1
V V
-»y vy,.
"Anno LXXVII - N. 43
.Pre**o Lire IO
^ tf J , ¿íi' #
Jì»y ^
1 Sped:
TOKRE PKLLICE, 7 IVo\ embrre 1947
iztone in abbonamento postale - J Grappo
>■ «X
fi.
&' 'pe^z- c^'zazAa cixcr i’ci oie-fg^ z>KaKv
oa'fval^i'm'e9iq.tvi"e |¿9e. Etes. 2: s
s.
ELLE VALLI VALDESI
SETTIMANALE
pi
Xa Riforma corjtinua
CHIESA VALDESE
siri sentimenti meno nobili, come
1,’oigoglio di fare da sè ©di una certa
forma di nazionalismo ecclesiastico.
" Non vi conformate a queslo secolo, ma siate
trasformati mediante il rinnovamento della vostra
mente,,. ' . , (Romani 12:;2)
jCa T^iforma continua
Considerare; la Riforma come un fatto storico del passato, come
ima pagina staccata nel grande libro della storia, senza legami! con il
passalo e senza riflcissi neiravvenire, lignifica ignorare la Riforma e
misconoscerne l’inneigabile attualità.
Commemorai'e la Riforma significa, indubbiamente, volgere lo
.'guardo verso il passato, riudire la vóce di quanti hannO' protestato
in favor ¿iella verità, valutare i meriti e gli errori di quel grande movimento spirituale; ma significa anche meditare, sulle ragioni profonde
di una rinascita cristiana nel nostroi tempo, sentire l’esigenzai insopprimibile di una vita religiosa che trovi la sua sorgente nella gloriifì'
cazione del nome di Dio te nell’impegno o nella respoiiisabilità déilla
coscienza individuale di fronte ai diritti di Dio.
La Riforma è stata un necessario ritorno alle pure fonti della
rivelazione biblica ; ma è stata anche un movimento di idee, di ispij’azioni e di volontà proiettato in avanti nei secoli:
Non è possibile rinchiudiere le grandi affermazioni della Riforma
entro i limiti di una ristretta cornice storica; esse trascendoiuo quei
limiti e si pregentaiio a noi come un perenne richiamo ad una più
consapevole fedeltà a Dio, nella- quotidiana testimonianza della fedte
e della vita. '
Xa ì{Ìforma continua
Xa J^iforwa contìnua
Xa Ì{iforma continua
ERMANNO ROSTAN.
Alessandro Vinet ha affemiato l’esigenza di ima «riforma della
Riforma)); eppiue Vinet non è colpevole di incomprensione verso il
movimento spirituale del XVI secolo. Ma, perchè i Riformatori non
wno.sempre riusciti a mantenérsi senza errare sul terreno della rivelazione biblica e perchè la Chiesa non è stata sempre capace di seguirli quando ai sono sforzati di essere i coraggiosi assertori della
verità, la Riforma continua, t
Continua sui terreno' della fede- La Chiesa Protestante^ non ha la
prerogativa dell’infallibilità e non ci tiene adì averla. Non si erge ad
interprete infallibile deUa Sacra Scrittura. Essa riconosce i propri
cirori e le proprie contaminazioni.
Ma, l’anelito alla riforma, attraverso ad un continuo' riesame delle
proprie posizioni dottiinali, spinge la Cliieaa ad una rinnovata e più
fedele adesione al messaggio i^eil Vangelo, unico fondamento sÌQuro
della fede, ed allo spirito di Gesù Cristo, vero Capo del corpo, cioè
della Chiesa.
«/d(Kio è spirito e quelli che Vadorano, bisogna che t’adorinoi in
spirito e verità y>. La Riforma non è soltanto l’affermazione teorica
della ìnterioiità e della spiritualità della fede: è anche l’affermazione
che oggi, nel nostro tempo, la fedSe djei singoli e della Chiesa deve
diventare interiore e apirittiale in un processo di liberaziome da tutto
ciò che la deturpa e la cori-ompe
Continua sul terreno della vita e dell’azione pratica. Sai te.iTen<v del costiune morale.
Per i Riormatori la vita deve essere un culto offerto a Dio, un
servizio reso al Signore. ‘Dici Protestantesimo, il nemico è il auietismo. la soddisfazione del raggiunto, il riposo nella propria imperfezione e nel proprio orgoglio spirituale.
11 protestante non può essere im arrivato; nessuno di noi Ìt'3 raggiunto il traguardo della beatitudine e della santità. Viviamo ogni
giorno del perdono di Dio e (^olla grazia di Dio, come dèi pane quotidiano. Ma non jiossiamo non sentire anche oggi l’esigeinza di una
vita morale rinnóvata, riformata, restaurata, a Non vi Qonfornmtk a
questo secolo, ma sHate trasiormati mediante il rinnovamento della
vostra mente ». — « Dio ci ha chiamati non a impitrità, ma a santificazione ». « Conduceteti con timore durante' il tempo dèi voslro
pellegrinag^o »: la riforma continua, nei singoli individùi, nell© famiglie, nella società.
I Protestanti non sono escju&i dalla riforma della vita morale.
Credere di essere naturalmente superiori agli altri, è orgoglio; vivere
sili patrimonio dfel passato e rifiutarci c(i esaminare, di coEtreggere, di
disciplinare la nostra vita, è stoltezaea.
Le sue affermazioni hanno un valore di attualità neU’odierno disorientamento degli spiriti, uell’o^*'eima materialità della vita.
Il suo richiamo non può lasciarei indifferenti. Se esso riesce a
turbare ì nostri sonni, è soltanto per farei prendere ooscietma delle
nostre responsabilità e per aiutarci a rispondere, con maggiore coerenza di fede e di vita, alla vocazione che il Signore ci rivolge
<^CET IN TEV^
Situazione finanziaria
L’Eco delle V^alli n. 40 del 17 ottobre riiejencb sulle risultanze della
Conferenza distrettuale del I Distretto, ha fatto al Oli ne molto appropriate considerazioni sulle difficoltà finanziare della nostra Chiesa, causate specialmente dàR’atteggiamento
di una parte dei suoi membri che
trovano porfettamente naturale di ricevere aiuti per le attività ecelesi.astichle, ma Uon sanno adeguale le
loro contribuzioni al diverso potere
di acquisto della moneta che per le
sostanze l'alimientari, eisiig© dhie oggi
per ottenere il medesimo risultato si
contribuisca .93 volte più che nel
1939.
Infatti, se è vero che i nostri cO'i“^
religionari eli tutto il mondo sentono
il bisogno religioso di aiutare le piccole chiese sorelle, questo non è dal
punto di vista cristiano, motivo di umiliazione per noi perchè non è l’aivito fraterno fra cristiani che oi deve
umiliare, perchè pióveniente da chi.
non è membro della nostra Chiesa;
ma è umiliante per noi che noi non
abbiamo lo stesso sentimento di fraterna collaborazione' che djrwrehbe
spingerci non solo' a bastare coi nostri contributi alle necessità della no'
.stia Chiesa, ma ad aiutare, putacaso,
una piccola Chiesa sperdùta lontano
nel mondo in oima a un paesello delrAùstralia, come deve necessariamente apparire agli altri altrettanto
lontani, la nostra piccola fchiesa
valdese.
Nous ne devons pas aller chercher Dieu dans les temples; nous
devons l’y apporter; nous devons
nous-mêmes, être des temples du
Saint-Esprit. La source de la vie
n’est pas en nous-mêmes, elle est
en Dieu; et dès que nous cessons
d’y puiser, par la prière, par la
lecture et la méditation, nous
nous trouvons secs et arides. Il
en est comme d’une prairie sur I e
penchant d’une montagne, exposée
au soleil et dans un terrain sablonneux: qu’on cesse d’y conduire de l’eau, clic sèche et languit.
Félix Neff
Nel suo articolo il relatore si è
valso, comé em logico, per convincere i membri di Chiesa ad aumentare
le loro contribuzioni, anche dei no
Se- noi sentissimo - questa stessa Solidarietà cristiania, non già l’orgoglio
.autoisufficient© di fare da sè, ma la
gioia di aiutare il fratello, certo non
ci mancherebbe la forza di sostenere
anche la nostra piccola Chie.sa.
E.’R.
Se soumettre journellement au contrôle du Christ, en lui découvrant
rétài de son coeur; se repentir chaque
ôur et recevoir un renouvellement de
a grâce, en méditant sur ce qu il en
a coulé à Jésus-Christ; commencer
sa journée dans la reconnaissance,
sachant que jusqu’au soir on pourra
la lui prouver par de bonnes oeuvres,
- c'est vraiment croire et avoir la vie
éternelle, AI. LUTHER
TEODORO BALM A
Si rimiprovera tuttoira alila Riforma
protestante di avere rotto l’un.ità del
mondo cristiano; e si affermia oh© pertanto a lei spetti di rioompoirla, sotto
form'a di ritorno airunione con l’altra
metà de'lla cristianità, i] Gattolioesi'mo
Romìaino.
ICn S. 0, S- sulla storia dell’uomo — Un
dono cì\e non costa nulla — giustificati ' e
santi—Un T{egno che non è di questo mondo
Tutto sta .a vedere sei non ci siano
dei miotivi potenti, essenziali, che hanno fomentato la separazione dell XVI
secolo, e che ogigi anioora giusti'fìèano,
più Che mai, resistenza di una Ohiesa
©viangelipa accanto alta Ohiesa cattoILooiTomana. Oira è appuinto. resposdzione succiinta di questi motivi ohe fa l’oggetto delle presènti righe.
1 -- Un S. O. 'S. sulla storia
deiruomo
Il primo dei motivi anzlidletti concerne l’uomo, la sua natura, la sua caduta.
Per ila Ohiesa cattolica, Db ha pneato l’uoimo perfetto, e lo ha fornito) della sua igrazia infusa. Pertanto, la caduta
non può essere supremamente grave :
è un infortunio, nel quale l’uomo ha
perduto talune prerogative, ma non la
grazia infusa. Per tal modo, egli può
ancora rMievarsi e tornar© al Padre, facendo appelio a quanto di buono rimane ancona in lui.
