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Anno 119 - n. 2
14 gennaio 1983
L. 500
Sped, abbonamento postale
I gruppo bis/70
Big. rtIilI H: 1 io
Via Caiuti Liberta’^ 3
10066 TCHR?1 PFiJrICS
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
Punti
di vista
L’offensiva di pace lanciata dai
sette paesi aderenti al Patto di
Varsavia è al centro dell’attenzione internazionale. L’interesse è
abcresciuto dal fatto che a presiedere il vertice di Praga è stato il nuovo capo del Cremlino,
Yuri Andropov. L’accoglienza riservata dai paesi occidentali alle
proposte del blocco orientale è
stata in un primo tempo piuttosto tiepida. Sostanzialmente, le
reazioni sono state improntOTe ad
estrema cautela, per non dire
scetticismo e sfiducia.
Eppure la Dichiarazione di Praga contiene una serie di proposte (patto di non aggressione, riduzione dei missili e delle armi
convenzionali, si parla perfino
della « opzione zero » cara a Reagan) che sarebbe sciocco non
prendere in considerazione. Per
fortuna le reazioni a freddo denotano una maggiore disponibilità al dialogo, specie in Europa
(eccetto la Francia).
Più che per ciò che dice esplicitamente, la Dichiarazione di
Praga va presa sul serio per ciò
che lascia intendere tra le righe:
cioè potrebbe anche darsi che la
sua vera motivazione non sia
tanto in presunte buone intenzioni pacifiste fine a se stesse quanto in considerazioni d’ordine economico. La corsa agli armamenti ha costi tremendi e se è vero
che l’Unione Sovietica è il paese
del mondo col più alto bilancio
della difesa (ma chi potrebbe affermare che quello degli USA sia
di meno?) ciò non significa affatto che l’industria militare faccia
da volano dell’intero sistema produttivo, come è il caso invece negli USA e in Europa occidentale.
In altri termini; mentre in Occidente la produzione di armamenti e la ricerca tecnologica ad essa connessa è — purtroppo —
neUa logica stessa del sistema
economico, di cui costituisce un
fattore dinamico trainante, non
cosi sembra essere per l’economia pianificata dei paesi dell’Est
in cui le ingenti spese militari
inghiottiscono enormi risorse ai
danni del benessere della popolazione.
Nulla da eccepire quindi se, per
ipotesi, dietro alle proposte di
Andropov ci fosse la coscienza
di questo stato di cose. Sarebbe
anzi segno di ragionevolezza. Se
poi ci fosse anche la coscienza
dell’assurdità e inutilità della corsa agli armamenti, meglio ancora: sarebbe segno di saggezza.
« Magari fosse così — dirà qualcuno — ma òhi si può fidare? ».
Discorso ribaltabile tale e quale
nei confronti dell’Occidente, ragionamento che è stato e continua ad essere alla base di un
riarmo senza fine, ragionamento
con cui è compatibile solo l’equilibrio del terrore che rischia di
portarci aH’ecatombe nucleare.
Lo diceva Willy Brandt, artefice
della Ostpolitik: « Non abbiamo
altra scelta. Dobbiamo fermare
la corsa alla produzione di armi
sempre più terribili, o il mondo
si preparerà letteralmente per la
morte ». Perciò vogliamo sperare
che prevalga la ragione, la volontà di dialogo e di trattativa, cosicché il 1983 non sia l’anno dei
missili ma quello del disarmo.
Utopia? Forse, ma, come credenti, non abbiamo proprio altra
scelta.
Jean-Jacques Peyronel
INTERVISTA Al PASTORI AQUILANTE, GIRARDET, BECCHINO
La pace, un impegno permanente
In un momento di parziàle caduta di interesse, riaffermato l’impegno delle nostre chiese Necessità del rilancio di un movimento più indipendente dalle forze politiche organizzate
Si è svolta ad Ecumene (Velletri) nei giorni 2 e 3 gennaio la
consultazione annuale indetta dalla Tavola Valdese che ha riunito
nel centro giovanile una quarantina di rappresentanti degli organi
esecutivi delle Chiese valdesi e metodiste ai diversi livelli: circuiti,
distretti, Commissioni amministrative sinodali. Alla riunione è intervenuta anche la Commissione per la Pace e il Disarmo con una
propria relazione animando la discussione programmatica su Uno
dei temi di maggiore rilievo, quello della pace. Su questo argomento
centrale, al termine dei lavori, ci siamo intrattenuti con Sergpo Aquilante, presidente delTOpera per le Chiese Metodiste e membro della
Commissione Pace e Disarmo, con Giorgio Girardet, responsabile
dell’agenzia stampa nev della Federazione Chiese Evangeliche in
Italia, e con Franco Pecchino, membro della Tavola Valdese.
Comiso
ECO-LUCE — Cerchiamo di valutare un ànno di impegno per la
pace centrato su Comiso e di
delineare prospettive future.
AQUILANTE — L’obiettivo del
nostro impegno è stato di impedire l’installazione della base
missilistica di Comiso. Ora, considerando il fatto chie i lavori di
installazione sono iniziati e proseguono, potremmo certo dire
che abbiamo registrato una pesante sconfitta. Ma se ci poniamo da un punto di vista più
ampio dobbiamo riconoscere che
il movimento per la pace, nonostante le sconfitte che ha avuto, si è esteso, è diventato un
grosso movimento internazionale, ha fatto presa su vasti settori
anche negli Stati Uniti. Lo si è
visto anche recentemente a proposito dei missili MX: quando
un movimento si allarga, anche
i grandi dirigenti non possono
non tenerne conto nelle battaglie
elettorali. E d’altra parte prendiamo l’esempio della Repubblica Democratica Tedesca: là si
parla ormai chiaramente del movimento della pace, con prese di
posizione delle chiese evangeliche, ora della chiesa cattolica...
Il movimento della pace ha assunto cioè dimensioni planetarie
e non escludo che abbia prodotto
una modificazione a livello internazionale contribuendo a rendere possibili nuove trattative Sugli armamenti con la riapertura
di qualche spiraglio..
ECO-LUCE — AUudi ai negoziati di Ginevra tra USA e URSS?
AQUILANTE — Precisamente.
Un anno fa nel campo sulla pace
che si è tenuto qui ad Ecumene
non eravamo favorevoli allo schema bipolare di queste, trattative
tra le due superpotenze, con la
esclusione dell’Europa e il pericolo per la pace che comporta la
stessa impostazione bipolare. Ma
LUCA 11: 1
Signore, insegnaci a pregare
La domanda che, sull'esempio
dei discepoli, dovremmo rivolgere a Gesù è questa: « Signore,
insegnaci a pregare ». Così facendo riconosceremmo anche noi
che, da soli e nella nostra debolezza umana, siamo incapaci
di pregare; ragione per cui, invece di fare tanti discorsi inutili
e talvolta anche presuntuosi sulla nostra vita cristiana, dovremmo umilmente e semplicemente
imparare a pregare.
« Imparare a pregare ».- è una
espressione che ci sembra contraddittoria. Infatti noi ragioniamo così: o il nostro cuore sovrabbonda al punto tale che da se
stesso comincia a pregare o diversamente non riuscirà mai a
pregare. Sembra che non ci sia
alcun’aura alternativa; ed è ad
ogni modo assai pericoloso pensare che l'uomo possa naturalmente pregare da sé. Ragionare
così, scriveva Dietrich Bonhoeffer in alcune sue meditazioni
sulla preghiera dei salmi, « significherebbe confondere il desiderio, la speranza, il sospiro, il
pianto, la gioia, tutto ciò di cui
il nostro cuore è capace per se
stesso, con la preghiera. Sarebbe
un confondere la terra ed il cielo, l'uomo e Dio. No, pregare non
significa solo aprire il proprio
cuore; significa piuttosto trovare
la via che conduce a Dio per dialogare con Lui, sia che abbiamo
il cuore pieno oppure vuoto. Ma
nessuno è capace di fare questo
con le sue forze: per fare questo
è necessario Gesù Cristo ».
Noi tutti potremmo, e non
senza ragione, guardare all’esempio di Cristo e considerare la sua
vita di preghiera, proprio per
imparare da lui. La giornata terrena del Maestro era profondamente segnata dalla preghiera,
fin dalle prime ore del mattino:
« la mattina, essendo ancora
molto buio, Gesù levatosi, uscì
e se ne andò in un luogo deserto;
e quivi pregava» (Marco 1: 35).
In pieno giorno, dopo il miracolo
della moltiplicazione dei pani e
dei pesci, alla presenza di cinquemila uomini, Gesù « preso commiato, se ne andò sul monte a
pregare » (Marco 6: 46). Gesù
non dice che il suo lavoro è già
una preghiera; a maggior ragione
non possiamo dirlo noi in un
tempo in cui il lavoro quotidiano specialmente nella grande industria trasforma l'uomo, in una
macchina per la produzione di
beni di consumo. Cosa pensare
oggi di una riflessione come quésta di Martin Lutero: « Il mio lavoro oggi è così grande che non
potrò compierlo se non dedico
almeno tre ore alla preghiera »?
Poi viene la notte, non ancora
quella oscura del Getsemani, ma
quella che precede la chiamata
dei primi discepoli, quando Gesù
« se ne andò sul monte a pregare, e passò la notte in orazione
a Dio » (Luca 6: 12).
Questi riferimenti alla preghiera vanno considerati non soltanto
sotto il profilo dell'esempio che
il Maestro ci dona, ed è già molto, ma soprattutto sotto il profilo della comunione sua col Padre e con i suoi discepoli, anche
nella preghiera. In altri termini,
Gesù non è soltanto per noi
l’esempio che dobbiamo imitare;
è colui che ci dona la sua preghiera e vuole che la facciamo
nostra, colui che ci apre la via
verso il Padre e ci ordina di pregare « nel suo nome », non in
quello di un altro mediatore. Noi,
dice ancora Bonhoeffer, « impariamo a parlare a Dio perché Dio
ci ha parlato e continua a parlarci. Non è nel linguaggio maldestro e confuso del nostro cuore,
ma nella lingua chiara e pura
nella quale Dio ci ha rivolto la
parola in Gesù Cristo che noi
dobbiamo parlare a Dio e che
Egli vuole ascoltarci quando
parliamo a Lui ».
Tutto ciò ci sembra chiaro e
biblico, eppure tutto ciò solleva
non pochi problemi in merito alla preghiera. In un mondo in cui'
la dimensione umana e le opere
degli uomini acquistano sempre
maggiore ampiezza c’è posto ancora per la preghiera individuale
0 comunitaria? Le lotte quotidiane per l'esistenza e l'impegno che
esigono nel campo sociale e politico limitano sempre più il tempo della preghiera, quando poi
non lo aboliscono totalmente.
Che senso ha pregare Dio quando
la società umana ha ben altre cose da fare per creare una vita di
giustizia e di vera solidarietà fra
1 popoli, specialmente là dove essi
sono oppressi dai potenti di questo mondo?
Perché continuare a pregare in
un mondo in cui «Dio è assente »? Può la preghiera essere sostituita dall'impegno nella società, sia pure da un impegno
cristiano a favore degli uomini?
Che cosa pensa della preghiera
l’uomo del nostro tempo? E' forse possibile dire oggi a proposiErmanno Rostan
(continua a pag. 2)
realisticamente dobbiamo prendere atto che da una parte non
siamo riusciti ad impedire Tinizio dei lavori a Comiso, e dall’altra che a Ginevra, sia pure nel
quadro della bipolarità,, i nego-_
ziati sono ripresi còn qualche
nuova possibilità. Mi sembra allora realistico chiedere al nostro
governo di sospendere i lavori
finché non vedremo che cosa accadrà a Ginevra. Lo hanno latto
altri governi, non vedo perché
non lo possa fare anche il nostro.
ECO-LUCE — Non c’è contraddizione tra questa proposta e
l’ordine del giorno votato in agosto dal Sinodo che parla di disarmo unilaterale?
AQUILANTE — Non mi pare.
Noi abbiamo fatto bene a chiedere il disarmo unilaterale. Occorre che vi sia una voce che
esprima questa esigenza e la richiesta del disarmo unilaterale è
una proposta profetica, una sfida
che il nostro Sinodo ha fatto
bene a lanciare. Ma d’altra parte c’è la realtà di tutti i giorni a
cui bisogna aderire e certe volte
è necessaria una politica dei piccoli passi. Chiedere la sospensione dei lavori nella base missilistica di Comiso è appimto uno di
questi piccoli passi. Le due linee
non mi sembrano essere in contrasto.
« Cristiani
per la pace »?
ECO-LUCE — Al di là del problema particolare di Comiso, che
prospettive vedi per il nostro
inserimento nel movimento per
la pace?
GIRARDET — Credo che finora noi abbiamo seguito iniziative
di altri pur con motivazioni nostre. Mi riferisco in particolare
alle manifestazioni di Roma dell’ottobre 1981 e anche alle iniziative riguardanti Comiso. Credo
però che sia giunto il momento
per gli Evangelici italiani di prendere l’iniziativa.
ECO-LUCE — In che senso?
GIRARDET — In Italia il movimento per la pace è stato preso in mano molto presto dalle
forze politiche tradizionali. Questo non costituisce di per sé un
elemento negativo: è bene che le
forze politiche si impegnino in
questo campo. Tuttavia il movimento ha' finito per essere in
qualche modo condizionato da
interessi di politica generale,
mentre in altri paesi il movimento ha potuto svilupparsi più liberamente e con iniziativa propria. Credo che anche in Italia
bisogna costruire un movimento
che, pur coinvolgendole, sia in
qualche modo indipendente dalle
forze politiche organizzate. Ora
mi sembra che il Protestantesimo italiano abbia la possibilità
a cura di
Franco Giampiccoll
(continua a pag. 2)
2
2 fede e cultura
14 gennaio 1983
L’ULTIMO LIBRO DI ADRIANA ZARRI
NOVITÀ’ CLAUDIANA
Erba della mia erba
Sei anni dì silenzio denso di
voci, di solitudine popolata di
presenze; sei anni di deserto dove sboccia il turgido fiore del
cactus, che è luogo d’incontro
della terra nuda col grembo avvolgente del cielo, da sempre
adatto a chi cerca preghiera e
comunione profonda.
E' un resoconto di vita che
Adriana Zarri fa in « Erba della
mia erba »^, narrando, in brevi
capitoli scanditi secondo il succedersi delle stagioni, della sua
scelta monastico - eremitica e di
come essa avvenga nella pratica
quotidiana, in un cascinale remoto povero di tutti quei mezzi moderni di cui oggi si usa ed
abusa per rendere comoda la vita. La narrazione è tutta impastata di annotazioni e considerazioni che illuminano sul senso
che l’A. dà a questa sua scelta,
senso che è la vera norma da cui
i suoi giorni dipendono. Le altre
regole, infatti, quelle che concernono la veglia e il sonno, il
tempo per la preghiera, la lode,
la meditazione, le ore dedicate
ad accudire le cose e le creature — siano esse piante, animali
domestici o la sua stessa persona nelle necessità vitali cui deve
provvedere chi è solo — come le
ore per il lavoro a tavolino, tutte queste regole si sciolgono da
ogni rigidità coercitiva per servire alla libertà dello spirito pacificato con ogni aspetto della
vita. Come ben sa chi abita in
campagna, o ancora conserva
qualche rapporto armonioso con
la natura, la sola insubordinazione insan^ e del resto impossibile, è quella al moto del sole
e delle stelle, che determina il
giorno e la notte, l’estate e l’inverno, e tutti i ritmi biologici
dei viventi, e stabilisce la qualità e la durata del lavoro.
Il primo sospetto che affiora
alla mente di un bravo protestante mentre assapora il linguaggio -vivo ed appassionante
con cui l’A. rivela lembi di
straordinario nella descrizione
deU’ordinario e del quotidiano,
è che vi si celi una propensione
per la religione naturale -e per
la oggettivazione di Dio. Ma il
dubbio è presto fugato, perché si
capisce che Adriana Zarri ha
brillantemente e felicemente superato queste trappole. Fuorché, forse inevitabilmente, in
una cosa: dell’eucarestia parla
nei termini fortemente cattolici
della presenza materiale del Signore. A causa di quel medesimo concetto, si può provare una
certa ripulsa per il capitolo sulla vita e la morte in cui la comunione sacramentale si ciba di
carne e di sangue.
Tuttavia anche questi punti inducono a utili riflessioni, intrecciati come sono agli altri temi
della vita, che a volte sono solo
accennati ed altre sono più decisamente e compiutamente tratteggiati.
Un altro sospetto, di altra natura, può ancora sorgere: che la
costante fatica per la cura delle
bestie e della terra, con la naturale promiscuità che ne nasce,
abbia prodotto una deviazione
in cui è facile imbattersi: la necessità di idealizzare gli animali
attribuendogli tratti psichici umani da un lato, dall’altro lo
scadimento nella trasandatezza,
in una incuria giustificata e vista come buona. Ma anche da
questo TA. ha saputo ben guardarsi, certo non senza l’esercizio
di una tensione spirituale ed intellettuale degno di molta ammirazione.
Mi viene da chiedermi, a questo punto, se un uomo, monaco
eremita, sarebbe capace di uguale risultato. Riandando con la
mente a qualche visita di monasteri evidentemente privi di assistenza femminile, anche solo
come manodopera esterna, provo ancora l’orrore per- certi
squallori, sporcizie recondite che
Impegno permanente
(segue da pag. 1)
di dialogare in diverse direzioni, non solo con le forze politiche tradizionali, ma anche con
il movimento non politicamente
configurato, con i giovani, ed anche con le altre forze religiose,
in primo luogo cattoliche. Ovviamente le nostre forze sono scarse. Abbiamo però una posizione
centrale, di crocevia, e io credo
sia nostro dovere mettere questa
nostra posizione al servizio del
movimento più generale. Sarebbe quindi una cosa molto positiva se per esempio venisse lanciata una « Giornata Nazionale
della Pace » della quale fossimo
iniziatori noi Evangelici trattando con le diverse forze a cui ho
accennato per fare qualcosa insieme. Mi auguro che sia possibile realizzare un’iniziativa di
questo genere.
L’impegno
delle nostre chiese
ECO-LUCE — Sul tema della
pace cosa è emerso principalmente dalla riunione di Ecumene?
BECCHINO — Oltre a quanto
già hanno detto Aquilante e Girardet, si è avvertita soprattutto
la necessità di un approfondimento teologico della riflessione
biblica sul tema della pace.
In secondo luogo si è riconfermata la necessità di un impegno
che non sarà a breve termine:
la rpcessità di una educazione
alla pace, un impegno che deve
interessare le nuove generazioni
ma non soltanto loro, l’interno
delle nostre chiese ma anche l’esterno.
Un altro aspetto emerso è certamente quello della necessità di
un maggior collegamento con il
mondo protestante, un mondo in
cui il tema della pace è sentito
e vissuto e dibattuto costituendo
argomento di impegno e azione
concreta. In modo particolare
sentiamo la necessità di collegarci con movimenti e chiese sia.
europee che nordamericane.
ECO-LUCE — Come valuti nel
suo insieme la discussione che
si è svolta ad Ecumene in questi
due giorni?
BECCHINO — La mia impressione è che la discussione che
abbiamo avuto in questa riunione ha dimostrato con grande
chiarezza che nelle nostre chiese per la pace si lavora. Forse in
modo differenziato da località a
località; forse senza sufficiente
coordinazione; ma certamente
con impegno e con passione. E
questo mi sembra vada valutato
positivamente anche in relazione
alle decisioni che abbiaiho preso
insieme nel nostro Sinodo. Questa riunione mi sembra abbia dimostrato che l’ordine del giorno
sinodale su Pace e Disarmo non
è un ordine del giorno staccato
dalla nostra realtà, ma che anzi esso esprime ciò che nelle chiese si sente, ciò che nelle chiese
costituisce motivo di impegno.
-Dall’altro lato è evidente che esso rappresenta uno stimolo che
è stato ricevuto e utilizzato come un momento di orientamento per il lavoro da compiere.
a cura di Franco Giampiccoli
miseramente si indovinano, degradi non riscattati dalla manifestazione gentile della cura di
piante e fiori. E’ bello constatare l’assoluta estraneità di Adriana Zarri a simili desolazioni.
Non è possibile qui dar conto
degli innumerevoli spunti che il
libretto offre per la discussione
di temi di grande attualità, anche quando, in qualche caso, le
capita di liquidare con poche
frasi decise argomenti assai complessi. Parlando del lavoro, ad
esempio, lì dove afferma che la
alienazione non si annida nella
manualità monotona e ripetitiva, ma piuttosto nella perduta
capacità dello spirito di scoprir^
vi la propria vacanza e trarne
profitto. Sarebbe come dire che
il dentista non fa mai male a chi
si sa liberare dalla paura e sa
sciogliere le membra, o che il
letto di chiodi appuntiti non
punge il fachiro, e con ciò negare la capacità obiettiva e (ahimè!) concreta dell’uno e dell’altro di produrre sofferenza.
Credo che la avvincente lettura di questo resoconto di vita
potrà piacere particolarmente a
chi la malattia o l’invalidità costringe nell’eremo delle proprie
limitazioni fisiche e alla osservanza di regole di un rigore prima inusitato. Vi troverà la spinta a tramutare il proprio deserto in luogo felice di incontri, e
a volgere la preghiera da supplisca in situazione estrema a filo
conduttore dell’esistenza capace
di dirigere ogni pensiero al Signore della Vita dal quale solo,
per la grazia della Parola e la
virtù dello Spirito, ci viene la
comprensione delle cose.
Febe Cavazzutti Rossi
Immagini su Lutero
In vista dei nuovi contatti previsti per l’anno luterano cui sdiranno chiamati singoli evangelici la Claudiana di Torino ha predisposto un audiovisivo su Martin Lutero, realizzato in Germania,
con un manuale tradotto in italiano. Ovviamente questo materiale
si presta benissimo non solo per l’esterno delle nostre chiese ma
anche per Tinterno: catecumeni, gruppi di studio, ecc. L’offerta si
compone di:
1) 40 diapositive a colori (documenti, stampe, quadri, luoghi, ecc.); , i
2) Manuale illustrato tedesco con traduzione italiana (ciclostilata);
3) Cassetta incisa con il parlato della spiegazione (eventuale).
