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i^oma, 4 Gennaio 1008
òi puooiica ogni Sabato
Li
UCE
Propugna gl’interessi sociali, morali e religiosi in Italia
ABBONAMENTI
Italia: Anno L. 2,50 — Semestre L. 1,60
Estero : » » 5,00 — « . « 3,00
Un numero separato Cent. 5
PIREZIOne : Via COagcnta 18
INSERZIONI
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per avvisi ripetuti prezzi da convenirsi.
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AM/lllilSTRAZIOME : Via NazioDale^ 107
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SOMMARIO :
Gli avvenimenti del giorno — Le XVIII
lettere di G. Carducci, di V. Garretto. — Cronaca del movimento religioso — Odoardo
Bassanelii, di E. Bertixat — Un confronto, di
L. Coppola. — Uno strano sermone di Natale,
di E. Rivoire — Fatti e idee. — A Dio, di
R- P- — Leggendo l’Evangelo : Eco di
Natale, di M. Falchi. — Attacchi e difese :
Hanc petram, di U. Janrì. — Pagine di
Storia : Claudio di Torino, di G. Jallà —
Problemi di educazione e d’istruzione ; L’azione della donna, di E. Biìrtalot. Questioni
sociali e morali; Una parabola, di G. Banchetti
— La dottrina cristiana spiegata al popolo:
Lettera al Direttore, di U.-Janni. *»-'' Informazioni — Bibliografia.
fiVVISO IMPORTÌINTE
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liA IjUCE Rubblxcherà in apposita colonna le iniziali del nome di tutti coloro,
i quali avranno pagalo l’abbonamento. Ciò
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Si prega coloro che non desiderano abbonarsi di respingere il P numero di Gennaio, che sarà ancora .spedito a tutti. —
Quelli che avranno trattenuto il giornale
saranno considerati come abbona,ti.
L’Amministrazione.
capisce ; ma vogliamo fare d| più, vogliamo lodarla,
encomiarla, e, se potessimo, vorremmo incoraggiarla.
Chi è quel cardinnle di Milano? E’ il vescovo papalino dei papalini della sua diocesi. E ehi è il pontefice romano ? E’ un vescovoche vuole immischiarsi
ne fatti d altri, e che vuol sindacare i pensieri di
tutth Chi gli ha dato podestà? Nessuno; se Pè presa
da sè, e, dopo, l’ha partecipata al cardinale di Milano
Potrebbero dunque i redattori del Rinnovamento,
se sono uomini liberi, pecorinamente deporre la penna
e scappare impauriti verso l’ovile piccolo, ove non
dormono pjù da un pezzo? Eglino dicono che non
lo potrebbero : noi ci auguriamo che così sia e ricordiamo loro che questa volta si affermerà o crollerà
la loro nobilitate.
GII aHHEHTI DEL GIORNO
Condanna e sconmnica
- Uno storico processo.
Una novità militare
La caccia si fa intensa ed emozionante; 1 modernisti sono inseguiti, aggirati,chiusi da tutte le partii
la loro rivista milanese Rinnovamento è stata condannata a sparire, scomunicata con scomunica maggiore.
I poveri redattori sono stati denunziati come gente
iniqua, che vuol corrompere la vecchia fede del popolo.
La cosa è grave, non c’è che dire, e lo Scandalo
sarà anche più grave. Quale scandalo ? Quello della
ribellione all’ordine superiore ecclesiastico : giacché
ai annunzia altamente che gli editori del Rinnovamento hanno in animo di continuare a pubblicare la
incriminata rivista. Noi approviamo la ribellione, sì
La novità militare è quella, cui ci pone di fronte
la nomina di un ministro borghese pel dicastero4ella
guerra.
Ma noi non vogliamo discutere della opportunità o
inopportunità della rìforn«?f non siamo intendenti di
cotal materia e l’indoie del nostro periodico noi consentirebbe. A noi preme fare una dichiarazione di
principio, a proposito dell’attenzione che si presta
in questo momento alle cose militari.
Da più parti ci si chiede quale atteggiamento ci
proponiamo di assumere sulla questione del militarismo, e noi siamo pronti a dire francamente e tondamente il nostro pensiero.
Discepoli di Colui che parlò d’amore, come niun
altro ne avea parlato e come ninno mai ne parlerà, noi
desideriamo ardentemente la pace sulla terra. Ma, fino
a che le nazioni saranno l’insieme di folle iucomposte
ed inconscie, nelle quali, non la riflessione, ma agisce
l’impuLso di leggi materiali e cieche, noi riteniamo
saviezza coltivare ed afforzare il concetto di patria.
La patria è nell’umanità quel che la famigl a é nella
nazione. Dunque il concetto di patria è buono in sè,
è necessario al progredire universale ed è fecondo dì
bene.
La patria, nel momento presente della evoluzione
umana, non è un Istituto sacro e rispettato da tutti
per tutti ; ciascuna gente lo afferma per sè, ma v’ha
tuttavia la tendenza a non friconoscerlo negli altri.
Quest’egoismo brutale ed ingiusto e crudele, a cagione
del quale scorre ancora per le vie della terra il sangue degli uomini, pone davanti ad ogni nazionalità
organizzata il problema vitale della difesa dalle eventuali aggressioni esteriori. Di qui gli eserciti, in qualunque forma siano ; di qui le armate ; di qui le spese
militari, gravi ma indispensabili. Questa è la realtà
storica, che noi non vogliamo perderé di vista, pur
lavorando a preparare il migliore avvenire. Perciò,
se il Ministro borghese migliorerà l’esercito, toglierà
abusi, riordinerà Tamministrazione e darà assetto a
tutte le questioni che lo aspettano in Via XX Settembre, sia egli il benvenuto.
l'atteggiamento assunto dagli accusati : atteggiamento
fiero, dignitoso, magnifico. Il mondo intero deve am
mirare questi eroi che non hanno paura della pri
gionia e dell’esilio, che forse li aspettano, ma con
voce di giudìzio denunziano a tutti i popoli le nefandezze di cui è teatro la sventurata Kussia. Essi
han dimenticato sè stessi e la propria condizione;
han fatto rivivere la prima Duma nell’aula del tri-'
bunale.
Glorioso spettacolo, che non anderà perduto'.
Le XVIII lettErB di G. CardUEd alla
contessa Fasolioi
In Finlandia, nella cittadina di Viborg, si svolge
un processo che rimarrà storico. I lettori ricorderanno che, appena sciolta la prima Duma (Parlamento) in Russia, alcuni deputati redassero un manifesto al popolo, per incitarlo a rifiutarsi di pagare
le tasse e di prestare il servizio militare. I fif-matarì
del manifesto famoso, fra i quali v’hanno nomi di
alte personalità, sono ora davanti ai giudici, accusati di incitamento alla rivoluzione. Quale che sia
per essere la sentenza, il processo ha interesse per
Hunno una grande importanza, come si può da
ognuno immaginare, e costituiscono uno de’ più notevoli avvenimenti nel campo delle lettere, non solo, ma ancora, e ^lù, bel «ampt^ Noi fum
mo tra’ primissimi a farne cenno, riserbandoci di
tornare a parlare di esse con maggior cara e studio. Il che adesso facciamo.
Per noi cristiani evangelici la lettera più importante è la XVI, nella quale il poeta espone le proprie idee filosofiche di ordine religioso, in riguardo
specialmente al Cristo.
Egli dice che non ammette la divinità del Cristo, ma che s’inchina davanti al gran martire umano; idea non nuova, nè originale, ma chiara ed esplicita. Il Cristo por me non è Dio, ma non per
ciò io lo disprezzo, vuol dire il Carducci. E non solo egli non lo disprezzava nel tempo in cui dettava la lettera destinata alla pubblicazione, ma, se si
ha a tener conto del post scriptum, come egli stesso vuole, non lo aveva disprezzato mai e lo aveva
venerato sempre : — pensieri — ei dice — della
vigili adì Natale, che ho sempre avuto...—
Nello stesso momento, in cui parla cosi, il poeta
si ricorda che ha scritto contro Gesù cose dure assai, cose indimenticabili ed ingiuste, e ne fa onorevole ammenda, confessando che si era lasciato
trasportare dal principio romano in Ini ardentissimo. E soggiunge subitó ; Ma qnasi al tempo stesso
soavi cose pensai e scrissi di Cristo :
« Oh, allor che del Giordano a’ freschi rivi
traea le turbe una gentil virtù....•
E conclude con un^altra confessione : Oqni qualvolta fili tratto a declamare contro Cristo, fu per
odio a' preti. Qaì l’orgoglio del poeta si rizza in
piedi, come belva ferita, e lo avverte che la confessione è troppo nmiliante e la penitenza troppo piena
di zelo. Il vecchio leone scote la giubba e manda fuori un ruggito: egli non rinnega, per altro,
ciò che ha fatto ! ’
Compatiamo iill’orgoglio: col suo rizzarsi, esso non
guasta le preziose dichiarazioni, ma le avvolora maggiormente. Si dibatte, umilialo e infranto, ma non
può impedire che la voce della sincerità sgorghi
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LA LUCE
limpida e soave dalla coscienza onesta. Dopo ciò che
valore possono avere le invettive contro il Galileo?
Quale verità storica é nella figura, che lo rappresenta saliente sul Campidoglio per gettare una croce nelle braccia di Roma, da lui fatta schiava? Valore antipretesco, rappresentazione esatta della tirannia sacerdotale romana : nient’altro. Il poeta ce lo ha detto e
noi lo pensavamo ; lo pensavamo perchè sappiamo omai che, per secolare abitudine, cosi avviene in Italia, ove il Cristo è guardato attraverso la lanterna
della cupola di S. Pietro.
E quale valore, dopo, ciò, possono avere le affrettate conclusioni di coloro, i quali declamarono sulla
tomba del poeta i propri componimenti altisonanti che
ci presentarono Carducci pagano, anticristiano e che
so altro? Valore nullo di intellettuale miseria.
Cristo! Chi può avvicinarsi a lui senza sentirsi
piccolo e debole e disarmato ?
Divinità 0 non divinità, Egli schiaccia col peso
della sua grandezza, di cui le cime occhio d’uomo
non giunge a contemplare; Egli abbaglia col rifulgere d’una gloria che è sopra ogni gloria; Egli piega ogni ginocchio e rigidità di dottrina opposta non
v’ha che lo impedisca.
