1
m.:
■.Ílipíív
ANNO LXXV
Ttírwí'PtlHc4s< S6 QHftlnre IWS ri
N. 15
Nulla sia più torte della vot^ü a fede :
' (Otanavetloi
SETTINAMALi DILLA
li ti,,
ABBONAMENTO
Italia fino al 31 dicembre . L. 75,-Semertre L.
Estero
Ogni cambiamente d’indirizzo costa L. tre — La copia Lire TRE
CNilSA VALOeSE
Riguardate alla roccia onde foste tagliati
(Isaia LI: 1)
REDAZIONE : Via Slbaud, 7 - Bobbio Penice
AMMINISTRAZIONE: Via Csrlo'^Alberto, 1 bis - Torre Pellice
LA R IF O R
Les séants
«Les géants vivaient sur la terre, en ce temps-là... ».
(Gen. 6; 4).
A certaines époqiues très kaantaines et
dans certains pays, Thistoiiie nous pairie de peu'ples à la tailLe giglanltesçi'Ue,
doninant une jmpressioin. unique die force et de beauté.
Plus lencore que la tadlle physique, ee
qui nous émeut c’est une ^e d© haute
stature, une âme donnant une impression unique d’élévation, tant elle porte
tan elle de conscience, de droiture, de
foi.
(3es âmes ne sont pas une exception.
Elles remplissent l’histoire morale de
l’humanité, non de leur bruit, mais de
leur parfum diisicnet. Et nous ne les trouvons pas seulement aux origines de l’histoire. Les grandies âmes, iSurgiBsent aujourd’hui encoro comme autrefois. Il est
cependant, à cet égard, des époques privilégiées. L’tip que de la Réforme en fut
une. Luther, Calvin, Zwdngli, Panel, Viret: autant de géants. Et des géants
aussi las italiens Ochine. Vermigli, Caraeciolo, Camesecchi, Curione, Paleario... Des géants dont le labeur a donné les fruits que nous savons dans le
domaine social et moral et ^rtout. religSieux.
Luther, lein retrouvant la docrtine
évangélique de la justification ,par la
foi lîieule, Calvin en proelamant le prmcip© de l’absolue souveraineté de Dieu
ont, l’un et l’autre, par des voies <hverses, ramené 1 homme à son Créateur ©i
E’ usanza delle Chiese Evangeliche il
oommiemorare la Riforma del XVI secolo con un culto si^ciale, che si tiene generalmieinte la prima domenica ^ di novemibre; in ricordo appunto delik data
die! 31 ottobre 1517, giorno che vide
i’appariziane delle famose tesi di Lutero,, destinate ad essere la scintilla che accese la gran fiamma del movirniento riformato nel mondo.
Ma dhe valore ptó mai avere, al giorno d^oggi, una simile ooinmaiemorazione?
Evidentemente non può trattarsi soltaii>
to di una idevoeazione storica, cltó finirebbe con Taver poco valore, ripetuta
di anno in anno; e nemmeno può esser
sufficiente prender l’occasione per una
esai'tazione di quegli uomini, ohe se furono umanament© grandi, non vollero
di per sé esser altro cihe dei servitori
fedeli ed obbedienti.
Questa commemorazione deve diunqiie avere, in modb affatto particokiiie
in qiuesto nostro tempo, un sigimficato
tutto speciale; e precisamente disporsi
.■ruggì a loommemoraire la Riforma significa chiedersi molto fTancamente che
cosa essa significa per noi, uomini di
questo secolo, nella partieolaine situazione storica in cui ci troviamo. In una parola, non soltanto uno sgiiardo rivoli» al
passato, ma un tentativo di ^olts^
quel che il passato ha ancora da dirci,
,
E qui il discorso potrébbe essere mol» li^o; perchè E ripensare oggi il
nassagg! o della Riforma .vuol dire riveiere tutta la nostra vita, tutto quello
:he ne costituisoe il valore,, la speranza
? l’iemergia, idla luce dtó principi rifornati: cioè (ipunto veramente fondamentale) alla' luce della Parola di Dio. Ma
% l’ampiezza dèi tema non permette di
ssamiinarlo a fondò in poche righe, si
possono èssane alcuni punti di riferimento. che dovrebbero' diventare occasione di una seria meditazione.
In fon^ a part» ègr^ «mslderazion«
Rédempteur et l’ont mis en relations directes avec Celui qui leet la ajureé de
toute vie, en‘supprimant tout intermédiaire humain.
Ils in’cait pas voulu innover, mais réformer; ils n’ont pas été, des révoltés,
ils ont brisé te joug sous lequel les hommes voulaient tes maintenir asservisi
pour se placer, plus soumi® que jamais,
sous l’autorilé de Dieu et d© sa JParole;
ils n’ont pas été des révolutionnaires
brisant avec le passé, -et désireux d’introduire des doetrinies modernes, des
théories itoutes personnelles; au contraire, ils sont remontés aux origines
m>8B du christianiBme et c’est le- passé,
la foi et le culte de® premiers âges qu’ils
ont cherché à rétablix et à conserver. Us
ont été non des titans qul^se dresænt
contre Dieu poursuivant en debèrs de
lui leurs entreprises, mais des âi^
humbles, conerientes de leur indipûté,
(Oui, et aussi de leur vocation à servir
fidiement le Seigneur. Parce qu’ils ont
répondu à l’appèl de Dieu et se sont
consacrés sans réserves à son service,
parce qu’ils* ont cherché la gloire de
Dieu et non la' leur, parce qu’ils ont
adopté la deviee 'de Jean: « il faut qu’il
croisse et que je diminue », c’iest ¡pour
cela qu’ils ont été des géants.
Alb. R.
I tesori evangelici sono delte reti, con
le quali una vrità venivano pescati uomini piani di Tdcdiezze.
I tesori d®le indulgenze sono invece
delle reti, con le quali vengono pescate
le riloahiezze dagli uomini. Luterò.
RM
ed ogni discussione sui princìpi teolo^ci della Riforma, dobbiamo metterci in
mente che si tratta per noi di imparare
aemipre da capo a vivere una vita Che
sia veramente «riformata»: cioè una
vita che si lasci guidare in tutte le 'Cose
dalla Parola di Dio, che sappia dd ess^
re determinata in profondità dalla certezza della igrazia di Cristo manifestaita
nella chiamata di Dio alla fede ed alla
speran2Sa, una vita che trovi nella croce
la sua condanna e la sua salvezza, (die
nammiini su questa terra! come in xm
pellegrinaggjo liberamente e gioiosamente acaattaito; che sappia essere dovunque un gesto di riconoscenza e di
servizio, perchè non è ipàù poss'ibile vivere altrimenti.
Se questa è la quistione fondamentale, tutti i problemi della nostra vita debbano in essa specchiarsi e da essa trarre
i loro motivi. Allora ^ può tentare di vivere una vita « riformata » (xai una chiara costaienza « vocazionale » ; <àoè sapendo di esser stati chiamati da Dio lì
dove ci troviamo © quali noi siamo per
tKHilmoniare con* ogni gesto, con ogni
pensiero e con ogni sentimento della
graria die ci è stata fatta. Coscienza vocazionale che si manifesta nel nostro
lavoro, come geatetà di intenti, sapendo
die sfando di tutte le nostre attività è
isempr© la gloria da Dio e motivo delle
nostre fatiche il bisogno di far fruttare
i talenti che abbiamo ricevuto; che si
manifesta nelila vita associata, ccrató
senso di responssabiJità verso il prossimo, che impto il bi^no di vivere nei
rapporti con gli altri, neflla vita politica, néH© relazioni di lavoro, di intercB'si,
di collaborazione con un senso profondo
del rispetto che si deve avere e del valore che si deve riconoscere in ogni singola persona. Coscienza vocazìoinale che
si manifesita sopratutto nella vita (ièlla
comunità (jristìiana, come certezza di essere patte vivente ed operante, e n<m
passiva led inerte, di un corpo vivo, in
cui ognuno ha il suo posto, il suo compito e la sua responsabilità; cne si manifesta nella vita intima dèH’indivicliuo
come b jogno di fedeltà e di amore,, pur
nella faticosa battaglia di ogni giorno
¿entro 1’ irievila.bite pesantezza della nostra poca fede e della raostra sempre misera ccansacrazione al servizio di Dio.
