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Anno 112 - N. 31 BIBLIOTECA VALDESE
22 agosto 1975 - L. 150 TORRE PELL ICE
Soedizìone in abbonamento postate
I Gruppo /70
dette valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
_________VERSO IL SINODO VALDESE E LA CONFERENZA METODISTA
Annunciare Tevangelo e servire
!l mandato di Gesù fu: predicate e sanate gli infermi
aspetto della missione
La tentazione è di escludere un
Neli'avvicinarci alle assemblee annuali
delle chiese metodiste e valdesi presentiamo in questo numero alcune considerazioni generali tratte dai rispettivi rapporti in vista dei lavori dell’assemblea
stessa. Dal rapporto della Tavola abbiamo scelto i pensieri iniziali e dalla Relazione del Comitato Permanente le Relazioni dei Circuiti. Nei prossimi numeri presenteremo singoli punti ed i dibattiti sinodali.
La Chiesa valdese deve ritrovare lo
slancio evangelistico, così caratteristico
della sua istoria antica e di quella della fine dello scorso secolo, quando si andavano formando le comunità evangeliche nel
nostro paese.
La Chiesa valdese deve essere impegnata nella storia, là dove si lotta per la liberazione dell’uomo e dei popoli.
Queste affermazioni — motivate ambedue da una esigenza di fedeltà alLEvangelo — vengono sovente enunciate in opposizione Luna all’altra, come se fossero una
alternativa di fronte alla quale fosse necessaria una scelta.
Si formano così dei blocchi, delle chiusure che creano turbamenti e tensioni vivaci....
Ma riteniamo che il discutere se la missione della Chiesa debba essere parola o
azione, testimonianza o servizio, ponendoli in alternativa, sia una via errata, quando non diventa un alibi per non impegnarsi concretamente.
Tutti siamo convinti che l’Evangelo non
è soltanto « insegnamento », è « potenza »
— secondo la terminologia del Nuovo
Testamento —. Questo è vero nella misura in cui l’Evangelo è il Cristo vivente.
Siamo dunque chiamati a vivere l’Evangelo e ad annunciarlo. La verità che proclamiamo è una persona: Gesù Cristo, e
di conseguenza non può mai essere statica, è verità sempre nuova, dinamica, proprio perché è la persona del Signore vivente che ci è data mediante lo Spirito
Santo.
Così pure siamo tutti consapevoli del
fatto che la missione della Chiesa deve
ripetere nel corso dei secoli quella che è
stata la missione del nostro Signore Gesù Cristo. Qra, dagli evangeli, appare evidente che nella missione di Gesù l’alternativa che noi così di ifrequente poniamo, non può sussistere...
Per rispondere fedelmente alla vocazione rice\^üta dal Signore, bisognerà sempre
nuovamente prendere coscienza che sia
la proclamazione come il servizio fanno
ambedue e insieme parte dell’essere della
Chiesa e della sua missione.
Se infatti non confessiamo apertamente
Cristo dome Salvatore e Signore, e confondiamo l’Evangelo della liberazione con
qualche ideologia del momento, se non
predichiamo l’Evangelo del Regno, allora
ben presto diveniamo « sale insipido » e
priviamo il mondo della speranza che è
in Cristo.
D'altra parte, se disinneschiamo la carica esplosiva di rinnovamento per la società e per tutta l’umanità, che è contenuta nel messaggio così radicale delTE
IN QUESTO NUMERO
■ Dai campi di Àgape 2
■ Pentecostali e heo-pente- costali 3
■ Il progetto per l'Ospedale di Torre Pellice 4-5
■ Per l'uguaglianza deH'uo- mo e della donna 8
vangelo, noi rendiamo vana l’incarnazione di Cristo, la rivelazione delTamore di
Dio per il -mondo...
Il continuare però a discutere, come
abbiamo fatto negli ultimi anni, se la
missione della Chiesa debba essere testirnonianza implicita o esplicita, predicazione o servizio, parola o azione, ed il porre i due elementi in alternativa, non è ormai più corretto, né dal punto di vista
della comprensione che abbiamo delTEvangelo ove questa alternativa non esiste,
né dal punto di vista della assunzione delle nostre responsabilità nella storia. Ambedue le esigenze, come abbiamo detto,
fanno parte integrante deU’essere e della
missione della Chiesa.
Per la -Chiesa di Gesù Cristo nel nostro
ternpo si pongono invece ben a-ltre alternative che la impegnano a fare delle scelte precise, ne indichiamo solo alcune:
— essere una Chiesa che « parla », con
tanta chiarezza teologica, che di essa
si possa affermare -che parla « le -lingue
degli uomini e degli angeli », e con tanto zelo che la -«parola» sia come uno
squillante cembalo... ma che « tace » di
fronte alle iniquità
oppure
— essere una Chiesa che rifiuta il silenzio
e denuncia queste iniquità, in risposta
al mandato del Signore (Prov. 24: lili)...
— essere una Chiesa che si mantiene equidistante fra oppressi e oppressori;
oppure
— essere una Chiesa che dichiara ajjertaifiente da quale parte essa si pone, assumendone tutte le responsabilità;
— essere una Chiesa che affianca gli sforzi di mutazione della società civile, ma
tace la predicazione dell’Evangelo,
oppure
— essere una Chiesa che partecipa pienamente al travaglio della società e proclama l’Evangelo del Regno di Dio
nella sua pienezza.
Per noi tutti, popolo di Dio chiamato a
testimoniare e servire nel mondo, la vera
alternativa è questa: vivere nella paura o
vivere neiramore.
NELLE COMUNITÀ' METODISTE
Impegno di fedeltà
Dal 1" Circuito
« ...Le Comunità sono impegnate, almeno nei loro membri più attivi, in una
costante ricerca dei contenuti e dei modi per una testimonianza evangelica più
fedele ed efficace. In questo senso affiora in tutte le relazioni (delle Comunità)
la preoccupazione per lo scarso impegno
di troppi fratelli in questa ricerca e nelle iniziative che ne conseguono e pertanto per l’esiguità di forze di cui dispongono. Tuttavia tali considerazioni negative non inducono ad uno sterile pessimismo, ma semmai ad una più intensa
opera all’interno delle Comunità per
coinvolgere nelle iniziative intraprese il
maggior numero di fratelli possibile e
per riscoprire i doni che il Sigiiore concede a ciascuno per la testimonianza da
rendere al suo nome.
Importante è che i compiti che stanno davanti alle nostre Comunità, pur
nella varietà di situazioni in cui si trovano, siano stati individuati e spesso in
modo molto concreto e preciso e che non
si sia dunque rimasti in una semplice fase di ricerca».
Dal 2" Circuito, dopo aver sottolineato
che il Consiglio di Circuito e la Conferenza Distrettuale si sono svolti contem
poraneamente e nella stessa città, con
sedute comuni, che è stata costituita la
Federazione delle Chiese Evangeliche in
Liguria, ricorda che «le relazioni delle
chiese confermano un crescente interesse per l’opera di presenza, di testimonianp e di evangelizzazione nell’ambiente circostante, con accentuazioni ovviamente diverse a seconda delle località».
Nel 3" Circuito vi sono notevoli diversità di interpretazione dell’evangelizzazione e dell’ecumenismo da parte delle Chiese; tutto ciò crea un clima di tensione
dialettica che può preludere ad interessanti aperture.
Nel 4" Circuito, situato in una Regione
in cui la « crescita umana, sociale e civile ha già raggiunto alti livelli », « non possiamo insegnare a nessuno come si affronta il problema degli emarginati, degli anziani o che cosa sia- la democrazia.
Ma è ancora sicuramente nostro il compito, anche in questo contesto, di predicare TEvangelo, quelTavvenimento che è
una svolta per gli uomini e le loro vicende, Tannuneio che Cristo è i! Signore,
l’annuncio della salvezza per grazia che
non è solo ’supplemento religioso’ di una
(continua a pag. Z)
Sinodo Valdese
e Conferenza Metodista
Il Sinodo Valdese e la Conferenza Metodista avranno inizio rrell'aula sinodale della Casa Valdese
Domenica 24 agosto
alle ore 15. Il culto di apertura della sessione avrà luogo alle ore 15.30, nel
tempio di Torre Pellice e sarà presieduto dal past. F. Becchino ; il predicatore
sarà il past. Achille Deodato.
I lavori del Sinodo e della Conferenza riprenderanno subito dopo il culto.
Andiamo!
SALMO 122.
1. - Ci troviamo in presenza di
un canto che qualcuno ha scritto
perché fosse cantato da molti che
pensassero come lui e che servisse da indicazione. Un modo per
indicare una convinzione. È certo:
anche i canti più impegnati, scritti per chiamare a un impegno comune, possono diventare canzoni
vuote per aiutare a passare il
tempo. Ma vale sempre la pena
di fermarsi ad ascoltare e a capire quel che il canto ha voluto dire
da parte di chi lo ha cantato all'inizio, come modo di indicare
qualcosa.
2. - Qui c’è intanto l’indicazione
di qualcosa da fare, una proposta
pensata durante un’attesa, un volgersi verso il domani (ma un’attesa che è riempita di movimento,
in cui si prepara per quello che
deve succedere: ci si muove, non
si rimane passivamente ad aspettare che qualcosa succede). « Andiamo ».
3. E c’è una indicazione di lotta contro la solitudine e l’isolamento, un tentativo di coinvolgere altri in questo impegno che c’è
da prendere perché non è giusto
scoraggiarsi o passare il tempo
senza sapere perché. Bisogna muoversi per parlare con altri e per
non lavorare da soli. Ho potuto
rallegrarmi perché qualcuno mi
ha parlato. « Mi hanno detto:
“Andiamo” ».
4. - Questo canto di gente che
lavora e che cerca di coinvolgere
altri nel suo impegno ha delle indicazioni precise: indicazioni di
luoghi (« entro le tue porte »), di
persone ( « i miei fratelli e i miei
amici ») e di azioni (è importante
che si giudichi insieme e che si
sia giudicati, che si cerchi un rapporto con Dio e con l’altro — la
preghiera, la pace —, che si arrivi
a, trasformare la ricerca in decisioni che si vedano: « Io procaccerò il tuo bene » ).
5. - La possibilità di muoversi
insieme, con questi precisi chiarimenti, permette di rallegrarsi —
e allora si canta, anche se i problemi sono grossi. Si sa dovè si
vuole andare. E si va (solo mentre si va e ci si muove, si può cantare).
6. - Una pagina del Nuovo Testamento in particolare, fra tante
altre, ci dà un’indicazione di un
canto morto, di gente che non si
muove. Gente che canta questo
stesso canto, che parla del tempio
del Signore, e che non sa più cosa vuol dire. Basta provare a rileggere quel brano di Marco (II:
15-19) dove si parla di Gesù che
caccia coloro che sono nel tempio. e rovescia e butta giù tutto e
grida e impedisce di cantare: il
canto di lotta e di impegno si è
trasformato in strumento di commercio per sfruttare meglio l’altro; il nome di Dio e la proposta
(continua a pag. 2)
2
a GoSloquio
con i leiiori
Il pastore Conte esprime nella lettera
che pubblichiamo qui appresso il parere
di molti lettori, forse qualcuno difenderà
Bonhoeffer?
Il Direttore
Caro direttore,
per la seconda volta nel giro di qualche mese
il settimanale ha riportato un’affermazione di
Bonhoeffer, riprendendola questa volta (n. 29) in
un articolo di « Le christianisme au XX' siede »,
Gesù era un brav’uomo: « Che cosa significa
quando in un mondo di diffidenza il proletario
dice: Gesù era un brav’uomo? Significa che non
si deve diffidare di lui. Il proletario non dice:
Gesù è Dio. Ma dicendo che Gesù è un hrav’uomo dice certamente di più del borghese che dice: Gesù è Dio». Tutto l’articolo citato, di F.
Delforge, è molto discutibile, ma mi limito a
qualche considerazione su questa reiterata frase
bonhoefferiana. Bisognerebbe vedere esattamente
in quale contesto essa è stata scritta. Mi pare
comunque, più che ambigua, falsa.
Non erano forse "proletari" molti dei discepoli
di Gesù? Eppure non sono stati proprio loro a
riconoscerlo e confessarlo come il Signore, il
Kyrios — ciró, nel linguaggio ebraico, Dio? Ñon
erano forse in larga misura proletari i membri
delle prime chiese cristiane (cfr. 1 Cor. 1: 26
ss.)? Eppure non era intorno al Cristo Signore
che si riunivano? Sapevano che Gesù era Dio,
lo imparavano a conoscere cosi, capivano ______
quand’era dato loro da Dio — anche quello che
neppure i filosofi riuscivano a concepire (Matteo 11: 25 s.). E viceversa imprenditori, pur
modesti, come Pietro e Giovanni, burocrati come Matteo hanno anch’essi creduto e conosciuto
che Gesù era il Cristo, il Figlio di Dio; l’ufficiale
Cornelio, come il collega di Capernaum e quello
di servizio sul Golgotha, riconoscono — da oltre
l’abisso della loro diversa cultura — la sua divinità, ed è sulla base di questo riconoscimento
comune che Paolo scrive all’alto borghese Filemone. Mentre folle di proletari, che hanno riconosciuto in Gesù di Nazareth « un brav’uomo »,
un tipo in gamba, un amico comprensivo e po
tente, non sono andati oltre; non hanno accettato la croce, o vi han visto soltanto il dannato incidente, realizzato dai potenti, che ha troncato
brutalmente una grande speranza.
La citata frase di Bonhoeffer può dunque avere tutt’al più un valore paradossale. È possibile
che qualche proletario, in un incontro reale ma
« secondo la carne » con Gesù di Nazareth, affermando che Gesù è « un brav’uomo » dica di
più di qualche borghese che dica « Gesù è Dio »
come si ripete superficialmente una definizione
catechistica mai assimilata, mai pensata, mai
creduta. Ma ciò che è in gioco non è la classe, è
la fede. Per il credente, sia esso proletario o borghese, Gesù è Dio, altrimenti non è credente
(cosi come non lo è, se per lui Gesù non è uomo; l’alternativa posta da Bonhoeffer è profondamente falsa, Gesù Cristo scaturisce nella sua
piena realtà soltanto dalla totalità delle testimonianze bibliche, umanamente contradditorie). Il
borghese che, affermando « Gesù è Dio » (oggi,
poi...), confessi la sua fede fondata sull’Evangelo, dice di più, molto di più, comunque qualcosa
di radicalmente diverso da ciò che dice il proletario incredulo che avverta un pur intenso rapporto di simpatia umana con la figura — trapassata — di Gesù di Nazareth. Ecco perché ritengo la dichiarazione bonhoefferiana sostanziaimente errata.