Quando si sta Innge da Lui, tutte le bizzarrie e
tutte le stramberie irriverenti sono possibili, ed anche naturali, però che allora il prete lo nasconde
nel velo nero delle sue secolari nequizie; ma chi si
avanza, fino a stargli in cospetto, china la fronte
ed ammira, anche se non crede.
Così avviene da Giuliano guerriero al Carducci
poeta; cosi avverrà sempre.....
Ancora una hai vinto.
Vito Ganpetto
Cronaca del Mácalo rottgloso
Per gli studenti
Il Comitato direttivo dell’Opera di Evangelizzazione
fra gli studenti ha già prese disposizioni, per assicurare un buon corso di Conferenze da tenersi in vane
città agli studenti. . .
Sappiamo che valenti oratori sono stati già designati, e ci auguriamo sinceramente che le loro fatiche portino molto frutto.
I censori diocesani
L’enciclica Pascendi, come tutti sanno ordinava la
istituzione in ogni diocesi di censori ecclesiastici, per
la attenta revisione dei libri scritti da sacerdoti, cosi
che sia impedita la infiltrazione di idee moderniste nel
clero. .
Ora i giornali annunziano che in Roma la nomina
de’ censori è un fatto compiuto, e che presto il loro
nome sarà pubblicato ufficialmente con decreto del cardinale Vicario.
Argini inutili, pannicelli caldi ! Ma come fare, quando il Santo Uffizio è immobilizzato?
Convegno giovanile cattolico
Ha avuto luogo addi 29 Dicembre ne’ locali del collegio del Sacro Cuore ed è stato presieduto dal Pencoli.
Dalle prime battute si è capito che il suo carattere
vero, rivestito poco abilmente con un velo di religiosità, è politico, essenzialmente politico. Si tende a irreggimentare le forze clericali e a porle sotto il diretto comando delle autorità ecclesiastiche ; e in tal senso
si è concluso, nonostante la serena e savia parola di
taluni, evidentemente moderoisti, i quali ammonirono
non doversi mescolare cou la religione la politica. La
voce de savi fu poco educatamente subbissata sotto
una valanga di rumori e di invettive ; trionfò il vecchio e volpino metodo suggerito dal papa, H quale e
maestro in raggiri e battaglie elettorali, se non lo è in
teologia e in filosofia; ma che importa? La benedizione pa- ,
pale sul gregge a lui devoto sarà il suo acciecaniento e la |
sua rovina ; coloro, che geuerosameute vollero mostra- ^
re l’abisso spalancato, si convincano che Iddio manda ;
efficacia d’errore a coloro che non hanno dato luogo
all’amore della verità, acciocché credano alla menzogna.
FRANCIA.
La pastorale del Cardinale Couillé
La fine del 1907 e ravvicinarsi del 1908 hanno ispirato all’arcivescovo di Lione una pastorale piena di
mestizia, nella quale il prelato fa la storia dolorosa
della Separazione e della condotta tenuta dal clero durante la spinosa contingenza.
Per lui lo spettacolo dato dalla Chiesa di Francia
(leggi; cleroì fu magnifico perchè fu la unanime riconferma, dice lui, de’ principi sacri su cui poggia la Chiesa.
Lamenta le spoliazioni passate, presenti e future, e
ne trae argomento per preconizzare un 1908 non meno
nero del 1907 ; esorta quindi i fedeli a stringersi insieme ecc.
Ma il cardinale Couillé. non dice che i vescovi francesi avevano in grande maggioranza votato, nella loro
riunione plenaria, per un leale esperimento dèlia legge,
ma che gli ordini di Roma li posero tutti in riga come
tanti scolaretti discoli, costringendoli ad una servilità
che non è magnifica.
Come sarebbe stata più bella la ribellione a Pio, vescovo di Roma, detto papa, che arbitrariamente s ingeriva in fatti non attinenti con la sua diocesi 1
Allora si, lo spettacolo superbamente grande avrebbe
commosso tutti e tutti lo avrebbero ammirato con trasporto.
Il nostro giornale in Francia
Con piacere notiamo che nel n' 52 di Le Témoignage
l’annunzio della nascita de La Luce è seguito da questo breve e savio commento ;
« C’est un bon exemple que l’on pourrait peut - être
un peu imiter en France »
Campagna contro Pini moralità
Il Comitato Nazionale delle 'A. C. D. G., eseguendo
la decisione della Conferenza di Nacny, ha nominata
una Commissione, a cui ha dato incarico di organizzare
la campagna contro la immoralità in Francia.
Ecco un bel lavoro, che Iddio benedirà certamente.
E da noi ?
GERMANIA.
L’unione dei giovani di Francoforte sul Meno ha celebrato il 25 anniversario della sua fondazione cou solennità ; numerosi gli intefvenuti alla cerimonia.
È stata coniata una medaglia commemorativa, offerta
al pastore Correvon, fondatore benemerito deU’Uuione.
SVIZZERA.
La separazione a Ginevra
Il Consiglio federale ha indirizzato alle Camere federali un messaggio proponente di concedere alla legge
ginevrina di separazione delle Chiese dallo Stato la
garanzia federale.
Missioni (li Basilea
Diciasette missionarii dei due sessi sono stati mandati dal Comitato di Basilea, Di essi ; 8 partono pelle Indie, G per la Costa d’Oro, 3 per il Camerún ; della
benefica schiera fanno parte 3 signore e tre signorine.
Accompagni il Signore questi fratelli e queste sorelle nel loro nobilissimo lavoro.
Nuove costruzioni a Savagnier
Il 1- Dicembre la Chiesa di Savagnier ha inaugurato :
una casa di salute e una sala per riunioni, due graziosi edifizii che stanno l’uno accanto all’altro.
Savagnier è un piccolo villaggio agricolo ; nondimeno i cristiani del luogo hanno contribuito cou la rispettabile somma di L. 13,000.
Quando l’amore move, non ci sono ostacoli insuperabili.
nostri preti, per non confessare francamente i loro errori, fanno salti e giravolte inutili. Imparino da uno
de’ loro stessi, almeno, che noi, denunziando la loro
trascuranza, non siano animati da spirito di maldicenza, ma da amore per la verità de’ fatti.
RUSSIA
Un rapporto del Sinodo Luterano di Russia informia
che, durante l’anno 1906, si sono avute 40.000 iscrizioni nella Chiesa Luterana di persone uscenti, la maggior parte, della Chiesa greca.
Il luogo, in cui il movimento verso il luteranesimo
è più vivo ed attivo, è la Siberia, dove si richiedono
sempre nuovi pastori.
STATI UNITI
Vi sono in America 70.000 Società di Attività Cristiana, che contano 3 milioni e mezzo di membri, i
quali tengono ogni anno più di 3 milioni di adunanze.
SPAGNA
Il vescovo di Madrid dev’essere un uomo coraggioso e simpatico. Egli, inaugurando un nuovo seminario
poco tempo fa, fece notare con insistenza che caratteristica precipua del nuovo istituto è la cattedra di S.
Scrittura. Dal che risulta che negli altri seminari non
si studia la Bibbia; e ciò non meraviglierà, pensando
che la Spagna è il paese di Pietro Aibnes e di Filippo IL
Intanto constatiamo' con piacere che il vescovo cattolico - romano di Madrid ha affermato, senza reticenze
aver la Chiesa Romana trascurato sempre e troppo lo
studio del Sacro Libro,
Con piacere, abbiamo detto, perchè ordinariamente i
OPO/IR&O Prt55flHELU
Il 1- febbraio 1824 Odoardo Bassanelli nasceva in
Frascati da uu padre medico, letterato, archeologo, e
da madre tedesca. Morta costei, egli fu spinto ad entrare in convento e, il 13 novembre 1839, il convento
di San Francesco a Ripa lo riceveva fra le sue mura;
il 21 dello stesso mese Odoardo Bassanelli diventava
fra Ermenegildo da Frascati.
Da quel di lo accolsero vari conventi ; ma nessuno
potè soddisfare l’anima sua, uè dar riposo alla sua
delicata coscienza.
Sopraggiunsero tempi di agitazione per la patria
nostra, la quale cercava di scuotere le proprie catene.
Fra Ermenegildo albergava sotto a quella tonaca che
sempre fu ligia alla tirannide papale, un cuore generoso e forte, che palpitava per Tindipendenza della
nostra Italia ed in particolar molo della sua legittima capitale ; ed è cosi che nei 1849, essendosi proclamata la Repubblica Romana,, egli non temette di aggirarsi più volte per le vie di Roma, civilmente vestito,
fra i fautori ^i Giuseppe Garibaldi. Nella notte del
29 giugno, a Villa Spada, egli fu ferito da una palla
di fucile al femore destro. « Hai ricevuto il battesimo
del sangue * gli disse suo padre « ora sei figlio d Italia, conservati per giorni migliori. » — Nel 1867
egli riprendeva il suo nome di battesimo, mutando la
tonaca del frate in quella del prete. Nominato cappellano nell’ospedale di San Giacomo, egli manifestò le
sue particolari tendenze nel volere tradurre in lingua
volgare le preghiere ch’egli doveva ripetere al capezzale degli ammalati, onde riuscissero di maggiore conforto ed edificazione ; e ciò gli fu negato ! Nel 1870
mentre da Porta Pia s’udivano le fucilate dei nostri
bersaglieri, le suore dell’ospedale gli offersero il frutto
di una cofletta, ond’ei celebrasse una messa per la
vittoria delle armi pontificie ; ma invano, chè le preghiere del Bassanelli furono a favore della liberazione
di Roma, e ben presto fu issata sulla cupola di San
Pietro la bandiera bianca.
Il 21 ottobre dello stesso anno, in occasione del
pubblico plebiscito, anch’egli si recò in Campidoglio
per dare il suo voto di adesione all’unità d’Italia sotto
il regime di Vittorio Em. con Roma capitale ; mentre
molti altri ecclesiastici ciò fecero segretamente, egli
fu il solo che si pronunziasse pubblicamente ; ond’è
che gli astanti lo sollevarono sulle spalle, e lo portarono in trionfo, mentre la Curia romana fece compiere
di notte tempo vari attentati contro alla sua vita. Il
20 novembre 1871 gli veniva conferita una medaglia
cou la scritta « Roma rivendicata ai suoi liberatori ».
