1
V ^ ¥
DELLE
m:^
r™
bailesa
4^foriJ8ci|.
•s<ms PEUJcs
Quindicina!•
deila Chiesa Taldase
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali^avete peccoto, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo...
TORRE PELLICE - S6 Unno 1954
Ammin. Clmodiana Torre Pellico * C.C.P. 2-17557
Ann# LXXXIV — Num. 7
u
copi
L. 2d»
ABBONAMENTI
Eco: L. 700 per l’i&teraa
L, 1200 per l'citera j
Emo
' La Luem ; L.
L.
per l'interno
per l’estero
Spedia. abb. postale 11 Grappa
Canbio- d’indirisso Lire 40,—
LA SANTA CENA
Il Memoriale
Il sacramento della Santa Cena, inteso come memoriale del sa
crifizìo redentore di Gesù Cristo, è strettamente imito alla celebra
zione della Pasqua israelitica; eppure riveste un significato nuovo ed
unico in tutta la cristianità.
La Pasqua degli Israeliti era la festa che ricordava attraverso i secoli la loro liberazione dalla schiavitù di Egitto. Nel giorno della sua
istituzione, Mosè aveva ordinato di immolare un agnello per famiglia,
senza difetto; col sangue dell’agnello dovevano essere segnati gli stipiti
e l’architrave della porta delle loro case, per essere risparmiate dal
giudizio dell’Eterno, quand’Egli sarebbe passato per colpire i primogeniti del paese; la carne doveva essere mangiata con pani azzimi e con
erbe amare, a perenne ricordo delle amarezze della schiavitù. Il pasto
doveva essere preso « con i fianchi cinti, con i calzari ai piedi e col
bastone in mano », pronti ad iniziare il pellegrinaggio verso la terra
promessa.
Pasqua .significa « passag^o ». La Pasqua israelita ricordava ad
ogni famiglia il passaggio liberatore dell’Eterno, il quale cc passò oltre
le. case dei figliuoli d’Israele » ■ ed operò la loro redenzione.
« Quando l’ora fu venuta » di celebrar la Pasqua, scrive l’evangelista Luca, « Gesù si mise a tavola, e gli apostoli con lui ». Poi, prese
del pane, rese grazie e lo ruppe e lo diede loro, dicendo: <c Questo è
il mio corpo il quale è dato per voi: fate questo in memoria di me ».
Parimenti anèora, dopo aver cenato, dette loro il calice, dicendo:
(c Questo calice è if nuovo patto nel mio sangue, il quale è sparso per
voi » (Luca 22: 14-20).
La Santa Cena è innestata nell’antica celebrazione della Pasqua
giudaica, ma è un rito nuovo, il pasto cimmemorativo del sacrifizio
~reÌCTtore*^^ dF CÌÌÌsto in favori?^dell’uman5à. L^antìca RasJ.ia era una
profezia della morte liberatrice di Gesù Cristo, « agnello senza, difetto
nè macchia » (1 Pietro l : 19), il cui sangue « ci palifica da ogni peccato y> (1 Giov- 1: 7). Dopo la profezia è venuta la realtà: la realtà
nuova ed eterna del Cristo che « è stato immolato ed ha comprato a
Dio, col suo sangue, gente d’ogni tribù e lingua e popolo e nazione »1
(Apoc; 5: 9).
E ciò non per volontà d’uomo o della Chiesa, ma per volontà di
Cristo : « lo depongo la mia vita, per ripigliarla poi » (Giov. 10: 17|.
Perciò ritornano costantemente nella istituzione di quel sacramento e
nella liturgia della Chiesa le parole di Gesù Cristo: cc Fate questo in
memoria di me d. Parole che non sono soltanto un invito, ma un ordine: un ordine preciso per tutti i secoli.
« In memoria di me », non in « rinnovazione » del sacrifizio della
croce, come vuole la dottrina' romana della Messa. Nessuno ha il potere di rinnovare il sacrifizio. di Gesù Cristo, sia pure in modo incruento; nessuno è chiamato e perpetuare quel sacrifizio presentando di
nuovo a Dio il corpo di Cristo, presente nel pane e nel vino o più
comunemente nell’ostia, come avviene nella Chiesa romana. Il Nuovo Testamento ha paròle chiare a questo riguardo : (c A noi conveniva
un sacerdote come. quello, santo, innocente, immacolato, separato dai
peccatori ed elevato al disopra dei cieli; il quale non ha ogni giumo
bisogno, come gli altri sommi sacerdoti, d offrir dei sacrifizi prima per
i propri peccati e poi per quelli del popolo; perchè questo Egli ha fatto
una volta per sempre, quando ha offerto se stesso » (Ebrei 7: 26-27);
e ancora: cc Noi siamo stati-santificati, mediante l’offerta del corpo di
Gesù Cristo fatta una volta per sempre » (Ebrei 10: 10).
La Santa Cena è il memoriale del sacrifizio di Cristo, non il sacrifizio stesso offerto dal sacerdote a Dio sull’altare.
cc Fate questo in memoria di me » : partecipando alla Santa Cena
rievochiamo la passione di Cristo, il suo abbassamento, la tristezza
mortale del Getsemane, la fuga dei discepoli, il grido di morte della
folla, le tenebre del Golgota, l’ora unica della storia in cui Dio ha
stabilito il nuovo Patto con noi, l’ora in cui cc Cristo a suo tempo, è
morto per gli empi » (Rom. 5: 6). E diciamo: tutto ciò è avvénuto per
noi, a causa di noi, in favore di noi. cc Fate questo in memoria di me »,
affinchè ricordiamo in tutti i secoli che Cristo ci ha amati sino alla fine
e che la nostra riconciliazione con Dio non è il risultato dei nostri sforzi umani, ma il frutto della sua morte redentrice. Cristo, la no^ra
Pasqua, è stato immolato: Dio è passato sulla terra in Gesù Cristo e
vi è passato per la nostra liberazione dal peso del peccato e dall’angoscia della morte. • • • j-i:
« Fate questo in memoria di me. » : non possiamo rimanere indifferenti, non dobbiamo cercare altrove la nostra salvezza. Non c’è altro
da fare, null’altro da aggiungere. Sulla sacra mensa, tutto e dono,
tutto è grazia. Accettiamo l’invito di Cristo, ubbidiamo alla sua parola.
Come accadde ai discepoH sulla via di Emmaus, cosi si faccia luce
in noi, la luce della fede. « Quando si fu messo a tavola con loro... gli
occhi loro furono aperti e lo riconobbero » (Luca 24: 30-31).
5 Ermanno Rostan.
Una prova eloquènte della generale ignoranza deglf ItaUani in materia religiosa è datc^alle perle che,
da quando è diveid^ di moda atteggiarsi a buoni dlttoUci. costellano i nostri giornali
Per una
cultura
migliore
biblica
Cosi un giornale, dell’Italia Centrale inizia im arti ^lo sulla « Madonna che piange rilevando che
il fatto si è verifica^ « m una città
insidiata dalla doi^jpm propaganda di una setta relilbsa di oltre Oceano e precisamele di una setta
che contesta la div^ità della Vergine ». A parte Tateenità dell’insi
dia e della dovizia,M’autore scivola
nell’ eresia parland» della « divini
tà » della Madonna| eresia allo sta
to attuale del domn|à mariano. Non
è da escludere'che ^ progresso di
tempo la Chiesa difRoma non per
venga a proclamar^' tale divinità,
ma per ofa l’attribMo deUa divini
tà spetta per i cattaci come per i
riformati, solo alle^persone della
Trinità. Ma per i catjteUci latini quella divinità è praticamente professata, nè il clero si optoone a tale eresia ; e così i sacer, loti intervenuti
nella polemica susc tata daU’articolo su menzionato, ul^ faceva carico
al clero italiano di occuparsi più di
far propaganda per Üt D. C. che degli interessi della rel|gione, non hanno rilevato l’enorm^. In compenso, la Chiesa Roin^a ha cur-a di
porre un energico accento sulla differenza dei culto <1¿ rendere a Dio
e alla Vergine, nei protestanti
ti d’indole religiosa? La verità è che
purtroppo la religione degli Itahanz
è tuttora quella descritta oltre cinquant’anni or sono col suo stile incisivo da Giorgio Rartoli in im suo
libro appunto così intitolato. E forse, con l’anticipazione della cresima
e quindi della « dottrina », quella
religione si è fatta ancor più povera
di' cognizioni e di cultura biblica e
dommatica.
* 4> C
E’ quindi con profonda soddisfazione che rileviamo ogni segno di
reazione alla suesposta ignoranza.
Così ci ha piacevolmente colpiti uno
scritto a firma Francesco Gabrieli
sul Messaggero di Roma del 17 Dicembre. In esso si auspica una maggior diffusione della Bibbia tra gli
italiani, i quali conoscono scarsamente l’Antico Testamento (ed anche il Nuovo, ci permettiamo di aggiungere) che molto spesso è citato
inesattamente.
ma colui che parla in nome di'Dio ».
