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Torre Penice, 9 Gennaio 1942-XX
VALDESI
Riguardate alla rocclalondelfoste tagliati !
Isaia LI: 1)
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25
DIraitore: Prof. QINO COSTABEL
AMMINISTRAZIONE: Via Carlo Alberto, 1 bis - Torre Pelliob
REDAZIONE: Via Arnaud, 27 - Torre Peluce
Ogni cambiamento d’indirizzo costa una lira
Cent. 30 la copia
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1 peiicoli della politudine
« Gli uomini comm.ettono un maggior
numero di peccati quando essi sono
soli, che quando essi si trovano nella
compagnia di altri. Perchè Eva, sola
se ne andava camminando, il diavolo la
ingannò e sedusse. E similmente, dove
ci sono degli angoletti oscuri e luoghi
appartati, là accadono agguati, assassini, rapine, furti, scostumatezza, adulterio ed altri peccati. Poiché dove vi
è solitudo e isolamento, sempre trova il
diavolo locum et occasionem (= tem,po e luogo) di indurre gli uomini in
peccato; ma chi si trova in compagnia
di altri, in onorata società, quegli per
certo si vergogna di pec;care, o bestemmiare, o, comunque, agire in modo
sconvenevole; oppure, se non se ne vergogna, non ha, per lo meno, le circostanze favorevoli. Inoltre vi è la promessa del Signore Gesù quando dice
che dove due o tre persone siano radunate nel Suo nome, là, Egli vuol essere
in mezzo ad essi.
Si ricordi ad esemplo come Davide, il
re, commise adulterio ed omicidio per
essere rimasto inoperoso nell’isolamento, mentre i suoi combattevano. E
la mia esperienza è che io non cedo mai
così facilmente al peccato come quando
sono solo. Dio ha creato l’uomo in vista della società, e non per la solitudine
A riprova di ciò si ricordi che Dio,
nella creazione del mondo ha creato
l’uomo e la donna, affinchè l’uomo avesse nella donna una compagna ed un
aiuto convenevole. Così Dio ha costituito la Chiesa cristiana, la comunità
dei Santi, affinchè i Cristian; si potessero rmriire per la predicazione dell’Evangelo, ed attingere consolazione dalla Divina Parola, e godere dei Sacramenti.
In caso diverso la solitudo, l’isolamento, si trasforma in pura e semplice
fantasticheria; e si hanno sospettosi e
cattivi e dolorosi pensieri, quando si è
soli, Si comincia col riflette'-e co.ntinuamente ad una cosa, e se qualcosa ci riesce male, noi cominciamo a rimuginare
intorno ad essa, e facciamo la contrarietà ancora più grossa s più amara, di
quanto essa non sia in sè stes.sa;* cominciamo col pensare che nessuno è più
infelice di noi, e sognamo ad occhi, aperti intorno a questa nostra sfortuna,
come se le nostre cose dovessero finir
male.
Insomma, quando noi siamo soli, noi
abbiamo straordinari pensieri che occupano la nostra mente e ci rappresentiamo le cose sempre più gravi di quanto esse non lo siano nella realtà. Per
contro poi ci soffermiam,o a pensare
quanto gli altri siano più felici di noi, e
questo pensiero ci addolora molto, specialmente per il contrasto con la nostra
amarezza e le nostre necessità.'
Dai Tischreden di Lutero.
Settimane di Appello
Come già è stato annunziato, la campagna di appello, in corso nelle nostre
parrocchie, culminerà in una settimana
di riunioni e culti speciali. Ne diamo
qui l’elenco preciso con la data e il nome dei Pastori che vi collaboreranno.
Alcune parrocchie avranno il privilegio di ricevere la visita del Moderatore,
che verrà appositamente alle Valli.
Rivolgiamo un fervente appello a
tutti ì cristiani che soffrono per lo stato
attuale della Chiesa, che vorrebbero
vedere più fedele e vivente, affinchè si
adoperino presso tutti i loro conoscenti,
in modo particolcre presso quelli che abitualmente non frequentano i culti,
perchè intervengano a queste riunioni
d’appello.
Salgano ora più insistenti le nostre
preghiere al Signore affinchè naolte anime sieno risvegliate e molti cuori aperti all’Evangelo della grazia.
Frali: 1-8 febbraio - Roberto Jahier.
Rodoretto: 8-15 febbraio - Lorenzo Rivoira - Alfredo Janavel.
Massello: 1-8 febbraio - Roberto Nisbet
- Umberto Bert.
Pefrero: 22-29 marzo - Luigi Marauda
- Umberto Bert.
Viltasecca: 25 gennaio-l° febbraio, Paolo Marauda - Arnaldo Genre - 27
gennaio, Virgilio Sommani Moderatore.
Pcmaretto: 25 gennaio, 1° febbraio,
Enrico Geymet - 26 gennaio, Virgilio Sommani, Moderatore.
San Germano Chisone: 1-8 marzo - Elio
Eynard - Roberto Nisbet.
Pramollo: 11-18 gennaio - Guido Mathieu - Alfredo Janavel.
Pinerolo: 18-25 gennaio - Oreste Peyronel - 25 gennaio - Virgilio Sommani, Moderatore.
Prarostino (S. Bartolomeo): 11 gennaio
- Lorenzo Rivoira - Roberto Jahier.
Prarostino (Rqc): 18 gennaio - Gustavo
Bertin.
San Giovanni: 25 gennaio-l“ febbraio
- Giulio Tron - 27 gennaio - Ernesto
Ayassot - 29 gennaio - Virgilio Sommani, Moderatore.
Rorà: 22-29 marzo - Arnaldo Comba Roberto Nisbet.
Angrogna (Capoluogo): 22 febbraio-1°
marzo - Edoardo Aim,e.
Angrogna, (Serre): 2-8 marzo - Arnaldo
Comba.
