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^ ^
ECO
DELLE YAIU VALDESI
Spett.
BIBLIOTECA VAIDBSE
TORBE PELLICE
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
XC
Num. 26
Una copia Lire 30
ABBONAMENTI
1 Eco: L. 1.300 per rinterno | Eco e La Luce: L. 2.000 per l’interno | Spediz. abb. postale - I Gruppo | TORRE PELLICE 24 Ijiugno 1960
/ L. 1.800 per l’estero 1 L. 2.800 per l’estero | Cambio, d’indirizzo lire 50 | Ammin. Claudiana Torre Pellice ■
L’inFERno
Ma se questa vita, diventa, per gli eletti il mondo del peccato in
cui soffrono per sentirsi perdonati, per gli altri, per l’indefinita maggioranza che non si convertirà, che schernirà, che osteggerà, che mor
rà come Vanni Fucci, questa vita è l’inferno in quanto è il regno della
jiiorte irrimediahile e del desiderio. Gli uomini possono vivere e respirare e ridere in questo te inferno » perchè non pensano di dover
morire. Se tutti vi pensassero un’ora al giorno, il mondo sarebbe travolto dalla follia. Eppure l’inferno trapela sotto la maschera e sotto
1 fiori. Interrogate le prostitute, gli assassini, gli eroi che posano a
immortali, i sacerdoti che elogiano il paradiso ma preferiscono la terrat Inferno è l’infinita tristezza della volontà di vivere che sa di dover
morire e che vuole illudersi a tutti i costi, vuole desiderarsi
E quando il corpo, rifiutandosi ormai d’esser sostegno al suo desiderio, muore, la volontà di vivere, cieca, senza « io » perchè senza
anima, scompare gemendo nell’ombra.
( Il dio straniero)
G. Gangole
DISCUSSION! PRE - SINODALI
Delegati o deputati?
Signor Direttore,
leggo sull’ultimo numero de « La
Luce » un lungo corsivo del dott.
Giorgio Peyrot sulla discussione sollevata nell’ultima conferenza distrettuale alle Valli, ed
parte con l’articolo pubblicato su
queste colonne nel N. 25.
Non intendo ritornare sull’argomcìito, perchè è giusto che altri
prendano su di esso la parola. Secondo me, non si tratta di una que
stioiie marginale, o bizantina; ma di
un punto preciso che concerne l’esistenza o la negazione del carattere
popolare, universale (non diciamo
democratico, perchè questa parola
ha sapore politico) del nostro ordinamento presbiteriano-valdese. Desidero soltanto rilevare qui, che, con
il suo intervento, il dottor Peyrot,
carissimo amico mio, conferma una
volta di più che l’intervento dei teorici, nella fattispecie dei giuristi,
può facilmente arrecare confusione
e nocumento nelle nostre questioni
ecclesiastiche. Infatti, il suo bellissimo ragionamento, perfetto in tutte
le sue parti, sarebbe senz’altro da
adottare per chi volesse — oggi —
creare ex noi’o una chiesa nuova; ma
non è valido per la nostra vecchia
Chiesa Valdese, i cui ordinamenti
non sono stati concepiti a tavolino
da teorici, ma a poco a poco formulati, sperimentati e via via adottati
dalla pratica. Qui proprio è il caso
di dire che vale più la pratica che
la grammatica (s’intende la grammatica del diritto ecclesiastico, in
cui nessuno nega al nostro eminente
fratello delle qualità decisamente ec’
cezionali). Non si deve dimenticare
che l’ordinamento attuale risente ancora della lingua in cui fu, prima
che statuito, concepito, ossia il francese, o, quanto meno, un italiano
di frontiera. E perciò tutta la distinzione fra delegato e deputato sulla
base di una giurisprudenza italiana,
o italianamente concepita, cade.
Se proprio, poi, si vuole essere anche in questo essere italiani, e perchè non dovremmo desiderare di
esserlo? basta consultare il sempre vivo e valido Tommaseo (voglio
dire il « Dizionario dei Sinonimi »)
dove appare chiaro che:
delegati sono individui inviati a
Or questo* è il messaggio che abbiamo udito da Lui: che Dio è Luce e
che in Lui non vi sono tenebre alcune.
rappresentare una persona, non mai
un ente, o una società di persone o
un’assemblea (si pensi al « Legato
pontificio », e qui siamo in pieno
diritto ecclesiastico);
,¡deputati sono individui inviati a
rappresentare un’assemblea o una
società di uomini che, nel suo ordine, è sovrana.
Con questa definizione senza dubbio pertinente, tutta la distinzione o
oaragone che il dott. Peyrot viene a
fare cade da sè, trattandosi di due
ordini giuridici sostanzialmente diversi.
Quanto poi a tutte le modulazioni
(le chiamerò cosi) in cui si svolge il
contributo dei deputati di un’assemblea sovrana, ma minore, in seno ad
un’assemblea sovrana e maggiore,
nonché ai <f Noi Assemblea, Noi Sinodo », ecc., non vedo nulla che porti acqua al mulino dei giuristi; perchè gli stessi deputati, in altre occasioni, dicono « Noi Comunità di X,
Noi Assemblea di Chiesa di Z », e
così via.
Per me, in conclusione, questa discussione è estremamente interessali
te, perchè presenta, lungi da ogni
demagogica paura di congregazionalismo, o di dittatura episcopale, la
rinnovata presa di coscienza delle
comunità nel seno della Chiesa tutta, nonché l’affermazione che lo Spirito Santo, che soffia dove vuole, è
presente non meno alla base che al
vertice dell’ordinamento ecclesiasti
co (se pure di un vertice si possa e
si debba parlare). L’inconveniente
che, in tutti i settori della vita ecclesiastica della nostra Chiesa da anni, da decenni, lamentiamo tutti, è
precisamente che le comunità non
hanno più nulla da dire al Sinodo,
mentre poi, per una strana ma comprensibile « revanche » o nemesi della nostra piccola storia Valdese contemporanea, il Sinodo non dice più
india alle Chiese. Lo confermano, se
questa affermazione sembrasse soggetta a cauzione o perentoria, il progressivo disinteress? di larghi strati
sociali della Chiesa delle Valli (le
masse agricole ed operaie), la presenza sempre più monocolore del
pidsblico alle sedute sinodali 11 nostro Sinodo non rappresenta più ¡ulte le classi sociali in cui si articolano le nostre greggi ecclesiastiche ; ma
anche le tribune non le rappresenta
no più!
Con vivi ringraziamenti,
Teodoro Balma
Consensi o dissensi
Punti di vista sul Sinodo : ‘‘ non giudicare ,,
Ho letto con attenzione e rispetto
l’articolo ponderoso che il pastore
Enrico Geyniet ha dedicato alla preparazione ed allo svolgimento dei
Lavori Sinodali ; ne ho riportato una
impressione che non mi è facile definire.
Consento su molti punti, anzi direi quasi, consento su tutti i punti!
Sennonché, quando cerco di concludere, (o di trarre le conclusioni del
patetico appello pastorale) sono
nella stessa situazione in cui vengo
a trovarmi quando ho ascoltato una
magnifica conferenza sulla dignità
della natura umana, o suH’amore
del prossimo.
^ #
Perchè in sostanza il pastore Enrico Gcymet ci ha dato una serie
di variazioni sul tema obbligato,
Ama il tuo prossimo (cioè non dimenticare che i membri della Tavola sono anche loro il tuo prossimo —
esortazione della -cui necessità lui,
che è pastore, può' più acconciamente giudicare che non un laico).
Però, quando sii scende sul terreno della realtà, sono al punto di prima, cui sopra ho accennato: manca
la conclusione : ciéè come si mani
festa questo amore?
» ^ ‘ 4c
La posizione paestorale di Enrico
Geyniet è uifatlt j^rramente negativa, e, mi sembra quindi, lontana
dall’insegnamento evangelico. Gesù
ha detto sempre: Va e fa.
Il pastore Geymet dice: non fate!
Non fate i pignoli, i ficcanaso, i criticoni; ed attribuisce il decadimento
del livello spirituale dei nostri Sinodi al prevalere dell’esame della
vita amministrativa e conclude:
Non giudicate.
* * Hs
Vi è, lo ripeto, qualcosa (anzi parecchio) di giusto: Però...
Però questo evangelico ’’Non giudicate” applicato alla revisione dell’operato della Tavola è proprio inteso nel suo senso profondo? Lo
stesso pastore Geymet sembra conscio di fare una esegesi alquanto ardita o superficiale, e ci propone una
radicale trasformazione del Sinodo,
che dovrebbe diventare un’assemblea di credenti nelle Catacombe.
* * *
Poiché, purtroppo la storia non
si ripete, e si corre il rischio di fare
della retorica, non pensa il pastore
Geymet che sarebbe più semplice
sfruttare gli strumenti che abbiamo
e portare uno spirito di comprensio
ne, senza voler tutto distruggere,
senza sapere cosa si vuol mettere al
posto?
L’articolo citato mi pare significativo di uno stato d’animo che sembra diffondersi nella nostra Chiesa,
uno stato di insopportazione nei
confronti della critica; cioè, in ultima analisi : incomprensione della
collaborazione.
^ Si *
Ci si lamenta spesso, in certi ambienti; chez nous, dell’apatia e dell’indifferenza che regnano sovrane;
delle « voci » che circolano con una
incredibile velocità, tanto più facilmente accolte quanto più sono e< critiche ».
Ho l’impressione che ricorrere alla spiegazione comune: esistenza di
un M ufficio voci », « naturale malignità valdese » sia insufficiente.
Ho l’impressione che il vero colpevole è proprio quello spirito di
cui il pastore Geymet si è fatto il
difensore nel suo articolo, con patetica eloquenza: ’’sorvolare”; ’’non
giudicare”.
^ ^ ^
Su quante cose sorvola il nostro
Sinodo, nella confusione e nel disordine dei suoi lavori! Quante discussioni soffocate, strozzate o accantonate! E quanta incomprensione
nasce da questi dibattiti incompiuti!
E quanta prudenza negli interventi: (c Non intendo fare una ci-itica;
vorrei solo sapere ecc. ecc. ».
Ma perchè questo timore? Perchè
non parlare più chiaramente?
