1
Spstt.
^ ^ ^ ^ A
Ei’clio-3c^ »a-A-j
(Torino)
Torini I^atT'TCBÌ
DELLE mLLT VALDESI
Quindicina!e
della Chiesa Valdese
'* Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quoU ovete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXV <• Num. 24
Una capia L.
ABBONAlfENTI
i Eco: L. 700 per l’interno | Eco e La Luce; £. 1,200 per Fintemo Spediz. abb. postale 11 Groppo I TORRE PELLICE - 2 Dicembre 1955
/ L. 1200 per l’estero ( 1^00 per l’estero { Cambio d’indirizzo Lire 40,— | Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
Parla un testimone
Sören Kierkegaard nacque a Kopenhagen il 5 maggio l8l3; visse e
fu educato in un clima di severa religiosità e si iscrisse alla Facoltà di
teologia luterana. Nel 1840 si Umreava, ma non intraprese la carriera pastorale; approfondi gli studi filosofici a Berlino e si ritirò poi a Kopenhagen, tutto dedito ai suoi studi. La sua vita non offre dati di particolare rilievo, tranne tre episodi
che. esercitarono un’influenza decisiva su tutta la sua vita.
.-inzitutto il suo fidanzamento con
Regina Ohlsen, che egli amava profondamente, e che egli stesso ruppe,
per motivi che non sono mai stati
del tutto chiariti, e che continuò ad
amare in silenzio. Di questo fatto,
dì. cui il Kierkegaard parla con frasi
oscure, come ” di un gran terremoti- ”, ricollegandolo ad ” una scheggia nella carne ”, rimane in tutta
Popera dello scrittore ” il senso di
lilla minaccia oscura e inafferrabile ”.
Poi, va ricordata la polemica con
un giornale umoristico; Il Corsaro,
che molto lo amareggiò; ed infine
la polemica contro il teologo luterano Martensen. Kierkeganrd moriva
/'Il novembre 1855. Partito dalla
indagine filosofica, Kierkegaard
giunse alla meditazione religiosa ed
il suo pensigro ha. esercitato sulle
generàzìont posteriori uña ' nóievole
influenza che sembra aver raggiunto
oggi il suo culmine. La filo.sofia esistenzialista riconosce in lui uno dei
•■noi maestri, e, nel campo teologico,
il ” concetto di angoscia ” (un saggio in cui Kierkegaard afferma che
(( il sentimento del peccato si rivela
toxne la sola possibilità per cui Tuonïo possa congiungersi col suo Dio,
da cui è altrimenti separato da un
abisso invalicabile ») ha esercitato
una indubbia influenza determinante sugli sviluppi di alcune scuole
di teologia evangelica.
.Anche l’aspra polemica , ch’egli
condusse contro la chiesa luterana
di stato, la sua chiesa, ha un significato che va oltre i limiti del suo tempo. Quando Kierkegaard scrive l’articolo che scatena la bufera finale,
noi sentiamo che la sua polemica va
oltre le persone, ed investe tutta Ut
Chiesa e Ut validità della sua testimonianza. Poiché riportiamo qui
sotto due brani di questa polemica,
ci sia concesso di ricordarne i dati
di fatto.
Nel 1854 moriva il vescovo luterano Mynster e il teologo Martensen,
nell’elogio funebre definì il defunto
« testimone della Verità ». Quando,
Ululici mesi dopo, Martensen fu nominato successore del Mynster, Kierkegaard, che era nel frattempo rimasto chiuso in un cupo silenzio,
scrisse un articolo che diede l’avvio
ad una polemica per Ut quale Kierkegaard pubblicò una rivista: L’Ora,
su cui condusse la sua battaglia fin
che la morte non lo colse.
Punto di partenza: « Fu il vescovo Mynster un testimonio di verità?
uno dei veri testimoni di verità? E’
questa verità? ». Bastano questi interrogativi a dimostrare con quale
passione ‘ il Kierkegaard scendesse
in campo; il campo del disgraziato
elogio fùnebre (non ci sarebbe qualcosa dà imparare oggi ancora da
questo ; episodio?) si veniva singoUtrmenfe allargando, ed investiva ormài tl càmpo deÁla ’’’testimonianza ”, ih una Chiesa che aveva perso
il senso del Vangelo vivo; che confondeva la predica tradizionale ed
una determinata ortodossia, con fedeltà all’Evangelo; che dimenticava
che esser cristiani significa a camminare sulle orme di Cristo »; che predicava eleganti prediche sulla povertà, la solitudine, l’umiltà, l’accettazione di ogni miseria e disprezzo nel
nome di Cristo, ma accettava la posizione di Chiesa di Stato e considerava il ministero pastorale come una
carriera dove si dovesse guadagnare
come nelle altre e ’’far carriera ”
senza esclusione di colpi, lector.
V
Nella sua casa ,à
Colonia Valden^
(Uruguay), all’eti*
di 85 anni, ha teì*minato al sua corsa terrena LuiM
Jourdan, una d^le personalità più
note del mondo^laico del distretto
Rioplatense. Nato a Colonia Vaidense, giovanetto egli venne alle Valli
per seguire gli stttdi al Collegio Valdese di Torre Pollice; 12 anni egli
rimase nella terrasdei padri, per completarvi una for%asdone umanistica
che lo abilitasse all’insegnamento
pubblico. Fu ins^^ante al Liceo di
Colonia Valdense^ che diresse anche
per im breve peijodo, ed al Collegio della Chiesa 'Metodista in Montevideo. Ebbe ipaa Kiotevole parte
nell’attività del-, Concistoro della
Chiesa di Coloni!,'Vaidense durante
il ministero del j^astore Armand Ugon; le varie a^vità ecclesiastiche
del distretto ebbero in lui un collaboratore efficace «d apprezzato, nelle varie Commisiioni.
LUIGI JOURDAN
In modo particolare vide nel giornalismo un’attività di importanza
preponderante per la testimonianza
cristiana. Nel lontano 1903 troviamo
ii suo nome tra quelli delle persone
incaricate dalla Conferenza del Distretto Rioplatense di « occuparsi di
fondare un periodico valdese ». E
come era stato collaboratore della
« Union Val dense », così fu collaboratore del « Mensajero Valdetase »,
il periodico dei nostri fratelli del distretto Rioplatense. Nel 1928 e 1930
ritornò nelle Valli, per rinnovare i
suoi legami con la Chiesa Madre.
Ma la sua attività prediletta, quel
la che ha reso il suo nome popolare
nel distretto Rioplatense e nelle Valli, è quella da lui svolta fra i disseminati. Durante dodici anni egli
compì regolarmente un giro di visi
te e d’evangelizzazione fra i disseminati dell’Uruguay
e dell’Argentina
con i quali intratteneva una regolare corrispondenza ai fini di una
legolare attività evangelistica.
Colpito da cecità in questi ultimi anni della sua vita « Don Luis
diceva che il fatto di trovarsi privato
della vista aveva significato per lui
lui approfondimento della sua vita
spirituale ». In questa serena medi
tazione, la morte lo ha fermato il
12 settembre. rep.
Alla sua memoria inviamo un reverente omaggio ed esprimiamo la
profonda simpatia dell’Eco delle
Valli Valdesi, che lo ebbe suo corrispondente durante molti anni; alla
vedova, signora Margherita Griot, ai
figli: dottor Carlo, e Abele, pastore
metodista.
Red.
SIATE PERFETTI...
...Considera un ìdtro aspetto. Si
dice; ” E’ cattilo soldato quegli
che non pensa di divenir generale ” ■
Così dev’essere; ^ deve esserci vita, entusiasmo in ifn esercito, que'StO' priruApvo deéèlWhvnim’tutti: ” E’
cattivo soldato quegli che non spera
di divenir generale ”.
Altra cosa è ciò che l’esperienza,
di generazione in generazione, ci insegna: che dell’enorme massa di soldati solo pochi dit^entaìw sottufficiali, pochissimi luogotenenti, alcuni eccezionalmente ufficiali superiori; rarissimo ed eccezionale è il caso che uno divenga generale.
Rovescia ora la situazione. Si parte dall’esperienza che trova la sua
conferma di generazione in generazione e si parla così; ” Da parte di
un soldato è una'vera stoltezza immaginarsi di diventar generale: oc
Diventa un chiacchierone
•••
...Una volta per l’uomo il suo proprio carattere era tutta la sua realtà. Egli aveva princìpi, princìpi che
non avrebbe rinnegato o lasciato ad
alcun prezzo. Egli avrebbe rinunciato alla vita, si sarebbe sottomesso ad
ogni maltrattamento, piuttosto che
sacrificare qualcosa dei suoi princìpi. Poiché egli comprendeva che la
rinuncia anche alla minima parte
dei princìpi avrebbe voluto dire sacrificarli tutti o sacrificare sé con essi. In tal modo la vita era piena di
difficoltà.
