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AEBOiiAMENTI : Interno ed Eritrea, anno L. 3; semestre L. 1,50.
Estero: anno L. 5;— semestre L. 3. — Per inserzioni, prezzi da convenirsi.
Dipettope e flmministpatope : 5«ov«nuto Celli;, Via magenta fi. 18, ROfflH
Koma, 23 (Binano ^910 = 3.nno m = Xì. 26
Germania può stimarsi so♦ disfatta — Il movimento operaio inglese e la religione —Metodo oggettivo
— Impiccatori esimii — Discorrendo di fideismo
J — Testa e coscienza nel modernismo— Si dice
che adoriamo un libro 1 — Che cos’è il prete ? — Assalti contro il nemico — I nostri Inni —« Sono io»...
dice Gesù — 1 nostri morti — Crisantemi — v^alli
Valdesi — Dna società operaia che chiede libri —
Una festa gentile — Echi della commemorazione di
Felónica — A proposito del Re a Ferrara — Conferenza del distretto Italia Centrale-Sardegna — Notizie di Toscana —In tema di bestemmia-- Santo, vescovo, eccetera — Cronachetta Romana — Maxima
puero reverentia — Il recente terremoto e gli evangelici — La nuova Cappella di Reggio Calabria —
Corriere Siculo — Oltre le alpi e i mari— Che fare
per la gioventù ? — Il Congresso di Besançon — Si
comincia ad aprir gli occhi — Idee strane su la morale — Purché sul fondamento eterno — La forza
che ci sostiene — Servus servorum Dei — Le rappresentazioni sacre d'Oberammergau — È Bismarck esistito ? — Le elezioni nel Belgio — Intolleranza cattolica
romana nel Belgio — Assicurazioni su la vita e astinenza — Gli zingari secondo Gipsy Smith — I soliti
spropositi dei giornali — Dal Messaggio di Re Alfonso — Le Congregazioni cattoliche e il ministro
Canalejas — Il nostro rappresentante in America —
Il Risveglio in Cina - In sala di lettura - Sotto l’incubo!
Lb Eermania pai stimarsi sodisfatta
Della soluzione, il Governo di Berlino sembra
sodisfatto, perchè, certo, la interpreta, non come
i Clericali, non come il Corriere della St^ra, ma
con un tantino di maggiore buon senso. Secondo i
Clericali, il Papa per motuproprio avrebbe dato,/>/’o
bono pacis, opportune istruzioni, affinchè l’Enciclica
non venisse letta ^nelle diocesi germaniche ; ma non
avrebbe mai pensato a ritirarla neppar per la Germania. E, a prova di questo curioso asserto, si fa
notare che, in virtù della vigente costituzione apostolica, la pubblicazione di un atto pontificio è officiale ed ha valore erga omnes mediante la inserzione del documentò stesso negli Ada Apostolicae
Sedis : cosa naturalmente già avvenuta, nel caro
presente, prima ancora che il Governo prussiano
presentasse le sue rimostranze al Vaticano, e forse
prima ancora che in Germania nulla si sapesse dell’Enciclica. Ora, noi domandiamo se questo nuovo
artificio, per salvare la dignità papale, non sia ridicolo addirittura. Chiaro è che, emanato e registrato che sia, un qualsivoglia decreto rimane....
almeno per chi lo ha emanato. Nel caso presente
rimane, nell’intenzione del Pontefice, erga omnes
(per tutti, versò tutti). Si può anche aggiungere
che rimane, non solo nelle intenzioni del suo Autore, bensì anche in parte almeno rispetto a coloro
cui era destinato : rimane per tutte le nazioni cattoliche, e rimane del pari di fronte a quelle nazioni
evangeliche, le quali (sentendosi assai meno prese
direttamente di mira, poiché quell’accenno ai « principi » dava a divedere che l’Enciclica volesse essere
specialmente una botta per la Riforma germanica o
luterana, sostenuta, com’è noto, dai principi) non
pensarono di protestare ufficialmente. Ma, e s’ha un
bel dire, per la Germania, l’Enciclica, fosse pure
registrata cento volte negli Ada Apostolicae Sedis, che premono aila S. Sede ma niente affatto
alla Germania stessa, l’Enciclica è come ritirata, è
da considerarsi come compiutamente soppressa. E,
di grazia, a quale altro mezzo si potrebbe ricorrere, per sopprimere un documento qualsiasi, da
prima destinato a tutti, ma che, mutando consiglio,
non si volesse più rivolgere a tutti ? Saremmo
molto curiosi di ricevere risposta a questo nostro
quesito. Una delle due; o il Papa doveva confessare
d’aver mentito alludendo ai Riformatori e impedire
la lettura dell’Enciclica non solo in Germania ma
in tutto l’orbe terracqueo (ma, anche così, se il documento era registrato negli Acta, si sarebbe dovuto considerarlo, ragionando nel modo surriferito,
come nonVitiràto... ) ; ovvero il Papa, poiché non gli
andava di confessare la sua ignoranza storica o la
sua mancanza di sincerità, doveva restringersi (come
fece) a vietare la lettura del documento tra il popolo dal documento stesso maggiormente colpito,
tra il popolo, in ogni modo, che solo aveva ufficialmente protestato. E non è questo un ritirare ? Il
Vaticano non poteva fare altro, se pure non si
fosse risoluto a dire : « Ho mentito ». Ad una nazione come la Germania che mai dovrebbe importare
che in certi . . . registri che si conservano, oltre il
Tevere, a Roma, e che si chiamano Ada Apostolicae Sedis siasi scritta una tirata concernente,
nella pia intenzione di chi la compose o fece comporre dai Gesuiti, tutti i popoli della terra ? In
Vaticano si faccia quel che meglio pare, noi non ci
abbiam che vedere ! la cosa essenziale per noi era
che nei varii templi cattolici romani sparsi per la
tollerantissima nostra terra germanica non si desse
lettura di quello scritto ; lettura che costituirebbe
una vera provocazione per noi ; ma, a Roma, si
scriva e si riscriva e si registri tutto quel che si
vuole ; noi figli della gloriosa Riforma, che ci ha
resi dotti e tollerantissimi, siamo troppo alteri per
occuparci delle lucubrazioni d’un Prete ! Non venite a insultarci nella nostra stessa casa ospitale, e
poi scrivetene e registratene cento di codesti documenti degni davvero della vostra insipienza, se
non di altro : noi siamo troppo alteri per curarcene.
Co.si si deve — secondo noi — interpretare la
soluzióne ; e però, come i Clericali e il Corriere della
Sera errano, e cosi i nostri nobili Fratelli di Germania male farebbero a mostrarsi tuttora malcon«
tenti.
Il Papa vi ha dato tutta la sodisfazione che poteva darvi, se pure non avesse voluto . . . confessare d’aver mentito contro i vostri grandi Riformatori e contro di voi : prendetene atto semplicemente, e aprite sempre meglio gli occhi su Roma
papale, che voi non conoscete ancora bene. Perchè
non consigliereste al vostro Imperatore di non corteggiar troppo il nemico dell’Italia una e intangibile ?
Il movimento operaio inylese e la religione
Uno dei nostri più zelanti abbonati, il sig. D. Matheson, ci ha procurato le seguenti importanti notizie.
Il movimento operaio in Inghilterra è stato spesso
accusato di trovarsi in antagonismo con la religione;
onde molti provano una vera antipatia specialmente
per i duci del movimento stesso, reputati atei o per
lo meno freddi religiosamente parlando. È un pregiudizio. Durante la settimana del Lavoro, celebratasi
anche quest’anno nella Browning Hall, Walworth, l’un
dopo l’altro i capi delle classi lavoratrici inglesi fecero aperta professione di fede in Gesù Cristo, riconoscendo che a Lui devono la splendida visione d’una società migliorata ; e dichiararono che lo scopo
preciquo dei loro sforzi consiste nel rendere il popolo partecipe di quella ricca ed eterna vita, che è il
dono di Gesù Cristo al mondo. I molti oratori arrivarono tutti, per vie diverse, a quest’unica conclusione. Vogliamo — essi dissero — il rinnovamento
sociale, in nome della giustizia e della paternità di
Dio, Dichiararono altresì, e senza alcuna reticenza, che
le leggi non bastano ad apparecchiar l’avvento del
• Regno ; > e che uomini e donne dovranno divenir
tutti veri cristiani, per che il rinnovamento possa
essere, non effimero, ma duraturo. E con calda parola scongiurarono gli uditori a ricercare Gesù Cristo
e a farsi servi del prossimo per amore di Lui.
Le radunanze durarono otto giorni ; e, in ognuna
di quelle sere, gli operai di South London fecero ressa, per entrare a udir il messaggio commoventemente
evangelico dei loro leaders o condottieri. Le radunanze avevano impronta religiosa, e una grande serietà era neH'immensa assemblea. Eccovi i nomi degli
oratori : John Hodge, Arthur Henderson, Philip Snowden, Walter Hudson, J. Keir Hardie, tutti deputati
socialisti e rappresentanti di grandi industrie nazionali ; poi : Will Crooks, George Lansbury, Will Steadman segretario dell’Unione commerciale e Arthur Peters segretario del Partito nazionale dei Lavoratori.
E i socialisti d’Italia ? !. ...,
Pictodo oggettivo
I nostri pochi socialisti cristiani francesi con a
capo Pàolo Passy si sforzano — dice VEvangéliste —
di dimostrare ai lavoratori che si può esser socialisti
pur essendo zelanti cristiani evangelici. I nostri lavoratori non prestan fede e persistono a reputare il
nome di cristiano come sinonimo di codino. Inutile
moltiplicare gli argomenti, perchè nulla riesce meno
popolare (f un ragionamento. I passi stessi più chiari
del Vangelo non valgono a sfondare la corazza dei
pregiudizi popolari anticristiani... Perciò taluno di
quei socialisti credenti ebbe l’idea luminosa, e, sarei
per dire, l’idea geniale di ricorrere al.. metodo oggettivo, facendo venire (come anche la Luce ha narrato) e mostrando ai lavoratori francesi atei qualche
centinaio dei loro compagni d'Inghilterra, i quali
sanno conciliare nella propria vita la fede religiosa
con la fede democratica.
Vedasi in ottaga pagina nnngn abimnamento
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LA LUCE
Impiccatori esimi!
la presenza di certi efferati delitti, anche i più miti
hanno scatti di orrore, non solo, ma di vendetta ; anche
chi è contrario alla pena di morte per principio e per
sentimento, la vorrebbe vedere applicata in certi casi,
come per esempio, contro quegli eroici assassini di
donne, il cui numero cresce ogni giorno in modo spaventevole e crescerà ancora forse fino alla ennesima potenza, se non vi si porta rimedio efficace, appioppando delle condanne che diano a riflettere a chi
avesse la fregola d’imitarli,. Invece di assolverli e magari applaudire quei sinistri eroi da suburra, come è
ora turpe costume. E in cotali casi, la morte la si vorrebbe applicata rapidamente, magari senza processo, a
furia di popolo, secondo la legge del taglione, inesorabile, sicura. li
Questi sono i primi impeti che si provano'alla lettura d’un delitto ; ma tosto subentrano più miti consigli, e quel che rimane in fondo all’anima è un senso
profondo di tristezza e di pietà per quei nostri simili
(in parte), cosi malvagi, così feroci e cosi inferiori al
bruto, con tutta la nostra civiltà e la' nostra religione ;
e si riconosce che se la legge del taglione era rispondente agli istinti umani, era però feroce e non trova
posto alcuno nell’economia evangelica.
In America la si applica ancora, ma sotto il nome
di legge di Lynch. Spesso spesso ci perviene notizia
che il popolo sovrano ha seguito i suoi istinti e ha fatto
giustizia sommaria di qualche disgraziato, talvolta reo
di colpa non molto grave o addirittura innocente. E
noi diciamo che per applicare integralmente quella civilissima legge, bisognerebbe impiccare e crivellare di
revolverate, a loro volta, tutti coloro che han preso
parte all’esecuzione'della sentenza popolare, comprese
le miti donne, che intingono i fazzoletti nel sangue della
vittima, per avere un ricordo dell’eveuto. Se il giustiziato era un assassino, e per combinazione è quasi
sempre un negro, i suoi giustizieri sono assassini del
pari e meriterebbero la medesima sorte. Però anche là
i costumi si vanno ingentilendo e speriamo bene. Giudicate : tolgo il racconto dal « Corriere della Sera »,
che a sua volta lo riporta dal « Daily Telegraph » :
« Vi prego dichiarare che il linciaggio di Elmo Curi,
avvenuto a Mastodon nel Mississipi, non diede luogo
al minimo disordine. Era diretto dalle persone "più stimabili del paese, banchieri, avvocati, ricchi agricoltori,
mercanti. Costoro si riunirono .con lo scopo di linciare
Elmo, ma con la ferma determinazione anche di non
sottoporlo a torture eccessivamente feroci. Difatti, nessuno sparò sul « cadavere » (sic). I lanciatoci poscia
si nbbriacarono e levarono urla selvagge, ma non sì
permisero di lanciare ingiurie alla vittima I! ». (sic, sic).
