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LA MONA NOVELLA
GIOUNALK DELLA EVANGELIZZAZIONE ITALIANA
Seguendo la vrtiiH nclin • xntà
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Si dislribuisce oyni Veuerdì. — Per cadun Numero cenlesimi il). — Per caduna linea d’inserzione cenlesimi 2(K
Coudizioiii d’AHHoriaKioiie >
Per Torino — Un Anno 1.- ü. —Adomicilio L. B •
Sci niosi • ;i. — > 3 30
Tre Diesi • — - t t»
— PRUVINtJfc L. U t«.
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Pei- Francia e Srizzera francu a destinazione, e per l’Ioghiltcn a franco al contine lire 9
per un anoo, e lire & per sei mesi.
Le Aftsociazioni Ri ricevono: in T<hun*i uU'irnixlo «lei «¿lornale, via Vaionlino, ciw«
Hfllora, X" rj, S** piano; e dai Fralolll Plmira liitrai, via B. V. dogli Angeli, ( »««a P<inil«ii.
— A Genova, alla i'uppolla f’aIdcM«*, mina di S. Chiara.
Nelle provincie, presso tutti gli Ufffrii j>o$tnli pvi mezzo di Vagline che. dovratun» eswn; nivinti
(rance al Direltore della Bi'oxa Novklla e nun altrimenti.
All estero, ai M*guenli indirizzi: Londha, dai «igu. Nissbeit e C. lihrai, 2i Berners-htn'M;
Parigi, dallalibreriaC. Meyruns^ rue Tronrlict, i; Nimes. dal i,»g. Pcvroi-Tinel !il»raio; l.u.o.-;
dai 8igg. Denia et Petit Pi« rie librai, me Neuve, is; Gi?<r,vi\A, dal 8ig. K. Beroud libraio
LoftA^(KA, dal sig. Delafuniaine libraio.
IL PASSATO SIA MAESTRO DEL FUTURO.
Corre voce che alla prossima apertura del
Parlamento verrà presentata una legge sul matrimonio civile, du tanto tempo desiderata dalla
nazione. 1 clericali si armeranno di certo per
una nuova battaglia; ma dopo l’ultima famosa
lotta che i Ministri ed il partito liberale dovettero
sostenere riguardo alla legge di soppressione
di alcune comunità religiose, crediamo cbe i
cittadini andranno incontro aH’impeto clericale
con animo risoluto, persuasi come devono es.sere che non v’ha legge nuova nello Stato,
non v’ba discussione al Parlamento, che non
cerchino i clericali di screditare o di abbattere;
e ricordevoli ch’eglino, a cagion d’esempio,
chiamano la civiltà moderna ciciltà dei rirolusionari e degli aposUiU, predicante la tolleranza della ritolta religiosa e citile, e la libertà
dello scandalo e del sacrilegio: nè credasi che
vogliano discorrere di que’ pochi fanatici che
oltrepassano in politica il giusto limite: no,
essi mirano a ferire i piìj moderati, il Governo
medesimo e quel medesimo Statuto che ci fu
dato con moto spontaneo dal magnanimo Carlo
Alberto. Tanto è vero, che talora fanno l'apologia dei principi d’Italia che ritolsero ai loro
popoli la già concessa costituzione; talora chiamano i giornali moderatissimi, che difendono
le nostre istituzioni ed il Governo, col nome
di fogli ignobili e devoti a chi amministra i
fondi segreti, e li tacciano come complici di
qualche piccolo tumulto popolare avvenuto,
com'essi dicono con biliosa ironia, m’ pochi
anni dacché serbiamo il tessili» del riscatto comune. Eppure se accadde qualche tunmlto piccolissimo ed insignitìcante, ciò fu ¡)er opera dei
clericali medesimi, ed anzi continuano ad agire
in modo che ne succedano di maggiori ; ma
invano, ed è la tranquillità delle popolazioni in
lutto il Regno la cosa che più d’ogn'altra li
irrita ; eglino ce ne hanno data viva testimonianza all’occasionfi dol moto ridicolo di Aosta;
allora stamparono sui loro giornali una specie
di chiamata all’insurrezione, rimproverarono
gli aderenti loro di essere genie iniormenliln
ed inerte, gl’invitarono a scuotersi in nome di
Dio, deH’uomo, della natura che sta di continuo
in azione, in conato, che mai non rislà; fratelli, aggiungevano, quando stirpi intere e
tribù decadute seniono con furore l’ora della
battaglia che le rappella. perchè toi, soldati
di Cristo e della s'ìcietà, poserete? Operate,
fratelli; cicere est agere; estote fortes in bello
el pugnate ctim antiquo serpente ecc., ecc. Ad
udire tali eccitamenti non si direbbe che avessero voluto difendere il nostro Stato, la nostra
indipendenza e il nostro Re contro qualche assalitore? Ebbene, la cosa era all’opposto, cercavano d’incoraggiare alcuni ingannati a commettere atto di fellonia.
E quando si trattò della legge di pubblica
sicurezza, se ben ci ricordiamo, che non dissero?