Ma, dunque, perché tante difficoltà? Se tu diventi un leggerone,
tutte le difficoltà svaniscono. Diventa un leggerone, abbi oggi un’idea,
domani un’altra, poi di nuovo quella di prima, e quindi un’altra ancora; diventa una chiacchierone, moltiplicati in te stesso, spezza la tua
personalità, abbi un’idea anonima e
un’altra col tuo nome, una a parole,
un’altra per iscritto, una come impiegato, un’altra come privato cittadino, una come uomo che parla
alla sua donna, un’altra per il Club;
c vedrai scomparire tutte le difficol-^
ta, vedrai (mentre tutti gli uomini
di carattere, quanto più erano tali,
tanto più sperimentavano e riconoscevano che questo mondo é mediocre, miserabile, triste, corrotto, mtdvagio, adatto solo per gli imbroglioni e i fanfaroni) vedrai, dico, che
quésto mondo é una bellezza, proprio adatto per te
Una volta la personalità di un uomo dipeniléva dalla stima ch’egli faceva del sàó essere cristiano. Era cosa .seria per lui morire a se stesso,
odiar se stesso, soffrire per la verità,
e la vita era perciò difficile, anzi così ricca di pene che anche i più coraggiosi cedevano, quasi, sotto tante difficoltà, si torcevano come vermi, e persino i più umili giungevano quasi alla disperazione.
Ma perchè, dunque, tante difficoltà? Se tu diventi un leggerone, vedrai che tutte le difficoltà svaniscono. Diventa un chiacchierone: diventa un pàrroco, un decano, un vescovo danese, che, in nome del suo
sacro giuramento sui Vangeli, ogni
settimarm, per tre quarti d’ora, va
blaterando qualcosa di sublime, ma
che, per il resto, ti saluta bellamente ogni ideale. Oppure diventa un
laico che per tre quarti d’ora si lascia commuovere da quelle sublimità che il predicatore va blaterando
per tre quarti d’ora, ma che, per il
resto, ti saluta bellamente ogni ideale.
Vedrai, tutte le difficoltà scompariranno.
Falsifica radicalmente la concezione divina o cristiana della vita;
riconosci la via giusta e cara a Dio
(contro la parola di Dio) secondo
che essa è agevole, e vedrai scom
parire tutte le difficoltà. Questo
mondò diverrà una meraviglia e, col
passar dei secoli, questo sublime modo di vivere diverrà sempre più sublime, più comodo, -più agevole.
E non darti pensiero, credimi. Tu
non devi vergognarti di fronte a nessuno, chè tutta la compagnia è del
medesimo tipo. Perciò ti spetta la
lode; la lode per la tua furberia, la
lode da parte degli altri, che, con la
loro lode per te — guarda furberia!
— procacciano la lode anche per sé,
e ti condannerebbero solo se tu non
fo.ssi come gli altri.
S. Kierkegaard
(Da L’Ora. 30 settembre
1855. n. 9) (Ed. Doxa).
PERSONALIA
Alctmi ex-allievi del nostro LiceoGinnasio si sono distinti recentemente nel campo degli studi : Ettore Bert
si è laureato in Legge presso l’Università di Torino; la signorina Laura Trossarelli ha conseguito la laurea
in lettere, presso la stessa Università; la dott. Albina Raviol ha conseguito l’abilitazione all’insegnamento di materie letterarie nelle Scuole
Medie; la signorina Marisa Tourn
ha vinto una borsa di studio presso
il Collegio Universitario di Torino.
A tutti questi giovani studiosi, le
nostre felicitazioni.
contentati, come tutti noi, di ciò che
tu sei, e sta pago di ciò che l’esperienza insegna ”. Non sarà demoralizzato l’esercito in tal modo?
Così nel mondo tristiano. Invece
di predicare gli ide^i. Si ricorda ciò
che l’esperienza insegna o ha insegnato attraverso i secoli: che milioni d’uomini non arrivano che alla
mediocrità. E si ottiene così un Cristianesimo di mediocrità.
Orribile menzogna pretesca! (Il
traduttore si è servito qui di un termine che non va frainteso: non vi
è alcnna allusione al sacerdote cattolico romano, che noi siamo soliti
chiamare prete, mentre riserviamo
il titolo di pastore al ministro di culto della nostra Chiesa: qui prete significa per l’appunto pastore, in
quanto Kierkegaard polèmizzò con
la sua chiesa Luterana. Red.). E la
si paga a caro prezzo, perchè si fa
servire, come garanzia della propria
tranquillità, il Cristianesimo, che invece, per sua natura, risveglia, inquieta le anime. Per dar calma si
dice; ” Tendere agli ideali è un ingenuità, una stoltezza, unu pazzia,
è superbia, orgoglio (quindi contrario a Dio ) ; la mediocrità è la vera
saggezza. Stà tranquillo; tu sei della
stessa schiera di milioni e milioni di
uomini; e l’esperienza di tutti i secoli ha mostrato che non si può procedere oltre. Stà tranquillo; tu sei
come gli altri e sarai felice come gli
altri ”. Eufemismo questo, per non
dire; tu te ne vai all’inferno come
gli altri; ma questa espressione non
darebbe alcun guadagno al prete,
mentre quell’eufemismo è pagalo
con moneta sonante.
Se ora vive un uomo che non si
accontenta di questo genere di felicità, che non vuol avere pace, tutta
la massa, a un semplice comando degli spergiuri, si volge contro di lui,
lo dichiara un egoista che non vuol
essere come gli altri. Il Nuovo Testamento ha dunque sempre ragione, poiché quegli entra nei veri conflitti cristiani; egli è odiato dagli uomini, perchè vuol essere cristiano,
mentre questi altri uomini sono mascherati da cristiani, ne portano il
nome e son guidati — oh! che bellezza! — da maestri che hanno giulato fedeltà al Nuovo Testamento.
In questo modo s’è demoralizzata
la Cristianità; giacché si è scambiata la predicazione dell’ideale per il
suo contrario. Ma che cosa giova,
che cosa giova, dico, che con l’aiuto
della menzogna dei preti si renda
facile e comoda questa Vita? Non
si inganna l’eternità. E quanto più
rigidamente l’umanità punisce colorò che non vogliono esser come gli
altri, li punisce con la morte, tanto
più reternità twn fermo ai sùoi diritti, al diritto cioè di punire con la
dannazione eterna chi si acquieta
nella sua uguaglianza con gli altri.
S. Kierkegaard
* (Da L’Ora; 30 settembre
1855, n. 9).
CONVEGNO
a San Germano
Si ricorda che giovedì 8 dicembre
alle ore 9 avrà inizio a San Germano Chisone il convegno dei membri dei Concistori, unitamente a un
rappresentante di ogni Unione giovanile. Anche i membri di chiesa
sono cordialmente invitati a partecipare.
Gli interessati che desiderano usufruire dei pullmann sono pregati
di mettersi in comunicazione col
Pastore Enrico Geymet per la Val
Pellice e col sig. Giorgio Bouchard
- Prali, per la Val Germanasca.
Chi desidera partecipare al pranzo è pregato di dame avviso al Pastore di San Germano, sig. Umberto Bert.
La Commissione Distrettuale
lUdmi arrivi alla Claudiana
Giorgio Peyrol
LA CIRCOLARE BUFFARINI-GUIDl
E 1 PROTESTANTI
L. 100
Sidney Finkelstein
COME LA MUSICA ESPRIME LE IDEE
L. 200
Danilo Dolci
BANDITI A PARTINICO
L. 1.200
TtmaTln W ^iae
(ÌAUCHOS GESUITI GENOVESI
L. 1.600
Luigi Santini
ALESSANDRO GAVAZZI
L. 800
BTly Graham
PEACE WITH GOD
L. 1.200
Georges Pidoux
L’HOMME
DANS L’ANCIEN TESTAMENT
L. 650
Ordinazioni alla Libreria Claudiana
Torre Pellice - C.C.P. 2/17557
2
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
ur..Qu a 11 r o o e n to. anni di Stori
I TEMPLI DI ANGROGNA
Sono stati celebrati a S. Giovanni, Torre e Àngrogna i centenari dei loro più antichi
templi, che sono così entrati
nel secolo di vita e di testimonianza- non ^rà perciò inutile ricordare brevemente
la storia di (juelli di Angrogna, che sono i primi e le cui
vicende nelle loro linee fondamentali sono uguali a quelle
degli altri.
