1
ANNO LXXVII
Spett. Biblioteca yaldese
■ tORSÉ
Torre Pelllce, 2 Maggio 1941-XIX
N. 18
"g
a
OD
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
ca
t»
(D
o.
Riguardate alla roccia onde foste tagliati!
(Isaia LI, 1)
ScalMimiianal« dai«s<a 'Váidas
ABBONAMENTI
Italia e Impero . . , Anno L; 15 — Semestre L, 8
Parrocchie del Primo Distretto . » > 12 — » » 7
Estero , . . . . » » 25 — » » 15
Nulla sia più forte della vostra fede !
Gianavello)
:*• .
Diréllore: Prof. aiNO (OSTABEL
AMMINISTRAZIONE: Via Carlo Alberto, 1 bis - Torre Pellice
REDAZIONE: Via Arnaud, 27 - Torre Pellice
Ogni cambiamentò" d’indirizzo costa una lira
Cent. 30 la copia
O
S
ü
>0
o
Il mandor]
« Vedo un ramo di màndorlo ».
(Geremia 1: 11).
Nel mandorlo Geremia vede un segno ed un simbolo, il segno del risveglio della primavera e il simbolo della
vigilanza di Dio. Quando i venti invernali agitano i rami ancora nudi delle altre piante e quando la natura pare ancora addormentata nel suo letargo, il
mandorlo, precursore di tutte le fioriture, già schiude i suoi candidi petali e
annunzia che la vita è in movimento,
che la linfa vitale riprende a circolare,
che la primavera è prossima e che nei
vecchi solchi della terra germoglieranno ancora le messi.
Noi che abbiamo la ventura dì vivere
nei campi e dei campi, apriamo gli occhi per vedere non soltanto la fatica o
il reddito che ci procura la nostra terra, ma per vederne altresì la m.eravigliosa bellezza, le rivelazioni sempre
nuove che ci dà della sapienza e della
potenza di Dìo. Il rifiorir della vita che
s’opera dovunque, fin negli angoli piu
remoti delle nostre montagne, contemplando con animo tanto più grato proprio quest’anno che vede accumularsi
le distruzioni inevitabili della guerra.
La vita risorge, la vita continua. Dai
rami che parean secchi, dalla terra che
pareva isterilita dal gelo prorompe la
vita che circola nella natura e che nessima forza malefica può reprimere o
spegnere perchè ha la sua origine in
Dio stesso.
Apriamo gli occhi per trarre dalla contemplazione della natura quelle ispirazioni e quelle consolazioni che non si
possono certo nè sostituire nè paragonare alle ispirazioni e alle consolazioni
dello Spirito Santo ma che sono pur
reali e benefiche e durature.
Si comprende che il profeta vedendo
un mandorlo potesse pensare alla vigilanza dell’Eterno, quando si consideri
che il mandorlo era designato, nella
lingua parlata da Geremia, con una parola che significa « colui che veglia ». Il
mandorlo era il vegliante, poiché già
fioriva quando le altre piante dormivano 'ancora del sonno invernale.
« Geremia che vedi ?» - « Vedo un
mandorlo ». E l’Eterno mi disse : « hai
veduto bene, poiché io vigilo sulla mia
parola per mandarla ad effetto ».
Dio vigila !
A guardare gli eventi che si svolgono
sulla scena della nostra vita individuale
o della vita dei popoli, codesta dichiarazione non par vera. Quando le delusioni
si prolungano nella nostra vita e sul nostro sentiero son più le spine che le
rose, quando alle nostre preghiere il
cielo è rimasto muto e la sventura sembra accamrsi su di noi, quando la
storia appare come un ammasso caotico
di eventi di cui non vediamo nè il senso
nè il fine, sembra che chi vigila ed opera sìa Satana, non Dio. Pure Dio non è
morto, Dio non è assente, Dio non dorme,
Dio vigila !
Invisibilmente Dio persegue i suoi fini a dispetto di Satana e degli uomini
malvagi.
Misteriosamente Dio inserisce la sua
azione giusta nella trama delle azioni
ingiuste degli uomini. Malgrado ogni
apparenza contraria Dio vive e vigila
e dice ad ogni forza avversa al suo Regno: « Fin qui tu verrai e non oltre »
(Giobbe 38: 11).
Dio vigila sul corso degli astri e sugli eventi grandiosi della vita universale come sulla mia effimera esistenza
di povero essere insignificante. Dietro
la scena del mondo si manifesta l’azione
di Dio se anche il modo e la misura con
cui questa si inserisce nei fatti umani,
rimane un mistero impenetrabile.
Al disopra dell’agitazione umana sta
Qualcuno che al momento voluto richiama la linfa vitale della primavera
e farà scoccare, a suo tempo, l’ora della
giustizia, della pace, della verità.
ALE. R.
Festa di Canti delle We DainenlEali
Le Feste di Canto delle Scuole domenicali avranno luogo, come è già stato
comunicato, domenica 4 maggio, alle ore 15, nel Tempio di Torre Pellice per
le Scuole domenicali del Val Pellice,
nel Tempio di S. Germano Chisone per
le Scuole domenicali del Val Chisone.
RADUNO DELLE CORALI.
Si prega di prender nota che l’adunata delle Corali del Val Pellice avrà luogo nel Tempio di San Giovanni,
DOMENICA 25 MAGGIO
alle ore 15, anziché come era stato annunziato, domenica 18 maggio.
L’adunata delle Corali del Val Chisone avrà luogo nel Tempio di Pinerolo,
domenica 11 maggio, alle ore 15.
Tutte le Corali sono pregate di trovarsi nelle località indicate alle ore
14.30 per una prova preliminare.
La Commissione.
SETTIMANA DI RINÜNZÍA
Ottava Lista:
Chiesa di:
Taranto (saldo) L. 109,—
Caltanissetta » 133,50
Grotte » 251,—
Borrello » 85,—
Denteila » 90,—
Carunchio » 876,—
Salle » 30,—
Schiavi » 62,—
Tramonti » 35,—
Sanremo (saldo) » 40,—
Pisa e Diaspora (saldo) » 40,—
Firenze, Via Manzoni (saldo) » 1000,—
Pramollo (saldo) » 57,—
Pinerolo (saldo) » 315,10
Brescia (saldo) » 197,—
Verona (saldo) » 60,—
Massello (saldo) » 1000,—
Isolati Diaspora Abruzzese » 157,—
Doni ricevuti dal Cassiere
della Tavola Yaldese per Istituzioni varie
Per Cassa Centrale EvangeUizzazione:
Bice ved. Leali, Guidizzolo, in
memoria del marito L. 20,—
M. S. Revel, Roma, in memoria del caro marito e figlio
Guglielmo » 450,—
Per Orfanotrofio di Pomaretto :
Marta Fiorini de Ruepprecht,
Verona L. 100,
« Ricordo », Roma » 100,
Per Istituto di Vallecrosia :
I « Ricordo », Rom:a » 200,
I
Per Istituto Gould:
« Ricordo », Rom:a » 200,
Per Asilo di Vittoria:
Famiglia Costa, Messina » 10,
Montrone Pina, Reggio » 15,
Spunti di ippoloyja religiosa
Uno studio sulla nascita e sullo sviluppo dell’innologia cristiana, dai primi tempi del Cristianesimo ad oggi,
deve presentare il più alto interesse, sì
! dottrinario che artistico. Io ignoro se ve
ne sia uno e sarò grato se qualche lettore deU’Eco vorrà soccorrere a questa
mia ignoranza.
