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Anno IV.
Torino, Venerdì 19 Gennaio 185«^.
Num. 5®
LA BUONA NOVELLA
GIORNALE DELLA EVANGELIZZAZIONE ITALIANA 8eg„,„do.avoM
Si distribuisce ogni Sabbato. — Per cadun Numero centesimi 10. — Per raduna linea d’inserzione centesimi 20.
Condizioni d*Associazione t
PerToRiNO — Un Anno L. —Adomicilio L. O ■
Sci mesi >3. — - 3 50
Trc mesi • 9. ^ > t »S
— Provincie L. 6 to.
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Per Francia e Svizzera franco a destinazione, c per l’Inghilterra franco al contine llix; 9
per un anno, e lire & per sei mesi.
Lu Associazioni si licovono: in ToitiNo, nH'i;nislA del Cilornalc*, via Vaìoniino CMa
HcHora, N“ ri, piano; e dai Frulelli Fianca librai, via IJ. V. degli Angdi, caha Pomba,
— A Genova, alla Cap|»plla % al«lo«e. mura di S. Chiara.
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franco al Direttore della Bl'O'ìa Novella e non altrimenti.
Airestero, ai wiguenti indirizzi: Londha, dai sigs. Niftshett ,e C. librai, 2i BernerH-Rtreei;
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dai sigg. Deni« et Petit Pierre librai, rue Neuve, 18; Ginkvra, dal sig. K. Heroud libralo;
L(>sa!<na, dal sig. Delafontainò libraio.
Parecchi fra i nostri Associati delle Provincie avendoi'i fallo sentire che la
pubblicazione del giornale al Venerdì,
come si praticava prima, tornava loro
molto più comoda che non al Sabbato,
noi di buon grado ci arrendiamo alle
fatteci osservazioni, riprendendo fin
da quesfoggi il nostro antico giorno.
li’’art. 1 dello Statuto.
I nostri lettori non ignorano la guerra accanita che un partito fra di noi muove costantemente contro le nostre libere istituzioni, e
come l’antico ordine di cose sia da esso amaramente rimpianto. Eppure codesto partito, con
manifesta inconseguenza, non isdegna d’invocare a suo vantaggio quelle medesime leggi che
in fondo detesta e vitupera ; chè anzi è su di
esse che basa l’edifizio delle sue strane pretensioni; e a somiglianza di quei pulcini i quali,
all’appressarsi del temporale, corron subito a
ricovrarsi sotto le ali della chioccia, gli uomini
di quel partilo cercan rifugio sotto l’egida del
primo articolo dello Statuto, per ¡scongiurare
la tempesta delle riforme che di quando in
quando li minaccia.
Infatti, viene fuori la legge Siccardi che, dichiarando i chierici uguali ad ogni altro citta
L’INVALIDO DI ROTHENSTEIN
Continuazione. V. UN. i.
Un giorno, nell’atto che gli arrecavano alcuni alimenti inviatigli da una caritatevole contadina, fu trovalo ailalto svenuto. Credendolo
morto, stavano per toglierlo dal lettuccio su
cui giaceva, ma egli rinvenne ; era in tale stato
di debolezza che non poteva proferire una
parola sola in modo intelligibile. S’affrettarono ad accendere il fuoco nella stufa; trasportarono il letto in un angolo meno esposto
all’umido; riscaldarono una coltre, ne coprirono l’ammalato, al quale somministrarono
una bevanda calda e ristorante. Egli ben tosto
cominciò a girare a sè dintorno gli sguardi con
la solita serenità, e le prime parole che potè
fare intendere, espressero il desiderio che si
pregasse il suo pastore di venirlo a vedere nel
giorno istesso, e di dargli !a santa cena.
dino, li .sottopone alla giurisdizione de’ tribunali ordinarii, ed ossi proclamano a piena voce
violato il primo articolo dello Statuto ;
Il governo scioglie in Torino l’ordine de’ Serviti per avere turbato l’ordine pubblico, ed ecco
un’altra pretesa violazione del primo articolo
dello Statuto ;
Gli arcivescovi di Torino e di Cagliari si ribellano allo leggi; l’arcivesco'fo di Sassari incita H popolo alla rivolta; il governo con quella
moderazione cho tulli sanno si oppone a siffatti
disordini, ed in ciò pure si vede una violazione
al primo articolo dello Statuto ;
Ad ima classe di cittadini che non sono, per
diritti e doveri civili, al disotto degli altri, si
concede facoltà di adorare Iddio come lor detta
coscienza, e costruir nuovi tempii onde esercitarvi il loro culto ; od anche in ciò si ravvisa
un colpo mortale recato al primo articolo dello
Statuto ;
Si presenta alle (laniere un progetto di legge
che, mentre riconosce, anzi impone il matrimonio ecclesiastico, prescrive che non abbia
vigore nè produca effetti senza l’adempimento
di formalità civili ; e che togliendo alle parrocchie i registri sullo stato delle persone, l’affìda
aimunicipii, naturali tutori de’proprii cittadini,
come si pratica in quasi tutti i governi, anche
dispotici; e si fa di tutto per respingere quella
innocente legge, come contraria alla religione
dello Stato , e per conseguenza in opposizione
col primo articolo dello Statuto;
E finalmente si presenta una legge che attri
ti giovine ecclesiastico s’avviò il dopo desinare verso la capanna dell’infermo. Le nuvole
che aveano a lungo ricoperto il cielo s’orano
dileguate ; il sole era ricomparso, e facea brillare le goccie della pioggia sospese ai rami degli abeti; i suoi raggi penetravano attraverso
la fenestrella neH’islanto che il pastore entrava
nella capanna. Giovine nel ministero non s’era
peranco trovato che assai di rado presso il
letto de’ poveri e dei morenti ; inquieti rivolgeva intorno gli sguardi, ma non scorse in
quella grama dimora nulla che potesse turbarlo ; vi regnavano l’ordine e la nettezza, che
le davano una certa apparenza di benessere ;
l’ammalato era vestito di bianco. Nondimeno
non furono le circostanze esteriori che attirarono principalmente l’attenzione del pastore ;
ciò che lo colpì fu la fisonomía del povero Giacomo, dimodoché gli fu impossibile di sviarne
lo sguardo.
