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AnnoIX —N. 23. II SERIE 15 Uicembue 1860 f'
LA BUONA NOVELLA
GIORNALE DELLA EVANGELIZZAZIONE ITALIANA
Seguendo la verità nella caiitk. — Efrs. VI. 16.
PREZZO DI ASSOCIAZIONE
Per lo Stato [franco a destinazione].... £. 3 00
LE ASSOCIAZIONI SI RICETONO
In Torino alVUffizio del Giornale, via del Prìncipe
Per la Svizzera e Francia, id........... „ 4 25 > Tommaso dietro il Tempio Valdese.
Per l’Inghilterra, id................... „ 5 50 ; Nelle Provincib per mezzo di franco-bolli j>o
Per la Germania id................... „ 5 50 •> stali, che dovranno essere inviati franco al Di
Non si ricerono associazioni per meno di un anno, i rettore della Buona Novella.
All’estero, a'seguenti indirizzi; Parigi, dalla libreria C.Meyrueis, me Eivoli;
Ginevra, dal signor E. Beroud libraio; Inghilterra, dal signor G. F. Muller,
General Mercliant, 26, LeadenhaU Street. E. C.
SOMMARIO
Anuo X della Buona Novella — Attualità : L'Evangelo nella Valle d'Aosta, nel secolo XIX. — Ort'i /ifondaiza fiorentina: — Libertà TeUsiosa: Grave offesa alla libertà di coscienza in Aosta —
Annunzio. .
ANNO X DELLA BDONA NOVELLA
La Buona Novella che speravamo poter, iin dal venturo
gennajo, trapiantare in Firenze, per circostanze indipendenti della nostra volontà, fermerà, per un’altr’anno ancora,
la sua stanza in Torino.
Il modo di pubblicazione, nonché le condizioni di associazione rimangono quello che sono presentemente.
Agli sforzi tentati per l’addietro ne aggiungeremo altri,
onde, coll’aiuto di Dio, rendere il nostro umile periodico
vieppiù conforme al suo titolo ed all’alto scopo che si propone ; non ci vengano meno, dal lato dei nostri associati e
cooperatori, la loro benivolenza ed il loro concorso.
E mentre caldamente preghiamo quei sig.'‘ associati che
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non ancora soddisfecero l’importo della loro associazione per
Tanno che termina, a volersi sdebitare quanto prima, non
meno caldamente invitiamo coloro che intendoi-o di seguitare la loro associazione per Tanno vegnente a farci nota, su
tal riguardo, e più presto che potranno, la loro intenzione,
accompagnando ogni domanda di un corrispettivo vaglia
j)ostale, se risiedono nello Stato, o se sono all’estero, a mezzo
dei nostri corrispondenti nei singoli paesi.
I nostri associati ed amici del Regno Unito à!Inghilterra
ed Irlanda sono poi specialmente avvertiti, che avendo noi
potuto, per squisita gentilezza di un nostro connazionale ed
amico, stabilire, in Londra stessa, un ufficio di associazione
al nostro giornale, al medesimo essi dovranno rivolgersi in
avvenire, sì per le associazioni, che per i pagamenti o richiami di ogni sorta, con lettere affrancate dirette al
Sig. G. F. Midler, General Merchant,
26, LeadenhaU Street. E. G.
La Direzione.
ATTUAMTA
L EVANGELO NELLA VALLE D AOSTA NEL SEOOLO XIX
Aosta 30 Novembre 18(>0
Signore e caro fratello,
Dopo avervi parlato in una prima relazione del pasRaggio di Calvino per Aosta, vengo a tracciarvi l’opera di evangelizzazione che
oggidì prosegue fra noi.
In seguito alla promulgazioue del glorioso Statuto, alcuni colportori biblici avevano già percorso la Valle d’Aosta, ma nessun culto
evangelico erasi stabilito: colla sua condotta poco onorevole, un curato di Courmayeur s’incaricò in modo eflScace di provvedere a questo bisogno, che si faceva veramente sentire...
Nel 1856, durante la stagione dei bagni, il sig. pastore Buchanan,
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suddito inglese, trovavasi a Courmayeur per oggetto di salute, quando
fu pregato da due o tre {>ersone, a nome di molte altre, a voler fare
un servizio religioso al popolo del luogo, che aveva a schifo il proprio
prete.
Sebbene sofferente, e poco al fatto della lingua francese, il signor
Buchanan credette dover suo, dietro tal richiesta cd istanze che
gli furono fatte, di arrendersi all’espresso desiderio. Egli compiè due
volte il culto evangelico nella propria camera presso il sig. Baldassare
Truchet, ma non potè continuare jier lo stato suo di somma stanchezza e la difficoltà di esprimersi in francese. Nondimeno, vedendo
l’ardente desiderio dei paesani del luogo, d’avere un servizio religioso
di tale natura, egli promise ad essi di j)rocvirar loro un ministro
francese per l’anno seguente, e li lasciò estatici d’aver udito il Vangelo e ricevuto alcune operette di edificazione.
Il sig. pastore Curie, testé giunto d’ Algeri e febbricitante, fu
consigliato dai medici e dal sig. Buchanan a recarsi a Courmayeur,
onde ristabilire la di lui salute mercè le acque termali e la buon’aria
che vi si respira. Il ministro inglese l’impegnò eziandio fortemente,
d’accordo colla Società evangelica di Ginevra, a dedicarsi quanto
potrebbe alla predicazione del Vangelo, a prò degli abitanti di Courmayeur che l’avevano chiesto.
