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^Si- ' Prezzo LIrS 15 ^
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'^nno LXXIX - N. 30
TORRE PELLICE, 5 Agosto 1949
Abbonamento : Lire 500 per l’Interno i Lire 900 per resterò
Amministrazione: Claudiana - Torre Pelllce -C.C.P 2/17657
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SETTIMANALE DELLA
oCa radice di fatti i moti
“ Badate e guardatevi da ogni
avariziaEvang. di S. Buca
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NON AVERE ALTRI DU NEL MIO COSPETTO
(DalDecalogo)
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CHIESA VALDESE
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Non c’è forse vizio cheMÌlontani Utnlo Vivonw da Dio quanto questo demone ÀiU'avarizia, perchè esso conduce le creature umane snt
terreno della reciproca indifferenza, talora addirittura della inimicizia
Non tanto all’avaro dalle ¡mani adunche protese avide sui sacchetti d’oro — figura che arte e letteratura hanno resa odiosa anche... agli
avari — vogliamo qui alludere, quanto alla moltitudine senzai numero
e nome di questa terra di oggi che la propria esistenza costruisce facendo centro, forse senza avvedersene, sullo spirito di un’avarizia meno
ripugnante ma non per questo fneno nacivai ha vita dell uomo di oggi
è una somma di calcoli, di previsioni, di illazioni scientifiche che maie
nascondono il timore e la paura. L’uomo odierno è una creatura impaurita, anche se è padrone deU'energia atomica, se domina gli spazi,
se piega gli elementi; impaurita dalla minaccia della sofferenza, della
fame, della guerra, delle malattie, della morte. Ln uomo che girando
attorno a sè Lo sguardo non riesce a cogliere dalla vita segno alcuno di
amicizia finisce fatalmente, anche senza volerlo, nelle braccia del demone ded’avarizia e dell’egoismo; perchè la sfiducia crea il timore,
il timore genera la previdenza e dalla previdenza all’avarizia il passo
è breve!
Ecco allora l’uomo calcolare e prevedere tutto {non è forse questo
il secolo delle statistiche?) per provvedere in tempo a tutto: alla fame,
alla povertà, alla morte; ed ecco anche iproverbi della saggezza popolare : « mors tua vita mea », « chi fa da sè fa per tre » dove riesce piuttosto difficile scoprirvi la sensibilità deU’amor fraterno cristiano!
Ma l’uoma per il quale Dio è soltanto una espressione verbale
{seppure lo è) è naturale che nel giuoco spesso così complesso dell'esistenza non faccia conto che su di sè; ecco allora ergersi più o meno
spesse le mura divisorie tra individuo ed individuo, tra famiglia le famiglia, tra nazione e nazione.
Una vita che non s’illumini della presenza attiva operante reale di
Dio è necessasriarnenle una vita che s’incammina verso un vicolo chiuso, dove l’unica possibilità di movimento è ridotta al girarsi attorno a
se stesso, al preoccuparsi solo di se stessi; una vita cioè senza finestre
aperto sull’orizzonte, senza fantasia, senza poesia; una vita schiacciata
dalle sue molte piccole-esigenze, fanatica del calcolo e della previsione e che soltanto fdla fine si accorge che le somme non quadrano!!
C’è nell’Evangno una similitudine — quella idei gigli dei campi
e degli uccelli del cielo — che a rileggerla e a meditarla oggi nel secolo della energia atpmica, dell’alimentazione in pillole e della] fecondazione artificiale, ^nfia il cuore di luce e di poesia infinita.
Questo nostro .s<Ìool!o freddo ed arido, senza \fantasia e amore, egoista nelle sue manifStazioni anche minime ha bisogna di ritrovare la
fiducia che rende splendidi i gigli dei campi e liberi gli uccelli del
cielo.
Questo splendore e questa libertà hanno un nome: Dio; hanno un
volto ed una voce: Cristo Gesù; hanno una v»«: la Croce; hanno una
mèta: la Resurrezione e la Vita.
E’ in Dio che si placa il timore e Vansia del domani e si ritrova il
senso del vicino, del prossimo. Nella certezza che Dio è, che Dio ci
ama, che Dio agisce ed opera riusciamo ad allargare il nostro orizzonto, a vedere oltre noi stessi, a sollevarci sino alle necessità del nostro
prossimo, a dare senza calcolo nè perplessità, a cogliere il nostro bene
là dove cessa una frena, dove ritorna lui sorriso, dove si asciugano delle
lagrime.
« Sen^a la fede è impossibile di piacere a Dio »; l'avaro, Vegoista
sono proprio colora ai quali maggiormente questa fede difetta; chi
crede ncm teme; non teme la vita, non teme il domani, non teme la
morte, perchè dietro opti cosa è Dio. L’uomo che ha fede cammina e
i suoi passi sembrano posarsi sulle orme stesse di Dio; procede sicuro
con gli occhi fissi in alto ripetendo nel suo cuore le parole che furono,
già sulla bocca del ¡Salmista nelle ore più nere della sua vita: a Io alzo
gli occhi ai monti..i donde mi verrà 1‘aiuto; il mio aiuto viene dalrEterno che ha fatto il cielo e la terra ».
BLOnDEL
I
(da II libero Evangelo)
A. M. P.
A..
PERICOLO PROTESTANTICO
0 PERICOLO D'INTOLLERANZA CLERICALE?
Quale sia oggi il vero pericolo per
l’Italia e iucilmeiiLe giudicabile per
chi legga Tarlicolo di Carlo Carretto su (I II Popolo nuovo » del 28
corr.
ij,Pieiauio subito che quello clic ci
ha penosamente stupiti non è aifàtto l’appello alta mobilitazione delia
Giac contro i reali o presunti nemici dei Cattolicesimo Italiano che il
Carrello individua nelle 4 forze:
Ccanuuismo, Neofascismo, Massoneria e Protestantesimo. Ogni organizìiBzione è perfellumente libera di
mobilitare i suoi iscritti per qualunque battaglia ideale., anche, se lo
crede, contro i mulini a vento di ceryàntesea memoria. Vi sono movimenti che hanno nel loro programma la
lotta « per » qualche cosa, altri che
debbono sempre prefiggersi la lotta
contro qualcfie cosa, liberissimo
il Carretto di classificare la Giac
tra i secondi, se gli sembra più
consono agli ideali cc cristiani » conte egli li intende. In questo caso
.benedica egli resistenza di quegli
avversari senza i quali pare che ci
possa esser pericolo d’afflosciamento tra le schiere che egli intende mobilitare per la « battaglia ». Vero è
comunque che è proprio nella liberti concorrenza delle idee che le conytassioni s’approfondiscono e le podiioni si rinsaldano come, per quanto ci concerne, è proprio nei paesi
lo cui esso si confronta con altre denominazioni cristiane che il cattolicesimo stesso si fa più illuminalo ed
elevato, nonché naturalmente più
cristianamente tollerante.
- Quanto ci stupisce però nello scritte succitato sono alcune note stonale che danno allo scritto un sapore
Sidi vieta polemica medioevale quale
fion ci saremmo certo aspettati di
Í leggere oggi su di un giornale come'
il Popolo e che cmlevamo urniui
lelegala a qualche arretrato hollelliiio parrocchiale.
Innanzi tutto sarebbe il caso che
uua premessa fosse ben chiara: non è raro leggere su giornali cattolici
nostri, e sopratutto su giornali cattolici e pubblicazioni in paese di maggioranza protestante, degli appelli
ad un « fronte unico cristiano » contro il comunismo, qui invece il protestantesimo, altrove richiesto come
alleato, viene posto dall’altra parte
della barricala. E’ lecito chiedere
al cattolicesimo militante quale delle due posizioni risponda ai suoi veri intenti ? Ci volete alleati (ammesso che noi si possa pensare a simile fronte...) o ci considerale avversari da allinearsi ai comunisti?
Vi pare sostenibile questo doppio
giuoco : amici quando siamo e dove
siamo forti e... nemici dove siamo
una minoranza? Credete che questa
doppiézza tattica possa ingannare a
lungo i protestanti dei paesi a maggioranza protestante come ad esempio gli Stali Uniti d’America e d’Inghilterra?
La seconda nota che ci sembra dover rilevare è l’ormai vieta accusa
al protestantesimo italiano di provocare <f una divisione nella unità
religiosa del popolo » italiano. Mussolini, dopo il concordato, av'eva
lanciato la moda degli slogan contro la « incrinatura » dell’unità religiosa del popolo, che per definizione dì up segretario del partito si
basava sul trinomio monarchia - fascismo - cattolicesimo. Caduti i due
primi termini del trinomio rultimo
rimane nella mente di molti che
non si sono ancora resi conto che la
libertà dii religione, una delle quattro libertà della carta atlantica, ha
da penetrare non solo nella legisla
zioiie della nuova Italia Repubblicana. ma anche nel suo spirilo e n( 1la sua mentalità. Il chiamare, come
fa il Carretto un a bubbone » chiunque pei avventura non pensi come
gli altri e si voglia valere delle libertà costituzionali dimostra che molto,
ma molto, progresso è ancora da farsi verso il raggiungimento di quello
spirito e di quella mentalità che sole possono fare di un popolo, libero
nelle sue leggi, un popolo libero nello Spirito. Cihe poi lo scrittore lamenti la comparsa nella legislazione italiana dopo il 1870 di quelle disposizioni di legge tendenti ad assicurare man mano una^maggiore libertà di coscienza e difculto, possiamo
anche comprenderlo date le sue nostalgiche premessi, tua che egli le
dichiari « fortemente in contrasto
con la lettera e lo spirito della tradizione giuridica italiana » ci sembra altamente offensivo per quella
tradizione stessa a meno che Cj^li intenda per <c tradizione giuridica italiana » il codice canonico ed il San' Uffizio...
