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Anno IV
numero 35
dei 13 settembre 1996
L. 2000
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Bibbia e attualità
IL TESTIMONE
CHE SCOMPARE
«Quando uscirono dall’acqua,
lo Spiriw del Signore rapì Filippo;
e l’eunuco, continuando il suo viaggio
tutto allegro, non lo vide più»
Atti 8, 39
Quando ho ricevuto la notizia
della morte di Tullio Vinay, ho
pensato immediatamente a questo
versetto. Si tratta della fine del racconto della conversione dell’Etiope ad
opera di Filippo, un racconto che mi è
sempre stato caro per la sua sobrietà è
per la sua emblematicità. È chiaro che
si tratta un dialogo tra una persona
incuriosita dalla fede e un testimone.
Questa persona curiosa ha una sua
storia, una posizione di prestigio, si
tratta forse di un ebreo visto che è venuto a Gerusalemme per adorare. Il
testimone annuncia Gesù a partire
dalla curiosità del suo interlocutore.
Poi, terminato il suo compito, scompare. Non è facile per un testimone di
Gesù Cristo accettare di scomparire,
resistere alla tentazione di dire: questo
l’ho fatto io. Io sono stato in grado di
fare una conversione.
La Bibbia però molte volte ci presenta episodi in cui la figura del
testimone è, per cosi dire, in secondo
piano, mentre al centro del racconto è
la siM testimonianza e anche l’effetto
moltiplicatore di essa, e è altrettanto
difficile per la persona convertita rimanere legato a Cristo oltre il testimone. Nel testo c'è bisogno dello Spirito, Santo che, dopo questo decisivo
incontro, restituisce ciascuno degli interlocutori al suo rispettivo luogo di
vita e testimonianza.
/N che senso pensavo a Tullio Vinay
ed a questo versetto? Innanzitutto
perché mi pare fuori di dubbio che egli
è stato un testimone di Gesù Cristo,
che ha detto e ridetto la sua testimonianza in parole e azioni negli ambienti più svariati. Per questa sua opera ha anche ricevuto molti riconoscimenti: dal governo israeliano, da università, fino alla cittadinanza onoraria conferitagli dal Comune di Riesi,
alcuni mesi or sono. Mentre noi eravamo al suo funerale la cittadina di Riesi
veniva tappezzata di annunci mortuari, in cui ciascun gruppo esprimeva
a. modo suo la propria riconoscenza.
A me piace piuttosto associare TulHo Vinay a Filippo, il testimone
che scompare e con questo non mi rifensco tanto alla sua morte, quanto
piuttosto alla sua vita. Dopo aver ricevuto la sua predicazione, tutti coloro
che l’hanno ricevuta hanno dovuto fare la loro strada, nei luoghi della loro
testimonianza: tutti coloro che hanno
condiviso con lui il progetto di Agape e
del Servizio cristiano, prima o dopo
hanno dovuto fare senzq la sua presenza e ingegnarsi per vivere l’annuncio di Cristo in prima persona.
ON credo che il testimone debba
V lasciare un pensiero fatto e finito
gli altri devono imparare e realiz^re, il testimone deve condurre a Cristo; saranno poi le persone afferrate
dall'annuncio di Cristo a dover agire
fedeltà a Cristo e all’Evangelo. Per
duesto pur essendo estremamente riconoscenti al Signore di averci dato la
^stimonianza di Tullio Vinay, siamo
anche molto lieti che egli abbia chiesto
c^he al suo fìmerale non ci fossero comctiemorazioni o discorsi. Noi italiani
^^mo molto abili nei discorsi, nei triatidi onore a persone scomparse, soPtatfixtto se questo ci dà modo di meteci in mostra. Siamo più restii ad dcWaré che la testimonianza di qualuno ci metta in movimento, per come
^cno, per quel che siamo e ci impegni
nostra volta ad essere dei testimoni.
_ Erika Tomassone
SETTIMANAIcK DELLE CHIESE EVANGEIJCHE BATTISTE, METODISTE, V'ALDESI
È morto un profeta del nostro tempo, a volte discusso ma mai isolato dalla sua chiesa
Tullio Vinay, maestro di vita
Nella sua predicazione e nella sua vita ha mostrato concretamente che l'amore di Dio non è
mai fuga o evasione ma incarnazione nella realtà nella quale sì è chiamati a credere e sperare
FRANCO GIAMPICCOLI
.. opo più di quarant’anni di
U ministero pastorale sono
chiamato a render conto della mia
vocazione».. Con questa frase accorata e sofferta Tullio Vinay si presentava al Sinodo valdese del 1976
per rispondere alle rimostranze e
alle censure emerse nella Chiesa
valdese a seguito della sua elezione
al Senato. C’era certo nelle sue parole un doloroso stupore perla Sfiducia che gli veniva dimostrata nel
non riconoscergli la capacità di testimoniate dell’agape, dell’amore
di Cristo, anche sul terreno viscido
della politica senza infeudare
l’Evangelo ad alcun potere e ad al- '
cuna ubbidienza. Ma nel suo presentarsi al Sinodo c’era anche l’accettazione della chiamata a rendere ragione del suo operato, il riconoscere alla chiesa il diritto di discutere delle scelte compiute nel
nome delTEvangelo.
Lo stesso attaccamento critico e
insieme appassionato alla sua chiesa, Tullio Vinay lo ha dimostrato
nell’intero arco della sua vita.
L’aver creato una «Comunità di
Agape» dall’intensa vita spirituale
non è stato per lui motivo per staccarsi da quella più ampia comunità
dei fratelli e delle sorelle che pure si
dimostrava talvolta piccina nelle
critiche e nel pettegolezzo negli anni della costruzione di Agape. Accettava il dibattito in Sinodo; accettava di prestare il cantiere di Agape
per realizzazioni più ecclesiastiche
(la costruzione della Casa delle diaconesse a Torre Pellice) della costruzione di frontiera del villaggio
ecumenico di Frali; fin da allora rivendicava per la Chiesa, e non solo
per una sua élite, la vocazione di
essere aperta al mondo nella sua testimonianzà, anziché arroccata nel- ^
la propria autodifesa minoritaria.
Lo stesso attaccamento ha dimostrato negli anni solitari dell’avventura del Servizio cristiano di
Riesi, nell’accettare di collegare la
novità del suo progetto di predicazione nella martoriata carrie del
Il pastore Vinay negli anni della costruzione del Servizio cristiano a Riesi
Sud al corpo di una vecchia chiesa
locale valdese. E accettava la sfida
di confrontarsi con chi lo accusava
di costruire cattedrali nel deserto o
con chi gli rimproverava, ancora e
sempre, di non prefiggersi mete
più vantaggiose per la chiesa e i
suoi singoli membri.
Lo stesso attaccamento ha dimostrato quando in una memorabile relazione al Sinodo del 1961
portò una ventata di vita, uno
squarcio di luce nel grigio diffuso.
Quel Sinodo fu indotto a nominare
una Commissione,ecclesiologica
che avrebbe dovuto tradurre in
proposte concrete le sue intuizioni
e che lavorò per pochi anni prima
di essere inghiottita nell’ordinaria
amministrazione.
In mezzo a delusioni, scontri,
incomprensioni, questo continuo
e difficile dialogo ha fatto sì che
Tullio Vinay non sia stato un profeta isolato. Se si fosse limitato a
rappresentare l’agape, di cui ha testimoniato per tutta la vita, con le
immagini di un bimbo denutrito
del Terzo Mondo, delle gabbie di
tigre dei prigionieri nel Vietnam o
di qualche altra ^fferenza da cui
sapeva far scaturire per contrasto
l’utopia del mondo nuovo di Cristo, se si fosse limitato a questo rifiutando o evitando le contraddizioni, i limiti, le sofferenze della
sua collocazione ecclesiastica, della sua personale esistenza, sarebbe rimasto isolato, ammirato forse
ma poco credibile. L’avere invece
vissuto l’appello incommensurabile dell’agape nella comunità dei
fratelli e delle sorelle, così deboli
spesso e nella carne e nello spirito,
l’aver mostrato concretamente
che l’agape non è mai fuga o evasione ma è incarnazione in unà
realtà da sopportare, all’interno
della quale si è chiamati a credere
e a sperare, ha fatto sì che Tullio
Vinay abbia avuto un seguito e abbia forgiato un paio di generazioni
di credenti evangelici e di tanti altri al di fuori di questa categoria.
Non lui come persona, per quanto
amato, ma quello che ha indicato
sia nella predicazione annunciata
che nella predicazione vissuta, ha
fatto di lui un maestro per migliaia
e migliaia di giovani che hanno
trovato così un orientamento di
servizio e un senso vocazionale
per la propria esistenza, nella
chiesa e fuori della chiesa.
Per questo in tanti lo abbiamo
seguito, spesso arrancando da
lontano, distanti da lui, ma traendo ciascuno nel suo campo, nella
sua via, un insegnamento di vita.
Prendiamo così commiato da lui
non con rimpianto o nostalgia del
nostro comune passato, ma con
riconoscenza per quanto la testimonianza dei veri maestri conti. nua a darci.
Cattolici francesi
Contestazioni per la
prossima visita del papa
Per protestare contro
la prossima visita del papa in Francia, centinaia
di cattolici romani hanno chiesto che il loro nome venisse tolto dai registri dei battesimi. I
membri di Vivere nel
presente, associazione liberale di Montpellier,
hanno fatto stampare
cartoline con il messaggio seguente: «Le sarei
grato/a di volere indicare sul registro dei battesimi, a fianco del mio
nome, la menzione seguente: “Ha rinnegato il
suo battesimo con lettera del (data)”. Infatti, le
mie convinzioni filosoftche non corrispondono
più a quelle delle persone che, in buona fede,
hanno ritenuto di dovermi fare battezzare».
Diverse associazioni
laiche ritengono che il
finanziamento pubblico
della visita papale sia in
contraddizione con la
Costituzione che, dal
1905, prevede la separazione della chiesa e dello
stato. La tappa a Reims
è la più controversa, in
quanto il papa celebrerà
una messa commemorativa per il 1500“ anniversario del battesimo
del re Clodoveo, che valse alla Francia il titolo di
«figlia primogenita della
Chiesa». (eni)
Gran Bretagna-Nord Europa
Accordo di comunione
fra anglicani e luterani
Il 1“ settembre scorso
ha avuto luogo a Trondheim (Norvegia) la firma storica dell’Accordo
di Porvoo sulla comunione tra le chiese anglicane e luterane di Gran
Bretagna e dell’Europa
del Nord. Oltre 1.000 fedeli, 25 vescovi e 5 arcivescovi hanno partecipato alla celebrazione
eucaristica nella cattedrale di Nidaros, la più
antica cattedrale della
Norvegia. Solo 9 chiese
hanno firmato ufficialmente l’accordo perché '
il vescovo della chiesa
luterana della Lituania
non era presente. Anche
la chiesa luterana della
Lettonia deve ancora dare la sua approvazione
ufficiale. D’altra parte, lo
scorso anno, i vescovi
della chiesa luterana della Danimarca avevano
dichiarato che non potevano firmare la dichiarazione ma desideravano
continuare a collaborare
strettamente con le chiese firmatarie. Le 9 chiese
firmatarie sono: la Chiesa d’Inghilterra, la Chiesa d’Irlanda, la Chiesa
del Gallés, la Chiesa di
Norvegiai la Chiesa luterana d’Estonia, la Chiesa
luterana di Finlandia, la
Chiesa di Svezia, la Chiesa episcopale di Scozia,
la Cltiesa d’Islanda. (eni)
SI È SVOLTO A ROMA IL FUNERALE DI
TULLIO VINAY. Mercoledì 4 settembre si è svolto il funerale del pastore
valdese Tullio Vinay. Nella chiesa valdese di piazza Cavour a Roma, gremi, ta di evangelici, amici e conoscenti, il
pastore Paolo Ricca ha tenuto la predicazione mentre la liturgia è stata
svolta dalla pastora Maria Bonafede.
Sul prossimo numero di questo settimanale saranno pubblicati diversi interventi che rievocheranno l'opera
del pastore Vinay.
GLI EVANGELICI NAPOLETANI A FIANCO DELLA FAMIGLIA DELLA BIMBA
SCOMPARSA. Si è svolta a Napoli una
manifestaziorie per reagire al clima di
diffidenza che si è venuta a creare nei
confronti della famiglia Celentano e
della comunità evangelica di cui fanno
parte dopo la scomparsa della piccola
Angela sul monte Faito il 10 agosto
scorso. L'antropologo Alfonso Maria Di
Nola ha affermato che «circola un antico odio contro la Riforma e gli evangelici. Se i genitori di Angela fossero
stati cattolici non sarebbe stato sollevato nessun dubbio sui fedeli della
parrocchia di famiglia». (p. 76)
2
PAG. 2 RIFORMA
All’Ascolto Della Parola
CARI fratelli e sorelle, nel
corso di questo culto
quattro persone saranno
consacrate al ministero pastorale. Non succede tutti i
Sinodi in una piccola chiesa
come la nostra, ma succede!
Come mai? Come mai succede in un tempo come il nostro, così drammaticamente
segnato da una secolarizzazione diffusa e, per di più, in
un tempo in cui il cristianesimo non sta vivendo, almeno
in Europa, un’ora particolarmente gloriosa della sua storia? Come mai succede ancora e sempre^di nuovo che
qualcuno voglia diventare
pastore o pastora, malgrado
non solo le difficoltà esterne
ora evocate, ma le grosse difficoltà interne al ministero
pastorale stesso, e che conosciamo bene: c’è anzitutto e
soprattutto un indubbio disagio pastorale, che recentemente mi è stato bene illustrato da un amico di una
chiesa estera che mi diceva:
«Un tempo cercavamo i pastori che andassero bene per
le chiese: oggi dobbiamo cercare le chiese che vanno bene per i pastori».
Ma oltre al disagio pastorale, c’è anche, incombente, la
disoccupazione o sottooccupazione pastorale, dovuta
certo al calo delle risorse finanziarie ma anche, non nascondiamocelo, al calo delle
presenze, cioè al fenomeno
innegabile dell’erosione numerica delle chiese cristiane
storiche, compresa la nostra.
Finora nessuno è riuscito a
bloccarlo, e se dovesse continuare dovremo prepararci a
un capovolgimento di situazione: mentre Gesù, vedendo
le folle del suo tempo, ne parlava come di «pecore senza
pastore», noi dovremo: forse
presto, cominciare a parlare
di «pastori senza pecore».
Ma appunto la domanda è:
come mai, benché le difficoltà e i problemi aumentino,
c’è ancora e sempre di nuovo
qualcuno che vuole fare il pastore? È a questa domanda,
elementare ma non banale,
che ovviamente si prolunga
nell’altra: che cos’è, in fin dei
conti, un pastore?, che intendiamo rispondere. La risposta, una delle tante che la
Bibbia offre, la troviamo in
un passo della I Lettera di
Paolo ai Corinzi, di cui Calvino dice che «ci insegna che
cosa comporta e implica il
ministero pastorale».
«Necessità me n'è
imposta»
Ecco l’inizio della risposta:'c’è una «necessità»
dice l’apostolo Paolo, non la
nefcessità di pastori ma la necessità che crea i pastori. Essa «è imposta» precisa Paolo.
Imposta da chi? Dalla chiesa?
Mai e poi mai, la chiesa si
guarda bene dall’imporre
niente a nessuno in questo
campo. Dalla società? Meno
ancora: la società ritiene che i
pastori siano superflui, un
CHE COS'È UN PASTORE?
A questa domanda risponde la prima Lettera ai Corinzi di cui Calvino
dice che «ci insegna che cosa comporta e implica il ministero pastorale»
PAOLO RICCA
lusso per anime delicate, una
funzione sociale del tutto
marginale.
Ma allora da chi ? Bisognerebbe avere molto tempo da
dedicare alla parola che qui
l’apostolo Paolo adopera e
che la nostra Bibbia traduce
con «necessità». Questa parola è anànke, una parola molto
forte, di cui i greci avevano
quasi prfura. Significa Fato
con la f maiuscola. Destino
con la d maiuscola. È la protagonista della tragedia greca.
È la forza più grande che esista: non solo gli uomini ma
anche gli dèi le sono sottoposti. Ecco, dice l’apostolo Paolo, anch’io sono sottoposto a
una forza più forte di tutto e
di tutti, più forte (dico un paradosso) anche di Dio stesso,
anch’io sono sottoposto a un
Destino, e questo Destino è
l’Evangelo stesso! L’Evangelo
è diventato il mio destino: ecco perché predico, perché
l’Evangelo è entrato nella mia
vita come una forza più forte
di tutte le mie obiezioni, esitazioni e resistenze: non sono
più io che comando, è l’Evangelo che comanda: non sono
più io che decido il mio destino, è l’Evangelo che è diventato il mio destino.
«Guai a me
se non evangelizzo»
N ON lo posso proprio fare
- di non evangelizzare sarebbe come rinnegare me
stesso, come spegnere la mia
vita, un vero suicidio spirituale. «Guai a me se non evangelizzo». Ma guai anche a te,
chiesa di Corinto, chiesa valdese, chiesa di Roma, guai
anche a te se Paolo non predica e l’Evangelo non ti arriva, perché senza Evangelo
non hai nulla e non sei nulla,
la tua fede è solo un dubbio, il
tuo amore un fuoco spento e
la tua speranza si ferma sulla
soglie di questa vita. Guai anche a te, chiesa di tutti i tempi
e di tutte le confessioni, se
non c’è chi ti evangelizzi, perché una chiesa senza Evangelo, per dirla con Lutero, è «come un corpo senz’anima, una
botte senza vino, un portamonete senza soldi, un’immagine senza realtà, una lettera senza Spirito, una guaina
senza coltello».
Guai alla chiesa, se non
viene continuamente evangelizzata, ma guai anche alla
società in cui essa vive, che
viene defraudata di una parola di cui ha tanto più bisogno quanto più è convinta di
non averne alcun bisogno,
una parola che potrebbe guarire molte delle sue piaghe.
«Perchóse evangelizzo, non debbo vantarmi,
poiché necessità me n ’è imposta; e guai a me,
se non evangelizzo! Se lo faccio volenterosamente,
ne ho ricompensa; ma se non lo faccio
volenterosamente è sempre un ’amministrazione
che mi è affidata. Qual è dunque'la mia ricompensa?
Questa, che annunziando il vangelo,
io offra il vangelo gratuitamente, senza valermi del
diritto che il vangelo mi dà.
Poiché, pur essendo libero da tutti, mi sono fatto
servo di tutti, per guadagnarne il maggior numero;
con i Giudei, mi sono fatto giudeo, per guadagnare
i Giudei; con quelli che sono sotto la legge, mi sono
fatto come uno che è sotto la legge (benché io stesso
non sia sottoposto alla legge), per guadagnare quelli
che sono sotto la legge; con quelli che sono senza
legge, mi sono fatto come se fossi senza legge
(pur non essendo senza la legge di Cristo),
per guadagnare quelli che sono senza legge.
Con i imboli mi sono fatto debole, per guadagnare
i deboli; mi sono fatto ogni cosa a tutti, per salvarne
ad ogni modo alcuni. E faccio tutto per il vangelo,
alfine di esserne partecipe insieme ad altri»
(I Corinzi 9,16-23)
Guai a me se non predico I’
Evangelo, ma guai anche a te
se non lo senti predicare,
guai a noi tutti, costretti a vivere senz^ la Parola della vita, costretti a nutrirci senza il
Pane della vita, costretti a bere senza l’Acqua della vita.
L’assenza dell’Evangelo è il
più grande guaio che possa
capitare al mondo.
Ma come può succedere
che io, pastore, non predichi
l’Evangelo? Succede in molti
modi. Succede quando pur
con tutta la mia teologia, non
riesco a afferrare l’Evangelo di
un testo. Non lo afferro e non
ne sono afferrato. Dico molte
parole, senza annunciare nulla. C'è il discorso, ma non c’è
il messaggio. Io parlo, ma Dio
tace. Oppure succede - che io
non predichi l’Evangelo quando, pur avendolo afferI rato, non oso predicarlo così
, com’è, quasi me ne vergogno
e allora lo annacquo, lo addomestico, lo ridimensiono fino
a farlo coincidere con le convinzioni che già avevo, per cui
I non è l’Evangelo che diventa
i la mia convinzione ma sono
le mie convinzioni che diventano l’Evangelo.
Oppure succede - che io
non predichi l’Evangelo quando, pur avendolo capito,
lo tengo a distanza, non mi
identifico veramente con esso, non mi si impone come
una necessità ma resta una
possibilità. Non è veramente
diventato il mio destino.
In questi e altri modi può
succedere che io non predichi l’Evangelo. Ma se invece
lo predico, se risuóna questa
parola divina che riesce a
cambiare quello che nessuna
forza al mondo è mai riuscita
a cambiare, e cioè il cuore
dell’uomo allora, che benedizione! Non c’è benedizione
più grande, non c’è beneficio
maggiore e non c’è neppure
bisogno di tutto l’Evangelo.
Basta un frammento di Evangelo, come diceva ieri Gabriella nell’esame di fede.
Come un raggio di luce, per
quanto sottile, basta a rompere l’oscurità e rischiarare
una stanza, così basta un
frammento di Pasqua, una
scintilla del fuoco di Pentecoste, una piccola parola di
Dio, per cambiare una vita,
per cambiare la tua vita, per
cambiare ogni vita.
L'Evangelo
è il nòstro destino
JgCCO dunque spiegato
perché, malgrado tutti i
problemi e le difficoltà, ci sono ancora e sempre di nuovo
pastori: per la stessa ragione
per cui c’è stato un apostolo
Paolo, e cioè perché l’Evangelo è diventato il loro destino, e non possono fare altrimenti. Ma questa è la stessa,
identica ragione per cui ci sono ancora e sempre di nuovo
dei cristiani, cioè persone cui
è capitato' qualcosa di simile
a quello che è capitato all’
apostolo Paolo. Ciascuno,
certo, lo vive e lo esprime diversamente. Forse nessuno
di noi adopererebbe le stesse
parole dell’apostolo Paolo.
Ma l’esperienza, fondamentalmente, è la stessa. Geremia
la descrive così: «Tu mi hai
persuaso ed io mi sono lasciato persuadere; mi hai fatto
forza, e hai vinto» (Ger. 20, 7).
Camminavo tranquillamente
come tutti, e tu mi hai tagliato la strada. Non ti conoscevo
ancora, ma tu mi conoscevi
già. Non eri. ancora nessuno
per me, ma io ero già qualcuno per te. A lungo mi sembrava che tu non ci fossi, ma
un giorno ti sei fatto vivo e le
cose sono cambiate. Prima
ero forte io, adesso sei forte
tu. Prima vincevo io, ora vinci tu. Prima avevo ragione io.
ora hai ragione tu. Prima ero
liberò da te, ora non mi posso più liberare di te. Ormai
siamo legati per sempre. Siamo diventati un solò destino.
Non è forse questa la nostra storia? Geremia parla di
Dio, Paolo parla di Evangelo,
ma è la stessa cosa. Dio è il
Dio dell’Evangelo. L’Evangelo è l’Evangelo di Dio. Sì, è
proprio questa la nostra storia, ed è questa la ragione per
cui oggi siamo qui: è che abbiamo lo stesso destino.
I due cardini
della vita cristiana
Eche cosa c’è in questo de
:.....................
Stino di credenti e di pastori? Se il nostro destino comune è l’Evangelo, che cosa
c’è dentro questo Evangelo?
Secondo il nostro testo, ci sono due cose: libertà (w. 1718) e amore (w. 19-23). Sono
i due cardini della vita cristia
na, e i due fuochi del ministero pastorale. Vediamole più
da vicino.
La libertà
L'amore
E poi l’amore. Anche qui
Paolo stupisce perché
non pronuncia la parola (come farà al capitolo 13 nell’
«inno all’amore»), ma descrive la cosa, cioè l’amore in
azione. E lo descrive così:
«Farsi ogni cosa a tutti» (v.
22): ebreo con gli ebrei, pagano con i pagani, buddista
con i buddisti, musulmano
con i musulmani, ateo con
gli atei, e così via. Un programma da togliere il fiato.
Amare è diventare come l’altro. Non dice: diventare l’altro, perché allora non sei più
te stesso. Dice: diventare come l’altro: resti te stesso, ma
un altro te stesso, un te stesso come l’altro. È difficilissimo, fratelli e sorelle. Non so
a dire il vero se lo stesso apostolo Paolo ci sia davvero riuscito. Solo Dio è stato capace
di diventare come noi, anzi
uno di noi: essendo Dio s’è
fatto uomo, essendo Signore
si è fatto servo, essendo primo è diventatq ultimo, essendo ricco si è fatto povero.
Diventare come l’altro, è una
cosa da Dio più che da uomo. Noi infatti tendiamo
istintivamente a fare il contrario: non diventare noi come gli altri ma far diventare
gli altri come noi. L’abbiamo
fatto nelle missioni, l’abbiamo fatto anche nella nostra
evangelizzazione in Italia.
Non c’è da scandalizzarci, è
normale che sia così, è molto, troppo umano. Ma qui
Paolo ci indica un’altra via,
non normale ma eccezionar
le, non umana ma divina.
È la via dell’amore intesa
come via del diventare comp
l’altro fi—®
La libertà, anzitutto. Ora,
1
la Bibbia parla continuamente di libertà, quasi in
ogni pagina. Forse non c’è
nessuna parola che ci è più
familiare, non solo come cittadini ma anche e anzitutto
come credenti. Lutero ha
scritto La libertà del cristiano.
Hegel ha detto, come sappiamo, che il protestantesimo è
la religione della libertà. Libertà è dunque parola amatissima e realtà preziosissima. Ma forse ci sono delle
libertà che non conosciamo
ancora, che non abbiamo
ancora imparato. Qui, per esempio, Paolo parla di libertà
in termini inconsueti, ai quali
non siamo tanto abituati. Egli
afferma che per lui essere libero significa saper rinunciare al suo diritto a essere pagato dai Corinzi per il suo
servizio di apostolo (l’operaio è degno della sua mercede, aveva detto Gesù), e offrire ai Corinzi l’Evangelo gratuitamente. Ecco che cos’è
qui libertà: essa è gratuità.
Essere liberi significa praticare la gratuità. Certo, dobbiamo tutti vivere, dobbiamo
tutti guadagnare, ma restano
ampi spazi in cui possiamo
esercitare la gratuità. Dobbiamo occuparli tutti e allargarli ancora. Più libertà significa più gratuità. Ecco un
bell’Evangelo in un mondo
dominato dal mercato e caratterizzato dalla sistematica
mercificazione di tutto, persone comprese. Ed ecco un
bel conteriuto della vita cristiana e dell’azione pastorale. Evangelo vuol dire libertà
e libertà vuol dire gratuità.
L’aveva già detto Gesù: «Gratuitamente avete ricevuto,
gratuitamente date». Evangelizzare significa moltiplicare
gli spazi di gratuità nella
chiesa e nella società.
Amare significa non
essere più gli stessi, saper»
lasciar cambiare non solo da
Dio ma anche dall’altro. È un
grande mistero, un mistero
dell’essere, del tuo nuovo essere. Amare non è solo un
nuovo fare ma un nuovo essere. Non è solo un pellegri
naggio verso l’altro ma an
che un pellegrinaggio verso
te stesso. Aprirsi non solo
fuori ma dentro. Aprire non
solo le tue braccia ma la tua
anima. Non indossare la tua
identità come una corazza
ma liberarsi della corazza come Davide si liberò della corazza di Saul. Vivere l’identità come il punto luminoso
del nostro incontro con il
Dio vivente e con il prossimo
concreto. Ecco la via dell'
amore: un doppio pellegrinaggio, verso l’altro e verso
me stesso. Diventare come
l’altro, non l’altro come me.
Sono sempre me stesso,
non sono più lo stesso.
ma
Farsi ogni cosa a tutti
Qualcuno, impaurito,,
penserà: «Ma qui finisce
che non siamo più nessuno
a forza di diventare come
tutti, siamo solo dei camaleonti che si mimetizzano di
volta in volta con il prossimo
di turno». No, no, fratelli e
sorelle, non siamo camaleonti, siamo uomini e donne che stanno cercando di
imparare che cosa significa
amare, che stanno cercando
di intraprendere il doppio
pellegrinaggio dell’amore,
verso l’altro e verso noi stessi. Solo l’amore trova la via
verso il prossimo, sa avvicinarsi a lui con umiltà e riverenza, sa entrare senza violenza nel suo mondo per co-,
noscerlo e cercare di capirlo,
‘ e poi vedere come, in quel T
contesto, l’Evangelo può di *
ventare per l’altro la Parok,
che libera, che salva e che|
consola. Perché l’Evangelo èì
uno, ma i contesti sono tanti)
e tanto diversi, perciò saranno diverse anche le forme
della comunicazione.
I^cco dunque la via dell’amore: farsi ogni cosa a tutti,
diventare come l’altro che mi
fa diventare altro per potere con l’altro condividerei
l’unico Evangelo per tutti. E
davvero un bell’Evangelo,
questo, per la nostra società
multietnica che è anche multighettizzata. Un bel programma di vita cristiana e di
lavoro pastorale. Forse dobbiamo ancora cominciare ad amare così. Abbiamo
già amato, ma in altro modo,
Dio ci ha rivelato oggi un
nuovo modo di amare.
«Fratello, sorella come sta
il tuo cuore?» amava chiedere Tholuck, il padre del Risveglio tedesco. Spero che il
' tuo cuore stia bene, adesso
che sai che anche per te non
c’è altro destino che l’Evangelo, e sai che questo significa libertà e amore: libertà come gratuità, amore come
doppio pellegrinaggio verso
l’altro e verso te stesso. Sì, «
tuo cuore deve stare molto
bene se, avendo udito queste
cose, le ricevi e le vivi.
Spero che stia bene anche
il tuo cuore, Gabriella, e il vostro cuore. Franco, Luca e
Lorenzo, voi che siete qui.
come del resto noi, perche
l’Evangelo è diventato il vostro destino e volete viverlo
in quella gloriosa libertà dei
figli e delle figlie di Dio, che
appunto la libertà di amare.
Tra poco vi saranno impO'
ste le mani. «Necessità /ne
è imposta». È lo stesso verWL’imposizione delle mani ^
anche il segno di quella necessità, segno deH’Evangei
come vostro'e nostro destino.
Un bel destino, il
un bel destino, il nostro, t
dio vi conceda e ci conce
di viverlo fino in fondo e ti ,
alla fine. Amen '
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PAG. 3 RIFORMA
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CI sono molti modi per capire un Sinodo. Chi lo vedesse, assistendo ai dibattiti
per la prima volta, forse sarebbe stupito per l’assenza di
solennità. In un momento di
grande tensmne, lì dove appare la miseria di una delle nostre situazioni umane
(dove si mostrano le cose che
non si dovrebbero mostrare), scoppia airimprovviso
; una grande risata generale:
sono gli ospiti stranieri sti. molati da un traduttore che
non riesce a trattenersi e
{vuole sdrammatizzare. In un
'.. bellissimo intervento rivolto
arsinodali, un altro delegato.estero fa riferimento alla
serata su Graz, con tanto di
rappresentanze ufficiali (i segretari della Kek e del Ccee
che portano la responsabilità
del lavoro in tutta Europa),
parlando del pipistrello che
volava sopra le nostre teste e
che cercava di distogliere 1’
attenzione degli ascoltatori.
Riferendo della tragica situazione sudamericana, il
deputato Hugo Malan, che
per anni è stato moderatore
¡nella zona del Rio de la Piata,
interrompe il suo discorso e
comincia a cantare. Un altro
; -ospite illustre, questa volta
dagli Stati Uniti, prima di cominciaii'e a parlare fa schierare tutti i responsabili italiani
I presenti (il moderatore, il
/presidente deH’Opcemi, il
presidente dell’Ucebi, il presidente della Federazione .
delle chiese evangeliche in
Itaba) e li fa stare lì, in attesa,
¿davanti a tutto il Sinodo che
ipetta curioso, prima di dar
.i i^ioro una copia del testo me•/^morabile di Martin Luther
jising dal carcere: perché non
si dimentichi e perché si possaàndare avanti. Così il Sino;^ -do lavora, tra il sogno e la galera, riflettendo delle cose
■grandi che ci sovrastano ma
. »cercando di farlo senza darsi
'troppa importanza.
Ogni anno alcune parole
sono buttate nella discussione e servono ad orientare il
dibattito. Così neH’ultimo Sinodo. fin dalla predicazione
del culto iniziale, la necessità
- guai a me se non evange,lizzo..,»); poi ripetuto con insistenza, il desiderio («non
tee perché sei costretto, ma
perché desideri farlo!») e il
cammino, cioè la consapevolezza di essere insieme su un
percorso che va valutato attentamente e che non è finito
^(qualcuno, più emotivo, ha
parlato invece di un ballo:
- «Siamo tutti insieme in un
o^lo e dobbiamo ballare, anione se non sempre ci piacefanno le forme»).
Come un fiume, che ha
momenti dì piena e momenti di magra, anche quest’anno il Sinodo ha avuto i suoi
momenti forti, che si ricorderanno: il tema dell’ecumenismo (con la bella serata di
informazione sull’Assemblea
di Graz del giugno del ’97, la
discussione sul giubileo e sul
documento comune sui matrimoni interconfessionali),
la discussione sul lavoro
dell’Opcemi (affrontata con
animo aperto e spirito fraterno in un clima di grapde attenzione reciproca),.ma anche la bella sfida su argomenti come la diaconia, il lavoro della Facoltà di teologia, il Centro per incontri di
Ecumene, i nostri rapporti
con le chiese delì’area latinoamericana. Momento forte anche, e da indicare a parte, quell.0 dell’accoglienza
delia Chiesa riformata di
Portici e della Chiesa metodista coreana di Roma.
Chi ha seguito tutto il Sinodo sa che ci sono stati anche
momenti molto deboli, di
grande tensione, dove il confronto era quasi impossibile e
si parlavano lingue diverse
(penso in particolare alla sera
della discussione sui lavoro
delle radio evangeliche). Il Sinodo non può che riflettere lo
stato d’animo con il quale ci
muoviamo durante l’anno, le
nostre carenze, la nostra
mancanza di serenità e di
speranza; ma in momenti
bassi il disagio è grande e non
è facile trovare le parole e i
modi d’azione, le decisioni.
Tanto più quindi è stato significativo il fatto di essere
riusciti a scrivere una lettera
sulla situazione italiana «ai
membri delle chiese evangeliche valdesi e metodiste e a
tutti coloro che, vivendo in
Italia, cercano la verità»;
«Perché siamo di fronte a una
situazione grave sentiamo
necessario e urgente rivolgere a noi stessi e a tutto il nostro popolo un pressante appello al ravvedimento e al
dialogo».
Il Sinodo finisce ma di solito lascia delle proposte di lavoro per le chiese per tutto
l’anno che abbiamo davanti.
Tra la documentazione trasmessa ci piace segnalare la
bozza di documento sinodale
sull’ecumenismo (nella parte
che riguarda il nostro rapporto con il cattolicesimo romano), il documento sui problemi connessi all’interruzione
volontaria delia gravidanza e
la dichiarazione di Bratislava
(Verso una visione della diaconia in Europa). Possiamo
rimetterci al lavoro.
Il discorso conclusivo del moderatore della Tavola valdese
^ i '
Le chiese siano sentinelle vigili e impegnate nella società
GIANNI ROSTAN
Devo anzitutto un ringraziamento al Sinodo, per
aver rinnovato la sua fiducia
non solo a me personalmente ma alla Tavola nel suo insieme. Non solo per questo,
naturalmente ma anche, o
meglio soprattutto, per l’atmosfera che abbiamo percepito durante i lavori, spesso
intensi e impegnativi. Atmo-'
sfera di solidarietà, di stimolo
ma anche di aiuto, di supporto al nostro lavoro, di corhprensione per le difficoltà
che si incontrano. E anche
per averci dato gli strumenti
di cui avevamo bisogno per
proseguire nel nostro lavoro.
Questo è avvenuto anche per
la collaborazione della Commissione di esam'e, che dice
di preferire il «poco ma buono» (che poi in realtà è stato «molto e buono»), per la
quantità di utili consigli che
sono nari dalla discussione.
E parliamo ora di quello
che ci sta davanti, dell’anno
prossimo. Il pastore Frank G.
Gibson, nel salutarci Taltro
giorno andando in emeritazione, ci ha consegnato copia
del discorso di Martin Luther
King dalla prigione di Birmingham, Alabama, il famoso discórso dei «sogni». E allora,
anche perché nel nostro Sinodo abbiamo parlato spesso
di «desideri», vorrei esprimere i miei sogni, i miei desideri,
per questo nuovo anno che si
apre davanti q nii.
Vorrei che le nostre chiese
fossero come un pungolo
i nelle loro città, sentinelEe vigili e nello stesso tempo impegnate, propositive, un luogo ove i nostri giovani possano ritrovarsi a loro agio.