E che poteva mai dunque esservi, domanderà taluno, di così attraente a considerare
buisco al governo la facoltà di sopprimere, siccome inutili e perniciosi, alcuni conventi, facendo uso di quel medesimo diritto con cui
prima li aveva autorizzati, ed ecco un altro attenlato al primo articolo dello Statuto I
Ma cosa è alla fine de’conti codesto famoso
articolo dal quale , come dal cavallo di Troia,
si fa uscire una falange così numerosa «li proteste? Esaminiamolo una volta da vicino, interpretiamone lo spirito, fissiamone i limiti, determiniamone lo conseguenze.
L’articolo 1“ dello Statuto dice che il cattolicismo èia religione dello Stato. Or bene, senza
mettere in campo la questiono se Io Stalo debita
o no avere una religione privilegiata, limitiamoci ad osservare cosa debba intendersi per religione dello Stato.- Il partilo di cui parliamo,
a furia di commenti su quel primo articolo, e
a forza di stirarne il significato, trova modo di
fargli dire ciò che vuole: talché la religione
dello Stalo secondo lui è lutto; e per essa pretenderebbe tenere in mano la somma delle cose,
0 sottoporla alla sua influenza; subordinare le
leggi civili alle decretali o bolle pontificie; rendere lo Stato vassallo della Chiesa di Roma,
lo baionette strumento del clero, e questo indipendente dalle autorità secolari ; pretenderebbe obbligare il paese a mantenere ciò che
egli stima inutile o pernicioso, iniiumerevoli
fraterie, lauti benefizi, congregazioni di ogni
genere e colore ; pretenderebbe ampia facoltà
per esso, di scaricare maledizioni e contumelie
contro li altri culti, abbenchè tollerati, senza
quel povero infermo? SI, v’ha qualche cosa
che può dare al viso il più pallido e .sfigurato
una vera bellezza: 6 l’espressione d’un’anima
in pace col suo Dio e penetrata d’amore per
Gesù. Il giovine pastore, sebbene poco esperio
nello coso dello spirilo, seppe riconoscere ed
apprezzare questo genere di beltà nelle fattezze
dell’ammalato; e provava nel contemplarlo
una viva emozione, eparagonavalofra se stesso
ad una sposa jbenavventurata, che un ricco e
potente ha tolta da una condizione oscura per
innalzarla infino a sò, e che è confusa dal sen
limonio della sua miseria personale e delle immense ricchezze che pure devono essere sua
appartenenza. Non si potrebbe esprimere con
parole la sua contentezza, ma ben la rivela il '
suo atteggiamento.
Il pastore, trovando l’ammalato un poco più
rinvigorito di quello che non sperasse, desiderò
intrattenersi secolui per alcuni istanti prima
d’offrirgli la santa cena.
— E’ parrai, mio caro Giacomo, cominciò
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concedere a questi il diritto di una legittima e
sempre dignitosa difesa. E siccome il governo
ed anche il paese, con logica più retta, intendono tutl’altro per religione dello Stato, perciò
quel partito proclama la religione' in pericolo
ed accusa il governo e tutto il paese di dejtravazione e d’eresia.
Ma il primo articolo dello Statuto è alieno
dal coonestare tutte queste pretensioni, e più
che alieno dal partorire di sì strane conseguenze.
Se il potere civile, facendo uso della sua
sovranità, innalzò il catlolicismo sino al grado
di religione di Stato, non per questo inteso
spogliarsi della sua inviolabile supremazia che
di natura esercita su tutte le società, non esclusa la medesima Chiesa, per ciò che riguarda le cose temporali; non intese abdicare
la sovrana facoltà di provvedere anzi lutto
alla sicurezza dello Stato e a tutte le utili riforme che possono giovare al benessere morale e materiale del paese ; non intese attribuire al clero un carattere così particolare e
privilegiato da sottrarlo agli obblighi che sono
comuni a tutti i cittadini, e molto mono concedergli maggiori diritti di quelli accordati ad
ogni altro membro del corpo sociale. Proclamando il catlolicismo siccome religione dello
Stato, il potere civile non fece altro che accordargli un patrocinio speciale ed una speciale vigilanza, sol perchè esso è professalo dalla
maggiorità de’ cittadini, — patrocinio e vigilanza cho accorderebbe in pari modo agli altri
culli, che adesso han minore estensione, quante
volte la maggioranza de' cittadini vi aderisse.