E molte altre cose al potrebbero dire
e q|uaiii)S stesse dovreteero essere approfondite e 'diiisousse; nè sorjo cose nuove,
ma anzi, antiche icome la Bibbia. Ma U
punto fondam'entale è .sempre qxièllo :
oamprendsre Uina, volila di pù e in modo
partioolarmiente' chiaro joggi, che noi in
tutto/quello ohe siamo e che fàcijiamo,
‘’('..me lavora'.ori, còme uomini del nos 'ro tempo, con le infinite responsabiliià (é le gravi preoocupazranl che portìaimo con noi, slamo par grazia di Dio
uomini che hanno ricevuto im^a voca'Z.’ore, che hanno 'ascoltato una chiamata a loro rivolta e iche ¡per questo, sodlatnto per que;to, camminano con fede
e con speranza, coscianti di làppartenere all'un’ioo Signore, la mi grazia e la
ssìa forza, la soia speranza, la sola ceir- .
tezza di una vita inoerta, (ieboie e fondamentalmente corrotta.
Fmse è quésto ohe il m*essaggio dèHa
Riforma ci ripete oggi"'uina volta di'più;
e per questo vale te pena di ricordarlo,
di riviverlo, di ripensarlo, mentre più
■ "'gravi e più serdi urgono i iproblemi © le
angoiSoie defia vita di tutti i ^omi. E
anche qui, sarà una grazia di Dio se attraverso questo ricordo e questa meditazione 'te nostra vita potrà varamente
essere idii nuovo e 'più decdisamjeinite « riformata » Ncrfii Gicmpiccoli.
Vana è te fiducia nella salvezza per
mezzo delle lettere mdlùlgeinziali, anche
se un commissario, anzi, fi papa stesso
ponesse a loro garanzia l’anima sua.
Lutero.
CERTEZZA
una rivolta dèfi^ùidividuo centro la coltettmtà. Ih realtà è una ri'ventìiclàizioine
dei diritti di Dio sull’anilina dd credente.
La Rifbrma, isulte base dell’Evaingelo,
afferm'a la possibilità d’xm contatto direttio (iell’anima con Dio e confierisce
- perlantò ai credente non la speranza' ma
,! la piena assàcuràziioné' della salvezza.
Il nostro rifiuto di trovare te certezza nella pratica di riti religiosi o ndl'aissicurazione data dalla 'Chiesa per fi
.• tram'it'e dei suoi sacerdoti appare oome
n protestante sa che i rifi mion hanno
valore in se steiasi, indipenclientemente
dalla loro jispiraziiotne, e che spesso fra
Loaservanza di dèteamunate pratiche e
te realtà spirituiali corre xm abisso. Crede all’azione diretta di Dio sull’anima e
nessuna autorità uroaha può accordargli 0 rifiutargli il libero alcacesso al suo
Signore. Si sen'te estraneo a xmia religiosità che stabiliBc© vm rapporto fra i
peccati e i meriti, le offese e le ipenitenze introdlucendo cosi mela pietà un meccainiismo che contrasta con la pura e
semplkje spiritualità evangelica.' Lungi
dal ripudiare ogni autorità;! il protestante si ipiega davanti dia sola, assoluta aut(Mità di Dio che non ha ibisogno di intermediario alcuno per confermarci te
telstimoniianiSa dd' suo qnrito.
* La Chiesa non è mediatrice indispensabile, detentrice della grazia ma veicola e strumento di essa. La ‘Chiesa gxfid'a
i fedeli ned per sc»stitui(rsi 'alla loro coscienza ma per orientarla verso Dio, per
affidare in preghiera te sua anima al sovrano pastore © condurte a ricevere dinattam'ènt'è da Ixii la certezza del suo
perdiamo» l’aBisicurazione deUa sua salvezza. Il protestante non dn'vidia al cattolico la confessione e l’assoluzione di
cui non potrebbe cofaitentarsi podchè ha
trovato direttamente in- Dio fi fondarmento delle sue certezze nètigiose. Non
fi. potere delle chiavi, ma Dio solo scioglie le patene, aflEranca dalla s(dfiavitù
e conferisce all’anima la gloriosa libertà
dei figliuoli (fi Dio,, fondata sxfil’aisisoluta
sottomissione alia sua autorità.
Si narra del conte Piero GhiicdlaiKÌini, eminente figura del ncietro proteistantism.o italiano dd secolo scorso, che passeggiando xm giamo con xm amico, gli
chiese a ibiruci'apèlo: « Se quieata notte
l’anima txia ti fosse ri(k>mÌandata, che
sarebbe di te? ». « Per rispondere bisognerebbe essere xm ignorante o un 'presuntuoso », ribattè ramico.
« Sarò xm ignorante e sarai un dotto,
ma, per conto mto» avrei una risposta
prontla ».
Da queste parole sì sprlgioma fi fascino d’urna certezza interiore che afionda
le sue radici nella coscienza in(liviiduate
e risxfita da xm vero e proprio contatto
di Dio e d|ell?andma.
E’ xm domo promesso daU’Evangdo e
dalla Riforma ridato alla Chi'esa che
l’aveva dimenticato. R.
fl^TìN hOTH
Né à Eideben (Allemagne) te 10 novembre 1483, Luther eut l’enfance axistère d’un fils de pauvres gens astreiiinits
l au rude labeur quotidien ¡ et exposés' à
fK-maintes privatioiis. Malgré sa position
.- modeste, son père conçut l’ambition de
faire de kà un homme cultivé. Il l’ènvvoya, dès l’âge die quatorze ans, à une
école de Magidieiboiurg «t ensuite à Eisenach où il èHait. avec d’autres jeunes garçons, chanter dans les rues pour
un morceau die pain.
Le désir de sotti' père était que Martinétudiât le droit; cei]|ui-ci s’inscrivit à l’Üni'versiité d’Erfurt où il passa avec sxiccès ses pemiers examens.
Ses maîtres l’aipréciaiant, ses <ïamarades te chérissaiiont pour son entrain et
sa gaîté. Il 'Cultivait la mxisique avec
amour. Son chem’n eemjbte.lt tracé.
Mais à te surprise de ses amis et au
grand déplaisir de son ipèie, Martin entra subitement, te 17 juillet '1505, au
couvent des Augustins. Les motifs de
cette décirion sont, partiefiemeinit du
moins, resté son secret. La mort subite
d’xm ami et im coup -de foudre (jui risqxia de le frapper atr retour d’une visite faite à ses iparents sont les raisons
qu’il a alléguées lui-même.
Au couvent te jieune moine s’adonne
fux pratiques les plus rigoureuses de
■l’ascétisttne; il ve.fi©, il jeûne, fi crucifie sa chair. Mais le trouble die son éune
ne fait qu’augmenter. Il voudrait aimer
Dieu lèt il a peur de lui; sia justioq l’ér
pauvante. Il n’est sûr ni dte la sincérité
de sa confession, ni de la suffisance de
sa contriifci'On, ni de ses ϟ'vires; fi est
rejeté en proiie axix neimordis de sa cotnsdenœ et tombe dans xm incuralfie désespoir. C’est à ce mioment (julntervient son Supérieur, te iviicaire général
Staupitz qui commence l’œuvre d’apaisemcffit, qu’achèvera l’étuide approfondie de i’Eçrituire, de l'épître axix Romains en. particulier.
En ime nxtit bénie, probablemient au
printeïnps 1513, rheure de la grâce sonna: « les p()irtes dù îwirad» s’ouvrirent
2
'>U^/ J , , V ‘ .-V ' n ‘. ','
VALDESI
^ £'*• »«- '•
4'/', ^
1% ’sf
K\
fâv
toutes grandes, let je sds mon dKemm?
inomdé de lumière », Luther avait com- *
pris que,Diteu m’est pas au but,mais à,*'"
l’origine de toute recherche fleôjgieuse
et que ses leÆForts pour parveimr jusqu’à
lui n’étaient qu’xm effet de la grâce divâmei agiEisaînt dans son âme. La distance entre Dieu et l’homme nie l’effî-ayait
pim diepuis qu’l avait'compris que Dieu
lui^ême aivait franchi l’abîme inÆnanchissable au pécheur, et que, Père céteste, il offrait aux hommes, en Ohrist,
son! pardbn. et le don royal de la vie
étemeilüe.
Délivré de. l’enieur d’xme rehgioin
d’œuvres et de mérites, Luther est prêt
à faire entenidire au monde le message
du isaiut 'gratuit, _ '
Professeur, il voit au pied de sa dnaire ,se presser toujours plus nombreuse
une jeunesse que son enseignement enthousiasme. Prédicateur poipulaire d’rxne
rare puissamioe, il gaigne la*confiance'
d’unie multitude d’âmes que 1© message évangélique remplit die joie. Il noalufeste, en même tœnps, des dons hors
ligne d’administrateur et de conducteur
d’hommes,* râlant des conflits et des
cas de discipline avec un© autorité à la
fois ferme et douce.