Sogno dei rapporti ecumenici con le nostre sorelle e i
nostri fratelli ortodossi e cattolici, aperti e senza paure,
taglienti quando debba servire alla chiarezza e ad evitare
equivoci, e nello stesso tempo fraterni.
Sogno una Commissione
sinodale per la diaconia for
te, professionale, ove il meglio dei nostri diaconi e dei
nostri laici possa esprimere
la sua vocazione al servizio
nella chiesa. Persone capaci
di gestire una grossa impresa
come quella che stiamo realizzando.
Sogno una Facoltà di teologia non solo alle più alte vette
accademiche, ma capace di
ispirare nei giovani e nelle
giovani che la frequentano la
passione del ministero pastorale. In Sinodo abbiamo spesso parlato di pastori «pimpanti»; ecco, la Facoltà ci dia
pastore e pastori «pimpanti».
Sogno delle chiese metodiste forti, senza soverchianti
problemi finanziari, tornate
alla loro caratteristica migliore: evangelizzare nella società, nel nostro paese. Insomma, sogno dei metodisti
che siano metodisti.
Ancora sogno dei predicatori locali capaci di assumere
la responsabilità di una chiesa, seppur piccola. Che siano
ancora migliori predicatori.
che siano ancor migliori teologi.
Sogno degli strumenti culturali, giornali, radio, riviste
professionalmente aggiornati
al meglio di quello che esiste
oggi, sostenuti da tutti i nò,stri membri di chiesa, e capaci di parlare ai nostro paese.
E infine sogno un"«otfo per
mille» chiaro, senza compromessi, trasparente, ove il sì
sia sì e il no sia no, ma sempre nella piena consapevolezza dei sì é dei no,.e del perché
un sì o un no sono tali.
Vorrei, concludere rileggendo due frasi della lettera
di Martin Luther King; «il
giudizio, la guida, la grazia di
Dio sono sopra e con la nostra chiesa come mai prirha
di oggi»; e ancora: «Io sogno
che la chiesa, nel suo essere
insieme, tutti insieme, sappia affrontare e vincere le sfide decisive di questo nostro
tempo».
Con la stessa certezza e con
la stessa speranza saluto tutti
voi, a nome della Tavola.
Una valutazione del presidente dell'Unione delle chiese battiste
Battisti, metodisti, valdesi: diversi rami di una sola famiglia
RENATO MAIOCCHI
“ewtodi
apertura
E sorprendente, e al tempo
stesso naturale, che il Sinodo valdese e l’Assemblea
generale dell’Ucebi si siano
trovati, nello stesso anno, ad
affrontare gli stessi temi cruciali: il ministerio pastorale,
stretto fra il numero insufficiente di pastori in servizio e
le difficoltà oggettive e soggettive che ne ostacolano la
mobiIità;Ta gestione delle
opere diaconali, che normative sempre più stringenti
impongono di ricondurre a
un organo centrale, in grado
di attivare le professionalità,
le consulenze, i servizi che
singolarmente ciascuna non
si può permettere, cercando
però di salvaguardare la loro
autonomia nella misura
massima compatibile con le
nuove esigenze; l’ecumenismo, il giubileo cattolico, il
terzo millennio; e poi le finanze, il patrimonio, le contribuzioni...
Una volta ancora mi è sembrato di far visita a un altro
ramo dellà stessa famiglia, e
ho riassunto i sentimenti di
vicinanza e di empatia che
ho provato nell’espressione
«nostalgia del futuro»: un fu^
turo nel quale si moltiplichino i luoghi e le occasioni in
cui possiamo discutere e affrontare insieme i problemi
comuni che ancora affrontiamo separati, mettendo a confronto per reciproco arricchimento le soluzioni che le nostre diverse storie e il nostro
diverso approccio ci spingono ad esplorare.
Sui problemi del ministerio pastorale, per esempio,
penso in tutta fraternità che
la mozione votata dal Sinodo
non abbia lo stesso orizzonte
della mozione votata dall’Assemblea battista. Non solo e
non tanto perché quest’ultima ha varato criteri fortemente innovativi circa la distribuzione delle scarse forzé
pastorali sul territorio, ma
perché ha identificato questo
problema come un aspetto
di una ben più profonda crisi
dell’identità, del ruolo, del
rapporto con le chiese, di cui
a nostro parere soffre il ministerio. Qualche eco di questa
dimensione del problema è
risuonata anche in Sinodo,
ma non ha trovato posto, mi
sembra, nella mozione votata. Inoltre, tale mozione rinvia il problema soprattutto af
corpo pastorale mentre l’Assemblea battista ha indicato
un'itinerario di riflessione
che deve coinvolgere le chiese e tutte le istanze dell’
Unione. Non c’è, secondo
noi (ma la stessa cosa è stata
autorevolmente affermata
anche in Sinodo) un problema del tipo di ministerio pastorale da reinventare per il
nostro futuro disgiunto dal
modo di essere chiesa, che
pure dobbiamo reinventare
per questo stesso futuro.
Non è forse qdesto un campo nel quale vai la pena di
unire i nostri sfpfzi?
Vi sono poi temi che formalmente riguardano solo
valdesi e metodisti, come la
Claudiana e la Facoltà di teologia, ma per i quali l’anno
scorso abbiamo aperto la
strada verso la loro trasformazione in strumenti comuni. Vorrei ripetere qùi ciò che
ho detto al Sinodo: io sogno
che uri giorno, coáí come la
Chiesa valdese, conservando
questo suo nome, che è storia e patrimonio di tutti in
quanto protestanti italiani, è
diventata «Unione delle chiese valdesi e metodiste», la
Claudiana e la Facoltà valdese, conservando il loro nome,
possano diventare rispettivamente casa, editrice e Facoltà
di teologia delle chiese valdesi, battiste e metodiste.
Infine, vorrei dire una parola di fraterna simpatia e di
incoraggiamento alla componente metodista, per le grosse difficoltà che si trova a affrontare, per certi versi analoghe alle nostre. Salvaguardare la vitalità di questa componente e il suo contributo ^
alla vocazione comune delle
chiese Bmv è di fondamenta- ^
le importanza per l’unità nella diversità che siamo impegnati a costruire.
4
“U- . PAG. 4
RIFORMA
VENERDÌ 13 SETTEMBRE iqtk '
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Verso l'Assemblea ecumenica europea di Graz del giugno 1997
Il nostro continente sarà la casa comune di tutti in cui si condividono lavoro, dignità
e libertàì Bisogna riconciliare le memorie dei popoli, delle fedi e delle chiese
PiCRA ECIDI
IN quello che si può definire oggi «processo conciliare», già invocato negli anni
’30 da Bonhoeffer, già praticato alla fine degli anni ’40
daU’indimenticabile Tullio
Vinay nella costruzione del
centro ecumenico di Agape,
tappa significativa della riconciliazione tra i pòpoli che
si erano dilaniati nella guerra
mondiale, il Sinodo valdese e
metodista di quest’anno ha
segnato un momento di grande importanza. Con grande
rilievo, nella prima delle serate previste nell’ambito dei
suoi lavori, si è svolta una tavola rotonda dedicata al tema della riconciliazione, in
vista della seconda Assemblea ecumenica europea che
Si svolgerà dal 23 al 29 giugno
del 1997 a Graz, in Austria.
L’Asseiriblea, che avviene dopo quella di Basilea del 1989,
è stata convocata congiuntamente dalla Conferenza delle
chiese europee (Kek, l’organismo che riunisce le chiese
protestanti, anglicane e ortodosse dell’Est e delL’Ovesti e
dell Consiglio delle conferenze episcopali europee {Ccee,
l’organismo analogo in campo cattolico romano).
Riconciliazione: dono di
Dio e sorgente di vita nuova:
questo per esteso il tema dell’
Assemblea ‘di Graz, che già
vede in camminò molte comunità cristiane. E a Torre
Pellice i deputati e gli invitati
del Sinodo hanno ascoltato i
relatori: di parte protestante,
nelle persone di Jean Fischer,
segretario generale della Kek,
e Paolo Ricca, decano della
Facoltà valdese di Roma, e
per i cattolici di don Aldo
Giordano, segretario generale
del Ccee. Moderava la tavola
rotonda Maria Sbaffi Girardet. Se si può osare una definizione, infatti, questo del
1996 potrà essere ricordato
come il Sinodo delTecumenismo: la serata su Graz, aperta
dal moderatore della Tavola
valdese Gianni Rostan, ha visto alla fine il saluto del presidente del Segretariato per
l’ecumenismo e il dialogo
della Cei, monsignor Giuseppe Chiaretti che, parlando a
braccio, si è detto «grato e
commosso» per l’invito: «La
mia presenza - ha detto - in- '
dica la svolta ecumenica che
è avvenuta nella coscienza
del cattolicesimo italiano;
Tawentura ecumenica è più
grande di noi perché è l’avventura dello Spirito: dobbiamo rischiare questa avventura, ne va della nostra credibilità di cristiani. 11 cammino
ecumenico è irto di difficoltà:
la speranza canta nel cuore e
fa buona la strada».
Perché un'Assemblea ecumenica europea? Sette anni
fa, a Basilea, aveva avuto luogo la prima Assemblea su
«Pace nella giustizia», che vide migliaia di delegati, donne, giovani, nei giorni seguenti la Pentecoste dell’89,
quando i cambiamenti nell’
Europa dell’Est non erano
ancora prevedibili. «A Basilea
- ha detto Jean Fischer - avevamo il sogno di un’Europa
che potesse essere la casa comune di tutti, un'Europa in
cui condividere pane e lavoro, che fosse accogliente e
senza razzismo. La caduta
del muro di Berlino ha suscitato grandi speranze, ma oggi i
dobbiamo riconoscere che le ì
barriere che ci separano sono !
ancora aumentate in questi |
anni. E anche la guerra è ri- I
tornata: l’ex Jugoslavia, Tirlanda, Cipro, il Caucaso. In
molti paesi le tensioni fra le i
diverse comunità religiose, '
Jean Fischer (a destra) e Aldo Giordano, segretario del Ccee, nel
corso della conferènza stampa
un tempo accomunate dalla
persecuzione, sono diventate
più forti. L’ideologia del mervcato, nel crollo delle altre
ideologie, è Tunica che ci viene imposta: in realtà, lé forze,
che determinano la nostra situazione sono le forze internazionali dell’economia, della finanza, della tecnologia, é
in questa situazione siamo
indotti a cercare quello che è
i favorevole a noi. Il movimento ecumenico deve aiutare le
chiese a recuperare la loro
vocazione: il tema della riconciliazione è stato scelto
proprio come una provocazione per le chiese».
Don Aldo Giordano, segretario generale del Ccee, ha affermato che la sfida di oggi è
quella di «uscire da una cultura dualista, che è incapace
di far convivere unità e diver: sità, unità e pluralismo, libertà e verità: per cui ad
esempio chi pensa'di avere
una verità forte rischia di imporla agli altri. Graz sarà una
tappa simbolica del cammino ecumenico, della ricerca
comune per cui le diversità
possano diventare un dono
gli uni. per gli altri. Graz vuol
essere prima di tutto un incontro fra cristiani: ripartiamo dalTEvangelo, andiamo
ad imparare dalTunica “cattedra” da cui dobbiamo andare a imparare, Gesù Cristo,
vero uomo e vero Dio, crocifisso e risorto. Bisogna sorpassare l’interesse per il potere, ritornare a quelTunica
cattedra che è Gesù Cristo,
attuare il suo sogno che “tutti
siano uno”». A Graz ci saranno 700 delegati delle chiese
europee, rappresentanti di
altre religioni, di altri continenti, e il «popolo di Dio». «E
speriamo che ci siano i giovani! - ha concluso don Aldo
Giordano -. Non so dove ci
porterà il cammino ecumenico, ma so che sulla barca
ecumenica dobbiamo starci:
non so dove va la barca.'ma
qualcuno lo sa».
Temi principali dell’Assemblea sono: la ricerca
dell’unità visibile tra le chiese: il dialogo con le religioni e
, le culture: l’impegno per la
giustizia sociale e per ogni
forma di emarginazione e di
discriminazione; impegno
per la riconciliazione nei e tra
i popoli e per forme pacifiche
di risoluzione dei conflitti;
nuova responsabilità ecologica, particolarmente in considerazione delle generazioni
future; ricerca di un giusto
equilibrio con le altre regioni
del mondo. «L’Europa chiede
riconciliazione» dicono gli
organizzatori' riconciliazione
dell’uomo con Dio, dopo tanta sofferenza nel nostro secolo; riconciliazione delle chiese tra di loro, dopo tanta discordia e divisioni nella storia; riconciliazione degli uomini e dei popoli dopo tanta
ostilità, guerre, stermini e ingiustizie: riconciliazione con
la natura, che possiede il pro
prio diritto alla vita. «11 tema
della riconciliazione costituisce un’enorme sfida per la
credibilità delle chiese - ha
notato il prof. Paolo Ricca, ultimo relatore della serata perché noi non ci siamo riconciliati; andiamo a Graz
non riconciliati, i primi trasgressori delTEvangelo della
riconciliazione siamo noi. C’è
una novità assoluta del tema,
da mozzare il fiato: non co‘ nosco nessun’altra assemblea ecumenica che ha avuto
il coraggio di tematizzare la
riconciliazione, al tempo
stesso senza riconciliarsi.
Dobbiamo avere coscienza
che stiamo scrivendo una pagina nuova». Riferendosi alle
divisioni, del passato cristiano, Ricca ha affermato che
occorre «riconciliare la memoria»; «Una delle sedi principali della divisione è la memoria: non puoi ricostruire
un futuro insieme se non ricostruisci il passato. Bisogna
imparare a guarire la memoria senza però cancellarla. E
qui c’è il tema del perdono,
tema delicatissimo, difficilissimo. Non si può chiedere
perdono per peccati commessi da altri in altri tempi.
Oggi si può solo dissociarsi.
Non esiste il perdono per
procura. Solo la vittima può
perdonare il carnefice. I peccati di ieri, o sono stati perdonati ieri o li perdona Dio
nella sua eternità: “che il sole
non tramonti sopra il tuo'
cruccio”: se muori è finita, il
peccato non si cancella più,
ecco la serietà della vita cristiana. La riconciliazione della memoria non può essere
perciò una specie di cancellazione generale, ma è un’assunzione comune del peso di
una storia tragica».
Altro compito importante,
per Ricca, è la «riconciliazione delle diversità», una riconciliazione che è «possibile solo allargando la nostra idea
dell’unità cristiana, che spesso è un vestito troppo stretto,
fatto su misura solo per noi.
La riconciliazione si può sperimentare soltanto vivendola
- ha concluso il professor Ricca - bisogna creare degli spazi in cui la riconciliazione
possa essere vissuta. Bisogna
che le chiese, ad esempio, comincino a celebrare insieme
la cena del Signore, nonostante le nòstre diverse comprensioni della presenza di
Cristo. Centrale, infatti, è
l’evento e non la mia interpretazione dell’evento».
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V . 4
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Il Sinodo, in preparazione
della seconda Assemblea ecumenica europea, che si terrà a
Graz nel giugno 1997, accoglie
con gioia l'invito dei segretari
delle istanze ecumeniche
organizzatrici dell'Assemblea,
rivolto pubblicamente in una
serata di informazione e di dibattito.
Ritiene il tema «Riconciliazione dono di Dio e sorgente
di nuova vita» centrale per la
testimonianza e l'impegno
delle chiese nel mondo e nei
loro rapporti reciproci.
È consapevole che l'Assemblea di Graz vuol essere innanzitutto un momento di visibilità di un percorso appena intrapreso nelle chiese cristiane,
di cui si dovranno fornire azipni significative.
Raccomanda alle chiese:
- lo studio dei documenti
preparatori, ove possibile, in
dialogo con altre chiese cristiane esistenti sul territorio;
- la partecipazione a convegni e incontri organizzati, a
vari livelli, come la consultazione organizzata dalla Fcei
nel prossimo settembre e il
convegno internazionale che si
terrà a Bari dal 1° al 4 ottobre
p.v.
- Chiede alla Tv e al Cp/Opcemi, d'intesa con la Fcei, di
fornire l'aiuto e l'impegno necessari a realizzare tali iniziative.
Invita, infine, le Ced a sollecitare e coordinare la promozione di gruppi di tutte le regioni per partecipare all'Assemblea di Graz.
Il messaggio di mons. Chiaretti
Lo Spirito Santo sanerà
le ferite delle divisioni
SONO molto lieto per
questa occasione che mi
è offerta, come presidente
del Segretariato della Conferenza, episcopale italiana
per l’ecumenismo e il dialogo, di salutare tutti voi, fratelli e sorelle in Cristo, nel
gradito ricordo di un precedente incontro con i vostri
delegati al Convegno ecclesiale di Palermo, nel novembre scorso. Quello di Palermo fu un vero evento di
grazia, che stupì e commosse l’assemblea e anzi l’intera comunità cattolica italiana. Dopo quell’evento è
giunto il consenso dei vescovi alla intesa circa i matrimoni misti 0 interreligiosi, costata non poca fatica
ma accolta consapevolmente come segno di una chiara
volontà di riconciliazione.
Venuto fra voi un paio di
mesi fa per porgere un saluto alla Cevaa, ebbi l’occasione di far visita alle vostre
valli, dove nel silenzio protettivo dei boschi e alla
scuola dei «barba», depositari di saggezza, è 'maturata
la vostra fede. Sostando dinanzi alla stele che ricorda
il Sinodo di Chanforan, ho
pensato a lungo alla vostra
secolare e sofferta fedeltà
alla parola delTEvangelo.
Mi trovo ora dinanzi agli
eredi legittimi di quella testimonianza, resa in momenti di particolare crisi religiosa e morale della Chiesa. Con la vostra fedeltà e la
vostra sofferenza avete anche voi contribuito a rendere la Chiesa sposa di Cristo,
più consapevole della sua
innata bellezza. Lo sposo,
che è il Signore Gesù, ci
aiuti a essere fedeli alla
sposa, che è poi nostra madre, santa madre Chiesa,
colei che ci ha gestato e
partorito alla vita della fede
con infinito amore. È una
sposa e una m,adre che partecipa anch’essa al «mistero» dello sposo-figlio: e proprio perché partecipe di
questo «mistero», va anch’
essa «creduta» come diciamo nel Credo.
È stato sempre difficile
per tutti accettare il volto
umano di questa madre,
proprio per i peccati che lo
deturpano: ma sono i nostri
peccati! A noi tutti è chiesto,
come a figli devoti, di farci
carico dei suoi inevitabili limiti umani, senza farne
scandalo. È sulla Chiesa che
i cristiani si sono sempre divisi; ed è sulla Chiesa che
devono tornare a ricercare
le vie dell’unità e della pace.
Venendo da una regione
tutta piena della presenza
di Francesco d’Assisi, pres-,
soché coevo di un altro
grande appassionato del
Vangelo, Pietro Valdo, porto
con me l'eco delTumile fierezza, fatta di consapevolezza e di coerenza con cui
Francesco diceva di sé di essere, per grazia di Dio, uflr
«cristiano». Tutti avvertia/
mo quanto sia importante
ancora oggi la presenza nel
mondo di cristiani siffatti, e
cioè di «santi», che testimonino con coraggio e passione la fedeltà al Vangelo e
lo annuncino di nuovo al
mondo, ricercando contemporaneamente i segni
dell'autenticità, e cioè l’unità e la comunione.
Incontri come quello di
stasera ci consentono di vibrare all'unisono per questa,
passione evangelizzatrice; e
sarà questo il fuoco, origi-,
nato dallo Spirito Santo, che.
brucerà lentamente, forse
più lentamente di quel che
sogniamo, ma brucerà certamente le scorie delle nostre secolari divisioni, risa- i
nando le dure cicatrici delle'
nostre ferite. Il viaggio verso
l'unità sarà lungo, tortuoso,,
doloroso... ma è un viaggio
senza ritorno. E alla fine, eli
canta già in cuore la speran- '
za, ci sarà quelTunità per
cui Cristo ha pregato prima
della sua passione e che pi
verrà data come dono sponsale dallo Spirito.
L'incontro ecumenico di
Graz, con Timpegno serio
per la riconciliazione, è un'
sentiero e una tappa di questa faticosa marcia verso
l’unità. Sono lieto di incamminarmi anch'io per questot
sentiero in compagnia vostra e di tanti altri fratelli
«ritrov'ati».
Vi saluto allora con le parole di un prete che credeva
seriamente al \'angelo, don
Primo Mazzolati: d uomo
cammina e la spertinza glifa buona ogni strada".
Grazie ancora per rospi^
talità e fraterni auguri di
buon successo per i lavori'
del vostro Sinodo.
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presidente del Segretariato
Gei per Tecumenismo'
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. ili Sinodo ha affrontato una nutrita serie di temi ecumenici
La riflessione e la prassi ecumenica nel prossimo futuro
FULVIO FERRARIO
A nome della Commissione consultiva per le rela
zioni ecumeniche nominata
dalla Tavola, Maria Sbaffi Girardet ha riferito sulTelaborazione, in corso da molto tempo, di un documento generale sull’ecumenismo. Alcune
parti (relative ai rapporti Con
l’ebraismo e con le «fedi_ viventi», cioè con le religioni
non cristiane) sono già state
inviate alle chiese, perché le
esaminino; a questo Sinodo
la commissione presenta un
preambolo generale, e la parte relativa al cattolicesimo romano: resta da elaborare il
capitolo relativo ai rapporti
ecumenici interni al mondo
protestante, e alcuni sottolineano l’esigenza di prendere
in considerazione anche il
dialogo con l’ortodossia. 11 Sinodo ha apprezzato il lavoro
della commissione: alcuni
hanno però anche sottolineato l’esigenza che si arrivi in
tempi ragionevoli a un testo
completo e organico, il che
dovrebbe essere possibile nel
giro di un anno.
Una domanda da anni nell’aria riguarda l’opportunità
di invitare al Sinodo, e alle altre assemblee decisionali (ad
esempio le Conferenze distrettuali) rappresentanti delle chiese cattolica e ortodossa, perché possano rivolgere
direttamente il loro indirizzo
di saluto all’assemblea. Dopo
una discussione breve ma
serrata, il Sinodo ha deliberato di dare mandato agli esecutivi di studiare le modalità
pratiche attraverso le quali
procedere in tal senso; un
passo piccolo, non particolarmente tempestivo, a dire il
vero, ma proprio per questq
abbastanza importante.
È rimasta invece aperta la
questione,dell’eventuale costituzione di un Consiglio nazionale delle chiese cristiane,
cioè di un organismo che
coordini l’attività ecumenica
su base nazionale. Consigli
del genere esistono ormai in
parecchie decine di paesi
stranieri: in Italia sono costituiti 0 in corso di formazione
Consigli cittadini delle chiese
cristiane. Allo stato attuale
della discussione, tuttavia,
non è chiaro quali compiti,
precisamente, toccherebbero
a un tale Consiglio. La commissione consultiva della Tavola pensa, eventualmente, a
una sorta di forum, Jn cui si
possano esaminare i problemi ecumenici di volta in volta
sul tappeto. Ma è effettivamente questo che hanno in
mente quanti, da parte cattolica, insistono sulla costituzione del Consiglio?
Il Sinodo, visto il mate*
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Commissione consultiv®
per le relazioni ecumeni*
che, nella previsione di un
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PAG. 5 RIFORMA
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f i II Giubileo cattolico romano è solo una delle iniziative del Duemila
Giubileo 0 anno santo? No, Graz!
|//,S/noc/o ha nettamente distinto tra ^iniziativa cattolica e altre possibili iniziative
h cristiane veramente ecumeniche, nello spirito della prossima Assemblea di Graz
FULVIO FERRARIO
* nno santo? No, Graz!».
Hj\La battuta del pastore
franco Giampiccoli riassume
efficacemente i termini del
dibattito sinodale sulla questione delGgiubileo o anno
i santo e sull’altra, diversa ma
in qualche modo collegata,
deU’atteggiamento che le noistre chiese dovranno assumere in occasione delle cele. brazloni del Duemila.
Maria Sbaffi Girardet, co■erdinatrice della Commis■Sione consultiva della Tavola
per Tecumenismo, ha introdotto la discussione ribadendo che nella comprensione
delle nostre chiese l’anno
santo, con tutto ciò che gli
appartiene quanto a celebrazioni e festeggiamenti di varia natura, non può che essere una faccenda confessionale, del tutto interna al cattolicesimo romano. Quando
i nostri interlocutori cattolici, dunque, ci chiedono se
siamo interessati a dare alle
celebrazioni che si svolgeranno nel Duemila un taglio
«ecumenico», la risposta è,
per così dire, in due tempi:
da un lato, valdesi e metodisti non possono e non vogliono avere nulla a che fare
con una realtà come l’anno
santo, del tutto estranea alla
loro sensibilità e al loro modo di intendere la fede cri
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Il Sinodo, dopo ampio dibattito relativo alle celebrazioni
connesse alla conclusione del
secondo millennio dell'era cristiana, rileva che in gran parte
queste si inquadrano nell'istituto cattolico del Giubileo-anno santo. A questo proposito
SÌ ribadisce che:
- Anno santo e Giubileo sono storicamente legati all'applicazione delle indulgenze, di
cui le nostre chiese hanno
sèmpre contestato la legittimità evangelica.
- La tradizione cattolica si è
appropriata (facendone un sinonimo di «anno santo») del
termine biblico «giubileo», che
indicava un complesso di norme volte a salvaguardare la
giustizia sociale (Levitico 25).
-La storia delle origini della
tradizione dell'anno santo, i
suoi sviluppi, come pure i preparativi in vista del Duemila,
fanno sorgere fondate'preoccupazioni per l'inevitabile sovrapposizione di rilevanti interessi economici e politici alle
istanze propriamente religiose.
Particolarmente preoccupante
appare l'acquiescenza dei responsabili della politica nazionale e locale verso esigenze
determinate dal Giubileo e
prettamente confessionali.
IÌÌlÌI|ÉÌliÉÌÉMÌ«lìiiÌÌ^^telÉl
Il Sinodo ritiene che il Duemila possa, invece, essere
un'occasione per tutte le chiese cristiane di vagliare insieme,
in uno spirito di pentimento e
di speranza, il loro rapporto
con Gesù Cristo «il quale è lo
stesso ieri, oggi e in eterno»
(Ebrei 13, 8): pentimento per
tutte le infedeltà e i tradimenti di cui è intrisa l'era cristiana,
speranza nell'attesa del Regno
di Dio che viene.
Di conseguenza, il Sinodo
esprime l'apertura delle chiese
valdesi e metodiste nei confronti di manifestazioni che
possano essere promosse in
questa linea sulla base di parità
e reciprocità ecumeniche.
Il Sinodo invita quindi le
chiese a riflettere su questo
problema anche in vista delle
possibili iniziative locaii; invita
la Tavola valdese e il Comitato
permanente dell'Opcemi, in
collegamento con l'Ucebi, nel
quadro della Fcei, a svolgere
un ruolo propositivo a livello
nazionale; invita le delegazioni valdese e metodista alla 2^
Assemblea ecumenica europea
di Graz a suggerire che, anche
sul piano europeo, le iniziative
connesse alla scadenza del
2000 si muovano in questa
prospettiva.
stiana; dall’altro, il Duemila
resta una data simbolica importante, che può fornire
l’occasione di riflettere su diversi aspetti della storia cristiana e del suo significato. I
simboli hanno il loro spessore e la loro rilevanza, di cui è
saggio tener conto.
Semmai, come è emerso in
altri interventi, le difficoltà
sono altrove: è possibile, per
chiese come le nostre, in Italia, condurre in occasione del
Duemila un discorso critico e
autonomo, che non venga
confuso con le celebrazioni
«giubilari», né da esse assorbito? E se sì, in che misura tale riflessione può essere condotta insieme a fratelli e sorelle cattolici e ortodossi? Rispetto a tali quesiti, il Sinodo
ha sottolineato come il dialogo ecumenico sia un processo irreversibile, che deve essere vissuto senza facilonerie,
ma anche senza complessi.
In questa prospettiva l’Assemblea ecumenica europea
di Grai, in programma per il
1997, può e dovrebbe essere
un’eccellente occasione per
avviare una riflessione ecumenica sui duemila anni di
cristianesimo che ci stanno
alle spalle «in spirito di pentimento e di speranza», come
afferma l’ordine del giorno
conclusivo: pentimento per
quanto di ambiguo, e anche
di tragico, accompagna la
storia delle chiese cristiane;
speranza nel Signore che viene, che risponde alla preghiera, alla fede, all’amore i quali,
essi pure, hanno intriso resistenza del popolo di Dio nei
due millenni trascorsi.
Di qui lo slogan di Giampiccoli citato in apertura.
Graz è un’occasione da non
perdere perché, al di là delle
divisioni (e il Giubileo è un
fattore di divisione), le chiese
prendano sul serio l’appello
alla riconciliazione, con Cristo e tra loro, che viene rivolto dalla parola di Dio. La preparazione di questa scadenza
non riguarda soltanto (e
neanche principalmente) gli
addetti ai lavori: essa passa
attraverso l’impegno delle
comunità, attraverso il dialogo ecumenico di base,, che
negli ultimi decenni ha saputo conquistarsi numerosi spazi e occasioni, che ci si
augura siano adeguatamente
utilizzati: essa passa, soprattutto, attraverso la preghiera.
L’impegno che attende le
chiese nei prossimi mesi è, in
questa prospettiva, tanto intenso quanto appassionante.
La discussione sui Giubiieo ha attirato l’attenzione particolare dei
media nazionali: i’ufficio stampa dei Sinodo
Identità metodista, situazione finanziaria e rapporti con l'estero
Le chiese metodiste devono ritrovare il senso del loro nome
FEDERICA TOURN
SlTtjAZIONE finanziaria,
identità metodista e rapporti ron l’estero: sono stati
Questi i temi al centro dell’
Analisi del Comitato permanente dell'Opcemi durante lo
scorso anno portati all’attensOne del Sinodo.
innanzitutto la grave situaA'one finanziaria che tor®ent^ l’Opcemi da anni, e
One non può aggravarsi senza
provocare il fallimento dell’
j.Pora stessa: da 427 milioni
“'debiti nel ’91 si è passati ai
^miliardi e più dell’anno
^orso, con un costo del perOfiale che tocca i 900 milioni
nnno contro un contributo
e le chiese di appena 700
^'oni. «La nostra opera non
® grado di sostenere il proorganico» ha detto a
■are lettere il pastore Gioi^hi Anziani. In più, il rimohe l’Opcemi deve oggi
Glf ^ di 350 milioni,
u utili provenienti dalla ge« degli immobili non so^ ~®ytfidenti per uscire dal
Von ■ ' d’entrata serOao Praticamente soltanto a
y °®re le spese di manutenStoh e ^ ®®®'ourazione degli
8oim- puntiamo su due
il presidente
_.. Opcemi, Valdo Benecchì
o,jP^regglo della gestione
Otaria e l’utile della ge
stione patrimoniale, anche
per poter riprendere il lavoro
evangelistico».
Durante l’anno trascorso
rOpcemi ha fatto visita a una
ventina di chiese per informarle e farle partecipi dei
problemi in corso. Per cercare di uscire da questa situazione debitoria pesante, che
rende difficile la gestione
stessa dell’Opcemi, alle chiese è stato chiesto uno sforzo
comune di volontà e di fantasia, anche se molte hanno risposto che difficilmente riusciranno ad aumentare le
proprie contribuzioni. Altre
soluzioni? «Stiamo facendo
una rivalutazione dei canoni
d’affitto dei nostri stabili e già
nel ’96 si è visto qualche risultato - ha risposto il pastore Valdo Benecchi - poi intendiamo recuperare i crediti, quasi 350 milioni prestati
alle opere: dovremo inoltre
esercitare un severo controllo
della spesa e considerare seriamente la possibilità di alienare le piccole proprietà
dell’Opcemi nei luoghi dove
non c’è presenza metodista».
Anche J’assemblea'ha provato ad avanzare possibili soluzioni: «È giusto vendere gli
immobili, soprattutto se i costi di manutenzione sono alti» ha detto Piero Trotta.
«Calcoliamo quanti pastori
possiamo mantenere e ren
diamoli "mobili” - ha suggerito invece Giorgio Spini impiegando in larga misura,
e valorizzando, i predicatori
j locali. Sforziamoci di miglioI rare quei campi di attività
che rispondono a una “vocazione naturale” dei metodisti, come l’accoglienza degli
immigrati africani e asiatici»,
ha aggiunto. Anche il moderatore della Tavola, Gianni
Rostan, ha espresso profonda
, preoccupazione per la situazione finanziaria dell’Opcemi: «Bisogna chiedere la decima, come hanno saputo fare gli avventisti - ha ammonito - e poi dobbiamo suscitare
vocazioni pastorali: negli ultimi 25 anni abbiamo avuto
solo 7 pastori metodisti».
«Alcune chiese mi hanno
detto che non sentono più il
bisogno di un legame denominazionale e che a loro basterebbe la dicitura “chiese
evangeliche”», ha raccontato
Valdo Benecchi. La reazione
dell’assemblea è stata vivace:
«L’uomo ha acquistato la sua
piena umanità nel momento
in cui ha dato il nome alle cose - ha ricordato Febe Cavazzuti la forma e il contenuto
sono entrambi importanti e
se in molte Comunità il nome
non ha più importanza siamo
in una condizione di analfabetismo di ritorno e allora bisogna tornare all’istruzione.
come hanno fatto i primi metodisti in Italia». Dello stesso
avviso è Mirella Scorsonelli:
«L’importanza del nome non
è da buttare via, soprattutto
per quello che il movimento
metodista ha fatto nel mondo e perché noi dobbiamo
tornare al “risveglio” originario: le nostre chiese devono
ritrovare quella gioia che le
faceva crescere di numero».
Il pastore Sergio Ribet ha
ricordato l’importanza di
mantenere forti legami con il
metodismo internazionale,
magari organizzarido un
convegno con il metodismo
europeo prima dell’incontro
di Graz. Gianni Rostan ha ripreso la questione dei rapporti con l’estero, sottolineandone l’importanza e la
disponibilità della Tavola ad
aiutare TOpcemi in questa
collaborazione internazionale; il moderatore ha infine
promesso la prossima convocazione di una conferenza
che serva a cercare le soluzioni più adatte alla situazione finanziaria deU’Opcemi,
coerenti con la nostra ecclesiologia. «Finora siamo stati
un peso per l’integrazione e
vorremmo invece essere presto un sostegno, non solo finanziario, impegnandoci in
nuovi progetti per l’evangelizzazione» ha concluso Valdo Benecchi.
i.-'. • Approvato il «Testo comune»
Una nuova comprensione dei
matrimoni interconfessionali
Con una breve discussione
e un voto a larghissima maggioranza, il Sinodo ha approvato definitivamente il «Testo
comune» sui matrimoni interconfessionali che era già
stato recepito dal Sinodo 1993
e approvato dalla Confei;enza
episcopale italiana il 21 maggio scorso. Il Sinodo ha anche
nominato la commissione
che, congiuntamente a una
analoga cattolica, dovrà ora
formulare le norme applicative derivanti dal documento.
Nella conferenza stampa
che è seguita Maria Sbaffi Girardet, coordinatrice della
commissione valdese e metodista, ha espresso l’augurio
che le commissioni cattolica
e valdese metodista siano
convocate rapidamente e
che, sulla base del «Testo comune», si formulino delle
procedure semplificate e in
un certo senso automatiche.
Questo faciliterebbe molto gli
sposi soprattutto nelle situazioni in cui, per l’esiguità numerica dei membri delle
chiese valdesi e metodisti, un
vescovo si trovi di fronte a uh
matrimonio interconfessio-“'*
naie per la prima volta.
Maria Sbaffi Girardet ha
anche aggiunto che, a questo
punto, uno dei maggiori scogli che le commissioni incontreranno riguarderà Timpegno, che è ancora presente
nella procedura per il coniu
Marla Sbaffi Girardet
ge cattolico, di fare tutto il
possibile per educare la prole
nella fede cattolica. Nel documento invece si parla di
pari responsabilità dei coniugi; «Come potremo rendere
evidente questa pari responsabilità nelle norme applicative? Dovremo anche trovare
delle forme che garantiscano
veramente la libertà degli
sposi di scegliere la forma del.
loro matrimonio, di scegliere'
la chiesa in cui celebrarlo. E
poi - conclude Maria Sbaffi
Girardet - bisognerà vedere
come si concretizzerà Tàc^compagnamento pastorale di
¡queste coppie da parte delle
chiese di appartenenza. Naturalmente pensíaiho che
questo accompagnamento
debba essère svolto-in forma
ecumenica in modo da consentire agli sposi di conoscere meglio la realtà della chiesa del coniuge». (e.b.)