Lo Statuto non esamina le vario religioni professate in Piemonte, non dice quale di esse sia
la vera, non fa questione teologica e di dritto,
ma si attiene semplicemente al fatto; e vedendo
nel fatto che il maggior numero de’ cittadini si
tiene per cattolico, dichiara che per conseguenza di ciò, e non per altre copsiderazioni,
la religione dello Stato è la cattolica.
Se tuli’altra interpretazione dovesse darsi
a questo primo articolo; s’ei suonasse, come
pretende il partilo che combattiamo, vassallaggio del potere civile al potere clericale, e
dello Stato alla Chiesa; se il potere civile, di
a dirgli, che voi conosciate il vostro pericolo,
e che siate preparato alla morte.
— Io sono del pari disposto a vivere e a
morire, rispose Giacomo con una serenità inesprimibile ; la mia vita è tra le mani di Dio,
ch’oi la prolunghi o la termini a suo piacimento I
— Come ! amico mio, non provate voi un
desiderio ardente d’esser liberato da questo
corpo infermo? E potete voi contemplare senza
angoscia la possibilità che a Dio piacerà di prolungare una vita, che non è stato che un continuo patire?
— E vero, ripigliò Giacomo , che da anni
io sospiro il momento in cui l'anima mia
sarà sciolta da questa spoglia terrena, e introdotta in un'altra abitazione, nella bella
abitazione che le è apparecchiala dal Signore;tuttavia la mia esistenza quaggiù non è stala
nè tanto misera nè tanto affannosa che io non:
possa pensare senza timore al suo prolungamento. Devo dirlo, che eccetto alcuni giorni
menticando la sua inissionQ, sagrificasse alle
esigenze del cloro i benefizi di una savi» e illuminala amministrazione; allora avremraiO'Una
teocrazia, non un governo civile, e saremmo
soggetti non più a’nostri magistrali, ma al
papa ; il che non potrebbe avvenire senza rovesciare da cima a fondo quegli ordini civili e
quel sistema sociale che ci reggono.
(Continuai)
LA PAROLA DI DIO
I.
Ha parlato mai Iddio? So non altro, ognuno
confesserà che nell’ armonia del crealo , così
splendida nei cieli, così svariata in terra, v’ò
per l’animo pensante e contemplativo una voce
soave, un linguaggio sensibilissimo, una divina
parola. Il mondo creato è veramente usa manifestazione di Dio, anche dal punto di vista puramente evangelico ; poiché un apostolo scrisse;
« Ciò che si può conoscere di Dio è manifesto
< in loro (negli uomini che ritengono la verità
« in ingiustizia), perciocché Iddio l’ha manife» stato loro. Conciossiacosaché lo cose invisi«bi!i d’esso, la sua eterna potenza e Deità, es
* sendo fin dalla creazione del móndo intese
« per le opero sue, si veggano chiaramente,
«acciocché sieno inescusabili» {Roin., I. 19,
20). Alla fede in Cristo-Salvatore si giunge per
diverse vie ; e non è da annoverarsi fra quelle
la considerazione delle opere di Dio?
Tuttavia principio di fede è piuttosto, che Iddio abbia parlato in una favella alla nostra conforme, proprio in linguaggio umano. E quando
diciamo che é principio di fede, non intendiamo
per fermo che alla cieca debbasi ammettere
quel fatto, anzi che s’apra lo sguardo a mirarlo
attentamente. Si traila d’un fatto troppo lontano
da noi, egli è vero, perchè ci giovi ad accertarcene la propria esperienza, o quella di storici ordinarii ; ma tanto influente è stato, e di
tanta importanza, nell’ andamento universale
dello cose, nella storia del mondo, che non è
troppo difllcile, a filo di storia, di risalire sino
a quella causa primiera, che fu la Parola di
Dio.
cattivi, la mia vita, grazie al mio Creatore, è
scorsa pacifica e beata.
— Poveretto! disse il pastore, voi fato bene
a non lagnarvi sempre come fanno tanti altri,
e a serbare anzitutto la memoria delle benedizioni che Dio v’ha concesse. Forse voi avete
sperimentato nella vostra giovinezza, o almeno
nella vostra infanzia , giorni felici ; ed è senza
dubbio a tal parte della vostra vita cho voi alludete; poiché certo io non conosco persona
che abbia dovuto nella vecchiaia sopportare più
che voi dolori e miseria.
— La cosa va a vosiro modo, signor pastore, gli rispose l’invalido ; ripensando adesso
alla mia gioventù e alla mia puerizia, io ritrovo
che entrambe sono state felici; ma allora io
non ne giudicava così. Il padre mio era soldato, ed io non lo conobbi, perchè quando
nacqui ei militava lontano dal nostro villaggio; era ancor giovine quand’io lo perdei ; egli s’annegò nel Reno. Mia madre,
cho era sempre malaliccia, non gli soprav
Par essa parola, difatti, sorse un popolo, si
mantenne da ogni altro distinto, conservando
solo in mezzo a genti idolatre, la conoscenza di
un Dio unico, creatore d’ogni cosa; e secondo
la medesima Parola, che avea data consistenza
a quella nazione singolare, nasce poi l’aspettalo conduttore dei popoli, il Cristo, che non è
rigettalo, senza che il popolo antico venga disperso ovunque in testimonianza perpetua a
tutti, e senza che dietro a Cristo s’accalchino le
nazioni, come dietro al Redentore.... oggi ancora 0 nei secoli dei secoli universalmente celebralo.