Mi ha, comunque, sempre colpito
quel passo (Matt. 26: 30 e Marco 14:
26) in cui è detto dì Cristo e degli
apostoli che « dopo aver cantato l’inno, uscirono per andare al monte degli
Ulivi », dopo l’ultima Cena del Signore. Si parla dell’inno; « l’inno »; proprio come se essi avessero avuto già il
loro inno. Sarà stato l’inno od uno degli inni (Salmo CXV o CXVIII) che gli
Israeliti cantavano dopo il pasto pasquale ? Preferisco pensare che fosse
già « l’inno » loro, il primo inno della
Cristianità.
Un trentennio più tardi San Paolo,
in due lettere evidentemente coeve anche per molte identità di espressioni e
vedute, potrà già parlare di salmi, di
inni, di cantici spirituali: « Intrattenetevi con dei salmi, con degl’inni e dei
cantici spirituali, cantando e salmodiando di tutto cuore al Signore » (Ef. 5; 19,
Col. 3: 16).
Se lo studio della primissima innologia cristiana è attraente, dottrinariamente lo è certo di più quello dell’innologia che dai primi secoli del Cristianesimo va fino agli albori dei grandi movimenti ereticali, e da essi fino a
quello della Riforma. I salmi davidici
hanno fornito il tipo dell’inno alla cri-'
stianità dei tre primi secoli, come lo testimoniano il Gloria in excelsis e, più
tardi il Te Deum. 1 più antichi canti,
specificatamente « cristiani », possono
essere rappresentati da certi passi ritmici delle Epistole Paoline. Comunque
è cosa certa che il genere ben presto
s’impiantò e ricorda ed attesta, meglio
di molte vane polemiche, la fede dei
primi secoli cristiani. Rammentiamo,
per esempio, le famose parole d’un controversista del IP secolo che richiamano l’uso di « tanti salmi e canti cristiani composti fin dall’origine dai fedeli e
che celebrano il Cristo, Verbo di Dio, e
lo proclamano Dio lui stesso ». L’Egiziano Nepos fu uno degli innologi più
fecondi di quelle prime cristianità.
Venne quindi l’epoca delle prime eresie. E, come a dimostrare il valore
dell’innologìa nella propagazione di
tutte le idee, siano anche eresie, o siano anche idee non religiose od anti-re
ligiose, vi fu fin dai primi secoli del
cristianesimo un’accolta di innologi eretici od ereticali, quali Bardesane
(sec. II), Marcione (sec. II), Valentino
d’Alessandria (sec. II) ed Ario (fine del
IIP secolo).
Di qui, da una parte l’esagerazione
dei vescovi d’Oriente che giunsero fino a proibire l’uso degli inni presso i
cattolici (Concilio di Laodicea, 381), e,
dall’altra il trionfo e la quasi cristallizzazione dell’innologia dagli uni, nel
classico Salterio e, dagli altri, nella
breve innografia latina di sant’ila rio e
specialmente in quella, poco più vasta
di sant’Ambrogio. Comunque ciò insegni a non essere superficialoni nell’accettare come innologia veramente cristiana qualunque versicelo d’ispirazione più o meno religiosa.
Quanto all’uso degli inni e della musica nei culti ricordiamo che San Benedetto dovette lottare per fare entrare
gl’inni nelle ore canoniche. Il concilio di Braga (563) per esempio emanò
una netta interdizione « di cantare in
chiesa alcunché di poetico», tanto che
gl’inni non furono ricevuti nelle basiliche romane se non verso i secoli XI e
XII. Anzi vi fu lotta tra i cistercensi,
tendenti a ridurre l’innologia, ed i
francescani ed i domenicani, che cercavano di favorirne lo sviluppo. Ciò
specialmente per quanto riguarda l’innologia dei Santi, nata specialmente
durante la rinascenza carolingia e verso la quale Roma si mantenne assai
prudente, per lo meno fino al sec. XV.
Dopo l’Umanesimo e la Riforma, e
specialmente in questi tre ultimi secoli,
l’innologia cattolica s’è sviluppata con
addizioni provocate dalle nuove feste
e dai nuovi dogmi (il Sacro Cuore, i
Sette Dolori,, il Rosario, ecc.) senza
parlare di quelle consacrate a numerosi santi, ma tutte continuarono ad essere cantate su melodie fisse.
Nello stesso periodo nacque e si sviluppò libera l’innologia protestante
della quale diremo successivamente.
S. P.
F- W. V.
■nilifaiFi
Cari soldati Valdesi,
Benché parecchi di voi siano molto
lontani da noi, vi sentiamo tuttavia vicini più che mai al nostro cuore, e ci
manteniamo, sia individualmente, e sia
collettivamente come Unione Giovanile
e come Chiesa, in relazione spirituale
con ognuno dì voi mediante la preghiera. E quante sono le richieste che facciamo salire a Dio dai nostri cuori, e
che ci sono dettate dal grande affetto
che nutriamo per voi!
E rivolgendo il nostro pensiero e la
nostra preghiera a voi che attualmente,
su fronti diversi, con le armi in pugno
vegliate sulla sicurezza della nostra
Patria, ci vien fatto di pensare ad altre
armi che sono a vostra disposizione e
che voi non dovete lasciar da parte.
Voi già avete compresa l’allusione:
sono quelle armi spirituali di cui parla
S. Paolo al termine della sua epistola
2
'íSÍyiláwy'- "i- ■
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
agli Efesini (6: 10-20). E’ un cattivo soldato, meritevole di punizione, colui che
non fa uso delle sue armi, che non ne
cura la continua efficienza; ma è altrettanto vero che è un cristiano infedele colui che non si preoccupa di maneggiare con destrezza la spada della
Parola di Dio e lo scudo della fede. E
fra tutte le armi spirituali che l’apostolo menziona in quel passo, vi addito
particolarmente quelle che già vi ho
citate. Nei momenti di stanchezza fisica
e spirituale, fate sì che il braccio della
vostra anima abbia sempre la forza di
brandire la spada della Parola di Dio,
di quella Parola nella quale Dio ha
promesso di venire in aiuto agli « stanchi » ed ai « travagliati » ; quella Parola
che - come già ne avrete fatta l’esperienza - è un mezzo così potente per
ottenere da Alto la forza di cui si ha
bisogno per compiere con fedeltà cristiana il proprio dovere! E quando il
male si presenterà a voi, simile ad un
nemico che scaglia le sue saette per
colpire le vostre convinzioni più care,
per infondere in voi dubbi, incertezze,
e germi d’indifferenza religiosa o d’immoralità, sia la vostra fede forte, sicura, trionfante; sia quella fede come uno
scudo col quale possiate spegnere le
saette infuocate del maligno!