Ma altre note ancora ci sarebbero
da rilevare e tra di esse alcune che
sembrano indicare chiaramente che
lo scrittore o non conosce il protestantcTsimo o finge di non conoscerlo
o, peggio ancora, non lo conosce che
attraverso gli scritti dei suoi avversari. Bastino tre esempi di affermazioni che non avremo bisogno di controbattere tanto si confutano da se:
1) Il protestantesimo è anticlericale.
Ha mai notato il Carretto che Fanticlericalismo è un fenomeno dei paesi cattolici e che esso è sconosciuto
nei paesi protestanti? Nei paesi protestanti cì saranno degli indifferenti,
della gente che vive magari fuori
delbi Chiesa, ma non ci sono correnti. partiti eco. anticlericali, per la
semplicissima ragione che nei protestantesimo non c’è clericalismo e
che quindi l'anticlericalismo sarebbe
un controsenso. E’ il clericalismo
che produce la reazione anliclerica-'
le. Il protestantesimo non ha uè l’uno nè l’altro.
2) oc 11 protestantesimo attecchisce sull’ignoranza religiosa ». Si sentirebbe il Carretto di mantenere questa affermazione visitando i paesi
più tipicamente protestanti come la
Svezia, la Norvegia, la Svizzera, la
Gran Brettagna, l’America del Nord
ecc.... e paragonandone il livello di
cultura, anche religiosa, con le nazioni più tipicamente cattoliche come la Spagna e l’Italia?
3) « Il protestantesimo è disubbidienza ».. se tutto il valore dell’ubbidienza si riassume nell ubbidienza al Papa il Carretto ha perfettamente ragione. Ma chi lo autorizza a
chiamare disubbidienza l’atteggiamento di chi Vuole ubbidire alla
sua coscienza, al suo Dio, alla sua
Bibbia? In questo caso come giudicherebbe se non protestante (e tale
in questo senso veramente egli in)
S. Pietro stesso che alle Autorità della sua Chiesa dichiarava senza timore « meglio ubbidire a Dio che agli
uomini »?
Mobiliti dunque il Popolo le falangi della Giac nella polemica antiprotestantica; protestantesimo ecattolicesimo non hanno che da guadagnare in una disscussione chiara ed
onesta fatta con spirito di reciproco
rispetto ed amore di libertà nella
ricerca del vero., ma lasci ai tempi
passati, certo non per questo gloriosi, le accuse di « bubbone » di lesa
unità nazionale, di ignoranza et similia che in clima di libertà dfemocratica tanno più danni a chi le pronunzia che a chi le riceve.
La notizia della morte di Maurice
Blondel, spento^ a Aix en Frovence
lo scorso mese nel suo ottantvsiau)
armo, ha richiamato alia ribalta delta ¡ama U noma di questo, filosofo
¡ranoese che tanta risonanza eùbe sullo scorcio dell’iUHÌ e nei primi anni
ai questo secolo.
oiondeL acquistò di colpo la faina
in età di 32 anni con la sua tesi di
Laurea in filosofia, frutto dei lunghi
-MU di un uomo che era già un ediusatore non piu un comune studente. In essa egii poneva i foodameuti
df una sua ¡itosotm tendenziatmente
religiosa, quella dell azione. Ad essa s mformarono alcuni assertori del
modermsmo, provocando la condanna da parte della Curia Romana di
una dottrina che si opponeva ai tnriusmo, ormai dottrina cristaltizzata
del cattolicesimoi Secondo il Blondel non basta per la conquista del
vero la conoscenza nozionale ed intellettualistica intese a modo di lomaso d Aquino, ma è necessaria una
conoscenza reale, completa, per mezzo dell’azione, ossia l’attività totale
dell'anima, quella vitalità che le è
propria e che la spinge verso il bene
ed il vero assoluti, il vero infinito
in questo, modo non tarda a rivelai si
per l’Essere infinito stesso donde
sgorgano tutte le altre realtà create,
il pensiero di Blondel appare
quindi molto aderente a queao evungeiico affermante che la verità e
la salvezza sono riservate a chi le
conquista con la violenza.
Su questa dottrina fondamentale,
il Blondel sviluppò il suo sistema
fii-osofico, dalla sua cattedra nella
modesta Università provinciale di
Aix., sua città natale, non isfuggendo
u quaicuna di quelle oscurità concettuali cui tutti i filosofi soggiacciono
nella elaborazione dei loro temi originali. La sua dottrina fondamentalmente mistica e dichiaratamente cattolica fu applicata al pensiero religioso dalla corrente modernista molto attiva in Francia. Mentre al Blondel erano risparmiati i fulmini del
Smito Ufficio, non così avveniva per
i suoi epigoni; le opere del Blondel
non sono messe all indice, lo sono
invece quelle del suo discepolo. Padre Laberthonnière. Uno scrittore
neo-guelfo nel commentare queste
disparità di trattamento, asserisce
che ciò avviene perchè Rama, di
fronte all’errore, guarda alle intenzioni e non colpisce quando riscontra purezza di cuore e coscienza intemerata.
Non fu soltanto un filosofo il Blondel; fu un credente. Malgrado rimmanentismo della sua scuola, egli conservò la fede in un Dio trascendente
e visse cristianamente in umiltà ed
onestà, alieno dagli onori e dalle
ambizioni- Probabilmente le sue idee
sarebbero rimasto sema eco nell’ambito limitato della modesta scuola oV0 insegnò per mezzo secolo, se non
fossero state sbandierate in quel movimento modernista che diede tanta
ombra alla S. Sede e che volle stroncare con ogni mezzo fin dall’inizio,
r>er tema che divenisse una nuova
edizione della Riforma.
M. Eynard
COmiU.NICA.TO
I pastori e delegati laici al prossimo Sinodo che desiderano essere
ospitati presso il Convitto Valdese
sono pregati di farne richiesta al sottoscritto entro il 20 Agosto corr.
Alberto Ricca Ckmvitto Valdese
Torre Pellice,
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Tra le manifestazioni collettive che
sono sorte in questo tormentato dopoguerra potr^xmio anche collocare
le iuiiiiative^ a favore ¿ella pace, che
non furono mai numerose come oggi, se pure alcune fra esse non appaiono perfettamente limpide. Non
hasta infatti proclamarsi amici della pace, ntm basta opporsi a gesti
che posstmo apparire, sotto un certo
angolo, pericolosi per la pace, menire, presentati sotto un altro angolo,
appaiono come il baluardo dì essa;
bisogna fai* di più: bisogna costruire
la pace. Non basta gridare: giù le
armi; occorre disarmare* gli spiriti,
prima delle braccia, e, convincere
gli uomini della falsità della dottrina deirineluttabilità della guerra.
Che una circostanza si sia sempre
ripetuta fin dai^ tempi più remoti,
non autorizza affatto a conchiudere
che essa debba ripetersi sempre. La
nostra civiltà è pervenuta a dlebellale dei morbi die erano ritenuti inesorabilmente letali. Quando ess-.
pervenis^ a dominare gli spiriti come domina la materia potrà parimenti debellare fenomeni collettivi
ritenuti ancora più incontrollabìM.
E’ necessario ripetere fino all’ossessione che il ricorso alla guerra
non potrà venir meno fin tanto che
gli uomini singoli, le collettività, i
governi, i partiti continueranno a
ragionare in termini di imperialismo,
di nazionalismo, di prestigio, di po-.
tenza, alimentando i motivi dell’odio e della rivalità, anziché quelli
dell’amore e della solidarietà
E‘ appunto la necessaria rieducazione delle menti umane affinchè
possano giungere a ragionare in materia internazionale secondo i precetti dìell’etica cristiana e di quella
naturale, almeno tanto quahto lo
fanno in materia di rapporti privati, è appunto questo che si propongono i « cittadini del mondo », sorli in questi ultimi anni in diversi
paesi, sotto varie denominazioni, con
impresionante simultaneità che dimostra quanto sia universalmente
sentita la necessità di cambiar rotta
e di liberarsi dai pregiudizi e dalle
false morali che per tanti secoli hanno lacerato l’umanità e che il Cristianesimo stesso, troppo presto alleatosi a questo o a quel potere politico, non ha saputo e voluto affrontare.
S« // Signore
non edifica,,.
In Italia solo da pochi mesi i movimenti sorti un po’ dovunque si
sono coordinati e hanno trovato un
organo di collegamento in un giornale modesto, ma promettente.