« Ladri nelle campagne, ladri nelle città, ladri
« dappertutto, che si estendono come lebbra
« sopra tutta la sujierlicie del paese; sindaci
« che vengono a parole co’ carabinieri e giudici
« che danno danari a’ ladri ecc. ». Ed ecco
un’altra astuzia dei clericali, un’ altra battaglia
promossa con nien*ogne e nequizie; essi proponevansi allora, come sempre, di rendere
persuaso il Senato che la libertà è dannosa,
che fa d’uopo rimettere l'antica polizia, la forza
preventiva ecc., e giungevano a ({uesta conclusione; *. volete, o governanti, lare dawero
una buona legge di pubblica sicurezza? rimettete l’alldre nelle nosl?e mani, imiteremo i
padri Lojolesi nel Paraguai », i quali, soggiungeremo uoi, cagionarono le rivolte in America,
che intrecciaronsi colla guerra politica dei lor
confratelli di Lisbona, colle esecuzioni crudeli
del IToi) e del 1761, e finirono per essere espulsi da tutti i dominii della penisola spagnuola.
In breve, i clericali vogliono attuare l’idea
propugnata in modo speciale da Giuseiipe de
-Maestre (come se bastasse la volontà loro contro
la spinta del secolo), ch’c di stabilire in tutta
ia sua possanza l’autorità papale del medio evo,
onde fermare il movimento intellettuale e popolare non della sola Italia, ma d'Europa e
del mondo. Idea colossale davvero, come sono
colossali e mirabili l’audacia e la perseveranza
con cui la sostengono; audacia e perseveranza
degne di miglior causa. C'è un aforismo che
dice; l’amicizia ottiene, l’importunità strappa,
l'esigenza respinge; ebbene, i clericali, non
v’ha dubbio, coll’importunità strap|)arono qualche vantaggio alla camera senatoriale nelle
varie leggi di libertà religiosa e civile cbe le
vennero a quamlo a quando ¡»resenlate; vantaggi pero quasi sempre materiali o di forma,
non di [irincipii; ma in loro nou havvi sola
importunità, questa è .soverchiata da una esigenza gigantesca, la quale viene poi con forza
ripulsata dalla intera nazione.
Abbiamo già dotto aneora che non ci sorprendono coleste esorbitanze dei clericali, e la
guerra aperta e grossa che fanno alle nostre
liberlà, al governo, al Vangelo medesimo;
imperciocch^i ripetono essi la vita loro dall’ignoranza altrui, ed è vano sperare che mutino
costume; infatti il clero fu per molti secoli una
classe privilegiata, ricca , potente e mondana ;
or come supporre cho per hi blandizi(! e la
pazienza olla sia per consacrare i liberi ordini
civili e la crescente coltura, quando ciò naturalmente deve distruggerò allatto l’impero di
lei? (Jome sperare che cotesti principi tonsurati
possano accontentarsi dcH’uKiiaglianza e parsimonia evangelica? Sono poi in un grande errore di mente i clericali, prtMidendosela con
alcuni individui o col (ìoverno; diivrebbero darsi
paco una volta e rifliatere che hanno a combatterò contro l’opinione pubblica, e questa, vogliano 0 no, è la regina del mondo. I bisogni
del secolo, oltre il bisogno principalissimo di
religione, sono nazionalità , sui)reniazia degli
ingegni e sollievo deirinfinia parte del popolo,
e ciò, nou che mostrarne la corruttela, mostra
che la tendenza del secolo è moralissima ; im- ^
perciocché tali idee conducono naturalmente al
Vangelo e alle origini : infatti noi riscontriamo
nel (ienesi che nella costituzione primitiva dell’uomo l’impero fu dato al pensiero e alla parola, che l’unità del genere umano porla seco
l’eguaglianza civile di tutti, e che in seguilo
la varietà delle lingue e delle stirpi introdusse
le nazionali distinzioni. Ora la nuova economia
conferma l'antica; i primi versetti del Vangelo
di s. (Giovanni ci ammaestrano che il [lensiero
di Dio attuato negli ordini del mondo, costituisce il ili lui princiiìio, e l’essenza della religione risulta dal capo IV del medesimo Giovanni, ov’è detto che i veri adoratori adoreranno
il Padro in ispirilo e verità, ¡ìerciocchè anche
il Padre domanda tali che lo adorino. In oltre
il Crislianesimo dichiara la fratellanza di.'i ricchi
e dei poveri, dei principi e delle [>lebi, inculca
la ])ietà e l’afTetto, coordina le nazionalità col
più ampio cosmopolitismo, o ciò per mezzo del
precett'> ainn il prossiìno Ino coinè le stesso.