Certo, come avete scritto redazionalmente introducendo l’articolo citato, « Gesù vive in mezzo alla gente anche senza il filtro ecclesiastico ».
Si può domandare: quale Gesù? Ma egli ________ gra
zie a Dio — non è stato è non è legato alla chiesa. Bisogna però aggiungere, a mio avviso, che
si incontra Gesù nella sua piena verità e realtà
solo attraverso il "filtro biblico”, solo attraverso
le testimonianze scritturali intese come unica
norma interpretativa, assolutamente sufficiente
nella sua ricchezza.
Ecco perché è con un senso di fastidio, per
dovere, che ci si accinge a leggere libri come
1 ultimo di F. Belo, che la Claudiana ha voluto
pubblicare. Si sa in partenza che l’Evangelo vi
è sottoposto a una sistematica forzatura ideologica estranea. Liberalismo teologico per liberalismo
teologico, quanto più seria e feconda, nell’aiutarci all approccio al realismo biblico, al contesto e
alla figura di Gesù, la ricerca storico-critica di
tanti teologi della seconda metà del secolo scorso !
E pazienza se mi darete dello struzzo... Fraternamente
Gino Conte
TORRE PELLICE, 24-29 AGOSTO
Sinodo e Conferenza
SINODO VALDESE
I lavori sinodali ripenderanno dopo la
seduta di domenica pomeriggio e l’elezione del Seggio, lunedì, mattina con la
lettura della Contro-relazione sull’operato della Tavola.
La Tavola proporrà al Sinodo di avere una serata per un incontro con i rappresentanti delle chiese e opere italiane
ed estere, serata a cui parteciperanno anche i trombettieri valdesi. La serata proposta è martedì 36 agosto, ore 21 nell’aula sinodale. La conferma di questa seduta si avrà quando l’assemblea avrà fissato l’ordine dei suoi lavori.
CONFERENZA METODISTA
Diamo qui il calendario delle sedute
programmate dal Comitato Permanente.
Sessione pastorale
Iniziar sabato in comune con il corpo
pastorale valdese e prosegue domenica
mattina con l’assegnazione degli incarichi, accettazione dei candidati e nomina
dei SovraintendentL
Sessione plenaria
I lavori iniziano al pomeriggio di domenica in comune con il Sinodo Valdese
e riprendono alle ore 21 con la verifica
dei membri della Conferenza.
Lunedì 25
Mattina; Rapporto del Comitato Permanente, Progetto di integrazione. - Pomeriggio : Progetto di integrazione - rapporto delle Comunità.
Martedì 26
Sessione congiunta con il Sinodo Valdese.
Mercoledì 27
Mattina : Rapporto delle Commissioni.
Pomeriggio: Rapporto della Commissione per le Discipline, Federazione, Commissione di studio.
Giovedì 28
Mattina: Commissione economica. Po
AGAPE 1975
Partecipanti numerosi e impegnati
Interpretazione della Bibbia
e materialismo storico
Si può dire che rincontro, che ha visto la partecipazione di 140 persone, ha
avuto circa un anno di preparazione, nel
senso che già nel campo teologico dell’anno scorso si era sentita l’esigenza di
Tiflettere su un nuovo modo di leggere
la Bibbia che fosse ancorata, prima di
tutto, alle situazioni concrete in cui i credenti si vengono a trovare quando si impegnano attivamente nella vita sociale, e
poi, per liberarsi di tutta un’interpretazione troppo spesso individualista e spiritualistica che resta ancora un modo
molto diffuso di comprendere il messaggio evangelico.
^ Inoltre la presenza di Fernando Belo,
l’autore della « Lecture matérialiste de
l’Evangile de Marc » e di « Una lettura
politica del Vangelo », pubblicato dalla
Claudiana, ha dato un rilievo importante
al campo di studio per i contributi significativi che ha portato.
Filippo Gentiioni ha aperto il convegno con una relazione su ; « L’ideologia
borghese nella lettura della Bibbia». La
relazione si è articolata su tre punti : una
introduzione centrata sull’affermazione
che ogni lettura è collegata al suo tempo e quindi ogni lettura è politica. Ha
esaminato quindi, alcuni aspetti dell’ideologia borghese presente nell’interpretazione tradizionale della Bibbia e di conseguenza, è il terzo punto, il tipo di cristianesimo che ne è derivato.
Ton Veerkamp, pastore a Berlino, ha
parlato sul tema ; « Non ’ritorno alla Bibbia’, ma ’in avanti verso l’oggetto della
Bibbia, la liberazione dell’uomo’». Il relatore ha dato degli strumenti di conoscenza per comprendere la situazione storica (rapporti di proprietà, rapporti di
classe, etc.) in cui si sono svolti i fatti
che ci vengono raccontati dagli evangeli.
Partendo dalla constatazione che una
lettura materialistica rischia di rispolverare la vecchia contrapposizione liberalè
Gesù-Paolo, Sergio Rostagno ha analizzato la differenza, a volte notevole, della
situazione sociale in cui sono state scritte le lettere di Paolo, in confronto a quella in cui sono stati scritti gli evangeli;
analisi molto importante se si vuole comprendere a fondo il messaggio certamente più complesso, e, articolato di Paolo in
confronto agli altri scritti del Nuovo Testamento (basta; pensare all’apparente
contraddizione tra un passo che può sem
brare reazionario e riduttivo come Romani 13, e uno cosi liberante e rivoluzionario come Galati 3: 28).
André Herren, pastore in Francia, ha
presentato il libro di F. Belo « La lettura
materialistica dell’Evangelo di Marco »,
dando gli strumenti minimi per poterlo
comprendere.
Fernando Belo ha presentato poi due
esempi di lettura materialistica dell’evangelo di Marco; il racconto dell’entrata di
Gesù a Gerusalemme con l’episodio della cacciata dei mercanti dal Tempio, e il
racconto dell’istituzione della Santa Cena. Belo afferma che già negli evangeli
ritroviamo una rilettura teologica, e quindi ideologica, della pratica di liberazione
di Gesù.
Herren e Belo hanno risposto, nello
spazio possibile dell’economia del campo,
alle numerose domande ed ai problemi
sollevati dai partecipanti.
Le relazioni sono state cucite insieme
da un’intenso lavoro in piccoli gruppi,
molti dei quali di diverse nazionalità, che
si sono confrontati sulle rispettive esperienze di lettura biblica rispetto al proprio impegno nella società ; hanno discusso sui prqblemi sollevati dalle relazioni; hanno fatto un tentativo di nuova
lettura del racconto biblico del buon Samaritano, producendo nel frattempo dei
manifesti murali in cui sono stati sintetizzati i temi affrontati in modo che gli
altri gruppi potessero venirne a conoscenza.
Ci sono stati inoltre degli incontri di
informazione sulla situazione politica del
Portogallo, della Germania Occidentale,
della Germania Orientale, della Romania
e dell’Italia; sono state presentate inoltre le situazioni in cui si trovano i gruppi dei Cristiani per il Socialismo nei vari paesi.
Questi incontri sono stati molto importanti anche per la migliore conoscenza
reciproca. Interessante è stato soprattutto l’incontro con i fratelli della Germania Orientale che con molta chiarezza e
franchezza hanno esposto la situazione
politica del loro paese e dei credenti in
una nazione socialista, situazione indubbiamente difficile, ma, forse proprio per
questo, con delle possibilità nuove di essere testimoni dell’evangelo di Gesù Cristo nel mondo.
Al termine del campo è stata riconosciuta l’esperienza positiva di questo tipo di incontri, formulando proposte per
l’anno prossimo.
1 f' Eugenio Bernardini
Campo famiglie
Dall’8
- - -- - al 17 agosto, ad Agape, si sono
svolti due campi: il campo biblico e il campo precadetti.
Il primo contava 50 partecipanti provenienti da comunità Battiste, Metodiste,
Valdesi e Pentecostali. Erano presenti anche alcuni cattolici del dissenso.
Sono stati discussi sei testi dell'Esodo.
Non è stato difficile riconoiscere l’attualità
di questo libro; la difficoltà era piuttosto
di ordinare la grande varietà di argomenti
e di problemi che venivano sollevati nella
discussione. Il momento più intenso e stimolante si è avuto con la discussione sul
vitello d’oro. Per la diversità delle posizioni e il rispetto reciproco con cui si è discusso, questo è parso a molti il miglior
campo biblico degli ultimi anni.
Si è concluso proponendo il tema per
il prossimo anno; « il problema della confessione di fede oggi », che dovrebbe includere anche una riflessione sui problemi morali più dibattuti.
Il Campo Precadetti, con 40 partecipanti, ha fatto una analisi sui fumetti, considerati da due punti di vista diversi; come mezzo di espressione e come letteratura di evasione con un giudizio positivo
sul primo aspetto e negativo àul secondo.
Parallelamente si è svolta una ricerca
sulle leggi dell’Antico Testamento che ha
permesso di cogliere la vita dell’antico
Israele nella sua concretezza e di vedere
fino a che punto essa fosse legata all’azione di liberazione di Dio.
Anche al Campo FGEI (I protestanti di
fronte alla crisi della chiesa e del mondo
cattolico) hanno partecipato oltre 90 giovani provenienti da ogni parte d’Italia.
Mentre andiamo in macchina sono in
corso le relazioni su: « Comunione e liberazione », e su: « La DC e il potere politico in Italia »,
Lunedì il gruppo FGEI di Roma ha
presentato un suo contributo su: « Una
valutazione teologica e politica dei documenti ufficiali del periodo post-conciliare » analizzando criticamente le Encicliche
« Populorum progressio » « Humanae vitae » e « Octogésima adveniens », oltre ad
una valutazione dell’ultimo sinodo dei vescovi. Nel pomeriggio il prof. G. Peyrot
ha presentato una interessante comunicazione su: « Rilanci e ricuperi posLconciliari nel quadro del diritto canonico ».
Daremo prossimamente una più ampia
cronaca di questo campo studi dèlia
Gioventù Evangelica Italiana.
meriggio: Rendiconto finanziario e nomina Commissione economica.
Venerdì 29
Mattina : Approvazione del Rapporto
del Comitato Permanente e culto. - Pomeriggio: Elezione del Segretariato della
Conferenza e dei membri del Comitato
Permanente.
Corpo pastorale
IL CORPO PASTORALE valdese e
metodista è convocato sabato 23 alle
ore 9 nella sala sinodale.
, Le sedute sono aperte ai membri di
chiesa.
dalla prima
Impegno di fedeltà
maturità sociale, di una ulteriore crescita umana anche se esige e prevede tutto
questo ».
Per il 5" Circuito il problema del rilancio dell’azione evangelistica è stato affrontato come ricerca di una strada idonea. Si pensa di creare un Comitato con
il compito di vagliare le possibilità varie
concrete di lavoro che si spera nascano
dalle nostre Comunità anche in concorso con altre Comunità valdesi e battiste
e che possono essere suscettibili di sviluppo in tutta la diaspora circuitale.
Le tre chiese che compongono il 6” Circuito hanno avuto una vita normale cercando di « essere all’ascolto della parola
di Dio per tradurla nei loro impegni e
nelle loro scelte in campo sociale e politico », come si esprime la relazione del
Consiglio della Chiesa di Roma.
Nel 7" Circuito si è registrato per le
attività interne un andamento normale.
Le varie piccole chiese del Circuito hanno avvertito la necessità di un ripensamento dei tentativi di evangelizzazione
compiuti qua e là. Forte l’impegno sociale con un doposcuola, un circolo culturale-ricreativo ed una cooperativa di
coltivatori diretti. Sensibile anche l’impegno politico di molti fratelli e sorelle,
dove « il rapporto tra questo impegno e
l’appartenenza ad una comunità evangelica è stato ulteriormente chiarito. L’opera di questi fratelli e di queste sorelle
viene considerato sempre più come un
momento deila presenza della comunità
nella vita pubblica al di fuori di ogni
tentazione integrista ».
La relazione dell’8" Circuito esprime un
vivo apprezzamento per la visita alle comunità del Presidente della Conferenza,
quindi sottolinea l’importanza del culto
comunitario come il ritrovarsi insieme
dei fratelli dalla ’dispersione’ del mondo
sulla base della disponibilità a servire i
’minimi’.
_ Il _ Consiglio di Circuito ha espresso la
richiesta che « venga al più presto elaborato un piano in comune con la chiesa
valdese che serva a mettere le comunità
del Sud in condizione di ’vivere e sperare’ in una prospettiva di avanzato impegno evangelistico » e questo perché
« Tanalisi della strutturazione del ’campo
di lavoro’ nel Sud negli ultimi anni ha
messo in evidenza carenze e atteggiamenti di scarsa valutazione delle necessità
delle comunità meridionali e dei problemi che esse devono affrontare nell’ambito di situazioni diffìcili per le popolazioni ».
Andiamo!
di un rapporto diverso con lui si sono
trasformati in occasione di dominio e di
oppressioni. Un canto eventuale da parte
nostra, di queste o di altre canzoni di
lotta e di allegrezza, devono tener presente questo avvertimento.
1. - Perché la nostra ricerca sia seria
un avvertimento deve restare presente in
due direzioni nella nostra giornata: la
allegrezza della nostra azione, alla quale
chiamiamo anche altri, può portare dove
non ci aspetteremmo. Possiamo esser
condotti a fare molto di più di quel che
ci proponevamo quando ci siam messi in
moto — e possiamo essere ridotti a non
dir più che vuote parole senza senso per
gli altri e per noi. E cosa buona essere
preparati. Ma penso che. sia cosa giusta,
che si deve fare, che ha un senso per il
mondo d’oggi, imparare a cantare canzoni
che invitano a un impegno comune ■— e
dire a chi ci sente, con voce chiara: « Aìtdiamo ». Eugenio Rivoir
3
22 agosto 1975
Alla riscoperta dello spirito
Un movimento di rinascita spirituale che solleva non pochi interrogativi - Risposta inadeguata ad una intima necessità spirituale
ALLA RISCOPERTA
DELLO SPIRITO SANTO
Da qualche anno anche in ambienti
cattolici ci si appassiona al problema dello Spirito Santo; tra i libri recenti vorrei
ricordare « il ritorno dello Spirito ».
Il libro racconta gli avvenimenti, con
relative testimonianze, di ciò che viene
comunemente chiamato « rinnovamento
carismatico » o « neopentecostalesimo »
manifestatosi dal 1966-67 nell'ambiente
cattolico.
Prima di riferirci a quelle esperienze
ricordiamo brevemente gli elementi essenziali sul « Movimento Pentecostale tradizionale » riportati nel libro medesimo,
c richiamandoci inoltre per « il movimento carismatico » alla analisi fatta da Myriam Castiglione nel suo opuscolo: I neopentecostali in Italia.