II 27 Maggio 1857, 300 anni dopo la morte di Nicolao Sartoris,
bruciato in Aosta, il sig. Curie arrivò dunque a Courmayeur, per ristabilirvi la predicazione del Vangelo che Roma era pervenuta a
soffocare nella Vallata. Il Sindaco del luogo, sig. Pantaleone Vuiller,
fu sollecito ad accordare al nuovo pastore l’autorizzazione ch’ei richiedeva per predicare pubblicamente, in guisa che il culto si aperse
all’istaute e masse di popolo accorsero ad assistervi, tanto era il disgusto per la condotta che teneva il curato del paese. Durante un
intero mese, uomini, donne, fanciulli non cessavano due volte alla
domeuica d’intervenire ad ascoltare il Vangelo annunziato senza attacco veruno contro la religione dello stato, e a riportarlo nelle loro
abitazioni. Infatti aveavi dalle 150 alle 200 persone ogni volta nelle
assemblee, sebbene il locale preso il sig. Baldassare Truchet fosse
troppo ristretto. Le anime si rischiaravano, ma il nemico altresì lavorava. Al termine di un mese questo culto destava tanto rumore
che dal fondo della Valle si accorreva per vedere ed udire un ministro protestante, creduto un’essere curioso ; ognuno aveva da faro
una domanda; gli uni facevano delle obiezioni contro il nostro culto ;
altri chiedevano schiarimenti intorno ai dogmi romani di cui nell’as-
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semblee non dicevasi [»ivola; dii voleva vendersi; chi ritenendo che
il ministro fosse in relazione col demonio, desiderava che gli venisse
indicato il mezzo di scongiui’are gli .spiriti; di far tornare il latte
alle vacche che l’avevano perduto, in seguito a sortilegi malvagi,
dicevano essi; ovvero sollecitavano il modo di gxiadagnare il gi’osso
premio al lotto ecc...
Alla fine di giugno, il sig. Intendente di Aosta, spinto dal clero
romano, fece interdire il pubblico culto, che si ria.prì tosto sotto
iorma, ài associazione privata ; si tentò di sorprendere in fatto il
Pastore sull’articolo delle associazioni private, ma invano; egli camminava apertamente d’accordo con lo Statuto....... Durante tutta la
stagione de’ bagni e fino al primo di ottobre il culto potè così mantenérsi, riunendo persino 160 membri di varie località, formanti l’associazione privata. Un colportore biblico sui luoghi vendeva altresì
grande quantità di libri santi che andavano dovunque nella Vallata
a spandervi la luce.
Piena di mezzi per nuocerci, Pkoma tentò uno sforzo supremo in
luogo elevato ed ottenne il rinvio del sig. Curie, suddito francese ;
ma questi, prima di allontanarsi, comperò una casa sulla piazza di
Courmayeur allo scopo di destinarla al culto, e andò eziandìo a
chiedere un sostituto Sardo alla Tavola Valdese, che lo promise.
Allora il sig. Curie se ne andò via. Naturalmente cotesto forzato allontaneamento scoraggiò molti; i preti ne trassero partito, molto più
che scorsero due mesi prima dell’arrivo del ministro Ribetti, promesso
dalla Tavola. Durante questo intervallo, promesse, minaccie, persecuzioni, mezzi materiali, nulla fu risparmiato dal clero e dalla parte
devota per disperdere la nostra associazione e spaventare i timidi, in
modo che quando il sig. Eibetti comparve sul luogo non potè più riunire al culto che una quarantina di persone. Verso il medesimo tempo,
il prete di Courmayeur si trovò forzato a dare la sua dimissione, e
fu surrogato da un parroco fanatico all’ultimo segno. Cotesto prete
non avendo potuto convertire il sig. Ribetti, lo maledisse quasi sulla
pubblica piazza: organizzò una missione allo scopo di occupare gli
spiriti devoti, tuonò coi missionari contro Calvino, Lutero, la Bihhia
dei protestanti, ch’egli riuscì a farsi rendere da un terzo degli antichi
possessori, e Iddio ne sa il fine in mano di Roma, che la fa bruciare
dovunque.
Il nuovo ministro evangelico, provocato dall’alto del pulpito ad
una discussione pubblica, come lo era già stato una volta il suo predecessore, si diè premura anch’egli di accettare la disfida; ma Eoma
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subito indietreggiò. Nel marzo 1858 morì imo de’nostri buoni amici,
il sig. Cesare Derriand; il curato, non avendo potuto ricondurlo nel
grembo della sua chiesa, sperava almeno vederlo privato di un luogo
ili sepoltura nel cimitero comunale; se non che faceva i conti senza
l’autorità locale e senza il nuovo Intendente che fecero seiipellire
inim muros il nostro povero defunto, malgrado il tentativo di sommossa eseguito dal prete fra la gente devota. I carabinieri ¡ireseuti
alla sepoltura e bene armati tennero in dovere i preti c i loro seguaci.
Fer vendicarsi, die fece allora la parte pia?... Si diè la briga di
aHìgere notte tempo, contro la nostra abitazione ed altre ancora, de’
proclami incendiari! col grido di — foco, sangue, morte; tre giorni
per partire al ministro harhetto ! ! ! Ma nessuno si mosse, e il tribunale d’Aosta, assumendo tosto cotesto affare, impaurì per sempre
i fanatici che cessarono dai loro mezzi violenti.......Giungeva il
mese di maggio, ed il sig. Ribetti, richiamato vivamente al .suo posto
in Torino, dovette lasciare di nuovo, a malincuore, il povero Courmayeur senza pastore. Non è che alla fine d’agosto che il sig. Curie
richiamato da Algeri dalla popolazione di Courmayeur potè ritornare
senza paura, dopo essere stiito raonientaneamente surrogato il signor
Ribotti da due altri pastori delle Valli, i signori Malan e Meille.
