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DELLE WU VALDESI
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno HO - Nam. 16
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TORRE PELLICE 20 Aprile 1973
Aram.: Via Cavour, 1 bis - 10066 Torre PeUice - c.c.p. 2/33094
MEDITAZIONE SULLA CROCE
,,n . PASQUA I soffio di Ho
Quando saro innalzata dalla terra i soffio dol Risorto
trarrò tutti a me
9f
(Giovanni 12, 32)
Gesù ha sempre attirato degli
uomini. Sia gente che lui ha chiamato, sia gente che, senza essere
chiamata, s'è sentita attratta. Fin
dall inizio Gesù ha invitato e tratto a sé ogni sorta di persone: i Dodici, certo, ma anche i piccoli fanciulli; i travagliati e gli aggravati
ma anche il giovane ricco; un dottore della Legge come Nicodemo,
ma anche pubblicani e peccatori.
E fin daU’inizio una folla lo ascolta, lo segue, lo invoca, talvolta lo
benedice. « Beato il seno che ti
portò e le mammelle che tu poppasti » grida un giorno una donna
fra la moltitudine (Luca 11, 27).
Ma di tutto questo entusiasmo
non resterà nulla; alla fine Gesù
si ritroverà solo: durante la passione i Dodici sono « tutti scandalizzati » (Marco 14, 27) e la folla
in parte è già scomparsa dalla scena, in parte urla: « Crocifiggilo! »
Gesù lo aveva detto: « Mi lascerete solo » (Giovanni 16, 32), e cosi
è stato da parte di tutti.
Ma perché in principio sono tanti e alla fine nessuno? Che cosa
allontana gli uomini da Gesù? Che
cosa li separa da lui? È proprio la
:roce. Gesù resta solo perché va a
fSHfife'.’ A'riiànò à’"matìd"ché'''sr avvicina alla morte, si assottiglia il
numero dei seguaci: più la croce è
vicina, più la folla e i discepoli sono lontani. La croce crea il vuoto
intorno a Gesù. Se non fosse crocifisso, qualcuno resterebbe. Se poi
prendesse il potere, resterebbero
in molti di più. Ma dato che viene
messo in croce, nessuno più si sente attirato. Mentre era in vita, Gesù attirava gli uomini: non tutti,
ma molti. Così pure, nei venti secoli dell’era cristiana, molti, anche non cristiani, si sono sentiti
attirati da Gesù, dal suo messaggio, dalle sue opere, dal suo stile
di vita. Ma dalla sua morte? La vita di Gesù ha avuto e continua ad
avere un grande potere di attrazione; ma che ne è della sua morte?
Anziché attirare i discepoli, li impaurisce e allontana; anziché unirli, li disperde. « Sarete dispersi,
ciascuno dal canto suo » (Giovanni 16, 32).
Eppure Gesù dichiara: « Quando sarò innalzato dalla terra, trarrò tutti a me ». È uno dei grandi
paradossi dell’evangelo: la croce,
che allontana e disperde i seguaci
di Gesù, che ci fa indietreggiare
tutti, diventa il massimo polo d’attrazione della storia. In che modo?
« Trarrò... » Il soggetto è Gesù.
È lui che attira, non la croce. Non
c’è quindi nessuna mistica della
croce, nessun potere magico attribuito a un oggetto: la croce non
è un amuleto. C’è una religione del
crocifisso assai diffusa nel nostro
paese, dove a ogni angolo e parete
ne pende: sembra devozione ma è
solo superstizione; l'apparenza è
cristiana, la sostanza è pagana.
« Trarrò tutti... » È Gesù, dunque, che attira, e non il crocifisso,
ma attira dall’alto della croce. Da
questa posizione attira tutti. Non
più soltanto alcuni o molti, ma
tutti. Per attirare alcuni o molti
basta la vita di Gesù, per attirare
tutti ci vuole la sua morte. Proprio là dove non era rimasto nessuno, dovranno ritrovarsi tutti.
Proprio là dove nessuno aveva voluto e vuole seguirlo, egli dà appuntamento a tutti.
Come si spiega questo parados
so? Come mai la croce, che doveva
sanzionare la definitiva separazione degli uomini da Gesù, diventa
il mezzo della definitiva comunione con lui? Come mai, dopo aver
creato dispersione, essa è destinata a suscitare unità? Come mai
Gesù vuole attirare tutti proprio
là dove tutti lo hanno lasciato solo? E perché proprio tutti e non
solo qualcuno? Perché non solo
gli ebrei ma anche i greci, non solo i religiosi ma anche i secolarizzati, non solo i semplici ma anche
gli intellettuali, non solo i credenti ma anche gli atei? Perché la croce di Gesù è così universale? Perché tutti, senza eccezione, sono
destinati a incontrarsi in queU’unico luogo della terra? Il motivo
è chiaro: la croce crea unità e comunione universali perché con essa Gesù « ha abbattuto il muro di
separazione » che divide gli uomini (Efesini 2, 14). Cos’è questo
muro di separazione? È tante cose: tra ebrei e greci era la Legge,
tra bianchi e negri è la pelle, tra
ricchi e poveri è il danaro, tra padroni e servi è il potere, tra savi
e ignoranti è la cultura, tra credenti e increduli è la religione.- e
via dicendo.
Innumerevoli sono i muri di separazione: ogni pretesto è buono
per distinguersi, isolarsi, contrapporsi, tracciare frontiere, erigere
barriere, dividersi, combattersi.
Gesù abolisce tutte le divisioni
perché ci crea fratelli. Solo alla
croce diventiamo fratelli perché
solo lì comprendiamo di essere
amati da un amore più grande e
più vero sia delle nostre colpe che
delle nostre virtù, sia dei nostri
torti che delle nostre ragioni. La
fraternità non nasce dall’uguaglianza dei figli ma dall’uguaglianza del Padre: non nasce dal fatto
di essere uguali ma dal fatto di essere ugualmente amati e perciò diventare uguali non su una base nostra ma sulla base di Dio.
Ma la separazione più grande
non è quella tra gli uomini ( per
quanto grande essa effettivamente
sia) ma è quella degli uomini da
Dio. Essi sono separati tra loro in
mille modi, ma sono tutti uniti
nella separazione da Dio. Quando
Gesù dichiara: «Trarrò tutti a
me », promette un’unità non nella
separazione da Dio ma nella comunione con Dio,. Anch’essa è possibile solo alla croce, perché lì
soltanto appare il vero Dio, quello
sconosciuto (Atti 17, 23), che non
corrisponde alle nostre previsioni e immaginazione, l’Iddio che
« prende i savi nella loro astuzia »
e presso il qqale « la sapienza di
questo mondo è pazzia » (I Corinzi 3, 19).
La croce è dunque il luogo,
l’unico luogo, in cui si può diventare fratelli e figli di Dio. Per questo Gesù ci vuole attirare tutti lì
Al mattino era avvenuto il miracolo. A sera i discepoli sono riuniti. E
quando, al cader della notte, le ombre
dell'inquietudine vengono a stendersi
su loro, quando si chiudono prudentemente le porte per proteggersi dai
Giudei in agitazione (senza pensare
che così facendo si chiude forse la porta al Signore), allora «Gesù viene e
si presenta in mezzo a loro ». E strano,
nell'era in cui più ardentemente speriamo la presenza di Gesù, ricominciamo sempre a chiudergli le porte, per
paura di tante altre cose. Ma più straordinario ancora è che Gesù non si lascia fermare dall'ostacolo delle porte
chiuse. Il Risorto non si lascia fermare
dagli uomini, incamminato com'è verso gli uomini. Il suo nuovo corpo non
è più, per lui, un ostacolo o un limite,
com'è per noi. Ormai il corpo di Gesù
è diventato lo strumento perfetto del
suo spirito.
Il Risorto entra, in mezzo ai discepoli spaventati. Dice: «Pace a voi!».
e solo lì. La croce di Gesù diventa
così il crocevia della storia, il luogo unico in cui si dovranno incontrare tutte le vie degli uomini.
Non Roma o Ginevra e neppure
Gerusalemme, non Parigi o Pechino o qualunque altra capitale presente o futura, possono essere o
diventare il centro del mondo: da
quei lontano pomeriggro-tH venei
dì, per tutte le generazioni compresa la nostra, il centro del mondo è il Golgota, dove Gesù è stato
innalzato sulla croce e, oltre la
croce, alla destra di Dio.
Paolo Ricca
UN CONVEGNO PER L'EVANGELIZZAZIONE PROMOSSO A GINEVRA DAGLI STUDENTI PER CRISTO »
L vangelo nella strada
A Ginevra s’è tenuto un convegno laico per VEvangelizzazione, promosso
dal movimento cristiano «Campus Crusade for Christ», Studenti per Cristo,
del 2 al 6 aprile scorso. Duecento partecipanti di tutta l’Europa, di cui venti
italiani, appartenenti a varie denominazioni e gruppi: la Chiesa apostolica.
Battista, Metodista, Valdese, l’Esercito
della Salvezza, comunità indipendenti
di Fratelli e Pentecostali.
Il tema verteva sul rapporto personale col Cristo, l’arricchimento progressivo dell’esperienza nella conoscenza della Parala del Signore e la testimonianza nella strada cioè nel rapporto quotidiano in tutti i settori della
vita dell’uomo.
UNA CATENA CHE CONQUISTA
« Campus Crusade » vuol dire crociata nei luoghi di studio e il movimento
è sorto per la fede d’un uomo d’affari
della California che ha voluto portare
il messaggio di Cristo soprattutto nel
mondo degli studenti; s’è creata una
catena di preghiera con la partecipazione di duecentocinquanta giovani,
rnediante la quale si è domandato al
Signore la Sua Potenza per l’azione
evangelistica nelle Università. Nel 1956
l’opera si estendeva anche nelle chiese e successivamente sorgevano dei dipartimenti di studio e azione presso
gli sportivi, il mondo della musica, del
cinema, délVinfanzia. Per fare un esempio: un atleta convertito diventato famoso nello sport, nel momento di ricevere il premio della vittoria rivolgeva per alcuni minuti la sua testimonianza alle centinaia di migliaia di spettatori . Anche in Italia il movimento ha
iniziato la sua azione tra gli studenti
dal 1969 guidato da Gioele Baldari. Attualmente « Campus Crusade » opera
in 61 paesi ed ha al suo servizio quattromila persone impegnate nell’azione
evangelistica.
L’uomo è separato dal Suo Signore a
motivo della sua disubbidienza. 3) Cristo è l’unico rimedio per fare l’esperienza dell’amore di Dio. 4) Dobbiamo
ricevere personalmente Cristo nella nostra vita. Purtroppo nel cuore domina
il nostro io, che governa la nostra vita
con le conseguenze note: la paura, l’angoscia, l’egoismo spietato; quando Cristo entra nella nostra vita occupa Lui
il trono e dirige lui la nostra vita, allora tutto cambia nei rapporti con il
Signore e con il prossimo. L’esperienza
luminosa del primo momento non sempre dura: ed ecco che l’io riprende il
governo e Cristo è messo da parte; e
allora ne nasce il compromesso, una
vita a doppio timone. Un contentino al
Signore, di quando in quando, soprattutto quando le cose vanno male, ma
in realtà l’io ritorna ad essere al centro
e Cristo alla periferia. / tre momenti
illustrano nel libretto il testo di Paolo
della I ai Corinzi capitolo secondo, dove è parlato deH’Momo naturale, dell’uomo spirituale e dell’uomo secondo
la carne. L’uomo naturale che non ha
ancora conosciuto Cristo, l’uomo spirituale che ha ricevuto Gesù e l’uomo
secondo la carne che vive nel compromesso. Perciò è importante il dono
dello Spirito Santo, la preghiera, la
Parola di Dio perché Cristo rimanga al
centro della nostra vita.
NON VOGLIO DIVENTARE PAZZO
« VAI FIORI PER LE STRADE
E LUNGO LE SIEPI »
QUATTRO LEGGI SPIRITUALI
Questo è il titolo del libretto che inizialmente è stato diffuso presso gli studenti. Si tratta d’un documento molto
semplice che afferma: 1) Dio ci ama
ed ha un piano di amore per noi. 2)
Lungo le strade, le siepi verdeggianti, nel bar, alla stazione, lungo le rive
del lago di Ginevra i duecento partecipanti hanno cercato di portare il messaggio di Gesù durante due pomeriggi
del campo, quale azione concreta dell’ascolto della Parola. Ginevra offriva
larga scelta ai congressisti di persone
« d’ogni razza e tribù e lingua » per la
testimonianza. Era commovente vedere
insieme giovani ed anziani, di denominazioni diverse, a due a due, come i
discepoli e come i Valdesi medioevali
muoversi nella città di Calvino. Non
tutti hanno adottato il metodo del corso quale strumento di annunzio ma, a
parte il metodo, « purché Cristo sia
stato annunziato ».
In prossimità del lago il mio collega
salutista ed io incontriamo dapprima
un pensionato che dal nostro discorso
intuisce il senso del messaggio ed esclama: « Mais moi je suis un vaudois
du Piémont... ». Venuto a Ginevra ancora bambino, vi aveva fissato la sua residenza collegandosi anche la comunità
italiana. Successivamente abbiamo avuto un colloquio molto interessante
con una giovane studentessa cattolica
messicana, che già possedeva una Bibbia, ma senza averla mai letta. Mentre
stiamo per allontanarci dal lago rm
giovane ci offre dei dépliants di propaganda turistica; a nostra volta gli parliamo della Bibbia; non appena menzioniamo la Scrittura l’interlocutore,
emigrato dairitalia da alcuni anni, ci
risponde rabbiosamente: « No, no la
Bibbia non la voglio leggere e non la
leggerò mai! » Sorpresi dalla reazione,
domandiamo la ragione della sua allergia a quel libro; l’italiano non esita a
rispondere: « Un mio amico ha ricevuto un giorno una Bibbia e l’ha letta.
Non Tavesse mai fatto! Ha cominciato
a fare certi discorsi strani da alienato
dicendo che bisogna convertirsi, nascere di nuovo, cambiare vita e condotta,
pregare molto! Credete a me — soggiunse il nostro — era impazzito! Difatti non è più venuto con noi al bar,
ai night club con gli amici; quello che
mi ha colpito di più è il fatto che ha
trascinato anche la moglie in quella
specie di pazzia! Ad ogni buon conto
ho dato ordine a mia moglie — prosegue l’italiano — di non accettare mai
il libro su cui c’è scritto ’’Sacra Bibbia”! ». Il colloquio continua sul terreno biblico e si cerca di far capire che
anche Gesù è stato considerato « fuori
di senno », ma ormai sembra irremovibile; congedondoci ci saluta con tratto gentile e esclama: « Forse avete ragione, ma ho deciso di non leggere quel
libro e spero di non pentirmi della mia
decisione! ».
Certo, era il saluto corrente, e un bel
saluto, per di più : racchiudeva tutto
ciò che gli uomini possono dirsi, salutandosi. Ma già il saluto è diverso a seconda di chi lo pronuncia. Il saluto pio
di una madre, di un cristiano provato
ha tutt'altro peso di quello utilizzato
da una persona qualunque come una
formula. « Pace a voi! », nella bocca
del Risorto, vuol dire: Finita, la vostra
paura. Finito il dominio che hanno su
di voi il peccato e la morte. D'ora in
poi avete la pace con Dio, con gli uomini e quindi anche con voi stessi. Così parla colui che ha conquistato in
persona questa pace per noi tutti. E come segno visibile della battaglia ingaggiata e della vittoria riportata, mostra le mani forate, il fianco piagato.
« Pace a voi! » vuol dire: Lui, che è
la nostra pace in persona, Gesù Cristo, è con noi ; lui, il crocifìsso e il risorto.
La parola e i segni del Signore vivente riempiono di gioia i discepoli.
Dopo i bui giorni d'angoscia, ecco ritrovata la comunione con il Salvatore.
Ma non c'è comunione con Gesù che
non sia anche chiamata a servirlo. Soltanto al servizio di Gesù Cristo può
realizzarsi pienamente la comunione
con lui. «lo vi mando». L'invio dei
discepoli da parte di Gesù è l'equivalente dell invio di Gesù da parte del
Paqrq La pace data à
la forza del loro servizio. Per questo
Gesù dice loro « di nuovo » ; « Pace a
VOI ! » Anche qui il segno accompagna
la parola. Gesù fa ai suoi discepoli
ciò che il Creatore fece, il primo mattino: il soffio della vita nuova, e della
nuova missione, il soffio della Risurrezione tocca e riempie i discepoli.
Colui che ha lottato contro il peccato
e contro la morte, colui che viene dal
mattino di Pasqua, può portare ai discepoli ciò nessun uomo può procurarsi : lo Spirito Santo. « Ricevete lo
Spirito Santo ».
Non si può compiere l'opera di Gesù se non possedendo la Spirito Santo. Ciò consiste nel perdonare e nel
ritenere i peccati, con l'onnipotenza
di Dio. Tale è stata l'azione di Gesù
sulla terra. È la missione dei discepoli,
e con loro di tutti i credenti. Ciò che
aveva diritto di fare soltanto colui che
ha portato nel proprio corpo la maledizione del peccato, e che pure era
senza peccato, d'ora in poi i discepoli
lo fanno nel suo nome e nel suo spirito. Ma siccome il perdono dei peccati
è un dono della libera e pura grazia di
Dio, è pure necessario che là dove, a
causa dell'indurimento del cuore, il
peccato non può essere rimesso, il peccato sia ritenuto, cioè il giudizio di
Dio sia annunciato. Perdonare i peccati rifiutando di ritenere i peccati, vuol
dire fare del perdono divino un'opera
umana. Vuol dire giocare con il peccato. Lo sciupio della grazia disonora
Dio e nuoce all'uomo. Invece l'annuncio del giudizio serve all'annuncio della grazia ; ritenere i peccati serve al
pentimento futuro, alla conversione e
al perdono. Il discepolo ha ricevuto
dal Cristo il compito di perdonare e
quello di ritenere i peccati con piena
certezza e gioia. È l'opera del suo Signore che gli è affidata. Non deve
averne paura.