MOVIMENTO PENTECOSTALE
TRADIZIONALE
L’opera dello Spirito Santo, anche riferibile ai particolari doni: lingue e guarigione dei malati, si è manifestata nel
corso della storia della chiesa con maggiore o minore intensità a seconda dei
periodi. Ricordiamo, a mo' di esempio,
il risveglio wesleiano, accompagnato talvolta da esplosioni di entusiasmo religioso, guarigioni e preghiere in lingue; si
accentua l'aspetto della conversione, del
rapporto personale del credente con Dio,
della vita di santità, tiuica del primitivo
metodismo. In quel clima spirituale nacque nel 1900 a Topeka nel Kansas il primo nucleo « pentecostale » tradizionale
con la manifestazione dei doni, tipici di
tutto il movimento. I neofiti, respinti dalle chiese ufficiali tradizionali formarono
le loro assemblee e si resero indipendenti. L'azione proselitistica si estese a macchia d’olio in tutto il mondo compresa
l’Italia; quivi le prime testimonianze furono recate dagli emigrati sin dal 1910
con conseguente formazione di gruppi, in
misura tale da superare numericamente
tutte le altre comunità tradizionali messe insieime. Mi permetto di ricordare in
questa sede il travolgente movimento tra
gli tzigani dove lo Spirito ha operato a
mezzo della guarigione d’un bambino
nell’immed'iato dopo guerra in Francia.
La rapidità con cui il movimento pentecostale si estende è dovuto, come precisa lo studioso Harding Meyer, « al loro
modo di intendere l’Evangelo che si adatta alla situazione dei loro uditori: la condizione dei malati (guarigione mediante
la preghiera), il modo irrazionale di esprimersi (parlare in lingue), la disponibilità
ai metodi primitivi di comunicazione
(musica e canto) ». Inoltre precisa l’esperto mondiale sul movimento, il dr.
Hollenweger: i Pentecostali convincono
con l'esperienza vissuta per attestare la
Potenza dell’Iddio vivente, il clima di
spontaneità della loro liturgia, consentendo a tutti di partecipare pienamente
ai culti, annunzio della Parola quali evangelizzatori, cantori e profeti. D’altra parte va meditata la dichiarazione di Manuel
de Mello, dirigente pentecostale brasiliano in occasione dell’« Assemblea di Upsala ». Il Consiglio Ecumenico delje chiese
ha bisogno di liturgia carismatica ed il
movimento pentecostale ha bisogno delVorientamento sociale e politico del CEC.
IL RINNOVAMENTO CARISMATICO
« EVANGELIZZATORE »
« Il rnovimento carisrnatico odierno è
una derivazione più o meno diretta di
quello tradizionale », afferma la Castiglione. Infatti si distingue in due rami:
il primo che si ricollega al Pentecostalismo tradizionale ma con modelli « privi
di significato e deH’incidenzà del movimento pentecostale tradizionale », pur
avendo come caratteristica l’azione evangelistica. Di questo tipo è la Chiesa evangelica i.nternazionale insediata in Italia
da John Me. Ternan e fenomeni religiosi
quali il Jesus Movement, Jesus .revolution
che si manifestano « in quei settori della
società che più denuncialo la crisi vissuta dagli U.S.A. in questi ultimi anni ».
Il secondo tipo è sorto nell’ambito delle chiese sia protestanti che cattoliche
con accentuazione dello spiritualismo.
Nell’ambito protestante il fenomeno si
manifesta sin dagli anni 1960 in classi
medioborghesi, con accentuazione del
rapporto tra Dio e l’individuo, senza rottura con la comunità.
Il rinnovamento carismatico cattolico
nasce a Pitsburgh nel 1967- nell’ambiente
dei professori e studenti della Facoltà di
Duquesne, dove l’impegno per i movimenti liturgici, ecumenici, lotta per i diritti dell’uomo era molto sentito.
Le prime esperienze « carismatiche » o
« dei doni » delle lingue e guarigioni sono precedute da una ricerca di preghiera
alla potenza dello Spirito Santo, facilitata dalla lettura di un libro sulla conversione dei drogati « la croce ed il pugnale »
di John Sherill nonché dall’incontro con
credenti pentecostali protestanti.
I neofiti sperimentano la gioia della
preghiera in lingue, la. liberazione da
blocchi psicologici; le riunioni si moltiplicano nelle chiese e nei conventi e si
creano comunità di 10 a 15 persone con
un certo livellamento di natura economica. Il movimento si estende soprattutto
nel Michigan; in Italia il primo gruppo
giunge nel 1971. Anche il cardinale Suenens aderisce all’iniziativa e scrive poco
dopo un libro dal titolo originale « La
nuova Pentecoste » e tradotto in italiano
col titolo « Lo Spirito Santo, nostra speranza ».
VINO NUOVO IN OTRI VECCHI...
Prima di terminare vorrei fare alcune
considerazioni:
1) Innanzitutto riferendomi all’esperienza di Pittsburgh con relative testimonianze si rimane sorpresi da affermazioni come questa: « è espressamente richiesto ai membri dei gruppi di neopentecostali di non perdere occasione di manifestare la propria lealtà verso la gerarchia... ». Si cita ancora il testo di monsignor Zaiesky vescovo di Laesing scritto
per conto della conferenza episcopale in
occasione dei lavori d’una commissione
nominata per esaminare il caso di Pittsburgh: « Ben pensiamo che questo movimento non debba essere colpito da
proibizioni e lo autorizziamo a svilupparsi... tuttavia debbono essere prese delle
precauzioni; noi affermiamo essere compito dei vescovi neU'assolvimento delle
loro funzioni pastorali di guidare e controllare tali iniziative... e raccomandiamo
vivamente che preti esperti prendano parte a riunioni neopentecostali... ».
È chiaro che lo Spirito Santo che dovrebbe « soffiare dove vuole » abbia qui
un controllo perché non commetta dei
guasti irreparabili nel contesto della gerarchia cattolica...
2) Lo Spirito Santo non può intaccare « la gerarchia » e neppure il dogma su
Maria: difatti nelle testimonianze dei
convertiti si legge: « la madre di Dio mi
è divenuta più prossima »... le devozioni
tradizionali, soprattutto quelle mariane,
ci sono parse cariche di significato... (alcuni anni fa lasciavo Maria nell’ombra).
Il cardinale Suenens poi ha consacrato
un intero capitolo a « Lo Spirito Santo
e Maria » nel suo recente libro. Decisamente lo Spirito Santo è rispettoso dei
dogmi soprattutto quelli più vicini alla
tradizione popolare...
3) Lo Spirito Santo non può manifestarsi soltanto nei doni delle lingue, nelle guarigioni o in altri collegati alla celebrazione cultuale; giustamente i Ranaghan citando il punto di vista luterano
ricordano che in Luca i « carismi », pur
essendo inattesi, fuori serie, erano destinati a servire la chiesa; inoltre Paolo non
limita i doni a quello delle lingue ma definisce doni diverse forme di servizio, diverse funzioni come il dono di amministrare, la carità ecc.
Di recente A. Maillot ha denunciato
questa tendenza a limitare i doni a quello delle lingue o delle guarigioni ricordando che Paolo ha dato un posto essenziale al dono dell’Agape!
4) Dobbiamo essere molto attenti a
certi «-movimenti carismatici» soprattutto quando pensiamo all’incontro spettacolare romano della Pentecoste di quest’anno dove il tema era: la Santa Vergine e lo Spirito Santo.
Tutto questo ci induce una volta di più
a chiedere al Signore la capacità di discernere gli spiriti nella ricerca umile e
perseverante del vero Spirito, capace di
trasformare globalmente l’uomo in vista
del servizio e nella prospettiva del suo
Regno che viene.
Gustavo Bouchard,
LA 13" SESSIONE DEL SAE
L'ecumenismo oggi:
biiancio e prospettive
Siamo riuniti in circa 200, tra i quali una cinquantina di evangelici; dal 29/7 al 6/8 al Passo della Mendola per la 13^ Sessione di Formazione Ecumenica; organizzata dal Segretariato
delle Attività Ecumeniche (SAE), un’associazione di laici cattolici, che ha lo scopo di creare
uno spazio nella situazione italiana per un vero
confronto ecumenico dove ogni chiesa può conoscere l’altra direttamente e non attraverso dei
filtri.
Tra i partecipanti più qualificati ci sono due
membri di Fede e Costituzione (Prof. Valdo Vinay e Mons. Luigi Sartori), il Metropolita Emilianos Timiadis del COE, il past. Glen G. Williams, Seg. Generale delle Chiese Europee, alcuni professori della Facoltà Valdese di Teologia,
e, come ospite, il Presidente della FCEI.
Il tema quest’anno : « L’Ecumenismo oggi :
bilancio e prospettive », vuole incoraggiare una
verifica di quello che si è fatto durante questi
anni nel campo dell’ecumenismo in generale ed
in Italia in particolare, per meglio discernere il
percorso futuro.
Da questa verifica alcuni elementi particolari
dell’operato del SAE vengono alla luce : uno è
il clima di ascolto e rispetto reciproco che si cerca dì creare, dando ad ognuno la possibilità di
essere se stesso; un altro è la particolare linela
che il SAE si è prefìssa. È una linea di ricerca e
di chiarificazione attraverso' l’informazione ed il
dialogo. Questa scelta, che naturalmente limita
il lavoro in un certo senso, ha una sua ragione
d’essere. Nasce dalla convinzione che il cristiano non può inserirsi nell’opera di -Dio per il
mondo se non discerne prima la volontà sua lungo il cammino. Alcuni interventi hanno criticato questa scelta, trovandola troppo astratta.
A proposito di questo, mi viene in mente la
parabola talmudica raccontataci il primo giorno
dal rabbino Riccardo di Segni. Si narra di un
enorme pesce sul cui dorso cresce dell’erba, da
sembrare un’isola. Alcuni naviganti, stanchi delTincertezza della vita sulla nave vi appi*odarono,
al che il pesce si rivolta ed i naufraghi toirnanò
alla nave come unica salvezza. Ai cristiani è data una sola salvezza, che è in Cristo Gesù, ed è
in lui che-è la chiave di tutta la storia umana.
Volere scegliere altre chiavi al posto suo è come
approdare ad un pesce. Se il SAE sceglie la rh
cerca della verità che è in Cristo è perché vuole
riconoscere Cristo come unica unità di misura
della storia. L’impegno concreto del cristiano nasce di volta in volta dal discernimento del posto
dove Dio sta lavorando nella storia umana, per
riprendere a navigare col cambiare della situazione.
L’uomo non vive volentieri così provvisoriamente; preferisce la sicurezza di uno schema
fisso piuttosto che la libertà dell’obbedienza a
Dio. Questa esitazione nostra a proclamarci a favore di questa o quella linea, sia politica sia ecclesiastica, viene da questo desiderio di non chiamare ultime le cose penultime. Se ciò rende più
titubante la nostra voce e ci impedisce di fare
delle «rivoluzioni», ci lascia più lìberi di essere più radicali nel nostro giudizio delle cose
umane e- di noi stessi.
La scelta di un « ecumenismo Spirituale », come veniva chiamato in opposizione ad un ecumenismo « temporale » ha anche suscitato la domanda se non facciamo 1’ecumenismto perché temiamo uno slittamento delle chiese «a sinistra».
Non è certo una scelta politica a sinistra che ci
infastidisce, perché è probabile che, ora come
ora il Italia^ quasi tutti ci troviamo più a sinistra che altrove. Quello che voiremmo, è che si
evitasse il pericolo che-là chiesa prenda qualsiasi Schema umano comè' valore definitivo ài posto di Cristo. ('È lo stesso concetto espresso così
bene da G, Toiirn su « La Luce » recentemente).
Per quelli che si trovano alla Sessione; un
impegno spirituale è un « prOi^are gli spiriti»,
un confrontare Ogni singolo impegfto coii Cristo;
e questo confronto deve portare àd un impegno
concreto per non essere mortb. È significativo
menzionare a qùesto riguardo il desiderio di un
confronto diretto dei due gruppi di studio sull’ecumenismo spirituale e temporale, per evitare
una dicotomia dei due tipi di impegno.
Cosa ha fatto il SAE fin qùi? Non avrà visibilmente sconvolto la situazione italiana, mà ha
permesso a moltissimi Italiani, tra clero e làici,
di superare le vecchie barriere, non ignorando le
profonde differenze, ma rinndvandoci tutti alla luce della Parola di Dio, e perciò avvicinandoci tutti
insieme a Cristo. • •
■ ; < ; • l i A, e P. Bertolino
ITALIA EVANGELICA
Chiese Battiste
I corsi per corrispondenza di preparazione ai ministeri, organizzati dalla Commissione teologica dell’Unione Battista,
hanno concluso il primo ciclo di sei rnesi.
Non è ancora possibile fare un bilancio, neppure approssimativo, perché questo primo semestre è servito principalmente per una messa a punto dell’organizzazione e dei programmi e per una
presa di contatto con gli studenti e con
coloro che li seguono localmente. Si spera, dopo questa fase di rodaggio, di poter proseguire con ritmo più sicuro alla
ripresa autunnale.
Si possono tuttavia registrare alcuni
aspetti confortanti, come il gran numero di iscritti (circa 150) e l’interesse che
l’iniziativa ha riscosso in diverse comunità. È invece andata delusa, a causa delle poche iscrizioni, la speranze di raccogliere un gruppo di persone a Rivoli per
un seminario di una settimana a fine
luglio.
Durante il semestre gli studenti hanno
seguito due corsi, ¡-¡vece dei quattro preventivati, ricevendo dispense, indicazioni
bibliografiche e schede di lavoro. Per il
prossimo anno ecclesiastico è previsto
l’invio di sei gruppi di dispense (due a
trimestre): tre sul Nuovo Testamento,
due sulla storia della Chiesa ed uno sull’Antico Testamento.
Sono stati sospesi anche i corsi per la
preparazione ai ministeri che si tengono
da oltre due anni a Torino presso il centro Maranatha. Prima della pausa estiva
il gruppo degli studenti, che raccoglie
non solo membri delle tre chiese battiste locali, ma anche fratelli di altre denominazioni, si è ritrovato insierne per
un’agape fraterna. Le due « classi » che
raccolgono una ventina di fratelli e sorelle di diversa età, sono state guidate
nello studio dai pastori Enrico Paschetto. Paolo Spanu e Ben Lawton.
e... Avventiste
Dal « Messaggero Avventista » di luglioagosto apprendiamo che le chiese avvenitiste in Italia stanno per . raggiungere la
loro autonomia alTinterno della Chiesa
Avventista, ih quanto stanno per ottenere l’autorizzazione a costituirsi in Federazione.