Il prezzo di acquisto di un corso si aggira intorno a:
Lit. 58.000 (-1- 2.000 spese post.) — Senza la cassetta del parlato.
Lit. 65.000 ( -I- 2.000 spese post.) — con la cassetta del parlato.
Per l’utilizzo è sufficiente un normale proiettore di diapositive
formato tipo Leica e un registratore a cassette (se si vuole il tino
con il parlato).
Il « corso » sarà disponibile entro il mese di febbraio 1983.
Le richieste dovranno pervenire a stretto giro di posta e in ogni
caso non oltre il 31 gennaio 1983. La CLAUDIANA EDITRICE (Via
Principe Tommaso, 1 - 10125 Torino) acquisterà un numero di copie pari alle prenotazioni raccolte. Non sarà quindi più possibile
ottenerne altre copie dopo tale data.
Si prega di specificare se si desidera il corso con o senza la cassetta a nastro del parlato.
La risposta può essere data per telefono (011/68.98.04).
^ Adriana Zarri, Erba della mia
erba. Cittadella Editrice, p. 248. L.
6.500.
Signore,
insegnaci
MODO INCONGRUO
Credevo che la predicazione delia
Paroia del Signore fosse una cosa seria, ma quando, iunedì scorso in « Protestantesimo » aila TV, vidi — più che
sentii — quei pastore sprecare tanto
fiato spostandosi da piazza Navona ai
Colosseo e dal Colle Oppio alla sua
chiesetta chissà dove, con al seguito
quei tre giovani così impassibili ed
inespressivi, senza che nemmeno un
cane si fermasse a curiosare.,., allora
mi dissi che, se si voleva dimostrare
che oggi la predicazione cade spesso
nel vuoto, non se ne poteva dare prova
migliorel Non giudico il sermone in sé,
sarà stato buono, ma trovo controproducente il fatto di averlo voluto ■■ situare »
in un modo cosi incongruo. Se non si
desiderava porre quel- pastore e il suo
sermone in un ambiente troppo ecclesiastico — che poi finisce per spuntare — bastava immaginare il culto in
a pregare Dov'eri?
f segue da pag. 1 )
to della preghiera ciò che la Bibbia dice a proposito del tempo in
cui viveva il sacerdote Eli: « La
parola dell'Eterno era rara a
quei tempi, e le visioni non erano frequenti»? (I Sam. 3: 1).
Siamo noi nel tempo del silenzio
di Dio ovvero in quello del silenzio degli uomini che non parlano più a Dio, e perché?
La preghiera non è pura e semplice parola; essa è l’atto che il
Signore ci chiede di compiere
per motivi di fede e di ubbidienza alla sua parola. Pregare significa rimetterci ogni giorno di
fronte a Dio ed a noi stessi; è
indispensabile che ciò accada
per ripensare alla nostra vita ed
evitare di vivere fuori di noi, alla mercé di un mondo che ci divide con le sue dottrine e con i
suoi interessi terreni, esclusivamente terreni e perituri. Infine,
dobbiamo imparare a pregare
Dio per dare alla nostra vita il
senso vivo della speranza cristiana, protesa verso il futuro,
ma verso il futuro di Dio, verso
« le cose di sopra », come dice
l’apostolo Paolo, « non a quelle
che sono sulla terra ». Anche negli anni della maturità e della
vecchiaia c’è il rischio di non
più sperare con la speranza che
Gesù Cristo ci ha donato e ancora ci dona. La vita umana con i
suoi tormenti e le sue sofferenze
può spegnere in noi quella speranza; perciò, quando il rischio
diventa realtà, dovremmo dire
con totale fiducia: « Signóre, insegnaci a pregare per non perdere la nostra speranza in Te ».
Ermanno Rostan
Dov’eri
dimmi dov’eri
quando Cristo
predicava alle genti.
Dov’eri
dimmi dov’eri
quando Cristo
venne acclamato
osannato e poi frustato
davanti alla cieca folla.
Dov’eri
dimmi dov’eri
quando il sangue
sgorgò dalle ferite
e dal legno cadde
sul corpo di Maddalena.
Dov’eri
dimmi dov’eri
quando cercò il Padre
quando si sentì solo
perdonando alla folla
la mano che l’inchiodava.
E dov’eri
tu che ora giudichi
dimmi dov’eri
quando risorse
tu che temi la morte
dimmi dov’eri
quando Lui la vinse.
Tu che ora giudichi
e che ancora uccidi
tu che rubi l'anima
all’uomo stanco
per rivenderla al mercato
d’un mondo assetato
tu che ancor lo rinneghi
e sputi sul suo corpo
e hai parte delle vesti
sappi
che Lui ti ha già perdonato
(Marco Scuderi: «Sprazzi di vita» pp. 4748).
una cucina, sull'aia di una fattoria, nel
cortile di una fabbrica, che so, ad un
crocicchio in campagna, come si fa
ancora oggi.
Wanda Gönnet, Roma
UN ANNO IN USA
Il prof. Francis Ghigo mi manda da
Davidson (North Carolina, USA) una
copia dei moduli (con accluso materiale Illustrativo) per l'iscrizione di uno
studente universitario straniero, preferibilmente del r o 2” anno, ai corsi
del pavidson College (che riguardano
scienze naturali, filosofia, belle arti,
letteratura, matematiche, scienze sociali, religione, linguaggio) e precisa: « Le
spese del nostro College sono alte, ma
sono disponibili ogni anno 6 o 7 borse di studio per studenti strarlieri. L'idea di avere un giovane (o una giovane) valdese mi piace molto e spero che
quest'anno 0 il successivo si possa trovare uno studente desideroso di trascorrere un anno di studio negli Stati
Uniti «. La domanda deve pervenire entro il 15 febbraio: resto a disposizione
degli interessati.
Arturo Genre, Torino
(tei. 011/873988)
L'Eco delle Valli Valdesi »: Reg.
Tribunale di Pinerolo N. 175.
Comitato di Redazione: Franco
Becchino, Mario F. Berutti, Franco
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FRANCO GIAMPICCOLI
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intestato a « La Luce: fondo di solidarietà », Via Pio V, 15 - Torino.
Stampa; Cooperativa Tipografica
Subalpina - Torre Pellice (Torino)
3
14 gennaio 1983
fede e cultura 3
250 ANNI DELLA MISSIONE MORAVA
CONVEGNO A ECUMENE
a
L’Evangelo per gli ultimi
Dal Bollettino
prendiamo questo
versario di inizio è stato
della Federazione Luterana Mondiale- riricordo della missione morava il cui annirecentemente celebrato a Basilea.
Nel 1722, il conte di Zinzendorf
offriva asilo, nelle sue terre di
Sassonia, ai cristiani che attraverso l’Europa, erano perseguitati per la propria fede. Fra queste minoranze protestanti, vi erano anche dei discendenti degli
Hussiti dell’Europa centrale: è
proprio a partire da loro che la
comunità che venne costituendosi a Herrnhut venne definita
con l’aggettivo « morava ». All’inizio questi fuggiaschi venuti da
ogni dove, ex prigionieri e detenuti « per motivo di fede », hanno qualche difficoltà a vivere insieme. Sono troppo diversi a causa delle loro origini sociali ed
ecclesiastiche. La Chiesa Luterana della regione non sa come integrare i nuovi venuti. La comunità è molto povera, fi conte di
Zinzendorf si copre di debiti per
lei. Per onestà teologica aspettano cinque anni prima di celebrare insieme la Santa Cena.
A partire da questo momento,
inizia un nuovo avvio. Molto presto si fa strada una nuova esigenza; la missione. Si sogna di
portare l’evangelo là dove nessuno lo porta: fra gli schiavi dei
Caraibi, fra gli eschimesi della
Groenlandia, fra gli Australiani,
fi conte scopre alla corte di Danimarca un servitore « nero »; in
realtà un figlio di schiavi delle
Antille. Lo conduce a Herrnhut.
Per la prima volta, gli ex perseguitati incontrano un Nero, ex
schiavo che parla loro, e racconta la miseria spirituale e materiale dei suoi. E’ un grande choc.
Due fratelli vogliono partire
immediatamente per le Americhe. Zinzendorf lo impedisce ed
esige un tempo di riflessione di
un anno.
Finalmente il 21 agosto 1732
Leonhard Dober e David Nitschmann, un vasaio ed un carpentiere, lasciano la comunità e si
imbarcano con pochissimi mezzi, sperando di poter vivere del
lavoro delle loro mani, spinti dal
vivo desiderio di comunicare l’Evangelo dell’amore e della riconciliazione fra gli uomini, ai più
disprezzati del loro tempo: i negri deportati sulle coste americane per il lavoro forzato nelle
piantagioni dei coloni bianchi.
Approderanno finalmente all’isola delle Antille di S. Tommaso il 13 dicembre. Per commemorare questo avvenimento
una semplice cerimonia avrà
luogo laggiù nel prossimo dicembre con la presenza di Philip Potter, il segretario generale del
Consiglio Ecumenico delle Chiese, originario di un’isola vicina,
quella della Dominica.
Nel nostro secolo
A partire dalla seconda guerra mondiale, rimane difficile ai
Fratelli Moravi di dirigere l’insieme delle loro attività missionarie da Herrnhut, che si trova
nella Germania dell’Est. Per questo le « società morave svizzere »
hanno preso il cambio. E sono
loro che hanno organizzato, alla
fine dello scorso mese di agosto, una grande festa missionaria che, dopo due secoli e mezzo, voleva essere al tempo stesso un bilancio del passato ed
uno sguardo verso il futuro.
Infatti, oggi come allora, e secondo i voti del suo fondatore,
la comunità morava assicura attraverso il mondo un appoggio
alle chiese « che non sono come
le altre »: povere, isolate, minoritarie. Sono i fratelli moravi
che, per primi, sono entrati in
dialogo con la comunità kimbanguista, questa grande Chiesa interamente africana che non deriva da nessuna missione « bianca ». Oggi ancora sono loro che
sostengono in particolare la Facoltà di Teologia Kimbanguista
di Lutendelé (vicino a Kinshasa
nello Zaire) la cui decana è tra
l’altro una teologa svizzera, la
FACOLTA’ VALDESE DI TEOLOGIA
I 500 anni di Lutero
La Facoltà valdese di teologia
di Roma ha preso iniziative assai tempestive riguardo al 500°
centenario della nascita di Lutero. Lo scorso maggio ha organizzato un convegno internazionale in preparazione dell’anno
del centenario (e sta curandone
gli atti per una pubblicazione
Claudiana). Ora, con l’inizio dell’anno, è partito un corso di lezioni settimanali che coprirà tutto il primo trimestre dell’83. Abbiamo dato notizia sul numero
scorso della prima lezione a cura del prof. Bruno Corsani. Il
ciclo prosegue col seguente programma :
18 gennaio; Lutero visto da Lutero: la Riforma (Paolo Ricca).
25 gennaio ; « Forte rocca è il nostro Dio »: Un salmo oggi (Michele Sinigaglia).
1° febbraio : Un nuovo rapporto
con Dio (Sergio Rostagno).
8 febbraio: Lutero e il papa: la
chiesa (Paolo Ricca).
15 febbraio: L’ermeneutica di
Lutero (Bruno Corsani).
22 febbraio: Una teologia per i
laici (Giovanni Scuderi).
1” marzo: Lutero interprete del
profeti (Michele Sinigaglia).
8 marzo; Lutero e Müntzer: la
politica (Paolo Ricca).
15 marzo: Lutero e Zwingli; la
Cena del Signore (Paolo Ricca).
22 marzo : Il laicato protestante
(Silvana Nitti).
29 marzo; Interrogativi sull’etica luterana (Sergio Rostagno).
Le lezioni, tutte di martedì, alle ore 18, si terranno nella sede
della Facoltà in via P. Cossa 42.
Protestantesimo
L’ultimo numero dell’anno
« Protestantesimo » lo dedica al
rapporto tra esperienza umana
e esperienza cristiana nel pensiero di Lutero. Si tratta del testo
di una conferenza di H.M. Barth,
molto densa e utile introduzione
all’anno luterano. Segue la presentazione dettagliata dei temi
della 21* assemblea deH’Allcanza
Riformata Mondiale e — lettura
da non perdere — segnaliamo
anche la valutazione di V. Subilla del recente documento sull’ecumenismo votato dal Sinodo
valdese.- Più di venti recensioni
concludono il fascicolo su novità
in campo teologico o storico.
Protestantesimo, trimestrale della Facoltà Valdese di teologia,
abb. 1983 ordinario L. 13.500;
sostenitore L. 20.000 - Conto
corrente postale 14013007, libreria di cultura religiosa, piazza
Cavour 32 ■ 00193 Roma.
signorina M. L. Martin. I Fratelti Moravi sono inoltre presenti
nella molto povera Tanzania, nell’Africa del Sud, fra i negri e gli
indiani dell’America centrale, fra
i Tibetani rifugiati in India, Più
della metà della corhunità vive,
oltremare, comprese TAlaska ed
il Labrador.
Questo è quanto questo anniversario celebrato a Basilea voleva ricordare. Un’occasione prima di tutto di lodare il Signore,
per trovare nuove forze in questa lode, per fare nuovi progetti,
e per ascoltare quanti erano venuti da lontano.
Una tavola rotonda sulla missione oggi, una grande àgape fraterna, una serata animata da
canti moravi, un vasto culto comunitario la domenica, ed infine,
un’esposizione « 250 anni di missione morava » hanno fatto dell’avvenimento una grande e bella festa.
Com-Nuovi Tempi
il futuro di una
impresa ecumenica
Un incontro fra rappresentanti delle chiese evangeliche e ComNuovi Tempi si svolgerà a Ecumene, presso Velletri, il 21 e 22
gennaio 1983. Il convegno, che
viene organizzato in comune dalla Tavola valdese e da Com-^Nuovi Tempi, con la partecipazione
della Federazione delle chiese evangeliche, si propone di realizzare uno scambio informativo e
una riflessione comune su quel
particolare aspetto di Com-Nuovi Tempi che lo ha caratterizzato fin dal principio, e cioè di essere un luogo di una singolare
convergenza di evangelici e di
cattolici in un’impresa comune.
Il convegno, che è stato proposto dal sinodo delle chiese valde
PER LA STRUTTURA DELLA NOSTRA CHIESA
Ma non c’era una
parola più pulita?
« Ma non c’era una parpla più
pulita? ». Con questa osservazione una catecumena aveva messo a tacere il suo pastore. Eppure egli non aveva pronunziato alcimai parola sconveniente, credetemi, aveva solo faticato già da
alcune domeniche per far comprendere a quei benedetti otto
catecumeni la. serietà dei contenuti biblici e teologici che sono
espressi in forma di articoli nella
nostra normativa ecclesiastica,
cioè nella Disciplina generale e
nei Regolamenti organici della
Chiesa Valdese. E quei testi il
pastore li difendeva come una
delle maggiori cose valide della
nostra Chiesa. Ma, vi sono forse
parole sporche nei nostri regolamenti? Ecco dunque il termine incriminato, « gerarchia ».
Certo non è un bel termine, almeno sulle labbra protestanti e
tanto meno su testi ufficiali di
una chiesa evangelica, ma c’è e
perciò, aveva dovuto pronunziarlo citando l’art. 7 della Disciplina generale: « La Chiesa è retta
da una gerarchia di assemblee
aventi ciascuna un proprio ambito di competenze ».
Ha visto che anche da noi c’è
una « gerarchia »? insistevano
quegli’ impertinenti di catecumeni! Certo la parola era lì e non
la poteva cancellare, perciò tutta l’arte oratoria e tutta la scienza giuridica di quel pastore furono mobilitate nello spiegare
che, sì, la parola poteva essere
fraintesa in senso negativo, ma
in quel testo stava solo ad indicare che la nostra organizzazione
ecclesiastica riconosce la comu
Decisione di vita
Una donna operata al seno
scrive: « Ho deciso ferocemente
di vivere. Nel suo diario mio figlio annotava: ’’Oggi operano
mia madre al seno. Non so se
vivrà”. Superata la paura, rimosso lo choc, oggi mi ritrovo cambiata: ero pessimista, prima, il
bicchiere lo definivo ’’semivuoto”,
mai ’’semipieno”. Ho imparato
di nuovo ad apprezzare un tramonto. Ringrazio Dio di quello
che mi ha dato ».
(Da « La Stampa »).
Dio è più grande di ogni disperazione. La sua grazia ci consola di più di quanto la disgrazia ci rattrista (Lutero).
nità locale quale elemento ecclesiologico primario e perciò ai
credenti spetta il dovere di portare la responsabilità della fede,
della dottrina e della testimonianza della Chiesa. Perciò vi sono varie assemblee e diversi livelli, locale, regionale, nazionale,
in cui i credenti esercitano la
« gestione » della vita ecclesiastica; infatti ognuna di quelle assemblee ha un proprio ambito di
competenze e nessuna di esse
può pretendere di avere il diritto di autorità sull’altra.
La spiegazione sembrava avesse convinto, e già la discussione
si era spostata sui vari regolamenti per comprendere il funzionamento e le responsabilità
concrete di tali assemblee, quando la solita catecumena riprese
fiato ed osò contraddire il tutto.
Infatti l’art. 22 della già citata
Disciplina, sembrava rimettere
ogni cosa in questione affermando candidamente che l’assemblea
della chiesa locale « elegge le proprie deputazioni alle assemblee
superiori a norma dei regolamenti di zona ». La gerarchia dunque
esisteva, tanto è vero che l’aggettivo « superiore » era lì a complicare le cose! Con scienza e coscienza il povero pastore ricominciò da capo a far capire che
anche le « assemblee superiori »,
sono « superiori » si, ma non nel
senso gerarchico che si dà normalmente al termine, bensì in
quanto più estese, con diversa
partecipazione di deputati delle
varie Chiese, con maggiore responsabilità in ordine ai problemi di più ampio respiro, ecc., ed
alla fine il buon sangue valdese,
anche se in parte della evangelizzazione, di quei catecumeni, non
menti, ed essi si arresero dichiarandosi convinti.
Eppure la faccenda non è finita lì. Infatti ripensando all’accaduto, a quel termine « gerarchia »
per di più rafforzato da quel « superiori », quel povero pastore,
che pure ricorda il sospiro di sollievo tirato in sinodo quando dopo dieci anni di discussioni per
la revisione della vecchia « Costituzione » si era finalmente approvato nel 1974 il testo definitivo della « Disciplina generale delle Chiese evangeliche valdesi »,
ancora risente ogni tanto quella
voce spontaneamente giovanile,
e si chiese: « ma non c’era proprio una parola più pulita »?
G. S.
si e metodiste dello scorso agosto, viene a coincidere con una
fase di ripensamento del giornale stesso, in vista di un suo rilancio, per far fronte a una situazione ambientale che si è largamente modificata dal tempo della fusione di Com e Nuovi Tempi, otto anni fa. Il convegno sarà dunque anche un’occasione fra le altre per riflettere insieme sul significato di Com-Nuovi Tempi,
sui suoi contenuti, sulle sue battaglie.
Il convegno ha inizio venerdì
21 gennaio alle ore 19 e si conclude sabato 22 dopo cena. Ecco
il programma di massima.
Programma
Venerdì 21
ore 19: arrivo dei partecipanti cena;
ore 21: Giorgio Gìrardet, presidente della Cooperativa ComNuovi Tempi, presenta un « bilancio critico di otto anni » e
illustra situazione e prospettive, stato della diffusione e delle finanze.
Sabato 22
ore 9: Filippo Gentiioni, della redazione, presenta il « contesto » in cui si muove la nostra
impresa: realtà politica, trasformazioni culturali ecc. Discussione delle due relazioni;
ore 13.30: pranzo;
ore • 15.30: Franca Long e Anna
Maria Marlia: « CNT, evangelici e cattolici: che fare? ». Discussione, dibattito generale,
proposte operative;
ore 20: cena - partenze.
Il costo del convegno (pernottamento, due cene, colazione e
pranzo) è di lire 21.000. Preghiera di iscriversi al più presto presso: « Ecumene, via Firenze 38,
00184 Roma », tei. 06/4743695.
il regno
QUINDICINALE DI
ATTUALITÀ' E DOCUMENTI
UNA RIVISTA
INFORMATA
E AGGIORNATA
il regno/attualità
Informa sulla attualità mondiale della vita della chiesa, offrendo in ogni
fascicolo una messa a punto sul problemi più vivi del momento, panorami e studi di situazlorri, interviste originali e un intero settore di
notizie che lo caratterizzano In modo inconfondibile fra tutta la stampa cattolica.
il regno/documenti
Offre documenti ben selezionati che
riguardano prese di posizione ufficiali 0 qualificate aH’interno della
chiesa e su tutto l'arco della liberazione deH'uomo. Con I suoi fascicoli, che si alternano con quelli di
attualità ogni quindici giorni, da venticinque anni è voce autorevole per
l'aggiornamento della chiesa italiana.
il regno
V. NOSADELLA, 6 . 40123 BOLOGNA
TEL. 051/306811
UNA COPIA L. 1.500
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DEHONIANO . BOLOGNA
4
^ vita delle cliìese
14 gennaio 1983
IL PROGETTO « BAGNAU »
La grande storia di una
1® CIRCUITO
piccola casa di Angrogna
« Immaginate una casetta a
millecinquecento metri di altezza, costruita per il riposo estivo
di una modesta famiglia borghese... tutto intorno un panorama
grandioso che va dalla pianura
che nelle giornate di sole si vede vaporare lontano, con la roccia di Cavour che è una pennellata bluastra, alle case di Torre
Penice che biancheggiano e sfumano, alle colline del principio
della Valle d'Angrogna,su su, fino alla Vaccera, al Servin, al
Gran Truc. E dall’altro lato il
Vandalino con dietro il Freidour
e il Roux e la Vergia. Villaggetti in
basso, prati e campiceUi in pendio e boschi di castagni e di faggi e finalmente neve immacolata
dappertutto. Ecco il nostro regno. Ecco dove passeremo i giorni che speriamo brevi, prima del
cimento. Siamo la Banda del Bagnau; siamo i ribelli contro i quali quasi settimanalmente viene
lanciata dalle autorità tedesche
o da quelle fasciste, un bando
che invita o ordina di presentarsi. Ma degli inviti ridiamo e delle minacce ce ne facciamo, come
oggi si dice, un grande baffo.