Torre Pellice: 25 gennaio-l° febbraio Lorenzo Rivoira - Roberto Nisbet. 2b gennaio - Ernesto Ayassot. - 1°
febbraio - Virgilio Sommani, Moderatore.
Villar Pellice: 25 gennaio-l° febbraio Alberto Ricca - 26 gennaio - Ernesto
Ayassot - 30 gennaio - Virgilio Sommani, Moderatore.
Bobbio Pellice: 8-15 febbraio - Roberto
Jahier.
Torino: 3-8 febbraio - Enrico Tron- Vice Moderatore - Carlo Lupo Gustavo Bertin.
LIBRERIA EDITRICE CLAUDIANA
CHI SONO I VALDESI!
Opuscolo popolare di 16 pagine
—0— L. 0,15 —0 —
100 copie L. 0, 10 la copia
Da 500 copie L. 0,08
IJopuseolo, il cui testo è la ri.fusione
dì scritti precedenti, presenta sul frontispizio lo stemm.a valdese.
A richiesta, per ordinazioni di almeno 500 copie, si può fornire con la vignetta del Tempio locale e con l’orario
dei culti, dietro rimborso della spesa
del clichè.
Dalla miai^va alla
Nel quarto centenario della morte di Paracelso
E’ proprio vero che le vie del Signore
non sono le nostre vie, ma esse sono infini,te ed infinitamente varie. Talora gli
uomini che tutto sembra dover distrarre od allontanare dalla fede sono, da
Dio, portati alla religione, alla salvezza.
E' quel che si può dire di quel curioso
spirito dì Paracelso, figlio di un dottore
chiamato a Villaco, in Carinzia da
un’azienda creata per lo sfruttamento
di quelle miniere di rame, e addetto
alla cura di quella popolazione di fabbri e di minatori. Il giovane Paracelso
s’interessò vivamente agli studi mineralogici.
Il suo padre, essendo anche professore di chimica nella scuola mineraria ^di
Villaco, iniziò il figlio alle ricerche ed
alle esperienze sue. Gli aperse la sua
biblioteca ricca dì molti libri di alchimisti antichi e modemij gli permise di i■■noltrarsi anche nelle miniere, di scendére nei pozzi, di frequentare le fonfderie, in una parola di accostarsi alla
"^vita ver a ed intima dei minatori e della miniera. E lì ove altri non avrebbe
visto che un’oscurità dì tomba, che un
mondo sepolto nelle viscere della terra,
egli vide la vita, così come noi la vediamo lì ove splende, sorride e s’irradia il sole.
Vide la vita del mistero; intuì il mistero della vita, e questo fu il seme
che dopo lunghi anni, quasi quarantenne, lo addurrà alla fede.
Dopo quell’iniziazione naturalistica e
scientifica, mandato, a sedici anni, in
un collegio conventuale, corse il rischio
di vedersi avviato all’educazione scolastica deU’epoca, tarpatrice di fantasia
non solo, m,a addormentatrice di ogni
vera libertà di spirito, col suo insegnamento dottrinario fondato sull’autoritarismo dei maestri e sulla pedanteria dei
libri ricevuti ed accettati come i soli
veri e buoni maestri.
Ma in fondo all’anima del giovane
Paracelso la visione delle miniere di
Villaco non era scomparsa. Tornare aUa
miniera fu il suo ideale e la miniera, per
oscurissime, vie, gli rivelò il senso della
vita universale: la materia ascosa e apparentemente morta gli rivelò lo spirito nascosto e da tanti rinnegato.
A 26 anni lo ritroviamo a Schwaz,
presso Innsbruk come aiutante di Sigismondo Fueger, ivi proprietario di
miniere d’argento. E li ancora lo ritroviamo, quindici o vent’anni più tardi,
sempre assillato dal bisogno di rendersi conto dei rapporti esistenti tra il finito e l’infinito, tra la materia e lo spirito. tra il macrocosmo e il microcosmo,
tra la natura e l’uomo ed i suoi personali fisici i6 morali bisogni. Cercare,
esplorare, sperimentare la natura è il
suo primo bisogno, la natura vivente
nell’inorganico così com,’è vivente nell’organismo umano. Ed è quella che
l’ha condotto a questo. Dalle miniere di
Villaco e di Schwaz egli passò allo studio delle miniere di Svezia, poi a queldi Meissen, poi a quelle ungheresi, ma
in esse tutte mai non cessò dal
chiedersi quale fosse l’azione reciproca della natura, priva di ragione,
ma vivente, sulla vita e sulle sofferenze
dell’uomo. Di lì scaturì il suo cristianesimo o il suo spirito cristiano. E non
v’ha nella storia della cultura universale, si può ben dire, un secondo esempio di uomo infinitamente buono, che
più di luì si sia dedicato agli altri e che
più di lui sia stato osteggiato, svillaneggiato, posto in ridicolo.
Il suo spirito d’amore verso rumanità sofferente lo spinse a ricercare dovunque rimedi ai mali suoi, nelle erbe
come nei minerali, nelle acque come
nelle risorse della chimica, nella chirurgia come nella terapeutica, ma specialmente nella carità e nell’amore.
In queste egli fu davvero insuperabile.
Sebbene diventato celebre in tutta
l’Europa, sebbene addottoratosi magistralmente a Ferrara, egli continuò ad
essere d’un’insuperabile m,odestia verso
i miseri, i diseredati ed i poveri, pur
sapendo sferzare i falsi dottori intonacati deU’epoca. Tutti i suoi pensieri più
sublimi gli vengono dal cuore.
Parlando dell’infanzia e del preteso
influsso planetario egli diceva: « Un
bambino non ha bisogno nè di costellazioni nè di pianeti; la sua madre è il suo
pianeta e la sua stella ».