Come dubiterei che Iddio abbia parlato? Una
osservazione quanto mai superficiale, che salta
alla mente d’ogni uomo più ignorante o dotto
che sia, mi dà a vedere come la presente società , sussista per quella parola, come per la
medesima sia stata la storia quella che ognuno
sa, come per essa sia in gran parte determinala
la mia vita. Pertanto, esaminando più attentamente im fatto che, bon gré mal gré, ha avuto
ed ha sulla vita umana tanta influenza; e viemmeglio convincendomene, coH’aver fede, lungi
dal fare violenza alla mia ragione; le vedo aperto un campo non tciiebroso^ ove di adorazione e di culto essa aneora è potentemente invaghita. Certo è chela ragione riceve anzi che
dare la parola ultima che spiega le cose, il principio 0 la fine di tutto; ma il ricevere da Colui
che ci ha formati la verità cho deve nutrire,
sviluppare, e fortificare Ja mente, non ò poi
cosa irragionale. Sentirci piccoli non è un impicciolirci ; nò è oscurantismo l’adattarci a ricevere istruzione da Colui che è luce o vita degli
uomini.
II.
All’infanzia del genere umano, la Parola di
Dio è quale si conviene a queU’età. La Bibbia
racconta le così dette teofanie, o apparizioni di
Dio. Sotto diverse forme più o meno somiglianti
all’umana, Dio appare ai primi uomini, ad Adamo, ai suoi discendenti, ai patriarchi d’Israele,
parlando in siffatta guisa ai sensi non meno che
allo spirilo , finche sapessero attendere meglio
alla voce più intima della co.scienza, più spirituale della Parola ispirata. Conveniva somma
visso a lungo. L’ angoscia cagionatale dalla
morte del marito e dalla storpiezza del figlio,
le spezzò il cuore. La mia vecchia e pia nonna
allora ebbe compassione di me; ella mi condusse
nella piccola sofTitta dove dimorava, e mi prodigò
quanta tenerezza ella avrebbe potuto trovare
pel fanciullo il più bello e il più prosperoso.
Nondimeno lo lagrime le sgorgavano spesso
dagli occhi quand’ella pensava alla mia triste
condizione. Ma la mia buona nonna aveva anche essa una vita stentata da menare; albergava presso una nuora, cho non si portava
mollo bene verso di lei, e non v’era nella casa
persona che le mostrasse interesse. Suo figlio,
primo marito di tal nuora, era morto, ed ella
s’era rimaritata ad un uomo, che mostravasi
malcontento di vedere la mia vecchia nonna
alloggiata gratuitamente sotto il suo tetto, e
d’essere astretto da obbligazioni che avea sottoscritto a fornirle talune coserelle.
fContinmJ.
3
mente che Iddio si manifestasse cos^ distinto
dalla natura, la quale fa tanta impressiono sugli
uomini, che il culto di essa si sviluppò ovunque
mancò il lume della Rivelazione.
La prima Scrittura, che ò la legge di Moisè
venne data da Dio medesimo, non senza una
fragorosa e splendida apparizione, con suon di
celeste tromba, per cui tutto il popolo tremava;
e tanta solennità di circostanze non era punto
inopportuna nò indifferente, acciò la legge fosse
ascoltata e praticata quale Parola di Dio.
La Rivelazione è dunque in sul principio
tutta obiettiva, esteriore, sensibile: la voce di
Dio appare accentuata fortissimamente; lo Scrittore sacro riferisce parole e discorsi, quali dice
averli ricevuti dalTEterno Iddio.
Vengono poi meno le visioni, o teofanie, dopo
la promulgazione della legge, che serve di norma al popolo, e toglie in parte la necessità del
solenne intervento di Dio. Egli non cessa però
di rivelarsi a speciali individui, a’ profeti, i
quali descrivono le loro visioni sovente |)erloro
stessi misteriose, e danno in quella forma che
l’han ricevute profezie a loro slessi oscure. Iddio non sdegna di parlare alla loro imaginazione, come prima parlo anche ai sensi, sempre
adattando la sua Parola al grado di morale e di
spirituale sviluppainento del suo popolo.
Infine dopo la dispensazione profetica, dopo
un tempo lasciato all’aspettazione dell’adempimento delle cose preiletto, nuovamente è suscitato un profeta, e dietro a lui viene il Signore, cho parla agli uomini come uomo, come
fratello, come amico, se non che udendolo tutti
esclamano: « Niuno parlò giammai come Costui» , ed altri più che convinti ed illuminati
gli dicono: »Signore: cui co n’andremo? Tu
hai le parole della vita eterna; e noi abbiamo
conosciuto ed abbiamo creduto che tu sci il
Cristo, il Figliuolo dell'iddio vivente » (Giov.,
VII, 46; \ I, 68, 69). {Continua.)
INA DOPPIA MORTE.
Ultimamente un degno servitore di Cristo, in
America, l.T. Russel, così conrhiudeva un’eloquente sua allocuzione, in una Società bibblica:
«Milioni d anime, salvate dalla benefica in«fluenza di questo Santo libro, intuonano, in« torno al Trono di Dio, il canto dell’agnello».