Siamo liberi qui sulla montagna,
e non abbiamo nessuna voglia di
tornare schiavi... »
E’ una pagina del diario di Jacopo Lombardini, predicatore
metodista, nonviolento, che durante la Resistenza fu pastore
tra molti partigiani della Val
Pellice. Catturato sul Col Giuliano Lombardini fu ucciso nel campo di concentramento di Mauthausen il 24 aprile 1945.
11 gennaio 1944
La casa descritta nel diario,
quartiere generale della Banda
partigimia cui apparteneva Lombardini, si trova su « rm poggio
fiorito denominato Bagnau » ^ che
divide la Vaccera dal vallone di
Pradeltorno. L’il gennaio 1944 un
commando nazista bombardò e
distrusse parte dell’edificio. Lasciamo la parola a Giovanni
Miegge: « Lombardini è in compagnia di alcuni giovani partigiani e sta godendosi sul balcone,
il buon sole invernale, mentre fuma la pipa. Intanto a fondo valle
arriva un camion tedesco fornito di artiglieria. L’ufficiale punta
il binocolo, vede lo "chalet”, il
balcone e i suoi occupanti. Punta
diligentemente il cannone. Nello
stesso istante Lombardini annuncia che va dentro a farsi la barba. Il gruppo di giovani lo segue.
Qualche secondo dopo, colpito da
un obice, il balcone vola in mille
pezzi »
Mesi più tardi, in primavera,
sempre i nazisti salirono fino al
Bagnau per bruciare quello che
restava della casa partigiana.
« Ora solo più il vento — commenta il foglio clandestino dei
combattenti in montagna — sussurra tra le mura scheletrite e
bruciate una canzone melanconica di ricordi e di speranze, mentre i tronconi anneriti dei travi
sembrano montare la guardia...»*.
Una scelta
per il futuro
Sono passati quasi quarant’anni da quell’invemo di guerra. La
casa distrutta è ancora lì, a pochi
metri dalla lapide che ricorda il
sacrificio di Lombardini. Questa
proprietà, comprendente il caseggiato distrutto e duemila metri pianeggianti, è stata recentemente posta in vendita. Il Concistoro di Angrogna, informato di
questa occasione, ha sottoposto
¡I problema aH’assemblea di chiesa. Dopo lungo dibattito, ed alcune poche astensioni, l’assem
La casa al Bagnau distrutta nel gennaio del 1944 che verrà acquistata e, si spera, ristrutturata dalla chiesa valdese di Angrogna.
blea ha votato per l’acquisto, confidando nell’aiuto di tutti.
E’ Stata ima scelta difficile e
coraggiosa poiché travalica le
scarse risorse economiche della
chiesa di Angrogna salassata dall’emigrazione, da una agricoltura
scarsamente redditizia e già impegnata a mantenere decorosamente le sue tre chiese, le numerose scuolette, di quartiere e altre
proprietà ereditate dal passato
che, economicamente, non rendono.
I motivi storico-spirituali sono
prevalsi, nell’assemblea, sul conteggio economico. Ora siamo in
contatto con la famiglia Giannetti-Ayassot proprietaria e si spera che, al più presto, ovvero appena raggiunta la cifra, possiamo intestare alla nostra chiesa
im luogo non solo ricco di storia
(U Bagnau fu anche teatro di
scontri durante le guerre di religione) ma cuore geografico delle Valli Valdesi: talmente bello
e dominante che più di uno propose, nel dopoguerra, di costruirvi lì Agape. Ma allora mancava la
strada. Oggi c’è la strada, e il
luogo è facilmente raggiungibile.
L’idea di fondo è quella, una
volta perfezionato l’acquisto, di
ristrutturare (anche con lavoro
volontario) l’edificio e creare
una struttura aperta a piccoli
gruppi o famiglie che possa autofinanziarsi. Nulla di grandioso.
Una casa per dieci o quindici
persone. Naturalmente è un comitato locale che sta studiando
i particolari di questo progetto
che coinvolge la chiesa di Angrogna per tutti gli anni 80. Ma
trasformare questo simbolo della guerra in una struttura aperta per gli evangelici non è possibile senza la solidarietà e la
partecipazione attiva di chi crede
in questa avventura.
S’intrecciano qui i motivi più
veri deH’antifascismo, delle lotte di ieri e di oggi per la libertà,
e la ricerca della pace di Cristo.
Il Bagnau è un luogo nuovo, tutto da scoprire e specialmente
per i giovani potrà essere scuola
di vita, di lavoro e di formazione
per un futuro senza più guerre.
Per ora siamo solo all’inizio.
Giuseppe Platone
^ S. Masthogiovanni, Un protestante nella resistenza, Firenze 1962, pp.
129-130.
^ Il Pioniere, giornale d’azione partigiana e progressista, reprint collezione 194344, Torino 1976, p. 24.
^ G. Miecge, L’Église sous le joug
fasciste, Genève 1946, p. 61.
* Il pioniere, cit.
Seminario
animatori
giovanili
Per iniziativa del Consiglio del
1° Circuito si è svolto nei giorni
27-28 dicembre presso la Foresteria di Bobbio Pellice, gentilmente concessa gratuitamente dal locale Comitato, il primo seminario sperimentale per animatori e
monitori, organizzato e diretto
da Franco Taglierò.
Quattordici giovani, numero
superiore alle previsioni, alcuni
membri dei gruppi giovanili
(Bobbio Pellice, Coppieri, Cadetti
e FGEI di Luserna S. Giovanni)
altri monitori di Scuola Domenicale o di campi di vacanza (Vallecrosia e campeggio del 1° Circuito), hanno seguito un programma molto intenso, studiato
per soddisfare il più possibile le
diversificate esigenze di tutti.
Studio biblico, canto, cartonage, pronto soccorso, rapporti personali nella conduzione di un
gruppo, direzione di discussione,
tecniche di animazione, gioco:
questi i temi trattati, con l’aiuto
di quattro animatori.
Al termine dello « stage » i
partecipanti hanno dato interessanti e validi suggerimenti per la
prosecuzione deiriniziativa e per
l’approfondimento del lavoro.
Sulla scia deU’incoraggiante esito
di questo primo seminario di
formazione, verranno dunque
organizzati entro la primavera altri due incontri, aventi lo scopo
di sperimentare altre tecniche e
approfondire tematiche ancora
soltanto superficialmente affrontate.
_____________PINEROLO
Ora di
religione
Il collegio dei docenti del 3“
circolo di Pinerolo ha ampiamente discusso il problema delTinsegnamento della religione nella
scuola pubblica ed ha approvato la seguente mozione: « Il Collegio dei docenti è contrario a
considerare la scuola pubblica
come veicolo di insegnamento
religioso ».
Calendario
Venerdì 14 gennaio
n INCONTRO
RESPONSABILI
ATTIVITÀ’ GIOVANILI
TORRE PELLICE — Il 1” Circuito organizza con inizio alio ore 20.45 alla
Casa Unionista un incontro dei rappresentanti dei gruppi giovanili, filodrammatiche, cadetti, ecc.
______Sabato 15 gennaio
n CONCERTO
PINEROLO — Alle ore 21 la Corale
Valdese terrà un concerto vocale e
strumentale presso il tempio valdese.
n TELEPINEROLO
CANALE 56
Alle ore 19 va in onda la trasmissione « Confrontiamoci con l'Evangelo »
(a cura di Marco Ayassot, Attilio Fornerone e Paolo Ribet).
Domenica 16 gennaio
a RADIO KOALA
FM 96.700 - 90300 - 93700
Alle ore 12.45: Culto Evangelico a
cura delle Chiese Valdesi del H Circuito.
□ INCONTRO
CATECUMENI
TORRE PELLICE — I catecumeni dei
III anno del 1” Circuito si incontrano
per una giornata di studio e conoscenza reciproca. Il programma prevede:
ore 10, culto con la comunità, pranzo
al sacco, discussioni e giochi. L'incontro termina alle ore 16.
Giovedì 20 gennaio
□ INCONTRO
COLLABORATORI
ECO DELLE VALLI
La riunione dei collaboratori avrà
luogo a casa Gay via Cittadella 8 Pinerolo, con inizio alle ore 20.30.
PARTECIPAZtONI
PERSONALI
Il prof. Alberto Cabella, di Torino, è
dal dicembre 1982 addetto all’Istituto
Italiano di Cultura di Parigi e lettore
d italiano alla Sorbona. Vivissimi rallegramenti.
Ricerca sulla pace
TORRE PELLICE — I bambini
delle scuole elementari di Torre
Pellice hanno svolto una ricerca
sul tema della pace nel quadro
del programma delle lezioni che
sostituiscono l’ora di religione,
da cui maestri ed allievi sono
esonerati. I tabelloni, frutto della ricerca, sono stati esposti davanti al tempio in occasione del
culto delle scuole domenicali,
domenica 19 dicembre ed analogamente sono stati esposti davanti alla chiesa cattolica in occasione della messa della vigilia
di Natale. Alle due comunità, valdese e cattolica, è offerto da questo lavoro ecumenico un tema di
riflessione estremamente stimolante.
Dopo il culto, nel salone della
Foresteria, i bambini hanno poi
trascorso una giornata comunitaria, intrattenendo i loro genitori con canti e recita di poesie
e di scenette. Animati giochi e
una apprezzatissima cioccolata
hanno permesso di concludere in
allegria la bella giornata.
' • Un considerevolissimo pubblico ha fatto da cornice aH’incontro dei Coretti di Torre Pellice e Luserna S. Giovanni nel tem
pio dei Coppieri, domenica 2
gennaio. Il breve, ma gradevole
programma di canti natalizi è
stato completato da alcune applaudite esecuzioni del gruppo di
giovani flautisti di Bobbio Pellice, diretti da Gisela Lazier.
• Riprendono in pieno, dopo
la pausa natalizia, le attività della nostra chiesa. Ricordiamo lo
studio biblico del lunedì (ore
20.30) e del sabato (ore 17.30).
L’Unione Femminile martedì 11
alle ore 15 si è recata in visita al
padiglione dell’Ospedale: la prossima seduta ordinaria avrà luogo il 6 febbraio con lo studio biblico (Immagini di vita: Il pane).
• Si è tenuta domenica 9 la
consueta Assemblea di Chiesa
della seconda domenica del mese. Questa volta la comunità ha
udito da J.-J. Peyronel una informazione sul Convitto Valdese di
via Angrogna. L’istituto per minori, che ospita una ventina di
giovani, pur trovandosi a Torre
Pellice è spesso stato dimenticato dalla nostra comunità: è auspicabile che da questa Assemblea nascano nuovi.. stimoli per
un sostegno anche, ma non solo,
finanziario a quest’opera.
• Sono deceduti nelle settimane scorse Ester Muston v. Mourglia, Enrico Eynard, Alberto
Comba. La comunità esprime la
sua fraterna solidarietà alle famiglie colpite.
Confermato
il past. Coi'sson
POMARETTO — Domenica 9
gennaio si è svolta l’assemblea
di chiesa, presieduta da T.iiiflna
Viglielmo della Commissione Distrettuale, per reiezione del pastore. Votanti 182 (su 312 elettori) : 173 sì, 8 no e 1 scheda nulla. L’assemblea si è rallegrata
con il pastore Coisson e la sua
famiglia per questa prova di fiducia nel suo lavoro al servizio
della nostra comunità.
« Sandra Ferrerò è venuta a
recare gioia ai propri genitori
Ferruccio e Claudine Ollivier, di
Perosa Argentina. Un cordiale
benvenuto alla neonata e tanti
auguri ai genitori.
• Domenica 12 dicembre è stato battezzato Diego lAgeard di
Giorgio e di Peyrot Livia. Che
lo Spirito del Signore sia guida
costante a questo bambino per
tutta la sua vita.
ALLE VALLI VALDESI
Assemblea di Chiesa
SAN SECONDO — L’assemblea di Chiesa è convocata per
domenica 23 gennaio per decidere il rifacimento del tetto del
tempio. Si raccomanda di non
mancare.
• Sabato 8 gennaio si è svolta una serata della corale con
canti e proiezioni di diapositive
sugli Stati Uniti.
• L’Unione femminile si è riunita il 2 gennaio per proseguire
la riflessione sul sermone sul
monte. Alla riunione ha partecipato Graziella Fornerone del comitato FFEVM.
Concerto
LUSERNA S. GIOVANNI — La
nostra Corale, in collaborazione
con il Gruppo Trombettieri Vaidesi e la Corale di Pomaretto, ha
organizzato per domenica 16 c.m.
alle ore 15.30 un Concerto di musiche natalizie che avrà luogo nei
tempio dei Bellonatti.
L’ingresso è libero e tutti sono
cordialmente invitati.
# Hanno collaborato a questo numero : C. Bogo, D. Cariane, L. Cirica, F. Davite, D. Gardiol, A.
Geymet, N. Gullotta, L. Marchetti,
R. Peyrot, L. Ribet Noffke, R. Colonna Romano, M. Rossi, G. Bcuderi. F. Taglierò.
5
14 gennaio 1983
vita delle chiese 5
È
■ì:
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%
ABRUZZO-MOLISE: CONVEGNO GIOVANILE
«Chi è Dio?»
Per la s^iconda volta nel corso di quest'anno la comunità di
S. Giacomo degli Schiavoni ha
felicemente ospitato, domenica
12 dicembre 1982, un convegno
giovanile organizzato dalla FGEI
(Gruppi di Campobasso, San Salvo, Vasto) in collaborazione con
il XII circuito valdese-metodista.
All’incontro hanno preso parte
non soltanto i giovani battisti,
valdesi e metodisti delle province di Campobasso e di Chieti, ma
anche un buon numero di membri delle comunità interessate,
alcuni amici non evangelici e una
rappresentanza della Chiesa di
Cristo di Pescara.
11 tema dell’incontro, alquanto arduo e impegnativo, « Chi è
Dio? », ha suscitato grande interesse e la discussione, articolata in gruppi, è risultata ricca di
interventi e contributi. Riferendosi ad una proposta di lavoro
elaborata dal gruppo di Vasto e
San Salvo — il quale ha egregiamente svolto il compito di preparazione del convegno, occupandosi anche del culto comunitario che è stato tenuto in maniera molto libera con interventi spontanei e con canti non tradizionali — i gruppi si sono ritrovati intorno ad alcune domande indicate come linee di
sviluppo del tema. Due di essi
hanno cercato di rispondere alla domanda « Credere nella creazione è in contrasto con la scienza?», mentre gli altri due gruppi hanno affrontato i seguenti
quesiti, « Può essere vero che
occuparsi di Dio significa non
occuparsi dell’uomo? » e « Com’è che le più grandi aberrazioni della storia sono state compiute nel nome di Dio? ».
Tutti i convenuti si sono trovati d’accordo nel riconoscere la
difficoltà di dare risposte a queste domande. L’argomento non è
stato sviluppato appieno, tenendo presente anche la scarsità del
tempo a disposizione, e continuerà ad essere affrontato nei prossimi incontri. Sintetizzando, ad
ogni modo, quanto detto nel corso del convegno si può dire innanzitutto che noi credenti dobbiamo imparare a leggere correttamente il racconto biblico
della creazione come una confessione di fede del popolo ebraico, senza pretendere di giustificarlo scientificamente. Noi possiamo definire Dio ciò su cui facciamo affidamento in tutte le necessità, per dirla con Lutero, ma
al di là di ogni definizione che
ne possiamo dare è impensabile
un Dio senza l’uomo perché Dio
si rivela attraverso Gesù Cristo,
la Parola fatta uomo. E’ essenziale riconvertire le nostre convinzioni, come è stato sottolineato durante il culto, trovando la
maniera migliore di testimoniare la nostra fede non in un Dio
lontano e esterno all’uomo, ma
nell’impegno e nell’aiuto che possiamo dare agli altri, senza usare Il nome di Dio per giustificare sistemi di potere e di oppressione.
La giornata è trascorsa in una
atmosfera lieta e cordiale, il che
sottolinea soprattutto l’importanza di questi incontri comunitari che coinvolgano direttamente le persone più isolate della
nostra diaspora. L’appuntamento è pertanto per il prossimo
convegno, probabilmente in febbraio.
D. C.
GERMANIA FED.
Gli amici
dei valdesi
cambiano
presidente
Durante l’ultima assemblea del
« Freundeskreis der Waldenser
Kirche » (gli amici della chiesa
valdese) svoltasi in Germania federale a Herne il past. Wolfgang
Scherflgg ha lasciato, per motivi
di età, la presidenza del sodalizio
che ricopriva dal 1960. Al nuovo
ufficio di presidenza è stato chiamato il past: Werner Beyna di
Herne. Nel suo discorso ufficiale
si è dichiarato felice di poter collaborare con la Chiesa valdese.
Beyna che ha 49 anni, ha studiato ad Heidelberg e fu allievo di
Pannenberg. Attualmente, in
Westfalia, partecipa a gruppi di
lavoro su tematiche ecumeniche
oltre ad essere pastore-^àid-Herne.
Da queste colonne vorremmo
ringraziare l’amico Scherflgg per
il lavoro di informazione e solidarietà (il Freundeskreis pubblica tra l’altro un bollettino ai soci dove si danno periodicamente
notizie sulle attività della nostra
chiesa) che ha svolto per tanti
anni con amore e competenza a
favore della nostra chiesa. Rivolgiamo anche un fraterno saluto
al nuovo presidente (che è in
contatto con la Chiesa valdese
dal 1968) e ai suoi due rappresentanti: il past. Roland Knuth e
il past. Thomas Fuchs.
G. P.
CAMPANIA
Gli evangelici
contro la camorra
Evangelici delle comunità di
Napoli e di Ponticelli hanno partecipato, il 17 dicembre scorso,
alla marcia contro la camorra,
che si è snodata da Somma Vesuviana ad Ottaviano.
La manifestazione, organizzata
dagli studenti della zona NolanoVesuviana, ha visto la pàrtecipazione dei lavoratori delle fabbriche del Comprensorio (Aeritalia,
Alfa Sud, Monteflbre ecc.), dei
partiti, dei massimi vertici sindacali, di associazioni culturali,
nonché dei vescovi di Nola e di
Acerra.
Il corteo 'ha attraversato zone
tristemente note, dove la camorra infierisce con brutalità am
Federazione
Femminile
Come proposto durante il Congresso nazionale della Federazione Femminile ev. valdese e metodista tenutosi ad Ecumene nel
maggio scorso, il Consiglio si
incontrerà con le responsabili
delle Unioni e gruppi femminili
durante la sua riunione a Napoli nei giorni 15-16 gennaio. L’ordine del giorno sarà il seguente:
Sabato ; lavori del Consiglio.
Efomenica - ore 9 : incontro
con le responsabili di unioni e
gruppi di Napoli e diaspora;
ore 11: culto in via dei Cimbri,
S. Cena, messaggio del Consiglio nazionale FFEVM; ore 13:
agape fraterna. Partenza nel pomeriggio.
CORRISPONDENZE
Un bazar nuovo stile
MILANO — Segni nuovi, quest’anno, al bazar di beneficenza.
Un gruppo di giovani del catechismo ha cooperato con le sorelle
della Lega Femminile per la riuscita dell’incontro, svoltosi il 27 e
il 28 novembre.
Il bazar è utile, si è pensato,
ma potrebbe suscitare l’adesione
di tutti, se non si riducesse a
un mercatino, diventando invece
una occasione di festa per la comunità. E, quando si tratta di
pensare momenti lieti, quale con-'
corso risulta più immediato di
quello dei ragazzi? Così, dopo
ADISTA
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dal e sul mondo cattolico
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Ordinario lire 15.000;
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l’esperienza dell’aperitivo offerto
alla comunità al termine di un
culto dello scorso ottobre, i giovani hanno progettato e allestito
un servizio di bar e di ristorante,
interamente gestito da loro. Al
momento di dare gli ultimi ritocchi all’ambiente, la gara alla generosità dei contributi gratuiti
ha toccato un traguardo insperato. Sala da thè nel pomeriggio,
servizio dì ristoro per il pranzo
della domenica con scelta fra diverse portate, due banchi stracolmi di ogni bene. Il tutto corredato da una coreografla che annullava la rigidità degli spazi architettonici dell’abside del tempio.
Tovaglie in carta crespata rossa,
lampade realizzate dalla creatività degli stessi ragazzi, con una visione d’assieme davvero suggestiva.
Che bravi, questi nostri ragazzi, che danno un contributo disinteressato al successo del bazar. Che simpatici, questi fratelli e queste sorelle, che sono allettati dalle tentazioni dei nostri
tavoli, e cenano così allegramente... A volte, basta poca fantasia,
perché l’ago del barometro si
sposti dalla freddezza alla fraternità.
Insediamento
ZURIGO — Domenica 14 noA
vembre è stato un giorno di pai^
ticolare importanza e di gioia
per la nostra comunità avendo
avuto luogo l’insediamento del
pastore Giovanna Pons. Al culto
nel Bethaus condotto dal pastore Christian Gysin, sovrintendente del IX (Circuito, assistevano oltre ai numerosi membri
di Chiesa e simpatizzanti giunti
da tutto il cantone, il Moderato
re della Tavola Valdese, pastore
Giorgio Bouchard, i delegati e
rappresentanti della Chiesa zurighese (Kirchenrat, Zentralkirchenpflege. Sinodo), della Chiesa di Wiedikon, delle comunità
di Berna e Basilea, degli studenti del Seminario battista di Rùschlikon e molti altri amici giunti finanche dall’Italia.