II 30 aprile 1975 si è infatti radunata a
Sagunto in Spagna la commissione di verifica della Missione Avventista Italiana,
la quale, avendo esaminato l’andamento
del lavoro in Italia dal 1972 ad oggi, ha
avanzato la proposta che alle chiese avventiste in Italia venga concesso lo statuto di Federazione.
Tale raccomandazione, fatta propria
dairUnione delle chiese avventiste cui attualmente fanno capo le comunità avventiste italiane (che se non andiamo errati raccoglie le chiese avventiste dell’Europa meridionale) è stata trasmessa alla
Divisione Europa-Africa della Chiesa Avventista alla quale spetta pronunciarsi
definitivamente.
La proposta della Commissione di verifica si basa sui risultati conseguiti in
questi ultimi anni dalle chiese avventiste
italiane, che fra l’altro hanno ormai raggiunto quasi il 90% della loro autonomia
finanziaria.
Le conseguenze più importanti del nuovo Status giuridico che dovrebbe essere
applicato a partire dall’anno prossimo,
saranno la scelta dei propri dirigenti da
parte delle chiese avventiste italiane, in
occasione della Assernblea triennale, ed
una più ampia possibilità di movimento
e di iniziativa nel campo italiano come
nei confronti con l’estero.
Ci auguriamo che questo passo avanti
delle chiese avventiste italiane possa risultare proficuo a tutto l’evangelismo nel
nostro paese.
E. Paschetto
(Bip-Snop) Bonn. La Conferenza delle Chiesé europee si riunirà il prossimo
novembre a Bad Gandersheim, pella Germania federale. Èssa dovrà definire la
futura attività della, Copferenzà che ^riunisce un centinaio di chiese.,.© di comunità cristiane non cattoliche delJ’Europa
occidentale ed orientale _ rha. che lavora
in stretta collaborazione con le Conferenze episcopali cattoliche d’Europa.
(Bip-Snop) Ginevra. Dopo la traduzione ecumenica del Nuovo ■ Testamento
nel 1972, è recentemente comparsa la
corrispondente traduzione dell'Antico Testamento presso le edizioni Delachaux et
Nìestlé: 11 lavoro, condótto da 100 esegeti e teologi cattolici, protestanti e ortodossi, è durato 10 anni.
4
22 agosto 1975
Classificato l’Ospedale di Torre Pollice
Un lungo iter Un punto d’amvo - Un punto di partenza
12 febbraio! ila T ocrof-a *
12 febbraio: esce la Legge di Riforma
Ospedaliera (Legge Mariotti).
1969
28 agosto: Il Sinodo ratifica la richièsta
di inserimento degli Ospedali Valdesi di
Torre Pellice e di Pomaretto nel quadro
della Programmazione Regionale Ospedaliera. (Atti Sinodo n. 31).
1970
6 maggio: la Ciov sollecita il CRPO (Comitato Regionale di Programmazione
Ospedaliera) l’emanazione del Decreto di
Classificazione.
11 novembre: La Tavola Valdese esprime al Presidente del CRPO la preoccupazione che il piano Regionale venga redatto senza tener conto delle richieste.
1971
19 febbraio: la Regione Piemonte, subentrato al CRPO, comunica di avere esaminato le richieste e si riserva lo studio
della questione.
Ottobre: viene consegnata alla Regione
la petizione che le comunità Valdesi della
Val Pellice hanno redatto (circa duemila
firme) in appoggio alla Classificazione.
1972
20 agosto: la Ciov dà alle stampe un
opuscolo sulle prospettive sanitarie-assistenziali derivanti dalla eventuale classificazione ed inizia il discorso della medicina preventiva e della diagnosi precoce.
La pubblicazione viene inviata a tutti i
Consiglieri dei Comuni della Val Pellice.
25 agosto: il Sinodo sollecita la Regione ad emanare il decreto di classificazione.
Novembre: il Consiglio di Valle « delibera con voto unanime di rivolgere un
pressante invito alla Regione, affinché
nell .interesse della popolazione della Val
Pellice e, di riflesso di tutto il pinerolese
venga al più presto accolta la domanda
di classificazione ».
Novembre-dicembre: i Consigli Comunah di Torre Pellice, Luserna San Giovanni, Rorà, Angrogna, Villar Pellice,
Bobbio Pellice, fanno propria la delibera
del Consiglio di Valle, la approvano singolarmente e la inviano alla Regione.
Novembre: ITRES, nel suo rapporto
preliminare per la Val Pellice, prospetta
1 utilizzazione dell Ospedale dì Torre in
Ospedale per Lungodegenti e Convalescenti.
1974
22 maggio: la Comunità Montana Val
Pellice, appoggia la decisione della Ciov,
che mediante la ricostituzione funzionale
sanitaria dei suoi due Ospedali, estende
1 ordinamento delTOspedale di Pomaretto
(già approvato), all’Infermeria di Torre
Pelhce e rivolge istanza al Presidente della Giunta Regionale affinché l’Infermeria
di Torre Pellice possa al più presto strutturarsi come Ospedale per Lungodegenti
e Convalescenti.
24 maggio: analoga deliberazione del
Consiglio Comunale di Torre Pellice.
4 giugno: la Ciov ha un incontro con il
Presidente della Giunta Regionale per illustrare la situazione delTOspedale di
Torre Pellice.
20 luglio: il Medico Provinciale ispeziona l’Ospedale di Torre Pellice ed esprime
parere favorevole alla Classificazione per
Lungodegenti e Convalescenti: notifica la
propria relazione alla Regione ed alla
Ciov.
29 agosto: il Sinodo sollecita ulteriormente la Regione Piemonte a risolvere il
problema della ristrutturazione funzionale sanitaria delTOspedale.
1975
Gennaio-marzo: i giornali locali e torinesi pubblicano articoli sul permanere di
una assurda situazione caratterizzata da
continui rinvìi.
Maggio: l’Assessore alla Sanità relaziona favorevolmente la domanda di classificazione.
5 maggio: il Consiglio Provinciale di
Sanità esprime parere favorevole.
30 maggio: il Comitato Regionale di
cui alla Legge 30.12.1974 n. 39 esprime parere favorevole alla classificazione.
15 luglio: la Giunta Regionale delibera
la Classificazione.
26 luglio: la deliberazione della Giunta
diviene esecutiva ai sensi della Legge 10
febbraio 1953 n. 62.
11 agosto: l’Assessore alla Sanità comunica alla Ciov l’awenuta Classificazione delTOspedale Valdese di Torre Pellice
in Ospedale per Lungodegenti e Convalescenti.
Il decreto di classificazione pone l’Ospedale Valdese di Torre Pellice fra gli
strumenti che devono contribuire alla soluzione del problema sanitario valligiano.
Fino ad ora la risposta che poteva dare
l’Ospedale (in realtà una Infermeria) è
stata parziale perché le leggi in vigore
ne impedivano lo sviluppo anche a livello dei soli ambulatori e dei servizi aperti;
la stessa Regione ha bloccato più volte
le nostre iniziative intese a rispondere ad
alcuni problemi fra i più urgenti ed i più
sentiti dalla popolazione.
Da questo momento la classificazione
come Ospedale per Lungodegenti e Convalescenti, non solo ci offre queste possibilità e le responsabilità che ne derivano,
ma ce le affida e ce le impone, ricono^
scendo al nostro Ospedale Tespletazione
del servizio sanitario della Valle nell’ambito delle sue specifiche competenze.
In quésto modo siamo giunti al termine di una lunga fatica, ma soprattutto al
punto di partenza di un impegno ancor
maggiore.
Diversamente da quanto era successo
per l’Ospedale di Pomaretto che aveva
dovuto partire nella solitudine completa
ed addirittura nella sfiducia di interi settori, anche medici della zona, e senza
avere la possibilità di farsi una chiara visione di quel che sarebbe diventato l’Ospedale, per Torre Pellice non ci muoviamo da soli.
La Comunità Montana con la popolazione della Valle in cui siamo inseriti ed
in cui dovremo rendere il nostro servizio
ci hanno dato, ci daranno, indicazioni
precise in materia e la Regione Piemonte, che dovrà approvare il progetto della
Comunità Montana, darà un carattere ufficiale a quanto si intraprenderà.
Per conto nostro, nella previsione e
nell’attesa della classificazione abbiamo
seriamente considerato l’impegno che l’Ospedale deve ora fronteggiare ed abbiamo
studiato come portarlo avanti non solo
perché questa è ora la nostra precisa responsabilità, ma perché le esperienze fatte finora ci hanno permesso di renderci
conto con precisione delle esigenze e delle richieste valligiano in questo campo.
Inoltre c’è l’esperienza di Pomaretto che,
a pochi anni dalla sua apertura, diventa
rapidamente insufficente a soddisfare sia
le domande di ricovero che le esigenze
dei servizi ambulatoriali aperti che ci sono richiesti non solo in funzione delle
esigenze della Valle, ma anche e sempre
più dal l’esterno di essa.
Tutte queste considerazioni sono sfociate nel progetto di ampliamento dell’Ospedale di Torre Pellice.
Questa proposta è stata presentata alle comunità delle Valli che sono, le più
direttamente interessate al progetto ed
alla Conferenza del I Distretto ed essi
Thanno approvata. Il progetto viene ora
presentato dal Sinodo per la sua ratifica.
Vogliamo tuttavia precisare che pur
l’auspicata approvazione del Sinodo si
tratta di una proposta di cui la C.I.O.’V.
ha studiato le possibilità tecniche di realizzazione, con cui le Chiese delle Valli
si sono dichiarate d’accordo.
Ma né la C.I.O.V., né le Chiese, né il
Sinodo sono chiamati a stendere il programma sanitario della Valle. Esso è di
competenza della Comunità Montana e
della Regione a cui il progetto sarà presentato come tesi.
Riteniamo che il periodo delTimmobilismo della Regione in materia di programmazione ospedaliera può ritenersi
superato e la Comunità Montana, da par
te sua, ha espresso la volontà di redigere,
entro termini molto brevi, il suo piano
di sviluppo socioeconomico che comprenderà anche il programma assistenziale
ospedaliero.
Questo piano comprenderà pure la valutazione e la determinazione della zona
di servizio di competenza del nostro Ospedale.
Alla fine di questo suo studio la Comunità Montana potrà accettare la nostra proposta di ampliamento con l’uso
dell’ex Convitto o potrà anche chiederne
una revisione se per esempio il territorio
di servizio affidato al nostro Ospedale dovesse risultare più limitato di quanto non
si poteva prevedere finora.
C lassificazione
La classificazione significa:
— una organizzazione sanitaria stabilmente riconosciuta ;
— l’assunzione di un corpo sanitario e
tecnico che garantendo una assistenza
ospedaliera continua, comporterà l’apertura dei servizi diagnostici alla popolazione esterna;
— programmare in intesa con gli organismi locali interventi di medicina sociale di cui la Valle è carente;
— garantire, infine, i posti di lavoro ed
aprire nuove prospettive occupazionali.
Perché «Ospedale per Lungodegenti
e Convalescenti »?
La Legge di Riforma Ospedaliera contempla che le « Infermerie » possono essere classificate o come Ospedali Generali di Zona o come Ospedali di Zona
per Lungodegenti e Convalescenti.
Come minimo di possibilità per ottenere il primo tipo di classificazione le
Infermerie devono possedere non meno
di 130-150 posti letto (art. 21 e 36 Legge
12.2.1968 n. 132).
L’Infermeria di Torre Pellice non possedeva il minim.o di posti letto e l’eventuale zona di servizio si aggirava sui 20
mila abitanti. Inoltre la vicinanza delTOspedale di Pinerolo, toglieva ngnì nossibilità logica di ottenere il primo tipo di
classificazione.
In questti ultimi anni, pur rimanendo fissi i criteri di legge sovra citati, le Regioni tendono, per
motivi di ordine economico, di aumentare i minimi termini d legge e sono ormai indirizzate a riconoscere quali Ospedali Generali di zona complessi con non meno di 250-300 posti letto e con
zona di servizio non inferiore a 75.000 abitanti.
L’ottenimento della classificazione in
O.spedale per Lungodegenti e Convale
scenti era possibile in base ai numeri di
posti letto che TInfermeria di Torre Pellice possedeva, alThinterland che essa doveva servire. La Ciov ha dovuto tuttavia,
nel 1971-72-73 compiere notevoli lavori di
ristrutturazione per renderne più agibile
il vetusto edificio, provvedere al rinnovamento degli impianti e dei servizi alberghieri, rinnovare alcune attrezzature ed
aumentare il personale.
Lo sforzo finanziario è consistito in
stanziamenti successivi che hanno raggiunto la somma complessiva di 61 milioni, di cui circa il 50 per cento raccolto
mediante doni.
Il personale che nel 1968 era costituito
da 20 persone di cui 6 infermiere è stato
progressivamente portato a 36 di cui 13
infermiere con contratto di lavoro pari
a quello degli Ospedali pubblici classificati.
La Classificazione in Lungodegenti e
Convalescenti che obbliga l’Ospedale a
« possedere ogni altro servizio previsto
per le oorrisnondenti categorie degli ospedali generali, in quanto necessari alla
specifica natura delTOspedale» (art. 25
Legge n. 132), assicura — ope legis —
una adeguata attrezzatura diagnostica
che DUO essere proficuamente messa a
servizio della popolazione esterna.
Da quanto sopra e dalla constatazione
del tipo di servizio già reso alle Valli da
un Ospedale che da 5 anni è ormai stato
classificato (Pomaretto), risulta evidente
che il timore di un Ospedale a tipo cronicario non sia oggi più lecito, tanto più
che la Ciov ha sempre portato avanti il
discorso della qualificazióne e della apertura ospedaliera. La collaborazione della
Comunità Montana risulta in questo
campo indispensabile, particolarmente
ora agli inizi del nuovo lavoro.
I pareri delle Chiese delle Valli
e della Conferenza del Primo Distretto
La proposta delTampliamento dell’Ospedale Valdese di Torre Pellice con tutte le
sue implicazioni è stato presentato dalla
CIOV alla Tavola Valdese a fine gennaio
1975 in un incontro nel corso del quale
vari aspetti della questione, compresi
quelli giuridici, sono stati approfonditi.
La Tavola Valdese, pur riservando al
Sinodo la decisione finale, ha valutato
positivamente la proposta della CIOV che
prevede il trasferimento di parte delle
attività e dei servizi delTOspedale Valdese di Torre Pellice nell’edificio dell’ex
Convitto Maschile Valdese di Torre Pellice debitamente ristrutturato, considerato il largo spazio, destinato nel progetto
stesso, ai servizi « aperti » quali quelli
poliambulatoriali e quelli di « ospedale
diurno »; servizi dei quali si avverte fortemente l’esigenza nella zona e che si
muovono nella linea delle più aggiornate
prestazioni di servizi sociali.
