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ECO
»ELLE VALLI VALDESI
BIBLIOSBCA VAUIESB
TCHtRB tSULìOE
iTortno)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno xeni - Vum. 21 ABBONAMENTI / Eco: L. 1.500 per rinierno « Eco Bea Presenza Evangelica » \ Spediz. abb. postale - I Gruppo TORRE PELLICE - 24 Maggio 1963
Una copia Lire 4 C 1 L. 2.200 per l’estero interno L. 2.500 . estero L. 3.700 | Cambio d’indirizzo Lire 50 Atnmin. ClandiaiM Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
ASCENSIONE 1963
Egli trarrà tutti a sè
«E io, quando earò innalzato
dalla terrà, trarrò tutti a me»
(Giovanni 12: 32)
Signore Gesù Cristo, tante sono le
cose che vogliono trattenerci: le sterili preocciipaz.ioni, i futili piaceri, le
vane cure; tante cose vogliono spaventarci e farci indietreggiare: l’orgoglio troppo vile per accettare il soccorso, la pusillanimità che si ritira per
lì propria rovina, l’angoscia del peccato che fogge la purezza di quel che
e santo come la malattia fugge il rimedio. Ma tu sei nondimeno il più
forte, aniraci a te sempre più fortemente. Noi ti chiamiamo Salvatore c
Redentore nostro, tu che sei venuto al
mondo per liberarci dalle catene che
a legavano o che noi stessi ci eravamo forviate, e per salvare coloro che
hai riscattato. Questa è l’opera che
hai coi:,piato e compirai fino alla fine
dei tempi: tu farai secondo la tua parola: innalzato dalla terra, trarrai tutti a te.
... se 'a vita deH’uomo non deve essere vissuta senza una certa dignitcì,
come quella dell’anima che non alza
mai la lesta: se non deve trascorrere
nella futile occupazione di cose che
sono vanità nel tempo in cui durami
■e nulliìù quando non sono più, o ridi’attiviti: febbrile di opere bensì strepitose all’istante ma senza eco neli’etenuta: se la vita umana non deve soffocare neU’ozio o dissiparsi nell’agitalione, per attirarla occorre allora uno
scopo superiore... E come ora un solo
nome i' pronunciato fra tutti i viventi,
quello di nostro Signore Gesù Cristo,
così c’è anche un solo morto eppure
(IVO, nostro Signore Gesù Cristo, colui che dalla sua elevazione, vuole
Porre tutto a sè... Perchè egli, dalla
sua elevazione, possa attirare a sè il
cristiano, occorre che molte cosa sia
no dimenticate, perdute di vista, diventate lettera morta... Tu hai veramente desiderato di poter dimenticare
qualche cosa: una attesa delusa, una
speranza tradita, un ricordo amaro:
se. ancora ansioso delta salme dell’anima tua, hai veramente desiderato di
poter dimenticare qualche cosa: l’angoscia di un peccato ossessionante, un
pensiero terribile che ti molesta senza
requie, tu hai allora certamente provato la vanirà del consiglio dato dal
mondo quando raccomanda l’oblio....
non è che una vana irrisione...
No, se vuoi dimenticare una cosa,
cerca di ottenerne un’altra da ricorda
II 5 iniagigio 1813 nasceva Soeren
Aaibye Kierkegaard, il grande
pensalore cristiano danese. Dsdicliereino aliiini articoli a questa figura di cui quest’anno si celebra,
dentro e fuori le cbiese, i] ISO» anniversario della nascita. Pubblicliiamo oggi questa meditazione,
tratta a cura di Carmen Trobia da
«Scuola di Cristianesimo» (edita
in Italia da Comunità).
re... ricorda un’altra cosa, l’unica necessaria, nostro Signore Gesù Cristo..
Se, come oggi tu mangi il pane e bevi
;l vino in memoria di lui, il suo ricordo diventasse il tuo quotidiano pensiero, .sì da accompagnarti in tutte le
tue qziqrti, allora qyrai (fpche .Jimenc^
ticato interamente tutto quanto deve
essere dimenticato: riguardo a tutte
quelle cose sarai diventato come un
vegliardo svanito, dimentico come l’esule che, all’estero, non ricorda la lingua materna che egli parla senza senso, dimentico come un distratto, tu sarai interamente attirato verso le cose
superiori da colui che, dalla sua elevazione, vuol trarre tutti a sè.
Dalla sua elevazione; poiché quag
giù egli camminò in condizione de
gradata, sotto forma di umile servitore, in povertà, miseria e sofferenza^
...L’umile condizione in cui egli si è
abbassato è una pietrd di inciampo,
un’occasione di scandalo; e tu stai fra
il suo abbassamento, che egli ha lasciato dietro di sè, e la sua elevazione; ed è appunto per questo, dice la
Scrittura, che egli attira a sè... L’abbassamento gli è essenziale quando la
elevazione. Poterlo amare soltanto nellu sua elevazione, è come avere gli occhi offuscati; non si cottpsce Cristo e
quindi nemmeno lo si oMa: lo si fraintende. Cristo fu ed è la verità. Che un
uomo possa amarlo soltanto nella sua
elevazione, che significa? Significa che
quest’uomo può amare la verità soltanto quando questa ha trionfato,
quando detiene il potere, la gloria, la
magnificenza e ne è circondata. Ma
quando essa combatteva e passava per
demenza, scandalo per l’ebreo e follia per il greco, quando era insultata,
oltraggiata coperta di sputi secondo
la parola della Scrittura, allora non
poteva essere amata da quell’uomo il
cui desiderio era di restare lontano.
Egli desiderava dunque che la verità
fosse lontana da lui. ma questo equivale esattamente a essere nella menzogna. E’ così essenziale ’’alla verità”
soffrire in questo mondo, quanto trionfare in un altro: nel mondo della verità; e Gesù Cristo è ¡Immedesimo nei
^suo_^ablm^samento .sua elevar
zione.
... Tu sei dunque... attirato da colui
che, dalla sua elevazione, vuol trarre
a sè tutti gli uomini. Ma proprio oggi
tu ti ricordi del suo abbassomertto,
delta sua pas.sione e morte; così è lui
ad attirarti.
Dalla sua elevazione, egli non ti ha
dimenticato, e tu non dimentichi il suo
abbassamento; l’ami nell’umiltà ma
anche nella gloria.
Soeren Kierkegaard
ittiiitititiiitttiiriiiKii
E' sialo celebralo a Napoli
il cenlenarìo della Chiesa Valdese
Giornata indimenticabile quella del
12 maggio per la chiesa valdese di
Napoli !
Era il giorno scelto dal Consiglio di
chiesa per celebrare il 1® centenario
Sella nostra Chiesa in questa grande
città. Cento anni sono molti per la vili» di un uomo, ma pochi per quella
i una Chiesa che ha le sue origini
nel 13® secolo, ma sono note le ragioni per cui la Chiesa Valdese confinata
nelle sue Valli, non ha potuto prima
del secolo scorso espandersi nella nostra penisola. Era doveroso iesteggiare questo 1° centenario in modo de
gno del suo significato e da vari mesi
il Consiglio di Chiesa, e specialmente
ii Pastore Davide Cielo, si sono occupati e preoccupati di preparare questa celebrazione e possiamo ben dire
con perdonabile, giustificato orgoglio,
che sono pienamente riusciti nel loro
intento.
La celebrazione ha avuto inizio alle
ore 11, con un culto solenne. La nostra sala di Culto, purtroppo assolo
tamente insufflcente nelle grandi occasioni, si è presto riempita, lasciando molti ritardatari in piedi presso le
due porte d’ingresso.. Per l’oocasione
Puranie il culto nel Tempio di Via dei Cimbri. Il Pastore P. Cielo legge i mes.
saggi ricevuti. Sul pulpito il Pastore A, Peodalo, a destra, sui banchi laterali, i
delegali delle altre Comunità. (Foto Lauro)
sono stati rinnovati nella sala il tappeto del tavolo della Comunione e
quello sui gradini del pulpito ; i banchi, ripuliti e lucidati, sono stati disposti in modo più armonico e razionale che, pur conservando lo stesso
numero di posti, lascia maggiore spazio intorno al pulpito e permette una
maggiore facilità di circolazione, nuove tabelle dei cantici che hanno ora
posto per tutti gli inni scelti e per
tutte le strofe.
Al suono deH’harmonium, ha fatto
il suo ingresso nella sala il Pastore
Achille Deodato, appositamente invitato dal Consiglio e che ringraziamo
sentitamente per aver accettato il no
stro invito; dietro' al Pastore Deodato
il Sovrintendente Panasela, poi i numerosi delegati delle Chiese Evangeliche di Napoli e dintorni e i membri
del Consiglio. Erano anche presenti il
Pastore E. Naso per la Commi^ionc
Distrettuale, la Signorina Carmen
Trobia, dirigente della Chiesa di Ce
rignola, e il Pastore E. Libonati della
Chiesa di Campobasso. Erano rappresentati dai loro delegati: l’AAA.EJ., la
Chiesa Apostolica, la Chiesa Awentista, la Chiesa Battista di Napoli e
quella di Pozzuoli, il centro Biblico,
l’Esercito della Salvezza, la Chiesa Luterana di lingua tedesca di Napoli e
quella di lin^a italiana di Torre del
Greco, la Chiesa Metodista di Napodi
e quella di Portici, la Chiesa svizzera
di lingua francese. Fra il pubblico
molti membri della Chiesa Valdese
del Vomere e la grande maggioranza
dei, fratelli della Chiesa Valdese di
Caivano.
Il Pastore Deodato, dopo aver espresso il suo compiacimento per l’occasione che gli è stata offerta di ritornare, sia pure per im giorno, nella
(continua in 4“ pag.)
Breviario per l'unità
Il Concilio Vaticano 11° è stato, continua e continuerà ad essere per un
lungo periodo il punto di riferimento
costante non solo dei numerosi discorsi del Papa, delle lettere pastorali dei
Vescovi e di un numero imprecisabile
di prediche, conferenze, dibattiti, discussioni, dichiarazioni ecc., ma anche di tutta la vita del cattolicesimo
mondiale. Anche le altre Chiese cristiane guardano al Concilio con ragionata: speranza, conscie comunque che
c’è un solo problema di fondo che il
Concilio pone alla coscienza ecumenica
della Chiesa, ed è quello del rapporto
Ira cattolicesimo ed Evangelo. Tutto il
resto è secondario. Si tratterà di vedere se, dopo il Vaticano 11°, questo
rapporto, nelle sue componenti essenziali, risulterà rinsaldato, vitalizzato,
approfondito oppure se resterà quale è
stato finora; un rapporto alquanto inadeguato.
Quello che per il momento lascia un
pò perplessi quando si pensa ai pareri
espressi sul Concìlio da numerosi responsabili protestanti è che questi ultimi ripetono, a proposito del Concilio,
a cura di Paolo Ricca
le stesse cose dette anche dai cattolici
illuminati e progressisti, dicono cioè
solo quello che si può ragionevolmente
pensare che avvenga, parlano molto e
con giustificato compiacimento delle
riforme verosimili, che probabilmente
saranno attuate, ma assai poco dicono
sulla riforma della Chiesa, che pure,
come protestanti, dobbiamo sempre
porre come il vero problema per tutta
la cristianità, compresa quella cattolica
e compreso il suo Concilio. Riteniamo
insomma che sia doveroso, da parte
protestante, dire qualcosa di più e di
diverso da quello che dicono (e che
noi, del resto, sottoscriviamo pienamente) i cattolici illuminati e progressisti: quel qualcosa di più e di diverso
che appunto han detto, a loro tempo,
i Riformatori, anch’essi vissuti — come noi — in clima conciliare (era in
corso, allora, il Concilio di Trento),
sia pure in situazioni storiche ben diverse.