Le prime nozioni evangeliche egli le ricevette da un
signore da lui spesso incontrato in una birreria. Si
riaccese allora la lotta già da molto tempo iniziatasi
nel suo cuore, e la lotta s’andò rafforzando vieppiù,
finché una mattina, leggendo il breviario, fu colpito
dal passo tante volte macchinalmente ripetuto ; « In
te. Domine, speravi ; non confuudar in aeternum ».
Questo passo fece cadere tutti quei ma. che si erano
opposti alla sua conversione, ed egli si decise per
l’Evangelo.
Entrò in relazione con Ales.saudro Gavazzi, di grata
memoria, e malgrado le unmero.se lettere scrittegli da
alti prelati, oud’egli rientrasse in grembo di Madre
Chiesa, egli non volle retrocedere, (d il G gennaio 1872
prendeva la via di Firenze, onde meglio rafforzars
nella nuova fede, e prepararsi al ministerio evaugeiicoi
cui si sentiva spinto.
3
LA LUCE
Qui faccio punto eoo la narrazione e lascio ad altri di
parlare di quel lungo periodo durante il quale il fedele
servitore di Dio lavorò nel nostro campo di Evangelizzazione, specialmente a Palermo e qui in Riesi.
Io lo conobbi poco più di un anno fa e ringrazio
di tutto cuore il Signore di avermi concesso questo
gran privilegio. Quanti consigli dettati da una lunga
esperienza, quale conforto morale e spirituale non ho
io trovato presso il caro defunto! Noi tutti che abbiam veduto di quale zelo egli era animato per la
Chiesa e per le scuole, circondandoci tutti di un
grande affetto, oggi lo piangiamo come figli che piangono il padre.
H. Bertinat.
Un confronto
Leggiamo nella ‘-Tribuna,, del 23 Dicembre N. 355,
una corrispondenza da Milano, nella quale è una
conversazione con l’illustre John Lund, ex presidente del Senato norvegese e vice-presidente fino
dalla fondazione del Comitato Nobel per la pace, relativamente alla storia della secessione della Norvegia dalla Svezia.
Siccome qneH’insigne straniero non conosce la
lingua italiana nè la francese, e il giornalista ignora la lingua tedesca, faceva da interprete la gentile e colta figliuola deH’illustre norvegese, la quale
si esprime assai bene in italiano.
Ma non è di quella conversazione che noi vogliamo occuparci ; bensì dell’appendice di essa che, quantunque sembri un accessorio, per noi ha una importanza primaria.
Nel mentre-finterlocutore italiano si disponeva
a salutare l’illnstre uomo, la sua graziosa figlinola
gli disse le seguenti parole che crediamo bene trascrivere testualmente come le troviamo stampate
nel giornale romano di sopra citato. Eccole :
« Sa che cosa rende così interessante l’Italia agli
occhi ^ dei popoli del nord ? Il movimento modernista, Fino ad oggi l’Italia era considerata da noi solo
come il paese in cui si era rifugiato’ il medio evo, e
non vedevamo in essa i progressi dello spirito. Oggi
il modernismo ci afferma che se il vostro paese si è
destato alle industrie ed ai commerci, tende anche ad
un progresso nel campo delle idealità.
Ditelo pure ; è'male che il popolo si disinteressi da
questo movimento che accenna ad una elevazione degli animi, verso un mondo che è aH’infuori della materialità delle cose. »
Non è per trattare del modernismo che abbiamo
fatto questa trascrizione ; ma semplicemente per fare rilevare come nei paesi veramente cristiani, le
più distinte personalità si occupano sul serio delle
quistioni religiose, anche in riguardo alle altre nazioni, a differenza dei nostri paesi latini in cui di religione, coloro che pur vanno per la maggiore si
degnano di occuparsi soltanto per dirne male, e per
proclamare alle turbe ignoranti che il cristianesimo ha ormai fatto il suo te mpo,e che sono proprio
loro, con le loro nuovissime dottrine, che devono
istaurare quanto di guasto, in diciannove secoli,
quella religione ha prodotto per Tumanità. '
Oh! se almeno per un momento facesse in loro
capolino il bene dell’intellettto ed osservassero senza preconcetti, la vera realtà delle cose. ’Vedrebbero allora che il guasto non è stato prodotto dal
cristianesimo; ma dalla corruzione di esso e che
appunto perciò, dove tale condizione di cose esiste
(non ultima la nostra Italia) domina l’ignoranza e
lo sfacelo morale ; mentre i «popoli del nord », dei
quali parlava la egregia figliuola deU’illustre Ìohn
Lund, educati alla scuola del puro cristianesimo, si
distinguono per eletta cultura intellettuale e per la
purezza dei costumi, sia in privato, sia nelle relazioni tra i popoli.
D. Coppola
nuoVjìa aurora.^
Questo volumetto, splendidamente adatto come
regalo di capo d'anno e come premio agli alnnui
delle scuole, è posto in vendita pej L. 1,75 la
copia ; IO copie per L. 12,50. La spedizione è a
carico de’ committenti.
Uno strano sermone di Natale
Narrano le cronache contemporanee che nel giorno
consacrato alla nascita del Salvatore sia avvenuta
nella cattedrale di Manchester una scena insolita.
Un’assemblea numerosa, in gran parte elegante e*
ricca, gremiva il tempio e si disponeva, con scelta
musica, ad accogliere nell’animo intonato a sentimenti soavi i poetici ricordi che quel giorno rievoca: impressioni piacevoli ma per lo più effimere,
dolci commozioni del momento che non lasciano traccia nella vita e non si traducono in pratica.
Il coro aveva appena finito di cantare e il pastore
si disponeva a salire in pulpito per pronunziare probabilmente uno di quei discorsi più o meno eleganti
e poetici, pieni di rimembranze e di luoghi comuni ;
come sono la maggior parte dei sermoni di Natale,
e che l’assemblea, comodamente assisa e raccolta in
caldi panni, ascolta con devozione beata, crogiolandosi in un benessere ad un tempo fisico e spirituale, quando, con gran stupore e maggiore scandalo
di tutti, fu visto un uomo del popolo salire in fretta
i gradini della cattedra. Era un noto agitatore popolare, senza toga né camice, anzi poveramente
vestito, il quale subito cominciò a parlare cosi :
« Non sono venuto qui animato da spirito irriverente, ma per richiamare in questa mattina di Natale
l’attenzione di quanti si trovano nella casa di Dio
sulle pietose condizioni dei disoccupati che muoiono
di fame. E’ un sacrilegio celebrare la nascita del
Salvatore, quando al mondo vi sono tanti miseri che
invocano e non ottengono aigto ».
Che ve ne pare ? vi piace il discorso ? A me si,
e credo che nel giorno di Natale se ne siano prO'
nunziati pochi di più interessanti e sopratntto di
cosi pratici. Intempestivo forse ? Sécondo le convenienze sociali stabilite, può darsi ; ma quando
si pensa che nella città stessa di Manchester, per
non parlare delle altre parti del mondo, c’è una
moltitudine di gente che non ha lavoro, vale a dire
che manc^ di pane e soffre, e piange e geme \ quando si pensa ai tapini senza tetto, alle famiglie senza
fuoco, ai bambini senza amore e alla turba grande
di coloro pei quali la gioia di Natale suona amara
ironia e che la salvazione portata nel mondo e compiuta dal Cristo non è valsa ancora a salvare dall’inferno sociale, si deve convenire che il discorso
di Alessandro Cray era di urgente e dolorosa attualità.
Ma non fu di quel parere il pastore della Chiesa.
Si scherza ? un uomo che non ha fatto studi teologici e non è stato consacrato, anzi un operaio che
non si è nemmeno pettinata la barba, va ad usurpare il pulpito riserbato al clero regolare ! Quale
sconvenienza e quale scandalo ! E poi, com’è possibile per orecchi delicati e per cuori sensibili ascoltare quelle aspre e disadorne parole invece del discorso elaborato e commovente che egli, il pastore,
ha preparato ? E l’edificazione dei fedeli, e il godimento spirituale che essi si ripromettevano, dove
andavano a finire ? Il pastore ebbe un lampo di genio e giocò al predicatore improvvisato un tiro birbone : fece cenno all’organista, e tosto lo strumento
diede fuori tutta la sua voce e coprì quella dell’oratore. Intanto gli scaccini scacciarono dal pulpito
profanato e dal tempio l’importuno, con grande sollievo di tutti.
Peccato che quel discorso sia stato troncato cosi,
fin da principio ! Chi sa quali amare verità e quali
pratiche applicazioni del Vangelo di solidarietà di
giustizia e di amore avrebbe fatto udire ai fedeli
attoniti ? I profeti e Gesù medesimo usavano un po’
quel genere di predicazione, investivano cioè direttamente i loro uditori con invettive e rimproveri j
ma furono perseguitati e derisi, e l'elegante assem’
blea nella cattedrale di Manchester avi'à preso Alessandro Gray per un pazzo o per lo meno squilibrato.
Eppure, tantS è la forza dei pregiudizi e delle cosi
dette convenienze sociali, al posto di quel pastore
avrei forse fatto lo stesso ; mentre a distanza mi
rincresce di non aver sentito la fine del sermone
di quel laico. •
Egli ne disse però abbastanza per far pensare seriamente tutti coloro che dicono e che vogliono essere i seguaci di Colui che nacque povero affinchè
noi diventassimo ricchi.
Enviso l^ivoive
Fj^TFìpEE^
Baruffe in famiglia
La lotta tra modernisti e papalini puri còntijiua
tremenda, diremo quasi efferata.
Non pietà, non esclusione di colpi, non prudenza
alcuna, non fratellanza : la famiglia cattolico - romana è in un fermento straordinario, come un corpo
preso dalla febbre. E’ evidente da una parte ( papista) lo sforzo di domare questa ribellione fatta col
capo chino sulla pantofola del pontefice ; dall’altra
parte (modernista) lo studio di conservare le proprie
posizioni con finte mosse e ingannevoli ritirate.