Il Sinodo, richiamandosi
all'art. 103 del Sinodo '93, che
aveva recepito il «Testo comune» di studio e di proposta per
un indirizzo pastorale dei matrimoni interconfessionali, approvando l'operato della Commissione che lo aveva predisposto in comune con l'analoga Commissione della Conferenza episcopale italiana, considerandolo una base per continuare la trattativa con la Cei
per concordare con essa il modo e i tempi con cui rendere
operative le indicazioni pastorali contenute nel «Testo comune»; preso atto con soddisfazione, per l'apertura ecumenica che essa esprime, dell'approvazione del «Testo comune» da parte della Conferenza episcopale italiana il 21
maggio scorso, con due modifiche minori preventivamente
accettate dalla nostra Commissione (l'uso del termine «misti» accanto a quello «interconfessionali» e l'aggiunta
delle seguenti parole al secondo paragrafo della II parte, relativo alla posizione cattolica:
«La dottrina cattolica ritiene
che ogni matrimonio fra battezzati sia sacramento, a prescindere dalla confessione cristiana alla quale appartengono glf sposi»); approva il «Testo comune» così modificato.
riconoscendosi nelle sue linee
di indirizzo in ordine alla costituzione di matrimoni interconfessionali per i quali i nubendi desiderino il riconoscimento di entrambe le chiese,
e alla realizzazione di un autentico rapporto di dialogo
ecumenico e di rispetto per la
libera scelta da parte dei nubendi circa le forme di celebrazione matrimoniale e degli
impegni che ne derivano; chiede al Seggio di rinnovare il
mandato alla Commissione
per il dialogo con il cattolicesimo sui matrimoni interconfessionali al fine di procedere con
l'analoga Commissione deila
conferenza episcopale italiana
alla elaborazione congiunta
degli strumenti applicativi del
«Testo comune», con particolare riguardo agli ostacoli derivanti daila diversità delle rispettive normative specie in
ordine alla responsabilità dei
genitori verso i figli.
Concludendo questa fase, il
Sinodo riconosce che l'obiettivo fin qui raggiunto è dovuto
anche all'impegno e alla preghiera di tante coppie interconfessionali che hanno portato con pazienza e fiducia il peso di situazioni spesso difficili
nell'indifferenza, quando non
nell'opposizione delle rispettive chiese.
Finanze
Il Sinodo, udita la presentazione della complessa situazione finanziaria dell'Opcemi fatta dal Comitato permanente,
ringrazia le chiese e i singoli
membri per lo sforzo contributivo fin qui sostenuto e li incoraggia a perseverare con fiducia nel loro impegno; invita il
Cp a proseguire nella ricerca
delle iniziative appropriate
che possano portare in tempi
brevi alla soluzione dei problemi evidenziati: chiede alla Tavola valdese dì accompagnare
il Cp in tale ricerca,
-< he ' -*"-5
vi hanno profuso. In particolare il Sinodo è affettuosamente
vicino a Luciano Cirica che per
ragioni di famiglia e impegni
di lavoro ha chiesto di non essere rieletto e lo ringrazia per
il servizio svolto quale componente il Cp/Opeemi.
Operato Comitato
Il Sinodo, esaminato l'operato del Cp/Opeemi, lo approva;
esprime riconoscenza a tutti i
suoi membri per l'impegno che
Identità metodista
Il Sinodo, riconoscente per
là riflessione che le chiese metodiste hanno portato avanti
nel corso dell'anno sulla loro
identità, ravvisando in questa
«identità» un fattore di arricchimento per tutte le chiese
metodiste e valdesi, incoraggia
le chiese metodiste e il Cp/Opcemi a proseguire tale riflessione, ricordando che la «identità» si realizza anche e soprattutto là dove essa si spende
nell'incontro con gli altri.
6
PAG. 6 RIFORMA
VENERDÌ 13 SETTEMBRE 199ft
Il Sinodo ha discusso vari temi di attualità politica e sociale, in particolare quello della democrazia e del separatismo
Appello al ravvedimento e al dialogo per affrontare i gravi problemi del nostro popolo
Una
Il dibattito sinodale sui temi di attualità politica e sociale è stato piuttosto ricco di
argomenti: dalle questioni
deirimmigrazione pxtracomunitaria alla solidarietà verso gli sradicati (il Consiglio
ecumenico delle chiese ha
indicato il 1997 come l’anno
di solidarietà verso questa
categoria di persone), dalla
violenza sessuale verso ogni,
persona e in particolare verso
i più deboli della nostra società, come i bambini e adolescenti, alla solidarietà con
la famiglia Celentano e la comunità evangelica di Vico
Equense (Napoli) che attendono notizie della piccola
Angela scomparsa dallo scorso 10 agosto, dair«effetto serra» che provoca cambiamenti
climatici negativi alle complesse questioni di bioetica.
Ma l’argomento più impegnativo, su cui il Sinodo più
ha faticato a raggiungere un
accordo, è stato quello che ha
portato ad approvare U documento «Ai membri delle chiese evangeliche valdesi e metodiste e a quanti, vivendo in
ItaUa, cercano la verità» che
pubblichiamo di fianco. Con
questo testo si è voluto, con
un linguaggio «nostro», dichiarare l’impegno delle
chiese valdesi e metodiste
per, una soluzione non trau
matica dei «gravi problemi
che affliggono e minacciano
la vita e l’avvenire del nostro
popolo»: uno sviluppo economico che produce forti
squilibri sociali e genera «un
egoismo miope e opaco», la
disoccupazione specialmente giovanile, le gravi difficoltà
di tante persone anziane, il
problema degli immigrati, la
corruzione politica e i poteri
mafiosi e, naturalmente, lo
spirito separatista, che è cosa
diversa dal federalismo, di alcune proposte politiche.
L’appello del Sinodo è per un
reale e profondo processo di
ravvedimento e dialogo che
ci veda tutti coinvolti.
L’ingresso del corteo per il culto inaugurale del Sinodo
mBm
■L. La violenza sessuale e i problemi etici posti dalla scienza
Per una nuova comprensione della sessualità
PIERA ECIDI
Molto attesi gii ordini
del giorno sui problemi
etici: uno contro ogni tipo di
violenza e schiavitù, temi
drammaticamente alla ribalta della cronaca quotidiana: il
secondo sui problemi etici
posti dalla scienza. Il primo è
stato votato sulla spinta soprattutto delle donne, che
anche informalmente avevano discusso sui recenti intollerabili fatti di violenza che
colpiscono i più deboli e gli
emarginati: nei giardini della
Casa valdese, nelle pause del
Sinodo si potevano vedere
gruppi di deputate consultarsi animatamente su queste
questioni. Ed è importante
l’invito venuto alle chiese
dall’assemblea sinodale a
«denunciare ogni violenza e
costrizione sessuale», nonché
a promuovere iniziative «per
una corretta educazione al rispetto della sessualità e della
dignità umana». Sarà dunque
anche un invito affinché si riprenda, nei modi opportuni,
il discorso per l’introduzione
dell’educazione sessuale nelle scuole? Come è possibile,
infatti, che una visione della
LE DECISIONI SmODAL
Il Sinodo esprime il proprio apprezzamento al
Gruppo di lavoro sui problemi etici posti dalla scienza
per la documentazione prodotta, per la disponibilità e
per l'impegno profuso nel
partecipare a dibattiti ed incontri pubblici su tali temi.
Data la chiarezza con cui
sono stati trattati questi argomenti, invita le chiese a
leggere e a discutere il documento già esistente e
quelli che verranno proposti
in futuro, utilizzandoli nel
dialogo interno e in quello
con le realtà esterne alle
nostre comunità.
sessualità come «desiderio e
tenerezza» e non violenza e
mercato si possa diffondere,
se le immàgini che abbiamo
della sessualità ad ogni angolo di strada e in ogni spettacolo sono quelle della pornografia e del merciihonio? Che
cosa interiorizzeranno le giovani generazioni? E se la società nel suo insieme non offre che questo, se le famiglie
non sono spesso in grado di
trasmettere dei valori positivi
ai loro figli, non bisognerebbe decidersi ad attrezzare la
scuola, sehipre più delegata
ad «unico luogo educativo»?
L’ordine del giorno sui problemi etici posti dalla scienza, esprime in realtà una posizione interlocutoria. Come
lo scorso anno sui temi ad
esempio della fecondazione
artificiale, il Sinodo rimanda
questa «bozza di documento
sull’aborto» alla discussione
delle assemblee locali.
Perché questa lunga elaborazione? Certamente è il segno di un processo democratico serio e capillare, e perciò
necessariamente lungo. Ma
è il segno anche della complessità di questi temi, sia in
sé che per la coscienza cristiana e della problematicità
ineludibile nella scelta etica.
Questa bozza di documento
affronta in maniera chiara e
profonda l’intreccio di questioni riguardanti l’interruzione volontaria della gravidanza: c’è la parte scientifica, biologica: c’è quella psicologica e sociale, c’è quella
etica e giuridica. Ciascuna di
esse è affrontata in modo
semplice (quanto è difficile
essere semplici nelle cose
complesse!), ma non semplicistico tenendo sempre presente l’interrelazione dei vari
piani. C’è soprattutto una visione relazionale dell’etica
che è, a mio parere, molto
bella e molto nuova, frutto
anche della riflessione del
movimento delle donne. Ecco, se io dovessi dare a un
simpatizzante, a una persona
in ricerca, a una femminista
che si consideri credente un
testo attuale che faccia comprendere «dal vivo» che cosa
significhi per noi protestanti
la luterana «libertà del cristiano», darei in lettura questo testo. Ci trovo gli echi della discussione sulla scienza, i
rapporti tra leggi e Legge, il
dibattito pluridecennale del
movimento delle donne. È un
testo semplice ma non facile,
che esprime bene nella sua
ricerca, la difficoltà e drammaticità della scelta (e non
solo su questo nodo complesso dell’aborto), per una
vigile coscienza e in particolar modo per il cristiano.
Il Sinodo, nella linea degli
orientamenti e impegni del
1° Congresso mondiale che
si tiene a Stoccolma In questi giorni sulla prostituzione
infantile esprime la più ferma condanna verso ogni,
forma di schiavizzazione,
violenza o abuso di tipo sessuale verso ogni persona è
in particolare verso i più deboli della nostra società:
bambini, adolescenti, donne
emarginate o immigrate; riconosce in questo allarmante fenomeno un eleménto
di forte degrado della nostra società; ricorda la centralità dell'amore e del rispetto per ogni essere creato ad immagine di Dio e per
la cui salvezza Gesù Cristo è
morto in croce.
Sollecita le chiese cristiane a farsi interpreti dell'esigenza di denunciare ogni
violenza e costrizione sessuale e ogni violazione dell'integrità della persona,
promuovendo iniziative per
una corretta educazione al
rispetto della sessualità e
della dignità umana.
Ai membri delle chiese evangeliche valdesi e metodiste
e a quanti, vivendo in Italia, cercano la verità
«Care sorelle, cari fratelli, cari amici,
al termine di questo Sinodo, in cui abbiamo dedicato attenzione e passione ai gravi
problemi che affliggono e minacciano la vita
e l’avvenire del nostro popolo, desideriamo
condividere con voi la nostra preoccupazione;
il nostro tempo è segnato da una generale
tendenza ad accettare come valori assoluti le
logiche del mercato e della competizione,
l'idolatria del successo, un individualismo
sfrenato; ciò favorisce il dilagare di un egoismo miope e opaco. Molti nostri concittadini,
attanagliati dall'ansia di perdere le proprie
sicurezze, e talvolta i propri privilegi, sono
ciechi di fronte alla crescente emarginazione
e povertà di milioni di uomini e donne;
persone che si trovano nelle "stagioni forti"
della vita dimenticano la tragedia dei troppi
gióvani costretti a sciupare i loro anni migliori nell'attesa logorante di un valido posto
di lavoro; molti anziani si vedono emarginati
senza pietà, quando ancora potrebbero dare
un contributo significativo alla vita di tutti;
aumenta nelle nostre città il rifiuto, e contemporaneamente lo sfruttamento di quanti,
immigrati dai paesi poveri del mondo, svolgono nell’Italia di oggi esattamente lo stesso
ruolo che i nostri emigranti hanno svolto
cent’anni fa in Frància o nelle Americhe e,
come quelli, potranno diventare cittadine e
cittadini di una nuova patria senza rinnegare la terra e la cultura (f’origine;
molti invocano una autorità forte, ma non
sostengono concretamente quelle autorità
che, talvolta a rischio delta loro vita, cercano
di porre freno al disordine amministrativo,
alla corruzione politica, ai poteri mafiosi;
in alcune regioni, economicamente avvantaggiate, si rafforza uno spirito di chiusura
culturale e di separatismo che diventa incentivo allo scatenamento delle rivalità tra l’una
e l’altra parte del nostro paese. Persino quella
unità nazionale che fu per i nostri padri la
benedizione con cui Dio volle liberato il no
stro popolo da secolari catene straniere o domestiche, viene oggi considerata da piti parti
quasi un’inutile vessazione, anziché la premessa per dare vita ad uno sfato capace di
garantire una democrazia che accolga come
ricchezza le differenze e, in questa prospettiva, vada avanti verso una vera unificazione
europea.
Certamente occorre cercare soluzione a
questi gravi problemi nell’impegno politico.
Gli statisti, gli amministratori pubblici, i politici - uomini e donne - hanno un loro insostituibile ministero laico da esercitare, evitando ambigue commistioni tra fede e politica. Ma noi riteniamo che sia un'illusione
pensare che si possa arrivare ad un “buon
governo" senza un cambiamento profondo
delle coscienze e dei modi di vivere.
Appunto perché siamo di fronte ad una situazionegrave sentiamo necessario e urgente
rivolgere a noi stessi e a tutto il nostro popolo
un pressante appello al ravvedimento e al
dialogo;
ravvedimento, affinché davanti a Dio possiamo tutti riconoscere la nostra parte di responsabilità nel male che regna in mezzo a
noi e, nella libertà ricevuta, possiamo operare per il cambiamento della realtà;
dialogo, affinché la nostra indignazione
morale non diventi odio verso le persone, ma
anzi stimolo a incontrarle, forse a sfidarle,
ma solo in base alle responsabilità che pesano su ognuno e ognuna di noi: responsabilità
di giustizia, libertà e pace.
Come dice la lettera agli Efesini, "il nostrp\^,
combattimento non è contro sangue e carne^
ma contro le forze spirituali della malvagità"
(Ef 6, 12). Forze malvagie che, noi ne siamo'^
profondamente convintile, sono state sconfltA
te da Gesù sulla croce.
Ed è nel Suo nome che vi salutiamo con af-,
fetto e con grande speranza».
Il Sinodo delle chiese valdesi e metodiste^
Torre Pellice, 29 agosto 199^;:^
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Una petizione sul clima in tutti i paesi industrializzati J
Impegnarsi per ridurre l'«effetto serra»
Le chiese cristiane di ogni
confessione, in collaborazione con una serie di movimenti ambientalisti, hanno
lanciato in tutti i paesi industrializzati del mondo una
raccolta di firme sul clima
per chiedere ai governi di
operare per la riduzione delle
emissioni dei cosiddetti «gas
di serra», principali responsabili di quelle alterazioni climatiche che tutti possiamo
constatare.
Le motivazioni specificamente teologiche dell’impegno delle chiese per l’ambiente saranno approfondite in un
documento ecumenico sottoscritto dai responsabili delle
chiese italiane la cui pubblicazione è prevista in concomitanza con la consegna al
governo italiano delle firme
raccolte, a fine gennaio ’97.
«e
Il Sinodo, preso atto dell'iniziativa «petizione sul clima»
che il Consiglio ecumenico delle chiese ha promosso nei paesi industrializzati in collaborazione con chiese e organizzazioni ambientaliste, considerato l'ampio consenso che tale
iniziativa ha avuto nel nostro
paese tra chiese di denominazioni e confessioni diverse e
associazioni laiche, riconoscendo la chiara influenza umana
sul clima globale, in particolare nella produzione di gas che
producono l'«effetto serra»,
consapevole della responsabilità die i credenti e le chiese
hanno verso il creato, dono di
Dio alle generazioni dei viventi, responsabilità che deve
comportare anche un cambiamento significativo del nostro
stile di vita, invita s
- le chiese a impegnarsi fortemente per la raccolta delle
firme, ricercando localmente
la collaborazione di tutte le
realtà sensibili a uno sviluppo
umano sostenibile per l'ambiente e le future generazioni,
- la Tavola valdese e il Comitato permanente dell'Opcemi
a valorizzare questa iniziativa
promuovendo, con gli altri sostenitori italiani della petizione, un'azione presso l'opinione pubblica, il governo e il
Parlamento, anche in vista d|
una presentazione dei risultati
dell'iniziativa della «petizione
sul clima» in tutti i paesi industrializzati nell'incontro dell’
Agenzia Onu per il clima che si
terrà a Bonn (Germania) nel
marzo del 1997.
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7
Sinodo Valdese
PAG. 7 RIFORMA
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Accolta nel Sinodo la Chiesa metodista coreana di Roma
Dna vivace comunità di evangelici coreani
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LI UNIONE delle chiese
I valdesi e metodiste si è
arricchita di una nuova comunità: il Sinodo ha infatti
accolto con gioia la richiesta
dei rappresentanti della
(3iiesa metodista coreana di
Roma di essere accolta nell’
Unione. Si è trattato di uno
dei momenti più lieti dei lavori sinodali, di cui tutti si sono rallegrati.
La Chiesa metodista coreana di Roma, come ha spiegato il pastore Hong Ki Suck nel
suo saluto al Sinodo, è nata
nel 1994 per iniziativa di alcuni membri della Chiesa
metodista episcopale della
Corea che si trovano in Italia
per motivi di studio. Nel giro
di due anni il gruppo si è
’consolidato, ha ricevuto l’invio di un pastore dalla Corea
e oggi conta una sessantina
di membri per una popolazione totale di circa cento
persone'. Attualmente la comunità si riunisce per i culti
domenicali presso al Chiesa
luterana di via Sicilia, mentre
gli altri incontri si svolgono
nei locali della Chiesa metodista in via Firenze.
Il moderatore, Rostan, e il
vicemoderatore. Becchino,
hanno illustrato le varie tappe dell’iter che ha portato alla formulazione di una convenzione tra la Chiesa metodista coreana di Roma, la Tavola valdese e il Comitato
permanente deH’Opcemi e si
sono rallegrati per il lavoro di
contatti e di evangelizzazione
che la comunità svolge all’interno deU’ambiente coreano
della capitale. ,11 pastore Benecchi ha, invece, testimoniato del buon inserimento
della Chiesa coreana nella vita delle nostre comunità romane, soprattutto, anche se
non esclusivamente, attraverso la partecipazione della loro
corale, composta per la maggior parte da studenti di conservatòrio, a culti e a iniziative diverse. Del resto, lo stessd
pastore Hong Ki Suck ha riba
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I Solidarietà con gli sradicati
lome il «buon samaritano»
Sulla questione degli extra[tomunitari immigrati nel no! Stro paese, il Sinodo ha apiptovato ben tre ordini del
forno, quasi in chiusura dei
lavori. Non c’è stato un vero e
iPtoppio dibattito al riguardo
^ache se, qua e là, nel dibat, Wo su chiesa e società e in
.iuello sull’utilizzo dell’otto
par mille, la questione è stata
,'^cennata in alcuni intervenUn deputato ha fatto nota''6 che molti degli immigrati
che Vivono attualmente nel
^ apstro paese in condizione di
iUtadestinità sono evangelici
: c ha invitato ie chiese ad agiilei loro confronti come il
*htton samaritano», assu; Mando una posizione chiara
spetto alle politiche sull’im'‘Mgtazione.
h 11 past. Bruno Tron, del
rifugiati e migranti
■ ®clla Federazione delle chie
se evangeliche in Italia (Fcei),
ha ricordato al Sinodo l’invito fatto alle chiese da parte
del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) a riflettere sul
tema dell’accoglienza allo
straniero, dato che il 1997
sarà l’anno della solidarietà
con gli sradicati, e ha chiesto
che il prossimo Sinodo dedichi a questo tema uno spazio
adeguato.
I tre ordini del giorno approvati sono comunque impegnativi per le nostre chiese,
in particolare quello che rivolge un appello al Parlamento e al governo italiano perché venga modificata in tertipo utile la legislazione sui cittadini extracomunitari che si
trovano ancora in situazione
irregolare. Perché non accada
anche in Italia una vicenda
drammatica come quella dei
«sans-papiers» di Parigi.
«
dito l’intenzione della chiesa
che rappresenta di non chiudersi in se stessa, ma di aprirsi alla realtà del protestantesimo italiano: «Siamo convinti - ha detto - che una chiesa
debba radicarsi nell’ambiente
in cui si trova... Non vorremmo che la nostraxomunità
diventasse un luogo in cui
pochi si riuniscono per smaltire lo stress spirituale o per
parlare della nostra lontana
patria. Invece vorremmo che
la nostra comunità fosse
aperta a tutti... per contribuire in maniera coordinata
all’attività della altre chiese
evangeliche che hanno una
lunga tradizione e storia».
Come ha concluso il pastore Platone, essere chiesa insieme non è solo un fatto di
liturgia, ma anche un cammino di compartecipazione e
responsabilità, un cammino
di ricchezza di cui ringraziamo il Signore.
i Accolta nel Sinodo la Chiesa riformata di Portici (Napoli)
Dal lavoro in periferia di uno psicologo
americano nasce una comunità evangelica
TEODORA TOSATTI
Ü1
Il Sinodo, esaminata la
domanda delia Chiesa metodista coreana di Roma di
essere accolta neM'Unione
delle chiese metodiste e vaidesi, e la bozza di convenzione tra questa, la Tavola
valdese e il Comitato permanente dell'Opcemi; esaminata la documentazione
presentata; preso atto del
parere favorevole manifestato con atto 10/CD1II/96;
informato dei rapporti di
fraternità che già esistono
tra la Chiesa metodista coreana e il Comitato permanente dell'Opcemi, accoglie
con gioia la Chiesa metodista coreana di Roma nella
Chiesa evangelica valdese.
Unione delle chiese metodiste e valdesi, inserendola
nell'11° circuito e nel III distretto; dà mandato alla Tavola e al Comitato permanente dell'Opcemi di sottoscrivere l'apposita convenzione del testo allegato.
PORTICI ha fama di essere
una città «bene», ma a aggirarvisi di sera o frequentandone alcune zone ci si trova
immersi nella classica periferia degradata, con tutte le sue
caratteristiche. Ed è proprio
con una fascia di degrado e di
emarginazione, la droga, che
comincia a lavorare uno psicologo americano, il rev. David Cornett. Il suo lavoro procede bene, anzi alcune famiglie coinvolte finiscono per
formare il primo nucleo di
una comunità cristiana. Con
alti e bassi, ovviamente: c’è
chi se ne va, chi subentra, chi
si aggiunge provenendo da
ambienti diversi...; oggi, dopo una ventina d’anni, la comunità supera i quaranta
membri, con un piano di attività organico e completo, tale
da configurare una vera e
propria chiesa locale.
È assai significativo che,
nel clima di esasperato individualismo che caratterizza i
nostri giorni, una chiesa locale decida di partecipare alla più ampia avventura della
chiesa universale, inserendosi in una delle sue famiglie
principali, quella evangelica,
ed è nella dialettica di identità e collaborazione che contraddistingue noi evangelici,
che si inserisce la Chiesa
riformata di Portici (questo è
il nome con cui è stata accolta nel Sinodo che si è appena
concluso): i culti e le varie attività si tengono presso la
Chiesa metodista di Portici, e
il rev. Cornett collabora in
qualità di psicologo con Casa
materna; ma la comunità
continua a riconoscersi nella
prospettiva teologica di matrice calvinista (tra i testi in
uso c’è il «Catechismo di Heidelberg»). Preparando i documenti per la discussione
sinodale siamo partiti dalla
confessione di fede scritta
dalla comunità e abbiamo
Dall'estero
Il Sinodo, rallegrandosi per
l'arricchimento portato alle
chiese dalla presenza di sorelle
e fratelli provenienti da altri
contesti culturali, le invita a fare dell'accoglienza uno strumento essenziale della testimonianza. Le invita inoltre a
far pervenire al Servizio rifugiati e migranti della Fcei ogni
informazione relativa alla presenza di queste sorelle e fratelli nelle varie comunità, nonché a comunicare le esperienze più significative effettuate
in questo percorso comune.
Invita gli organi di informazione a dare spazio a queste
esperienze, anche al fine di
fornire stimoli e suggerimenti
validi alle comunità che per la
prima volta affrontano questa
nuova realtà.
zare la propria posizione ed
uscire dalla clandestinità.
Dà mandato al Seggio di inviare copia del presente atto ai
presidenti delle Camere, al
presidente del Consiglio, al ministro del Lavoro e al ministro
degli Affari sociali. '
Sradicati
Extracomunitari
"«Termini
Il Sinodo, in considerazione
della prossima scadenza del
decreto légge sulla sanatoria
relativa alla regolamentazione
dei cittadini extracomunitari
privi di permesso di soggiorno,
nella consapevolezza che la
presenza di immigrati ci pone
domande di carattere sociale,
economico e politico a cui è
necessario offrire' risposte degne di uno stato di diritto; rivolge un appello al Parlamento
e al governo italiano affinché
sia in tempo utile modificata la
legislazione per permettere a
centinaia di migliaia di cittadini extracomunitari che in base
all'ultima sanatoria non sono
riusciti ad ottenere il permesso
di soggiorno di poter regolariz
II Sinodo, di fronte allo sradicamento di milioni di persone, causato da uno sviluppo
economico ingiusto, da distruzioni ambientali e da guerre;
di fronte al crescente razzismo
ed esclusione che si manifestano nei paesi dell'Unione europea nei confronti degli immigrati; sollecitato dalla proposta del Comitato centrale del
Cec di fare del 1997 l'anno di
solidarietà delle chiese con gli
sradicati,
- invita le chiese ad avviare
una riflessione approfondita
sulla risposta che la nostra fede ci chiede di dare a questa
grave crisi del nostro tempo,
prendendo come base il documento del Cec sul problema
degli sradicati (inserto al n. 21
di «Riforma» del 24.5.96) e a
cercare ogni possibile forma di
solidarietà concreti con gli
sradicati, nel segno della giustizia e della speranza;
- dà mandato alle Ced di facilitare questo processo di riflessione e impegno delle chiese, avvalendosi anche della
collaborazione del Servizio rifugiati e migranti delta Fcei, e
di seguirlo attentamente,, rac
^cogliendo tutte le indicazioni
che da esso emergeranno, per
riferirne ampiamente al prossimo Sinodo. •
La firma della Convenzione tra Tavola e Chiesa riformata di Portici
compiuto queU’affasciilante
lavoro che consiste nelTevidenziare il significato di affermazioni di fede formulate
in maniere diverse: nel caso
della Chiesa riformata di Portici ci siamo trovati in piena
sintonia con al confessione di
fede valdese.
Benvenuti, fratelli e sorelle!
Il Sinodo, esaminata la domanda della Chiesa riformata di Portici di essere accolta dall'Unione delle chiese metodiste e valdesi
e la bozza di converizione tra questa e la Tavola valdese; esaminata la documentazione presentata; preso atto del parere favorevole espresso nell'atto 23/CDIV/96; preso atto che le informazioni fornite soddisfano alle richieste avanzate in tale atto; accoglie Con fraterna gioia la Chiesa riformata di Portici nella Chiesa
evangelica valdese. Unione delle chiese valdesi e metodiste, inserendola nel 13° circuito e nel IV distretto tra le chiese valdesi; dà
mandato alla Tavola valdese di firmare l'apposita convenzione
come da testo allegato.
In vista delle prossime celebrazioni
La presenza evangelica a
150 anni dall'Emancipazione
Oliasi 1 .sn anni fa. nel 1848.
Quasi 150 anni fa, nel 1848,
con l’editto di emancipazione di Carlo Alberto, terminava la ghettizzazione fisica dei
valdesi e della dissidenza religiosa più in generale. Dal
prossimo anno ci saranno diverse iniziative che rifletteranno su questo evento e
tenteranno di fare un bilancio anche spirituale della
presenza evangelica in Italia.
Il Sinodo, purtroppo, non si è
soffermato sui programmi
previsti dal Centro culturale, dalla Società di studi vaidesi, dalla Facoltà di teologia e dalla Claudiana, ma ha
ascoltato un solo intervento
e ha votato una delibera che
colloca queste celebrazioni
anche nel contesto dell’attuale dibattito sul Risorgimento italiano.
Il Sinodo, reso avvertito
del fatto che nel 1998 ricorrono i 150 anni de)le Patenti
Albertine che hanno aperto
la via alla testimonianza
evangelica nel contesto del
Risorgimento italiano, approva le iniziative che la Tavola valdese ha già assunto
in vista della celebrazione di
questa ricorrenza; la incoraggia a collocare questa
celebrazione in una prospettiva che tenga conto del
dibattito che è in corso sugli
esiti del Risorgimento e dei
problemi attuali della nostra nazione e a prendere
contatto con la Fcei in vista
di una celebrazione che
coinvolga l'intero evangelismo italiano.
.1, -■
Una pausa dei lavori nel giardino della Casa valdese
8
PAG. 8 RIFORMA
T'
Sinodo Valdese
venerdì 13 SETTEMR^qq^
r,:.; :-::- Messi a punto i criteri di gestione del finanziamento
Tutto pronto per notto per mille
Il gettito sarà destinato, in Italia e all'estero, a fini sociali
assistenziali e culturali. Il 30%contro la fame nel mondo
EUGENIO BERNARDINI
Quando, nei giugno dei
1997, arriverà il primo
versamento alla Tavola valdese deU’introito dell’otto
per mille dell’imposta sui
redditi del 1994, il meccanismo per la selezione e la gestione dei progetti da finanziare sarà già pronto. Il Sinodo, infatti, ha approvato sia il
regolamento della «Commissione otto per mille» sìa le
«Linee guida per la gestione
dell’otto per mille».
I principi che regolano il
meccanismo sono: la responsabilità'diretta della Tavola
valdese nella-gestione e rendicontazione della quota specificamente destinata dell’otto per mille; l’utili?zo da parte
della Tavola di una sua commissione che istruirà le pratiche e fornirà ogni tipo di consulenza; la non commistione
tra i mezzi finanziari propri
della Chiesa valdese e quelli
provenienti daH’otto per mille; la copertura con una quota
del gettito otto per mille (che
non dovrebbe superare inizialmente il 5-6%) di tutte le
spese di funzionamento, rendicontazione e pubblicità che
la Tavola ha sostenuto e sosterrà per la gestione di questo finanziamento; l’attribuzione di contributi solo a progetti che rispettino i fini previsti dal Sinodo; l’affidamento
di mezzi inanziari solo a soggetti che abbiano la capacità
di assicurarne la corretta gestione; il controllo «a consuntivo» suirpperato della Tavola
da parte del Sinodo che manterfà anche compiti di indirizzo generale.
Si è anche deciso che l’introito globale sarà così suddiviso: il 30% per la lotta alla fame nel mondo, il resto per
progetti di carattere sociale,
assistenziale e culturale in
Sala operatoria all’ospedale Villa Betania di Ponticelli (Napoli)
Italia e nei paesi del sottosviluppo, gestiti sia da soggetti
ecclesiastici ed ecumenici,
sia da soggetti laici.
Il dibattito sinodale ha anche evidenziato che il gettito
dall’otto per mille (previsto
nel 1997 per una cifra intorno
ai 7 miliardi) è soggetto a
fluttuazioni (dipende’ da
quante persone firmano ogni
anno nell’apposita casella
della dichiarazione dei redditi: nel 1995, per la dichiarazione del 1994, hanno firmato circa 180.000 persone) ed è
comunque contenuto rispetto ai soli bilanci che la diaconia, istituzionalizzata e non,
gestisce oggi, per cui bisognerà continuare a contare
sui finanziamenti previsti
dalla legislazione italianajed
europea e sulle collette e
contributi delle chiese e delle
singole persone. Non solo,
bisognerà continuare a ricordare fino alla noia che non
un soldo andrà alle attività di
culto che saranno sostenute,
come oggi, dai membri di
chiesa e dagli amici con una
contribuzione che si spera
personale, proporzionale e
periodica (le tre «p»).
Infine, è emersa anche la
necessità di chiarire il significato e la congruità del fine
«cultura» nell’utilizzo dell’otto per mille, fine che è contenuto nell’ordine del giorno
del Sinodo del 1991 in cui si
accettò di entrare in questo
particolare meccanismo finanziario. Secondo alcuni interventi, per cultura si deve
intendere solo l’istruzione di
base o professionale, in Italia
e nei paesi del sottosviluppo,
in quanto la cultura in generale non sembra corrispondere ai fini prettamente «sociali» che il Sinodo sembra
aver inteso nel 1991. Tantomeno vi corrisponderebbe la
cultura protestante, rappresentata per esempio dalla Facoltà di teologia e dalla sua
biblioteca specializzata, dal
Centro culturale in Torre Pellice, dalla Claudiana, perché
si tratterebbe di cultura confessionale. Questa questione
dovrebbe essere approfondita e chiarita con urgenza, anche con un dibattito su questo giornale, se non si vuole
che si scateni una babele delle interpretazioni già al prossimo Sinodo.
* Approvato il regolamento della Commissione consultiva'
Una «Commissione tecnica» affiancherà
la Tavola valdese nella gestione dei fondi
PREMESSA
Premesso che la Commissione otto per mille trova il
suo fondamento nelle seguente deliberazioni sinodali:
36/SI/91, 48/S1/94, 63/Sl/
95, 35/S1/96
Quanto alle sue competenze e modalità operative
essa è regolata dalle norme
seguenti:
Art. 1 (costituzione)
La commissione è un organo consultivo della Tavola
sulla gestione dei fondi ottenuti dalla quota dell’otto per
mille dell’lrpef, senza poteri
decisionali propri.
Art.2 (competenze)
1 compiti della Commissione sono i seguenti:
- approfondire i programmi e i progetti che la Tavola
intende attuare nell’ambito
delle decisioni e indicazioni
sinodali.
- istruire le richieste di finanziamento presentate alla
Tavola dai soggetti potenzialmente beneficiari.
- controllare direttamente
0 attraverso le agenzie estere
a cui ci si sia affidati per l’istruzione delle pratiche relative a finanziamento nei paesi del sottosviluppo, l’impiego dei finanziamenti,
- predisporre la bozza di
rendiconto di cui al 5" comma dell’art. 3 dell’Intesa approvata con Legge 409/1993,
- elaborare le forme attraverso le quali rendere l’adeguata informazione di cui alla stessa Intesa,
- propórre alla Tavola le
forme più adeguate per la ge
L’Ospedale valdese di Pomaretto
Le «Linee guida per la gestione dell'otto per mille» da^
Trasparenza, rigore amministrati)
Ipediao"®
¡taso di'
ilinlttenie
Lfditore si
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PREMESSE
stione del o dei conti bancari
su cui affluiranno gli accreditamenti relativi all’otto per
mille,
- presentare annualmente
alla Tavola un rapporto sulla
propria attività.
La Tavola può altresì affidare alla Commissione quegli
altri compiti che si rendessero opportuni per una adeguata attuazione della volontà sinodale in materia dì
gestione dell’«otto per mille».
Art. 3 (composizione della
Commissione)
La Commissione è nominata annualmente dalla Tavola ed è composta da un minimo di tre ad un massimo di
cinque persone, almeno una
delle quali deve essere metodista. Della Commissione
fanno parte altresì un membro della'Tavola, che la convoca e la presiede, ed un
membro della Csd.
Art. 4 (funzionamento)
La Tavola trasmette alla
Commissione la documentazione relativa alle richieste di
finanziamento che deve contenere, tra gli altri, almeno
questi documenti:
- domanda di accesso al
godimento dei fondi 8 %o (il
cosiddetto «progetto»)
- lettera di impegno dell’
ente richiedente
- documentazione richiesta dalla domanda (allegati).
Il Sinodo del 1991 ha approvato, cqn l’atto 36, la disponibilità della Chiesa Evangelica Valdese, Unione
delle Chiese Valdesi e Metodiste, ad essere destinataria
delle scelte dei cittadini contribuenti in ordine all’attribuzione dell’otto per mille
(Opm) dell’Irpef, con lo scopo di perseguire fini strettamente sociali,, assistenziali e
culturali. In data 25 gennaio
1993 è stata stipulata una Intesa integrativa di quella si->
glata nel febbraio 1984, per
l’accesso e la distribuzione
delle quote dell’Opm.
Con la legge 409 del 5 ottobre 1993 detta Intesa è stata
approvata dal Parlamento e
messa in esecuzione. In tal
modo a partire dalle denùnce
dell’anno 1994 per i redditi
prodotti nell’anno 1993 è
comparsa sui moduli 101,
201, 740 e 730 la casellina còn
la .scritta « Chiesa Evangelica
Valdese (Unione delle Chiese
Metodiste e Valdesi)».