Per noi, Tuomo non è stato orbito
perfetto — come un oggetto maleriaile,
senza incrinatuire, senza disfuniziioni
organiche —- mia con la volontà, con
l’andito alla perfezione. La oadiuta,
lungi dalTessere un inifortunio sul lavoro, è stata una disubbidienza morale
vera e propria, 'ed 'ha piombato l’uomo
al più basso gradino ohe si possa immaginare. Egli ha cosi perduto tutto :
Ponorabilità, la liibertà morale, la libera volontà, k facoltà di determinlarsi
nel bene in modo autonomo, e così vìa.
Sono qui di frante due dottrine, ohe
contrastano l’una con l’altra : l’in&rmifà contro la corruzione fondamentale, la ■caduta da alto (ma non troppo in'
basso) contro la caduta fino aH’ttoisso,
la perdita di alcune cose contro il naufiraigio e la perdita di tutto!
La prima opinione può anche essere
iracoraggianite, e può costituire anzi una spinta energica verso 'quel «selfhdlf » di smilesiana memoria ; rrta praticamente essa costituisce il primo e
più grave- colpo di sabotaggio aM’opera
di Gesù Oristo. Infatti, se l’uomo ha
ancora a sua disposizione una riserva
di f'Oirze moriali per redimersi, a quale
scopp 51 Oristo è miottito iper lu|i' in
croce? La seéoinda opinione, invece, è
assai più 'pessimistica, ma corrisponde
alla realtà ed è appoggiata dalla esperienza universale.
Se poi, dallla teoria, si guarderà agli
effetti 'prodotti nella attuaziion'e pratica
da tali opinioni, si osserverà facilmente
ohe la prima di esse ha intorpidito le
anime intornio al senso ed alla gravità
dèi peccato ; mentre la aècondà ha suo. nato rallarme, ll’S.O.S. per la irreparabile gravità della' satuazione!
2 ■ Un dono che non costa
nulla
Uno' dei punti oardinaili del 'pensiero
protestante è l’affermadonè della salvezza delTuomo mediante la grazia.
'Queste parole —< salvezza per grazia — non bapino, crediamo, bisogno di
spiogarionè : esse ci sono sufficientemente familiari. Ci limitiamo ad alcune osservazioni.
1) Anéhe k Chiesa cattolica parla di
salvezza per grazia ma, oontemiporaneamente, essa eisalta la collaborazione umano^'ivina. Noi, con rapostolo
Paolo, didamo invece : c( se è per grazia ohe l’uomo è sìilvato, non: è più
per opere, affinchè egli non si glorii ».
Per noi, le opere escludono cioè, la
grazia, e viceversa. Tertium non daitur ;
la coesistenza delle due, in funzione
iredentivà © lcorredièln'tiv|a|, non è nè
logica, nè morale, nè teologica.
■E ohe ila nostra opinione sia valida,
vien 'confermato dal fatto che, nella
coesistenza della grazia con le opere,
una sola delle due è sempre quella che
ci rimette : la grazia di Dio, rìd'Otia allora a ben meschina parodia.
2) La salvezza divinai non è «dovuta ». Iddio non si è impegnato 'a sailvare l’umanità. Volltaire ha detto di
Lui : « c’est son métier » (de sauver et
de pardonner). Non è vero. Non è dovere di Dio òhe l’umanità sia ^Ivata.
Ed anche ti dono di 'Cristo costituisce perciò «pura grazia».
Tutto rEvanigelo di Gesù Cristo pone ru'omo davanti a Db 'nella condizìom di un debito're insolvibile.
3) 11 diritto 'Ohe ci sarebbe, se non ci
fosse la salvezza per grazia, sarebbe
quest’antro : la Qondanna! Che cosa abbiamo meritato, con 'i nostri peccati, se
P'On la condanna e la mortè ?
'Chi crede alla salvezza per grazia,
afferma perciò che la miseriicordiia di
Dio, che ha tolto la condainna meritata
che gravava su di lui a motivo dei suoi
peooa'tì, è pira grazia, perdono cui non
fa da èontroparte alcun credito umano.
4) La condanna e la morte meritate
dal peccatore possono esse 'tornar© ad
essere una realtà ?
Sì, certamente, se noi disprezziamo
lo Spirito.
La Chiesa cattolica, che minaccia ai
suoi aderenti 1© 'fiamme orribili delrinfeimo, ha poi il purgatorio, ohe neutralizza quelle flamnie, e che è costruito su una logica ridicola. Per noi.
Che non abbiamo il purgatorio (che troviamo antìlogico perchè esso è^antibifcontinua in 3 pagina)
2
~
L'ECO DEI LE VALLI VALDESI
DA Ó
^ : g '
p ig A V i @
L’égllse d
XX
Nous n’avons que deux Eglises régulèrement consdtuées e^' Argentine : Iris
et Belgrasu). Entre -les deux, une distance
de 1500 kms. Je pars d© Colonia Iris pour
Colonia Belgrano. Etape à Buenos Aires
où je jouis, pendant quelques jours, de
l’hospitalité fraternelû© d© M. Aldo Rocchi.
Les Méthodistes*ont plusieurs Eglises
dans rimmense capitale de l’Argentine. J©
prêche dans l’Eglise Centrale. Je préside
un culte aussi à l’Eglise de' langue française et j’ai deux réunions avec le groupe
des Vaudois de Buenos Aires, qu’on, réunit difflcilement à cause des distances énor, M.' Clément Beux s’occupe d’eux a
vec amour. Je visite la Faculté de théologie, accompagné par le doyen, -prof. Stockwell. C’est un grand bel édifice qui acculile les étudiants de deux ou trois dénominations évangéliques. C’est là aussi
que se -préparent nos étudiants vaudois de
l’Uruguay et de l’Argentine. En ce moment nous en avons 4 : Riccardo Ribeira,
Mario Bertînat, Daiy Pjprrachot^^ Nestor
Rostan. Je visite M. Gustave Malan, directeur général d© la «Cinzano» pour l'Amérique du Sud. M. Alexandre Parise^ propriétaire d’une igranide usine, et j’aj aussi
le plaisir de revoir, ap«^s 16 ans, le dr.
Mario' Jahier qui occupe une positicm de
premier ordre dans -les industries FIAT de
l’Argentine. II y a des centaines de Vau- '
dois dans la régira de Buenos Aires. Quelques uns se rattachent à une des nombreuses églises évamgéHques de la zone,
d autres se perdent. Aurons-nous -un jour
;Une Eglise Vaudoise dans cette capitale ?
Les éléments ne manqueraient pas, mais
% 'diaptelnsfon ikfe fcmipêohe praliiquenieni<
de se réunir.
En voyage
Je reprends mon voyage : '500 kms. à
travers les plaines fertites de Santa Fè. J’arrive à la gare de 'Rigby. Une^ délégation de
l’Eglise de Belgrano m’attend. Encore une
vingtaine de kms. en auto. Me voici finalement à destination. Je suis couvert de
poussière, je suis fiaigué. ,«I1 est six heures», dis-je à mon collègue. «J© me rafraîchis un brin, je soupe et puis, si vous pei‘mettez. je m’en vais au Ht ». - «C’est que,
répond celui-ci timidement, j’ai .annoncé u.
ne conférence à huit heures, et le temple
va se-remplir...» Le lendemiin autres 350
kms pour atteindre la ville d© Cordoba.
C’est içi qu© le hazard me fait découvrir
Henri Ricca, originaire de là Garslnera de
Angrogne, qu© j’avais en vain cherché à
Buenos Ayres. Il est cuisinier dans un hôtel de cette grande ville. Le coitderge d©
ce -même -hôtel est aussi un vaudois : Silvio
Poet, émigré du Pçrrier <Grangettes) en
1927. A Rio Primero, 60 kms. de Cordoba,
je tiens une réunion. Des vaudois établis à
50 Icms. de distance y accourent. C’est ainsi que je -puis saluer Francois Grill (Bouvil) et sa femme Marguerite Ferrier (Pomeifrè) émigré© en 1913; Mar;« Richard
feu Francois {Frali), veuve Constantin, venue à l’âge de 8 ans; fean Costantino, fils
de la précédente; Louis Toscano, émigré '
de La Tour à l’âge de 17 ans; a traversé
7 fois l’Océan; trois frères Robert (Auguste, Henri, Jean Pierre) de la Caetera de Saint-Jean; C, A. Bonnei, ê.
migré de la ‘Pounsa de Saint Jean en 1923.
J© reste trois jours dans la ville de Cordoba (400.000 hab.) et alentours; je pousse
jusqu’à Villa AUende pour y visiter une
veuve Jahier et sa fille, puis je refais mes
350 kms. pour rentrer à Belgrano,
Quelle est l’origine de cette ^ise? En
1857 la Compagnie Suisse (Bâle) de colonisation «Beck y Herzoug» obtint du gouvernement de Santa Fè un vaste territoire
dans la région de San CarJos. Par le moyen de -la presse et. d’agents qui pareoururent la Suisse et le nord de ITta-lie, la
compagnie fit connaître les avantages d’une oeuvre de colonisation en Argentin©. En
18,58 partaient les premiers émigrants suisses. La nouvelle -parvint aux Vallées et en
1860 plusieurs familles, surtout du Val S.
Martin, partirent à leur tour. Ces familles
s’établirent dans la colonie de San Carlos.
Au bout de queques années et précisément
en 1882, un certain nombre de vaudois.
s’établirent à une cinquantine de kms. au
sud de San Carlos, dans la nouvelle colonie
de Belgrano..
B Beigrano!