Ho l’impressione che il 90 per cento delle « voci » che circolano nelle
nostre parrocchie non avrebbero
neppiu-e la possibilità di nascere, se
le sedute dei nostri vari Comitati ed
organismi ecclesiastici si svolgessero
anche col rispetto di quelle norme
giuridiche previste dai nostri regolamenti.
* * *
Parliamo spesso e volentieri di
« legulei », come fa il pastore Geymet; ma mi damando se questo termine dispregiativo non sia anch’esso rivelatore di uno stato d’animo
alquanto, purtroppo, diffuso, in certi ambienti dove mal si sopporta il
lavoro « in équipe » e si confonde
l’iniziativa individuale insofferente
di controllo (e quindi anarchica e
assolutista — gli estremi si toccano)
con l’ispirazione dello Spirito Santo.
Perchè non dovrebbe il Sinodo,
anche in sede amministrativa, dire
una parola seria (pronunziare un
giudizo!) suH’accavallarsi di iniziative parallele o contrastanti, tutte
buone, ma che non consentono un
efficace sfruttamento di energie e di
mezzi, perchè rifiutano di inquadrarsi in un piano d’azione che tenga conto delle esigenze dell’Opera?
^ :H *
Ben venga quindi un serio lavoro
della ¿Commissione d’Esame; tm serio lavoro Sinodale; la vita delia
Chiesa non potrà che trarne giovamento. Un laico
In margine al convegno della CIOV
Uno testimonianza
E’ con gioia che ognuno di noi ha accolto l’invito ad Agape da parte della
C.I.O.V.
Una delle dimostrazioni di quanto sia
stata gradita la buona iniziativa è stata
l’entusiasta partecipazione del maggior
numero possibile di noi.
Non è certo facile privare un Ospedale
o Asilo o Rifugio, in un sol giorno, della
metà del Personale, spesso già ridotto e
sobbarcare quelli che restano d’una non
indifferente e molteplice fatica; eppure è
stato possibile, con buona volontà ed entusiasmo da parte di tutti.
Quasi tutto il Personale degli Istituti
Ospitalieri (salvo qualcuno in vacanza o
veramente impossibilitato a lasciare il suo
compito e ce ne rincresce!) ha potuto cosi
godere d’una bella giornata di ricreazione
spirituale, in un’atmosfera serena di riunione familiare.
Abbiamo avuto la buona accoglienza del
Presidente, Sig. Bert, dei Pastori Sigg.
Bertinatti, Girardet, Vinay, Comba (U
giornata) e delle gentili Signore, abbiamo
fatto tesoro del contenuto dei loro messaggi tendenti, umilmente, a richiamarci
al senso di vocazione nella nostra opera,
senza di che non è nulla!
Tutto ha contribuito perchè in noi si
ravvivasse un poco quella piccola fiammella che a volte sembra spegnersi!
Dare... dare... dare... « svuotare noi
stessi per dare agli altri » come ben diceva il Sig. Vinay, ma le nostre risorse spirituali possono esaurirsi quando ci si lascia prendere anche dall’assillo d’un buon
svolgimento della parte tecnica e materiale del nostro compito, prostrati anche
dalla fatica fisica.
E’ necessario dunque fermarsi e rifornirsi spiritualmente, fors’anche fisicamente.
Ma noi, sembra, non ne troviamo il
tempo ; o non vogliamo ?
Per questo è bene quasi imporcelo!
L’iniziativa della nostra Commissione è
stata delle più felici; gliene siamo grati
per -il bene che ne abbiamo ricevuto e ci
auguriamo che altre ne seguano.
Grazie a tutti quanti si sono adoperati
per offrirci questa giornata di distensione, di serena comunione fraterna nell’ambiente adatto, « Agàpe ».
Nina Curdo.
SETTE GIORNI
GIOVEDÌ’ 16
11 presidente degli Stat' Uniti ha compiuto il suo viaggio alle Filippine. La sua
visita a Tokio è stata rinviata; la situaz one del governo mpponi<o si fa sempre
•più difficile.
11 capo del governo argentino Frondizi
in vis'ta ufficiale in Italia, dopo colloqui
con il presidente Grondi’ s‘ è recato .a
Gubbio per ricevervi la ciUadinanza onoraria.
Il discorso di De Gaulle che asupica tratlal've dirette con i capi algerini è oggetto
di contrastanti interpretazioni; lo scrittore
Alleg, autore del volume « La questìon »
è stalo condannato da un Tribunale militare.
VENERDÌ’ 17
Nuovi incidenti hanno turbato la vita
politica di Tokio; un e«>ponente sociaPsta
è stato gravemente ferito.
A Ginevra la Conferenza per il disarmo
risente della tensione generale e si susseguono i discorsi polem’ci.
A Leopoldville ha iniziato la sua attività il primo Congresso del Congo libero.
SABATO 18
11 presidente degli U. S. .A. è stato ac
colto trionfalmente a Formosa da' rappre
sentanti della Cina nazionalista.
Kruscev prende parte ai lavori del Congresso comunista di Bucarest.
Da comunicazioni dell’Ufficio centrale di
Statist'ca apprendiamo che Roma ha oltrepassato 1 2 milioni di abitanti; Milano 1
milione e 400.000; Napoli 1 milione e
300.000.
DOMENICA 19
Il patto decennale nippo-amer’cano è entrato automaticamente in vigore.
Il presidente degli S. U. A. è giunto a
Seoul, in visita ufficiale alla Corea del Sud.
A Leopoldville si annunzia la costituz'one del primo ministero del Congo libero
LUNEDI’ 20
Il presidente del Consiglio del governo
algerino in esilio ha accettato T’nvito di
De Gaulle per l’inizio di trattative ufficiali
onde por fine alla guerra in Algeria.
A Dakar è nato un nuovo stato indipendente che raggruppa varie popolazioni afri,
cane nella Federaziojte dei Mali.
A Tokio la Dieta nipponica ha approvato le clausole del trattato nippo-americano
in una seduta che i deputati dell’opposizione considerano ncostituzionale.
E’ stato collettivizzato il 70% delle proprietà agricole; la priorità degli investimenti verrà ora data alle attività industriali.
MARTEDÌ’ 21
Voci non controllate annunziano die un
fiduciario dei nazionalisti algerini avrebbe
già preso contatto con De Gaulle a Parigi.
Alla Camera è cont'nuato l’esame dei
vari Bilanci.
Il Cancelliere austriaco Raab ha riaposto
alla lettera dell’on. Tambroni in merito
alla situazione deH’Alto Adige. Non è ancora conosKÓuto il tenore della risposta.
MERCOLEDÌ’ 22
L’ nìzio delle trattative franco-algerine è
mollo cauto; si tratta di superare difficoltà
d’ordine giuridico che riflettono complesse
situazioni politiche. Gli estremisti francesi
e algerini sembrano decisi ad ostacolare la
tregua che isolo potrà permettere l’inizio
delle trattative vere e proprie.
2
pag. 2
L’ECO DELLE TALU VALDESI
N. 26 — 24 giugno 1960
de
: ■ ' 0
7}
coutumes
nous... et d’ailleurs
Au dire de Stendhal, c’est dans
l’Oberland qu’il existait la couttnne.
depuis le XVIII siècle, que les jeunes filles passaient, les nuits du samedi au dimanche, en compagnie
de leurs amoureux.
Et il ajoutait qu’il connaissait peu
de familles plus heureuses que celles de cette région de la Suisse allemande.
Du reste, cette coutume des jeunes filles de recevoir chez elles et
pendant la nuit, ou une partie de la
nuit, les jeunes gens n’était pas une
prérogative de la Suisse allemande:
elle était pratiquée en Suisse Romande aussi et en Savoie, d’où,
vraisemhlahlement, elle peut s’être
étendue chez nous, dans les Vallées
du Piémont qui la pratiquent encore de nos jours, si nous ne sommes
pas mal informés, quoique moins
que par le passé.
Ce genre d’hospitalité offerte par
les jeunes filles aux jeunes gens vers
lesquels il existait une certaine sympathie réciproque, était très répandu au temps jadis, dans la pluspart
de nos communes qui constituaient
comme un petit monde à part, isolé,
« autosufficiente ». C’était ce qu’on
appelait dans le val Pélis « andé ën
pasqué » (?) et plus crûment dans
le Val S. Martin cc far l’amour ». Et
c’était à la fin de la semaine, préférablement le samedi et le dimanche soir, que le jeune homme, endimanché, se rendait furtivement chez
sa bonne amie, « sa calignairo »,
l’appellait à la fenêtre de sa chambre ou a celle de l’écurie en hiver,
s’y faisait reconnaître et ensuite pé
nétrait chez elle et passait en sa cornpagnie toute la soirée, en usant les
plus grandes précautions pour ne
pas dévoiler cette rencontre aux au
très, aux curieux, et quelquefois à
ses parents eux-mêmes.
Ces précautions étaient d’autant
plus nécessaires quand il s’agissai'
de sortir de son propre village et
quelquefois même de la commune,
pour aller à la recherche de sa bonne amie: car alors il y avait la possibilité très réelle d’être en butte
aux plus dangereuses aventures, de
la part d’autres prétendants ou de
ceux qui défendaient avec une jalousie farouche les soi-disants droits
de clocher ou de commune: selon
lesquels les « autres » étaient toujours des étrangers qui n’avaient pas
le droit de mettre le pied dans les limites du village ou de la commune, d’autant plus de nuit.
Du reste, les difficultés ne manquaient absolument pas: car il fallait, très souvent, pour rejoindre la
fenêtre, quelquefois très élevée, de
l’objet de ses rêves, se procurer subrepticement, quelque part, une
longue et lourde échelle, qu’il était
impossible de cacher et que l’on devait surveiller attentivement, pour
éviter des surprises de tout genre,
toujours désagréables pour celui qui
était là-haut perché et qui s’entretenait avec sa belle à travers la fenêtre, lorsqu’il n’était pas possible
ou pas du tout prudent, de se réfugier dans la chambrette Dans ces
derniers cas, le jeune homme était
rarement seul: il s’accompagnait
avec un ami intime qui surveillait
les avenues de la maison et qui
l’avertissait des dangers éventuels:
naturellement le service était réciproque.