Fare dei cittadini nazionali attuali, o almeno di una eletta di essi,
dei « cittadini del mondo », è la
premessa indispensabile a qualunque istituzione superstatale atta a
comporre le divergenze tra le nazioni come i tribunali compongono
quelle tra privati. Lasciateci sperare
che, come tra i popoli civili, si e
giunti a considerare delinquente che
si fa giustizia da sé, lo stesso criterio possa in un prossimo domani applicarsi alle nazioni ed ai governi.
Il provedimento — dicono i cittadini del mondo — non è più applicato di quello che nel passato trasse
dei cittadini nazionali dai cittadini
municipali, mettendo fine alle cruente zuffe tra Comune e Comune.
Non tutti giui^ono all’estrcmismjo
di Garry Davis, assunto improvvisamente alla notorietà mondiale per
il suo gesto, anzi dai più si ritiene opportuno che sia conservata, accanto
a quella mondiale, la cittadinanza
nazionale come'accanto a questa
conserviamo quella municipale.
Da franto nostro riteniamo che, se
si vuole raggiungere dei risultati concreti con questo movimento, sia indispensabile nei promotori di esso
un forte sentimento religioso. Ed è
perciò che siamo confortati nel constatarne la presenza in parecchi dei
c motori diel movimento italiano,
come di quello francese. Riteniamo
che sopratutto in un’opera come
questa, piena di sante intenzioni.
« se il ignora non edifica la casa,
invano si affaticano gli ediflcatinJ. ».
Ed è questa ima ragione per cui i
cristiani attivi dovrebbero affiancare
e sostenere iniziative del genere,
perfettamente aderenti al pensiero
apostolicoj secondo i| quale Paolo
poteva affermare non esservi più nè
Greco nè Giudeo.
£ ci auguriamo che l’interesse dei
Valdesi per queste iniziative si faccia sempre più vivo e fattivo.
sciolse come la neve al sole con lo
scoppio della prima guetra mondiale;
Gli odierni cittadini del mondo
non sono espUcitamente confessionali, ma il movente fondamentale della
loro azione è religioso : essi se patrocinano l’intesa amichevole e l’unio, , ,,, . , , ne tra le nazioni anche per motivi
V economici e di sicurezza, motivi
principali sono robbligazione del
gio, in un’atmosfera di simpatia, se
non di comprensione. Nelle Valli
dominava ancora il pensiero libera
J^icordi Valdesi
Non dimentichino che il movimento valdese fu nei suoi inizi un movimento di portata supernazionale e
che, se la Chiesa Valdese si ridusse
col tempo a Chiesa di una sola nazione, ciò fu conseguenza di avvenimenti esteriori, non di una sua scelta o di un suo pensiero. Essi furono
sempre pronti ad accogliere tutte le
idee generose, anche quando potevano apparire stravaganti.
Tra i ricordi della noia prima adolescenza è quello di un congresso tenuto a Torre Pellice, nella Sala del
Sinodo ,della Società della Pace. Nomi di risquanza universale convennero nella nostra cara piccola « capitale » e vi si trovarono a loro a
bellicismo retòrico ed infieriva una
esplicita ostilità verso i vicini ^’oltralpe. Ne eri manifestazione (idèi
bellicismo generico, non della particolare ostilità) la cosidetta a manovra », istituzione paramilitare (la
parola non era ancora coniata) del
Collegio Valdese, palestra agli spiriti marziali di parecchi pacifisti di
oggi ed a cui chi scrive votò un’inalterata avversione che gli fruttò qualche fastidio, imohe, ad opera specialmente del compianto Prof. Falchi, l’istituzione fu abolita, e i fwili, resi invero innocui, degli studenti non entrarono piu nei templi in
occasione del'*AVU Febbraio, come
allora si praticava, senza capire che
non era la presenza di fucili, ma di
quello spirito che essi rappresentavano ad essere incompatibile con il
carattere del Ipogo sacro. 1 tempi
non erano maturi e alla benemerita
società della Pace,»prevalentemente
massonica, mancava specialmente il
fondamento religioso, edi essa si di
l’amor fraterno, l’odio per la violenza, la non resistenza al male, « Non
vi sono guerre giuste » (esclama un
cittadino del mondo che non è cris iano confessionale, ma la cui fedeltà al Comandamento Cristiano è più
coerente e più completa di quella
di tanti cristiani « ufficiali », sempre pronti alle eccezioni edi alle discriminazioni.
I « cittadini del mondo », come è
logico, sostengono ed incoraggiano
gli obbiettori di coscienza, stanno
promuovendo negli Stati che ancora
ne difettano, un'azione intesa ad ottenere una legislazione che permetta a costoro di essere fedeli ai pro>rii convincimenti. Questo non solo
ulatonico, si sta esplicando in Italia
anche con una sottoscrizione per le
spese processuali a favore dell’obbieltore Pietro Pinna, detenuto nelle eari'eri militari di Torino.
M. Eynard
Messaggeri canori d'amicizia
La Corale della Chiesa di Torre Pellice ha restituito la visita fatta con tanto successo alle Valli Valdesi ed in altre
Comunità dal gruppo corale femminile
di Nyon. Grazie alla organizzazione
generosa e premurosa dei fedeli amici dei valdesi, e della nostra Comunità
di Torre in modo particolare, è stato
possibile la organizzazione di una
« tournée » di concerti ohe, facendo
centro a Nyon, ci ha condotti alle due
estremità del magnifico lago ; a Ginevra e a Losanna.
La 'Corale di Torre Pellice, che ha
raggiunto in questi tempi uno dei suoi
periodi di miglior efhcenza grazie al
continuo ed obbligato esercizio durante l’anno del centenario, conta circa una sessantina di cantori di ambo i sessi
divisi, per il canto, in 4 voci con la possibilità di contare anche su alcuni solisti. II lavoro di preparazione per la
serie di concerti è stato particolarmente curato ed è certo costato a tutti molta assiduità ed alla direttrice Signorina
Dora Revel una fatica ed una perizia
cui ha potuto far fronte unicamente
grazie alle sue rare doti ed al suo
grande amore per la nostra Corale.
Ma eccoci brevemente alla cronaca.
A Nyon meta principale e centrale de!
viaggio ci attendevano alcune buone
amiche del gruppo corale e della Chiesa locale, nonché naturalmente i pastori, ma ben presto il cerchio delle amicizie andò talmente allargandosi che si
poteva ben dire che contavamo amici
in ogni angolo della città e che non ci
fosse abitante che non ci conoscesse,
salutasse e facesse a gare per usarci
cortesia.
Dopo un bel viaggio con due comodi
automezzi attraverso il paese del Gran
Sambernardq abbiamo trovato ospitalità fraterna ed affettuosa nelle famiglie della Città che hanno veramente
gareggiato in ogni campo della generosità e della premura per riceverci.
I primi canti sono stati per gli ammalati deU’Ospedale (un vero « Ospedale modello » nelfe sua attrezzatura!) i quali ci hanno ascoltato da;
balconi e dalle finestre con viva commozione. A patte questa « serenata »
agli ammalati la prima giornata non
comprendeva fino a sera che riposanti
vagabondaggi per la città, al Castello,
al viale dei platani, al piccolo porto, sul
lago e., perchè no, ai negozi di cartoline, sigarette,,^cioccolato... sin dove si
poteva arrivare col ricco cambio delle
nostre lire... !.
li primo concerto di musica « profana » ossia musica classica e popolare
italiana ha compiuto il primo miracolo
che doveva poi ripetersi ad ogni tappa
del viaggio, quello di riempire, in piena e caldissima estate, un locale chiuso e vasto. Il teatro aveva l’aspetto
delle grandi « premières » ; gli organizzatori erano lieti e noi più di loro
o almeno quanto loro !
II programma dei canti comprendeva
cori e assoli ; musiche di Rossini, Verdi, Puccini, Gorelli, Palestrina; la
seconda canti e cori popolari di varie
regioni italiane da Napoli al Friuli.
La giornata di Domenica fu veramente di eccezionale bellezza sotto ogni
aspetto, tutto coincideva nel renderla
serena ; il tempo, il successo e la accoglienza fraterna, che era andata oltre
ai meriti nostri, il senso caldo di vera
fraternità cristiana. Le campane chiamarono a raccolta i fedeli e la grande
Chiesa fu ben presto gremita in ogni
navata, in ogni posto disponibile. 11
Culto è stato presieduto dal Pastore
Ayassot e la corale vi prese parte con
un canto. I fedeli vi parteciparono con
una tensione spirituale, un raccoglimento, che non potevano non fare di
quell’ora una di quelle che si dimenticano difficilmente.
Nel pomeriggio ; la festa a Prangins.
Una bella campagna non lungi dalla
spiaggia ove s’erge il monumento, ci
accolse. Discorsi commemorativi, saluti dati e ricevuti, messaggi fraterni
scambiati e poi un rinfresco e giuochi
per i più giovani. Al termine del pomerigg o corteo al monumento, due canti,
una parola commemorativa del nostro
pastore, sugli occhi di molti, anche
degli uomini ,uno strano luccichio di
commozione. I molti amici ed una folla
di curiosi sono afferrati dalla semplice
cerimonia e si raccolgono riverenti attorno a noi.
La sera di domenica è la sera del
concerto di musica sacra nel Tempio.