De toutes manières il est l’homme
que Dieu a choisi et nréparé.
• • *
Quandi le fameux vendeur d’indulgences Tetzel vint établir son trafic
dans le voisinage de Wittemherg, il fit
éclater la contradiction irréductiihle
qu’il y avait lentre l’Evangile retrouvé
et prêché par Luther et les principes
mêmes, aussi bien que les pratiques,' du
catholicdsme. L’institutian des indulgences, en leffet, m’était pas un’ simple abus
qui s’était introduit dans l’Eglise dégénérée de la fin du moyen âge, mais le
résultat logique de la conception juri-.
dicpe et imercanttle du salut qui a prévalu dans l’égliae romaine.
Elle repose sur l’affiinnation que tout
t, p&hé ■ mortel, confessé, au pufètre, dfe, - vient véniel, lett que celui qui l’a comU mis échappe aux vpedn^ éternelles ■ et
n’a plus à subir qiie des Châtiments temporels sur la terre ou dans le .purgatoire. Oes châtiments, l’Ei^lise ipeut les remettre partiellement ien vierbu des «mérites » ique lies « saipts » mt^^aioquis par
leurs « œuyreis suTérogatoiries » et qui
constituant un « trésor » que l’Eglise administre et dans lequel elle puise leis
moyens de dispenser las pécheurs des
peines tamporelles qu’ils ont encourueis.
Luther s^éleva contre le trafic des indulgenoes. Dans une prédication, le 31
octobre 1517, il montra que la vraie péhi'isince isst la contrition du cœur et,
après le sermon, il affidé à la' porte
de l’Eglise du Château die Wittenberg.
95 thèses oancernant les indxilgences,
qu’il s’offrit à soutenir dans une dis. ciussion publique ou par écrit. '
Luthâ: fut dénoncé à Rome comme
ayant attenté ' aux prérogatives de l’Eglisie et la discussian qui s’alluma eut
un retentissement que Luther lui-même avait été loin de iprévoir. Ses thè. ses exprimaient clairemiant ce que beaucoiup de croyants sentaient confusément.
Elles réporJdaient aux secrètes protestattons de miUiters de cotnscienoes. Elles
allumèrent un incendie qu’aucune puisB'an'oe humaine ne fut plus capable de
maîtriser.
On intenta un procès à Luther. C’est
sur tout le problème de l’inslitutiioii di" vine de l’Eglise, de sctti pouvoir et de
son.' infaillibilité qUlil devait se pronoinioer. ,
Il étudia -la question, la discuta avec
un légat papal à Augsbour,g en 1518,
avec la prcfa-saur Eck à Leipzig en
1519, rédigea) à ce sujet plusieurs écrits
dâns lesquels il se déclarait prêt à res■ ter soumis à l’Eglise, mais dans les^quels il déclarait aussi quSl lui était impcfâsible de trouver dams l’Ecriture une
justification de la prétention de l’Eglise
d’être reloonnue comme unie institution
j.ichargée par Di^ de le relprésieintef icibas et d’agir infaijliblemeinti en son nom.
C’-est 08 qu’il déclara auM leh 1520, au
pape Léon X, dans 'une lietitire aocompa■gnée idiu traité de « la hberté chrétienne ».
Luther fut oondlamné et menacé d’ex','communioatibn s’il ne rétraictait, pas
- dtihs un délai fixé. En gitisie de fëîpoh.■ se, lil brûla ipUbliquemenit, en décembre
1520, la buhe iq|ui le menaçait. La rupture avec Ronîe, que Luthear n’avait pas
désirée, était accomplie. A la diète de
Worms (1521) l’Empereur* tenta de rétablir la paix retligîeuBe en Allemagne.
Ce fut en vain. Luther refusa de rétracter ses écrits, s’il n’était pas « réfuté par
des argumients tirés des Ecritures ».
Mis au ban d© l’Empire, il trouva un
reiuge au Château de la Warbbourg. Ses
loasiiri3 forcés, il les consaxira à traduire
le Nouveau Itest^ent.
En son absence de Wittemberg, des
troubles y éclatèrent, ses partisans n'étant pas de taille à arrê'ter ceux qui
voulaient préc'ipitier les réformes cultûallss -et sociales et les imposer par la
foiioe. Au -grand effroi de -son- prince, Luther y retourna. En huit jours il avai-t
apaisé les esprits, rétabli l’ordre, rendu
possible une ocntinuation progressive et
prudente de la réforme du iculte et de
l’ienseignatnent.
^pêché -de quitter les Etats de son
prince par suite de sa mise au bari de
rEmpixe, Luiher exerça toute son activité -dans la v.,ILe de Wittembetrg. C’est
là qu’il.fonda, en 1525, à l’âge de 42
ans, son foyer. Dans sa -maiisoin il pratinua les vertus -d’un père de famille
qui veut le bonheur des siens. Dans les
grandies épreuves, il rappelait les grands
principes -de la foi. chrétienne; les petites misères il savait les bannir par le
sourire. Ami dte la poé®e -et de ila musique,, il chantait avec ses ©niants les can- ■
tiques qu’il avait chanté dans son enfance et ceux que sa fol lui inspirait; U
aimait la nature; ü se reposait dans les
• • -V - ' ■ . ■
champs et les bois; il cultivait son jar_ din, quand il en avait le tem,ps. Autouri?-,
dé tablé, à réuriissait scntvent de
nomibreux > hôte®. Toujours il demeura
s.miple, confiant, htm*hj©.iUn ami 1©^saluait un jour comme le libérateur de la
chrétienté: « Oui, réponidit-al, je le suis,
mais comafié un cheval aveugle qui ne
sait où son -maître fe conduit ».
Les dernières armées de! Luther fu■rent marquées par des souffrances physiques croissantes. Unia -maladie de reins
avec des crises de calculs, puis les douleurs poignantes de la pierre le m'artyrisèrent vers la fin de sa 'viie,
La mort l’atteigmt à Eisleben, dans
sa ville natale, loin dès siens. Après qu’il
eût professé avec ferveur sa foi, xm ami
liti demanda s’il xnainljenâit en’ face de
rétemité, la doctrine -qu’il avait enseignée. «Oui», répondit-il assez haut pour
q|ue chacun put l’entenidre. Peu , après il
respira douaemianlt,, -profondément, et;
dans -ce soupir, il rendit son âmie à Dieu.
C’était le 18 février 1546, à trois heures du matin. Atb. R.
En toute œuvre, .si nous remontons
au princilpe, nous ticuvons que Dieu
fait tout, et n|0 ipaxtage sa gloire jivec
■personne. Mais si nous abadssdns le regard, -nous lui trouvons des aides; les
hommes sont ouvriers avec lui, et l’œuvre qui viient de lui a été faite par eux.
Dans laucun des grands mouvements qui
ont renouvelé la face du monde ou l’état des -esprits, la multitude ne s’est passée d’un chef. Elle le cherche, non pour
avoir des idées, mais parce qu’elle -en a.
Ainsi s’avança Luther, d’un 'pas incertain d’abord, et pourtant intrépide; il
portait en lui, mais plus distincte et plus
profonde, la pensée obscure d’ime multitudte; il la 'dit tout haut, et cette multitude reconnut sa pensée, leUe se reconnut elle-même, et suivit dans les péril'i
d’une généreuse guerre .Celui qm d’un
mot, (pour ainsi dire, la révélait à ellemême. Vinet.
)
I - I
..
0 ir qo q 0
F. U. V.
Comanicato del Comitato Razionale
Sabato 8 Settembre hanno avuto luogo
a Tonre Pellice le sedute del Comitato
Nascionele della F.U.V.
Il Comitato Nazionale, benché desideroso esso stesso di ricevere il cambio da
nuovi colleglli, è rimasto in carica fino a
che, l’estate pròssima, sarà convocato il
Congresso il quale eleggerà regolarmente
i successori.
II disagio della gioventù odiei*na
B la ri^,po^la delFEvangBlo
Intanto ha pensato .alla ripresa d’attività che deve essere vigorosa, sia per
l'aiuto che si propone di dare alle attività
interne per le Unióni sia per le-attività
di collegamento.
Per le prime attività, fornirà lira breve
schemi di programmi di studi : studi pohprafati, l’opuscolo natalizio, l’Innario giovanile, drammi per le recite sociali ece.