D’autre part, la veillée chez la
même jeune fille pouvait quelquefois être faite par plusieurs jeunes
gens, jusqu’au moment où le choix
Consiiîlio (l(‘ll;i Val Pellieo
O
Il Presidente rende nolo elle, con bando in data odierna, viene indetto pubblico concorso per la terza assegnazione (anno 1960) del premio annuale di L. 80.000
istituito da questo Consiglio e destinato ad
autori di studi di argomento economico,
sociale o statistico riguardanti l’intero territorio della Val Pellice o parte di esso.
Al concorso può partecipare chiunque
faccia pervenire a questa Presidenza (presso il Comune di Torre Pellice) uno studio
di tal genere, ancora inedito; dattiloscritto ed in duplice copia, entro il 31 dicembre p. V.
Il premio verrà assegnato, da apposita ■
Commissione esaminatrice, entro il 30 giugno 1961.
Per informazioni rivolgersi alla Segreteria del Consiglio di Valle
était fait, de part et d’autre. A partir de ce moment les visites étaient
réservées pour le prétendant qui
avait été préféré, jusqu’au mariage.
Cette vieille coutume a fait son
temps, paraît-il. Les jeunes gens
ont aujourd’hui d’autres occasions
de se retrouver ensemble, « ch’era
follia sperar » les siècles passés.
Nous ne saurions nous prononcer sur
une préférence à accorder aux habitudes de nos jours ou à celles de jadis lesquelles pouvaient avoir et
avaient des inconvénients, et pouvaient donner lieu à des abus, mais
qui venaient presque toujours promptement réparés : peut-être même
plus facilement qu’aujourd’hui.
D’où nous est venue cette ancienne coutume?
Est-elle descendue des régions allemandes à celles de la Suisse? Et de
la Suisse en Savoie? Et de la Savoie
vers le midi, dans de Dauphiné et le
Piémont ?
Nous n’en savons rien, puisque
nous ne pourrions indiquer le siècle
auquel remonte, chez nous, cette
coutume.
Toujours est-il cependant qu’au
lendemain de la Rentrée, à la fin
du XVII et au commencement du
XVIII siècles, nous trouvons quelques cas de discipline des Synodes
de cette époque s’occuper de « réparations » à faire un jour de dimanche, en présence de l’assemblée
des Eglises, par devant le Consistoire, pour des accusations qui pourraient se rapporter à des cas analogues et qui pourraient nous laisser
supposer que cette coutume aurait
pu s’implanter aux Vallées, après
les contacts des Vaudoîs avec les
populations de la Suisse ou de l’Allemagne, où cette coutume paraît
ancrée depuis longtemps (art. 2. Synode 1702, 3 et 10 de 1703).
Personnellement nous avons le
suspect que la coutume nous vienne
plutôt à travers la France, par la Savoie et le Dauphiné, qui nous auraient aussi laissé l’expression se
rapportant à cette coutume: au
moins dans la vallée de Saint Martin. Nous ne connaissons pas la signification de l’expression en usage
dans la vallée du Pélis,- pour indiquer la même habitude.
Sanmartinenc
A A
@íD®aíí@ii@
A A
Anche l’aureola che in modo così
leggiadro adorna le teste dei santi,
nei quadri, con i suoi riflessi di luce
e d’oro, è fonte di domande senza
risposta.
Quando si tratti di un santo che
per amore del suo Signore affrontò la
morte ed il martirio della decollazione (più volgarmente detta: decapitazione) dove va l’aureola? Deve seguire le sorti del capo, accompagnandolo nella posizione che al pittore è
piaciuto assegnargli (per lo più è sistemato nelle mani del martire), oppure deve occupare il posto che gli
competeva prima che fosse brutalmente avulso dal collo il capo?
Il solito cronista ha fatto delle indagini ed ha trovato nello stesso
paese (Svizzera) due risposte diverse.
In Diessenhofen un mosaico ci presenta S. Dionigi decollato, che tiene
la testa nelle mani; l’aureola risplende nel posto primitivo, ha abbandonato la testa. In un antichissimo sigillo, un altro santo decapitato, S. Felice, porta anch’egli la sua testa nelle
mani; anche qui l’aureola ha abbandonato la testa, è rimasta fedele al
posto primitivo. Per contro in quello
che fu il sigillo ufficiale della città di
Zurigo fino al secolo scorso, appaiono
3 santi decollati: S. Felice, S. Regula,
S. Esuperanzio; tutti e tre tengono la
testa nelle loro mani; ma le aureole
questa volta hanno abbandonato la
primitiva posizione e benignamente
spandono i loro raggi sulle teste che
hanno fedelmente seguito nelle mani
dei santi.
♦ * *
Scrive Huysmans (in Les foules de
Lourdes, cit. da: Pierre Petit: Lourdes, p. 85), un ammiratore di Lourdes: « ...pas de boutiques où il n’y
ait des médailles, des cierges, des chapelets, des scapulaires...; et celà s’étend de rues en rues, pendant des kilomètres, avec la pauvre camelote des
petits chapelets à chaînettes et à croix
d’acier et les immenses chapelets spéciaux à Lourdes, des chapelets en
bois teint au caramel, valant six sous
pièce..., avec des statuettes de Lilliput et des médailles qui font songer
à une monnaie de poupée, frappée
à la grosse, dans des rebuts de cuivre;
et tous ces objets s’améliorent, enflent, grandissent à mesure que l’on
se rapproche de la nouvelle ville... Et
c’est la concurrence effrénée... ».
Concorrenza, madre del progresso:
le grosse e non estetiche corone di
grani che servono per la recita del
rosario sono state sostituite da acconce « vergini-bottiglie » con acqua
della fonte e da statue luminose.
a.
Le ministère de Pasteur lUorei en Urndnav
IV.
Dernières années
Au moment de l’éméritation, commence une vie paisible; mais il n’en
fut pas ainsi pour le pasteur Morel,
qui paraît avoir été particulièrement
prédestiné aux luttes et aux peines
de la vie!
La visite du Modérateur Lantaret
— très opportune — avait renouvelé
les liens de la colonie avec l’Eglise
des Vallées, rétabli le droit de la majorité d’avoir un temple au centre de
la colonie. Dans ce but, cet homme
au coup d’oeil juste avait aussi acheté, au nom de la Table, près de 7
héctares de terrain, où se trouve
maintenant le bloc paroissial de Colonia Valdense,
Mais son séjour avait été de trop
courte durée ! Valait-il la peine d’entreprendre un voyage si long et coûteux, pour ne rester que 9 jours dans
la colonie? Les décisions prises sous
le poids des circonstances, tout en
ayant enlevé le suffrage de la majorité, n’aviaent qu’une valeur purement théorique! Pratiquement les
problèmes n’étaient pas résolus!
Quelle autorité pouvait prendre des
initiatives? Comme il était à prévoir
lès discussions recommencèrent de
plus belle, dans cette ambiance de
surexcitation et de prévention! M.
Morel, cela va sans dire, dut faire face à la tourmente.
Celui-ci pensait que l’Eglise devait
continuer son activité comme auparavent, avec son Consistoire, jusqu’à
l’arrivée du nouveau Pasteur. D’autres entendaient que la Commission
nommée par la dernière assemblée
d’Eglise, présidée par M. Lantaret,
«pour organiser les eollectes et la
quête des fonds necessaires à la construction des édifices », était la seule
autorité représentative et que la Consistoire devait être dissout! La vraie
cause de ces discussions était encore
et toujours, le temple. Morel, pour sa
part, désirait pouvoir couvrir le temple de La Paz, pour empêcher la détériorisation des murs. Les 7 membres
dé al > Commission », parmi lesquels
J. P. Baridon, créature de Pendleton,
n’entendaient pas de cette oreille, et
visaient à la construction d’une maison sur le terrain acquis par M Lantaret.
Un nouveau pasteur
arrive
Au mois de novembre 1870, arriva
le nouveau Pasteur. Mr Jean Pierre
Michelin Sa-lomon, qui s’établit dans
la cure construite par la Commission.
Au début tout semblait marcher pour
Je mieux, mais les difficultés ne tardèrent pas à lui rendre pénible son
mmistère.
Les demandes réitérées de M. Morel pour la construction du toit du
temple de La Paz ne furent pas prises en considération dans les assemblées d’Eglise. Les dettes pendantes
sur cet édifice, non plus! Cela équivalait à dire à M. Morel de s’en charger lui-même! Se voyant abandonné
de la sorte, M. Morel s’adressa alors
aux colons ses amis, leur demandant
de contribuer pour couvrir le temple
de La Paz, et procéda aux travaux!
Le Pasteur Michelin Salomon convoqua alors une assemblée d’Eglise ; c’était en novembre 1873. Après de longues discussions, elle prit la décision
suivante: «Michel Morel, Jean Daniel
Bonjour, David Geymonat et Paul
Gardiol sont suspendus de leurs droits
de membres d’Eglise, jusqu’à ce qu’ils
demandent pardon à l’Assemblée d’Eglise », Le dimanche suivant, le Pasteur Michelin Salomon lut cette sentence du haut de la chaire. Morel,
mis au courant de cette décision, en
écrivit à la Table en disant que les
quatres condamnés n’étaient pas présents à l’Assemblée, et qu’ils avaient
été jugés, condamnés et exécutés sans
qu’on leur demandâtt des explications
et sans leur offrir la possibilité de se
justifier, et — ajoutait-il — « tout cela est incroyable»! La Table lui répondit en lui communiquant froidement les accusations dont il était
l’objet! Morel répondit alors qu’il défiait M. Michelin Salomon et ses amis
de lui nommer ne fusse qu’une personiie à laquelle il aurait dit ce dont on
1 accusait ; qu’il avait manifesté une
profonde déférence envers le Pasteur,
sachant par expérience combien les
contradictions et les oppositions sont
pénibles au Pasteur dans l’exercice de
son ministère.
Toujours des malheurs
Onze personnes, parmi lesquelles
le Pasteur Michelin Salomon, écrivirent à la Table, donnant la faute de
tous les troubles à M. Morel et à ses
amis ! La Table était alors présidée
par M. Lantaret.... qui n’avait jamais
démontré beaucoup de tendresse envers Morel. A la suite de cette lettre
elle décida de suspendre la pension
à M. Morel en guise de réprimande.