« Alla sentenza di im moderno spirito magnanimo doversi amare la Patria più deU’anima, i miralnli veggenti d’Israele avevano opposto l’inversa sentenza che sollevava l’anima
individuale ad uno inalienabile rapporto con l’Eterno, al disopra di ogni vincolo terreno... Questa problématica vale solo per i tempi Imitani di Assiria e Babilonia?
Chi ha vissuto incancellabili recenti esperienze sa come il dilemma possa riproporsi anche in tèmpi
moderni. Ed ecco come vecchie carte, vecchie davvero come il Salte- ^
rio, possono di colpo gettare un raggio di luce sui nostri problemi dell’oggi, investire del loro splendore
la nostra stessa vita. La Bibbia ce^a
allora di essere un libro chiuso con
sette suggelli e toma a splendere,
faro luminoso, sul travagliato cammino deH’umanità ».
Altra perla. In una recente terza
pagina di un magno organo romano, uno dei nostri più noti giornalisti, in un servizio dalla Terrasanta, fa cenno del Centurione di Capernaum risuscitato da Gesù. Ci permettiamo di rilevare che, quando
tratta un qualsiasi argomento di politica o di coltura un onesto giornalista aggiorna le sue cognizioni od informazioni, consultando testi o enciclopedie. Perchè dunque un simile aggiornamento è regolarmente trascurato quando si trattano argomen
Eppure — osserva — non mancano buone traduzioni moderne in italiano. L’autore indica come ottime: quella del Luzzi, quella condotta sulla Volgata, e diretta dal Garofóli, ed infine quella dell’Istituto
Biblico, diretta ed in parte compilata dal padre Alberto Vaccari, definito '«principe -dtei-noife4-^itiei--hi-blici ».
Dì questa poderosa versione in
molti volumi non è stata finora pubblicala che ima parte; l’ultimo volume uscito contiene i libri di Isaia
e di Geremia.
L’articolista fa appunto alla chiesa romana di ostinarsi ad attribuire
ad Isaia il cosidetto Deuteroisaia ;
duplicato, aggiungiamo noi, dell’ostinazione nell’attribuzione paolina
dell’Epistola agli Ebrei.
« Profeta — dice il Gabrieli —
non è solo chi prevede il futuro.
Sottoscriviamo pienamente al pensiero ed aH’augurio deU’artiGolista
in' una comune aspirazione cristiana
che supera le denominazioni. Ma ci
permettiamo di esprimere il dubbio
che le voluminose Bibbie irte di sapiènti note siano le ptó indicate per
quella diffusiófté e divulgazione delle SàGKe Sc*itta»e cbeA»ggi è nei yo- v
ti di tittte le fraziom della cristianità. Ci sembra indiscusso che a tali scopi valgano molto di più le edizioni cosidette popolari e di poco
prezzo delle Società Bibliche, pur
tanto fieramente osteggiate daUa
Chiesa di Roma e viètate con ogni
sorta di pretesti ai suoi fedeli, ora
che non osa più definirle « falsificate », che non le costose ed ingombranti edizioni cattoliche, per quanto pregevoli sotto molti aspetti, e
spesso capolavori dell’arte tipografica. M. Etnard
Fate presto (e bene)
C’è in Italia (non in Africa) una
zona, tra Agrigento e Montelepre
dove « le paghe dei braccianti sono
le più basse di tutta la Sicilia •. per
circa 180 giorni lavorativi l’anno, la
paga quotidiana è di circa 500 lire:
un padre cioè ogni giorno ha 250 lire per mantenere in media 5 o 6 per.
.sorte. E circa 150.000 persone sono
in queste condizioni, a quasi 50 lire
al giorno e frequentemente molto
meno ».
In questa zona (che in India o in
Afr-ca, in quell’Africa dove spendiamo fior di miliardi per l’amministrazione fiduciaria della Somalia, si
chiamerebbe zona depressa, mentre
da noi si chiama terra imperiale) in
questa zona, diciamo, si trova un
borgo: Trappeto. « C’è un quartiere in questo paese, Trappeto. chiamato il Vallone, attraversato in tutta la sua lunghezza da una affossatura che raccoglie tutti i rifiuti del paese. Sul margine e spesso nel liquido
putrido giocano i bambini e gli animali. L’affossatura il Genio Civile ha
tentato di sistemarla nello scorso anno, per eliminare il pericolo di infezione, ma a tutt’oggi {autunno ’53)
sopra il condotto costruito scorre ancora fetida la melma ».
In questo quartiere di questo borgo è giunto, il signor Danilo Dolci e,
con l’aiuto di alcuni collaboratori, è
entrato in tutte le case, per fotografarne l’interno, per raccogliere dati.
per presentare alle autorità ed alla
opinione pubblica una documentazione sufficiente a spronare all’azione, perchè « a Trappeto si muore »
(e forse chi muore è ancora felice;
disgraziato è chi vive senza speranze
nella miseria di una spiaggia arida,
di frqpte ad un mare avaro, con figli
e donne facile preda di tutte le malattie).
Di ogni casa, Danilo Dolci ci ha
dato l’arida descrizione; non ci ha
messo nè poesia nè color locale; ha
redatto la cartella clinica: Composizione della famiglia; formazione
culturale; interessi politico-religiosi
ecc. ecc. Ne è venuto fuori un libriccino la cui lettura è sconvolgente.
Nella casa della vedova L. F. Pietra
(38 anni, 5 figli dei quali nessuno è
mai andato a scuola) si mangia 2 volte al giorno: «.Un pezzeddu di pane
schietto alla mattina; e poi alla sera
un piatto di pasta tinta se ce l’avemo con le smuzzature o li brocoli o
i fagiola. Carne niente proprio ».
Nella casa di Z. Antonino (anni
42, 4 bimbi) (15 piatti, ma nessun
bicchiere): « Un pezzuddu di pane
alla mattina; per risparmiare facciamo una sola mangiata alle due con
un piatto di pasta e... alzati e via ».
Quando il bambino è stato ammalato (broncopolmonite) i genitori
hanno pagato (contanti!) streptomicina.
(c Come avete fatto? »
(c Rinunciato al mangiare ».
Naturalmente accade che ci sono
dei bambini rachitici; ma non si osa
chiamare il mèdico, perchè le visite
precedenti non si son potute pagare.
E si chiede a questa gente quali
sono Í suoi desideri!
« La cosa che io volessi è che i
miei figli fossero ben sistemati come
gli altri figli di madre ».
Come gli altri figli di madre...!
Oppure:
« Se venisse un angelo a farmi questa domanda gli chiedessi tre cose:
la salute, dell’anima, la salute del
corpo e una casa ».
Per la « salute dell’anima » c’è la
Chiesa e molta superstizione.
« Cos’è la religione per te? »
« C’è questa legge e dobbiamo fare accusi; se ce ne fosse un’altra se
ne farebbe un’altra ».
« ...Il Parlino se non abbiamo una
vesterella con le maniche lunghe non
ci vuole in Chiesa. Ci andiamo quando abbiamo scarpe e vestiti ».
Per la casa, ecco D. Pietro, con
famiglia.-^ 7 figli. In tutto e per tutto,
un locale (4x7) scarsi: « quando piove usciamo e andiamo culli picciriddi da me frate
« Come fate a dormire in nove su
tre letti? »
« Ca, come vuole Diu ».
{segua a pag. 2)
2
2 —
i liir * ■!
Pillai.
L’ECO DILLE Va
VALDESI
Ci.
Wia scuola
Laiiar» da Garata
Caro Direttore, ”
Vuoi notiiie del campo di lavoro
a me alBdato affinchè il tegame che
ci unisce alla grande famiglia dei
credenti delle Valli si faccia sempre
più vivo e più forte.
Ed eccoti acccmtentato colla fotografia del nostro Dopo-Scuola di Corato con nel mezzo la nostra Inse
gnante.
il doposcuola ha cominciato a
funzionare col 1“ ottobre 1953 sotto
la guida della maestra Tarricone
Lisetta in Abbattista la quale fa anche parte del Consiglio di Chiesa.
La sala delle Attività Giovanili accanto al Tempio, fu trasformata in
una bellissima aula arieggiata ed accogliente e riceve ora in due turni,
mattina e pomeriggio, i ragazzi che
frequentano le Scuole elementari e
che da noi sono aiutati e guidati
nella compilazione dei compiti. 0gni turno ne raccoglie una trentina.
L’iniziativa sorse dall’esigenza di
venire incontro alle tante famiglie
che per varie ragioni, non esclusa
quella della mancanza di spazio sufficiente, nelle loro case, non possono attendere ad una assistenza ai
loro figli. Si deve sapere che le famiglie dispongono di solito di una
sola grande stanza che e camera da
letto e di soggiorno e dove si svolgono tutte le attività della vita domestica: dalla cucina al bucato e
dove nei giorni di freddo tutta la
nidiata è costretta a convivere, con
quanta distrazione dei piccoli studenti è facUe immaginarlo.
