità della chiesa nella preghiera
Il Sinodo, consapevole della necessità di una intenrificazione della
vita spirituale delle comunità e di
una riconsacrazione di pastori e lairi e ricordando che non è possibile
superare la presente situazione di
incertezza esposta nella relazione
della 2'avola se non inten,sifu>ando
studio e meditazione delle Sacre
Scritture;
a) invita la Tavola a proporre alle Comunità un piano di letture bibliche quotidiane per Tanno 195455, corredcmdole di brevi annotazioni ad uso delle Comunità;
b ) invita pastori e (xmeistori a
. porre questa „esigeinza al centro delta vita ecclesiastica dèi prosrimo unno, nella predicanone domenicale
e, dove possibile, in rumioni settimanali;
c) invita le Commissioni Distrettuali ad organizzare visite di Chiese
o scambi di pulpito per richiamare
energicamente l’attenzione delle Comunità su questo punto;
d) invita infine i direttori dei
giornali a pubblicare, nel corso dell’autunno, un numero speciale dedicato alla presentazione di questo
problema.
11 problema finanziario
Lo scorso Sinodo aveva consacrato
allo studio di un progetto di risanamento finanziario della Chiesa Valdese un lungo e ponderato esame,
in base alle conclusioni di accurate
statistiche ed indagini condotte con
competenza ed amore dalla Commissione d’Esame, di cui il signor
A. Geymonat e prof. M. A. Rollier
erano stati magna pars in questo
campo. Erano stati presentati due
o.d.g. Il primo impegnava le Comunità a raggiungere un aumento di
contribuzioni che permettesse alla
Tavola di fronteggiare le spese di
normale amministrazione (pagamento delle retribuzioni degli operai
della Chiesa); il secondo impegnava
le Comunità ad un’opera intelligente di collaborazione in vista della
costituzione di un fondo di riserva
(o di manovra).
I due o.d.g., come forse qualcuno
ricorda, furono votati con grande
entusiasmo. Chi si permise di avere
([ualche leggero dubbio sulla genui
nità dell’entusiasmo con cui il Sino
do si impegnò, ed impegnò le sin
gole Chiese, nella promessa di prò
cedere senza riserve sul faticoso cam
mino della rinuncia, owerossia del
l’aumento delle contribuzioni, fu tac
ciato di incurabile pessimismo, qua
si quasi di disfattismo. A un anno
di distanza la Tavola riferisce sui
risultati :
« Purtroppo è doloroso notare
che, nonostante l’impegno preso al
Sinodo e rinnovato in sede di Conferenze Distrettuali, la mèta è ben
lungi dall’esser raggiunta. Alcune
Chiese hanno coscienziosamente versato la cifra loro assegnata, alcune
l’hanno anche di poco superata, altre infine non hanno fatto un benché minimo passo innanzi ».
L’azióne « intesa a favorire la raccolta dei titoli in dono per la costituzione del Fondo Titoli di cui al
paragrafo b) dell’art. 10 degli atti
sinodali 1953 non è neppure stata
svolta ».
Molte e svariate sono le ragioni
die si adducono per spiegare questo
stato di cose; ragioni ebe vengono
analizzate dal rapportò della Tavola che, se anche riconosce la fondatezza di alcune obbiezioni, e non
chiude gli occhi di fronte ad evidenti manifestazioni di buona volontà,
non può non concludere con evidente amarezza: « Comunque non possiamo fare a meno di sentirci umiliati. Che dopo tanto parlare e discutere e dopo tante promesse la
Chiesa nel suo insieme non sia riuscita che a fare un aumento di sei
milioni e si trovi ancora tanto al disotto della somma necessaria per gli
assegni ai suoi operai, è chiara dimostrazione che l’impegno non è
stato da tutti sentito con la serietà
che la gravità della situazione richiede ».
Il Sinodo si trova quindi in presenza di un problema che viene esaminato sotto l’aspetto spirituale e finanziario; quest’ultimo è indubbia
mente un riflesso del primo, anche
se è quello che colpisce maggiormente per la crudezza del deficit: la
Chiesa deve fare dei debiti per continuare a vivere. E’ bensì vero che
providentia Dei regitur la Chiesa
Valdese! Ma fino a che punto si ha
diritto di invocare la provvidenza
divina, quando si dimostra la più
elementare incomprensione del proprio dovere di cristiano? Quando
si continua a considerare la Tavola
come una occulta potenza,! capace
di... creare fondi ex nihilo?
La Controrelazione è altrettanto
esplicita nelle sue conclusioni; non
ritiene che sia esatto di dire: il problema è di nuovo davanti al Sinodo, in quanto non vi è altro da dire
che si conferma -quanto ha concluso
il precedente Sinodo; bisogna richiamare gli incoscienti (incoscienti in
senso etimologico); suggerisce una
(ennesima) circolare spiegativa ai
Concistori (con la speranza che venga meditata); esamina poi il bilancio preventivo e consuntivo presentati dalla Tavola dando suggerimenti vari per fronteggiare la grave situazione che è creata dal fatto che
la Tavola deve ricorrqrejroppo spesso a prestiti dalle banche, con aumento pauroso degli interessi passivi.
Il cassiere della Tavola, pastore
Guido Comba, presenta poi i, bilanci consuntivo e preventivo, illustrandone i vari capitoli: l’esposizio(ne
{segue in 3* pagina)
2
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L’ECO DELLE VALLI VALDESI
Da Noi^d a Sud
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IL CAMPO DI LAVORO
Questo paragrafo costituisce, in un
certo senso la logica conseguenza di
quello cui abbiamq dato per titolo:
la Situazione dell’Opera; in un altro senso però ne cos^tmsce Ift premessa, poiché un giudizio sulla situazione dell’Opera è appunto la conclusione che sf trae dall’esame dei
rapporti delle singole comunità. Per
quell’amore che i buoni valdesi nutrono per gli alati dibattiti e le giostre oratorie, il Sinodo è naturalmente spinto, e non da oggi, a trascurare
l’esame dei ” distretti Forse, però quest’anno, si è potuto riscontrare un leggero miglioramento, avendo la Commissione d’esame raccomandato al Sinodo di ferrnare la sua
attenzione sul I e mi IV distretto.
I Distretto
L’esordio della Comm. Distrettuale non è molto consolante: «Il bilancio morale d’un anno di attività ci lascia alquanto insoddisfatti. Si nota
quasi ovunque un rilassamento spirituale che si manifesta in modo particolarmente grave nella frequenza
ai Culti, ma che non è meno doloroso nel campo della liberalità cristiana e in altri settori ». Purtroppo la
realtà non semhramitorizzare altre
conclusioni. Infatti D. Abate traccia
un quadro piuttosto fosco della situazione dette Valli, sul piano spirituale: carenza della cura d’anime-,
irrazionale distribuzione dei pastori,
necessità di creare nuove parrocchie,
ignoranza della Bibbia e della Storia Valdese, diaspora trascurata, problemi connessi al grande sviluppo
dei matrimoni misti. \
Eppure ci sono dei litici anche nelle Valli, osserva il pastore Santini,
che dovrebbero esser mobilitati per
sgravare i pastori da troppi incarichi che rendono difficile l’esplicazione della cura d’anime: il pastore
E. Rostan ha per altro l’impressione che si esageri alquanto contimumdo ad insistere sul tasto del soverchio lavoro dei pastori in genere, e
del I distretto in particolare. A proposito di nuove parrocchie. Costante Costantino desidera sottolineare
il burnì passo atlanti compiuto in vista della creazione di quella di San
Secondo, ne sottolinea l’importanza
e l’urgenza di una soluzione che ha
trovato, nonostante vaile difficoltà
pratiche, l’unanime accordo dei due
Concistori interessati: Pinerolo e Fra.
rostino.
