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LA BUONA fOVElLA
GIORNALE DELLA EVANGELIZZAZIONE ITALIANA
Seguendo la verilà nella carità
Ekkh. IV. is.
Si distribuisce ogni Venerdì. — Per cadun Numero cenlesimi 10. — Per caduna linea d’inserzione cenlesimi 20.
CouilizioiBi cl’Asiiociazioiie :
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per un anno, e lire * per sei mesi.
Le Associazioni si ricevono : in ToRiTtouU’UfllElo «lei Giornale, viale del Re, num. Si.
— A (ìcnuva, alia 4'u|»pella VuldoMe, niuiu di S. Cliiaiu.
Nelle proviiK'ie, presso tntti gli i'IJkÌi jM)stali per mezzodì die dovranno essere iuviati
frauco al Direttore della lit o.NA Novklla e non altrinienti.
AH’esiero, ai seguenti indirizzi: Londra, dai Hig«. Ninslietl 0 lihrai, '¿ì IJernera-Rireet;
PAiiitn^ dailalibreria C. Meyrucis, rue Trojirliet, 5ìimk>, dal sig. Peyrot-Tinel libraio; Liome;
dai sigg. Uenis et Pelit Pierre librai, rne .Neuve, 18; Gimevua, dal »ig. £. Beroud iibrak»
Losamna, dal sig. Delafontaine libraio.
iSoiiiiiiario.
Appendice ; Cenni storici sulla Riforma in Italia nei
secolo XVI. — Gl’Ignorantelli. — L’Evangelo ed
i auoi oppositori. — Notizie.
GL’IGKOIUKTELLI
Ai Membri del Consiglia Comunale di Mua.
(Continuazione)
E se le scuole clericali, quelle dei Fratelli in
particolare, non possono formare uomini, possono esse formare cittadini? Ancor meno, avvegnaché quest’ultima condizione non ha esistenza senza della prima. E qui siamo al caso
di dire, che per formare de’ cittadini bisogna
innanzi tratto esserlo. Or il Fratello ò un cittadino di una patria qualunque? Ognun sa che la
APPENDICE
CENNI STOmCl
DELLA RIFORMA IN ITALIA
NEL SECOLO XVI.
CONCLUSIONE
La corruzione del cattolicismo, come si è detto,
partorì la Riforma; il fanatismo c l’intollcraaza
cattolica, favoriti dal concorso 0 dalla rea connivenza de’governi, la soffocarono in Italia; la
patria nostra pati mali gravissimi e d’ogni genere, di cui soffre tuttavia le conseguenze. Ma
quali vantaggi ha ricavato la chiesa del papa dal
sangue sparso in si gran copia, da’ roghi accesi
su varii punti della penisola italiana e da’ molteplici orrori consumati? La lotta, da religiosa
che era, è divenuta filosofica, ai riformalori italiani sono succeduti i razionalisti, alla fede
evangelica è seguita l’incredulità 0 l’ipocrisia?
ecco tutto.
Nè la lotta fra il Vangelo e le decretali, fra la
libertà e il dispotismo relij>ioso, fra la ragione e
il fanatismo, è per anco finita ; essa ferve tuttora
ed agita gli animi; ma l’esito non può essere
patria del clericale, del Fratello 0 del -Monaco è
esclusivamente Roma. Ch’egli sia Italiano ,
Francese, ecc., non importa; egli non l’è ch<i
di nome. Per cuore, per fede, per voti, per obbligazioni, per interessi,egli ù suddito di Roma,
e non conosce altra legge cho quella del papa.
Il governo assoluto 6 il suo ideale ; ogni Costituzione per lui è un’usurpazione del popolo ;
ogni liberlà gli è odiosa. Questa non è una calunnia, io spero. L’istoria 6 là; l’istoria pas.sata,
l’istoria contemporanea so|>ratutto, dico a tutti
cho io non esagero. Chi sono, da per tutto ove
essa è stata soccombente, coloro che hanno salutato coi loro Te Deum la caduta della liberlà?
Ov’essa^ussiste ancora, chi la vilipende e l’attacca? Chi osa, in questi Stati sardi, di vietare
la lettura de’ giornali per tanto che durerà la
libertà della stampa?È questo partito numeroso,
potente e perfido che si chiama partito clericale. Per mantenere contro lui i progressi ottenuti, per avanzare nella via aperta, per conservare e sviluppare la Costituzione di questo paese
voi avete bisogno di preparare una generazione
di cittadini. Perchè ai nostri figli puòessereche
la Provvidenza riservi lo grandi lotte per la li
più dubbio; l’esclusività romana, questo avanzo
della barbarie mediovale sparirà dal mondo
col suo vandalismo materiale e morale, per dar
luogo aila piena ed assoluta liberlà di coscienza,
che ormai è un bisogno de’ tempi, e forma la
convinzione ed il voto degli uomini, il cui animo
non sia olleso dai pregiudizii o corrotto dalla
mala fede.