Per le seconde curerà l’edizione bimestrale d’una rivista - Gioventù Evangelica, - le ■visite alle Unioni da parte del
Segretario generale e dei Capi-Gruppo,
convegni e l’auspicato acquisto d’una sede
adatta per i campeggi estivi ed invernali.
Sono state decise, inoltre, relazioni vive
con organizzazioni ec'nmenicbe della gioventù ’sia in patria che fuor}.
Infine è stata versata alla Facoltà di
Teologia la somma di L. 50.000 raccolta
dalla F.U.V. stessa, per costituire una
borsa di studio in memoria del rimpianto t
cappellano valdese Alfredo Rostain.
Il Segretario generale
Tullio Vinay
Firenze, 1 ottóbre 1945,
CulttS
ItaaSs
TORINO: ogni domenica dalle ore 14.15
alle 14.45.
MILANO; ogni domenica dalle ore 14.15
aUe 14.90.
VENEZIA; opjl domenica dalle ore 14.30
alle 14.45.
FIRENZE: ogni domenica dalle ore 19.30 alle
19.90 (Ixinghezza onda m. 281).
ROMA: ogni domoika dalle ore 14.45
alla 15.
TRIESTE j ogni domenica dalle ore 19
aUe 19J0,
Se, delle granidii itragedie della stona,
soffre tutta ruimanità nel suo insieme^
senza dubbio chi ne .porta le più disas irose e meno facHmente caiicellabili
oonseguenzie è la goventù. Già Alfred
de Musset, netllla sua « Coinfession. d’un
enfant du siècle », avieva oi^ervato
quanto-profonda fosse stata l’impronta
deh’epooa napoleottiica sulla giév-anitù
occidentale, apparentemente cixoonfùsa
da un alone di gloria, in realtà chiamata
tioljanto ad iarorare diel suo sangue i
campi di .battaglia d’Euroipa.
' Ecco perchè le oaxiaittaristìche t^irituali e religiose della giovierantù d’oggi
sona, in -un certo sienso, le carabberistiche di tutta rumanità, di tutti colaro
che ha^o sentito e sentono il seoondo
ccaiflitto nDondiale come un peccato uniiversale di cui tutti sono ugiualmiente responsabili, e al di là dal quale tsà stagliajio, su uno sfondo oltrètarreno, i
contorni di un giudizio divino di oondanna e di morte; — ma sono altresì, in
un modo quanto mai impressiionante, le
caratter.stiche specifiche di una parte
spedale deU’xunanità, alia quale la civiiltà moderna ha spalanoato a dismisura gli orizzonti del .penalero e deE’inr'
tedliigeinza, per farle oamprendere la radicale, irrimedlabite estraneità di tali
oiizzonti. da quello che , postula M rnessaggio deil’Evangelo di Gesù.
In, questo artìcolo ci limitiamo ad accennare a tali caratteristicihe, come la
nostra oonsuetudinie con la giqiveintù,
partioolaiTOieinte di città, ce le presenta;
sarà i^getto di un altro studio far seguire a questa diagnosii rindicazione, se
non <M rimedio, almeno dèi metodi die
la nostra opera giovanil© dev© xagentemente adottare se non vuole che, alle
rovine e alle tragedie pier cui tutti piangiamo, sì debba aggixmgere lo sconforto tardivo della' inettitudine, e deU’imipreparazione per uno scarso sienso della
attualità e dei suoi bisqgini.
Il disagio innegabile che riscontriamo
r ggi nella gioventù, di fronte al Cristianesimo come dottrina e come pensiiero,
alla Cristianità organizzata, all’opera
missionaria cristiana medésima' (in Europa e fuori), ha, secondo noi; quattro
motìvazioini specifiche:
hanno Conosciuto la vita della chiesa
ortodo^a, e sono frequenti in tutti coloro che le piCTsecuzioni antìicristiame hanno avvicinato al di là dei dogmi e delle
formulazioni teologiche.
II.
.1.
I giovani, che la giuierra ha posto a
contatltoi .in diversi paesi, in mezzo a
svariatissime nazionalità, con tante diverse fiormte della rehigiosità umana, si
sono accorti che il sentimento religioso
non è, nè può essere, monopolio di alcuno: nè di un uomo, nè di un clero, nè
di una chilesa. Si può sentir « Teterno »,
si può « ved'ere » Dio, senz’essere affiliati ad alcuna chiesa, o malgrado le chiese. Nessun privilegio esclusivistico, nessun infalìbilismo, sia teoretico idie pratico. Nessuna minorità dal popolo dei
credenti di fronte ai loro conduttori*
Jiaturalmieinte, questo punto di vista
non implica un 'giudizio di condanna sulle chiese e sulla loro opera (sebbene ciò
possa anche avvenire); ma vuol essere
sopratutto raflfermaziane che non è necessario aderire posìtìvamente ed anagraficamiente ad una chiesa per essere
pii, per pregare Dio, per rkerciar© la redienzione. Questo sentimento abbiamo
trovato in mòlli giovani cattolici che
Coone è appsunsa Topera delia Chiesa
alla gioventù dei nostri tempi? Diciamolo francamente: essa si è spesso mostrata come quella di rispettabih conventicole, occupatissime a distìnguersi
ed a d’fferenziarsi reciprocamente.
Con ciò, la gioventù d’oggi non grida
necessariamenite allo scandalo ogni volta die dèi predicatori interessalti le mostrano le « disjecta membra » della cristianità; bisogna invece riconoscere che,
spedo in quest’ultimo decennio, anche
negli ambienti cattoOici più idichiiaratàmente intransigenti (od intollenanti), la
storiella del settarismo protestante ha
fatto il suo tempo. Si è compresQ che le
diviisloini lecclesiaBitiche non erano la
ccaiseguenza di un preteso orgoglio personale, sminuzzato ed atomistico, ma di
ragioni vedute, di princìpi teologici non
riducibili.
Soltanto, quell’amore per i « distinguo », che fu earatteristica dei gesuiti
nel campo della morale, sembra esser
divenuto il dodà dei t^eologi nella dottrina. Ora, la gioventù d’oggi è estranea,
non già alla chiarezza, ma alilo tspdrito
che talora presiede a tali differenziazioni: spirito, lo riconosciamo, iKm sempre
oaritatevolei, talora pedante, spesso...
faimacéutiico. Non lo neghiamo: le quisquilaiè pèT le quali i teologi si appassionano, lasciano fredda una buona parte
dei giovani.
III.
Parallelamente, si è notato un altro
fatto; il progresrivo illanguidirsi di una
relSglosito af<mdamento pnetatontemoen-
3
5?'-*^’^", - ^ "u, XÂ/üï-f:! *ì'\^^^i '-,-1 %
9
“W,: £^,
- VÄ
te (se nioai' esclusì'viainien.'te) dottrinale, di
fronte ad una nuova religiosità fatta di
« comiumone » fraterna, di vita' religiosa
tutta pratica, tutta sentìmeinito.
Val qui la pena di rilievafe ciò òhe si
è verifìoaitoi — per esempio -r— in molte
delle nostre chiese, « di©'ha contribuito a questo diffuso stato d’animo: la predicazione cristiana, dal pulpito, risolveva tutta la vita cristiana in un moralismo d’oocasióine, in una casistica; e d’altra parte, fuori diel pulpdito, <àoè fuori
della chiesa-tempio, taluni settori della
comunità venivano rimpinzati, farciti di
teologia, di disquisizioni teologiche, di
concioni teologiche. Con questa risultato: che la comunità, la iqiuale s’ancontra
tutta nella chitesa, e nella chiesa — davanti 'al pulpito — prerde coscienza di
sè, limane estranea al solido pensiero
cristiano; “mentie un esiguo numero dii
credenti fiinisoe per parlare un lin'guàggio (il linguaggio dei teologi) che i più
non comprendona affatto, e per riferirsi a 'realtà che questi ult mi non sentono vibrare in loro. .
Ora, di froniie a questo stano d'animo, che provoca disagi, contrasd, insoddisfazione irrequietezza, la gioventù
odierna — ci sembra — ritiene di aver
raggiunto il puucftum del supieramento,
lasciando che illanguidisca: in lei il senso della necessità di una premesiaa teoretica e dottrinale alla propria fede, e
rifugiardosi nella « comunione » fraterna. Nie.. campi di conoantramento, nelle
isole di coinfino, davanti al plotone di
esecuzione o sull’uscio della camera della morte, si sono trovati avvinti in un
iielvgioso abbraccio fraterno uomini di
diverse nazionalità e fedi, di differenti
confessioni teologiche: ed han creduto di
comprenidere questa verità, che solo
neòi’amor fraterno si può amar Dio,
solo attraverso la comunione fraterna
si può comunicare coi Signore.