E (|ui notiamo che per discreditare noi evangelici vengono fuori i clericali colla menzogna
che vogliamo riguardare il Vangelo come un
codice polilico; e la menzogna è astuta; con
questa credono di maschi rare se slessi, itoiclié
Son eglino invece cbe trainularono la religioiK'
sanla in una politica indegna. Tuttavia è cerio
che l’edilìzio sociale deve ricercare nel Vangelo
la regola e il fondamento per sussistere, poiché
in sostanza le idee sovra esposte sono anche
le (liii conformi alla stessa ragione, alla stessa
natura
.Ma non basta, vanno pili in là cotesti farisei,
non si peritano di proclamare eziandio cbe noi
vogliamo paragonare al Vangelo medesimo i
principii del socialismo. E in tal caso rispon-
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deremo loro , che distinguiamo due sorta di
socialismo: l’uno, quello ch’equivale al piii
turpe oomunismo, e che serve ad ossi di pretesto p(ìr condannare le pili semplici idee di
giustizia e di misericordia verso i poveri e gli
infelici; l’altro, il socialismo il quale, como
suona ii vocabolo, tratta delle varie condizioni
sociali, ondo migliorarle e perfezionarle secondo i dettami della religione e della scienza;
e iu questo senso considerato potremmo anche
accettare il titolo di socialisti, se tale vocabolo
non avesse acquistato un mal suono airorecchio
dei pili. Noi e come evangelici e come cittadini,
deploriamo lo stato di abbiezione e di miseria
in cui trovansi tanti del popolo; e domanderemo
ai clericali se Cristo, se gli Apostoli, se i Padri
abbiano mai predicato contro la plebe e se l’abbiano eccitata alla ribellione, per opprimerla
in seguito; all’opposio noi leggiamo forti rimproveri e solenni minaccie contro i ricchi privi
di consolazione e di alletto per gli infelici.
LO STATUTO.
f Statuto o costituzione è una regola o legge
ed anche un intero corpo di leggi deliberate da
uu principe o capo organizzatore qualunque, ovvero da qualche assemblea municipale o dalla
intera nazione, e costituite appunto sovra un
popolo, come fondamento governativo.
Gli statuti iu genere si possono distinguere
iu due specie, iu divini ed umani e quindi in
assoluti e relativi, in immutabili e mutabili. 1
primi sono comuni a lutto il genere umano ,
perchè uno, invariabile, eterno è il codice morale. Gli altri diversi beano secondo il carattere,
le abitudini dei popoli e il grado loro di coltura
e di probità, e deggiono a quando a quando
modificarsi dietro le modificazioni dell’incivilimento.
Qui taluno potrebbe domandare fin dove sia
dato di giungere coi mutamenti ; né ci pare difficile rispondere che in genere le umane leggi si
fanno per la necessità di conservare i consorzi
degli uomini, impedire che le passioni turbino
gli ordini sociali, difendere la nazione contro gli
assalti dei tristi e cooperare al miglioramento
della corrotta natura.
K dunque la sola necessità che giustifica una
legge civile; tanto è vero, e l’esperienza lo mostra di soventi, che tal legge, s'è promulgata
seuza che il bisogno lo richieda, non che utile,
riesce dannosa ; così nel caso che cessato il bisogno ne continuassse l’azione.
Per conseguenza alle modificazioni de)?li sfaluti umani è impossibile assegnar limiti, ossia
giugnesi col pensiero fino a! punto in cui l’umanità non abbia più d'uopo di quelli per dirigersi
nelle varie nazionali composizioni, ma unica rimanga imperante l'assoluta legge morale, f) certo
che da simile perfezione siamo ancora ben lungi;
non è pero stranezza l'immaginarla o prevederla,
dacché la perfettibilità è l’eccelsa prerogativa
degli esseri liberi ed intelligenti.
In aspettazione di questo remoto futuro, giova
intanto discorrere del presente. Gli statuti, come
dicemmo, distinguonsi in divini ed umani; ora
in questi, purché sieuo dettati civilmente, l’arbitrario è misto sempre col necessario, anzi la
parte morale è sostegno dell'altra, poiché in ogni
forma di governo, anche assoluto, il dovere impone ai capi di fare il bene e di togliere il male.
Adesso vorremmo tracciare la differenza'che
passa fra il governo assoluto ed il legale; ma
prima intendiamoci sul nome di statuto o costituzione, col quale dai più viene indicato il reggimento libero d’un popolo, ch’esercita in qualche
forma il diritto della sovranità, come a-wieue iu
Piemonte ecc.
A tutto rigore però non vi è perfetta esattezza
a chiamare costituzionale, a cagion d’esempio,
il nostro governo, poiché, stando all’idea generica
accennata in principio, anche negli ordini dell’assolutismo civile può trovarsi una corta costituzione, talora buona, talora l’unica, propria del
luogo, del tempo, degli individui ;sni quali si
attua, vogliam dire una legge, una stabile norma
da seguirsi nei pubblici affari; e le stesse repubbliche, secondo l’idea comune di esse, appoggiansi ad uno statuto.
Il fatto è che una costituzione politica, alla
maniera che l’opinione pubblica la vuole, non
esiste quando non muta la sorte del popolo ,
emancipandolo ; se non chiama i cittadini ad
esercitare il sommo diritto della sovranità e non
istabilisce alcuni doveri e pei governati e pei
governanti.
Laonde nel caso del governo assoluto, questo
non cambia natura, quand'anche il principe dia
una buona costituzione, ma senza però dividere
la sovranità col popolo e promettere di mantenerla divisa.
Nel caso poi della repubblica, non solamente
l'espressione governo costituzionale suonerebbe
troppo vaga ed insufficiente a indicare l’azione
sovrana del popolo, ma eziandio lo stesso nome
di repubblica nou denota precisamente quell’azioue, se badasi al valore della parola.