Il fascicolo di Dicembre di Armonie della Fede
ha un articolo ironico - compassionevole su le finzioni delle pubblicazioni moderniste, e denunzia ai buoni
cattolici - romani l’astuzia del Murri e del Minocchi,
i quali, dando onorata sepoltura a’ loro periodici, ne
fanno reincarnare lo spirito in altri non dissimili.
Spentasi la Cultura Sociale, venne fuori la Bivista di Cultura, sua figlia ; non si è ancora posta la
pietra sul sepolcro degli Studi Religiosi, che già
fa capolino la Vita Religiosa, sua progenie.
Il fenomeno è curioso e interessante : staremo a
vedere se il corpo eliminerà la febbre, o se la febbre
ucciderà il corpo. Ma, nei modernisti, un pò più di sincerità non guasterebbe.
La “ Ragione,, e i protestanti
Il nuovo giornale repubblicano. La Ragione, nel
suo numero di Mercoledf25 Dicembre ha un articolo su Lucilio Vanini, martire italiano del secolo
XVI, a cui Lecce prepara un monumento.
L’articolo ha un punto che ci tocca davvicino e
sul quale richiamiamo l’attenzione dello^scrittore : là
dove, parlando deH’imprigionamentp del Vanini in
Londra, dice che tutte le religioni, essendo basate
su di una verità che non si discute, si ritengono
infallibili e divengono tutte egualmente intolleranti
e persecutrici.
L’articolista deve conoscere il Protestantesimo assai bene, se dà di cozzo in simile enorme scioccheria.
Gli ricorderemo noi che il Protestantesimo, pur non
esente da colpe e da errori, fu il creatore di tutte
le libertà, prima quella di esame e di coscienza ; che
non rizzò mai tribunali inquisitoriali ecclesiastici,
come fece la Chiesa Romana ; che Giordano Bruno
stesso trovò nel Protestantesimo aiuto e protezione ;
che l’incidente accaduto al Vanini prova la mitezza
e la tolleranza de’ protestanti verso uno che offendeva senza riguardi i loro principi.
Nel secolo XVI, un ribelle che se la cava con 49
giorni di prigione è un esempio luminoso della coscienza nuova, che si veniva formando ne’ protestanti,
pur allora usciti dalla caverna romana, piena di sangue e di delitti.
E i signori repubblicani non strillino troppo, chè
in fatto d’intolleranza hanno l’89 !__
Qualcosa di più, se sappiamo calcolare, dei 49 giorni di prigione di L. Vanini, il quale deve essersi
accorto della differenza tra le confessioni religiose
nel momento in cui il carnefice gli strappava con
’e tanaglie la lingua.
Denigrare cosi il protestantesimo significa denigrare tutta quella eletta schiera di martiri, che la
patria nostra annovera e che furono protestanti.
Il prof. Labaoca e rioscgoarpeoto religioso
Un magistrale articolo ha scritto il venerando nostro amico, prof. Labanca. sulla questione dell’insegnamento religioso nelle scuole elementari. Egli
dice, in sostanza, che ; da un lato, non si può pre- ^
tendere rinsegnamento dogmatico della religione ;
4
dall’altro, non è bene escludere affatto la religione
dalla scuola primaria. Egli vorrebbe che, senza entrare nel ginepraio dottrinale, si esponessero a fanciulli i principii sostanziali della morale religiosa,
principi! che non urterebbero nessuno. E cosi egli invoca che siano compilati manuali di morale religiosa cristiana per le nostre scuole elementari, con
criterio obiettivo e sereno.
A DIO
Tutto, tutto t'ho dato, o mio Signore ;
la gioventù, l’ingegno.
Schiavo del tuo comando,
' la dolce età lasciai
nello scabro sentier che tu m’additi,
che tu m’additi ancora----
ed io son stanco 1
Son stanco e gemo... eppur. Signor, ti gnar o
ed al tuo cenno, terso
il gran sudor di sangue,
il mio cammin riprendo
via per gli aspri dirupi e tra le spine,
nel' tenebrore immenso
della mia vita.
Tutto, tutto t’ho dato ; ed ecco il petto
ed ecco le mie braccia,
^ ecco la mente, ih core,
i miei piacer, le gioje
all’ara tua : al mio voler costringo
la ribelle natura
ed io comando.
Che, se il fragor della tempesta irrompe
entro la notte orrenda,
e son bestemmie ed urli
disperati, e son voci
supplicanti di vittime cadute
giù nel fondo dell, orrida
gora di morte, . .
Tu mi chiami'alla pugna ed io rispondo ;
e non ti chiedo dove,
e non perchè mi chiami,
se la pietà t’adduce,
la sublime pietà del Nazareno,
che fa si dolce al core
l'onda del pianto.
Ecco perchè, pur stanco ognor ti guardo,
0 mio Signor ; e, terso
il gran sudor di sangue,
il mio cammin riprendo
via per gli aspri dirupi e tra le spine,
nel tenebrore immenso
deila mia vita.
B. P.
LEGGENDO L’ EVANGELO
LA LUCE
nostro occhio di un istrumento che permettesse di
vincere 1’ immensità dello spazio ; ancor più meravigliose se potessimo armarlo di un apparecchio che permettesse di superare T immensità del tempo.
Maria, la modesta vergine di Nazareth, un giorno
guarda e vede, come per mezzo di ignoto mirabile
istrumento, vede nell’ avvenire come se questo fosse
presente ; e quel che vede dice con parole che la nostra prudenza opportunista ci farebbe giudicare sapide di forte agrume, se fossero 1’ espressione di una
opinione o di un desiderio, in cambio di essere quel che
sono, cioè la constatazione di un fatto !
Essa, la modesta vergine di Nazareth, dichiara il
fatto che viene, che è ; « Egli, il Signore, ha umiliato quelli che si credevano da più degli altri ; Egli,
il Signore, ha sbalzato dai troni i potenti ed ha elevato quelli che stavano nella polvere ; Egli, il Signore,
ha sazialo di beni quelli che avevano fame, ed ha
mandato via vuoti i ricchi ».
— Come è sicura Maria di quello che vede ! E come
è sto ta la condotta di tanti — siamo acche noi di
questi ? — che oggidì sono fra coloro che proclamano
beata la vergine nazarena e sdegnano di riguardare
nell’ avvenire coll’ occhio armato della lente della fede
per vedere il regno di Cristo che viene .•,ulla terra.
— Maria vedeva lo sconvolgimento che doveva, che
deve, venire, ed era in lei lo spirito della vittoria alata,
la certezza del regno dove giustizia abita. L’ occhio
fisso ed intento contemplava il panorama di un mondo
nuovo dove le umane prepotenze saranno rintuzzate,
dove r amore e la carità avranno ancora molto da
fare, immensi uffici da compiere, ma dove la maggior
parte degli sforzi quasi vani in cui ora si esauriscono
non avranno più ragione di essere, perchè il regno
della ingiustizia, che vede le schiere innumeri degli
affamati accanto a quelle dei satolli, sarà passato ; perchè quelli che signoreggiano e dispongono dei corpi e
delle anime umane, saranno tratti giù dai loro seggi,
I mentre quelli che menano una vita di stenti e di
I umiliazioni saranno rialzati dalla polvere in cui vivevano e dignità d’ nomo sarà ad essi restituita.
Di questa fede di vittoria noi abbiamo mcdo di vedere la proclamazione in ogni pagina del "Vangelo ma
V abbiamo dimenticata, od abbiamo fraintese le parole
che non ammettono violenza di interpretazione, intendendole come se si trattasse di semplice enfasi dovuta ad
esaltazione, o di un accenno profetico riferito soltanto al
regno dei cieli dopo il giudizio. Privandoci di quella
certezza, abbiamo sfibrato, smidollato la nostra proclamazione della buona novella ; e il mondo in quel raggio riflesso di amore che era ed è in noi, ha forse veduto la luminosità del divino, ma ne ha ignorato il
calore fecondatore.
Un’ alba d’ anno nuovo già imbianca 1’ orizzonte :
non siamo dei cattivi strumenti dello spirito di Cristo, anzi, in una più intima conoscenza della mente e
dell’ opera sua, riconquistiamo il potente senso di vi.sta della faucinlls di Galilea!
Vedremo! Si, certo, vedremo 'il regno della giustizia
e dell’ amore che viene attraverso agli errori ed alle
colpe, viene travolgendo tutto quello che secondo il
mondo era grande, ma rilevando dal suolo coloro che
vi giacevano in condizioni miserevoli.
J/Iafio palchi.
sti... Alcuni altri esegeti — ellenisti e grecizzanti di
polso come io son lungi dall’ essere — sorgono ad ammonirci che la chiave solutrice dell’ enigma sta nella
differenza tra petros e petra. Petros — a detta di cotestoi-o — è un piccolo sasso, un ciottolo ; petra invece — è la roccia, la rupe. E couchiudono : dunque...
Ma anche qui la ciambella rimane senza buco. Perchè ?
Per questa semplicetta ragione ; che Gesù pacava in
siro-caldaico, non in greco ; e perciò ebbe a dire cosi.
tu sei Cefa e sopra questa Cefa....
Ma, sussumono altri, 1’ evangelista rendendo i due
Cefa con due diverse parole ha voluto avvertirci che...
Ha voluto avvertirci di nulla: soltanto ha adoperato
il maschile Petros trattandosi del nome o soprannome
deir apostolo, e il femminile petra trattandosi della
sua missione. Di ciò esiste la prova esauriente in Giov.
I. 42; « Tu sei beato, Simone figlioul di (xiona... tu
sarai chiamato Cefa che vuol dire petra ». E qm il
testo greco ha petra in tutte lettere cosi chiare che
è un piacere; il che significa che, per 1’ Evangelista,
petros e petra erano zuppa e pan bagnato. Modestamente — non dispiaccia ai sullodati ellenisti ^ penso
che l’evangelista avesse ragione. Al cestino, dunque,
anche l’argomeuto linguistico.
A che punto ne siamo ora? Siamo davanti al testo
che si tratta di spiegare senza 1’ argomento dei gesti
e senza quello linguistico, 1’ uno comico, 1’ altro evanescente.