Fu a lui naturalmente doloroso il vedere che la cifra degli uditori
al culto, in seguito a tante vessazioni, era discesa ad una sola trentina; ma si consolò col i)ensiero che non soltanto gli amici rimasti
fedeli erano fermi ed avevano fatto sensibili progressi nelle vie del
Vangelo e del bene, durante la di lui assenza, ma ch’eziandìo altre
persone scoraggiate ritornarono a noi: il che successe nel corso dell’autunno. Il numero dei membri al culto salì a cinquanta, fra uomini, donne e fanciulli.....
L’azione del Vangelo si estese sopra un centinajo di per.sone circa,
le quali profittavano di una biblioteca religiosa stabilita a Courmayeur e della predicazione cui di quando in quando assistevano. I
timidi, che avevano rilasciato per timore le Bibbie loro ai preti, tornarono, la pivi parte, ad acquistarne altre. NeH’inverno, il sig. Curie,
sollecitato a ciò da alcuni capi di famiglia, stabilì delle riunioni, la
sera, nelle stalle di tre villaggietti di Courmayeur. Un fanatico bensì
minacciò di togliergli la vita sulla grande strada, al ritorno da una
di quelle veglie, ma fu a tempo arrestato dai carabinieri cho gli minacciarono conseguenze inevitabili e gravi, e la cosa terminò così.
La state 1859 fu favorevole ai toristi stranieri i quali accorsero a
Courmayeur e frequentarono i nostri servizi religiosi.....La condotta
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onorevole della piccola Congregazioae fu rimarcata eziaudio dai
fanatici; in generale si rendeva ad essa buona testimonianza, additandone altamente il cangiamento di vita che il Vangeloproíesíareíe
aveva operato in molti de’ nostri..... ma il curato fanatico non si
restava con ciò di portarsi da loro sia in casa sia per le campagne, a
scomunicare e maledire essi, le famiglie, il bestiame, le ricolte, tutto,
diceudo: — in un anno Iddio vi farà morire; ricordatevi bene il
giorno in cui vi ho avvertito. —
I nostri fanciulli evangelici, in numero di 20, soffrivano da qualche t«m])o l’as.senza di un buon maestro di scuola; dovunque nelle
ficuole comunali, in cui il prete poteva rovesciare sovra di loro il di.sprczzo, ei lo faceva, perfino chiamandoli cani, in piena scuola, come
accadde a Dolonne.... Gi abbisognava quindi un buon reggente, che
ottenni con replicate istanze; ma egli altresì ebbe a soffrire persecuzioni. La sua scuola fu chiusa per cura dei preti, indi riaperta dietro
ordine del Governo.
Allora, per impedire ai genitori cattolici di inviarvi i propri figli
ei fece creder loro che il nostro reggente fosse uscito di galera, che
fosse un fuggiasco, uomo corrotto, da non sapere se non corrompere,
in guisa che, accusato il prete di spandere egli stesso coteste calunnie, dovette comparire nella casa del Comune per giustificarsi; naturalmente egli tutto negò. Sostenendosi ed aumentandosi il nostro
culto insensibilmente, il pastore Curie si pose all’opera di fare collette
all’estero, ed anche fra i nostri amici della Vallata, allo scopo di erigere l’anno seguente una piccola Cappella, in vista degli inglesi toristi e della nostra popolazione che la chiedeva con grande premura.
Era il mese di settembre quando alcuni correligionari della Valle
d’Aosta ed alcuni cattolici romani disgustati della loro religione e
dei loro preti, mi fecero pregare di voler aprire eziandìo un culto
publico in Aosta ; il che non avrebbe mancato di attrarre ancora gli
inglesi spesso di passaggio per Aosta durante la stagione d’estate.
Io accondiscesi tosto a simile desiderio, prendendo a fitto decente
locale che un signore della città mi ebbe procurato nella via Malconseil, di faccia al monumento che perpetua la fuga di Calvino,
cioè, presso il sig. cav. ed avv. Lambert. Quindi, principiando dal
P settembre, ogni domenica, di quindici in quindici giorni io discendevo da Courmayeur per fare il culto in Aosta, e ogni volta la
nostra sala riuniva dalle cento alle cento cinquanta persone; ma tal
cifra dovette pur ribassare, in seguito a vessazioni, e scomuniche
che si succedevano: sono rimasti dai GO ai 100 uditori. Non occorre
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il dirvi che, iu iuverno, più d’una volta ho sotìerto gran freddo nel
fare questo viaggio, incontrando (talvolta) dai cinque ai sei piedi di
neve, attraverso la quale conveniva aprirmi la via; ed anche dovendo
aspettare una notte intiera per istrada, che fosse aperto il cammino,
e diminuita la (ortmenta che trascinava delle valanghe fino sulla
strada maestra, a 25 iiassi dii me.
Il Vangelo facendo progressi, come vedete, e fissando l’attenzione
di gran numero di amici in tutte le Valli e nei più remoti casolari,
il clero che non era riuscito a far chiudere il nostro culto in Aosta,
credette allora dover associare agli assalti grossolani e continui del
pulpito e del confessionale contro di noi anche delle canzoni oscene
e delle piccole scritture attribuite ad un canonico d’Aosta. Dirimpetto a simili procedimenti io non poteva tacermi, conveniva nella
Valle d’Aosta giustificare la nostra Chiesa, purgandola delle calunnie
senza nome da cui era oppressa, senza posa. Laonde composi e pubblicai, come sapete, l'opuscolo — Le Ministre et les Prêtres — che
io diffusi e diffondo ancora a profusione.