La CIOV, d’intesa con la Tavola, dato
che le Chiese delle Valli sono le Comunità principalmente interessate a questa
proposta, ha inviato la'-o, in data 4 feb{jraio 1975, una circolare esplicativa della
proposta richiedendo loro un parere di
massima eventualmente concretabile mediante un ordine del giorno.
Le risposte sono state le seguenti;
Chiesa di ANGROGNA:
L’assemblea di chiesa approva il progetto « pur ritenendo compito fondamen
tale dello Stato provvedere alTassistenza
sanitaria dei cittadini ».
Chiesa di BOBBIO PELLICE:
L’assemblea approva alTunanimità e senza riserve il progetto.
Chiesa di MASSELLO e PERRERO-MANIGLIA:
La proposta è stata discussa in alcuni
quartieri delle due Chiese. L’assemblea
approva alTunanimità il progetto « auspicando che il problema dell’assistenza ai
minori venga ancora tenuto in seria considerazione dalla Chiesa ».
Chiesa di PINEROLO:
Il problema non ha potuto essere discusso; di conseguenza nessuna decisione
è stata assunta.
Chiesa di POMARETTO;
La Comunità si dichiara favorevole al
progetto.
Chipa di PRALI e RODORETTO;
L’assemblea approva alTunanimità il
progetto.
Chiesa di PRAMOLLO;
L’assemblea approva alTunanimità il
progetto.
Chiesa di PRAROSTINO:
Il Concistoro alTunanimità approva il
progetto con alcune riserve circa il costo
della ristrutturazione del Convitto.
Chiesa di RORA':
La Comunità si dichiara favorevole al
progetto.
Chiesa di SAN GERMANO CHISONE;
Il Concistoro si dichiara favorevole al
progetto « anche in vista dello sviluppo
auspicato ed auspicabile della medicina
sociale e preventiva ».
Chiesa di SAN GIOVANNI:
La Comunità si è riunita a due riprese
in assemblea. Tre ordini del giorno sono
stati presentati ed è prevalsa la proposta
di non votarne alcuno e di inviarli alla
CIOV ed alla Tavola unitamente ai verbali delle assemblee.
Chiesa di SAN SECONDO DI PINEROLO:
L’assemblea unanime aprova il progetto.
Chiesa di TORRE PELLICE;
L’assemblea approva a larghissima maggioranza (100 si - 19 no -12 schede bianche)
il progetto.
Chiesa di VILLAR PELLICE:
La questione è stata trattata nei due ultimi turni delle riunioni quartierali. I
quartieri del Centro, Ciarmis, Garin, Inverso, Serre, Teynaud, dopo aver liberamente ed ampiamente discusso il problema hanno approvato con votazione, alla
unanimità il progetto.
Chiesa di VILLAR PEROSA:
L’assemblea approva alTunanimità il
progetto.
Ghiesa di VILLASECCA:
L’assemblea approva alTunanimità il
progetto.
(continua a pcig. 6)
5
22 agosto 1975
progetto di ampliamento
Le due sedi
Il progetto contempla:
Sede del Convitto
— Due sezioni di medicina interna: 58
letti;
— Sette poliambulatori destinati a diverse
specialità:
— Un servizio di fisiochinesi terapia riabilitazionale;
— Un servizio diurno Ospedaliero (day
hospital), con 8 letti;
— Laboratorio analisi;
— Reparto radiologico.
Sede dei Coppieri
— Una sezione per Convalescenti: 25 letti;
— Un reparto di psico-geriatria: 25 letti
per un totale di 116 posti letto ed una capacità annua assistenziale di 1020 ricoveri
e di oltre 1000 assistibili attraverso il servizio ospedaliero diurno.
Il servizio ospedaliero diurno è una struttura adibita a ricoveri della durata di un giorno. Essa è di
grande utilità nella medicina preventiva, nella diagnosi precoce, nella riabilitazione e per le terapie
inlermirienti. Risolve Vaspetio emarginante del ricovero di tipo classico, risolve il problema delle prenotazioni ambulatoriali ed è l’espressione di un
servizio di équipe. Presuppone uno notevole organizzazione ospedaliera, essendo realizzabile solo dopo l’ottenimento di un sincromo ed armonico funzionamento dei servizi diagnostici e degli ambulatori polispecialistici.
Relazione
tecnica
GENERALITÀ’
L'adattamento delle strutture edili dell’attuale Convitto di Torre Pellice a sede
di Ospedale Lungodegenti e Convalescenti
con servizi aperti poliambulatoriali è stato
progettato partendo dalla irrinunciabile
ipotesi di non occupare con nuove costruzioni le aree circostanti l’edificio.
Da tale assunto a cui fa eccezione un
piccolo fabbricato ad uso servizio mortuario e centrale termica, deriva il raggruppamento su piani diversi dei servizi di tipo
ambulatoriale (ambulatori, day hospital,
radiologia e laboratori) i quali, in una soluzione ex novo, assai più razionalmente
dovrebbero prevedersi in unico blocco monoplano, facilmente accessibile senza interferenze con le degenze propriamente
dette.
Minori inconvenienti (eccessiva altezza di un piano, dimensone modulare delle strutture in cemento
armalo non previste per scopi ospedalieri) sono
superabili con controsoffittature, atte a contenere
gli impianti tecnici, o con modeste variazioni strutturali ed artifici distributivi.
Distribuzione
funzionale
In linea generale l’attuale conformazione
a T delTedificio suggerisce l’analogo, seppure superato, schema pianimetrico ospedaliero, con servizi tecnico-medici disposti
nel tratto di costruzione ortogonale all'asse maggiore di esso e degenze sistemate
nel braccio maggiore.
In particolare, la esistente torre centrale
consente una agevole sistemazione degli
ascensori, montalettighe e montacarichi
vari, senza deturpare la forma delle coperture con antiestetici locali macchine.
Inoltre l’attuale piscina, debitamente ristrutturata, assai bene si presta per la sistemazione del « Day Hospital » e di un locale per idroterapia, ottenuto parzializzando l’attuale vasca ed usufruendone gli impianti.
Ciò premesso esaminiamo la composizione dei singoli piani, con riferimento alle
numerazióni indicate sui disegni qui riprodotti.
Il piano terreno
A questo piano è previsto l'ingresso dei degenti (10); locali per accettazione amministrativa (18)
e sanitaria (11): i degenti vengono smistati al
piani tramite ascensore (14) o montalettighe (12).
All'accettazione fanno seguito gli uffici (19).
In zona finitima è inoltre disposto l'Ingresso dei
pazienti ambulatoriali; atrio di attesa (30), pronto soccorso (29), ambulatori (24), palestra per fisiochinesiterapia (26) e piscina (28), locale prelievi (25).
Dall'ingresso si accede al « day hospital », com
-, 'tT.
prendente locale con n. 8 letti di riposo (32),
soggiorno (27), medicheria (31) e servizi igienici.
Infine, da apposita scala, si accederà al reparto
radiologico (vedi piano rialzato) ed ai laboratori
(piano primo): i servizi tecnico-medici sono inoltre collegati da apposito montacarichi.
Sono inoltre sistemati a piano terreno i servizi
generali, comprendenti:
— farmacia e depositi relativi (1);
— reparto cucina, composto da ingresso merci
(3), dispensa (2), cella frigorìfera (4), locale di preparazione e cottura (5), locale lavatura stoviglie (7), office (8) con annesso montacarichi per carrelli termici (13);
— mensa personale (ó), direttamente servita
dall'offfce ;
— locali di cernita (17) e deposito biancheria
(20), con l'annotazione che la lavanderìa propriamente detta rimarrà nella sede dei Coppieri ;
— magazzino materiali (21);
— spogliatoi e servìzi personale (22);
— laboratorio per riparazioni (23).
Il plano rialzato
A questo piano, dall'attuale ingresso principale,
è previsto l'accesso dei visitatori, controllati dal
portiere-centralinista (6) ed avviati alle degenze
per mezzo dell'ascensore (9) o dall’ingresso, se
al piano.
Le degenze (!) comprendono n. 2 camere a 4
letti, n. 4 camere a 3 letti, n. 2 camere a 2 letti.
Tutte le camere saranno munite di servizi igienici di tipo alberghiero (con impianto di aspirazione
forzata) comprendente WC, bidet e lavabo. È altresì previsto n. 1 bagno ospedaliero.
I servizi di piano (ripostigli, vuotato!, locali pulizia) sono doppi, all'estremità delle ali maggiori (2), (3).
Il piano primo
A questo piano si ripete la sistemazione progettata per il piano rialzato, con n. 29 posti letto.
Trovano inoltre sistemazione la camera del medico dì guardia (14) e la direzione sanitaria (15).
Infine, nell'ala ortogonale alle degenze, verrà
sistemato il blocco dei laboratori (16), collegato
al locale prelievi del piano terreno con apposito
montacarichi e dotato di segreteria, ufficio primario, spazio suddivisibile con vetrate per laboratori
vari.
È previsto un soggiorno-pranzo (4) servito da
apposita cucinetta (5) a sua volta alimentata dalla cucina con apposito mantacarichi (8).
I locali tecnici di piano comprendono*, sala medici e caposala (11), medicheria (12) e camera
d'isolamento (13), ad un letto con servizio pro
In totale sono perciò utilizzabili n. 29 postiletto
per piano.
infine, nell'ala ortogonale alle degenze, è sistemato il reparto radiologico (14) articolato su
n. 2 sale di diagnostica, con relativi locali accessori.
6
Bile vbIU oggi
Divieti
y .
di accesso
Al Bagnati da decenni ci si riuniva, per
il culto estivo, vicino alla casa dei signori
Aibarin-Ayassot. Un bel luogo ombreggiato, accessibile da varie direzioni. Agli attuali proprietari, eredi diretti degli Albarin-Ayassot, staccati ormai da qualsiasi
legame con la realtà della nostra valle,
questa presenza non garba. Già Vanno
scorso^ erano sorte questioni, ma comunque ci era stato dato il permesso di continuare a riunirci per i nostri culti. Quest’anno le questioni si sono ripetute ed
il permesso ci e stato tolto. Non volendo
fare polemiche, non abbiamo difficoltà a
riunirci in altro luogo e potremmo limitarci a rispondere con le parole di Gesù
ai discepoli in Matteo 10: 14.
Ci sembra però che il problema tocchi
una questione di fondo che vale la pena
di affrontare. Il luogo in oggetto è stato
cintato ed alla cinta è stato messo un
cartello: « Proprietà privata — Divieto di
accesso ».
Nulla da eccepire. È nei diritti dei proprietari.
Questi cartelli, con le relative cinte, sono
sempre più numerosi nelle nostre valli: delimitano i terreni acquistati dai “cittadini",
nuovi colonizzatori delle nostre montagne.
Sembra infatti che intorno a questi terreni tutto il resto sia terra di nessuno, o,
meglio, terra di tutti.
La realtà invece è ben diversa: tutto il
resto è anche « proprietà privata ».
Da qui l’assurdo di questi cartelli che
dovrebbero essere fatti togliere, perché
danno l'impressione che al di fuori dei
luoghi cintati... tutto è permesso!
Mi sembra però che sotto sotto è un
diverso concetto di “proprietà" che si fa
strada e che rischia di contagiarci.
Fino ad ora il concetto di proprietà è
stato legato, se non andiamo errati, al
lavoro del proprietario ed al prodotto di
questo lavoro. Non si toccano l’erba, ì
prodotti dei' campi, la frutta degli alberi... (la maggioranza delle questioni fra
vicini vertono intorno a queste cose). I
prodotti spontanei, invece^ funghi, mirtilli, fiori (quando l’erba non è alta) sono
di chi li trova, e cosi è permesso il passaggio o la sosta in un prato quando l’erba è tagliata e non si reca danno. Il proprietario è in un certo senso l’amministratore che gode dell’usufrutto. Concetto molto biblico.
Il nuovo concetto di proprietà, frutto
della nostra società dei consumi, ha un
senso motto più possessivo: Questo è
mio, guai a chi me lo tocca! Di qui le
cinte, i cartelli, i divieti.
Non sempre però coloro che sono così
gelosi delle proprie proprietà, hanno rispetto per le altrui sulle quali ritengono
che tutto sia permesso.
Il risultato sarà che presto anche i locali saranno spinti a difendersi e ad erigere le proprie cinte.
È progresso questo?
Al Bagnau Laura Nisbet ci diceva che
in Africa, dove è missionaria, un episodio come quello accennato all'inizio non
sarebbe mai avvenuto. L’indigeno, che ha
un profondo senso dell’ospitalità, non solo ci avrebbe aperto le porte della sua
casa, ma avrebbe fatto di tutto per accoglierci il meglio possibile mettendo tutto
il suo, a nostra disposizione.
Renato Coisson
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•noT-,
cronaca
INCONTRI E CONVEGNI
a Poét-Laval
Il piccolo villaggio di Poèt-Laval nel circondario di Cresi (fino al secolo scorso
quello che contava la maggior densità di
protestanti di Francia) è un horgo ricco
di storia e di ricordi. Fu nel Medio Evo
sede dell’ordine di S. Giovanni, borgo riformato nel XVI secolo; possiede uno dei
tre templi riformati non distrutti dopo
rEditto di Nantes. Abbandonato a motivo dell’emigrazione offre oggi un interessante esempio di quei restauri integrali,
di cui ci vorrebbe qualche esempio anche da noi. Nel vecchio tempio è stato
allestito un piccolo museo della vicenda
cristiana nel Delfinato: missione dei primi cristiani, movimento valdese. Riforma
nei suoi diversi aspetti sino ad oggi.
Egregiamente curato dal dott. Sambuc e
da un comitato, di cui sono magna pars i
pastori Decorvet e Buscarlet.
Il museo aveva quest’anno progettato
per i giorni 9 e 10 agosto una commemorazione del movimento valdese ricollegandosi al centenario.
È davvero peccato che il gruppo corale
delle Valli, che, secondo i piani, avrebbe
dovuto partecipare, non si sia potuto costituire (forse verso altri lidi vi sarebbe
stato maggior impegno o se la proposta
fosse venuta da qualcun altro che dal sottoscritto?). Peccato davvero perché l’incontro con quei fratelli, la visita delle
chiese, del museo, dei luoghi di vecchia
tradizione riformata meritavano un viaggio.
Una piccola delegazione costituita dai
sig. Gardiol e Girardon ci accompagnò
partecipando alle diverse manifestazioni,
circondata di premure e di curiosità anche soprattutto per il fatto che le sig.re
Girardon e Tourn indossavano il costume valdese.