Repubblica è sinonimo di patria ed ambedue
ei danno la medesima idea. Il nome di patria
include quello di cosa, ed esce il concetto interessi dei padri. Il nome di repubblica vale cosa
pubblica; dunque cosa od interessi di tutti i padri
egualmente. Repubblica e patria indicano insomma il cumulo degli alfari sociali, e non l’azione
più o meno generale sui medesimi.
Fatte queste considerazioui, vediamo se dalla
sostanziale ditlerenza ch’esiste fra l’assolutismo
e gli ordini legali, sorta un nome più adatto a
significare sia il nostro, sia qualunque»altro
governo libero.
Xel regime assoluto un uomo solo comanda
secondo la propria volontà, o al più dietro i
cousigli d'alcuno; i quali consigli riescono spesso
dannosi all’universalità dei cittadini in grado
maggiore, a confronto dell’individuale arbitrio
del principe; ed ancorché in tal forma di governo
si vedesse una^ carta fondamentale dello Stato,
questa non si potrebbe considerare altrimenti se
non come cosa instabile e precaria, se non come
un fatto accidentale del capriccio medesimo del
sovrano. Nella supposta condizione ai sudditi non
sarebbe dato di chiedere se non che d'essere gorernati in modo che ne venga ad. essi iitilHn e benessere.
Viceversa é regime legale, ossia libero quello
in cui la nazione tutta esercita più o meno il
diritto della sovranità, ed allora é semplicissimo
il chiamar nazionale simile ordinamento. Nel
qualificativo dunque di nazionale sta il vero contrapposto dt'H'assolulismo; ed eneo in tal caso il
linguaggio che usano i cittadini parlando col re
o capo loro ; Nel governare voi ci consulterete,
¡luindi eleggiamo varie persone che ci rappresentino
e a cui possiate rivolgervi onde conoscere la nostra
volontà: agirete poscia dietro l'assenso loro-, a ciò
il capo risponde; lo lo prometto. In questa forumla consiste la semplice essenza del regime
nazionale o costituzionale davvero.
Per le ragioni esposte e per altre che sarebbe
troppo lungo l’annoverare, non esitiamo a chiamar nazionale, nel senso politico veduto cd italicamente considerato, il nostro governo, alla cui
sommità si trova il più leale principe dt'H'età
nostra; nè sotto aspetto diverso re Carlo Alberto
costituì un simile governo, com’egli disse, agli
amatissimi sudditi, poiché vi si determinò, colla
ferma intenzione dinconformare le loro sorti alla
ragione dei tempi, agli interessi e alla dignità, della
nazione-, ora la nazione per noi si chiama italiana.
Carlo Alberto proclamò dunque una costituzione affatto nazionale, distruggendo il governo
assoluto anteriore, e stabilì, coll’articolo 22, il
giuramento da proferirsi, al cospetto del popolo,
da lui e dai successori, per l’osservanza religiosa
di essa.
Or non diremo come tal giuramento si mantenga dal figlio suo Vittorio Emanuele II, anzi
come da lui si difenda la libertà del popolo dai
nemici interni ed esterni assalita , perchè gli
splendidi fatti non hanno d’uopo delle parole.
Prima di terminare, facciamo un cenno brevissimo intorno ai due primi articoli del nostro
Statuto; a noi sembra che mostrino dessi le due
ragioni che danno il fondamento all’organizzazione politica dello Stato.
La legge morale è sempre l'eterna ed immutabile regolatrice degli uomini , e gli statuti
umani si devono di necessità modellare su quella,
essendo la sola comunicante a loro autorità e
fiducia.
Ora l’utficio del primo articolo è appunto di
riconoscere per base del nazionale reggimento
la legge morale o religiosa, che fa lo stesso,
poiché l’una coincide coll’altra per via dell’amore;
e dietro ciò chiameremo universale-teoretica la
ragione dell'articolo primo suddetto.
Col secondo, lo Statuto proclama l’altro fondamento necessario, cioò il particolare, il civile o
politico , adatto al terreno su cui doveva innalzarsi il nuovo edificio sociale nostro ; fondamento
vario di sua natura, perchè variano i compartimenti deH’uman genere, e si distinguono per le
differenti specie delle nazionalità e per le differenti condizioni della cultura loro: in guisa che
se la base morale si connette col principio dell’immobilità, la base civile si connette col principio del moto.
Ammesso dunque che la politica deve corrispondere alle qualità delle particolari nazioni e
dei luoghi e del tempo in cui vivono, appelleremo
speciale-pratica la ragione dell'articolo secondo,
iu quanto indica precisamente il modo politico
di esistenza della incompleta nazione italiana,
ristretta ancora fra i limiti della Liguria e del
Piemonte. In quello si dice che lo Stato è retto
da un governo monarchico rappresentativo; che
il trono è ereditario, secondo la legge salica.
Tornando all’articolo primo, non si può negare
questa verilà luminosa, che gli statuti dei popoli
sono vanità (Geremia), se non si fondano sugli
statuti di Dio; ed ecco, secondo noi, il principale
motivo che nel codice nostro politico il primo
articolo mostrasi religioso.