Di solito la famiglia dd proletario risolve il problema col mandare il figlio... dalla maestra. Costei
è quasi sempre una vecchia zitella
che a suo tempo... fece tutte classi elementari... fino alla sesta, che
diètro una modestissima ricompensa ne accoglie quanti più ne può
ccmtenere là sua unica stanza... Sicché il problema... è tutt’altro che
risolto... La nostra iniziativa, come
era da pensarlo, fd salutata dall’iwtusiasmo di tutti, tant’è che raggiunto il limite massimo di sessanta
fummo costretti a serrare i battenti. Frattanto non mancò la reazione
clericale: qualcuno ricorse alle Autorità di P. S. cbe mi chiamarono,
contestandomi il diritto di aprire
Scuole senza la previa autorizzazione da parte del Provveditore agli
Studi,
Senza scompormi, forte del diritto di organizzarci nell’ambito della
Chiesa secondo le nostre esigenze,
mi limitai a segnalare al Provveditore la decisione della Chiesa Valdese di aver iniziato quest’opera sociale a favore dei figli dei credenti,
precisando ài tempo stesso che non
intendevo chiedere autorizzazione
alcuna ma solo informare della cosa. Ne seguì un’ispezione da parte
del Direttore delle Scuole elementari di Corato il qpiale evidentemente non ha trovato nulla da eccepire... se fino ad oggi... alcun’altra
contestazione ci è stata fatta.
La reazione clericale è però continuata sotto forma di fastidiosa e
meschina persecuzione da parte
delle insegnanti... cattoliche che minacciando i fulmini... della bocciatura, insieme a quella della Scomunica, contro a iquelle bambine che
osassero frequentare il DopoScuola
Evangelico, sono riuscite ad intimorirne una mezza dozzina.
n nostro Doposcuola al suo primo anno di vita, si può dire che è
come quella pianticella che avendo,
nonostante le intemperie, messo radici... può guardare con serenità lo
avvenire. E quali frutti ha già dato?
Il primo è un legittimo senso di
gioia negli organizzatori, derivante
dalla consapevolezza d’aver iniziato un’opera buona nello spirito del
Maestro, che è spìrito di servizio.
Altri frutti sono: un maggiore affiatamento che si è creato in seno alla
Scuola Domenicale; una volta essa
era fiorente solo fino a Nàtale... oggi quasi tutti i frequmitatorì del Doposcuola sono assidui alle lezioni bibliche, e accanto a questo tm maggiore interesse alla vita della chiesa, sia da parte dei credenti, sia da
parte di molte famiglie simpatizzanti... diventate più aperte e più decise nello stabilire contatti con noi.
Alcune hanno voluto comprare l’E
vangelo- e nelle nostre manifestazioni artistiche di Natale e del 17 Febbraio non abbiamo mai visto tanti
nuovi volti.
Qualcuno vorrà sapere come si
regge dal punto di vista materiale il
nostro Doposcuola. Essò si regge
sulla generosità di alcuni membri
di chiesa i quali colle loro offerte
straordinarie onde non gravare sul
bilancio della Chiesa locale, proteso al raggiungimento della contribuzione annua, ci» consentono di poter
dare un modesto sussidio all’Insegnante.
Uno di questi fratelli è il- Signor
Muggeo Pasquale, oriundo coratino,
che risiede ad Endicott e che è membro del Consiglio di Chiesa della comunità Presbiteriana, diretta dal’amato collega Pastore Michele Frasca. Ad entrambi questi cari fratelli
che in Cristo ci sono così vicini, vada attraverso l’Eco delle Valli tutta
la nostra riconoscenza.
Ma sopratntti al Signore la nostra
riconoscenza !
Noi, sì pianta e si annaffiano le
piante... che Lui però fa crescere.
Non è forse Lui che rivolge la chiamata alle anime e si crea la Sua
Chiesa?
E quando noi ci lasciamo plasmare dallo Spirito Santo, ecco che diventiamo gli strumenti della Sua azione.
Quando si pensa che l’animatrice
di questa nostra attività per la quale si richiedono amore e spirito altissimo di dedizione, fu un giorno
una pìccola, intelligente bambina
della Scuola Domenicale e che il
provvido mecenate, che diede inizio a quest’opera, è un modesto operaio che non ricevette invano il
messaggio della salvezza, si deve
concludere che il-nostro Doposcuola è sorto come una pianta promettente nel giardino della Grazia e se
crescerà sotto il segno nel quale è
nato, dell’amore e del sacrificio di
tutti, potrà essere un valido ìnezzo
nel piano della testimonianza cristiana in vista ,deUa Chiesa di ala-.
mani.
G. E. Castiglione.
'(5
'li
r una Comunità
Una lattara da Piadicavalla
Piedicavallo, n^’alta valle del
Cervo, sopra Biellq, è un lindo paesino, che potrebbè dare dei punti
a qualche località delle Valli di nostra conoscenza. Conta non più di
400 abitanti, ma j d’estate rigurgita
di villeggianti per .|o più biellesi od
oriundi del luogo,.; che vengono fin
quassù a fare la Ipro placida villeggiatura; e di alpinisti che trovano
nel paese un ottiino punto di partenza per alcune magnifiche gite.
i
Grazie del tuo messaggio e del vostro esempio. Altri devono seguire!
Red.
A sinistra, salendo per la via maestra, è difficile non notare una bella
costruzione in pietra: è la chiesa evangelica valdese. C’è dunque, dopo le quattrocento:e più fabbriche
tessili che fianco à fianco si succedono da Biella su>.«n per la valle
del torrente Cervcij'Toltre le rinomate cave di sien ite,"'oltre raristoeratica Rosazza dai ro^i campi di tennis, oltre il ponto'^el Pinchiolo di
cui si. parla pqr IfiKpta più panora-mma della zona, ài Monte Bo, che
unisce in un solo ’diorama stupendo
il Monviso ed il Cervino, il Bianco
ed il Bernina,, ili Gran Paradiso ed
il Rosa niagnificq, e dall’altra parte, Milano e Torino con Superga —
Il Nuovo Testamento
Di Francesco Lo Bue la Claudiana
ha pubblicato: Che cosa è il Nuovo Testamento; un voliunetto di 160
pagine che colma una lacuna in un
campo particolarmente interessante
per quanti fanno della Bibbia oggetto di studio e di meditazione. Se è
vero infatti che la Claudiana offre
ad un vasto pubblico tutta una serie
di commentari dei singoli libri della
Bibbia, e quella Storia Letteraria
della Bibbia, di T. Longo ed E. Comba, che ha avuto un notevole e meritato successo, non è meno vero che
mancava un’opera che offrisse ai lettori uno sguardo d’assieme sullo stato attuale degli studi e delle ricerche
sul.Nuovo Testamento.
Francesco Lo Bue ci ha dato un
saggio critico accessìbile a tutti i lettori; diremmo quasi un’opera di divulgazione, se questo termine non
destasse un certo sospetto di dilettantismo. Chè la caratteristica di questo
volumetto è la limpida esposizione,
l’armoniosa costruzione condotta con
sicurezza di metodo su solide basì.
Che cosa è il N. Testamento?
Anche il lettore meno iniziato sa
quali e quanti problèmi solleva una
tale domanda; quali e quanto contrastanti risposte siano state formulate a traverso i secoli. Il nostro autore fa il bilancio di queste ricerche e ci dà le sue conclusioni, che
trovano il loro lìmite nel più gran
rispetto del testo sacro. Il lettore desideroso di approfondire la sua indagine, troverà nelle note un orientamento sicuro; quello desideroso
di « informarsi » troverà nel testo
una equilibrata esposizione.
Il volume si divide in sei parti, di
cui l’introduzione e la VI, costituiscono come il quadro dell’opera. Nell’introduzione storica rivive l’ambiente politico-religioso in cui è na
^ - ■ 'ù
to il N. Testamento, in Palestina e
nella Diaspora. i
All’epistolario Paolino sono consacrati due capitoli in cui, dopo aver
sobriamente tratteggiato la biografia
dell’apostolo delle genti, il nostro
autore esamina dibgni lettera il contenuto; i dati cri »nologici vengono
obiettivamente dis cussi.
Al problema sinottico ed all’interdipendenza dei Vangeli e degli Atti
sono consacrate alcune pagine che
hanno forse il torto di essere troppo
brevi. Nell’esame ' degli scritti gioyannei F. Lo Bue ha tenuto conto
delle più recenti t conclusioni degli
studiosi di questa ù^teria, come pure nella redazione del capitolo conclusivo, dedicato al canone Neotestamentario. . \
Un volume iusomma che dovrebbe
ripetiamo, entrare nella casa di quanti vogliono conoscere la loro Bibbia,
di quanti adopranò la loro Bibbia e
desiderano comprendere meglio; un
prezioso strumento |per monitori, per
gli insegnanti, per la preparazione
di studi biblici. lector.
r. U. V. ~ GRUPPO VALLI
Convegniprimaverili
i tradizionaU convegni primaverili avranno luogo quest' anno
per la Val Pellice: Domenica 16
maggio;
per la Val Germarmscai Giovedì
27 maggio, Ascensione.