IV.
Infine, la gioventù d’oggi subisce, im
negabilmente, il fàscino, di dottrine, sisiemi di' pensiero, metodi di ricerca ¡spirituale, che tutti à presentano sotto i
più bei colori, rivestiti di una attualità
che avvine©. Probabilananite, nei 'paesi
d’Europa restituiti alla libertà di pensiero, 'di parola la di reiligdne, è questa
una caratteristica del dopoguerra; ed è
pure probabile che, di qui ad alcuni
anni, il fàscino a cui s’è accennato abbia a dmiinuire di molto, per la coiasuietudine della libertà. Sta il fatto, pierò,
che — per far qualche nome — la poInica interessa oggi la Roventò più della religione; che il movimento federalistico europeo appar più importante e
ad ogni modo di più immediata attuazione dell’ecumenismo iiutereocLesiastico
(tant’è vero che, nei nastri, ambienti, s’è
voluto Sposare questo a quello),. E sta
pure il fatto che, di fronte a queste nuove possibilità del pensiero umano, eia sul
terreno più nettamente politico che su
quello teoret.co, 'di fronte a tutte que^
ste « oosiuellazioni », la Chiesa non ha
voluto o potuto prend'ere posizione netta. Un bene? un male? Non crediamo
che si possa, con un sol taglio, recidere
il nodo gordiano." Ma si ha qualche volta l’impresBionie che la Chiesa s^a lenta
a fare, di ogni occasione \che le si porge
'per chiaTd're il suo punto di vista (ili punto di vista di Dio !), un motivo di « decisione ». La « Entscheidung » che in
questi ultimi anni è stata, iper tanti popoli d,Euopia, il , pretesto a cosi orribili
errori, diovrebbe tornare ad esser© il mor
mento in 'OUi la Chiesa cristiana, coerente con la vocazione che essa ha ricevuto, dirige decisamemite la sua prora verso una mèta iben chjara!, ben distinta — non soltanto per quelli ohe la
«tanno a rimirare dalle lontane opposte spiaggie; e che ì mofi fenomeni ottici deU’orizzonite marittimo possono anche ingannare — ma sopratu'tto pss: coloro che, da .bordo, fanno quotìdtonamente il punto © 'Si .affidano ad una H
L’EOO delle yAULÚ VÀLDEdl
nea'di rotta, disoostandosene il meno
possibile. <
Ora, qjuesto — sembra — non ha trovato a isufficijenza e non trova, oi^, la
g;oventù nella Chiesa che porta il nome
di 'Cristo; questìion© di ripensar© il •proprio credo? o di formuiaime un altro?
' Non soltanto, nè soprattutto questo: ma
— per dirlo con parole povere -r- òhe
la Chiesa non si riduca più ad essere
estranea al miocnldo che la circonda, «turris eburnea » inutilmente orgogiholsa dei
suo iBDlamento, della sua dirittura; ma
perchè dica al mandò i(die appunto
aspetta ciò !) ,q|uel che essa pensa di lui.
Ma dei modi e dei metodi che la Chiesa .potrebbe adottare onde raggiungere
questo scopo, dèlia risposta che il Cristianesimo può e deve' ainioora dare aUa
gioventù del tempo prasiente,, di'i"'e'oio
un’altra volta. Teod. Bdlma.
Ritorno !
Dopo idi'viorsi anni di lontananza, ri-,
tamiaimo alle Valli. Lo sguardo ai alza
verso quelle montagne tante volte' sognate, si poìsa su quelle vette il cui ricordo ha acoompagnato ogni giovane
Valdìese in questi anni di iparegriaaazione, di sa'crifi'cio, di 'lotta le idi dolore; nell’austera' semplicità del Tempio» sale a
Di o una preghiera di rtograziamjento; in
seno alla famiglia, tra l’iaffetto diell© persone iciare, pare che una nuova vita abbia inizio'.
Rientrali nel nostro ambiente, ripreae le 'n'ostre occupazioni, noi vogliamo
diimenticare. « DiTnentichiamo », è la parola che ripetìamio continuamente tra di
noi, « dimenticatte ! », dioono le persone
che ci circondaino. Sì, 'oompagm, dimentiohìiamo ! Dimentichiamo gli orrori di
cui siamo stati 'testimoni, le interminabili giornate di ansia, idi dolor©, di di-,
sperazione; l’iodio feroce eh© abbiamo visto rcignare in ogni luogo e che, forse inconscnamente, ha lasciato le sue tracqe
andbe in noi, svanisca dal nostro animo
•per far ‘poàto all’amor'e fraterno ©d alia
bontà. Ma, non dimentichiamo quello
che il Signoii© ha fatto per ognuno di
noi, non idiimentìchiamo che nei momenti più pericolosi, nelle ore più cupe e minaociose. Egli ci è stato particolarmenta
vicino e la Sua 'presenza è stata da noi
sentita, non dimLentichiamo che solo pei
la Sua bontà .abbiamo ipototo godere la
gioia del ritorno.
Si alzi il nostro sguar'do ai monti ad
attingere forza e calma serena, eleviamo a DiO ogni giorno un inno di riconoscenza, e sia ECpratutto la nostra vita
un esempio ed una dimostrazione di
quello 'Ohe il 'Signore ha fatto per noi.
Un ex I.M.I.
I Libri
m
’S!:
FR/IMCO POSIO
E’ giunta alla famiglia la notìzia della morte del S.'^Ten, Franoo Boàiò« avvenuta neUa lontana isola di Ooo (Egeo),
nel mege di sòtìtemibt© 1943.
Da allora in poi,i 1 genitori e gli amici avevano continuato a sperare, pure m"
mezzo a molte incertezz© a molti tir
mori. Ora quanto si temeva è veramente accaduto ©d i nostri cuori si commuovano pensandi/ alla tragicità del fatto e
al dolore di quanti partìcioilannente lo
amavano.
Povero 10 caro Franco ! Tutti ti ricordiamo con einpero'affatto ! Ti rirV'ediamo
bambino alla Scuola domemioale di Ro
Siamo lieti di dare ospitalità nella Pagina della Gioventù a. questi pensieri di un
giovane valdese, tornato dalla prigionìa,
espressi in modo così semplice, cosi naturale. Vorremmo che tali fossero i pensieri veri
e profondi di tutti i nostri fratelli ex-internati, ora che essi rientrano alle loro dimore
e nelle loro comunità, dopo una lunga, pesante esperienza della vita, di cui Iddio si
può servire per il loro vero bene, se essi pongono anche la loro sofferenza nelle mani del
Signore, affinchè essa sia benedetta.
Cogliamo intanto l’occasione per dare a
tutti i nostri giovani rientrati in patria un
saluto cordiale, fraterno.
Il nostro non è soltanto il saluto degli amici; è il saluto degli amici cristiani, cioè di
quanti riconoscono ed apprezzano il vincolo
sano dello fede e ■dell’amore cristiano, il valore della solidarietà nella sofferenza ma anche nella necessaria, urgente attività al servizio della chiesa e del Regno di Dio.
Il nostro saluto perciò è anche un augurio: possano essi trovare in mezzo a noi la
comunità dei fratelUi e dare a tutti noi il
meglio delle loro energie, il contributo d’uno
vito buona, attivo, maturata dall’esperienza e
della fede. E- R
ma,' ■poi più tardi sulle àltuaie dì Pramollò dove, insieme con i tuoi genitori, usavi tnaHCoriiere l’estate, infine ai numerosi convegni della igioventù, e la tua
figura alta, luminosa e pura non ipuò es^.jserci tolta dagli occhi, idra che conioscia'mo quanto amara, umanamente parlando, sia stata ila tua sorte.
Franco Bosio era un nome a tutti noto
nel mondo giovanile valdese; un po’ per
delle rat^oni familniari, xm po’ a causa
. della sua bella personalità. Gli si voleva naturalmente bene e si aspetta'Va da
lui quel prezioso contributo di energie
spirituali ed intellettuali che egli avrebbe certamente dialo alla sua Chiesa ed
all’opera del SlgnO're.
Nei piani di Dio non è stato così come
noi pensavamo. 11 suo viaggio quaggiù
è stato breve, la sua vita come quella
d'un fiore che si chiude,; dopo poche ore
di sole splendente.