DIETRICH BONHOEFFER
La meditazione che precede, condotta dal teologo sul cap. 20 delVEvangelo secondo Giovanni, è riportata nel
"Breviario", antologia di pagine bonhoefferiane pubblicata prima in tedesco e ora pure in francese._______________________________
Gustavo Bouchard
(continua a pag. 3)
Per l’accumulo di giornate festive e di scioperi postali, il prossimo
numero del giornale recherà la data
del 4 maggio. Ai collaboratori raccomandiamo di far avere articoli e corrispondenze in tipografia entro e non
oltre il 26 aprile. red.
2
pag. 2
N. 16 — 20 aprile 1973
I .1.
libri
I LETTORI CI (E SI) SCRIVONO
Sul rinnovamento Sul fermo di polizia
della Chiesa
I libri pubblicati negli ultimi anni sul tema del rinnovamento della Chiesa, della crisi
della fede, della riforma della teologia non si
contano ormai più, sono come un fiume che
avanza ed in cui si pesca sempre qualcosa di
nuovo. Della collana « Cristianesimo e mondo
d’oggi » la Coinés edizioni ci ha inviato, per
recensione, due testi: Il popolo di Dio, di autori vari, e Chiesa, saprai amare?, di Jean
CoNNÉTABLE. Il seeondo di questi volumi è
una difesa della libertà nella Chiesa, della fiducia, della responsabilità che deve circondare
il maturare della fede dei credenti. Il pericolo contro cui l’autore combatte è quello di
una forma di vita religiosa che sia da un lato
troppo spiritualizzata e dall’altra troppo legalista, formalista. Il pericolo insomma che la
fede cristiana venga vissuta come una religione e non come una vita nuova nell’amore di
Dio. Ricco di esperienza, di riferimenti concreti, di dati reali, il libro da una valida idea
di quella volontà di rinnovamento e di responsabilità che anima a livello di <t base » molti
ambienti cattolici.
Con altrettanto profitto si leggerà, sempre
da questo punto di vista, il primo libro, più
significativo ancora. Si tratta di una raccolta
di conversazioni tenute alla Radio Vaticana,
nella primavera di quest’anno, da un gruppo
di teologi sulla vita e la riforma della Chiesa.
La traccia di questa riflessione è data dai documenti del Concilio Vaticano II e segue uno
schema diventato ormai fisso : la Chiesa è popolo di Dio, le sue strutture sono quelle istituite da Cristo (vescovi e papa), tutti i credenti hanno in questo contesto un sacerdozio, laici e religiosi, la Chiesa diventa cosi nella sua
armonica crescita attorno all’Ordine Sacro un
« sacramento » di Cristo nel mondo, una presenza autorevole e significativa. Tutto in questo volume dovrebbe essere citato e discusso
perché tutto è preciso, detto in termini chiari, accessibili e riflette l’impostazione di un
aggiornamento con cui non ci sentiamo sempre
di consentire.
Molto coraggiosamente e sinteticamente viene detto che <c ogni negazione del valore istituzionale e gerarchico della Chiesa » nasce da
« una errata o insufficiente cristologia ». Cristo è vero Dio e vero uomo, unione di queste
due « nature » in modo pieno e perfetto, la
chiesa cattolica dunque, in coerenza con questa affermazione di fede, c< non ha paura dell’istituzione né della mediazione umana (...)
ma va dietro al vero mistero di Dio Cristo (...)
non puramente spirituale, avulsa dalla storia,
non nascosta nelle coscienze dei singoli (...)
non affidata alla pura libera ispirazione di
ognuno (...) ma come il suo Capo, divina e
umana, visibile ed invisibile (...); come Cristo è sacramento di Dio, così essa è nella sua
visibilità sacramento di Cristo nel mondo »
(pag. 85).
Sono i temi classiei della teologia romana
contro cui urta dall’età della Riforma la posizione evangelica; qui sono però rivissuti con
sensibilità nuova, moderna, ricca di spunti e
con profondo spirito di ricerca, sono vicini alle nostre ricerche nella misura in cui tutti i
cristiani sono oggi coinvolti in un ripensamento della loro fede. Non perché moderni e seri
devono necessariamente essere convincenti, però; è quanto stiamo scrivendo su queste colonne ai redattori dell’« Eco del Chisone », da alcune settimane. I lettori che seguono questo
dibattito e questa ricerca leggeranno perciò
con molto profitto il libro in questione perché
è un’autorevole presentazione della teologia
cattolica che sta alla base del discorso dei fratelli della diocesi di Pinerolo.
Giorgio Tourn
Autori vari. Il popolo di Dio, Coinés ediz.,
Roma 1972, p. 270, L. 2.200.
Jean Connètable, Chiesa, saprai amare? Coinés ediz., Roma 1972, p. 165. L. 1.500.
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiitMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiim
Il 25 aprile a Pramollo
un convegno su
I Valdesi e il problema
della violenza
Programma;
ore 9.15 Incontro nei locali della Chiesa Valdese di Pramollo (Rua^). Culto di apertura (Past.
lEOriLO PONS).
ore 9.30 Giorgio Tourn: "Dalla nonviolenza alla resistenza armata: I valdesi nel Medioevo
e durante le guerre di religione”.
ore 11.00 Franco Da vite: "I Valdesi
sotto il fascismo e durante
la resistenza”,
ore 12.00 Pranzo al sacco,
ore 14.30 Discussione, introdotta da
una predicazione di Claudio
Tron.
ore 16.00 Prospettive di lavoro comune,
ore 17.00 Chiusura del Convegno.
II problema della violenza è stato
scelto per i seguenti motivi:
1. Il terna è stato discusso in diverse
unioni delle Valli in occasione della
presentazione del libro « L’Antimilitarismo oggi ».
2. Sull'obiezione di coscienza la Chiesa valdese ha preso chiaramente posizione nell'ultimo Sinodo.
3. La storia valdese ha qualcosa di
utile da insegnarci in proposito (si
veda per esempio il libro recentemente pubblicato dalla Claudiana:
Histoire mémorable de la guerre
faite par le Due de Savoie...).
4. Il mondo di oggi, e quindi ognuno
di noi, è immerso nella violenza. Per
dei credenti è fondamentale aver le
idee chiare su questa situazione.
La FGEI delle Valli
Firenze, 31 marzo 1973
È cosa ardua — per un credente — rivolgere critiche a fratelli di fede, per ciò che
fanno o per ciò che dicono e scrivono, correndo sempre il rischio di essere accusati di mancanza di « carità cristiana » o di voler fare
della polemica sterile e controproducente,
esordisce Aldo Long nel suo articolo I corpi
separati dello stato e la democrazia (su ”La
Luce”, 16 marzo) e prosegue — grosso modo
— che se la verità viene distorta ad uso e
consumo di una determinata ideologia in una
società che si richiama a principi democratici
e pluralìstici, ciascuno ha il diritto di chiarire
liberamente il suo pensiero per rìequilibrare in
una sana visione ideologica « la verità » che è
stata distorta.
Man mano che ci sì addentra nell’articolo,
c’è da rimanere trasecolati per l’irrazionale
« disinvoltura » con cui l’articolista pretende
di salvaguardare la verità, manipolata e distorta da Emilio Nitti, sui valori etici e politici di
questa nostra società.
Rendo omaggio alla redazione del nostro
giornale che lascia ampio spazio anche per gli
sfoghi più « malsani » con i quali ogni tanto
qualcuno della nostra gente si sente in dovere
di deliziarci...
Vorrei contestare il rapporto del questore di
Milano circa l’analisi delle violenze delle due
estreme, che quella dell’estrema sinistra sia
« quantitativamente » superiore a quella dell’estrema destra. Che io sappia, ancora agli
italiani non è pervenuta a mezzo dei normali
canali ufficiali dei ministeri degli Interni e
della Giustizia, una « statìstica » circa l’entità
numerica dell’una o dell’altra delle due estreme... Non ha valore, sul piano dell’estremismo
extraparlamentare dell’intera nazione, il rapporto di un « solo » alto funzionario di polizia, sia pure della città di Milano, che l’articolista pone in evidenza.
Aldo Long, accenna al fermo di polizia come ad un provvedimento di lungimirante realismo per una situazione che va urgentemente
sanata; solo dimentica il particolare che la
« stragrandissima » parte dell’opinione pubblica italiana respinge con « razionale » disprezzo qualcosa che si sente da tempo vociferare
da parte di certi organi governativi : un provvedimento che, se dovesse passare davvero attraverso l’iter parlamentare, lacererebbe i sentimenti di una genuina vocazione democratica;
svilirebbe il cammino, sia pur lento, del sistema democratico.
La cosa in se, non mi potrebbe interessare
se questo valdese esponesse le sue inclinazioni e polemizzasse in ambienti diametralmente
opposti... Ma egli si serve degli organi della
sua Chiesa per attaccare i collaboratori « progressisti » della nostra stampa evangelica : sì
fa il portavoce del « ripristino » di una legge
liberticida di tradizione borbonica con lo sconcertante pretesto di salvaguardare « la verità
che è stata malmenata e distorta »...
(c Restaurazione del fermo di polizìa ». Dietro di esso altro non c’è che il lugubre fantasma di un fascismo di stato : genuina espressione della destra clericale democristiana del
governo di centro-destra e in elementi che si
annidano in ben determinati circoli, prontiprontissimì per soluzioni antidemocratiche.
Scrive : il « fermo di polizìa » è cosa perfettamente legittima, anche se dispiace ad
Emilio Nitti e a tanti altri, soprattutto al fine
di porre un freno alla crescente criminalità
organizzata.
Non è vero che ridando mano libera agli
organi di polizia — Squadra Mobile, Carabinieri, Guardie dì finanza ecc — si possano
creare le premesse per un deterrente in grado
dì prevenire, frenare, controllare il mondo della malavita sempre in movimento. Una polizia
moderna con l’organizzazione che la tecnica
le offre e con mezzi come la nostra, può essere sufficientemente in grado di fronteggiare
il mondo del crimine organizzato. Nessuna Delizia (compresa quella dei paesi totalitari) è
in grado di prevenire o sventare un crimine o
più crimini, se non attraverso determinate circostanze, per esempio con la « solita soffiata ».
Penso che la società scivolerebbe in un
pauroso arretramento, poiché una polizia rimessa in libertà di movimento e quindi in grado di « agguantare » chìuque in ogni momento e circostanza, significhi, in ultima analisi,
che essa segue la via facile e comoda di « evitare » accurate indagini, non avendo più bisogno deH’autorizzazione del magistrato, che
è premessa di indagini preventive avanti di
arrivare al fermo di un cittadino.
In quanto alla « crescente » criminalità, ai
tempi della dittatura, quando la polizia era
uno strumento « onnipotente ed onnipresente » (beata polizia italiana con la sua libertà
che non era poi consentita al resto degli italiani...), credo sia opportuno ribadire una statistica (già riportata su queste colonne la scorsa settimana, che potrà far seriamente riflettere sul fenomeno di questo flagello : « L’Istituto Centrale di Statistica ci leva anche questa soddisfazione; nel 1930 gli omicidi sono
il 4,9 per ogni centomila abitanti; nel 1970
sono stati il 2,1, nel 1938 la criminalità saliva a oltre un milione e duecentomila reati;
nel 1968 ha avuto la punta massima con circa 900 mila reati. E così via, con una sola
eccezione; i furti. I ladri sono in aumento, per
le auto in particolare. Questo vi dice due cose : 1) che ’’una volta” si nascondevano i reati perché ”si doveva mostrare una bella facciata”, ma la gente non era meglio. 2) La pompatura dei delitti oggi è fatta perché troppa
gente ama i fatti morbosi, ci guazza dentro,
ed anche perché c’è chi ci specula sopra. Noi
non siamo fra coloro che ci speculano, speriamo, ma non dovremmo essere tra i fanatici
della cronaca nera ».
Il tema della lotta alla criminalità organizzata, altro non è che un puerile « espediente »
d’inganno reazionario buono a confondere le
idee dei più sprovveduti... Esso è politico nel
significato più « carino » della parola. Aldo
Long lo sa benissimo. Egli è uomo navigato,
espertissimo nelle cose di questo mondo. Sa
come trattare e presentare « certe cose ».
Nell’intento e nello spirito di far passare
questa legge, la destra è operante. Attraverso
i suoi emissari governativi, filogovernatìvi e di
tutti gli altri corifei e filistei, mi viene il so
spetto che non soltanto è chiamata in causa
allo scopo di rallentare ed isolare la spinta
deU’estrema sinistra extraparlamentare in Italia, ma soprattutto (e qui stanno le mie apprensioni) di creare le premesse di una solida
piattaforma liberticida, nella deprecata ipotesi (penso per astratto, ma in questo mondo
tutto è possìbile, anche e soprattutto le cose
più micidiali) dell’avvento di un governo dagli equilibri più avanzati a... destra; e con una
legge già operante, il dado è tratto per passare automaticamente ad un’altra legge che è
quella tipica dei generali sudamericani nei
loro « pronunciamentos » e dei colonnelli
greci nel ’67 : sospensione delle garanzie costituzionali... La fine della democrazia scaturita
dalla Resistenza antifascista.
Il valdese Aldo Long, ha proposto ai lettori
delIa”Luce” questa brillante soluzione « perfettamente legittima », sono parole scritte da
lui. Grazie tante e... complimenti ad Aldo
Long. Egli conclude il suo articolo pregando
Emilio Nitti di ponderare meglio i suoi articoli. Anch’io voglio concludere che ponderi
più ragionevolmente e sapientemente le sue
idee avanti di esporle.
È desolante scoprire elementi cristiani delle
nostre Chiese che si adoperano enfaticamente
e con molta serietà « pel cibo che perisce »
dell’ordine di questo mondo attraverso la tematica del « fermo di polizia », anziché adoperarsi per il « Cibo che dura in vita eterna »
dell’ordine del Regno di Dio e della sua giustizia.
Luciano Gattai
Ho firmato il documento circolato in parecchie nostre comunità contro l'estensione del
^fermo di polizia’’, che ritengo abbia carattere antidemocratico e anticostituzionale e che
nella congiuntura attuale mi pare di uso assai pericoloso. Tuttavia non mi permetto di
tacciare di fascista, antidemocratico etc. etc.
chi la pensa diversamente (così come respingo il giudizio di chi bolla di sovversivo, utile
idiota etc. chi ha firmato; questa pigra, stolida
e antidemocratica etichettatura si sta troppo
diffondendo, anche fra noi cristiani che dovremmo esservi particolarmente allergici). Da
un lato, infatti, conosco persone, anche fra
noi, che non hanno ritenuto di firmare ma che
non possono in alcun modo essere definite fasciste etc. Dall’altro, non tutti quelli che hanno firmato sono necessariamente animati da
motivi genuinamente democratici; credo anzi
che più d’uno degli oppositori al progetto governativo sia animato da uno spirito di parte
forse non meno totalitario — anche se forse
più serio — di quello che vuol combattere.
D’accordo quindi nelVopinione, non nei giudizi.
Gino Conte
Ecumenismo di base
Rovereto, marzo 1973
Caro direttore,
se ricordo bene, alcuni anni fa Lei ha dichiarato di non poter recitare nemmeno il Padre Nostro insieme ai fratelli cattolici, per le
diverse implicazioni teologiche ad esso sottese.
Ebbene, proprio per l’onestà del settimanale
da Lei diretto, aperto a tutte le istanze, mi
permetto farLa partecipe con i lettori di una
mia esperienza di autentica comunione con
un gruppo cattolico: per me si tratta anche
di un dovere di testimonianza.
Mio marito ed io ci troviamo con i nostri
figli a Rovereto, ridente cittadina a pochi chilometri da Trento, dove ci siamo inseriti bene ma siamo completamente isolati sul piano
comunitario, salvo alcuni buoni contatti con
gli sporadici evangelici della zona e con la comunità luterana : in Rovereto oltre a noi vi è
una sola famiglia evangelica e la nostra possibilità di partecipazione ai Culti si limita ad
una domenica al mese nel Capoluogo. Nelle
altre domeniche dobbiamo cavarcela da soli,
organizzando una piccola Scuola Domenicale
in casa e qualche Culto di famiglia.
Un anno fa ho trasportato da Milano mia
Madre in una clinica di Rovereto. In fin di
vita. La Mamma è sopravvissuta poco più di
un mese ed è stata in agonia 26 giorni. Si è
spenta un lunedì mattina. Solo oggi, a un anno di distanza, trovo la forza di parlarne. La
domenica già le Suore (missionarie che benedirò ogni giorno della mia vita per l’amore e
la dedizione con cui le ho viste svolgere il loro
compito) avevano compreso che ormai era imminente la fine. Sapevano che noi siamo evangelici, che la Mamma era evangelica : si sono
avvicinate a me e insieme abbiamo recitato il
Padre Nostro, con semplicità. Creda, Pastore:
in quel momento non mi è importato .affatto
sapere cosa quelle Suore pensassero o non
pensassero sul piano teologico recitando la
preghiera del Signore, ho solo avvertita profonda e autentica la realtà della nostra comunione e della nostra Fede in Colui che dà e
toglie, che percuote e rialza. Non mi sono più
sentita del tutto sola accanto alla Mamma che
mi lasciava : eravamo accanto a Lei in « due
o tre » nel nome del Signore.
Successivamente anche la mestissima cerimonia funebre fu un momento di testimonianza e di comunione. Il Pastore venuto da Milano portò un messaggio profondamente evangelico a tutti noi riuniti là per l’estremo addio
terreno: parenti, amici, suore, frati che avevano conosciuto la Mamma e simpatizzato con
Lei : un padre missionario ci guidò in una
breve preghiera e tutti insieme abbiamo di
nuovo recitato il Padre Nostro. In questa Rovereto tridentina la Mamma morendo aveva
gettato un seme di Vita.