Durante la primavera del 18G0 potei far costruire la piccola Cappella di Courmayeur, stata inaugurata il 7 luglio scorso, in mezzo
a grande affluenza di Valostani e d’inglesi. Le autorità mandamentale e locale vollero prender parte a cotesta festa di famiglia; il
che ci cagionò sommo piacere. Una Cappella era assai necessaria
a Courmayeur, dove nella state avete spesso più di 100 uditori ogni
domenica, di cui 30 a 40 inglesi ; e questi furono contenti di poter
fare anch’essi un servizio religioso in inglese nella suddetta Cappella.....Durante tutta la stagione dei bagni potei celebrare il culto
a Courmayeur ogni domenica mattina, ed in Aosta il dopo pranzo.
Voi non avete dimenticato due fatti gravi ch’ebbero luogo così iu
Aosta come a Courmayeur. Il primo in maggio nella quale epoca vi
fù un tentativo d’assassinio contro la persona del giovane colportore
biblico Romano, che venne raccolto quasi morto alle porte della città
a 10 ore di sera; il secondo, iu agosto sul Colle del gigante in cui 3
inglesi Q un capo guida perirono miseramente, in orribile precipizio...
In fine non vi maraviglierete se vi dico, che dopo il primo ottobre 1860, ho fissata la mia residenza in Aosta, per cedere il mio posto
a Courmayeur al sig. ministro Gay, installato il 23 novembre scorso.
Io non avrei p<jtuto dirigere più a lungo nel medesimo tempo due
località così importanti ed a sette leghe di distanza l’una dall’altra,
come si trovano Courmayeur e d’Aosta ; mi era necessario im’aiuto^
un collega, ed ho benedetto Iddio quando il sig. Gay è stato scelto
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fidila Commissione d’Evangelizzazione, impercioccbè riesce caro ai
nostri buoni amici che lo tengono in gran conto.
Ora che meglio posso consacrarmi all’opera della città di Aosta
spero ben presto essere al caso di costatare, colla benedizione di Dio,
piii sensibili e piiì estesi frutti della semenza che mi fu dato di spandere da piii di un anuo. — Qui non abbiamo meno di cinque servizi per settimana, di cui tre la sera e due il giorno. Sono eziandio
incaricato di un’opera novella a Chàtillon dove si raccolgono una
v entina di [)ersone, mentre il sig. Combe e Lantaret, pastori delle
Valli, s’incaricarono di visitare una volta al mese la bassa Vallata e
s[)ecialmeute Verres, Carema e Settimo Vittone, in cui trovarono
molti amici cristiani infervorati di udire la predicazione del Vangelo. Esiste pure due grandi Comuni nei dintorni d’Aosta che mi
fanno sperare qualche buon successo per la semenza evangelica : mi
s’ivita dai due luoghi. In uno il popolo ha tradotto il curato dinanzi
al fisco, saranno 15 giorni, per aver osato publicamente, dall’alto
del pulpito, trattare da canaglia, ed altri simili amenità, chiunque
pos.sedesse o leggesse la Bibbia o i Ubri de protestanti......
Alla vista, caro fratello, di tale movimento e di tanti sentiti bisogni, non diremo noi che la messe è matura e che fa duopo tagliarla?...
Non credo ingannarmi affermandovi, che circa 3000 esemplari della
Parola di Dio, sì Bibbie che N. Testamenti, vennero dai nostri colportori venduti nella Valle d’Aosta, e che similmente circola un numero considerevole di altri scritti religiosi.
Prima di terminare, vi faccio rimarcare che la nostra sala di
culto in Aosta è d’ordinario piena di Valostani ; in conseguenza ci
sarà impossibile, nella state, quando i viaggiatori inglesi saranno
numerosi fra noi, di contenere cotanta gente in uno spazio così ristretto. Aosta è altresì città in cui accorrono persone di tutte le
circostanti vallate; io quindi credo che, per l’importanza della posizione e rinsuiUcienza del locale, dovremmo pensare seriamente ad
innalzare in Aosta un tempio modesto, che additi un luogo di culto
decente e che abbia a soddisfare a tutti i bisogni. Perciò ctiunque
ama l’avanzamento del regno di Dio sulla terra, e s’interessa all’opera
della nostra Valle, spedisca un dono generoso : sarà accolto con gratitudine e benedizione. — La lista dei soscrittori è già aperta : un
viaggiatore inglese fu il primo che ha posto la mano all’opera, consegnandomi 20 fr.. Or ce ne abbisogneranno per lo meno 80,000 onde
realizzare il nostro progetto.
Po,ssano questi varii particolari sull’opera d’evangelizzazione della
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Valle d’Aosta eccitare la simpatia e le preghiere degli amici cristiani. In ciò che fu fatto noi vediamo la mano di Dio iu modo ben
rimarchevole. È a Lui adunque che noi vogliamo attribuire pienamente l’onore e la gloria di tanto beue, chiedendogli di benedire
sempre più il lavoro de’ suoi servitori, e dovunque nella di Lui Vigna.
Aggradite signore ed onorevole fratello 1’ assicurazione de’ miei
sentimenti affettuosi.
G. G. CiTitiE
GRAVE OFFESA ALLA LIBERTA DI COSCIENZA IN AOSTA
Ecco sul fatto cui accenniamo la lettera che dirigeva, giorni sono,
al giornale \Opinione, il sig. Meille pastore della Comunità italiana
valdese di Torino :
Al signor direttore del giornale L’Opinione.
l’orino, addì 6 dicemhre 1860.