La nouvelle colonie
Il iparait que le propriétaire de la région
(M. Froîlan Ortiz) désirait avoir des italiens pour travailler ses terres et, pour les
attirer, il donna à la colonie un nom qui
révélât la valeur de ses produits : Bel-grano-! La colonie se développa. La communauté vaudoise s’organisa et construisit en
1890 Un local qui devait servir comme ècole et comme temple. En cette même année la Table envoya le premier régént-évangéliste : M. Achille Monnet. Celui-ci
Ji’exerça son ministère que pendant 6
mois, II eut comme successeur M, Barthélemy Gilles qui partit -pour San Gustavo après une seule année de travail. Les vaudois de Colonia BeJgnano demandèrent alors un 'pasteur à la Table. Celle-ci envoya
le pasteur Henri Beux qui prit la direction
de l’Eglise en 1895. Il fut le premier pas-teur de la nouvelle église àu sein de la-.
quelle il exerça un ministère de 27 ans.
Ses successeurs furent : l’évangéliste C.A.
Arnoület (1923-1927); le pasteur Lévy Tron
(1927-1933);. l’évangéliste Eraldo Lageard
(1933); l’évangéliste C. A. Griot qui dirige
l’Eglise depuis 1934. En 1937 l’Eglise
construisît, entièrement à ses frais, un nouveau Temple. L© centre de la communauté
est à Belgrano, mais il y a des groupes importants à San Carlos, à Rigby, à Canada
Rosquin, à Calvez, à WHdermuth. Je visite tous les groupes et salue entre autres
■Jean Mangiaut feu Jean, venu de Ricla-ret
iComba Carino) en 1879, à l’âge de 5 ans ;
Madeleine Tourn feu J, D.. veuve Morel,
émigrée de Rorà à l’âge de 10 ans; Marie
Peyronei, veuve Joël Bounous, émigrée du
Tru^and de Riclaret avec cinq enfants; un
sixième naquit à bord du bateau; Abraham
Tron d'Henri, émigré d© Villesèche en
1927; Abraham Tron feu Paul, Abraham
Costantino; Alexandrîne Sinquet née Bounous venue de Riclaret (Comba Carino) en
1900 à l’âge de 9 ans ; François Ferrier émigré à 22 ans de Pomeifrè (Perrier); les
frères Jacques, Jean, Emile Mangiaut feu
Jacques, oriigi-naires de Riclaret; Jean Menusan, émigré en 1913 du Ferrier (Traverse).
I.a communauté -de-Belgrano se distingue des autres communautés vaudoises de
l’Amérique d-u Sud étant formée d’éléments
d’origines italienne, suisse, allemande,
française. Les suisses^ surtout suisses allemands, sont très nombreux. C’est ainsi
que nous avons des Stiefel. des Huber,, des
Tschopp, -des Lang, des Benz, -des Zaugg,
des Wut-hwich, des Wdhmuller, des Stettler, des Scihneide-r. des Blaser, des Haem.
merly, -des 21eller, des Lentert, des Ramseyer, des Klenzi, des Vflkart, des Reutljnger. des Ehersom, -etc. Les Vaudois euxmêmes sont en majorité originaires de Viliesèche et du Perrier. C’est surtout des
Tron, des Bounous, des Peyronei, des Poet,
des Caydou. des Gàndiol, -des Mangiaut,
des Crill. II y aussT'des Bertînat. des Long,
des Costabel, des Micol, -des Arias, des
Bertolé, des Ciàcomino, des Sinquet. T. a
zone de Belgrano est en outre peuplé© par
une quantité de piém-ontais, fife d’émigrés
la plupart, qui ont cependant conservé leur
dialect plus que les vaudois. Aussi n'est-il
pas rare d’entrer dans un magazin et d’y
entendre du pur -piémontais. ' On nous disait même, avec un peu d’exagération sans
doute, que quelques uns ici pensent que le
piémontais est la langue... indi-gène du
-pays. Ma visite à Belgrano est terminée.
J'ai désorm-ais visité toutes nos Eglises
constituées. Restent les disséminés du
Nord de l’Argentine. En voyage pour San
Gustavo, le groupe plus important des disséminés. ALB. RICCA.
L’église de Sai% Gustavo
XXI
Je reuioïite en bateau le granri
fleuve Paraná iuaju’à la vil]© de La
Paz. C St e il' aoàt ■ le {iniileinps
^t là. Déjà les ju cîiers coiiiiiiciicent à fleurir et les arbres à se couvrir de feuilles nouvelles. L’hiver a
éite assez long. Juillet, en particulier, a été froid. C’est la première
fois die ma vie que j’ai dû mettre le
palétot en ce mois! Maintenant encore les nuits sont rigides et les près
se couvrent de blanche gelée. Dans
les immenses p-rairies de l’Argentine
je vois dles milliers de corps de chevaux, de vaches, de veaux, de brebis, d’agneaux, tués par le froid et
la faun- Les chiens et les oiseaux de
proie se nourrissent !
J’arrive à La Paz à 3 h- 30 du matin. Heure pas commode pour arriver dans une ville incoiimue. J’ai l’adresse du docteur Lévi Garnier, mais
je n’irai frapper à sa porte qu’à 9
hem-es. Nous partons en auto. A peine 25 km nous séparent de la colonie San Gustava. Le paysage est varié. le terrain fertile. Il y a encore dé
vastes régions incultes où prospèrent
les bois sauvages : nanduhay, algarroba, quebracho, aromo; grande
quantité d’oiseaux, beaucoup de perdrix et de lièvres.
La colonie de San Gustavo (ainsi
appelée du nom de l’ing. Gustavo
Sehuooklus qui fractionna ©t mesun
le terrain) se trouve au nor.l de la
Province d’Bntre Rios. (Les provinces de l’ATgentine sont des Etats).
File fut fondj^ par une Compagnie
belge de colonisation en 1889 et reconnue par le Gouverneur de la Piocinee. Elle est formée par des russes, d«i allemands, d!¿ Italiens et
des Vaudois
Les premières familles
Le premier vaudois qui s’établit à
San Gustavo fut Jean Baroljn, en
1891. Il avait déjà travaillé dans
d’autres régions de l’Argentine où il
avait émigré en 1888 du Villar (Palet). Au c<^r8 des années suivantes
d’autres ViMarencs (Barolin, Garnier)
partirent pour Sap Gustavo. En 1899
le colporteur Jean Barolin Pontet
demanda ^lu Synode de collaborer au
développement de la colonie en aoheminant vers ces régions l’émigration vaudoise. Le Synode de cette
même année chargea le pasteur C.
A. Tron de s’occuper de la chose et
autorisa les paroisses des Vallées à
faire connaître les avanlagesi d’une émigration à San Gustavo. En 1900
et .1901 plusieurs familles partirent
surtout du Villar: les frères Gantier
(Uchiare), Timothée Garnier (Mey,net), Joseiph Niaoht (Mausa), David
Alborea (Rùà), Etienne Jemavel, Esaie Barolin, Jean CataMn, Joseph
Michelin (Bessé), et du Val Cluson
partirent Henri Genre, Joël Bounous, Frédéric Revel. Quelques-ims
après un séjour à San Gustavo, s’établirent dans d’autres piuvinoes de
l’Argentine.
Le premier pasteur qui visita la
Colonie fui M. Henri Tron du Vilfar,
en 1899- Il avait été délégué par la
Table à visiter nos vaudo-is dù Sud
Amér-ique. Et San Gustavo était un
qua rtier de sa paroisse ! un quartier
un peu éloigné mais où il retrouvait
les familles parties des Meynet, de
la Mausa, été. An cours des amiées
suivantes le groupe fut visité par les
pasteurs vaudois de Belgrano et de
l’Uruguay et aussi par des laïques
qui chaque année faisaient des tournées de deux ou trois mois dans 1©
nord de l’Argentine pour la visite
des disséminés.
En 1916 la Communauté construisit une chapelle et une salle pour l’école et les activitCB de la jeunesse.
Eit 1930 une maison pastorale fu bâti© dans l’espoir d’avoir un régentévangéliste. Cet espoir, hélas, ne
put se réaliser, à part les quelques
mois de résidence de l’évangéliste
EHo Maggi. Nous avons donc ici une communauté vaudoise qui a cinquante ans d’éxistence, qui est foimée actuellement par un© soixantaine de familles, qui a plus de 150 enfants à l’Ecole dû Dimanche, a son
Union de la jeunesse, -sa Liga femenina, ses cultes chaque dimanche et
même une oeuvre d’évangélisation
à Villa San Gustavo où j’ai parlé
moi-même à des nègres, des métis,
des (ondios», des espagnols: et cette
Eglise n’a jamais eu un pasteiu-.
Je passe deux dinranches à San
Gustavo. Je convoque deux fois Je
Consistoire, une fois l’Assemblée de
l’Eglise. Nos frères ne demandent
pas un pasteur à résidence fixe, ils
se cointenteraient d© la présence d’un
jjasteiir pendant trois ou quatre
mois, surtout pour la préiparation
des catéchumènes. Je ne puis qu’admirer nos frères de San Gustavo.
Quoi qu’on en dSse. le vieux tronc
de l’Eglise des VaUées est encore
sain et vigom-eux s’il peut donner de
tels rejetons! Dommage que même
à San Gustavo quelques familles se
soient séparées d© l’Eglise. a San
Gustavo c’e-st le Vîllar » - nie disait
M. Louis Jourdan. En effet il ne
manque même pas le petit "'local de
réunion des « Frères », qui n’ont
aucun rapport réligieux avec les autres vaudois,
Vaudois
de la vieille roche
La Communauté vaudoise s’étend
sur un rayon de 25 km. Elle est divisée en trois sections: Centre, Arroyo Houdo, Pantanoso. J’adresse
plusieurs fois la parole à l’Eglise de
San Gustavo, nous célébrons la Sainte Cène, je baptise une série d’enfants. Les vaudois venus des valléee
ne sont plus nombreux. L’âme de la
Communauté est M- David Garnier
feu Jean Pierre, né en 1874 au Villar, émigré en 1897. Fondateur et
animateur de l’Eglise,-il en est le
véritable pasteur. C’est lui qui, -avec
la collaboration d’autres laïques,
préside les. cultes chaque dimanche,
donne l’instruction religieuse aux catéchumènes et veille sur la Communauté. Avec lui j’ai visité la Colonie. Malgré ses 73 ans il pilote son
auto avec une maîtrise -absolu© die
jour et même de nuit, stu- les belles
routes qui traversent les champs
verdoyants de lin, comme sur les
chemins difficiles gui pénètrent
dans les forêts sauvages qui .séparent
le Centre de la Colonie de la région
du 'Pantanoso.
