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DELLE VAIXT VALDESI
Settimanale
della Chiesa Valdese
" Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e ur^Q spirito nuovo
Anno LXXXVII - Num. 9
Una copia 3>0
TÓRRE PÈLLICE — 1 Marzo 1957
ABBONAMENTI \ 1.000 per rintemo [ Eco e La Luce-. L. 1.^ per rintemo | Spediz. alJ.j»zule ‘ D Gruppo , . . C.C.P. 2-17557
/ L. 1.500 per l’estero t L. 2.000 per Pesterò | Cambio d indirizzo Lire 4Q.— | Amroia. t^lanaiana
Una popolare tradizione statunitense
\L
IL GIORHO DEL RINGRAZIAMENTO
La festa, che viene celebrata il quarto giovedì di novembre, risale
ai primissimi tempi della colonizzazione, ossia a oltre tre secoli fa
Una delle più popolari tradizioni
americane vuole che il quarto giovedì di novembre venga dedicato a celebrare con solenni riti religiosi ed
intime riunioni familiari il Thanksgiving Day, festa destinata al «rendimento di grazie» per i benefici ricevuti durante l’anno da ciascun cittaciino individualmente e dalla nazio.10 tutta.
la festa è caduta quest’anno il 22
novembre, giorno in cui le cattedrali
delle metropoli, come le piccole cappelle dei più sperduti villaggi montani e i luoghi di culto delle più dive) se confessioni religiose, hanno accolto folle di fedeli in preghiera.
Coin’è consuetudine, dopo le funzioni religiose ogni famiglia si è riunita
intorno al desco, per il pranzo al
quale è di prammatica invitare gli
amici ed i conoscenti lontani dai
loro cari e dividere con loro il ritua
le tacchino, che costituisce il piatto
forte e la più pittoresca caratteristiC£Ei-del Thanksgiving Day.
Se quest’ultima tradizione è assai
nota, meno nota invece è l’origine
della festa, che risale ai primissimi
tempi della colonizzazione del nuovo
continente, e cioè ad oltre tre secoli
or sono.
1 primi a celebrarla per ringraziare la Provvidenza del primo raccolto nella nuova patria furono infatti,
nei lontano 1621, poche decine di coloni inglesi noti col nome di Pilgrims
o pellegrini, che avevano dovuto ab
bandonare l’anno prima il suolo in
glese per sottrarsi alle persecuzioni
religiose e politiche.
Imbarcatisi a Plymouth a bordo
di una piccola nave dal nome ormai
leggendario — il Mayfiower — il 19
novembre 1620 erano riusciti a gettare l’ancora in prossimità del Capo
Cod, sulle coste dell’attuale Massachusetts e di lì avevano proseguito
sino ad una rada che denominarono
Rada di Plymouth, ove sbarcarono e
costruirono gli alloggiamenti per l’in
verno ormai alle porte.
Fu per essi un inverno terribile.
Inesperti dei luoghi e timorosi di addentrarsi nella selvaggia zona boscosa dell’interno, gli esuli avevano do
vuto attendere la buona stagione
nell’arida zona costiera, in condizioni pressoché disperate e con,scarsissime provviste, indeboliti dalle fatiche e decimati inesorabilmente dalle
malattie.
Ma giunta la primavera, i sopravvissuti avevano cominciato ad esplorare il retroterra ed erano venuti a
contatto con i pellirosse della regione, .stringendo subito con essi cordiali legami di amicizia. Da questi ultimi avevano potuto apprendere a se
minare il granoturco — allora scoiiosciuto in Europa — e a coltivare
il terreno nella maniera più opportuna.
Finito il raccolto, che fu molto
abbondante e tale da bastare largamente per il loro secondo inverno
oltre oceano, i coloni sentirono il bisogno di festeggiare l’evento con una
grande festa di ringraziamento per
lo scampato pericolo e per i frutti
che la terra d’aàozione aveva loro
così largamente concesso.
Nel predisporre i piani per la festa, il governatore della piccola colonia pensò di invitare gli amici pellirosse e, per poter trattare degnamente gli ospiti, inviò i quattro tiratori
scelti a caccia di tacchini selvatici,
selvaggina particolarmente abbondante nella zona. I quattro cacciatori ebbero tanta fortuna che il menu
del pranzo di quel primo Thanksgiving Day vide al posto d’onore ap
punto il tacchino, ancora sconosciuto agli Europei, e che da allora ha
sempre fatto le spese dei banchetti
della Giornata del Ringraziamento.
Nel 1623 i « Pellegrini » celebrarono
un altro Thanksgiving Day, per la
pioggia giunta finalmente a spezza
la Guerra d’indipendenza il generale George Washingtcai ed il Congresso Continentale indüœero in varie
occasioni la Giornata del Ringraziamento. E infine, nel 1784, conclusa la
pace, il Congresso Continentale proclamò per l’occasione un Thanksgiving Day straordinario.
Subito dopo la guerra d’indipendenza il costume cadde in disuso per
qualche anno ma George Washington, divenuto presidente, riprese la
vecchia tradizione proclamando il 26
Un quadro del pittore
Jean L, Fraris (1863-1930)
rappreeenta il primo
Thankaglvìng Day americano, nel corso del
quale i coloni divisero
amichevolmente il loro
cibo con gli Indiani che
avevano partecipato alla
festa.
re tm tremendo periodo di siccità
che minacciava di mandare in rovina tutti i risultati di due anni di
paziente fatica. E da allora nelle colonie della Nuova Inghilterra si sta
bili l’uso di celebrare feste analoghe
in occasione di im buon raccolto o di
altri fausti eventi.
Nei decenni successivi la festa venne solennizzata sporadicamente in
singole colonie e comunità. Durante
novembre 1789 giornata nazionale di
rendimento di grazie per l’adozione
della Costituzione.
Il proclama che porta la data del
3 ottobre di quell’anno, contiene tra
l’altro una solenne definizione del
profondo significato etico e religioso
della festività e degli ideali politici
di pacifica convivenza dei popoli su
cui la giovane repubblica basava la
propria esistenza. Un’altra giornata di rendimento di grazie venne poi
indetta da Washington per il primo
gMinaio 1795 allo scopo di festeggiare «il lieto svolgimento degli affari
pubblici in generale».
In seguito la celebrazioae della festa fu lasciata per molt¿ tempo all’iniziativa dei singoli Stati, ma fu
proprio nel periodo precedente la
Guerra di Seepafeione, che il Thanksgiving Day cominciò ad assumere il
suo particolare carattere attuale di
festa eminentemente familiare.
Un notevole contributo alla diffusione dell’usanza fu dato nel secolo
scorso dalla giornalista Sarah J.
Hale, che dalla liatia Boston nel
Massachusetts, regione ligia alla tradizione istituita dai Pellegrini, si era
trasferita a Filadelfia, dove la tradizione del rendimento di grazie era
caduta in disuso. Costei intraprese
una vera e propria campagna di
stampa per fare osservare il Thanksgiving Day in tutto il paese e scrisse
lettere personali ai governatori di
tutti gli Stati per invitarli a indire
ufficialmente le c^ebrazioni. Nel 1859
quasi tutti i governatori avevano aderito al suo invito. Non contenta di
ciò, quattro anni più tardi decise di
scrivere addirittura al Presidente
Lincoln, il quale, accolto l’invito, con
un suo proclama del 3 ottobre 1863,
fissò definitivamente la data del
Thanksgiving Day nell’Ultimo giovo
di di novembre.
Da allora il Thanksgiving Day ha
accompagnato ed accompagna le più
importanti vicende della storia degli
Stati Uniti, e nei vari proclami pre
sidenziali emanati per indire la festività si può rinvenire un riflesso
xiei prtocipi e. degli ideali cyi U governo americano si è ispirato nel
difficile compito di guidare un paese
asceso rapidamente ad un ruolo di
primo piano nella politica intemazionale. (Mondo Occidentale)
Questo articolo che rievoca una pagina
di storia tipicamente protestante nella tradizione statunitense è tratto dalla rivista:
« Mondo Occidentale ».
Siamo particolarmente grati alI’USIS di
Torino per averci concesso il « cliché ».
Red.
La palma e
il 17 Febbraio
La quasi centenaria palma del
presbiterio di Rorà è morta: p^r
lunghi anni fra rallegrato la casa
pastorale, it cittadim rorenghi che
ammiravano la dma che si staccava
al di sopra dei tetti e svettante verso il cielo. La palma era un simbolo: il suo verde perenne indicava Ut
freschezza delle energie, rentusiasmo che si rinnova, l’amore sempre
vivo per la buona causa. La sua li-^
nea diritta ed il suo tronco che si
ingrossava .man mano che si staccava
dalla terra poteva esprimere, nel
clima della vita spirituale,, il potenziamento della vita, a misura che si
stacca dalla terra e che i pensieri
salgono in direzione del cielo. E la
dirittura dell’uomo è vera, è apprezzata soltanto quando si ispira
alle cose che sono in alto.
La palma nell’alpestre zona roTenga era un miracolo della natura:
tutti erano stupiti di vederla così
rigogliosa e prospera a ndUe metri
d’altezza. Nel campo spirituale Dio
” fa fiorire il deserto come la rosa ” ;
Dio fa nascere dei fiori nella sterpala più orrida del male. Non disperiamo: i cuori più induriti, insensibili,. possano essere squarciati
dallq potenza dell’Amore nel segno
d’una vita rinnovata e consacrata
alla Sua Causa.