Infatti non v'ha legge umana cho valga ad associare gli uomini tra loro in modo efficace e
duraturo. Nella dilezione sta la virtù che li spinge
ai reciproci aiuti; l'amore cristiano, se buoni
sono i cittadini, li conserva tali; so cattivi, li
mipliora: l'amore disciplina gli eserciti cittadini,
loro inspira il coraggio, l’entusiasmo, l’eroismo
a pro della patria e li rende atti a farla e conservarla in ogni maniera prosperosa e felice.
La corruzione, guastando i cuori, forma degli
schiavi, non degli uomini liberi, perché allora i
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giovani passano il tempo nell’ozio e nel vizio, i
vecchi sono incorreggibili, e. l'ignoranza e le
turpitudini impediscono alle umane leggi, eziandio ottime, di riformare la società. Vero è che le
buone* leggi civili occorrono per mantenere i
buoni costumi; riescono però inette a crearli, e
i governativi regolamenti lianno d’uopo di trovare gli uomini educati alla moralità.
Ciò basta per conoscere la gravità del primo
articolo, statuente il fondamento morale nei cittadini, che si rinviene benissimo nel cattolicismo,
inteso non alla maniera dei clericali, ma nel
significato grandioso del vocabolo; imperciocché
la voce cattolicismo indica la nota caratteristica
del cristianesimo, ch e l’universalità. Noi dunque
per religione cattolica, di cui fa menzione il
primo articolo, non possiamo intendere che la
religione insegnata da Gesù Cristo e dagli apostoli suoi.
Or siccome la morale o la religione è inseparabile dal culto, cioè dalle varie espansioni dell’amore, e la libertà delle coscienze è un diritto
nazionale, cosi l’articolo suddetto fa cenno e del
culto romano, perchè osservato dalla maggioranza dei cittadini, e del libero esercizio d'altri
culti.
Ed è giusto; se due in genere sono le specie
di leggi, divine ed umane, morali e civili, fisse
e variabili; due pure appaiono i culti verso il
Creatore, l’interno e l’esterno; l'uno immutabile
e sacro, vario il secondo a norma della varia
maniera individuale di sentire; ma però, se il
culto interno del cuore o dello spirito non accompagna l’esteriore, questo riesce ad un vano
e puerile trastullo. Quale poi sia il culto perfetto,
e quindi cattolico òd universale, ce lo pronuncia
Iddio medesimo, col profetico labbro di Zacaria,
quand’egli indica lo scopo finale della venuta
del Salvatore, a noi dato perchè rendiamo a Dio
il nostro culto sevza paura, in sanlit'a ed iv giustizia, nel suo cospetto, tutti i giumi della nostra
rita (Luca I, 67-75).
Un allievo delle scaole di domenica.
n fatto seguente è narrato dal Richmond Christian Adfocat:
• Circa 23 anni fa, in giorno di domenica, in
un piccolo villaggio dello Stato di New-York,
un pio giovane recandosi alla chiesa incontrò
una mano di fanciulli che giuocavano sulla strada.
Egli diresse loro ia parola con bontà, e gli invitò
a portarsi con essolui alla scuola della domenica.
Tutti ricusarono di seguirlo, ad eccezione d’un
fanciullino, dagli occhi espressivi, che si dichiarò
pronto ad andarvi se la madre sua acconsentiva.
L'institutore lo prese per la mano, si recò dalla
madre, ed ottenne ciò ohe desiderava. D’allora
iu poi quel fanciullo frequentò regolarmente la
scuola.
n Divenuto grande, I ex allievo delle scuole di
domenica lasciò il suo villaggio nativo e andò a
soggiornare nell e contrade lontane dell’ovest. Una
volta colà stabilito, egli senti il bisogno di far
conoscere all intorno di lui l’Evaugelo di verità,
e si mise all’opera cqn energia e perseveranza.
Qual fu il risultamento della sua attività? Pochi
mesi or sono trovandosi in visita ne! villaggio
della sua infanzia, che non aveva più riveduto
da tanti anni, recossi alla scuola di domenica, e
raccontò che nella vallata dell’ovest egli aveva
fondato 40 chiese e 400 scuole di domenica, e
che 800 anime erano state condotte a Cristo, f’cco
il bel frutto delle fatiche di questo giovane ».
|{KKVI MEDITAZIONI ItIBLICIIR.
Beato l’uomo che non è camminato nel consiglio
degli empi ecc. .Salimi I", I
I,’iiomo onesto, il buon cristiano, secondo il
mondo, si adonterebbe se lo si ponesse nella classo
dei malvagi. Non sono uè i giuramenti, nè I colpi
di coltello che fanno i cattivi. La Scrittura dice;
E il consiglio del cuore. Noi siamo cattivi se camminiamo fecondo i consigli del nostro cuore pervertito. Le ispirazioni che ci vengono da noi
medesimi escono da una natura essenzialmente
nemica di Dio, separata da lui e cattiva per questo
solo fatto. Noi nettiamo il di fuori della coppa e
del piatto, ma che sarebbe se si vedessero le
nostre lordure interne? Se Dio ci abbandonasse
fino a domani alla nostra tendenza naturale, diverressimo demonii. Rendiamogli grazie di non
avere avuto fino ad ora l’ocr.asione di diventare
rubatori o ingiusti o adulteri. Il consiglio del
cuore può condurci a tutto ciò. Èva ha cominciato per un dubbio, e ha finito per una caduta
totale. Il malvagio <■ dappertutto ove Dio non è,
dove non regna, dovo non occupa il primo posto.