Egli aveva veramente una comprensione mistica o, se volete, profondamente cristiana della debolezza e della
sofferenza. E’ precisamente questa sua
comprensione e compassione innata
che, uscite dalla solitudine della miniera e dal laboratorio silenzioso dell’alchimista, quasi com,presse e soffocate
per un tempo (il tempo della meditazione e dello studio), ora si dilatavano,
si diffondevano, si profondevano, su
tutto e su tutti.
Colui il cui cuore è pieno, non può rimanere a bocca chiusa. E Paracelso non
si contentava dì aprire Tanima sua e
le conoscenze sue al malato al cm capezzale accorreva, anche se non chiamato, ma scriveva e profondeva e diffondeva le sue teorie tanto che i dottori ufficiali dell’epoca ottennero (cosa
più unica che rara contro un laico, poiché tale provvedimento era adottato
solo contro uomini o cose di chiesa) che
gli fosse proibito (ciò almeno fu per un
tempo) di stampare cosa alcuna. Ma le
angherie non lo stancarono. Verso i
quarant’anni, il fondo religioso del suo
essere, più che mai traboccò. Nelle vallate dell’Appenzell, ove era tutto dedito
alla cura dei malati, si diede con maggior fervore allo studio della parola di
Dio, la quale mai non s’era del tutto
allontanata da lui. E ritornò alla fede
più forte, anche se libera e non legata
ai cocchio d’alcuno. La vita e l’opera di
Cristo ebbero sempre per lui più importanza delle parole o delle discussioni dogmatiche. La sua fede, diceva
lui, « non ha bisogno di altra testimonianza che le parole di Cristo le quali
contengono la vita Eterna e non delle
opinioni dottrinali ».
Opinione forse discutibile ma certo
profonda e preziosa per un uomo della
tempra e della mente del grande Paracelso. Silvio Pons.
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« Civili e vid^ni » 7
Il soggiorno, di Francesco Rostagno,
primo conduttore regolare della Chiesa
di Riesi, non durò che alcuni mesi. A
lui successe Teofilo Malan ,f che il 3Ó
luglio 1872 scrive a Matteo Prochet,
presidente del Comitato di Evangelizzazione, le seguenti riflessioni che ci
illuminano mirabilmente circa l’ambiente nel quale i nostri Evangelisti
svolgevano la loro opera.
<> Riesi, scrive T. Malan, presenta,
senza dubbio, un carattere che non si
ritrova, che io sappia, in nessun altro
campo della nostra Opera d’ Evangelizzazione. E’ trascorso ormai quasi un
-anno da quando, a diverse riprese, per
mezzo di diversi Evangelisti, Dio ha
sparso la sua Parola di Vita nei cuori
dei riesini e mai, fino ad ora, abbiamo
avuto a deplorare minacce o violenze
nei riguardi degli Evangelici. Questo
fatto riveste una grande importanza
per il fatto che Riesi è circondato da
paesi intolleranti e fanatici. Basta fare
i nomi di Mazzarino, Barrafranca, Bufera, Ravanusa, Niscemi ed anche Caltanissetta, capoluogo della nostra provincia.
A Riesi, grazie a Dìo, noi abbiamo
sempre potuto liberamente, in pubblico ed in privato, parlare di Cristo senza il minimo inconveniente.
Insisto su questo fatto perchè prova
che il popolo riesino è tollerante in fatto di religione, qui dunque l’Evangelo
può progredire. So bene che la tolleranza è spesso una forma di indifferenza e so anche che a Riesi il numero degli indifferenti non è piccolo; pure non
è poca cosa che, a partire dall’arciprete
che ci osserva con « filosofica noncuranza », fino al più povero agricoltore,
tutti rispettano e, aggiungo, amano gli
Evangelici. Penso che questo fatto ci
provi che l’Evangelo, a Riesi, ha ormai
acquistato il diritto di cittadinanza.
La popolazione di Riesi si divide in
due classi ben distinte: il « ceto civile »
ed i « viddani ». Di fronte a questi due
elementi il Pastore che è ...anfibio si
trova spesso imbarazzato.
Il ceto civile annovera i medici, gli
avvocati, i giudici, i negozianti, i proprietari ecc. tutte persone che vi guardano dall’alto della loro ...fatuità quando vi vedono familiarmente seduti nel
negozio di un povero operaio. L’operaio
dal canto suo vi guarda con occhio timido se vi vede in relazione con i « pezzi grossi » del paese e non ha più quella fiducia che deve avere. Parlo degli
inizi del mio soggiorno a Riesi, perchè
ho di poi’potuto dimostrare che, essendo anfibio, potevo ugualmente vivere
nell’acqua pura delle intime relazioni
con l’operaio e sull’arido terreno dei
freddi e diffidenti contatti con il ceto
civile.
I nostri culti della domenica sono
molto meno frequentati da quando i lavori della mietitura hanno incominciato. Sono tutti ai campi e molti non rientrano neanche il sabato sera. Ci siamo
trovati qualche volta in dieci la sera e
venti la domenica mattina; ora la frequenza migliora dato che i lavori volgono al loro termine. Debbo aggiungere
che quelli che mancavano costituiscono
appunto il nucleo d^la nostra futura
Chiesa, o, come dicono altri, Telemento
^uil quale si può contare: agricoltori
pieni di intelligenza e di zelo cristiano
che non hanno tralasciato mentre raccoglievano il loro pane per l’inverno, dì
seminarè’'largamente per il giorno della
mietitura del Maestro. Essi ritornano
ora con gioia presentandoci qualche
compagno e dicendo: « con lui abbiamo
contrastato sempre perchè fosse un
buon cristiano... »
Abbiamo dovuto sospendere le conferenze pubbliche 'in casa private. Le
abbiamo sostituite con della conversazioni private in casa mia; in qualche
negozio od anche in mezzo alla piazza,
sotto il naso di tale o tal’altro prete
che non può soffrire quelle « confabulazioni ». ‘ ^
I nostri veri avversari sono appunto
quelli che ora «i stringono la mano.
