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S pe c L.
BIBIilOlECA VALDESE
TQRRE BELL ICE
(forino)
DELLE VALLI VALDESI
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XC — Num. 29 ABBONAMENTI 1 Eco: L. 1.300 per l’interno Eco e La Luce: L. 2.000 per l’interno Spediz. abb. postale I Gruppo
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Sangue per lo etràdo
Ezechiele 22: 1-23
Era il tramonto d’Israele. Il regime, governo fantoccio ossequente al grande impero mesopotamico, era intimamente marcio : il quadro che Ezechiele
ne fa, nel suo messaggio profetico, è un quadro di sfacelo; impera la violenza
la volontà di potenza dei grandi, anche a prezzo della vita altrui, la delazione
miete vittime, lo sfruttamento del lavoro degli umili è regola della società, e
come pauroso contraccolpo i peggiori crimini, in particolare quelli a sfondo
sessuale, tingono cupamente la cronaca quotidiana (vv. 6-12); il piccolo Israele
mostra chiaramente i segni del decadimento, ormai maturo per la rovina e lo
sfacelo di una « civiltà ». Ma — e qui è la testimonianza particolare che distingue Ezechiele da un moralista — Israele non tramonterà come sono tramontate tante civiltà, quasi per una legge
di natura, la legge della nascita, della
fioritura e del fatale declino: no, anche nella sua fine (del resto non definitiva, anche se tale per la generazione colpita) Israele sarà, dinanzi a tutti
i popoli, il popolo di Dio; la sua fine
si c;)nfigura come un aperto, esplicito,
preannunciato giudizio di Dio. A tanta scelleratezza si è potuti giungere
percliè si è fatto deiriddio vivente
l’Iddio di un tempio, non il Signore
della società; il sangue corre, segno
del! ingiustizia, e precorre il duro giudizio dell’Iddio santo.
1! sangue è corso — come in tanti
paesi del globo — anche per le vie
di città italiane. Non vogliamo certo
for.sare gli accostamenti; ma non è
difticile distinguere nella nostra vita
italiana, se non principi feudali certo
forze economiche e politiche che nella loro volontà di potenza e di dominio non hanno lo scrupolo della malafede, si giovano della delazione e
del nepotismo, giungono fino al sangue. dalle vittime della mafia a quelle
degli scontri con la polizia; non è difficile distinguére — contraccolpo" della svirilizzazione della nazione —
esempi di una « dolce vita » stancamente perversa e di scelleratezze che
vanno dalla brutalità del « mostro di
Orbassano » al torbido intrico del
« caso Tandoj » di Agrigento. Di fronte a queste forze, deliberate nel loro
« gioco » politico, quanto spesso la
reazione è la abulica apatia di masse
i cui ideali sono la « 500 » e « Campanile sera » — pctnem et circénses,
pane e divertimenti, già i dittatori romani sapevano che così si teneva buono un popolo — o che comunque idoleggia la propria buona pace. E quando eventi particolari scuotono questa
apatia e questo quieto vivere, non si
ha la reazione riflessa, calma, ferma,
ma la dimostrazione tumultuosa, il
disordine di piazza — con le sue vittime — fuoco improvviso su cui soffiano compiacenti interessi di parte.
Non vorrei essere frainteso ; sono
convinto che le manifestazioni che,
con caratteri diversi, si sono avute in
tante parti del nostro paese contro la
minaccia, inutilmente minimizzata da
parte governativa, di una rinascita fascista (ancora trono e altare), sono
state manifestazioni di vitalità, di capacità di reagire ad un’involuzione che
è proseguita costante dalla costituzione della repubblica. Ma si tratta pur
che se valide : non si costruisce una
sempre di manifestazioni in parte irriflesse. sentimentali e passeggere, ancoscienza nazionale manifestando contro il congresso missino o portando
corone d’alloro al Martinetto.
E soprattutto, il messaggio di Ezechiele dice qualcosa di particolare anche a noi, in questo nostro cristianissimo paese: a tanto si giunge, all’oppressione violenta se pur subdola e
alla reazione intemperante, al sangue
insomma, perchè Dio è stato relegato nei templi, un Dio che vive fra ori,
incensi e sacre liturgie, fra pellegrinaggi e apoteosi di santi, forse fra
17 febbraio e 15 agosto; ma troppo
spesso un Dio morto al Viminale, a
Montecitorio e a Palazzo Madama
strane palestre di atleti dilettanti —,
e nelle sedi dei partiti — anche dei
più « religiosi » — e nelle forze dell’ordine pubblico chiamate a così grave missione, e nelle grandi dimostrazioni popolari, e forse nel bravo valdese che depone la sua scheda nella
più sperduta sezione elettorale.
Allora, se così stanno le cose — e
ne sono convinto — nessuno di noi
ha diritto di pretendersi puro e innocente. Anche se non tutte le responsabilità sono uguali, indubbiamente,
nessuno di noi può e deve illudersi
di essere al riparo del crudo giudizio
di Dio. Bisogna che lasciamo che esso
ci tocchi, ognuno di noi personalmente; e che da questo punto di vista —
poiché così, ci annunzia Ezechiele,.
Dio ci vede — guardiamo all’involuzione del nostro paese e del nostro
governo e alle responsabilità del sangue che è corso; corso non per la
gloria di alcuno ma a causa del nostro peccato. Dimentichi me, dice il
Signore, VEterno (v. 12).
Colpevoli nelle nostre innumerevoli incoerenze di cristiani.
Colpevoli nel nostro atteggiamento
così spesso sprezzante o almeno indifferente verso la «sporca politica», considerata feudo di mestieranti o campo
di gioco di « fissati » che hanno quello
hobby come altri ha quello dei romanzi .gialli o della pesca subacquea. E
così contribuiamo, con il nostro atteggiamento negativo, a convalidare la
convinzione che Dio sia un dio del tempio e non il Signore dei popoli e della
storia; e ci presentiamo come i pii(?)
quietisti della pace ad ogni costo — la
nostra pace, beninteso, anche a costo
di quella altrui.
Colpevoli nella povertà della nostra
intercessione. Così i spesso convinti,
nell’intimo nostro, se anche non osiamo formulare il pensiero, che Dio non
dirige veramente il mondo, persuasi
che non ci sono che fatalità, e che l’arrivismo, le discriminazioni, le rivalità
politiche ed economiche sono forze ben
altrimenti reali che la potenza di Dio,
la nostra intercessione per il paese, per
i responsabili a tutt( i livelli, per i governanti diventa cosa assurda, irreale,
pia illusione. Qua e’ là, nella nostra
intercessione nel culto pubblico (ma in
quello privato?) fa* una fugace comparsa la « preghiera- per le autorità »,
generica quanto si vuole: ma quale
consistenza ha? chiediamo realmente
qualcosa di concretp e preciso? e preghiamo credendo veramente che l’ultima parola la dice Dio, il vero affermatore della giustizia e costruttore
della pace?
Possa il sangue corso, crudamente
illuminato dalla Parola di Dio attraverso la testimonianza di Ezechiele,
richiamarci dai nostri peccati, prima
che Dio debba pasSare al crogiolo noi
tutti ridotti a scorie senza valore (vv.
17-23).
C’è tuttavia, in questo duro giudizio di Dio, una frase minacciosa eppur gioiosa ; E conoscerai che io so>no
l’Eterno (v. 16). Non. solo nel sereno
momento della coipunione esaltante,
ma anche nel duro momento del giudizio senza attenuanti e della più profonda umiliazione, c’è in mezzo a noi,
c’è nella vita di ognuna ;di noi Uno
che è l’Eterno ; un potente, anzi l’Onnipotente la cui divina' eternità non
sta nel tenersi al di sopra del nostro
tempo miserabilef bensì nel mostrare
nel corso del nostro tempo miserabile
la sua fedeltà gelosa ma senza pentimenti, dal tempo di Abramo al tempo
di Ezechiele al nostro tempo.
Gino Conte
Apocalis^ al Monte Bianco?
Per mancanza di spazio non possiamo, in questo numero, pubblicare
una nota relativa alla « apocalissi del
M. Bianco». Vogliamo solo ricordare,
di fronte aiifanatismi settari, ma altrettanto dì fronte allo scetticismo
superficiale o troppo sicuro di sè, alcune parole evangelii^...
Gesù, interrogato dai: Farisei sul
quando verrebbe il Regno di Dio, : rispose loro dicendo: Il Regno di Dio
non viene in maniera da attirare gli
sguardi; nè si djrà: Eccolo qui, o:
Eccolo là ; perdi#, ecco, il Regno - di
Dio è dentro di veti (o in mezzo a voi).
Disse purè al suoi discepoli; ,
ranno giorni ’ che désidèrerete Vèdfere
uno dei giorni del Figliol dell’uomo, c
non lo vedrete. E vi si dirà : Eccolo
là, eccolo qui: non andate e non li
seguite ; perchè com’è il lampo che
balenando risplende da un’estremità
all’altro del cielo, così sarà il Figliol
dell’uomo nel suo giorno. Ma prima
bisogna ch’ei soffra molte cose e sia
reietto da questa generazione.
Luca 17
Òr imparate dal fico questa similitudine: Quando già i suoi rami si
fann# teneri e metton le foglie, voi
sapete che l’estate è vicina. Così anche voi. quando vedrete tutte queste
cose, sappiate che egli è vicino, proprio pile porte.
Ma quant’è a quel gfiomo ed a quell’ora nessuno li sa, neppure gli angeli dd cieli, neppure il Figliuolo, ma
il Padre solo. E come fu ai giorni di
Noè, eosì sarà alla venuta del Figliuol
deH’ubmo. Infatti, come ne’ giorni innahzi; al dilùvio si mangiava e si beveva, [si prètidea moglie e s’andava a
.marito, sino al giorno che Noè entrò
hèll’arca, e di nulla s’awide là gente,
finché venne il diluvio che portò via
tutti quanti, così avverrà alla venuta
dei Figliuol dell’uomo. Allora due sa.
ranno nel campo; l’uno sarà preso e
l’altra lasciato; due donne macineranno al mulino: l’un a sarà presa e
l’altra lasciata. Vegliate, dunque, perchè non sapete in qual giorno il vostro Signore sìa per venire.
Matteo 24
SETTE GIORNI
GIOVEDÌ’ 7
In varie città italiane dimostrazioni contro i fatti di Roma; a Reggio Emilia, in
scontri fra dimostranti e polizia per un comizio non autorizzato si lamentano cinque
morti e un’ottantina di feriti. Il governo
li compiange ma presentando il moto come
un tentativo sovversivo comunista, afferma
di voler difendere ad ogni costo l’ordine
costituzionale. Nuovi tumulti a Palazzo
Madama e a Montecitorio. La CGIL indice
per l’indomani lo sciopero generale, la
CISL e la UIL non vi aderiscono.
Mentre gli ultimi americani si preparano a lasciare Cuba, giunge la prima petroliera russa, e numerosi docenti della
università dell’Avana si dimettono in segno di protesta per le epurazioni condotte
dalla Federazione degli studenti contro i
« docenti controrivoluzionari ».