La palma del presbiterio di R&rà
non è morta invano... e stata issata
a Ca’ di Massa alla vigilia del XVII
febbraio, nello storico luogo dove si
accendono i falò e ricoperta di fascine, di rovi e di ginepri: anzi, la condizione per il sacrificio della palma
sull’altare del XVII febbraio era
proprio questa: le fascine dovevano
raggiungere la dma, diversamente
la palma avrebbe atteso ancora un
anno... g- 1>.
# MALATI NELLA CHIESA
In questi ultimi anni da più parti si è ripresa in esame la interessante questione della guarigione per fede. Forse anche questa volta sono
le Sette che sospingono la Chiesa
alla riflessione di un aspetto della
vita della fede che per molti anni è
stato assai trascurato.
Ho l’impressione però che la discussione intorno alla guarigione
per fede si svolga assai spesso su un
piano tecnico sia teologico sia psicologico e biologico. Ma dalla discussione rimangono lontani, o presenti solo come ombre, i malati, con la
loro concreta realtà, coi loro tormenti, colle loro lotte, i loro dubbi
e le loro speranze.
Prima che nella Chiesa possa essere vivo il problema della guarigione per lede, penso che la Chiesa
debba ritornare a prendere coscienza della realtà sconcertante dei
membri malati che sono in mezzo
a lei.
Prenderne coscienza significa accettarli nel suo seno, amarli, e vivere con loro il loro dramma nella
luce che ad esso dà la fede in Cristo Gesù, il nostro Salvatore. Essi
sono troppo spesso abbandonati a
se stessi, chiusi nella loro casa, separati per forza di cose da tutti gli
altri, collegati con la Comunità sol
tanto, nei migliori dei casi, tramite il pastore. Eppure essi sono membra del medesimo corpo che è la
Chiesa e l’Apostolo afferma che « se
un membro soffre tutte le membra
soffrono con lui » (I Cor. 12: 26).
Ma avviene veramente così nelle nostre Comunità? Non basta ricordarli nella nostra preghiera ed affidarli alla misericordia di Dio. Occorre
che noi, membra del Corpo, ci occupiamo di loro.
In alcune nostre Chiese i giovani hanno preso l’iniziativa di visitare i vecchi ed i malati. E’ una risposta concreta e bellissima alla vocazione che il Signore ha dato loro.
La loro presenza giovanile presso
l’infermo è un atto di amore che
non ha bisogno di essere sostenuto
da molte parole e che certo viene
accolto, nella maggior parte dei casi, con allegrezza e riconoscenza.
♦ * *
Tuttavia questo non basta. Occorre che il malato (penso soprattutto
a certi malati cronici, ehe sono veramente tagliati fuori dalla vita)
abbia un incontro frequente, regolare con la Chiesa. Per questo ritengo che uomini e donne dovrebbero sentirsi spinti a dedicare un
po’ del loro tempo per un ministe
ro presso i malati. Non è certp dato a tutti, è anche questo un dono,
ma forse oggi questo dono non è stato abbastanza suscitato, incoraggiato in seno alle nostre chiese.
A tutto questo pensavo leggendo
l’interessantissimo scritto del Prof.
Lestringant; « Le Ministère de l’Eglise nuprès des malades » (1) E’
una guida preziosa per tutti coloro
che haniio un compito presso i malati. Forse il libro è scritto in modo
¡•articolare per i Pastori, ma esso
è così vivo, cosi pieno di una ricca
esperienza e di acute osservazioni
die interesserà certamente un pubblico assai pili vasto che il corpo
pastorale.
Lo scritto si apre con una accurata ricerca biblica sui temi della
morte e della malattia nell’Antico
e nel Nuovo Testamento. In una
seconda parto il Prof. Lestringant
tratta della psicologia del malato,
della sua lotta di malato, delle ripercussioni estremamente varie della stessa malattia su malati diversi,
della diversa reazione dei malati
t erso i sani.
Per contro i problemi dei sani
verso i malati sono: la difficoltà di
comprenderli appieno, il rapporto
fra il loro stato di salute e la verità
sulla gravità della loro malattìa, le
difficoltà varie di fronte ad una malattia lunga.
Infine la terzà parte dello scritto
tratta più precisamente del ministero della chiesa verso i malati: esso
deve essere un servizio reso alla
Parola di Dio ed al malato. Esso
dovrà aiutare il malato a comprendere nella sua situazione l’amore di
Dio, la grazia di una maggiore consacrazione della sua vita, la ricchezza della Parola di Dio nella sua situazione dì malato.
In im ultimo capitolo l’Autore
tratta dei doni necessari e della preparazione che possono rendere efficace il ministero dei credenti presso i loro fratelli malati.
Questo freddo schema non può
assolutamente rendere l’idea della
ricchezza contenuta nella trattazione. Alla fine della lettura sentiamo
tutta la serietà del problema che ci
è proposto, l’urgenza che esso prenda vita in seno alle Chiese, la delicatezza necessaria nell’affrontare
l’incontro con i nostri fratelli maiali, la bellezza di un simile ministerio.
F. S.
(1) Le Ministère de l’Eglise auprès des
malades par Pierre Lestringant - La Revue Réformée N, 26 • 1956-2.
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2
2
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
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Eppur viene
A commento dell'articolo del Pastore
P. Bosio, il nostro corrispondente espone
il suo punto di vista sulla possibilità o meno di un progresso della storia, nel rispetto
dei principi del Cristo o attraverso la crisi
interiore del ravvedimento. Dove va il
mondo? Verso nuove e più progredite forme di vita o verso la fine? La domanda invita i lettori alla discussione e ad un libero
scambio di idee. Red.
Nel numero 6 di questo giornale
il pastore Paolo Bosio, sotto il titolo: « Eppur si muove!... », ha
tentato di consolare gli uomini atterriti dalle cattive notizie e dai funesti pronostici che compaiono del
continuo sui giornali riguardo al futuro del genere umano sempre minacciato da « guerre e rumori di
guerre ».
Ce n’è bisogno, di consolazione e d’incoraggiamento. Eppure,
dopo aver letto l’articolo, mi è parso che mancasse qualcosa. Il pastore Bosio, scrivendo da par suo, si
rifà all’episodio di Galileo per dimostrare che, malgrado tutto, il
mondo è avviato a sicuro progresso.
Ebbene, io non ne sono altrettanto
sicuro, Galileo affermava una verità scientifica che è stata poi accettata da tutti. Meno certa è l’accettazione da parte di tutti gli uomini
dei principii di amore e di fratellanza universale mediante i quali
soltanto la vita dell’mnanità potrà
essere posta su nuove basi. « Fatevi
un cuore nuovo ed uno spirito nuovo » gridava l’antico profeta, e ci
ripete oggi con le sue parole lo Spirito di Dio. Ma come potranno gli
uomini cambiare il loro cuore? E
Se non lo cambieranno, come potranno affermarsi « le forze patdfiche e la generosità e la pazienza e
la persuasione » che « possono recare al mondo una nuova civiltà permanente »? Forse un’azione lunghissima di « nuovi concetti e nuovi sforzi » potrà un poco alla volta,
attraverso i millenni, cambiare le
caratteristiche fondamentali dell’umanità, guaste dal peccato, ed eliminare del tutto i dolori che ne sono la conseguenza? E la morte, male supremo, sarà anch’essa distrutta dai « concetti nuovi »? La pace,
che sembra agli uomini di oggi il
sommo bene, restaurerà il mondo
nelle condizioni in cui si trovava
prima del peccato?
Mi pare che l’Evangelo ci presenti ben altre e più consolanti certezze. E’ vero che « il Signore è all’opera per contrastare agli sforzi
di Satana »; ma questo Egli ha fatto
e fa mediante la croce del Suo Figliuolo. Non l’azione razionale del
progresso che rispetta i principii
del Cristo — spettacolo al quale la
storia non ci abitua di certo — porterà poco a poco la giustizia in mezzo agli uomini; ma la fede nel Cristo e nell’efficacia redentrice del Suo
sacrificio, e soltanto essa, può cambiare i cuori degli uomini; e soltanto il cambiamento del cuore, il
La Parola della vita
La santità di Dio
Santo, santo, santo è l’Eterno degli eserciti !
Tutta la terra è piena della sua gloria.
Isaia 6: 3
Davanti alla santità di Dio, l’uomo prende coscienza del proprio
peccato. In presenza del pruno ardente, che non si consuma, Mosè udì
questa voce : « Togliti i calzari dai piedi, perchè il luogo sul quale stai
è luogo sacro». Perciò egli «si na.scose la faccia, perchè aveva paura
di guardare Dio ». Tanto più Isaia misura la distanza che v’è fra lui
e Dio tre volte santo con un grido di terrore : « Ahi, lasso me, ch’io son
perduto! Poiché sono un uomo dalle labbra impure e abito in mezzo ad
un popolo dalle labbra impure; e gli occhi miei hanno veduto il Re,
l’Eterno degli eserciti ! »
Riconoscere che Dio è Santo significa renderci conto che non siamo -come Lui: siamo dei peccatori, non possaimo fare altro che confessarlo davanti a Lui che investiga i cuori e conosce a fondo tutte le
nostre vie.