Anche se per un po’ di tempo lontani dalle vostre Chiese e dalle vostre
Unioni, fino a quando piacerà a Dio,
non dimenticate mai di esercitare la
vostra anima a maneggiare con crescente abilità quelle due armi spirituali che sono l’una il complemento dell’altra, poiché non v’è fede che possa
dirsi sicuramente cristiana se non è
fondata sulla Parola di Dio, e - viceversa - la Parola di Dio assume per noi
il significato di Rivelazione da Alto solo se la sappiamo leggere con fede.
Il mondo è più che mai in travaglio,
ed abbiamo fede che Dio farà sorgere
l’alba di un mondo migliore; voi, cari
giovani, siete stati chiamati a collaborare attivamente in questo travaglio
che ha da preparare il rinnovamento
del mondo; ricordate che, oltre alle armi umane, sono necessarie in questo
arduo compito le armi di Dio (« la completa armatura di Dio ») (Efes. 6: 11);
poiché ciò che più conta al fine di avere un’umanità migliore, più giusta,
più ubbidiente ai comandamenti di Dio
(ciò che tutti desideriamo ardentemente I) sono le disposizioni morali e spirituali che i singoli conquistano e difendono con la spada della Parola di Dio e
con lo scudo della fede.
PAOLO MARAUDA.
Jl Corriert iella ¡Hacraejsa
Dopo una piuttosto lunga interruzione la Casa Valdese delle Diaconesse
ha avuto la gioia di ricevere nuovamente una aspirante novizia, nella persona
di una giovane di Susa.
Il problema delle vocazioni rimane
sempre urgente per la nostra Opera.
Nella speranza che Iddio si serva di
questo mezzo per chiamare a sé altre
giovani, abbiamo fatto stampare sotto
forma di opuscolo un racconto di J.
Lombardini, già apparso sull’Amico dei
Fanciulli, intitolato « Diaconessa ». Chi
lo desiderasse ricevere gratuitaménte
non ha che da farcene domanda.
I risultati del ministero della diaconessa sono certamente multo diversi,
ma addirittura impensato é quello di
far aumentare le collette ai culti in una
Chiesa ! Così infatti sembra sìa avvenuto a Catania, il cui Pastore ci scrive:
« L’impressione e la commozione della
nostra chiesa é stata generale, quando
abbiam visto Suor Natalina. Credo che
la sua presenza valga più di 50 opuscoli
delle Diaconesse Valdesi». Suor Natalina é molto fiera - e giustamente - del
suo abito, e non teme di portarlo in piena città. (Le nostre collètte ai culti hanno persino avuto un lieve aumento !).
* * *
Offerto ricevute con riconoscenza per
la Casa Valdese delle Diaconesse: Signore e Signori: J. C. van Gilse van der
Pals, Siena, L. 50 - Geymonat Paolo,
Villar Pellice, 50 - Micol dott. Giovanni, Condove, 10 - Riviera Mario, Brescia 10 - Cavallina Anna, Verona, 10 Ayassot comm. Epaminonda, San Giovanni, 10 - Rostain dott. Enrico, Genova, 15 - Mathieu Teofilo, Perosa Argentina, 15 - Naso Liborio, Carunchio, 20
- Bruschettini Roland Hilda, Genova,
100 - Meyer Federico, Milanino, 100 Quattrini dott. Emanuele, Penero, 50
- Paschetto Ludovico, Civitavecchia, 10
- Fontana Roux A., S. Margherita Ligure, 200 - Avv. Lydia Poet, Diano Ma
rina, 200 - Margot Zeuner, Seveso, 30 Genicoud Teresa, San Germano Chisone, 60 - Rostan Sofia, Id., 5 - BeneUi
Silvio, Torino, in memoria del padre
Fortunato Bènelli, 15 - Ing. Rodolfo e
Maria Fanton, Treviso, 200 - Barosso
Fomerone Lidia, Torino, 5 - Rostagno
Luigi, Id., 15 - Balmas Turin Paolina e
Balmas Margherita, Id., 20 - Chiavia
Lidia, Id., 5 - Allevot Susanna, Id., 50 Conti Alice, Id., 10 - Weigmann aw.
Massimo, Id., 50 - Coisson cap. Stefano, Id., 10 - Brizio Elena, Id., 10 - Orsi
Rosa vedova Massobrio, Id., 10 - Fisch
Enrico, Id., 10 - Giordan Osvaldo, Id.,
'50 - Talmone Gustavo, Id., 50 - DeFernex Oscar, Id., 25 - Bertolino Tron
Maria, Id., 5 - Ribet Turin Armida, Id.,
10 - Ing. F. Hurter, Id., 50 Pons Virginia, Id., 10 - Bosìo Favaie Adele, Id.,
50 - Pisani rag. Orazio, Id., 15 - Pons
Emma, Id., 10 - Ayassot Rosie, Id., 10 Conte Enrichetta, Id., 10 - Rivoira Giuseppina, Id., 10 - Cigersa Giuseppina,
Id., 50 - Godine dott. Sigfrido, Id., 10 Gagnor Teresa, Id., in memoria del padre, 10 - Fiertz Raggenbas Frida, Id.,
10 - Coucourde, coniugi, Id., 10 - Revel
Maria, Id., 10 - Falletti di Villafalletto
contessa Margherita, Id., 10 - Marchese
Rostan Amelie, Id., 20 - Ferrea Colombo, Id., 5 - Selve Gerdtzen Marta, Id.,
100 - Colletta U. C. D. G. Torino, 40 Guigou M., Id., 50 - Ammalata riconoscente, Id., 80 - Reynaud Alice,, Id., 10 Rostagno Elena Lily, Id., 10 - Rostagno
Giovanni e Mariuccia, Id., 50 - Turin
Emma, Id., 10 - Pollone Elsa, Id., 10 Carri Tilde, Id., 10 - Portìglìotti Susanna, Id., 5 - Sebes Marta, Id., 50 - Roselli
Marco, Id., 10 - Griset prof. Emanuele,
Id., 10 - Carolina Decker Boringhieri,
in memoria della Signora Linetta Cotta
Morandini, 50 - Lombardini Jacopo, Id.,
25 - Bounous Guido, Id., 10 - Scaccioni
ing. Oliviero, Id., 50 - Avondetto Federico, Id-, 15.
I doni sono ricevuti dal Direttore del.j la Casa delle Diaconesse, Pastore Roberto Nisbet - Convitto Valdese - Torre Pellice (Conto Corrente Postale n.
2-19254).