Alla Corte Costituzionale
La Corte Costituzionale, respinto il ricorso di una società privata ("Il Tempotv”) che si era visto .negare l uso di alcuni canali tv per trasmissioni televisive, lui
dichiaralo legittimamente costituzionale
che soltanto alla RAl-TV sia consentito
gestire il servizio radiotelevisivo e curarne la diffusione. Questo ^ iti apparente
contrasto con l articolo della Costituzione
che riconosce a tutti di diffondere il pensiero con qualsiasi mezzo — perchè, dato
il costo dell’impresa e la limitatezza dei
’’canali”, ”ìn regime di liberta d iniziativa i servizi radiotelevisivi non potrebbero essere che il privilegio di pochi”. Questo giudizio provocherà forse ulteriori polemiche; ha, comunque, una sua validità;
ma allora — ci pare — lo stesso criterio
dovrebbe essere applicato ad altre questioni analoghe (ad esempio il dibattuto problema della tuizionalizzazione delle fonti
di energia): che il monopolio sia politico
o economico, la scelta fra liberismo e nazionalizzazione dev’essere coerente.
Comunque, i giudici costituzionali hanno riconosciuto la necessità che nella RAITV di Stato sia garantita l'imparzialità, e
il diritto d’espressione di tutti. Ne prendiamo atto con soddisfazione, sebbene
sappiamo quanto sia difficile questa obiettività senza un vero confronto.
Infine, sempre secondo la Corte Co.stituzionale. il giuramento ’’davanti a Dio
non limila la libertà dell ateo.
VENERDÌ’ 8
Dimostrazioni per lo più ordinate in
varie città, sciopero parziale; tuttavia tumulti a Palermo e Catania : 3 morti e oltre
cento feriti.
Il Presidente del Senato, Merzagora, propone una tregua generale di 15 giorni :
« Per evitare nuovi lutti, i partiti, le forze
della Resistenza, i sindacati si impegnino
a far cessare subito ogni manifestazione...
Con la calma ritornata nel Paese il Parlamento apra un ampio dibattito politico
e tutte le parti si impegnino a rispettarne
le decisioni »; le sinistre accettano, le destre sono contrarie, la DC lascia facoltà di
scelta all’esecutivo, ma non nasconde le
sue riserve a quanto può suonare critica
al governo.
SABATO 9
Kruscev afferma: «Se gli S. U. intervenissero a Cuba, l’URSS potrebbe lanciare missili sugli S. U. », e Etsenliower
risponde che gli S. U. non permetteranno
la costituzione nell’emisfero occidentale di
un regime dominato dai comunisti. E’ augurabile che i cubani riescano a far sentire la loro opinione che, secondo la carta
dell’ONU, dovrebbe essere l’unica determinante...
Dopo giornate inquiete, nel Congo, riusciti vani i tentativi del governo di mantenere l’ordine e la legalità, si accentua
l'esodo degli europei sconvolti dalle violenze dei soldati in rivolta.
Powers, il pilota dell’L2 abbattuto sugli Urali, è rinviato a giudizio sotto l’accusa di spionaggio.
DOMENICA 10
Il Congo è sconvolto dall’anarcliia; decine di vittime fra la popolazione bianca,
violenze un po’ dovunque; le truppe belghe intervengono sanguinosamente, e così
pure quelle inglesi stanziate nella Rbodesia ; minacce secessioniste della regione
meridionale del Katanga.
In Italia, strascichi delle dimostrazioni
nei processi contro numerosi arrestati. Si
attende il dibattito sulle interpellanze al
governo che si aprirà al Parlamento martedì.
LUNEDI’ 11
Il governo congolese chiede l’intervento
deirONU per sedare la rivolta che dilaga
in tutte le regioni, con uccisioni e violenze. Il Katanga (la ricchissima e progredita provincia merid. del rame e soprattutto
dell’uranio) annuncia la sua secessione,
forse stimolata da mire annessionistiche
della Rhodesia : la regione passerà dalla
zona d’influenza belga-americana a quella
inglese?
Radio Mosca annuncia che il ricognitore (un RB-47) dato per disperso dagli
S.U., è stato abbattuto sul Mar di Barents,
in acque territoriali sovietiche, non avendo obbedito all’ingiunzione di atterrare.
Note di protesta del Cremlino a Washington, Londra (la base deH’aereo era inglese) e Oslo (l’aereo si sarebbe appoggiato
a radiofari norvegesi). Due dei sei ufficiali
dell’equipaggio sono stati tratti in salvo e
trattenuti. Gli S.U. ritirano tre U-2 di
stanza in Giappone.
La direzione DC si dichiara solidale con
l’operato del governo (con l’astensione del
prof. Gorghi, segretario de, di Reggio Emilia) in un comunicato generico ohe permette di supporre una certa divergenza
sul problema di fondo.
Il governo dell’Avana denuncia Washington al Consiglio di sicurezza delrONU per « aggressione economica ».
MARTEDÌ’ 12
Inizia alla Camera il dibattito sogli incidenti italiani: Nenni, Saragat e Malagodi chiedono alla DC una scelta decisa;
Togliatti minaccia resistenza ad oltranza
contro un rinascere dello squadrismo.
F. Parri, presidente del Consiglio della
Resistenza, presenta un progetto di legge
per sciogliere il M.S.L, ma il Senato rifiuta la procedura d’urgenza.
La Casa Bianca respinge le accuse sovietiche: l’RB-47, che non svolgeva missione
di spionaggio, fu abbattuto fuori delle acque territoriali sovietiche.
Mentre continua la fuga angosciosa dei
coloni, la situazione nel Congo rimane
grave; gli S.U. rifiutano Pinvio di truppe.
MERCOLEDÌ’ 13
La direzione DC prende in considerazione l’offerta di Saragat e Malagodi di
cercare una nuova maggioranza di governo; questo è dunque praticamente in crisi.
Nel Congo i paracadutisti belgi passano
all’offensiva cercando di assicurarsi alcune località strategiche (specie gli aeroporti); il governo congolese riceve offerta di
aiuto dal Ghana; prosegue l’esodo dei profughi. Mosca accusa l’Occidente di « oppressione colonialista », e Hammarskjoeld
propone al Consiglio di sicurezza dell’ONU l'invio di truppe internazionali e
rifornimenti.
I cattolici austriaci e
la visita di Kruscev
Wien — In occasione della visita di Kru
scev in Austria, i vescovi cattolico-roman
di questo paese hanno chiesto ai fedeli d
pregare con maggior fervore per « la Ghie
sa perseguitata nei paesi dell’Europa orien
tale..l alle prese da anni con le persecu
zioni comuniste per le proprie convinzio
ni religiose ».
La pastorale sottolinea che il governo è
naturalmente in obbligo d’accogliere l’ospi
te sovietico con la cortesia e i riguardi do
vuti al suo rango. Ma è altrettanto chiaro
— affermano i vescovi — che i cattolici au
striaci devono evitare tutto « ciò che po
irebbe essere interpretato come una mani
festazione di simpatia ». « Non possiamo
dimenticare che colui che viene nel nostro
paese è il più alto rappresentante del comunismo ateo e persecutore, e nemmeno
per otto giorni possiamo dimenticare le
sofferenze sopportale dalla Chiesa del silenzio. Al contrario, in quest’occasione,
pregheremo con più intensità e fervore per
tutti gli uomini i cui diritti fondamentali
sono stati violati: vescovi, sacerdoti e fedeli martiri. Proprio in quest’ora è nostro
preciso dovere manifestare profondamente
la nostra solidarietà con loro ». S.OE.P.I.
Nel Congo indipendente
Parallelamente alFind pendenza polilira realizzata a poro a poco da; popoli
africani, le Ch ete raggiungono una dopo
l’a'.lra rindipemlenza. L’ultima in ordine
di tempo è la Ch'e.sa presbiteriana del
Congo, divenuta romplelamenle indipendente a partire dal mese d’aprile. Sorta da
una missione pre.sbiteriana americana, rimane strettamente in contallo con questa,
i cui m ssionari continuano a servire la
ch’esa africana come « collaboratori fraterni ». 1 due iprincipali centri d’azione del1.1 nuova chie.sa sono Kaisai e Léopoldville. La miss'one presbiteriana americana è
una delle più antiche dell’Africa: operava nel Congo prima dei Belgi. Con i suoi
170 missionari, i suoi 7 ospedali e il suo
miglia’o di scuole, ha avuto una parte
con.siderevo'e nello sviluppo del paese. Si
stima che la Chiesa presb'teriana del Congo, che conta oltre 70.000 membri, è in
contatto con circa 126.000 cristiani congolesi. (Inf. A.R.M.)
Ma in che misura questa azione potrà
influire sulla attuale sanguinosa crisi di
crescenza ?
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pag. 2
'■i
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
N. 29 — 15 luglio 1960
LA
Í DI GENgVA
Bilancio dei III Distretto
La Conferenza distrettuale del 111 Distretto, convocata a Genova nei giorni 28
e 29 giugno ha iniziato i propri lavori con
un culto nel nuovo tempio, celebrato dal
Past. Guido Mathieu. A presiedere il Seggio è stato chiamato il predicatore d’ufficio,
ed accanto a lui sono stati eletti un vice
presidente (Dott. Gay) un^ segretafm
namenta - Distrettuale, che ha dato origine
ad una discusMoné, vivace in verità, dalla
quale sono apparse evidenti tre correnti di
pensiero. Innanzi ’ tutto è bene precisare
che la Relazione sinodale predisposta dalla
apposita Commissione, è stata oggetto di
esame di'quasi tutte le Assemblee di Chiesi; solo in pochi casi l’argomento è stato
(Sig. „G. Villa),';La. mattina dèi 29 dei soli Consigli di Chic
vato i convenuti di nuovo raccolti -nèl. '■ 8a,VÌ"s^d'per alcune delle quattro propo
tempio per un ineve culto -liturgico-dirS>.r - -rÌtB^'-4t^^pdi(fica vi sono st|te delle astensio
Ceni. Fissati quindi nei locali della
saV U normale avvicendami deUe varie f«ii''.l^):;pè<'j|stret.fnilè
La vita della diaspora
Tra i particolari problemi oggetto di discussione, primo è stato quella della diàspora t problema che in questa conferènza
ha esulato dagli schemi di una discussione,
teorica per divenire vjvo, anzi personaìeV»'
per incarnarsi diremmo nella persona di .
un rappresentante del Consiglio di Chiesa .
della Diaspora: Lucca-Bar^a-Viareggioi.'
presente, per esplicito invito del Sovrintendente, alla nostra conferenza. Certo tale in- ..
vite non può vantare la patejmita di alcunò*^ u,
degli'articoli dei’nostri R. O., ma ciò non
è stato avvertito che di sfuggita dai convenuti che con gioia hanno accolto quel fratello la cui presenza significa un primo positivo di inserimento nella vita della nostra
Chiesa Valdese di tre gruppi di fratelli
che altrimenti sarebbero stati costretti —
ancora per quanto tempo? — a dimorare ai
margini, al di fuori di quella Chiesa di cui
sono membri a tutti gli effetti.