Autore del comunicato è certo John Miller, esattore
delle imposte, il cui fratello era stato assassinato dal
negro, settimane addietro. E aggiunge nella sua prosa
degna di rimanere come documento di civiltà del secolo XX :
* L’unico privilegio che chiesi si fu di poter dare
il primo strappo alla corda, appena il negro fosse stato
appiccato ad un albero ». Dice che diede un « bello
strappo », e finisce cosi: « in conclusione, posso dire
che mai forse a un linciaggio presero parte tante persone cosi distinte, e io non ho che a lodarmi dei miei
amici, che mi hanno dato modo di vendicare la memoria di mio fratello, senza alcuna ferocia indegna della
nostra civiltà ».
E’ semplicemente delizioso, non è vero ? Lo dicevo
io che i costumi si vanno ingentilendo e che c’è da
sperar bene per l’avvenire. Quelle revolverate risparmiate al cadavere e quegli insulti non lanciati alla vittima, valgono un Perù... o una California. Un linciamento cosi per bene non lo si era ancora avuto : lo
Stato che ne ha il vanto può additarlo a modello agli
altri Stati della Confederazione. Il solo che'fion lo abbia
compreso e che non si sia sentito lusingato dai riguardi
speciali-isimi usatigli è stato il negro, il ^quale, da
quanto narra il suo... benefattore, pare abbia avuto la
cattiva idea di morire di paura prima del « forte
strappo ».
Mi viene un dubbio : quella assemblea di persone
« cosi distinte », doveva essere composta di Indiani
certamente. I bianchi, gli uomini civili e cristiani, hanno
fatto il possibile per distruggerli, perchè erano pagani
e selvaggi e avevano la cattiva abitudine, non di linciare, ma di scalpare i loro nemici. Ne sono rimasti
pochi, ma qualcuno ce n’è ancora, oltre a quelli di...
Buffalo Bill. Dunque, sr tratta per certo d’indiani.
Vero è che il nome del principale protagonista e
narratore, quello del « forte strappo », è prettamente
inglese. Pare anche difficile che fra gl’Iadiani ci siano
banchieri, avvocati, ricchi possidenti e agenti delle imposte ; sono ancora troppo selvaggi e primitivi per essere cosi... evoiUti. Non consta neppure che essi abbiano
motivi speciali d’odio contro i negri e che ne abbiano-mai
linciato alcuno; quella legge appartiene a una «ivìltà
più avanzata.
D’altra pàrte non pare possibile che i linciatori siano
dei bianchi che si chiamano e pretendono di essere civili ; che siano .soprattutto dei cristiani, anche di nome
soltanto, i quali forse vanno in chiesa, e contribuiscono,
chi lo sa ? per far portare ai pagani la loro religione e
la civiltà. Se non sono Indiani, devono appartenere
a,qualche chiesa cristiana; ma tali costumi sono
alquanto incompatibili col Cristianesimo, per quanto
formale e degenerato possa essere. Dunque, deve trattarsi non di bianchi, ma di Pellirosse, e anche di quelli
di una volta.
Enrieo Ri\/oit<e
t)iscorrendo di fideismo
Una zeppa.
A prova della ■verità del Fideismo, si mette innan zi
Giuseppe d Arimatea. Ma che ci ha mai a dimostrare
Giuseppe d’Arimatea? Aveva egli una « grande fede »
I come la Cananea? Tutt’altro, poiché era discepolo timido. • Attendeva il regno di Dio > come tant’altri,
come Pietro (non si può dubitare che Pietro l’attendesse) come quel Pietro che non era neppur convertito. Giuseppe si sentiva attirare da Gesù, ecco tutto.
Che ci hanno che veder qui il Fedeismo e la salvezza ?
Del resto, non era esatto il parlar di salvezza nemmeno per ciò che concerne la Cananea, che viene a
Gesù per ottenere una grazia speciale (la guarigione
della figlia) e la ottiene meravigliando Gesù con la
propria grande fede.
» Un puntello che non regge.
A reggere l’edifizio fideistico, si ricorre al < principe dei moderni teologi, lo Schleiermacher » e alla
sua definizione della religione. Notiamo sol questo :
1) La definizione dello Schleiermacher è generica.
Egli dice che sia la religione, non la religione cristiana. — 2) Più che definizione della religione, quella
dello Schleiermacher è definizione del sentimento religioso. — 3) La religione, abbracciata nel suo complesso, non può ridursi a sentimento. — 4) Quando
si cita un autore qualsiasi (Schleiermacher, per esempio) non bisogna omettere nessuna delle idee da
lui espresse. Per quel teologo, la religione è un sentimento di assoluta dipendenza da Dio. Perchè dunque,
nel citare, si tralascia l’idea importantissima espressa
dall’aggettivo « assoluta ?» — 5) Lo Schleiermacher era
una gran mente; ma gran mente non significa infallibile ; delle grandi menti sono anche tra gli atei stessi:
non ne viene la verità dell’ateismo. — 6) La definizione dello Schleiermacher non regge nemmeno se a
religione si sostituisca sentimento religioso. Non è
vero che questa definizione sia accettata ormai in teologia. E’ stata confutata, e come ! QueU’assoZwto (che
non si deve omettere citando « il principe dei teologi moderni •, o, meglio il fondatore della teologia
moderna) è inaccettabile, poiché esclude la libertà
umana. Il sentimento religioso è un sentimento non
di assoluta ma di immediata » e libera dipendenza
da Dìo.
Il Fideismo non esclude le credenze.
E chi ha mai detto che le escluda ? Su le sue proprie,
il Ménégoz insiste anche troppo : cosa assurdissima,
che, se le credenze van bene quantunque erronee, il
rappresentante più autorevole del Fideismo non dovrebbe propugnare le proprie credenze nè combattere le altrui come fa a più non posso. — Si noti inoltre che, a furia di toglier via dal patrimonio delle
credenze cristiane questo fatto e poi quest’altro e poi
quest’auro ancora, il patrimonio delle credenze —
se si spingessero le cose agli estremi (il che i Fideisti
non vorrebbero si facesse, perchè né intuiscono come
noi le conseguenze !) — si verrebbe ad avere qualcosa, che forse non sarebbe proprio zero, ma poco di
più.
Il succo del Fideismo.
Lo esprimeremo con parole non nostre : « La salvezza sì ha per fede indipendentemente dalie credenze. Queste possono variare, essere magari deficienti, erronee; ciò non di meno se si ha la fede, i
questo è l’essenziale. Ecco il Fideismo •. j
Sicuro ! Ecco il Fideismo con la sua ambiguità e I
col suo assurdo madornale. I
(
Diciamo «.ambiguità ».perchè - come si sa - il Mé- |
négoz per « credenze » intende due cose affatto di- |
verse; in modo che la formula surriferita è giusta e |
falsa allo stesso tempo. Giusta, se per credenza s’in- ¡
(1) Continuaz. vedi num. prec.
tende formula teologica od anche espressione dell’oggetto della fede; che altrimenti soloi teologi e le
persone che sanno esprimersi con esattezza sarebbero
salvati. Falsa, se per credenza s’intende (come il Ménégoz anche intende) l’oggetto della fede, la persona
di Gesù Cristo con tutte le linee che ne costituiscono
il profilo,di santità, di amore, di abnegazione eroica
e salvatrice.
L Assurdo madornale » abbiamo anche detto. Infatti. — Quando si vuol parlare d’una cosa, bisogna aver la santa pazienza di dire che s’intenda per
quella data cosa. Non basta definir la fede, non basta definir le credenze; bisogna anche e specialmente
dir che si voglia intendere pel soggetto, per la cosa
di cui si tratta, di cui sì parla : la salvezza. — Diremo quel che intendiamo noi per salvezza. La salvezza non comprende solo il perdono, ma la conversione (cioè un cambiamento nella valutazione delle
cose) e la rigenerazione (cioè un cambiamento radicale di vita interiore). — Questo che abbiam detto
è generico. Presso tutte le religioni (in senso storico) si può parlar di conversione e di rigenerazione ; ma da una religione all’altra questi concetti
variano. Quindi quando un Cristiano dice < salvezza »
dice altra cosa da ciò che dice con la stessa parola
il Maomettano. — Come si vede dunque, il concetto
di « credenza » è già bell’e incinse nel concetto di
« salvezza ». Quando il Cristiano dice « salvezza » intende significare conversione e rigenerazione, ma non
purchessia, bensì conforme alla coscienza morale (cioè
al criterio di valutazione) proprio di Gesù Cristo e
conforme alla vita di Gesù Cristo. — Quanto si potrebbe aggiungere a svolgimento ! ma questo solo che
si è osservato è sufficiente. Proferendo la parola
« salvezza » (come cristiani) vi siete già legate del
tutto le mani, per ciò che concerne le credenze, e gli
è come se aveste detto : « La conversione e la rigenerazione speciali che la persona di Gesù Cristo procura »; avete già pregiudicata la quistione ; avete già
affermato quali siano o debbano essere le vostre credenze : le avete fissate.
(La fine al prossimo numero).
Testa B coscienza nel modernismo
Non esageriamo, per carità, ad imitazione di chi fa
d’ogni erba fascio. Il Modernismo come ogni manifestazione sincera del pensiero umano merita tutto il
nostro rispetto. Inoltre, i modernisti (come avemmo
occasione di dire e di ripetere a sazietà) non sono tutti dello stesso stampo. Ma sostenere, come si è sostenuto, che il Modernismo in globo sia un movimento
mó’rale e non intellettualistico, è un errore di fatto
da lasciarsi a chi si compiace di ridicole iperboli e
di indigestì paradossi. Certo, la coscienza morale vigila forse in ogni modernista. Si può ammettere che
tutti i modernisti, salvo eccezioni, siano mossi da un
senso di sincerità ispirato da la coscienza morale. Ma
altro è obbedire alla coscienza morale che ci obbliga
ad esser sinceri e altro è compiere un’evoluzione nella nostra stessa coscienza morale. Certi modernisti, in
omaggio alla coscienza che ha detto loro : « Tu devi
esser sincero, » hanno abbandonato questo o quel domm'a forse assurdo, che non pareva loro più accettabile; ma è in loro avvenuta una conversione nel senso evangelico della parola, nel senso giusto, generalmente ammesso fin dai psicologi? è avvenuta in loro
uña conversione consistente in un rinnovamento appunto della coscienza morale, che si sarebbe orientata
verso quella ideale.di Gesù Cristo?— No, quei « certi »
modernisti, in omaggio alla loro coscienza, si sono accontentati dì essere o di divenir sìnceri, di smettere
talune dottrine, per assumerne delle altre, o per non
assumerne punte ; e quindi il loro movimento è unicamente intellettuale. Che v’è di più intellettualistico
dèi restringersi ad assumere od a smettere dottrine,
sènza che si pianga appiè della Croce, affranti dal
sentimento del peccato, che non è essenzialmente qualéòsa di esteriore?
Si dice che adoriamo un iihro !
.«Si dice questo di noi Cristiani evangelici. Si continua, in ogni modo, a ripetere anche da persone che
credono d’essersi liberate dal giogo cattolico romano,
si continua a ripetere contro di noi la stolida accusa,
di origine... cattolica romana, che noi Evangelici rigettiamo l’autorità d’un uomo (del Papa) per fondare
ciecamente la nostra fede su l’autorità d’un libro (la
Bibbia, il Vangelo).
Se voi passaste tutta la vita a guardarvi la punta
d.el naso, non vi trovereste, certo, in grado di dipingere le fattezze altrui. Il guaio è che voi fate così per
l’appunto, e tuttavia pretendete di essere bravi... dipintori del vostro prossimo. Invece di guardare unicamente la punta del vostro naso, cioè invece di starvene di continuo ripiegati sopra voi stessi a rimestare
i vostri pensieri eternamente gli stessi, fate a mio modo;
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LA LUCE
«mettete il vostro egoismo intellettuale e la vostra pigrizia, aprite qualche buon libro che tratti di noi, pub- '
blicato all’estero, se non vi garbano quelli pubblicati
in Italia, scorretelo: ne caverete forse qualcl'e idea |
nuova da aggiungere alle solite, e al tempo stesso apprenderete che noi non adoriamo un libro, che non fondiamo l’autorità sur un libro, bensì su Gesù Cristo,
di cui il Vangelo tratta storicamente. E’ Lui, non il
libro, il nostro fondamento, come per S. Paolo. Non
vi pare che il nostro fondamento sia un tantino più
solido delle vostre teorie, mobili come la rena del mare
e non di rado contraddittorie? t
Che cos’c il prete?