Ill.mo signor Direttore,
Còmpito non ultimo della stampa periodica, essendo quello di alzar la
voce, quando ciò occorra, a prò delle minorità sempre e dovunque esposte
al pericolo di vedere i loro più sacri diritti posti in non cale o calpestati ;
ed a sì nobile còmpito non essendo venuto meno in nissun tempo il giornale
della S. V. Ill.ma con tanta valentìa diretto, io mi sento da questa doppia
considerazione animato ad ottenere dalla di lei gentilezza l’inserzione nelr Opinione del fatto qui appresso, la di cui perfetta autenticità non verrà,
al certo, contrastata da nessuno, e che bramo di tutto cuore sia l’ultimo di
questa fatta, che, nel nostro fortunato paese, abbia da essere al tribunale
della pubblica opinione denunciato.
Il dì 30 del p. p. novembre mancava ai vivi, nella città d’Aosta, un
cristiano evangelico, membro della Chiesa valdese, per nome Pietro Doro.
Da alcuni anni a questa parte, ed in seguito a deliberazioni prese, se non
erro, dal sig. Rattazzi, quando egli era ministro dell’interno, ogniqualvolta
succedevano casi a questo consimili, di Cristiani evangelici, cioè resisi
•defunti in luoghi dove non esisteva un cimitero appositamente destinato ai
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professanti questo culto, ordine veniva sempre dato dalle autorità governative (e non accade mai che non fosse puntualmente eseguito) chc si procedesse alla tumulazione in una parte onorevole del camposanto comune, e
secondo i riti della propria credenza — salva la facoltà all’autorità ecclesiastica, qualora lo stimasse opportuno, di sconsecrare tal sito, od anche di
appartarlo per mezzo di uno steccato od altrimenti.
Ciò essendo, egli era per naturai cosa il supporre che quello che da anni
erasi praticato ovunque nello Stato, dovesse praticarsi altresì in Aosta; e di
già erasi dalla Giunta municipale presa una deliberazione in questo senso,
quando il signor intendente di codesto circondario, pretestando non «o quale
lettera ministeriale (la quale, se esiste, stabilisce la più manifesta contraddizione colla via, da più tempo, costantemente e lodevolmente battuta dal
ministero medesimo), si oppose acciò sortisse il suo effetto la sovr'indicata
deliberazione, ed insistette, ad onta delle più fervide istanze in contrario
per parte del pastore valdese in Aosta, sig. Curie, perchè la tumulazione
del defunto avesse luogo in quella parte del cimitero destinata alla sepoltura
dei bambini morti senza battesimo.
Sa meglio di me la S. V. üi ma, quale marchio obbobrioso infligga nell’opinione delle popolazioni cattoliche (opinione che io mi limito a constatare,
non avendo missione per discuterla) la sepoltura di un cristiano adulto in
luogo consimile. Il sig. Curie nè poteva, nè dovea ammettere che il professare a fede evangelica, in Piemonte, abbia da tornare, nè in vita, nè in
morte, ad abbrobrio a chicchessia, quando d’altronde egli renda onorevole
colla sua condotta una tal professione; quindi rifiutossi nel modo più assoluto
a celebrare qualunque funzione nel luogo stato alla tumulazione del suo
correligionario assegnato; cosicché fu ridotto il signor intendente a fare, di
notte tempo, e con grave scandalo e sdegno degli onesti, trasportare dalla
polizia e seppellire in quel luogo da lui prescelto, il cadavere del defunto.
Tale è il fatto che mi parve di dover portare a cognizione del pubblico.
Io so che si stanno facendo presso il ministero i passi voluti perchè da
questo venga data ai Cristiani evangelici dello Stato e dell’estero, la dovuta
riparazione al grave sfregio fatto loro gratuitamente neUa persona di un loro
correligionario, ordinando che sia tolta la salma dal luogo ove trovasi presentemente, e posta in quel luogo onorevole cui ha diritto; e troppo conosco
il sincero ed illuminato liberalismo di chi oi regge, perchè io dubiti nemmeno
un istante dell’esito felice di siffatte trattative. Ma basterà questo ? E la
semplice possibilità che venga a ripetersi un tale sconcio, non farà sentire
al governo la necessità che per parte sua sia diramata a tutti i governatori
e per essi agl'intendenti, e pubblicata nel giornale ufficiale, una circolare
che fissi le norme da seguirsi in casi consimili, e da cui non venga a nessuno
c sotto nessun pretesto, la tentazione di rimuoversi mai ? Io voglio sperare
di sì, cd anzi ardisco di pregare la S. V. Ill.ma a fai’si, col suo reputato
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foglio, il patrocinatorc di questa savia quanto urgente provvidenza. Che se
un tale effetto dovesse sortire il rincrescevole operato del signor intendente
del circondario di Aosta, io quasi mi consolerei che siasi verificato, e con
me se ne rallegrerebbero tutti coloro cui sta altamente a cuore per il loro
paese il vanto di potersi dire con ragione fra i primi in fatto di libertà e di
civiltà.
Gradisca, sig. Direttore, unitamente all’espressione della mia gratitudine,
quella dell’alta stima con cui ho l’onore di dichiararmi della S. V. Ill.ma
Dei'.mo ed umiì.mo servitore
G. P. Meille, pastore valdese.
CORRISPONDENZA FIORENTINA
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Firenze, Dicembre 18G0.
Caro fratello.