Altra situazione veramente degna di essere compresa con amorosa sollecitudine è
quella della Chiesa di Rio Marina che per
tanti; forse troppi anni, è stata orbata di
un conduttore proprio, ma che, nonostante
tutto, si presenta oggi a noi con un volto
nuovo e con responsabilità ed impegni sempre crescenti. La nostra Conferenza, sensibile a questa esigenza, ah espresso il seguente O.d.G. approvato all’unanimità ;
”La Conferenza Distrettuale del IH
Distretto, dopo attento esame della comunità e della Casa Valdese di Rio Marina, tenendo conto dello sviluppo turistico dell’isola e delle nuove occasioni di evangelizzazione, e ritenendo indispensabile la continuazione di un ministerio pastorale regolare a Rio Marina, invita la Tavola ad inviare uri Operaio sul luogo”.
Con piacere sottolinearne la collaborazione attiva e costruttiva che durante questo
anno ha visto impegnati in uno sforzo di
comune servizio, la Chiesa Valdese e la
Chiesa Metodista. Già fin dal colloquio di Rio Marina (di cui a suo tempo
abbiamo scritto per « La Luce »), l’esigenza di un lavoro comune più intenso e meno teorico nel nostro distretto che è quello che maggiormente si presta ad una cooperazione con i Metodisti, è avvertita con
chiarezza ed ha portato buoni frutti. Per
le campagne evangelistiche svolte a Siena
(in favore della locale comunità Valdese)
ed all’Aquila (in favore della Chiesa metodista) sono stati impegnati pastori metodisti e Valdesi che si sono avvicendati in
un comune servizio. La collaborazione è
stata benedetta di buoni frutti anche nelTambito delle comunità. Un esperimento
di integrazione del ministerio pastorale,
proposto dal Comitato Permanente metodista, e cioè che la Chiesa metodista di Sestri sia affidata alla cura pastorale del Past.
R. Nisbet di Sampierdarena, vien resa nota
ai membri della Conferenza che ne prendono atto con vero compiacimento.
Il « sempre dolente » tasto delle finanze
ha per breve tempo trattenuto la nostra attenzione; certo un aumento v’è stato, ma il
nostro Distretto non ha raggiunto, anche se
per poco, la meta prefissa.
munita, o i Cònsigli di Chiesa in qualche
^Caso, sperano'realmente resi conto della
i pòrtàtà- dèlie loro risposte ai singoli quesiti?/ M in ' che senso interpretare alcune
àstènsipni?, E pm:chè non accennare al problema^,posto da qualche comunità circa il
^desiderio che i Distretti vengano suddivisi
ih', jpresbitèn? Evidentemente parlare di
eventuale "formazione neU’ambito dei dismetti o di ripartizione dei distretti stessi
in. presbiteri fórmati da alcune Chiese che,
pei^ l’èssere geograificamente vicine non possono avere problèmi ed esigenze molto simili, o parlare addirittura, come qualcuno
ha proposto, di tètale abolizione dei nostri
distrétti cui dovrebbero essere sostituiti un
numero di presbiteri o di « piccoli distretti » o « circuiti », significa però bruciare le
tappe ed oltrepassare i limiti entro cui la
nostra Conferenza era invitata a pronunziarsi. Perciò su questo secondo punto di
vista, calorosamente esposto e sostenuto,
nulla è stato deciso. Il « terzo parere » (ci
sia permesso di definirlo così), è stato esposto dal Past. N. Giampiccoli, Vice Moderatore, a nome della Conferenza del II Distretto: esso si concretizza: a) nella proposta di aggiornamento della nostra decisione circa la prima proposta di riforma che
comporterebbe la formazione di un nuovo
distretto Piemonte-Liguria ; b) nella elezione di un membro della nostra Conferenza che possa aggiungersi agli altri membri
di una Commissione eletta dal II Distretto
in vista dello studio della eventuale realizzazione di un nuovo, Distretto facente
capo alle Chiese di Torino-Milano-Genova
sensibilmente aperte verso problemi simili
di evangeUzzazione e viventi in una medesima situazione sociale ed ambientale. Ma
questa proposta che nella mente dei presentatori vuol dar vita ad un « triangolo di
servizio », vien da taluno paragonata ad
una allettante tentazione il cui frutto sarebbe la formazione di un triangolo si, ma
un « triangolo d’oro » in cui verrebbero
concentrate le comunità più abbienti, le comunità finanziariamente maggiorenni. Ed
è forse questa definizione da taluno scherzosamente chiamata «definizione marxista»
che ha determinato il seguente O.d.G. approvato all’unanimità ed in cui, pur mantenendo una netta posizione, tuttavia non
si esclude a priori la possibilità di uno
studio che forse avrà ben precise conseguenze.
Riforma distrettnale
L’argomento che ha maggiormente impegnato la nostra Conferenza è stato quello
inerente alla progettata riforma dell’Ordi
Ecumenismo
di pala e piccone
Per la prima volta i campi di lavoro del
Consiglio ecumenico delle Chiese si estendono all’Africa centrale — Congo,
ùhana, Kenya e Rhodésia del Sud — dove
giovani cristiani, consacrando le loro vacanze estive a un lavoro pratico, vogliono
portare il loro aiuto alle Chiese locali. Lo
Stato di Costa Rica, nell’America latina, è
anch’esso per la prima volta sulla lunga
lista dei paesi in cui hanno luogo dei campi ecumenici, e che sono ora 31. Ogni anno un migliaio di giovani partecipa a
questi campi, per cui, nei 10 anni in cui
il Consiglio ecumenico li ha programmati,
sono oltre 10.000 giovani di razze, nazionalità e confessioni diverse che hanno partecipato a questa esperienza unica della
comunità ecumenica.
Secondo gli stessi partecipanti, il successo di questi campi dipende in larga misura dal programma di queste vacanze talvolta molto ’inconfortevoli”. Benché i
campisti siano soprattutto studenti, l’accento di questo impegno di un mese non
cade sulle discussioni teoriche nè sui corsi,
ma sul lavoro manuale che i campisti de
Vila delle Chiese
ueUa ' 81^ relazione che ha
pf^ehtato :Ùno Bcmtinio'*del vari pareri
deUù procedura ha avuto iniziò:
.^jla lettura della Relazione della Com&.*;;'’|:"^rvénutL L’ar|0mém perciò,; secoiàdo la
Dis^ett. ha fatto seguito un franco scatffi-ópinìonq'id^ alcuni, ayrebbe'-’potùto essere
bio di giudizi e di pareri e, se alcuni pnitti^.-i'aBgannto nella formulazióne di un 0.d.G.
sono stati approvati-dii rispettoso e éon-i’S>, che si limitasse ad esporre il parere espres
senziente sìlehzip ' ' dèll’Assemblea, altri»9-dalla maggioranza delle Chiese, ma da
hanno suscitato^qUalche osservazione, risol-' àlèwne osservazioni circa il vaglio deUe ri
tasi, con sottile senso di hnmor; 'in ùn'^) ' alcUne precisazioni è parso che
frizzante scandtio di battute. sVìJ j ìl problema di'fon^
'.di qiimite apparentemente sembrava. Le co
Dopo una rapida scórsa alla situazione
delle singole Chiese, la parola è data al
Past. Mathieu che legge la relazione della
Commissione di studio sugli aspetti negativi delle nostre comunità. Certo «siamo tutli inginocchiati dinnanzi allo stesso problema, il problema delle nostre carenze»,
problema più grande delle nostre forze e
che comporta indubbiamente una totale revisione di ogni metodo, una serie dì scoperte di sensibilità vocazionali che spesso
esulano dallo schema dei ministeri classici.
Certo, se come qualcuno ha detto, « il nostro testimoniare è solo un rosicchiare un
proselitismo qua ed uno là » per fame un
bravo membro di Chiesa, per inquadrarlo
ed inviarlo in un primo tempo nei ranghi
delle nostre comunità, ed in un secondo
tempo risvegliarlo ed inviarlo ad evangelizzare, battiamo un cammino errato ; forse
dobbiamo seriamente riesaminare il problema della dispersione del popolo di Dio
e preoccuparci di formare non ottimi membri di Chiesa, ma innanzi tutto dei veri
cristiani consci della propria vocazione. Solo allora avremo delle Chiese viventi, ricche della varietà dei doni dello Spirito.
Ma una Conferenza Distrettuale non può,
nel breve lasso di tempo concessole, approfondire un così grave problema che postula
un ripensamento deUa vita della Chiesa;
perciò è stato formulato da tutti il desiderio che la relazione sugli aspetti negativi
delle nostre comunità venga ciclostilata e
distribuita alle Chiese percliè ne facciano
oggetto di attento esame.
Un bollettino écumeniGo
por i cattolici spagnoli
Barcellona — Un nuovo bollettino di
stampa cattolico-romano, ” Orientacion y
Informacion ecumenica ”. è uscito a Barcellona, dando notizie dettagliate sul Consiglio ecumenico delle Chiese e sulle Chiese che ne sono membri, sul protestantesimo
in Italia, la terza assemblea ecumenica a
Nuova Delhi (1961) e la visita fatta da una
delegazione ecumenica al patriarcato di
Mosca, nel dicembre 1959. Un rapporto
sulla situazione nella Germania orientale è
basato^ su dichiarazioni del Pastore M. Niemoller, presidente della Chiesa evangelica
dello Hessen. ’’Ogni cristiano dev’essere un
testimone della verità e della giustizia ; ma
di fronte alla divisione della cristianità,
non sarà che un povero testimone se non
si sforza di conoscere le altre confessioni
quali esse veramente sono, senza alterazioni nè pregiudizi ” — si legge nel bollettino
che appare sotto la direzione del P. Salvador de los Borges, O.M.C. S.OE.P.I.
ni, l’avvenire della Chiesa... Crediamo
sinceramente che nè gli individui nè le
classi nè i popoli die costituiscono la comunità politica spagnola godono d’upa libertà sufficiente ».
Dopo aver denunciato le condizioni nelle quali sono effettuati gli arresti e le detenzioni arbitrari, la giustizia resa, la tortura praticata, la stampa e l’opinione neutralizzate, la vita sindacale e politica asservita ad un potere autoritario... i sacer
doti pregano i loro vescovi di fare tutto
quanto è in loro potere perchè il popolo
spagnolo ritrovi la pace che ha perduta.
...6
la sconfessione
vescovile
Dirigente cattolico
anti-franchista
Lk bIbzìoiiì
Al termine dei lavori si è passati alle
elezioni. I due membri della Comm. Distr.
sono stati rieletti. Deputati al Sinodo saranno i Signori: Augiolillo, De Nicola,
Bertolino, Agrifoglio. Supplenti i Signori:
Jalla, Giuliani, Giorgiolè, Messina.
Come sede della prossima Conferenza
Distrettuale è stata scelta Livorno; predicatore d’ufficio Past. R. Nisbet.
In una simpatica atmosfera di ecumenismo hanno portato il saluto delle loro
Chiese ed i voti per un benedetto lavoro
al servizio del Signore i Pastori S. Carile
e Cacciapuoti della Chiesa Metodista, il
Rev. Donald Mac Viear della Chiesa Scozzese, ed il Past. Rudolf Lepsien, Decano
della Chiesa luterana di Genova.
