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Q u r n d i c i n a 1 e
della. Chiesa Valdese
" Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXI — Num. 10
Una copia ft,, 20
ABBONAMENTI
{Eco; L. 600 per rinterno Èco e La Luce; L. 1000 per rinterno
L. 1000 per l’estero | L. 1600 per l’estero
Spediz. abb. postale II Grappo
Cambio d’indirizzo Lire 30,—
TORRE PELLICE — 11 Maggio 1951
Ammin. Clandiana Torre Pellice -C.C.P, 2-17537
COMUNICATO
Mentre celebrava la S. Cena al Culto di chiusura del Congresso giovanile di Milano, il Moderatore Guglielmo del Pesco
veniva colto da improvviso malore, e la sera dell’Ascensione
rispondeva alla chiamata del Signore.
La Tavola comunica la dolorosa notizia a lutti i Membri ed
Amici della Chiesa Valdese, ricordando la nobile ed eletta figura del suo Moderatore e riaffermando la sua fede nel Vivente
Signore che lo ha chiamato a più alto servizio.
In questo grave frangente, il nostro sguardo di speranza e
di fiducia si volge verso il Signore della Chiesa nella invocazione del Suo Spirito di consolazione, di luce e di guida sicura.
La Tavola, dopo aver reso omaggio alla salma del Moderatore, si è riunita a Milano in seduta straordinaria ed ha deliberato che il Vice Moderatore Achille Deodato assuma, fino al
prossimo Sinodo, la piena responsabilità dei compiti e delle
funzioni di spettanza del Moderatore. Il Vice Moderatore si stabilirà pertanto a.Roma, nell’ufficio di Via Quattro Novembre
107, a partire dal giorno 8 maggio, fino al momento in cui l’ufficio della Tavola sarà trasferito a Torre Pellice.
La Tavola confida che tutti i Pastori Valdesi e tutti i Membri della Chiesa Valdese, consapevoli della gravità dell’ora che
volge e della preoccupante difficoltà dei problemi che sono davanti a noi, sapranno stringersi in un cuore solo e in un’anima
sola, onde la Chiesa Valdese possa proseguire il suo cammino
senza sgomentarsi e senza perdersi d’animo, guidata dallo Spirito di Colui che ne è il solo e vero Capo ; Gesù Cristo, il Signore, il quale ha promesso di essere con noi tutti i giorni, fino
alla fine. I_a Tavola Valdese
1851 - Le Valli Valdesi
Abbiamo visto in precedenti articoli cosa succedesse cento anni fa
in Italia nei primordi della nostra
evangelizzazione: volgiamo ora. lo
sguardo alle Valli e vediamo di centrare gli avvenimenti M principali di
quell’anno. La documentazione non
è molto facile, in quanto le Valli
erano allora prive di qualsiasi giornale, italiano o francese, religioso
0 politico: Tunicai^letteuatura periodica era rappresentata due
settimanali pubblicati a Pinerolo,
dei quali l’uno destinato agli agricoltori, l’altro alle persone colte.
I Mormoni
Un avvenimento 'phe destò grandi commenti ed una intensa agitazione, specialmente nfUa Val Pellice,
fu l’apparizione e là susseguente opera dei Mormoni^.. Come è' noto,
questo gruppo settaàfio, detto anche dei Santi dell^Ditimo Giorno,
era nato in America, nei dintorni
del Gran Lago Sal^o, e dimostrando gran zelo missicmario, aveva inviato degli agenti e dei predicatori
in ogni parte del mondo. Anche l’Italia fu visitata dii 'questi apostoli
di un nuovo credo, ed in modo particolare le Valli offrirono un fertile
terreno allo spargimento di nuove
dottrine.
Arrivati nel settembre del 1850,
1 Mormoni cominciarono a Torre
Pellice la loro opera di proselitismo,
e in attesa di battezzare i neofiti,
Babele e Pentecoste : dug nomi ben
significativi nelle pagine della
Storia Sacra, due segni dell’intervento di Dio nella storia dell’umanità, due poli attorno ai quali gravita la vita degli uomini di generazione in generazione.
Babele è il mondo dell’orgoglio^
del disordine, della confusione degli uomini i quali, volendosi separare da Dio, non riescono neppure
più ad incontrarsi e a comprendersi
fra di loro. Quando Dio non è più
il Signore, TEterno, perchè gli uomini lo negano nella loro stoltezza
e lo fuggono nella loro colpevole
paura, essi cercano la loro gloria sia
con una torre la cui cima giunga fino al cielo, sia con le opere delle loro mani, con la loro sapienza o con
la loro follia. Si agitano, si esaltano, si illudono di risolvere da soli
tutti i problemi della vita; in realtà essi rimangono vittime della loro
superbia, non riescono a risolvere
neppure il problema del pane quO'
tidiano, oltre ai gravi problemi del
la guerra e della pace, sono incapa
ci di vivere come fratelli nella fami
glia umana, soffrono a causa delle
loro discordie, dei loro peccati, del
la loro increduliùi, del loro orgo
gbo.
Si può sorridere, se si vuole, pensando all’antico racconto della torre
di Babele. Ma c’è poco da sorridere
quando si contempla la confusione
del mondo attuale in cui, come e
più ancora che a Babele, gli uomini
sono estranei gli uni agli altri, incapaci di avere comunione gli uni
con gli altri, pronti a scatenarsi gli
uni contro gli altri al momento opportuno.
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Ma se Babele è il segno dell’orgoglio e della confusione, Pentecoste è qualcosa di essenzialmente diverso. Non si fa nulla di veramente
Babele e Pentecoste
nuovo nel mondo fino a che predomina lo spirito dell’uomo inconvertito; qualcosa di nuovo accade invece sulla terra e nel cuore umano
quando scende lo Spirito di Dio.
Molti oggi non credono più nè a
Babele nè a Pentecoste; ma coloro
i quali sanno ancora inginocchiarsi
e domandare a Dio il dono dello
Spirito Santo sperimentano anche
che i frutti dello Spirito di Dio sono
a amore, allegrezza, pace, longanimità, bontà, fedeltà, dolcezza, temperanza ». Essi sanno che la loro vita non può essere cristiana senza
l’aiuto quotidiano dello Spirito Santo.
Pentecoste è il segno vero, indubbio, che la comunione fraterna è
possibile per opera dello Spirito di
Cristo. Non c’è vera Chiesa là dove
manca la comunione fraterna, perchè manca pure la « potenza » dello Spirito Santo. Ci sarà un’organizzazione cosidetta « cristiana », non
la Chiesa di Gesù Cristo.
Pentecoste è anche il segno sicuro
che Dio, mediante il suo Spirito,
trasforma gli uomini che si sottomettono a Lui. Quella trasformazione è necessaria, nessuno s’illuda:
« Bisogna che nasciate di nuovo; se
uno è in Cristo, egli è una nuova
creatura; avete imparato a spogliarvi del vecchio uomo che si corrompe seguendo le passioni ingannatrici e ad essere rinnovati nello spirito
della vostra mente, a rivestire l’uomo nuovo che è creato all’immagine di Dio nella giustizia e nella santità che procedono dalla verità; voi
riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su voi e mi sarete testimoni! ».
11 problema per ciascuno di noi
non è tanto di discutere sullo Spirito Santo, quanto di domandarlo con
perseveranza e con umiltà; non tanto di dubitare - della sua efficacia,
quanto di prendere sul serio la divina promessa e di sperimentare la
« potenza » dello Spirito, il Consolatore :
« Io spanderò il mio Spirito sopra ogni carne; e i vostri figliuoli e
le vostre figliuole profeteranno e i
vostri giovani vedranno delle visioni. Ed avverrà che chiunque avrà
invocato il nome del Signore sarà
salvato ». Ermanno Rosfan.
chiamano il Vandalino « Mount Brigham » dal nome di uno di loro. Il
lofò primo convertito, Giovanni Antonio Bosc, di Torre Pellice, fu battezzato nell’ottobre del 1850 nell’Angrogna per immersione. Egli fu
più tardi solennemente scomunicato
per negligenza, ma intanto, nel gennaio' 1851; veniva nominato anziano, cioè responsabile dell’opera in
Angrogna. Nel febbraio venivano
battezzati due giovani, dei quali uno si chiamava Giov. Daniele ! Malan, e poi dieci altri, tutti membri
della medesima famiglia Malan; anche G. D. Malan fu ordinato anziano.
L’opera di proselitismqi proseguì
quindi attivamente, con pìridicazioni e pubblicazioni, tra le quali pare avesse molta importanza « La voce di Giacobbe », Numerosi proseliti furono arruolati nella Val Pellice, a Prarostino, S. Germano e Pinasca, e l’opera si estese anche nelle Zone di pianura.