Villeggiatera Evangélica
La parrocchia ValdeSe di Rorà (Luserna San Giovanni), frequentata in estate da numerósi villeggianti Evangelici, organizza da vari anni una attività religiosa estiva, per offrire ai
suoi ospiti, insieme con le ricchezze di
una località di villeggiatura ideale, anche un clima spirituale benefico.
L’ambiente, naturalmente, non è lussuoso, ma modesto come può esserlo tra
povera gente di montagna. In compenso, é tranquillo, cordiale e, ciò che non
guasta mai, assai economico: vi sono in
Rorà quattro alberghi, uno dei qual) di
nuovissima costruzione, e vi si possono
affittare, altresì, numerosi alloggetti o
camere ammobiliate. Per coloro che lo
desiderano, si possono anche trovare
famìglie disposte a tener pensione. Il
tragitto di otto chilometri dalla stazione di Luserna San Giovanni al centro di Rorà si può effettuare agevolmente, per i camminatori, con un’ora e
mezza di marcia, oppure col noleggio di
macchine da piazza o, più economicamente, con ì cavalli.
L’attività religiosa estiva consiste,
oltre che nelle consuete attività ecclesiastiche, in alcune gite in montagna
per la gioventù, nel brevissimo culto
serale quotidiano, in fraterne conversazioni con gli altri villeggianti, nel
piccolo giardino del Presbiterio ed in
varie altre manifestazioni diurne o serali.
Il Pastore stesso, mette il suo ufficio
a disposizione di tutti i correligionari
che desiderano informazioni' ed offre
loro la sua fraterna assistenza una volta giunti a Rorà. Scrivere al seguente
indirizzo:
Pastore Enrico Geymet - Rorà di Luserna San Giovanni (Torino).
Non disprezzare la tua condizione: in
essa appunto tu devi operare, soffrire,
vincere. Amici.
Novità
E’ uscito:
fl Roma
con San Paolo
di Giovanni Rostagno
Prezzo: Lire IO
LIBRERIA EDITRICE CLAUDIANA
TORRE PELLICE (Torino)
JACOPO LOMBAROINI QUARTA PUNTATA
Il forzato per la fede
Racconto Storico
Il cuore delle donne esulta; un inno di
gratitudine sale a Dio liberatore, che ha
concesso la vittoria a pochi uomini male
armati, ma che erano stati resi invincibili dalla loro fede incrollabile.
Esultano le donne, e, mentalmente
pregustano la gioia del ritorno.
Non corre infatti la voce che tutti gli
uomini. Valdesi od Ugonotti francesi
potranno andare in Piemonte, soldati
del Duca, liberi nella loro coscienza e
nel loro culto? E questo, che significa
se non che le famiglie anch’esse potranno tornare alle Valli native?
Oh! ricostruire il focolare nella terra
dei Padri, santificata dalla preghiera e
dal martirio; lavorare in pace sui campi che sono stati bagnati dal sudore di
tanti generazioni e che esse hanno trasmesso come una sacra eredità; pregare
nei templi che risorgeranno dalle loro
rovine!
...Le donne Valdesi elevano un inno
di gratitudine a Dio liberatore...
Ma chi saranno i sopravissuti? L’uomo per il quale si ha tanto pregato e
trepidato, vivrà egli ancora? Tornerà
sorridendo e felice ad annunciare che
la prova è finita e che il sole nuovamente risplende o si attenderà invano.
perché né egli tornerà, né giungerà il
suo invito di raggiungerlo?
Anche Maria attende e trepida. |
Il tempo passa, ma nessuna notizia le |
giunge di Giovanni Genre.
Oh! con quale ansia che tenta invano
di nascondere Maria cerca di informarsi da tutti quelli che possono avere
notizie di laggiù, e che vergogna andare a chiedere le notizie di un giovane
che non é neppure suo lontano parente!
Ella é sola! ’3l tutto sola: i suoi fratelli sono stcii*. uccisi durante i massacri del 1686; i suoi genitori sono
morti in carcere; qualche parente, che
ancora vive, é lontano, in altra parte
della Svizzera: Maria non ha dunque alcuno col quale confidarsi e piangere, o
da animare a cercare, per lei, notizie.
E’ una giovinetta che soffre e non
osa mostrare di soffrire perché teme di
manifestare il suo dolore e il suo segreto.
...Eppure andò sul lago! Si, ubbidì ad
un impulso generoso: ma allora aveva •
meno sofferto per il suo amore e lo custodiva in segreto meno gelosamente!...
Finalmente sa:
Giovanni Genre non é morto, ma è
peggio che se lo fosse: egli è già chiuso
in un sepolcro che non lascia ai rinchiusi nemmeno la pace di cui gode chi
giace in un sepolcro di cimitero: é condannato a remare a perpetuità su una
galera francese.
III.
Da tre giorni i Valdesi non avevano
quasi mangiato e le mar eie erano state
lunghe ed i combattimenti accaniti.
Erano discesi infatti dal Moncenisio coperto di neve, avevano dormito all’adiaccio sotto la pioggia e, il mattino
seguente, avevano dovuto aspramente
combattere contro le truppe ducali, salite contro di loro da tutto il territorio
segusino. Nel combattimento e nell’ardua marcia, per abissi precipiti c boschi insidiati, avevano perduto molti
compagni, ed i feriti erano da compassionare più dei morti, i quali dormivano
ormai nella pace del loro Signore, mentre i feriti che bisognava abbandonare
restavano alla mercé dei nemici lanciati
sulle loro traccie. Più fortunati quelli
che cadevano nelle mani delle truppe
ducali, perché venivano imprigionati é
vero, ma il loro destino lasciava adito a
qualche speranza per quando si avesse
a concludere la pace col Duca.
Ma quelli che cadevano in mano
francese avevano la sorte già segnata:
impiccagione o galera. Dopo il combattimento al Giaglione altra marcia, digiuni sotto la pioggia, e, la sera, il combattimento di Salabertano; e poi nuovamente l’erta salita fino a Costapiana,
lungo l’arduo sentiero del Pis.
Era lunga l’ascesa, e Giovanni Genre
cadde sfinito.
La luna era sorta ad illuminare il
campo di battaglia, al ponte di Salabertano; i Valdesi si erano caricati di
munizioni; avevano riso degli ammassi
di funi che i francesi tenevano pronti
per legarli e condurli alle forche di Pinerolo, città allora in possesso francese,
quando, vintili, avrebbero avuto i Vaidesi in loro potere; avevano gettato
nella Dora gonfia per le insistenti
pioggie dei giorni precedenti quanto
non avevano potuto portare seco, ed
avevano ripreso la marcia.
Ma Giovanni, e con lui molti altri,
non he poteva più: si sentiva stanco, indicibilmente stanco e assonnato.
Solo uno sforzo della volontà, sempre
vigile e conscia del pericolo, gli faceva
tenere gli occhi aperti e muovere i passi, uno dietro l’altro, faticosamente.