E queslo bisogno, quesla convinzione, questo
voto trionferanno perchè hanno saldo fondamento nel giusto, nell’onesto, nel vero. Infatti
rimontando alle origini della Società, si vede
che ogni governo non può avere altra missione
tranne quella di procurare la sicurezza ed il benessere de' governali; sicurezza e benessere per
quanto esigano i bisogni terreni degli uomini, e
pei quali i membri del corpo sociale si sottopongono spontaneamente a quella misura di sagrifizii chc è necessaria. Per la qual cosa, procurare che nello Sialo le persone e le sostanze de’
citladini siano rispettate ; far ch’essi godano di
tutta quella libertà, il cui esercizio non rechi
danno alla società; che le lettere, le scienze, le
arti, le industrie ed il commercio progrediscano;
insomma che lo Stato sia prospero e sicuro all’interno e rispettato al di fuori ; ecco la missione
d’ogni governo ed ecco il fine per cui gli uomini riunendosi in civile consorzio lo crearono.
Ma quando questo governo, uscendo dalle sue
attribuzioni, voglia sottoporre i cittadini a sagri
berlà. In quest’aspettativa che si domanda cho
facciate? Si domanda di collocare i vostri figli
sotto l’influenza diretta degli agenti naturali dei
dispotismo. L’avvenire domanda cittadini, e vi
è chi vi sollecita d’inviare i vostri figli ad una
scuola di servitìi !
Perchè infine, checché mi si dica, qual nozione di diritti e di doveri civici puossi dare ai
giovanetti in una scuola clericale?
Almeno, risponderà forse taluno, se i nostri
figli non divengono uotiiini o cittidini cho vi
garbino , diverranno almeno cristiani alla noslra maniera. Cioè po.ssibile; ma qualo specio
di cristiani siete voi, voi cho fato si buon mercato dpll'uonio e del cittadino?
Per me, comunque paradossale poleaso comparire quest’a.sserzione , io aiTermo che nulla ò
men proprio a formare veri cristiani cho l'educazione ricevuta nelle scuole de’ Fratelli.
Si fanno , io lo so , lunghe e frequenti preghiere ; vi si raccontano miracoli del genero di
quelli della Saletta o della Madonna di Taggia;
si menano i giovanetti alla messa ; si distribuiscono loro medaglie miracolose, e maraviglioso
immagini, ed al fanciullo, che prostralo sul
fizii non necessarii pel buon andamento della
società; quando invece di restringere la sua sorveglianza alle sole azioni esterne dei cittadini,
voglia attribuirsi il dirilto, non trasmessogli, di
entrare nel sanluario delle coscienze, nelle inclinazioni e nei misteri dell’anima che riguardano l’uomo, come individuo e non come cittadino, l’uomo in faccia a so stesso e a Dio, noa
in rapporto alla società; allora <]uesto governo
diventa usurpatore e tirannico, allora invece di
sciogliere complica vie più il problema sociale,
rende più diffìcile il conseguitnenlo del fine cui
mira, e senza necessità alcuna si crea nuovi
ostacoli e nuovi pericoli.
Infatti, senza la religion dello Stato, i cittadini
(a qualunque culto essi appartengano), strettì
fra loro da’ vincoli sociali, governali dalle medesime leggi civili, protetti in pari modo nella
persona e nei beni, tenuti a concorrere in rate
eguali alle spese dello Stalo ed a servire egualmente la patria comune; codesti cittadini hau
tutle le ragioni per vivere in concordia fra loro;
la differenza del cullo, rimanendo affatto estranea
alle relazioni civili, rimanendo un affare al tutto
individuale cd inlimo, non potrebbe esser causa
di malcontento, nè di civile discordia. Il malcontento e la discordia han luogo invece quando
il governo protegga e favorisca particolarmente
un cullo, vietando gli allri o tutt’al più tollerandoli; il quale odioso privilegio distrugge
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banco , chiude gli occhi e congiunge le mani
nel più bel modo durante le orazioni, si danno
ricompense; vero premio accordato all’ipocrisia. Si fa tutto ciò ed altre cose ancora ; ma
questo non si chiama formar cristiani. Quale
allievo delle scuole dette cristiane ne esce con
una conoscenza un po’ solida de’ principii del
Cristianesimo? Egli ha letto un numero di leggende ; ma non ha letto nè compreso l’Evangelo; han potuto fanatizzarlo, ma gli hanno
ispirata quella carità, quella tolleranza , quella
benevolenza universale che sono, io immagino,
le principali virtù cristiane?