11 Tempio di San Lorenzo
POPOLO
E CHIESA
JNel 1555 Àngrogna, abitata esclusivamente da agricoltori, era il centro sociale e religioso delle valli, e
tale posizione di preminenza essa doveva conservare per molto tempo :
non per nulla i Valdesi sono chiamati sovente « quei d’Àngrogna », e
le Valli, « Valli d’Àngrogna ». Come non è da escludere che in quella
valle più che altrove si fosse mantenuta viva e forte la protesta (ne testimoniano la Scuola dei barbi e la
Gheisa della Tana), così allo scoppio della Kiforma in Àngrogna si
aveva il nucleo più forte e più deciso della Chiesa Valdese in formazione, e non per nulla quella località. fu scelta come sede del grande
sinodo di Chanforan; e ad Àngrogna
traevano le folle dalle regioni vicine ad ascoltare le prediche dei vecchi barbi e dei pastori venuti di Svizzera fdi Francia.
Già non bisogna dimenticare che
i j)roblemi religiosi, quattro secoli
fa, interessavano gente d’ogni ceto,
e ■ producevano correnti di entusiasmo quali oggi noi non possiamo immaginare; ragione per cui è lecito
affermare, che se l’Inquisizione non
fosse intervenuta a tempo con ferrea
mano, buona parte dell’Italia settentrionale sarebbe stata conquistata alla Riforma: purtroppo la storia di
questa è storia di repressioni, di esili e di violenze soltanto.
Così neU’aprile 1555 i due pastori \ernon e Lanversat scrivevano a
Ginevra: « Nous sommes encore ici,
faisant tous les jours un sermon en
la maison d’un de leurs ministres,
exepté le dimanche, auquel jour se
trouvent tant de gens venant d’un
côté et d’un autre, voire de bien
loin, qu’on est contraint de faire le
sermon en une grande cour énvironnée de galeries ». Nella previsione
della cattiva stagione autunnale era
però necessario dare un tetto ai fe.
deli, e, fu a questo momento che sor
se in' Àngrogna il primo tempio prò
testante sn suolo italiano. Gli An
grognini erano ormai tutti converti
ti alle nuove idee, tanto che Tanti
chissima chiesetta cattolica di S. Lo
renzo, sorgente sul sito dell’attuale
camposanto valdese, era abbondonata da vari anni, e nessun sacerdote
era sul posto': quelli che l’avevano
in consegna, del Priorato di S. Giovanni, non raccogliendo più le decime che loro spettavano, avevano abbandonato gregge e chiesa. D’altra
parte, essendo quelli gli anni in cui
i contadini valdesi si andavano emancipando civilmente dai loro signori feudali, in ciò aiutati dall’occupazione francese (1536-1559), nulla da stupire se nell’affranchimento
feudale accompagnassero la liberazione dalla tutela religiosa della
Chiesa: e così mentre da una parte
nasceva il Comune, dall’altra nasceva la comunità valdese, ed essi si identificano formando il comune valdese, tipico fenomeno nostro, in cui
gli anziani di chiesa erano al tempo
stesso i sindaci e i consiglieri del
Comune: identità, che ha dato origine alla definizione esattissima (per
quanto stoltamente negata) di « popolo valdese », nella quale la Chiesa
era <1 magna pars », i cui fondi erano versati dal Comune e i cui limiti
territoriali erano pure quelli del Co
Gli uomini d’Angrogna, nella situazione di quell’anno 1555, non fecero altro che impadronirsi di quei
beni che essendo delibi decadùta chie-,
sa cattolica^ diveiitavano ideila co-munità, e probabilmente anche del
sito ove sorgeva l’antica casa dei signori feudali, dove oggi sta la Chiesa Cattolica (essa fu edificata nel
1687 su terreno appartenente al Comune). Senza distruggere o adattare
il luogo di culto cattolico, che forse
era troppo piccolo, essi costruirono
il loro tempio di fronte, nel posto
ove ancora oggi esso sorge, dopo
quattrocento anni: dobbiamo imma-i
ginarci naturalmente qualcosa di
molto semplice e rustico, che servis- i
.se soltanto a riparare dalle intempe- :
rie, e in cui si potesse rendere al Si- ¡
gnore il culto in spirito c verità, nel- i
la disadorna, nuda e calvinistica sem- i
plicità di quattro mura e un tetto.!
Per Tauttmno il tempio era pronto;
, e vi. si poteva predicare alle genti dei
' dintorni e a quelle del paese : in Angrogna del resto per mezzo secolo di :
cattolici non ve ne furono, e il culto
cattolico vi fu soltanto con la forza
imposto più tardi.
La costruzione del tempio era un :
atto di fede e al tempo stesso una :
sfida : in pieno concilio di Trento, i
in un periodo in cui la S. Inquisizione stava prendendo vigore, non
era possibile che i templi dell’« heÌetica pravità » resistessero a Itmgo, ed è perciò che la storia dei templi valdesi è una storia di distruzioni e di successive ricostruzioni. Già
nel 1561 si scatenava la prima violenta persecuzione armata: abbandonando la via dei tribunali inquisitóriali e della giustizia secolare,
anche il Piemonte entrava nell’arengo delle guerre di religione, e ne dovevano far le spese le Valli Valdesi.
Alla distruzione del 1651, segui
quella del 1655, e poi quella del
1686: ed ogni volta i Valdesi, dopo
aver lottato « pro aris et focis », tor
navano a riedificare con lavori volontari e con gli aiuti degli amici
stranieri i loro modesti santuari.
Come 'son isi' fùèildno le idée, coS^r il " '
rogo dèi templi ìion potè mai distrug-* ' '
gere la fede di quei contadini, fieramente abbarbicati alle loro terre
e attaccati al loro vangelo.
L’ultima totale ricQstruzioné de]
tempio di S. Lorenzo risale al 1708
e le dimensioni di allora, sono ancora quelle di oggi ,(m!.. 19.50x13.60);
vi furono successivamente apportati
dei miglioramenti, quali il pavimento e il soffitto, prima inesistenti, e
il muro di cinta, e delle modifiche,
come la trasposizione del pulpito
dal lato de.stro alla parete di fondo.
: Oggi, dopò i restauri del suo quarto
centenario, questo tempio si preseni
ta molto bene, nella sua modestia e
.semplicità, nella sua unica significativa iscrizione: Nói prediehiamc
Cristo crocifisso. t '
Serre e Pra de! Torno
L’esempio è contagioso, e quelli
di Àngrogna che stavano « diai dar
f engie » non vollero essere da me
no dei loro'confratelli: essi abitavano una vastissima zona, che si spingeva fino a Pradeltorno e oltre, ed
è perciò che nello stesso 1555 sorgeva sul costone del^erre il tempio di
quella località. Nella sua prima costruzione esso era rivolto verso occidente, e non come oggi, verso il suo
confratello di S. Lorenzo e verso la
pianura.'-La scelta del luogo fu determinata quasi sicuramente dall’esistenza di uno di quei terreni indivisi che esistono tuttora ed esistevano molto di puristicamente, quasi
al centro di ogni borgata o villaggio
delle Valli.
Il Serre non costituì per lungi secoli una parrocchia a sè, e il culto
e la cura d’anime venivano fatti dalTunico pastore di Àngrogna, che risiedeva in S. Lorenzo, prima non si
sa dove, e dai primi del ’JOO dove
ancora oggi risiede, già dimora del
maestro Pujr.
Fu in seguito alla terza distruzione, quella del 1686, che il pastore
•laliier convinse i suoi parrocchiani
a ricostruire il tempio del Serre sul
versante orientale dei costone, dove
sorge òggi ancora. Nel iSll esso fu
dotato del campanile (che quello di
S. Lorenzo non possiede) e nel 187576 subì una quasi completa metamorfosi; poiché il campanile solo
fu lasciato al suo posto, mentre la
facciata del tempio, prima volta a
mezzogiorno, acquistò la sua attuale
posizione.
Corso di lingua francese
mime.
Finalmente una buona notizia per
quanti hanno a cuore l’insegnamento dtdla lingua francese nelle zone
di confine, e, in particolar modo,
nelle nostre Valli. Ce la dà L’Eco
del Chisone, ed è così buona, per
una volta tanto, che la riproduciamo senza commenti e senza modifiche, così come il nostro confratello
l'ha pubblicata nel numero del 19
novembre :
.4ss. Maestri Cattolici.
Corso di lingua francese.
Si comnnica ai maestri di ruolo e
fuori ruolo che il corso che darà un
titolo preferenziale per l’insegnamento della Lingua Francese nelle
scuole elementari, avrà inizio domenica 27 corr. alle ore 9,30.
Le iscrizioni si ricevono presso la
sede delTAlMC (Ass. Maestri Cattolici) via Virginio 1, dalle ore 17
alle 18 di mercoledì, giovedì e venerdì della prossima settimana.