Il Sinodo del 1994 ha deliberato con l’atto 48 che:
1) la Tavola è Tunica responsabile della gestione
deU’Opm, e deve avvalersi di
re alla Tavola la relativa responsabilità della gestione
deU’Opm'ha inteso garantire:
a) che fattività istruttoria
necessaria per una opportuna scelta degli interventi di
carattere sociale, assistenziale e culturale in Italia é nei
paesi del sottosviluppo, a cui
attribuire i mezzi finanziari
che saranno disponibili, sia
quantitativamente adeguata
e affidata a soggetti dotati di
opportuna conoscenza ed
esperienza;
b) che, nei limiti del possibile, non ci si limiti ad erogare finanziamenti, ma ci si assicuri della corretta gestione
dei fondi da parte dei destinatari; j
c) che non si verifichi commistione tra i mezzi finanziari propri della Chiesa Evangelica Valdese e quelli provenienti dall’8 per mille:
il tutto senza che l’attività
della Tavola debba subire un
appesantimento incompatibile con i molteplici compiti
che l’esecutivo è chiamato ad
assolvere.
Lo strumento tecnicOj-gestionale è rappresentato da
una apposita commissione,
(la «Commissione Otto per
mille», Opm).
La rassegna dei giornali nazionali sul Sinodo
ART.1
adeguati strumenti tecnicogestionali. .
2) i progetti devono essere
selezionati in base a criteri
oggettivi.
3) occorre chiarire il significato della «congrua porzione» delTOpm, da destinare
ad iniziative esterne rispetto
alle Chiese valdesi e metodiste in Italia', prevista dall’atto
36/SI/1991.
Il Sinodo 1995 ha così deliberato con l’art.63:
«11 Sinodo, udita la relazione della Commissione ad referendum per la gestione
dell’otto per mille (48/S1/94);
- considerato che il dibattito ha prodotto contributi e
suggerimenti di cui è necessario tenere conto:
- rilevata comunque l’opportunità di avviare le prime
fasi operative,
dà mandato alla Tavola di:
a) nominare per l’anno ec
clesiastico 1995-96 un gruppo di lavoro sotto la diretta
supervisione della Tavola
che inizi l’istruzione delle
eventuali richieste di accesso
ai finanziamenti dell’otto per
mille che pervengano alla
Tavola: v
b) sottoporre alla prossima
sessione ordinaria del Sinodo
il testo di un Regolamento
della gestione globale dei finanziamenti dell’otto per
mille che tenga conto della
relazione della Commissione
ad referendum, dei risultati
del dibattito sinodale, dell’
esperienza del gruppo di lavoro di cui al punto a), e di eventuali contributi che la Tavola ritenga di sollecitare».
La funzione di indirizzo del
Sinodo si limita quindi alla
fissazione di principi generali
anche sulla base degli elementi emersi dal dibattito sinodale. 11 Sinodo, nell’affida
ACCESSO
Al FINANZIAMENTI
DELL’OTTO PER MILLE
Dalle decisioni già assunte
nel tempo si ricavano indicazioni in ordine alla destinazione e «congrua porzione»,
ai destinatari e infine ai progetti.
1.1 - Destinazione
1.2 - «Congrua porzione»
Su questo punto sono essenziali il contenuto dell’atto
36 del Sinodo 1991 e dell’art.
3 dell’Intesa 1993.
S^ ne deduce di conseguenza che i fondi sono destinati a finalità di carattere
sociale, culturale ed assistenziale e che, tra le finalità di
carattere assistenziale, deve
essere adeguatamente rappresentata la lotta alla fame
nel mondo, alla quale l’atto
36 prevede che deve essere
destinata una «congrua porzione».
La congruità della porzione
da destinare alla lotta alla fame non può certamente essere valutata in relazione'all’en
tità srrtisurata di questo pto.
blema, bensì con riferiment«
alle nostre disponibilità jd
agli altri settori di impegno;
Gli interventi che devom
costituire una «congrua pQj.'
zione» rispetto alla
dei mezzi finanziari
bili sono più esattamente il),
dicati dal 36/S1/91: sonoci^
gli «interventi diretti o tranj
te or^nismi ecumenici, iàj.
nei a combattere il tragkn
problema della fame
mondo», i quali peraltro noii
costituiscono necessariamente la totalità degli int«;
venti che superano T’ambi
nazionale.
Pur con queste precisazijii;
ni, non sembra utile predè’
terminare oggi e una voli
per tutte la «congrua porzioi
ne» in assenza di dati
ammontare dell'Opm. Tijttìi
via essa può essere indica^
intorno al 30% dell'introil
complessivo.
Art. 2 - DESTINATARI
¡Ü
Si individuano quali sog'
getti destinatari:
in Italia
a) Opere della Chiesa £■
vangelica Valdese-Unioae
delle Chiese Metodiste e Val
desi:
b) Enti ed opere ecclesiàsl
che collegate (Fcei ed evei<
tualmente altre chiese);
c) Enti associativi terzi.
adl’estero
d) Opere della Chiesa Val;
dese del Rio de la Piata.
e) Agenzie ed organismi
ecumenici.
f) Organismi iniernazioná
non ecclesiastici.
Per quanto concerne l’Italia sono facilmente indii?
duajrili i soggetti di cui <
lettere a) eh).
All’estero sono ben inditi
duabili i soggetti di cui;
lettera d), mentre sondàl
considerare solo eccezioM , ^
mente i soggetti di cui alte A Pi
lettera f). ideile sci
Gli interventi destinatii Sitarie r
combattere la fame nel mòti ^ensa t
do devono, di regola, passati |yèllo so
attraverso i soggetti ricow [ne è sta
presi in e) (Consiglio Efu^^dalla gii
Partii
trovati
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evitare
musica
Volpe,
alcuni
nico delle Chiese,
Diakonisches VVerk, Hek%
Eper, ecc
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l'CDsti tra
È vero, infatti, che 36ISVÌ
Ut’anno.
lascia aperta la scelta tra «i
. . . r : .. : «-vtnrùTlt
terventi’diretti» e interven? T-^ .
-tramite gli organisrni ec| Ì|j„j
menici» tuttavia c preferiW |L- .
la seconda \’ia per un motit* _ in
eminentemente pratico: pd CJ)
^ Lraimaii
valutare, seguire e controlli
re progetti all'estero è nec®
saria un’organizzazionei |-^|® a un
complessità e diinensioB* p atfid;
per noi impensabili.’ ^ ^ . «yelle q
È quindi evidente l’utilità# pe
affidarsi a chi tale organi® |-'siiltata
zione ha già messo in
da tempo è sul campo de|
aiuti internazionali con uBS
ben collaudata esperienza.
È certo verosimile e
dibile che un soggetto pà’’®'
colare (per esempio uB
chiesa dei paesi del sottos _
luppo) presenti alla Tavo
un progetto. Ma, di regoi®
(senza, cioè, escludere ecc. 1
ziobi in casi particolari)
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L’Asilo dei vecchi di San Germarto Chisone
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.^¡^ione in abb. postale/50 - Torino
di mancato recapito si prega restituire
i’Utficio PT Torino CMP Nord.
Fondato nel 1848
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' l'EiAore si impegna a corrispondere
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i terzi.
Partigiani, amministratori, cittadini delle valli si sono ritrovati domenica 8 settembre a ricordare al Bagnòou, in alta
vai d’Angrogna, l’inizio della lotta partigiana. Accanto alla
toide che ricorda l'uccisione di Jacopo Lombardini, pro,™io nell’immediata vigilia della fine del conflitto mondiale,
¡1 24 aprile 1945, si è rinnovato un appuntamento «forte»
della memoria della lotta al nazifascismo, tanto più da
quando proprio 10 anni fa veniva ricostruita la Ca d’ia pais,
vissuto anche come momento di riconciliazione e di amicizia. «Non stancatevi di andare nelle scuole a raccontare
quello che fu la Resistenza», ha ripetuto il sindaco di Anerogna Jean-Louis Sappé rivolto ai partigiani. «Solo cono:^ndo quella parte di storia - ha concluso il presidente della .Comunità montana, Giorgio Cotta Morandini - i nostri
giovani potranno evitare di riviverla». L’orazione ufficiale è
■stata tenuta dal sindaco di Pramollo, Renato Ribel, che ha
sottolineato a sua volta F importanza della memoria: «I miei
libri di scuola - ha detto Ribet - mancavano di un capitolo
'importante, quello sulla Resistenza; dobbiamo batterci per
¡evitare ogni forma di revisionismo storico». Un momento
musicale è stato proposto dal cantautore locale Maurizio
Volpe, che accanto a canzoni della Resistenza ha proposto
alcuni brani da lui scritti sul tema della libertà.
venerdì .13 SETTEMBRE 1996
' ANNO 132 - N. 35
URE 2000
Ihiesa Vallata.
Fra i ricordi più tristi della
mia «vita politica», ci sono i giorni che vanno dall’8 al
15 settembre 1943. Prima alla
radio l’annuncio incomprensibile del maresciallo Badoglio
(«Resistere contro gli attacchi
da qualunque parte provengano»), poi le notizie un po’ più
precise delle radio angloamericane e subito dopo una terribile sensazione di vuoto: il
governo non c’era più; i capi
militari, così pronti a sparare in piazza a Torino solo un
mese prima, non si assumevano nessuna responsabilità. E
poi, di colpo, l’apparire dei
primi sbandati: ragazzi tra i
venti e i treni’anni che scendevano la vai Chisone lungo
le vie secondarie, nel sogno
disperato di «tornare a casa».
Erano scalzi, portavano le
scarpe appese sulle spalle e
chiedevano affannosàmente
vestiti civili: era la disfatta.
Un giorno arrivarono in
motocicletta quattro tedeschi
TRA L'8 E IL 15 SETTEMBRE
LA SCOMMESSA
GIORGIO BOUCHARD
delle truppe speciali, eleganti
nella loro divisa nazista,
pronti ad impugnare le terribili «Moschinen-pistolen».
A questo punto tutto si fece
chiaro: l’esercito era crollato;
l’Italia non c’era più. Cominciava la lunga fatica della Resistenza. La seguii da ragazzo
improvvisamente diventato
adulto. Tra le tante cose che
mi colpirono, fu il fatto che
buona parte dei manifèsti partigiani erano listati di tricolore; molti combattenti, prima
di cadere sotto il plotone di
esecuzione gridavano «viva
l’Italia». Perché viva^ l’Italia?
L’Italia incarnata dal governo
regio è fascista li aveva mandati prima in Grecia e poi in
Russia, aveva mentito loro
spudoratamente dichiarando
di essere tra le più grandi potenze mondiali. Per giunta,
moki di loro erano di sinistra:
qualcuno citava Roosevelt,
molti citavano Stalin.
La volevano cambiare da
cima a fonilo, questa Italia:
ma la amavano. Ai tedeschi,
che dicevano loro «siete dei
ribelli», rispondevano «no,
siamo dei patrioti». Si richiamavano al Risorgimento ma
volevano fermamente correggere i gravi errori compiuti
durante la sua realizzazione.
E poi guardavano all’Europa:
speravano che sulle rovine
della Babele nazista si potesse
edificare una comunità di popoli liberi e ’giusti'. Dopo due
anni si Vide che i partigiani avevano avuto ragione a impegnarsi a rischiare,, a non tiasformare mai il loro legittimo
risentimento in odio contro la
nazione.
Sono passati più di cinquanf anni, la nostra nazione
è visibilmente in crisi: non ha
bisogno solo di essere riformata, ma di essere trasformata (come ha detto anche il nostro Sinodo).
La, nostra «scommessa» è
dunque che il' 15 settembre
’96 non sia un nuovo 8 settembre ma soltanto un momento di dialogo fraterno e
ragionevole. Come i nostri
partigiani di allora, vogliamo
un’Italia federale e un’Europa
unita: è in questa prospettiva
che molti di loro morirono dij cendo; «Viva l’Italia!».
)rganisnii
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e nel raÒJ
ila, passar
‘tti ricoTO
,e, Ceva*
rk, Beici
A Pinerolo, per i ragazzi
[ideile scuole materne, elementariic medie, mangiare in
toensa costerà il 10% in più
ìlio scorso anno. La decisione è stata presa recentemente
lio Eeume comunale per co
p. Levai differenza di
scosti tra l'anno scorso e quest’anno, dovuto al cambio di
I tra Alel servizio, passato
tervenl ditta Gemeaz alla Eu^•■tourist di Torino. Essendo in; fatti scaduto il contratto per la
jìSftmministrazione di pasti nel|le mense e agli asili nido co^gunàli il 31 luglio scorso, il
‘ivomune ha dovuto provvede; re a un appalto-concorso per
l’affidamento del servizio,
‘.wlle quattro imprese di cui
•»no pervenute le offerte è riorganizz^ :■ multata vincitrice la ditta Euitourist Serv System di Torino,
la cui offerta è risultata più
deferente rispetto ai due prinfipali elementi di valutazione,
ile e pre ^ la qualità del servizio e il
»etto pai"^' I^zzo offerto, previsti dal cau pitólato d’appalto (che conte
1 provvedimenti ministeriali sulla valutazione e gli avvicendamenti nell'ambito del Pinerolese
Tutte le novità all'inizio del nuovo anno scolastico '96-97
CARMELINA MAURIZIO
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le 36/S1/91
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^'^^"^tSl'ate dalla dietologa)
' ù/'. lilo ____ . .. 1 •
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soprattutto le garanzie di
qualità hanno fatto lievitare
<6volmente i costi rispetto
passato.
^Si è agito nella consape^tilezza di dover salvaguardare un servizio importante e
*5i^ficato - dice l’assessore
«1 Istruzione Alberto Barbema una lievitazione dei
come quella riscontrandone problemi non indiffeal bilancio comunale».
LP inizio del nuovo anno
scolastico, che nella nostra regione prevede il rientro
sui banchi mercoledì 11 per
gli alunni delle secondarie superiori e lunedì 16 per le materne e le scuole dell’obbligo,
rappresenta come ogni anno
un evento sul quale soffermarsi. Le novità a livello nazionale si accompagnano anche quest’anno a quelle proposte dalle situazioni locali.
Innanzitutto il primo cambiamento importante, annunciato
nel corso dell'estate dallo
stesso ministro della Pubblica
Istruzione, Luigi Berlinguer,
riguarda alunni, insegnanti e
famiglie della fascia dell’obbligo con l’introduzione di
una nuova scheda di valutazione: niente voti numerici,
giudizi sintetici semplici (insufficiente, sufficiente, buono, distinto, ottimo), giudizi
più lunghi se occorre.
L’edificio in costruzione della scuoia media a Luserna San Giovanni
Tutto questo a soli due anni
dall’introduzione della valutazione in lettere (a, b, c, d, e)
nella scuola elementare per
uniformarsi alle medie dell’
obbligo dove questo sistema
di valutazione era in uso già
da qualche anno. Si tratta di
un provvedimento «speri
mentale» e non vale la pena
qui ironizzare su un termine
che nella nostra legislazione
viene spesso abusato; la speranza è che questo tentativo di semplificazione della
valutazione vada a buon fine,
consentendo davvero ad alunni e famiglie di comprendere
l’andamento scolastico. A livello locale vanno segnalati
alcuni cambiamenti significativi nella dirigenza di, alcune
scuole del Pinerolese: è andato in pensione il direttore del
circolo di Perosa Argentina.
Franco Calvetti, e la direzione passa come polo verticale
al preside delle medie, Renzo
Furlan; pensione- anche per il
preside delle medie di Bricherasio, Sebastiano Devoti,
che lascia una scuola dove al
momento è vacante anche la
segreteria, e per il preside del
liceo scientifico di Pinerolo,
Giorgio Bassani.
Una parola sulla razionalizzazione, tema di cui si è molto parlato nel corso di questi
ultimi mesi: tutto è fermo per
un anno in vai Pellice, ma
non va dimenticato che il problema è rimandato solo di pochi mesi, poiché le decisioni
per l’anno scolastico ’97-98.
apparentemente lontano, andranno prese in tempi molto
più rapidi. Non si annuncia al
momento alcun dato particolare da segnalare sui numeri
che riguardano la popolazione scolastica locale, che da
qualche anno nel Pinerolese
sembra stazionaria.
Qualche novità invece sul
piano edilizio: entro l'anno
scolastico che è appena iniziato studenti, docenti e operatori delle medie di Lu.serna San
Giovanni sperano di trasferirsi nel nuovo edificio; i piccoli
della materna di Torre Pellice
Si è
passati infatti da un co
' cn annuo di po
di un miliardo a un
^i^do e mezzo, con la ne®tà per il Comune di refe 353 milioni.
Il Sinodo è l’assemblea generale che esprime l’unione di tutte le chiese evangeliche valdesi; esso è costituito da
pastori e deputati delle chiese. 11 numero
dei deputati deve essere non inferiore a
quello dei pastori (in attività di servizio)
che partecipano al Sinodo. Così si esprime oggi la disciplina valdese.
Non è sempre statp esattamente così,
anche se l’indicazione di fondo sui compiti del Sinodo è rimasta la stessa. Ad
esempio, nella disciplina del 1833, si
precisa che i membri del Sinodo sono: i
pastori emeriti; i pastori o altri ecclesiastici al servizio delle 'Valli (con questa
espressione si indicano gli insegnanti del
Collegio, che erano scelti tra coloro che
avessero compiuto i loro studi teologici),
i deputati iaici di ogni chiesa; i membri
laici della Tavola. Essi hanno tutti voce
deliberativa, mentre oggi i pastori ementi hanno solo voce consultiva.
Ma la cosa più curiosa è che il voto
non si esprime, come avviene oggi, per
IL FILO DEI GIORNI
IL SINODO
BRUNO BBLLIOH
individui, ma per deputazione, per cui
ogni chiesa non ha che un voto. E nel caso di disparità di opinione aH’interno
della deputazione della singola chiesa, il
voto si annulla, a meno che la deputazióne non sia composta da più di due, nel
qual caso, vale il voto della maggioranza.
Oggi è previsto che il Sinodo si riunisca una volta l’anno, mentre in passato
veniva proposto dalla Tavola ogni volta
che essa lo ritenesse necessario per curafé gl^ interessi comuni delle chiese, oppure quando una chiesa particolare lo richiedesse, oppure ancora dopo cinque
anni dall’ultima convocazione.
È interessante notare che il Sinodo si
riuniva solo se la màggioranza delle
chiese accoglieva la proposta della Tavola per la sua tenuta. In caso contrario la
proposta, quando fossero passati cinque
anni daH’ultima tornata, veniva rinnovata
ogni anno. Mentre dal 1889 il Sinodo si
tiene sempre a Torre Pellice, allora i Sinodi dovevano tenersi alternativamente
nella valle di San Martino o Perosa e nella valle di Luserna. Una volta iniziato il
dibattito sulle questioni proposte dalla
Tavola e deliberato in merito, il segretario redigeva gli atti in triplice copia; due
copie, opportunanìente sottoscritte da
tutti i partecipanti, venivano consegnate
al delegato regio, la terza era invece conservata negli archivi della Tavola.
Ogni pastore era tenuto a munirsi di
una còpia degli atti per leggerli «al suo
‘ gregge» la prima d la seconda domenica
successiva alla chiusura del Sinodo stes,so. Tale copia doveva essere conservata
negli archivi della chiesa.
avranno un nuovo spazio verde, realizzato secondo una
proposta avanzata dai genitori, e anche la mensa della
scuola elementare è in fase di
ristrutturazione; brutte nuove,
ma forse ci sono abituati, per
gli studenti dell’Alberghiero
di Pinerolo che dovranno invece attendere ancora a lungo
per potersi riunire in un'unica
sede al posto delle tre nelle
quali si svolgerà ancora per
quest’anno l’attività didattica.
In Questo
Numeso
Artigianato
Ha chiuso ì battenti superando nuovamente i
propri record la Rassegna
dell’artigianato di Pinerolo. Andando oltre l’ambito
locale sono stati presenti
anche molti artigiani di altre regioni.
Pagina II
Concorso ìppico
È ormai alle porte la seconda edizione del Concorso ippico a Pinerolo. dal
13 al 15 settembre.
Pagina IV
10
PAG.
Il
jg—i
E Eco Delle Yalu Aàldesi
VENERDÌ 13 SETTEMBRE iqq^ f ¡*mfRC
Il palazzo comunale di Bobbio Pellice
BOBBIO: ESERCITAZIONE DI PROTEZIONE CIVILE
— Nei giorni 30, 31 agósto e 1“ settembre, un numeroso
gruppo di volontari della protezione civile di Asti ha effettuato una brillante esercitazione sul torrente Pellice all’altezza del forte di Mirabouc asportando un notevole quantitativo
di materiale legnoso che intralciava il corso delle acque.
Sempre domenica 1“ settembre si è svolto l’annuale raduno
degli alpini che ha visto la partecipazione di diverse centinaia di persone fra cui il nuovo comandante del battaglione
Susa di Pinerolo reduce da numerose missioni all’estero.
CASE MUSEO: UN CONVEGNO — «Case museo e allestimenti d’epoca» è il titolo di un convegno organizzato per il
13 e 14 settembre alla sala conferenze della Biblioteca civica in via Volta a Saluzzo. L’incontro fa parte degli interventi allo studi per valorizzare Casa Cavassa, storico palazzetto
nobiliare dei secoli XV e XVI. Sono invitate le principali
case museo italiane e straniere e alcune istituzioni con esse
confrontabili per analogia di temi, che abbiano affrontato interventi di ristrutturazione o restauro, adeguamento dell’impiantistica alle normative di sicurezza, ampliamento delle
esposizioni, aggiornamento della fruizione didattica. L’intento è dunque quello di porre a confronto le diverse soluzioni operative adottate per tentare di risolvere il problema,
tradizionale in questo tipo di operazioni, fra la conservazione fisiologica integrale e l’inserimento di strutture moderne;
fra la messa in evidenza degli inserimenti attuali o, viceversa, la scelta di ricostruzioni evocative per integrare le parti
che siano eventualmente andate perdute. 11 convegno inizia
alle 15 di venerdì e si conclude alle 17,30 del sabato.
DOMENICA 15 SI APRE LA CACCIA — È al via una nuova stagione venatoria; la nuova legge ha ridotto le specie
cacciabili, ridisegnato gli ambiti di caccia, definito i tre
giorni in cui si può sparare. Servirà ad una corretta gestione
del patrimonio faunistico e al mantenimento di un valido
equilibrio ambiente-territorio?
PER IMPARARE LE LINGUE — Il Collegio valdese organizza per l’anno 1996-97 dei corsi di lingua a blocchi di
30 ore aperti a tutti, adulti e ragazzi, per imparare o migliorare la conoscenza delle lingue straniere. A Pomaretto
sono previsti corsi di inglese e tedesco, a Torre Pellice di
inglese, tedesco, francese e spagnolo; è previsto anche un
corso per i bambini delle scuole elementari. Per ulteriori
informazioni, telefonare in segreteria (91260) o scrivere
via fax (9332272).
TRADIZIONI ORALI, LINGUE, NOMI, FOLCLORE
NELLE VALLI VALDESI — Questo il tema del corso
di aggiornamento che il Centro culturale valdese organizza
per gli insegnanti della vai Chisone e Germanasca, dopo
l’edizione tenuta in vai Pellice. Iscrizioni presso l’Istituto
comprensivo di scuole materna, elementare e media, viale
Duca d’Aosta 1, Perosa Argentina, entro il 30 settembre.
La prima lezione si terrà il 7 ottobre: il prof. Arturo Genre
parlerà sulle lingue, i dialetti, la scrittura.
PINEROLO: RIPRENDE L’ATTIVITA DEL DIFENSORE
CIVICO — Dopo la pausa estiva, che ha visto la chiusura
dell’ufficio del difensore civico di Pinerolo, Renato Storero,
da giovedì 12 settembre l’ufficio riprende la sua attività con
il consueto orario: il martedì e il giovedì dalle ore 14,30 alle
ore 16,30 al primo piano del Palazzo Comunale di Pinerolo.
PINEROLO: APERTE LE ISCRIZIONI AL «CORELLI»
— Dal 9 fino al 4 ottobre è possibile iscriversi ai corsi presso l’Istituto musicale «A. (Torelli» di Pinerolo. All’Istituto
sono previsti corsi di musica corale e direzione di coro, canto lirico, corsi per vari strumenti, materie come storia della
musica, armonia, teoria e prassi musicale, musica d’assieme;
quest’anno sono inoltre istituiti il corso «musicagioco» (per
bambini di 5 e 6 anni) e corsi di didattica dell’educazione
musicale per insegnanti della scuola materna ed elementare.
Per informazioni è possibile rivolgersi alla segreteria del Civico Istituto musicale «A. Gorelli» telefonando al 321706.
Un'iniziativa di testimonianza storica del Comune di Angrogna
Il sentiero dei partigiani
PIERVALDO R09TAN
TV/Ï i raccomando a tutti
voi, che non lasciate
spegnere questa piccola luce
di fede e di speranza che è
stata accesa nel nostro paese.
(...) Rammentatevi che sono
morto nella fede di Dio per la
Libertà, siate fedeli a Dio e
amate la libertà per la quale
tanti sono morti». Queste parole, scritte da Jacopo Lombardini alla sorella, da credente evangelico salito sui monti
della vai Pellice a svolgere
quel suo ruolo di «cappellano
non violento» nei confronti
dei giovani partigiani che lo
portò a correre gli stessi rischi
dei combattenti, fino alla
morte alla vigilia della Liberazione, sono state lette dal
sindaco di Angrogna JeanLouis Sappé nel corso del suo
saluto all’incontro dell’S settembre al Bagnòou. Sappé ha
parlato dell’importanza della
testimonianza e delle-azioni
concrete; una di esse potrebbe
realizzarsi nei prossimi anni e
coinvolgere anche la valle di
Angrogna: si tratta di quello
che è stato definito il «sentièro dei partigiani».
L’iniziativa è della Provincia di Torino ed in particolare
deH’assessore alla Cultura
Valter Giuliano; il progetto è
più ampio e viene denominato della «Cultura materiale».
«Noi siamo stati contattati
ed abbiamo volentieri aderito
alla proposta - dice il sindaco
di Angrogna, Jean-Louis
Sappé - anche perché il no
13 settembre
Il Po unisce
culture diverse
stro territorio è largamente interessato dal progetto. D’intesa con la Comunità montana
si prevederebbe la rimessa in
opera di tutti i sentieri utilizzati dai partigiani ed in particolare di quello che da Buonanotte saliva al Bagnòou e
poi passava nella vai Germanasca». Lungo il sentiero, in
Angrogna, si trova la Barma,
nella zona della Rocciaglia,
che fu sede, nel 1944, della
prima tipografia clandestina
che diede vita al giornale «Il
pioniere». «Nel progetto continua il sindaco - si prevede la riattivazione di questa
casa in modo da illustrarne la
funzione e poi, in sede più
centrale, nel centro di documentazione al capoluogo, si
pensa di predisporre un video
che illustri tutto il progetto».
Il sentiero dei partigiani in
vai d’Angrogna è ih realtà un
pezzetto di un percorso più
Pinerolo: Rassegna dell'artigianato
Battuti tutti i record
-Ancora una volta la Rassegna di artigianato di Pinerolo
ha battuto i propri record di
pubblico; la formula è ormai
consolidata, l’ingresso gratuito rende possibile la visita
anche in più serate e aumenta
i passaggi, lo spostamento in
avanti di una settimana ha favorito la massima affluenza
di cittadini ormai tornati dalle vacanze.
«Ormai siamo andati ben
oltre l’ambito locale - dice
l’organizzatore di queste prime 20 edizioni, Ezio Giai -;
con la presenza di artigiani di
numerose regioni italiane, e
soprattutto di paesi esteri, si
garantisce una notevole varietà di prodotti e sempre
qualche elemento di novità».
La rassegna, a giudicare dalla
presenza di pubblico, assume
quasi le caratteristiche di una
fiera paesana lunga otto giorni; la stessa centralità della
caserma Fenulli da un lato
segna il passo con i suoi limiti di capienza dall’altro consente veramente il contatto
con la città...
«Effettivamente è così continua Giai -; la vicinanza
con palazzo Vittone, che
ospita mostre e tutta la parte
più propriamente culturale,
lo stesso centro storico, i musei, fanno sì che sia quasi naturale inserire una visita
all'expo durante una passeggiata in Pinerolo. Ogni tanto
si riparla di un possibile centro fiera nella zona di Riva,
così come è previsto dal piano regolatore di Pinerolo non
ancora approvato: non so se
un’esposizione in mezzo ai
prati potrebbe avere la stessa
suggestione e lo stesso successo che in questa collocazione. Si rischia forse di avere un pubblico maggiormente
composto di addetti ai lavori
ma meno di cittadini». Molta
gente, tante associazioni, oggi
più di 20 anni fa; ogni gruppo
cerca un «posto al sole» fra
gli stand degli artigiani sapendo che essi costituiscono una
valida vetrina per far conoscere la propria attività. In compenso forse in 20 anni sono
diminuiti gli autentici cultori
della manualità, quegli artigiani che con pochi mezzi e
molta fantasia proponevano a
un pubblico selezionato le
proprie realizzazioni.
La storia dell’artigianato
nelle valli soprattutto è fatta
di pluriattività, di contadini
che facevano anche gli artigiani, i commercianti. Oggi
l’artigiano puro, che vive e lavora in bottega, difficilmente
riesce a sopravvivere senza lavorare in serie; certo c’è ancora chi fa l’agricoltore, l’artigiano, il maestro di sci e affitta pure qualche stanza d’estate ma sono casi assai rari. In
ogni caso qui si trova ancora
l’originalità e non sfilze di televisori 0 registratori che si
trovato in tutti i negozi.
Pinerolo che si rianima dopo le ferie, propone numerose manifestazioni (artigianato, concorso ippico, festa dei
giovani, autunno musicale)
poi sembra scomparire nelle
nebbie invernali; c’è spazio
per altri eventi, c’è bisogno
anche di un restyling della
stessa caserma Fenulli, ricca
di storia quanto di crepe.
«Sicuramente il periodo autunnale è quello che maggiormente si addice ai pinerolesi;- continua Ezio Giai -;
il clima consente uscite serali
di intere famiglie; certo dobbiamo ancora compiere molta strada per rilanciare il turismo della zona, Pinerolo e
valli, comprese in un unico
comprensorio».
ampio che parte dal colle del
Lis per raggiungere Rorà ma,
a sua volta, è inserito in óin
progetto a livello europeo:
sono infatti coinvolte altre
due regioni, una in Andalusia, in Spagna e l’altra in Grecia. Ogni singolo progetto è
mirato alla realtà storica della
propria zona. E sembra che il
complesso della proposta abbia buone speranze di essere
finanziato a livello di Unione
europea. «Questo progetto continua Sappé - potrebbe
anche offrire opportunità di
lavoro ai giovani; sia a cooperative sia a singoli agricoltori, a cominciare dalla fase
di ripulitura dei sentieri per
poi passare alla gestione».
Della proposta e dei suoi
possibili sviluppi (anche questa è un’anticipazione) si parlerà diffusamente durante la
prossima edizione dell’Autunno in vai d’Angrogna.
Bossi non sarà il solo a na-‘
vigare sul Po il 13 settembre
I Verdi infatti hanno noleg!
giato «Valentino», il battelli
gemello, dell’Azienda trasporti di Torino e aH'incirca
nelle stesse ore in cui la Lega
farà la sua manifestazione faranno una «festa multicultUrale di .solidarietà, di pace per
l’affermazione del federalismo in Europa» a bordo del
battello, che percorrerà sul
Po il tragitto tra Torino e
Moncalieri.
«Abbiamo deciso questa
iniziativa - dice l’onorevole
Giorgio Gardiol, presidente;'
dei Verdi piemontesi - peri
affermare che il Po è di tutti,
Nessuno, neanche per una se-) learatterisl
ra, può appropriarsi della sua
acqua, del suo corso. 11 fiurae<
da sempre è luogo di relazione tra .culture diverse. NoiJ
vogliamo che esso non sia un
elemento di divisione, ma di
scambio. Per questo motivò
sulla nostra barca salirannoi
piemontesi doc e immigratili]
italiani e stranieri, parlamentari del Sud, del Nord e del
Centro, forse anche qualche
«E una
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Ripa di Meana. portavoce na^'
zionale dei Verdi, e Daniel;
Cohn-Bendit dei Verdi tedeschi. La nostra è un iniziativi
pacifica e simbolica che vuo-i
le far fare un salto in avanti;
all'idea federalista che noiiij
divide ma costruisce solida->ìs
rietà nel rispetto dell’autonomi
mia di ciascuno».
Valli Chisone e Germanasca
Si parla di Ecomuseo
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Chi ha letto il n.- 34 di questo giornale si sarà già fatto
un’opinione sul progetto di
ecomuseo che dovrebbe raggruppare in un’unica proposta
i siti visitabili dai turisti sul
territorio delle valli Chisone e
Germanasca. I partecipanti alla riunione del 4 settembre,
nella sede della Comunità
montana, si sono trovati sotto
gli occhi un elenco ragguardevole di punti interessanti, alcuni già aperti da tempo ai visitatori, altri in progetto, che
richiedono però un coordinamento e anche un riconoscimento ufficiale: i sei musei
valdesi, la miniera di talco e
grafite con la sua mostra, il
Forte di Fenestrelle, il museo
del cuscinetto di Villar Perosa, il museo dell'industria a
Perosa Argentina, i parchi naturali, il centro di Pracatinat. i
rifugi antiaerei, le centrali
elettriche, laboratori artigianali e il centro di apicoltura.
I responsabili di queste
strutture erano in buona parte
presenti aU’incontro e hanntfi
espresso apprezzamento per
il progetto, con qualche per-’
plessità. La prima riguardava)
la possibilità di unire in uh
organismo comune iniziativi
slegate fra di loro nate un po'
per caso e la seconda, che vi;
proprio al nocciolo della qu^
stione. era la prospettiva di
ricavare un reddito stabile dai'
flusso turistico, commercia)!
lizzando quello che finora
stato un impegno di tipo vo-'ii
lontaristico e amatoriale.
Le industrie (estrattiva, tes-|
sile, meccanica), che hannOl
assicurato fino ad oggi l'oc;
cupazione nelle due val!i.i
hanno perso posti di lavoro
quantità, l’agricoltura e l'artr-'
pianato sono attività margina:
li. soltanto il turismo sembA
avere un futuro: un turismo di
qualità, peraltro, dove un ecomuseo non tende soltanto a
divertire, ma anche a far n-j —
flettere sugli aspetti del pas? .Wla Co
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trimonio della nostra civiltà
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tri. Cario!
Un diario
per le vie
di Pinerolo
«È una bella giornata di sole- il nostro punto di partenza
è piazza-Vittorio Veneto, detta piazza Fontana, per la bella
fontana in granito (1739), e la
statua in marmo bianco dedicata al generale Filippo Brignone. Dalla piazza si dirado parecchie vie; prendiamo via del Duomo...». Inizia
così la pagina dedicata a Pinerolo nel «Diario per amico» 1996-97. Si tratta di una
possibile passeggiata per le
vie di Pinerolo alla scoperta
dei palazzi e dei monumenti
importanti, e non manca in
chiusura un accenno agli itinerari naturalistici della zona
il tutto col fine di illustrare le
icaratteristiche della città.
Nato tre anni fa dalla collaborazione di alcune scuole
medie della provincia di Torino, con le Comunità montane Bassa vai Susa e vai Ce„ischia, «Libera», Gruppo
l'Abele, Cilo, e degli assessolàtiaUTstruzione dei Comuni
interessati, il «diario» è frutto
arlamem’j: della fantasia degli alunni e
della collaborazione degli insegnanti, ed è indirizzato agli
Studenti delle scuole medie.
‘Quest’anno vi è stata, tra le
voce altre, l’adesione della scuola
- Daniel; media Puccini di Abbadia
idi tedei | A)pina in collaborazione con
iniziativi iij’àssessorato all’Istruzione di
che vuoi [‘Pinerolo: così anche Pinerolo
in avanti ' ha trovato spazio sulla pubche non [biicazione. «Diario per amie solidad [co 1996-97», che è stato preI autonc^^ sentato sabato 7 settembre a
(Palazzo Cisterna a Torino,
ipuò indicare un percorso
possibile come dicono i curatoti, Verso una scuola di qualità, dove non si gioca il de^0 dei futuri cittadini ma si
^oeano i presupposti per una
• jyeietà più solidale e meno
Cvr ®ilnìpetitiva, più partecipata e
peno anonima.
geologia
Ifunghi del
dottor Strani
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tabiledd La Comunità montana del
nmercia* Montefeltro (provincia di Pefinorai Stro-Urbino) e gli organizzatipo vo^ tori dell’annuale mostra mercato regionale di micologia,
t:he si tiene nel piccolo centro
San Sisto, hanno richiesto
. ,^*P°Ìur esporre nel corso
valli, nell’edizione del '96 della
lavoro inmPostra, che si terrà dal 29 seta e l'arti-! Feti
marginai
0 sembra;
urismodi
e un eco
01 tanto a
a far ri*?
civiltà.
tembre al 6 ottobre, alcuni
toodelli di funghi provenienti
¡dalla collezione del dottor
Mario Strani di Pinerolo.