Con un rinfresco, gentilmente offerto
dalla comunità locale che ringraziamo di
vero cuore per l’affettuosa e pronta ospitalità, si è concluso il nostro soggiorno genovese. Giovanni Scuderi
Madrid — Secondo le Informazioni cattoliche internazionali, il Dr. Sorge Pujol
Sorey, dirigente cattolico assai noto, è
stato condannato da un ’’Consiglio di
guerra sommario d’urgenza”, riunito a
Barcellona, a sette anni di prigione. L’imputato era accusato di ’’ingiurie al capo
dello Stato”. Ma nel corso del processo
il Dr. Pujol ha tenuto a sottolineare che
solo a causa delle brutalità subite da parte
della polizia aveva confessato di essere
l’autore di un opuscolo clandestino ; tuttavia ha dichiarato che ”la clandestinità è
l’unico mezzo d’esprimersi in Spagna”.
Dna lettera
di sacerdoti baschi.,
Secondo una corrispondenza da Madrid
riportata da La Stampa (8 luglio) i vescovi cui era indirizzata la lettera lianno
respinto il documento definendolo « sospetto e irresponsabile » e mirante ad
« oscuri fini politici ». La ripulsa è stata
sollecitata dal fatto che parecchie copie
della lettera sono state fatte circolare clandestinamente in Spagna e all’estero.
La presa di posizione dei quattro vescovi, pubblicata nel bollettino ufficiale dei
vescovadi di San Sebastiano, Vitoria, Bilbao e Pamplona, afferma innanzi tutto elle
i firmatari del documento sono « molto
meno numerosi di quanto sostenuto all’estero » e che il documento non prcsimta garanzie di autenticità e non può essi-re
accettato per i « suoi palesi errori cd il
suo carattere politico ».
Dopo aver detto di non poter compicndere « come la passione politica » abbia
così accecato alcuni sacerdoti, anche se
una minoranza, i quattro vescovi invitano
i sacerdoti a dedicarsi a compiti religiosi
e a non immischiarsi nella politica.
Malgrado la sconfessione dei vescovi,
si rileva l’importanza della protesta ilei
parroci, in quanto rappresenta una ì ;dicazione dell’estremo disagio spirituale
vaio da numerosi sacerdoti di fronte
politica franchista.
.co
alla
Madrid — Sempre secondo le Informazioni cattoliche internazionali, in una lunga lettera datata il 30 maggio, indirizzata
.ai vescovi di Viteria, S. Sebastian, Bilbao
e Pamplona, 339 sacerdoti baschi scrivono, fra l’altro: « ...Le accuse di cui siamo oggetto sono diventate cosi generali e
così veementi da costituire un vero grido
pubblico... Sarebbe un errore funesto sottovalutare la gravità di una situazione che
può compromettere, per delle generazio
Accanto a queste notizie in buona : arte rallegranti, prova della vitalità cristi na
di un settore almeno del cattolicesimo iberico, ci dispiace di dover registrare ttn
nuovo atto d’intolleranza: un altro taso
di ratto di un bimbo protestante, per allevarlo cattolicamente, di cui dà notizia La
Vie protestante; per mancanza di spezio
siamo costretti a rimandare i particolari
al prossimo numero.
” La Conferenza del IH Distretto,
udita la Relazione del Vice Moderatore,
latore delle proposte della Conferenza
del II Distretto, riconosce la necessità
di uno studio delle esigenze di specifica evangelizzazione nelle zone industriali indipendentemente dalla ripartizione, e delega a questo fine un rappresentante della Chiesa di Genova per
unirsi ai membri della Commissione di
studio del II Distretto ”.
Circa la progettata riforma deH’Ordinaménto Distrettuale, viene approvato all’unanimità il seguente O.d.G.:
” La Conferenza del IH Distretto,
preso atto dei pareri espressi dalla maggioranza delle assemblee concernenti i
punti 1, 2, 3, della Relazione della
Commissione sinodale, si dichiara favorevole alla riforma dell’ordinamento distrettuale che ne consegue demandando
al Sinodo la discussione e le deliberazioni riguardanti la futura struttura della Tavola Valdese ”.
vono affrontare ogni mattino, come le necessità molto concrete di una qualunque
comunità cristiana nel mondo. Dalla costruzione di strade e di case all’installazione di un giardino d’infanzia e al raccolto,
numerosi sono i lavori fisici faticosi per
cui i giovani e le giovani maneggiano pala
e piccone. Dopo la giornata, nella quale
negri e bianchi, luterani e battisti hanno
faticato vicini, il tempo libero è consacrato allo studio biblico in comune, allo
scambio di esperienze e all’incontro con
i membri della comunità in cui i campisti sono al lavoro, in modo completamente
disinteressato.
Fra le loro attività molto varie, menzioniamo la trasformazione di una vecchia
stazione missionaria a Patpara (India) in
un centro di riposo e di conferenze; costruzioni nei bassifondi di Goteborg (Svezia); la costruzione di un serbatoio d’acqua potabile nell’isola di Citerà (Grecia);
la riparazione di danni causati dal tifone
’Vera’ a Nagoja (Giappone) ; e varie attività nei campi di rifugiati in Austria,
Germania e a Hong-Kong. S.OE.P.I.
UN PASTORE SCOZZESE ALLE t^ALLI
Roberto Maxwell Hanna
FU in seguito alla sua ultima visita alle Valli, neH’autunno del 1855,
che il reverendo scozzese prese la decisione di scrivere. Tanno’ successivo,
alcuni articoli per un giornale del
suo paese, che poi vennero raccolti in
un opuscoletto intitolato : « Letters
on thè Vaudois pcor and their amelioration ».
Siamo negli aiuii rovinosi dei cat
tivi raccolti alle Valli: la mancanza
degli abituali prodotti, noci, castagne,
uva, patate, aveva portato la miseria
in moltissime famiglie. Il ricordo di
quei tempi terribili è giunto fino a
noi, nei racconti che i vecchi facevano, durante le lunghe veglie invernali. Si raccontava infatti, ancora mez
zo secolo fa, che quando le annate
correvano magre e la fitta popolazione non poteva emigrare nè all’interno nè aH’estero, i poveri si dovevano accontentare come paga, dopo
aver lavorato dalla mattina alla sera come bestie da soma nei campi altrui, di portare a casa, non già, come,
Rut la Moabita le spighe raccolte
durante la mietitura, ma semplicemente i « linsulet » ( il bunium bulbocastanum dei botanici) che avevano
trovato nello zappare i gerbidi delle
più fortimate famiglie del luogo. Oggi. non credo ci sia più un solo ragazzo alle Valli ohe vada, per semplice curiosità, alla ricerca di tale insipido tubercolo.
Ma chiudiamo la parentesi e torniamo al nostro cronista. Così grande e profonda era la miseria che egli
incontrò nel suo viaggio esplorativo
alle Valli, che, notava egli, im sesto
della popolazione doveva in quegli
anni dipendere più o meno dalla carità pubblica.
sono schiacciati da tali oneri, che costituiscono una delle più serie dififlcoltà nella via del miglioramento' della loro vita».
Terzo' male che il ministro denuncia a malincuore è ¡a eccessiva frequenza dei processi, con tutte le inevitabili conseguenze. Ed è un male
che può e deve essere tolto di mezzo,
ili tutte le comunità, così come si è
già fatto a Pomaretto, per Fenergia
ed il buon senso del suo pastore (che
era allora il Lantaret).
Rimedi proposti
In primo luogo la emigrazione che
Sua diagnosi
Il ministro scozzese fu colpito da
quella estrema miseria e decise, a costo di essere frainteso da taluno, di
denunciarla: con la ragionata speranza di trovare qualche rimedio.
Così egli denuncia coraggiosamen
te la miserabilità delle abitazioni
dell’alta montagna, ove ha trovato
come abitazioni umane dei tuguri nei
quali, egli afferma, i suoi connazionali metterebbero con estrema difficoltà le mucche.
Egli vede poi un secondo male nella massa dei piccoli debiti, causati
dalla miseria ed un po’ dalla manìa
di comperare delle terre, prendendo
a prestito il danaro occorrente e rovinandosi con gli interessi passivi.
« Credo di non esagerare, dichiara lo
Hanna. dicendo che circa i tre quarti dei pìccoli proprietari nelle Valli
è, data la ristrettezza ed in buona
parte la improduttività del territorio,
una necessità ineluttabile. Bisogna
impedire la emigrazione temporanea,
del tutto dispersiva ed ecclesiasticamente negativa, e la eventuale emi
grazione, secondo certi progetti in gestazione, diretta in Algeria o in America. ed incoraggiare invece una
emigrazione indirizzata nelle varie
città del Piemonte: Alessandria, Asti,
Cuneo; Vercelli, come già è stato fatto per Torino e per Genova (dove c’erano già due chiese costituite), dato
l’indirizzo liberale del governo sardo.
I campi previsti per una emigrazione che prevedeva un esodo di almeno 3000 persone, sono oggi tre : gli
Stati Uniti, l’Argentina e la Sardegna. E mentre la precedenza alle Valli era data alle due prime località perchè « omne ignotum pro magnifico »,
lo Hanna preferiva la Sardegna ove
vedeva, dato l’interesse che manifestava per queU’isola il Governo, buone prosi>ettive per l’avvenire e concreti vantaggi, pur non sottacendo le
due principali obbiezioni che incontrava quel progetto: la insalubrità
dell'isola ed il carattere degli abitanti. A tale proposito, precisa lo scozzese, ho pregato il sig. Cleff di Manchester, che sta visitando la Sardegna per vedere se vi è possibile la
coltivazione del cotone, di vedere se
fosse attuabile combinare tale progetto con una colonizzazione valdese. Se ciò fosse, conclude il giovane
ministro, tm grande passo innanzi
sarebbe compiuto' per diminuire il
pauperismo nelle Valli.
Un altro mezzo per diminuire la
miseria alle Valli, secondo lo Hanna,
è quello di sviluppare i commerci e
le industrie. Ci sono attualmente alla Torre stabilimenti per la seta e
per il cotone, che impiegano da 8 a 9
cento operai. Ma i Valdesi vi manda
no poco volentieri i loro figlioli. Nell’altra valle le fabbriche danno lavoro a 5 o 6 cento operai, per la mag
gior parte stranieri: e data l’avversione dei Valdesi per il lavoro in fab
brica, è dubbio che esse portino loro
lavoro. Ma quel che lo Hanna non
può ccmprendere, a distanza di otto
anni dalla Emancipazione, è la esiguità degli esercenti e dei commercianti ed artigiani valdesi. Perchè cosi pochi costruttori, carpentieri, febbri, calzolai, sarti, eoe. valdesi?
Ultimo mezzo preconizzato dallo
Hanna per migliorare le condizioiii
di vita dei Valdesi di cento anni fa.
era quello di migliorare l’agricoltura.
I minuscoli appezzamenti fra roccia
e roccia e tanto distanti dalle abitazioni. compensano il tempo e la fatica impiegati a lavorarli? Non renderebbero di più le zone elevate dei foresti e delle miande come zone rimboschite? Non potrebbero ad es. due
o tre giovani valdesi passare un po’
di tempo in Inghilterra o in Scozia
ad acquistarvi delle conoscenze di
agricoltura più progredite, per portarle in seguito alle Valli?’ E se non
è possibile convincere un giovane valdese a studiare agricoltura nella
Gran Bretaña o un signore inglese
a venire ad insegnarla alle Valli, perchè non si cercherebbe di spingere
un qualche candidato al pastorato a
fare quel che hanno fatto un Félix
Nefl o un Oberlin?