Di recente, in occasione della Settimana
dell’Unità fra ì Cristiani, vi sono stati dei
Culti ecumenici in Trento a livello di « vertici ». Personalmente, mio marito ed io non
riusciamo a vedere risvolti solo negativi neppure in quegli incontri, pur ammettendone
la possibile ambiguità. Comunque, in quegli
stessi giorni sono stata chiamata a parlare qui
a Rovereto, in un gruppo giovanile cattolico
organizzato da due giovani sacerdoti, sulla mìa
esperienza religiosa di « protestante » : ho aderito con gioia all’invito e ho ritenuto senz’altro più valido questo tipo di incontro. È stato
un dialogo fraterno, libero, anch’esso conclusosi con il Padre Nostro. E ancora il Padre
Nostro abbiamo recitato in.sieme ai fratelli
cattolici, dopo una lettura antifonata di Salmi e di alcune pericopi tratte da A. e N. Testamento, in occasione del primo anniversario
della scomparsa della Mamma. Non temiate:
nessun pericolo di confusionismo teologico,
nessuna preghiera « per i morti », bensì un’affermazione corale di Fede nel Signore della
Vita, culminata nella lettura da parte nostra
di I Tess. IV : 13/V : 24). Di nuovo un :nomento di testimonianza e di comunione.
Caro Pastore, ricordo di aver seguito l’anno
scorso sulla « Luce » un’assurda polemica sulle cerimonie funebri. In quei giorni si spegneva la Mamma e io trovavo più che mai
stonate e inutili tutte quelle parole : un discutere per il gusto del discutere, un veniloquio che prescindeva dalla Fede e dai sentimenti. Sì, dai sentimenti : Gesù non ci ha
mai chiesto di diventare disumani, anche se
stavolta è stato volutamente paradossale. Ma
sempre e soltanto per sottolineare la priorità
deUa vocazione su qualsiasi altra dimensione
umana (v. Luca IX : 59/60 e parali.). Gesù ha
pianto davanti alla tomba dell’amico Lazzaro.
E quale occasione più vera di testimoniare la
Vita se non davanti alla Morte?
Caro Pastore, io credo la comunione dei
santi perché credo la santa Chiesa universale;
io credo la vita eterna perché credo la risurrezione dei morti : questo lo dico in mezzo ai
tormenti del dubbio e del dolore, umane componenti che non possiamo ignorare se vogliamo essere onesti fino in fondo.
Perdoni il discorso troppo lungo : ma erano parole che urgevano dentro di me.
Con stima e fraterno affetto
Florestana Sfredda Piccoli
In difesa di Calvino
Un lettore, da Torino:
Signor direttore
Fra i collaboratori della ‘’Luce” c’è qualcuno che ogni tanto fa il processo alle intenzioni di Calvino, ritenendolo responsabile delle
malefatte dei razzisti, i quali nelle teorie del
grande riformatore ginevrino troverebbero la
giustificazione alle loro deprecabili leggi discriminatorie. Siccome si fa grande confusione
nella trattazione del problema della predestinazione, vorrei chiarire alcuni concetti che
ritengo idonei a ristabilire la verità.
Gesù rivolgendo la parola ai suoi seguaci
disse: «voi siete il sale della terra; voi siete
la luce del mondo ». Non disse: voi lo dovete
essere o lo sarete, ma: voi lo siete! perché io
ho scelto voi. Sembrerebbe una promozione
per meriti speciali e personali. Invece è una
attribuzione bella e buona di responsabilità.
Se noi consideriamo questa scelta dal punto
di vista mondano, giustifichiamo con facilità
la storia delle ’’chiavi” e delle sue conseguenze
religiose e politiche. Ma noi non possiamo
enucleare dal contesto evangelico le affermazioni di Gesù e tanto meno siamo autorizzati
a stabilire velleità gerarchiche in seno alla
famiglia Cristiana. Il vangelo è troppo chiaro
in proposito. Difatti Gesù ha detto: chi vuole essere mio discepolo, prenda la sua croce
e mi segua! Hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi — chi vuole essere il primo nel regno dei cieli — sia il minimo sulla
terra e serva i suoi fratelli. Come si vede, Gesù non promette ai suoi seguaci una vita comoda e tranquilla! Ed allora, i privilegi che
non ha concesso Gesù, li avrebbe concessi Calvino? Vediamo cosa ci ha lasciato scritto nei
principi della religione Cristiana. Calvino dice che i Cristiani sono tutti sacerdoti, ognuno
di se stesso; niente mediatori o raccomandati. Tutti i seguaci di Cristo sono chiamati a
studiare e mettere in pratica l’evangelo, nobili e plebei, ignoranti e colti, ricchi e poveri,
tutti eguali davanti a Dìo, al quale bisogna
render conto delle proprie azioni. Il dovere
innanzi tutto, non per tema dell’inferno o
speranza del paradiso, ma per intimo convincimento. Calvino ha gettato le basi della vera
democrazia e della eguaglianza sociale. Con
Calvino, cadono le gerarchie e le qualifiche
orgogliose. Chi è toccato dalla grazia deve sacrificarsi per i propri fratelli ed essere di
esempio, perché in base ai talenti ricevuti, deve rendere conto a Dio del suo operato. Vi è
una chiesa eletta nel mondo? Tanto meglio.
Ma chi sono gli eletti e quanti, lo sa solo Iddio, che legge nei cuori. Noi siamo mediocri
conoscitori di noi stessi. Eppoi, schiavi della
carne, siamo portati a giudizi affrettati e a
vedere la pagliuzza negli occhi del nostro
prossimo ma ad ignorare il trave che ci accieca. Aggiungo per concludere che chi volesse attribuire alla dottrina di Calvino le aberrazioni dei seguaci di Nietzsche, dimostrerebbe
solo di essere pazzo come lui. Perdoni la passione per l’evangelo, e pubblichi, se può.
Fraterni saluti
Guglielmo Sellaiu
Il vero problema
della riforma scolastica
Un lettore, da Treviso:
La difesa della libertà e dell’autonomia del
cristiano fatta dal past. G. Conte e dal prof.
A. Hugon (9 e 16-3-1973) in risposta all’articolo di E. Nitti del 3-3-1973, è ineccepibile
— e chi potrebbe confutarla? — Vi si rivendica infatti il diritto-dovere di non sottostare
a nessuna ideologia umana e di giudicare ogni
cosa con il metro della Parola di Dìo..., ma
non mi sembra che il fratello E. Nitti chieda
tanto, né pretenda una rinuncia dei propri
principi di fede e nemmeno dei propri convincimenti in materia politica; egli chiede
soltanto che non si eludano le questioni di
fondo poste dal suo intervento e concernenti i
problemi di una riforma democratica della
scuola italiana. I Nostri invece sì sentono come minacciati dalle sue proposte e le rifiutano in blocco come « marxiste »; senza pensare
che ad esse possono assentire marxisti o cattolici, socialisti o liberali : tutte le componenti insomma dell’arco costituzionale (tranne i
fascisti ai quali non conviene attribuire patente alcuna di credibilità, non fosse altro perché
la loro non è un ideologia). Vorrei sbagliare e
mi si perdoni se lo dico (senza malizia però),
ma mi sembra che una tale reazione di difesa
rifletta l’emergere, anche tra noi evangelici,
di una mentalità clericale, che consiste nell’incapacità di vedere i problemi nella loro oggettiva, laica naturalità, ma solo attraverso una
angolatura chiesastica...
In che consiste dunque questo problema
della riforma democratica della scuola?
Quando si parla di scuola aperta alla politica e perciò democratica, non si intende affatto dire di questo o di quel partito, bensì di
una scuola in cui le posizioni ideologiche
(socio-economico-culturali) vengano criticamente mediate e liberamente dibattute, per
consentire a ciascuno di pervenire a una formazione culturale aderente alla vita della società in cui vive ed è chiamato ad operare.
Ma, in un quadro siffatto, il tradizionale ’’rispetto” per le posizioni dei discenti o per la
loro personalità cade insieme ad una pseudocritica che non scuota, non intacchi e non
disturbi nessuno, quale in fondo ci vuole ancora proporre il prof. A. Hugon... Il problema non è oggi esattamente l’opposto? Non
deve forse oggi l’insegnante impegnato vincere la resistenza passiva di tante menti chiuse e
confuse, attaccando pregiudizi e storture informative, dovuti all’influenza negativa di un
ambiente familiare chiuso ed a quella, enorme, dei cosidetti mezzi di informazione (e disinformazione) ’’cultuale” di massa (tv, cinema, rotocalchi)? La scuola non deve invece
diventare il luogo ideale in cui tutto il sottofondo pseudo-culturale viene a galla, criticato
e convogliato a giusto fine?
Una scuola nuova implica però una diversa
struttura di gestione e di lavoro ed una dinamica nuova dell’apprendimento : direzione a
responsabilità collegiale, tempo pieno, gruppi di studio (professori e studenti), assemblee
aperte, lettura di quotidiani politici (anche di
partito), dibattiti su temi di attualità anche
scottanti (ad es. sul ’’fermo di polizia”), incontri con i rappresentanti del mondo del lavoro e della cultura; un diverso modo di portare le famiglie a vivere i problemi della scuola, responsabilizzandole con poteri e attribuzioni non soltanto decorativi e consultivi.
Si vuole veramente tutto ciò? Se si, allora
ci si dia da fare con il contributo della propria ideologia o della propria fede religiosa,
nonché della propria intelligenza : sia come
protestanti italiani, sia come marxisti o cattolici o liberi pensatori... La scuola di cui abbiamo bisogno può nascere con il concorso di
tutte le componenti democratiche.
Se non lo si vuole... allora si lascino le cose
come sono in stato di perenne crisi e senza
via d’uscita, favorendo obbiettivamente le tensioni autoritario-reazionarie di marca neofascista. Se infine si rifiuta come ‘’marxistico”
il programma di riforma su indicato, allora si
confessa la propria impotenza ideologico-culturale ad affrontare il problema e tanto vale
starsene zitti.
Saluti fraterni
prof. Adamo Donini
della Chiesa Valdese di Venezia
Non comprendo bene se la conclusione è
un invito, al prof. Armand Hugon e a me, a
star zitti: in questo caso, mi permetterei di
dissentire... Comunque il tema dei nostri articoli non era la riforma scolastica. g. c.
Strumentalizzazioni
Torino, 15 aprile 1973
Caro direttore.
Ho letto la notizia, e il relativo tuo commento, pubblicati nello scorso numero, secondo cui in Albania, « primo Stato ateo del
mondo », un sacerdote, reo di aver battezzato
un bimbo, sarebbe stato « giustiziato » mediante fucilazione. Ritengo che qualsiasi persona civile, ancor prima che cristiana, o musulmana o anche atea, non possa che respingere con ferma indignazione un fatto del genere.
Ma, stiamo attenti a non strumentalizzare
le notizie (non lo dico certo per te, conoscendo la tua onestà intellettuale e la tua fede
profonda)! Il lettore, diciamo cosi di destra,
nel leggere una tal notìzia dirà (e propaganderà) : ecco di ohe cosa sono capaci i comunisti, ecco fin dove arriva la loro ferocia, la
loro dittatura; perciò chi è « di sinistra » va
combattuto in ogni modo ad evitare che fatti
simili si ripetano ed anzi si estendano.
Ecco allora che occorre — a mio modestissimo avviso — porre l’accento non tanto sul
fatto dell’Albania « liberata dall’avvento del
comuniSmo », quanto sul problema del potere
e dei suoi abusi, che possono per l’appunto
giungere a questi eccessi. Di conseguenza, nella nostra libertà di cristiani, dovremo convenire che tutti i « potenti » di questo mondo
sono parimenti colpevoli (e tanti con maggior
ipocrisia) : dai Savoia colle persecuzioni religiose a Stalin colle sue « purghe »; dalla guerra americana in Vietnam, alla « sovranità limitata » di Breznev; dall’inconsulto terrorismo arabo-palestinese alla disumana recentissima strage commessa degli israeliani in Libano (per non citare che i primi esempi che
mi vengono in mente). Né va esente anche il
governo italiano (o quello svizzero , o quello
francese, o quello federale tedesco) che, col
suo benestare ed appoggio al commercio internazionale delle armi — come dico in un articolo che appare in questo stesso numero —
si rende responsabile (per di più lavandosene
candidamente le mani) della morte di migliaia
e migliaia di esseri umani.
Con affetto
Roberto Peyrot
D’accordo!
Si possono strumentalizzare le notizie, e si
può strumentalizzare il silenzio, il che pure
avviene. Quanto all’URSS, se e passato lo stalinismo. il regime al potere ha tutt’oggi una
rete di Lager in cui secondo valutazioni forzatamente incerte un buon milione di cittadini
scontano dure condanne politiche, per non
parlare degli internamenti negli ospedali psichiatrici. Quanto al Vietnam, bisognerebbe
che si parlasse anche delle vittime, militari e
civili, dell offensiva del potere nordietnamita
e dei suoi sostenitori e mandanti, in tutta la
penisola indocinese. Questo per il lettore, diciamo così, di sinistra.
3
20 aprile 1973 — N. 16
LA CHIESA E LA SUA MISSIONE NET. MONDO
pag. 3
Pasqua ad Atlanta
Il pastore Ralph Abernathy in tuta sportiva
Philip Potter a Mosca II CEC lancia un nuovo appello in favore
dell'India affamata dalla siccità
Come ho già detto ai nostri lettnr!
mi_nprometto di farli in quaÌcÌieS
non rappresentano
Sr„‘,“£"5.5‘ viaiBio tatto’ „rea
anno fa negli Stati i.,'
John Doom della Chi «a p collamico
Tahiti. Mi è parso^Ì/ù uthJ^Ì®
guire tanto l’ftinerario geografico mjan
to un intineraio fondato sftS
flessione od impressioni periuamo
questa volta.
con 1 anno ecclesiastico.
Vi
sui
bSrH°n°®f/ prender posto
oanchi della West Hunter 'Street
Baptist Church di AtlantT (GeorS
Abernathv^'i' ® Pastore Ralph oìvid
fher ¿frf/'aii ^^artin Lu
ther King alla testa del movimento non
I n ^ ^Pcne 1972, giorno di Pasqua
La chiesa e gremita di membri di que
‘^he haZo
di essi sonTo-*’ eleganti. Molti
ai essi sono già «reduci» dal culto
se^nZ'dubÌ”® mattina. Alcuni,
w, apprestano a fare il
loro «dovere pasquileTrome"in tutte
di questo mondo. Ma in
^Iterale si sente l’atmosfera genuinamente gioiosa di una comunità che sa
Sueflio^no^^“^^
Il culto comincia con un possente
inno di Pasqua cantato dalla
numero
sa corale che entra procedendo con
quell inimitabile misto di solennità e di
poia scoppiettante che si può risconsoltanto nel canto e nel culto di
comunità nere.
A dir la verità sono presenti due corali, due organiste, una pianista ed un
assistente maestro del coro. Vi lascio
immaginare cosa succede quando tutte
queste voci intrecciate ed accompagnate da organo e piano si slanciano in
un lormidabile « tutti ». Senza contare che 1 assemblea, quando è chiamata
a collaborare, non è certo da meno
quanto a convinzione.
Dopo la parte liturgica, condotta dagJi tre colleghi del pastore Abernatiiy e da laici, vediamo salire sul
pulpito, sbucando di tra la massa dei
corahsti, una strana persona con indosso una rossa tuta sportiva, di quelle
che gh atleti rivestono attendendo di
gareggiare alle Olimpiadi.
John Doom mi guarda con occhi
sbarrati dallo stupore, eppure non posso che confermargli che si tratta del
rispettabilissimo e degnissimo pastore
Kalph Abernathy in persona.
Prima che il mio compagno di viaggio possa chiedermi una spiegazione,
che sul momento mi sarebbe comunque assai difficile di dare, il pastore come se nulla fosse inizia la predicazione
centrata sul tema « la tua resurrezione
personale », di fronte ad una comunità
senza dubbio sorpresa dalla strana tenuta dell oratore ma non per questo
dimentica di seguire il suo dire con vivissima partecipazione.
Dopo il sermone gli anziani si riuniscono intorno al loro pastore: ci
accorgiamo che sono anch’essi vestiti
m modo assai poco protocollare. Infatti sfoggiano delle stinte tute da fatica; 1 loro occhi brillano come quelli di
un bimbo che ha fatto un bello scherzo
ai suoi compagni. Finalmente viene la
spiegazione. Il pastore fa riferimento
ad una riflessione fatta da alcuni giovani della comunità che « contestavano » il fatto che si riducesse il culto di
Pasqua ad un mornento dell’anno in
cui tutti si sentono in dovere di venire
in chiesa col vestito buono, dimenticando di rivestire invece la gioia di Pasqua, che spinge a servire il Signore
risorto «in abiti da lavoro », cioè nella
vita di tutti i giorni. Ed ha concluso:
« penso che oggi gli anziani ed io abbiamo fatto veramente tutto il possibile per essere ’’vestiti come tutti i giorni” in senso proprio ed in senso figurato, al servizio del Signore».
Poi, come se si tirasse un sipario, gli
stessi anziani e lo stesso pastore, interamente rivestiti « secondo le regole »
ci chiamano a prender parte alla Santa Cena.
Non manca come sempre in questi
casi il saluto ai fratelli di passaggio.
Ci rendiamo conto che cercano con gli
occhi anche gli ospiti polinesiani, ma
senza soffermarsi sulle nostre persone. Capiremo più tardi che si aspettavano di vedere delle facce scure, mentre noi non potevamo offrire che un
misfo di bianco e di ramato. In effetti
molti popoli del Pacifico sono di razzia scura, se non negroide (gli abitanti
delle isole Salomone sono fierissimi di
essere le persone più nere del mondo!)
ed i polinesiani
tutto il Pacifico...
Dopo aver salutato il pastore e gli
anziani e dopo aver stretto molte mani
amiche, torniamo al nostro albergo.
Perché nascondervi che abbiamo vissuto una delle più belle mattinate di
Pasqua della nostra esistenza?
I proprietari dell’albergo così come
il personale sono interamente neri. Anzi, non credo di sbagliarmi dicendo che
sono il solo ospite bianco. Siamo trattati con la massima gentilezza ed è
senza discussione uno degli alberghi
più puliti che abbiamo incontrato. È
oltre a tutto molto interessante di veder vivere un po’ più da vicino la comunità nera. Molti degli ospiti si sono
anch’essi vestiti a festa (anche se non
tutti per andare in chiesa!) e osservo
con interesse certi accostamenti di
colori, anche per gli abiti maschili, che
parrebbero perfettamente stomachevoli su di una pelle bianca ma che non
mancano di una certa ricercatezza in
quel quadro ben preciso.
Da notare le incredibili « criniere »
che a volte raddoppiano largamente il
volume della testa e sembrano quasi
gravare sul capo dei loro possessori.