Due fatti; uno dolorosissimo, l’altro lieto sono accaduti a questi giorui
qaì in Firenze, e mi hanno troppo occupato perchè potessi pensare per
qualche tempo a scrivervi. Comincierò dal primo sul quale dovrò tornare
di proposito più tardi; e passerò quindi a dir due parole dell’altro.
n 17 del mese scorso, morì in una sua villetta iu questi contorni, ov’era
andato colla famiglia a passare qualche giorno, l’avvocato Giuseppe Orselli
fiorentino. Giovine ancora di età, piacevole di aspetto, grazioso favellatore,
avvocato de’ migliori, operosissimo per la patria che ne aveva riconosciuto
il merito e lo zelo, facendolo deputato al Parlamento toscano, e capitano
della Guardia Nazionale, marito e padi'e felice, univa a queste doti non
comuni una rarissima qui nei suoi pari; egli era cristiano. E la fede nuova
in lui non era nè velleità, ni spirito d’opposiiione, nè speculazione politica,
nè, quel che sarebbe peggio, quel che non dovrebbe accadere mai e poi mai,
una speculazione di danaro. Indipendente, facoltoso, cultissimo, egli avea
viaggiato l’Europa con intendimenti religiosi e morali, e dopo avere bene
osservato, pensato, studiato profondamente la Bibbia ch’ei conosceva a mena
dito, aveva risolutamente abiurato il cattolicismo romano per entrare nella
religione evangelica.
Fu amico o collaboratore dui conte Guicciardini; e se non divise con lui
gli onori deU’esilio, non fu certo un effetto di quella soverchia prudenza che
si disdice ai figli della luce; fu un semplice caso. Nè quando più inferociva
la reazione pretesco-dispotica del cieco Leopoldo di Lorena, l’Orselli si
nascose, nè ricusò mai il ministero della sua parola c dcU’opora a coloro
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che, per causa di religione, venivano dal Governo perseguitati; fu il rifugio,
e l’avvocato degli evangelici.
Havvi, per quel che sento dire, chi si occupa di mettere nella debita
luce la vita di quest'egregio uomo; e ne godo, e ne auguro non lieve
awantaggiamcnto alla causa del Signore, Giovi intanto avere annunziato la
dolorosa notizia, e dette queste poche parole ad edificazione e norma dei
lettori della B. Novella.
Eccomi all’altro fatto. Voi sapete, caro fratello, quanto spesso io ho
deplorato il silenzio, almeno nella stampa, dei preti di qua sui progressi che
il cristianesimo andava facendo in Toscana; sapete chc ne argomentavo la
pochezza del progresso medesimo : or bene, eccoti che in questi giorni, un
prete fiorentino (non so se di Firenze nativo, ma abitante in questa città, o
poco lontano) vien fuori con uu libro ch’egli intitola, con (juel linguaggio
proprio della sua casta; ekroki ed imposture del libeo moderno che ha
PER TITOLO Lucilla, stampato ter la seconda volta in italia dalle missioni PROTESTANTI, Peu Giovanni Piertni, Firenze, Tipogkat'ia di Federico Remini, all’insegna di Dante, 1860.
L’epigrafe è bella; e certo fra tutti i cristiani doU’univcrso, sien cattolici
o no, niuno potrà farci opposizione: Nessuna cosa deve taiüo paveniarc il
cristiano, quanto Tesser separato dal corpo di Cristo.
10 accolsi il volume del Pierini con molta ansietà e con aspettativa
grande, perchè ho creduto sempre chc lo stupendo opuscolo del Monod,
tradotto in lingua toscana o stampato qua nel 49 e ristampato ora con
aggiunte, chè da molto tempo la prima edizione era esaurita, fosse afiatto
inconfutabile ; tal’è la dottrina, la logica, la verità che lo domina e lo
comprende di se, dalla prima all’ultima pagina; ora, vedendo un prete chc
si arrischiava a lottare con un tale atleto dissi fra me : Bene, dall’urto viene
la scintilla, chi resiste sostiene. Vediamo.
E vediamo, ripeto ora pm'c con voi, caro fratello, riandando in compagnia
vostra e dei lettori quell’esame che feci da solo; cioè da solo a solo col mio
maestro-amico.
11 quale mi presentò per il primo il nuovo libro; e come io lo presi ansiosamente in mano, e letto il titolo, e cresciuta l’ansietà, andavo per aprirlo
addirittul-a, me lo riprese ad un tratto di mano dicendo : « Fermo là! Questo
è un libro che al pari di moltissimi de’ suoi confratelli va letto a finestra
chiusa ».
« Come !
« Ed a lume spento.
« Eccone una dello sue solite. Io non c’intendo nulla.
« Ora m'intenderà.
« Dica. Ha ella piacere, sì o no, di esaminare pacatamente, c seriamente
come l'argomento richiede, il libro del sacerdote Pierini ?
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4 Vorrei e.Siuniiiarlo jiacatameute.
« Ebbene, l’renda nn foglio, c scriva quel che le detterò. E necessario,
innanzi di aprire il libro, fissare ccrti punti fondamentali; tanto per intendersi c non doversi poi interrompere ogni momento.
« Eccomi pronto. » —
Il maestro detta ; io scrivo :
1° « TI testo della Bibbia, sul quale ognuno dee fondarsi per discutere
e disputare, non è già l’cbraico od il greco, come erroneamente si crede, ma
bensì la Volgata.
2° « La Chiesa cattolica, apostolica romana inculca, raccomanda,
richiede, vuole la lettura della Bibbia. Non v’ò famiglia, anche qui in
Toscana, nel llomano, e nel Napoletano nella quale, per consiglio del
curato, o d'altro prete non si tenga, e non si legga assiduamente la Parola
di Dio. » —
(( 3Ia signor Maestro, scusi, per chi m'ha preso? A chi vuol ella dai'e ad
intendere queste fandonie ?
«. Scriva, e non si occupi d'altro.