E tuttavia, la santità di Dio non si rivela all’uomo soltanto mediante una sentenza di condanna. L’Iddio della Bibbia non custodisce
gelosamente per sè la sua santità, al riparo da ogni contaminazione
terrena. Se lo avesse fatto, non avrebbe contratto un’alleanza con
Israele e non avrebbe soprattutto accettato lo scandalo della croce,
dove la santità divina si è confusa con un infinito amore.
Dalla visione dell’Iddio tre volte santo, Isaia è atterrato e deve
riconoscere qual sia il peso del suo peccato ; ma è anche purificato e
rialzato per iniziativa di Dio : « Io, dice l’Eterno, io son quegli che pei
amor di me stesso cancello le tue trasgressioni e non mi ricorderò più
dei tuoi peccati ». Ed ecco, dice Isaia, che « uno dei serafini volò verso
di me, tenendo in mano u.;i carbone ardente, che aveva tolto con le
molle di sull’altare. Mi toccò con esso la bocca e disse : Ecco, questo
t ha toccato le labbra, la tua iniquità è tolta e il tuo peccato è espiato ».
Infine, non bisogna dimenticare che la santità di Dio, maestosa da
un lato e misericordiosa dall’altro, tanto da sedere a tavola con i pubblicani ed i peccatori, non ci lascia nella nostra fragile inattività, nel
nostro riposante quietismo, ma ci chiama all’ubbidienza, alla santificazione della hostra vita.
Dio è santo, separato dal male. Perciò giustamente l’apostolo Pietro dirà : « Come figliuoli d’ubbidienza, non vi conformate alle concupiscenze del tempo passato quand’eravate nell’ignoranza; ma come
Colui che vi ha chiamati è santo, anche voi siate santi in tutta la
vostra condotta ; poiché sta scritto : Siate santi, perchè io sono santo ».
Non dimentichiamo quest’ultima esortazione. Se Dio è luce, condu
ciamoci come figliuoli di luce, senza più partecipare « alle opere infruttuose delle tenebre». e. r.
# In questa pagina
pubblichiamo 3 articoli che-ci sono
stati inviati dai Jettori del giornale e
e che si riferiscono
a altrettanti articoli
già pubblicati - La
collaborazione dei
lettori ci è gradita
e li ringraziamo #
L’Evangelo e lo spopolamento
delle Valli Valdesi
ravvedimento., la « metanoia » può
cambiare la faccia della terra.
La Parola non ci dice che, col
progredire della storia, il mondo si
tingerà di rosa; anzi, ci afferma precisamente il contrario: la fine verrà dopo una serie sempre più tragica di dolori. Già, perchè proprio
questa parola la Bibbia getta in faccia a tutti i sogriatori delle « magnifiche sorti e progressive»: la fine.
Bisogna che questo mondo ribelle,
che ha crocifisso il Cristo e lo ricrocifigge tutti i giorni respingendo
od ignorando il Suo Evangelo, venga alla sua fine, muoia, poiché non
sa morire col Cristo, poiché ognuno
di noi non sa perdere l’anima sua,
ma anzi vaneggia ogni giorno dietro a nuove menzogne, illudendosi
di salvarla.
Guerre e rumori di guerre, terremoti, carestie ci predice il Signore Gesù; angoscia delle nazioni, fino al giorno in cui le potenze dei
cieli saranno scrollate. Fantasie?
Visioni di allucinati? Linguaggio iperbolico da non prendere alla lettera, anzi da poter contorcere secondo che la nostra paura e la nostra filosofia ci ^ettwio? Noi preferiamo attenerci alla Parola che sola
può salvare le nostre vite, anche nel
crollo totale di tutto ciò che deve
passare.
L’apostolo Paolo prometteva la
corona della giustizia a tutti coloro che avrebbero amato l’apparizione del Signore. Non mi sembra
che sia amare l’apparizione del Signore l’aspettarsi del bene da qualsiasi altra parte.
L. de Nicola.
Lo spopolamento delle valli montane è un fenomeno generale della
nostra epoca; ma non vediamo bene
entro quali limiti e per quali ragioni
di carattere spirituale, come afferma
il nostro egregio corrispondente, esso
avrebbe dovuto esser contenuto nelle
Valli Valdesi,
Le condizioni economiche e sociali
delie Valli Valdesi non sono più quelle di cento anni or sono. 11 fondo
valle ospita molte industrie redditi
zie, mentre su in alto si stenta a vivere eoi reddito di alcuni mesi di
dura fatica. Che cosa si può fare per
convincere Ja gente a non sfollare?
Che cosa dovremmo fare oggi in pratica per r.allentare lo spopolamento?
La nostra richiesta ha più che altro il_ significato di un incitamento
alla riflessione ed alla collaborazione
in vista di un pubblico dibattito sul
giornale. A questo poposito sarebbe
molto interessante ascoltare anche
la voce di qualche valligiano
0 di qualche montanaro rimasti alle
Valli, non soltanto quella di.qualche
Valdese amico delle Valli ora residente in città o in riviera.
C’interesserebbe sopratutto conoscere che cosa dovremmo fare al'e
Valli e mediante l’Evangelo trasportato nella vita economica e sociale,
per bene comprendere queste parole
del nostro corrispondente : « Leur
agonie (de.s Vallées Vaudoises) signifie que l’Evangile ne leur a pas appris à vaincre les lois hostiles du
monde ».
^ Infine, ^sino a quai punto è vera
1 osservazione che: «les Vaudois sont
obligés à quitter leur Vallées, à disparaître comme peuple, car ils ne
sont plus un signe».
L’argomento è interessante ed inquietante. Alcuni Valdesi, lo speriamo, vorranno esporre il loro punto
di vista nell’interesse e per il bene di
_______________________ red.
Le glas a sonné pour un village,
nous dit notre «Echo». C’est triste,
et c’est grave. C’est la loi de la montagne, de toutes les montagnes. Ce
sont les nouveaux aspects de la vie
dan le monde, les lois nouvelles de
1 économie, le développement rationnel de l’histoire, C’est, dit-oh; ausçi,
le progrès. ''
Mais, dans les Vallées Vaudoisss
au moins, c’est triste quand-même.
On a beau dire : tenez bon. Si la vie
devient trop dure pour nos montagnards, si elle devient impossible,
cette exhortation vise la cruauté. Ils
ne peuvent tenir bon, car ils ne peuvent plus vivre. Les lois économiques
les écrasent. Ils sont restés seuls a
lutter contre elles: chacun pour soi.
Dieu pour personne. A’ la montagne
surtout, l’entre-aide est nécessaire,
même dans les promenades. Si l’on
reste seuls, comme Pierre Raviol, il
faut succomber.
Les lois de l’économie d’aujour’hui
ne permettent plus la vie à la montagne. Et les montagnes meurent.
C’est triste partout, mais c’est gravç
surtout aux Vallées Vaudoises, car
leiir agonie signifie que l’Evangile
ne leur a pas appris à vaincre les
lois hostiles du monde. Et pourtant,
les Vallées ont défendu l’Evangile,
au prix de leur sang le meilleur. Mais
l’Evangile, dit-on, ne se mêle pas
aux questions économiques. Voilà
l’erreur. On a ignoré que l’Evangile montre aux hommes des lois
nouvelles même en économie, et l’on
meurt, comme tout le monde va mourir s’il s’obstine à ignorer que l’Evangile lui impose de changer ses lois
L’Evangile nous apprend que l’homme ne peut pas vivre s’il est laissé
seul à lutter, si ses frères ne s’intéressent pas à ses problèmes, à tous
ses problèmes, et non seulement à
ceux de l’esprit; car il est fait de
corps et d’esprit.
L’Evangile n’a pas encore réussi à
montrer aux Vaudois qu’il leur faui
vivre d’une manière différente, même en ce qui concerne la propriété et
l’argent. Leur vocation est d’être
des signes. Ils l’ont été autrefois, et
ils ont triomphé. Ils paraissent
l’avoir oublié aujourd’hui, et ils sont
obligés à quitter leur Vallées, à d',5
paraître comme peuple, car ils n?
sont plus un signe.
Mais l’Eternel est puissant, qui les
a sauvés autrefois. Il va peut-être les
sauver encore aujourd’hui, en leur
montrant une nouvelle voie. Alors,
ils seront encore un signe.
L. de Nicola
Ultimi arrivi alla Ulandiaiia
CAPITINI - MAGNI - BORGHI
PEYROT
La libertà religiosa in Italia
L. 350
DANTE TROISI
Diario di un Giudice
L. 800
G. T. MANLEY
II nuovo manuale della Bibbia
L. 1.100
Ordinazioni alla Libreria Claudiana
Torre Penice (Torino) c.c.p. 2/17557
A PROPOSITO DELLA BIBBIA
e delle sue tradizioni
Questa lettera ci è giunta in ritardo per
poter essere pubblicata nel numero precedente del nostro giornale. Ben volentieri
la pubblichiamo adesso, come risposta all’articolo del Sig. Luigi Rossi, sull’attuale
configurazione delle Unioni Cristiane delle
Giovani (U.C.D.G.).
Ora che i due punti diversi sono stati
esposti, non riteniamo opportuno aprire
una polemica sull’argomento. Ci permettiamo soltanto di fare una rettifica alla risposta della Signora Ines Zilli Gay, redattrice
della rivista Ali. Dall’articolo del Sig.