Non il prete individuo, ma il prete tendenza spirituale è un essere che, credendosi investito del diritto divino, mira ad imporre il proprio pensiero,
come se il suo pensiero fosse piovuto dal cielo.
La definizione, per quanto stravecchia, è giusta.
La tendenza suaccennata si può naturalmente tiro
vare dovunque : chi porrà mai argini ad un pensiero ?
È certo però che questa tendenza è particolarmente
distintiva della Chiesa papale ed ha recato il suo
frutto più visibile con- la proclamazione del domma
deir infallibilità. Ed è tanto radicata tale tendenza
nel Cattolicismo romano, che pochi sono quei suoi
seguaci che — abbandonandolo — cessino al tempo
stesso di essere preti. Credono di non essere più preti ;
ma la» tendenza — come gramigna — si rimanifesta
in parecchi di loro ; i quali, per esempio, senza conoscerci bene, sentenzieranno come altrettanti papetti
in sessantaquattresimo; e ci chiameranno magari preti,
perchè invitiamo le anime a sottomettersi direttamente all’autorità, alla santificante efficacia dello Spirito rivelatore di Gesù Cristo. Persuadete un po’ a
questi anarchici del Cattolicismo romano che sbagliano, che non è vero che noi adoriamo un libro, ecc.
ecc. Sprecherete tempo e fatica. Hanno sentenziato,
appena sporto il capo fuori del loro carcere, e basta!
Loro sentono Dio; noi, no. Loro hanno avuto unarivelazione nuova; la rivelazione è nello spirito umano
(nel loro spirito,., s’intende). Chi più prete di questi
modernisti ?
Assalti contro il nemico
La Federazione Svizzera degli astemi comprende 15
mila soci ; La Croce Azzurra che mira allo stesso scopo
(combattere l’alcoolismo) ne comprende 25 mila. —
Dal 4 all’8 corrente, si è adunato a Losanna un Congresso contro l’alooolismo, a cui intervennero più di
1000 persone. Il Congresso (che è l’ottavo) ha deliberato di chiedere, tra altre cose : 1) che si vieti tutte
le imitazioni dell’assenzio; 2) che diminuiscano le distillerie non dipendenti da lo Stato ; 3) che si conceda
ad ogni Comune il diritto di restringere net proprio
territorio il commercio dell’alcool; 4) che si rinchiudano in appositi stabilimenti certe categorie di delinquenti per alcoolismo; 5) che si dia facoltà ai giudici di
ingiungere l’astinenza totaie ; 6) che non sia iecito agli
osti e simiii di spacciare bevande alcoliche a .fanciulli non accompagnati; 7) che si escludano tali bevande da le carceri e da ie case di correzione.
I nostri Inni
I lettori de « La Luce » han ietto nel fedelissimo
resoconto della recente Conferenza Distrettuale Italia
Meridionale, redatta dal signor Banchetti, queste parole: * La Conferenza insiste nei cercare il modo di ottenere per le nostre Chiese una edizione senza musica
degli Inni Sacri ». Già da due anni la nostra Copferenza studia con amore l’importante questione. Per
incarico ricevuto dalla Conferenza riprendo la penna
per rinnovare l’appello da me rivolto ai fratelli evangelici poche settimane fa.
Persone competenti, ohe presero parte alla discussione, calcolarono che, se la sottoscrizione da noi aperta
arriverà alla richiesta di due mila copie, noi potremo
avere una bella edizione — semplice, ma nitida — al
prezzo di cinquanta centesimi la copia. Naturalmente,
se il numero di ordinazioni aumenterà, il prezzo diminuirà sensibilmente.
Mi è caro di poter dire che mi sono fin d’ora giunte
richieste per 690 copie.
A nome della Conferenza rivolgo un caldo appello
ai colleghi di tutti i Distretti, dove certamente lo
stesso bisogno è sentito, ond’essi vogliano con cortese
sollecitùdine indicare al sottoscritto il numero di
copie ch’essi credono di poter chiedere. Non appena
avremo raggiunto la cifra necessaria, ci rivolgereino
al benemerito Comitato editore degli « Inni Sacri' »,
il quale certamente esaudirà i nostri voti.
Non ripeterò le molteplici ragioni che ci fanno insistere con tanto ardore in questa impresa. Solo aggiungerò che • molte ■ delle nostre Congregazioni sono
tuttora nell’impossibilità di adottare la nuova Raccolta di Inni ; e non vogliamo ch’esse ne sieno più
oltre private.
La nostra Conferenza ha pure esaminato l’idea di
scegliere solo un certo numero di Inni, per l’edizione
senza musica. Moltissime ragioni ci hanno fatto optare
per una edizione integrale.
Ed ora, cortesi lettori, aspetto una vostra parola a
proseguimento della iniziata sottoscrizione.
A tutti, un fraterno saluto, ed un grazie di cuore.
Chieti ' Villa Comunale).
Giovanni Bertinat.
n
Sono io ... dice Gesù
« Sono Io », dice il Maestro ad ogni creatura a guisa
di soave melodioso ritornello attraverso tutto 1 Evangelo. Io gli domando: < Dove vuoi condurmi? » Ed Egli
mi dice : « Verso la Vita pura, piena di pace profonda,
felice, che non avrà mai fine ». E l'anima mia già è
sul punto di seguire un tale Maestro, tanto le sembra
splendida la mèta. Tuttavia, per prudenza, gli domando ancora : « Qual è la strada da seguire ?» Ed il
Maestro mi risponde : « Se qualcuno vuol venir dietro
a me, prenda la sua croce e mi segua ». Ecco, io credo
di vedere ora la strada, essa non è facile, vi sono ad
ogni piè sospinto sacrifizii da compiere, atti d’abnegazione da imporsi, dolori da sopportare... ahimè! Il
mio entusiasmo si raffredda ! La mèta é bella... é la
Vita... ma la strada da percorrersi per raggiungerla
mi spaventa. Ma ecco, il Maestro che vede la mia esitazione, mi grida più forte, col suo Spirito: « Sono
Io... sono Io, non ti sgomentare.... Non vi è altra via
che conduca alla Vita, e per mezzo mio il Padre ti
darà ciò di cui hai bisogno. Qui, al mio fianco, le
tue forze si moltiplicheranno, e le intime soddisfazioni che proverai ti faranno sopportare con gioia le
asprezze del cammino. Allora, io mi metto volonteroso dietro a Lui, e, come mille e mille altri l’hanno
fatta prima di me, faccio anch’io l’esperienza che il
Suo giogo è dolce, che il Suo carico è leggero e che
con Lui, con Lui solamente, la vita è buona da viversi.
E tu, mio caro lettore, sei di quelli che lo seguitano ? Se non è ancora così, oh non esitare più, per
la tua felicità... per la tua salvezza e per la gloria di
Dio. E se già ti sei incamminato, segui il maestro più
da vicino, per tutta la vita e con tutto il tuo cuore.
( Vers la Paix di H. Soulié).
Tito Celli.
] nostri morti
Giovedì, 9 corr. un lungo stuolo di parenti e di amici, venuti alcuni da lontano, accompagnavano, alia
sua ultima dimora, la salma della cara sorella
Paolina Robutti
figlia del nostro anziano.
Durante la sua breve malattia, sopportata con cristiana rassegnazione, essa ed’ificò quanti ebbero occasione di avvicinarla. La certezza che una vita di felicità l’aspettava commosse non solo, ma meravigliò
i visitatori.
Alla sua sepoltura non vi fu persona che non avesse
gli occhi bagnati di lagrime, il che prova il rimpianto
che lascia dietro a se la nostra cara soreHa. E ben si
può dire di lei che « benché morta parla ancora » ;
poiché la serenità del suo viso e le parole edificanti
che pronunciò negli ultimi giorni della sua esistenza
fanno tuttora il soggetto di molte conversazioni e ci
danno occasione di proclamare altamente l’Evangelo
di pace, che ci ha rivelato l’amore infinito di Colui
che ci ha redenti.
Oh volesse il Signore che quest’esempio, così bello,
della morte del giusto, svegliasse molte coscienze e le
portasse ai piedi della Croce per ottenere misericordia.
Che Iddio conserti il marito, i genitori, il fratello
ed i parenti tutti.
Teofilo Mathieu
CRISftBTEmi
L’anno ecclesiastico volge al suo termine, e se è
questo il momento di ringraziare il Signore per tante
benedizioni ricevute, il nostro pensiero compie altresì un pio pellegrinaggio verso le tombe che si sono
aperte in questi mesi trascorsi.
Qui in Chieti, abbiamo perduto un antico fratello,
Raffaele d’^melio. Egli fu assiduo frequentatore dei
nostri culti fino agli ultimi giorni della sua vita. Un
giovedì sera, egli era ancora fra noi il giorno seguente,
veniva colpito da un insulto apoplettico, e pochi giorni dopo ne accompagnavamo la salma al Campo del
riposo. I nostri fratelli han dato in quell’occasione
una bella testimonianza evangelica dinanzi alla popolazione rispettosa e commossa.
Durante una nostra gita nella Diaspora, avemmo
una sgradita sorpresa. Un nostro antico e zelante fratello di Teramo, Davide Boni, era partito per la Patria celeste. I congiunti si erano ben guardati dal
chiamarci ; ed il prete aveva fatti i funérali. Ma il
nostro fratello rimase fedele ; e se altri s’é impossessato del suo corpo, abbiamo fede di incontrare un
giorno il nostro fratello nel cielo colla fronte cinta
dalla « corona della giustizia. »
Pochi giorni fa. un telegramma ci chiamava a Porto San Giorgio, pei funerali del conte cav. Luigi Salvadori dei Paleotti. Egli avea raggiunto la bella età
di 94 anni, e questi anni egli avea spesi lodevolmente,
lavorando pel miglioramento del proprio paese. Era
stato sindaco per vari anni, ed il Ministero di Agricoltura gli avea decretato una medaglia d’oro. I funerali, coll’intervento delle autorità municipali, dei sodalizi, delle scuole e di una folla rispettosa e commossa,
riuscirono imponenti.
In questa dolorosa occasione ci fu dato di parlare
di Colui che é « la risurrezione e la vita » ad un buon
numero di uditori, che ci avevano seguiti fino alla
cappella della famiglia Salvadori, posta all’ingresso del
Camposanto. Quella simpatica popolazione ascoltava,
attenta e raccolta, la semplice spiegazione dei Vangelo»
che purtroppo essa ode così di rado ! Oh quanto vor^
remmo poter parlare più spesso, a tutti di Gesù Salvatore !.. « O Dio, manda degli operai nella tua rac
colta ! >
Alle famiglie afflitte rinnoviamo l’espressione della
nostra simpatia cristiana invocando su di esse le preziose consolazioni del Signore. Oggi, col ciglio inumidito dal pianto, intessiamo con loro corone di crisantemi. Un giorno, insieme coi nostri cari che ci han
preceduti, cammineremo tra i fiori immortali del Paradiso. Cosi sia.
G. Bertinat.
VALLI VALDESI
Torrepellice —Un’altra signorina valdese, la signorina Pasquet, ha ottenuto la patente di professoressa
di francese. Congratulazioni!
— Domenica scorsa, alle 20 e mezzo, seduta della giovanile Società missionaria « Pradeltorno ».
S. Giovanni — L’Unione delle Giovani cristiane ha
versato una bella sommetta all’Asilo dei vecchi e al
Rifugio.
Una società operaia che cii'ede iibri
La Società operaia di Pollone (Biella. — Presidentesig. Bartolomeo Rolando) chiede in dono libri morali
e religiosi per la sua biblioteca circolante, che per ora
non contiene se non libri « profani •. — Noi speriamo
che molti dei nostri Lettori ‘vorranno rispondere all’invito. '
Una festa gentile
Fu nel novembre 1902 che il mio fratello C. A. Buffa,,
che il Signore ha preso a Sé, iniziò l’opera evangelica
in Felónica. Egli risiedeva a Codisotto, e, invitato a
Felónica, non potrei dire in qual maniera, vi andò,
ed ebbe la gioia di potere annunziare l’Evangelo nel
teatro, davanti ad un uditorio di un 500 persone. Vi
ritornò, se noti erro, una volta o due; e poi l’opera
venne affidata al pastore di Revere, che era allora il
sig. Bart. So.ulier. Tanto il sig. Soulier quanto il suo
successore, il sig. Fasulo, hanno continuato ad avere
nel teatro delle splendide adunanze, di 4 a 600 persone. E già fin dal primo movimento, una petizione
al nostro Comitato portava 50 firme. L’anno.seguente
la nostra Chiesa quivi annoverava 54 membri. Oggi
ne ha vicino ad un centinaio, tutti usciti dal cattolicismo. Il 12 giugno 1905 quella nascente congregazione ha avuto la gioia di inaugurare un modesto
tempietto. D’allora in poi, essa ha voluto festeggiare
ogni anno, con speciali culti e conferenze la ricorrenza di quell’avvenimento, e generalmente lo ha fatto
con l’intervento di un pastore venuto da fuori. Quest’anno è toccato al sottoscritto un taie onore e piacere ; e siccome ho portato con me un gratissimo ricordo della festa, ho creduto di dirne una parola per
i lettori della Luce.