Neirincontro serale, ai piedi del vecchio
donjon venne rievocata la vicenda del
mercante lionese Valdo, nel pomeriggio
della domenica, col ben noto evangelista
Maurice Ray, si affrontò, sotto gli alberi
sulla piazza, il tema appassionante dell’Evangelizzazione.
Al culto del mattino nel tempio di Dieulefìt; con una numerosa assemblea per
l’occasione delle giornate del Museo,' incontrammo i i fratelli Pons, Peyrohel e
molti amici oriundi delle Valli. Resta vivo in noi il desiderio di ritornare.
G. Tourn
zione, nel canto dei Salmi (i famosi
«Psaumes du Désert», cantati con un
ritmo molto più entraînant che da noi!),
ed infine nella partecipazione alla Santa
Cena fatta tutti insieme in un vasto cerchio, con calice comune.
Molti di noi hanno già fatto l’esperienza di come ci si senta uguali con questi
discendenti dei Valdesi di Provenza —
come del resto con quelli del Delfinato —
non solo per via dei nomi che sono anche i nostri, per i tratti del volto, per
tante parole dialettali simili, ma soprattutto per un medesimo sentire; i nostri
padri hanno percorso insieme un lungo
tratto della storia, hanno vissuto insieme
fede e persecuzione, e questo non si può
dimenticare; anche se le strade in seguito si sono materialmente divise di qua
e di là delle Alpi, pure siamo sempre rimasti di una medesima famiglia.
Un soggiorno di tre valdesi delle Valli
nel Luberon non poteva compiersi senza
una visita alla vecchia Mérindol, « un des
hauts lieux vaudois », che testimonia
quant’altri mai la coraggiosa e tribolata
storia antica ; dopo di che nella giornata
dell’incontro fraterno all’aperto è stata
letta questa breve composizione, quasi a
dimostrare più vivamente la nostra solidarietà e la nostra fraternità con i Vaidesi del Luberon:
EN SOUVENIR
Mérindol
sacré sol
de nos ancêtres!
Le vent souffle
sous les hêtres:
on ne sait
d^oîi il vient
ni où il va...
Il raconte
cette histoire,
de romarin
de thym et de genêt
qui s^exalent;
dans les près
crient les cigales;
entre les pins
et les lauriers
on voit encore
page noire
du Luberon,
cette histoire
de douleur,
persecution,
de malheur,
d^ahnégation.
Je visite
avec emoi
les deux vieux
pays vaudois,
Mérindol
et Lourmarin:
des parfums
les lourds pilliers
du temple ancien.
Le vent souffle
où il veut:
pour nous,
pour nos ajeux;
on ne sait
d^où il vient...
dans le temps
quelle peine,
quel chagrin!
on ne sait où
mais demain
la foi, Vespoir
sont encore là!
(e. r.)
il
a Lourmarin a Perrero
Dal 24 luglio al 5 agosto la Chiesa Riformata di Lourmarin ha promosso una
decade di studi valdesi del Luberon. La
iniziativa è stata presa dal pastore Mordant di Lourmarin, il quale, attivo e pieno di zelo, ha organizzato nel suo vasto
e bel tempio un’esposizione di stampe,
manoscritti e fotografie. Su appositi pannelli erano disposte con cura e competenza numerose ed anche abbastanza rare testimonianze della storia dei Valdesi,
dai primi passi alla Riforma. Un valdese,
artigiano del ferro, che esplica la sua attività in una graziosa bottega a Loqrmarin, si è rivelato un vero artista nella
composizione di uno stemma valdese in
ferro battuto che, posto su un tavolo, formava il centro dell’esposizione nel tempio.
La serie di studi aveva inizio giovedì,
24 luglio con una conversazione di un
professore dell’Università di Provenza,
Jacques Paul, su « La Pauvreté au XII
siècle » ; era seguita venerdì 25 luglio da
un esame del « Processo di Giovanni di
Roma » da parte dello storico Jean Sambuc; da una conversazione, domenica sera, con diapositive da parte del dott. Enrico Peyrot, il quale con altri due amici
rappresentava la delegazione valdfese delle Valli del Piemonte à queste manifestazioni. Lunedì 28 vi era uno stùdio di Madame Sauzé, archivista e paleografa, su
« L’installation des Alpins en Provence au
XV et XVI siècle », ed infine martedì, un
professore di Marsiglia, Gabriel Audisio,
parlava sul tema : « Les Barbés Vaudois,
organisation des communautés >y.
I tre valdesi delle Valli hanno preso
parte a Sivergùes', nel cuore del Luberon
a due di queste conferenze e al simpatico
incontro all’aperto della giornata di domenica 27, in mezzo àgli eàtesi campi di
lavanda, che sono come pennellate di viola intenso tra le aride rocce biancastre
e i pallidi ulivi. Qui erano presenti fratelli valdesi venuti da varie comunità non
solo della regione, rna anche da Aix-enProvence e da Marsiglia; vi era pure il
pastore capo-distretto sig. Blanc da Merindol. Era un po’ come la festa del 15
d’agosto da noi, se pure meno affollata,
ma caratterizzata, oserei dire, da un maggiore raccoglimento, e forse da una più
marcata pietà nell’ascolto della predica
Malgrado il tempo decisamente brutto,
un numero considerevole di « coraggiosi »
ha risposto alla convocazione a Perrero
per il tradizionale incontro del XV Agosto. I folti castagni hanno trattenuto per
molto tempo la pioggia fastidiosa e così
il programma ha potuto svolgersi senza
troppi inconvenienti.
Il numero dei partecipanti ha oscillato
tra i 350 ed i 400, inferiore indubbiamente a quello delle grandi giornate « du XV
août » in vai Pellice, l’assemblea è risultata però molto puntuale ed attenta anche nelle aree periferiche.
Il culto presieduto dal pastore Eugenio
Rivoir, la cui predicazione è riprodotta,
nell’essenziale, in prima pagina e poi una
tavola rotonda sul problema della catechesi nelle nostre chiese (a cui hanno
partecipato alcuni laici impegnati in tale
lavoro ed un sacerdote cattolico, don
Mario Polastro) hanno riempito la mattiriata suscitando la viva attenzione dei
presenti. Forse la formula della tavola
rotonda andrà migliorata e perfezionata
ma indubbiamente si rivela oggi ima delle più felici per presentare un problema
sull’arco di un’ora intera.
Nel pomeriggio una interessante e viva
presentazione della chiesa Tnetodista effettuata da cinque fratelli di quella chiesa, pastori e laici che hanno illustrato il
lavoro, la storia, le tematiche spirituali
del metodismo. Questo incontro fraterno e diretto ha permesso di approfondire i rapporti con quella chiesa, qui alle
Valli spesso misconosciuta per' irievitabile mancanza di contatti.
Una nota del past. B. Bellion di storia
a proposito 'del ^ 150= anhiversario della
visita dell’evangelista Félix Néff alle Valli, e del risveglio che ne segùT ed un messaggio del moderatore pastore A. Sbaffi
hanno concluso la giornata, giusto in
tempo prima dell’acquazzone.
L’impegno della festa del XV agosto
sta trovando ostacoli nelle comunità, rifiutata quest’anno da tre chiese, per motivi plausibili ma comunque respinta, è
stata accolta con gioia e spontaneità dalla comunità di Perrero in un momento
difficile per la sua sistemazione pastorale, tanto maggiore è la nostra riconpscenza per averci accolti così fraternamente.
a Freissinière
Da molti è lamentata la scarsità di rapporti che intercorrono tra la chiesa valdese e la chiesa riformata di Francia,
che pure, per motivi di storia comune
(basterebbe pensare che il capo del rimpatrio è stato inizialmente un ugonotto,
che poi a causa di dissensi con Arnaud
abbandonò l’impresa) e di linguaggio, oltre che di problematiche nell’attuale momento storico, le è particolarmente vicina.
L’incontro del Colle della Croce è uno
dei pochi momenti di partecipazione di
massa da una parte e dall’altra. Così ho
accettato l’invito del pastore di Briançon
a recarmi alla « fête des moissons » che
ha luogo ogni anno, la prima domenica
di agosto, nella valle di Freissinière, luogo
di partenza dell’attività evangelizzatrice
di Félix Neff. È una festa non dissimile
dal nostro XV Agosto, con una forte nota di ricerca nell’impegno di testimonianza, come ha ben messo in rilievo la predicazione della mattina del prof. Paul
Keller di Montpellier.
br.
Viliasecca
Un altro grave lutto ha colpito recentemente la nostra comunità. La mattina
deH’8 agosto il Signore ha richiamato improvvisamente a Sé il nostro fratello Viglielmo Armando, per lunghi anni Anziano della Chiesa. La sua repentina dipartenza ha suscitato in tutti cordoglio e
rimpianto. Egli lascia un grande vuoto
nella famiglia, e nella comunità. Egli ha
svolto il suo ministero di Anziano con
amore e con zelo, sèmpre disponibile per
ogni attività della Chiesa, sempre fedele
ai culti, ogni domenica, d’estate come
d’inverno, con qualunque tempo, in tutte
le circostanze, sempre presente alle riunioni del suo quartiere, ad ogni seduta
del Concistoro.
I funerali, imponenti per la partecipazione di un folto pubblico di parenti ed
amici, si sono svolti la domenica mattina 10 agosto, proprio all’o.’-a del cultO"domenicale che ha sempre frequentato regolarmente, lasciandoci così, la sua ultima testimonianza.
Chi prenderà ora il suo posto nella comunità?
Alla famiglia in lutto, in modo particolare alla sorella Signorina Elena e alla
nipote Signora Rina, rinnoviamo l’espressione della nostra più viva simpatia cristiana e del nostro fraterno affetto, ricordando la Parola del Signore ; « Io sono
la risurrezione e la vita»! (Giov. 11: 15).
Messaggio alla radio
Comunichiamo che la missionaria Paola Nisbet Tron ha inviato dall’Asmara
un messaggio che verrà trasmesso da
Trans World Radio domenica 24 corr.
dalle 22,15 alle 22,30 su onde medie 1466
kHz=205 m.
I pareri
(segue da pag. 4)
Il progetto di ampliamento dell’Ospedale veniva ancora esposto alla Conferenza
del 1° Distretto a Luserna San Giovanni
nel pomeriggio del 2 giugno 1975. Ognuno
dei rappresentanti delle 'Chiese e dei membri della Conferenza aveva in quella sede opportunità di chiedere informazioni
e precisazioni che venivano fomite dalla
CIOV in un ampio e sereno dibattito.
C. Decker forniva, esponendo un certo
numero di. disegni della nuova ristrutturazione studiata per il Convitto, dettagliate informazioni di carattere tecnico. Veniva alla fine approvato (33 voti favorevoli e 2 contrari) il seguente. ordine del
giorno:
« La Conferenza, convinta deìl’importanza dell’assistenza sanitaria svolta dall’Ospedale Valdese di Torre Pellice a favore di tutta la popolazione della Valle,
e della necessità che tale assistenza sia
garantita per il futuro, in previsione dell’assistenza sanitaria ambulatoriale e di
medicina sociale, ritiene che l’ampliamento dell’Ospedale Valdese di Torre Pellice,
mediante l’utilizzazione dell’edifìcio dell’ex Convitto Maschile — del?itamente ristrutturato — rappresenti una soluzione
valida. Pertanto invita la Tavola Valdese
e la CIOV a fare partecipe la Regione Piemonte di tale .proposta per ottenere l’autorizzazione all’ampliamento dell’Ospedale ».
7
delle valli-------------
Agosto a Torre Pellice
società di
studi valdesi
Assemblea annuale dei seci
Domenica 24, alle ore 21, nell’Aula Sinodale avrà luogo la tradizionale serata della Società di Studi Valdesi, con TAssemblea annuale dei soci. Oltre alla relazione
morale e finanziaria della Società, si svolgerà un dibattito a tre sul tema seguente: ¡Evangelici e cattolici di fronte alla
storia valdese (in particolare nel momento attuale).
Vi parteciperanno Piercarlo Pazé, Giorgio Tourn e A. Armand Hugon.
Il pubblico è cordialmente invitato.
Gita a Guardia Piemontese
La Società prevede di organizzare per
il periodo dal 24 al 30 settembre un viaggio in Calabria in occasione delle giornate « valdesi » che si terranno a Guardia
Piemontese il 27 e 28 settembre. Nel prossimo numero daremo dettagli relativi al
programma ed alla spesa previsti, nonché
indicazioni per le prenotazioni.
Convegno stodi della FCEI
Il convegno studi della Federazione
Evangelica ha luogo nei giorni 21-22. Il
tema; liberazione della donna e suo ruolo
nel rinnovamento della società.
Giovedì 21 alle 20,30 tavola rotonda sul
tema: Organizzazione e proposte di organismi e movimenti femminili. Moderatore: Paolo Ricca.
Serata teatrale
Venerdì 29 agosto, alle ore 21,15, nell’Aula Sinodale il 'Teatro Angrogna riproporrà « Quarto Mondo », l’ultimo spettacolo, in ordine di tempo, che il collettivo ha elaborato, questa volta sui temi
dell’Assistenza e dell’Emarginazione.
Argomenti di non facile trattazione In
terrnini teatrali, ma di grande urgenza
oggi in Italia, ed in particolare nella Val
Pellice: tra l’altro essi saranno oggetto
di dibattito nel corso dei lavori sinodali
che si concluderanno appunto nel tardo
pomeriggio di venerdì.
« L’allestimento è giocato prevalentemente su due piani: uno rappresentativo, in chiave grottesca, e l’altro, in continuo contrappunto col primo, di commento satirico, attuato tramite l’intervento di una coppia di giullari che con
battute salaci, strofette e canzoni, si inseriscono nella situazione rappresentata;
con funzioni di coro dagli effetti stranianti ».
« Quarto Mondo » verrà portato successivamente in alcuni comuni del pinerolese per toccare, infine, Spotorno, Asti,
Milano e Reggio Emilia.
Borsa di studio
La Cooperativa Operaia di Consumo,
per ricordare il fermo impegno sociale
del suo presidente recentemente scomparso ha deliberato di istituire una borsa
di studio « Carlo Stefanetto » per studenti di scuola media superiore. A tal fine
è aperta una pubblica sottoscrizione,
presso la segreteria della Cooperativa,
tutti i giorni dalle 14 alle 18.
Mostra della Resistenza
e deirAntifascisme
S’è inaugurata sabato 9 agosto nelle
Scuole Comunali di viale Dante presenti
autorità della Regione, della Provincia,
Comandanti Partigiani e Partigiani, autorità locali e un folto pubblico, la mostra
della Resistenza, dell’Antifascismo e della Deportazione.
Curata dal Circolo « la rosa bianca » di
Torino la mostra della Resistenza è giunta a Torre Pellice per concessione del
Consiglio Regionale del Piemonte e a cura del Comune di Torre Pellice, dell’A.N.P.I., delTA.N.E.I., dell’Associazione
Ex Deportati e della Pro Torre.