Non è nostro compito di seguire
in questo luogo i successivi sviluppi
della jpcopaganda mormonica, ma
ci basterà dire che qualche anno dopo essa svanì, sopraiutto perchè quasi tutti i convertiti erano partiti dalle valli verso l’Utah, nel Nord America, in numerose comitive, plaudendo all’inìzio della colonizzazione Valdese nell’Uruguay. I discendenti di quelle famiglie (Malan,
Gardiol, Godin, Beux, Rochon, Rivoir, ecc.) sono tuttora viventi nel
Nord America ed hanno dimenticato la loro origine valdese.
Il Sinodo
Quello del 1851 fu il primo sinodo avvenuto dopo l’Emancipazione,
e quindi il primo a cui non assistesse d’ufficio il Commissario Reale.
Esso ebbe luogo a Pomaretto dal
26 al 28 di maggio e vi parteciparono, tra laici e pastori, 60 membri.
Nel leggerne gli atti, riviviamo il
picelo mondo valdese di un secolo
fa in lutti i suoi aspetti: i delegati
laici scelti tra i sindaci e consiglieri
o gli ufficiali della Guardia Nazionale; le chiese di Torre e di Angrogna che si rifiutano di pagare la loro quota parte per il deficit delle
spese di Moderatura; i Comuni che
elargiscono sussidi per gli Emeriti;
gli studenti del Collegio che chiedono l’assegnazione di 40 fucili per
le -esérèitazioni militari; l’elogio, in
mancanza di telegrammi, a Vittorio Emanuele II; gli onori della
Guardia Nazionale di Pomaretto all’assemblea sinodale; ed altre cose
ancora.
O tempora, o mores! Son cose di
appena un secolo fa, ma paiono ormai molto più lontane nel tempo.
Fu veramente l’ultimo sinodo tipicamente delle valli, e schiettamente
valligiano: infatti, quello seguente,
del 1854, vide tra i suoi membri i
primi evangelisti all’opera fuori delle valli e denominati con tale preciso incarico, fu aperto da una predicazione in italiano di Luigi De
Sanctis, stabilì la creazione della
Facoltà di Teologia e il ripetersi del
Sinodo ogni anno: la rivoluzione
che non si avvertiva negli atti sinodali del ’51, era già avvenuta nel
’54, e la piccola chiesa valdese si
slava; trasformando in Chiesa missionìiria italiana.
Altri fatti
La consacrazione dei nuovi pastori non aveva preceduto il sinodo,
ma avvenne solo il 25 novembre,
nel tempio dei Coppieri; furono accolti pastori Prospero Parise e Pietro Monastier, che avevano ancora
compiuto i loro studi in Svizzera.
A S. Giovanni, nel 1851, avvenne
ancora un fatto importante: la fondazione dell’A .C. D. G., seguita
Tanno dopo da quella di Torre; la
gioventù della Chiesa di allora non
era organizzata, e la nuova attività
trovò vm campo fertilissimo alle
valli, volgendo da allora in poi per
decine di anni le migliori energie
dei giovani alla vita della Chiesa ed
alla testimonianza cristiana.
Il sorgere delle Unioni Cristiane
fu nelle VaUi imo dei frutti più fecondi della emancipazione religiosa,
mentre Beckwith, ormai coperto il
tempio di Torre (il primo costruito
dopo il ’48), lasciava le valli e trasportava il suo iquartier generale a
Torino, su cui era concentrata in
quegli anni Tattenzione della sorgente opera di evangelizzazione della nostra chiesa.
Domandandoci se oggi, 1951, le
prospettive siano altrettanto buone, c’è forse da rimanere perplessi
nel formulare una risposta...
Auguslo-Armand Hugon
Je VOUS donne ma paix
La paix sera-t-elle donnée à ce
monde malheureux? Les hommes seront-ils capables de nous donner la
paix? Se mettront-ils d’accord? Feront-ils autre chose qu’une trêve, un
compromis, un équilibre instable entre des intérêts qui s’opposent, une
paix bardée de fer, protégée par les
canons, le paix qui règne dans un
camp de prisonniers où la vue du
geôlier armé et des barbelés tient en
respect ceux dont le coeur est plein
de rêves d’évasion et de vengeance?
Ne demandons pas à des hommes
de nous donner, plus qu’ils ne peuvent, à la politique de faire l’impossible. « On ne peut pas faire un peuple libre avec des hommes qui moralement sont esclaves », disait un
grand politicien, Emile Vandervelde.
On ne peut pas pas faire une paix
véritable avec des hommes qui ont
encore la guerre au coeur, le désir de
revanche, ou tout simplement le désir de joiur le plus possible. N’attendons pas des hommes réunis on conférences qu’ils nous donnant autre
chose qu’une trêve, un accord précaire. Ceuîc que Ton iion-me je,s
« grands », ne sont que des bomnies
emportés par leurs passions politiques,
jaloux de leurs intérêts. Ceux que
Ton nomme les « grands », s’ils sont
chrétiens, doivent avoir conscience de
leur faiblesse et ne prononcer qu’en
tremblant le mot de paix.
Ne refusons pas notre admiration
à ceux qui s'efforcent de rétablir Tordre dans le monde, à ceux qui veulent
reconstruire sur des bases nouvelles.
Entourons-les de nos prières. Mais
ne demandons pas à des hommes de
accomplir Toeuvre du Christ.
Car le Christ seul peut désarmer
les coeurs, les rendre capables du véritable amour.
Seigneur, à qui irions-nous qu'à toi?
Puisque toi seul tu possèdes en toi la
paix, toi seul aussi, tu peux la donner.
Est-ce à dire que nous allons attendre les bras croisés que le Christ
accomplisse son oeuvre parmi nous?
Ne savons-nous pas que le Christ a
besoin de nous? Il agit en ce monde
par le moyen des hommes qu’il a pacifiés, dont il a fait des artisans de
paix.
Daniel Buscarlel.
Extrait de l’ouvrage le Pain vif, recueil
de 14 prédications du Past. D. Buscarlet
de Genève. Delachaux et Niestlé, Editeurs.
Je vous laisse ma paix, je vous donne ma
paix. Que votre cœur ne se trouble point
et ne craignez point. Heureux ceux qui
procurent la paix ; car ils seront appelés
enfants de Dieu. (Jésus).
2
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L'ECO DELLE TALLI VALDESI
La mattina del primo Maggio, mentre a Milano presiedeva il Culto di
chiusura del Congresso della Gioventù Evangelica ed amministrava
la Comunione ai numerosi convenuti, il Pastore Guglielmo del Pesco
veniva colto da improvviso malore,
e sul far della sera della Ascensione,
rispondeva alla divina chiamata, per
entrare nella pace e nel riposo del
suo Signore e Salvatore.
Avremmo potuto augurargli, ed
egli stesso forse avrebbe potuto desiderare per sè, una esistenza terrena più lunga, ma nessuno, nè noi
nè Lui, avrebbe potuto bramare una
morte più bella. Ministro dell’Evangelo, gli è stato riserbato il privilegio di rispondere alla chiamata
del suo Dio nell’atto stesso più sublime del ministerio: la celebrazione della Comunione, Discepolo di
(resù Cristo, è stato chiamato al
grande incontro cop il suo Signore
proprio nel giorno della Ascensione, il giorno della glorificazione di
Colui che « sali alla destra di Dio »
onde « prepararci un luogo » nelle
« molte dimore » della Casa Pater
na.
Conversione precoce
Il suo servizio terreno risaliva ad origini che il biografo scopre non senza
una certa maraviglia. Egli nacque
infatti a Borrello (nella provincia
di Chieti, Abruzzo) da una modesta famiglia di artigiani di religione
cattolica. La sua serietà precoce e
lo spirito religioso che fin da fanciullo manifestò, lo facevano, nella
mente dei suoi genitori, un candidato alla vita monacale in vista della quale infatti si facevano progetti
e gli si fecero iniziare gli studi. Ma,
come nella vita di molti altri uomini di Dio, un fatto doveva accadere
a mutare radicalmente i disegni umani. Il ragazzo Guglielmo aveva
13 anni appena quando un giorno,
o meglio una sera, venne inviato
dai suoi stessi maestri ad ascoltare,
per poi riferirne, la predicazione di
un evangelista valdese giunto nella
zona. 11 ragazzo andò, ma dimentico degli intenti per cui era stato inviato, si sentì preso da un interesse
vivissimo che lo spinse a tornare più
volte per ascoltare, con ben diverso
orecchio, la predicazione del Vangelo.