Venerdì 30 agosto sono
giunti in visita a Pinerolo ToSalvatori, vicepresidente
del pas? della Comunità montana del
noun pa*' ,Montefeltro, Risiero Severi,
dfganizzatore della inostra
«tticologica, e un gruppo di
che collaborano alla
toostra stessa. La delegazione
‘ e incontrata con il sindaco
Pinerolo, Livio Trombetto,
Con l’assessore alla Cultura
, Ila città, Alberto Barbero, e
d infine visitato la collezione
icologica del museo di
naturali di Pinerolo
^ata dal dottor Strani e dal
wa. Maggiorino Passe! Gros.
jmppo
4ET
■'I
Si apre a Pinerolo la terza edizione della Festa dei giovani
Attraversare le acque per fare speranza
_______GUlbo CASTIOLIA______
V
E proprio tempo di attraversare «le grandi acque», reciterebbero gli «I
Ching», è tempo di riacquistare valori perduti, di camminare oltre il baratro e credere in un ponte che la foschia dei baratti quotidiani
non ci fa scorgere, è tempo di
sperare e usare la stessa speranza come energia vitale per
agire e modificare la realtà;
questo il .messaggio di base
della terza «Festa dei giovani
’96» organizzata dalla diocesi
e dal Comune di Pinerolo
presso l’ex caserma Fenulli.
La festa sarà occasione di incontri e dibattiti tra giovani di
diversa provenienza e diverse
confessioni, gli stimoli di incontro saranno diversi e si effettueranno durante un’intensa settimana di lavoro dal 15
al 22 settembre.
II programma vedrà l'inaugurazione dell’intera manifestazione con un gruppo di
trenta musicisti e ballerini: i
Mitokasamba, guidati da Gilson Silveira e Kal dos Santos,
due affermati percussionisti
brasiliani. Il gruppo effettuerà
una parata musicale sotto i
portici di corso Torino alle
ore 20,30 e accompagnerà il
pubblico presente all’entrata
dell’Expo Fenulli dove i rituali discorsi di inaugurazione
apriranno le porte agli stand
delle molte organizzazioni,
scuole e associazioni presenti.
Alle ore 22 i Mitokasamba
proporranno su palco l’esibizione spettacolare di Capoeira, la danza-lotta acrobatica
degli schiavi neri di Bahia.
Durante la settimana si
svolgeranno due laboratori,
uno teatrale e l’altro di narrativa murale, che si concluderanno con una rappresentazione teatrale e peiformantica
la domenica 22 sul palcoscenico della Festa.
Un appuntamentd di rilievo
vede la presenza del giudice
Antonino Caponnetto che incontrerà gli studenti delle
scuole superiori del Pinerolese al mattino di lunedì 16 e
alla sera (ore 21) della stessa
giornata rincontro testimonianza con tutti coloro che
avranno voglia di confrontarsi con uh tema così importante come «la speranza». Inoltre
gli appuntamenti «seri» si avvalgono di presenze competenti come quella del dori.
Salvo e del dott. Crepet (sul
tema del suicidio e della depressione giovanile), di mons.
Riboldi e di un pastore valdese (riflessioni bibliche «dove
attingere la speranza») e del
prof. Levi che effettuerà un
esperimento di esplorazione
tattile di illustrazioni ottenute
con metodi particolari («È
possibile vedere toccando?»).
11 programma non manca di
molti momenti di divertimento, dal torneo di beach volley
alla grigliata, dal calcetto alla
pallavolo, dai concerti di vario genere (non può mancare
la musica occitana naturalmenté, che è diventata come
il prezzemolo, c’è dappertutto
ed è sempre la stessa) alla
proiezione di film.
A questa «Festa giovani» ci
sarà uno. spettacolo interessante, giovedì 19 alle ore 21,
quando la compagnia «1 carrozzanti» rappresenterà Io
spettacolo teatral-musicale
«Ruotando vivendo». Che
cos’ha di particolare questa
rappresentazione? La compagnia «I carrozzanti» è composta quasi interamente da disabili e il nome «Carrozzanti»
non allude agli antichi carri
della commedia dell’arte ma
alle carrozzelle che gli attori
e le attrici sono costretti ad
utilizzare per muoversi. Quale messaggio di speranza più
forte di questo? Uno spettacolo gioioso, musicale, vivo»
che sprigiona una grande
energia positiva attraverso il
teatro, la messa in scena, la
voglia di comunicare. Auguri
dunque ad una festa che è destinata a crescere. Sarà presente anche uno stand della
chiesa valdese.
Dare voce alla speranza
Teatro e murales
per potersi esprimere
La speranza è una delle difese die l'uomo ha di fronte
al vuoto interiore e non. Il
teatro può essere un mezzo
per dare voce alla speranza in
chi lo fa e in chi lo osserva, e
la pittura murale può diventare un mezzo di proiezione di
desideri e rancori ma anche di
speranza. È in quest’ottica
che sono stati organizzati i
due laboratori, alla «Festa
giovani». L’arte quindi per
lanciare e far emergere messaggi chiari.
Il laboratorio teatrale, che
sarà coordinato da Guido Castiglia, partirà (e cercherà di
portarlo ad emblema di speranza) dal suggerimento che
ci viene da un fatto tragico,
che ha ancóra una volta dimostrato che l'amore resiste
al di là degli eventi; due ragazzi della ex Jugoslavia uccisi perché di fazioni avverse
che sono morti abbracciati;
Bosko e Admira hanno superato l’odio infido dei loro assassini rimanendo nella mente e nei cuori di milioni di
persone di tutto il mondo. Il
laboratorio intende, nelle intenzioni degli organizzatori,
non senza ironia, divertimento e poesia, produrre uno
spettacolo sui due ragazzi.
Avendo come spunto lo
stesso argomento il secondo
laboratorio, quello sulla pittura murale, che verrà proposto
nel corso della «Festa giovani» e che sarà coordinato da
Fulvio Bortolozzo, affronterà
invece le diverse tecniche e il
arredamenti
(di fronte alla caserma alpini)
esposizione e laboratorio:
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metodo figurativo più efficace per poter trasmettere i
propri contenuti. «Spesso 1’
espressione murale contemporanea - dicono gli organizzatori - esprime rivolta, insulto estremo contro una
realtà impossibile da viversi
così come viene preconfezionata dal mondo della comunicazione di “mercato”.. In questo senso il tentativo del laboratorio di narrativa murale
sarà quello di rompere l’accerchiamento psicologico che
spinge sui muri solo il dolore
e la rabbia per arrivare a far
pagine di speranza». Il laboratorio cercherà di organizzare Fimmaginario in un racconto strutturato sulla falsariga delle esperienze pittoriche
narrative del duecento italiano piuttosto che del fumetto
contemporaneo. Successioni
di quadri, con inserimento di
testi, per sviluppare un’idea.
I due laboratori, che si terranno all’Expo Fenulli e prevedono un massimo di 20 partecipanti (la quota di iscrizione è di lire 20.000) procederanno parallelamente dal lunedì 16 a sabato 21, affronteranno lo stesso argomento,
collegandosi per una possibile
collaborazione nella performance finale che è prevista
per domenica 22 alla ore 16.
Una simile concezione del
programma della Festa consente di diventare protagonisti
deH’iniziativa, oltre che semplici fruitori: per i giovani è
ancora più importante.
IL PROGRAMMA
Otto giorni di incontri
Domenica 15 — Ore 20,30; parata con il gruppo «Mitokasamba». ' .
Ore 22: «Spettacolazione» a cura dei «Mitokasamba». '
Lunedì 16 — Ore 10,30, area spettacoli: «Come non far venire meno la speranza; riflessione sui valori». Il giudice Caponhetto incontra gli studenti delle scuole superiori.
Ore 18: Inizio del laboratorio teatrale.
- Inizio dèi laboratorio di narrativa-murales.
- Inizio torneo di beach volley.
- Spazio musica a cura del Centro musica: «Effettistica:
uso e abuso» a cura di M. Bianco.
Ore 21:-«Parole di speranza ai giovani...», incontro-testimonianza con il giudice Caponnetto.
Martedì 17 — Ore 18, saletta: proiezione film: «L’odio» di M.
Kassoviz.
Ore 21, saletta: filtri «Hair» di M. Forman.
Ore il, area spettacoli: serata musicale con la baby-rockband «Ossi duri», il rock dei «Beija Fior», il country-folk del
trio Katia Malan, Giovanni Lemmi, Stefano Maina.
Mércoledì 18 — Ore 18, spazio musica, a cura del Centrò
musica: dimostrazione di basso elettrico a cura di R. Celio.
Ore 18, salone dei Cavalieri; «Esperienze dalla ex Jugoslavia».
Ore 21, area spettacoli: «La speranza negata...». Pensieri su
suicidio e depressione giovanile con i dott. Salvo e Crepet.
Giovedì 19 — Ore 18, salone dei Cavalieri: «Dove attingere la
speranza», con mons. Riboldi e un pastore valdese.
Ore 21, saletta: film «Drugstore cowboy» di G. Van Sant.
Ore 21, area spettacoli: spettacolo teatrale «Ruotando, vivendo». Dissacrazione teatrale sulla disabilità a cura
dell’Associazione culturale «I carrozzanti».
Venerdì 20 — Ore 18, spazio musica, a cura del Centro musica: lezione di musica d’insieme con gli studenti del «Corso di musica d’insieme», a cura di A. Santoro.
Ore 21, area spettacoli: «Il volto della felicità e della speranza». Incontro-testimonianza con mons. Riboldi.
Sabato 21 — Ore 17, salone dei Cavalieri; «È possibile vedere
toccando?». Esperimento di esplorazione tattile di illustrazioni ottenute con metodi particolari, contenute in una
guida della città di Venezia. A cura del prof. Fabio Levi
deirUniversità di Torino.
Ore 17: finali torneo beach-volley.
Ore 18: rappresentazione teatrale sugli scritti giovanili.
Ore 19,30: grigliata.
Ore 21, saletta: proiezione film «Kalifomia» di D. Sena.
Ore 21,30: concerto occitano con il gruppo Lou Dalfin.
Domenica 22 — Ore 10, piazza Fontana; inizio tornei di calcetto (under 18 e over 18) e pallavolo (10-14 anni e over 14).
Ore 16: rappresentazionefinale del laboratorio teatrale.
Ore 19,30: cena nel padiglione della Festa.
Ore 21: gran finale musicale con la Big Band del Centro
musica e il gruppo rock Sinergia.
CONVEGNO INIZIATIVE EVANGELICHE
— Dal 20 al 22 settembre
a Torre Pellice, presso la
Foresteria valdese, si svolgerà un convegno sulle
iniziative evangeliche; domenica 22, nel tempio, vi
sarà un culto di chiusura
don la comunità locale alle ore 10,30.
PINEROLO — Domenica 22 settembre vi sarà
il culto di insediamento
del nuovo pastore. Paolo
Ribet.
MASSELLO — Domenica 29 settembre al culto,
parteciperà la corale di
Perrero-Maniglia che organizza anche un pranzo
comunitario.
SAN GERMANO —
Domenica 22 settembre,
alle 10, culto di insediamento del nuovo pastore,
Luciano Deodato.
TORRE PELLICE —
Domenica 22 settembre,
alle 15, pomeriggio comunitario ai Coppieri. Domenica 29 settembre, nel
tempio del centro, il pastore Donato Mazzarella
darà il suo saluto alla comunità di Torre Pellice.
Provincia
Indagine sulla
produzione
di rifiuti
I risultati di un'indagine diretta a definire le produzioni
specifiche dei rifiuti solidi urbani delle varie utenze provinciali sono state illustrate ai
3l5 sindaci della provincia di
Torino giovedì 12 settembre
dall’assessore provinciale
all’Ecologia, Giuseppe Gamba. La ricerca nasce dall'esigenza di determinare la tassa
comunale sui rifiuti. La legge
(di 507/93) introduce infatti il
concetto dii «coefficiente di
produttività» e prevede che la
tas.sa sia calcolata sulla base
della producibilità dei rifiuti
urbani o assimilabili e del costo di smaltimento per ogni
tipo di area imponibile (la
tassa rifiuti di un’abitazione
sarà dunque diversa da quella
di un negozio). La legge affida ai Comuni il compito di
uniformarsi ài nuovi criteri e
di adottare il regolamento per
l’applicazione della tassa in
questione.
Per definire i criteri di applicazione è stato quindi indispensabile determinare le
produzioni dei rifiuti da parte
delle diverse tipologie di
utenze: un compito che sarebbe risultato di difficile attuazione per i singoli Comuni.
Per tale ragione l'assessorato
all’Ambiente della Provincia
ha affidato dunque all’Ipla di
Torino l’incarico di condurre
l’indagine: i risultati sono stati illustrati nell’incontro del
12 settembre anche dalla dott.
M. Ghisaura e dalla dott A.
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VENERDÌ 13 SETTEMBRE
La manifestazione è di grande rilievo per la città di Pineroio
Verso il secondo Concorso ìppico
DAVIDE ROSSO t
Il «Concorso ippico internazionale deH’amicizia»
tenutosi lo scorso anno a Pineroio, ha ottenuto sicuramente un buon successo sia
di critica che di pubblico (le
presenze sono state oltre
r2.(KX)) óltre ovviamente a un
buon ritorno di immagine per
la città. Forti di questa esperienza, gli organizzatori si sono impegnati anche quest’anno a ripresentare, sul campo
ostacoli di piazza d’Arrai a
Pineroio, nei giorni 13, 14 e
15 settembre, una nuova edizione del Concordo.'
«L’obbiettivo primario alla
base del Concorso - sottolinea
l’assessore allo Sport, Angelo
Distaso - rimane sempre rivolto alla costruzione della
Scuola nazionale di equitazione, diretta discendente di
quella Scuola di Cavalleria
nota in tutta il mondo, pur se
con norme e organizzazione
moderne; la strada intrapresa
per rilanciare la nostra città in
un contesto nazionale e internazionale ci è sembrata la più
giusta e così siamo andati
avanti anche se il cammino si
è presentato irto di difficoltà».
Il Concorso di quest’anno
raccoglie l’adesione di ben 14
nazioni (Argentina, Austria,
Belgio, Cuba, Danimarca,
Francia, Gran Bretagna, Germania, Irlanda, Liechestein,
San Marino, Spagna, Svizzera
e Italia) e può contare sulla
presenza di ben 77 cavalieri
' (di cui 40 provenienti dall’
esteio) e 191 cavalli iscritti. A
testimonianza del prestigio
che la manifestazione è venuta assumendo vi è l’alto livello di molti degli atleti partecipanti alla manifestazione; tra
le file dei cavalieri italiani ad
esempio vi sono Valerio Sozzi, che ha partecipato ai recenti giochi olimpici di Atlanta, gli «europei» Alessandra
Panzoni, Alessandro Ragusa,
Paolo Tomatis e Manuela Di
Stefano oltre agli azzurri
Massimo Grossato, Omar Bo
nomelli, Enrico Maria Frana.
11 programma della manifestazione tra l’altro'prevede al
termine delle gare della giornata di sabato un incontro legato alla storia equestre di Pineroio: è prevista una breve
cerimonia, con deposizione di
una corona, davanti al busto
che ricorda il capitano Caprilli; successivamente i cavalieri
verranno accompagnati in
una visita guidata al maneggio Caprini e al museo nazionale di Cavalleria
Pezzi forti della manifestazione sono sicuramente le
due serate di «Alto spettacolo
equestre», che saranno offerte
la sera (ore 21) del venerdì 13
e del sabato 14 settembre al
pubblico pinerolese dalla
campionessa Daria Camilla
Fantoni, reduce dai giochi di
Atlanta, in sella al suo Sonny
Boy e da Lucien Gruss e Denise Marques dell’Académie
d’art équestre de Provence.
La Fantoni si esibirà in una
dimostrazione di prova libera
a livello olimpico di dressage; Lucien Gruss e Denise
Marques, invece, offriranno
esibizioni d’alta scuola, esibizioni di saltatori, «doma vacquera», balletto andaluso e
cavalli in libertà.
«Il Concorso ippico - ha
sottolineato ancora l’assessore
Angelo Distaso - ha una valenza importantissima per la
città e deve essere visto in una
dimensione più ampia, in una
prospettiva futura, quando
cioè Pineroio riavrà la Scuola
di Cavalleria, realtà alla quale
sto lavorando alacremente
perché si realizzi nel più breve tempo possibile».
Il programma completo del
Concorso ippico internazionale prevede:
Venerdì 13 settembre —
dalle ore 9 alle ore 19: Premio n. 1 Comunità Pinerolese
pedemontano; Premio n. 2
Comunità montana valli Chisone e Germanasca; Premio
n.3 F. A. Petroli Spa.
Venerdì 13 e sabato 14 —
ore 21: «Serate di alto spettacolo equestre»: Dimostrazione di prova libera a livello
olimpico di dressage della
campionessa europea Daria
Camilla Fantoni in sella a
Sonny Boy; esibizione di alta
scuola, esibizione di saltatori,
lavoro in libertà, «doma vaquera», balletto andaluso, cavalli in. libertà di Lucien
Gruss e Denise Marques.
Sabato 14 — dalle ore 9
alle ore 19: Premio n. 4 Comunità montana vai Pellice;
Premio n. 5 Sicla Spa; Premio n. 6 Skf Industrie Spa
Domenica 15 — Premio n.
7 Istituto Bancario San Paolo
di Torino; Premio n. 8 Gran
premio città di Pineroio. Un
picchetto di «Nizza Cavalleria» e la fanfara della Brigata
alpina Taurinense chiuderanno la manifestazione.
Torre Pellice
Seminari
di tecnica
musicale
DANIELA BOLDRIN
Si è conclusa a Torre Pellice la settima edizióne del
seminario di tecnica e interpretazione musicale, organizzato dal Centro culturale valdese e dal Collegio valdese. Il
corso era rivolto sia ai violinisti, guidati dal maestro Daniele Gay, sia ai violoncellisti, che hanno potuto perfezionarsi con la docente Frances-Marie Uitti. Dopo alcune
giornate dedicate allo studio,
i partecipanti al seminario
hanno offerto al pubblico una
serie di concerti, nel corso dei
quali hanno presentato le,
opere che sono state oggetto
di studio nelle lezioni.
Il primo concerto, dedicato
prevalentemente al violoncello, si è tenuto il 27 luglio nel
tempio valdese; sono state
eseguite composizioni di Bach, Boccherini, Breval, Shostakovic e Ysaye; i successivi
concerti, tenutisi il 1° il 2 e il
3 agosto, hanno visto come
protagonista il violino, sia in
duo con il pianoforte sia in
trio con il violoncello, e hanno visto come sfondo, oltre al
tempio, la suggestiva Loggia
dei mercanti a Lusema.
I corsisti, con la loro provenienza da tutto il territorio nazionale e dall’estero (Svizzera e Canada), hanno dimostrato quanto sia vivo l’interesse per questa manifestazione. È quindi doveroso ringraziare non solo i musicisti e i
loro docenti ma anche rivolgere un pensiero di gratitudine al Centro culturale e al
Collegio, che oltre a fornire
spazi, strutture e mezzi per lo
svolgimento del corso, hanno
dimostrato ancora una volta
quanto siano disponibili e
aperti verso manifestazioni
che arricchiscono e fanno crescere culturalmente, ribadendo anche il ruolo di Torre
Pellice e della sua valle.
tORO BABY A BOBBIO
PELLICE — La squadra
Esordienti del Torino calcio
ha concluso un periodo di allenamento a Bobbio Pellice
con un minitomeo con i pari
età di Luserna e Bagnolo; ovviamente ha vinto il Toro,
mettendo in mostra anche alcune interessanti individualità. Visto il buon esito i responsabili della società hanno
prospettato la possibilità di
venire in vai Pellice anche
con altre formazioni giovanili, contando come punto di
appoggio logistico sulla struttura dell’Esercito della Salvezza e su un preventivato
miglioramento del fondo del
campo sportivo.
SKI ROLL: TRE SUCCESSI PER ANGROGNA
— Tre successi per gli atleti
dello se Angrogna tiella trasferta di domenica 1° settembre in Valle d’Aosta; vittorie
di Antonella Chiavia e Luca
Gay fra gli Allievi e di Davide Coucourde fra gli Juniores. Sul podio anche Davide
Ricca, 3° fra i Giovani, Elena
Volpe e Astrid Charbonnier
2* e 3* fra le Giovani, Andrea
Montanari 2° fra gli Esordienti, Katia De Biasi 2* fra le
Esordienti, Elisa Godino 3*
fra le Cadette.
VOLLEY ALL’APERTO
— Nono appuntamento nel
prossimo fine ¡settimana con
il torneo di pallavolo all’aper
to, nei giardini di via Roberto
D’Azeglio e suói campi
dell’ex Convitto valdese organizzato a Torre Pellice dal
locale Volley La Torre. Le
gare maschili si disputeranno
sabato 14 e domenica 15 con
la partecipazione di San Paolo Torino, Mary volley Pineroio, Morgan Luserna, Grugliasco, Despar Villar Perosa
e Volley La Torre; gli incontri femminili, negli stessi
giorni, vedranno impegnate
Pallavolo Cavour, Lucento,
Volley La Torre, Apers Torino, San Secondo, Airasca. Le
fasi finali nel pomeriggio di
domenica.
CAMPIONATO ITALIANO DI BOCCE — Sabato
14 e domenica 15 settembre
gli impianti di viale Dante a
Torre Pellice ospiteranno i
campionati italiani a coppie
Veterani di bocce. Le gare
inizieranno alle 8 di sabato
con finali nel pomeriggio di
domenica.
CALCIO PINEROLO
KO — Rocambolesca partita
per il Pineroio a Pietrasanta:
subisce un gol su rigore allo
scadere del primo tempo, ne
sbaglia uno nella ripresa cori
Pallito, vede scompaginare il
proprio reparto arretrato per le
espulsioni di Salvai e Benecchio e alla fine «rischia» pure
di pareggiare. Alla fine la partita finisce 0 a 1, con un po'
di rammarico e la consapevo
lezza .di potersi riprendere
presto, magari già domenica
al Barbieri con la Sestrese che
nelTultirao turno si è fatta imporre lo 0 a 0 dalla Fossanese.
VOLLEY ALL’APERTO
— Al palazzetto dello sport
di Pineroio si sono incontrate
sabato 7 e domenica 8 settembre, in un torneo intemazionale organizzato nell’ambito della ventesima rassegna
dell’artigianato, Alpitour
Traco Cuneo, Gabeca Fad
Montichiari, Mta Pallavolo
Padova e As Cannes Volley
Ball. Sono stati due giorni
all’insegna della grande pallavolo con belle e combattute
partite; alla fine l’ha spuntata
r Alpitour di Cuneo, che dopo
aver superato là formazione
Gli atleti dell’Alpitour Cuneo
Ì3 settembre, venerdì ■—
SALUZZO: Nel duomo, alle
21, concerto dell’orchestra
Bartolomeo Bruni di Cuneo,
diretta dal maestro Giovanni
Mosca.
13 settembre, venerdì —
ANGROGNA: Alle ore 21 è
convocato il Consiglio comunale; in discussione servizi
sociali, canile di valle, applicazione degli avanzi di amministrazione, ordine del
giorno sul Superphénix.
13-15 settembre — TORRE PELLICE: Il circolo
Adi organizza a partire dalle
20,30 di venerdì 13 la «Festa
della famiglia». In programma la mostra «Pesci rossi»,
gara di bocce al punto, teatro,
spettacolo in piazza. Il ricavato della manifestazione servirà a confezionare i pacchi
dono natalizi per gli ospiti
delle numerose case di riposo
della vai Pellice.
13-15 settembre — PINEROLO: Presso il circolo
Stranamore, via Pignone 89,
festa «Inrósso» della sezione
pinerolese di Rifondazione
comunista. Oltre alla presenza di stand e servizio ristorante, tre dibattiti ogni giorno, alle 17,30: «Militanza politica negli anni ’90», «Lo
statuto dei lavoratori dopo il
referendum», «Secessione é
federalismo in un paese diviso in classi» i temi dei dibattiti; musica latinoamericana e
jazz, occitana e rock nel corso delle serate.
14 settembre, sabato —
TORRE PELLICE: Si conclude presso la stazione ferroviaria la. mostra «11 treno
della storia. Il Piemonte linguistico»; dalle ore 10 alle 12
e dalle 16 alle 19,30.
14 settembre, sabato —
TORRE PELLICE: Al Sa
Ione opera gioventù, alle 21,
il gruppo Arte varia dell" Adi
presenta «La stagiòn d'ie
nià», spettacolo comico musicale.
di Montichiari in finale contro la Mta di Padova si è imposta per 3 a 2 al termine di
una combattutissima partita
che ha visto affrontarsi due
squadre molto equilibrate.
C’è da dire che i cuneesi
hanno dovuto rinunciare dopo
pochi minuti ad alcuni giocatori importanti finendo la partita con giocatori molto giovani (l’età media del sestetto
in alcuni casi era di poco superiore ai vent’anni) che hanno però messo in evidenza
forti personalità. La finale per
il tèrzo e quarto posto si è
conclusa con la vittoria della
Gabeca di Montichiari che si
è imposta sul Cannes al termine anche qui di una tiratissima partita per 3 a 2.
VALU
CHISONE * germai
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva;
Ospedale di Pomaretto, lei. 81154
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 15 SETTEMBRE
Perosa Argentina: Farmacia
Termini - Via Umberto f. tei
81205.
Ambulanze:
Croce Verde, Perosa: tei. 81000
Croce Verde, Porte ; tei. 201454
■VAL PELLICE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
telefono 932433
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 15 SETTEMBRI.
Bricherasio: Farmacia Ferra-;
ris - via Vitt. Emanuele 83/4,'
tei. 59774.
Ambulanze:
CRI - Torre Pellice, tei. 953355
Croce V. - Bricherasio, tei. 598790,
14 settembre, sabato —
PRAGELATO: Festa patronale ae Souchères Hautes.
14 settembre, sabato —
PIOSSASCO: «11 trovarobe», mercato transfrontaliero
dell’antiquariato minore.
14 settembre, sabato —
TORRE PELLICE: Alle
15, alla Casa valdese, inau
gurazione dell’anno scola.sti
co 1996-7 del Collegio valdese-Licèo europeo con la
prolusione del professor
Giorgio Balmas sul tema
«Musica a scuola: come?»; la
cerimonia sarà seguita da un
rinfresco presso il giardino
del collegio. Alle 21. nel
tempio, concerto con archi e
fiati da Bielefeld, Westfalia.
e del quartetto di fiati del Gorelli «L. Hugues».
15 settembre, domenica
— SANT’ANTONINO DI
SUSA: Alle ore 16,30, nella
palestra comunale, la Chiesa
battista organizza un recital
di cantanti del teatro Regio
di Torino, con la presentazione di Ezio Blandino.
15 settembre, domenica
— PRALI: Si conclude la
mostra «Arte in miniera» del
pittore Ettore della Savina,
inaugurata il 15 agosto.
15 settembre, domenica
— TORAE PELLICE: Po
lenta e salsiccia presso i giardinetti di Santa Margherita a
cura del gruppo «Amici Santa Margherita».
15 settembre, domenica
— ANGROGNA: Festa
all’alpeggio del Chiot, organizzata dallo Sport Club Angrogna. ■'
, 15 settembre, domenica
— PRAROSTINO: La Pro
Loco e lo Sport Club Angrogna organizzano la T Coppa
Alpi Occidentali di ski-roll.
PINEROLO
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva;
Ospedale civile, tei. 2331
Ambulanza:
Croce Verde, tei. 322664
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SERVIZIO INFERMIERISB^
dalle ore 8 alle 17, presso
sedi dei distretti.
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22.20. sabato 20.05 e 22;
domenica 15. 17.30.20,0
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TORRE PELLICE—
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Valdese
PAG. 9 RIFORMA
Tavola valdese gli strumenti necessari per affrontare un nuovo impegno di grande responsabilità di fronte ai contribuenti
Ificacia dei progetti, informazione: ecco i criteri adottati dal Sinodo
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nostra risposta dovrà essere
l’invito a passare per i canali
jicompresi in e). Per parte
nostra potremo favorire l’inserimento di tale progetto
con l’offerta all’organismo
ecumenico di finanziarlo, se
da questo approvato ed assunto. .
Con diversi di tali organismi vi sono già relazioni e da
alcuni di essi abbianio già ricevuto da anni, e riceviamo
tuttora, contributi per nostri
•progetti. Al fine di potenziare
frapporti e di preparare la
nostra partecipazione finanziaria in progetti altrui, la Tavola.prende opportuni contatti concordando le modaìtà di attuazione.
È preferibile che il contributo da parte nostra non sia
un finanziamento indistinto
ad un organismo ecumenico,
bensì l’assunzione di progetti specifici, o per la loro totalità 0 per quote-parti significative. In tal modo potrà risultare chiaro il carattere dell’intervento e sarà più facile
rendicontarlo.
Art. 3 - PROGETTI
L’atto 48/S1/94 specifica
che l’attribuzione dei fondi
deve avvenire sulla base di
progetti.
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Art. 4 -1 CRITERI
OGGETTIVI
L’attribuzione di borse di
iStudio o di borse-assistenza
"per ospiti di Case di riposo
llentra nella.categoria dei
|«progetti».
Possono essere concessi
. aiuti a singoli (colpiti da calai ■ mità naturali o afflitti da par! ticolari bisogni), ma questi
t non devono essere gestiti di” ’ 5rettamente dalla Tavola. Pos
sono invece rientrare in un
^progetto presentato da uno
del soggetti indicati al paragrafo precedente (ad esempio iper l’Italia: chiesa locale,
• Pcei,iiente di assistenza ecclesiastico o non) che provve,derà alla distribuzione degli
3iuti e alla rendicontazione.
In linea di massima, quindi, l’intervento passa attra'■ Vèrso opere esistenti, cioè en. h deU’ordinamento valdese o
i di quello esterno.
■ Lo stesso atto 48/SI/94 indica che la selezione dei pro86tti deve avvenire «in base a
criteri oggettivi».
La scala di priorità deve espre di volta in volta fondata
W1 esame dei progetti e su
“Tra valutazione comparativa
Palermo: animazione con i bambini della scuola al Centro «La Noce»
degli stessi, tenendo in debito conto tutti gli elementi illustrati nel presente regolamento e quelli che di volta in
volta emergeranno concretamente, consentendo di pervenire ad una motivata
conclusione.
Alla Tavola viene quindi lasciato uno spazio di discrezionalità. E ciò con Tàwertenza che discrezionalità non
significa arbitrio, bensì valutazione concreta, da compiersi sulla, base dell’applicazione di principi generali come giustizia, parità di trattamento, logica, ecc. La corretta applicazione di tali principi deve risultare da un’ampia e appropriata rnotivazione, maggiormente liecessaria
via via che si accresce lo spazio della discrezionalità.
L’obiettivo da perseguire
non è quello della massima
«sicurezza», bensì quello della maggiore efficacia. L’oggettività dei criteri, quindi,
emergerà da un giudizio a
posteriori che si fonderà prevalentemente sulla valutazione dell'operato degli organi.
Art. 5 — ULTERIORI
SPECIFICAZIONI
"’omento del culto di chiusura
lidarietà cristiana non soffre
degli stessi confini che separano le nazioni della terra.
Così come noi consideriamo
e considereremo un arricchimento allargare i confini
entro i quali esprimere la nòstra vicinanza al prossimo
che è nel bisogno, riteniamo
che costituirebbe grave impoverimento spirituale se
' nelle altre iniziative che gestiamo in Italia si perdesse
l’apporto di una fruttuosa
partnership internazionale.
Particolare attenzione deve
infine essere dedicata al
finanziamento di iniziative
aventi finalità culturali e di
attività socio-culturali.
parte integrante del lavoro
istruttorio della commissione.
b) il controllo in itinere di
un intervento viene esplicato
in modi diversi:
- conila collaborazione aegli organi di controllo previsti
dalTordinamento valdese a
cui sono sottoposti i soggetti
rientranti nell’ordinamento
stesso;
- tramite un’attività ispettiva nel caso, di interventi facenti capo a soggetti esterni
rispetto all’ordinamento valdese e operanti in Italia;
- a mezzo degli' organismi
ecumenici a cui ci si sia affidati per interventi facenti capo a soggetti esterni rispetto
all’ordinamento valdese.
c) il controllo a posteriori
deve avvenire a mezzo del
rendiconto richiesto per ogni
intervento, integrato dai riscontri risultanti da interventi valutativi nelle linee indicate al punto b).
6.3 - Rendiconto
e informazione
Art. 6 - PROBLEMI
GESTIONALI
ORGANIZZATIVI
La gestione dell' Opm da
parte della Tavola comporta
la definizione di molteplici
problemi gestionali e organizzativi.
6.1 —Tipo
di amministrazione
Per l’amministrazione
dell'otto per mille si esclude
una semplice attività di tra
Vi sono ulteriori elementi
che devono concorrere alla
formazione di appropriati
criteri selettivi.
In particolare, i finanziamenti rivolti alle opere della
nostra chiesa, sia in Italia sia
nel Rio de la Piata, devono
privilegiare 1’esistente, senza
precludere la possibilità di
sostenere opere veramente
nuove, come eventuali centri
pér la lotta alle tossicodipendenze, all’Aids, ecc.
Si afferma con forza che le
nuove opportunità che derivano dalT8 per mille devono
rafforzare e non attenuare i
tradizionali legami da tempo
stretti con numerose chiese
evangeliche di altri paesi.
Operano, infatti, in Italia,
all’interno della nostra chiesa, numerose iniziative diaconali il cui sorgere e svilupparsi è frutto di una ampia collaborazione internazionale e i cui gruppi dirigenti appaiono spesso fortemente integrati. Le possibilità che
abbiamo di partecipare in
misura apprezzabile ai programmi di aiuto delle agenzie
ecumeniche costituisce un’
occasione per ribadire un
concetto già formulato: la so
Una veduta del Servizio cristiano di Riesi
sferimento di fondi, optando
invece per un’amministrazione con servizio di tesoreria. Ciò significa che gli
interventi saranno finanziati
non al momento dell’approvazione della richiesta, bensì
al momentó dell’inizio lavori, delTacquisto del bene,
della data di scadenza, degli
impegni.
L’esclusione della commistione tra i mezzi finanziari
propri della chiesa e quelli
dell’otto per mille deve essere rigorosa e trasparente. Essa comporta che i costi di gestione sitino imputati all’amministrazione delT8 per mille
con metodi verificabili a posteriori.
6.2 - Controlli ‘
I controlli sugli interventi
sono una pairte rilevante della responsabilità amministra-,
tiva della Tavola e del suo
strumento consultivo, la
Commissione Opm, come
pure della Commissione di
revisione.
a) il controllo preventivo
relativo ai'progetti e ai soggetti richiedenti l’intervento fa
6.4 - Costi di gestione
Art. 7
ORGANIZZAZIONE
Il rendiconto e l’informazione sono previsti alTart. 3/5
dell’Intesa del 1993 e da
36/SI/91. Mentre il rendiconto al Ministro delTIntemo deve indicare tutti i percepienti
e fare riferimento alla documentazione a mani della Tavola, l’informazione al pubblico deve dare principalmente indicazioni sui settori
di intervento.
L’informazione preventiva
prevista da 36/SI/91 deve essere inizialmente tesa ad
informare i cittadini contribuenti della possibilità di attribuire" T8 per mille alla
Chiesa evangelica valdese e,
non appéna possibile, a far
conoscere specifici progetti.
Del rendiconto e delTinformazione è responsabile la
Tavola che deve presentare la
propria rèlazione sull’esercizio precedente al Ministro
delTInterno (luglio) e al Sinodo (agosto).
Per l’amministrazione e
per l’informazione sono previsti dei costi non eccedenti
misure predeterminate.
In base al criterio di sobrietà che deìre informare
ogni nostra amministrazione
l’incidenza percentuale delle
spese di gestione sul totale
dei mezzi acquisiti ogni anno
hon deve - inizialmente - ^perare il 5-6%.
Ulteriori aggiustamenti e
l’eventuale fissazione di un
diverso tettò percentuale sono operati dalla Tavola - e valutati dal Sinodo - sulla base
dell’esperienza dei primi
esercizi finanziari.
Si applicano i seguenti criteri:
Criterio digeistione amministrativa. Il criterio utilizzato è quello per cassa: devono
cioè rientrare nell’amministrazione di un esercizio tutti
i mezzi finanziari percepiti
durante l’esercizio stesso an
che se costituiti da saldi relativi ad esercizi precedenti.