Assai di moda le parrucche per uomini e donne, neri e non.
Vediamo arrivare il dott. Martin
Luther King senior, padre del pastore assassinato. Lo abbiamo incontrato in occasione della manifestazione
per l’anniversario dell’uccisione del figlio. Questo ci riporta bruscamente al
fatto che Atlanta porta ancora dovunque le tracce dell’opera di questo suo
figlio nero e non violento. Ma di questo vi parlerò una prossima volta.
Gioiosa Pasqua! Rivestiamo anche
noi gli « abiti da lavoro » in quel giorno, per poter meglio servire il Signore
risorto.
Giovanni Conte
Mosca (bip) - Il pastore Philip Potter,
segretario generale del CEC, è stato recentemente ospite della Chiesa ortodossa russa. Era la prima visita ufficiale, dopo la sua elezione, che il past.
Potter faceva al patriarca Pimen e ai
responsabili di quella Chiesa.
Nel corso di un ricevimento offerto
in questa occasione, il patriarca Pimen
ha assicurato all’ospite il suo « appoggio in tutte le sue buone iniziative ». Si
è pure rallegrato degli « sforzi compiuti attualmente dal CEC per adottare un’interpretazione cristiana unica
dei sacramenti del battesimo, dell'eucaristia e dell’ordinazione ». (N.d.r.:
come protestanti, ce ne rallegriamo
assai meno). Ha ricordato che bisogna
lavorare per la salvezza dell’umanità
intera e i cristiani — aggiungeva —
« possono contribuirvi rafforzando la
comprensione fra i popoli, lottando per
l’eliminazione dell’opposizione sociale
e razziale, istituendo modalità d’organizzazione della società che siano giuste ».
Nel corso di vari incontri si è parlato, fra l’altro, del posto della Chiesa ortodossa russa nel CEC e del miglioramento dei rapporti fra Mosca e Ginevra.
Il past. Potter ha pure avuto incontri
con Vladimir Kuroiedov, del Dipartimento affari religiosi deH’URSS.
Durante il suo soggiorno nell’URSS il
segretario generale del CEC ha visitato
Leningrado, Novgorod, Tuia e Zagorsk.
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiii
Il primo vescovo metodista
africano in Angola
Luanda (bip) “ Il pastore Emilio de
Carvalho è stato recentemente nominato vescovo della Chiesa metodista
in Angola; la cerimonia si è svolta nella capitale, Luanda. Trentanovenne, il
past, de Carvalho è uno dei più giovani vescovi metodisti ed è il priiùo vescovo metodista africano nell’Angola,
la quale conta 48.000 metodisti.
Ginevra, 10 aprile (soepi) _ H Consiglio ecumenico delle Chiese ha annunciato di aver deciso di dare il proprio contributo alle vittime della siccità in India, con uno stanziamento di
475.000 dollari (quasi 300 milioni di lire). Le Chiese membro e gli organismi
di soccorso ad esse affiliati hanno già
fatto pervenire oltre 125.000 dollari, in
risposta all’appello lanciato a fine gennaio.
In 14 dei 21 Stati della Federazione
indiana 200 milioni di persone soffrono di scarsità di viveri. Un’importante operazione di soccorso è stata avviata da CASA, l’organismo di mutuo
aiuto delle Chiese dell’India, negli Stati di Maharashtra, Gujarat e Rajastan.
Sono state organizzate distribuzioni di
viveri e sono stati scavati dei pozzi
nei distretti più colpiti.
La CASA ha predisposto un programma assistenziale in tre punti:
— in collaborazione con le autorità
locali e con il governo, progetti consistenti nel fornire cibo in cambio di
lavoro;
— un programma di distribuzione di
viveri ai bambini e alle madri;
— programmi di auto-assistenza di
sviluppo a breve termine.
Questi programmi raggiungono circa 200.000 persone nello Stato di Maharashtra, dove la siccità è gravissima.
I fondi che saranno raccolti dopo
questo nuovo appello del CEC permetteranno di sviluppare i programmi già
avviati, poiché — come ha detto Alan
Brash, direttore della Commissione di
mutuo aiuto e di servizio delle Chiese
e di assistenza ai rifugiati (CESEAR)
— si tratta di « una questione di vita
o di morte ».
II programma ampliato includerà
distribuzioni di sementi, di concimi e
di strumenti d’aratura, come pure un
aiuto in campo sanitario.
Personale qualificato reclutato in loco o proveniente da altri paesi è stato messo a disposizione della CASA
per un aiuto massimo durante questo
periodo critico.
Siccità pure in Africa
occidentale
Parigi (CIMADE) — In tutta una
parte dell’Africa — Senegai, Mauritania, Mali, Alto Volta, Niger, Ciad — le
piogge cadute negli ultimi dieci mesi
sono state le più deboli degli ultimi
sessant’anni. La siccità è gravissima.
Le riserve di riso e di mais sono esaurite. Il bestiame muore. Intere famiglie abbandonano i loro villaggi in cerca di acqua. Centinaia di migliaia di
persone sono in pericolo di morte.
Tre organizzazioni, già impegnate
nell’appoggio a progetti di sviluppo,
lanciano insieme un appello di solidarietà per permettere a queste popolazioni di affrontare le loro necessità
immediate. I protestanti possono rivolgersi alla CIMADE, 176 me de Grenelle, 75007 Paris, c.c.p. 4088-87 Paris.
A Salisburgo
Terza settimana cristiana
internazionaie di tv
Notiziario Evangelico Italiano
Convegno bibiico FCEI
sui battesimo
L’attività di
’’Voce della
Ubbia”
Guanella». Con fraterna generosità essi si sono prestati a trasportare i malati in teatro.
Dal 31 maggio al 1 giugno il Servizio studi della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia organizza un
Convegno biblico sul tema generale
del battesimo. Ulteriori precisasdoni
saranno date in seguito.
Un corteo a Roma
La Federazione giov. evangelica del
Lazio, unitamente al M.I.R., al Movimento 7 novembre, alla F.U.C.I., alle
A.C.L.I., a! Movimento per la pace, distribuisce un volantino dove leggiamo
che il 5 aprile un corteo muoverà da
S Giovanni diretto a S. Pietro. Tra
l’altro leggiamo: « Rispondendo a un
invito espressamente rivolto dalla
Chiesa Buddista del Vietnam, davanti
alle prime inquietanti notizie dello
sterminio in massa dei prigionieri e davanti all’annuncio di una probabile visita di Van Thieu a Paolo VI, alcuni
gruppi di cristiani e di pacifisti invitano tutti gli uomini di buona volontà
e in particolare tutti i credenti a manifestare pubblicamente la loro piena
e totale solidarietà con tutti i prigionieri politici Sud vietnamiti, esigendone l’imrnediata liberazione e auspicando che in nessun modo la Chiesa di
Cristo debba portare un appoggio all’opera di chi crocifigge il Cristo nei
propri fratelli ».
Due convegni a S. Severa
Dal 29-4 al 1-5 sarà tenuto il Convegno federativo di studio della EGEI
che affronterà il problema dei giovani
tra i 15 e i 18 anni nei suoi aspetti principali: sociale, politico, culturale e anche religioso. Gli studi saranno a cura
di un insegnante (Marco Rostan), di un
pastore (T. Soggin), di uno psicologo
(Ezio Ponzo). Sono invitati studenti, insegnanti, monitori.
Dal 21 al 30-'7 sarà tenuto un corso
interdenominazionale per insegnanti e
monitori deWe Scuole domenicali. Per
informazioni e iscrizioni rivolgersi al
Past. Gioele Fuligno, Via A. Diaz 29
67058 S. Benedetto dei Marsi
Già da undici ai ini due programmi
settimanali vanno in onda in Europa
su Radio TW Montecarlo: uno per
adulti e uno per ragazzi, e vengono ripetuti per gli emigrati nei paesi del
nord.
La trasmissione « Vita abbondante »
Va in onda da quattro anni sulle onde
medie il sabato sera, mentre il nuovo
programma « Parliamone insieme » ha
un anno di vita e viene trasmesso ogni
venerdì. I programmi sono trasmessi
anche in alcune città americane e uno
in Sud America, destinato agli emigrati italiani.
Per aiutare maggiormente gli ascoltatori, Voce della Bibbia prepara dei
libretti da inviare a ragazzi e adulti e
un corso biblico per corrispondenza,
seguito dall’invio di Nuovi Testamenti.
A tutti quelli che dimostrano interesse all’opera viene inviato un bollettino: attualmente 24.000 persone ricevono il mensile « Qui... Voce della Bibbia », mentre 13.000 fanciulli ricevono
«Il Traguardo», mensile illustrato di
sedici pagine.
« Voce della Bibbia » produce ora
anche « cassette » con riproduzione di
inni, musica sacra, letture bibliche e
conversazioni di carattere religioso. Si
può richiederne il catalogo a: Voce della Bibbia, Gas. Post. 580, Modena.
Nell’ufficio di Modena lavorano per
quest’opera circa dieci persone, quasi
tutte a pieno tempo. Molti altri, anche
in altre città, si occupano di preparare
le trasmissioni e la musica, la letteratura. Tutti questi fratelli gioiscono della comunione che li unisce nello svolgimento di questo lavoro e sono grati
al Signore perché ha aperto loro le
porte e li ha dotati al momento giusto
dei mezzi necessari. Per esempio, occorreva uno studio radio ma non abbondavano i mezzi: ed ecco che alcuni
fratelli si sono prodigati per allestire
il locale, altri hanno procurato macchinari e strumenti. Anche il tecnico è
arrivato al momento giusto.
« Vi chiediamo — essi dicono — di
esserci uniti, non soltanto per lodare e
ringraziare il Signore, ma anche per
chiedere la Sua Guida perché questo
servizio possa continuare secondo i
Suoi piani ».
Salzburg (bip) - Dal 18 al 24 febbraio si è
tenuta a Salisburgo, in Austria, su iniziativa di
UNDA e WACC, organismi cattolico e protestante di comunicazione, la 3“ Settimana cristiana internazionale di televisione. Oltre 200
partecipanti, rappresentanti 23 paesi, hanno
assistito alla proiezione di 46 emissioni religiose e le hanno discusse. Programmi drammatici, documentari, varietà, liturgia e meditazione, programmi per ragazzi, un panorama di
grande varietà.
La giuria ha prescelto « Prier à Pilkhana »,
un documentario francese realizzato con modesti mezzi finanziari e di grande valore; nella
categoria ’’meditazione”, il film di M. Gossalin, su testo di J. Cabriès, « Le Repas du
Seigneur ».
Nell’insieme la giuria ha constatato « un
certo livellamento nella qualità dei programmi presentati, dovuto senza dubbio a uno stagnare dello spirito creativo ». Il confronto di
differenze confessionali e nazionali ha però
dato alla Settimana di Salisburgo un interes
sante carattere ecumenico; fatto positivo, per
autore è il Prof prima volta sono stati ^esentati programmi
A Nel mese di marzo è uscito, edito
dall UCEM, il IV volume del quaderno « Corso superiore », un manuale per f
classi di catechismo. L’autore è il Prof. ■ j -, ,
Bruno Corsani che ha reso con queste ^ dell Est europeo,
lezioni un servizio molto utile ai catechisti, perché viene studiato il periodo della dominazione greca sui Giudei, quel periodo storico di cui la Bibbia non parla, facendo solo intravede
re la resistenza giudaica e la speranza
di Israele nel libro di Daniele.
iiiiiimiuiiiiiiiiiiuiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
L’Evangelo nella strada
(segue da pag. 1)
OPERAI NEL TEMPO LIBERO
A E ancora in questo mese primaverile l’Istituto Biblico Evangelico lancia a tutti gli Evangelici d'Italia un invito in Inghilterra, dal 27 agosto al 2
settembre.
Si tratta di un raduno di circa 25.000
persone, tutti desiderosi di accrescere
le loro conoscenze bibliche e la loro fede. Si chiama « SPREE-73 » che è l’abbreviazione di una frase che in inglese
suona: « carica spirituale 73 », ed ha lo
scopo di potenziare la chiesa locale
mediante una serie di incontri per preparare i credenti di ogni età e dar loro
una visione di come annunziare la
buona novella agli altri.
Durante il raduno, le mattinate saranno dedicate agli studi, i pomeriggi
all’addestramento pratico, con visite
nelle case e nei locali pubblici (trattorie e gelaterie italiane per i delegati
italiani).
L’IBE ha posto per 106 persone. Il
prezzo comprensivo del volo, vitto, alloggio, lezioni e materiale didattico sarà circa di L. 55.000 per la settimana,
più la retta d’iscrizione.
Un dirigente di chiesa che formerà
un gruppo di nove persone paganti,
potrà accompagnare il gruppo gratis.
Per informazioni ed eventuali iscrizioni scrivere a Royal Peck, Via Cimone 100, Roma. Inda Ade
lllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllliiliiiiiii
Campagna di evangelizzazione
battista a Bisaccia (Avellino)
Nel gruppo dei duecento congressisti
ho incontrato fratelli e sorelle di varia
estrazione sociale, ma tutti animati da
un grande zelo per la Parola di Dio. Un
anziano credente francese della chiesa
« évangélique » racconta la sua vita:
ebreo di nascita, s’è convertito grazie
alle, preghiere della moglie nel duro periodo della persecuzione nazista; dopo
la guerra la sua casa è diventata un
tempio di predicazione e nel giro di pochi anni si sono costituiti ben trenta
gruppi e comunità evangeliche fondate
con la testimonianza dei neofiti che di
mano in mano nascevano. « Non è pensabile — diceva quel fratello — conservare la fede nel cuore; bisogna testimoniare e moltiplicare il numero dei
credenti ».
Ho pensato allora alle nostre comunità che fanno il conto ogni anno con
uno, due, dieci in meno, quasi uno
stillicidio continuo proprio perché ciascuno « conserva « la sua fede e la conserva così bene che non testimonia
mai, per timore di fare del proselitismo, termine bandito dalle nostre comunità, oppure accetta i compromessi con la chiesa ufficiale italiana. ,
Un altro operaio del sud d’Italia, impegnato in un difficile lavoro all’Italsider, trova il tempo per andare nei villaggi con la moglie a far conoscere
Gesù Cristo, creando delle preziose cellule di testimonianza evangelica.
QUEL CHE SE NE È PENSATO
Le statistiche
della ’’Crociata’
ASSOCIAZIONE INSEGNANTI CRISTIANI EVANGELICI
CAMPO LATINO
Venezia - Foresteria valdese (22-28 luglio 1973)
Tema: « Miti del nostro tempo »
i
Il programma prevede tre studi biblici e tre relazioni — 1® « Fede e religione », 2® « Cultura alternativa », 3® « I bambini scomodi » — alternati a due
giornate di visite turistiche guidate a Venezia e dintorni e ad un incontro con
la comunità locale.
Possono iscriversi gli insegnanti evangelici e loro familiari; è prevista una
folta rappresentanza di colleghi protestanti francesi.
Per maggiori dettagli e per l’iscrizione scrivere a; Vera Long - via Giorgio
Davico, 7 - 10064 Pinerolo. La quota di iscrizione all’AICE (L. 1.000) e la quota
di iscrizione al campo latino (L. 2.000) possono essere versate sul c.c.p. 2/40715
intestato a L. T. Dosio - via E. Fermi, 2 - 10064 Pinerolo.
La « Crociata dell’Evangelo » fa alcune statistiche dell’anno 1972.
Essa è grata ai fratelli e sorelle che
dedicano il loro tempo libero alla diffusione dell’Evangelo: questi sono i
« collaboratori », e quest’anno sono
562. I « pionieri » si dedicano all’opera
a pieno tempo e sono quattro. Gli opuscoli distribuiti sono stati 1.916.086 ad
adulti, 192.422 a ragazzi. Sono stati richiesti 5.572 corsi biblici per adulti,
2259 per fanciulli. Ne sono stati completati 1134 da adulti, 968 da ragazzi.
« II numero delle persone che sono
interessate allo studio della Parola va
aumentando »...
I giovani dell’Esercito hanno offerto un programma di canti e musica e
una recita: « Il figliol prodigo » agli
spastici dell’Istituto romano « Don
Con tanta gratitudine al Signore vogliamo
portare alla gioiosa conoscenza dei fratelli in
fede la riuscita della sesta campagna annuale
di evangelizzazione, svolta dal giorno 11 marzo al 19, preparata con cura dal dinamico
Pastore locale Donato Castelluccio e predicata
dal Pastore Santilli di Genova.
Vento, gelo e neve non hanno impedito
una partecipazione molto numerosa alle adunanze. Ogni sera infatti dalle cento alle centocinquanta persone, in gran parte cattoliche,
hanno gremito il tempio. C’è stata una buona partecipazione di fratelli pentecostali di
Andretta e di credenti battisti di Aquilonia.
Il tema della campagna : « Gesù Cristo è lo
stesso, ieri, oggi ed in eterno » (Ebrei 12: 8)
è stato sviluppato dal predicatore proponendo
all’attento uditorio i temi fondamentali della
nostra vita cristiana, dalla salvezza alla nuova
nascita, dalla santificazione al servizio fraterno.
Chi scrive queste brevi note mentre conferma la validità dell’eterno, unico messaggio di
salvezza in Cristo, più che mai attuale in un
momento di incertezza e smarrimento spirituale, sottolinea l’entusiasmo delle indimenticabili adunanze e la sete di conoscenza dell’Evangelo.
Preghiamo il Signore perché il seme abbondantemente seminato produca frutti benedetti di vita, alla gloria Sua.
Emidio Santilli
L’incontro di Ginevra ci ha consentito di apprezzare l’aspetto essenziale
del rapporto diretto dell’uomo con Cristo e della testimonanza espressa concretamente nei due pomeriggi di colportaggio nella città. Queste due note
sono contestate e messe in quarantena, almeno in molte delle nostre comunità. Infatti in un recente numero del1’« Eco-Luce ». sul turismo evangelico
sono affiorati elementi molto interessanti per far conoscere le nostre opere
e le nostre chiese, ma questi due elementi della testimonianza diretta e del
colportaggio sono purtroppo carenti,
perché si ha vergogna di parlare di Gesù Cristo in virtù d’un certo pudore
religioso.