In breve, rimase convinto e decise di abbracciare la fede evangelica. La cosa non poteva accadere
senza molti ostacoli. Nella sua stessa casa si cercò di dissuaderlo prima con le buone e poi... con una
vera e propria persecuzione che finì per metterlo al bando dalla cerchia familiare. Fu addirittura tolto
dagli studi, privato spesso del necessario sostentamento, maltrattato
in modo tale da suscitare la compassione dei vicini sinché non intervennero in suo favore gli evangelici. La Direzione della Chiesa
Valdese si interessò al suo caso e gli
concesse una borsa di studio al Collegio di Torre Pellice ove, in ambiente piò consono alla sua fede,
egli potesse proseguire il corso della iniziata istruzione media e superiore.
figlia del Preside del Collegio stesso: Jeanne Maggiore, colei che doveva diventare, qualche anno più tardi, non solo la compagna fedele della sua vita, ma la collaboratrice intelligente di ogni sua opera.
Al termine dei suoi studi fiorentini, il Candidato del Pesco partì alla volta di Berlino, ove trascorse
due anni di perfezionamento. La
Facoltà teologica di Berlino era in
quei tempi all’apice della sua fama
e lo studente valdese seppe approfittare del suo soggiorno all’estero
non solo per impadronirsi di una
lingua preziosa per ogni studio teologico, ma anche per stabilire contatti preziosi con eminenti personalità
del mondo protestante. Ricorderemo,
in modo particolare, il suo incontro
con il Soderblom antesignano del movimento ecumenico e con il Prof.
Harnak di cui ebbe il privilegio di
seguire i corsi. Alcuni viaggi completarono, nei due anni, l’opera
della sua formazione; particolarmente una visita in Svezia per maggiori contatti con la grande personalità dell’Arcivescovo Luterano di
Upsala, il già ricordato Soderblom,
che lasciò una traccia indelebile nella sua spiritualità e nei suoi ideali
ecumenici.
A Trieste
Primi anni di Ministerio
Anni di studio
Avrebbe dovuto frequentare il ginnasio e la « Scuola Normale » per
divenire Maestro-Evangelista, ma il
presidente del Comitato, Matteo Prochet, che vedeva in lui la capacità
per un corso di studi più completo,
pensò di farne un Pastore sicché lo
avviò al Liceo ed egli potè nel 1908
partire per Firenze iscritto al primo
anno della Facoltà Valdese di Teolo
gia.
Ma gli anni di studio al Collegio
non gli avevano dato soltanto la possibilità di compiere rapidamente e
bene il corso degli studi classici,
gli avevano offerto due altri vantaggi destinati ad avere grande influenza nella sua vita intera. Innanzi
tutto lo avevano posto in contatto
con le Valli Valdesi, permettendogli di conoscere tutto un aspetto della
vita della Chiesa Evangelica che solo
può comprendersi laddove la Chiesa
ha dietro di sè una lunga tradizione
protestante, e di conoscere sui banchi del Liceo una condiscepola, la
Tornato in patria fece il suo anno
di prova a Torino come coadiutore
di Alberto Prochet, e fu consacrato
al termine di tale periodo, ossia nel
Sinodo del 1914. Tornò nuovamente a Torino come secondo Pastore di
quella Comunità sino verso la fine
del 1915. Nell’ottobre partì per Roma ove Giovanni Rostagno, appena
trasferito alla direzione della Chiesa della Capitale, aveva iniziata una
opera di evangelizzazione di grande
interesse e quanto mai promettente
per la recente apertura del nuovo
Tempio di Piazza Cavour. Il Del
Pesco era stato scelto a coadiutore
dal Rostagno medesimo.
Purtroppo i tempi della pacifica
seminagione del Vangelo dovevano
esser turbati dallo scoppio della prima guerra mondiale. Per la durata
di tre anni il Pastore Del Pesco fu
mobilitato quale Cappellano per la
assistenza religiosa dei prigionieri
austro-ungarici e germanici disseminati un po’ ovunque nella penisola. La conoscenza che aveva acquisita della lìngua e della religiosità germanica lo rendevano particolarmente adatto al compito.
Terminata la guerra, la preparazione e le capacità del Pastore Del
Pesco, nonché il "suo vivo desiderio,
lo suggeriranno quale candidato da
scegliersi per il nuovo e difiicile posto di Trieste. La città, venuta recentemente airitalia, recava con sè
im cospicuo gruppo di evangelici di
origine straniera, particolarmente
Svizzeri, raccolti nella Comunità
Elvetica avente a suo tempio la antichissima e splendida Basilica di
San Silvestro. Del Pesco aveva le
qualità necessarie per compiere,
nelle circostanze suaccennate, la delicatissima missione di offrire alla
Comunità Elvetica un Pastore Italiano, profondamente rispettoso
dei carismi religiosi della Chiesa locale ed al contempo capace di stabilire e rendere sempre più saldi i
vincoli tra quella Comunità e la
Chiesa Valdese. Oltre a ciò il pastore di Trieste aveva il compito di
compiere opera di evangelizzazione
tra gli italiani della città e di formare accanto alla Comunità Elvetica una Comunità Valdese che con
quella intimamente convivesse.
Fu cosi che Egli ebbe il privilegio di rimanere per molti anni successivi nella stessa Chiesa, Pastore
delle due comunità unite, e di spendere in un lavoro continuato e ininterrotto il fiore dei suoi anni e delle
sue energie. Di tale opera nulla possiamo scrivere perchè il lavoro intimo e profondo del pastore di anime è quello che più difficilmente si
presta all’esame del biografo. Esso
non si scrive sulla carta, ma nel ricordo riconoscente delle anime.
Uomo di pace, calmo e riflessivo,
alieno da ogni passione di parte preferiva spesso tacere nei consessi della Chiesa, ma quando parlava era
sempre per pronunciare parole serene e pacate e portare un contributo alla distensione degli animi ed
alla pacificazione.
Due carismi particolari
Due note caratteristiche egli faceva rìsuonare nel concerto delle voci diverse che concorrono a formare
la varietà del mondo spirituale valdese: la nota ecumenica e quel
la del senso liturigico. Dell’eciunenismo egli era sempre stato
acceso fautore ancor prima che, come tale, il movimento sì affermasse.
Aveva condiviso le battaglie dello
Ianni per il « Pancristianesimo » e.
sia pure nella ristrettezza deU’ambiente di Trieste, era stato un precursore delle grandi affermazioni ecuraeniche istituendo, sopratutto in
occasione delle celebrazioni cristiane, funzioni in comune con altre
denominazioni evangeliche, con i
Luterani, gli Anglicani e con la
Chiesa Ortodossa.
Profondo conoscitore ed ammiratore del luteranesimo non poteva
mancargli un acceso e mistico senso
della liturgia e della sacralità del
rito sacramentale. Per le sue idee,
e più spesso per il modo con cui altri mal le comprendeva. Dèi Pesco
fu a volte, se non osteggiato, almeno incompreso nei primi tempi. Poi
man mano (come cambiano i tempi
e come si evolvono gli uomini!) egli
ebbe la soddisfazione di assistere alla rivalutazione di molti pensieri da
lui affermati ed al riconoscimento
di molti valori posti in luce da nuove scuole teologiche le quali, sotto
non pochi aspetti, davano ragione
a posizioni che Del Pesco aveva assunte, sia pure per differenti motivi, svariati anni in precedenza.
Moderatore
Il Sinodo del 1948 lo elesse Moderatore. La elezione giunse per Del
Pesco tanto inattesa quanto (perchè
non dirlo?) poco grata. Egli non si
sentiva portato al lavoro di amministrazione, era molto attaccato alla
sua opera in Trieste e temeva
che le forze fisiche non gli bastassero per resistere ad una fatica che
impone spesso viaggi e periodi di
attività intensa e sfibrante. Ciò non
ostantè Egli accettò ed iniziò il suo
lavoro in tempi estremamente difficili. Dei tre anni della sua moderatura non è il caso di parlare. Sono
troppo recenti perchè se ne possa
valutare l’opera <0 sono d’altronde
neUa mente di tutti. L’ultimo anno
j lo trovò impegnato nella dura battaglia per il risanamento delle finanze della Chiesa, ma gli diede anche di vedere, poco prima di mori-1
re, il risultato eloquente della col- |
letta straordinaria, bella affermazione dì amore per la Chiesa da parte dì un numero grandissimo di vaidesi di ogni luogo e di ogni ceto.