D’altra parte sull’esèrcizio
successivo devono essere imputate }n via aggiuntiva le
giacenze relative a progetti
approvati ma non ancora finanziati in toto 0 in parte e
ogni avanzo dell’esercizio finanziario concluso.
Gli interessi sulle giacenze
restano a disposizione della
Tavola per il finanziamento
dell’attività. Ove il loro importo non sia sufficiente, si
'dovrà attingere ai bilancio
annuale dell’ 8 per mille entro i limiti percentqali fissati.
Ove il loro importo comportasse un’eccedenza, questa
dovrà essere riversata, a fine
anno, nel bilancio dell’esercizio successivo.
Interventi eccezionali e urgenti. Tali interventi, relativi
soprattutto a soccorsi per calamità naturai ed altri eventi
delTente che propone il progetto (statuto, amministratori, bilancio), ove non si tratti
di ente dell’ordinamento valdese;,
- una descrizione del progetto, con specifica indicazione degli oneri, della durata dei lavori dell’attività, del
numero dei possibili fmitori,
degli effetti che si vogliono
ottenere:
- l’indicazione dei soggetti
preposti alla realizzazione del
progetto con adeguata docu-^
mentazione delle qualifiche
professionali, delle esperienze specifiche, delle eventuali
collaborazioni esterne, professionali e/o volontarie;
- l’indicazione delle precedenti attività dello stesso genere svolte dall’ente che propone il progetto;
- l’indicazione delle precedenti attività analoghe svolte
da altri soggetti nel medesi
La Casa delle diaconesse a Torre Pellice
disastrosi, sono decisi dalla
Tavola, sentito ove possibile
la commissione Opm, in ogni
momento. Per il finanziamento di tali in|erventi può
essere costituito un fondo
permanente alimentato da
una percentuale del bilancio
di ogni esercizio finanziario.
Modulistica. Per avere accesso al finanziamento i progetti devono essere presentati
a mezzo dei moduli predisposti dalla Tavola, e devono essere corredati dalla documentazione richiesta dalla
Tavola stessa. Ciò deVe avvenire entro la data annuale
prestabilita.
In ogni caso devono essere
indicati:
gli elementi qualificativi
mo ambito territoriale;
' - l’indicazione delle quote
di finanziamento (disponibilità dell’ente richiedente
quote assicurate da altri soggetti nazionali 0 internazionali, pubblici 0 privati) che
concorrono con il finanziamento richiesto alla Tavola.
Per le opere esistenti viene
comunque richiesto il bilancio dell’anno precedente.
Per gli interventi edilizi devono essere presentati i relativi progetti, per gli acquisti i
preventivi, ecc.
Per ogni intervento finanziato viene richiesto un rendiconto entro un anno per
consentire di predisporre i
resoconti generali.
Torre Pellice, agosto 1996
Nella collana «Quaderni di Diakonia» è uscito ii n. 11
Elizabeth E. Green
venuto peir servire
Una riflessione teoiogica femminista *
sui probiemi e sulle promesse della diaconia
30 pp, L. 5.000
È Stato scritto che la diaconia è l’azione di Dio nel
mondo per mezzo del e della credente. Questo libretto della teologa battista mette in evidenza le
contraddizioni ma esalta anche le meravigliose prospettive
che si aprono se solo si riesce,
come singoli e come comunità,
a vivere la diaconia come
un’occasione offerta a tytti.
senza costruire false distinzioni o gerarchie. L’azione diaconale impegna ogni credènte,
non prevede esoneri o esclusioni.
m mmedHrice
Claudiana
VIA PRINCIPE TOMMASO, 1-10125 TORINO '
TEL. 011/668.98.04 - FAX 011/650.43.94 - C.C.P, 20780102
14
■V
VENERDÌ 13 SETTEMBRE 19Q«;
il dibattito sul riassetto organizzativo delle opere e istituti diaconali
'Ji
Una «polìtica diaconale» più unitaria
Le nuove esigenze di natura amministrativa, gestionale e fiscale richieste oggi
impongono nuovi strumenti organizzativi coerenti con la diaconia evangelica
PAOLO OAY
Da tempo è in corso nelle
chiese valdesi e metodiste un dibattito sul riordino
degli enti ecclesiastici ossia,
sostanzialmente, sul modo di
rendere l’assetto istituzionale
degli istituti e opere che svolgono attività diaconale più
funzionale alle esigenze di
natura amministrativa, gestionale, fiscale richieste dallo stato, nonché sempre più
rispondente agli intenti di
testimonianza e di servizio
(«diaconia» in greco) che essi
perseguono. Un primo passo
in tal senso fu l’istituzione
dei dipartimenti diaconali
(Sinodo 1984), seguita poi
dalla costituzione della Commissione sinodale per la diaconia (Csd, Sinodo 1993), organi che cominciarono a risolvere alcune delle esigenze
di cui si è detto, ma senza
soddisfarle pienamente.
Come ha scritto la Tavola
valdese nella sua relazione al
Sinodo di quest’anno, «l’istituzione della Csd, anziché
chiudere la questione, finì
per ampliare il dibattito,
giacché l’esigenza di una definitiva razionalizzazione del
settore si fece ancora pià acuta»; infatti la convivenza di
enti «concistoriali» (come
l’Asilo per 1 vecchi di Luserna
San Giovanni), enti «distrqttuali»* (come la Foresteria di
Torre Pellice), enti affidati alla Csd (come l’Asilo per i
vecchi di San Germano Chisone), enti referenti al Sinodo (Agape, Ecumene, Casa
materna. Servizio cristiano
di Riesi, La Noce e, in posizione particolare, il Collegio
valdese), con una pluralità di
situazioni giuridico-istituzionali-fiscali, creava difficoltà
di rapporti con riguardo sia
all’ordinamento statale sia a
quello ecclesiastico, con forti
rischi di avere un’azione diaconale frammentaria e poco
coordinata.
Del problema si occuparono il Convegno delle opere
del marzo 1995 a Firenze é
un incontro, del Comitato
evangelico di ricerche giuridiche (Ecumene, nel maggio
1995), allorché fu presentata
una bozza di progetto di riordino elaborata da un gruppo
di lavoro costituito nell’ambito della Commissione consultiva della Tavola valdese
sui rapporti stato/chiesa. 11
Sinodo 1995 infine diede
mandato alla Tavola valdese
di proseguire lo studio del
progetto di riordino avvalendosi di consulenze e interpellando istituti e opere interessati, il che avvenne durante il
Convegno delle opere promosso dalla Csd a Firenze nel
marzo scorso.
Da un ampio confronto di
opinioni, anche in seguito al
convegno fiorentino, la Tavola in accordo con la Csd ha
elaborato un progetto che,
emendato in alcune parti, è
stato approvato dal Sinodo.
11 progetto prevede sostanzialmente: la revisione e ampliamento delle competenze
della Csd alla quale, accanto
alle funzioni di coordinamento e di controllo per le
quali fu costituita nel 1993,
vengono attribuiti compiti di
«alta amministrazione e gestione» degli istituti e opere
non dotati di personalità giuridica, ferma restando la
competenza della gestione
ordinaria dei rispettivi comitati di gestione; il progressivo
affidamento degli istituti e
opere diaconali alla Csd, raggruppati in quattro settori
' (ospedaliero; assistenza a
minori, portatori di handicap, anziani; istruzione e for
Casa materna a Portici (Napoli)
mazione; accoglienza), affinché la Csd svolga nei loro
confronti i compiti anzidetti;
il conseguimento della personalità giuridica della Csd,
con trasferimento ad essa
della proprietà del patrimonio anche immobiliare oggi
intestato alla Tavola valdese
e del quale si avvalgono istituti e opere per svolgere la
loro attività; la previsione
della redazione di un documento contabile che consenta una visione unitaria degli
istituti diaconali valdesi e
metodisti affidati alla Csd,
frutto di una sorta di consolidamento dei bilanci dei singoli enti; il valorizzare situazioni particolari di collegamento tra enti su base terri
toriale, in luogo delF affidamento alla Csd; la salvaguardia dell’autonomia dì istituti
e opere aventi particolari legami con chiese locali.
Rimane da definire la posizione dei «Centri giovanili»
(Agape, Ecumene) o di altre
opere particolari (Collegio di
Torre Pellice, Claudiana editrice e librerie), enti per i quali il Sinodo ha ritenuto più
opportuno mantenere, pur
nella previsione del potenziamento della Csd, il loro attuale assetto istituzionale separato dalla Csd stessa, non
escludendo tuttavia una loro
diversa futura collocazione.
Il dibattito sinodale ha con^
tribuito a chiarire alcuni punti del progetto che dalla lettura della relazione della Tavola
al Sinodo erano rimasti un
po’ oscuri: la «nuova Csd» vedrà trasferite a sé una serie di
competenze nei confronti di
istituti e opere oggi della Tavola valdese, senza però che i
comitati di gestione siano
espropriati delle funzioni fino
a oggi da essi esercitate, e ponendosi invece come forte organo di coordinamento e indirizzo nella «politica diaconale» delle nostre chiese, senza per questo assumere le vesti di un’azienda: a tal fine è
stato suggerito di aumentare i
collegamenti tra Csd e Commissione diaconia, organo
che si occupa della formazione dei diaconi e della riflessione sul rapporto tra predicazione e diaconia.
SI L'esame dell'operato della Commissione per la diaconia
Quale diaconia delle chiese valdesi
e metodiste in vista del terzo millennio?
Quale diaconia per le
chiese metodiste e valdesi
che si avviano verso l’inizio
del terzo millennio? Questa
domanda, anche se non espressa in termini espliciti, si
può cogliere leggendo la relazione che la Commissione
sinodale per la diaconia
(Csd) ha presentato al Sinodo, relazione nella quale non
si è limitata a dare conto dei
suoi rapporti con gli istituti e
le opere da essa coordinati e
sulla buona attività svolta dal
Centro servizi amministrativi
Costituito nel suo ambito, ma
ha anche indicato le linee di
I riflessione sul ruolo che la
diaconia ha nella vocazione
della chiesa.
La Csd indica al Sinodo e a
tutte le chiese che ogni azione diaconale, svolta nei più
diversi ambiti (vuoi con
strutture vuoi in modo non
istituzionalizzato), ha il suo
elemento centrale nel servizio (diaconia) verso la persona; la chiesa deve considerare donne e uomini in ogni loro dimensione nel mondo; la
diaconia è quindi, come la
predicazione, compito primario dei credenti in Cristo,
ossia della chiesa, nel rendere testimonianza all’EvangeJo del Regno.
La Csd, sulla scorta di queste linee, oltre af lavoro di
coordinamento che istituzionalmente le è proprio, nell’
anno trascorso si è impegnata su due progetti: la promozione di un corso di formazione per membri di comitati
di gestione di istituti e opere
diaconali (apprezzato dai
partecipanti, che al termine
hanno manifestato l’auspicio
di una sua continuazione), e
la consultazione di istituti e
opere sul progetto di riordi
no del loro assetto istituzionale e sulle prospettive di accesso ai fondi dell’«otto per
mille deU’lrpef» (argomenti
ai quali, in accordo con la
Tavola valdese, è stato dedicato rincontro annuale delle
operé svoltosi a Firenze nel
marzo 1996, in ottemperanza
a un atto del Sinodo 1995). A
questi ultimi argomenti il Sinodo di quest’anno ha dedicato notevole spazio.
Il Sinodo non ha invece
forse sufficientemente colto
gli stimoli che venivano dai
temi di riflessione generale
proposti dalla Csd, e ciò nonostante la Commissione
d’esame (Cde) ne avesse ulteriormente allargato l’ambito, dedicando una parte della
sua relazione alla figura direzionale di istituti e opere:
questi argomenti non hanno
praticamente avuto dibattito, mentre il Sinodo ha preferito chiedere chiarimenti e
discutere su alcuni aspetti,
ora positivi ora negativi, della vita di taluni singoli enti
che fanno capo alla Csd, sui
Il Sinodo, preso atto della
Sempre maggiore prepara-'
zione e professionalità richiesta ai/alle direttori/trici
deile opere diaconali, invita
la Csd a individuare e sviluppare un piano di formazione e aggiornamento, in grado di fornire ai/alle direttori/trici le conoscenze e gli
strumenti necessari per svolgere al meglio il loro delicato incarico.
Il Sinodo si rallegra inoltre con la Csd per le iniziative già messe in atto per
l'aggiornamento dei membri dei comitati di gestione.
quali la Cde aveva fatto una
carrellata di flash senza soffermarsi in particolare su
nessuno di essi.
Nel momento decisionale,
anche se non suffragato dà
un particolare dibattito in
aula, il Sinodo ha tuttavia saputo porre le basi affinché le
chiese nell’anno a venire dedichino un po’ di tempo alla
riflessione sulla loro vocazione diaconale, innanzitutto
incoraggiando la Csd a proseguire il lavoro intrapreso di
coordinamento e formazione
delle persone che svolgono
un incarico professionale o
istituzionale nell’ambito di
istituti ed opere, anche in
collaborazione con organismi esteri analoghi ad essa
con i quali già è stato avviato
un dialogo.
Oltre a ciò, il Sinodo ha
raccomandato alle chiese di
divulgare e studiare la Dichiarazione di Bratislava, documento programmatico elaborato da un convegno organizzato dalla Conferenza delle chiese europee (Kek) svoltosi nell’autunho 1994, a cui
parteciparono rappresentanti di chiese ortodosse e protestanti di 26 paesi impegnate
in vario modo nell’azione
diaconale, al fine di discutere
le finalità e le strategie della
diaconia in ambito europeo.
L’augurio è che le chiese,
cogliendo la raccomandazione, non lascino che la Dichiarazione rimanga relegata nelle cartelline dei deputati al
Sinodo ma anzi pongano le
basi, con le loro riflessioni sul
documento ( e su quanto indicato dalla Csd e dalla Cde
nelle loro relazioni), per un
fluttuoso e proficuo dibattito
sulla loro azione diaconale
nel prossimo Sinodo, (p.g.)
Progetto di riordino
dì opere e istituti
Il Sinodo, ribadita la necessità ^ià affermata con SI/48/95
di procedere a un riassetto
degli istituti e opere che fanno parte dell'ordinamento
valdese; viste le conclusioni
cui la Tavola e Commissione
sinodale per la diaconia sono
pervenute nello studio del
progetto di riordino, in esecuzione del mandato loro affidato dalla sessione sinodale
ordinaria del 1995 e il risultato del Convegno delle opere
tenutosi a Firenze nel marzo
1996, delibera
1) i|ie la soluzione preferenziale dei progetto di riordino sia costituita dall'affidamento degli istituti e delle
opere diaconali delle nostre
chiese alla Commissione sinodale per la diaconia, la quale
dovrà vedersi attribuiti, accanto alle funzioni di coordinamento e di controllo'che le sono proprie, per gli enti non
forniti di personalità giuridica
nell'ordinamento dello Stato,
compiti di alta amministrazione e gestione, confermando ai
comitati dei singoli istituti ed
opere e, ove previsto, ai direttori la gestione ordinaria;
2) che l'affidamento di altri
istituti e opere alla Csd, a norma dell'art 2 del suo statuto,
in esecuzione di quanto stabilito al precedente punto 1),
avvenga a partire dalla sessione sinodale ordinaria del
1997, previa istruttoria congiuntamente svolta dalla Csd
medesima, dalla Tavola e dai
Comitati di gestione degli istituti e opere interessati;
3) che contemporaneamente il Sinodo o altra assemblea
competente provveda agli
adeguamenti dei vigenti statuti degli istituti e opere che
vengano affidati alla Csd, su
iniziativa dell'organo competente, raccolto il parere di rito
della Commissione per le discipline, a cui viene altresì affi
■ dato il mandato di predisporre la modificazione dell'attuale statuto della Csd in attuazione di quanto deliberato al
punto 1);
4) che gli enti affidati alla
Csd siano inizialmente raggruppati in quattro settori:
- ospedaliero
-assistenza minori, portatori di handicap, anziani
- istruzione e formazione
- accoglienza;
5) che la Csd, quale istituto
autonomo nell'ambito dell'ordinamento valdese, consegua
il riconoscimento della personalità giuridica nell'ordinamento dello Stato e che l'avvio della relativa procedura
avvenga nella presente sessione, con separato atto;
6) che alla Csd, dopo il conseguimento della personalità
giuridica, possa essere trasferita l'intestazione del patrimonio, anche immobiliare, oggi
in dotazione alla stessa o ai
singoli istituti e opere, non
dotate di personalità giuridica
nell'ordinamento dello Stato,
a lei affidati;
7) che la Csd, attraverso il
Centro servizi amministrativi,
rediga un «bilancio consolidato» dei bilanci delle singole
opere che non siano dotate di
personalità giuridica nell'órdinamento dello Stato, provvedendo altresì in modo unificato agli adempimenti di carattere fiscale;
8) che la Csd, previa modifica del suo attuale statuto, per
il che si dà mandato alla Commissione per le Discipline, veda ampliato il potere di emanare regolamenti per disciplinare ogni aspetto della sua attività;
9) che in'casi particolari:
a) istituti o operé in luogo
dell'affidamento alla Csd, siano tra loro collegati su base
territoriale, facendo capo a
ente ecclesiastico già dotato
di personalità giuridica nell'
ordinamento dello Stato o che
là consegua per decisione sinodale;
b) istituti autonomi che non
ne siano ancora forniti conseguano in proprio la personalità giuridica nell'ordinamento
dello Stato, venendo quindi o
meno affidati alla Csd;
10) che il Collegio valdese e
la Libreria editrice Claudiana,
per le loro particolari caratteristiche, conservino temporaneamente l'attuale collocazione nell'ordinamento;
11) che gli istituti e opere
dipendenti da organi di chiese
locali conservino gli attuali
collocazione e ordinamento-a
condizione che detti organi,
quali enti ecclesiastici, siano
muniti di personalità giuridica
nell'ordinamento dello Stato
ovvero la conseguano per decisione sinodale; in difetto anche tali istituti e opere rientreranno. nel regime previsto dai
punti da 1) a 8) del presente
atto;
dà mandato
alla Tavola di elaborare,
d'intesa con i rispettivi comitati, un separato progetto di
riordino dei Centri giovanili,
che restano pertanto, per il
momento, esclusi dalla presente deliberazione.
Ale
kcbi
GIÀ
RjGORD
della Fi
Personalità
giuridica
Il Sinodo, udita la proposta
della Tavola valdese, premesso
che la Commissione sinodale per la diaconia, istituita con
l'atto sinodale n. 53 del 1993,
si qualifica, nell'ambito dell'
ordinamento valdese, come
un istituto autonomo, ih
quanto Commissione sinodale
amministrativa, e pertanto come ente ecclesiastico patrimoniale avente congiuntamente
fini di culto, istruzione e beneficienza inseparabilmente perseguiti, giacché la sua attività
- come stabilito nel suo Statuto approvato con l'atto sinodale suddetto - è volta a: con-:
tribuire alla elaborazione delle linee di teologia diaconale
per le chiese e le opere die;
hanno parte nell'ordinamento,
valdese; organizzare la formazione del personale che opera
negli istituti valdesi e metodisti nonché promuovere il volontariato evangelico: indirizzare l'attività diaconale, e
quindi di assistenza e benefici
cienza, della chiesa, in esetui
zione delle decisioni sinodàli,;
coordinando e sostenendoli
lavoro dei singoli istituti e,
opere ed esercitando nei loro
confronti i poteri di nomina e
di controllo che lo Statuto attribuisce alla Commissione: .
dato atto
che la Commissione sinodale per la diaconia quale istituto autonomo neirambito
dell'ordinamento valdese è
fornita di piena capacità giuridica interna; dispone di patri*
monio immobiliare, intestato.;
alla Tavola valdese, assegnatole in dotazione, in parte pef
uso diretto, in parte per l'attività dei singoli istituti e opere,
patrimonio alla cui manutenzione e amministrazione ordK
naria e straordinaria provvede;
in proprio;
- é fornita di proprie entrate rappresentate da:
contributi e collette auto-'
rizzate dalla Tavola Valdese
rendite patrimoniali;
- è responsabile della
pria gestione anche versoi^
terzi; ritenuto che l'acquisizione della personalità giuridicaai sensi dell'ordinamento dello Stato consentirà alla Commissione sinodale per la diaconia di meglio raggiungere '
propri scopi, di meglio gestW
e amministrare il patrimoni^
ci racconti
^perienza
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I 11 Sinodo ha discusso con franchezza e rispetto reciproco il tema spinoso della mobilità pastorale
Il servizio pastorale in una chiesa che vive il sacerdozio universale
/\4entre i pastori e le pastore cercano di ridefinire il proprio ruolo e ministero in una situazione in rapida evoluzione
je chiese, i circuiti, i distretti e la Tavola valdese cercano di coniugare progettualità evangelica e valorizzazione dei doni
aiANNI GENRE
R- ¡CORDO che negli anni
della Facoltà Paolo Ricca
ci raccontò più volte dell’
BSperlénza di Helmut Golvntzer che, sulla tradotta che
lo portava prigioniero in Siheria, avrebbe scritto: «Aajetto con ansia che il Signofaccia conoscere la
nuova comunità che mi atende». In una situazione di
assoluta gravità, mentre il
suo paese precipitava rapidalente nel baratro della difatta verso la quale lo aveva
^ lato Hitler, il giovane paiore amico di Barth custodila serena consapevolezza
Iella propria vocazione e del
:to che Dio guidava la sto[ria ed anche la propria, picila, storia personale.
molti membri delle
Sstfe chiese pensano che
pesta consapevolezza abbia
Ibandonato i pastori e le patòre che molto faticosamentecercano di ridefinire il proprio ministero e di ricomirendere la propria vocaziole. Tutti sanno che la Tàvola
¿ontra sempre maggiori difColtà nel predisporre i trasferenti che si rendono neceski ogni arino sia per la scara jnobilità pastorale sia per il
Bùto df alcune chiese di acjittare il pastore proposto loro; Questo crea ulteriori ostanel cercare di realizzare i
irogetti che le chiese, i circuii e idistretti disegnano con
empre maggiore precisione.
Per questo la Tavola ha
tto bene ad affrontare la
istione e a proporla al dillo sia in ambito di corpo
_ _ orale sia nell’assise sinopie. E il dibattito è stato
ftlMo, teso e caratterizzato
da quell’atteggiamento di ri:to di chi sa che le parole
[anno, soppesate a lungo
do si parla di situazioni
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sinodale istitu
di sofferenza e di disagio per
le nostre comunità, ma anche per le famiglie pastorali.
La scelta che le chiese della
Riforma hanno fatto di avere
dei pastori e delle pastore che
riflettono nel proprio lavoro
la complessità delle dinamiche che nascono e si sviluppano in ogni tessuto familiare
è stata una scelta di libertà, e
anche la scommessa che questo non sarebbe stato un
ostacolo ma un arricchimento per tutta la chiesa. Il dibattito ha in qualche modo riaffermato questa convinzione.
Nell’anno ecclesiastico che
sta per iniziare vi saranno
ben 18 pastori in meno in attività di servizio: si tratta
all’incirca di una riduzione
del 20 per cento dell’organico
di questi ultimi anni. La Tavola ha indicato alcune possibili strade per uscire da
questo momento di stallo:
un’indennità temporanea
per il coniuge costretto a cercarsi un lavoro, una sorta di
«rimborso» per le spese addizionali che un trasferimento
può comportare (lontananza
della scuola per i figli, il maggior costo della vita), un possibile tentativo di razionalizzare e di monetizzare il «pendolarismo» pastorale nei casi
in cui i familiari non possano
davvero muoversi dalla precedente sede pastorale.
La Cde, nel riprendere queste proposte, anche un po’
provocatorie, ricollocava giustamente questo problema
della mobilità pastorale nel
quadro della vocazione di
tutta la chiesa. Senza una
preventiva approfondita riflessione sul tipo di progetto
di chiesa che vogliamo tutti
insieme costruire non è infatti neppure possibile tentare
di dare soluzioni al problema
della mobilità pastorale.
D’altra parte l’esperienza
Il corteo sinodale si reca al tempio per il culto inaugurale
positiva che alcune chiese rimaste per un periodo senza
pastore hanno fatto, riscoprendo e valorizzando i doni
di molte persone che sarebbero rimasti inespressi in una
situazione di «tranquillità»
per quanto riguarda la cura
pastorale, ci ha confermato
ancora una volta quanto sia
importante che ogni generazione ritraduca l’affermazione evangelica riscoperta dalla
Riforma del sacerdozio di
tutti i credenti.
Nel corso del dibattito, sia
nei riguardi dei pastori sia
nei riguardi delle chiese, si è
nominata con audacia la categoria del «desiderio»; categoria da non intendersi in
senso personalistico ed egoista, ma termine che indica
un dato di realtà e che esprime l’aspirazione sia dei pastori sia delle diverse chiese a
lavorare in un certo modo e a
porsi determihate priorità.
Queste relazioni di «desiderio» sono legittime e vanno
tenute presente nel momento in cui si elaborano le strategie e i progetti per la provvista pastorale alle diverse
realtà territoriali della nòstrq
chiesa. Giorgio Tourn ha riassunto i cambiamenti avvenuti nelTautoconsapevolezza
che ogni generazione pastorale ha avuto di sé; schematizzando, ha presentato la generazione di pastori che ha
vissuto il proprio ministero a
cavallo della seconda guerra
mondiale come la generazione delTwpbbedienza»; la Tavola corrìunicava ai pastori,
con poche settimane di anticipo, la nuova sede nella quale erano trasferiti. Le eventuali mogli e gli eventuali figli
seguivano sapendo che non
era possibile esprimere le
proprie perplessità. La generazione dei pastori che hanno iniziato il loro ministero
negli anni ’50-60 è stata quel- ^
la della «progettualità»; in
quegli anni i pastori hanno
lavorato intensamente avendo chiaro davanti a sé un
nuovo progetto di chiesa.
Oggi la Tavola si trova di
fronte al difficile compito di
mediare, o meglio di permettere il dialogo fra i diversi interlocutori (pastori, chiese,
circuiti) che esprimono legit
timamente le proprie aspettative e le proprie aspirazioni. Anche rispetto al discorso
sul «progetto» di,te$timonianza che ogni chiesa dovrebbe presentaré nella spe- ,
ranza poi di trovare la persona giusta per il posto giusto,
rimangono delle perplessità.
Certo ogni comunità cristiana dovrebbe porsi degli
obiettivi e delle priorità nel
portare avanti la propria testimonianza, ma i progetti
possono nascere e svilupparsi cammin facendo, anche iti
quelle comunità che apparentemente sembrano offrire
rneno stimoli é anche rispetto a quegli operai o a quelle
operaie della chiesa che appaiono meno brillanti. .
Non vi sono dunque ricette
pronte per risolvere il problema, ma Tinvito a continuare
la riflessione in tutte le possibili sedi e Tinvito a tutti i diversi soggetti a lasciarsi coin
volgere nel ridefinire una
progettualità comune per la
nostra testimonianza in Italia, che possa suscitare passione, fantasia ed entusiasmo. Nella certezza che la
predicazione dell’Evangelo
non sempre consente di essere pianificata attraverso itinerari predisegnati e di tutto
riposo, ma sempre suscita
passione e dà senso pieno
aU’esistenza umana.
Tutti insieme, comunità
piccole e grandi del Nord e
del Sud, pastore e pastori,
dovremmo forse lasciare che
abiti nel nostro cuore la certezza che sorresse Bonhoeffer anche negli anni del carcere nazista, e cioè che Dio
non esaudisce tutti i nostri
desideri ma mantiene tutte le
sue promesse. È questo che
deve consentirci di conservare viva la speranza per Tawenire: avvenire nostro perché
avvenire anche di Dio.
Il Smodo SI rallegra per l'impegno con cui i circuiti hanno
iniziato la riflessióne sulle necessità di cura pastorale ç di
evangelizzazione, tenendo
conto di tutti i ministeri presenti all'Interno di ogni circoscrizione territoriale; rileva che
le Ced sono state opportunamente coinvolte liella riflessione, in particolare là dove l'uso
ottihiale delle energie assume
una dimensione Che supera i
confini del, singolo circuito;
esorta, innanzitutto, le chiese a
confrontare la propria vocazione davanti al Signoré, nella
preghiera e nell'ascolto della
Parola; invita i Consigli di chiesa e Concistori, i circuiti e i'distretti a proseguire tale riflessione, elaborando progetti di
cura pastorale, di formazione e
di servizio che rispecchino la
particolare vocazione che è ri
volta nelle vane realta territoriali; ritiene che, sulla base di
tali progetti, le chiese debbano
individuare nel circuito o in circuiti viciniori le energie necessarie per rispondere alle opportunità e ai bisogni evidenziati;
invita la Tavola valdese a proseguire, con pazienza e con fiducia, la ricerca dei/delle pastori/e che, per fioro doni e la loro
preparazione specifica, meglio
possano rispondere alle esigenze di ciascun progetto; chiede
ai pastori e alle pastore di ,accogliere la sfida loro proposta, e
darsi in questi progetti, consapevoli di' essere collocati in un
contesto comunitario in cui è
chiesto loro di operare con i
propri doni e la propria professionalità; invita il corpo pastorale a proseguire la riflessione
sulla «mobilità» pastorale e a
riferire al prossimo Sinodo.
•• .............................................
I rapporti di fraternità tra l'area italiana e quella rioplatense (Uruguay e Argentina) della Chiesa valdese
on abbiamo né oro né argento, ma abbiamo da condividere l'amore di Gesù Cristo
ALDO COMBA
e entra
h A partecipato alla sessione europea del Sinodo
felle Chiese valdesi e metodi*6ilpastore Hugo Malan, ac^■npagnato da sua moglie
Bnam. Hugo Malan trascorri Italia alcuni mesi di un
Emesso «sabbatico» che gli
siato concesso alla fine di
TOlUngo e faticóso periodo di
foderatura della Mesa Val{l’equivalente della Taanídese) delle chiese
Uruguay e dell’Argentina,
fii con i valdesi del
Ode la Piata si sono graalinente intensificati in
avola valla proc®:
icolo
12
pubblica
appreseli
dese, ap
20 del 51
questi ultimi tempi. Vi sono
missioni ufficiali, come quella
di Hugo Malan verso l’Europa, o come la presenza di
Gianna Sciclone al Sinodo
delle Chiese valdesi rioplatensi nel febbraio di quest’anno. Sempre nella direzione
nord-sud ricordiamo le sei
settimane che mia moglie e io
qbbiamo passato in Uruguay
e Argentina nell’autunno del
1995; tra pochi giorni toccherà al nostro moderatore e
alla signora Rostan visitare
per la prima volta l’Uruguay e
l’Argentina. È pure ormai imminente uno scambio pastorale per cui un pastore valde
-,.....—
Saluto a Hugo Malan
saluta con affetto il
OlioUcigo Malan e la moMiriam, e ascolta il suo
'9gio, riconoscendo nella
Solidarietà concreta
e scambio di pastori
j. P®''^®cipazione alla nostra
sinodale un, segno
du* che lega le nostre
comune re
V di testimonianza.
fuori ruolo
su proposta della
J Sinodo,
co!»?J'®'Uese, vista l'intesa
e con la Mesa
autorizza la Tavola
Boriai ? Iscrivere nella cateti ruolo», ai sen
*' ai sai I
'4Sitri„^' ^D3, la pasto^'"lone Bessire Brandt
Il Sinodo ringrazia la Tavola
valdese per aver seguito con
sollecitudine la vita delle chiese del Rio de la Piata e avere
espresso concreta solidarietà a
quei fratelli e quelle sorelle.
Esprime la propria solidarietà
per i gravi problemi che essi
affrontano quotidianamente
e ritiene di dover essere loro
grato per la speranza espressa
nel messaggio sinodale con atto 40/SR/96, nonostante la situazione difficile.
Auspica che il progetto di
uno scambio di ministero pastorale tra le due aree, che la
Tv e la Mesa stanno definendo, venga attuato in tempi
brevi.
se italiano e uno rioplatense
lavoreranno per un paio
d’anni nelle chiese dell’altro
emisfero. Nel senso dei rapporti sud-nord ricordiamo
molte visite di laici, pàtrocinate dalla Tavola valdese,
nonché 1 viaggi individuali o
di gruppo di valdesi sudamericani che vogliono vedere
«da dove sono venuti i miei
nonni» e non dimentichiamo
il buon gruppo di valdesi rioplatensi venuti alle Valli pochi mesi or sono per il raduno
mondiale della famiglia Geymonat.
Questi contatti e interscambi personali danno vita e
calore a rapporti che altrimenti sarebbero burocratici e
amministrativi, ma che assumono tutta una valenza di
fraterna solidarietà. Per esempio si sa che le collette
nelle chiese sono più abbondanti d’inverno che d’estate.
Ma nel Rio de la Piata (cioè
nelTemisfero Sud) le stagioni
sono aT rovescio delle nostre.
È stato dunque posto in essere un semplicissimo sistema
di vasi comunicanti; quando
la Tavola italiana ha abbondanza di liquido, ne spedisce
una parte a Colonia Vaidense; sei mesi più tardi il flusso
si inverte.
Rimane il fatto che le nostre chiese sudamericane vivono in'Una delle parti povere
del mondo. Ce ne sono senza
dubbio altre ancora più povere, ma la lorp povertà non
può essere attribuita (come
spesso fanno i razzisti) alla
«pigrizia» dei meridionali. In
Uruguay e in Argentina sono
andati a stabilirsi coloni vaidesi, piemontesi, svizzeri:
gente abituata da secoli a un
duro e metodico lavoro, eppure... il sistema attuale dell’economia mondiale continua a impoverire loro e arricchire alcuni di noi. Questo ci
obbliga a toccare con mano Ip
fondamentale ingiustizia e
iniquità della cosiddetta
«economia di mercato».
In un lungo e accorato ordine del giorno il Sinodo delle
chiese valdesi del Rio de la
Piata si fa eco di questa situazione. «Non abbiamo né oro
né argento - dice il messaggio
rioplatense riecheggiando le
paròle evangeliche (Atti 3,6) ma abbiamo da condividere
l’amore di Gesù Cristo che ci
unisce e ci rinnova...». L’amo-re di Gesù Cristo t aria fritta
per il mondo in cui il massimo, anzi, l’unico valore è il
denaro, ma per ndi l’amore di
Gesù Cristo è l’essenziale.
L’ex moderatore Hugo Malan, nel suo intervento in Sinodo, si è fatto eco, con comniozione e forza, delle linee di
questo messaggio del Sinodo
sudamericano. Gianna Sciclone ha riferito della sua partecipazione a quel Sinodo
tanto più libero, informale (e
in un certo senso anche più
colloquiale é fraterno) del nostro. Le chitarre e le canzoni,
che là sono ammesse, permettono la partecipazione di
Il pastore Hugo Malan con la moglie Miriam
giovani e di gruppi che si sentirebbero forse emarginati dal
predominio dei nostri classici
inni della Riforma o del Risveglio. Nel mio intervento
ho ricordato alcuni aspetti
delle realtà economico-sociali che caratterizzano i due
paesi in cui vivono i valdesi
sudamericani.
Abbiamo parlato di Sinodo
sudamericano, che è una dizione piuttosto impropria: in
realtà si tratta della «Sessione
sudamericana del Sinodo».
Abbiamo un unico Sinodo
perché siamo un’unica chiesa: un Sinodo che si riunisce
in due sessioni, una europea,
a Torre Pellice, e una sudamericana a Colonia Vaidense
o in qualche altra località
scelta di volta in volta. Non
siarrio una chiesa nazionale,
ma una chiesa internazionale: è bene ricordarlo. Ciò si
gnifica tra l’altro, come giustamente ha detto il moderatore Rostan, che le due parti
della nostra chiesa sono su
un piano di assoluta parità: i
vecchi discorsi del tipo «le
nostre colonie sudamericane...» oppure «la chiesa madre e le chiese figlie...» sono
ormai obsoleti: come ha detto
il moderatore «siamo gemelli», nel senso che, pur avendo
un diverso ambito di azione,
in Europa o in America Latina, siamo a tutti gli effetti
un’unica chiesa.
Il problema fondamentale
che tutti ci accomuna è quello della nostra identità: che
cosa significa essere protestanti, che cosa significa essere valdesi al giorno d’oggi?
Tocca alle chiese, al «popolo
di Dio» dare una risposta,
non solo a parole ma nel
comportamento.