Si è rilevato d’altra parte al congresso una mancanza di riferimento alla
situazione concreta dell’uomo al quale
ha dato la gioia del perdono ma non
ha ignorato la sua situazione umana
guarendo e nutrendo il popolo. Inoltre
è anche mancata una discussione del
metodo presentato, che con un confronto critico potrebbe meglio esprimere un comune denominatore di azione e tattica evangelistica.
L’esperienza è stata preziosa per noi
tutti e ringraziamo il gruppo responsabile, particolarmente il direttore per
ritalia Gioele Baldari. G. B.
4
pag. 4
CRONACA CELLE VALLI
Svago, agonismo, spettacolo, salute?
20 aprile 1973 — N. 16
Cos’è lo sport?
Lo sport è generalmente concepito
come svago o come agonismo, o come spettacolo; ma si può, e si dovrebbe, intenderlo piuttosto come esercizio terapeutico, come medicina preventiva ed anche curativa.
Esempi abbastanza tipici di sport
intesi come svago sono il tennis da tavolo o le bocce, agonistiche sono quasi sempre le attività dell’atletica leggera o del ciclismo, quasi esclusivamente intesi come spettacolo il calcio
e la boxe.
Alla base di ogni sport c’è però la
necessità di tenersi allenato, di fare
cioè esercizi periodici che mantengano
i muscoli nella forma migliore, sciolti,
scattanti e ben sviluppati. Non solo,
beninteso, i muscoli più interessati a
quello sport, ma anche, e forse soprattutto, i muscoli della respirazione
e del cuore.
L’allenamento, se non è eccessivo,
tale da affaticare l’organismo oltre misura, è un ottimo rimedio per rimanere giovani: il moto e la respirazione
profonda favoriscono l’ossigenazione
del sangue e dei tessuti, contribuendo
a mantenere giovane tutto il fisico.
Questo lungo preambolo porta ad
una conclusione assai ovvia: uno sport
come il nuoto è quello più adatto per
mettere in movimento, per tenere in
esercizio, tutti i muscoli del nostro
corpo. Questo spiega perché questo
sport sia più degli altri ritenuto un
esercizio fisico di alto valore terapeutico e sociale: preventivamente permette di combattere atrofie dei muscoli, malformazioni della colonna vertebrale ecc.; come vera e propria cura, abbinato alla ginnastica « correttiva », serve a rimediare ai guai cui
vanno incontro, sempre più di frequente, sia i ragazzi delle scuole (si
vedano soprattutto i numerosissimi
casi di scoliosi), sia gli adulti, chiusi
per otto ore al giorno nelle officine o
negli uffici, curvi su un tornio, una
scrivania, il volante di un automezzo.
Lo sport inteso come rimedio alla
cattiva salute, come antidoto alla vita
anti-igienica delle città o dei posti di
lavoro, dovrebbe dunque prevalere su
ogni altro tipo di attività: lo svago
non è sufficiente, è im esercizio saltuario; l’agonismo è eccessivo e non adatto per tutti, lo spettacolo semplicemente non è sport, è tifo.
Qra che a Lusema, S. Giovanni è sorta una piscina, ed è nato un circolo
sportivo che si appoggia all’ente di
propaganda A.I.C.S., i cui principi sono proprio quelli su esposti, speriamo
che i valligiani tutti capiscano l’importanza di « curarsi » nuotando e che
aderiscano numerosi ai corsi di « acquaticità » che verranno organizzati
dal circolo « Sport e Salute ».
R. Gay
italiana circoli sportivi), in previsione
della prossima apertura della piscina
comunale, rende noto che sono aperte
le iscrizioni.
Comunica che è suo preciso intendimento di non dare un carattere agonistico alle due discipline, nuoto e sci,
sulle quali si articolerà la sua vita ma
di voler divulgare un’attività sportiva
tesa a migliorare la salute (come medicina preventiva e come cura ad eventuali carenze fisiche), pertanto sarà suo
compito organizzare corsi di acquaticità e di ginnastica correttiva adatti alle
esigenze purtroppo sempre più pressanti delle giovani generazioni.
Rende noti i nomi del direttivo: Presidente: Pier Giorgio Grindatto; Vice
Presidente: Franco Favout; Segretario: Giorgio Fausone; Cassiere: Piero
Airaudo; Propaganda Stampa: Giuseppe Plavan; Tecnici: Concetto Auditore,
Pietro Nicolini, Franco Gamba, Giovanni Manavella; Consiglieri i signori:
Angelo, Badariotti, Eruli, Gamba, Gay,
Montanari, Prandi, Tortone.
Quote Tesseramenti: per i ragazzi
inferiori agli anni 15 L. 500 annue per
entrambi le discipline; per gli adulti
L. 1.000 per il nuoto, L. 1.000 per lo
sci. La tessera darà diritto a riduzioni sui biglietti di entrata alla Piscina
Comunale e sui biglietti di risalita a
tutti i centri invernali.
Le tessere si possono ritirare presso: Lusturismo - Via I Maggio; Bar
Fiorino - Via Roma 11; Commestibili
Forneron - Via Roma 4; Studio Tecnico Geom. Favout - Viale De Amicis 19;
Trattoria della Pace - Via Matteotti
19 C; Commestibili Malan - Piazza Bellonatti; Macelleria Mensa - Valentino.
La Società « Sport e Salute » fa presente di essere in grado di fornire garanzie di serietà e competenza e spera di venire così incontro alle esigenze della comunità.
Si porta a conoscenza del pubblico
che sabato 28 aprile 1973 avrà luogo,
alle ore 21, nel Tempio Valdese di TQRRE PELLICE, un concerto vocale tenuto da un gruppo di tedeschi appartenenti al Jugendchor des Grimmenshausen-Gymnasiums di Qhlsbach Isei
Qffenburg.
Il concerto, dato il nutrito programma, promette di essere veramente interessante ed avvincente.
L’ingresso è libero con colletta all’uscita, e la popolazione è cordialmente
invitata.
Lo stesso concerto verrà ripetuto a
POMARETTQ la sera del 29 aprile alle ore 21 nel teatrino del Convitto.
La manifestazione, che ci permettiamo caldamente di ricordare, è patrocinata dalla Associazione degli Amici del
Collegio Valdese e dalla Corale Valdese di Torre Pellice.
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiii
UNA RIUNIONE A BIBIANA
Feste di canto
Sport e salute
a Luserna San Siovanni
Il circolo sportivo « Sport e salute »
con sede provvisoria in via Matteotti
19 B, associato all’AICS (associazione
Visita dei trombettieri
evangeiici di Mannheim
(Kantor Elfer)
I Trombettieri Valdesi hanno la gioia
di comunicare il programma di questa
visita gradita e ormai tradizionale:
Venerdì 20 aprile sera: partecipazione
al culto di Venerdì Santo a Luserna
San Giovanni;
Sabato 21, ore 20,30: incontro con i
trombettieri valdesi e amici a VUlar
Perosa;
Pasqua: partecipazione al culto a Villar Perosa;
Venerdì 27 aprile, nel pomeriggio: visita allaScuola Latina di Pomaretto;
Sabato 28 sera: culto-concerto a Bobbio Pellice;
Domenica 29 aprile: partecipazione al
culto a Prarostino.
Nel corso della settimana saranno
visitati i vari Istituti ospitalieri vaidesi.
Grati a quanti vorranno collaborare
al ricevimento di questi ospiti.
per i Trombettieri Valdesi
Enrico Geymet
Giacimento di carbone
in fiamme nel Pamir
da oltre tremila anni
Un fuoco perenne arde tra le montagne del
Pamir, poco più a nord del confine tra Unione
Sovietica e Pakistan, da oltre tremila anni. Gli
scienziati sovietici, riferisce la Tass, abbastanza certi della sua età, hanno dovuto, invece, rivedere le loro ipotesi suH’origine del gigantesco falò naturale. Dopo aver creduto per lungo tempo che si trattasse di un fenomeno vulcanico, sulla base degli elementi raccolti da
una recente spedizione scientifica, si sono convinti che il fuoco è la manifestazione di un
immenso incendio di circa un miliardo e mezzo di tonnellate di carbone.
L'agenzia non indica cosa abbia originariamente sprigionato le fiamme. « Né fitti acquazzoni, né intense nevicate e slavine possono
estinguere questo fuoco perenne; le rocce trasudano calore e denso, acre fumo si leva da
fondi crepacci. Durante la notte le rocce, con
i loro bagliori di fuoco, sembrano Timmensa
fucina di un fabbro ».
La Tass precisa che la spedizione ha accertalo tra le montagne l’esistenza di sei fonti di
fuoco, tre estinte e tre attive. La più grande
è lunga un chilometro e larga duecento metri.
La stessa missione scientifica ha scoperto
anche una foresta fossilizzata di pietre arenarie argillose, che risale al periodo giurassico,
140 milioni di anni fa. Nel bosco preistorico
svettano tronchi d’albero di pietra alti fino a
sei metri. Gli scienziati hanno trovato anche
le impronte fossilizzate di un dinosauro.
La salamandra ibernata
da un secolo
Una salamandra siberiana, rimasta in stato
di ibernazione per cento anni nel ghiaccio della tundra di Kolyma, è tornata alla vita, dopo
che alcuni cercatori d’oro l’avevano liberata
dal ghiaccio. Lo riferisce l’agenzia Adn, citan
do il giornale sovietico Izvetjia. L’animale è
stato scoperto in un blocco di ghiaccio, a undici metri di profondità. « Una volta sciolto
il ghiaccio — dice l’agenzia — la salamandra
si è svegliata, tornando alla vita ». Dopo aver
notato che le salamandre hanno un arco di
vita che va dai dieci ai quindici anni, l’agenzia dice : « Finora non risulta alcun caso di
letargo invernale della durata di cento anni ».
L’Antartide: 20 milioni
di anni di glaciazione
L’Antartide è congelato da almeno 20 milioni di anni e l’Australia si distaccò da esso
50 milioni di anni fa. Un’affermazione in tal
senso è stata fatta da due esploratori e oceanografi americani, reduci da un viaggio a bordo della nave « domar Challenge » che da
Fremantle (Australia), da dove partirono il
20 dicembre, li ha portati nell’Antartide, durante la piena stagione estiva autrale, riconducendoli a Christchurch (Nuova Zelanda) il 28
febbraio. In una conferenza stampa a New
York, il dott. Dennis Hayes della « Columbia
University » e il dott. Lawrence Krakes, dell’Università della Florida, hanno spiegato che
la durata di venti milioni di anni di glaciazione del Polo Sud, ora scientificamente accertata, è da tre a cinque volte più lunga di quanto si supponesse.
’’Giuro...” (dettato)
Secondo quanto riferisce il mensile udinese
« Quattrogatti » (n. 3, marzo 1973), il 3 febbraio ’73 in una classe della scuola elementare « Piave » di Padova è stato fatto questo dettato; « Giuramento di obbedienza - Giuro di
non disonorare mai le mie armi sacre, di non
abbandonare mai i camerati, ma di combattere per i templi sacri e per il comune benessere, di lasciare alla mia morte la mia Patria
in una condizione migliore di quella in cui la
trovai, di obbedire ai magistrati e alle leggi
per difenderli contro ogni assalto, infine di
onorare la religione della mia Patria ».
Gli amori di un computer
Secondo una notizia che « Le Monde » ha
ripresa da « Trud », l’organo dei sindacati sovietici : « In fondo alla Siberia un gruppo di
ingegneri si sono accorti che il loro calcolatore ha perso la testa: quando gli si avvicina
una donna, non è più buono a nulla. Proferisce enormi menzogne, dà alla più semplice
delle domande la più assurda delle risposte,
oppure ammutolisce come un giovincello al
suo primo appuntamento... Gli specialisti di
Akademgorodok, studiata la questione, hanno
concluso che si tratta di un fenomeno di elettricità statica: ogni volta che passa lì presso
una donna che porta un abito fatto di un determinato tessuto sintetico, il calcolatore fa
il folle... ».
Nuovo gigantesco
telescopio negli USA
Un grande telescopio, dotato di uno specchio del diametro di quattro metri, installato
all’Osservatorio nazionale di Kitty Peak, nell’Arizona, è stato presentato al pubblieo nei
giorni seorsi. Esso permetterà agli astronomi
amerieani non soltanto di studiare, tra l’altro, le fonti di raggi « x », ma anehe il nucleo delle galassie più scintillanti che si trovano nell’universo e dove avvengono le più
violente esplosioni registrate.
Il nuovo telescopio, costato dieci milioni di
dollari e costruito con l’aiuto della « National
Science Foundation », porterà il nome del dott.
Nicholas U. Mayall, già direttore dell’osservatorio.
Installato a ottantatre ehilometri a ovest di
Tueson, il telescopio è, per grandezza, secondo
soltanto al telescopio Baie, collocato sul Monte Palomar, in California, e il cui specchio
misura più di cinque metri di diametro. Il telescopio Mayall pesa 375 tonnellate e il solo
specchio ne pesa quindici. La parte mobile del
telescopio (300 tonnellate) ha la particolarità
di poter essere azionata con la mano da una
sola persona.
Domenica 29 aprile
ore 15; Festa di Canto per le Corali e le Scuole Domenicali della VAL
GERMANASCA nel tempio di Frali.
Domenica 6 maggio
ore 15: Festa di canto delle Corali della VAL CHISONE nel tempio di
Pinerolo.
Domenica 13 maggio
ore 15; Festa di canto delle Corali della VAL PELLICE nel tempio di Angrogna-Capoluogo.
Le prove d'insieme avranno luogo alle ore 14,15 nei locali che saranno indicati.
Il pubblico è cordialmente invitato.
La Commissione del canto sacro
Pinerolo
Autonomisti
Occitani
Domenica 15 aprile l’U.D.A.V.O. (Unione degli Autonomisti Valli Decitane) ha tenuto a Bibiana la riunione in
programma con gli amministratori locali delle Valli del Pellice e del Chisone per i problemi delle Comunità Montane. Diverse adesioni e messaggi anche di Consiglieri Provinciali, ma i sindaci presenti erano 3. Particolarmente qualificati però, poiché c’erano i
Presidenti dei Consigli delle Valli del
Chisone e del Pellice, Eugenio Maccari, Pier Carlo Longo e Luigi Bertotto,
sindaco di Bibiana. Risultati pratici.
Non pare opportuno agli amministratori di insistere ora ancora presso la
Regione per un sollecito passaggio della legislazione relativa all’istituzione
delle Comunità Montane, passaggio
che si può prevedere oramai abbastanza prossimo.
E importante prevedere fin d’ora la
collaborazione fra le Comunità, in
special modo tra le due o tre Comunità previste per le nostre Valli. La
collaborazione, il collegamento, la possibilità di ulteriore fusione debbono
trovare espressione negli articoli degli Statuti che le Comunità si daranno e già nella formulazione degli Statuti il Consiglio della Comunità potrebbe far partecipare come« membri
senza voto » rappresentanti della Comunità vicina, e così cercare l’omogeneità nei lavori e nei risultati.
Allo stato attuale non si è vista una
volontà e possibilità di fare di più. Fra
gli interventi, le obbiezioni radicali di
Franco Pons sulle strutture e l’accento messo da Riccardo Gay sul problema politico e dell’unità territoriale politica delle Valli.
L’attiva partecipazione dei Presidenti delle Valli e k domande precise di
Augusto Armand Hugon hanno permesso di fare chiarimenti e scambi di
vedute anche al di fuori dei principali
argomenti trattati.
U.D.A.V.O.
Sabato 14 ha avuto luogo presso la
nostra chiesa rincontro del gruppo dei
Focolari Misti a cui hanno partecipato
alcuni membri della nostra comunità.
Uno dei temi affrontati è stato il recente ordine del giorno votato dalla nostra assemblea in riferimento ai matrimoni con dispensa canonica. La decisione di non celebrare matrimoni con
dispensa nella nostra chiesa di Pinerolo
ha suscitato perplessità e critiche da
parte di parecchi; sabato abbiamo .avuto modo di chiarire il senso di questa
decisione in un colloquio fraterno.
L’assemblea di Chiesa convocata domenica mattina dopo un breve culto ha
preso in esame il problema della legge
sui Culti ammessi. Dopo un ulteriore
esame della questione sono state votate
le tre diverse proposte di soluzione suggerite dalla Commissione. La maggioranza dei presenti è stata favorevole alla terza ipotesi: abolizione della legge
ed immediate intese, anche se una forte adesione aveva ricevuto la seconda
ipotesi. In merito ai problemi da proporre nello stabilire delle intese si sono
scelti: la cura d’anime ai carcerati ed
ammalati in ospedali, il riconoscimento degli enti morali ed i problemi fiscali connessi. Non è sembrato necessario invece porre il problema del matrimonio come essenziale ritenendosi
migliore seguire Findirizzo tracciato
dal Sinodo del matrimonio in sede civile seguito da eventuale benedizione
in chiesa. G. T.
Villar Perosa
BATTESIMO
Il 25 marzo, durante il culto è stato battezzato Piero, figlio dei coniugi Gallo-Costantin.
Poiché egli è alunno della nostra Scuola Domenicale, i suoi compagni gli hanno cantato
un’inno e Tassemblea, particolarmente numerosa, ha circondato con affetto questa cara
famiglia.
NOZZE
Il 31 marzo la nostra giovane sorella Vanda Rochon ha celebrato le sue nozze con Gioele Garnier, membro del Concistoro di Villar
Pellice. Nel tempio, olezzante di fiori, la cerimonia è stata abbellita dal canto della nostra
Corale e dalla partecipazione, oltreché del
nostro Pastore, dei Pastori Bellion e Micol.
Ai cari sposi che si stabiliscono a Villar
Pellice, rinnoviamo gli auguri della nostra
comunità.
DIPARTENZA
Il nostro fratello Giovanni Raymond di anni 65, ci ha lasciati, quasi improvvisamente,
il 3 aprile. Alla sua compagna ed ai nipoti,
che gli erano particolarmente affezionali diciamo la nostra cristiana simpatia.
Torre Pellice
Concerto
del Knabenchor Uetersen
Domenica 15 aprile la nostra comunità ha
avuto la gioia ed il privilegio di udire un uoro
di bambini di Uetersen (Schleswig).