La rassegna consiste in circa 250 pannelli che presentano fotografie, documenti, manifesti, volantini, cimeli, dati statistici, tutti relativi al periodo che va dall’avvento del fascismo alla conclusione
della lotta di liberazione.
Collegata a questa rassegna vi è una
sala dedicata alla Resistenza nelle Valli
del Pellice, Germanasca e Chisone, ove
è chiaramente dimostrato che il viatico
dei Valdesi fu sempre presente nei grandi momenti storici; infatti i Valdesi furono ancora una volta protagonisti dando nelle formazioni partigiane, nei campi
di prigionia e di eliminazione il loro immancabile e prezioso contributo di sangue per la giusta causa della libertà.
Nell’atrio di questa rassegna compaiono disegni sulla resistenza eseguiti dagli
alunni delle scuole elementari di Angrogna, Luserna S. Giovanni e Torre Pellice, che le Autorità e i visitatori hanno
molto apprezzato per la genuinità delle
loro espressioni.
In occasione della Mostra è stata curata la pubblicazione di un volumetto a
cura del Comune di Torre Pellice, delTA.N.P.I., delTA.N.E.I. e Associazione ex
Deportati della Val Pellice nonché dalTE.P.T. Pro-Torre contenente la storia e
le date più importanti della Resistenza
nelle nostre Valli.
La mostra rimarrà aperta a tutto il
28 agosto con il seguente orario; tutti i
giorni dalje alle 19 ; inoltre la sera di
giovedì, e di sabato dalle ore 20,30 alle
22,30 e la mattina di venerdì, e di domenica dalle ore 10 alle 12.
Giuseppe Storti
Amici del Collegio
La giornata del Collegio avrà luogo
quest anno domenica 31 agosto col seguente programma: ore 12,20: Pranzo
presso il ristorante della Seggiovia; ore
15,15: Seduta sociale presso la Casa Valdese; ore 16,30; Buffet presso la Casa
Valdese.
Un invito particolare a tutti gli ex studenti 4» ginnasio 1925, la famosa classe
"Pollaio" perché essi saranno gli ospiti
d’onore con un programma tutto speciale
per loro!
Mostra dei lavori
Gli alunni delle classi della Scuola Media del Collegio organizzano una mostra
dei lavori eseguiti durante l’anno scolastico. La mostra avrà luogo nei locali del
Collegio dal 24 al 31 agosto col seguente
orario: ore 16 - 19.
Tutti sono cordialmente invitati a visitare questa esposizione.
Precisazione
Luserna S. Giovanni
In merito al comunicato della Tavola
apparso sul n. 30 Eco-Luce del 1-8-75, nel
quale si afferma che i Concistori di Massello, Pefrero-Maniglia, Rodoretto avrebbero dato il loro consenso al trasferimento del Past. L. Deodato, precisiamo:
a) il consenso era stato tassativamente subordinato ad un piano a lunga
scadenza per la sistemazione del campo
di lavoro nella Val Germanasca;
b) i Concistori avevano affermato
che un’eventuale sostituzione avrebbe dovuto fornire sufficienti garanzie per una
continuità del lavoro pastorale.
I Concistori esprimono il loro più vivo rincrescimento per il tenore del comunicato della Tavola, ed auspicano che
in futuro i reciproci riporti siano Inaprontati ad una maggiore chiarezza.
I Concistori di: Perrero-Maniglia;
Massello ; Rodoretto.
Perrero, 3 agosto 1975.
Angrogna
S. Germano
L’estate è sempre occasione di rivedere molti ex angrognini, di incontrare vecchi amici e di farne dei nuovi. La limitata ricettività della nostra valle ha registrato, nella prima quindicina di agosto, il tutto esaurito. Siamo riconoscenti
al Signore per tutte queste possibilità di
incontro.
Domenica 3 agosto abbiamo avuto, come annunciato, la nostra giornata comunitaria al Bagnau, cui ha partecipato un
buon gruppo di fratelli da San Germano.
Al culto del mattino, il past. Giovanni
Conte meditando il Salmo 8 ha sottolineato la responsabilità dell’uomo nel
creato come vocazione da parte di Dio.
Dopo il pranzo al sacco la nostra attenzione è stata richiamata prima sui problemi dell’educazione nello Zambia da
parte della missionaria Laura Nisbet, e,
poi, sui problemi dell’insegnamento del
catechismo oggi, da parte della signorina Nelly Rostan. Il gruppo colportaggio
di S. Germano ha esposto un banco libri.
Una giornata molto simpatica cui è peccato non abbia partecipato un maggior
numero di persone.
Il prossimo culto al Bagnau, l’ultimo
di quest’anno, avrà luogo domenica 31
agosto alle ore 14,30.
Rorà
• Raccolti in preghiera, fidenti in Dio,
con la lettura della Parola di risurrezione, di vita, abbiamo dato, all’Ospedale
Valdese di Torre Pellice, l’estremo saluto alla spoglia mortale della Sorella Teresina Tomassone ved. Fardella che avevamo conosciuto come membro di Chiesa con i suoi a Susa nel cui cimitero è
stata inumata. Rinnoviamo ai figli, ai
congiunti la nostra solidarietà cristiana.
• Abbiamo avuto la notizia della ’dipartita’ all’Asilo di Luserna S. Giovanni dov’era ospite, della nostra sorella Margherita Reynaud; alle sorelle, ai congiunti la
nostra simpatia cristiana.
• Nel nostro piccolo, il bazar della Chiesa organizzato dall’Unione femminile,
grazie a Dio, è riuscito. Riconoscenti, ringraziamo tutti coloro che in qualche modo vi hanno collaborato.
Ringraziamo il pastore E. Paschetto di
Torino che ha accettato di presiedere il
culto domenicale del 27 luglio e 4 agosto
rivolgendo-alTassemblea messaggi vibranti di fede. Un grazie anche al Cav. A. Ardito che ha accompagnato il canto all’armonium.
San Secondo
Pomaretto
• Domenica pomeriggio è stato celebra
to nel tempio il matrimonio di Alo! Mar
GO Domenico di Villar Porosa con Mour
glia Anna Maria di Bricherasio.
Il Signore vegli con le sue benedizioni
su questo nuovo focolare.
• In queste ultime settimane si sono
svolti i funerali di Bertìn Edoardo di 67
anni dei Giaime, Ivaldi Margherita di 83
anni, deceduta all’Asilo Valdese, e di Giovanni Eynard di anni 67, deceduto presso il Ricovero « Pro Senectute » di Luserna.
Alle famiglie in lutto diciamo tutta la
nostra solidarietà cristiana.
Ranno coUaborato: Lamy Coisson, Gio. vanni Conte, Luciano Deodato,.. Dino
Gardiol, Edina Ribet, Sergio Rostagno.
•A- Le pagine 4 e 5 dedicate all’Ospedale
Valdese di Torre Pellice sono sfate
redatte dalla CIOV.
Riprendendo dopo breve interruzione
la nostra cronaca registriamo alcuni avvenimenti lieti e tristi della nostra comunità. Anzitutto è stato battezzato Christian Bounous di Loris e Vanda nata Camusso. In assenza del pastore locale il
pastore Pons ha accolto gli sposi Riccardo Bounous e Bruna Beux che hanno voluto porre a fondamento della loro unione l’amore di Cristo. Nei due casi si è
trattato di un preciso impegno preso dagli interessati ed auguriamo loro di poterlo pienamente mantenere con l’aiuto
del Signore.
Quattro lutti ci hanno colpiti con la dipartenza di Jennj’ Forneron, Margherita
Bonjour, Lina Eynard ved. Rostagno (casa di riposo) e Giovanni «Vanni» Lanfranco. Quest’ultimo decesso è avvenuto
in circostanze tragiche ed inattese. Rinnoviamo alle famiglie in lutto la nostra
parola di incoraggiamento fraterno, fiduciosi in Colui nella cui comunione soltanto possiamo dire ; « Ho combattuto il
buon combattimento, ho terminato la
corsa, ho serbato la fede ».
Anche a questo proposito grazie al pastore Pons che ha presieduto uno di questi funerali.
La nostra riconoscenza va anche all’anziano Dino Gardiol ed al pastore Gustavo Bertin che hanno presieduto i culti
della prima e terza domenica di luglio.
La comunità è stata discretamente rappresentata alla riunione all’aperto al Bagnau alla quale eravamo invitati dal pastore della comunità locale.
Grazie alla disponibilità di Andrea Ribet il culto ha potuto aver luogo anche
nel nostro tempio. Ricordiariio fin d’ora
che domenica 31 agosto avrà luogo a
Fra Pounsoun una riunione all’aperto
che ci permetterà di parlare dei lavori
sinodali.
Perrero
• Sabato 26 luglio si sono uniti in matrimonio Nino Borno e Paola Gaydou,
ambedue residenti a Miradolo. Rinnoviamo il nostro augurio affettuoso a
questi sposi che si stabiliscono nello stesso quartiere in cui hanno abitato finora.
• Il 10> agosto è stato amministrato il
battesimo a Yvonne Chauvie di Giovanni e di Adriana Peyronel delle Bolle (Bricherasio) ed a Chantal Montaldo di Fiorenzo e di Erica Chauvie (Pinerolo). Alle due bimbe (che anagraficamente sono
zia e nipote) ed alle loro famiglie inviamo il nostro pensiero affettuoso, come
pure a Marco Rostan figlio di Walter e
di Paola Griglio (Centro), nato il 1 agosto.
• Il Bazar annuo della Chiesa di S. Secondo che, tradizionalmente, ha luogo
nel corso del mese di agosto, si terrà la
domenica 31 nel pomeriggio.
Dopo anni di richieste e di attese da
parte delTAmministrazione comunale di
Perrero, è stato finalmente asfaltato il
primo tronco della strada di Faetto, due
km e mezzo circa. Questo primo tratto,
per il quale il Comune ha speso 6 milioni (il rimanente a carico della Provincia)
su 25, interessa alcuni villaggi, ma sarà
ancora necessaria Tasfaltatura di un secondo tronco per raggiungere gli ultimi
villaggi abitati della conca di Faetto.
n 21 luglio 197S, Dio ha richiamato a Sé
rinsegnante a riposo
■ Lina Eynard ved. Ceom. Rostagno
Per espressa volontà dell’Estinta, i congiunti
ne danno la partecipazione a funerali avvenuti.
« ...et il ny aura plus ni deuils, ni cris,
ni peines... v.
(Apocalisse 22: 5).
« Noi sappiamo che tutte le cose cooperano al bène di quelli che amano
Iddio ». (Ai Romani 8: 28).
Torre Pellice, 29 luglio 1975.
Operazione a sorpresa effettuata a Pomaretto da un gruppo di catecumeni. Un
gruppo di catecumeni della chiesa di Pomaretto, individuata la necessità di imbiancare la camera di una persona inferma vivente sola, si organizzava rapidamente e, senza fare pubblicità alla propria impresa, portava a termine una ripulitura completa dell’ambiente, con piena soddisfazione della persona interessata. Dato che altre case di persone viventi
sole sono nelle stesse condizioni, speriamo che l’esperienza possa rinnovarsi.
Stando così le cose chi potrà più accusare questi giovani di non aver compreso il senso pratico della solidarietà cristiana? A loro vada la riconoscenza di
tutta la comunità.
Enrico Jahier e fda Reichenbach informano che
col 1° agosto 1975 hanno trasferito il loro domicìlio a Villa Bòcklln, San Domenico di 5001 d Fiesole
(Firenze) Tel. 599760. ,
Felicitazioni e rallegramenti a Pietro Comba che
si è brillanteménte laureato pres:so la Facoltà di
Biologia di’Roma con úna tesi in'genetica, relatore
ii pfòf. Montàlehti.’ •
« Noi abbiamo conosciuto Vamore da
questo: che Gesù Cristo ha dato la
Sua vita per noi; noi pure dobbiamo
dare la nostra vita per i fratelli ».
(1“ Epis. Giovanni 3: 18).
Il giorno 17 agosto è mancato il
Dott. Italo Malbieu
Ne danno l’annuncio la moglie Luigia Vidossich,
i figli Fernanda, Roberto, Maria Luisa, Giovanni con la moglie Anna Covacich, i fratelli, le
sorelle e parenti tutti.
Pinerolo, 18 agosto 1975.
La moglie, i figli e il genero del caro
Giovanni Lanfranco
che il Signore ha improvvisamente richiamato a
se, riconoscenti e commossi per la dimostrazione
di stima e affetto tributata al loro congiunto,
ringraziano di cuore tutti coloro che con la presenza e con scritti si sono uniti al loro dolore.
Un particolare ringraziamento al past. Conte che
si è prodigato con premurosa assistenza alla famiglia tutta in oceasione della tragica notizia.
« Vegliate e pregate perché non sapete
né il giorno né l’ora che il Signore
verrà ». (Matteo 24: 42).
San Germano Chisone, 1" agostó 1975.
RINGRAZIAMENTO
Le famiglie Avondet-Fornerone-Caffarel e Armellino ringraziano vivamente tutti, coloro che
hanno preso parte al loro cordoglio in occasione
della dipartenza del loro compianto
Michele Armeilino
Si ringraziano in modo particolare il pastore
sig. Arnaldo .Genre, il djO|t. Rog, .i vicipi di casa,
}a sig.ra Garnier, il sig. Gobellb e fultò il persohale dell’Asilo Valdese di Luserna S. Giovanni.
Pràrostino, 3 agosto 1975.
8
8
22 agosto 1975
UOMO E SOCIETÀ’
Per l’eguaglianza dell’uomo e della donna
Qpmnro finr
La sottomissione e il dominio sono punizione e condanna - Anche il matrimonio vive del
perdono dei peccati - La legge civile deve essere intesa alla luce della parola di Dio
Nella liturgia del matrimonio^ come in
Quella del battesimo, è presente una istruzione (catechesi) che ha lo scopo di ricordare il senso evangelico dell’atto che
si sta per compiere. Il prof. Vinay propone qui un nuovo testo di tale istruzione matrimoniale.
Ascoltate, cari sposi, e accogliete nel
cuore le istruzioni e gli ammonimenti di
Quella parola che è la luce della nostra
e della vostra vita.
Nella Bibbia noi leggiamo che Dio
creò l’uomo a sua immagine e lo creò
maschio e femmina. Prese la donna dalla
cS'rne di Adamo perché vi fosse fra i due
un’intima relazione di amore e di vita. E
l’uomo nella gioia di quell’incontro esclamò ; « Questa è ossa delle mie ossa e
carne della mia carne ». Compagna e aiuto convenevole, come voleva Iddio. Il
Creatore li benedisse dicendo loro : « Crescete e moltiplicate e riempite la terra,
e rendetevela soggetta» (Gen. 1: 27-28 e
2; 22-23). «Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua moglie, e saranno una stessa carne» (Gen.