Le Synode de 1874 lui avait demandé
raison de cette mesure, il donna lectu.
re de la lettre. Par comble de malheur, ce pauvre homme de Morel —
ébranlé et vaincu par la maladie et
les amertumes de la vie — reçut une
autre lettre de la Table, lui signifiant
que le Synode avait voté un ordre dit
jour l’invitant, lui et ses amis, à sa
soumettre à l’Assemblée d’Eglise du
Rosario. et, en attendant les résultats
de cette démarche, il autorisait la Table à lui suspendre sa pension! Nous
ne^ pouvons pas nous imaginer l’état
d’âme de Morel en recevant cette lettre. Nous savons cependant que jamais personne ne put le convaincre
de ne pas avoir été traité injustement !
Rien ne l’étonne plus
De sa main tremblante il écrivit à
(a Table qu’il avait été habitué à
être traité d’une drôle de façon par
l’administration de l’Eglise Vaudoise
que désormais rien ne pouvait le surprendre! II ajoutait ensuite: «J’ai
été injustement privé de ma pension ».
La situation générale de l’Eglise et
de la colonie empirait toujours plus,
et M. Michelin Salomon — caractère
passionné et partial dans ses jugements — la compromettait encore davantage! Plusieurs membres d’Eglise
avaient cessé de contribuer. Les fonds
manquaient, le Consistoire ne put plus
faire face aux honoraires du Pasteur
et du Régent! M. Michelin Salomon
envoya sa démission de Pasteur à la
Table, et le l.er février 1875, quittait
la colonie; et accompagné par quelques familles, il s’embarqua pour les
Etats Unis où il fonda la petite Colonie Monnett, dans le Missouri.
La colonie sans pasteur
A la suite du départ de ce Pasteur,
la colonie se trouva abandonnée à
elle même. C’est alors que deux lai
ques — MM. Jacques Gaydou, Régent, et Jean Daniel Revel — rendirent de précieux services à la communauté. Quant à Morel, il conduisait une vie très retirée, sous le poids
d’une double souffrance: celle physique, à cause de son asthme, et celle
morale, soit pour son état de condamnation à la suite de la résolution de TAssemblée dEglise du 17
novembre 1873. la suspen.sion de sa
pension décidée par la Table et ratifiée par le Synode de 1874, et enfin,
le décés de trois de ses enfants (Ernest de 25 ans, Emma de 20 et Jenny
de 17)!
MpJgré tout cela, le Pasteur Morel
continua à exercer son ministère, eu
forme privée présidant des réunions
à La Paz, et même des cultes au
« Centre » da la colonie.
A mesure que son physique cédait
sous le poids des vicissitudes, plus
que sous celui des années, augmentait en lui le désir de voir effacées les sentences dictées contre lui.
Il en arriva à caresser nouvellement
dans son esprit le projet d’un voyage aux Vallées, pour se défendre auprès des Autorités .Mais son infirmité et les épreuves de famille empêchant, il écrivit à la Table une défense si éloquente que celle-ci finit
par se convaincre de son innocence.
En 1876 la sentence fut levée! Un
pas très important été fait en vue de
la réhabilitation mais il restait encore la résolution de l’Assemblée
d’Eglise de 1873, qui causait une opinion défavorable au vieux lutteur!
Un autre pasteur arrive
En novembre 1878, arrivait à la
« Colonia Agrícola del Rosario Oriental » le jetme Pasteur Jean Daniel
Armand Hugon et son épouse Alice
Rivo’r. Cet homme qui plus tard révéla un ésprit poldyédrique et une
énergie sans pareille, prit en main les
rênes de l’Eglise et de la Colonie, et
les tint pendant plus de 40 ans!
Six mo's plus tard (en mars 1878),
il convoqua une assemblée d’Egllse
dans le centre de la colonie. Par le
nombre des assemblés et l’importance des décisions, elle prit l’allure d’une
assemblée constituante! Morel était
aussi présent. Les tentatives de remettre sur le tapis les vieilles questions furent vite écartées. L’on décida que la colonie se constituait en
Eglise, avec toutes les obligation qui
s’en suivent. Elle demanda à la Ta
ble et au Synode de l’Eglise Vaudoise
d’être considérée la 17me paroisse de
notre Eglise en acceptant ses réglements sa liturgie et sa confession de
foi, sous le nom de Colonia Valdense.
M Morel parla plusieurs fois dans
rAssemblée; dès lors il rentrait au
troupeau auquel il avait voué sa vie,
rt était réhabilité! Le Consistoire lui
adressa une lettre rédigée dans le.s
termes les plus élevés et cordiaux, le
priant aussi d’accepter « les plus sincères remercîments pour tout ce qu’il
at'ait fait » !
Cette lettre fu ensuite rendue de
domaine public. C’était la réhabilitation cfficielle longuement attendus
par M. Morel.
Dès lors l’entente entre le vieil héros et son jeune collègue fut uns
magnifique réalité. M. Armand Hugon eut à dire maintes fois qu’il avait
trouvé en M. Morel un collaborateur
animé de la meilleure bonne volonté.
En voici une preuve! Au début de
1880 les partisans de La Paz s’adres
sèrent secrètement au surintendant
Méthodiste — Dr. Wood — pour avoir
un Pasteur qui prît à sa charge les
cultes dans ce quartier de la colonie. Par une lettre assez laconique le
Dr. Wood communiquait au Pasteur
Armand Hugon son arrivée dans la
colonie, ce qui arriva deux jours plus
tard. Il ne cacha pas ses intentions
au Pasteur Armand Hugon. Celui-ci
protesta immédiatement et avec
énergie contre cette intromission qui
cempro-mettait l’a-utorîté de son Eglise et fomentait la discorde dans la
colonie vaudoise!
Le Pasteur Armand Hugon convoqua le Consistoire et pria M. Morel
d’y prendre part pour l’aider à traiter cette- question si délicate-, « avec
-son expérience, sa connaissance des
hommes et des choses ». Le tact, la
prudence et la sagesse de M Morel,
daris des circonstances si délicates’
contribuèrent à aplanir les difficultés qui auraient pu provoquer un
schi.çime pire que le-s précédents!
L’A’s-e-m.blée d’Eglise du 29 août
1881 nomma M. Morel Ancien Honoraire de l’Eglise, en témoignage d’estime p-cur les grands se-rvioes rendus
à la Congrégation. Il en fut profondément reconnaissant.
Un nouveau deuil contribua à empirer la santé toujours précaire de M.
Morel: le décès de sa fille Clara! Il
ne lui restait que sa fille aînée Lucille, né<= à Rodoret.
Le Seigneur veut nous enseigner —
disait il à pro-poB de ces épreuves —
à ne compter que sur Lui, à nous
abandonner complètement à ses dis
positions d’amour, malgré ce qu’elles
peuvent nous paraître à première
vue!
Toujours disposé à prêter sa collaboraticn à l’Eglise, il fut fidèle à sa
mission jusqu’au dernier jour de sa
vie !
Le six février 1882, ce lutteur intrép’de, quittait ce monde qui avait
été pour lui une vallée de larmes,
et entrait dans le repos de son Maître.
Un cortège particulièrement nombreux acco-mpagna ses dépouilles à
leur dern'ère demeure. Le cercueil
fut porté à main tout le long du parcours.
C était un témoignage éloquent
d ertirne profonde et générale envers
ce fidele ministre de l’Evangile
* * *
>bi nous nous sommes attardés longuement à rappeler cette vie sur les
colonnes de « L’Ecihoi », c’est parce
que le Pasteur Mcrel était une figure
pe-u connue, qui m’éritait d’ètre rapp~lée,
En pensant à son ministère si contrecarre, nous répétons: «ce n’est
qiiaux arbres chargés de fruits que
I on tire des pierres ». Bien souvent
tn apprécie les hommes quand ils
ont disparus de la scène du monde.
Depuis de longues annés, par une
disposition du Conseil départemental, une rue de La Paz, porte ce nom :
« Miguel Morel ».
A la suite d’une résolution de la
Conférence du sixième Diskrict. la librairie de notre Eglise là-bas port->
le nem de : « Libreria Pastor Miguel
Morel », pour rappeler celui que nous
considérons le héros et le martyr de
notre colonisation. Emile Ganz
3
24 giugno 1960 ■— N- 26
PUNTI Dl VISTA
L’ECO DELLE VAIXI VALDESI
pag. 2
Cose d’Amerìca e di Roma
Profonda delusione ho provato nel
leggere l’articolo: « 7Í Vaticano punta su Washington » nell’« Espresso »
del 12 giugno. Immagino invece la
lieta sorpresa dei nostri « fratelli cattolici », i quali, d’ora in poi, si proporranno certamente di eleggere noi
protestanti quali loro rappresentanti
e sostenitori ufficiali.
Sono convinta che la tolleranza e
la magnanimità siano un lodevole atteggiamento da parte di una maggioranza, ma mi pare possano apparire
qualcosa di molto simile all’amore del
quieto vivere, in un’esigua minoranza.
C’è inoltre da credere che se Lutero fosse stato ugualmente conciliante e pieno di comprensione, la Riforma non avrebbe mai avuto luogo.
Se dunque è ammissibile, da parte
dei protestanti americani, una posizione di incertezza di fronte ad una
discriminazione religiosa, sembra incredibile che esista, nei protestanti
italiani, qualche dubbio sui risultati
dell’elezione di un cattolico al governo.
Pare d’altronde che l’Osservatore
Romano si sia affrettato a chiarire
esplicitamente ogni equivoco, qualora ce ne fosse stato uno, sui doveri di
ogni buon cattolico (Kennedy compreso, dunque) nei confronti della politica. Ma noi protestanti siamo pnerosi- vogliamo assolutamente chiudere un occhio. « lo preferisco cento
volte un buon presidènte cattolico in
America che non un mio confratello
protestante che accettasse, in ipotesi,
una mentalità da Ku-Klux-Klan »
esclama Giorgio Spini; e logicamente
Ernesto Rossi è costretto a rispondergli ; « Allora non sarebbe più un
tuo confratello di fede, o lo sarebbe
solo nominalmente ». Giorgio Spini
tiene inoltre a precisare che non solo
i protestanti americani non seppero
convertire i numerosi emigrati, ma
addirittura, se lo fecero, lo fecero
« co’n atteggiamento altezzoso e discriminatorio nei confronti dei cattolici, degli ebrei, dei negri ».