Voici ses trois frères; Pierre, marié avec Marie Garnier feu Timothée, née aux Meynets dVi Villar, e
migrée en 1900 à l’âge de 20 ans;
Paul mari de Madeleine Dalnms feu
J. D., émigrée du Teynaud du Villar,
Etienne, mari d’Eugénie Barolin,
parti© du Villar (Palet) à l’âge d”un
an et demi, tous établis avec J-euis
uombreuses famille» à peu de distance les uns dles autres.
Voici Jean Barolin feu Jean Etienne, né à la Bôdeine (Villar) émigré à l’âge de 16 ans. Voici Jean
CaXalin, émigré du Bessé (Villar) on
1898, à l’âge de 17 ans, et sa femme
Jeanne Genre-Bert feu Henri de Villesèche Supérieure, émigrée en 1900
■ à l’âge de 21 ans- Voici Marie Louise,
Revel veuve Chicilva, partie de Saint
Germain (Gondin) à l’âge de 12 ans.
Et Paul Barotin feu Jean Etienne,
patli de la Bôdeine (Villar) en 1901,
âgé die 12 ans. Et Henri BnroUn feu
J. E., dont j’admire la puissante famille : ses 15 enfants, tous beaux,
sains, robustes, sont là devant moi.
Et Jean Henri Barolin feu Paul, venu du Palet (Villar) en 1898, à l’â
ge de 6 ans. Et Anita Michelin veuve Barolin, émigrée dm Bessé (Villar) avec 4 enfants, en 1900, à l’âgi
de 29 ans. Et Chartes BasTet feu J. D,
émigré en 1925 du Pomaret (il pe»î
se avec nostalgie au bon .petit vin dé
ses vignes lointaines!) et sa femme
Lydie Ribet feu Jean David, également du Pomaret (Aymars). Et Julie Barolin feu Paul, et Vaido Barotlin, et David Gilles et d’iautres dont
j’oublie les noms et qui tous ensemble forment l’Eglise de San Gustavo, l’Eglise sans pasteur. Je plus
fort numenquemleini des nombreux
groupes de vaudois disséminés dàns
les plaines de l’Argentine du nord.
ALB. RICCA.
dalNord-America
New York
il 18 -O'ttoibre alle ore 21,30 decedeva
a New York il Pastore Bmorito sdtgpor
Pietro Griglio, da oltre -un anno gravemente ammalato., Nellia -gi-omata era. stato visitato dal nuovo pastore della «Fiirst
Waldensian Qi-uiroh of New York » sig.
Aifredé Janavel, arrivato in quei giorni
dàiriltalia.
II ipa-store Griglio, sebbene la ^ua ultima ora sia stata iprep,e|duta da forti
sofferenze, era -pieniamente' iin ¿è e nelle ultime parole ha ricordato tutti, ringraziando iil Moderatore dei suo-i buoni
messaggi, inviando saluti a tutti i colleghi ohe lo- coinoscevano, affermando Che
il lavoro della Chiesa era tutta la sua
ragion d’essera nella vita.
Il funerale, raccolse centinaia di persone, i-n maggior parte Valdesi. Ili Pastore Janavel trasse argomento per -la
sua allocuzione dalle iparole : «il mio
servitore è morto» (Giosuè ì ; 2). Presero quindi la parola -i 'pastori Hugoni e
Mingioli; poirtò i saluti comm-ossi delta
Comunità Valdese l’anziano Ganou. Il
pastore Poet terminò il sfizio funier
bre.
La salma è stata tumU-Iata nel cimitero di New Rochelte.
Il pastore Pietro Griglio era -nato il.
20 agosto 1876. Dopo aver compiuto 1
suoi studi teologici fu -consacrato pastore nel 1903. Lavorò a Rom-a (in prova)
dal 1902 al 1903 e coirne! coadiutore
dal 1903 al 1904, q-uindi come pastore
nella Chiesa di Firenze, Via Serragli,
dal 1904 al 1908. A-ndò poi a Corato
dal 1908 al 1909 e dal 1910 a New
York 'fino alla sua emeritazione (1946).
'La Chiesa Valdese d’'Italia partecipa al dolore dei'la famiglia del Pastore
Pietro Griglio; e mentre esprime alla
vedova ed ai congiunti la sua cristiana
simipaitia, confessa la sua 'fede in G-esù
Cristo e nella potenza della risurrezione.
Indi-rizzo della' Signora Enriohetta
Grill ved. Villante : 288 Maine Street
— P-oughkeepsi-e N. Y.
Domenica 26 ottobre il Pastore d’origine
valdese signor Poet, assistito dai Pastori
Si-gg. G. Tron e A. Hugon, per delega de!
Moderatore ha insediato il Pastore Alfredo
Janavel, quale pastore -della « First Wa-ldensian Church di New York».
NeU’aprile -decorso rAss&m-blea della Comunità Va-ldese -di N. Y. aveva desi-gnato ¡1
pastore Alfredo Janavel a succedere ai pastore sig. Griglio, ©legge-ndoio con 57 voti
favorevoli su 74 votanti. La Tavola Valdese,, avendone approvato la desi-gnarione, -lo
aveva nominato pastore della detta Comunità.
1/accoglienza fatta a-1 pastore Janavel è
stata molto cordiale. V. S.
Valdese— Valdese, per chi non lo
sapesse, è una ci-ttadina di più di 3.000 abitanti. situata in una posizione ideai© per
il traffico e -per fagricoltura, nel Nord.
Carolina.
Fra . le sue principa'li i-ndustrie bisogna
anin-overare i. tre calzifici, una fabbrica
da tappeti, un cotoni'fi-cio, un grande pamifìcio i cui prodotti sono ven-duiti in un raggio di più di 1000 miglia, un mulino per il
fruimento, una fonderia, tre impianti imoderni di lavanderia, impianti per .la la-vora-zicne de'.l.i legna, due incubatrici, e-cc.,
■ ecc. C'è pure un teatro moderno, due tipografie, co-mmercia7, un settimanale.
A Va-ldese ci -sono dei locali bene attrezzati per le Scuc'e element.a-ri e secondarie,
'diverse chiese dei.le «arie denominaziioni e
un ospedale moderno.
Il centro delia vita sociale e ricreativa
della città è il «Francis Garrou Memorial
Hall».
A tr© migli-a di distanza da Va'idese c’è
un piccolo lago, eccellente per la pesca e
per il canottaggio.
UN MATRIMONIO A VALDESE. — Il
giorno 21 settembre si sono uniti in -matrimonio nella Chiesa Metodista di Winston
Sailem il laureando in medicina signor EDWIN HENRY MARTINAT, flg'Ho del ben
noto Industriale signor Silvio Martinat di
Lenojr-Valdese e della signora Miadda'lena
Martinat-CardioI, -con la signorina MARTHE JEAN JOKELEY. figlia del dottore
Karan Mock .Jokeley.
Oltre ai numerosi parenti era largamente
rappresentata la nostra colon-ia di oorrellgi-onari 'di Valdese.
1 parenti e gli amici delle Valli form-ulano -per i giovani sposi uni-tisi sotto -la protezione de! Siignore, auguri di ogni bene, e si
uniscono ai famigliari neMa loro comune
allegrezza,'
3
,»^^w.-?«7 .»;^\.Y ’ Xl'ì^.. \43n, ' - «-(*^2^
L'ECO DELLE VALLI 'VALDESI
XT'rf
«Î
(continua dalla prima pagina)
blioo), 'riimfenno, ossia 'la londiananza eterna da Dio, .pmò lessare la giusta, irrevocabile ipuinizione di chi a ha sipejnto
la fiamma dello Spiiìto», e «ha bestemmiato contro lo Spirito Santo n.
Non Vii ha perdono per lui nè in questa
vita, nè nella vita aweiTire.
y
4 - Un Regno che non è di
questo mondo
l! Cattolicesimo identifica il Regno di
Ditj ocm la Chiesa storica. Noi, all’oipposto affermiamo che anche la Chiesa
è caidiica, è cioè destinata a perire 11
Regno di Dio è più vasto di essia e
sopraitutto è eterno, mentre invece la
Chiesa vedrà un giorno la fine della
sua vipera e della sua miissione.
Idenrifioaindo il Regno di Dio con la
Chiesa — istituto storico —, ne viene
questa logica conseguenza : che chi è
nell la Chi esa è salvato, per li solo fatto
di aippartenervi ; mentre chi ne è fuori è perduto, per il fatto stesso ohe non
vi appartiene.
Per noi, invefce, si può anche essere
nella Chiesa ed essere ugualmente perduti, o sulla via della pendiizione. E
si purs esserne fuori, ed averè uigualmente ia salvezza. Le nostre iscrizioni
alle anagrafi ecclesiastiche, o le oanoelIilazionS da esse, non ipretendono trovare la. loro ■ conferma nel Regno di
Dio ; sono del richiami alla disciplina
eècleslastioa, ohe tutti debbono osservare, e da cui nessun figlio di Dio ohe
vogH» godere della fratemia comunione
sulla terra, può onestamente esimersi.
Subentrai però qui «na necessaria
distinzione : la vera Chiesa non è allora la Chiesa storica, o le Chiese storiche, ma 11 Regno. La dottrina culvinistica delle due Chiese, <3ella Chiesa visibile e della Chiiesai Invisibile,
trova qui la sua migliore aippKoazione,
— E questo mondo?
— Esso ha da ipérire, tut/:o quanto!
Per il Cattolicesimo, il mondo dovrà
essere trasformato.