Il « Knabenchor Uetersen », uno dei pochi
cori di bambini esistenti nella Germania Settentrionale, fondato nel 1968, si sviluppò in
modo sorprendente in questa cittadina di 1.700
abitanti. È un coro indipendente ma riconosciuto ed incoraggiato dallo Stato che vede in
questa istituzione un esempio ed un appello
per la gioventù spersa o male orientata. I 60
membri di questo coro, la cui età va dai 10 ai
20 anni, si riuniscono almeno due volte alla
settimana. Dopo un corso preparatorio di due
anni per la pronuncia, Timpostazione della
voce, il solfeggio ed un esame diventano componenti ufficiali e cantano brani di musica di
notevole valore e di difficile esecuzione, non
solo in Germania ma anche durante i loro frequenti viaggi all’estero. Cantano con gifdiu,
con entusiasmo e con vera sensibilità artistica.
Il programma eseguito, era diviso in Ire
parti, intercalate da un brano di musica ]>er
organo e dalla lettura fatta dal pastore Sonulli
dei seguenti passi della parola del Signore :
Salmo 98; Giov. XV. 45 e del Salmo 111. È
stata una valida preparazione per le commemorazioni della settimana santa. Il coro ha
cantato di J.S. Bach «Risvegliatevi» e «O^ini
Creatura di adori » dalla Cantata 140; di J.
Haydn un mottetto « Gloria a Te Signor »;
di J, Pachelbel un doppio coro a 8 \av\ :
« Cantate all’Eterno un cantico nuovo »: di
G. Dressler un mottetto « Io son la resurrezione e la vita »; di J. Eccard un mottetio a
6 voci: « 0 morte dov’è la tua vittoria »: dì
J. Pachelbel un doppio coro a 8 voci: « L’Euuno regna »; di Anonimo del sec. XVIII un
mottetto: « Io celebrerò l’Eterno ». Infine due
mottetti in latino il secondo a 6 covi : « Magnificat » di Pachelbel e « Gloria in excelsls
Deo » di S. Calvisius.
Il pastore Sonelli ha espresso con parole
appropriate la viva riconoscenza della comunità al coro, alla direttrice sig.ra Use Rieth e
all’organista per questa indimenticabile serata.
Lina Varese
Iniziative deiia Pro ioco di Pramoiio
Due concorsi di pittura e artigianato infantile
La Pro Loco di Pramoiio ha indetto
il 2° concorso di pittura infantile a soggetto libero, la cui prima edizione aveva ottenuto nel 1969 un lusinghiero successo.
Infatti erano pervenuti alla commissione giudicatrice più di mille disegni,
trecento dei quali esposti e premiati.
Per quest’anno si è aggiunta una sezione dedicata all’artigianato infantile.
I regolamenti dei due concorsi sono
i seguenti:
MOSTRA DI PITTURA
1) Le opere dovranno avere formato
non inferiore a cm 18x24;
2) Sul retro di ogni disegno dovranno
risultare le seguenti indicazioni:
a) titolo dell’opera,
b) nome, cognome e indirizzo dell’autore,
c) direzione didattica di appartenenza.
3) Le opere dovranno pervenire alla
Pro Pramoiio o alle rispettive Direzioni Didattiche entro e non oltre il
20 maggio.
4) Qgni Direzione Didattica potrà presentare un massimo di 25 disegni.
5) La partecipazione al concorso è gratuita; i disegni non saranno restituiti.
6) Le opere saranno messe in vendita
al pubblico.
7) La graduatoria sarà stabilita da
una apposita commissione presieduta da un pittore del pinerolese.
8) La mostra sarà inaugurata il mattino del 3 giugno, la premiazione
avverrà alle ore 15.
PREMI
Premio speciale per la Direzione Di
dattica con i migliori 3 piazzamenti.
(L’entità di tale premio sarà resa nota al più presto).
1» classificato: med. d’oro mm. 24.
2“ classificato: med. d’oro mm. 21.
3» classificato: med. d’oro mm. 19.
Dal quarto al decimo classificato:
med. d’oro mm. 13.
Altri eventuali premi individuali saranno resi noti il giorno dell’inaugurazione.
A tutti i bambini espositori presenti sarà offerto un rinfresco. Un coro
vocale rallegrerà la manifestazione.
MOSTRA DI ARTIGIANATO
1) La mostra è riservata ai bambini
delle elementari.
2) Le opere dovranno pervenire alla
Pro Pramoiio o alle rispettive Direzioni Didattiche entro il termine
fissato per le opere di pittura.
3) Le opere dovranno recare un cartellino con i dati richiesti per i disegni.
4) La graduatoria sarà stabilita da
un’apposita commissione tenente
conto delle difficoltà e dell’originalità.
5) Le opere saranno restituite ai singoli espositori.
PREMI
I primi tre classificati saranno premiati con medaglie d’oro (19 - 17 c
15 mm.).
ISTITUTI OSPITALIERI VALDESI - TORRE PELLICE
Ospedale Valdese di Pomaretto (Torino)
Ospedale di zona per Lungodegenti e Convalescenti
È indetto un concorso per titoli ed esami a n. 2 posti di infermiere
generico.
Termine di presentazione delle domande; ore 12 del giorno 30
aprile 1973.
Informazioni presso: Amministrazione I.O.V., Torre Pellice (Torino) - Tel. 0121-91536.
Il presidente ; E. Aime
5
r
20 aprile 1973 — N. 16
Vita, problemi, prospettive delle chiese valdesi
pag. 5
^^omincia il tempo delle confermazioni: per lo più, nelle chiese delle Valli Valdesi esse si tengono nel periodo pasquale, mentre
negli altri Distretti piuttosto a
Pentecoste. È un tempo serio, sono occasioni gioiose, per i catecumeni e per le loro comunità. Il nostro augurio e la nostra preghiera
sono che non si verifichi per loro
quel che tristemente si è verificato
più di una volta, in passato: un
problema che abbiamo visto così
■evocato, con severa tristezza, da
un pastore nel bollettino della sua
chiesa.
Dopo un colloquio
(mancato)
con una giovane
Allora dobbiamo proprio rassegnarci a fare a meno di te... — Dall altra parte del filo una risatina convenzionale e delle parole di scusa celano male il sollievo per la sicurezza
che lo squillo del telefono non porterà più una richiesta fastidiosa.
Il cuore e l'intelligenza, divenuti leggeri, non avvertivano la profonda e dolorosa amarezza delle parole apparentemente remissive.
È chiuso per sempre un colloquio
che in realtà non era stato mai tale.
Eppure l’avevo vista crescere nella comitnilà: avevo sentito con le mie orecchie la promessa, durante un culto solenne, di un impegno per la vita. Che
impegno?
Forse quello di ripensare con i suoi
fratelli la propria fede, di cercare che
cosa il credente deve essere oggi per
l’uomo che conosce il dolore e non conosce Cristo; l’impegno di portare i
propri doni, il proprio entusiasmo e
le proprie giovani forze a favore di chi
è emarginato e stanco, di essere elemento di coesione e lievito in una comunità che a volte sembra avere smarrito il senso dell’unità e la speranza
del Regno?
No. Era l’impegno a "inserirsi", a
non voler essere ”in niente diversa"
dagli altri (cattolico o protestante, oggi, fa lo stesso, pur di non essere segno di contraddizione e scandalo), a
conformarsi a una società che emargina chi non è "in regola”, in “ordine".
Questo aveva significato la promessa.
Tante cose ti aspettano sulla strada
che hai imboccata: una carriera, dopo
studi brillanti, un lavoro sicuro che ri
allontani da quelli che non sono mai
“arrivati”^ un matrimonio che sembri
dare completezza alla tua vita... E non
ti accorgi che non troverai l’unica cosa che conta: « Chi vuol salvare la sua
vita, la perderà », ha detto colui che
non incontrerai.
L. S.
COAZZE e SUSA: le comunità gemelle celebrano insieme ii « 17 febbraio »
Quest’anno, come ogni anno alterno,
i] 17 febbraio è stato ricordato a Coazze. I fratelli della comunità di Susa
sono arrivati numerosi e festanti. La
sala delle attività è risultata insufficiente a contenere Coazzesi e Segusini
riuniti per assistere alla rappresentazione che i ragazzi della Scuola Domenicale, preparati dalla monitrice signora Armoni, hanno voluto offrire,
dandoci una significativa panoramica
della vita di A. Schweitzer. Applauditissimo è stato il dramma scritto di
proprio pugno dal giovanissimo Mauro ferro.
Bravo, Mauro. Continua. Ti reciteremo alla prossima occasione!
Anche i piccoli cantori di Susa hanno contribuito con due cori a quattro
voci, non diciamo tecnicamente come,
ma certamente con semplicità e gioia’
quella gioia schietta e sincera che difficilmente oggi si riesce ad esprimere
e a realizzare.
Un costume valdese, venuto da Almese, sembrava volerci imporre un ricordo vivo e reale di ciò che il XVII
è stato ed è ancora oggi per noi.
La chitarra di Furio ha poi strepitato a lungo fino a costringere anche
i più restii ad unire la loro voce in
una vera e propria scorribanda fra i
numerosi canti dei cadetti di Agape.
E poi, il Giuro. E questa volta si era
davvero commossi nel vedere le vecchiette, le nostre vecchiette, con quanto amore e decisione lo cantano ancora: sembrava volessero gridar forte a
tutti noi la loro immutata fedeltà all'Evangelo.
Non poteva mancare, e non è mancata intatti, una buona tazza di té e i
dolcetti, andati a ruba specialmente
fra la nuova generazione. Poi i saluti;
il ritorno.
Nulla di nuovo, dunque. Sempre le
stesse « tradizionali » cose delle nostre
Comunità. Pur tuttavia, in un certo
senso, ancora efficaci. Che rimangano,
dunque, queste antiche abitudini finché non troveremo un modo nuovo,
ma « pienamente » nuovo di testimoniare la nostra fede di credenti. Una
cosa è certa, che in questo nostro ■ ri
Un convegno sulla Diaspora
Il 19 marzo si è svolto a Pisa un
Convegno su « problemi e prospettive
della Diaspora », con buona partecipazione di fratelli venuti da Livorno,
Lucca, Barga, Pistoia, e un discreto
gruppo di Pisa; ha partecipato anche
il Pastore Ribet, da Roma. Il problema affrontato è tra i più significativi
ed importanti per l'azione di testimonianza evangelica in Italia. Utili indicazioni ci sono state date, specialmente dai gruppi che vivono nell'isolamento.
VENEZIA e MESTRE: armoniosa integrazione delle
comunità lagunari metodista e valdese
Anche quest'anno la festa natalizia dei bambini, svoltasi senza il tradizionale « albero » nel pomeriggio di dornenica 17 dicembre nella sala delle attività di palazzo Cavagnis, ha raccolto
alla presenza delle loro famiglie e di
numerosi altri fratelli una ventina di
fanciulli metodisti e valdesi di Mestre
e di Venezia. Sotto la guida delle monitrici essi hanno cantato degli inni e
letto dei testi biblici scelti in modo
così appropriato da costituire un bel
messaggio natalizio. Al momento dei
doni questa volta i nostri bambini hanno fatto un gesto nuovo: d’accordo con
le monitrici e coi genitori hanno rinunziato ai regali ed hanno devoluto la
somma già raccolta per i doni a favore di bambini meno abbienti.
Nello stesso pomeriggio, subito dopo
questa festicciuola, le stesse persone
son passate nel salone della foresteria,
dove le sorelle dell’Unione Femminile
avevano preparato un buffet ed una ricca lotteria di beneficenza. Anche quest'incontro si è svolto con serena letizia, contribuendo a stringere i legami
della fraternità e procurando una buona somma che è stata inviata a diverse
« opere » di assistenza.
Settimana dell’unità: 18-25 gennaio.
Il past. R. Bertalot, avendo accettato
il nostro invito, è venuto da Roma per
darci il suo apprezzato contributo nelle testimonianze di questa settimana.
La sera del 18 egli ha parlato a numerosi studenti cattolici di Venezia; poi
ha partecipato ad una tavola rotonda
tenutasi a Mestre nella sala della parrocchia di S. Marco sui problemi e
sulle prospettive dell’ecumenismo. La
sera del 19 egli ha preso parte ad una
seconda tavola rotonda sullo stesso tema nella sala S. Basso a Venezia. Durante la settimana, poi, abbiamo avu
TORINO; riflessione
sui centenario valdese
A Torino si attende con molto piacere, la sera di mercoledì 2 maggio
(ore 21, Via Pio V, 15) il past. Giorgio
Tourn, che presenterà problemi e significato delle prossime celebrazioni
dell’8o Centenario Valdese. Una buona
occasione di riflessione, da non mancare.
to tre incontri di preghiera: uno nella
Chiesa di S. M. Formosa, uno in quella
di S. Marco a Mestre ed uno in quella
Anglicana. Le tre collette sono state
fatte a favore della Società Biblica B.
e F. di Roma.
-jy Domenica 25 febbraio dopo il culto
abbiamo avuto la tradizionale « àgape »
celebrativa del « XVII Febbraio ». I
partecipanti hanno superato il numero
degli anni precedenti: più di 80. Perciò
abbiamo dovuto apparecchiare nel
grande salone della foresteria. Come
sempre, rincontro è stato una gaia occasione di fraternizzazione. Ringraziamo i fratelli M. Colonna, V. Ispodamia,
A. Bogo, O. D’Addetta e quanti altri
hanno volonterosamente prestato la
loro opera.
iy Domenica 18 marzo il culto è stato presieduto dal past. R. Bertalot, occasionalmente presente a Venezia. Il
11 tempio era straordinariamente affollato (circa 140 persone), perché al culto hanno partecipato una novantina di
cattolici, fra i quali i soci del Segretariato Attività Ecumeniche che in quei
giorni erano riuniti in convegno a Venezia. La colletta è stata fatta per il fondo
di ricostruzione e di riconciliazione in
Indocina ed è stata mandata al Consiglio Ecumenico delle Chiese tramite la
Federazione delle Chiese Evangeliche
in Italia.
^ In base al nuovo regolamento del
Smodo la nostra comunità valdese è
fra quelle che hanno il diritto di mandare al Sinodo un proprio deputato alternandosi con una comunità viciniore,
che nel nostro caso e a questo proposito è quella di Trieste.'Questa, d’accordo
con la Commissione Distrettuale, ha
dato a noi la precedenza e quindi TAssemblea che convocheremo entro maggio dovrà eleggere, oltre al delegato
alla Conferenza Distrettuale (che quest’anno si terrà a Zurigo in giugno) anche quello al Sinodo. ^ ^
La vita integrata delle due comunità,
metodista e valdese, prosegue armonica
sa; a Venezia i culti sono tenuti solitamente nella chiesa valdese di Palazzo
Cavagnis; durante la Settimana Santa
il culto serale del Giovedì, alle 18,30,
con celebrazione della Santa Cena,’ si
terrà nella chiesa metodista del Sottoportico del Cavalletto.
Agostino Garufi
trovarci insieme, in questo nostro
esprimere noi stessi gli uni verso gli
altri, in questo comunicarci la nostra
gioia di figli di Dio sussiste indelebile
un rinnovato senso di riconoscenza al
Signore della Chiesa, che ci vuole « liberi, e pur sempre fedeli ».
Un lutto
Non vi possono essere tra i credenti
categorie diverse di persone. Tutti hanno pari diritto e pari dignità, come
tutti sono uguali davanti al loro unico
Signore. E la morte ci dà una dimensione quanto mai esatta di questa
uguaglianza. Muore il ricco come il povero, muore il potente come il soggiogato, muore il giovane come il vecchio. Ma di fronte ad una credente
che muore alla veneranda età di circa 97 anni si prova qualcosa di diverso tanto più quando questa sorella
rappresentava il simbolo vivente di
una comunità come è quella di Coazze.
Marianna Rosa Brusin non è più tra
noi. Colei che era tra le prime nate
nella nascente comunità di Coazze nel
lontano 1876, epoca che registra le prime presenze evangeliche in questo cornune, è stata chiamata dal Signore a
vita eterna.
E qui abbiamo il senso della presenza di una credente. Tutta una vita
ben lunga, « sazia di giorni » ha avuto
la costante riflessione nei propri atti
e nelle proprie decisioni, alla parola liberatrice e di vita che è l’Evangelo della resurrezione di Gesù Cristo, la «primizia di quelli che dormono » e poi di
tutti noi credenti. Quella presenza e
la fede che quella presenza esprimeva
in Coazze era un punto di riferimento
molte volte, purtroppo, di oppressione
e di persecuzione da parte di chi non
condivideva il principio evangelico
professato da lei c ome dagli altri membri di questa comunità. Fino a quando le poche forze residue glielo hanno
concesso, zia Mai ianna non è mai
mancata al culto. E quando non le è
stato più possibili essere insieme con
gli altri fratelli delia comunità per lei
è stata la fine.
Marianna Rosa Brusin può essere
considerata paraleola della comunità
di Coazze, come dei resto di qualsiasi
altra nostra comunità. Una comunità
sorta non in funzione polemica o di
denuncia sterile, m.r che offriva alla
sua generazione ,1 puro evangelo di
Cristo come unica alternativa valida e
sicura. Circa quattro generazioni di
credenti fortemente determinati da
una educazione eiangelica del Risveglio — quel periodo che ha segnato
una presa di coscienza radicale di incarnare in opere ed istituzioni assistenziali di ogni genere il contenuto
dell’Evangelo del Regno — se ne vanno lasciandosi dietro le ancora valide
testimonianze delle proprie scelte e
delle proprie decisioni. Ella è però anche parabola di una concezione di
Chiesa, e non solo di quella evangelica, ma anche di tutta la chiesa cristiana in genere, che lentamente scompare lasciandosi dietro istituzioni, apparati teologici, struttuìc che vanno riguardati, vagliati di nuovo da parte
di chi rimane, in vista di una ripresa
di consapevolezza del nostro essere
testimoni autentici di Cristo nella nostra generazione.