Disse giustamente di Lui ai suoi ^
funerali chi lo qualificò innanzi tutto e sopratutto « uomo di pace
Nel senso completo della jjarola Del
Pesco interpretò la sua missione di
<c moderatore » ; cercò ovunque di -s
portare unàT parola ed uno spirito i
di moderazione, di serenità e di pace.
Una caratteristica del suo ministerio è stata la sua innata incapacità di « sospettare il male », come
avrebbe detto San Paolo per definire quella caritatevole qualità delle
anime semplici che non sanno so- 5
spettare in altrui la malizia. Tale
qualità non era certo fatta per facilitargli il compito di Moderatore sia
nei riguardi della vita interna della
Chiesa, sia, sopratutto, nei confron- “
ti del mondo esterno, era però quel- ,
la dinnanzi alla quale non si poteva^'?fare a meno di inchinarsi come di '
fronte a virtù sempre, ed oggi in~if
mudo i>articolare, rara, sopratutto l
in chi assurga a posti di comando.
I funerali del Moderatore Del Pe- '
SCO sono stati una grandiosa affer- '
mazione di affetto e di rimpianto. "
Molti, anche di lontano, ivevano
desiderato esprimere, almeno con la
presenza, il loro deferente rimpianto per la scomparsa di un uomo che ■
aveva saputo conquistarsi stima ed
affetto, di un Pastore che aveva saputo tener alto in tutta la sua vita
il prestigio del minislerio eh* Di', gli
aveva affidato e di ii'i Moderatore
che aveva consacrato tutte se stesso
alla Chiesa che Egli amava c .-he a
Lui aveva affidato da tre tomi hi direzione della sua opera.
Ernesto Ayassoh
'.V
Verso Fultima dimora terrena
In meno di un anno, quattro Pastori
Valdesi, ciascuno dei quali con i propri
doni e la propria personalità spirituale,
ci hanno lasciato a combattere il buon
combattimento nella Chiesa e nel mondo,
rispondendo alla suprema chiamata di Dio.
L’ultimo dei quattro è stato U Pastore
Guglielmo del Pesco, Moderatore della
Chiesa, la cui dipartenza così improvvisa
ha suscitato in tutte le nostre comunità un
senso di viva e profonda commozione.
Attorno al suo letto di morte, davanti
alla sua salma il cui volto recava non i
segni della sofferenza ma di una interiore
serenità, i familiari ed i membri della Tavola Valdese si sono raccolti in silenziosa
meditazione ed in preghiera, In mattina
del 5 maggio, a Milano, in attesa dei funerali. Molte persone della nostra Chiesa
di Milano, intanto, affluivano in una grande sala dell'Ospedale Evangelico, dove ebbe luogo un breve servizio religioso presieduto dai Pastori A. Ribet e E. Roslan:
e subito dopo il furgone partiva alla volta di Torre Pellice.
I^el tempio locale, che a poco a poco .si
era affollato di persone provenienti da
varie chiese delle Valli e da alcune città
dell’alta Italia, erano presenti molti Pastori e non poche Autorità civili. E alle 15
il servizio funebre ebbe inizio, in un’atmosfera di solenne raccoglimento e di
grande .semplicità, in armonia con il desiderio espresso dal defunto che non si
parlasse di lui. E se pure non fu possibile
esaudire, quel desiderio in modo assoluto,
coloro i quali rivolsero il loro messaggio
lo fecero col proposito di glorificare innanzi tutto Iddio e di consolare i cuori
afflitti, nell’ora in cui il Signore richiama
tutti dal pensiero della fragilità della vita
a quello della realtà della morte, ma di
una morte che è vinta nella fede in Gesù
Cristo e che apre la porta alla gloriosa visione di beni non più fugaci, bensì eterni.
L’annunzio dell’Evangelo della speranza fu fatto dal Pastore di Torre Pellice,
E. Ayassot; poi il Vice Moderatore, Posi.
A. Deodato, recò alla famiglia afflitta la
espressione della simpatia della Tavola
Valdese e della Chiesa tutta; il Prof. V.
Vinay, a nome dei Professori e degli Studenti della Facoltà di Teologia, disse con
quanta tristezza la notizia della morte del
Moderatore fosse stata appresa a Roma e
fece rivivere per alcuni istanti la figura
del Past, Guglielmo del Pesco nella luce
del suo pensiero cristiano ed ecumenico;
infine il Past. Henriod rese alla salma Vo
— iid
maggio del Consiglio Ecumenico delle
Chiese e della Chiesa Nazionale, del Cantone di Vaud. E dopo che TAssemblea ebbe cantato l’inno 169 dell’Innario cristiano, un lungo corteo si formò e si mosse
verso i! cimitero di Torre Pellice. ultima
dimora terrena del defunto.
Fra te molte persone le quali avevano
inviato il loro messaggio di cordoglio in
occasione del lutto che ha colpito, oltre
che una famiglia, la Chiesa tutta, ricoTdiamo :
Il Presidente del Consiglio dei Ministri ìjiAlcide De Gasperi, con il seguente telegromma del suo segretario: a Addolorato
per la scomparsa del Past. Guglielmo del
Pesco, il Presidente del Consiglio desidera 4»
far pervenire le espressioni del .suo vivo
cordoglio »;
il Past. Koechlin, Presidente della Federazione delle Chiese Protestanti della
Svizzera; il profi Farner e il Posi. Fueter
del Kirchenrat di Zurigo; il Past. loiosli
del Cantone di Zurigo; il Past. M. Pradervand, segretario dell’Alleanza Riformata Mondiate; i segretari del Consiglio
Ecumenico delle Chiese; il .sig. Yergin.tjí
degli Stati Uniti;
i rappresentanti delle t.
Chiese Metodista, Battista, dei Fratelli e
'1
della Missione della Spezia; il Presidente
del Comitato dei Valdesi di Ginevra e
molti altri ancora. W
Davanti alla tomba aperta, la .salma fu
ancora per qualche istante circondata da
una folta assemblea, mentre le parole della speranza cristiana venivano proclamale, "v?
Poi a poco a poco il pubblico, incomitu ut '
a .sfollare e là, in quel piccolo angolo del
cimitero, si fece di nuxtvo il silenzio: il
grave silenzio delle tombe che hanno arcolto le spoglie mortali dei nostri cari 0
che rinnovano ogni tanto il nostro dolore,
ma che non riescono a toglierci dal cuore
la certezza della vita che, in Cristo Gesù,
trionfa sulla morte,
ffielle tristezze terrene, avvolti come siamo da tanti misteri, incapaci per ara di
discernere la realtà al di la del grande velo, ci sostenga la certezza che nulla potrà
« separarci dall’amore di Dio, che è in
Cristo Gesù, nostro Signore », talché anche nel dolore vi sia posto per il canto
della fede:
« E quando alfine la mia stanca argilla
Nel muto avello si dissolverà,
Nei cieli eterni l’alma mia tranquilla
Sull’ali d’or, Gesù, ti seguirà ».
Red.
3
- - -'
L‘ÈCO Ì)ELLE VALLI TÉLfiESI
Lèvres impures
Dans un de nos plus anciens et
; vénérables temples, il y avait, Dim.
6 Mai, un culte de préparation de
Pentecóte, avec célébration de la
jS. Cène.
î Rien de plus charmant qu’un culte semblable, dans un après-midi de
printemps, sous ces voûtes- et entre
ces murs qui ont connu de si près les
affres de la persécution! L’auditoire était malheureusement plutôt
clairsemé, mais ce qui manquait en
nombre était complété par le recueillement. If, y avait de bonnes
it figures émaciées sur lesquelles le
temps et les suucis avaient creusé de
profondes rides, et dont les cheveux
avaient blanchi à la peine.
- Mais il y avait aussi quelques
jeunes, disséminés dans la petite assemblée et dont la présence portait
une note gaie et de bon augure. Car
on aime bien les vieux chargés d’années et de sagesse, inms on aime
surtout les jeunes, avec toutes leurs
illusions et leur fougue. C’est de la
Í- cire si impressionnable et qu’il ne
faut jamais désespérer de modeler!
Assise pas bien loin de moi, il y
avait mte jeune fille. Pour autant
Tquon peut être perspicace, on au. rail pu fixer son age à vingt ans, entviron, à l’âge, c’est-à-dire, où l’on
y vient d’être reçu dans l’Eglise et
s où la vie, après un régime de con¡ trainte, se laisse charmer par la liberté outrée. Je ne m’entends absolument pas dans l’art du camouflage, mais il était évident que cette
jeune fille avait des cheveux trop
blonds et des lèvres trop vermeilles
^ pour être naturels. Ce qui me ras
»suruii pourtant à son égard c’était
la présence à ses côtés d’une personne, au sens plus rassis, qui pouvait
bien être s<t mère.