L’apertura del culto, la predicazione del pastore Bouchard,
l’atto liturgico delTinsediamento
tenuto dal pastore Gysin, i saluti ufficiali del Kirchenrat e del
Sinodo, la predicazione del pastore Giovanna Pons, sono stati
tutti momenti di prezioso ascolto e profondo raccoglimento. In
chiusura la Santa Cena celebrata dal pastore Bogo.
Incontro col SIE
VENEZIA E MESTRE — Ver
so la metà di novembre le monitrici di Venezia, Mestre e Padova si sono riunite a Mestre
per un incontro col dottor Franco Girardet, del Servizio Istruzione ed Educazione della Federazione delle chiese evangeliche.
Nell’incontro, nato da una esigenza del SIE^ di conoscere le
esperienze fatte nelle varie Scuole Domenicali (perciò questo incontro è stato uno fra i molti
in tutta Italia) col materiale didattico preparato sulle sequenze bibliche trattate in questi anni, ci si è poi soffermati anche ■
su altri argomenti; fra questi i
particolari problemi delle Scuole Domenicali molto piccole o di
diaspora.
II 21 novembre il Culto a Venezia, nella chiesa valdese, è stato tenuto in comune con la comunità luterana, secondo una
tradizione che dura già da alcu
ni anni;ha predicato il pastore
Kleeman-.
Il 27 e 28 novembre il consiglio di Circuito ha visitato la comunità di Venezia incontrandósi col consiglio di chiesa. Il nuovo sovrintendente di Circuito,
Ruggero Mica, ha tenuto il Culto la domenica nelle due comunità.
La domenica precedente il Natale si è tenuta a Venezia, in
chiesa, la festa natalizia che ha
visto riuniti i bambini delle Scuole Domenicali e i ragazzi del corso di precatechismo, le loro famiglie e alcuni altri membri della comunità. I più piccoli hanno letto alcuni brani biblici,,- i -,
più grandi hanno realizzato una
drammatizzazione sul significato
del Natale. E’ stata raccolta una
colletta per opere evangeliche
che si occupano di bambini. E’
poi seguito nel salone della Foresteria il pomeriggio comunitario, con buffet e lotteria in favore di opere evangeliche organizzati dall’Unione femminile.
TORINO — Sabato 15 gennaio ore
15 nei locali di via Pio V 15 avrà luogo un convegno sul tema « La condizione degli anziani: un problema e una
responsabilità comune ». Il convegno,
organizzato dalla Chiesa valdese, si
propone non solo lo studio ma anche
l'avvio di iniziative concrete.
FIRENZE — Giovedì 20 gennaio ore 18
presso il Centro comunitario di via
Manzoni 21 il prof. Giorgio Spini terrà
una conferenza sul tema; La crisi europea nel 'SOO. La conferenza è la prima
delle manifestazioni che il Centro Evangelico di Cultura ha programmato
a Firenze tra gennaio e maggio per ricordare il 500" anniversario della nascita di Lutero.
mazzando, ferendo, sconvolgenc
do con la violenza un tessuto sociale ed economico già compromesso da anni di crisi e di abbandono.
Gli evangelici delle comunità
campane sono stati presenti alla
manifestazione con un proprio
striscione ed hanno marciato a
flanco dei giovani, degli operai,
della gente. In questo modo si
'è voluto concretizzare, con i fatti, quanto il Consiglio del 13° Circuito aveva espresso in una sua
recente delibera. Delibera in cui
il Consiglio del Cirquito stesso,
dopo ampio dibattito, aveva deciso di appoggiare e incoraggiare tutte quelle manifestazioni ed'
iniziative che, nelTambito del circuito, sarebbero state prese per
la lotta per la pace e contro la
camorra.
La lotta per la pace nelle regioni del sud diventa e significa,
tra l’altro, lotta contro la corruzione della pubblica amministrazione, contro il malgoverno, contro la mafia e la camorra. Come
siamo impegnati, a livello nazionale ed internazionale, come cristiani nella lotta per la pace vogliamo essere anche qui nella
lotta per la vita e per la convivenza civile. L. C.
Lotta contro
la lebbra
Anche quest’anno (1983) l’ultima domenica di gennaio è indicata dalle Organizzazioni che si
occupano del sempre grave problema della lebbra nel mondo
come la « Giornata mondiale contro la lebbra » che vittime e dolore semina ancora tra tanti uomini nostri fratelli.
Anche la Missione Evangelica
contro la lebbra, che da più di
un secolo lavora fra i malati di
lebbra, intende essere partecipe
a questa particolare Giornata e
invita Pastori, Comunità e singoli credenti a fare altrettanto mediante la preghiera e mediante
atti caritativi concreti quali segni di solidarietà e di amore.
Per la Sua benevolenza ci ispiri il Signore e il volere e l’operare.
Per il Comitato italiano
Past. Guido Mathieu
Bordighera - 'Via L. Pasteur, 60
c.c.p. 26340109
Il testimonio
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Scrivete a Redazione « il testimonio » Borgognissanti, 6 50123 Firenze.
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1983
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Il Testimonio piazza in Lucina, 35 - 00186 Roma.
6
prospettive bibliche
14 gennaio 1983
Si ha una metafoi'a quando ci
si esprime con un linguaggio
figtiratò. Nella Bibbia viene utilizzata ampiamente; prova ne sia
il ricorrere frequente di antropomorfismi quando si parla di
Dio. Nelle traduzioni tradizionali il problema era meno sentito e facilmpnte accantonato a
causa del letteralismo dominante. Oggi non è più così. Si chiede al traduttore di mediare il
passaggio da una cultura ad
un'altra per facilitare la com-prensione del testo ed evitare i
rischi deU'improvvisazione. Se la
metafora originale ha un altro
senso nella nostra cultura attuale va corretta. Questa esigenza
ha spesso forzato la mano anche
ai traduttori del passato. Per
esempio in Me. 2: 19 troviamo
Per l’ora
che passa
La rivista trimestrale « Per l'ora che
passa ». edita dairUnione Biblica con
la collaborazione di fratelli di diverse
denominazioni (tra cui valdesi e metodisti) ha spedito alla fine di dicembre
il fascicolo che contiene, per gennaio,
febbraio e marzo, un brano biblico per
ogni giorno corredato di una breve spiegazione-meditazione. I testi di questo
trimestre sono tratti da Colossesi, Matteo. Esodo, Isaia. Abbonamento annuo
L. 4000: c.c.p. 16469157 intestato a .G.
Barbanotti, via Maruera 6, 15047 Spinetta. M. (AL).
PROBLEMI DELLA TRADUZIONE IN LINGUA CORRENTE - 2
Le metafore bibliche
l’espressione: « i figli della carperà nuziale ». Già nella Diodati si dice: « Quei della camera
nuziale ». La Riveduta traduce:
« gli amici dello sposo ». La nuova traduzione propone: « gli invitati ad un. banchetto di nozze ».
Sulla stessa linea sarebbe interessante chiedersi come si possono sciogliere le espressioni:
« figli del tuono » (Me. 3: 17) e
« figlia di Sion » (Sofonia 3). Si
pone quindi il problema dei criteri per affrontare le metafore
che troviamo nel testo della
Bibbia.
Metafore originali
e di uso comune
Va detto che, 'con l’uso e il
tempo, il linguaggio figurato può
trasformarsi in un modo di dire
comune, in un’espressione idiomatica, accessibile a tutti. Oggi
si può ripetere senza difficoltà di
comprensione; « Il Signore è il
niio pastore ». In altri casi, cambiando cultura, può venire meno
il riscontro con il nostro tempo, come nel caso de « figli della
camera nuziale ». (Alcuni com
ANCORA SULLA NASCITA
VERGINALE DI GESÙ’
Parrà strano, ma il mio primo shock di
fronte agli « evangeli dell’infanzia » e soprattutto alla «nascita verginale» di Gesù,
l’ho avuto leggendo,. ormai una trentina
di anni fa. La fiamme et le vent di Henri
Hatzfeld, un libro affascinante — romanzo? diario pastorale? — ricchissimo di
spunti e notazioni acute, illuminanti. Annotate in una giornata di dicembre, ecco
le riflessioni sul nostro tema di questo
pastore, predicatore, catecheta che espressamente riconosce in sé, in tensione e
dibattito interiore, il « liberale » e 1’« ortodosso». Barthiano di primissimo pelo —
di quei discepolucci che Barth, asciutto,
definiva la sua scheggia nella carne —
avevo arretrato arricciando il naso di
fronte al « liberalismo » dei dubbi avanzati dal collega romanziere-diarista. Eppure
quelle pagine semplici, schiette, umili, erano rimaste in me. Come un veleno, dirà
qualcuno. A me non pare.
Un messaggio marginale i
Poi il mio studio del Nuovo Testamento mi ha convinto a poco a poco del carattere forse spurio, certo secondario,
marginale e ambiguo di questi capitoli:
una specie di ponte fra i nostri evangeli
canonici nelle loro linee portanti e gli evangeli apocrifi (non a caso più d’uno
fra questi ultimi sono appunto « evangeli dell’infanzia»). Certo, rispetto a quelli
apocrifi gli evangeli della natività in Matteo e in Luca spiccano per sobrietà, per
sostanza attinta all’Antico Testamento. Ma
sono tanti e così seri i problemi storici
che sorgono, i contrasti che affiorano se
si confrontano non solo Matteo e Luca,
ma anche elementi in tensione all’interno
di ciascuno dei testi, che è difficile attribuire loro un valore « storico », di stringerli in, un nesso storico compatto. Qui,
in una misura sconosciuta al resto delle
testimonianze neotestamentarie, per altro
tutte animate dalla volontà di « annunciare » Cristo, siamo davanti alla predicazione, all’inno, non a una testimonianza
« storica ». I due evangelisti (ma questi
testi erano parte integrante dei due Evangeli fin dal principio?) si sono serviti del
ricco patrimonio messianico ebraico, senza sdegnare qualche materiale di origine
pagana (come il motivo della partenogenesi, o nascita verginale, assolutamente
non ebraico, o quello della stella degli
astrologi orientali) per attestare anche così la loro fede nella messianità israelita
e nella fllialità divina di Gesù.
Una cosa è certa: il contenuto di questi
« evangeli dell’infanzia » è stranamente
ignoto agli altri e più antichi testimoni
del Nuovo Testamento. Paolo parla della
natività con questa significativa concisione: « ...quando giunse la pienezza dei tempi Dio mandò il suo Figliolo, nato di donna, nato sotto la Legge... » (Gal. 4: 4). Per
mentatori hanno parlato di figli
illegittimi). Allora è necessario
che il lettore sia aiutato ed è
compito del traduttore assisterlo con una traduzione adeguata.
Nell'esaminare una metafora
bisogna chiedersi: 1) di che tipo
è, 2) che significato ha e 3) come
tradurla.
Metafore complete
ed incomplete
Una metafora q completa quando è composta da tre elementi:
l’oggetto, l’immagine e la base
comune. Facciamo un esempio:
« Sono (oggetto) il pane (immagine) che dà la vita » (Giov.
6: 35).
Altre volte manca uno dei tre
elementi fondamentali: « Il Signore è la mia roccia » (Salmo
18; 2). Abbiamo l’oggetto e l’immagine, ma non c’è la base comime che appartiene ad un’altra
cultura. Si può facilmente sottintendere: sicurezza o difesa,
ma è più difficile operare, senza
rischio'di fraintendinrenti, il passaggio da una lingua all’altra.
Per esempio nella nostra cultura l’immagine del lievito ha una
connotazione positiva di crescita,
di sviluppo e di creatività. Nel
N.T. ha spesso una connotazione negativa e ricorda i pani azzimi dell’A.T. Sarebbe forse bene qualificare l’immagine e dire
« lievito corruttore ».
In questi casi la traduzione
letterale moltiplica i rischi di
fraintendimento. Si pone quindi
la necessità di sciogliere le metafore.
Criteri operativi
1. - Una metafora va generalmente conservata nei seguenti
casi;
a) quando ha un senso equivalente nella nostra lingua, esempio: « Il Signore è il mio pastore » (Salmo 23: 1);
b) quando è completa. Esempio: « Io sono il pane che dà la
vita » (Giov. 6: 35);
c) quando è incompleta, ma
può facilmente essere compreso
l’elemento mancante. Esempio:
« Lievito dei farisei » (Mt. 16: 6);
d) quando è un elemento base della cultura originaria. Esempio: « Agnello di Dio ». Non è
possibile adoperare il nome di
un altro animale per i poìpoli
che non sanno che cosa sia un
agnello. Altro esempio: « Questo
è il mio corpo ».
2. - Si può sciogliere una metafora e trasformarla in un paragone esplicito. Esempio: « I
tuoi occhi sono COME una lampada per il tuo corpo » (Lue.
11: 34).
3. - Si può sostituire una metafora con un’altra conosciuta nella nostra cultura, sempre che
non introduca componenti e connotazioni svianti.
4. - Si può rinunciare al linguaggio figurato. Nel Salmo
132; 2-5 Dio è descritto come
« Toro di Giacobbe ». Già la Dipdati è la Riveduta traducono ‘« il
Potente di Giacobbe ». Si tratta
di elevare queste intuizioni a criteri e dar loro un carattere di
uniformità.
Queste sono alcune regole che
permettono di affrontare, con'un
orientamento costante, le difficoltà che il lettore incontra nel
passaggio da una cultura ad
un’altra. Una traduzione letterale, è chiaro, non offre soluzioni
senza rischi per l’intero senso
della frase. Il traduttore rióh
può lasciare il destinatario in balia delle stonature che nàscono
dal cambiamento dei luoghi, dell’ambiente e del tempo che ci Separano, dagli autori del testo biblico.
Renzo Bertalot
a cura di Gino Conte
Non so se, e per quanti, abbiano avuto qualche interesse le 4 « puntate » sui capp.
1 e 2 di Matteo e di Luca, le scorse settimane. Da qualche lettore ho comunque ricevqto critiche: resta un’impressione diso rientante di confusione; insinuati dubbi
sulla verità « storica» di questi testi evangeiici, non si affronta però di petto la questione delicata degli « evangeii delia nativi tà ». Critiche non infondate. Vorrei perciò,
divergendo in via eccezionale dal carattere di questa rubrica, cercare di spiegarmi
meglio, e in modo più personale (quindi tanto più discutibile!).
Marco l’Evangelo di Gesù Cristo comincia
con il suo ministero pubblico, introdotto
dalla predicazione escatologica del Battista. Così è anche per il quarto Evangelo;
e nell’espressione « la Parola è stata fatta
carne» (Giov. 1; 14) si cercherebbé invano un riferimento di ordine sessuale o
biologicamente genetico: come Dio è stato
nella Parola creatrice, in quella profetica,
cosi infine è stato pienamente — pieno di
grazia e di verità — in quell’uomo, Gesù.
Silenzi significativi
Un fatto sconvolgente come la « nascita verginale », un « miracolo » di questa
portata avrebbe potuto essere ignorato,
taciuto da Paolo, da Marco, da Giovanni?
Non è invece teologicamente significativo
che essi abbiano taciuto... ciò che con tutta verosimiglianza ignoravano? I cosiddetti « anni oscuri di Gesù » (R. Aron) sono
ignorati, insignificanti, almeno per loro,
e per noi. In essi matura verosimilmente
il rapporto unico fra Gesù e Jahvé, il Padre suo, ma ci è precluso ogni sguardo nel
segreto di questo rapporto personale ineffabile. Noi non conosciamo mai Dio in sé,
ma sempre e solo Dio con noi e per noi. E ‘
Gesù comincia a essere « Dio con noi »,
l’Emmanuel, l’immagine del Dio invisibile (Col. 1; 15), quando va al Giordano a
farsi battezzare e poi comincia la sua predicazione: « Il tempo è compiuto... » (Mar.
1; 15 e par.). Solo la parola dell’annuncio
rende l’Immagine ’’parlante” per noi, appello e sfida alla nostra fede.
Non dimentichiamo che — com’è stato
ricordato qui la scorsa settimana — il
primo e a lungo l’unico testimone della
nascita verginale, dopo Matteo e Luca, è
Ignazio di Antiochia, le cui lettere sono
del secondo decennio del sec. II; e che
sino al sec. Ili ci sono gruppi non solo
giudeo-cristiani ma pagano-cristiani saldamente convinti della generazione naturale di Gesù, ai quali Origene rimprovera di
non voler credere che il Signore sia nato
da una vergine. Né dimentichiamo che la
celebrazione del Natale è stata ignota
alla chiesa nei suoi primi tre secoli (O.
Cullmann).
In fondo, nel sec. I, nél fitto sottobosco
dei miti e del folklore pagani, delle tante
leggende di partenogenesi e di nascite
’’divine”, lo strano non era che il Piglio
di Dio nascesse in modo eccezionale, bensì proprio che nascesse in modo del tutto
normale. Questo è il cuore della predicazione giovannica, così ebraicamente radicata e polemica verso miti gnostici: « la
Parola è stata fatta carne *, non semicarne, carne-divina, semi-dio, ma veramente carne, uomo come noi.
Più tardi, certo di fronte a una riduzione puramente umana della persona di Gesù, nell’appassionato dibattito poi sfocàato nel vittorioso dogma cristologico dei
grandi « Credo » di Nicea, di Costantinopoli, di Calcedonia, la riflessione cristiana
ha voluto confessarne con forza il carattere unico, la presenza divina in lui, irripetìbile e sufficiente alla salvezza del mondo. Ma lo ha fatto, forse, più nei termini
ellenistici di ’’natura” e di ’’sostanza” che
rispettando la categoria ebraica della ’’Parola”. Così si è posto il problema della
natura di Gesù, di una sua duplice ’’natura” divino-umana; con l’affermazione del
concepimento per opera dello Spirito santo ci si è sforzati di affermare che all’origine ’’biologica” della sua esistenza c’era
non l’uomo, ma Dio, con il suo ’’soffio”
creatore; forse rifacendosi pure a certi
filoni isolati, marginali, come quelli di
Matteo 1-2 e di Luca 1-2, in cui già si era
avviata una sintesi fra motivi pagani e
testimonianza cristiana?
Quale divinità?
Io credo nella divinità di Cristo. Egli
è per me il Figlio di Dio, l’Emmanuele, è
lui solo l’immagine deH’Iddio invisibile,
lui solo la via, la verità e la vita. Nel mio
rapporto con Dio c’è lui, e senza di lui
non ho rapporto con Dio, ma tutt’al più
con degli idoli. È lui il volto misericordioso e splendente che Dio mi rivolge, è lui
la parola che Dio mi dice, la mano che
Dio mi tende. Ma mi domando se si è lasciata guidare unicamente dall’Evangelo,
0 non piuttosto condizionare dalla mentalità e dalla cultura del suo tempo, la
chiesa che nel sancire nei suoi « Credo »
il grande dogma cristologico, ha cercato e
creduto di poter indicare la sorgente della
divinità di Gesù nell’ordine biologico: nel
concepimento miracoloso di Gesù in grembo a Maria (non è un caso che questo svt
luppo sia concomitante con l’esaltazione
ascetica, con l’avvio della marìologia...).
Io, ora, questo non lo credo più. Nòn
perché è biologicamente impossibile: ■ a
Dio niente è impossibile. Ma perché non
lo ritengo attestato dal Nuovo Testamén-,
to, se non da documenti secondari, marginali, non privi di ambiguità e di ’’inquinamenti”; perché fa aleggiare suU’incamazione un’aura di leggendario che stride
con lo ’’scandalo” della carne e della cíoce, le note fondamentali della prima e
più autentica predicazione riguardo a Gesù Cristo.
Nato dalla Parola,
egli stesso Parola viva >
Certo, anche per me Gesù -non è un
grande ’’ispirato”, nemmeno dallo Spirito santo, non è un profeta, sia pure il più
grande;, non è stato ’’adottato” da Dio al
battesimo, secondo gli schemi di fina teologia ’’adozionista” poi sconfitta dalla cristologia dei grandi « Credo ». Anche per
me è il Figlio di Dio, l’Unico. Ma alla sua
origine, per me, non c’è un fluido divino
che abbia innescato un innaturale processo biologico, genetico in Maria di Nazareth; alla sua origine c’è la Paróla con la
quale Dio ha maturato in un modo unico,
irripetibile, «pieno», quell’uomo; la Parola che per così dire è maturata, cresciùta
in lui, facendolo crescere non in cellule
(semidivine?) ma in una comunione assoluta con il Padre, in una fede assoluta in
lui, unica, irripetibile, facendolo vìvere
nella sfera del ’’regno” pur nelle contraddizioni di questo mondo. Fra noi, con noi,
per noi.
Non si spiega meglio, in questo quadro, l’atteggiamento di Maria di fronte al
suo primogenito divenuto adulto, il suo
umanissimo venire, con gli altri suoi figli,
a cercare di riportarlo a casa, convinta
che gli abbia dato di volta il cervello o
che comunque sia in preda a una sconcertante crisi mistica o a una pericolosa
esaltazione religioso-politica ai limiti della
paranoia? Quale madre, che avesse vissuto nella propria carne un fatto abnorme,
un miracolo come il concepimento e la
nascita verginali, avrebbe potuto a tal
punto dimenticarlo? (Marco 3: 21-22, 31-35
e par.).
Anche a me piace la poesia di Natale;
ho predicato anch’io sulle figure d’Avvento che compaiono in questi problematici
capitoli. E non ho detto il falso, perché
il messaggio che portano su Gesù è vero,
anche se non hanno, esse, sicura base storica. Comunque, bisogna crescere, anche
se è duro, talvolta: rimanendo del resto
’’piccoli fanciulli” davanti al perdurante
segreto del Figlio di Dio, l’Unico, nel quale si è svelato e si svela per la nostra fede il Signore, l’Iddio dal volto umano.
Gino Conte
7
14 gennaio 1983
7
_______una voce cattolica e una valQese sul libro presentato recentemente a pinerolo
I matrimoni interconfessionali in Italia
Non ho mai capito come si possa dire e pensare che i matrimoni misti o interconfessionali
« non hanno molta importanza »,
« sono numericamente pochi » e
quindi « non fanno problema ».
A parte il fatto che lo spessore
dei problemi non è sempre dipendente dal numero dei casi,
siamo ormai in grado di documentare anche la consistenza
numerica dei matrimoni misti.