3° « I preti cattolici, apostolici romani, conoscono c studiano la Bibbia
molto più e meglio dei ministri protestanti; e per convincersi di ciò, basta
discorrere un momento con qualcuno di loro. Ei l'hanno tutta da cima a
fondo sulla punta delle dita, se no fanno pascolo quotidiano; le loro librerie
son piene di Bibbie in diverse edizioni, ed in diverse lingue per farvi degli
studi comparativi; conoscono por la minuta tutti i migliori commentatori
cattolici, ed eretici, e son ferrati a ghiaccio sulla controversia (1). Thi proto
ignorante, è uua eccezione rarissima.
l'’ « I preti cattolici apostolici romani sono i migliori, e più caldi prò
motori d'ogni progre.sso morale, intellettuale, industriale : Koma poi, e tutte
le popolazioni sottoposte a llouia sono il modello di ogni bene, d’ogni virti'i.
Il governo del papa è il governo tipo ("2).
6° « I protestanti oltre all’essere asini od illusi, od impostori, son tutti
birbanti ed egoisti. In Inghilterra ed in tutta la Germania dove son prote
(1) Poco tempo fa il preposto d’un in.Kigne collegiata complimentava una persona
dabbene cbe aveva scritto una storia sacra ad uso dei fanciulli. Costei umilmente
risix)sc; Sou cose di poco valore; cose da ragazzi — Si, riprese l’ufficioso e sincero
preposto, cose da ragazzi fatte anche per gli uomini. Io le confesso che l’ho letta con
piacere, e ci ho imparato. Tanti o tanti fatti bisognerebbe andarli a trovare proprio
nella Bibbia, o quella, chi la legge ?
(2) In un opuscoletto popolare pubblicato mesi sono si leggono, su tal proposito,
queste parole ; ci Un prete fu quello che inventò la vaccinazione del vajolo,'e i secolari
gli volevano dare addosso dicendo che era contro la volontà di Dio: un prete ha inventato il vapore, un^prete il gaz, un prete i fiammiferi, un prete il telegrafo elettrico;
ed il papa ha introdotto per il primo ne’ suoi Stati le strado ferrate, e profittato di
tutte lo scoperte de’ filosofi, de’ dottori e di tutta la gente che sa; un papa, e non
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stanti, i ricchi non hanno vena di carità, i poveri non hanno dignità, nè
riconoseenga. L’Inghilterra è il paese delle sventure, e tutte nascono dalla
Riforma. A provare che gl’inglesi sono egoisti, basti citare il fatto che in
opere di carità spendono solamente la piccola somma di trecento trenta
milioni di franchi all’anno (3). — Le famiglie protestanti poi sono lo scandalo permanente delle città nelle quali si fissano :
6° « La Chiesa cattolica romana ama la libertà, permette l’esame dei
libri sacri, purché però sia fatto come piace al papa, ed inteso unicamente
a confermare quello che la Chiesa erode ed ammette. — Punto, e basta.
« Ora (è sempre il maestro che parla) ella, caro signore, prenda di nuovo
il libro del Pierini, e lo legga, e se lo goda, chò non troverà intoppi di specie
nessuna. Quanto a mo n'ho scorso le prime cento pagine, ed in due soli
punti ho trovato che il bravo Pierini ha perfetta ragione; quando critica la
parola coljwrtori come non italiana, e quando asserisce eheil verbori^iitare
non si usa italianamente per confutare.
« Sebbene però nulla ci sia di nuovo, nè il Pierini, mostri ingegno o
dottrina nè, quel che è peggio, senno o criterio, pure ella, caro scolaretto
mio, può leggere il libro con certo diletto, e glielo consiglio. Troverà dei
passi curiosi, e si divertirà. — Quanto a me, se debbo pronunziare una
parola seria, chè l’argomento pur troppo la richiede, dirò che mi rincresce
amaramente di vedere tanta ciucaggine fra i preti nostri. Certo : ai preti in
genere io non voglio un gran bene, ma pure sono italiani anch’essi, e ne
conosco alcuno onesto ed amatore della patria; non vorrei dunque che si
facessero scorgere in questo modo, vorrei che il clero fiorentino desse
qualche buon saggio di se ; ma per ora non ci veggo speranza. »
Partito il maestro io mi diedi alla lettura, e trovai proprio quello ch’egli
mi avea fatto presentire. Un cumulo di sciocchezze, d’incoerenze, di esclamazioni, d’impertinenze, d'ingiurie senza logica nè dignità. Vorrei che lo
leggeste, e lo faceste leggere a qualche fratello dei più abili, ed imparziali;
vorrei che tutti i cattolici leggessero questo libro, ed avanti e dopo di questo
la Lucilla: così potrebbero giudicare. — So, intanto che della Lucilla la
un Grovemo protestante, è stato quello che fin da 50 anni indietro, tanto ha fatto,
tanto si è adoperato presso tutti i Grovemi che i poveri negri non son più trattati
come le bestie: ed ogni schiavo che mette i piedi in Europa, dove regna il papa, è
.subito libero ; e l’uso di sciupare gli uomini per farli cantare in un certo modo, è
cessato, prima dì tutto in Roma; un papa e non Leopoldo 1, abolì in Toscana la
tortura, i processi ingiusti, e tante altre birbonate : un papa ha proclamato il primo
l’eguaglianza degli uomini dinanzi alla legge, la libertà intera di coscienza e di
culto ; un papa ha disfatto l’eredità dei secoli di ferro. Da qualunque parte io mi volto
per trovar cose buone, cose veramente utili al bene materiale, morale e religioso
dell’umanità io vedo sempre od inventori, o primi esecutori, o propagatori i preti n.