Ma, nel suo breve viaggio. Egli ha lasciato dietro a sè, nella famiglia, nella
Chiesa, nella società, un ricordo che non
si cancellerà più: il ricordo di un giovane Valdesie che ha amato il Signore
e che ha saputo farsi amare.
Nel loro dolore, i genitori lo piangono, ma non come ee Franco fosse perso
per sempre; perchè essi hanno fede nelle 'promesse del Salvator©.
Noi, giovani delle Unioni Valdesi, ci
stringiamo attórno a loro in quest’ora
e, nel ricordo' di Franco, vitt ma anche
lui di questa, guerra tremenda, dioi£uno
loro la nostra solidarietà cristiana e la
' nostra fraterna parola di 'comprensione.
E. Rostan.
M
ID memoria di Franco Bosio
Ludovico Geymonat: Studi per un nuovo razionalismo — Edizioni Cbiantore, Torino.
La notizia della scomparsa del S. Te^
nenie dòtt, Franco Bosio, caduto tragicamente a soli 24 anni nell’isola di Coo,
nieirEgeo, nei primi giorni dell’ottobre
1943, ha prodotto un immenso dolare
in tutti coloro che lo conoscevano. Era
senza dubbio uno dei giovani più stim'at| della ChleEa Vald©^.
Oresduto neirambiente sano della famiglia e della Chiesa, èra diventato' coacienté della sua ifede e (d'ai suo dovere
di oristìan'O di fronte a Dio ,e di fronte
al moirMo.
L’àvòvaiinio conosciuto alunno deU’al
legira brigata della ‘Scuola damenioale
della chiesa dì Roma (Piazza Cavour) e
<poi lo rivedev.aimo con piacere durante
i mesi estivi alle Vaili, Dotato di tuia
intelligenza © di una volontà non comuni, aveva ipapcorso la Via degli studi brillantemente, addottorandosi neH’UniVerrità dijLettere a Roma. .
Avev.a lavxxrato nellia Chieea come
mon'Ltone e segretario dell’Unione Giovanile di Roma. Partecipaya con entusiasmo a tutte le mariifestazioni giovanili, passeggiate, campi, convegni, ©do...
La Chiesa .poteva, certo,, contare su di
lui, avendo legh scelto la vià dei Signore con rardente desiderio di santificarsi.
Fu sorpreso daR’Ainniistizio a Coo
dove, campienldto il suo dovere secondo
-coscienza, 'dovette 'Soccombere, ^ "rittima,
con altri '65 xtffkdali, dell© atrocità tedesche.
Destino terribiiile per lui come per
tanti altri,, a cui dobbiamo pd'ega.rci sapanido, per fede, che tutt^ le cose cooperano al bene di quelli che aimano il
Signore!
Al pastore sig. PeioIo Bosio, alla Signora 'ed alla fidanzaita dott,^ Matilde
Gay che già tanto h.anno sofferto nelrantia 'dell’attesa, non mandrino, 'ora, le
oonsolaziohi da Alto nella dolorosa certezza della sorte toccata al carissimo
Franco, sapendo che nelle Dimore celesti aspe'tta coloro che tanto lo hanno
amato su questa terra !
O. Peyronel.
■ Mentre ci associamo al pensieri sopra espressi, 6Acmn»o ai pastore Bosio e
alla SUOI Coflrsorte tutta la noiStra vivissima simpatia,
Siamo informati che le offerte in memoria del dott. Franoo Bosio saranno devolute alla futura sede dei cam^ggh della F.U.V. Apriamo pertamito m queste
cokmne una sottoserizume e pubblichiamo le due prime offerte ricevute:
Tullip e Fernanda Vinay L. 300,-r
Prof. Silvio Pons »- 500,—
IL MUOVO REDATTORE
Sapersi ritirare al momento buono, rum
troppo presto nè troppo tardi, è virtù rara.
he contingenze di guerra hari fatto sì ch’io
tenessi la Redazione della Pagina della Gioventù più del dovuto. I miei appelli per un
successore sono stati infine raccolti dal C.N.
della F.U.V.
Non ho bisogno di presentare il pastore
dott. Ermanno Rostan, già apprezzato collaboratore della Pagina e dell’Eco stesso. Auguro al mio successore che molti giovani diventino suoi collaboratori e tutti i giovani
valdesi suoi lettori, perchè lo scopo nastro
non è di interessare una parte soltanto, ma
la totalità della gioventù valdese e di awere
un messaggio per tutti, per l’agricoltore e lo
studente universitario, per la rondinella e per
la maestrina.
Ringrazio tutti quanti mi hanno aiutato
nel mio compito con artìcoli, osserveutìani e
incoraggiamenti. Mi scuso coi lettori se mi
son nascosto spesse volte sótto il nome di diversi pseudonimi per dare varietà olla Pagina e per godere maggior libertà.
Se piace a Dio c’incontreremo ancora occasionalmente sulle pagine dell’Eco e in ispirilo sempre nella comune opera per il trionfo dei nostri ideali di rinnovamento morale e
religioso della gioventù.
Guardiamo tutti, come dice Zioingli, « al
nostro capitano Gesù Cristo».
16 settembre 1945. •
GUSTAVO BERTIN.
jjiEli pO|iBO
Il duomo di Colonia
Si spera che i restauri della Cattedraile di Colonia, danneggiata dai bombardamienti, possano esiseire completati
per il 1948, in cui cadrà il 700° anmvèrsaria delila posa della prima pietra.
Le campane Olandesi
Molte oentiiniaia di campane, razziate
dai tedeschi, sono state restituite alle
chieise dandesi. Le campane sono state
ritrovate in Germania. Si tratta di ctoa
la metà di tutte le campane delle chiese
olanidesii. Le più lantich© e pr©zios© erano stete però sottratte ai tedesKdii, nascoste in luo^i sicuri.
I nostri prigionieri in Inghilterra
L’assisitenza religiosa d nostri evangelici prigionieri di guerra in Gran Bretagna è asBicurata ■dai pastore svizzero
Lardi, ricraatosefuto ufficiailmi^te cappellano militai’® dei protestanti italiani.
4
-'w* -«ST» '>i'a
¿^-4, a
•-'.•*^v.>""-îi',s,'«t.-/vi/> •^^.-'.s.'i. •; >
'■v
'•>i>%'<y¥.'^y^’i^/¥ifx\'' k
*%
•K V
J>*
4
, n' ■'
r V î( '^1
' -frf
lEw—s
. . ‘ ^ -Í " V ^
É^O DELIÆ VALU VALDASi
î;!;:
»T
. ..wit _
<0
♦'ri'-.
SUitno lieti di pubblicare questa poesia del»
la signora Mirella Bein 'ilrpentieri, letta <d»'
l*ad«uota del J5 aposto a Pragfmmvt e vincitrice del concorso indettila suo tempo dal
Comitato di Gruppo deUe Unionf.
Nella prossima Pofrina della Giouentà pubblicheremo la seconda poesia premiata.
Oodiiieggìa la v^tdle
iiasooista nel vtexide,
la iguairdia lontano
la monte ai piende.
Riipemso la guerra
da poco oessàta,
all’uomo, ai fratello
la caocia spietata;.
Rivedo le ipovore
case bruciate
lia messi, le greggi
vilmente predate,
Le grida di mòtte
(riodio echieg,sgiaire
e di^li innocenti
il vano implorare.
« Perchè tanto sitraiio ? »
nel cuoce ridiesta
lerompe dal labbro
la stoita pxïbesta.
Risponde lo Spirto:
« Nel tempo, più tristo,
ipiù forte risplende
la luce del Cristo,».
Prosegue ed incalza:
« Nell’ora crudiel©
■sapesti tu sempre
restare fedele?
Voi giovani, figU
da un popolo eletto,
la fede dei padri
serbaste ansi petto? ».
Per tutti rispondo:
« Non sempre Signore
ardemmo di fede,
di speme e d’amore,
non sempré sapemmo
in alto guairilaaie
e per i fratelli,
noi stessi donare.
Ma Tu ohe non. trìti
la canna spezzata,
deh fa ohe non vana
la prova àa stata.
€ il Piopol Valdese,
proteso all’azione,
intatta riprenda
la propria missioinie.