A che stupirsi adunque se pochi sono i felici
quaggiù ! Non siamo felici che quando non si cammina secondo il consiglio degli empi; ma per far
ciò è d’uopo una riforma generale. Facciamo
adunque buona accoglienza allo Spirilo di Dio,
alla volontà di Dio, alla persona di Dio, come
nostro bene supremo, e restiamo sordi alle insinuazioni del proprio nostro spirito. Temiamo la
volontà ch'è in noi, crucifiggiamo il nostro io,
sino per entro alle intenzioni del cuore: ó l'unico
mezzo dt non camminare secondo il comiglio dell'empio, ma di camminare con Dio e di raggiungere la felicità.
Per la bocca de' piccioli fanciulli e di quelli che
poppano, tu (Iddio) hai fondata la tua gloria,
per cagion de’ tuoi nemici, per far restare il
nemico ed il vendicatore. .Salmo Vili, 2.
Un fanciullino ha più potere di quanto sembra;
egli può senza parole disarmare un avversario
di Dio. Un empio che guarda un bambino che
gli stende le braccia, deve sentire uno spaventevole malessere; un padre che è ripreso dal figlio
suo o che manifesta davanti a lui una disposizione criminosa, deve soffrire come un malfattore; un incredulo che vede dormire un piccolo
fanciullo, colla pace dipinta sul viso, c che l’ode
pregare, deve essere scosso più fortemente da
(juesta vista che non da tulli gli argomenti dei
dotti. Dio per mostrarci come gli basti poco per
rovesciare la nostra sapienza e la nostra volontà
ostinala, pone davanti a noi un fanciullino per
trarne il fondamento della sun potenza-, e perchè
ritorniamo noi medesitni come piccoli faneiuìli,
non riguardo all'intelligenza, ma in fallo di malizia. Un fanciullo uon ha alcun pensiero nascosto, egli non discute con suo padre, crede; si
sente contento d’essere col genitore, giacché lo
ama; non s’inquieta dell'indomani, spera che suo
padre gli sarà ancora padre ; i giorni si succedono
0 il fanciullo è felice ; la sola cosa che lo faccia
piangere é quando si trova in disgusto col padre
suo. Non vi ha forse qui una istruzione |)fi
grandi? Mischiatevi sovente uelle riunioni dei
fanciulli; lasciate venire a voi alcuno di questi
piccoli e non glielo impedite; essi vi diranno
molte cose che vi umilieranno o che vi porranno
il cuore al largo, e voi eroderete udire di nuovo
la voce del Salvatore: io ti rendo giuria c lode,
o I‘adre. Signore del cielo e delta terra, che In hai
nascoste queste cose a’ sari ed inltmdenli. e Ir hai
nrelale a’ piccioli fanciulli {Mal. XI,
i.e niatieur .Sar'niard.
AOTIZIE IlELHilOSE.
Francia. — I.a iiro|)osizione falla nelle iilliinc
assemblee di Ureuillet di riunire a Moutendn' la
conferenza delle Deux-Charentes con quella delle
sette chiese indipendenti, formanti il gruppo sudovest dell’Unione, essendo stata accolta all’unanimità, venne deciso che la raunanza abbia luogo
nella settimana corrente. Ecco i temi che alcuni
desiderano presentare alla meditazione degli
amici evangelici raccolti a, Montendre :
1” Disposizioni necessario onde operare un
risvegliameli lo;
2" La prima risurrezione;
3" Limiti entro i quali devesi esercitare la disciplina in una Chiesa;
4“ Dolla missione del pastore nello stalo attuale della Chiesa;
5»Degli obblighi degli instilutori ed instilulrici;
De mezzi onde rendere lo conferenze piii
utili ;
7® I cristiani devono essere uno come uno souo
Gesù Cristo e il Padre ('Oiov. XVII, 22). Come
devesi dunque manifestare questa unità nella
Chiesa cristiana universale visibile?
8" I cristiani esercitano essi nel mondo tutta
l’influenza che potrebbero e dovrebbero? Se ciò
non è, quali ne sono le cause? V, 13;.
9" I Re. XIX, 12da confrontarsi con LucaXVII,
20-21.
Belgio. — Un fatto rallegrante è il vedere
come nel Belgio le Chiese, formale per la più
parie d’uomini usciti dalle tenebre del papismo,
seguitino a prendere vivo interessamento ai progressi del Vangelo. In ispecie, due congregazioni
francesi di Bruxelles, unite alla Società evangelica belgica, nello spazio di alcuni mesi, hanno
tenuto quattro pubbliche riunioni per animare
vieppiù i loro membri ed amici alla propagazione
del regno di Dio: l'oggetto della prima fu l’opera
doi trattati ; della seconda, la biblioteca religiosa:
della terza, l'asilo degli orfanelli del sig. Cailliatte a Lemè (Francia,; dell'ullima, le missioni
della Cina. L'ammontiire delle oblazioni fu assai
soddisfacente; e si nuli che slanno a loro carico
(poiché nulla chiedono alla cassa della Società)
tutte le spese di culli', di scuole c di assistenza
a' poveri.