Se si ha brama di saperlo , non si ha che ad
informarsi cosa son divenuti gli allievi usciti
dalle scuole dei Fratelli durante i venti ultimi
anni. Non avendo della religione cristiana che
idee strette e meschino, pieno di superstizione
e sprovviste d’una fede rischiarata , il [irimo
contatto col mondo ha annientata tutta la loro
divozione. Essi credevano tutto ieri, oggi non
credono più nulla. Al primo errore ch’essi
hanno scoverto nel sistema clericale , hanno
concluso, per mancanza di saper riflettore e
ragionare , che tutto nella religione era falso ,
od hanno allora tutto rigettato. In guisa che
noi vediamo incessantemente antichi allievi dei
Fratelli, che, non avendo nè la dignità dell’uomo, nò la virtù di cittadino, nò la fede di cristiano, son divenuti un non so che senza nomo
in nissuna lingua. E se presso gli ex-allievi
dei Fratelli noi scontriamo,—e, la Dio mercè,
ciò avviene — degli uomini, dei cittadini, dei
cristiani, essi non sono divenuti tali se non
riagendo con lutto le loro forzo contro la loro
educazione o rigettando i principii della loro
gioventù.
Un sistema che produce simili efTetti devo
l’uguaglianza de’cittadini che è il fondamento
cardinale del civile consorzio. Senza la religione
dello Stato i governi possono essere liberi pienamente nella loro interna amministrazione;
ma ammettendola, essi devono per necessità
subire l’influenza della corfe pontifìcia, rispettare la volontà del papa, ammettere ciò ch’egli
ammette, respingere ciò ch’egli respinge, anche
a costo di privare lo Sialo di utili miglioramenti.
E a che tende poi coteslo privilegio? Ad eftuare una chimera , l’unità di cullo. Ma dopo
tanti secoli di infruttuosi esperimenti, dopo tanlo
sangue inulilmenle sparso, dopo lanle scene
che han fallo inorridire l’umanità, come mai si
può tener dielro a sifTalia chimera? Bisognerebbe anzilulto rendere uniformi le ragioni degli uomini; bisognerebbe che tulle le anime si
rassomigliassero perfettamente, e che i loro
gusti svariali, le loro tendenze e passioni diverse procedessero dalle stesse cause, seguissero
le stesse vie, mirassero al medesimo scopo, la
qual cosa è pressoché impossibile. Le false conversioni non menano che ad inulili apostasie e
(jueste allo scellicismo ed all’incredulilà. Sperimentala r inutilità della pruova, non resterebbe
che ricorrere alla piena liberlà de’culli; è questa l’ultima rivoluzione che si possa e debbasi
fare nell’ordine delle idee religiose; una rivoluzione che tenda a rimettere le cose nello stalo
primitivo, e restituire agli uomini i diritli pro
essere sostenuto, incoraggiato, sovvenuto? Io
non Io penso, Signori. Che viste di un’economia
malintesa non vi seducano. È il caso qui di dire
che chi vuol spendere poco spende invece molto.
Per risparmiare un poco di moneta voi sagrificherele uomini, voi comprometterete l’avvenire.
Rimettete ai laici l’istruzione dei figli del popolo ; aprite largamente le porle del collegio
nazionale; aiutale, incoraggiate gl’istitutori,
comunali o liberi, che daranno ai giovanetti
un’istruzione veramente umana, civica o cristianado voi riceverete al centuplo, in cittadini
utili, le somme che avrete speso.
Nella speranza, Signori membri del Consiglio, che accorderete qualche istante di seria
attenzione alle riflessioni suaccennate , e cho
respingerete le conclusioni del rapporto della
Commissione, io sono ecc.
L’EVANGELO ED I SUOI OPPOSITORI
[Corrispondenza della B. N.)
Nella prima domenica abbiamo incominciato
il culto in numero di sette individui, e per molto
tempo ancora saressimo stati ristretti %a noi, se
quel Dio che dal male sa trarre il bene , non
avesse tratto daH’acciecamento dei preti il vantaggio della sua conoscenza. Le loro grida e persecuzioni avvisarono il popolo che in Castelnuovo si teneva una riunione evangelica, o ben
tosto la nostra sala, benché vasta, fu ripiena di
gente, accorsa, cfme ben potete intendere, per
contradire , per suscitare il disordine, e anche
per curiosità. Ma osservando che invece di essere un lupo rapace io inculcava di credere in
Cristo per esser salvi, e che invece di seminare
venienti dalla natura. Del resto, se i cattolici
gridano coniro l’intolleranza dei protestanti che
si oppongono alle loro missioni, se gridano
contro le severe leggi della Svezia emanale a
loro danno, se fremono coniro gli ukasi della
Russia; in altri termini, se i cattolici reclamano
la libertà religiosa per loro, bisogna che in linea
di giustizia e conforme alla morale del Vafigelo
la si proclami anche per gli allri; essa è un principio di giustizia; e la giustizia non è più lale
quando si ammettono derogazioni e privilegii.