La mia mente qui si rivolge ai Padri — quei colossi del pensiero e della fede cristiana di cui sanno
parlare con compassionevole compatimento solo quei
che ignorano dove i Padri stanno di casa. Ma, nel
campo patristico, ci troviamo in presenza di cento piu
una interpretazioni del ves^ato testo, e siffatte interpretazioni sono tra loro non soltanto diverse, ma eziau
dio opposte. Fatto momentoso oltre ogni dire è cotesto; ed io prometto di mostrarne al presbitero coratense ■— nel prossimo numero di Luce dove gh do
appuntamento — le disastrose conseguenze per la tesi
Beo di Natale __
« Egli ha umiliato quelli che nel
pensiero del cuor loro si elevano
sopra gli altri. Egli ha tratto
gin dai troni i potenti ed ha
innalzato gli umili. Egli ha ripieno di beni gli affamati ed ha
mandati vuoti i ricchi ».
Luca I, 51-53.
Iq una piccola stazione ferroviaria vidi un giorno
con viva curiosità un semplice ed utile apparecchio di
cui avevo letto solo sommarie descrizioni. Si trattava
di un quadrante diviso a settori sul quale si spostava
a scatti un indice. Il capo-stazione, interpellato, mi
spiegava che 1’ apparecchio, in comunicazione elettrica
colla linea, segnava la marcia dei treni ; sicché egli
poteva, 11 dal suo ufficio. « rodere », diciamo cosi, in
qual punto della strada si trovasse il treno, che s andava avvicinando, ma •'’he era ancora lontano dei chilometri ; e mi avvertiva « ecco, ora è sotto la galleria,
ora passa sul ponte, ora è al tal cascinale ! »
Meravigliose cose vedremmo se potessimo armare il
Jianc Vetram
Un presbitero papale di Corato grida e strepita contro gli evan,gelici col famoso argomento stiracchiato
dal Tu 6s Petrus.... Per questa occasione il Direttore
mi ordina di scrivere qualche appunto sul vessato
testo.
Eccomi.
Dicono alcuni ; Gesù additando 1’ Apostolo con 1 indice teso pronunziò le parole ; tu sei Pietro. Poscia,
ritorcendo 1’ indice verso di sè, aggiunse : e sopra
questa pietra... La ritorsione dell’ indice rende manifesto che è mutato 1’ oggetto dell’ indicare. Dunque baldamente conchiudono i chiari esegeti non Pietro, ma Cristo è la « petra » del famoso testo. Senonchè, la ciambella riesce senza buco, avvepachè
queir indice che si ritorce sia fantasioso ! Cestiniamo
dunque con entusiasmo il fanciullesco argomento, ma
badi il presbitero coratense a non ringalluzzirsi per
cosi poca cosa...
Andiamo avanti.
I Rieccoci, dunque, alla presenza del testo senza ge
Intanto io dico; La molteplicità e la opposizione
dei pareri di Padri egualmente ortodo,ssi mostra che
r interpretazione di questo testo non implica una questione di fede, e nemmeno una questione di grandissima importanza. Ogni Padre interpretò a modo suo
usando del proprio acume critico. Siamo qui nel campo
dell’ opinabile. Aguzzo dunque il mio comprendonio e
cerco d’intendere il testo nel modo più chiaro e più
loico. •
Posta cosi la questione, e cestinati i sopra riferiti
pseudo-argomenti, per me - uomo semplice e nemico
giurato degli arzigogoli — la petra del testo e precisamente Pietro. Se la cosa non sta cosi allora vuo
dire che la parola è stata data all’uomo per dire il
rovescio del suo pensiero, ovvero bisogna ammettere
che il nostro testo è un indovinello posto qui per far
ammattire il prossimo. Respingete con disdegno le due
irriverenti ipotesi, e nou vi resteiA che 1’ interpretazione naturale, semplice, chiara di quello parole ; Pietro è la petra del testo.
Oh ! ci siamo — grida l’amico di Corato — venias
est magna.... dunque nel testo c’ è la supremazia giurisdizionale di Pietro sugli altri, c’è 1’mfallibilita
.lomraatica di lui, c’è il suo pontificato a Roma, c e
la trasmissione della supremazia e dell’ infaUibità del1’ apostolo al vescovo di Roma, c’ è, insomma, u papato ; c’ è., c’ è...
Eh no, reverendo confrate, non c’ è nulla di tutto
questo. Vedete ; nella petra non e’ è che una cosa ; la
petra. Niente di meno, ma niente di più! Or \o.petra
non è la supremazia giurisdizionale, la petra non è i
pontificato di Pietro in Roma, la petra non è 1 infallibilità, la petra non è la trasmissione di tutte queste
cose al papa... Via! non bisogna abbandonarsi a voli
cosi pindarici in questo secolo del positivismo ed anche della nevrastenia. Siamo seri. La petra è la petra cioè: V apostolato che fu bensì'conferito a Pietro,
ma’non in modo esclusivo: egli lo ebbe comune cogli
altri apostoli e nella stessa misura.
Alle prove:
Leggo nell’Apocalis.si, XXL 14, che« il muro della
città aveva (lodici fondamenti {udite ! udite I), e sopra quelli erano ,i dodici nomi (udiiel udite \) dei dodici apostoli dell’ Agnello ».
La cittarè la « nuova Gerosolima » la « di
Cripto » (Apoc. XXL 2) la celeste, tipica, di cui la
terrena fu 1’ antitipo. « / fondamenti » è lo stesso
che « pietre »... Difatti, là dicesi « sopra questa pietra fonderò.. », ü che mostra che trattasi di pietra
5
LA LUCE
fondamentale-, e qui si dice fondamenti iu senso aggettivale — temelious — sottintendendosi il sostantivo
litous, pietre. Dunque : pietre fondamentali.
Cosi è provato con la matematica che le pietre fondamentali del mistico edificio, di cui quaggiù iu terra
soujvi le radici e nel cielo — attraversato 1’ Ades —
vi saranno un di i culmini, sono dodici e non già una.
E’ provato che questi fondamenti sono costituiti dal
collegio apostolico. E’ provato che Pietro è pietra
iu quanto è apostolo ; e che perciò è pietra come
gli altri sono pietre e niente di più, ancorché nella
sua persona possa vedersi simboleggiata 1’ unità del
collegio apostolico.
Si badi : l’essere gli apostoli pietre fondamentali
dell’ edificio cristiano non contraddice l’alta verità
espressa in quei passi che affermano esser Cristo 1’ unico fondamento della Chiesa. Cristo solo è il fondamento eterno, il capo, 1’ anima, la forza della Chiesa.
E i dodici fondamenti visibili, temporali — strumenti suoi — furono posti da Lui, e da Lui trassero
lor virtù. Le due idee, non si oppongono, ma si completano. E’ Cristo che i.spira ed avvalora il collegio
apostolico nella fondazione della Chiesa; è la predicazione degli apostoli il mezzo per cui il Verbo redentore del Cristo è annunziato al mondo, e per cui
la Chiesa sorge.
Sanremo.
Ugo Jarmi.
PJtCIME PI STORIfl
Claudio di Torino
Claudio, detto di Torino dalla città ove spese gli
ultimi anni della sua vita, era nato, da quanto sembra, verso P anno 775, nella Catalogna cioè in quella
parte della Spagna che Carlo Magno conquistò appunto
iu quel tempo'(778) sui Mori. Nulla si sa della prima
parte della .sua vita, senonchè egli, senza maestri,
curò la propria educazione, applicandosi allo studio
delle Sacre Lettere e dei Padri. Tra questi prediligeva
Agostino, il predicatore della salute per grazia, che
dovea più tardi essere T ispiratore del gran riformatore Lutero.
Diventato cosi un nomo della Bibbia, la sua fama
pervenne agli orecchi di Ludovico il Bonario che, negli ultimi anni di suo padre, governava già T Aquitauia. Verso 1 anno 813, fu assunto all’ onorifica ma delicata carica di cappellano di corte ; ad Ebreuil nelr Alveruia coll’ adempiere quell’ incarico, si diè a conoscere come un chiaro e fedele espositore delle dottrine bibliche, cosi che tosto venne richiesto, da varie
parti, di dar la luce a quei commenti, eminentemente
pratici, che occuperanno oramai tanta parte del suo
tempo e dei suoi pensieri.
Il -re Ludovico affidò pure a Claudio l’insegnamento
biblico nella scuola del Palazzo, cui la sua presenza
aggiunse iinovo lustro e fama.
Morto Carlo Magno, egli segui il nuovo imperatore
ad Aquisgrana, capitale dell’ impero, ove riprese la
sua molteplice attività.
Era vacante, in quel torno di tempo, la sede vescovile di Torino, in una regione profondamente turbata
dalla ribellione di Bernardo, re d'Italia, soffocata nel
sangue. Per questa ragione, e col desiderio della corte
carolingia d’introdurre iu quella parte dell’ impero le
.savie riforme già iniziate in Francia, riguardo all’istruzione del clero ed all’ invadente superstizione, importava collocare nella metropoli subalpina un uomo
che pur essendo pronto a rendere a Cesare ciò che Jè
di Cesare, fo.sse deciso a ricondurre il culto e la dottrina cristiana all’aurea semplicità primitiva. Tale era
appunto Claudio.
La giurisdizione della diocesi torinese e.stendevasi
allora anche su quelle attuali di Susa, Pinerolo, Saluzzo. Cuneo, Mondovi, e quest’ ultime regioni erano
frequentemente esposte alle incursioni dei Saraceni. Di
più, Claudio trovò qua.si dovunque stabilito il culto
delle immagini, che pre.se arditamente a combattere.
Cosicché egli, uomo di studil, dovette far fronte ai doveri più disparati: mettersi alla testa di quelli che
recavansi iu Liguria contro i mori, abbattere l’idolatria a Torino ed in tutta la diocesi, insegnare al popolo che « Dio è Spirito e conviene che i suoi adoratori lo adorino in ¡spirito e verità », pur continuando
a pubblicare numerosi e notevoli lavori esegetici.
Nell’ adempiere questi vari o’oblighi di un paio tempi difficili, ei si palesò degno della scelta
del sovran|) e sacrificò la sua quiete e gli ozi proficui
del suo studio per fronteggiare i nemici della fede,
tanto esteijui quanto interni. Alludendo a questi, egli
scriveva di avere la sua dimora in mezzo agli scorpioni.