Uomini che vogliono giustificare razipnalmente il loro materialismo pratico,
giovani corrotti ed altre persone che
non pensano che a far quattrini.
Giorni fa, ebbe luogo a Riesi la festa
del nostro S. Giuseppe: fiera, illuminazione, processione, musica, non mancava nulla. La « banda » venne da un
paese vicino ed ebbi il piacere di annunziare l’Evangelo, per due sere consecutive, a venti di quei bandisti i quali
erano molto stupiti di udire « lu Pasture » parlar di Cristo e di Dio, perchè
erano stati messi in guardia contro gli
eretici di Riesi.
Mi i>ermetto ancora di ricordarti la
scuola: non passa giorno che io non
abbia qualche domanda di un padre che
mi prega di « far scuola al suo ragazzo ». Ma mi è impossibile accumulare
la carica di Pastore, maestro e., cuoco !
I Termino pregandoti di ricordare a
tutti i nostri amici di non dimenticare
mai, nelle loro preghiere, la lontana
Riesi ».
(Continua). u. h.
5 - Per prendere parte al cohcorso
non è pecessario presentare un testo
EVITIAMOCI DEI RIMORSI Î
Non c’è nulla di più triste che lo stato d’animo di un uomo che si trova davanti a un disastro ch’egli avrebbe potuto evitare con ùn po’ di previdenza!
Non c’è nulla di più triste dello sterile rimorso di chi avrebbe potuto in
tempo utile salvare una delle più tr,’.portanti Istituzioni della Chiesa, ma
che trascurò a suo tempo di porgere una mano di aiuto fraterno.
Lettore, ti eviterai dei possibili -imorsi, ascoltando l’appello della Commissione Distrettvsale delle Valli Valdesi, e versando al tuo Pastore un’offer(ta che valga a colmare il pau-oso defì
cit del Collegio di Torre Peilice!
r. lì. V
Concorso per Salmi e Inni
Nell’anno 1940 venne bandito un
concorso per radattamento di inni della raccolta antica Psaumes et cantiques, in vista della pubblicazione di un
innario giovanile. Il concorso non diede
alcun risultato positivo. Rinnoviamo
dunque il bando con alcime modifiche.
I - La scelta comprende i numeri seguenti della raccolta Psaumes et Cantiques: N. 4, 7, 8, 10, 11, 15, 20, 69
186. 197, 205, 225.
2-11 testo dei Salmi non dovrà necessariamente essere in versi, potrà essere in prosa ritmica che corrisponda
fedelmente al ritmo della frase musicale. Poiché in alcuni casi crediamo dì
doverci allontanare, per fedeltà 'agli originali, dal ritmo tradizionale del nostro innario, avvertiamo i concorrenti
che potranno avere una copia della musica dei Salmi, richiedendola al Segretario della Federazione.
II testo dei Salmi non deve proporsi
di riprodurre, mediante la traduzione,
le poesie delTìnnario, ma rifarsi direttamente al testo biblico, rendendone fedelmente i concetti e possibilmente le
espressioni secondo la Versione Riveduta.
3 - Le traduzioni degli Inni possono
essere in versi o in prosa ritmica. Non
sì richiede che rendano strettamente gli
originali, ma che ne esprimano lo spirito con dignità di forma e di espressioncu
4-1 manoscritti devono essere consegnati entro il 3ò aprile 1942, Ogni
manoscritto dovrii èssere contenuto in
una busta chiusa, contrassegnata con una sigla. Il nome e l’indirizzo del concorrente dovranno essere chiaramente
indicati In un’altra büsta chiusa.
per tutti gli Inni indicati nel bando. Sì
prendono in considerazione anche Inni
isolati. Ogni salmo o inno accettato sarà premiato con la modesta Somma di
U. 50. ' ■ .
6 - Indirizzare i manoscritti al pastore Tullio Vinay, Segretario Generale
della Federazione Unioni Valdesi - Via
Manzoni, 21 - Firenze.
LA COMMISSIONE:
Lily Giarhpiccoli - Tullio
Vinay - Giovanni Miegge.
Scrivono aiV‘€co
...la signorina Lina Tedaldi parole che
saranno non inùtilmente meditate:
« A proposito dei vostri aiticoli sul, l’anzianato, ecco un mio ricordo di 17 o
18 anni or sono:
Aspettavo di far colazione nella sala
da pranzo del fu Albergo dell’Orso, a
Torre Pellice. Entrò un vecchio montanaro e si sedette ad un tavolino vicino
al mio, reclamando dì mangiare in fretta perchè era venuto per affari al mercato. Mi domandò se fossi cristiana;
gli dissi di sì, che frequentavo i culti
al Tem,pio. Mi ammonì: « Amate Gesù
Cristo ! Nessuno vi amerà mai come vi
4ma Lui ». Non disse altro, ed uscì
quasi sùbito. M’informai: era un anziano d’alta montagna. Ho dimenticato
molti sermoni, ma quello non posso dimenticarlo.
Veramente, mi sembra penoso dover
Lottare tanto perchè si trovino vocazioni ecclesiastiche. Un cristiano che cos'e,
se non un chiamato dal Cristo a seguirlo ? E’ quella la vocazione.
Qualche mese fa, fu pubblicata da
voi una mia lettera sulla preghiera
in comune, ogni volta che membri di
chiesa sì trovino insieme. Vorrei aggiungervi qualche cosa: Diffìcilmente si
trova chi sappia o voglia pregare ad'
alta voce; e d’altronde, una preghiera
siffatta viene piuttosto ascoltata dall’uditorio anziché seguita come cosa
propria. Ma se chi prende l’iniziativa
legge semplicemente un testo, e poi tutti i presenti fanno due o tre minuti di
silenzio, l’effetto è quello d’una finestra
che si apre in un ambiente afoso. Non
occorre altro per riposare anime stanche. Provare per credere.