Mais voilà le moment de la S. Cène. Deux à deux on s’approche. La
mère (ou celle que je qualifie pour
telle) se lève aussi et par un acte
bien maternel se penche vers sa fille
et lui demande si elle veut l’accompagner, mais celle-ci hésite, tergi
verse et, pour finir de convcdncre sa
mère, montre ses lèvres. C’est clair!
Elle ne peut pas prendre la S. Cène
car elle a les lèvres peintes!
Pauvre et malheureuse fille!
Jésus qui aima le jeune riche, aurait aimé cette jeune fllle. Tous
deux ont, en effet, de bonnes dispositions mais manquent tous deux de
décision suffisamment énergique. Ils
sont comme étaient les anciens Celtes qui plongeaient dans l’eau baptismale, à l’exception de la main
droite qu’ils tenaient haut élevée. A
tout prix celle-ci ne devait toucher
l’eau régénératrice mais être réservée à manier l’épée. — Jésus aurait
aimé cette jeune fille. Je l’ai trouvée moi-même sympathique car elle
tn’à appris, par son refus de’^ s’approcher de la S. Cène,> qu’il y a
pourtant encore une ^certaine pudeur de bon augure, pour ce qui a
trait aux choses saintes.
Certes, elle aurait pu éviter cette
fâcheuse situation (j’éspère,, même
qu’elle saura l’éviter ,à' tout jamais),
elle aurait pu s’approcher, même
avec des lèvers impures, pourvu que
le coeur fût pur, mais son abstention
a aussi — à mon ams '—r une signification qui n’est ftas à dédaigner:
un hommage, inconscient peut-être,
à la sainteté de Dieu, un hommage
à Celui qui a dit: Soyez saints, car
je suis saint!
Ami lecteur, cette jeune fille aux
lèvres maquillées, , rt’a-t-elle pas
quelque chose à te dire, à toi ausn l’approche de la Fête de l’Es
prit, et toujours:
Enrico Tron,
Festa di canto delle Corali
a San Gennano Gblsone
Domenica 6 maggio, nel tempio di San
Germano affollato, si è svolta in una atmosfera calda e fraterna, l’annuale festa
di canto delle corali della Val Chisone e
Germanasca. Dopo rintroduziòne dei
Pastori Bert e Marauda, le varie corali e
cioè quelle di S. Germanod’rarostinu, Pinerolo e Pomaretto, hanno svolto, insieme e a parte, il programma che è stato in
linea generale interessante e vario. I canti d’insieme hanno segnato un sensibile
progresso dal lato preparazione, rispetto
'all’anno scorso. I singoli cori sono stati
preparati con amore e diligenza e a questo punto va il pensiero riconoscente ai
sigg. Direttori che hanno veduto le loro
non lievi fatiche coronate da un lusinghiero successo. Alla corale di Massello
che dopo tanti anni di silènzio avrebbe
; dovuto essere presente ed invece non ha
potuto a motivo dell’indisposizione di diversi suoi membri, vada un pensiero di
fraterno affetto e un buon arrivederci a
presto !
Un sentito ringraziamento al Sig. Bazzotta per la direzione degli inni d’assieme,
dei quali il n- 11 della raccolta francese è
certamente il più bello ed il più « protestante » che abbiamo udito. E’ bene che
si continui su questa strada, e cioè studiare i salmi per poter più avanti giungere al Corale ed in modo particolare al
Corale di Bach, l’unica espressione perfetta della nostra musica protestante.
Un plauso sentito al Sig. Vicino che
ha diretto, ad onta dei suoi 81 anni suonati, con un entusiasmo invidiabile. A
tutti i coralisti, ai Pastori ed ai Direttori
delle singole corali l’augurio più sincero
di un lavoro gioioso e benedetto.
F. RIVOIR
COLLOQUI
t '
Domenica, orti 10, a. m.
— Egregio Signore:
Domenica prossima, alle ore 10
antimeridiane avrà luogo la riunione di.... La S. V. è cordialmente
invitata a parteciparvi.
La Direzione':....
Una cartolina di questo genere
accade spesso di riceverla, a tutti.
Lo stile può essere leggermente diverso, secondo che si tratti di una
convocazione di qualche comitato
direttivo di società .sportiva, cooperativa, gara o lotteria, adunata politica o culturale. Però, è solo questione di forma, chè la sostanza, ciò
che conta, non cambia; l’ora della
convocazione : sempre alle ore dieci
della domenica mattina. Se non è
proprio alle dieci, saranno le nove
e mezzo o magari le undici, ma, ad
ogni modo, sempre la domenica
mattina, e sempre, per dannata combinazione, sempre in un’ora per
cui è difficile recarsi poi al culto.
delle Chiese
Messaggio di Pentecoste
" (Questo messaggio è rivolto a tutte le Cliiese che fanno parte del
" Consiglio Ecumenico delle Chiesa,
«■'nella speranza che — per la grazia
’ di Dio — esso raggiunga, in codeste
k chiese, ogni singola comunità, ogni
parrocchia ed ogni membro di esse
p individualmente.
Le Chiese che si sono incontrate
Í nel 1948 ad Amsterdam ed hanno
”* formato il Consiglio Ecumenico hanu no esjtresso, in un messaggio di dets- ta Assemblea, la volontà di rimaner
I legale le une alle altre. Or ciò non
^ fu una promessa fatta soltanto per
tempi nei iquali è cosa facile sentirsi in comunione reciproca: tale pròimmessa deve essere mantenuta in mo-^do particolare in un’epoca qual’è la
nostra, in cui si ergono fra le nazioJ;ni del mondo tensioni quasi impossibi li a sopportarsi. Ricordiamoci
’ adunque, per dircelo gli uni agli alI tri, clic, il nostro Signor Gesù Cristo
” ha crealo e continua a creare una
comunione di cui fa parte ogni parrocchia, ogni comunità ed ogni
membro di chiesa che confessa in
.Lui il proprio Salvatore.
'' Questo tempo di Pentecoste ci ricorda come il nostro Signore e Sal. valore risuscitato abbia convertito a
Sè migliaia di anime per mezzo dello Spirito Santo; come le abbia coni dotte nella comunione della Sua
' Chiesa; e come abbia loro assegnato
un compito comune: quello di proclamare il suo Regno « fino alle
5 estremità della terra » (Atti 1: 8).
•’ Sia perciò questa domenica di Penì- lecoste deU’anno di grazia 1951 per
5 tutti noi, malgrado le nostre divergenze, un appello ad adorare insie5 me il Padre, il Figliuolo e lo SpiI rito Santo, ed a pregare affinchè
' scaturisca di bel nuovo nel cuore di
^ noi tutti la Vita di Cristo. Uniamoci in questo lieto compito e proclamiamo la buona novella della libertà in Cristo, ovunque, a tutti gli uomini. Siamo consci della nostra co
mime appartenenza a Gesù Cristo,
senza dimenticare che Egli stesso
sta vicino a quanti guardano a Lui
con fedeltà.
Da tutte le regioni della terra
uniamoci nella preghiera, presentandoci davanti al trono di Dio per
dirgli :
0 Dio Onnipotente, Padre dì Gesù Cristo e Padre di tutti quelli che sulla terra
sono stati redenti dall’Unigenito tuo Figliuolo, nostro Salvatore, Tu ci hai invitati a rimettere ogni cosa nelle tue mani
e Tu ci hai promesso che « se due di noi
sulla terra si accordano a domandare una
cosa qualsiasi, quella sarà loro da Te concessa x. Noi ci uniamo oggi per ringraziarti della tua fedeltà e delle benedizioni
di cui ci ricolmasti nei dì sereni come nei
giorni di prova, di tenebre e di angoscia.
Ti rendiamo grazie per averci Tu uniti
nella salvezza recata agli uomini peccatori e .senza speranza, per mezzo della Incarnazione del tuo Figliuolo. Noi Ti preghiamo di non permettere cheil peggio
colpisca l’umanità... Liberaci dal male!
Ed aiutaci a così aprire i nostri cuori che
udiamo lo Spirito tuo Santo parlarci. Noi
Ti preghiamo, o Dio di misericordia, di
accordarci una rinascita di vita, secondo
la tua volontà, una novella Pentecoste per
cui i cristiani siano rinnovati, gli uomini
salvati e la tua volontà compiuta sulla
terra. Sappiamo di essere indegni; e Te
lo confessiamo, riconoscendo le nostre
mancanze; ma, o Dio di gloria e di misericordia, perdonaci ancora e guidaci nelle
tue vie, onde siamo i tuoi testimoni nel
mondo intero.