Questo, naturalmente, è un gentile
modo di avvalorare la tesi recentemente esposta dai nostri « fratelli cattolici », che noi protestanti siamo dei
razzisti. Ma questo non è tutto. L’avvocato Giorgio Peyrot desidera anche giustificare giuridicamente la situazione ambigua dei cattolici. Egli
sostiene che « la dottrina cattolica
non afferma che il potere che la gerarchia si attribuisce debba sempre e
dovunque essere esercitato nella sua
pienezza » ed ancora egli afferma :
« Personalmente credo quindi che a
prescindere da quello che possa essere il pensiero della gerarchia, ancorata a concetti dottrinari, in pratica il
programma che un possibile presidente cattolico potrà presentare, non
possa non tener conto di tale situazione, (cosciènza politica autonoma
degli americani) e, come ha detto Kerined'i, dovrà rivendicare l’autonomìa
politica di fronte alle influenze della
gerarchia ecclesiastica ».
Anche il professor Miegge ha desiderato mantenersi in una posizione
di grande obbiettività. Allorché infatti Ernesto Rossi ha definito le masse
dei cattolici « gregge della gerarchia
ecclesiastica » e « individui che hanno
bisogno di uno stregone per allontanare il malocchio, per guarire le malattie, per avere la pioggia » ed ha
soggiunto: « Basta pensare Olla diffusione ed aU’importanza del culto
delle immagini, delle reliquie, degli
amuleti, nel nostro paese, ed al fatto
che nelle case della grandissima maggioranza dei cattolici italiani, non si
trova neppure il vangelo » il professor
Miegge ha ribattuto: a Non condivido questa triste valutazione delle capacità religiose degli italiani. Io sono
invece molto spesso colpito dalla religiosità che c'è in molti italidni dì
ogni ceto che sono soprattutto sensibili alla figura di Gesù, il maestro
buono e caritatevole. Sono questi valori che a popolo sente ».
Se dunque il prof. Calogero ed Ernesto Rossi confidavano nell’aiuto dm
protestanti italiani, per potere aprire
gli occhi agli Americani sui pericoli
di un presidente cattolico, si sono sbagliati. .
In seguito a queste affermazioni di
notevoli nostri esponenti, gli americani potranno a cuor leggero eleggere
Kennedy, a meno che essi non tengano conto delle chiare e concise pa
role di Ernesto Rossi. Egli infatti osserva : « Ho molti amici americani e
quello che più mi impressiona è lo
estremo semplicismo col quale essi
considerano i rapporti fra lo Stato e
la Chiesa cattolica, ponendo quest’ultima sullo stesso piano delle altre
chiese esistenti negli Stati Uniti. Evidentemente non tengono cónto che
la Chiesa Cattolica ha per capo un
sovrano; che questo sovrano ha, spesso, interessi contrastanti con gli interessi degli stati naziónali; che la Chiesa cattolica è un organismo accentrato e autoritario nella cui amministrazione i fedeli hanno una parte puramente passiva; che la dottrina cattolica, dogmatica ed intollerante, quale
si trova esposta nelle ènciclìche anche degli ultimi pontefici, pretende
subordinare ii potere civile al potere
religioso e considera gravissimi errori la libertà di coscienza, la libertà di
stampa e tutte le altre ’’libertà moderne”; che non esiste un programma del Vaticano per gli Stati Uniti
ed un programma diverso per gli altri
paesi, esiste un unico programma totalitario, che il Vaticano cerca di realizzare gradualmente, adattando la
sua politica alle particolari circostanze esistenti in ogni paese; l’obbiettivo
ultimo a cui tende è, e sarà sempre,
dovunque lo stesso; un regime qual’è
quello oggi nella Spagna ».
Mi pare che non ci sia molto da
aggiungere a queste parole, ma mi
domando che impressione potrà trarre un lettore poco informato sul pensiero dei protestanti.
In un momento in cui noi dovremmo in ogni modo far sentire la nostra
voce egli potrebbe concludere che noi,
in fondo, facciamo come i cattolici
distinzione fra tesi ed ipotesi. E qui
cito la storiella che Giorgio Spini raccontò all’inizio del dibattito: « Ad un
lìbero pensatore francese che voleva
sapere da un monsignore in che cosa
cónsìstesse la differenza fra tesi ed
ipotesi, il monsignore rispose: ’’Vede
signore, in tesi io dovrei farla bruciare
vivo poiché lei è un eretico; ma in
ipotesi, se lei mi invita a casa sua,
stasera ceneremo insieme” ».
Ebbene, a me pare che agli occhi
di quel lettore poco informato noi
protestanti faremmo la figura, non
molto onorevole, di quel monsignore
Andreina Lo Bue-Bert.
Letture per l’estate
Una serie di libri di Pearl Buck in vendita alla Claudiana
L’opera di Pearl Buck è così vasta die
non si può qui che accennare ad alcuni
dei suoi romanzi. I suoi personaggi sono
creati dal ricordo di persone reali e animati dall’amore. E tuttavia non una di
esse visse fuori dei suoi libri proprio come
vive in questi. Nulla è passalo di moda
nei suoi romanzi: la loro verità, il loro
incanto persistono.
Chi non ha letto: I.n buona terra? E
poi Figli, che prosegue la Saga dei Wang
e ci descrive Wang 11, dagli occhi obliqui
e dal parlare astuto, che si arricchisce coi
iraflì'.ì. Wang la Tigre, pcrsoniiicazioiie
della Cina anarchica e feudale, è un guerriero, capo di una banda di irregolari. 11
romanzo poggia su quest’ultima figura, la
più enigmatica e la più ricca, che rinnega
la buona terra che fece polente suo padre.
Cerca la guerra lunga, paradossale, di cui
la scrittrice ci dà un’impressionante narrazione.
La famiglia dispersa è il terzo tempo
tempo della trilogia dei Wang. Il protagonista è W. Yuan, in cui si riflette il travaglio della Cina occidentalizzata, ma non
abbastanza da rinnegare il proprio passato.
L’Occidente lo ha evoluto, ma ha anche
favorito un’intima disgregazione che lo
rende incerto, fra un passato che lo infastidisce e un presente che lo esalta, pur
non riconoscendone tutti i benefici. La
Saga dei Wang pare spegnersi in una luce
di crepuscolo, ma Yuan ritrova se stesso
nell’amore di una fanciulla e nel mai sopito senso che la terra è e resterà il supremo rifugio dopo la battaglia.
Peonia è la vita di una famiglia ebrea
in Cina circa un secolo fa, quando i Cinesi già avevano accettato gli Ebrei.
La Madre ci fa conoscere una fedele serva a Nanchino.
In Vento dell’Est; Vento dell’Ovest vediamo le difficoltà dì un giovane cinese
che sposa un’americana ed è incompreso
dai suoi.
Donna Imperiale è la vita della grande
imperatrice Tzu-Hi, la « Venerabile Antenata » che, nella sua ignoranza ed ambizione, diede la Cina in mano agli eserciti
dei biancliì.
Questo indomito cuore ci parla di una
scultrice. In questo volume P. Buck dà
vita ad un suo sogno.
Ditelo al popolo, scritto in collaborazione con James Yen, il grande e semplice
cinese, ora esiliato, i cui metodi d’insegnamento alle masse in Cina sono attualmente in uso presso i comunisti, nel loro
sforzo per istruire più rapidamente il popolo.
Parliamo della Russia: Nasha, la figlia
di contadini russi, narra la storia della sua
vita di bimba e di giovane in una nuova
Russia, colle sue restrizioni, ma in cui ella
gode di migliori opportunità di quante
non ne abbiano avute i genitori.
P. Buck impiegò quattro anni a tradurre
il grande romanzo cinese di cinque secoli
fa : Tutti gli uomini sono fratelli, in cui
ella ritrova il contadino cinese di oggigiorno, con la sua forza, la sua bontà, la
sua divertente saggezza, il suo cinismo e
la sua semplicità, cbe rappresenta l’83%
dell’intera popolazione, eppure è senza
voce, perché analfabeta!
Come accadde è lo sviluppo del dramma
nazista in Germania. Finisce con queste
paro'e: «Non lo dimentichiamo mai! R‘cordiamocelo per sempre. Impariamo come fu possibile cbe accadesse, affincliè non
accada mai più! ».
Ritratto nuziale: Un giovane pittore, di
ricca ed antica famiglia, con un promettente avvenire, incontra una contadinella in
colta e primitiva, ardente ed ottusa, capa
ce dei massimi sacrifici e della più scon
certante meschinità. Sarà per lui la rive
lazione della sua arte, di se stesso, del
l’amore, per quanto non sia possibile tra
loro altra comunione se non quella dei
.sensi. E’ una specie di « Buona terra » di
America.
Non c’è posto alla locanda è la storia di
« Welcome House », un’agenzia di adozione di bambini.
Lettera da Pechino, basata su un fatto
autentico.
E’ in corso di pubblicazione, almeno in
francese, Tultimo libro di P. Buck, sui
problemi di coscienza posti dalla ricerca
atomica, il cui titolo è ispirato da Giobbe 38: 12: « Comanda al mattino! ». Buck
conosce gli scienziati atomici e li ba lungamente consultati.
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della Scuola, ai Monnet, Luscrna S. Giovanni (Torino).
lu Clot: borgo capoluogo dell’Inverso
Pina.sca, ove sorge la Chiesa cattolica. Terreno orizzontale sul fianco
della montagna, pianoro, ripiano.
Clot è anche nome di fam. già abbastanza diffuso in quel di Riclaretto, il cui cpl. sono i Chiotti superiori
lu Clutes : villaggio del comune di
Paetto e nome derivato da « clot ».
Cfr. carta di V. Grosso. 1640: dotez.
Codissart: foresto, di Massello, ad
ccc. di Campolasalza. « Col dì eissart »., cioè colle dagli appezzamenti da poco dissodati e ridotti a cultura. Cfr. Gaudissart.
Colaut; foresto nel territorio di Rorà: colle alto, elevato.
la Costa: villaggio di Torre, sulla
strada del Tagliaretto, presso lì Garablin. La costa, il costone della
montagna.
la Costabella: villaggio di Pramollo,
verso i confini di San Germano.