Continua lo spopolamento della
nòstra Valle, lamenta la relazione di
Pramollo. Il prof. Gönnet osserva:
la Chiesa sente questo problema come suo problema? E cosa fa? Conosce quel che si fa oltre Alpi?
Il periodo estivo è stato denso di
lavoro per le numerose visite di comitive di fratelli provenienti dai più
diversi paesi del mondo, riferisce la
relazione di Torre Pellice. Il pastore Santini osserva: giustissimo; ma
cosa fa Torre Pellice per mettere al
Servizio del Signore questa copia di
possibilità turistiche che la storia
dei Padri le offre? Non lii è alcuna
manifestazione culturale e religiosa
che sia testimonianza di fronte a chi
viene fra noi.
Vita normale, attività normale che,
secondo alcuni oratori, sta per esser
turbata. Persecuzione? Risveglio?
Non precisamente. Si tratta solo
del noto ” problema ” dei membri
comunicanti elettori e comunicanti
tout court. Come forse qualche lettore ancora ricorderà la Conferenza
del l distretto aveva domandato con
un .o d. g. al Sinodo che « venga effettuata una indagine sullo stesso argomento presso tutte le assemblee
della Chiesa Valdese », dopo aver
preso atto che il maggior numero
delle parrocchie del I distretto si
erano manifestate contrarie « all’attuale regolamentazione sui membri
elettori ».
Questa domanda provoca una filippica del dott. Q. Peyrot che è recisamente contrario ad estendere questa indagine agli altri distretti, perchè ciò significherebbe dare un riconoscimento ufficiale alia prassi di
violare i regolamenti; in fondo a
questa richiesta egli non vede altro
che ignoranza e incomprensione dei
regolamenti, e ne cita alcuni clamorosi esempi; si augura invece una serie di pubblicazioni illustrative,a carattere popolare. Altro vede invece
il pastore E. Geymet: l’espressione^
di un desiderio di maggiore comunione, l’abolizione di incomprese
cornine fra membri'e membri. E.
Benech mette in rilievo che con questa iniiAaMva si vuol valorizzare Tatto della Confermazione; U prof. Micol, i gravi pericoli che ne possono
derivare sul piano amministratìvo.
Il prof. Valdo Vinay ricorda che il
vero problema è: comunicanti e non
comunicanti (esercizio della disciplina ecclesiastica!), ed il Moderatore è contrario ad una indagine come quella richiesta se prima non si
è proceduto ad un’opera chiarificatrice dei principi della nostra Costituzione e dei Regolamenti. Il sovrintendente R. Nisbet illustra i precedenti di questa richiesta che è rispettosa dell’autorità del Sinodo e
ìion compromette nuUa: sii chiede
solo che il problema venga studiato; teme che un rifiuto puro e semplice da parte del Sinodo produca
u’ia penosa impressione nelle parrot chie. Il Sinodo non sembra commosso da questa eventualità e respinge la richiesta della Conferenza del
I distretto: tutto rimarrà come prima: membri comunicanti e comunicanti j elettori. Una piccola consolazione: si prowederà ad una pubblicazione che conterrà Costituzione,
Statuto, regolamenti; con brevi introduzioni storiche per ogni capitolo. Ogni membro di Chiesa potrà
quindi conoscere e quindi comprendere.
i E’ soaitnamente riincrescevole che
una buona occasione per conoscere
Vabbiano, in questo Sirurdo, troppo
spesso persa i delegati delle Valli e,
perchè no, anche i pastori del primo distretto:, troppi assenti! troppo
saltuaria la presenza! troppo silenzio! A prescindere dal siculo delegato di Torre Pellice, i delegati delle
Valli sono sempre rimasti chiusi in
un dignitoso silenzio. Hanno spesso
in compenso, parlato i delegati laici
del IV distretto, ma in questo caso
la legge della compensazione non
vale, perchè chi tace, purtroppo non
dice niente.
11 Distretto
In questo distretto il problema centrale è quello che, in tutti i dibattiti
di questo dncxlo, toma a far capolino: sempre discusso, sempre fuori
dell’o. d. g., sempre insoluto: la collaborazione laica; in questo caso però sotto il profilo particolare dei:
predicatori laici. Com’è noto la Conferenza del II distretto aveva votato
un o. d. g. auspicante che « il lavoro e la testimonianza laica siano maggiormente inseriti neUa vita della
comunità e nell’ordinamento della
Chiesa Valdese » invitando « Il Sinodo a studiare la istituzione di un
albo di predicatori laici accuratamente preparati ». La Commissione
d’esame per conio suo aveva fatto
alcune riserve sulla formulazione di
questo o. d. g., insistendo sulla opportunità di fornire un adeguato materiale (dispense su argomenti teologici, notiziario evangelistico, manuale, eserditazicni omiletiche) in
vista di un potenziamento della collaborazione laica^ anche ai fini della
predicazione.
La discussione, com’è naturale, esorhita subito dal campo specifico
dei ” predicatori laici ” (e relativo
albo) per investire tutto il campo
della collaborazione laica. Si tratta
infatti, come osserva il prof. G. Gönnet di un problema generate: la í¡estimonianza (collaborazione) laica,
e di una sua particolare manifestazione: le predicazione; egli è d’àvviso che ambedue vanno affrontati e
risolti sul piano locale. Problema
particolare, ribadisce il pastore G.
Girardet che noti ritiene opportuno
di mettere l’accènto sui predicatori
laici; il problemà è diverso in quanto si tratta piuttòsto di far si che i
laici prendano coscienza dei loro doveri, in vista di una reale ed efficace
\X.
collaborazione in seno ai Concistori
e fuori di essi. I due temi in discussione si accavallano continuamente
nella successione degli interventi di
vari oratori. La Si.na Bertagliotti è
convinta che ü problema fondamentale è quello di convincere la gente
a ritornare in Chiesa; il pastore S.
Colucci ritiene superflua la confij^razione giuridica del predicatore laico, perchè l’anziano è naturalmente
predicatore laico; bisogna solo rivalutarne le funzioni. La discussione
si conclude con l’approvazione del
seguente o. d. g.:
Il Sinodo, riferendosi a un ordine
del giorno della Conferenza del II
Distretto, che vuole che il lavoro e
la testimonianza laica siano maggiormente inseriti nella vita della Chiesa, imita laici. Concistori e Pastori
a promuovere tutte le iniziative che
possono volgere a una maggiore efficacia della vita delle nostre comunità, e dà mandato alla Tavola di
appoggiare tale sforzo con misure
adeguate, mettendo a disposiziarte
dei Conci^ori del materiale adatto.
A rendere più evidente la complessità del problema interviene il
prof. G. Gönnet, che rivendica ai
laici anche il diritto (dovere) di partecipare a determinate funzioni ecclesiastiche da cui sono attualmente
esclusi; egli allude in modo specifico alla imposizione delle mani nel
corso della consacrazione al Santo
Ministero dei candidati. Un o. d. g.
in questo senso viene più tardi respinto dal Sinodo.
Ili Distretto
L’esame procede sollecito; nulla
(la segnalare, fino a Cotleferro; il
prof. G. Gönnet prende la parola per
sottolineare la tragica situazione di
questa comunità, raminga di casa in
CMsa; dopoché il Moderatore e il doti.
G. Peyrot hanno fatto il punto della
situazione dal punto di vista giuridico, prospettando soluzioni che non
sono di facile attuazione, un appello viene lanciato dalTing. Girardet
in favore di questa comunità, ai laici del Sinodo perchè diano una pra
Facoltà Valdese di Teologia
Anno accademico
Intensa 1’ attività svolta durante
il 99“ anno accademico della nostra
Facoltà. Le relazioni con Facoltà estere sono state intensificate e vari
professori dà dette Facoltà hanno
recato un prezioso contributo allo
svolgimento dei programmi. Il prof.