Per Gesù Cristo, nostro Signore! Amen.
1 presidenti del Consiglio Ecumenico delle Chiese:
Eivind Berggrav - Marc Boegner - Geoffrey Cantuar •
John R. Moti - G. Bromley
Oxnam.
Per essere letto dal pulpito nelle Chiese aderenti al Consiglio Ecumenico, nella
domenica 13 maggio, giorno di Pentecoste.
che, anche lui, .si celebre proprio
alle dieci, a alle dieci e mezzo! E
così, il mio vecchin’jamioo Beaudis.sard non putì mai venire al culto!
« Perchè, capisci 4— dice lui —
c’è poco da sclu;rzare; quando si
tratta di fissare il turno'degli aventi diritto ad usufruire dell’aequa per
l’irrigazione, non si può . mica star
lì ad aspettare che l’acqua non ci
sia jiiù, o ne venga troppa: bisogna
prevedere tutte le eventualità. E
poi, non si può mica vivere come se
la politica non esistesse; io, di politica non me ne curo, ma quando
c’è un comizio bisogna pure che io
vada, per farmi un opinione: Non
possiamo mica vivere alla mercè di
qualche chiacchu me politicante ».
E l’amico Bemidissard mi guarda
con aria sospettosa: ¡ non e abituato
a far delle tirate cosi lunghe, tutto
d’un fiato; e forse non e neppure
abituato a non essere interrotto su■ bito da quaicne escuanazione scandalizzata. '
« Ma io non sono scandalizzato,
vecchio mio, e, quasi quasi ti avrei
interrotto, sì, ma per dirti: hai ragione! Le cose serie devono essere
accuratamente ponderate! E’ bene
avere la propria opinione, e non essere alla mercè di quattro chiacchiere del primo politicante! Ma,
il culto della domenica mattina non
è forse una cosa seria? E non sarebbe forse bene che ogni valdese avesse una sua opinione personale per
esempio sulla vita e sulla morte?
Che cosa ci stai a fare, su questa
terra, in queste valli, in questo comune, tu, proprio tu, mio vecchio
amico? Ci .stai proprio soltanto per
lavorare tutto il santo giorno i tuoi
campi, poi, magari, una volta alla
settimana, magari Ut domenica, andare a qualche adunata e seduta
all’osteria? Oppure... »
E io non ho bisogno di essere interrotto; siamo due vecchi amici e
leggo negli occhi di Beaudissard,
che egli ha socchiuso; ha abbassato
la testa; ha un aspetto compunto;
l’aspetto di un fedele parrocchiano
che subisce una predica. Sono convinto che, nel fondo dell’anima, sta
pensando : « Chissà quando arriva
l’amen? ».
Perchè il bello è questo; il mio
vecchio amico è perfettamente d’accordo con me; soltanto, tutti questi
problemi costituiscono, per lui, materia non di sua competenza, « faccende del pastore e di quelli che
hanno studiato », com’egli si esprime, con grande diplomazia, che nasconde un leggero disprezzo, commisto a diffidenza: una materia insiomma in cui è lecito, quasi quasi
doveroso, non avere un’opinione
personale.
Perciò so bene quello che dovrà
accadere: una lunga risposta, inframmezzata da pause, accompagnata da sapienti divagazioni: il
tutto inteso a mascherare il vero
pensiero di Beaudissard sul fondo
del problema che è grave: la domenica mattina, alle 10, gli uomini
vanno al capoluògo, discutono, studiano, si azzuffano per qualche divergenza d’opinione, ma in Chiesa
non vengono, al culto. Perchè, bisogna rendere giustizia a Beaudissard, alla « riunione », su settima
na, ci va regolarmente. Non si tratta quindi di una presa di posizione
assoluta, di pregiudiziale anticristiana: no, certo! Beaudissard è un
buon Valdese, pronto a difendere
gl’interessi valdesi, ma al culto, ecco, non ci va!
« Insomma," vecchio mio; si riduce tutto a una questione di abiti?
Su settimana non c’è da cambiar vestito? Beaudissard sorride! Non
ci sono!
« Allora, è quistione della predica? Troppa letteratura, « troppo
difficile » il culto? . Più semplice, più aderente alla vita di tutti i
giorni, la « riunione »? »
Beaudissard sorride! Non ci sono
ancora.
(Í Troppa liturgia al culto delia
domenica? Più facile l’inserirsi nel
quadro della « riunione », con il
prevalere della spiegazione della
Parola? » Beaudissard sorride sempre! Ancora e sempre non ci sono!
Ma la realtà è lì; grave ed opprimente: gli uomini non vengono al
culto.
Le ragioni?
Centomila e nessuna!
E’ perfettamente vero, che quando si è rinchiusi tutta la settimana
in una fabbrica o in un ufficio, si
ha bisogno di un soffio d’aria pura;
si ha bisogno della domenica per
andare ai monti!
E’ perfettamente vero, che, quando si deve dare tutta la propria settimana di lavoro per gli altri, si ha
bisogno della domenica per sè, per
i propri affari!
E’ vero che si può ic sentire » la
presenza di Dio forse meglio fuori
della Chiesa, dove si v sente » troppo un conferenziere, qualche volta!
E’ vero che oggi non c’è più tempo per approfondire i problemi,
che si desidera solo essere cc informati >ì, e che il culto non è informativo!
Sì! E’ vero, amico mio! Tutto
questo è vero, ma è anche falso!
Perchè non vieni in Chiesa?
Una rivista svizzera ha lanciato
un referendum su questo argomento: Che pensate del Culto? La do-^
manda si potrebbe formulare anche
in questo modo: Perchè non vieni
(o... perchè vieni) al culto? Condizione pregiudiziale per la validità
del referendum è, osserva la rivista,
che le risposte provengano da quel
cc retro-bottega tutto nostro » cc in
cui viviamo la nostra vera vita con
le sue vere caconi ed i suoi veri
sentimenti ».
Ma non è facile che Beaudissard
tiri dal suo retro-bottega i suoi tesori, i suoi veri pensieri; egli preferisce ostentare la merce delle scansie della bottega.
Ad ogni modo ne informeremo i
lettori dell’Eco, se lo permette il
direttore. Cl.
D’accordo e... presto!
(Red.)
P. U. U.
Convegno di primavera
Pinerolo - 24 maggio
Quest'anno il Convegno di Primavera
avrà un carattere nuovo: esso sarà dedicato quasi completamente a gare sportive.
Ma vuole essere prima di tutto una bella occasione per i giovani evangelici del
Piemonte di fraternizzare insieme in una
atmosfera di sana letizia cristiana.
Programma
8. - Culto di apertura nel tempio.
8,35 - Inizio delle gare al campo sportivo
comunale.
La trave e il bruscolo
Perchè guardi tu il bruscolo che è nell’occhio del tuo fratello, mentre non scorgi
la trave che è nell’occhio tuo? Ovvero,
come potrai tu dire al tuo fratello: Lascia
che io li tragga dall’occhio il bruscolo, mentre ecco la trave è nell’occhio tuo? Ipocrita, trai prima dall’occhio tuo la trave
c allora ci vedrai bene per trarre il bruscoio dall’occhio del tuo fratello. {Gesù)
Se siete urtati da una nota falsa che riscontrate nel vostro vicino, accertatevi che
non sia l’effetto delle fcdse vibrazioni di
una corda del vostro cuore.
12,30-13,30 - Intervallo per la colazione al
sacco.
14 - Ripresa delle gare e dei giochi.
17,30 - Cerimonia conclusiva: premiazioni, canti e saluti finali.
18 - Chiusura ufficiale.
Le gare in programma per la manifestazione — che è approvata dal C.O.N.I. —
sono cosi distribuite; al mattino si svolgeranno le gare di atletica leggera — corsa, salto in lungo, lancio del peso, staffetta — aperte esclusivamente agli esordienti, ed avranno quindi inizio le partite di
palla a volo che saranno completate nel
pomeriggio unitamente al torneo di pingpong ed alla gara di bocce. Un programma a sorpresa, specialmente destinato a
coloro che non competeranno nelle gare,
attende i convenuti.
Sono in palio ricchi premi: una targa,
due coppe, numerose medaglie e diplomi.
11 programma dettagliato, con i regolamenti delle gare e le istruzioni di carattere organizzativo, è stato inviato in diverse copie alle Unioni Giovanili.
I giovani di tutte le Unioni del Piemonte sono caldamente invitati a partecipare
alle gare ed al Convegno.