Nemico pcerrimo del culto delle immagini, perchè
contrario alla Parola di Dio ed alla dottrina della grazia per Cristo, Claudio combattè pure l’adorazione
della croce, il culto dei sauti, i pellegrinaggi a Roma,
ed il potere delle chiavi per cui il vescovo di Roma
pre'endeva, e pretende tuttora, di « signoreggiare le
eredità », come già S. Pietro rinfacciavalo a taluni
suoi coetanei (1 Pietro V, 3).
Egli incentrò una opposizione quasi universale nella
sua diocesi, ma, sicuro di star colla verità, egli rimase
« come torj-e ferma, che non crolla giammai la cima
per soffiar ^i venti, » anche quando gli venne meno
r appoggio, ideila corte carolingia. Infatti, eccitato da
alcuni abat, sdegnati che Claudio negasse il merito
dei voti monastici, il debole Ludovico cessò di proteggerlo ; anzi, sembra che affidasse a due teologi l’incombenza di confutare 1’Apologia pubblicata da Claudio
per spiegare le sue mire e difendersi dalla taccia di
eretico e scismatico. Una confutazione, piena di calunnie, vide la luce ancora vivente Claudio, T altra dopo
là sna mor^e, avvenuta verso 1’ anno 829.
Se, prima di 'essere raccolto da Colui, che aveva
servito nelLi prospera e nell’ .avversa fortuna, si vide
abbandonato dall’ autorità civile e vituperato dai dignitari della Chiesa, egli ebbe peraltro la preziosa consolazione di non aver fatto opera vana. Il suo modo
franco di agire, appoggiato da una predicazione schiettamente evangelica e dai suoi scritti, gli attrasse non
pochi seguaci, onde il suo secondo confutatore ci fa
.sapere che |c T errore di Claudio non è morto con lui;
anzi, vengo informato positivamente che l’errore suo
rinasce negli animi de’ suoi discepoli ».
Senza capo, quei suoi seguaci non sembrano essere
riusciti a formare un corpo ; li disperse 1’ avvenuto accordo fra il trono e T altare ; ma il seme di verità,
sparso dal fedele araldo di Cristo, non andò perso e
germogliò a suo tempo, come si vedrà.
Giov. Jalla
Problemi di educazione e di istruzione
L’axioijie della donna
secondo Jolxti Rnsldn
Si sente spesso parlare della « missione » o dei « diritti della donna » come se potessero es.sere separati dalla
missione o dai diritti dell’uomo ; come se la donna ed
il suo .signore fossero delle creature di specie indipendenti e con prerogative inconciliabili. Certo, questo è
falso, ma nop meno falsa è Topiuioue che la donna
non è altro che l’ombra ed il riflesso del suo signore,
a cui deve un’obbedienza cieca e servile ; e che la sua
debolezza s’appoggia intieramente sulla superiorità, sulla
forza d’animo maschile.
Non è forsd il massimo degli errori il pensare che
quella, che fu
creata per essere la cooperatrice dell’uo
mo, possa utilmente e degnamente assecondarlo nello
stato d’ombra, o in quello di schiavitù ? L’intelligenza
e la virtù della donna non potrebbero forse essere, se
altamente acc(!ttate e considerate, un valido aiuto all'jntelligenza ed alla virtù dell’uomo?
E as.solutamente assurdo il parlare della superiorità
d’un sesso sull altro, come se si potessero paragonare
in ogni cosa. Ognuno ha quello che l’altro non ha ;
ognuno completa l’altro ed è completato da quello ; non
hanno alcun che di simile, e la loro felicità e la loro
perfezione sariuino realizzate quando ognuno richiederà
dall’altro quel o che l’altro può dargli.
L’uomo è dotato per l’azione ; è, per eccellenza, quello
che crea, .scoore e difende. La sua intelligenza è speculativa, la sna iniziativa lo spinge nell’avventura,
nella lotta, ue la conquista ovunque sono cose giuste e
necessarie.
La donna a contrario, è fatta per regnare, non per
combattere; e la .sua intelligenza non la spinge a creare ma a mettere ovunque l’ordine e la pace. Nella casa
di suo marito, si direbbe una serva ; nel suo cuore é
una regina. Non lasc .» i mai il suo focolare : invigila .su di ekso e Tadorna, attiva al mattino, stanca
alla sera. Lavorare, amare, obbedire, tale la vita che
ella trascorre. Non prende parte alla lotta, nè va ai
meetings femministi, ma .sostiene il coraggio del manto. Dopo la battaglia, non si sbglia nella scelta che
fa il vincitore : dalla donna, in mezzo agli applausi del
mondo, egli aspetta la sna ricompensa ; in essa, nonostante tntti gli attacchi .del mondo, trova la pace.
L’uomo in mezzo al suo aspro lavoro può commettere degli sbagli, subire degli scacchi ; verrà ferito spesso,
si smarrirà, sentirà il suo cuore farsi duro ; ma cercherà sempre di allontanare la sua moglie da questi
pericoli. Nella sua dimora nessuna tentazione, nessuna
cagione d’errore o di fallo penetrerà, perchè, onde quella dimora sia veramente « il focolare », bisogua che,
a prima vista, si riconosca come Tasilo d’una pace assoluta: bisogna sentirvisi al riparo non solo dal male
^ma anche dal timore, dal dubbio e dalle disillusioni.
Se le dispute della vita esterna penetrano nel suo
seno, se gl’iudifferenti, gli sconosciuti, quelli dal cuore
leggero ed ostile ue varcano la soglia col permesso del
marito o della moglie, cessa di essere « il focolare ».
Non è più che una porzione di, questo mondo esteriore
sul quale voi avete fabbricato un tetto ed acceso un
fuoco. È indispensabile che l'home sia un luogo sacro.
Ed ovunque va una sposa, l’home va con essa. Poco
importa’^he sul suo capo non vi siano che le stelle ed
ai suoi piedi, per focolare, l’umile luccioletta ; l'home
è là dove essa si trova ; e se dessa è veramente una
donna nobile, l’influenza sua si fa sentire specialmente
verso quelli che altrimenti si sentirebbero senza focolare.
Ecco adunque il vero posto ed il vero potere della
donna , ma per adempiere convenientemente alTufficio
suo, essa deve essere, per quanto lo può, una creatura
umana incapace d’errare.
Con essa o tutto va bene o tutto va male. Essa
dev’e»sere buona, costantemente incorruttibilmente ;
savia, istintivamente infallibilmente ; savia, non per
il suo sviluppo proprio, ma per la sua propria rinuncia; savia, non per innalzarsi al disopra del suo
marito, ma per non venir mai meno al fianco di lui,
savia, non perchè spinta da un orgoglio, insolente moto
d’amore, ma bensì da un forte e modesto desiderio di
rendersi utile. Con questo bisogno nel cuore, saprà
rendersi utile in qualunque fr¿ingente della vita.
(Dalla Semaine Litteraire)
H Beftalot
QUESTIOMI SOCIALI E ftORdU
Una parabola
« Colgonsi uve dalle spine, o
fichi dai triboli ? »
_______OesM Cristo
Due fratelli, inesperti di botanica, partirono un
mattino per cogliere delle pere. Giunti in campagna
trovarono una quercia e la giudicarono pero. L’uno
di essi sali sull’albero e ne scuoteva i rami ; l’altro
.stava al disotto, incaricato di raccogliere i frutti.
Ma non cadevano pere, giacché la quercia non ne
produce; al più, veniva giù qualche disgustosa
ghianda.
Colui che stava al basso disse all’altro :
— Sei tn che le mangi tutte e non me ne lasci
alcuna.
— Niente affatto, rispondeva qnell’altro, anzi
debbo dirti che mentre io ho tutta la fatica e il
pericolo, tu solo approfitti del mio lavoro..
Indi una discusione che si fece violenta e non
tardò a degenerare in rissa. Tutto ciò perchè avevano sbagliato l'albero.
Jf:
Il racconto è tolto da Marc Monnier {Contes
popiilaires en Italie) ; ma non è inutile il ricavarne
qualche lezione ed applicazione.
C’è un albero che si chiama la Ricchezza. In
realtà esso non produce che certi piccoli e spesso
disgustosi frutti che non è irriverenza paragonare
alle ghiande. Anche le ghiande son buone, intendiamoci ; ma per certi usi speciali ; servono ad es.
a falsificare l’arabica bevanda che si chiama caffè,
e specialmente a nutrire ed ingrassare certi animali che non hanno alcuna utilità da vivi, ma che
divengono invece apprezzatissimi quando son morti.
6
6
LA LUCE
(Anche qui si potrebbe continuare nell’applicazione
del paragone ; ma io son troppo castigato di penna
e di sentimento per permettermi una simile cosa).
Dunque, anche la quercia ha la sua utilità, sta
bene. Il legno di essa produce un fuoco ben nutrito, durevole e che riscalda benissimo. Se volete,
potete paragonarlo alla ricchezza.
Solamente — malgrado le benemerenze della
quercia — sarebbe un’ingenuità, anzi un errore, il
confonderla con un pero, e rivolgersi ad essa per
ottenere i dolci pomi, che, fuor di metafora, chiameremo la felicità.
Il mondo invece, poco pratico di questo genere
di botanica, s’è persuaso che questo pianta della
Ricchezza produca appunto quel frutto che si chiama
la Felicità.
' Ed ecco, i due fratelli, il Povero ed il Ricco —
chiamiamoli cosi per comodità di linguaggio si
dirigono a quell’albero.
Il Povero, assai più svelto e pronto alla fatica,
sale sull’albero e scuote. Il Ricco è rimasto di sotto
. per raccogliere.
Ma non cade che qualche ghianda, e le pere non
arrivano. Donde le reciproche accuse, le lotte, e
poi in ultima analisi, i duri cossi, come direbbe
Dante.
Si accusano viciendevolmente di slealtà, di avidità,
d’ingiustizia, ecc. Qualcosa di vero potrà essere nelle
mutue accuse. Ma la verità è questa ; che essi
hanno sbagliato l’albero.
L’albero della felicità non è h ricchezza ; è la
comunione con Dio per mezzo di Cristo.
Gius, fìaushctti
Il Dottrina Cristiana spiegato ai popolo
ma senza cadere, por il hrevìs esse labaro, obscurns
fio, E fin d’allora vagheggiai l’idea di cimentarmi non
dico a colmare quella lacuna — il che sarebbe imperdonabile presunzione — ma a fare qualche cosa per
iniziare la soluzione di questo problema.