E dopo questi imbarazzanti interrogativi lo scozzese concludeva la sua
coraggiosa diagnosi sulla vita sociale valdese nel 1855 con una non me
no ardita costatazione che onora il
pastore Hanna. Da quando il Gilly,
egli osservava, visitò le Valli 30 ann’
fa, quanto è stato fatto per l’educazione del clero, ma quanto p>oco
per elevare la condizione sociale del
popolo. Ed il clero è ammirevolments addestrato, mentre il popolo non
fa progressi.
Queste parole son degne di meditazione ancor oggi, a distanza di 105
anni da quando le pronunziò l’ancor
giovane ministro della Chiesa presbiteriana scozzese di Firenze, che si
spegnerà ivi circa un anno dopo, il
19 dicembre 1857.
La Chiesa valdese perdette in lui
un sincero amico ed uno dei più capaci ed instancabili missionari in
Italia, ove egli avrebbe trovato la sua
seconda patria, se la morte non lo
avesse così immaturamente rapito,
togliendolo ad un’opera per la quale
egli era ottimamente preparato. Anche a lui i Valdesi debbono il loro
omaggio e la loro riconoscenza per
l’amore che egli manifestò per i loro
problemi e per le soluzioni suggerite.
T. G. Pons
IV
3
15 Inglío I960 — N. 29
IN MARGINE ALLE DISCUSSIONI PRE-S1NODALI
Un richiamo sul metodo
L’ECO DELLE VAULI VALDESI'
pag
Rispondere esaurientemente alle
numerose questioni sfiorate dall’amico e pastore Salma nel suo scritto
sui « deputati e delegati » richiederebbe un discorso assai lungo e torse
noioso. Mi limiterò quindi a segnare
solo alcuni punti circa il metodo.
1) E’ indubbio che le questioni relative al valore degli o.d.g. delle assemblee ecclesiastiche minori su temi che tornano all’esame delle assem
blee superiori ed alla posizione dei
« deputati » delle Chiese, sono assai
importanti; ma esse non possono risolversi che nel quadro del sistema
proprio del nostro ordinamento ecclesiastico. E ciò è quanto ho (»reato
di fare nel mio scritto apparso su
« La Luce » del 26 giugno ; spiacente
che Salma non vi abbia rinvenuto
elementi chiarificativi ma solo « confusione », debbo però rilevare che col
suo scritto egli non vi reca alcun miglior contributo.
2) E’ poi penoso constatare ancora
una volta quale sia la diflìdenza e
l’ironico disprezzo che una parte almeno dei nostri pastori riservano nell’an’mo loro per i giuristi! Non merita perciò di riprendere espressioni,
meschine più che argute, c»me « la
grammatica del diritto ecclesiastico»,
o « il mulino dei giuristi ». Esse valgono il « leguleio » a cui si è abbandonato il past. Geymet nel suo scritto sulle Commissioni di esame ed al
quale ha così ben risposto «un laico» nello stesso numero dell’Eco dove è apparso l’articolo di Balma.
Quella risposta vale anche per lui!
3) Sfuggire ad esame giuridico delie n r d scipline ecclesiastiche non
è poK.-iibile. perchè ogni cosa va valutata nell’ambito del suo ordine. Ed
il di ìtto e una scienza che vuole la
pre ne ( lon la confusione) anche
r po erminologico. I sinonimi
son<^ >;empre imprudenti, perchè ogni
p r ha una sua ragione ed un seii
0 or o Dome in diversa materia,
nei p La strada » di Fellini, « Gel«om- la » comprese che; «Zampano
e ‘ at > ha ben diverso significato t i «E' arrivato Zampanò», così
tro iiei.somini di casa nostra bisogna I enderoi conto che una cosa è
« de outato » ed altra è « delegato ».
Anche le questioni terminodogiche
vam o risolte nel quadro (ieU’ordinamei ;o in cui insorgono e non al lume di altre discipline; e il Tomma^
seo - a parte che l’edizione di cui
dispongono non dice tutto quello che
Baiala riferisce — non c’entra, proprio perchè non si può fare una questione letteraria di sinonimi prendendo a prestito in un campo' concetti e definizioni tratti da altri campi
a r schio sì di gravi confusioni. Nel
diri I to italiano a cui si rifà in parte
anc ile il Tommaseo, « delegazione »
ha più sensi, amministrativo l’uno
ad es. e civile l’altro. Quello che occorre è vedere nelTordinamento valdese. esaminando i testi nel loro con
testo, che senso hanno le parole che
il legislatore ha impiegato. Questi
potrà adoperare i termini che avrà
ritenuti più adeguati, starà però al
giurista, nella sua funzione di interprete, di cercar la ragione insita
in una diversa terminologia, di percepire il senso della norma (la mens
legis che non è sempre eguale alla
mens legislatoris) e, partendo dalla
pratica, risale ai principi per porre
in risalto i caratteri del sistema giuridico proprio di un dato ordinamento. Un tale compito di esegesi e di
costruzione sistematica, non dovrebbe sgomentare rm pastore avvezzo alle ricerche storiche, all’esegesi biblica ed alla teologia.
4) Un cenno merita anche il diritte ecclesiastico, e conta ricordare che
cerne ben diciva anche l’Hamach.
« la teoria eoolesiastioa segue sempre la pratica». Questa massima è
alla base di ogni ricerca giuridica in
campo ecclesiastico, ordinamento
valdese compreso.
L’errore di valutare il nostro ordinamento in termini di diritto italia
no è largamente invalso nella prima
metà di questo secolo, recando nel
nostro ordine interno notevole confusicne e varie storture. Ma un ta!
« nocumento » — contro cui oggi reagiscono i giuristi —, non è quasi
più avvertito neppure da osservatori
acuti come il Balma, forse a causa
del noto fenomeno del conservatorismo ecclesiastico <5ui molti soggiaciono. ritenendo valide e coerenti solo
le situazioni che hañno trovato in vigore al momento in cui si sono innestati nella vita ecclesiastica. Tale
complesso impedisce a molti il cammino della ricerca giuridica.
5) Il richiamo alla grammatica
tratta da altre discipline ha poi tradito il nostro interlocutore, inducendolo a parlare di « assemblee sovrane », quando è noto, teologicamente
ancor prima che giuridicamente, che
nella Chiesa le assemblee sovrane
non sono e non saranno mai, fintanto che i fedeli riconosceranno Gesù
come l’unico Sovrano della Chiesa e
fintanto che lo Spirito darà loro tale
coscienza anche quando siano radunati in vaste ed autorevoli assemblee.
6) Perchè poi si debba provar gusto a denigrare il Sinodo di fronte
alle comunità, asserendo ohe esso
« non (fice più nulla alle Chiese », non
mi riesce di intendere. Se è per il piacere di denigrare qualcosa, allora mi
par meglio che i pastori continuino
a prender di mira i giuristi. Sarà forse meno giuridico, ma certamente è
più ecclesiastico. Giorgio Peyrot
/ lettori ci scrivono
Pastorato femminile
La s'fi.ra R. Rolìler ha sollevato nel nu
mero del 10 giugno il pro-blema del pastoralo feanmi-nile nella mostra chiesa. Mi
pare abbia esattamente ! impostato il problema affermando -cite il pastorato femminile ha basi bibliehe e che in secondo
luogo si tratta per noi di saper discemere
i doni dati a ciascuno. Da qualche anno il
problema si è assopito nella nostra chiesa; è interessante notare che nel frattempo le chiese protestanti ai varano avviando
lentamente sue questa via. Dopo la chiesa
riformata olandese e la chiesa metodista
cecoslovacca è ora repente il caso della
chiesa luterana di Svezia che ha consacrato tre donne al pastorato. 11 fatto ha suscitato molte discussioni e la chiesa è ancora perplessa in merito ma che eia stato
il vescovo primate, il vescovo di Upsala a
consacrare la prima pastoressa è s’gniificati-ró. E’ bene notare che ovunque si tratta
d, ministeri pastorali jxarticolari affiancati
al ministerio classico, non nel senso che
le donne consacrate siano dei pastori sotto tutela o dei « secondo pastore », ma
che si consacrano con piena responsabilità
ad un lavoro apeciale, fra la gioventù, fra
i bambini ecc. Raramente si è affidata la
responsabilità di una común tà ad una
pastoressa, essenziale è però la sua consacrazione non la sua funzione.
G. Tourn
V ultima parola...
Ancora una volta debbo lamentare che
Lei abbia pubblicato una mia lettera diretta a Lei personalmente (n. del 1» Luglio) per quanto io col dire « resti tra
noi » non àutorizzassi affatto la pubblicazione. (Juesto non è fair play. Con l’uso
da Lei introdotto di pubblicare ogni comunicazione, seguita da una replica e da
un commento, non sempre molto riguardosi, finisce per aver sempre l’ultima parola Lei. E perciò La prego di voler pubblicare questa mia, che rettìfica certe Sue
insinuazioni abbastanza superficiali. Ella
scrive; «Il Sig. M. Eyuard e quelli che
la pensano come lui (sottinteso: quelle
mummie) assumono proprio quell’atleggiamento manicheo (il bene di qua, il male
di là) ecc. ». Ora sappià che io da quarant’anni combatto il comunismo, esplicito
Anticristo e per vent’anni ho combattuto
il fascismo. Anticristo mascherato,, con
danni notevoli professionali ed economici, che non ho voluto mettere poi a frutto.
E eiò appunto perchè, tra l’altro, non ammetto la classificazione dell’umanità in categorie rigide come fanno le ideologie tolaìilarie. Ora tutti, più o meno, siamo
portati a dividere rumanità in due categorie: quelli che la pensano come noi e
quelli che dissentono, riservando la nostra
benevolenza ai primi; e non nego di soggiacere talvolta a tale tendenza. Il fatto
che io denunci il male da una parte non
signifi(-a che trovi tutto bello e giusto dall’altra ; e incomincio ad applicare questo
mio giudizio proprio dalla nostra stampa!
Soltanto voi giovani, cresciuti fuori dalla soggezione di una dittatura non apprez
zale forse abbastanza il privilegio di vivere in una società ove, or più or meno,
si ha il diritto di essere non conformisti e
perfino di introdurre nuovi conformismi,
come quello alle idee del redattore dell’Eco delle Valli.
In quanto alla « Chiesa del silenzio »,
osserverò che Lei parte in resta contro i
mulini a vento, perchè non ne ho fatto
cenno. Ma, senza farne il panegirico, è
indubitato che la Chiesa cattolica è stata
ed è oltre cortina (specie nell’U.R.S.S.)
trattata più duramente delle altre, appunto
per la sua incurabile ingerenza jpolitica.
E eiò potrebbe servire a dimostrarle che
la politica è materia pericolosa, se non si
fosse ormai dimostrato inguaribile!
M. Eynard.
Coscritti
Sono passati anche quest’anno i coscritti,
cantando sguaiatamente le solite stupide e
volgari canzoni, indice evidente di una
certa mentalità. Fieri di servire la patria.
Più uomini.