In quel momento, chi si fermava era
veramente perduto; eppure di quando
in quando, anche la volontà cedeva allo
sfinimento: le gambe continuavano a
muoversi meccanicamente, nell’ascesa,
come quelle di un automa, ma gli occhi
insensibilmente si chiudevano e il pensiero naufragava in una fantasticheria
inconscia e sognante... Ecco; era giunto,
finalmente, e si riposava in un sonno
lungo.
Anzi, era nella sua casa, nella casa
che si era ricostruita dopo la vittoria e
Maria era con lui, ed egli era felice...
Un urto contro una roccia, l’inciampare in una radice, lo risvegliava bruscamente e lo richiamava alla realtà.
Allora sì sentiva nuovamente stanco!
Oh! poter sedersi, sdraiarsi sulla
buona terra accogliente, sul letto soffice delle foglie: addormentarsi e magari non risvegliarsi più, tanto è dolce
il sonno! ^
(Continua).
3
/
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
Allegoria Orientale
Siccome Abdallah s’attardava nel go■4imento del suo pasto mattutino, ima
-piccola mosca venne posarsi sull’orlo
del suo bicchiere, prese un sorso e se ne
volò via. Poi essa tornò ogni giorno, ed
ogni giorno essa diventava più ardita;
finché essa diventò grande e grossa come un uomo, simile ad un uomo, veramente e puramente un uomo. E que-‘
st’uomo assorbiva il cibo di Abdallah,
ingrassava e cresceva, mentre Abdallah
dimagriva e peggiorava, in guisa che
questi ebbe uno scatto di rivolta contro
il demoniaco ospite arrogante. Una lotta
seguì ed il giovane Abdallah reagì con
tale violenza che il demone scomparve,
e la vittoria pareva sicura; ma lo scacciato era scomparso solo per cambiare
d’aspetto; egli non era vinto! In nuova
veste egli tornò più seducente, chè Abdallah di nuovo s’attardava nei godimenti del suo pasto mattutino, riacquistò il favore del giovane che sempre più
godeva delle delizie del pasto mattutino. Finché un giorno il giovane Abdallah non apparve davanti al suo precettore, che andò alla sua ricerca e lo trovò
immerso nelle delìzie del pasto abbondante,.... morto! Il suo viso era nero e
gonfio; intorno al collo erano visibili le
tracce delle dita di una mano forte,
quasi gigantesca. Il tesoro, tutte le ricchezze di Abdallah erano scomparse,
nel giardino si trovarono le orme di un
piede di gigante, lunghe sei cubiti...
Una traccia di romanzo giallo, penserà qualcuno. Non precisamente, ma
una semplice, antica molto, allegoria
orientale che narra come l’abitudine
sia un ospite gradito, che, un poco alla
volta diventa un padrone esigente, una
seconda natura contro la quale l’uomo
tenta di ribellarsi, e si ribella, e cade,
vittima della sua abitudine, dei suoi
piaceri abituali, dei suoi godimenti abituali che succhiano il suo sangue, diventano indispensabili, avvelenano il suo
organismo, indeboliscono il suo spirito,
consumano i suoi beni; finché un bel
giorno l’uomo non può più soddisfare i
suoi prepotenti appetiti, i suoi sensi, le
sue passioni, ed allora l’abitudine cattiva si vendica, e l’uomo rimane solo
nella sua disperazione e nella morte.
[li lepie la Biia?
L’argomento non é nuovo e se ne é
parlato, più o meno recentemente sui
nostri giornali, in riunioni, in convegni.
Il problema è peraltro sentito profon■damente in tutti gli ambienti evangelici
che, sempre più, sentono il bisogno di
avvicinarsi alla Bibbia, direttamente.
Per facilitare una soluzione del problema si sono stampate, un po’ dovunque,
■àelle liste di letture bibliche, che si
raccomandano per svariati motivi. E
L’Eco ha cercato modestamente di contribuirvi associandosi all’iniziativa del
pastore Geymet, pubblicando le brevi
meditazioni del Culto di famiglia e indicando giorno per giorno le letture bibliche della Chiesa Morava. Ma questo
non é, naturalmente, che un aspetto del
problema che é più vasto e complesso e
si presenta a chi vuol leggere e conoscere tutta la Bibbia. Come ognuno
comprende a questa esigenza che dovrebbe essere quella di tutti i Cristiani,
ama risposta esplicita non può essere
data che tenendo conto della diversa
preparazione spirituale, del diverso
grado di Vita spirituale dei singoli lettori. Di particolare interesse, a questo
proposito, ci pare un chiàro studio del
pastore G. P. Schindler, pubblicato in
uno degli ultimi numeri di Vita Protestante, e di cui vogliamo qui riprodurre
i passi più significativi. Il pastore
Schindler osserva che,, per colui che ha
.già preso contatto con la Bibbia, si offrono tre criteri: « ordine spirituale, or’ùine canonico, ordine cronologico.
« I. Ordine spirituale. Intendiamo,
con questa espressione, un ordine di lettura biblica corrispondente allo sviluppo della nostra vita spirituale. Si può
naturalmente proporne più d’uno. Ecco,
a mo’ d’esempio quello del pastore Haltenbach: « Leggete anzitutto gli Evangeli, poi gli Atti, poi certe epistole facili a comprendersi, quelle di Giacomo, di Pietro, di Giovanni. Fra le epistole di Paolo, prendete le più semplici,
le prime e le ultime, 1 e 2 Tessalonicesi, Fìlippesi, Timoteo, Tito. Dopo che
avrete così acquistato una conoscenza
almeno elementare del Nuovo Testamento, potrete affrontare i libri più facili dell’Antico Testamento: la Genesi,
il Deuteronomio, i Salmi, i Proverbi, il
secondo Esaia, Geremia. Potrete quindi
tornare con profitto a quelle fra le
Epistole di San Paolo, che avete
tralasciato, per finire poi con i rimanenti libri dell’Antico e del Nuovo Testamento ».
«Come si vede i libri della Bibbia sono raggruppati in un ordine crescente
di difficoltà, dal punto di vista intellettuale e spirituale. E’ del resto il principio applicato alla compilazione delle
liste di letture bibliche.
II. Ordine cronologico. Un secondo
metodo consiste nel leggere ì libri della
Bibbia nell’ordine stesso,con cui sono
stati composti. Non é certamente possibile di fissare in modo preciso la data
di ogni scritto, e le opinioni dei critici
sono diverse e contrastanti; vi sono però alcune parti della Bibbia per le quali
un tale criterio di lettura fatta secondo
un ordine cronologico,, sarebbe di grandissimo profitto: si pensi ai Profeti ed
alle Epistole di Paolo.