*
* *
Domenica, 12 giugno, ho presieduto a Felónica tre
culti, senza contare la Scuola domenicale, alla quale
ho assistito come semplice uditore.
Al ciilto delle 10,30 saranno stati presenti un 150
uditori. Nel pomeriggio, alle 5, ebbe luogo un battesimo, con l’intervento di un centinaio e più di persone, le quali hanno ascoltato con visibile interesse
un discorso sul battesimo. La sera poi, non meno di
300 persone si pigiavano nel nostro tempio, che in
tali circostanze è troppo piccolo.
4
LA LUCE
Ai vari culti di quella domenica,ai quali intervennero
«iroa 600 uditori, tu pure notata la presenza di parecchi cattolici, comprese delle signore, venute dai
paesi vicini, specialmente da Sermide, capo-luogo di
circondario.
Erano stati preparati dei cori di circostanza, dovuti alla operosità intelligente del nostro evangelista, sig. V. Sommani, che ha saputo guadagnarsi l’afr
tetto di tutta la Chiesa e la stima dell’intera popolazione. Per lo studio di quei cori egli è circondato da
una cinquantina e più di giovani dei due sessi, i
quali, se per lo più non conoscono la musica, hanno
orecchio, buone voci e buona volontà. E parecchi di
quei simpatici -giovani, d’ambo i sessi, già ricevuti
nella Chiesa, o catecumeni, o aderenti o frequentatori
assidui, non sono a.ssecondati dai loro genitori, i quali
sono rimasti estranei all’opera nostra, non saprei se
perchè ancora imbevuti di vieti pregiudizi, oppure
se perchè sono andati tropp’ oltre e sono senza fede.
Forse ci saranno degli uni e degli altri. Ma i figli,
con le loro preghiere, la loro insistenza e la loro
perseveranza, hanno saputo ottenere il consenso di
venire alla Chiesa nostra. Dei casi simili si possono
dare dappertutto, ma non in numero così grande e
così caratteristico come a Felonica. E noi, avendo
quivi la gioventù, ed una gioventù zelante come quella
•che ho imparato a conoscere, abbiamo l’avvenire per
noi, o meglio, per l’Evangelo.
Un altro fatto, che è pure un buon segno, è che
parecchi dei nostri sono quivi dei piccoli proprietari; hanno la loro casetta propria, lucida e pulita
ed hanno pure dei terreni loro propri. Non sarà
molto quello che hanno, avranno bisogno, parecchi di
essi, di trovare ancora dell’altro lavoro per vivere
e per migliorare le loro condizioni, ma intanto hanno
radice stabile nel paese, che è molto prospero economicamente, dopo le bonifiche, per le quali del vasti
terreni, prima incolti e malsani, sono diventati fertilissimi. È una vera delizia il vedere, in questa stagione, quei bei campi coperti di grano robustissimo
e quasi maturo, di canapa, di granturco e di barba-■bietole, che sono una delle coltivazioni più produttive. Felonica Po è un paese prospero, un paese liberale e altamente civile, un paese promettente per
l’Evangelo. Il Signore lo benedica ; e vi benedica e vi
fortifichi la Chiesa nostra.
G. D. Buffa.
Echi della commemopazione di Felónica
Il sig. Sommani mi scrive:
La sera di lunedì ebbi l’inaspettata visita degli at
tori che recitano al teatro di Felonica. Mi dissero che
la domenica, a causa della nostra festa, il teatro rimase addirittura spopolato, e che erano venuti per sentire che cosa fossero questi evangelici, che avevano accaparrato per sè tutto il pubblico. Li condussi in chiesa
e parlammo insiemeuna‘buona oretta, molto seriamente,
e debbo dire che rimasi meravigliato dell’interesse che
quegli attori presero alle cose dell’Evangelo ; poiché,
generalmente si è usi di considerare quel ceto’ di persone come composto di elementi indifferenti al sentimento religioso.
Congedandosi, il capo della compagnia mi disse:
« La ringrazio nuovamente delle spiegazioni che ci ha
date e, sebbene abbiamo perso l’incasso di una sera,
•cosa non indifferente per noi, pure non ci dispiace
che la gente abbia lasciato il teatro per venire ad
ascoltare l’Evangelo. »
G. D. Buffa.
A proposito d«l Re a Ferrara
Ci è stata rivolta questa domanda : I papi hanno
rotto ogni relazione con Casa Savoia ; Pio X non riceverebbe un sovrano estero che avesse reso visita al
Quirinale: come mai dunque il cardinale Boschi arcivescovo di Ferrara è andato ad ossequiare il Re?
Conferenza del distretto
Italia Centrale-Sardegna
Si è tenuta a Livorno nei giorni 15 e 16 del corrente mese. Il culto d’apertura, nel vecchio tempio di
piazza Manin, fu presieduto dal pastore sig. Chauvie
di Rio Marina, che ci rivolse un pratico discorso sul
testo Efesi 2,10.
Trasferitasi quindi in una sala del nuovo locale in
via Giuseppe Verdi, la conferenza elesse il seggio,
nominando a presidente, il pastore sig. Petrai, a vice-presidente il pastore dott. G. Grilli, e a segretario
il dott. Teod. Longo.
Erano presenti a una parte delle nost:^ sedute, il
presidente del Comitato d’Evangelizzazione sig. Muston, e il pastore sig. De Carlo, il quale da ben 23
anni lavora negli Stati Uniti tra gli Italiani. Questo
caro fratello ci rivolse parole di viva simpatia cri
stiana e ci diede interessanti ragguagli sull’opera importante, ch’egli compie a pro dei nostri connazionali,
di là dall’Oceano.
La parte centrale della Conferenza fu costituita
dalla lettura e dalla discussione della Relazione della
Commissione esecutiva. Col gentile consenso del sig.
B. Revel questa Relazione è tra le mie mani, e posso
quindi toglierne qualche notizia per i lettori della
Luce.
La Commissione esecutiva è stata intralciata nella
opera sua dal fatto, che il suo presidente risiede molto
lontano dal Distretto, e che il vice-presidente dovette
recarsi j>er vari mesi all’Estero. Nondimeno il sig.
Revel ha visitato Firenze, Pisa, Siena, Lucca e Livorno, e di tati visite tutte le chiese serbano grato
ricordo.
Qualche notizia ora, a volo d’uccello, su queste
chiese. In quella di Firenze, via Manzoni, si sono
avute 15 ammissioni; in aumento le contribuzioni;
la scuola domenicale, per la chiusura di quelle annesse all’Istituto Comandi, è triplicata di numero, superando il centinaio di fanciulli iscritti. — Nella
chiesa di via dei Serragli, al posto delle scuole diurne,
soppresse l’anno scorso, si hanno tre nuove istituzioni : l’Educatorio popolare, la Scuola serale ed il
Riposo delle Madri. E’ stato questo un anno di prova,
l’esperienza apporterà a queste opere delle modificazioni indispensabili, ma i risultati già ottenuti sono
incoraggianti. — La chiesa di Siena ha goduto durante l’assenza del suo pastore, delle visite regolari
del prof. Giov. Rostagno, i cui sermoni sono stati
molto apprezzati. Le scuole diurne, convenientemente
riordinate con un’insegnante in più, hanno fatto un
notevole progresso e sono meritamente stimate dalla
cittadinanza e dalle autorità. Perfino un prete ebbe
a dire : « Fate bene di mandare il vostro figlio alle
scuole evangeliche; là i fanciulli sono educati meglio
che nelle altre. » — Nella clericale Lucca, i fratelli
stanno saldi e non si vergognano della loro fede. —
A Pisa ed a Livorno le chiese si risentono del
tempio mal situato, nella prima città, e degli ostacoli sorti a ritardare l’inaugurazione del tempio nuovo, nella seconda. I pastori Garretto e Grilli con buone
conferenze fanno vigorosi sforzi per scuotere l’indifferenza dell’ambiente. Le scuole diurne di Livorno
sono in condizioni privilegiate per i nuovi locali rispondenti ai precetti dell’igiene. — A Rio Marina, la
divina semenza non/è rimasta sterile; e jnolti che
non si uniscono esteriormente a noi, sono con noi di
nascosto. Le scuole diurne contano 167 alunni, di cui
solo 19 evangelici, ed esse resistono vittoriosamente
alla concorrenza di quelle aperte dalle suore del Sacro Cuore.
Attorno a varie chiese abbiamo delle diaspore. Nella
diaspora lucchese converrebbe (secondo un’ interessante comunicazione del dott. Grilli) occuparsi di quelle donne tedesche, sposate a dei figurinai, le quali
rimangono fedeli all’Evangelo, malgrado l’isolamento
in cui si trovano. — Nella così detta Romagna fiorentina, alla stazione di S. Martino in Strada è venuta
ad aggiungersi quest’anno quella di Dovadola, dove
l’opera evangelica fu fondata dai coniugi Dr. Alessandro e signora Giulia Robertson di Venezia. —
Nella diaspora senese il sig. Bernardini fa un’estesa
opera di evangelizzazione e di colportaggio. — Nella
Maremma il pastore di Livorno spera l’autunno prossimo d’aprire un locale a Grosseto. — Abbiamo infine, staccata dal rimanente del Distretto, la stazione
della Maddalena, dove l’evangelista sig. Clerico lavora con zelo, dando conferenze destinale specialmente all’elemento militare ed operaio del R. Cantiere.
Dopo la lettura della Relazione, che abbiamo riassunto, si procedette alle elezioni prescritte dai regolamenti. Nella Commissione esecutiva venne eletto il
pastore sig. Quattrini, vice-presidente cassiere, e riconfermato segretario l’avv. Carlo Padelleiti. A delegati al Sinodo furono scelti : l’avv. Padelletti e il
sig. Angelo Peranzoni (effettivi); il sig. Tito del Taglia e il- dott. T. Longo (supplenti). — Si stabilisce
che la conferenza del 1911 si raduni a Lucca, nella
prima metà del mese di giugno.
Al termine della Conferenza il sig. Garretto si fece
interprete dei sentimenti di tutti ringraziando il sig.
Revel, per lo spirito veramente fraterno, che ha ispirato le sue relazioni di Capo Distretto colle chiese
e i loro conduttori.
E un caldo ringraziamento noi rivolgiamo, chiudendo queste note, alla Chiesa di Livorno, e in particolar modo al dott. Grilli e ai signori Weber e Peranzoni, per la loro accoglienza cordiale, fraterna, e
per la generosità colla quale vollero supplire a tutte
le spese dei delegati delle altre chiese ; i quali sono
ripartiti da Livorno coll’animo grato *e commosso,
per lo spirito di concordia e di affetto cristiano, che
alitò loro incontro, simile alle brezze refrigeranti,
con cui l’azzurro Tirreno saluta gli ospiti ammirati
del primo porto della Toscana.
Teodoro Longo.
Notizie di Toscana
B^Bolle (Siena). — Ci si informa che il’ soggiorno'
fatto da l’evangelista sig. Emilio Tron in questo paese
di Bettolle riesci molto gradito a tutti quanti i nostri fratelli in fede, e ricco di buoni risultati per
l’incremento dell’Evangelo.
In tema dì bestemmia:
VOpinione democratica, giorni sono, aveva un bell’articolo sotto questo titolo. Per le strade della gentile Firenze bestemmiano fin le ragazze da la c rosea
boccuccia. » « La piaga cancrenosa fiorentina è il turpiloquio. A Firenze si impara a bestemmiare, a parlare osceno, sin da quando si impara a balbettare le
prime parole! Grande, grande peccato 1 » — E il rimedio? « Educazione, rinnovamento morale » ci vuole.