1 programmi dettagliati saranno resi noti nel prossimo numero.
Unionisti, non prendete altri
impegni per quelle date!
c’è dunque, a più di mille metri di
altezza sul livello del mare, fuori
dalle Valli Valdesi, una chiesa evangèlica?
Le antiche cronache lo confermano: nel 1895 fu costruita la chiesa
di Piedicavallo. Una piccola comunità, con l’annessa scuola, vi fioriva. Oggi, più niente, o quasi. Come
in altri luoghi della nostra Opera
Ma non per estinzione! Tipico esera
pio di emigrazione, le famiglie e
vangeliche sono scese a valle ^ si so
no recate lontanò: a Torino, a Gè
nova, perfino in America! Diversi
altri si sono fermati più vicino, a
Biella; e costituiscono oggi il nucleo
della comunità biellese, che vive del
suo passato, ma — con quello spirito particolarmente solido che distingue qui ogni attività umana —
non vi dorme certamente sopra!
L’estate scorsa', gran movimento a
Piedicavallo: il culto con predicazione del Vangelo, ogni domenica
mattina, seguito attentamente da un
folto pubblicir^'iéF eowfeèenza >df
tura il mercoledì sera; e, infine, la
attività ricrèativa con il Micron XV.
E come «e non bastasse, la casa pastorale piena di gente! Un campeggio di comunità ha raccolto per tre
settimane poco meno di una ventina
di giovani, allegri, canterini, affiatatissimi; Il campanello deU’ingresso era continuamente al lavoro... E
nelle ore più impensate era dato udire un canto, or lieto or fiero, un
salmo, un motivo vibrante di vita e
di fede. Lo dicevano, in paese:
« Quando ve n’andrete voi, l’estate
sarà finita! »
Eppure, è così bello, nella pace
vespertina, farsi narrare ancora una
volta — i visi sono intenti, gli occhi
sono fissi sulla gentile narratrice —
le j>rime vicende della predicazione
dell’ Evangelo in Piedicavallo, così
distanti dal nostro tempo, ma pur
così vicine...
Sono gli anni della testimonianza
coraggiosa, fedele. E’ il 1888. Da
Luserna San Giovanni è giunta la
maestra evangelica, la signorina Elisa Goss. L’autorità comunale l’avverte che, in Piedicavallo, ci sono
delle vie per lei proibite, ch’essa
non dovrà percorrere, pena sanzioni gravissime! Evidentemente, guai
agli eretici che affrontano Popinione pubblica... E la stessa autorità,
in tutta serietà, prosegue: « Ci avevano detto qui, che voi Valdesi
avevate tre occhi. Dov’è il terzo? ! »
lutti gli anziani, a Piedicavallo,
sanno chi fu Elìsa Goss: maestra ed
educatrice per anni ed anni di quella popolazióne montana. Si può dire che tutti, qui, siano passati per
il suo insegnamento. E l’educazione
impartita ha dato il suo frutto nella
sua stagione: la gente di Piedicavallo è cortese, raffinata, onesta.
Il giorno in cui la maestra Elisa
Goss andò sposa al geometra Cesare
Jon Scotta, le Valli Valdesi si congiunsero idealmente con quest’altea
valle biellese. Elìsa era figlia di
quell’Éliseo Goss di Luserna S. Giovanni, nato nel 1801, che una domenica, tornato a casa dal culto, esciamò sdegnato: « Je n’irai plus à
l’églim, on y chante l’opéra; moi,
je préfère mes psaumes! » La citazione — si permetta lo spunto polemico... — è dedicata a coloro che
avversano ingiustamente la revisio
ne in senso classico del nostro Innario...
Quello stesso Eliseo era quel tal
Valdese che in piena Torino, a via
Garibaldi, il giorno del Corpus Domini, passando il Santissimo Sacramento, non aveva voluto mettersi in
ginocchio; ed aveva isso-fatto buscato due giorni di camera di sicurezza.
A Piedicavallo, qualcuno — e non
soltanto fra i villeggianti — ricorda
quest’episodio, narrato decine e decine di volte. Ecco perchè vi spira, gentile, un’aura diversa, leggermente non conformista, in cui non
è raro vedere, a colloquio fra di loro, il parroco ed il pastore (quando
.tion siano a tavola, insieme, alla traitoria della Rosa Bianca!). . r. b.
Fate presto (e bene)
pagina)
{continua dalla la
E "p'èrrii coipd;m() GièVàiiììà (ir '
anni — dev’essere operata di tonsillite):
« Sta sofferente;... ci viene dolori
fortissimi, ma, tu lo sai, nun ci averno sordi e nun sapemu comu purtnrla a Palermu »,
Fate presto, ha gridato Danilo Dolci.
E poiché le « lettere aperte » alle
massime Autorità della Regione siciliana e della Repubblica italiana
tardavano a portare i frutti desiderati, Danilo Dolci si mise all’opera;
trovò collaboratori ed amici in una
missione in cui ci parve di sentir rivivere lo spirito di amore delle più
pure manifestazioni di attività cristiana. Sorse così a Trappeto un
« Borgo di Dio ».
Ma forse Danilo Dolci ha fatto
troppo presto? Forse doveva egli aspetlare paziente che la posta gli portasse una risposta alle sue « lettere
aperte »?
Non sappiamo!
Questo però ci ha annunziato cc II
Mondo » : al Borgo di Dio è stato
impedito di svolgere ulteriormente
la sua missione in seno alla miseria
di Trappeto, per ordine della polizia!
Non conosciamo in che modo si
siano svolti i fatti, ma rimane la tragica realtà: Si muore!
Danilo Dolci'. Fate presto (e bene),
perchè si muore (Ed. La Nuova
Italia, Firenze). Cl.
Camunioata
La Commissione delle pubblicazioni della Libreria Editrice Claudiana ha esaminato n. dieci disegni, in risposta al concorso bandito
nell’Ottobre 1953, è contrassegnati
con i seguenti motti: Alaxia, Alm>
Fioridia, Galbert, Kim, Lux lucet
in tenebris. Stella alpina, Torino,
Torino, Riscattato.
La Commissione ha ritenuto meritevole del premio il disegno contraddistinto col motto « Alaxia », di
cui è risultato autrice la Sig.na Liliana Balmas.
La Commissione porge i suoi ringraziamenti a tutti i concorrenti per
la loro collaborazione.
t Í
I'
il
il-,
1
-1
I
E
i
'V
1 % *
^ 1
t
(
(
»
Hit
11.
i'
' ;
r
£
n
Si
i C
1 <
I
n
I
! g
ìi
1
E
n
V
r:
v
c
ri
ti
Si
d
3
L’ECO DELLE VALU VALDESI
— S
ÜIÎ Bos ET mm
Nous avons de la peine à réaliser
que notre cher ami Auguste Pons
ii’est plus au milieu de nous. Mais
nous voulons dire comme toujours;
« Que Ta volonté soit faite ». Avec
soumission et entière confiance. Car
Dieu lait tout pour notre vrai bien.
Nous éprouvons aussi un sentiment de profonde reconnaissance
pour , tout le bien que Dieu a fait au
im>yen de notre frère, et pour le souvenir lumineux que ce frère laisse
dans nos coeurs. Puisse son exemple
nous encourager à servir Dieu, à le
servir dans la personne de nos frètes. C’est la mission qui est confiée
à tous les enfants de Dieu.
Auguste Pons naquit le 6 Mai 1882
à Lutzemberg (Appenzell). Son père était originaire d’Angrogne, Vallées Vaudoises du Piémont, où il revint avec sa famille lorsque lè petit
Auguste n’avait que quatre ans.
Très tôt orphelin, Tenfant grandit sous l’influence de la grâce de
Dieu qui l’accompagna toujours.
Ce fut le 1 Août 1908 que notre
ami entra dans cette voie qui devait
faire de lui un bon et fidèle serviteur de Dieu et de ses frères: pendant une année à l’Hôpital de Torre
Pellice, et ensuite au Refuge Charles Albert, où il travailla (sauf l’intervalle de la guerre 1915-18) jusque
au terme de son voyage ici-bas, en
déployant toujours tme activité merveilleuse, à la fois infirmier, cultivateur, homme d’affaires. Il a reiidu des services inappréciables.
Nous avons connu de près toutes
les Diaconesses dont il a été un très
précieux collaborateur, et toutes lui
ont rendu le meilleur des témoignages.
Le trait fondamental dé son caractère et de son activité a été l’Amour.
' Il aimait son travail, il aimait les
malades, il aimait le personnel, et
surtout (source de sa grande bonté)
il aimait Dieu.
S’occuper des malades du Refuge
n’est pas chose facile. Il y a les patiente,' mais il y> a 'ipssi les caractè- ?
res aigris par la souffrance. Auguste
Pons était doué d’une fraternelle
compréhension; et sa seule présence,
toujours douce et sereine, inspirait
le calme, renouvelait le courage.