« Uno spirito non di timidità .ma di
forza » 2 Tim. 1: 7. »
Il carabiniere T. T., il quale ringrazia per l’invio del giornale e dell'opuscolo natalizio, ed unisce un contributo in danaro:
« per aiutarvi a coprire il deficit che
si verifica annualmente; sarà poco, ma
quel poco è offerta di sincerità verso la
nostra Chiesa,... »
E lui noi ringraziamo per questa te. stimonianza che fa del bene, e con lui
tutti i suoi compagni per i quali salgono le preghiere della Chiesa.
ÇKONÜQâVàLbESE
AÑGROGNA (Serre)
Mercoledì 31 dicembre, alle ore 20
il tempio del Serre accoglieva le due
Còmunità di Angrogna per un culto di
fin d’anno.
Presiedeva il Pastore del Serre che
spiegava la parola: « Tutte le cose cooperano al bene di coloro che amano Dio
i quali sono chiamati secondo il Suo
proponimento». (Rnm. 8: 28). Le Corali
dd Serre e del Capoluogo eseguivano
due cori di circostanza.
Seguiva la oelébrazione ddla Santa
Céna alla quale, purtroppo, non tutti
partecipavano, come avremmo invece
desiderato.
Dopo il culto la gioventù delle due;^'
Comunità si radunava e trascorreva alcune ore insieme tra giochi e canti.
Vogliamo dire ai fratelli convenuti
la nostra gioia per i momenti benedetti
trascorsi con loro sotto lo sguardo di
Dio. E che ìa benedizione di Dio accompagni durante questo anno nuovo le
nostre Comunità.
— Martedì, 30 dicembre abbiamo accompagnato alla sua ultima dimora terrena la nostra sorella Malan Margherita vedova Ricca, deceduta a Serre
Malan dopo breve malattia alla età dì
anni 59. Ai figli, ai parenti tutti rinnoviamo respressione della nostra sim,patia cristiana.
BOBBIO PELLICE
Domenica scorsa un lungo corteo ha
accompagnato alla sua ultima dimora
terrena la spoglia di Margherita Bertinat dei Rostagni. Alla figlia duramente
provata per la recente dipartenza del
padre e per l’infermità del marito rinnoviamo respressione della nostra simpatia cristiana.
— Il culto di Capodanno è stato presieduto dal nostro Sovrintendente pastore Roberto Nisbet. E’ stata celebrata
la Santa Cena, sono stati ricordati i defunti della parrocchia nel corso del
1941, fra i quali due soldati caduti in
combattimento, e là nostra Corale ha eseguito finemente il canto d’un inno di
circostanza. Ringraziamo ancora il sig.
Nisbet della sua buona visita.
LÜSERNA SAN GIOVANNI
La celebrazione del culto di Natale
ha avuto luogo con larghissima partecipazione di fedeli, fra cui sì notavano
parecchi nostri fratelli militari in breve
licenza. La Corale diretta dal sig. G.
Albarin, ha eseguito un bel coro di circostanza.
>— Domenica 28 dicembre ha avuto
luogo la Festa per i bambini delle no
sire Scuole domenicali, nella Sala Al
barin; la sera nella Scuola di Mourcious. Ringraziamo di vivo cuore quanti
si sono adoperati per il buon esito dì
queste feste con tanto amore e pazienza.
— Sabato 27 dicembre è stato benedetto nel nostro Tempio il matrimonio
del sig. Cesare Mourglia, di Rorà, con
la sig.na Virginia Malan, dei Malan.
Rinnoviamo agli sposi felici i nostri migliori auguri.
— Asilo per i Vecchi - Doni ricevuti:
M Pellegrini, L. 50 - Gardiol Leidheuser, 50 - Petrai S., 5 - M. Peranzoni, 20
- Jalla Ida, 10 - Giordano Adele, 10 Petrai S., 25 - Rostagnol Paolo, 5 - Bellion Clara, 5 - Ditta Mazzonis, 50 - Fenouil Susanna, 10 - Buffa Enrico e Rosina, Omegna, 100 - Bice Del Bo vedova Turin, in memoria del suo compianto scomparso, 50 - Angela Dreher, 200.
P^INEROLO
La festa per i bimbi ebbe luogo m S.
Secondo nel pomerigg'o di venerdì, 26
dicembre e a Pine c olò nel pomeriggio
di domenica 28. In amoe.àue le località
i nostri bambini delle Scuole domeni-j
cali svolsero un ben natritn programma di canti e recite e ricevettero, con
grande loro gioia, i ¡mcchettini di dolci.
La riconoscenza della Chiesa è assicurata a tutte le persone che, in vari modi, hanno contribuito alla buona riuscita della festa.
— I culti di Natale e di Capodanno
furono resi più solenni da due bei cori
eseguiti dalla nostra Corale sotto la direzione della signorina Elda Turk.
pHali
Giornate meravigliose, sana allegrìa
e grande affiatamento fra ì partecipati
ti,, hanno caratterizzato il Campo, ormai teadizionale, organizzato daU’Unione di Torino.
Le Unioni delle Valli sono largamente rappresentate; notiamo giovani
Torre Relliceij Angrogna, Pinerolo, Sari
3
■fe
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
■rmano e Ferrerò, oltre le numerose
•appresentanze torinesi.
Profondamente sentita l’ispirato cul;o di fine d’aimo del pastore Genre reso
e^iù intimo dall’accogliente Chiesa di
^rali e dalle numerose valdesine con
¿Ha candida cuffia bianca. A mezzanotte,
Raggiunta in compagrda dell’Unione di
^Prali con giuochi e canf, il pastore E.