Questo qualcosa di più e di diverso
potrà essere desunto da questa pacata
pagina di Calvino, tratta dalTl»lhmìoiie Cristiaina, libro IV, cap. 9, par. 1
Dei Concili
Prima di iniziare la trattazione di questa questione (dei iConcili)
voglio fare due brevi precisazioni. La prima è che se su questo punto
sono intransigente e non faccio alcuna facile concessione ai nostri
avversari, ciò non significa che io apprezzi i Concili antichi meno di
quanto si debba. Anzi li onoro con buona disposizione di spirito, e
desidero che ognuno li tenga in stima e li consideri con deferenza:
bisogna“ però maatènere certe distanze“ ifl mòdo che còl nostro àtteggiamento verso i Concili nulla sia sottratto a Gesù Cristo. Ora
questo è il diritto e l’autorità che appartiene a Gesù Cristo: è di
presiedere a tutti i Concili e di non essere associato, in questa prerogativa, a nessun uomo mortale. Dico che Egli presiede, quando
governa tutta l’assemblea col suo Spirito e con la sua Parola. La seconda precisazione è questa: che se attribuisco ai Concili minore importanza di quanto i nostri avversari vorrebbero, non è perchè tema
che i Concili diano piuttosto ragione ai nostri avversari e ci siano
contrari. Poiché se è vero, da un lato, che abbiamo a sufficienza nella
Parola di Dio tutto ciò che è richiesto per l’approvazione della nostra dottrina e per demolire il Papato, tanto che non c’è alcun bisogno di cercare aiuto altrove, è anche vero, d’altro lato, che, se ve
ne fosse bisogno, potremmo ben farci forti coi Concili antichi, per
fare l’una cosa e l’altra.
Veniamo ora al punto: se si chiede qual’è l’autorità dei Concili
secondo la Parola di Dio, non c’è nessuna promessa più grande o più
chiara per fondare questa autorità, che quella parola di Gesù Cristo:
Dovunque due o tre sono riuniti nel mio nome, io sarò in mezzo a
loro. Ma questa promessa vale tanto per un piccolo gruppo di credenti quanto per un Concilio universale, anche se il nodo del problema non sta qui, ma sta nella condizione posta, e cioè che Gesù
Cristo sarà in mezzo a una assemblea se questa è riunita nel suo nome. (...) Ora bisogna spiegare che cosa significa essere radunati nel
nome di Cristo. Ora io nego che siano radunati nel nome di Cristo
coloro i quali, ripudiando il comandamento di Dio col quale Egli vieta
di aggiungere o di togliere alcunché alla sua Parola, ordinano a loro
piacimento quel che pare a loro; e non soddisfatti di quanto sta scritto nella sacra Scrittura, cioè nell’unica regola di vera e perfetta sapienza, inventano di testa loro qualche dottrina nuova. Certo, poiché
Gesù Cristo non promette di assistere indifferentemente a tutti i Concili, ma aggiunge un marchio speciale per distinguere i Concili legittimi dagli altri, non dobbiamo disprezzare questa differenza. Dio ha
fatto una volta questa alleanza e questo patto con i sacerdoti leviti,
che insegnassero come se fossero la Sua bocca; e ha sempre richiesto
questo, anche dai suoi profeti. Vediamo che ha imposto questa stessa
legge agli apostoli. Perciò Egli non riconosce come suoi sacerdoti e
servitori coloro i quali trasgrediscono e violano questo patto, e non
dà loro alcuna autorità. Che i nostri avversari mi risolvano questa
difficoltà, se vogliono assoggettare la mia fede ai decreti degli uomini
che non siano fondati nella Parola di Dio. Calvino
PEBITII IN m SCIHl'U mu
Il flSTOIIE flEIIKE BENIENEN
Apprendiamo che il Fast. Pierre Benignus, incaricato dei rapporti wumenici e internazionali della Mission de
Paris, in viaggio per svolgere, su incarico del Consiglio ecumenico delle
Chiese, un’inchiesta sulle regioni non
evangelizzate dell’Africa, è perito ultimamente in una sciagura aerea sul
Monte Cameroun. Esprimiamo alla
grande famiglia della Mission de Paris la nostra tristezza e la nostra fraterna simpatia per la perdita di questa personalità di alto rilievo nell’attività missionaria.
Le prossime
Conferenze
Distrettuali
Le Conferenze Distrettuali avranno luogo nei giorni e nelle località seguenti:
1° Diistretlo: 13 giugno, Frali; 2» Distr.:
13 giugno, Borgio Verezzi; 3® Distr.: 2930 giugno, Como; 4® Distr.: 29-30 giugno.
Rio Marina; 5» Distr.: 29 giugno, Orsara;
6“ Distr.: 13 giuigno, Caltanissetta.
La Tavola Ira sta'bilito le deputazioni
delle Conferenze Distrettuali al Sinodo
nella seguente misura: 1® Distr., 22; 2®
Distr., ó; 3® Distr., 4; 4® Distr., 4; 5®
Distr., 3; 6® Distr., 3; 7“ Di.str. (rio'platense), 3.
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w- s
gli Atti degli agostoU
Il tempo che segue la Pasqua, con
le f^tlvità oristiane dell’Ascensione e
di Pentecoste, è particolarmente sug
gestivo per la lettura del libro degli
Atti. Quest’anno, poi, esso è suggerito alla lettura individuale, familiare
e comunitaria dal Lezionario Biblico
pubblicato dalle edizioni Claudiana.
Ci sembra perciò che sia il momento
di soffermarci su questo scritto, del
Nuovo Testamento e di considerarne
alcuni aspetti (alcuni soltanto!) allo
scopo di essere aiutati nella lettura
di esso, e forse di apprezzarla mag
giormente.
Una lettura non facile
Gli Atti — diciamolo pure subito —
non sono una lettura facile: spesso i
giovani (e anche gli adulti!) vi si accingono, e poi non arrivano sino alla
fine... Ci sono veramente dei motivi
che rendono questa lettura non facile? E, se ci sono, possiamo rendercene
ragione, e così superarli?
In primo luogo, ricordiamo che Atti è il libro più lungo del Nuovo Testamento: per portarne a termine la
lettura sentiremmo in modo particolare il bisogno di uno svolgimento lineare e evidente del suo contenuto.
Cosa troviamo invece? troviamo —
specialmente nella prima metà del libro — diversi filoni di narrazione che
SI sovrappongano, si intrecciano, si
perdono pw non più riapparire. I pri
mi capitoli ci presentano il gruppo
degli undici apostoli (dodici, contan
do Mattia ohe viene aggiunto al posto
di Giuda), e la testimonianza evangelica in Gerusalemme, che dà origine
ad ima comunità numerosa e ferven
te: in realtà il lavoro è più opera di
Pietro ohe del gruppo; e quando Giovanni è menzionato assieme a lui, è
poco più che un’ombra al suo fianco.
Co^, per i primi cinque capitoli, i quali accanto' ai successi e alle luci, descrivono anche alcune delle ombre
(persecuzione o per lo meno ostilità
delle autorità: prime difficoltà inter
ne: Anania e Saffira...). Al cap. 6 ecco
apparire un altro gruppo di personaggi: i « sette » eletti per aiutare gli apo
stoli alleviandoli del servizio alle mense: questi «sette», che abbiamo l’abitudine di chinare diàconi perchè
eletti per la diakonìa (servizio) sono
di provenienza ellenistica, e fra loro
primeggiano Stefano e, dopo, Pilipipo.
Di Stefano udiamo diveise cose nel
cap. 6, e infine il suo discorso e la sua
morte nel cap. 7. il cap. 8 è dedicato
all’opera di evangelizzazione di Pilip
pii in Samaria, alla spiegazione evangelistica da lui data all’Etiopo della
corte della Regina Candace, all’inizio
della sua attività a Cesarea. Da questo punto non si paria più dei «sette » ed entra nel gruppo dei personaggi Saulo di Tarso : ma per breve tempo ! Infatti il cap. 9 ci racconta l’apparizione del Signore sulla via di Damasco e il battesimo di Saulo per opera di Anania, ma il cap. 10 vede nuovamente a protagonista principale l’apostolo Pietro, nell’episodio della conversione del centurione Cornelio e nella giustificazione del suo operato che
egli deve dare a Gerusalemme (cap.
11: 1-18). Nella seconda metà del cap.
11 ecco nuovamente Saulo, come collega di Barnaba nella città di Antiochia; ma nel cap. 12 nuovamente un
episodio « petrino », quello ohe ispirò
il famoso affresco di Raffaello in Vaticano! Questa è però l’ùltima notizia deU’attività di Pietro dataci dal
libro degli Atti (12; 17, «ed essendc
uscito, se ne andò in un altro luogo ») : salvo la menzione di 15: 7, non
sentiremo mai più parlare di quest’uomo che nei primi capitoli degli
Atti aveva svolto un’attività di primo
ordine! D’ora in poi, il libro degli Atti segue essenzialmente Paolo ned suoi
viaggi missionari, nelle vicissitudini
del suo arresto e del suo processo fino
a' suo àrrivo a Roma e all’inizio del
suo soggiorno nella gran città.
Troppe ripetizioni?
Se il lettore si trova disorientato da
questo procedere che lascia troppo
spes^ il filo del racconto e l’awenire di im peisonaggio o di una comunità, la difficoltà della lettura può essere accresciuta dalla sensazione di
trovarsi spesso dinanzi alle stesse cose — cioè a delle ripetizioni. Questa
impressione è data essenzialmente dai
discorsi. Se chiamiamo con questo nome tutti i brani « parlati » che occupano almeno due versetti consecutivi,
troviamo ohe il libro degli Atti, su un
totale di KWOe versetti ne ha 345 in
forma di «discorso» (367 contando
anche le due lettere del cap. 15 e del
cap. 23 che sono nello stesso stile). Si
tratta del 36,5% : una proporzione che
ha un certo peso, e il suo stile influisce necessariamente non poco sull’impressione generale che si ricava dalla
lettura degli Atti. Questa impresslo
m«miiiiiiii(iHiiiiiiiM«iHiHiiHmtitiiitliiiiiiiimiiiiiiiiiiiimtiiim ....................................................................................................