Nel proferir colali parole, innalzò al cielo lo
sguardo, come rapito in estasi dallo coso descritte, ristette un iìitaiito dicendo: tho finito».
Si pose a sedere e mori sull'atto, colpito da
fulminante apoplessia.
Un vecchio soldato, sent*>ndo vicina la morte,
volle compiere i suoi doveri religiosi; fece chiamare il prete, ascolto attentamente le sue esortazionipoi con fioca voce gli chiese: * Potrebbe, padre reverendo, dirmi se sia presa Sebastopoliì» .Meravigliato il confessore di tal domanda per parte d’un moribondo, rispose: «Non
si sa nulla di certo». Il malato prosegui: «Io vi
faceva una tal domanda prima di morire, per
aver la soddisfazione di dar questa buont notizia al maresciallo Saint-Arnaud » ; cosi detto
chinò il capo, e dopo un quarto d’ora spirò.
Lettori che avete sc^irso questi due aneddoti,
quale di queste due morti vi pare la più degna d invidia? Se direte la prima, come ne son
certo, badate vi soggiungerò io, cho chi vuol
morir da cristiano deve vivere altresì da cristiano; e se non avete comincialo ancora, affrettatevi, per tema che domani sia troppo tardi.
ASSEMBLEA
de' Cristiani EvaDgelici di tatto il mondo, occorrendo
l’Esposiuone universale a,Parigi, nel 1855.
Di buon grado pubblichiamo nelle nostro
colonne la seguente Circolare che ci viene trasmessa, facendo voti acciocché il gran disegno
che l'informa pos.sa realizzarsi e produrre nel
seno della Chiesa evangelica tutti quei santi e
innumerevoli frutti a' quali mirano i pietosi
promotori di esso
Profutiamo dell' immenso concorso di persone
che l'esposizione universale attirerà a Parigi nella
prossima esià, per convocare una coiifi'renza di
Cristiani evangelici di tutto il mondo. Noi ci affrettiamo di farlo sapere a’ nostri fratelli, acciocché
possano prepararvisi fln d’ora, o per lo meno accompagnare questo progetto colle loro preghiere.
Non occorre insistere lungamente sull’ importanza e rutilila di una simile assemblea. Vi sono
delle cose che non hanno bisogno di veruna apologia. La sola idea di questa conferenza basta a
raccomandarla. Qiiniili beni non possiamo noi augurarci da silfaiia riunione di Criallani d’ogni nazione, d'iigni tribù, d'ogni popolo e d’ogni lingua?
Quale abbondanza di lumi e di vita non dovi à scaturire dal coniano di questi si diversi elementi ravvicinati nell’adorabile unità del Padre, del Figliuolo
e dello Spirito Santo! .
Perdareai'odesta conferenza un’importanza pratica più diretta, noi facciamo preparare una »rrie
di relazioni, alta a presentare ni'H’assieiue la piìi
ricca e la piii completa statiitica religiosa che finora s’abbia potuto ottenere. Noi desideriamo d’accomunar i bisogni e le risorse di tutta quanta la
Chiesa evangelica, non già per soddisfare ad una
sterile curiosità, ma si per armonizzare le nostre
forze, per dirigere su’ punti deboli e minacciati la
attenzione di tulli i Cristiani, e per ac< rescere dovunque l’amore, il lavoro e la preghiera. Non è
nostro pensiero di organizzare,una vana parata,
ma di tenere una grande rivista dell’ esercito di
Gesù Cristo, in cui ciascuno de’suoi diversi reggimenti defili davanti al suo celeste condottiero per
prendere da lui la parola d’ordine. Sette r.ipporti
generali redatti d.i srrlltori di lingua francese tratteranno, dal punto di vista del mondo intero, le
seguenti questioni: Alleanza evangelica— Difllcoltà esterne che incontra l’evangelizzazione nel
momento altiiale — Catlolicismo— Incredulità —
Missioni presso ai popoli non cristiani — Osservanza delia Domenica — Unioni di giovanetti. Tredici rapporti speciali redatti da eniifienti uomini di
diverge nazioni ci faranno conoscere lo staio religioso dell’ Inghilterra, dell’lrlanda, dell’America,
della Francia, deU’Olanda. della Svizztira, dell’ltalia. della Germania, de’ paesi del nord della Kussia,
dell'inipero turco, del popolo israelita, ed essendo
possibile anche degli Stali austriaci. Cercheremo
d'assicurarci il concorso d'uomini speciali che, dopo
la lettura di ciascun rapporto, ne ripiglieranoo l’argomento per completarlo verbalmente.