Stttouiiiini pir la Iona ti Slatta
io HeiDeiia del CippeliaDO Th. IIKfedo lutali
70 EaÆNOO.
Piccoli doni inferiori alle lire 25, li. 110 —
Chiesti Valdese di Pramollo (ritardata): Unione Giovanile, L. 100 - Paolo e Rtoa Marauda, 100 - Long Attilio, 50 - Sappé Davide,
50 - Bounous Alice, SO . Bounous EU, 50 Peyronel Edmondo, 40 - Sappé Alessio, 40 Ribet Olga, 36 _ Bertalot Remigio, 35 - Peyronel Giov. Giaicomo, 35. - Boimous Enrico,
30 - Long IVlargherita, 3Ò - Peyronel Eugenio, 30 - JaMer Emiiio, 30 - Costabel Eli, 30
- Long Federico, 30 - Jahier Elsa e Ida, 30 Bouchard Emilio, 30 - Ì>eyronel Susanna, 30
- N. N., 30' - Long Luigia, 30 - Ribet Giovanni Giacomo, ^ - Reynaud Eugenio fu Enrico,
25 - Reynaud Eugenio fu Giovanni, 25 - Bounous Erminio, 25 ■ Long Emilio, 25 - Doni inferiori alle Lire 25, L. 730 - Totale L. 1561.
Gianni Gay, L. 500 - V. S., 500 - Chiesa
Vald^ di Viilar PeUice, 1000 - G.M.G., Roma, 2000 - Prof. Balma Ausonia, PiiUrolo, 60
- Anita Marìuccia Jon Scotta, 200.
Totale del 7o Elenco L. 6921,—
Totale dei 6 Elenchi precedenti » 48207,—
Totale L. 54126,-'
Da dedurre a peirziale copertura
delle spese della Circolare della Sottoscrizione (aprile 1944) e
per arrotondare la cifra
138,—
Capitale della Borsa L. 54000,—
Avvertenze:
1®) Offerte non pubbUcate per errore, ma
conteggiate nelTelenco del lo-6-1945: Wain^fl
Arturo e Ester, Torino, L, 100 - Gay GluUo,
Id., 350 - Donna Anna e .Gino, Id., 100.
2°) La somma totale déUa Borsa è interamente versata nelle mani dèi Cassiere della
Tavola, pastore sig. Guido Clomba - Roma.
3o) 11 iCapo-gruppo ha trasmesso al Consiglio della Facoltà di Teolo^ la relazione
sulla Sottoscrizione, Indicando gU scopi della
Borsa stessa secondo il parere deUa vedova,
signora Carla Bostain Zavaiitt, e del Comitato di Gruppo.
4«) Quanto prima veirà pubblicato a cura
del CXN. della F.U.IT. o del Consiglio della
Facol'tò di Teologia, Il regolamento dèlia
Bmssl. Gustavo Bartìn.
■ -7
> 3? "S'
Qrònaca
ese
ANóROÒNA (CapoluogoV
E'giomla cla^
provyisa diparfilar ■sig.tìa Adelim
R,(uoire, degli St1dM.at. AR0 famiglie IRvoins, Rorvara .e Sensi, movamienitie eoLpite xia questo lutto, la nostra viva simipatìa. V R.
ANGROGNA (Serre)
Ai nostri culti deRa dbanenica' 4 novtembre, i quali segnieramo là ripresa in
ipieno di tutte le attività in seno alla
nostra Coanunità, sonilo invitati, oltre la
popolaziane tutta, tU'tti i nostri cari n&duted.
La Chiesa vuole in quei giorno, tutta
compatta ringraziare di Signiore, autore
di ogni bene e di ogni hberazioine, non
dimentlacaiMio alcuno dei Suoi benefici; lessa vuoile iaioltre diir© a tutti questi
cari giovani tornati a noi dopo tante
¡prove, ila sua vdva e .profonda ^oia di
aecoglierl nel suo senoi. La Santa Cena
ohe verrà celebrata .ed alila qualie tutti
sdamo linvìtati a pariecipare segimerà per
parte nostra la volantà di riconsaorarci
in modo sempre più completo ai nostro
Dio.
I reduci deRa zbna di Pradieltomo
sono dunque convocati per la domenica 4 novemibre alle ore 10 nel Tempio
di Pra.(Mtoirino; i reduci dl^li altri quartieri sono convocati .per la stessa domenica alle ore 15 nel Tempio del Serre.
Insistiamo affinchè nessuno manchi.
La domenica 4 novembre avranno
pure inizio le .nostre Scuole domenicali: a Pradieliomo, aRe ore 8.45; a 'Caoet, alle ore 10; al Serre,, all© ore 15.30.
— DaRa itontana Eritrea, dopo molti
anni di inquietante sdienzio, è giunta la
buona notizia che il nostro fratello Rivdfra Edoairdo (Cacet) si trova in buona salute nel campo Clanapa nel Decameré. Ne ringraziamo il Signcure dal
profondo kM cuoire in attesa di rivedere qu'esto caro fratello, «. o.
LUSERNA SAN GIOVANNI
Scino stati celebrati nel nostro Tempio i matrimlcHii di EwHiCO Mulan, deàls
Lueh'era, con AiWrui Costebel, dei Maghit, il 13 ottobre; di Aldo Malanni, dei
Jalla, con Anna Macocco, di Comeliano d’Aiiba, il 16 ottobre; e di Frainces/co
jSt.ttnd.’MÌ, del Ponte Eynard, con Luisa
Borauo, di Montaldo Toriniese, il 20 ottobre. Le banedizìoini del Signore da essi
implorate rimangano coni questi cari
sposi.
— Sabato mattina 20 ottobre, davanti un folto gruppo di parenti e di
amici, ha avuto luogo rinumazionie nella tomba di famiglia delle salme della
s’ig.Tìa Gjtilia Eynard vedova Peyrùt, deceduta a Torino R 1° luglio 1945 e del
di lei figlm sig. Massimo Peyrot, deceduto tragicamente a ToriMo il 27 aprile 1945. loro spoglie mortali riposano nel icimitero di questo loro paese
dte tanto hanno amato, Ricordiamo con
commossa .gratitudine ohq durante la
sua permanenza in mezzo a noi il signor
Massimo Peyrot era stato anziano della
nostra chiesa e vice^presidente del Concistoro. Ai figli led alle loro famiglie, alla
^^ova ed ai suoi figliuoli rinnoviamo
l’e^ipress.one delie nostre sincere condoglianze.
PINEROLO
Elozicme del Pastore. Essendld stato,
dalla Vm. Tavola Valdese, dichiarato
vacante li posto di Pastore della nostra
Comunità, l’Assemblea elettorale ha designato, (domenioa 21 ottobre, con lusinghiera votazione, a nuovo Conduittora
dieUa nostra Congregazione,, il pastore
sig. Ermanno Rostan. Le etesioni sono
state .presiedute dal Vioe-Madieratare signor Nisbet,
— Decesso. Docjieinica 21 corr., in San
Secondo, è stata accompagnata al Cam.po del Riposo la salma delia nostra sorella Matilde Griglio nata Foifierone,
d.eoeduta, dopo lunga e penosa malattìa, lieilla ancor verde letà di anni 59.
La folla .enorme che ha partetìpato ai
funeirali ipresi'eduti dal pastore sig. L.
Marauda,, ha testimoniato di iquanta stima fosse ciroondatà la Scompairsa e
quanto igranide la sinapatia per la ngaidre
quasi novantenne, per il mariito SignorCliacomoi, per i e i familiari tutti
dell’Estiinita. Rinnoviamio agli afflitti la
espressione dei noistro vivo cordoglio.
— I culti a S, Secondo saranno ripresi regolainneiniie merctoledi 31 ottobre, alle one 20.
— Recita, L’Unioin« Giovai^ dì Po
maretto tenne, nel pomeriggioi di- do¿
menxa 21 ottobre, una recita neUa'nostra Gronde Sala. Gli attori. riscossero
vivi le ripetuti applausi. Peccato (he il
. pulfiRicó non sia stato numeiroiso come
avrebbe pótiuto esserlo, molti essendo
stati impediti di intervétniire a motivo di
;ï, un funerale svòltosi a S. Secondo alia
stessa ora. Ad ogni modo,, ringràziamo i
. nostri giovani fraitaili .per la loro gra„dita visita.
o _ Battesimt Ultimamenite è stato am.¡ministrato il Santo Battesimo ai segiien..R: bimbi; Oardiol Alma di Attilio; Garr
4iol Luciana di Augusta; Rostan. Isabella di Alessio; Jatlki Giovatma di Alina
é Mourglu Est&r di Gnidio. La ihenedizlòne del Signore riposi su questi piccolÌ..f!^cjulli le sui loro genitonL
—K— ¡Sìtrinuynio. Il 15 coirrento, davan<ti al nostro Pastore, è stato ■óeìehrato il
matr.monio della nostra gioviane sorel.là Margherita Vinçon di Unaberto col
sig. Giulio Caporali. Vivi auguri di' felice vita coniugai©.