2: 24). Questa comunione di vita è indissoiubile, per cui Gesù disse: «Quello che
Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi »
(Matt. 19: 6).
La caduta e l’allontanamento da Dio
hanno avuto come conseguenza la soggezione della donna all’uomo. Infatti Dio
disse alla donna : « i tuoi desideri si volgeranno verso il tuo marito, ed egli dominerà su te» (Gen. 3: 16). Ma nella comunione di amore fra i due, il dominio
significa turbamento della comunione
stessa ed è quindi punizione non solo
della donna, ma anche dell’uomo. Questo
dominio è una condanna.
Nonostante la ribellione dei nostri primi genitori, Dio ha voluto mantenere il
dono della vita coniugale, che egli ha fatto a tutti gli uomini, come anche «fa
sorgere il sole sopra i malvagi e sopra
i buoni >>■ (Matt. 5: 45). Per proteggere il
suo dono ci ha dato i comandamenti che
dicono : « Non commettere adulterio » e
«non concupire la moglie del tuo prossimo» (Es. 20: 14 e 17). Infatti l’adulterio è infedeltà al patto di piena comunione di vita ed è condannato in tutto
l’Antico Testamento. Gesù l’avverte già
nel semplice sguardo che si posa su di
una donna per concupirla. Per l’apostolo
Paolo l’adulterio, come la fornicazione, è
segno di una vita nella carne che non
può ereditare il regno di Dio.
I profeti d’Israele hanno parlato della
relazione coniugale come immagine della
comunione di Dio col suo popolo, e l’apostolo Pàolo l’ha usata per esemplificare l’amore di Cristo per la sua Chiesa.
« Mariti, egli dice, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei » (Ef. 5: 25).
La relazione di Cristo con la Chiesa vi
insegna, cari sposi, quale comunione ha
da essere per voi il matrimonio. Infatti,
come abbiamo detto, esso è stato istituito da Dio perché un uomo e una donna
possano vivere in piena comunione di vita, che è comunione di amore, di pen'siero, di fede, di opere.
La vostra pienezza di vita può essere
ancora arricchita da figli e figlie che il
Signore può concedere nella sua bontà.
Tale dono di Dio accresce la vostra responsabilità e vi conferisce un nuovo altissimo compito di testimonianza e di
educazione per condurre i figli alla fede
con l’aiuto del Signore, che vorrà operare con voi mediante la parola e l’azione
Cemilato di Redazione; Bruno Bellion, Valdo Benecchl, Gustavo Bouchard, Niso De
Mrchelis, Ermanno Genre, Roberto Peyrot,
Paolo Ricca, Giampaolo Ricco, Bruno Rostagno, Giorgio Tourn, Tuiiio Viola.
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Reg al Tribunale di Pinerolo N 175
8 luglio 1960
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efficace dello Spirito Santo. La testimonianza ai figli è parola di Dio vissuta
ogni giorno e vuol essere portata anche
fuori dalle mura domestiche.
Il matrimonio è per il bene della società in cui voi vivete. Perciò la vostra
famiglia dev’essere aperta verso il popolo. Essa non può e non deve divenire
espressione dell’egoismo di una piccola
collettività.
L’apostolo Paolo parla di questi doveri familiari, e fra l’altro dice alle mogli:
« Siate soggette ai vostri mariti, come al
Signore» (Ef. 5: 22). Ma altrove egli afferma : « Non c’è qui... né maschio né
femmina; poiché voi tutti siete uno in
Cristo Gesù» (Gal. 3:28).
Abbiamo visto che la soggezione della
donna all’uomo è una conseguenza del
peccato e dell’allontanamento da Dio. Il
peccato e la vita senza Dio è una realtà
tragica, molto attuale, nella società in
cui voi, cari sposi, e noi tutti viviamo.
Dove regna il peccato non c’è eguaglianza, neppure se questa viene sancita da
una legge dello Stato.
L’eguaglianza dell’uomo e della donna,
come dice l’apostolo; è vera soltanto fra
gli sposi che vivono nella comunione di
Cristo. In lui non vi è più superiorità
dell’uno o dell’altro. I passi della S. Scrittura che parlano di ima superiorità dell’uomo sulla donna, devono ormai essere
intesi nello spirito dell'esortazione di Gesù ai suoi discepoli : « Chiunque vorrà essere grande fra voi, sarà vostro servitore; e chiunque fra voi vorrà essere primo sarà vostro servitore; appunto come
il Cristo non è venuto per essere servito,
ma per servire» (Matt. 20 : 26-28).
Anche nel matrimonio il primato per
i credenti può consistere soltanto nel ser
vire con amore, nel lavare i piedi all’altro, come ha fatto Gesù ai suoi discepoli,
nella volontà di portare i pesi maggiori.
L’eguaglianza fra i coniugi non avrebbe una portata sociale diretta, se la esprimesse soltanto la Chiesa e non anche lo
Stato per regolare nel medesimo senso
questi rapporti umani in seno alla società. Tuttavia la legge non basta. Nel matrimonio possono sorgere contrasti e difficoltà. Allora il vero aiuto viene dalla
parola dell’Evangelo che esorta ad andare incontro alla moglie o al marito con
spirito conciliativo, pacifico per ristabilire l’armonia nella vita comune.
Non deve prevalere la legge, che vi concede il ricorso al giudice per raggiungere
una soluzione concordata. Deve prevalerere lo spirito dell’Evangelo per la riconciliazione e la pace. Anche il matrimonio vive del perdono dei peccati. E
questo tanto più dobbiamo sapere noi,
che non siamo sotto la legge, ma sotto
la grazia.
La nostra preghiera per voi, cari sposi,
è che il vostro amore reciproco non venga mai meno, ma sia santificato e fortificato col passare degli anni dall’amore di
Dio.
Come tutti i credenti, voi dovete intendere alla luce della parola di Dio la
legge espressa dagli articoli del Codice
Civile e considerare gli effetti civili che
volete che sorgano dal vostro matrimonio. Infatti è necessario attenersi a questa legge con intelligenza illuminata dall’Evangelo, perché soltanto cost la vostra risposta alla legge stessa sarà una
decisione di fede, responsabile davanti a
Dio e agli uomini.
Valdo Vinay
sempre fiorente
(Da «L’incontro») — Il commercio
delle armi attualmente è l’impresa in più
rapida espansione, in tutto il mondo. Il
giro d’affari dal 1952 ad oggi è aumentato di 60 volte, raggiungendo nel solo settore nucleare la sbalorditiva cifra di
11.700 miliardi di lire aH’anno.
Pino a qualche anno fa, venivano, solitamente, esportate armi di seconda ed
anche di terza mano. Oggi, invece, si trovano sul mercato soprattutto armamenti
nuovi e sofisticati.
Gli Stati Uniti sono il primo paese
esportatore di armi nel mondo, con 55.900
miliardi di lire dal 1950 al 1974. L’anno
scorso il governo americano approvò vendite di armamenti per un totale di 5.395
miliardi di lire, equivalenti al 46 per cento dell’intero movimento mondiale. Al secondo posto viene l’Unione Sovietica, con
25.350! miliardi in 25 anni e 3.575 nel 1974.
Da anni Francia e Gran Bretagna si
contendono il terzo posto nella graduatoria dei Paesi fornitori di armi. Nel 1974
i francesi scavalcarono gli inglesi vendendo armi per 2.600 miliardi di lire a
80 Stati stranieri. In questi traffici, sono
coinvolte anche Germania occidentale,
Svezia, Svizzera, Canadà, Cina, Polonia,
Cecoslovacchia, India e perfino Israele.
Anche l’Italia esporta armi. Il nostro
paese, dal luglio 1973 al giugno 1974, secondo l’Istituto di studi strategici di Londra (IISS) avrebbe firmato contratti per
complessivi 200 miliardi di lire per forniture di aerei allo sceiccato di Abu Dabi, alla Malaysia, alle Filippine, allo Zambia, di elicotteri per l’Iran, fregate e missili per il Perù e missili per il Venezuela.
Nel commercio, sono implicati sia organi governativi che compagnie private.
Nel maggior numero dei casi, i mercanti
privati di materiale bellico, dalle rivoltelle ai missili, sono assistiti da funzionari statali. La Gran Bretagna mette addirittura a disposizione dei « mercanti di
morte » navi della Marina come mostre
galleggianti.
E M I G RAZIONE: PROBLEMA APERTO
Le chiese svizzere si interrogano
Il problema dell emigrazione e posto alla attenzione dei credenti svizzeri da un
documento redatto m comune da Evangelici e Cattolici e sottoposto
ne delle chi^e. Diamo qui l’introduzione di questo documento ed i sette punti
riassuntivi. Ogni punto è poi sviluppato più ampiamente nel testo del docurnento.
I sette punti
del documento
1 - L’immigrazione massiccia di stranieri
è stata provocata dallo sviluppo della
nostra economia e dalle nostre sempre più elevate esigenze in materia di
consumi e di servizi.
2 - Il considerevole afflusso di stranieri
non ha soltanto posto la nostra società di fronte a problemi nuovi, ma ha
pure reso più visibili e più acuti problemi già esistenti. Così oggi il problema delle disuguaglianze sociali colpisce soprattutto gli stranieri, che l’immigrazione classifica per la maggior
parte fra le categorie meno favorite
della nostra società.
3 - La crescente ansietà è insicurezza del
popolo svizzero derivano in gran parte dalla nostra incapacità di controllare l’evoluzione in generale. È errato
attribuire queste reazioni alla « minaccia estera ». Così' facendo si mascherano soltanto i veri problemi e i
reali pericoli.
4 - Il problema degli stranieri non può
essere risolto con una semplice regolamentazione numerica degli effettivi.
Date le attuali circostanze, l’obiettivo
principale cui si deve tendere risiede
nell’elaborazione in comune del comune avvenire degli svizzeri e degli stranieri.
5 - Per il nostro comune avvenire è fondamentale che la nostra azione, anche
sul piano tecnico, economico, sociale
e politico, sia basata suiruomo, sul
suo benessere e la sua dignità, sulla
sua libertà e i suoi diritti. La via ci è
qui tracciata da Gesù Cristo, che ha
abbattuto le barriere fra gli uomini e
si è dichiarato solidale con i diseredati e i deboli.
Il problema degli stranieri (cioè l’insieme dei
problemi posti àgli svizzeri come agli stranieri
dall’afHusso massiccio degli immigrati) è talmente complesso nelle sue cause e nei suoi effetti
che sarebbe pericoloso preconizzarne soluzioni
troppo sempliciste. Pensiamo quindi che ogni
sforzo compiuto in vista di risolvere il problema
degli stranieri dovrebbe cominciare da un’informazione più completa possibile.
Noi oggi vorremmo andare ancor più lontano
e invitare i responsabili dele nostre Chiese ad
iniziare a tutti i livelli del lavoro ecclesiastico,
un procedimento di riflessione ispirato nel suo
svolgimento e nei suoi obiettivi dalle nostre tesi
e dal documento di lavoro che ad esse è unito.
In collaborazione con parecchie personalità versate nelle diverse discipline, abbiamo tentato di
riassumere in sette tesi succinte l’essenziale della materia da meditare nel quadro del problema
degli stranieri. Le tesi nella loro brevità hanno
rmconveniente di trascurare aspetti importanti
e di presentare alcuni problemi in modo troppo
semplice. Però, di fronte all’immensità del problema, hanno il vantaggio di proporre un quadro
globale nel quale, grazie alla formulazione generale, potrà inserirsi liberamente la riflessione personale. Il nostro intento non è quello di portare
una soluzione già prefabbricata al problema degli stranieri, ma di invitare il maggior numero
di persone a ricercare una soluzione. Così il
commento che accompagna le nostre tesi comprende, oltre ad informazioni complementari, un
certo numerò di problemi destinati ad impegnare il lettore in una diretta e condivisa responsabilità.
Le Chiese riterranno di aver portato un contributo importante nel contesto del problema attuale, se avranno saputo interessare il maggior
numero di cristiani à simile riflessione fatta in
comune. Per questo speriamo che le nostre tesi,
come il documento di lavoro che le accompagna,
saranno ùtilizzate largamente nelle parrocchie
durante le discussioni di gruppo o in altri tipi
di formazione degli adulti. E saremo riconoscenti
di ricevere, in vista della continuazione dei nostri lavori, il risultato della riflessione comune.
Federazione delle Chiese protestanti
della Svizzera
Walter Sigrist, presidente
Chiesa Cattolica-romana della Svizzera
Nestor Adam, vescovo di Sion, presid.
6 - È soltanto con uno sforzo comune e
con la divisione delle responsabilità
che potremo risolvere i molteplici
problemi che si pongono agli svizzeri
e agli stranieri. Per questo vogliamo
cogliere tutte le passibilità di riavvicinamento e di collaborazione su piede di parità fra svizzeri e stranieri.
7 - Le massicce immigrazioni di lavora
tori dalle regioni meno sviluppate verso i centri fortemente industrializzati
sono sempre nefaste per entrambe le
P^Tti. Per questo, il problema della
migrazione petrà essere avviato a soluzione solo quando 'saremo arrivati
ad una migliore ripartizione dei posti
di lavoro grazie a un’azione globale e
internazionale di cooperazione allo
sviluppo.
Su questo problema la Relazione della
Tavola al Sinodo segnala alcuni punti:
Il problema dell'emigrazione diventa
sempre più grave per la generale crisi
economica dei paesi dell'Europa centrale
e per la scarsità di posti lavoro nei paesi
d'origine degli emigranti rendendo difficile il loro rientro.
Questa situazione rende difficile altresì
per gli emigranti fare valere i propri diritti e li pone in una situazione di perenne incertezza.
La problematica dell’emigrazione è dibattuta dal Servizio Sociale della Federazione Evangelica. Si prevede una Conferenza nell’autunno 1976 sul tema.
Il Moderatore ha partecipato in Germania ad una consultazione alla quale
erano presenti i responsabili delle chiese
tedesche. In questo contesto il Diakonisches Werk di Hessen-Nassau ha fatto la
proposta di ricevere dei giovani in grado
di seguire corsi universitari per diventare assistenti sociali e lavorare nel campo
dell’emigrazione.
Attualmente i pastori' che la chiesa valdese ha impegnato in quel lavoro si occupano spesso di pratiche amministrative
che potrebbero essere svolte da altri. Sono all’opera in Germania i pastori Carmen e Silvio Ceieroni e la candidata in
teologia Mirella Ahate-Leibbrand.