Giovanni Miegge, titolare delle cattedre di teologia esegetica dell’A. e
del N. Testamento, è stato invitato
a tenere un corso di teologia riformata al Centro universitario di Bossey e all’Università di Ginevra nei
mesi di gennaio e febbraio del prossimo anno accadctttico. Il dott. G.
Peyrot ha rappresentato la nostra
Facoltà al V Congresso Calvinista
Internazionale a Montpellier, dal 23
al 30 luglio 1953.
Gli studenti sono stati : 4 nel
quarto anno (di cui un metodista);
1 nel terzo anno; cinque nel secondo anno (di cui uno metodista); 5
nel primo anno (di cui uno metodista); ad essi vanno aggiunti 1 studente esterno, 4 candidati all’estero
e 6 candidati in teologia all’opera.
Uin discreto numero, complessivamente 26, di cui 2 signorine; originari delle Valli, ... due; studenti
dall’estero 6.
Le tre sessioni di esami si sono
svolte regolarmente, con risultati
nel complesso buoni.
« Un’intensa attività è stata svolta a beneficio degli studenti e degli
ospiti numerosi », attività che si vorrebbe potenziare ulteriormente « accogliendo in esso studenti evangelici italiani e stranieri anche di altre Facoltà, che dovessero vivere
lontano dalle loro famiglie per frequentare VAteneo romano ».
Situazione finanziaria
E’ sempre preoccupante, nonostante i vari provvedimenti presi;
« le comunità per lo più non hanno risposto ai nostri appelU »•
La controrelazione sull’operato
del Consiglio della Facoltà di Teologia mentre si rallegra dèi buon
andamento dell’anno accademico.
sottolinea alcuni particolari di questo anno: gli ottimi risultati conseguiti dalla prima studentessa che
abbia conseguito la sua licenza teologica. Raccomanda poi che si conservi una dovuta importanza al diploma di maturità classica, come
normale titolo di iscrizione alla nostra Facoltà, considerando i titoli
equipollenti come una eccezione;
che non si sottovaluti l’importanza
di mandare regolarmente nostri studenti in Facoltà teologiche di lingua
francese. La controrelazione prospetta poi alcune riserve in merito
alla Biblioteca ed alle relazioni tra
Tavola e Consiglio di Facoltà che
sembrano esigere una ulteriore chiarificazione sul piano amministrativo
per evitare conflitti di competenza.
In merito al nuovo regolamento, data l’importanza dei principi che sono soggiacenti alla nuova formulazione degli articoli, la Controrelazione propone che il Sinodo ne demandi in via preliminare lo studio
ad una Commissione di cinque membri incaricata di riferire al prossimo
sinodo.
★
La discussione sulla relazione e
controrelazione non ha quest’anno
il consueto stracco andamento accademico. C’è odor di polvere, per intenderci della sacra polvere della Biblioteca: una bella e ricca biblioteca, a disposizione dei professori, degli studenti, degli studiosi romani.
È qui si agita un. po’ la polvere : alcuni pastori vorrebbero che questi
volumi viaggassero, fossero un tesoro di cui può godere, per ragioni
di studio, chi non può andare nella
sala di consultazione di Roma. Il decano-bibliotecario prof. V. Vinay
chiarisce le ragioni pratiche che escludono in modo assoluto questa
possibilità. Il prof. G. Miegge apre
uno spiraglio di speranza accennando alla possibilità di contemplare
casi eccezionali. In merito alla gestione finanziaria ed al deficit con
cui si chiude il presente bilancio della Facoltà, il dott. G. Peyrot sottolinea i lati positivi del bilancio stesso: lo sforzo cioè fatto dal Consiglio
di Facoltà per realizzare economie
e aumentare i proventi; se questo
non è bastato ciò è dovuto, secondo
il dott. G. Peyrot, al fatto che per
quanto si riferisce ad alcuni capitoli del bilancio, il Consiglio della
Facoltà non ha voce in capitolo. Il
Consiglio cioè rivendica l’unicità di
gestione di tutta la parte amministrativa, e la sua autonomia.
Il Sinodo si ritrova sempre, in ultima analisi, di fronte a quello che
costituisce il punctum dolens della
discussione : il nuovo regolametato
proposto dal Consiglio della Facoltà, un articolo del quale (art. 48
comma b) specifica, senza possibilità di ulteriori equivoci: Al Consiglio spettano... b) l’amministrazione degli stabili e del patrimonio.
Perciò la Commissione ritiene opportuno di insistere nel suo o.d.g.,
anche perchè altri articoli destano
la sua perplessità; per es. l’art. 31
in cui si dice, fra l’altro, che « il
dottorato in teologia costituisce ti
tolo per l ’abilitazione all’insegna
mento teologico ». E’ una nuova pras
si, secondo la Commissione, che si
vuole introdurre: i futuri professori
secondo la Commissione, che si vuO'
le introdurre : i futuri professori
della nostra Facoltà potranno ancora essere scelti, come per il passato,
in seno al Corpo pastorale, oppure
questo dottorato costituirà una condizione sine qua non per la nomina
del professore? Questi e altri interrogativi preoccupano la Commissione d’esame che non ritiene possibile
neppure passare all’esame del Regolamento, come già abbiamo detto.
La sacra rabies teologica dà toni
vivaci alla discussione; diversi e contrastanti punti di vista vengono prospettati, ma tutto si conclude con
l’approvazione dell’o.d.g. presentato dalla Commissione d’esame e l’invito a predisporre tempestivamente
per il prossimo Sinodo una relazione chiarificatrice.
La Commissione incaricata dello
studio del nuovo regolamento risulta così composta: Neri Giampiccoli,
Carlo Gay, Giorgio Peyronel, Giorgio Peyrot, Aldo Ribet.
tica testimonianza della loro solidarietà; la sottoscrizione cosi lanciata
permetta di raccogliere una discreta
somma per la costruzione di un locale di culto.
.IV Distretto
Dal Nord siamo arrivati al Mezzogiorno. Esiste nella nostra Chiesa anche un problema del Mezzogiorno?
Secondo la Tavola no; ma a giudicare dalla passione con cui i delegati
del IV distretto si gettano nella lotta
(incruenta e puramente verbale)
sembrerebbe di sì. E forse una dei
meriti di questo dibattito sarà proprio quello di fare avvertiti quanti
sono pensosi dello sviluppo della nostra opera d evangelizzazione, che
anche in questo campo c’è qualcosa
che non va. Vi è cioè nelle comunità del Sud, osserva il prof. V. Vinay.
uno stato d’animo di insoddisfazione che non va trascurato: in questi
ultimi anni il massimo sforzo, anche
finanziario della Tavola Valdese è
stato accentuato nel Centro-Nord
(Tempio di Milano, Stabili di Roma); nessuno discute la necessità di
questa impostazione, ma bisogna
comprendere la delusione dei fratelli del IV distretto che sono angosciati dalla sensazione di una realtà che
li opprime: il carattere di provvisorietà e di insufficienza dei loro locali di culto e l’assenza quasi totale di
locali adeguati per lo sviluppo di
un’opera sociale, senza la quale la
nostra opera non ha respiro.