Oltre a ciò, mellere una religione sollo il protellorato del governo è lo stesso che esporla a
gravissimi pericoli; farla cioè servire di punletlo
alla politica e di slrumenlo alle umane p;issioni;
renderla talvolta fautrice delle più sozze tirannidi, nemica delle oppresse popolazioni, fomentatricedi pregiudizii,di superstizioni,d’ignoranza
e di menzogna ; e perciò invisa ai fedeli ; ed
esporre i suoi ministri alla corruzione e al discredito. Nella sloria antica e moderna Irovasi
gran copia d’esempii di queslo genere, esempii
assai deplorabili e ripeluli presso qualunque
nazione in cui ba esistilo una religione privilegiala.
E di vero quale amore e quale rispello ponno
avere gli uomini per nna religione i cui ministri
invece di proteggere gli oppressi, come porlerebbe il loro ministero, slringansi in lega cogli
oppressori, invece di predicare la giustizia e la
la zizzania seminava la buona semente della divina parola leggendo il Vangelo, i nemici chiudendo le orecchie alla verità si partivano dall’adunanza taciturni e lividi per la rabbia, i curiosi
erano animali alla frequenza. Il numero cresceva
di sera in sera per modo, che quando mi licenziai
fui consolato di vedere raccolte in pace e nell’amore di Cristo una trentina di persone sincere,
di qualche riguardo nel paese, e mature per età.
Fui commosso alle lagrime in quell’ultima sera,
quando dopo l’istruzione e dato l’addio, e rassegnati colla dolce speranza di quanto prima rivederci , un venerando vecchio si alzò dicendo :
« Ora il nostro desiderio è che prima di separarci
ci uniamo nel Signore. Fateci la preghiera ».
Invocammo la grazia di Dio per Gesù Cristo sopra di noi e sui nostri nemici.
Se alquanti ebbero il coraggio d’intervenire
alle pubbliche istruzioni, trovai ancora molti Nicodemi, i quali mi fecero sentire il loro desiderio
di conoscere Cristo, ma che, compresi da troppi
umani riguardi, credettero che le tenebre della
notte non fossero sufficienti per garantirli dagli
occhi degli uomini e dalle dicerie del mondo. So
anche che la Bibbia passa da individuo ad individuo, e da famiglia in famiglia, ed il mio cuore
si abbandona alle più fondate speranze, che prego
il Signore di non tardare a compire. Alcune già
vidi realizzate, come la conversione di una donna
che molestava del continuo il proprio marito, da
alcuni mesi seguace del Vangelo. Ora essa si è
riconciliata, e non solo vive di pari fede e sentimento con noi, ma ancora parla e difende 1»
causa del Salvatore.
Il di lei marito, che a disposizione delle serali
riunioni cedeva la sala ove ordisce cotoni, chiamato dal suo padrone che compra e gli commette
i suoi lavori, « Voi siete la vergogna del nostropaese, gli disse fra i molti rimproveri, e fia possibile che diate ricetto a quel protestante I » —
«Non ho sufficiente alloggio, gli rispose, per
potergli cedere una stanza, altrimenti gli avrei
carilà, si fanno a sostenere le massime inique
deH’usurpazione e dell’abuso, e invece di spargere sulla terra la luce della verità, vi diffondono le tenebre e l’errore? E non ne abbiamo
un esempio lullavia palpitante in Piemonte dove
i clericali, dopo d’avere per lungo lempo fornicalo colla tirannide, non sanno rassegnarsi al
novello ordine di cose, il quale colla schiavitù
de’ popoli ha fatto cadere la loro influenza? Non
vediamo com’essi per riacquistare questa perniciosa influenza, muovan guerra accanila e incessanie coniro le libere istituzioni, contro gli
uomini che le propugnano, coniro il popolo che
le ama; e convertendo il pulpito in tribuna politica, le pastorali in odiose polemiche, il confessionale in nffìcio di polizia, da uomini religiosi Irasmutinsi in settari? Essi gridano tulio
giorno coniro l’irreligione e l’empielà ; ma codeslii irri ligione e codesta empietà son essi che
la fomentano, essi cbe, facendosi propugnatori
della reazione, ileiroscuranlismo e della barbarie
danno l’ultimo scrollo alla religione; giacché i
popoli, avvezzi a confondere gli uomini colle
cose, le azioni co’principii, a poco a poco finiscono col credere che reazione, barbarie, servitù, igni ranza e religione sieno la stessa cosa,
e perdono ogni fede ; ed è in queslo senso che
il Macchiavelli diceva : gli Italiani, per li esempii
rei della corle pntificia e de’clericali essere divenuti senza religione e cattivi.