Non sarà questa la prima conferenza di tal genere. I nostri amici della Gran Brettagna han per
i primi concepito o realizzato codesto piano al
tempo dell’esposizione di Londra nel 1831. Siffatlo
tentativo riusci al di là d’ogni nspettazione. Ciò
posto non abbiamo il diritto di sperare che la conferenza di Parigi sarà per essere di maggior inte
resse, appunto perchè essa presenterà un carattere
più universale? Infatti la Chiesa protestante della
Francia, cosi debole e così poco compatta al presente, ma così gloriosa nel suo passato, 6 oggetto
di non minore simpatia al di là dello Stretto e delI’Allantico. Poco alta ad agire da per se stessa, offre alle Chiese degli altri paesi un luogo anunirabile di convegno. La posiziono geografica di Parigi
ci promette di vedere il continente europeo rappresentato in questa conferenza d'una maniera più
completa che a Londra. L’antica amicizia che esiste Ira la Francia e gli Stati Uniti ci fa contare
sopra un numeroso concorso dei nostri fratelli
americani. L’alleanza intima cho si è stretta di recente fra l'Ingliilterra e la Francia, non che le facilità ili viaggio che posseggono i nostri fratelli
della Gran Brettagna pernieKeranno loro di venire
in numero coni grande, come avrebbero praticato
nella loro stessa metropoli. E chi sa se alcuno dei
nostri amici inglesi che, attesa la loro particolare
posizione, avrebbero tema di entrare a Freemason’s
Hall non si sentiranno più liberi in un suolo straniero? Le circostanze di tempo non sono meno favorevoli che quelle di luogo. Dopo il 1851 l’Alemagna risvegliandosi ha fatto passi d.-i giganti; i paesi
del Nord hanno seguito il medesimo progresso;
l'Italia ha visto formarsi dello nuove chiose piene
d’avvenire; l.i Spagna si è aperta alla propagazione
della pirola di Dio; noi »i.imo entrali in contatto con
rOriente ni quale sono stali sempre uniti i destini
di'H'umanith; una Irasformazion prodigiosa ha luogo
nella Cliina; il GÌH|ipone comincia a divenire accpssibile; la Nuova Olanda e la California si popolano di chiese d'ogni nome.; le repubbliche del
OMitro d'Aini'rlca cominciano anch’esso ad essere
agitale dal buon lievito. Qual momento per isludiare
insieme lo sialo religioso del mondo! Insomma, il
solo fallo d'una simile convocazione nella capitale
della Francia non é un grande avvenimento? F, chi
l’avrebbe detto alle generazioni dei Ire ultimi secoli che verrebbe un giorno in cui un sogno così
bello potrebbe realizzarsi?
Dilellissimi fratelli, chiunque voi siate, e qualunque sia la vostra posizione esterna, la chiesa
alla quale appartenete. eJ i vostri principi particolari, noi v’invitiamo sin d'ora a questa conferenza.
Essa non sarà una riunione dell’alleanza evangelica. Senza dubbio è la Branca Francesedell’alleanza
evangelica che ha preso l'iniziativa di questa convocazione; ma essa non reclama qui altro privilegio che quello di servire d'intermezzo a' Cristiani
d'ogni nazione, facilitando il loro ravvicin.imenlo.
Essa non domanda alla conferenza che di consacrare una seduta, sopra venti, a suo particolare interesse, ed i relatori non che gli oratori speciali sono
siati scelti indistintamente al di fuori e al di dentro della nostra organizzazione. Sarebbe stato assai
dispiacevole che le prevenzioni onde l’alleanza è
ancora oggetto, poiessero di bel nuovo risorgere
da una conferenza che deve abbracciare gli interessi religiosi di tulio il mondo. Perché voi siale
ammessi a questa bella conferenza, basta che abbiale salda fedo nelle grandi dotlrine del Vangelo
che la Branca Francese dell'alleanza ha scritto sulla
sua bandiera. Ecco ciò che essa dichiara : « La
Branca Francese ammette nel numero de’suoi membri tutti i cristiani che, volendo vivere nell’amore
fraterno, esprimono l'intenzione di confessare con
essa, conformemente alle scriltnre ispirate da Dio.
la loro fede comune nel Dio Salvatore, nel Padre che
U ha amato, e cho li giustifica colla grazia, per la
fede nel suo Figliuolo, nel Figlio che li ha riscattato col suo sacrifizio espiatorio, e nello Spirito Santo,
autore della loro rigenerazione e della loro santificazione—formanti un solo Dio benedetto eternamente
alla gloria del quale essi desiderano consacrare la
loro vita. » Se noi domandiamo h vostra adesione
4
a questa breve esposizione della verità evangelica,
ciò non è dal punto di vista deH’alleanza, ma nel
solo interesse della conferenza progettata. Ella non
può essere veramente fruttifera che riunendo dei
fratelli legati dal vincolo d’una fede comune. D’intorno a queste dottrine fondamentali, simili a un
centro luminoso, v’è posto per tutte le individualità.
La lingua della conferenza sarà la francese, ma
gli esereizii di devozione si faranno in francese, in
inglese, in alemanno; e inoltre all’infuori delle ore
di riunione vi saranno conferenze speciali fra’cristiani di una medesima lingua ; a dir breve, noi
cerchiamo, per quanto ci ò possibile, di farci intendere da tutti. Saranno prese le opportune misure
per fornire a’ nostri fratelli stranieri i mezzi di soggiornare a Parigi e desinare in comune a modico
prezzo. Noi faremo sapere a suo tempo l’epoca precisa di quest’assemblea, il locale, i mezzi di ottenere de’biglietti d’ammissione e gli altri particolari
che importa di conoscere preventivamente.