L. Rossi, infatti, appare chiaro che egli
non ha assolutamente voluto ’’condannare”
un associazione femminile, come dice la
Signora Zilli Gay, ina soltanto segnalarne
lo scostamento dall’ambiente protestante in
cui esse sarebbero sorte e avrebbero a lungo esercitato la loro attività. E’ un giudizio
sull’attuale fisionomia delle Unioni Cristiane, condiviso dagli uni, respinto dagli altri. Non è una condanna delle U.C.D.G. in
blocco. E, nel giudizio, l’autore ha inseri,
to anche la nota del rammarico per il cambiamento che si è manifestato.
Quanto poi all’ideale ecumenico, noi lo
condividiamo e siamo sicuri che il Signor
L. Rossi non ha voluto far dell’ironia sul
riavvicinamento dei cristiani. Ma crediamo
anche fermamente che l’ideale ecumenico
non ci esime dal rendere testimonianza alla
nostra fede evangelica in qualsiasi ambiente.
Red.
Sig. Direttore,
nel N. 6 del Suo giornale è apparso un
articolo intitolato « Bibbia e tradizioni »
che commenta una dichiarazione del Con
gresso Mondiale deU’Y.W.C.A. apparsa sulla rivista ALI, N. 11-12.
Permetta che in qualità di direttrice della rivista stessa io presenti alcune delucidazioni ai lettori ed alle lettrici del Suo
giornale.
Osservo anzitutto che suona un po’ strana
la firma maschile di un articolo che vuol
giudicare, e più condannare, un’associazione femminile di cui questa persona non ha
fatto parte, non può far parte, e che perciò
non può conoscere nella sua attività antica
e recente c nei suoi complessi problemi.
La « realtà storica » a cui si allude nel
principio dell’articolo potrebbe essere avvicinata, se non raggiunta, qualora l’autore
dell’articolo sì fosse data la pena di compulsare Statuto, riviste, relazioni dell’U.C.
D.G., se avesse cercato colloqui con le persone dirìgenti l’associazione; questa ha nel
mondo e in Italia una storia che non si può
ridurre certo in una sola frase.
A tale mancanza d’informazione si aggiunge una palese mancanzà di obbiettività. Anzitutto non si abbinano, nel giudizio
e nella condanna, l’A.C.D.G. e l’U.C.D.G.
che sono due associazioni certamente affini, e anche collegate a volte per certi lavori, come ad es. l’assistenza ai profughi,
ma che sono perfettamente autonome e distinte nella loro organizzazione e nelle loro manifestazioni. Non si cade in grave contraddizione, formale e sostanziale, quando,
dopo aver espresso la volontà di « non giudicare », si svolge il tema perfettamente
opposto, quando si ha tanta sicurezza nel
definire i « buoni » protestanti, quando si
formulano accuse false suUa composizione
di Comitati che non si conoscono e sulle
preghiere a cui non si è stati presenti.
In quanto all’ironica domanda finale sul
pellegrinaggio a Roma, si può dire soltanto che l’autore dell’articolo non si sarebbe
permesso di formularla se avesse avuto modo di meditare sull’ideale altissimo del
riavvicinamento fra i cristiani divisi, sul
travaglio che turba un sempre più grande
numero di credenti desiderosi umilmente
di capire e vivere il messaggio del Cristo.
Per tale ideale e per tale travaglio esiste
da vari decenni il Movimento Ecumenico
e in esso l’Alleanza Mondiale dell’U. C.
D. G. (Y. W. C. A.) è rappresentata.
Con la mancanza d’informazione e con
la mancanza di serenità obbiettiva non si
può avviare un dibattito. Nè sarebbe il caso
di prendere spazio al Suo giornale. Signor
Direttore, quando l’Unione Cristiana delle
Giovani ha una rivista sua alla quale si
può mandare direttamente il proprio meditato pensiero.
La ringrazio dell’ospitalità e La prego di
gradire i miei migliori saluti.
Ines Zilli Gay.
VALDO VINAY
IL PROSSIMO
Predica tenuta nella, Chiesa
Valdese di Torre Pellice il 9
settembre 1956 sulla parabola
del buon Samaritano.
Edizioni Claudiana
Torre Pellice
3
f
NOTIZIE DALLE VALLI VALDESI
Il Moderatore
visita Pomaretto
XVII FEBBRAIO. Il tempio era
gremito dopo l’arrivo dei due cortei
di Pomaretto e di Inverso Pinasca a
cui parteciparono le bande musicali
dei due Comuni, con i bambini, oltre
130 donne in costume valdese, e numerose altre persone che avevano
sfilato per Perosa.
Presiedeva il past. Paolo Marauda,
dopo la lettura della Parola di Dio e
la preghiera, la predicazione era fat
ta dal Moderatore della nostra Ghie
sa, pastore Achille Deodato, che avevamo la gioia di avere con noi quest’anno, e che ringraziamo di cuore.
Numerosi i canti della Corale; alcuni bambini recitavano poesie di
Ada Melile ed un gruppo eseguiva
canti che il pastore sig. Virgilio Sommani aveva composto per l’occasione.
Poi l’allocuzione storica del prof. Ernesto Tron, ed infine il messaggio di
uno dei delegati della nostra chiesa
madrina di Ginevra.
Dopo la cerimonia, le due bande
e la Corale si esibivano nel cortile
deirOspedale suonando e cantando
per gli ammalati. Nelle sale del Convitto oltre 200 persone si ritrovavano
par l’àgape fraterna al termine della
quale il past. Paolo Marauda leggeva
parecchi messaggi di saluto pervenuti
dalle autorità civili e da amici lontani. Prendevano poi la parola il
Moderatore ,il 2o delegato svizzero, il
sindaco di Pomaretto ed il pastore
Luigi Marauda.
Una bella serata offerta dalla filodrammatica e dalla Banda al pubblico che affollava il teatro del Convitto concludeva questa manifestazione del 17 febbraio che lascia in
tutti un caro ricordo. E possa essere
pure un motivo di riconoscenza a
Dio per essergli più fedeli e riconsacrarci al Suo servizio.
Il sig. Remigio Charrier e la sig.na
Elvìna Castagna si sono uniti in matrimonio. Dopo la cerimonia nel teinpio un largo stuolo di parenti ed amici ha presentato loro i migliori auguri ai quali aggiungiamo ancor oggi i nostri.
Dopo alcuni mesi di sofferenza sopportata con sicura fede cristiana e
dei;eduta la sig.ra Pons Paolina nata
Gayilou di anni 71 (villaggio dei
PonsX...... . „ j
Ha pure avuto luogo il funerale della sig.ra Belio Seiinda nata Benecchio di anni 72 (Mentoulles) deceduta al nostro Ospedale. A queste due
famiglie in lutto diciamo la nostra
fraterna simpatia ed invochiamo su
di esse la consolazione di Dio.
I! Sovraintendente pastore Roberto Nisbet ha effettuato la visita di
Chiesa la domenica 3 febbraio. Oltre
a due riunioni quartierali a Perosa e
al Clot Inverso, egli ha presieduto la
scuola domenicale, il culto e l’assemblea di chiesa, una riunione di tutti
i catecumeni, ed ha rivolto un apprezzato messaggio aU'Unione giovanile, Alla riunione della gioventù
era pure presente il vice-presidente
della Commissione distrettuale, avv.
Ettore Serafino, che dopo aver parlato ai giovani ha proiettato alcuni
interessantissimi documentari cinematografici di montagna. A questi
due ospiti rinnoviamo i nostri più
sinceri ringraziamenti, con l’augurio
che la loro visita ed i loro messaggi
siano stati efBcaci per la nostra parrocchia.
La sera della domenica 10 febbraio
abbiamo arvuto fra noi il prof. Silvio
Baridon dell’Università di Torino.
Egli ci ha parlato dell’importanza del
francese alle Valli e della necessiti
del ritorno a conoscere ed a praticare quella lingua. Siccome l’amore per
una lingua non può andar disgiunto
dalla conoscenza della sua letterato
ra, il prof. Baridon — che ringrar
ziamo vivamente — ha poi proiettato un film che ci ha dato un saggio
del pensiero letterario-filosoflco francese moderno: «Orphée» del poeta
contemporaneo Jean Cocteau. Il mito antico rivive sotto forme moderne,
e l’mterpretazione allegorica, sia pure non sempre facile, dà motivo a
profonde riflessioni, n
Un turno di riunioni quartierali in
preparazione al 17 febbraio è stato
fatto da un buon numero di unionisti che a gruppi di quattro o cinque
si sono recati la stessa sera in tutti
i quartieri della parrocchia; il pastore presiedeva la riunione al centro. E’ stata una simpatica iniziativa
dell’Unione giovanile;’“ dopo le riunioni i giovani che le avevano presiedute si sono ritrovati al centro per
comunicarsi le loro impressioni, felici che con queste riunioni tenute con
temporaneamente si fosse potuto far
realizzare una maggiore unità tra i
numerosi quartieri della parrocchia.
Echi delle celebrazioni del 17 Febbraio
San Germano
Il tempo, straordinariamente prò
pizio, ha favorito le' nostre celebrazioni commemorative. Particolarmente imponente il corteo dei bimbi delle scuole a cui si è venuto
man mano aggiungendo ima larga
rappresentanza della popolazione.