Arno Rutigliano
SAMPIERDARENA e SESTRI: visite e dibattiti;
per definire i rapporti con lo Stato
l’assemblea chiede le intese
Visita da Oregina: Agostino Zerbinati e Eranco sono venuti a visitarci domenica 25 marzo; il fratello Agostino
ha predicato al culto del mattino a
Sampierdarena e Sestri: messaggio ricco di fede e che ha toccato l’impegno
del credente nell’essere facitore di pace nel mondo: questa missione costa
per chi vuol portare nel cuore e nel
mondo la Pace di Cristo e comporta
talvolta rotture, lacerazioni interiori,
poiché la via di Cristo è la via della
croce. Le due comunità hanno accolto
con gioia la delegazione di Oregina nella fiducia di un ulteriore incontro con
un gruppo della chiesa e nello spirito
dei contatti che le comunità evangeliche cercano di esprimere con fratelli
e sorelle che lottano per l’onore di
Cristo.
Da Cinisello Balsamo è venuto Giorgio Bouchard che ha predicato a Genova al mattino del 25, la sera del sabato ha discusso con un folto gruppo
di Qregina il problema dell’opera di
Cinisello ed ha tenuto la conferenza
sul Valdismo medioevale nel pomeriggio a Sampiedarena con spunti preziosi per l’ora presente. La colletta è stata destinata per l’opera di Cinisello.
Un grazie di cuore ad Agostino Zerbinati e a Giorgio Bouchard per la loro
visita.
Il clima del XVII febbraio s’è vissuto con uno spirito di estrema semplicità: culto con Santa Cena ed un’agape fraterna con cena al sacco il sabato
25 febbraio; molto canto, comunione
fraterna preziosa per chi vive nella
diaspora. Un grazie a chi ha contribuito per la preparazione.
Ringraziamo i predicatori che hanno
annunziato l’Evangelo in questo periodo: Carlo Baiardi, Paolo Marauda, Alfredo Scorsonelli,
Memento: il nostro bazar di beneficenza si terrà il sabato 5 maggio: ogni
offerta o partecipazione personale è
benvenuta.
Recentemente è stato celebrato il ser
vizio funebre di Caterina Avvenente,
ricordata con affetto da tutta la comunità; alla famiglia la nostra fraterna
simpatia.
SESTRI: La comunità metodista ha
preso parte di recente al Consiglio di
Circuito a Savona, presieduto dal capocircuito dr. Franco Becchino; il Consiglio ha esaminato la vita delle comunità liguri e del Basso Piemonte;
qua e là dei segni di ripresa, di impegno nel settore della testimonianza, dei
contatti con gruppi del dissenso; si è
parlato del problema del battesimo
messo sul tappeto dalla comunità di
Savona; s’è pure parlato del problema
dell’autonomia dei circuiti nonché dell’opera sociale di San Marzano per la
quale è previsto un direttore laico.
L’accoglienza di Savona è stata molto
affettuosa con un’agape preparata con
molta cura.
Il Consiglio di Sestri ha tenuto tma
seduta in vista del Consiglio di Circuito, nominando la delegazione nelle persone di Marcello e Renata Rizzi. Si è
pure parlato dell’incontro delle due
comunità di Sestri e Sampierdarena
per la discussione del problema delle
sui culti ammessi.
L’incontro sulle leggi sui culti ammessi s’è tenuto a Sampierdarena sabato 5 aprile ed ha deciso di accettare
la terza proposta della commissione
che prevede le Intese, riservandosi di
discutere ulteriormente i vari punti
sabato 28 aprile alle ore 16,30 nella
chiesa di Sestri.
Nel mese di febbraio è deceduto Domenico Muratore; il servizio è stato
presieduto dal Pastore Massimo Romeo al quale esprimiamo la nostra riconoscenza ed alla famiglia la nostra
affettuosa simpatia.
La comunità ha rivisto con gioia il
Pastore Alfredo Scorsonelli in occasione della sua recente visita per i turni
di predicazione.
Gustavo Bouchard
SANREMO: abrogazione, sì, ma con le intese
che garantiscano i diritti acquisiti
Domenica 8 aprile l’assemblea della
chiesa di SANREMO ha dibattuto la
questione dell’abrogazione dei culti
ammessi e delle sue conseguenze. L’assemblea ha optato per la terza delle
soluzioni proposte dalla Commissione
di studio, esprimendo l’intendimento
che l’abrogazione, mediante intesa, delle vigenti leggi sui culti ammessi vada
unita a una nuova regolamentazione,
ancora mediante intese, nella quale
siano conservati i diritti acquisiti, compreso il riconoscimento del matrimonio religioso con validità civile.
La sera dell’ll aprile, nella bella sala Hanbury di ALASSIO il past. Ernesto Ayassot ha tenuto l’annunciata conferenza sul Centenario Valdese. Peccato che la partecipazione sia stata, malgrado la pubblicità, inferiore alle aspettative; magra consolazione, quella di
sapere che ad altre conferenze il pubblico è ancora meno numeroso... Grazie, comunque, all’ospite gradito per
la sua interessante presentazione.
Personalia
I coniugi Emma e Giordano Bensì,
fraternamente festeggiati dal Gruppo
di Latina (ove si sono trasferiti, in via
dei Siculi) hanno celebrato le loro
« Nozze d’oro » l’8 aprile scorso. I nostri più cordiali rallegramenti e auguri.
•k ie -k
Franco e Giovanna Calvetti hanno
ottenuto con ottima votazione il diploma di Letteratura presso la Facoltà di
Lettere dell’Università di Parigi. Alla
coppia, che continua la sua opera educativa a Casablanca, le nostre fraterne
congratulazioni.
Un numero della rubrica televisiva ’’Protestantesimo”
Un'occasione trascurata!
Al principio di aprile era riunito a
Roma un gruppo internazionale di responsabili, per la riunione annuale del
Comitato consultivo della missione urbana e in ambiente industriale, organo del CEC. In quell’occasione tre di
questi responsabili — un giapponese,
un kenyano e un argentino — sono stati ospiti della rubrica televisiva « Protestantesimo », negli studi tv. di Roma. Tecnicamente, è stato arduo far
dialogare in diretta davanti alle telecamere persone che non parlano l’italiano; ma diversi hanno anche avvertito forti riserve sul contenuto stesso
della teletrasmissione, e pubblichiamo
qui quelle che uno spettatore ci ha
espresso. red.
Giovedì sera, 5 aprile, durante il prezioso "sudato” quarto d’ora che la TV
ci concede settimanalmente mandando in onda la Rubrica “Protestantesimo”, ascoltando argomentazioni e discussioni della Tavola rotonda evangelica sulle situazioni economiche e
sociali dei diversi Paesi rappresentati,
mi venivano con insistenza alla mente le parole di Gesù: « lascia i morti
seppellire t propri morti ma tu va ad
annunziare il regno di Dio ».
PISA: scuola serale
La scuola serale continua regolarmente l’attività di lavoro con un gruppo di amici, che
continuano ad essere numerosi, e per i quali
si avvicina ormai il momento degli esami. La
esperienza del nostro lavoro di scuola serale
è stata brevemente riferita anche nella rubrica
televisiva « Protestantesimo » di giovedì 29
marzo, come uno dei modi in eui comunità
evangeliche cercano di svolgere la loro azione
di testimonianza nella città.
Con questo non voglio affermare che
il credente non deve essere sensibile
ai dolori materiali nei quali versa il
proprio fratello. Se è veramente convertito non può non sentire dolore e
responsabilità per le ingiustizie umane e le dure prove che i propri simili
tristemente sperimentano nella vita;
ma dimenticare completamente il dovere primario che noi abbiamo che è
quello di portare l’annuncio e la conoscenza dell’amore di Cristo a tutte le
creature per parlare soltanto di ciò
che non è il primo specifico nostro dovere, mi pare assolutamente inaccettabile.
Perché adoperarsi soltanto « per il
cibo che perisce » e non sfruttare quei
pochi minuti che la televisione ci dà
per dare il buon annunzio della Salvezza ai cuori degli uomini che aspettano una Parola di Vita Eterna perché Cristo e la sua legge sono sconosciuti e banditi dal cuore dell’uomo?
« Adoperiamoci prima per il cibo che
dura in vita eterna » e solo allora noi
daremo al cuore dell’uomo dignità,
giustizia ed amore.
Mi ha colpito, infine, l'argomento
specioso che lo stesso moderatore
A. Comba ha voluto e dovuto sostenere accorgendosi forse che nella trasmissione si era andati eccessivamente oltre quello che è il nostro mandato, dicendo che Cristo è venuto nel
mondo e si è incarnato proprio per
questo, per conoscere e combattere i
mali sociali, politici e umani che vi
erano nel suo tempo.
Non è esatto tutto questo! Cristo è
venuto in terra per compiere la nostra salvezza prendendo l’umana natura, per espiare il nostro peccato pagando col suo sangue per noi. È venu
to anche per darci l’esempio di vivere il suo insegnamento nelle più difficili occasioni della vita, ma ha guardato sempre e prima i bisogni spirituali
del cuore umano invitandoci ad una
vita di impegno personale di amore
e di servizio verso il prossimo.
Abbiamo tanto atteso il giorno nel
quale anche dalla televisione Cristo sarebbe stato annunziato ma oggi ci accorgiamo che i ricorrenti problemi
umani che noi non possiamo risolvevere, stanno prendendo il posto dell'annunzio dell'Evangelo che è « Potenza di Dio per la salvezza di ogni credente ». E. Santilli, pastore
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiid
Doni prò Eco-Luce
Lorenza Vannuccini, Siena 1.500; Vincenzo
Paraci, Caltanisetta 500; Giovanni Morello,
Svezia 1.000; Rita Koudijs, Saranno 1.500;
Guido Fantino, Cumìana 800; Linda Scaccioni, Luserna S. Giovanni 1.500; Luigi Peyronel, Luserna S. Giovanni 1.500; Anna Illy,
Trieste 1.500; Alida Monticelli, Alessandria
500; Lina Miegge, Reggio Emilia 3.500; Adelaide Tria, Como 1.000; Livio Gabello, Luserna S. Giovanni 1.500; Bartolomeo Coisson,
Angrogna 1.000; Attilio Poet, Perrero 500;
Salvatore Salerno, Bergamo 500; Bianca Fonio, Cannerò 1.500; Giovanni Pietro Peyrot,
Pomaretto 500; Filiberto Pastre, Pomaretto
100; Chiesa Valdese, Pomaretto 10.000; Umberto Beltrami, Segrete 1.500; Marco Tullio
Fiorio, Napoli 5.000; Casa Balneare Valdese,
Borgio Verezzi 1.500; Bruno Spini, Firenze
500; Alfonso Bleynat, Pomaretto 500; Lidia
Menegatti, Oppeano 1.500; Giovanni Bacchi,
Venezia 500; Aldo Frache, Frali 500.
Grazie! (continua)
6
pag. 6
I NOSTRI GIORNI
N. 16 — 20 aprile 1973
Una denuncia del settimanale ’’L’Espresso”
n commeicio più odioso
Responsabilità italiane nelle esportazioni belliche
Di tanto in tanto qualche giornale, o
settimanale, o libro, denuncia all’opinione pubblica quello che si può definire uno dei più odiosi e sporchi mercati che esistano al mondo: quello
delle armi.
Questa volta è il settimanale « L'Espresso » (nel suo numero-colore dell’8 aprile scorso) a fare una circostanziale denuncia che riportiamo qui in
parte.
È una denuncia dalla quale risulta
che l’Italia, in netto contrasto sia colla Costituzione (art. 11: «L’Italia ripudia la guerra... come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali »...) sia colle dichiarazioni « pacifiste » dei suoi attuali dirigenti, sia
in dispregio della Dichiarazione dei
diritti deU’Uomo, si trova in « prima
linea» (l’espressione è appropriata!)
nel commercio delle armi.
Ma in questa situazione, già di per
sé molto grave, si inserisce un elemento ancor più detestabile e vale a dire
l’assoluta indifferenza sulla loro utilizzazione. Mario Scialoja, l’autore del
servizio in oggetto, testualmente dice:
« L’Europa (che si trova al secondo
posto, dopo gli U.S.A. e prima dell’Unione sovietica, nel fatturato medio di esportazioni di armi) è una
grande bottega sputafuoco che serve
soltanto chi paga. Per i paesi europei,
le vendite d'armi sono un semplice affare commerciale: non si preoccupano
di sapere come verranno utilizzati gli
aerei e i cannoni venduti, ma di sostenere la propria produzione industriale».
Per quanto concerne in modo particolare l’Italia, come ben si sa e come
ripetutamente è già stato fatto notare
su questo settimanale, tutto ciò che riguarda armi, bilanci militari, forze armate, ecc. è top secret e le notizie filtrano con difficoltà e parsimonia. Sappiamo però che, per poter esportare
armi si deve passare attraverso ad una
fitta rete di controlli e di autorizzazioni che vanno dal ministro del commercio estero a quello delle finanze, da
quello dell’interno a quello degli esteri,
di modo che quasi tutto il governo viene coinvolto in ogni contratto di vendita d’armi. Ecco perché possiamo denunciare senza tema di smentite le gravissime responsabilità deH’attuale classe politica dirigente (né peraltro ci illudiamo che, mutando l’attuale traballante governo mutino le cose al riguardo tanto più gravi in quanto — come
fa notare il suddetto giornalista — si
tratta di autorizzazioni e controlli praticamente fatti e concessi prò forma,
« per vendite già decise dallo stato
maggiore e soprattutto dagli industriali »).
Vediamo ora più da vicino in qual
misura la nazione in cui viviamo è coinvolta in quest’attività di « consumo ».
Intanto si può premettere che essa —
con un fatturato di circa 400 miliardi
annui — si trova al terzo posto europeo nell’esportazione delle armi ed al
quinto posto a livello mondiale (anche
se occupa solo il nono come Stato industriale). In armi da fuoco vere e proprie, l’Italia esporta in una trentina di
Stati una media di 70 miliardi. Il resto
è costituito dall’esportazione in campo aeronautico (Agusta, Aeritalia,
Fiat, Macchi, Piaggio), neirelettronica
(Selenia, Galileo, S. Marco ed altre con
radar, apparecchiature per telecomandi, centrali elettroniche di tiro, sistemi
ottici, ecc.), in mezzi navali (Italcantieri. Grandi Motori, Whitehead/Fiat), in
mezzi meccanizzati (Fiat-Lancia-OM e
Alfa Romeo). Secondo quanto riferisce
Scialoja, recentemente imo dei titolari
di una fabbrica di sommergibili tascabili ha dichiarato che « finalmente le
autorità governative ora cominciano ad
aiutarci ».
La recente svolta conservatrice pare
abbia ancor di più incoraggiato la politica di « aiuto » alle esportazioni belliche: « In tale linea rientra la vendita,
ancora segreta, al Sudafrica di un centinaio di aerei caccia MB 326K della
Macchi, armati di missili ». Inoltre, (e
qui viene prospettata l’ipotesi collegata
ad accordi petroliferi) sono stati venduti alla Libia cento carri cingolati
AM 113 e 12 cannoni semoventi M 109
della OTO.
Il caso più clamoroso, e cioè quello
dianzi accennato della Repubblica su
dustriale » che segue, né più né meno,
la stessa « logica » di sviluppo di una
qualsiasi altra azienda.
Colla differenza che in tal modo si
corre verso un uso sempre più indiscriminato e frequente di un « bene di
consumo » attualmente fra i più insultanti — e fatali — per il mondo del
sottosviluppo.
Roberto Peyrot
Chi fa le spese della guerra da pesca?
Valorizzare un colossale
giacimento di ferro in Siberia
H I paesi socialisti membri del COMECON
hanno deciso di valorizzare il giacimento
di minerale di ferro costituito dalla cosidetta
« anomalia magnetica di Kursk ». Questo giacimento, cosi chiamato perché fa impazzire le
bussole, si estende per 200.000 kmq, contiene
un terzo delle riserve ferrose totali del pianeta
e può fornire durante quindicimila anni un
minerale ad alto valore (68%) per la produzione di 250 milioni di tonnellate all’anno.
Come prima tappa, è prevista im’acciaieria di
10 milioni di tonnellate di capacità annua e
la deviazione di tre grandi fiumi per l’alimentazione idrica.
Direttore responsabile: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
dafricana, ha lunghi preoedentii infatti
l’Italia, senza badare all’embargo deciso dall’ONU, embargo al quale essa
aveva aderito, già prima aveva ceduto,
coll’Aermacchi, 66 caccia nonché la licenza per produrne altri 234. Si tratta
di mezzi ipocritamente definiti « da addestramento » mentre sono in realtà
destinati e armati per l’antiguerriglia
contro i movimenti di resistenza e di
liberazione popolare da un regime razzista e colonialista che sfrutta e tiene
in condizioni di schiavitù milioni di
persone, ree non tanto di avere la pelle nera, quanto di essere nate in un
paese fra i più « ricchi » del mondo.
Vendite analoghe vengono effettuate
al Portogallo in funzione repressiva
nelle colonie africane dell’Angola, della
Guinea Bissao e del Mozambico (aerei
Fiat 91, elicotteri Agusta, obici OTO e
apparecchiature eiettroniche Selenia),
alla Rhodesia (aerei Macchi) e ad altri
Stati africani e sudamericani.
Ma lo Stato italiano non ha esitato
addirittura anche a finanziare in misura sempre crescente l’industria privata
bellica. Si può citare ad esempio POTO "
e la Selenia (partecipaz. IRI), l’Aeritalia che è metà Fiat e metà IRI; l’.Augusta che è sovvenzionata dall’EFIM. Anche da noi, in sostanza, si è venuto affermando un complesso « militare-in
In Norvegia
Conferenza di appoggio
alle vittime
del colonialismo e
dell’apartheid
Dal 9 al 14 aprile è riunita a Oslo una Conferenza di appoggio alle vittime del colonialismo e delVapartheid, organizzata dall’OUA
(Organizzazione per l’unità africana), dalrONU e dalla Norvegia. Partecipano i rappresentanti di una sessantina di nazioni e di
organizzazioni; a parte i paesi nordici, soltanto l’Austria e la Turchia sono rappresentate,
fra i paesi occidentali e il governo norvegese
ha espresso il rincrescimento, in particolare,
che non partecipino la Francia, la Gran Bretagna e gli USA; i governi di queste nazioni
hanno dichiarato che la Conferenza non sarà
imparziale, non essendo stati invitati i due
paesi implicitamente attaccati, il Sud-Africa
e il Portogallo. Pare ohe l’OUA, chiedendo
che la Conferenza si tenesse in Norvegia, abbia voluto scegliere un paese membro della
NATO per attirare l’attenzione sulle responsabilità dell’alleanza atlantica nella politica
coloniale portoghese.