E’ interessante, per esempio, leggere
le epistole di Paolo situandole nel quadro dei suoi viaggi: Le due epistole ai
Tessalonicesi durante il primo soggiorno di Paolo a Corinto (Atti 18: 1-17);
quella ai Calati è la l^.ai Corinzi durante il suo soggiorno a Efeso(Atti 19);
la 2® ai Corinzi quando Paolo passa per
la Macedonia per recarsi a Corinto (Atti 20: 1); l’epistola ai Romani durante
l’ultima visita dell’apostolo ai Corinzi
(Atti 20: 3). Le epistole dette della cattività (Efesini, Colossesi, Filemone) risalgono alla cattività in Cesarea (Atti
24: 27) e quella ai Filippesi alla cattività in Roma (Atti 28: 30). Le Pastorali
(1 e 2 Timoteo e Tito) sono le ultime,
cronologicamente.
Una lettura, per esempio, che seguisse quest’ordine: 1 e 2 Tessalonicesi, Calati, 1 e 2 Corinzi, Romani, Colossesi, Filemone, Efesini, Filippesi - 1 Pietro - Evangeli di Marco e Matteo - Epistola agli Ebrei - Evangelo di Luca -Atti degli
Apostoli - Apocalisse, Evangelo ed Epistole di Giovanni - 2 Timoteo, Tito, 1
Timoteo, Giacomo, Giuda, 2 Pietro, una
lettura, ripetiamo, che seguisse quest’ordine ci permetterebbe d’assistere
per così dire aUa formazione della raccolta del Nuovo Testamento.
III. Ordine canonico. Indichiamo, con
questa espressione, un terzo metodo,
quello che, in un certo senso s’impone a
ciascuno, quasi istintivamente: leggere
la Bibbia nell’ordine abituale in cui i libri sono disposti nelle nostre traduzioni.
E noi riteniamo che questo > lodo dì
leggere la Bibbia, - dalla prima all’ultima pagina - sia di grande importanza,
com,e quello che ci permette di intuire
qualcosa della grandiosa architettura
della Parola di Dio, e della maravigliosa
proporzione delle sue diverse parti. Ma
un tal genere di lettura é più difficile
di quanto non sembri poiché richiede
da colui che vi si accìnge un serio allenamento preparatorio ed una grande
fedeltà; d’altra parte esso gli riserva
anche delle grandi soddisfazioni.
Altri criteri possono essere proposti,
ma tutti si possono generalmente ridurre a questi tre tipi. Ed é con viva
gioia che noi accogliamo ogni progetto
di letture bibliche che la faccia finita
con l’usanza e ci aiuti a scoprire del
continuo nel tesoro della Parola, delle
nuove bellezze e delle più profonde verità.
CROW/1C/I VAILDESE
PINEROLO. La solennità di Pasqua
fu celebrata colla partecipazione di una
imponente assemblea e numerosi partecipanti alla Santa Cena.
Un bel coro d’occasione fu eseguito
dalla nostra Corale sotto la direzione
del maestro G. Vicino.
— Domenica 27 aprile, il culto principale fu presieduto dal pastore R. Nisbet che perorò la causa delle Missioni
in paesi pagani. La colletta « pro Missioni » fatta all’uscita dal culto ^’ruttò
L. 102.
Rinnoviamo al sig. Nisbet i ringraziamenti della nostra comunità pel suo
messaggio cristiano. ,
PRAROSTINO. Alcuni giovani della
nostra Comunità sono rimasti feriti sul
fronte greco-albanese.
Di uno dì essi - Martinat Emilio siamo stati privi di notizie per alcuni
mesi. Egli ha inviato ora sue notizie
dalla Grecia ove si trova prigioniero
con due ferite e congelamento dei piedi.
Formuliamo i più fervidi auguri per
il pronto ristabilimento del nostro valoroso soldato ed alla famiglia, già in
ansia per tante settimane, vogliamo inviare l’espressione della nostra simpatia.
TORRE PELLICE. Biblioteca Valdese. Si rende noto che, a partire dal 1
maggio, la Biblioteca riprende il suo orario normale, ed è aperta il lunedì e
il giovedì, dalle ore 16 alle 18.
Il Bibliotecario.
— E’ stata richiamata da questo
mondo per la patria celeste la sig.na
Antonia Robert; aveva 74 anni. E’ stata
molto provata nella sua salute; e specialmente in questi ultimi mesi grandi
furono le sue sofferenze fisiche ma altrettanto grande fu la sua forza d’animo e la sua fede che le dava di sopportare con serenità e fiducia la prova.
Essa ha pazientemente aspettato il Signore. Rinnoviamo a tutti coloro che
l’hanno amata e l’amano - specialmente
alla sua sorella - l’espressione della nostra simpatia cristiana.
SAN GERMANO CHISONE. Dio ha
benedetto abbondantemente i Culti della Settimana Santa (giovedì, venerdì,
domenica mattina e sera). Più solenne e
più raccolto che negli anni passati il
culto della mattina di Pasqua. La Corale sotto la direzione del maestro sig.
Jahier ha eseguito un coro inneggiante
al Cristo risorto. La Sacra Mensa è
stata imbandita due volte con grande
partecipazione dì fedeli.
Ed ora, che lo spirito del Maligno non
distrugga ciò che é stato edificato nei
nostri cuori nei giorni della Passione e
della Risurrezione del nostro Signore !
— E’ deceduta il 25 corrente, alla Baracca dèi Martinat, Susanna Bleynat.
— Hanno ricevuto il Santo Battesimo: il 20 aprile Tullio Balmas di Amedeo e di Lasina Vittoria; il 27 aprile
Claudio Guglielmino di Pasqualino e di
Rochon Ines.
Che Dio prenda sotto la sua protezione questi teneri agnelli della greggia
e li ricolmi dei Suoi benefici !
— Il pastore Paolo Bosio ci ha vivamente interessati ed edificati parlandoci nel culto serale di domenica 27
corrente dell’opera di Evangelizzazione
in Roma. Lo ringraziamo vivamente
per la sua visita graditissima.
— COMUNICATO IMPORTANTE.
Mancano poche migliaia di lire al raggiungimento della mèta che ci è stata
assegnata dal Sinodo. La speranza può
ormai considerarsi realtà. Si affrettino i
ritardatari a farci pervenire il saldo
della loro contribuzione annua. Coloro
che non si ricordano di quanto hanno
sinora versato riceveranno fra pochi
giorni un bigiietto con l’indicazione desiderata. Alla metà di maggio chiuderemo i conti e daremo comunicazione
del risultato definitivo. G. B.
VILLASECCA. Il 6 aprile è deceduta
al Giulberso la nostra sorella Mtchelin
Maria Maddalena nata Peyronel, all’età di 66 anni, dopo alcuni mesi di malattia.
Al Linsardo, malgrado le cure più vigili ed affettuose, decedeva per polmonite, la bambina Massel Anita di Giacomo e di dot Enrichetta, il 22 aprile.
Abbiamo affidato alla terra le piccole
spoglie mortali, sapendo che l’anima è
presso Colui che ha detto: « Lasciate i
piccoli fanciulli venire a me ».
— E’ giunta dall’America l’inaspettata Notizia della morte di Emilia Venturini, figlia del defunto pastore Rino
Venturini e di Viglielmo Paolina, residente attualmente a Villasecca.