Costa belila, imita, uniforme. Cfr.
carta di V. Grosso-, 1640: Costabella. XIII s, : molendmum Costa Bellae (Caff. V. p. 107).
Costalorans: gruppo di case all’Inverso di Torre, sulla strada che sale a Pianprà. Costa Lorenza già nel
1637, dal nome proprio Lorenzo-.
Costaqueiriissa : gruppo di case del
Villar, a monte dei Tupin, sul pianoro del Teinau. Costa di un Cairiis, cognome ancor oggi diffuso nel
comune di Villar Pellice. 1635, Costa Cheiruzza.
le Coste; foresto' di Rorà, sui confini
di Bagnolo, sotto la Pala. Le coste,
i luoghi in pendio.
làs Còta: case a Rodoretto, un po’
oltre la Balmo e làs Rima.
id : foresto di Massello', ad or. di
Pégliun.
la Creissuniëro : case di Pramollo,
alle falde S. E. di Pomian, sulla s,
sinistra del torrente. Luogo dove
abbonda il crescione, « nasturtium
officinale » dei botanici.
lu Cró: uno dei più alti villaggi di
Paetto. Luogo incavato, più basso
del terreno circostante.
lu Crò la rama: foresto di Rodoretto,
sul sentiero' che dal « pà dTuërs »
traversa la cresta delle miande e
discende al Puset di Prali.
lu Crôlëvard: fcrestO' di Prali, sulla
strada dei « Tredici laghi », oltre la
Fiigliareo.
la Grotta: villaggio di Prarostino,
presso i confini di Bricherasio. Probabilmente la grotta, la cantina il
locale ocstruito a volta e dove si
conserva fresco' il vino.
la Crû: case sopra l’Eirasso, sull’incrocio delle strade di Traverse e di
San Martino. La croce, le strade
incrociate.
lu Criièl : villaggio allo sbocco del torrente omonimo, ad occ. di Bobbio.
1613, foresto di Crucilo, 1646, il rivo
di Crucilo. Troviamo anche nell’Astigiano una località chiamata
Crualle. Dal piem. «crivella», che
indica una sorta di falco che ha un
modo di volare similie al moto del
crivello.
la Crui: villaggio di Angrcgna. sulla
strada che va dal Cugn a Buonanotte. La croce o l’incrocio. 1674, la
Croxe.
lu Crusas: case all’Inverso di Pomaretto, sopra i Masselli, E’ l’accrescitivo di Crò; grande infossatura,
ampio scavo.
id.: villaggi alTInverso di Pramollo.
1610, Crosasso.
Crusenna: alpe in quel di Bobbio, a
nord di Villanova. Di senso analogo ai precedenti : piccoli avvallamenti, infossature. e noto- fin dal
1407. Cfr. carta di V. Grosso: «Crosenna alpe».
lu Cruset: villaggio di Prali, di fronte alle Pcntane, all’Inverso e ai piedi di Roccaibianca. Diminutivo di
Cr5. 1367, Crosetto; 1650, alpe del
Crosetto. Cfr. carta di V. Grosso,
1640: Croset.
Criivelira: foresto di Angrogna, nel
vallone dell’Infèrnet. Verosimilmente della stessa etimologia del nome
Criièl, Criivèl; 1613, a Croveliria o
Croveliera.
Ciiciiriic: villaggio del Villar, dominato da una caratteristica roccia.
Sommità, cocuzzolo, cuccaro: il nome comparisce già nel 1646.
lu Cugn : villaggio in quel d’Angrogna, fra la Crui e Bonanotte. Già
in un doc, del 1277 si trova Cuneus: il cuneo, terreno a forma di
cuneo, di triangolo molto acuto. E’
Dure nome di fam. molto sparso in
Val Pellice; ad Angrogna lo tro'viamo' già in un atto del 5 febb. 1481.
id.: foresto di Torre, sul costone
orientale che scende dal Vandalino.
id.: villaggio di Prali, sulla s. del tortente, di fronte agli Adreit.
lu Cuguet: villaggio del Villar, nella
region-a dell’Inverso, non lungi dai
Biiffa. E’ diminutivo del precedente. 1613, alli Cognetti.
lu Ciiins: villaggio di Maniglia, ad
occ. del Buciet, verso il confine di
Massello-, con analogo significato
di cuneo
li Cuissun: borgata di Angrogna:
1674, ruatta deÙi Coijsoni. Nome di
fam. molto sparso' ad Angrogna,
ancor oggi, ed ove, in un doc. del
5 febb 1481. troviamo un Bartolomeo' Corsone, invece di Coisone. In
Calabria, fra i martiri valdesi delle
persecuzioni del 1561 troviamo dei
Coscioni
lu Cularei: villaggio di Prarostino:
1613, al Collare. Forss da « corileto », luogo piantato a nocciuoli, con
metatesi passato a « colareto ».
lu Culet: villaggio di Riclaretto, fra
Cumbogarin e l’AIbareo. Il piccolo
celle, il colletto'.
li Culumbat: villaggio di San Germano, a N. O. dei Savoia. Nome di
fam. oggi estinto, col significato di
piccolo colombo.
la Cultimbiera: case a Torre, presso
il Bescheis, un po’ sopra le Servere: significa la colombaia, anche
se « colombarium » significa pure
tomba, colombario. 1713, alle Colombere.
UN LUTTO
Il 23 maggio decedeva improvvisamente a Genova l’ing. Manfredo
Decker, Presidente dell’ Ospedale
Evangelico Internazionale di Genova, la cui attività fu strettamente legata alla risurrezione deH’Ospedale
stesso, dopo i gravi danni provocati
dai bombardamenti neH’ultLina guerra.
Esprimiamo la. nostra simpatia
cristiana a quanti soiU) provati du
questa dipartita.
Cassa di Risparmio
di Torino
Assegnazioni di beneficenza deliberate
per il 1960 a favore delle Istituzioni locali:
Torre Pellice: Asilo Infantile Valdese
L. 25.000; Casa di Riposo « S. Giuseppe»
L. 60.000; Opera Pia «Borsa dei Valdesi
Poveri » L. 50.000; Opera Pia di S. Martino L. 50.000; Orfanotrofio Fenim. Valdese L. 50.000; Ospedale Valdese L. 55.000;
Patronato Scolastico L. 70.000; Scuola
Avv. Prof. « Leonardo Da Vinci » (Cassa
Scoi.) L. 15.000; Società di San Vincenzo
de’ Paoli - Conferenza « B. V. del Rosario » L. 25.000.
Angrogna: Opera Pia « Borsa dei Vaidesi Poveri » L. 10.000; Opera Pia di San
Lorenzo L, 10.000; Patronato Scolastico
L. 15.000.
Bobbio Pellice: Patronato Scolastico
L. 15.000.
Villar Pellice: Congregazione Cattolica
di Carità L. 15.000; Patronato Scolastico
L. 15.000.
Totale generale: L. 480.000.
CI SCRlf'OlSO
A proposito di villeggiatura
Caro DireUore,
anche da noi sì è aperta la stagione tur'stira: qui al'e Valli Valdesi i>o<‘o si
pratica quella forma economica ed utile
di turismo e soggiorno che è lo scambio
di allopisì- Percliè non lo si attua in un
ambiente, come il nostro, abbastanza ristretto, fra correligionari per di più?
Molto gioverebbe a quei valdesi delle
Valli, cbe avessero un 10/15 giorni liberi,
dì andare a visitare città e liiogbi d’Italia,
aprendo così la mente a nuovi orizzonti
e nuove idee. E sarebbe pure utile e gradito a valdesi non di nascita, venire alle
Valli per qualche giorno dalle loro città
a respirare non solo la nostra aria buona
ma anche un clima dì libertà e sicurezza
religiosa. Si tratterebbe di mettere in contatto queste diverse persone in un’atmosfera di fiducia e dì reciproco aiuto. Potrebbe la Pro-Valli interessarsi di un servizio come questo?
Grazie e cordiali saluti.
F. C.
4
P»g. 4
L’EGO DELLE ÿAIXl VALDESI
N. 26 — 24 giugno 1960
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
AH6R06NA (Serre)
Sabato 19 Giugno si sono sposati nella
Chiesa del Capoluogo, anziché nella Chiesa
del Serre, per comodità... di viabilità. Pur
Elio, di Bobbio PelUce, ma res'dente a
Torino, e Rivoira Adelina Elema, dell’Arvura di Angrogna, della comunità del Serre. 11 matrimonio è stato celebrato dal
Past. Costabel del Serre e A. Genre di S.
Secondo. Agl} spo'si che si stabiliscono a
Torino rinnoviamo Paugur'o dii una vita
coniugale serena e benedetta.
I culti nella nostra comunità avranno
luogo, domenica 19 corr. nel tempio del
Serre alle 10 e all’aperto, al Bagnau, alle
14,30. Domenica 3 luglio alle 10 all’aperto,
al Sap, alle 14,30 a Barfé. Domen’ca 10
luglio nel tempio del Serre alle 10 ed alle
14,30 al Bagnau.
BOBBIO PELUCE
PBAMOLLO
Lunedì 13 giugno abbiamo deiposto nel
cimitero di Bobbio Pellice la ispoglia mortale del nostro fratello Artus Paolo fu Paolo (Malpertus) -deceduto all’età di anni 73
dopo breve malattia airOspedale di Lusema dove era stato ricoverato d’urgenza
per un duplice intervento chirurgico. Le
sue conidizio-ni di salute parevano migliorare, sia pure lentamente; purtroppo il suo
cuore già ammalato ed ulteriormente indebolito non ha resistito. Ai familiari ed
ai parenti tutti esprimiamo ancora la nostra viva e fraterna simpatia cristiana invocando -su loro In consolazione del Siignore.
Domenica 12 giugno abbiamo avuto una
buona riunione all’aperto in zona Cruel.
Le altre riunioni all’aperto per il mese di
giugno avranno luogo: domenica 19 alle
ore 15: alla Sarsenà; domenica 26 alle ore
15: nella zona dì Praluppia. e. a.
MASSEL
L’installation des membres du Consistoire aura lien dimanche 3 juillet.
Une dizaine de membres de notre paroisse ont visité dimanche passé, avec l’union des mères du Perrier, les oeuvres de
notre église à St. Jean et la Tour, cette
visite nous a permis d’avoir un contact
direct avec cette partie de notre église
que souvent nous ne connaissons que peu.