« Proporsi, con lo spirito di sacrificio che pur non
manca nei nostri pazienti lavoratori, di abbandonare
tante odiose abitudini, di correggersi di tanti antipatici difetti. E giurare a sè stessi — e mantenere
— di non offrire più il destro, di non dare più il
gusto al clericali, ai negatori di ogni civile progresso... di farsi sentire a bestemmiare. Ripulirsi il cuore,
ecco ; per ripulirsi la bocca. »
Non si potrebbe dir meglio'. Una cosa però manca :
come fare a « ripulirsi il cuore ? »
SANTO, VESCOVO, ECOETEHA.
Racconta i\ Messaggero di Roma come il. vescovo
d’Aquila avesse destituito da la parrocchia di Fossa
quel prete benamato. Onde un gran subbuglio nella
popolazione, e proteste. — Il Vescovo non cede. Le ire
divampano. È la festa di S. Antonio, e il Vescovo non
permette a nessun sacerdote di andare a Possa a celebrarla. Che fa la popolazione? Si piglia il suo Sant’Antonio e se lo porta da sè in processione. Ahimè !
fatto il giro, e tornata alla chiesa, trova le porte ermeticamente chiuse ! Nessuno può entrare, nemmeno
S. Antonio !... e piove !
Cronachetta Romana
Molto attraente e edificante il discorso che giovedì
sera proferì, nel nostro tempio di via Nazionale 107,
il pastore De Carlo, dando ragguagli intorno, all’opera d’evangelizzazione ch’egli fa da venti e più anni
traigli Italiani in una città degli Stati Uniti d'America.
— Non ostante il gran caldo che ha incominciato
a farsi sentire, domenica scorsa al culto principale
1’ uditorio era affollato come d’inverno. L’Evangelo
predicato con cura e con coscienza è una gran calamita.
— Chi avesse voluto persuadersi che l’idea dell’uomo naturalmente « buono », ricucinata oggi come
una novità, non è soltanto un’ idea con tanto di barba,
ma un’ idea sbagliata, perchè eontraddetta dai fatti,
avrebbe dovuto assistere alla conferenza che il giudice istruttore R. Majetti diede nel pomeriggio di domenica all’Associazione della Gioventù cristiana (via
della Consulta, 67) innanzi a un grande uditorio. L’oratore, presentato con belle parole da l’Avv. Mastrogiovanni, c’intrattenne con la sua consueta veemenza
per circa un’ora intorno ai « delinquenti minorenni »,
ohe in Italia sono legione, anzi più di dodici legioni
e cioè precisamente 80000! Il Majetti s’è dato tutto
all’opera di rilevamento di quei poveri fanciulli, per
10 più vittime di genitori non... buoni. Dio lo benedica
nella sua opera santa, egli susciti molti sostenitori! La
colletta fatta all’ uscita fruttò una bella somma. Voglia
11 giudice Majetti tenerci fra i più sinceri ed entusiasti ammiratori del suo nobilissimo apostolato.
— Mercoledì, 29 corrente, alle 21 precise, presso la
stessa Associazione, festa di beneficenza « pro biblioteca » e conferenza del Sig. A. Giusquiano su < Vittoria Aganoor Pompilj ».
ZTTcixima pmto rcpcrentia
Stralciamo da la bella circolare del presidente del
Consiglio, onorevole Luzzatti, contro la stampa immonda, i pochi periodi seguenti.
« Gli antichi romani, ohe sono i maggiori nostri,
solevano dire che si deve ai fanciulli « la massima reverenza », e il Vangelo con mirabili parole si scaglia
contro coloro ohe scandolezzano le anime infantiliBisogna difenderle, e questa impresa non deve sembrare ardua, ove si ponga mente ai mezzi dei quali
il Governo dispone per combattere una siffatta perniciosa tendenza.
11 Governo, come ho già avuto occasione di dichiarare alla Camera dei deputati, ha disposto perchè dall’Amministrazione delle ferrovie dello Stato si provveda a proibire ai concessionari per la vendita di giornali e di libri nelle stazioni la divulgazione di stampe
5
LA LUCE
e di incisioni contrarie alla
tetto la speciale clausola ,ins
determina la decadenza dell^
infrazioni del divieto.
Ma ciò non basta : occorri
blica sicurezza, alle quali è
tela della pubblica decenza,
gilanza e la più inflessibile s
il triste e ora non raro spe
ed esposte senza alcun ritegno
e nelle vetrine dei librai, fjg
Il ministro stesso si occup
mana della grave quistione.
cuperebbero tutti i cittadini
che non gli agenti di P. Sici
norale, mettendo ad ef¡3rita nei contratti, che
concessione in caso di
che le autorità di pubaffidata dalla legge la tuspieghino la massima vie verità, perchè sia evitato
taccio di vedere sparse
, nelle pubbliche edicole
are e opuscoli osceni ».
e|rà settimana per settiE perchè non se ne oconesti, forse più idonei
rezza ?
11 recente terremoto
Anche noi col cuore abbian
prodotto da la recente seiag i
gioni dell’ Italia meridionale,
pensiero che i nostri Fratell
risparmiati.
(!l
na
La nuova Cappella d
Domenica 12 çorr. coll’interi
la Commissione Esecutiva siggo a Reggio Calabria l’ina
Cappella Valdese.
L’edificio in legno nelle s
mente grazioso, e l’insieme
l’annesso alloggio del ministii’
al Pubblico.
Le autorità civili e militari
gurazione e Parecchie rispos
nendo alla festa, altre ringrazi
Notammo fra gii iutervenuti
bunale, parecchi professori
capostazione Fovvert, il Presici
labria » e molti altri di cui
La conferenza distrettuale
il mandato di adesione al ca
La stazione di Palmi era r
tonio Messineo e signora, dal
e quella di Gallico dal sig.
miglia.
La Chiesa sorella di Messili
pastore sig, C. Jalla inviò u
adesione con i voti più fervi'
Ringraziamo con tutto il
mici e ricambiamo gli auguri
Alle ore 11 precise dinanzi
roso ed attento il sig. Oapod
mente sul pulpito la 8. Bibbi'
lissiujo discorso sul valore d'
pronunziò una fervida preghi
Il momento fu solenne. Lo
con noi- Le preghiere eie
no dell’armonium s’inalzaronj?
fumo di odor soave. »
Terminata la cerimonia d
aroniinistrato il battesimo a ci
questa seconda Cerimonia riusi
per tutti i presenti. I bainbin|i
cale cantarono poi a Gesù
Terminata In funzione religi'
offrirono al « Giardinetto » ui
distretto sig. Tron e ai frati
e di Messina, agape che rin
schietta cordiaiità fraterna. P
vi furono parepchl brindisi,
sperità alla nostra Congregaci
ringraziamento agli amici e
sigg. panascia, Powert, Sauibilai
Pilocamo, Montrone, Battagli!
Rispose a tutti H capodistp
parole che espressero-tutto il
la festa così ben riuscita
Venne approvato per acciai
del Sig. Panasela, il seguente
al sig. Arturo Muston preside
vaogelizzazione, il quale pur
con noi a Reggio chiamato
gni- Chiesa R-eggio, festeggia
pelle, esprime amato Presiqei
riconoscenza. ' Saluti augurali
il tramite del Capo distretto,
al sig. Teofilo Gay- Così ebW
bile (esta.
possa ora la parola del sii
■predicata dai suoi servitori
gioin dal discendenti di ooloi'
della Chiesa erigtiana, l’aseoltf
sima dell’ apostolo S. Paolo
XXViii, 13),
Reggio Calabria
vento del Presidente delQiosuè Tron ebbe luoiigurazione della nuova
de linee semplici è veradpUa nuova Cappella con
o si presenta assai bene
furono invitate all’inauero all’invito, intervefando Con lettere gentili.
il Presidente del Trid|elle scuole superiori, il
ente della « Giovane Casi ugge il nome.
Roma-Napoli aveva dato
])odistretto sig, Tron.
appresentata dal sig. Ansìg. Sambiasi Antonino ;
Romeo Domenico e fa
e gli Evangelici
MI
i iq
eli
IO partecipato al lutto
ra toccata a certe reCi consola un poco il
in fede siano stati tutti
111
Qore essere fedelmente
ed essere accettata con
0 che, fin dai primordi
fono dalla bocca mede(Fatti degli Apostoli
B. panascia.
a per il tramite del suo
nobilissima lettera di
di d’un lieto avvenire,
cuore questi carissimi a
ad un pubblico numeistretto depose solennea, quindi dopo un belejlla eterna Parola di Dio
era.'
spirito del Signore era
i accompagnati dal suoa Dio come un « pro
inaugurazione venne
ue bambini ; ed anche
fi di grande edificazione
della Scuola domenibellissiroo cantico,
iosa i fratelli di Reggio
'agape fraterna al Capodi Palmi, di Gallico
nei improntata alia più
rima di levare le mense
Portarono auguri di proione e fervide parole di
sostenitori dell’opera i
ai, Giordano Salvatore,
etto sig, G. Tron con
suo compiacimento per
imazione, dietro proposta
telegramma da spedirsi
mte del Comitato di Etroppo non potè essere
jlttove da gravi impemdo inaugurazione Capto sentimenti vivissimi
vennero mandati, per
sig. Augusto Malan e
termine rindimentica
Corriere ^icuto
Illesi. — (e. t.) Domenica scorsa, al culto della sera,
dinanzi a un numerosissimo uditorio di fratelli ed
amici il sig. S. Ferro ci parlò con entusiasmo della
terra dei Faraoni, dei suoi abitanti e delle varie missioni evangeliche — compresa la Valdese — che vi
lavorano con profitto, le une fra i numerosi Europei,
le altre fra gli Ebrei e gli Arabi.
Ci compiacemmo vivamente nell’udir quelle consolanti ed ¡neoraggianti notizie sul progresso del regno
di Dio in quella terra cosi ricca di ricordi biblici, ed
i esprimiamo, a quelli dei nostri fratelli che lavorano
con zelo in quella regione, auguri di sempre più
grandi vittorie.
La mattina di quella stessa Domenica fummo chiamati a dare l’estremo saluto al nostro fratello Giovanni Lo Verme spirato repentinamente nella pace del
Signore nel suo 60- anno. — Una folla immensa ha
voluto testimoniare alla famiglia afflitta della simpatia di cui godeva l’estinto nella nostra Riesi in cui
egli fu esempio di lavoratore onesto.
Ai numerosi congiunti, di cui due figlie maestre
che già insegnarono nelle Scuole Evangeliche, vadano
i sensi delle nostre più sentite e cristiane condoglianze.
Licata — (G. Demarco). C’è la legge sul riposo festivo, ma chi ne tien conto a Licata? E per quanto i
giornali di Sicilia abbiano fdto notare questo abuso,
i funzionari a cui spetta il far osservare la legge non
se né son dati per intesi. Male, male assai, e lo facciamo osservare a chi di dovere.
Ma è proprio solo perchè la legge umana lo impone
che dobbiamo rispettare il giorno del riposo ? E non
è questo un comandamento di Dio? E non è il riposo
d’un giorno sopra sette un beneficio per 1’ anima e
per il corpo di cui tutti e specialmente le classi lavoratrici hanno bisogno? Perchè non si vuol tener
conto nè delle leggi umane, nè delle leggi divine,
nè del nostro proprio egoistico interesse, che unanimi ci invitano al riposo domenicale ?
A Licata sì nota un serio risveglio evangelico, che
incomincia a preoccupare il nostro clero.
Tutti i giovedì vediamo la nostra sala d’evangelizzazione affollatissima, tanto che si è deciso d’ingrandire il locale per il prossimo luglio.
La stampa locale, ha riservato una colonna del periodico cittadino, alla diffusione delle idee morali.
Licata prese parte alla festa del cinquantenario dei
mille con vero entusiasmo. Tutti i partiti furono rappresentati, salvo com’era da prèvedersi, il partito clericale !..
L’on. La Lumia, l’avv. Orlando e il not. Re Chiaramonti, pronunziarono bellissimi discorsi patriottici)
inneggiando agli eroi concittadini che presero parte
al risorgimento italiano.
Il not. Re, coronò ¡I suo breve discorso, esaltando
il biondo cavaliere dei popoli, e augurando di vedere
presto l’Italia libera dal nemico clericale. Riscosse infiniti applausi da tutto il popolo.
Le sue parole produssero nel clero una impressione,
dolorossìma. I preti cercano ora di ottenere la rivincita, e di riabilitarsi fondando un circolo cattolico ma
a che riusciranno? Le loro disillusioni sono molte
ormai poiché i tempi delle forche e dei roghi non tornano più. Oggi deve trionfare il Vangelo ohe è luce
è vita, è progresso continuo verso il bene.
OLTRE LE ALVI E I HARI
Svizzera
Ginevra. — Cominciando dal 15 di luglio farà da
decano della Facoltà teologica universitaria il prof.