Dipartìita. La itragica ed immatura
.dipartita del nostro giovane fratello dottor Paolo Roland, avvenuta recentemente a Milana, ha dolorosamente impressionato la nostra Comunità che prende
>fiva parte al grave lutto deRe famiglie
jt^lpite nei loro .più cari affetti. ‘
;— Reduci. Con viva riconoscenza a
Dio, la chiesa ha veduto ritornare buon
luimiero diei suoi giovani già internati o
prigionieri di guerra: Armarnd Hugon
Ermanno, Bleÿnat Dino, Bonm Remo^
Bosìo Edmondo, Don Franco, oiìglio Livio, Grill Aldo, Long Levk, Pasche^o
(Giulio, Paschetto Mario, Potns Aldo, Tron
Silvio. '
Livociando il prossimo ritorno di alcuni altri — di cui, grazie a Dio, si hanno buone notizie — la chiesa si riserva di ftestei^are dlegnaraente questi
valorosi suoi figli.
PRAROSTINO
Battesimi. Rwoiro Marco e Giovcmni
di Aliessandro (Milun); Gormet Brtmodi
Alessia (Brio); Pastore Nilda e Elda di
Ernesto (Pracustah); Costantino Delio di
Alessandro .(Poli),
Matrimonio. Godino Raimctnd e
Bleynat lìda Ines. Che il Signore benedica qu'esto nuovo focolare.
— Funerale. Il 3 ottobre fu rinvenuto nel suo caimipo, fulminato da ama sincope oardiada, Romano Filippo, delia
(jiaculinera. Egli aveva prestato servizio, .per oltre venti anni, nei carabin.ien,
ed ero ritornato a casa con la salute gravemente scossa. Ai due teneri orfani
eh© nello spazio di pochi mesi hanno
perso i genitori dei quiald avrebbero ancora a'vuto tanto bisogno, vada i’espressiione della nostra solidarietà nel dolore.
— Il nostro culto del 23 settembre è
stato preaii0duto .dallo stud. teol. Colucci Domenreo,, che ci ha parlato delle
Missione in terra pagana, ed i nostri due
culti del 30 settembre dal ipastore Neri
Giampilccoli. A loro vada respressione
deRa nostra riconoscenza.
— La domenica 7 ottoilM'e abbiamo
Kcevuto la visita dell’Unione Cjiovaniile
di Pinerolo e dà S, Secondo. Buona
giornata nel corso della quale un centinaiOi di giovani hanno cordialmfinte
fratemizzato. Ringraziamo particolarmente rUnione di Pinerolo per la sua
coHabarazion©. Speriamo che la piccola
nube alppairsa aR’iorizzonte sia ormai dileguata nel cuore di tutti.
— Ei^xrimiamo la nostra riconoscenza al Sonore per aver potuto riveder
tutti i giovani rientrare dalla Germania.
—‘ La domemoà 21 ottoibre abbiamo
festeggiato tutti i .nostri giovani reduci.
La nostra Unione Giovanile e la Corale
avevano (preparato :ii .programma della
giornata fin n'ei .nriinirni .particolari ed il
successo è stato completo isioltto ogni punto di vista. Il Pasteaje ha rievocato i lunghi aumi di guerra; l’anziano E. Forneron ed i consiglieri comunali A. For«eron e P. Gay hanno rivolto parole di
saluto ai reduci. A nome dei festei^iar
ti ha lispostò G. Rost^no, da pochi
giorni reduce dalla (jermariia. Ci auguriamo <he il ricordo di quella ibtìLla giornata rimanga impressoi nei cuori e aia
ispiraaaone per la nostra gioventù.
TORRE PELLICE
, E' stato! celebrato il matrimoiniio tra
il signor Ignazio Dar.q Coiettà © la signorina En^hetta Giordani (TagJia|etto). Rinnoviamo agli sposi l’augurio di
ricche benedizioind nel Signore.
— E’ stato amministratoi R battesimo
a LÈiana ed Italo Rostdn di Giulio e di
Emestina Rostan. Voglia R Signore benedire i genitori ed i figU ^
— Gionradì dell« settimania pMMMrta ha
avuto luogo R fuinlerale del signor Paolo
Rololhd,. decèduto a Milano in seguito a
tragtoo incadente occorsogli nieR’esplioazi ne <M propdto dovere. EgE era molto
oonoaduito a Torre PeRice e stimato per
la sua bontà; egli lascia un ricordo beriatto,-■AJM;iparllerè leonvanientemiente ^ lui. VogMamó qiR rinnovare aRe
fanujglie colpite così- doloroisaimieate —
specialmente ai genitori ing. Carlo e
Mary Rotend ied aRa diletta sua giovane .compagna signora Laura Jahier ed
ad bimbo Giacomo Paolo — l’iespresisior.© dtella nostra viva simpatia cristiana
che assi hanno potuto sentire ■cosi profonda e generale,, specie R gioitno della sepoltura, dalia presenza di tanta’ folla àca(x>rsa da varie parti, e a traveirao i
nwssaggi dei pastori GiuRo Tron, Luigi Marauda„ FraffiCegco. Lo Bue e dei signor Teofilo Beri. deirUnlone di Torino.
La famiglia in lutto, che ha potuto
trascr vere nella parbeciipazione deto dipartenza improvvisa del loro caro le .parole; « L’Eterno ha dato, l’Etemno ha
tolto, sia benedetto R nome dell’Eterna », la famiglia, dicevo, sa che tutte le
cose dooper.ano al 'bene di quelE che
amano .Dio, .e che mai R Signore è cosi
vicino a noi come quando siamo duramente provati.
— Dall’Assemblea elettorale di do'menica 21 corrente è stato d.esignato il
signor Ernesto Ayassot quale pa'store
della parrocchia di Torre Pollice. Al neo
conduttore spirituale della Comunità i
nostri migilaori voti.
Commiato
Giunto ^ termine del mio ministero
pastorale in Torre PeRice,^ desidero a
nome della mia famiglia e mio ringraziare quanti, fratieRi e sorelle, cd, hanno
circondato del loro affetto cristiano e
della loro simpatia.
Non avendo patuto .salutare pensonalmente tutti, prima di lasciare Torre Pellice, lo facciamo oggi a mezzo del nostro
caro Eco;
Portiamo nel cuioire. il ricordò dei diu©
anni passati a Torre PelRlc©, anni di prova,, sì, ma an'che di benedizioni .per le
©sperienz© fatte nell’adempdmianto del
compito rioevuto.
A tutti, indistintamente, il-'nostro affettuoso, cristiano saluto e l’espressione
deRa nostra viva riconosqenza.
Torre Pelhce, 22 ottobre 1945.
Seiffredo Cohicci, pastore.
cte.3ka.-te jslft.-is -is.,-te ,-y*,-te-te,gtej5g!.-ts -te -te
Il (ileoiiario ilici 11
la cui imminente pubbUcazionie è già
stata anniunz'iata più volte,, potrà essere
largamente diffuso neRe nostre VaRi
grazie ad. un accordo intervenuto fra
rEditore © la Libreria Claudiana.
.Siccome il prezzo di lire cento non era
accessibile a tutti, rEdiitore cederà il volume sotto costo e la Claudiana rinunzierà alla peroentual© E uso, per modo
che R volume potrà essere ceduto a Ure
settamsta.
A simiR condizioni ci auguriamo che
il lavoro ottenga una larga diffusone e
possa raggiungere il fine per cui. è stato
compiuto.'
La famiglia di
ELISA LONG Ted. GENRE
ringrazia quanti hanno preso parte al smo
dolore, e in modo speciale i vicini di casa.
S. Germano Chìsone
Chenevières, 14 ottobre 1945.
Li famìglie ROLAND « JAHIER, vivamente
commosse per le prove di simpatia avute in accasiane della tragica scomoarsa del loro caro
PAOLO
sentltameuit ringraziano tutti coloro che hanno
preso pane al loro dolore.
Torre Pellice, 20 oitobre 1945.
La famiglia di
ELIA GOSS
profondamente commossa dalle testimonianze di
simpatia e di affetto ringrazia in particclaie il
Pastore L. Rivotre e tutte le persone intervenute
alle esequie.
Ltiserna S. Giovanni, 25 ottobre 1945.
ALBERTO RICCA, Direttore
Aftl Qrsfieihs «A'AIpina» - Terra