Per schiarimenti, ecc., rivolgersi a:
Renzo Pagliani, piazza Statuto n. 18 Torino (tei. 59624).
R. Pagliani.
Scuola Latina di Pomaretto
Sono aperte le iscrizioni agli esami di ammissione alla Scuola Media
(legalmente riconosciuta).
Le domande di iscrizione agli esami (in bollo da L. 24) e i relativi
documenti devono pervenire alla
direzione entro il 6 Giugno.
La direzione.
4
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
! ,■
Festa di canto delle Corali della Val Pelllce
■ /
DoQienica 20 maggio ore 15
Tempio di Luserna San Giovanni
I Coralisti sono pregati di trovarsi alle ore 14 nella solita sala
per la prova d’insieme.
Feste di canto delle Scuole Domenicali
Domenica 27 maggio ore 15
Tempio di Pomaretto e Tempio di Torre Pellice
I bambini sono pregati di trovarsi alle ore 14 a Torre Pellice
alla Casa Valdese; a Pomaretto al Convitto per la prova d’insieme.
II pubblico è cordialmente—invitato a partecipare a queste manifestazioni.
Le Collette saranno devolute alla Commissione del Canto Sacro.
Ili uoce Delie cemuniTO'
Chivasso
Il pomeriggio del 3 maggio, giorno dell’Ascensione, le Comunità di Tarino e Chivasso, Asti, Terrazza, ecc. «i sono riunite
in quest’nltima località per un fraterno
incontro. Agli intervenuti il nuovo Tempio è apparso in sobria, moderna costruzione di bell’aspetto esteriore e di famigliare accoglienza aU’interno, reso luminoso dalle alte finestre. Vi ha posto a sedere per im centinaio di persone mentre
la cantoria può ospitare una numerosa corale. Alcuni ridotti e altri servizi accessori completano l’edificio. La prima pietra della costruzione posta il 26 maggio
1949, reca impressa, visibile dall’esterno,
l’iscrizione di tale data. Non possiamo
non pensare in questo momento al giorno
dell’Ascensione dello scorso anno (18 maggio), quando avemmo ivi il culto solenne
dell’inaugurazione. Quelle due giornate e.
quella odierna costituiscono adunque tre
importanti momenti nella storia della costruzione del Tempio di Chivasso. In una
breve conversazione con il geom. Pons,
che in quest’opera ha speso una non comune somma di energie, apprendiamo che
i lavori di ultimazione del Tempio sono
giunti ad un punto decisivo. Non resta che
la definitiva messa a punto della facciata
e, all’interno non mancano più che i
banchi, per i quali è già stata fatta l’ordinazione, grazie ad un dono della Chiesa di Vevey, recato giorni or sono personalmente dal Pastore Visinand. Anche per
quel che concerne l’accompagnamento del
canto, il Tempio è fornito di un potente
armonium prestato dalla Chiesa di Torino,
in attesa che ne giungano in regalo. Giova
notare che ogni domenica vi viene celebrato regolarmente il Culto.
Il giorno dell’Ascensione adunque, convengono al Tempio circa centosessanta
persone: vi si notano i fratelli di Chivasso
e vicinanze, numerosi membri della Chiesa di Torino, della sua Corale, della U.
G. V. e della Associazione « G. Varaglia »
ad iniziativa della quale è stata organizzata la manifestazione. E’ pure presente
il Sig. Past. Henriod dell’Istituto Ecumenico di Bossey (Svizzera). Alle ore 16 il
Past. Sig. Bertin inizia il Culto. Sul testo
di'Atti 1: 11 e Matteo 9: 35-38 egli esprime
la gioia comune di trascorrere alcune ore
con questi nostri diletti fratelli che si trovano in prima linea nel campo di evangelizzazione della diaspora torinese. Ricorda come questo giorno dell’Ascensione
rammenti vari altri simpatici incontri in
località diverge, e come nostro desiderio
sarebbe pure di ritrovarci con Gesù e coi
discepoli là, sul Monte degli Ulivi, dove
potremmo contemplare in estasi l’ascesa
di Gesù al cielo. Nondimeno anche per noi
si rende necessario il richiamo alla realtà
contingente. La speranza viva delia Chiesa dev’essere il ritorno di Cristo e il nostro
compito è quello di procedere in avanti
operando del continuo poiché la messe è
tanto grande che innumerevoli sono le animc stanche e sfinite come pecore che
non hanno pastore. Tutti noi siamo chiamati ad essere testimoni di Cristo dovun(iue, predicando l’amore con la parola e
con la vita.
e dalle Chiese svizzere per la Comunità di
Chivasso.
Il Past. Bertin conclude il culto nel corso del quale tutta l’Assemblea si è unita
nel cauto di vari inni con la partecipazione della Corale di Torino diretta dalla Signora Balma.
Il pubblico sfolla all’esterno del Tempio per i saluti ed i convenevoli di circostanza, ed ha modo di apprezzare la simpatica accoglienza della comunità di Chivasso che ha organizzato per gli intervenuti
un buffet ed un bazar pro Tempio dotato
di svariati e utili premi.
Il ricordo di questo pomeriggio trascorso in comune rimane per noi di grande
benedizione. g. g. c.
Villar Pellice
La Settimana Senta è passata come sempre con le sue attività intense e con i
suoi ricordi gloriosi. Solenne l’esame di
fede dei catecumeni confermandi e soddisfacente. Raccolto eppur numeroso il culto con S. Cena la sera di Giovedì Santo.
Pieno di vita il culto di confermazione il
mattino di venerdì santo con le belle professioni di fede individuali dei nostri 21
confermandi. Imponente come sempre il
culto di Pasqua con la celebrazione della
S. Cena alla quale partecipano circa 160
Villaresi. Il lunedi di Pasqua, ai presbiterio, ha luogo un’agape di catecumeni e
nel pomeriggio una interessante manifestazione sportiva della gioventù.
Nel corso del mese di aprile hanno avuto luogo le riunioni di chiusura di vari
quartieri e numerose altre attività.
Il 1» aprile, nella Sala delle Attività una
festa di benvenuto ai catecumeni organizzata dalle Unioni Femminili.
11 7-8-9 aprile una missione del pastore
Marauda di Pomaretto, accompagnato dai
fratelli Purpura e Tron e rivolta ad un
tempo alla Chiesa ed alla sua gioventù.
Serbiamo un grato ricordo del Pastore
Marauda, dei suol accompagnatori c della
benefica parentesi che la loro visita ha
costituito in mezzo alle nostre attività:
culti, riunioni di responsabili e raduno
giovanile.
L’il aprile giorno di lutto nella comunità con due funerali celebrati successivamente in un medesimo pomeriggio : Albarea Maria ved, Charbonnìer di anni 78
deceduta a Ciavignal il 9 aprile dopo breve infermità. Una folla imponente accompagnò il suo feretro consapevole che in
lei si spegneva una vivida luce spirituale.
Gönnet Maddalena in Vigna di anni 80,
deceduta improvvisamente all’alba del 10
aprile nella sua abitazione ai Garins. Anche qui un numeroso corteo di amici e
fratelli in fede volle pietosamente accompagnare ai cimitero le spoglie mortali della defunta e circondare con viva simpatìa
il raro anziano emerito Paolo Vigna orbato sì repentinamente della sua compagna.
Prende poi la parola il Presidente della
Varaglia dr. Gustavo Ribet che reca, fra
l’altro, vari saluti ed adesioni compresa
quella del Vice Moderatore. Inoltre ringrazia i fratelli di Chivasso per questo
nuovo Tempio costruito « dal nulla » che,
specialmente per la Chiesa, rappresenta
un atto di fede degno di essere altamente
considerato.
Indi il Past. Henriod rivolge un breve
messaggio in francese recando un caloroso
saluto da Bossey, dalla Chiesa di Ginevra
frattanto le Unioni del Teynaud e del1 Inverso avevano dato alla comunità, largamente rappresentata, due programmi di
recito accuratamente preparate. L’Unione delle Madri concludeva con una buona
riunione le sue attività invernali ed il
pastore A. Comba presidente della CIOV
presiedeva il culto di domenica 15 aprile,
recandoci un vivente messaggio.
Il 16 aprile, altro accompagnamento funebre: Ghnnet Stefano di anni 51 del Sarei; lutto doloroso che lascia nel pianto
oltre la vedova anche dei figli in giovane
età. L’accompagnamento funebre fu imponente, il feretro venne trasportato a braccia dai compagni d’arme.