.................................................................................................................................................................................|
ne, dicevo, è che ci sia un frequente
se non continuo ripetersi degli stessi
motivi. Lo studioso inglese C. H. Dodd
ha analizzato i più importanti discorsi degli Atti, quelli cioè di predicazioiie, dividendoli in argomenti o concetti svolti, e facendo la lista di questi
su colonne parallele: ebbene, questi
argomenti sono quasi tutti presenti in
quasi tutti i discorsi evangelistici
(The Apostolic Preaching and its development, Appendice). La stessa cosa ha constatato il prof. Eduardo
Schweizer di Zurigo (Theologische
Zeitschrift 1957, pgg. 1-11). Martin Di
belius riassume così questo «schema
fisso » della predicazione evangelica
nel libro degli Atti: anzitutto im’introduzione connessa con la circostan^ (2:14-21, .spiegazione del «parlare
in altre lingue»; 3:13, spiegazione
della guarigione del paralitico ; 10 ■
34-35, affermazione che Iddio non ha
riguardi di persone; 13; 17-22, sintesi
della storia d’Israele, per i fedeli riuniti nella sinagoga), quindi l’annunzio evangelico: vita, passione e risurrezione di Gesù (2: 22-24; 3: 13-15; 5:
30, 31; 10: 36-42; 13; 23-25). Spesso viene precisato che gli apostoli sono stati testimoni di queste cose (2: 32; 315; 5: 32; 10: 39, 41; 13: 31). La pre
Attività
a
evangelisttca
Zurigo
Nella misteriosa incubazione della emigrazione ilaliai.o il
Vangelo sta gettando i germi di una formidabile esplosione
La Chiesa -di lingua italiana, in collaborazione stretta con la «Missione
evangelica di lingua italiana» e con
il gruppo evangelico -di Winterthur ha
organizzato una campagna evangelistica per i prossimi giorni. Desideriamo darne notizia alle comunità ed ai
credenti in Italia, affinchè seguano,
con simpatia e con le loro preghiere
questa attività ohe si compie nel nome di Cristo ed anche nel nome dell’Evangelismo italiano.
Altre manifestazioni del genere ebbero luogo nel passato, ma su scala
più ridotta. Questa volta si sono concentrate le forze delle chiese e dei
gruppi giovanili.
Lo scopo è di portare l’annunzio del
Vangelo, nella sua semplicità e nella
sua urgenza, ad alcune centinaia di
italiani, tra i 30.000 residenti nella città stessa di Zurigo ed i 90.000 stabiliti
ned dinto-mi: la popolazione secondaria d’un nostro capoluogo di provincia.
Tema; di fronte all’affannosa ricerca dell’uomo moderno — e dell’italiano emigrato alla ricerca perenne di
lavoro, di un alloggio, di un affetto,
di un po’ di comprensione, di im segno di solidarietà — la risposta dei
Vangelo: «Il Padre ti cerca»... Più
importante di tutte le ricerche del
Tucano — e delTemigrato — la ricerca
di Dio in Cristo per una sola pecora
smarrita, nonostante le spine ed i triboli, per una sola monetina, forse da
taluni valutata come insignificante,
cercata a lungo con cura non trascurando la lampada e la scopa necessa
rie, per un figliuolo... lontano. E qui il
Padre, prima, attende. Perchè a differenza della pecora scarsamente intelligente, e della moneta insensibile,
il figlio ha ima coscienza, sopita, quasi spenta, ma che un giorno si ridesta.
Federazione Femminile Valdese
Incontro internazionale
delle donne evangeliche
Agape — 13-15 Giugno 1963
Carmen Trobia.
Tema: LA SOLIDARIETÀ’ CRISTIANA NEL NOSTRO TEMPO.
PROGRAMMA
13 GIUGNO
ore 16,30: Arrivi.
» 18,— : Culto d'apertura - past. G. Girardet.
» 21,— : «Solidali nel peccalo » . studio biblico di
14 GIUGNO
ore 9,30: «^fidali col prossimo nel nostro paese» - studio del past. Tullio
Vinay.
» 13,30: Gita alT.Alpet in seggiovia.
» 1?,~: «Solidali eoi prossimo nel mondo » - studio della signora J. Russel.
» 20,30: Concerto della Corale di S. Germano diretta dalla sig.ra Delia Beri.
15 GIUGNO
ore 9,15: « So-lidal: in Cristo » - studio biblico della Signora R. Legler.
» 10,—-: Conclusioni del campo.
» 11,— : Culto di cbiusura con celebrazione della S. Cena.
» 14.— : Partenze.
Iscrizioni presso la Segreteria di Agape — Prali (Torino).
Costo dell incontro : L. 2.200, più 30fl da versarsi all’atto dell’iscrizione.
Informazioni-, sig.ra Ade Varese-Theiler v.le Trento 12 - Torre Pelliee.
Palknann diretto Torino-Prali, con partenza daUa Stazione di Porta Nuova,
Iato .partenze, alle ore 13,30. Costo della corsa: L. 800.
-^ffrettatOTÌ per le iscrizioni! 60 posti sono già stati prenotati da un gruppo
di soreUe svizzere.
Ed il Pqdre, che ha atteso, non cerca,
ma corre incontro al figlio che ha per
cepito alfine il richiamo dell’amore
paterno, nella casa pa-terna... E’ un
mjessaggio ancora, e semipre, vitale,
ancora, e sempre, attuale, ancora, e
sempre, urgente... E la società moderna non è sorda a questo messaggio.
L’annunzio sarà proclamato a Zurigo il 30 ed il 31 Màggio, nella Casa
del Popolo. Il 1“ giugno (un sabato se
ra) saranno giovani lavoratori italiar.ii (di Augusta in Sicilia, di Gioia del
Colle nelle Puglie, di Voghera in Lombardia) ed un giovane svizzero di lingua italiana, i quali porteranno, sulla
base della lorp'esperienza, Tannunzio
della grazia redentrice.
La domenica 2 Giugno — dopo un
culto con celebrazione della S. Céna
per tutte le nostre comunità — avrà
luogo un raduno pomeridiano, con l’intervento di tutti i gruppi evangelici
della zona, in visita delTcra della de
cisione. Sarà -posto in evidenza ohe il
Vangelo non è «reli^one» nè dilettantismo nè accademia, ma impegno
di servizio, dopo la risposta della fede alla ricerca della grazia.
Sulle linee tranviarie, con affissi,
sono annunziate le riunioni. Gruppi
di giovani evangelici, per varie sere,
si troveranno nei punti cruciali degli
incontri serali degli italiani. Ci saranno varie squadre volanti, ohe, con
brevi messaggi e canto di inni, pe-rcorreranno ogni sera le vie centrali
e periferiche di Zurigo, distribuendo
a diecine di migliaia gli inviti e le
pubblicazioni evangeliche.
Da varie settimane, la commissione
organizzatrice si riunisce, in ispirito
di preghiera ed in salda comunione
fiaterna, per disporre il piano di azione, Ed ognuno assolve il suo compito
nel suo settore particolare.
Nella nostra comunità di lingua italiana, come già alTepoca apostolica
in Corinto, non ci sono savi con diplomi accademici, non potenti con
forza politica o finanziaria, neppure
un nobile con qualche stemma col gattopardo... siciliano o col leone... britannico!
Son tutti operai, duramente impegnati nella quotidiana fatica. E la sera, son per alcuni, per i selezionati del
Regno, per i pochi « scelti » tra il gran
numero degli « invitati », le ore entusiasmanti, pur nella tensione dello
sforzo, della meditazione in gruppo o
dello studio personale. E si sottopongono, lietamente, alla dura disciplina
di chi accetta una milizia di servizio :
e le fronti si curvano, meditabonde,
sulle pagine liete del Vangelo, sulle
pagine sconvolgenti della lettera « ai
Romani », sui problemi ardui della lettera « ai Galàti ».
Nella misteriosa incubazione di questa raminga emigrazione italiana ( dura da secoli...), il Vangelo sta gettando i germi di una formidabile esplosione. Ci conceda il Signore ohe lo
Spirito, nella Sua eccelsa sovranità,
soffi con potenza su queste povere ossa stanche degli emigrati italiani,
sparpagliati come pula senza valore
sulle contrade di mezz’Europa, li rivesta di una dinamica nuova e li rilanci sulle vie della penisola a riproporre la secolare esigenza di una riforma radicalissima, nella società cristiana, ohe si chiama la chiesa, e nel
la società degli uomini tout court, che
vorremmo fosse «popolo di Dio», tutto popolo consacrato alla giustizia ed
alla pace, ben oltre lo schema delle
caste sacerdotali e clericali, nelTispi
razione dei profeti di Israele e di Gesù, il Maestro. Viator
dicazione è appo^iata da una «prove scritturale» fatta di citazioni dalTA. T. (2; 25-31; 3 : 22-26; 10: 43; 13:
32-37) e si conclude con una esortazione alla penitenza (2: 38-39; 3: 1720; 5: 31; 10: 4243; 13: 3841) (Aufsätze, pg. 142) ; si può anche suddividere più minuziosamente i pensieri
delle varie prediche, ma la conclusione è la stessa, cioè che esse sono costruite secondo quello ohe era il modo abituale di predicazione nella chiese primitiva. Questa identità di sche
ma dà Timpressione al lettore di una
continua ripetizione.
Superare gli ostacoli
OccasKmalmente anche nei racconti si può avere questa impressione,
per esempio a proposito della conversione di Cornel-io, dove la visione di
Cornelio è narrata al cap. 10: 4 e
segg., poi raccontata a Pietro dai messi di Cornelio (10: 21) e ancora da
Cornelio stesso (10; 30-33), poi da Pietro agli a-postoli e ai fratelli di Gerusalemme (11: 13-14); ia visione di Pietro e raccontata in 10:10-16, poi in
11; ,5-10; Il risultato della predicazione e nfen-to in 10: 4448; 11; 15-17 e
accennato ancora in 15; 7-9 (Confe
renza di Gerusalemme). Anziché -pro
f lettura, un senso di
lastidio, il lettore provi a domandar
SI 11 perchè di queste ripetizioni: esso
e evidente ! Il « caso Cornelio » assume, nel libro degli Atti, il valore di
caso tipico, di « precedente » per le future conversioni di pagani: per questo viene sottolineata con insistenza
che a noi può parere quasi eccessiva,
la sanzione divina concessa a quest avvenimento (apparizioni di angeli
visione simbolica per insegnare che
davanti a Dio non vi sono distinzioni fra gh uomini, discesa dello Spirito Santo SUI neofiti...).
Per ragioni simili, altri episodi sono
ternbilmente riassunti, per esempio
tutta la prima parte del secondo viapgio missionario di Paolo, cap 16 • 1-10
Qui evidentemente l’interesse teologi'
co del viaggio sta nel passaggio del1 Evangelo dall’Asia all’EuropI: perciò le tappe asiatiche del viaggio sono
accennate di volata, per arrivare in°
manifestazione della volon® decisione di
«lenendo per
certo ohe Dio ci aveva chiamati là, ad
annunziar 1 Evangelo» (vers 10)
possono
rendere ragione del modo in cui le
cose sono dette o non dette, pu^en
® ¡appassionante anche la lettura di quelle parti degli At
ri facilitare una lettu
ra fatta a questo modo, ci proponiamo parlare, in un successivo articolo
del piano e del proposito del libro degli Atti degli Apostoli.
Bruno Corsani.