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dato ospitalità con tutto il cuore ».— « Se non lo
albergate gli cedete però la sala per le sue ciarlatanerie ».—« Egli non è un ciarlatano, ma ci legge
il Vangelo di Cristo; e mi meraviglio che ella,
fratello di tre canonici, osi chiamare ciarlataneria
la lettura della Bibbia ». — «Che Bibbia, che
Vangelo, che Cristo! riprese più indispettito che
mai il clericale, dobbiamo credere al papa, e a
ciò che c’insegnano i preti».— u Io credo a Cristo
e a ciò che m’insegna il Vangelo ». — « Se non
volete cedere ve ne pentirete; voi e tutta la vostra famiglia morrete di fame e nella miseria ».
— « Iddio è il nostro padre; Egli, che provvede
agli uccelli dell’aria e al fiore del campo, non abbandona mai i suoi figliuoli ». — • Non avrete da
me , ve lo giuro , mai più lavoro ». — « Me ne
cercherò altrove ». — « Nemmeno da altri ». —
« Se per le maligne sue arti non troverà lavoro,
andrò di casa in casa mendicando ». — « Neppure
per elemosina in tutto il paese troverete un pugno di meliga ».— « In questo caso, piuttosto che
rinunziare a Cristo e al suo Vangelo, fin d’ora mi
eleggo la miseria, rinunzio alla patria, alla vita».
— Questa generosa confessione gli costò che per
intrighi egli non potesse più vendere un solo
centimetro delle sue stoffe in cotoni, e sul cui
guadagno è costretto a vivere assieme alla numerosa sua famiglia. Egli già sente il bisogno di
dover abbandonare il suolo nativo.
Vi narrerò ancora un fatto che posso intitolarlo
ìin buon esempio. Una buona madre di famiglia
qual novella Lidia abbracciò il Vangelo assieme
ad un suo figlio maggiore di età. Non vi dirò i
rimbrotti e le vessazioni che con pazienza e rassegnazione soffri e soffre dal suo marito, il quale
paventa di perdere qualche guadagno , e che i
preti assediano ogni giorno, insinuandogli per'J!tiS d?'aT)'Bah(Ionare la moiplie. Ma essa, ferma in
'Cristo, è pronta a perdere anche il marito piuttosto che rinunziare al Vangelo; soffre e tace.
La buona condotta della madre, specialmente
nelle sofferenze, è di esempio alle tre figlie, alle
Ciò posto, un governo saggio e illuminalo, che
voglia compiere la sua missione senza invadere
poteri che non gli competono e sen^a richiedere
da’cittadini inutili sagrifizii; un governo il q^uale
tenero della sua indipendenza e libertà d’azione,
non voglia che una corle estera (come sarebbe
quella di Roma) abbia il pretesto d’intervenire
e mischiarsi negli alTari dello Stato; un governo
infine che, fondato sulla giustizia e sull’opinion
pubblica, non ha bisogno per sussistere d’intrighi e di menzogne sacerdotali; un lale governo
cessando dall’accordare speciale privilegio ad
uno de’ vari culli a danno degli allri, deve lasciare a tutli uguale e libero sfogo, proteggerne
l’esercizio, reprimerne gli abusi; insomma considerare le diverse selle religiose come (ante associazioni di cittadini, e non intervenire che quando
l’ordine pubblico sia per esse turbalo od in pericolo. A queslo moilo ogni ingiustizia proveniente dal privllciiio cessa; si annulla ogni ragione e pretesto di gelo.«!:«, d’invidia, di malcontento fra i cittadini; si apre libero il campo alla
discussione, e con ciò si rende un immenso
servigio alla vera religione; imperciocché dall’urto delle opinioni pura e bella emerge sempre
la verilà.
Ma se le autorità civili non devono inlrometlersi nelle questioni di culto, nemmeno le autorità religiose dovranno immischiarsi, con quesla
qualità, negli atTari politici e civili dello Sialo :
quali non cessa di parlar di Cristo. La maggiore
di esse, che tocca al sedicesimo anno, lavora in
un filatoio : e siccome nel paese si sa pubblicamente che la di lei madre professa il Vangelo,
perciò quesu fanciulla è da tutte le sue compagne di lavoro qual protestante derisa, schernita
e umiliata. Essa, seguendo l’esempio della madre
in simili casi, soffre e tace. La meravigliosa di
lei sofferenza toccò l’animo di una di quelle giovanette, che avvicinatasi alla perseguitata compagna « Tutte ti burlano, le disse, ma io ti sono
amica fedele. Dimmi, che t’insegna tua madre?