11 sole, tramontando, tingeva di rosso i
loro volti. Un vecchio sghignazzava maliziosamente, lutto assorto nei suoi ricordi
giovanili. Più in là, alcuni bambini osservavano la scena con gli occhioni spalancati.
Un gatto nero fuggì miagolando.
Perchè ci preoccupiamo tanto dell’esercito? Presto, quei giovani indosseranno
una divisa e ìmbracceranno il fucile. Impareranno i modi più svariati di uccidere.
Per quale motivo? Non ne abbiamo ancora
abbastanza delle guerre?
L’esercito — si dice —• è necessario proprio fier evitare nuove guerre. L’attuale situazione internazionale richiede un equilibrio di forze. Recentemente è fallila una
conferenza sul disarmo. Gli uomini voglio
no la pace, (^ale pace? quella fondata sulla reciproca paura?
Non è possibile. Finché esisterà — seppur ridotta -— una potenza militare, non
sarà eliminalo il pericolo di un conflitto.
Eid è ridicolo che nomini in lotta fra di
loro perchè legati ad opposte ideologie
pretendano di giungere ad nn accordo duraturo.
Solo la comprensione può essere il fondamento di una vera pace. « Il nazionalismo, Io spirito patriottico, la coscienza di
classe o di razza, sono tutte espressioni
dell’egoismo, e perciò gravide di conflitto... Il « mio paese » è un’idea che nasce
dal timore e dallo spirito di autoprotezione
e di conquista, e crea confini e barriere
economiche, e rende impossibile la fratellanza e l’unità umana ».
Noi ci affidiamo ai governi e ci sottoponiamo all’autorità perchè non vogliamo in
ultima analisi assumere la responsabilità di
agire individualmente. Così siamo schiavi
di un ordine sociale « contrassegnato da
lotte ed antagonismo incessante tra uomo
e uomo ». Fin dall’infanzia impariamo a
giocare alla guerra. La stessa educazione
tende a promuovere in noi uno spirito bellicoso, che si coronerà nell’addestramento
militare obbligatorio. Siamo imbevuti di
violenza.
Ora, non possiamo sperare in un avvenire migliore senza risolvere positivamente i
nostri complessi egoìstici, anche a scapito
di noi stessi e della società organizzata.
Il nostro compito di cristiani — se tali
siamo — è quello di portare nel mondo un
fermento nuovo, non legato a nessun partito politico, a nessuna ideologia, ma esclusivamente a noi stessi. Il lievito dell’amore
fraterno, che rende inconcepibile ogni forma, non solo, ma ogni possìbiUtà di violenza. Giovanni Jahier
callolico e
Un religioso
il Consiglio Ecumenico
Neiv York — Un religioso canadese, il
P. Gregory Baum, che insegna teologia al
seminario cattolico-romano S. Basii, a Toronto, ha dichiarato che i snoi correligionari dovrebbero essere riconoscenti al Consiglio ecumenico delle Chiese per la sua
apertura di spirito nei confronti della dottrina romana. In un articolo firmato nella
rivista cattolica laica « Commonweal », di
New York, il P. Baum nota che mai finora
un sì gran numero di protestanti hanno
così sinceramente cercato di conoscere i
fondamenti del cattolicesimo e di rinunciare ai loro pregiudizi anticattolici. Il
che non significa affatto che questi protestanti siano desiderosi di divenire cattolici, precisa il P. Baum; ciò che vogliono, è cogliere la nozione cattolica del cristianesimo, per quel che è possibile dall’esterno.
Ricordando che il papa Pio XII, in una
istruzione del 1950, aveva detto che il movimento ecumenico è « parzialmente dovuto all’ispirazione dello Spirito Santo »,
il teologo canadese non esita a raccomandare il Consiglio ecumenico delle Chiese,
ì cui documenti e rapporti proclamano le
verità fondamentali del cristianésimo, cioè
i dogmi della Trinità, della doppia natura di Cristo, della caduta dell’umanità e
della sua redenzione in Cristo, e della
grazia santificante che trasforma i cristiani in vista della gloria avvenire. Perciò il
P. Baum invita i cattolici-romani a considerare quel che è realmente il Consiglio
ecumenico delle Chiese e a non guardarlo
con condiscendenza, come se « dipendesse
da noi che la Santa Chiesa sia il testimone infallibile dell’Evangelo di Cristo ».
S.OE.P.I.
L’arcivescovo di Canterbury ha proposto che una specie di « giuramento d’Ippocrate », analogo a qnello dei medici, ma
pronunciato dai rappresentanti britannici
della stampa, sia istituito e serva da regola
rispettala da ognuno nella sua professione.
— « ProS'pero è sbarcato ieri sera a
Montevideo; oggi stesso verrà a veli erci! ». . .
Il volto del giovane infermo si rianimò in modo prodigioso; i suoi ocohi brillarono di vita intensa e le gol6 dimagrate parvero ,ad un tratto,
arrotondarsi in rinnovata salute. Volle alzarsi da letto e vestirsi.
— « Gino ». gli disse la sorella, « sii
prudente! Conserva le tue forze! Se
Reberto ti vedesse ti manderebbe
davvero al sanatorio ».
— « Tuo marito, mia cara Lina, sarà il primo medico dell’Uruguay, ma
egli stesso ci ha detto che a volte il
paziente ne sa più del medico.
— « Va bene, se iresti ; non voglio
discutere ; e, visto che il tempo è ma'
gnifico, so che l’aria è uno dei migli<>'
ri rimedi. Però calmiamoci, caro CSino, e risparmiamo le nostre energie,
per far vedere a Prospero che siamo
ancrra pieni di vita».
Gino si sedette in giardino, avido
di Tuce e d’aria. L’arrivo imminente
del suo caro amico e compagno di
studi gli conferì un senso di vita novella e una certezza ohe la sua visita
provvidenziale l’avrebbe guarito a rimesso in condizione fìsica tale da poter fare ritorno con lui nelle sue (jare
Valli. Persino il dottor Roberto, suo
cognato, aveva detto più di uria volta che, ritornando ai suoi patrii lidi,
egli ne avrebbe avuto' un gran giovamento. Alla flii ftoe in che cosa
consisteva la sua infermità? Non si
trattava di una condizione fisica ma
quasi intieramente morale ; quella
nostalgia inguaribile che durante
quei suoi tre anni d’America, lo stava divorando a poco a poco. Lu sorella Lina, sposata felicemente con
Reberto, aveva un bel dire : « bisogna
assuefarsi, ambientarsi...». Ella, 1 It^
lia l’avei'a quasi dimenti(».ta. Ma egli
non viveva, non respirava che pei
suoi monti e per quei fiori ch’egli mnosceva così bene tanto da diventare un botanico provetto forse uguagliato solamente da Prosilo che si
era laureato con lui. Respirò profondamente. Guardò tutt’attorno lori&
zonte e provò quasi un senso di deliquio nei constatare che tutto era piano o pianeggiante come la vistone di
un incubo che non finisce mai. DoV erano i monti culminanti verso il
cielo, le cime eccelse, le valli profonde percorse da torrenti scroscianti ed
i pendi! boscosi e verdeggianti?
Il SUO ritorno in patria
<............................
1 Iflovdla di Qiooannim Xìoi/i '
^____________1_______________^
Ma perchè doveva rattristarsi in un
giorno come quello? Prospero, sì. Prospero stava per arrivare! Si alzò; si
sentì forte; la sua gioia gli aveva ridato tutto il suo brio; ed anche la
sua tosse sembrava sparita intieramente.
Fece un giro i^l giardino esaminande i vari fiori che lo ornavano.
Conoscitore profondo com’era non
solo della loro delicata costruzione
fisica ma ancora di quella misteriosa
vitalità fatta di colori e di profumi
soavi che conferiva toro un linguaggio ed una individualità quasi coscienti, rimase per lunghi istanti dì
fronte ad ogni pianta come estatico,
e finì per sentire la sua anima stessa trasportata al di là del vasto oceano e dolcemente smarrita fra i prati
e i boschi del suo paese natio.
Assorbito com’era ora nella delizio
sa flora delle sue Alpi, sentì il biso
gno di sedersi di nuovo e di sognare
quella realtà così vicina al suo cuore
e alla sua memore acutezza d’osservazione. Eppure s(3spirò, pensando;
« Ah ! perchè non ho portato con me
i! mio erbario? Che cosa non darei
per averlo con me in questo momento ! ».
Potenza del sogno che col suo dolce oblio della realtà presente è, per
il misero mortale, posa e quiete, per
dirla col Tasso! Quanto tempo passò così?... Già si avvicinavano le prime ombre.
Una voce nota to scosse ; « Gino, è
temno di rientrare ! ».... No, non era
antera Prospero, ma Roberto, suo
cognato. Prospero?,.. Gino sentì di
nuovo la lentezza del tempo e l’impazienza di queU’arrivo tanto auspicato.
— « Calma e sangue freddo ! » gli
disse Roberto « Si tratta ora di breve
'empo ».
— « L’hai visto? » domandò ansios:)
i’infermo.
— «Sissignore, l’ho visto. Voleva
venire subito ma fu trattenuto dai
parenti. Non tarderà. Come ti senri?» Il dottore l'esaminò accuratamente. Poi, con atteggiamento soddisfatto ; « Il polso è un po’ troppo
accelerato, ma altrimenti mi pare che
sei insolitamente in gamba».
Ma non fu che dopo cena e quan
do già era caduta la notte, che final
mente Prospero fece la sua vivace
apparizione.
Reberto era andato ad incontrarlo
fino al centro del paese e, alle premurose domande del viaggiatore, aveva risposto crollando alquanto il ca
po;
« Non ci sarebbe troppe male specialmente oggi. Ma il fatto è che il
nostro caro Gino sembra minato da
vari lati. Come sai, anche in Italia
era già estremamente gracile; troppi studi, troppa sensibilità. Pensavamo che qui, in un nuovo ambiente e
in questo clima mite, i suoi polmoni
avrebbero riaffermato i loro diritti.
Invece è precisamente questo nuovo
ambiente che to sta consumando gradatamente; e talora penso che tm ritorno in Italia... Poiché, vedi, egli vive di questa sola speranza; ritornare
al paese natio ! ».
— « Perchè non ritornerebbe con
me? » soggiunse Prctìpero. « Io non
ho,che pochi mesi di vacanza, e poi
si riparte... Tu non sai che nome egli
Si è fatto in Italia! Un posto come
professore all’università non gli mancherebbe ».
— « Ah ! vedremo, caro mio », aggiunse U dottore. « Moralmente quel
tuo piano certo farebbe U miracolo.
Ma c’è sempre quel corpo gracile,
troppo gracile per (»ntenere quello
spirito acceso e inappagato. Ah! Ohe
dilemma. E’ tm conflitto tra la carne, dal cuore e dai polmoni minati e
lo spirito infermo. Ne riparleremo».
Già erano arrivati. Atteggiarono 11
volto al sorriso e ad un’espressione
di entusiasmo che si addiceva a quel
gran momento di gioia intensa che
riuniva i due amici!
La cena che lina, cuoca provetta,
aveva preparata, fu consumata con
la giovialità delle .grandi occaslcni.
Non si era più parlato di malattia.
Prospero fu naturalmente il centro
dell’attenzione; tutti e in modo particolare Gino, pendevano dalle sue
labbra. Le ore passarono rapidamente durante tutta la serata.