..................................„li.
brìcioli
A
NeM„ «abile dalla Gbie-sa VaMe.se di
Via Fio V, a Tonno, liberatosi un alloaSio Moocato d^a anni, il Consiglio -di Chiesa Ila deci-so di aiprire con il pro-ssini-o aulu-nno un piccolo convi-tto per slud-enli,
vapa-M di o-spi-la-re, per ora, almeno una
dozzina di giovani. L’arredamento sarà in
-parie allestito con il mobilio già in uso
presso (la Casa Valdese di Bor-gio Verezzi,
ora totalmente rinnovata; naturalmente
sa-ra necessario co-mipiere altri lavori di
adattamento e a-m-bientazione, per cui si
con-6da in particolare nella sensibilità della comunità torinese a questo problema
die -da anni urge, in modo da venire incontro alle nece-sisità dei molti studenti
che dalle Valli o da regioni vicine gravitano su Torino p-er gli studi superiori. Bene Ila fatto il Consiglio di Chiesa di cogliere il oiccasione per arwiaire un’opera a
<‘ui auguriamo il migliore successo.
Ave Marta
Conformemente allo « spirito de¡¡f¡
riforma strutturale » della Scuola, co.
mindano a spuntare i primi testi d«
interpretano questo nuovo corso della
storia della scuola italiana. Parole solenni e sonore devono celare il vuoto,
e ci riescono fino ad un certo punto
fino, cioè, al momento nel quale, la.
sciata da parie l’in-troduzàone (ndla
quale viene esortato a meditare sulla
« didassi » auspicata dai nuovi pm.
grammi), l’insegnante comincia a ^o.
gliare il testo.
Per esempio, quello di latino.
Come è noto, il latino dovrete
scomparire dalla S. Media; in realtà,
lo si dovrà insegnare in II Media, come materia obbligatoria -per tutti (—
cioè : non come materia autonoma, ma
come -parte integrante della lingua italiana! —); ma diventerà autonomo (e
facoltativo) in III Media!!
Una impostazione programmatia
così assurda, da sembrare ridicola. 1
nuovi testi però gettano una nuova luce su questa impostazione che non appare più così assurda (e ridicola).
Vogliamo sfogliare insieme uno di
quei testi che saranno lo strumento
delle fatiche dei vostri figli?
Lezione -prima.
"Leggete ad alta vckc le seguenti
parole: anima, aquila, regina Roma...
vedete?
"Senza accorgervene avete ietto tutte parole latine...”.
Così il primo passo. Ora viene il
secondo: "Sentite ora il vostro Insegnante come legge:
"Angelus Domini nuntiavh MariaeAve Maria, grada piena, Dantinus est
tccum! Sanata Maria, Mater t)ei, ori
pro nobis peccatorihus...".
Qual’è Titaliano che non capisce
questo latino che è il latino del suo
battesimo, quando non capiva niente?
E allora arriva il terzo passo.
Con un lirico volo, (siamo sempre
nella prima lezione) il nostro testo ci
trasporta, oltre gli angusti limiti della morfologia, delle regole, dei verbi
e delle declinazioni, nella Foresta Nera, dove, come tutti sanno, si parla
la barbara lingua tedesca. Per fortuna, tra i pini sorge anche una chiesa
cattolica. "Mi sentivo il cuore desolatamente vuoto. Air improvviso, in quel
silenzio, una voce calda, piena, e due
braccia che si aprono, si distendono
smisurate: — Benedicat vos omnipotens Deus... Pater nos ter, qui e.s in coelis —. Quanto mi allagarono di dolcezza quelle parole!”.
Come è noto, la germanica Foresta Nera è una regione molto umida,
e comprendo rillustrissimo signor professore T...; simpatizzo col suo cuore
allagato!
Però, lo studio del latino, e di qualsia.si lingua (compresa l’italiana) è una
cosa seria!
Ma c’è ancora qualcosa di serio in
questa nostra Italia, se non le solenni parole, gli austeri richiami? In questa nostra Italia che -parla di « riforme » dalTalba al tramonto, ma vive
nel clima del più stucchevole paternalismo riformistico?
In questa nostra Italia dove il povero Tartufo è veramente un minchione! L. A. Vai mal
NIMIIIIIII„I|I1|||||||||||||(||||„|||||,P|||||,|||P|,||||||J||JJ||^I^JI^^I^
Nella V al Pelliee
Festa di canto
delle Scuole Domenicali
La Festa di canto -delle Scuole Domenicali della Val Pelliee ha a-vuto luogo la
domeni-ca 19 alaggio nel Tempio di Torre
Pelliee. Presemi, circa 250 bambini. PubbTÌco non molto numcroiso; il solito pubblico fedele che ogni anno -dimostra- di
inleressa-rsi a questa manifestazione. Verso le 15, accompagnate dalle loro moniirici e dai loro direttori, le 8 Scuole Domenicali fanno il loro ingresso nel tempio : unica assente Rorà, che ci auguriamo -di vedere l’anno venturo partecipare
pure essa alla Festa di canto. -Dopo Tinvocazione, la lettura di un salmo appropriato ed a-leune parole di benvenuto del
Pastore di Torre Pelliee Sergio -Roslagno,
il Pastore E. Aime, Presidente della Commissione del Canto Sa-cro, ringrazia la comunità ospitante, saluta tutti i bambini
ed il pubblico ed il programma lia inizio,
<-on l’inno 364 delTInnario : « Te -celebriamo, o Padre, co-n fervore... » cantato con
slancio d-aUe Scuole Domenicali riunite,
guidate dalla baicclietta del Past. Aime
che le dirige dalTa-lto del pulpito. Udia
mo in seguito le Scuole Domenicali di
Angrogna (Dir. Past. Ai-me in assenza del
Past. Taccia): Inno 361 «Sia gloria al Dio
d’a-more»; di Sabbio Pelliee (Past. Aime) : Inno 352 « Una roccia secolare dei
-marosi tra il furor»; di Torre Pelliee
(Cba-briols) (Dir. Sig.ra Lina Varese) : I-»"
no 237 « Sol Cristo è della Chiesa la base
il Eondator ». Segue il secondo inno
d’insieme: « C’est un -rempart que notre
Dieu » cantato con ritmo e misura dai
bambini; poi udiamo le Scuole Domenicali di Villar Pelliee (Dir. sig. Ciesch):
Inno 187 «Voglio servirti sèmpre, o mio
Signore »; di Luserrut San Giovanni (Dirsig. G. Al'ba-rin): Inno 286 « T’aippartengo. Signor... »; di Torre Pelliee (Appiotti) (Dir. Sig, -E. Coisson): Inno 320: « 0
mio Gesù, m’hai detto... »; Torre Pelliee
(Asilo) (Dir. Sig. Lina Varese): Inno 357:
« A Dio cantate un canto nuovo... »; Ti-nno d’iusieme N. 156 : « Com’è dolce la
preghiera nelTan-gosicie della, vita... » chi-ode la prima parte del programma.
{contìnua in 3“ pag.)
3
24 maggio 1963 — N. 21
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caccia e pesca
II senso delle parole
Al termine del suo saluto al Sommo Pontefice Giovanni XXIII, ¡n visita ufficiale al
Quirinale, il Capo dello Stato italiano, on.
Antonio Segni, ha detto : « Beatissimo Padre, presento alla Santità Vostra il devoto
e filiale omaggio della Nazione Italiana >>.
In occasione del viaggio del Pontefice a
Loreto e ad Assisi, alla vigilia deH’apertura
del Concilio Vaticano II, avevamo vivamente apprezzato la dignità con cui il Capo dello Stato aveva accolto Giovanni
XXllI: con reverente rispetto, ma senza al
CUI! ossequio. Tanto più ci sentiamo, ora,
in diritto di protestare contro le espressioni di cui sopra. Non è in questione la filiale devozione che, quale cattolico, l’on. Antonio .Segni prava per il Pontefice romano -,
nè è in questione il rispetto che abbiamo
pei il capo della Chiesa romana, rispetto
del resto non disgiunto da un radicale dissenso. Quello l'he ci importa e ci preoccupa, è questo perdurare, nella retorica ufficiale, della confusione chiesa-stato, chiesa
società, che ormai lo stesso cattolicesimo
largamente avverte come definitivamente
superata: quello che ci importa e ci preoccupa è Fanacronistico ricorrere di espre.s
sioni clic sarebbero state forse adatte al
tempo del ”cuius regio eius religio”, ma
assolo lamente fuori luogo in uno Stato lai
CI) moderno; quello che c¡ importa e ci
preoccupa è l’apparente insensibilità dei capi del popolo e dei caipi sacerdoti di fronte
alla scristianizzazione di così larghe masse,
o piuttosto di fronte alla ragione profonda
di tale .scristianizzazione, di cui si fa volentieri ricadere tutta la responisabilità sulla
propaganda politica o sulFopera corruttrice di cena letteratura e di certi spettacoli,
mentre è almeno altrettanto dovuta a largite collusioni Ira cristianesimo e potere.
Dei isaniente, il Presidente Segni non
semlira uinsiderare che fra ¡ milioni di voti per (ulti i partii! laici, una buona percentuale è stala data da uomini e donne
italiani i-lie, iparte integrante della Nazione llaiiana, non sono affatto disposti a presenlace a ’Sua Santità’ il loro devoto e. filiale oiniggio; decisamente il Presidente
Segni .-i-i>n pare considerare eilladini italiani a liarle intera i non credenti nonché gli
ebrei e gli evangelici italiani, i quali per
ragion, di fede non solo non possono prcsenlaie liliale omaggio al Pontefice romano, m.i i onieslano la validità teologica delFapiieilativo di ’.Sua Sanli'.à’. 11 pathos della Il storica ora », del « giorno fausto n Le
li.i rallo forse perdere un poco. Signor Presidente, Il .senso delle parole?
Un'altra Spagna?
Su (ioinanda del minislro degli Affari esteri, Casitiella, e eon l’approvazione dei
canlinale primate di Spagna, il Governo
spalinolo Ila autorizzalo la Società Biblica
LA FESTA DI CANTO
delle Scuole Domenicali
Britannica e Forestiera a riprendere nel
paese la propria attività.
Letto sul giornale cattolico ’Ya’ (7 mar
zo): « Consigliamo riguardi particolari nei
confronti dei numerossimi visitatori stra
nieri protestanti. Gli alberghi e le compa
gnie di turismo potrebbero includere nell
loro informazioni l’indirizzo dei luoghi d
culto nei quali luterani e calvinisti potreb
bero adempiere i loro doveri religiosi ».
Il muro
Al Sinodo della Chiesa evangelica tedesca, tenutosi recentemente a Bethel (Westfalia) non era presente alcun rapjiresentaii •
1-; delle Chiese dell’Est: questo avvenivi
per la prima volta dal momento della divisione della Germania.
Pure per la prima volta è stata rifiutata
al Past. Martin Niemiiller, dalle autorità
della Repubblica democratica tedesca, l’autoirizzazione a recarsi nelle Germania orientale. Uguale rifiuto è stato opposto al
prof. Hellmut Gollwilzer, docente di teologia presso l’Università libera di Berlino
Ovest; quello stesso GoUwitzer la cui candidatura alla successione di Karl Barth, all'Università di Basilea, per la cattedra di
teologia sistematica, era stata respinta dal1.3 autorità cantonali — contro il parere del
senato accademico —- in quanto egli si sarebbe troppo compromesso con il comuniSmo. Il muro, drizzato e cementato da en
trambe le parti : non in misura uguale o
con uguale rigore, certo; ma pure amara
collaborazione degli uni e degli altri.
(segue dalla 2^ pag.)