Sfilano così nomi che da alcuni anni ritornano con insistenza nei dibattiti sinodali: Bari, Taranto, Corato,
Orsara; e nel V distretto. Pachino e
Riesi. Il prof. G. Gönnet, il doti. Di
Gennaro, Tavv. Cericela illustiano
lo spirito e la lettera dell’o. d. g. votato dalla Conferenza del IV distretto che presenta alcune domande precise: istituzione di doposcuola c asili infantili; essi pongono poi in rilievo come non si tratti di investimenti passivi, ma di potenziati: 'iito
di iniziative che si presentano rivche
di promettenti sviluppi; sottotiamno il clima di ” liquidazione ” in
cui le nostre comunità del sud ìyimuì
l’impressione di vivere, e cjuesto proprio mentre da altra parte (e cuti altri mezzi!) si sta cercando di potenziare il mezzogiorno. Per facilitare
lo sviluppo della discussione, il dott.
Di Gennaro presenta un nuovo o. d.
g. che potrebbe essereconsiderato sostitutivo di quello votato dalla Conferenza; pur conservandone lo spirito, ne attenua certe asprezze formali ed introduce un tema nuovo, suggerendo l’istituzione di una Domenica speciale con colletta domenicale in favore delle opere sociali del
Mezzogiorno; l’oratore mette in rilievo il profondo significato che verrebbe ad assumere questa iniziativa
come manifestazione concreta di fattiva solidarietà. La Sig.ra Trobia porta il grido d’angoscia di Pachino dove l’Asilo infantile è stato soffocato.
Altrove, quasi dovunque, le nostre
scuole si son dovute chiudere per
mancanza di mezzi; a Corato il doposcuola vive una grama eslsteitza
tra le insidie delle autorità e la mancanza di mezzi: la semplice e pura
simpatia verbale non basta più. La
Sig.na E. Pons esprime l’interessamento delTA.I.C.E. per l’opera di
Pachino; nella misura delle sue modeste possibilità cercherà di far qualcosa. Dopo un intervento del pastore
A. Ribet che esorta a non creare fallaci illusioni, con collette i cui precedenti non autorizzano a grandi speranze, il Moderatore attira l’ettenzione del Sinodo su quello che costituisce il vero nocciolo della situazione: l’insufficienza dei mezzi di cui
dispone la Tavola, l’impossibilità di
aumentare il deficit.
In sostituzione dell’o. d. g. Di Gennaro, il Sinodo approvß il seguente:
Il Sinodo invita la Tavola a tenere in particolare considerazione nella prossima sistemazione del campo
di lavoro e nella formulazione del
programma di attività del prossimo
anno le particolari esigenze delle
Valli ed in ispecie del Mezzo giorno.
V Distretto
Una lieta nota da segnalare: la co^ munità di Catanzaro (tipo battista)
chiede di essere accolta nel seno della famiglia Valdese. La Conferenza
del V distretto ha già epresso il suo
parere favorevole ed il Sinodo, con
un caldo applauso, approva il seguente o. d. g.:
Il Sinodo, udita la domanda rivolta alla Tavola della Chiesa Evan(segue in 3“ pagina)
3
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
-Í f
Il problema
finanziario
{coìitinuQ dolUi 1* ptiginai
può esser seguita con utilità dai defegati che hanno sott’occhi una documentazione sufficiente. Il dott. Gustavo Ribet, membro laico della Tavola, illustra al Sinodo i criteri che
ispirano la politica finanziaria della
Tavola, particolarmente per quanto
si riferisce al potenziamento e più
razionale sfruttamento del patrimonio immobiliare; dà pure esaurienti spiegazioni sulle ragioni che hanno imposto il doloroso provvedimento del blocco ad ogni nuova costruzione, e sul piano quinquennale di
ammortamento previsto dalla Tavola; condizione pregiudiziale però rimane sempre la realizzazione del
previsto aumento delle contribuzioni, senza il quale tutto il piano minaccia di crollare.
A questo punto c’è uno dei consueti sinodali intermezzi: un allegretto vivace, di proporzioni, tutto
sommato, alquanto fuori misura:
deve il Sinodo approvare esplicitamente i due bilanci presentati dalla
Tavola, oppure deve limitarsi a discuterli? Sottile schermaglia, in cui
i giuristi presenti non si risparmiano i colj)i e fanno sfoggio di brillan!i finte e parate.
La Commissione d’esame ha infatli presentato due o.d.g. di appro
vazione dei suddetti bilanci; il dott.
Giorgio Peyrot sostiene con il consueto acume e copia di argomenti
che il Sinodo discute, ma ntm approva in modo specifico i bilanci;
approva cioè l’operato della Tavola. Il dott. L. Bertolè non gli è da
meno nel dimostrare che il Sinodo
discute ed approva specificatamente i bilanci: si evoca la Costituzione della Chiesa da una parte, si invocano gli Statuti dall’altra.
Terminata la sottile discussione,
senza vincitori nè vinti, si ritorna
a discutere sul merito del problema:
tutti i suggerimenti di risanamento
sono inutili, se le Comunità non si
sentono direttamente impegnate. Un
estremo appello viene quindi rivolto a tutte le comimità perchè raggiungano al più presto la mèta
Il Sinodo, preso atto dellft rispos'.a insufficente delle Chiese al disposto dell’art. 9 degli atti Sinodali 1953, in cui si invita le Comunità
a versare una contribuzione annua
che provveda almeno agli asseffù
degli operai della Chiesa, richiama
le Commissioni Distrettuali e le Comunità tutte alla attuazione integrale di tali disposizioni nel prossimo
esercizio.
Il Sinodo attira pure l’attenzione
delle comunità sulle finalità e costituzione del fondo di manovra; un
appello viene rivolto anche in questo senso. Con questi appelli e tm
ringraziamento agli Amici e Comitati
dei paesi protestanti, al cassiere per
la sua attività, ha termine anche la
discussione di questo paragrafo.
L’nnìone con la Chiesa Metodista
Come forse qualche lettore ricorderà, il Sinodo 1953 aveva votato, al
termine iK un ampio dibattito di cui
il nostro giornale ha dato, a suo tempo, un fedele resoconto, un o.d.g.
in cui, fra l’altro, si affermava:... (il
Sinodo) « invita la Tavola a proseguire le trattative stesse, tenendo
presente il contenuto della controrelazione e le indicazioni della discussione sinodale, per riferirne al
prossimo Sinodo ».
Ossequente al mandato ricevuto,
la Tavola riferisce sugü sviluppi delle trattative stesse.
Il 17 dicembre 1953 a Milano ha
avuto luogo un incontro della Tavola col Comitato permanente della
Chiesa Metodista; incontro che ha
permesso di chiarire come, da parte Metodista, « pregiudiziale fondamentale (è) l’esigenza di un nome
del tutto nuovo da dare alla Chiesa
risultante dall’unione ». In parole
povere: eliminazione del nome (o
aggettivo) Valdese. Nonostante questa pregiudiziale, si è, in quelVincontro, ritenuto di poter continuare
le trattative, e si sono nominate 3
commissioni incaricate di approfondire lo studio di alcuni argomenti
specifici, connessi con l’unione delle due Chiese.
Una seconda riunione ha poi avuto luogo a Roma l’8 giugno 1954.