Comba eleva a Dio una preghiera di
lì ringraziamento raccomandandoGli in
modo particolare i nostri fratelli che
j^ombattono.
Nella mattinata dei 1° il culto nel
'Tempio è tenuto dal sig. Lombardini,
:jnentre i giovani assistono a quello all’aperto tenuto dal pastore R. Comba.
Ringraziamo ancora di cuore il paLstore sig. Genre e le gentili Praline per
l’accoglienza veram'onte cordiale e fraterna. l. b.
PRAROSTINO
Il 24 dicembre, si sono uniti ih matrijjrnonio Mala.n Aldo e Fornerone Ester,
’/ambedue di Roccapiattla.- Che questo
Mmuovo focolare riceva la benedizione
'Pf.
ii^^iel Signore.
Si è spenta improvvisamente a
Pralarossa, il 22 dicembre, Comba Gra^jziella, un fiore di bimba che aveva ragI giunto appena i 5 mesi di età. Ai paren■*ti afflitti esprimiamo la nostra simpa•4ia.
— La veglia di fine d’anno ha ragp.^uppato tutta la gioventù della parroc
^ia e un buon gruppo dì quella di S.
I ^Secondo. Erano pure presenti alcuni
i 'mostri militari che avevano ottenuto u
na breve licenza. Serata benefica che
^i ha permesso di incominciare degna'mente il nuovo anno.
— I culti delle feste, favoriti da un
j^tempo eccezionalmente bello, hanno rebistrato una larga partecipazione di fé
'deli. La Corale ha eseguito cori di circostanza e molti comunicanti si sono
‘'’Avvicinati allá* S. pena,
' — 11 pomeriggio delle domeniche 11
« 18 gennaio avranno luogo rispettiva:mente nel Tempio di S. Bartoloirieo e
, nella Sala Cappella del Hoc delle riunioni di appello presiedute da alcuni
Pastori. Le additiamo all’attenzione di
■tutti.
— In seguito all’invio di alcuni numeri di saggio dell’Eco delle Valli, ci
■50no già pervenuti, a tutt’oggi, una cin■<luantina di nuovi abbomenti.
ßODORETTO
Il 7 dicembre è stato ammesso in
ì' Chiesa Breuza Attilio delle Fontane.
Egli è partito qualche giorno dopo per
'^Marsiglia, dove raggiungerà i genitori.
Il Signore lo benedica e lo aiuti a
mantenere la promessa fatta.
— 11 messaggio al culto di Natale
"Venne rivolto dal prof. Lombardini ad
■una numerosa assemblea. Egli si è puI' , ie recato alle Fontane il 24 sera, dove
si svolse la festa dei bambini, preparata con molta cura dalla signora Elena
; Breuza. La festa deH’albero a Rodpretto ebbe luogo la sera di Natale; anche
: <iui il prof. Lombardini rivolse un bres,- Ve, ma molto apprezzato messaggio ai
^ambini. Lo ringraziamo per la sua
, preziosa collaborazione, ^ed esprimiamo
f| la nostra riconoscenza a due studehti
della Pradeitorno per avere presieduto rispettivamente il culto del 28
dicembre e di CSpo d’Anno.
^ Il giorno di Natale, una grande assemblea gremiva il tempio per cele"brare la nascita del Salvatore. Molti
fedeli si accostarono alla mensa del
Signore. Ringraziamo il prof. Lombardini che ha presieduto una riunione a
Villa ed un’altra a Ghigo. Domenica 28
■abbiamo avuto la festa dei bambini,
i che, grazie alla cooperazione delle ini^egnanti ha avuto, anche quesfànno,
i"'Un buon esito. La sera del 31 dicembre
, ci riunivamo nel tempio per chiudere
|...3’anno sotto lo sguardo di Dio. Più tardi
| i giovani dell’Unione ricevevano gli u
riionisti di Torino e di Torre Pellice,
che hanno passato due. giorni in mezzo
a noi. A Capo d’Anno il pastore R.
Comba presiedeva un breve culto sul
campo di sci, mentre i... meno giovani
ascoltavano nel tempio il messaggio
del sig. Lombardini.
t — Il 1° dell’anno è stato battezzato
Grill Francesco di Marcello e di Grill
Eugenia del Malzat. In tale occasione
il padre ci ha versato per la riparazione
del tempio L. 50 e la madrina Grill
Olga L. 10.
VILLASECCA
Il 19 dicembre è deceduta nella sua
casa del Giulberso la nostra sorella
Peyronél Giovanna Elisabetta vedova
Clot di anni 81.
Il 2 gennaio alla belila età di 92 anni
è pure deceduto al Linsardo Refoum
Giovanni (Sourdin). Ringraziamo il pastore dott. Oreste Peyronel che ha presieduto il funerale. ^
Ai famigliari in lutto esprimiamo la
nostra simpatia cristiana.
— Abbiamo celebrato la ricorrenza
del Natale con la festa per i bambini al
Trussan ed a 'Villasecca che come al
solito ha rallegrato piccoli e grandi.
A tutte le persone, che hanno contribuito e 'Collaborato per la buona riuscita di queste feste rinnoviamo i nostri sentiti ringraziamenti.
Il culto di Natale reso particolarmente solenne per il numero dei presenti, per il raccoglimento spirituale e
per il grande messaggio che il Signore
ancora una volta ha fatto rìsuonlare ai
nostri cuori, rimane come un dolce ricordo nelle anime nostre. E’ un vero
peccato però che in confronto dei presenti il unrnero dei partecipanti alla S.
Cena sia stato così limitato.
— Due studenti della Pra del Torno
approfittando delle vacanze natalizie
stanno attualmente tenendo riunioni
in tutti i quartieri della parrocchia.