Noii riteniamo che esso debba perì*
re. Questo mondo, dice tutta la Bibbia,
in tutte le sue pagine, ha da ¡passare ;
e passeirà. La sola Parola di Dio permane in eterno!
- Giustificati « santi
Giungiamo così al processo dLap
propriazione deria salvezza, ossia
santificazione.
La, Chiesa cattolica afferma, ancora
una volta, rimportanza enorme che assume l’oipera dell’uomo nella santificazione, e ne fa la condizione perchè
Dio santiifichi l’uomo, e proclama il riconoscimento di quella santità materia
giuridica, che spetta alla Chiesa stessa
di trattare (venerabile - beato - santo).
Per noi, invece, tutt’altra cosa.
■ ai La santità, anzitutto, è prerogativa esclusiva di Dio, e perciò non trasmissibile. Noi non sitamo santi. Ovvero, semmai, lo siamo nel senso dèlia
rterminologia biblica neotestameinitaria :
e cioè di consacrati a iDio. Per esempio, accettiamo la solènnità ohiamata
Oignissanti, non come festa di tutti i
beati in cielo (ohe non hanno davvero
biisogno di no^i e delle mostre. . miserie, per essere beati !), ma come solennità Che ricorda la comiunione fraterna
di tutti ¡ credenti in tutto ¡1 mondo (e
questo, non altro, è il significato del
Credo, là dove è detto; ((credo la co
muiniione dei santi »)
, b) La santificazione, quindi, non può
essierc opera nostra, ma è opera di Dio,
■che isolo oipena una \trasfonmaziione
. ipenmanente malli cuore del Credente.
. Essa non è istantanea, ma duna nel
tempo. dura tutta la vita. ■
Eèct) il vero purgatorio (còsi anche Lutero.- questa vita di penitenza è.il no. stro vero purgatorio).
c) Su quale base si svolge questo
processo di santificazione ?
Sulla base della fede, cioè della pu, ra fiducia che ruomo nutre, ohe ciò
gli verrà fatto. Questo atto per cui Dio,
sulla base deEa fede, della fede umana
in Lo; inizia questo processo, si chiama "giustificazione)). La luce sfolgorante che f¡splende su la «.giustificazione , nel pensiero religioso m'oderno
è il firmto delle rivenidièaizioni della Riforma protestante.
“Questo pleWsieroi è genteralmelnte
considerato come .fonte di grande tristezza e di pessimisti.ohe oonclusioni.
Non è estremaimenie triste‘-^1 sapere
ohe dovremo abbandonare tutto, tutte
le cose ohe Dio ha fatte .per un tempo per la gioia dell’uomo? Ma si può
opporre a_ quest’initenogaitivo un altro
irttìjiiro^tiivo : oi isono pnoprio tante
cose, ohe, dii fronte lai valori eterni
dello spirito, alla gioia suprema del riunirsi in Dio, valgano antoora Ra pena di
essere conservate oltre ail’estremo
limite della loro oonservabilità ?
Alta, isopira rumamiità che si agita, è
la visione del Regno di Dio,’ regno di
paóe, di giustizia e di amore. Questo
è la sola cosa Ohe ointe. Tutto ìl cesto giovanili, assistenziali, eòe.), ottenendo piarle, per ridurle alla dimensione per
è, dopo tutto, nient’laltpo un in- quindi una maggiore disponibilità per sonale. - -
forme brulicare di vermi umani,i,> i|" iniziative eVan(geJistiche. Tutta la vita La storia doUe nostre «(grandi» _
Ondò ail'la sigla A.MwD.iG. (ad ma- d©Ua comunità acquista un maggior re- munità, lo oonlerma. In genere «se
jofëm Dei gloriam) òhe un Ixiyoila esco- sp’«>, © la sua reale presenza e testi- tendoiu) aUo ((©dopinameìnto»
gitò per divinizzar© Euomo o rtoOiprir- monianza nella città (òhe è 'ìx>i uno dei po', di fronte alla dt^i^ono dette attt
lo di un glorioso manto non' suo, noi ,,soo' compiti essenziaìi) n© yien© poten- vità o alle pipcol© rivalità, desiderare
contrapponiamo volentieri la sigla S. ttexa.. ■* unasokdiiesa>,,perpetinie4tere i(y^i
D;G. (sdii Deo gloria), da-mi ogni - luppare meglio te skigolte opere. Cioè,
vanto umano, ogni umana reviviscen- *** le smgdte opere non possono essere
za, ogni titanismo sono definitivamente . . sviluppate come parte idi una ((grande
gggjygj Se è cosi, è legittimo domiandarsi oornunità », questa mm si sa articolare,
come mai ¡1 Sinodo ha trovato che non sa impiantare il tovoro sulla base
*** una comunità che possa dar lavoro a di una squadra di laivoro hiyèòe òhe su
Tali ,i principi fondamentali della Ri- due pastori e ohe abbia„ poniamo, 800 auelld di ulna persona; e ciò dipende
forma. Spesso, ignoriamo che cosa noi m^embri (per quanto ü regolamento sia dai ((primi pastori» che non rief
vogliamo e siamo ; e lo intuiamo, ma non precisi cdifrel) è bene che si divida soono sempre a inserire H’attiività del
non lo sappiamo esprimere con esat- >n due éomunità, e Ila cosa è talmente, .ooadiutore nel punto giusto, fapendo
tezza. Che! il ritorno delia celebrazione buona che è bene si faccia anche se dell’« aiuto » un vero oollaboratore, sia
della solennità ddlla Riforma ci ricihia- solo una forte minoranza della Chiesa dai coadiutori ohe non si sentono ab
mi al dovere di pensaré conaapevol- lo desidera. Rispondere: ohe bisogna bastanza liberi, sia e sopratutto dai
mente la nostra fede, e sopratutto di vi- precisare perchè c’è una '1-acuna nei re- laici, dai oonclstori ohe non prendono
venne in conseguenza. gelamenti (affermazione ohe 'ha sem- la loro parte di responsabilità nel pre
TEODOiRO BALMA ™ effetto elettrizzante su òhi lante- cisare il componi lavoro.’dl oiasòunq
pone i' regolamenti aia vita deilla ohie- neUa chiesa.
- sa ohe essi dovrebbero regolare) è in- E’ un peccato ohe il Sinodo abbia
genuo. Presuppone ohe si sia già di presa una decisione affrettata ; avrebbe
■ pK _ ' —1^* aoòoirdo oh© è bene che te ohiese si dovuto deciderò del caso particolare
KPIAPPA sdoppino. La lacuna potrebbe essere considerando *conòretamentel la si
" ^ ccttmata, se necessariq, in un altro mo- tuazione, e ne aveva il diriitto o(Mne ul
do, precisando p. e. te modalità di e- ttoia istanza in ogni questione oomtnte
ait du feu dévorant des prophètes.^ lezione, i compiti e ia responsabilità versa, come era avvenuto in casi preoe
V octobre à New .yj, secondo e terzo pastore in una danti ; ma lasciare da parte te questió
or S ‘s© a entouré pour ia dernière chiesa. No, la ragione per dui il Sinodo ni di principio ad una più matura rilois Íes d&pouilles mortelles de son Con- j • ■ •, n _• tC . . n
j j . ha deciso senza po-isi neppure il pro- flessione. .Del resto, cè sempre tem
ducteur, au ipied de cette meme òhaire ui j , . . T , .
^ .. . ,, blama del pnncipio parrocohiate è che po, e te deòisiom del .Smodio non so
mour rédempteur du Christ abitudine al lavoro mdlviduaile dei pa- no immutabili ; rimportanta è di ra
Etcìri è taftmente connaturato ormai don gionarvi sopra, e a questo vuoHe servire
Des oentaines de personnes étaient la nostra òbiesa, ohe non è neppür pee- quest’'artÌcolio.
présentes, l’émotion gagnait tous les sabite .un’altra soluzione.
coeurs : il avait aimé et on il’aimait. • . ■ (1) Mi riferisco alle intenzioni del Sinodo
Des pasteurs qu¡ lui devaient en gran- ^ nostre chiese sono sorte o si so- di valer assicurare lo sdOpipiamento di
de partie d’avoir pris conscience de leur no sviluppate pome opera personale di quale ohaese in cui le necesaità del lavoro
vocation pastorale, .lui rendirent leur té- "'’’lesto o di qud pastore — e fin qui richiedono, e non alil’jnfelice formula.
moignage; c est ainsi que nous avons é- nulla di mate ' © non hanno saputo zione dell’’articolo, che, cosi come è, offre
coûté les accents émus du _Rev. A. ,Hu- su.p©.rare la ((dimension© personale:», jg .possibMità ad ogni minoranza agitata di
gon et du Rev. MingioH, ' pendant que cioè un’estensione per cui -un solo uo- chiedere la creazione di una nuova chiesa :
lancien. Mr. H. Garrou lémodgnadt à la mo non basta più a tenere personal- „„ vero e proprio diritto dì secessione chè
mémoire du cher disparu la reconnais- mente insieme la comunità. T* d'i- „ella storia recente di alcune nostte chiese'
sance de 1 Eghse et que les pasteurs A, mensione persónate, l’estensione cioè avrebbe potuto creare delle serie-difficolti.
Janavel et S. Poet avaient respective- di. una comunità indifferenziata, è di E’ vero che chi -decid© sono te Conterenze"
ment commencé et terminé le serv.ee fu- ,300-400 persone (come afferma fra Distrettuali e il Sinodo; ma su quMi cri
Marcel Barbu pariando ^lla Il nostro regolamento ama precisa
De sa faimiUe étaient présents ile irêre grandezza dell© sue « comunità di la- ve; per il riconoscÉttento d¡ una riiifaìa
Mr. Henri, de Chicago, sa soeur Hen- voro»), e non è un’caso se tutte te autonoma il Sinodo decide, siìla base eff
riette veuv© Villante,' 'sOèur Marguerite, n-ostre opere, cominciate con slancio e ©erti dati e non a piena discrezione Su
arrivée depuis quelques jours seulement nei più disparaiti ambienti si sono arrer g riconoscerê Iq
d’Italie, des nièces et des cousins aux- state into’mo a quella difra; e se .per al- sdoppiamento di Torino e negarte -pea
quels ainsi qu’à tous les autres parents tr© ragioni si hanno comunità più gran- Pi„©rolo, o la Conferenza Dìstrettuai© ri
nous exprimons notr© sympathie. di, ecco che s' sente il bisogno di sdop- conosoerio a Napoli e negarlo a Catania?