Dilettissimi fratelli, vi abbiamo sottoposto uno
degli argomenti più degni del nostro interesse cristiano. Se il Signore sarà con noi — e come potremo dubitarne? — da questa assemblea potranno
scaturire incalcolabili beni per l’avvenire della
Chiesa. Siamo certi che voi farete di tutto per intervenirvi. Che Dio tolga di mezzo gli ostacoli,
che vi prenda per mano, che vi faccia attraversare
felicemente i continenti ed i mari, e che vi prepari
per la prossima està le più magnifiche benedizioni.
Lione, 11 novembre 1854.
A nome del Comitato centrale
della Branca Francese dell’Alleanza evangelica
G. Fisch, presidente.
NOTIZIE RELIGIOSE.
Torino. Ieri sera, alle ore otto, una numerosa
adunanza di fedeli raccoglievasi nel tempio Valdese, allo scopo di unire lo sue preghiere alle
tante, che da tutte le parti del Regno, s'innalzano
a Dio, onde impetrarne la guarigione della nostra
amatissima regina, più che gravemente amma' ata,
e l’efficacia onnipotente delle sue consolazioni
sopra tutta la Reai Famiglia così particolarmsnte
afflitta in questi giorni.
Genova. Una società di signore sò qui organizzata onde provvedere coi loro gentili lavori
(che saranno posti in vendita probabilmente alla
metà di febbraio, in un localo che verrà notificato)
allo stabilipiento di un dispensario di abiti e di
lingeria a prezzo modicissimo per i nostri poveri.
Lo zelo delle nostre sorelle nell’oprare caritatevolmente, secondo il Vangelo, ci serve d'incoraggiamento e di stimolo all’opera dell’insegnamento
e della edificazione nella fede evangelica. Un
medesimo spirito, una medesima fede, consacra
l’attività di tutti, uomini e donne, alla gloria di
Cristo, nelle opere caritatevoli. Così appare visibile come tutti i membri del corpo di Cristo
hanno la loro santa missione, e concorrono al
bene comune con gioia e con amore, allorché la
fede si ravviva mediante la fiamma pura della
parola e dello spirito di Dio.
{Nostra corrispondenza}.
Parigi. Il Governo essendosi risolutamente rifiutato alla domanda sportagli dal sig. pastore.Valette d’inviare elemosinieri evangelici per le cuie
spirituali da darsi ai soldati francesi di quella comunione che guerreggiano in Crimea, il sig. Valette,anziché lasciarsi scoraggiare da questi rifiuti,
si è rivolto ai suoi correligionarii, invitandoli a
fare spontaneamente ed a proprie spese quello
che il Governo non avea voluto concedere. Il suo
appello è stato assai favorevolmente accolto, e
due zelanti ministri di 6. C., i rev. E. Frossard
e Roerich, incaricati di questa pia missione,
stanno per recarsi o si sono di già recati al loro
posto. Un altro degno pastore, il sig. F. Monod,
ha stampato nel suo giornale Les Archives du
Christianisme, un caloroso appello agli autori ed
editori di'scritti religiosi ed istruttivi, perchè
vogliano concorrere coi loro doni alla formazione
di piccole Biblioteche circolanti, da porsi a disposizione dei due elemosinieri. Cosìlacaritàfraterna
avrà più cho supplito a ciò che non ha voluto fare
il Governo. V’ha egli male in ciò? — Anzi noi vi
scorgiamo un gran tene, ed una prova di più che
non i favori degli indifferenti danno la vita alle
chiese, ma sAthene i sagrificii dei loro membri.
Lione. Niente di più commovente della storia
della Chiesa evangelica di questa città, composta
quasi per intiero , come fu detto altra volta, di
fedeli usciti dal romaiiesimo. Nel 1825 essa si
riassumeva in tre soli membri. Nel 1832 il numero
di questi era salito a 52. Nel 1833 la Chiesa veniva
installata in una cappella capace di 200 uditori.
Nel 1839 fu necessario ingrandirla di un terzo, e
nel 1840era diventata affatto insufficiente. Essendo
riusciti vani gli sforzi per l’affitto di un altro locale nel centro della città, fu giocoforza risolversi
a fabbricare, e una nuova cappella, capace di 700
persone, venne eretta al prezzo di 150,000 fr. Ma
ecco che, appena scorsi quattr’anni, era divenuta
necessaria l’apertura di una prima succursale, poi
di una 2*, poi ancora di una 3*, in cui t«itte si celebra il culto ogni domenica, oltre a cinque diversi
luoghi di rdunanze per i giorni feriali! La cappella
principale non potea dunque più bastare, ed i direttori della Chiesa si fireoccupavano come fabbricarne una nuova capace di almeno 1200 posti,
quando una circostanza affatto imprevista li costrinse a mettere il loro disegno ad effetto più
presto che non l’avessero pensato. Essendosi dal
Municipio di Lione decisa l’apertura di una nuova
via nelle vicinanze di detta cappella, e questa
trovandosi compresa nel novero dei fabbricati di
cui fu ordinata l’espropriazione, per motivo di
pubblica utilità, forza è stato di sgomberare, ed i
nostri fratelli stanno per imprendere l’erezione
di un vasto tempio , che atteso 1’ annessione
delle scuole portata dal loro piano, ed il prezzo
elevato cosi dei terreni come dei materiali nella
città di Lione, non costerà meno di 260,000 fr.