Accingendomi ora a colorire in certo modo coiai disegno, mi preme render noto che tra i materiali di cui
mi servirò per la costruzione del modesto edificio terranno il primo posto gli appunti che la Signora di cui
sopra raccolse dalle lezioni dell’insigne pastore franco fiorentino, il quale benché morto parla ancora.
Salute e fratellanza
Tuo
Ugo Janni
Roma. — Nella Chiesa Valdese l’Albero
di Natale riuscì molto bene Venerdì,- 27
Dicembre. Fu notato, sopra ogni altra cosa,
che i bambini cantarono splendidamente
guidati dalla bacchetta del sig. Borigliene.
Bravo !
^ «
Lettera al Direttore
Sanremo, 20 Dicembre 1907
Caro Garretto,
Tu hai cominciato a pubblicare in Luce articoli in
forma catechetica nella rubrica che ha per titolo : La
dottrina cristiana spiegata al popolo. E sono io, giusta quanto abbiamo convenuto, il collaboratore che ti
fornirà tali articoli.
Nell’inviarti oggi il mio secondo scritto per quella
rubrica, ti domando il permesso di spiegare ai lettori
— a mezzo del giornale nostro — lo scopo che mi propongo di raggiungere coi lavoretti cui mi sono accinto.
Chi conosce le nostre Chiese non ignora che, tra i membri di esse se abbondano i fratelli che sanno rendere
testimonianza efficace alla verità cristiana in molte
maniere, tuttavia non mancano di quelli che per insufficienti informazioni sulla dottrina cristiana, sono meno
atti ad esporla agli amici e a difenderla contro gli avversari. A questa classe di fratelli nostri sarà utile
che Domenica dopo Domenica arrivi, nel giornale della
Chiesa, un articolo in cui viene esposto chiaramente e
precisato questo o quel punto di dottrina ; un articolo
che, a differenza di un discorso, può essere conservato,
riletto, consultato all’occasione.
Il giornale nostro va anche in mano di persone die
alla Chiesa Evangelica non appartengono. Tu sai quanto
grande, salvo le onorevoli eccezioni, sia l’ignoranza religiosa del nostro pubblico, dotto ed indotto. È opportuno che il giornale combatta quest’ignoranza anche
col mezzo da me prescelto. Cosi la spiegazione della
dottrina cristiana al popolo servirà eziandio agli scopi
della evangelizzazione.
Donde mi venne l’idea d’intraprendere questa serie di
lavoretti ? Ecco ; Alcuni anni fa conobbi una coltissima
signora italiana che aveva fatta professione di fede evangelica nella Chiesa francese di Firenze quand’era
pastore della medesima il compianto signor André.
Questa signora mi fece vedere in un gros.so quaderno
gli appunti ch’essa aveva raccolti « ori/Vifl^w/nquan
do, assieme con altre persone di cui alcune provenivano
com essa dal romanismo, seguiva le lezioni religiose
del pastore André.
Quante cose belle e buone, semplici e profonde trovai
in quelli appunti 1 E.ssi mi fecero pensare ad una lacuna esi.stente nella nostra letteratura evangelica italiana : a noi manca nn manuale d’istruzione religiosa
semplice ma nello ste.s.so tempo non pedestre ; breve.
Domenica, 29 Dicembre, le Associazioni
della Gioventù di Roma (ramo femminile
e maschile) tennero, come di consueto
l’Albero di Natale per bimbi poveri.
Questa festicciuola, che è sempre una
simpatica dimostrazione di vero spirito di
solidarietà fraterna di non pochi buoni o
generosi cristiani e dell’ indirizzo pratico
delle due Associazioni, riuscì piena di interesse, e di grande soddisfazione ai cin
quanta e più bambini poveri che si raccolsero intorno ad un bell’Albero elegan
temente adorno, e che ricevettero un monte
di regali utili e di giuocattoli e dolci
F.
La sera del medesimo giorno di Domenica, alle ore 21, nella grande palestra
dell’associazione, trasformata in elegante .salone, un buon numero di invitati, signori e
signore, godettero a piè dell’albero lucci
cante molte cose dilettevoli. 11 prof. C. Mascaretti lesse tre novelle stupendamente in
teressanti e, come si comprenderà subito,
assolutamente nuove e sconosciute. 11 prol.
Pinelli suonò il violoncello, come solo lui
sa suonare il suggestivo strumento.
E una signorina, che si avvia pe’ sentieri dell’arte vocale, ci dette la primizia della sua valentia. Noi le auguriamo molti
trionfi.
Sanremo (Matnzio). — Le adunanze
di Culto e le riunioni serali del nostro
nuovo Tempio proseguono in maniera incoraggiante. Tanto ai culti come alle riu
nioui ordinarie del V’enerdì sera non mancano mai estranei, anzi il Venerdì essi
sono in numero superiore a quello dei
membri di Chiesa pn'senti.
— Un aneddoto sintomatico : un socia
lista, fervente anti-clericale e di conseguenza — dato Tambiente socialista o anticlericale — punto religioso, assiste ad alcune
nostre adunanze. Dopo <|ualcho settimana,
egli dice al Pastore : « lo ho rotto da gran
tempo ogni rapporto coi preti ; l’estate
scorsa morì un mio bambino, e volli fu
nerali civili, malgrado le proteste di mia
moglie attaccatissima alla Chiesa papale.
Però, se avrò un altro figlio, lo farò battezzare, « 'ma da Lei ». 11 nostro socialista aggiunge : « Vorrei che mia moglie
irequentassé la sua Chiesa anziché la romana. Mi son fatto promettere che frequenterà.... » E di fatti da varii Venerdì notiamo
regolarmente aH’adunanza tra le lacco nuove una giovane donna con una bambina. E
la moglie del nostro socialista, che l’accompagna egli stesso fino alla porta del.
Tempio.
__ Il giorno di Nfttfllc ablùamo avuto
una splendida adunanza di Culto. 11 tempio
era gremito. Numerosi fratelli s accostarono alla Sacra Mensa. Anche in questa
occasione — come quasi sempre nelle solennità grandi — abbiamo notato, con
somma letizia, il fatto che dei cattolici-romani frequentatori delle nostre adunanze
(pur senza intenzione di far parte della
Chiesa) si accostano insieme a noi al Sacramento della Cena. Tra questi vi fu ieri
un distinto medico piemontese che trovasi
qui a passare alcune settimane di vacanza
e di riposo. Da un mese che è qui fi equenta assiduamente le nostre riunioni,
il giorno, di Natale lo abbiamo visto par- ,
tecìpare alla Cena del Signore .commosso
fino alle lacrime.
__ Bella la festa i\o\\L.lhero di .\atale.
Tanti-vigilia, per i nostri iKi bambini. La
Scuola Domenicale conta oltre 100 alunni.
Vittoria, {i'aniperùi). — Lì»' lesta dell’Albero di Natale ha avuto quest’anno un
felicissimo esito. 11 nostro Tempio era
pieno zeppo di persone. Tutti ebbero parole di calda e profonda ammirazione pel
modo spigliato e franco con cui procedetti^
la recitazione e per la perletta esecuziom^
dei cantici. Vi ha assistito il locale Ispettore scolastico, che spessissimo applaudiva.
Dopo le recite lurono distribuiti a tutti
i bambini dei sacchetti, contenenti dolci
ed aranci.
Un plauso di cuore a tutti coloro che
con attività infaticabihq assicurarono il
buon successo.
Cerignola (ZulianiJ. — La sera del 15
Novembre s. viuinero in casa mia due
preti per in<lurnii ad accettare un contradditorio col canonico Tugliese del quale
essi erano maudatarii. 11 luogo di riunione
doveva essere il palazzo vescovile e mi si
permetteva di condurr!' meco due soli
testimoni. Accettai la sfida in buona fi'di',
avendo in quel monu'nto l’animo più disposto a far trionfare la verità, che a so-'
spettare ([ualche perfidia. Divulgatasi la
notizia, fui avv.'rtito chi', anche riuscendo
vincitore, sarei stato accompagnato a casO'
nelle prinu' ore della notte, a discussione
finita, con una musica di fischi, di urli o,
forse, di altri strumenti pùi nocivi.
Messo siiiravviso, scrissi ad uno dei due
preti, di nome Talladiuo Antonio, che avrei
accettata la discussione pubblicane! nostro
locale di culto. Bastò questo per valerli
andare in furia ; il giorno appresso, infatti.
7
mandarono a casa mia tre individui per
insultarmi.
10 insistei per la discussione pubblica,
ma essi dissero che i preti no i potevano
accettare senza il permesso del papa.
— Qui abbiamo dei fratelli di una tenacia adamantina, o la loro testimonianza
non può sfuggire all’attenzione dei preti e
dei cittadini. Freijucntano bene i culti, e
mi piace far notare che il culto della Domenica mattina ha luogo invariabilmente
<lalle 8 alle 9. I fratelli e le sorelle sono
puntualissimi a qucirora senza badare alle
occupazioni domestiche. Altrettanto devo
<Iire dei culti serali a cui intervengono
pure molti cattolici romani.
ò erso i primi del mese scorso amministrai il battesimo a due bambini, uno
di tre anni e l’altro di due. 9 primo è
figlio del fratello Savino Cianci e l’altro è
figlio del fratello di questi. Il localo di
culto era stipatogli uditori, fra cui molti
cattolici romani che assistettero con religiosa attenzione.
11 giorno 22 Dicembre fu celebrata la
benedizione matrimoniale del filo Zungolo
Raffaele colla giovane Guidone Filomena.
^dva opposizione venne fatta dalla madre
<lella sposa, sobillata dalle comari e dai
preti, alla benedizione matrimoniale secondo
il rito evangelico ; ma, per la insistenza
dello sposo e di vari fratelli, ottenemmo
anche questa vittoria. Essendo questa la
prima funzione del genere, ci sarebbe voluto un locali? assai più vasto di quello che
abbiamo. Molte donne cattolico-romane intervennero; e si notò che alcune picingevano per la commozione.