Le Consistoire a décidé dans sa dernière séance d’entreprendre les réparations
nécessaires au temple pour le remettre à
neuf. Les derniers travaux datent de 1938
et les conditions de l’intérieur de notre
sanctuaire sont fort mauvaises. Les travaux
seront entrepris dès le mois prochain. Les
frais de ces réparations sont assez forts
pour nos finances mais nous sommes convaincus que tous voudront contribuer avec
joie à la souscription « pro temple » que
nous commençons dès aujourd’hui.
Nous remercions vivement M.r le Pasteur
Sommani, de la Tour, qui a présidé le
Culte dimanche passé en l’absence de M.r
Toum, Nous lui -sommes reconnaissants
pour son message qui a été très apprécié
par tous les présents.
Sabato 11 giugno, con una magnifica gior
nata di sole e circondati da un grande numero di parenti ed am’ci, si sono uniti in
matrimonio Gilberto Long e Lucia Sappè,
dei Pellencbi.
Poiché tutti e due sono impiegati in stabil menti del fondovalle, essi stabiliranno
la loro residenza alla Roccia di S. Germano Ohisone.
Auguriamo loro molta felicità e domandiamo a Dio di far splendere sopra al loro
focolare la luce della Sua grazia.
I bambini della Scuola Domenicale hanno terminato il loro anno di lavoro con
una gita effettuata il giorno 16 giugno. Essi si sono recati alla Rocca di Cavour, dove hanno trsacorso, tra canti e giochi, una
magnifica giornata. Sono stali distribuiti a
coloro che si sono maggiormente distinti,
per studio e aiss’duità, alcuni piccoli premi.
II S. Battesimo è stato amministrato a
Marilena Long, di Nino e Aldina, dei Tonr.
nim, e a Mauro Long, di Alberto ,e lolan.
da, dei Sapiatti.
Il Signore accompagni con la Sua grazia
questi piccoli fanciulli, insieme ai loro genitori e padrino e madrina, e li prepari
ad essere de; fedeli membri della sua greg
già.
Un grosso camion, carico di picconi e di
pale, è giunto in questi giorni. E’ l’avanguardia di tutta quella attrezzatura che
senza dubbio non tarderà ad arrivare e che
la Ditta Bertela, appaltatrice dei lavori,
metterà in movimento per l’esecuzione del
tronco di istrada Cialaret-Pellencbi.
Intanto alcuni oiperai sono già all’opera.
E’ una cosa che fa piacere e che lascia siperare in una non troppo lontana realizzazione della tanto sospirata strada per la
Ruata.
In questi giorni i Pramollini, dopo di
essersi provveduti di nuove « capiine » e
di aver affilate ben bene le loro falci, hanno incominedato il lavoro della fienagione.
Il raccolto sembra particolarmente abbondante quest’anno.
Speriamo che in queste settimane il tempo non abbia ad essere capriccioso come
lo è stato finora, e ohe si possa provvedere,
senza troppa difficoltà, ad eseguire questo
raccolto, che è il primo e più importante
dell’anno.
Ci giunge notizia che, a partire dal 1
luglio, nei locali del Municipio, verrà aperto un a:mbulatorio medico, col seguente orario : lunedì dalle 15 alle 16 e giovedì
dalle 8 alle 9.
Plaudiamo a questa iniziativa che certamente non mancherà di essere molto apprezzata dalla popolazione.
RODORETTO
Sabato 18 coir. m. si sono uniti in matrimonio nel tempio di Rodoretto il Sig.
Grill Ugo deUa Comunità di Frali e la
Sig.na Bouvier Ida di Fontane. Agli sposi
che si stabiliranno a Frali rinnoviamo
l’augurio che il Signore sia l’ospite costante del loro focolare.
Villeggiatura evangelica
a Villar Pellice
(Fer i fratelli e le sorelle in Cristo che
ancora desiderassero decidersi per un
soggiorno di villeggiatura evangelica a
Villar FeUice, diamo l’elenco degli o^iti
stranieri delle nostre case di soggiorno
evangelico del Castagneto e della Miramonti. Attorno a questi ospiti se ne debbono contare molti altri sparsi nelle varie
case di ospitalità del luogo. Tutti insieme
essi danno una impronta caratteristica e
benedetta alla stagione estiva di Villar
Fellice).
OSPITI DEL CASTAGNETO
Settimana Santa: gruppo di monitori
della Weslfalia guidati dalla vicaria Wechter ( gruppo di cari indimenticabile amici
che i villaresi non dimenticheranno tanto
presto).
Maggio 1-14: Gruppo giovanile guidato
dal pastore Horstmeyer, capo della gioventù evangelica della Westfalia.
Maggio 14-28: Gruppo giov. guidato dal
Diacono Brennecke - Hannover.
Maggio 28-7 Giugno : Gruppo giov.
Assistente Feuse Ingeborg - Ffalz.
Giugno 7-18: Scuola di economia domestica - Diaconessa Nordmann - Baden.
Giugno 18-2 Luglio: Gruppo giov.
Assistente Erna Böwing - Hannover.
Luglio 2-16: Gr. giov. Diacono Werner
Brennecke - Hannover.
Luglio 16-30: Gr. giov. Assistente Hildegard Kobler - Stuttgard.
Luglio 30 - 13 Agosto: Gr. giov. Assist.
Gertrud Grässlin - Mannheim.
Agosto 13-27: Gr. giov. Assist. Brigitte
Haug - Karlsruhe.
Agosto 27 - lo Settembre: Gr. giov. Diacono Friedrich Scbwabl - Rheinzabern.
Settembre 10-18: Gr. trombettieri de]
Baden - Emil Stöber - Karlsruhe.
Settembre 18-30: Gr. giov. - Fast. Lange - Berlino.
OSPITI DELLA MIRAMONTI
Giugno 25 - 9 Luglio: Gr. giov. - Diac
Paul Gerlach - Pforzheim.
Luglio 9-16: Gr. giov. da Morges - Svizzera.
Luglio 16 - 12 Agosto: ancora libero per
gruppi italiani?
Agosto 12-17: Gr. giov. Assist. Katzenmeier - Baden-Baden.
Agosto 18-24: Fratelli di Neureut presso Karlsruhe.
Agosto 21 - 1 Settembre: Membri di
Chiesa - Fast. Allinger - Pforzheim.
Settembre 2-10: Gr. membri di chiesa
Assist. Lierse - Lörrah.
Settembre 11-25: Gr. membri di chiesa diac. Ott - Weinheìm.
Dal 3 al 10 settembre saranno pure ospitati qui i trombettieri del Baden guidati
dal loro leader il M« Emil Stober.
Insieme con questi gruppi, nella Miramonti, saranno pure accolti ospiti singoli,
nelle camere a uno o due letti di cui dispone la casa. Alcuni posti sono ancora
liberi e saranno assegnati ai primi richiedenti.
I vari gruppi del Castagneto e deUa Miramonti constano in media di 20-25 partecipanti con un minimo di 12 ed un massimo di 35. Tutti quanti svolgono durante
il loro soggiorno al Villar un programma
intenso di studi biblici e religiosi intramezzato da gite verso le località notevoli
delle Valli e spesso anche da una corsa
fino a Vallecrosia per vedere il mare. Essi
prendono regolarmente contatto con la
chiesa locale nei culti e nelle serate orga
nizzate durante la settimana ora al Ca
stagneto ed ora alla Miramonti nelle riu
ninni all’aperto e nelle visite agli alpeggi
I culti nel tempio vengono tenuti col sus
sidio di una liturgìa stampata a tre lingue
Un apparecchio trasmettitore acustico per
mette di far udire agli ospiti di lingua
straniera la predicazione nella loro lin
gna senza che il culto ne venga minima
mente disturbato. Quasi tutti i culti sono
poi abbelliti dal canto di uno o due dei
gruppi ospiti. Coloro che già ne hanno
una certa esperienza sanno come su questi incontri di fratelli mossi gli uni verso
gli altri « unicamente » dal nome di Cristo, regni una straordinaria benedizione
divina.
Villar Fellice nel dare un benvenuto
commosso ed affettuoso a tutti i suoi cari
ospiti estivi, invila pure a tutte le sue
attività, domenicali e feriali i fratelli e
gli amici che amano la causa dell’amore
Ifraterno in Cristo al disopra e malgrado
lutti gli ostacoli che separano la società
umana.
POMARETTO
Recentemente sono stati battezzati Jahier Valdo di Elvio e di Bounous Eurichetta, Coucourde Marco di Valdo e Maurino Simone, Vinçon Silva di Enrico e
Galliano Ada, Zanchi Marco di Achille
e Irma Vinçon, Zanchi Faolo di Achille
e Irma Vinçon. Il messaggio intonato alla
cerimonia è stato di indicazione per i genitori perchè con l’esemipio e la preghiera
possano guidare le loro creature nelle vie
del Signore. Che il Signore benedica le
tenere creature e le conceda di servire
il Signore un giorno con letizia d’animo
e con amore.
La domenica successiva alla Pentecoste
è stata letta la relazione annua con particolare riferimento alla vita cultuale, alla
testimonianza ed all’economia della chiesa. In tale circostanza è stato nominato
delegato al sinodo il maestro Calvetti
Franco mentre la Conferenza aveva nominato il maestro Jahier Gianni come delegato della Conferenza.
Domenica 12 giugno è stata tenuta una
riunione a Dubbione nell’ospitale casa
Charrier con un simpatico gruppo di presenti.
Domenica 26 Giugno il culto sarà presieduto dal Prof, Gino Costabel alle ore
10. Sin d’ora gli diamo un affettuoso benvenuto.
VILLASECCA
La colletta per gli Istituti Ospitalieri
Valdesi, raccolta in occasione del culto
di domenica 29 Maggio ha fruttato la somma di L. 5.000, che è stata inviata alla
CIOV.
La stessa domenica ha visto il Bazar
annuo che, purtroppo, non è stato favorito dal tempo nebbioso e piovoso die
ha trattenuto a casa almeno tutti gli indecisi. Nonostante questo l’incasso è stato
praticamente uguale a quello dell’anno
scorso che pure aveva rappresentato un
miglioramento molto sensìbile sui precedenti bazar. La somma raccolta è stata
destinata al finanziamento dei lavori di
sistemazione e di risanamento del tempio
dei Chiotti da effettuarsi nel corso dell’estate.