Nell’intervallo il Pastore B. Costabel
del Serre-IVadeltorno, con vivo hnmor
interessa i bambini dicendo loro a quali
inconvenienti può andare incontro uno
studente in teologia e tanto più un Pastore quando non ha il dono di avere una
voce intonata! In seguito si svolge -la seconda parte del -programma: Àngrogna
canta l’inno 85 « Voici Jésus, notre Sauveur qui nous ouvre une porte... »; Bobbio il 1%: «Seigneur, qui -par ton bras
puissant... »; Torre PeHice (Centro e Simoiinds) (Dir. Sig.na M. Cesan) il 354:
« Quale im faro risplendente della notte
rompe il vel... ». Ancora un inno d’insieme in franche: il 224: « J’aime l’heure
où sur la terre lentement descend la nuit »
poi udiamo ViUar PeJlice; Inno 121; «Je
suis à toi B ; Luserna San Giovanni : Inno
306: «Io voglio questa sera offrirli, o mio
Signor»; Torre Pellice (Asilo): Inno 361:
« Sia gloria al Dio d’amore » e Torre Pollice (Appiotli): Inno 157: «O Jésus, bon
berger ». L’inno d’insieme 151 : « Padre
nostro che in cielo dimori » termina il
programma.
Notiamo ancora quest’anno un buon
progresso nell’esecuzione degli inni d’insieme (per gli iimi in francese si nota purtroppo la difficoltà che molti bambini incontrano nel parlare e cantare in questa
lingua: ma di chi la colpa? Dei genitori
che non lo parlano più in famiglia, del
« patois » che relega in un cantuccio il
francese?). Tutte le Scuole Domenicali
hanno fatto del loro meglio nella esecuzione degli inni singoli; ci piace vedere
nelle Scuole Domenicali attuali il vivaio
destinato tra qualche anno a fornire buoni elementi alle nostre Corali. Un plauso
sentito a tutti i Direttori e le Direttrici
per la loro fatica non lieve. Ed un augurio a tutti: quello di compiere in questo
rampo ulteriori progressi onde il canto
sacro nelle nostre comunità, nei culti e
nelle riunioni ne riceva nuovo vigore.
All’nscita dal tempio ogni bambino ha
avuto in dono un succulento gelato offerto da-Ua Chiesa di Torre Pellice; purtroppo i giochi proannunziati nel campo sportivo del Convitto gentilmente concesso e
per i quali i bambini tanto si rallegravano non hanno potuto essere svolli perchè
un acquazzone ha costretto tutti a cercar
riparo e, -visto clic non si decideva a smettere, ad anticipare l’ora d-el ritorno a casa. Questa primavera balzana non ha voluto risparmiare neppure i nostri bambini, impedendoli, come già del resto l’anno scorso, di giocare all’aria aperta,
nipote Fortunato Lunghi, che esse consi
Ma il maltempo non ha imtuto impedire alla festa di riuscire bene e di essere
di incoraggiamento, col suo messaggio canoro, sia al pubblico che ai bambini ed
ai loro direttori. vice
INNARIO CRISTIANO
con i 40 Inni nuovi
Claudiana 1962, L. 1.000
Una gradita
collaboratrice
E’ giunta in It^a, per lavorare per un
anno nella Chiesa Valdese, la Sig.na Crete
Aehenbacb, pastoressa, da Franooforte sol
Meno. Dopo Un primo periodo di attività
a Roma e a Forano, si recherà per vari
mesi a Firenze. Lieti e grati per questa
offerta di coillaborazione. Le auguriamo
un buon periodo in Italia e un gioioso
servizio fra noi.
COAZZE-SUSA
— Nel Tempio di Coazze ha avuto luogo il matrimo-n-io della nostra sorella Alba
Giacone (Rna da monte) e di Umberto ilorin di Grugliasco. Agli sposi die «i stabiliscono a Coazze-centro rinnoviamo gli auguri delle benedizioni divine.
- Ultimamente le nostre Comunità hanno avuto delle gradite visite delle quali serbiamo un caro ricordo: A Susa quella dell’Unione delle Madri di Prali capeggiata
dalla Presidente signora Comba e con il
suo Pastore sig. Comba che ha presieduto
¡1 Culto; a Coazze quella di una numerosa rappresentanza della Chiesa di Pramollo con il suo Pastore sig. Pons. Rinnoviamo loro i nostri vivi ringraziamenti della
gioia procurataci.
Tante grazie al signor Dino Gardiol dì
Pinerolo dì avere presieduto il Culto domenicale a Coazze.
Notizie dall’Africa equatoriale
Valdese di Iconomia Domestica
L' ULIVETO
Da Giugno a Settembre si accetta!i( giovanette anche solo per il periodo estivo (soggiorno minimo un
inese).
Per informazioni e particolari riV c igersi alla Direttrice Sig.na Irene
Cesan - L’Uliveto - Liuserna ISan
Giovanni.
Il 23 Maggio dello scorso anno par
tivo da Marsiglia sulla nave « Mangin » con destinazione Libreville, capitale della Repubblica Gabonese. Le
tre settimane in mare e i numerosi
scali mi hanno a poco a poico preparata al nuovo ambiente che mi attendeva, e nel quale era previsto che
avrei dovuto lavorare per un periodo
di due anni (siamo' già alla fine del
primo, sembra incredibile!). L'il Giugno fui accolta a Libreville dal missionario Stocklin, che allora fungeva
da consigliere del presidente della
Chiesa Evangelica, il Pastore Ndong
Amvame, Fu lui a darmi la prima lezione di filoso'fla missionaria, quando
mi spiegò che la mia destinazione a
Eitam (un villaggio nel Gabon Settentrionale) era improbabile, e die
avrei dovuto recarmi a insegnare inglese al Collegio di Lambarené, La
prospettiva di vedere la tanto famosa
isola, con il suo ancor più celebre dottore, mi sorrideva, ma la prosjtettiva
di vivere in mezzo a nuvoli di zanzare
il! un clima umido aggirantesi sui 3fi
gradi, smorzava alquanto la mia curiosità. In attesa di decisioni definì
tive, fui imbarcata su un piccolo ae
reo, denominato il Transgabon, dal
quale mi godetti quel poco di paesaggio che le nuvole mi permisero, dalla
capitale a Bitam. Alberi e corsi d’acqua si susseguivano con monotonia,
li’arrivo, il primo contatto coi missionari, le danze degli indigeni in mio
onore, la brusca partenza su una straordinaria jeep composta, a quel ohe
appariva, di quattro ruote e un volante, l’interminabile pranzo all’indi
gena: tutto rimane nella mia mente
come un sogno. I miei primi tre mesi
tra.scorsero nel viaggiare nella foresta
tropicale, (la brousse) che nasconde
ancora tante credenze e cerimonie pagane, che Ì’Evangelo' non è ancora
riuscito a vincere.
La popolazione gabonese comprendr- otto razze: omyènè, sekè, eshira,
okandé, batélé, fang, bakota, mbédé.
Le tribù sono circa quaranta e comprendono 420.000 abitanti, distribuiti
su un territorio di 267.000 chilometri
quadrati. Il Governo del Gabon ha intrapreso dei grandi lavori nell’intento
di sfruttare al massimo le ricchezze
del paese. Il 1962 lo stesso presidente
Léon Mba aveva j^pimulgato 1’« anno
dell’agricoltura». A- Port Gentil esiste una grande industria dove l’okoumè, il pregiato legno della foresta, viene trasformato in fo'glì di com'pensato. Il paese è anche ricco di petrolio,
uranio e manganese. La maggior parte
della popolazione vive però ancora
sull’agricoltura; le donne trascorrano
gran parte della giornata nelle piantagioni del marito, bruciando' le cattive erbe, piantando manioca (il pane
nazionale), mais, zucche. La principale ricchezza del paese dove abito è
rappresentato dal cacao che viene esportato in Europa.
Qualche giorno prima dell'inizio
delle scuole, in Ottobre, seppi della
mia destinazione, e così presi possesso di una piccola casetta vicino alle
scuole, qui a Bitam.La conoscenza con
i cento alunni avvenne più rapidamente del previsto per mezzo delle
« dynosles hercule», specie d’enormi
ccleotteri cornuti ohe i primi giorni
trovavo allineati sulla cattedra (forse un segno di affetto?).
Il nostro Collegio corrisponde alle
Medie in Italia. Comprende tre classi,
oltre una sezione pedagogica, artigianale e commerciale. Siamo in 9 insegnanti, 3 milionari e 6 africani. Il lavoro è molto, ma lo si fa con gioia,
ea i rapporti con i oolleghi africani
sono di fraterna collaborazione.
La Chiesa Evangelica del Gabon è
autonoma dal 30 Giugno 1961, precedendo di un anno l’autonomia politica. La sua costituzione interna è assai diversa dalla nostra, con un Con
siglio di disciplina, che, tra l’altro, ha
il compito di sorvegliare la condotta
dei membri di chiesa. In base ai suoi
rapporti essi potraimo o meno partecipare alla Santa Cetia.
Quest’anno ho formato al Collegio
una piccola unione giovanile di una
diecina di membri. Per l’anno prossimo ho in progetto di occuparmi della
Scuola domenicale, il cui andamento
attuale lascia assai a desiderare.
Colgo l’occasione per esprimere la
mia riconoscenza alla Scuola domenicale di Sampierdarena e in P'artlcola
re al sig. Antichi col quale corrispondiamo. Essi ci hanno inviato del materiale didattico utilissimo pct ì bambini. Ringrazio anche tutti i membri
delle chiese di Torre Pellice e di Sampierdarena che mi hanno incoraggiata e che mi aiutano ogni giorno con
ii loro pensiero e le loro preghiere. Il
mio affetto e il mio pensiero sono con
voi tutti i giorni. Laura Nisbet
RIO MARINA
Le sorelle Evaugelina Cignoni in Aeinelli e Gìnseppina Cignoni in Cini hanno
avuta la triste notizia della morte del caro
nipote Fortunato Lunghi, elle loro consideravano un vero figlio e che da anni ei
trovava, per ragioni di lavoro, a New
York.
Tutta la com-unità Riomarinese, che vide nascere e crescere, sempre tanto buono ed ottimo cristiano il caro Fortunato,
prende viva parte al d-olore d-elle zie e
famiglie ed estende le fraterne séntite
condoglianze alla moglie signora Albertina Oden ed alle fi-glìe pregando il Signore ohe è il Padre degli orfani ed il
Protettore delle vedove, a voler portare
il conforto, che solo Lui sa dare, a quanti piangono la dipartita del loro caro «xingìunto, nella certezza che il distacco è
temporaneo e ohe un giorno ci riuniremo
ai nostri Cari, nella Patria Celeste, dove
il nostro Salvatore Cristo Gesù è andato
a prepararci il luogo.
Offerte per i restauri del Tempio
e della Oasa Valdese di Rio Marina
in occasione del cententeuarìo
(1“ Elenco)
Vittorio Ricci, Roma L. 50.000 — Paolo
Berti, Firenze 5.000 — Amici Olandesi a
mezzo P. Groen 102.940 — Luigi Sgarzi,
Roma, in mem. diletta Florence lOO.OOO —
W. Fritz-Buff, Aadorf 28.470 — Max e Mirai Leumann, Torino e Iso-la d’Elba 70.000
— Bianca e Ermanno Decker, Torino e
Isola d’Elba 70.000 — Falamca Adelma, Roma e Isola d’Elba 5.000 ^ Giulia Falanca,
Roma e Isola d’Elba 5.000 — Edwiu Meyer,
Roma 15.000 — Clara Corsi ved. Passiglia,
Firenze 50.000.