La sera del 21 aprile la nostra Corale
salì ad Angrogna per un incontro fraterno
con quella Còmiinità alla quale offrì un
ricco programma di recito e canti.
Nell’ultima settimana di aprile i catecumeni del primo, secondo e terzo anno sostenevano in tre sere successive i loro esami di fine d’anno e le UfiiOni, con un raduno generale, eoncludeVUlio pure la loro
attività. Nel pomeriggio del 25 aprile il
nostro Asilo Infantile offriva ad un pubblico numeroso un saggio che aveva un
esito veramente lusinghiero.
Il 28 aprile nel tempio addobbato a festa entrarono contemporaneamente due cortei nuziali.
Pronunziarono le solenni promesse: Geymonat Paolo con Roland Graziella Rachele e Charlin Alberto con Janavel Paolina
L’ultima domenica di aprile, poi, è dedicata ad una bella schiera di ospiti graditi. Il pastore di San Germano Chisone
con una rappresentanza della sua gioventù,
presiede il nostro culto domenicale, visita con noi il monumento di Sibaud nel
pomeriggio e la sera ci offre un magnìfico programma di recite nella nostra sala
delle attività.
Visita condita di molta cordialità e di spirito fraterno sincero che non dimenticheremo tanto presto.
Il 1“ maggio un grosso torpedone trasporta fin nella lontana Ivrea una quarantina di catecumeni Villaresì. Si va in esplorazione, in cerca dì cose nuove e sopratutto di comunione fraterna. E Io scopo è
pienamente raggiunto. La piccola comunità di Ivrea a fianco del suo pastore Rivoìra ci accoglie con cordialità premurosa e
ci fa trascorrere una gran bella giornata.
Il 3 maggio, giorno dell’Ascensione vien
fatta una gita unionista a Piamprà, ove
l’anziano Aldo Toum presiede un ottimo
culto. Non siamo numerosi ed i Rorenghi
neppure, tuttavia ci facciamo del bene lo
stesso.
Rincasiamo stanchi. Stanchi per la gita
e ancor più per l’attività intensa di quésti
ultimi mesi.* Tuttavia anche nella fatica il
lavoro nella vigna del Signore è il più bello
che si possa dare al mondo!
Al Villar il culto è stato presieduto dal
prof. Giov. Baridon al quale esprimiamo
ancora la nostra riconoscenza.
Oltre ai lutti ricordati altri ancora se ne
sono verificati per delle dipartenze avve- ■
nute in altre località. Esprimiamo la nostra cristiana simpatia alle sorelle Gönnet
e Anzaldi per la dipartenza della loro
mamma avvenuta in Bobbio Pellice.
Alla sig.ra Lacatos per la perdita della
sua sorella avvenuta nella lontana città di
Vienna.
Alla sig.ra Audisio-Bertinat di Losanna
per la perdita del suo diletto marito.
Abbiamo pure salutato alcuni giovani i
quali sono partiti per l’estero in cerca di
lavoro: Giuseppe Berton recatosi in un
altro stato europeo, Aldo Bouissa, Italo
Fontana, Davide Berton e gli sposi Enrico
A. Hugon, partiti per l’America del Sud.
Li seguiamo con affetto e li raccomandiamo alla grazia del Signore.
Luserna San Giovanni
Abbiamo avuto, la Domenica 22 Aprile,
il privilegio d’udire l’edificante messaggio recatoci dal Pastore Tullio Vinay.
Incoraggianti i Culti quindicinali tenutisi finora nel Tempio del Ciabas. Tuttavia le circostanze ci costrìngono a sospenderli fino ai primi di Giugno.
E’ stala battezzala la piccola De Rosa
Maria Carmela d’Alfonso e di Rostagno
Angela.
Si sono uniti in matrimonio Salva giot
Carlo Davide e Revel Edi Silvana Margherita.
Dal 15 Marzo al 30 Aprile, sono stati richiamati dal Signore: Malanot Enricbetta
Ved. Travers (anni 85) — Goss Enrico (a.
72) ~ Malan Stefano (a. 44) — Jourdan
Lidia Ved. Armand Bosc (a. 71) — Danna
Umberto (a. 56) — Malan Mariuccia (un
giorno) — Long Enrico (a. 51).
Il 23 Aprile, abbiam partecipato ai funerali della sorella Susanna Rollet Artus,
membro della « Assemblea dei Fratelli ».
Il suo tramonto è stalo edificante. Tramonto sereno d’nna vita cristiana che ci
fa pensare alle parole di S. Paolo ai Galati (5: 22): «Il frutto dello Spirito... è
amore, allegrezza, pace, longanimità, benignità, fedeltà, dolcezza... ».
A chi è nella gioia come a chi è nel dolore, ricordiamo queste altre parole dell’Apostolo: « Sia che viviamo o che moriamo, noi siamo del Signore » (Romani
14; 8).
G. B.
Torino
Pentecoste. Tempio di , Corso Vittorio,
ore 10: Confermazione e ammissione dì
Catecumeni - Santa Cena. Tempio di Corso
Oddone, ore 10,30: Culto, Santa Cena.
19 maggio, alle ore 15,30 e alle ore 21:
Grande Bazar della Chiesa organizzato
dalla Dorcas.
20 maggio. Domenica della madre e della famiglia cristiana. Culti nelle due chiese per gli alunni della Scuola Domenicale
e per le loro famiglie, e per tutta la fratellanza.
Pomeriggio: partecipazione della nostra
Corale alle festa di canto di Luserna San
Giovanni.
27 maggio. Partecipazione delle due
Scuole Domenicali alla Festa di Canto di
Pomaretto. Al mattino, visita ad Agape
(Piali).
Il Pastore Bertin inizia mercoledì 16 corr.
alle ore 21, nella sala di Via Pio Quinto
15, un corso di Istruzione religiosa per adulti, aperto a tutti gli aderenti e simpatizzanti che desiderano entrare a far parte
della nostra Chiesa e agli Evangelici di
nascita i quali per vari motivi non sono
diventali membri comunicanti.
Personalia
E’ stata concessa la croce al valor mili.5
tare alla memoria del Cappellano Militare!
Valdese Alfredo Rostain con la seguente^
motivazione;
« Cappellano di rito Valdese, sempre '
volontario^ al seguito del Battaglione « Pi*L
nerolo » si distingueva in azione per ele-3
vate senso del dovere. Dopo l’8 Settembrét
svolgeva la sua missione con particolare!
zelo e passione, riuscendo a tenere elevato lo spirito degli alpini nonostante la dif^
ficilissìma situazione. Nel corso di un dif?
ficile servizio di collegamento in una giornata di duri combattimenti tlecedeva in
seguito ad incidente automobilistico ».
8-14
m
Gli alpini valdesi che hanno avuto ij®
privilegio di averlo come guida spirituale
in Montenegro ed in modo particolare >
quelli del « Pinerolo » coi quali Egli sì '
trovava quando il Signore Lo richiamò a
sé e che la Sua dipartenza lasciò profonda- '
mente costernali, ricordano commossi 1® '
Sue parole ispirate da una profonda fede
ed il Suo costante ed aifettuoso interessa- '' '
Montenegro - Bocche di Catlaro
Settembre 1943.
Direttore Responsabile: Ermanno Rostan „„.ni., - i-.- i
_______________1_____________________________ mento unito ad una giovialità di carattere
Autorizzazione Decreto 27 - XI - 1950
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ORARIO; Martedì dalle 15 alle 19
Venerdì dalle 8 alle 12
ringrazia tutte le gentili persone che in
vario modo prestarono aiuto nella triste
circostanza; in particolar modo i vicini di
casa, i Pastori Bertinatti e Deodato, il
Doti, Scarognino, i Signori Berlin.
Luserna San Giovanni (Chignet) 16-4-1951
La famiglia di
Susanna Rollet Artus
ringrazia commossa tutte le persone che
in tanti modi han dimostrato il loro affetio per la cara dipartita e simpatia Iraterna
per i suoi congiunti.
a Ella non è morta, ma dorme »
S. Luca 8: 52
Le famiglie Long, fìonnet e Malati, ri- ’
conoscenti ringraziano tutte le gentili persone che con la partecipazione ai funerali,
fiori e scritti, vollero dar loro prova di
simpatia nella dolorosa dipartita del loro
caro
Enrico Long
Particofari ringraziamenti rivolgono al
ti e Deodato, alla dottoressa Seidcl Rieser,
doti. Scarognino, ai sigg. Pastori Bertinut *
al sig. Paracchini, al caro jiglioa io Guido, ai vicini di casa.
Luserna San Giovanni (Bann,ij 3U-4-1951''.>
j-v
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