Prima dell’inizio del culto nel tempio, la Corale eseguì, sulla pubblica
piazza, alcuni cori di circostanza. In
Chiesa il pastore ha fatto rivivere
alcune pagine di storia Valdese, opportunamente commentate dal canto
dei piccoli e dei grandi, sotto la direzione della sig.ra D. Bert.
Il pranzo in comune riunì quindi
una novantina di partecipanti. Al
levar delle mense, alctmi graditi messaggi. Il vice-sindaco, in rappresentanza deU’amministrazione comunale, esortò i presenti a trasmettere la
fiaccola della libertà anzitutto nella
intimità della famiglia perchè possa
quindi irradiarsi nella società. Il sig.
Costantino L. richiamò l’attenzione
dei presenti sull’importanza che deve avere l’educazione dei figli nella
famiglia valdese. Il sig. Beux A., con
una geniale esposizione, ci ha ricor
dato l’amaro significato del termine
dialettale « arlanchi ». Il pastore, nel
ringraziare gli oratori, ha ricordato
opimrtunamente le varie tappe della
parabola ascendente tracciata dagli
avvenimenti storici in relazione alla
nostra libertà religiosa. Si udivano
quindi, nel corso di un simpatico po
meriggio valdese, i nostri canti più
cari eseguiti da un gruppo di coralisti guidati dal sig. Giordano E.
Alla sera la nostra sala non poteva
contenere tutto il pubblico accorso
per applaudire i nostri valenti attori nell’interpretazione del bel lavoro
di S. Angeli: «Dentro di noi».
Dipartenza. Il 19 Febbraio, a soli
56 anni, si è spento il nostro fratello
in fede Meynier Gustavo di Villa.
Una malattia di alcune settimane,
contro cui la scienza medica è stata
impotente, ne ha stroncato l’esistenza. Egli rimane per noi un esempio
di serenità nella prova e di fede che
dà la certezza delle realtà invisibili.
I funerali sono stati una commovente dimostrazione della stima di cui
l’Estinto era circondato in tutto il
pinerolese.
Alla famiglia afflitta rinnoviamo
l’espressione della nostra simpàtià
cristiana.
Dalla valle del PelMce
Inaugurata a Luserna S. Giovanni
una nuova sala per le adunanze
Secondo convegno
Catecumeni
Ij’oltimo esito del Convegno dei
Catecumeni di quarto anno, indetto
lo scorso anno, ha consigliato la
Commissione distrettuale a ripetere
anche quest’anno rincontro.
Il Convegno avrà luogo i giorni 18
e 19 Marzo ad Agape. Tema del Convegno sarà:
LA SANTA CENA
Quota di partecipazione e di viaggio L. 2.500. I Concistori sono pregati
di venire incontro ai catecumeni in
casi di particolare necessità.
1 Signori Pastori sono pregati an
che di comunicare al più presto al Sovrintendente il numero dei catecù
meni (distinti per sesso) che prendelanno parte al convegno.
Un pullman partirà da Bohhio lunedì mattina aUe ore 6,30 e un altro
da Pinerolo alle ore 7,30. Il ritorno
avrà luogo il giorno seguente nel tan
do pomeriggio.
I catecumeni sono pregati di por
tare il Nuovo Testamento e Pinnario. Si consiglia di portarsi una co
perta.
La Commissione distrettuale
La vita della nostra parrocchia, in
questo scorcio di tempo si è svolta
normalmente nelle sue varie attività
che hanno avuto nella celebrazione
del XVII febbraio un ritmo insolito
di fervore ed entusiasmo.
Come in tutte le altre comunità
delle Valli i falò si sono accesi il sabato sera: accanto a quelli tradizionali della «Banchina» e del «Sarei » due nuovi venuti : a Lusemetta
e da Castlus. Siamo stati/lieti di constatare che l’entusiasmo si è mantenuto nei limiti di una lodevole compostezza. Ce ne felicitiamo con gii organizzatori. Nel denso ed umido nebbione che, al mattino del XVII, avvolgeva luoghi e cose a S. Giovanni
ha avuto luogo il tradizionale raduno dei bambini che si sono raccolti
in Chiesa alle 9,30 per il loro culto.
Un ricco programma di canti e recite ha interessato il pubblico che, numeroso, ne ha seguito lo svolgimento. La commemorazione ufficiale i
seguita alle 10,30, con un culto cui ha
recato un efficace contributo la Corale, diretta con competenza e_ passione, dal maestro Ferruccio Rivoir,
che ha eseguito l’Inno al Creatore
di Beethoven. Durante il Culto è stata ammessa in seno alla nostra Comunità la signorina Elena Andriani,
proveniente da Brindisi.
All’agape fraterna, organizzata nella Sala Albarin, con la consueta perizia, dal signor Carlo Albarin (l’impareggiabile Charletou) coadiuvato
da un simpatico gruppo di 14 Vald^
sine, partecipavano 152 commensali.
Ospiti graditi, col Sindaco, avv. G.
Creste, il vice sindaco signor Jean,
gli assessori Francesco Malan, Alcide Garnero, ed il segretario comunale rag. Doglio. Dopo un caldo saluto
del pastore Roberto Jahier, che comunica alcune adesioni, il Sindaco
avv. G. Creste con un efficace messaggio fissa il significato della data
fatidica, ricordando la validità attuale della rivendicazione del 1848. il
prof. G. Costabel commenta due documenti che si riferiscono alla iondazione del tempio di San Giovan
ni. Il signor James Gay esorta i Vai
desi ad una maggiore coerenza di
testimonianza nella loro vita. Il si;
gnor Guido Revel domanda che si
ponga in opera una azione intesa
a far riconoscere la data del XVII
febbraio come festività dai datori
di lavoro. ^ - ■
La Colletta in favore dell Asilo dei
Vecchi ha dato oltre 15.000 lire.
Alle 17,30, agli Airali, ha luogo la
inaugurazione di una sala di adudanze con un breve culto presieduto
dal pastore R. Jahier; sono presenti
il Moderatore, il Vice-Moderatore, il
pastore F. Sommani di Torre Penice; hanno mandato la loro adesione
i pastori E. Aime (Angrogna) e G.
Bouchard (Rorà). La sala risulta
troppo piccola per contenere i convenuti; ci auguriamo che l’affluenza
continui ad essere incoraggiante e
costituisca una efiflcace testimonianza della nostra presenza al capoluogo, costituendo così il fatto saliente
della nostra celebrazione del 17 febbraio 1957. La sera, la filodrammatica della nostra Unione, superando
difficoltà di vario genere ha portato
in porto, in modo più che felice, la
recita del dramma di D’Usseau e
Gow : Profonde sono le radici ; in cui
viene affrontato il problema razziale
sempre attuale negli stati del Sud
degli stati Uniti. Ester Bertin, Ada
Revel, Piero Chauvié,' Rina Chauyie,
Enrica Tourn, Gigi Caflarel, Nino
Danna, Alberto Revel, Carlo Gay,
Paolo Chiavia, Enrico Bertin hanno
dato un efficace rilievo all’azione con
la loro interpretazione. La Corale
ha dato un apprezzatìSf contributo con
l’esecuzione del Giuro, ascoltato in
piedi dall’assemblea, del Coro: Oh!
mon pays (Bost) e di un Canto popolare svizzero.
La serata è stata ripetuta il 24 febbraio, con la fraterna) apprezzata
partecipazione della Corale di Torre
Penice.
Asilo dei Vecchi. - Sotto la direzione di suor Melania Cardon, a cui la
comunità ha rivolto un cordiale saluto in occasione del XVII febbraio,
•l’Asilo continua nella umile e silenziosa missione di fraterna cristiana
assistenza.
Vari miglioramenti nell’ attrezzar
tura Interna sono già stati attuati;
si sta procedendo ora ad una definitiva sistemazione dell’impiantol di
riscaldamento, poiché lo stato dì servizio delle stufe attualmente in opera, risulta veramente anacronistico.
La direzione affronta serenamente
questo problema, convinta che gli
amici dell’Asilo sapranno, anche in
questa* occasione," contribuire in 'mb'
do efficace alla soluzione del problema.
Visite. - Il 13 gennaio la comunità
ha ascoltato un messaggio del pastore E. Genre; il 20 quello del pastore
Emilio Corsani, ed esprime la sua ri
conoscenza.
C. L.
Celebrata a
la « Festa
Il 17 Febbraio a Torre Pellice ha
avuto le stesse caratteristiche notate
da altre cronache delle nostre chiese apparse nel numero passato. E’
stato festeggiato con particolare entusiasmo, col favore d;l tempo e del
fatto che quest’anno il 17 cadeva di
domenica.
I falò del 16 sera, malgrado un
vento abbastanza sensibile, sono stati numerossimi e, a nostro avviso, la
Costa della Ravadera e del Tagliaretto era la zona più ricca di fuochi.
II tempo ha permesso ai bambini
valdesi delle Scuole Elementari di
fare il tradizionale corteo da S. Margherita al Tempio. Molta gente è venuta ad assistere alla commemorazione dei bambini nel tempio. Il programma è stato molto vario ed interessante. I bambini delle diverse
scuole e delle diverse classi si sono
avvicendati sul palco in canti e recite preparati con cura e con amore
dalle nostre Insegnanti alle quali rinnoviamo il più vivo ringraziamento.