A livello mondiale ogni 12 matrimoni celebrati nella Chiesa
cattolica ce n’è uno con la dispensa dall'impedimento di religione mista o disparità di culto
(1 su 12)'. Non abbiamo dei dati ufficiali per ritalia, ma da
un’indagine svolta in seno alla
Commissione Piemontese per
l’ecumenismo risulta che nelle
diocesi del Piemonte durante gli
anni 1970-1980 si sono verificati
1003 casi di matrimoni interconfessionali (851 di cattolici con
protestanti, 125 di cattolici con
ortodossi, 27 sanazioni in radice).
Non rientrano evidentemente in
questo censimento le coppie, che
si sono rivolte alle comunità non
cattoliche o che hanno fatto il
solo matrimonio civile senza
chiedere la dispensa.
Stando così le cose ha fatto
bene la Commissione del Sinodo
valdese e metodista a pubblicare
« un primo rapporto nella forma di quattro documenti ». L’agile volumetto della Editrice Claudiana si colloca nella scia della
divulgazione seria iniziata in Italia dai coniugi Marcheselli di Milano (I matrimoni misti in Italia,
1969; Matrimoni interconfessionali e comunità cristiana, 1973;
articoli in diverse riviste come
« Il Mulino », « La famiglia »,
« Rocca », « Famiglia cristiana »).
La prova evidente che l’argomento incomincia ad essere sentito è la fitta bibliografia contenuta nelle ultime dieci pagine del
Rapporto (pp. 125-135).
La documentazione
Nella teologia come nella pastorale è molto importante acquisire la dimensione storica dei
problemi. La riflessione, l’atteggiamento pratico e la normativa
delle chiese non vengono dal
nulla, ma hanno sempre delle
precise motivazioni accompagnât
te da dei grossi condizionamenti.
Rivisitando la storia noi comprendiamo ciò che permane e
ciò che cambia, impariamo a non
assolutizzare le forme e scopriamo le possibilità di sviluppo per
il futuro.
Ecco perché sono estremamente utili le prime due parti del volumetto: la normativa cattolica
(pp.9-45) e la normativa valdese
(pp. 49-59). Con il corredo di più
di 60 note e di ampie citazioni
gli evangelici hanno l’opportunità
di informarsi e di documentarsi
e i cattolici trovano dei nomi familiari di moralisti e canonisti
come Cappello, Navarrete, Fagiolo, Tomko, ecc.
Meno soddisfacente, anche se
non priva di stimoli, è la terza
parte della relazione riguardante
«la prassi» (pp. 63-86): sono 23
pagine, in cui si fa allusione frequente a casi concreti, al clero
cattolico, a scritti vari, senza, mai
citare esattamente le fonti (nell’apparato critico ci sono soltanto 6 note striminzite). E’ pur vero che con molta onestà viene segnalata una diffusa carenza a livello di pastorale prem'atrimoniale (p. 77), sono indicati i problemi seri posti alle chiese dai
COMMI.SSIONE DEL SiNODO DELLE
Chiese valdesi e metodiste: I matrimoni interconfessionali tra cattolici
ed evangelici in Italia. Claudiana 1982,
pp. 138, L. 4.600.
matrimoni, celebrati * soltanto in
Municipio (p. 82) e viene riconosciuto « uno spirito non di
giudizio, ma di intendimento
umano costruttivo » nelle valutazioni cattoliche (p. 86).
Le « indicazioni pastorali » del^ la diocesi di Pinerolo sono « eccezione o apertura »? La risposta
a questa domanda costituisce la
parte 4“ del Rapporto (pp. 87-98).
Delineate le esperienze di un
decennio (1970-80) attraverso la
presentazione del « Direttorio
ecumenico » (8 die. 70) e le vicende del « Gruppo Focolari Misti »
(sorto nel 71), l’attenzione si fissa sul documento pinerolese del
1» gennaio 1981. « Il documento,
si afferma, è .di notevole importanza per lo sjìirito che lo anima
e per il contenuto che per l’Italia
è del tutto nuovo » (p. 89). Questo giudizio globalmente positivo non impedisce però alcune
critiche, che vanno prese in seria
considerazione: l’ossatura del
documento pinerolese rimane il
Motu proprio papale del 1970;
all’esigenza di una libera ricerca
dell’orientamento per i figli si
sovrappone il legame giuridico
della promessa della parte cattolica; la dicHiaràzione di intenzione rischia di diventare una
« nuova forma di cauzioni riemergenti »; la casistica codificata
e amministrata dall’autorità ecclesiastica mette in ombra la responsabilità dei credenti.
Mi limito a un paio di osservazioni.
Certamente l’oàsatura del do
cumento pinerolese rimane il
Motu proprio « Matrimonia mix^ ta », perché il Motu proprio è una
« legge-quadro »; però si tratta
di un quadro aperto e mobile: è
permeato infatti da un maggior
respiro pastorale, contiene un
più grande rispetto delle chiese
locali, tiene conto della diversità
delle situazioni, e la formula stèssa « fare il possibile » è una formula aperta.
Quanto alla « casistica », che
viene codificata e amministrata
dall’autorità ecclesiastica, posso
soltanto illustrare quello che succede a Pinerolo. Quando c’è un caso di matrimonio misto, il vescovo raduna una piccola commissione pastorale e il parroco competente illustra questo caso in
tutti i suoi aspetti; si parla, si
discute, a volte il vescovo incontra personalmente la parte cattolica (o anche ambedue i fidanzati, se lo desiderano). Tutto si
svolge nel modo più pastorale e
meno burocratico possibile; abbiamo a che fare con credenti e
con membri di chiesa e non con
documenti e pratiche giuridiche.
I problemi di fondo
Le ultime tre pagine del Rapporto sotto il modesto titolo
«Osservazioni» (pp. 98-^101) solIwano i problemi di fondo del
dibattito e della ricerca teologica, pastorale e canonistica a livello dell’ecumene cristiana.
Come prima cosa va dissipato
Negli ultimi due decenni il problema dei matrimoni interconfessionali è stato vissuto e dibattuto
in una serie di incontri internazionali che hanno contribuito a
farlo procedere nella sensibilità
delle chiese. Nella foto i coniugi
Mirjat di Lione, leaders del movimento francese dei « foyers
mixtes » ad un incontro ad Agape nei 1974.
il « sospetto » di una « riduzione
regionale del protestantesimo italiano » e di un diverso trattamento tattico a Pinerolo e nel
resto d’Italia. La chiesa cattolica di Pinerolo sta lavorando con
tutte le sue forze perché diventi
operante nella chiesa italiana
quanto è già possibile nella chiesa pinerolese. In tutto Ajuesto ’c!è
un unico intendimento pastorale,
che è quello di evitare che le
coppie interconfessionali vengano lasciate nell'isolamento col. rischio della marginalizzazionè e
della indifferenza. ; . : ■ ;
Viene poi sòllevato il gròsso
problema del rapporto pastoràlediritto-teologia. Secondo il Rapporto nella Chiesa cattolica permane « la tendenza a rinchiudere la _ fede nell’ambito del diritto »; inoltre « il dominiò del giuridico nella Chiesa cattoliea- ha
le sue radici in due presupposti:
quello del ministero come potere e quello del sacramento cóme
atto legale » (p. 99). ■ j
Proviamo ad avviare un diséorso di chiarificazione, che meriterà senz’altro riprendere con maggior ampiezza. "
Nel documento del gruppo misto luterano-riformato-cattolico
si può leggere questo passaggio:
« Nella concezione cattolica... le
leggi della chiesa sono ima funzione della teologia e un’espressione della pastorale »
Certamente il ,tema della, « sacramerttalità » del matrimonio in
rapporto alla « validità giuridica » fa problema anche per i cattolici, ma si ha l’impressione
che il Rapporto valdese-metodista attui una semplificazione con
il pericolo di far diventare centrale ed eccezionale uno «sbandaMario PQla^tro
(continua a pag. 12)
Una rivoluzione che scaccia il sospetto
Ho letto « I matrimoni interconfesi^ionali », e ne ho ricàvato
naturalmente molte informazioni
utili, molte conferme, molti spunti su cui continuare la riflessione. Ma mi ha soprattutto interessato la breve introduzione storica, indispensabile per situare
oggi il problema dei matrimoni*
interconfessionali. Ci scontriamo
subito con un dato di fatto, certamente già noto, ma che in
questa introduzione emergq con.
grande chiarezza: il matrimonio
misto è sempre stato considerato
come un pericolò per l’integrità
della fede. La fonte del pericolo
è cambiata con il passare dei secoli: al principio èra l’ambiente
pagano, con la sua moralità rilassata; a partire dal II secolo
e poi per buona parte del medioevo sono gli ebrei, presto soppiantati, per grado di pericolosità, dagli eretici cristiani; infine,
con la Riforma, il pericolo è rappresentato dai protestanti, e per
qpesti, inversamente, dai òattolici. Sul matrimonio misto pesa
tutta questa storia, pesa un sospetto antico di' immoralità, di
incredulità, di eresia.
Il fatto di chiamare « interconfessionali » i matrimoni tra evangelici e cattolici rappresenta una
rivoluzione, non soltanto linguistica, di cui forse non abbiamo
ancora acquisito la portata. Infatti, per la prima volta nella storia, si vuole rinunciare a far pesare il sospetto su chi trova il
coniuge all’esterno della propria
confessione cristiana; per la prima volta il credito è dato non
al pericolo di perversione, ma
alla foràa della fede nutrita di
Evangelo. Si tratta di un capovolgimento di grande rilievo; è
impensabile che tutti ne siano
ugualmente coscienti, e sarebbe
anche eccessivo pretendere che
se ne possano trarre in poco tempo tutte le conseguenze sul piano
pratico. Anche perché' si deve
evitare di passare all’altro estremo e vedere nel matrimonio
interconfessionale soltanto aspetti positivi. Occorre quindi continuare a operare nella direzione
appena aperta, senza rinunciare
a riflettere criticamente sui passi
che si stanno compiendo.
Alcuni passi, d’altra parte, so-,
no stati fatti, e cosi mi sembra
che oggi sia già possibile ricono- .
scere fin certo numero di punti
su cui dovrebbe esservi, anche
tra evangelici e cattolici, un consenso.
Atteggiamenti
da superare
Vediamo per primi i punti negativi, gli atteggiamenti che si
dovrebbero cercare di superare.
1) Il matrimonio non è soltanto un fatto privato della coppia. Evitare di confrontarsi con
le rispettive comunità, di richiedere la loro intercessione, di chiamarle a testimoni del proprio
consenso, significa vedere il matrimonio come una decisione indipendente dalla fede, come un
campo separato dal proprio impegno di credenti. La scelta del
« matrimonio civile » in sé è perfettamente legittima, però non si
può ignorare che per molti è la
soluzione facile, per evitare di
dover affrontare subito le questioni connesse con la vocazione
cristiana che si esprime per i due
sposi in due chiese diverse.
2) Il matrimonio non è un
rito celebrato per forza d’inerzia, per una sorta di rassegnata
sottomissione alle tradizioni familiari. Anche qui non ci si può
nascondere che proprio questa è
la realtà in molti casi. Ci si sposa in un certo modo perché « i
miei genitori vogliono cosi », perché « non si possono scontentare
i parenti ». Certamente i genitori hanno la responsabilità di far
riflettere i figli sulle decisioni
che stanno prendendo. Ma imporre certe decisioni è una limitazione della libertà degli sposi
che può riflettersi molto negativamente sulla futura vita matrimoniale.
3) Il matrimomo non è un
campo di scontro confessionale.
Diciamolo pure:- è ancora forte
la tentazione di affrontare la situazione della coppia mista come
una battaglia in cui la posta in
gioco è la celebrazione del matrimonio nella propria chiesa, e
soprattutto il battesimo e l’educazione dei figli nella propria
chiesa. Evidentemente alla comunità cristiana deve stare a
cuore la propria crescita, ma
questa è un frutto della testimonianza nell’agape di Cristo, non
il movente di una concorrenza
senza esclusione di colpi.
Il senso
del matrimonio
Anche se evangelici e cattolici
hanno due diverse concezioni del
matrimonio, si dovrebbe essere
d’accordo che fondamentale per
tutti è il riferimento a Cristo.
Cristo si è dato per noi (Efesini
5: 26); questo è, per il credente,
il senso centrale del matrimonio: ’
il dono di sé all’altro. Il testo di
Efesini è certo più articolato di
così e pone dei problemi su cui
è necessario tornare a riflettere,
ma per il momento possiamo limitarci a questa affermazione
centrale e a trarne alcune conseguenze.
1) Il matrimonio è un rinnovamento continuo. La fede non
è una posizione definitiva e immutabile che gli sposi portano
con sé; è una ricerca di fedeltà
al Signore, un vivere della sua
grazia. Gli sposi saranno coscienti che la testimonianza che si
possono dare a vicenda sarà sempre parziale, imperfetta. Il matrimonio non può esistere senza il perdono reciproco, Benza
l’incoraggiamento che l’uno può
dare alla fede dell’altro.
2) Il matrimonio è un servizio reciproco. Questo è impossibile se non c’è rispetto dell’altro,
volontà di comprenderlo a fondo. D’altra parte il servizio non
è a senso unico: da noi verso gli
altri. Si cresce insieme anche
perché si chiede qualcosa, si de
sidera ricevere dall’altro. Ovviamente senza sfrùttarlo.
3) Il matrimonio è un impegno comune. Non è soltanto isola di riposo; è fatica, costruzione. Per esempio, l’educazione del
figli è una responsabilità comune, anche se i figli saranno inseriti in una delle due chiese. Un
coniuge non può dire all’altro;
« È affar tuo, il bambino è battezzato nella tua chiesa». L’inte-:
ressamento è un segno che il
bambino non è considerato una
cosa di cui si può disporre, ma
un dono di Dio di cui entrambi
i genitori sono responsabili, con
gratitudine.
Questioni aperte
Terminando, accennerò brevemente a tre ordini di questioni,
su cui non c’è ancora accordo e
^i deve quindi continuare a lavorare.
1) La libertà della decisione.
Secondo noi evangelici, non c’è
libertà quando si devono chiedere delle dispense e si devono dare delle garanzie, più o meno relative, riguardo all’educazione
dei figli.
2) Il matrimonio interconfessionale come « segno di unità ».
Non bisogna prendere la scorcia:
toia di considerare questo tipo
di matrimonio cóme un’isola di
unità cristiana realizzata. Può
essere uno stimolo per le chiese,
non una ragione per relativizzare
le divisioni.
3) La comunione con la chie-,
sa. È un limite alla libertà degli
sposi? Lo può essere se gli sposi sono semplicemente sottoposti a Una disciplina. Ma la disciplina è un’espressione, non la
fonte della comunione. La fonte
della comunione è lo Spirito. E
dov’è lo Spirito del Signoije, c’è
libertà. La questione è fino a che
punto le nostre chiese sono disposte a essere, anche nei confronti dei matrimoni interconfessionali, chiese nella forza dello
Spirito.
Bruno Rostagilo
8
8 ecumenismo
14 gennaio 1983
COSTITUITO IL CONSIGLIO LATINoVmERICANO DELLE CHIESE
/•
Tra l’entusiasmo e la cautela
Una delegazione di valdesi rioplatensi ha partecipato alTAssemblea costitutiva del Consiglio
latinoamericano delle chiese che raggruppa in un nuovo organismo ottanta chiese evangeliche
Tra l’entusiasmo e la cautela, è
nato il C.L.A.I. (Consiglio Latinoamericano delle Chiese).
Da parecchi decenni, molti cristiani, rappresentanti di chiese
e/o di rnovimenti ecumenici, hanno continuato a lavorare in America Latina per poter arrivare
non solo a una conoscenza migliore e a una comprensione più
corretta gli uni degli altri ma
ancdie per poter giungere ad ima
collaborazione più stretta testimoniando insieme a Gesù Cristo
nella proclamazione e nel servizio.
Perciò, dopo varie tappe compiute in questo lungo cammino,
certamente non facile, nel 1978
un’assemblea di rappresentanti
delle chiese a Oaxtepec (nel Messico) decise, «tra-il sospetto e
la speranza », di iniziare passi
concreti in vista della costituzione di un organismo ecumenico
che potesse servire agli Scopi
della comprensione, della collaborazione e dell’unità nella testimoniemza. Si è così tenuta daini al 18 novembre del 1982, l’Assemblea costitutiva del Consiglio
Latinoamericano delle Chiese
(CLAI) alla quale, in conformità
alla decisione sinodale dell’82
(22/SR/82), hànno preso parte anche delegati della chiesa valdese
(area rioplatense) designati dalla
Mesa vaidense.
Hanno partecipato a questa Assemblea circa 120 delegati, provenienti da 19 paesi e rappresentanti più di 80 chiese del continente oltre ad alcuni movimenti
che si inseriscono nel CLAI: chiese luterane, pentecostali — con
tutta la varietà di sfumature
che esiste in questa denominazione —, episcopali, metodiste, nazarene; chiese battista e congregazionaliste; e naturalmente riformate (e tra di esse noi valdesi): poi rappresentanti dell’Esercito della Salvezza, e altre chiese
che si possono collocare in mezzo a quelle indicate.
Segno concreto e significativo,
dell’attesa che a livello ecumenico transcontinentale era sorta a
proposito della nascita del CLAI
era dato dalla presenza di rappresentanti, tra gli altri, del Consiglio Nazionale delle Chiese degli Stati Uniti¡’'del Consiglio delle
Chiese dell’Africa, della Conferenza Cristiana dell’Asia, della
Conferenza Cristiana del Pacifico, e inoltre della Federazione
Luterana Mondiale, del Consiglio
Ecumenico delle Chiese, dell’Alleanza Riformata Mondiale, ecc.
I giorni dell’incontro iniziavano con la liturgia della santa cena, volta a volta preparata dalle
diverse confessioni. Si è trattato
di un tentativo, significativo anche se breve, di cercare di conoscersi e di arricchirsi reciprocamente con le particolarità, le
ricchezze e le forme delle diverse confessioni di fede. In seguito, nel quadro del tema generale dell’Assemblea (« Gesù Cristo:
vocazione che chiama al regno »),
hanno avuto luogo sessioni quotidiane di studi biblici, preparati
e mandati in anticipo ai delegati
e alle chiese. Se — secondo il nostro punto di vista — la metodologia adottata non è stata la
più adatta né la più efficace (soprattutto per quel che concerne
una maggiore comprensione e
un migliore approfondimento del
testo segnalato), è però certo che
questo metodo ha contribuito
pienamente a uno scambio notevole, e certamente molto vario,
di modi di vivere diversi, di situazioni che sono sfide per la fede, in contesti e in culture diverse, e questo in un modo molto
fraterno. Forse proprio qui è
stata la maggior ricchezza del
l’incontro quotidiano dei partecipanti all’Assemblea (più di 300
in tutto), divisi fra i 20 gruppetti
di riflessione giornaliera intorno
alla Parola.
Lo statuto
Siccome si trattava di un’Assemblea costitutiva, si è dedicato
molto tempo a discutere e a elaborare norme di regolamento
che reggeranno il CLAI. Anche
se questo era molto necessàrio —
inevitabile! —, ho l’impressione
però che l’Assemblea ha dedicato
troppo tempo a un compito che
avrebbe dovuto non certo essere
risolto ma ad ogni modo maggiormente studiato e discusso in
profondità all’interno delle chiese. C’é certo da far notare che
furono molto poche le chiese che
fecero pungere in anticipo le
osservazioni e le critiche ai progetti che avevano ricevuto un anno prima.
Essendo stato designato a far
parte della Commissione di Costituzione e Regolamento, posso
assicurare che coordinare, armonizzare e risolvere norme statutarie non è stato facile, tenendo
conto della necessità di soddisfare diverse opinioni confessionali, aspirazioni di regioni del
continente diverse, e anche gruppi e/o settori umani distinti rappresentati nell’Assemblea (per es.
gruppi di indigeni, donne, settori di emarginati, .ecc.), e però
mantenendo nello stesso tempo,
almeno nelle cose essenziali, con
cetti fondamentali e basilari che
permettono alla chiesa di essere
espressione locale del corpo di
Cristo, che ne fanno la sua natura e la sua missione di unità
nella diversità, superando e —
perché no? — eliminando le barriere umane di razza, lingua, nazionalità, bandiere, ecc.
Infine, dopo una serie di sessioni che han dimostrato chiaramente che erano le chiese del
continente, attraverso i loro rappresentanti diretti, che avrebbero dato forma essenziale e definitiva all’organizzazione, il 16 novembre (alle 16.20 del Perù) in
mezzo all’entusiasmo, ma anche
in mezzo alla cautela, nasceva il
CLAI!
Tra i suoi obiettivi sottolineiamo quelli che contribuiscono a
promuovere e ad approfondire
l’unità che già abbiamo in Cristo,con la ricchezza che rappresentano le diverse tradizioni e' confessioni ed espressioni di fede; ad
aiutare, per mezzo della mutua
cooperazione, a scoprire la nostra identità e il nostro impegno
cristiano nella realtà latinoamericana; a stimolare ed appoggiare
i suoi membri nel compito dell’evangelizzazione, della rifiessione e del dialogo ecumenico, ecc.
I lavori
In linea generale credo che si
possa dire che nei gruppi e nelle
commissioni di lavoro, specialmente quelli dove si discusse di
testimonianza e di servizio, ha
prevalso un equilibrio tra l’entusiasmo e la necessaria cautela,
tra il fervore e la misura. Non ha
prevalso l’entusiasmo a produrre dichiarazioni, ma piuttosto
quello che porta a valutare situazioni, a misurare i termini, a porre fondamenti biblici e teologici
alle nostre affermazioni. Chi scrive queste righe pensa che questo modo riflessivo, raccomandato per situazioni future, è un passo positivo, dopo aver vissuto,
non solo in America Latina —
ma forse certo qui con maggior
intensità — una spècie di ansietà
di far dichiarazioni.