G. Fulliquet, in luogo de) prof. Balavoine, che non
intende più di riaccettare l’ufficio.
— Il noto predicatore evangelico Frank Thomas
ha pubblicato un discorso dal titolo : c La tacita predicazione d’una cometa ».
Palézieux- — Si scrive da Palézieux al Semeur
Vaudois che in molti comuni si sono smessi in domenica gli esercizi militari.
Friburgo. — Spesso, in Svizzera, quando occorre
costruire una chiesa cattolica romana, si fa una lotteria con premi in danaro, senza chiaramente indicare di che sorta di chiesa si tratti (se cattolica od
evangelica); sì che naturalmente gli Evangelici possono essere indotti in errore, partecipando anch’essi
alla lotteria. Si fecero rimostranze in forma ufficiale
ai Vescovi cattolici ; e questi, quasi due anni dopo,
risposero allegando la loro incompetenza... a rimediare. Così ultimamente, Evangelici svizzeri hanno
ricevuto una circolare da Friburgo, la quale annunI zia una nuova lotteria !
Francia
j Parigi. — « Segretario di redazione » della Revue
Chrétienne sarà d’ora in poi Enrico Dartigne, già
i collaboratore del Signal e autore dell’opera « Auguste Sabatier, critique littéraire ».
— Edoardo- Pavre ha ultimato il secondo- volume
della sua biografia del missionario Coillard. Questo
secondo volume sarà pubblicato da la casa editrice
Berge-Levrault.
Lourdes. — Da Parigi, 3000 pellegrini; da la Svizzera rom anda 840: Lourdes ospita presentemente
nelle sue locande ed asili ,600 infermi.
A-lsazia-Lorena
La Direzione generale delle strade ferrate vieta ai
suoi dipendenti l’uso di bevande alcooliche durante
il servizio. Il bicchierino d’acquavite o di cognac
viene sostituito col caffè, col tè, con la cioccolata,
con le limonate, secondo la stagione. Se ne sono già
ricavati ottimi risultati : meno indisciplinatezza e
meno alterchi tra gl’impiegati, meno scontri che non...
in Italia.
Germania
Halle. — All'età di 68 anni è testé morto il dottor
Emilio Ka.utsch professore di esegesi ebraica all’Università di Halle, autore d’una nuova versione tedesca con note dell’Antico Testamento e dei Libri
apocrifi, e di uno studio sul « duraturo valore dell’Antico testamento ». Era tra i più insigni esegeti
dei nostri tempi. Tra le sue opere, si cita anche il
rifacimento della celebre grammatica ebraica di Cyrsenius.
La Germania ha in quésti giorni perduto un altro de’ suoi dotti : E. Schürer, che lascia una > Storia del popolo israelita al tempo di Gesù Cristo ».
Inghilterra
(Paolo). — Lord Rosebery, riconosciuto generalmente come « Voratore dell’Impero » parlando dei < Re
in preghiera » disse: « Nella grande chiesa di Westminster vi fu una riunione che colpì l’imaginazione deH’impero e del mondo intero, quando l’imperatore di Germania e il Re Giorgio s’incontrarono
presso alla bara del Re morto. Se pensiamo a questo
incontro, apriam l’animo a sperare che questi due
grandi sovrani, ohe personificano i desideri! e le aspirazioni di centinaia di migliaia di persone, abbiano
stretta in quell’augusta presenza, il patto di far
quanto da loro dipende per promuovere la pace e
l’armonia fra le nazioni da essi governate. Anche
così il Re Edoardo può avere lasciato un ultimo
messaggio di pace e di benedizione all’umanità.
Scozia
(Paolo). — Le grandi chiese scozzesi hanno registrato
nelle loro relazioni, presentate alle Assemblee generali, un sensibile aumento sia nel numero dei membri sia nelle contribuzioni. La chiesa stabilita conta
ora 711.211 membri adulti e quella libera-Unita 507,
408. In queste cifre non sono comprese quelle delle
Chiese non-presbiteriane nè della Chiesa libera; cosicché ci troviamo di fronte a questo fatto degno di
nota che in un paese con una popolazione dì circa
4 milioni e mezzo di abitanti v’è un milione e mezzo
di comunicanti. Si può ben affermare che mai la
Scozia nel suo insieme è stata più vivente, spiritualmente parlando.
Finlandia
Il Témoignage riferisce che tutti i giornali finlandesi di qualche valore ricusano di pubblicar annunzi
concernenti bevande alcooliche. In nessuna società
operaia, in nessun ritrovo di lavoratori, è lecito offrire questa sòrta di bevande.
Stati Uniti
nuova York. — La Revista dì Madrid riporta queste parole che un sacerdote avrebbe detto alludendo
a una processione cattolica romana in Nuova York:
« Tutti gii uomini che vi hanno partecipato erano
stranieri o figli di stranieri : polacchi, italiani, slavi,
irlandesi; neppur un solo americano ».
Brasile
Faixao CSanta Catalina). — Non ci sono che 33
Evangelici adulti ; eppure a Paixao è sorto un tempietto capace di 200 persone, costruito da quei 33
senz’aiuto di nessuno.
Arras. — Il vescovo è stato condannato a sborsare
alla Lega magistrale 500 lire, come risarcimento dei
danni morali recati alla Lega stessa, mediante una
pastorale )n cui si riprovavano vari manuali scolastici.
jA ffrica
La grande linea di strada ferrata che deve allacciare il Cairo al Capo di Buona Speranza è già a
buon punto. Sei mesi or sono i treni giungevano dal
sud fin oltre il confine del Congo belga ; e dal Nord
la strada ferrata era già costruita fino a 60 leghe di
là di Kartum; La linea è tracciata fino alI’Eqmatore.
Quando sì traverserà tutta l’Affrica, pensatel E quanti
ostacoli di meno per il missionario, portatore del celeste messaggio !
Il prof. 9. Udì
ti alla Luce.
(86, Romeyn St., Rochester N.
Y., America) riceve abbonamen
flvete pegato l'abbonamento?
6
LA LUCK
Che fare per la gioventù ?
C. Girardet si occupa di questo gravissimo problema nel Semeur Vaudois. -r- Ammette la piiesente decadenza nei giovani; decadenza più urofondÉtche Hon
in passato. — Vede il rimedio nel licondnri'e i giovani a Gesù Cristo. — A tal fine, propone come mezzo
pratico che i genitori cristiani, certo, anzitutto, ma
anche i pastori — che vivono coi fanciulli assai meno
a lungo che non il maestro di scuola — si sforzino
di acquistare sempre più l’affetto di quelle giovani
anime, circondandole di cure e di tenerezzà.
Il Congresso di Besançon
Al Congresso cristiano sociale parteciparono come
membri effettivi, secondo si telegrafava al Christianisme, 200 persone. Il prof. Carlo Gide lesse un lavoro maestrevolmente fatto sul noto tema : « Conflitto
tra capitale e lavoro ». Nella discussione, presero la
parola Allier, Comte, Teissonnière e A. de Morsier deputato, Il pastore Quiévreux di Rouen proferì un sermone incisivo su queste parole di Gesù : * Amatevi
com’io vi ho amati ». Commoventi e applauditissimi,
Elia Gonnelle e il prof. Allier ; i quali discussero anche l’importantissima relazione di Gastone Richard,
professore all’Università di Bordeaux, su * l’oggetto e
il metodo dell’educazione sociale ».
Apprendiamo che l’Italia era rappresentata dal pastore G. E. Melile di Firenze.
Si cominciajdjppip gli occhi
Un periodico settimanale di Parigi intentò processo
al senatore Bérenger, presidente della Società contro
il sudiciume (morale) pubblico, perchè il senatore lo
aveva apertamente denunziato come pornografico. Il
periodico chiedeva un’indennità di 100 mila franchi 1
Dal canto suo il senatore Bérenger dette querela al
periodico, chiedendo a sua volta lo mila franchi d’indennità e l’inserzione della sentenza su tré giornali.
Abbiamo il piacere di annunziare che il lurido periodico fu sconfitto.
Idee sfrane su la morale
Il dottor Toulouse in un articolo pubblicato in un
giornale francese, la Dépêche, confonde, come si fa
quasi sempre anche in Italia, Oristianesiniò cbir'Cattolicismo romano; ha parole di sincera airimirazione
per il Decalogo, ossia per i dieci comandàmentì contenuti nel capitolo XX dell’Esodo; definiscé la morale dicendo ch’essa è « l’espressione dell’opinione collettiva, » e propone che 1 cittadini d’ogni classe, ammogliati e celibi, uomini politici, giuristi, professori,
specialisti, moralisti, pubblicisti. e rappresentanti
di varie religioni, si radunino in numero proporzionale, e stabiliscano detta « opinione collettiva, • cioè
stabiliscano la morale, che i maestri poi ingegneranno
nelle scuole.
Ameno il dottor Toulouse, se non altro.
Purché sul londamento eterno
Non ci mettiamo in testa che quest’antico Cristianesimo perpetuamente giovane abbia assunto la sua
forma esteriore definitiva, largito tutti i suol tesori,
prodotto tutti i suoi effetti. Non ci rinserriamo in un
passato che non fu setnpre opera del Cristo nè degli
Apostoli, non ardiamo incenso a tutto quanto, nei secoli secondo, decimosesto, decimonono, si andò costruendo su l’indistruttibile fondamento, e d’altro
canto non dlsdegnamo e non guardiamo con sospetto
coloro che oggi fabbricano sul medesimo fondamento
costituito del Cristo morto e risorto, e qon temiamo
di fabbricare anche noi un po’ diversamente da come
un tempo si facesse, purché sia sempre sul medesimo
fondamento eterno! (B. Couve, nel discorso d'apertura
del recente Sinodo della Chiesa Riformata di Francia
» Dijon). fii) •
i desimo! La potenza centrale, unica che ci sostiene è
j il Cristo, il Cristo glorificato dopo l’immolazione per
noi, il Cristo che, nell' intimo del suo essere, può
e vuole'comunicarsi all’intimo del nostro essere ;
così che, dopo essere stato 1’ » Einmanuule • (cioè,
come significa questo vocabolo ebraico : « Iddio con
noi »), e 1’ « Agnello » del Calvario, ossia « Iddio per
noi, vuol essere, per mezzo dello Spirito, Iddio in
noi ! (Da un discorso proferito da O. Tophel al recente convegno di Parigi).
Sgì'vus servorum Dei
Un giornale di Boemia cita i nomi dei vescovi di
Leitmeritz succedutisi prima della rivoluzione francese : son tutti baroni, o conti o duchi o per lo meno
cavalieri. Durante sette secoli e fino al 1789, il seggio
episcopale di Strasburgo fu destinato unicamente ai
giovani nobili. Prima del 1789, per divenir canonici
a Strasburgo occorreva un blasone, e il « blasone, «
nota maliziosamente il Chrétien, teneva luogo di certificato di studi. Lo stesso dicasi di Metz, ove dieci
cadetti della casa ducale di Lorena occuparono successivamente il seggio episcopale: uno di essi non
aveva che 18 anni ; un altro, 4. Allo scoppiare della
rivoluzione, l’ultimo di quella dinastia, il duca di
Montmorency si chiamava da sè « il primo gentiluomo della cristianità », salvo la modestia.
Le rappresentazioni sacre (fOberamniergau
A Oberammergau, nei monti bavaresi, quest’anno
si rappresenta la passione di Gesù Cristo. Nel Medio
Evo erano assai in voga i così detti sacri « misteri ».
Questo di Oberammergau è uno dei pochi che siansi
mantenuti attraverso i secoli, è in ogni modo il più
celebre. Si ripete ogni dieci anni. Gli abitanti di quel
borgo patriarcale ed ospitale vanno a gara per avere
, l’onore di far da attori. Gli attori sono da 7 ad 8 cento.
' La parte di Gesù viene sostenuta quest’anno — come
, nel 1900 — da un certo Antonio Lang, che ci mette
grande entusiasmo e fervore. La rappresentazione si
fa in un teatro appositamente costruito e capace di
4000 spettatori. Dieci anni or sono l’introito fu di circa
un milione e mezzo di lire; le quali furono divise in
tre parti giuste: l’una per le spese, l’altra per gli attori, la terza pel comune.
5^
La forza che ci sosfiene
Mentre la scienza cerca senza posa e non ha ancora
scoperta la forza unica atta a spiegare tutti i fenomeni fisici tutte le trasformazioni della natura, il
figliol dì Dio possiede invece una potenza, che è l’origine e la tutela della sua vita spirituale. E questa
potenza è un essere che si rivela e si* dà all’uomo.