Bisogna pure che la tua religione sia buona per
soffrire tante villanie senza risentirti nè lamentarti »,
La paziente giovane, rincorata di trovare fra
tante avversarie un'amica , « Mia madre . le rispose, m'insegna d'imitare Gesù Cristo, il quale
oltraggiato non oltraggiava, potendo non minacciava, anzi volle portare il vituperio della croce
per noi, per darci l'esempio onde seguiamo le
sue pedate *. — «Se devo dirti la verità, ripigliò
la coetanea fanciulla, sento un vivo desiderio di
conoscere la tua fede ». — « Se tu parli da senno,
domani essendo domenica ti condurrò da un
Evangelista che è venuto a visitarci , ed egli ti
indicherà la strada del cielo ». — L'ansiosa ricercatrice di sua salvezza accettò la proposta ,
ma poscia temendo d’incorrere nello sdegno dei
parenti, prima che Angelina nel giorno segu<’nte
fosse a chiamarla, si presentò dalla madre scongiurandola a non opporsi alla volontà di Dio, e
di permetterle di recarsi alla evangelica adunanza. A questa domanda restò muta la madre,
e dopo alcuni riflessi le rispose : « Se cosi ti senti
ispirata io nou posso e non voglio impedirti, va
ed ascolta con attenzione >.
Contenta della ottenuta licenza venne e ascoltò
le parole di Cristo « Venite dietro a me... ed essi
lasciato prestamente la navicella ed il padre lo
seguirono ». Questa vocazione senti nel cuore,
ed appropriandosela colla fede, ringraziò Iddio
quelli devono sorvegliare solamente le azioni
esterne de’cittadini, queste attenersi al solo impero delle coscienze; le prime servirsi de’soli
mezzi civili, e le seconde de’mezzi spirituali;
a dir breve le due autorità devono rimanere
affatto separale, libere e indipendenti l’una dall’altra, nella rispettiva missione. Imperciocché
la loro competenza proviene da due leggi diverse nel carallere, nello scopo, nella sanzione;
e lolla di mezzo la reciproca loro indipendenz.i,
ne viene un urlo dannoso alle medesime eil «Ila
moralità dei ciltadini ; i quali vedonsi allora
nella necessità di non dovere e non potere ubbidire, 0 d’ubbidire a malincuore e contro la
voce della coscienza.
« Date a Cesare quel ch’è di Cesare e a Dio
quel ch’è di Dio » : ecco delineata dallo stes.so
Divino .Maestro silTalla indipendenza ; eccola
imposta come un principio fondamentale di giustizia e come un dovere. Ma sventuratamente
quesla massima riiietuta di sovente è quasi
sempre dimenticata, o svisata nel suo concetto
0 smentila coi fatti da quelli stessi che l’invocano.
Ma siffatto principio predomina negli Stali
Uniti; il governo d’.Vraerica non lo viola e le
diverse selle lo rispettano. Ciascuno è padrone
colà di abbracciaree seguire la religione che preferisce; ed il governo protegge egualmente tulli
1 culti e tulle le selle. In quella grande e libera
del dono che le avea fatto. Dopo la spiegazione
si fermò con ¡litri nella sala per leggervi il Vangelo fino a mezzo giorno. Allora fu che dolendosi, « Oh ! come passa il tempo, esclamò; devo
ritirarmi a casa mentre non cesserei mai di ascoltare la parola di Gesù, tanto mi consola. Pazicnzal
ritornerò più tardi»; ma più tardi dovea già orribilmente soffrire per causa del Vangelo e pel
nome di Cristo.
Due preti che di buon mattino si erano impostati alla porta della nostra riunione, avendo
adocchiato la giovinetta che v’interveniva, poterono ciò riferire al padro di lei ; e sapendo cbe
dato al vino egli diviene bestiale e rapace di ogni
eccesso , cosi fu fatto ubriacare insinuandogli
sentimenti cattivi contro la figlia. Costui miso
sossopra tutta la casa, e con un coltello alla
mano attendeva il ritorno della neofita. e tosto
che la vide se le avventò contro come un disperato. Essa ebbe abbastanza campo da sottrarsi
dal colpo, e tutta tremante da rifugiarsi in casa
di una vicina e chiudersi sotto chiave in una
stanza. Ivi stette chiusa due giorni sotto la vigilanza di queU’uomo brutale, e fu poscia per buoni
ufficii riconciliata con lui, che bestemmiava o
minacciava lavila ilclla figlia, se avrebbe osato
di più ascoltare i protestanti. Per la pace della
famiglia costei non intervenne più alle adunanze,
ma cerca d'istruirsi dalla sua compagnadi lavoro,
e ritornando a casa comunica alla madre quanto
apprende, la quale pure si dimostra avida della
parola di Dio. fi da sperarsi che la pazienza e le
preghiere della innocente otterranno dal Signore
anche la conversione del padre, il quale perseguita ciò che dovrebbe essere la sua salvezza.