Pachino (Panasda) La nostra Cliiesa
è in lutto. Annibaie Giardina, l’illustre e
venerando uomo, il liberale di fibra e adamantina, colui che per tanti anni non interrotti resse l’ammiuistrazione municipale di Pachino con scrupolosa integrità, non
è j)iù. Egli aveva 79 anni.
1 funerali, senza fasto, secondo l’espressa volontà del defunto, il quale era nemico
del lusso e delle cerimonie esterne, furono una bella occasione per far conoscere
ancora una volta l’Evangelo di Cristo al
al buon pubblico Pachinese, il quale ne riportò una eccellente impressione. La nostra Chiesa presentava l’aspetto delle grandi occasioni ; le personalità più spiccate, il
Regio Commissario, il Pretore, il nuovo consiglio comunale al completo, il 'feuente comandante il presidio, il brigadiere dei carabinieri, l’uificiale di F^inanza, e il popolo
intiero vollero rendere il loro omaggio all’illustre uomo, accompagnando il (eretro
del nostro venerato fratello.
Prima che il corteo giungesse all’ultima
dimora il Notar Calogero, l’avv. D. Pacca
<* il bravo giovane Avv. Tafuri con appropriati discorsi resero omaggio all’onesto uomo, e non dimenticarono di onorare la religione che professò il nostro v.>nerato fratello, quella l’eligione scevra di
pregiudizi preteschi, che fa gli uomini veramente liberi.
Messina (De Gregorio) — La sera dei
2/ dicembre u. s. ha avuto luogo nella nostra Chiesa Evangelica Valdese la tradizionale festa dell’albero di Natale. Il locale
festosamente addobbato era gremito di persone. ottimi le poesie ed i monologhi recitati dai bambini della Scuola Domenicale. Splendidi i doni. Vada un sentito ringraziamento a tutti coloro che cooperarono alla riuscita della festa.
Sainpierdarena (IJanziano) — Albero
di Natale veramente stupendo. I numerosi intervenuti passarono circa un’ora e tre
quarti di cristiana allegria. Raccomandasi
di badare ad un inconveniente : il locale
è troppo piccolo.
Riesi {Beri) — La mattina de’ 20 dicembre, nella sua modesta cameretta, in
cui da tanti anni erasi ritirato, si addormentava nel Signore Odoardp Bassanelli.
I funerali ebbero luogo il giorno dopo 2
dicembre, e riuscirono imponentissimi per
concorso di popolo.
{Vedi articolo nel corpo del giornale)
Paterno d’Ancona {Michel) — È richiesto dal comune con urgenza un medico-chirurgo condotto Stipendio annuo L.3000
(compresovi l’obbligo dell’equipaggio per le
visite' in campagna. 11 concorrente, oltre
il succitato salario, é largamente ricompensato dalle famiglie, coloniche con doni di
vario genere. Ampie informazioni si possono avere, indirizzandosi a Giuseppe Dahhini, Segretario Comunale, Paterno d’Ancona (Circondario di Ancona)
Intra (Zamperini) — Nel Tempio Evangelico d’Intra, Martedì 24 Dicembre^ fu
tenuto l’albero di Natale per i bambini dell’orfanotrofio Pestalozzi. II programma vario
e attraente fu svolto assai bene, e rifulse
bellamente nella recitazione dei bambini la
maestria della pre'parazione.
PISLIOqRflFIA
Facciamo noto agli autori e agli editori che il
nostro periodico farà menzione di tntti i libri
che saranno inviati alla Direzione, e pubblicherà
accurate recensioni delle opere più importanti.
*
!(• ;|!
Evangelismo e papismo di Giuseppina Astesano Osculati.
E’ un volumetto di oltre 200 pagine, pubblicato di
questi giorni.
E' un riassunto di controversia, occasionato da nn
attacco all' Evangelismo da parte di una nota scrittrice
cattolico-romana. Il lavoro della signora Astesano è
un prezioso contribnto alla nostra campagna invernale.
Malgrado la vivacità della forma, effetto di ridondanza
di sentimento e di entusiastica convinzione, il ragionamento è equilibrato sempre, le argomentazioni ognora
misurate ed efficacissime.
Le nostre congratulazioni più vive alla egregia
scrittrice. jfat.
*
* *
Per la fede e per l onore — di Gius, Hocking Firenze, Tipogr. Claudiana, l',t08 - L, 2,00.
E’ un romanzo storico, che sarà una lettura gradita
e buona per tutti.
Raggi di Sole — di G. G. Norlenghi - Firenze,
Tipogr. Claudiana, 1008 - !.. 1,00.
Semplici ed edificanti studii biblici, che raccomandiamo a’ nostri lettori.
11 Messaggero di Pace — Almanacco cristiano
per il 1908 - Torre Pellice, Tipogr. Alpina. L. 0,30.
E bello, è buono, è redatto con amore ; ma poteva
essere un pò piu completo nella parte pratica. Se non
¡sbagliamo, mancano, ad esempio, le tariffe postali e
la cronologia degli affari, che sono una cosi utile
guida. Z Amico di Casa è ricercato da moltissimi appunto perchè non le trascura.
Ad un altro antìo, amico Baridon.
*
* *
La Scuola Domenicale — Anno XVIII, Num. I.
Trimestre I.
E il periodico a noi tutti noto, pubblicato per cura
del Comitato Nazionale delle Scuole Domenicali, e diretto con grande solerzia dal prof. E. Filippini.
Esso sarà quest’ anno più ricco e più vario, e il 1.
numero ne assicura della riuscita.
Ma.... signorina Laura, non se 1’ abbia a male : la
copertina del nostro intelligente e fortunato artista
non è quella bella cosa, che noi eravamo in diritto
d aspettarci da lui. Se ella non fosse stata tanto gentile da incomodarsi a spiegarcela, io, per esempio,
avrei creduto che quella simbolica figura di giovane
donna fosse una... giapponese. E poi, scusi, come si
può pretendere, logicamente, che quel piccino arrivi a
leggere un libro che gli sta giusto giusto sulla testa ?
Non critico, non essendo artista, nè'figlio di artista
dico una semplice impressione, che non vorrei mai
andasse a ferire in qualsiasi modo il valente disegnatore, del quale ho stima vera e incondizionata.
•
• •
Da un carteggio inedito — di Giosuè Carducci con prefazione di Antonio Messeri - Bologna,
Zanichelli, L. 3,00. °
Di questo volume parliamo nell’articolo di fondo.
*
m t
li Gobbo di Norimberga — di Felicia Buttz Clark
- versione italiana di Ines Piacentini Ferreri.
Roma, Tipogr. La Speranza, 1907 - L. 1,50.
Il volume è bello, ricco di incisioni, interessante
assai, voltato in italiano con maestrìa e con diligenza
(dalla signora Ferreri era naturale aspettarselo) ; ma...
giunge troppo tardi ! Solamente 15 giorni d’ anticipo,
e il trionfo era sicuro. Nondimeno, meglio tardi
che mai.
Vito Garretto Direttore responsabile
Tipografia dell’Istituto Gould Via Marghera 2, Roma
Avviso di Goncorso
Per l’Ufficio di Segretario Generale dell’A. C. D. G.
di Roma si richiede un giovane evangelico italiano
che possa provare di avere una certa conoscenza del movimento unionista e dei suoi sistemi
di attività;
che conosca le lingue Francese e Inglese parlandole e scrivendole correntemente. Alla domanda,
il candidato deve allegare :
a) il certificato di nascita e di sana costituzione
fisica ;
b) la propria fotografìa ;
c) certificato degli studi fatti ;
d) ogni altro documento che attesti della sua
cultura e della sua attività.
Il tempo utile per la presentazione de’ documenti
è fissato per il 20 gennaio p. v.
Per ogni ulteriore informazioue indirizzarsi alla
Presidenza dell’A. C. D. G., alla quale vanno altresì
dirette le domande di ammissione al Concorso.
Il Comitato Direttivo.
ROMA — 67, Via Consulta
Saremo gratissimi a quei nostri collaboratori, che cercheranno di scrivere brevemente, lasciando così posto per molti
articoli e notizie, il giornale sarà più
volentieri letto e apprezzato.
Raccomandiamo ai sifi^nori collaboratori di scrivere su un lato solo dell«
loro cartelle.
8
■
8
Hanno pagato l’abbonamento ;
G. R. Napoli - E. S. Porto San Giorgio - P. C. Rio Marina - M. C. Riomarioa - B. C. Livorno - G. A. Livorno - F.
E. Genova - S. M. Roma - G. C. Torino - A. B. Abbadia Alpina - B. R. Abbadia Alpina - E. R. Pinerolo - S. B. Pine
rolo - G. G. San Secondo di Pinerolo - P. E. Pinerolo - G.
A. Bari - B. G. Trausella - G. C. Vistrorio - P. E. Siena b". a. Firenze - A. 0. G. San Remo - 0. E. San Remo - H.
p" Como - R. A. Torre Pelliee - B. S. San Germano Chisone
- A. A. Caltanissetta - C. V. Pisa - S. T. Glasgow - P. R.
Roma - H. T. St. Gallen - T. E. Villar Pelliee - B. E. Massello - B. U. Luserna San Giovanni - T. G. Napoli - M. P.
Bari - R. G. G. Forano - R. A. Carunchio - S. G. B. S. Antonino di Susa - D. B. Vayes - G. 0. Genova - C. F. Palermo
- F P. San Secondo di Pinerolo - d. H. P. Vemzia - G. R.
Castelnovo Bariano - R. B. Pollone - G. B. G. Zumaglia - G.
S. Biella - S. R. Comiso - P. B. Favria - Bureau de Poste
Hamburg - id. Zurich - id. Copenhague - C. Firenze - R. E.
Firenze - Bureau de Poste, Coira - R. P. Bologna - R. L.
Firenze - B. J. Mt. Vernon, Cono. - S. G. San Paolo (Brasile) - G. A. Torre. Pollice - F. E. Messina - F. G. Messina B A. Luserna San Giovanni - H. E. Bergamo - S. L. Napoli
- L F. Orbetello - T. G. Messina - M. A. Luserna San Giovanni - Z. G. G. San Remo - P. A. E. Spezia - F. L. Torino
- G. T. Luserna San Giovanni - L. B. Ferrerò P. G. P.
Torre Pelliee - R. G. A. Firenze - R. F. Capo Posillipo - P.
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