Che vigore è in queste paroline che ridòfrono di continuo, forse un centinaio di volte, nel Vangelo di San
Giovanni: « Io sono »... « Io sono la vìa, la verità,
la vita »... « Io sono il buon Pastore »... « Io sono
la Risurrezione »... « Io sono la vite '»*’... Che vigore in quell’espressione • in Cristo », che ricorre ad
ogni momento nelle epìstole di S. Paolo; in quella
espressione: « in Lui », che nell’epistole di San Giovanni sono come un’eco delle parole del Signore me
É Bìsffteirck esisfifo ?
Il periodico Warthurg di Lipsia riproduce questo
curioso cenno pubblicato a Tokio dal professore Okuri.
Questo dotto giapponese dimostra che Bismarck non
è mai esistito, che appartiene alla mitologia e che il
suo nome non è, in fondo, che una modificazione o
corruzione del nome del dio germanico Donar. Infatti,
questo dio della mitologia pagana era la personificazione del tuono, dei venti e delle procelle. Ora, il
nome Bismarck deriva da una voce che significa appunto vento, brezza. Il dio Donar — secondo le favole — combatteva i giganti invernali e riconduceva
la primavera inghirlandata di fiori: ecco perchè si rac! conta che Bismarck nacque in primavera (il primo
d’aprile). Donar lanciava lampi e folgori : ecco perchè
si sono edificate in onore di Bismarck delle torri, su
le quali in segno di festa si accendono fuochi ogni
primo d’aprile. La quercia era l’albero sacro al dio
Donar : ecco perchè il blasone attribuito a Bismarck
contiene appunto tre foglie di quercia- Si rappresenI tava Donar con in capo un cappello di nuvole: e se; coudo la tradizione, Bismarck portava anche lui un
I cappello a cencio da le larghe tese. Il capo di Bismarck erg spesso circondato di nubi. Bisogna però
j aggiungere che, per essersi il mito evoluto attraverso
i secoli, i posteri ignoranti finirono col credere che
I queste nubi provenissero da una gran pipa di por■ collana. Nell’infuriar delle procelle, il dio mitologico
. Donar scagliava il suo martello; e nell’Almanach
Reichibote di Berlino Bismarck è raffigurato con le
braccia ignudo, col grembiule di cuoio da fabbro davanti e con un martelio in mano, intento a fabbricare
l’unificazione dell’Impero germanico. Donar combatteva il vento, e Bismarck combatteva il deputato Windhorst (der Wind-il vento).
Come i lettori s’avvedono: una parodia del libro
del professor Drews: «Gesù è esistito?» e un ohe di
simile al libro francese: »Cornine quoi Napoléon I
n’a jamais existé • (Dove si vede che Napoleone I
non è mai esìstito).
Le eiezioni nel Belalo
I liberali e socialisti nelle recenti elezioni politiche
hanno strappato un solo seggio di più al partito clerico-moderato ; ma in complesso hanno motivo di essere sodisfatti. In date province, il partito clericomoderato ottenne 666 mila voti, e il partito liberale
564 mila ; nelle altre province, il partito clerico-mo- ■
derato, 1 milione 196 mila ; mentre l’opposizione ne
ebbe 1 milione e 203 mila. Alla Camera dunque i partiti liberali rappresentano tuttora la minoranza, quantunque in talune importantissime province rappresentino invece la maggioranza.
Intolleranza cattjlicajoniana nel Belgio
Il Chrétien Belge narra di due casi gravi d’intollei;anza cattolica romana recentemente avvenuti. Due
persone che, da 15 anni l’una e da 40 l’altra, appartenevano alla Chiesa cristiana evangelica di Liegi sono
state da congiunti cattolici con gran cura segregate
nel loro letto di morte ; sì ohe nessun ministro di
culto cristiano evangelico potè assisterle. I paesi soggetti al Cattolicismo romano si somiglian tutti.
ìlssicurazioni su la vita e astinenza
! Gli Annales antialcooliques riferiscono ohe una Società d’assicurazione su la vita finlandese (« Suomi »),
a imitazione delle Società inglesi, farà migliori patti
agli assicurati che non usano bevande alcooliche,
perchè naturalmente gli astinenti campano più a lungo.
Gli zingari secondo Gipsy Smith
Il grande evangelizzatore popolare Gipsy Smith,
nacque — come sappiamo — in una tribù di zingari.
Egli appartiene alla razza zingara dei « Romanichels »,
che comprende 4 milioni di individui presentemente.
L’origine di questo popolo si perde nella notte de’
tempi. Secondo lo Smith, i « Romanichels », d’Inghilterra specialmente, sarebbero moralissimi e più assai
delle così dette popolazioni civili : non rapiscono bambini (quest’è leggenda), rispettano la donna, possiedono costumi illibati. Gipsy Smith li assomiglia ai
diamanti da lui visti in Affrica a Kimberley; i quali,
appena estratti da la miniera, sono ricoperti d’uno
strato di scoria color grigio sudicio. Gli zingari sono
diamanti da lavorarsi per mezzo dell’Evangelo.
E il medesimo ripeteremo noi per ciò che concerne
qualsiasi anima umana.
I soliti 5propo^iti dei giornali
Il Corriere della Sera chiama il Congresso missionario (evangelico) testé adunatosi in Edimburgo : « conferenza .mondiale dei missionari anglicani ^.«JUa no!
C’erano in gran numero missionari non anglicani.
Il Corriere soggiunge : « Il parlamento (o Congresso^
si propone semplicemente di convertire il mondo intero al protestantesimo. Difatti quasi tutti i delegati
sono dei missionari i quali non fanno la loro propaganda solo nei paesi selvaggi inesplorati, ma nei centri europei e nei paesi civili » — Ne risulta • semplicemente » che il Corriere non ci ha capito nulla, come
quasi sempre quando si occupa degli Evangelici.
• Bello quel « non fanno solo ». Saremmo curiosi di
sapere come un individuo possa far « propaganda nei
paesi selvaggi », e per di più anche,.. « inesplorati » e
al tempo stesso nei « centri europei ». Crede forse il
Corriere all’ubiquità di S. Antonio?
DAL IHESSaG^J^ ALFONSO
Importante la parte del Messaggio di Re Alfonso
intorno agli Ordini religiosi, letto alla Camera spagnola. No diamo il riassunto.
Il Governo vuole che questi Ordini si assoggettino alla legge, senza toccare tuttavia nè la loro indipendenza spirituale, nè le leggi che regolano il diritto di associazione.
Il Messaggio ricorda il recente decreto reale per
l’applicazione di queste leggi e dice che continuano
colla Santa Sede i negoziati per giungere ad un accordo sulla soppressione dei conventi e delle case
religiose che non sono indispensabili alle necessità
delle diocesi, ed annunzia una riforma della legge
' 30 giugno 1887 sulle associazioni.
I circoli vaticani ne sono « penosamente impressionati ». Si domanda: Non ha qualsiasi individuo
il diritto di ritirarsi con altri a vita contemplativa ?
— Noi risponderemmo così: « Certo, quantunque
» chi non lavora non dovrebbe mangiare », a patto
però che ì contemplativi non costituiscano un pericolo per la nazione e per la libertà altrui.
Le Congregazioni cattoliche e il ministro Canalejas
Parla il ministro spagnolo Canalejas. Non facciamo
commenti, chè guasterebbero.
« Quanto alle congregazioni, vogliamo che esse riconoscano le leggi spagnuole e le rispettino al pari
di altri cittadini. Vogliamo che i monaci siano sottoposti agli stessi doveri dei laici, poiché godono e continueranno a godere le stesse libertà.
Un esempio farà comprendere l’enormità dei loro
7
LA LUCE
privilegi. Le congregazioni non pagano nemmeno i
diritti di dazio sugli oggetti di consumo. Noi stiamo
facendo la statistica delle congregazioni : sarà necessariamente incompleta, perchè finora non è stato esercitato alcun controllo sugli istituti religiosi ». .
E il Papa protesta!
Il no5lro rapprese^nte in America
Il Prof. Alberto dot, oltre ad aver rappresentato
l’Italia al Congresso delle Scuole Domenicali a Washington, ha avuto splendide occasioni di parlare dell’opera nostra e di rappresentare la Chiesa Valdese
aU’Assemblea Generale Presbiteriana ad Atlantic City,
all’Assemblea Unita Presbiteriana a Filadelfia, al Sinodo Generale Olandese ad Asbury Park. Inutile diife
dell’accoglienza calda ed entusiasta da lui ricevuta.
Il l^isvcglio in Cina
Il sig. Ch. Mercier ha nel « Journal des Missions^»
nu articolo su questo risveglio, articolo che ci facciamo un dovere di riassumere.
Da varii mesi, i gioruali missionari ci recano la
lieta notizia di un profondo movimento religioso, la cui
importanza va sempre crescendo, il quale è apportatore di vita nuova alle chiese ed alle scuole e riauiina
il cuore dei servitori di Dio, che lavorano nell’immeuso
impero.
L’origine del movimento va fatta risalire a parecchi anni
addietro. Già prima che si manifestasse il Risveglio
del paese di Galles, aveva avuto luogo a Fukien una
riunione che conteneva in se il germe e preparava il
risveglio cinese. Un certi» numero di missionari si trovava colà per passarvi qualche giorno di riposo. Sentendo profondamente la loro debolezza, di fronte all’opera che stava davanti a loro, specie poi in presenza
della rivoluzione dei « Boxers « e delle sue conseguenze, formarono uua unione di preghiera il cui precipuo scopo era quello d'invocare sopra le loro chiese
e sopra loro stessi una nuova effusione di Spirito
Santo.
L’anno seguente (1904) cominciarono delle adunanze
preparatorie in cui si manifestò un grande spirito di
umiliazione, di confessione dei peccati e di preghiera
non mai fin allora provato. Ben tosto un movimento
analogo fu iniziato nella provincia vicina del Tscili
ove gli studenti medici, specialmente si sentirono tocchi. Dopo aver confessati i loro falli, si rialzarono ripieni di una insolita allegrezza, e cinque di essi, accompagnati dall’evangelista Yang, partirono per un
viaggio di evangelizzazione. Una potenza invisibile li
diresse e rese efficace ia loro predicazione a tal punto
I
che le coscienze ne furono scosse e i peccatori spinti
a,gettarsi ai piedi del Salvatore. Il missionario Burt
racconta qualche cosa di simile riguardo ai suoi allievi che, dopo una giornata consacrata alla preghiera,
decisero di darsi interamente al Signor Gesh.
Chi doveva però prendere il primo posto in questo
risveglio era il missionario Goforth, il cui nome Gofortli corrisponde al nostro — Sempre Avanti ! — Costui era aìl’opera nel Honan e, benché il suo lavoro
desse dei risultati incoraggianti, egli chiedeva^ a se
stesso perchè lo Spirito d> Dio non trasformavate convertiva più i cuori come una vo’ta, Si mise a leggere
le biografie di Finney, Mooly, Spurgeon e di altri;
allora, pieno di fiducia nel Signore, decise di darsi interamente a lui e di cominciare uua vita nuova. Nel
1907, si recò in Corea ove studiò il movimento che,
da auni, porta in quel regno delle benedizioni straordinarie. Al suo ritorno, attraversò la Manciuria con
alcuni cristiani coreani e vi lasciò tracce benedette.
Dalla Manciuria, il risveglio si comunicò alle proviucie settentrionali dell’Impero di Mezzo, e Goforth percorse le provincie marittime, poi s’avanzò nell’interno
sempre accompagnato dalla potenza da Alto ed ovunque sostenuto dalle preghiere dei suoi fratelli e colleghi.
Un primo tratto caratteristico di questo Risveglio è
il sentimento del peccato, che spinge molti a far pubblica confessione e pubblica ammenda delle loro colpe.
Ma quel sentimento è subito seguito dalla gioia del
perdono, frutto benedetto della lotta interna e della
vittoria completa sulle forze occulte del demonio.
Come avvenne contemporaneamente nel paese di
Galles, lo Spinto di Dio allontana ogni istrumento umano, che sembri voler dirigere il movimento ; lo stesso
Goforth, come Evan Roberts, sparisce davanti all’opera
divina, che abbatte gli ostacoli, infrange le coscienze,
spezza i cuori e costringe a cadere in ginocchio ed
implorare mercè.
Frutti del Risveglio sono la rinunzia al peccato, la
riconciliazione di tanti animi in discordia, lo spirito
di liberalità, l’amore di Dio e del prossimo, lo zelo
evangelistico ed uua nuova consacrazione al servizio
del Redentore. Grill.