La dépouille mortelle repose mainte- .............................
nant au cimetière de New York Rochelle, ..............;...■..........................'...:.........................
tout auprès du tombeau de son beau- â f • •
frère le pasteur Viliante, sur le marbre ■§ ç ç ^ ^ Etri
duquel est sculpté un grand livre ouvert adOCTf Ir %4 § Í t» V* W f f I • W W
avec ces mots de, l’Apôtre : «J’ai com- - ................: - ------------------------------—:----------------^--------------
battu 1© bon combat, j’ai achevé la course. Son scese sui monti le prime nevi e ora, flessione dei prezzi. Fin quando
j’ai gardé -la foi ». A. JANAVEL. Vautunno si è fatto ormai pieno col co- potrà\ durare fesperimento, flm dove
der delle foglie eS il ritorno delle gior- potrà arrivare ? Non lo si può oggi sanate che l'umana pietà dedica in par- pere, ma vai la pena di incoraggiarlo,
tìcolare al ricordo di Coloro che son A Roma le elezioni amministrative,
già passati nel mondo. Ritorna pure funestate da un grave satfguinoso epi
l anniversario di quella che fu una vit- sodh di settarietà politica, hanno ac
toria e le corone si assiepano sul mo- centuato la divisione della oktadirian
■ ____ nwmenii e sulle tombe senza peraltro za in due blocchi: democristiani e so
SSÇ ÆE ''^uscire a far rivivere, pur attraverso- cialcomunisti. Si constala ancora una
^1^1 BIv I ‘ vividi colori dei fiori. Coloro ohe la volta in Itcdia l'assenza di un partito
morte colse sui campi di tante inutili laico, sanamente riformista che impedi
Dl ^ iyH ■ ■ ■ V f battaglie. sca il polarizzarsi delle forze in due
I V U W I I W Quali le prospettive in questa vigilia cornpito questo che
del terzo inverno di dopoguerra ? Per proprio ed essenziale del par
• quanto la risposta a questo (¡ingoscioso socialista.
quartierali. Oggi, in seguito airenoirme interrogativo dovrèbbe darla ognuno di Grosso colpo di scena, invece, in
sviluppo delle città, (tutte te chiese noi a sè stesso con un sereno esame di Francia: nelle ultime elezioni il Ras
hanno adottato un ordinamento .parroc- coscienza, cerchianw di esaminare gli ^emblenunt du Peuple Français, con a
ultimi avvenimenti e di trarne.i dovuti capo il Generale De Gaulle, già alfiere
' . ., ■ , - j ,1^ insegnamenti. della resistenza francese, ha conqui
Ma non dobbiamo trairre da CIO delle ® ^
, stato n 42 % dei voli provocando il
conclusioni affrettate per noi. Le par- ^ Governo ha superato la crollo dell'M. R. P. (partito cattolico)
rocchie t^tttu'iswno oggi ila ne^sa- l’attacco parlamentare la ed un considerevole regresso del Par
ria ripartizione di gruppn di membri di ^ ■ r , . titn
, f „ . ^ ■ j- opposizione concerta altri pumi. La lot- "‘O Comunista.
di chiesa òhe si contano a centinaia di , -X , ^ . ...
, ia e ormai circoscritta più che altro al Questo movimento di unione nor
migl iaia, ma co® it^wcono señare © campo economico. Ed il motto di chi zionale affermatosi cosi fumineamen
le comunità 'considòrevoh ; a Ginevra, alternativamente si trova fuori dei po- te ('e sorto da poco più di sei mesi) è
esempio, le pamocohi© sono una, ^ ¿ ^
diecina, ciascuna con_ numerosi .^on, qualcosa di buono, che capace di salvare la Francia dal caos',
e cosí in tutte te citta a popolazione ^ gualche risultato 'positivo. g dagli altri çome un neo-fascismo di
protestante. A Romg le parrocòhie ©ari ogni successo sarebbe uno strumento marca pdtriottarda. Non crediamo alla
toliohe SCOTO un centinaio, mefntre 1-pre- di propaganda troppo efficace per l’av- uerifd di nessuna di queste due tesi
ti che vi fan,no servizio sono circa 800. versario. Ieri così tannavano le de- estreme, ma certo l'affermazione'di De
Risulta chiaro dunque che la necessità sire, oggi le sinistre, domani cosi ra- Gaulle sta a significare che il popolo
della suddivisione parrocchiale sorge gionerehbero, non è diffìcile sup- della vicina Repubblica si è paurosa
soltanto per gruppi veramente cospicui, porlo, i democristiani, se vi fos- mente gettalo verso destra. Spiegazio
e non ogni volita che un solo pastore se un governo senza di loro. Non si ni? E’, tutto ciò, la conseguenza lo
non è più sufficiente lavoro di una capisce^ o non si vuol capire che tutti *gica ed inevitabile degli errori a cate
òhiesa. Chè, anzi, là dove un gruppo possono fare qualcosa di buono, e che na commessi dall’estrema sinistra. Indi pastori possono collaborare e divi- quindi la salvezza è nell’aiutarsi l’un numeri son stati gli episodi di violenza
dorsi il lavoro, sia pure decentrando te l’àltro. ¿ faziosità seguiti a questo avyenimep.
attività secondo le necessità delle co- Layestrizione dei crediti voluta dal to. Ma, per fortuna della Francia, non
municazioni © predicando in parepohi ministro Einaudi produce indubbianren- son degenerati in più vasti e disastrosi
luoghi di culto, si ottiene uh notevole te qualche benefico effetto: la specula- avvenimenti. Una grande forza equili
risparmio di enerve iper tutte quelle zione ne è mortalmente colpita, le scor- hratrice si, è infatti imposta ed afferma- ;
attività ohe non è necessario sdoppia- te accaparfdte devono affluire sul ta, a garanzia della libertà minacciata
re (molti corsi di catechismo, attività mercato: quindi leggera, almeno, per da due lati: è il partito, veramente so- .
L’Eglise Vauidoise de New York est ©n
deuM, le pasteur Mr. PIERRE G'RIGLIO
qui en a été pendant 37 ans te Conducteiir
dévoué, vient de mourir à Pougkeepsie où
iil se trouvait, .ctepuis. une quinzaine de
jours, auprès de sa soeur M.m© Henriette
Grill veuve ViMante.
La maladie, qui depuis le mois de juin
l’avait forcé à quitter le travail de l’Eglise
avait fait en ces derniers jours de rapides
progrès. Le pasteur Griglio sentaiit qu© c’é. .
tait la fin, il l’accepta avec cette soumission filiale et chrétienne qui le caractérisait; c’était aussi la délivrance invoquée
oar il souffrait beaucoup.
Appelé par l’Eglise de New York et
envoyé par la Table pour lui succéder
dans le ministère, j’arrivais à peine a
temps pour lui faire une première e.t dernière "visite ; le jour même, en effet, le 18 octobre, il ïi.ous quitta. . ..
Ce fut une rencontre inoubliable; térassé par le mal. pouvant à peine s’exprimeT le pasteu-r Griglio donna encore
une fois le tém-oignage de sa foi inébranlable et de son grand amour pour l’Eglise ’Vaudôise en général et pour sa paroisse de New York en partioulier.
<( L’oeuvre vaudoise était toute ma vie,
c’était tout ce que j’avais» me disait-[il
pendant que des larmes silencieuses coulaient de ses yeux fatigués et fermés, et
il y avait dans l’accent d© ces mots quelque „chose de si profond et de si sublime
que j’en ai été bou'leve.rsé.
Le soir même le Maître appeWait a Lui
ce bon et fidèle serviteur dont l’âme bru
Echi del Sinodo
di GIORGIO M. GIRARDET
.Per risolvere una skiuazione locai© il
Sinodo ha ap,proviate <un po’ affrettatamente una di.spo9izi'one òhe permette
alte chiese’di « sdoppiarsi » quando ciò
sia desiderato da almeno un terzo dei
membri elettori, m modo da formare
una nuova chiesa.
’Così, per cause contingenti, si è consacrato, senza volerlo, un iprinoipio
che por irimipostamento generale della
nostra opera è più imiportante ancora
che la questione delle autonomie (1);
e òioè il principio della erganizzazione -panrocohiale o, se vogliamo, il principio delFiindividuialismo nel lavoro ecclesiastico,
’Ora questo è un p-robltema ohe bisogna porsi, prima di risolverio. Per
i primi 800 anni dell.a sua storia il Cristianesimo non ha oonosciuto «pairrocohie». I cristiani di una data città s
della caimipagna ciròostan't© cositituìvàno una-comuiniità, con tanti pastori e
Iuo|glhi di culto quanto erano necessari ;
cosi è nel Nuovo Testamento, la chiesa che è in Gerusalemme, in Corinto,
in Roma; il vescovo era il titolare, i
preti ì suoi coadiutori. Formatesi poi
te parrocchie nelle campagne, solo in. torno al 1200 esse furono introdotte
nelle città òcttie comunità separate’,
4
W’'
-fc.;
"L’ECO DELLE VAiiÌ"VALDESI
cialista, di Ramadier, il partito che fu
di Blum, il quale è restato id Governo
nonostante la bufera scatenatagli attorno. Quale monito per la nostra Patria
ed i nostri uomini politici! iAltro avvenimento recente, che ci in-*
teressa in modo diretto, è la visita
del Conte Sforza, Ministro degli Esteri,
a Londra. Cordialmente accolto, egli ne
è ritornato con buone speranze e con
qualche risultato concreto. Rinuncia
dèll’inghilteTra alle nostre navi, così
come già fece l’America, assicurazione
di esaminare il problema coloniale tenendo in giusto conto le nostre vitali
necessità ed i diritti- che ci vengon dai
sacrifici sostenuti con un pluridecenna^
le lavoro nelle terre africane già soggette alta nostra amministrazione. Confortante segno di distensione, anche
questo, che non può non dar dei buoni
frutti in futuro.
scompiglio e ^allarme nelle democrazie occidentali: aliai me foriero di chis-sà quali reazioni, ed il fenomeno De
Gaulle insegna. ; 7 .