Cori Valdesi e musiche classiche di
Palestrina od altri grandi italiani si alternano. Il Pastore, come negli altri
concerti li annunzia con breve commento 0 introduzione, non si applaude,
ma il raccoglimento della assemblea
che ancora una volta gremisce il Tempio, ci dice che abbiamo trovato la via
dei cuori grazie al canto certamente,
ma grazie ancor più al sentimento d’amicizia e di fraternità cristiana che attraverso al canto hanno trovato la loro
via di espressione.
Il lunedi u Ginevra ;1 Comitato dei
Valdesi ci ha preparato una cordiale
accoglienza. Visita alla città e ricevimenti fraterni ovunque sia nella Cattedrale ove un pastore ci accoglie, sia
aH'Università ove un saluto ci è portò da uno dei docenti. Visita alla Casj
delle Diaconesse e poi la sera in con.
certo ohe essendo l’unico darà neHj[
sua prima parte canti religiosi e poj
nella seconda a profani » e popolarl,La sàia è bellissima e vasta (gentilmeti,
te concessa dal Club Alpino che ci dà
anche negli intervalli delle bellissime
visioni con proiezioni colorate sull^
Svizzera e le sue bellezze).. Erano preparate oltre trecento sedie, ma ben
presto gli organizzatori dovettero accorgersi ohe occorreva ' aumentare i
posti e fu una mobilitazione geneiale
di tutte le s^ie dei locali vicin’ori:
mentre un gran numero degli uditori,
dovevano, ciò non ostante, rimanere in
pied'. Il programma è accolto con rnolo favo're, sono chiesti bis e gli applaii.
ui non sono certo dati cpn avarizia.
A Losanna due avvenimenti per
l’ultimo giorno: la trasm’ssione alla
Radio e il concerto. La trasmissione
alla radio ci viene richiesta al nostro
arrivo in città e giunge come la più
grata delle sorprese. Ben 4 canti sono
incisi assieme ad una intervista col
Prof. Jalla, come storico, e col Pastore. Il concerto è la più bella chiusura
che potessimo attenderci dopo un giro
così riuscito. Una sala più gremita ohe
potessimo attenderci, malgrado la sua
notevole vastità e una amicizia non solo oltre le nostre aspettazioni, ma oltre
1 nostro stesso limite di immaginazione. L’amico pastore Shauemberg e il
Pastore Métraux ci sono generosi di
fraterne parole che ben lo sentiamo esprimono i sentimenti dei molti amie'
dei Valdesi di Losanna.
Una parola di ringraziamento vada
ancora a tutti gli amici che hanno la*
vorato per riceverci e rendere il nostro'
viaggio possibile ed a coloro tra noi
che come la Direttrice ed i solisti (Eynard, Abate, Signora Delia Bert oltre
alla stessa Sig.na Revel ed all’Organista prof. A. Tron) ne hanno reso poss bile la perfetta attuazione.
Una grata e commossa gratitudine agli amici Svizzeri che in ogni luogo ci
hanno accolto col cuore alla mano in
modo da renderci il soggiorno non solo
piacevole, ma spiritualmente tonificante.
»
IL XV AGOSTO
Ricordiamo la nostra festa del
XV Agosto a Piamprà (Rorà). ' -S
Il cullo sarà presieduto dal pastore Roucliard. Parleranno poi i pasto-^'
ri Eynard e Ayassot.
La riunione pomeridiana sarà organizzata e presieduta dal pastore
Raima.
Non mancherà un servizio di rin
fresco accuratamente preparato da*
giovani di Rorà. Portarsi il... recipiente! Una istallazione di alto parlanti consentirà a chiunque di udire
facilmente gli oratori. *3 1^
Andrea Troemé ha pubblicato, di
recente, un opuscoletto sul movimento internazionale per la Riconciliazione. L’autore, dopo aver dato un breve
cenno storico sul movimento, ne espone le idee principali.
Il primo gruppo di aderenti si radunò, per la prima volta, sul finire del
1914 ed espresse il proprio atteggiamento con questo principio : « l’amore, quale è manifestato nella vita e
nella morte di Gesù Cristo, è la sola
po'.enza, mediante la quale, il male
può essere debellato e costituisce il
solo fondamento della società. Bisogna
dunque che coloro che professano l’amore cristiano credano a tale principio, lo accettino per loro stessi, e nei
rapporti col prossimo; tale atteggiamento implica dei pericoli gravi. Come Cristiani, non dobbiamo partecipare alla guerra; la vera ubbidienza
alla Patria, all’Umanità, alla Chiesa,
a Gesù Cristo ci impone una consacrazione completa della nostra vita per il
trionfo dell’amore nelle relazioni col
prossimo, nella vita sociale, nel mondo degli affari e nella vita internazionale «•
Il primo gruppo, sorto nel 1914, di
Il Movimento Internaiionale
della Riconciliazione
esime dal guardare al successo este-..
nore ».
ventò legione. Negli Stati Uniti, in
Francia, Belgio, Olanda, nei Paesi
Scandinavi, nella Svizzera, Russia, India, ed in altri stati ancora il movimento si affermò con successo. Specialmente alla vigilia deH’ultima guerra e
nel corso di essa molti aderenti conobbero i campi di concentramento ed anche la morte.
Ma, nel principio base, oltre ad un
attegg’amento preciso nei confronti
della guerra, vi sono altre implicazioni: lotta contro la menzogna, il nazionalismo, il colonialismo, lo sfruttamento dell’uomo mediante l’uomo; e,
più di tutto, v’è nel principio normativo un’implicazione molto sentita e
attuata con straordinario zelo : il servizio civile.
Sorto nel 1919 a Verdun, dove, alcuni militari tedeschi furono adoprati
per rimuovere le macerie e per ricostruire nuovi edifici, il servizio diventò rapidamente internazionale : un’armata dì uomini senza rancore è in a
zione, oggi, nell’Europa e nell’Oriente, fasciando le ferite specialmente
morali dei popoli, creando scuole dove
si educano i giovani a cancellare l’orgoglio, la collera ed a far trionfare la
Pace del Signore. Coloro che militano in quell’esercito hanno saputo, molto bene, trasferire sul terreno spirituale le virtù militari profondendole in
tutti i servizi, specialmente nell’organizzazione U.N R.R.A. ed in altre ancorali movimento non ha un preciso fondamento dottrinale, poiché l’intensità
della sua fede pratica lo dispensa dal
redigere una professione di fede dogmatica. D’altro canto i leaders del
movimento intuiscono il pericolo d’un
umanitarismo e d’un pacifismo a buon
mercato; il Troemé avverte infatti il
bisogno di precisare: «appare chiaro
ai membri della Riconciliazione.-, che
il trionfo finale del bene e della Giustizia è assicurato nella misura in cui
facciamo nostra la croce di Cristo e ci
L’opuscolo ribadisce i concetti 6^
spressi, in modo più ampio, nello studio : « i compiti attuali della Chiesa
per la Pace » pubblicato nel « Chris*
tianisme social » lo scorso anno. Bd
è merito del Troemé l’aver sottolineato
l’idea base della riconciliazione in Cri*
sto, sorgente di un’azione robusta ,«
duratura, nei confronti delle idee correnti sui pacifismi sentimentali ò
pragmatisti.
In esso è precisato ancora : « la Ri*?
conciliazione è veramente il principio
dinamico, attivo, e che sostituisce per
i Cristiani la pace, principio umano,
carico di compromessi e di equilibrio^,
farisaico ».
Gli atteggiamenti politici, sociali e
direi anche ecclesiastici del nostro
tempo sono, nel pensiero del Troemé,^
posti nei loro limiti. Ed il limite sta
nella impossibilità di trovare per i po- U
poli e per l’uomo in particolare una« fe
soluzione: perchè tutti i problemi so*
no fuori del vero « focus », se sono'
fuori della Croce
G. Bouchard.
#
3
yiOO DELLE ^VAUEil VALDESI
i n
VEflìS L’AUTRE RIVE — A. Wmtier
d’Ay\^Uiers —■ Ed. J« Sers et Delachaux et Niestlé — prezzo Ir.
francesi 250.
E’ un’opera postuma del noto Pastore francese, genero e successore di
Charles Wagner. Un l^ro di sane meditazioni i( en marge du Livre Saint »,
ripiene di spirito profondamente evangelico e di preziose espCTienze umane.
Queste meditazioni, raccolte dall’autore stesso poco tempo prima del suo
passaggio « verso l’altra riva »,sono
come l’eco della sua\voce pastorale che
è stata a sua volta, per molti anni e
in pm modi, una fedele testimonianza
resa alla verità ed alla potenza della
Parola di Dio.
Gl e dato di trovare in quelle pagine
un messaggio di consolazione, di speranza e di arricchimento spirituale, in
mezzo alla grande abbondanza di parole vane che sono pronunziate dal mondo.
LES PREMIERS TEMPS DE L’EGLISE — Maurice Gogael — Ed. Delachaux et Niestlé - Neuchâtel —
prezzo fr. sv. 7,50.