Alobki. — <h fanotrofio cr,angelico. — La terza
assemblea pubblica anuuale di questa eccellente
opera ebbe luogo il 1.5 agosto dccorsu. Essa
comprende due instituti : l'uno per gli orfanelli,
l'altro per le orfanelle. Entrambi sono stabiliti
a Dely-lbrahim. grazie alla protezione delle autorità che hanno assegnato convenienti locali.
Il primo accoglie 54 allievi, il secondo 42. Lo
stato sanitario é eccellente e così lo sviluppo
intellettuale e morale degli alunni; i lavori agricoli , a cui si trovano specialmente occupati i
giovanetti, riescono loro aggradevoli. Le spese
dell'esercizio ammontarono a fr, 21,136 e gli inIriiiti. compresa la rimanenza dell’anno scorso,
a fr. 21,164. Da tali cifre risulta che la condizione
finanziaria dell'opera, avuto riguardo eziandio
allo sviluppo che prendo, richiede una maggiore
liberalità a pro di essa.
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Crimea. — Un corrispondente della Vie Chrétienne trasmette da Marsiglia al redattore di quel
foglio la traduzione di una lettera, .scritta dal
colonnello inglese Thomiis Shadforth, ucciso
all’attacco del Redan il 18 giugno, accompagnandola colle seguenti giustissime riflessioni: « Questa lettera semplice e cristiana è bastante a mostrare che il più allo valore e la più profonda
pietà non sono per nulla ripugnanti fra loro. Ê
bene r^mmentare che la fede è destinata a fecondare tutti gli altri elementi di vita, uon a soppiantarli. e che le più tenere affezioni di famiglia,
il più nobile coraggio militare e l'umile sommessione del figliuolo di Dio possono incontrarsi
nel medesimo cuore ». Ora ecco la lettera:
Dinanzi Sefiastopoli, IT giugno, ore 9 di sera.
Moglie mia amatissima e miei carissimi figli.
Ad un'ora del mattino io vado all'assalto del
Redan, alla testa del 57°. Non posso dissimulare
a me stesso l’imminenza del pericolo che mi si
presenta dinanzi; ma io mi colloco nelle mani
del misericordioso Iddio, seuza la di cui volontà
nemmeno un passero cade a terra. Ripongo in
Lui solo la mia fidanza. Se muoio nel compiere
il mio dovere, io mi riposo cou ferma sicurezza
di salute sul prezioso sangue che il Salvatore
ha sparso pe’ nostri peccati. Obliate e perdonate,
miei dilettissimi, a tutto ciò che avesse potuto e
in fatti e in parole cagionarvi un’istante di pena.
Raccomando a Dio il mio corpo e la mia anima
che gli appartengono ; e se la sua volontà è che
soccomba nel compimento del mio dovere, difendendo la mia regina e il mio paese, io dico
umilmente: , La tua volontà sia fatta ». Che Dio
vi custodisca e vi protegga : ch’egli si degni,
nelle sue infinite compassioni, conservarmi a
voi! Dio vi benedica, mia amatissima Elisa e
miei carissimi figli! Se noi più non dobbiamo
incontrarci quaggiù, che possiamo tutli ritrovarci
nella casa del nostro Padre celeste, per l’amore
di Gesù Cristo! Che Dio vi benedica, vi guardi!
Credetemi sempre il vostro affezionato marito
e tenero padre.
Segnato Thomas Shadforth.
America. — Movimento anti-cattolico-romano
agli Stati Uniti. — É noto che l'associazione
Know-Nothing prende parte attiva a questo movimento. Ella ha già pubblicato in moltissimi
punti dell’Unione de’ manifesti in cui annuncia
l’energica intenzione di combattere dovunque il
caltolicismo-romano. Ecco in qual modo VUnivers
riassume una di queste dichiarazioni, fatta testé
a Binghamtovs'n (Stato di Nuova York):
« Governo dell’America per gli Americani; —
conservazione dell'Unione ed osservanza della
Costituzione; — non intervento nella questione
pratica della schiavitù ; — nessuno proscrivere ,
ma guerra al papa, ai vescovi, ai prelati, ai preti
e ai ministri della Chiesa cattolico-romana; —
riforma completa delle leggi di. naturalità ; —
protezione per la sincerità dello scrutinio; — instituzioni libere di educazione per lutte le classi.
BOLLETTIXO POLITICO.
Le notizie dell andamento della malattia del
Re sono quali desiderar si possono migliori. La
febbre è quasi scomparsa, l’eruzione migliare va
essicando, i dolori agli arti sono alleniti, e tutto
dà sperare una rapida convalescenza.
colo, dopo di avere stabilito che ora la Russia
non potrebbe più soccorrere il re di Napoli, e
che l’Austria, anche se lo volesse, non lo potrebbe, perocché la Francia e l'Inghilterra le opporrebbero il veto, cosi conchiude;
« Lungi ogni idea di intervento straniero. Ma
nou è egli conforme a tutti gli insegnamenti della
storia, che uno Stato giovane e vigoroso come
il Piemonte, chiami a sè nel corso di pochi anni
tutta l'tQtelligenza, la forza e l’energia dell’Italia
e raccolga sotto un governo unico e possente gli
Stati attuali della penisola? Non scorgiamo alcun
elemento di resistenza in caso di esplosione popolare, che nelle forze austriache del LombardoVeneto. Toscana, Roma e Napoli si unirebbero
in un batter d'occhio a qualunque governo italiano che le liberasse dai loro persecutori x>.