* * *
Confessiamo il. 'nostro peccato; avevamo sempre nutrito un cèrto scettiscismo .sul buòn esito degli studi
che, nel passato remoto e prossimo,
autorevoli Commissioni di studio
dovevano svolgere, perchè avevano
presenti le dotte disquisizioni che
.sul settimanale cattolico di Pinerolo
erano state pubblicate a dimostrazione dei gravi danni che l’insegnamento delia lingua francese avrebbe
recato aW insegnamento della lingua
italiana, nelle scuole elementari delle Valli del Pinerolese (per la particolare conformità delle tenere men
ti dei bambini di queste Valli, evi
dentemente diverse da quella di Aosta e Valli).
Confessiamo e godiamo: l’associazione maestri cattolici riconosce che
i pericoli .sono superati, e prende le
cose in mano. La sua serietà e il suo
.senso di impsgno sono garanzia che
dalla fase delle Commissictni di studio e di studio delle Commissioni si
è passati alla fase delle realizzazioni.
Gaudeamus igitur! Et honni soii
qui mal y penso!
. L. À. Vaimal.
Io canterò la benignità e la giustizia ;a Te, o Eterno, salmeggerò.
Io m’applicherò a seguire la Via
perfetta; quando verrai a me?... Io
camminerò con integrità di cuore,
in seno alla mia casa.
E’ .strano come Pradeltorno, centro di .Àngrogna e delle Valli, non
abbia avuto un tempio fino al secolo
scorso: si può pensare che i Valdesi del buon tempo antico non temevano di fare im paio d’ore di strada
a piedi per venire al culto del Serre.
Ci volle l’esempio della costruzione
della Chiesa Cattolica (1831) in quel
luogo, perchè finalmente nel 1876 si
pote.s.se iniziare quella del tempio
Valdese: l’opera, promossa dal pastore Stefano Bonnet, fu finanziata
in parte dall’inglese Worsfold, gran
de umico dei Valdesi, e ne risultiquella strana architettura che vuoi
essere gotica, ma non lo è, e che ha
])ure del barocòo e del romanico. Es.“o contiene una scuoletta e un alloggetto, e l’inaugurazione avvenne i !
3 settembre 1877, alla presenza di
3000 persone.
De Amicis, visitandolo nel 1883.
faceva queste considerazioni: « Proprio sotto, ai piedi della roccia, c’è
la Chiesetta Cattolica, consacrata alla Madonna delle Grazie e a S. Carlo, scolorita e triste dirimpetto al
Tempio nuovo, variopinto e trionfante, e pareva che l’uno e l’altra
si guardassero minacciosamente con
I occhio del loro finestrino rotondo,
quello per slanciarsi all’assalto, questo per farle fare il ruzzolonef Dio
Buono! Quanto parevan piccini; in
fondo all’abisso, ai piedi di quelle
grandi montagne, quei due mucchietti di pietruzze, ciascuno dei quali
diceva all’altro: Io sono più vicino
al cielo di te! ». L’impressione di
De Amicis può anche essere da noi
condivisa :, ma non può essere la sola che si provi davanti ai nostri vecQuando noi saliamo ai
nostri monti, ed essi ci appaiono in
mezzo al verde, il primo spontaneo
pensiero è questo: essi sono la testimonianza viva e materiale della fede mantenuta nei secoli, attraverso
le lotte e gli incendi,, dagli antichi
valdesi; c sono il luogo ove questa
lede è stata alimentata, dove si è
pregato e pianto e gioito; dove, in
una parola, il Signore ha voluto che
il Suo Vangelo fosse predicato e
mantenuto fino a noi. Il che non può
esser ¡jensato senza salutare commozione.
Augusto Armand Hugon
Nello scorso numepo abbiamo dato il resoconto delle celebrazioni di
questo centenario. .4 suo complemento, .segnaliamo a tutti gli amici
dei Tempio di S. Lorenzo, che ha
subito importanti lavori di restauro, il numero del conto corrente postale -lei Concistoro di Àngrogna:
2-16811 : c’è posto ancora per tutti.
Red.
3
!
L’ECO DELLE VALLI VALMSl
— »
SCRIVONO ALL'ECO
Sa
ssi in piccionaia
^Caro sig. Direttore,
chi avrebbe pronosticata tanta fortuna a quel paio di recensioncine,
con quei due numeri (16-h 8) che, a
detta di competenti, non sono buoni nemmeno per giocare al lotto?
j\on avevo alcuna voglia di replicare alle amabilità del sig. Guido
Ribet, e questo in omaggio a certi
carissimi ricordi d’infanzia: una mia
nonna contadina, tra il serioso e il
divertito, chiudeva immancabilmente le sue novelle così : « stretta è la
porta e larga la via — dite la vostra
che ho detto la mia ». E io me ne
sarei stato quieto e umoroso a sentire come fo di solito, se non fosse
per certi amici che ancora mi aizzano e stuzzicano e provocano; insomma, « mi vanno sfruculando », per
usare un meridionalismo di recente
c meritata fortuna.
Il mio contradditore, lo riconosco,
b’è ! l e v ato di fronte allo stile chiuso, augoloso, tutto scorci delle receiisio'ii; ma la vera difficoltà gli è
nata dalla folla di sentimenti (e risentimenti) che, come avviene, hanno fa no ressa e impedito una risposta calibrata e senza astio. E cosi
sono venute « alcune note di protesta », ajipunto, ma niente più. Questa constatazione mi offre la possibilità di non rispondere con una
stroiu llura (facile, troppo facile),
ma di riprendere un paio di questioni per v edere se possiamo trarne argomento di utile riflessione.
S’è detto di Valdismo e non Valdisnio, s’è quasi aft'erniato che una
parlo dell’evangelismo italiano è
contro il Valdismo, ecc. E’ bene ripetere ])er l’ennesima volta che ci si
batte per una chiarificazione, per liberarci da uno svisamente, da una
confusione di termini: per qualcuno
valdese, è sinonimo di pedemontano,
di un determinato cognome e quindi di una determinata stirpe; pei
I.IOÌ, no. La stessa storia del Valdisino, ci sorregge : essa si muove su
alcuni pilastri, uomini-guida, come
i giudici in Israele: Valdo, che tutto
poteva essere ma non... valdese; E.
Arnaud, il restauratore, un ugonotto transfuga in Renania; Beckwitt,
l’organizzatore della missione un
anglosassone. II Valdismo —■ che si
identifica con la Chiesa Valdese —
ha un messaggio ed una testimonianza, non dico oltre le angustie di una
popolazione, ma di una nazione s
di una lingua. Non per caso la seconda lingua della nostra Chiesa è
10 spagnolo!
Ora, per questa amorosa e piena
visione del Valdismo, non tolleriamo appropriazioni indebite, grossi
errori di prospettiva, anche se riconosciamo volentieri che mille sottili
richiami conducono i « valdesi delle
valli » a vedere le cose da un angolo
visuale più corposo, sanguigno, del
nostro. Il Sinodo valdese accettò un
grave peso quando proclamò la sua
inderogabile necessità di evangelizzare l’Italia: questa responsabilità
la Chiesa non se la potrà mai più
scrollare di dosso, come ogni valdese, quello delle Valli con le sue mahifestazioni, col suo atteggiamento,
coinvolgerà sempre la responsabilità di tutto il Valdismo: per questo,
preg. sig. Guido Ribet, se a Lei non
importa proprio nulla — secondo la
sua scpiisita espressione — quel che
si pensa di certi atteggiamenti alle
Valli, a noi interessa moltissimo
quello che alle Valli si fa. Ma è proprio sicuro che Guido Ribet abbia
detto questo? O forse anche a L. S.
la folla dei ” sentimenti e risentimenti ” sta giocando un brutto tiro? Red.
Riprendo il servizio lotostampa
Con le donne in costume: alle Valli,
si dice, molti sono attaccati al loro
Costume, e la cosa riguarda appunto
11 folklore locale, dato per buono
che la popolazione, e non una ristretta cerchia assai facilmente identificabile, coltivi questa tradizione.
Ma questo non dà il diritto di travisare la realtà, di fare credere agli
italiani' che quella è la Chiesa Valdese, il popolo-chiesa: gente che ancora si veste in vecchi costumi ovunque soppiantati da fogge più moderne, che vive in im mondo che trae
la sua forza dal ritardo sul proprio
tempo. Non è così, e tutti lo sappia
mo; non è vero che i valdesi delle
valli vadano al culto col costume regionale addosso, lo sapete anche voi;
bisogna saper anche disfarsi del particolare valdesismo a beneficio di un
Valdismo vivo nel presente, operante in questa patria che è l’Italia, e
nel mondo, con le energie più nuove e sensibili al bisogno di redenzione dei nostri contemporanei. Per
quanto concerne il costume valdesevalligiano, si tratta dunque di sensibilità diverse, attaccata a un passato rivissuto nella nostalgia l’una,
l’altra libera dall’impaccio di ima
tradizione che, logora per usura, si
confonde con una finzione retorica.