Tout dernièrement (était-ce im présage? — Mystère!) il voulut visiter
les alités et porter à chacim un message d’encouragement fraternel.
Auguste Pons possédait une quaR. té rare et précieuse: l’humilité. Il
était lui aussi « doux et humble de
coeur ». Son nom ne retentira pas
dans les pages de l’histoire. Comme
le nôtre, son""nom se confondra dans
la grande foule de ceux que le monde ignore. Mais quelle précieuse certitude fait tressaillir nos coeurs: la
certitude que le Maitre lui a dit:
« Bon et fidèle serviteur... Entre
dans la joie de ton Seigneur! »
Auguste Pons a été béni dans son
activité, mais aussi dans sa famiUe.
En 1921, il épousa ime de ces vaillantes Suissesses qui pendant bien
des années ont desservi nos Institutions Hospitalières, M.lle Emma
Toggwiler, qui a été pour lui une
vaillante compagne, une précieuse
collaboratrice.
Le départ d’Auguste Pons a causé
une très grande douleur, et une vraie
foule a participé à ses funéraiUes.
Mais quelle consolation pour la famille et pour tous ceux qui l’ont aimé que de le savoir avec Dieu. L’un
de ses cantiques préférés était: « Mon
Dieu, plus près de Toi!... »
Marcher avec Dieu, trouver son
bonheur à servir Dieu dans la personne de nos frères, c’est vivre toujours plus près de Dieu, c’est aller
vers la plénitude de la vie, dans la
bienheureuse éternité.
G. Bertinatti.
Chapelain du Refuge
Convelo dei
Collège Cévenol
Il Collège Cévenol è una delle più
simpatiche realizzazioni pratiche dello spirito ecumenico.
Sorge a Chambon-sur-Ligrwn e
vi si accede facilmente da Valence o
da Saint-Etienne; altitudine 1.000
m. Accoglie giovani dei due sessi, da
14 a 20 anni, desiderosi di perfezionarsi nello studio del francese, dell’inglese e del tedesco, organizzando
per essi dei corsi speciali estivi- Per
quest’anno è previsto un corso della
durata di un mese, dal 6 luglio al 3
agosto 1954. Al programma figurano: corsi di lingua francese, inglese,
tedesca {per principianti e per persone desiderose di perfezionarsi);
corsi di letteratura francese, inglese
e tedesca. Canto strumentale, sport
hanno pure il loro posto nel programma; il lato turistico e ricreativo è’partic^fwmente. &tnUo,
I partecipanti a questi cord ricevono l’ospitalità nelle sezioni maschili e femminili del Convitto.
II prezzo, comprensivo delle tasse
del corso, della pensione e delle escursioni, è di franchi francesi
40.000.
La direzione contempla la posdbilità di retta ridotta su domanda
motivata. Per ulteriori informazioni
rivolgersi: Collège Cévenol — Le
Chambon-sur-Lignon (Haute Loire),
(France).
Lna settantina di Responsabili delle Valli si è incontrata nel pomeriggio del 19 marzo a Pinerolo, nei locali della Chiesa. In assenza del capogruppo dr. Theìlef, i lavori sono
diretti dal signor Mayco Gay, membro del comitato di gruppo delle
Valli. L’argomento deUa discussione; Gioventù e Chiesa,'è stato introdotto dal Pastore Bpuchard. L’oratore, dopo aver precisato il significato di chiesa, intensa come comunità dello Spirito, fondata sulla Parola di Dio, che si concretizza nelle
assemblee che vivonù là vita dei riscattati, ricorda l’immagine del corpo, dove le membra,( cioè i credenti
sono legati l’uno alPaltro mediante
^ la funzione che il capo ha loro conferito; il relatore ricorda la particolare sensibilità dei fedeli, i (piali sono confortati o attristati dalle vittorie o sconfitte di altre anime, di altre comunità. Ne scatorisce così una
sorprendente conseguenza: crolla ogni spirito di campanile, ogni forma di isolazionismo e ne nasce una
ansia tremebonda di ’«ollaborare, di
conoscersi l’un l’altro per gioire assieme, operare assierpe per l’avvento del Regno glorio^ del Signore.
In termini pratici, uiia qualuncpie
comunità delle Valli o unione delle
valli è strettamente legata all’unione o comunità della Penisola e viceversa, sul piano d’un comune, urgente impegno: la proclamazione, la
testimonianza della Vittoria di Cristo. Il relatore ha poi formulato alcune domande, suggerite da ima interessante inchiesta, ‘svoltasi recentemente in Franeia, presso la gioventù riformata e che sQonano così: 1)
I giovani sono essi attaccati alla loro
Chiesa? 2) Che cosa rimproverano
alla chiesa? 3) In quale modo la
Chiesa può « agganciare » la gioventù perchè comprenda il messaggio di
Gesù Cristo? Il Pastore di Rorà ha
messo in luce una obiezione e suggerito alcuni mezzi pratici per « l’agganciamento ». Innanzitutto ha ricordato il carattere! conservatore,
-pateeiialistieo di-o<Ki# ehiese, -dove -*i giovani vivono appartati, vuoi per
difetto di regolamenti che inibisce
la partecipazione completa dei giovani alla chiesa dai 16 ai 21 anni,
vuoi per la scarsa fiducia nutrita dagli « adulti » nei loro confronti, vuoi
per la debole, poco convincente testimonianza intorno alla visione del
regno, contrapposta ai regni multicolori di questo mondo, vuoi per la
scarsa sensibilità intorno ai problemi sociali. Circa la terza domanda
l’oratore ha ricordato quali efficien
ti mezzi di impegno: il lavoro cO'
munitario o comunque lavoro prati
co e l’incontro coi malati e sofferen
ti.
La discussione delle domande è
stata estremamente proficua a mez
zo dei gruppi presieduti dai Signori
Musaechio, Davite, Benech e signo
riña Bertalmio. Circa la seconda do
manda concernente le obiezioni for
muíate verso la chiesa è stato unani
memeute affermata la necessità d
estendere ai confermati il diritto al
l’elettorato, senza parentesi fino a
21 anni. Inoltre si è rilevato da par
te di alcuni lo scarso potere di in
cisione dei messaggi pastorali, in
rapporto ai problemi deU’ora che
volge, nonché la difficoltà dello stile.
Infine si è osservato lo scarso inserimento dell’elemento giovanile nei
posti di responsabilità e di maggiore
impegno.
A questo riguardo la signora Tron
Tildina ha proposto di ammettere il
presidente dell’unione come membro del Concistoro, ex officio.
Circa la terza domanda si è insistito sul lavoro pratico, nonché sull’opera di collaborazione dei giovani nelle visite, neUa predicazione,
nel lavoro di evangelizzazione.
Nel corso della discussione generale hanno ancora parlato alcuni oratori: Geymet, Signora Tron Tildina, A}assot, Bouchard, dalla quale
è scaturita in alcuni la preoccupazione di scendere sul terreno pratico, concreto per incontrare i giovani e condurli a Cristo (Tron, Bouchard), in altri raggiungere io scopo
su di un piano teorico (Ayassot).
La seconda parte del convegno
concernente l’operato delle unioni e
la presentazione d’un programma
futuro è stato svolto e diretto felicemente da Marco Gay. I responsabili
delle singole unioni hanno riferito
sugli studi svolti nel corso deU’in'
verno: la maggior parte delle unio
ni si sono valse del prezioso mate
riale della F.U.V. concernente argo
menti di carattere biblico. Si è ap
provata -l’idea-—di-organizzarecampi di pochi giorni in riviera, ver.
so fine settimana, in modo da cou'
sentire una larga partecipazione dei
giovani. Si è discusso vivacemente
di « Gioventù evangelica » e si è proposto di inviare, con maggior frequenza, le cronache delle unioni e
di collaborare perchè possa essere
più accessibile ai contadini delle valli. Alcuni sono favorevoli alla pagina della gioventù da inserirsi neU’Eco delle Valli, come avveniva per il
passato. Circa il problema finanzia
rio, si è raccomandato l’invìo dell^
quote, nonché la raccolta delle offerte per la Spagna. Sono stati indetti
due convegni per il mese di maggio,
proposta una tournée in Isvizzera, di
tre giorni, pel corso deU’estate. H
Presidente Gay ha poi dato la parola
all’ing. Pagliani il quale ha fatto
una breve, succosa rélazione del lavoro compiuto con l’enunciazione di
un programma futuro. Si è messo in
rilievo la importanza della testimonianza dei giovani appartenenti alla
S.P.E.S., dove essi sono chiamati a
mettere al. servizio del Signore le loro doti fisiche, anziché al servizio di
chicchessia.
Al termine del convelo- Marco
Gay ha espresso un ringraziamento
ai convenuti, nonché alla conunissione distrettuale ed alla comunità
di Pinerolo, ha proposto l’invio di
un messaggio al convegno di Intra
ed al Segretario Generale. H Capodistretto ha espresso il suo vivo compiacimento per l’ottima giornata trascorsa assieme, per le ispirazioni che
avevano animato i convenuti nel simpatico dialogo del mattino e del pomeriggio.