* 0
16
PAG. 12 RIFORMA
liNODO Valdese
v Libri, periodici, radio e gli strumenti di formazione per i più giovani
La comunicazione della cultura evangelica
Il dibattito sinodale si è soffermato sui diversi mezzi oggi a disposizione rinviando
ancora una volta la riflessione approfondita su un tema di vitale importanza
FEBE CAVAZZUTTI ROSSI
CULTURA: non generica ma vera cultura evangelica. Libri, periodici, mezzi multimediali, radio, cioè
strumenti per la produzione,
la diffusione, la fruizione di
materiale utile per la formazione di una buona base di
conoscenza, per lo stimolo
alla riflessione, per la divulgazione. Di questo si è parlato al Sinodo nella seduta di
giovedì 29 agosto. Molti sono
gli argomenti di grande peso
di cui il Sinodo deve trattare
e il tempo è sempre troppo
stretto e scarso è stato quello
dedicato a questo tema, non
solo perché l’esame di altri
argomenti premeva, ma forse
perché manca la pienà consapevolezza che questo è una
aspetto di importanza vitale.
La discussione, piuttosto
che focalizzare il tema, si è
spostata sui mezzi di cui disponiamo, primo fra tutti la
Libreria editrice Claudiana.
Da questa viene il lancio di
un’iniziativa quanto mai interessante: una collana di testi
di cinquanta pagine al prezzo
politico (Ji 5.000 lire, formato
tascabile, a caratteri grandi e
chiari per invitare a leggere,
agili e vivaci nel contenuto.
Tre sono i titoli già stampati:
Da Lutero a Martin Luther
King di Giorgio Bouchard,
Cristiani secondo l’Evangelo
di Giorgio Girardet, / valdesi
Radio evangeliche
Il Sinodo ringrazia la Tavola valdese per aver posto alla
sua attenzione ¡I tema delle
«Radio evangeliche» come
strumento di presenza evangelica e culturale. La invita a
proseguire nella ricerca degli
strumenti che consentano a
queste radio di mantenere e
qualificare ulteriormente la
loro presenza.
Alcuni membri del Consiglio della Facoltà di teologia
nella storia di Giorgio Tourn.
Battismo e metodismo saranno i prossimi temi. Secondo
la presentazione che ne ha
fatto Giorgio Girardet, ^questi
testi brevi ma di buon livello
dovrebbero promuovere la
divulgazione e riagganciare
molti evangelici disaffezionati; i lettori potrebbero essere
protagonisti suggerendo tematiche e autori per le prossime pubblicazioni.
Tutti gli interventi hanno
evidenziato la necessità di
creare un legame stretto e vivo fra le comunità e la nostra
stampa, anche migliorando
l’esposizione e l’aspetto dei
banchi di vendita. Eppure se
ogni membro di chiesa comprasse un libro all’anno, il
deficit della nostra editrice
sarebbe annullato! Dalla discussione è venuto l’ottimo
suggerimento di corredare il
«Cinquantapagine» con un
Cd Rom o un floppy disk
adatto ai giovani. La speranza è che un successo di vendita produca i fondi necessari
per questò ulteriore sviluppo.
Avere buoni punti di vendita è certo una questione primaria. L’apertura di una libreria evangelica a Firenze è
perciò un progetto di grande
importanza, che è già in
avanzata fase di realizzazio
* Le teologhe in Facoltà di teologia
Un diverso sapere femminile
DANIELA DI CARLO
INTERESSANTE è stato il
dibattito sinodale sulla Facoltà valdese di teologia. La
sperimentazione di alcuni
corsi tenuti da docenti donne
aH’intérno delle varie discipline, sembra aver ottenuto
corpo materiale. Dal prossimo anno accademico infatti
vi sarà la possibilità per le/gli
studenti di accedere ad un
Women's Studies
Il Sinodo approva l'orientamento del Consiglio della
Facoltà di teologia relativo
al progetto di «Women's
Studies» e si rallegra per
l'inserimento, negli anni
accademici 96/97 e 97/98, in
seguito all'atto 92/SI/93, di
un corso sull'ermeneutica
femminista del Nuovo Testamento e di un corso sulla
teologia femminista.
Teologhe
Il Sinodo, rallegrandosi
per il significativo contributo dato da «Sophia» all'attivazione di corsi di Women's
Studies, auspica che la Fvt
possa avvalersi anche di
contributi di altre docenti e
teologhe femministe.
ne, con la collaborazione delle altre chie'se evangeliche
della città e il prezioso contributo della Chiesa battista di
Borgo Ognissanti che intende
mettere a disposizione i locali necessari: un apprezzamento è andato alla Libreria
di cultura religiosa di Roma
che ha aumentato gli ingressi
di 400 unità e le vendite del
15%. Molta preoccupazione
desta invece la successione
del direttore della Claudiana,
Carlo Rapini, che cesserà la
sua esperta e preziosa conduzione nel febbraio 1998, per
raggiunti limiti di età. Il problema per le nostre opere è
sempre duplice: competenza
e spirito diaconale di servizio.
Gli interventi sul nostro
giornale Riforma sono stati
abbastanza incoraggianti,
per quanto concerne la valutazione dei contenuti, la direzione temporaneamente affidata al pastore Eugenio Bernardini, la buona visibilità
del contributo battista e, infine, per lo stato delle finanze.
L’aumento del prezzo di abbonamento ha assicurato un
minimo di copertura necessario {ed è già qualcosa!), ma
mancano ancora mille abbonamenti per raggiungere la
sicurezza, e le chiese sono
sapere diverso da quello consueto, un sapere femminile
che si spende anche all’interno della ricerca teologica con
passione e identità di genere.
Non va da se che l’insegnamento della teologia passi attraverso la docenza di donne.
In molte facoltà teologiche
manca del tutto il riconoscimento alle donne dell’abilità
all’insegnamento, spesso infatti la teologia, ritenuta una
scienza alta, viene gestita da
uomini e ha come destinatari
altri uomini.
Una sfida dunque, quella
intrapresa dalla nostra Facoltà, che ha avuto origine
dalla proposta della Commissione del decennio ecumenico di solidarietà delle chiese
con le donne, proposta che
ha trovato assenso nel Sinodo del ’93 e che ha trovato
consistenza nella collaborazione tra Facoltà e «Sophia»
(l’associazione delle donne
protestanti per la ricerca teologica). Una sfida che trova la
sua forza nell’impegno comune a donne e uomini di
costruire un mondo in cui i
due generi lavorino per un’
amicizia necessaria capace di
restituire loro una realtà più
complessa ed esaustiva di
quella semplicistica, perché
rappresentativa del solo genere maschile, che scaturisce
dall’ideologia e dalla pratica
patriarcale.
spronate a seguire l’esempio
di quelle che anticipano il costo dell’abbonamento a chi è
in difficoltà, rateizzandolo.
La stampa per adulti ha così monopolizzato l’attenzione
del Sinodo e ben poco tempo
è rimasto per parlare di testi
per i più giovani, quasi che
questi fossero una nostra appendice e non la scommessa
del nostro futuro. Tuttavia è
stato espresso l’apprèzzamento per il ruolo svolto dal
Sie, organo della Federazione
che, nel periodico La scuola
domenicale, offre delle ottime
note omiletiche, utilizzate da
monitori, catechisti e predicatori locali. Bello, accattivante e utile, anche L'amico
dei fanciulli, prodotto dall’
opera generosa di volontari.
Ma perché le scuole domenicali lo trascurano e non provvedono agli abbonamenti?
Un capitolo a parte meriterebbero le nostre uniche due
emittenti radio: la primogenita Radio Trieste evangelica
(Rte) e Radio Beckwith. Anche
in questo caso il Sinodo ha
glissato una discussione sul
tema, per concentrarsi su
aspetti pratici. Forse perché la
nostra coscienza al riguardo è
njeno sveglia di quella delle
chiese pentecostali che hanno 50 emittenti? Chi lavora in
radio sa che è un’operazione
molto costosa e che è difficile
verificare la consistenza
dell’ascolto. Ma per entrambe
le nostre radio si è avuto riscontro del largo ascendente
che esercitano. Il primo giornale di Trieste ha indetto un
referendum tra i lettori per
sapere quale radio locale preferissero. Rte ha raccolto circa
12.000 preferenze. Come definire quest’opera? cultura o
evangelizzazione, o ambedue,
e in quale proporzione? Dalla
risposta dipenderà un’eventuale assegnazione di una
porzione dell’8 per mille. Ecco un bel dilemma da sciogliere per la Tavola e forse per
il prossimo Sinodo.
Battisti e Facoltà
Il Sinodo invita la Tavola
valdese e il Consiglio della Facoltà valdese di teologia a
proseguire, unitamente al Comitato esecutivo dell'Ucebi,
nell'attuazione dell'art. R/AS/
95 promuovendo, se necessario, le modifiche ordinamentali che apparissero idonee al
raggiungimento degli scopi ivi
prefissati.
nei Centri di formazione giovanile, nelle forme che questi
organi riterranno più opportune; li invita inoltre a trovare i
modi più adatti a sostenere e
consigliare studenti e candidati neH'adempimento del loro
ministero.
Il Sinodo invita la Tavola valdese e la Commissione permanente per la formazione pastorale (Cpfp) a seguire con
particolare attenzione il «progetto di accoglienza» per i ministri provenienti dall'estero.
Biblioteca
Il Sinodo, preso atto della
conclusione dei lavori di ampliamento della Biblioteca
della Fvt, rallegrandosi per
l'avvenuta inaugurazione, ringrazia tutti coloro che si sono
prodigati per la riuscita del
progetto; ringrazia le chiese
che hanno già contribuito a
questo progetto e ricorda loro
che non è ancora stato raggiunto l'impegno di sostegno
finanziario approvato dal Sinodo '93.
Corso a distanza
Formazione pastori
Il Sinodo ricordando l'articolo 1, Statuto/FVT/1990, relativo
ai compiti della Facoltà «la
Fvt... ha per scopo di: a) provvedere alla preparazione dei
pastori evangelici...», invita gli
organi competenti della Fvt e
della Cpfp a trovare forme di
più stretta collaborazione e a
studiare congiuntamente i modi del servizio di sostituzione
estiva da parte degli studenti,
come pure della partecipazione a staff di campi giovanili
Il Sinodo, informato sull'imminente avvio del Corso di formazione teologica a distanza,
se ne rallegra vivamente e ringrazia tutti coloro che hanno
contribuito alla realizzazione
di questo progetto, ed esprime
il proprio apprezzamento per
il qualificato lavoro svolto.
Ritiene che il corso dia la
possibilità di approfondire le
conoscenze teologiche di ciascuno, sia in vista di una formazione personale di credenti
e non credenti, che per svolgere al meglio un ministero nelie
chiese locali e pertanto lo raccomanda all'attenzione delle
chiese.
Protestantesimo
Il Sinodo, rallegrandosi per
il cinquantenario della rivista
«Protestantesimo», ringrazia
coloro che si impegnano da
lungo tempo affinché la rivista
sia un prezioso strumento di
formazione ed approfondimento teologico.
VENERDÌ 13 SETTEMBRE
i-,*: .ft ■
(Riforma»
Il Sinodo riconosce nel giornale «Riforma-Eco delle Valli»
un mezzo privilegiato di informazione e collegamento tra le
chiese valdesi, metodiste e
battiste; si rallegra per il progressivo risanamento del bilancio del settimanale; ringrazia le chiese per il forte sostegno finanziario e le incoraggia a sostenere la diffusione
del settimanale anche come
strumento di formazione; apprezza l'impegno della redazione ed in particolare Giorgio
GardioI che ha lasciato la direzione, per il contributo decisivo e prezioso che ha dato per
la nascita e il decollo del settimanale; consapevole della
complessità che comporta il
coordinamento fra il lavoro
redazionale e quello dei collaboratori volontari, ed al fine
di fornire strumenti di formazione ai collaboratori esterni,
il Sinodo invita «Riforma-Eco
delle Valli» ad utilizzare i distretti e i circuiti, in collaborazione con le associazioni regionali battiste, al fine di organizzare incontri riguardanti
le tecniche dell'informazione
giornalistica.
sul mondo evangelico. Invita le
chiese a utilizzare, sempre pii
i libri Claudiana come strurnen!
ti di lavoro e formazione.
Il Sinodo, informato delfini,
ziativa per l'apertura di unj
nuova libreria a Firenze, se ne
rallegra. Ringrazia le chiese,
evangeliche fiorentine per ij
stimolo e il sostegno offerto e
le incoraggia a proseguire. in.
coreggia altresi la Tavola valdese e il Comitato permanente'
dell'Opcemi a proseguire Ini
studio, affinché la Claudianji
diventi un organo Bmv, secoi
do quanto auspicato nell'As:;
semblea-Sinodo '95 (art. Q)
In un
«Amico dei fanclullii
Il Sinodo, riconoscendo nell'j
«Amico dei fanciulli» uno strJ
mento valido, chiede alla Tavó
la valdese e al Com. permaneni]
te dell'Opcemi di esaminare
insieme al Comitato esecutiv
dell' Ucebi, la possibilità difar|
della testata un momento dell|
collaborazione Bmv.
Servizio istruzione
educazione
Periodici
Il Sinodo invita le chiese a
sostenere e diffondere i nostri
periodici, consapevole che anch'essi sono parte della nostra
testimonianza vivente e fondamentale strumento per
l'evangelizzazione.
Editrice
Claudiana
Il Sinodo si rallegra con la LibreriaClaudiana per l'uscita
della collana divulgativa «cinquantapagine» e la invita a
proseguire in questa direzione,
con pubblicazioni utili alla testimonianza e all'informazione
Il Sinodo, consapevoli
dell'importanza della trasmisi]
sione della testimonianza
fede alle nuove generazioni,!
riconoscente al Servizio istm]
zione educazione (Sie) peri
suo operato.
Invita le chiese a curari
sempre più questo aspet
della predicazione, anche at:
traverso la preparazione èli]
sostegno a monitori/ trici e
techisti/e, e la riflessione'si
rapporto tra scuola domenie,
le, catechismo e comunità nel]
suo complesso.
Invita la Tavola valdese e il
Comitato permanente delh
pcemi, nel quadro della Fcei
per quanto di loro competeri'
za, a sostenere il Sie, in parti-'
colare per ciò che concerne
pubblicazione del «Nuovo
techismo».
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Nuovi corsi e una nuova biblioted
La Facoltà di teologia cresci
La
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JEANnIACOUES PEYRONEL
Nuova biblioteca, ruolo
della Commissione permanente per la formazione
pastorale (Cpfp), Corso di formazione teologica a distanza,
«Women’s studies», rapporti
tra Facoltà e Ucebi, studenti
stranieri, rivista «Protestantesimo»; questi i temi affrontati
nel dibattito sulla Facoltà valdese di teologia (Fvt).
«La nuova biblioteca - ha
detto la Cde - costituisce una
valido interfaccia con il mondo esterno, italiano ed estero, e contribuisce a migliorare ulteriormente l'immagine
della Fvt». Si è però rammaricata del fatto che l’impegno
di sostegno finanziario delle
chiese, approvato dal Sinodo
’93, non sia stato ancora raggiunto.
Richiamandosi al compito
primario della Facoltà, che è
quello di «provvedere alla
preparazione dei pastori
evangelici», il Sinodo si è
nuovamente soffermato sulla
questione dello scollamento
fra formazione teologica e
prassi di lavoro dei pastori,
invitando il Consiglio della
Facoltà e, la Cpfp a promuovere 0 a rafforzare, fin dal secondo anno, un’attiva partecipazione degli studenti alla
vita della chiesa (sostituzioni
estive, partecipazione ai campi-studi, ecc.). È stato sottolineato che l’itinerario formativo degli studenti e dei giovani
pastori deve essere costantemente sostenuto da figure di
riferimento in grado di garantire sia la formazione specifica sia la formazione globale.
Occorre cioè strutturare la
formazione su tre livelli: quella del «sapere», quella del «saper fare», e quella del «saper
AF
essere». Anche per i numei
studenti e candidati pro’
nienti dall’estero va dal
grande attenzione al «proi|
to di accoglienza» affinctf
non si sentano estranei al l(
troterra socio-culturale di
nostre chiese.
Grande apprezzamenti
stato rivolto al nuovo Coi
di formazione teologica a
stanza, che verrà sperimenj
to su due anni a partirei
gennaio 1997. Il Corso, trlffli
naie, prevede varie possi!
lità di formazione, a secar
degli interessi, della forW^^, ijon r
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lità di coloro che vi si-iscn’
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prendere sul serio, e con
necessaria competenza,
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credenti, ma anche a
persone esterne alle nos
chiese che intendonoa
profondire la conoscane
della teologia e dell’eccto
logia protestanti.
Il Sinodo ha dato una va* j
tazione positiva deH’avyio
progetto di «Women ssi
dies» e si è rallegrato p®'
previsto inserimento di c
sull’ermeneutica femmin
del Nuovo Testamento e
teologia femminista. Ha ^
poggiato l'orientameli^
Consiglio della
insiste sull’importanza ^
«trasversalità» di tali c
escludendo quindi la
lità di istituire un'apP“
cattedra. «
Infine, dopo avere
l’intervento appassiona
presidente óell’Uceb^^ji
nodo ha invitato la
Consiglio della
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17
113 SETTEMBRE 1996
Wli
PAG. 13 RIFORMA
Esaminato il lavoro del Centro evangelico di Ecumene (Velletri)
La vocazione di un centro di formazione
In una posizione geografica invidiabile, nei pressi di Roma, Ecumene è il luogo
f più importante della riflessione su un'identità metodista al servizio del paese
più,
■ strurn^i^
>ne.
o dell'ini.
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'•ze, se ne
le chiese
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iguire. In.
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LUISA NITTI
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CÓME di consueto, in vista
del dibattito sinodale, la
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lità di fari
«rito Pelli
zione
lazione alla situazione specifica di un’opera: quest’anno è
stato sottoposto al Sinodo
Iterato del Centro evangelico di Ecumene. La fisionomia
endo neifJl del centro, attraverso la preuno stru sentaziane fatta dalla Comalia TavJ tóione d’esame, appare selermanenJ gnata da un serio momento
saminar^ di crisi che riguarda le modalità doll3 presenza e della teijtjinoriianza di Ecumene nel
contesto della chiesa e della
lietà. Accanto a questa inabile situazione di crisi, di
fu Comitato generale si sta
facendo pienamente carico,
la Commissione d’esame ha
Ichiamato l'attenzione del
sapevolJpnodp sulle potenzialità del
la trasmfflCentro che, nei lunghi anni
nianzadi«dfillasua esistenza, ha giocaarazioni,«(g ja propria vocazione sul
rizio lstrii»jp|.gjjQ dell’accoglienza e
Sie) per i| |g[jg passione per la predicaipne. Come ha efficacemen"le sintetizzato Valdo Benecchi, presidente del Comitato
dì Ecumene, parlare di Ecumene nel momento attuale
s^ifica considerarne insiedomenic<®ine «la vocazione e il travanunità nel po»; e in questo momento il
ivaglio» di Ecumene consiste appunto nella necessità di
ripensare la sua funzione e
rinnovare le modalità della
testimonianza.
L’intervento della direttri:e del centro, Ornella Sbaffi,
fotnito ulteriori elementi
dìMormazione e stimoli per
la^tscussione. Nell'attuale
~ itnento di crisi il comitato
a curare
3 aspetti
anche at
zione e il
/ trici e Cassio ne scili
aldese e
nte deiro.
Iella Fceie:
competene, in parti
oncerneia
Nuovo ca
sta tentando di rilanciare
quegli aspetti della vita del
Centro che negli anni ne
hanno fortemente caratterizzato resistenza. Ecumene è
un centro di studio e tale caratteristica, secondo Ornella
Sbaffi, va adeguatamente rivalutata; Ecumene è inoltre
un luogo di vita comunitaria
e di incontro fra le generazioni, nonché una occasione di
incontro fra credenti e non
credenti: il momento del culto resta centrale ad Ecumene,
essendo inteso come ulteriore opportunità di condivisione comunitaria.
La crisi va dunque affrontata investendo nel progetto
nuove energie e rilanciando
quegli aspetti che per anni
hanno fatto di Ecumene un
luogo significativo di aggregazione e formazione. Da
sempre l’attività del Centro si
basa sul volontariato: anche
quest’anno un cospicuo numero di giovani ha prestato il
proprio lavoro volontario nel
periodo estivo, partecipando
inoltre ad alcuni momenti di
studio. Eppure la presenza di
volontari, così importante
per la vita del centro, va anch’essa ripensata; la Commissione d’esame ha potuto
constatare la necessità che ai
volontari e alle volontarie
che da moltissimi anni sono
impegnati nel lavoro di Ecumene possano affiancarsi
nuove persone che condividano il peso della gestione
del centro.
Ha fatto discutere, in sè
Ecumene ospita tradizionalmente la Conferenza del Ili distretto
lioted
'esce
■ i numei
iati prowj
'0 va
al «progf
1» affiw’
tranei al «
turale dell
La situazione finanziaria della Tavola valdese
Il pareggio di bilancio è ancora un obiettivo
ARRIGO BONNES
L taccuino del cronista reigistra 1,3 interventi: 5 {di
12 del moderatore e 3 di
(un membro) da parte della
zamenMTayola, 1 della Cde, 3 di pajovo Coitoti, 4 di laici (di cui uno è
ilogica 3 ^jpervenuto due volte) per un
iperimetl dibattito cbe, in fondo, non
partire » c’è stato.
.orso, trW |^la sua relazione la Tarie possiB Ma ha segnalato che l’anno
’ ^ si è chiuso con un passi
molto grave, che rie delle “J^lfltprehdeva anche un disavi si.iscrt'^ vanzo in
0 rivolto!
desidera»
io, e coni'
petenzai»
crsale» <
he a quo»
alle nosti
ndonP
onosce:
ell’eccli
to una vaiti;!
ell’aWio
men’s si“
parte ripianato
ueii^no precedente. ComPl^vamente i numeri hanjur lestimoniato come la forbice esistente negli anni pascti tra la voce spese per la vi¿^lle chiese (personale,
ilnistrazione e funzionae la voce entrate per
contribuzioni dalle chiese,
doni e fondo pensioni, si stia
progressivamente restringendo e l’odg che è stato votato
riconosce lo sforzo fatto dalle
chiese ma il Sinodo, anche in
vista di un pareggio che tarda
ad essere comunque rag•giunto, giustamente, le «incoraggia» a proseguire su
questa strada. E le chiese e i
singoli vanno incoraggiati
perché il consuntivo provvisorio alla fine di agosto, per
l’esercizio 1996, testimonia di
una differenza negativa (un
ritardo da parte delle chiese)
vicina al 25fo rispetto alle
contribuzioni previste in pari
nto di coj
femminj
lentoesu»!
¡sta. Ha aP;
amento
facoltà,«
rtanza
m
I.Sinodo ringrazia le chienicii - - .i|J i P®'' lo sforzo finanziario
grato pdlfl .®'Oanno sostenuto in quej! „/irtlB I ultimi anni e le incoragj'® ^'Proseguire in questa
ju ®oche in consideraone della necessità di adeS are il trattamento econoJg® dei-ministri al costo
Con ® Intervenire
0 gli opportuni investinti per la manutenzione
oinaria e straordinaria de(j ii't'roobili. Invita i membri,
re I® ®nl®fe a meglio valutatìrf P°**ldìlità di defiscalizle proprie offerte in viSiji®' .maggiore genero
' proventi
non per mille dell'Irpef
rirt,l®®^aono, né devono, in
.“ere sul
i tali cor»
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data. Lo sforzo va inoltre proseguito perché il preventivo
per l’anno 1997 parla di un ritocco, in su, contenuto al 5%
per le chiese e un punto in
più globalmente.
La Tavola, oltre ad aver oculatamente amministrato,
ha provveduto a rendere
sempre più chiari é comprensivi i propri conti inserendo nel conto economico
anche la voce stabili. L’impegno è quello di fornire alle
chiese e ai singoli il massimo
delTinformazione e della trasparenza. La Cde ha, per parte sua, constatato la perfetta
tenuta dei conti.
Un momento del culto di apertura
de sinodale, la nomina da
parte della Tavola del candidato Stefano D'Archino quale vicedirettore di Ecumene.
La Commissione d’esame
esprimeva, nella propria relazione, soddisfazione per la
nomina di D’Archino ma allo
stesso tempo preoccupazione per la molteplicità di
compiti che il candidato sarà
chiamato ad assolvere (oltre
alla frequenza alla Facoltà di
teologia dovrà curare le chiese di San Benedetto dei Marsi e di Villa San Sebastiano):
il dibattito sinodale ha in
parte (ed energicamente) ribadito tale preoccupazione,
in parte ba sottolineato come
la presenza di nuove energie
nel progetto di Ecumene potrà costituire un’occasione di
rilancio, in particolare per
ciò che riguarda il lavoro di
aggregazione giovanile.
Due ultime questioni di
grande importanza riguardano la necessità di provvedere
alTaggiornamento dello statuto di Ecumerle, che risale al
1977, e all’inquadramento
giuridico del Centro: attraverso Lordine del giorno approvato a conclusione del dibattito, il Sinodo invita il Comitato generale del Centro a
elaborare in tempi brevi proposte relative a entrambe le
questioni. Coerentemente
con il progetto di rilancio del
Centro, il Sinodo ha espresso
l’augurio che l’aggiornamento dello statuto possa garantire una definizione più chiara dei compiti del Comitato,
del Comitato operativo, dell’
assemblea degli amici e delle
figure del direttore, vicedirettore, presidente.
La presenza e la
Più attenzione
Parlare dei giov^ o parlare con i giovani? ¡Forse dietro
questo interrogativo, che si
pone la società di og^ a tutti
i suoi livelli, sta la chiave per
inteipretare le difficoltà che
incontrano le nostre chiese
su questa materia, e che di
tanto, in tanto si ripropongono all’attenzione.
Il problema giovanile è
problema di partecipazione
tdle attività, problema di linguaggi, problema di rapporti
con la generazione dei genitori: nelle nostre chiese e nei
centri di formazione non
mancano le sedi per esprimere le idee in proposito:
una delle migliori risposte a
questi interrogativi viene
probabilmente dall’attività
che i gruppi giovanili, ade
Una veduta di Ecumene
Il Sinodo, dopo aver discusso l'operato del Centro evangelico per la gioventù di Ecumene, lo approva. Invita if Comitato generale a elaborare
proposte di aggiornamento
dello statuto, da presentare al
Sinodo perTapprovazione,
ove siano meglio precisati i
comp.iti del Comitato stesso,
del Comitato operativo, del
presidente, del direttore, del
vicedirettore e dell'Assemblea
degli amici. Tale aggiornamento dovrebbe meglio definire le modalità di accesso
all'Assemblea degli amici e
precisare il rapporto tra Ecumene, Cp/Opcémi e Tv, nell'
ambito delle relative competenze. Lo invita altresì a provvedere a meglio definire l'inquadramento giuridico esterno del Centro e a valutare le
possibilità di una più razionale
attribuzione di incarichi
nell'organizzazione del Centro, sotto la responsabilità del
direttore.
Grato per il lavoro e la riflessione che vi si svolgono, invita
le chiese e la Egei a sostenere
questa attività, anche sollecitando nuove forze di collaborazione che appoggino la direzione e permettano di raggiungere gli obiettivi che il Comitato generale si propone.
Ringrazia la diacona Orpella Sbaffi per'il servizio che
presta in qualità di direttore
del Centro. Ringrazia inoltre i
molti volontari che, con costante impegno, ne sostengono l'opera. Ricorda in particolare, Con affetto e riconoscenza, il servizio che Domenico Di Toro ha svolto per molti
anni come suo contributo
all'accoglienza del Cèntro.
condizione giovanile nelle chiese
al dialogo tra le generazioni
tE OECISiONi SINODALI
Con riferimento a quanto
espresso all'art. 21/SI/95 re1ativau)ente alla considerazione della presenza giovanile e al dialogo intergenerazionale nelle chiese e ritenendo indispensabile una
completa integrazione di
ragazzi/e alla vita delle comunità; il Sinodo
ribadisce tale attenzione
al mondo giovanile e rinnova l'invito alle chiese ad impegnarsi in questo senso,
auspicando una più ampia riflessione e dibattito
sulla condizione giovanile
nelle nostre comunità che
affronti, inoltre, la problematica della sempre più diffusa difficoltà di integrazione e partecipazione alla vita
di queste, e che possa trovare spazio di discussione nei
lavóri del prossimo Sinodo.
f 1 - „«N
Giovani nei giardino deiia Caàa vaidese
retiti o meno alla Egei (che in
questi anni ha maturato un
modo innovativo di tenere i
rapporti anche con i gruppi
non federati) svoigonó in
quasi tutte le comunità, dalla
ricerca, che fanno nei campi
studi e nei convegni, sui mezzi d’espressione che hanno a
disposizione (a partire dai
Notiziario Fgei). Quanto alla
difficoltà di partecipazione
che si riscontra nelle attività
tradizionali della chiesa, siamo proprio sicuri che si tratti
di un fenomeno spiccatamente giovanile? O non si
tratta piuttosto di una questione .che riguarda la chiesa
tutta? È allora, non conviene
parlare «con i» giovani, piuttosto che «sui» giovani?
La Commissione permanente studi
Dopo l’ampia discussione
dello scorso Sinodo sul ruolo
e la formazione dei predicatori e predicatrici locali, quest’anno si è voluto ricordare
il prossimo cinquantenario
della Commissione permanente studi (Cps) chè è preposta alla verifica della formazione e delle attitudini
dei candidati. La Commissione studi è una delle eredità trasméssè dalla componente metodista nella nostra
unione di chiese.
Il Sinodo, informato che il
prossimo anno ricorre il cinquantenario della Commissione permanente studi, riconoscente al Signore per il
servizio prezioso che essa ha
reso alle chiese nella formazione di tanti/e predicatori
Arici locali, invita le chiese a
trovare i momenti e le forme adatti ad esprimere questa riconoscenza.
18
j ■■
r
PAG. 14 RIFORMA
Renato Di Lorenzo
lavorando
attraverso le frontiere
Nato a Napoli, educato alla
fede nella Chiesa cattolica,
sacerdote salesiano. Renato
Di Lorenzo scopre il protestantesimo in Olanda e anche la compagna della sua vita. Decide di dedicarsi al ministero della Parola e rispondere cosi alla sua vocazione.
Nel ’67 si iscrive alla Facoltà
valdese di teologia in Roma e
nel '72 è consacrato pastore
nella Chiesa metodista.
Nonostante le sue- origini
meridionali lavora al Nord,
nella zona di confine con la
Svizzera. Gli viene infatti nel
’70 affidata la cura delle chiese di Verhania e Intra con la
diaspora di Domodossola e
Luino. Poi per due anni si occupa di Omegna e dall’80
all’87 di Vintebbio, Biella e
Vercelli, dove contribuisce a
far nascere un «Centro evangelico», grazie anche al sostegno delle chiese olandesi.
Dall’87 al ’91 lo troviamo a
Sondrio con cura anche della
Valtellina. Dal ’91 il lavoro si
preciserà meglio con l’affidamento della chiesa di Brusio.
Insomma, un pastore «frontaliere», quasi un emblema
della «trans-confessionalità»
e «trans-nazionalità» del suo
destino e ffi un mondo in cui
le frontiere devono diventare
sempre più luoghi di incontro, anziché di divisione.
Aldo Rutiglìano
un pastore in movimento
F.
Sarà forse perché, in gioventù, e prima di diventare
evangelico ebbe la ventura di
fare il capostazione a Foggia
per conto degli inglesi occuanti, 0 per i casi della vita,
atto sta che Rutigliano di
strada ne ha fatta molta, e così pure di traslochi. 11 suo primo incarico (dal ’55 al ’59) è
stato a San Giacomo degli
Schiavoni e Carunchio con
tutta la diaspora molisana e
abruzzese, vale a dire 5 culti
ogni domenica, e sempre per
le strade in motocicletta. Una
breve e non molto serena
permanenza a Avellino {’5960) e poi un paio di anni ad
Agrigento e diaspora: Grotte,
Licata, Ribera, Favara.
Dopo, dal ’62 al ’68, a Rorà
e in quel periodo una singolare esperienza di scambio
pastorale con la chiesa di
Ballysillan a Belfast -Irlanda,
e il suo pastore John Lewis
Winne. Successivamente un
breve ministero a* Polonica e
Mantova ( ’68-69), seguito da
un settennio a Susa e Coazze
(’69-76), un’area dunque che
va da Avigliana a Bardonecchia. In seguiton quattordicennio a Villasecca e infine
un settennio, dal '90 al ’96, a
Bobbio Fenice.
Valdese ì
VENERDÌ 13 SETTEMBREtqo^^
I Profilo delle pastore e dei pastori entrati in emeritazione
Diversità e ricchezza del ministero pastorale
Dei dieci pa§ton andati in emeritazione due sono donne, sei del Mezzogiorno
. e una sola di origine valdese, a testimoniare la ricchezza dei doni del Signore
Agostino Garufi
il frutto
dell’evangelizzazione
Gamfi è uno dei frutti dell’
evangelizzazione in Sicilia.
Originario di Rocchenere, un
paesino abbarbicato in una
stretta e aspra valle scavata
nella nera roccia lavica dai
colori violenti e dai profumi
intensi. In lontananza il mare
e più in là, dietro la rupe di
Taormina, la massa fumante
minacciosa e amica dell’Etna. I Garufi costituiscono il
nucleo storico della piccola
comunità evangelièa, diaspora di Messina.
Agostino studia presso
l’istituto magistrale di Messina e poi sceglie la via del pastorato. Frequenta la nostra
Facoltà di teologia a Roma
(’49-53) e compie l’anno all’
estero a Edimburgo (’53-54).
È consacrato pastore nel Sinodo del 1955., dopo aver
svolto il suo anno di prova a
Trapani.
Trapani è anche la sua prima parrocchia, dove rimane
fino al ’62. Poi si trasferisce a
Cosenza, dove lavora dal ’62
al ’70; quindi il grande balzo
verso il Nord, a Venezia, dove svolge un lungo ministero, dal ’70 aU’81. Per un settennio poi lo troviamo
tdl’opera nelle chiese di Verbania e Intra (’81-88) e poi,
fino all’entrata in emeritazione, a Brescia.
Guido Colucci
dal movimento giovanile
alle discipline
Figlio d’arte. Guido: nasce
a Pachino„dove il padre, Seiffredo, esercitava il ministero
pastorale. Dopo aver conseguito la maturità classica si
Orsara vuol dire anche la cura della diaspora che si estende ai suoi piedi nella vasta
pianura pugliese: Foggia, Lucerà. Dalla Puglia alla Sicilia:
Vittoria (’52-60) e proprio negli annt in cui si costruisce il
centro giovanile di «Adelfia».
Poi un settennio a Verona e
Mantova (’60-68); dieci anni
a Pisa e diaspora lucchese e
un quattordicennio tondo a
Milano (’78-92), concluso il
quale ritorna a Pisa.
Oltre a aver fatto parte deh
la ’favola (’75-79) è stato presidente delle Ced III distretto
(’62-67) e del IV (’70-75). Ha
fatto parte del Consiglio Fcei
e della sua giunta. Dall’87 è
membro della Commissione
per le discipline.
Thomas Soggin
la serietà «mitteleuropea»
«Thommy» rappresenta in
un certo senso la dimensione mitteleuropea delle no
iscrive alla facoltà di teologia
che frequenta dal ’46 al ‘49;
poi trascorre l’anno all’estero
a Losanna dove, accanto allo
studio, trova anche il tempo
di coadiuvare il pastore nella
cura della comunità di lingua
italiana. Sono gli anni ’50,
quelli che vedono molti nostri connazionali prendere la
via dell’emigrazione, Belgio,
Svizzera, Germania...
Compie l’annp di prova a
Orsara di Puglia e nel ’51 è
consacrato pastore. Rimane a
Orsara ancora altri due anni.
stre chiese; padre italiano,
madre olandese, nasce a Davos (Svizzera). Consacrato
nel Sinodo del ’55, dopo un
anno di prova a Torino, lavora per i primi tempi a Como
(’55-69). Di lì passa poi a Milano, via Sforza, dove compie
un regolare quattordicennio.
Infine si trasferisce a Bergamo, dove risiede dall’84. ^
Molto metodico nel suo lavoro, ha cercato di trasmettere ad altri gli strumenti per
leggere la Bibbia negli studi
comunitari. Sua è la traduzione dall’olandese di «Pane
al pane!» per avvicinare le
chiese a una lettura storicocritica della Bibbia; suo è anche il manuale «Per capire la
Bibbia».
Per la Claudiana tradusse
anche il bellissimo «Racconta
la Bibbia ai tuoi ragazzi», che
era stato pensato come primo volume di una collana
che avrebbe compreso tutta
la Bibbia. Rimase, purtroppo,
l’unico; ma tanto bastò per
fare soffiare un’aria nuova
nelle scuole domenicali.