Ma il mio interlocutore, offre il
destro ad un’altra considerazione
concernente la nostra stampa. Egli
si stupisce che « L’Eco » abbia pubblicato le mie noticine : va da sè che
c’è meraviglia e meraviglia; la sua,
dato il tono risentito, ha tutta l’aria
(l’un larvato rimprovero: da questo
a ciiiedere la censura preventiva, il
jiasso è breve. E quel passettino, lo
faccio io : possibile, sig. Direttore,
che i lettori dei nostri giornali se la
piglino per qualche sassata su ber
sagli di .secondo piano e non chiedano un controllo su quegli scritti
che possono falsare le idee del lettore medio sull’insegnamento dottrinale della nostra Chiesa? Io sono felice di vivere in una Chiesa che, fatte le dovute distanze, come la mia
buona nonna contadina dice: stretta
( la porta e larga la via (e questo è
Kv'angelo, v'ero?) — dite la vostra
che ho detto la mia (e questa è la libertà operante, no?); però a volte
sono confuso, anzi, mi diverto a confondermi : sfoglio i nostri periodici,
e trovo volta a volta che noi siamo
darbysti o teosofi, rigidi riformati
con la consegna « o Barth o la morte », oppure acquasantieri con qualche pizzico di massonliberalismo, il
che non guasta... Noti le sembre che
larebbe ooportuna una certa discijdina della stampa, che essa avesse
un indirizzo dottrinale meno lato,
orientandosi sulla affermazione e divu'gazione della fede della Chiesa?
Sono entrato in-un ginepraio, capisco; ma preferisco accennare una
questione di interesse vitale per la
testimonianza del Valdismo, piuttosto che baccagliare per punti di vi
sta dei quali U tempo sta facendo
giustizia.
Per ginepraio, è proprio un ginepraio, caro L. S.! Chi la dovrebbe controllare questa disciplina? La
Facoltà di Teologia? L’Ufficio legale? E forse che darbysti o teosofi,
bartiani o massonliberali non sono
tutti pronti a dimostrare che la loro
è Tunica affermazione e divulgazione della fede della Chiesa?! Red.
E ora chiedo scusa. Come quella
volta che, mentr’ero impegnato in
una formidabile sassaiola in piazza
Pitti, passò il mio pastore e, giustamente indignato, avvertì in casa.
Quando tornai, e vidi marina torbida, misi un mobile fra me e la solerzia educativa dei parenti, poi presi a ragionare: —. Dopo tutto, che
he fatto di male! Chiedo scusa, ma
a chi, e perchè. Ho tirato delle sassate, e va bene. Dopo tutto, che c’è
di male. E aggiungevo: Le ho date
ed ero disposto a prenderle. E allora, non va bene?
Beh! dopo tutto, proprio bene
non oserei dire, perchè, tutto sommato, c’era il pericolo di colpire
qualche finestra o qualche venerabile signora o qualche disgraziato
passante! Ancora tutto sommato, la
( solerzia educativa » dei genitori
forse non era fuori posto! Red.
Non mi resta che ripetere l’invito
della nonna contadina; dopo di che
tanti saluti da
L. S.
Della Colombia Teodoro Balma
e della vera civ iltà cattolica
Caro Rostan
Hai cento e una ragioni per scrivere, come hai scritto, sulla presunzione di marca gesuitica, che la Colombia sia il... paradiso della libertà religiosa (mentre ben altro sapjiiamo noi, purtroppo, intorno a quel
che succede alle minoranze protestanti ivi residenti!).
INon entro nella discussione. Causn locata est; Monsignor Charrière,
vescovo di Ginevra, Losanna e Friburgo, ha parlato a Ginevra nell’ottobre scorso (vedasi il commento
della « Luce ») in occasione di una
mostra missionaria cattolica a Ginevra, con ben altro tono che quello
adoperato dai reverendi padri della
» Civiltà Cattolica » e da quelli delr« Eco del Chisone »... Eh, si capisce; è alla viste, sul piano federale,
la votazione per la reintroduzione
dei gesuiti nella libera Elvezia; e
perciò bisogna mostrarsi il più che
Sta per uscire :
MIA VARI OOSTVEEHI
La bandiera
racconto per ragazzi
L. 230
Ordinazione alla Libreria Claudiana
Torre Pellice (Torino)
C. C. p. 2/17557
sia possibile tolleranti, sereni, generosi !
Ma vorrei semplicemente raccontarti due aneddoti capitatimi e che
dedico, non già a te, ma ai tuoi in
terlocutori. Qualche volta è utile conoscere ciò che succede fuori... dalle Valli ( anche per 1’« Eco del Chisone »).
Ed ecco il primo aneddoto. Due
anni fa, a Biella, ho avuto l’occasione di partecipare a una discussione
.SII « la chiesa del silenzio ». Invitato
a esporre il punto di vista evangelifo, ho anzitutto chiarito che cosa,
secondo me, andava sottolineato, nel
bene e nel male, sulle persecuzioni
leligiose oltre cortina di ferro; e poi,
con una precisa elencazione di latti
dociunentati, ed anche con fotografie, ho parlato dell’impossibile situazione fatta in questi ultimi anni
alle chiese evangeliche in Colombia.
La mia precisa elencazione ha
jirofondamente sorpreso l’uditorio,
particolarmente la parte cattolica,
che vi era rappresentata da alcuni
fra i più bei nomi della Democrazia
Cristiana del luogo (il dibattito do
veva essere impegnativo per le parti
in causa). Nessuno mise in dubbio,
sul momento, le mie dichiarazioni:
anzi, qualcuno non riuscì neppure a
sottrarre l’uditorio all’impressione
che, pour cause, ci sia in Italia una
cortina del silenzio e una stampa del
silenzio su quei deprecati fatti. Fu
soltanto alla fine del dibattito che
una di quelle egregie personalità,
che qui non nomino,' mi si avvicinò
e, sottolineando la gravità dei fatti
da me riferiti, mi disse che avrebbe
scritto a certi suoi amici cattolici
iierAmerica latina, per sapere la verità. Non che dubitasse di quanto
avevo detto; ma naturalmente egli
desiderava una conferma di parte
cattolica, di provenienza americana,
c se possibile di natura oculare. Lo
ringraziai deU’iniziativa ed aspettai.
Poco tempo dopo incontrai quell’egregia persona in casa di amici e
membri di chiesa. Gli domandai che
Ile fosse dell’inchiesta promossa oltre Atlantico. La risposta fu quale
mi aspettavo.
— Sì, le persecuzioni (come Lei le
chiama) sono effettivamente avvenute. Lei non ha esagerato nè inventato. Soltanto...
Beh, l’aneddoto finisce qui. Perchè quel « soltanto », detto a fior di
labbra per scagionare i responsabih di una delle più odiose persecuzioni religiose del nostro tempo, concerneva, come mi fu detto, la riserva (gesuitica!) che i protestanti cui
s’era resa la vita difficile erano stranieri. iVori colombiani, perciò nemi^
ci della Colombia. Alla buon’ora!
* *
Ed ecco il secondo aneddoto.
I! reverendo Propst Werner Wi
lén, è un’autorità ecclesiastica del
distretto di Helsinki, Finlandia. E’
di religione luterana, naturalmente.
Se ne viene, quest’estate, in breve
gita a Milano, dalla Svizzera, ove
snggiorna durante le sue meritate
ferie. Simpaticissimo personaggio,
incontra negli ambulacri del Duomo
ima suora cattolica, anch’essa finnica (l’unica? Sarei tentato di crederlo, dato che i cattolici della Finlandia, malgrado possiedano un
Nunzio Apostolico, non raggiungono
i! migliaio di anime).
I due connazionali si salutano,
chiacchierano. Ad un tratto il Propst
Wirén dice ch’egli è luterano, ossia
protestante, e che si stupisce di vedere una suora del suo paese, che
professa la religione cattolica. E la
suora, di rimando:
— Ma, signor mio, la Finlandia è
la nostra terra di missione!
Per poco, il venerabile Propst non
soffoca. Come?! La Finlandia, il paese della fede cristiana più pura (non
sono frottole, codeste, signori della
« Civiltà Cattolica »!), che ebbe il
coraggio di spalancare le proprie case agli invasori russi offrendo loro,
sul desco preparato, la Bibbia, che
non ha delinquenti per riempire le
sue prigioni, la cui civiltà in sì alto
grado è comprensibile soltanto per
i suoi presupposti profondamente
religiosi e cristiani — la Finlandia
è una terra di missione?!