Ringraziamo vivamente i generosi donatori, comunichiamo che le offerte possono
essere fatte pervenire o tramite la Tavola
Valdese ■ Via IV Novembre 107 - Roma
(c. c. p. N. 1/27855) o direttamente al Sovrintendente Distrettuale Pastore C. Gay Via Marianna Dionigi 57 - R-oma, o al Capo Distretto Pastore G. Mat'hieu . Via IV
Novembre 107 ■ Roma, sempre specificando : « per Rio Marina in occasione del Centenario ». La Comissione Distrettuale
del IV Distretto
I LET¥ORI CI SCRIVONO
Accontentare tutti...
Un lettore^ da Roma'.
Caro Direttore,
la lettera della signora Denti,
pubblicata sul n. 16, mettendo il
dito .sulla piaga dello assenteismo,
0 indifferentismo, di molli valdesi
rispetto ;i1 nostro giornale (e, aggiungo io, alla stampa evangelica in
genere) deve indurci a seria riflessione, giacché la defezione di quasi
500 abbonati (su di un totale che
presumo non superi le 4.000 unità
« paganti ») è molto grave e tale,
comunque, da legittimare seria apprensione non solo per il direttore
di «Eco-Luce», ma altresì per la
Tavola (cui spelta l’ingrato e ormai consueto compilo di .sanare il
deficit) nonché per tutti coloro che
iianno a cuore la vita ed i problemi, anche minori, della Chiesa.
Bene ha fatto, quindi, a pubblicare quella lettera e ad inviare una
circolare ai « morosi o scontenti »
percliè vogliano dire le ragioni del
loro atteggiamento.
Ritengo, tuttavia, che le risposte
siano state pochine e ciò per molteplici ragioni le quali, a mio avviso, coincidono, in buona parte almeno, con quelle stesse che sono
alla radice del mancato rinnovo degli abbonamenti (oltre che per una
certa ritrosia, piuttosto diffusa, a
rendere di pubblica ragione le proprie opinioni, specie se in contrasto 'Con quelle d>ominanti).
Varrebbe quindi la pena di tentare una individuazione, sia pure
in via induttiva, di queste cause,
onde si possa afmeno tentare di
correre ai ripari.
Questi motivi sono di ordine oggettivo e soggettivo.
Sul piano « oggettivo », cioè sul
come è fatto il giornale, i dissensi
e le critiche sembrano appuntar^
prevalentemente — per quanto mi
è dato sapere — alla « linea » politi'ca, cioè alFatteggiamento del
giornale intorno a fatti ed avvenimenti di natura politica, oppure anche alla constatazione di una eccessiva « 'politicizzazione » di esso,
prescindendo dagli specifici lineamenti della politicizzazione stessa.
E’ chiaro che, dovendo redigere
un periodico destinato a lettori appartenenti a differenti, e talvolta
opposte, correnti ipoliùclie, è impossibile accontentare tutti quando
si fanno cotnmenti e si esprimono
giudizi idi ordine ploitico. Meglio
varrebbe, quindi — si dice -— non
a'ocontcnlare nessuno e limitarsi a
riferire imparzialmente i fatti più
salienti della vita politica — interna o internaziouale — senza commenti ('perché i fatti si commentano da Se stessi). Inoltre, si vorrebbe che, nel traecegliere questi eventi da menzionare nel giornale, si
desse prova di assoluta obiettività
ed equanimità evitando di « colpire » sempre i medesimi obiettivi a
beneficio di altri, dando cioè a ciascuno il suo. Niente politica a senso unico, insomma.
Rilievi minori vengono anche
formulati sulla « forma », talvolta
involuta o a « troppo alto livello »,
di taluni articoli, che risultano di
difficile comprensibilità per i lettori meno provveduti culturalimeute, e talvolta piatta, banale, meramente cronachistica con... ineffabili
digressioni di ordine meteorologico
(notiziari delle Comunità) per le
quali s’invoca un più generoso impiego delle forbici da parte del Direttore.
C’è da rilevare, infine, la .scarsa
«tempestività» di taluni «notiziari » e corrispondenze. Cito, a mo’
d’esempio, quello della Facoltà di
Teologia appar.so nel corrente mese di maggio, ma che contiene notizie alquanto stantie, perchè riferentisi — come si evince dal contesto — all’inizio dell'anno accademico (novembre 1962).
Le cause di ordine « soggettivo »
sono, purtroppo, ben più gravi. Esse riguardano l’apatia, l’indifferenza e il disinteresse di molti, non
solo verso la stampa evangelica, ma
verso i problemi della fede e la
vita stessa della Chiesa.
Si può benissimo, infatti, non
condividere certe direttive a sfondo politico a cui sembra improntarsi la redazione del giornale, senza per questo far mancare la fiducia e l’appoggio — morale e materiale — consislente neU’abbonamento, all’unico organo di stampa
veramente rappresentativo di tutta
la nostra Chiesa.
Sono delFawìso che TUTTE le
faimiglie valdesi — da Rodoretto a
Pachino — dovrebbero, senza ecce
zione alcuna, abbonarsi a Luce-Eco.
Tra l’altro, credo che, salvo pocliiissimi casi di vera indigenza (per
i quali possono provvedere le comunità!) tutti siano in grado di sostenere la modestissima spesa dell’abbonamento. Si tratta quindi solo di amore per la Chiesa, di interesse per le cose dello spirilo. Occorre combattere questa insensibilità, questo estraniarsi dalla vita
della cliiesa, con tutti i mezzi disponibili.
E’ necessario, mi sembra, ohe. le
singole coimuuità affrontino il pròb'enia, sul piano pratico, con un
accurato lavoro .sul piano organiz
zaiivo e di benintesa propaganda
Si dovrebbero costituire — in lui
le le Comunità — piccO'li gruppi di
persone qualificate e responsabili
cui affidare questo particolare com
pilo, così come altri gruppi si ime
Tessano del problema finanziario
di quello evangelistìco, ammini
slrativo etc. Attività articolate per
settori e coordinate dai Concistori
o Consigli di Chiesa sono le più
rispondenti allo scoipo, le più effica
ci. Sono persuaso che si potrebbe,
con relativa facilità, « recuperare »
in questo modo non solo i cinque
cento « morosi o scontenti » di cui
abbiaimo trattato all’inizio, ma an
che mollissimi altri che non hanno
mai letto i nostri giornali pur essendo « membri » di Chiesa !
Lo sforzo concorde e volonteroso di tutti (direttore, corrispondenti, consigli di chiesa etc.) porterà,
con l’aiuto di Dio, copiosi frutti.
E questo ci auguriamo di cuore.
Cordialissimi saluti. Aldo Long
L’angolo della solidarietà
Un lettore, da Roma:
Caro Fratello in Cristo,
ho avuto il suo indirizzo da « Radio Risveglio ». Sono un vecoliio
giornalista; ho 63 anni e 40 di giornalismo. Sono profugo della Galizia, con moglie e tre bambini, di
13, 11 e 9 anni. Il maggiore quattro
anni fa ebbe una grave disgrazia:
XIV ed., L. 350
Editrice Claudiana
Via Pr. Tommaso 1, Tarino
cadde in una vasca d’acqua bollente
t il 60% del suo corpo era una grande ferita di primo, secondo e terzo
grado ; stette per un mese all’ospedale, in fin di vita ; poi nove mesi a
casa, tutto fasciato. Finalmente si è
salvato, ma purtroppo i tendini del
braccio destro sì sono contratti e
c’è il pericolo che il piccolo riman
ga invalido per tutta la vita, se
i.on avrà le cure adatte. Per tre anni
abbiamo fatto molti debiti per comprare le medicine necessarie. Adesso siamo in una situazione tragica,
t non sappiamo più dove trovare
aiuto... Ma penso che un appello
sul giornale che Lei dirige darebbe
ni! risultato.
Prego non cestinare la mia lettera
e noi non vi dimenticheremo nelle
nostre preghiere quotidiane, che Cristo Gesù sicuramente ascolterà. Con
piena fiducia aspetto la Sua risposta,
e intanto La saluto molto cordialmente nel Signore Gesù Cristo.
(lettera firmata)
Come cristiani possiamo e dobbiamo lottare per una società più
giusta, in cui l’uomo non sia solo
con le sue sofferenze e le sue difficoltà talvolta insormontabili; ma il
nostro Signore non è stato un mae
stro di giustizia, è stato fra noi ’’colui che serve”, per amore e ci chiede di amarci così gli uni gli altri,
di un amore efficace, attaccato alle
cose concrete di ogni singola esistenza che incontriamo.
4
pag. 4
24 maggio 1963 — N. 21
E' STATO CELEBRATO A NAPOLI
il centenario della Chiesa Valdese
SAN SECONDO
{segue dalla 1“ pag.)
Chiesa dove iu Pastore negli anni difficili e tragici dell'ultiina guerra, ci ha
rivolto il suo convincente e profondo
sermone sul testo dei versetti 5 e 6
del cap. 15 dell’EJpistola ai Romani,
seguito con molta attenzione dal numeroso uditorio.
Alla fine del sermone il Pastore Cie
10 ha letto i vari messaggi pervenuti,
primo fra tutti quello del Moderatore
Ermanno Rostan, poi quelli del professore Luigi Micol che fu in passato
a Napoli come pastorecoadiulore, del
Pastore Enrico Tron, del Pastore Liborio Naso, dei coniugi Godine e Nar
delli, già membri di questa Comunità
e del Maggiore D’Angelo deH’Eserci
to della Salvezza di Napoli. Inoltre so-'
no stati letti i telegrammi di augurio
dei coniugi Mario e Letizia Corsani e
del dott. Zeni, anch’essi ex membri
della Comunità di Napoli e del Pasto^
re Castiglione a nome suo e della Comimità di Bari ohe egli dirige. Purtropi» non è stato possibile trasmet
tere im messaggio registrato su nastro del M° Ferruccio Corsani con un
Coro della Corale di Torre Pellice, ma
ci ripromettiamo di farlo al cultoi della prossima domenica. La colletta speciale, destinata a coprire le spese per
questa celebrazione, insieme alla sottoscrizione appositamente aperta, ha
dato un ottimo risultato.
Nel pemeriggio, alle ore 16,30, si è
svolta la seconda parte della nostra
celebrazione.
Per Toccasione abbiamo pK>tuto avere in aflìtto il vasto bel salone d’onore al Palazzo degli Uffici della Mostra d’Oltremare, capace di oltre 200
posti a vedere. AH’estemo dell’edificio, sul portone d’ingresso, un drap
po rosso con lettere dorate annunziava la celebrazione pubblica del 1“ centenario della Chiesa Valdese di Napoli e, neirintemo', sulla parete di fondo del salone, su un cartello nero
spiccava in bianco il candeliere valdese con la scritta 1863-1963, opera del
nostro fratello' Albino Ottaiano a cui
si deve anche la comiposizione del
drappo esterno e i suoi consigli d’esperto scenografo per la nuova siste
mazione dei banchi della nostra sala
di Culto.