Al culto, presieduto dal Vice-moderatore Past. Roberto Nisbet, ha par
tecipato una nutrita assemblea .li
messaggio della Parola di Dio si è
accentrato su questa parola dell’Apostolo Paolo « Noi Siam più che vìn
citori, in virtù di colui che ci ha ama
ti» (Rom. 8: 37).
Al tradizionale pranzo è avvenuto
un fatto che, a detta del Prof. A. dalla Presidente del Comitato per il 17
febbraio, non si era mai verificalo;
la richiesta di partecipazione ha superato di gran lunga la possibiltà dei
locali, per cui .mentre avevanio la
gioia di ritrovarci in una sala in oltre 160 commensali, avevamo il dispiacere di pensare che ad un’altra
cinquantina di persone non era stato possibile venire con noi.
Al Comitato organizzatore, al Direttore del Convitto Valdese che ci
ha dato ospitalità e al personale del
Convitto stesso va la nostra riconoscenza ed il nostro ringraziamento
per l’organizzazione perfetta e per
l’ottimo pranzo.
La serata a cura della gioventù è
stata un vero successo. Un breve
Torre Pellice
Valdese »
dramma di Virgilio Sommani intitolato « Primavera 1690 » ci ha richiamati al carattere particolare della
nostra serata. Il breve dramma era
recitato da un gruppo di catecumeni
che si sono fatti molto onore. Molto
ben riuscita ed interessante anche
nel suo contenuto la recita dei giovani.
Una sala piena zeppa di spettatori
ha goduto della bella serata che è
stata ripetuta due volte, una settimana dopo, con medesimo succ?sso
e con la stessa partecipazione di pubblico.
Una parola di elogio vogliamo dire
per la corale, egregiamente diretta
dal M.o Ferruccio Corsani, la quale
ha portato il suo contributo al culto
del mattino, al pranzo ed alla serata.
In occasione della ripetizione del
la serata abbiamo avuto un simpatico scambio: la nostra corale si è recata a S. Giovanni e la corale di S.
Giovanni è venuta a Torre Pellice
dove ha dato alcune ottime esecuzioni sotto la direzione del M.o Ferruccio Rivoir.
Ai pastori Bertinatti ed E. Geymet
come al giovane B. Bellion che hanno presieduto i culti in francese al
Centro ed ai Coppieri in gennaio e
in febbraio va il nostro vivo ringraziamento.
ATTI LITURGICI
Battesimi : Tiziana Paschetto di
Eraldo e di Charbonnier Alma.
Matrimoni: Varese Dario e Balmas
Liliana.
Funerali: Giuliana Gonin.
Il Signore sia presso a coloro che
sono nella gioia come a coloro che
sono nel dolore.
Villasecca
I falò si sono accesi alle ore 20 del
16, numerosi e nutriti in ogni borgata ed in ogni quartiere della Parrocchia. Molto simpatico il senso di ordine con cui tutti hanno aspettato
il suono della campana dei Chiotti
per dar fuoco ai « grossi » dando così
una testimonianza di serietà anche
nelìa gioia intensa del 16 sera.
Già da parecchi giorni ìa gioventù,
approfittando del tempo favorevole,
si era data da fare perchè i falò potessero essere eretti ben alti e ricchi
di ginepri. Aicuni quartieri si sono
meccanizzati o addirittura motorizzati per fare meglio, e per continuare
la tradizione dei due camioncini con
il ginepro issato sul carico, fermi sulla piazza di Perrero, prima di ridiscendere ai Chiotti. Il tutto, naturalmente documentato dall’tnevitabile
cinematografaro !...
Anche la porta della Chiesa è stata
illuminata con lampadine colorate e
lampioncini.
Pienone mai visto nel tempio di
Villasecca dove, dopo la parte li curgica e la predicazione su Filip,.e3i
3: 18-21, la Corale ha eseguito u.i
coro ed i bambini dei vari quaitieri
hanno recitato poesie e dialoghi, con
grande impegno e con poche cantilene. Un plauso ai ragazzi ed alle insegnanti che li hanno preparati. 75
persone erano convenute al pranzo,
preparato come è tradizione della
Parrocchia, dai membri del Concistoro Sigg.ri Levy Peyronel e Signora
Albina, Giovanni Pietro Ribet, Gioì
vanni Perro e Lorenzo Clot, con 1 aiuto degli Unionisti: Elmina Giraud,
Elda Clot, Elda Ribet e Eli Peyronel,
che desideriamo ancora ringraziare
molto cordialmente non solo per l’eccellente pranzo offertoci, ma anche
per l’atmosfera di fraternità serena
e gioia che la loro collaborazione
permette di avere. E tutti i partecipanti hanno avuto in modo particolare quest’anno il senso preciso
di questo ambiente fraterno e lieto
di cui abbiamo goduto per tutto il
pomeriggio.
Il Concistoro è stato lieto di offrire, a nome di tutta la Parrocchia, a
questi nostri fratelli che hanno lavòràto per''noi, dei locali rinnovati
ed una grande stufa in muratura
con relativa attrezzatura che ha fa
cintato un poco il loro lavoro e resa
più lieve la loro fatica.
Spigolando fra le varie notizie della Parrocchia segnaliamo: La Scuola
Domenicale a Pian Faetto, ha cominciato a dare dei buoni risultati sotto
la guida del Maestro Pietro Massel
che se ne occupa con molto slancio.
L’istituzione di questa attività viene
così a risolvere un problema annoso
di una zona particolarmente lontana
c nella quale i genitori erano giusiamenre preoccupati per il lungo tratto di strada provinciale che i bambini dovevano percorrere. Nel mese
di gennaio le sorelle del vallone di
Riclaretto hanno organizzato con la
moglie del Pastore un pomeriggio in
comune al Trussan dal quale è nato
un incontro particolarmente spontaneo e simpatico intorno alla Paiola
del Signore cui ha fatto seguito una
conversazione amichevole su vari argomenti, allietata da alcune poesie
e canti offerti da due bambine del
Quartiere, e da una buona tazza di
thè che le sorelle hanno avuto cura
di preparare.
Speriamo vivamente che incontri
di questo genere possano ancora ripetersi e al Trussan ed altrove ne,la
Parrocchia.
Doni per l’Eco delle Valli
Paschetto Lina (200); Favellini Angelo
(250); Martinat Ferdinando (568); Falchi
Franco (500); Pascal Armando (100); Cardiol Giacomo (500); Rihet Emilia (100);
Bonnous Pons Amilda (300); Giorgio Masi
(1.750).
La Riv di Villar Perosa
in occasione dei 17 Febbraio
Seguendo una simpatica tradizione ormai in uso da parecchi qnni,
gli operai e gli impiegati della RIV
di Villar Perosa in occasione del 17
febbraio hanno versato a favore dei
seguenti Istituti Valdesi di Beneficenza le somme sottoelencate:
Asilo dei vecchi di S. Germano L.
46.000; Asilo dei vecchi di S. Giovanni 9.200; Rifugio Carlo Alberto per
invalidi 45.300; Artigianelli Valaesi
di Torino 21.600; Orfanotrofio di
Torre Pellice 46.300; Orfanotrofio ai
Pomaretto 24.100; per un totale di
L. 192.500 raccolte fra le maestranze
che hanno offerto il loro obolo inoipendentemente da fedi politiche, sindacali, religiose.
Inoltre la Direzione della RIV, dietro richiesta di un gruppo di Valdesi, ha fatto dono di un quantitativo
considerevole di materiale da coslruzione per l’erigenda inferme! ia della Casa Valdese di Vallecrooia.
Gli Enti beneficiati ringraziano
sentitamente la Direzione e le maestranze RIV dì Villar Perosa per la
solidarietà dimostrata con le loro
generose offerte.
d. g.
4
4-.
L’ECO DELLB<f»Lil VALDBSf
FÜV - Gruppo Valli
(Convegno di studio biblico
Pinerolo - S marzo 1957
Fiaccole e “lampade veneziane,,
a Yillar Pellice
Sono invitati a questo convegno tutti i
responsabili e in modo particolare coloro
che hanno nell’unione l’incarico di preparare gli studi biblici. Si tratta di un convegno di studio, con lo scopo di aiutare coloro che hanno fra gli altri giovani un compito che richiede preparazione e impegno.
Studieremo quest’anno un passo dell’Antico Testamento, applicando praticamente il
« metodo » che ci verrà indicato nello studio introduttivo. Ricordo che questo convegno e stato organizzato su espressa richiesta dei responsabili riuniti ad Agape l’autunno scorso.
PROGRAMMA
ore 10 ritrovo dei partecipanti nella sala
deU’UGV di Pinerolo
» 10,30 culto (past. Ermanno Rostan)
» 12,15 pranzo
» 14,30 studio introduttivo (pastore Aldo
Comba)
» 15 studio a gruppi
» 16,30 sintesi dello studio e chiusura del
convegno.