La nota casa editrice di Neuchâtel
ha ormai acquistato fama con la sua
ampia ed aociHrata pubblicatone di
opere teologiche e religiose Che hanno
recato un notevole apporto allo studio
ed alla conoscenza della Sacra Scrittura e dei vari problemi inerenti alla
v.ta della Chiesa primitiva.
Uno degli ultimi volumi venuti ad
arricchire la serie delle sue pubblicazioni è quello dell’eminente professore
parigino Maurice Goguel.
L’autore, uno dei più dotti studiosi
del Cristianesimo primitivo, riassume
in quest’opera il frutto della sua lunga
ed appassionata indagipe sulla natura
della primitiva Chiesa cristiana, sul
suo primo sviluppo, sulla prima forma
che essa ha assunto. Non è, a dire il
vero, un’opera notevolmente nuova,
poiché i risultati e le soluzioni in essa
contenuti sono in generale quelli che
già apparvero in altre precedenti opere
Libri
delTautore su aspetti specifici del cristianesimo prim.tivo. Ma ciò non toglie
nulla del suo valore alla presente opera in cui, ponendosi da un punto dì
v^ta più statico che dinamico, l’autore
viiole non tanto «spiegare come il crisdanesimo primitivo si è formato, quanto « narrare » ciò che è stato; e narrarlo non a dei tecnici di studi rel.giosi,
ad una «t élite » di competenti, ma al
più vasto pubblico, alla comunità dei
credenti, la cui fede ed il cui pensiero
cristiano hanno sempre da guadagnare
nel rialiacciarsi alla vita delle prime
comunità cristiane nel mondo antico.
Un’opera dunque di s.ntesi, una visione panpramica del più antico periodo della Chiesa; e, oltre a ciò, uno
studio approfondito delle epìstole dei
Nuovo Testamento. La serietà dell’autore e il valore dell’opera raccomandano, a chi ha la possibilità di procurarselo, la lettura del libro dì Maurice
Goguel. e. r.
LA LOI OU LES CINQ LIVRES DE
MOiISE —: Wilhelm Vischer — Hd.
Delachaux et Niestlé - Neuchâtel —
prezzo fr. sv. 6,5Ü.
Nella Serie Biblica della Collezione
« L’aciual.té Protestante », segnaliamo
quest’opera del Vischer, studioso dei
libri e dei problemi dell’Antico Testamento.
Questo è il primo di unaserie di Ebri
destinati allo studio dell’Antico Testamento, da un punto di vista, diciamo
così, oristocentrico. Si tratta in realtà
di un commentario dei primi cuique
libri della Bibbia, per quanto diverso
da certi commentari della Bibbia nei
quali la preoccupazione storica, filologica, omiletica, sembra esser predominante. E’ uno studio ed una proclamazione della Parola di Dio posti
sotto il segno delle parole di Gesù Cristo : « Voi investigate le Scritture ed
esse son quelle che rendon testimonianza di me » ; (Giov. 5 ; 39) un’interpretaz’one, tjuindi, dell’Antico Testamento non tanto dal punto di vista della
storia del popolo d’Israele, quanto dal
punto di vista della fede in Gesù Cristo.
L’opera, infatti, si apre con un notevole capitolo sul « Cristo nelle Scritture »; segue la parte principale, cioè
un ampio commentario della Genesi e
dell’Esodo ; lo studio degli altri tre libri della Legge è contenuto in un numero assai più limitato di pagine.
La rinascita di studi biblici e teologici che ha caratterizzato, in alcuni
paesi europei, gli anni della guerra e
del dopo guerra ha messo in evidenza
vecchi e nuovi aspetti della fede cristiana fondata sulle Sacre Scritture;
la lettura di questo libro, anche se ci
porrà qua e là di fronte a delle affermazioni 0 a delle soluzioni impensate,
ci condurrà però a Colui che è la fonte della vita e della salvezza ed al
quale l’Antico ed il Nuovo Testamento
rendono testimonianza. e.< r.
EN ESPRIT ET EN VERITE — André Schlemmer — Messageries Evangéliques — Paris — In depòsito presso ; Delachaux et Niestlé Neuchâtel —' prezzo fr. sv. 2.
E’ uno studio interessante ed istruttivo, sul Culto nella Ch esa Riformata,
destinato in un primo tempo a servire
da introduzione ai lavqri della Cotnmissione per la Liturgia della Ch esa
Riformata di Francia. In questo periodo
di rinascita di studi culturali e liturgici
l’opera dello Schlemmer può riuscire
altamente istruttiva; tanto più per noi
Valdesi, la cui forma di culto è praticamente uguale a quella di tutte le
Chiese Riformate.
Questo libro costituisce un ottimo
punto di partenza per studi bibl ci nelle
Unioni Giovanili e nelle Chiese. Ed
apre il nostro sguardo sul ricco, per
quanto biblicamente sobr'o, contenuto
del nostro culto evangelico. e. r.
La voce delle Comunità
FIRENZE
La famiglia del prof. Silvio Pons è
stata colpita dal lutto con la diparten.
za del figlio Guido Alberto di anni 19.
L’annunzio funebre reca la promessi
di Cristo: « Egli è passato dalla morte alla vita » e contiene il p^iseo che
il giovane prediligova : « Il Signore
è il mio Pastore ».
Alla famiglia Pone, attristata ma
non senza speranza, esprimiamo la
nostra fraterna simpatia.
PRALI
Due tragici incidenti hanno, in que.
sti ultimi giorni, profondamente commosso la nostra comunità: il 22 luglio il nostro fratello Arnaldo Trezzi, della comunità di Brescia, periv:i
in un incidente di montagna. Recatosi con un compagno a cogliere stelle
alpine su per canaloni della Vergio,
al disopra delle Orgere, poneva un
piede in fallo e preoipitaiva nel canaIone sottostante; la sua morte è stata
istantanea. Alcuni pralini e lavoratori del campo Agàpe si sono prodigati per ricuperare la salma, rimasta
in posizione non facile da raggiungere; e tutti insieme ci siamo raccolti
intorno alla sua bara, circondando
della nostra simpatia specialmente la
figliola, Lidia, cui va il nostro peni
siero affettuoso.
Il 26 luglio poneva fine tragicamente ai suoi giorni il fratello Enrico
dot, di questa comunità; rimasto so
10 da alcuni anni, egli soffriva pròfondamente della sua solitudine. Dio
solo conosce i pensieri nascosti nel
cuore dell’uomo; a noi non spetta giudicare, ma solo ricordare con affetto
11 fratello travolto dalla sofferenza.
In questi ultimi due mesi numerosi
predicatori si sono alternati sul pulpito di Frali ; il prof. G. Miegge, i
pastori A. Deodato e O. Girapdet, il
prof. E. Tron, i sig.ri Kovacs e A.
Varese; ad essi esprimiamo la nostìa
viva ricono»oenza. Partioolarmente
gradita è stata la collaborazióne del
pastore R. Cavin, di Aubonne, venuto a consacrare un mese della sua at
tività alle parrocchie di Frali e di
Rodoretto.
Frali ® durante l’estate meta di
molti visitatori, attirati sopratutto
dal cantiere di Agàpe, in pieno lavoro; siamo sempre lieti di accoglici e
queste comitive, il cui interesse e ia
oui simpatia si riversano anche sulla
noBÌca comunità. Segnaliamo in particolare la visita del eonseil de paroisse di Commugny-Coppet, la parrocchia mad,rina della nostra ; questi
fratelli hanno fatto già molto per noi,
e la loro visita, il loro interesse vivo
ai nostri problemi ed alle nostre difficoltà, la loro affettuosa simpatia, ci
hanno vivamente commossi. 11 culto
del 10 luglio è stato particolarmente,
solenne, presieduto dal pastore di
Frali, mentre i due concistori sedevano insieme sui banchi degli anziani. Un pranzo in comune ci riuniva
ancora lietamente, mentre il pastore
Mingot ci rivolgeva apprezzate ed affettuose parole. Siamo veramente gr..ti ai fratelli svizzeri di questa loro
visita; ormai ci sentiamo legati alla
parrocchia di Commugny Coppet ncn
solo dai legami della riconoscenza, ma
anche da quelli di una conoscenza reciproca ed affettuosa. Una parola di
ringraziamento aljche a quanti fra nei
si sono adoperati, per ricevere i graj
diti ospiti, e particolarmente al sig.
Edmondo Grill per l’ottima organizzazione dei selcisi logistici !
Molto gradita à stata anche la visita di un grupito di americani ; a
Frali ®i «de parlare molto inglese in
questi tempi, ©d 11 culto del 17 luglio
è stato tenuto nelle due lingue, presieduto dal pastore Deodato e dà nii
¡pastore americano.
Segnaliamo infiiie il campo cadetti,
alle casermette -dei Fomieri; favorito
da un tempo splendido, ha dato modo
ai ragazzi di passare dieci giorni lieti
e spensierati.
Domenica 7 agosto avrà luogo l’ubituale festa campèstre, alle casermette
dei Pomieri, in occasione del campe,?gio unionista; bazar e trattenimenti
vari. Contiamo sulla partecipazione
di molti, non solò della nostra cohiunità, ma anche di quelle vicine.