Siamo certi che nei futuri incontri vedremo rappresentate tutte le
Unioni, specialmente queUe più lontane: Massello, Prali, Rodoretto,
Bobbio, Perrero, Riclaretto, assenti
dal nostro incontro fraterno.
f.to Traiano Boccalini
la “Revue Réformée,,
Rivista di' pensiero e di cultura prò
testante. Tratta argomenti di fede, di
dottrina, di vita ecclesiastica e sociale
con viva preoccupazione di attualità.
Utile ai Pastori ed ai laici per la formazione di una cultura e di una mentalità
fortemente evangelica.
E| pubblicata dalla Società Calviniste
de ^TfanSe^ *II“CbmitaÌó dì réSazioné'
opera in collaborazione con pastori, teologi e professori delle Chiese Riformate
del mondo. Esce ogni trimestre. Pubblica numeri speciali dedicati ad argomenti particolari, come il Battesimo, VAttualità della predicazione. Cattolicesimo
e Protestantesimo, Secolarizzazione del
mondo moderno, il Divorzio ecc. ecc.
La si raccomanda al nostro mondo
protestante. Abbonamenti L. 1200 annue. Per Pastori, Professori, studenti in
teologia L. 750. Inviare gli abbonamenti
al rappresentante per l’ItaUa: Post. Ermanno Rostan, Via dei Mille 1 — Pinerolo (Torino).
BREVE SOMMARIO DI STORIA VALDESE
0Come abbian detto nel marzo
1179 si teneva a Roma il 3“ Con. cilio Laterano, sotto la presidenza
del papa Alessandro III. Certo che
i prelati, in vesti sontuose e in balia di altre preoccupazioni, furono
meravigliati di vedere ammessi nei
ricchi saloni quei poveri di Lione
indossanti rozze tuniche di lana e
privi di calze. Cosa volevano? Valdo, che con ogni probabilità era
presente con qualcuno dei suoi compagni, chiedeva il riconoscimento
di un nuovo ordine monastico: scacciato dall’Arcivescovo di Lione, ricorreva a chi, secondo lui, poteva
dargli ragione, e domandava il permesso di essere povero nel nome e
sull’esempio di Cristo e di predicarne il vangelo. Il papa abbracj ciò Valdo; un bacio rituale naturalmente e privo di qualsiasi significato, benché l’istituzione di un
nuovo ordine monastico non potesse sulle prime che essere gradito al
clero.
Poi sorse la discussione sulla domanda di Valdo: egli era venuto a
Roma portando un libro in dialetto
gallico, che conteneva il Salterio e
la maggior parte degli scritti dell’Antico e del Nuovo Testamento.
Era l’opera dei suoi compagni Bernardo d’Ydros e Stefano d’Ansa, e
Valdo chiese con insistenza l’autorizzazione a leggere e predicare in
volgare, servendosi deUa traduzione
che egli portava lì in esame ai reverendi prelati. La discussione si protrasse per le lunghe, poiché era forse la prima volta che dei laici prendevano una iniziativa del genere:
Valdo ed il Vaticano
come comportarsi davanti alla loro
richiesta?
Il vescovo inglese Map racconta
egli stesso la scena, e come riuscì
a mettere in imbarazzo i Valdesi,
facendo loro deUe domande traditrici. Conclusione: fu dato il permesso ai Valdesi di predicare, ma
solo a richiesta dei sacerdoti. Era
come negare il riconoscimento dell’ordine, evidentemente: e il motivo principale ce lo confessa il Map,
dicendo: «. Essi cominciano ora assai umilmente, perchè non possono
entrare: ma se noi li ammettessimo, ne saremmo noi stessi scacciati ».
Ventun’anni dopo, nel 1210, un
altro poverello, Francesco d'Assisi,
si presentava in Vaticano per far
riconoscere un nuovo ordine : egli
non chiedeva di predicare nè di leggere la Bibbia, ed il suo ordine fu
riconosciuto. Valdo, bocciato al
Concilio Laterano, divenne un eretico; Francesco invece diventò tm
santo. Ma la lettura deUa parola di
Dio doveva essere all’inizio e all’avvenire la differenza capitale; la Bibbia era lì a separare due mondi e
due visioni completamente diverse,
possiamo dire due chiese, poiché
nella non soddisfatta richiesta di
Valdo stava già uno dei fondamenti deUa Riforma Protestante.
Cosa fece allora il nostro Valdo?
Non lo si sa con precisione, ma pro
babilmente, a giudicare dalla scomunica che (pialche anno dopo gli
sarebbe caduta addosso, non si sottomise al volere della Chiesa, e travagliato dal dubbio di obbedire all’istituzione ecclesiastica o alla Bibbia, optò per quest’ultima, continuando a predicare e a divulgare il
Vangelo tra i poveri. La miseria era
grande in quei tempi, e le moltitudini affamate di pane, di giustizia
e di un mondo migUore si votavano
con entusiasmo aUe nuove dottrine
eretiche, che invitavano aü’amore
fraterno, aUa comunione dei beni,
alla soppressione dei privilegi. Una
potente ondata di favore popolare
portava in quei decenni alla ribalta Catari, Albigesi, Poveri Lombardi e Poveri di Lionte, che solo la
mano ferrea e sanguinolenta dell’Inquisizione doveva poi ridurre al silenzio.
A Lione, il nuovo arcivescovo Giovanni di Bellesmains, per consiglio
del papa, scacciò definitivamente
Valdo e i suoi daUa città. Correva
l’anno 1182, e tempi tristi si annunciavano per i dissenzienti; infatti
1’ anno seguente 1183, facendosi a
Verona un nuòvo Concilio, questa
volta contro tutti gli eretici fu lanciata solenne scomunica: tra di loro quelli che ormai il popolo chiamava Poveri di Lione, e il cui torto
principale era « allogarsi il diritto
di predicare... ccmtro i quali noi
lanciamo il nostro anatema, come
contro quelli che nonostante il nostro divieto oseranno predicare, sia
in pubblico che in privato, contro
l’atitorità della sede apostolica e dei
vescovi ».
L’anatema o scomunica poneva irrimediabilmente Valdo e i poveri
di Lione fuori del grembo di Santa
Madre Chiesa: ma non vi erano forse già dal momento in cui avevano
voluto sostituire al sacerdozio ecclesiastico quello laico ed universale?
In fondo, la scomunica non faceva
che sancire il reale stato di cose,
ma nello stesso tempo metteva i ribelli in balìa della repressione inquisitoriale. Non erano infatti ancora finite le Crociate contro i Turchi per la conquista o la conservazione di Gerusalemme, che già altre
Crociate venivano bandite in Occidente, da Cristiani a Cristiani, e nel
nome di Cristo e deUa Chiesa.
Oh sangue degli Albigesi, che bagnasti la Provenza e la Linguadoca
per l’ingordo e falso zelo di un Simone di Monfort, tu fosti nello stesso tempo la prima pagina immensamente triste di un’umanità che voleva e vuole chiamarsi cristiana e
non è capace di intendersi o di sopportarsi! Triste (pieU’anno 1208 in
cui la spada fu impugnata per insegnare e credere!
Di Valdo si sa poco degli ultimi
anni (fella sua vita : si può suppor
re che egli rimase neUa Francia Meridionale, neRa terra deUa sua lingua e del suo primo movimento, fino al momento in cui la Crociata
contro gh Albigesi lo indusse a fuggire: si può anche pensare che egli
rimase qualche tempo nelle Valli
Valdesi, se poi lì più che altrove si
determinò il centro più importante
della sua eresia; e si può anche immaginarlo a percorrere altre regioni, a confondersi con i poveri Lombardi, a visitare compagni e fedeR
sparsi in tutta Europa. Ormai egli
era un eretico, un fuori legge per la
Chiesa; ma la sua missione era quella di seguire la voce imperiosa della coscienza e di continuare nella
sua lotta.
In Boemia, nei confini austriaci,
si mostra una coUina ove il grande
Valdo sarebbe stato sepolto: può
essere solo, ima tradizione, una pia
leggenda che non ha nessuna importanza, perchè 1’ importanza Rei riformatore non sta nella venerazione che si possa avere al suo tumulo: il suo posto è, come lo rappresenta il monumento della Riforma
a Worms, in atteggiamento di precursore dei grandi riformatori del
secolo XVI, col Libro dei Libri in
mano, con lo sguardo volto al futuro a seguire nel pensiero le migliaia dei suoi discepoli.
Di sicuro si sa che nel maggio 1218
egR non era più vivo, e che il movimento da lui fondato contava mU
gliaia e migliaia di aderenti, sparsi
in tutta l’Europa, Di loro ci toc(dierà ora occuparci.