Il secondo aneddoto finisce qui.
Ma, ora, a noi: se per caso saltasse
il ticchio al governo finlandese di
comportarsi come il governo colombiano, verso le minoranze religiose
del proprio paese, che cosa ne direbbero i cattolici nostrani? Perchè
qui c’è un dilemma: O'wero in Colombia c’è libertà religiosa, e allora
è augurabile che i finnici trattino i
cattolici come i colombiani trattano
i protestanti; ovvero in Colombia libertà religiosa non c’è, e allora la
vera civiltà non è cattolica, tranne
(he sulla testata dell’organo dei reverendi padri gesuiti!
Con cordiali saluti,
tuo aff.mo Teod. Raima
Fede - Santi
e miracoli
Ho letto quanto ha scritto la gentile Viatrix nell’ « Eco » del 7 ottobre.
L’ho letto attentamente tre volte: la
prima con curiosità, la seconda con
un sorriso e la terza con più riflessione
ed un po’ di scoraggiamento.
Mi unisco di cuore all’autrice dello
scritto nel dire « brava » a chi ha avuto il coraggio di dire apertamente
la « sua » fede; ma aggiungo un « bravo » non meno cordiale a quell’altra,
che ha fatto altrettanto e che forse,
senza alcun compenso, fa la spola tra
la guaritrice di Volverá ed i poveri
infermi, recando soUievo.
Poiché molti anni or sono ho avuto
occasione di conoscere e ricevere a
casa mia la guaritrice di Volverá,
che non ha mai preteso di essere Santa; mi sia concesso di dire a Viatrix
che ho avuto agio di constatare personalmente il potere delle sue mani
e PefEcacia dei panni magnetizzati
che, in molti casi (non sempre), portano sollievo e guarigione ai poveri
ammalati.
In particolare posso testimoniare
che la figlia di im mio caro amico
aveva improvvisamente perso la vista.
II padre, ricchissimo, l’aveva portata
nelle migliori cliniche italiane ed estere, ma senza risultato. R verdetto era
unanime: più nulla da fare. Era disperato. Giunse im giorno a casa mia
e mi pregò di accompagnarlo alla Volverá, poiché aveva sentito parlare di
quelle guarigioni. Riuscì a portarsi la
guaritrice a Milano; furono applicate
per tre settimane, alla bambina, passe magnetiche delle mani ed essa riacquistò la vista. I medici assistettero
alla aura, constatarono la guarigione
e dichiararono che clinicamente la cosa non si poteva spiegare.
Vi sono migliaia di guaritori e guaritrici in tutte le parti del mondo (purtroppo per la maggior parte ignoranti, e sovente anche lestofanti ed in mala fede) e si sono scritti centinaia di
articoli e libri sul potere di certe mani
che possono trasferire vitalità e quindi sollievo o guarigione, anche a mezzo di panni od oggetti magnetizzati.
Non c’é in questo alcim miracolo, ed
i presupposti miracoli che si attribuiscono ignorantemente a interventi di
Santi e Madonne o reliquie, altro non
sono che un nuovo ramo della scienza, non ancora ben conosciuta e definita; ma sembra che si sia sulla buona strada.
In Inghilterra si pubblicano ima
dozzina di giornali che si occupano
esclusivamente di guarigioni coll’imposizione delle mani, o con le forme
pensiero, ed eminenti prelati della
Chiesa d’Inghilterra e di altre chiese
Riformate hanno aderito a questi sistemi di cura e partecipano alle assemblee. Così dicasi per gli U. S. A.
R. T.
Voce delle Comunità
Luserna S. Giovanni
Visite. La nostra parrocchia ha vivamente apprezzato i messaggi che le
sono stati rivolti dal pastore Cadier
che, il 30 ottobre, ha presieduto il culto domenicale, dopo aver parlato ai
giovani, la sera precedente; dalla signorina Anita Gay, che la sera dell’undici novembre ha illustrato con una
causerie e proiezioni luminose l’opera
missionaria di cui essa é collaboratrice in un lebbrosario del Gabon; dal
Vice-Moderatore R. Nisbet che ha presieduto il culto, domenica 20 novembre.
Battesimi. Il 23 ottobre sono stati
battezzati: Mourglia Giovanna di Elzo e Odin Yvonne (Fenile); Borga Giovanna, di Mario e Genre Yvonne. R
6 novembre: Cdirus Mauro di Alessandro e Malan Lina. R 13 novembre:
Legger Adriana di Roberto e Hugon
Malvina.
Nozze. H 12 novembre sono state
celebrate le nozze di Elio Cagno di Fedele (Angrogna) con Bianca Pasquet
di Remigio.
/ nostri lutti. R 10 novembre il Campo del riposo accoglieva le spoglie
mortali di Ada Perazzi Bounous, deceduta a Torino, dopo lunghe sofferenze sopportate fermamente, nella lu
ce della speranza della Risurrezione.
II 13 novembre terminava la sua
corsa terrena al Rifugio Carlo Alberto, in età di 84 anni Celina Pavarin
ved. Terrazzi.
R 18 novembre il Campo del riposo
accoglieva le spoglie mortali dell’architetto Charbonnet, improvvisamente
deceduto, all’età di 81 anni, ed il 27
quelle di Avondet Paolo (Malanot) di
anni 67.
La nostra parrocchia ha preso viva
parte al lutto che ha colpito le famiglie Gönnet e Pittavino per la morte
della loro madre Avaro Ved. Gönnet.
11 29 il pastore G. Bertinatti presiedeva i funerali di Giovanni Pietro
Caisson (S. Caterina di Bricherasio) di
anni 78.
R Signore della vita e della morte
santifichi la gioia e le afflizioni.
Angrogna ( Capoluogo )
Domenica 27 novembre abbiamo accompagnato alla loro ultima dimora
terrena le spoglie mortali della nostra
sorella Bertalot Lidia vedova Pons deceduta improvvisamente in frazione
Coumbalot di Angrogna alla età di
anni 59.
Al figlio, alle sorelle ed ai parenti
tutti ridiciamo la nostra fraterna simpatia cristiana invocando su loro le
consolazioni del Padre.
e. a.
4
4 —
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
PARLANO DI NOI
COSTUME VALDESE.
h'Illustré protestant, il vivace e
sempre interessante mensile illustrato che si stampa a Lione, (abbonamento annuo 700 franchi) (si trova
pure in vendita alla Claudiana ■
Ti'orre Pellice) ha consacrato 2 pagine del n. 26 (settembre) al costume
valdese: un articolo di Giovanni Enrico Meille, arricchito di numerose
fotografie. Una succinta introduzione ricorda brevemente alcimi dati
di Storia Valdese.
\
« * *
LA PIU’ ANTICA CHIESA EVANGELICA DEL MONDO.
Una interessante corrispondenza è
stata pubblicata da Réforme, il noto settimanale francese, nel numero
dell’otto ottobre, in riferimento alla nostra Chiesa, di cui viene ricordata la storia e vengono illustrati i
problemi, con spirito di comprensione e simpatia.
* * *
Un giovane Valdese che risiede in
Francia, « qui a toujours habité **,
puisque mes parents y vivent (mais
je reste attaché à notre Eglise) » ed
è abbonato all’Eco, segnalandoci
l’articolo pubblicato su Réforme, aggiunge:
« Je me permets de vous suggérer
de le porter à la connaissance des
Vaudois en Italie, per Vintermédiaire de l'Eco (auquel je suis abonné).
En effet, les Vaudois italiens pourraient ainsi découvrir la façon dont
les étrangers les voient, les jugent.
Par là même, il pourraient saisir
V importance de leur mouvement, de
leur Eglise et s’en montrer toujours
plus dignes ».
La tirannia dello spazio ci impedisce di riprodurre questo articolo,
(che i nostri lettori potranno facilmente trovare alla Claudiana - Torre Pellice); abbiamo tenuto a citare lo scritto di questo giovane valdese che vive in una grande città
francese pèr far nostra la sua esortazione finale: « s'en montrer toujours plus dignes » (della nostra storia e della nostra Chiesa); non cullarsi in evocazioni nostalgiche, a cui
non corrisponda più la concreta realtà di un’azione vissuta al servizio
del Signore della Chiesa.
E se non temessimo di esser tacciati di soverchio pessimismo aggiungeremmo : cioè fare in modo che
coloro che vengono per vedere il costume folcloristico valdese non rimangano dolorosamente stupiti dal
costume morale. Ma non vogliamo
essere pessimisti.
A PROPOSITO DI UN CONSUNTIVO.