PRàMOLLO
Colla bella stagione abbiamo avuto
la gioia di vedere di ritorno fra di
noi molti dei nostri Framollini assenti, durante l’inverno. Sono giunti ùa
varie città d’Italia, dalla Francia,
dalla ¡Svizzera ed anche daH’Amarica.
Ci ha fatto tanto piacere poterli rivedere. Ci auguriamo che essi possano
passare delle buone vacanze e ritemprare il loro corpo od il loro spirito
respirando l’aria buona e salubre dei
loro bel paese natio.
Con tutto il cuore porgiamo a tutri
il nostro più cordiale e fraterno saluto di benvenuto.
Il r maggio ha avuto luogo l’annua,
le M bazar » organizzato dall’Unione
delle mamme. Questa volta non si può
certo dire che le nostre mamme siano
state molto fortunate. Fer butta ’.a
giornata infatti è caduta una piog.
già torrenziale simile à quella che ti
vede in Africa durante la stagione
delle « grandi pioggie ». Temevamo
che il bazar sarebbe stato compromesso, ed invece esso ha avuto ugualmente
un esito veramente lusinghiero. E questo grazie al coraggio ed anche alla...
borsa di tutti. Solo dai quartieri p'ii
lontani non sono venuti gli aoquirenti (il che era materialmente imposs».
bile); dagli altri quartieri, malgrado
il tempo quasi proibitivo, Bcyao aocorsi in molti a rimirare e ad acquistare
i numerosi e bei lavori preparati dal.
le nostre brave mamme durante l’inverno ed anche ad assaggiare i numerosissimi dolci che esse avevano preparato per l’occasione.
Le signorine ©d i giovani dell’Unione Giovanile hanno validamente collalxirato alla buona riuscita della festa e desideriamo esprimere loro un
vivo ringraziamento.
Il provento del bazar è stato ottimo
e le nostre mamme possono essere sod ■
disfatte e fiere. A loro che, malgrado
la cospicua mole di lavoro ohe hanno
a casa, trovano modo ugualmente di
consacrare un po’ di tempo alla loro
Unione od alla loro Chiesa, va tutta
la riconoscenza nostra. Il numero però delle Mamme che prendono pacte
attiva alla vita dell’Unione è piutio.
sto ristretto. Avremmo piacere che
l’anno prossimo molte altre mamiaBe
(tutte, se possibile) sf iscrivessero all’Unione e prendessero parte all’atti.
vita ohe viene svolta durante l’invo-rno. Cogliamo perciò Toocasione pe'"
rivolgere a tutte un caldo e sentito
appello.
Quest’anno per il bazar sono venuti
a mancarci diversi donj © diversi
aiuti -di questi anni passati. Le varie
famiglie della Ohiesa però hanno sovvenuto a questa mancanza con l offerta
spontanea e generosa dj vari oggetti
casalinghi e di vestiario. Froponiamo
senz’altro di mantenere questa abitu-'
dine anche per i prossimi anni. E saremo molto grati se in avvenire anche
i Framollini lontani e gli amici dei
Framollini vorranno farci perveni’’e
doni per il nostro bazar primaverile
La -domenica 15 Maggio ha avuto
luogo la Festa della Madre con un culto speciale in Chiesa la mattina od ii
pomeriggio con la recita, da parte dei
bambini, di dialoghi e di poesie ne’la
grande sala della gioventù. Dopo di
ciò i bimbi hamno distribuito alla loro mamma un -mazzetto di fiorì. Foi
è venuto il tradizionale tè addolcito
da qualche bella fetta di torta.
Grazie di cuore a quanti hanno collaborato alla buona riuscita delli
festa.
Con la prima domenica dj giugno
si è chiusa, per il ¡periodo estivo, la
Scuola Domenicale, In tale occasione
ha avuto luògo la premiazione dei
bimbi che durante l’inverno si souo
maggiormente distinti per assiduità e
per studio.
In maggio la Scuola Domenicale ha
fatto la sua passeggiata ed ha preso
parte alla festa di canto dei bambini
che ha avuto luogo a 8. Germano la
domenica 22.
Alcune graditissime visite ci sono
state fatte ultimamente ; il Frof. Ernesto Tron di Fomaretto che la domenica 26 giugno ha presieduto il culto ed il Fastore Giovanni Tron che
ha predicato la domenica 24 luglio.
Il Fastore Tron, che era accompagnato dalla sua gentile Signora e dalla
Signorina Fons -delFUruguay, ha inoltre rivolto un messaggio alla gioventù, insieme alla Signorina Fons.
in una riunione che, a motivo del cattivo tempo, è stata tenuta nella sala
delle attività anziché all’aperto come
era stato annunziato.
A tutti un grazie vivissimo per la
graditissima visita e per il messaggio
portatoci.
In giugno rUnion© Giovanile ha avuto la gioia di incontrarsi al'’Azz,arà con i giovani di Fomaretto accorapagnati dal Pastore Sig. Marauda c
dalla sua gentile Signora. Insieme
abbiamo trascorso una bella mezza
giornata di sana e gioiosa allegria.
Abbiamo persino assistito ad una intersiSantìssima partita di foot-baU
La partita, che ha visto oom© avversarie le due squadre di Fomaretto e
dj Inverso Finasca, si è svolta tra il
« tifo » generale dei presenti e si è
conclusa con un pareggio (2 a 2) e
senza che l’arbitro venisse neppure
picchiato.
Alla Conferenza Distrettuale tenutasi a 8. Giovanni la Chiesa è stati
rappresentata dai Si-gg. Edvico Jihier e Olinto Fey.ronel; al prossimo
Sinodo lo sarà, a D. p., dai Sigg. Altilio Clot e Levy Jahier._
Durante il trimestre maggio-luglio
sono stati celebrati diversi matrinioni. Eccoli; EU Feyronel delle Cast'
Nuove ed Irma Olga Long dei Sapiat
il 7 maggio; Aldo Giovanni Avondeito di Fonte Si. Martino ed Olga L-ong
dei Ciotti il 7 maggio; Battista Elba
no Rivoira dì Angrogna ed Elena
Bounous di Fomeano il 14 -jnaggio;
Enzo Bounous ed Anita Batasas di
Fomeano il 28 maggio ; Attilio Long
dei Ribotti e Lina Giordano di S. Ger.
mano il 9 luglio. Inoltre il 16 lugU )
è stato celebrato il matrimonio religioso di André Robert Joyot e Alice
Beux del Bosi. Foichè lo sposo è cito
tadino svizzero il rito civile era stato
precedentemente celebrato in Svizzera.
Rinnoviamo ancora > a tutti questi
nimaerosi sposi le nostre più vive felicitazioni e domandiamo a Dio di
voler benedire abbondantemente il loro focolare.
Il 17 luglio sono state presentate
Santo Battesimo le due piccole Vanda Jahier di Giovanni ed Elena Jahier dei Üiottj e Clelia Bounous di
Mano e Medina Bounous di Fonicano.
Iddio (benedica abbondantemeiitc
queste due bimbe insieme alle loro famiglie.
Una famiglia delia neutra Chiesa
pone in vendita, in ¡regione Lmsait,
la propria « miauda », comprendente caseggiati e terreni.
Fer maggiori ragguagli, rivolgersi
al Fastorei
/ nostri scomparsi. — Ci ha lasciati, per iapon-dere alia chiamata dei
suo Signore, India Long Ved. Boucuax'd ueUa Ruata. .1 suoi occhi si sono
chiusi alla luce terrena venerdì, 22
luglio, verso le unidici di sera. In e-fletti però essa si era già separata da
noi da diversi giorni, da quando coc
uomenica mattina 17, colpita da iuiprovvisa paralisi, era stata adagiata
nei suo letto dove è rimasta inunob.it;
e muta per aitn sei gioini. bi è spanta tranquillamente ed ora si riposa
delie -de iungue lanche nella pace
-aci oignore ai quale aveva dato il su>
cuore.
A tutti i parenti, ma in p-.ticoiar
mouo ai due ngii Livio e Cu ino, ripetiamo ancora la nostra parola di
viva simpatia cristiana ed in pari
-tempo domandiamo in preghiera a
Dm di voler Luj stesso consolate i
loro cuori adlitti e rendere meno dolorosa e meno triste per loro quest’ora
di lutto.
RODORETTO
Durante il mese di luglio abbiamo
avuto il piacere di' godere de!’a collaborazione del pastore svizzero R.
Cavin, di Aubonne (cantone di Vaud);'
venuto per aiutare il pastoie locale,
sempre incaricato -di due comunità,
egli si è dedicato specialmente a Rodoretto, presiedendo i culti nel tempio e alcune riunioni nei villaggi o
all’aria aperta; visitando numerose
famiglie e interessandosi vivamente
alla vita della nostra comunità. La
sua collaborazione è stata veramente
gradita e preziosa, e tanto il pastore
di Rodoretto quanto il concistoro e
la comunità gliene sono vivamente
riconoscenti.
Anche questa comunità ha sofferto
insieme ad alcuni dei suoi membri
per la tragica fine di Erminia Tron
Genre, la cui breve giornata terrena
è terminata quando sembrava meglio
fiorire. Ripetiamo specialmente alla
madre, Tron Margherita di Campo
Clot, e al marito Tron Gilberto di
Villa la nostra affettuosa simpatia.