Nata negli Stati Uniti nel 1909, Emilia Venturini aveva però compiuto parte dei suoi studi aUe Valli frequentando la Scuola Latina ed alcune classi
del Collegio a*Torre Pellice. Ritornata
in America fu provata dalla malattia da
cui si rimise però abbastanza bene tanto da riprendere il suo lavoro e da iniziare insieme con altri una campagna in
favore dei bisognosi che vengono dimessi dai Sanatori, a questo scopo tenne delle conferenze ed ebbe l’onore di
parlare davanti ad insigni personalità
americane. La morte doveva stroncare
una così bella ed utile attività il 12 aprile, nella casa degli zii Di Nardo, nel
New Jersey.
Quanti la conobbero ricordano il sua
carattere buono, aperto, vivace, pieno
di ottimismo, deirottimìsmo della fede
che mai l’abbandonò neppure nei momenti più duri della sua vita.
Alla memoria della compagna di
scuola mandiamo un commosso saluto.
A tutti gli afflitti che piangono i loro
cari giunga ancora l’espressione della
nostra viva simpatìa.
— Domenica 4 maggio avremo, D. v.,
la vìsita del sig. Erico Rollier, il quale
presiederà il culto in chiesa. Fin d’ora
porgiamo al sig. Rollier un caldo benvenuto e domandiamo a Dio di benedire
la sua visita.
; un Kniiii musi
a».
ORFANOTROFIO FEMMINILE, j
Emanuele Beux, Luserna S. G., 75 Geom. comm. E. Ayassot, Id., 25 - Laura Jervis, Milano, 100 - Una mamma,
riconoscente a Dio, 50 - Gardiol Giordano Rosa, Torre Pellice, 10 - E. E., Id.,
5 - Dionigia e Elena Negrin, Id., 10 E. M., Id., 25 - Guigo Emilio, Ilda, Elvira, Erminia, in memoria della cara
Mamma, 50 - Unione Femminile, Villasecca, 40 - Famiglia Enrico Godine, in
memoria, Prarostino, 10 - Teresa Fion,
in memoria, Aosta, 50 - K. P., 10 - Lelia
e Guglielmo Jalla, per la nascita di Ermanno, Prestrane, 50 - Dott. Ernesto
Cagna, 50 - Paolina Bertinat, Villar
Pellice, 25 - N. N., Id., 35 - Francesca
Charbonnier, Id., 10 - Bruno e Luciana Mathieu, in ricordo dei Nonni, 100 Pastre Augusto e Regina, Pomaretto, 15
- Balme, Pons Alina, riconoscente, Güli
di Pomaretto, 25 - Comune di Torre
Pellice, per Natale, 200 - Unione delle
Madri, 'Torre Pellice, 15 - Id., Angrogna, 34,50 - Gianotti Maria, Ivrea, 50 Vittoria Meyer, Roma, 50 - Dora Fontana Roux, Milano, 150 - La figlia, in
memoria di Eugenio De Carlo, Taranto,
50 - Il nipote Petrosillo, Id., Id., 10 Chiesa Valdese di Roma, Via IV Novembre, 150 - Ernesto Peyrot, Orgere
di Frali, 20 - Maddalena Larco, La
Maddalena, 40 - Luigi Jourdan, Colonia
Vaidense, 100 - Olivet Memorial
Church, New York, a mezzo pastore
Augusto Hugon, 1500 - Colonnello Allio
Roberto, 25 - Enrico e Rosina Buffa,
Omegna, 200 - Pierina e Rinaldo Rìvoir, in memoria della cara Vanda, Prarostino, 10 - Margherita e Paolina Geymonat, New York, 80 - Lina e Ettore
Ambrosio, Milano, in occasione primo
anniversario nozze, 25 - P. A. D. R. A.,
San Giovanni, 50 - N. N., Villar Pellice,
50 - Concistoro Valdese, Id., 50 - M. G.,
in memoria. Torre Pellice, 10 - Hugon
Carlo, Id., 20 - Comune di Luserna San
Giovanni, per 1940, 400 - Borsa Poveri
Valdesi, Luserna San Giovanni, 100 N. N., Como, 100.
Rettifica:
Coniugi Gustavo Long, in memoria della mamma, 25.
Il Presidente:
Att. STEFANO FEYHOTT.
4
L’ECO DELLE VALU VALDESI
SI «;ul€€» di famS^ISa
(Meditazioni preparate sui testi del Calendario Biblico della Chiesa Morava)
Lunedì Lettura: Luca 18: 9-14;
5 Maggio 1 Giov. 1: 8-9.
Gesù rispose loro (ai farisei): Se joste
ciechi, non avreste alcun peccato; ma
siccome dite: Noi vediamo, il vostro
peccato rimane. Giov, 9: 41.
Dio ci ha dato la vista perchè potessimo contemplare le cose grandi fatte
dalla sua mano e per dirigere i nostri
passi. Tutti i doni di Dio sono preziosi
ma questo lo è in modo speciale. Infatti
com’è triste la vita di colui che per una
ragione o per l’altra viene privato per
sempre della luce che illumina il
creato!
Non meno triste è la condizione dì
colui che, pur essendo dotato del senso
della vista, se ne serve per contemplare
le brutture della vita oppure che non
sa rientrare in sè stesso per prendere
visione del proprio stato di peccato.
Il malato che crede di essere sano
non si accorge della morte imminente.
Colui che è soddisfatto di sè, pieno dì
orgoglio, non ricerca la Verità che salva: è il fariseo della parabola. Infinitamente preferibile è la condizione del
pubblicano che esclama nel suo intimo
raccoglimento: o Dio sii placato verso
di me peccatore ! poiché toma a casa
sua giustificato!
Martedì Lettura: Salmo 36: 5-9
6 Maggio Giosuè 1: 5-9.
Ma il Signore è fedele, ed Egli vi
renderà saldi e vi guarderà dal maligno. 2 Tess. 3: 3.
Molte volte il sentimento di dover
continuamente lottare col mqle che
si fa sentire prepotente in noi ed intorno a noi, può condurci allo scoraggiamento: la lotta è estenuante e senza
via d’uscita, finiremo per soccombere.
L’apostolo Paolo che_ parlava per
esperienza ci rassicura. Prima di tutto
egli dichiara nell’epistola ai Corinzi :
(II Cor. 10: 13) Nessuna tentazione vi
ha colti che non sia stata umana; or Iddio è fedele e non permetterà che siate
tentati al di là delle vostre forze; ma
con la tentazione vi darà anche la via
d’uscirne, onde la possiate sopportare.
In secondo luogo, non siamo soli a lottare. Con noi è Colui che non solo ha
lottato contro il maligno ma che l’ha
vinto. Basta volerlo ardentemente.
L’uomo manca spesso alle sue promesse
ma DIO E’ FEDELE. Se noi ci rivolgiamo a Lui con fede. Egli ci aiuterà
al di là di quanto sappiamo chiedergli.