L’infermo, con gli occhi brillanti
di vita interna fatta di ricordi e di
speranze, sentiva rifluire, in sè tutte
le riserve della sua vitalità mentale
e spirituale. Verso le undici, sentì il
bisogno di alzarsi come per fare un
discorso e per inneggiare alla ^oia
della vita. Con un accento giubilante esultò;
« Sia benedetta quest’ora ! Quanti
anni ho rivissuto in questi pochi ma
benedetti istanti! Mi pare che tutto
il passato, il presente e Tawenire siano condensati in quest’attimo che
fugge. Questa è per me tutta un’eternità ».
Gli astanti applaudirono; ma Roberto, pur associandosi all’entusiasmo generale, finì per farsi serio. Col
tatto di un medico che sa ponderare
certe realtà senza rivelarle, tornò a
sorridere e disse con tono naturale;
« Bravo, caro Gino ; ma ora è venuto
il momento di andare a letto. Saluta
gli amici e... March ! ».
Ci volle del bello e del buono p-er
indurlo ad obbedire alla v(x« del medico; ma finì per passare nella sua
camera, segmto dal solerte cognato.
Roberto ritornò dopo vari istanti.
Aveva l’aspetto preoccupato e disse
sommessamente; «E’ alquanto irrequieto e insiste di voler parlare con
Prospero. Più tarth gli darò tm sedativo; ma, per ora, bisogna accontentarlo. L’importante è che gli si parli
con tono gioviale e insieme calmo,
caro Prospero. Se ti parla del suo piano di tornare in Italia, non lo contraddire. La nostalgia che lo consu' ma è un fatto mentale, o meglio, un
< vero patema d’animo, e i migliori
rimedi sono quelli sprituali».
Prospero si alzò, risoluto ; « Dimeiiticavo! Gli ho portato un regalo che
sono certo apprezzerà; roba sua, del
testo; l’erbario che tanto apprezzava
in Italia». Usci e ricomparve ben
presto con un grande fascicolo; poi
s’introdusse pian piano nella camera
di Gino. Si udirono delle esclamazioni di gioia. Poi il dialogo sommesso
dei due giovani e, infine, subentrò un
lungo silenzio assorto e non interrotto cne da un rapido sfogliare.
Roberto s.i alzò impensierito. « Vieni » disse alia moglie. «Entriamo anche noi. Dobbiamo evitare troppe
emozioni ».
Trovarono Gino ingolfato nel suo
erbario. Parlavano i suoi occhi intenti nella sua cara flora alpina mentre, compiaciuto. Prospero l’osservava. Oh ! quanti ricordi c’erano in quel
fiori disseccati! quanta poesia! quante circostanze che rivivevano! quale
evocazione di luoghi percorsi; boschi
torrenti cime alpine, prati. Li nominava e li salutava sommessamente
come se ancora vi fesse presente. Più
che memorie erano realtà che egli
riviveva.
Il medico non volle interrompere
quel sublime colloquio. Con profonda simpatia per il caro cognato, lo
avvicinò con fare compiaciuto. Sedette sull’orlo- del letto ed accortosi
ben presto che U polso dell’infermo
e il (more avevano pulsazioni alquanto allarmanti gli somministrò un sedativo, aggtongendo; «Ora caro cognato, potrai (Mjn più calma peiporrere il tuo erbario ».
Gino ebbe un sorriso raggiante.
« Sì, caro Roberto, tornerò a vedere
questi miei fior', ritornerò a respirare l’aria dei miei mirati, saluterò di
nuovo la mia dolce conca di vivo
smeraldo ».
Ma oramai la sua voce era diventata più fioca e strascicante. « Ri-tornerò» ripetè ancsora con voce di sonno, e, mentre già dormiva, il suo volto era diventato raggiante e calmo e
le sue labbra pronunciavano, (xtme
in un soffio, nomi di c»se che rivedeva e che lo illuminavano.
Ad un tratto Lina diede un grido.
Prospero si fece pallido e Roberto,
d(^o un rapido fsame. pronimciò la
sentenza finale. «Il nostro caro Gino
ha ottenuto il voto del suo lyuore.
Questo è stato il suo ritorno in patria ».
4
pag. 4
L’EGO DELLE VALU VALDESI
N. 29 — 15 luglio 1960
Ricordando
Cataldo Condola
Quando il Pastore Elio Eynard prospettcr aigli uomini dell’associazione Varaglia
di Torino, la necessità di iniz'are un’opera di testimonianza in quel di Asti, disse:
« Vi è una famigra che offre ospitalità al
predicatore che vi si recherà, oltre a mettere a disposizioine una camera del proprio alleggio, oipportunamente vuotata dei
mobili ed attrezzata per il culto ».
Si alternarono cosi domen'ca dopo domenica quei predicatori laici, che il corpo pastorale di Torino (pastori E. Eynard,
E. Rostan, R. Comba) preparavano coti
opportuni, apprezzatissimi cors’ di istruzione. In quella egida;" affettuosa ospitalità,
i‘ predicatori Iniziarono quell’opera ohe
ancora proispera, rimanendo colpiti dal miracolo di gioiosa eomunione spirituale,
frutto dell’opera materiata di umiltà operante di tutta la famiglia di Cataldo Ceridola. La generosa osp'talità resa più difficile dai tempi di razionamento alimentare a causa della guerra, si integrava in una
atmosfera di intenso spiritualismo, diremmo di entusiastico amore fraternb, con tutti i partecipanti ai culti, così come solamente lo può uno spirito veramente generoso ed espansivo. Infatti, quando Asti
venne visitata dal pastore Métraux direttore. del « Semeur Vaudofc » ne fu tanto
entus'asta e, commosso da esclamare: « c’esi
tout a fait, comme l’égliee des premier?
temps ». Tutti i predicatori che si sono gltemati in queH’opera non potranno ma:
dimenticare tutto U bene che hanno trovato in quePa comunione tra fratelli. Ora
la famiglia Cendola ha perso il suo capo,
ma rimane in ognuno dei suoi comiponenli il più prezioso retaggio di un insegnamento che debbono e dobbiamo tutti ricordare: servire il Signore con tutto l’amore per il prossimo, con tutta l’umiltà
che il Maestro ci ha insegnato e ohe il nostro fratello Cataldo Cendola ha così ben
attuato. La famìglia può contare su tutta
la nostra simpatia per il distacco, nella
preziosa certezza che tutti, ci ritroveremo
con lui nel Signore. E. A. Beux
Il raduno degli alpini
a
Frali
Il prèannunciato festoso raduno di Alpini a Frali si è svolto domenica 10 luglio;'P®r l’occasione sono convenute nella
magnifica conca dì Chigo alcune migliaia
di Alpini è loro familiari, fra i quali qualche centinaio- di Valdesi. Molto opportunamente il comitato organizzatore, in accordo col pastore e col parroco locali,
aveva predisposto alla stessa ora i due
servizi religiosi. Alle 9,30, infatti, la nostra vetustà ma sempre così accogìiente
chiesa di Frali era letteralmente gremita
di villeggianti, di valligiani, di ospiti dei
corsi di Agape e di Alpini e loro famiglie,
saliti a godersi una giornata di serenità e
di sincera fraternità alpina : QÒiiVélliVano
dalla Val Pollice, dal Pinerolese, dalla
Valle Germanasca, eco. 11 Pastore sig. Aldo Comba presiedeva il culto, al termine
dd. quale presentava alla comunità il Moderatore sig, Ermanno Rostan, il quale,
stabilitosi appena il giorno prima a Torre
Pellice per il normale periodo estivo, dava pure il suo messaggio e salutava poi
cordialmente gli Alpini molti dei quali
egli aveva conosciuto durante gli anni della guerra, annunziando loro la Parola di
Dio.
Segue, alla presenza delle autorità con
a capo il sindaco Ferrerò, con fascia tricólere e cappello alpino, la deposizione
di una corona di alloro alla base del monumento che rieprda i Caduti di Frali,
sulla piazza principale di Ghigo, mentre
una fanfara alpina fa risuonare nell’aria
purissima le nostalgiche note dell’Inno al
Piave; si forma quindi un lungo corteo
che raggiunge la stazione inferiore della
seggiovia dei Tredici Laghi, imponente
opera che tanta attrattiva turistica costi
tuisce già, anche se ha solo ancora pochi
mesi di esercizio. Brevissimi discorsi esaltanti-le'glorie d«è reparti alpini in page
ed in guerra, e particolarmente del 3» Alpini, al cui ricordo è dedicata la giornata
Poi le molte centinaia di partecipanti
si spargono nelle magnifiche pinete per
consumarvi con i familiari, riuniti a gruppetti, la colazione al sacco, mentre nei
: '» \.%t
troppo scarsi alberghi e ristoranti locali,
comitive di un po’; Jtt«e le Sezioni ANA
del Piemonte si ritrovano a fraterno simposio. Nel capoluogo abbiamo partecipato
a quello all’Albergo delle Alpi, dove autorità e signore, insieme a vecchi alpini
e ad un gruppo di generali alpini, hanno
lietamente pranzato insieme, ed è con vero
piacere che accanto al Presidente Nazionale dell’Associazione Nazionale Alpini,
tenente avvocato Erizzo di Genova, abbiamo visto a tavola il nostro Moderatore pastore Rostan con la sua Signora. Vi era
pure ravvocato Serafino di Pinerolo, anche lui alpino.
Al .jtemiinieì 'della ,j?j^nifica giornata le
lunghe file di pullmàti e di macchine, fra
canti gioiosi riprendevano la via per scendere a valle, riportando gli Alpini alla
fatica quotidiana del duro lavoro dei campi, degli uffici o delle officine, mentre
l’eco del loro brio chiassoso si perdeva
lontano, risalendo fino alle purissime cime
ancora bianche di neve, e gli abeti fremevano nella fresca brezza della sera.
D. ].
* Molte inchieste hanno mostrato che le
còppie cattolico-romane si servono di metodi anticoncezionali' artificiali all’incirca
nella stessa proporzione che le altre coppie
— ha dichiarato nel Texas Mons. De Blank
di Washington, direttore dell’Ufficio cattolico nazionale per la famiglia. L’oratore ha
deplorato che un così gran numero di cattolici « si lascino influenzare dal loro ambiente anziché conformare la loro condotta
alle direttive di una Chiesa divinamente
ispirata ».
* Iti occasione dèi ventennio della sua
esistenza, la CIMADBi organizzazione francese interconfessionalè di soccorso, ha pubblicato un opuscolo i illustrato che dà una
visione delle sue diverse attività, sia ip
Francia che in Algaria e a Dakar, specie
fra i rifugiati e i Nordafricani, come pure
fra gli studenti. '
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
ROBA
Dipartenza, In circostanze tragiche, è
mancato il nostro fratello Guido Avondet,
di Búleoste, alla età di 34 anni. 1 suoi
funerali hanno avuto luogo giovedì 7, col
concorso di una grande folla. Egli era
Fultimo dì una numerosa famiglia; rimasto coi vecchi genitori, era anche il loro
valido sostegno. Possa la parola, che abbiamo meditato nella triste circostanza
('« Non la mia volontà sia fatta, ma la tua,
o Padre» - Le. 22: 42) essere il fondamento della consolazione e della fede di quanti
piangono per questa amara separazione.