Enrico Trobia
/
diaconia e predicazione
di via Garibaldi e la casa pastorale annessa. Enrico, pur
essendo uomo mite e rispettoso delle leggi, ha avuto diverse disavventure con la
giustizia: preso durante un
rastrellamento nei giorni
caotici dello sbarco alleato in
Sicilia, trascorse un anno a
Ustica prima di essere tradotto a Catania, con sosta all’Ucciardone, per un processo che si risolse nella liberazione. Assunto come «anziano evangelista» nel ’50, fu
fermato dai carabinieri per
avere presieduto un culto in
una casa vicino a Cosehza;
poco dopo fu trascinato in
tribunale perché a Gizzeria,
vicino a Nicastro, i culti in famiglie erano talmente frequentati da configurarsi come riunioni pubbliche non
autorizzate. Nel processo le
leggi del ’29-30 in materia furono dichiarate anticostituziontili e lui ne uscì assolto.
Le tappe del suo ministério
sono: Corato ’48-49, Cosenza
’49-59, Orsara di Puglia ’5966, Catanzaro ’66-70 e infine
Vittoria dove, grazie alla sua
intelligente attività condotta
con rara costanza, ha fatto
fiorire e sviluppare la Casa di
riposo, facendone uno dei
gioielli della nostra diaconia
nel Mezzogiorno.
Giovanni Lento
un prezioso acquisto
Anche Lento appartiene^a
quella non piccola schiera di
religiosi cattolici che a un
certo punto del proprio per
Giovanna Pons
la lunga marcia per
il pastorato femminile
Giovanna iniziò gli studi di
teologia nell’anno accademico ’52-53, ma solo neU’81
fu consacrata. Il suo «torto»
fu quello di cominciare a
porre il problema del pastorato femminile quando la
chiesa non era ancora matu
corso riconoscono nel protestantesimo uno spazio dove
vocazione e libertà, servizio e
responsabilità possono esprimersi pienamente; e che alle
nostre chiese danno un prezioso contributo.
Trascorsi i quattro anni di
studio presso la nostra facoltà (’59-63) cura per cinque
anni la Chiesa metodista di
Palermo (’63-68). Successivamente viene chiamato a Roma, ad aiutare Mario Sbaffi
nella conduzione della chiesa
di via XX Settembre. Vi rimane fino all’ottobre d^l ’73, anno in cui gli viene affidata la
Chiesa metodista di Firenze.
Un ministero lungo che dura
fino all’81 e che si arricchisce
anche della cura della chiesa
di Siena (dal ’77 aU’81). Infine
la Chiesa valdese di Messina
e diaspora dove, nonostante
l’emeritazione, continuerà a
prestare la propria opera.
Preziosa anche la gollabórazione che Lento ha avuto
occasione di dare al Comitato permanente (’73-75), alla
Commissione permanente
studi (’73-87), alla Commissione per il culto e la liturgia
(’73-81), alla Abu (’73-81).
Carmen Trobia
I Trobia di Vittoria sono la
spinà dorsale della chiesa
evangelica: fu il nonno di Enrico, Vincenzo, maestro evangelista nella cittadina sicilianai a costruire il tempio
ra per tale questione. Fu
quindi come costretta a interrompere gli studi in vista
di una professione che non
c’era. Perciò, per potere fare
fronte alle necessità della vita, si laureò in fisica, dedicandosi poi aU’in^egnamento in varie scuole: Aosta, Torre Pellice, Roma, Bergamo e
poi anche Zurigo, presso il
Liceo Pier Martire 'Vermigli,
sempre inseguendo però il
progetto o sogno, o desiderio, oppure semplicemente
vocazione di un ministero al
servizio della Parola.
In questa linea nel ’71 parie per Monaco di Baviera dove la Landeskirche la impiega in un lavoro di assistenza
agli italiani emigrati e dove
anche cura la piccola comunità evangelica italiana. È
questo il suo primo lavoro
pastorale. Dieci anni dopo,
finalmente la Tavola la invia
a Zurigo come pastore in
prova. Giovanna intanto termina i suoi studi in teologia
discutendo una tesi sui rapporti tra scienza e teologia
ed è consacrata. Continua a
lavorare a Zurigo fino aU’89;
poi si trasferisce a Siena, facendo rifiorire quella comunità che nel ’92 diventa chiesa costituita.
la tenacia
di una vocazione
iìhnerd
IL VOI
glia
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«cutono
diiesa e ti
espongoi
[ traverso
!£iaudiani
stelvetrano: lo sanno i
migranti in Germania,
Assia e del Palatinato, ¿ig“
den e della Baviera doveu
lavorato dal ’68 all’86 edon
in tempi più recenti, le chi(
di Carrara e La Spezia.
Ma ciò che non tutti sannjL
è della sua silenziosa, tetiaa TvÌttorii
lotta per un pieno riconos^
mento del ministero ^
rale femminile. Non sapeg
do come gestire la
Tavola impiegò c
Carmen negli uffici di
poi la mandò come «ajs
stente di chiesa» a Cerigaa
e Foggia.
Ma
perse il lavoro allotì Iggio te
KToi sage'”
no, Agapi
allaSicilu
e metodi!
anno ci s
aambian
forti da i
profonda
‘.¿perienz
sto impt<
professor
si... sposò! Nel Sinodo del
fu consacrata, senza peA^^igendc
che questo atto venissei i^nsacrat
conseguire alcun effetto aij jj noi la d
ministrativo. Non c’è dast» monianz
pirsi perciò se nel ’68, insì! ,;^opa».
me al marito, abbia accet| «ppresei
to di essere assunta dafljyangeli
Chiesa evangelica dell’A^"
per lavorare nella stermli
diaspora dei nostri migri
Rientrata in Italia, dall’Si
al lavoro a Carrara.
Scorrendo la sua vita,
si può non provare un sei
di vergogna per le incoi
prensióni e durezze mal
state nei suoi riguardi (e
riguardi di quante negli ajAlàione che
’50 maturavano una vocazi scamb
ne al pastorato), ma anch^ :|[ncora di
stupore per la tenacia dj molto
sua vocazione. f (j, gì sino
IChristop
Silvio Ceteroni
•*sruhe, pr
da Roma a Wittenbed dt^^ngelic
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f^dese.
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Molti sono gli elementi di
riconoscenza dovuti a Carmen: lo sanno le chiese di
Cerignola e Foggia, e poi
quelle di Trapani, Marsala,
Mazara, Campobello e Ca
pagnato
Cresciuto ed educato atóie ha rie
fede in una famiglia di cj Avanti da
denti (il padre per lunghi ai Mi partici
ni anziano di chiesa) e ne rsmi che r
comunità di Roma, via liì in fórme
vembre, Silvio dopo averi pela tra
minato la facoltà di teoh Savia ha
si reca a Erlangen, la prél|strato. «h
giosa università della teoli
ortodossa luterana. Si lai
discutendo una compii
tesi su Althaus e la^wÙr
fenbarung».
La sua prima parrocel
Trapani con cura della
diaspora che si estende]
Marsala a Castelvetranó,'
zara e Campobello (’63
poi per due anni è a San
mano Chisone e di qui col
pie il balzo verso DarmsJ
le chiese dell’Assia, quél
Martin Niemoller, pero
parsi insieme alla moglli
migranti nella Germania
ridionale.
Nel ’76 passato alle
denze della Chiesa evi
ca dell’Assia, gli viene
ta una parrocchia c’
3.000 anime. Dopo
anni si dedica all’insi
mento della religioni
liceo, organizzando sei
per gli studenti. NeU'8
pescato» con la m
men, accetta di lavori
Spezia e Carrara, dove
un intenso, fruttuose
prezzato ministero
i
Fondazione «Doti Enrico Gardii
Via Beckwith 1 - 10066 Torre Pellice (To)
Bando di concorso
per l’ar^gnazione di borse di studio per i’universHt j
i)l Sinodo I
líente t
Gli Studenti valdesi che intendano avviarsi agli swj
universitari per esercitare nelle Valli le professioni^^
medico, notaio, avvocato, segretario comunale,
sono'richiedere una borsa di studio entro il 30 otto
1996, indicando:
- facoltà universitaria prescelta (Medicina o
sprudenza)
- condizioni economiche personali e familiari (coP
della dichiarazione dei redditi)
codi
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Vial
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^syronel,
- previsione delle spese che intendono pagai®
la borsa di studio.
Rosta!
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Stampa
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Per ulteriori informazioni rivolgersi alla
del Collegio Valdese, via Beckwith 1 - 10066 1
Pellice (To) - tei. 0121-91260, fax 0121-932272
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lania,
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j^lERDi
13 SETTEMBRE 1996
Valdese
PAG. 15 RIFORMA
m
T L vostro Sinodo assomiy^lglia a un piccolo Kir^entag, dentro l’aula si diIcutono i problemi della
. . oi^t ^esa e fuori, nel giardino, si
ti'lechià «oongono le sue opere at•zia- f„averso accurati stand: la
tutti satin naudiana, la Casa di riposo
osa, tei^ Vittoria, il Servizio cristia' ficonosd no Agape- dalle valli valdesi
ero pasn ^a^cilia la famiglia valdese
Jon sapen e metodista si ritrova e ogni
ä novità, li '«jino ci sono sempre nuovi
lappiti cambiamenti ma mai così
or di Rouj -peti da interrompere una
«ass: ’ profonda continuità. È una
® *^erign(j| ^^erienza unica. Sono rima' sto impressionato dal mes>ro allorcj -saggio teologico-pratico del
iodo del'6 'professor Paolo Ricca, che rienza peij ^ypigendosi ai pastori neovenissi ijonsacrati ha ricordato a tuteffetto ai d poi la direzione della testi' o’èdastij nionianza cristiana oggi in
ì ’68, ins| .propa». Così Gerhard Nölle,
3ia acceti rappresentante della Chiesa
unta dal ^angelica della Renania,
a deir Ass Imprime «a caldo» la sua pristermitffl'ijpa impressione sul Sinodo
ri migrA,ijjidese.
a. dall'86r Anche il pastore Ulrich
wBeyer, di Bielefeld, esponente
Ja vita, niella Chiesa della Westfalia
re un espresso la sua positiva
le incofcaiutazione sul Sinodo ricorize maiiffl^ßdo la recente visita della
nardi (e ni favola valdese in quella ree negli M gjQPe che ha prodotto un utiina vocaz ¡jg scambio di informazioni,
ma anche v^ncora dalla Germania è stamacia de 'tp molto interessante il salu' tò al Sinodo del pastore KarlwiiéMiaii IChristoph Epting di Karli • fsruhe, presidente della GuI6r0lll' stav Adolf Werk (associazione
ittenben evangelica di aiuto) accom' pagnato dalla moglie Karin
■ducatoaehe ha ricordalo i pericoli deiglia dici (ivanti dalle nuove risorgenze
■r lunghiài di particolarismi, regionaliiesa) e nd ¡smi che rischiano di sfociare
a, vialil in fórme di neofascismo co)po averi me la tragedia dell'ex Jugoì di teold islavia ha ampiamente dimoin, la pre strato. «Muoversi nella prolella teolo ispettiva della riconciliazione,
na. Silaiii tema della prossima assemcomples blea ecumenica, non signifie la «Ur-C|Ca-ha detto Epting - cancella storia ma, come criparrocel»* li, immaginare un nuovo
a della v»l to in cui l’amore di Dio
estende® nuovi spazi di comprenvetrano,!'
dio (’63è a Sah
di qui
) Darmsti
sia, quél
’r, per
la mogi
ermania
viene
hia
)opo
all’in»
igionó
idó sei
. Nell'
Presenti una trentina di rappresentanti di chiese e organizzazioni estere
Un Sinodo nell'ecuniene protestante
Gli ospiti dall'estero testimoniano la grande ricchezza di relazioni e contatti
di cui godono le chiese valdesi e metodiste. Per molti è un'esperienza unica
GIUSEPPE PLATONE
sione, dialogo, convivenza».
Epting ha portato anche i saluti del vescovo Engelhardt,
presidente della Chiesa evangelica tedesca.
11 pastore Armin Fra, rappresentante della Chiesa evangelica della Sassonia, nel
Gerhard Nölle
la serata di martedì 27, dedicata aU’incontro con gli ospiti, ha voluto indossare scherzosamente la toga e' il cappello degli studenti in teologia
tedeschi secondo un modello
del XVI secolo. Fra ha ricordato che la Sassonia (nell’ex
Germania orientale) è oggi
una zona povera d’Europa
con una disoccupazione che
tocca il 20%. Attualmente nella terra di Lutero e di Bach solo una piccola minoranza è
membro di una chiesa, evidentemente il socialismo realizzato con il suo ateismo di
stato ha raggiunto lo scopo.
Dal Wiirttenberg ha portato il
saluto il pastore Jürgen Quack
ricordando, tra le altre cose,
che due pastori della sua re
gione, che hanno lavorato
molto e bene in Italia, Thomas Elser e Stephan Miihlich,
con settembre rientrano in
Germania e per il momento la
Chiesa del Wiirttenberg non
potrà inviare altri pastori al
servizio delle nostre chiese.
L’attuale situazione economica non permette investimenti all’estero, cresce la disoccupazione anche tra i teologi, ci sono più pastori che
posti di lavoro ecclesiastico.
Infine da Francoforte, a nome
della Chiesa dell’Assia Nassau, ha portato i saluti il pastore Martin Hindricks rievocando alla memoria del Sinodo anche il lavoro del diacono Fritz Weissinger che tanto
si prodigò per l’opera sociale
evangelica in Italia, particolarmente a Palermo. Hindricks ha fatto notare che nelle grandi chiese protestanti
europee gli apparati amministrativi filtrano al massimo le
grandi questioni che vengono
in sostanza delegate agli specialisti. Nel Sinodo valdese,
anche se in poco tempo, c’è
invece il coraggio di affrontare grandi temi come la diaconia o l’ecumenismo costruendo collettivamente delle risposte «dal basso».
Dalla Francia il rappresentante della Chiesa riformata,
pastore Bernard Anterion,
presidente della Commissione ministeri di quella chiesa,
oltre al saluto ha sviluppato
una breve riflessione sul tema
degli immigrati. Era d’obbligo
il riferimento ai 300 «sans-papiers» sgomberati, in quei
giorni, dal governo francese
dalla chiesa Saint-Bernard a
Parigi. Secondo Anterion le
chiese devono riflettere di più
sul tema liturgia e accoglienza degli immigrati e, sia in
Francia sia in Italia, occorre
lavorare sulla professionalità
dei pastori e dei diaconi.
«Non basta ripetere i vecchi
modelli: la società è in rapida
evoluzione e il ministero pastorale - ha sostenuto Anterion - deve evolversi, non deve accontentarsi di ripetere
ciò che era prima. Questo atteggiamento danneggia di
fatto la chiesa perché la illude
di poter uscire dalla propria
crisi ritornando al passato. Là
dove si è tentato di rispondere alle nuove sfide proponendo vecchie soluzioni non si
sono ottenuti risultati importanti: occorre invece avere il
coraggio di trovare nuove vie,
nuove forme di presenza e di
testimonianza».
Per la Waldensian Church
Missions inglese ha portato i
saluti Peter Meadows, ricordando l’attività benefica a favore di alcune opere evangeliche in Italia. Per la Chiesa
Riconoscenza dell'assemblea
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*®nodo ha ringraziato al termine del lavori il Seggio che II ha efflcawnente diretti. Il pastore Giuseppe Platone era vicepresidente
Riforma
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via Pio V, 15 -10125 Torino - tei. 011/655278 - fax 011/657542
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Eugenio Bernardini. VICEDIRETTORI: Luciano Deodato, Emma.¿r'®/»schetto. REDATTORI; Stello Armand-Hugon, Claudio Bo, Alberto Braga¡7 Corsani, Marta D'Auria, Avernino Di Croce, Piera Egidi (responsabile
,58nsi di leaae). Fulvio Ferrarlo fiioroio Gardiol. Maurizio Girolami, Anna Maf
I/Í !
feilli'f EÙivio Ferrarlo, Giorgio Gardiol, Maurizio Girolami, Anna Maf
PeurH'Iartinat, Carmelina Maurizio, Luca Negro, Luisa Nitti, Jean-Jacques
ij^Ortel, Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Pietro Romeo, Marco Postan, Pierval. Federica Toum, Florence Vinti, Raffaele Volpe.
jf^'l'STRAZIONE: Ester Castangia. ABBONAMENTI: Daniela Actis.
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nuovo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con
terw-gennaio 1951. responsabile Franco Giampiccoli. Le modifiche sono
'"'"‘s con ordinanza in data 5 marzo 1993,
Il presidente Pietro Trotta assistito dalle altre componenti del Seggio
al momento dello scrutinio delie schede per le elezioni. Qui sotto: la
preziosa opera di verbaiizzazione deile sedute
Il servizio fotografico sul Sinodo è stato curato da Pietro Romeo
riformata scozzese è intervenuto, esprimendosi in un
buon italiano, il pastore David Huie ricordando i legami
tra le nostre chiese. Ancora
dairinghilterra il pastore Steven Plant, parlando a nome
della Conferenza britannica
del Consiglio europeo metodista nel dibattito sinodale
sul metodismo italiano, ha
tra l’altro affermato che «l’assenza di desiderio di proteggere l’identità metodista è un
tipico valore metodista. L’identità non si difende ma la
si vive, la si deve spendere sino in fondo rischiando di
perderla».
Dalla Svizzera Charles Buffar, di Berna, ha portato il saluto del Waldenser Komitee
che sostiene con generosità
alcune opere della nostre
chiese. Così anche Inge Schaedler, dell’agenzia Heks-Eper,
ha portato il saluto dell’importante istituzione benefica
che promuove interventi di
sostegno in molti paesi del
mondo: «Tutte le volte che
vengo al vostro Sinodo - ha
detto - imparo sempre qualcosa di nuovo. È stimolante
discutere con voi». 11 pastore
Raymond de Rham era alla
sua sesta visita al Sinodo, per
conto del Comité Romand
pour l’Eglise Vaudoise: «È
una festa di famiglia - ha affermato -; le delibere sinodali
sono occasione di incontro e
di scambio di pareri. Il moderatore all’inizio del Sinodo
saluta tutti gli ospiti chiamandoli per nome e poi invitandoli a trovar posto nel
corteo sinodale; non è solo
un segno di cortesia ma espressione dell’universalismo
della fede». Il segretario della
Conferenza delle chiese europee (Kek) lo svizzero Jean
Fischer, nel saluto al Sinodo,
ha ripreso i temi della prossima assemblea ecumenica di
Graz. Toccherà infatti alla
Kek valutare il giorno dopo, a
fine giugno ’97, il grande
evento della cristianità europea. Ma non solo: la Kek
chiederà alle chiese uno sforzo di prospettiva per definire
le priorità in una società che
cambia. «Il contributo delle
comunità cristiane - ha detto
Fischer - è importante in tutti i campi, non possiamo più
delegare ai tecnici e ai politici il futuro dell’umanità». Infine dagli Stati Uniti l’amico
di tanti Sinodi: Felix Canal, in
rappresentanza dell’American Waldensian - Society
(Aws). Nell’anno di passaggio
di consegnò dalla direzione
di Frank Gibson a quella dei
coniugi Santana-Grace il fratello Canal ha voluto portare
il saluto e la certezza che la
Aws continuerà a tessere rapporti di solidarietà con le nostre chiese.
Qualcuno osservava che in
passato gli ospiti dall’estero
erano più numerosi. Forse sì,
bisognerebbe fare delle ricerche per verificare questa impressione. In ogni caso una
trentina di fratelli e sorelle
esteri nell’ambito del Sinodo
rappresentano pur sempre
nella piccola dimensione del
mondo valdese e metodista
una grande ricchezza di relazioni e contatti. Alla lista degli
ospiti occorrerebbe aggiùngere i nomi del pastore Plugo
Malan e sua moglie Myriam
provenienti dall’Uruguay ma
appunto loro, valdesi del Sud
America, non sono (come più
volte è stato detto in questo
Sinodo) stranieri nella nostra
chiesa. Essa ha infatti due
anime, una europea e una latinoamericana; lontane, soprattutto economicamente,
ma teolOgicaniente e spiritualmente vicine. Si tratta di
un unità che cresce nella misura in cui avvengono scambi
di persone tra le due aree.
Elezioni
La Tavola valdese è stata eletta nelle persone di Gianni
Rostan (moderatore); Franco Becchino (vicemoderatore);
Bruno Gabrielli, Marcella Giampiccoli, Franca Long, Sergio Ribet, Luca Zarotti, membri.
Il Comitato permanente delTOpcemi è stato eletto nelle
persone di Valdo Benecchi (presidente); Giovanni Anziani,
Giulio Maisano, Maria Grazia Sbaffì, membri.
Il Consiglio della Facoltà valdese di Teologia è stato eletto nelle persone di Ermanno Genre (decano); Daniele Garrone (vicedecano); Rosanna Ciappa, Paolo Landi, Giovanna Pons, Marcello Selvaggio, Giorgio Spini, membri.
Là Commissione sinodale per la diaconia è stata eletta
nelle persone di Paolo Ribet (presidente); Carla Beux, Gisella Costabel, Marco Tullio Fiorio, Maddalena Giovenale,
Bruno Mathieu, Paolo Sbaffì, membri.
La Commissione d’esame sull’operato della Tavola valdese, dell’Opcemi e del Consiglio della Facoltà di teologia
per la prossima sessione europea è stata eletta nelle persone di Giuseppe Platone (relatore), Luciano Deodato, Pier
Valdo Durand, Alessandra Trotta (supplenti Francesca
Cozzi, Daniela Di Carlo, Giovanni Grimaldi, Sandra Rizzi).
La Comùiissione d’esame sull’operato della Commissione sinodale per la diaconia è stata eletta nelle persone di
Dorothea Müller (relatrice); Laura Leone, Lino Pigoni, Renato Serra (supplenti Franco Taglierò, Oriana Bert, Livio
^Gobello, Giulio Griglio, Ruggero Marchetti).
Il presidente designato per la prossima sessione europea
è il pastore Franco Giampiccoli.
Il Seggio ha designato per il culto di apertura la pastora
Maria Bonafede (supplente Gianna Sciclone).
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PAG. 16 RIFORMA
VENERDÌ 13 SETTEMBRE
Gli evangelici napoletani a fianco della famiglia della bambina scomparsa
Solidarietà contro ogni pregiudizio
Una manifestazione per reagire al clima di diffidenza che si è venuto a creare
e che ha prodotto una vera e propria campagna giornalistica diffamatoria
ANNA MAFFgi
UN corteo silenzioso e
composto ha percorso
alcune strade del centro di
Napoli lunedì 2 settembre
per testimoniare solidarietà e
sincera partecipazione alla
famiglia Celentano, sconvolta ddla scomparsa della piccola Angela, avvenuta il 10
agosto scorso durante un
corso di istruzione biblica
per bambini sul Monte Faito.
La manifestazione, che ha
coinvolto dalle due alle tremila persone, era stata organizzata dalla Consulta evangelica che raggruppa una
trentina di chiese di area
pentecostale della Campania,
fra cui la chiesa evangelica di
Vico Equense a cui appartiene la famiglia Celentano.
Grande partecipazioneda
parte di molti membri di comunità evangeliche di varie
denominazioni.
La marcia che è stata aperta da un folto gmppo di bambini, seguiti poi da pastori di
una trentina di comunità insieme al padre della bambina
scomparsa. Catello Celentano e a suo nonno Anania
Staiano, si è conclusa a piazza del Plebiscito dove una
delegazione è stata ricevuta
dal prefetto Achille Catalani.
«Abbiamo sentito che non
I partecipanti aiia manifestazione di piazza del Plebiscito
potevamo più aspettare - ha
affermato il vicepresidente
delta consulta, pàstore Remo
Cristallo era necessario che
come chiese evangeliche offrissimo alla famiglia un segno collettivo di solidarietà e
alla cittadinanza un’opportunità per farci conoscere. Sulla
stampa siamo stati maltrattati, si sono dette malignità e
insinuati dei sospetti sulle
nostre attività come evangelici. Al prefetto esporremo le
nostre preoccupazioni per
questa campagna diffamatoria nei nostri confronti e diremo che da parte nostra c’è la
massima collaborazione al
corretto svolgimento delle in
dagini». «È vero - ha aggiunto
Michele Romeo, pastore della chiesa di Vico Equense siamo stati oggetto di gravi
pregiudizi e anche la famiglia
della piccola Angela, già così
duramente provata, ha dovuto subire attacchi gratuiti e
cattivi. Durante la marcia
tante le attestazioni di simpatia di passanti al papà di Angela. Anche qualche consiglio
«religioso», come quello di
affidarsi a padre Pio, a cui
gentilmente ma con decisione Catello rispondeva dicendo di confidare solo in Dio e
pregare solo lui.
In effetti, nonostante l’atmosfera di grande tristezza e
incertezza che comunque
coinvolgeva tutti, pensando
alla bimba che nonostante
tutti gli sforzi non è stata ancora ritrovata, chi era presente poteva percepire un forte
spirito di preghiera e in fondo
l’atteggiamento di chi osa
sperare contro speranza e
cantare le lodi di Dio pur nell’oscurità più fitta. La manifestazione si è chiusa intorno
alle 13 quando, dopo l’incontro col prefetto, la delegazione è scesa rassicurando tutti
che è escluso da parte delle
autorità dello stato qualsiasi
atteggiamento discriminatorio nei confronti della comunità di Vico Equens e che le
indagini proseguiranno. Ancora qualche canto, la lettura
dal libro del profeta Isaia e
qualche preghiera.
La piazza si è trasformata,
ha scritto qualcuno il giorno
dopo nella cronaca dell’evento, in una sorta di grande
chiesa a cielo aperto. Sì, come una chiesa in cui pressante diventa, nell’attesa del
Regno, la richiesta al Signore
di sostenere con Angela e la
sua famiglia, tutti coloro che
in ogni latitudine soffrono la
violenza di questo mondo.
Era la chiesa di Cristo quella
! mattina nella grande piazza
della grande città che pregai va e, ancora, sperava.
I® Una sola voce «non ostile»
I commenti della stampa
sul caso Celentano
ismmm
La lettera della Consulta evangelica
Sdegno per i sospetti
contro gli evangelici
® L'incontro con il prefetto
Nessun intento persecutorio
verso la comunità evangelica
Al Sig. Prefetto di Napoli
Nel ringraziarLa per aver
prestato la Sua attenzione alle nostre istanze e di aver ricevuto questa delegazione
dei pastori delle comunità
cristiane evangeliche, alla
conclusione di questa manifestazione di solidarietà fraterna verso la famiglia della
piccola Angela Celentano desideriamo segnalare alla Sua
persona quale rappresentante territoriale deì Governo e
responsabile di tutte le forze
di polizia del territorio il serio
disagio che le chiese evangeliche qui rappresentate vivono per talune affermazioni
formulate, che trovano, purtroppo, largo credito in certuni organi di stampa e di
informazione.
Ci riferiamo in particolare a
1) Dichiarazioni che prospettano l’esecuzione del rapimento della piccola Angela
nei circoli parentali della fa-,
miglia e della Chiesa evangelica di Vico Equense. Soprattutto l’infausta ipotesi che
all’interno della chiesa in
questione si nascondano verità che non trapelano all’
esterno, e che i membri della
locale chiesa rlon collaborino
con gli investigatori e che
piuttosto ostruiscano le indagini.
2) Talune affermazioni che
gettano dubbi sulla reale paternità della bambina, e ciò
risulta crudelmente offensivo
per i genitori che sono già
duramente provati dalla sofferenza per la scomparsa della figlia.
3) Gli iniqui accostamenti
che sono stati fatti a proposito delle chiese evangeliche a
circoli settari ed esoterici di
gruppi non meglio definiti.
In tutta la vicenda l’opinione pubblica è condizionata
da dubbi ingiustificati e superficiali prevenzioni nei
confronti della famiglia di
Angela e della chiesa evange- ;
lica di Vico Equense.
Tutto ciò risulta fortemen- ,
te lesivo alla dignità religiosa
dei credenti evangelici e all’immagine pubblica che le |
nostre chiese hanno prodotto |
in decenni di sana testimo- j
nianza e di proficuo lavoro i
evangelico. Aspireremmo che I
le autorità di polizia dalla S.V.
rappresentate, potessero
condurre con serenità e determinazione le indagini di
ricerca della piccola Angela,
senza dare evasive indicazioni in assenza di dati certi.
Qualsiasi orientamento delle
indagini ci troverà sempre
pronti alla più completa disponibilità e collaborazione,
doveri questi, che l’etica del
nostro cristianesimo ci impone. A tal fine è continua la
nostra preghiera di soccorso
rivolta a Dio per tutte le Autorità costituite.
Ricordiamo qualora ne fosse il caso, il vasto e multiforme impegno svolto dalle nostre comunità e opere collegate, non solo in campo spirituale e morale, ma anche in
quello sociale ed assistenziale. I risultati di queste attività
sono sotto gli occhi di tutti:
migliaia di persone liberate
dall’emarginazione e devianza sociale, dalla tossicodipendenza e dalla delinquenza, rigenerate per la fede nel
Signore Gesù Cristo nello spirito e nel fisico, restituite alla
convivenza civile con relazioni risanate e costruttive.
Questa delegazione infine
auspica che la manifestazione odierna e questo incontro,
possa sensibilizzare la Sua
autorevole persona alla vicenda, favorendo ove possibile nuovi impulsi alle ricerche della piccola Angela che
insieme alla sua mamma e al
suo papà ameremmo tutti
riabbracciare al più presto.
Napoli, lì 2 settembre 1996
Il corteo ha concluso la sua
marcia silenziosa a piazza del
Plebiscito, dove ha sede la prefettura di Napoli. Lì è stata ricevuta dal prefetto Achille Catalani una delegazione composta da Michele Romeo, pastore della chiesa di Vico
Equense, i pastori Remo Cristallo e Michele Ambrosio, in
rappresentanza della Consulta evangelica campana, Anna
Maffei, pastora battista, e Ca-:
tello Celentano e Anania Staiano, rispettivamente padre e
nonno della bambina scomparsa. Rispetto ai contenuti
del documento consegnato al
prefetto e illustrato a voce dai
pastori Cristallo e Romeo il
prefetto ha rassicurato nel
modo seguente la delegazione.
«Sono stato continuamente
in contatto con la Procura che
sta indagando sul caso, e posso tranquillamente dire che
non c’è nessun intento persecutorio né da parte del procuratore Andrea Nocera né dei
suoi sostituti. Dire "stiarno
anche indagando nell’ambito
dei conoscenti” è solo una
metodologia di indagine, che
deve essere a 360 gradi soprattutto quando non ci sono
riscontri, e questo non significa che ci sia un nesso tra la
comunità e il caso.
Escludiamo qualsiasi inten
to persecutorio contro una
comunità che, ad onor del vero, è cristallina e trasparente.
Chiaramente in questo tipo di
indagini, quando non ci sono
elementi si scandaglia tutto,
come è accaduto per tanti altri tragici eventi come questo.
Bisogna riconoscere che è
stato fatto di tutto perché le
ricerche fossero fatte a tappeto. Ora se qualcuno ha interpretato in maniera distorta o
è andato al di là dei realistici
contenuti di alcune dichiarazioni, questo rientra purtroppo nel metodo dell’informazione nel nostro paese.
Se c’è qualcuno che vuole
speculare, queste speculazioni vanno troncate, e credo
che in questo sia lo stato che
i suoi organi non abbiano
avuto nessuna esitazione.
Tutte le chiese e tutte le confessioni religiose hanno pari
dignità e pari posizione nei
confronti dello stato. Poi purtroppo le distorsioni, le strumentalizzazioni sono inevitabili soprattutto quando l’attenzione dell’opinione pubblica è massima: si tratta infatti di un evento tragico che,
per di più, riguarda una bambma di tre anni e mezzo. Ci
tengo a ribadire che da parte
dello stato nel suo complesso
c’è stata la massima collaborazione, e da parte delle forze
dell’ordine, credo che le indagini si siano svolte con la
massima delicatezza.
L’intento di tutti è di far luce su questo episodio e soprattutto di ritrovare la bambina. Per quel che posso cerco sempre di far in modo che
qualsiasi avvenimento sia ricondotto nella giusta dimensione e obiettività. Chiaramente chi fa informazione
dovrebbe seguire alcune regole e avere una certa professionalità. Vi assicuro comunque che porterò il vostro documento a conoscenza del
governo centrale».
È stato molto probabilmente un comunicato Ansa
del 21 agosto che ha dato la
stura alle illazioni e alle malignità sulla famiglia della
bambina scomparsa e sulla
Chiesa pentecostale che sono
state poi diffuse nei giorni
successivi a cura della stampa locale e nazionale. 11 comunicato faceva riferimento
all’ipotesi che qualcuno
aH’interno della comunità
evangelica, della quale fa parte la famiglia di Angela, potesse essere a conoscenza di
elementi utili per le indagini.
«Secondo tale ipotesi investigativa - si affermava testualmente'nel comunicato
- vi potrebbero essere remore a riferire questi elementi
agli inquirenti, in nome di
un forte vincolo di solidarietà esistente aH'interno
della stessa comunità». Di lì
titoli a quattro o cinque colonne tipo «I misteri della
comunità» {La Repubblica,
cronaca di Napoli, 22 agosto), «Angela è prigioniera
dei silenzi della comunità»
{La Repubblica, cronaca di
Napoli, 28 agosto) oppure
«Angela, un segreto "evangelico”» {Il mattino, 28 agosto).
Disseminate poi all’interno di vari articoli occorrevano frasi offensive circa la
creduloneria e raggirabilità
degli evangelici o i «muri di
j omertà» innalzati dagli stessi
per nascondere chissà quali
inconfessabili pratiche rituali. Per non parlare dei dubbi
sulla vera paternità della piccola Angela insinuati a piene
mani a spese di Catello e
Maria Celentano come variazioni sul tema per offrire
nell’afa estiva qualche argomento da spiaggia in più agli
annoiati lettori.
Rispetto a questo coro di
voci che in mancanza di notizie vere riempiva i vuoti col
nulla e spesso col fango, una
voce si è discostata dalle altre per tono e contenuti,
quella dell’antropologo Alfonso Maria Di Nola, per anni docente di Storia delle re
ligioni all’Istituto Universi .
rio Orientale di Napoli, che ^
sulla base dei suoi studi
della conoscenza approf;
dita delle comunità pent^,
stali, alla domanda se fosse
meno credibile chi parlava,
sette e di riti in riferimen
alla Chiesa evangelica di Vii
Equense, rispondeva risoli
tamente a Daniela D'Anton,
su La Repubblica {cronaca w
Napoli, 28 agosto): «Nessu« i
tra queste persone potrebbe
compiere gesti violenti in
virtù della fede evangelici
Tanto meno delitti.
Sono persone pure, mu„
legate fra loro. La mia valutazione generale è che sono
comunità estremamente pj
lite. Niente a che vedere eoj
le comunità extra évangei
che, presenti soprattutto no
Lazio: queste sì che sono sei
te. Compiono riti magici;
sfondo sessuale. Sono moh
pericolose. A Roma in quesj
momento c’è il “pontefit ?
massimo" delle comunitàs! f
tuniche. È recente il caso di ;
Colli Albani e la capitale stes
sa è piena di unità satanichi
Presenza che escludo a Vie !
Equense».
Il prof. Di Nola conclude* f
affermando; «Esiste diffidea ;
za e ignoranza nei confrop L.-.
: di queste comunità. Quani t;
per la prima volta, nel'!
: questa religione ha fatto»
; sua comparsa in Italia, iptf
armavano i ragazzi di pièi i■ e li incitavano affinché pM
dessero a sassate i predicati firi. Scene che ho visto petì i
I nalmente. Questa antica il
sofferenza resiste e forse
j venta sempre più forteI
1 ché la Chiesa cattolica si
lontana sempre di piò
protestantesimo. Circola'
antico odio contro la rifo"
i e contro gli evangelici.
i genitori di Angela fossi
1 cattolici non sarebbe si
sollevato nessun dubbio
1 fedeli della parrocchia di
miglia. Nessuno si sare'
permesso di puntare ili
contro una comunità teli]
sacattolica».
:z
«UNTANO
I
Qui sopra e a fianco due momenti della manifestazione
Partecipazioni
«Nulla potrà separarci
dall’amore di Dio
che è in Cristo Gesù,
nostro Signore»
Romani 8. 39
«Ora la nostra visione è
come in uno spe
ma un
Louise e Daniele Rochat, con
le figlie, ricordano con riconoscenza
Tullio Vinay
Torre Pellice, 13 settembre 1996
Ora io conosco solo in
un giorno IO con^
Ma più grande di tutte è 1^
I Corinzi 13'
«Dio è amore; e chi rimane
nell’amore rimane in Dio
e Dio rimane in iui»
I Giovanni 4,16
I redattori è i collaboratori di
«Riforma» partecipano al dolore
della famiglia per la dipartita di
Tullio VInay
Torirìo, 13 settembre 1996
Grazie Tullio!
Pràli
La comunità di Agape,
13 settembre 1996
I necrologi si .
entro le ore 9
Telefonare 011-6® ]
fax 011-657542.
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