L’opera delle Missioni nella presente
ora non cessa dall’essere un’opera di
primo piano nella storia del mondo e
di meritare perciò tutta la nostra attenzione ed il nostro aiuto.
Ringraziamo i due giovani studenti
per le loro visite e per i loro messaggi.
Dogi il iDiotia per la [asa llaliitsa
dBlle Dlaniise
In memoria di:
Reynaud Leontina vedova Bertalot, i
figli, Abbadia Alpina, L. 100.
Luisa Juon: famiglia Juon, Lucca, 24.
Suor Susanna Beux: Sig.na Teresa Genicoud, San Germano, 50.
N. N., Milano, 30 - Nina Curcio, Torre Pellice, 25.
Del Padre: Sig. Ernesto Peyrot e famiglia, Frali, 20.
Dei cari defunti: N. N., Pinerolo, 10.
Di New York Beux: Il Babbo e la Mamma, 100 - I compagni di leva Agli
Guido, Gay Enrico, Giacobino Gust.,
Mattalia Attilio, Torrero Riccardo,
Gönnet ^ Corrado, Pollano Renzo,
dalla Edmondo, Savio Giovanni, Peraldo Giuseppe, Prassuit Pierino,
Paira Mario, Peyrot Giulio, Ramello
Andrea, Airando Giusto, 66,50 Suor Giovanna Pent, 20 - La Mamma, 27.
Del loro nipote: 'gli zii Rostan, Stringat,
Barzaghi, Torino, 50.
Della cara Zìa Ninette Selli: Sig.na Adelina Selli, Torre Pellice, 100 - Jahler Carlo, Id„ 100.
Milca Rocchi Prochet: S. R., Como, 30.
Del fratèllo Giulio Bahnas: Alice e Rodolfo Benyr, Milano, 30.
Della madre Malwn FUnny vedova Garnier: I figli Alberto, Enrica ed Emilia Garnier, 200.
Dei cari genitori: Pilade e Maria Bernardi, Sanremo, 20.
Della Mamma e di Leonardo: Mazzola
Concetta, NapcÄi, 20.
Del caro Babbo: Bert Lillina, Torino,
20.
Dèlli Madre: Veziano Rina, Alassio, 20,
Del caro cognato dott. Med. Alberto
Orosheintz de Bemx, Basilea: Prof.
Dott. Oscar e Caterina de Beaux, Genbtia, 50.
Della Moglie: Sig. Geresole, Torre PelItee, 50.
Del Padre: Suor Margherita Jourdan,
San Germano Chisone, 50. ' ì
Det nostri cari: Coniugi Edoardo e Olga Denti, Tarino, 5. ; "
Della nostrra cara Mamma: Ghigo Erminia e famiglia,''Milano, 100.
Della Sig.ra Fanny Peyrot Zweher: Gino e Giorgina Jahifer, Totiitó, 100 Maria Guigou, Id., 25.
Del genitori: Beasbne Trón Ìdaj Pinèrolo, 20.
Dello Zio Odia Paolo: Odin Femandp,
"Ìorino, 50.
SI €:ul#€* faianii^lia
(Meditazioni preparate sui testi del Calendario Biblico della Chiesa Morava)
Lunedi E Dio non farà egli giusti12 Gennaio zia ai suoi eletti che giorno
e notte gridano a Lui, e sarà egli tardo
per lóro? Io vi dico che egli farà loro
prontamente giustizia. Ma quando il
Figliolo dell’uòmo verrà, troverà egli
la fede sulla terra?
Luca 18: 7-8.
Il mondo e gli uomini del mondo
hanno spesso la parola giustizia sulla
bocca, ma con essa intendono troppe
volte la loro brama di vendetta o il
raggiungimento di un diritto loro molte
volte solamente presunto. Ma non dì
questa giustizia parla qui Gesù, ma della giustizia di Dìo, quella che affama ed
asseta le anim,e elette, che, notte e giorno la chiedono al Padre, come anticipazione del Regno in cui amore regnerà. E gli eletti saranno saziati della loro fame.
Quel giorno beati quelli che saranno alla destra di Dio! Il Cristo, il
Giusto per eccellenza, verrà a giudicare la tèrra, e possa Egli, allora, anche se
molti avranno apostatato, trovare che
noi gli saremo rimasti fedeli, con fede
assoluta in Lui, luce, verità, vita, salvezza.
Martedì Perciò avendo cinti i fian13 Gennaio chi della vostra mente e
stando sobri, abbiate piena speranza
nella grazia che vi sarà recata nella rivelazione di Gesù Cristo.
1 Pietro 1: 13.
Siamo, come i servitori della parabola,
vegliando nella notte in attesa che il Signore ritorni. La notte è densa e la veglia ci sembra dolorosa e lunga: Ma Egli verrà, e non deve trovarci neghittosi, sonnolenti, scoraggiati, ma cinti ì
fianchi come chi opera e si affatica, sobri, come la sentinella che veglia, perchè il nemico non la sorprenda. La notte in cui viviamo è densa di, orrore e di
peccato, ma essa sarà vinta dalla luce
della rivelazione di Gesù Cristo. Allora
la grazia soprabbonderà, le. tenebre
Scom,pariranno, il male sarà vinto, l’odio
e l’egoismo che ora sembrano cantare il
loro inno trionfale saranno debellati, il
peccato sarà cancellato, e noi saremo
sommersi nella Grazia. Questa è la speranza, che è certezza, dei figlioli di Dio:
Speranza che è già in se stessa una grazia, e per la quale noi possiamo già vivere nel sicuro domani, cittadini del
Regno..
Nercolzdl Ed egli disse loro: Perchè
J4 Oenndio siète così paurosi? Come
inai non avete voi fede?
Marco 4: 40.