(8) Leggi il Pierini pag. 70, 71 e vedrai se non ragiona egli sul serio, come ironicamente qui l'amico-mapstro.
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seconda abbondantissima edizione è esaurita, e si metterà mano quanto
prima, forse nel mese, alla terza (*). Il libro del Pierini, in questo, può
molto giovare.
Del resto, siccome non tutti i lettori deUa Buona Novella, potranno
procurarsi il lepiduni novum Uhellum dell’abbate toscano, affinchè non
comprino del tutto la gatta nel sacco, riporto qui uno squarcio, nel quale
l'autore ribatte l'accusa fatta ai cattolici di non legger la Bibbia.
“ Non vi hanno popoli più morali (dice il srg. Monod a pag. 307), di
“ quelli pres.so i quali ognuno legge fin dall’ infanzia la Bibbia ; si potrebbe
“ egli dire altrettanto di quei paesi da’ quali la Bibbia è sbandita, e vi re“ gna, senza competitori, la confessione? ’’
“ Impostura esecranda ! Chi v’ha detto, o sigg. riformati, esclama il Pierini,
che fra’ cattolici la Bibbia è sbandita? Voi calunniate milioni e milioni di creature umane, che professano sinceramente il cattolicismo. Voi asserite un fatto
che non esiste, quando ci dite che i cattolici sostituiscono il confessionale
alla Bibbia. Nè, paghi di attribuirci una pratica assurda, anticristiana e
contraria a’ nostri istituti, ci accusate al tribunale del mondo, come rei del
gravissimo delitto d’aver sbandito la Bibbia ! Noi studiamo la Bibbia con
più impegno, assiduità ed ordine, di coloro che ei accusano falsamente d’averla sbandita. Noi studiamo la Bibbia, per precetto della Chiesa, la quale
impone a tutti i beneficiati, a tutti gli insigniti degli ordini sacri, lettm-e
bibliche, determinate e giornaliero. Il sacerdote cattolico è tenuto, per precetto rigoroso, a prendere ogni giorno il suo Breviario, che contiene il testo
genuino delle Scritture sante, ed a leggerlo, a studiarlo, con riverenza e
compo-stezza. Chiunque trascuri questo sacro dovere, è sottoposto, dalla nostra s. Chiesa, a pene canoniche. Tutti i giorni, nel sacrificio incruento
della s. Messa, che voi, o sigg. Riformati, chiamate falsamente cruento,
dobbiamo legger per dovere di ministero e secondo il rito, passi del Vecchio e Nuovo Testamento. Tutti i fedeli, debbono, per precetto della
Chiesa, partecipare in ciascuna domenica e festa, a cotal sacrifizio. E ci si
fa accusa che la Bibbia, fra noi, è sbandita? In tutte le parrocchie nostre,
si spiegano, per legge, nelle domeniche, i sacrosanti Evangeli; e ci accusate
come uomini fra’quali la Bibbia 6 sbandita? Non contenti del ministero
parrocchiale, vogliamo, e laici e oberici, di comune accordo, che la parola
di Dio sia predicata e spiegata anco da altri sacerdoti più abili, in tutte le
feste straordinarie e nell’ Avvento e Quaresima specialmente, a spese degli
stessi Municipi. In quasi tutte le nostre parrocchie, esistono pie confraternite religiose, composte, per lo più, di laici, i quali sono caldissimi nel
favorire, e col danaro e colla persona, tutte quelle opere che al pio intento
(*) Lo scrittore ignora forse, che oltre aU’edizioni fatte a Firenze di quell’aureo
libro, un’ edizione di 3,000 copie, esaurita anche questa, ne fu fatta, anni sono, in
Torino. Eek.
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dell’ aggregazione corrispondono. A questo cofraternite, intitolate, ordinariamente, del Sacramento, o della Misericordia, o con altri nomi die
lungo sarebbe annoverare, appartengono Indistintamente e uomini e donne;
le persone insomma le più stimate fra le nostre popolazioni. Il governo e la
direzione di tali pio confraternite sono affidati a persone, per lo più, laiche.
Ebbene : oltre molte opere pie, lo sapete qual’è il più caro ufficio, disimpegnato da loro ? Dovreste saperlo. Noi tutti lo conosciamo. È la lettura della
Bibbia. Sì, signori. Si maneggia continuamente il Salterio, si leggono
squarci, intitolati lezioni, e si leggono continuamente, in modo speciale le
domeniche, ed in altre ricorrenze fra l’anno. Muore un fratello ? Lo si
riceve alla ca.aa, e si accompagna alla Chiesa, ordinariamente, con preci e
salmi della s. Bibbia. Si fa commemorazione di qualche defunto? I confratelli, laici per lo più, ne onorano la memoria leggendo i salmi di David,
ed altre lezioni divote, ricavate dalla s. Scrittura ».
Ora io sono certissimo che un prete cattolico stesso, purché di buona
fede, leggendo questo squarcio non potrà a meno di ridere, o fremere,
disapprovando altamente questa maniera stolida di oppugnare la verità di
fatto. Aveva pur ragione il maestro di asseverare che questo libro dovrebbe
leggersi a finestra chiusa, e lume spento. Addio.
Domenico Grosso gerente.
SOTTO I TORCHI
SI PUÒ LEGGERE LA BIBBIA?
QUESTIONE
INDIRIZZATA AL BUON SENSO DI TUTTI I CATTOLICI
DA
L. DESANCTIS
SECONDA EDIZIONE
RIVEDUTA, COREETTA ED AUMENTATA
DALL’ AUTORE.
TORINO — Tii>ogrn.fÌ!i CLAUDIAN.\, (Urelta ila E. Trombiitta