Augusto Armano Hugon
4
4 —
L‘BCÒ'DILLE ^^ÀLLI VÀLDESÌ
Società di Studi Valdesi
La Società di Studi Valdesi sta
preparando la pubblicazione del
BoUettino n. 95, contenente studi
interessanti del prof. Arturo Pascal,
del prof. E. Tron e di altri, riguardanti la Storia Valdese, oltre a notizie e comunicazioni bibliografiche
e varie. H Bollettino sarà inviato
gratuitamente a tutti i soci ordinari
in regola col pagamento della quota dell’anno 1954 (L. 300) ed a tutti
i soci vitalizi che avranno inviato un
contributo minimo di L. 250. Quote
e contributi possono essere inviati
per mezzo del Conto Corrente Postale della Società di Studi Valdesi,
n. 2-4428, a Torre Pellice, oppure direttamente al cassiere sig. Arturo
Vola, Corso Fiùmé, Torre Pellice.
* * *
La Società di Studi Valdesi rivolge nuovamente ai Pastori delle Chie
se Valdesi ed in genere a tutti i Pa
steri, delle Chiese Evangeliche Ita
liane là preghiera d’inviarle regolar
mente le pubblicazioni delle loro' ri
spettive Chiese (Bollettini, Relazio'
ni, Circolari, Numeri imici ecc.) per
essere conservate nel proprio archi
vio, a disposizione degli studiosi
della Storia del protestantesimo ita
liano. Si osserva ehe l’archivio del
la Società è non soltanto il più rie
co e meglio fornito, ma è l’unico
che possa soddisfare tali studiosi;
e d’altra parte le pubblicazioni pC'
riodiche delle Chiese costituiscono
pw gU odiosi stessi una preziosa
e sicura l<»ite d’iiidòrmazioni e di
documentazioni particolari, spesso
insostituibili, che devono quindi essere raccolte e conservate con cura.
Si ha pertantb fiducia che la presente preghiera verrà favorevolmente
accolta.
* * *
Il Consiglio direttivo della Società ha preso in attenta considerazione il fatto che nell’anno prossimo
1955, ricorreranno gli anniversari
secolari di eventi della Storia Valdese d’importanza essenziale, che
non devono essere dimenticati; il
quarto centenario della fondazione
dei più antichi Templi Valdesi
(Coppieri, Ciahàs, S. Lorenzo d’Angrogna ecc.); il terzo centenario della persecuzione delle Pasque Piemontesi e della vittoriosa resistenza
di Gioguè Gianavello; il primo centenario della fondazione della Facoltà Valdese di Teologia; il primo
centenario della, Società di Pubbli- cazioni evangeliche (Claudiana); ed
altri ancora meno rilevanti. Il Consiglio stesso, mentre sta esaminando
i modi più idonei con cui tali grandi ricorrenze potranno essere celebrate, rivolge ai consoci, studiosi ed
amici l’invito di comunicargli a questo proposito i loro suggerimenti,
consigli, proposte, che potranno essere utilissimi, per la formazione
dei programmi rievocativi.
Il Presidente
Canto Sacro
Coniunichiamo sin d’ora le date
delle feste di canto, di modo che
eventuali altre attività siano fissate
in altra data. ^
Festa delle CoraH della valle del
Pellice: domenica2 Maggio, alle ore
15, nel tempio di Torre Pellice,
Festa delle Corali della valle Chisone e Germanasca: domenica 9 Maggio, alle ore 15, nel tempio di San
Germano.
Sia a Torre, sia a San Germano,
la prova dei cantici d’insieme è fissata alle ore 14,30, rispettivamente
nei locali del Convitto e della Sala
dell’Unione Giovanile,
Kieordiamo quanto già pubblicato siiM’Eco del 23-10-1953 : cc Ogni
Corale è tenuta a cantare da sola: 1)
un Corale o Salmo; 2) un Coro (o
inno) ».
Scuole Domenieali. La domenica
2 Maggio, festa delle Scuole Domenicali dell’alta ;^yalle Germanasca,
nel temjjio di Pefreroj alle ore 15.
La domenica 23^Maggio, festa delle Scuole Domenicali delle due valli del Pellice e del Chisone, rispettivamente nel tempio di Torre e di
Pinerolo, alle or% 15.
Anche le Scuole Domenicali sono
convocate alle ore 14,30 per la prova dei cantici d’insieme.
La 'Commissione del Canto Sacro
VOCE
COMUNITÀ’
Villar Pellice
Nuove partenze si sono verificate, fratelli e sorelle nostre ci han lasciati per l’appontamento che ci attende tutti nell’eternità:,
Rivoira Susanna in Gönnet di anni 76,
deceduta l’8 febbraio a Fieminuto.-Aveva
intensamente desiderato di poter celebrare
ancora una volta la Santa Cena e potè farlo la vigilia della sua morte con grande
edificazione dei presenti. L’accompagnamento funebre offri un’ottima opportunità
alla proelamazione dell’Evangelo.
Catalin Giovanni Davide di anni 74, deceduto. l’8 febbraio al Bessè. Una sordità
totale, lo aveva appartato dai suoi simili da
vari anni. Tutto il quartiere circondò con
simpatìa le sue spoglie mortali ed anche
qui l’Evangelo rinnovò a molti i suoi appelli.
Girdudin Susanna deceduta ai Buffa il
5 marzo in età di 68 anni. Nobile vita, la
sua, dedicata al servizio dei familiari. La
Cliiesa le offri, al suo funerale, una imponente dimostrazione di simpatia.
Salutiamo commossi questi cari fratelli
nostri e domandiamo a Dìo di consolare
coloro che soffrono per la loro dipartenza.
!
Luserna San Giovanni
Attività culturali. Nella Sala Albarin un
pubblico numeroso ha molto apprezzato la
serata offerta dal C.A.I. di Torre Pellice;
interessanti messaggi del. prof. L. Micol e
del .geom. Mantelli ; apprezzatissimi i documentari, Agli oratori, al dott. Gardiol,
ai collaboratori tutti, il pastore R. Jahier
ha espresso la riconoscenza del pubblico.
La filodrammatica deU’Unione giovanile
di Pomaretto ha riscosso meritati applausi
con la recita di un vigoroso dramma.
Visite. Il pastore Gustavo Bouchard ha
presieduto il culto domenica 21 febbraio,
e il pasture R. Nisbet quello di domenica
21 marzo. La comunità è loro grata per il
loro- messaggio.
Sepolture. Il 22 febbraio è stata rapita all’affetto dei suoi genitori Pons Ada di Remigio e di Rosso Lucia, di anni uno.
Il 6 marzo, dopo poche ore di vita, terminava la sua esistenza terrena Fiorenza
Bonnet.
Il 7 marzo rispondeva alla suprema chiamata del Padre, Augusto Pons; di lui, fedele e buon servitore, caduto sulla « breccia » al Rifugio, parìa in altra parte del
giornale U pastore Bertinatti.
11 14 marzo, Pdvarin Enrico Prospero,
ortgtearie di RoNt TGarossin) terminava la
sua esistenza terrena all’età di 74 anni.
11 21 marzo hanno avuto luogo i funerali della signorina Lisette Liischer, deceduta all’Ospedale di Torre Pellice.
Alle famìglie in lutto rinnoviamo l’espres.
sìone della simpatìa della comunità.
Battesimi. Domenica 21 marzo è stato
battezzato Tourn Ferruccio di Ferino e di
Rivoira Demolina. Benedica il Signore questo bambino. rep.
Marsiglia
libri che raccomaniliaino
Nelly Donini Buffa: Coserello —
L. 350.
H. Kocher: Mammina, mi ami? —
L. 350;
Pennanera: Le vacanze di Mezzalira
^ L. 350.
E. Ribet: C’è una voce nella mia
valle — L. 500.
R. Beach: Noi e i nostri figli — Lire 600,
F. Lo Bue: Che cos’è il Nuovo Testamento — L. 500,
Don Zeno: Non siamo d’accordo
L. 400.
A. Tondi: Lo potenza segreta dei gesuiti — L. 20(1.
Danilo Dolci: Fate presto (e bene)
perchè si muore — L. 550.
Arturo Pascal: L’espatrio dei Valdesi in terra Svizzera ■—• L. 1.800.
E. Brunner: Notre foi — L. 660.
Vincent Taylor: The Gospel according to St. Mark. The Greek text
with introduction, notes and indexes — L. 4.(KM).
Ordinazioni alla Libreria Claudiana
— Torre Pellice (Tosino) — c.c.p.
n. 2-17557
Les Vaudois de Marseille et du départef ment se sont réunis assez nombreux pour
apporter à M. le Pasteur Robert Jahier la
preuve que la commémoration du XVII
Février n’a pas perdu sa signification dans
les Bouches-du-Rhône.
Nous étions les hôtes de l’Eglise Réformée de France pour le Culte du matin au
cours duquel M. Jahier nous apporta un
message bien actuel, qui s’adressait non
seulement aux Vaudois, mais à tons les
chrétiens. Les conférences, dont le but est
de donner la paix au monde, se succèdent,
les traités aussi; ils ne sont pas inutiles,
mais placer toute notre confiance en eux
serait une illusion. Nôtre monde est très
complexe, mais celui de Nicodème aussi,
c’est pourquoi Jésus lui parla de là nouveUe naissance. Ce sont des « hommes nouveaux » qu’il faut pour un monde nouveau.