Nel n. 10 di Fides (Rivista mensile
della pontificia opera per la preservazione della fede) Carlo Zardi si occupa anch’egli di noi, in un articolo, dal
tono insolitamente benevolo, che egli
consacra a « // protestantesimo nell’ltalia d’oggi ». Lo Zardi che ha vissuto in seno alla nostra opera e ne conosce quindi molto bene i problemi,
le aspirazioni e gl’ideali, (in Storia di
una conversione (Ediz. Paoline - Roma - 1953) egli dà le ragioni della sua
conversione al cattolicesimo, dopo
aver militato nelle file di una chiesa
evangelica), esamina la situazione dell’Evangelismo in Italia, oggi, per trarre un consuntivo di 80 anni di « propaganda protestante in Italia ».
Accenna ai vari campi di attività,
intellettuale e pratica, riconoscendo il
contributo che il protestantesimo ha
recato allo sviluppo della cultura in
Italia, anche se « riconosciuto ovviamente ciò, non si può dire che la cultura protestante italiana sia riuscita a
conquistare un posto da competere con
quella Cattolica che proprio qui a Roma — centro universale di cultura e
spiritualità — mostra la eccellenza dei
suoi letterati, scienziati ed artisti ».
Per quanto si riferisce alle relazioni
tra protestanti q cattolici, lo Zardi, in
base ai suoi ricordi ed esperienze di
ex-pastore evangelico, ritiene di poter
dividere i suoi ex-correligionari in:
protestanti anticlericali e protestanti in
cattiva e buona fede. I primi sono, per
10 Zardi, costituiti da coloro che « costruiscono la loro fede sul castello di
sabbia di un’avversione invincibile al
Papa e alla Curia Romana », fermi
cioè su posizioni puramente negative.
« Tra la gente in cattiva fede : i pochi che seguono il protestantesimo per
tornaconto personelle » (tra questi, con
scarso senso di comprensione include
« la quasi totalità dei preti » che hanno indossato la toga protestante).
(I Ma la categoria maggiore è senza
dubbio quella degli evangelici in buona fede », che cercano di portare le
conclusioni dello studio delle Sacre
Scritture « nella vita associata ».
Questa analisi e questi benevoli apprezzamenti non sono naturalmente
del tutto disinteressati, ma preparano
11 terreno, per così dire, agli sviluppi
posteriori e conclusivi dello studio:
« A questo puntò sorgerà spontanea
nel lettore una domanda: "Qual’è la
via migliore per facilitare ai nostri fratelli separati il ritorno all’unità?” Pronto ad accettare il giudizio dell’autorità
ecclesiastica anche nelle quistioni di
metodo, mi sento in dovere di espri
mere alcune idee che ^turiscono da
un’esperienza trentennalé nei due campi » (evangelico e cattolico).
E Io Zardi passa così ad esporre le
sue idee, che, sostanzialioente si riducono ad una che, se non temessimo di
esser ingiusti nei confronti dello scrittore, saremmo molto esitanti a qualificare come originale, e che ci richiama alla memoria la fatidica: prima
provare la carota.
Lo Zardi consiglia di evitare la « sterile polemica »; suggerisce di evitare
certi interventi deU’autorità civile come « controproducenti », specie all’estero; raccomanda l’intensificazione
dei contatti personali che possono portare frutti insospettati ad maiorem gloriam della Chiesa romana.
E poiché si parla spesso oggi di dialogo, lo Zardi apre il suo cuore al sogno di un « dialogare, chiarire ciò che
unisce e ciò che divide, (il che) significa spianare la via, lasciando che la
provvidenza e il Supremo Magistero
della Chiesa portino a soluzione le
grandi questioni ».
Come contributo a questo dialogare, confessiamo che questa provvidenza col p. minuscolo e questo Magistero della Chiesa con tanto di M. maiuscola, ci fanno temere che la via da
percorrere sia lunga e che non basti
« l’incombente atomica » a farci porre
il « Magistero della Chiesa » sullo stesso piano della Provvidenza divina.
Cosa dice specificatamente dei Vaidesi lo Zardi? « / Valdesi sono un po’
aristocratici, fanno poca propaganda,
ma riescono ad attrarre quei protestanti italiani che rimangono delusi da altre comunità. Una particolarità: in
contraddizione con gli stessi principi
del protestantesimo, i Valdesi, posti da
otto secoli su un terreno di storia e di
esperienza, cominciano a riconoscere
il valore della Tradizione, sia pure di
quella propria ». lector.
PRO COLLEGIO
Per iniziativa degli studenti del ginnasio-liceo del Collegio Valdese e con
l’appoggio del Sig. Preside e dei professori, è stata fondata una filodrammatica cui è stato posto il nome di
« Piccolo Teatro Studentesco Francesco Lo Bue ». *
E’ chiaro l’intento di onorare la memoria del compianto prof. Lo Bue con
un’istituzione culturale che sarà patrimonio degli studenti del Collegio di
oggi e di domani.
Chiunque, apprezzando l’iniziativa,
vorrà appoggiare il « Piccolo Teatro »,
potrà dare il proprio contributo al
Collegio Valdese indirizzandolo al
cassiere sig. Guido Peyronel ».
Doni ricevuti dagii istituti Ospitaiieri Valdesi
In Memoria:
Del padre, Forneron Dino e Angiolina
L. 500 — di Geymonat Giov. Pietro, Codino Virgilio e Albertina 1.000 — del papà,
mamma e fratello. Long Adelina 1.000 —
dei loro Cari, sorelle Jon Scotta 1.500 —
della Mamma, Tilde Carri 2.000 — dei Genitori, Bosio Edmondo 2.000 — della zia
'Mazzolini Maria, Niny e Arturo Cocorda
4.000 — di Emma Perni, Sorelle Mansuino
1.000 — della Mamma, Pretto Roberto 1.000
— di Paolo Margiunti, i Figli 10.000 — dì
Bosio Federico e Lidia, Rivoira Giuseppina
1.000 — di Emma Leidheuser e Emilio Gardiol, N. N. 500 — dei loro Cari, Bertalot
Ida e Gina 1.000 — del Babbo, Long Pittavino Carmen 3.000 — del Marito e Babbo.
Fomerone Angiolina e Ida 1.000 — dei Genitori, Long Ing. Arturo 2.000 — dei Cari,
Long Elisa 100 — di Maria Cimbro Bonnet,
Lidia Pons 500 — della Mamma, Rostagno
Levi 3.000 — del Marito, Gardiol Margherita 500 — di Berta Rostan, Rostan Ermanno ed Elea 1.000 — del Comm.re Federico
Margaria, la Ved. Richard Susanna 1.000 —
di Giacomo Jahier, Emma e Elsa Jahier
10.000 — di Augusto Pons, A. Kovacs 500;
Giulia e Alberto Balmas 1.000; Fam. Decker
5.000; Letizia e Giovanni Bonnet 500; Maria Friedl 500; G. Pizzardi e Sig.a 2.369 —
di Rosa Steiner Coppola, Le Figlie 5.000 —
di Ugo Frizzoni, la moglie Norina Steiner
10.000 — del Sig. Negrin, la Colonia 17.350
— della diletta Elda, Papà e Mamma 1.000
— di A. Sckreiber, C. S. M. 1.000 — del
fratello Adolfo, Serafino Ettore 1.000 —
di Lilia Richaud, Pons Alda e Lina 1.000 —
del Nonno Paolo Chauvie, Chauvie Foresti
2.500 — di Emma Malan Rivoir, Eanma Rivoir e Fam. 5.000 — di Maria Mazzolini,
N. N. 4.000 — di Grand Daniele e Jalla
Augusto, Maria Volpe 1.000 — di Lilia Richaud, Don Luigi 1.000 — del Padre Alberto Pittavino, Arnaldo Pittavino 1.000 — della Madre, Fomerone Dino e Angiolina l.OJO
— di Guido Rostan, la soreRa Alice Nisbet
e il frateUo Alberto 50.000 — della zia Berta e cugino Guido, Rostan Nelly e Amilda
2.000 — della Moglie, Oriolo Francesco
5.000 — della sorella M. Giampiccoli, Emilia Ribet 10.000 — del Prof. Arnaldo Malan, N. N. M. 5.000 — del fratello Carlo,
G. B. Abrate 10.000 — del Marito, Sig.a
Travers 500 — del fratello Alberto, soreUe
Avondet 5.000 — di Amalia Ailland, Augusto Pegone 10.000 — della zia Susanna
Geymet, Giulia Codino 10.000.
Prof. Ernesto Bein L. 500 — Italia Farina 500 — A. Geymonat 2.000 — Chiesa
Valdese di Roma (P.za Cavour) 10.000 —
Charlin Carla Albarin 1.100 — Bocchiardo
Giulia 500 — Emanuele Griset 1.000 —
Merlettificio Tiirck 2.000 — Miè Codino
Matilde 300 — Pons Umberto 500 — N. N.