IN SHLH DI LETTURA
De Saint Pierre à Pie X — Essai chronologique sur
les aceroissements progressifs de l’autorité pontificale
par L. Sainte-Foy. — Paris 1910, Librairie Critique
Nourry. — Pr. 1,25. ^
Nella prefazione, l’A., che è un prete cattolico romano, spiega le ragioni della pubblicazione di questo vo
lumetto che forma il 40« della serie nella Biblioteca di
critica religiosa edita dal Nourry di Parigi. Le ragioni
si riassumono in una sola : l’intolleranza di Pio X, la
quale si manifesta nel condannare quei preti e laici
che hanno osato, esprimere idee liberali, le quali se
sono in urto coll’ortodossia vaticana, sono pur consone aflo spirito del Vangelo e deil’insegnamento della
Chiesa antica.
L’abate Salate Foy dimostra in questo suo volume
con quali mezzi e con quali procedimenti l’autorità
pontificia è giunta aU'attuaÌe despotismo. Cotesta evoluzione è seguita passo passo attraverso i secoli. È
una triste storia in cui si vedono l’ambizione e la violenza armata servire quali mezzi per opprimere le
coscienze é pervenire alla dominazione universale.
L’A. non intende abbandonare la Chiesa romana, ma
la vorrebbe cosciente dei suoi doveri e unicamente
preoccupata delle cose spirituali. E. M.
Aonio Paleario con dieci illustrazioni originali di
Alete Dal Canto. — Roma, Podrecca e Galantara Editori. — L. 0,80
4 questo il_ secondo volume della Collezione storica
de • I Martiri del Libero Pensiero. » Siamo davvero
lieti che i solerti e ben noti editori abbiano pensato
di ricordare nella loro « collezione » il nome illustre
di Aonio Paleario, uno dei più grandi martiri che la
Riforma italiana abbia dato al Vangelo.
L’A. illustra, dietro la scorta di valenti scrittori fra i quali il Bonnet — la vita, la morte e l’opera
letteraria del Paleario. E il lettore, mentre segue con
animo trepido le vicende dell’Eroe, ohe dovrà suggellare la sua fede ardente al rogo a Castel S. Angelo
in Roma, si rende pur conto del grande movimento
religioso della Riforma, al quale il nostro paese non
fu del tutto estraneo.
Il volume è arricchito di importanti documenti quali
le lettere del Pajeario ad insigni personaggi del tempo.
Facciamo voti che questa Collezione storica de « I
Martiri del Libero Pensiero » ricordi agli italiani altri
nomi di illustri martiri della fede evangelica.
E. M.
L’Essenza della Bibbia. — Prato, Tip. Brogi e Puccianti, X910 — L. 0,20
E una raccolta di brani scelti della Sacra Scrittura,
annotati _e con illustrazioni, affinchè ♦ il popolo conosca da vicino il libro più amato, o più odiato, al giorno d’oggi. »La maggior parte dei brani sono tratti dal
Nuovo Testamento. E. M.
Il N. 6 di Risurrezione è specialmente dedicato a
Gerolamo Savonarola nel 412* anniversario del suo
supplizio. Vi si leggono parecchi articoli, fra i quali
qimllo del Labanca riprodotto dalla Riforma laica,
e del quale abbiamo già parlato.
Il fascicolo contiene pure il recente discorso del
Murri pronunciato al Parlamento sulla politica ecclesiastica e la parte della risposta del Luzzatti ai diversi oratori che si erano occupati dell’importante
argomento.
Domenico Giocoli, gerente responsabile
Tipografia dell’Istitato Gould, Via Margfaera 2, Roma
Proprietà rigervata — Kiprodazione proibita
Sussultò quando improvvisamente si sentì avvinghiare il collo da due braccia calde e morbide e udì,
come in un soffio, pronunziato il suo nome.
— Sì, sono io, sono Rachele — disse tutta commossa
— ma ora, dormi, povera creatura, dormi ; son qui
io con te; mettiti tranquilla come una brava e buona
bambina.
s Maria l’attirò più giù, più vicino a sè e la baciò in
volto.
Buona e semplice Rachele! Quel bacio le scese fino
in fondo alle viscere e vi destò quelle intime, nascoste
fibre dell’amore materno, che ogni donna porta con
fiè dalla nascita e che, presto o tardi nella vita, debbono finalmente vibrare.
— Figlia mia, cara, cara figlia mia ! — gridò stringendosela al petto — Dio ti benedica, Dio ti benedica !
— Oh, Rachele! — mormorò la fanciulla — voi
dunque mi volete ancora bene?
Allora un torrente di parole sgorgò dalle labbra
della vecchia.
— Se ti voglio ancora bene !... Ma ora, ora più di
prima, cara, perchè sei sola, perchè non hai nè babbo
nè mamma, perchè c’è chi ti perseguita. Oh, puoi fare
assegnamento sul cuore della vecchia Rachele^ che,
quando vuol bene a qualcuno, è per tutta la vita. No,
non ti abbandonerò; e poi, vedrai, ritorneranno i bei
giorni ; Dio non permetterà che sempre trionfi il male.
So tutto, so tutto, Don Angelo m’ha spiegato, m’ha
detto tutto... Oh, l’avessi saputo prima ! Povero Don
Angelo ! egli non ne ha colpa... E’ legato, vedi, come
un cane alla catena e soffre e patisce più di noi... Sono
andata da lui stasera per rimproverarlo, per dirgli
che era una vergogna... e che io non voievo stare più
nemmeno un giorno in una casa dove si lasciava mal|
trattare una creatura innocente, e gliele ho anche dette;
gliele ho dette tutte senza paura, ma poi... ma poi..;
quando m’ebbe raccontato... quando m’ebbe spiegato...
Ah, figlia mia, figlia mia! Quanta cattiveria c’è nel
mondo ! Ma a tutto c’è rimedio, cara, con l'aiuto di Dio.
Intanto, senti,* ho una bella cosa da dirti. Domani noi
due ce ne andremo da Pietraviva. Don Angelo m’ha
promesso che ti lascerà star con me por un mesetto
almeno, a casa di mio fratello, su,su in alto, sui monti
lontano di qui, nella pace e nella quiete. Mentre noi
saremo via, il Signore troverà certo il modo di accomodare ogni cosa. Lasciamo fare a Lui. Non ci tormentiamo più. Sei contenta, non è vero. Maria ? Partiremo domani mattina presto e verso mezzogiorno
saremo a casa mia. Da quanti anni non rivedo quella
buona gente ! Imagi nati I Fra grandi e piccoli, fra
nonni, figli e nipoti, sono in venti ! E la casa è vasta
e ricca d’ogni ben di Dio. Come saranno felici del nostro arrivo ! Ci accoglieranno come principesse, perchè
il cuore, vedi, l’hanno tutti grande così... Brava, bambina mia, rallegrati dunque ; ridi ora, come sai ridere
tu, quando hai il cuore contento. Lasciami accendere
una candela, chè voglio vedere la tua faccina rasserenata... Così... Ah ! va bene ! C’è ancora qualche lagrima in questi begli occhi, ma ora li asciugheremo,
così ; e ravvieremo questi poveri capelii tutti arruffati e dopo... dopo la bambina stanca, tanto stanca, si
lascerà mettere a letto dalla vecchia Rachele e dormirà tutta la notte per esser pronta e riposata domani mattina... Qui, qui, nel mio letto, qui con me.
Ci son le lenzuola di bucato e si sta bene in questo
lettone antico. Ecco, leviamo le babbucce e la veste,
così, in fretta in fretta, e subito, subito sotto le coperte al caldo. Così, così, povera, cara bambina miaOra non pensar più a nulla, a nulla ; chiudi gli occhi
e dormi. Dormi, e che Dio ti benedica !
La buona vecchia si chinò a baciare i dolci occhi
che la fissavano con tanto riconoscente affetto, e,
mentre eoi palmo delle mani spianava d’un ultimo tocco il lenzuolo candido, mormorò sottovoce :
— Ed ora stiamo zitte, zitte, e il sonno verrà, verrà
presto. *
— E voi?... Oh, Rachele, c’è posto, venite a letto anche
voi. Non mi lasciate sola.
— Non ti lascio, non ti lascio, cara; non temere.
Ho da preparare qualche cosa per la nostra partenza,
e poi me ne vengo sotto anch’io. Tu intanto dormi ;
chiudi gli occhi e dormi tranquilla.
— Come siete buona, Rachele! — disse Maria — e,
tratto un lungo sospiro di sollievo, volse il capo verso
la parete e chiuse gli occhi per davvero. Pochi minuti dopo ella dormiva già di quel sonno placido e
profondo, che è proprio dei primi anni giovanili e
che nessun dolore, per quanto intenso, riesce a turbare.
Mentii le mani affaccendate della buona Rachele si
affrettavano a riempire una grande valigia dì cuoio
logora e polverosa, il vecchio cuore di lei batteva, batteva di una felicità nuova e le pallide labbra mormoravano: « Un mese, un mese almeno, l’avrò tutta per
me ! ». Rachele, nella sua felicità dimenticava completamente Domitilla e tutto il resto del genere umano.
X.
— Mamma — disse Don Angelo, fermandosi ritto
dinanzi alla signora Bernabei che, accasciata sopra il
sofà, teneva la faccia nascosta fra le mani e piangeva
sommessamente. — Mamma, ti ripeto che noi stiamo
commettendo un’infamia.
La Signora non rispose.
E un’infamia tanto più grande — continuò il
prete con voce sorda - in quanto che sappiamo che
e un infaràia e induriamo il nostro cuore e facciamo
tacere la nostra coscienza per persuaderci del contrario, e per trovar la forza di commetterla. Ciò non
può durarte. Bisognerà ad ogni costo prendere una
forte risolùzione, e ritornare sulla strada diritta. Fatti
coraggio, àiamma, e preparati a qualunque evento.
La Signora si diede a piàngere più forte. Don Angelo guardava con infinita compassione quella bianca
testa tremante) quelle magre mani^rasparenti e grinzose di vedchia.
— Coraggio, mamma — riprese sospirando — fortifichiamo la nostra fede, che è debole, oh, quanto
debole! Bisogna prima di tutto, e tu lo vedi bene al
pan di me;’ allontanare Maria da Pietraviva almeno
per qualcbtì tempo... finché qui gli animi sieno tornati in calma. Non sei persuasa?
La Signora accennò di sì.
— In sei^^ndo luogo, anche Domitilla deve andarsene, e subilo domani, per amore o per forza.
— Oh, figliolo, figliolo ! — gemette la Signora, fissandogli in ¡ faccia gli occhi lagrimosl — pensa a quello
che dici... Domitilla...
Non perorare la sua causa, mamma — interruppe
con veemenza Don Angelo — altrimenti crederò che
anche mia madre...
Lo sguar4p supplichevole della Signora gli arrestò sulle, lebbra le parole amare, che egli stava per
dire. . ,
(Continua)
' (27f.
8
LA LUCE
La Luce per una sola lira
Il primo di luglio
couiinceremo, piacendo a Dio, la pubblicazione d’un
nuovo lavoro del prof. G. Bartoli intitolato A uri
sacra faixies; e, invece dì restringerci a una
mezza pagina per volta com’era nostra intenzione,
ne riempiremo una pagina intera. Col primo di luglio apriremo uu nuovo abbonamento alla Ijuce,
il quale non costerà che una sola lira. Con una sola
lira i nuovi abbonati potranno avere la Luce
per sei mesi (da luglio a dicembre)! Gli Amici vogliano procurarci molti di questi nuovi abbonati.
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i disordini dello stomaco e malattie affini, sotto la
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tintura, ma un’acqua di soave profumo che non macchia nè la bianebona nè la
pelle e che si adopera colla maseiina facililè e spsoite/za Essa agisce sul bulbo dei
capelli e della larba f- rnendone U nutrimento^ ne-,
erario e cioè ridonando loro il coloro primitivo,
favorendone lo sviluppo e rendendoiii^essibiU, mor‘ vi il ed arresftandone fa caduta. Inoltrg^gulisce pron
laSàento la'Cotenna e fa sparir'" la fwrora —‘Una
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A.'TTEÌS'r'ATÓ - '
iig<t<>ri A.NGKLO MIGONE 8t C. - Milhue .
PtBfU-ueme ho potuto trovare urta preparAstooe cluft fo| «
ai capelli e alla barba il colore primitivo, la ire*
\fZfA,e beb^sxa della giovnniù senza avere il mioimO 4
,urbo nell’appiicaciune.
: Una sola bttUii^la della vostra Anticanfsie mi li*std «A
01« non ho un solo pelo biap<^. ^au pienamente convinto che
•Questa vostra specialità non è úna tintura, ma un’acqua che
«diQ macchia nè la biancheria nè la pelle, ed agisce sulla cute
• MÌl bulbi dei peli facendo scomparire totalmente le pellie ríníoxvando le radici dei capelli, tanto che ora essi ood
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