Maintenant que les Vaudois sont sortis de
leurs montagnes, ils doivent, partout où ils
se trouvent, être les témoins de ce Royaume
que Dieu ne veut pas faire sans les hommes.
Le repas se déroula aussi heureusement
que tout repas de XVII Février, Les Vaudois
avaient voulu associer à leur jôie quelques
pasteurs de l’Eglise Réformée de Marseille:
M. Ferrier-Welti, qui leur avait aûuablement accordé de célébrer dans la Chapelle
de Menpenti le culte du matin et M. M.
Marchand, Président du Conseil Presbytéral et Meyer, qui ont représenté, à diverses reprises, l’Eglise Réformée de France
au Synode de l’Eglise Vaudoise. En outre
M. le Consul Général, empêché, avait bien
voulu désigner M. le Viee-Consul RossiArqaud pour le représenter.
Le repas* terminé — en attendant le café
— après que le Président eut souhaité la
bienvenue à tous les convives et particulièrement aux invités, chacun de ces derniers prit à son tour la parole pour dire la
joie qu’il éprouvait de prendre part à cette
fête.
M. Jahier insista tout particulièrement
sur les liens qui unissent les pastenrs vaudois et les pasteurs de MarseiRe, liens de
fraternité qui existent aussi entre Vaudois
et protestants français. 11 évoqua lu figure
de ce galérien Vaqdois, Mnsseton, pour qui
la liberté n’était pas la liberté que l’on acquiert au prix de l’abjuration, mais la liberté de servir son Dieu. 11 termina en
souhaitant que tous les Vaudois et les Huguenots aussi rendent toujpnrs un puissant
témoignage.
Pendant ce tempe, les gens arrivaient et
prenaient place daùs le salle de qjieetaclè.
ns sHaient 1
n’était-ce pas le XVP? II y eut bientôt 300
personnes, dont pas mal de protestants français, surtout des jeqpes (une conséquence
du voyage de la Chorale de La Tour).
L’Assemblée, debout, chanta le Serment
de Sibaoud, puis Mr Jahier passa de magnifiques vues en couleur, en s’excusant s’il
n’y en avait pas de -tous les villages des
Vallées, qui tous étaient dignes de figurer
dans sa collection. Bon photographe et bon
diplomate M. Jahier.r*
La seconde partie iiu consacrée à deux
pièces comiques intei;prétées par le Croupe
du Mistral, dont le^jjùccès fut bien mérité.
Tl ÿ eut aussi, bie^entèndù, de nombreux
autres numéros qur: contribuèrent tous au
succès de cette matinée récréative, qu’il
serait peut-être uu; peu long d’énumérer,
mais dont M. Rivgire, notre infatigable
Président, se fera tin plaisir d’adresser le
programme complet^ à ceux qui le désireraient. V:
La journée se-termina par une agape fraternelle. J- Pons.
Attività della SPES
Domenica 14 marzo ha avuto luo
go a Luserna Giovanni Tannun
ciata Corsa Can^estre di m. 2.000
Primo assoluto ó primo della cate
goria seniores è resultato l’atleta Car
lo Gay di San Giovanni. Primo del
la categoria junipres e secondo asso
luto è risultato (’atleta Paolo Ghia
via di San Giovanni.
La SPES ha indetto per marzo ed
aprile le seguenti manifestazioni:
28 marzo - O^e 15,30, a Luserna
S. Giovanni, Coisa Campestre di m.
3.000 per atleti di 3.a serie ed esordienti, valevole ^er il IX Gran Premio di Mezzofondo.
4 aprile - A Pinerolo: torneo di
ping-pong delle Unioni Giovanili, 5"
edizione, riservata alle coppie delle
U. G. del Piemonte.
★
25 aprile - A ^orre Pellice: Convegno di Primavera. Torneo di bocce e gare di atletica leggera riservati ai giovani delle U. G. V.
Richiedere i programmi particolareggiati ai Delegati di Zona o aRa
Segreteria della SPES (Via Pio V,
15 - Torino).
La SPES offre ai giovani sportivi
evangelici la possibilità di praticare
lo sport sotto i propri colori. Giovani sportivi delle Valli, accorrete con
entusiasmo e partecipate alle attività deUa vostra Società.
Direzione e Redazitfne: Past. Ermanno Rostan - Via dei MiUe 1 - Pinerolo • Tel. 2009
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di
Pinerolo, con decreto del 27-XI-1950.
Tip. Subalpina i.p.i. Torre Pellice (Torino)
Lu famille du regretté
Auguste Pons
profondément émue pour la sympathie témoignée à leur cher, remercie toutes les
personnes qui de présence ,envoi de fleurs
et messages, ont voulu prendre part à leur
grande douleur.
Tout particulièrement sa reconnaissance
aux Pasteurs M.M. Bertinatti, Bert et Jahier pour leur assistance et messages d’espérance et de consolation, au Docteur Gardiol pour les soins assidus, à la Directrice
Soeur Suzanne Caisson, aux Demoiselles
Petrai, .Soeur Marguerite et Soeur Santina
et à tout le personnel du Refuge Charles
Albert pour la solidarité et l’aide fraternelle piêtée en la triste circonstance.
Luserne S.t Jean, 8 Mars 1954
« Mon âme, retourne en ton repos;
car l’Eternel t’a fait du bien »!
(Psaume 116, v. 7).
Le farniglie Bounous-Mondon profondamente riconoscenti ringraziano tutti quelli
che hanno loro prestato aiuto e che con la
loro presenza o con scritti hanno preso parte al loro dolore per la perdita della loro
mamma, sorella e zia
Henriette Bounous
ved. Mondon
In modo particolare ringraziano la Direttrice, le Suore, il Personale dell’Ospedale Valdese, il Pastore Ayassot ed il Dottor
De Bettini.
Per volontà dell’estinta, la famiglia non
prende il lutto.
L’insegnante Bouchard - Rivoira Maria,
commossa dalle manifestazioni di affetto e
di simpatia avute per la dolorosa dipartenza dell’amato papà
Levi Bouchard
vivamente ringrazia lutti coloro che, nel
suo dolore, le sono stati vicini in vario modo, il pastore signor Geymet, colleghi ed
alunni.
Un grazie particolare al pastore di Genova signor Sbaffi il quale, con le sue inspirate parole di conforto e di fede, ha saputo rendere meno doloroso il distacco alla
famiglia.
A V Vii S l
SIGNORA svi:»era in Riviera cerca ragazza fidata, volonterosa per lavori domestici. Offerte alla signora Giovanna Haertelt. Corso Svizzera 9, Torino.
JEUNE FILLE protestante, active et sérieuse, est demandée comme femme de
chambre. Adresser offres à l’hôpital Pourtalès, Neuchâtel (Suisse).
CERCASI cuoca per Foyer Unionista - 70
Via S. Secondo - Torino. Scrivere età,
condizioni.
ORECCHI
NASO - GOLA
Don. DANIELE ROCHAT
riceve in Torre Pellice viale
Fuhrman 1 (presso Dr. Gardiol)
il venerdì'
dalle ore iO alle lÈ,
a Torino riceve gli altrigiorni»
dalle ore i4t30 alle IS in via
Berthollét, 30 ( OspedaleEvan
¿elico).
Doli. Morassunli M. P.
Doli. Indovina D.
Specialista malattie del cuore e dei vasi
Elettrocardiografia
Corso Porporato, 8 - Pinerolo - Tel. 30-30.
Mercoledì ore 10-12; 14-16 - Sabato ore
14-16. Per appuntamento tei. 51-411, Torino
A cquistate da Tourn Aldo
eSaonor Bruno
TOSA agenzia PIAGGIO
Corso S. Maurizio, 31 - Tele(. 81144
TORINO
SmtTOinn OflPPflRO
Vasto assortimento
drapperie
delle migliori case I per uomo e
T/avoro accuratissimo
Prezxi modici Signora
Impermeabili pronti
e su misura - Confezioni
SONO GRADITE VISITE INFORMATIVE
7, Via Duomo pineROLO Via Duomo, 7
Un oggetto in oro, un orologio gii fMuola a prezzi
di concorrenza presso
l^oivficeria e oiMilogerla
BORNO EMANUELE
PINEROLO
Via Triesle, num 6
Devositario delle migliori case
svizzere ed eselusivista
Doxa - tandy 21 rubis - Altus
Assortimento croci ugonotte e .stemma valdesi oro, argento e smaltati
INDUSTRIALI ij- AGRIGOLTORI M ARTIGIANI _
Non sciupate i vostri motori con ravvolgiture mal proporzionate
che oltre allo spreco di energia ve ne limitano la durata
AVVOLGIMENTI ELETTRICI RAZIONALI
MOTORI DINAMO TRASFORMATORI
RIPARA MODIFICA
CAMBIA CARATTERISTICHE
S. Bouchard
Torino Via Parma, num. ?4
Telefono 22745