Non abbiamo ancora dato notizia
del matrimonio del nostro valoroso
insegnante Enzo Tron con Ida Long;
valgano gli auguri in ritardo soltanto perchè dettati da sincero affetto e
dalla certezza della benedizione di
Dio.
Il culto di domenica 7 agosto sa/à
presieduto a Dio piacendo dal pastore Giovanni Tron, ohe diresse la nostra comunità prima di partire per
l’America del Sud. Mentre invitiamo
tutti i membri della comunità a partecipare a questo culto, porgiamo al
pastore Tron il nostro saluto affettuoso, nel ricordo riconoscente dell’opera da ..iui svolta, in passato in mezze a
noi.
QUEBEC
Le "4 Avril 1949
M.nie Madeleine Geymonat
née Michelin du Bessé {Villar Pellice)
est entrée dans la paix de son Sautveur à l’âge de 72 ans. Originaire du
Piémont^ elle vint s'établir sur une
ferme encore à défricher, avec son
mari et ses sept jeunes enfants, en
1911, L’année suivante déjà Mr. Da.vid Geymonat était emporté par L:î
mort, et M.me Geymonat se trouva
seule dans sa grande tâche. Ni le courage, ni l’entrain ne mwnguaient à cet.
te digne descendente des Vauàois du
Piémont et sa ténacité unie à la nécessité de pourvoir à ses enfants, réus.
sit à ‘nuincre les grandes difficultés et
elle fut objet d’admiration pour tous
4
r
•’x0»üA"'^
'.K.'
•'’®(
I^’SIOP DEIÆ^S
*jm
A‘ la fin de 19të_3i.me Geymonat fit^
un voyage en Âménque du Sud pour
g vffiter vme de »es sœur» Man,e Plene
mad» à son ret<mt, non. loin de son fo.
yer.,'une crise de coeur à la suite d'une pneumonie emportait cette vniUcunte .^chrétienne, si justement regrettée
par ses enfants, 16 petits . enfants et %
arrière petits enfants. Le"^service funèbre eût ^UCu à Üttava et l’enterr-einent sé^fit dans le cimetière dg Eam'’sayvüle, ’(‘Pa VA urore 'di Montj-eal).
SŒURAUCEBENEY
.'fVAI¿)ESl
ASTI
■ Si h spento in Vaglierano d'Astj il
uoBtro fratolio Alfredo Visca in età
di 72 anni. ..
I faiierali ebbero luogo il 24' 'uglio,
presieduti dal pastore ,E.^ Eynard di
_ Torino,' con Tintervento di im gruppo
dd fedeli della nascente Comunità di
- Asti e di un largo stuolo popolazione locale.
II messaggio della speranza‘e della
vita in Cristo Gesù fu atìnunziato a
molti, ohe per la prima volta riceve,
vano un messaggio evangelico. Ed al
termine del servizio funebre, -il Cimitero, varie persone espi esecro la loro
riconoscenza per aver udito un messaggio così semplice ed efficace.
Il fratello che il Signore ha riohiamato ad un più alto servizio aveva
conosciuto anni addietro la Luce dell’Evangelo ed aveva professata ìa sua
fede personale fn Cristo ed .è rimasto
fedele fino alla morte.
La sua memoria rimane in bcnedi.
zione per i suoi famigliari.
Alla fedele consorte, Sig.ra Maria
Visca-Morando, ai figli rag. Felice e
Signóra Eugenia Franzosi rinnoviamo
la nostra profoikla simpatia.
Personalia
I Pastore Pietro Valdo Panascia e
la Signora annunziano la nascita di
Giovanni Valdo avvenuta a Messina
il 22 luglio 1949.
Auguri al neonato ed ai genitori.
j:’ i. » * w •*
Sa J»pnne physionomie était liés
comme dans nos^ Vallées, '
lièremi^nt dans le Val PélhÇITet surtout à Saint-Jean, qui gardera un
excellient souvenir de son long ministère de dévouement,’ comme Directrice du Kefuge^tharles-Albert,
peudanl plus de quarante ans. Le
parfum de sa grande charité se répandait au dehors même de ’cette
institution de bienfaisance, et bien
des personnes ont éprouvé pour cette chère Soeur ime profondle reconnaissance. \ ,
Au Refuge, elle a travaillé avec le
plus absolu dievoqement jusqu’à un
âge très avance. Née le 29 Novembre
1895^ Soeur Alice n’a pris sa retraite
que deux ans passés environ.
Le Seigneur l’a rappelée le matin
du 27 Juillet, à Saint-Loup.
Le Directeur de la Maison de
Saint-Loup, M. le Pasteur Paul Béguin, a rédigé une circulaire dont
nous extraions le paragraphe suivant
qui se rapporte à la longue période
d'activité au Refuge Charles-Albert:
« Comment résumer cet admirable,
ministère vécu au milieu des petits
de cette terre, des déshérités parmi
les déshérités ? Un mot vient spontanément sur les lèvres; amour; elle
a aimé ces pauvres malades de toute
son âme, sans maniíesiatións spectaculaires, mais par mille attentions,
par im geste (Faffection, par un mol
plein de coeur, prononcé de cette
voix calme, un peu voilée. Non seulement, elle a pratiqué la charité,
mais elle a entraîné tout son personnel à sa suite ; Soeur Alice, devenue l’âme vivante et ardente de cet
asile, en a fait uitù maison où l’on
sentait dès qu’on gavait iranchi le
portail‘de la’^douMjjrie 'atmosphère
,de paix et de' hien^llance ».
Nos Vallees Vaudpises doivent
beaucoup à Soeur Alice. Nous remercions le Seigneur qui nous a lait
jouir de son ministère d’amour t l
(le fci; et nous Lùi demundos s <le
susiilcr de nouvelles Diaconesses uni
suivent les traces dé Celle qui a été
appelée à un serv|pè encore ph s éIf.vé, auprès d'e sou Dieu qu’elle a si
Filèlement servi. &
Bertinatti.
iiff" '' gggB
nel Tempio >«lel Ciabas
In relazione coll’ecumenismo che
occupa, giustamente oggi il pensiero
della Cristianità, si stanno svolgendo al Ciabas, in questi nu si estivi,
degli studi aventi per oggetto i principali rami della Chiesa, con speciale riguardo a quei movimenti che
hanno aderito alla/:Conferenza di
Amsterdam.
Purtroppo, dubbiamo deplorare
che le adunanze tenutesi in Luglio
non siano state frequentate come lo
avrebbe richiesto l’importanza dell’argomento. Speriamo che d’ora in
avanti esse siano molto meglio frequentate.
Domenica 7 Agosto, il Pastore
Dott. Ernesto AYASSO!’ parlerà della CHIESA PRESBITERIANA.
Ci auguriamo che molti sentano
— più che un dovere — il ptivilcgio che è loro offerto.
I Culti al Ciabas .incominciano alle cinque pom. Ì
li stranieri ci criti^no
Il problema dell’afflusso degii stranieri in Italia, problema che affiora nelTartioolo del nostro r. b. « Trabuccheide, atto primo », è stato trattato a
fondo dal redattore della r vista francese a Le Monde » in un articolo interamente riportato da <( La Nuova
Stampa Sera » del 23-24 luglioli problema in sè non ci interesserebbe, se non mettesse in evidenza una situazione particolare del nostro paese ohe ha dei riflessi non soltanto politici, ma psicologici e morali. In Italia,
il fenomeno dello Stato poliziesco non
accenna a tramontare; aveva raggiunto
il suo vertice nel periodo dell’assolutismo statale, ma oggi ancora fa sentir« la sua presenza ed il suo peso in
molti, troppi aspetti della vita. Non siamo più all’indegno spettacolo dei treni
controllati da militi col mòschetto e col
pugnale, come se in Italia si fosse tutti delinquenti; ma l’apparato polizesco, la mentalità poliziesca trovano da
noi un terreno sempre ancora favorevole. Non ce ne accorgiamo noi ; se ne
accx>rgono gli altri.
Se n’è accorto anche il redattore de
« Le Monde », il quale racconta molto
gustosamente le sue impressioni sulritalia. Siamo sicuri di interessare i
lettori del nostro giornale riportando da
(I La Stampa Sera » alcuni brani dell’articolo in questione- (Dir.)
Gli italiani sono straconvinti dell’ef.
fettivo incanto delle loro città, delle
campagne e della loro civiltà. Sanno
benissimo che tutti possono ancora scoprire sul loro suolo una passeggera
dolcezza di vivere. Di qui il loro sincero stupore : -perchè i turiirti non vengono più numerosi in Italia? E quando vengono, perchè se ne vanno così
presto?
Prima di tutto perriiè la vita è cara
in Italia. Il costo del pan« conta poco:
quello dei taxi è insostenibile e quello
di un’onesta camera è oataetrofioo. E’
vero che le serenate sono quasi gratis.
Ma le serenate non son tutto...
J! colpo dot passaporto
Poi ci sono i disagi. Pochi treni, pochi battelli, poche ccanodità fuori delle grandi città. Il cambio — quello nero ben inteso ,a cui nessuno sfugge —
e oapnocioso.