Riunioni e culti estivi. Domenica. 10, abbiamo iniziato le riunioni estive all’aperw, con un incontro con un buon numero
di fratelli e sorelle del quartiere dei Càrdonatti.
Le prossime riunioni avranno luogo come segue: domenica 17, culto presso la
cappella del Roc (ore 8); domenica 24,
riunione ai Gay (ore 15); domenica 31,
culto presso il tempio di Roccapiatta (ore
15). Intervenite sempre numerosi!
Simpatia nella prova. Vogliamo esprimere tutta la nostra viva simpatia alle famiglie della zona dei Gay, Prapistun, Baravaiera, Pianot, Allamanda e Collaretto
per i sensibili danni subiti in seguito al
tremendo temporale di domenica 3 luglio. Speriamo che tali danni possano, da
chi di dovere, essere in parte indennizzati, come è giusto che siano.
PINEROLO
Varie manifestazioni hanno segnato la
fine dell’anno ecclesiastico.
Furono organizzate due gite: una, della..
Chiesa, a Borgio Verezzi; ed un’altra per
la Scuola Domenicale ad Agàpe; e due
serate: una ricreativa, riuscitissima, offerta dalla Corale cui si aggiunsero alcuni
elementi dell’Unione Giovanile, sotto la
impareggiabile guida della prof. Elda
Tiirck; ed una visione molto interessante
ed istruttiva di un film sulla Riforma, inquadrato da altri motivi... meno austèri,
data dal pastore Teodoro Raima.
L’Assemblea di Chiesa chiuse poi questo periodo.
Dal Rapporto del Concistoro, presentato dal pastore Deodato e dalla Relazione
finanziaria del Cassiere rag. Godine, sono
emersi fra l’altro: l’aumento, quest’anno
ancora delle Collette; e rallegranti notizie
circa i lavori del Centenario del Tempio,
che fervono in pieno per la costruzione
all’interno dello stabile del Convitto per
studenti.
Delegato della Chiesa al Sinodo : il dott.
I. Matliicu, oltre aU’avv. Cesare Gay,
mandato dalla Conferenza Distrettuale.
Atti liturgici — Sono stati battezzati:
Monticone Walter, Lazzaro Gabriella_ Ma_ria e Cardon Fulvio.
Si sono sposati: Jannin Remo con Monlaido Silvana; Girli Elio con Martoglio
Franca; Monnet Claudio con Costantino
Ada.
Richiamati dal Signore: Pons Bruno, di
anni 28; Geymonat Luigia nata Bourne,
di anni 71; Ribet Luigi, di anni 72; marese. Breuza Raimondo, di anni 68.
Il Padre Celeste santifichi, così le prove
come le gioie dei suoi figlioli. Gli afflitti
noi raccomandiamo particolarmente alla
Grazia di Lui, che li rassicura riguardo ai
loro cari Scomparsi: «vivono...» (Ev.
S. Luca, 20: 38).
Ringraziamento
I 14 rappresentanti della fanfara
evangelica di Villar Pellice che hanno testé visitato varie chiese germaniche desiderano ringraziare:
U Landesbischof del Baden dr. Julius Bender il quale àncora convalescente da una grave infermità li attendeva personalmente alla stazione
di Karlsruhe ed offriva loro una dono
in denaro per la Miramonti di Villar.
II Landesposaunenwa^t (Maestro)
delle Fanfare del Baden che pure li
aspettava alla stazione e offriva loro
un parziale rimborso delle spese di
viaggio. •
L’assemblea di duemila trombettieri e di oltre cinquemila uditori che
il giorno 3 luglio li salutava con im
cordiale applauso e, quando al termine della manifestazione le trombe
intonavano l’inno di commiato Valdese: «Poich’è giunto ormai ITstante»
sorgeva spontaneamente in piedi in
ségno di unanime, commovente simpatia.
La colonia Valdese di Neurent (pastore Köhler) presso Karlsruhe che
h ospitò per tre giorni, presso famiglie singole, e offrì loro un ricevimento.
L’Evang. Seminar di Freiburg e il
suo direttore past, Herrmann, nipotino del pastore valdese Calvino, dove studia tuia loro compaesana. che
li ospitò la prima sera del loro soggiorno germanico.
L’Evang. Akademie di Herrenalb
che offrì loro un pranzo in occasione
della loro visita.
La Markuskirche di .Mannheim col
suo pastore W. Adler che li ospitò per
un giorno ed una notte organizzando
per loro anche un ricevimento da parte della comunità.
La Markuskirche di Pforzheim che
li ospitò per tre giorni interi colmandoli di gentilezze, offrendo loro tre
ricevimenti nella comunità e facendo loro visitare le Colonie Valdesi dei
dintorni.
I trombettieri di Villar Pellice ringraziano Dio per la meravigliosa espe
rienza fatta in Germania e richiamano l’attenzione della Chiesa Valdese
sul grande amore che la Chiesa del
Baden mitre per lei. E. Geymet
Doni per Pradeltorno
Pons Filippina, Sarei, in memoria degli zii, L. l.OOO — Cairus Malan Lidia,
Torre Pellice, 500 — In mem. di Plavan
Anseime, deceduto a Petersen, U.S.A., il
31 Maggio 1960, la vedova, 3.000.
Ricordiamo che per le offerte « Pro Pradellorno » ci si può sempre servire del
C.C.P. n. 2/18502, intestalo a: Bruno Costabel, Via Serrej 8, Angrogna (To.), specificando la causale del versamento.
— Domenica 10 luglio, alle ore 15, ha
avuto luogo nel pòmerìggio una riunione
airàperlo a Pian PràC Ad essa hanno partecipato le bambiné della Colonia, alcuni
villeggianti e... pochi rorengbi!
— Abbiamo vistò' ‘giungere con piacere
in questi ulliihi teùipi, tanti amici vecchi
e nuovi con i quali‘ ci rallégriamo di trascorrere i mesi estivi.
— Un grazie all|t studente in teologia
Eugenio Pecoraro jebe ha premétto jftél
nostro tempio dofttenica lO u. s. Riri^aziamo anche sin d’ora i colleghi Cipriano
Tourn e Esanco Soininani che sostituiranno il pastore nelle, prossime due dotùeniehe, dovendosi egè aSsentare per partecipare alla Conféjrc^za Giovanile ¿ &umenica di Losanna. Gfazie anche al pastore
Jahier che ha gentilmente accettato di assicurare i « servizi di emergenza » dei
quali i rorengbi potessero aver bisogno.
— Ricordiamo a tutti gli amici di Rorà
che il bazar delle Fucine avrà luogo domenica 31 luglio, alle ore 14.30.
m.
Ringraziamo il prof. Gino Coslabel per
il messaggio che égli lia rivolto alla comunità pomarina il 26 Giugno : coti ricchezza di pensieri e particolare adérenza
alla attuale situazione il messaggio del
Prof. Costabel ha lasciato una viva impressione nell’uditorio.
Recentemente abbiamo celebrato il servizio funebre di Baret Elisa in Peyrot e
di Coucourde Maria ved. Chambon rispettivamente il giorno 4 e 7 Giugno. La sorella Baret Elisa ha conosciuto lunghi mesi di sofferenza ìli casa prima e "poi all’ospedale di Pomaretlo sopportati con
molta pazienza; lascia quattro figlioli di
cui due ancora in tenera età oltre al marito. Non avevà ancora raggiunto i cinquanta anni.
La sorella Coucourde Maria aveva superato gli ottanta anni, dopo una vita di lotte per poter allevate la numerosa famiglia;
con animo sereno e fiducioso ha sopportato
la sua prova serbando fino alla fine la calma della fede.
Ad ambedue i servizi funebri una gran
folla ha preso parte per esprimere la simpatia alle famiglie provate. Inviamo il nostro pensiero di viva solidarietà cristiana
ai congiunti, soprallullo al nostro anziano
Chambon Aldo per la dipartenza della
mamma.
Ricordiamo ancora la riunione nei pressi di Comhavilla, fissala per domenica 17
alle ore 15.
AN6R06HA (Serre)
Nelle prossime settimane i culti avranno
luogo nelle seguenti località: 17 Luglio,
alle lo nel tempio di Pradeltorno, alle
14,30, aU’aperto n^lla località Ponte Barfé
(eccezionalmente, Anziché a Barfé). 24 Luglio, alle 10 nel tempio del Serre, alle
14,30 all’aperto, al Bagnau. 31 Luglio, alle
10 al Sap, alle 14,30 all’aperto, al Bagnau.
Una nuova pubbUcazione
AVVISI ECONOMICI
DIakonla
Questa parola greca, che si trova spesso
nel Nuovo Testamento per indicare il serviziio della Chiesa, e quindi dei singoli
credenti, nel mondo, è stato scelto quale
titolo di una nuova puhblicazio'ne periodica (per ora ciclostilata) che raccoglie
studi e informazioni sub servizio del popolo credente nel mondo. Non si pensi
dunque alik cassa di beneficenza, o“soltanto al ministero dei diaconi! §ì tratta del
servizio di Cristo, vocazione comune di
tutti quelli che credono in lui,
DIAKONIA può essere richiesto al redattore, Past. Neri Giampiocoli, Via Masone 11, Bergamo.
Nel primo numero, oltre all’editoriale,
uno stud*io del Past. Bruno Corsani su
«■ I ministeri nel Nuovo -Tpstamento »; uno
del Dr. H. R. Weber: «La missione del
olo di Dio nel mondo di Dio » e alcune ampie e succose schede bibliografiche.
Redattore : Gino Conte
Coppieri . Torre Pellice
Tel. 94.76
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice . c.c,-p. 2/17557
Tipografia Subalpina . s. p. a
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La famiglia del compianto
Raimondo Breuza
neirimpossibilità dii farlo personalmente. commossa per la dimostrazione di stima e di affetto tributata
al caro Scomparso, ringrazia tutti coloro, che in ogni modo hanno voluto
essere tficini al suo dolore. Un ringr^'amento particolare al pastore
sig. Deodato.
Pinerolo, 9 luglio 1960
ringraziamento
Le famiglie Chambon. Artuso, Brosia Lageard, Meynier, Pons, in occasione della dipartita della loro cara
mamma
Maria Coucourde
ved. Chambon
ricDno.so'enti ringraziano tutti coloro
che presero parte al dolore. Un particolare ringraziamento al Pastore Bouchard, al Dctt. Terrone, per le aiaorevoli cure prestate durante la sua
malattia.
I familiari di
Consultazioni presso l'Ospedale
Valdese di Pomaretto
Il primo e il terzo mercoledì del mese
Ore 14-16
neirimpossibilità di farlo personalmente, ringraziano tutti sdoro che
hanno manifestato la loro simpatia,
prendendo' parte al loro immenso dolore; un particolare ringraziamento
porgono ai Dottori De Bettini e Pelizzare, alla Direttrice dell’Ospedale
valdese, all’infermiera sig.ra Geymonat ed al personale tutto per le cure
prodigate al loro caro. Ringraziano
pure i Pastori Sommaiii e Balma, il
sig. E. Beux di Torino per le loro sentite parole di conforto.
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