(Nel frattempo il Sinodo Metodista
28 aprile - 2 maggio, aveva confer
RAPPORTI CON LO STATO
Da alcuni anni quest’argomeinto
( ilorna con insistenza nei resoconti
dei dibattiti sinodali. Le quistioni di
¡irincipio che furono alla base delle
discussioni alcuni anni or sono, sembrano lasciar posto all’esame dell’ap|)licazione delle soluzioni che i Sinodi precedenti hanno sanzionato. Ora
purtroppo lo stato di cose che la Relazione della Tavola prospetta al Sinodo non è dei più soddisfacenti. Il
-.GQ-verua Qppone.un reciso fin de noii
recevoir a tutte le pratiche iniziate
dalla Tavola per ottenere una applicazione « effettiva dell’art. 17 della
Costituzione alle riunioni a caratteri religioso in luogo aperto al pubblico ».,
Per quanto si riferisce alla famose « intese » di cui tanto si è parlato nei Sinodi precedenti cc da realizzufsi col Governo in vista della nuova legge », siamo sempre in alto mare; l’Ufficio Legale della Tavola ha
svolto un ponderoso lavoro per fissare i criteri della impostazione delle suddette intese, « il grado di libertà religiosa dalla Costituzione, le
possibilità di revisione della legge
sui culti ammessi, le indicazioni concernenti le procedure da seguire per
le dette intese ». La Tavola insomma, tramite il suo ufficio Legale, ha
fatto quanto era in suo potere (e
suo dovere) nel quadro delle esigenze dell’applicazione della Costituzione nel campo della libertà religiosa.
Non si è limitata a questo, ma ha
tentato approcci, ha bussato a tutte
le porte, compresa quella del mini
ELEZtONI
Tavola:
Dopo un saluto riconoscente rivolto dal Moderatore al pastore A.
Ribet che non può più esser rieletto
quale membro della Tavola per
compiuto settennio, si procede alle
votazioni che dànno il seguente esito: A. Deodato, Moderatore; R. Nishet (Vice-Moderatore); N. Giampiccoli, G. Mathieu, A. Ricca, sovrintendenti; ing. V. Ravazzini,
dott. Gustavo Ribet, ntembri laici.
Consiglio Facoltà di Teologia:
Vengono rieletti il pastore Mariano Moreschini e dott. G. Peyrot.
Commissione d’Esame della Tavola:
Pastori P. V. Panascia, A. Sbaffi;
supplenti: C. Gay, E. Eynard; Aldo
Ribet, R. Isemburg; supplenti: Giov.
Gönnet, L. De Nicola.
Commissione d’Esame della CfOV :
Pastori G. Bouchard, F, Davite;
laici Abate Domenico, Costante Costantino; supplenti: pastori R. Jahier, E. Rostan; laico S.na E- Pons.
stero degli Interni da cui, in defini
tiva, dipende tutta la quistione. Pur
troj>po i risultati sono dolorosainen
te negativi. E’ bensì vero che non hi
sogna disperare; la vedova non s
stancò di bussare alla porta del giu
dice iniquo; la vedovella non si stan
cò delie ripulse di Traiano, armato,
sul punto di partire per la guerra,
ed ottenne giustizia. Purtroppo si
vede che i nostri ministeri non sono
sede di iniquità e bisognerà aspettare che il capo del governo parta
per la guerra per ottenere giustizia!
Nessun passo avanti, dunque; anzi,
purtroppo, un passo indietro, ed im
passo molto grave, come sintomo del
progressivo imbrigliamento della
libertà religiosa che sembra esser la
mèta del no^iro regime demo-cristiano. Il Ministro degli Interni ha provocato un intervento del Consiglio
di Stato in merito ai criteri informativi della legge che regola Papprovazione governativa « di nomine di ministri di culto evangelici o di trasferimento di residenza dei ministri di
culto approvati ». La tesi della Tavola è stata respinta dal Consiglio
di Stato (f U quale diede recentemente una interpretazione della legge an
cor più restrittiva di quanto non sia
stato fatto per U passato ».
Dopo che la suddetta relazione
della Tavola era stata stampata, si
sono però verificati due fatti nuovi
di cui ha dato comunicazione il dott.
G. Peyrot, dirigente dell’Ufficio Legale della Tavola stessa, nel n. 17
de La Luce. In occasione della discussione del bilancio del Ministero
dell’Interno alla Camera il 1 agosto
l’oii. Rogoni ha illustrato il seguente
o. d. g. : « La Camera invita il Governo a regolare per legge i rapporti
dello Stato con le confessioni acattoliche e, secondo l’art. 8 della Costituzione, sulla base di intese con le
relative rappresentanze. La Camera
afferma a norma degli art. 17 e 19
della Costituzione, che debbono essere garantite effettivamente anche
agli acattolici la libertà di coscienza
e di culto (pubblico o privato, individuale o collettivo) la libertà di propaganda religiosa e di apertura dei
locali di culto pubblico ».
Il 4 agosto, in una seduta della Camera, sempre in sede di esame dei
bilancio del Ministero dell’Interno,
un .ìllro o. d. g. veniva presentato
dagli onorevoli La Malfa, Rozzi, Gian
Carlo Matteotti, di cui ecco il testo:
” La Camera, riaffermando Ut necessità che venga data piena attuatone
all’ordinamento giuridico dello Stato nel più assoluto rispetto dei principi sanciti dalla Costituzione anche
in ordine al libero esercizio dei diversi culti ed alL eguaglianza di tutte
le confessioni religiose dinnanzi alla
legge, invita il Governo: a dare sol
lecite disposizioni agli organi esecutivi centrali c pgriferici perchè
l’esercizio del culto pubblico delle
minoranze religiose Sia assicurato nei
suoi presupposti jondam,entalÌ della
libertà di aprire locali di culto pubblico e della libertà delle riunioni
di culto in luogo aperto al pubblico,
secondo i principi sanciti dagli articoli, 17, 19 e 20 della Costituzione;
ad adoperarsi perchè — in attesa che
siano stabilite le intese di cui all’art.
8 della Costituzione — le disposizioni della fegge 24-6-1929 n. 1159 e
del R. D. 28-2-1930 n. 289, siano interpretate ed applicate nello spirito
del rinnovato clima di libertà religiosa stabilito dalla Costituzione e
ciò segnatamente in merito alla approvazione delle nomine dei ministri
di culto ed ai loro successivi trasferimenti di sede, sveltendo e semplificando le relative procedure ”.
I due fatti nuovi (praticamente si
potrebbe dire: il fatto nuovo) consistono in un formalmente mutato atteggiamento del Ministero dell’Interno: l’on. Sceiba ha infatti dichiarato di accettare questi due o. d. g. sia
pure sotto forma di raccomtmdadoni. Si tratta ora di... aspettare per
vedere se alla forma corrisponderà
una mutata sostanza! L’ampio dibattito sinodale permette a tutti di rendersi conto deU’importaiiza della lotta combattuta in difesa del principio della libertà religiosa, e della
complessità di una situazione i cui
sviluppi si si possono anche troppo
facilmente prevedere, e che impegna
tutti al massimo senso di responsabilità. All’unanimità viene approvato il seguente o. d. g. :
II Smodo, preso atto del perdurare dell’atteggiamento restrittivo delle autorità governative nell’applicazione delle norme che riguardano le
minoranze religiose, nell’attesa della
nuova regolamentazione della materia secondo i principi sanciti dalla
Costituzione, invita la Tavola ad intervenire presso il Governo affinchè
le leggi vigenti siano interpretate ed
applicate nello spirito di libertà stabilito dalla Costituzione, e ciò segnatamente in merito alla libertà
del ministerio pastorale, alla libertà
di apertura dei locali di culto, alla
libertà delle riunioni le quali sono
condizioni essenziali al pieno esercizio delle libertà del culto pubblico.
uMto la sua fedeltà alTideale dell’unione delle due Chiese in vista
’’del potenziamento della evangelizzazione in Italia”). Nel corso di
questo incontro, dopo un esame approfondito delle conclusioni a cui erano giunte te tre commissioni, si
dovette constatare come rimanessero da chiarire due punti d’importanza fondamentale: « a) la questione del nome da dare aRa Chiesa Unita; b) la questione della posizione
giuridica del nuovo Ente ». Una proposta da parte Metodista di chiamare la nuova Chiesa: Chiesa Evangelica Unita (Valdese e Metodista) non
sembra alla Tavola « superare le
difficoltà già messe in evidenza dal
Sinodo dell’almo scorso ».