Si è riaffermata, certo, la necessità di cercare fedeltà, coerenza, con le .prospettive pratiche
inerenti’al messaggio del Regno;,
necessità di essere obiettivi, e
solidali, con coloro che patiscono e soffrono sotto poteri che si
oppongono, nell’essenza, all’amore, alla verità e alla giustizia di
Gesù Cristo. Diceva J. Miguez
Bonino: « Ci sono due parole importanti nella Scrittura: uno e
tutti. Uno è Dio, Gesù Cristo, il
Regno. Tutti sono oggetto della
sua creazione, della sua grazia,
della sua provvidenza, del suo
proposito redentore. Chi non
ascolta e non ubbidisce all’Uno
non saprà come fare a servire
tutti. Però chi si disinteressa di
tutti — e specialmente di quelli
che sono messi al margine da
molti — non ha sentito e non risponde fedelmente all’Uno. Il
nostro patto con Gesù Cristo e
con i nostri fratelli in fede non
sarà valido se non si responsabi
Cina: successo della
Facoltà di Teologia
(FLM Inf.) — Dopò la sua riapertura, avvenuta l’armo scorso,
l’unico seminario protestante
del paese ha registrato più di
1.000 iscritti. Per l’anno prossimo sono già state presentate 150
domande. Vengono proposti diversi tipi di formazione a vari
livelli. Storia della Bibbia, storia della chiesa cinese, esegesi,
cura d’anime, musica, come pure una «breve introduzione alla
lettura della Bibbia», per coloro
che non hanno ancora seguito
corsi biblici. Vengono rispettate
tutte le posizioni delle diverse
chiese. Altre differenze riguardanti la liturgia e le strutture ecclesiastiche sono affrontate con
tolleranza e reciproco rispetto.
SOO** anniversario
della nascita
di Zwingli
(EPD) — E’ in programma
per il 1984 la celebrazione del
500“ anniversario della nascita di
Zwingli. La Chiesa Riformata
del cantone di Zurigo vuole coinvolgere le comunità in una rifiessione che porti ad un impegno più chiaro nel nostro tempo.
Sono stati impostati 6 temi di
studio: 1) Cosa pensa la chiesa
di sé; 2) La chiesa riformata e
le altre chiese nel cantone di Zurigo; 3) La chiesa nella società
moderna; 4) La chiesa e la diaconia; 5) Essere cristiani sempre in rinnovamento; 6) Cosa
significa fede riformata oggi?
Tailandia: turismo
sotto controllo
(Soepi) — L’industria del turismo verrà controllata nel terzo mondo. Il Dipartimento ecumenico per il turismo nel terzo
Echi dal mondo
cristiano
a cura dì Renato Ooisson
mondo ha aperto di recente a
Bangkok un servizio di informazione per controllare, fare conoscere e ridurre gli effetti nefasti
del turismo. Proporrà anche altre forme di turismo, che vengano incontro ai bisogni del paese.
Questo ufficio è stato creato in
seguito alla consultazione internazionale sul turismo organizzata dalla conferenza cristiana dell’Asia del 1980, nel corso della
quale le chiese avevano manifestata la loro crescente preoccupazione di fronte all’influenza
negativa del turismo sul piano
culturale, economico ed ecologico.
Aumento degli
Avventisti
nel Terzo Mondo
(Soepi) — Secondo il dipartimento dell’informazione della
missione avventista, il 70% di
tutti i membri della Chiesa Avventista vivono oggi in America
Latina, Africa australe e centrale e Estremo Oriente, grazie ad
un rapido aumento in queste regioni. Nelle Filippine, per es., dove il tasso annuo di crescita è
del 7%, la chiesa conta oggi 1700
comunità e 270.000 fedeli.
Il fatto che la maggioranza dei
membri di questa chiesa si trovi
oggi nel terzo mondo, significa
che la chiesa è diventata più giovane. Gli avventisti studiano così, le conseguenze del passaggio
da una « comunità ecclesiastica
lizza per questi tutti che Dio
ama, per questi tutti che soffrono e lottano nei nostri popoli ».
Né illusione
né paura
E’ evidente che provare una testimonianza comune cristiana incarnata nella nostra America Latina, che aspetta e che soffre, non
permette entusiasmi superficiali
né false illusioni. Molto opportunamente, nel culto di chiusura,
uno dei leaders ecumenici più
« veterani » fra i presenti, il nostro collega W. Artus, ricordando che ogni potenza rinnovatrice,
autenticamente liberatrice, scaturisce dall’Evangelo (Romani
1:16), ci diceva: «Fratelli, nessuna illusione, nessuna falsa aspettativa; però nemmeno nessuna
paura, né timore. Cerchiamo di
vivere questa esperienza sotto il
potere, la potenza, deU’Evangelo
di Gesù Cristo ».
I 17 membri della nuova Junta Directiva provengono da 12
paesi diversi e rappresentano 10
confessioni differenti; in un allegro e solenne culto di chiusura
abbiamo pregato per e con loro,
chiedendo la saggezzq, l’amore e
la speranza che ci dà il Srignore
con il suo Spirito. Così, allegramente ci siamo abbracciati gli
uni gli altri,'vedendo che in mezzo all’entusiasmo ma anche alla
cautela era nato il CLAI.
David Baret
GENOVA
Emidio
Santini
legata alla tradizione e orientata verso la spiritualità » a « un
movimento missionario dinamico sostenuto dai laici».
Ghana: appello della
chiesa ai governo
(Soepi) — Il 53“ sinodo della
Chiesa Presbiteriana del Ghana
ha esortato il Consiglio provvisorio della difesa nazionale ad
indagare su diversi casi di « omicidio, violenza o sequestri di cittadini innocenti » commessi a
partire dal 31 dicembre 1981, data dell’avvento al potere del Consiglio provvisorio.
Nel suo comunicato il Sinodo
afferma il suo sostegno al governo « nella misura in cui opera
per la giustizia, la verità ed il rispetto della vita umana... Ma la
Chiesa continuerà a denunciare
ogni deviazione ».
I delegati hanno anche «notato con inquietudine di non essere governati da capi preoccupati
di nutrire una nazione affamata,
ma piuttosto impegnati in vane
lotte ideologiche e verbali che
possono generare indifferenza e
ostilità, e far precipitare la nazione nell’abisso della miseria e
della fame ». Il Consiglio provvisorio viene inoltre esortato
a « adottare una politica più ragionevole e realistica... Saremmo
grati ai capi della rivoluzione se
si riconoscessero i modesti contributi passati, presenti e futuri
della chiesa per migliorare le
sorti del popolo ».
E’ mancato di recente il pastore Emidio Santini, conduttore
della chiesa battista di via Ettore Vernazza in Genova. L’ho conosciuto molti anni fa a Rorà,
nel periodo della villeggiatura
evangelica; infatti da Rivoli gli
studenti battisti erano soliti trascorrere le vacanze o fare dei seminari nell’ospitale dimora estiva del d. B. Lawton, stabilendo
un simpatico rapporto con la
parrocchia locale. L’ho ritrovato poi a Genova in occasione del
mio trasferimento in Liguria.
Un comune interesse per l’evangelizzazione ci ha fatto incontrare molte volte nelle piazze di
Genova con altri colleghi e comunità ; la sua voce potente,
unita ad una profonda convinzione di fede attirava facilmente le persone; non temeva il
«banco degli schernitori» in occasione dei « week-end » evangelistici, ai crocicchi delle, strade
o davanti alla sua chiesa; sapeva
molto bene che per « un’anima
che si converte al Signore, in
cielo c’è grande festa ».
Spesso Emidio Santini partiva
in missione, specialmente per il
Sud, nella zona di Bisaccia ;
quando rientrava era felice di
raccontare quanto il Signore aveva operato durante la « campagna di evangelizzazione » e con
quale affetto era accolto dalla
gente; ritornava pure nella sua
vecchia parrocchia cattolica abruzzese dove era stato arciprete prima della sua conversione,
segno della stima di cui era
circondato ; scherzosamente elencava talvolta le offerte in natura
che i parrocchiani gli portavano
e a cui aveva dovuto rinunciare
dopo la sua conversione, « stimando il vituperio di Cristo ricchezza maggiore dei tesori... della sua parrocchia ».
Una folla di credenti e non
credenti ha ascoltato il messaggio della risurrezione dato da
Piero Bensi in occasione del servizio funebre; numerose le testimonianze in chiesa ed al cimitero di Stagliano. A nome del
Consiglio dei Pastori di Genova
esprimo la profonda simpatia alla sua compagna ed ai figli,
nonché alla comunità di via Ettore Vernazza.
Gustavo Bouchard
9
14 gennaio 1983
cronaca delle Valli 9
CONVITTO DI POMARETTO
Lavorare
nelle
opere
valdesi
Sul numero scorso dell'Eco
delle Valli leggo due articoli molto diversi l’uno dall’altro per l’argomento trattato, stile e collocazione, ma in qualche modo
collegati da uno stesso oggetto:
il rapporto con il personale dei
nostri Istituti assistenziali.
Il primo è l’articolo di S. Catania sull’avvenuta firma del contratto di lavoro di tre nostri Istituti (Rifugio, Asilo di San Germano e Uliveto), il secondo è la
cronaca della festa di Natale al
Rifugio, con l’incontro dell’Amministrazione CIOV con il personale dell’Istituto. Due modi
complementari, altrettanto importanti, di impostare un rapporto corretto con il personale.
Da un lato è sottolineata la
chiarezza amministrativa e il rispetto delle norme sindacali nei
contratti di lavoro. Chi lavora
nei nostri Istituti deve avere gli
stessi diritti e doveri di altri lavoratori. E dobbiamo riconoscere che non sempre le amministrazioni responsabili delle opere si
sono comportate con assoluta
correttezza amministrativa, sia
per_ scarsa conoscenza della materia sui rapporti di lavoro, sia
per carenze economiche e finanziarie, sia, qualche volta, per la
errata concezione ancora presente nella mentalità di alcuni, che
il lavoro nelle opere della Chiesa, proprio per una sua presunta natura "vocazionale” debba
essere mal retribuito.
Dobbiamo dunque rifiutare l’idea di coloro che oppongono la
correttezza amministrativa alla
dimensione vocazionale del servizio, come se le due cose fossero incompatibili e viceversa. Invece a me pare che proprio sulla base di un rapporto amministrativo corretto è possibile e necessario innestare un discorso
diverso che tenda a far sì che il
“lavoro" in funzione dello stipendio diventi un servizio a beneficio di altri, esercitato nella
sua dimensione vocazionale.
Da qui la rilevanza del contenuto del secondo articoletto che
sottolinea la necessità che il nostro personale incontri e conosca i membri dei Comitati responsabili, sia informato e ascoltato sui progetti per il progresso dell’attività dell’Istituto, coinvolto responsabilmente nelle
scelte e nelle decisioni tese a
“umanizzare" sempre più l’ambiente e il rapporto con gli utenti. Al nostro personale chiediamo un servizio spesso difficile e
poco gratificante e a tal fine deve essere preparato, in qualche
rhodo formato, aggiornato, incoraggiato e sostenuto, sia dal punto di vista professionale che psicologico e spirituale. In questa
direzione molta strada deve ancora essere percorsa: siamo solo
agli inizi. Ma un primo obiettivo
da realizzare è un’azione comune e coordinata tra tutti gU Istituti, non solo per la creazione di
un interlocutore sindacale unico,
come giustamente osserva Sergio Catania, ma anche per portare avanti insieme l'azione di
informazione, di formazione, di
sostegno morale e spirituale del
nostro personale, troppo spesso
lasciato solo nel compimento di
un servizio che compie anche a
nomi di tutta la Chiesa.
Alberto Taccia
Rinnovata la convenzione con
l’USSL per il servizio ai minori
Il Convitto valdese di Pomaretto, come è noto, accoglie minori che, per un motivo q per
l’altro, non hanno nelle proprie
famiglie le cure e l’afletto a loro
indispensabili; vari enti, tra cui
in primo luogo la Comunità
Montana Valli Chisone e Germanasca, come USL 42, assicurano il funzionamento dell’istituto, coprendo le spese necessarie.
Di recente, il Comitato del
Convitto ha stipulato una nuova convenzione con l’USL 42. Abbiamo rivolto a questo proposito alcune domande alla direttrice, Anita Tron.
— In che cosa consiste la novità di questo accordo?
— La parte economica ha una
notevole rilevanza in questa convenzione. In precedenza, l’USL
corrispondeva una retta per i
bambini che aveva in carico e
la somma globale serviva a pagare il mantenimento e il personale. Ora invece, per un numero di bambini concordato tra
i due enti, viene corrisposto da
un lato il rimborso del costo del
personale e dall’altro il minimo
vitale prò capite. Il Comitato del
Convitto ha ritenuto che fosse
il modo più corretto di impostare il rapporto con l’ente pub
blico che in questo modo sa esattamente ciò che spende ed è al
riparo da imprevisti.
— Come si conflgura attualmente la situazione interna del
Convitto?
— Quest’anno abbiamo dovuto affrontare il problema di due
ragazze maggiorenni che avrebbero dovuto essere dimesse, ma
che non avevano una famiglia
adatta a riprenderle. Dopo lunghe trattative con i servizi sociali della Comunità Montana e
preso atto che non esisteva sul
territorio nessun tipo di struttura in grado di dare loro un
appoggio, abbiamo costituito
una nuova forma di accoglienza. Abbiamo messo a disposizione delle due ragazze un piccolo alloggio dove possono sentirsi indipendenti, ma non abbandonate. Per loro è anche previsto un educatore a tempo pieno, perché il loro problema, come di quelli che si aggiungeranno negli anni futuri, è la ricerca
di un’occupazione, retribuita o
protetta, a seconda dei casi. E’
chiaro che non serve a nulla lavorare per anni ad educare dei
bambini, cercando di dare uno
scopo alla loro vita, se poi li si
lascia soli quando hanno più bisogno di aiuto.
Rimane sempre aperta come
prima la comunità alloggio per
i minori, con due educatori e una
collaboratrice familiare.
— Intendete mantenere ancora per l’anno prossimo Tattività
delle mense scolastiche?
— L’attività che riguarda il
servizio di mensa per le scuole
è assolutamente indipendente
dalle comunità alloggio. Questo
anno abbiamo avuto una forte
riduzione di presenze dovuta al
fatto che la Scuola Latina ha ridotto il doposcuola e. di conseguenza sono diminuite le richieste degli alunni per il pranzo.
Anche il Comune di Ferrerò si
è rivolto altrove e per questo abbiamo dovuto aumentare il prezzo dei pasti. Per il momento, il
Comune di Pomaretto è il nostro unico cliente.
E’ evidente che manterremo
questo servizio soltanto se ci sarà una richiesta precisa e la sicurezza di un certo numero di
presenze giornaliere, altrimenti
il gioco non vale la candela. Il
Convitto non ricava nessun guadagno da un’attività del genere
e può mandarla avanti solo se
ricopre un’esigenza che altri
non possono soddisfare.
Intervista a cura di
liliana Vlglielmo
USSL 44: chiuso il
reparto di
otorinolaringoiatria
DaH’8 gennaio scorso il reparto di otorinolaringoiatria dell'Ospedale Civile di
Pinerolo è chiuso. Lo ha deciso il comitato di gestione dell'USSL 44 a causa
delle dimissioni di tutti i medici e della richiesta di pensionamento da parte
del primario dott. tosano (che però ha
solo una cinquantina d’anni).
« Il reparto riaprirà — dicono all'USSL
44 — solo quando verrà espletato il
concorso che è stato subito bandito ».
C’è da chiedersi quali siano le reali
ragioni che hanno spinto tutti i medici
a dare le dimissioni e se queste non
risiedano nella conduzione dell'LtSSL
ed in particolare deH’ospedale. In ogni
caso è abbastanza grave II fatto che di
fronte ad un pensionamento non si sia
provveduto per tempo con incarichi
per evitare la chiusura di un servizio
che obbliga numerose famiglie a grandi disagi (si devono recare a Torino)
per una semplice operazione di tonsille.
Solidarietà con le
vittime della
guerra del Libano
PINEROLO — Organizzata dal comitato pinerolese per la pace e il disarmo in collaborazione col quartiere San
Lazzaro, si svolgerà domenica 16 gennaio con inizio alle ore 11 una giornata
di solidarietà con le vittime della recente guerra nel Libano. Saranno ospiti del
comitato una ventina di palestinesi, feriti e mutilati e che sono stati curati
negli ospedali piemontesi. L’incontro
prevede un pranzo (al sacco) e poi
un pomeriggio di informazione, canti e
discussioni. L'incontro che è aperto a
tutti si terrà presso i locali del quartiere San Lazzaro in via dei Rochis 3.
RIV-SKF: firmato l'accordo
sulla cassa integrazione
ViLLAR PEROSA ^ Accordo fatto tra
la RiV-SKF e la FLM per la cassa integrazione per il 25% delle ore lavorabili
nel 1983. L’intesa è stata raggiunta martedì 4 gennaio presso l’Unione Industriale di Torino dove si erano incontrate le due delegazioni.
Secondo l'azienda la riduzione delle
ore lavorabili e il conseguente ricorso
alla cassa integrazione è stato reso necessario da una drastica diminuzione
delle vendite di cuscinetti dovuta alla
orisi in cui versano tutte le aziende
che utilizzano tali prodotti.
La FLM ha riconosciuto la realtà di
queste affermazioni e ha dato il suo
accordo per la cassa integrazione. Non
ci saranno licenziamenti e neppure liste speciali di operai e impiegati « eccedenti ». La cassa integrazione sarà
per tutti a rotazione e non ci saranno
operai a zero ore per tutto l'anno (come è avvenuto per esempio alla FIAT).
La eventuale riduzione del personale
avverrà con mezzi non traumatici quali il blocco delle assunzioni e la politica dei prepensionamenti.
Queste in concreto le misure di cassa integrazione:
Villar Perosa: 2 settimane al mese
per 900 lavoratori e 2 settimane al trimestre per 200; Airasca: una settimana
al mese per 250 lavoratori e due settimane al trimestre per 850; Pinerolo:
una settimana al mese per tutti i 500
lavoratori; Massa: una settimana al mese per 420 lavoratori; Cassino: due settimane al trimestre per tutti i 550 lavoratori.
g-g.
COMUNITÀ’ MONTANA VAL PELLICE
Contributi alle cooperative
li Consiglio si è dovuto limitare, nell’adunanza del 22 dicembre, solo a formalizzare l’istituzione delle Commissioni, rinviando la nomina dei membri prevista dall’o.d.g.
La minoranza, che aveva insistentemente durante due anni richiesto la costituzione delle commissioni, talvolta con punte fortemente polemiche parzialmente
anche accettabili nei riguardi
della Giunta di sinistra, è mancata all’appuntamento, insieme
al P.S.I., per procedere all’elezione dei rispettivi rappresentanti
i quali dovranno comunque es
UNA RICERCA STORICA
Le fabbriche di Perosa
A Perosa Argentina esistono
due stabilimenti industriali tessili, per il lavoro della seta e del
cotone. Recentemente è stato
pubblicato un agile volumetto —
il secondo della collana della
parrocchia di S. Genesio — che
ne presenta la storia*.
Verso il 1830 i fratelli Bolmida di Alessandria impiantavano
a Perosa una « filanda » per la
lavorazione della seta ed un’officina per la riparazione e la costruzione delle macchine destinate a tale lavorazione. L'officina
ha un’importanza storica mondiale, perché vi si elaboreranno
le apparecchiature adatte alla lavorazione non solo della seta
« tratta » dal bozzolo senza rotture, ma anche a quella dei « cascami », cioè di quella seta che,
tratta da bozzoli difettosi o bucati dalla farfalla o all’imzio o
alla fine di bozzoli integri, può
tuttavia essere utilizzata per tessuti meno raffinati o per filo da
cucire. Attraverso un vero e proprio caso di spionag^ -industriale questa tecnica sarà: adottata anche all’estero, e in parti
colare dai Chancel di Briançon.
Un impulso particolare sarà dato nel nostro secolo al setificio
dalla famiglia Giitermann, che
affiancherà allo sviluppo tecnico
strutture di supporto, ivi comprese abitazioni e servizi sociali
per i dipendenti.
Oggi l’avvento delle fibre sintetiche ha profondamente modificato il mercato, ma l’autore del
volumetto si dichiara fiducioso
che l’avvenire dell'industria, oggi « Filseta », possa essere positivo.
Il cotonificio nasce a Perosa
negli anni 1880, ad opera dei
fratelli Fritz e Caspar Jenny e di
Antonio Ganzoni, con circa 300
dipendenti, che salgono a 400 intorno al 1900. La famiglia Abegg
d.i Zurigo darà un impulso considerevole a questa attività, collegandola œn altri suoi stabilimenti, impiantati in particolare
in Valle di Susa. Dal 1923 il nome di « Cotonificio Valle di Susa » indicherà, infatti, l'intera
società. Dopo gli eventi della^ seconda guerra mondiale la socie
tà finirà nelle mani della famiglia Riva il cui ultimo rappresentante, Felice, è tristemente e
sufficientemente famoso. Oggi la
fabbrica ha assunto il nome di
« Manifattura di Perosa » e, grazie ad un’amministrazione più
ordinata, secondo l’Autore « viaggia in acque tranquille ».
Il volumetto è corredato da
una serie di bellissime foto quasi tutte di fine ’800, in buona
parte fomite dalla sig.na E. Lantaret, della zona di Perosa e dintorni. Anche se talune valutazioni dell’Autore suscitano qualche
riserva, va salutato positivamente il suo contributo alla ricostmzione della storia troppo trascurata del centro di Perosa Argentina.
Claudio Tron
* Dmo Ceredi : GU stabilimenti industriali di Perosa Argentina. Collana della Parrocchia di S. Genesio n. 2. Un. 1 della collana è il volu- metto di R. Furlan, sulla storia della
Parrocchia, a suo tempo presentato sul
nostro giornale.
sere designati entro il 31 gennaio 1983.
Le commissioni sono quattro:
1. Programmazione - Pianificazione - Bilancio - Informazione;
2. Servizi Socio-assistenziali e sanitari; 3. Agricoltura - Artigianato - Ecologia - Lavoro; 4. Cultura - Sport - Tempo libero - Turismo.