Convegno per la prepazione
di responsabili di unioni quartieraii
Prarostino - 9-10 marzo 1957
Si è parlato molto in questi ultimi tempi
deUa necessità di avere per le unioni quadri direttivi ben preparati. Il convegno di
Prarostino è un primo tentativo in questo
senso, per la formazione di dirigenti di
umoni quartierali. Studieremo insieme i
problemi di queste unioni, sentiremo le
esperienze di altri, esamineremo il lavoro
da fare per essere meglio preparati a questo particolare servizio che ci è richiesto,
e che dobbiamo dare con competenza. Le
unioni interessate pensino in tempo a designare i giovani che debbono partecipare
al convegno, aiutandoli se necessario finanziariamente con un contributo. La riuscita
del convegno - dipende dalla collaborazione
di tutti, anche per la designazione del delegato di ogni unione.
PROGRAMMA
sabato ore 19: ritrovo dei partecipanti nei
locali della Chiesa Valdese di Prarostino
ore 19,30 Cena
» 20,30 Studio (pastore Franco Sommani)
» 21 Studio a gruppi.
Domenica ore 7,30: Sveglia
ore 8 Colazione
» 8,30 Studio (prof. Mario Miegge)
» 9 Studio a gruppi
» 10,30 Culto (past. Giovanni Peyrot)
» 12 Pranzo
» 14 Discussione conclusiva, proposte,,
varie
» 16 Chiusura.
L’UGV di Prarostino gentilmente organizza tutto per accogliere i partecipanti. Il
pernottamento è gratuito e sarà ridiiesta
soltanto una quota per il vitto. I posti sono
limitati e quindi è necessario che gli interessati si iscrivano entro le ore 21 di giovedì 7 marzo presso: Marco Gay, Luserna
S. Giovanni. Potranno partecipare al convegno solo gli iscritti entro tale termine.
La nostra comunità è stata benedette, nella celebrazione di un 17 febbraio che è stata veramente felice
sotto molti aspetti.
Sabato sera. L’adunata al Sabbio
ne attorno al falò del Centro si è
svolta quasi regolarmente... Mancò
soltanto il falò perchè il vento troppo forte sconsigliò di accenderlo così vicino alle case. Ma i fratelli e gii
anùci accorsero ugualmente e con
essi molti bimbi muniti di fiaccole
e di lampade veneziane. Una illuminazione abbondante ed un impianto di altoparlanti disposti da cari amici, resero più vigorose le voci de
gli oratori e fecero risuonare lonta'
no il canto degli inni patriottici. Al
microfono si succedettero successivamente i fratelli Bruno Mathieu,
Albert Lazier di Villa Castagneto,
il Pastore americano V. Casale ed il
Pastore locale. Una distribuzione di
premi ai bimbi fomiti di fiaccole effettuate dalla signora Lazier ed altri canti accompagnati dalle trombe
degli studenti « Cabrù » di Torre conclusero l’ottima serata.
Domenica. Il corteo tradizionale
attraversò il Villar abbondantemente imbandierato e gremì presto il
tempio come nelle maggiori solennità. Il culto con i messaggi dei Pastori Geymet e Casali e la festa delle scolaresche magistralmente dirette dagli insegnanti C. Bouissa, M.
Dalmas, P. Prache, G. Baridon, F.
Rivoira, Pisaniello, E. Michelin, L.
Bertalot e M. Prache, si svolsero rapidamente ed in modo armonioso
lasciando nel cuore di tutti un benefico ricordo. La Parola di Dio non
è incatenata. Son cadute man mano
attraverso ai secoli le catene che la
vollero imprigionare, anche la catena che si chiama «Vita Moderna»
cederà il posto ad una nuova emancipazione !
L’agape tradizionale nella sala delle attività raccolse, malgrado alcu- ne defezioni dovute a malattia, 121
commensali e vi regnò per varie oie
uno spirito magnifico di amore e di
comumone fraterna. Perfetto il servizio organizzato dal fratello Musset
custode del tempio. Poderosi e belli
i cantici dell’assemblea guidati dalle
trombe dei fratelli Cabrù. Entusiasti
i cori della gioventù. Commovente
xa presentazione del fratello x y di
Genova, nato da matrimonio misto
nel quale la madre, valdese, aveva
consentito che il figlio fosse educato
cattolicamente e il quale, pochi mesi or sono, avendo incontrato il missionario americano Casali, ne era
stato ricondotto alla fede evangelica.
L’assemblea lo salutò con un applauso lungo e cordiale e cantò un inno
apposta per lui, che, profondamente
commosse- dava proprio Timpressione di un reduce che ha ritrovato la
sua terra e la sua famislia.
Atmosfera di festa a Rorà
XVII Febbraio: i bambini ed i catecumeni hanno fatto onore al XVII
con due cortei memorabili per l’entusiasmo e la partecipazione dei
bambini di tutte le località più lontane della parrocchia nonché con un
ricevimento famigliare. Siamo grati
al dr. Meynet il quale, per mezzo del
dr. Massola, ci ha fatto ottenere dalla
Cassa di risparmio un contributo
per i festeggiamenti della nostra stcj
rica data. Il falò della vigilia è sta
to accesso attorno alla centenaria
palma con un numero insolito di fa
scine raccolte dai catecumeni mentre la palma è stata sradicata e issata a Cà di massa con l’aiuto d’un
gruppo di giovani. I canti hanno rallegrato la serata. La domenica, il
culto con Santa Cena ed il canto
della Signora Tourn Pasquet Ada è
stato seguito dall’agape fraterna organizzata dall’Unione delle madri in
modo impeccabile. Una sessantina
di convitati tra i quali ricordiamo la
famiglia del dr. Varese di Torino, il
Colonnello Grill e Signora, il dr.
Meynet e famiglia, il fotografo Curdo e consorte, rorenghi lontani.
Abbiamo uditi i messaggi del dr.
Varese, dr. Meynet anche a nome dei
sindaco Giacomo Morel, e dal pastore.
E’ stato inaugurato il riscaldamento con impianti di caloriferi per
merito del tecnico Trevisior di Torino e la generosità del signor Vagnino e del geometra Elio Volpi. La se
ra i giovani hanno offerto una sim
patica serata apprezzata da tutti,
seguita da un buffet. Ringraziamo
di cuore l’unione delle madri per il
lavoro compiuto e segnatamente la
signora Morel Mary per la direzione
della cucina.
Matrimonio: Nello storico tempio
dei Coppieri, il dr. Dario Varese e la
prof. Liliana Balmas sono stati uniti in matrimonio dal Pastore di Rorà. Una stupenda giornata, con un
sole primaverile incomidava un
quadro dove il costume valdese della
sposa conferiva la nota della mode
stia e della semplicità ad un tempo
nel clima della tradizione delle valli; parimenti il vestito dello sposo
completava il quadro valdese, direi,
delle alte valli, indice d’un affetto
profondo per un costume esteriore
di vita caro ai nostri antenati e indice d’un costume interiore che ha
fatto, onore al nostro popolo. Uno
stuolo di amici di Torino, San Giovanni, Torre Pellice e di altre località del Piemonte nonché una delegazione di Rorà hanno espresso con
la loro presenza l’affetto e la stima
per gli sposi e per le famiglie Varese e Balmas. Al termine della funzione religiosa è stato gentilmente
offerto agli invitati un ricevimento
all’Hòtel du Pare consentendo ai
numerosi partecipanti di fraternizzare assieme.
Siamo lieti di inviare, a nome
della comunità rorenga, un augurio
a Dario Varese ed alla sposa per i
particolari vincoli d’affetto che uniscono la nostra alpestre comunità
con gli sposi nonché per la collabo
razione avuta in tutte le iniziative
della comunità civile e religiosa.
Siamo fiduciosi che le future spose
della montagna e della pianuia, spe
cialmente di Rorà, vestiranno tu.te
il costume valdese in virtù d una
buona e sana tradizione.
Inaugurazione: mentre il XVII febbraio abbiamo inaugurato il riscaldamento centrale della sala, ai Rumè qualche giorno prima s’è inaugurato il pavimento ed il soffitto
della scuola Beckwith per iniziativa
spontanea dei cittadini del posto,
segnatamente di famigliari dei bambini; alla presenza dei sindaco Morel Giacomo, dell’insegnante Rostan
Paola e di amici di Rorà abbiamo
ricordato il generoso sforzo dell,
comunità dei Rum è e l’offerta
in natura del Comune nonché il
buffet organizzato dalle « magne »
del quartiere : non possiamo menzionare tutti e inviamo a quanti
hanno collaborato per la buona riuscita dell’iniziativa nonché della serata un ringraziamento sentito.
I canti proseguirono fino a tardi e
s’interrappero .solo quando s’intraprese il rigoverno della Sala in vista
della recita serale che doveva avere
inizio... fra un paio d’ore o poco più.
Ed anche la serata fu una degna
conclusione del nostro 17 febbraio.
Un pubblico liumeroso e simpatico gremì il locale come nelle grandi
solennità, e l’Unione del Centro, dopo la lettura tradizionale delTedittc
albertino di emancipazione e le parole di introduzione dell’anziano
Bouissa e del Pastore, presentò sulla
scena una bella ed opportuna recita in piemontese: «Tourna al to Ciabot... ».
Siamo grati al Signore per la felice
giornata trascorsa e ci auguriamo
che iriolte altre la possane seguire
così ricche di vita, di fervore e di
gioia.
xja Santa Cena è stata celebrati
donienica 24 febbraio in un culto
presieduto dal pastore Bruno Tron
di Torre Pellice. Anche qui, l’adesione della comunità è stata buona ed
il culto edificante..