Desideriamo rinnovare il ringraziamento della Comunità a quanti si sono adoperati per la preparazione e la buona riuscita di questa nostra manifestazione ed
in modo particolare le Signore Elsa Viglielmo e Laura Massel per la collaborazione anche nella settimana seguente il
bazar.
La domenica di Pentecoste ha registrato
una buona frequenza al culto ed anche
alla partecipazione alla Santa Cena, il che
è un sintomo incoraggiante e che lascia
bene sperare.
Sabato 11 Giugno si sono uniti in matrimonio nel tempio dei Chiotti Emilio
Giacomino (Rivoira) e Liliana Barus (Cro
di Faetto). Agli sposi, che si sono stabiliti al Ciai, nel quartiere di Trussan giunga il sincero e rinnovato augurio da parte di tutta la Comunità: « Quanto a me
ed alla casa mia, serviremo l’Eterno ».
Un gruppo di nostre Sorelle di Chiesa
ha preso parte, domenica 12 u. s. ad una
visita alle Istituzioni Assistenziali Valdesi
in Val Pellice ohe lianno loro riservato
una fraterna e cordiale accoglienza. Ringraziamo la Sig.ra Laura Rivoira che ha
curato anche per noi l’organizzazione di
questa gita, come pure il Pastore Geymet
e Signora per Tospilalilà che ci hanno
preparato con le loro collaboratrici al Vìllar.
Diamo il benvenuto fra di noi al Pastore Franco Giampiccoli che si occuperà
della nostra Comunità nelle settimane della assenza del Pastore e gli auguriamo un
periodo di lavoro sereno e benedetto dal
Signore.
Le riunioni estive avranno luogo come
segue: Giugno 26: St. Thomas; Luglio 10:
Bovile; Luglio 17: Fròdo Durant; Luglio
24: Selletta; Agosto 7: Ciuliere o Timelle;
Agosto 14: Villasecca.
SAM SECONDO
— Gli alunni della Scuola Domenicale,
accompagnati dal pastore Genre, hanno
partecipato domenica 12 u. s. ad una gita
al Prà, nell’alta valle del Pellice, trascorrendo una magnifica giornata tra il sole
e 1 aria pura dei monti, nella serena armonia di canti e di giochi.
In sostituzione del pastore, ha presieduto il Culto nel Tempio il diacono Dino
Gardiol che ha rivolto il messaggio di
fede cristiana davanti ad un’assemblea abbastanza numerosa malgrado i lavori agricoli di Stagione.
Domenica pomeriggio la prima riunione all’aperlo in frazione Cumbaleisina
Ila dato il via alle attività estive della parrocchia.
Una riunione analoga avrà luogo, D. v.,
domenica 26 c. m. alle ore 15.30 in regione Cavoretto. Tutta la comunità è cordialmente invitata ad intervenire a queste
riunioni che sostituiscono quelle invernali del meix’oledi sera alla Scuola Umberto I e che sono state richieste dai
membri di Chiesa che amano ritrovarsi
insieme per cantare le lodi del Signore e
ricevere il messaggio della Parola di Dio.
sorella più anziana della nostra
comunità, signora Robert Jenny ved. Gay,
ha festeggiato lunedì scorso i suoi 93 anni. Alla cara nonnina ancora arzilla e vegeta porgiamo da queste colonne i più
fervidi auguri ed invochiamo le benedizioni divine su di lei e sulla sua famiglia.
d. g.
Direttore: Prof. Gino Costabel
Pubblicaz. autorizzata dal Tribunale
di Pinerolo con decreto del 1-1-1955.
Scuola Latina
Pomaretto
Promossi alla II« Media : Barai Gino ■
Beux Franca - Bounous Clara ■ Bounous
Giorgina - Bleynat Olga - Costantino Sandra - Coucourde Andrea - Lageard Ettore Micol Livietta - Pastre Iva - Rostagno Piero - Tlamon Vanda - Tron Anna Maria Tron Elena - Turino Pier Mario.
Promossi alla ///« Media: Raima Claudio - Band Elvio - Consolini Silvano ■ Del
Sette Massimo - Dosio Mirella - Peyrot
Valdo - Poèt Ada - Revel Paola - Richard
Nadina - Ribet Guido - Tron Graziella.
Ammessi alla !<•: Allemandi Alida Avondet Rino - Breuza Arturo - Costantino Rino - Fornerone Gino - Giaiero
Adriano - Gnocchi Danilo - Jahier Vanda
- Grill Franco - Grill Pierino - Léger Franco - Micol Eliana - Peyrot Ezio - Ferro
Luciana - Pipino Andrea - Pons Costanza Pons Ezio - Richard Ida - Romano Daniela - Rostan Orietta - Sappè Diego Tron Edgardo - Tron Giuliano - Tron
Rolando.
Licenziati: Beux Gustavo - Ferrerò Aldo - Giordano Andreina - Marcoz Marilena - Molianri Paolo - Spini Gero - Tron
Elvio - Tron Uva - Tron Graziella.
Doni di amici e contributi volontari
alunni ricevuti fino al 15 giugno:
Sig. Ugo Rivoiro Pellegrini (Torino)
L. 15.000 — Lucilla e Laura Mathieu (Roma) 2.000 — Band Emanuele (Frali) 1.000
— Maestro Massel Pierino (Chiotti) 1.000
■— Tron Rolando (Rodoretto) 400 — Consolini Silvano (Ferrerò) lO.OOO — Chiesa
di Villasecca 5.000 — Coucourde Andrea
I, Inverso Pinasca) 4.000 — Maestra Lina
Sommani (Pomaretto) 2.000 — Maestro
Enrico Jahier (S. Germano Chisone) 2.000
^ Grill Vera (Frali) 2.500 — Chiesa Valdese di Ivrea 10.000.
Doni ricevuti dalla Direzione: Laestch
Giovanni e Margherita (Pomaretto) 2.000
— Rostagno Arturo e Irma (Pomaretto)
5.000 — Pons Guglielmo (Pomaretto) 5.000
— Fam. Bernard Giacomo (Pomaretto)
3.000 — Concistoro Valdese Pomaretto
50.000 — Union Vaudoise Genève 20.000
— Irma Rostan (Valdese) dollari 10 —
Enrico Grill (Chicago) doli. 5 — Emanuele
Tron (.Ulster Park, N. J.) doli. 5 — Teofilo Giraud (Troy, N. J.) doli. 10.
A tutti grazie. La direzione.
Collegio Valdese
di Torre Pellice
Alunni idonei alla //« Scuola Media:
Formigoni Giovanni - Raimondo Claudio.
Alunni licenziati dalla Scuola Media:
Al>ale Mirella - Bertin Mirella - Cliadima
Ludwig ■ Gotta Morandini Lineile - Dalmas Gigliola - Galbiati Alberto - Grill
Paola ■ Laratore Luigi - Long Nadina Mathieu Gianfranco - Merenda Fiammetta
- Monnel Franco ■ Pallard Fiorella - Rosaclot Ferruccio - Seleno Silvana - Serafino
Claudio - Tourn Clelia.
Alunni ammessi alla /<* Liceo: ArmandHugon Valdo - Decanale Laura - Innocenti Sergio - Meynet Franca - Ricca Mirella - Valente Graziella.
NelTelenco degli studenti promossi alla
V Ginnasiale del Ginnasio Pareggiato Valdese di Torre Pellice, pubblicato nello
scorso numero del nostro giornale, bisogna
leggere Peyronel Silvio, e non Guido.
PERSONALIA
Alla Signorina Grazia Fuhrmann, che il
15 giugno scorso si è laureala in « Lingue
e lettere moderne » presso l’Università
Bocconi di Milano con una lusinghiera
affermazione, i nostri vivi rallegramenti.
Redattore: Gino Conte
Coppieri - Torre Pellice
Tel. 94.76
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice . c.c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina . s. p a.
Torre Pellice (Torino) ’
Il Signore ha richiamato a Sè, nel
suo 91« anno, il 12 giugno 1960
Enrichetta Beux
nata COSTABEL
Le famiglie Beux e Balmas ringrazianoi di cuore il pastore sig. Jahier
per il prezàosoi conforto spirituale, il
dottor Scarognina per le assidue cure, la cara amica si^ora Elisa dalla
e famiglia, la famiglia Lamy Bonnet,
la signorina Lantaret, il signor Bounous Enrico che tanto si prestarono
per l’assistenza alla loro cara Mamma e nella luttuosa circostanza. Ringrazia anche quanti, con fiori, scritti
e presenza, vollero onorare la memoria della cara Estinta e furono loro
larghi di simpatia.
« Venite a me voi tutti che siete
travagliati ed aggravati ed Io
vi darò riposo»
( S. Matteo 11: 28)
Luserna S. G., 14-6-1960.
H 15 giugno, improvvisamente mancava ali’affetto dei suoi cari
Ida Ribet in Cignoni
Addoloratissimi ne danno il triste
annunzio il marito Mario Cignoni, il
figlio Marcello con la moglie Paola
Coisson, 1 nipotini Mario e Livia, il
fratello Emilio Ribet con la moglie e
figli, i parenti tutti.
« Voi mi vedrete, perchè Io
vivo e voi vivrete »
(Giov. 14: 191
Roma, Viale Jonio 245
I fratelli, la sorella, i nipoti della
compianta
Melania Bertalot
ringraziano quanti si sono prodigati
nella triste circostanza della dipartita della loro cara. In modo particolare ringraziano il pastore Dott. T.
Balma, il Dottor Gardiol ed il personale dell’Ospedale Valdese.
Angrogna 20 giugno 1960.
Dottoressa
Maria FenogUo
Medico Chirurgo
Via Alfieri, 1 - Telef. 9594
(vicino al Municipio)
TORRE PELLICE
Riceve :
Tutti i giorni ore 17-19
Venerdì anche al mattino ore 11-13
Dottoressa
Iolanda De Carli Falerìo
Medico Chirurgo
Specialista
in malattie dei bambini
Psicologia e pedagogia
Consultazioni presso l'Ospedale
Valdese di Pomaretto
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