La Giunta ha presentato anche il Regolamento per la gestione del notiziario televisivo tramite l’emittente « Telepinerolo »,
che è stato approvato delegando
la Giunta all'attuazione e all’avvio della trasmissione. Scopo
principale del servizio nella fascia oraria dalle 19 alle 20 è: promuovere la partecipazione della
popolazione, avvalendosi di ogni
possibile strumento per assicurare l’informazione sui problemi
e sulle proposte di soluzione degli stessi. È’ prevista la costituzione di una commissione che
avrà il compito di esprimere il
parere sui contenuti dei programmi per verificarne la conformità con le finalità prefissate.
Il riparto dei fondi per la montagna della Provincia ha suscitato qualche perplessità nel Consigliere di Bibiana. La Presidente gli ha ricordato che il Comune di Bibiana ha ottenuto autonomamente dalla Provincia un
contributo per attrezzature meccaniche. La Comunità Montana
vaglia le richieste finalizzate da
qualsiasi ente provengano. Dal
Comune di Bibiana nessuna richiesta specifica è stata presentata per usufruire di questo contributo.
Sono stati assegnati lire 28 milioni alle varie cooperative della
Valle, lire 15 milioni sono stati
destinati per l’elaborazione di
un piano sul recupero produttivo e strutturale degli alpeggi del
cui esito beneficeranno i produttori di bestiame della bassa valle; lire 15 milioni per i mezzi
sgombra-neve destinati ai Comuni e lire 9 milioni per completare
mediante un ponte l’impianto di
collegamento radio già funzionante.
Antonio Kovacs
10
10 cronaca delle Valli
* Il bollo deirauto
Molte novità quest anno per il pagamento del bollo di circolazione delle auto:
■ Lo dovranno pagare lutti i proprietari di un autoveicolo inaipendentemente se questo circoli o no. Per evitare di pagarlo chi
ha un auto vecchia che non circola più ' deve restituire la targa al
FRA e fare la cancellazione (la pratica costa circa 25.(XK)-30.0(X) lire
e la si può fare direttamente o tramite le apposite agenzie automobilistiche 0 l'ACI).
. Attenzione : dal gennaio di quest’anno il bollo è considerato una
autotassazlone e quindi chi non paga è considerato evasore con
tutte le conseguenze del caso.
2. - Le date di scadenza per il pagamento sono :
il 31 gennaio per i possessori di autoveicoli con una potenza
superiore a 9 cavalli fiscali;
il 28 febbraio per tutti gli altri.
3. - Gli importi del bollo variano secondo le regioni. Le regioni
sono state infatti autorizzate a porre una addizionale sulla tassa.
Hanno già deliberato tale addizionale la Lombardia, il Veneto, il
Piemonte, la Toscana e l’Emilia Romagna. Le addizionali non sono
però uguali per ogni regione. Diamo qui di fianco una tabella valida
per Piemonte, Veneto e Lombardia e per i bolli con scadenza il
31 gennaio prossimo.
* Sulla patente anche le marche del
passaporto
Tra i provvedimenti presi dal governo alla vigilia di Capodanno
vi è anche quello dell’aumento della marca sulle patenti automobilistiche. Questi i nuovi importi: Patetite tipo A e B: 15.000; patente
C: 12.000; patente D ed E: 11.000.
Poiché però le marche erano già state stampate con altri importi U ministero ha autorizzato a completare la marca 1983 con marche
normali per concessioni governative. In pratica si dovrà mettere
sulla patente marche del tipo di quelle che si applicano sul passaporto.
L’UOMO E I
SUOI PROBLEMI
Caro Direttore,
vorrei esprimere il mio vivo ringraziamento al fratello Carlo Ferrerò per
averci dato un impressionante quadro
dal vero della vita in miniera, rimediando così a ciò che non era stato detto
nella doppia pagina precedente; ci pare che in questo caso non era tanto
interessante per i lettori ricevere dotte
e neutre informazioni (sapere come si
lavora il talco, chi ne sono i proprietari) ma piuttosto sapere come vive l'uomo in quelle strutture, sentirlo parlare dei suoi problemi, delle sue sofferenze, delle sue speranze. Certe volte
ci domandiamo se il giornale sia fatto
per degli intellettuali o per il popolo
delle Valli e di altrove; a questi forse,
più che i soliti resoconti interesserebbe un'intervista, appunto a un minatore
0 a qualcuno che si dibatte nei suoi
problemi esistenziali e cerca di uscirne.
A questo proposito vorremmo dire
una parola a quel fratello che scrisse a
Magna Linota la sua disperazione. Tra
parentesi stiamo attenti, chè anche questa è la punta di un iceberg (come ha
detto il pastore Bellion nel suo • fondo » del n. 50) che tradisce la presenza di quelli (attorno a noi sono legione) che hanno perso coraggio e speranza, che si tengono chiusa in sé la
loro angoscia e ai quali sappiamo solo parlare di... architettura alle Valli!!!
A questo fratello vorremmo dire: mandi il suo indirizzo in redazione e le faremo trovare dei fratelli che sono passati attraverso la sua stessa esperienza
e ne sono usciti per la misericordia di
Dio, perché hanno scoperto attorno a
loro la solidarietà di tanti fratelli.
Louise Rochat - Evelina Pons
RICERCATO
Sfogliando i miei vecchi appunti dell'Uruguay ho trovato questo ohe scrivo
più sotto. Era stato scritto nel bollettino mensile della chiesa di Colonia Vaidense (Uruguay). Credo sia molto attuale per le nostre comunità valligiane,
per questo glielo mando. Ecco.
RICERCATO
Per violazione della promessa di fedeltà alla Chiesa, si cerca un signore
che in occasione del suo ricevimento
come membro di Chiesa (vedi confermazione) promise di essere fedele nell'assistenza al culti.
Non è stato fedele alla sua promessa e lo si cerca affannosamente.
L'ultima volta che lo si è visto fu
per Nataie. Si crede che alia domenica
si nasconda sotto le coperte o che se
ne vada in campagna mimetizzato da pescatore o cacciatore o cosa simile.
Alias: Dice di chiamarsi cristiano
ma io si conosce anche come protestante.
Avvertenza: È ben armato di scuse
e argomenti. Si devono prendere precauzioni perché si sente ferito nei suoi
sentimenti con moita facilità.
Si prega chi riuscisse a localizzarlo,
di notificario in preghiera al Signore e
portarlo la domenica nei locale di culto
più prossimo al suo domicilio negli orari
stabiliti.
Lei, ha qualche idea di chi può
essere? Grazie.
Alcibiade Cattaneo, Torre Pellice
CARO ECO, SEI UN
PO’ DIFFICILE
Cari redattori,
quando ogni settimana il postino mi
consegna l'Eco delle Valli, dopo averlo
letto più 0 meno attentamente, mi viene da fare una considerazione. Mi domando se sono il solo o se invece vi
sono altri montanari come me che devono rinunziare alla lettura di alcuni
articoli perché sono troppo difficili e
non li capiscono.
Parlando poi coi miei conterranei mi
viene fatto notare che molte notizie
della « vita delle chiese » sono già
contenute sulle circolari della chiesa e
che quindi è inutile ripeterle.
Penso inoltre che sulla « Cronaca delle Valli » qualcosa in più si potrebbe
aggiungere. Non si tratterà di notizie
religiose né importantissime, ma si
tratta di informazioni indispensabili per
quelle persone che come me sono affezionate alle nostre valli.
Mi auguro che queste mie osservazioni vengano prese in considerazione e
che trovino il consenso da parte di altri
della famiglia dell'Eco delle Valli.
D. Monnet, Angrogna
La redazione non solo prende in
considerazione queste osservazioni, e
si sforza di rendere semplici gli articoli più difficili ma non sempre questo è facile...
Per quanto riguarda le notizie dalle
chiese cerchiamo di pubblicare quelle
che hanno un interesse che va al di là
della singola chiesa. Così come per le
notizie , di cronaca cercheremo di migliorare con l’aiuto dei nostri corrispondenti.
g-S
14 gennaio 1983
Tasse automobilistiche per il 1983
cv QUATTRO MESI senza con super bollo radio radio diesel OTTO MESI senza con radio radio super bollo diesel DODICI MESI senza con super bollo radio radio diesel
10 6.800 10.300 13.600 20.500 19.800 29.900
11 9.800 13.200 19.500 26.300 28.300 38.400
12 11.700 15.100 100.000 23.400 30.200 200.000 34.000 44.100 300.000
13 13.800 17.300 » 27.600 34.500 » 40.200 50.300 »
14 17.500 21.000 » 35.000 41.900 )) 50.900 61.000 »
15 20.400 23.900 » 40.800 47.700 » 59.400 69.500
16 25.300 28.700 144.000 50.600 57.400 288.000 73.500 83.600 432.000
17 29.800 33.300 153.000 59.600 66.400 306.000 86.700 96.800 459.000
18 33.100 36.500 162.000 66.100 73.000 324.000 96.100 106.200 486.000
19 37.600 41.000 171.000 75.200 82.000 342.000 109.300 119.400 513.000
20 41.500 44.900 180.000 82.900 89.800 360.000 120.600 130.700 540.000
21 46.000 49.500 189.000 92.000 98.900 378.000 133.800 143.900 567.000
22 50.600 54.000 198.000 101.100 107.900 396.000 147.000 157.100 594.000
23 53.800 57.200 207.000 107.500 114.400 414.000 156.400 166.500 621.000
24 58.300 61.800 216.000 116.600 123.500 432.000 169.600 179.700 648.000
25 62.900 66.300 225.000 125.700 132.500 450.000 182.800 192.900 675.000
26 85.500 88.900 234.000 170.900 177.800 468.000 248.600 258.700 702.000
27 91.100 97.700 243.000 182.400 195.400 486.000 265.400 284.700 729.000
28 97.000 103.500 252.000 193.900 206.900 504.000 282.100 301.500 756.000
29 102.700 109.200 261.000 205.400 218.400 522.000 298.800 318.200 783.000
30 108.500 115.000 270.000 216.900 229.900 540.000 315.600 334.900 810.000
Per una mig'liore comprensione della tabella precisiamo che le cifre sono già state arrotondate alle 10( lire supenon come vuole la legge e che per le vetture diesel occorre sommare il superboll 0 con la tassa di circolazione dovuta.
Per gli autoveicoli ad uso promiscuo il superbollo diesel è ridotto a metà.
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14 gennaio 1983
cronaca delle Valli 11
DIBATTITO
Discutiamo la marcia per la pace
L’adesione di molte comunità valdesi delle valli alle iniziative
per la pace nel periodo di Natale ha suscitato qualche opposizione.
Il nostro giornale ha già pubblicato una lettera di un lettore radicale.
Apriamo qui un dibattito ospitando il testo dell’ultima circolare della
TEV, una lettera aperta alla stessa del Concistoro di Pinerolo e la
risposta di Luciano Deodato a Sibille.
Invitiamo coloro che vogliono intervenire ancora di farlo in
modo il più possibile conciso.
CIRCOLARE
DELLA TEV
Lo scorso mese sono state organizzate delle marce della pace
e digiuni. Diverse Chiese e organizzazioni evangeliche vi hanno aderito. Quanto alla Chiesa
Romana, il suo Anno Santo sarà
dedicato al tema della pace.
Non si può non essere impressionati per questo commovente,
immane sforzo per evitare la valanga che minaccia di travolgerci tutti.
Però non riusciamo a immaginare Gesù Cristo partecipare
a dei cortei al seguito di bandiere e striscioni multicolori. Crediamo piuttosto che Egli avrebbe qualcosa di diverso da proporci.
1°) Probabilmente ci direbbe
che la guerra fra le nazioni è
causata da un'altra guerra, quella che gli uomini hanno dichiarata contro Dio, e ci ricorderebbe le parole del Salmo 2°: « Perché tumultuano le nazioni e meditano cose vane?»I re della terra si ritrovano e i principi si
consigliano contro l’Eterno e contro il suo Unto, dicendo: Rompiamo i loro legami e gettiam
via da noi le loro funi ». Quando l’ex presidente degli Stati Uniti, Nixon, diceva alla TV che
la terza guerra mondiale è già
cominciata, aveva più ragioni di
quel che intendeva. Le guerre
non sono che un riflesso dello
stato di inimicizia fra gli uomini e Dio. Esse sono inevitabili ed
è una fatale illusione pensare
che qualche marcia della pace
servirà a evitarle, finché il Nome
di Dio continuerà a essere bestemmiato, i suoi comandamenti derisi e il suo amore rifiutato.
Cinema
TORRE PELLICE — Questo il programma del Cinefórum organizzato dall'ARCI e che si tiene presso ii salone
comunale di viale Ri-membranza:
Un film per discutere:
Venerdì 14 gennaio: Il paesaggio dopo
la battaglia
3" ciclo: La mafia
Venerdì 21 gennaio: Salvatore Giuliano
Venerdì 28 gennaio: Il giorno della civetta
Venerdì 4 febbraio: Il sasso in bocca
Teatro
PINEROLO — Giovedì 20 gennaio
alle ore 21 presso II Cinema Primavera
verrà rappresentato il lavoro di Georges
Feydeau: « Occupati d'Amelia » con
Carlo Alighiero, Elena Cotta, Vittorio
Sannipoli. Regìa di Marco Parodi.
Concerti
TORRE PELLICE — Nell'ambito della
Università della Terza Età giovedì 20
gennaio alle ore 16 presso l'Hôtel du'
Parc si terrà un incontro musicale con
il duo pianistico Contino-Mossotti.
Dibattiti
PEROSA ARGENTINA — Il PCI organizza un dibattito venerdì 14 gennaio
alle ore 21 nell'aula consiliare del comune sul tema « Le amministrazioni locali a metà legislatura: è positivo il
bilancio? ». Intervengono Giorgio Ardito,
Rinaldo Bontempi e Luigi Rivalta,
2") La vera marcia della pace
si è messa in movimento duemila anni or sono ed è stata promossa da Gesù stesso, senza godere di nessun finanziamento occulto o palese. Il corteo è andato
ingrossandosi nel corso dei secoli da un numero immenso di
persone che hanno accettato il
trattato di pace offerto da Dio e
firmato col sangue di Gesù Cristo. Coloro che prendono parte
a questa marcia della pace, non
solo si sono trovati riconciliati
con Dio, ma sono in pace con
tutti quelli che camminano insieme a loro e che chiamano fratelli.
3°) Scopo di questa lunga marcia è di convincere gli altri a
unirsi al corteo di Gesù, annunziando che è Lui la nostra pace.
Lui che dei tanti popoli ne ha
fatto uno solo e hq abbattuto i
muri di separazione (Efes. 2: 14).
Le Chiese vengono meno alla loro missione allineandosi a delle
manifestazioni ispirate dal terrore, mentre dovrebbero, al contrario, invitare gli uomini a unir- '
si al corteo della pace del Signore.
Non sappiamo che cosa il nuovo anno ci porterà, ma di una
cosa siamo sicuri e cioè che la
pace di Cristo non ci verrà tolta
finché cammineremo al seguito
non di una bandiera qualsiasi,
ma al seguito di Colui che si è
presentato come il Principe della pace (Isaia 9: 5).
LETTERA APERTA
ALLA TEV,
Cari fratelli,
nella vostra circolare del primo
gennaio scorso avete dedicato la
prima pagina alla marcia della
pace.
Sia il concistoro, sia l’assemblea della chiesa valdese di Pinerolo hanno dato la loro adesione
al comitato di coordinamento
pinerolese per la pace e il disarmo ed un gruppo abbastanza numeroso della nostra comunità
ha partecipato sia al digiuno del
19 dicembre, sia alla fiaccolata
della vigilia di Natale, proposti
da un gruppo ecumenico di Ginevra e organizzati a Pinerolo
dallo stesso comitato.
Abbiamo quindi letto con particolare attenzione e interesse il
vostro commento.
Siamo ovviamente d’accordo
con voi quando affermate che le
guerre tra le nazioni sono il riflesso della inimicizia fra gli uomini e Dio e che la vera marcia
della pace è stata promossa da
Gesù stesso e che il suo scopo è
l’annuncio della pace di Cristo.
Tutto questo fa parte della nostra confessione di fede. Siamo
pure convinti, come voi, che sarebbe una fatale illusione pensare che qualche marcia della
pace basti ad evitare le guerre
anche perché sarebbe sciocco
sperare nella pace senza combattere le cause delle guerre.
Il digiuno è stato per noi una
confessione di peccato delle nostre corresponsabilità in questa
realtà di violenza e di ingiustizia
e l’impegno a rinunziare sempre più al superfluo perché nessuno sia privato del necessario.
Non comprendiamo invece la
contrapposizione che ponete tra
testimonianza cristiana e l’impegno per la pace ( « Gesù Cristo
avrebbe qualcosa di diverso da
proporci... »). In un mondo che
dedica le sue risorse — all’Est
come all’Ovest, come nel terzo
mondo — a fabbricare armi più
che a produrle cibo, vesti e medicine per chi ha fame e freddo,
non è possibile rimanere neutrali: se non rifiutiamo le armi, le
accettiamo e Gesù Cristo ha sempre insegnato a scegliere l’amore
e non l’odio, la vita e non la morte. Duemila anni fa ha partecipato alle marce di pace come
quelle dei pellegrini verso Gerusalemme (Luca 2: 39; 19: 28) e
non a quelle per andare a lapidare i colpevoli o presunti tali.
Ci sembra anche ingiusto ridurre le manifestazioni per la
pace a frutto del terrore. C’è forse una componente egoistica, di
paura di un eccidio che coinvolgerebbe noi e i nostri cari, ma
c’è soprattutto il rifiuto della distruzione, la partecipazione al
dolore delle vittime di oggi.
In queste manifestazioni non
abbiamo seguito altre bandiere
che questa,' ma anche se ce ne
fossero state, ci sarebbe sembrata più importante la meta da
raggiungere che la divida dei
compagni di strada. Quand’anche ci trovassimo come agnelli
tra i lupi, e non lo crediamo,
questo corrisponderebbe alla paradossale condotta suggeritaci da
Gesù Cristo.
Siamo infine rimasti sconcertati dalla vostra insinuazione ■ che
nella vera marcia della pace Gesù non godeva di nessun finanziamento occulto o palese, mentre chi manifestava oggi la sua
volontà di pace sarebbe invece
finanziato apertamente o di nascosto.
« Non ci giudichiamo dunque
più gli uni degli altri, ma giudicate piuttosto che non dovete
porre pietra d’inciampo sulla via
del fratello... Cerchiamo dunque
le cose che contribuiscono alla
pace e alla mutua edificazione »
(Romani 14: 13-19) poiché « la
carità non sospetta il male » (I
Corinzi 13).
Il concistoro della'
chiesa valdese di Pinerolo
FARE LA PACE
E’ BELLO
Chiamato direttamente in causa credo dover dare una risposta alla lettera
di Attilio Sibille (Eco/Luce del 24.12.82,
p. 11), davanti alla quale mi sia permesso esprimere il mio stupore. Ma
come, proprio un radicale non capisce
il valore di un digiuno? O forse gli
dispiace che altri, e non solo Pannello,
digiunino per la fame nel mondo? E
come fa egli a dire che il Partito Radicale è « più evangelicamente corretto di tutti voi »? È possibile, forse anche probabile, che militanti del P.R.
siano più evangelici nella loro condotta
di tanti cristiani e che A. Sibille trovi
mpdo di esprimere in quel contesto,
meglio magari che in quello ecclesiastico,la propria testimonianza evangelica:
ma io sarei estremamente cauto nel
tranciare giudizi che mi paiono gratuiti
e pesanti e nell’attribuire una patente
« evangelica » ad un partito. In Italia ce
n'è già uno che si dice “ cristiano »;
mi pare ce ne sia già fin troppo... Ma
non voglio essere polemico. Credo più
utile portare il discorso ad un altro livèllo.
Nessuno di noi, caro Sibille, si illude: marce, digiuni, manifestazioni eco.
non sono certo il toccasana miracoloso
per situazioni tanto drammatiche e
complesse come quelle degli armamenti; ma sono il segno di una volontà
precisa che tende ad una modifica radicale (nel senso che va alla radice)
della nostra società. Esprimiamo così il
nostro fermo dissenso dalle scelte governative in merito agli armamenti e
la nostra solidarietà nei confronti di
tutte le vittime dell'attuale sistema: da
quelle persone che muoiono di fame
non perché non vi siano risorse alimentari sufficienti nel nostro mondo, mà
perché r governi preferiscono sacrificare
sull'altare degli armamenti migliaia di
miliardi di dollari, alle vittime della repressione, sacrificate sull'altare della
politica di potenza di questo o quel governo, 0 sull'altare degli interessi delle
multinazionali.
Abbiamo compreso che l'Evangelo ci
chiama a fare altre scelte e che cl impegna a vivere rapporti di solidarietà e
di amore con gli altri uomini e con gli
altri popoli. Abbiamo compreso che i
confini sono stati Inventati per difendere gli interessi solo di alcuni, per cui
per noi non hanno senso. Abbiamo
compreso ohe non è costruendo armi
sempre più numerose, sofisticate e
micidiali che si difende la pace, ma
che questa la si può ottenere distruggendo tutte le armi. Abbiamo scoperto
che in questa diversa visione delle cose non eravamo soli, ma intorno a noi
c'erano fratelli e sorelle, compagni e
compagne che prima non conoscevamo,
ma coi quali era possibile e bello lavorare insieme, E soprattutto abbiamo
scoperto che il mondo descritto dall'Evangelo, il regno di Dio, per dirla
in gergo, non riguarda soltanto la vita
futura, ma può essere un programma
di vita per il presente o, se si vuole,
qualcosa per il quale è bello impegnarsi già fin d'ora, nonostante tutti i dubbi, le contraddizioni, i difetti che ci caratterizzano. Abbiamo capito che è stupido incasellare tutto questo in un partito (e aggiungerei, anche in una chiesa) , ma che questo può; anzi deve, permeare di sé l'azione di ogni partito e
di ogni chiesa o di altri organismi, cosi come anche la vita dei singoli.