N. 7.000 — Bonjour Margherita 1.000 —
Biaigo Rocchi 12.000 — Maggiore Giorgio
e Ida 2.000 — Martinat Maria e Luigi 1.000
— Gino e Giorgina Jahier 10.000 — Ester
Bertalot Ì.OOO — Emanuele Beux 1.000 —
Rag. Stefano Bertin 15.000 — Elvira e Guido Decker 3.000 — Alda ToseUi 1.000 —
Coucourde Giulio e Caterina 2.000 — Serafino Ettore e Renata 1.000 — Vola Renato e Fiorella l.*H)0 — Chiesa Valdese di
Perrero-Maniglia 2.00' — Luigia Poet 500
'— Fam. Imovilli 2.00c — Gustavo Hentsch
10.000 — Rosa Grazioli 500 — M. G. B.
300 — Giorgina Mancini 200 — Fam. Luigi
Peyran 1.000 — Codino Elisa 400 — Unione dei Giovani dei Chabriols 1.000 — R.
M. A. 2.000 — Domenico ed Emilia Arbuf
fo 3.000 — Comune di Torre Pellice 50.000
— Chiesa Valdese di Bobbio Pellice, in
occ. visita del Dr, Gardiol 1.000 — Società
di Cucito di Bergamo 30.000 — Chiesa Valdese di San Remo 5.500 — Chiesa Valdese
di Brescia 17.500 —• Carlo Redaelli 1.000 —
Arturo Redaelli 1.000 — Angelo Messa 500
— Maria Buizza 500 — Il Quartiere di Fontane in occ. delle proiezioni per interessamento del Dr. E. Gardiol 3.658 — Cassetta
offerte 1.100 — Arena Iole 4.000 — Chiesa
di Rodoretto 1.500 — Chiesa Valdese di
Via IV Nov. 15.000 — Chiesa Valdese di
Sampierdarena 3.000 — Chiesa Valdese di
Corato 2.000 — Chiesa Valdese di Napoli
5.000 — Chiesa Valdese di Forano Sabina
2.000 — CoRetta Sig.a Annibali 425.000 —
Fam. B. W. M. 40.000 — Sig.a Talmon
1.000 — Berta Kauten 5.000 — La Parrocchia di ViRar Pellice 1.000 — Borione Eugenia 5.000 — Geymet Eniilia 500 — N. N.
500 — Società di Cucito di San Remo 6.000
— Balma Ausonia 500 — Chiesa Valdese di
Como 5.000 — Unione Femminile di MasseRo '2.000 — Gay Clemence 2.000 — Sig.
ASILO DEI VECCHI
Luserna S. Giovanni
P. Peyrot L. 1.000
Revel Travers Caterina, in memoria marito » 2.000
Elma e Angelo Farina » 2.500
Enrico e Lidia Cairus » 500
Malan Aline » 2.000
Alessio L. (Genova) » 5.000
Ethel in mem. della mamma » 2.(H)0
Kovacs A. » 300
Giorgio e Ida Maggiore (Torino) » 2.000
Rosina Goss Odio, (n mem. della soreRa Cesarina Hugon » l.OUO
Filatura Ing. Vaciago » 2.000
Giulia Rivoir Buffa, in mem.
Susanna Bounous » 1.000
Coniugi Fomerone » 1.000
I trentenni del Comune, ricordando i coetanei defunti » 1.250
S B., riconoscente a Dio >; 10.000
Chiesa Valdese di San Remo » 2.000
4. Balma (Alassio) » 500
Cassa di Risparmio » 20.000
Geom. Mantelli » 5.055
Sig. Bonino (IvreaJ >. 1.000
C. S. N.. in racm. A. .Sclneiber » 1.000
Rina Battaechi e amici, in mem.
dei Prof. N. Santacroce » 12.500
Chiesa di Corato . » 2.000
Chiesa di Torre Pellice » 5.000
linmovilli » 1.000
Maestranze Pralafera » 2.650
W. e M. Albarin, riconoscenti » 10.000
Peroni Arturo e Liliana (Genova) » 1.000
F. Doria (Genova) » 3.000
Jourdan Maddalena » 500
Pampuro Barillaro Armida » 1.000
Chiesa di Genova » 4.500
E. L. T, » 2.000
X. N., in mem. della moglie
nel 5« ann. della sua morte » 2.000
La Direzione dell’Istituto ringrazia, rironoscente. i donatori.
La famiglia ed i parenti tutti del compianto
FERRIER ALBERTO
commossi dalle testimonianze di stima e di
affetto tributate al loro caro, ringraziano di
cuore il Don. De Clementi, il pastore V.
Bert, i vicini di casa e amici, le persone
che furono di prezioso aiuto e quanti, con
fiori scritti e presenza ai funerali, recarono
conforto al loro dolore.
Bernard di S. Germano Chisone 6-11-1955
La famiglia della compianta
BUFFA LIVIA
ved. Monaslier
commossa ringrazia il Dott. Pelizzaro, il
pastore T. Pons, i vicini di casa e tutte le
persone che presero parte al laro dolore.
Serre Angrogna, 18-10-1955
• « E fattosi sera Gesù disse; passiamo all’altra riva... ».
Marco 4: 35
Direzione e Redazione
Prof. Gino Costabel
Via G. Malan — Luserna S. Giovanni
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di Pinerolo con decreto del 19gennaio 1955.
Tipografia Subalpina S. a. A.
Torre Pellice (Torino)
PRO VALLI
.SEDICENNE seria, volenterosa, cerca ottima famiglia per lavori casalinghi non
oltre Pinero)o.
SIGNORA svizzera (Chateaii d’Oex) sola,
buona credente cerca giovane ser a come
aiuto casa e giardino.
•Scrivere al Pastore Geymet . Villar Pellice (Torino).
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Le famiglie Pons e Balma, riconoscenti
ringraziano tutti coloro che, in qualsiasi
modo, hanno preso parte al loro lutto per
la dipartita della loro cara
LIDIA PONS
naia Balma
In modo particolare ringraziano il pastore
Franco Davite, i dott. Quattrini e Mathieu.
il personale dell’Ospedale Valdese di Pomoretto e i icini di casa.
Chiotti di Riclaretto, 27-11-1955
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Coniugi Farina 2.500 — G. H. A. H. 1.000
— Alberto Mario Bonetti 2.000 — Laura c
Giulio Jon Scotta 15.000 — Comune di San
Secondo 20.000 — Comitato « Lits de Genève » 73.200 — Bertalot Elia 1.000 — Meta Gallian Baner 3.000 — Chiesa Valdese
di Torre Pellice 5.000 — Cassa Risparmio
di Torino 20.000 — Gustavo Invernizzi
1.000 — Fratelli Tommasini 2.500 — Gap.
Stephens e amiche 5.000 — Un visitatore
1.000 — Una visitatrice 500 — Sig.ne Costantin 1.000 — Sig.a Prandi 1.000 — Sig.a
Rochat 1.000 — Cesarina Briscner 1.000 —
Maria Friedl 1.000 — Sig. Sthélé 1.000 —
Unione Cristiana di S. Remo 6.000 — Fratelli Gozzellino 20.000 — Chiesa Valdese di
S. Germano Chisone 5.000 — Amministrazione Provinciale di Torino 100.000.
Doni collettati dalla Sig.na Margherita Baimas:
Elena Bounous 1.500 — Ethel Bonnous
1.000 — Alice Balmas 1.000 — Clotilde e
Ilda Revel 1.400 — Olimpia Meynier 1.000
— Alda Long Meynier 2.000 — Pauline
Duchène 800 — Cesarine Durand 1.000 —
Adele Alfano 1.400 — Livietta Mandrino
900 — Lidia Ribet 1.000 — Anna Ribet
1.000 — Anna Rostan 1.000 — Ines Balmas
500 — Marianna Bounous 1.000 — Margherita Balmas 1.000 — Alberto Bleynat 500
— Alberta Beux 500 — Vera Vinçon 300
— Irma Bouchard 500.
Doni collettati dalla Sig.na Matilde Meille:
Lidia Bass 1.000 —- Elena Cavallo 10.000
— Semele de Fernex 10.000 — Elisabetta de
Pianta 5.000 — Ing. Edoardo Halm 1.000 —
Ing. Ruggero Henking 1.000 — ERsabetta
Leumann-Bass 2.000 — Edmée Malan 1.000
— Matilde MeiRe 1.000 — Renato Giampiccoli 1.000 — Cav. Fernando PeRegrini
15.000 — Cleanthe Rivoiro-PeRegrini 10.000.
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