Per il prossimo ottobre è previsto
a Torre Pellice un Convegno Pastorale Valdese e Metodista.
La Controrelazione esamina con
franchezza l’andamento delle trattative per fare il punto della situazione. Concorda senza riserve con l’impostazione data dalla Tavola; valuta le difficoltà che sono sorte sul
cammino (e che potranno ancora
sorgere) dell’unione (e dell’unificazione) con serena obiettività; ponendo in rilievo alcuni punti acquisiti:
1) si è potuto constatare la sttnilarità delle istituzioni; 2) la nuova proposta metodista in merito al ’’nome” : Chiesa Evangelica Unita (Valdese e Metodista), segna un passo
avanti. Si rallegra particolarmente
la Commissione d’esame dell’attività delle 3 commissioni, di cui porla
la relazione della Tavola e suggerisce che ne venga istituita una quarta: per la conoscenza e l’approfondimento del reciproco apporto di valori. <
Se il problema del ’’nome” sembra aver perso alquanto della sua
virulenza in senso tradizionale e confessionale, non bisogna nascondersi
che esso rimane tuttora aperto con
una certa giavità per i suoi, riflessi
di natura giuridica, che non si posr
sono sottovalutare. Si tratta di un
lavoro, paziente, che può esser lungo
ancora, ma che va compiuto evitando i due pericoli estremi di ridurre
il Valdismo a termine etnico e di
far sparire il Metodismo.
La discussione, in un primo tempo, non si .svolge sulla base della
relazione e contro-relazione, ma in
riferimento ad un facsimile di o.d.g.
presentato dal pastore Carlo Gay,
che prospetta alcuni punti che dovrebbero essere chiariti, in via preliminare, dalla Tavola, prima di
proseguire nelle tmttaéve. Quésto
o.d.g., nelle intenzioni del presentatore, dovrebbe essere considerato
come un contributo positivo e chiarificatore, ma tale non è l’impressione del dott. Giorgio Peyrot che
ha l’impressione che esso potrebbe
esser male interpretato; bisogna evitare pregiudiziali e richieste che
potrebbero esser considerate come
un tentativo di interferire negli «/
fari interni deU’cdtra parte interessata. Si ritorna così alla discussione
sulla base delle conclusioni della relasdone e della controrelazione. Discussione ampia, animata e serena:
si parla francamente dei punti di
frizione e dei malintesi, ma senza
drammatizzare, poiché, come viene
giustamente osservato, l’unità necessariamente comporta rinunzie e sacrifìci, ed il cammino verso quella
mèta non può non esporre uomini
ed Amministrazioni tU pericolo di
equivoci e malintesi. Quello che conta è lo spirito con cui si cammina.
Così udiamo il Moderatore affermare che se si sono posti avanti, da
parte Valdese, altri, problemi, oltre
ed accanto quello del ’’nome”, ciò
è stato fatto per un senso di lealtà
verso gli altri e verso noi stessi. Il
relatore, d'altra parte, pur convinto che il nome ha una importanza
relativa, ritiene che si debba preliminarmente avere un progetto concreto di unificazione sul piano giuridico. Il pastore R. Jahier illustra il
concetto che bisogna creare un clima di unione per,giungere alla tmificazione. Per creare questo clima e
sfatare malintesi, il Moderatore dà
un ampio e minuto resoconto dello
svolgimento delle trattative; chiarisce in modo particolare le ragioni
che hanno consigliato a non discutere dell’argomento sulla nostra
stampa: il famoso ’’segreto” viene
quindi ridotto alle sue giuste proporzioni umane: opportunità di ‘ evitare la pubblicazione di articoli
che avrebbero potuto render più difficile il cammino. Il sovrintenden,te A. Ribet fa quindi un’approfondita analisi dei rapporti ValdesiMetodisti, chiarendo la diversa natura jurídica della Tavola Valdese
e del Comitato Permanente Metodista, connessa con la diversità della
struttura presbiteriana della Chiesa
Valdese e di quella Metodista; ù è
parlato molto di similarità, dimenticando questa diversità; ne sono
quindi nati frizioni e malintesi. Il
punto fondamentale è proprio questo: cercare reciproca comprensione
e crearne i presupposti; compito
detta Tavola, netto sviluppo dette
trattative, è appunto quello di cancellare i malintesi e procedere ulteriormente sulla ria dell’unità: U
Convegno pastorale (a cui il dott.
L. Bertolè vorrebbe venissero invitati anche i laici) dovrebbe essere
uno strumento prezioso in questo
senso. Un vivo applauso sàktta le
conclusioni del don. A. Ribet e l’o.
d. g. seguente:
Il Sinodo, esaminato U rapporto
della Tavola, udita la Commissione
d’Esame, si rallegra per l’ampio sviluppo delle trattative con la Chiesa
Metodista, in vista dèll’Unione delle due Chiese, e dà mandato cMa Tavola di continuare le trattative auspicando una loro felice conclusione.
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TORRE PELLICE
{continua dalla 2« pagina)
gelica Battista di Catanzaro, preso
atto che la medesima ha i requisiti
richiesti dell’art. 2 dei Regohamen.
ti organici, constatato inoltre che e
siste un accordo stipulato tra la Ta
vola Valdese e l’Italian Gospel As
sociation, che ne assicura il finan
ziamento, riconosce la Chiesa di Ca
tanzaro come Chiesa regolarmente
costituita in seno alla Chiesa Valde
se, e, unitamente alla sua diaspora
comprendente la Chiesa in forma
zione di San Pietro Magisano con
l’annesso gruppo di Vincolise, la atti ibuisce al V Distretto.
VI Distretto
Il Sinodo ha il piacere di avere nel
suo seno, quest’anno, due rappresentanti del distretto Rio Pìatense: il
pastore C. A. Griot e la sua compagna. Nella som qualità di delegata di
Colonia Vaidense che è un po’ considerata come la madre delle nostre
comunità diottre Oceano, la Signora
Griot porta i saluti di quella comunità e parla delle sue baci e delle ombre. Il pastore C. A. Griot traccia
un ampio panorama dell’attività che
si svolge in quel éttstretto; alcuni
problemi sono comuni a quelli della
Chiesa Madre, altri sono specifici di
un ambiente dove la massima libertà
religiosa non sembra sempre propizia ad un rinvigorimento di vita spirituale. E’ lieto di sottolineare la ripresa di un interessamento per Fopera di evangelizzazione; illustra la
portata dei piani di celebrazione del
centenario e si augura che essi segnino un rinvigorimento dei legami che
uniscono Chiesa Madre e distretto
RiophUense.
U dott. G. Peyrot ringraria i delegati rioplatend; sottolinea il valore dei legami che ci uniscono, anche
sul piano della difesa della libertà
religiosa; questa realtà detta loro
presenza è già in sè un dono prezioso, mettendo in evidenza il concetto
dell’unità indivisibile della Chiesa
Valdese, dovunque si trovi. La Sig.na
E. Pons sottolinea come questo distretto sia in parecchi campi all’avanguardia e domanda atta Tavola
di esaminare l’opportunità di fondare anche in Italia una Federazione
femminile Valdese. Il Sinodo approva un o. d. g. in cui si raccomanda
la pubblicazione dì un volume che
presenti la storia e la vita delle comunità del VI distretto ai Valdesi
d’Italia e l’invio di una delegazione
che partecipi ufficialmente alle celebrazioni del centenario.
4
E*ECO DELLE VALLI VALDESI
EVANSTON
La seconda assemblea del Consiglio Ecumenico delle Chiese s’è aperta il 15 Agosto in questa graziosa cittadina sulle rive del lago Michigan, con un culto presieduto dal
vescovo metodista G. Bromley Oxnam, uno dei sei presidenti del Consiglio stesso.