Grande rumore ancora nel mondo,
per il patto di Byalystok, tra i partiti
comunisti di sette paesi europei: una
strana alleanza che ripete i motivi del
vecchio Comintern e chS ha gettato lo
Condannabile mossa, a noìstro^‘'avviso, perchè premeditatamente studiata
per accentuare la diffidenza, dell'occidente verso l’oriente, per far sì che una
volta ancora si riparli di due giganteschi blocchi prossimi all'urto, di sipario di ferro, et similia.
Intanto l’ombra della forca di Petkov., il patriota bulgaro, ex ministro,
impiccato a Sofia, si proietta sinistra
sul mondo inquieto, nè valgono i pianti più 0 meno sinceri di una fazione è
la bestiale esultanza dell’altra a cancellare la realtà del suo ammonimento:
nulla s( costruisce sull'odio, la sete di
libertà non si soffoca cori le forche bolsceviche o con il piombo franchista,
così come non poterono spegnerla le
persecuzioni naziste. E quando si giunge a tanto, la libertà trova sempre degli uomini pronti a lottare per difenderla, a costo di ogni sacrificio.
e. s.
Un conte incomplet
En ce, temps-là vivait une jeune
fille qui avait été élevée au sein de
montages solitaires dans la plus
grande sim^icité et pureté de
moeurs et dans une pauvreté qi.
n'était cependant pas l’indigence.
Elle étajit fiancée dfppuis son enfunde à un laissant seigneur qu’^elÉe
nf avait jamais vu, mais lui envoyait
parfois des messages pleins d’amour
et de magnifiques Ifijoux dont eUe
parait sa modeste et rustique toilette.
. Tout n’était pas toujours paisiblfe
et idilliaque dans ta vie che la pauvrette. Elle, dfpvait se garder d’un
certain berger des environs qui la
poursuivait tour à tour de ses cajor
leries et djei Sjes menaces; il aurait
voulu la ramr et ainsi il cherchait à
lui faire croire qüe. le fiancé lointain
était disposé à la lui, céder. Ca n’était
pas t’rail, car le fiancé lui-même lui
écrivait de se garder. Enfin, de guerre lasâe, ¿je! berger parût se résigner
à la laisser tranquille.
Quand\ elle eût atteint l’âge d’environ 700 ans, notre jeune fille entra dans la majorité et fut émancijfée. Que ce grand âge nlpi vous formalise pas; en ces temps-là et aux
pays des fées c’est la règle.
Notre jeune fille décida alors de
sortir de ses numtagnés et d’aller
faire connaissance avec le monclei et
avec la bonne société des villes.
Elle fut fort émerveillée et mêmip
scandalisée au premier abord par
certaines mœurs mondaines, mais
elle finit par s’y. conformer^ non
sans une certaùte gaucherie. Ainsi,
ayant constaté que les jeunes gens
entretenaient entre eux des converMtions frivoles qu’il appellcdent
’flirt”, elle se mit a flirter comme
les autres- Seulement, comme elle était restée simple et confiante, nud‘^
gré stes expériences passées, et comme elle était sensible à lai flakerie et
prenait tout compliment pour de la
bonne, monnaie, eUe risquait de se
.engager un peu trop leí de voir ses
fiançailles avec le granS seigneur en
danger de rupture; ce qui donnait
sérieusement à penstpr à ses chaperons , lentre autres à un vieil oncle
” ronchonneur ” qu’telle n’écoutait
guère. L’oncle étcAt, il est vrai, bien
loin de 70Ô ans, mais, lui, fi n’avcàt
pas hû a la fkmtaine de Jouvendpi!
Notre jeune imprudente s'attacha
d’abord à un fougueux monsieur qtii
lui rapportait toutes sorties d|e vüénies sur le compte du herg/er qui Vavnit si longtemps convoitée, mais elle s’aperçûlii bien vite qtle Ce tnonr
sieur n’étailt pas sincère et qu^il attaquait le riche bkrger, non par affection pour elle, mais parce qidï^
enviai t les richesses et le ppuvoir du
berger lui-mtihe.
Ensuite sUa écouta un 'jeune fanfaron qui sie vantait de vouloir conquérir le monde et hd en pfomettait
une tranche. Mais quand qe. jeune.
mme tomBa vbfiiim de son imprudence, elle se laissa conter fieurétte
par un autre qui .lui proposa un voyage dans un merveiUeux pays Où
ft>K# le morfd^ est heureux et où
chacun ptartage avec ses frères surtout ce qù’il ne piossèdle ptas.
En même temps '-elle ne savait
s’empêcher de sourire â un monsieur
très distingué, à Voir ptatelin, qui
n’était autre quip l’avOcqp du berger
qui l'avait jadis ptourchassée dans
les montagnes.
Comment cette histoire finit-elle?
Est-ce que la jeune fille se rendra
compte qu’Ielle ne doit pnts manquer
ainsi a ses djevoirs de fiancée? Le
puissant fiancé interviendra-t-il? Et
dans quel sens? Brisera-t-U ï’engagement? Ou bien viendra-t-il ptonr
faire valoir ses droits? Ou,enfin, la
fiancée le dél(dssera-t-elle entièrement pour l’un ou Vautre de ses adndrateûrs?
Ami lecteur, sj, vous avez compris
VdUégorie, à vous de décider pxmr
la conclusion qui vous plaira davantage et d’y travailler, si c’est la bonrte. M. EYNARD
Per i giovani!!!
Connnicafo f. t(. V.
La gioventù delle Unioni del Gmppo è
convocata a CONVEGNO domenica 9 novembre a Luserna San Giovanni.
Programma del Convegno:
Ore 10,30; Culto nel Tempio. Pastore R.
Jaihier;
Ore 14,30: Studio: Lui, lai e... I*alIfO. Pastore E. Rostan;
Ore 12 : Refezione al Sacco.
Ore 16: Té prò Agàpe. Canti, giochi.
Ore 17,30: Chiusura.
IL CAPO GRUPPO : Achille Deodato
isiiiuii Imà& iì Bosseï
Siamo in grado di dare ulteriori informazioni sul corso per Aadeij ohe come è
stato annunziato avrà 'luogo dal 15 gennaio aj 1.0 marzo 1948. ’
.il tema centrale del corso* sarà l’EVANGELIZZÀZIONE, e gii studi, che vi saranno compiuti avranno una stretta relazione con la preparazione della Assemblea
di Amsterdam del Consiglio Ecumenico. La
scelta del tema riflette la convinzione crescente, fondata su informaziani provenienti
da ogni parte del globo,’.ohe i'I rinnovamento della Chiesa dipende dalla parte ohe
i fedeli prenderanno al suo ministero di
evangelizzazione.
Le ricerche del corso verteranno sui mezzi opportuni per stabilire il contatto col
mondo, e tradurre, il Messaggio cristiano
in un linguaggio che gli sia accessibile.. 11
corso, senza trascurare le .questioni di principio, verterà sopratutto sulle espenienze
che si compiono in varii |aesi, e si varrà
a questo flne dell’opem di specialistì della
evangelizzazione, tra cui figurano, accanto
al iDirettore dellTstituto, Prof. Kraemer, il
prof. Banning (Oilanda), il Pastore Niiemoller e il Pastore Eh. Miiffler, quest’ulti- ■
mo direttore deirAccadeinia Evangelica di
Bad Boll.
Particolare importante : 1® domande di
iscrizione devono essere inviate possibiU
mente prima del trenta novembre,
11 limite di età .di 35 anni non sarà osservato, data la natura del corso. Il costo
complessivo della retta per iJ corso è di
Frs. 360. Vi sono poche borse. Il corso
potrà essere seguito, per ohi lo desidera,
da un periodo di studi sotto la direzione
degli insegnanti deMstituto, da! l.o al
13 marzo.
Giovanni Miegge - Torre P.
La Commissione del Canto Sacro, tenendo conto delle celebrazioni in progetto
in vista del Centenario della Emancipazione dei Valdesi, indica jille Società Corali
i seguenti inni quale oggetto di studio accùraito :
INNARIO CRISTIANO : N. 29 (metronomo ; 63) ; strofe 1 e 2;
N. 241 (metronomo.- 80) ; strofe 1 e 2.
PSAUMES et CANTIQUBS : N. 31 : stro.
fe 1, 2. 3;
N. 179 ; strofe : 1, 2, 3;
N. 297 : strofe 1, 2. 4, (in francese);
N. 299: strofe: 1. 2. 4.
Per le Scuole Domenicali vengono indicati gli inni seguenti ;
INNARIO CRISTIANO: N. 48 (metromo ; 63); strofe 1', 2, 3;
N. 1,81 (metronomo: 63); strofe 1, 2, 3.
N, 190 (metronomo: 63); strofe 1, 2.
PSAUMES et CANTIQUES ; N, 68 : stro. fe : 1 2, 31 •
N. 176 ; strofe 1, 2. 3;
N. 280 : strofe I, 2, 3. ,
S procurerà, in primavera, di usufruire
di una giornata intera per le feste di canto
delle Scuole Domenicali, ritornando, cosi,
ad una lélice tradizione del passato, da
qualclie ten^ interrtrfta. Altre comunicazioni verranno date successivaimente alle
Società Corali.