Apre la manifestazione il Pastore
Cielo dicendo' che essa non è un esi
bizionismo ma un voler ricordare l’origine dell’opera valdese che interessa tutta la città. Ecco qualche dato interessante: fu il 3 aprile 1863 che il
Pastore Giorgio Appia Iniziò l’opera
evangelistica in una sala d’affitto del
Chiostro di S. Tommaso D’Aquino ; in
questi cento anni la Chiesa ha avuto
16 Pastori titolari e 25 coadiutori, 8
divèrsi locali di culto, 1450 membri’di
Chiesa; i membri attuali della Chiesa di Via dei Cimbri sono 221.
Dà poi la paro'la al conferenziere
d’ufficioi, prof. Domenico Maselli, assistente all’Università di Firenze e
Preside del Liceo Internazionale di
Napoli.
11 Prof. Maselli si sofferma specialmente sui primi 15 anni della vita della Chiesa Valdese di Napoli, facendo
rilevare che furono anni difficili e
qualche volta faticosi. La prima Chiesa fondata a Napoli nel 1863 più che
Valdese era una Chiesa Evangelica
Italiana. Nel 1864 essa si dà una costituzione definitiva con 67 membri
maschili (le donne non contavano e
non avevano il diritto di chiamarsi
meinbri di Chiesa!). Questa prima comunità ebbe molte difficoltà; due anni dopo era ridotta a 40 membri e
cinque o sei anni dopo solo a 20. Era
una Chiesa povera, ma fin dall’inizio
stabili, un fondo per l’opera delle mis
sioni fra i pagani. Ebbe molte difficoltà per trovare un locale dove riu
nirsi 6 rottenne mercè raiuto del Comitato straniero d’Evangelizzazione.
Il Pastore di allora, Mardocheo De
Vita, fu il primo vero pastore valdese
a Napoli. Anche nella situazione penosa in cui si trovava, la Chiesa si
pose due importanti pro'blemi: la costruzione di un Ospedale Evangelico
e quella di un Cimitero Evangelico per
evitare che i nostri defunti fossero
seppelliti, come si faceva allora, fuori dal Cimitero consacrato. (Possiamo
aggiungere che il problema del Cimitero Evangelico oggi è risolto e quello
dell’Ospedale è a buon punto per una
sua prossima realizzazione).
Il prof. Maselli ha ricordato poi
nuove difficoltà sorte negli anni successivi, durante il pastorato dei successori de! De Vita, o specialmente co!
Pastore Pons. Discussioni, divisioni,,
abbandono della Chiesa da parte di
molti fratelli, ecc. turbano la vita della Comunità, ma essa resiste e continua la sua opera di evangelizzazione.
Terminando la sua interessante conferenza, che aveva per titolo « Cento
amii di testimonianza valdese a Napoli », il prof. Maselli formula l’augurio per la Chiesa Valdese di Napoli
di andare sempre avanti in vista del
suo secondo centenario.
Prolungati applausi esprimono al
conferenziere il compiacimento del
folto pubblico presente.
Etopo aver ringraziato il prof. Maselli il Pastore Cielo dà la parola al
rappresentante della Tavola Valdese, Pastore Panascia.
Egli inizia col saluto della Tavola
Valdese ed esprime la sua gratitudine
al prof. Maselli per l’auguriO' rivolto
Durante la celebrazione pomeridiana. Al tavolo, da sinistra a destra: Pastore Metodista A. Incetti (in piedi), Prof. D. Maselli, Past. P. V. Panascia, Past. D. Cielo,
Past. E. Naso. /c . t l
iroto Lauro)
alla Chiesa Valdese di Napoli e a tut
to revangelismo italiano. I centena
rio, dice, non è un punto di arrivo ma
d^ partenza, dobbiamo trovare nelle
difficoltà dei nostri pionieri e nell’opera del passato ispirazione per l’avvenire. Esprime l’augurio che il 2» centenario abbia inizio nel segno della
concordia in vista dell’opera di testimonianza. Porta una parola di augu
rio e di compiacimento anche da parte della Chiesa di Palermo ohe egli
dirige. Tra le due Chiese vi sono aspetti storici comuni ; sono state fondate
dallo stesso Pastore Giorgio Appia.
venuto da Pinerolo' in Sicilia al segui
to delle truppe garibaldine; hanno
press’a poco la stessa data di nascita,
hanno avuto ambedue all’inizio anni
difficili, sono' le uniche Chiese accanto a cui le Scuole Evangeliche sono
sopravvissute, la Chiesa dì Palermo
ha già ottenuto due anni fa la sua
autonomia, quella di Napoli si prepara ad ottenerla chiedendola al prossimo Sinodo, le due Comunità si trova
no in due grandi città con zone depresse, hanno in comune ia stessa vocazione anche per reducazione e l’istruzione dei fanciulli. Il Pastore Panascia esprime poi l’augurio che la Chiesa di Napoli sia come un albero piantato presso rivi d’acque e porti il suo
frutto, ma per questo deve avere ra
dici profonde; la nostra vita deve essere nascosta con Cristo in Dio per
poter portare buoni frutti.
Il Pastore Cielo ringrazia e incarica il collega di portare il saluto e l'au
................................................mimmi.................................................
...........................................................................................
gurio della Comunità di Napoli ai fratelli palermitani.
Prende la parola il Pastore Incelli,
che parla a nome del Consiglio dei
Pastori di Napoli. Dice ohe per lui è
una gioia e un privilegio di essere presente a questa celebrazione. A nome
dei Pastori e delle Chiese di Napoli
s: rallegra con la Chiesa Valdese per
Topera di testimonianza compiuta,
vissuta e sofferta in questi 100 anni e
porge i migliori auguri per il nuovo
centenario che si è iniziata. Egli, che
è Pastore della Chiesa Metodista di
Napoli, fa notare ohe il metodismo
napoletano è contemporaneo del valdismo, avendo avuto i loro inizi a distanza di pochi mesi. Precisa che in
via S. Pietro a Maiella, nel 1861, Albarello D’Afflitto, con l’aiuto del Comitato di Soccorso Svizzero, potè iniziare l’opera evangelica in questa città, poi, a causa della piccolezza del
suo lO'cale si trasferì, in Via S. Tommaso D’Aquino, dove; nel 1862, Giorgio Appia potè avere quei locali per
costituire la Chiesa Evangelica Italiana. Il Pastore Incelli ricorda gli inizi dell’opera metodista e la collaborazione continua fra le due Chiese. I
lapporti fra di esse in questo ultimo
venticinquennio sono noti, come pure
quelli di oggi. E’ lo-Spirito Santo che
ha agito. Quando l’ambizione e l’orgoglio umano vogliono prevalere ogn’
opera crolla e ciò è avvenuto più di
una volta in questa città, ma per l’opera dello Spirito Santo si è potuta
riprendere l’azione interrotta e si so
no realizzate varie opere evangeliche.
Dobbiamo continuare anche oggi questa comunione d’intenti e di opere.
Le, Chiesa Valdese ha una grande responsabilità, è la Chiesa più numerosa. più spiritualmente matura, deve
andare avanti verso l’avvenire per
i,'uovi cento anni più gloriosi di quelli passati. Il Pastore Cielo ringrazia e
porge auguri per il centenario della
Chiesa Metodista.
Prende, infine, la parola il Pastore
E Naso che porge alla Chiesa di Napoli il saluto e l’augurio della sua Comunità di Taranto, di tutto il V” distretto e della Commissione Distrettuale. Questa celebrazione, egli dice,
non è una glorificazione umana, ma
dobbiamo riconoscere l’opera di Dio,
avvertire la sua presenza nelle nostre
Comunità. Ben possiamo dire : Fin
qui l’Eterno' ci ha soccorsi.
Dio ha creato, operato, è stato presente; se celebriamo questa data è
solo per la grazia di Dio. Le difficoltà
verigono superate .sempre p>er grazia
divina e non per capacità umana. Non
è superbia da parte nostra, ma è la
grazia e la fedeltà di Dio che ci fa
riconoscere che, nonostante le nostre
debolezze, Dio ci ha condotti e possiamo ripetere: «Non a noi. Eterno,
non a noi ma al Tuo nome dà glo
ria ». Ma non è tutto : celebrare un
centenarioi può dare soddisfazione, ma
non deve essere solo la rievocazione
di un passato, sarebbe tradire Topera
che Dio ci ha imposta. Bicordiamo le
parole di S. Paolo : « Dimenticando le
cose che stanno dietro e protendendomi a quelle che sono davanti proseguo il corso verso il segno, al palio
delia superna vocazione di Dio in Cristo Gesù».
Non adagiamoci, dunque, sulle celebrazioni, ma abbiamo presente il nostro senso di responsabilità, prendiamo l’impegno di andare avanti con
l’aiuto dello S'pirito nell’opera di testimonianza, alla sola gloria di Dio.
Risponde, ringraziandoi, il Pastore
Cielo che chiude la celebrazione con
le parole del Salmo 90: «Signore, insegnaci a contare i nostri giorni, affinchè acquistiamo un cuore savio ».
Così ha avuto termine questa bella
manifestazione, a cui hanno preso
parte la grande maggioranza della
Comunità di Via dei Cimbri, molti
fratelli delle Chiese Valdesi del Vomere e di Caivano e delle altre Chiese
Evangeliche della città, oltre ad alcuni estranei alla nostra opera e a cui
era stato mandato un biglietto d’invito. Questa celebrazione resterà nel
nostro ricordo come sprone a progre
dire nei nostro cammino con l’aiuto
e alla gloria di Dio.
Fernanda Fiorio.
— In occasione della Festa di Canto del.
le Corali della Val Chisone, il nostro tem.
pio si è diinoistrato tro'pipo piccolo: non
solo la galleria, ma andie Tatrio erano
gremiti di pubblico. Ci fa piacere di constatare che queote feste sanno ancora interessare una gran parte della nostra po.
polazione. Il bel tempo ci ha permesso di
uscire sul piazzale del tempio dove è stata offerta una tazza di die ai 150 coralisli.
Qui si è continuato a ■cantare ed a conversare fraternamente. Il ricordo di quelle
belle ore ci aiuti ad apprezzare sempre di
più il canto ed a valutarne Timportanza
per Tedifieazione dei nostri culti.
— Domenica 12 maggio, sotto gli auspi.
ci delTUn'ione Femminile, ha avuto luogo
una gita ad Ivrea. Dopo aver preso parte
al culto e salutato i fratelli e le sorelle di
quella chiesa, la nostra comitiva si è recala al lago di Viverone, dove, sotto un
sole smagliante, ha trascorso gran parte
del pomeriggio. Non sono mancate le gite
in barca ed il buon umore. Al ritorno,
raip'ido sguardo agli stabilimenti Olivetti
e fermata a Stupinigi per la cena al sacco.
Quando abbiamo lasciato il parco dell’ex
castello reale, le ombre della sera ci avevano già ¡impedito di conteniiplare ancora
una volta il gigantesco cervo che .sembra
sorvegliare le vie di accesso per Torino.
Tutti i gitanti sono ritornati a casa .soddisfatti della siplendida giornata, vissuta
insieme.
— Il culto del 12 maggio è stato presieduto dal pastore emerilo Emilio Ganz. accoimpagnato dalla sua gentile signora. La
chiesa li ringrazia per la loro gradila visita.