L’il febbraio scórso abbiamo accompagnato al Campo del riposo le
spoglie mortali di Arnaud Giovanni
Stefano, di anni 70, della frazione di
Pourracira. Da lunghi anni egli viveva solitario nel suo piccolo alloggio rurale intrattenendo tuttavia
molti rapporti di amicizia. Molti
fratelli intervennero così al funerale tributandogli una bella testimonianza. Bello lo spettacolo di quanti, spontaneamente si prodigarono
per gii ultimi servizi da prestare al
defunto e sopratutto quello dei giovani che trasportarono a braccia
il feretro per tutto il lungo percorso.
^
Villa Castagneto. E’ in via di allestimento •— e ne daremo presto
più umpie ìtotizie — una casa di
ospitalità estiva per fratelli correligionari. Saremo grati a quanti ci
potranno aiutare per la sua attrezzatura. Abbiamo particolarmente
bisogno di sedie e di letti.
Enrico Geymet
IL XVII FEBBRAIO
al Rifngio Carlo Alberto
Anche il Rifugio ha avuto il suo XVll
Febbraio. Ma Vha avuto più tardi: il 22.
Un programma molto modesto, ma che è
stato un buon diversivo per i nostri cari
ospiti, la maggior parte eie' quali, per le
loro condizioni fisiche, non possono mai allontanarsi dalTIstituto.
Nella prima parte del tratt&ùmento, si
sentì, una recita storico-religiosa. Nella seconda parte, una divertente farsa. Attrici:
le nostre brave giovani che lavorano con
zelo nelle varie mansioni del Rifugio, Anche due ricoverati fecero udire la loro voce.
Naturalmente, s’è molto cantato. Il Presidente della C.I.O.V., Pastore Bert rivolse parole di saluto ed esortazioni. Vorremmo poter offrire ai nostri cari ricoverati più
frequenti diversivi. Ma come si fa? Li raccomandiamo alla simpatia fraterna di tutta
la popolazione. Il Cappellano.
Sia por uscire
oizìonàrìFbiblico
L. 3.700
Piano dell’opera,
revisione e coordinamento
Prof. Giovanni Miegge
Collaboratori: Gustavo Bouchard;
Franco Da vite ; Alberto Ricciardi ;
Giorgio Girardet; Salvatore Briante; Luigi Santini; Francesco Lo Bue;
Aldo Sbaffl; Carlo Gay; Giorgio
Tourr.
i) volflme, da tanto tempo richiesto, sarà
pronto nel mese di Marzo. Le spedizioni
verranno fatte nell’ordine delle prenotazioni. Affrettatevi a inviare la vostra ordinazione alla Libreria Claudiana - Torre Pellice.
Prenotazioni alia Libreria Claudiana
Torre Pellice (Torino) - c.c.p. 2/17557
La famiglia del compianto
Gustavo Meynier
commossa dalla dimostrazione di stima e simpatia tributata al suo Caro,
ringrazia di cuore quanti hanno preso parte al suo dolore. Un particolare ringraziamento ai Pastori Bert e
Ayassot, al Dott. Bertolino, alle Ass.
Combattenti, Bersaglieri e AVIS; alla Scuola di Economia domestica di
Lusema e alla Scuola Latina di Pomaretto.
Perchè io vivo anche voi
vivrete, dice Gesù.
S. Giovanni 14: 19.
San Germano Chisone, 20-2-1957,
La famiglia del compianto
Giorgio Monnet
deceduto il 21 corr. alle Casse in età
di anni 86, ringrazia sentitamente
tutti coloro che in qualsiasi modo si
prestarono durante la lunga nialattia del loro caro.
In modo particolare il Pastore Sig.
Conte per le parole di conforto, l’insegnante di Cacet Sig.na Armand
Hugon la quale, con i bambini, intervenne ai funerali, l’Associazione
ex Combattenti che colla bandiera
recò l’estremo saluto all’estinto, e
tutti coloro i quali di presenza o con
scritti, hanno dimostrato la loro sim
patia nella luttuosa circostanza.
Angrogna - Casse, 22 Febbraio '57.
Direttore: Prof. Gino Costabel
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di
Pinerolo con decreto del 19 gennaio 1955.
PRO VALLI
Dalla Svizzera Tedesca ci chiedono correligionari per lavori di campagna. Ottima remunerazione.
Scrivere al pastore Enrico Geymet,
Villar Pellice.
AVVISI
ON CHERCHE brave jeune homm,'
pour l.er mars au plus tard dans
ferme mécanisée. Gages selon entente. Ecrire à Hans Glauser « les
Echereignes » Glion/Montreux
Vaud (Suisse).
Redattore: Ermanno Rostan
Via dei MiUe, 1 - Pinerolo
td. 2009
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice • c.c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina ■ s. p. a.
Torre Pellice (Torino)
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ORAR! DEL PiNEROLESE - 5 NOVEMBRE 1936
Ferrovia Torino-Torre Pellice e viceversa
Torino 4,28 6,20 8,11 12,23 13,42 15,22 17,26 18,29 18,34 19,23 23,48
Airasca 5,16 7,08 8,50 — 14,30 16,06 18,13 — 19,22 20,08 0,29
Pinerolo 5,36 7,39 9,11 13,— 14,55 16,28 18,40 19,13 19,46 20,31 0,51
Brich. 5,57 7,58 9,27 13,15 15,12 16,50 18,59 19,28 20,07 20,46 1,07
Torre P. 6.10 8,11 9,41 13,33 15,25 17,04 19,12 19,42 20,20 20,59 1,20
Ferrovia Bricherasio-Barge e viceversa
Torre P. 3,48 4,48 5,40 6,38 8,35 12,24 13,24 16,32 18,05 19,50 21,04
Brich. 4,01 5,18 5,56 6,53 8,50 12,39 13,39 16,48 18,19 20,06 21,19
Pinerolo 4,21 5,31 6,18 7,11 9,08 12,58 13,55 17,06 18,37 20,29 21,35
Airasca 4,39 5,50 6,49 7,27 9,25 13,19 — 17,35 18,58 21,02
Torino 5,23 6,32 7,38 7,54 10,— 14,02 14,16 18,26 19,42 21,55
Brich. p. 5,07 5,59 8,02 9,32 13,18 15,18 16,52 19,07 20,14
Barge a. 5,24 6,17 8,20 9,50 13,37 15,39 17,10 19,27 20,33
Barge
Brich.
4,40 5,31
4,58 5,49
6,29 8,27 12,16 14,50 16,08 17,53 19,37
6,48 8,45 12,34 15,07 16,29 18,11 19,55
Tramvia Pinerolo-Perosa e viceversa
Pinerolo p.
Porte
S. Germano
Villar P.
Pinasca
Porosa a.
..ii , für fe.ll fer fest fer fer fest fer fest fest fer fer fer
4’20 4,35 4,45 6,45 7— 7,55 8,15 9,30 10,15 11,30 11,40 12,40 13,10 15,05 15,05 16,02 17,50 19,25 20,55
‘ *'16 *'34 10,34 11,50 11,58 13,02 13,29 15,22 15,24 16,22 18,09 19,47 21,17
4,54 5,03 6,10 7,15 1 8,22 8,42 9,55 10,42 11,58 12,05 13,10 13,36 15,28 15,32 16,29 18,17 19,55 2li5
5,25 5,20 6,17 7,22 7,25 8,30 8,50 10,03 11,— 12,06 12,11 13,40 13,45 15,35 15,40 16,55 18,25 20,02 21,55
5,35 5,30 6,27 7,32 — 8,40 9— 10,10 11,10 12,16 12,20 13,50 13,55 15,45 15,52 17,07 18,35 20,11 22,05
5,45 5,40 6,37 7,40 — 8,50 9,10 10,20 11,20 12,25 12,30 14— 14,05 15,55 16,05 17,20 18,45 20,20 22,15
Perosa
Pinasca
Villar P.
S. Germano
Porte
Pinerolo
fer fes
4,45 4,50
4,55 5,01
5,25 5,20
5,32 5,27
5,39 5,32
6,— 5,50
fer fer
5,55 7 —
6,05 7,11
6,15 7,21
6,23 73
6,29 7,35
6,45 7,55
Ÿ
fer fer
— 8 —
7,10 — 8,11
7,19 7,30 8,21
7,25 — 8,28
7,32 — 8,35
7,50 8 — 8,55
fest fer fest
8,10 9,35 9,45
8,20 9,45 9,55
8,30 10,— 10,04
8,35 10,10 10,10
8,42 10,20 10,17
9— 10,40 10,40
fer fest
11,45 11,50
11,57 12 —
12,07 12,09
12,15 12,15
12,28 12,22
12,52 12,40
fer fest
13— 13,25
13,10 13,33
13,40 13,45
13,47 13,51
13,54 13,58
14,15 143
fest
14,10
14,18
14,28
14,34
14,41
15 —
16 —
16,10
16,23
16,29
16,36
16,55
fer
16,15
16,55
17,18
fer fer
— 17,25 19—21,15
— 17,35 19,10 21,25
163 17,45 19,20 21,55
17,03 17,52 19,28 22,03
17,11 17,58 19,35 22,10
17,35 18,16 19,55 22,30
T