L’uomo naturale è vittima del timore:
1 fenomeni della natura che egli non siv
Sa spiegare, le bestie, gli stessi altri uoinini che egli sa nemici, tutto gli incute paura. Lo stesso uomo così detto felice, ma che è lontano da Dio è preda
idi un continuo timore, per la sua vita,
per la sua posizióne, per il suo domani,
perchè tutto è effittiero e sfugge al suo
eontroHo. Noi stessi, cristiani, se guàrdiamo in nói e fuori di noi, nel mondo e
nel dramma terribile che vi si svolge,
iion possiamó npn aver paura. Ma ecco
Gesù rivolgere a noi quello che ha già
rivolto ai discepoli n^a tempesta:
« Perchè siete così. paurosi? Come mai
non avete voi fede? » .
Cristo, il dominatore della tempesta,
il trionfatore di ogni m,ale è con nio: dì
che temeremo?
Noi dobbiamo, noi vogliamo, aver fede,
perchè temendo, noi ci confonderemo
con quelli i quali non sanno che ogni
cosa coopera al bene di coloro che amar
no Dio.
Noi ripetiamo: Quando anche camminassi nella valle dell’ombra della
morte, io non temerei male alcuno, perchè Tu sei meco.
Giovedì Vegliate, siate fermi nella
15 Gennaio fede, portatevi virilmente,
fortificatevi. 1 Cor. 16: 13.
Occorre, secondo Tammonimento del
Signore, vegliare sempre, perchè il male, il dubbio, la tentazione sono sempre
vìgili per assalirci e farci cadere. Ma
più è necessario farlo, quando, come ora, i tempi sono più difficili, le prove più
ardue.
Ora non vi è, per un cristiano, altra
scelta che essere un soldato agguerrito
del Signore, nella battaglia che si combatte per il bene. Ma per vincere, il soldato deve aver fede niella sua causa.
Siate fermi nella fede. Nella battaglia
non è ammessa alcuna viltà, alcuna titubanza, ogni azione, ogni atto, ogni
pensiero deve tendere allo scopo ddla
vittoria diel bène, in completa disciplina al sommo Capo, Cristo: portatevi virilmente.
Infine tutto in noi deve essere al servizio di Cristo, se, con Lui vogliamo
vincere.
Tutto: spirito, mente, corpo: fortificatevi.
Venerdì 1/amore sia senza ipocristó:
16 Gennaio aborrite il male e attenetevi strettamente al bene. Rom, 12: 9.
L’amore, il vero amore, è dediziotìe
assoluta: Dìo che ha dato per noi il suo
unigenito e Cristo che ha dato tutto se
stesso per noi, ci hanno amati di un amore perfetto.
Occorre che il nostro amore, per
quanto è possibile, rassomigli a qùell’amore: non ama chi in amore, porta
restrizioni, compromossi, ipocrisie. Còsi se Dio è amore, noi non possiamo
amare Lui e fare compromessi col male, servendo Dio a parole e il male con
le azioni.
Noi abbiamo, fatta la nostra scelta tra
Dio e Satana e noi non possiamo che
aborrire la bandiera dell’avversario del
nostro Signore. Il male si manifesta in
molte maniere: in tutte dobbiamo riconoscerlo, in tutte combatterlo, sopratutto in quelle che più ci appaiono^ seducenti od innocue.
Anche se ciò può esserci doloroso,
anche se per farlo dobbiamo strappare
dal nostro cuore affetti e sentimenti
che ci sembrano cari.
Infatti, se riconosciamo che in essi si
annida il male, conservandoli diventiamo degli ipocriti.
Sabat* Ed erano ferventi nell’at17 Gennaio tendere alVinsegnamento
degli Apostoli, nella comtmione fraterna, nel rompere il pane, nella preghièra. Atti 2: 42.
Questo è il quadro della vita che dovrebbe vivere la nostra Chiesa, se noi,
che la componi«m0 fossimo lan po’ piii
degni del nome di Cristiani e di quello
di Membri di Chiesa.
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L’ECO DELLE VALLI VALDESI
■ «:
Esaminando brevemente le caral^erlatiche della Qùesa di Grerusalemme e'
paragonandola con quelle delia comunità nella quale viviamo, potremo scoprire facilmente le manchevolezze di
quest’ultima.
Le nostre manchevolezze, perchè siamo noi che formiamo la comunità.
Ferventi neU’attendere all’insegnamento: come frequentiamo i culti?
Nella comunione fraterna: quali sono
i nostri rapporti con i nostri fratelli in
fede, vicini o lontani? ”,
Nel rompere il pane: con che spirito
ci accostiamo alla Mensa del Signore?
Nella preghiera: preghiamo noi? E
come preghiamo? Quale uso faccino
di quest’arma potentissima che Dio ha
messa nelle nostre mani per la battaglia per il bene?
Le risposte a queste domande ci dirarmo quanto noi siamo lontani dalla
spiritualità dei nostri antichi fratelli di
Gerusalemme, e ci most'reraimo il nostro dovere. I. Lombardini.
Prof. Gino Costaiel, direttore responsabile
ARTI GRAFICHE « L’ALPINA » - Torre PelHcc
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ERCOLE MARELLI & C. S. A. - MILANO
CORSO VENEZIA, 16
QA5A V/ILbE5E DELLE DmC0NE55E
Fondata nel 1901.
Ha per scopo la preparazione di
giovani cristiane, che desiderano consacrare interamente la loro vita al
Signore, curando i sofferenti.
Si mantiene mediante offerte volontarie.
Diaconesse felici ! Un’ideaie lungamente sognato che si può attuare netta
vita dette nostre giovani.
Per informazioni e offerte rivolgersi
al Direttore della Casa
SlG. Past. ROBERTO NISBET
Convitto Valdese
TORRE PELLICE (Torino)
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