— L’il maggio, nel tempio di Torre
Pellice è «tato celebrato il malriniotiio di
Paolo Gardiol, figlio del nostro anziano,
e di Adriana Peroni. Ai giovani -dosi,
<-he si sono- stabiliti a Lnserna S. Giovanni, auguriamo uiiia lunga vita in c(innine,
benedetta dal Signore.
— Domenica 19, ha avuto luogo VAssemblea di chiesa, in cui è stala letta la Relazione annua sulla vita della nostra coinunit-i in quest’ultimo anno ecclesiastico. La discussione che ne è seguita è stata ceiurata
sulla necessità di partecipare con maggior
assiduità ed impegno ai culti domenicali.
Troppi membri di chiesa si astengono dal
parteciparvi. Infine sono stati eletti i delegati alla prossima Conferenza distrclliiale,
che avrà luogo a Frali il 13 giugno, nelle
persone di Codino Aldo e di Gardiol Paolo e il delegato al Sinodo nella persona
dell’anziano Pons Remigio. Quali rtvisori
dei conti sono stati confermati \ signori
Gardiol Giacomo e Siisstrunck Antoni-^.
LUSERHA S. 6I0VA
...............................mini.......
iiiiiiiiiiiiiiimiiiiiimimiiutiiiii
PALLE NOSTRE COMUNITÀ
— Recentemente abbiamo avuto la visita
del vB'Scovo dr. Render con i signori Kulhwein e Lohr, responsabili della chiesa del
Badén: la serata è trascorsa con messaggi
vari dei nostri amici nonché dei Pastori
Geymet, Sommani e Jahier e con la partecipazione della nostra corale. 'L’incontro ci
h.i consentito di rafforzare i rapporti con
le comunità del Badén dove la presenza di
antiche comunità valdesi costituisce un
elemento storico im'portante per rinnovare
i legami con le antiche e nuove chiese tedesche. Inviamo ai nostri amici un pensiero di viva riconoscenza per la loro visita.
— Domenica 12 abbiamo celebrato il
battesimo di Pons Massimiliano di Dario e
Marisa Coucourde: in occasione della festa della famiglia cristiana il battesimo ha
costituito una cerimonia di maggiore impegno per i genitori della creatura nonché di
tutti 1 genitori presenti per una più vera
consacrazione delle loro creature al Signo■re nella vita quotidiana. Che Iddio benedica questa creatura e i loro genitori.
^ Nel pomeriggio della stessa domenica c’è stato il bazar di beneficenza molto
ricco e vario e grazie all’impegno di un
gruppo di sorelle di chiesa che hanno lavorato intensamente per lunghi mesi: non
possiamo ringraziare singolarmente tutti i
collaboratoiri e le collaboratrici ma siamo
lieti di inviare un pensiero di riconoscenza verso tutti coloro che hanno collaborato in qualche modo, dai catecumeni ai giovani e soprattutto all’Unione delle sorelle
di chiesa. Ringraziamo di cuore la famiglia De Gregori per la sua preziosa collaborazione.
— Mercoledì 1,5 maggio abbiamo celebrato il servizio funebre di Rostagno Lidia
ved. Morello deceduta all’età di 82 anni
dolio un periodo abbastanza lungo di prova; inviamo ai figlioli e soprattutto alla sorella che l’ha assistita sino alTultimo un
pensiero di viva simpatia.
— Siamo lieti di segnalare il pensiero di
una nostra sorella che in occasione di un
battesimo ha proposto una colletta tra gl!
invitati per il nostro Asilo d’infanzia: per
battesimi, matrimoni, confermazioni ed altre occasioni speciali o in 'ricordo dei propri cari l’idea d’una colletta tra parenti ed
invitati consente di risolvere tutti i problemi sociali della nostra chiesa; il piccolo,
insignificante obolo di L- 1-(X)0 diventa dieci volte tanto e ci libera dalTaffanno di
.sempre chiedere. Attendiamo con gioia che
altri segua Tesempio.
— Siamo lieti di annunziare che la televisione del nostro ospedale è stata pagata
grazie alla collaborazione di amici vicini e
lontani: ringiraziamo anche molti il Pastore JanaveI e la sua comunità per le offerse raccolto a questo scopo
Le ultime offerte pervenute sono le seguenti: Ing. Giov. Grill e Letizia L. 1.000;
Viglielm Elsa, Riclaretto 2.000; H. B.,
Cannes 1.000; Mathieu Alina ved. Serre
2.000; Mathieu Mimi 2.000; dai Valdesi
della chiesa del Pastore JanaveI 13.620.
Con la televisione molti a-mmalati hanno
potuto avere un piccolo diversivo e ne sono stati molto contenti
— La direzione delTospedale ci ha chiesto di lanciare un appello urgente per un
ascenso're: quello- che c’è ha una data di
nascita che si perde nella notte dei tempi
e serve unicamente per il servizio dei pa■sti; ne occorre uno per le persone.
L iniziativa è dovuta alle prime due persene che hanno dato un’offerta per tale
scopo e cioè: A. F. Jalla Pons, Genève LlO.OlKì; Pons Adele, San Secondo 5.000.
Inviate cortesemesnte la vostra offerta alla Direzione dell’ospedale di Pomaretto e
tutti vi saranno riconoscenti. Questo ap
pello è diretto a tutti gli amici dell’ospe
dale di qualunque fede. In attesa, ringra
giamo.
Il giorno dell’Ascensione avrà luogo Ti
naugurazione del tempio di Villar Perosa
La domenica 26 maggio avrà luogo Tas
semblea di chiesa per Tassegnazione di una
parte della parroochia per la futura comu
nità. Occcrre un terzo dei membri di chie
sj perchè l’assemblea sia valida.
La sera del 26 avrà luogo alle 20,30 una
manifestazione canora con la partecipazione della nostra corale, della corale dei cadetti e con canti vari.
La prima domenica di giugno, cioè alla
Pentecoste, avrà luogo il saggio dell’Asilo
nel pomeriggio alle ore 14,30.
Convitto Maschile Valdese
Torre Pellice
Si accettano per le vacanze dal I'^
lugUo al 31 agosto ragazzi dagli otto
ai quindici anni (soggiorno minimo :
20 giorni). Tennis e nuovi impianti
sportivi. Informazioni dettagliate subito scrivendo a Convitto 'Valdese
TORRE PELLICE (Torino).
Do-me-niica 12 con-, è «tato celebrato
un culto sipeciale con particolare riferimento alle Mamme. Per tale occa'sione
sono stati ammessi al Culto tutti i bimbi
della nostra Scuola Domenicale i quali
hanno consegnato ciascuno alla propria
Mamma un fiore alTuscita del Tempio.
Ohe tuta volta all’anno il bimbo renda
pubblicamente la testi'monianza del suo
amore filiale verso la propria Mamma, è
un gesto che la Comunità tutta non deve
ignorare, no isoltovalulare, ma manifesta're
piuttosto la p-ropria sinupatia imeoraggiando questi nostri figliuoli e circondandoli
(lei nostro affetto.
— La no'Stra Corale, composta di 18 elementi, ha partecipato alla Festa di Canto
avutasi a Luserna S. Giovanni domenica
12 corr. Abhiaimo già potuto a'scoltare con
vivo compiacimento, da persone specificamente coimpetenli, parotle di pla'Uso e di
apprezzainiento .per la eisecuzione di tino
dei due cori programmati. Ce ne ralJeriaimo sperando 'che li.iò serva di incoraggiamento a fare sempre meglio.
Domenica 19 corr. alle ore 14.30 i
Membri del Concistoro 'sono cortesetnente
tutti invitali a riunirsi in seduta plenaria
al Presbiterio iper la lettura e diiscussione
della Relazione annua.
Giovedì 23, giorno cite ci ricorda la
aiscenision-e del Signore ail -cielo, a-vremo il
'(‘o-nisueto raduno a Pian Pra ove traisco-rrere-nio delle ore che siperiamo liete ed
edificanti. Tutta la Comunità è cordialmente invitata.
— Domenica 2 giugno, isubilo dopo il
culto, la Comunità si costituirà in Assemblea dì Chiesa per la l-eltiura, 'diiscuissione
ed a-pprovazio'tie della Relazione annua.
E’ questo un atto importante ohe -ciascun
membro di Chiesa deve compiere dimostrando così il proprio interesse per l’Opera del Signore.
— Aniche quest’anno avremo la consueta gita della Comunità domenica 26 corr.
Meta della gita è Genova-Sampierdarena.
Le prenotazioni vanno fatte presiso il Pastore o presso un membro del Concistoro
versando Tanlicipo di L. l.OfiO non oltre
il giorno 23 corr. Non sono accettabili
prenc'tazioni senza anticipo.
A proposito della gita a Sampierdarena,
■si -coimunica che tutti i partecipanti dovranno trovarsi a Ponte Vecchio alle ore
4.30 del -mattino di domenica 26 corr.
— Dipartenze. In pc-che settimane, anco."I sei cari fratelli e sorelle ci hanno lasciati, con la dipartenza il 3 maggio di
Hatty Monnet ved. Pons, dei Riconn in età
di 60 anni; Enrico Bertin di Casteliis il 10
maggio in età di 73 anni; Enrico Jnurdan
agli Airali il 13 maggio in età di 87 anni;
Antonio Busillo di Torre Pellice alTO-spcdale di Lnserna il 17 corr. in età di 70 anni;
Giovanni Enrico Cougn della Ciapcra.asa il
20 maggio in età di 62 anni. E dal Imitano
Sud-Africa è giunta alla famìglia lo dolorosa notizia delTimprowisa morte, in a
prile '«corso, di Albino Fraschia di Lorenzo, in età di 31 anni. Da alcuni anni il nostro giovane amico risiedeva con il fratello Silvio a Johannesburg.
Alle famiglie provate da queste dolorose
separazicni rinnoviamo l’eapressione della
.nostra viva solidarietà nel duolo e nella
fe-rma speranza cristiana.
— Gita dette Unioni Femminili, Domenica 9 corr-, la nostra Unione Femminile,
insieme ad una rappresentanza delle ìbiio
ni consorelle di Angrogna Centro e Serre,
si sono recate, per la lo'ro gita sociale di
fine anno, ad Intra, partecipandovi al cui
to della locale simpatica comunità Melodist.i che ha fraternamente accolto le nostre
gitanti.
Nel pomeriggio interessantissima vìsita
allo stupendo parco floreale di Villa Taranto.
.Ancora un vivo .grazie alla piccola comuniìà evangelica di Intra, al suo pastore, e'd
al suo consiglio di chiesa, per la cordiale
accoglienza riservata alle nostre sorelle, ritornate tutte ai loro monti -col cuore colmo
di gioia e dì riconoscenza. j.
Direttore resp. : Gino Conte
_ ..
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
Tin. Subalpina s.n.a. - Torre Pellice (To'
Profondamente commossa dalle manifestazioni di simpatia ricevute in
occasione della dipartenza di
Ernesto Griglio
avvenuta ai Chiotti Inferiori la sera
dell’ll Maggio, la famiglia ringrazia
quanti hanno voluto prendere parte
al loro' dolore con scritti o con la loro
presenza.
Chiotti Inferiori, 13 Maggio 1963