Vedete, caro amico, quanto può il buon esempio di una madre ! La figlia impara dalla madre
la pazienza, con quanta virtù converte la sua
compagna, e questa convertirà la sua famiglia a
Dio. Ricordiamoci sempre di ciò che ci dice Gesù:
« Kisplenda la vostra luce in faccia agli uomini
acciochè veggano le vostre buone opere, e glori
nazione cattolici romani, metodisti, presbiteriani, congregazionalisli, episcopali, universalisti, luterani, unitari, fratelli moravi e perfino
i mormoni, lutti vi hanno intera liberlà e po.ssono adorare Iddio secando le ispirazioni della
loro coscienza. Le chiese, i luoghi di riunioni
de’ fedeli e qualsiasi altro stabilimenlo di fedeli
son mantenuti da associazioni volontarie. GIt
Stati non assegnano alcuna somma nei loro bilanci, pel servizio de’ culti ; la religione è affare
privato per chi risguarda l’uomo come individuo
e non come cittadino, l’uomo in faccia a Dio, e
non a fronte del corpo sociale ; ed il governo
non vi s’ingerisce che nel solo oggetto di assicurare a tutte le selle il libero esercizio del loro
culto.
F noi abbiamo fede che lo stesso principio,
santificalo dal sangue dei nostri martiri, ed invocato, a buon diritlo, come unico e salutare
rimedio ai mali che ci opprimono, non tarderà
a regnare in Italia, come già regna in America.
(Fine.)
4
iichino il Padre vostro ch'è ne’ cieli ». Operiamo
«Ja figliuoli della luce e Cristo sarà conosciuto.
Dopo questi successi, e tali teslimonianze di
fede e di savia condotta, non ho ragione di asserirvi che il Signore mi ha consolato nelle mie
afflizioni ed angosce di animo? Aqzi vi aggiungo
ch’egli mi ha voluto compensare del centuplo.
Sia adunque benedetto e ringraziato, e preghiamolo ch’Egli continui ad usare ai vostri concittadini e al mondo tutto quella misericordia die
si compiacque di versare su noi. Preghiamolo
ch'Egli mandi degli operai, poiché la messe è
molta e matura. Sono stato a Voghera, sono stato
a Novi, e se fossi stato altrove avrei ovunque
trovato delle ottime disposizioni al Vangelo. Voglia intanto il nostro Padre confermare coloro
che udirono e credettero, e sieno come il lievito
posto nelle tre misure di farina.
A.sti. — Monsignore Artico ed il Municipio
d’Asti. — Essendosi sparsa la voce che quel monsignore, che la forza dell'opinione pubblica ha
da qualche anno costretto ad abbandonare il capo
luogo della diocesi, per nascondersi in una sua
villeggiatura, volesse far ritorno al Vescovado, il
municipio d’Asti con una deliberazione in data
16 ottobre presa aWunanimità si è rivolto al Governo, supplicandolo di prendere le opportune
misure perchè non sia mandato ad effetto il progetto di monsignore. Ecco la fino di questo documento, certo tutt'altro che onorevole per il
protetto delVArmonia.
« Considerando che risulterebbe perciò che
l’opinione pubblica a riguardo di monsignore
Filippo Artico non sarebbe punto mutala;
« Che anzi un sentimento generale di disprezzo
sarebbe invalso nella popolazione sino al punto
che frequentemente presso la gioventù, fin anco da
ragazzi e ragazze, il nome del vescovo viene associato alla enunciazione di sconcezze che gravemente
offendono la pubblica moralità.