— Leggesi nella corrispondenza parigina del
Nord :
* Il generale Canrobert, ch’era nel mezzogiorno
in seno alla sua famiglia, ricevette un dispaccio
che lo richiamò immediatamenle a Parigi. Esso
giunse due giorni sono ed ebbe già varii colloquii
coll’imperatore. Si crede che il generale abbia
la conhdenza dell'imperalore in quanto a’ suoi
progetti sull’Italia e che debba essere incaricato
della loro esecuzione.
— Finora si era dubitato in Ispagna se i beni
dell'opera pia de’ Luoghi Santi di Gerusalemme
sarebbero incamerati. Il governo con lodata energia ha incamerati anche questi. La vendita dei
beni ecclesiastici continua su vasta scala con
sommo utile della nazione,
— Il re di Portogallo che ha toccato l’età maggiore il 16 settembre ha prestato questo giorno
istesso alla presenza delle Cortes il giuramento
alla costituzione. In quest’occasione il reggente,
cosi anche il re hanno pronunciati discorsi liberali.
— La Gazzetta Nazionale di 'Vienna reca in via
positiva che i russi continuano a rinforzarsi in
Crimea.
La sesta divisione del secondo corpo d’infanteria sarebbe già giunta a Banchtek-Serai , ed
altre due divisioni marcierebbero a quella iolta.
Lo stesso giornale parla di 16 generali e di 19
mila uomini che i russi avrebbero avuti fuori di
combattimento negli ultimi sanguinosi fatti.
— Il mutamento avvenuto nel ministero napolitano , più apparente che reale , pare non sw
stato bastevole ad accontentare il governo francese. Il Conslit%tionne1, parlando di esso , dice
che re Ferdinando ritiro con una inano ciò che
finse di accordare coll’altra. Quindi continua ;
« La Francia e l’Inghilterra trovansi quindi nolla
necessità di far pervenire a re Ferdinando nuovi
reclami. L’intluenza del parlilo russo obbliga i
gabinetti alleati ad assumere un’attitudine ed un
linguaggio più energico, v II Times aveva dunque
ragione di dire che a Napoli nuH’altro v’era di
mutato aU'iufuori di un nome.
Parigi, il settembre.
— Giusta il rapporto dell iutendente generale
dell’esercito d'Oriente, ricevettero nel giorno 8 i
primi soccorsi 4,472 feriti francesi e 550 russi.
Le ambulanze ricoverano 10520 feriti, 372 dei
quali ufEciali. Il servizio amministrativo degli
ospedali ha degnamente riempiuto la missione
affidatagli ; furono fatte parecchie nomine <ìella
legión d’onore , provvisoriamente dal generale
Pelissier.
PENSIONATO DI FANCIULLE
A TORRE LlSERi^A.
Questo iilile stahilimonto ricevette nell anno
decorso nuovo impulso daH’ottima direziono
della signorina L. Appia. Il numero delle allieve si è notevolmente accresciuto. I diversi
rami deU’insegnamento progredirono in modo
soddisfacente e sono, oltre ai lavori femminili,
la religione, le lingue francese, italiana, inglese, la storia , la geografia, l’aritmetica, i
canto, il disegno e privatamente lezioni di musica e di lingua tedesca. La scuola venne riaperta
col Incorrente settembre. Rivolgersi per maggiori informazioni alla signorina L. Appia in
Torre Luserna.
SOCIET.\
.d’istruzione militare e beneficenza
della
«l’AKDIt ]VAZ10.\Al.i:
DI TORINO.
Questa società risiede in via dell'Arco, n® 8, secondo cortile; tenue è la quota; i vantaggi principali sono la scuola teorico-pratica militare, la
lettura de’gioriiali, e ciò che vale di più, l’esser3
soccorsi nelle straordinarie contingenze.
Annunzio Bibliografico.
Ora che in Inghilterra e in Francia si dii
opera a ristabilire il dovuto rispetto al giorno
domenicale, e che un simile dovere è trascurato dovunque, parlando in genere, sarà utile
il leggere le considerazioni contenute nel seguente libro che annunziamo:
DISCORSO
SOPRA L’INSTITDZIONE DEL SABBATO
POESIE
DI
GIOVANNI BATTISTA TESTA
DA TRINO
Cavaliere dell Ordine de’ss. Maurizio e Lazzaro.
DONCASTER
Dai Torchi di Cario Whitc.
Si vende in Londra presso William Allan,
18, Paternoster-Row, Aldine Chambers.
VENDIBILE
alla
LIBRERIA EVANGELICA.
LA BIBBIA È VERA
per L. DESANCTIS
lA imyiue, rent.
GroHMo Domenico gerente.