Di questi 260,000 fr. 160,000 verranno pagati dal
Municipio come prezzo degli immobili cedutigli;
ma rimangono a trovarsi altri 100,000, per procacciarsi i quali i direttori della Chiesa di Lione
fanno appello alla liberalità cristiana dei loro fratelli di tutti i paesi. E noi portiamo ferma fiducia
che il loro appello sarà sentito , non potendo
un’opera cosi evidentemente benedetta da Dio non
riscuotere le simpatie di tutti coloro, chenon colle
labbra soltanto, ma col profondo del cuore dicono
tutti i giorni al Signore ; « Il tuo regno venga ».
Spagna. Secondo una corrispondenza spagnuola del Siècle, monsignor Franchi, nunzio del
papa a Madrid, si oppone alla vendita de’ beni
del clero, minacciando al governo di dimandare
i suoi passaporti qualora detta vendita si effet
tuasse. Ma queste minaccie . a quanto pare, non
esercitano alcuna influenza sulle intenzioni del
gabinetto, il quale è deciso non farne caso e procedere a quella misura che reputa utile e conveniente a'bisogni della nazione.
LoNnRA. Dopo la partenza di miss Nightingale
e delle sorelle che 1’ accompagnavano, grande
quantità di signore ha seguito il suo esempio, e
si fa ascendere a più di ottanta il numero delle
pie donne evangeliche, che lasciando i loro placidi focolari si sono recate in Oriente per prestarvi
agli ammalati ed ai feriti tutte quelle cure amorose , di cui la vera carità cristiana ha sola il
segreto.
Dublino. Domenica 5 novembre p. p., giorno
commemorativo della cospirazione della Polvere,
tre persone hanno abiurato pubblicamente la fede
romana nella chiesa di S. Tommaso di questa
città, una delle quali era un ex-studente in teologia nel collegio di Maynovth.
Germania. QiMranta famiglie di Neustadt, piccola città dell’elettorato di Hesse hanno testé
abiurato gli errori della Chiesa romana, e fatto
ritorno al grembo della Chiesa di Cristo. Il concistoro più vicino ha immantinente mandato un
pastore a questa nascente comunità, ed autorizzalo a suo favore una colletta a domicilio in tutto
lo Stato.
Asia: Nankin. — Da una recente visita alla capitale
degli insorti (Nankin) del sig. M. Lane, ambasciatore
americano in China, accompagnalo da un missionario,
paro non si confermino le belle speranze concepite
sulla direzione religiosa di colai movimento. — Con
tutti i pregiudizii dell’antica monarcliia, la boria del
celesteimpero, l’avversione ad ogni ingerenza straniera,
ravvisasi nella terminologia religiosa de’rapi, più che
altro, un fanatismo smodato, die va crescendo col
successo delle loro anni. 11 capo Hiing .Sintsinen,
dicesi fratello di Gesù, in senso iiilt’aliro che bibblico.
— Il suo primo ministro Yani-Sin-tsing , empiamente
appellasi ; Il santo divino spirito. Che che ne sia però
delle pretensioni de’capi, un gran risultato è conseguito — crolla da ogni parte l’antico muro della China
— circola per ogni dove la parola, e sappiamo che
non tornerà al Signore senza effetto.
BOLLETTINO POLITICO.
Gli ambasciatori di Francia ed Inghilterra, residenti a Vienna, il giorno 16 ricevettero da’ rispettivi governi le istruzioni necessarie per aprire
le conferenze tendenti al ristabilimento della
pace.
Il Senato e la Camera degli Stati Uniti hanno
deliberato, a quanto dicesi, d’invitare il presidente di quella repubblica a proporre la sua mediazione alle potenze belligeranti d’Europa, per
venire ad un pacifico aggiustamento.
La Prussia ricusa di aderire al trattato del 2
dicembre; ma si riserva il diritto di prender
parte alla revisione eventuale de'trattali europei;
al che, come assicura la Gazzetta di Colonia, si
opporrebbero la Francia e l’Inghilterra, le quali
non vorrebbero ammettere alle conferenze che i
governi ad esse uniti.
Secondo alcuni giornali delle frontiere russopolacche sarebbe stato di recente sequestrato un
numero ragguardevole di proclami redatti in lingua polacca e stampati in Inghilterra, con cui si
faceva appello ad una rivolta aperta e generale
contro la Russia.
Il giorno 8 corrente, otto battaglioni russi passarono il Danubio, presso Tulcia, ed assalirono
aU’improvvisla la guarnigione turca, la quale si
difese con coraggio maraviglioso; talché dopo
considerevoli perdite d’ambe le parti, i Russi ritornarono alla sinistra sponda del fiume.
Nulla di nuovo da Sebastopoli.
Il governo Sardo ha già preso varie misure per
la spedizione d’un corpo d’ armata pattuita nel
trattato colle potenze occidentali. Questo corpo
è destinato per la Crimea dove sarà sottoposto al
comando del generale inglese, lord Raglan. L’arsenale di marina a Genova è a tal uopo in grande
attività. Il generale Lamarniora, ministro della
guerra, che volle spontaneamente dividere i disagi ed i pericoli del nostro esercito, ci è suffi- • ■
ciente guarentigia che i nostri bravi soldati non
avranno a patire difetto di cosa alcuna nelle regioni remote dove li chiama il dovere e la gloria.
Grofiso nomcBtco gerente.
Tori», t8S5.— UNIONE TIPOGRAFICO-EDITRICE TORLNKSB