A tutto questo va aggiunto il <( colpo del passaporto ».
Non v’è al mondo polizziotto più
cortese del carabiniere italiano. Il loliceman americano e il doganiere svizzero sono dei rustici al suo (»nfronto.
Il carabiniere è servizievole, premuroso, gentile, che è tutto -dire. Disgraziatamente pratica il « colpo del passaporto ».
Hai preso il treno a Londra per Roma. Il poliziotto britannico, reclama
il tuo pa®aporto, lo legge, lo fiuta e
te lo rende. Idem il poliziotto francese.
Idem il poliziotto svizzero. Quello italiano — accompagnato, ci si chiede ancora perchè, da uno o più agenti armati di moschetto — nel momento in
oui passi la frontiera non lo legge; lo
intasca e te lo ren-deià più tardi.
iLa scena è quotidiana ;
Ehi ! là — grida il borghese di Ohimgo o d’altrove — dove andate? Restiuitemi il mio passaporto.
— Certo ! — risponde l’italiano senza malizia — a Milano.
Ciò crea dei drammi. E il signore
ha la scelta o di continuare la sua
strada accettando di essere spogliato
del suo passaporto per due.ore o di discendere e tornare sui suoi passi. Molti l’hanno già fatto.
Arrivato all’albergo nuova avventura.
— Il vostro passapóirto, prego !
Si porge il passaporto. Il portiei-e
non lo guarda nemméno.
— Ve lo renderò domani mattina.
Così sono le norm© poliziesche italiane. Sono una sopravvivenza del fascC
smo delle « liste nere », dei me ne frego, dei piegamenti di sdtiena imposi i
in nome dei Cesari. Esse non Corrispondono per niente ai sentimenti liberali dell’Italia attuale. Non deriva,
no da istruzioni sospettose del ministero delTIntèrno. Stonano nell’atmosfera della giovane Republica. Esistono. L’amministrazione è sopravvissuta al regime.
Il so-lo « colpo del passaporto » nel
treno, sulla nav© q all’ihotel ha seccato
più turisti rire non tutti classici « colpi di fucile »all’angolo delle strade.
E’ per causa sua eh© il viaggiatore ri
fa le valigie e, arrivando in Francia,
ci respira a pienj ixrlmoni, dai primi
chilometri, gli emozionanti effluvi del.
la libertà.
Ji nome di mia madre
Non è she un aneddoto, àia dice
molto. Nei mairzo acorso una maJaugurata panna all’auto ci ha immobilizzati una sera in un antico villaggio
d’Abruzzo, un medico inglese, un pròfessor© francese e me. Semplice incidente nella vita di pes(ìatori di trote.
In questo villaggio sperduto, non il
più piccolo albergo dove poterci ristorare, asciugare, dormire. Dopo lunghe
e grondanti peregrinazioni, il curato
del luogo ha la cortiisia di albergarci
Erano le 22. Un’ora dopo bussano
alla porta. E’ un carabiniere. Viene
dal posto di guardia, lontano una mezza lega. Una macchina in panna in
quei luoghi è avvenimento ohe passa
anche attraverso l’uragano. Non vuole che le nostre carte, ilidendo, (xwne
si fa dopo aver scampato un pericolo,
compiliamo i moduli stampati: nome,
cognome, data e luogo di nascita, professione, nazionalità, provenienza da,
diretto a. Il tutore deH’ordine, riscaldato da qualche bi<»hiere di chiaretto,
se ne va con queste prezicffl© informa,
zioni.
Gl siamo appena addormentati che
si ribussa alla porta. E’ un carabiniere. Un altro. Inaaocherato ed amabile
come il priimo, 'Si scusa... Non vuole
aver storie... Certo ,sj vede ben© che
siamo gente come si deve... il servizio,
non è .vero?...
AvevaEmo dimenticato, tutti e tre,
d’indioare sul modulo il nom© di nostra madre.
Se il turismo è un’industria, è aneh© un’arte, l’arte di piacere, della
(juale gli italiani sono singolarmente
dotati .Eppur© oommettono di questi
errori.
L’esercizio della macchina poliziesca
le formalità amministrative di controllo sono (oltre all’assenza di vita
notturna e aj segni esteriori d’ascetiamo) una dell© ragioni che respingono
il visitatore straniero. Gli italiani
sembrano non accorgerisenc.
> Scuola, Latba
IJoni ricevuti dalla Diresione fdei 1
■ Aprile ed lò Luglio 1949 ; ^
Concistoro della Chiesa di Vjllasec.
ca 6000; — Laetsohi Giovanna, ; Simonetta, e Marta 1000 — Rostan Ida 500
— iPons Attilio in mem .figlio Bruno
lOOO — Rostan Arturo e Irma 3000 ~
Pena Nella 2000 — Charrier Anita 500
.— Marauda Luisa in mem.,Adelina
Balmae 500 — Pons Franco e Liliana
in mem. nonna Adelina Balma SUO —
Unione Cadetta di Villaseoca 2000 —
Ballila Arturo in mem. della m amana
.500 — Famiglia Tron Giovanni (iBranoato) in mem. loro cari 1000 — Rostan
Nelly (S. Germano) lOOO — Genre Ei.
vira i nmem. del marito 300 — Balmas
Giuseppina in mem suo Dino 200 —
Chiesa Valdese di Pomareito 5000 —
Rostan Natale in mem. fratello Edmondo 1000 — VilUelm Niuo fPerosa
500 — Reynaud Giovanni j(Gilli) .100
— Chiese del Sud America per tramite
del Pastore Giudo Rivoir 9600 — Griot
Maresa 1000 — Beux Elena (S. Germano) 3000„ — Chiesa Valdesi- di S.
Germano Chisonc 5000 — Chièsa Valdese di Perrero-Maniglia 2000 — Pons
Ezio (Perosa A.) 2000 — Gay Tron
Clotilde in mem. Adelina Balma 1000
— Ribet Tron Adele in mem. marito
lOOO — Rostan Carla (S. G.-rmano)
2000.
Lo nostra gratituidne è assicurata
ai Irenefattori del no.stro Istituto ne:
quale, fin da quest’anno, gli allievi
hanno potuto sostenere l’esame di Licenza della 3 classe, essendosi ottenuta
dal Ministero dell’Ed.,caz;one Nazionale il riconoscimento legale.
Esercito della Salvezza
Le adunanzfi Salutiste del 15 Agosti) avranno luogo (a Dio piacendo),
ni Coppieri (nel primo castagneto a
destra salendo verso. Serverà), alle orc 10 e alle ore 15. La sera, alle 20,30
una terza Adunanza sarà tenuta nella
Sala di Piazza della Libertà. Queste
Adunanze saranno presiedute dalla
Colonnella PEYRON con la collaborazione di diversi Ufficiali. Il presente comunicato valga di invito personale ad ogni lettore di questo giornaie.
Le Seigneur a rappelé à (Lui dans sa
87.me année l’âme douce et belle de
Aline Turin
veuve Bernoulli
Les familles Pons, Maggiore et Tfon
.'.emercient toutes les personnes qui ont
pris part à leur deuil.
Celui qui recherche la bonté, trouvera la vie. — Prov. 21-21.
Giuseppe Griva
• La sera del 24 Luglio in Lusemii
Ban Giovanni -giungeva a! termine
della Sua lunga giornata la Signorina
Corinna Varese
“■ailrantr ma confortati dalPesempii,
iuHimoso della Sua Fede e di tutta la
Sua vita lo annunciano;
il iripote Dott. Callo Varese con ia
moglie Jolanda e figli Dario e Fran.
co;
ta sua dilettissima nipote Elisa Varese' (Portoferraio) ;
- la sorella Paimira Turin e figli;
- ic cognate Mai^ ed Edvige Varese
c figli;
gli affrzionatìssimi nipoti Ing. GuiJo Decker e famiglia, Ing. Emilio
Decker e famiglia. Mariuccia Decker,
Varese (Buenos Ayres) - (Milano) .
( Ny assai and) ;
i cugini iMonnet, Rivoire, Guigou,
Volla, Tourn;
i fraterni amici da Lei considerati
quali figli dilettissimi, Dott. Giustiuiani, Dott. Arturo Gay, Ing. Gio.
vaniii Favero;
l’affezionata Piera Pizzornn.
» lo ho detto’. Tu sei l'Jddio wvo,
/ mìei giorni sono nella tua mano «
Salmo, 31-15.
Luserna San Giovanni; Viale Marconi, 15 — Torino: C. Umbria, 24.
la famiglia ringrazia eominnssa i
Sigg. Pastori G, Bertinatti, E. Tly.
narri, A. Arias, e quanti con molte; lcj manifestazioni di affetto e 'iinpitia hanno preso parte al .suo dolore
Dir. Resp. Ermanno Rostan
Tip. Alpina s. p, a. — Torre Pellit
FITTASI in S. Giovanni, a cinque minuti dalla stazione, liberi subito ; Alloggio pianterreno villa, sei
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ji^ioriii, (In le ore 1 4,3(> alle
ore i(ì, ^0, in via Bertlìol(et, 3(> (ospcflnle pvnnj[felico)
s A H T O H I A
Arturo Balma
TORINO
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