BOR/A DI /TUOIO
Willy Jarvis
pcflepGüfllBDomeiiioálij
Un nido provvisorio,
ma pieno
Al principio della stagione autunnale molti uccellini si radunano in
allegra comitiva p spiegano le ali verso climi più miti.^ Quando giunge la .
sera si stringono viciniì vicini su un
raitio dentro-la siopie per tenersi caldo lei farsi buona compagnia. Quel
ramo fa da reídlo) pyrowidorio: oh!
non è soffice come quello che alcuni
avevano già conofciulo, ma almeno
non si è soli. E piai c’è una provvidenza pjer gli uccellini
Così avviate anche ai ragazzini.
Ce n’è una comitiva d¡¿ ventiquattro
che sono allogati in dicioita letti (i
piccoli, uno a capo e Veltro cd piedi
del letto) in quel nido provvisorio
che è l’ORFANOTROFIO MASCHILE DI POMARETTO. L’affetto materno della Direttrice, Suor Adele
Gay, li circonda come la siepe protettrice; ma, carne gli uccellini, asjjettano dalla Provvidenza molte cose di cui hanno bisogna. Non sorto
con sollecitudine ansiosi ma aspettar
no con fiducia ed intaniti pieni di allegria cantano e svolazzano tutto il
giorno.
Chi si farà pter loto, strumento della provvidenza del Padre Celeste?
Chi si ricorderà dell’Orfanotrofio
Maschile dS Pomaretto?
C. I. O. V.
In seguito al Bando di Concorso pubblicato sulPEco delle Valli Valdesi del 29 agosto 1947. n. 33, sono pervenute alia Commissione n, 6 domande. • '
La Commissione riunitasi successivamente per esaminare jlette domande, ed i
relativi documentì richiesti, conformemente
al Regolamento provvisòrio, in mano alla
Commissione stessa, ha delibeiato quanto
segue :
»Le tre borse per l’anno 1947-48 sonò'
stata assegnate ai seguenti concorrenti :
Coissòn Annalisa, di Villar Pellice, alunna
della terza classe superiore Istituto magi,
strale di Pinerolo (punti 75/100);
Coisson Graziella, ailunna seconda dasse
Scuola Latina di Pomaretto (puntì 78/
100) ;
Costabel Eleonora, di Torre Pellice. alunna della prima classe Liceo dj Torre Peliice (punti 78/100).
La Commissione comunicherà agli inter^sati il giorno e il luogo dove potranno
ritirare le borse loro assegnato).
Torre Pellice, l.o novembre 1947,
LA COMMISSIONE
Lezione del 16 novembre 1947
. ISTITUZIONE
DELLA PASQUA GIUDAICA
Lettura; Esodo XII; XllI, 1-18.
VILLE sinistrate fadlmente riparabili vendonsi in Rorà. Rivolgersi all’Ufflcio Pro
Valli - Casa Valdese, Torre PelMoe.
GERCANSI 2 ragazze valdesi per famiglie
svizzere. Mensile 80 franchi. — Per informazioni rivolgersi alla Signora Angèle
Rostan - San Germa.no Chisone
b b «» n
n C i
*L’HI MLIi mil yJllEU
Italia ,
Estero .
Annuale Semesi.
L. 500 250
L. 900
Ogni cambiamento d’indirizzo costa
lire DIECI
FttESClJItA
Via Buniva 18 Pinerolo
Esame della vista gratuito
occhiali delle migliori
marche
« Esclusivista ZEISS »
TMo m l’iiiiia e la Fatagialia.
llflIlHIiO'Hll
Il dr. DANIELE ROCHAT
visita a TORRE PELLICE
tutti i venerdì dalle
10 alle 12 presso il
dr. GardioI Tel. 77
a POMARETTO
ogni sabato dalle 10
alle 12 presso l'O s p eda le Valdese
Dir. Resp. Ermanno Ttoslan
ARTI GRAFICHE '-L'ALPINA,
Torre Pellice
Ganfo Sacro ** W^ÌSpOBi«»«
'La cronaca delle Chiese Valdesi sarà
d’ora innanzi pubbilicaha coliettivamente
neU’ultimo numero del mese.
PregWena tal Corrisppnd'eniti di inviarla in tempo ad Direttore del giornale a Pinerolo.
I comunicati urgenti '.verranihoi pubhKcati ogni settimana.
Il Direttore del Giornale.
CENTRO EVANGELICO CULTORA
TORRE PELLICE
COSA FARE PER li, PROGRESSO ECONOMICO-SOCIALE DELLE NOSTRE
VALLI è l’argomento ohe sarà discusso
venerdì 14 alte 20,30, nella sala del C.E.C.
di Torre Pelilice. L’ingresso è riservato ai
membri del C.E.C. ed a tutti coloro che
avranno ritirato il biglietto d’invito presso
il presbiterio dj Torre Pellice,
FERROVIE DELLO STATO
TORINO - PINEROLO - TORRE PELLICE e viceversa
Torino . . P- 5,01 6,30 .7,58 12,20 13,10 17,08 18,20 18,30
Airasca . . » 5,51 7,13 8,41 13,53 17,-54 18,45 19,16
Pinerolo » - 7,38 9,- 13,08 14,19 18,201 18,59 19,42
Bricherasio * 6,42 8,— 9,17 12,54 13,24 14,40 18,45 19,10 20,—
Torre P. a. 6,56 8,20 9,40 13,08 13,58 15,- 19,10, 19,35 20,30
Torre P. P’ 4,54 6, lo 7,10 8,55 •12,20 13,15 16,35 ’ 19,42
Brickerasio » 5,08 6,26 7,25 9,10 12,34 13,26 16,50 19,58
Pinerolo • » 5,25 6,53 7,41 13,04 13,40 17,13 20,25
Airasca » 5,49 6,19 7,16 7,59 13,29 17,36 19,11 20,45
Torino . a. 6,40 6,55 8,10 8,27 14,20 14,28 18,25 20,- 21,30
Tramvia Pinerolo - Perosa Argentina
Orario dal 15 Ottobre
Pinerolo . • P' 4,35 1 6,20 6,45 8,15 10,Ì5 12,501 14,40 17,20 19,15
Perora • a. 6.-, 7,08 7,50 9,20 11,20 14,15 15,40 18.2Î) 20,10
Perosa , p. 5,- 6,05 7,10 9,30 I 11,40 1 13.10 16,05 17,40 18,50
Pinerolo . . à. 6,12 6,57 8,05. 10,40 1 12,40 1 14,30 17.- 18,35 19,45
LA COMMISSIONE del CANTO SACRÒ
jŸÎario j^njore (^ccumalaiori TITANO ^ lampade OSR A M per AUTO - MOTO - CICLO ecc.
lAINEROLO ♦
Via Carlo Alberto, 4 r Telefono 61 Apparecchi Radio MAGNÀDINE e SIEMENS
■ Astucci - Fanali - Pile SUPERPILA
Imparare ; Esodo XII ; 21-28.
IL'MOMENTO STORICO.
Malgrado la gravità crescente delle nove
piaghe, successi'vam'ente mandate diali’Eterno su r Egitto, Faraone si ostinava nel suo
indurimento, e non lasciava partire il popolo d’Israele. Allora l’Eterno s’infiammò
d’ina e disse :'Verso la mezzanotte, io passerò in mezzo atì’Egitto, e ogni primogenito nel paese mor.rà. Era la decima e più
tremenda piaga.
LTSTITUZrONE DEL RITO PASQUALE
Ma per preservare i primogemti d’Israele
dalla strage dell’Angelo sterminatore. l’Eterno diede ordine che ogni famiglia, immo, lato un agnello, aspergesse col suo sangue
gli stìpiti e l’arohitrave della propria porta,
affinché l’Angelo, visto questo segno Indicatore, passasse oltre senza colpo ferire.
Ondiinava pure.che ogni famiglia si tenesse
pronta per una affrettata partenza, e prima
di partire consumasse, a guisa di rito, il
pasto ' pasquale col mmgiare detto agnello
arrostito, insieme a pane azzimo, cioè senza lievito, per l’urgenza del momento, e in.
sieme con esso delle erbe amare. Ordinava
eziandio che detto rito si ripetesse nel seguito ogni anno, in segno di gratitudine
per la grande liberazione; e che da quel
giorno ogni primogenito in Israele gli fosse
consacrato. , .
IL NOME.
La parola Pasqua sta a significare il «passaggio 1) deU’Eterno presso la casa degli
Israeliti senza colpirne gli abitanti. E’ il
memoriale di quella miracolosa liberiazione.
SUO CARATTERE ESPIATORIO.
La Pasqua israelita 'riveste pure un evidente carattere di •espiazione. E’ in virtù
del sangue dell’agnello asperso rulle porte
che la casa veniva risparmiata dall’angelo
della morte. Erg un vero sacrificio e la
chiara prefigurazione del sacrificio di Cristo, di cui il sangue fu sparso per la remissione dei peccati. Onde il 'riavvidnamento che del continuo vien fatto nel Nuovo Testamento fra i due sacrifìci, e dove
i'I sacrifìcio dj Cristo vien detto <i nostra
Pasqua», e il Cristo chiamato l’Agnello
Pasquale, rAgneWo immolato. Ed è sintomatico il fatto che nei primi secoli dell’era
cristiana, la celebrazione della Pasqua cristiana fosse intesa altrettanto come commemorazione del sacrificio di Cristo che della
■sua gloriosa risurrezione.
INSEGNAMENTI.
La celebrazione della Pasqua giudaica, istitaita assai prima che Israele avesse un
tempio od un santuario, era essenzialmente
una festa religiosa della famiglia. Prima
che nel tempio, il nostro culto a Dio deve ■
essere celebrato nel santuario della
famiiglia, e celebrato con riconoscenza
profonda.
Con la Pasqua, ogni primogenito veniva
consacrato all’Eterno. Come cristiani >•€denti dalla condanna del peccato, siamo
tutti dei consacrati dalla grazia divina, e
dobbiamo consacrare interamente e lietamente la nostra vita a! Signore.
G. Bonnet.