Milleseicento delegati, pastori e
laici, uomini e donne, in semplice
giacchetta nera o adorni di variopinti e ricchi paludamenti sacerdotali, rappresentanti 180 milioni di
cristiani ortodossi, anglicani e protestanti e 163 denominazioni provenienti da 48 nazioni dell’Europa,
dell’Asia, dell’Africa, déll’Oceania
e-dell’America, fecero il loro ingresso nella prima chiesa metodista a
due a due, nell’ordine alfabetico
delle nazioni di provenienza.
Impressiva manifestazione d’unità, trasmessa su tutta la rete radiofonica e televisiva nazionale americana.
Delegati d’oltre cortina sedettero
accanto ai delegati delle democrazie
occidentali e insieme cantarono nelle tre lingue ufficiali (inglese, francese, tedesco) l’inno: « In Cristo non
c’è nè Est, nè Ovest ».
Alti dignitari ripeterono insieme
ai delegati recanti sul berretto: « Esercito della salvezza », scritto in inglese, in giapponese e in varie altre
lingue, la preghiera comune a tutta
la Cristianità.
Arcivescovi, solenni, vescovi dalle barbe fluenti, teologi di grido, magistrati e industriali e banchieri si
confusero con umili pastori, con laici.modesti, tutti affratellati dalla comune speranza cristiana.
La nota tematica del predicatore
che fece un forte appello, in favore
della libertà non disgiunta dalla giustizia, fu la formula scaturita dalla
prima assemblea del Consiglio Ecumenico (Amsterdam 1948) : « Noi vogliamo stare insieme ».
La prima seduta plenaria ebbe
luogo nei pomeriggio di quello stesso giorno nell’immensa Me Gaw
Hall. Sul podio d’onore il pastore
francese Marc Boegner, l’arcivescovo di Canterbury, G. F. Fisher, il
venerato presidente onorario John
R. Mott, novantenne, l’arcivescovo
ortodosso Athenagoras, il vescovo americano G. Bromhley Oxnam, il vescovo anglicano G. K. A. Bell, il vescovo luterano Eivind Berggraw e
l’infaticahile pastore olandese W. A.
Visser’t Hooft, segretario generale
del' Consiglio Ecumenico. Nell’as
semhlea si notano figure di vasta ri'
sonanza: l’arcivescovo Brilioth di
Upsala, il vescovo Dibelius di Ber
lino, il prof, ortodosso Florovsky di
New York, il prof. Hromadka di
Praga, l’evangelista Tayohiko Ka
g:awa di Tokio, il prof. Adolfo Kel
lér di Zurigo, il prof. J. A. Mackay
di Princeton, il prof. Pierre Maury
di Parigi, il prof. Reinhold Niebuhr
di New York, il pastore M. Niemoller, i proff. E. Schlink di Eidelberga. Terranee di Edimburgo e Van
Pusen di New York. Non mancano,
fra i delegati, le pastoresse; non manca neanche la candida cuffietta d’una
diaconessa tedesca.
La sera di quella prima laboriosa
giornata, 1’ assemblea si trasferì a
Chicago per partecipare ad un grandioso ricevimento ed assistere alla
rappresentazione d’un dramma sacro eseguito da 300 attori, coadiuvati da un coro di 250 voci, in presenza di 125.000 persone.
* * *
I lavori dureranno 15 giorni, con
un programma estremamente vario.
In armonia con la natura del Consiglio Ecumenico che non è una superchiesa con potere di interferenza
nella dottrina, nella forma di governo o nella vita delle singole chiese,
i delegati, sulla base di studi precedentemente elaborati da commissioni di esperti che riflettono il pensiero delle « giovani » chiese e delle
chiese « storiche », cercheranno i
punti di consenso generale ed esprimeranno il loro accordo ed anche
il loro dissenso in documenti che saranno inviati a tutte le chiese per
un esame ulteriore.
Ogni giorno una parte dei dele
gati studia argomenti dottrinali, al
tri esaminano i metodi migliori di
collaborazione in Vista dell’annnn
zio della speranza cristiana; altri
cercano i mezzi più efficaci che con
sentano alle chiese di adempiere la
loro missione nella vita cristiana.
Non'manca in certi ambienti americani il timore che alcune chiese
europee siano ostili alla democrazia
occidentale. D’altra parte non pochi delegati dell’Europa, dell’Asia
e dell’Africa, dove la ' vita è meno
facile che nell’emisfero occidentale,
sono portati a considerare gli Americani troppo legati al loro sistema
di vita, da alcuni di essi identificato
con la civiltà cristiana.
L’umanismo democratico, l’umanismo scientifico, il marxismo sono
oggetto di viva discussione. Si sente
la necessità di definire il contenuto
della speranza cristiana per il « vec
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è luogo comune e per le nuove terre cristiane dell’Asia e deH’Africa.
Occorre accentuare l’idea del regno di Dio come realtà futura, in
opposizione alTidea del regno di
Dio come realtà presente ed operante nella storia? V’è, qui ed ora, una
speranza cristiana per gli uomini
che soffrono, per la società che fatica e geme, ovvero la speranza è
limitata a una lontana salvezza dell’anima individuale? E’ la speranza
il centro spirituale di gravità di tutte le chiese, adeguatamente espresso
in quest’era atomica? Ecco i gravi
quesiti che stanno di fronte all’assemblea.
Ad Amsterdam le chiese dichiararono di voler « ^are insieme ». Si
tratta ora di fare un passo ulteriore
e di precisare gli scopi di questa
convivenza.
Evanston si chiede se le divisioni
sono legittime, specialmente in seno
alle grandi famiglie confessionali.
Perchè tutti i Riformati non sono
uniti, neanche in imo stesso paese?
Perchè non lo sono le chiese anglicane, le chiese luterane, le chiese
battiate? I motivi di colore o di razza, di stratificazione sociale ed economica, di divergenza poRtica non
possono giustificare la permanenza
delle divisioni.
Molti pensano che sia tramontato
ormai il periodo delle « missioni in
terre pagane ». Si deve parlare piuttosto di evangelizzazione da compiere lontano e vicino, con la collaborazione e lo sforzo tenace di tutte
le chiese. Tutto dì mondo è da evangelizzare, l’Europa non meno dell’Africa e i delegati del Medio Oriente chiedono alle chiese occidentali perchè considerino come campo
missionario i paesi già convertiti dalle Chiese ortodosse e copte deUa
Grecia, della Siria e dell’Egitto.
Evanston deve pronimciarsi sulla
quistione sociale, sulla guerra, sulle'relazioni internazionali, sulle armi atomiche, sui problemi razzigli,
sulla partecipazione del laicato alla
vita della Chiesa, sulla libertà religiosa.
Evanston non potrà dare la risposta adeguata a tutti i quesiti, non
potrà risolvere i problemi. Ma potrà pervenire a conclusioni tali da
costituire una continua e dinamica
ispirazione nella vita della chiesa e
del mondo nei prossimi decenni.
Evanston non è « l’ultima parola ». Con ogni probabilità seguiranno altre assemblee del Consiglio Ecumenico ogni cinque o sei anni,
ora in un continente, ora nell’altro.
Ma se si continua per la via percorsa in questa prima metà del secolo, non c’è dubbio che le chiese
sempre più armonicamente staranno insieme, parleranno insieme, lavoreranno insieme, arricchendosi reciprocamente dei doni e delle esperienze particolari di ognuna di esse
ed esercitando un’azione sempre più
attiva nella vita sociale del mondo
distiano. il .