« Considerando che sebbene il Consiglio non
possa disporre d’alcun mezzo diretto per opporsi
e rimediare ad un simile stato di cose , tuttavia
non può dispensarsi dall’obbligo di rendersi interprete presso l’autorità superiore dei voti della
cittadinanza ;
« Coerentemente eziandio a precedenti deliberazioni dei Consigli comunale e delegato ;
* Ila unanime deliberato e delibera
« Di rappresentare all’autorità superiore le circostanze sovra enunciate, ed i pericoli da cui è
continuamente minacciata la pubblica tranquillità a cagione della condotta attuale di monsigtior vescovo, pregando in pari tempo l’autorità
stessa a prendere quei provvedimenti che sono
in suo potere, affinchè monsignor Filippo Artico
isi determini ad abbandonare definitivamente una
diocesi, nella quale la sua autorità ha perduto
ogui prestigio, anche fra i membri del clero, ed
i'- oggetto di sprezzo per gli altri ; od almeno
cessi dal comparire iu città, ove per l'agglomerazione della popolazione, la sua presenza potrebbe essere e sarebbe inevitabilmente cagione
di scandali e turbamenti ».
Nizza.—Ospedale evangelico.— Nizza, addi 15
ottobre 18Ò6. — Signor Redattore della B. N.
AU’avviciuarsi della rigida stagione ella farebbe
cosa grata al sottoscritto, annunziando che nel
l’Asilo Evangelico di Nizza, in parte fondato allo
scopo di rendere il mite clima di questo paese
accessibile a quegli Evangelici poveri che ne
provassero il bisogno, vi sono ancora alcuni letti
disponibili.
Per le condizioni di ammessione rivolgersi,
affrancando, al vostro devotissimo
L. PlLATTB.
48, quai St.-Jean Baptiste.
Valle di S. Martino. — Danni cagionati da
inondazioni. —Nella notte dai 10 agli 11 ottobre
una tromba d’acqua essendosi scaricata sui comuni dai centro del Val S. Martino , Perrero ,
Maniglia, Chabrans , S. Martino, Faetto , Riclaretto, ecc. , vi cagionò danni immensi a quei
poveri montanari che appena appena cominciavano a riaversi dalle patite sciagure degli auni
scorsi. La pubblica carità si è commossa all’annunzio di una tale sventura. Un comitato si è
formato nel capo luogo della vallata allo scopo
di raccogliere ed equamente ripartire quei soccorsi che gli sarebbero inviati; il quale ha anche
emanato una circolare a tutti i sindaci e pastori
di anime della provincia pregandoli a raccomandare la di lui opera pietosa alla carità dei loro
amministrati e fedeli. I due giornali della provincia, ì’Ape e l’Eco delle Alpi Cozie, con zelo lodevole hanno posto la loro pubblicità a servizio
di questa buona opera, l’Ape specialmente, mandando attorno liste stampate por raccogliere
sottoscrizioni. A tutte queste voci noi uniamo
anche la nostra perchè la dolorosa prova cui
piacque a Dio di sottoporre i nostri fratelli del
Val S. Alartino, Cosi Valdesi come Cattolici romani,non sia lasciata senza consolazione efficace;
ma che anzi la calda simpatia che a questa occasione verrà loro testimoniata da molti, sia a
quei meschini motivo d’inanimarsi e di benedire
con cuore sincero a quel Dio, che, con viste paterne certamente, gli ha cosi severamente visitati. Intanto ai nostri amici domiciliati in Torino
facciamo assapere che liste di sottoscrizioni apro
dei danneggiati del Val S. Martino trovansi depositate presso i varii pastori evangelici di questa
città, i quali si faranno premura di trasmettere,
a chi di ragione, le somme piccole o grandi che
verranno loro consegnate.
Spagna —Condanna del signore Ruet. — Una
lettera giuntaci quasi al momento di mettere
sotto torchio ci annunzia che, dopo nove mesi di
prigionia, il signor Rcet è stato dal tribunale di
Barcellona condannato al bando perpetuo dalfa
sua patria, per il grave delitto di avere creduto
neU’Evangelio, e di aver parlato ed operato secondo quella credenza!
Quale sia stato l’effetto di cosi iniqua sentenza
sull’animo di chi la pati Io dicano queste lin^
tolte ad imprestito dalla sua lettera : « Grazie a
« Dio che si è degnato di elevarmi al rango dei
« testimonii di Gesù Cristo, dopo nove mesi di
«carcere criminale, alla fine sono venuto con« dannato a emigrare in perpetuo da questa Ì3e
« nedetta terra che mi ha visto nascere..... Dia
« questa notizia ai miei fratelli di Torino , di« cendo loro che si rallegrino e che preghino per
<t me acciocché il Signore si degni darmi fede,
« forza e costanza onde compiere l’opera che è
« stata cominciata in Ispagna. Perciocché io nou
« mi do per vinto : Oggi il tribunale mi lascia
« andare ; domani io ritornerò all’opera. Il pos« domani verranno a prendermi di nuovo; ma
« appena sarò rilasciato, ritornerò al mio lavoro,
« finché il Signore si degni di farmi addormen« tare nella sua pace ».
A. iw rw-CJ i«r 3B M
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