Forse i lettori avranno notato che fra le
nostre notizie brevi abbiamo spesso registrato
la battaglia delle giovani nazioni per estendere
le acque territoriali vietate alla pesca straniera. Ha fatto particolarmente rumore la battaglia dell Islanda (la "guerra dei merluzzi",)
tanto più che Ut pesca costituisce l’elemento
essenziale della sua economia; ma vari altri
paesi, soprattutto africani, hanno anch’essi
esteso le loro acque territoriali (non vi è a
tutt’oggi una legislazione internazionale al riguardo, e anche gli appelli alla Corte internazionale di giustizia deir Aja non hanno finora
portato a grandi risultati), compromettendo
ovviamente in modo serio l’attività peschereccia di altre ruizioni, che è assai meno redditizia in alto mare, almeno in vaste zone. D’altra parte si capisce perfettamente la decisione
delle giovani nazioni che non solo tendono a
evitare che parte cospicua delle loro ricchezze
naturali siano sfruttate da altri, ma anche a
impedire che una pesca intensiva e indiscriminata minacci la debita riproduzione del patrimonio ittico.
Questa giusta rivendicazione nazionale ha
naturalmente riflessi sulle economie dei paesi
che sin qui sfruttavano le acque pescose ora
vietate, fra i quali l’Italia; di questi riflessi,
come sempre, sono sopratutto alcuni a soffrire. Riportiamo, al riguardo, questa notizia
letta su ’’L’Espresso":
« Gli armatori italiani (Amoruso e Veggiosa
di Bari, la Speat di San Benedetto del Tronto,
la lali di Palermo), proprietari della flotta da
pesca oceanica, sono in difficoltà. Da quando
Mauritania, Senegai e Sahara spagnolo, i tre
paesi dell’Africa occidentale con le coste ricchissime di tutte le varietà di pesce, hanno
improvvisamente posto il divieto di pesca entro
il limite di trenta miglia dalle loro coste, i
pescherecci italiani hanno cominciato a tornare alla base con raccolti sempre più magri.
Così, vista l’impossibilità di trovare nuove zone di pesca facilmente raggiungibili nello
Atlantico, gli armatori hanno cominciato a
vendere le navi (soprattutto agli svedesi e ai
norvegesi) o a metterle in disarmo.
« Fino a due anni fa le navi da pesca attive, tutte costruite con i contributi Imi (300,
400 milioni per unità) e dello Stato (100, 150
milioni per unità), erano 85. Oggi si sono ridotte ad una settantina. E di conseguenza si
pesca sempre meno pesce. In un solo anno si
è infatti scesi dalle 65 mila tonnellate del
1971 (corrispondenti ad un giro d'aifari pari
a 25 miliardi di lire) alle 50 mila del '72. Per
far fronte a questa diminuzione del pesce pescato dalla nostra flotta, si sono dovute aumentare le importazioni, con un aggravio per
la bilancia commerciale italiana di 120 miliardi di lire e con un sensibile aumento nel prezzo del pesce ».
La dura lotta per la libertà d’opinione
e della cnitnra nell’DRSS
nord - sud - est - ovest
I Per la prima volta nel mondo, pare, nella
prigione-scuola di Forlì viene sperimentata una nuova tecnica pedagogica ricca di
promesse sul piano educativo come su quello
sociale : si tratta di un Corso di cultura cinetelevisiva, tenuto dal regista e critico Josè
Pantieri, assistito dal sociologo Lamberto Caravini. Al corso, iniziato a fine gennaio, partecipano una trentina di detenuti.
I Secondo dati forniti dall’UCSEI (Ufficio
Centrale Studenti Esteri in Italia) gli
studenti stranieri che studiano in Italia durante l’ultimo anno accademico erano 38.161,
con un incremento di 2.980 rispetto al 19691970.
L’aumento più forte riguarda i giovani provenienti dai paesi europei (2.081 studenti in
più), seguito da un leggero aumento degli studenti africani (277) ed asiatici (139). Per gli
studenti nordamericani, latino-americani ed
oceanici, si è registrata invece una tendenza
inversa.
H II MPLA (Movimento popolare di liberazione dell’Angola) ha comunicato da
Brazzaville che sono in corso combattimenti
fra nazionalisti e portoghesi aeW'enclave di
Cabinda, un ristretto territorio ’’portoghese”
siutato fra la Repubblica popolare del Congo
e lo Zaire, a nord del fiume Kinshasa (Congo).
Quando fosse ’’liberato”, di chi sarebbe, dato
che non fa evidentemente parte del territorio
angolano?
I La Repubblica popolare cinese ha deciso
dì mettere a disposizione del Mali (Africa
equatoriale), per due anni, un’équipe di quaranta medici; l’accordo è stato firmato a Bamako.
I II Partito Comunista Albanese ha emanato disposizioni in base alle quali tutti
gli attori devono tagliarsi i capelli; è vietato
loro presentarsi agli spettacoli con i capelli
lunghi che « offendono la serietà del pubblico
operaio socialista ».
Mosca (AP) - La polizia segreta sovietica,
impegnata nella lotta di dissidenti, si è interessata per la prima volta direttamente ad
Andrei Sakharov, il noto fisico nucleare che
è uno dei maggiori esponenti del « Movimento per i diritti civili » in URSS.
La notizia che Sakharov era stato convocato
al quartier generale cc KGB » ha suscitato sensazioni fra gli esponenti della dissidenza e fra
gli osservatori occidentali, per la notorietà del
personaggio.
Finora l’uomo che è considerato come il
a padre » della bomba H sovietica e gode di
grande notorietà sia in patria che all’estero
era stato trattato con prudenza dalle autorità
di polizia nonostante da tempo, con i discorsi
e con gli scritti, si fosse messo in evidenza
come uno dei più pungenti critici della politica del Cremlino.
Ma adesso, evidentemente, il regime e la
polizia segreta hanno perso la pazienza. Secondo fonti clandestine il motivo della convocazione dello scienziato cinquantaduenne è
stata una lettera con la quale Sakharov e sua
moglie si erano recentemente offerti di garantire la cauzione per un matematico arrestato in setembre.
Tuttavia, la « conversazione » si è presto
ampliata alle attività personali di Sakharov,
che come si sa è uno dei fondatori del comi
« RICORDATEVI
DEGLI AN’UCHI
PROFETI! »
■jl^ Qualcuno ha
detto: « Quando 2
uomini stanno' ferocemente contendendo, e uno dei due è riuscito a mettere il piede sul collo dell'altro, è ipocrita e inumano dire ai due: “RiconcìliatevU!" ». Ebbene, noi non sappiamo
Se Israele, nella sua ferocissima guerra contro i palestinesi, sia effettivamente riuscito a mettere il piede sul
collo di questi, ma temiamo seriamente che, col passar del tempo, vi riesca.
Ed allora ci ripugna di citare chi dice: « Riconciliatevi! » Riteniamo più
umano, diremmo anzi più evangelico,
citare ancora una volta Nahum Goldmann, il presidente del Congresso
Ebraico Mondiale, il quale, nella seconda parte del discorso di cui nell’art. da noi pubblicato nel n. preced.
(del 13.4.’73) di questo settimanale
(« Un ebreo parla agli ebrei », cfr. « Le
Nouvel Observateur » del 2-8.4.’73), si
esprime come segue.
«Nei rapporti internazionali, una
presa di posizione isolazionista e la limitazione della nostra politica alla sola difesa delle rivendicazioni ebraiche,
ci alieneranno gli elementi progressisti di tutto il mondo, elementi che cominciano già a lamentarsi del nostro
egoismo collettivo e della nostra indifferenza verso le grandi lotte sociali in
corso. Forse il compito primordiale
per il giudaismo, oggi e a lunga scadenza, dev’esser quello di ravvedersi '
e d’identificarsi nuovamente con le minoranze oppresse (religiose, sociali e
politiche), di prendere parte in modo
più decisivo alle lotte di tali minoranze, e di sostenere gli sforzi tendenti a
creare un mondo migliore. Fra le due
guerre mondiali, noi siamo stati gli
iniziatori d’un blocco di minoranze in
Europa occidentale, il cui fine era il
riconoscimento di tutte le minoranze
politiche; ma il nazismo, cui si convertirono le minoranze tedesche, distrusse quel blocco così come distrusse
molte altre cose. E necessario, a mio
parere, chiedersi se non sia giunto il
tempo, per il giudaismo mondiale, di
prender l'iniziativa di creare un nuovo comitato di minoranze, per la difesa dei diritti culturali, dato che, nello stato attuale della politica mondiale, è praticamente impossibile ottenere che siano rispettati i diritti delle
minoranze politiche!
Occorre sottolineare che vi sono na
Echi della settimana
a cura di Tullio Viola
N. 175 - 8/7/1960
Coop. Tip. Subalpinst ■ Torre Pellice (Torino)
* Nel testo : « changer de position », termine
che ci sembra corrispondere all’evangelico
« metanoeìte » (Matteo 3: 2, ecc.).
turalmente delle differenze d’interessi
fra lo Stato d’Israele e la Diaspora
ebraica. Ogni Stato moderno, basato
su quello che Benedetto Croce ha chiamato il “sacro egoismo" dello Stato,
quindi (a più forte ragione) Israele
minacciato da vicini ostili e molto
preoccupato per la propria sicurezza
fino al giorno in cui non avrà ottenuta una vera pace, ha il diritto d’esser
più egoista del popolo ebreo nella dispersione. Con tutta la solidarietà che
la Diaspora ebraica ha il dovere di
manifestare ad Israele, solidarietà che
è la condizione “sine qua non” della
sopravvivenza (tanto d’Israele quanto
della Diaspora), la Diaspora non deve
identificarsi nelle proprie prese di posizione, sempre ed in modo assoluto,
con gli atteggiamenti israeliani, i quali sono spesso motivati dalle dure necessità e non dalla buona volontà. Per
es. si può comprendere che Israele (di
cui gli Stati Uniti sono il solo grande
appoggio nel mondo non ebreo) abbia
esitato a protestare contro la guerra
del Vietnam: ma questo non significa
affatto che la Diaspora debba seguire
Israele, cioè che essa non abbia potuto prendere una diversa posizione.
A lungo andare, una tale identificazione cieca con tutte le posizioni tattiche d’Israele, finirà per nuocere ad
Israele stesso, perché essa rischierà dì
alienare ad Israele l’appoggio del mondo progressista, la cui importanza fu
determinante ai tempi della lotta politica per la creazione dello Stato, come lo è ancor oggi ed in misura notevole. Io credo che i dirigenti d’Israele
comprenderanno la necessità di questa
differenza, differenza di sfumature ma
spesso differenza di posizione, nel campo delle lotte in favore dei grandi ideali sociali e morali, e per la difesa delle minoranze perseguitate.
Quando la pace nel M. Oriente sarà
ristabilita, io sono sicuro che Israele
non soltanto comprenderà questa differenza di posizione della Diaspora,
ma forse prenderà la “leadership" in
una nuova politica ebrea che ritornerà
alla propria tradizione secolare basata
su una sintesi completa degl’ideali nazionali dell’ebraismo e degl'ideali universali, di cui i profeti furono fra i
primi, e certamente i più decisi, ispiratori e difensori ».
Anche questa seconda parte del discorso del Goldmann non può esser
accettata senza riserva. Ma qui do
vremmo formulare
delle obiezioni ancor più gravi e non
più soltanto dal
punto di vista storicistico. Per es. conte credenti in Gesù Cristo respingiarno il razionalismo materialista, teorizzato nella giustificazione del « sacro
egoismo » dello Stato, perché questo
razionalismo offende, nelle nostre coscienze, il mistero de,'la Provvidenza
divina. Così pure la « sintesi completa
degl ideali nazionali dell’ebraismo e
degl ideali universali » non può esser
intesa nel senso del Goldmann, a meno che questi non riesca prima a spiegarci, a suo modo e fino in fondo, j1
pensiero dell’apostolo Paolo sull’argomento (v. Rom. 11).
FASCISMO SPAGNOLO
■à- « Il governo spagnolo ha obbligato 1166 assistenti universitari a prestare giuramento di fedeltà al generalissimo Francesco Franco e a tutto ciò
che questi rappresenta, in una solenne
cerimonia con Bibbia, crocifissi e ceri
tenuta nel teatro reale di Madrid. La
cerimonia pubblica di sabato 31.3 è
stata il prezzo richiesto dal Ministro
dell’Educazione Josè Villar Palasi (che
teneva la presidenza insieme ai rettori di tutte le università spagnole) per
assicurare agli assistenti universitari
un impegno per tutta la vita e per garantire uno stipendio annuale e continuo. Nel prestare giuramento, gli assistenti son diventati un nuovo corpo
docente formalmente integrato nel sistema politico e responsabile del sostegno dell’ideologia e delle leggi del generale Franco, sia all’interno che al difuori dell’Università.
Malgrado precedenti espressioni di
disappunto nei confronti della cerimonia, definita come “umiliazione pubblica", “coercizione psicologica" e “fascista”, gli assistenti andarono avanti col
rituale, senza maggiori proteste. Coi
loro variopinti copricapi accademici e
toghe, essi salirono uno dopo l’altro
sul palcoscenico e, inginocchiatisi davanti ai simboli cattolico-romani giurarono sottomissione al capo dello Stato, alle sue “leggi fondamentali" e ai
principi del suo monolitico movimento nazionale, il solo partito politico
legale del paese.
Fino ad ora, soltanto i professori ordinari e i professori associati avevano
un impiego fisso e uno stipendio annuale garantito. Anch’essi avevano prestato il giuramento (come devono fare
tutti gl’impiegati pubblici in Spagna),
ma in privato, semplicemente firmando un modulo stampato ».
(Dall’« Herald Tribune » del 3.4.’73).
tato sovietico per la difesa dei diritti umani,
non riconosciuto ufficialmente, e che ha comunicato recentemente a giornalisti occidentali
il testo di una carta dei diritti per FUnione
Sovietica. Sakharov aveva anche sollecilato
varie volte un nuovo orientamento nella politica estera ed economica del paese.
Secondo le fonti dei dissidenti, i funzionari
della « KGB » hanno dichiarato a Sakharov
che egli non è « moralmente sano » e che le
sue attività nel comitato per i diritti umani
costituiscono una « diffamazione » per il regime sovietico. Più semplicemente, Sakharov.
secondo la polizia segreta, « diffama » rfiRSS
perché agendo in difesa dei diritti civili fa
indirettamente capire che questi diritti non
sono rispettati dal regime. I funzionari della
polizia segreta hanno anche rimproverato Sakharov per aver concesso una intervista al seltimanale americano Newsiveek
Le critiche a Sacharov potrebbero sfociare
persino in una azione penale perché il reato
di « diffamazione » dello Stato sovietico è servito per processi ad altri dissidenti.
Il « giro di vite » contro Sakharov si inquadra nella intensificazione delle pressioiii
ufficiali verso la dissidenza verificatasi negli
ultimi mesi. Uno dei maggiori esponenti della
dissidenza, Pyotr Yakir, è stato arrestato in
giugno e si trova ancora in carcere. A un altro, Valéry Chalidze, uno dei fondatori del
movimento per i diritti umani, è stato :-ilirato
il passaporto mentre si trovava negli Stati
Uniti per una serie di conferenze e gli è stato
impedito così il ritorno in patria.
Ultimamente erano state esercitate pressioni anche su Sakharov. Due suoi figliastri
sono stati espulsi dalla scuola e il mese scorso lo scienziato è stato per la prima volta criticato pubblicamente dai giornali.
Un membro del Comitato
per i diritti dell'uomo
sottoposto a esame psichiatrico
Mosca (AFP) - Grigori Podyapolski , Ulì
geofisico moscovita membro del Comitato sovietico dei Diritti dell’uomo, ha ricevuto a\yiso di presentarsi per un esame psichiatrico
in un ospedale militare. G. Podyapolski, uno
dei rari membri ancora attivi del Comitato
fondato dal fisico Andrei Sakharov, ha quarantasette anni.
Convocato dall’autorità militare per un esame della sua situazione, è stato ricevuto da
un primo psichiatra, che l’ha inviato a un
altro collega. Questi l’ha visitato il 6 aprile
e gli ha detto di non trovare in lui nulla di
anormale. Assentatosi però un momento, rientrando comunicava al Podyapolski che avrebbe dovuto essere ancora ricoverato in ospedale per un esame prolungato, che durerebbe da
tre a sette giorni.
I diritti d'autore
non sono proprietà dello Stato
In una lettera aperta all’UNESCO, l’accademico sovietico Sakharov mette in guardia
l’opinione pubblica internazionale contro « gli
eccessi )> che potrebbe permettersi il Governo
sovietico nell’applicazione della convenzione dì
Ginevra sui diritti d’autore. La lettera aperta
firmata da sei membri del comitato dei diritti
dell’uomo, costituito tre anni fa dallo stesso
Sakharov, e distribuita a Mosca a giornalisti
stranieri, approva la decisione del Governo
sovietico ma avanza alcune riserve sull’utilizzazione che della convenzione farà il Cremlino.
« Gli Stati possono e devono proteggere i
diritti d’autore dei propri cittadini^ ma — affermano i firmatari della lettera — non hanno
diritto di appropriarsene. Nelle condizioni particolari del nostro Paese., la legge sul monopolio del commercio estero può essere applicata con rigore per limitare ed anche sopprimere
i diritti internazionali di autori sovietici. La
censura ideologica ed estetica è sempre stata
rigorosa nel nostro Paese. In questi ultimi nnni è divenuta sempre più arbitraria e severa.
Se questa censura avesse potuto avere un potere sui diritti internazionali la cultura russa
e mondiale sarebbero state private di numerose e meravigliose opere della Akhmatova, di
Pasternak, Solzhenitsin, Tvardovski Bek e numerosi altri scrittori compositori pittori., storici ecc. Non bisogna permettere che questa
ceìisura possa ora far sentire la propria azione
a livello internazionale basandosi sulla convenzione di Ginevra ».