Alberto Ricca
ha voce delle Comunità
Angrogna (Capoluogo)
Domenica 22 agosto, nel corso della riunione all’aperto ai Pons è stata battezzata
la bambina Malan Vanda di Alfredo e di
Monnet Rina (Pons).
La grazia del Signore circondi ed accom.
pagni sempre questa bambina ed i suoi
genitori.
Domenica 29 agosto, circondati dai loro
figliuoli e dalle loro famiglie il nostro fratello e la nostra sorella Eli c Delfina Odin
del Martel hanno celebrato le loro nozze
d’oro. La Comunità tutta rivolge loro i suoi
fraterni auguri. 11 Signore che fino a questo giorno li ha benedetti voglia benedirli
ancora e sempre. e. a.
R o r à
Il 1 agosto, sotto gli auspici della « Pro
Rorà », è stata inaugurata la nuova sala
delle attività religiose e sociali, sorta nel
centro del villaggio. Il Moderatore della
Chiesa valdese ha presieduto il culto mattutino alla presenza d’una folla di fratelli
e sorelle rorenghi e villeggianti accorse per
la comune adorazione del Signore. Alle 13
nella sala l’agape fraterna organizzata dalle
madri di Rorà e con una novantina di partecipanti è stata un segno di viva e simpatica fraternità, senza distinzioni di rango
e di posizione sociale; i messaggi, intonati
alla circostanza, sono stati particolarmente graditi per i motivi che li hanno ispirati.
Alle 15 il bazar di beneficenza organizzato
dalla comunità villeggiante ha consentito
un simpatico incontro di tutta la comunità
estiva, improntato ad uno spirito di viva
fraternità. Alle 21, la filodrammatica del
circolo di lettura di San Giovanni ha rappresentato con competenza « Serenata al
vento », raccogliendo gli entusiastici applausi dei convenuti.
Un movimento di trecento villeggianti
evangelici nel corso dell’estate ha costituito un indubbio successo per la villeggiatura evangelica rorenga che di anno in anno si rende sempre più interessante e simpatica al tempo stesso. La nuova sala delle
attività ha funzionato regolarmente nel mese di agosto ed ha risposto allo scopo nell’accomunare evangelici e cattolici nel segno della testimonianza dei nostri fratelli
in fede. Ricordiamo gli incontri in montagna : Ciot, Piamprà, Fucine. Costa, Eric;
non dimentichiamo gli incontri serali di
ogni giorno, specialmente del giovedì, con
studi e conversazioni oltremedo interessanti, nonché i culti affollatissimi della domenica. Menzioniamo l’incontro alla «Meil
la» in quel di Piamprà svoltosi in un clima
di fraterna discussione. Le sarete ricreative filmistiche e teatrali sono state molto
apprezzate da tutti nonché la serata ricreativa pisana. Per i culti domenicali mattutini e pomeridiani esprimiamo un grazie
di cuore ai fratelU: Giovanni Gönnet, Giovanni Melile, Cipriano Tourn, Aldo Tourn,
Vittorio Laurora, rev. Craigheat, Giovannini Ferruccio, e Ciro di Gennaro. Ricordiamo ancora l’attività della colonia alpina
In circostanze particolarmente tragiche
é deceduto il fratello Mourglia Giovanni
(Situra) nel mese di luglio amorevolmente
assistito dai suoi negli ultimi giorni. 11 funerale é stato celebrato a Rorà alla presenza d’un cospicuo numero di amici e parenti. 11 Signore consoli la famiglia in lutto.
PERSONALIA
Di un doloroso incidente stradale
sono stati vittime il prof. Attilio falla e la sua compagna; investiti da
un motociclista, hanno dovuto esser
ricoverati all’Ospedale Valdese di
Torre Pellice; mentre le lesioni del
prof. Jalla non presentavano sintomi di particolare gravità, quelle della Signora Jalla risultarono di preoccupante gravità. Esprimiamo al
direttore de II Pellice la nostra viva
simpatia in questa dolorosa prova
che lo colpisce a poca distanza dalla
dipartita della madre.
* * *
Nella luce della speranza cristiana
ha improvvisamente terminato la sua
corsa terrena la Signora Siila Gherardi. Al marito dott. Mario, alla
figlia Pia, esprimiamo la nostra cristiana simpatìa.
concoRSO
Il Comitato Editoriale della Libreria
Claudiana bandisce un concorso per la
pubblicazione dì brevi studi biblici (circa
30 pagine come gli opuscoli della serie polemica già editi dalla Claudiana), su:
a) figure di credenti nella Sacra Scrittura;
b) presentazione di singoli libri della Bibbia;
c) spiegazione e commento dei brani più
importanti della Bibbia; profezie, parabole, discorsi di Gesù, ecc.
I lavori dovranno pervenire alla Libreria Claudiana non oltre il 31 Ottobre prossimo, possibilmente scritti a macchina in
duplice esemplare. Ogni lavoro dev’essere
contraddistinto da uno pseudonimo ripetuto su una busta chiusa, contenente il nome
e l’indicazione dell’autore.
Agli autori dei manoscritti vincitori verrà attribuito un premio di L. 3.000.
La Commissione delle pubblicazioni della Claudiana.
Tempio del Ciabas
Un’adunanza di grande interesse ed attualità avrà luogo, D. v.. Domenica 12 Settembre alle ore quindici (3 pom.).
II Prof. Bruno Revel e il Dott. Giorgio
Peyrot parleranno sul tema:
Ricuperare il senso del sacro
nella vita ecclesiastica.
Caldo invito a tutti.
Direzione e Redazione: Past. Ermanno Rostan - Via dei Mille 1 - Pinerolo - Tel. 2009
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale dì
Pinerolo, con decreto del 27-XI-1950.
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11 27 Agosto in San Germano Gbisone.
Iddio ha improvvisamente richiamato a se
Vanima buona di
Carlo Melile
Ne danno il triste annunzio le sorelle
i.ily Coisson, Augusta Fuhrmann, Carlotta
Wigley e il cognato Adolfo Giampiccoli
con le loro famiglie.
La salma è stata tumulata nella tomba di
famiglia a Torre Pellice il 28 Agosto 1954.
« Beati i puri di cuore perchè
essi vedranno Iddio » (Mali. 5: 8)
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On’amica della nostra Chiesa
Veniamo a conoscenza del decesso di
Soeur Constance Magnenat, che si è spenta
serenamente a Saint Loup, in età dì 91 anni, il 1 Luglio scorso.
Nel 1894 aveva lavorato nell’Ospedale di
Pomaretto, dove rimaneva fino al 1899, e
in quell’anno veniva trasferita a Torino
dove ha lavorato fino al 1914. Molti dei no.
stri vecchi la ricordano, com’essa ricordava
con gioia gli anni trascorsi nei nostri Istituti. Perdiamo in lei uno dei legami che
ha tenuto la nostra Chiesa unita alla Casa
delle diaconesse di Saint Loup per tanti
anni, e inviamo alla memoria di questa
suora il nostro saluto riconoscente.
_____________________________R. N.
Orfanotrofio Valdese
La Direzione dell’Orfanotrofio di Torre
PelHce ringrazia sentitamente le Società di
cucito delle diverse Chiese, e tutte le persone che lianno inviato i loro doni per il
bazar, e quanti hanno inviato dolci o denaro per il buffet organizzato durante la
settimana del Sinodo, a favore dell’Orfanotrofio. Un ringraziamento speciale a tutte le Signore e Signorine addette ai banchi
di beneficenza, nonché alla Direzione del
Convitto Valdese per la loro preziosa collaborazione data in quest’occasione.
Per mancanza di spazio siamo costretti a rimandare al prossimo numero i resoconti del XV agosto a
Prangins e Torre Pellice.
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