Ed allora perché essere in un cprto
senso gelosi di questa libertà e di questa speranza che ci animano? Perché
giudicare certi atti, sia pur minimi, ma
ciò nonostante significativi, perché denotano una maturazione, l'acquisizione
di una nuova consapevolezza e di una
volontà di pace e di vita per sé, ma
soprattutto per gli altri?
Per cui, concludendo, vorrei invitare
Sibille e tutti gli altri che come lui sono scettici, critici, guardinghi, sospettosi ad abbandonare i propri pregiudizi e
a vivere con gioia la grande speranza
della pace. Scopriranno che è bello!
Luciano Deodato
Pro Ospedale Valdese
di Pomaretto
Doni pervenuti nel mese di novembre
L. 200.000: In memoria di Pascal Gabriele, papà, mamma, moglie e figii;
Famiglia Daghero, Viliar Perosa, in memoria di Serafina Levrino Daghero.
L. 100.000; Baldini Rosa e Ugo, Perosa Argentina.
L. 56.000: i coiieghi di iavoro di Wanda Pascai, in mem. del papà Gabriele.
L. 50.000; Poèt Paolina. Chiotti di
Riciaretto; Kegler Massimo. Vallecrosia
in mem. Berta Mathieu; Fornerone Elvira, S. Secondo, in mem. del marito e
dei caro Renato.
L. 30.000: Long Alessandrina, Pomaretto; Chiarina Miegge Sanmartino, Luserna S. Giovanni; Isolino Conte Gaydo,
Viliar Perosa: Irene Ghigo, Dubbione di
Perosa.
L. 25.000: Giovanna Saia, Cavour,
L. 20.000: Molineris Franco Anna Teresa, Perosa Argentina; Fam. Poét, Inverso Pinasca; Salvai Luigi, Piscina; Damiano Gino, Pinasca; Rivoir Emma, Vallecrosia, in mem. Berta Mathieu: Romano Alfredo, San Secondo Pinerolo.
L. 10.000: Lageard Anastasia, Perosa
Argentina.
Pro Ospedale Valdese
di Torre Pellice
Doni ricevuti nel mese di novembre
L. 20.000: Romano Alfredo, San Secondo.
L. 10.000; Giordan Maddalena, Luserna S. Giovanni.
Pro Istituti Ospitalieri
Valdesi
Doni ricevuti nel mese di novembre
L. 1.447.140: Paul F. Davits, Aunt Caroline U.S.A.
L. lOO.OC'O: Tina Costabello, Novara,
in mem. marito Dino Costabello.
L. 50.000; Mondini Ernesto, San Feruro della Battaglia, in mem. della zja
Margherita Borselino.
RINGTIAZIAMENTO
« Io ho pazientemente aspettato l’Eterno, ed Egli s’è inclinato a me ed ha ascoltato il mio
grido » (Salmo 40 : 1)
I familiari del compianto
Filippo Grill
nell’impossibilità di farlo singolarmen*
te ringraziano tutti coloro che hanno
preso parte al loro dolore, in particolare il medico curante doti, Bertolino e il pastore Conte,
San Germana Chisone, 28 dicembre ’82
RINGRAZIAMENTO
« Io ho pazientemente aspettato VEterno, ed Egli s’è inclinato a me ed ha ascoltato il mio
grido y> (Salmo 40; 1)
I figli e i familiari tutti della compianta
Alina Matthieu v. Serre
riconoscenti, ringraziano tutti coloro
che con la loro presenza ed in qualsiasi
modo hanno preso parte al loro grande
dolore.
Un grazie particolare rivolgono alla
direttrice e a tutto il personale della
Casa di Riposo di San Germano Chisone, ai dottori Bertolino e Martini ed ai
pastori Rostagno e Conte.
Viliar Perosa, 29 dicembre 1982
« Egli muta Vomhra di morte
in aurora »
(Amos 5-8 A.P. 214)
E’ mancata all’aiTetto dei suoi cari
Nina Servettaz vedova Rossi
Savona, 16 dicembre 1982.
RINGRAZIAMENTO
Le famiglie Sellan, Travers e Rostan
ringraziano parenti, amici e conoscenti che hanno voluto essere loro vicini
nel dolore per la dipartita di
Francesco Travers
Ricordiamolo con il suo sorriso aperto e la parola buona in ogni occasione,
Torino, 16 dicembre 1982. ^
AVVISI ECONOMICI
TRASLOCHI e trasporli per qualsiasi
destinazione, preventivi a richiesta;
Sala Giulio, via Belfiore 83 - Nichelino - tei. (Oli) 6270463 - 6272322.
IL CONVITTO VALDESE di, Pomaretto assume un educatore o educatrice
presso la propria comunità aUoggio
per minori. Per informazioni, telefonare al numero 0121/81273.
USL 42 - VALLI
GHÌ80NE-CERMANA8GA
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva; telefono 81000 (Croce Verde).
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 16 GENNAIO 1983
Perosa Argentina: FARMACIA CASOLATI - Via Umberto I - Tel. 81205.
Ambulanza:
Croce Verde Perosa: tei. 81.000
Croce Verde Porte: tei. 201454
U8L43-VAL PELLIGE
Guardia Medica:
Notturna: tei. 932433 (Ospedale Valdese).
Prefestiva-festiva: tei. 90884 (Ospedale Mauriziano].
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 16 GENNAIO 1983
Torre Pellice; FARMACIA INTERNAZIONALE - Via Arnaud, 8 - Telefono
91.374.
Ambulanza:
Croce Rossa Torre Pellice: telefono 91.288.
U8L 44 - PINER0LE8E
(Distretto di Pinerolo)
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza:
Croce Verde Pinerolo: 22664.
12
12 uomo e società
14 gennaio 1983
RAPPORTO 1982 DI AMNESTY INTERNATIONAL
SERVIZIO CIVILE
Geografia deiroppressione
Obiezione immorale
Per ben 121 paesi nei 5 continenti il denominatore comune è, in gradi diversi, la violazione di fondamentali diritti di esseri umani
È recentemente uscito il rapporto 1982 di Amnesty International (A. I.), il Movimento che
si batte per i diritti dell’uomo
nel mondo. Questo rapporto è
relativo al periodo gennaio/dicembre 1981 e consiste in un volume di 367 pagine. Citando esempi presi da E1 Salvador, Siria,
Sud America ed altre nazioni, A.
I. tóerma che migliaia di persone sono state uccise nello scorso
àimo «per ordine o con la.complicità del proprio governo». Il
Movimento ha anche affermato
di essere deciso a svòlgere una
campagna a livello mondiale contro uccisioni di questo tipo, spesso legate ad un. altro abuso che
A.I. ha già ampiamente denunciato; la « sparizione » di gente ar.rèstata o rapita dalle' autorità.
« Non bisogna permettere ai goyemi di sottrarsi alle loro responsabilità quando scelgono di
sopprimere le persone sospettate
di essere oppositori politici », sostiene il rapporto, \
Il documento prende in considerazione ben 121 paesi: in ognuno di essi il denominatore comune col suo carico maggiore o minore — è la violazione di
fondamentali diritti di esseri umani. « L’ampiezza di queste
prassi — precisa il rapporto —
porta A.I. a ritenere che il problema debba ora essere affrontato dall’intera comunità mondiale come una questione di massima urgenza ».
Scorrendo ima sintesi del rapporto, il panorama delle violazioni di questi diritti è veramente
impressionante.
In Africa vari sistemi politici
hanno fatto ricorso a vari tipi
di violenza. In Uganda molte persone sono scomparse, mentre in
Etiopia il governo continua a
non render conto delle sparizioni anteriori al 1979. Oltre che in
questa nazione, l’uso della tortura è stato accertato in Sud Africa, Zaire, Uganda ed in altri paesi, mentre condizioni carcerarie
inumane nei confronti di prigionieri politici sono state rilevate
in Gabon, Guinea, Costa d’Ayorio,
Lesotho, Madagascar e Somalia.
Sempre nel 1981 si sono verificate varie esecuzioni capitali in
almeno 13 paesi africani: solo in
Sud Africa 96 i)ersone sono state
impiccate.
Le Americhe
Per quanto concerne l’America,
secondo A.I. non meno di 3.200
persone sono state uccise in Guatemala. Circa il Salvador, sono
state richieste specifiche informazioni su 555 individui catturati
dalle forze di sicurezza, ma non
sono state date risposte soddisfacenti in nemmeno'un caso. Altri
paesi in cui si continuano a riscontrare omicidi e sequestri sono Bolivia, Colombia, Haiti e
Messico. Leggi speciali hanno
provocato altre gravissime violazioni dei diritti umani in Cile,
Paraguay, Uruguay, Argentina:
per quanto riguarda quest’ultimo
paese, basti pensare alle migliaia
di « desaparecidos » ed alle recenti macabre scoperte delle fosse
comuni.
Negli Stati Uniti, oltre ad abusi del Federai Bureau of Investigation (P.B.I.) in relazione a processi penali ed al suo rifiuto di
costituire una commissione di inchiesta proposta da A.I., ben 924
persone sono state condannate
a morte.
A Cuba, dove pure continua a
vigere la pena di morte, prigionieri politici che avevano già
scontato pene di pitre 20 anni,
sono stati ricondannati per « ribellione in carcere ».
In Asia vi sono stati molti im
prigionamenti solo per opinioni
politiche divergenti. In Vietnam
e Laos, come in Pakistan, Nepal,
India, Filippine, Tailandia, ecc.,
numerosi i casi di arresti o detenzioni senza accuse o processo,
come pure un preoccupante aumento di omicidi commessi da
forze governative. Numerose le
sentenze di condanne a morte in
Giappone, India, Sud Corea, Malesia, Bangladesh ed altri paesi.
In Cina, secondo notizie comparse sulla stampa, almeno 87 persone sono state uccise nel periodo di due settimane dell’agosto
1981.
Europa
Per quanto riguarda l’Europa,
in Unione Sovietica la campagna
contro il dissenso continua inesorabile: condanne ai campi di
lavoro, esilio interno, ricovero in
ospedali psichiatrici. A.I. ha preso in esame più di 200 casi, di
cui la metà membri attivi di
gruppi cristiani. In Polonia a sepiito della legge marziale migliaia di persone sono state internate, mentre in Jugoslavia parecchie imputazioni di « propaganda ostile » sono state usate per
incarcerare persone. Nella Rep.
Democratica tedesca centinaia di
persone sono state arrestate perché cercavano di lasciare il paese. In Turchia, oltre all’aumento
dell’uso della pena di morte, si
fa uso della tortura e numerosissimi sono i decessi in carcere.
I prigionieri politici nel 1981 risultano essere 29.929.
In Europa occidentale le leggi
antiterrorismo hanno accresciuto i poteri della polizia, mentre
parecchi obiettori di coscienza
sono stati imprigionati e adottati
da A.I. Un accenno particolare
viene anche riservato all’Italia
ove diversi imputati sono rimasti in prigione per oltre due anni e mezzo senza che fosse fissata la data per il processo.
Infine, per quanto riguarda
Medio Oriente e Nord Africa, in
Iran le esecuzioni del 1981 sono
salite a più di 2.600; si calcola
però che, con quelle sommarie,
il totale sia di oltre 4.000. Anche
in Iraq migliaia di persone sono
state giustiziate, talvolta per motivi politici. In Siria le uccisioni si contano a centinaia.
In Israele e territori occupati,
in Egitto, in Giordania, Marocco, Tunisia, ecc. si sono avuti parecchi casi non equi di detenzioni senza processo.
Durante il 1981 i vari Gruppi
di Amnesty International hanno
operato in favore di 4.952 casi,
con l’assunzione di 1.703 nuovi
nominativi. A sonito della sua
azione, 1.109 prigionieri sono stati rilasciati. Tuttavia, una parte
cpnsistente del lavoro è stata
dedicata a gruppi di persone e a
individui in pericolo che non sono stati poi necessariamente adottati. Sono stati lanciati 308
appelli urgenti in favore di prigionieri in 67 paesi.
r. p.
SICILIA: MARCIA ANTIMILITARISTA
Oltre il cancello
Due bambini, scortati da carabinieri, hanno gettato una lettera di pace attraverso i cancelli
della base militare di ' Sigonella
(Catania). E’ questo l’epilogo di
un’azione svolta dalla Marcia antimilitarista internazionale (24
dicembre - 3 gennaio). Partite il
27.12 alle 9 da Catania, 400 persone provenienti da ogni parte
d’Europa e del mondo hanno
raggiùnto verso le 15 la base più
importante del Mediterraneo. Dopo ripetuti tentativi di superare
gli sbàrramenti di polizia per
raggiungere l’ingresso della base, un blocco stradale parziale,
la veglia notturna di un gruppo
di marciatori mentre il resto
rientrava a Catania, il giorno seguente la Marcia antimilitarista
è tornata alla carica dividendosi
tra Sigonella e Augusta, l’altra
base militare da visitare. A Sigonella, dopo altri tentativi e
trattative, alla presenza della
stampa e delle telecamere della
RAI, due bambini di 8 e 10 anni,
figli di marciatori, hanno ottenuto il permesso di portare ai
cancelli della base una lettera
con un messaggio di pace. Scortati da due carabinieri, hanno
raggiunto il, cancello di ingresso
dove tuttavia nessuno si è presentato a riceverla. Non è restato che buttarla al di là. del cancello, aperto ma presidiato dalla
polizia, con la speranza che qualcuno la raccolga e la legga...
La Marcia, che si è andata
sempre più ingrossando, è giunta a Comiso il 31 dicembre.
N. G.
Doni Eco - Luce
Errata: nel n. 52/82 II dono di Pisani/
Emilia, Luserna S. Giovanni è stato indicato in L. 12.000 anziché 1. 16.000.
DONI Di L. 2.000
San Secondo: Rivolta Roberto, Long
Natale, GardioI Irma, Romano Aristide,
Griglio Guido, Besson Wilma, Forneron
Silvano, Godino Livio, Romano Elvina,
GardioI Emilio — Torino: Almani Bodoira Gemma, Jahier Nennella, Tron
Aldo, Leone Laura, Cocito Irene, Ricca
Alina, Bertin Albertina, Seliari Guglielmo, Selti Alberto, Selti Giuliano,
fam. Schieda — San Germano: Beux
Eli — Torre Pellice: Chauvie Susanne,
Micci Adriana, Vola Luciana, Eynard
Reinaudo Laura, Giordano Emilia, dune
Goff Tayler — Venaria: Cocumelli Mario — Lus. S. Giov.: Benech Mary,
Frache Ida, Bertin Nelly, ReveI Clara
— Marsala: Garzia Salvatore — Mantova: Bardini Ettc-e — Massello: Tron
Alfredo — Frali: Grill Elda, Genre &irichetta. Pascal Edina, Artus Ada, Baud
Emanuele, Concistoro Valdese, Peyrot
Emilio, Grill Oreste, Richard Aldo
(Giordano), Rostan Celine, Grill Alda,
Baud Filippo, Rostan Dora, Peyrot Sergio, Peyrot Edina, Barus Amedeo, Ro, stan Luigi — Torino: Brusco Daniela,
Mattone Elia, Mariani Laudice, Mariani
Paolo Andrea, Petrocelli Nicola, Bogliari Adelina, Coucourde Arturo, Mathieu
Bruno, Peyronel Levy — S. Lazzaro di
Savena: Canè Alberto — Torre Pellice:
Bertin Savina, Coisson Levi, Coi'sson
Vera — Verolengo: Lusso Gino — Napoli: Schade Ingrid — S. Secondo: Raimondo Olimpia, Avondetto Emilio, Paschetto Marcella, Paschetto Valdo, Peyrot Francesco, Santiano Errfianno —
Villar Perosa. Soulier llda, Peyronel Adriano. Castagna Paola, Ferrerò Norberto.
Nel pomeriggio eli sabato 11 dicembre si è svolta a Piacenza
una manifestazione a sostegno
di Franco Fornasari, un ragazzo
di 26 anni che solo dopo 19 mesi dal giorno in cui ha presentato domanda per prestare il servizio civile sostitutivo a quello
militare ha ricevuto una risposta. Risposta per altro negativa
in cui il Ministero della Difesa
ha posto le seguenti motivazioni : « Il giovane si è genericamente richiamato ad imprescindibili
motivi di coscienza, non ha fornito alcun elemento che consenta di ascrivere la sua obiezione
a profondi motivi di ordine o
' etico o filosofico o religioso.
D’altra parte, dalla risultanza
degli atti istruttori compiuti, si
evince che il comportamento del
Fornasari è manifestamente in
contrasto con i principi morali
che il legislatore ha inteso considerare come fondamento della
obiezione di coscienza». Come
se una commissione potesse dare valutazioni sulla coscienza di
qualcuno !
I] caso di Franco non è comunque isolato : il numero di
obiettori di coscienza a cui è stato negato il diritto di svolgere
il servizio civile previsto dalla
legge sta rapidamente aumentando, parallelamente al numero di giovani che scelgono di
prestare il servizio civile ; nel
1979, infatti, sono stimati circa
7.000 i ragazzi che hanno fatto
questa scelta, 12.000 nel 1980,
22.000 nel 1981, dati che ovviamente stanno mettendo in allarme il Ministero della Difesa, il
quale sta ricorrendo alla pratica di rispondere negativamente
alle domande. La LOG (Lega
obiettori di coscienza) si è preparata a rispondere- seccamepte
a tutto ciò ed è così che dopo
6 manifestazioni pressoché identiche nello svolgimento, sabato
scorso^ a Piacenza, Franco Fornasari, accompagnato da un imponente corteo che ha attraversato la città, si è consegnato
spontaneamente al comando militare della sua città per essere
arrestato, invece di recarsi in
caserma a La Spezia dove era
stato precettato. Al termine della manifestazione hanno parlato
di fronte a tutti gli intervenuti
gli onorevoli Codrignani per Sinistra Indipendente e Corleone
per il Partito Radicale che hanno ribadito la loro volontà di
opporsi con tutti i mezzi alla
azione repressiva del Ministero,
a partire dalla interpellanza, parlamentare che hanno prepárate
insieme su quest’ultima vicenda.
Da Piacenza Franco è stato trasferito immediatamente al carcere romano di Forte Boccea
in attesa di giudizio: egli è infatti punibile con una pena che
va da 2 a 4 anni di reclusione
per diserzione. E’ sua intenzione, comunque, ripresentare nel
frattempo la domanda per svolgere il servizio civile, procedura
già usata daglP altri obiettori che
si sono autoconsegnati avendo
ricevuto il no alla loro domanda, azione che ha portato il Ministero a riconoscerli come « veri obiettori », concedendo loro di
svolgere il servizio civile in luogo di quello militare.
Intanto nella piazza principale di Piacenza è stata montata
una tenda dove si tiene un presidio permanente di ragazzi deb
la città che rimarrà finché Franco non verrà liberato dal carcere, dove è stato imprigionato per
la sola colpa di aver scelto legalmente di non entrare a far
parte dell’enorme apparato militare per cui il nostro «-stato
spende annualmente una fetta
dei miliardi che paghiamo Con
le tasse.
A. G.
Matrimoni
interconfessionaii
(segue da pag. 7)
mento storico », quale quello della forma canonica sempre e comunque necessaria per la validità, lasciando in ombra elementi
ben più essenziali come la fede
stessa. In campo cattolico cerchiamo di non chiudere e di non
assolutizzare il sistema canonicoattuale per favorirne il cambiamento, cioè l’adeguamento alla
teologia e alla pastorale che sono
in continuo cammino.
A proposito di teologia del matrimonio non mi pare del tutto
esatta questa affermazione del
Rapporto: « Nonostante tutte le
affermazioni in contrario che gli
apibienti cattolici più aperti e
biblicamente più sensibili fanno,
il sacramento non è la vita coniugale, ma l’atto formale del consenso... » (p. 100). In realtà per
la teologia cattolica il matrimonio « sacramento » è il sì dei due
sposi credenti e battezzati davanti al Signore, che si prolunga per
tutta la vita nel segno dell’alleanza e nel dono di grazia fatto da
Dio stesso; tutta la vita coniugale e segno e vocazione. Questo si
può trovare in teologi di diverse
tendenze come C. Colombo (1963),
C. Duquoc (1966), E. Schillebeeckx (1968), E. Ruffini (1978), W.
Kasper (1979); è presente nei documenti della Chiesa cattolica
italiana degli anni ’70 « Evangelizzazione e Sacramenti »; ed ha
prmai trovato ampia udienza nella « Familiaris consortio » di
Giovanni Paolo II (1981).
Il dialogo e l’ascolto paziente
dovrà comunque continuare an
cora a lungo, senza dimenticare
le urgenze pastorali che vengono
alle chiese dai fidanzati, dalle
coppie e dalle famiglie interconfessionali.
Il Cornitato Esecutivo dell’Alleanza Riformata Mondiale, parlando del dialogo trilaterale (luterano-riformato-cattolico) si è
rallegrato della « convergenza
nell’interpretazione teologica del
carattere sacramentale del matrimonio » alla quale si è
pervenuti mediante l’avvicinamento dei termini ’’sacramento”
e ’’alleanza” e della « importanza attribuita alla pastorale dei
matrimoni misti », ma non ha .
potuto far a meno di affermare:
« Oggi più che mai i coniugi dei
matrimoni misti risentono molto
della divisione delle chiese. Sarà
presto troppo tardi per salvare i
matrimoni cristiani di domani »^.
Il Rapporto della Commissione valdo-metodista, insieme con
tante altre iniziative serie, merita di essere preso in considerazione da tutte le comunità perché
con urgenza sia data la dovuta
attenzione ai problemi del matrimonio interconfessionale e perché domani non sia troppo tardi.
Mario Polastro
^ G. Galeota. Rassegna di teologia,
1982/3, p. 197.
^ La teologia del matrimonio e i
problemi dei matrimoni interconfessionali, Coed. LDC e Claudiana. Torino
1980, n. 96, p. 52.
^ NEV - Doeumentazione, n. 23. 21
dicembre 1981.