Mercoledì Lettura: Salmo 64; 1 Pietro
7 Maggio 2: 19-24.
E d’altronde tutti quelli che vogliono
vivere piamente in Cristo Gesù, saranno perseguitati. 2 Tim. 3: 12.
Com’è tremenda questa parola dell’apostolo! Che cosa vi è di più triste
della persecuzione? Perchè mai, coloro
che si sforzano di praticare la legge
dell’amore e di vivere come Cristo ha
vissuto, hanno l’orribile prospettiva di
essere per questo perseguitati?
Eppure il passato è eloquente; in
tutti i tempi coloro che non si sono
accontentati del nome di cristiani ma
che hanno voluto parlare e agire come
tali, sono stati più o meno apertamente
perseguitati e ancora oggi, malgrado il
progresso della cosidetta civiltà, quante
feroci persecuzioni contro coloro che
vogliono vivere piamente in Cristo
Gesù! Il Signore stesso lo ha annunziato. Ma Gesù ha detto pure: Beati voi,
quando vi oltraggeranno e vi perseguiteranno e mentendo diranno contro a
voi ogni sorta di male per cagion mia!
La felicità non consiste nel possedere
molto, ma nello sperare ed amare molto. Lamennais.
Giovedì Lettura: 1 Giov. 3: 18-24.
8 Maggio Diletti, se il cuor nostro
non ci condanna, noi abbiamo confidanza davanti a Dio; e qualunque cosa
chiediamo la riceviamo da Lui, perchè osserviamo i suoi comandamenti-a
facciamo le cose che gli sono grate.
1 Giov. 3: 21-22.
Per ricevere da Dio quello che gli
chiediamo, occorre avere una buona
coscienza. Quando si chiede una ricornpensa ad un superiore, bisogna avere il
sentimento di aver compiuto completa-,
mente il proprio dovere. Così, per
avere la certezza che Dio ci darà quel
che gli chiediamo, occorre innanzi tutto
osservare i suoi comandamenti. « Chi
dice: Io l’ho conosciuto e non osserva i
suoi comandamenti è mendace e la verità non è in esso ». (1 Giov. 2:4).
L’osservanza dei comandamenti del
Signore ci impedirà di chiedergli le
cose che non ci può accordare. Le nostre richieste non riguarderanno solo la
nostra vita materiale, ma domanderemo al Signore sopratutto di farci conoscere la sua volontà buona e santa e
darci la forza per vivere secondo i dettami della sua Parola.
Venerdì Lettura: Isaia 53: 1-6; Col.
9 Maggio 3: 1-8.
...egli, che ha portato egli stesso i nostri peccati nel suo corpo, sul legno, affinchè, morti al peccato, vivessimo per
la giustizia, e mediante le cui lividure
siete stati sanati. I Pietro 2: 24.
Tutta l’opera redentrice del Cristo è
racchiusa in queste parole. Il nostro
peccato ci ha separati da Dio, siamo
colpevoli e perciò condannati. Eppure
Dio nel suo infinito amore per le sue
creature, ha mandato il suo Unigenito
Figliuolo affinchè chiunque crede in
lui non perisca.... Il nostro peccato è
stato portato dall’Innocente, dal Giusto
sul legno della croce. E’ questa una
realtà troppo conosciuta e per questo
troppo poco sentita. Eppure senza la
croce saremmo morti nei nostri falli,
senza speranza per la salvezza della nostra anima. Morti però, al peccato,
siamo chiamati a nuova vita; a risuscitare con Cristo cercando le cose di sopra dove Cristo è seduto alla destra di
Dio.
Sabato Lettura: Matteo 7: 25-34.
IO Maggio ...gettando su lui ogni vostra sollecitudine, perchè Egli ha cura
di voi. I Pietro 5:7.
Quante sollecitudini in questi tempi
tenebrosi! Siamo preoccupati per i nostri cari lontani, per i nostri soldati, per
la nostra vita, per il nostro avvenire,
per la nostra Chiesa.... A che cosa ci
hanno condotto tante inquietudini?
Abbiamo sperimentato che il nostro
tormento interiore non serve che a toglierci le forze fisiche e murali. Perchè
questo? Unicamente perchè, pur essendo discepoli di Cristo, non vogliamo
ascoltare la sua voce; Egli ci dice di
scaricare su di lui le nostre sollecitudini, di gettare su di lui il peso che ci
stanca e ci aggrava, e noi preferiamo
portarlo pur essendone incapaci.
Malgrado questo, Gesù non ci abbandona; anzi, vi sarà accaduto spesso,
dopo aver esaurito le vostre energie in
sollecitudini ansiose, di sentirvi ad un
tratto come illuminati da una luce misteriosa, risollevati, e constatare che le
nostre preoccupazioni erano scomparse.
ORESTE PEYRONEL.
Domenica 11 Maggio
Leggere la meditazione in prima pagina
ARGENTINA PROCHET-BUFFA e
famiglia, commossi e riconoscenti, ringraziano vivamente tutte le persone
che, di presenza o con scritti, si unirono al loro cordoglio per la scomparsa
della loro cara
IRENE TOURN
VEDOVA BUFFA
avvenuta il 21 aprile, alla Ruà di Luserna San Giovanni.
]çptiSEfWARE LA BELLEZZA DEI DENTI
Basia usare almeno due volle al
giorno il denlifricio Gala per conservare inlegra la bellezza dei vosiri denti, la salute delle vostre gengive e mantenere la bocca in uno
stato di deliziosa freschezza.
Preparato con cura meticolosa e
privo di qualsiasi sostanza abrasiva il dentifricio Gala per il suo
grande potere disinfettante, libera
la bocca dai germi nocivi ed elimina le cause della carie dentaria.
PASTA DENTIFRICIA
denti sani
lieto sonriso Ci f
CONCESSIONARIA DI VENDITA: TANA SOC. AN. • MILANO
;!WTTILIO lflOUItCLi;ik
T^ssu-fiS m D
V«a11u«ì
Ca
Se »'»’iz
I» |t» e
C» Si I» ■ t
P> ■ o n
asm do
■ là
LUSERNA. SAN GIOVANNI <Ai»ali>
(Censal
pompe
barelli
ERCOLE MARELLI & C. S. A. - MILANO
CORSO VENEZIA, 16
POMPE-FUTRI
p*r Acqua, Acati, Vini, Liquori, Sciroppi,
OHI, Madlclnall, Profumi, Colla.
IMPIANTI PER CANTINE
par Vini Spumanti, par Aoqua Qaaaaaa
a Salta • Catalogo gratla.
BELLAVITA - «aparinm
__________ iM P.l* PARIMI I
La onta non ha danoaltl aa raparaMnIanlL
Prof. Gino CosTABEL, direttore responsabile
ARTI GRAFICHE « L’ALPINA » - Torre Pellice
GMedere alla
il Catalogo 194f
w